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- Verona
MuratureOggi
2015
MuratureOggi
INDICE
PAGINA 3
EDITORIALE
PAGINA 19
REALIZZAZIONI
PAGINA 12
RICERCA E
TECNOLOGIA
Miglioramento sismico
di un fabbricato
danneggiato dal
sisma dellEmilia 2012
Nicola Pongiluppi
Luca Barbieri
Federico Botti
Flavio Mosele
La casa NZEB:
una proposta per il
clima mediterraneo
Costanzo Di Perna
Lorenza Fantini
PAGINA 4
NORMATIVA
Ponti termici: aspetti
normativi, modalit di
calcolo e dettagli
costruttivi
Parte 2 Nodo
Parete-Solaio
Lorenzo Bari
Flavio Mosele
Editore:
CR Soft S.r.l.
Sede: Via Gobetti, 9
37138 Verona
Tel. 0421/307831
Fax 0421/572594
www.muratureoggi.com
info@muratureoggi.com
PAGINA 30
FILO DIRETTO
Testata: Reg. Trib. di Verona n. 1228 del 23/8/1996 - Iscr. Reg. Operatori di Comunicazione n. 7907
Direttore Responsabile: Lorenzo Bari
Comitato di redazione: Lorenzo Bari - Roberto Calliari - Flavio Mosele - Antonio Soliani
Immagini: violetkaipaShutterstock, MatttildaFotolia, Sean GladwellFotolia, Simon EbelFotolia, Rod FerrisFotolia,
Ivan SmukShutterstock, JenifotoFotolia, Ilona BahaFotolia
EDITORIALE
MuratureOggi
La logica della rigenerazione urbana
Una delle maggiori novit che ha interessato il settore edile negli ultimi
anni stata lintroduzione della certificazione energetica degli edifici. In diverse
occasioni si parlato allinterno di questa rivista del modo, a nostro parere discutibile, con il quale questo tema stato affrontato in Italia, facendone perdere di
fatto buona parte della valenza che poteva avere.
Esso doveva portare lattenzione non solamente sul rispetto di determinate prescrizioni legislative, ma soprattutto doveva aprire la strada ad una maggiore considerazione della qualit del prodotto casa in senso pi generale.
Sicuramente stata stimolata la nascita di un mercato delle tecnologie e
dei materiali per lefficienza energetica e si messo in moto un processo di acculturamento della filiera edile, le cui figure (progettista, direttore lavori, impresa,
ecc.) erano spesso prive delle necessarie competenze per progettare e costruire
edifici ad elevata prestazione energetica.
Levoluzione di questo percorso dovrebbe portare alledificio sostenibile,
sicuro e confortevole, ovvero ad un edificio che soddisfi i bisogni delle generazioni presenti e future e garantisca il rispetto di tutte le prestazioni fondamentali, da
quelle energetiche a quelle strutturali ed acustiche solo per citare le principali.
Sicurezza, sostenibilit e comfort sono pi complessi della semplice efficienza
energetica, dal momento che contemplano diversi aspetti aggiuntivi al semplice
contenimento dei consumi energetici.
Chiaramente, solo un intervento di riqualificazione globale, che di fatto in
molti casi sinonimo di demolizione e ricostruzione, consente di raggiungere
efficacemente tutti gli obiettivi.
Ci nonostante, vi per la tendenza a considerare lefficienza energetica
come lunica spinta per effettuare interventi di riqualificazione, dal momento che
motivazioni diverse non garantirebbero un risparmio economico. Questa visione
limitata e dannosa (si pensi che in media trascorriamo il 90% del nostro tempo
allinterno di edifici), e bisognerebbe piuttosto attuare interventi che possano
massimizzare la qualit ed il comfort totale dellabitare.
Rimane il problema di come stimolare tali interventi, certamente non
sono sufficienti gli attuali incentivi e detrazioni fiscali che afferiscono ad interventi parziali e di portata per lo pi limitata, importanti certamente per dare una
boccata di ossigeno al settore delledilizia ma che non potranno dare quella svolta indispensabile per far ripartire un settore, quello delle costruzioni appunto, in
grave crisi da anni e per il quale, nonostante le previsioni, non si ancora invertita la tendenza al ribasso.
Questo ragionamento porta a pensare alla cosiddetta rigenerazione
urbana come strategia da perseguire per un effettivo miglioramento della qualit del costruito, con tutte le positive implicazioni che questo comporterebbe,
tema estremamente attuale e sulla bocca di tutti coloro che sono coinvolti nella
filiera edile.
