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NUOVE TEORIE

di Osvaldo Carigi e Stefania Tavanti


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Lucius Artorius Castus d


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Il Dux Bellorum che d


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divenne Artù
In apertura, b
Illustrazione in 3D realizzata da ir
Alberto Forgione. va
Nella pagina accanto, fi
in alto a destra, stendardo della re
cavalleria sarmata e alana a forma A
di drago, adottato dalla cavalleria fi
Le gesta storiche di un condottiero romano, Lucius Artorius Ca- pesante del Basso Impero A
Romano col nome di “Draco”. p
stus, potrebbero aver ispirato la leggenda di re Artù, della sua a sinistra, cavalieri sarmati n
spada Excalibur e dei Cavalieri della Tavola Rotonda. Ne parlia- roxolliani (dal libro The su
Sarmatians 600 BC-AD450 di il
mo con lo studioso Antonio Trinchese, in questa intervista Brzezinski e Mielczareck, n
illustrazioni di G. Embleton - G
Osprey Publishing). m
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S
e è vero che quasi sempre la trasfigurazione di
una realtà storica è alla base di ogni leggenda,
dietro a quella di Re Artù sembra delinearsi la
figura di un ufficiale di cavalleria romano, vis-
suto nel II sec. d.C.: Lucius Artorius Castus. «Il nome è
romano (Artorius) e suggerisce una famiglia romana
stanziata in Britannia. Noi conosciamo un militare ro-
mano, che ebbe un alto comando nell’isola nel III se-
colo e che potrebbe aver lasciato numerosi discenden-
ti, in una professione che era tradizionale nelle famiglie
romane» così scrive, in A Literary History of England,
Kemp Malone, al quale dobbiamo una prima possibi-
le identificazione di Castus con il mitico sovrano bri-
tannico. In History of Arthurian Scholarship, di Nor-
ris Laey, si legge che Malone, analizzando inizialmente
la forma latina del nome Artorius, affermò che «era esi-
stito anche uno “pseudo-storico Arthur” basato su di ta di soldati disertori e bande di irregolari, capeggiati da
un generale romano, noto per aver condotto campagne Maternus. Infine, fu nominato governatore della Libur-
militari sia in Britannia che in Armorica (Bretagna) nel- nia, parte settentrionale della Dalmazia dove è sepolto.
la metà del II secolo d.C.» giungendo a suggerire, dopo Il nome di Artorius, le sue imprese rimaste nella me-
successivi accurati studi, che Castus «fu la fonte origi- moria dei Sarmati, mescolatisi nelle popolazioni celto-
naria per l’Arthur di Goffredo di Monmouth, o alme- romane della Britannia, nonché gli stessi miti dei primi,
no di quelle attività di Arthur che Goffredo non trasse così straordinariamente simili a quelli del ciclo di Re
Artù, sono tuttora oggetto di profonde ricerche da par-
te di valenti studiosi stranieri e italiani, tra i quali figura
Antonio Trinchese, coautore, insieme a Mario de Mat-
teis, del libro King Arthur: tra storia e leggenda. Da Ci-
mitile a Camelot. Lo abbiamo incontrato per conosce-
re alcuni tra i più importanti indizi storici, che associa-
no prepotentemente questo dux bellorum alla materia
arturiana.

