Documente Academic
Documente Profesional
Documente Cultură
Metodologie di progettazione I 31
1 settore - analisi:
2 settore grafico:
- studio del tema assegnato verifica dei dati: volumetria, rap
porto di copertura, altezza max e distacchi;
nismo;
3 settore - descrittivo:
planimetria d'insieme con arredo urbano dell'area assegnata;
- piante, prospetti e sezioni nelle scale richieste;
relazione tecnico-illustrativa sulle scelte progettuali-compo
sitive;
- relazione tecnico-descrittiva sulle scelte tipologiche;
relazione tecnico-descrittiva sulle scelte strutturali e dei com
ponenti edilizi;
- particolari costruttivi richiesti;
- disegni prospettici e/o assonometrici d'insieme o di dettaglio;
- maquillage di tutta la tavola, a colori o in bianco e nero.
N.B. la ~.f~lta di disegnare a mano libera o a riga e s9~.~9ra
dipende esclusivamente dalle capacit personali di rl?a grafi
ca e non elemento determinante per la valutazione dell'ela
borato, cos come l'uso del colore.
loro.
_______________
.......
IIII~IIIMMilIrIllH_UIlN!~lm!lIIIHllllill!II!1;;*II~
Metodologie di progettazione I 33
..
.,.,.,...,,. _
MILI~~,.1J:~!!AD,~Jf.~~..!..~~~~~~.~",~ .~P-~~!!,.O
Fondamentale all'Esame di Stato, come ad un concorso d'archi
tettura, presentare, anzich molte tavole semi vuote, uno o pi
elaborati, completo in ogni am,=!~o, che deve essere strutturato
'secondo lo schema precedentemente descritto. Per cui prima di
iniziare a disegnare, bisogna calcolare lo sviluppo delle superfici
d'ingombro nelle scale richieste e vedere dove posizionarle nella
tavola (che di solito misura cm 50 x 70). Nelle sedi dove si danno
fogli formati A3, ogni singolo foglio dovr contenere un ambito ben
definito; infine, nelle sedi in cui il formato cm 70 x 100, il foglio va
piegato in parti uguali, tali da ricondurlo a due da cm 70 x 50.
Nel caso delle unit unifamiliari bisogna fare attenzione all'orienta
mento, per la suddivisione della zona giorno (sud-ovest) rispetto
alla zona servizi (nord) e alla zona notte (est), tutto questo owia
mente riferito al clima mediterraneo. Si tenga presente che un
metodo di corretta progettazione quello dell'utilizzazione del
l'asse eliotermico. Questi rappresenta l'inclinazione dell'asse
longitudinale di una stecca edilizia che garantisce un equilibrio di
soleggiamento e conseguente guadagno termico su entrambe le
facciate. (Fig. 2-3)
N.B. l'asse eliotermico varia a seconda della latitudine.
Gli alloggi unifamiliari, singoli o aggregati, si suddividono, a
seconda dello sviluppo su uno o pi piani, in simplex, duplex,
triplex.
N.B. va tenuto conto, nei tipi aggregati, delle problematiche
relative ali' introspezione.
a) .~
... -='::,-:-::.>.r,. dato un singolo lotto si ricavano, attraverso
monofamiliari
gli indici e l'altezza massima, la volumetria, il rapporto di
copertura, i distacchi dai confini e dalla sede stradale; defi
niti i dimensionamenti si proceder all'ideazione progettuale,
tenendo conto che questa tem5tica tra le pi impegnative,
essendoci ampia libert nella configurazione planimetrica e
spaziale. Fondamentale, a questo proposito, la conoscen
za di esempi realizzati da cui prendere spunto.
Di solito viene richiesto il tipo duplex con zona giorno a pia
no terra e zona notte, con 2 o 3 camere da letto, al 10 piano.
bifamiliari dato un lotto, questo andr diviso in due parti di
eguale superficie. La corretta esposizione non sempre po
tr essere rispettata a causa della forma del lotto assegnato
o della presenza di una pi o meno accentuata pendenza
altimetrica. Anche in questo caso viene normalmente rihie
sta nella versione duplex e la distribuzione interna ricalca
quella precedentemente illustrata.
trifamiliari
c ) _ dato sempre un lotto, lo sviluppo progettuale
dipender dalle dimensioni e dalla forma dello stesso; sicu
ramente l'alloggio centrale sar sempre svantaggiato rispetto
aTaIfe di testata (due pareti cieche); per quel che riguarda la
distribuzione interna si rimanda ai due esempi precedenti.
quadrifamiliari I lotto dovr avere due strade d'accesso
e potrebbero essere aggregate su un!? sche
ma a croce greca (anche in questo caso la dimensione del
lotto e dei sub-Iotti pu caratterizzare la progettazione).
a schiera
e>1..IIr"lIillotto
potr contenerne da un minimo di tre sino
al numero occorrente alla saturazione della cubatura richie
sta. Si consiglia, comunque, di non aggregarne pi di dieci
/ dodici in successione. (Fig. 4)
MD EH ly
l;
:I
""'-__ J _ _
5
ORIENTAMENTO OUIMb" N-5
Garantisce buon soI&Jt3l3rr'iento per tutto ranno al
fronb ma~lon delredmao esposti a E e a O.
l'anno.
1#
"
asse
ehotenl'llco
[.<.:<>
NNE
.,:,,'1
"I.i.
!l'k:
I.
~_I
5
ORIENTAMENTO INTERMEDIO ACCEII@ILE
La mlt:jhore espo5l2lOl1e quella del fronte 5E.
5
[ORIENTAMENTO DA fVIT~
Molto negative le condIZIOni del fronte esposto a N.
speaalmente nella 5~JQOe Invernale.
55E
I.
Metodologie di progettazione I 35
\ti IIp
NQ!SQ
Wmera 05CI)f'a
l.o<;.e c.a1dalOl
EST
OVEST
~~~.
a~-l
I
ti
Ji!m;~i!im!lpoob ~.!ICAe
f~:!d~
dl~1O
ra. (Fig. 6)
PI3t2VOIe de5t.ate.
