Documente Academic
Documente Profesional
Documente Cultură
Culturali
Il sistema di catalogazione regionale e il territorio della nuova provincia
etnoantropologico di Milano
Il patrimonio storico-artistico
INTRODUZIONE
La VII
settimana della Cultura promossa dal Ministero per i Beni Culturali ha inteso
unire sotto il tema LItalia arte. Per Tutti, una serie di iniziative mirate a sottolineare
una delle pi spiccate particolarit del nostro paese, un patrimonio storico-artistico tanto
ricco quanto diffuso.
In stretta coerenza con tale tematica, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per
il Paesaggio della Lombardia Occidentale e la Provincia di Milano, Assessorato
allAttuazione della Provincia di Monza e Brianza e Assessorato alla Cultura, hanno
inteso realizzare un convegno-laboratorio che si posto come obiettivo primario quello
della conoscenza del patrimonio culturale di cui caratterizzata la futura Provincia,
primo e fondamentale passo per salvaguardarne e valorizzarne nel dovuto modo i valori.
Lincontro dal titolo I beni Culturali della nuova Provincia di Monza e Brianza. La
conoscenza, che ha visto la partecipazione di gran parte degli Assessori alla Cultura dei
Comuni costituenti la futura realt amministrativa, si svolto il 20 maggio 2005 presso la
Sala Riunioni della Provincia di Milano ed ha voluto essere un primo importante momento
di confronto e dibattito sul tema ben pi ampio delle problematiche legate alla
conservazione e gestione del patrimonio maggiormente a rischio che verr sviluppato in
successivi Workshop.
di Monza, io vivo la responsabilit di una Villa Reale che ancora lacerata, che non ha ancora una
prospettiva. Stiamo cercando di costruirla con la Regione. Certamente, non un percorso facile.
Abbiamo allinterno del Parco, ville e cascine degradate. E mancato un piano, un progetto, un
programma di ampio respiro. quello che dobbiamo cercare di costruire insieme. Credo che questa
nuova Provincia di Monza e della Brianza non sia un fatto puramente burocratico/istituzionale, ma
debba diventare sempre pi un fatto di sistema per cui i Comuni, insieme, possano lavorare per
raggiungere obiettivi forti, condivisi e per superare situazioni di stallo allinterno delle quali si trova
anche, come emergenza fondamentale, quella relativa ai beni culturali.
Quindi, con molto piacere parteciper a questo convegno. Credo che questo incontro di oggi
debba poi allargarsi, coinvolgere tutte le strutture dirigenziali dei Comuni in modo che si
faccia sistema, si metta in comune una banca dati e si possa, quindi, lavorare anche su tutte
le progettualit che le singole Amministrazioni hanno in corso. Io so di Amministrazioni che
non sanno a cosa destinare immobili di altissimo valore storico e architettonico che
rimangono l abbandonati e, quindi, con la possibilit solo di essere guardati, ma di non
essere utilizzati. Il passaggio necessario, anche dal punto di vista culturale, questo: non si
pu parlare di pura conservazione se non si parla anche di riuso. fondamentale che queste
strutture vengano rivissute, vengano riutilizzate per i bisogni delloggi, della societ
contemporanea, delle nostre comunit e che, quindi, non ci si debba pi accontentare del
concetto del museo di s stesso, per cui un immobile autocelebrativo, rappresenta s stesso
e la sua storia. Credo, invece, che qualsiasi patrimonio del passato debba essere
reinterpretato e debba essere rivissuto secondo la cultura delloggi, nel rispetto, chiaramente,
della sua impostazione e delle sue valenze storico/architettoniche. E credo che debba essere
riutilizzato per diventare uno strumento delloggi proiettato sempre pi verso il futuro. Io mi
riconosco in questa corrente culturale e spero che lincontro di oggi serva anche ad iniziare
un ragionamento su questo tema cos importante.
La nostra Brianza, infatti, pu essere considerata come un museo diffuso, dove anche i piccoli
centri e i paesi contribuiscono a creare la vera ricchezza del territorio. Un valore che dato non solo
dal pregio degli edifici, ma anche dalla capacit di aggregazione che nel tempo sono riusciti a
mantenere e a consolidare attorno a s.
Il patrimonio culturale della Brianza rappresenta un quota significativa di quello generale della
Provincia di Milano: circa il 30% delle ville, palazzi storici, monumenti, chiese, sono dislocati sul
nostro territorio. La ragione semplice, considerando che nel corso dei secoli la Brianza pi di
ogni altra area della Provincia stata prescelta dalle grandi casate e famiglie quale luogo
privilegiato di residenza. Gli edifici rimasti oggi sono i segni tangibili di questa storia e hanno
contribuito a punteggiare il nostro territorio con le testimonianze che ancora abbiamo sotto gli
occhi.
E senza dubbio un patrimonio prezioso, talvolta di grande qualit, come ci illustreranno i relatori
della mattinata: un patrimonio che chiede e merita di essere tutelato, valorizzato, ma prima di tutto
ri-scoperto e conosciuto a fondo.
Questo il senso dellincontro di oggi e del coinvolgimento attivo dei 50 comuni brianzoli: tutela e
sviluppo del patrimonio culturale sono certamente gli elementi base da cui partire per costruire
unidentit riconoscibile e condivisa della Brianza e della nuova Provincia che in cantiere e di cui
stiamo consolidando le fondamenta
I beni culturali sono beni mobili, immobili, pubblici e privati, archeologici, archivistici ed
ecclesiastici e tanto altro ancora: questa la vera dote patrimoniale della Brianza, che cerchiamo
insieme a tutti gli attori convolti - di conoscere, riconoscere e valorizzare.
Il prossimo passo su questa strada quello di contribuire insieme ai Comuni ad individuare le
priorit e gli indirizzi per definire la destinazione duso degli edifici, anche per meglio distribuire le
diverse funzioni sul territorio: sale espositive, convegni, strutture alberghiere devono infatti trovare
una corretta distribuzione e organizzazione, come tasselli di un solo quadro.
Levoluzione naturale di questo lavoro progettare una rete culturale avanzata che sia il network di
collegamento della Brianza, per facilitare un cammino di crescita comune anche con lo scopo di
presentare unofferta culturale che sappia riconoscere nei percorsi tematici i filoni su cui lavorare
e impostare una progettualit condivisa.
che promuove le
Innanzitutto
Vi
porto
il
saluto
dellAssessore
Daniela
Benelli,
che
una
zona
della
salubrit
della
bellezza
naturalistica.