Osvaldo Carigi e Stefania Tavanti: Antonio, inizia-


mo dal luogo di origine del nostro eroe, che tu
identifichi, sulla scia di precedenti ricerche effet-
tuate dall’antropologa americana Linda Marcor, in
una zona compresa tra le città campane di Avella,
Capua e Pozzuoli. Indubbiamente l’accostamento
“Avella/Avalon” risulta alquanto intrigante, poiché,
come si legge nel libro citato in prefazione «En-
trambi i nomi sembravano derivare da una parola
che, in varie lingue europee antiche e moderne, in-
dalle sue fonti gallesi». Due epigrafi presenti vicino alla dica la mela», senza dimenticare che tale assonanza
tomba di Artorius, nei pressi di Spalato, ci raccontano venne già evidenziata dagli studiosi Franco Manga-
della sua carriera iniziata come centurione nella Legio- nelli e Giacomo Devoto. Da evidenziare che gli Ar-
ne III Gallica e, successivamente, nella VI Ferrata, II torii possedevano una villa a Pozzuoli ed è proba-
Adiutrix e V Macedonia, dove ottenne il grado di pri- bile che avessero almeno una proprietà rurale nel-
mo pilo. Sotto Marco Aurelio sconfisse vari popoli bar- l’entroterra, come potrebbe essere Arzano, toponi-
bari, fra i quali i formidabili cavalieri Sarmati, di lingua mo derivato da proedium artorianum o artianum
a iraniana, che combattevano coperti di corazza e adora- (podere degli Artorii), che troviamo anche in Breta-
vano un dio della guerra, raffigurato con una spada con- gna e in Dalmazia, luoghi dove fu presente Castus.
ficcata nel terreno o in un altare di legno. I Romani ne Antonio Trinchese: «Linda Malcor, avendo riscontra-
a reclutarono 5.500, inviandoli, proprio al comando di to la corrispondenza fra la vita del personaggio storico
ma Artorius, prefetto della VI Victrix, dall’attuale Ungheria Artorius e il personaggio mitico Artù, ritiene che altri
eria fino alla Britannia settentrionale, a difesa del Vallo di elementi del mito possano coincidere con fatti storici.
Adriano. Dopo un periodo trascorso nel Golfo di Na- I personaggi femminili della famiglia di Artù sono in-
poli come comandante della flotta, Castus fu inviato dubbiamente legati alla magica isola di Avalon e per-
nuovamente in Britannia dove, di nuovo alla testa dei tanto la Malcor ritiene probabile che la madre di Ar-
suoi Sarmati, sconfisse i Caledoni che avevano infranto torius potesse provenire dall’antica Avellino o Avella.
il confine e sbaragliato una legione. Successivamente, Le più antiche tracce storiografiche (in Nevio, III seco-
nel periodo di Commodo, con il titolo di dux, guidò in lo a.C.) ed epigrafiche collocano la gens Artoria a Ca-
Gallia un grosso contingente di truppe, stanziate nor- pua, mentre la villa principale, dove è stata ritrovata l’e-
malmente in Britannia, per reprimere una grande rivol- pigrafe di Marcus Artorius Priscus Vicasius Sabidianus,