,freddo dl!!y9DO
una
D!;LLA BESI
DE_N~A INTENSIV~.:-:-E~D-:I~F":""l,:.L~~I,N~L~IN~E~A~RE~T~T~A~,~D'..;...A:.:..:N...::.:...GOLO,
A ~.~tL~T.91Q~.Rl,QI;..!1.,~.;J;UElJQ)}...J.Q.8B1:)
warotAver
peroor5O pedonale
a 5Ch1el'3
una'due fUI fuon terra +
:=,31:0
acct!55O
l'YoAl'wl .......
VIabIltU ad:omobtIl5bc.a
m ,..
.""
1'''
te
"ti
~~.......
Fig. 6.-
di casa a
@
I b1t.t I AI 50110 5COI151gl'ib perch le scale occ.upano
l'a dell'aff.acoo hbero
@
CostnJlto
"~
CJ PatlO
;~.;.'
,,1.
/' ~ ..
'
";
"
t~A/1..I.JJ,l.UUYjI
/,
/ '/::'/'i/
/,,/m//;~:/
/
/
'/'~~"
/
./
./
l+J
@
bd-d
Scale a contrasto
Parte Seconda
~1'(:;;a
.... ~ ~jQ2logia 2-er edilizia popolare!.E~Jstituti
edificio
in __linea
previdenzial e coope!'.!ive, raramente usata nell'edil.i~i_ pr!~~
~ (Fi.9__
. 7-L)_
Va sviluppato con minimo due corpi sC.l.! pu aver~JLQialJ9
terra libero aJ>ilotis, commerciale COnrlE:l.Q9...?:i oppureC.Qflspazi
CD
Metodologie di progettazione I 39
~3 AllOGGI: mq 75 + mq 95
a doppIO affacao, m'l 45 mOllO
afbcoo
N295
ALlOGGI
m'l
+ mq 95 a doppIO affacoo
~4 ALlOGGI
mq bO mano affacoo
mativa antincendio.
edificio a torre
d) ~utilizzato
per interventi di edilizia sovvenzi()
---~'--'-"--~~-"---~-------------------------------~
40
Parte Seconda
~l
~51CUro
.__._-,-'.,..-
.1~
.r
montaGanchl
".
---_.
llJOt3O
~ro
l....~ ..,
NB.: Le misure 9000 nportate a btolo puramente esemplificativo.
Metodologie di progettazione I 41
zia).
piano o nell'interrato~
ti ('
ilio IlO, I:itivo, et
O.()flO nazionali o regionali.
massimo di otto alloggi. A livello statistico, all'Esame di Stato,
delle legr l: d
N.B. In tutti gli edifici plurifamiliari molto difficile, se non im
2 fa!
ti 1:',1 quanlllr
_' i;( stesura (lE;
ili, delle superpossibile, tener conto dell'orientamento in base all'asse
fIci e delle VI L '~lIIU ,jlstintr: '[
unliali e non;
eliotermico.
distacchi extrclHbani e dista. ',. ,[ , .drll, standard ur
banistici e rtlsir.lenzlai;
w
annll~
:none relative all'area
u, ;" 11 ,I.) I
~--~-"-------~---------.
,....,
,:ia!8 di LO! i,." IO enea C (Veneza. Ferrarq. Firr:fF'" P,-scara,
metrie, sia residenziali sia non residenziali;
p
., ;=tI rapporto di
rn
(IJ
,.. j
..........._--~-_.
-_.._. __
.~-------------------------
LOTTI I NTERCLUSI
La
difficolt
di questa tipolog!a di temi verte maggiormente sul
--_..
.
fatto che si opera in un vuoto urbano con un allineamento edi
preesistente, di solito ottocentesco.
Problematiche:
1. La scelta tecnologici:l. Di solito struttura intelaiata in ca.
Le fondazioni saranno di tipo a plinto zoppo o continue, con
struttura in elevazione posta a circa 3/5 cm dalle murature degli
edifici circostanti, per owiare alle dilatazioni termiche; oppure
con struttura posta a circa cm 50/100 dagli edifici confinanti
(quest'ultima migliore da un punto di vista statico).
2. La profondit del lotto nella casistica dei temi assegnati varia
da mi 8 a ml14. Nella residenza il van,? pr~t~!~le.Gr.e non
superi i 5 m di profondit. Pertanto nel ca~9 dl.profondl't
~
.""' .. _'" .
'l'.
L,ASTICI
Metodologie di progettazione I 43
5G'~~
(//~~"'\j
,
\.~J...:add~
',-
'L--+
.L___
(~,to~'!
'"
1llt:j30
.;
,,-----
"~"
) ..,.--- \~lltu2lone<.abl<Jo3hy
""
mq 150 /
J,
/';:mmj*~\
\~~d"~i
/ ' . - ..
( Emerot.t!<:.a\
"Illt:j50)
--..,
lettura aH'apMD/
_".'
j"
._-----
\ ",wc+,al'Tbwc __ /
(~"';"l
\",illq30./
J,
(Caffetten.;)
", /
J,
........
(Sala lelt!Jra~)
-'.,.. \ (IOOOI'tlluml)
\..
Illt:j 100
'""~___
._" ..... J
Metodologie di progettazione I 45
~).- C;~~ ~ ~~
~-----_._
/' '\.
........
(J~')
t>ook ,hop
(/J::)"
\
,.----~-,,--"'
mq3Ol50
,----
--_.-"'.,....
~_.------...
h. mt
..
-4.00
...
!)
~
(~~
15Q12~
~-,..__.
\ mq
all'J~)
------...
EIIentuaIe ",mc
'--.-.
__
Macjazzlno
""I10CV200,
\
5po.a11MQ'wc addetb
",~ mq 3000
..
.""",,
...
.,
._.~
(/~""
di ~buro )
~~~/
\''---~ ~C:X>/
....---..
"11~i~illlilw=.:t=:r
~----'-'(
. _~-_/
/v-~.~"\ ~.
(
',"'11~
',~~~.
\'''-mq
50170)
..... __ ..""._---_.
. _1____
1S;~~
n. mt. -45fJ /
h. mt. -4.00. /
e!ip05~
n. mt. -4.00'"
~~mq 100
1I
( IV Sala
( n. mt. -4.00 )
''----mq~./
~~~-.~~
/.~------
/15~~~~
wclll+~.
