Sunteți pe pagina 1din 34

n 118 - Luglio 2015 - Trimestrale - Edizione telematica - Anno XXXIV - n 2 - CR Soft S.r.l.

- Verona

MuratureOggi

2015

TRIMESTRALE DINFORMAZIONE PER LEDILIZIA

MuratureOggi

INDICE

PAGINA 3
EDITORIALE

PAGINA 19
REALIZZAZIONI

PAGINA 12
RICERCA E
TECNOLOGIA

Miglioramento sismico
di un fabbricato
danneggiato dal
sisma dellEmilia 2012
Nicola Pongiluppi
Luca Barbieri
Federico Botti
Flavio Mosele

La casa NZEB:
una proposta per il
clima mediterraneo
Costanzo Di Perna
Lorenza Fantini

N. 118 - Luglio 2015


Pubblicazione trimestrale
Edizione telematica

PAGINA 4
NORMATIVA
Ponti termici: aspetti
normativi, modalit di
calcolo e dettagli
costruttivi
Parte 2 Nodo
Parete-Solaio
Lorenzo Bari
Flavio Mosele

Editore:
CR Soft S.r.l.
Sede: Via Gobetti, 9
37138 Verona
Tel. 0421/307831
Fax 0421/572594
www.muratureoggi.com
info@muratureoggi.com

PAGINA 30
FILO DIRETTO

Testata: Reg. Trib. di Verona n. 1228 del 23/8/1996 - Iscr. Reg. Operatori di Comunicazione n. 7907
Direttore Responsabile: Lorenzo Bari
Comitato di redazione: Lorenzo Bari - Roberto Calliari - Flavio Mosele - Antonio Soliani
Immagini: violetkaipaShutterstock, MatttildaFotolia, Sean GladwellFotolia, Simon EbelFotolia, Rod FerrisFotolia,
Ivan SmukShutterstock, JenifotoFotolia, Ilona BahaFotolia

EDITORIALE
MuratureOggi
La logica della rigenerazione urbana

n. 118 Luglio 2015


www.muratureoggi.com
Concessionario esclusivo per la pubblicit:
CR Soft S.r.l.
Via Gobetti, 9 - 37138 Verona
Tel. 0421/307831 - Fax 0421/572594
www.crsoft.it - info@crsoft.it
Progettazione e realizzazione:
CR Soft S.r.l.
Via Gobetti, 9 37138 Verona
Tutti i diritti di riproduzione sono riservati.
LEditore non si assume responsabilit per le
tesi sostenute dagli Autori degli articoli pubblicati e per le opinioni espresse dagli Autori
dei testi redazionali o pubblicitari.
Ai sensi dellart. 13 del D.Lgs. 196/2003, le
finalit del trattamento dei dati relativi ai
destinatari del presente periodico consistono
nellassicurare laggiornamento dellinformazione tecnica a soggetti identificati per la loro
attivit professionale mediante linvio della
presente rivista.
LEditore garantisce il rispetto dei diritti dei
soggetti interessati di cui allart. 7 della suddetta legge.

Per la richiesta di numeri arretrati cartacei e


le relative condizioni di acquisto, informazioni
e disponibilit sono riportate nel sito
www.muratureoggi.com.

Una delle maggiori novit che ha interessato il settore edile negli ultimi
anni stata lintroduzione della certificazione energetica degli edifici. In diverse
occasioni si parlato allinterno di questa rivista del modo, a nostro parere discutibile, con il quale questo tema stato affrontato in Italia, facendone perdere di
fatto buona parte della valenza che poteva avere.
Esso doveva portare lattenzione non solamente sul rispetto di determinate prescrizioni legislative, ma soprattutto doveva aprire la strada ad una maggiore considerazione della qualit del prodotto casa in senso pi generale.
Sicuramente stata stimolata la nascita di un mercato delle tecnologie e
dei materiali per lefficienza energetica e si messo in moto un processo di acculturamento della filiera edile, le cui figure (progettista, direttore lavori, impresa,
ecc.) erano spesso prive delle necessarie competenze per progettare e costruire
edifici ad elevata prestazione energetica.
Levoluzione di questo percorso dovrebbe portare alledificio sostenibile,
sicuro e confortevole, ovvero ad un edificio che soddisfi i bisogni delle generazioni presenti e future e garantisca il rispetto di tutte le prestazioni fondamentali, da
quelle energetiche a quelle strutturali ed acustiche solo per citare le principali.
Sicurezza, sostenibilit e comfort sono pi complessi della semplice efficienza
energetica, dal momento che contemplano diversi aspetti aggiuntivi al semplice
contenimento dei consumi energetici.
Chiaramente, solo un intervento di riqualificazione globale, che di fatto in
molti casi sinonimo di demolizione e ricostruzione, consente di raggiungere
efficacemente tutti gli obiettivi.
Ci nonostante, vi per la tendenza a considerare lefficienza energetica
come lunica spinta per effettuare interventi di riqualificazione, dal momento che
motivazioni diverse non garantirebbero un risparmio economico. Questa visione
limitata e dannosa (si pensi che in media trascorriamo il 90% del nostro tempo
allinterno di edifici), e bisognerebbe piuttosto attuare interventi che possano
massimizzare la qualit ed il comfort totale dellabitare.
Rimane il problema di come stimolare tali interventi, certamente non
sono sufficienti gli attuali incentivi e detrazioni fiscali che afferiscono ad interventi parziali e di portata per lo pi limitata, importanti certamente per dare una
boccata di ossigeno al settore delledilizia ma che non potranno dare quella svolta indispensabile per far ripartire un settore, quello delle costruzioni appunto, in
grave crisi da anni e per il quale, nonostante le previsioni, non si ancora invertita la tendenza al ribasso.
Questo ragionamento porta a pensare alla cosiddetta rigenerazione
urbana come strategia da perseguire per un effettivo miglioramento della qualit del costruito, con tutte le positive implicazioni che questo comporterebbe,
tema estremamente attuale e sulla bocca di tutti coloro che sono coinvolti nella
filiera edile.
Unulteriore spinta verso questo obiettivo potrebbe essere rappresentata
dallormai prossima ennesima revisione delle norme sullefficientamento energetico, con lintroduzione del concetto di edifici NZEB (Nearly Zero Energy Building),
per la realizzazione dei quali non sar pi possibile prescindere dallintegrazione
con impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Considerando il vetusto patrimonio edilizio esistente e mettendo insieme
tutte le esigenze di sicurezza strutturale, comfort termico ed acustico, salubrit
sopra descritte, risulta evidente che semplici interventi di riqualificazione difficilmente porteranno ad ottenere risultati complessivamente soddisfacenti a fronte
di un rapporto costi / benefici che nella maggior parte dei casi sar decisamente
sfavorevole.
Lorenzo Bari

Ponti termici: aspetti normativi,


modalit di calcolo e
dettagli costruttivi
Parte 2 Nodo Parete-Solaio
Lorenzo Bari, Flavio Mosele

Prosegue in questo numero la trattazione della


tematica dei ponti termici, iniziata in Murature
Oggi n. 117 (1/2015)(1). Nel numero precedente
sono stati analizzati i ponti termici di pilastri ed
angoli. Si presenta in questo articolo unaltra casistica molto ricorrente, che riguarda la connessione
tra parete e solaio, con riferimento alle analisi
numeriche svolte dal Consorzio POROTON Italia
per fornire agli utilizzatori di murature POROTON i
dati richiesti per una corretta progettazione energetica dellinvolucro.

1. Premessa

La tendenza in atto di incrementare


lisolamento termico degli edifici, arrivando in alcuni casi ad un vero e proprio iperisolamento, accentua gli
effetti dei ponti termici che si manifestano in termini di:
1) maggiore incidenza delle relative
dispersioni sul fabbisogno globale
di energia;

2) aumento del rischio di fenomeni di


muffa e condensa;
con il rischio di compromettere anche
il benessere ed il comfort abitativo. Si
rimanda allarticolo pubblicato in MO
117(1) per quanto attiene considerazioni e riferimenti normativi pi precisi
che impongono a tecnici e progettisti
di analizzare con accuratezza i dettagli
dei ponti termici.

Partendo da questi presupposti, tenendo conto che solo con analisi numeriche possibile svolgere le valutazioni
richieste dalle norme e progettare correttamente i particolari costruttivi dei
nodi, il Consorzio POROTON Italia ha
deciso di svolgere una estesa campagna di analisi numeriche per una valutazione sistematica e parametrica
delle principali tipologie di ponte termico che interessano le soluzioni in
muratura POROTON, cos da poter fornire ai tecnici ed utilizzatori delle soluzioni costruttive proposte dal Consorzio
tutte le informazioni utili sia per la corretta progettazione energetica, sia per
evitare il rischio di muffe e condensa a
tutela del benessere, comfort abitativo
e salubrit, che le soluzioni POROTON
possono garantire.

2. Analisi numeriche
dei principali tipi di ponte
termico
Le analisi numeriche sono state svolte
sulle pi ricorrenti tipologie di ponte
termico che coinvolgono pareti, murature ed orizzontamenti (solai e coperture), di seguito riportate:
- parete con pilastro in c.a. (PT1)
- angolo parete di tamponatura con
pilastro in c.a. (PT2)
- angolo parete in muratura portante (PT3)
- attacco parete di tamponaturasolaio (PT4)
- attacco parete in muratura portante-solaio (PT5)
- attacco parete di tamponaturacopertura inclinata (PT6)
- attacco parete in muratura portante-copertura inclinata (PT7)
- attacco parete in muratura su fondazione aerata (PT8)

finiti, utilizzando un software dedicato,


Mold Simulator Pro Ver. 2
(http://www.dartwin.it/it/prodotto/moldpro/) che consente di svolgere le analisi di qualsiasi tipologia di
ponte termico in conformit alla UNI
EN ISO 10211(2) e di eseguire verifiche
inerenti il rischio di muffa e condensa
secondo la UNI EN ISO 13788(3).
In MO 117(1) sono state descritte le
modalit di calcolo adottate e le condizioni al contorno assunte nello svolgimento delle analisi numeriche, e sono
stati presentati e discussi alcuni risultati sui ponti termici verticali (PT1),
(PT2), (PT3). Nel presente articolo si
proceder con lesposizione di risultati
e considerazioni sui ponti termici orizzontali, a partire dai ponti termici
(PT4) e (PT5).
Si rimanda a successivi articoli, nei
prossimi numeri di Murature Oggi, per
la trattazione delle altre casistiche di
ponte termico precedentemente elencate.