Unulteriore spinta verso questo obiettivo potrebbe essere rappresentata
dallormai prossima ennesima revisione delle norme sullefficientamento energetico, con lintroduzione del concetto di edifici NZEB (Nearly Zero Energy Building),
per la realizzazione dei quali non sar pi possibile prescindere dallintegrazione
con impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Considerando il vetusto patrimonio edilizio esistente e mettendo insieme
tutte le esigenze di sicurezza strutturale, comfort termico ed acustico, salubrit
sopra descritte, risulta evidente che semplici interventi di riqualificazione difficilmente porteranno ad ottenere risultati complessivamente soddisfacenti a fronte
di un rapporto costi / benefici che nella maggior parte dei casi sar decisamente
sfavorevole.
Lorenzo Bari
1. Premessa
Partendo da questi presupposti, tenendo conto che solo con analisi numeriche possibile svolgere le valutazioni
richieste dalle norme e progettare correttamente i particolari costruttivi dei
nodi, il Consorzio POROTON Italia ha
deciso di svolgere una estesa campagna di analisi numeriche per una valutazione sistematica e parametrica
delle principali tipologie di ponte termico che interessano le soluzioni in
muratura POROTON, cos da poter fornire ai tecnici ed utilizzatori delle soluzioni costruttive proposte dal Consorzio
tutte le informazioni utili sia per la corretta progettazione energetica, sia per
evitare il rischio di muffe e condensa a
tutela del benessere, comfort abitativo
e salubrit, che le soluzioni POROTON
possono garantire.
2. Analisi numeriche
dei principali tipi di ponte
termico
Le analisi numeriche sono state svolte
sulle pi ricorrenti tipologie di ponte
termico che coinvolgono pareti, murature ed orizzontamenti (solai e coperture), di seguito riportate:
- parete con pilastro in c.a. (PT1)
- angolo parete di tamponatura con
pilastro in c.a. (PT2)
- angolo parete in muratura portante (PT3)
- attacco parete di tamponaturasolaio (PT4)
- attacco parete in muratura portante-solaio (PT5)
- attacco parete di tamponaturacopertura inclinata (PT6)
- attacco parete in muratura portante-copertura inclinata (PT7)
- attacco parete in muratura su fondazione aerata (PT8)
3. Dettagli costruttivi
dei nodi Parete-Solaio
Quando ci si riferisce alla connessione
tra parete verticale e solaio le condi-
Fig. 1 Dettaglio
costruttivo del ponte
termico dovuto alla
connessione tra solaio
con trave in c.a. e
tamponatura esterna
(PT4).
NORMATIVA
Conducibilit Calore
Resistenza alla
termica
specico
diusione
(W/mK)
(J/kgK) vapore (adim)
ID
Materiali
Intonaco esterno
1,0
1500
0,53
1000
15
08
20
0,036
1450
60
Muratura POROTON
30 42
650 850
0,08 0,23
1000
10
Intonaco interno
1,5
1500
0,53
1000
15
5a
30
2400
2,00
1000
80
5b
Cordolo in c.a.
(H24 cm)
24 36
2400
2,00
1000
80
Legno mineralizzato
5 12
400
0,07
1810
Solaio laterocemento
20 + 4
1150
0,74
1000
40
Sottofondo in cls
alleggerito
600
0,15
1000
20
Guaina anticalpestio
0,8
40
0,04
1000
2000
20
0,036
1450
60
2200
1,65
1000
70
2300
1,30
840
11
12
Densit
(kg/m3)
Spessore
(cm)
10
Fig. 2 Dettaglio
costruttivo del ponte
termico dovuto alla
connessione tra solaio
con cordolo in c.a. e
muratura portante
esterna (PT5).
4. Risultati e
considerazioni
Si espongono di seguito, per i ponti
termici in esame, alcuni risultati significativi delle analisi svolte, sia con riferimento alla correzione dei ponti termici in termini di flusso termico, sia
con riferimento alle verifiche di muffa
e condensa, con le opportune considerazioni. Si precisa che per tutte le stratigrafie considerate non sussiste mai,
in alcuna zona climatica, il problema di
formazione di condensa interstiziale.
