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Il toro, la montagna, il vescovo Considerazioni su un tema iconografico di Pina Belli D" II titolo di quiesto intervento, lo stesso della Mostra fotografica allestita in eecasione del Convegno nelle sale del Museo einografico, pud sembrare a prima vista sibillino, In realti si tratia semplicemente di una serie di riflessioni sviluppate intomo al tema iconografico di S, Michele del Gargano, sul quale gid molto & stato detio da altri € a pid riprese ', Nessuna pretesa quindi, da Parte mia, di apportare nuovi decisivi contributi al catalogo delle immagini, che si 8 andato notevolmente-arricchendo rispetto alle indicazioni gia fornite dai piil noti indici iconografici, per merito di studiosi e uppassionati cultori della materia®; ng, tantomeno, di risolvere annose question: iconologiche che Potrebbero da sole essere oggetto di un particolare dbattito *. La mia non pud ''Mi riferico in paricolare alle ricerehe avviate da Giorgio Otranto parte delle quali, ampiamente illu Fifuse_nell"ultimo contributo dal titolo A Santuariv. ara Oriente e Occidemte, wel volume di G. Onranto-CCarletti. 11 Sunuario. di S. Michele Arcangelo sul Gargano dalle ovigini al X secolo, Bari 1990, pp. 3-36. can arpa bibliograi Precedent interventi in sede locale si devono a M. Calderisi, Un afiesen di Tadeo Gadd, Michael, Bollettino del Santuario. del Gargano. 18, 1976: Id Lar storia dell Apparistone> di $. Michele nella chiesa di $. Francesca a Pisa, ibid, 18. 1977 oltre naturalmente vari e numerosi contribut alla eonoscenva delliconografia garganica offert da FP. Fischet fa i quali’ mi timito a citare, per il suo interesse speciticy, La devosione di San Michele nei paesi catalan. Michael 30, 1979 e ta pubblicazione datilescritta Sabacia Sabah San Michele. Excerpta, 1990-1991, con bibliografia precedente Ringrazio il collegs Otranto per il materiale © le indieazioni che mi hanno facilitate 'a ricereae pli amici di Monte Sant Angelo per ka premurost collahorazione. Util indieazioni ‘wi sone venue anche dal materiale weonoeratico racvolto per ki sti test dalla dott. M.C; Russi, ehe sent ringrazo. * Da segnatare in panicolare la ricerca di immagini micaeliche che da anni conduce Vingezner Azearone ¢ la raccolta dei Padri custodi del Santuario, ai quali va pure la Ficonoscenza, Per quanto riguarda i henemeriti studi del Fischetti, si veda lx nola seguente, * Mi riferiseo in particolare agi studi det Fischetti. primo fa tutti il ben noto Mercurio Mithra Michael. Magia. mina e mister’ nella grou dell Arcangelo, Monte Sant'Angelo 1973 516 PNA BELL DELIA essere che un’ ottica da storico dell'arte, focalizzata prevalentemente sugli aspet formali delle opere ¢ delle immagini; 0 piutiosto indirizzata a rilevare le connessioni esistenti tra temi iconografici (con le relative font) e interpretazioni formali e ad inserire gli uni e le altre nei diversi contesti storici. Diciamo subito che per iconografia di S. Michele del Gargano intendiamo Ja serie di immagini correlate al noto episodio ‘narrato nell'ormai famoso Liber de Apparitione Sancti Michaelis in Mome Gargano * ¢ ripreso da altri notissimi testi agiografici, primo fra tutti la cosiddetta Vita di Lorenzo’. Ricordiamo per comodita del lettore non specialista che nel testo dell’Apparitio possono essere distinti sei momenti_ fondamentali a) incontro di Gargano, ricco proprietario di greggi ¢ di armenti, con un toro che, non rientrato con la mandria, viene rintracciato davanti ad una caverna tra le balze selvagge del monte, Momento culminante della narrazione, quello in cui il padrone irato scaglia contro I'animale una freccia avvelenata ma viene ferito a sua volta dal dardo, prodigiosamente respinto contro di b) i Sipontini (compreso forse Gargano ferito, ma la fonte non to dice) si Fecano a chiedere consiglio al loro Vescovo, al quale la Vita avrebbe poi attribuito il nome di Lorenzo e una nobile prosapia bizantina. ©) l’Arcangelo Michele appare in sogno al Vescovo chiarendo il significato dell’ evento ¢ la parte avuta in esso come custos ef inspector del luogo. 4) i Sipontini con alla testa lo stesso Vescovo si recano in processione al Gargano, fermandosi sul limitare della grotta, €) battaglia tra Sipontini, appoggiati dai Beneventani, e Napoletani adoratori degli idoli (Goti o Bizantini), vinta dai Sipontini (e dai Beneventani) grazie all'intervento dell’Arcangelo; evento preceduto da una nuova + ‘apparizione al Vescovo. al quale rinvio per le interpretazioni del significato della frecca rinviats o del toro aecucciat. ‘che mi limito in questa sede a considerare come dati oggettivi trasmessi dalle fom. Li stesso dicasi per le tesi sulle origini del mito di Gargano nella fase di trapasso dal mond Pagano al Cristianesimo esposie da G. Otranto, II «Liber de Apparitione. if Sanuuria di San Michele sul Gargano ¢ i Longobardi de! Ducato di Benevento», in Santuari ¢ politica ‘nel mondo antico, Milano 1983, pp. 210-245 e da G-B. Bronzini, La Puglia e fe sue trdiciont in proiezione storica, ASP 1968, pp, 83-117. *AASS. sept, VIII. Anvers 1765. Gli stralei dal testo qui presontati sono tatti dalla cedizione di G, Weitz in MGH, Script. ret. Lang. et Ital. saece. VI-IX, Hannoverae 18S, coll. 541-543. * Vita Sancti Laurentii episcopi Sipontini, in AA.SS, febr. Il, pp. 56-60. "G. Otranto, Per una merodologia della ricerca. storico-agingrajica: i Santuarie ‘micaelico del Gargano tra Bizamini ¢ Longobardi, VetChe 25, 1988, pp. 381-405. Second la interpretazione pid tradizionale i Napotetani, feroci adoratori di idoli, sarebbero Ik TORO, LA. MONTAGRA, HL VESCOVO s7 1) terza ed ultima apparizione di San Michele che rivendica a sé la consacrazione del Santuario nella grotta ma invita a frequentarlo, dando l'avvio ad uno dei pitt celebri pellegrinaggi del Medioevo. Come le ricerche storico agiografiche hanno convincentemente dimostrato, il testo della Apparitio latina deve essere stato confezionato, sulla base di fonti rali pid antiche di almeno: tre secoli, per volonta dei duchi longobardi di Benevento, contestualmente con i lavori di ristrutturazione del Santuario promossi di Grimoaldo © Romualdo Il intervenuti, come I'autore del testo agiografico, su una situazione pregressa della quale stanno faticosamente emergendo le trace. La Vita di Lorenzo sarebbe stata invece concepita nel quadro della riscossa bizantina del X-XI secolo, in quanto funzionale ad appoggiare In rivendicazione di un diritto «di prelazione» sul Santuario da parte di Siponto, che alla memoria dell’antico vescovo faceva appello anche per ritrovare la propria identiti e affermare il proprio diritto all'indipendenza nei confronti della archidiocesi di Benevento, alla quale era unita ormai da oltre tun secolo. Frutio di un contemporaneo tentativo di divulgazione del culto in area bizantina, sarebbe infine Ia meno nota Apparitio greca, traduzione del {esto latino che per® non sembra abbia sortito grande effetto nell'ambiente ellenizzato’. Ma se dai testi letterari passiamo ora a quelli iconografici, non possiamo che rimanere sconcertati dalla estrema scarsiti, per non dire assenza, di lestimonianze della