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344008672.

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AL COMANDO PROVINCIALE DEI VIGILI DEL FUOCO DI ____


Indice

A.
RELAZIONE TECNICA ANTINCENDI
Progetto ai fini della prevenzione incendi
(Legge 26 luglio 1965, n. 966 D.P.R. 29 luglio 1982, n. 577 - D.P.R. 12 gennaio 1998, n. 37)

ATTIVIT N. ____
comprendente le NN. ____
Ditta

____
situata a ____ (____) in Via ____ n. ____
Telefono ____

Rif. Pratica VV.F. N. ____


Approvazioni

Nome del progettista

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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A.2.0
PREMESSA
PROGETTO AI FINI DELLA PREVENZIONE INCENDI
(Legge 26 luglio 1965, n. 966 D.P.R. 29 luglio 1982, n. 577 D.P.R. 12 gennaio 1998, n. 37)

Attivit soggetta al controllo dei Vigili del Fuoco ai sensi del


D.M. 16 febbraio 1982 (G.U. 09.04.82 n. 98) e successive variazioni ed integrazioni
ATTIVIT
PRINCIPALE

ATTIVIT
SECONDARIE

NUMERO
DM 16/2/1982

DESCRIZION

Io libero professionista con studio a in Via n. telefono ,


regolarmente iscritto allOrdine/Albo dei della Provincia di al n. di posizione
nonch nell'elenco istituito dal Ministero degli Interni ai sensi della Legge 7 dicembre 1984 n. 818
con codice didentificazione n. , nella mia qualit di tecnico incaricato dalla Ditta ,
soggetta al controllo da parte dei Vigili del Fuoco, compiuto i sopralluoghi necessari per gli
accertamenti nonch esaminata la documentazione in mio possesso, espongo quanto segue.

RACCOLTA PRELIMINARE DEI DATI ESSENZIALI DI BASE


SCHEDA N. A.20

ID.
01

02

DESCRIZIONI

CARATTERISTICHE

Superficie coperta complessiva dellattivit:


(per singolo edificio)

Volume complessivo dellattivit v.p.p:


(per singolo edificio)

Edificio ___ :

m2

Edificio ___ :

m2

Edificio ___ :

m2

Edificio ___ :

m3

Edificio ___ :

m3

Edificio ___ :

m3

03

Altezza antincendio max per gli edifici pluripiano:

04

Numero dei piani fuori terra (per singolo edificio):

05

Numero dei piani interrati (per singolo edificio):

Tipo di edificio:
(Isolato/Destinazione mista)
Nome del progettista

06

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07

Destinazione duso degli edifici adiacenti:

08

Distanze da eventuali attivit pericolose esterne:

09

Tipo di materiale lavorato e/o depositato:

10

Presenza di eventuali sostanze pericolose e tipo. Iden- Sostanza:


tificazione di ambienti in atmosfera pericolosa per
la presenza di lavorazioni e materiali di cui al D.M. Sostanza:
Int. 22 dicembre 1958 (gas infiammabili, sostanze che
Sostanza:
producono vapori infiammabili, polveri esplodenti):

minima m

11

Superficie complessiva netta dei locali deposito:

m2

12

Superficie complessiva netta dei locali attivit:

m2

13

Numero dei compartimenti antincendio:

14

Superficie massima compartimenti:

m2

kg

Ambiente:

kg

Ambiente:

kg

Ambiente:

Attivit n.

15

Attivit n.
____
Attivit n.
____
Attivit n.
____

Attivit secondarie (aree a rischio specifico):

Impianto di riscaldamento alimentato a ______

16

Impianti tecnologici presenti:

Impianto di ventilazione meccanica o di climatizzazione


Impianto sussidiario per lenergia elettrica

17

Numero complessivo dei dipendenti:

Lavorazione:

Depositi:

Uffici:

18

Sono presenti/previsti lavoratori con ridotte capacit


motorie e/o sensoriali (Si/No Numero):

Si N

19

Sono previsti visitatori con ridotte capacit motorie


e/o sensoriali (Si/No):

Si

20

Impianti di protezione attiva antincendio presenti:

Idrantia muro

N. ___ Tipo: UNI 4

Idranti colonna

N. ___ Tipo: UNI 70

Impianti speciali di
spegnimento

Tipo:

Attacchi autopompa VV.F.

N. ___ Tipo: UNI 70

Evacuatori di fumo/calore UNI 9494


Impianto automatico di
rivelamento e segnalazione
incendi

Tip:

Impianto dallarme manuale

A.2
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INDICE GENERALE DELLA RELAZIONE TECNICA ANTINCENDIO


A.2.0 PREMESSA CON RIEPILOGO
A.2.1 INDIVIDUAZIONE DEI PERICOLI
A.2.1.1 Analisi identificativa preliminare degli ambienti e loro destinazione duso
A.2.1.2 Individuazione delle sostanze pericolose presenti e regola di stoccaggio
A.2.1.3 Determinazione del carico dincendio con lidentificazione della Classe delledificio/i
A.2.1.3.1 Determinazione del fattore di riduzione K
A.2.1.3.2 Valutazione globale
A.2.1.4 Descrizione degli impianti di processo
A.2.1.5 Descrizione dellattivit produttiva
A.2.1.6 Descrizione delle fasi del ciclo produttivo
A.2.1.7 Individuazione delle macchine, apparecchiature ed attrezzi
A.2.1.8 Individuazione delle movimentazioni interne
A.2.1.9 Individuazione del personale addetto presente
A.2.1.10 Impianti tecnologici

A.2.2 DESCRIZIONE DELLE CONDIZIONI AMBIENTALI


A.2.2.1 Descrizione delle condizioni daccessibilit e viabilit aziendali
A.2.2.2 Lay-out aziendale
A.2.2.3 Descrizione degli edifici
A.2.2.3.1 Generalit
A.2.2.3.2 Consistenza
A.2.2.3.3 Struttura
A.2.2.3.4 Caratteristiche costruttive complementari (rivestimenti)
A.2.2.3.5 Compartimentazioni (resistenza al fuoco)
A.2.2.4 Aerazione naturale e/o meccanica
A.2.2.5 Analisi per la determinazione dellaffollamento effettivo
A.2.2.6 Progetto del piano devacuazione
A.2.2.7 Ascensori e montacarichi
A.2.2.8 Illuminazione di sicurezza e demergenza
A.2.2.9 Impianto elettrico
A.2.2.10 Segnaletica di sicurezza
A.2.2.11 Descrizione dei presidi antincendio
A.2.2.11.1 Impianti dallarme
A.2.2.11.1.1 Impianto manuale
A.2.2.11.1.2 Impianto automatico di rivelamento
A.2.2.11.2 Mezzi antincendio mobili (estintori)
A.2.2.11.3 Mezzi antincendio fissi
A.2.2.11.3.1 Idranti colonna e/o sottosuolo
A.2.2.11.3.2 Idranti a muro
A.2.2.11.3.3 Verifiche di un impianto esistente
A.2.2.11.3.4 Dimensionamento di un nuovo impianto Progetto - Potenziamento
A.2.2.11.4 Impianti speciali di spegnimento
A.2.3 VALUTAZIONE QUALITATIVA DEL RISCHIO DINCENDIO
A.2.4 COMPENSAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO STRATEGIA ANTINCENDIO
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A.2.5 GESTIONE DELLEMERGENZA


A.2.6 FIRME
Indice

A.2.1.1
ANALISI IDENTIFICATIVA PRELIMINARE DEGLI AMBIENTI E LORO
DESTINAZIONE D'USO
Elenco dei singoli ambienti per ogni edificio considerato, costituenti lattivit in oggetto, e della
loro destinazione duso, siglati nella colonna ID per unidentificazione omogenea e ripetuta in tutta
la relazione.

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EDIFICIO

PIANO

SCHEDA N. A.211

REP/LOC/CRF *
ID.

DESTINAZIONE D'USO

* - Reparto o Locale o Compartimento resistente al fuoco

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A.2.1.2
INDIVIDUAZIONE DELLE SOSTANZE PERICOLOSE PRESENTI
E REGOLA DI STOCCAGGIO
SCHEDA N. A.212.
ID.

INDIVIDUAZIONE DELLE SOSTANZE PERICOLOSE

METODOLOGIA DI STOCCAGGIO

Nellattivit sono presenti sostanze che costituiscono un pericolo


potenziale in quanto facilmente infiammabili e/o combustibili, in
ogni modo necessarie per la produzione del prodotto finito, nel tipo
e quantit come da SCHEDA N. A.212 sotto riportata.

VERNICI E SOLVENTI
Le sostanze saranno collocate in appositi
armadi metallici antincendio provvisti di
aperture per la ventilazione naturale aventi
una superficie complessiva non inferiore
a cm 2 500

QUANTITATIVO NON SUPERIORE A 100 KG

SCHEDA N. A.21
SOSTANZA E/O MATERIALE STOCCATO
LUOGO DI
STOCCAGGIO

PUNTO DI
QUANTIT
INFIAMMABILIT
C
kg

TIPO

Complessivi

Nome del progettista

ASPETTO DEL
CONTENITORE

G.P.
(*)

0,0

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(*) G.P.
grado di pericolosit

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ROSSO

Elevato Liquidi infiammabili aventi un punto di infiammabilit < a 21 C (i


vapori possono dar luogo a scoppio) Liquidi di Categoria
A
Gas infiammabili e polveri esplodenti di cui al D.M. Int. 22 dicembre 1958

GIALLO

Medio Liquidi infiammabili aventi un punto di infiammabilit a 21 C a


65 C Liquidi di Categoria B

VERDE

Basso Liquidi combustibili aventi un punto di infiammabilit > di 65 C a


125 C Liquidi di Categoria C

Alla luce di quantosopra analizzato, e di conseguenza stabilita la pericolosit con la valutazione


delleffettivo potere che le sostanze stoccate hanno di sviluppare un incendio, si provveder allallontanamento delle stesse allesterno, in apposito locale debitamente segnalato, aventi le seguenti
caratteristiche dimensionali e costruttive considerate minimi indispensabili:
collocazione in posizione stabilmente sicura considerando le distanze di sicurezza da adottare
con gli edifici circostanti della stessa propriet e non;
struttura con dichiarate caratteristiche di reazione e resistenza al fuoco;
dimensioni consone per un facile e sicuro prelievo della sostanza necessaria senza provocare
urti o cadute accidentali del materiale circostante;
rivestimento del pavimento e delle pareti (sino ad unaltezza di almeno cm 20) con piastrelle di
grs ceramico posate su letto di malta a protezione del manto impermeabile sottostante avente
una funzione di barriera ad accidentali infiltrazioni che si possono verificare nel terreno, a sua
volta posato su massetto in cemento leggermente armato con doppia rete metallica avente uno
spessore di cm ca. 15;
rialzo della soglia per almeno cm 20, anchessa debitamente rivestita;
porta daccesso di ferro (Classe 0);
laerazione dovr essere permanente(apertura priva di serramento), protetta da una griglia di
ferro, con un rapporto minimo pari a 1/30 e in ogni caso una sezione non inferiore a cm2 1000
Sulla porta daccesso saranno collocati cartelli di sicurezza indicanti la pericolosit del prodotto
stoccato nonch le loro caratteristiche, oltre la segnaletica di base (vietato laccesso alle
persone non autorizzate, vietato fumare, vietato usare fiamme libere);
collocazione, al fianco della porta daccesso, di almeno n. 1 estintore a polvere da kg 6.00 di
tipo approvato Classe Incendio ABC con una capacit estinguente non inferiore a 34A 144B-C
(copertura sino a m2 100 valutati per un rischio elevato), debitamente segnalato;
limpianto elettrico, antideflagrante, sar provvisto dinterruttore generale (pulsante di sgancio
protetto) ubicato in posizione segnalata esterna al locale, munito di protezione contro le correnti
di sovraccarico e di corto circuito, manovrabile sotto carico e atto a porre fuori tensione
l'impianto elettrico;
Di volta in volta sar prelevato un quantitativo di sostanze e/o materiale, da portare nel reparto,
strettamente necessario per soddisfare la lavorazione in corso.
Detto quantitativo si stima in kg , misura comunque ritenuta in via preventiva massima.

Riferimenti normativi generici:


D.M. 31 luglio 1934 Titolo III Punti 20. 21. 22.
D.M. Int. 18 maggio 1995 (S.O. alla G.U. 9.6.1995, n. 133)

(Oli minerali)
(Depositi di soluzioni idroalcooliche)

Generalmente preferibile emarginare le sostanze necessarie alla produzione, come descritto in precedenza, in apposito
locale ubicato allesterno, isolato o in aderenza ad altri. Se il locale non visibile da un ambiente presidiato e la
presenza del personale limitata al prelievo delle sostanze necessarie al fabbisogno quotidiano, prevedere
linstallazione di un impianto automatico dallarme incendio costituito da rivelatori termici collegati, per il segnale
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dallarme, ad una centralina collocata in ambiente presidiato oppure ad un dispositivo di segnalazione ottica e acustica
sistemato esternamente al deposito direttamente su cortile o strada interna allazienda.

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A.2.1.3
DETERMINAZIONE DEL CARICO D'INCENDIO CON L'IDENTIFICAZIONE
DELLA CLASSE DELL'EDIFICIO
Quantificati ed analizzati tutti i materiali combustibili effettivamente presenti e/o presunti nei
compartimenti antincendio, si proceder al calcolo del carico dincendio reale e allidentificazione
della classe delledificio/compartimento secondo le prescrizioni e le modalit stabilite dalla
Circolare del Ministero dell'Interno 14 settembre 1961, n. 91, nonch, a titolo comparativo e/o
preliminare, si proceder alla determinazione e/o alla verifica del carico dincendio mediante
valutazione empirica per m3 di materiale depositato o per m2 di locale o al pezzo se materiale
darredo.
A.2.1.3.1 DETERMINAZIONE DEL FATTORE DI RIDUZIONE K
SCHEDA N. A.2131.1 Dati identificativi
EDIFICIO

COMPARTIMENTO

N. ID.

PIANO

Grafico per lindividuazione del coefficiente di riduzione K


1,0
0,9
0,8
0,7
0,6

0,4
0,3
0,2

60

50

40

30

20

10

-10

-20

-30

-40

-50

-60

-70

0,1

-80

COEFFICIENTE DI RIDUZIONE

0,58
0,5

Somma algebrica degli indici di valutazione

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SCHEDA N. A.2131.2 COMPARTIMENTO N.


ART

ID.

ID.

FATTORI

DESCRIZIONE

INDICI

ALTEZZA DELL'EDIFICIO IN PIANI

1,1 Altezza totale dell'edificio

Altezza di gronda fino a m 7

1,1 Altezza totale dell'edificio

Altezza di gronda oltre m 7 fino m 14

1,1 Altezza totale dell'edificio

Altezza di gronda oltre m 14 fino m 24

1,1 Altezza totale dell'edificio

Altezza di gronda oltre m 24 fino m 30

1,1 Altezza totale dell'edificio

Altezza di gronda oltre m 30 fino m 45

1,1 Altezza totale dell'edificio

Altezza di gronda oltre m 45

1,2 Altezza dei piani in un edificio multipiano

Altezza fino a m 4

1,2 Altezza dei piani in un edificio multipiano

Altezza oltre m 4 fino m 8

SUPERFICIE INTERNA DELIMITATA DA MURI TAGLIAFUOCO, PARETI ESTERNE, PARETI ANTINCENDIO SUPPLETIVE

2 Superficie interna

Fino a m2 200

2 Superficie interna

Oltre m2 200 fino a m2 500

2 Superficie interna

Oltre m2 500 fino a m2 1000

2 Superficie interna

Oltre m2 1000 fino a m2 2000

2 Superficie interna

Oltre m2 2000

UTILIZZAZIONE DELL'EDIFICIO E DEI LOCALI

3,1

Materiali infiammabili come idrogeno, benzina, petrolio, celluloide e simili

3,1

Materiali facilmente combustibili come paglia, mobili di legno e simili

3,1

Materiali poco o difficilmente combustibili come carta ammassata, oli


pesanti da caldaia, carboni minerali e simili

3,2 Destinazione dei locali

Sale da riunione, locali soggetti ad affollamento, ambulatori e simili

3,2 Destinazione dei locali

Ospedali, cliniche, scuole e simili

3,2 Destinazione dei locali

Abitazioni ed uffici

3,3

Uscite di soccorso a distanza superiore a m 20

PERICOLO DI PROPAGAZIONE
4

Distanza dagli edifici circostanti fino a m 10

Distanza dagli edifici circostanti da m 10 a m 25

Distanza dagli edifici circostanti oltre m 25

SEGNALAZIONE, ACCESSIBILITA', IMPIANTI DI PROTEZIONE ANTINCENDIO

5,1 Squadra interna di soccorso

Con impianto interno di idranti

5,1 Squadra interna di soccorso

Con impianto di estintori

5,2

Impianto Sprinkler, secondo la portata e la pressione

5,3

Avvisatore automatico in diretto collegamento con la caserma VV.F.

5,4 Guardiana permanente con telefono

Con avvisatore automatico interno ed impianto interno di idranti

5,4 Guardiana permanente con telefono

Con avvisatore automatico interno

5,4 Guardiana permanente con telefono

Con impianto interno di idranti

5,4 Guardiana permanente con telefono

Con estintori oppure con impianto esterno di idranti

5,4 Guardiana permanente con telefono

Senza altro corredo

5,5

Impianto interno di idranti senza guardiana

5,6

Impianto esterno di idranti in prossimit dell'edificio

5,7

Estintori senza guardiana

5,8 Tempo richiesto per l'arrivo dei VV.F.

Fino a 10 minuti

5,8 Tempo richiesto per l'arrivo dei VV.F.

Oltre 10 e fino a 15 minuti

5,8 Tempo richiesto per l'arrivo dei VV.F.

Oltre 15 e fino a 20 minuti

5,8 Tempo richiesto per l'arrivo dei VV.F.

Oltre 20 minuti

5,9

Difficolt di accesso interno non avente rapporto con l'altezza dell'edificio

Somme
K (Coefficiente di riduzione)

Nome del progettista

0
0,00

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A.2.1.3.2 VALUTAZIONE GLOBALE


SCHEDA N. A.2132 - COMPARTIMENTO N.

ID.

VALUTAZIONE REALE

VALUTAZIONE PER M 3 DI MATERIALE DEPOSITATO

Superficie del compartimento = m2

Superficie del compartimento = m2

MATERIALE
EFFETTIVAMENTE
PRESENTE

PESO
kg

POTERE
CAL.
kcal/kg

CALORIE
kcal

Complessivi :

MATERIALE
DEPOSITATO

VOLUME

POTERE
CAL.

CALORIE

m3

kcal/m 3

kcal

Complessivi :

VALUTAZIONE PER M 2 DI LOCALE

VALUTAZIONE AL PEZZO

Superficie del compartimento = m2

Superficie del compartimento = m2

DESTINAZ. D'USO
COMPARTIMENTO

SUP.
COMP.

POTERE
CAL.

CALORIE

m2

kcal/m 2

kcal

PEZZI
MATERIALE

Complessivi :

POTERE
CAL.
Kcal/cad

Complessivi :

CALORIE
kcal

DETERMINAZIONE DEL CARICO D'INCENDIO E DELLA CLASSE DELL'EDIFICIO


COMPARTIMENTO

N. ID.

VALUTAZ.
TIPO
Reale

kg/m
-

m
Pezzo

CLASSE
(REI)

Nome del progettista

CARICO D'INCENDIO
q

SUP.

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RIEPILOGO COMPARATIVO DEI VALORI DEL CARICO DINCENDIO


SCHEDA N. A.2133
ID.

CARICO
D'INCENDIO
q kg/m2

DEPOSITO CARTA

38

DEPOSITO PLASTICA

60

REPARTO LAVORAZIONE

REPARTO SPEDIZIONI

22

COMPARTIMENTO/EDIFICIO

NOTE

GRAFICO COMPARATIVO

70

60

Carico d'incendio

60
50

38

40
30

22

20

10
0
DEPOSITO CARTA
CARICO D'INCENDIO
q kg/m2

Nome del progettista

DEPOSITO
PLASTICA

REPARTO
LAVORAZIONE

REPARTO
SPEDIZIONI

Compartimenti

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A.2.1.4
DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI DI PROCESSO
Vedi libro a pag. 97.

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A.2.1.5
DESCRIZIONE DELLATTIVIT PRODUTTIVA
Vedi libro a pag. 97.

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A.2.1.6
DESCRIZIONE DELLE FASI DEL CICLO PRODUTTIVO
Vedi libro a pag. 97.

Nome del progettista

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A.2.1.7
INDIVIDUAZIONE DELLE MACCHINE, APPARECCHIATURE ED ATTREZZI
Vedi libro a pag. 97.

Nome del progettista

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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A.2.1.8
INDIVIDUAZIONE DELLE MOVIMENTAZIONI INTERNE
Vedi libro a pag. 98.

Nome del progettista

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A.2.1.9
INDIVIDUAZIONE DEL PERSONALE ADDETTO PRESENTE
Ad oggi, mese di dellanno , il personale complessivo presente costituito da n.
operatori con specifiche mansioni suddivise e dislocati come da schema sottostante, compresa
lindividuazione, per ambiente, degli addetti con ridotte o impedite capacit motorie e/o sensoriali.

EDIFICIO

PIANO

SCHEDA N. A.219
AMBIENTI
REP/LOC/CRF

NUMERO ADDETTI
ID.

Complessivi

Nome del progettista

TOTALI

MANSIONI

DISABILI

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A.2.1.10
IMPIANTI TECNOLOGICI
IMPIANTI TERMICI
SCHEDA N. A.2110.1
ID.
1

CARATTERISTICHE DELL'IMPIANTO
Ledificio sar provvisto di un impianto termico per
la produzione del calore con una potenzialit
complessiva del focolare pari a KW ___ > di KW
116 e pertanto rientrante nellattivit 91 del D.M. 16
febbraio 1982 (attivit soggette al controllo di
prevenzione incendi)

COMBUSTIBILE UTILIZZATO
Alimentazione a gas metano
L'impianto stesso e i locali di pertinenza
soddisferanno i requisiti essenziali stabiliti dal D.M.
12 aprile 1996.
In allegato alla presente si trasmette la Relazione
tecnica antincendio B.2 relativa allinstallazione di
un impianto termico alimentato da combustibile
gassoso

IMPIANTI SPECIALI - GRUPPO ELETTROGENO


SCHEDA N. A.2110.2
ID.

CARATTERISTICHE DELL'IMPIANTO

COMBUSTIBILE UTILIZZATO

Ledificio sar provvisto di un gruppo per la


produzione sussidiaria dellenergia elettrica con
motore endotermico di potenza complessiva pari a
KW ___ > di KW 25 e pertanto rientrante nellattivit
64 del D.M. 16 febbraio 1982 (attivit soggette al
controllo)

Alimentazione a gas metano


L'impianto stesso e il locale di pertinenza
soddisferanno i requisiti essenziali stabiliti dalla
Circolare Min. Int. 31 agosto 1978 n. 31 MI.SA (78)
11.
In allegato alla presente si trasmette la Relazione
tecnica antincendio B.2

IMPORTANTE:
A adeguamento eseguito sar rilasciata dalla Ditta installatrice regolare CERTIFICAZIONE ai sensi della
Legge 46/90 attestante la regolarit ed il rispetto alla normativa vigente in materia nonch lesecuzione a
regola d'arte.

Prevedereinoltre la descrizione di eventuali altri impianti installati nellazienda, recante le


caratteristiche tecniche e la loro collocazione nel contesto aziendale, tipo:
Impianto per la ventilazione meccanica
Impianto per laspirazione di polveri, fumi, ecc.
Impianto per la climatizzazione degli ambienti Impianto di condizionamento
Impianto GPL

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A.2.2.1
DESCRIZIONE DELLE CONDIZIONI DACCESSIBILIT E
VIABILIT AZIENDALI
Per consentire l'intervento dei mezzi di soccorso dei vigili del fuoco, si verificala sussistenza, allo
stato di fatt, dei requisiti necessari per laccesso allarea dove sorge ledificio come da schema
sottostante:
SCHEDA N. A.221.1

Larghezza
Altezza libera
Raggio di curvatura
Pendenza delle rampe
Resistenza al carico

m ____
m ____
m ____
% ____
ton. ____

> = m 3.50
> = m 4.00
> = m 13.00
< = 10%
> = ton. 20*

* - 8 ton. sull'asse anteriore, 12 ton. sull'asse posteriore, passo 4 m

VERIFICA DELLACCOSTAMENTO DEI MEZZI DI SOCCORSO


SCHEDA N. A.221.2

LALTEZZA DELLEDIFICIO _________ E SUPERIORE A M 12.00**

Sussiste la possibilit daccostamento delle autoscale dei vigili del fuoco ad una facciata
dell'edificio, al fine di raggiungere tramite percorsi interni di piano i vari locali
Non sussiste la possibilit daccostamento e pertanto ledificio sar dotato di scale a prova
di fumo, anche interne

LALTEZZA DELLEDIFICIO __________E INFERIORE A M 12.00**


** - Altezza antincendio

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A.2.2.2
LAY-OUT AZIENDALE
Analisi delle separazioni necessarie:
SCHEDA N. A.222.1
ID.
1

CARATTERISTICHE DI SEPARAZIONE

AMBIENTI
SEPARATI
ID.

Separazione completa priva di


aperture di comunicazione

TIPOLOGIA PORTE

ELEMENTI
SEPARANTI
(REI)

NO

120

TIPOLOGIA PORTE

REAZIONE E
RESISTENZA
AL FUOCO

Classe 0

Classe 0

Analisi degli isolamenti necessari:


SCHEDA N. A.222.2
ID.
1

CARATTERISTICHE DI ISOLAMENTO

AMBIENTE
ISOLATO
ID.

All'esterno in locale dedicato isolato

Verifica dei distanziamenti:


SCHEDA N. A.222.3
ID.

TIPOLOGIA DEL DISTANZIAMENTO

AMBIENTE
ISOLATO
ID.

DISTANZE LINEARI ADOTTATE


DA ALTRI EDIFICI

Distanze di sicurezza interna

m ____ (min. 3,50/5 m) da ____________


m ____ (min. 3,50/5 m) da ____________

Distanze di sicurezza esterna

m ____ (min. 3,50/5 m) da ____________


m ____ (min. 3,50/5 m) da ____________

Distanze di protezione

m ____ (min. 3,50/5 m) da ____________


m ____ (min. 3,50/5 m) da ____________

Il lay-out aziendaledeve contenere in sostanza la descrizione, ai fini della prevenzione incendi, di tre
punti essenziali riferiti alla disposizione planimetrica interna ed esterna del fabbricato in oggetto e
precisamente:
I distanziamenti
Le separazioni
Lisolamento
1.