Riguardo la verifica del rischio muffa e
condensa, in relazione alla trasmittanza termica delle soluzioni qui presentate (tutte caratterizzate da U < 0,34
W/m2K), essa stata sempre svolta
con riferimento ai dati climatici di
Milano (zona climatica E)(9). Le condizioni di umidit interne per la verifica
del rischio muffa sono riferite ad edifici ad uso abitativo senza ventilazione
meccanica controllata. I valori minimi
del fattore fRsi da soddisfare in queste
condizioni, calcolati secondo la UNI EN
ISO 13788, sono i seguenti:
- rischio condensa superficiale:
fRsi,min = 0,630
- rischio muffa:
fRsi,min = 0,663
PT4-A
PT4-B
U (W/m2K)
0,306
U (W/m2K)
0,318
e (W/mK)
0,209
0,088
e (W/mK)
0,240
L2D (W/mK)
1,235
L2D (W/mK)
1,310
fRsi (adim.)
0,844
fRsi (adim.)
0,826
i (W/mK)
i (W/mK)
0,114
NORMATIVA
PT4-C
PT4-D
U (W/m2K)
0,290
U (W/m2K)
0,290
e (W/mK)
0,162
0,046
e (W/mK)
0,182
L2D (W/mK)
1,148
L2D (W/mK)
1,156
fRsi (adim.)
0,870
fRsi (adim.)
0,856
i (W/mK)
i (W/mK)
0,067
Tab. 4 Stratigrafie
PT4-E e PT4-F.
PT4-E
PT4-F
U (W/m2K)
0,249
U (W/m2K)
0,261
e (W/mK)
0,212
0,113
e (W/mK)
0,166
L2D (W/mK)
1,048
L2D (W/mK)
1,043
fRsi (adim.)
0,848
fRsi (adim.)
0,871
i (W/mK)
i (W/mK)
0,062
NORMATIVA
PT5-C
PT5-F
U (W/m2K)
0,290
U (W/m2K)
0,261
e (W/mK)
0,143
0,026
e (W/mK)
0,141
L2D (W/mK)
1,129
L2D (W/mK)
1,018
fRsi (adim.)
0,885
fRsi (adim.)
0,887
i (W/mK)
10
i (W/mK)
0,037
5. Conclusioni
La spinta al risparmio energetico ed
alla realizzazione di edifici a basso
consumo impone ladozione di soluzioni dinvolucro ed impiantistiche sempre pi performanti. Per perseguire
questo obiettivo diventano fondamentali tutte le scelte progettuali che coinvolgono i tecnici della filiera, dallo
strutturista al termotecnico, dallimpiantista al tecnico in acustica, al fine
di riuscire a soddisfare in modo equilibrato le diverse esigenze prestazionali.
In questo contesto anche i ponti termici, computati in modo spesso approssimativo, dovranno essere riconsiderati,
come peraltro imposto dalle recenti
norme in materia di risparmio energetico, in quanto in involucri con isolamento termico sempre maggiore la
RINGRAZIAMENTI
Si ringrazia ling. Giuliano Belfiore per la collaborazione prestata per la realizzazione del presente articolo.
Bibliografia
Bari L., Mosele F. Ponti termici: aspetti normativi, modalit di calcolo e dettagli costruttivi. Parte 1 Ponti termici verticali, Murature Oggi n. 117 (1/2015)
(2) UNI EN ISO 10211:2008 Ponti termici in edilizia - Flussi termici e temperature superficiali - Calcoli dettagliati
(3) UNI EN ISO 13788:2013 Prestazione igrotermica dei componenti e degli elementi per edilizia - Temperatura superficiale interna per
evitare l'umidit superficiale critica e la condensazione interstiziale - Metodi di calcolo
(4) UNI EN ISO 10456:2008 Materiali e prodotti per edilizia - Propriet igrometriche - Valori tabulati di progetto e procedimenti per la
determinazione dei valori termici dichiarati e di progetto
(5) UNI EN 1745:2012 Muratura e prodotti per muratura - Metodi per determinare le propriet termiche
(6) UNI EN ISO 6946:2008 Componenti ed elementi per edilizia - Resistenza termica e trasmittanza termica - Metodo di calcolo
(7) UNI 10355:1994 Murature e solai. Valori della resistenza termica e metodo di calcolo
(8) D.M. 14/01/2008 Nuove norme tecniche per le costruzioni
(9) UNI 10349:1994 Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici
(10) UNI EN ISO 14683:2008 Ponti termici in edilizia - Coefficiente di trasmissione termica lineica - Metodi semplificati e valori di riferimento
(11) UNI/TS 11300-1:2014 Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia termica dell'edificio per la climatizzazione estiva ed invernale
(12) CENED Regione Lombardia Abaco dei ponti termici, http://www.cened.it/documenti_tecnici
(1)
11
Negli ultimi mesi, i tecnici ed i ricercatori che si occupano di risparmio energetico degli edifici stanno lavorando
per identificare possibili modelli di edifici a consumo di Energia Quasi Zero, i
cosiddetti NZEB (Nearly Zero Energy
Building), adatti al contesto climatico
italiano.