Infatti
il
nostro
territorio
metropolitano diviso in due fasce: quella a Sud, acquitrinosa e malsana, dove sorgevano
solo fortificazioni, monasteri e abbazie, e quella a Nord, dei corsi dacqua navigabili e
cristallini della salubrit e delle residenze di delizia. Quasi il 36% dei beni architettonici
residenziali, la tipologia delle ville di delizia, o ville di piacere, sono insediate nella nuova
Provincia di Monza e Brianza: infatti, secondo i dati in nostro possesso, sono ben 776 su
2.200 di tutta la Provincia di Milano.
Quando facemmo questo censimento, dividemmo in sei categorie tutto il patrimonio che
andavamo catalogando. In questa provincia sono infatti presenti in modo significativo
larchitettura civile, larchitettura della produzione, larchitettura militare, larchitettura
religiosa, i beni ambientali e paesaggistici, i beni archeologici.
La Brianza anche una terra di grande spiritualit tanto vero che attraverso i dati raccolti
risulta qui la presenza di quasi il 39% fra Conventi, Seminari, Monasteri e Chiese di
particolare interesse.
Non mi dilungo ulteriormente poich il censimento gi da tempo on-line, a disposizione di
tutti gli Amministratori, oppure potete chiederlo presso gli uffici della Provincia di Milano.
Altre cose che abbiamo esaminato oltre ai beni architettonici sono quelli paesaggistici: la
Brianza possiede, allinterno della Provincia di Milano, il 43% dei giardini storici, mentre per
quanto concerne i beni archeologici abbiamo rilevato che qui non sono presenti in modo
particolare; se ne trovano, invece, in buona percentuale nella fascia a sud di Milano.
Va ricordato che questarea di Monza e Brianza si trova al centro di quattro Province
lombarde significative, che sono Varese, Como, Lecco e Milano, per cui non si pu non tenere
in assoluta evidenza le sue peculiarit ed eccellenze. Attraverso il censimento abbiamo
rilevato anche la presenza del mondo del lavoro e dellindustria. Abbiamo gi citato quella che
chiamata larchitettura della produzione, che comprende le cascine, gli impianti produttivi e
le infrastrutture. Anche qui c un forte insediamento, ovviamente diversificato. Ad esempio,
importante presenza di architettura agricola, oggi in parte trasformata, la ritroviamo in
questa fascia e in particolare a Cesano Maderno, Seregno, Limbiate, Seveso, eccetera.
I dati in nostro possesso ci hanno permesso anche di capire che questa Provincia una di
quelle pi ricche del territorio lombardo. Infatti la gente ricca attira la creativit, la
letteratura, larte, i beni architettonici e ambientali E questa sempre stata una zona di
soldi: al tempo di Ludovico il Moro erano qui presenti Leonardo da Vinci, Bramante e tanti
altri, successivamente il Tiepolo e il Piermarini.
Per noi oggi dobbiamo considerare anche i beni dellindustria, i beni del lavoro - risorse che
per un lungo periodo sono state dimenticate - proprio per aver presente le nostre origini e
ricordare.
Attualmente questi beni sono oggetto di una attenta riflessione e questarea, che non Arese
con lAlfa Romeo, non Sesto san Giovanni con la Breda, non Milano con la Lambro motori
e lIsotta Fraschini, ha avuto degli importanti insediamenti. Penso, ad esempio, a Desio con
lAutobianchi. Per il resto ha un tessuto particolare che in prevalenza artigianale nel quale,
nel corso del tempo, si sono sviluppate delle eccellenze per quanto riguarda la produzione del
mobile e nel settore del design. Questultimo, oggi, elemento forte e qualificante della nostra
area metropolitana.
Quanto detto ci permette di capire qual stata anche la trasformazione industriale della zona
in oggetto. Ecco perch il nostro interesse non si limita alla tutela dei beni che hanno
superato i 50 anni - come diceva la ex legge 1089 e oggi il codice per i beni culturali -, ma
nostro interesse mantenere tutte queste testimonianze e dare loro una nuova vita. Questo
un tema che mi sta particolarmente a cuore: quello delle nuove destinazioni duso. Noi
dobbiamo iniziare a pensare che cosa fare di questi beni per mantenerli in vita. Lo ripeter
fino alla noia, ma io voglio vivere il mio secolo. Non pi, come si fatto negli anni Ottanta, in
cui tutti gli spazi liberi diventavano solo biblioteche.
Il bene culturale che abbiamo censito e che vogliamo destinare a un nuovo utilizzo deve
essere compatibile con esso e con i nuovi bisogni che la collettivit manifesta. Quindi si
valuter quanto, per esempio, Palazzo Pusterla sia compatibile con le nuove funzioni che gli
vogliamo assegnare, che possono essere di servizi e di convegnistica o luogo della ricerca e
della formazione universitaria.
Non possiamo pensare ai beni culturali senza tener conto delle trasformazioni della societ e
del mondo circostante. Oggi, ad esempio, la facolt di Idraulica ad Abbiategrasso sta creando
un polo delle acque. Mi viene in mente Sesto San Giovanni, Cesano Maderno stessa ne un
esempio, Bollate, Limbiate, che stanno ospitando altri tipi di universit: questi poli di
eccellenza devono trovare destinazione allinterno di luoghi che particolarmente andrebbero
tutelati. Infatti devono essere anche compatibili con questi.
sale
multicinema,
16
auditorium,
57
spazi
espositivi,
42
aree
per
manifestazioni musicali o ricreative. Per aree intendo dire anche spazi allaperto. Mi viene in
mente Paderno Dugnano e il grande complesso del recupero della Cava, adiacente
allEuromercato.
A questo punto il nostro obiettivo perfezionare il censimento, aggiornarlo al 2005 e fondere
insieme tutte le informazioni che Voi potete fornire e che i ricercatori del Politecnico ci
forniranno
per
poter rimappare
poi
ridisegnare
una zona
che
decisamente
in
pergamene della chiesa di San Giovanni di Monza, piuttosto che le pergamene del Comune di
Milano o di qualche altro Comune della vostra nuova Provincia: non solo le pergamene del
1100 o del 1200, i documenti del 1500, del 1700, ma sono da considerarsi beni culturali
anche i documenti prodotti nel 2005, documenti che oggi noi scriviamo, che oggi noi usiamo.
