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giugno 2012
IMPIANTI CENTRALIZZATI
A PORTATA VARIABILE
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE
PUBBLICIT 70% - FILIALE DI NOVARA
42 Sommario
giugno 2012
8 CALDAIE
8 CALDAIE TRADIZIONALI
8 CALDAIE A PORTATA NULLA
8 CALDAIE A MODULI TERMICI
- Caldaie a moduli termici con pompe
- Caldaie a moduli termici senza pompe
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE
PUBBLICIT 70% - FILIALE DI NOVARA
9 CALDAIETTE IN CASCATA
10 POMPE
10 POMPE A VELOCIT COSTANTE
10 POMPE A VELOCIT VARIABILE
- Pompe con velocit regolabile manualmente
- Pompe con controllo elettronico della velocit
Direttore responsabile:
- Portate minime
Marco Caleffi
- Prestazioni e limiti delle pompe a velocit variabile
40 SPAZIO WEB
Per cercare di ridurre i consumi energetici degli Per tale motivo riteniamo utile riservare questo
edifici e il livello dell'inquinamento ambientale numero di Idraulica allo studio degli IPV e, in par-
connesso alluso dei combustibili fossili possiamo ticolare, soffermarci su alcuni aspetti tecnici, pro-
(come daltra parte stanno facendo leggi e regola- gettuali e realizzativi che li caratterizzano.
menti in merito) muoverci essenzialmente in tre di- La trattazione suddivisa in cinque parti:
rezioni: nella prima cercheremo di cogliere ed evidenziare
1. limitare il pi possibile le dispersioni termi- i vantaggi ottenibili con gli IPV;
che dell'involucro edilizio; nella seconda considereremo le specifiche carat-
2. utilizzare energie rinnovabili, quali: il solare, teristiche dei loro componenti principali;
il geotermico, le pompe di calore ad aria, le nella terza esamineremo le varie tipologie e parti-
biomasse, la cogenerazione da rifiuti, ecc; colarit delle loro derivazioni di zona;
3. migliorare le prestazioni e lefficienza ener- nella quarta proporremo un metodo per dimensio-
getica degli impianti. nare le loro reti di distribuzione;
Ambito quest'ultimo in cui possono giocare un nella quinta, infine, presenteremo esempi di cen-
ruolo di primaria importanza gli IPV (impianti a trali termiche con cui possibile far funzionare
portata variabile): impianti senzaltro meno diffusi, correttamente questi impianti.
e quindi meno conosciuti, degli IPC (impianti a
portata costante).
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cassette, le derivazioni di zona senza produzione
CARATTERISTICHE PRINCIPALI
diretta di ACS;
DEGLI IPV
satelliti, le derivazioni di zona con produzione di-
retta di ACS.
Gli IPV (regolati con valvole a 2 vie, ved. schema
della relativa derivazione di zona sotto riportato) Vantaggi degli IPV
sono impianti che funzionano mantenendo in rispetto agli IPC con produzione centrale ACS
circolazione, solo ed esclusivamente, la quantit Riguardano essenzialmente (1) il risparmio energe-
di fluido che serve a cedere il calore richiesto. tico, (2) il benessere termico, (3) i costi di realizza-
Gli IPC invece (regolati con valvole a 3 vie, ved. zione e di gestione degli impianti e (4) la coerenza
schemi delle relative derivazioni di zona sotto ri- degli addebiti termici. Questi i principali:
portati) funzionano mantenendo sempre in circo-
lazione la massima quantit di fluido, cio quella Possibilit duso delle valvole termostatiche
che serve per cedere il massimo calore previsto. in pratica, come sappiamo solo gli IPV consentono
In relazione a queste differenze di base, di seguito un uso razionale e conveniente delle valvole
analizzeremo i principali vantaggi e svantaggi degli termostatiche. Solo con gli IPV, infatti, possi-
IPV rispetto agli IPC. bile (senza luso di penalizzanti by-pass e di pompe
Per gli IPV considereremo solo la tipologia con che lavorano sempre a regime massimo) tener
produzione diretta (cio in zona) di ACS. sotto controllo gli squilibri indotti in rete dal
Per gli IPC considereremo, invece, le tipologie continuo aprirsi e chiudersi delle valvole termo-
con produzione di ACS diretta e centralizzata. statiche: squilibri che (ved. Idraulica 26 e 34) pos-
Per brevit, e in modo conforme al gergo tecnico sono gravemente compromettere il funzionamento
duso comune, indicheremo coi termini: degli impianti e causare seri danni.
