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SupervisioneScientifica
Prof.AlessandroGargini
Idrogeologo
Percontodi:AlmaMaterStudiorum
UniversitdiBolognaDipartimentodiScienze
Biologiche,GeologicheedAmbientali
Il presente documento stato elaborato da:
ENGEOPRAXIS S.r.l.
Via di Donna Olimpia, 166
Roma 00152
Staff:
Dott. Geol. Giovanni De Caterini
Dott. Geol. Gabriele Leoni
Dott. Geol. Paolo Zaffiro
Ing. Martina De Vita per lAllegato 6 (modello di flusso)
Supervisione Scientifica
Prof. Alessandro Gargini - Idrogeologo Per conto di: Alma Mater Studiorum Universit di Bologna
Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali
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INDICE
1 PREMESSA ............................................................................................................................................................................... 5
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9 CONCLUSIONI ........................................................................................................................................................................ 76
10 BIBLIOGRAFIA........................................................................................................................................................................ 80
ELABORATI GRAFICI
ALLEGATO/APPENDICE
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1 PREMESSA
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sottosuolo presso la localit I TRE MONTI nel comune di Bussi sul Tirino (PE) -
Cericola Carlo Tecnologie per lAmbiente (2007).
Elaborati Grafici Planimetrie Generali - Lavori di indagine conoscitiva mediante
esecuzione di sondaggi al fine di verificare lesistenza, la consistenza e la diffusione di
sostanze inquinanti nel sottosuolo presso la localit I TRE MONTI nel comune di
Bussi sul Tirino (PE) - Cericola Carlo Tecnologie per lAmbiente (2007).
Elaborati Grafici Ubicazione Sondaggi e Piezometri - Lavori di indagine conoscitiva
mediante esecuzione di sondaggi al fine di verificare lesistenza, la consistenza e la
diffusione di sostanze inquinanti nel sottosuolo presso la localit I TRE MONTI nel
comune di Bussi sul Tirino (PE) - Cericola Carlo Tecnologie per lAmbiente (2007).
Stratigrafie Sondaggi e Piezometri - Lavori di indagine conoscitiva mediante
esecuzione di sondaggi al fine di verificare lesistenza, la consistenza e la diffusione di
sostanze inquinanti nel sottosuolo presso la localit I TRE MONTI nel comune di
Bussi sul Tirino (PE) - Cericola Carlo Tecnologie per lAmbiente (2007).
Attivit di P.G. delegata Proc. Penale b. 12/2006 R.G. Notizia di Reato / Mod. U. -
Trasmissione Risultati analitici ARTA 31 marzo 2007.
Attivit di P.G. delegata Proc. Penale b. 12/2006 R.G. Notizia di Reato / Mod. U.
Campioni di Terreno prelevati in Comune di Bussi sul Tirino. Invio rapporti di prova
ARTA 30 giugno 2007.
Elaborato Carta Piezometrica Stazione Bussi del 06.06.2007- ARTA
Campioni di acque sotterranee prelevati nel Comune di Bussi sul Tirino. Trasmissione
Rapporti di Prova ARTA 13 settembre 2007.
Consulenza Tecnica sulla Contaminazione in Atto nellArea del Polo Industriale di
Bussi Di Molfetta, Fracassi (Marzo 2008).
Verbale riunione del 08.09.08 Ipotesi di ampliamento sito di interesse nazionale (SIN)
Bussi sul Tirino (PE).
Verbale della Conferenza di Servizi ex art.14, L. 241/90 e sue successive modifiche e
integrazioni, tenutasi presso il Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del
Mare in data 28/10/08.
Procedimento Penale n.12/2006 R.G.N.R. (Tribunale di Pescara) - Valutazione del
danno ambientale ISPRA (Dicembre 2009).
Verbale della Conferenza di Servizi ex art.14, L. 241/90 e sue successive modifiche e
integrazioni, tenutasi presso il Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del
Mare in data 11/02/10.
Progetto per la messa in sicurezza demergenza del sito in localit I Tre Monti nel
Comune di Bussi sul Tirino Progetto redatto da E&G S.r.l. (Ottobre 2010).
Rapporti di prova dei campioni di acque sotterranee prelevati nel Comune di Bussi sul
Tirino Certificati Laser Lab (Marzo 2011).
Piano di caratterizzazione Integrativo ai sensi del D.Lgs 152/06 inerente al sito Solvay
Solexis di Bussi sul Tirino (PE) Progetto redatto da ENVIRON Italy S.r.l. n. IT1000682
(Maggio 2011).
Indagini per la verifica degli interventi di MISE del sito in localit I Tre Monti nel
Comune di Bussi sul Tirino Progetto redatto da E&G S.r.l. (Maggio 2011).
Progetto per il completamento della M.I.S.E. del sito in localit I Tre Monti nel Comune
di Bussi sul Tirino Progetto redatto da E&G S.r.l. (Ottobre 2011).
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Studio di fattibilit finalizzato allindividuazione di un programma di Interventi urgenti,
prioritari e Infrastrutturali per lavvio della bonifica del sito di interesse nazionale di Bussi
sul Tirino redatto congiuntamente dalle societ E&G S.r.l. e Techno habitat s.r.l.
(Novembre 2011).
Relazione Tecnica sullo stato di contaminazione delle acque superficiali e sotterranee
lungo la valle del Fiume Pescara fra la discarica di Tre Monti ed il campo pozzi di Colle
SantAngelo redatta dal Prof. A. Gargini (Settembre 2012).
Perizia sulla contaminazione in atto nel sito industriale di Bussi redatta dal Prof. A.
Bellin (Novembre 2012).
Rapporti di prova dei campioni di acque sotterranee prelevati nel Comune di Bussi sul
Tirino Certificati Chelab s.r.l. (Luglio 2012).
Piano delle indagini integrative sul sito in localit "l Tre Monti" nel Comune di Bussi sul
Tirino (PE) - perizia di variante e suppletiva. Redatto da E&G (Dicembre 2013).
Piano della caratterizzazione della discarica abusiva situata in localit I Tre Monti
facente parte del Sito di Interesse Nazionale Bussi sul Tirino redatta da Prof. Ing.
Lombardi (Marzo 2013).
Risultati delle indagini ambientali integrative condotte negli anni 2013-2014 sulla
discarica abusiva situata in localit I Tre Monti facente parte del Sito di Interesse
Nazionale Bussi sul Tirino redatta da Prof. Ing. Lombardi (Ottobre 2014)
Inoltre nel corso della prima fase delle attivit di redazione del piano di caratterizzazione
(marzo 2013), stata raccolta la documentazione relativa al sito in esame, con particolare
riferimento alla seguente tipologia di documentazione:
- cartografia storica e attuale;
- documentazione utile alla caratterizzazione quantitativa e qualitativa delle potenziali
sostanze contaminanti presenti in sito;
- documentazione utile alla caratterizzazione geologica e idrogeologica del sito;
- studi, indagini ed analisi condotte in passato sul sito oggetto di caratterizzazione.
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2. elaborazione del modello concettuale preliminare del sito e predisposizione di un piano
di indagini ambientali finalizzato alla definizione dello stato ambientale del suolo, del
sottosuolo e delle acque sotterranee;
3. esecuzione del piano di indagini e delle eventuali indagini integrative necessarie alla
luce dei primi risultati raccolti;
4. elaborazione dei risultati delle indagini eseguite e dei dati storici raccolti e
rappresentazione dello stato di contaminazione del suolo, del sottosuolo e delle
acque sotterranee;
5. elaborazione del modello concettuale definitivo;
6. identificazione dei livelli di concentrazione accettabili sui quali impostare gli eventuali
interventi di messa in sicurezza e/o di bonifica, che si rendessero successivamente
necessari a seguito dellanalisi di rischio calcolati mediante analisi di rischio.
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2 INQUADRAMENTO GENERALE DEL SITO
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2.2 STATO DI FATTO DELLA DISCARICA E MESSA IN SICUREZZA
La discarica denominata I Tre Monti ubicata sotto i piloni dellAutostrada A 25 (Roma
Pescara), compresa tra la Stazione Ferroviaria di Bussi ed il Fiume Pescara, ed stata
individuata fin dal 2005. Tale area interessata dallabbandono di rifiuti industriali di materiali
diversi (scarti di produzione, inerti da demolizioni edili) che probabilmente vista la stratigrafia
variabile avvenuta in pi riprese nel tempo. I rifiuti sono stati abbancati direttamente sul
suolo senza alcun sistema di impermeabilizzazione, contenimento o copertura. Il fondo della
discarica corrisponde quindi al vecchio piano campagna. Tale discarica ha una superficie di
circa 33.000 m2 con spessori dello sversamento riscontrati variabili da 2,5 a 6,5 m (per circa
l80% dellarea lo spessore medio pari a c.a. 5 m), pertanto il volume stimato complessivo di
circa 165.000 mc.
Il sito in esame stato oggetto nel 2011 di lavori di Messa in Sicurezza di Emergenza
consistenti nella realizzazione di una barriera superficiale di copertura atta ad impedire
linfiltrazione delle acque che, attraversando il corpo di rifiuti, potevano raggiungere la falda
veicolando i contaminanti raccolti per lisciviazione.
Figura 2: foto aerea anno 2015 dellarea discarica I Tre Monti che rappresenta lo stato di fatto attuale
Tale barriera superficiale stata posta al di sopra della superficie rimodellata e regolarizzata
per conferire delle pendenze tali da favorire il deflusso spontaneo delle acque di ruscellamento,
convogliate mediante un sistema di canalette perimetrali e pozzetti di raccolta delle acque.
La barriera comprende inoltre un sistema di smaltimento e filtrazione dei gas eventualmente
prodotti mediante sistema di tubazioni di drenaggio del biogas dotati di cappellotti di sfiato in
sommit, muniti di sistema filtrante a carboni attivi.
In particolare, lintervento per la realizzazione del capping consistito in:
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Posa di un geotessile non tessuto agugliato, colorato, sulla colmata di materiale in
posto, senza movimentazione dello stesso, con funzione di separare la colmata di
materiale contaminato dal terreno vergine di nuovo apporto.
Regolarizzazione della superficie con materiale di nuovo apporto.
Posa in opera di un geocomposito drenante tipo TN (ovvero costituito da un geotessile
filtro accoppiato ad una georete tridimensionale) al fine di intercettare eventuali gas
provenienti dalla colmata.
Posa in opera di geomembrana in HDPE (PEAD polietilene ad alta densit) di spessore
1,5 mm, con adeguata resistenza allo strappo ed alla foratura e adatta a mantenere nel
tempo le sue caratteristiche meccaniche e di impermeabilit.
Posa di geotessile antipunzonamento.
Posa di geocomposito antierosivo (sulle sole falde inclinate).
Strato finale in materiale drenante con funzione di zavorratura e drenaggio.
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leventuale presenza di trovanti o di lenti di terreno particolarmente addensato e/o litoide che
avrebbero potuto costituire un problema allinfissione delle palancole.
Sono stati pertanto eseguiti, lungo tutto il tracciato del palancolato, n. 17 sondaggi geognostici
spinti fino alla profondit di 20,0 metri dal piano di campagna.
La tipologia di profilo realizzata del palancolato stata la configurazione cosiddetta di Jagged
wall, che ha le seguenti caratteristiche:
Infine lungo il lato in adiacenza al Fiume Pescara stata inoltre realizzata una protezione
globale in gabbioni con scogliera di base.
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3 INQUADRAMENTO GEOLOGICO E IDROGEOLOGICO
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Figura 6: - Schema geologico dell'area vasta estratto dalla Tav. 4 (Cartografia tratta da GHISETTI e VEZZANI, 1997 modificata)
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L'assetto tettonico strutturale ha una notevole rilevanza in ordine all'idrogeologia e alla
circolazione delle acque sotterranee, la cui determinazione del modello concettuale relativo
costituisce uno degli obiettivi del seguente lavoro.
Riguardo alla circolazione della falda carbonatica profonda, a carattere regionale, l'area posta
al contatto tra il margine meridionale del massiccio carbonatico del Gran Sasso e le unit
carbonatiche del Morrone.
Nella letteratura scientifica si hanno divergenze sulla posizione di questo contatto.
Secondo Ghisetti e Vezzani (GHISETTI et Al.,1991; VEZZANI & GHISETTI, 1997), le Gole di
Popoli si collocherebbero su un tratto dell'allineamento tettonico Avezzano-Bussi, laddove
questo interferisce con la linea transpressiva destra Rigopiano-Bussi-Rivisondoli: a nord delle
Gole di Popoli la spinta trasgressiva mio-pliocenica si sarebbe evoluta in corrispondenza del
fronte del Gran Sasso (allineamento di M. Cappucciata - M. Picca), mentre a sud la
deformazione, meno marcata, si sarebbe articolata secondo un sistema di accavallamenti, che
hanno dato luogo alle strutture marsicane.
Di altra opinione sono invece PATACCA ET AL. (1991) che vedrebbero, in prossimit delle
Gole di Popoli, la prosecuzione verso sud del sovrascorrimento del Gran Sasso che si
sovrapporrebbe alla struttura del Monte Morrone, continuando sotto i depositi quaternari della
Piana di Sulmona e proseguendo, infine, nell'accavallamento dell'unita Genzana-Greco.
Studi pi recenti (D'ANDREA ET AL., STIGLIANO ET AL., 1999) concordano invece sul fatto
che le Gole di Popoli non costituiscono un limite tra le due unit tettoniche, ma sono
un'incisione all'interno dell'unit del M. Morrone. Il sovrascorrimento del Gran Sasso, quindi si
riscontrerebbe pi a nord.
BIGI et alii (1997), ritengono che il sovrascorrimento seguirebbe l'allineamento Fonti di S.
Calisto - Bussi sul Tirino-Vallone S.Giacomo; ipotesi che sembra recepita anche da MASSOLI
NOVELLI et Al. (1998).
STIGLIANO et Al., 1999; CONESE et Al., 2001, invece, ritengono che il M. Picca costituisca la
propaggine pi meridionale del Gran Sasso e il sovrascorrimento sul Morrone, pertanto,
scenderebbe verso Bussi passando nella Valle Giardino.
In conclusione, ai fine del presente lavoro, quasi tutti gli autori concordano che le strutture di
colle Castiglione, tra Decontra e Bussi Officine e il M. Roccatagliata, appartengano alla struttura
del M. Morrone e, pertanto, che le gole di Popoli, nel tratto in oggetto di studio, appartengano,
strutturalmente e idrogeologicamente, all'unit strutturale del massiccio del Morrone.
La maggior parte della discarica poggia direttamente sui depositi quaternari. Data la limitata
ampiezza del fondovalle e l'acclivit dei fianchi, nelle carte geologiche (corografia e di dettaglio)
sono poco rappresentati, come superficie di affioramento, ma presentano spessori che
superano il centinaio di metri.
Sui fianchi dei versanti si riscontrano corpi di falda detritica, ma non sono evidenti tracce di
terrazzamenti fluviali, additando la superficie attuale all'Olocene (Foglio 369 "Sulmona" della
Carta Geologica d'Italia in scala 1:50.000; APAT, 2006/a, 2006/b).