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LUCIUS ARTORIUS CASTUS N

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In alto a sinistra, dell’epoca di Traiano, si trovava ha
disegno di sulla costa, a Pozzuoli. I legionari Z
Valentina Zorzi. della III Legione Gallica, dove Ca- co
A destra, stus iniziò la sua carriera, proveni- sp
il culto della vano in buona parte dalla Cam- co
spada nelle pania. Il sito di Arzano, non lon- m
steppe a Nord tano da Capua e Pozzuoli, po- caso, troviamo un mito che ri- liburn) ed era considerato an- ris
del Mar Nero, trebbe essere stato il podere, dove corda sorprendentemente quel- che il progenitore dei Messapi, an
praticato da un avrebbe ben potuto nascere e cre- lo arturiano, come nota popolo illirico di cultura greca,
cavaliere e da un scere il nostro personaggio. La Graham Anderson, professore stanziatosi nel Salento. Per i O
nobile sarmati, I perfetta coincidenza dei toponimi di studi classici all’Università Messapi Artas era un nome di ra
sec. a.C.– I sec. bretoni e dalmati con quello cam- del Kent, nel suo King Arthur re, forse un titolo, mentre un fe
d.C., (dal libro pano potrebbe essere legata alla in Antiquity. Arkas, re dell’Ar- nome di famiglia messapico era co
The Sarmatians presenza della gens Artoria in cadia, figlio della ninfa Callisto, Artaias, linguisticamente equi- gi
600 BC-AD450, quei luoghi». venne concepito con inganno valente al latino Artorius. Dopo pa
di Brzezinski e da Zeus al pari di Artù, frutto aver rischiato di uccidere la ma- ta
Mielczareck, O.C. e S.T.: Gli Artorii sembra dell’unione tra Igrain e Uther dre, trasformata nella stella so
illustrazioni di G avessero dei rapporti con la cul- Pendragon, sotto le mentite Arktos (Orsa) e identificata nel- R
Embleton). tura ellenica, pur non dispo- spoglie del legittimo consorte. la costellazione dell’Orsa Mag- co
In basso, nendo, allo stato attuale delle Arkas regnava su una città chia- giore, viene a sua volta trasfor- co
ricostruzione di ricerche, di documenti attestan- mata Tavola, possedeva la clava mato nella stella Arktouros (Ar-
una delle due ti la provenienza di questa gens magica Calabrops (che non può turo), “guardiano dell’Orsa”,
epigrafi di dalla Grecia, dove però, guarda non ricordare la più celebre Ca- che in latino diventa Arcturus.
Artorius Castus Artorius ha, secondo parametri
nel Corpus linguistici, la sua etimologia più
Inscriptionum plausibile in una derivazione da
Latinarum, Arcturus.
secondo Theodor A.T.: «Il nome potrebbe essere
Mommsen. transitato in Campania tramite i
Messapi e i loro affini Dauni. Il
medico di Augusto, Artorius
Asclepiades, è ricordato da iscri-
zioni in lingua greca nella sacra
isola di Delo e a Smirne, proprio
nella Lidia dei miti studiati da
Anderson. Questi condivide l’i-
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NUOVE TEORIE
Graal. In Italia la figura di Merlino assume parti-
colare rilevanza: ad esempio fra il 1274 e il 1279,
vengono composte le Prophecies de Merlin, in
cui si intrecciano le profezie e la storia del mago
e di altri eroi bretoni. Inoltre egli appare in nu-
merosi poemi cavallereschi della letteratura ita-
liana. Si tratta di una semplice creazione lettera-
ria o di un personaggio realmente esistito? E per-
ché la sua figura è stata associata proprio ad Artù?
A.T.: «Anche la figura di Merlino appare come il ri-
sultato di una stratificazione di eventi storici e miti.
Due secoli prima rispetto a Geoffrey di Monmouth,
il racconto del fanciullo senza padre, destinato al sa-
crificio per permettere la costruzione della fortezza
del re Vortigern, che con la sua visione dei due dra-
ghi e la conseguente interpretazione profetica scon-
fessò i maghi del re e ottenne la salvezza, compare
nella Historia Brittonum attribuita a Nennio. Il no-
dentificazione di Artorius con Artù, ma nota anche me del fanciullo, che si dichiarava figlio di un Con-
la somiglianza con il mito di Callisto e Arcade/Artu-
ro, da voi ricordato, e con altri miti, come quello di
Ardus, “il più grande dei cavalieri”, discendente da
foto © David Xavier Kenney e Francesco Maria Trinchese.