portata portata
costante costante
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Pertanto gli IPV, a differenza degli IPC, consen- Minor calore disperso dalle reti di distribuzione
tono di poter convenientemente: dato che con gli IPV i tubi di distribuzione del fluido
scegliere la temperatura voluta nei vari loca- caldo sono 2, mentre con gli IPC in considerazione
li di ogni zona, ad esempio 1718C nelle ca- sono 4.
mere, 810C nei vani tecnici e nei locali nor-
malmente non utilizzati; Minor costi per realizzare le reti di distribuzione
sfruttare il calore ottenibile da fonti energeti- per le stesse ragioni di cui sopra.
che interne ed esterne, cio dallirraggiamento
Spazi tecnici richiesti pi contenuti
solare oppure dal calore emesso dalle persone,
dallilluminazione artificiale, dagli elettrodome- sia per la realizzazione della centrale (con gli
stici, dai forni e dai fornelli; IPV non servono infatti bollitori per laccumulo
ottenere in ogni locale le temperature richie- dellACS) sia per lo sviluppo delle reti di distri-
ste, evitando cos possibili squilibri termici in- buzione, composte solo da 2 tubi invece che 4.
dotti da un irraggiamento solare non omogeneo No pericolo Legionella
fra i vari locali o da impedimenti (ad es. tende e
in quanto, con gli IPV, la produzione in zona
nicchie) che ostacolano lemissione termica dei
dellACS e le reti di distribuzione interne agli
corpi scaldanti.
alloggi non consentono lo sviluppo del batterio.
Vantaggi, questi, dindubbia rilevanza per quanto
riguarda sia il comfort termico che il risparmio Un solo contatore di calore
energetico. con gli IPV gli addebiti termici di zona sono de-
Minor costi di gestione delle pompe terminati con un solo contatore di calore.
Con gli IPC considerati, invece, sono determinati
dovuti al fatto che gli IPV funzionano sempre con
con un contatore di calore per il riscaldamento
la portata minima necessaria a cedere il ca-
e un contatore volumetrico per lACS.
lore richiesto, mentre gli IPC funzionano sem-
Avere un solo dato di consumo (kWh) un valido
pre con la portata massima: diversit questa che
aiuto per la ripartizione degli addebiti termici in
pu comportare risparmi nei costi di gestione delle
quanto semplifica i conteggi e consente addebiti
pompe mediamente variabili dal 40 al 55%.
corretti e rigorosi.
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Vantaggi degli IPV
rispetto agli IPC con produzione diretta ACS
Riguardano essenzialmente (1) il risparmio energe-
tico, (2) il benessere termico e (3) i costi di gestio-
ne degli impianti. Questi i principali:
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Limiti e possibili inconvenienti degli IPV quantit di calore e, se necessario, tener sotto
controllo le pressioni differenziali che agiscono
Dipendono soprattutto dal fatto che gli IPV ri-
sui terminali;
chiedono un lavoro progettuale pi impegnativo
rispetto a quello richiesto dagli IPC. ladozione di by-pass di fine colonna per pro-
In particolare bisogna conoscere bene le specifi- teggere, se necessario, caldaie e pompe da
che caratteristiche ed esigenze di questi impian- anomalie di funzionamento e per evitare il possi-
ti e adottare le necessarie soluzioni, che richiedono bile raffreddamento delle colonne;
essenzialmente: il corretto dimensionamento delle reti di di-
una scelta adeguata delle caldaie che devono stribuzione, tenendo conto delle diverse esi-
funzionare regolarmente anche con basse por- genze e contemporaneit dei servizi richiesti:
tate e basse temperature di ritorno; cio delle diverse esigenze e contemporaneit
del riscaldamento e della produzione di ACS.
una coerente scelta delle pompe che devono
funzionare regolarmente (cio con pressioni dif- Scelte e procedure di calcolo che, comunque,
ferenziali correlate alle effettive esigenze degli non sono molto complesse n particolarmente
impianti) con portate sia alte che molto basse; difficili da attuare. Basta conoscere i problemi e
sapere come si risolvono: cosa che considereremo
unattenta scelta dei satelliti che devono esse-
nelle pagine che seguono.
re in grado di cedere ad ogni alloggio la giusta
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Con gli IPV, dal punto di vista strettamente tecnico,
CALDAIE le portate e le temperature richieste da queste
caldaie potrebbero essere ottenute con appositi
by-pass di centrale (ved. disegno colonna a lato).
