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N. GA TIVE
NO
91-80252-7
MICROFILMED
1991
Funded by
the
COPYRIGHT STATEMENT
The copyright law of the United States ~ Title 17, United
States Code ~ concems the making of photocopies or other
reproductions of copyrighted material...
right to refuse to
AUTHOR:
D'ANNUNZIO, GABRIELE
TITLE:
GABRIELE
D'ANNVNZIO LETTERA
DI
PLACE:
IN
VENEZIA
DATF:
1919
...
Master Negative #
1/LlV^J CI
ST:p
CSC:?
GPC:?
REP:?
RTYP:a
ID:NYCG91-B75310
OCF:?
BLT:am
INI:?
L:ita
CP:nyu
P0:1991/1919
PC:r
ce 9668
:
MMD:
040
100 10
245 13
260
LOG
QO
Restrictions
OR:
NNC{:cNNC.
POL:
DM:
FRN:
MOD:
BIO:7
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EL:
MS:
SNR:
FIC:9
FSI:
COL:
*
ORIG.
08-20-91
on Use:
DATE
FILMED:
HLMEDBY: RESEARCH
ATC:
CON::???
ILC::????
EML:
D'Annunzio, Gabriele.
Gabriele O'Annvnzio Lettera Ai Dalmatit^h[ microform]In Venezia, i:bA. V.,}:cl919.
Di
^__
ILLAi
INITIALS
E-f?
WOOPHrH^^t-
NYCG-NS
Acquisitions
NYCG91-B75310
FUL/BIB
BKS/PROD Books
- Record added today
Record 1 of
AD:08-20-91
UD:08-20-91
MEI:?
GEN:
II:?
BSE:
Management
1 1
301/587-8202
Centimeter
12
10
iliiiiliiiiliiiiliiiilmiliiiili
mimjhnmn^^
miiiiiiiiiiiimniiii imiliiiiliiiiliiiiliiiiliiii
TTT
TTT
11
iiiiliiiiliiiiliii
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1.4
1.6
BY fiPPLIED IMPGE,
INC.
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t: A S A
1 ^
A \ A
ttM.VMBlX \\IVtRSITY
l
I
THL
.IT>
OP Wtt% VUBM
>
DI
GABRIELE D'ANNVNZIO
LETTERA Al DALMATI
IN VENEZIA. A. V.
MCMXIX
>
LETTERA
Al
DALMATI
f]
^1
DI
GABRIELE D'ANNVNZIO
LETTERA Al DALMATI
(^
IN VENEZIA. A. V.
MCMXIX.
"o
S7
A ERCOLANO
E
A GIOVANNI
SALUTE.
,.
^,.,
.^JJ
SALVI
LUBIN
VNDIQVE FIDVS
VNDIQVE FIRMVS.
Amici,
a parlare
gadi,
del
vostre
adont
alla
la
citt
deluse,
si
piccola
quella
solita
delusione
io
aveva
passione
tratto
ad
oratore assente
anteporsi
r assente
Italia.
affron-
acqua
si
non
che
gente
pericoli dell*
1*
delle
meravigli e
curiosit teatrale.
per
venuto
costanza di Venezia
diceste
carit di patria
la
nella
voi
tare in piazza
ma
essere
lion
altrieri
quando
povera
la
la
alta
sua
parve
fratelli
per
LKTTKRA
DALMATI
AI
LETTERA
DALMATI
AI
l
Della mia ripugnanza a seimonare
una radunata
parlato
volte
ed esser
debbo
remissione
l'
mal
mentre
indifferenza,
colmo.
nel suo
presi
oggi trattare
nostra
che
altro
Che
compresi
La
ed
rata
denti,
con
lenti
con
e senza
del
che e
la
regno,
la pi
mia pelle
dura,
era
volte pi dura.
posso scegliere
E
il
meglio
la
Quarto, quando
ci
la
armavamo per
me
senza
pu con-
la
massima,
della guerra
oggi
che
mio mezzo
sette
mai
il
mazia appartenesse
divino e
il
modo che
lont dell*
amici.
