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4.2.1 Introduzione
I fluidi di giacimento sono costituiti da una grande variet
di componenti. A temperatura ambiente, alcuni di essi si
presentano allo stato gassoso, mentre altri (resine e asfalteni), dotati di peso molecolare elevato, possono presentarsi allo stato solido. Il complesso di queste caratteristiche, legato ai fenomeni di migrazione e di eterogeneit della formazione, causa una distribuzione non
omogenea degli idrocarburi nei giacimenti, di cui lo schema di produzione deve tener conto. La formazione di
fasi solide, che pu verificarsi in determinate condizioni di pressione e di temperatura, perturba fortemente la
produzione del fluido.
Inoltre, nella struttura questi fluidi sono sempre in contatto con lacqua, pi o meno salata, che prodotta insieme al greggio e, a volte, perfino in quantit rilevanti; essa
pu causare anche problemi di precipitazione salina (quando si ha una miscela di acque diverse) e di corrosione.
Daltra parte, lo sviluppo di un giacimento petrolifero richiede notevoli investimenti, soprattutto nel caso
di giacimenti offshore. Per definire lo schema di sviluppo che garantir un recupero ottimale (costo, quantit e qualit), dunque necessario conoscere con precisione il comportamento termodinamico del fluido. In
effetti, gli impianti di superficie variano secondo il tipo
di fluido (olio o gas) e le condizioni di pressione e di
temperatura del giacimento. Quando c il rischio di una
precipitazione dei componenti pesanti, importante installare impianti idonei o aggiungere additivi che consentano di ovviare a questo inconveniente. Il mancato riconoscimento di uno di questi processi pu avere gravi conseguenze economiche e causare problemi di sicurezza.
Per prevedere levoluzione termodinamica del fluido
nelle condizioni di pressione e di temperatura che si incontreranno al momento dello sfruttamento, si utilizzano
modelli matematici miranti a descriverne il comportamento. Lelaborazione di modelli in grado di riprodurre
487
pressione
A
T>TC
T<TC
R
volume
punto critico
pressione
vapore
A
punto triplo
temperatura
fig. 2. Diagramma pressione-temperatura
di un componente puro.
pressione
I
B
liquido
+vapore
vapore
volume
fig. 3. Diagramma pressione-volume
di una miscela.
488
La fig. 1 illustra il comportamento di un componente puro, rappresentato su un diagramma pressione-volume, che pu essere descritto nel modo seguente. Partendo dal punto A (la sostanza si trova allo stato liquido) e aumentando gradualmente il volume (a temperatura
costante), si osservano i seguenti fenomeni: a) una diminuzione molto rapida della pressione; b) al punto B, la
comparsa delle prime bolle di gas; c) laumento del volume della fase gassosa rispetto a quello della fase liquida a pressione costante (tratto fra B e R); d) la scomparsa
dellultima goccia di liquido (punto R); e) il calo molto
pi lento della pressione.
Questa successione di fenomeni si riscontra per tutte
le temperature inferiori alla temperatura critica (TC). Al
di sopra di essa, la sostanza rimane sempre monofasica
e si dice che si trova allo stato supercritico. Linsieme dei
punti di bolla forma la curva di bolla e linsieme dei punti
di rugiada d origine alla curva di rugiada.
anche possibile rappresentare il comportamento di
un componente puro su un diagramma pressione-temperatura (fig. 2).
Tutte le condizioni nelle quali il liquido pu coesistere con il gas sono rappresentate dalla curva AC, in cui
si confondono le curve di bolla e di rugiada. In base alla
regola delle fasi, per ogni temperatura vi un solo valore della pressione per il quale il fluido bifasico: se si
indica con n il numero di componenti di una miscela e
con f il numero di fasi presenti, allora la varianza del
sistema (V), vale a dire il numero di propriet intensive
(temperatura, pressione, composizione di ogni fase) che
occorre fissare per determinare lo stato del sistema,
uguale a:
Vn 2f
liquido
solido
I componenti puri
Tale curva nota come curva della tensione di vapore e termina al punto critico (punto C), oltre il quale il
fluido sempre monofasico. La linea AS rappresenta la
linea di equilibrio liquido-solido, che corrisponde alla
linea dei punti di fusione della sostanza. La curva AE
la linea di sublimazione, lungo la quale il solido in equilibrio con il vapore. Lintersezione tra le linee AC, AS e
AE corrisponde al punto triplo, che rappresenta lunica
coppia di valori di pressione e temperatura che permette la coesistenza di tutte e tre le fasi.
Le miscele
pressione
cricondenbara
Rs
liquido
C
M
liquidovapore
Ri
cricondenterma
temperatura
equilibrio tra queste due fasi. I fluidi di giacimento contengono una vasta gamma di composti aventi un numero di atomi di carbonio molto variabile. I pi leggeri sono
gassosi alle condizioni ambiente (CO2, N2, CH4) mentre i pi pesanti, che contengono diverse centinaia di
atomi di carbonio, sono quasi solidi. Nel greggio sono
anche presenti composti solforati (principalmente solfuro di idrogeno e mercaptani) che causano problemi di
vario tipo, alcuni dei quali legati alla loro tossicit.
Si possono rilevare inoltre la presenza di elio e di
metalli pesanti (mercurio, nichel e vanadio) nonch tracce di composti organometallici.
Classificazione dei giacimenti
La classificazione dei fluidi di giacimento pu essere convenientemente formulata facendo riferimento alle
caratteristiche degli inviluppi di fase (v. anche cap. 1.1).
I fluidi petroliferi sono classificati in genere in due grandi famiglie, a seconda che la temperatura di giacimento
sia inferiore o superiore alla temperatura critica del fluido (fig. 5).
Con il termine olio si indicano tutti i fluidi di giacimento la cui temperatura critica maggiore della temperatura di giacimento, con il termine gas tutti quelli la cui
temperatura critica minore di quella del giacimento.
Gli oli hanno la caratteristica di liberare una certa
quantit di gas, a partire dal loro punto di bolla, quando
pressione
olio
gas secco
I fluidi di giacimento presentano un comportamento simile a quello di una miscela binaria. Nel giacimento essi
possono trovarsi, secondo la loro composizione e le condizioni di temperatura e di pressione del serbatoio, allo
stato liquido, allo stato gassoso oppure in uno stato di
Tmax
temperatura
fig. 5. Posizione
dei differenti tipi
di fluidi sullinviluppo
di fase.