3. Dettagli costruttivi
dei nodi Parete-Solaio
Quando ci si riferisce alla connessione
tra parete verticale e solaio le condi-

zioni sono in generale diverse se si


tratta di una muratura di tamponatura
(PT4) piuttosto che di una muratura
portante (PT5).
Lincidenza dellelemento in c.a. cambia in quanto nel caso di strutture a
travi e pilastri in c.a. la dimensione
delle travi in generale maggiore
rispetto a quella dei cordoli presenti
nel caso di strutture in muratura portante. Si tratta in ogni caso di ponti termici sia geometrici che di materiale, dovuti alla presenza dellelemento
in c.a. ed alla variazione di geometria
indotta dallinnesto del solaio.
Con riferimento agli schemi adottati
per le analisi dei ponti termici esaminati [figg. 1, 2], la tab. 1 riporta le
caratteristiche
fisico-geometriche
delle stratigrafie e dei materiali considerati. Tutti i parametri fisici sui materiali sono stati ricavati dalle pi aggiornate normative di riferimento disponibili(4)(5)(6)(7). Per il solaio, esso stato
considerato in laterocemento di spessore 20+4 cm. Per il sottofondo in cls
alleggerito per il passaggio degli
impianti e per la guaina anticalpestio
si fatto riferimento a schede tecniche
di specifici materiali in commercio di
corrente impiego, cos come per il pac-

Fig. 1 Dettaglio
costruttivo del ponte
termico dovuto alla
connessione tra solaio
con trave in c.a. e
tamponatura esterna
(PT4).

Le diverse tipologie di ponte termico


sono state analizzate tramite calcoli
numerici con metodi agli elementi

MuratureOggi Luglio 2015 www.muratureoggi.com

NORMATIVA

chetto dellimpianto radiante e per il


pavimento.
I ponti termici allo studio sono stati
analizzati e confrontati applicando
diverse soluzioni realizzabili con muratura POROTON monostrato, di tamponatura e portante, avente spessori
variabili da 30 a 42 cm. Per le soluzioni con telaio in c.a. e muratura di tamponatura si mantenuta invariata la
dimensione della trave, assunta di larghezza pari a 30 cm ed altezza di 40
cm; nel caso di struttura in muratura
portante si considerata invece la presenza di un cordolo in c.a. conforme ai
requisiti geometrici stabiliti dal D.M.
14/01/2008 (NTC 2008)(8), quindi di
altezza pari allaltezza del solaio (24
cm) e larghezza pari a quella della
muratura portante considerata con un
arretramento di 6 cm dal filo esterno.
Si ipotizzata la finitura interna della

parete con intonaco interno di spessore 1,5 cm, mentre esternamente si


sono considerate diverse soluzioni,
mantenendo in ogni caso la stessa

Conducibilit Calore
Resistenza alla
termica
specico
diusione
(W/mK)
(J/kgK) vapore (adim)

ID

Materiali

Intonaco esterno

1,0

1500

0,53

1000

15

Isolante EPS XPS

08

20

0,036

1450

60

Muratura POROTON

30 42

650 850

0,08 0,23

1000

10

Intonaco interno

1,5

1500

0,53

1000

15

5a

Trave in c.a. (H40 cm)

30

2400

2,00

1000

80

5b

Cordolo in c.a.
(H24 cm)

24 36

2400

2,00

1000

80

Legno mineralizzato

5 12

400

0,07

1810

Solaio laterocemento

20 + 4

1150

0,74

1000

40

Sottofondo in cls
alleggerito

600

0,15

1000

20

Guaina anticalpestio

0,8

40

0,04

1000

2000

20

0,036

1450

60

2200

1,65

1000

70

2300

1,30

840

11
12

Isolante XPS per


impianto radiante
Massetto impianto
radiante
Piastrelle in ceramica

Densit
(kg/m3)

finitura esterna costituita da intonaco


esterno di spessore 1 cm, variando il
rivestimento a cappotto in EPS tra 0 ed
8 cm di spessore, considerando dun-

Spessore
(cm)

10

Fig. 2 Dettaglio
costruttivo del ponte
termico dovuto alla
connessione tra solaio
con cordolo in c.a. e
muratura portante
esterna (PT5).

MuratureOggi Luglio 2015 www.muratureoggi.com

Tab. 1 Materiali considerati nei ponti termici (PT4) e (PT5) e loro


principali caratteristiche termo-igrometriche.

que anche il caso di assenza di cappotto. Per spessori della muratura di


tamponatura maggiori di quello della
trave si prevista lapplicazione su di
essa di un materiale isolante (pannello in legno mineralizzato) per livellare
lo spessore [fig. 1], materiale che si
assunto essere EPS nel caso di assenza
di cappotto. In modo analogo si operato per larretramento di 6 cm del cordolo rispetto al filo esterno della muratura nel caso di struttura in muratura
portante [fig. 2].

4. Risultati e
considerazioni
Si espongono di seguito, per i ponti
termici in esame, alcuni risultati significativi delle analisi svolte, sia con riferimento alla correzione dei ponti termici in termini di flusso termico, sia
con riferimento alle verifiche di muffa

e condensa, con le opportune considerazioni. Si precisa che per tutte le stratigrafie considerate non sussiste mai,
in alcuna zona climatica, il problema di
formazione di condensa interstiziale.
Riguardo la verifica del rischio muffa e
condensa, in relazione alla trasmittanza termica delle soluzioni qui presentate (tutte caratterizzate da U < 0,34
W/m2K), essa stata sempre svolta
con riferimento ai dati climatici di
Milano (zona climatica E)(9). Le condizioni di umidit interne per la verifica
del rischio muffa sono riferite ad edifici ad uso abitativo senza ventilazione
meccanica controllata. I valori minimi
del fattore fRsi da soddisfare in queste
condizioni, calcolati secondo la UNI EN
ISO 13788, sono i seguenti:
- rischio condensa superficiale:
fRsi,min = 0,630
- rischio muffa:
fRsi,min = 0,663

4.1. Attacco parete di tamponatura solaio (PT4)


Si tratta di una casistica molto diffusa
in edifici costruiti con struttura intelaiata in calcestruzzo armato. Sono state
analizzate e confrontate le diverse
soluzioni realizzabili con muratura
POROTON monostrato di tamponatura, mantenendo invariata la dimensione della trave, secondo quanto indicato nel par. 3. che descrive i dettagli
costruttivi analizzati [fig. 1].
opportuno ricordare innanzitutto che
possono essere calcolati due valori
della trasmittanza termica lineica
del ponte termico, uno riferito alle
dimensioni esterne (e) ed uno riferito alle dimensioni interne del nodo
(i). Se la superficie disperdente verr
calcolata con riferimento alle dimensioni interne si utilizzer i, se invece
la superficie disperdente sar calcolata

PT4-A

PT4-B

Muratura di tamponatura POROTON


sp. 35 cm, eq=0.18 W/mK
con rivestimento a cappotto di sp. 4 cm

Muratura di tamponatura POROTON


sp. 38 cm, eq=0.13 W/mK
senza rivestimento a cappotto

U (W/m2K)

0,306

U (W/m2K)

0,318

e (W/mK)

0,209
0,088

e (W/mK)

0,240

L2D (W/mK)

1,235

L2D (W/mK)

1,310

fRsi (adim.)

0,844

fRsi (adim.)

0,826

i (W/mK)

i (W/mK)

Tab. 2 Confronto tra


le stratigrafie PT4-A e
PT4-B.

0,114

MuratureOggi Luglio 2015 www.muratureoggi.com

NORMATIVA

PT4-C

PT4-D

Muratura di tamponatura POROTON


sp. 35 cm, eq=0.23 W/mK
con rivestimento a cappotto di sp. 6 cm

Muratura di tamponatura POROTON


sp. 42 cm, eq=0.13 W/mK
senza rivestimento a cappotto

U (W/m2K)

0,290

U (W/m2K)

0,290

e (W/mK)

0,162
0,046

e (W/mK)

0,182

L2D (W/mK)

1,148

L2D (W/mK)

1,156

fRsi (adim.)

0,870

fRsi (adim.)

0,856

i (W/mK)

considerando le dimensioni esterne si


utilizzer e.
Dalle analisi svolte emerso che soluzioni equivalenti in termini di trasmittanza termica U e di spessore
complessivo delle pareti considerate,
conducono agli stessi risultati in termini di coefficiente di accoppiamento termico L2D, che rappresenta in pratica il
flusso termico complessivo scambiato
nel nodo, sia utilizzando una muratura
di tamponamento POROTON con
applicazione di un rivestimento a cappotto, sia optando per una muratura di
tamponamento con blocchi POROTON
termicamente pi performanti senza
cappotto.
Lo stesso vale anche per la verifica a
muffa e condensa: come detto, i fattori fRsi sono riferiti in questo caso, in
relazione alla trasmittanza termica U
dei pacchetti murari considerati, alla
zona climatica E (localit Milano), e
risultano sempre ampiamente supe-

i (W/mK)

0,067

riori ai valori limite richiesti, precedentemente riportati.


Quanto osservato immediatamente
leggibile dagli esempi specifici riportati in tab. 2 e in tab. 3, che mettono a
confronto soluzioni equivalenti in
termini di trasmittanza e spessore
complessivo.
Nella tab. 4 si espongono altre due
stratigrafie che risulta interessante
confrontare con quelle analoghe precedentemente considerate. In particolare la stratigrafia PT4-E, corrisponde
alla PT4-A, con la sola differenza che la
conducibilit termica equivalente della
parete (eq) stata migliorata, passando dallo 0,18 W/mK di PT4-A, allo
0,13 W/mK di PT4-E, miglioramento
che si ottiene semplicemente adottando un blocco, o per meglio dire, un
sistema di muratura POROTON termicamente pi performante.
Si osserva che a parit di stratigrafia, il
semplice miglioramento della qualit

MuratureOggi Luglio 2015 www.muratureoggi.com

Tab. 3 Confronto tra


le stratigrafie PT4-C e
PT4-D.

della muratura, conduce ad una consistente riduzione del flusso di calore


(leggibile nella riduzione di U e L2D) e
con una sostanziale analogia di incidenza del ponte termico in termini di
trasmittanza termica lineica e di fattore di temperatura superficiale interna fRSi. Ci confermato anche dalla
PT4-F che corrisponde alla PT4-C, con
la sola differenza che la eq stata
migliorata, passando dallo 0,23 W/mK
di PT4-C, allo 0,18 W/mK di PT4-F.
La scelta complessivamente migliore
dunque quella di privilegiare la qualit
termica del blocco, e quindi della
muratura POROTON, utilizzando spessori adeguati che portano ad ottenere
inoltre una serie di vantaggi aggiuntivi
in termini di inerzia termica ed isolamento acustico dellinvolucro.
Limportanza di disporre di dati derivanti da analisi numeriche dei ponti
termici risulta in tutta la sua evidenza
se si considera il confronto con valori

Tab. 4 Stratigrafie
PT4-E e PT4-F.

PT4-E

PT4-F

Muratura di tamponatura POROTON


sp. 35 cm, eq=0.13 W/mK
con rivestimento a cappotto di sp. 4 cm

Muratura di tamponatura POROTON


sp. 35 cm, eq=0.18 W/mK
con rivestimento a cappotto di sp. 6 cm

U (W/m2K)

0,249

U (W/m2K)

0,261

e (W/mK)

0,212
0,113

e (W/mK)

0,166

L2D (W/mK)

1,048

L2D (W/mK)

1,043

fRsi (adim.)

0,848

fRsi (adim.)

