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CORSO DI SPERIMENTAZIONE, COLLAUDO E CONTROLLO DELLE COSTRUZIONI

Facolt di Architettura
Universit degli Studi di Napoli Federico II

ANALISI DEI DISSESTI STATICI


NEGLI EDIFICI (in muratura e c.a.)

prof. ing. R. Landolfo


ing. Maurizio Manganiello
Anno Accademico 2004-2005

ANALISI DEI DISSESTI


In un complesso edilizio lesionato, che bisogna risanare per ricondurlo in condizioni di stabilit, indispensabile rilevare tutte le lesioni
e studiarne le caratteristiche e le dimensioni nei successivi stadi di sviluppo onde poterne definire le cause e progettare i gli
interventi. Lo studio degli edifici dissestati viene condotto in modo indiretto:
1. Si prevedono le tipologie di dissesti possibili e se ne determinano i quadri fessurativi corrispondenti
2. Con un procedimento inverso si risale dal quadro fessurativo osservato nei vari elementi costruttivi, ai dissesti statici e quindi alle
cause perturbatrici ed infine ai rimedi
Per, mentre esiste una corrispondenza diretta tra dissesti statici e lesioni (si in grado di definire in modo univoco le seconde quando
sono assegnati i primi) non altrettanto pu dirsi nella relazione tra dissesti e cause perturbatrici. Per esempio, un quadro fessurativo
tipico di un dissesto di traslazione verticale, pu essere dovuto a varie cause perturbatrici come:
Eccessiva compressibilit del piano di posa
Schiacciamento delle strutture di base
Carichi che aumentano le tensioni specifiche di base
Deformazioni di travi o di archi di fondazione
Scorrimento eccessivo dei pali di fondazione
Se ogni lesione elementare corrisponde ad un unico dissesto elementare, non e vero che ad ogni dissesto elementare corrisponde
ununica causa perturbatrice. Lo STUDIO ACCURATO DI TUTTO IL QUADRO FESSURATIVO corredato dalle opportune
indagini in sito necessarie per definire levoluzione del fenomeno e le caratteristiche meccaniche dei materiali pertanto
propedeutico a qualsiasi progettazione e pianificazione delle operazioni di intervento.
In questa ottica, si inseriscono le lezioni relative allanalisi dei disseti relative agli edifici in cemento armato e in muratura. Sono stati
tralasciate le strutture in acciaio in quanto rappresentano ancora una piccola parte del costruito nazionale e, comunque, sono
interessate da dissesti di natura completamente diversi da quelli illustrati, spesso legati al degrado del materiale piuttosto che a
deficienze strutturali.
Dopo aver accennato brevemente ai criteri di resistenza per materiali fragili e alle forme tipiche dei quadri fessurativi prodotti da
sollecitazioni note, si analizzeranno organismi strutturali lesionati cercando di risalire dalla morfologia del dissesto alla causa
perturbatrice.
Si considereranno sia le strutture in muratura che in cemento armato e sia le azioni statiche (carichi e/o cedimenti vincolari) che
dinamiche.
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SOMMARIO

LE INDAGINI
LUSO DEI CERCHI DI MOHR
QUADRI FESSURATIVI
STRUTTURE IN MURATURA
STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO
GLI EFFETTI DELLE AZIONI SISMICHE
CONSIDERAZIONI

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INDAGINI E STUDI COORDINATI SECONDO IL SEGUENTE CICLO:

Esame delle strutture portanti


Rilievo del quadro fessurativo nella sua interezza
Rappresentazione grafica di tutte le lesioni osservate
Definizione della natura del dissesto
Prove in situ per:
Esaminare levolversi del fenomeno nel tempo
Ricercare i coefficienti di sicurezza degli elementi piu dissestati
Determinare le caratteristiche meccaniche dei materiali in opera
Ricerca delle possibili cause perturbatrici
Studio delle opere di rafforzamento