489
pressione
Tmax
temperatura
fig. 6. Inviluppo di fase di un gas a condensato.
pressione
PR
C
Psep
separatore
Tsep
TR
temperatura
pressione
PR
Psep
separatore
Tsep
TR
temperatura
fig. 8. Inviluppo di fase di un gas secco.
490
alla temperatura critica della miscela, ma pu essere inferiore o superiore alla cricondenterma (Tmax in fig. 5).
Se la temperatura del giacimento (TR) inferiore alla
cricondenterma e superiore alla temperatura del punto critico, e se la pressione del giacimento (PR) superiore o
uguale alla pressione di saturazione, allora il giacimento
contiene un gas a condensato. Unespansione isoterma di
tale gas (fig. 6) condurr, a partire dalla sua pressione di
saturazione (punto di rugiada superiore Rs), alla formazione di una fase liquida. Con la diminuzione della pressione, il volume di questa fase liquida aumenter fino a
raggiungere un massimo (M), per annullarsi in seguito al
punto di rugiada inferiore (Ri). Si tratta del gi citato fenomeno della condensazione retrograda. Nel caso di un componente puro, questo fenomeno non si verifica. Lespansione isoterma della fase gassosa non d mai origine a una
fase liquida, ma determina invece la vaporizzazione di
questultima. Tale comportamento si osserva anche nei
gas a condensato, ma solo proseguendo lespansione oltre
il punto M. La differenza principale tra un olio volatile e
un gas a condensato risiede nella natura della frazione
pesante. La massa molare e la quantit della frazione C7
di un olio volatile sono pi elevate di quelle di un gas a
condensato; in linea generale si pu affermare che raramente un gas a condensato contiene una frazione C7
superiore al 15% in moli.
Se la temperatura del giacimento superiore alla cricondenterma e se il punto che rappresenta le condizioni
di superficie (Psep e Tsep, che sono le condizioni del separatore) si colloca allinterno dellinviluppo di fase, il gas
detto umido (fig. 7). Questo significa che si avr la produzione di liquido alle condizioni di superficie, senza
per che abbia luogo la condensazione retrograda nel
giacimento. Questa situazione si incontra molto raramente. Se invece il punto che rappresenta le condizioni
di superficie si colloca allesterno dellinviluppo di fase,
il gas detto secco (fig. 8) e non dar luogo a produzione di liquido nelle condizioni di superficie. In questo
caso estremo il GOR diviene quasi infinito.
La formazione del petrolio a partire dalla materia organica oggetto di numerose ipotesi, che convergono tutte
su un punto: la composizione di un fluido di giacimento dipende dal mezzo, dalla maturit geologica e dal processo di migrazione dalla roccia madre alla roccia serbatoio. Questi fattori possono causare significative variazioni di composizione laterali e verticali nei giacimenti
delle diverse aree del mondo. Anche se, di solito, si ritiene che i giacimenti abbiano raggiunto una condizione
di equilibrio, un numero consistente di essi presenta
fenomeni di variazione di composizione verticale e laterale (Hamoodi e Abed, 1994; Hamoodi et al., 1996).
noto il caso di un giacimento di Abu Dhabi in cui la frazione di H2S varia lateralmente dall1% al 12%, bench
la comunicazione allinterno del giacimento sia eccellente e quindi il fenomeno non possa essere attribuito alla
compartimentazione del serbatoio (Firoozabadi et al.,
1996), come anche quello di un giacimento del Mare del
Nord nel quale la concentrazione di metano varia dal 55%
al 73% lungo un intervallo di profondit di 81 m (Danesh, 2003). Queste variazioni sono particolarmente sensibili nel caso degli oli volatili e dei fluidi contenenti asfalteni. La mancata valutazione di tali effetti nel corso dello
studio per lo sviluppo del giacimento pu condurre a considerevoli errori nella stima delle propriet dei fluidi, del
volume di idrocarburi in posto e del fattore di recupero.
Il margine di errore pu raggiungere il 50% del volume
di condensato in posto e il 20% del volume di gas nel caso
di un gas a condensato. Analogamente, la stima della produzione cumulativa pu risultare sottovalutata o sopravvalutata di oltre il 20% (Jaramillo, 2001).
Le cause di queste eterogeneit sono molteplici. Esse
possono dipendere da fenomeni di tipo termodinamico,
dalle caratteristiche del giacimento o dai fenomeni di genesi, migrazione e accumulo degli idrocarburi. I processi di
tipo termodinamico che concorrono a creare le eterogenit
sono la segregazione gravitazionale, la diffusione termica,
causata dal gradiente termico, e la convezione naturale,
mentre la diffusione molecolare, dovuta ai gradienti di concentrazione, tende a omogeneizzare il fluido. Per quanto
riguarda il giacimento, le caratteristiche suscettibili di provocare distribuzioni eterogenee sono le variazioni di permeabilit e di porosit, le differenze di bagnabilit e pi in
generale tutte le eterogeneit del reservoir. Infine, le differenze tra le rocce madri e tra i processi di maturazione,
come pure i fenomeni di biodegradazione e di precipitazione degli asfalteni o delle resine, possono contribuire a
una distribuzione eterogenea dei fluidi di giacimento.
Tutti questi fenomeni sono molto complessi da descrivere mediante modelli. Per questo importante disporre di campioni prelevati in pozzi diversi, distribuiti sullintera area del giacimento.
Per quanto riguarda i fenomeni di tipo termodinamico, il gradiente termico verticale che si riscontra nella
maggior parte dei giacimenti induce processi di diffusione ma non necessariamente di convezione (Firoozabadi
et al., 1996). Al contrario, un gradiente termico laterale
(quale si osserva in alcuni giacimenti) pu indurre contemporaneamente fenomeni di convezione e di diffusione termica. La costruzione di un modello che tenga conto
di questi fenomeni complessa e, per quanto ne sappiamo, non si riesce mai a prenderli tutti in considerazione.