leggenda garganica anteriori all"XI secolo, ad onta della rilevanza del Santuario e della frequenza dei pellegrinaggi in eta altomedievale *. L'unica immagine correlabile all'episodio rinvenuta nel Santuario parrebbe essere il lacerto di affresco staccato da una parete della cosiddetta cripta B — oggi purtroppo scomparso e del quale solo una brutta fotografia conserva la memoria ~ nel quale si arriva a distinguere Ia parte inferiore del corpo di un quadrupede (fig. 1), che gli zoccoli fessi consentono di interpretare come un bovino, affiancato da una traccia di figura alata che con un po’ di fantasia si ud identificare con un Angelo, Secondo la interpretazione pitt accreditata” si idemtificare con i Goti: per G. Otranto con i Bizantini che nel 650 avevano effettivam alaccuto il Santuatio, difeso dai Longobardi di Benevento Per tut Ia questione. si veda sempre G. Otranto, Por una metodelgia cit * Sempre fondamentali rimangona i testi di C, Angelillis, 1! Suntuario-del Gargano € il eulto di S. Michele nel mondo. U1, Foggia 1956 ¢ A. Peirueei. spent del culta « del pellegrinaggio di San Michele sul Monte Gargano, in Pellegrinaggi ¢ eulto dei santi in Europa sino alla prima eraciata, Todi 1963. pp. 147-180, *C. D'Angela, Gli scavi nel Senmuario, in 1 Sanuario di $. Michele sul Gargano dat VE al IX secoloComivibuto alla storia della Langobardia meridionale, Aui del Convegno 578 PNA BELL pea fratterebbe della figura dell’Arcangelo che il monaco Bemardo, nel IX secolo, affermava di avere visto nel Santuario'. Ma anche ammesso che si trattasse effettivamente di una illustrazione dell'episodio di Gargano, non si pud riconoscere in essa I'archetipo delle pid tarde immagini medievali strutturate, come si vedra, in tutt'altro modo, Nulla in comune, in primo Iuogo, con le illustrazioni della Lezgenda riconoscibili sulle formelle della porta di bronzo fuse e ageminate a Costantinopoli nel 1076, quindi gia in et nommanna, per la munificenza di un altro predives, Pantaleone di Amalfi, certo su precise indicazioni del clero del Santuario " Le scene che illustrano la leggenda garganica, rispettivamente Ia second del quarto registro la prima e seconda del quinto (a cominciare dall'alio) dell'ania destra rappresentano le tre apparizioni dell’ Arcangelo - Angelus Domini e in due formelle Michael — al vescovo di Siponto — un Episcopus non altrimenti ‘dentificato — concepite secondo uno stereotipo tipico delle icone agiog 4 destra il personaggio giacente sul leto, a sinistr I"Angelo togato che avanza il braccio in un classico gesto di allocuzione. Solo le didascalic, letieralmente desunte dal testo dell’Apparitio abbreviato", consentono di distinguere un episodio dall'altro€ le apparizioni al vescovo sipontino dalle due a San Giuseppe Questo starebbe a dimostrare, a mio modesto avviso, che la Leggenda e quiinto riguardava il culto micaelico del Gargano non erano poi cosi noti a Costantinopol © almeno che Iepisodio della caccia al toro non era stato ancora definite iconograficamente 0 non aveva comunque diffusione in area bizantina ! fenuto @ Monte Sant"Angelo il 9-11 dicembre 1978, a cura di C. Carlet ¢ G, 01 Bari 1980, pp. 353-427: G. Ouranto, Mf sanmario wa Oriente e Occidente, eit. p. 17 §" Bemardus Monachus francus, Bernard iinerariunfactum in laa santa anno DCCCLXN. PL T.CXXI, Parisii 1880, pp. 569574. 1! monaco non descrive in realta 1" limita ad affermare Inerinsecns ergo ad orientem ipsins angeli habe imuasinem. "Per tutta la questione si rinvia al comtributo di G. Benelli, Lar porta del Sanmari di S. Michele a Monte Sant’ Angelo: aspeui e problemi, in Le porte dt bronso dal unt al secolo Xill, Roma 1990, 1, pp. 293-305, con bibliografia precedente. Giova ribwite ve opera, pur eseguita a Costantinopoli, si colloca comungue eavallo fra tradizione grees cultura latina, 0 per meglio dire romana, in armonia con la situtrione caratteristicu del Talia ‘meridionale nell'XI secolo, "Prima appatizione: Ubi angelus domini pro visiomem episcopo disit bene fecisti quurd hominibus latebat a domino quaesivisti. Seconda: Ubi apparnit autistts sanctus Mich! raeces dixit exauditas. Terza: Ubi angelus domini Michael episeopa disit mon est vhs ‘opus dedicare hanc quam ego dedicabi ipse enim condidit anque dedieabit, La tidusione el testo rivela non poche incertezze linguistiche, comprensibili da parte di esccutori groci Considerati in questa ottica, anche i tentativi di appropriazione nei confront ale Santuario garganico impliciti. come si detto, nella compilizione della Vita Laureutit (it) € nella redazione della Apparitio greca (G. Otranto, Per tna merodologia, cit.) mi sembrat 1. TORO, LA MONTAGNA, IL vESCOVO 379 Una conferma del sostanziale disinteresse della cultura greca e pi genericamente ellenizzante nei confronti del Santuario garganico e della tradizione cultuale che ad esso faceva capo, si pud avere d'altronde dalla assenza di immagini riferibili alla Leggenda in tutto il complesso delle pitture legate agli insediamenti rupestri di Puglia e Basilicata, dove pure non ‘mancavano i santuari ¢ le cappelle di intitolazione micaelica “. Ma si potrebbe addirittura affermare che il tema iconografico & assente dall'intero immaginario medievale apulo lucano, se non fosse per Ia lastra a rilievo identificata da Giorgio Otranto su una parete del Castello di Dragonara'". Un'opera di rudimentale fattura che pone non pochi problemi di datazione e persino di Jetwura, per le singolari varianti e licenze iconografiche che consentirebbero anche di interpretarla come una semplice scena di caccia a cavallo, forse in rapporto con una tradizione locale pagana dalla quale pud aver tratto spunto la stessa Legenda ". Solo tra i! XI ¢ il XIII secolo troviamo finalmente i primi testi iconografici dichiaratamente costruiti sul testo della Legenda, A parte una preziosa miniatura di nobile ascendenza ottoniana in un codice di Bamberg, nella quale la figura dell*Arcangelo ad ali spiegate domina sul monte sovrastando un gruppo di pastori — uno, riccamente vestito & identificabile con Gargano, un piccolo quadrupede bianco pud fungere da toro ~ analisi si pud concentrate su quattro esempi, tre in Catalufia ed uno in Toscana. In tutti i casi si tratta di composizioni lograliche affini alle icone dei santi con storie della vita che compaiono nel mondo bizantino.intorno al XII-XIII secolo. Nel nostro caso, le composizioni sono legate a paliotti d'altare 0 aniependia: un genere particolarmente diffuso in Cataluaa ma probabilmente ben noto al tempo anche in Italia dove, secondo alcune intexpretazioni, segnerebbe il trapasso tra licona di tradizione orientale ¢ la occidentale retrotabula ". Porre in relazione con kx politica ecclesiasiew locale. che appoggiandosi a 4.4 sottrare la dioeesi sipontina alla sowzezione da Benevento e a rivendicame, in nome delfantico vescovo, la autonomia (con giurisdizione estess al Gargano). che da imerpretare come fratto di precise mire del potere. centrale stl Santuario. Si veda in proposito anche la relazione di C.D. Fonseca in questi stessi Att "G, Otranto, La iradisione micaelica det Gargano in un bassorilievo del castello i Dragenara, VerChr 23. 