Distanziamenti: sintende la posizione planimetrica dei singoli edifici nel contesto interno
aziendale ed esterno di confine con le altre propriet, sia attrezzate alledilizia civile, a quella
industriale che di pubblica utilit. E' necessario stabilire innanzi tutto il grado di pericolosit ai
fini del rischio dincendio di ogni edificio e in seguito predisporre le corrette precauzioni
cautelative, se necessarie, quali la collocazione (se nuovo insediamento) ad una specifica

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distanza di sicurezza oppure, se struttura esistente, lallontanamento dagli altri edifici interni e/o
di confine. Le distanze sono suddivise come segue:
1.1. Distanza di sicurezza esterna:
valore minimo, stabilito dalla norma, delle distanze misurate orizzontalmente tra il
perimetro in pianta di ciascun elemento pericoloso di unattivit e il perimetro del pi
vicino fabbricato esterno allattivit stessa o di altre opere pubbliche o private oppure
rispetto ai confini di aree edificabili verso le quali tali distanze devono essere osservate.
1.2. Distanza di sicurezza interna:
valore minimo, stabilito dalla norma, delle distanze misurate orizzontalmente tra i
rispettivi perimetri in pianta dei vari elementi pericolosi di unattivit.
1.3. Distanza di protezione:
Valore minimo, stabilito dalla norma, delle distanze misurate orizzontalmente tra il
perimetro in pianta di ciascun elemento pericoloso di unattivit e la recinzione (ove
prescritta) ovvero il confine dellarea su cui sorge lattivit stessa.
Nel caso la conformazione planimetrica e strutturale del complesso aziendale esistente non
consente il rispetto delle distanze minime di sicurezza, e fatto salvo che le sostanze e/o i
materiali immagazzinati e/o in lavorazione non siano di quelli ove la normativa tassativamente
stabilisse delle distanze di sicurezza minime e vieta la vicinanza con edifici interni e/o esterni
alla propriet, praticamente lisolamento incondizionato del rischio, opportuno prendere in
considerazione leventualit di isolare debitamente ledificio, o la porzione di esso, sui lati di
perimetro prospicienti nelle immediate vicinanze degli altri corpi di fabbrica, situati allinterno
della propriet o allesterno. In tal caso opportuno che si rispettino almeno le caratteristiche di
base quali una dichiarata resistenza al fuoco degli elementi strutturali e di tamponamento
verticale del prospetto, delle vetrate, della struttura e copertura del tetto. E possibile comunque
ricavare la necessaria distanza di protezione e/o di sicurezza interna e/o di sicurezza esterna fra
due elementi pericolosi tenendo conto della misura restituita con il metodo del filo teso (distanza
tra due punti in presenza di un ostacolo misurata lungo la linea di minimo percorso, filo teso,
che evita lostacolo) come da distinzione sotto riportata, riferita, a titolo indicativo, ai depositi di
soluzioni idroalcooliche regolamentati dal D.M. Int. 18 maggio 1995 Punti 4.2.1, 4.2.2, 4.2.3 e
precisamente:
1.4. Distanza di sicurezza interna:
Le distanze di sicurezza interna devono essere pari a m 5.00.
Possono essere inferiori a m 5.00 qualora sia interposto un muro, avente resistenza al
fuoco almeno REI 180, costruito in modo tale da garantire almeno i m 5.00 misurati
orizzontalmente e verticalmente con il metodo del filo teso. Tale muro pu coincidere
con quello delimitante lunit di deposito.
1.5. Distanza di protezione:
La distanza di protezione deve essere pari a m 5.00.
Tale distanza pu essere minore se tra la recinzione o il confine dellarea e lelemento
pericoloso sia interposto un muro, avente resistenza al fuoco non inferiore a REI 180,
alto non meno dellelemento pericoloso adiacente e comunque non meno di m 2.50,
costruito in modo tale da garantire i m 5.00 misurati orizzontalmente con il metodo del
filo teso. In questo caso, il muro stesso pu costituire recinzione e/o parete del deposito.
1.6. Distanza di sicurezza esterna:
La distanza di sicurezza esterna deve essere almeno pari a m 5.00.
Tale distanza pu essere ridotta fino alla met qualora sia interposto un muro, avente
resistenza al fuoco almeno REI 180, costruito in modo tale da garantire i m 5.00
misurati orizzontalmente e verticalmente con il metodo del filo teso. Tale muro pu
coincidere con quello delimitante lunit di deposito.
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2.

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Separazioni - Isolamento: lindividuazione dei reparti e dei locali dove in effetti presente un
rischio dincendio, denominate aree a rischio specifico, consente inoltre di stabilire la necessit
o meno di interporre una separazione completa con gli altri ambienti non pertinenti o
essenzialmente sicuri nonch di adiacenze, dovute a muri in comune, con altri edifici estranei
allattivit in oggetto. Naturalmente, previo unattenta e preliminare valutazione dei rischi, pu
essere presa in considerazione una comunicazione diretta con gli altri locali a patto che detta
avvenga tramite il preventivo passaggio in disimpegno protetto o in filtro a prova di fumo
avente caratteristiche REI predeterminate e provvisto di uno o pi camini di ventilazione situati
sul soffitto ed aventi una superficie minima di m 2 0.10 oppure, ove possibile, mediante
unapertura provvista di sola porta con provate caratteristiche di resistenza al fuoco (REI), a
tenuta fumo e dotata di un dispositivo di autochiusura.

Riferimenti normativi generici:

D.M. 31 luglio 1934 Titolo IV


D.M. Int. 18 maggio 1995 Punti 4.2.1, 4.2.2, 4.2.3

(Oli minerali)
(Depositi di soluzioni idroalcooliche)

Riferimenti normativi specifici:


D.M. Int. 30 novembre 1983 Punti 2.1, 2.2, 2.3

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(Termini e definizioni di prevenzione incendi)

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Indice

A.2.2.3
DESCRIZIONE DEGLI EDIFICI
A.2.2.3.1 GENERALITA
Descrizione sommariadel complesso e degli interventi da eseguire, posizione degli edifici, forme,
anno di costruzione, anno di ristrutturazione, ecc.

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A.2.2.3.2 CONSISTENZA

EDIFICIO

PIANO

SCHEDA N. A.2232

AMBIENTI
ID.

LOCALI

ALTEZZA
m

Complessivi

Nome del progettista

SUPERFICIE

VOLUME

m2

m3

0.00

0.000

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A.2.2.3.3 STRUTTURA
Identificazione, per tipologia strutturale, delle caratteristiche costruttive essenziali, per individuare
carenze, ai fini della prevenzione incendio, di fatto migliorabili mediante lapprontamento di
speci-fici interventi come meglio descritti di seguito.
SCHEDA N. A.2233
EDIFICIO

TIPOLOGIA
STRUTTURALE

STRUTTURA
VERTICALE

STRUTTURA
ORIZZONTALE

MURATURA DI
TAMPONAMENTO

DIVISORI INTERNI

STRUTTURA DEL
TETTO

COPERTURA

Nome del progettista

DESCRIZIONE
Indipendente a pilastri in c.a.
Indipendente a pilastri in c.a.p.
Indipendente a pilastri in ferro
Indipendente a pilastri in legno
Muratura portante
perimetrale
di spina
Pietra
Mista pietra e mattoni pieni
Mattoni pieni
Blocchi di laterizio forati portanti
Blocchi di calcestruzzo preconfezionato forati
Blocchi prefabbricati con caratteristiche REI

Solaio in c.a. pieno


Solaio in c.a.p.
Solaio misto latero-cemento
Solaio in lastre prefabbricate
Solaio in putrelle di ferro e tavelloni
Solaio in legno

Pietra
Mista pietra e mattoni pieni
Mattoni pieni
Blocchi di laterizio forati
Doppia in blocchi di laterizio forati con intercapedine
Pannelli prefabbricati
Blocchi di calcestruzzo preconfezionato forati

Mattoni pieni
Blocchi di laterizio forati
Blocchi prefabbricati
Blocchi prefabbricati con caratteristiche REI
Pareti mobili in alluminio e vetro
Pareti mobili in
Pareti prefabbricate in

Cemento armato pieno


Cemento armato prefabbricato
Mista latero-cemento
Lastre prefabbricate
Putrelle di ferro e tavelloni
Legno

Lastre prefabbricate in
Lastre ondulate in
Tegole
Traslucida in

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A.2.2.3.4 CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE COMPLEMENTARI (RIVESTIMENTI)


La sottostante tabella analizza ed individua la presenza delementi costruttivi esistenti presenti negli
ambienti la cui pericolosit, ai fini della facile propagazione in caso dincendio, stata eliminata
con la completa rimozione, o ridotta mediante lapprontamento di misure cautelative, o sostituita
con un materiale didonee caratteristiche di reazione al fuoco.
SCHEDA N. A.2234
EDIFICIO
E
PIANO

AMBIENTE
ID.

MATERIALE
PRESENTE

LOCALE

INTERVENTO PREVISTO

CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE DEI MATERIALI ADOTTATI


01

Saranno impiegati rivestimenti lignei


a parete
a soffitto, opportunamente trattati con prodotti
vernicianti omologati di Classe 1 di reazione al fuoco, secondo le modalit e le indicazioni contenute nel D.M. Int. 6 marzo1992

02

I serramenti esterni saranno in


I serramenti interni saranno in

03

Saranno installati lucernari con vetri retinati


Classe 1 di reazione al fuoco

04

I materiali isolanti installati allinterno delle intercapedini saranno


incombustibili
combustibili ma collocati allinterno di intercapedini delimitate da strutture realizzate con materiali incombustibili ed aventi una resistenza al fuoco non inferiore a REI 30

05

I materiali isolanti in vista, con componente isolante direttamente esposto alle fiamme, saranno di
Classe non superiore a 1

06

I materiali isolanti in vista, con componente isolante non direttamente esposto alle fiamme, saranno di Classe 0-1,1-0,1-1

07

Saranno installati materiali di rivestimento combustibili, ammessi nelle varie classi di reazione al
fuoco, in aderenza agli elementi costruttivi
riempiendo con materiale incombustibile le intercapedini

08

I controsoffitti i materiali di rivestimento


i materiali isolanti in vista, non saranno posti in
aderenza agli elementi costruttivi, e pertanto avranno una Classe di reazione al fuoconon superiore ad 1 (ferme restando le limitazioni del punto 09 per le vie di evacuazione)

09

Vie di evacuazione (corridoi, scale ecc.): i pavimenti saranno di Classe 0 1; i rivestimenti (pareti e soffitto) saranno di Classe 0 1 La Classe 1 ammessa in ragione del 50% della superficie complessiva (pav + riv) Nei restanti ambienti i pavimenti saranno di Classe 0 1 2

legno
legno

altro
altro

in vetrocemento

in materiale combustibile di

Tutti i materiali saranno omologati ai sensi del D.M. Int. 26 giugno 1984 e le loro caratteristiche di
reazione al fuoco saranno debitamente attestate.
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A.2.2.3.5 COMPARTIMENTAZIONI (RESISTENZA AL FUOCO)


Sindividuano, per compartimento, gli elementi che compongono la struttura portante, la struttura
divisoria di delimitazione dei vani sicuri e tecnologici, necessari e organizzati per rispondere alle
caratteristiche REI cui deve soddisfare.
Tutte le porte per la comunicazione ai compartimenti saranno in ogni caso dotate di un dispositivo
per lautochiusura, con caratteristiche REI adeguate alla struttura attraversata e come definita nella
SCHEDA N. A.2132 , omologate, a tenuta fumo con o senza maniglione antipanico.
I requisiti di resistenza al fuoco degli elementi strutturali sono valutati secondo le prescrizioni e le
modalit di prova stabilite dalla Circolare del Ministero dellInterno n. 91 del 14 settembre 1961,
prescindendo dal tipo di materiale impiegato nella realizzazione degli elementi medesimi (calcestruzzo, laterizi, acciaio, legno massiccio, legno lamellare, elementi compositi).
Il dimensionamento degli spessori e delle protezioni da adottare, per i vari tipi di materiali, nonch
la classificazione degli edifici in funzione del carico dincendio, come analizzato precedentemente
al punto A.2.1.3 della presente relazione, sono determinati con le tabelle e con le modalit specificate nella Circolare n. 91 citata,
tenendo conto delle disposizioni contenute nel D.M. Int. 6
marzo 1986 per quanto attiene il calcolo del carico dincendio per locali aventi strutture portanti in
legno.
Le strutture portanti garantiranno una resistenza al fuoco R e quelle separanti dei locali REI, secondo quanto indicato al punto A.2.1.3 ed analizzate nella SCHEDA N. A.2235.1.
I requisiti di resistenza al fuoco delle porte e degli altri elementi di chiusura saranno valutati ed
attestati in conformit al D.M. Int. 14 dicembre 1993.
Per le strutture di pertinenza delle aree a rischio specifico si applicheranno le disposizioni emanate
nelle relative normative.
Per le caratteristiche delle separazioni con gli edifici di altre attivit, vale quanto definito al punto
A.2.2.2 della presente relazione.

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Analisi caratteriale e tipologica della struttura e delle separazioni compartimentali


SCHEDA N. A.2235.1

R/REI (1)

EVENTUALE POSA
DI RIVESTIMENTO
INTEGRATIVO
DESCRIZIONE

PORTE
REI (1)

R (1)

REI (1)

DESCRIZIONE

STRUTTURA

SEPARAZIONE
ORIZZONTALE

REI (1)

DESCRIZIONE

SEPARAZIONE
VERTICALE
DESCRIZIONE

DESCRIZIONE

ESISTENTE

ID.

CARATTERISTICHE

IN PROGETTO

COMPARTIMENTO

Vani scala protetti

Vani scala a prova


di fumo

Vani scala a prova


di fumo
interni

Vie di esodo

Disimpegni

Filtri a prova di
fumo

Altro

Vano ascensori

Filtri e disimpegni

Vano montacarichi

Filtri e disimpegni

Altro

(1)

VANI TECNICI

ZONE SICURE

Caratteristiche di resistenza al fuoco R/REI conformi al punto A.2.1.3.

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Le caratteristiche di resistenza al fuoco dei singoli elementi che compongono le separazioni e i


rivestimenti previsti, sono state individuate mediante valutazione tabellare, appresso riportata, come
stabilito dalla Circolare 14 settembre 1961, n. 91 e precisamente:
SPESSORI DELLE PARETI TAGIAFUOC

ID. CR

SCHEDA N. A.2235.3

1/2/3

SPESSORE MINIMO IN CENTIMETRI


ESCLUSO LINTONACO PER LE SEGUENTI
CLASSI DI EDIFICI

TIPO DI PARETE

Laterizi pieni con intonaco normale (cm 1.5)


Laterizi pieni con intonaco isolante (cm 1.5)
Laterizi forati con intonaco normale (cm 1.5)
Laterizi forati con intonaco isolante (cm 1.5)
Calcestruzzo normale
Calcestruzzo leggero (con isolante tipo pomice, perlite, scorie o simili)

15
6
6
6
6
8
8

30
13
6
10
6
8
8

45
13
6
14
6
10
8

60
13
13
20
10
10
8

90
26
13
30
10
10
8

120
26
26
30
14
12
10

180
26
26
30
20
16
10

SCHEDA N. A.2235.3.1
Blocchi prefabbricati con una resistenza al fuoco certificata

Nota. Per intonaco isolante s'intende un intonaco a base di gesso, vermiculite, perlite o simili. Gli spessori di intonaco
isolante su laterizi forati dovranno, per le varie classi. corrispondere ai valori previsti nella Tabella 5 (SCHEDA
A.2235.6), mentre per i laterizi pieni gli spessori saranno ridotti alla met dei valori della stessa Tabella 5 ( SCHEDA
A.2235.6).

SPESSORE MINIMO DEI SOLAI

ID. CR

SCHEDA N. A.2235.4
SPESSORE MINIMO COMPRENSIVO DELLA
CAPPA DEL PAVIMENTO NON
COMBUSTIBILE E DEL SOFFITTO QUANDO
QUESTO E APPLICATO ALLA SOLETTA,
ESPRESSO IN CENTIMETRI PER LE
SEGUENTI CLASSI DI EDIFICI

TIPO DI SOLAIO

Soletta in c.a. con intonaco normale (cm 1.5)


Soletta in c.a. con intonaco isolante (cm 1.5)
Soletta in c.a. con soffitto sospeso
Soletta in laterizio armato con intonaco normale (cm 1.5)
Soletta in laterizio armato con intonaco isolante (cm 1.5)
Soletta in laterizio armato con soffitto sospeso
Elementi in c.a. precompresso con intonaco normale (cm 1.5)
Elementi in c.a. precompresso con intonaco isolante (cm 1.5)
Elementi in c.a. precompresso con soffitto sospeso

15
10
10
8
16
14
12
16
14
12

30
10
10
8
16
14
12
16
14
12

45
12
12
10
20
18
16
20
18
16

60
14
14
12
24
18
16
24
20
16

90
16
14
12
24
20
18
24
24
18

120
20
16
14
30
24
22
30
24
22

180
20
16
14
30
24
22
30
24
22

(*) Lo spessore dei ricoprimento dell'armatura in acciaio pre-teso non deve essere inferiore n al minimo prescritto dal
regolamento per le opere in c.a. (3 cm) n allo spessore specificato per le singole classi dalla Tabella 5 ( SCHEDA
A.2235.6) per lintonaco di cemento.

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DETERMINAZIONE DELLO SPESSORE MINIMO DI RIVESTIMENTO RICHIESTO

ID. CR

SCHEDA N. A.2235.5
SPESSORE IN CENTIMETRI DEL
RIVESTIMENTO RICHIESTO PER LE
SEGUENTI CLASSI DI EDIFICI

TIPO DI STRUTTURA

Travi principali e secondarie in ferro


Solai metallici continui con riempimento in cls e senza intonaco
Solai metallici continui con vernice isolante
Solai metallici continui con intonaco normale
Solai metallici continui con intonaco isolante
Solai metallici continui con intonaco normale sospeso
Solai metallici continui con intonaco isolante sospeso
Solai metallici continui con soffitto isolante sospeso

15
(1)
(4)
(4)
0
0
0
0
0

30
(2)
(5)
(4)
2.00
1.00
1.50
1.00
0.75

45
(3)
(5)
(5)
2.50
1.75
2.00
1.50
1.50

60
(3)
(5)
(5)
3.25
2.50
2.50
2.00
2.00

90
(3)
(5)
(5)
4.50
3.00
3.00
2.25
2.25

120
(3)
(5)
(5)
3.70
3.50
2.75
2.75

180
(3)
(5)
(5)
4.50
4.00
3.00
3.00

(1) Nessun rivestimento - (2) Nessun rivestimento se le ali sono riempite di calcestruzzo di cemento - (3) Rivestimento
pari almeno all85% dello spessore richiesto per le colonne (4) Ammesso - (5) Escluso

TIPI E SPESSORE DEI RIVESTIMENTI

ID. CR

SCHEDA N. A.2235.6
SPESSORE IN CENTIMETRI RICHIESTO
PER LE SEGUENTI CLASSI DI EDIFICI

TIPO DI RIVESTIMENTO

Vernici isolanti autospandenti


(Tipi da determinare)
Semplice riempimento in calcestruzzo tra le ali e nellinterno di una
sezione chiusa (profilati e tubi)
Intonaco di cemento su rete o metallo stirato
(Rapporto di miscelazione con sabbia = 1:5 fino a 1:4)
Intonaco di cemento-calce su rete o metallo stirato
(Rapporto di miscelazione con sabbia = 1:0,2:3)
Intonaco di calce-gesso su rete o metallo stirato
(Rapporto di miscelazione con sabbia = 1:0,2:3)
Intonaco di sabbia-gesso
(Rapporto di miscelazione con sabbia = 1:1 fino a 3)
Intonaco di vermiculite-gesso
(Rapporto di miscelazione con sabbia = 1:4)
Intonaco di vermiculite-cemento
(Rapporto di miscelazione con sabbia = 1:4)
Intonaco di perlite-gesso su rete o metallo stirato
(Rapporto di miscelazione con sabbia = 1:2 fino a 2,5)
Miscele di fibre minerali su lamiera stirata
Lastre di gesso
Intonaco di cemento-vermiculite
Calcestruzzo leggero (con isolante tipo pomice, perlite, scorie o simili)
Mattoni forati a pi serie di fori
Mattoni forati a una serie di fori
Elementi in conglomerato leggero
Elementi in vermiculite-cemento
(Rapporto di miscelazione con sabbia = 1:5)
Lastre ed elementi in gesso
Calcestruzzo normale

15

30

45

60

90

120

180

(2)

(3)

(3)

(1)

(1)

(1)

(1)

(2)

(3)

(1)

(1)

(1)

(1)

(1)

2.00

2.50

3.25

4.50

5.75

2.00

2.50

3.25

4.50

5.75

2.00

2.50

3.25

4.50

5.75

1.50

2.25

3.00

4.25

5.25

1.75

2.25

2.50

3.25

3.75

5.25

1.25

1.75

2.25

3.00

3.75

4.75

1.25

1.50

2.00

3.00

3.75

5.75

0
0
0
0
0
0
0

1.25
0.75
1.75
1.75
5.50
6.50
2.50

1.75
1.75
2.25
2.15
8.00
7.50
2.50

2.25
3.00
2.50
2.50
8.00
8.50
2.50

4.00 5.25 7.75


5.00 7.25 8.00
3.00 4.00 5.50
3.00 4.00 5.00
9.00 10.00 13.00
10.75 12.75
4.00 5.25 8.00

1.50

2.00

2.50

3.00

4.00

5.00

0
0

1.00
1.50

2.00
2.50

2.50
3.00

3.00
3.50

3.50
4.50

4.00
6.00

(1) Escluso - (2) Non occorre - (3) Sufficiente

Nome del progettista

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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COLONNE A CONTATTO CON VANI DI PORTE E FINESTRE


SCHEDA N. A.2235.7
CLASSE DELLEDIFICIO
Sporgenza minima in centimetri del pannello su ciascuno dei lati della
colonna esterna

15

30

45

60

90

120

180

(1)

2.50

4.00

5.00

8.00

15

30

45

60

90

120

180

10

25

40

60

80

100

10.00 14.00

(1) Senza pannello

COLONNE DISTANTI DAI VANI DI PORTE E FINESTRE


SCHEDA N. A.2235.8
CLASSE DELLEDIFICIO
Distanza minima in centimetri dalla pi vicina via di uscita dalle
fiamme

Nome del progettista

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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Indice

A.2.2.4
AERAZIONE NATURALE E/O MECCANICA
Le tabelle appresso riportate verificano esclusivamente le superfici daerazione naturale ai fini della
prevenzione incendi di fatto necessari per facilitare la fuoriuscita di fumi o gas tossici derivanti
dalla combustione di sostanze solide e/o infiammabili, e per un corretto ricambio daria.
Per i locali dove sono depositati e/o si impiegano materiali e/o sostanze solide combustibili, il
rapporto daerazione naturale considerato (anche con aperture provviste di serramento comunque
apribile) di 1/40, comprensivo di un rapporto, per la ventilazione naturale permanente senza
serramento oppure ad apertura automatica in caso di fumo/calore (UNI 9494), pari a 0.003 m2/m2 di
pavimento (circa 1/333). Per i locali dove avvengono lavorazioni che impiegano sostanze che
possono dar luogo a miscele infiammabili e/o esplosive (gas e liquidi infiammabili, polveri) il
rapporto di aerazione considerato di 1/30 fino a una superficie di m2 400. Per i locali aventi una
superficie maggiore a m2 400 stato considerato, relativamente alla parte eccedente, un rapporto di
aerazione pari a 1/50. Alla luce di quanto sopra esposto si analizzano le superfici daerazione
naturale dei singoli reparti/locali/compartimenti/depositi onde identificare carenze di fatto
integrabili, se possibile, con interventi risolutivi sia essi naturali che meccanici. Per particolari
condizioni ambientali nonch planimetriche del reparto o locale o compartimento o deposito, dove
il rischio dincendio effettivamente elevato con levidente necessit dellinstallazione di uno o pi
evacuatori, si rimanda al Capitolo A.2.4 - Punto P22. Si riporta lanalisi delle superfici aeranti,
dimensionate tenendo conto dei criteri sopra esposti, nelle tabelle appresso riportate.
DETENZIONE DI MATERIALI E/O SOSTANZE SOLIDE COMBUSTIBILI
SCHEDA N. A.224.1

CALCOLO DELLE SUPERFICI PER L'AERAZIONE NATURALE

EDIFICIO

Nome del progettista

PIANO

AMBIENTE

ID. REP/LOC/CRF/DEP

SUP.
m2

AERAZIONE VENTILAZIONE
NATURALE
NATURALE
CON
PERMANENTE
SERRAMENTO
(*)
m2

m2

min.
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
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Dove non stato possibile raggiungere il rapporto di aerazione naturale prescritto, si ricorso
allaerazione meccanica con caratteristiche di portata non inferiori a n. 2 ricambi ora, assicurando
comunque una superficie di aerazione naturale, con o senza serramento, pari ad almeno il 25% di
quella prescritta.
SCHEDA N. A.224.2

CALCOLO DELLE SUPERFICI PER L'AERAZIONE NATURALE


COMBINATA AD UN IMPIANTO MECCANICO (Aerazione mista)

EDIFICIO

PIANO

AMBIENTE

ID. REP/LOC/CRF/DEP

SUP.
m2

AERAZIONE VENTILAZIONE
NATURALE
NATURALE
CON
PERMANENTE
SERRAMENTO
(*)
m2

m2

min.
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0

DETENZIONE DI SOSTANZE INFIAMMABILI


SCHEDA N. A.224.3

CALCOLO DELLE SUPERFICI PER L'AERAZIONE NATURALE

EDIFICIO

PIANO

AMBIENTE
SUP.
ID. REP/LOC/CRF/DEP
m2

Nome del progettista

AERAZIONE
NATURALE
CON
SERRAMENTO
m2

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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Dove non stato possibile raggiungere il rapporto di aerazione naturale prescritto, si ricorso
allaerazione meccanica con caratteristiche di portata non inferiori a n. 2 ricambi ora, assicurando
comunque una superficie di aerazione naturale, con o senza serramento, pari ad almeno il 25% di
quella prescritta.
SCHEDA N. A.224.4

CALCOLO DELLE SUPERFICI PER L'AERAZIONE NATURALE


COMBINATA AD UN IMPIANTO MECCANICO (Aerazione mista)

EDIFICIO

PIANO

AMBIENTE

SUP.
ID. REP/LOC/CRF/DEP
m2

AERAZIONE
NATURALE
CON
SERRAMENTO
m2

ALIMENTAZIONE DELLIMPIANTO PER LAERAZIONE MECCANICA


- Limpianto sar alimentato da un circuito elettrico autonomo che ne garantir il funzionamento
- Limpianto sar alimentato da un gruppo elettrogeno
e sar azionato direttamente dalla segnalazione pervenuta sia dallimpianto automatico di rivelamento sia dallimpianto manuale.
NOTE COMUNI
Le superfici daerazione determinate sintendono verificate solo ed esclusivamente ai fini della
prevenzione incendi poich i locali oggetto di analisi sono provvisti comunque di aperture con
serramento apribile aventi una superficie aerante superiore a quella verificata, determinate con i
rapporti aeroilluminanti regolati dai disposti ai fini delligiene nei luoghi di lavoro.
La superficie di aerazione naturale risultante con segno negativo indica la non necessit (o perlomeno la quota in eccesso dovuta alla presenza di una quantit minima) in quanto laerazione
garantita comunque dallapertura libera permanente di m2 0,10.
(*) Aperture provviste di rete metallica o a norma UNI 9494

Nome del progettista

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A.2.2.5
ANALISI PER LA DETERMINAZIONE DELLAFFOLLAMENTO EFFETTIVO
ANALISI PRELIMINARE PERSONE EFFETTIVAMENTE PRESENTI
Quantificazione delle persone effettivamente presenti
Reperimento dei dati di base per la stesura del Piano devacuazione
Accertamento dellassenza/presenza di persone con ridotte capacit motorie e/o sensoriali
Onde procedere al dimensionamento delle vie duscita, delle uscite di sicurezza e delle scale, si
quantificata numeralmente, per singolo ambiente, la presenza permanente dei lavoratori nonch
quella fluttuante complessiva nei corridoi, disimpegni, ecc., come da tabella sotto riportata.