Ercole, re della Lidia in Asia minore, che aveva co-


me antenato Camblite (Kambles o Kamblitas), forse
identificabile con lo stesso Ercole (il cui mito pure
ha varie similitudini con quello arturiano:
Zeus/Pendragon che si trasforma, per accoppiarsi
con la madre dell’eroe; le 12 fatiche di Ercole, corri-
spondenti alle 12 battaglie di Artù): in alcuni rac-
conti arturiani è ricordato un antenato di Artù chia-
mato Camalis, re di Camalat (Camelot). Anderson
n- riscontra similitudini fra altri personaggi arturiani e
pi, antichi miti anatolici, persiani e caucasici».
ca, sole romano, era però riportato come Ambrosius: in In alto a sinistra,
i O.C. e S.T.: Comprimario d’eccellenza nelle nar- tal modo questa figura si legava al personaggio stori- King Arthur con
di razioni arturiane è Merlino, potente mago e pro- co, citato da Gildas, di Ambrosius Aurelianus, “l’ul- uno stendardo a
un feta, figlio di un demone e di una vergine, che, se- timo dei Romani”, leader dei celto-romani contro gli forma di drago,
ra condo la leggenda, avrebbe allevato e seguito il invasori Sassoni nel V secolo. Geoffrey da una par- da L’Histoire de
ui- giovane Artù fino alla sua ascesa al trono. Egli ap- te riprende la storia del fanciullo Ambrosius, ag- Merlin, di Robert
po pare per la prima volta nella Historia Regum Bri- giungendogli il nome Merlinus; dall’altra recupera il de Boron (XIV
a- tanniae di Geoffrey di Monmouth e il suo per- personaggio di Ambrosius Aurelianus, ridenomi- sec).
la sonaggio viene successivamente sviluppato da nandolo Aurelius Ambrosius e facendone lo zio di Al centro,
el- Robert de Boron, autore francese del XII-XIII se- Artù. Merlino è derivato dal celtico Myrddin, nome confronto tra un
g- colo, noto per essere stato il primo a dare una di un personaggio del folklore britannico (riportabi- ufficiale romano
r- connotazione puramente “cristiana” al mito del le anche alle leggende di Suibhne e di Lailoken), un con elmo a cresta
Ar- saggio e mago divenuto folle e rifugiatosi di drago,
a”, nei boschi, nella foresta di Celidon, nel identificato da
us. Sud dell’attuale Scozia. Il nome “Myrddin” David Xavier
tri potrebbe essere legato alla città nel Galles Kenney con L. A.
iù dove viene fatto nascere, Carmarthen o Castus ed elmo di
da Caerfryddin, cioè “fortezza del mare”: po- ufficiale romano
trebbe essere legato ad una antica divinità con cresta di
ere marina, ma presenta una indubbia asso- drago, sito a Nola
ei nanza con il nome latino Martinus, del (Napoli).
Il quale rappresenta pure la versione cimrica In basso,
us (è interessante notare come Lucius Arto- testa del “Draco”,
ri- rius Castus sia stato sepolto nella località di cui seguiva uno
cra Sveti Martin, San Martino, nei pressi del- stendardo
rio l’omonima chiesa, e come la leggenda di tubolare, che
da San Martino e l’orso richiami l’etimologia emetteva un sibilo
l’i- del nome Artù)». grazie al vento.