L'area stata oggetto di numerose ricerche le quali hanno evidenziato la diffusa presenza nel
sottosuolo di travertini e di complessi fluvio-palustri sedimentati in conche mal drenate, poste a
tergo di dighe travertinose.
Sulla datazione di questi sedimenti le opinioni sono discordanti. CAVINATO & MICCADEI
(1995) ritengono che i depositi di travertino affioranti nell'area di Popoli e nelle gole omonime
siano intercalati ai "depositi lacustri di Fiorata" e che pertanto siano ascrivibili al Pleistocene
medio. Invece CARRARA (1998) propone di attribuirli al Pleistocene superiore e, in minima
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parte, all'Olocene, sulla scorta di alcune datazioni radiometriche. Lautore descrive in dettaglio
gli affioramenti relitti di travertino che si trovano decine di metri sopra il fondovalle attuale a
Decontra, a Bussi Stazione (ove riconosce facies di "soglia a gradinata di vasche" e di cascata)
e in altre localit poste a valle delle Gole (Tocco da Casauria, Torre de Passeri, Vicenne ecc).
Ancora Carrara riconosce, sulla base delle stratigrafie dei sondaggi geognostici eseguiti lungo
la valle per la costruzione dell'autostrada A25 (sondaggi della S.A.R.A., messi a disposizione
dall'ANAS), che i depositi di travertino "sono profondamente radicati nel sottosuolo della valle
del Pescara".
Sempre secondo CARRARA (1998), il travertino presente prevalentemente con facies
fitoclastiche (ossia a frammenti trasportati di concrezioni su vegetali) nel primo tratto delle gole,
per poi passare, nell'area della Stazione di Bussi, Bussi Officine ed oltre, ad un esteso e
potente corpo di travertino autoctono (ossia cresciuto in posto) che va assottigliandosi verso
valle, fino a scomparire e lasciare il posto a sedimenti alluvionali. Dalla Stazione di Tocco e
Castiglione fino a Piano d'Orta il fondovalle del Pescara di nuovo occupato da travertini
(placca di Torre de Passeri), potenti alcune decine di metri e poggianti sia su depositi
alluvionali che sui litotipi arenaceo-argillosi e marnosi nei quali la valle incisa.
Nel tracciare una ipotesi di ricostruzione evolutiva CARRARA (1998) ritiene che sul fondovalle
del Pescara si formarono, in tempi diversi, due principali sbarramenti travertinosi, con gradinate
di vasche e cascate sui loro fianchi esterni e bacini fluvio-lacustri e palustri a monte. Il primo si
accrebbe, nella prima parte del Pleistocene superiore, presso la Stazione di Bussi; si innalz
almeno fino a quota 320 m e prograd (ossia crebbe in avanti) lungo le gole di Popoli fino al
loro sbocco nel versante esterno della catena. L'autore ritiene possibile che esso sbarr anche
la valle del Tirino. II secondo sbarramento si form durante il tardo Pleistocene superiore
nell'area di Torre de Passeri-Piano d'Orta, crescendo almeno fino a quota 270 m. Sarebbero
poi seguite delle fasi di erosione fluviale che avrebbero smantellato ampie parti sommitali dei
travertini, per 60 m di spessore nella zona di Stazione di Bussi e dintorni, e spianato terrazzi a
quote pi basse.
Pi convincente appare la ricostruzione proposta da LOMBARDO et Al. (2001), per i quali i
travertini che si hanno sul fondovalle delle Gole (al di sotto della sottile copertura alluvionale
recente) non si elevarono mai molto pi in alto di come oggi appaiono ed appartengono ad una
terza fase di deposizione occorsa quando i travertini che affiorano sui fianchi vallivi presso la
Stazione di Bussi (fino a 300-320 m s.l.m.) erano gi stati reincisi dal Pescara. Secondo questi
Autori, la terza fase di deposizione travertinosa si ebbe tra 23.000 e 6.000 anni fa e port
anch'essa alla nascita di locali sbarramenti del Pescara.
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Poich il corpo geologico in oggetto di studio, fatta eccezione per il substrato calcareo, si
depositato in un solo ambiente sedimentario le unit litotecniche corrispondono anche a facies
deposizionali; ci ha facilitato larmonizzazione e l'associazione dei livelli stratigrafici osservati
nei sondaggi in un modello geologico continuo.
Gli studi pi recenti effettuati nella zona (D'ANDREA ET AL., 1994; BIGI et Al. 1997;
STIGLIANO ET AL., 1999; MASSOLI NOVELLI et Al., 1998; CONESE et Al., 2001) concordano
sul fatto che le Gole di Popoli non costituiscono un limite tra le due unit tettoniche, ma sono
un'incisione all'interno dell'unit del M. Morrone e che pertanto le strutture in destra e sinistra
del Pescara appartengono ad un'unica unit geologica. Il limite tra le strutture del Gran Sasso e
del M. Morrone si riscontrerebbe quindi pi a nord. E' molto importante questo aspetto per il
riscontro che si ha sull'idrogeologia in quanto il limite delle strutture geologiche prima citate
consiste in un sovrascorrimento di una massa calcarea permeabile che costituisce un acquifero,
sul flysch argilloso marnoso arenaceo considerato un acquicludo o acquitardo.
Nella carta geologica generale si pu notare come l'affioramento dei Flysch (unit 66, 78, 90)
che segue la direttrice orientata NW-SE di Valle Giardino, Forca di Penne, Bussi Officine e
Colle Castiglione costituisca, secondo STIGLIANO et Al., 1999 e CONESE et Al., 2001, il limite
tra il Gran Sasso e il Morrone, mentre secondo BIGI et Al. 1997 e MASSOLI NOVELLI et Al.
1998, il flysch di M. Castiglione continua a Forca di Penne e assegna pertanto il M. Picca alla
struttura del M. Morrone.
Da un punto di vista idrogeologico queste ipotesi hanno una rilevante importanza poich nella
prima ipotesi l'acquifero carbonatico della valle del Tirino a Nord di Bussi non drena nelle gole di
Popoli ma verso Fonte Giardino e le Sorgenti del Pescara, nella seconda ipotesi, invece, le
zone di Bussi e Bussi Officine appartengono ad un'unica idrostruttura che drena anche nel
Pescara.
Alla scala dell'area di intervento il substrato costituito da una successione prevalentemente
detritica di calcari appartenenti alle formazione dei Calcari cristallini a echinodermi e coralli
(Titonico-Barremiano) affioranti in sinistra del Pescara e dei Calcari Bioclastici inferiori e
Calcari a filaments in riva destra (Bajociano-Titoniano).
Alla base dei depositi fluviali, come riscontrato nelle cassette catalogatrici, affiorano
wackestones, grainstones e mudstones assimilabili alla formazione dei Calcari a filaments. Gli
ammassi rocciosi sono intensamente fratturati, presentano una giacitura con direzione
dell'immersione tendenzialmente NE di 20. Il substrato calcareo profondamente inciso dal
corso del F. Pescara ed stato incontrato, al di sotto della coltre fluviale, a profondit variabili
tra i 100 ed i 60 m. Nelle sezioni geologiche e nella tavola con il modello tridimensionale si nota
come il substrato presenti un'incisione nella porzione nord occidentale e tenda ad approfondirsi
e allargarsi verso la confluenza con il F. Tirino.
I depositi quaternari affioranti sui fianchi della montagna e nel sottosuolo sono costituiti da
travertini depositati in facies di cascata e di precipitazione chimica, da brecce di versante
provenienti dai fianchi delle valle e da depositi fluviali associati al corso del Pescara.
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Figura 7 - Carta geologica dell'area di intervento con la traccia delle sezioni geologiche. In Tavola 5 riportato lo stesso
elaborato in scala 1:1000.
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Figura 8 - Modello geologico dell'area di studio riportato nella Tavola 5 ricostruito per mezzo dell'interpolazione dei dati inseriti
nel database ed elaborati in ambiente cad. Le sezioni geologico-idrogeologiche in scala 1:1000 sono riportate nelle Tavole 7-8-9.
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Se si fa eccezione per i travertini fitoclastici, rilevati a diverse quote sui fianchi della valle nel
tratto tra Popoli e Bussi Officine, ascrivibili al Pleistocene medio (CARRARA, 1998), le
coperture detritiche rappresentate da detrito di versante e conoidi detritiche, corpi di frana e
depositi fluviali si sono depositate tutte tra il Pleistocene superiore e l'Olocene.
Si ipotizza che la profonda incisione del Pescara, fino a 100 m dall'attuale piano campagna, sia
avvenuta durante il picco freddo dell'ultima Glaciazione, circa 24000-15000 anni fa quando il
livello del mare scese fino a 120 m al di sotto dellattuale. In tale periodo l'azione erosiva ha
favorito lo smantellamento dei bordi della valle e la deposizione delle coltri detritiche. Con la
risalita olocenica del livello del mare riprese la sedimentazione dei travertini, favorita dalla
massiccia presenza di acque sulfuree ancora oggi presenti tra Popoli e Bussi Stazione, i quali
generano sbarramenti del corso del fiume e conseguente deposizione di sedimenti fini,
limoso-argillosi con abbondanza di torbe in facies palustre, e sedimenti pi grossolani, ghiaioso
sabbiosi, pi schiettamente fluviali. Tale ipotesi in sostanziale accordo con l'et attribuita ai
travertini di Bussi da LOMBARDO et Al. (2001).
Se ne ricava quindi che i depositi del fondovalle siano sostanzialmente contemporanei e il
rapporto laterale e verticale tra le diverse facies sia sostanzialmente eteropico.
Il modello geologico formato dalle seguenti unit, distinte dalla pi bassa alla pi alta in ordine
stratigrafico:
S) Substrato calcareo
E' costituito da una successione di wackestones, grainstones e mudstones calcarei
appartenenti alle formazioni dei Calcari cristallini a echinodermi e coralli (Titonico-Barremiano)
affioranti in sinistra del Pescara e dei Calcari Bioclastici inferiori e calcari a Filaments in riva
destra (Bajociano-Titoniano). In affioramento si presentano molto fratturati, a luoghi cataclasati,
e individuando una matrice lapidea formata da blocchi da centimetrici a qualche decimetro.
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dall'abbondante presenza di torbe nei limi ad essi interdigitati. I travertini sono interdigitati con
livelli decimetrici di limi, sabbie travertiniche e brecce a cemento carbonatico. La roccia
generalmente caratterizzata da unalta porosit ed evidenti incrostazioni di piante palustri, di
accumuli disordinati di frammenti di steli oppure di concrezioni laminari originate da batteri,
alghe e briofite. I travertini affiorano fino ad esigua profondit dalla superficie ed hanno uno
spessore maggiore nella zona in prossimit della confluenza del Tirino (vedi Sezione 7).
Suolo
Sotto la discarica presente un livello di paleosuolo, costituito da un materiale a matrice
limoso-argillosa, marrone con evidenti tracce di resti di radici e di ciottoli. Con gli elementi in
nostro possesso questo testimonia che, ad eccezione delle vasche di smaltimento dei residui, la
discarica stata poggiata su una paleo-superficie giacente al di sopra del livello del fiume,
rappresentata dai depositi di barra. Daltra parte il fronte dei rifiuti industriali, dove attualmente
stato ricostruito l'argine, era in diretto contatto con il fiume.
Discarica
Lo spessore dei rifiuti industriali stato ricostruito con i dati acquisiti dalle trincee eseguite nel
2007 per la caratterizzazione e riportate nellarchivio delle indagini.
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3.3 ASSETTO IDROGEOLOGICO
3.3.1 Inquadramento idrogeologico generale
Nelle Gole di Popoli si distinguono due tipologie di circolazione: quella legata ai depositi fluviali
quaternari del sistema Pescara-Tirino e quella contenuta negli acquiferi carbonatici sottostanti e
limitrofi.
Da un punto di vista regionale l'area di interesse ricade, per quanto riguarda la circolazione nei
carbonati, nellUnit idrogeologica del M. Morrone, rappresentata da una dorsale carbonatica
orientata NW-SE, bordata a NW dal sovrascorrimento sul flysch argilloso-arenaceo che
costituisce un acquiclude, ad Est dalla linea tettonica di Pacentro che la separa dal Monte
Porrara (limite di tamponamento con interscambi idrici sotterranei nulli o trascurabili tra gli
acquiferi adiacenti), ad Ovest dai depositi fluvio-lacustri della Piana di Sulmona con interscambi
idrici sotterranei tra il massiccio carbonatico e la piana. Ad Ovest e Nord-Ovest la struttura
bordata dall'acquiclude dei depositi argilloso-arenacei sovrascorsi dalla struttura del Gran
Sasso (PETITTA et Al., 1997).
In quanto alla circolazione idrica sotterranea, la falda di base dell'idrostruttura di Monte Morrone
defluisce preferenzialmente verso il settore nord-occidentale, dando origine alla sorgente
Giardino ed a incrementi in alveo nel F. Pescara lungo le gole di Popoli.
Il corpo idrico sotterraneo principale del Morrone stato suddiviso dagli autori (CONESE et. Al.,
2001; HABETSWALLNER et Al., 2008,) in diversi corpi idrici secondari (si veda lo schema di
Figura 9).
Il Corpo idrico sotterraneo secondario "Monte-Rotondo" corrisponde all'estremo settore
settentrionale del massiccio del Morrone, del quale - quindi - condivide i limiti verso NE, NW e
SW. Verso Sud-Est il corpo idrico sotterraneo secondario di M. Rotondo limitato da
un'importante faglia esistente tra Popoli ed il versante sudoccidentale di Monte Rotondo stesso,
la quale determina uno spartiacque sotterraneo "aperto" rispetto al corpo idrico sotterraneo
secondario "Monte Morrone s.s."
La falda di base trova recapito preferenziale nella parte pi bassa della struttura, rappresentata
dalle gole del Pescara. Lungo l'alveo del fiume Pescara sono stati individuati nel primo tratto,
prima di Bussi Officine, incrementi di portata in alveo (gruppo di sorgenti di Popoli) dell'ordine di
0,96 m3/s; mentre nel secondo tratto, all'uscita delle gole, sono stati misurati circa 0,47 m3/s
(gruppo di sorgenti il Salto ENEL).
Nella stessa zona affiorano anche sorgenti solfuree. Attraverso il sopra citato spartiacque
sotterraneo aperto, il corpo idrico in questione riceve aliquote d'acqua consistenti dal corpo
idrico "Monte Morrone s.s." (circa 0,86 m3/s).
Verso NE e SW condivide gli stessi limiti che caratterizzano l'intero corpo idrico sotterraneo del
Monte Morrone. Verso Nord-Ovest limitato dalla gi citata faglia tra Popoli ed il versante
sudoccidentale di Monte Rotondo (spartiacque sotterraneo "aperto"), mentre la linea tettonica di
Pacentro lo separa a meridione dall'unit idrogeologica del Monte Porrara.