Gli IPV, a differenza degli IPC, possono lavorare Si tratta, tuttavia, di soluzioni non consigliabili,
con basse portate e basse temperature di ritor- perch (ved. pag. 5 e 6) di fatto vanificano i van-
no in caldaia, cio in condizioni di lavoro che ri- taggi connessi al funzionamento degli impianti
chiedono luso di apposite caldaie. con basse portate e con basse temperature di
In relazione a tali esigenze e alle attuali disponibilit ritorno: vanificano cio importanti vantaggi otteni-
di mercato si possono considerare i seguenti casi: bili con gli IPV.
8
In tal modo, il T del circuito caldaia risulta essere
leggermente superiore a quello del circuito impian-
to e di conseguenza la portata del circuito cal-
daia risulta essere leggermente inferiore a quella
del circuito impianto.
Dunque, con le condizioni poste, il fluido che pu
essere by-passato attraverso il separatore idraulico
solo quello che ritorna dall'impianto. Ne consegue
che la temperatura di ritorno del circuito caldaia
uguale a quella dell'impianto: cio la minima
possibile.
CALDAIETTE IN CASCATA
Funzionano in modo analogo a quanto considerato
Caldaie a moduli termici senza pompe per le caldaie a moduli termici con pompe.
Anche in questo caso i moduli funzionano in ca-
scata. Tuttavia, per il circuito caldaia (a diffe-
renza del caso precedente) prevista una sola
pompa: pompa che deve essere scelta e regolata in
modo da evitare che il circuito della caldaia (by-
passando, attraverso il separatore idraulico, lacqua
di mandata nel ritorno) possa lavorare con portate
e temperature di ritorno troppo elevate.
A tal fine possibile ricorrere alluso di una pompa
a velocit variabile asservita ad un regolatore
di tipo differenziale cui affidato il compito di
variare il numero di giri della pompa in modo da
mantenere costante (e uguale a circa 2-3C) la dif-
ferenza di temperatura fra la mandata del
circuito caldaia (TAC ) e la mandata del circuito
impianto (TAI ):
TCOST
TAC TAI
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Pompe con controllo elettronico della velocit
POMPE
La loro velocit varia automaticamente in base ai
valori di alcune grandezze pilota, quali ad esem-
Con gli IPV di primaria importanza la corretta pio: la pressione o la temperatura. Pertanto sono
scelta delle pompe. Scelte errate possono infatti in grado di rispondere adeguatamente alle esi-
compromettere gravemente il funzionamento di genze degli IPV.
questi impianti. Di seguito ci occuperemo soprattutto delle pompe
In relazione alle attuali disponibilit di mercato regolabili in base alla pressione differenziale
possiamo suddividere le pompe nei seguenti tipi: (P) e faremo riferimento a tali pompe quando
parleremo in genere di pompe a velocit variabile.
Regolazione a P costante
La loro velocit regolabile solo in base ad un Raggiunto il valore del P massimo impostato, la
numero fisso di giri. Pertanto non sono pompe in pompa lavora con P che decrescono linearmente.
grado di rispondere adeguatamente alle esi- La curva di lavoro in concordanza col fatto che
genze (di portata e prevalenza) in continuo muta- negli IPV quando decresce la portata decresce
mento degli IPV. anche il fabbisogno di pressione.
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Regolazione a P variabile con curva quadratica Prestazioni e limiti
delle pompe a velocit variabile
Le pompe a velocit variabile servono a limitare le
variazioni delle pressione differenziali negli IPV.
Non sono tuttavia in grado di assicurare alle
varie zone il giusto range di pressioni: vale a dire
il range di pressioni che consente di dare ad ogni
zona la portata richiesta senza provocare la rumo-
rosit delle valvole di regolazione.
Affidando solo a queste pompe il controllo delle
pressioni differenziali, si corre il rischio di avere
zone esposte a P troppo alti o troppo bassi.
La pompa funziona sostanzialmente come nel caso Naturalmente le zone esposte ai P troppo alti sono
precedente. L'unica differenza riguarda i P che quelle pi vicine alla CT, mentre le zone esposte
variano con curva quadratica, cio con curva ai P troppo bassi sono quelle pi lontane.
che corrisponde meglio alle variazioni di pressione Negli IPV quindi in genere necessario (ad ec-
indotte dalle variazioni di portata. cezione degli impianti ad acque separate) proteg-
gere ogni zona con regolatori di P (ved. Idrau-
lica 34, pag. 16).