Mi
diede
IO
figure
nostre
come
*'
la
il
mete
Dal-
per diritto
uomo che
terrestri
in
tal
stirpe vi riconosca
sorte
la
le
moltiplica la bellezza
monumenti delle
pi ardue speranze.
Ve
ne
ricordate ?
Il
15
di set-
del
sapete,
le
Francia e
la
ali* Italia
ciascuna
scolpitamente
io
mio
umano
quale foggia
toria,
lo
salvare
momento.
Voi
in
com-
silenzii,
di maggio,
Il
sien
lenti,
Se prima
denti e
compresa
lorda.
ne ricordate
gli
folta.
Ve
la
illetterata,
applausi e
finita
non
miei
San
non
loro, io
Con ben
ma
partito innanzi
giustificarmi.
tutina, nel
lastra
quando
Leone
di
di
voi
mi donaste
Curzola
marmo verde
Palazzo di
infissa
11
vit-
imagine
in
una
proveniente dal
Diocleziano
l'
in
Spalato, io
LETTERA
DALMATI
AI
quell' attestazione
rievocai
LETTERA
e dissi che
dono per me
il
vamo
giurato
E
un
patto di guerra.
il
di
me
con
io feci e
atto
vangelo
di quel
ri-
divozione
il
quel
in
attira
davanti
;
domina
all'
dove
DALMATI
mi ritrovavo
evento,
Dalmazia
riattestare
il
Chi aveva
riaperto
uomo
una
Nella mano di
intristita ?
pi grande
un
mazia
davanti
ali*
altare di
Zara
davanti
all'
altare di
Sebenico
di Spalato
davanti
ali*
altare
davanti
all'
altare di
Tra
Ragusa
all'
altare di
davanti
all'
altare di Cattaro
davanti
all'
altare di Perasto,
il
Carpaccio.
dov'
litorale
delle
altari
latini
isole,
dove
la
sul
leggo
sgraffiato dall'
se
gli
Ma
apostoli
c'era
la
il
non
ora
Non
San Giorgio,
era pi San
pi
Non
e'
Non
ma
e'
e erano
Orto.
nell'
e T angoscia di
solitudine
era la solitudine
della
vostra.
il
unghia del
nessuno.
suo leone.
Cristo vegliante,
nostra
innanzi
c'era
ad doi mentati
del
la
primo,
e' era
suo cavallo.
sato
il
mare.
piccolo
l'
oratorio
dei
Leone.
Ed
il
forza
le
Non
Gerolamo, e
gli
tutti
Non
c'erano neanche
republicano ba-
gonfalone
giunto
dell'officio.
davanti
sepolto
Ero
umile
santa
porta
la
presso la riva
che
interiore
fatalit
l'
diritto divino.
fedeli fecero
pura,
da quella
gnato
tutta
Al
ecco
che
l'
12
altrieri,
accompa-
ove
sia
13
LETTERA
LETTERA
AI
E
dello
splendore partito.
sopra
e serrato, sotto la
di
un che
parso,
nudo e
era
solo,
Ma
come un
sotto
gli
porta,
il
le
potenze
con davanti un
libro aperto
Ma
vedevano
fanti
si
dissetavano
diversa
lo spirito leggeva una lettera
14
capo scoperto.
e non
somigliava
a quelli che
e trincee con-
color
di
dissenteria
che avevo
a mezza gamba, a quelli
Chiesa di
nella
sopra la paglia
veduti
Doberd
coricati presso
luogo
dei
chiati
gli
l'
altare
arredi stavano
sacri
dove
ammuc-
morti.
elmetti e le scarpe dei
11
per
rosso
me
in
quel
dell' unica
avvolto
e rimase immobile
le braccia.
belletta
nella
e nella pa-
reminiscaris....
aperse.
talvolta
del Carso, a quelli che
e con
bora
la
con
soltanto
ai
fino
invisibili.