1985, pp. 397-407. "G, Otranto, 1 «Liber de Apparitione» ¢ il eulto di $. Michele sul Gargano nella documentazione liurgica altomedievale, YewChe 18, 1981, pp. 425-442: ld, Hl sLiber de Apparitions, cit. A. 3, "H, Hager. Die Anfinge des italienischen Alarhildes, Verolfentlichung der Bibl. Hert. Miinehen 1962: Voce Amrependia in Enciclopedia dell'Ane Medievale, Il, Roma 1991, ad. «7 piutosto d Bisanzio mira sy Fn BLL otras 1 pit antico, a quangp ci & dato di supporre, & un piccolo antependtio, probabilmente pannello laterale del rivestimento di un altare, di provenien, antiquariale ma localizzabile in origine ad Eguillor, conservato oggi nel Museo de Arte de Catalufia a Barcellona, con la denominazione di Frontale degli Angeli (fig. 13)". Manca logicamente Ia figura centrale e il campo rettangolare & suddiviso in quattro pannelli dedicati uno agli Angeli Michele e Gabriele chy simili agli antichi Ypnos © Thanatos, trasportano V'anima di un defunio, | timanenti tre a Michele, vincitore del drago, pesatore di anime ¢ infine rivelato dalla freccia respinta. L'iscrizione in caratteri gotici «rotondi» esplicita infatti 1 (VE (n) CIO SA(neti) Michaelis. La scena, dipinta a tempera su legno di pino, mostra in campo rosso Gargano, di aspetto giovanile, vestito di una coria tunica stretta in vita, che stringe ancora I'arco e viene colpito dalla freccia ‘ell’occhio sinistro, Nell‘angolo opposto in alto, alla destra del riguardante. it toro si affaccia accucciato tra le volute di una forma vegetale schematizzats simile ai fogliami di un capitello medioevale. L'autore, un maestro di grande sensibiliti € finezza compositiva, apparterrebbe alla cerchia del Macstro del Llusanés, pittore della corrente neo bizantina, attivo nel tervitorio di Ripoll sin al primo ‘200. II pannello degli Angeli costituisce a quanto pare unica testimonianza dell'influsso di quel maestro in Navarra, Altretianto immaginosa e «astratta> la raffigurazione, pil tomplessa e divisa in tre scene, sul celebre antependio proveniente da Soriguerola, custodito semiprs nel Museo di Barcellona, nella Collezione Plandiura (lig. 14)". L'antependi, quasi integralmente dedicato all’Arcangelo, singolare perché privo della figura centrale € suddiviso in due parti da un tramezzo con il tipico motive delle palmette ricorrenti allinea nella parte superiore sinistra ben ire scene delimitai da una profilatura trilobata, delle quali almeno due si riferiscono al garganica: la ormai consueta caccia al toro, con Gargano in campo rosso che muove da sinistra, il toro a destra in posizione elevata, ritto sulle zampe ents luno spazio occupato da un motivo a riccioli che allude alla montagna coperta i vegetazione e, particolare insolito, una piccok figura inginocchiata che probabimente attinge l'acqua miracolosamente stillante dalla roccia. La secornts Scena mostra invece un vescovo in trono con mitria e pastorale ¢ due personages '" W.W. Spencer Cook y J. Gudiol Rican, Pinnira ramenica, in Ars Mispaniae, titer tniversal del Arte Hispanico, Vi, Madrid 1950, p. 257. Tresors det Musew d'art de Catalans ‘Museu d ‘historia de ta Ciwat: epoca de les Cates, ew, 16, p. 47: G. Ottanto Hf Santa tra Oriene ¢ Oecideme, city f. 28 “CR: Post, A History of Spanish Painting, Cambridge (Harw Un.) 1930, Il pp. 2%: Ars Hisp.. cit pp. 234-235; Tresors, cit, eat. 12, p, 43: G. Otranto, H Suntuarie Oriente € Oecidente, cit, f. 29, TORO, LA. MONTAGNA, . vESCOWO S81 inginocchiati, uno dei quali vestito come Gargano gore identificabile con lui, & Alla scena, evidentemente riferita all'episodio (b), Goveva seguire quella della -2/ Processione al Monte (c), ma la caduta della pittura dal terzo. scomparto nont Permette pitt di aecertarlo, Rispetto al pannello degli Angeli, questo di; Soriguerola rappresenta gid un momento pit: evoluto, con I'accentuazione del arattere narrativo ¢ favoloso del ciclo’ che si presta ad essere interpretato in f i tuna chiave raffinatamente gotica di chiara influenza francese. Siamo ormai nel pieno XIII secolo ¢ il vento di Francia spira non solo sulle forme, ma anct sulle invenzioni iconografiche. : 1 terzo antependio catalano (fig. 15), meno noto ma non meno interessant@ dei precedemti, di incerta provenienza e ora emigrato al Musée des a Décoratifs di Parigi, ne costituisce un lampante esempio. La tavola rettangolagl divisa come d'abitudine in tre sezioni delle quali la centrale occupata dull lo in piedi, vineitore del drago e pesatore di anime al tempo Mtesso, presenta sui due lati quattro scene simmetricamente contrapposte. A sinistra In consueta caccia al toro, resa in chiave pitt esplicitamente narytiva = Gargano, vestito da-cacciatore, & accompagnato da un mandriano completo i armento, il toro si protende. sempre nell"angolo superiore destro da rudimentale balza, mentre la freccia colpisce nuovamente il. maleapitato diretamente nell’occhio sinistro -: segue il gruppo del vescovo citcondato dal clero che, preso consiglio, sembra avviarsi in processione. Sul lato destro una scena di Apparizione ad un prelato inginocchiato accanto al proprio letto Potrebbe essere mesa anch’essa in relazione con Siponto ¢ il Gargano, se non fosse seguita dall'ormai, a quel tempo, celebrato episodio della dor incinta in visita al Monte Tumba, salvata dull'annegamento per lintervento miracoloso dell’ Arcangelo. E quindi pitt che probabile che anche la Apparizione si tiferisea alla Leggendht gemmata in terra di Normandia al Mont-Saint-Michel € che il vescovo sia da idemtificare con $1. Aubert di Avranches ®, Inizia cosi un gioco di rimandi e parallelism condotto con voluta ambiguitd, che per secoli generando non poche confusioni_n interesseri a iconogratia micaclica, interpreti € frequenti seambi di identit episodi raffigurat Per quello che riguarda il caso specifico. & evidente la intenzione di porre sullo stesso piano i due santuari attraverso il parallelo tra le due Apparizioni L'amependio parigino si colloca chiaramemte in una fase di transizione fra la tradizione,che possiamo definire romanica e apertura verso il mondo gotico Francesizzante. i personaggi nda & la Apparition Sancti Miche in monte Tumbue, IL testo pit aco della Ley, ino della Appatizione & tradizionalmente Fist a 708, i AASS.. 29 sept. pp. To-78, L 582 a wens oan Non molto distante come epoca di esecuzione, il maturo Duecento, ma ancora strettamente legata, sul piano iconografico ¢ formale, alla tradizione bizantineggiante, @ la pid antica e significativa celebrazione del tema in terra toscana, la tavola ~ paliotto 0 dossale d'altare che fosse ~ gia nella chiesi di Vico I"Abate ed oggi nel Museo degli Uffizi (fig. 16)2'. Lo schema & ancora quello della icona agiografica tripartita, ma le dimensioni insolitamente Monumentali e alcune particolaritt sintattiche ne fanno un prodotto xia occidentalizzato, o per meglio dire italiano. TI campo centrale & occupato dalla figura dell’Arcangelo in trono nell’abito bizantino di corte completo del lores, i globo € Ia croce a doppia traversa nella sinistra, la lancia impugnata come tuno scettro nella destra. Ai due lati le scene, tre per parte, da leggere non secondo due sequenze parallele, dall’alto