Portate minime
Va considerato che in genere (dipende comunque
dal fornitore che deve dare precise informazioni in
merito) bisogna garantire portate minime (circa
il 10% di quelle nominali) anche alle pompe a ve-
locit variabile. Serve ad evitare blocchi tempo-
ranei per surriscaldamento e quindi interruzioni
nella fornitura istantanea di ACS.
Le portate possono essere fornite con i by-pass di
fine colonna (ved. pag. 12).
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Se sussiste solo il problema di evitare il raffred-
BY-PASS DI FINE COLONNA damento delle colonne, si possono realizzare by-
pass di fine colonna regolati con valvole termosta-
tiche a sonde esterne.
Possono servire a risolvere i seguenti problemi: Le valvole aprono i by-pass solo quando le loro
garantire alle caldaie, se necessaria, la por- sonde registrano temperature del fluido di mandata
tata minima richiesta (ved. pag. 8 e 9). inferiori a quelle necessarie per produrre lACS:
In genere, per le caldaie a moduli termici, tale ad esempio 60C.
portata uguale a circa 810% della portata
nominale;
garantire alle pompe, se necessaria, la portata
minima richiesta (ved. pag. 11).
impedire il raffreddamento totale o parziale
delle colonne ed evitare quindi sensibili ritardi
nella produzione ed erogazione dellACS;
Questultimo un pericolo temibile soprattutto nel
periodo estivo: cio nel periodo in cui non richie-
sto il riscaldamento.
Durante tale periodo, infatti, se per un certo tempo
(dipende dal tipo di isolamento dei tubi) non
richiesta lACS, oppure se le richieste riguar-
dano solo i piani pi bassi, le colonne possono
raffreddarsi totalmente o in parte: cosa che pu
comportare sensibili ritardi nella produzione istan-
Se invece sussiste anche il problema delle por-
tanea dellACS.
tate minime, si possono realizzare by-pass di fine
colonna regolati con autoflow in grado di dare le
portate richieste.
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Il regolatore di P serve ad evitare linsorgere
SATELLITI di pressioni differenziali troppo elevate sulle
valvole dei terminali. In genere sono adottati i se-
guenti valori di taratura:
P = 1.5001.600 mm c.a. per i radiatori,
I satelliti per IPV svolgono essenzialmente le se-
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SATELLITI A MEDIA TEMPERATURA Produzione ACS
SCHEMI ED ASPETTI FUNZIONALI attivata o disattivata da un flussimetro che
Sono satelliti (ved. schema sotto riportato) idonei segnala (alla centralina di regolazione) la richiesta o
a servire impianti, a radiatori o a ventilconvettori, meno di ACS.
con temperature di mandata variabili fra 50 e Quando il flussimetro segnala tale richiesta, la cen-
75C. tralina manda in chiusura la valvola che eroga il
riscaldamento e in apertura quella che serve a
Riscaldamento produrre ACS. Questultima modula poi la porta-
ta del fluido scaldante in modo che lACS sia pro-
attivato e disattivato da una valvola a 3 vie as-
dotta alla temperatura richiesta.
servita ad un orologio programmabile.
In genere, le derivazioni del satellite che alimenta-
I radiatori sono generalmente regolati con valvole
no lo scambiatore di calore dellACS possono fun-
zionare senza regolatori di P. Va tuttavia verifi-
termostatiche, i ventilconvettori con valvole elet-
triche modulanti.
cato che la relativa valvola di regolazione modu-
La temperatura richiesta per alimentare i corpi lante sia in grado di funzionare, a tenuta e
scaldanti ottenuta con laiuto di un apposito senza vibrazioni, anche alla pressione massima
circuito di zona, servito da un circolatore a veloci- prevista.
t variabile e regolato da una valvola miscelatrice:
la stessa che serve ad attivare e a disattivare il ri-
scaldamento.
Il regolatore di P serve ad evitare linsorgere
di pressioni differenziali troppo elevate sulle
valvole dei terminali. In genere sono adottati i se-
guenti valori di taratura:
P = 1.5001.600 mm c.a. per i radiatori,
P = 2.5003.000 mm c.a. per i ventilconvettori.
