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17/04/2012 CONTROLACRISI (Quotidiano on line che libera l'informazione)

Il filosofo Alain Badiou: Comunismo


il nome dellalternativa
Controlacrisi.org lieta di proporvi una bella intervista inedita in italiano - al filosofo francese Alain Badiou.
La filosofia che desidero fare una filosofia che ha una
rilevanza per i rivoluzionari. Una filosofia che non soltanto
non li contraddice ma li aiuta a cambiare il mondo. Il tono
dato. Incontro con un giovane uomo di 85 anni.
Nel 2012, fare una conferenza sulla rivoluzione, non un anacronismo?
Alain Badiou: In un certo senso, questa parola sempre anacronistica perch in fin dei
conti, ci che caratterizza le rivoluzioni, in generale che nessuno le ha attese, n
previste. Sono delle rotture. La difficolt, che questa parola ha molti sensi finali
(finalement). Quel che io credo, che se si intende per rivoluzione, un evento collettivo
che produce una rottura nellordine stabilito e che ha come strascico delle conseguenze
sullorganizzazione della collettivit, non ci sono ragioni di pensare che questa parola sia
meno appropriata allordine del giorno, allattualit che ai suoi precedenti. Se ne vedono
oggi giorno delle sorte di sintomi. Io penso che le rivoluzioni della primavera araba, il
movimento degli indignati, i piccoli gruppi che tentano di fare qualche cosa sulle questioni
della regolarizzazione dei sans-papier o i tentativi a livello statale in America Latina,
indicano che non c alcuna ragione per disperare.
I liberali presentano la democrazia e il libero mercato come andanti di pari passo
Alain Badiou: Non sono affatto daccordo con ci e ci mette in causa la definizione che si
d di democrazia. Apparentemente, la democrazia in seno allo Stato rappresentativo, con
un governo eletto, funziona piuttosto nel contesto delleconomia liberale. E un fatto. Ma
una definizione molto ristretta. La democrazia vuol dire potere al popolo. Nelle nostre
societ ha il popolo un grande potere politico? Se ne pu dubitare. Si ha anche
limpressione che sia veramente un piccolo gruppo di persone ad avere il potere politico.
E in questo gruppo, alcuni sono eletti, ma non tutti. O, allora, da dei consigli di
amministrazione. E ci sono quelli che hanno un grande potere finanziario per essere in
ogni modo influenti. Ci sono quelli che comprano la stampa. Alcuni dei media non sono
indipendenti, essi dipendono tutti da gruppi influenti.
La mia tesi radicale, che noi non siamo in democrazia, ma in una oligarchia moderata.
Essa non ha bisogno di esercitare un terrore visibile. Ma un gruppo ristretto che detiene
il potere, i mezzi di informazione. Dopo, c una rappresentazione politica di tutto ci.

Dunque, del tutto falso che leconomia liberale di mercato e la democrazia vanno
assieme se si prende la parola democrazia seriamente. Ci che va assieme,
economia di mercato e regime oligarchico moderato. Questa connessione riposa sul
consenso che non rimette in questione questi dispositivi economici e politici che io chiamo
capital-parlamentarismo.
Unaltra tesi radicale, che il capitalismo un sistema finito. Pu illustrare ci in
maniera concreta?
Alain Badiou: Quando si dice finito, ci pu intendersi in due sensi. Esso alla fine,
esso limitato. La fine di qualcosa di tale ampiezza pu durare a lungo. Io non sono
prossimo ad annunciare la fine del capitalismo per domani. Io penso che esso abbia
esaurito le sue risorse di creativit propria e che sia prossimo ad arrivare fino alla fine di
se stesso (involuzione). Secondo, peraltro, le previsioni marxiste le pi rigorose.
Rendiamoci conto del fatto che Marx parlava del mercato mondiale nel 1850. Che cosera
il mercato mondiale in tale epoca in rapporto ad oggi?
La tesi che lideologia dominante lideologia della classe dominante ben vera. Ma una
classe dominante, una classe che allo stesso tempo, in una fase ascendente, produce
una cultura che ha una certa universalit. Marx stesso riconosceva che noi siamo ancora
interessati dalle tragedie greche, il grande romanzo francese, ecc. Io penso che questa
capacit creativa delle classi dominanti oggi esaurita. E una classe troppo cinica, molto
occupata dagli affari propri, a mio avviso sempre pi autoritaria perch precisamente
lambito parlamentare stesso la pu generare. E il segno che dal punto di vista
intellettuale, politico, ideologico e economico, il grande dominio imperiale non pu pi
conquistare che delle cose gi esistenti ma non crearne di nuove. E ci peggiorer
ulteriormente: devastazione del pianeta, contraddizioni incontrollabili, disastri finanziari e
guerra, alla fine.
In termini di speranza, il comunismo ancora unalternativa?
Alain Badiou: Lo dir al contrario: il comunismo il nome che io d allalternativa. La
questione di sapere quel che il comunismo complicata. Il comunismo significa il nome
generico di unalternativa al capitalismo, al momento stesso della sua costituzione.
Cerano i comunisti utopici, i marxisti, anche delle correnti anarchiche. Cosa vuol dire il
comunismo? Vuol dire che possibile necessario organizzare la societ su unaltra base
che non la propriet privata dei mezzi di produzione, legoismo di classe, la concorrenza e
la guerra internazionale. Ecco.
Io penso che bisogna tornare a ci facendo il bilancio di questa specie di passaggio
accanto che stata lesperienza del XX secolo, passaggio accanto, che io penso, stato
lossessione della vittoria insurrezionale. C stata una militarizzazione dellidea
comunista, una militarizzazione dellidea organizzativa. Se ne vede bene la ragione: c
stata lo schiacciamento della Comune di Parigi che ha avuto un effetto non immaginabile.
Ci ha portato allidea che, a meno di essere ben organizzati, ci si faceva schiacciare e
eliminare.