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In seguito, dopo aver introdotto un criterio di resistenza valido per i materiali a


comportamento fragile (calcestruzzo o muratura) saranno definite le forme geometriche dei
principali quadri fessurativi elementari, caratterizzati cio da un solo dissesto ben definito

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IL CERCHIO DI MOHR
Consente di determinare le componenti normale e tangenziale dello stato tensionale relativo
ad un generico piano appartenente al fascio di sostegno z (individuato tramite i suoi coseni
direttori rispetto ad un piano di riferimento)
Il piano di riferimento rispetto al quale e noto lo stato tensionale e individuato dagli assi x-y

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Espressioni che forniscono le componenti normali delle tensioni in funzione di quelle speciali:

Se si indica con langolo tra x e la normale al generico piano n pu scriversi:

RAGGIO

CENTRO

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LA COSTRUZIONE E LUTILIZZO DEL CERCHIO

xy
x

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Nellutilizzazione del cerchio di Mohr e necessario valutare in modo diverso le componenti


tangenziali di tensione:

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Il cerchio di Mohr, quindi, permette di determinare lo stato tensionale su qualsiasi elemento


piano del fascio di sostegno z una volta che siano noti n e nm su generico piano comunque
orientato appartenente allo stesso fascio

La corrispondenza tra i punti T del cerchio e gli elementi piani passanti per z e biunivoca

La scelta del polo P non e esclusiva nel senso che esso pu scegliersi a piacere; tale scelta,
infatti, non influenza la posizione reciproca delle tracce degli elementi piani relativi ai punti
del cerchio

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Se la retta z di sostegno del fascio degli elementi piani e una direzione principale il cerchio di
Mohr assume una particolare importanza poich offre la rappresentazione completa dello
stato tensionale sugli elementi che si appoggiano a z

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I cerchi principali di Mohr

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LA CURVA INTRINSECA
-- MOHR-CAQUOT -Permette i determinare il coefficiente di sicurezza nei confronti della rottura e le tracce dei
piani di crisi per materiali a comportamento fragile
La crisi avviene quando si verificano scorrimenti irreversibili tra elementi piani
allaumentare della tensione tangenziale con tensione normale costante

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Determinazione del coefficiente di sicurezza per una generica giacitura ai di normale ni

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Il pi piccolo dei valori determinati per le varie rette ai e il coefficiente di sicurezza


in quel punto

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Moltiplicando le tensioni principali per s (coefficiente di sicurezza), il cerchio


massimo di Mohr di esercizio si deforma in quello omotetico a a rottura (tg alla
curva intrinseca)
CERCHIO DI CRISI:
E TANGENTE IN C0 E D0 ALLA CURVA INTRINSECA

PIANI DI CRISI
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CURVA INTRINSECA
-- CAQUOT -Materiali fragili:
Conglomerato cementizio e la
Muratura

a + b = 3 / 2
b = c3/ 2

a=

b
'03

Si presenta molto aperta verso le di compressione poich per questi materiali si ha:

' '0 >> '0

'03 = '0

0 e 0 sono le tensioni normali di rottura per sollecitazione monoassiale di trazione


e compressione e 03 la tensione di rottura per sollecitazione di trazione uniforme
sulle facce del provino
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STATO MONOASSIALE DI TRAZIONE

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STATO MONOASSIALE DI TAGLIO

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STATO MONOASSIALE DI COMPRESSIONE

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REGOLE GENERALI
Anche quando lo stato tensionale e definito da tre tensioni principali diverse da zero, le tracce
dei piani di crisi risultano sempre ortogonali alla direzione di una delle tensioni principali

Esse si possono ritenete ortogonali alla


direzione della massima tensione
principale di TRAZIONE se i punti di
tangenza sono nei quadranti di trazione

Esse si possono ritenete ortogonali alla


direzione della minima tensione principale
di COMPRESSIONE se i punti di tangenza
sono nei quadranti compressione