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SATELLITI A BASSA TEMPERATURA Il regolatore di P serve ad evitare linsorgere
SCHEMI ED ASPETTI FUNZIONALI di pressioni differenziali troppo elevate sulle val-
vole sia dei pannelli sia dei possibili corpi scal-
Sono satelliti (ved. schema sotto riportato) idonei
danti di integrazione. In genere sono adottati i se-
a servire impianti a pannelli con temperature di
guenti valori di taratura:
P = 1.5001.600 mm c.a. per i radiatori,
mandata variabili fra 25 e 45C.
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SATELLITI AD ACQUE SEPARATE Il termostato di sicurezza (da prevedere o da atti-
CON DOPPIO SCAMBIATORE vare solo in impianti a pannelli) pu mandare in
SCHEMI ED ASPETTI FUNZIONALI chiusura la valvola a 2 vie e disattivare la pompa
del circuito di zona. Il suo compito quello di im-
Sono satelliti (ved. schema sotto riportato) in cui il pedire linvio ai pannelli di fluido a temperature
fluido dellimpianto centrale separato da quello troppo elevate. una sicurezza che serve a tute-
che riscalda i singoli alloggi. lare meglio lintegrit dei pavimenti, evitando il for-
Possono essere idonei a servire terminali che fun- marsi di possibili crepe, fessurazioni oppure ( il
zionano sia ad alta che a bassa temperatura. caso dei parquet) di bolle e sollevamenti.
Riscaldamento
Produzione ACS
Il riscaldamento dalloggio ottenuto con un cir-
cuito autonomo dotato delle necessarie apparec- ottenuta come nei casi in precedenza considerati.
chiature di circolazione, controllo, espansione e si- Nota:
curezza. Generalmente le derivazioni che alimentano gli
Lattivazione o la disattivazione del riscaldamento scambiatori di calore possono funzionare senza
ottenuta con una valvola a 2 vie asservita ad un regolatori di P. Va tuttavia verificato che le rela-
orologio o ad un cronotermostato programma- tive valvole di regolazione modulanti siano in grado
bili. di funzionare, a tenuta e senza vibrazioni, anche
La temperatura richiesta per alimentare i ter- alla pressione massima prevista.
minali regolata dalla stessa valvola a 2 vie di
cui sopra in base ai dati rilevati dalla sonda di
mandata del riscaldamento.
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SATELLITI AD ACQUE SEPARATE Produzione ACS
CON SINGOLO SCAMBIATORE attivata o disattivata dalla sonda del bollitore
SCHEMI ED ASPETTI FUNZIONALI che serve a produrre e ad accumulare lACS.
Sono satelliti (ved. schema sotto riportato) in cui il Quando la sonda segnala temperature dellACS in-
fluido dellimpianto centrale separato da quel- feriori a quella richiesta, la centralina manda in
lo del circuito d'alloggio, che provvede sia al ri- apertura la valvola a 3 vie sul circuito del bolli-
scaldamento sia alla produzione di ACS. Sono sa- tore. Il circuito rimane attivato fino a quando la
telliti idonei a servire impianti a radiatori e a ven- sonda segnala il raggiungimento della temperatura
tilconvettori. richiesta.
Nota:
Riscaldamento Generalmente le derivazioni che alimentano lo scam-
biatore di calore possono funzionare senza regolatori
di P. Va tuttavia verificato che la relativa valvola
Alla sua attivazione e disattivazione provvede la
valvola a 2 vie asservita ad un orologio pro-
grammabile. di regolazione modulante sia in grado di funzio-
Tale valvola, di tipo modulante, serve anche a re- nare, a tenuta e senza vibrazioni, anche alla pres-
golare la temperatura del fluido inviato ai ter- sione massima prevista.
minali, in base ai dati rilevati dalla sonda di man-
data del riscaldamento.
La valvola a 3 vie normalmente aperta sul circui-
to del riscaldamento.
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SATELLITI AD ALTA TEMPERATURA Questi satelliti possono inoltre essere dotati di
ASPETTI E PARTICOLARIT COSTRUTTIVE una funzione di preriscaldamento dellACS, in
grado di mandare in apertura la valvola di produ-
Oltre ai componenti di base considerati a pagina 13,
zione dellACS quando (per lunghi periodi di inu-
questi satelliti sono generalmente dotati di:
tilizzo) la relativa sonda di temperatura segnala va-
un contabilizzatore di calore che, comunque, lori troppo bassi.
in relazione alle specifiche esigenze di control-
Di seguito sono riportati disegni che illustrano gli
lo e di manutenzione dellimpianto, pu essere
schemi funzionali/costruttivi di questi satelliti, e
installato anche allesterno del satellite;
che evidenziano il percorso del fluido caldo sia in
valvole di intercettazione del primario per fase di riscaldamento sia in fase di produzione
facilitare gli interventi di manutenzione in caso dellACS.
di controlli o sostituzione dei componenti;
un filtro, posto sulla mandata del primario, per
evitare che eventuali impurit sospese nel flui-
do possano compromettere il corretto funzio-
namento del contatore di calore e delle valvole
di regolazione.