verso il basso, come nelle icone oriental, bensi in orizzontale, per registri, secondo una caratteristica rilevata anche nelle icone pisane e pugliesi. Gli episodi della Legenda garganica sono tre: in quello centrale del comparto di desira la caccia di Gargano, impostata nel campe quadrato della formella attraversato in diagonale da, forme vigorosamente lumeggiate che alludono alle balze della montagna; tra queste, chiara su sfonde scuro si staglia la figurina del toro. Analoga a quella rilevata sugliantepeni catalani la posizione di Gargano che, riccamente vestito di rosso e accompagnato dai servitori, muove da sinistra in atto di scagliare la freccia. Nel registro inferiore, in sequenza, a sinistra il colloquio tra il vescovo e i Sipontini, a destia I"Appaizione in sogno, compendio dei tre momenti (c,f.) con Angelo che ripete il gesto antien cristallizzato gid nelle formelle della porta di bronzo, La qualita molto alta del Glipinto, un testo emergente della pittura toscana di «maniera grecam alle soslie dei tempi nuovi, ha consentito la recente attribuzione a Coppo di Marcovallo e una datazione intorno al 1230-403. La diffusione del tema iconografico in queste zone @ facilmente riconducibile nel quadro dei rapporti tra la Toscana e il Sud dell‘Italia favoriti dai commer © soprattutto dai pellegrinagei; rapporti che, gia ampiamente documenta dal XII secolo per le zone di Pisa e Lucca ¢ posti in relazione anche con la tavola, un eaposaldo per Ia storia della pttura toseuna delle origin, & citata anche. pet "interesse che presenta sul piano iconografico, da G. Kaflal Saints in Italian Art. feanngraph of the Saints in Tuscan painting . Florence 1952, p. 831. Vd. anche H. Hager Die Anfinge. cit p. 91-93, A. Tartuferi, Pinura fiorentina def Duecent, in La pitura italiana. H Duecento i Trecemto, Milano 1986, 1, p. 271 ® Si veda Icone di Puglia e Basilicata dal Medlioeve al Setecento, Catalogo dela Most (Bari, Pin, Prov., Ottobre 1988-Gennaio 1989) a cura di P, Belli D'Elia, pp. 122-12 2M, Boskovitz, Intaruo a Coppo di Marcovaldo, in Sevti di Storia dell Arte in omer di Ugo Procacei, Firenze 1977, pp. 84-105. Ik TORO, LA MONTAGRA, H. VESCOWD 583 espansione dei Benedettini Pulsanesi ¥, riceveranno nuovo impulso nel XIII, nel contesto del Regno di Federico Il. E chissi che la nostra tavola di Vico I’Abate non ne offra una nuova preziosa testimonianza. Non seguir® qui le tracce della diffusione delta iconografia garganica in Francia, dove il culto micaelico & particolarmente diffuso gi dall’epoca alto medievale (si Pensi alle cappelle «alte» delle chiese carolinge e romaniche) se non per ribadire che vi consueta 1a associazione con ta Apparizione e i miracoli di S. Michele al Monte Tumba e che nel basso medioevo la figura dell"Arcangelo, alla quale per lo pitt fanno corona le scene che ci interessano, assume spesso connotazioni ralfinatamente cavalleresche. Mi limiterd per breviti a un solo esempio, partico- larmente significative, tratto dalle pagine riccamente miniate del Messale di Carlo VI. giti nella Biblioteca di F. Didot a Parigi ® Dei due fogli che ci interessano, il primo reca al centro una grande illustrazione con $. Michele in corazza e mantello che alza la spada sul Demonio, L'angolo sinistro della comice & occupato dalla raffigurazione del Santuario di Mont-Suint-Michel, alto sul monte lambito da due lati dal mare: una montagna € un contesto paesistico che si potrebhero benissimo scambiare per il Gargano, se non fosse per il complesso architettonico dichiuratamente monastico che vi & insediato, recimiato come una fortezza, con tanto di torrie di porta aperta verso It quale si dirigono i pellegrini, L’altro foglio. contenente Mincipit dell'Officium di $. Michele scritto in francese, ha sempre al centro I'Arcangelo aurmato di spada ¢ in lotta con il drago, ma raffigurato in bianche vesti come guardiano del cielo. Lo sfondo & perd il paesaggio della douce France. La fastosa comice & arricchita di quatiro piecole scene, due in campo rettangolare, due contenute in spazi circolari, che raffigurano quattro momenti della Leggenda garganica: episodio di Gargano © della freccia, in un delizioso ambiente Ppastorale, con il cacciatore vestito in foggia esotica (le Puglie erano eviden- AR, Calderoni Maseti. La committenza pulsanese int Tascana nei secalé XI e XI 4 primi risulta di wn‘indagine, Storia dell’ Are 44, 1982, pp. 45-55. Ead. Puglia e Toscana nel secoli XI e XI, in II Medio Orieme ¢ FOccideme nelarte del XII secolo, a cura «li H, Belting, Bologna 1982, pp. 257-263. Per tutta la complessa questione che coinvolge le origini di Nicola Pisano, sirinvia a M.L. Cristiani Testi, Nicola Pisano architeuo scultore. Dalle origin’ al pulpito di Pisa, Pisa W987, con bibl. precedente *G, Otranto. 11 Sumwaria tra Oriente € Occiddene, cil. Mf, 8-9. Disperse alla fine dell” $00 la Biblioteca ¢ la collezione, ignoro quale sia stato il destino del codice. Le immagini delle miniature che ei interessano sono affidate ad ottime riproduzioni ltogratiche 4 mano eseguite da Daumont v slampate nella Emprimerie dello stesso F. Didot. A quanto Si pud giudicare in assenza delloriginale, il miniatore sembra appartenere alla cerchia del Maire cle Boueieault. Vd. M. Meiss. French painting in the time of dean de Berry. 2. The Boucicautt Muster, London 1968, 84 PIMA BELL TELIA temente, nell'ottica francese, un paese lontano, orientale), con veste lunga, barba © un pesante berretto, quasi un turbante, bianco, mentre il toro & cdlto insolitamente di spalle, che si allontana a balzelloni. Segue la insolita scena del Vescovo che contempla Gargano ferito e sembra raccogliemne le parole, guindi lo stesso personaggio in colloquio con il bianco Arcangelo (in visione, non in sogno, quindi alludendo probabilmente alla Apparizione prima della battaglia) e infine 12 costruzione di una chiesa, con tanto di muratori che impastano la calce, che pud essere riferita alle attivitt di Lorenzo come fondatore di chiese, di cui tratta ampiamente ta Vita Sancti Laurentii. Non mi pare impossibile, pertanto, che anche € soprattutto questo testo potesse essere tra le fonti utilizzate’dal miniatore; © che con questa illustrazione fuori sacco si volessero tichiamare le profezie di calamitt e 1a promessa di riscatio e di ricostruzione che T’autore della Vita mette in bocca a Lorenzo morente, in scoperta analogia con le tragiche vicende che negli anni a cavallo tra XIV ¢ XY secolo, quando il Messale deve essere stato miniato, travagliavano il regno di Francia invaso dagli Inglesi di Enrico V. Come sempre in tempo di calamit € di pericolo, l'invocazione all’Arcangelo traduceva ta richiesta di aiuto ¢ | fiducia nella vittoria Dopo questa digressione nella raffinata arte gotica di corte, tomiamo in Italia centrale dove eravamo rimasti, con un balzo al XIV secolo. In chiave dichiaratamente popolare & concepita la suggestiva figurazione ad affresco nella chiesa-grotta di S. Maria del Parto a Sutri™, dove l'episodio di Gargano @ sintetizzato da una figura di elegante cavaliere nell‘atto di scoceare il dardo ( ma ben. tre frecce di ritorno lo hanno git trafitio), che gigant sul Jato sinistro della parete dell’ avamportico, mentre tutto il resto & occupa da una lunga fila di figurine che si snodano al di sopra delle porte di ingress, alludendo ai pellegrini che si inerpicavano sulle aspre balze del Gargano seguendo I'invito dell’ Angelo (fig. 2). I! rapporto esplicito fra questa insolita raffigurazione e i pellegrinaggi che da Sutri_ muovevano_particolarmente numerosi e documentati, @ stato gid esaurientemente studiaio da Giorgio La chiesa grotta & gid approssimativamente deseritta da C. Nispi Landi, Storia dell antichissima cinta di Sutri, Roma 1887, pp. 563-565. L’alfresco & unico esempio Tconogratia garganica ne! centro sud cliato dal Katial, feongraph of the Satis 0» Cen and South Halian Schools of Painting, Florence 1965, p. 790, 926. 