0,871

i (W/mK)

reperibili da tabelle o da abachi conformi alla UNI EN ISO 14683. Infatti, i


dati riportati in Appendice A della
norma UNI EN ISO 14683, peraltro non
pi utilizzabili in base alle indicazioni
della UNI TS 11300-1:2014, non contemplano le casistiche sopra esposte,
che pure rappresentano condizioni che
ricorrono frequentemente nella realt.
Lunico schema assimilabile riguarda il
caso della trave a filo muratura con
rivestimento a cappotto esterno (di
spessore non precisato cfr. caso IF1 di
tab. A.2. della UNI EN ISO 14683), nel
qual caso si considera praticamente
nullo leffetto del ponte termico (e =
0), mentre lanalisi numerica in tali
condizioni (non riportata negli esempi
esposti) restituirebbe valori di e
variabili da 0,06 W/mK a 0,21 W/mK
in relazione allo spessore del rivestimento a cappotto considerato. Questo
evidenzia perch progettando con riferimento a tali dati si rischiano macro-

i (W/mK)

0,062

scopici errori di valutazione e dunque


si giustifica il disposto normativo di
abolire la possibilit di utilizzo di queste indicazioni tabellari troppo approssimative.
Anche labaco dei ponti termici del
CENED (Regione Lombardia)(12) fornisce
relazioni per la stima della trasmittanza termica lineica (i o e) per casistiche solo similari a quelle analizzate. Le
principali problematiche in tal senso
sono:
- non viene previsto il caso della
trave che rientra rispetto al filo
esterno della tamponatura;
- la trave viene considerata in spessore, soluzione progettuale tipicamente utilizzata in passato ma non
pi compatibile con le disposizioni
delle attuali norme tecniche per le
costruzioni (D.M. 14/01/2008) che
impongono requisiti geometrici
diversi per le travi in c.a.;
- il campo di impiego delle formule

dellabaco limitato a murature


aventi una conducibilit termica
equivalente 0,23 eq 0,81
W/mK. In pratica esse non risultano applicabili alla maggior parte
delle murature moderne in blocchi
ad elevate prestazioni termiche,
che presentano eq frequentemente minore di 0,23 W/mK.
Tra i casi precedentemente presentati,
quindi, lunico per il quale sarebbe
possibile utilizzare labaco del CENED
il PT4-C, che si pone al limite inferiore
del range di applicabilit delle suddette relazioni (essendo eq = 0,23
W/mK). Utilizzando le formule del
caso pi simile (SOL.005), le trasmittanze termiche lineiche stimabili risultano: e = 0,058 W/mK (da analisi
numerica 0,046 W/mK) e i = 0,135
W/mK (da analisi numerica 0,162
W/mK), valori quindi sufficientemente
vicini a quelli calcolati. La limitazione

MuratureOggi Luglio 2015 www.muratureoggi.com

NORMATIVA

dellapplicabilit delle relazioni rende


tuttavia indispensabile, nella maggior
parte dei casi inerenti edifici di nuova
costruzione, disporre di dati derivanti
dallanalisi numerica per un computo
corretto dei ponti termici.
importante inoltre ricordare che nessun abaco fornisce una qualche indicazione relativa al rischio muffa e condensa, la cui valutazione possibile
solo tramite lo studio del ponte termico tramite analisi numerica.
4.2. Attacco parete in muratura portante-solaio (PT5)
Si tratta di un nodo simile a quello precedentemente esaminato ma con una
differenza non trascurabile in termini
di dettaglio costruttivo, dovuta al fatto
che, quando si realizzano strutture in
muratura portante la connessione tra
solai e pareti ottenuta con cordoli in
c.a. di dimensioni assai minori rispetto

e di incrementare lisolamento termico


(L2D pi basso), riducendo nel contempo il rischio di muffa e condensa (fRsi
pi elevato). Ci facilmente rilevabile nel confronto riportato in tab. 5.
Risulta inoltre interessante verificare
come, a parit di stratigrafia della
parete considerata, la struttura in
muratura portante comporti una riduzione dellincidenza del ponte termico
della connessione parete-solaio, in
virt della ridotta dimensione del cordolo in c.a. rispetto alla trave in c.a..
Tali osservazioni sono direttamente
evidenziate dai parametri termici restituiti dalle analisi svolte, semplicemente confrontando il ponte termico PT5-C
con lanalogo PT4-C, caratterizzati dalla
stessa muratura POROTON sia come
prestazione termica eq che come
spessore e dallo stesso spessore del
cappotto isolante esterno; emergono
le migliori prestazioni del nodo della
soluzione in muratura portante, leggi-

PT5-C

PT5-F

Muratura portante POROTON


sp. 35 cm, eq=0.23 W/mK
con rivestimento a cappotto di sp. 6 cm

Muratura portante POROTON


sp. 35 cm, eq=0.18 W/mK
con rivestimento a cappotto di sp. 6 cm

U (W/m2K)

0,290

U (W/m2K)

0,261

e (W/mK)

0,143
0,026

e (W/mK)

0,141

L2D (W/mK)

1,129

L2D (W/mK)

1,018

fRsi (adim.)

0,885

fRsi (adim.)

0,887

i (W/mK)

10

alle travi in c.a. di una struttura intelaiata [fig. 2].


In analogia al caso precedente, sono
state analizzate e confrontate le diverse soluzioni realizzabili con muratura
portante POROTON monostrato
secondo quanto indicato nel par. 3. che
descrive i dettagli costruttivi analizzati.
Nel caso di muratura portante, lesigenza di impiegare in zone sismiche,
per esigenze strutturali, blocchi con
percentuale di foratura non superiore
al 45% pone un limite anche alle
caratteristiche termiche della muratura, pertanto in molti casi per raggiungere le prestazioni richieste si ricorre
allapplicazione di un rivestimento a
cappotto.
Come era logico attendersi, le analisi
mostrano come a parit di stratigrafia
e di spessore della parete, limpiego di
una muratura in blocchi POROTON termicamente pi performante permetta
di ridurre lincidenza del ponte termico

i (W/mK)

MuratureOggi Luglio 2015 www.muratureoggi.com

0,037

Tab. 5 Confronto tra


le soluzioni PT5-C e
PT5-F.

bili dalla riduzione del flusso globale e


della trasmittanza termica lineica,
essendo minori L2D, i e e, e dallincremento del fattore di temperatura
fRSi che aumentando ci allontana ulteriormente dal rischio muffa e condensa superficiale.
Le stesse considerazioni sono confermate comparando PT5-F e PT4-F, e
sono generalmente estendibili a tutte
le soluzioni analizzate.
Riguardo il confronto con dati tabellari,
lAppendice A della norma UNI EN ISO
14683 (per quanto non pi utilizzabile) non contempla diversificazioni in
relazione alla dimensione dellelemento in c.a. presente nel nodo. Lo stesso
avviene nellabaco dei ponti termici
del CENED (Regione Lombardia)(12).
Quindi luso degli abachi non consente
di diversificare le prestazioni termiche
dei nodi PT4 e PT5 che in tal senso verrebbero equiparati in termini di incidenza del ponte termico bench questo non corrisponda alla realt.
Di nuovo emerge quindi limportanza

di disporre sempre di dati derivanti


dallanalisi numerica per un computo
corretto dei ponti termici.

5. Conclusioni
La spinta al risparmio energetico ed
alla realizzazione di edifici a basso
consumo impone ladozione di soluzioni dinvolucro ed impiantistiche sempre pi performanti. Per perseguire
questo obiettivo diventano fondamentali tutte le scelte progettuali che coinvolgono i tecnici della filiera, dallo
strutturista al termotecnico, dallimpiantista al tecnico in acustica, al fine
di riuscire a soddisfare in modo equilibrato le diverse esigenze prestazionali.
In questo contesto anche i ponti termici, computati in modo spesso approssimativo, dovranno essere riconsiderati,
come peraltro imposto dalle recenti
norme in materia di risparmio energetico, in quanto in involucri con isolamento termico sempre maggiore la

loro incidenza pu risultare significativa.


Le analisi svolte sul ponte termico del
nodo muratura-solaio confermano
quanto gi emerso con le analoghe
analisi dei ponti termici verticali presentate in MO 117(1), sia per quanto
riguarda la carenza delle casistiche
contenute negli abachi e quindi limpossibilit di stimare con sufficiente
precisione lincidenza dei ponti termici
in molte situazioni reali in mancanza
di specifiche analisi numeriche, sia per
quanto riguarda la scelta delle caratteristiche prestazionali delle murature,
siano esse di tamponatura o portanti,
che vede premiate le soluzioni con
blocchi POROTON aventi qualit termiche migliori, che permettono di
ridurre le dispersioni complessive dellinvolucro garantendo unadeguata
correzione dei ponti termici e riducendo il rischio di formazione di muffa e
condensa superficiale.

RINGRAZIAMENTI
Si ringrazia ling. Giuliano Belfiore per la collaborazione prestata per la realizzazione del presente articolo.

Bibliografia
Bari L., Mosele F. Ponti termici: aspetti normativi, modalit di calcolo e dettagli costruttivi. Parte 1 Ponti termici verticali, Murature Oggi n. 117 (1/2015)
(2) UNI EN ISO 10211:2008 Ponti termici in edilizia - Flussi termici e temperature superficiali - Calcoli dettagliati
(3) UNI EN ISO 13788:2013 Prestazione igrotermica dei componenti e degli elementi per edilizia - Temperatura superficiale interna per
evitare l'umidit superficiale critica e la condensazione interstiziale - Metodi di calcolo
(4) UNI EN ISO 10456:2008 Materiali e prodotti per edilizia - Propriet igrometriche - Valori tabulati di progetto e procedimenti per la
determinazione dei valori termici dichiarati e di progetto
(5) UNI EN 1745:2012 Muratura e prodotti per muratura - Metodi per determinare le propriet termiche
(6) UNI EN ISO 6946:2008 Componenti ed elementi per edilizia - Resistenza termica e trasmittanza termica - Metodo di calcolo
(7) UNI 10355:1994 Murature e solai. Valori della resistenza termica e metodo di calcolo
(8) D.M. 14/01/2008 Nuove norme tecniche per le costruzioni
(9) UNI 10349:1994 Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici
(10) UNI EN ISO 14683:2008 Ponti termici in edilizia - Coefficiente di trasmissione termica lineica - Metodi semplificati e valori di riferimento
(11) UNI/TS 11300-1:2014 Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia termica dell'edificio per la climatizzazione estiva ed invernale
(12) CENED Regione Lombardia Abaco dei ponti termici, http://www.cened.it/documenti_tecnici
(1)

MuratureOggi Luglio 2015 www.muratureoggi.com

11

La casa NZEB: una proposta


per il clima mediterraneo
Costanzo Di Perna (*), Lorenza Fantini (**)
(*) Professore Associato, DIISM, Universit Politecnica delle Marche
(**) PhD, Libero professionista

Quale ledificio ideale effettivamente a consumo


quasi zero? Un apposito studio che traguarda i
nuovi obblighi di risparmio energetico al 2020, considerando anche gli aspetti legati alla stagione
estiva ed allottimizzazione dei costi, individua una
efficace soluzione.