Gli effetti pi importanti sono quelli legati alla gravit e
Gibbs (1961) ha proposto un modello matematico che
consente di valutare il gradiente di composizione legato
alla gravit in assenza di gradienti di temperatura. In queste condizioni, i componenti pi pesanti si trovano nella
parte bassa del serbatoio e i pi leggeri in alto. Schulte
(1980) e Montel (1993) hanno proposto una modellizzazione di questo fenomeno basata sulle equazioni di stato.
Tuttavia, la valutazione di questi fenomeni molto complessa e non si conoscono esattamente gli effetti della loro
influenza reciproca. Per esempio alcuni autori (Holt et al.,
1983) sostengono che leffetto termico pu essere dello
stesso ordine di grandezza di quello gravitazionale e che
entrambi agiscono nella stessa direzione, mentre altri ricercatori sono giunti alla conclusione opposta (Ghorayeb e
Firoozabadi, 2001).
In ogni caso, certo che le variazioni laterali e verticali della composizione possono essere significative (soprattutto nel caso degli oli volatili e dei gas a condensato) e
che indispensabile prenderle in considerazione nello studio di giacimento per lo sviluppo di un campo petrolifero. Poich i fattori responsabili di queste variazioni di composizione sono molteplici e difficilmente integrabili in un
modello, importante disporre di campioni prelevati in
pozzi diversi, allo scopo di calibrare i modelli.
4.2.5 Campionamento
Una buona conoscenza del comportamento termodinamico del fluido richiede il prelievo di campioni rappresentativi dei fluidi di giacimento. Gli esami condotti su
questi campioni servono a calcolare le riserve in posto,
alle operazioni di calcolo del flusso nel mezzo poroso nonch alla definizione e al dimensionamento degli impianti di superficie e di uno schema di sviluppo che consenta
di ottimizzare il recupero del fluido. La necessit di disporre di campioni rappresentativi appare ancor pi fondamentale, se si tiene conto dei costi necessari per la definizione del processo, soprattutto nel caso di giacimenti
offshore. Gli esami devono permettere anche di individuare comportamenti quali la precipitazione di asfalteni
e di paraffine o la formazione di idrati.
Le quantit di fluido necessarie variano secondo il tipo
di analisi che si intende effettuare in laboratorio. Per esempio, se si vuole realizzare una classica analisi PVT (Pressione-Volume-Temperatura) sar sufficiente una quantit
modesta di fluido, tanto pi che le moderne apparecchiature per queste analisi sono in grado di operare a partire
da campioni sempre pi ridotti. Se invece si devono effettuare studi di caratterizzazione (analitici e/o termodinamici) pi approfonditi, occorrer prelevare quantitativi pi
consistenti. Questo particolarmente vero nel caso in cui
si desideri caratterizzare in modo accurato la frazione
pesante del fluido. Se si tratta di un gas a condensato, in
cui la proporzione della frazione pesante relativamente
bassa, sar necessario prelevare quantit significative di
fluido per realizzare unanalisi precisa del condensato.
491
Anche nel caso di oli contenenti asfalteni o paraffine pesanti, per effettuare la caratterizzazione della frazione pi
pesante saranno necessarie quantit adeguate di liquido.
La scelta di un tipo di campionamento avviene dunque in
funzione del fluido, dellequipaggiamento disponibile al
pozzo, degli impianti di produzione in superficie e del tipo
di esame che si desidera condurre.
Esistono due tipi di campionamento: il campionamento di fondo (monofasico) e quello di superficie. Il
campionamento dei fluidi di superficie avviene generalmente al separatore. Quando le condizioni di testa
pozzo fanno s che il fluido sia monofasico, si possono
effettuare i prelievi a testa pozzo. Qualora siano necessarie grandi quantit di fluido, si possono prelevare campioni di liquido di stoccaggio. Le propriet dellolio di
stoccaggio sono utilizzate per lo studio dei rischi di depositi durante il trasporto, per effettuare misurazioni in
ambiente poroso, lo studio del trattamento delle emulsioni, della deidratazione e della desalinizzazione.
Infine, si prelevano anche campioni dellacqua di
giacimento. La conoscenza delle sue propriet necessaria per linterpretazione del well logging, per definire
le modalit di produzione e di processo, per verificarne
la compatibilit con uneventuale acqua di iniezione e
per gli studi sulla corrosione. Bench sia spesso trascurato, lesame dellacqua importante: non bisogna dimenticare, infatti, che tutti i pozzi producono acqua dopo un
tempo pi o meno lungo. Verso la fine della vita del giacimento, la produzione di acqua pu assumere dimensioni anche pi consistenti della produzione di olio.
Poich lobiettivo del campionamento quello di
ottenere un campione rappresentativo del fluido inizialmente in posto, indispensabile effettuare il prelievo
prima che la pressione del giacimento abbia raggiunto
la pressione di saturazione. Al di sotto di questa soglia,
nel caso di un olio volatile o di un gas a condensato,
diventa quasi impossibile ottenere, sia con un campionamento in superficie che a fondo pozzo, un fluido rappresentativo della miscela di giacimento originaria.
Campionamento di fondo
Per questo tipo di campionamento si utilizzano speciali apparecchiature che vengono calate nel pozzo. In
genere il prelievo si effettua durante i test di produzione,
prima della messa in produzione. Il campionamento di
fondo consigliabile nei casi di oli sottosaturi, di fluidi
in prossimit del punto critico e di gas a condensato ricchi. La possibilit di mantenere i campioni monofasici
fino allanalisi in laboratorio permette di evitare la precipitazione di asfalteni, la cui ridissoluzione sempre
problematica. Il campionamento di fondo pu essere effettuato solo nel caso in cui la pressione nel pozzo sia maggiore della pressione di saturazione del fluido. In caso
contrario, il campione prelevato non sar rappresentativo del fluido di giacimento originario. Malgrado tutto,
492
quando questo tipo di campionamento lunico possibile (nel caso che la pressione del giacimento corrisponda
alla pressione di saturazione o che la pressione dinamica, o in erogazione, nel pozzo sia inferiore a questa stessa pressione di saturazione) si tenta di realizzare, nel
pozzo, condizioni tali da permettere la raccolta di un campione che abbia caratteristiche il pi possibile simili a
quelle del fluido di giacimento, riducendo la portata di
produzione del pozzo.