C era un
l'inferriata,
si
fitti
povero
un
in
s'
fante,
Adriatico,
lo scirocco dell'
cos
dare tanto sangue. Tanta anima m
AdridelP
amaro
V
Tutto
spazio
poco
annega ?
atico non nel sorso di chi s*
non
porta
la
un giorno, davanti a
il
quando
un sentimento
un* anima che
d'
pieno
Era
limite.
senza
non limitavano le mura. Combattendo
meravigliammo
ciborio ebbero
Entr
al-
ci
il
luce
trieri,
DALMATI
Al
DALMATI
soffitto,
eucaristico
punto.
lampada,
principiava
dal
vetro
sospesa
sangue luminoso.
15
al
il
Di
LETTERA
DALMATI
LETTERA
AI
esso era
vestito
gli
paramenti ricchi
Ma
uno
il
dai canonici
rito
svolse.
si
non
messi
furono
di voi,
il
messo
di Trai, piano,
secco, su
Ma
ritenni se
"
Mea
culpa.
parole,
io
mea
culpa,
11
,,
di terraferma.
la porta
sopra tutte le
culpa,
non
Italia.
mea maxima
Voi
eravate
negli occhi.
confermato.
Il
11
pallidi,
con
un
velo
senza
nome
tente mallevadore.
gli
il
pi po-
Devoto come
lui,
io
mati,
come
nella
chiesa
16
di
1*
superstiti,
arredo.
Ma
lo
gravavano
scrostati,
grigi
come
la
V un
forati,
macero di sudore,
intriso di
ammacV
su
altro,
cuoio dentro
col
cenere,
elmetti e
gli
elmetti
gli
sangue
le
ai
per
dai
tirarle
e furono
rotti
piedi freddi
;
legccioli
allineati su
le spoglie
del capo
E, come
gli
altari
chio
e*
il
di
su
quelF
Dalmazia era
peso del
erano anche
le
lor volta.
su
tutti
lo stesso
muc-
altare,
sacrifizio
spoglie
cruento.
di Francesco
1^
diveniva
divenute
muri
e nell* avvenire.
passato
presente nel
lungo
ri-
che mi
quelle
nelle
battaglia
come
Primate e
il
DALMATI
AI
Dal-
Doberd,
nell'offerta
italiana al
Dio
giusto.
17
in vista
LETTERA
zione,
le
Tragedia abbattute o
Chi
tua
della
ascese
fermamente
!*
ascendi
il
settembre
Chi
come
calvario
il
era
suo grande
soffio,
il
l*
altrieri,
C era
C era
sua figura
soltanto la
lito.
il
il
suo pro-
vostro ane-
vene una pi
oratorio
alta.
L'
altrieri
nel vecchio
18
di
dissenso, di
da ogni errore
io
me
in
un pegno che
con
me
ripetono
la
per
combattuto
hanno
che
lutti quelli
non pu essere
ritolto ai
dal vinto.
vincitore
tra
sacrazione,
pu
bestia non
La promessa
da ogni
di l
da ogni inganno, di
Io e
la
La
prevarr.
tu
e* era
e'
Non
prevalere.
Non
pi diritto che la
tua
della
Ercolano
terra,
DALMATI
distrutte.
anni gloriosamente
imagini
AI
di volont
un ardore
v'
tutte
fra
LETTERA
DALMATI
AI
quel pegno
il
per
battuto
nemico, posto
posto
tra
posto
consentito,
noi
tra noi
1'
tra noi
Austriaco,
queir accozzaglia
di
libert
sotto
il
con
le
sola passione
nome
un
vecchio
con
ceffo
quanto
la nostra
riacquistammo e vogliamo
tenere in perpetuo.
19
LETTERA
per
dico,
Io
il
combattenti
port in tutto
la
sabbie e
erano
quando
che
come Andrea
eroe puro
e'
Bafile
un
ne pren-
prima
credeva di comu-
Che
ragone delle
Chi
miracolo
al
volont eroiche
diritte
dei
di
porto.
il
Premuda,
s'
toria.