La falda di base trova recapito preferenziale sul margine occidentale del corpo idrico, dando
luogo alle sorgenti del Giardino (portata media dell'ordine di 1,36 m3/s), probabilmente ubicate
lungo la citata faglia del versante sudoccidentale del Monte Rotondo che, essendo orientata
trasversalmente rispetto alla direzione di deflusso delle acque, devia parte della circolazione
idrica verso quel punto. Essa, comunque, lascia che aliquote d'acqua consistenti (circa 0,86 e 3
m3/s) continuino a defluire verso la parte pi bassa della struttura, rappresentata dalle gole di
Popoli.
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Inoltre essa riceve, mediante travasi idrici sotterranei, una certa quantit d'acqua dalla Piana di
Sulmona nel tratto in cui il fiume Sagittario corre molto prossimo al massiccio carbonatico (in
localit S. Terenzano). Ci si evince da misure di portate in alveo effettuate durante il periodo
marzo 1997 - marzo 1998 (CONESE et Al., 2001).
Figura 9 - Schema idrogeologico della Montagna del Morrone (Da Conese et Al.2001)
Riguardo al ruolo idrogeologico delle Gole del Pescara, come gi descritto nell'inquadramento
geologico, si ha l'unanime condivisione che esse appartengano, sia geologicamente che
idrogeologicamente, alla struttura del M. Morrone.
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In essa sono presenti numerose sorgenti sulfuree fredde (sorgente sulfurea di Popoli e di
Tocco), manifestazioni sorgentizie fredde e un manifesto incremento in alveo del Pescara che
CONESE et AL., 2001 (Figura 9) inseriscono soprattutto nel tratto a valle della confluenza con il
Tirino, mentre STIGLIANO et AL., 1999 (Figura 10) anche nel tratto tra Popoli e Bussi stazione.
Da un punto di vista della circolazione sotterranea generale si deve sottolineare per un dubbio
ancora aperto relativamente all'estensione verso nord della struttura del Morrone che ha
implicazioni sensibili nel lavoro in oggetto di studio. Nell'ipotesi in cui tale montagna sia esclusa
(secondo CONESE E STIGLIANO) nel Pescara afferirebbero le acque del Monte Roccatagliata
e non del M. Picca che invece drenerebbero verso sud, nelle sorgenti del Pescara.
Secondo altri autori invece, tra i quali BIGI et Al. 1997 e MASSOLI NOVELLI et Al. 1998, anche
la struttura del M. Picca e quota parte della piana del Tirino afferirebbero nelle gole di Popoli a
valle di Bussi stazione.
Figura 10 - Schema geologico e tettonico del Gran Sasso e della porzione settentrionale del M. Morrone (da Stigliano et al.,
1999).
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Riguardo al contributo idraulico che afferisce al Pescara tra le gole Popoli fino a Tocco da
Casauria, si contano numerose sorgenti (circa 30 tra Popoli e la confluenza con il Tirino -
SERVIZIO IDROGRAFICO,1964) e cospicui drenaggi in alveo valutati in 0,7-1 m3/s da
CELICO (1983), in circa 1 m3/s da BONI et AI. (1986) ed in circa 0,7 m3/s da CONESE et Al.
(2001).
Dal modello geologico, costruito sulla base delle indagini raccolte nel database, stato ricavato
il modello idrogeologico.
E stata effettuata una caratterizzazione idrodinamica dei complessi acquiferi; stata quindi
dedotta la distribuzione dei valori di conducibilit idraulica e quindi sono state distinte una serie
di unit idrogeologiche (o complessi idrogeologici).
Sulla base delle indagini disponibili stata inoltre ricostruita la distribuzione del carico idraulico
e landamento della superficie piezometrica.
I dati sono stati sintetizzati nelle sezioni geologico idrogeologiche riportate in Tavola 710 e
nella carta idrogeologica di Tavola 5.
Il modello interpretativo stato verificato per mezzo del codice di calcolo "Modflow". Si veda la
trattazione completa e dettagliata in Allegato 6.
Le gole del Pescara, come descritto nell'inquadramento geologico generale, sono strette e dai
fianchi molto acclivi e si inseriscono allinterno della struttura carbonatica del M. Morrone.
Il fondovalle, nell'area della discarica, costituito da depositi quaternari formati da falde
detritiche e conoidi fluvio-alluvionali provenienti dalla struttura carbonatica incassante,
interdigitati con i depositi del fiume Pescara. La datazione di questo corpo sedimentario
ascrivibile, secondo diversi autori, al Pleistocene superiore (a partire dai 23.000 anni fa) o
allOlocene. Come in quasi tutto il tratto delle gole, a causa della risalita di acque sulfuree, si
formano corpi di travertino (travertinous tufa) che hanno in un qualche modo ostruito il corso
del fiume e hanno consentito la deposizione di facies limoso argillose fluvio-palustri. All'interno
dei limi sotto la discarica e lungo il corso attuale del fiume si incontrano depositi a
granulometria grossolana di facies fluviale di barra come si pu notare nello schema di Figura
8 e nelle Tavole 710.
Si distinguono, negli elaborati prima citati, i seguenti complessi idrogeologici o unit
idrogeologiche definiti in base a: litologia dominante, distribuzione dello spessore, giacitura del
tetto e del letto, tipo e grado di permeabilit (per porosit o per fratturazione; acquifero,
acquitardo, acquicludo) e distribuzione dei valori di conducibilit idraulica (derivati dalle prove
in situ effettuate) con una stima del valore/range atteso pi probabile.
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Tra il complesso limoso-argillloso F e il Complesso Travertinico T sottostante stato
individuato localmente anche un complesso alluvionale (costituito soprattutto da sabbie, ghiaie
in misura minore, con tenore variabile in matrice sabbio-limosa) che stato denominato
Complesso macroclastico intermedio. Dato lesiguo spessore (circa mediamente 2 m) ed il
ritrovamento localizzato solamente nella porzione nord-orientale della discarica (sondaggi O-T-
N-V-F-C), nel presente documento e nelle tavole illustrative viene associato ai complessi
permeabili sottostanti (travertini o complesso macroclastico profondo).
Substrato roccioso-Bedrock
Calcari detritici e calcareniti fratturate,a luoghi intensamente, che generano un acquifero
fratturato e potenzialmente carsificabile a permeabilit media.
Per quanto riguarda larea in esame, la circolazione idraulica sotterranea a falde
sovrapposte" come descritto nei paragrafi seguenti.
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Le prove di tipo d), prove di spurgo, sono state effettuate sia dalla societ Sondedile, durante
la fase di integrazione del Piano di Caratterizzazione nel 2014 allatto dei prelievi per il
campionamento delle acque di falda, sia direttamente dalla struttura del Commissario Delegato
durante la fase di monitoraggio dei piezometri condotta nel 2012 (sui piezometri esistenti al
momento).
Le prove di tipo d) sono di fatto delle prove di pompaggio a portata costante su foro singolo e,
come vedremo, possono essere considerate le prove di permeabilit pi significative ai fini
della caratterizzazione idrodinamica di un complesso idrogeologico. A tal fine stato applicato
il modello analitico di Muskat (Robbins G.A., Aragon-Jose A.T., Romero A. (2008) -
Determining hydraulic conductivity using pumping data from low-flow sampling. Groundwater,
47, 2, pp.271-276), basato sul metodo di equilibrio, facendo riferimento alla seguente formula:
Q = (2LKH)/(2,303 * Log(Re/R))
dove Q la portata di spurgo (unit di misura: m3/s), L la lunghezza del tratto filtrato (unit di
misura: m), H labbassamento stabilizzato (unit di misura: m), Re il raggio di influenza
(posto pari a 200 m nel caso di acquiferi liberi e 400 m nel caso di acquiferi confinati; unit di
misura: m), R il raggio del perforo (unit di misura: m).
Laddove si abbia un abbassamento stabilizzato a seguito delle portata di spurgo possibile
determinare, con significativa attendibilit, il valore della K dellammasso roccioso. In calce alla
presente relazione sono mostrati i valori di K determinati su ogni piezometro a seguito delle
prove di spurgo a portata costante.
La Tabella 1 riporta i valori di permeabilit ricavati in corrispondenza di ogni piezometro
considerato.
Tabella 1 Valori di K (m/s) determinati a seguito delle prove di spurgo a portata costante.
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SiglaPiezometro LitologiaTrattofiltrato K(m/s)
PF60.1 ComplessoT 1x104
S ComplessoT 4x104
Z ComplessoT 3x104
T ComplessoT 6x104
I ComplessoT 1x104
PP5 ComplessoT 2x104
PP5 ComplessoT 3x104
PF59.2 ComplessoT 4x105
PF59.2 ComplessoT 7x105
P23.2 ComplessoT 4x105
P23.2 ComplessoT 7x105
O ComplessoTComplessoC 8x104
H ComplessoTComplessoT 4x104
Q ComplessoC 2x103
A ComplessoC 7x103
B ComplessoC 4x104
O ComplessoC 3x105
P ComplessoC >7x103
E ComplessoC 7x104
F ComplessoC 4x104
D ComplessoC 4x103
C ComplessoC 4x104
PF60.3 ComplessoC 1x104
PF60.3 ComplessoC 5x104
PF60.2 ComplessoT 2x104
PF60.2 ComplessoT 3x104
G Bedrock 4x105
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Per quanto riguarda i valori di conducibilit idraulica si hanno le seguenti risultanze:
- Le prove di spurgo a portata costante indicano valori compresi fra 4x10-4 e 2x10-5 m/s,
con un intervallo di oscillazione di 1 ordine di grandezza. Su 4 valori complessivi (Q, A,
E, H) il valore medio pari a 1,5x10-4 m/s, del tutto compatibile con macroclastiti.
- Le prove Lefranc indicano valori compresi fra 1x10-4 e 1x10-5 m/s (sondaggi Q, H),
quindi in un range analogo al precedente, con valori leggermente inferiori.
- Gli slug-test indicano un range compreso fra 7x10-5 e 9x10-5 m/s (sondaggi A, E).
Tenendo conto della minore rappresentativit volumetrica degli slug-test e della minore
significativit delle prove Lefranc, condotte in fori non spurgati ed in condizioni molto puntuali,
si ritiene che la K media rappresentativa del complesso 1 sia 1x10-4 m/s, tipica di un acquifero
ad alta permeabilit. La K aumenta nei livelli pi permeabili fino a 4x10-4 m/s e diminuisce fino
ad 1 ordine di grandezza nei livelli a maggior tenore in matrice fine, rimanendo comunque
sempre nella tipizzazione idrodinamica di un acquifero.
Il Complesso Macroclastico Superficiale pertanto da considerarsi un acquifero.
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Si ritiene che la K media rappresentativa del complesso in grande sia 1x10-6 m/s, tipica di un
acquitardo a media permeabilit. La K diminuisce fino a circa 2 ordini di grandezza nei livelli a
maggior tenore in matrice fine, rimanendo comunque sempre nella tipizzazione idrodinamica di
un acquitardo, anche se a permeabilit bassa.
Il Complesso Limoso Argilloso pertanto da considerarsi un acquitardo.
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- Sono state effettuate 5 prove slug test su tale unit, ed hanno fornito un valore medio di
K pari a 4x10-5 m/s, nellordine di grandezza delle prove Lefranc.
La distribuzione dei valori di K rilevati, in relazione al tipo di prova, evidenzia come le prove di
spurgo siano di gran lunga le pi significative e rappresentative per la maggiore
rappresentativit volumetrica associata (effetto scala). Le prove di pompaggio sono i test da
preferire ai fini della rappresentazione migliore della distribuzione dei valori di K. Si nota come
tali prove includano bene una ampia gamma di valori di K, rappresentando bene la variabilit
reale del dato. Le altre prove, invece, sottostimano il valore e vanno a rappresentare
solamente la coda meno permeabile.
Si ritiene che la K media rappresentativa del complesso in grande, considerando la mediana
dei valori di spurgo, sia prudenzialmente 2x10-4 m/s, tipica di un acquifero per fratturazione e
carsismo a buona permeabilit. La K pu comunque incrementare in maniera consistente nelle
zone pi carsificate, arrivando anche a 1-2x10-3 m/s. Tali valori di picco, se associati ad un
basso valore della porosit efficace (come da attendersi per un acquifero fratturato-carsificato),
determinano dei tempi di transito della falda molto veloci. Localmente, pertanto, il complesso
travertinico diventa un acquifero a permeabilit elevata.
Il Complesso Travertinico pertanto da considerarsi un acquifero a permeabilit da elevata a
molto elevata.
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- Sono state effettuate 7 prove slug test su tale unit, prove che hanno fornito un valore
medio di K pari a 1x10-5 m/s ed un valore della mediana pari a 5x10-6 m/s, 2 ordini di
grandezza inferiore rispetto alle prove di spurgo.
Si rifletta sul fatto che, data la granulometria del Complesso Macroclastico-Detritico inferiore e
la sua elevata trasmissivit idraulica, come testimoniato dalla elevata produttivit del campo-
pozzi di Colle SantAngelo (filtrato in tale unit pi a valle lungo le Gole di Popoli), sia assurdo
ipotizzare che la K di tale complesso debba essere inferiore ai valori di 10-3/10-4 m/s. Si
conferma pertanto che le prove di spurgo siano di gran lunga le uniche significative a
rappresentare la distribuzione dei valori della K dellacquifero.
Si ritiene che la K media rappresentativa del complesso in grande sia, prudenzialmente
(considerando la mediana dei valori di spurgo) 5x10-4 m/s, tipica di un acquifero per porosit a
permeabilit molto alta. La K pu comunque incrementare in maniera consistente nelle zone
pi carsificate, arrivando anche a valori maggiori di 7x10-3 m/s (massima K raggiunta in tutto il
sistema idrogeologico delle Gole di Popoli). Localmente, pertanto, il complesso
macroclastico-detritico inferiore rappresenta un acquifero a permeabilit elevata.
Il Complesso Macroclastico-Detritico inferiore pertanto da considerarsi un acquifero a
permeabilit da molto elevata ad elevata.
Complessomacroclasticoedetritico
5x104 acquiferoapermeabilitdamoltoelevataadelevata
inferiore(C)
acquiferofratturatoepotenzialmentecarsificabilea
ComplessodelSubstratoroccioso 3,8x105
permeabilitmedia
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3.3.4 Distribuzione del carico idraulico e andamento della superficie piezometrica
Il modello concettuale del sito stato effettuato sulla base della disponibilit dei seguenti punti
di controllo:
15 piezometri filtrati allinterno del perimetro della discarica, a diversa profondit;
20 piezometri filtrati lungo la frangia esterna del perimetro della discarica, a diversa
profondit;
9 piezometri filtrati, a diversa profondit, al di fuori del perimetro della discarica, in
corrispondenza della confluenza fra Tirino e Pescara.