Negli ultimi mesi, i tecnici ed i ricercatori che si occupano di risparmio energetico degli edifici stanno lavorando
per identificare possibili modelli di edifici a consumo di Energia Quasi Zero, i
cosiddetti NZEB (Nearly Zero Energy
Building), adatti al contesto climatico
italiano.
Essi dovranno quindi definire i parametri e le prescrizioni da inserire nei
decreti
attuativi
della
Legge
90/2013(1), emanata per rispondere
alle richieste dellUnione Europea, al
fine di individuare il nuovo scenario, al
2020, della progettazione energetica
degli edifici. Il punto di partenza per
definire tali parametri lo stato dellarte raggiunto nella costruzione di
edifici a basso consumo.
Lobiettivo della ricerca dellUniversit
Politecnica delle Marche (AN), che

12

viene qui presentata con la necessaria


sintesi, consisteva nellindividuare il
percorso per riuscire ad identificare un
modello di edificio NZEB che potesse
raggiungere dapprima fabbisogni di
energia primaria molto bassi, attraverso la riduzione del fabbisogno utile
delledificio (intorno ai 30/40
kWh/m2a per il solo riscaldamento) e
successivamente annullare questultimo mediante luso di energia prodotta
da fonti rinnovabili. Le prestazioni
energetiche di tale edificio, come ben
chiarito nella normativa, non potranno
prescindere dallo studio del suo costo
globale di costruzione. Parte fondante
dello studio stata quindi una valutazione cost-optimal, illustrata in dettaglio nellarticolo Livelli ottimali di
costo per involucri ad alta efficienza
energetica(2).

La nuova Direttiva
Europea EPBD recast
La nuova Direttiva Europea EPBD
recast(3), allart. 1, promuove il miglioramento della prestazione energetica
degli edifici che si trovano allinterno
dellUnione Europea, specificando che
si deve tener conto sia delle prescrizioni relative al comfort degli ambienti
interni, sia delle condizioni climatiche
specifiche di ciascuno stato membro,
senza per dimenticare laspetto dei
costi che tali prestazioni richiedono.
Allarticolo 5, stabilisce che gli Stati
membri devono calcolare i livelli ottimali dei requisiti minimi di prestazione
energetica in funzione dei costi, e
comparare tali risultati con i requisiti
minimi di prestazione energetica degli
edifici e degli elementi edilizi in vigore nel proprio Paese.
A recepimento di tale Direttiva, lItalia
ha emanato il Decreto Legge 63 del
2013, successivamente convertito
nella Legge 90/2013(1), con cui si
introducono i concetti di edificio a
energia quasi zero e quello di edificio
di riferimento. Ledificio a energia
quasi zero viene definito come un edificio ad altissima prestazione energetica, il cui fabbisogno energetico risulta
molto basso o quasi nullo, ed coperto in misura significativa da energia da
fonti rinnovabili, prodotta allinterno
del confine del sistema.
In mancanza di indicazioni pi accurate sulle caratteristiche termiche e sui
parametri energetici del futuro edificio
NZEB, con questa ricerca si vuole fornire un esempio concreto agli operatori
del settore, individuando molteplici
possibili stratigrafie di involucro, caratterizzate sia da adeguati valori di trasmittanza che da ottimale capacit termica, tenendo conto dellimportanza
che nel nostro paese riveste una valutazione di comfort in fase estiva. La
ricerca ha dovuto quindi necessaria-

mente traguardare il quadro normativo attuale, non ancora completamente


definito in mancanza dei decreti attuativi della L. 90/2013, cos da individuare un best case a consumo energetico quasi nullo, vicino agli standard
tipologici in uso nel nostro paese, ma
con elementi costruttivi in grado di fornire standard energetici e di comfort
pi elevati.
Il percorso progettuale ha previsto,
quindi, lidentificazione di un edificio
tipo da ottimizzare per traguardare
lobiettivo NZEB, in primis riducendone i consumi energetici, per poi introdurre un sistema impiantistico ad alta
efficienza e fonti rinnovabili (ad es.
impianto fotovoltaico associato ad una
pompa di calore, solare termico per
lacqua calda sanitaria, ecc.) per annullare il fabbisogno energetico.

Il caso studio
Tra le varie tipologie di edificio di riferimento che sono richieste dalla Direttiva Europea, ovvero abitazione monofamiliare, piccolo condominio, grande
condominio ed edificio ad uso uffici, si
scelto di analizzare uno dei casi pi
diffusi sul territorio italiano: quello del
piccolo condominio.
In particolare, si scelto un edificio di
edilizia economico popolare (social
housing), realizzata da ACER (Azienda
Casa di Reggio Emilia) nel 2005 (quin-

di antecedente allemanazione del


D.Lgs. 192/05) ed avente un consumo
energetico di poco superiore ai 70
kWh/m2a, ovvero in classe energetica
D. Il caso studio scelto ben rappresenta il tipico condominio residenziale ed
a tutti gli effetti da considerarsi un
caso di edilizia low cost. Inoltre ledificio preso in considerazione dotato di
elementi costruttivi tipici della tradizione mediterranea, quali solai e pareti in laterizio.
Per adeguare ledificio scelto ai nuovi
standard energetici, si sono operate
delle modifiche a livello geometrico e
costruttivo, in particolare:
- ampliamento delle dimensioni
delle finestre di 20 cm in larghezza;
- riduzione delle trasmittanze delle
chiusure verticali trasparenti comprensive di infissi a 1,4 W/m2K;
- inserimento di un ulteriore piano
non riscaldato destinato a soffitte;
- incremento del numero dei piani
(da due a tre) per ottenere una
tipologia maggiormente diffusa sul
territorio italiano;
- aumento dellisolamento del solaio
verso i garage, fino ad una trasmittanza di 0,21 W/m2K.
Questi cambiamenti hanno permesso
di ridurre il rapporto S/V delledificio al
valore di 0,485 m-1 [fig. 1]. Non si
proposto un ulteriore aumento del

Fig. 1 - Vista assonometrica delledificio


analizzato.

MuratureOggi Luglio 2015 www.muratureoggi.com

13

RICERCA E TECNOLOGIA

numero di piani delledificio, per tenere conto della effettiva rappresentativit tecnologica dell'edificio. Inoltre un
elevato numero di piani richiede lintroduzione sostanzialmente obbligata
di un ascensore con i relativi costi
energetici che questa soluzione necessariamente introduce.
In tabella [tab. 1] sono state riassunte
le principali caratteristiche geometriche e costruttive delledificio oggetto
di analisi.
Vengono anche descritte le caratteristiche delle strutture edilizie che compongono ledificio ad eccezione di
quelle delle strutture esterne verticali,
che sono riportate in tab. 2.

La metodologia di analisi
Il primo obiettivo dello studio stato
la definizione di un involucro edilizio
che potesse al meglio rispondere alle
esigenze della citata Direttiva Europea
ed alle problematiche di comfort in
fase estiva tipiche del clima mediterraneo, solo successivamente si focalizzata lattenzione anche sugli aspetti
impiantistici.
Si optato per strutture in laterizio
dalla elevata capacit termica, elemento utile a garantire il comfort
ambientale interno in fase estiva(4). La
scelta stata dettata anche dallesigenza di non allontanarsi troppo dalle
tipologie costruttive tipiche della tradizione italiana.
Relativamente alle strutture opache
esterne non si quindi proposta
ununica soluzione, ma si sono considerate molteplici casistiche. Sono state
individuate 25 stratigrafie, selezionate
tenendo conto della loro effettiva diffusione sul territorio, cos da risultare
facilmente reperibili dagli operatori
del settore.
Queste comprendono pareti monostrato, pareti multistrato, sia portanti che
non portanti, con pannelli isolanti o

14

Tab. 1 Caratteristiche geometriche e costruttive delledificio oggetto di analisi.

DATI GENERALI
Localit

Bologna

Altitudine

54 m s.l.m.

Latitudine

403027

Longitudine

112105

Gradi giorno

2259

Zona climatica

Destinazione duso

Residenziale

Tipologia

Piccolo condominio

Intervento

Nuova costruzione

Volume lordo riscaldato

3962 m3

Sup. esterna che delimita


lo spazio riscaldato

1923 m2

S/V

0,485 m-1
948 m2

Sup. calpestabile
N. piani climatizzati

Altezza interna netta

2,70 m

N. unit immobiliari

12
DATI COSTRUTTIVI

Chiusure verticali opache

Chiusure verticali trasparenti

25 diverse stratigrafie,
come descritte nella tab. 2
Superfici finestrate a trasmittanza termica
media pari a 1,4 W/m2K e la cui
trasmissione solare di 0,67 e prive di
schermature se non quelle dovute agli
aggetti delledificio

Chiusura orizzontale superiore

Solaio in latero-cemento,
trasmittanza termica pari a 0,297 W/m2K

Copertura

Tetto a falde con solaio in latero-cemento


e coppi, trasmittanza pari a 0,623 W/m2K

Chiusura orizzontale inferiore

Solaio in latero-cemento,
trasmittanza termica pari a 0,210 W/m2K

Ponti termici
Partizioni interne
Divisione verticale tra ambienti
riscaldati
Divisione orizzontale tra ambienti
riscaldati

MuratureOggi Luglio 2015 www.muratureoggi.com

Risultano tutti corretti


Divisori in laterizio (sp. 11 cm)
Parete multistrato in laterizio con
interposto isolante termico, trasmittanza
pari a 0,393 W/m2K
Solaio in latero-cemento,
trasmittanza pari a 0,576 W/m2K

Tab. 2 Principali caratteristiche termiche e costruttive delle stratigrafie analizzate.

Stratigr.

Spess.