REP/LOC/CRF

Complessivi

SUP.
m2

0.00

N. PERSONE
COMPLESSIVE
PER PIANO

ID.

N. PERSONE
PRESENTI

EDIFICIO

PIANO

AMBIENTE

N. PERSONE
FLUTTUANTI
NEI CORRIDOI E
DISIMPEGNI

SCHEDA N. A.225.1

N.B.: La superficie, adottata per il calcolo dellaffollamento massimo ipotizzabile, intesa lorda complessiva (detratti i
muri perimetrali e i divisori) con esclusione delle superfici destinate a vani scala, vani ascensore, servizi igienici e
disimpegni.
Nome del progettista

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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ANALISI FINALE AFFOLLAMENTO MASSIMO IPOTIZZABILE


Calcolo dellaffollamento massimo ipotizzabile (vedi SCHEDA N. A.225.2)
Per la determinazione del massimo affollamento ipotizzabile nei vari ambienti delledificio, si sono
considerati i seguenti parametri:
1. UFFICI E LOCALI DI LAVORO:
numero delle persone effettivamente presenti (Allegata dichiarazione del titolare dellattivit)
Verifica ipotizzata 0.1 persone/m2 = 1 persona / 10.0 m2
2. DEPOSITI:
numero delle persone effettivamente presenti (Allegata dichiarazione del titolare dellattivit)
Verifica ipotizzata 0.1 persone/ m2 = 1 persona / 10.0 m2

Complessivi

0.00

N. PERSONE
COMPLESSIVE
PER PIANO

AFFOL.
MASSIMO
IPOTIZZABILE

SUP. COMPLES.
SOMMA DEGLI
PARZIALE
AMBIENTI A STESSA
DESTINAZIONE
m2

Persone/m 2

SOMMA
ID.

EDIFICIO

PIANO

DISTINZIONE PER DESTINAZIONE D'USO

DENSITA' DI
AFFOLL.

SCHEDA N. A.225.2

N.B.: La superficie, adottata per il calcolo dellaffollamento massimo ipotizzabile, intesa lorda complessiva (detratti i
muri perimetrali e i divisori) con esclusione delle superfici destinate a vani scala, vani ascensore, servizi igienici e
disimpegni.
Nome del progettista

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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A.2.2.6
PROGETTO DEL PIANO DEVACUAZIONE
VIE DUSCITA, USCITE DI SICUREZZA, SCALE
Le uscite dai locali di lavoro e dalle compartimentazioni hanno caratteristiche conformi al D.P.R. n.
547/1955 Artt. 13 e 14, con le modifiche introdotte dal D.L. 626/94, e sono state dimensionate
tenendo conto delle disposizioni emanate dal D.M. Int. e Lavoro 10 marzo 1998 - Allegato III.
Sono state collocate, per ogni reparto e compartimento antincendio, non meno di due uscite di
sicurezza poste ad una distanza media tra loro non superiore a m 30.00 (parametro considerato per
le aree a rischio dincendio medio), facilmente raggiungibili la cui direzione conduce in luogo
sicuro (protetto/calmo o allaperto), aventi una larghezza di m 1.20 (n. 2 moduli per almeno una
porta) e unaltezza maggiore o uguale a m 2.00, apribili verso il senso desodo e debitamente
segnalate anche in assenza di luce naturale.
Le uscite sono dimensionate tenendo conto della densit di affollamento massima ipotizzabile, della
capacit di deflusso minima e dei seguenti parametr:

15 30 metri (tempo max. di evacuazione 1 minuto) per aree a rischio di incendio elevato;
30 45 metri (tempo max. di evacuazione 3 minuti) per aree a rischio di incendio medio;
45 60 metri (tempo max. di evacuazione 5 minuti) per aree a rischio di incendio basso.

Negli ambienti a rischio di incendio medio i percorsi di uscita in un'unica direzione, ove si potuto,
sono stati evitati.
Negli uffici e nei locali dove il rischio dincendio considerato basso, e la possibilit di creare una
seconda uscita di sicurezza non ritenuta necessaria, la distanza da percorrere fino ad unuscita di
piano o fino al punto dove inizia la disponibilit di due o pi vie di uscita, non eccede, in generale, i
seguenti parametri:

6 15 metri (tempo di percorrenza 30 secondi) per aree a rischio elevato;


9 30 metri (tempo di percorrenza 1 minuto) per aree a rischio medio;
12 45 metri (tempo di percorrenza 3 minuti) per aree a rischio basso.

Nell'analisi sono state considerate anche le uscite esistenti di larghezza inferiore a n. 2 moduli dato
che ladattabilit dimensionale non determinante ai fini della sicurezza in quanto multipla di uscite
progettate e/o esistenti effettivamente rispondenti alla norma. In ogni caso la loro larghezza di
passaggio risulta maggiore o uguale a m 0.80, conteggiate n. 1 modulo (m 0.60) ai fini
dellevacuazione, e correttamente provviste dell'apertura verso il senso desodo. Non sono invece
state conteggiate le uscite aperte su spazi preventivamente considerati non sicuri e pertanto scorrette
ai fini della sicurezza (la loro posizione sar comunque mantenuta per luso cui effettivamente e
originariamente destinate).
SCHEDA N. A.226.1

Sono presenti lavoratori con ridotte o impedite capacit motorie e/o sensoriali e pertanto saranno
previsti appositi spazi calmi lungo le vie duscita o in prossimit delle scale di sicurezza
Non sono presenti lavoratori con ridotte o impedite capacit motorie e/o sensoriali

Il numero e le loro dimensioni verificate sono elencati nelle tabelle seguenti.


Nome del progettista

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CAPACIT DI DEFLUSSO
Le capacit di deflusso considerate, per il dimensionamento delle uscite, non superano i seguenti
valori:
50
per il piano terra
37,5 per i piani interrati
37,5 per gli edifici sino a tre piani fuori terra (1 e 2 piano f.t.)
33
per gli edifici a pi di tre piani fuori terra (dal 3 piano f.t. in su)
SCHEDA N. A.226.2 - PROGETTO DELLE

USCITE DI SICUREZZA

EDIFICIO:
PIANO
+
REP/LOC/CRF

A.M.I. *
C.D. **
LUT ***
LUTm ****

Nome del progettista

A.M.I.*
C.D** USCITE
Persone Pers/Min
n.

VERIFICHE DELLE USCITE


TIPO

LARGH.
m

LUT***
m

LUTm****
m

0
0
Complessivi
0.00
0.0
0.0
Affollamento massimo ipotizzabile (Vedi capitolo A.2.2.5) NOTE:
La condizione soddisfatta
Capacit di deflusso
quando LUT >= LUTm
Larghezza delle uscite totale
Larghezza delle uscite totale minima

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Al fine del dimensionamento delle vie duscita e delle scal, le capacit di deflusso considerate,
come per le uscite orizzontali, non superano i seguenti valori:
50
per il piano terra
37,5 per i piani interrati
37,5 per gli edifici sino a tre piani fuori terra (1 e 2 piano f.t.)
33
per gli edifici a pi di tre piani fuori terra (dal 3 piano f.t. in su)
SCHEDA N. A.226.3 - PROGETTO DELLE

VIE DUSCITA E DELLE SCAL

VIE D'USCITA
E
SCALE

PIANO

EDIFICIO:
A.M.I.*
C.D**
Persone Pers/Min

Complessivi

VERIFICHE
N.

A.M.I. *
(complessiva del piano)

Affollamento massimo ipotizzabile


(Vedi capitolo A.2.2.5)

C.D. **
LUT ***
LUTm ****

Capacit di deflusso
Larghezza delle uscite totale
Larghezza delle uscite totale minima

LARGH.
m

LUT***
m

LUTm****
m

0.00
0.0
0.0
NOTE:
La condizione soddisfatta
quando LUT >= LUTm

PIANO DEVACUAZIONE
Le scelte progettuali e il dimensionamento delle vie duscita, delle uscite di sicurezza e delle scale,
eseguite seguendo uno schema ben preciso, consentono un ordinato esodo verso i luoghi sicuri,
interni al fabbricato ed esterni allaperto, di tutti i lavoratori e visitatori presenti. Tenendo conto
dellanalisi dimensionale (SCHEDE A.226.2 A.226.3) e delle suddette considerazioni, succinte ma
fondamentali, sar steso ed esposto nei locali di lavoro un elaborato grafico planimetrico recante il
piano devacuazione vero e proprio con lindividuazione delle vie duscita, delle uscite di sicurezza,
delle scale, delle aree sicure, degli spazi scoperti e degli spazi calmi con i relativi percorsi per
raggiungerli in modo ordinato, ad evidente completamento della gestione dellemergenza, cui si
rimandano le regole al capitolo A.2.5 relativo.
Nome del progettista

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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A.2.2.7
ASCENSORI E MONTACARICHI
Ledificio provvisto di:
SCHEDA N. A.227.1

Ascensori
Montacarichi

Lunghezza complessiva della corsa = m ______

Numero ______

Lunghezza complessiva della corsa = m ______

Numero ______

Caratteristiche generali comuni:


I vani corsa saranno del tipo completamente chiuso
Lo sbarco dellascensore e del montacarichi non sar a diretto contatto con locali deposito o a
rischio dincendio
La resistenza al fuoco del vano sar pari alla classe delledificio predeterminata e comunque
non inferiore a REI ____
Alla sommit dei vani corsa sar realizzato un camino per la ventilazione naturale e/o
unapertura libera aperta direttamente in facciata debitamente protetta da un grigliato di ferro,
aventi una superficie aerante netta pari al 3% della superficie del vano corsa stesso con un
minimo di m2 0.20 (m 0.45 x 0.45) come calcolato nella SCHEDA N. A.227.3 .
Le porte, gli sportelli e i telai di battitura ai piani saranno resistenti al fuoco almeno REI 60
Le gabbie degli ascensori e dei montacarichi, quando non completamente esterne ed isolate dal
fabbricato, saranno realizzate con pareti in calcestruzzo armato. Lo spessore delle pareti piene in
calcestruzzo non sar inferiore ai 20 cm.
Nel vano corsa non saranno collocate canne fumarie, condutture e/o tubazioni che non
appartengono specificatamente allimpianto dellascensore e/o del montacarichi
Sar fatto il divieto assoluto delluso dellascensore e del montacarichi in caso di incendio
Caratteristiche tipologiche particolari Vani ascensore:
SCHEDA N. A.227.2
ID.
5

CARATTERISTICHE VANI ASCENSORE


Nell'edificio non sono presenti ascensori

Caratteristiche tipologiche particolari Vani montacarichi:


SCHEDA N. A.227.2.1
ID.
4

CARATTERISTICHE VANI MONTACARICHI


Nell'edificio non sono presenti montacarichi

Calcolo della superficie di aerazione per il vano corsa:


SCHEDA N. A.227.3
SUPERFICIE
VANO

SUPERFICIE

m2

m2

AERAZIONE
SUP. MIN.
SEZIONE
m
m2
0.00
0.00

Nome del progettista

SEZ. MIN.
m
0.00
0.00

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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Locale macchine:
SCHEDA N. A.227.4

Il locale macchine inserito nella volumetria delledificio servito e pertanto l'accesso avr le stesse
caratteristiche del vano corsa.
Il locale macchine ubicato allesterno sul terrazzo delledificio servito e pertanto l'accesso pu
avvenire anche attraverso vano munito di porta metallica.

Il locale macchine sar separato dagli altri ambienti dell'edificio con strutture di resistenza al fuoco
equivalente a quella del vano corsa e avr una superficie netta di aerazione permanente non
inferiore al 3% della superficie del pavimento, con un minimo di m2 0,05 (m 0.22 x 0.22) realizzata
con finestre e/o camini aventi una sezione non inferiore a quella determinata nella scheda
sottostante e sfociante all'aperto ad una altezza almeno pari a quella dellapertura di aerazione del
vano corsa.
Calcolo della superficie di aerazione per il locale macchine:
SCHEDA N. A.227.5
SUPERFICIE
LOCALE

SUPERFICIE

m2

m2

AERAZIONE
SUP. MIN.
SEZIONE
m
m2
0.00
0.00

Nome del progettista

SEZ. MIN.
m
0.00
0.00

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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A.2.2.8
ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA E DEMERGENZA
L'impianto dilluminazione sar integrato da uno di sicurezza con sorgente indipendente da quella
ordinaria, ad inserzione automatica nonch ad interruzione breve (= < 0.5 sec.), il quale illuminer
in maniera sufficiente.
Detto impianto sar costituito da singole lampade con alimentazione autonoma e saranno installate,
oltre che nel centro dell'attivit vera e propria (reparti, compartimenti, corridoi) in prossimit delle
vie duscita, delle uscite di sicurezza primarie/secondarie, delle scale e dei filtri di comunicazione
nonch al loro interno.
Le lampade assicureranno una funzionalit continua di almeno 60 minuti garantendo un livello
dilluminazione non inferiore a 5 lux per le zone predisposte alle operazioni di evacuazione ed
almeno 2 lux per le altre aree.
Tutti i materiali, le apparecchiature, le installazioni elettriche ed elettroniche saranno realizzati e
costruiti a regola darte.
La rispondenza alle vigenti norme di sicurezza sar attestata con la procedura di cui alla legge n. 46
del 5 marzo 1990 e successivi regolamenti di applicazione.
In corso dei lavori sar valutata la possibilit di collegare limpianto dellilluminazione di
emergenza a una batteria daccumulatori dopportuna capacit, anzich utilizzare le lampade
autonome, come meglio descritto nel capitolo A.2.2.9 IMPIANTO ELETTRICO.

Nome del progettista

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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A.2.2.9
IMPIANTO ELETTRICO
L'impianto elettrico esistente sar verificato e adeguato in conformit della Legge 1 marzo 1968, n.
186 (G.U. 23.3.1968, n. 77). La rispondenza alle vigenti norme di sicurezza sar attestata con la
procedura di cui alla legge n. 46 del 5 marzo 1990 e successivi regolamenti di applicazione.
Limpianto, ai fini della prevenzione incendi, garantir le seguenti condizioni di base:
Non costituir causa primaria di incendio o di esplosione
Non fornir alimento o via privilegiata di propagazione degli incendi
Sar suddiviso in modo tale che un eventuale guasto non provochi la messa fuori servizio
dellintero sistema
Disporr di apparecchi di manovra ubicati in posizioni protette e dovranno riportare chiare
indicazioni dei circuiti cui si riferiscono
Tutti i materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici saranno realizzati e costruiti a regola darte. Limpianto sar provvisto di
uno pi interruttori generali (pulsanti di sgancio protetti) ubicati in posizione segnalata esterna allattivit a fianco di unuscita di sicurezza
, muniti di protezione contro le correnti di sovraccarico e di
corto circuito, manovrabili sottocarico e atto a porre fuori tensione limpianto elettrico
in tutta
lattivit
limitatamente alledificio interessato. Inoltre, a protezione degli edifici, sar installata
regolare messa a terra di tutte le parti metalliche presenti quali carpenteria metallica, tubazioni di
acqua, tubazioni di gas, tubazioni di riscaldamento, parti metalliche di ascensori, di montacarichi
ecc. Le linee principali, in partenza dal quadro di distribuzione, saranno protette da dispositivi
contro le sovracorrenti. Il quadro elettrico generale sar ubicato in posizione facilmente accessibile,
segnalata e protetta dallincendio.
SCHEDA N. A.229.1
ID.
3

IMPIANTO DI PROTEZIONE SCARICHE ATMOSFERICHE


Sar eseguita una verifica - Alla richiesta del C.P.I. verr allegata la relazione

Limpianto elettrico, nel caso dinterruzione dellenergia ordinaria, sar integrato automaticamente
da un impianto demergenza alimentato da una o pi batterie dedicate o da una batteria daccumulatori singola (vedi SCHEDA N. A.229.2), che garantir il funzionamento dei seguenti sistemi di
utenza:
SCHEDA N. A.229.1.1

Illuminazione di sicurezza
(se non saranno adottate lampade autonome)
Impianto dallarme manuale
(con batteria indipendente)
Impianto automatico di rivelamento (con batteria indipendente)

X
X

Lalimentazione di emergenza sar automatica ad interruzione breve (< = 0.5 sec.) relativamente
agli impianti per lilluminazione di sicurezza, di allarme e rivelazione. I seguenti impianti saranno
alimentati esclusivamente da un gruppo elettrogeno e/o da motopompe:
SCHEDA N. A.229.1.2
ID.
3

ALIMENTAZIONE SPECIFICA
Non necessaria la predisposizione di una specifica fonte di energia

Nome del progettista

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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Lautonomia dellalimentazione di emergenza deve consentire lo svolgimento in sicurezza del


soccorso per il tempo necessario, e in ogni caso soddisfer quanto stabilito per ogni impianto alimentato e precisamente:
Illuminazione di sicurezza
60 minuti
Impianto dallarme manuale
30 minuti
Impianto automatico di rivelamento
30 minuti
Il dispositivo di carica degli accumulatori sar di tipo automatico e tale da consentire la ricarica
completa entro 12 ore.
BATTERIA DACCUMULATORI
SCHEDA N. A.229.2
ID.
2

CARATTERISTICHE DELLA BATTERIA D'ACCUMULATORI


Non ritenuta necessaria linstallazione di ununica batteria daccumulatori

IMPIANTI PARTICOLAR
Limpianto sar antideflagrante negli ambienti N. Id. per i quali sono prescritte le
particolari norme di cui agli artt. 329 e 331 del D.P.R. 27 aprile 1955, n. 547.
Tali ambienti rientrano tra quelli indicati negli allegati del D.M. Int. 22 dicembre 1958 poich si
eseguono lavorazioni che prevedono lutilizzo lo stoccaggio di gas infiammabili
sostanze che producono vapori infiammabili polveri esplodenti, nonch per i loro quantitativi.

Nome del progettista

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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A.2.2.10
SEGNALETICA DI SICUREZZA
La segnaletica di sicurezza sar conforme al D.L. 14 agosto 1996, n. 493 in attuazione della
direttiva 92/58/CEE concernente le prescrizioni per la segnaletica di sicurezza e di salute sul luogo
di lavoro.
In particolar modo si far riferimento alle prescrizioni generali per i cartelli segnaletici, come da
Allegato II del suddetto decreto, che si possono riassumere nella maniera che segue:

La forma e i colori dei cartelli da impiegare sono definiti in funzione del loro oggetto specifico
(cartelli di divieto, davvertimento, di prescrizione, di salvataggio e per le attrezzature
antincendio) e terranno conto delle seguenti distinzioni colorimetriche:
1.

Rosso

2.

Giallo

3.

Azzurro

4.

Verde

: segnali di divieto, pericolo, allarme


Forma rotonda
: materiali e attrezzature antincendio
Forma quadrata o rettangolare
: segnali davvertimento
Forma triangolare
: segnali di prescrizione
Forma rotonda
: segnali di salvataggio o di soccorso, situazione di sicurezza
Forma quadrata o rettangolare

I pittogrammi saranno il pi possibile semplici, con omissione dei particolari di difficile


comprensione
I cartelli saranno costituiti di materiale il pi possibile resistente agli urti, alle intemperie ed alle
aggressioni dei fattori ambientali
Le dimensioni e le propriet colorimetriche e fotometriche dei cartelli saranno tali da garantire
una buona visibilit e comprensione
Le caratteristiche dimensionali soddisferanno la seguente formula (applicabile fino ad una
distanza di circa m 50):
A (superficie del cartello in m2) > L2

(distanza in metri alla quale il cartello deve essere ancora riconoscibile)

/ 2000

Le caratteristiche cromatiche e fotometriche dei materiali saranno conformi alle norme UNI di
buona tecnica che regolano la materia

I cartelli necessari saranno sistemati tenendo conto deventuali ostacoli, ad unaltezza e in una
posizione appropriata rispetto allangolo di visuale. In caso di cattiva illuminazione naturale si
utilizzeranno colori fosforescenti e/o materiali riflettenti e, in prossimit delle vie duscita e delle
scale, nonch al loro interno, si provveder allilluminazione artificiale con lampade autonome
provviste di mascherina verde con lindicazione del percorso da seguire, poste, ove possibile,
sopra il limite superiore delle porte. I cartelli da adottare, per il caso specifico, sono riportati nel
Capitolo A.2.4 Punto P26. A titolo indicativo si riporta lo schema adottato per lubicazione della
segnaletica.
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In caso dincendio non usare


lacqua sul pannello elettrico

A ridosso dei pannelli elettrici

IN TUTTI I LOCALI

Vietato fumare

Sulla porta daccesso nei locali


a rischio dincendio specifico

Vietato usare fiamme libere

Locale PERICOLO

Vietato lingresso ai non


autorizzati

Sopra le valvole
dintercettazione combustibile

Valvola dintercettazione

Sopra le uscite di sicurezza e


per la direzione da seguire

Uscita di sicurezza

Sulle porte

Spingere

Estintore

Sopra gli impianti antincendio

Idrante colonna/sottosuolo

Sulla porta di accesso ai


compartimenti protetti

Attacco VV.F.

Locale protetto da impianto di


spegnimento automatico

Idrante a muro

Sopra gli interruttori elettrici


generali

Pulsante di sgancio energia


elettrica

Sopra i pulsanti di allarme

In caso dincendio rompere il

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vetro e premere il pulsante

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A.2.2.11.1
IMPIANTI DALLARME
A.2.2.11.1.1 IMPIANTO MANUALE UNI 9795
GENERALITA
L'edificio sar munito di un sistema manuale dallarme acustico in grado di avvertire il personale
presente delle condizioni di pericolo in caso d'incendio.
I dispositivi sonori, ad inserzione manuale mediante apposito pulsante collocato in posizione
segnalata facilmente raggiungibile nonch visibile e sicura, avranno caratteristiche e ubicazioni tali
da poter segnalare il pericolo a tutti gli occupanti del fabbricato o delle parti di esso coinvolte
nell'incendio.
Il funzionamento del sistema dallarme sar garantito, anche in assenza dellalimentazione elettrica
principale, per un tempo non inferiore a minuti 30, ad inserzione automatica nonch ad interruzione
breve (= < 0.5 sec.).
ALLARME OTTICO SUPPLEMENTARE

SCHEDA N. A.221111.1

ID.

CARATTERISTICHE

Nei reparti dove avvengono lavorazioni rumorose, i dispositivi sonori di allarme saranno abbinati ad un
dispositivo di allarme ottico

ALIMENTAZIONE DEMERGENZA DELL'IMPIANTO


In corso dei lavori sar valutata la possibilit di collegare limpianto a una batteria daccumulatori
dopportuna capacit, anzich utilizzare una batteria dedicata, come meglio descritto nel capitolo
A.2.2.9 IMPIANTO ELETTRICO.
A.2.2.11.1.2 IMPIANTO AUTOMATICO DI RIVELAMENTO UNI 9795
GENERALITA
L'edificio sar munito di un impianto fisso di rivelamento e segnalazione automatica degli incendi,
in grado di avvertire il personale presente delle condizioni di pericolo.
I dispositivi sonori avranno caratteristiche e ubicazioni tali da poter segnalare il pericolo a tutti gli
occupanti del fabbricato o delle parti di esso coinvolte nell'incendio.
Il funzionamento del sistema dallarme sar garantito, anche in assenza dalimentazione elettrica
principale, per un tempo non inferiore a minuti 30, ad inserzione automatica nonch ad interruzione
breve (= < 0.5 sec.).
IMPIANTO RIVELATORI
Limpianto fisso di rivelamento e segnalazione automatica degli incendi sar costituito da rivelatori
del tipo in grado di rivelare e segnalare a distanza un principio dincendio che possa
verificarsi nell'ambito dell'attivit, collocati principalmente nelle aree non presidiate e nei deposit.
La segnalazione dallarme proveniente da uno qualsiasi dei rivelatori utilizzati dovr sempre
determinare una segnalazione ottica ed acustica dallarme incendio nella centrale di controllo e
segnalazione, la quale deve essere ubicata in ambiente presidiato. Il predetto impianto dovr
consentire l'azionamento automatico dei dispositivi dallarme posti nell'attivit entro:
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2 min. dallemissione della segnalazione dallarme proveniente da due o pi rivelatori o


dall'azionamento di un qualsiasi pulsante manuale di segnalazione incendio
2. 5 min. dall'emissione di una segnalazione dallarme proveniente da un qualsiasi rivelatore,
qualora la segnalazione presso la centrale dallarme non sia tacitata dal personale preposto.
I predetti tempi potranno essere modificati in considerazione della tipologia dellattivit e dei rischi
in essa esistenti.
1.