...
rs:;:~:~~
~150~
Tavole di progetto I 49
TIPOLOGIE RESIDENZIALI
'kTAV
TAV
TAV
TAV
TAV
2
3
4
5
,dV4I!!J16UrillL/j*ih!lili,\
elaborata da arch.
elaborata da arch.
elaborata da arch.
elaborata da arch.
elaborata da arch.
Sandro Maggioli
Nino Ferri Carmine
Michele Bedetta
Gianmaria Cattafesta
Luisa Ziletti
Elab.8
~-~-
(POS 4 018
["-:JS~))
{..) !l51
mi
co
~-----r
t:.
1.11
r-
co
lJ"31j(j16
POS S CBJ20
40
12.5 (O)
36
40
115
POS "'I S1
~~
--~
SEZ.
-A-A
-
A
INFERIORE
.Jparte Quinta
Elab.10
tMPERMEABIUZZAZICfiE IN PVC
- - CAMICIA DI CALCE
SEZIONE B-B
. '.
S.:ata
20
SEZIONE A-A
Scala 120
SCOSSAllNA DI AL
(+1 10}
10)
CORNIC:a.lE DI MLIRATIJRP
- 01 MATIOOl (ART eOgOHc)
(0 \O)
_'5L
p= 1
14i'4)12116 GORR
---
--
~1"11012.r.W
ROTAIAA SOFFffTOPER
SCORRIMENTO PORT()NE
Sca!,120
2
- -
51 08/15 A <tBC
J-- _~O_(_60_)
_ _-+
SPIlI.E 06J45x40
"
I- I- I
Elab. 11
I Strato termocoibente
Muratura $=30
'a
Cordolo in muralura
5z
~
i...
Allellamenl
Masset
"<t
col
(")
Solaio 11=24
"<t
CD
L()
co
(")
to
Muraturo in pannelli
di gesso prefabbricati
Ita di allettamento
Strato di finitura od intonaco
30
20
10
'2
"p,
hiji
'liH .
,,l' . J":-::il:;-':;;';;ji~:":~':;::;;;:;~;::l'~~:"'~;';;"""*'
."'
w;;;;;;!iii;
:;;;;,;;;i~-;;;;;:;;:;;;;;~_~;-"lIifi;i.""
Elab. 12
------------------
6x6x120
----,
NPU 180
2NPU180--
Piastra di attacco s = 15 mm
120
'llll1Ilfffim""'""""'""III'"T"'' ,1'
..
-2TI6x6x120
1+ 1 bulloni M24
Piastra s = 20 mm
saldata all'HEA 300
II-
HEA 300
.~~
2 L 60x120x8
SEZIONE STRADALE
TIPICA
A MEZZACOSTA
---"----_.. - --~--- -~
-- ._--
E/ab. 15
---
di calcestruzzo semplice
Il.1
In muratura
10
Profilo di scavo
del cassonetto
- - Cunicolo ar,eato
Argmello
3
2
--'-_..caditoIa stradaie
fognoro 0
S fRA[ O Di USURA
tCDflgtomerato
per acquedotto
"
p er 98S
(conglomerato bituminoso)
FONDAZIONE
_"Mi""'I"
1I111i!lM1!!U~-II''"'',,",k''
Elab.16
Scala 1:20
Scala 1:20
34-ft
50
Bi
_ 106
.....
.. ..,/'
",;v
120
Eventuale
intersezione
...
Rete 08/25x25
- Rete
!.O li I L:Jlf /
ID
o
,...
co
"<t
l'
.--r--~-~~~~
..
a:
-1
116
Elab, 17
VISTAW-W
SEZ. A -A:
Scala 1 :50
Scala 1:50
183
'3
~il
5i
~~i
530
170
156
224
~~ ..
136
~~
Pianerottolo
di piano
('f)
1
l'
N
~
--~
E-I
I -----r
iiilii
"'~'~!i',."'>Jl'~~,Il~.lIk..I _ _ _ _
dei pilastri o con dei lati della sezione orizzontali dei pilastri,
agli assi o alle pareti spiccate dal solaio e vicine agli assi
stessi.
za e lo spessore relativo.
Gli infissi sono catalogati con una sigla, che rimanda all'al
o'i'
e1_!
53
.z~.
i1et
....
1ft.,
,.,
~~
v
.J~
1. Premessa
Si tratta della sezione esecutiva del progetto di ristrutturazione
del cortile interno di un Ospedale. Il cortile limitato da due
pareti affacciate parallele di cui una visibile sullo sfondo e
da due muri controterra, che limitano altrettanti terrapieni. Il
progetto prevede il collegamento delle due pareti affacciate con
una serie di 4 passerelle sovrapposte (visibili sulla sinistra) e la
copertura dell'intero cortile con una grande struttura metallica.
All'interno del cortile contenuto un gran serbatoio cilindrico,
che il piano della sezione, frammentato in due piani paralleli,
lascia deliberatamente alle spalle e perci invisibile (se ne
vede solo una proiezione tratteggiata).
La struttura metallica di copertura appoggiata a 2 pilastrate
parallele ai muri contro terra, che formano pure le strutture por
tanti di due grandi vetrate.
Una di queste visibile nell'elaborato 4. Vetrate sospese sono
pure presenti nel piano di copertura e sono visibili in sezione.
La sezione della vetrata di destra visibile nell'elaborato 13.
indicati in 3.1.
razione.
PROSPETTO LATERALE
1998.
.~'
- s.!@t2~moisolante. qe!!2~s.ore di 3 cm,ancorato alla tac
~'il
Ili
~~-~!
~,
iv
-J~
88
rParte Quinta
l'elab. 3.
(a toppe).
con collante.
scossalina.
sore.
5l
~
iii
'2
"'.""~"'""~'--------------------------------------
_.'............-
..
..
,."
PIANI URBANISTICI
Note introduttive
Con il termine territorio si intende un'unit geograficamente ri
conoscibile o amministrativamente delimitata, ad esempio: una
vallata, un' isola o una Provincia, un Comune. Il territorio il
risultato di un insieme di eventi naturali ed umani assai com
piessi.