Essi dovranno quindi definire i parametri e le prescrizioni da inserire nei
decreti
attuativi
della
Legge
90/2013(1), emanata per rispondere
alle richieste dellUnione Europea, al
fine di individuare il nuovo scenario, al
2020, della progettazione energetica
degli edifici. Il punto di partenza per
definire tali parametri lo stato dellarte raggiunto nella costruzione di
edifici a basso consumo.
Lobiettivo della ricerca dellUniversit
Politecnica delle Marche (AN), che
12
La nuova Direttiva
Europea EPBD recast
La nuova Direttiva Europea EPBD
recast(3), allart. 1, promuove il miglioramento della prestazione energetica
degli edifici che si trovano allinterno
dellUnione Europea, specificando che
si deve tener conto sia delle prescrizioni relative al comfort degli ambienti
interni, sia delle condizioni climatiche
specifiche di ciascuno stato membro,
senza per dimenticare laspetto dei
costi che tali prestazioni richiedono.
Allarticolo 5, stabilisce che gli Stati
membri devono calcolare i livelli ottimali dei requisiti minimi di prestazione
energetica in funzione dei costi, e
comparare tali risultati con i requisiti
minimi di prestazione energetica degli
edifici e degli elementi edilizi in vigore nel proprio Paese.
A recepimento di tale Direttiva, lItalia
ha emanato il Decreto Legge 63 del
2013, successivamente convertito
nella Legge 90/2013(1), con cui si
introducono i concetti di edificio a
energia quasi zero e quello di edificio
di riferimento. Ledificio a energia
quasi zero viene definito come un edificio ad altissima prestazione energetica, il cui fabbisogno energetico risulta
molto basso o quasi nullo, ed coperto in misura significativa da energia da
fonti rinnovabili, prodotta allinterno
del confine del sistema.
In mancanza di indicazioni pi accurate sulle caratteristiche termiche e sui
parametri energetici del futuro edificio
NZEB, con questa ricerca si vuole fornire un esempio concreto agli operatori
del settore, individuando molteplici
possibili stratigrafie di involucro, caratterizzate sia da adeguati valori di trasmittanza che da ottimale capacit termica, tenendo conto dellimportanza
che nel nostro paese riveste una valutazione di comfort in fase estiva. La
ricerca ha dovuto quindi necessaria-
Il caso studio
Tra le varie tipologie di edificio di riferimento che sono richieste dalla Direttiva Europea, ovvero abitazione monofamiliare, piccolo condominio, grande
condominio ed edificio ad uso uffici, si
scelto di analizzare uno dei casi pi
diffusi sul territorio italiano: quello del
piccolo condominio.
In particolare, si scelto un edificio di
edilizia economico popolare (social
housing), realizzata da ACER (Azienda
Casa di Reggio Emilia) nel 2005 (quin-
13
RICERCA E TECNOLOGIA
numero di piani delledificio, per tenere conto della effettiva rappresentativit tecnologica dell'edificio. Inoltre un
elevato numero di piani richiede lintroduzione sostanzialmente obbligata
di un ascensore con i relativi costi
energetici che questa soluzione necessariamente introduce.
In tabella [tab. 1] sono state riassunte
le principali caratteristiche geometriche e costruttive delledificio oggetto
di analisi.
Vengono anche descritte le caratteristiche delle strutture edilizie che compongono ledificio ad eccezione di
quelle delle strutture esterne verticali,
che sono riportate in tab. 2.
La metodologia di analisi
Il primo obiettivo dello studio stato
la definizione di un involucro edilizio
che potesse al meglio rispondere alle
esigenze della citata Direttiva Europea
ed alle problematiche di comfort in
fase estiva tipiche del clima mediterraneo, solo successivamente si focalizzata lattenzione anche sugli aspetti
impiantistici.
Si optato per strutture in laterizio
dalla elevata capacit termica, elemento utile a garantire il comfort
ambientale interno in fase estiva(4). La
scelta stata dettata anche dallesigenza di non allontanarsi troppo dalle
tipologie costruttive tipiche della tradizione italiana.