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LUCIUS ARTORIUS CASTUS N
Morte d’Arthur. Il culto della
spada era presente in vari popoli
cosiddetti barbari e non mancano
precedenti nelle mitologie di
Greci e Germani. Sul nome Cali-
burnus si è detto che esso deri-
vasse dalla parola latina chalyb,
ovvero “acciaio”, collegata a sua
volta al popolo caucasico dei Ca-
libi, noti per essere degli esperti
fabbri. È da notare che, nella
maggior parte dei racconti artu-
riani, la spada viene estratta non
direttamente dalla roccia, ma da
un’incudine posta su di una roc-
cia, il che può essere un simboli- O
smo dell’opera dei fabbri, consi- m
derata in passato magica o demo- rig
niaca. In questo nome è indivi- so
O.C. e S.T.: Robert de Boron pur senza nome, si trova nel poe- duabile la radice liburn, mai spie- do
affrontò per primo l’affascinan- ma gallese Il sogno di Rhonabwy; gata dalle precedenti interpreta- Ce
te tema della “Spada nella Roc- trascritto successivamente nella zioni, che richiama la Liburnia, la co
In alto, cia”, narrando di come Artù raccolta del Mabinogion, è sicu- provincia romana di cui Artorius ar
epigrafe tombale fosse divenuto re estraendo da ramente un racconto preesistente
di Artorius (di una roccia la magica arma. La a Geoffrey di Monmouth. Que-
cui in basso si spada, proveniente da Avalon, st’ultimo la denomina Calibur-
vede un era originariamente chiamata nus, senza citare il motivo della
frammento) sul Caliburnus, da cui poi deriverà Spada nella roccia, ma in prece-
muretto del Excalibur. Il nome Caliburnus denza cita una spada conficcata in
cimitero, presso è stato associato alla Liburnia, uno scudo: si tratta della spada di
la chiesa di Sveti provincia imperiale corrispon- Giulio Cesare, la Crocea Mors o
Martin, dente al Nord dell’attuale Morte Gialla, rimasta conficcata
Podstrana, Croazia. Esiste un collegamen- nello scudo del principe britanno
Croazia (foto di to tra la Liburnia e Artorius Nennio e con lui sepolta. Sem-
Cristina Lucius Castus? Secondo una brano motivi legati al culto della
Spinicci). versione più tarda, Artù riceve spada, tipico dei popoli di cava-
A destra, Excalibur dalla Dama del Lago, lieri nomadi delle steppe. Erodo-
cartello dopo aver rotto in battaglia Ca- to ricorda come la spada fosse il
informativo liburnus e, quando questi è in simbolo dell’Ares, o Marte, degli
posto sul sito punto di morte, ordina di get- Sciti, posta in cima ad altari for- Castus fu governatore. Nella sua
(foto di tare la spada nell’acqua. La sto- mati da pile di legno, dove veni- epigrafe si leggono le lettere “…
Francesco Maria ria di Excalibur ha soltanto un vano effettuati sacrifici animali e CIAELIBURNIAE IURE GLA- la
Trinchese). valore simbolico oppure vi si umani. Molti secoli dopo, Am- DI”, indubbiamente molto vicine po
possono ravvisare pratiche ri- miano Marcellino cita un analo- alle parole usate da Geoffrey: m
tuali reali? go culto esistente presso gli Alani, “CALIBURNO GLADIO OP- m
A.T.: «La prima descrizione della affini agli Sciti e ai Sarmati. Ele- TIMO”. La Liburnia era la parte er
meravigliosa spada di Artù, sep- menti dell’antico culto della spa- settentrionale della Dalmazia, ter- A.
da sono chiara- ra che fornì continuamente trup- or
mente riscontra- pe ausiliarie di cavalieri impiegate Al
bili nella saga in Britannia, le Alae Dalmatarum cie
osseta dei Nart, o Delmatarum. Si può dire, alla pi
dove l’eroe Ba- fine, che in latino Caliburnus si- N
traz riceve dalla gnifica “acciaio liburno”. Per si
sua matrigna quanto riguarda la provenienza cin
una spada magi- della mitica arma dall’isola di e
ca, che alla sua Avalon, pare che i popoli illirici ero
morte viene re- ricavassero armi dalle rocce ma- sen
stituita alle ac- gnetiche delle isole di Brusnik e sag
que in modo Jabuka, o Pomo, ovvero “isola G