Bisogna ripartire e fare un passo indietro verso il significato profondo dellidea comunista e
vedere cosa se ne pu fare politicamente nelle situazioni concrete di oggi. Ecco perch io
difendo questa parola. Questa vecchia parola. Labbandonarla non sarebbe un bene. Se
qualcuno ne inventa unaltra altrettanto formidabile, io me ne rallegrer.
Come vede il fatto che un filosofo, Berbard Heny-Levy arrivi ad incitare un paese a
lanciarsi nella guerra in Libia?
Alain Badiou: Ci ha funzionato soltanto perch Nicolas Sarkozy voleva coinvolgersi in
tale guerra. Ma inquietante. BHL ha un ruolo importante di ideologo reazionario. Egli ha,
inoltre, preso i suoi galloni da tanto tempo. Egli ha dietro di se pi di trenta anni di
esercizio di questo genere. Ma vorrei raccontarvi un passaggio al di l dellazione
personale di BHL. C stato un consenso molto diffuso in Francia di questa spedizione
militare. Cos stato fino a quando Jean-Luc Mlenchon si riprendesse subito dopo. Ma
sono obbligato a constatare che, nei primi giorni, egli si dichiarava a favore. Mi sono
sentito molto isolato. Sono stato sorpreso io stesso di essere tanto contro corrente. Ho
scritto praticamente nellimmediatezza che il risultato inevitabile di tale intervento sarebbe
stato la devastazione della Libia. Pura e semplice. Un paese sconfitto, consegnato alla
guerra civile, alla merc delle forze armate. Un paese annientato. Al momento, si pu
sostenere la tesi che tutti gli interventi militari occidentali in questo genere di situazioni
distruggono i paesi. Anche lIrak stato distrutto. Se si spinge alla guerra civile in Siria,
anchela Siria sar distrutta e a lungo. E dopo? I petrolieri se ne disinteressano purch
possano rendere circoscritte e sicure le regioni petrolifere. E ci che succeder in Libia.
Gli Occidentali vogliono dare delle chiusure di sicurezza alle regioni petrolifere.
Negozieranno con le differenti bande armate e, siccome non ci sar uno Stato, si sar ben
pi tranquilli.
In Belgio, abbiamo un Primo ministro socialista. La social-democrazia ha ancora una
ragion dessere, una utilit?
Alain Badiou: Il parlamentarismo non pu funzionare senza che ci sia un principio di
differenziale minimo. In fin dei conti, tendenzialmente, ci in linea con il genere di
opposizione che c tra i Repubblicani e i Democratici negli Stati Uniti.
Ma io penso che la social-democrazia non rappresenti pi granch. Potrebbero chiamarsi
Partito Democratico e penso che questa differenza si manterrebbe pur restando molto
affabile. Nellazione reale la differenza molto labile. Si visto con Zapatero, con
Papandreu, cos come si era visto con Tony Blair, che era il primo, che non soltanto questi
partiti non sono fondamentalmente diversi dagli altri, ma anche che fanno avallare delle
cose che gli altri non arrivano a far assimilare.
Come vede gli ecologisti, francesi, belgi o europei che sognano uneconomia verde
restando nel capitalismo? Lei ci crede?
Alain Badiou: Neanche per sogno. E la ragione per la quale non ho alcuna simpatia vera
per il movimento ecologista organizzato. Sono convinto che la capacit di devastazione