Relativamente alle strutture opache
esterne non si quindi proposta
ununica soluzione, ma si sono considerate molteplici casistiche. Sono state
individuate 25 stratigrafie, selezionate
tenendo conto della loro effettiva diffusione sul territorio, cos da risultare
facilmente reperibili dagli operatori
del settore.
Queste comprendono pareti monostrato, pareti multistrato, sia portanti che
non portanti, con pannelli isolanti o
14
DATI GENERALI
Localit
Bologna
Altitudine
54 m s.l.m.
Latitudine
403027
Longitudine
112105
Gradi giorno
2259
Zona climatica
Destinazione duso
Residenziale
Tipologia
Piccolo condominio
Intervento
Nuova costruzione
3962 m3
1923 m2
S/V
0,485 m-1
948 m2
Sup. calpestabile
N. piani climatizzati
2,70 m
N. unit immobiliari
12
DATI COSTRUTTIVI
25 diverse stratigrafie,
come descritte nella tab. 2
Superfici finestrate a trasmittanza termica
media pari a 1,4 W/m2K e la cui
trasmissione solare di 0,67 e prive di
schermature se non quelle dovute agli
aggetti delledificio
Solaio in latero-cemento,
trasmittanza termica pari a 0,297 W/m2K
Copertura
Solaio in latero-cemento,
trasmittanza termica pari a 0,210 W/m2K
Ponti termici
Partizioni interne
Divisione verticale tra ambienti
riscaldati
Divisione orizzontale tra ambienti
riscaldati
Stratigr.
Spess.
Yie
k1
Portante
Monostrato
Isolante
Materiale
principale
cm
W/m2K
W/m2K
kJ/m2K
Si/No
Si/No
Laterizio
43,0
0,236
0,007
34,7
No
Si
No
Si
53,0
0,203
0,001
38,6
No
Si
No
Si
45,0
0,246
0,003
42,5
Si
Si
No
Si
53,0
0,214
0,003
38,7
No
Si
No
Si
45,0
0,266
0,003
25,6
Si
Si
No
Si
52,0
0,260
0,007
47,3
No
No
Si
43,0
0,237
0,006
41,5
No
No
Cappotto in polistirene
Si
43,0
0,235
0,012
48,4
Si
No
Si
45,0
0,261
0,003
31,9
Si
Si
No
Si
10
43,0
0,235
0,013
39,8
Si
No
Si
11
45,3
0,208
0,022
42,0
No
No
Polistirene in intercapedine
Si
12
45,3
0,225
0,022
41,9
No
No
Si
13
45,3
0,244
0,017
41,8
No
No
Si
14
48,0
0,175
0,001
36,9
No
Si
No
Si
15
48,0
0,244
0,002
39,2
No
Si
No
Si
16
43,0
0,201
0,002
33,1
No
Si
No
Si
17
43,0
0,214
0,003
37,0
No
Si
Si
18
43,0
0,242
0,002
39,4
Si
Si
Si
19
45,0
0,252
0,006
41,6
No
Si
No
Si
20
45,0
0,252
0,013
42,5
No
No
Polistirene in intercapedine
Si
21
48,0
0,247
0,012
47,7
Si
No
Polistirene in intercapedine
Si
22
44,5
0,237
0,018
42,0
No
No
Polistirene in intercapedine
Si
23
44,5
0,234
0,014
42,0
No
No
Polistirene in intercapedine
Si
24
47,3
0,134
0,024
50,0
No
No
Fibre di legno
No
25
38,0
0,320
0,016
42,0
No
Si
No
Si
15
RICERCA E TECNOLOGIA
16
gone. In tab. 2 sono riassunte le caratteristiche termiche e costruttive principali delle venticinque stratigrafie analizzate.
Le prime ventiquattro stratigrafie individuate nellanalisi risultano tutte pi
prestanti rispetto allattuale limite di
trasmittanza per la zona climatica considerata (Bologna, zona climatica E).
Risultati
Dallanalisi delle prestazioni termiche
delle stratigrafie di pareti scelte si pu
osservare che esse presentano riduzioni di trasmittanza, rispetto a quella
limite, dal 17% al 57%, come mostrato nel grafico in fig. 2. A fronte di tale
riduzione, per, nel calcolo del fabbisogno di energia primaria non ritroviamo la stessa percentuale di riduzione.