analogo all’Ex- della mela”, etimologicamente le- co
calibur della gata ad Avalon». bo
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NUOVE TEORIE
lla conta che i Nart, dopo essersi dedi- In alto,
oli cati alle attività marziali e cavalleriz- stele funeraria
no ze, che li caratterizzavano, amassero ritrovata a
di danzare sul bordo di una tavola ro- Chester,
li- tonda, tentando di non far cadere la Inghilterra,
ri- bevanda contenuta in una coppa po- raffigurante un
yb, sta al centro della tavola stessa». portatore di
ua “Draco” o
Ca- O.C. e S.T.: I Sarmati rimasero in “Draconarius”
rti Britannia, ancora la Notitia Di- della cavalleria
lla gnitatum, del 400 d.C., riporta la sarmata. A fianco
tu- permanenza nell’isola di un Cu- la ricostruzione.
on neus Sarmatarum ed è quindi ipo- Al centro,
da tizzabile una loro fusione con le lanciere del III
oc- popolazioni dell’isola, in partico- secolo d.C.,
li- O.C. e S.T.: Non possiamo non menzionare il lare con quelle che vivevano a ridosso del Vallo armato nello stile
si- misterioso Graal. Oggetto dai favolosi poteri di di Adriano, tra cui i Votadini che, successiva- sarmata, su di
o- rigenerazione, descritto variamente come un vas- mente, si trasferirono, almeno in parte, in Galles. una stele
vi- soio, una pietra portata sulla terra dagli angeli Una sfortunata impresa di questo popolo viene ritrovata a
ie- dopo la caduta di Lucifero, la coppa dell’Ultima cantata nel poema eroico antico-gallese Godod- Tryphon, presso
ta- Cena nella quale Giuseppe d’Arimatea aveva rac- din dove, nella stanza XCIX, viene menzionato le rovine di
la colto il sangue di Gesù crocifisso, nei racconti un certo Arthur, per rappresentare il valore di un Tanais sul Don,
ius arturiani viene a lungo cercato dai Cavalieri del- guerriero che «Nutriva i corvi dai bastioni della attuale Russia.
rocca, anche se non era Arthur». Dietro questo In basso,
nome potrebbe celarsi l’eco di lontani racconti cavaliere romano
su Artorius, ripetuti in lingua cimrica, probabil- “Draconarius” in
mente mescolati con le gesta di alcuni capi loca- tenuta Hippica
li, che portavano lo stesso nome, modificato so- Gymnasia. Foto
lo nella trascrizione e nella pronuncia. di ©Peter
A.T.: «La discesa di un gruppo di guerrieri a caval- Connolly, tratta
lo, appartenenti ai Votadini (o Gododdin nella loro dal sito akg-
lingua), nel Galles del Nord, sotto la guida di Cu- images.co.uk.
nedda, per difenderlo dagli invasori Scoti (Irlandesi)
ha costituito un evento basilare nelle vicende della
Britannia post-romana. Le case regnanti del Galles
del Nord, del Gwynedd, si consideravano discen-
denti da Cunedda. Questi cavalieri provenivano
proprio dalla zona presidiata per due secoli dai Sar-
mati; probabilmente discendevano da unioni dei
ua
“…
A- la Tavola Rotonda, inviati da Artù al fine di ri-
ne portare la prosperità e la pace nel suo regno. Una
ey: magica coppa (Nartamongae) e una tavola di for-
P- ma circolare compaiono anche nella saga degli
rte eroici Nart.
er- A.T.: «Una coppa divina appariva già nel mito delle
p- origini degli Sciti, predecessori e affini di Sarmati e
ate Alani, riportato da Erodoto: una coppa caduta dal
m cielo che attribuiva a Colaxais, uno dei tre caposti-
lla piti degli Sciti, il diritto di essere re. Nelle saghe dei
si- Nart, la coppa chiamata Nartamongae, se svuotata,
Per si riempie da sola, come una cornucopia. Può avvi-
za cinarsi alle labbra solo del più coraggioso degli eroi
di e ha il potere di identificare chi dice la verità. Gli
ici eroi se ne contendono il possesso e solo Batraz, eroe
ma- senza macchia e senza paura, la meriterà. In un’altra
ke saga dei Nart viene descritta una sorta di castello del
ola Graal, con all’interno una tavola e un piatto d’oro, e
le- con una scritta sulla porta: “Qui è dove regna la
bontà, ma non è possibile entrare”. Infine, si rac-