7G. Orramto, Riflessi del culto di San Michele del Gargano a Sutri in epoca mestioevl in If Pateacristiano nella Tuscia, Atti del I! Convegno (Viterbo 7-8 1984, pp. 43-60; su Sutri in et medievale, vd. anche G, Duncan, Suni, PBSR 1958. » 72. B importante sowtotineare come la tradizione micaelica e k del peltegrinay al Gargano, fossero panicolarmente ralieate nelle aree di tradizione longobard 1. TORO, LA MONTAGNA, IL vESCOVO 585 Otranto”, Dal punto di vista figurativo & interessante sottolineare il voluto contrasto tra i riferimenti «internazionali», offerti dalla elegante immagine del cavaliere, e il tono basso di sapore popolare, privo i citazioni cdlte ma gustosamente descri . il cappello a larghe falde, il bordone) con il quale & raccontato il pellegrinaggio. Ancora duc esempi a cavallo tra la fine del °300 e i primi decenni del '400, edlti sempre in Italia centrale, dove intere pareti ad affresco dedicate alla Leggenda si rinvengono per lo piit in ambiente monastico, benedettino 0 franceseano, ma con connotazioni molto diverse a seconda dei Iuoghi ¢ delle committenze. Firenze, chiesa di S. Croce. Cappella Velluti dedicata a $, Michele. Delle due pareti principali (un'estensione di oltre m. 6 x 4) una & occupata dalla Battaglia in cielo che vede Michele trionfante sugli Angeli ribelli, Maltra dalla Apparizione al Monte Gargano, reinventala sulla base non di un archetipo figurative ma di un testo Ietterario (probabilmente la Legenda aurea di Jacopo da Varagine)® messo in scena con rara capaciti di sintesi compositiva degna di _un seguace di Giotto quale fu il probabile autore, Jacopo del Casentino (fig. 3)®. Protagonista & qui la Montagna, incastrata come un cuneo nel cielo di lapislazulo. Sul vertice, la grotta col toro incastonato; a sinisira Gargano che lta verso I'alto, inquadrato in un ideale triangolo che comprende i due servi ignari; a destra il gruppo compatto della processione guidata da Lorenzo. E Perché non sussistano dubbi, Angelo fiorisce a mezzo busto dalla costa del monte invitando la folla a satire Un racconto senza svolazzi, senza variazioni in tema, che non cerca pretesti per divaguzioni illustrative. Avrebbe potuto diventare un archetipo. Ma gli fu * Jacobi a Vorigine, Legenda aurea vulgo Historia lombardica dicta, ed, 1890, ris. Osnabruck 1965, CXLY De Sancta Michuete archangel, pp. 642-652. A questo testo risale anche il rageruppamento delle tre Apparizioni - Monte Gargano, Monte Tumba, Mole Adriana ~ sulla base delle analogie te gli eventi, nonché I'aceastamento dell'episadio della freceia con ta processione al monte, Dallo stesso autore la vittoria nella battaglia tra Sipontini ¢€ Napoletani ¢ accostata a quelle ripontate dall"Arcangelo nello scontro con Lueifero-dragone © contro I'Anticrisi, Nel setiore delle Dedieazioni & inserita poi quella legata allultima Apparizione (f) Sulla fortuna del testo agiografico si veda anche Legendia aurea. Sept siécles de diffusion, in «Actes du collogue int.» Universite de Quebee, (Montreal, 11-12 mai 1983). Montreal-Paris. 1986, Si veda la scheds relativa alla cappella e agli alfreschi redatta da ©, Casazza, in Santa Croce. ta Basilica. le cappelle, i chiostv. il Museo. « cura di U. Baldini e B. Nardin, Firenze 1983, pp. 123-125. Gli alfteschi, gif alterai da un pesante restauro ottocentesco, e per q mpre tascurali dalla ertia, sono staf iportat alla luce nella loro indiscutibile {qualita dal ultimo intervente curato dal Gabinetto delle Pietre Dure. Jacopo det Casentino era stato anche autore. alla fine det '300, dei diseeni per la veirata dellt stessa cappella, 586 PNA BELLE DELI preferita la versione pid fiorita e sentimentale di ceppo senese, che avrebbe generato, a cavallo del secolo, una vera famiglia di immagini «intemazionali, Scene nelle quali episodio di Gargano & privilegiato come occasione per organizzare vere e proprie battute di caccia, con una moltitudine di cacciatori armati di archi e balestre che si dilettano-al tiro al bersaglio — il toro aturalmente, accueciato sulla bocca della grotta ~ © un nugolo di frecce di ritomo che colpiscono qua ¢ la nel mucchio. Un bell'esempio @ a Subiaco ". nella Cappella degli Angeli (fig. 17). oggi quasi sconosciuta perché fuori dei Percorsi pi battuti, ubicata come in un sotterranco della Sacrestia di Santa Scolastica, Committente un personaggio altolocato, Ludovico de Prades della casa reale d’Aragona, vescovo titolare di Majorca, che fecé ristrutturare la cappella-grotia e ne affidd la decorazione ad un ignoto pittore nel 1426 Generalmente attribuiti a scuola romana, gli alfreschi sono in buona parte frutto di un rifacimento ottocentesco ad opera dei pittori neo-primitivi Bianchini Lais. Come frutto del loro intervento, che non dovette perd incidere sulla composizione generale, pud essere forse spiegata la singolare figura alla estrema sinistra, evidentemente il vescovo Lorenzo trasformato in una sorta «i Apostolo. Prova di scarsa conoscenza del testo 0 dichiarata intenzione di interpretarlo in chiave «primitivas, da titorno alle origini Nella stessa serie — grandi affreschi che occupuno intere cappelle generale mente in chiese francescane, dove 'Apparizione in terra fa da contrappunto alla Battaglia in cielo ~ rientra la decorazione della cappella Guasconi in San Francesco d’Arezzo, realizzata da Spinello Aretino nel 1390". E quella eseguita decenni prima, nel 1342, da Taddeo Gaddi per la Cappella Pescioli Francesco di Pisa, dove Ia sinopia e parte dell’affresco con "episodio sono recentemente riemersi in seguito ai restauri *: ™ P.D, Pietro Pistone O.S.B., Guida storico-artistica dei monasteri Sublacensi illustrat 01925, pp. 83-85. Gli affreschi, consideratievidentemente come ierecuperabili day i ‘ifaeimento subito ad opera de pttori Bianchini e Lais nel 1857, sono sistemaicamente ignati alla critica, Anche nel recente f memasteri bencdetin di Subiaco. a cura iC. Giumelli, Milan 1982, la Cappella degli Angel & citata solo in nota (n. 84, p. 233) a proposito della sepolt committente. Va comungue sottolineat che il periade di governo di Ludovico de Prades luna forte influenza iberica nella vita del monastero, con evilentirfless sulla urchittturs La stessa’particolarta ieonografica eannota perd ta figura di Lorenzo scomparto di predella attribuito ad Agnolo Gadd (v. oltre). G. Gambosi, Spinello Aretine, Budapest 1926, dove per’ non sgargani "M. Calderisi, Un fresco di Tauldeo Gaddi, Michael IV, 1976, a. 15. Nelkt scent della Leggenda garganica, l'episodio principale, ridato alla sola sinopia, mosira fa const interpretazione in chiave mondana, ponendo l'accento non sti eacviatori mt su Gargano TL TORO, LA MONTAGNA, a. vESCOWW 37 Di scarsi imo livello formale ma di qualche interesse sul piano iconografico, infine, il tittico affrescato da Biagio di Doro Ghezzi a §. Michele di Paganico (8g. 20) ¥5 al centro il solito Arcangelo ad ali spicgate trionfamte su un dt 120 Sirisciante, a meti tra il serpente e il coccodrillo: a sinistra il Garguno simile ad un pan di zucchero seavato in cima per sistemarvi il toro, in basso per collocare i cacciatori. A destra una metalisick torre tra deserte mura merlate che solo Ia presenza di una acuminata punta triangolare, la Piramide Cestia consente di identificare con Castel Sunt’Angelo ®, Ma a parte questi casi eccezionali, le illustrazioni di $. Michele del Gargano i ritrovano, per tutto i Trecento e sino ai primi devenni dél Quattro, negli scomparti delle predelle di polttici. integri o smembrati. 0 di pale dalare dedicate all’Arcangelo o anche alla Vergine che vi campeggia circondata da luna corte di santi. Nella predella, una scenetta per ogni santo: e se ¢'® Michele, episodio & per lo pid quello della freccia. E il caso dell‘ancora trecentesco Polittico delle Rose di Tadeo di Burtolo, Piacevole divulgatore dei modi di Simone Martini *, Di committenza della Compagnia di San Francesco il politico, gia nel Duomo di Volterra e approdato dopo varie peregrinazioni nella Pinacoteca di quella citta, reca nella predella due scomparti contigui dedicati uno a $. Francesco (le Stimmate), Maltro a Michele (Gargano ferito) (fig. 18), Per il nosiro discorso non & tanto interessante 4h messa in Scena dell'episodio garganico — una interpretazione languidamente sentimentale, con un Gargano giovinetto ferito ¢ abbandonato tra le braceia dei Compagni — quanto lo scoperto parallelo istiwito tra le due scene, impostate simmetricamente su un unico sfondo di paesiggio, quasi a voler sottolineare Vanalogia tra le due «transverberizioni» , Meno interessante la consueta scena di tio al bersaglio, con il toro accueciato mii allt grotta a destra e il vatiopinto gruppo di caeciatori che muovono da ferito al peo, mentre in uno siondo di-colline e caste tipicamente «internazionalin, il vescovo dormicnte nel consueto teatrina riceve la vista del” "G, Freuler, Biagio di Doro Ghezzi a Pagunicn. Liafresco nell abside della ehiesa di S. Michele, (Diss. Univ., Zurip 1982) Firenze 1986, pp. 76-77. Come affine sil piano citato un dipinto di Bartolo di Fredi. apparso in una vendita al Palais Gallina del 12/6/1967 col n. 169. * La Ieygenda deta Apparizione «papa Gregorio Magno sulla Mole Adi esistesse git dal tempi di papa Bonifacio (Lo II) una antica eappella in forma dh HS. Michele inter mubes (atestata dal Marterafogium Adonis, IX secolo), si & formata in peea tarda (XII secolo?). Per tut Ia questione riassunta in AASS.. 29 sot, ct pp. 70- 73. si rinvia a G. Otranto, ff sanmariv gureanico e la tipologia deli insediamenti mkeeici in Id. ©. Carlet, 1) Sanmurio li $. Michele Arcangelo sul Gargano, vit. pp. 87-10. “La Pinacoteca di Volterra, 1 cura di A. Paolueci. Firenze 1989, pp. 98-99. ty. 102 588, FINA ELL DEL da sinistra, su uno scomparto della predelta del Polittico dell’Assunta, dipinto ai primi del Quattrocento da Sano di Pietro per la chiesa dell’ex Convento di Santa Petronilla degli Umiliati a Siena (ora nella Pinacoteca), come tributo al San Michele presente in uno scomparto laterale . Proprio nelle scenette della predella di Sano, a detta del Torriti, si riscatta dalla sopita inerzia che intorbids quest'opera tarda. Interamente dedicato al guerriero celeste doveva essere il Polittico dipinto da Priamo della Quercia, il fratello pittore del pid celebre Jacopo( 1438-1467), per la chiesa di S. Michele a Lucca™ (e anch’esso ormai nel Museo). almeno a giudicare dalla predella, giacché nella fustosa cornice dorata sono incustons oggi sculture di varia © discussa provenienza, Ma la predella rappresenta unt delle pitt complete illustrazioni del Ciclo delle Apparizioni ~ al Gargano, al monte Tumba, a Castel Sant'Angelo ~ nella sequenza diffusa dalla Leggen Aurea di Jacopo da Varagine, sen2’altro, ormai, la fonte principale cui attingevano gli illustrator’ italiani, Privilegiata ’ Apparizione al monte Gargano, cui sono dedicati due degli scomparti, uno con la consueta scena di caccia (Fi 19) ~ dardo lanciato da sinistra al toro, accucciato in alto a destra, da un elegante Gargano giovane © azzurrovestito, affiancato da due pastori - I'altro con Apparizione al vescovo dormiente (fig. 21), all'intemo di un teatrino chiuso da cortine che rimanda il ricordo delle Sacre rappresentazioni medievali Ancora un ciclo completo era rappresentato nella predella di un polittico disperso di Agnolo Gaddi®, interessante perché, oltre a presentare episodio del toro ¢ il miracolo della donna salvata al monte Tumba, in parallelo con la lotta di Michele contro il drago combattuta in cielo, uno scomparto allule ai preparativi della battaglia tra i Sipontini ¢ i Napoletani, vinta dai primi grazie al miracoloso intervento dell’ Arcangelo (tig. 4). Un vecchio nimbato (Lorenzo) ” B. Torti, La Pinacoveca Nacionale di Siena. 1 dipinti. Genova 1990, p. 211, Ww. 264 Sul pittore, J. Truebner, Die stilistische Enrwicklung der Tafelbilder dex Sane di Pietro (140 1481), Surassburg. | ™ Museo di Villa Guinigi. Lucca, Lucea 1968, Lay machina lignes, proveniente sal Convento dell’Angelo a Brancoli, accoglic oggi tre sculture (Madonna con Bambino. un Santo vescovo e un Angelo, probabilmente Gabriele, gi attribuito a Lapo). del tutto incongrue con Minsieme econ la predelta "DLA, Gronau, A dispersed Florentine atarpiece au its possible origin, Propordion 1930, pp. 41-47. wv. XXV-XXVI. IL politico disperso © dubitativamente entific ‘con quello dipinto per disposizione testamentaria di Michele Castellani (1384), per la cappetl sgontlizi envze. Due punnelli (Episodio di Gargano e Miricolo al Mente Tumba) si trovano a New York nella Griggs Collection altri due (Preparativi per ka bx Batlaglia in cielo) nella Jarves Collection a New Haven (Connecticut) Un pannello di diverso formato con I"Apparizione a Castel Sant'Angelo si trova invece nellt Pinacotec Vaticana, 1. TORO, LA MONTAGNAL HL vESCOVO 589 sulla soglia di una cappellina riceve la visita di una figura angelica. Davanti a lui si assiepa un gruppo di cavalieri in armatura mentre altri armati scendono dalla collina alle sue spalle, Tutti gli episodi sono sospesi in una atmosfera incantata e gentile, da raceonto di fiaba, Un altro scomparto della stessa mano ima di diverso formato, probabilmente legato in origine alla stessa predella, reca poi il racconto dell’Apparizione a Castel Sant’ Angelo (fig. 5). Da sottolineare a quasi perfetta coincidenza con I'analoga scena nel politico citato di Priamo della Quercia, che si direbbe desunta dalla stessa fonte iconografica ma eseguita in controparte. Parallelamente la iconografia garganica proseguiva nella sua