Spingeva
la guerra.
spirito di vit-
la
mete sempre pi
le
lontano.
tarono
che
sedentarii
non
era
e corsero al riparo,
menomazione
non
se
poretto,
Chi oper
impadron
il
di
la
20
Faceva
il
uno
di noi portava in s
Risano e Perasto
Dal
pa-
V inferno di Pola,
sfid
Italia
riempire
Londra.
di
cie sempre.
stra,
Chi
Quamaro
il
volle
sero
Patto
lacuna del
tutto Tarcipelago.
Ir
la
viol
Buccari,
di
nella notte
DALMATI
AI
Chi
aspetta.
ci
di Trieste.
stagg per
segreti
paura intempestiva
di noi
tra
trattati laboriosi
sando
hanno
valore
fiacca e della
labirinto di Cattaro.
del
nascosto seno
11
che
d' oriente,
latina
Io dico
nostro
del
stilla
la corrente
simo sangue
LETTERA
DALMATI
AI
"
la
Anche
la
non
si
smarrirono. Dis-
dodicesima.
dici volte
fedeli
Italia
Ed
era vero.
aveva vinto
dodicesima vinceva s
il
Un-
nemico,
stessa.
interprete.
alla
la
lode del
suo
pane
primo
quattordicesima
21
fu
LEFTERA
la
esemplare e sovrana,
vittoria
che scindeva
tronchi
LETTERA
DALMATI
AI
cuneo
il
di
convulsi
crollo d*
il
dispersione
la
Roma
una men-
Pabbattimento di un
la
la
zogna formidabile
nace
fu
pi te-
una mostruosa
di
L' halia
doveva dire
vincitrice,
emuli
agli
tuttora in armi
"
sacrifizio.
Volete pesarlo
non
d'esser pesato.
vittoria.
patto.
non
Volete misurarla
Se questo
ecco
ho combattuto
pel
sola,
fatto le
volte.
E
il
Ma
la
mia
supera la
il
vecchio
sola,
diritto,
mio
di-
pel quale
mie forze e
il
mio coraggio
ri-
tre
nettamente,
disciplina,
mio
Bebie e dalle Alpi Dinariche, che contile Alpi Giulie. Tutta quella banda
nuano
origine
di paese, che fu costantemente di
appartiene.
mi
italiane,
di essenza
Le
dire V halia
composta
compatta nella
22
vinci-
nella
sua
usurpatori vinti
Invece
mio
V amore
Ecco
assorbito dal
mio
Questo doveva
tnce,
Ma
il
importa.
Ed
ritto.
Ecco
come supera
misura,
vostra
11
fortunati e le
compagine.
soffre
confine a oriente
"
conferme.
sue
nelle
concisa
DALMATI
Al
sua
volont,
non contano.
uno spettacolo
assistiamo a
biamo
ab-
noi che
vittoria,
pe-
tesa .
bitro.
Celebriamo
il
Mettiamo
le
mani
di
Roma
Ma,
se
graziosa la
oro
ristampata in
la
perch trascurammo
23
tra
Lupa
massiccio.
potest uni-
denti di
trentadue
di
un
filo-
di ridorare
in
LETTERA
Marco Aurelio
di
lauro e
Ma
ucciso
civiche,
eque-
offre
al
che
visitante
di
di
*'
quel
cittadino oggi
temibili
Patria perplessa
egualmente
r interno.
lo
abbiamo incalzato
Abbiamo
alle reni,
lo
vinto
il
V estemo
nemico estemo,
con
la
baionetta
abbiamo svergognato e
sfatto.