CARATTERISTICHE PARTICOLARI
Limpianto di rivelazione dovr consentire inoltre leventuale attivazione automatica di una o pi
delle seguenti azioni:
- Chiusura automatica di porte tagliafuoco, normalmente aperte, appartenenti al compartimento
antincendio da cui pervenuta la segnalazione, tramite lattivazione degli appositi dispositivi di
chiusura
- Disattivazione elettrica dellimpianto di ventilazione o condizionamento esistente
- Attivazione degli impianti per la messa in sovrappressione di vani e/o filtri
- Chiusura delle serrande tagliafuoco poste nelle canalizzazioni degli impianti di ventilazione o
condizionamento, riferite al compartimento da cui proviene la segnalazione
- Trasmissione a distanza delle segnalazioni di allarme in posti predeterminati in un piano operativo interno di emergenza
- Apertura degli evacuatori di fumo esistenti nei vani scala e/o filtri e/o locali (UNI 9494)
CENTRALE DI COMANDO
Dovr essere distinta da qualsiasi apparecchiatura daltri servizi. Dovr consentire una facile
ispezione e manutenzione dell'apparecchiatura e dei circuiti stessi. Oltre ai dispositivi dallarme
ottico ed acustico azionati dai rivelatori, la centrale di comando dovr essere munita di dispositivi
indipendenti per allarme acustico ed ottico per il caso di rottura fili o per il determinarsi di difetti
disolamento dei circuiti verso terra e fra di loro.
ALLARME ACUSTICO GENERALE SUPPLEMENTARE

SCHEDA N. A.221112.1

ID.

CARATTERISTICHE

Vista la presenza di depositi non presidiati esterni e soprattutto in considerazione delle dimensioni del
complesso, verr installato un allarme acustico supplementare, ubicato all'esterno verso strada e/o
verso il cortile interno dellazienda, in modo da essere udito a largo raggio.
Tale allarme supplementare sar comandato in centrale, da dispositivo dinserzione e disinserzione

ALLARME OTTICO SUPPLEMENTARE


ID.
2

SCHEDA N. A.221112.2
CARATTERISTICHE

Non necessaria linstallazione di un dispositivo di allarme ottico

ALIMENTAZIONE DEMERGENZA DELL'IMPIANTO


In corso dei lavori sar valutata la possibilit di collegare limpianto a una batteria daccumulatori
dopportuna capacit, anzich utilizzare una batteria dedicata, come meglio descritto nel capitolo
A.2.2.9 IMPIANTO ELETTRICO.
L'impianto dallarme, sia manuale sia automatico, sar progettato e realizzato a regola d'arte.
IMPORTANTE:
A adeguamento eseguito sar rilasciata dalla Ditta installatrice regolare CERTIFICAZIONE ai sensi della
Legge 46/90 attestante la regolarit ed il rispetto alla normativa vigente in materia nonch lesecuzione a
regola d'arte.
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A.2.2.11.2
MEZZI ANTINCENDIO MOBILI
(ESTINTORI)
Gli estintori saranno collocati principalmente in prossimit delle uscite di sicurezza, nelle
immediate vicinanze di aree a maggior pericolo e al loro interno, in posizione visibile, facilmente
accessibile e debitamente segnalata nonch ad una distanza tra loro non superiore a m 30, ed
avranno una copertura in ogni caso di almeno m2/cad 200. Gli agenti estinguenti saranno
compatibili con le sostanze presenti e saranno del tipo approvato dal Ministero dell'Interno ai sensi
del D.M. 20 Dicembre 1982 (Gazzetta Ufficiale n. 19 del 20 Gennaio 1983) e successive
modificazioni ed integrazioni.
Gli estintori avranno caratteristiche conformi a quanto stabilito dalle seguenti norme
UNI EN 3 / 1
(Estintori portatili - Designazione, durata del funzionamento, prova di efficacia)

UNI EN 3 / 2

UNI EN 3 / 4

UNI EN 3 / 5

UNI 9492

UNI 9994

(Estintori portatili - Tenuta, prova dielettrica, prova di costipamento, disposizioni speciali)


(Estintori portatili Cariche, focolari minimi esigibili)
(Estintori portatili Requisiti e prove complementari)
(Estintori carrellati Requisiti di costruzione e tecniche di prova)
(Estintori dincendio Manutenzione)

Il numero e la capacit estinguente degli estintori portatili da utilizzare sono stati valutati tenendo
conto dei valori indicati nella tabella seguente (SCHEDA N. A.22112.1), per quanto attiene gli
incendi di classe A e B, e dei criteri di seguito indicati:
1. La superficie in pianta
2. Lo specifico pericolo dincendio (classe dincendio)
3. La distanza che una persona deve percorrere per utilizzare un estintore (< = m 30)
SCHEDA N. A.22112.1 - D.

Min. Int. E Lavoro 10 marzo 1998 - Allegato V

TIPO DI ESTINTORE

SUPERFICIE PROTETTA
DA UN ESTINTORE
Rischio
basso

Rischio
medio

Rischio
elevato

13A 89B

100 m2

21A 113B

150 m2

100 m2

34A 144B

200 m2

150 m2

100 m2

55A 233B

250 m2

200 m2

200 m2

Le caratteristiche e il numero degli estintori installati sono da ritenersi come riportato nelle tabelle
seguenti (SCHEDE NN. A.22112.2 A.22112.3 A.22112.4).
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SCHEDA N. A.22112.2 RISCHIO DINCENDIO BASSO

Complessivi :

N.

0,00

PESO
kg

COPERTURA
COMPLESSIVA
mq

TIPO
(*)

SUP.
mq

AGENTE
ESTINGUENTE

ID. REP/LOC/CRF

CLASSE DEL
FUOCO

PIANO

EDIFICIO

COPERTURA (*)
mq/cad

ESTINTORI DA UTILIZZARE - RISCHIO BASSO

AMBIENTE

SCHEDA N. A.22112.3 RISCHIO DINCENDIO MEDIO

Complessivi :

TIPO
(*)

N.

0,00

PESO
kg

COPERTURA
COMPLESSIVA
2
m

SUP.

AGENTE
ESTINGUENTE

ID. REP/LOC/CRF

CLASSE DEL
FUOCO

PIANO

EDIFICIO

COPERTURA (*)
2
m /cad

ESTINTORI DA UTILIZZARE - RISCHIO MEDIO

AMBIENTE

(*) Superficie protetta da un estintore Vedi SCHEDA N. A.22112.1


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SCHEDA N. A.22112.4 RISCHIO DINCENDIO ELEVATO

Complessivi :

TIPO
(*)

N.

0,00

PESO
kg

COPERTURA
COMPLESSIVA
m2

SUP.

AGENTE
ESTINGUENTE

ID. REP/LOC/CRF

CLASSE DEL
FUOCO

PIANO

EDIFICIO

COPERTURA (*)
2
m /cad

ESTINTORI DA UTILIZZARE - RISCHIO ELEVATO

AMBIENTE

(*) Superficie protetta da un estintore Vedi SCHEDA N. A.22112.1

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A.2.2.11.3
MEZZI ANTINCENDIO FISSI
VERIFICA PRELIMINARE DELLE CONDIZIONI DI AFFIDABILITA - SCHEDA N. A.22113

Non necessaria linstallazione di una riserva idricaper limpianto antincendio in quanto


verificata la disponibilit dalla tubazione pubblica che risulta in ogni caso non inferiore a
litri/minuto 250 ad una pressione di 0.30 Mpa (3 bar) ovvero sufficiente a garantire:
1. Per il potenziamento o la verifica di un impianto esistente, allepoca dimensionato con i
riferimenti della norma UNI 9490, il funzionamento contemporaneo del 50% degli idranti
presenti con una pressione di almeno 0.2 Mpa e una portata pari a lit/min 120 allidrante ubicato
in posizione idraulicamente pi sfavorevole
2. Per il dimensionamento di un nuovo impianto, il funzionamento contemporaneo degli idranti
a muro della rete interna UNI 45 (con una portata minima di lit/min 120 ed una pressione
residua di almeno 0.2 Mpa) e, separatamente, delle bocche antincendio della rete esterna UNI
70 (con una portata minima di lit/min 300 ed una pressione residua di almeno 0.4 Mpa), nel
numero complessivo indicato dalla UNI 10779, in funzione dellarea di rischio da proteggere
E necessaria linstallazione di una riserva idricache avr le seguenti caratteristiche di base:
1. Rif. UNI 9490 - Il fabbisogno calcolato per garantire la condizione di tutto aperto del 50%
degli idranti presenti per non meno di 60 minuti e precisamente:
f = [(n. idranti colonna UNI 70 x l/min 460)+(n. idranti a muro UNI 45 x l/min 120)]/2 = l/min
f l/min x 60 minuti = F l/ora Volume complessivo della riserva idrica V = F / 1000 = m3
2. UNI 10779
f = [Rete interna (n. idranti UNI 45 x l/min 120)+Rete esterna (n. bocche UNI 70 x l/min 300)]
f l/min x durata = F Volume complessivo della riserva idrica V = F / 1000 = m3
Il volume risultante V, espresso in m3, sar uniformemente distribuito a una vasca di carico
Lapprovvigionamento idrico necessario per il riempimento della vasca, che avverr tramite
tubazione direttamente collegata allacquedotto comunale, avr una portata minima (ingresso)
pari ad almeno 2 volte quella data dalla quantit dacqua rilanciata (uscita) necessaria per il
fabbisogno idrico della rete antincendio
La vasca sar munita di un sistema a galleggiante che garantir limmediata integrazione, nelle
modalit sopra descritte, nel caso il livello dacqua dovesse raggiungere il limite di sicurezza in
precedenza stabilito
Sar installata n. 1 elettropompa ad avviamento automatico, con caratteristiche tali da garantire
una pressione iniziale dedotta dallo sviluppo analitico della perdita di carico nellintera rete
sommata alla pressione minima necessaria e stabilita dalle norme.
Lelettropompa preventivamente dimensionata utilizzando le formule:
Pp = Q x H = kgm/min Pp = Q x H / 4500 = CV x 0.735 = KW
Dove: Pp = Potenza della pompa Q = Portata in l/min H = Prevalenza in m CV = Cavalli
Alimentazione da energia sicura e indipendente dal resto dellattivit E previsto il supporto di una motopompa ad avviamento automatico con motore a
benzina per portate fino a
litri/min 2000 a una pressione di Mpa 0.80
diesel per portate superiori
Tabella per il dimensionamento preliminare della riserva idrica: SCHEDA N. A.22113.1
FABBISOGNO
l/min

DURATA
min

VOLUME
VASCA
m3

CARATTERISTICHE DI BASE
RINCALZO
l/min

T.R.
min

T.S.
min

CARATTERISTICHE
ELETTROPOMPA
PREVALENZA
m

POTENZA
(KW)

Per il calcolo del fabbisogno vedi la SCHEDA DI CALCOLO N. A.221134.1


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A.2.2.11.3.1 IDRANTI COLONNA E SOTTOSUOLO


SCHEDA N. A.221131
ID.

CARATTERISTICHE DI BASE

Sar installato allesterno, in prossimit delledificio, almeno un idrante colonna, o sottosuolo, da


utilizzare per il rifornimento dei mezzi dei Vigili del Fuoco, aventi le seguenti caratteristiche.
Saranno installati n. ___ idranti colonna UNI 70 provvisti di un attacco doppio per lautopompa dei VV.F.,
collocati in posizione facilmente accessibile ed opportunamente segnalata nonch conformi alla
normativa vigente (UNI-VV.F. 9485). Tali idranti assicureranno singolarmente una portata non inferiore a
Litri/min. 460 per almeno 60 minuti .
La rete di approvvigionamento sar indipendente da quella dei servizi sanitari e sar direttamente
collegata alla tubazione idrica comunale, o alla riserva idrica, a monte del contatore, nonch provvista di
saracinesca e valvola di ritegno posti in chiusino protetto dal gelo (Rif. UNI 9495/100 AR).

A.2.2.11.3.2 IDRANTI A MURO


GENERALITA DELLIMPIANTO
L'impianto idrico antincendio principale sar costituito da n. idranti a muro UNI 45 provvisti
di una lancia in rame completa di bocchello in ottone avente un diametro di mm 12 e manichetta
flessibile di m 20 a norma UNI EN 671-2 collocati in apposite cassette (sporgenti e/o incassate) in
lamiera zincata di colore rosso provviste di sportello in vetro trasparente facilmente frangibile
aventi una larghezza non inferiore a cm 35, un'altezza di almeno cm 55 ed una profondit che
consente di tenere, a sportello chiuso, manichetta e lancia permanentemente collegate.
La loro posizione, allesterno a fianco delle uscite di sicurezza ed internamente in prossimit delle
vie duscita e degli accessi alle scale di sicurezza o nei filtri a prova di fumo, sar facilmente
accessibile nonch opportunamente segnalata.
Gli idranti presenti nel piano saranno planimetricamente collocati ad una distanza fra loro non
superiore a m 30,00.
La rete di approvvigionamento antincendio sar indipendente da quella dei servizi sanitari e lacqua
sar prelevata a monte del contatore con saracinesca e valvola di ritegno posti in chiusino protetto
dal gelo (Rif. UNI 9495/100 AR).
Le tubazioni di alimentazione e quelle costituenti la rete saranno protette dagli urti e dal fuoco,
saranno in acciaio, e debitamente protette dal gelo per i tratti esterni.
Allinterno delledificio correranno:
SCHEDA N. A.221132

In vista nelle zone sicure


Incassate
In appositi alloggiamenti resistenti al fuoco con caratteristiche non inferiori a REI ____

Le tubazioni flessibili antincendio saranno conformi alla normativa vigente (UNI-VV.F. 9487).
Si rimanda al capitolo A.2.2.11.3.4 le caratteristiche dimensionali degli impianti.

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A.2.2.11.3.3 VERIFICHE DI UN IMPIANTO ESISTENTE


Il giorno __/__/__ alle ore __.__ stata eseguita una verifica dell'impianto idrico antincendio
esistente mediante uno strumento misuratore della pressione, omologato e provvisto di
certificazione, costituito da una lancia in rame con attacco UNI 45 e da un bocchello in ottone con
diametro pari a mm 12 (la precisione dello strumento conforme a quanto richiesto dalle norme
UNI).
La prova stata eseguita su n. ___ idranti, su un totale di ___, collocati in posizione contrapposta e
idraulicamente pi favorevole/sfavorevole nel modo e sequenza come da tabella sottostante.

MISURAZIONE
CONTEMP.

MISURAZIONE
SINGOLA

EDIFICIO
E
COMPARTIMENTO

PROVA SU
IDRANTE

SCHEDA N. A.221133.1
PRESSIONE
MISURATA

Mpa

PORTATA
lit/min

NOTE

Bar

PF
PS
PSC

SCHEDA N. A.221133.2
PF

Installazione del misuratore su idrante in posizione idraulicamente Pi Favorevole


aperto singolarmente

PS

Installazione del misuratore su idrante in posizione idraulicamente Pi Sfavorevole


aperto singolarmente

PSC

Installazione del misuratore su idrante in posizione idraulicamente Pi Sfavorevole


aperto in Contemporanea (condizione di tutto aperto del 50% degli idranti)

Nella condizione di tutto aperto del 50% degli idranti presenti nel compartimento, la portata minima
dellidrante collocato in posizione idraulicamente pi sfavorevole risulta non inferiore a Litri/min.
120 ad una pressione di 0.20 Mpa (2 bar) e pertanto nella norma.
In allegato si trasmette verbale di prova con relativa certificazione.
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COLLAUDO IDRAULICO DELLA LANCIA UTILIZZATA NELLA PROVA


Tabella, con relativo grafico, delle portate ad una determinata pressione, come da omologazione
effettuata dalla ditta fabbricatrice.
SCHEDA N. A.221133.3

Diametro bocchello mm 12
PRESSIONE
Mpa

0,05
0,10
0,15
0,20
0,25
0,30
0,35
0,40
0,45
0,50
0,55
0,60

PORTATA

Bar

0,50
1,00
1,50
2,00
2,50
3,00
3,50
4,00
4,50
5,00
5,50
6,00

litri/min

NOTE

litri/sec

58,5
85,5
105,7
122,5
140,3
151,5
166,1
176,5
185,6
199,0
207,0
216,0

0,98
1,43
1,76
2,04
2,34
2,53
2,77
2,94
3,09
3,32
3,45
3,60

GRAFICO DELLE PORTATE

216

207

58,5

85,5
105,7

199

122,5
140,3

185,6
176,5

151,5
166,1

litri/min

Nome del progettista

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
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A.2.2.11.3.4
DIMENSIONAMENTO DI UN NUOVO IMPIANTO
PROGETTO
POTENZIAMENTO
VERIFICHE ANALITICHE DI UN IMPIANTO ESISTENTE
La rete antincendio sar costituita da n. idranti UNI 70 e da n. idranti a muro UNI 45.
Limpianto sar eseguito in conformit con quanto stabilito dalle seguenti Norme:
UNI
9485
(idranti soprassuolo)
UNI
9486
(idranti sottosuolo)
UNI-EN
671-2
(idranti a muro)
UNI
9487
(tubazioni flessibili antincendio)
UNI
7422
(manichette antincendio)
UNI
8863
(tubazioni fuori terra in acciaio sp. minimi serie leggera filettate)
UNI
6363 serie b (tubazioni fuori terra in acciaio sp. minimi)
UNI
6363 serie b (tubazioni interrate in acciaio sp. minimi)
UNI
6884
(valvole di intercettazione)
UNI
7125
(valvole di intercettazione a saracinesca)
IMPORTANTE:
A adeguamento eseguito sar rilasciata dalla Ditta installatrice CERTIFICAZIONE ai sensi della Legge
46/90 attestante la regolarit ed il rispetto alla normativa vigente in materia nonch lesecuzione a regola
d'arte.

Tenendo conto della pressione iniziale, che di ca. Mpa ( bar), il diametro della
tubazione principale, che sar ad anello chiuso ed in alcuni tratti ramificata, di mm come
risulta dai calcoli appresso riportati, da cui derivano gli stacchi per alimentare gli idranti a muro
UNI 45 con raccordi aventi un diametro non inferiore a mm 40. La determinazione del fabbisogno
idrico antincendio eseguita in conformit alle seguenti norme:
SCHEDA N. A.221134
ID.

SCELTA DELLE MODALITA' DI CALCOLO DEL FABBISOGNO IDRICO

Progetto di un nuovo impianto con le modalit stabilite dalla norma UNI 10779
La portata dacqua richiesta, espressa in litri al minuto, calcolata tenendo conto del funzionamento
contemporaneo degli idranti a muro della rete interna UNI 45 o naspi UNI 20 e, separatamente, delle
bocche antincendio della rete esterna UNI 70, nel numero determinato in funzione dellarea di rischio da
proteggere e precisamente come risulta nella scheda di calcolo A.221134.1
Caratteristiche di portata e pressione:
Rete esterna
1. Bocca UNI 70 collocata in posizione idraulicamente pi sfavorevole
Portata min 300 litri/min ad una pressione di Mpa 0.40
Rete interna
1. Idrante a muro UNI 45 collocato in posizione idraulicamente pi sfavorevole
Portata min 120 litri/min ad una pressione di Mpa 0.20
2. Naspo UNI 20 collocato in posizione idraulicamente pi sfavorevole
Portata min 35 o 60 litri/min ad una pressione di Mpa 0.20

Il dimensionamento dellimpianto antincendio, di nuova installazione e/o a verifica di un impianto


esistente, calcolato per tutti i casi nelle schede seguenti, conforme alla norma UNI 10779:
1. A.221134.2 CALCOLO DELLE PERDITE DI CARICO
(Nodo ______)
2. A.221134.3 CALCOLO DELLE PERDITE DI CARICO
(Nodo ______)
3. A.221134.4 CALCOLO DELLE PERDITE DI CARICO
(Nodo ______)
Nome del progettista

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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DIMENSIONAMENTO/VERIFICA DELLIMPIANTO ANTINCENDIO A IDRANTI


CALCOLO DEL FABBISOGNO DACQUA PER LA RETE ANTINCENDIO
SCHEDA DI CALCOLO N. A.221134.1
Rif. UNI 9490

RETE

IDRANTI
IDRANTI
COLONNA
A
E
MURO
SOTTOS.
UNI 70
UNI 45
N.

N.

UNI 10779

IDRANTI
O
BOCCHE

AREA DI LIVELLO
FABBISOGNO
litri/min

PROTEZIONE
INTERNA

UNI 70
N.

EFF.

BOCCHE
UNI 70
N.

MIN.
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0

Nome del progettista

PROTEZIONE
ESTERNA

1, 2 o 3

FABB.
l/min

IDRANTI
UNI 45
N.

FABB.
l/min

0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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DIMENSIONAMENTO/VERIFICA DELLIMPIANTO ANTINCENDIO A IDRANTI


CALCOLO DELLE PERDITE DI CARICO (Rif. UNI 10779)

PERDITA IDROSTATICA
(Kpa)

PERDITA CONCENTRATA *
(Kpa)

PERDITA DI CARICO DEL TRATTO


(Kpa)

PERDITA DI CARICO UNITARIA


(mm.c.a./m)

PORTATA NECESSARIA
(lit/min)

COSTANTE TUBAZIONE

DIAMETRO TUBAZIONE
(mm)

LUNGHEZZA TRATTO
(m)

N ID. IDRANTE

PRESSIONE INIZIALE
(Kpa)

VERIFICA DELL'IDRANTE SITUATO IN POSIZIONE PIU' SFAVOREVOLE

DISLIVELLO
(m)

N ID. CRF

ID. NODO

COMPARTIMENTO RESISTENTE AL FUOCO

PRESSIONE RESIDUA FINALE


(Kpa)

SCHEDA DI CALCOLO N. A.221134.2

* - Perdita di carico dovuta dal gruppo idrante sino alla tubazione fissa (manichetta, lancia e bocchello) - min. 30 Kpa

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DIMENSIONAMENTO/VERIFICA DELLIMPIANTO ANTINCENDIO A IDRANTI


CALCOLO DELLE PERDITE DI CARICO (Rif. UNI 10779)

PERDITA IDROSTATICA
(Kpa)

PERDITA CONCENTRATA *
(Kpa)

PERDITA DI CARICO DEL TRATTO


(Kpa)

PERDITA DI CARICO UNITARIA


(mm.c.a./m)

PORTATA NECESSARIA
(lit/min)

COSTANTE TUBAZIONE

DIAMETRO TUBAZIONE
(mm)

LUNGHEZZA TRATTO
(m)

N ID. IDRANTE

PRESSIONE INIZIALE
(Kpa)

VERIFICA DELL'IDRANTE SITUATO IN POSIZIONE PIU' SFAVOREVOLE

DISLIVELLO
(m)

N ID. CRF

ID. NODO

COMPARTIMENTO RESISTENTE AL FUOCO

PRESSIONE RESIDUA FINALE


(Kpa)

SCHEDA DI CALCOLO N. A.221134.3

* - Perdita di carico dovuta dal gruppo idrante sino alla tubazione fissa (manichetta, lancia e bocchello) - min. 30 Kpa

Nome del progettista

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DIMENSIONAMENTO/VERIFICA DELLIMPIANTO ANTINCENDIO A IDRANTI


CALCOLO DELLE PERDITE DI CARICO (Rif. UNI 10779)

PERDITA IDROSTATICA
(Kpa)

PERDITA CONCENTRATA *
(Kpa)

PERDITA DI CARICO DEL TRATTO


(Kpa)

PERDITA DI CARICO UNITARIA


(mm.c.a./m)

PORTATA NECESSARIA
(lit/min)

COSTANTE TUBAZIONE

DIAMETRO TUBAZIONE
(mm)

LUNGHEZZA TRATTO
(m)

N ID. IDRANTE

PRESSIONE INIZIALE
(Kpa)

VERIFICA DELL'IDRANTE SITUATO IN POSIZIONE PIU' SFAVOREVOLE

DISLIVELLO
(m)

N ID. CRF

ID. NODO

COMPARTIMENTO RESISTENTE AL FUOCO

PRESSIONE RESIDUA FINALE


(Kpa)

SCHEDA DI CALCOLO N. A.221134.4

* - Perdita di carico dovuta dal gruppo idrante sino alla tubazione fissa (manichetta, lancia e bocchello) - min. 30 Kpa

Nome del progettista

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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Indice

A.2.2.11.4
IMPIANTI SPECIALI DI SPEGNIMENTO
Verifica della necessit dinstallazione di un impianto di spegnimento automatico:
SCHEDA N. A.22114.1
ID.

ANALISI

Non necessaria l'installazione di un impianto di spegnimento poich


l'attivit a rischio ha condizioni ambientali/planimetriche non definibili critiche
e il relativo carico d'incendio risulta inferiore a 90 kg/m 2.
Pertanto sono sufficienti le dotazioni individuate nel paragrafo precedente.

UBICAZIONE
DELL'IMPIANTO

Determinazione della tipologia impiantistic:


SCHEDA N. A.22114.2
ID.

CARATTERISTICHE SALIENTI DELL'IMPIANTO

Impianto a PIOGGIA (Sprinkler):


Impianto adatto per fuochi di Classe A (Legno, tessuti, carta, cartoni, plastica, gomma)
E costituito da una serie di tubazioni giustamente dimensionate in base alla pressione e portata
necessaria nonch stabilita dalle norme e uniformemente distribuite sul soffitto del compartimento,
abbinate ad un insieme di valvole o teste erogatrici tipo Sprinkler provviste ciascuna di una chiusura
costituita generalmente da unampollina di vetro riempita con un liquido colorato ad alto coefficiente di
dilatazione che, in caso di un incendio nel locale, il liquido stesso, espandendosi, provocher la rottura
dellampolla con conseguente fuoriuscita di acqua. Limpianto specifico, detto appunto a pioggia, consente
di scaricare lacqua in zone limitate e circoscritte allarea effettivamente interessata dallincendio in quanto
si apriranno solo gli ugelli situati al di sopra della stessa, o nelle immediate vicinanze, evitando cos
lestendersi dello spegnimento su zone e materiali non interessati e pertanto inutile.