Perch? Perch questi documenti servono per testimoniare lattivit giuridico/amministrativa
dellente, e che sono gi fin dall'origine testimonianze storiche dellattivit che lente svolge ed
ha svolto sul territorio; cos come quelli di una persona o di unimpresa. Su tutti questi
documenti si svolge lattivit di vigilanza e tutela della Soprintendenza Archivistica per la
Lombardia.
La Soprintendenza Archivistica svolge la vigilanza e la tutela sugli archivi pubblici e privati
nellambito delle 11 Province lombarde, pi la neonata Provincia di Monza. Sono circa 1.546
Comuni, altrettanti enti di assistenza e beneficenza e altre 7.000 istituzioni pubbliche che
conservano e producono archivi, a questi si aggiungono gli archivi privati, quelli di impresa e
gli archivi ecclesiastici.
Esercitare la vigilanza e la tutela vuol dire sostanzialmente aiutare gli enti a conservare bene
gli archivi, a far s che i documenti prodotti non vengano in alcun modo, distrutti, persi o
smarriti per strada. La tutela e la conservazione del patrimonio artistico molto evidente per
quanto riguarda un palazzo, un quadro. Quando intervengo nel restauro di un edificio, se
sbaglio il restauro di una facciata - semplifico molto il mio linguaggio - quando tolgo le
impalcature vedo immediatamente che ho fatto un grave errore di intervento. Se sbaglio a
restaurare un quadro di Raffaello posso percepire a occhio nudo il mio errore; ma se non
gestisco correttamente un archivio, i danni prodotti dal mio operare non sono cos immediati
ed evidenti, non immediatamente percepibile il mio errore. Se ne accorger poi, nel lungo
periodo, chi studier le carte, che quellarchivio lacunoso, che lordinamento non
corrisponde
alla
realt
manca
qualche
cosa.
Pertanto
lattivit
di
tutela
della
Cosa significa tutto questo? Per il protocollo vuol dire verificare se il protocollo informatico
funziona secondo le regole previste dalla legge; se il sistema documentale informatico
permette la conservazione a tempo indeterminato dei documenti elettronici a firma digitale;
se i magazzini di conservazione dei documenti analogici, cio i documenti cartacei, oppure i
microfilm, oppure i film o quantaltro, sono a norma e permettono una conservazione
ottimale; se lordinamento dellarchivio, fin dal principio, corrisponde a quanto prevede la
legge e le regole archivistiche; se larchivio storico conservato secondo i criteri scientifici
della dottrina archivistica, che, ricordo, una scienza.
Viene svolto, da parte della Soprintendenza Archivistica, uno sforzo quasi immane, che non
vuole essere per assolutamente un intervento negativo sullattivit, sulla autonomia
dellente, ma vuole essere un intervento di coordinamento, anche perch la Sovrintendenza
archivistica della Lombardia ha cinque funzionari con circa 9.000 enti pubblici da vigilare e
collaborare per coordinare gli interventi di ordinamento. Pertanto unattivit che va
programmata attraverso piani di interventi pluriannuali. Per esempio: le visite ispettive, che
si fanno nei singoli Comuni per verificare la gestione degli archivi, vengono programmate
nellarco di 2, 3, 4 anni e poi svolte a seconda del calendario e a seconda delle risorse
economiche, poich il Ministero dei beni culturali, purtroppo, uno dei Ministeri a cui, di
solito, si vanno a tagliare le risorse quando la spesa pubblica in crescita.
Conservare i documenti, conservare gli archivi vuol dire anche produrli fin dall'inizio con la
strumentazione e le regole corrette, a norma di legge, e con la tecnologia attualmente in uso.
La conservazione deve essere pensata non pi tanto solo sui documenti antichi, le pergamene
che ormai riusciamo a conservare e restaurare ottimamente, ma piuttosto il problema si pone
sui documenti elettronici, sui documenti a firma digitale: come conservare le banche dati,
come conservare il protocollo informatico, come conservare le varie informazioni, come
conservare i documenti a firma digitale, che, vi ricordo, non sono le stampe cartacee della
videoscrittura, ma sono degli impulsi elettronici conservati su supporti di memorizzazione, su
un server, un CD, un DVD e quantaltro, e linsieme di questi impulsi elettronici raccordati
con la firma digitale sono il vero documento, non gi la stampa cartacea, non gi la
rappresentazione a video.
Come conservare a tempo indeterminato questi impulsi elettronici? E questa la sfida del
futuro, nellambito della gestione documentale, che pu essere vinta solo impostando fin dal
Cappellini che vi ha illustrato il lavoro condotto dalla Provincia di Milano, accennando a ben
2.200 edifici di interesse storico e artistico catalogati in tutto il territorio di loro competenza.
Io vi parler di beni architettonici mostrandovi la situazione vincolistica ed aggiornandovi
sulle novit introdotte dal Codice per i Beni Culturali, recentemente entrato in vigore.
Le immagini che vedrete scorrere mostrano un quadro riassuntivo dei provvedimenti di
vincolo ai sensi della normativa vigente attualmente esistenti sul territorio della futura
Provincia di Monza e Brianza( Fig. 1) . Potete constatare come i numeri siano piccolissimi in
confronto a quelli che sono stati citati negli interventi precedenti. In generale vediamo per
ogni comune 3, 2, 7 vincoli, con poche Ville e Palazzi e pochissime Chiese; arriviamo a 12 a
Desio, comprensivi per di 5 vincoli di rispetto a Villa Tittoni, che dovrebbero essere presto
rimossi poich le aree sono state purtroppo interessate, intorno agli anni 60/70,
da
unedificazione selvaggia.
Il Comune che ha pi vincoli di tutti ovviamente Monza, ma anche in questo caso, se Voi
andate a vedere sotto la voce varie, 13 dei 15 vincoli indicati sono di rispetto dellArengario e
di Villa Archinto. Di conseguenza vincoli veri e propri in questi 15 ve ne sono due: lospedale
di Monza e lex Macello. Anche Monza, tutto sommato, ha numeri piccolissimi.
Abbiamo invece una situazione un tantino pi favorevole a Vimercate, dove troviamo ben 15
vincoli diretti.
Il quadro finale vede solo 34 Comuni della futura Provincia interessati da provvedimenti di
tutela per un totale di 137 edifici, di cui 55 ville, 26 palazzi, 23 chiese, solo 6 cascine e 27
beni di varia natura, allinterno dei quali sono comprese, come abbiamo visto,diverse zone di
rispetto, un castello, un ponte, una torre, due edifici industriali ed altre singole tipologie di
manufatti architettonici.
strumento vincolistico.