Gli eventi naturali riguardano la formazione del territorio e di
conseguenza la costituzione delle sue caratteristiche fisiche
nonch le trasformazioni indotte dagli agenti atmosferici.
Gli eventi umani riguardano invece le trasformazioni agrarie e
urbane, la realizzazione delle reti infrastrutturali e le innumere
voli forme di sfruttamento delle risorse mediante tecnologie
variamente impiegate. Evidentemente non sempre i risultati di
tali operazioni sono soddisfacenti e specialmente nel
periodo gli effetti causati dalla combinazione di tali fattori sono
imprevisti ed inaccettabili.
Si presenta quindi, sempre pi di frequente, la necessit di re
golamentare le diverse realt territoriali in forme pi adeguate
alle esigenze qualitative, presenti e future, delle popolazioni
insediate. Ne derivano operazioni di pianificazione con varie
caratteristiche e livelli.
..; r'1~
li!!:fi
.'~-;'?P::"fi{;~':7;;'.o
i,:;.A;
...
,,,;,
";
1) ~i;;~
Piano
di
inquadramento
Piano
quadro
4""""~
_ _ "''''''_'~'''U.1I~~~_
"".. ww.<'_.........,
~
l1li.......'1"',,",'"''
Piano
esecutivo
111fJ18_d
~ l~
_detto Piano esecutivo un piano che si pone come strumE:)nto
'._'~.,
'3
Il~i
DI ... !
I!a
1er~
iI)':)
~,
v
o)t
'211)
future.
~ ~.~" f ,,:-. ,
II~ ~"~1;e~
PIANO TERRITORIALE
PROVINCIALE
.....'.."7.
~'1f,
~~
,~ ~.<:.r
Il Piano Territoriale Provinciale (PTP) uno strumento del quale
si discute molto, ma di fatto con pochi riferimenti reali. Esiste
comunque la tendenza, fortemente contrastata in passato, a
delegare notevoli competenze in materia urbanistica alle Pro
vince il cui territorio potrebbe, in qualche caso, coincidere con
quello di un'area metropolitana (Milano, Torino, Roma, ecc.).
Numerosi tentativi di interpretare diversamente l'esigenza di un
livello intermedio di pianificazione (comunit montane,
comprensori, ecc.) hanno dato ben modesti risultati. Si per
tanto riconsiderata la possibilit di utilizzare, come livello inter
medio di riferimento, il territorio provinciale, gi dotato di pro
prie strutture amministrative e politiche e di una configurazione
ormai storicamente collaudata.
Il PTP discende dal PTC regionale e, recependone indicazioni
ed indirizzi, fornisce indicazioni ancor pi dettagliate per lapia
rr:-~-: ~ ~~~
~ ... ~-
il. . 1U'l
. . . .K
..
PIANO REGOLATORE
Il Piano Regolatore Generale (PRG) lo strumento urbanisti
co obbligatorio, riguardante la totalit del territorio comunale.
Il PRG ha lo scopo di organizzare l'assetto comunale com
plessivo e di regolamentarne le varie parti, urbane ed
extraurbane, secondo principi di corretta funzionalit e quali
t formale, ponendosi come obiettivo un organico sviluppo
del territorio.
Il PRG deve tener conto degli indirizzi che discendono dal Pia
no Territoriale di Coordinamento e dai vincoli esistenti al mo
mento della sua formazione.
Dal punto di vista normativo il PRG disciplinato dalla legge
urbanistica nazionale (legge n. 1150/4?,S:.?p:!!!), da alcuni pro'
vedimenti successivi (tra i quali la legge n. 1187/68 detta legge
Tampo~e, la legge n. 756/",-3, la legge n. 94/82 detta legge _1_?
Nicolazzi, e la legge n. 203/82t e dalle varie legislazioni regio
nali in materia urbanistica. Rilevante anche il D.M.LL.PP. n.
1444/68.
Il PRG deve indicare:
la rete delle principali vie di comunicazione stradali, ferro\iia
rie e navigabili e dei relativi impianti;
- la divisione del territorio comunale in zone omogenee con la
!bIM!I~I~;'~~:
ELABORATI DI PROGETTO
in:
~
5z
~
IJ
'2
.. ..
~~~~~
..
.w~~"~~~~~~.~~~~~~''''''A~
.nMMn.n'_.'.'~'"AI~ijj~~~~""~"""""""~",,,,",,,,_
PROCEDURA DI APPROVAZIONE
- Disposizioni generali:
Prescrizioni di attuazione:
contengono le prescrizioni per l'attuazione degli interventi
particolari, prescrivono norme volte alla tutela dell'ambiente
costruito e naturale, fissano gli standard urbanistici.
- Previsioni e prescrizioni circa l'azzonamento del territorio.
,,' ATTUATIVI
.......
r--'
PIANI ESECUTIVI
. , ~ -,. . . . O
,,
... I,.
Sono quepiani che, in accordo con le previsioni del PRG, pre
cisano gli interventi sul territorio e ne organizzano l'attuazione.
Essi riguardano ambiti spaziali molto limitat~. I piani attuativi
operano a livello delle singole propriet e rendono possibile,
anche attraverso l'acquisizione forzosa dei suoli, !'intervento
pubblico o privato. Hanno durata limitata.
IV
...
~
~
!;;
..,..--~
: -
......
.,
''''''....
edifici.
venti.
ELABORATI DI PROGETIO
PROCEDURA DI APPROVAZIONE
1) Il PP viene adottato con delibera dal Consiglio Comunale.
a controdeduzioni.
Il
Ili
iz
~
in
'2
"""I,IiiI'IiiI""""IiiI'""""--_______________________
n~"'",.,,"'
PIANO DI RECUPERO
ano di Hecupero (PH) uno strumento urbanistico esecu_ti=
vo del PRG introdotto dalla legge n. 457/78 (art. 28). Il PR
utilizzabile ove esistano precise esigenze di recupero edilizio
e/o urbanistico. Pu essere sia di iniziativa pubblica (comuna
le) che privata (i proprietari di edifici da recuperare, singoli o
. _.- -
riuniti in consorzio, lo propongono al COIlJ!l!l.~).