Prima dellinizio dei lavori sar predisposto il progetto esecutivo dellimpianto che sar a disposizione, per la visione, allufficiale dei VV.F. che eseguir il sopralluogo per il rilascio del C.P.I.
Limpianto sar dimensionato ed eseguito in conformit alle seguenti norme:
UNI-VV.F. 9489;
UNI-VV.F. 9490;
UNI-VV.F. 9491.
IMPORTANTE:
A adeguamento eseguito sar rilasciata dalla Ditta installatrice CERTIFICAZIONE ai sensi della Legge
46/90 attestante la regolarit ed il rispetto alla normativa vigente in materia nonch lesecuzione a regola
d'arte.

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Indice

A.2.3
VALUTAZIONE QUALITATIVA DEL RISCHIO DINCENDIO
Per una valutazione razionale dei rischi che possono causare un incendio, si fatto riferimento alle
linee guida date dal D.M. Int. E Lavoro 10 Marzo 1998 Allegato I (G.U. 07/04/1998 n. 81), come
appresso riportate in stralcio, di fatto parte integrante della presente relazione.
OBIETTIVI DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI DINCENDIO (Allegato I - Punto 1.3)
Detta valutazione deve consentire al datore di lavoro di prendere i provvedimenti che sono
effettivamente necessari per salvaguardare la sicurezza dei lavoratori e delle altre persone presenti
nel luogo di lavoro.
Questi provvedimenti comprendono:
La prevenzione dei rischi
L'informazione dei lavoratori
La formazione dei lavoratori
Le misure tecniche organizzative destinate a porre atto i provvedimenti necessari
La prevenzione dei rischi costituisce uno degli obiettivi primari della valutazione dei rischi.
Nei casi in cui non possibile eliminare i rischi, essi devono essere diminuiti nella misura del
possibile e devono essere tenuti sotto controllo i rischi residui.
Per la valutazione del rischio dincendio si in ogni modo tenuto conto:

del tipo di attivit


dei materiali immagazzinati e manipolati
delle attrezzature presenti nel luogo di lavoro compresi gli arredi
delle caratteristiche costruttive del luogo di lavoro compresi i materiali di rivestimento
delle dimensioni e dell'articolazione del luogo di lavoro
del numero di persone presenti e della loro prontezza ad allontanarsi in caso di emergenza

CRITERI DI VALUTAZIONE DEI RISCHI DI INCENDIO (Allegato I - Punto 1.4)


La valutazione dei rischi di incendio si articola nelle seguenti fasi:

Individuazione di ogni pericolo di incendio (per esempio sostanze facilmente combustibili e


infiammabili, sorgenti di innesco, situazioni che possono determinare la facile propagazione
dell'incendio)
Individuazione dei lavoratori e di altre persone presenti nel luogo di lavoro esposte a rischi di
incendio
Eliminazione o riduzione dei pericoli d'incendio
Valutazione del rischio residuo di incendio
Verifica delladeguatezza delle misure di sicurezza esistenti ovvero individuazione di eventuali
ulteriori provvedimenti e misure necessarie ad eliminare o ridurre i rischi residui di incendio

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Nome del progettista

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30/01/17 Pag. 67/119

CASO SPECIFICO
Alla luce di quanto sopra definito, nonch valutata leffettiva condizione di operativit della ditta in
oggetto, si sono analizzati, nel complesso, tutti i fattori di rischio possibili e successivamente
individuati quelli effettivamente presenti e/o presunti nel caso specifico come da SCHEDE NN.
A.23.1 A.23.2 A.23.3 A.23.4 seguenti, che evidenziano le tipologie dei vari rischi, la loro
collocazione planimetrica nel contesto aziendale, le strategie da adottare o adottate, gli obiettivi
dintervento prefissati quali la loro eliminazione e/o riduzione e/o sostituzione e/o separazione.
Per razionalizzare nonch facilitare lanalisi si provveduto a suddividere i rischi in 4 distinte
categorie:
A. Analisi per lidentificazione dei pi probabili rischi dincendio dovuti alla presenza di materiali
combustibili e/o infiammabili
B. Analisi per lidentificazione dei pi probabili rischi dincendio dovuti alla presenza di sorgenti
dinnesco, di particolari lavorazioni, di carenze impiantistiche
C. Analisi per lidentificazione dei pi probabili rischi di propagazione degli incendi dovuti alle
caratteristiche costruttive degli edifici e degli arredi nonch alle relative ed eventuali carenze
ai fini della sicurezza antincendio
D. Analisi per lidentificazione di lavoratori e di altre persone esposti a rischi dincendio dovuti
anche ed eventualmente a evidenti carenze organizzative e gestionali
La presente valutazione, in particolar modo per quanto riguarda il sopra citato punto A, da
ritenersi comunque a completamento di quanto gi in dettaglio analizzato nel capitolo A.2.1.3
(Carico dincendio) e nel capitolo A.2.1.2 (Sostanze pericolose) con lindividuazione mirata di tutti
i rischi dincendio dovuti dalleffettiva presenza nellattivit (depositi e reparti lavorazione) di
sostanze infiammabili e/o di materiali combustibili.

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SCHEDA N. A.23.1

Analisi identificativa dei probabili rischi dincendio


MATERIALI COMBUSTIBILI E/O INFIAMMABILI

Edificio/i:

01

Produzione di vernici e
solventi infiammabili
(rischi correlati)

Piano:

Edificio/i:

02

Deposito di vernici
infiammabili

Piano:

Edificio/i:

1.

Vedi Capitolo A.2.4


Strategia attiva
Strategia passiva

1.

Vedi Capitolo A.2.4


Strategia attiva
Strategia passiva

1.

3.

Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva

1.

Vedi Capitolo A.2.4


Strategia attiva
Strategia passiva

1.

Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva

Piano:
2.

03

Impiego nel reparto di


vernici infiammabili

Edificio/i:

04

Deposito di solventi
infiammabili

Piano:

Edificio/i:
Piano:

2.

05

Impiego nel reparto di


solventi infiammabili

X
3.

Nome del progettista

Separato

Sostituito

Ridotto

STRATEGIE

Eliminato

UBICAZIONE

OBIETTIVI
Assente

N.

TIPOLOGIA DEL
RISCHIO

Presente

DESCRIZIONE GENERALE DEI RISCHI

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Edificio/i:

06

Produzione di adesivi
infiammabili
(rischi correlati)

Piano:

Edificio/i:

07

Deposito di adesivi
infiammabili

Piano:

Edificio/i:

1.

Vedi Capitolo A.2.4


Strategia attiva
Strategia passiva

1.

Vedi Capitolo A.2.4


Strategia attiva
Strategia passiva

1.

3.

Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva

1.

Vedi Capitolo A.2.4


Strategia attiva
Strategia passiva

Piano:
2.

08

Impiego nel reparto di


adesivi infiammabili

Edificio/i:

09

Deposito di gas
infiammabili

Piano:

Edificio/i:

1.

3.

Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva

1.

Vedi Capitolo A.2.4


Strategia attiva
Strategia passiva

1.

Vedi Capitolo A.2.4


Strategia attiva
Strategia passiva

Piano:
2.

10

Impiego nel reparto di gas


infiammabili

Edificio/i:

11

Produzione di carta,
cartoni, stracci
(rischi correlati)

Piano:

Edificio/i:

12

Deposito di carta, cartoni,


stracci

Nome del progettista

Piano:

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
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Edificio/i:

1.

3.

Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva

1.

Vedi Capitolo A.2.4


Strategia attiva
Strategia passiva

Piano:
2.

13

Impiego nel reparto di


carta, cartoni, stracci,
plastica, sacchi, bancali in
legno

Edificio/i:

14

Produzione specifica di
materiale per imballaggio:
Piano:
Plastica
Sacchi
(rischi correlati)

15

Deposito di grossi
quantitativi di materiale
Piano:
vario imballato a
prescindere dal contenuto:
Carta
Cartone
Plastica
Sacchi
Bancali in legno

Edificio/i:

16

Produzione di materiale
plastico di ogni genere
(rischi correlati)

Piano:

Deposito di materiale
plastico di ogni genere

Nome del progettista

Piano:

1.

3.

Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva

1.

Vedi Capitolo A.2.4


Strategia attiva
Strategia passiva

1.

Vedi Capitolo A.2.4


Strategia attiva
Strategia passiva

2.

Edificio/i:

18

Vedi Capitolo A.2.4


Strategia attiva
Strategia passiva

Edificio/i:

17

1.

Edificio/i:

Detenzione nel reparto,


Piano:
anche provvisoria, di
materiale vario imballato a
prescindere dal contenuto:
Carta
Cartone
Plastica
Sacchi
Bancali in legno

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
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Edificio/i:

1.

3.

1.

Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva

1.

Vedi Capitolo A.2.4


Strategia attiva
Strategia passiva

1.

3.

Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva

1.

Vedi Capitolo A.2.4


Strategia attiva
Strategia passiva

1.

Vedi Capitolo A.2.4


Strategia attiva
Strategia passiva

1.

Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva

Piano:

19

20

2.

Impiego nel reparto di


materiale plastico di ogni
genere

Produzione di materiale
plastico espanso (schiuma,
spugna, ecc.)
(rischi correlati)

Edificio/i:
Piano:

Edificio/i:

21

Deposito di materiale
plastico espanso (schiuma,
spugna, ecc.)

Piano:

Edificio/i:
Piano:

2.

22

Impiego nel reparto di


materiale plastico espanso
(schiuma, spugna, ecc.)

23

Produzione di materiali e/o Edificio/i:


manufatti vari comunque
combustibili e/o
Piano:
infiammabili
(rischi correlati)

24

Deposito di grandi
quantitativi di materiali
Piano:
e/o manufatti vari
comunque combustibili e/o
infiammabili

Edificio/i:

25

Detenzione nel reparto,


anche provvisoria, di
materiali e/o manufatti
vari comunque
combustibili e/o
infiammabili

Edificio/i:

Piano:
2.

3.

Nome del progettista

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________

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30/01/17 Pag. 72/119

Edificio/i:

26

Produzione di sostanze
chimiche tossiche
(rischi correlati)

Piano:

1.

X
2.

Edificio/i:

27

Deposito di sostanze
chimiche tossiche

Piano:

1.

X
2.

Edificio/i:

1.

Piano:
2.

28

Impiego nel reparto di


sostanze chimiche tossiche

X
3.

Edificio/i:

29

Produzione di sostanze
chimiche infiammabili
(rischi correlati)

1.

2.

Piano:

Edificio/i:

30

Deposito di sostanze
chimiche infiammabili

Nome del progettista

1.

2.

Piano:

Valgono le
disposizioni impartite
dai Comandi
Provinciali
Attivit a rischio di
incidenti rilevanti
Valgono le
disposizioni impartite
dai Comandi
Provinciali
Attivit a rischio di
incidenti rilevanti
Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Valgono le
disposizioni impartite
dai Comandi
Provinciali
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva
Valgono le
disposizioni impartite
dai Comandi
Provinciali

Vedi Capitolo A.2.4


Strategia attiva
Strategia passiva
Valgono le
disposizioni impartite
dai Comandi
Provinciali

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
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30/01/17 Pag. 73/119

Edificio/i:

1.

Piano:
2.

31

Impiego nel reparto di


sostanze chimiche
infiammabili

X
3.

4.

Edificio/i:

32

Produzione di sostanze
chimiche che possono
reagire con altre
(rischi correlati)

Piano:

1.

Edificio/i:

33

Deposito di sostanze
chimiche che possono
reagire con altre

Piano:

1.

Edificio/i:

34

Impiego nel reparto di


sostanze chimiche che
possono reagire con altre

Piano:

1.

Edificio/i:

35

Deposito di prodotti
derivati del petrolio

Piano:

Edificio/i:

Impiego nel reparto di


prodotti derivati del
petrolio

Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva

3.

Nome del progettista

Valgono le
disposizioni impartite
dai Comandi
Provinciali

1.

Valgono le
disposizioni impartite
dai Comandi
Provinciali

Vedi Capitolo A.2.4


Strategia attiva
Strategia passiva

2.

Valgono le
disposizioni impartite
dai Comandi
Provinciali

1.

Piano:

36

Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva
Valgono le
disposizioni impartite
dai Comandi
Provinciali

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________

344008672.doc

30/01/17 Pag. 74/119

Edificio/i:

37

Piano:
Reparti adibiti a officine
meccaniche per la
costruzione e/o riparazione
di autovetture e/o
autoveicoli
commerciali/industriali
con giacenza provvisoria
di automezzi alimentati a
benzina e/o gasolio in
serbatoio

Nome del progettista

1.

2.

X
3.

Ridurre il
quantitativo di
carburate in
serbatoio al minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare
lautomezzo in luogo
sicuro esterno o ad
esso predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________

344008672.doc

30/01/17 Pag. 75/119

SCHEDA N. A.23.2

Analisi identificativa dei probabili rischi dincendio


SORGENTI DINNESCO LAVORAZIONI - IMPIANTI

Edificio/i:

1.

Piano:

2.
3.

Lavorazioni che
100 comportano lutilizzo di
fiamme libere

Edificio/i:

4.

1.

Piano:

2.
3.

101

Lavorazioni che possono


causare scintille

4.

Edificio/i:

1.

Piano:

2.
3.

102

Lavorazioni che possono


causare fiamme

103 Lavorazioni che


Nome del progettista

Edificio/i:

4.

1.

Divieto nelle aree ad


alto rischio
dincendio
Eventuale permesso
per gli addetti alla
manutenzione
Eventuale
collocazione di una
schermatura,
resistente al fuoco,
nel caso di
coesistenza con altro
genere di lavorazione
non pertinente
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva
Divieto nelle aree ad
alto rischio
dincendio
Eventuale permesso
per gli addetti alla
manutenzione
Eventuale
collocazione di una
schermatura,
resistente al fuoco,
nel caso di
coesistenza con altro
genere di lavorazione
non pertinente
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva
Divieto nelle aree ad
alto rischio
dincendio
Eventuale permesso
per gli addetti alla
manutenzione
Eventuale
collocazione di una
schermatura,
resistente al fuoco,
nel caso di
coesistenza con altro
genere di lavorazione
non pertinente
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva
Divieto nelle aree ad

Separato

Sostituito

Ridotto

STRATEGIE

Eliminato

UBICAZIONE

OBIETTIVI
Assente

N.

TIPOLOGIA DEL
RISCHIO

Presente

DESCRIZIONE GENERALE DEI RISCHI

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________

344008672.doc

30/01/17 Pag. 76/119

Piano:

2.
3.

necessitano lutilizzo delle


saldatrici
4.

Edificio/i:

1.

Piano:

2.

3.

104

Sorgenti di calore causate


da attriti

4.

Edificio/i:

1.

Piano:

2.

3.

Macchine e

105 apparecchiature in cui si

produce calore

4.

106 Personale fumatore


Nome del progettista

Edificio/i:

Divieto nelle aree ad


alto rischio
dincendio
Installazione e
mantenimento in
efficienza dei
dispositivi di
protezione
Eventuale
collocazione di una
schermatura,
resistente al fuoco,
nel caso di
coesistenza con altro
genere di lavorazione
non pertinente
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva:
Strategia passiva:

Divieto nelle aree ad


alto rischio
dincendio
Installazione e
mantenimento in
efficienza dei
dispositivi di
protezione
Eventuale
collocazione di una
schermatura,
resistente al fuoco,
nel caso di
coesistenza con altro
genere di lavorazione
non pertinente
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva:
Strategia passiva:

Divieto nelle aree a


X
rischio dincendio
(reparti lavorazione,
C.a.p., Citt, Via, n.c.
Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________

1.

alto rischio
dincendio
Eventuale permesso
per gli addetti alla
manutenzione
Eventuale
collocazione di una
schermatura,
resistente al fuoco,
nel caso di
coesistenza con altro
genere di lavorazione
non pertinente
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva

344008672.doc

30/01/17 Pag. 77/119

Piano:
2.
3.

Edificio/i:

Apparecchiature mobili
per la produzione di calore Piano:
107
sussidiarie quali stufe
elettriche con resistenza

1.

Edificio/i:

Apparecchiature mobili
per la produzione di calore
Piano:
108
sussidiarie quali caloriferi
elettrici

1.

Edificio/i:

Apparecchiature mobili
per la produzione di calore
119
sussidiarie quali stufe a
Piano:
gas
Utensili elettrici non
conformi alla normativa
110
vigente ai fini della
sicurezza

Edificio/i:

Utensili elettrici non


111 utilizzati secondo le norme

di buona tecnica

Piano:

Apparecchiature elettriche Edificio/i:


non conformi alla
112
normativa vigente ai fini
Piano:
della sicurezza

Apparecchiature elettriche
norme di buona tecnica
Impianti di processo non
conformi alla normativa
114
vigente ai fini della
sicurezza

Piano:

Edificio/i:
Piano:

Edificio/i:

Impianti di processo non


115 utilizzati secondo le norme

di buona tecnica
116 Impianti elettrici non

conformi alla normativa


vigente e alle norme di
buona tecnica
Nome del progettista

Divieto allutilizzo di
sorgenti di calore non
necessarie nelle aree
a rischio dincendio
Eventuale utilizzo in
locali presidiati con
rischio assente
Divieto allutilizzo di
sorgenti di calore non
necessarie

2.

P38
1.
2.
3.

P37
1.
2.

P37
1.
2.
3.

P36
1.

Informazione sulle
metodologie di
impiego
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:

Adeguamento
Sostituzione
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
Informazione sulle
metodologie di
impiego
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
Adeguamento
Sostituzione
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
Informazione sulle
metodologie di
impiego
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:

X
2.

P36
Edificio/i:
1. Adeguamento
X
X
2. Necessaria
certificazione ai sensi
Piano:
della Legge 46/90
rilasciata dalla Ditta
C.a.p., Citt, Via, n.c.
Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________
Piano:

Divieto allutilizzo di
sorgenti di calore non
necessarie nelle aree
a rischio dincendio
Eventuale utilizzo in
locali presidiati con
rischio assente

1. Sostituzione completa
2. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
P38
1.

Edificio/i:

113 non utilizzate secondo le

2.
1.

Edificio/i:
Piano:

2.

depositi, ecc.)
Definire i luoghi dove
ammesso
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva

344008672.doc

30/01/17 Pag. 78/119

installatrice e/o
manutentrice
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:

Edificio/i:

Impianti termici non


conformi alla normativa
117
vigente e alle norme di
buona tecnica

Piano:

Edificio/i:

Impianti di
climatizzazione non
118 conformi alla normativa
vigente e alle norme di
buona tecnica

Piano:

Edificio/i:

Apparecchiature elettriche
e impianti di processo che
presentano evidenti segni Piano:
119 di vetust dove una
corretta manutenzione non
garantisce la completa
sicurezza necessaria

1.
2.

Condotti di aspirazione
per cucine

Piano:

Condotti di aspirazione
per forni

124 Condotti di aspirazione


Nome del progettista

Piano:
Edificio/i:

2.
3.
4.

Sostituzione completa
con una predisposta
Adeguamento
Controlli
Programma di
manutenzione
periodica

Controlli
Programma di
manutenzione
periodica
3. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
P36/P38
1.
2.

Edificio/i:

123

Sostituzione completa
Sostituzione parziale

1.
2.

Edificio/i:

122

1.

Edificio/i:

Attrezzi, apparecchiature e
impianti di processo che
Piano:
121
presentano una carenza
della manutenzione

Edificio/i:

Apparecchiature elettriche
sotto tensione anche
Piano:
120 quando non sono utilizzate
fatto salvo quelle
espressamente predisposte

3.

P32
1. Adeguamento
2. Necessaria
certificazione ai sensi
della Legge 46/90
rilasciata dalla Ditta
installatrice e/o
manutentrice
3. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
P33
1. Adeguamento
2. Necessaria
certificazione ai sensi
della Legge 46/90
rilasciata dalla Ditta
installatrice e/o
manutentrice
3. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
P34

1.
2.

Controlli accurati
Programma di
manutenzione
periodica

Controlli accurati
Programma di
manutenzione
periodica

Controlli accurati
X
Programma di
C.a.p., Citt, Via, n.c.
Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________

1.
2.

344008672.doc

per seghe elettriche

30/01/17 Pag. 79/119

manutenzione
periodica

Piano:
Edificio/i:

125

Condotti di aspirazione
per molatrici

Condotti di aspirazione
per locali e/o reparti dove
126
si impiegano sostanze
infiammabili

Piano:

1.
2.

Edificio/i:
Piano:

1.
2.

Edificio/i:

127 Condotti di ventilazione

Piano:

1.
2.

Edificio/i:

128 Canne fumarie

Piano:

1.
2.

Edificio/i:

Rifiuti e/o scarti di


129 produzione ammassati nei

Piano:

reparti lavorazione

Attivit dove il pericolo di


scariche atmosferiche pu
131
causare un potenziale
rischio dincendio

132 Masse o parti metalliche

presenti negli edifici che


possono avere una
funzione di conduttori

Nome del progettista

Edificio/i:
Piano:

2.
3.

P39
1.
2.

X
3.

P39

Edificio/i:
Piano:

3.

P33
1.

Edificio/i:

Insufficiente pulizia nei


reparti lavorazione in
quanto si rilevano evidenti Piano:
130 macchie di liquidi
infiammabili e/o polveri
derivanti dal tipo di
lavorazione presente

3.

P35

1.

2.

P32

Controlli accurati
Programma di
manutenzione
periodica

Controlli
Programma di
manutenzione
periodica
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:

Controlli
Programma di
manutenzione
periodica
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:

Rimozione
giornaliera al termine
degli orari di lavoro
Miglioramento del
controllo
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:

Miglioramento del
controllo
Eventuale
intensificazione
qualitativa della
pulizia
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
Installazione di un
impianto parafulmini
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:

Protezione degli
X
edifici mediante
linstallazione di
messa a terra di tutte
le parti metalliche
presenti quali
carpenteria metallica,
tubazioni di acqua,
tubazioni di gas,
C.a.p., Citt, Via, n.c.
Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________

1.

Controlli accurati
Programma di
manutenzione
periodica

344008672.doc

30/01/17 Pag. 80/119

2.

P32

Nome del progettista

tubazioni di
riscaldamento, parti
metalliche di
ascensori, di
montacarichi,
carcasse di macchine
elettriche, ecc.
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________

344008672.doc

30/01/17 Pag. 81/119

SCHEDA N. A.23.3

Analisi dei rischi, generici e di propagazione degli incendi, dovuti a carenze costruttive
CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE DEGLI EDIFICI E DEGLI ARREDI

Superficie planimetrica
201
elevata del reparto
Conformazione
planimetrica del complesso
aziendale e/o del singolo
202 edificio non suddivisa in
modo coerente con il tipo
di lavorazioni e/o attivit
presenti
Superfici di pavimento
203 rivestite con materiali
facilmente combustibili

Edificio/i:
Piano:

1. Vedi Capitolo A.2.4


Strategia passiva:
P08/P09, P10, P11, P20,
P26, P39, P42/P45
1. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
P01, P02, P03, P04,
P08/P09, P10, P11, P20,
P21, P26, P39, P42/P45

1.
2.
3.

1.
2.
3.

1.
2.
3.

Edificio/i:
Piano:

Edificio/i:
Piano:
Edificio/i:

Superfici di pareti rivestite


Piano:
204 con materiali facilmente
combustibili
Superfici di solai rivestite
205 con materiali facilmente
combustibili
Strutture portanti in ferro
di ogni ordine e grado
206
completamente o
parzialmente a vista

Edificio/i:
Piano:
Edificio/i:
Piano:

1.

Edificio/i:

Strutture portanti in legno


di ogni ordine e grado
207
Piano:
completamente o
parzialmente a vista

208 Strutture in cemento

armato che presentano


mancanza di un adeguato
copriferro o evidenti
lesioni

Nome del progettista

Edificio/i:
Piano:

Controlli
Rimozione completa
Sostituzione con
materiale idoneo
Controlli
Rimozione completa
Eventuale
sostituzione con
materiale idoneo
Controlli
Rimozione completa
Sostituzione con
materiale ignifugo e/o
isolante
Isolamento con
materiale resistente al
fuoco
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:

2.

P06
1. Isolamento con
materiale resistente al
fuoco
2. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
P07
1. Controlli
2. Ripristino del
copriferro
3. Isolamento preventivo
delle lesioni con
materiale resistente al
fuoco
4. Posa in opera di
intonaco strutturale
resistente al fuoco (su
specifica armatura di
acciaio)
5. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:

Separato

Sostituito

Ridotto

STRATEGIE

Eliminato

UBICAZIONE

OBIETTIVI
Assente

N.

TIPOLOGIA DEL
RISCHIO

Presente

DESCRIZIONE GENERALE DEI RISCHI

X
X

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________

344008672.doc

30/01/17 Pag. 82/119

Edificio/i:

Buchi, condotte,
209 canalizzazioni non pi

Piano:

utilizzati

Edificio/i:

Ascensori e montacarichi a Piano:


210 contatto diretto con i
reparti

Comunicazione diretta tra Edificio/i:


reparti e/o locali dove
211 avvengono processi e/o
Piano:
lavorazioni non
compatibili fra loro

Edificio/i:

Condizioni insufficienti di
215 accessibilit e viabilit
interna

1. Vedi Capitolo A.2.4


Strategia passiva:
P22/P24, P27/P28

1.

Edificio/i:
Piano:

1. Vedi Capitolo A.2.4


Strategia passiva:
P01, P02, P04, P20, P26

2.
Piano:

Edificio/i:

Vicinanza non regolare tra


edifici a rischio dincendio
216
dello stesso complesso o di Piano:
altra propriet confinante

Nome del progettista

Necessaria
certificazione
rilasciata dalla Ditta
installatrice e/o
manutentrice
2. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
P21, P25, P26

1. Vedi Capitolo A.2.4


Strategia passiva:
P20, P21, P26

Edificio/i:

Insufficiente aerazione
214 meccanica (integrativa)
degli ambienti

1.

Comunicazione diretta tra


un compartimento a
Piano:
212 rischio dincendio, ed un
luogo sicuro o non
pertinente.
Insufficiente aerazione e/o Edificio/i:
ventilazione naturale degli
213 ambienti, delle scale di
Piano:
sicurezza e delle vie
duscita

P05
1. Controlli
2. Chiusura delle
comunicazioni non
necessarie mediante
materiale idoneo
avente una reazione
al fuoco di Classe 0

3.