Yie

k1

Portante

Monostrato

Isolante

Materiale
principale

cm

W/m2K

W/m2K

kJ/m2K

Si/No

Si/No

Laterizio

43,0

0,236

0,007

34,7

No

Si

No

Si

53,0

0,203

0,001

38,6

No

Si

No

Si

45,0

0,246

0,003

42,5

Si

Si

No

Si

53,0

0,214

0,003

38,7

No

Si

No

Si

45,0

0,266

0,003

25,6

Si

Si

No

Si

52,0

0,260

0,007

47,3

No

No

Fibra minerale in intercapedine

Si

43,0

0,237

0,006

41,5

No

No

Cappotto in polistirene

Si

43,0

0,235

0,012

48,4

Si

No

Cappotto in lana di roccia

Si

45,0

0,261

0,003

31,9

Si

Si

No

Si

10

43,0

0,235

0,013

39,8

Si

No

Fibra di legno in intercapedine

Si

11

45,3

0,208

0,022

42,0

No

No

Polistirene in intercapedine

Si

12

45,3

0,225

0,022

41,9

No

No

Lana di roccia in intercapedine

Si

13

45,3

0,244

0,017

41,8

No

No

Fibra di legno in intercapedine

Si

14

48,0

0,175

0,001

36,9

No

Si

No

Si

15

48,0

0,244

0,002

39,2

No

Si

No

Si

16

43,0

0,201

0,002

33,1

No

Si

No

Si

17

43,0

0,214

0,003

37,0

No

Si

Polistirene inserito nel blocco

Si

18

43,0

0,242

0,002

39,4

Si

Si

Polistirene inserito nel blocco

Si

19

45,0

0,252

0,006

41,6

No

Si

No

Si

20

45,0

0,252

0,013

42,5

No

No

Polistirene in intercapedine

Si

21

48,0

0,247

0,012

47,7

Si

No

Polistirene in intercapedine

Si

22

44,5

0,237

0,018

42,0

No

No

Polistirene in intercapedine

Si

23

44,5

0,234

0,014

42,0

No

No

Polistirene in intercapedine

Si

24

47,3

0,134

0,024

50,0

No

No

Fibre di legno

No

25

38,0

0,320

0,016

42,0

No

Si

No

Si

MuratureOggi Luglio 2015 www.muratureoggi.com

15

RICERCA E TECNOLOGIA

isolamento distribuito, aventi trasmittanze termiche che risultano comprese


tra 0,175 W/m2K e 0,267 W/m2K calcolate secondo la metodologia della
UNI EN ISO 6946:2008(5).
Per ogni struttura sono stati valutati
attraverso la UNI EN ISO 13786(6) i
parametri termici dinamici ed in particolare in tabella vengono riportati i
valori di trasmittanza termica periodica (Yie) e di capacit termica interna
periodica (k1).
I valori di trasmittanza termica periodica rientrano tutti entro il limite dettato
dal DPR 59/09(7) mentre per la capacit termica interna il range varia tra 25
e 50 [kJ/m2K].
La capacit termica interna permette
di valutare linerzia termica dellinvolucro. Valori elevati di essa garantiscono un miglior livello di comfort e un
miglior controllo dei carichi termici
estivi, con conseguente risparmio
energetico per il raffrescamento.
Tale parametro infatti funzione della
profondit di penetrazione dellonda
termica e descrive la capacit effettiva
di accumulo del calore sul lato interno
di un componente, quindi in estate la
capacit di ridurre le temperature
superficiali e attenuare la temperatura
operativa(8).
Laccumulo di calore da parte delle
strutture interne limita lescursione
interna giornaliera della temperatura
dellaria, limitando il raggiungimento
di valori inaccettabili per il comfort
interno(4).
Considerando tali vantaggi dellinerzia
termica interna, si sono scelte tutte
soluzioni in laterizio, ad esclusione di
una in legno (stratigrafia n 24), costituita da una successione di strati di isolante in fibra di legno, cartongesso e
pannelli di legno. La stratigrafia n 25
invece una parete monostrato sempre in laterizio, con trasmittanza
secondo valore limite del DPR
59/09(7), scelta come termine di para-

16

Fig. 2 Riduzione (%)


della trasmittanza termica delle 24 stratigrafie analizzate rispetto
alla stratigrafia 25, con
trasmittanza pari al
valore limite del D.Lgs.
311/06 per la zona climatica E (0,34
W/mK).

gone. In tab. 2 sono riassunte le caratteristiche termiche e costruttive principali delle venticinque stratigrafie analizzate.
Le prime ventiquattro stratigrafie individuate nellanalisi risultano tutte pi
prestanti rispetto allattuale limite di
trasmittanza per la zona climatica considerata (Bologna, zona climatica E).

Risultati
Dallanalisi delle prestazioni termiche
delle stratigrafie di pareti scelte si pu
osservare che esse presentano riduzioni di trasmittanza, rispetto a quella
limite, dal 17% al 57%, come mostrato nel grafico in fig. 2. A fronte di tale
riduzione, per, nel calcolo del fabbisogno di energia primaria non ritroviamo la stessa percentuale di riduzione.
Infatti, nonostante landamento dei
risultati si assomigli [fig. 3], le percentuali qui si attestano tra il 7% e il 18%,
quindi se ne deduce che un elevato

MuratureOggi Luglio 2015 www.muratureoggi.com

calo delle trasmittanze termiche dellinvolucro non comporta sempre


unaltrettanto elevata riduzione del
fabbisogno di energia.
Considerati questi preliminari risultati
di questo studio, si sottolinea che nei
nuovi edifici a energia quasi zero,
caratterizzati da involucri edilizi molto
performanti, il fabbisogno energetico
sar percentualmente molto pi
influenzato dalle dispersioni per ventilazione rispetto a quanto accadeva
negli edifici di vecchia generazione.
Infatti, se un edificio costruito precedentemente agli ultimi decreti relativi
al contenimento dei consumi energetici consuma 110 kWh/m2a di cui solo il
25% dovuto alla ventilazione; uno
costruito nei primi anni dellentrata in
vigore dei decreti consuma 50
kWh/m2a di cui il 35% dovuto alla
ventilazione. Ipotizzando che con i
futuri sviluppi normativi non ci saranno variazioni sulla metodologia di calcolo del fabbisogno energetico, un edi-

Fig. 3 Riduzione (%)


del fabbisogno termico
delle 24 stratigrafie
analizzate rispetto alla
stratigrafia 25, con trasmittanza pari al valore limite del D.Lgs.
311/06 per la zona climatica E (0,34
W/mK).

ficio di nuova generazione consumer


30 kWh/m2a, ma il 40% di questo fabbisogno sar dovuto alla sola dispersione per ventilazione [fig. 4].
Pertanto in futuro non sar pi possibile trascurare le problematiche legate
alla ventilazione degli ambienti. In termini pratici ci significa ad esempio
valutare lintroduzione negli edifici,
anche residenziali, di un sistema di
ventilazione meccanica controllata.
Questi primi risultati ci portano inoltre
a concludere che la sola ottimizzazione
dellinvolucro edilizio verticale non
un intervento sufficiente per progettare un edificio NZEB, di fatto necessario introdurre un efficientamento dellintero sistema edificio-impianto.
Partendo dal caso che ha come involucro esterno la stratigrafia 14, che evidenzia i migliori risultati prestazionali
dal punto di vista energetico, si sono
quindi elaborate due diverse soluzioni
impiantistiche. Nel primo caso troviamo una caldaia a condensazione associata ad un sistema di emissione a
bassa temperatura e ventilazione
naturale (soluzione definita COND),
mentre, nel secondo caso ritroviamo la
stessa caldaia e lo stesso sistema di
emissione, associato ad un sistema di
ventilazione meccanica controllata con
recuperatore di calore all80%, funzionante sia in regime estivo che in regime invernale (soluzione definita
VMC).
Come era logico aspettarsi [fig. 5], la
sola introduzione di una caldaia a condensazione associata a pannelli
radianti al posto di quella tradizionale
con radiatori, presente nelledificio originario, determina un miglioramento
di circa il 12% della prestazione energetica (soluzione definita COND),
mentre la soluzione chiamata VMC
risulta ottenere le migliori prestazioni
energetiche riducendo il fabbisogno di
circa il 15%, ma senza ancora giungere al consumo zero.

Fig. 4 Fabbisogno
utile in regime di
riscaldamento delle 25
stratigrafie analizzate.

Fig. 5 Indice di prestazione energetica per


la climatizzazione
invernale delledificio
di partenza con stratigrafia 14 (impianto
con caldaia tradizionale e radiatori) messo a
confronto con quelli
ottenuti nei due casi
COND (ventilazione
naturale) e VMC (con
ventilazione meccanica
e con recuperatore di
calore).

I guadagni ottenuti in termini di efficienza energetica sono comunque tali


da permettere di compensare il fabbisogno energetico delledificio attraverso lintroduzione di tecnologie rinnovabili come un impianto fotovoltaico e
un impianto solare termico a servizio
della produzione dellacqua calda sanitaria. La quota rinnovabile potrebbe
portare ad una riduzione tale del fabbisogno di energia che il caso studio
possa essere considerato effettivamente un edificio NZEB.

Conclusioni
Gi da tempo numerose ricerche
hanno evidenziato che in clima mediterraneo il riferirsi al solo fabbisogno
invernale per classificare gli edifici
limitativo, in quanto manca una componente fondamentale che il fabbi-

sogno per il raffrescamento legato alla


necessit di garantire un adeguato
comfort in fase estiva. La difficolt di
calcolare tale fabbisogno, dovuta alla
necessit di una valutazione dinamica
con molti dati di input, spinge spesso a
trascurare questo aspetto, affidando a
parametri prescrittivi la limitazione del
fabbisogno per il raffrescamento(8). Nel
ridurre ulteriormente il fabbisogno
totale delledificio in unottica NZEB, la
problematica estiva diviene invece
fondamentale ed essa deve quindi
essere valutata in modo pi dettagliato.
Ledificio NZEB dovr essere necessariamente una combinazione ideale tra
tecnologia costruttiva e impianti tecnologici installati, compresi quelli per
produrre energia rinnovabile.
Dallo studio riportato in questo articolo si evince che possibile spingersi

MuratureOggi Luglio 2015 www.muratureoggi.com

17

RICERCA E TECNOLOGIA

verso una ulteriore riduzione di trasmittanza termica delle pareti esterne


senza per dover giungere a valori
estremamente bassi.
I risultati mostrano che un edificio in
laterizio, tipologicamente e costruttivamente tipico del nostro patrimonio
edilizio, pu ottenere eccellenti risultati dal punto di vista della prestazione
energetica e del comfort (valutato in
accordo con (4) e (8)) e pu quindi rappresentare una tipologia adeguata da
utilizzare come edificio campione. Non
solo, esso pu anche rappresentare un
valido esempio di casa NZEB, in cui il
fabbisogno energetico coperto dallintroduzione di impianti efficienti
associati a ventilazione meccanica
controllata e tecnologie rinnovabili
(coppi/tegole fotovoltaiche, geotermico, ecc.). necessario per evidenziare
che in prima istanza la normativa
attualmente in via di definizione dovr
fare maggiore chiarezza sia sulla quantificazione della quota rinnovabile, sia
sulla corretta interpretazione dellespressione quasi zero.

18

RINGRAZIAMENTI
Si ringrazia ANDIL Assolaterizi per aver autorizzato la pubblicazione del presente articolo
(tratto da: Costruire in Laterizio n. 159, ottobre 2014).

Bibliografia
1. Legge n. 90, Conversione, con modificazioni, del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63,
Disposizioni urgenti per il recepimento della Direttiva 2010/31/UE del Parlamento
europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nelledilizia per la definizione delle procedure dinfrazione avviate dalla Commissione europea, nonch altre disposizioni in materia di coesione sociale, 3 agosto 2013.
2. E. Di Giuseppe, M. DOrazio, Livelli ottimali di costo per involucri ad alta efficienza
energetica, Costruire in Laterizio 159 (2014).
3. Direttiva 2010/31/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio sulla prestazione energetica nelledilizia, 19 maggio 2010.
4. E. Di Giuseppe, Lorenza Fantini, M. DOrazio, C. Di Perna, Un indice di comfort abitativo nel certificato energetico, Costruire in Laterizio 147 (2012).
5. UNI EN ISO 6946:2008 - Componenti ed elementi per edilizia - Resistenza termica e
trasmittanza termica - Metodo di calcolo.
6. UNI EN ISO 13786:2008 - Prestazione termica dei componenti per edilizia Caratteristiche termiche dinamiche - Metodi di calcolo.
7. Decreto del Presidente della Repubblica 2 aprile 2009, n. 59 - Regolamento di attuazione dellarticolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005,
n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia (09G0068).
8. C. Di Perna, F. Stazi, A. Ursini Casalena, A. Stazi, Massa e comfort: necessit di una
adeguata capacit termica areica interna periodica, Lindustria dei Laterizi,
marzo/aprile 2008, n. 110.