Infatti, nonostante landamento dei
risultati si assomigli [fig. 3], le percentuali qui si attestano tra il 7% e il 18%,
quindi se ne deduce che un elevato
Fig. 4 Fabbisogno
utile in regime di
riscaldamento delle 25
stratigrafie analizzate.
Conclusioni
Gi da tempo numerose ricerche
hanno evidenziato che in clima mediterraneo il riferirsi al solo fabbisogno
invernale per classificare gli edifici
limitativo, in quanto manca una componente fondamentale che il fabbi-
17
RICERCA E TECNOLOGIA
18
RINGRAZIAMENTI
Si ringrazia ANDIL Assolaterizi per aver autorizzato la pubblicazione del presente articolo
(tratto da: Costruire in Laterizio n. 159, ottobre 2014).
Bibliografia
1. Legge n. 90, Conversione, con modificazioni, del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63,
Disposizioni urgenti per il recepimento della Direttiva 2010/31/UE del Parlamento
europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nelledilizia per la definizione delle procedure dinfrazione avviate dalla Commissione europea, nonch altre disposizioni in materia di coesione sociale, 3 agosto 2013.
2. E. Di Giuseppe, M. DOrazio, Livelli ottimali di costo per involucri ad alta efficienza
energetica, Costruire in Laterizio 159 (2014).
3. Direttiva 2010/31/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio sulla prestazione energetica nelledilizia, 19 maggio 2010.
4. E. Di Giuseppe, Lorenza Fantini, M. DOrazio, C. Di Perna, Un indice di comfort abitativo nel certificato energetico, Costruire in Laterizio 147 (2012).
5. UNI EN ISO 6946:2008 - Componenti ed elementi per edilizia - Resistenza termica e
trasmittanza termica - Metodo di calcolo.
6. UNI EN ISO 13786:2008 - Prestazione termica dei componenti per edilizia Caratteristiche termiche dinamiche - Metodi di calcolo.
7. Decreto del Presidente della Repubblica 2 aprile 2009, n. 59 - Regolamento di attuazione dellarticolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005,
n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia (09G0068).
8. C. Di Perna, F. Stazi, A. Ursini Casalena, A. Stazi, Massa e comfort: necessit di una
adeguata capacit termica areica interna periodica, Lindustria dei Laterizi,
marzo/aprile 2008, n. 110.
Miglioramento sismico
di un fabbricato danneggiato
dal sisma dellEmilia 2012
Nicola Pongiluppi (*), Luca Barbieri (**), Federico Botti (**), Flavio Mosele (***)
(*)
Ingegnere Europrogetti Soc. Coop.
(**)
Ingegnere Area Tecnica Cis Edil s.r.l.
(***)
Ingegnere Consorzio POROTON Italia
Il fabbricato in oggetto, composto da attivit produttiva al piano terra e residenza al piano primo,
situato a San Possidonio (MO) ed stato gravemente danneggiato dalla sequenza sismica del
Maggio 2012.
Lo stato di inagibilit stato rimosso consolidando
le pareti del piano primo e sostituendo le pareti
del piano terra, mediante demolizione e ricostruzione con muratura armata POROTON.
Il caso studio presentato mostra come la muratura
armata POROTON possa trovare applicazione
anche in interventi di miglioramento ed adeguamento sismico, in combinazione anche con altri
interventi di consolidamento.
19
REALIZZAZIONI
molto spesso legato al fatto che queste costruzioni sono state progettate e
realizzate tra gli anni 70 e 90, quando cio le zone interessate dal sisma
non erano in pratica ancora classificate
come sismiche, perci spesso ci si
trova di fronte a costruzioni progettate
per le sole forze verticali, tuttal pi
per lazione orizzontale del vento, e a
volte di fronte a fabbricati realizzati
solamente seguendo la regola del
buon costruire, in quanto per esempio, nel caso delle costruzioni in muratura portante, le prime norme complete in materia, da applicarsi indipendentemente dalle zone sismiche, sono
riportate nel DM87.
Il presente contributo tratta un caso
studio rappresentativo della tipologia
edilizia sopra definita, nello specifico
riguarda il progetto di miglioramento
sismico di un fabbricato situato a San
Possidonio in provincia di Modena, fortemente colpito e danneggiato dalla
sequenza sismica del Maggio 2012. Il
ripristino con miglioramento sismico
stato realizzato con un intervento congiunto di demolizione e ricostruzione
con muratura armata POROTON al
piano terreno e un intervento di rinforzo con fibre di vetro al piano primo,
per una spesa totale di circa 135000,
che ha permesso di rimuovere completamento lo stato di inagibilit della
costruzione.