I piezometri sono differenziati per lunghezza e profondit dei tratti filtrati. Dallesame dei dati
concernenti la profondit del tratto filtrato e delle litologie dei Complessi Idrogeologici
interessati dai tratti filtrati, i piezometri possono essere ascritti a 3 famiglie principali, attingenti,
sostanzialmente, ai 3 Complessi Acquiferi individuati:
Famiglia 1-Piezometri superficiali filtrati nel Complesso Macroclastico Superficiale (A);
Famiglia 2-Piezometri da superficiali a intermedi filtrati nel Complesso Travertinico (T);
Famiglia 3-Piezometri profondi filtrati nel Complesso Macroclastico-Detritico Inferiore (C).
I dati piezometrici disponibili, peraltro, non sono stati tutti acquisiti nello stesso periodo ma
sono relativi a misure distribuite, prevalentemente, nel periodo Gennaio-Maggio 2014.
In Tavola 5 sono rappresentate le curve isopiezometriche relative ai 3 acquiferi identificati.
In Tabella 3 sono riportate le caratteristiche dei piezometri con i dati disponibili (campagna
piezometrica del 2014).
Tabella 3 - carico idraulico dei piezometri assegnati alla famiglia 1
Quotaassoluta Quotamezzeria Livello
Sigla LitologiaTratto Soggiacenzada
boccaforo(m trattofiltrato piezometrico(m
Piezometro filtrato boccaforo(m)
s.l.m.) (ms.l.m.) s.l.m.)
A ComplessoA 239,37 234,37 1,74(10/4) 237,63
E Complesso1 238,05 230,55 0,81(31/3) 237,24
Q ComplessoA 237,92 228,92 1(10/4) 236,92
R ComplessoA 240,47 227,47 3,94(14/4) 236,53
ComplessoA
N 242,64 235,14 8,05(12/5) 234,59
ComplessoF
M ComplessoA 241,99 230,99 8,13(14/4) 233,86
Pz5 ComplessoF 239,2 231,7 2,20(22/4) 237
ComplessoF
Pz2 239,37 234,37 4,51(28/4) 234,86
ComplessoT
P41 ComplessoA 238,48 233,98 4,35(15/4) 234,13
ComplessoF
P23.1 238,2 233,2 2,18(16/4) 236,02
ComplessoT
PF59.1 ComplessoF 237,56 225,46 3,74(12/5) 233,82
Sono commentati dati piezometrici relativi ad un periodo di acquisizione delle misure compreso
fra il 31 marzo ed il 12 maggio 2014.
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Il piezometro M, pur se filtrato nel Complesso Macroclastico Intermedio, stato assegnato alla
Famiglia 1 in quanto filtrato parzialmente anche nel Complesso Limoso-Argilloso e comunque
caratterizzato da un carico idraulico elevato.
Relativamente ai piezometri posti allinterno e nellintorno del perimetro della discarica il carico
piezometrico medio pari a 236,08 m s.l.m., con un campo di variazione di poco meno di 4 m
fra 237,63 e 233,86 m s.l.m. La quota media della mezzeria del tratto filtrato pari a 231,69 m
s.l.m.
Landamento della superficie piezometrica quello di una falda piatta, regolare, con cadente
piezometrica costante di valore medio pari a 1,2x10-2. La superficie piezometrica scende dal
piezometro A verso il piezometro N con pendenza costante. Oltre il piezometro N il gradiente
idraulico subisce una netta diminuzione per leffetto del travaso per ricarica laterale del fiume
Pescara. La falda sembra convergere verso un asse di drenaggio rappresentato dal
Complesso macroclastico intermedio e Complesso Travertinico che richiamano acqua verso il
basso per la diminuzione dello spessore del Complesso Limoso-Argilloso.
Il Pescara ha un effetto alimentante da monte ed ha un effetto alimentante molto evidente in
sponda sinistra in corrispondenza della confluenza con il Tirino.
Viene considerato appartenente a questa famiglia anche il piezometro L filtrato nel Complesso
Macroclastico Intermedio (indicato sempre con la lettera A), posto subito a tetto del Complesso
Travertinico.
In Tabella 4 sono riportate le caratteristiche dei piezometri con i dati relativi alla campagna
integrativa del 2014.
Tabella 4 - carico idraulico dei piezometri assegnati alla famiglia 2
Quotaassoluta Quotamezzeria Livello
Sigla LitologiaTratto Soggiacenzada
boccaforo(m trattofiltrato piezometrico(m
Piezometro filtrato boccaforo(m)
s.l.m.) (ms.l.m.) s.l.m.)
L ComplessoA 241,02 233,52 6,24(22/4) 234,78
U ComplessoT 242,24 217,24 9,87(11/4) 232,37
B ComplessoT 240,57 226,57 5,73(17/4) 234,84
P ComplessoT 239,1 224,1 8,28(23/4) 230,82
F ComplessoT 237,53 224,53 4,76(22/4) 232,77
D ComplessoT 237,94 225,64 7,12(2/4) 230,82
C ComplessoT 237,55 228,55 4,18(22/4) 233,37
V ComplessoT 243,24 215,74 10,23(10/4) 233,01
Pz1 ComplessoT 238,25 231,25 7,36(28/4) 230,89
S ComplessoT 241,29 191,29 6,64(3/4) 234,65
Z ComplessoT 242,55 192,55 8,73(10/4) 233,82
T ComplessoT 241,58 206,58 7,49(11/4) 234,09
I ComplessoT 243,04 211,04 9,87(14/4) 233,17
PP5 ComplessoT 238,46 182,96 9,10(16/4) 229,36
PF59.2 ComplessoT 237,36 200,86 8,60(12/5) 228,76
PF60.1 ComplessoT 239,38 230,28 12,42(28/4) 226,96
P23.2 ComplessoT 238,14 201,64 6,79(28/4) 231,35
Sono commentati dati piezometrici relativi ad un periodo di acquisizione delle misure compreso
fra il 2 aprile ed il 12 maggio 2014.
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Relativamente ai piezometri posti allinterno e nellintorno del perimetro della discarica il carico
piezometrico medio pari a 233,03 m s.l.m., quindi circa 3 m inferiore a quello del Complesso
Macroclastico Superiore, con un campo di variazione di circa 4 m fra 234,84 e 230,82 m s.l.m.
La quota media della mezzeria del tratto filtrato pari a 217,58 m s.l.m., circa 14 m inferiore a
quello dei piezometri della Famiglia 1.
Landamento della superficie piezometrica quello di una falda abbastanza regolare, con
cadente piezometrica di valore medio pari a 2x10-2 m/s. Localmente la pendenza diminuisce in
corrispondenza della zona dove il Complesso Travertinico ha lo spessore maggiore (fra i
piezometri V e C), arrivando a 7x10-3.m/s. La falda decorre secondo il gradiente topografico
della valle del Pescara. Si osservano delle zone dove il carico idraulico subisce un netto
abbassamento (PP5) per la probabile presenza di zone soggette a maggiore dissoluzione e
maggiore K locale. Tale effetto, unito allevidente comportamento alimentante del Pescara in
sinistra idrografica, determina una evidente canalizzazione del deflusso idrico profondo a valle
della discarica lungo lasse della valle.
Il Pescara ha un effetto alimentante da monte ed ha un effetto alimentante molto evidente in
sponda sinistra in corrispondenza della confluenza con il Tirino.
In Tabella 5 sono riportate le caratteristiche dei piezometri con i dati disponibili relativi alla
campagna 2014.
Tabella 5 - carico idraulico dei piezometri assegnati alla famiglia 3.
Quotaassoluta Quotamezzeria Livello
Sigla LitologiaTratto Soggiacenzada
boccaforo(m trattofiltrato piezometrico(m
Piezometro filtrato boccaforo(m)
s.l.m.) (ms.l.m.) s.l.m.)
ComplessoT
O 240,07 226,07 9,78(17/4) 230,29
ComplessoC
ComplessoT
H 241,87 196,87 7,30(3/4) 234,57
ComplessoC
Q ComplessoC 238 182,5 3,65(1/4) 234,35
A ComplessoC 239,25 189,25 4,60(1/4) 234,65
B ComplessoC 240,42 188,42 5,79(1/4) 234,63
O ComplessoC 240,73 170,73 8,02(2/4) 232,71
P ComplessoC 239,22 169,22 8,38(2/4) 230,84
E ComplessoC 238,06 188,56 0,47(31/3) 237,59
F ComplessoC 237,73 183,23 5,67(1/4) 232,06
D ComplessoC 237,88 171,88 7,10(2/4) 230,78
C ComplessoC 239,02 183,02 6,16(1/4) 232,86
G Bedrock 241,12 168,62 6,04(3/4) 235,08
PF60.3 ComplessoC 239,57 147,82 12,71(12/5) 226,86
PF60.2 ComplessoT 239,57 203,07 12,64(28/4) 226,93
Sono commentati dati piezometrici relativi ad un periodo di acquisizione delle misure compreso
fra il 31 marzo ed il 12 maggio 2014.
Fra i piezometri indicati in Tabella non stato considerato nellinterpolazione il piezometro O
che, di fatto coincidente spazialmente con il piezometro O, ha un carico idraulico nettamente pi
basso (essendo filtrato in 2 complessi diversi, il Travertinico ed il Macroclastico inferiore).
pag. 35 di 83
Relativamente ai piezometri posti allinterno e nellintorno del perimetro della discarica il carico
piezometrico medio pari a 233,71 m s.l.m., quindi circa 0,7 m superiore a quello del
Complesso Travertinico, con un campo di variazione di quasi 7 m fra 237,59 e 230,78 m s.l.m.
La quota media della mezzeria del tratto filtrato pari a 181,12 m s.l.m., circa 36 m inferiore a
quello dei piezometri della Famiglia 2.
Landamento della superficie piezometrica quello di una falda abbastanza regolare, con
cadente piezometrica di valore medio, al di sotto della discarica, pari a 2x10-2 m/s. A valle della
discarica il gradiente sembra ridursi leggermente, per un probabile incremento della
trasmissivit del complesso, passando a poco pi di 1x10-2 m/s. Vi un evidente asse di carico
idraulico dominante lungo la sponda sinistra del Pescara ma risulta anche evidente la relativa
risalita piezometrica del bedrock (piezometro G) che appare dominante rispetto al carico del
complesso macroclastico-detritico inferiore. Appare evidente come vi sia un travaso dalla rocce
del substrato verso il Complesso Macroclastico-Detritico Inferiore e che tale travaso possa
avvenire o dal basso o anche dal versante meridionale della valle.
La falda tendenzialmente decorre secondo il gradiente topografico della valle del Pescara.
La tabella mostra il riepilogo delle misure di portata del Fiume Pescara eseguite a monte
(US1.1) e da questa si evince che le due sezioni idrometriche sono caratterizzate da valori di
portata che differiscono tra loro di 2.97 m3/s, passando da 24.57 m3/s nella sezione di monte
US1.1 a 27.54 m3/s nella sezione di valle DS1.1. Si fa notare che non c evidenza, nel tratto
fluviale considerato, di nessun tributario del Fiume Pescara, il cui deflusso giustifichi
lincremento di portata di 2.97 m3/s.
Per quanto entrambe le sezioni si trovino in corrispondenza di altrettante anse, come si evince
chiaramente dai rispettivi profili batimetrici asimmetrici, la sezione US1.1 mostra un campo di
velocit pi omogeneo rispetto a quello della sezione DS1.1.
Se, infatti, si analizzano i valori riguardanti lincertezza delle due misure, appare evidente come
il valore della portata idrica della sezione DS1.1 abbia la sua maggiore incertezza nella
profondit (2.32%) e nella velocit (2.41%), che risultano essere poco pi del doppio di quelli
della sezione US1.1. Nonostante il margine di incertezza, ben al di sotto della soglia minima del
5% stabilita dalle Norme ISO 748/2007, tali misure risultano essere attendibili e indicano che tra
la stazione a monte e a valle c' stato un incremento di portata in alveo quantificabile in un
valore minimo pari a 1,68 m3/s. ottenuto prendendo il valore minimo della portata in uscita
ottenuto applicando in negativo la % di incertezza e il valore massimo della portata a monte.
pag. 36 di 83
DS1.1.
US1.1.
pag. 37 di 83
4 MODELLO DI FLUSSO
Alla luce delle indagini eseguite sul sito della discarica "Tre Monti", stato effettuata la
modellazione della dinamica delle acque sotterranee con il codice di calcolo Modflow
(McDonald e Harbaugh, 1988).
E' stata allo scopo utilizzata la serie dati ricavata con la campagna di rilevamento "Sondedile
2014" riportata e descritta nel database dell'Allegato 5.
Lo sviluppo del modello stato dedicato per riprodurre lo scenario che si verificato allo stato
attuale, a fronte cio della messa in opera del capping e della barriera parziale laterale, a fronte
dei dati geologici, idrogeologici e piezometrici verificati sperimentalmente e descritti nei punti
precedenti.
Il modello utilizzato stato Modflow che un codice di calcolo (insieme di regole matematiche
che traducono un sistema fisico) che simula il flusso delle acque sotterranee approssimando le
equazioni differenziali alle derivate parziali di governo del flusso con un sistema di equazioni
algebriche lineari attraverso il metodo alle differenze finite (MODular groundwater FLOW
model). In particolare per la presente simulazione stato utilizzato MODFLOW-2005.
Figura 12: vista 3D del modello geologico sezione di monte. In blu il substrato calcareo (S), in verde il complesso
macroclastico inferiore (C), in rosso l'acquitardo dei limi lacustri (F), in oro il complesso macroclastico superiore (A)
Una volta inseriti nel software i dati di Input, derivati dalle analisi di campo e dalla ricostruzione
geologica ed idrogeologica del sito, e le condizioni al contorno si effettua una calibrazione che
si basa prevalentemente sullanalisi quantitativa per mezzo del confronto dei dati osservati con
quelli simulati attraverso un processo di analisi di sensitivit.
La trattazione completa del modello riportata integralmente in Allegato 6.
pag. 38 di 83
In conclusione dall'analisi del modello si evidenzia come il comportamento idraulico ricavato a
livello numerico confermi, in sostanza, la dinamica idraulica dedotta dall'analisi dei dati e
descritta nella relazione geologica.
La falda contenuta nelle macroclastiti superiori sostenuta dal Complesso Limoso-Argilloso e
rimane alta rispetto agli altri acquiferi sottostanti.
Il Complesso Travertinico soggetto ad eventuali fenomeni di drenanza attraverso il
Complesso Limoso-Argilloso con direzione dallalto verso il basso. Leffetto di travaso laterale
dal fiume Pescara ancora osservabile verso lestremit orientale della discarica dove lo
spessore del Complesso Limoso-Argilloso si assottiglia e dove risale il tetto dei travertini.
Il flusso nel Complesso Macroclastico Detritico inferiore sostanzialmente analogo a quello dei
sovrastanti travertini ma, poich leggermente dominante, si riscontra una leggera componente
di flusso dal basso verso lalto, indizio di un travaso attivo dalle pareti del fondovalle (bedrock
carbonatico) verso il riempimento poroso del fondovalle.