MuratureOggi Luglio 2015 www.muratureoggi.com

Miglioramento sismico
di un fabbricato danneggiato
dal sisma dellEmilia 2012
Nicola Pongiluppi (*), Luca Barbieri (**), Federico Botti (**), Flavio Mosele (***)
(*)
Ingegnere Europrogetti Soc. Coop.
(**)
Ingegnere Area Tecnica Cis Edil s.r.l.
(***)
Ingegnere Consorzio POROTON Italia

Il fabbricato in oggetto, composto da attivit produttiva al piano terra e residenza al piano primo,
situato a San Possidonio (MO) ed stato gravemente danneggiato dalla sequenza sismica del
Maggio 2012.
Lo stato di inagibilit stato rimosso consolidando
le pareti del piano primo e sostituendo le pareti
del piano terra, mediante demolizione e ricostruzione con muratura armata POROTON.
Il caso studio presentato mostra come la muratura
armata POROTON possa trovare applicazione
anche in interventi di miglioramento ed adeguamento sismico, in combinazione anche con altri
interventi di consolidamento.

Le zone colpite dagli eventi sismici del


20-29 Maggio 2012 sono caratterizzate da unampia diffusione di piccole
attivit produttive, spesso a conduzione familiare, che determinano una
particolare tipologia edilizia composta
da due unit abitative, una ad uso pro-

duttivo posizionata al piano terra e la


seconda ad uso residenziale generalmente posizionata al piano primo. Tale
tipologia edilizia mista, ad uso produttivo-residenziale, stata colpita dai
terremoti del 2012 registrando un
livello di danneggiamento medio-alto,

19

REALIZZAZIONI

molto spesso legato al fatto che queste costruzioni sono state progettate e
realizzate tra gli anni 70 e 90, quando cio le zone interessate dal sisma
non erano in pratica ancora classificate
come sismiche, perci spesso ci si
trova di fronte a costruzioni progettate
per le sole forze verticali, tuttal pi
per lazione orizzontale del vento, e a
volte di fronte a fabbricati realizzati
solamente seguendo la regola del
buon costruire, in quanto per esempio, nel caso delle costruzioni in muratura portante, le prime norme complete in materia, da applicarsi indipendentemente dalle zone sismiche, sono
riportate nel DM87.
Il presente contributo tratta un caso
studio rappresentativo della tipologia
edilizia sopra definita, nello specifico
riguarda il progetto di miglioramento
sismico di un fabbricato situato a San
Possidonio in provincia di Modena, fortemente colpito e danneggiato dalla
sequenza sismica del Maggio 2012. Il
ripristino con miglioramento sismico
stato realizzato con un intervento congiunto di demolizione e ricostruzione
con muratura armata POROTON al
piano terreno e un intervento di rinforzo con fibre di vetro al piano primo,
per una spesa totale di circa 135000,
che ha permesso di rimuovere completamento lo stato di inagibilit della
costruzione.

interpiano di 3.55 m e lunit con destinazione duso residenziale al piano primo,


con interpiano 3.00 m. La costruzione isolata dagli altri fabbricati, di forma regolare e compatta ed ingombro in pianta di circa 12x17 m; stata costruita negli anni
70 e successivamente sopraelevata negli anni 90 al fine di ricavare lunit abitativa pertinenziale allesercizio dellofficina.
Il comune di San Possidonio, nel periodo di costruzione del fabbricato in oggetto,
non era classificato come sismico e questo ha condotto alla realizzazioni di costruzioni realizzate con materiali, tecniche e dettagli costruttivi non adeguati per sopportare le azioni telluriche. Nel caso specifico, la struttura portante del fabbricato
costituita al piano terra da murature in blocchi di calcestruzzo aerato autoclavato di
spessore 25 cm [Fig. 3] e al piano primo da murature in laterizio di spessore 25 cm
con tessitura in parte difettosa, come si apprezza in Figura 4 (sono distinguibili due
diverse tipologie di murature in laterizio e parti di muratura realizzata con blocchi
in calcestruzzo aerato autoclavato).
Il solaio del piano primo stato realizzato con prefabbricati in laterocemento tipo
predalles [Fig. 5] collegati alle murature tramite cordolo in calcestruzzo armato,
mentre la copertura realizzata con orditura primaria e secondaria in profili di
acciaio e pannelli sandwich di chiusura.
Gli eventi sismici hanno pesantemente danneggiato il fabbricato, al punto da essere classificato E nella scheda AeDES in seguito alle verifiche di agibilit, con conseguente ordinanza di inagibilit totale. I danni si sono concentrati al piano terra
[Fig. 2,3 e 6], costituito come detto da una muratura debole e non adatta alluso
strutturale in presenza di azioni sismiche anche basse: infatti la totalit delle pareti risultata gravemente lesionata, tanto da rendere imminente il rischio di collasso dellintero edificio. Si possono riconoscere le tipiche fessurazione a taglio ad
andamento diagonale sui maschi murari, accompagnate da danneggiamenti per
schiacciamento dei blocchi legate alla scarsa resistenza della muratura presente e
porzioni murarie crollate. Il piano superiore ha subito invece un danneggiamento
contenuto, le fessurazioni si sono manifestate infatti solo nelle pareti di separazione interne e nei punti di discontinuit geometriche o di materiale delle pareti por-

Descrizione del
fabbricato,
dei danni riportati e
delle lacune strutturali
Il fabbricato situato a San Possidonio,
uno dei comuni pi fortemente colpiti
dagli eventi sismici del 20-29 Maggio
2012 [Fig. 1]: si articola in due piani
fuori terra con sottotetto non praticabile [Fig. 2] ed ospita due unit immobiliari: lunit con destinazione duso produttiva al piano terra, con altezza

20

Fig. 1 - Localizzazione del fabbricato rispetto alla sequenza sismica rilevata da INGV.

MuratureOggi Luglio 2015 www.muratureoggi.com

tanti perimetrali, come ad esempio le


estremit dellapertura delle finestre
[Fig. 4]. Infine sono stati rilevati danni
anche agli impianti (idraulico, elettrico,
aria, etc) in particolare dellunit ad
uso produttivo del piano terra.
Vista la situazione del piano terra, si
reso necessario un intervento preliminare di messa in sicurezza con opere
provvisionali costituite da puntelli
metallici e da un reticolo di putrelle in
acciaio, per garantire la stabilit delledificio ai carichi gravitazionali [Fig.
5].
Lanalisi dello stato di danno combinato con il valore di vulnerabilit ha permesso di classificare la costruzione con
livello operativo E1 per il quale le
vigenti normative (Ordinanza n.86 del
06/12/2012 della Regione EmiliaRomagna) prevedono di intervenire
mediante riparazione e miglioramento
sismico con il raggiungimento di un
livello di sicurezza almeno pari al 60%
di quello previsto per le nuove costruzioni dalle NTC 2008.
Le principali lacune strutturali del fabbricato sono innanzitutto una non adeguata qualit e quantit di muratura
sismoresistente, considerando anche
lelevato rapporto tra la distanza delle
pareti portanti successive e lo spessore della muratura; erano inoltre presenti grandi aperture al piano terra che
hanno determinato la formazione del
fenomeno del pilastro tozzo [Fig. 3];
infine la presenza di un solaio non infinitamente rigido in copertura.
In particolare, analizzando la costruzione in pianta, emerge evidente la peculiarit della struttura: gli elementi verticali che reggono i carichi gravitazionali sono le pareti perimetrali in muratura e il pilastro in acciaio centrale [Fig.
7], mentre le azioni orizzontali sono
sopportate dalle sole murature perimetrali di sp. 25 cm realizzate in blocchi in calcestruzzo aerato autoclavato e
posizionate ad una distanza reciproca

Fig. 2 - Facciata principale (nord) del fabbricato, con danni e crolli


parziali in seguito alle
azioni sismiche.

Fig. 3 - Parete est: maschi murari del piano terra danneggiati dal sisma.

Fig. 4 - Danneggiamento delle murature al piano primo (sx) e tessitura delle stesse dopo
la scalpellatura dellintonaco (dx).

Fig. 5 - Interno del piano terra, fasi di realizzazione delle opere provvisionali.

MuratureOggi Luglio 2015 www.muratureoggi.com

21

REALIZZAZIONI

di circa 12 e 17 m, rispettivamente
nelle due direzioni principali. La quantit di murature resistenti allazione
sismica espressa come percentuale
dellarea di impalcato risulta di circa
2.0% e 2.6%, rispettivamente in direzione est-ovest ed in direzione nordsud, mentre per zone sismiche come
quella nel caso allo studio con ag S
0.20 g sarebbero necessari per murature ordinarie portanti a due piani,
quantit di murature intorno al 5.0%,
con riferimento ai valori riportati in
Tabella 7.8.III delle NTC 2008 (tabella
utile solo come riferimento poich
applicabile agli edifici classificati come
semplici secondo i requisiti di cui al
4.5.6.4 e 7.8.1.9 delle NTC 2008,
entro cui la costruzione in oggetto non
rientra).
A questo si aggiunge il disallineamento di alcune aperture tra piano primo e
secondo, in particolare sulle pareti di
facciata nord e sud [Fig. 8], che peggiora ulteriormente la risposta della
struttura in presenza di azioni orizzontali come quelle sismiche.

rispetto al piano primo (cercando di


allineare cio le aperture tra piano
primo e piano terra, per quanto possibile). Inoltre stata predisposta la
messa in opera dellintonaco armato
allesterno delle murature del piano

primo (costituito da materiali compositi a basso modulo elastico) sia per conferire monoliticit ed attenuare dunque le problematiche della tessitura
sopraesposte che potevano condurre a
disgregazioni locali, sia per migliorare

Fig. 6 - Danneggiamento a taglio e compressione delle murature del piano terra (sx) ed
ampiezza delle fessure a schiacciamento dei blocchi (dx).

Descrizione
degli interventi di
miglioramento sismico
Gli interventi messi in atto per rimuovere lo stato di inagibilit dovuto
allevento sismico e migliorare il livello
di sicurezza della costruzione [Fig. 9]
sono stati pensati con lobiettivo primario di conferire alla struttura un corretto comportamento globale e scatolare lavorando su due aspetti fondamentali risultati lacunosi nello stato di
fatto, ossia la qualit delle murature e
la concezione strutturale della costruzione.
Si previsto innanzitutto di realizzare
delle murature al piano terra pi resistenti e adatte ai carichi da sopportare, anche statici, e di migliorare al
tempo stesso la loro distribuzione

22

Fig. 7 - Stato di fatto: piano terra (sx) e piano primo (dx).

Fig. 8 - Stato di Fatto: prospetto nord (sx) e prospetto sud (dx).