Allinterno di questo elenco troviamo diverse eccellenze, quali la basilica di Agliate, Palazzo
Borromeo a Cesano Maderno, Villa Tittoni a Desio, Villa Antona Traversi a Meda, Villa Reale,
Villa Taverna a Triuggio, Villa Gallarati Scotti ad Oreno ed altre ancora. Per non dobbiamo
dimenticare che, oltre a queste eccellenze, come sappiamo tutti, esiste un patrimonio diffuso
altrettanto meritevole di conservazione e salvaguardia e molto pi a rischio rispetto agli
edifici manifestamente interessanti, poich non assoggettato ad alcuna forma di tutela, se
non , a volte, quella prevista nei Piani Regolatori. Esiste pertanto, di fatto, una carenza
Provincia di Monza e Brianza che abbiamo visto essere interessati da vincoli, vengono rilevati
ben 230 beni architettonici. Esempi emblematici possono essere Briosco e Carnate, entrambi
assenti dallelenco, che invece, secondo la rilevazione di Italia Nostra, vedono la presenza, il
primo, di 16 edifici di interesse storico-artistico e il secondo di 9. Tra i beni censiti in questo
documento, ci sono poi 72 complessi rurali, di cui ben 29 nel solo Comune di Vedano.
Questo conferma la presenza sul territorio di un patrimonio decisamente a rischio; mentre
nessuno penserebbe infatti a trasformare o demolire Villa Reale, il Duomo di Monza o Villa
Tittoni, molti tra amministratori e privati, spesso ignari del valore di quel patrimonio a torto
definito minore, propongono ed, a volte purtroppo attuano, pesanti trasformazioni o
addirittura demolizioni parziali e totali.
Un grande aiuto per un controllo pi attento del territorio giunto da due fattori: le schede
di catalogazione e gli articoli 4
preceduto
la
nuova
architettonico ha
normativa.
Una
consistente
parte
del
patrimonio
culturale
mancata presentazione da parte degli enti, sia pubblici che morali, degli elenchi previsti nei
dispositivi delle leggi di tutela, mai effettivamente compilati. Gli Amministratori qui presenti
sanno benissimo che linadempienza ai dettati della legge di tutela sulla stesura degli elenchi
prevista dai citati articoli aveva consolidato il criterio per cui i beni di propriet di enti
pubblici e morali, che possedessero il contestuale requisito dei cinquantanni di vita, erano
da considerarsi potenzialmente degni di tutela, ma ricorderanno anche che le Soprintendenze
monumento, il
solo ed unicamente i beni demaniali. Per i beni, sia mobili che immobili,
di
propriet di tutti gli altri enti pubblici e di soggetti privati senza fini di lucro invece il
riconoscimento del valore culturale esente dallimposizione di un termine finale.
Un ulteriore fatto innovativo inserito nel codice lo strumento del ricorso amministrativo
attraverso il quale il Ministero per i Beni Culturali ha inteso riappropriarsi di una funzione di
controllo di merito sui propri provvedimenti
sino ad oggi
valutati
nella
fase
di
predisposizione
dellatto.
Lintroduzione
dello
strumento del ricorso amministrativo potrebbe avere inoltre, come positiva conseguenza, una
netta diminuzione del contenzioso in sede giurisdizionale.
Anche per quanto concerne la conoscenza, di cui molto si parlato in questo nostro breve
incontro e che, come abbiamo visto, si estrinseca nel censimento dei beni culturali, il Codice
ha inserito il principio della definizione delle procedure di catalogazione in concorso con le
Regioni e in collaborazione con le Universit. In particolare il comma 2 dellarticolo 17
stabilisce che il Ministero e le Regioni
Disposizioni
queste
finalizzate
ad
ottenere
quella
uniformit
di
risultati
concetto di integrazione in rete delle banche dati dovrebbe ovviare a questo inconveniente; a
ci si aggiunge il fatto che, come abbiamo appreso stamani, la Regione ha demandato alle
Amministrazioni Provinciali il non semplice compito del censimento del patrimonio culturale .
beni
in
ad
esso
afferenti
funzione
della
trasmissione
al
futuro
dei
valori
che
li
contraddistinguono.
Purtroppo Monsignor Crivelli non presente per problemi di salute; il tema del patrimonio
ecclesiastico di estrema rilevanza nel contesto territoriale e non riuscire ad avere
informazioni sullo stato della conoscenza dei beni ecclesiastici sicuramente limitativo del
quadro generale che si desiderava offrire a tutti voi. Cercheremo di affrontarlo la prossima
volta. Grazie.
fatto ci insegna che il non intervenire e cio il fare una tutela, comera quella degli anni
scorsi, di tipo passivo, non ci aiuta: infatti ci ha fatto conoscere la parola calamit.
Il nostro Consorzio, accogliendo la richiesta dei Comuni e dei Sindaci si attivato
promuovendo il progetto Lambro pulito che attualmente in fase di realizzazione il cui
importo complessivo di circa 2 milioni di Euro. Il progetto consiste in interventi straordinari
sul tratto di fiume da Erba a Monza che prevedono la pulizia dellalveo che si ridotto in
questi ultimi 50 anni di 2/3 della propria portata. Consolidiamo le sponde e tagliamo tutte
quelle piante che oggi sono in uno stato di precariet sul Fiume Lambro. Non vogliamo per
che questo intervento termini con la fine dei lavori prevista entro la fine del 2005, altrimenti
correrremmo il rischio di ritrovarci poi successivamente fra qualche anno nella stessa
condizione in cui ci siamo trovati nel 2002, vale dire di dover affrontare una nuova situazione
di emergenza e aver mal utilizzato una quantit ingente di denaro pubblico. Per cui noi
contiamo, su questo tratto di territorio che va da Monza ad Erba, di affidare al termine di
questo intervento straordinario la manutenzione del fiume alle associazioni di volontariato
locale, con dei contratti che ci permettano di mantenere lo stato del fiume in una condizione
ottimale.
Dicevo appunto di questo abbandono dellambiente a s stesso che porta inevitabilmente ad
una mancanza di valorizzazione. Questo non deriva solamente da una superficialit, ma
figlio di una cultura, che vedeva lambiente in contrasto con luomo, basata sulla tutela di
tipo passivo. Lambiente deve rimanere cos come , non si mai pensato di valorizzarlo. Per
purtroppo abbiamo constatato sulla nostra pelle che questa tutela passiva, di non intervento
da parte delluomo, ha portato a quello che tutti abbiamo visto in questi anni.