Appare evidente infine il travaso piezometrico dalle pareti del bedrock verso gli acquiferi
quaternari e questo fenomeno appare evidente, nel modello, soprattutto in riva destra del
Pescara.
Si rappresenta di seguito una delle sezioni interpretative derivanti dallelaborazione del modello
matematico.
SEZIONE 2
Barriera F. Pescara
S
A
S T
F
C
NW SE
Figura 13 - modello di flusso riferito alla Sezione 2. S) Substrato calcareo, C)complesso macroclastico inferiore, T) complesso
dei travertini, F) Complesso dei limi lacustri, A) Complesso macroclastico superiore, D) Discarica.
pag. 39 di 83
5 COSTRUZIONE DEL DATABASE IN AMBIENTE GIS
Ai fini dellarchiviazione ed elaborazione dei dati geografici ed alfanumerici (strati informativi
territoriali) ed alla loro restituzione in Tavole, Tabelle e Report stato implementato un Sistema
Informativo Geografico (GIS), una sintesi del quale riportata in Allegato 5.
Per semplificare levoluzione e la fruizione del progetto GIS, oltre che garantirne una gestione
razionale, si scelta unorganizzazione gerarchica dei file sotto forma di cartelle e sottocartelle
di Windows, funzionale alla distinzione principale fra dati di base ed elaborati del progetto e
subordinatamente per argomento (Figura 14).
Il GIS raccoglie, in modo strutturato e funzionale alla consultazione, analisi e restituzione, i dati
di base, i dati stratigrafici ed i risultati delle indagini eseguite nelle diverse campagne. Pertanto
in primo luogo stata acquisita e verificata la base topografica, la Carta Tecnica Numerica della
Regione Abruzzo in scala 1:5000, con Sistema di Riferimento Gauss-Boaga fuso Est. Tale
Sistema di Riferimento stato assunto per lintero Progetto GIS. Per linquadramento
corografico generale stato utilizzato anche il dataset DbPrior in scala 1:100.000, sempre della
Regione Abruzzo.
pag. 40 di 83
Successivamente stato elaborato lo strato informativo relativo alla carta geologica dellarea di
studio, basata sulle informazioni pregresse disponibili e sul rilevamento originale. Lintegrazione
della geologia di base e della morfologia ha indirizzato la scelta operativa del numero e
dellorientamento delle sezioni geologiche, il cui profilo altimetrico stato estratto dal DEM.
Il database delle indagini geognostiche stato realizzato a partire dallubicazione sulla mappa
GIS dei 123 campionamenti eseguiti e dalla loro caratterizzazione principale per campagna,
tipologia, profondit e rilievi eseguiti. Ad ogni punto di indagine stato assegnato un codice
univoco, utilizzato come campo chiave per il collegamento delle altre informazioni. Allo strato
informativo dei punti di indagine sono stati associati direttamente i principali dati emersi dai
rilievi: quota topografica del piano campagna, profondit delleventuale tratto finestrato ed
indicazione del complesso idrogeologico indagato, quota piezometrica, quota del tetto dei
principali complessi litologici. Inoltre nel GIS possibile richiamare per ciascun punto di
indagine la relativa documentazione analitica in formato PDF.
Per 91 delle 123 indagini stata acquisita sistematicamente la stratigrafia campionata e
riportata in una tabella analitica (633 record), che ne permette la consultazione e lanalisi
attraverso il collegamento al relativo punto di indagine (Tabella 7). Tale compilazione stata
effettuata con una attenta valutazione critica dei dati acquisiti ed omogeneizzando i contenuti
rispetto alle classificazioni pi comuni. Lorganizzazione delle informazioni stratigrafiche ha
consentito, fra laltro, la realizzazione di una mappa di sintesi dei dati a livello dei complessi
idrogeologici. (Figura 15).
Tabella 7 - stralcio della tabella del database relativa all'inserimento dei dati stratigrafici (le tabelle complete sono riportate
nell'Allegato 5)
pag. 41 di 83
Discarica "Tre Monti"
Stratigra?e dei sondaggi
PF59_1
PF59_2
PF23_2
P ! !
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! PZ01
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D
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PZ02
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PZ03
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Legenda
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Z
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B 32
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H
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PZ04 R - Riporto
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D - Discarica
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P - Paleosuolo
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L
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R
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F - Complesso limoso-argilloso
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palustri)
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A G
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PZ05 T - Complesso travertinico
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(travertini)
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C - Complesso macroclastico - detritico inferiore
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(ghiaie, ciottoli e sabbie - Depositi di Conoide alluvionale -
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E
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Detrito
Q ! ! ! ! ! ! ! !
S - Substrato roccioso
(bedrock) (Successioni calcaree in facies di transizione)
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! Limite discarica
!
Figura 15 - Schema delle stratigrafie dei sondaggi ricostruita sulla base della tabella analitica del database.
Infine sono stati omogeneizzati e raccolti in una apposita tabella i parametri geotecnici,
idrogeologici e geochimici rilevati in tutte le indagini, per un totale di 1385 record. Tali dati,
accompagnati dal dettaglio della profondit e/o del tempo di campionamento, descrivono le 27
caratteristiche elencate di seguito:
pag. 42 di 83
ClasseIndagine TipoIndagine Descrizioneparametro Unita'misura sigla
Geotecnicadi
Analisisucampione ghiaia %
laboratorio
Geotecnicadi
Analisisucampione sabbia %
laboratorio
Geotecnicadi
Analisisucampione limo %
laboratorio
Geotecnicadi
Analisisucampione argilla %
laboratorio
Geotecnicadi
Analisisucampione contenutod'acqua % w
laboratorio
Geotecnicadi
Analisisucampione indicediliquidita' Il
laboratorio
Geotecnicadi
Analisisucampione indicediplasticita' Ip
laboratorio
Geotecnicadi
Analisisucampione pesodell'unita'divolume Mpa (gamma)
laboratorio
Geotecnicadi
Edometrica gradodisovraconsolidazione OCR
laboratorio
Geotecnicadi
Tagliosempliceciclico moduloditaglio MPa G
laboratorio
Geologia ClassificazioneUSCS
coefficientediconducibilita'
Idrogeologia Lefranc m/s k
idraulica
coefficientediconducibilita'
Idrogeologia Lugeon m/s k
idraulica
coefficientediconducibilita'
Idrogeologia Slugtest m/s k
idraulica
Chimismo sondamultiparametrica pH
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ClasseIndagine TipoIndagine Descrizioneparametro Unita'misura sigla
Tutti i dati cos raccolti sono facilmente consultabili ed analizzabili attraverso il collegamento al
relativo punto di indagine, permettendo la rappresentazione delle variazioni spazio-temporali dei
parametri e la sintesi dei dati stessi. (Figura 16)
pag. 44 di 83
6 IL PIANO DI CARATTERIZZAZIONE AMBIENTALE DEL SITO
In data 11 Settembre 2012, il Commissario delegato per fronteggiare la crisi di natura socio-
economica determinatasi nellasta fluviale del bacino del fiume Aterno ha siglato una
convenzione con il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica dellUniversit
degli studi di Roma Tor Vergata avente per oggetto lincarico di Redazione del Piano di
Caratterizzazione del sito in localit I tre monti Bussi sul Tirino (PE).
Lo scopo del presente documento stato quello di raccogliere varie informazioni inerenti al sito,
in particolare:
la descrizione territoriale e ambientale dellarea oggetto di studio;
la raccolta di dati precedenti relativi alla qualit delle matrici ambientali, elaborate da
soggetti pubblici o privati;
la definizione di eventuali indagini integrative, mirate a definire la qualit delle matrici
ambientali e lindicazione delle opportune tecniche investigative.
Anno 2011
Analisi dei campioni di acque sotterranee prelevate in pozzi e piezometri allinterno o in
prossimit della discarica abusiva.
Anno 2012
Analisi dei campioni di acque sotterranee prelevate in pozzi e piezometri allinterno o in
prossimit della discarica abusiva.
Sempre nel periodo dal 2007 al 2012 sono state effettuate delle analisi su campioni di acque
superficiali prelevati nel punto di confluenza del Fiume Tirino con il Fiume Pescara.
pag. 45 di 83
6.2 INDAGINI DI CARATTERIZZAZIONE
Come descritto nel documento del Piano della Caratterizzazione (documento agli Atti), il quadro
conoscitivo ambientale attuale mette in evidenza una chiara contaminazione da solventi
clorurati nel terreno commisto a rifiuti che si estende anche alle acque sotterranee al di sotto e
a valle della discarica abusiva. I punti che restavano ancora da chiarire riguardano gli effetti
prodotti dallintervento di capping realizzato ai fini della Messa in Sicurezza di emergenza del
sito in localit I Tre Monti e linterazione tra lacquifero superficiale e profondo.
Al fine di chiarire tali aspetti, stato predisposto un piano di indagini integrativo che ha
previsto lesecuzione di sei punti di indagine costituiti da sondaggi profondi e sondaggi
superficiali, opportunamente attrezzati a piezometro. Tale piano di indagine ha previsto inoltre
la realizzazione, durante le perforazioni, di differenti prove di permeabilit atte alla definizione
della conducibilit idraulica delle varie unit geologico-geotecniche del sottosuolo ed il prelievo
di campioni di terreno e di acque per la valutazione della contaminazione in atto e
dellevoluzione delle concentrazioni dei contaminanti.
Nellambito della caratterizzazione integrativa condotta nella discarica abusiva I Tre Monti
sono stati realizzati, in conformit al Piano della caratterizzazione della discarica abusiva situata
in localit I Tre Monti facente parte del Sito di Interesse Nazionale Bussi sul Tirino (redatto
da Universit di Roma Tor Vergata - Marzo 2013) e al Piano delle indagini integrative sul sito in
localit "l Tre Monti" nel Comune di Bussi sul Tirino (PE) - perizia di variante e suppletiva
(redatto da E&G nel dicembre 2013), diversi sondaggi successivamente attrezzati a piezometro
da cui sono stati prelevati campioni per le individuate analisi chimiche di suolo e di terreno
commisto a rifiuti e delle acque superficiali e profonde.
Di seguito viene descritto il piano di indagini completo, che stato attuato per la
caratterizzazione del sito. La trattazione completa dei risultati esposta in Allegato 1
(documento redatto dallUniversit di Roma Tor Vergata).
In particolare le indagini realizzate risultano cos dettagliate:
pag. 46 di 83
Allesterno del Corpo Discarica
Realizzazione di n. 18 sondaggi a distruzione di nucleo e a carotaggio continuo; per ogni punto
di indagine sono stati realizzati un sondaggio profondo ed uno superficiale, ai fini di indagare
separatamente i due acquiferi
Posa in opera di n. 18 piezometri del tipo a tubo aperto;
Realizzazione di n. 12 prove slug test per la determinazione della conducibilit idraulica;
Esecuzione di n. 3 prove di tipo Lugeon allinterno dei termini rocciosi (travertini);
Esecuzione di n. 14 prove di tipo Lefranc allinterno delle perforazioni superficiali;
Campionamento ed analisi chimiche dei suoli su n. 18 campioni;
6 campioni di top soil (0-10 cm da p.c.) in cui verranno ricercati diossine, furani e DL-
PCB (Dioxin like PCB)
Campionamento ed analisi chimiche su n. 18 campioni di acque (nuovi piezometri), 13
campioni di acque (piezometri e pozzi esistenti) e 4 campioni dal Fiume Pescara.
Figura 17: Ubicazione dei punti di indagine di caratterizzazione (rossi) e dei punti di indagine da perizia in variante(blu)
pag. 47 di 83
7 STATO QUALITATIVO DELLE MATRICI AMBIENTALI
SPESSORERIFIUTI
ANNODIINDAGINE N.SONDAGGI/TRINCEE LOTTONE LOTTOSW
MEDIORILEVATO
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7.2 COMPARTO TERRENI SOTTO I RIFIUTI
Anno 2007 prima caratterizzazione
Dai risultati analitici emerge che anche il terreno sottostante il corpo rifiuti risulta contaminato,
evidenziando diversi composti con concentrazioni superiori ai valori limite imposti dal D.Lgs
152/06 e dalle integrazioni dellIstituto Superiore di Sanit. In particolare emerge che il terreno
risulta pesantemente contaminato da composti organici clorurati (Esacloroetano,
Tetracloroetilene). Cos come riscontrato nel corpo rifiuti sono presenti, anche se in
concentrazioni minori, altri contaminanti quali idrocarburi policiclici aromatici ed inorganici.
Tabella 9: Profondit dei campioni analizzati prelevati dai sondaggi effettuati allinterno della
discarica abusiva I Tre Monti. In grigio scuro sono evidenziati i campioni prelevati nel terreno
sottostante il corpo rifiuti ed in rosso quelli che presentano delle concentrazioni superiori alla col. B.
Con un asterisco vengono indicati i campioni per i quali stato effettuato un set completo di analisi.
ncampioniperciascun
IDSondaggio Profonditprelievocampioni[m]
sondaggio
S1 4 0,3 1,85 3,1 6
S2
S3 3 0,5 2,5 6
S4 1 1,5
S5 1 * 1,5
S6 3 * 1,6 4,5 5,7
S7 1 * 4,8
S8 1 * 4,2
S9 1 * 2,9
S10 1 3
S11 2 3 3,5
S12 1 3
S13 1 3,1
S14 1 1,1
S15 1 3
S16 1 4
S17 3 1 1,5 3,9
S18 1 4
S19 1 4,6
S20 2 1,8 3,6
S21 1 5,3
S22 1 4
Considerando i limiti relativi alla colonna B della Tab. 1 dellAll. 5 della parte IV titolo V del D.lgs
152/06 i principali parametri con concentrazioni maggiori delle CSC sono: Mercurio;
Tricloroetilene (TCE); Tetracloroetilene (PCE); Triclorometano; Tetracloroetano-1,1,1,2;
Esacloroetano; Esaclorobutadiene. Tali superamenti si sono ritrovati nei sondaggi S3, S6, S7,
S8, S9, S11, S12, S17, S18 e S20 e fino ad una quota massima di profondit di 6,00 m da p.c.
in S3.
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Anno 2013-2014 caratterizzazione integrativa
Anche in questo caso i risultati refertati mettono in evidenza come in questi terreni siano
presenti alcuni contaminanti in concentrazioni superiori ai valori limite definiti dal D.Lgs 152/06
e, per i contaminanti non normati, ai valori limite suggeriti dallIstituto Superiore di Sanit. In
particolare, analogamente a quanto riscontrato nelle analisi effettuate nei campioni prelevati nel
corpo rifiuti, la contaminazione principalmente riconducibile a composti organici clorurati.
Tabella 10: Profondit dei campioni analizzati prelevati dai sondaggi effettuati allinterno della
discarica abusiva I Tre Monti. In giallo sono evidenziati i campioni prelevati nel terreno
sottostante il corpo rifiuti che presentano delle concentrazioni superiori alla colonna A; in rosso
sono evidenziati i campioni prelevati nel terreno sottostante il corpo rifiuti che presentano delle
concentrazioni superiori alla colonna B.