espansione in terra catalana ¢ in Spagna, dove la diffusione del culto, particolarmente intensa sin dall’Alio medioevo in rapporto vuoi con i numerosissimi pellegrinagei. vuoi con il perenne stato di guerra contro i Mori che rendeva auspicabile l'intervento dell"Arcangelo™, vuoi con singole oceasioni di contatti tra Ia Catalognd e le ie, aveva ricevuto in eta gotica (XIV ¢ XV secolo) un rinnovato impulso. Grandiosi polittici dedicati all’ Arcangelo subentrano, come omamenti sontuosi degli altari, agli antependi romanic La figura di S, Michele in abito guerriero vi occupa generalmente 1o Scomparto centrale, le scenette con gli episodi del Ciclo, ¢ fra questi in primo luogo quelli dedicati alla Legeenda garganica, si dispongono a corona. A parte un esemplare in pietra con trace di policromia, databile ancora entro il XIV secolo ¢ conservato a Barcellona nel Museu d'Art de Catalunya *, nel quale il riferimento alla Leggenda & fimitato ad una formella frammentaria a rilievo occupata da un albero, dalla figura dell’arcere in atto di tendere l'arco © da un resto della coscia del toro accucciato. il gruppo pitt nutrito di tigurazioni Olive al git ricordato articolo del Fischetti, si ved H. Moreu-Rey, Lat devotion Saint Michael dans tes pays eatalans, in Millénaire monastique du Mont Saint-Michel, 1, Paris 1971. pp. 369-387. "Tra le occasion’ di incontro pud essere considerato il possesso, da parte dei cavalieri i Calatrava, della amtica chiesa dell” Angelo eon annesso Hospitium peri pellegrini a Orsara i Puglia. Ennesima oceasione per Ia Spagn\ ii venire in contatto con i eu le tradizi le leggende garganiche. Si ricordi comungue che In Leggenda era stata git recepita nel XII sevolo dall'autore del Frontale degli Angeli, Su S. Angelo a Orsara si veda la sched di M. Milella Lovecchio in Mnsediamenti benednini in Puglia, Catalogo della Mosita (Bari 19K0) at cura di M.S. Cold: Mariani, Galatina 1985, , pp. 65-72. * Museu d'Art de Catalunya, eat. n. 45843. Retablo in pietra policromia dedicato a S, Michele. Diviso in ire sezioni di cui le lterali suddi in we scomparti con Scene di miracolo; di queste una dedicata all'episodio ei Gargano, ‘due a miracoli al Monte Tumba. Predella mutils di soggewto incerto (G, Otranto, Hf Santuarion tra Ovieme € Occidente, cits fo 12, p. 26. : 596 PIMA BELLI D'ELin appartiene ad una serie di retabli quattrocenteschi, quasi tutti concentrati nel Museo di Barcellona, I! pid! semplice, come disegno e composizione, & un dittico Gi Anonimo castillano, formato dagli sportelli laterali superstti di una pit Complessa macchina®. La leggenda garganica vi & rappresentata da due scene: la caccia al toro ambientata in un paesaggio aspro e petroso quanto conven. Hionale, ¢ la Processione guidata dal vescovo Lorenzo alla quale partecipa lo stesso Gargano riconoscibile dall’abbigliamento, Nello sfondo, una sintesi della Apparizione, ambientata tra le mura di un castello, Pid riechi, addiritura sontuosi, gli esemplari catalani. Basti ricordare il retablo firmato da Luiss Borassh e datato 1416 in San Miguel de Cruilles, ogsi nel Museo di Girona (fig. 22)* i retablo di Sant Miguel de Castelld de Empurias, nello stesso museo, opera del Maestro di $. Giorgio: il retablo de San Miguel de Argilis (Huesca), datato 1425, mutilo e ricomposto arbitra srente con una figura di §. Domenico al centro, oggi nel Museo del Prado (fig 23), Valtro esemplate «doppio», dedicato a S. Pietro e S. Michele, dalla chiess della stessa intitolazione a La Seo de Urgel, firmato da Jaume Cirera (1433), Sempre a Barcellona, Museu de la Ciutadela”; 0 quello molto affine intitolato 4 S. Michele € . Giovanni Battista nella chiesa di Lorenzo de Moriinys attribuito allo stesso pittore; infine il retablo di scuola catalana tuttora in Santa Maria di Tarrasa, datato 1450 ®, erpretazione che all’episodio del toro viene data in questo genere di pittura ne pone prevalentemente in rilievo i caratteri cortesi, | fanno a gara nel vestire il predives signore del Gargano del pit lussuoso abbigliamento a caccia e accentuano il contrasto ponendogliaccanto, in misere vesti, un Povero pastore come stupefatto testimone. La scena @ generalmerite completata Galla Processione guidata da Lorenzo che, saltando il momento della. Appa Zione, & presentato come testimone dell’evento, E fra gli intagli della comice gotica, accanto al toro accucciato sulle balze del monte, in luogo della grotta “(Museu d'Art de Catalunya, cat. 3946; G. Osranto, 1 Santuario tra Oriente ¢ Occideme £14, p. 28 * J. M. Gudiol Rican, S. Alealea Gil, J.E. Cirlot, Historia dela pinturaen Catalutie Maclid 1956. Sia il Maestro de Cruilles che quello de Ampurias sono esponent della scuola di Girona. sviluppatasi nella sfera di influenza di J. Huguet SG. Gudiol Ricart, Pintura gotica, in Ars Hispaniae, eit, 1X. p. 112. “CA. Post A History, cit, Ul, pp. 196-200. SMuseu d'Art de Catalunya, cat. 15837; C.R, Post, A History, cit, I. p. 458. “CLR. Post, A History, cit. Ip. 351, fig. 205, ‘Las ighesia de San Pedro. Tarrasa, antigua sede episcopal de Egara, Tarrasa, Junta Municipal de Museos, 1963, tv. XXXV. La scena della Processione al Gargano occupa ko scomparto superiore destro. C.R. Post./A History, Il, pp. 456-459. 1. TORO, LA MONTAGNA, tL VESCOVO 591 si erge per lo pit! una chiesetta, (Anche nella predella di Agnolo Gaddi il toro si nascondeva dietro le mura di una chiesa, Segno della ormai searsa conosceniza dei luoghi in cui sorgeva il santuario e dei testi pi antichi della Leggenda.) Aliro motivo ricorrente, che ha gi dei precedenti nelle figurazioni die romanica ma per il quale non mi é riuscito fin‘ora di trovare una spiegazione Soddisfacente, la. freccia rinviata prodigiosamente che colpisce il. cacciatore nell’occhio, il sinistro per la precisione. B facile supporre che si tratti di un esplicito riferimento al castigo che colpisce chi ha osalo guardare i] Mistero. Ma la presenza costante di questo motivo solo sempre nella pittura catalana mi fa supporre che esistesse una vulgata o un martirologio che presentasse questa variante, Chine sa di pili, @ pregato di illuminarei. Gliene saremo grat Sempre rimanendo in Spagna, il tema della Processione assume un ruolo pill rilevante nella seconda meta del secolo, in un gruppo di opere marcate da tuna decisa influenza francese e legate ancora alla matrice di Huguet, nelle quali la scena occupa un intero scomparto ed @ riferita vuoi alla Legenda gargunica, vuoi all‘altra, della Apparizione al Monte Tumba, vuoi alla terza, della Apparizione a papa Gregorio su Castel Sant’Angelo, Basteri ricordare il Retablo de Egea nel Museo del Prado, firmato da Miguel Ximenez“*, che sfrutta lo spunto della Apparizione a Castel Sant’Angelo per mettere in scena lun solenne sontuoso corteo di prelati che si snoda attraverso le vie di una gotica Roma; 0 quello che, trasferendo la processione al Monte Gargan allestisce il Maestro di Villasandino, discepolo di Alonzo Sedano, in un altro polittico oggi nel Museo di Burgos, nel quale il momento della caccia si Fiduce ad un accenno nello sfondo: o il sontuoso retablo nel Museo Diocesano di Vich, attribuito al maestro* Girard“, mediocre ma prolifico pittore di formazione valenzana, che rappresenta sia la scena del toro, cacciato da un esotico Gargano vestito fantasiosamente da orientale, sia la Processione guidata da un vescovo in gran piviale e baldacchino, che ha tutta I'aria di dirigersi al Monte Tumba, completo di toro e di castello turrito, recando solennemente tun drappo: quasi certamente allusione a quella parte del palliolum miracolo- samente rinventuta a Monte Sant’Angelo sull‘altare consacrato dall’ Arcangelo, Poi trasferita, come riferisce anche la Leggenda aurea, per volonta di S. Michele hel santuario di Normandia. 