Descrizione del
fabbricato,
dei danni riportati e
delle lacune strutturali
Il fabbricato situato a San Possidonio,
uno dei comuni pi fortemente colpiti
dagli eventi sismici del 20-29 Maggio
2012 [Fig. 1]: si articola in due piani
fuori terra con sottotetto non praticabile [Fig. 2] ed ospita due unit immobiliari: lunit con destinazione duso produttiva al piano terra, con altezza
20
Fig. 1 - Localizzazione del fabbricato rispetto alla sequenza sismica rilevata da INGV.
Fig. 3 - Parete est: maschi murari del piano terra danneggiati dal sisma.
Fig. 4 - Danneggiamento delle murature al piano primo (sx) e tessitura delle stesse dopo
la scalpellatura dellintonaco (dx).
Fig. 5 - Interno del piano terra, fasi di realizzazione delle opere provvisionali.
21
REALIZZAZIONI
di circa 12 e 17 m, rispettivamente
nelle due direzioni principali. La quantit di murature resistenti allazione
sismica espressa come percentuale
dellarea di impalcato risulta di circa
2.0% e 2.6%, rispettivamente in direzione est-ovest ed in direzione nordsud, mentre per zone sismiche come
quella nel caso allo studio con ag S
0.20 g sarebbero necessari per murature ordinarie portanti a due piani,
quantit di murature intorno al 5.0%,
con riferimento ai valori riportati in
Tabella 7.8.III delle NTC 2008 (tabella
utile solo come riferimento poich
applicabile agli edifici classificati come
semplici secondo i requisiti di cui al
4.5.6.4 e 7.8.1.9 delle NTC 2008,
entro cui la costruzione in oggetto non
rientra).
A questo si aggiunge il disallineamento di alcune aperture tra piano primo e
secondo, in particolare sulle pareti di
facciata nord e sud [Fig. 8], che peggiora ulteriormente la risposta della
struttura in presenza di azioni orizzontali come quelle sismiche.
primo (costituito da materiali compositi a basso modulo elastico) sia per conferire monoliticit ed attenuare dunque le problematiche della tessitura
sopraesposte che potevano condurre a
disgregazioni locali, sia per migliorare
Fig. 6 - Danneggiamento a taglio e compressione delle murature del piano terra (sx) ed
ampiezza delle fessure a schiacciamento dei blocchi (dx).
Descrizione
degli interventi di
miglioramento sismico
Gli interventi messi in atto per rimuovere lo stato di inagibilit dovuto
allevento sismico e migliorare il livello
di sicurezza della costruzione [Fig. 9]
sono stati pensati con lobiettivo primario di conferire alla struttura un corretto comportamento globale e scatolare lavorando su due aspetti fondamentali risultati lacunosi nello stato di
fatto, ossia la qualit delle murature e
la concezione strutturale della costruzione.
Si previsto innanzitutto di realizzare
delle murature al piano terra pi resistenti e adatte ai carichi da sopportare, anche statici, e di migliorare al
tempo stesso la loro distribuzione
22
23
REALIZZAZIONI
24
Fig. 11 - Stato di progetto: piano terra (sx) e relativa distribuzione delle barre di armatura
verticale per la muratura armata POROTON (dx).
ag
(g/10)
F0
(-)
T*c
(s)
0.37
2.58
0.24
0.46
2.52
0.27
1.37
2.59
0.27
Stati Limite
acciaio B450 per gli elementi in calcestruzzo armato e profili in acciaio S 275
per le carpenterie metalliche della
copertura. Non ci si dilunga oltre su tali
materiali, in quanto non rappresentano largomento di interesse della presente memoria, focalizzata sul ripristino e sostituzione con miglioramento
degli elementi danneggiati, ossia le
murature.
Materiale
fm
(N/cm2)
0
(N/cm2)
E
(N/mm2)
G
(N/cm2)
W
(kN/m3)
Spessore
(cm)
Muratura AAC
Piano Terra
220
19
2200
880
25
Muratura laterizio
Piano Primo
280
21
3150
945
12
25
Materiale
fm
(N/cm2)
0
(N/cm2)
E
(N/mm2)
G
(N/cm2)
W
(kN/m3)
Spessore
(cm)
590
29
4788
1915
11
38
308
23
3465
1039
12.5
25
+2
Muratura Armata
POROTON di Cis Edil
Piano Terra
Muratura laterizio
+ intonaco armato
Piano Primo
25
REALIZZAZIONI
26
Fig. 18 - Fasi di demolizione/ricostruzione delle murature del piano terra con muratura
armata POROTON.
senta unipotesi essenziale per lo studio dei cinematismi), insieme al collare in fibra di carbonio inserito nella
modellazione come tirante, ha consentito di eliminare completamente il
rischio di ribaltamento totale o parziale delle pareti.