MuratureOggi Luglio 2015 www.muratureoggi.com

il grado di connessione tra le murature


ortogonali e per ottimizzare il collegamento tra elementi esistenti e la
nuova muratura armata del piano terra
(infatti lintonaco armato con materiali compositi stato realizzato fino alla
parte alta di questultima). Infine
stato posizionato in sommit delle
murature del piano primo un collare
in fibra di carbonio con lo scopo di sopperire alla deformabilit della copertura, di contenere la tendenza al ribaltamento fuori piano delle pareti del
piano primo, oltre che di migliorare il
comportamento nel piano di pareti
forate, in quanto consente la formazione di fasce murarie soprafinestra alla
stregua di un tirante.
Le murature in blocchi di calcestruzzo
aerato autoclavato, risultate inadeguate e fortemente danneggiate dal
sisma, sono state totalmente sostituite
con pareti in muratura armata POROTON. Gli elementi resistenti adottati
per la muratura armata sono blocchi in
laterizio POROTON P800 MA prodotti
da Cis Edil (RE) di dimensioni
25x38x19 cm (lunghezza x spessore x
altezza, Fig. 10).
Questi blocchi sono caratterizzati da:
- percentuale di foratura pari al 45%
(blocco semipieno);
- i setti disposti parallelamente al
piano del muro, sono continui e
rettilinei, con interruzioni solo in
corrispondenza di fori di presa o
per lalloggiamento delle armature;

Fig. 9 - Stato di Progetto: prospetto nord (sx) e prospetto sud (dx).

resistenza a compressione media


nella direzione portante pari a 12
N/mm2;
resistenza a compressione media
nella direzione perpendicolare a
quella portante pari a 2.5 N/mm2.

Caratteristiche che li rende conformi


allimpiego in qualunque zona sismica,
dato che rispettano i requisiti di cui al
7.8.1.2 delle NTC 2008. Inoltre, in
osservanza di quanto detto dalla stessa norma al 4.5.7 e 7.8.1.2, stata
impiegata una malta a prestazione
garantita M10 disposta nei giunti orizzontali e verticali ed utilizzata anche
per il riempimento dei vani verticali in
cui trovano alloggiamento le barre di
armatura verticale.
Le barre di armatura ad aderenza
migliorata impiegate, sono ad alta duttilit tipo B450 C controllate in stabilimento e sono di diametro 16 mm per
le armature verticali e 8 mm per le
armature orizzontali.
La distribuzione delle armature verticali, riportata in Figura 11, rispetta la
richiesta di armatura minima indicata
al 4.5.7 delle NTC 2008: collocare

almeno 116 a ciascuna estremit di


ogni parete portante, ad ogni intersezione tra pareti portanti, in corrispondenza di ogni apertura e comunque ad
interasse non superiore a 4 m. In questa sede stato mantenuto un passo
di circa 1.2 m. Si verificato inoltre
che la percentuale di armatura verticale non fosse inferiore allo 0.05% n
superiore all1.0% dellarea lorda della
muratura. Larmatura orizzontale realizzata con 28 annegati nei giunti di
malta e disposti ogni altro corso di
blocchi, ad interasse dunque di 40 cm,
verificando che la percentuale di
armatura orizzontale, calcolata rispetto
allarea lorda della muratura, non fosse
inferiore allo 0.04 % n superiore allo
0.5%.
La Figura 11 mostra anche la disposizione delle murature armate resistenti
nelle due direzioni principali, che ora
raggiungono percentuali del 3.0% e
3.7%, rispettivamente in direzione estovest ed in direzione nord-sud, che si
discostano di poco (leggermente a sfavore luna ed a favore laltra) dal 3.5%
minimo richiesto per edifici semplici
realizzati in muratura armata in zone
Fig. 10 - Blocchi POROTON P800 MA P49 e
P49C prodotti da Cis
Edil e dettaglio costruttivo dangolo.

MuratureOggi Luglio 2015 www.muratureoggi.com

23

REALIZZAZIONI

con ag S 0.20g (come da Tabella


7.8.III delle NTC 2008 gi citata).
Confrontando le pareti portanti preesistenti con quelle ricostruite [Fig. 7, 8, 9
e 11], possibile osservare che si
migliorato anche il posizionamento
delle stesse in particolare sui lati corti,
quelli cio in direzione est-ovest, che
erano quelli pi vulnerabili e danneggiati. Lincremento di area resistente di
muratura avvenuto quindi attraverso
laumento dello spessore e con lottimizzazione della disposizione delle
pareti, utile questultima anche per
ribilanciare la rigidezza delle pareti in
direzione est-ovest rispetto alle masse.
La scelta inoltre del sistema costruttivo
della muratura armata consente di
raggiungere i livelli di sicurezza necessari con minori quantit di pareti resistenti rispetto alla muratura ordinaria.
Lintonaco armato stato realizzato
con una rete in fibra di vetro A.R. di
maglia 25x25 mm e grammatura 225
g/m2, caratterizzata da una resistenza
a trazione di 45 kN/m e allungamento
a rottura inferiore al 3%. La rete
stata messa in opera su matrice costituita da specifica malta minerale polimero-modificata ad elevata duttilit.
La cerchiatura in sommit stata realizzata con rete bidirezionale in fibra di
carbonio ed stata posizionata allaltezza della quota di imposta della
copertura su matrice inorganica stabilizzata. La rete ha un peso della fibra di
carbonio di 168 g/m2, con uno spessore per il calcolo della sezione di carbonio nelle due direzioni principali di
0.047 mm, mentre la fibra raggiunge
carichi di rottura a trazione di 4800
MPa con un allungamento a rottura
inferiore al 2%.
Sono state inoltre riparate le lievi fessurazioni alle tramezzature interne del
piano primo ancora posizionando la
rete in fibra di vetro allinterno degli
intonaci ed infine sono stati ripristinati
gli impianti del piano terra.

24

Fig. 11 - Stato di progetto: piano terra (sx) e relativa distribuzione delle barre di armatura
verticale per la muratura armata POROTON (dx).

Il progetto di miglioramento: analisi e verifiche


La costruzione, in virt della destinazione duso, deve avere una vita nominale di
almeno 50 anni e rientra nella classe duso II (2.4 NTC 2008), questo comporta una
probabilit di superamento nel periodo di riferimento VR = 50 anni, del 10% per lo
SLV. Il comune di San Possidonio attualmente ricadente in ex-zona sismica 3 e la
costruzione sorge su suolo di categoria C su una superficie topografica orizzontale,
ossia di categoria T1. I parametri dello spettro di risposta elastico che definiscono
lazione sismica sono stati definiti in riferimento alla Tabella 1 dellallegato B alle
NTC 2008 e sono riportati in Tabella 1. Il fattore di struttura q0 non stato impiegato in quanto trattasi di analisi non lineare (7.8.1.3 NTC 2008). La progettazione
stata svolta considerando tutte le combinazioni delle azioni sismiche e non sismiche.
La costruzione stata analizzata tramite un modello tridimensionale a macroelementi, rappresentativi dei maschi murari e delle fasce di piano, collegate tra di loro
attraverso bracci rigidi, nel quale gli orizzontamenti sono modellati con elementi
finiti superficiali con comportamento membranale e anisotropo, per tenere conto
delleventuale diversa rigidezza nelle due direzioni principali. Il modello e le relative analisi sono stati svolti con il codice di calcolo 3Muri di S.T.A. DATA [Fig. 12].
Sono stati perci costruiti due modelli il primo rappresentativo dello stato di fatto,
assumendo per le murature portanti le propriet dei materiali esistenti ed il secondo rappresentativo dello stato di progetto in cui sono state assunte le propriet
meccaniche delle nuove murature armate POROTON al piano terra e delle murature rinforzate al piano primo. Per quanto riguarda gli orizzontamenti sono rimasti
sostanzialmente invariati nei due modelli, il primo solaio stato modellato come
monodirezionale ed infinitamente rigido, mentre la copertura stata modellata
fedelmente alla condizione reale disponendo cio i profili metallici collegati dai soli
pannelli sandwich di chiusura per cogliere la deformabilit della stessa.
In particolare, per quanto riguarda le murature del modello dello stato di fatto, sono

MuratureOggi Luglio 2015 www.muratureoggi.com

stati assunti i parametri fisico meccanici dei materiali preesistenti riportati in


Tabella 2, per la muratura in blocchi di
calcestruzzo aerato autoclavato del
piano terra sono stati desunti da schede tecniche conformi con i materiali
impiegati allepoca; mentre per la
muratura in laterizio del piano primo si
assunto come riferimento la muratura in laterizio realizzata con blocchi di
foratura 45%, riportata in Tabella
C8A.2.1 della Circolare n617 del
02/07/2009, riducendone i valori del
30% in considerazione di quanto la
stessa Circolare indica di fare nel caso
ci si trovi di fronte a tessiture murarie
lacunose, come il caso in questione.
Non essendo state condotte indagini
specialistiche il livello di conoscenza
dei materiali preesistenti del fabbricato di tipo LC1 (conoscenza limitata) a
cui corrisponde un fattore di confidenza FC pari a 1.35, da applicare ai parametri di capacit ottenuti ed indicati in
Tabella 2. Inoltre possibile per gli
edifici in muratura in presenza di un
livello di conoscenza LC1 applicare
qualunque metodo di analisi per la
verifica della costruzione (Tabella
C8A.1.1 della Circolare n617 del
02/07/2009).
Gli altri materiali presenti nella costruzione sono calcestruzzo C20/25 e

ag
(g/10)

F0
(-)

T*c
(s)

SLO (TR=30 anni)

0.37

2.58

0.24

SLD (TR=50 anni)

0.46

2.52

0.27

SLV (TR=475 anni)

1.37

2.59

0.27

Stati Limite

Fig. 12 - Modello tridimensionale a macroelementi impiegato per


le analisi.

acciaio B450 per gli elementi in calcestruzzo armato e profili in acciaio S 275
per le carpenterie metalliche della
copertura. Non ci si dilunga oltre su tali
materiali, in quanto non rappresentano largomento di interesse della presente memoria, focalizzata sul ripristino e sostituzione con miglioramento
degli elementi danneggiati, ossia le
murature.

La Tabella 3 riporta i valori assunti per


le murature realizzate nello stato di
progetto: la muratura del piano terra,
come si detto, stata completamente sostituita con una pi resistente
muratura armata POROTON costituita
da blocchi prodotti da Cis Edil s.r.l. e
malta M10 utilizzata sia per lallettamento che per il riempimento dei vani
verticali ospitanti le armature verticali;

Materiale

fm
(N/cm2)

0
(N/cm2)

E
(N/mm2)

G
(N/cm2)

W
(kN/m3)

Spessore
(cm)

Muratura AAC
Piano Terra

220

19

2200

880

25

Muratura laterizio
Piano Primo

280

21

3150

945

12

25

Materiale

fm
(N/cm2)

0
(N/cm2)

E
(N/mm2)

G
(N/cm2)

W
(kN/m3)

Spessore
(cm)

590

29

4788

1915

11

38

308

23

3465

1039

12.5

25
+2

Muratura Armata
POROTON di Cis Edil
Piano Terra
Muratura laterizio
+ intonaco armato
Piano Primo

Tab. 1 - Parametri spettrali.

Tab. 2 - Propriet fisico


meccaniche delle
murature preesistenti.

Tab. 3 - Propriet fisico


meccaniche delle
murature nuove e rinforzate.