importante selezionare opportunamente il pozzo in
cui sar effettuato il campionamento. Esso deve trovarsi in
una zona del giacimento in cui labbassamento di pressione sia ridotto al minimo e deve avere una buona produttivit, in modo da mantenere una pressione sufficiente nella
zona circostante al pozzo ed evitare il passaggio alla condizione bifasica. Inoltre, per ridurre linquinamento del
campione, il pozzo non deve produrre acqua e deve essere adeguatamente spurgato (cio fatto erogare per un tempo
sufficientemente lungo) per evitare ogni contaminazione,
per esempio, da parte del fluido di perforazione. Infine, il
pozzo deve essere collegato a un separatore collocato il pi
vicino possibile alla testa pozzo per evitare perturbazioni
e tempi di stabilizzazione eccessivi. La scelta del pozzo
effettuata sulla base dellanalisi della storia passata di produzione, per assicurarsi, in particolare, che il GOR del fluido prodotto in superficie rimanga costante nel tempo, cos
da garantire una produzione monofasica. Prima del campionamento, occorre stabilizzare la portata del pozzo per
il tempo necessario a far s che il GOR in superficie risulti stabile. Il tempo di stabilizzazione pu variare molto (da
alcune ore a diversi giorni). Il GOR al separatore deve rimanere costante tra due riduzioni della portata, per essere sicuri che lo strato produca effettivamente in monofase.
Nel caso di prelievo in un pozzo a gas, la portata deve
essere sufficiente a evitare accumuli di liquido alla base
del tubing.
I prelievi di fondo si effettuano per mezzo di appositi strumenti (campionatori) che vengono calati nel pozzo
e variano secondo il tipo di equipaggiamento del pozzo
stesso; essi possono essere effettuati:
durante la perforazione; in questo caso i campionatori sono fissati assieme ad altre apparecchiature allestremit delle aste di perforazione. Gli apparecchi pi
recenti consentono di ottenere campioni di buona qualit con questo tipo di procedura (open hole sampling).
Questa forma di campionamento sempre pi diffusa, soprattutto nei giacimenti offshore, perch consente un grande risparmio di tempo e una corrispondente riduzione dei costi. Le apparecchiature utilizzate permettono un buon controllo del campionamento.
In particolare, misurazioni a raggi infrarossi permettono di controllare che il campione non sia troppo
inquinato dallacqua o dal fango di perforazione. Sono
in corso di perfezionamento apparecchi che consentono di misurare la viscosit e la densit del fluido e
pressione
D
condizioni iniziali del giacimento
temperatura
fig. 9. Conservazione della pressione
nei campionatori.
questa tecnica lunica che consenta di ottenere campioni non contaminati da additivi anti-idrati. I campioni di
questo tipo sono anche i pi indicati per lo studio dei fluidi contenenti asfalteni, la cui ridissoluzione rimane tuttora molto difficile e controversa. Per contro, a causa dello
scarso volume ottenibile (in genere inferiore a un litro),
questa tecnica non consente di effettuare studi approfonditi, in particolare sulla frazione liquida di un gas a condensato. Nel caso di oli saturi e di gas a condensato poveri, preferibile ricorrere al campionamento di superficie.
Campionamenti di superficie
In superficie i prelievi possono essere effettuati direttamente a testa pozzo (se il campione si trova ancora allo
stato monofasico) o, pi comunemente, al separatore.
Questa tecnica pu essere utilizzata per gli oli e per i gas
a condensato, e in particolare quando i fluidi hanno raggiunto la saturazione o vi sono vicini, oppure quando il
pozzo produce grandi quantit di acqua. Al contrario,
luso di questa tecnica sconsigliabile quando vi sia il
sospetto di problemi legati alla cristallizzazione di paraffine o alla precipitazione di asfalteni. Il campionamento al separatore consiste nel prelevare un campione di
gas e uno di liquido. I due prelievi devono essere effettuati contemporaneamente e il tempo di campionamento deve essere maggiore del tempo di permanenza nel
separatore. Se esistono pi separatori, il prelievo sar
effettuato preferibilmente al primo stadio di separazione, per evitare laccumularsi di errori. I due fluidi, gas e
liquido, vengono successivamente ricombinati in laboratorio in modo da sintetizzare un fluido che sia rappresentativo di quello di giacimento. Qualora si conosca con
esattezza la pressione di saturazione del fluido di giacimento, sar preferibile effettuare la ricombinazione sulla
base della pressione di bolla, piuttosto che sul GOR
(Danesh, 2003). La maggiore difficolt di questo tipo di
campionamento, che presuppone lesistenza di un separatore, consiste principalmente nella misurazione delle
rispettive portate del gas e del liquido. Inoltre, trovandosi la fase gassosa al punto di rugiada e la fase liquida
al punto di bolla, la minima variazione delle condizioni
di pressione e di temperatura durante il campionamento pu causare il passaggio allo stato bifasico. In questo
caso, i fluidi rischiano di non essere pi rappresentativi.
Tuttavia il vantaggio di questo tipo di campionamento
che permette di ottenere grandi quantit di fluidi, necessarie per effettuare studi pi approfonditi (questo particolarmente vero nel caso dei gas a condensato che contengono una scarsa quantit di componenti pesanti). Nondimeno, per miscelare gas e liquido in proporzioni che
consentano la ricostruzione di un fluido realmente rappresentativo, necessario che il fluido di giacimento sia
allo stato monofasico in corrispondenza delle perforazioni (intervallo aperto alla produzione), che il gas eserciti una buona azione di sollevamento (lift) dei liquidi
493
nel tubing (se la pressione nel tubing inferiore alla pressione di saturazione) e che le portate del gas e del liquido, al separatore, siano misurate con la massima precisione.
Le misurazioni da effettuare nel corso del campionamento sono le seguenti: portate del gas e del liquido
al separatore; pressione e temperatura del prelievo; densit del gas al separatore e densit dellolio alle condizioni standard.
Esistono vari metodi di prelievo del gas e del liquido
ai separatori. Il gas pu essere trasferito in un contenitore gi sotto vuoto, per spiazzamento di un liquido (il contenitore pu essere pieno, per esempio, di acqua) o per
spiazzamento di un gas. Negli ultimi due casi, opportuno usare grandi volumi di gas in modo da evitare il rischio
di contaminazioni.