Finalmente questa cultura cambiata, da una cultura passiva si passati ad una cultura
attiva, fondata sulla conoscenza. Io tutelo nella misura in cui amo, ma non posso amare se
non conosco, non posso voler bene ad una persona se non la vedo e questo vale anche per il
territorio. Non lo posso tutelare se non lo amo, se non lo conosco e non lo percorro. Per cui il
nostro Consorzio sta istituendo su questi presupposti unagenzia del Parco, vale a dire un
ente giuridicamente autonomo rispetto al nostro Consorzio che ha proprio come obiettivo
principale la promozione del territorio.
Noi vogliamo dialogare anche con le imprese che ci sono sul territorio, vogliamo metterci al
loro servizio; ad esempio, le comitive estere che spesso vengono in Brianza per visitare gli
impianti
industriali,
potrebbero
essere
accompagnate
alla
riscoperta
di
luoghi
ambientalmente pi importanti del Parco. Vogliamo anche premiare con un marchio del Parco
quelle imprese locali, che, oltre ad avere sul territorio una presenza di tipo produttivo,
abbiano anche una particolare sensibilit sotto laspetto ambientale, mi riferisco alla
certificazione ISO 14001, piuttosto che Emas II.
LAgenzia ha proprio questo scopo, quello di promuovere e far conoscere il nostro territorio,
attraverso la fruibilit. Le piste ciclopedonali che stiamo realizzando in questi mesi, che
vanno da Monza ad Erba, sono il presupposto per consentire ai nostri cittadini di godere
dellambiente attraverso la sua percorribilit. La condizione per poter tutelare lambiente la
sua conoscenza attraverso la fruizione. Il nostro Consorzio, si sta attivando affinch, anche i
laghi di Pusiano e di Alserio possano essere fruiti attraverso lutilizzo di una barca elettrica
che sta portando le nostre scolaresche di sponda in sponda a conoscere le presenze
ambientali, le presenze storico - culturali ed architettoniche che vi sono in alcuni Comuni. Mi
riferisco al comune di Bosisio Parini, il paese natale appunto del Parini, al comune di
Pusiano, con il Palazzo Beauhaurnais ed alcune presenze naturali come alcuni canneti che vi
sono sul lago. Questa fruizione anche dei laghi, chiaramente prevedendo i necessari
accorgimenti di salvaguardia ambientale, sono la forma pi corretta di tutela per quanto
riguarda lambiente stesso. La valorizzazione dellambiente pu partire anche da situazioni di
degrado.
Consentitemi di portarvi un altro esempio concreto sempre riferito al Fiume Lambro, questo
fiume che molto carente dal punto di vista della sicurezza; se dovesse avvenire ancora un
periodo di pioggia copiosa come quella avvenuta nel Novembre 2002, probabilmente ci
ritroveremmo in una situazione di emergenza. Il piano di assestamento idrogeologico della
Regione Lombardia prevede per la messa in sicurezza del Fiume Lambro la creazione di due
vasche di esondazione per laccumulo dell'acqua di piena. Quando il fiume si ingrossa
dobbiamo scaricare in queste vasche una grossa quantit dacqua per mettere in sicurezza i
Comuni del Parco. Queste vasche, che devono contenere migliaia di metri cubi dacqua,
creano al territorio e allambiente sicuramente un impatto negativo, in quanto, per contenere
le acque, si devono realizzare delle muraglie in cemento armato.
Il Consorzio Parco Valle Lambro, ha proposto alla Regione Lombardia anzich la realizzazione
delle dighe per il contenimento delle acque di piena, che avrebbero sicuramente un impatto
negativo sullambiente, di utilizzare come invaso per le acque le cave esistenti sul territorio.
In tal modo quelle che oggi sono delle ferite effettuate al nostro territorio, come la cava di
Brenno, utilizzata in passato dalla Cementeria di Merone per lescavazione, oggi possa essere
utilizzata per mettere in sicurezza il fiume Lambro e quindi i cittadini che vivono lungo il suo
corso.
Io penso che la valorizzazione di un territorio possa avvenire anche attraverso la
rimodulazione di una presenza che oggi seppur negativa, domani possa divenire positiva. E
quello che avvenuto a Merone dove delle ex cave, attraverso un intervento di riqualificazione
ambientale, sono state trasformate nelloasi di Baggero, vale a dire degli splendidi laghetti
artificiali immersi nel verde. Oggi questarea meta di centinaia e centinaia di persone che la
domenica intendono trascorrere una giornata in un ambiente sano e tranquillo, allinterno
appunto di questa oasi. Garantire le esigenze di sicurezza con la possibilit di fruizione
dellambiente, da parte dei cittadini, penso sia una delle scommesse che dobbiamo, tutti noi,
affrontare nei prossimi anni.
La sinergia tra pubblico e privato prima illustrata con la cava di Brennero e loasi di
Baggero, pu essere attuata anche fra le istituzioni e gli enti. Grazie alla legge regionale
40/95, si creata una sinergia fra Regione Lombardia, Comune di Monza, Sovrintendenza,
Parco Valle Lambro e i Comuni limitrofi al Parco di Monza. Ci ha portato ad ingenti
investimenti su quello che uno dei pi importanti elementi del nostro territorio che
appunto il Parco di Monza, cio il parco recintato pi grande dEuropa, meta di migliaia e
migliaia di persone che vogliono godere di questo ambiente. Io penso che questi interventi di
tutela, di fruizione e di conoscenza non possano prescindere da una pianificazione e
programmazione territoriale.