Concentrazionisuperiorialla
SONDAGGIO ALIQUOTA QUOTAPRELIEVO
colonnaAoBdellatab.1
GSR1 0,51,0 A
G GSR2 4,755,75 A
GSR3 50,751,2 conforme
HSR1 4,35,3 conforme
HSR2 6,46,9 conforme
H
HSR3 8,48,8 conforme
HSR4 19,320 conforme
ISR1 6,657,65 A
I ISR2 22,523,0 conforme
ISR3 38,339,0 conforme
LSR1 4,55,0 A
L LSR2 5,56,0 conforme
LSR3 6,07,0 conforme
MSR1 4,95,9 A
M MSR2 6,07,0 A
MSR3 9,410,4 B
NSR1 6,357,35 A
N NSR2 8,09,0 A
NSR3 9,010,0 B
RSR1 2,83,2 conforme
R RSR2 5,05,5 conforme
RSR3 7,07,5 conforme
SSR1 4,04,5 conforme
S SSR2 5,05,5 conforme
SSR3 6,06,5 conforme
TSR1 4,55,0 Conforme
T TSR2 5,96,3 Conforme
TSR3 7,58,0 Conforme
USR1 5,76,7 A
U
USR2 12,012,5 A
pag. 50 di 83
Concentrazionisuperiorialla
SONDAGGIO ALIQUOTA QUOTAPRELIEVO
colonnaAoBdellatab.1
USR3 19,520,0 A
VSR1 5,556,55 A
V VSR2 8,59,0 B
VSR3 9,49,8 A
ZSR1 5,25,75 A
Z ZSR2 6,57,0 Conforme
ZSR3 7,48,0 Conforme
Considerando i limiti relativi alla colonna B della Tab. 1 dellAll. 5 della parte IV titolo V del D.lgs
152/06 i principali parametri con concentrazioni maggiori delle CSC sono: Cloruro di vinile; 1,1-
Dicloroetilene, Tricloroetilene (TCE), Tetracloroetilene (PCE), Esaclorobutadiene, 1,2-
Dicloroetilene.
A differenza della prima campagna del 2007 nei terreni al di sotto della discarica non stato
riscontrato lesacloroetano con concentrazioni maggiori della colonna B.
La profondit massima raggiunta dalla contaminazione stata nel sondaggio U (19,5-20,0) ma
solamente per 1 parametro (indeno(123cd) pirene) con concentrazioni di poco superiori alla
colonna A.
Mentre in relazione alla colonna B la profondit di contaminazione massima raggiunta 10,4 m
raggiunta nel sondaggio M per i parametri Cloruro di vinile; 1,1-Dicloroetilene, Tricloroetilene
(TCE), Tetracloroetilene (PCE).
Non avendo prelevato ulteriori campioni pi profondi non stato raggiunto il limite verticale
della potenziale contaminazione rilevata.
Si veda riferimento nelle Tavole illustrative in Allegato 3.
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Tabella 11: Sintesi dei risultati delle analisi chimiche effettuate nel 2014 nei campioni prelevati nel
top-soil allesterno della discarica abusiva situata in localit I Tre Monti. In giallo sono evidenziati i
campioni prelevati che presentano delle concentrazioni superiori alla colonna A in rosso sono
evidenziati i campioni prelevati che presentano delle concentrazioni superiori alla colonna B.
Concentrazionisuperiorialla
SONDAGGIO ALIQUOTA QUOTAPRELIEVO
colonnaAoBdellatab.1
A TSA 00,1m B
B TSB 00,1m B
C TSC 00,1m A
D TSD 00,1m A
E TSE 00,1m A
F TSF 00,1m A
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Tabella 13: Sintesi dei risultati delle analisi chimiche effettuate nel 2014 nei campioni prelevati nel suolo
profondo allesterno della discarica abusiva situata in localit I Tre Monti. In giallo sono evidenziati i
campioni prelevati che presentano delle concentrazioni superiori alla colonna A in rosso sono evidenziati
i campioni prelevati che presentano delle concentrazioni superiori alla colonna B
QUOTA Concentrazionisuperiorialla
SONDAGGIO ALIQUOTA
PRELIEVO colonnaAoBdellatab.1
ASR2 1,62,0 A
A
ASR1 22,50 A
BSR1 2,753,5 A
B
BSR2 7,257,9 conforme
CSR1 2,43,0 A
C
CSR2 3,74,25 conforme
DSR1 3,54,5 conforme
D
DSR2 7,58,3 conforme
ESR1 1,01,5 conforme
E
ESR2 1,52,2 conforme
FSR1 2,43,4 conforme
F
FSR2 4,65,3 conforme
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Tabella 14: Piezometri di monitoraggio nei 3 acquiferi
SIGLACAMPIONE PROFONDITA' FILTRI ACQUIFERO
PZF5 15m n.d. A
PzE' 20m 312m A
PzQ' 20m 312m A
PzA' 7m 37m A
PZF4 9m n.d. A
PzL 12m 69m A
PzM 12m 1012m A
PzN 12m 312m A
PzR 20m 1115m A
P41 10m 39m A
PF59.1 22m 321m A/F
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7.4.1 Piezometri ubicati a Monte della discarica
I risultati delle campagne di monitoraggio delle acque sotterranee condotte nel 2014 nei
piezometri ubicati a monte idrogeologico della zona interessata dalla presenza del corpo rifiuti
commisto al terreno mettono in evidenza alcuni superamenti delle concentrazioni soglia di
contaminazione (CSC) per le acque sotterranee in particolar modo per il cloruro di vinile. Le
analisi effettuate mettono in evidenza anche il superamento di altri contaminanti quali Ferro,
Manganese solo nei piezometri superficiali, mentre 1,1-Dicloroetilene e 1,1,1,2-Tetracloroetano
solamente in O. Il Ferro e Manganese possono essere ascritti anche a contaminazione
naturale.
Tabella 15: Pz a monte della discarica
Piezometro
Complessosuperficiale(A)
SiglaCampione Profondit
Complessointermedio(T)
Complessoprofondo(C)
PZF5 15m A
PZF5 15m A
PzE' 20m A
PzQ' 20m A
PzA' 7m A
PzB' 20m T
PzE 60m C
PzQ 60m C
PzA 60m C
PzB 80m C
PzO 80m C
Le concentrazioni pi elevate di Cloruro di Vinile (20,1 g/l su un limite di 0,5 g/l) si riscontrano
nel piezometro che intercetta lacquifero del complesso macroclastico inferiore (PzB) con
concentrazioni di oltre 40 volte superiori al limite fissato dal D.Lgs. 152/06.
I risultati delle campagne di monitoraggio delle acque sotterranee condotte nel 2014 nei
piezometri realizzati allinterno della zona interessata dalla presenza del corpo rifiuti commisto
al terreno fanno emergere come gran parte dei composti alifatici clorurati riscontrati nel corpo
rifiuti e nel terreno sottostante la discarica risultino presenti anche nellacquifero sottostante la
discarica abusiva. In particolare le analisi fanno rilevare concentrazioni molto elevate di alcuni
contaminanti quali ad es. Triclorometano, Cloruro di vinile, 1,1-Dicloroetilene, Tricloroetilene,
Tetracloroetilene,11,2-Dicloropropano, 1,1,2-Tricloroetano, 1,2,3-Tricloropropano, 1,1,2,2-
Tetracloroetano, 1,1,1,2-Tetracloroetano, Esacloroetano (con superamenti, per alcuni di essi,
anche oltre 1000 volte i limiti fissati dal D.Lgs. 152/06). Si sottolinea che tali superamenti sono
riscontrati anche nei campioni di acqua prelevati in corrispondenza dellacquifero profondo. Si
evidenzia inoltre, che le concentrazioni pi alte di composti clorurati sono state riscontrate nei
piezometri realizzati in vicinanza delle zone in cui era stata messa in evidenza la possibile
presenza di vasche interrate (piezometri M e N).
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Tabella 16: Piezometri di monitoraggio interni della discarica
Piezometro
Complessosuperficiale(A)
SiglaCampione Profondit
Complessointermedio(T)
Complessoprofondo(C)
PZF4 9m A
PzL 12m A
PzM 12m A
PzN 12m A
PzR 12m A
PzI 40m T
PzT 40m T
PzU 40m T
PzV 40m T
PzZ 60m T
PzO 80m C
PzG 80m C
PzH 60m T+C
PzS 60m T
Anche per i piezometri ubicati allinterno della discarica troviamo concentrazioni pi alte,
superiori ai limiti delle CSC di riferimento, di Ferro e Manganese nei piezometri relativi
allacquifero superficiale, mentre elevate concentrazioni dei composti organoclorurati li troviamo
principalmente nel complesso Travertinico (discorso a parte per i piezometri M e N). Da notare,
come anche per i piezometri profondi ubicati a monte della discarica, che nei piezometri
profondi situati allinterno della discarica lunico parametro superiore ai limiti normativi il
cloruro di vinile (in particolar modo nel Pz G con filtri posti tra 65-80 m la concentrazione di
cloruro di vinile pari a 61,6 g/l).
I risultati delle campagne di monitoraggio delle acque sotterranee condotte nel 2014 nei
piezometri realizzati a valle discarica abusiva fanno emergere come gran parte dei composti
alifatici clorurati riscontrati nei piezometri realizzati al di sotto del corpo rifiuti risultino, anche se
in maniera minore, presenti anche nei campioni di acqua prelevati dai piezometri realizzati a
valle idrologica del corpo rifiuti.
Anche in questo caso si evidenzia che i superamenti dei limiti fissati dal D.Lgs. 152/06
interessano sia le acque prelevate in corrispondenza dellacquifero intermedio (T) che di quello
profondo (C). Mentre si rileva che i piezometri posti immediatamente a valle della discarica non
intercettano lacquifero superficiale (A).
Nelle figure in Allegato 4 vengono rappresentati i superamenti suddetti.
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Tabella 17: Piezometri di monitoraggio subito a valle della discarica
Piezometro
Complessosuperficiale(A)
SiglaCampione Profondit
Complessointermedio(T)
Complessoprofondo(C)
PZF1 13,5m T
PZF2 15,5m T
PzP' 20m T
PzF' 20m T
PzC' 20m T
PzD' 20m T
PzP 80m C
PzF 60m C
PzC 80m C
PzD 80m C
I superamenti delle CSC rilevati a carico delle acque sotterranee relativi alle campagne di
monitoraggio condotte durante il periodo di riferimento (2007-2011-2012-2014) sono di seguito
riassunti.
Nel 2007 sono stati rilevati in maniera discontinua i superamenti riconducibili alle seguenti
famiglie di composti:
Metalli :
Alluminio (PF59.1) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto
PF59.1, con una concentrazione pari a 207 g/l contro una CSC di 200 g/l;
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Manganese (PF59.1, PZF4, PZF5) i cui valori massimi sono stati rilevati in
corrispondenza del punto PZF5, con una concentrazione pari a 3570 g/l contro una
CSC di 50 g/l;
Ferro (PF60.3, PZF5, ACA2) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del
punto PZF5, con una concentrazione pari a 282 g/l contro una CSC di 200 g/l.
Alifatici clorurati:
1,1-Dicloroetilene (PZF1, PZF2, PF60.1, PF60.2, PF60.3, ACA1, ACA2, ACA3) i cui
valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto PZF1 (Giugno), con una
concentrazione pari a 1490 g/l contro una CSC di 0,05 g/l;
Esaclorobutadiene (PZF1, P23.2, PF59.2, PF60.1, PF60.2, ACA1, ACA2, ACA3) i cui
valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto PZF1 (Giugno), con una
concentrazione pari a 518 g/l contro una CSC di 0,15 g/l;
Tetracloroetilene (PZF1, PZF2, PZF4, P23.1, P23.2, PF59.2, PF60.1, PF60.2, ACA1,
ACA2, ACA3) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto PZF1
(Giugno), con una concentrazione pari a 2803 g/l contro una CSC di 1,1 g/l;
Tetraclorometano (Tetracl. di carb.) (PZF1, P23.1, P23.2, PF59.2, PF60.1, PF60.2,
ACA1, ACA2, ACA3) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto
PZF1 (Giugno), con una concentrazione pari a 17 g/l contro una CSC di 0,15 g/l;
Tricloroetilene (PZF1, PF60.1, PF60.2, ACA1, ACA2) i cui valori massimi sono stati
rilevati in corrispondenza del punto PZF1 (Giugno), con una concentrazione pari a 1017
g/l contro una CSC di 1,5 g/l;
Triclorometano (PZF1, PZF5, P23.1, P23.2, PF59.1, PF59.2, PF60.1, PF60.2, PF60.3,
ACA1, ACA2, ACA3) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto
PZF1 (Giugno), con una concentrazione pari a 26 g/l contro una CSC di 0,15 g/l;
Cloruro di vinile (PZF1, P23.1, PF59.2, PF60.3) i cui valori massimi sono stati rilevati in
corrispondenza del punto PF60.3, con una concentrazione pari 68 a g/l contro una
CSC di 0,5 g/l;
Sommatoria idrocarburi clorurati cancerogeni (PZF1, PZF2, P23.1, PF59.2, PF60.1,
PF60.2, PF60.3, ACA1, ACA2, ACA3) i cui valori massimi sono stati rilevati in
corrispondenza del punto PZF1 (Giugno), con una concentrazione pari a 5871 g/l
contro una CSC di 10 g/l;
1,2-Dicloroetilene (cis) (PZF1) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza
del punto PZF1 (Giugno), con una concentrazione pari a 3220 g/l contro una CSC di 60
g/l;
1,2-Dicloroetilene (trans) (PZF1) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza
del punto PZF1 (Giugno), con una concentrazione pari a 72 g/l contro una CSC di 60
g/l;
1,1,2-Tricloroetano (PZF1) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del
punto PZF1 (Settembre), con una concentrazione pari a 28,1 g/l contro una CSC di 0,2
g/l;
1,1,1,2-Tetracloroetano (PZF1, PZF2, P23.2, PF59.1, PF59.2, PF60.1, PF60.2, ACA1,
ACA2, ACA3) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto PZF1
(Giugno), con una concentrazione pari a 1800 g/l contro una CSC di 0,05 g/;
1,1,2,2-Tetracloroetano (PZF1, PZF2) i cui valori massimi sono stati rilevati in
corrispondenza del punto PZF1 (Giugno), con una concentrazione pari a 508 g/l contro
una CSC di 0,05 g/l;
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Esacloroetano (PZF1, PZF2, PF59.2, PF60.1, PF60.2, ACA1, ACA2, ACA3) i cui valori
massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto PZF1 (Giugno), con una
concentrazione pari a 4,9 g/l contro una CSC di 0,05 g/l.
Alifatici alogenati:
Bromodiclorometano (PZF1) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del
punto PZF1 (Settembre), con una concentrazione pari a 0,6 g/l contro una CSC di 0,17
g/l.