Per quanto riguarda il liquido, si procede sia per spiazzamento di un liquido (avendo cura che il liquido scelto non
sia miscibile con quello prelevato n reagisca in alcun modo
con esso), sia per spiazzamento in equilibrio con il gas al
separatore (in questo caso la bombola riempita in precedenza di gas al separatore), sia per spiazzamento di aria.
494
Un olio un fluido per il quale la temperatura di giacimento inferiore alla temperatura critica della miscela. La decompressione del fluido causer dunque la comparsa di bolle di gas a partire dal momento in cui la pressione si abbasser sotto il livello di saturazione, detto
anche pressione di bolla (Pb).
Le misurazioni effettuate durante lesame di un campione di olio sono lo studio a massa costante, lo studio
differenziale, i test di separazione e le misurazioni della
viscosit. Quando previsto un particolare schema di
sviluppo (per esempio, con iniezione di gas) necessario effettuare esami supplementari.
Studio a massa costante
Lo studio a massa costante viene effettuato realizzando una graduale decompressione isoterma del fluido
fino alla comparsa della fase gassosa. Esso consente di
misurare la pressione di saturazione dellolio (punto di
bolla), il volume relativo (cio il rapporto tra il volume
del fluido, monofasico o bifasico, e il volume dellolio
al punto di bolla) e, nel caso di olio sottosaturo (pressioni superiori al punto di bolla), il coefficiente di compressibilit isoterma. Lo scopo di questo esame quello di riprodurre il comportamento del fluido nelle zone
dove non vi flusso ma in cui il fluido scende al di sotto
della pressione di saturazione (nelle vicinanze del pozzo).
pressione
volume
fig. 10. Andamento della pressione in funzione
del volume durante unespansione a massa
e temperatura costanti.
1 DV
Co1 12
V DP
Con la comparsa della fase gassosa si osserva un cambiamento improvviso della pendenza della curva, dal
quale si pu determinare con precisione il punto di bolla.
Lesame permette di stabilire anche la densit del fluido
a una certa pressione e successivamente, conoscendo la
relazione tra la pressione e il volume, di calcolare la densit in funzione della pressione.
Studio differenziale
La liberazione (o vaporizzazione) differenziale riproduce il comportamento della frazione del liquido iniziale del giacimento che non prodotta in superficie
nel corso della decompressione del giacimento. Infatti, dato che il gas pi mobile dellolio, esso prodotto
pressione
288,15PVg (P,T)
Z 1111111123
PatmTV (SC)
C
D
E
TR
temperatura
per i liquidi residui, a ogni valore di pressione, i volumi relativi VR, il fattore volumetrico Bo, la densit r,
il gas disciolto RS, secondo le seguenti definizioni:
Vo (P,T)
VR 11133
Vo (Pb ,T)
495
dove Pb la pressione di bolla dellolio alla temperatura T, e Vo il volume della fase liquida,
Vo (P,T)
Bo 111113 (espresso in m3/m3)
Vo,res(SC)
dove il volume di olio residuo Vo,res il volume di
olio allultimo stadio di decompressione alle condizioni standard (1,013 bar e 288,15 K),
Vg,disciolto (P,T)
RS 11111111
Vo,res(SC)
dove Vg,disciolto(P,T) il volume di gas disciolto al
valore di pressione considerato. Questo volume di
gas equivale alla somma dei volumi di gas liberati
negli stadi successivi e si calcola perci dopo lultimo stadio.
Inoltre, a ogni stadio si effettua lanalisi del gas liberato e allultimo stadio quella del liquido residuo.
Test di separazione
496
14
12
10
8
6
4
2
0
0
10
20
30
40
50
60
pressione (MPa)
fig. 12. Andamento della quantit di liquido
condensato in funzione della pressione
negli esperimenti a massa e a volume costanti.
Per determinare la composizione di un fluido di giacimento, in genere necessario farlo espandere fino
alla pressione atmosferica, in quanto le tecniche di analisi gascromatografica attualmente in uso possono essere applicate soltanto in questa condizione. La fase gassosa e la fase liquida sono quindi raccolte e analizzate
mediante gascromatografia (v. anche cap. 1.1). Le analisi delle due fasi cos ottenute sono successivamente
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dimensionare gli impianti di superficie che garantiranno un recupero ottimale della fase liquida. Le prove di
laboratorio forniscono utili informazioni sul comportamento termodinamico dei fluidi di giacimento, ma purtroppo sono lunghe e costose, e non si possono effettuare
per tutte le condizioni che si verificano durante la vita
produttiva di un giacimento. Gli studi sperimentali vengono dunque utilizzati per calibrare i modelli termodinamici integrati nei simulatori di giacimento, di trasporto
o di processo. I modelli si basano sia su alcune semplici leggi che consentono di calcolare i coefficienti di equilibrio e le propriet delle fasi, sia sullimpiego di equazioni di stato. Per una trattazione dettagliata dellapplicazione delle equazioni di stato ai fluidi petroliferi, v.
cap. 1.1. Di seguito saranno soltanto richiamati alcuni
aspetti specifici di particolare interesse per i fluidi di giacimento.