del capitalismo esista. La legge del profitto spietata. Se lindustria farmaceutica continua
a vendere una medicina nociva perch fa guadagnare molto, lo far. Esse arrivano a
corrompere chi occorre. Alla fine, quando della gente cerca anche di vendervi del veleno
se ci conviene loro, di armare delle bande criminali in Africa con armi pesanti, ecc. per
della gente che andr a uccidere e violentare, semplicemente perch business, o
semplicemente perch vogliono mettere in sicurezza una regione dove ci sono dei
minerali. Dunque, io non nego che il capitalismo scatenato faccia pesare sullambiente una
minaccia pesantissima, ma penso che le cose vadano prese alla radice. E, dunque, alla
mitologia del capitalismo moderato, amabile.
Lecologia ha due vantaggi per il capitalismo. Primo se si vuole fare dellenergia
rinnovabile su grossa scala, ci aprir dei mercati colossali, e lo Stato li finanzier. E,
daltro canto, dal punto di vista delle rivalit tra capitalisti, ci rallenta il processo di
sviluppo dei paesi emergenti, perch si cerca di costringerli a rispettare delle regole, che
noi, noi non abbiamo rispettato. E, dunque, con ci li metteremo nella merda, fissando
delle norme, ecc. Ci contribuisce alla disuguaglianza nel mondo. Gli ecologisti non sono
altro che dei social-democratici di nuova generazione. E il vecchio dibattito un
capitalismo regolato, normato, gentile, non praticabile? che nega i fondamenti stessi
del capitalismo. Se il capitalismo feroce, spietato non perch cattivo: E la sua
propria natura. Non si pu immaginare che qualcosa che funziona sulla norma assoluta
del profitto massimale si preoccupi del benessere dellumanit. Se essere verde, equivale
ad essere pitturati di verde, non ci sono speranze: si pitturer di verde.
Guardando la resistenza del popolo greco, guardando i sollevamenti popolari nei paesi
arabi, gli indignati un po ovunque in Europa, Occupy Wall Strett, ecc. ci le da un po di
speranza?
Alain Badiou: Assolutamente. Ci sono dei segni, dei sintomi, delle cose che succedono.
Partiamo da ci piuttosto che contemplare costantemente gli orrori del capitalismo e
rientrare a casa terrorizzati. E molto pi importante cercare di conoscere bene linsieme
delle esperienze positive che ci sono nel mondo. Ce ne sono. Bisogna interessarsi a ci
che succede e partecipare.
Siamo molto pi vicini al 1840, al capitalismo nascente, era potenteMa cera un brusio,
delle sommosse operaie qui e l, cerano dei comunisti, cera Marx, cerano delle scuole
Quelle persone non erano veramente nella scena pubblica, non erano nei media
dellepoca. I media dellepoca non parlavano di ci. Qualcuno come Victor Hugo, che
anche una figura importante, che ha attraversato tutto il XIX secolo, non ha pronunciato
una sola volta il nome di Marx, non lo conosceva. Erano delle persone al di fuori dei
media, ci non ha impedito loro di esistere e di divenire importanti alla fine del secolo,
conosciuti, pericolosi, ecc. Dunque, anche in questi casi, non bisogna dirsi che non si
nulla del tutto, non vero.
Al momento in Francia, da quel che vediamo in Belgio, lelezione presidenziale sembra
ridestare il gusto della militanza di una certa sinistra.

Alain Badiou: E vero e penso che sar unironia dellelezione, cio che sar servita a
qualcosa daltro oltre che a se stessa. E lo spazio militante che risorto. Lidea che si
possa fare qualcosa. Ed largamente sintetizzato da Mlenchon, al momento, che si
dedicato allimpresa di resuscitare il partito comunista che era morto, perch sono
comunque i militanti del PCF che fanno il grosso del lavoro. E per questo che alcune
persone si riavvicinano ora, perch hanno visto che succede qualcosa. La capacit di
Mlenchon stata di alzare il tono. I suoi nemici gli rimproverano la sua retorica, ma ha
ragione perch nella situazione in cui , se vuole essere un candidato, se vuole risvegliare
qualcosa, bisogna andare, bisogna parlare, far riapparire e risentire qualcosa che non si
diceva pi. Lidea, anche, che non si parte battuti in partenza.
testo originale: http://www.ptb.be/nieuws/artikel/alain-badiou-le-communisme-est-lenom-de-lalternative.html
traduzione di Consuelo Diodati
Alain Badiou (Rabat 1937) ha studiato filosofia e matematica all'cole Normale Suprieure
di Parigi. Dopo anni di insegnamento all'Universit di Parigi viii Vincennes-Saint Denis,
oggi direttore dell'Istituto di filosofia dell'cole Normale. Politicamente molto attivo, stato
tra i fondatori, nel 1967, del "Cercle d'pistemologie" dell'cole Normale, che diede vita a
una rivista fondamentale per il dibattito culturale in Francia, i "Cahiers pour l'analyse". Tra i
suoi libri tradotti in italiano: Manifesto per la filosofia (Feltrinelli, 1991), L'etica. Saggio sulla
coscienza del male (Pratiche, 1994; Cronopio, 2006), L'essere e l'evento (il Melangolo,
1995), Metapolitica (Cronopio, 2003), La Comune di Parigi. Una dichiarazione politica sulla
politica (Cronopio, 2004), Deleuze. Il clamore dell'Essere (Einaudi, 2004), Il secolo
(Feltrinelli, 2006), Sarkozy: di che cosa il nome?(Cronopio, 2008), Heidegger. Il nazismo,
le donne, la filosofia (Il Nuovo Melangolo 2010), L'ipotesi comunista (Cronopio, 2011).

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