. Il PR presume un'analisi molto accurata dei singoli edifici e
dell'area nel suo insieme, _d.istinguendo tra parti recup_rrabili
(mediante diverse metodologie) e parti non recuper~bli da
sottoporre a ristrutturazione urbanistica.
Durante la fase analitica diviene quindi indispensabile censire
tutti gli edifici oggetto di intervento, precisando per ognuno di
loro: la tipologia, il numero dei piani, l'epoca di costruzion.~-,
le destinazioni d'uso, la dotazione di servizi, lo stato di con
servazione interno ed esterno (o livello di degrad_o) noncb
!'interesse storico-ambientale ricoperto dalla costruzione. Da
questa fase analitica devono discendere precise indicazioni
grafiche e normative.
Nella redazione del PR l'area di intervento pu essere articola
ta in: settori, comparti, unit edilizie; comunque dev'essere sem
pre in~icata l'area minima di intervE:3nto.
Gli elaborati che accompagnano il PR sono simili a quelli del
PP con l'aggiunta degli elaborati analitici e di dettaglio
PIANO
DI LOTTIZZAZIONE
;i!.
.:.:'=;~~"1
C l'~_ :~:~?~:~'.;
.!.!..Piano di Lottizzazione (PL) uno strumento urbanistico E3S~:
cutivo di iniziativa privat.fh~ attua, nell'ambito delle zo~con
destinazione residenziale, o in qualche caso produttiva, le P!~~
garanzie finanziarie.
lottizzante e il Comune.
torit d'imporlo.
per il PP.
H'"
~.;"(:"
~ ...: ""',~'
..
~.Ii elaborati previsti per il PIP s()no quelli consueti per un pi~D.9
Il
te
CiII
5z
~
iii
;,.
\:o
" ,,:::~';::'~;:'~~':7'
~~~~~~~~~~~~~~~:~'~''':'::'''I'~II''::::I''I':'''':'''':::::HhiI::k,:JI'I~IIII!llI~III:IIIIIIIIII
l1li1111111111.111l1li
ZONA F: compr~ndElJe
del territorio destinate ad attrezzature di interesse generale.
- - - ----- - - '------._
T~
12
18
Verde attrezzato
Istruzione
4.5
Parcheggi pubblici
2.5
Servizi di quartiere
N.B. Ove le zone C siano conti ue o in diretto rapporto visuale con.E?rticolari zone delt~[rit~ri~ (coste, laghi, corsi d'ac ua importan
a quantitminima di _s.QaZklperYerd.aJ2ubQU~9 }issata in 15,00 mq a.....
----~-.
-'
Attivit collettive, verde pubblico, parcheggi pubblici: minimo 10% della superficie destinata all'insediamento.
'3
~~
'l:
~er
in~
i
~
~Attivit
Standard residenziali:
i5
l1Q
1),
.sL.P +
5 't\Q
D\
5L.P
'
pw-c..'
':.
25,00 mq
Verde attrezzato
12,50 mq
Istruzione
5,00 mq
Parcheggi pubblici
2,50 mq
Servizi di quartiere
5,00 mq
z.s
~~
N.'B.2 In comuni infenorl a 2000 abitanti gli standardsono pari a 18,00 mq/ab.
--- -.-----.,
11~ )( ~1..0
Acr~
~D ~c.
1t\ln;rtP)b\Jo
Io
'2
""""~"'"""""''''''''''''I'"''
_ _ '!IIII!H,_m'I'!"''''J~jl~)\>~ll~I'I,'1111~"iiW"'I"~I"llill!iO~;~Ii~!HlIlIIIiW@I'UJljHl!ijlf!lllll!illl,lmfllQllIIlllllIlII1llrmI!HhIlRiiiiiRIH!iU4iUl.HiimMiMiHMNii,lt \iU ;,
j~'~
i.~~
~~~
Verde. sport, parcheggi, centri sociali e mense: minimo 20% della superficie destinata all'insediamento.
f#56'"'1
c(\
Standard residenziali:
120 mc pro capite per comuni fino a 2000 ab. - 90 mc pro capite per comuni superiori a 2000 ab.
N.B. In caso di destinazione d'uso esclusivamente residenziale i valori di cui sopra sono rispettivamente: 100 mc e 75 mc.
Totale
26,50 mq
Totale
26,50 mq
Verde attrezzato
15,00 mq
Istruzione
4,50 mq
Parcheggi pubblici
3,00 mq
Servizi di quartiere
4,00 mq
iii;;'" '~~:::~"~"
Standard residenziali:
100 mc procapite.
io
'2
Totale
27,50 mq
Verde attrezzato
15,00 mq
Istruzione
4,50 mq
Parcheggi pubblici
3,50 mq
Servizi di quartiere
4,50 mq
.,. t
~~
104,'parte Sesta
'}
Standard residenziali:
~-""
i&~
47/78
Ciltfot
("C\
Totale
25
30
Verde attrezzato
12
16
Istruzione
Parcheggi pubblici
Servizi di quartiere
N.B.1 In comuni con insediamenti di carattere turistico il dato 25 mq /30 mq va calcolato ogni due posti letto anzich pro capite.
N.B.2 Il piano territoriale comprensoriale pu comunque stabilire standards inferiori ma comunque mai sotto 20 mq pro capite
per comuni inferiori a 10.000 ab., e 25 mq per i comuni restanti.
Minimo 15% della slp destinata all'insediamento di cui 5% per parcheggi pubblici e 10% verde pubblico.
Minimo 100% della slp di cui il 40% per parcheggi pubblici e il 60% a verde.
Standard residenziali:
Non menzionati dalla legge; in genere si usa lo standard nazionale (25 mq di slp pari a 80 mc per residenza - 5 mq di slp pari a 20
mc per servizi). A titolo puramente informativo, in una sessione d'Esame di Stato, lo standard richiesto stato di 120 mc pro capite.
mq/ab.
ROMA
mq/ab.