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SATELLITI A MEDIA TEMPERATURA Questi satelliti possono inoltre essere dotati di
ASPETTI E PARTICOLARIT COSTRUTTIVE una funzione di preriscaldamento dellACS, in
grado di mandare in apertura la valvola di produ-
Oltre ai componenti di base considerati a pagina 14,
zione dellACS quando (per lunghi periodi di inu-
questi satelliti sono generalmente dotati di:
tilizzo) la relativa sonda di temperatura segnala va-
un contabilizzatore di calore che, comunque, lori troppo bassi.
in relazione alle specifiche esigenze di control-
Di seguito sono riportati disegni che illustrano gli
lo e di manutenzione dellimpianto, pu essere
schemi funzionali/costruttivi di questi satelliti, e
installato anche allesterno del satellite;
che evidenziano il percorso del fluido caldo sia in
valvole di intercettazione del primario per fase di riscaldamento sia in fase di produzione
facilitare gli interventi di manutenzione in caso dellACS.
di controlli o sostituzione dei componenti;
un filtro, posto sullandata del primario, per
evitare che eventuali impurit sospese nel flui-
do possano compromettere il corretto funzio-
namento del contatore di calore e delle valvole
di regolazione.
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SATELLITI A BASSA TEMPERATURA Questi satelliti possono inoltre essere dotati di 2
ASPETTI E PARTICOLARIT COSTRUTTIVE funzioni: il preriscaldamento dellACS e lasciu-
gatura del pavimento.
Oltre ai componenti di base considerati a pagina 15,
Il preriscaldamento dellACS una funzione che
questi satelliti sono generalmente dotati di:
fa aprire la valvola di produzione dellACS quando
un contabilizzatore di calore che, comunque,
(per lunghi periodi di inutilizzo) la relativa sonda
in relazione alle specifiche esigenze di control-
di temperatura segnala valori troppo bassi.
lo e di manutenzione dellimpianto, pu essere
Lasciugatura del pavimento una funzione che
installato anche allesterno del satellite;
attua un ciclo di preriscaldamento del massetto in
valvole di intercettazione del primario per
cui sono annegati i pannelli, con fluido a tempera-
facilitare gli interventi di manutenzione in caso
ture variabili e crescenti. Serve per poter garanti-
di controlli o sostituzione dei componenti;
re, prima della messa a regime dellimpianto, la
un filtro, posto sulla mandata del primario, per completa asciugatura del pavimento.
evitare che eventuali impurit sospese nel flui-
Di seguito sono riportati disegni che illustrano gli
do possano compromettere il corretto funzio-
schemi funzionali/costruttivi di questi satelliti, e
namento del contatore di calore e delle valvole
che evidenziano il percorso del fluido caldo sia in
di regolazione.
fase di riscaldamento sia in fase di produzione
dellACS.
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SATELLITI AD ACQUE SEPARATE Questi satelliti possono inoltre essere dotati di 2
CON DUE SCAMBIATORI funzioni: il preriscaldamento dellACS e lasciu-
ASPETTI E PARTICOLARIT COSTRUTTIVE gatura del pavimento.
Il preriscaldamento dellACS una funzione che
Oltre ai componenti di base considerati a pagina 16,
fa aprire la valvola di produzione dellACS quando
questi satelliti sono generalmente dotati di:
(per lunghi periodi di inutilizzo) la relativa sonda
un contabilizzatore di calore che, comunque, di temperatura segnala valori troppo bassi.
in relazione alle specifiche esigenze di control-
Lasciugatura del pavimento una funzione che
lo e di manutenzione dellimpianto, pu essere
attua un ciclo di preriscaldamento del massetto in
installato anche allesterno del satellite;
cui sono annegati i pannelli, con fluido a tempera-
valvole di intercettazione del primario per ture variabili e crescenti. Serve per poter garanti-
facilitare gli interventi di manutenzione in caso
re, prima della messa a regime dellimpianto, la
di controlli o sostituzione dei componenti;
completa asciugatura del pavimento.
un filtro, posto sulla mandata del primario, per
Di seguito sono riportati disegni che illustrano gli
evitare che eventuali impurit sospese nel flui-
schemi funzionali/costruttivi di questi satelliti, e
do possano compromettere il corretto funzio-
che evidenziano il percorso del fluido caldo sia in
namento del contatore di calore e delle valvole
fase di riscaldamento sia in fase di produzione
di regolazione.
dellACS.