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I QUADRI FESSURATIVI NEGLI EDIFICI IN MURATURA

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LO STATO TENSIONALE NELLE MURATURE

Z = ZX = ZY = 0

essendo b<<h tale stato tensionale si presenta in tutto lo spessore


(stato tensionale piano)

Poich le forze esterne sono verticali e costanti a ciascuna quota lungo lasse della muratura, le
x e xy sono cos piccole da potersi trascurare => LO STATO TENSIONALE DIVENTA MONOASSIALE E
DEFINITO DALLA SOLA COMPONENTE NORMALE DI COMPRESSIONE
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CEDIMENTO VERTICALE DI UN TRATTO TERMINALE DI TERRENO

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CEDIMENTO VERTICALE DI UN TRATTO TERMINALE DI TERRENO

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CEDIMENTO VERTICALE DI UN TRATTO TERMINALE DI TERRENO

Quando il muro dotato di aperture le lesioni seguono le linee di minore resistenza e si


localizzano negli spigoli dei vani.
IL QUADRO FESSURATIVO PRESENTA LE STESSE CARATTERISTICHE GEOMETRICHE DI
QUELLO CHE SI VERIFICA NELLA MURATURA IN ASSENZA DI APERTURE
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CEDIMENTO VERTICALE DI UN TRATTO INTERMEDIO DI TERRENO

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CEDIMENTO VERTICALE DI UN TRATTO INTERMEDIO DI TERRENO

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CEDIMENTO VERTICALE DI UN TRATTO INTERMEDIO DI TERRENO

In presenza di aperture le lesioni si localizzano nei nuclei murari prossimi alle verticali
che definiscono i limiti della zona che cede e conservano laspetto globale identico a
quello delle murature senza vani
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LIMITI DIMENSIONALI

TAGLIO

FLESSIONE

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TRASLAZIONE ORIZZONTALE DI UN TRATTO TERMINALE DI TERRENO

N x = Fx
Ny

y =

tb

xs =

N x M z 2N x

=
bh Wz
bh

xi =

N x M z 4N x
+
=
bh Wz
bh

M z = Nx

bh 2
h
Wz =
6
2

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TRASLAZIONE ORIZZONTALE DI UN TRATTO TERMINALE DI TERRENO

In E1 la x negativa ed assume valore assoluto pari alla met di quella che sorge in E2
per cui la tangenza del cerchio di MOHR con la curva intrinseca non si verifica e non si
ha la crisi del materiale. Allaumentare del fenomeno la sezione resistente diminuisce di
altezza, la zona lesionata si sposta verso lalto e lapertura alla base aumenta di ampiezza
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ROTAZIONE INTORNO AD UN ASSE ORIZZONTALE


- in assenza di cedimenti verticali -

Sono dissesti generalmente dovuti alla presenza di forze orizzontali agenti sui paramenti
laterali, che non essendo equilibrate, producono una presso-flessione con elevate
sollecitazioni nel bordo esterno della fondazione. La xy nulla in prossimit dello spigolo
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SCHIACCIAMENTO DELLA MURATURA

Il fenomeno assume aspetti geometrici che variano


allaumentare del dissesto e del grado di pericolo
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SCHIACCIAMENTO PILASTRI IN MURATURA

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RITIRO E VARIAZIONI DI TEMPERATURA

Due edifici contigui aventi il muro di


confine in comune, impostati su quote di
fondazione diverse, possono presentare le
strutture orizzontali dei solai sfalsate
Ritiro che si manifesta dopo lapplicazione
dellintonaco
Le parti superiori sono le ultime ad essere
costruite e le prime ad essere intonacate
Dilatazioni termiche dei solai

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ORIGINE DEI CEDIMENTI NON UNIFORMI

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DISTRIBUZIONI ANOMALE DELLE PRESSIONI

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CEDIMENTI LINEARI E POSSIBILI DISTRIBUZIONI DI PRESSIONI

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INFLUENZA DI SCAVI E RILEVATI

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