P35

Potenziamento
dellimpianto
Eventuale
sostituzione
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:

1. Vedi Capitolo A.2.4


Strategia passiva:
P31

1. Vedi Capitolo A.2.4


Strategia passiva:
P26, P29/P30

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________

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30/01/17 Pag. 83/119

Edificio/i:

Specifiche aree a rischio


dincendio
217 particolarmente isolate
dove la presenza dei
lavoratori saltuaria

Piano:

Edificio/i:

Reparti a rischio
dincendio provvisti di vie
duscita e/o vie desodo e/o Piano:
scale demergenza non di
facile praticabilit in
218 quanto collocate lontano
e/o di sezione inferiore a 2
moduli e/o in numero
insufficiente per garantire
un ordinato sfollamento in
luogo sicuro

220

221

222

223

224

Autorimesse in fabbricati
destinati anche ad altro
uso o inserite nella
volumetria del fabbricato
servito
Centrali termiche in
fabbricati destinati anche
ad altro uso o inserite nella
volumetria del fabbricato
servito
Cucine in fabbricati
destinati anche ad altro
uso o inserite nella
volumetria del fabbricato
servito
Serbatoi interrati di
prodotti petroliferi per
lapprovvigionamento a
centrali termiche e/o
impianti speciali collocati
in posizione non regolare
Arredamento, provvisto di
imbottitura,
particolarmente logoro e/o
con evidenti parti in vista

Nome del progettista

1. Vedi Capitolo A.2.4


Strategia passiva:
P01, P02, P03, P04, P21,
P26

1. Vedi Capitolo A.2.4


Strategia passiva:
P01, P02, P03, P04, P21,
P26

Edificio/i:

1. Vedi Capitolo A.2.4


Strategia passiva:
P26, P29

Piano:

Edificio/i:
Piano:

Edificio/i:
Piano:

Identificazione di un
percorso sicuro e
veloce
2. Predisposizione degli
accorgimenti
necessari sia di
segnalazione sia di
protezione
3. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
P26, P42/45
1. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
P01, P02, P03, P04, P21,
P26

Edificio/i:
Piano:

1.

Edificio/i:
Piano:

1. Vedi Capitolo A.2.4


Strategia passiva:
P08/P09, P10, P11, P20,
P26, P42/P45

Edificio/i:

Movimentazioni interne di Piano:


sostanze pericolose
sprovviste di specifico
219
percorso segnalato e sicuro
nonch controllato da un
addetto alla sicurezza

1. Vedi Capitolo A.2.4


Strategia passiva:
P14/P18, P26, P39,
P42/P45

1.

Riparazione dei
rivestimenti in modo
da evitare linnesco
diretto

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________

344008672.doc

30/01/17 Pag. 84/119

Edificio/i:

Rivestimento di grandi
arredi, in superfici di
Piano:
225 elevata metratura, che
possono favorire la
propagazione dellincendio
Scaffalature nei reparti e/o
226 nei depositi in materiale
combustibile
Scale interne nei reparti
227 e/o nei depositi in
materiale combustibile

Edificio/i:

Ringhiere interne nei


228 reparti e/o nei depositi in
materiale combustibile

Edificio/i:

Frangisole interni ai
reparti a rischio
229
dincendio in materiale
plastico combustibile

Edificio/i:

Piano:

Edificio/i:
Piano:

Piano:

Piano:

Edificio/i:
Rete idrica antincendio
approvvigionata
direttamente
Piano:
dallacquedotto comunale
230
con portate e pressioni
insufficienti per garantire
una protezione attiva (dati
di base non in norma)

X
X

1. Divieto di fumare
2. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva:
A01/A05
Strategia passiva:
P15, P22/P24, P39, P42
1.
2.

Rimozione completa
Sostituzione con
materiale metallico

1.
2.

Rimozione completa
Sostituzione con
materiale metallico o
in muratura
Rimozione completa
Sostituzione con
materiale metallico o
in muratura
Rimozione completa
Sostituzione con
materiale idoneo

1.
2.
1.
2.

Piano:

1.

lapprovvigionamento del
gas metano collocati
Piano:
allinterno di unarea a
rischio specifico dincendio
Nome del progettista

3.

Piano:

Edificio/i:

1.

Edificio/i:

233 Tubazioni per

2.

Tubazioni per
lapprovvigionamento
232 dellimpianto idrico
antincendio collocati
allesterno

1. Vedi Capitolo A.2.4


Strategia attiva:
A36

Edificio/i:

Tubazioni per
lapprovvigionamento
dellimpianto idrico
231 antincendio non in acciaio
collocati allinterno di
unarea a rischio specifico
dincendio

1.

Sostituzione con
tubazioni in acciaio
Spostamento delle
tubazioni
possibilmente
allesterno in area
sicura
Lattraversamento
ammesso se le
condotte sono
racchiuse in strutture
resistenti al fuoco di
classe almeno pari a
quella del vano
attraversato
Provvedere
allisolamento
mediante prodotto
idoneo tipo
poliuretano espanso
avvolgente, lana di
roccia, ecc. con
rivestimento esterno
protettivo in lamiera
o acciaio
Lattraversamento
ammesso se le
condotte sono
racchiuse in strutture
resistenti al fuoco di
classe almeno pari a

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________

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2.

Edificio/i:

1.

Piano:

Condotte e/o
canalizzazioni di impianti
tecnologici realizzati in
234 materiale con una classe di
reazione al fuoco non
conforme alla normativa
vigente in materia

235 Condotte di impianti

tecnologici che possono


costituire elemento di
propagazione di fumi e/o
fiamme, anche nella fase
iniziale degli incendi

Edificio/i:

1.

Piano:

2.

3.

Nome del progettista

quella del vano


attraversato
Spostamento delle
tubazioni
possibilmente
allesterno
Provvedere alla
completa sostituzione
con materiale idoneo
di Classe 0. Per le
tubazioni flessibili di
raccordo ammesso
limpiego di
materiale con una
Classe di reazione al
fuoco non superiore
alla 2.

Le condotte degli
impianti tecnologici
che sfociano in
reparti e/o locali dove
avvengono
lavorazioni
pericolose e/o dove si
impiegano e/o
detengono sostanze o
materiali pericolosi
ai fini del rischio di
incendio, deve essere
installata, in
corrispondenza degli
attraversamenti,
almeno una serranda
avente resistenza al
fuoco pari a quella
della struttura che
attraversano,
azionata
automaticamente e
direttamente da un
impianto di
rivelamento fumo o
calore o fiamma
Negli attraversamenti
di pareti e solai, lo
spazio attorno alle
condotte deve essere
sigillato con
materiale di Classe 0.
Le condotte, se a
vista, devono essere
racchiuse in strutture
resistenti al fuoco di
classe almeno pari a
quella del vano di
provenienza e/o
attraversato

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
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Edificio/i:

1.
2.

Piano:

3.

Le condotte di impianti
tecnologici attraversano
luoghi sicuri che non sono
236
a cielo libero
(vie desodo, filtri, spazi
calmi, ecc.)

237 Le condotte di impianti

tecnologici attraversano
vani scala

Edificio/i:

1.
2.

Piano:

3.

Nome del progettista

Spostamento delle
condotte allesterno
Lattraversamento
ammesso se le
condotte sono
racchiuse in strutture
resistenti al fuoco di
classe almeno pari a
quella del vano
attraversato
Qualora le condotte
provengono nonch
attraversano strutture
che delimitano i
compartimenti, nelle
condotte deve essere
installata, in
corrispondenza degli
attraversamenti,
almeno una serranda
avente resistenza al
fuoco pari a quella
della struttura che
attraversano,
azionata
automaticamente e
direttamente da un
impianto di
rivelamento fumo e lo
spazio attorno alle
condotte deve essere
sigillato con
materiale di Classe 0
Spostamento delle
condotte allesterno
Lattraversamento
ammesso se le
condotte sono
racchiuse in strutture
resistenti al fuoco di
classe almeno pari a
quella del vano
attraversato
Qualora le condotte
provengono nonch
attraversano strutture
che delimitano i
compartimenti, nelle
condotte deve essere
installata, in
corrispondenza degli
attraversamenti,
almeno una serranda
avente resistenza al
fuoco pari a quella
della struttura che
attraversano,
azionata
automaticamente e
direttamente da un

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
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Edificio/i:

1.
2.

Piano:

3.

Le condotte di impianti

238 tecnologici attraversano

vani ascensori

239 Le condotte di impianti

tecnologici attraversano
vani montacarichi

Edificio/i:

1.
2.

Piano:

3.

Nome del progettista

impianto di
rivelamento fumo e lo
spazio attorno alle
condotte deve essere
sigillato con
materiale di Classe 0
Spostamento delle
condotte allesterno
Lattraversamento
ammesso se le
condotte sono
racchiuse in strutture
resistenti al fuoco di
classe almeno pari a
quella del vano
attraversato
Qualora le condotte
provengono nonch
attraversano strutture
che delimitano i
compartimenti, nelle
condotte deve essere
installata, in
corrispondenza degli
attraversamenti,
almeno una serranda
avente resistenza al
fuoco pari a quella
della struttura che
attraversano,
azionata
automaticamente e
direttamente da un
impianto di
rivelamento fumo e lo
spazio attorno alle
condotte deve essere
sigillato con
materiale di Classe 0
Spostamento delle
condotte allesterno
Lattraversamento
ammesso se le
condotte sono
racchiuse in strutture
resistenti al fuoco di
classe almeno pari a
quella del vano
attraversato
Qualora le condotte
provengono nonch
attraversano strutture
che delimitano i
compartimenti, nelle
condotte deve essere
installata, in
corrispondenza degli
attraversamenti,
almeno una serranda
avente resistenza al
fuoco pari a quella
della struttura che
attraversano,
azionata
automaticamente e
direttamente da un

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
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Edificio/i:

1.
2.

Piano:

3.

Le condotte di impianti
tecnologici attraversano
locali compartimentati che
240
presentano pericolo di
incendio e/o di scoppio e/o
di esplosione

Edificio/i:

Porte di compartimenti
241 antincendio lasciate aperte

Piano:

oppure ostruite

1.

Edificio/i:

Segnaletica di sicurezza
242 non consona e/o
insufficiente

Piano:

Edificio/i:
Piano:

244 Scale di sicurezza

Edificio/i:

Nome del progettista

Installare un
dispositivo di
autochiusura
Controlli periodici
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:

1. Vedi Capitolo A.2.4


Strategia passiva:
P26

1.
2.

Scale di sicurezza
provviste di rampe
243
rettilinee con pi di 15
gradini
provviste di rampe

2.
3.

P19

impianto di
rivelamento fumo e lo
spazio attorno alle
condotte deve essere
sigillato con
materiale di Classe 0
Spostamento delle
condotte allesterno
Lattraversamento
ammesso se le
condotte sono
racchiuse in strutture
resistenti al fuoco di
classe almeno pari a
quella del vano
attraversato
Qualora le condotte
attraversano strutture
che delimitano i
compartimenti, nelle
condotte deve essere
installata, in
corrispondenza degli
attraversamenti,
almeno una serranda
avente resistenza al
fuoco pari a quella
della struttura di
compartimento che
attraversano,
azionata
automaticamente e
direttamente da un
impianto di
rivelamento fumo e lo
spazio attorno alle
condotte deve essere
sigillato con
materiale di Classe 0

Adeguamento
Sostituzione

1.
2.

Adeguamento
Sostituzione

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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rettilinee con meno di 3


gradini

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Piano:

Edificio/i:

Scale di sicurezza
245 provviste di ripiani con
gradini a pi doca

Piano:

1.
2.

Edificio/i:

Scale di sicurezza
246 provviste di parapetto con

altezza inadeguata
Scale di sicurezza esterne
in ferro con ripiani e
247
pedate in grigliato a
schema rado non a norma
Scale di sicurezza con
gradini non a norma:
248
alzata > cm 17
pedata < cm 30
Vani scala di sicurezza e/o
vie duscita dove sono
presenti materiali che
249
possono causare un
possibile innesco
dincendio

Piano:

Piano:

Vie duscita, scale protette


di sicurezza, filtri
Verifica delle
251 caratteristiche strutturali e
di separazione ai fini della
resistenza al fuoco Compartimentazione
252 Verifica delle

caratteristiche di
resistenza al fuoco delle
porte relative ai
Nome del progettista

2.
1.

Adeguamento ad
unaltezza di almeno
cm 110
Sostituzione

Sostituzione con
grigliati anti-tacco

X
1.
2.

Adeguamento
Sostituzione

Edificio/i:

Edificio/i:

Aree a rischio specifico


dincendio Verifica delle
caratteristiche strutturali e
250
di separazione ai fini della
resistenza al fuoco Compartimentazione

Edificio/i:
Piano:

X
1.

Edificio/i:
Piano:

Adeguamento
Sostituzione

X
1.

1.

Sostituzione con
materiali omologati
incombustibili o di
Classe autorizzata

Individuazione delle
aree
2. Verifiche
Compartimento/i:
3. Adeguamenti degli
elementi strutturali e
separanti ad una
X
X
Piano:
resistenza al fuoco
predeterminata (REI)
4. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
P01, P02, P03, P05
Edificio/i:
1. Individuazione delle
aree di evacuazione
2. Verifiche
Piano:
3. Adeguamenti degli
elementi strutturali e
separanti ad una
X
X
resistenza al fuoco
predeterminata (REI)
4. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
P01, P02, P03, P05, P10,
P21
Edificio/i:
1. Individuazione delle
X
comunicazioni
2. Verifiche
Compartimento/i:
3. Eventuale
sostituzione con porte
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compartimenti e alle aree


protette (scale, ascensori,
vie duscita, ecc.)

Nome del progettista

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Piano:
4.

P04

omologate per una


resistenza al fuoco
predeterminata
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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SCHEDA N. A.23.4

Analisi identificativa di lavoratori e di altre persone esposti a rischi


ORGANIZZAZIONE E GESTIONE

Edificio/i:

Lavoratori esterni
allazienda che non sono a
300 conoscenza delle regole per Piano:
la gestione dellemergenza
in caso dincendio
Lavoratori esterni
allazienda che non hanno
301
familiarit con i luoghi e
con le relative vie desodo

Edificio/i:
Piano:

Edificio/i:

Visitatori che non hanno


302 familiarit con i luoghi e
con le relative vie desodo

Piano:

Edificio/i:

Lavoratori interni
allazienda che non sono a
303 conoscenza delle regole per Piano:
la gestione dellemergenza
in caso dincendio
Lavoratori che operano in
aree a rischio specifico
304
dincendio Loro
identificazione

Edificio/i:
Piano:

Edificio/i:

Numero elevato di
305 lavoratori presenti in un

reparto

Piano:

Edificio/i:
Numero elevato di
visitatori in un locale e/o in
306
un fabbricato
Piano:
(Affollamento)

Edificio/i:

Persone con ridotte


307 capacit motorie e/o

sensoriali

Nome del progettista

Piano:

1. Vedi Capitolo A.2.4


Strategia passiva:
P26, P42, P44, P45

1. Vedi Capitolo A.2.4


Strategia passiva:
P26, P42, P44, P45

1. Vedi Capitolo A.2.4


Strategia passiva:
P26, P42, P44,

1. Vedi Capitolo A.2.4


Strategia passiva:
P26, P40/P45

1. Vedi Capitolo A.2.4


Strategia passiva:
P26, P39, P40/P45

1. Vedi Capitolo A.2.4


Strategia passiva:
P08/P09, P10, P11, P26,
P39, P42
1. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
P08/P09, P10, P11, P26,
P39
1. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
P11

Separato

Sostituito

Ridotto

STRATEGIE

Eliminato

UBICAZIONE

OBIETTIVI
Assente

N.

TIPOLOGIA DEL
RISCHIO

Presente

DESCRIZIONE GENERALE DEI RISCHI

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Esaminati i rischi che potrebbero causare un incendio nellazienda, effettivamente presenti e/o
presunti, nonch identificati come da schede sopra esposte, si procede al riepilogo per la valutazione
finale onde emarginare tutti quei rischi residui detti ridotti e/o separati che evidentemente non si
riusciti ad eliminare o a sostituire e quindi procedere allindividuazione preliminare delle strategie
compensative appropriate da adottare e/o in parte gi adottate e/o progettate con la presente pratica
di prevenzione incendi (vedi capitolo A.2.4).
SCHEDA N. A.23.5

VALUTAZIONE FINALE
Rif. SCHEDA N. A.23.1 - Analisi identificativa dei probabili rischi dincendio
MATERIALI COMBUSTIBILI E/O INFIAMMABILI
Rif. SCHEDA N. A.23.2 - Analisi identificativa dei probabili rischi dincendio
SORGENTI DINNESCO LAVORAZIONI - IMPIANTI

N.

LIVELL
DEL RISCHIO

TIPOLOGIA DEL RISCHIO RESIDUO

Elevato

LIVELLO DEL RISCHIO

Medio
Basso

Lidentificazione del livello di rischio residuo, presente nel singolo compartimento, classifica
globalmente e mediamente lazienda nelle attivit a ____________rischio dincendio.
Nome del progettista

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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Indice

A.2.4
COMPENSAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO
STRATEGIA ANTINCENDIO
Eseguita lanalisi per lidentificazione dei probabili rischi dincendio effettivamente presenti e/o
presunti nellazienda e valutati gli obiettivi necessari per eliminarli, ridurli, sostituirli o separarli, si
evidenzia la necessit di adottare misure compensative, denominate strategie antincendio, per tutti i
rischi residui dichiarati ridotti e/o separati.
Al fine di individuare le strategie necessarie per la compensazione del rischio dincendio, si fatto
riferimento alle linee guida date dal D.M. Int. E Lavoro 10 Marzo 1998 Allegato I Punto 1.4.5
(G.U. 07/04/1998 n. 81), come appresso riportate in stralcio, di fatto parte integrante della presente
relazione.
In generale l'adozione di una o pi delle seguenti misure possono ritenersi compensative:
SCHEDA N. A.24.1

VIE DI ESODO

riduzione del percorso di esodo

protezione delle vie di esodo

realizzazione di ulteriori percorsi di esodo e di uscite

installazione di ulteriore segnaletica

potenziamento dellilluminazione di emergenza

messa in atto di misure specifiche per persone disabili

incremento del personale addetto alla gestione dellemergenza ed


allattuazione delle misure per levacuazione

limitazione dellaffollamento

realizzazione di ulteriori approntamenti, tenendo conto dei pericoli


specifici

installazione di impianti di spegnimento

SCHEDA N. A.24.2

MEZZI E IMPIANTI DI
SPEGNIMENTO

Segue

Nome del progettista

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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Seguito
SCHEDA N. A.24.3

RIVELAZIONE
E ALLARME
ANTINCENDIO

installazione di un sistema di allarme pi efficiente (p.e. sostituendo un allarme azionato manualmente con uno di tipo automatico)

riduzione della distanza tra i dispositivi di segnalazione manuale


di incendio

installazione di impianto automatico di rivelazione incendio

miglioramento del tipo di allertamento in caso di incendio (con segnali ottici in aggiunta a quelli sonori, con sistemi di diffusione
messaggi tramite altoparlante, ecc.)

nei piccoli luoghi di lavoro, risistemazione delle attivit in modo


che un qualsiasi principio di incendio possa essere individuato immediatamente dalle persone presenti

predisposizione di un programma di controllo e di regolare manutenzione dei luoghi di lavoro

emanazione di specifiche disposizioni per assicurare la necessaria


informazione sulla sicurezza antincendio agli appaltatori esterni ed
al personale dei servizi di pulizia e manutenzione

controllo che specifici corsi di aggiornamento siano forniti al personale che usa materiali facilmente combustibili, sostanze infiammabili o sorgenti di calore in aree ad elevato rischio di incendio

realizzazione delladdestramento antincendio per tutti i lavoratori

SCHEDA N. A.24.4

INFORMAZIONE E
FORMAZIONE

Alla luce di quanto sopra esposto, nonch valutati i pericoli d'incendio effettivamente presenti e/o
presunti come meglio esposti nel capitolo A.2.3 VALUTAZIONE QUALITATIVA DEL RISCHIO
DINCENDIO, si far riferimento alle schede appresso riportate che riassumono le strategie
antincendio compensative da adottare con l'individuazione dei dispositivi, dei sistemi e degli
impianti antincendio minimi necessari nonch dellorganizzazione aziendale, opportunamente
suddivise in due parti:
1. Strategia antincendio attiva
2. Strategia antincendio passiva

Nome del progettista

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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Per meglio analizzare gli interventi, detti strategie antincendio, necessari per tenere sotto
controllo tutti quei rischi residui determinati nel precedente capitolo A.2.3, si predispone una
scheda/abaco con il riepilogo analitico generale delle strategie (attive e passive), suddivise a loro
volta per tipo, ubicazione e specifiche, nonch di quelle effettivamente necessarie per lattivit in
oggetto e pertanto adottate basandosi su di una distinzione necessaria per individuare la loro
sussistenza effettiva ed efficiente nellattivit e cio procedendo ad una classificazione cos
composta:
1.
2.
3.
4.

esistenti ed efficienti
esistenti da adeguare e/o integrare
assenti e pertanto di nuova installazione
non necessarie

strategie contraddistinte da diversi colori come da schema sottostante:

verde

STRATEGIE ESISTENTI ED EFFICIENTI

giallo

STRATEGIE ESISTENTI DA ADEGUARE E/O INTEGRARE

rosso

STRATEGIE ASSENTI DI NUOVA INSTALLAZIONE

grigio

STRTEGIE NON NECESSARIE

Una suddivisione come sopra esposta particolarmente utile sia per il direttore dei lavori sia per il
titolare dellattivit, in quanto evidenzia immediatamente a colpo docchio tutti quegli interventi
necessari per raggiungere lobiettivo prefissato, razionalizzando e programmando nel tempo la loro
messa in opera.

Nome del progettista

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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RIEPILOGO ANALITICO GENERALE DELLE


MISURE DI PROTEZIONE ANTINCENDIO LOTTA AL FUOCO
SCHEDA/ABACO N. A.24.5.1
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
ESTINTORI PORTATILI
Riferimento Norme UNI EN 3 / 1 - UNI EN 3 / 2 - UNI EN 3 / 4 - UNI EN 3 / 5 - UNI 9994
N.

CARATTERISTICHE

SPECIFICHE

A03.01 Fuochi di Classe A + B + C + D + E


Legno, tessuti, carta, cartoni, plastica, gomma +
+ Liquidi infiammabili + Gas infiammabili + Metalli +
+ Apparecchiature elettriche in tensione

UBICAZIONE

Polvere chimica
(escluse macchine
elettriche,
computer, ecc.)

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente

SCHEDA/ABACO N. A.24.5.2
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
ESTINTORI CARRELLATI
Riferimento Norme UNI 9492
N.

CARATTERISTICHE

SPECIFICHE

A06.13 Fuochi di Classe A + B


Legno, tessuti, carta, cartoni, plastica, gomma +
+ Liquidi infiammabili
A07.13 Fuochi di Classe A + B + C + D + E
Legno, tessuti, carta, cartoni, plastica, gomma +
+ Liquidi infiammabili + Gas infiammabili + Metalli +
+ Apparecchiature elettriche in tensione
A08.13 Fuochi di Classe B + C + D + E
Liquidi infiammabili + Gas infiammabili + Metalli +
+ Apparecchiature elettriche in tensione

UBICAZIONE

Schiuma

INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria

Polvere chimica
(escluse macchine
elettriche,
computer, ecc.)

Strategia non
necessaria

Anidride
carbonica

Strategia non
necessaria

SCHEDA/ABACO N. A.24.5.3
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IDRANTI SOPRASSUOLO
Riferimento Norme UNI-VV.F. 9485
N.

CARATTERISTICHE

A16.05 UNI 70
Dati minimi di base: Portata l/m 460

SPECIFICHE

UBICAZIONE

Con attacco
singolo o doppio
per autopompe
VV.F.

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente

SCHEDA/ABACO N. A.24.5.4
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IDRANTI SOTTOSUOLO
Riferimento Norme UNI-VV.F. 9486
N.

CARATTERISTICHE

SPECIFICHE

A18.04 UNI 45

Con attacco
singolo

A18.08 UNI 70
Dati minimi di base: Portata l/m 460

Con attacco
singolo o doppio
per autopompe
VV.F.

Nome del progettista

UBICAZIONE

INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria
Strategia non
necessaria

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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SCHEDA/ABACO N. A.24.5.5
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IDRANTI A MURO
Riferimento norme:
UNI-EN 671-2 (idranti a muro) - UNI 9487 (tubazioni flessibili antincendio) - UNI 7422 (manichette antincendio)
N.

CARATTERISTICHE

SPECIFICHE

A21.01 UNI 45
Dati di base: Portata l/m 120 - Pressione Mpa 0.20

UBICAZIONE

Manichetta: 20 m
Bocchello: mm 8,
10, 12, 14

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente

SCHEDA/ABACO N. A.24.5.6
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
NASPI
Riferimento norme:
UNI-EN 671-1 (naspi) - UNI 9488 (tubazioni semirigide)
N.

CARATTERISTICHE

SPECIFICHE

A25.04 UNI 20
Dati di base: Portata l/m 35 - Pressione Mpa 0.15

UBICAZIONE

Tubazione
semirigida: 20 m

INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria

SCHEDA/ABACO N. A.24.5.7
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IMPIANTI AUTOMATICI DI SPEGNIMENTO
Riferimento Norme UNI-VV.F. 9489 - UNI-VV.F. 9490 - UNI-VV.F. 9491
N.

TIPOLOGIE IMPIANTISTICHE GENERALI

SPECIFICHE

UBICAZIONE

A27.04 1. Impianto a PIOGGIA (Sprinkler)


2. DILUVIO (Sprinkler)
3. ACQUA FRAZIONATA
4. SCHIUMA A BASSA E MEDIA ESPANSIONE
5. SCHIUMA AD ALTA ESPANSIONE
6. POLVERE CHIMICA
7. ANIDRIDE CARBONICA A BASSA PRESSIONE
8. ANIDRIDE CARBONICA AD ALTA PRESSIONE

INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria

SCHEDA/ABACO N. A.24.5.8
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
RISERVA IDRICA
Riferimento Norme UNI-VV.F. 9490
N.

CARATTERISTICHE

SPECIFICHE

A36.04 Vasche di carico correttamente dimensionate


m 3 = Fabbisogno minimo in m 3/minuti x 30 minuti
Alimentazione da energia sicura e indipendente dal
resto dellattivit:
- mediante motopompa ad avviamento automatico
con motore a benzina per portate fino a litri/minuto
2000 a 0.8 Mpa o diesel per portate superiori
- mediante un gruppo elettrogeno demergenza

Nome del progettista

UBICAZIONE

INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
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30/01/17 Pag. 98/119

SCHEDA/ABACO N. A.24.5.9
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IMPIANTO MANUALE DI ALLARME INCENDIO
Riferimento Norme UNI-VV.F. 9795
- Autonomia non inferiore a 30 minuti
N.

