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LA LEZIONE
Il modulo di Young
Oggi lo studio delle propriet meccaniche dei materiali realizzato attraverso diverse
tipologie di prove. Applicando a un provino coppie di forze dintensit nota si misurano
le deformazioni dovute a sforzi di trazione, compressione, taglio e torsione.
Limitandoci per ora alla sola trazione immaginiamo un cilindro di acciaio, avente sezione di
area uguale ad A0, contrassegnato con due linee distanti l0. Se due forze opposte,
entrambe di modulo F, sono applicate perpendicolarmente alle estremit circolari del
cilindro la sua lunghezza diviene l e si modifica leggermente anche larea. Per piccoli valori
di F, la variazione l-l0=l della lunghezza proporzionale allintensit della forza.
Rimuovendo allora le forze esterne, il provino ritorna alle condizioni iniziali (come se si
trattasse di una molla). Siamo nella fase elastica in cui vale la legge di Hooke: F=kl.
Continuando la trazione, da un certo valore, la forza non pi legata allallungamento da
una relazione cos semplice. Il provino, eliminando la trazione, non ritorna pi alla
situazione di partenza: si ha una deformazione permanente del cilindro. Ancora per
carico e lunghezza crescono entrambe, ma non linearmente. Si ha una deformazione di
tipo plastico. Aumentando ulteriormente lintensit, gli effetti non sono pi omogenei, ma
si localizzano in una zona centrale che macroscopicamente presenta una sezione diversa
rispetto al resto del provino (strizione). Siamo vicini alla rottura del cilindro che avviene
con la separazione in due parti.
Il reticolo cristallino
Un solido ideale , dal punto di vista microscopico, un reticolo cristallino con gli atomi
che occupano i vertici del reticolo e interagiscono tra di loro grazie a forze elettriche.
Immaginiamo una fila di atomi equidistanti disposti secondo lasse x. Il reticolo
Se il sistema forma una cella elementare pi complessa del cubo, non facile dare
unimmagine intuitiva equivalente e ci limiteremo a elencare la crescita del numero
delle costanti. Se la simmetria esagonale come accade nei cristalli di ghiaccio (la
cella elementare un prisma retto con base esagonale) le costanti di elasticit
salgono a cinque; per materiali cristallini del sistema rombico (prisma retto a base
rettangolare) come il topazio bisogna dare nove valori indipendenti; tredici per il
sistema monoclino (un prisma obliquo a base rettangolare). In altre parole maggiore
la simmetria, minore il numero delle costanti elastiche.
Consideriamo ora, dal punto di vista microscopico, la deformazione plastica in un
cristallo. Se il reticolo fosse composto da una serie di piani perfettamente allineati
simile alle pagine di un libro sarebbe difficile spiegare uno dei meccanismi della
deformazione permanente. Consideriamo unimperfezione, una specie di segnalibro
posto tra due pagine di un libro, avremo allora una situazione come quella illustrata
nella figura 10.
Al centro del reticolo risulta una sorta di regione vuota. Forze relativamente piccole
possono allora provocare lo spostamento di file di atomi che occupano altre posizioni.
Limperfezione lineare del cristallo chiamata dislocazione e si potrebbe descrivere il
fenomeno come lo spostamento della dislocazione verso il bordo con una piccola
deformazione permanente del cristallo.
I metalli hanno la caratteristica di duttilit, legata alle dislocazioni e al loro numero,
cio mostrano la capacit di far scorrere gli strati di atomi luno sullaltro senza subire
fratture (su piani che spesso si trovano a 45 rispetto allo sforzo), senza dovere
rompere tutta una serie di legami atomici come sarebbe successo se il reticolo fosse
stato perfetto. Le dislocazioni permettono inoltre la crescita dei cristalli.
Fig.10 Esempio di dislocazione; Fig.11 Modello bidimensionale di reticolo cristallino (A) e configurazioni assunte in seguito a
deformazione elastica (B) e plastica