Noi abbiamo unoccasione storica, determinata dalla nuova legge regionale di governo del
territorio. Il nuovo testo della Regione Lombardia, obbliga tutte le Amministrazioni comunali
a riformulare i vecchi Piani Regolatori generali entro quattro anni dallentrata in vigore della
nuova Legge Regionale n12/2005. Questa sicuramente unoccasione per il nostro
Consorzio, ma penso anche per tutte le Amministrazioni coinvolte a riformulare una nuova
pianificazione territoriale. Pianificazione che non sia pi frutto di singole contrattazioni fra il
Comune e il Consorzio Parco Valle del Lambro per cercare di salvaguardare determinati
singoli interessi, ma che abbia come obiettivo principale quello di realizzare, non solo sulla
relatori
che
mi
hanno
preceduto,
che,
prima
di
diventare
nell800
territorio
In buona parte queste ville di delizia si trovano nel territorio a nord di Milano, territorio
collinare, territorio anche climaticamente pi felice rispetto alla pianura irrigua a sud di
Milano, ma pi adatta alle attivit agricole che non alle villeggiature di delizia. Questo fa s
che appunto le grandi famiglie, i patrizi, i nobili che a Milano erano committenti eccellenti di
opere darte per le loro ville, per le loro dimore sul territorio, ingaggiassero i medesimi artisti
che lavoravano per loro a Milano. A Monza lo vediamo benissimo per i Durini, mi limito a
questo esempio, nel palazzo milanese dei Durini troviamo al lavoro nel 600 e nel 700 artisti
come Montalto, Ercole Procaccini e altri che poi troviamo al lavoro nel Duomo di Monza e non
dimentichiamo che i Durini erano feudatari di Monza, che poi troviamo al lavoro in Chiese,
Ville e Palazzi del territorio.
molto importante che il nostro territorio, che territorio soprattutto oggi con un prevalente
volto legato alleconomia, legato allindustria, non dimentichi la sua memoria storica, perch
solo recuperando un forte senso di identit, una forte memoria storica, che si riesce, come
gi stato detto, a trovare un uso consono al patrimonio storico architettonico ed a fruire in
modo corretto del patrimonio storico artistico.
I profondi rivolgimenti peraltro legati alle trasformazioni socio/economiche/industriali
proprio di questa zona nord di Milano direi che hanno reso forse pi difficoltoso il recupero
proprio di questa memoria storica. Paradossalmente in certe valli alpine o subalpine pi
marginali pi forte il senso didentit, ma pensiamo a quanto ha giocato in questa parte
della Lombardia lo sconvolgimento legato anche ai forti flussi migratori tra le due guerre e poi
anche nel secondo dopoguerra. Devo dire che sono benemerite, a questo riguardo, le iniziative
di alcune Amministrazioni. Il Comune di Vimercate, per esempio, ha promosso una serie di
iniziative alcuni anni fa col titolo generale di Mirabilia Vicomercati per portare allattenzione
proprio dei cittadini, in una forma di divulgazione corretta e anche di approfondimento
scientifico, le diverse fasi appunto della storia e anche della storia architettonica, artistica
locale e naturalmente, come Sovrintendenza, abbiamo dato molto volentieri un supporto a
queste iniziative.
Il Comune di Monza che pi recentemente ha edito, in sinergia con altri soggetti, appunto un
corposo volume sulla storia e sullarte a Monza, ha in preparazione anche unopera, in questo
caso uniniziativa editoriale a largo respiro proprio sulla storia della Brianza storica
con il
coordinamento generale del professor Giorgio Rumi, che prender in considerazione i diversi
aspetti storici, etnografici, geografici, artistici e quantaltro.
riconosciuto
interesse
artistico,
archeologico,
etnoantropologico,
archivistico
bibliografico, secondo le procedure illustrate dal codice. Senza dimenticare, per, anche i
beni paesaggistici che sono costituiti da immobili ed aree espressione di valori storici,
culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio;
In secondo luogo, rispetto al contenitore, le destinazioni e le funzioni, attuali e previste,
alcune
analoghe
che,
probabilmente,
necessiterebbero,
proprio
per
una
maggiore
conservazione
valorizzazione
potrebbero
addirittura
confliggere.
Infatti
con la necessit di conservare e salvaguardare il bene. Ma anche se cos fosse, per dirla con
un noto filosofo britannico Charles Handy, la stessa presa di coscienza del paradosso pu
diventare (tramite un approccio proattivo) un motivo di stimolo nella ricerca di soluzioni
operative di tipo innovativo per il superamento del paradosso stesso. Esiste il problematrasformiamo il problema in opportunit
Per fare ci occorre dapprima conoscere, indagare, analizzare ma anche ascoltare. Ascoltare e
raccogliere le istanze che anche in questa sede emergeranno. Lo scopo di questultima parte
del convegno odierno anche quello di fornire risposte in merito a quanto illustrato
questoggi, anche per costruire meglio i tavoli che apriremo nei prossimi incontri, immaginare
scenari, prospettive, suggestioni, proposte che gli enti locali intendono mettere in primo
piano rispetto al tema della valorizzazione dei beni culturali, con particolare riguardo al ruolo
e alle aspettative che, sempre gli enti locali, ripongono, in questo campo, nella neonata
provincia.
Del resto, ancora il nuovo codice dei beni culturali, nellenunciare i principi fondatori,
sottolinea allart. 1 che la Repubblica tutela e valorizza il Patrimonio Culturale e che questa
valorizzazione concorre a preservare la memoria della comunit nazionale e del suo territorio
e a promuoverne lo sviluppo della cultura, affidando, poi, oltre che allo stato e alle regioni,
proprio alle province e ai comuni il compito principale di assicurare e sostenere la
conservazione del patrimonio culturale e di favorirne la pubblica fruizione e valorizzazione.
Ho detto compito principale non a caso. Infatti, a questo compito sono chiamati ad
intervenire anche gli altri soggetti pubblici e soprattutto i Privati proprietari, possessori o
detentori di beni appartenenti al patrimonio culturale.
Infine un ultimo spunto: sistema e rete devono essere obiettivo ma non necessariamente la
condizione sine qua non, senza la quale non sia possibile avviare il percorso. Per costruire un
sistema, realizzare una rete occorrono accordi, finanziamenti, infrastrutture e, dunque,
inevitabilmente
tempo.
Se
la
costituzione
della
rete
del
sistema
si
protraesse
eccessivamente nel tempo, dovrebbe essere possibile agire anche senza di esse, ponendo
tuttavia attenzione ad evitare azioni che possano configgere, in futuro, con lobiettivo ultimo.
Un obiettivo ambizioso e difficile ma che risolve, appunto, il paradosso di cui parlavo prima e
ne fa una risorsa.
Credo ci siano sufficienti elementi per avviare il tavolo. I relatori sono a vostra disposizione
sia per rispondere a eventuali quesiti.
diversit di mezzi e di tante altre ragioni. Ma esistono anche dei giacimenti per il futuro.