CARATTERISTICHE

SPECIFICHE

P13.01 Con impianto di sicurezza autonomo direttamente


collegato ad una batteria daccumulatori con
sorgente indipendente da quellordinaria della rete
elettrica principale

UBICAZIONE

Allarme acustico

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente

SCHEDA/ABACO N. A.24.5.10
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IMPIANTO AUTOMATICO DI RIVELAMENTO E SEGNALAZIONE INCENDI
Riferimento Norme UNI-VV.F. 9795
Con impianto di sicurezza autonomo direttamente collegato ad una batteria dedicata con sorgente indipendente da
quellordinaria della rete elettrica principale
- Autonomia non inferiore a 30 minuti
N.

CARATTERISTICHE GENERALI

P14.01 1. Allarme combinato reparti e centrale di comando


2. Allarme supplementare acustico e ottico esterno

SPECIFICHE

UBICAZIONE

RIVELATORI DI
FUMO per fuochi
di Classe A a lenta
propagazione

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente

SCHEDA/ABACO N. A.24.5.11
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IMPIANTO SUPPLEMENTARE
COLLEGAMENTO AI RIVELATORI PER L'ATTIVAZIONE AUTOMATICA DI UNA O PIU' AZIONI
Predisposizioni cautelative comuni:
1. Dispositivo di sicurezza manuale per linserzione e la disinserzione
2. Stesura di uno schema funzionale comprendente:
2.1 L'ubicazione dei dispositivi e sistemi collegati ai rivelatori
2.2 L'ubicazione dei dispositivi di sicurezza ad inserzione manuale
N.

CARATTERISTICHE GENERALI

P19.01 1. Chiusura automatica di porte tagliafuoco,


normalmente aperte, appartenenti al compartimento
da cui pervenuta la segnalazione, tramite
lattivazione degli appositi dispositivi di chiusura
2. Disattivazione elettrica degli impianti di
ventilazione e/o condizionamento
3. Attivazione d'impianti per la messa in
sovrappressione di filtri
4. Chiusura di serrande tagliafuoco poste nelle
canalizzazioni degli impianti di ventilazione e/o
condizionamento, riferite al compartimento da cui
proviene la segnalazione
5. Trasmissione a distanza delle segnalazioni di
allarme in posti predeterminati in un piano operativo
interno di emergenza
6. Apertura di evacuatori di fumo esistenti nei vani

Nome del progettista

SPECIFICHE

UBICAZIONE

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________

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30/01/17 Pag. 99/119

SCHEDA/ABACO N. A.24.5.12
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
EVACUATORI DI FUMO
Riferimento Norme UNI-VV.F. 9494
VENTILAZIONE NATURALE
Caratteristiche generali: In tutti i casi i vani scala o locali provvisti del dispositivo di apertura automatica dellevacuatore
mediante rivelatori a norma UNI 9494, dovr essere integrato, a titolo precauzionale, da un dispositivo di comando a
distanza supplementare ad inserzione manuale dislocato in luogo sicuro
N.

CARATTERISTICHE

UBICAZIONE

P22.01 Evacuatore per lestrazione dei fumi avente una superficie >= m 2 1.00
posto alla sommit del vano e sfociante direttamente sul tetto mediante
apertura provvista di serramento apribile a distanza con dispositivo
manuale e automaticamente in caso di incendio a norma UNI 9494

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente

SCHEDA/ABACO N. A.24.5.13
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
EVACUATORI DI FUMO - VENTILAZIONE MECCANICA
Caratteristiche generali:
La sovrappressione del vano o locale dovr essere compresa fra i 0.2 e i 0.8 mbar in funzione del tipo di rischio e
comunque valutabile intorno ai 0.3 mbar nei casi pi comuni

N.

CARATTERISTICHE

UBICAZIONE

P23.03 Ventilatori per lestrazione di aria tramite bocchette su apposite condotte


debitamente protette o immurate poste alla sommit del vano stesso

INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria

P23.06 Messa in sovrappressione dei vani mediante ventilatori per limmissione di


aria tramite bocchette su apposite condotte debitamente protette o
immurate poste in basso del vano stesso a livello pavimento

Strategia non
necessaria

P23.09 Ventilatori combinati per limmissione di aria e altri per lestrazione tramite
bocchette su apposite condotte debitamente protette o immurate,
collocate rispettivamente in basso, a livello pavimento, e in sommit del
vano stesso

Strategia non
necessaria

SCHEDA/ABACO N. A.24.5.14
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
EVACUATORI DI FUMO - VENTILAZIONE MISTA
Caratteristiche generali:
La sovrappressione del vano o locale dovr essere compresa fra i 0.2 e i 0.8 mbar in funzione del tipo di rischio e
comunque valutabile intorno ai 0.3 mbar nei casi pi comuni

N.

CARATTERISTICHE

P24.03 Ventilatori per limmissione di aria tramite bocchette, poste in basso a


livello pavimento, su apposite condotte debitamente protette o immurate
combinate con unapertura libera avente una superficie minima di m 2 1.00
collocata alla sommit del vano scala o locale e sfociante direttamente sul
tetto e/o in facciata provvista di griglia di ferro e tettuccio
P24.06 Ventilatori per lestrazione dellaria tramite bocchette, poste alla sommit,
su apposite condotte debitamente protette o immurate combinate con altre
bocchette per limmissione naturale di aria poste in basso a livello
pavimento aventi una superficie complessiva non inferiore a m 2 1.00

Nome del progettista

UBICAZIONE

INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria

Strategia non
necessaria

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________

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30/01/17 Pag. 100/119

RIEPILOGO ANALITICO GENERALE DELLE


MISURE DI PROTEZIONE E SICUREZZA ANTINCENDIO
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.1
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
COMPARTIMENTO RESISTENTE AL FUOCO
Separazioni verticali
N.

CARATTERISTICHE

SPECIFICHE

UBICAZIONE

P01.01 1. Calcestruzzo normale


2. Blocchi con resistenza omologata
3. Mattoni pieni con intonaco normale
4. Mattoni pieni con intonaco isolante sp. cm 1.5
5. Laterizi forati con intonaco normale
6 .Laterizi forati con intonaco isolante sp. cm 1.5

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.2
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
COMPARTIMENTO RESISTENTE AL FUOCO
Separazioni orizzontali
N.

CARATTERISTICHE

SPECIFICHE

UBICAZIONE

P02.01 1. Soletta in c.a. con intonaco normale


2. Soletta in c.a. con intonaco isolante sp. cm 1.5
3. Soletta mista con intonaco normale
4. Soletta mista con intonaco isolante sp. cm 1.5
5. Elementi in cap con intonaco normale
6. Elementi in cap con intonaco isolante sp. cm 1.5

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.3
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
COMPARTIMENTO RESISTENTE AL FUOCO - PROTEZIONE DEL TETTO
Prolungamento del compartimento al di sopra del colmo
N.

CARATTERISTICHE

SPECIFICHE

UBICAZIONE

P03.03 1. Calcestruzzo normale


2. Blocchi con resistenza omologata
3. Laterizi forati con intonaco normale
4. Laterizi forati con intonaco isolante sp. cm 1.5

INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.4
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
COMPARTIMENTO RESISTENTE AL FUOCO
Porte resistenti al fuoco
N.

CARATTERISTICHE

SPECIFICHE

P04.01 Caratteristiche essenziali di base:


- Dispositivo di autochiusura
- Resistenza REI omologata e tenuta fumo
- Per le uscite di sicurezza sono previsti il maniglione
antipanico e L > = n. 2 moduli (m 1.20)
- Altezza non inferiore a m 2.00

Nome del progettista

UBICAZIONE

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________

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30/01/17 Pag. 101/119

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.5
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
INTONACO ISOLANTE PER ELEMENTI STRUTTURALI ORDINARI
Rivestimento resistente al fuoco
N.

CARATTERISTICHE

SPECIFICHE

UBICAZIONE

P05.03 1. Intonaco di sabbia e gesso


2. Intonaco di vermiculite e gesso
3. Intonaco di vermiculite e cemento
4. Intonaco di perlite e gesso su rete
5. Lastre di gesso
6. Mattoni forati a pi serie di fori
7. Mattoni forati a una serie di fori
8. Intonaco isolante omologato

INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.6
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
INTONACO ISOLANTE PER ELEMENTI STRUTTURALI IN FERRO
Rivestimento resistente al fuoco
N.

CARATTERISTICHE

SPECIFICHE

UBICAZIONE

P06.03 1. Vernici isolanti autospandenti omologate


2. Riempimento in cls tra le ali dei profilati
3. Riempimento in cls di una sezione chiusa
4. Intonaco di sabbia e gesso
5. Intonaco di vermiculite e gesso
6. Intonaco di vermiculite e cemento
7. Intonaco di perlite e gesso su rete
8. Lastre di gesso

INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.7
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
INTONACO ISOLANTE PER ELEMENTI STRUTTURALI IN LEGNO
Rivestimento resistente al fuoco
N.

CARATTERISTICHE

SPECIFICHE

UBICAZIONE

P07.03 1. Vernici isolanti autospandenti omologate


2. Intonaco di perlite e gesso su rete
3. Lastre di gesso
4. Calcolo del carico dincendio per locali aventi
strutture portanti in legno ai sensi del D.M Int. 6
marzo 1986 e successive verifiche ai sensi del D.M.
8 marzo 1985 Allegato A Punti 6.1 6.2

INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.8
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
EVACUAZIONE - VIE DUSCITA E USCITE DI SICUREZZA
N. 2 uscite per piano e/o compartimento
Caratteristiche di base: almeno una con sez. cm 120 x 200 e maniglione antipanico
N.

CARATTERISTICHE

P08.04 Livello di rischio MEDIO

Nome del progettista

SPECIFICHE
30 45 metri
(tempo max. di
evacuazione 3
minuti)

UBICAZIONE

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________

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30/01/17 Pag. 102/119

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.9
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
EVACUAZIONE - VIE DUSCITA E USCITE DI SICUREZZA
Caso di solo n. 1 uscita di piano e/o compartimento
1. Sez. cm 120 x 200 (riducibile sino a cm 80 in base al rischio effettivamente presente)
2. Con maniglione antipanico
N.

CARATTERISTICHE

SPECIFICHE

P09.10 Non sussiste

Non sussiste

UBICAZIONE
Non sussiste

INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.10
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
EVACUAZIONE - SCALE PROTETTE E A PROVA DI FUMO
Caratteristiche generali comuni:
- Caratteristiche REI > 60 con porte a tenuta fumo, provviste del dispositivo di autochiusura, omologate almeno REI 60
- Parapetto H >= m 1.10
- Gradini con pedate L >= m 0.30 e alzate H >= m 0.17
- Larghezza rampe e ripiani > = m 1.20 e comunque mai inferiore a m 0.80 (in base al rischio effettivamente presente)
- Rampe rettilinee - Numero minimo di gradini per rampa 3 - Numero massimo di gradini per rampa 15
- Per le scale interne provviste di evacuatori fare riferimento ai punti P22 o P23 o P24
- Per le scale interne a prova di fumo provviste di filtro fare riferimento al punto P21
- I vani scala devono essere dotati di almeno unapertura, del tipo permanente, posta alla sommit del vano e
sfociante direttamente sul tetto e/o in facciata su spazio aperto con una superficie netta non inferiore a m 2 1.00, anche
provvista di serramento comunque apribile a distanza con dispositivo manuale dislocato in luogo sicuro e/o
automaticamente in caso di incendio a norma UNI 9494 o libera protetta da una griglia di ferro e tettuccio se sul tetto
- Pavimento dei ripiani e dei gradini anti-scivolo
N.

CARATTERISTICHE GENERALI

SPECIFICHE

UBICAZIONE

P10.03 Scala di sicurezza esterna alledificio in cemento


armato oppure in ferro zincato provvista, oltre che
delle caratteristiche generali di base, di grigliato per i
gradini e i ripiani a norma antinfortunistica del tipo
anti-tacco
Scala protetta interna con accesso diretto dai
piani, provvista di impianto per levacuazione dei fumi
dei Punti P22 o P23 o P24 (Evacuatori)
Scala a prova di fumo interna con accesso
indiretto da ogni singolo piano mediante filtro ventilato
del Punto P21
Scala a prova di fumo con accesso tramite spazio
scoperto o disimpegno con almeno un lato aperto su
spazio scoperto dotato di solo parapetto

INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.11
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
PROGRAMMA PER LEVACUAZIONE ASSISTITA
N.

CARATTERISTICHE GENERALI

P11.02 1. Addetto/i allassistenza per i visitatori e/o lavoratori su sedia o con mobilit limitata
2. Addetto/i allassistenza per i visitatori e/o lavoratori con visibilit o udito menomato
3. Adeguamento dellazienda nel rispetto della Legge 13/89
4. Ascensore predisposto per levacuazione di visitatori e/o lavoratori disabili corrispondente
ai requisiti essenziali antincendio o predisposizione di uno spazio calmo e sicuro per lattesa
dei soccorritori (addetti alla prevenzione o Vigili del fuoco)

Nome del progettista

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente da
adeguare e/o
integrare

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________

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30/01/17 Pag. 103/119

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.12
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
INTERRUTTORI GENERALI ENERGIA ELETTRICA - INTERRUTTORI DI SEZIONAMENTO
N.

CARATTERISTICHE

SPECIFICHE

P12.01 Pulsante di sgancio dellenergia elettrica posto


allesterno lateralmente a una via duscita,
debitamente segnalato (per grandi superfici devono
essere previsti pi interruttori)

UBICAZIONE

n. 1 per edificio

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.13
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA E DEMERGENZA - Lampade autonome ( non inferiore a 60 minuti)
N.

CARATTERISTICHE

P20.02 1. Lampade nelle vie duscita e sopra l'accesso (5 lux)


2. Lampade sopra le uscite di sicurezza e non (5 lux)
3. Lampade nei vani scala (5 lux)
4. Lampade nei reparti lavorazione, depositi e uffici (2 lux)
5. Lampade nei filtri di comunicazione (5 lux)
6. Lampade per lilluminazione di segnaletiche collocate in zone particolarmente buie (2 lux)

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente da
adeguare e/o
integrare

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.14
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
FILTRO A PROVA DI FUMO - Vano per la comunicazione indiretta tra un locale compartimento ed un altro non
pertinente e/o sicuro, provvisto di porte adeguate ad una resistenza al fuoco predeterminata, delimitato da strutture
verticali ed orizzontali resistenti al fuoco con caratteristiche REI non inferiori a 60, provvisto di camino di ventilazione
sfociante al di sopra del tetto o aerato direttamente verso lesterno da unapertura libera o messa in sovrappressione
da un impianto per la ventilazione meccanica.
INTERVENTO
N.
CARATTERISTICHE
UBICAZIONE
PREVISTO
P21.03 Camino di ventilazione sul tetto:
Strategia non
necessaria
Superficie ventilante adeguata alle dimensioni del vano e comunque non
inferiore a m 2 0.10 pari a m 0.32 x 0.32
P21.06 Apertura verso lesterno:
Superficie ventilante non inferiore a m 2 1.00 pari a una sezione di m 1 x 1
priva di serramento e protetta da una griglia di ferro

Strategia non
necessaria

P21.09 Impianto per la ventilazione meccanica:


Impianto per il mantenimento delle condizioni ambientali del vano, anche in
fase di emergenza, in sovrappressione ad almeno 0.30 mbar mediante
ventilatori per limmissione di aria

Strategia non
necessaria

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.15
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
ASCENSORI E MONTACARICHI - Caratteristiche generali comuni:
- Vano corsa completamente chiuso se non collocato in vano scala di tipo almeno protetto
- Vano non a diretto contatto con locali lavorazione e/o con depositi
- Resistenza al fuoco del vano corsa pari alla Classe predeterminata delledificio e comunque non inferiore a REI 60
- Ventilazione naturale mediante camino posto alla sommit del vano corsa e/o apertura libera in facciata aventi una
superficie aerante pari al 3% della superficie del vano corsa stesso con un minimo di m 2 0.20 (m 0.45 x 0.45)
- Divieto di uso dellascensore o del montacarichi in caso di pericolo fatto salvo quelli espressamente antincendio
N.

CARATTERISTICHE

P25.01 Ascensore e/o montacarichi con porte, sportelli e telai di battitura ai piani
resistenti al fuoco

Nome del progettista

UBICAZIONE

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________

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30/01/17 Pag. 104/119

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.16
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
SEGNALETICA DI SICUREZZA
La segnaletica di sicurezza sar conforme al D.L. 14 agosto 1996, n. 493 in attuazione della direttiva 92/58/CEE
concernente le prescrizioni per la segnaletica di sicurezza e di salute sul luogo di lavoro
INTERVENTO
N.
CARATTERISTICHE
SPECIFICHE
UBICAZIONE
PREVISTO
P26.01 IDRANTE COLONNA CON ATTACCO VV.F.
Allesterno

P26.02 ESTINTORE

In ogni locale

P26.03 IDRANTE A MURO IN CASSETTA ANTINCENDIO

In ogni
compartimento

P26.04 PULSANTE DI SGANCIO ENERGIA ELETTRICA

Allesterno a
fianco di
unuscita

P26.05 ASCENSORE

A lato
dellaccesso

P26.06 DIVIETO DI FUMARE E/O USARE FIAMME


LIBERE

In tutti i locali
dove non
consentito

P26.07 DIVIETO DI UTILIZZO ACQUA

A fianco dei
pannelli e/o
apparecchiature
elettriche e/o
elettroniche

P26.08 IMPIANTO ELETTRICO


DISPERSIONE DI TERRA

Allesterno in
posizione visibile
lungo il tracciato
interrato

P26.09 EVACUAZIONE - USCITE


(Percorso a sinistra e a destra)

In tutti i locali in
posizione alta

P26.10 EVACUAZIONE - USCITE


(Porta sottostante)

In tutti i locali in
posizione alta

P26.11 GENERICI

Su tutte le porte
di un
compartimento
antincendio

P26.12 EVACUAZIONE - SCALE


(Scala gi e scala su)

In tutti i locali in
posizione alta

Nome del progettista

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________

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30/01/17 Pag. 105/119

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.17
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
AERAZIONE NATURALE E/O MECCANICA
Disposizioni comuni:
Nei locali con presenza di sostanze e/o materiali che possono causare un incendio, e conseguente formazione di
fumo e/o calore, dovranno essere previste cortine a soffitto nelle modalit e termini stabiliti dalla Norma UNI 9494
N.

CARATTERISTICHE

UBICAZIONE

P27.01 Aerazione naturale


Presenza di materiali solidi combustibili:
Il rapporto di aerazione dovr essere >= 1/40 di cui 0.003 m 2/m2 priva di
serramento e/o UNI 9494

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.18
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
DISTANZIAMENTI
N.

CARATTERISTICHE

P29.01 Distanza di sicurezza esterna - Valore minimo, stabilito dalla norma, delle distanze
misurate orizzontalmente tra il perimetro in pianta di ciascun elemento pericoloso di
unattivit e il perimetro del pi vicino fabbricato esterno allattivit stessa o di altre opere
pubbliche o private oppure rispetto ai confini di aree edificabili verso le quali tali distanze
devono essere osservate

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente

P29.04 Distanza di sicurezza interna - Valore minimo, stabilito dalla norma, delle distanze
misurate orizzontalmente tra i rispettivi perimetri in pianta dei vari elementi pericolosi di
unattivit

Esistente ed
efficiente

P29.07 Distanza di protezione - Valore minimo, stabilito dalla norma, delle distanze misurate
orizzontalmente tra il perimetro in pianta di ciascun elemento pericoloso di unattivit e la
recinzione (ove prescritta) ovvero il confine dellarea su cui sorge lattivit stessa

Esistente ed
efficiente

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.19
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
DISTANZIAMENTI - METODO DEL FILO TESO
N.

CARATTERISTICHE

P30.03 Distanza di sicurezza


interna
Deve essere pari ad
almeno m 5.00
P30.06 Distanza di sicurezza
esterna
Deve essere pari ad
almeno m 5.00

INTERVENTO
PREVISTO
Possono essere inferiori a m 5.00 qualora sia interposto un muro, Strategia non
avente resistenza al fuoco almeno REI 180, costruito in modo tale necessaria
da garantire i m 5.00 misurati orizzontalmente e verticalmente con
il metodo del filo teso. Tale muro pu coincidere con quello
delimitante lunit di deposito
SPECIFICHE

Tale distanza pu essere ridotta fino alla met qualora sia


interposto un muro, avente resistenza al fuoco almeno REI 180,
costruito in modo tale da garantire i m 5.00 misurati
orizzontalmente e verticalmente con il metodo del filo teso. Tale
muro pu coincidere con quello delimitante lunit di deposito

Strategia non
necessaria

P30.09 Distanza di protezione Tale distanza pu essere minore se tra la recinzione o il confine Strategia non
dellarea e lelemento pericoloso sia interposto un muro, avente
necessaria
Deve essere pari ad
resistenza al fuoco non inferiore a REI 180, alto non meno
almeno m 5.00
dellelemento pericoloso adiacente e comunque non meno di m
2.50, costruito in modo tale da garantire i m 5.00 misurati
orizzontalmente con il metodo del filo teso. In questo caso, il muro
stesso pu costituire recinzione e/o parete del deposito

Nome del progettista

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________

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30/01/17 Pag. 106/119

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.20
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
ACCESSIBILITA E VIABILITA INTERNA
N.

CARATTERISTICHE

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente

SPECIFICHE

P31.01 Area circostante (accessi e vie


interne) di pertinenza allazienda

Larghezza >= m 3.50


Altezza libera >= m 4.00
Raggio di curvatura >= m 13.0
Pendenza delle rampe < = 10%
Resistenza al carico > ton. 20

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.21
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IMPIANTI TECNOLOGICI - IMPIANTO ELETTRICO
N.

SPECIFICHE

UBICAZIONE

P32.01 (E' necessaria la certificazione ai sensi della Legge 5 marzo 1990, n. 46)
1. Conformit alla Legge 1 marzo 1968, n. 186
2. Installazione di un impianto parafulmini per la protezione contro le
scariche atmosferiche
3. Controllo periodico dei dispositivi

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.22
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IMPIANTI TECNOLOGICI - IMPIANTO DI RISCALDAMENTO
N.

SPECIFICHE

UBICAZIONE

P33.01 (E' necessaria la certificazione ai sensi della Legge 5 marzo 1990, n. 46)
1. Conformit al D.M. Int. 12 aprile 1996 (impianti a gas)
2. Conformit alla Circ. Min. Int. 29 luglio 1971, n. 73 (impianti a gasolio)
3. Controllo periodico delle apparecchiature, dei dispositivi e delle
tubazioni del combustibile

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.23
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IMPIANTI TECNOLOGICI - IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
N.

SPECIFICHE

P34.02 (E necessaria la certificazione ai sensi della Legge 5 marzo 1990, n. 46)


1. Controllo specifico periodico delle condotte
2. Controllo specifico periodico dei dispositivi di controllo
3. Redazione di uno schema funzionale con evidenziato gli
attraversamenti di strutture resistenti al fuoco di compartimentazione, e
precisamente:
3.1 Lubicazione delle serrande tagliafuoco
3.2 Lubicazione delle macchine
3.3 Lubicazione dei rivelatori di fumo e del comando manuale
3.4 Lo schema di flusso dellaria primaria e secondaria
3.5 La sequenza delle manovre previste in emergenza

Nome del progettista

UBICAZIONE

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente da
adeguare e/o
integrare

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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SCHEDA/ABACO N. A.24.6.24
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IMPIANTI TECNOLOGICI - IMPIANTO DI VENTILAZIONE
N.

SPECIFICHE

UBICAZIONE

P35.01 (E necessaria la certificazione ai sensi della Legge 5 marzo 1990, n. 46)


1. Controllo specifico periodico delle condotte
2. Controllo specifico periodico dei dispositivi di controllo
3. Redazione di uno schema funzionale con evidenziato gli
attraversamenti di strutture resistenti al fuoco di compartimentazione, e
precisamente:
3.1 Lubicazione delle serrande tagliafuoco
3.2 Lubicazione delle macchine
3.3 Lubicazione dei rivelatori di fumo e del comando manuale
3.4 Lo schema di flusso dellaria primaria e secondaria
3.5 La sequenza delle manovre previste in emergenza

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.25
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IMPIANTI DI PROCESSO - APPARECCHIATURE ELETTRICHE - UTENSILERIA
N.

SPECIFICHE

P36.01 IMPIANTI DI PROCESSO


1. Verifica degli impianti esistenti
2. Sostituzione degli impianti di vecchia costruzione dove un programma di manutenzione
e/o sostituzione per ladeguamento dei singoli componenti non assicura unaffidabilit
accettabile ai fini della prevenzione incendi e/o sicurezza
3. Programma di manutenzione e controllo periodici da parte di una ditta specializzata
4. Informazione del personale addetto alluso corretto degli impianti ai fini della sicurezza
P37.01 APPARECCHIATURE ELETTRICHE
1. Verifica degli apparecchi esistenti
2. Sostituzione degli apparecchi di vecchia costruzione non corrispondenti alle vigenti
normative ai fini della sicurezza e affidabilit
3. Programma di manutenzione e controllo periodici da parte di una ditta specializzata
4. Informazione del personale addetto alluso corretto

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente

Esistente ed
efficiente

P38.01 UTENSILERIA
Esistente ed
efficiente
1. Verifica degli utensili in dotazione
2. Sostituzione degli utensili di vecchia costruzione non corrispondenti alle vigenti normative
ai fini della sicurezza e affidabilit
3. Informazione del personale addetto alluso corretto
4. Controlli periodici

SCHEDA/ABACO N. A.24.6.26
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
PULIZIA DEGLI AMBIENTI - PROGRAMMA
N.

SPECIFICHE

P39.02 1. Controllo
2. Intensificazione qualitativa
3. Intensificazione quantitativa
4. Rimozione giornaliera, al termine degli orari di lavoro, dei rifiuti e/o degli scarti di
produzione ammassati nei reparti lavorazione

Nome del progettista

INTERVENTO
PREVISTO
Esistente da
adeguare e/o
integrare

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STRATEGIE ATTIVE PER LA LOTTA AL FUOCO INDIRETTA


SCHEDA N. A.24.6.27
STRATEGIA ANTINCENDIO - Compensazione dei rischi residui
CONTROLLI AI SISTEMI, AI DISPOSITIVI E AGLI IMPIANTI ANTINCENDIO
N.