MuratureOggi Luglio 2015 www.muratureoggi.com

25

REALIZZAZIONI

e la muratura del piano primo che


stata consolidata con intonaco armato
sulla superficie esterna. La valutazione
delle propriet di questultima muratura si basata sul fatto che la realizzazione dellintonaco armato attenua
leffetto di tessitura scorretta, restituendo cos alla muratura esistente
una quota parte della capacit originaria. Tale quota parte stata stimata
come incremento del 10% delle propriet meccaniche, che risulta inferiore
e dunque a favore di sicurezza rispetto
anche al minore dei coefficienti correttivi riportati in Tabella C8A.2.2 della
Circolare n 617. Per quanto riguarda
la muratura consolidata con intonaco
armato i valori riportati in Tabella 3
sono stati poi corretti applicando il fattore di confidenza FC pari a 1.35, poich in ogni caso si parte da una stima
delle propriet della muratura esistente con livello di conoscenza LC1, come
precedentemente argomentato.
Le analisi condotte su entrambi i
modelli (stato di fatto e stato di progetto) hanno riguardato lo studio del
comportamento globale tramite analisi statiche non lineari e del comportamento locale tramite la verifica dei
cinematismi. Le analisi condotte sullo
stato di fatto hanno sostanzialmente
confermato il quadro di danno rilevato
in seguito agli eventi sismici ed hanno
messo in evidenza anche il pericolo di
ribaltamenti locali. I risultati delle analisi statiche non lineari mostrano allo
SLV una sostanziale concentrazione del
danno al piano terra, in particolare per

26



Fig. 13 - Stato di Fatto:


quadro di danno sulla
parete nord (sx) e sud
(dx) allo spostamento
ultimo dellanalisi 2
(Sisma +X, ecc.=0,
Distribuzione proporzionale al 1 modo).

Fig. 14 - Stato di Fatto:


curva di capacit dellanalisi 2 (Sisma +X,
ecc.=0, Distribuzione
proporzionale al 1
modo).















 

Fig. 15 - Stato di Fatto:


cinematismo di ribaltamento della parete
ovest.

lazione sismica in direzione est-ovest


che colpisce i lati corti pi vulnerabili
alle azioni sismiche. La maggior parte
delle analisi in direzione Y (nord-sud)
risulta non soddisfatta, mentre tutte le
analisi in direzione X (est-ovest) sono
non soddisfatte. Analizzando il quadro
di danno della parete nord e sud con
riferimento allanalisi 2 (Sisma +X,
ecc.=0, Distribuzione proporzionale al
1 modo), che risultata essere una
delle pi gravose, possibile osservare come sopraggiunga la rottura per
taglio e pressoflessione nei maschi
murari del piano terra per una capacit di spostamento ultimo di 0.68 cm,

MuratureOggi Luglio 2015 www.muratureoggi.com

molto inferiore allo spostamento


richiesto allo SLV pari a 1.85 cm [Fig.
13 e 14]. Il fattore di accelerazione
espresso come rapporto dellaccelerazione del suolo che porta al raggiungimento dello SLV e quella corrispondente al periodo di ritorno di riferimento
(nel nostro caso TR = 475 anni ossia il
10% di probabilit di superamento in
VR = 50 anni, come definito dalle NTC
2008 per lo SLV), entrambe riferite alla
categoria di sottosuolo A (come definito
nellOrdinanza
n.86
del
06/12/2012 della Regione EmiliaRomagna e precedenti documenti normativi dedicati allo studio della vulne-

rabilit dellesistente come il D.P.C.M.


9/2/2011), risulta pari a 0.4 che tra
i minimi valori ottenuti per le analisi
statiche non lineari. I risultati dellanalisi dei possibili meccanismi locali confermano il fattore di accelerazione pari
a 0.4 con la verifica del cinematismo di
ribaltamento della parete ovest [Fig.
15].
Sulla base di queste considerazioni,
oltre che dei danni rilevati con le ricognizioni post-sismiche, sono stati predisposti gli interventi di miglioramento
descritti nel precedente paragrafo, i
quali per arrivare alla completa definizione sono stati innanzitutto analizzati, come si detto, creando un modello per lo stato di progetto. Anche in
questo caso sono state condotte analisi statiche non lineari e verifiche dei
cinematismi in modo da tenere sotto
controllo sia il comportamento globale
che quello locale.
Considerando i risultati delle analisi
statiche non lineari, emerge come gli
interventi messi in opera modifichino
la risposta della costruzione, in particolare in direzione X (est-ovest), in cui se
analizziamo di nuovo lanalisi 2 emerge come si riescano ad evitare le rotture fragili a taglio e limitare il danno
al piano terreno. Rimangono in pratica
danneggiamenti a taglio e pressoflessione al piano superiore che non permettono di verificare la costruzione,
ma consentono di raggiungere un
valore del fattore di accelerazione di
circa 0.7, con capacit di spostamento
di 0.69 cm per una richiesta di sposta-



Fig. 16 - Stato di Progetto: quadro di danno


sulla parete nord e sud
allo spostamento ultimo dellanalisi 2
(Sisma +X, ecc.=0,
Distribuzione proporzionale al 1 modo).

Fig. 17 - Stato di Progetto: curva di capacit


dellanalisi 2 (Sisma
+X, ecc.=0, Distribuzione proporzionale al 1
modo).




















 



Fig. 18 - Fasi di demolizione/ricostruzione delle murature del piano terra con muratura
armata POROTON.

Fig. 19 - Parete est in muratura armata


POROTON completata.

mento di 0.98 cm, nel caso dellanalisi


considerata [Fig. 16 e 17].
Per quanto riguarda invece i cinematismi di ribaltamento, la predisposizione
dellintonaco armato che ha reso
monolitica la muratura del piano
primo (condizione questa che rappre-

senta unipotesi essenziale per lo studio dei cinematismi), insieme al collare in fibra di carbonio inserito nella
modellazione come tirante, ha consentito di eliminare completamente il
rischio di ribaltamento totale o parziale delle pareti.

MuratureOggi Luglio 2015 www.muratureoggi.com

27

REALIZZAZIONI

Messa in opera
degli interventi
a livello di cantiere
La messa in opera degli interventi
avvenuta per fasi, stabilizzando innanzitutto il piano terra per poi procedere
con gli interventi al piano primo contestualmente alla riparazione degli
impianti del piano terra e concludere
con gli interventi sulle partizioni interne e ripristino delle finiture.
La muratura armata POROTON del
piano terra stata costruita per parti,
demolendo porzioni successive della
murature in calcestruzzo aerato autoclavato esistente, in presenza dei puntelli provvisionali, eliminati una volta
conclusa la nuova muratura [Fig. 18 e
19]. Stabilizzato il piano inferiore
stato possibile accedere in sicurezza al
piano superiore e procedere con la
scalpellatura dellintonaco esterno
preparando adeguatamente la superficie per la successiva posa in opera dellintonaco armato in fibra di vetro su
specifica malta minerale polimeromodificata ad elevata duttilit e del
collare in fibra di carbonio in sommi-

t su apposita matrice inorganica stabilizzata [Fig. 20].


Alla fine degli interventi strutturali la costruzione appariva come mostra la Figura
21 e la Figura 22 mostra invece la costruzione dopo il ripristino delle finiture, a lavori completamente conclusi.

Scheda dellintervento

Oggetto

Miglioramento sismico di un fabbricato


ad uso produttivo e residenziale

Localit

San Possidonio (MO) zona sismica 3

Committente

Sig. Daniele Bianchi

Progettista e D.L.

Ing. Nicola Pongiluppi

Supporto alla progettazione

Ing. Luca Barbieri, Ing. Federico Botti

Impresa costruttrice

La Fenice, Suzzara (MN)

Anno completamento lavori

2013

Blocco impiegato

Blocchi POROTON per Muratura Armata:


P800 MA P49 e P49C sp. 38 cm

Produttore laterizi

Cis Edil, Luzzara (RE)

Caso Studio presentato al seminario RISCHIO SISMICO E PREVENZIONE


organizzato da EUCENTRE - 12 novembre 2014

Fig. 20 - Fasi di applicazione dellintonaco


armato in fibra di vetro
(sx) e del collare in
fibra di carbonio (dx).

Fig. 21 (a sx) - Fine


degli interventi di riparazione e miglioramento strutturale.
Fig. 22 (a dx) - Il fabbricato alla conclusione
dei lavori.

28

MuratureOggi Luglio 2015 www.muratureoggi.com

FILO DIRETTO

Pubblichiamo in questa rubrica quesiti tratti direttamente dal FORUM del sito www.poroton.it ed ai quali i tecnici del
Consorzio forniscono regolarmente risposta. Largomento della domanda e risposta presentata in questo numero si riferisce ad aspetti strutturali in relazione alle disposizioni del D.M. 14/01/2008 (NTC 2008).

armata
>> Muratura
Orizzontamenti e falde
Salve, vorrei avere una vostra interpretazione di un passo della normativa tecnica (NTC08) relativa agli
orizzontamenti degli edifici in
muratura armata al fine di poter
controbattere la lettura un p troppo garantista (nei confronti della
sicurezza strutturale, ovviamente)
degli uffici del genio civile: - Par.
7.8.3.1 criteri di progetto: tutte le
pareti murarie devono essere efficacemente connesse da solai tali
da costituire diaframmi rigidi,
secondo quanto specificato al par.
7.2.6 - Par. 7.2.6 terzo capoverso:
Gli orizzontamenti possono essere
considerati infinitamente rigidi nel
loro piano, a condizione che siano
realizzati in cemento armato, oppure in latero-cemento con soletta in
c.a. di almeno 40 mm di spessore,
o in struttura mista con soletta in
cemento armato di almeno 50 mm
di spessore collegata da connettori
a taglio opportunamente dimensionati agli elementi strutturali in
acciaio o in legno e purch le aperture presenti non ne riducano significativamente la rigidezza. Il paragrafo 7.2.6 contenuto nel capitolo
dedicato ai principi di modellazione
sismica e pertanto da ritenere una
indicazione e non un obbligo ma
nel momento in cui viene richiama-

30

to da un altro articolo (il 7.8.3.1),


specifico di una tipologia strutturale, deve essere rispettato!!! Il diaframma rigido di cui al par. 7.8.3.1
, notoriamente, un solaio piano ed
orizzontale, e definito costruttivamente dal par. 7.2.6, come richiamato nel secondo capoverso del
7.8.3.1. Allora, si chiede: in una
struttura in muratura armata non
sono consentiti coperture a falde, in
quanto non orizzontali, n tantomeno solai differenti da quelli descritti
nel 7.2.6?. Grazie, Fabio Grassucci

piano ed orizzontale.
Anzi, al contrario, la risposta chiara
ed inequivocabile allasserito dubbio, laddove il buon senso non fosse
sufficiente, viene fornita nel D.M.
14/01/2008 (NTC08) nel Par. 4.5.4
Organizzazione strutturale, laddove
al terzo capoverso si afferma
testualmente: Gli orizzontamenti
sono generalmente solai piani, o
con falde inclinate in copertura, che
devono assicurare, per resistenza e
rigidezza, la ripartizione delle azioni orizzontali fra i muri di controventamento.

Risposta da
Ing. Lorenzo Bari
Consorzio POROTON Italia
In
merito
allinterpretazione
garantista del genio civile da Lei
evidenziata, essa sicuramente
non corretta per quanto attiene
lipotetica (e fantasiosa) supposizione di non poter realizzare una
copertura a falde inclinate quando
si utilizzino strutture in muratura
armata.
Non infatti scritto da nessuna
parte nella norma che un diaframma rigido sia notoriamente
(come da sua citazione) un solaio

www.poroton.it

MuratureOggi Luglio 2015 www.muratureoggi.com

S-ar putea să vă placă și