Totale
18
24
23.5
Verde attrezzato
15
13
QV
Istruzione
4.5
4.5
4.5
"211)
Parcheggi pubblici
2.5
2.5
Servizi di quartiere
N.B. Il piano territoriale comprensoriale pu comunque stabilire standard inferiori ma comunque mai sotto i 18 mq pro capite per
comuni inferiori a 10.000 ab. e 24 mq per i comuni restanti.
Standard urbanistici per gli insediamenti in zona D:
Minimo 15% della slp destinata all'insediamento di cui 0,6 mq della slp per spazi pubblici e 0,8 mq della slp per verde pubblico.
Standard urbanistici per gli insediamenti in zone commerciali-direzionali:
Minimo 100% della slp di cui il 40% per parcheggi pubblici e il 60% a verde.
Standard residenziali:
In genere si usa lo standard nazionale (25 mq di slp pari a 80 mc per residenza 5 mq di slp pari a 20 mc per servizi). A Roma, 25
mq (di slp) x h 3,20 interpiano pari a 80 mc per abitante per la parte residenziale ed il 15% relativo, destinato ad attivit per negozi
(si intendono sia esercizi commerciali sia paracommerciali) e ad attivit amministrative di servizi. Art. n. 2 NTA del PRG.
~1
~
o)t.
~~ ~
i\.~~
It
,-5/)1:
1
Totale
18
24
Verde attrezzato
12.5
Istruzione
4.5
Parcheggi pubblici
2.5
2.5
Servizi di quartiere
C'n
DISTACCHI
Classificazione delle strade (D.Lgs. 285/92 Nuovo Codice della strada)
-
---------- - - - - - - - - - - - - -
--------
----
DISTACCO EXTRAURBANO
Mt 60,00
Mt 30,00
Mt 40,00
Mt 20,00
Mt 30,00
Mt 20,00
E) Strade vicinali
Mt 10,00
A) Autostrade
-~'~-'-----~----'-----------
/,
-----
DISTACCO URBANO
CLASSIFICAZIONE STRADE
~~--_._-._--
..
I
I
Ii
..
DISTACCO URBANO
Mt 10,00
Mt 7,50
Mt 5,00
I
I
j
m"IIi!~
iv
o)f!
'2\1)
Mt 10,00
~~
~,
-_._ ----------
lJ
I;;.
B~'c:
i\,~~
i~;
,-iD...,
cC\
~~
tiB
v;
$0
Parte Settima
RESIDENZA
Altezze e superfici
Calcolo dell'altezza massima dei fabbricati:
a) Tetto a falda - ~ alla gronda
b) Tetto piano -) a seconda del R.E.: intradosso o estrados
so dell'ultimo solaio
Altezze minime degli ambienti residenziali (D.M. 5 luglio 1975):
(\I~
Corridoi
Letto
Mt 0,50
Mt 1,50
Mt 3,00
Soggiorno
Pranzo
minimo h. 2,70
Disimpegni
Ripostigli
minimo h. 2,4 o
Cucina
Bagni
,\
Calcolo superfici
Lorda = complessiva
Utile = escluse le tamponature
Calpestabile = escluse le tamponature e le tramezzature
Sip
superficie lorda di pavimento o di piano (sommatoria di
tutte le superfici lorde dei piani dell'edificio).
",II'II'I!
Superfici minime degli ambienti residenziali (D.M. 5 luglio 1975 + L. 513/77 + L. 457/78 + Leggi regionali + R.E.):
DESTINAZIONI D'USO
MQ NORM. NAZIONALE
MQ R.E. MILANO
-----------------
Soggiorno
Mq 1
- - - - - - - - - - ------
X.
Mq 14,00
----------------
'rfQ 'l,oo
Pranzo
- - - - - - - - - - - - - - -------
> I,OO~
< ~,OO '1.Q.
Mq 5,00
Letto matrimoniale
Mq 14,00
Mq 14,00
Cucina abitabile
<Mq 8,00
Mq 14,00
-----------------------
Letto doppio
Mq 14,00
Mq 14,00
Mq 12,00
-------------------------------
Letto singolo
Da mq 9,00 a mq 10,00
Mq 9,00
Mq 9,00
------------------------
Pluriuso
Mq 9,00
Mq 9,00
--------------------
Studio
Mq 7,00
-------------------
Wc
f-
- ~,50 '1Q.
Da mq 3,50 a mq 2,00
Da mq 3,50 a mq 2,00
N.B. Nelle sedi d'esame non riportate viene accettata normalmente la normativa nazionale.
tt
8~~
-.[~
it~;
~jj)~
cf\.
~~
~J
v
~o
(\I~
Edilizia residenziale e non, privata e pubblica di nuova costruzione e ristrutturata (D.M. 236/89):
PORTE
d'ingresso
- interne
LOGGE
CORRIDOI/PERCORSI
SCALE
private
parte comune
RAMPE
luce netta
luce netta
h parapetto
larghezza
larghezza
minimo
minimo
minimo
minimo
minimo
larghezza
larghezza
minimo 90 cm
minimo 120 cm - pedata minimo 30 cm I alzata 16 cm - 2A+P=62-63-64
A = alzata
P = pedata
min imo 150 cm
max8%
un Dianerottolo da 1,50x1,50 oani 10 metri lineari di ramDa
larghezza
pendenza
80 cm
75 cm
100 cm
150 cm
100 cm
segue
ASCENSORI
Edifici non residenziali
di nuova edificazione
- cabina
larghezza
profondit
- porta
luce netta
- pianerottolo
dimensione
Edifici residenziali di
nuova edificazione
- cabina
larghezza
profondit
- porta
luce netta
- pianerottolo
dimensione
Adeguamento edifici
preesistenti
larghezza
- cabina
profondit
luce netta
- porta
dimensione
- pianerottolo
PARCHEGGI
handicappati
posto auto normale
quantit
dimensioni
dimensioni
110 cm
140 cm
80 cm su lato corto
150x150 cm
95 cm
130 cm
80 cm su lato corto
150x150 cm
80 cm
120 cm
75 cm su lato corto
140x140 cm
to precedente.
za 110 cm.