Questo un territorio molto attivo dal punto di vista della produzione, ma noi pensiamo a
quello che rappresenta dal punto di vista dellinnovazione tecnologica in campo industriale,
in campo informatico, in tutti i campi in cui si sta lavorando, perch questa lidentit di
questo territorio pi interessante anche da vedere in una forma futura. Quindi noi dobbiamo
lavorare su questo perch questo pu essere un grande patrimonio da mettere a disposizione
dal punto di vista culturale al resto del Paese, non soltanto della Provincia di Milano o della
Provincia di Monza. Di questo sono profondamente convinta venendo da fuori, essendo
unimmigrata ormai da lunga data, ma comunque unimmigrata, la cosa pi interessante che
si trova da queste parti per chi viene dalla Toscana, piuttosto che da un altro posto.
E anche linnovazione, dal punto di vista del pensiero, della capacit, io penso soltanto ai
giacimenti di collezionismo, a quello che c nel campo proprio della personale coltivazione di
qualche passione e che d poi dei risultati di grande interesse che devono essere messi a
sistema.
Quindi su molti di questi argomenti bisogna fare riflessione a livello di studio, sul quale
ovviamente avremo bisogno, come singoli Comuni ma anche come Provincia, di aiuto, studio,
destinazione di fondi, eccetera, ma anche sul fatto che si pu cominciare a lavorare su punti
tematici che sono stati richiamati dalle relazioni e su percorsi tematici che possono dare
risultati a breve scadenza, che possano servire per il lavoro di tutti e dare dei risultati in
termini abbastanza immediati, perch questo pu rappresentare un incentivo per poi fare il
discorso pi avanzato. Grazie.
alla Provincia di Monza e Brianza, ma prenda in questi due o tre anni lo spunto per cercare
di creare una struttura che sia veramente poi legata alle esigenze effettive.
Volevo dire ancora una cosa affinch venga meglio precisato laspetto del vincolo automatico
che credo abbia almeno due valenze. Una assolutamente di tutela, ma laltra anche,
permettetemi poi di spiegarlo meglio, che merita attenzione. Sostanzialmente mi pare di aver
capito che se i Comuni non faranno questa dichiarazione sulla sussistenza dellinteresse
culturale (e due sono gli elementi fondamentali: che abbiano oltre 50 anni e che lautore non
sia pi vivente), si determiner uno stallo che potr essere rimosso solo dopo che la
Soprintendenza abbia espresso lesistenza o linesistenza dellinteresse stesso.
Io non credo, ce lha detto anche il funzionario della Soprintendenza che si occupa di archivi,
che la Soprintendenza agisca dufficio, difficilissimo.
obbligati anche da vicende e dallo svolgersi dei fatti a occuparci in fretta di queste cose,
magari non direttamente, ma in modo indiretto.
Ad esempio stiamo vedendo lo smantellamento del distretto dell'elettronica che aveva nella
Brianza una vastissima e maggioritaria configurazione. Si formata alla fine negli anni 60,
nessuno n in Lombardia, n altrove nella classe politica ne ha intuito il valore e la rilevanza
nazionale.
C un altro distretto, quello del mobile che ci riporta alle questioni riferite anche nelle
relazioni, ovvero a quanto sia stretto lo sviluppo dellattivit mobiliera artigianale rispetto al
costituirsi delle ville di delizia, la presenza della grande Villa Reale e il fatto che su questa
direttrice, poi sostenuta anche dalle ferrovie, si costruito allinterno del mercato di Milano e
in questo particolare di pregio un artigianato prima e una scuola darte poi costituita dal
Comune di Monza, alla fine dell800 sulla base di unintuizione dellUmanitaria di Milano.
Per cui quando si dice: c un intreccio nella storia e nelle identit fra Monza e la Brianza e
Milano, vero, ma il distretto mobiliero che ha per esempio come capisaldi delle cose molto
fragili a Lissone, a Cant e che pure rappresenta per leconomia una parte cos importante,
tanto vero che si dice che qui ci sono 19 Comuni della Regione Lombardia collocati come il
distretto del design nella Brianza prossima, credo che questo sia, per esempio, un pezzo di
un ragionamento che non voglio assolutamente affrontare, ma che indico come un tema
importante su cui ragionare e scavare, perch l si intreccia una memoria storica, una
identit, un tipo di sviluppo e qualcosa di importante che diventato anche testimonianza
nel tempo, di innovazione e che ancora continua. Pensiamo soltanto a Lissone, con LS13 Gae
Aulenti e gli altri docenti del Politecnico che hanno avviato la standardizzazione e la
produzione per moduli, che diventata anche un pezzo del design italiano e dello stile
italiano nel mondo.
Mi fermo per dire che ci sono sicuramente molti di questi elementi che vanno indagati e
sarebbe utile che formassimo gruppi di lavoro anche per potere avere lagio di identificarli e
farli vivere anche con tutti quei contributi che non sono assolutamente costrizioni, ma aiuti
che ci vengono dati dai relatori della Soprintendenza. Parlando di contenitori, nel nostro
comune stiamo cercando di integrare la biblioteca con una galleria da destinare ad
esposizioni di arti figurative: potrebbe svilupparsi e crescere se messa in rete con Monza. Per
il teatro c il San Rocco di Seregno, penso a Monza che ha pure un centro teatrale, penso al
Teatro San Giuseppe di Brugherio: non ci deve essere una logica di concorrenzialit, ma una
sinergia una costituzione della presenza. E anche nella citt noi cerchiamo di costruire un
sistema culturale che integri lambiente, il paesaggio e anche le preesistenze dei contenitori.
Ad esempio attorno al vecchio cimitero si sta costruendo un sistema anche ambientale nuovo
con un concorso di idee, mentre nel nuovo cimitero il progetto quello di costruire lambiente
agrario, perch ci sono ancora le preesistenze in parte, per fortuna, i corsi dacqua, gli alberi,
le numerose cascine, alcune anche sottoposte a vincolo e a tutela e quindi fortunatamente
preservate che possono mantenere questo carattere.