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SATELLITI AD ACQUE SEPARATE Di seguito sono riportati disegni che illustrano gli
CON SINGOLO SCAMBIATORE schemi funzionali/costruttivi di questi satelliti, e che
ASPETTI E PARTICOLARIT COSTRUTTIVE evidenziano il percorso del fluido caldo sia in fase
di riscaldamento sia in fase di produzione dellACS.
Oltre ai componenti di base considerati a pagina 17,
questi satelliti sono generalmente dotati di:
un contabilizzatore di calore che, comunque,
in relazione alle specifiche esigenze di control-
lo e di manutenzione dellimpianto, pu essere
installato anche allesterno del satellite;
valvole di intercettazione del primario per
facilitare gli interventi di manutenzione in caso
di controlli o sostituzione dei componenti;
un filtro, posto sulla mandata del primario, per
evitare che eventuali impurit sospese nel flui-
do possano compromettere il corretto funzio-
namento del contatore di calore e delle valvole
di regolazione.
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Nota la portata di progetto poi possibile calcolare:
DIMENSIONAMENTO
DELLE RETI DI DISTRIBUZIONE DEGLI IPV Q A = calore tratto di rete per produrre ACS, [kcal/h]
G A = portata tratto di rete per produrre ACS, [l/h]
con le formule:
Pu essere effettuato col metodo delle perdite di Q A = G A.PR T ACS.SEC 3.600 (3)
carico lineari (r) costanti, assumendo, per tali per-
G A = Q A / T ACS.PRIM (4)
dite, valori che non superano i 1012 [mm c.a./m],
essenzialmente per:
Calore e portata richiesti per riscaldamento
poter ottenere un buon compromesso tra i
costi di realizzazione delle reti e i consumi di Per ogni tratto di rete si devono determinare i se-
esercizio delle pompe; guenti valori:
poter evitare linsorgere di pressioni diffe- Q R = fabbisogno termico zone servite, [kcal/h]
renziali troppo elevate lungo le reti di distri- G R = portata tratto di rete per riscaldamento, [l/h]
buzione. G R si calcola dividendo Q R per il salto termico di pro-
Naturalmente il dimensionamento va eseguito in getto del riscaldamento che, in genere, si assume
modo da poter fornire, ad ogni utenza, il calore e uguale a 1015C.
le portate richiesti, sia per il riscaldamento sia
per la produzione di ACS: servizi molto diversi fra Calore e portata richiesti
loro per quanto riguarda l'entit del calore richiesto per produzione ACS e per riscaldamento
e la contemporaneit d'uso.
Per poter garantire, ad ogni tratto di rete, la capacit
Di seguito proponiamo (per i satelliti con prece-
sia di produrre lACS sia di riscaldare le zone servite,
denza della produzione di ACS sul riscaldamento,
si deve assumere:
cio per i satelliti normalmente utilizzati) un meto-
do di calcolo per dimensionare le reti degli IPV Q = valore massimo fra Q A e Q R
in relazione ai diversi servizi richiesti e alle rela- G = valore massimo fra G A e G R
tive variabili in gioco. Queste le fasi principali:
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Prevalenza della pompa dove L la distanza di mandata e ritorno, misurata
lungo la rete, del satellite pi lontano; r il valore delle
Si pu determinare con la relazione:
H = P MIN + H RETE + H CT
perdite di carico lineari costanti di riferimento; 1,3 un
(5)
fattore correttivo atto a tener conto delle perdite di
dove:
P MIN = pressione differenziale minima richiesta
carico localizzate.