~C'
8~c
~~6
jg~l
~to~
<:(\
Parte Settima
Criteri di progettazione:
accessibilit: esprime la possibilit, per una persona con han
dicap fisici o sensoriali, di fruire dello spazio costruito in modo
autonomo senza rischi per la propria sicurezza.
visitabilit: indica un livello di accessibilit limitato ad una par
Prescrizioni tecniche:
~~
~it
V~
~O
(\J~
-------~--
ACCESSI
- porta d'ingresso
- porte interne
CORRIDOI
CUCINA
BAGNO
CAMERA
luce netta
luce netta
larghezza
90 cm
80 cm
minimo 1,20 m
spazio tra mobili e apparecchiature minimo 1 ,35x1 ,50 m
vedi edifici pubblici
minimo 90 cm
minimo 110 m
Normativa specifica
luce netta
lunghezza
pedata
alzata
RAMPE
pianerottolo
SCALE
ASCENSORI
Edifici pubblici
attivit produttive - attivit
agricole - terziario con pi di un piano fuori
terra
Minimoun ascensore
- cabina
dimensioni
- porta a scorrimento
luce netta
LOCALlIGI ENICI
In tutti gli edifici ad eccezione della residenza
- porte
- sanitari
- accessori
quantit
IH5
.i
>
\te,
=l
>s
~.,.
Il ....
:1\
~~
Parte Settima
SALE SPETTACOLI
N.B. importante che gli spazi
;o
'
MOBILITA URBANA
pendenza
avimentazione - - - -
--
___
1,50 m
1,80 m nei luoghi di maggior traffico
quantit
dimensioni
5,00x3,50 m oppure
l.
5,50x3,~
'IIIlIIilIlI""11It1
:'lIli11i1i11i1:ill!~~!iNillllllllllilillllii!lillllilil:rlllilllll1,111!!III,II!!!iII,I"I"IIII:II:
c:
ANTINCENDIO
Norme antincendio
Circolare 14 settembre 1961 , n. 91 Carico d'incendio e re
sistenza al fuoco.
D.M. 16 febbraio 1982 Attivit sottoposte al controllo dei
Vigili del fuoco.
D.M. 30 novembre 1983 - Termini, definizioni e simboli gra
fici.
Legge 7 luglio 1984, n. 818 - Nulla Osta prowisorio e tecnici
abilitati alle perizie e certificazioni.
D.M. 1 febbraio 1986 - Prevenzione incendi parcheggi e au
torimesse.
D.P.R. 16 maggio 1987, n. 216 - Prevenzione incendi negli
edifici residenziali.
D.Lgs. n. 626/94 Squadre aziendali, piani di emergenza,
misure minime su percorsi e uscite di sicu~zza.
'
;-o:P.R. 12 gennaio 1998, n. 37 Regolamento di prevenzione
incendi.
D. M. 10 marzo 1998 - Valutazione dei rischi di incendi, misu
re tecniche generali.
D.M. 4 maggio 1998 Modalit dei CPI, rilasci, rinnovi,
sopralluoghi e perizie tecniche.
Carico di incendio:
Altezza antincendio:
Altezza massima misurata dallive.UQ inferiore dell'aperti Ira pi
alta dell'ultimo piano abitabile elo agibile. escluse guelle dei
11=
m
'B:J~l
lCow&mrtimentii
sate dall'incendio.
~
~te aerato
C'
t~
[f,1i
-t ~
""~C
~bt.
{f1D~
Cl\
Luogo sicuro
Luogo all'aperto o in diretto contatto con l'esterno e protetto
dal fuoco con strutture R.E.I.
~~
.;t
v ;
~O
(\I"
ISCalaaprova dr turno,
Scala delimitatada muri R.E.I. e disimpegnata da un fil!~~.
Vie di fuga
Percorsi individuati e opportunamente segnalati all'interno del
l'edificio che devono condurre nel pi breve tempo possibile
ad un luogo sicuro.
riore a mt 12.
" decreto sopra citato detta le caratteristiche costruttive e
c:::o::r=p-=o~s:-:c:::a-'::la::-e-::-:-u;::n::::a-:z:-::o::;n::;a:-lf::TrItl"":'ro:=-::c:-:::o'-:::n:-:s"""t""
ru-:J:ttr.u7:r-=a-e::-::p::::":orte'REi120.
....---
--- ---_
2 ,Q$
.."~......
D.M. 1 febbraio 1986 - Norme di sicurezza per la costruzione e l'esercizio di autorimesse e simili
Le autorimesse poste al piano interrato degli edifici residenziali si definiscono: sotterranee, miste, chiuse.
"-
"-----
-,---
-~------
RAMPE DI ACCESSO
I~rgbez;,s;l
pendenza
.......-""
..
a ~~IJSQ
fil~sterno)
SUPERFICIE DI
VENIILAZIONE
massimo 20%
raggio di curvatura
(misurato sul
--
a senso unico:
!,lnico: 7,00,gJ.
---
mai inferiore a 2
larnhe77rl
:l ,20 m Q (!l.IJltjQli
~I
1~5veicoli.per
i primi
~g
LOCALE PARCHEGGIO
VIE DI FUGA
(sottg~)
125 \l~
__
IDRANTI
"
USCITE DI SICUREZZA
,"
I!::!ngbezza
SCALE E ASCENSORI
- edifici alti pi di 32 m
(tom)
----
L. 818/84
Disposizioni in ordine al rilascio del Nulla Osta Provvisorio
per le attivit soggette ai controlli di prevenzione incendi.
Tutte le attivit a rischio incendi, presenti nell'elenco del D.M.
16/2/82, devono autodenunciarsi ai Vigili del Fuoco e provve
dere ad attuare uno stato minimo di sicurezza tale che i tecnici
1J
C'
I~~
-t
"'}>
c,
j~~
wlD
CO
~~
~i!
V~
~()
(\I
Parte Settima
,".~._.
..,1...
'II-
,~,,~ ..... ~.
Il
CONTENIMENTO ENERGETICO
Legge n. 373/1976:
l'installazione,
struire o da ristrutturare.
se nei limiti fissati dal D.P.A. n. 1052 del 28 giugno 1977 riferito
Legge n. 10/91
Individua le nuove norme in materia di risparmio energetico
per un suo utilizzo razionalizzato e con l'obiettivo di sviluppare
fonti rinnovabili ed alternative di energia.