Se si pensa allultimo punto, il turismo deve diventare, pu diventare il progetto di una
fruizione, lha gi detto lamico del Parco della Valle del Lambro. Bisogna trovare quindi dei
momenti in cui unifichiamo questi pezzi, queste tessere di un possibile progetto. Grazie.
recupero del bene culturale c un pensiero architettonico infelice sul nostro presente, il bene
architettonico rimane un po orfano. Questo volevo osservare.
sottolineo e voglio che si sappia cosa stiamo facendo, del recupero delle
rogge che allinterno del Parco stanno per essere rimesse in funzione, per poi ci sono anche
le rogge allesterno del Parco, in tutte le zone sud della citt che sono state perlopi chiuse o
dismesse o comunque sono trascurate e il recupero del sistema dei mulini. Il Parco ne ha tre
ma so che nella zona sopra il Parco, a San Giorgio, in altre zone ci sono numerosi mulini che
hanno caratteristiche importanti, che costituiscono un sistema importante da rivalutare,
perch no, magari anche per una riproduzione di energia, se non di energia da legare alla
macina del grano, per energia da recuperare, da rimettere in circolo. Questo per quanto
riguarda il Parco.
Per quanto riguarda invece il riuso di ville. Innanzitutto voglio estendere a tutti i presenti un
invito per domani mattina. Si inaugurer il salone di Villa Mirabello restaurato e riportato
agli antichi splendori, se cos si pu dire, un piccolo intervento in un grande complesso che
necessita di ulteriori interventi.
Villa Mirabello, non tutti lo sanno, sede degli uffici dellamministrazione Parco e Villa Reale,
poi c una parte adibita a biblioteca. Questo uso mantiene questi ambienti in uno stato
quanto meno di decenza. Gli ambienti non usati, quelli al primo piano sono in uno stato di
assoluto degrado. Per Villa Mirabello si sta pensando alla necessit di trovare un utilizzo che
presupponga un restauro importante e vero, comunque se domani qualcuno di Voi vuole
partecipare a questa inaugurazione, vedere coi propri occhi quanto pu essere riportato ad
un livello di accettazione e di invito, di decenza, uno spazio che altrimenti rischia di perdersi,
siamo alle 11, a Villa Mirabello. Grazie.
LAssessore Villa pone un problema enorme, si tratta di un tema che sicuramente molto
suggestivo e che pone dei problemi giustamente non soltanto nellambito delle competenze
dellAssessore alla Cultura, si tratta di un progetto politico.
larchitettura moderna volto alla sua promozione, anche con bandi di progettazione
internazionale. Ma sul nostro territorio non nostra competenza.
Vorrei poi richiamare quanto detto dallarchitetto Pollastri quando accennava al discorso dei
mulini. C uniniziativa a Monza, coordinata da un club service, che vorrebbe, in
collaborazione col Parco Valle Lambro e con tutte le istituzioni, promuovere proprio un
discorso sulla via dei mulini: sono argomenti molto sentiti e su cui si sta gi lavorando.
costruire, dare una carta didentit minima sulledificio sulla quale poi si pu decidere se
studiare o no e se intervenire o no.
Uno degli aspetti di fragilit di tutto il sistema oggi, mettere in raccordo la cultura dei
funzionari che operano negli Assessorati alla Cultura con quella di coloro che operano nella
pianificazione del territorio.La nostra ambizione , attraverso questa operazione, costruire lo
strato informativo dei beni culturali nel sistema informativo territoriale. Cio georeferenziare,
con un poligono sulla carta tecnica regionale tutti gli edifici nei quali le autonomie locali
dicono: quello importante perch bello, perch ha una storia, perch penso che mi serva.
Recentemente
abbiamo
fatto
dei
corsi
gestiti
col
Politecnico
di
Milano
promossi
della catalogazione, dellunificazione della descrizione dei cataloghi vada realizzato a monte,
nel senso che sicuramente una cosa indispensabile e sulla quale lintervento della
Soprintendenza della Regione, del Ministero, ma secondo me necessario lavorare a pi
livelli. Il livello del coordinamento fra la pianificazione urbanistica e le risorse culturali e
architettoniche, storiche, eccetera, un altro obiettivo fondamentale.
Un altro obiettivo fondamentale quello che nel frattempo le cose che sono di livello altissimo
e appartengono a tutti finiscono per non appartenere a nessuno e drammatica la situazione
della Villa Reale di Monza. A proposito della Villa Reale del Parco e di tutto questo giacimento
la cui costruzione ha richiesto quattro anni presenta, ancora oggi in occasione del
bicentenario, seri problemi non solo sulla sua destinazione, ma anche sul recupero e sul
mantenimento di un minimo di condizioni di mantenimento dellopera.
Questo un appello ad uno scatto di orgoglio degli Amministratori della Brianza che spesso
per necessit, e per appartenenza ad una struttura pi ampia, ci appoggiavamo alla Provincia
di Milano, alla Regione, eccetera, eccetera. Adesso lo scatto di orgoglio deve portarci a
rappresentare noi stessi. Per questo parlavo di - identit forse un po troppo- di trovare
delle linee comuni di lavoro, perch se non sono io, per me, chi sar per me, e se non ora
quando? Adesso il momento di fare questa cosa. Per cui secondo me un riferimento che ci
veda partecipi, se non altro nel momento in cui viene stabilito un criterio di catalogazione, di
censimento a livello di Amministratori comunali, necessario. Occorre anche che noi
Amministratori a livello locale ci si trovi e si individuino delle linee operative che non sono n
esaustive, n prese una volta per sempre, n impositive, ma che siano per scelta e per
analogia.
Un piccolissimo esempio sono le sinergie, che, per esempio, si stanno cercando su singole
iniziative culturali, come quella che abbiamo preso con il Comune di Villasanta sulla filosofia,
piuttosto che quelle che stiamo prendendo, che sto prendendo come Assessorato alla Cultura
con altri Comuni su singoli temi. Se ci si riesce a trovare per gruppi, magari sulla
suddivisione territoriale, ma non necessariamente, se si riesce a fare team su questa cosa e a
trovare delle piste di lavoro, queste possono servire per unulteriore riflessione.
parte di questo patrimonio storico, e mi spiace che non sia potuto intervenire il
rappresentante della Curia, si sedimentato nelle Chiese e quindi seguito dai Beni culturali
ecclesiastici.
Qui una piccola precisazione, adesso io non ho sottomano il codice ma proprio tra i beni
tutelati si parla di beni di soggetti privati non aventi finalit di lucro. Questa formula, che
un po macchinosa, individua gli enti culturali ecclesiastici che non sono enti pubblici, ma i
cui beni comunque rientrano tra quelli che formano proprio la nostra memoria storica e che
quindi la legge di tutela individua come beni da tutelare. La vecchia 1089 era pi chiara nella
formulazione, per i beni di cui si parla, di soggetti senza finalit di lucro, sono appunto
quelli che si riferiscono agli enti culturali ecclesiastici.