Calcolo dei parametri delle equazioni di stato
per sistemi a pi componenti
Le equazioni di stato usate per descrivere il comportamento dei fluidi di giacimento contengono diversi
parametri che devono essere determinati o stimati. Per
esempio, due tra le equazioni di stato pi usate in ambito petrolifero sono lequazione di Peng-Robinson e quella di Soave-Redlich-Kwong (v. anche cap. 1.1):
RT
a
P 11 11111
2
Vb V 2bVb2
RT
a (T)
P 11 11111113
Vb (Vc) (Vb2c)
che contengono i parametri a, b e c. Per i componenti
puri, questi parametri vengono calcolati a partire dalle
propriet critiche o modificati in modo tale che lequazione simuli al meglio il comportamento del fluido. Nel
caso delle miscele, si utilizzano delle regole specifiche
(regole di mescolamento o di miscelazione) per calcolare i parametri a partire da quelli dei componenti puri che
compongono la miscela. Le classiche regole di mescolamento utilizzate per le equazioni di Peng-Robinson e
Soave-Redlich-Kwong sono le seguenti:
a aij zi zj
i
b bi zi
i
2323
aij ai aj (1kij ) con kijkji
c ci zi
i
dove zi e zj rappresentano la frazione molare dei componenti i e j nella miscela. In queste espressioni ai, bi e ci
rappresentano i parametri dei componenti puri. Il calcolo
di aij richiede lintervento di un parametro di interazione
498
fase gassosa, e i metodi analitici attualmente utilizzati consentono una conoscenza molto dettagliata della loro composizione. Purtroppo, nella modellizzazione del comportamento del fluido in un simulatore di bacino o di giacimento, non possibile prendere in considerazione
singolarmente tutti i componenti, o i gruppi di componenti. I tempi di calcolo sono proporzionali al numero di
componenti e diventano ben presto incompatibili con le
capacit degli attuali calcolatori. Per questa ragione, i fluidi sono in genere rappresentati da alcuni pseudocomponenti (da 3 a 10), ciascuno dei quali raccoglie un insieme
di componenti. Esistono diversi metodi per raggruppare i
componenti. Il pi semplice consiste nel riunire tutti i componenti eluiti tra due n-paraffine nellanalisi gascromatografica; inoltre si possono raggruppare tutti i componenti con lo stesso numero di atomi di carbonio. anche possibile, per un dato numero di atomi di carbonio o un dato
intervallo di temperature di ebollizione, differenziare le
famiglie chimiche, giungendo cos a un numero di pseudocomponenti pi elevato.
Infine, Montel e Gouel (1984) propongono di raggruppare i componenti in uno spazio a 3 o 4 dimensioni, rappresentate per esempio da temperatura e pressione critiche, fattore acentrico e temperatura di ebollizione, e Ahmed (1989) descrive diversi metodi per
raggruppare e caratterizzare gli pseudocomponenti della
frazione pesante.
Le propriet fisico-chimiche (TC, PC, w) attribuite a
ciascuno di questi pseudocomponenti sono in genere calcolate a partire dalle propriet dei componenti puri in
essi contenuti. La regola utilizzata pi di frequente
quella di Kay (1936). Si tratta di una ponderazione lineare della data propriet in funzione della frazione molare del componente nello pseudocomponente. Per quanto riguarda la frazione pesante, la letteratura offre numerosi studi sulla sua caratterizzazione e in particolare
sullinfluenza del metodo usato sulla previsione delle
propriet del fluido di giacimento (Hamoodi et al., 1996).
stato dimostrato che perfino nel caso di un fluido contenente appena lo 0,01% in moli di C6, ladeguamento delle propriet della frazione pesante pu modificare
notevolmente linviluppo di fase del fluido. Thomassen
et al. (1987) indicano infine che un errore compreso tra
il 5 e il 10% sulla massa molare della frazione pesante
pu indurre un errore di 700 psi sulla previsione della
pressione di rugiada di un gas a condensato.
La frazione pesante pu essere rappresentata da una
miscela di componenti puri mescolati in modo tale da
riprodurre la massa molare e la ripartizione per famiglia chimica risultanti dallanalisi composizionale, oppure da diversi pseudocomponenti. Le propriet di questi
ultimi sono quantificate, in prima approssimazione, con
laiuto di correlazioni che consentono di calcolarle a
partire da due grandezze scelte tra la temperatura di
ebollizione, la densit e la massa molare. Si pu citare
TC0Tb 0,5332720,191017103Tb0,779681107Tb2
0,9594681028
0,2843761010Tb3111113
Tb13
1
VC01(0,4198690,505839a1,56436a3
9481,7a14)8
PC0(3,833541,19629a0,534,8888a
36,1952a2104,193a4)2
S 00,8435930,128624a3,36159a313749,5a12
con a1Tb/TC0, che permettono di valutare:
il volume critico VC (in ft3/lb mol):
(12fv ) 2
VC VC0 11133
(12fv)
dove
0,46659
3,01721
fvDSv 11133 0,18242111133 DSv
Tb0,5
Tb0,5
0
2
DSv exp
4[(S )] g01;
con
0,362456
0,948125
fTDST 11133
0,0398285111332
DS 0T
0,5
Tb
Tb0,5
DSTexp[5(S0g0)]1;
(12f )
121233
(12f )
TC
12
TC0
VC0
12
VC
46,1955
0,00127885T
2,5326211133
T
252,140
0,00230535T DS
11,427711133
T
fpDSp
0,5
b
0,5
b
la massa molare M:
(12fm)
1nM1nM 0
(12fm)
132
499
Tbexp 5,714192,71579q0,286590q2
39,8544 1111
0,122488
1111
24,7522q
q
q2
35,3155q2
il numero finale di atomi di carbonio stabilito con laiuto della massa molare della frazione pesante. Infine Danesh (2003) descrive la possibilit di utilizzare le funzioni
matematiche di distribuzione proposte da Cotterman
(1985).
e con
0,193168
fmDSm x 0,01756911111
DSm
Tb0,5
dove
DSmexp5(S 0g0 )
1
0,328086
x 0,01234201111
Tb1/2
La frazione pesante dei fluidi, che non completamente analizzata, rappresentata da uno o pi pseudocomponenti (di solito da due a tre), dei quali necessario determinare le propriet chimico-fisiche. Si proposto di utilizzare tre pseudocomponenti che rappresentano
rispettivamente le paraffine, i nafteni e gli aromatici presenti nella frazione pesante. Pedersen et al. (1992) propongono invece un metodo per rappresentare la frazione pesante dei gas a condensato mediante una funzione
di distribuzione basata sul numero di atomi di carbonio.
Questa funzione permette in effetti di determinare una
concentrazione per numero di atomi di carbonio, in cui
pressione
0,83
Pb519,7
10 yg
con
1,769
13
g
yg1,2250,00164T
temperatura
fig. 13. Variazione di un inviluppo di fase prima
e dopo la calibratura dei parametri
della frazione pesante.
500
Tra le molte altre correlazioni sviluppate dagli studiosi, si pu citare a titolo di esempio quella di Elsharkawy
(2003), che si basa sui dati ottenuti da fluidi provenienti dal Mare del Nord. I dati di ingresso di questa correlazione sono il peso molecolare medio e la densit della
frazione C7+ nonch la composizione dettagliata del fluido fino a C6.