Ed
ecco
viso
suo
razzamaglia
si
risorge,
ci
di-
sputa in
ir-
24
anima, a
una
eh'
ebbe
feroci
villani
commerciando
almeno
dosso.
scrosciante
la
spazzare
dovesse
togliergli
vini adulterati
ingenui.
clienti
Pareva che
pi
ride,
dolorosa car-
pi
nostra
la
sacrificare
e truffando
capestro prussiano
il
do entr un pessimo
ignobili,
arricchitosi
pernicioso
,,
dissensioni
fratelli
DALMATI
Al
glia a
ta.
atto a purificare
brone
la statua
il
grandezza.
avere
LETTERA
Il
di stirpe veneta
il
DALMATI
gloria
stre
AI
nemico
il
rompergli
fiato
il
vittoria
interno
il
di pri-
ha
la cera
prima odioso
ma,
pi
dell'
omicciuolo
di
confessore
dei
tali,
confida
suoi
Ada
dabbene,
nuovi
gazzette
alle
si
principii
dichiara
immor-
forestiere
parla un linguaggio
apostoli,
che per
reggia
Moneta
Cos r
del Vodice,
Piave, r
Teodor*
buon anima.
Italia
l'
Italia
del
Italia
San
del
di
Premuda
25
Michele e
Grappa e
e
del
di Pola,
LETTERA
Al
paziente ed eroica,
Italia
LETTERA
DALMATI
Italia
terra sazia,
del
Italia
pi
grande
guidano,
la
che
ricurvata in quella
vorace,
tanto
non
fu
delle
mai
il
tanto
non
stirpi
fu
delle
selvaggio,
si
la
sprofonda
di fraternit
che
tiamo
scabri e allude
hies.
Cos
La
smessa
la
all'
fame.
parlano
il
abnegazione
Improba
il
denti
la
di
sotto
bene
vittime,
essersi
altrui.
sembra aver
26
il
'*
quella
umanit
il
Celta
esercitata
essi
belluina,
mascella
senza misura
Anche
tra-
virt
oggi,
suoi ferri
r orgoglio
di
sua porzione
la
dopo
27
tanto patire, la
stirpe
e divorano insaziabilmente.
poi
nella nostra carne viva e di tagliarsi
ventris ra-
saziata
leva.
tanto
prodigio.
egli
con
dopo
si
offerta,
che
sen-
sacrifzii,
peso mor-
il
vasta sar V
carnaio
.
terra,
ingrassata
nuovi
la
Hanno
Anche quando
di
il
anima
pi alto sar
Alludeva
Al-
penso
fermenti su-
Quanto pi
rivali siciliani.
uo-
spazii mistici
Dove
Dove
si
'*
stragi,
gli
nascono
tale,
guerra prepara
dissolve, quivi
blimi.
brame
dramma
il
ali*
nel principio:
contrasto
lupo
sia
Ma
il
pura
sue
delle
e pi
forte
trieri
DALMATI
inginocchiarsi,
AI
La
trionfano
forza che
^J^^-'s^ss^'--^
"1
LETTERA
ha sanguinato
LETTERA
DALMATI
AI
pi temibile.
la
che
Non
ricucire
gli
La
r uomo non
alla
scuotere
sopra
capo e
il
non
se
pi lupo
sia
non
ali*
uomo,
la
denza
popolo della
pi risoluti e
premurosamente
inebriato
tutti
suoi
sue fan-
le
per
sopravvan-
da
parte
popolo
minata appena
gue,
dei
la
cinque
sua
e noi ci
28
bisogna
di
serriamo di
dunque
KW)
air Austriaco
le
pru-
la
mortificazione,
la
mani sudaticce
sotterranei
di
museo
seimila cannoni
paesani,
gli
quali
In
appartati
scapito
dei
ultimi cinquecentomila
pri-
ingrassiamo
porcili
noi,
sciamo
quali
noi
sono
quali
pasti,
asili
inaccessibili
cimiteri
abbandonati
pi
del
belli
sen2a
nostri
mondo
dissecchiamo
luce
la-
morti,
In
i
ter-
san-
pi possa
tolti
che
frega
nuova ricchezza.