Nei Comuni con pi di 50.000 abitanti i PRG devono prevedere
un piano d'uso delle fonti rinnovabili di energia.
Alla Legge allegata una tabella che contiene le regole termi
che per gli interventi da attuarsi negli edifici esistenti.
Strettamente correlata al problema del risparmio energetico la
C.M. 1196/1991 indica a tale scopo le linee d'azione per la
fluidificazione del traffico urbano. Inoltre il Ministero dell'Indu
stria con D.M. 7 ottobre 1991 ha provveduto a fissare il periodo
dell'anno e la durata massima giornaliera dell'attivazione degli
impianti di riscaldamento in base alle aree geografiche.
Coefficiente di dispersione termica:
Cg = Cv + Cd
Cv: dispersione termica per ricambio volumico di aria negli
ambienti = 1/3
Cd: dispersione termica attraverso le pareti = 2/3
EDILIZIA SCOLASTICA
Norme per la progettazione e la realizzazione di edifici sco
lastici
D.M. 18 dicembre 1975
L. 11 gennaio 1996, n. 23
""'H<I'Iflili"I#IiI!~I<U,II~!IIII~I!fIII~lwh#HI~)fIljlill~!lHMI~il,,!~~:~IIHi*I~KII~IIIlI.~!tlIi~~ml:
.\,:
~~
'So
,
,~
~(\
,"9...
~
()
Prescrizioni generali
Le suddette leggi, oltre a dettare le caratteristiche generali rela
tive agli edifici scolastici ed alle aree su cui insisteranno, defini
scono delle norme specifiche relative agli spazi minimi, al chiu
so ed all'aperto, per alunno, le altezze minime degli ambienti, i
rapporti aeroilluminanti, il numero e le caratteristiche dei servizi
igienici e le prescrizioni specifiche relative all'asilo nido ed alla
scuola materna.
Di seguito vengono riportate analiticamente le principali indi
cazioni di cui sopra:
Rapporto tra area cORerta e area totale::; a 1/3
Edifici ad un piano (asilo nido/scuola mat~, fino a due,
(elementare e media}, tr!=l piani o pi (istituti superiori)
Per ogni alunno bisogna calcolare minimo 25,00 mq (di cui
7,00 mq di edificato e 18.00 mqaiPaperto)
'2apporto delle superfici aeroBI! Imina.nti > a 1/5
Altezza minima~Ii amb!enti: 3,00 m!
SerVIzI Igienici separati per sesso (eccezion fatta per la
scuola materna) c~rtifiialmente e wc a~eatO
naturalmente. Minimo tre water per sezione di scuola n:ater
--- ----{,la,.
2 ciclo
TUTELA AMBIENTE
Bellezze naturali, beni culturali, aree protette.
RD.363/1913 Antichit e belle arti
L. 1 giugno 1939, n. 1089 - Tutela delle cose di interesse
artistico e storico
turali
te
tistico
legge Veltroni.
diii
Alk~_"nl)',,,,,,,
!.
--------------~~-------------~-
Specifiche
R.D. 363/1913 - Antichit e Belle Arti
Legge n. 1089
a legge sulla protezione delle cose d'interesse artistico e
storico (compresi i beni archeologici); ribadisce quanto detto
dal R.D. 363/1913 e disciplina:
- la conservazione e l'alienazione delle propriet sottoposte a
vincolo;
- le scoperte archeologiche;
la riproduzione delle opere d'arte di propriet dello Stato o di
Enti Pubblici;
individua e cataloga i beni mobili ed immobili;
include i beni fino al 1889, cio fino a 50 anni antecedenti la
promulgazione della legge stessa, come: autografi, quadri,
I PIANI PAESISTICI
I due procedimenti (in base alle leggi del 1939 e del 1985),
...
-J
__
i.
lJ
j i'
-I<
it~
"'IO~
c(\
~~
jI;:
"';
~o
(\l'
Parte Settima
verslta agrane;
- nei luoghi incendiat~_~E~r il rimboschirngoJ:o.
di
civico.
settori di intervento:
1=::::'~~jH':w,\I"
iillJ.w,,~'
mq).
si oarcheggi privati.
. .. ..
;1
_superficie
fondiacia.
TERMINOLOGIA URBANISTICA
Uf (mq/mq) -Indice di utilizzazione fondiaria:
Dal
Codice Civile (Libro terzo, Sezione V):
urban izzazione.
non minore di tre metri. Nei regolamenti locali pu essere stabi
Ut (mq/mq) - Indice di utilizzazione territoriale:
lita una distanza maggiore.
Definisce la massima Superficie Lorda di Pavimento (SLP)
I
supertici~
."-""_._._.~""'"---~_.-""---_._."
~~
~6
!o>
.,~
:-1'\
,~1?
...
~
;o
-----------------------
Parte Settima
..,
."-,,---------------
dal piano di utilizzo antistante il fronte sino all'intradosso dell'ultimo solaio, per difici con copertura piana o con pendenza
::::>
fino al 35%;
- dal piano di utilizzo sino al punto medio della struttura di co
pertura se que~ta ha pendenze superiori al 35%;
H virtuale (mi):
Se" (mQ.}..-
Superficie coperta:
...........
perfici.
--....--
-,_.:.-_-----_...::::=--
11:::::-:
~1U~~\II1ItI1"'"
-----------._-----.-._--
------------_._-_._-----_._~---J-._--------
Normativa specifica
127
~~~~~~-~~~~~~~~~---------~
~i int~nde come prodotto tra la SLgdei singoli piani della co
Superficie oeeupataJ.rngf - -
struzione per l'altezza yjrtuale, convenzionalmente pari a 3 111,
solidati.
1/ volume costrdi61ie~OlT!wende:
Su (mq) - Superficie utile dell'alloggio:
-~---- --
gate dalle pareti penmetrali~ daiieparetTesterne, gai Ri~~
denza, uffici o attivit produttive;
dai vani delle porte e delle portefinestre, dalle canne di aerazione
zone
--
Rf (%) - Rapporto di permeabilit:
--
---~._-_.