1 rilievo preponderante che in queste illustrazioni quattrocentesche del ciclo ‘ido, come si @ visto, il tema della Processione, in linea Ars Hispaniae, cit. IX, p. 313, f. 270, “ Mhid., p. 375. f. 320, * id. p. 286, 1. 242. S Mhid.. p. 288, £. 243, 02 PINA BELLI D'ELIA, ‘con una tendenza propria dell’epoca che interessa anche altre iconografie, si lega prevalentemente a motivazioni di carattere intrinseco all’operare artstico, ‘ovvero alle occasioni che esso offtiva al pittore di far sfilare accolte di personaggi appartenenti a diversi gruppi ¢ tipi fisionomici (a volte vere gallerie di ritratti) abbigliati svuotando gli armadi delle sacrestie per tramne stole, cimi pianete e caricarli di croci astli, pissidi e candelabri della pit raffinata oreficeria Nel caso specifico si trattava anche di giocare sulla contrapposizione tra una composizione in chiave dinamica (la caccia) ed una improntata da una pacata € solenne coral’. In molti casi le tre Apparizioni sono addiritwura interpretate come altrettante Processioni, tanto affini tra loro che spesso sono state poi confuse o scambiate dai modemi interpreti. E cid vale soprattutto per quelle al Gargano e al Mont-Saint-Michel, dove il parallelo tra le due situazioni coinvolgeva anche la figura del toro. E quanto @ avvenuto anche in Italia, per il ciclo di affreschi di recente restaurati nella chiesa dei SS. Apostoli a Roma e riferiti, anche in base alla documentazione d’archivio, ad Antoniazzo Romano ¢ Melozzo da Forti ™. II programma iconografico dipenderebbe invece da precise scelte del committente. il cardinal Bessarione. Non vogtio entrare in questa sede nel merito della lettura iconologica proposta ultimamente dal Tiberia e della complessa serie di intenzioni — filosofiche, teologiche ¢ politiche ~ di cui le immagini sono sta caricate. Rimanendo pitt modestamente aderente ud una corretta lettura iconografica, si pud ribadire che le due scene della Legenda micuetiva riemerse dallo scialbo, illustrate nel registro superiore dell’abside della cappella funeraria di Bessarione ricavata nel braccio destro del transetto della chiesa francescana dei SS. Apostoli, si riferiscono, come attestato. anche iscrizioni muti, alle Apparizioni al Gargano e al Monte Tumba; che la prima sviluppa il racconto della caccia (di nuovo, come nelle interpretazioni trecentesche, 2 un gruppo di arcieri ad accanirsi contro il toro fermo sulla soe S11 ritrovamento fortito degli affreschi fu segnalato dapprimy da C. Busiti Viel. ritrovamento eccezionale relariva all antica basilica dei SS. Apastoli in Roma. Fede 1960, pp. 70-81, con ampiezza di notize relative alla strutura della cappelt. Ma le searse possibiliti di letura delle immagini e le ancor minori conoscence iconografice, Io inussers a scambiare la scena di processione con quella del vescavo di Siponto al Gargano. Ms gla Silvia Lo Giudice, La legeenda di San Michele, Sircnna dei Romanisti 47. 1986. 19» 321 328, ers intervenuia sull'argomento precisando, anche comfort che Ia Processione si riferiva alla Apparizione al Monte Tumba e avanzande Mipotes ch Ia scelta dei soggeti dipendesse dal commitonte, il Cardinal Bessarione, Lo stesso ® stato ripreso in occasione del recente restauro, da Vitaliano Tiberi per il cardinal Bessarione a Roma, Roma 1991, che non sembra eonoscere li ota dell Lo Giudice. II comtributo pit, concreto t offerto, nel libro. dalla appendice dacunentaris ccurata da A. Cecchini e dalla relazione tecnica del resiaura, sda un iserizoe mais TORO, LA MONTAGRA, tL. VESCOVO 593 della grotta, che rinvia su di loro un nugolo di frecce) *; la seconda descrive invece la processione guidata da St. Aubert vescovo di Avranches verso monte dove I*Arcangelo aveva comandato si costruisse in suo onore una chiesa, sul iuogo nel quale alcuni ladri avevano nascosto un toro rubato. E, specifica la fonte, Marea sarebbe stata la stessa calpestata dal toro durante Ia sua sosta forzata® (infatti il toro si trova poco pitt in la, legato ad un albero)®. La minuziosa aderenza ai particolari del racconto, la cura dei dettagli nella descrizione dell’ambiente ~ la cittd di Siponto nello sfondo della prima scena, le conchiglie sulla spiaggia e il santuario cinto di mura nella seconda ~ attestano da un {ato la buona conoscenza da parte del pittore delle fonti letterarie, dall’altro una esplicita intenzione di facilitare la lettura delle immagini che non meravigtia in ambiente francescano. Ma al di li delle possibili_ intenzioni espresse del committente (0 delle capacita del pittore di interpretame le aspirazioni) mi si consenta di sottolineare le analogie con le tendenze rilevate nella contemporanea produzione iberica, che non si limitano allo sdoppiamento dei due momenti - caccia e processione ~ di uno stesso episédio o alla illustrazione di due differenti capitoli della Leggenda micaelica, ma investono alcuni modi della figurazione. Basti per tutti Ia insistita descrizione, ai SS. ‘Apostoli, delle vesti dei prelati ¢ in particolare dei due piviali con i cappucci in primo piano, sui quali sono ricamate le icone della Madonna col Bambino € del Cristo benedicente (questé si, probabilmente, allusive ad una particolare devozione o predilezione iconografica del committente) confrontati con il tema analogo nella coeva pittura catalana, ad esempio il pannello della Processione © Anche ust proposit il Tibera (cit p, 30) sttingendo molto tiramente a font non proche lone che af tempo di pupa Gelasn S. Michele apparve nelle semblance Tin tro sil monte Gargano rephngento Te feece dich gle seaghav Asean ti lero incomprenstonttascrvo ft passo della fonte (in ASS. it ‘i 39 Seppe 76%: cope ide tps ut tart cin, quer fri guid tanras abucondite relist. accent eum debere state. mod, quem videret finenun peas in eve proivisse Di Pimmagine de oreo legato escalpitante + Wate a pea di sofas su queso particoare. in fondo marginale, perce mi pare ono per melee in guard dallavanvare interpretriont iconogafche ad orcchi, ia te necesarie conoseenze dei test, L'inmagine del torelorecaeitante legato a un ‘niu scrstata inert de Bus Vii come To stesso animale rorn il quale si rano scl rece che fnaimente plato sien lastao Tegare an aero Sopra ta gota ra consacrat, Il Tiberi cts 48) che orm rconosce ta seona come Processione mone Tumba ma non ne verifie la lkegends, pud con una cena dsinvoltura inerpretare ia varacone iran del toa legate aw aero, che non compare nel raconto del wr San uber (come alasonealinmotisno delle Franca nella qrestone della

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