Il fattore di compressibilit isoterma dellolio sottosaturo, Co (a pressione superiore alla pressione di bolla)
definito nel modo seguente:
Co
GOR
Si rammenta che, per un olio saturo, il GOR rappresenta la quantit di gas disciolto in un volume unitario
di olio di stoccaggio:
volume di gas disciolto (SC)
GOR111111111111
volume di olio di stoccaggio (SC)
I volumi di gas e di olio si riferiscono alle condizioni standard, ossia 288,15 K e 1,013 bar. Le stesse correlazioni possono essere utilizzate per il calcolo della quantit di gas disciolto RS (v. sopra) a tutte le pressioni inferiori al punto di bolla, dal momento che, a ciascuna di
esse, lolio saturo (nel caso di un esame differenziale).
Anche in questo caso viene esaminata la correlazione stabilita da Standing.
Correlazione di Standing. Questa correlazione si
applica ai fluidi con un GOR compreso tra 3,6 e 254
sm3/m3, ossia tra 20 e 1.425 sft3/stb (ove s sta per standard e stb per stock tank barrel):
P
113
519,710
1,204
GORgg
1 1
1
V
V
P
dove (V/P)T la pendenza della curva pressionevolume. Questo fattore si determina, in genere, con
laiuto di curve pressione-volume stabilite per via sperimentale. Tuttavia anche possibile valutarlo servendosi di varie correlazioni, tra le quali si pu citare quella di Vasquez e Beggs (1980), che richiede la conoscenza della densit del gas, della densit dellolio in
gradi API, del GOR, della temperatura e della pressione:
1.78410.910
28,1GOR30,6T1.180gg112
go
111111111111111111
Co
5
10 P
dove gg la densit del gas relativa allaria e go la densit dellolio di stoccaggio relativa allacqua; Co espresso in kPa1, GOR in m3/m3, P in kPa e T in K.
Questa correlazione stata stabilita sulla base di 2.000
misurazioni sperimentali condotte su 600 fluidi diversi.
yg
Densit
con
1,769
133
yg1,2250,00164T
go
Il fattore di volume Bo utilizzato per stabilire il rapporto tra il volume dolio nelle condizioni di giacimento e quello a condizioni standard. Le correlazioni che
permettono di calcolare il Bob (Bo alla pressione di saturazione) richiedono la conoscenza del GOR, delle densit del gas e dellolio di stoccaggio e della temperatura. A titolo di esempio viene citata la correlazione di
Standing.
Correlazione di Standing. espressa dalla relazione
Bob0,9720,000147 F1,175
con
g
1
g
F5,615 GOR
0,5
2,25T575
Per densit (o massa volumica, r) di un fluido si intende la massa di ununit di volume del fluido nelle condizioni di pressione e di temperatura date. Per densit
relativa di un olio si intende il rapporto tra la densit dellolio e la densit dellacqua nelle stesse condizioni di
pressione e di temperatura. Nel caso dei gas la densit
riferita a quella dellaria.
Nellindustria petrolifera si utilizza anche molto spesso la densit espressa in gradi API per gli oli a condizioni standard, definita come segue:
141,5
gAPI1223131,5
go
dove go la densit dellolio relativa allacqua in condizioni standard (15,6 C, 1,013 bar).
I principali metodi utilizzati per calcolare la densit
dellolio sono i metodi di Katz (1942), di Standing (1977,
1981) e di Alani-Kennedy (1960).
Standing e Katz hanno proposto una correlazione
grafica per determinare la densit degli oli per valori
dati di pressione e temperatura (Gravier, 1986; Ahmed,
1989). Questo metodo basato su due propriet: da
una parte, laggiunta dei volumi parziali dei componenti del liquido e dallaltra la densit apparente del
metano e delletano in soluzione nel liquido. La deter-
501
xM
i3 i i
rC3111
n
xiMi
13
i3
ri
x2M2
1122
n
xiMi
i1
502
con
BC1PC2 exp (C3+C4P)
con
expC11rr2 1
Ppr
Ppr
Z1 12
0,367487580,04188423 12
Tpr
Tpr
Correlazione di Elsharkawy. Recentemente Elsharkawy (2004) ha proposto una correlazione che permette di calcolare il coefficiente di compressibilit dei gas
P
Ppr1
Ppc
con
Tpc
Ppc12
Jinf
dove
yiTc
Jinfa0 a1 123
Pc
Tc
N2
yiTc
a2 1233
Pc
H2 S
yiTc
K 2inf
Tpc123
Jinf
C7 C8
C2 C3 C4 C5
Z C11131415 rr C6112 rr2
Tpr Tpr
Tpr Tpr Tpr Tpr
C7 C8
rr2
C9 112 rr5C10(1C11rr2) 13 3
Tpr Tpr
Tpr
con
a y 12
a 123
P
P
Ppcyi Pc,i
T
Tpr1
Tpc
C1C6
CO2
a5(yi M)
C7
yiTc
Kinfb0 b1 12
Pc0,5
yiTc
b2 12
Pc0,5
H2S
yT
T
b y 12
b 12
P
P
3
i c
0,5 N2
c
c
0,5
CO2
b5(yiM)
C1C6
C7
Correlazione di Lee. In Lee et al. (1996) presentata una correlazione semiempirica per calcolare la
viscosit, g, dei gas naturali:
g104D1exp(D2rgD3)
503
con
(9,3790,01607 M)T 1,5
D1111111111
209,219,26 MT
986,4
D23,44811230,01009 M
T
D32,4470,224 D2
dove rg la densit del gas alla temperatura e alla pressione di giacimento in g/cm3, T la temperatura di giacimento in R, M il peso molecolare medio del gas in g/mol.
Correlazione di Elsharkawy. La correlazione di Lee
stata modificata da Elsharkawy (2004) per tenere conto
della frazione pesante dei gas, dellH2S e del CO2. Le
correzioni da apportare allespressione di Lee sono calcolate nel modo seguente:
DmgyH S [3,2268103loggg2,1479103]
2
DmgyCO [6,4366103loggg6,7255103]
2
DmgyC [3,2875101loggg1,2885101]
7
504
La salinit delle acque di giacimento estremamente variabile: si pu andare da unacqua quasi dolce ad
acque salate, che possono contenere (Gravier, 1986) fino
a 400 g di sale per litro (v. anche cap. 1.1). In linea generale, la salinit dellacqua aumenta con la profondit. I
principali cationi presenti nelle acque di giacimento sono
il sodio (Na), il potassio (K), il calcio (Ca2), il magnesio (Mg2), il bario (Ba2) e, in quantit minori, lo stronzio (Sr2+). A volte si rileva anche la presenza di litio (Li),
cesio (Cs), rubidio (Rb) e di ioni ammonio (NH
4 ).