SPECIFICHE

P40.01 SORVEGLIANZA - Controllo visivo atto a verificare che i sistemi, i dispositivi e gli impianti antincendio siano
nelle normali condizioni operative, siano facilmente accessibili e non presentino danni evidenti
P40.02 CONTROLLO PERIODICO - Operazioni da effettuarsi con frequenza almeno semestrale per verificare la
completa e corretta funzionalit delle attrezzature e degli impianti
P40.03 MANUTENZIONE - Intervento per mantenere in efficienza ed in buono stato le attrezzature e gli impianti
P40.04 MANUTENZIONE ORDINARIA - Operazione che si attua in loco, con strumenti e attrezzi di uso corrente,
limitatamente a riparazioni di lieve entit, con il modesto impiego di minuterie e di materiali di consumo duso
corrente o la sostituzione di parli di modesto valore espressamente previste
P40.05 MANUTENZIONE STRAORDINARIA - Intervento di manutenzione che non pu essere eseguito in loco o
che, pur essendo eseguita in loco, richiede mezzi di particolare importanza oppure attrezzature o
strumentazioni particolari o che comporti sostituzioni di intere parti di impianto o la completa revisione o
sostituzione di apparecchi per i quali non sia possibile o conveniente la riparazione
P41.01 DISPOSIZIONI PARTICOLARI - Predisposizione di un registro dei controlli periodici, dove dovranno essere
annotati tutti gli interventi ed i controlli effettuati agli impianti elettrici, allilluminazione di sicurezza, ai presidi
antincendio, ai dispositivi di sicurezza e di controllo delle aeree a rischio specifico, dellosservanza della
limitazione dei carichi dincendio, degli addestramenti e le esercitazioni di evacuazione

SCHEDA N. A.24.6.28
STRATEGIA ANTINCENDIO - Compensazione dei rischi residui
GESTIONE DELLEMERGENZA - INFORMAZIONE ANTINCENDIO DEI LAVORATORI
E fatto lobbligo al datore di lavoro di predisporre unadeguata informazione a tutti i lavoratori presenti sui principi di
base della prevenzione incendi e sulle azioni da attuare in presenza di un incendio. Adeguate informazioni dovranno
essere impartite anche agli addetti alla manutenzione e ai lavoratori esterni (appaltatori)
N.

PRESCRIZIONI

SPECIFICHE

P42.01 Rischi dincendio sullattivit svolta


P42.02 Rischi dincendio legati a specifiche mansioni svolte
P42.03 Misure di prevenzione e di protezione degli incendi Osservanza delle misure di prevenzione e relativo
corretto comportamento
P42.04

Divieto di utilizzo degli ascensori per levacuazione


in caso dincendio

P42.05

Modalit di apertura delle porte delle uscite di


sicurezza

P42.06 Ubicazione delle vie duscita


P42.07 Procedure da adottare in caso dincendio

Azioni da attuare

P42.08

Azionamento dellallarme

P42.09

Procedure da attuare allattivazione dellallarme e di


evacuazione fino al punto di adunata in luogo sicuro

P42.10

Modalit di chiamata dei VV.F.

P42.11 Nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le


P42.12 misure di prevenzione incendi

Lotta antincendio

P42.13

Pronto soccorso

Gestione dellemergenza

P42.14 Designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dellazienda nonch del suo
sostituto
P42.15 Informazione ai lavoratori esterni

Nome del progettista

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SCHEDA N. A.24.6.29
STRATEGIA ANTINCENDIO - Compensazione dei rischi residui
GESTIONE DELLEMERGENZA - FORMAZIONE ANTINCENDIO DEI LAVORATORI
E fatto lobbligo al datore di lavoro di fornire unadeguata formazione ai lavoratori conforme ai contenuti minimi riportati
dallAllegato IX del D.M. Int. e Lavoro 10 marzo 1998 (G.U. 07.04.1998, n. 81 S.O.)
N.

PRESCRIZIONI

P43.01 A tutti i lavoratori esposti a particolari rischi dincendio


P43.02 A tutti i lavoratori che svolgono incarichi relativi alla prevenzione incendi

SCHEDA N. A.24.6.30
STRATEGIA ANTINCENDIO - Compensazione dei rischi residui
GESTIONE DELLEMERGENZA - PIANO DI EMERGENZA - ISTRUZIONI SCRITTE
Per tutti i luoghi di lavoro dove ricorra lobbligo di cui allArt. 5 del D.M. Int. e lavoro 10 marzo 1998, deve essere
predisposto un piano di emergenza
N.

PRESCRIZIONI

SPECIFICHE

P44.01 Contenuti essenziali del piano

Caratteristiche dei luoghi con riferimento alle vie di esodo


(Piano di evacuazione)

P44.02

La presenza di sistemi antincendio

P44.03

La presenza di dispositivi antincendio

P44.04

La presenza di impianti antincendio

P44.05

Il numero delle persone presenti e la loro ubicazione

P44.06

I lavoratori esposti a rischi particolari

P44.07

Il numero degli addetti allattuazione e al controllo del piano


nonch allassistenza per levacuazione

P44.08

Stesura di una planimetria contenente lubicazione dei


sistemi, dei dispositivi e degli impianti antincendio, con
lindividuazione dei percorsi che i lavoratori presenti devono
percorrere per raggiungere in modo ordinato un luogo sicuro
(pi copie dovranno essere appese allinterno degli ambienti)

P44.09 Pianificazione delle procedure

Azioni che i lavoratori devono mettere in atto in caso di


incendio

P44.10

Procedure per levacuazione di tutte i lavoratori presenti

P44.11

Disposizioni per chiedere lintervento dei VV.F.

P44.12

Misure per lassistenza ai lavoratori con ridotte o impedite


capacit motorie e/o sensoriali

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SCHEDA N. A.24.6.31
STRATEGIA ANTINCENDIO - Compensazione dei rischi residui
GESTIONE DELLEMERGENZA - ESERCITAZIONE ANTINCENDIO
Tutti i lavoratori devono partecipare a esercitazioni antincendio (da effettuarsi non meno di una volta allanno), onde
poter mettere in pratica le procedure di esodo e le azioni di primo intervento (Adempimento dobbligo alle attivit che ai
sensi dellArt. 5 del D.M. Int. e Lavoro 10 marzo 1998 devono ricorrere alla redazione del piano di emergenza)
N.

PRESCRIZIONI

P45.01 Percorrere le vie duscita


P45.02 Identificare i luoghi sicuri
P45.03 Identificare i dispositivi di sicurezza (pulsanti di sgancio energia elettrica, valvole per
lintercettazione manuale dei combustibili, dispositivi di sicurezza ad inserzione manuale)
P45.04 Identificare le porte resistenti al fuoco
P45.05 Identificare la posizione dei dispositivi di allarme
P45.06 Identificare lubicazione delle attrezzature di spegnimento

Nome del progettista

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Indice

A.2.5
GESTIONE DELLEMERGENZA
PIANIFICAZIONE EFFETTIVA DELLA GESTIONE
(PARTE INTEGRANTE DELLA PRESENTE RELAZIONE TECNICA ANTINCENDIO)
Il responsabile dell'attivit dovr provvedere affinch nel corso della gestione non siano alterate le
condizioni di sicurezza, ed in particolare che:
sui sistemi di vie duscita non siano collocati ostacoli (depositi, mobilio, ecc.) che possano
intralciare l'evacuazione delle persone riducendo la larghezza o che costituiscano rischio di
propagazione dell'incendio;
siano presi opportuni provvedimenti di sicurezza in occasione di situazioni particolari, quali
manutenzioni, risistemazioni, ecc.;
siano mantenuti efficienti i mezzi e gli impianti antincendio, siano eseguite tempestivamente
le eventuali manutenzioni o sostituzioni necessarie e siano condotte periodicamente prove
degli stessi con cadenze non superiori a sei mesi;
siano mantenuti costantemente in efficienza gli impianti elettrici, in conformit a quanto
previsto dalle vigenti norme;
siano mantenuti costantemente in efficienza gli impianti di ventilazione, condizionamento e
riscaldamento. In particolare il controllo dovr essere finalizzato alla sicurezza antincendio e
deve essere prevista una prova periodica degli stessi con cadenza non superiore ad un anno.
Le centrali termiche devono essere affidate a personale qualificato, in conformit a quanto
previsto dalle vigenti regole tecniche.
INFORMAZIONE ANTINCENDIO DEI LAVORATORI SCHEMA N. 1
1. E fatto lobbligo al datore di lavoro di predisporre unadeguata informazione a tutti i lavoratori
presenti sui principi di base della prevenzione incendi e sulle azioni da attuare in presenza di un
incendio.
Adeguate informazioni dovranno essere impartite anche agli addetti alla manutenzione e ai
lavoratori esterni (appaltatori)
1.1. Rischi dincendio sullattivit svolta
1.2. Rischi dincendio legati a specifiche mansioni svolte
1.3. Misure di prevenzione e di protezione degli incendi
1.3.1. Osservanza delle misure di prevenzione e relativo corretto comportamento
1.3.2. Divieto dutilizzo degli ascensori per levacuazione in caso dincendio
1.3.3. Modo dapertura delle porte delle uscite di sicurezza
1.4. Ubicazione delle vie duscita
1.5. Procedure da adottare in caso dincendio
1.5.1. Azioni da attuare
1.5.2. Azionamento dellallarme
1.5.3. Procedure da attuare allattivazione dellallarme
1.5.4. Procedure da attuare per levacuazione fino al punto di raduno in luogo sicuro
1.5.5. Modo di chiamata dei VV.F.
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1.6. Nome dei lavoratori incaricati di applicare le misure di prevenzione incendi


1.6.1. Lotta antincendio
1.6.2. Gestione dellemergenza
1.6.3. Pronto soccorso
1.7. Designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dellazienda nonch
del suo sostituto
1.8. Informazione ai lavoratori esterni
FORMAZIONE ANTINCENDIO DEI LAVORATORI SCHEMA N. 2
1. E fatto lobbligo al datore di lavoro di fornire unadeguata formazione ai lavoratori conforme ai
contenuti minimi riportati dallAllegato IX del D. Min. Int. e Lavoro 10 marzo 1998
1.1. A tutti i lavoratori esposti a particolari rischi dincendio
1.2. A tutti i lavoratori che svolgono incarichi relativi alla prevenzione incendi
SCHEDA A.25.0
ID.

RISCHIO

MEDIO

TIPO E DURATA DEL CORSO


Corso B
Corso per addetti antincendio in attivit a rischio di incendio medio
Durata 8 ore

PIANO DEMERGENZA SCHEMA N. 3


1.

Per tutti i luoghi di lavoro dove ricorra lobbligo di cui allArt. 5 del D. Min. Int. e Lavoro 10
marzo 1998, predisposto un piano demergenza con specifiche istruzioni scritte.
1.1. Contenuti essenziali del piano
1.1.1. Caratteristiche dei luoghi con riferimento alle vie desodo (Piano devacuazione)
1.1.2. La presenza di sistemi antincendio
1.1.3. La presenza di dispositivi antincendio
1.1.4. La presenza dimpianti antincendio
1.1.5. Il numero delle persone presenti e la loro ubicazione
1.1.6. I lavoratori esposti a rischi particolari
1.1.7. Il numero degli addetti allattuazione e al controllo del piano nonch allassistenza
per levacuazione
1.1.8. Stesura di una planimetria contenente lubicazione dei sistemi, dei dispositivi e degli
impianti antincendio, con lindividuazione dei percorsi che i lavoratori devono
percorrere per raggiungere in modo ordinato un luogo sicuro (pi copie dovranno
essere esposte allinterno degli ambienti)
1.1.8.1. Planimetria per i lavoratori da apporre nei locali maggiormente frequentati
1.1.8.1.1. Ubicazione della rete di distribuzione combustibile (in giallo/arancione)
1.1.8.1.1.1.
Valvole per lintercettazione manuale
1.1.8.1.1.2.
Elettrovalvole
1.1.8.1.2. Ubicazione della rete idrica antincendio (in rosso)
1.1.8.1.2.1.
Naspi o idranti a muro
1.1.8.1.2.2.
Idranti colonna e/o sottosuolo
1.1.8.1.2.3.
Attacchi per autopompa dei VV.F.
1.1.8.1.2.4.
Impianti speciali di spegnimento automatico degli incendi
1.1.8.1.3. Ubicazione dei mezzi antincendio mobili (in rosso)
1.1.8.1.3.1.
Estintori portatili
1.1.8.1.3.2.
Estintori carrellati

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1.1.8.1.4. Ubicazione dei dispositivi di sicurezza (in rosso)


1.1.8.1.4.1.
Pulsanti di sgancio energia elettrica
1.1.8.1.4.2.
Pannelli elettrici
1.1.8.1.4.3.
Dispositivi manuali darresto del sistema di ventilazione
1.1.8.1.4.4.
Quadro generale del sistema di rivelazione e dallarme
1.1.8.1.4.5.
Pulsanti dallarme manuale
1.1.8.1.4.6.
Zone protette da un impianto di rivelamento e segnalazione
incendi
1.1.8.1.4.7.
Dispositivi manuali per lapertura degli evacuatori di
fumo/calore
1.1.8.1.5. Sistemi per levacuazione (in verde)
1.1.8.1.5.1.
Porte resistenti al fuoco per laccesso a zone protette
1.1.8.1.5.2.
Delimitazione delle vie duscita
1.1.8.1.5.3.
Uscite di sicurezza
1.1.8.1.5.4.
Delimitazione delle scale di sicurezza
1.1.8.1.5.5.
Aree sicure interne resistenti al fuoco
1.1.8.1.5.6.
Spazi calmi
1.1.8.1.5.7.
Aree sicure esterne a cielo aperto
1.1.8.1.5.8.
Punto di raduno
1.1.8.1.6. Aree a rischio specifico - Divieti (in rosso)
1.1.8.1.6.1.
Divieto di rientrare dopo levacuazione
1.1.8.1.6.2.
Delimitazione delle zone pericolose e relative porte resistenti
al fuoco
1.1.8.1.6.3.
Zone interdette ai non autorizzati
1.2. Pianificazione delle procedure
1.2.1. Azioni che i lavoratori devono mettere in atto in caso dincendio
1.2.2. Procedure per levacuazione di tutti i lavoratori presenti
1.2.3. Disposizioni per chiedere lintervento dei VV.F.
1.2.4. Misure per lassistenza ai lavoratori con ridotte o impedite capacit motorie e/o
sensoriali
1.2.1 - AZIONI CHE I LAVORATORI DEVONO METTERE IN ATTO IN CASO DINCENDIO
Le azioni, che i lavoratori addetti devono attuare, sono suddivise in due distinte categorie in
relazione al tipo di pericolo e precisamente:
1. Si verifica un focolaio dincendio (non ancora rivelato dallimpianto automatico) e uno o pi
lavoratori lo vedono
1.1. Mantenere la calma
1.2. Valutarne lentit e la pericolosit
1.2.1. Se facilmente affrontabile e ritenete che difficilmente potr espandersi:
1.2.1.1. Mantenere la calma
1.2.1.2. Procedere allo spegnimento utilizzando lestintore visibile pi vicino,
dirigendo il getto il pi possibile dal basso e senza rischiare la propria incolumit
1.2.1.3. Verificare il completo spegnimento
1.2.1.4. Avvisare il responsabile del servizio di prevenzione e protezione
1.2.1.5. Procedere alla verifica dellambiente interessato dal focolaio
1.2.1.6. Arieggiare il locale
1.2.1.7. Procedere al ripristino della normalit
1.2.2. Se impegnativo affrontarlo e ritenete che possa facilmente espandersi:
1.2.2.1. Mantenere la calma
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1.2.2.2. Allertare le persone presenti a voce e, se lo ritenete necessario, azionare il


dispositivo di allarme manuale se non gi anticipato dallimpianto automatico di
rivelamento
1.2.2.2.1. Avvisare il responsabile del servizio di prevenzione e protezione
1.2.2.2.2. Mettere in atto piano di evacuazione
1.2.2.2.2.1.
Non usare lascensore
1.2.2.2.2.2.
Mantenendo la calma e soprattutto senza correre dirigersi
ordinatamente verso luscita di sicurezza pi vicina ricordando che
ledificio stato adeguato ai fini della prevenzione incendi
1.2.2.2.2.3.
Assistere le persone con ridotte o impedite capacit motorie e/o
sensoriali
1.2.2.2.2.4.
Radunarsi nel punto stabilito
1.2.2.3. Procedere allo spegnimento utilizzando lestintore visibile pi vicino,
dirigendo il getto il pi possibile dal basso e senza rischiare la propria incolumit
1.2.2.4. Verificare il completo spegnimento
1.2.2.5. Procedere alla verifica dellambiente interessato dal focolaio
1.2.2.6. Arieggiare il locale
1.2.2.7. Procedere al ripristino della normalit
1.2.2.7.1. Consentire il rientro delle persone precedentemente evacuate
2. Si sta verificando un incendio evidente
2.1. Mantenere la calma
2.2. Valutarne lentit e la pericolosit
2.2.1.1. Allertare le persone presenti a voce e, se lo ritenete necessario, azionare il
dispositivo di allarme manuale se non gi anticipato dallimpianto automatico di
rivelamento
2.2.1.1.1. Avvisare il responsabile del servizio di prevenzione e protezione
2.2.1.1.2. Mettere in atto piano di evacuazione
2.2.1.1.2.1.
Non usare lascensore
2.2.1.1.2.2.
Mantenendo la calma e soprattutto senza correre dirigersi
ordinatamente verso luscita di sicurezza pi vicina ricordando che
ledificio stato adeguato ai fini della prevenzione incendi
2.2.1.1.2.3.
Assistere le persone con ridotte o impedite capacit motorie e/o
sensoriali
2.2.1.1.2.4.
Radunarsi nel punto stabilito
2.2.1.2. Pi addetti alla lotta antincendio dovranno procedere, simultaneamente, alle
seguenti azioni:
2.2.1.2.1. Procedere allo spegnimento utilizzando lestintore visibile pi vicino,
dirigendo il getto il pi possibile dal basso e senza rischiare la propria
incolumit
2.2.1.2.2. Se necessario utilizzare gli idranti a muro evitando di dirigere il getto
dacqua dallalto
2.2.1.2.3. Sospendere lerogazione dellenergia elettrica agendo sul pulsante di
sgancio
2.2.1.2.4. Sospendere in ogni caso lerogazione del combustibile agendo:
2.2.1.2.4.1.
Sulle valvole per lintercettazione manuale
2.2.1.2.4.2.
Successivamente sulla valvola posta in adiacenza al contatore
posto allorigine
2.2.1.2.5. Richiedere lintervento del VV.F. componendo il numero telefonico 115

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2.2.1.2.6. Se la situazione sotto controllo e senza rischiare la propria incolumit,


cercare di allontanare allesterno sostanze e/o materiali particolarmente
infiammabili
2.2.1.3. Se la situazione sta sfuggendo al controllo, abbandonare ledificio e attendere
lintervento dei VV.F. precedentemente avvisati
2.3. Allarrivo dei VV.F. ricordarsi di comunicare:
2.3.1. La presenza volontaria oppure obbligata di persone allinterno delledificio
2.3.2. Lora in cui si verificato lincendio
2.3.3. Il luogo esatto dove iniziato lincendio
2.3.4. Le probabili cause dinnesco
2.3.5. Sostanze infiammabili e/o materiali combustibili presenti nelledificio
2.4. La gestione, a questo punto, deve essere consegnata completamente ai VV.F.
ESERCITAZIONE ANTINCENDIO SCHEMA N. 4
1. Tutti i lavoratori devono partecipare alle esercitazioni antincendio (da effettuarsi non meno di
una volta lanno), onde poter mettere in pratica le procedure desodo e le azioni di primo
intervento (Adempimento dobbligo alle attivit che ai sensi dellArt. 5 del D.M. Int. e Lavoro
10 marzo 1998 devono ricorrere alla redazione del piano demergenza)
1.1. Percorrere le vie duscita
1.2. Identificare i luoghi sicuri
1.2.1. Locali resistenti al fuoco
1.2.2. Spazi calmi
1.3. Identificare i dispositivi di sicurezza
1.3.1. Pulsanti di sgancio energia elettrica
1.3.2. Pannelli elettrici
1.3.3. Valvole per lintercettazione manuale dei combustibili
1.3.4. Dispositivi darresto del sistema di ventilazione
1.3.5. Quadro generale del sistema di rivelazione e dallarme
1.4. Identificare le porte resistenti al fuoco
1.5. Identificare la posizione dei dispositivi dallarme manuali
1.6. Identificare lubicazione delle attrezzature di spegnimento
REGISTRO DEI CONTROLLI
Deve essere predisposto un registro dei controlli periodici, dove saranno annotati tutti gli interventi
ed i controlli eseguiti ai fini della prevenzione incendi e precisamente:
efficienza degli impianti elettrici
efficienza degli impianti per lilluminazione di sicurezza
efficienza dei dispositivi e degli impianti antincendio
efficienza dei dispositivi di sicurezza
controllo delle aree a rischio specifico
osservanza della limitazione dei carichi dincendio nei vari ambienti dell'attivit
riunioni daddestramento
esercitazioni devacuazione
Tale registro deve essere mantenuto costantemente aggiornato e disponibile per i controlli da parte
del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco.
Nome del progettista

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Il registro, da compilarsi a schede con frequenza almeno semestrale, potr essere del tipo:
SCHEDA N. A.25
GG

MM

AA

CONTROLLO DELLEFFICIENZA

ESITO DEL CONTROLLO


EVENTUALI INTERVENTI
E/O ADEGUAMENTI

IMPIANTO ELETTRICO
Manutenzione dellimpianto
Pulsante di sgancio energia elettrica
Interruttori generali
Pannelli di controllo
Messa a terra
Impianto di protezione scariche atmosferiche

IMPIANTO PER LILLUMINAZIONE DI SICUREZZA


Lampade autonome
Stato della ricarica
Ricarica della batteria daccumulatori
Sistema dinserimento automatico
Sistema di ricarica

IMPIANTI ANTINCENDIO
Estintori portatili
Estintori carrellati
Naspi
Idranti a muro
Idranti a colonna
Idranti di sottosuolo
Attacchi per autopompa VV.F.
Impianto di spegnimento automatico
Riserva idrica - Elettropompe
Riserva idrica Motopompa Avviamento automatico
Riserva idrica Sistema di controllo

DISPOSITIVI DI SICUREZZA
Valvola dintercettazione manuale combustibile
Elettrovalvola dintercettazione automatica combustibile
Impianto dallarme ad inserzione manuale
Impianto automatico di rivelamento e allarme incendio
Dispositivi manuali di comando evacuatori
Dispositivi automatici di comando evacuatori
Dispositivi di chiusura automatica delle porte di compartimento
Dispositivo manuale disinserzione impianto di ventilazione
Dispositivo automatico disinserzione impianto di ventilazione
Dispositivo manuale attivazione impianto di sovrappressione vani
Dispositivo automatico attivazione impianto di sovrappressione vani
Dispositivi di controllo delle serrande tagliafuoco

AREE A RISCHIO SPECIFICO


Dispositivi di autochiusura delle porte tagliafuoco
Praticabilit delle vie duscita, uscite di sicurezza, scale, filtri
Materiale in deposito Controllo delle quantit previste
Maniglioni antipanico

GESTIONE
Informazione dei lavoratori
Riunioni daddestramento
Esercitazioni devacuazione

Nome del progettista

C.a.p., Citt, Via, n.c.


Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
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30/01/17 Pag. 117/119

ISTRUZIONI DI SICUREZZA
Chiamata dei servizi di soccorso
I servizi di soccorso debbono poter essere avvertiti facilmente con la rete telefonica. La procedura
di chiamata deve essere chiaramente indicata, a fianco di qualsiasi apparecchio telefonico, mediante
un cartello riportante almeno i seguenti indirizzi:
RESPONSABILI DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
Sig.
Sig.
Sig.

Tel.
Tel.
Tel.

NUMERI TELEFONICI DI EMERGENZA


CARABINIERI

Tel. 112

POLIZIA

Tel. 113

VIGILI DEL FUOCO

Tel. 115

EMERGENZA SANITARIA

Tel. 118

Istruzioni da esporre all'ingresso e nei luoghi maggiormente frequentati


All'ingresso dellattivit, in ciascun piano lungo i corridoi e nei luoghi maggiormente frequentati,
devono essere esposte bene in vista precise istruzioni relative al comportamento dei lavoratori in
caso dincendio ed in particolare una planimetria dell'edificio con indicato quanto gi descritto nel
paragrafo:

PIANO DEMERGENZA SCHEMA N. 3 - Punto 1.1.8.1. - Planimetria per i lavoratori da esporre

nei locali maggiormente frequentati


La planimetria deve essere abbinata ad una tavola riportante le istruzioni comportamentali che
potranno essere in formato testo oppure ad icone come appresso riportata ( noto che unindicazione
a simboli colorati suscita sicuramente un maggiore interesse rispetto al testo) .

Nome del progettista

C.a.p., Citt, Via, n.c.


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30/01/17 Pag. 118/119

COMPORTAMENTO DA TENERE IN CASO DI INCENDIO


SI STA VERIFICANDO UN
FOCOLAIO DINCENDIO

SE LO VEDETE

SI STA VERIFICANDO UN
INCENDIO

RIVELAMENTO
AUTOMATICO

SE LO VEDETE

Mantenere la calma

Evacuazione delle
persone presenti
nel locale

Spegnimento

Assistere le
persone
disabili

AZIONARE
LALLARME

Mantenere la
calma

ALLARME
INCENDIO

ALLERTAMENTO GESTIONE DELLEMERGENZA


Intervento degli addetti e responsabili
Mantenere la calma
Azioni simultanee

Lotta antincendio

Evacuazione

Divieto di rientrare

CONTROLLI
Assistere le
persone
disabili

AERAZIONE DEI LOCALI


RIPRISTINO DELLA NORMALITA

RADUNO
in luogo sicuro
programmato

115

VV.F.

Divieto di rientrare

Indice
Nome del progettista

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A.2.6
FIRME

_____________ il 30/01/17

Il tecnico antincendio

_______________________

Avvertenza per il titolare dellattivit


I quantitativi dei materiali in deposito, riportanti nella presente relazione, sono stati forniti
direttamente dalla ________. Ogni variazione in eccesso pu compromettere la sicurezza
dellattivit e rendere insufficienti le strategie adottate. A tale proposito il titolare dellattivit stato
informato sulle modalit di verifica del carico dincendio per un contenimento dello stesso nei limiti
fissati dalla presente relazione.
Il titolare dellattivit

_______________________

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