modestia
la
rinunzia
In quali cupi
pi spediti; e noi
facciamo
ci
predica
tutte
rivincita,
passo
il
ci
la
si
accelera
i
af-
Chi
non
pennacchi, riaccorda
zare
ter-
Quando
fare,
il
Io splen-
incessante.
lotta
stellata
,,?
essere leonessa.
alla
aver condotto a
di
mine r ottimo e
la
intorno
bandiera
della
non nasconde
fari,
civilt
della
nazione
noi
fine
blime insania
dore
popolo
Il
Dobbiamo
la cintura
nostra sobriet.
squarci.
gemere senza
punto
altro
DALMATI
AI
qual-
nostri invalidi,
tare se
che non
si
Perch,
fra
lasciarono pofrutto ?
tanti cialtroni
29
e ciarloni
*,~- *
LETTERA
LEFTKRA AI DALMATI
che ingombrano
**
ziosi
E
sta
e le piazze,
le vie
facitori della
Parola
r annunziammo.
" facitori
1
gallica ?
la Parola d*
britannica ?
parlare
stelligera ?
tale
Miserare nostri.
Ebbene,
ripetere
Basta
no.
Se
vecchio
,,
poeta
scritta
storia
terrestre
umana
pu
non
Calatafmi
Fra
if
Italia
delle nazioni
e vittoriosa
vittoriosa, la
sola
che
le
Abbiamo
grande
Italia.
su
vittoriosa
nemico
sul
pi vittoriosa
la
stessa
che
quel
avr
nelle
pace romana,
Vogliamo
per
1*
la
pi
Italia
pi
per
la
30
sua
lo
apparizione
di
cabile a sollevarsi
ripetere
il
Quel che
domandato
in-
della
nella
di
il
sul
fu
da
nuovo da
infati-
suo travaglio
suo
bocca
appresta V Operaia
percuota in tutta
convenga.
combattuto
si
dare
antico
di
acquistare,
sublime
non
ti
L*
splendore
affermazione
Rinascimento.
il
oggi
Milazzo.
lo
sopra un culmine
Ma
sia
orgogliosa,
pi
la
superba
giovasse
un
di
Ah
sto...
eguaglia
la
sape-
,,
quale
pi luminosa del
la
materno,
della primavera
grido
senz'armi, T abusato "
il
Italia
che non
Parola
fosse
noi
quale
alfine
della
quale
vano e sanno
Pax
Pax
Pax
L'attendiamo
ideale.
silen-
non passano ?
,,
DALMATI
AI
si ri-
conca mediterranea
detto,
quel
che fu
empito della
vittoria.
-- 31
'
LETTERA
Vogliamo
il
AI
DALMATI
istituito
per
la
LETTERA Al^DALMATI
nazione
Non
inevitabilit
della
nostra
dobbiamo oggi
tante
avver-
alla
grandezza
sioni ?
r esperienza,
Affermiamola, esaltiamola. L*
Ci balzava
cuore
il
Italia
qual
creatrice
nucleo
fondo
inesausto
fosse nella
di
nostra
energie latente
di
sasse a
vero insuperabili
vi
si
Pi
su
qual
addenvita
la
al
dair
cuore
ci
esulta,
somma
di
sforzi
il
la
Italia
ereditarii
le
sorti
d*
un paese
falsi
lusioni,
comunali
libert
si
che
ridico
10
biade
di
Solstizio
sempre
metodi
ma
for-
scolastici
32
che
in cui fiori
la
scienza
non fondata
e su puerili
su la realt viva, su
stino.
eroi,
tra
fra
s'infiamm
la
mare e
il
tutte
le
Madre
questa
questa
vi-
l*
alpe,
genitrici
il
di
del
guerriera
il-
pi
tristi
ma non
mere
ad onta della
su
statuali,
servaggio straniero
se
istinti
guidano
uomini
nostri
11
dei suoi
studio
e delle loro
istituti
ha pur
grembo
pi fecondo.