Nel 2011 sono stati rilevati in maniera discontinua i superamenti riconducibili alle seguenti
famiglie di composti:
Alifatici clorurati:
Cloruro di vinile (PZF1, P41, PP5) i cui valori massimi sono stati rilevati in
corrispondenza del punto PP5, con una concentrazione pari 150 a g/l contro una CSC
di 0,5 g/l;
1,1-Dicloroetilene (PZF1, PZF2, PZF3, PZF4, PZF5, P41, PP5, P23.1) i cui valori
massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto PZF1, con una concentrazione
pari a 500 g/l contro una CSC di 0,05 g/l;
Tetracloroetilene (PZF1, PZF2, PZF3, PZF4, PP5, P23.2) i cui valori massimi sono stati
rilevati in corrispondenza del punto PZF1 (Giugno), con una concentrazione pari a 900
g/l contro una CSC di 1,1 g/l;
Tricloroetilene (PZF1, PZF4, PP5) i cui valori massimi sono stati rilevati in
corrispondenza del punto PZF1, con una concentrazione pari a 350 g/l contro una CSC
di 1,5 g/l;
Esacloroetano (PZF1, PZF4, PP5, P23.1, P23.2) i cui valori massimi sono stati rilevati in
corrispondenza del punto PZF1, con una concentrazione pari a 64 g/l contro una CSC
di 0,05 g/l.
Nel 2012 sono stati rilevati in maniera discontinua i superamenti riconducibili alle seguenti
famiglie di composti:
Metalli e Inorganici:
Boro (PF60.1) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto PF60.1,
con una concentrazione pari a 2100 g/l contro una CSC di 1000 g/l;
Alluminio (PZF4, P23.1) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del
punto PZF4, con una concentrazione pari a 910 g/l contro una CSC di 200 g/l;
Manganese (PZF4, PZF5, P41, P23.1, PP5, PF59.1, ACA6, A2) i cui valori massimi
sono stati rilevati in corrispondenza del punto PF59.1, con una concentrazione pari a
530 g/l contro una CSC di 50 g/l;
Ferro (PZF4, PZF5, P41, P23.1, PP5, PF59.1, PF60.3, ACA6, A2) i cui valori massimi
sono stati rilevati in corrispondenza del punto A2, con una concentrazione pari a 7500
g/l contro una CSC di 200 g/l;
Piombo (PZF4, P23.1) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto
P23.1, con una concentrazione pari a 43 mg/l contro una CSC di 10 mg/l.
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Alifatici clorurati:
Cloroformio (PZF1, PZF4, P23.1, P23.2, PP5, PF59.2, PF60.1, PF60.2, ACA MONTE,
ACA VALLE, P3ACA, ACA4, ACA6, A3, A5, B2, B3, C2) i cui valori massimi sono stati
rilevati in corrispondenza del punto PZF1, con una concentrazione pari a 7,1 g/l contro
una CSC di 0,15 g/l;
Cloruro di vinile (PZF1, P41, PP5) i cui valori massimi sono stati rilevati in
corrispondenza dei punti PZF1 e P41, con una concentrazione pari 23 a g/l contro una
CSC di 0,5 g/l;
1,1-Dicloroetilene (PZF1, P41, PP5, PF60.2, ACA MONTE, ACA VALLE, P3ACA, ACA4,
ACA6, A3, B3, C2) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto
PZF1, con una concentrazione pari a 430 g/l contro una CSC di 0,05 g/l;
Diclorometano (P23.1) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto
P23.1, con una concentrazione pari a 1,5 g/l contro una CSC di 0,15 g/l;
Tricloroetilene (PZF1, PP5, PF60.2, B3) i cui valori massimi sono stati rilevati in
corrispondenza del punto PZF1, con una concentrazione pari a 110 g/l contro una CSC
di 1,5 g/l;
Tetracloroetilene (PZF1, PZF3, P23.2, PP5, PF59.2, PF60.1, PF60.2, ACA MONTE,
ACA VALLE, P3ACA, ACA4, ACA6, A5, B3, C2) i cui valori massimi sono stati rilevati in
corrispondenza del punto PZF1, con una concentrazione pari a 220 g/l contro una CSC
di 1,1 g/l;
Esaclorobutadiene (PZF1, PP5, B3) i cui valori massimi sono stati rilevati in
corrispondenza del punto PP5, con una concentrazione pari a 1,6 g/l contro una CSC
di 0,15 g/l;
Sommatoria idrocarburi clorurati cancerogeni (PZF1, P41, PP5, PF60.1, PF60.2) i cui
valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto PZF1, con una
concentrazione pari a 780 g/l contro una CSC di 10 g/l;
1,2-Dicloroetilene (PZF1, PP5) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza
del punto PZF1, con una concentrazione pari a 830 g/l contro una CSC di 60 g/l;
1,1,2-Tricloroetano (PZF1, PP5, PF60.2, ACA6) i cui valori massimi sono stati rilevati in
corrispondenza del punto PZF1, con una concentrazione pari a 16 g/l contro una CSC
di 0,2 g/l;
1,2,3-Tricloropropano (PZF1, PP5) i cui valori massimi sono stati rilevati in
corrispondenza del punto PZF1, con una concentrazione pari a 1,2 g/l contro una CSC
di 0,001 g/l;
1,1,2,2-Tetracloroetano (PZF1, P23.1, PP5, PF60.2, ACA MONTE, B3) i cui valori
massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto PZF1, con una concentrazione
pari a 19 g/l contro una CSC di 0,05 g/l;
Tetraclorometano (Tetracl. di carb.) (PZF1, P23.1, P23.2, PP5, PF59.2, ACA MONTE,
ACA VALLE, P3ACA, ACA4, A3, A5, B3) i cui valori massimi sono stati rilevati in
corrispondenza del punto P23.1, con una concentrazione pari a 1,8 g/l contro una CSC
di 0,15 g/l;
Esacloroetano (PZF1, P23.1, P23.2, PP5, B3) i cui valori massimi sono stati rilevati in
corrispondenza del punto PP5, con una concentrazione pari a 12 g/l contro una CSC di
0,05 g/l.
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Clorobenzeni
Esaclorobenzene (P23.1, P23.2, PP5, PF59.2, PF60.2, A5) i cui valori massimi sono
stati rilevati in corrispondenza del punto PF59.2, con una concentrazione pari a 0,046
g/l contro una CSC di 0,01 g/l.
Nel 2014 sono stati rilevati in maniera discontinua i superamenti riconducibili alle seguenti
famiglie di composti:
Metalli e Inorganici:
Alluminio (PzU, PzZ) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto
PzU, con una concentrazione pari a 296 g/l contro una CSC di 200 g/l,
Manganese (PZF5, PzE, PzQ, PzA, PZF4, PzI, PzL, PzM PzN, PzR, PzV, PzP, P41,
PF59.1) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto PzV, con una
concentrazione pari a 990 g/l contro una CSC di 50 g/l,
Ferro (PZF5, PzE, PzI, PzR, PzS, P41, PF60.3) i cui valori massimi sono stati rilevati in
corrispondenza del punto PZF5 (Novembre 2013), con una concentrazione pari a 3770
g/l contro una CSC di 200 g/l,
Solfati (PzN) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto PzN, con
una concentrazione pari a 404 mg/l contro una CSC di 250 mg/l;
Alifatici clorurati:
1,1-Dicloroetilene (PzO, PZF4, PzI, PzM, PzN, PzR, PzV, PzP, PZF1, PzF, PzF) i cui
valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto PzM, con una
concentrazione pari a 7000 g/l contro una CSC di 0,05 g/l,
Esaclorobutadiene (PzI, PzM, PzN, PzU, PzV, PZF1, PzF, PzD, PP5, PF59.2, PF60.2) i
cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto PzU, con una
concentrazione pari a 8 g/l contro una CSC di 0,15 g/l,
Tetracloroetilene (PzI, PzM, PzN, PzU, PzV, PzP, PZF1, PzF, PzF, PzD, PP5, PF59.2,
PF60.1, PF60.2, PF60.3) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del
punto PzM, con una concentrazione pari a 10900 g/l contro una CSC di 1,1 g/l,
Tetraclorometano (Tetracl. di carb.) (PzI, PzM, PzN, PzV, PZF1, PzF, PzD, PP5, P23.1,
P23.2, PF59.2, PF60.1, PF60.2) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza
del punto PzM, con una concentrazione pari a 49 g/l contro una CSC di 0,15 g/l,
Tricloroetilene (PzI, PzM, PzN, PzV, PzP, PZF1, PzF, PzF, PzD, PP5, PF60.2) i cui
valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto PzM, con una
concentrazione pari a 12800 g/l contro una CSC di 1,5 g/l,
Triclorometano (PzI, PzM, PzN, PzV, PZF1, PzF, PzF, PzD, PP5, P23.1, PF59.2,
PF60.1, PF60.2) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto PzM,
con una concentrazione pari a 385 g/l contro una CSC di 0,15 g/l,
Cloruro di vinile (PZF5, PzE, PzQ, PzQ, PzA, PzB, PzB, PzO, PzG, PzH, PzI, PzL, PzM
PzN, PzS, PzT, PzU, PzV, PzZ, PzP, PZF1, PzF, PzF, PzD, PzD, P41, PP5, PF60.3) i
cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto PzM, con una
concentrazione pari 1040 a g/l contro una CSC di 0,5 g/l,
1,2-Dicloroetilene (cis) (PzN) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del
punto PzN, con una concentrazione pari a 3790 g/l contro una CSC di 60 g/l,
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1,2-Dicloroetilene (trans) (PzN) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza
del punto PzN, con una concentrazione pari a 165 g/l contro una CSC di 60 g/l,
1,1,2-Tricloroetano (PzI, PzM, PzN, PzV, PzP, PZF1, PzF, PzF, PzD, PP5, PF60.2) i
cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto PzM, con una
concentrazione pari a 454 g/l contro una CSC di 0,2 g/l,
1,1,1,2-Tetracloroetano (PzO, PZF4, PzI, PzM, PzN, PzR, PzT, PzU, PzV, PzP, PZF1,
PzF, PzF, PzC, PzD, P41, PP5, P23.1, PF59.1, PF59.2, PF60.1, PF60.2, PF60.3) i cui
valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del punto PzM, con una
concentrazione pari a 10700 g/l contro una CSC di 0,05 g/l,
1,1,2,2-Tetracloroetano (PzI, PzM, PzN, PzR, PzV, PzP, PZF1, PzF, PzF, PzD, PP5,
P23.1, PF59.1, PF59.2, PF60.1, PF60.2, PF60.3) i cui valori massimi sono stati rilevati
in corrispondenza del punto PzM, con una concentrazione pari a 992 g/l contro una
CSC di 0,05 g/l,
Esacloroetano (PzI, PzM, PzN, PzT, PzU, PzV, PZF1, PzF, PzF, PzD, PP5, P23.1,
P23.2, PF59.2, PF60.1, PF60.2, PF60.3) i cui valori massimi sono stati rilevati in
corrispondenza del punto PzD, con una concentrazione pari a 347 g/l contro una CSC
di 0,05 g/l,
1,2-Dicloroetano (PzM, PzN) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del
punto PzM, con una concentrazione pari a 6,26 g/l contro una CSC di 3 g/l,
1,2-Dicloroetilene (PzM, PZF1, PzF, PzD, PP5) i cui valori massimi sono stati rilevati in
corrispondenza del punto PzM, con una concentrazione pari a 6420 g/l contro una
CSC di 60 g/l,
1,2,3-Tricloropropano (PzI, PzL, PzM, PzN, PzV, PzP, PZF1, PzF, PzF, PzD, PP5,
P23.1, PF59.1, PF60.2, PF60.3) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza
del punto PzM, con una concentrazione pari a 70,8 g/l contro una CSC di 0,001 g/l,
Diclorometano (PzI, PzM, PzN) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza
del punto PzM, con una concentrazione pari a 5,77 g/l contro una CSC di 0,15 g/l;
Alifatici alogenati:
Bromodiclorometano (PzM, PzN) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza
del punto PzM, con una concentrazione pari a 4,33 g/l contro una CSC di 0,17 g/l,
1,2-Dibromoetano (PzM) i cui valori massimi sono stati rilevati in corrispondenza del
punto PzM, con una concentrazione pari a 0,025 g/l contro una CSC di 0,001 g/l;
Clorobenzeni:
1,3-Diclorobenzene (PzL, PzM, PzN, PzD) i cui valori massimi sono stati rilevati in
corrispondenza del punto PzM, con una concentrazione pari a 4,1 g/l contro una CSC
di 0,5 g/l,
1,4-Diclorobenzene (PzM, PzN, PzD) i cui valori massimi sono stati rilevati in
corrispondenza del punto PzM, con una concentrazione pari a 4,86 g/l contro una CSC
di 0,5 g/l,
Esaclorobenzene (PzI, PzN, PzD) i cui valori massimi sono stati rilevati in
corrispondenza del punto PzD, con una concentrazione pari a 0,029 g/l contro una
CSC di 0,01 g/l.
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7.4.5 Oscillazioni nel tempo delle concentrazioni superiori ai limiti normativi rilevate nei
Piezometri di monitoraggio
0,8
g/L
0,6
0,4
0,2
Tetracloroetilene LimiteD.Lgs.152/06
Nel piezometro di valle PZF1 la concentrazione diminuisce tra la prima e la seconda campagna
del 2007, successivamente cresce fino al 2011 per poi riprendere a diminuire fino al 2014, in
maniera pi marcata a partire dalla realizzazione degli interventi di MISE ma con valori sempre
notevolmente superiori alle CSC (64,4 g/l ultima campagna del 2014).
pag. 63 di 83
EvoluzionecontaminazioneTetracloroetilene PZF1
3000
2500
2000
g/L
1500
1000
500
Nei piezometri di monte di nuova realizzazione, PzA e PzQ che captano lo stesso acquifero
superficiale di PzF5, la concentrazione del Tetracloroetilene relativa al 2014 inferiore alla
CSC, mentre nei nuovi piezometri di valle pi prossimi a PzF1 quali PzD e PzP troviamo dei
valori rispettivamente di 465 g/l, e 1,79 g/l.
0,05
0,04
g/L
0,03
0,02
0,01
Nel piezometro di valle PZF1 la concentrazione diminuisce tra la prima e la seconda campagna
del 2007, successivamente cresce fino al 2011, decresce tra il 2011 ed il 2012, aumenta tra il
2012 ed il 2013 per poi riprendere a diminuire fino al 2014.
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EvoluzionecontaminazioneEsacloroetano PZF1
70
60
50
40
g/L
30
20
10
0,6
0,5
0,4
g/L
0,3
0,2
0,1
Nel piezometro di valle PZF1 la concentrazione aumenta tra la prima e la seconda campagna
del 2007, successivamente decresce fino al 2012, cresce tra il 2012 ed il 2013 ed infine
decresce tra il 2013 ed il 2014.
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EvoluzionecontaminazioneClorurodivinile PZF1
25
20
15
g/L
10
In entrambi i nuovi piezometri di monte PzA e PzQ la concentrazione del Cloruro di vinile
relativa al 2014 superiore alla CSC solamente in PZQ, con un valore di 1,25 g/l mentre
inferiore al limite in PzA, cos come nei nuovi piezometri di valle PzD e PzP, con valori pari a
0,764 g/l (>delle CSC) e 0,0319 g/l (< delle CSC).