Inoltre, sono rintracciabili alcuni metalli, come lalluminio, il ferro e il manganese. Per quanto riguarda gli anioni, i principali sono i cloruri (Cl), i solfati (SO42), gli
idrogenocarbonati o bicarbonati (HCO3), i carbonati
(CO32) e gli ioni S2 e, pi raramente, i nitrati (NO3),
gli ioni bromuri (Br), i tiosolfati (S2O32), i fosfati
(PO43) e i silicati (SiO32). La composizione dellacqua
pu essere descritta in termini di prima e seconda salinit e di prima e seconda alcalinit. La prima salinit fa
riferimento ai sali NaCl e Na2SO4, la seconda a CaCl2,
MgCl2, CaSO4 e MgSO4. La prima alcalinit riguarda
principalmente CaCO3, Ca(HCO3)2, MgCO3 e Mg(HCO3)2
(Koederitz et al., 1989). La composizione delle acque
varia secondo la loro origine (acque marine o acque meteoriche). Lacqua di mare caratterizzata da un elevato tenore di cloruro, da una debole concentrazione di fosfati e
dalla presenza di iodio. Le acque di origine meteorica
sono ricche di ossigeno (spesso sotto forma di CO2) e
danno luogo alla formazione di solfati in seguito alla reazione dellossigeno, nonch a carbonati e idrogeno carbonati legati allazione del CO2. I componenti alcalinoterrosi prevalgono sugli alcalini e vi una scarsa concentrazione di sali minerali. La salinit dellacqua
espressa in genere in g/l e corrisponde alla quantit di sali
disciolta in un litro dacqua. Lanalisi dellacqua utilizzata per linterpretazione dei well logging, per il trattamento delle acque e per limpatto ambientale.
Solubilit dei gas nellacqua
GWRacqua salata
0,285854
log 1211111
GWRacqua pura 0,0840655ST
Il fattore di volume (Bw) dellacqua pu essere calcolato servendosi della correlazione proposta da McCain:
Bw(1DVwP)(1DVwT)
dove DVwP e DVwT rappresentano le variazioni di volume dovute rispettivamente alla pressione e alla temperatura, che si possono graficamente esprimere nel
modo seguente:
DVwP(3,589221071,95301109T )P
(2,2534110101,728341013T )P2
e
DVwT1,00011021,33391104T
5,50654107T 2
Questa correlazione valida per temperature inferiori a 400 K e per pressioni inferiori a 31 MPa.
Compressibilit
505
Densit
La densit dellacqua salata (rw) dipende fortemente dalla salinit. possibile valutarla a partire dalla densit dellacqua nelle condizioni standard (rw(sc)) e dal
fattore di volume Bw (McCain, 1991) precedentemente
definito. Se si trascura la massa di gas disciolto nellacqua nelle condizioni di giacimento, la densit dellacqua
salata nelle condizioni di giacimento si pu scrivere in
questo modo:
rw(SC)
rw11
Bw
dove rw(SC) calcolato dallespressione
rw(SC)62,3680,43603S1,60074103S 2
dove S la salinit espressa in percentuale in peso e r
espressa in lb/ft3.
Correlazione di Allen. Allen et al. (1970) hanno proposto unaltra correlazione per il calcolo della densit:
1
13
A(T)PB(T)P2C (T )xD(T )x2E(T)
rw
1
xPF(T )x2PG(T )1xP2H(T)
2
dove la densit espressa in g/cm3, la temperatura in K
e la pressione in kg/cm2, e dove x la frazione in peso
di NaCl in soluzione. Le funzioni della temperatura sono
le seguenti:
A(T)5,9163650,01035794T
0,9270048105T 21127,522T 1
100674,1T 2
B(T)0,52049141020,10482101104T
0,8328532108T 21,1702939T 1
102,2783T 2
mw (P)
111
0,99944,0295105P
w (1atm)
3,1062109P 2
Questa equazione valida tra 303 e 440 K e per pressioni inferiori a 70 MPa; w(P) e w(1atm) sono espressi in
cP, S in percentuale in peso, T in F e P in psia.
Correlazione di Kumagai. Nel quadro delle procedure di iniezione di CO2 nel giacimento sono state sviluppate alcune correlazioni specifiche che permettono
di calcolare la viscosit di unacqua salata contenente
CO2. A titolo di esempio viene citata quella proposta da
Kumagai (Kumagai e Yakoyama, 1999):
m(abT)MNaCl(cdT)M 1/2
NaCl(ef T)MCO2
2 i(P0,1)m
(ghT)M CO
H2O(T,P0,1MPa)
2
con
a3,85971
e8,79552
C (T)0,1185471070,65991431010T
b1,32561102
f3,17229102
D(T)2,51660,0111766T 0,170552104T 2
c5,37539
g7,22769
d1,90621102
h2,64498102
E(T)2,848510,0154305T 0,223982104T 2
F (T)0,00148140,82969105T
0,12469107T 2
G(T)0,00271410,15391104T
0,22655107T 2
H(T)0,621581060,40075108T
0,659721011T 2
Viscosit
Correlazione di McCain. Per poter calcolare la viscosit dellacqua alla temperatura del giacimento e alla
506
i1,69956103
dove espresso in mPas, T in K e P in MPa; MNaCl
e M CO2 sono le molalit di NaCl e CO 2 espresse in
molkg1, mH2 O(T,P=0,1 MPa) la viscosit dellacqua alla
temperatura T e alla pressione di 0,1 MPa.
Bibliografia citata
Ahmed T. (1989) Hydrocarbon phase behavior, Houston (TX),
Gulf.
Alani H.G., Kennedy H.T. (1960) Volumes of liquid
hydrocarbons at high temperature and pressures, Journal
of Petroleum Technology, November, 272-273.
507
508
Vronique Ruffier-Meray
Institut Franais du Ptrole
Reuil-Malmaison, Francia