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LUCIUS ARTORIUS CASTUS

Sarmati con la popolazione loca- contro l’invasione anglosassone. A.T.: «È un aspetto che merita di
le, di cui parlavano la lingua, con- Troviamo, in definitiva, tracce di essere approfondito. Castus po-
servando però le tecniche belliche una dinastia degli Artorii, che sia trebbe essere morto in Raetia, du-
e il folklore dei loro antenati del- genetica o ideale, a difesa della rante la guerra fra Severo e Albi-
le steppe, così come il simbolo del Britannia celto-romana». no (Severo attraversò la Raetia per
drago, tuttora nella bandiera del passare in Gallia), secondo una ri-
Galles. Nella stessa zona è ricor- O.C. e S.T.: A conclusione di costruzione non troppo lontana
dato il “vecchio re Coel”, in una questo nostro incontro, parlia- da quella della Malcor, che ne
celebre canzone popolare (Old mo del luogo dove morì Castus ipotizza la fine nella battaglia di
King Cole). Si tratta di Coel Hen, e, in proposito, ci dicevi che la Lugdunum, in Gallia; o condu-
probabilmente un comandante tua ipotesi non differisce di cendo truppe ausiliare britanni-
romano delle truppe a difesa del molto da quella della Marcor. che, che risultano stanziate in
Vallo, di nome Coelius. Fra gli Risulta alquanto intrigante l’as- quella regione o durante un viag-
antenati di re Coel troviamo un sunto di David J. Knight, il gio fra Dalmazia e Britannia. La
“Ritigern” ovvero “Capo dei Re”, quale nel suo King Lucius of tradizione di St. Luzius di Chur è
contemporaneo di Lucius Arto- Britain, citando Artorius come simile a quella britannica, con in
rius Castus e del Re Lucius di uno dei possibili personaggi più il particolare della morte av-
Britannia (probabilmente tre de- identificabili con Re Lucius, venuta in quel luogo, che ha,
nominazioni della stessa figura nomina un “St. Luzius” venera- quindi, una sua fonte diversa da
storica), nella sua discendenza, to a Chur (Coira), in Svizzera, Beda e dal Liber Pontificalis e po-
sempre riportata nelle Genealo- nei cui pressi troviamo un vil- trebbe essere la memoria di un
gie Gallesi, troviamo un laggio chiamato Casti… preciso fatto storico».
“Arthwys”, che sembra una tra-
scrizione di “Artorius”. Questo
“Arturius figlio di Marius”, princi- Le battaglie di Lucius Artorius Castus, secondo Linda Malcor, com-
pe di Elmet e di Monte Badon, parate con la lista delle dodici battaglie di Artù, secondo Nennio.
sarebbe vissuto nell’epoca e po-
trebbe essere l’Arthur ricordato
dalle Cronache gallesi per essere
morto a Camlann nel 539. Cu-
nedda avrebbe sposato una figlia
di Coel Hen, discendente da Lu-
cius Artorius Castus, se lo identi-
fichiamo con Ritigern. I discen-
denti di Cunedda e della figlia di
Coel Hen sarebbero stati, poi, i
sovrani del Gwynedd, resistenti

Chi sono gli autori


Osvaldo Carigi - Nato a Roma nel 1953,
collabora con Adriano
Forgione da Maggio 2007.
Pubblica regolarmente su
FENIX e saltuariamente
su NEXUS e la spagnola
MAS ALLA’. Da Maggio
2009 lavora in coppia con
Stefania Tavanti.

Stefania Tavanti - Nata nel 1966 a


Firenze, lavora nel campo
dell’editoria dal 1995.
Appassionata da sempre La lista di Nennio, basata su di un preesistente poema, è ordinata per
di archeologia, pubblica assonanza e non per cronologia. La lista della Malcor è basata sulle di-
in collaborazione con rettrici dell’invasione dei Caledoni del 183 d.C. e della controffensiva
Osvaldo Carigi sulle romana del 184-185 d.C., secondo quanto deducibile da fonti storio-
riviste FENIX, MAS grafiche e archeologiche. I luoghi identificati si trovano tutti in quelle
ALLA’ e NEXUS. direttrici. Nella lista di Nennio non è compresa la battaglia di Camlann,
citata da fonti successive come ultima battaglia di Artù: essa potrebbe
corrispondere a Cambloganna, forte romano sul Vallo di Adriano, o a
una successiva battaglia in un luogo non meglio identificato.
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