EvoluzionecontaminazioneTricloroetilene PZF5
1,6
1,4
1,2
1
g/L
0,8
0,6
0,4
0,2
Nel piezometro di valle PZF1 invece la concentrazione sempre superiore alle CSC ma con un
continuo decremento dalla campagna del 2007 al 2014, dove partito con concentrazioni di
1017 g/l fino a 40,3 g/l.
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EvoluzionecontaminazioneTricloroetilene PZF1
1200
1000
800
g/L
600
400
200
Tali andamenti si riscontrano anche nei nuovi piezometri di monte PzA e PzQ con
concentrazioni inferiori alle CSC mentre nei nuovi piezometri di valle PzD e PzP, ritroviamo
valori pari a 369 g/l e 1,63 g/l.
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7.5 COMPARTO ACQUE SUPERFICIALI
Per quanto riguarda i risultati delle analisi chimiche effettuate nei due campioni di acqua
prelevati nel Fiume Pescara a valle e a monte idrologica della discarica abusiva situata in
localit I Tre Monti, si evidenza che le concentrazioni, per tutti i contaminanti indagati, sono
inferiori alle CSC fissate dal D.Lgs 152/06 e in molti casi anche inferiori al limite di rilevabilit.
Confrontando tra loro i valori di monte e di valle si pu riscontrare nel campione di valle un lieve
incremento delle concentrazioni per alcuni dei contaminanti indagati.
Tabella 19: Sintesi dei risultati delle analisi chimiche effettuate nel 2014 nei due campioni di acqua
prelevati nel Fiume Pescara a valle e a monte idrologica della discarica abusiva situata in localit I Tre
Monti. Nella tabella sono riportate esclusivamente le sostanze che hanno evidenziato delle
concentrazioni superiori al limite di rilevabilit.
AnalisisuicampionidiacquaprelevatinelFiumePescara(Analisi2014)
CSC Sup1Monte Sup2Valle
Parametro
acquesotterranee(g/L) (g/L) (g/L)
Alluminio 200 24 28
Ferro 200 12 14
Manganese 50 3,4 <3,0
Boro 1000 0,06 0,08
Fluoruri 1500 0,31 0,26
Solfati 250 16,6 16,6
1,1Dicloroetilene 0,05 0,01 0,01
Tricloroetilene 1,5 0,196 0,341
Tetracloroetilene 1,1 0,35 0,425
1,2Dicloroetilene 60 <0,200 0,0289
1,2,3Tricloropropano 0,001 <0,00025 0,00028
1,1,2,2Tetracloroetano 0,05 <0,0050 0,00677
1,1,1,2Tetracloroetano 0,05 * 0,018 0,049
Esacloroetano 0,05 * 0,00564 0,00665
Nota: Nella tabella vengono inoltre riportati come riferimento i limiti di legge per le acque sotterranee (Concentrazioni
Soglia di Contaminazione definite dal D.Lgs 152/06) o in caso non disponibili dei valori proposti dallISS o dei valori
limite assegnati per similarit con altri contaminanti normati (indicati con un asterisco).
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8 MODELLO CONCETTUALE DEFINITIVO
La raccolta delle informazioni relative al sito in esame e alle aree adiacenti e l'attivit di
caratterizzazione eseguita, sia sullarea di studio che sulle componenti ambientali che possono
essere state interessate dalla migrazione delle sostanze presenti nella sorgente di
contaminazione, conducono alla definizione del Modello Concettuale del sito.
Atmosfera:
Gli effetti da considerare per la presenza della discarica, che hanno potenziale impatto
sullatmosfera, riguardano principalmente la possibile volatilizzazione e diffusione dei
contaminanti attraverso il particolato solido. Il particolato solido, costituito prevalentemente da
polveri, frazione fine del rifiuto e suolo contaminato, si potrebbe depositare e risollevare a
seguito degli agenti atmosferici o a causa della solubilizzazione dei contaminanti ad opera
delle precipitazioni meteoriche. Tale effetto dopo la realizzazione del capping superficiale
dovrebbe risultare assente o poco significativo.
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In alcuni punti anche i campioni pi profondi (fino a -20 m) hanno evidenziato delle
concentrazioni di alcuni parametri superiori ai limiti di riferimento della colonna A della tabella 1
della parte IV titolo V del D.lgs 152/06.
Mentre per quanto riguarda i limiti della colonna B, le profondit massime raggiunte sono
intorno ai -10 m (sondaggi M e N) per i parametri Cloruro di vinile; 1,1-Dicloroetilene,
Tricloroetilene (TCE), Tetracloroetilene (PCE).
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Figura 18: Ubicazione zona pi contaminata (in rosso)
Al di fuori dellarea sorgente (piezometri M ed N), tutti gli altri piezometri mostrano tracce dei
composti organoclorurati con concentrazioni di fatto inferiori alle CSC. La contaminazione non
sembra estendersi verso valle in maniera evidente. Questo pu essere dovuto alla scarsa
continuit laterale del Complesso Macroclastico Superiore ma, soprattutto, al fatto che la
contaminazione, sia come fase pura sia come fase disciolta, in corrispondenza del lato nord-est
della discarica affondata verso il basso nel complesso travertinico sottostante.
Anche per i Metalli presenti in concentrazioni elevati allinterno della discarica (Ferro e
Manganese), al di fuori di essa sono presenti in concentrazioni molto limitate e circoscritte solo
in P41 (solo Fe e Mn) e P59.1 (Mn).
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Figura 19: Ubicazione zona pi contaminata (in rosso)
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Il potere diluente del Complesso, sulla base dei punti di controllo disponibili, molto alto. Solo
nel piezometro PF60.3 si osserva una concentrazione di poco superiore ad 1 ppb.
Anche per i metalli presenti allinterno della discarica a valle si ritrovano solamente delle
concentrazioni di Ferro in PF60.3.
Un punto di attenzione lo si deve porre per quanto riguarda le concentrazioni di cloruro di vinile
rilevate nellacquifero profondo ed in particolare nel PzG ubicato allestremit ovest della
discarica.
Il piezometro filtrato nel bedrock carbonatico con un tratto filtrato compreso fra 65 e 80 m da
p.c. Il picco di concentrazione 61,6 ppb, di gran lunga il maggior valore ritrovato nel
Complesso Acquifero Intermedio ed in quello Profondo. A partire da tale punto si individua un
evidente plume di contaminazione allineato lungo i piezometri PzB e PzP, con valori attorno a
20 ppb. In tutto il resto dellarea i valori sono assai pi bassi, salvo il piezometro D, con una
concentrazione di 6 ppb da mettere in relazione con le sorgenti di contaminazione localizzate
nella porzione orientale della discarica.
Il plume di contaminazione, comunque, si attenua fortemente verso valle flusso, con un
tendenza ad annullarsi.
Una interpretazione ragionevole di tale distribuzione appare la seguente: la contaminazione si
origina dal petrolchimico di Bussi ed migrata attraverso le rocce carbonatiche arrivando poi a
riversarsi allinterno dei depositi di riempimento del fondovalle (si ricorda che il carico
piezometrico nel bedrock dominante rispetto a quello del fondovalle). Si tratta ovviamente di
un processo di declorinazione riduttiva di clorurati originari, declorinazione che si sviluppata,
nei decenni, a partire dagli spot di contaminazione allinterno del petrolchimico.
Di seguito si rappresenta il percorso di declorurazione dei composti organo clorurati nel tempo.
La degradazione come sappiamo avviene in genere attraverso la perdita di ioni cloro Cl-. Il
principale meccanismo di biodegradazione anaerobica infatti lidrodealogenazione (o
dealogenazione riduttiva), ovvero la sostituzione degli atomi di cloro con atomi di idrogeno (H);
in tal processo, a differenza delle condizioni aerobiche, la molecola di inquinante si riduce
costituendo lelettroaccettore. La conseguenza la trasformazione dei solventi pi complessi
come il PCE, il TCE e l1,1,1-TCA in composti semplici quali il DCE e il Cloroetano fino al
Cloruro di Vinile.
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La forte capacit diluitiva ed ossidativa delle Gole di Popoli attenua poi il carico inquinante
praticamente in maniera completa. Come noto al Campo Pozzi di Colle SantAngelo non
mai stato ritrovato cloruro di vinile.
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MODELLO CONCETTUALE DEFINITIVO
VIE DI ESPOSIZIONE
CONTAMINAZIONE
SECONDARIA DI
ESPOSIZIONE
MODALIT DI
MODALIT DI
MIGRAZIONE
RIFERIMENTI
BERSAGLIO
SORGENTE
SORGENTE
PRIMARIA
NOTE E
STATO
Presenza capping
Dispersione in Inalazione di vapori e
ARIA
Assenza di pozzi
Potenzialmente ad uso
ingestione recettori off site
Lisciviazione e attivo idropotabile a
RIFIUTI ABBANCATI COMMISTI A TERRENO
Assenza di pozzi
Potenzialmente ad uso
SISTEMI ACQUIFERI
contatto dermico e
ACQUE
Trasporto e acqua
ALI
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9 CONCLUSIONI
pag. 76 di 83
Per quanto riguarda i rapporti piezometrici tra complessi acquiferi, sulla base della distribuzione
dei valori di carico idraulico possono essere fatte le seguenti considerazioni:
- Il carico idraulico del Complesso Macroclastico Superiore nettamente dominante rispetto
ai Complessi Acquiferi sottostanti. La falda contenuta nelle macroclastiti superiori
sostenuta dal Complesso Limoso-Argilloso e rimane alta rispetto agli altri acquiferi.
Leffetto di travaso laterale del fiume Pescara in sinistra idrografica evidente;
- Il carico idraulico del Complesso Travertinico nettamente inferiore rispetto a quello delle
macroclastiti superiori (di circa 3 m). Questo implica che eventuali fenomeni di drenanza
attraverso il Complesso Limoso-Argilloso sono sempre e comunque diretti dallalto verso il
basso. Leffetto di travaso laterale dal fiume Pescara ancora osservabile verso lestremit
orientale della discarica dove lo spessore del Complesso Limoso-Argilloso si assottiglia e
dove risale il tetto dei travertini. Allinterno della falda ospitata nel Complesso Travertinico si
notano degli evidenti abbassamenti relativi di livello piezometrico, dovuti, probabilmente,
alla presenza di zone maggiormente soggette a corrosione (piezometro O, piezometro
PP5).
- Il carico idraulico del Complesso Macroclastico Detritico inferiore sostanzialmente
analogo a quello dei sovrastanti travertini anche se, in media, leggermente dominante
(circa 0,7 m). Questo implica che allinterno di tale complesso vi una leggera componente
di flusso dal basso verso lalto, indizio di un travaso attivo dalle pareti del fondovalle
(bedrock carbonatico) verso il riempimento poroso del fondovalle. In effetti il carico idraulico
del piezometro G, unico filtrato nel bedrock, dominante rispetto alla stragrande
maggioranza degli altri piezometri.
Inoltre in alcuni punti, sia sul lato sinistro della valle (carico di O maggiore di O, carico di P
leggermente maggiore di P), sia sul lato destro (E addirittura pi alto di E appartenente al
Complesso Superiore, piezometro C), si osserva nettamente il travaso piezometrico dalle
pareti del bedrock.
In tutti i tre Complessi Acquiferi la falda segue, sostanzialmente, il deflusso secondo la
pendenza del fondovalle da monte a valle. Il gradiente idraulico nellordine di 1-2%.
Gli acquiferi profondi al di sotto della Discarica I Tre Monti non sono protetti dallinquinamento
a fronte delle caratteristiche del Complesso Limoso-Argilloso e, a maggior ragione, tenendo
conto della natura dei Composti Organo-Clorurati. Il fatto che il Complesso
Macroclastico-Detritico Inferiore sia il pi permeabile favorisce il richiamo dellacqua di
infiltrazione verso il basso ed il suo convogliamento (assieme agli inquinanti trasportati) lungo il
Complesso profondo dove il carico inquinante subisce una notevole diluizione.
pag. 77 di 83
clorurati in fase pura di attraversarlo) ha contaminato il Complesso Travertinico ed ha
determinato un plume di PCE, TCE, VC che tende a migrare verso valle uscendo dalla zona
della discarica. Le concentrazioni nei travertini sono nellordine di 102 ppb.
La contaminazione va ad interessare anche il Complesso Macroclastico Detritico inferiore con
concentrazioni di PCE attenuate nellordine di grandezza di 101 ppb.
La capacit diluitiva-attenuativa del Complesso Macroclastico Inferiore e del Travertino
notevole ed in corrispondenza della confluenza Tirino-Pescara le concentrazioni sono
nellordine di grandezza di 100 ppb (unit di ppb, in genere inferiori a 10 ppb). Tali
concentrazioni si manterranno pi o meno costanti fino al Campo Pozzi di Colle SantAngelo.
Allestremit occidentale della discarica avviene un fenomeno del tutto nuovo. Non si hanno
evidenze di smaltimento di peci clorurate (se non assai lievi) ma in compenso risulta chiaro
come vi sia una emergenza di VC dal bedrock carbonatico che si riversa nel riempimento del
fondovalle. Si noti che tale emergenza appare abbastanza localizzata; se infatti fosse pi
diffusa, la distribuzione del VC negli altri piezometri risentirebbe maggiormente di tale apporto.
Evidentemente attraverso zone fratturate nel substrato dei flussi contaminanti pervengono dalla
valle del Tirino, dove il carico piezometrico maggiore, e, attraverso la idrostruttura di Monte
Castelluccio, pervengono nel fondovalle del Pescara. Si noti bene che quello che emerge il
processo di declorurazione riduttiva dei clorurati originari, a testimonianza della vetust del
percorso di flusso. Nessun clorurato originario (PCE, TCE, CF, etc.) emerge dal bedrock ma
solo il suo prodotto di degradazione, prodotto che poi viene diluito/ossidato/attenuato lungo le
Gole di Popoli (ed infatti non viene ritrovato poi al Campo Pozzi di Colle SantAngelo).
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ambientale e sui criteri di gestione dello stesso, unitamente a criteri di fattibilit tecnica e su
tecnologie compatibili che, a partire dal Modello Concettuale del sito, potr in generale,
individuare le seguenti possibili azioni:
- intervento sulla sorgente di contaminazione, attraverso la rimozione o la riduzione dei
composti responsabili della situazione di rischio per le matrici ambientali circostanti;
- intervento sui meccanismi e/o sulla possibilit di migrazione dei contaminanti, riducendo il
flusso o la massa che a partire dalla sorgente pu raggiungere i bersagli individuati;
- intervento sui soggetti recettori attraverso linterdizione di utilizzo delle risorse naturali;
- monitoraggio nel tempo dellandamento delle concentrazioni dei parametri di interesse.
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10 BIBLIOGRAFIA
pag. 80 di 83
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