oggi
consideriamo
si
caduta delle
la
potenza
terra,
perpetuamente
ristorare
pur
senti-
consunta.
quell* acuto
costituirono
talvolta,
quando
nita
su
vamo
SU
errori
distruggere
il
dissi nel
*'
trover
8*
grandi
la
lei
versa e incandescente
in lei
quel
lotta
confuse. Soltanto in
fatti,
suo de-
suo genio.
il
potranno oppri-
conii
della
33
di-
nuova
vita
perfetti.
imprimeranno vive
stirpi
materia
Soltanto
ancora una
LETTERA
volta
forme ideali
le
che
DALMATI
AI
ed
LETTERA
Quel che
tando e avanzando in
e provando tutte
le
tutte
lot-
direzioni
Roma
rischi
com-
ossi,
non
convergere
umano
natura nell'
spirito
ella
ancora
quali
continuo
di
alla
affronteremo
in ciascuna
della vittoria.
tere.
dato
si
oggi
la vita,
ancor
rammaric
gettare
non averle
di
rallegra di potere
si
battaglia
nella
Non
gli
lo e
pi
essere
mano
di
italiani
una
Italia
ram-
Wilson e amputata
34
dnti.
dopo cento
nunzio
lanime
perch
sopruso.
landino
in
il
di
nostra
all'
an-
podest pusil-
suo
mostrava di acconciarsi
suoi
pampini
perpetuo,
la
inghir-
suoi peschi e
suoi mandorli le
cipio
la
sollev tutta
si
uccise
veneta per
che,
congiura
nazionale
vorremmo
sar neces-
nuova
il
resta.
non
al
quanto
Se
la
possibile
vent'anni,
battuto.
"Non
baratti,
bilance
false
le
sario,
offrir
le
dovranno mirare
quali
zate
di
banchi! Spez-
della
come esemplari ai
dovranno confrontarsi, come segni
una volta
ai
tozzi,
Bastai Rovesciate
truffe.
plessi per
popolo
gridato al
fu
in
forze in tutti
le
DALMATI
uomini
agli
sviluppano freneticamente
si
AI
secoli dei
passisca giammai.
35
secoli
non ap-
LETTERA
LETTERA
DALMATI
AI
cordo
susciti in voi
dei vostri
Dalmazia
fratelli
ciascuna
in
foca
come ciascuno
e so
Tanto
ri-
questo
di
ricordo istriano.
Come
di
col favore
tentarono di frodarci
Pola
in
la
abbandona
la
Le
Un
sua
come
vuole
aiutarvi
per
Ma
Italiana-
far
vomito funebre
di questa
gente
ve
n'
amicizia
io,
An-
'v
vinetto,
dalla
la
offersi,
la
mia
fin
alla
vostra
da quando,
gio-
fui
faccia
nea come
austriaco.
convenienza
ogni
causa che
di Trai a
la diletta
me
delle
consangui-
mie
sorelle
mia madre.
lasciata nella casa chiara di
eguale,
in questo sono il vostro
di l dal-
Scongiuriamo
ogni
oggi pronto a sacrificare ogni amore
V abbondante
de-
luogo
Loggia dei
dell* avvoltoio
il
latina
drea Alessi,
N, quando giunge
sciagura fraterna.
lascia la
chiama
si
morire
da
Esorcizziamolo.
volle
mone
terra
non
cavalli assenti,
fa-
costa e le isole ?
nostra
modo
questo dolore
anche
or cento vent'anni.
Schiavi misti
gli
San Marco
ricordarsi
occulto o palese
sia
citt della
DALMATI
il
collera.
la
AI
36 ~il
37
LETTERA
come
mi
1*
fra
altrieri
DALMATI
un
altare e
LKTTKRA
una porta
1'
sentii
AI
il
Mi
con un
che
voi sapete
Or
Cos
che non
che mi
piaga
italiano questa
fio
deve
disperdere
dell' adulazione,
un popolo
mio
per
sollevare
Chi
vive,
gli
vi
tradisce,
mano
al
voi
siete
uomini sanguinano,
le pietre
tosa.
creature
Se
mitti
mai
38
Vi
re-
Vi
di
'
e a perire.
orrore
schiavi.