27
REALIZZAZIONI
Messa in opera
degli interventi
a livello di cantiere
La messa in opera degli interventi
avvenuta per fasi, stabilizzando innanzitutto il piano terra per poi procedere
con gli interventi al piano primo contestualmente alla riparazione degli
impianti del piano terra e concludere
con gli interventi sulle partizioni interne e ripristino delle finiture.
La muratura armata POROTON del
piano terra stata costruita per parti,
demolendo porzioni successive della
murature in calcestruzzo aerato autoclavato esistente, in presenza dei puntelli provvisionali, eliminati una volta
conclusa la nuova muratura [Fig. 18 e
19]. Stabilizzato il piano inferiore
stato possibile accedere in sicurezza al
piano superiore e procedere con la
scalpellatura dellintonaco esterno
preparando adeguatamente la superficie per la successiva posa in opera dellintonaco armato in fibra di vetro su
specifica malta minerale polimeromodificata ad elevata duttilit e del
collare in fibra di carbonio in sommi-
Scheda dellintervento
Oggetto
Localit
Committente
Progettista e D.L.
Impresa costruttrice
2013
Blocco impiegato
Produttore laterizi
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FILO DIRETTO
Pubblichiamo in questa rubrica quesiti tratti direttamente dal FORUM del sito www.poroton.it ed ai quali i tecnici del
Consorzio forniscono regolarmente risposta. Largomento della domanda e risposta presentata in questo numero si riferisce ad aspetti strutturali in relazione alle disposizioni del D.M. 14/01/2008 (NTC 2008).
armata
>> Muratura
Orizzontamenti e falde
Salve, vorrei avere una vostra interpretazione di un passo della normativa tecnica (NTC08) relativa agli
orizzontamenti degli edifici in
muratura armata al fine di poter
controbattere la lettura un p troppo garantista (nei confronti della
sicurezza strutturale, ovviamente)
degli uffici del genio civile: - Par.
7.8.3.1 criteri di progetto: tutte le
pareti murarie devono essere efficacemente connesse da solai tali
da costituire diaframmi rigidi,
secondo quanto specificato al par.
7.2.6 - Par. 7.2.6 terzo capoverso:
Gli orizzontamenti possono essere
considerati infinitamente rigidi nel
loro piano, a condizione che siano
realizzati in cemento armato, oppure in latero-cemento con soletta in
c.a. di almeno 40 mm di spessore,
o in struttura mista con soletta in
cemento armato di almeno 50 mm
di spessore collegata da connettori
a taglio opportunamente dimensionati agli elementi strutturali in
acciaio o in legno e purch le aperture presenti non ne riducano significativamente la rigidezza. Il paragrafo 7.2.6 contenuto nel capitolo
dedicato ai principi di modellazione
sismica e pertanto da ritenere una
indicazione e non un obbligo ma
nel momento in cui viene richiama-
30
piano ed orizzontale.
Anzi, al contrario, la risposta chiara
ed inequivocabile allasserito dubbio, laddove il buon senso non fosse
sufficiente, viene fornita nel D.M.
14/01/2008 (NTC08) nel Par. 4.5.4
Organizzazione strutturale, laddove
al terzo capoverso si afferma
testualmente: Gli orizzontamenti
sono generalmente solai piani, o
con falde inclinate in copertura, che
devono assicurare, per resistenza e
rigidezza, la ripartizione delle azioni orizzontali fra i muri di controventamento.
Risposta da
Ing. Lorenzo Bari
Consorzio POROTON Italia
In
merito
allinterpretazione
garantista del genio civile da Lei
evidenziata, essa sicuramente
non corretta per quanto attiene
lipotetica (e fantasiosa) supposizione di non poter realizzare una
copertura a falde inclinate quando
si utilizzino strutture in muratura
armata.
Non infatti scritto da nessuna
parte nella norma che un diaframma rigido sia notoriamente
(come da sua citazione) un solaio
www.poroton.it