Vuol coronare
il
. Delitto
del
inespiabile.
purifcario,
Fro.
i^
Uccide
nessuno degli
che
'insigne
vinto,
voi e la speranza.
quella
sun mirto a
vi
senza scampo.
Uccide
in voi
rendono
il
terraferma
r anima.
vi rinnega,
servire
spinge in un
che
di
Vi
condanna a
Ca-
in vista del
cancellatore e al carnefice.
fa schiavi
sa
un ospite
la violenza
Italiano
dunque
Chi
T intrepidit di
Or
solitario
come
sof-
dietro
alato.
in
stello a
cora vincere.
vi
**
della mendicit e
Legati
vittorioso
na
medicata se non
essere
le larve
Capi e dietro
un luogo
brucia e
in furia,
Leone
in
verso Castelnuovo per essere sbarcato
io
il
messo
lurido,
croato
sorpreso,
gli
risoluta e aperta.
una unanimit
Italiani, in
Cos potessi
tutti
le
ferraccio scarpello
leale fu
questa promessa.
il
veneto,
lenzioso.
s'arrampic su per
si-
DALMATI
Al
Non
vale nes-
neppure quello
Quando
39
uo-
uccise
il
probo e
LETTERA
LETTERA
DALMATI
Al
che
ramoscello
come
dissecc
si
Seguitando
per entrare
fratricidio fu
il
con voi
il
di
fico
si
forse
DALMATI
mia vocazione,
non
dir che
fu scritta su
Giuda.
la
AI
io
la
io sar
solo.
vittoria
d' Italia
V acqua.
Dalla Dominante,
custode del Fro e del Palatino
11
in cui
Giacomo
augusto,
croll
il
volle caricare
il
in
una pea-
mezzo mare
asservito* e nel
anelli
gitt
che andasse a
rico solenne,
il
ca-
ritrovar
gli
Dalmati
compia
- e
V ingiustizia
se
fedeli,
nostro
il
r ombra imminente
voi caricherete
rottami
coi
anche
vi
voi nel
amore disperato
a picco, voi e
profondo
ribaditi
delle
imbarcherete con
gloriose,
uscirete
le
e vi
lascerete
reliquie,
liberi tra
40
le
pietre
essi
nostri morti,
ma uomini
si
Dio ne disperda
vostre barche
nel
andare
per ritrovare
non pi
uomini
servi
liberi.
1919,
Il
MEMORABILE.
Quando
I!
virili
il
vessillo di
nostri
fioi,
**
Sa-
storia del
la
V Europa, che
altare,
:
degnamente sostenudo
ha
onorandolo co*
fino
Veneto Gonfalon,
del
sto atto
solene, e depo-
ha chiama
quelli della
nostre
l'
la nostra
ha sempre custodo
per tutto dove ne
terra,
Per
377 anni
le
nostro
sangue,
le
Religion.
sostanze,
el
sempre per
ti,
^,
43
ti
n*
ha
visto
scampar,
nissun con
o paurosi
n*
ti
ha visto
,,
eletti
San Marco
tutti
quin-
a custodire lo stendardo
di
capitana furono
su la nave
Dalmati di Perasto.
Dei quindici
armi
vinti
in
pugno,
Sebastiano
otto morirono
sotto
Venier,
con
sacri occhi
difendendo
le
di
in-
u
t
f
^-^
>
"iig^r-isSii*
- ^f^^
^^
A CURA DELLE
'TRENTO
TRIESTE.. E
ASSOCIAZIONI
-DANTE
ALIGHIERI..
GAYLAMOUNTJ
PAM PHLET BINP
Syracuse,
Stockton,
S7
1010669329
f EB i
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