[pollici] 3/4" 1" 1 1/4" 1 1/2" 2" 2 1/2" 3" 4" 5" 6"
i [mm] 21,8 27,4 36,1 42 53,2 68,8 80,7 105 129,5 154,9
r [mm c.a./m] G [l/h]
2 204 377 790 1.186 2.234 4.450 6.824 13.814 24.230 39.152
4 296 547 1.145 1.718 3.237 6.448 9.886 20.013 35.103 56.719
6 368 679 1.423 2.134 4.021 8.009 12.280 24.859 43.602 70.453
8 429 792 1.659 2.489 4.690 9.341 14.323 28.993 50.853 82.169
10 484 893 1.870 2.805 5.284 10.525 16.138 32.668 57.299 92.583
12 533 984 2.061 3.092 5.826 11.603 17.791 36.014 63.167 102.065
14 579 1.069 2.238 3.358 6.326 12.600 19.319 39.108 68.594 110.835
16 622 1.148 2.404 3.607 6.795 13.532 20.749 42.003 73.672 119.039
18 662 1.223 2.560 3.841 7.236 14.412 22.098 44.734 78.461 126.778
20 701 1.294 2.709 4.064 7.656 15.248 23.379 47.326 83.009 134.126
29
ESEMPIO 1 Dimensionamento 1 tratto colonna
Dimensionare i tubi della colonna sotto riportata: Determinazione calore e portata richiesti:
Portata e calore richiesti per la produzione di ACS
G A.TOT = 0,85 1 = 0,85 l/s
da tab. 1 risulta: G A.PR 0,72 l/s
Portata e calore richiesti per la produzione di ACS
La portata di progetto pi elevata di quella produci-
bile dal satellite (0,29 l/s). Pertanto il tratto di colonna
si dimensiona in base alla portata massima di ACS pro-
ducibile e al relativo calore richiesto:
G A = 1.100 l/h
Q A = 35.200 kcal/h
Calore e portata richiesti per il riscaldamento
Q R = 6.500 kcal/h
G R = 6.500 / 10 = 650 l/h
Dimensionamento del tratto di colonna:
Q (max. tra Q A e Q R) = 35.200 kcal/h
G (max. tra G A e G R) = 1.100 l/h
= 1 (da tab. 2)
Calcolo T produzione ACS lato primario e secondario bile dal satellite (0,29 3 = 0,87 l/s). Pertanto il tratto di
La portata di progetto pi elevata di quella produci-
30
G A = 1.100 3 = 3.300 l/h Dimensionamento 6 tratto colonna
Q A = 35.200 3 = 105.600 kcal/h Determinazione calore e portata richiesti:
Calore e portata richiesti per il riscaldamento Portata totale e di progetto ACS
Q R = 12.000 + 5.500 = 17.500 kcal/h G A.TOT = 0,85 6 = 5,10 l/s
G R = 17.500 / 10 = 1.750 l/h da tab. 1 risulta: G A.PR 1,19 l/s
Dimensionamento del tratto di colonna:
Q A = 1,19 33,7 3.600 = 144.371 kcal/h
Portata e calore richiesti per la produzione di ACS
Q (max. tra Q A e Q R) = 105.600 kcal/h
G (max. tra G A e G R) = 3.300 l/h G A = Q A / T ACS.PRIM = 144.371 / 32,0 = 4.512 l/h
= 1 1/2 (da tab. 2) Calore e portata richiesti per il riscaldamento
Q R = 28.500 + 6.000 = 34.500 kcal/h
Dimensionamento 4 tratto colonna
G R = 34.500 / 10 = 3.450 l/h
Determinazione calore e portata richiesti: Dimensionamento del tratto di colonna:
Portata e calore richiesti per la produzione di ACS
G A.TOT = 0,85 4 = 3,40 l/s
Q (max. tra Q A e Q R) = 144.371 kcal/h
31
ESEMPIO 2 Soluzione
Dimensionare i tubi del collettore di distribuzione che col- Per il dimensionamento del collettore si procede come in-
lega alla centrale termica quattro colonne (per semplicit dicato a pag. 28 e 29:
32
Dimensionamento collettore tra la colonna 4 e la CT
33
La seconda quella che richiede il dimensiona-
NOTE IN MERITO
mento della rete in base alla portata richiesta
AGLI ESEMPI SVOLTI
per il riscaldamento e al calore richiesto per la
produzione dellACS: quella cio che va dimen-
Gli esempi svolti (esempi che rappresentano con sionata per far fronte alle esigenze sia del riscalda-
buona approssimazione le grandezze normalmente mento sia dellACS.
in gioco) ci consentono di evidenziare che dal Nel 2 esempio comprende i tratti di rete che ser-
punto di vista progettuale le reti di distribuzione vono i satelliti dei piani pi bassi e il tratto di collet-
degli IPV possono essere suddivise in 3 zone. tore compreso tra le colonne 1 e 2.
La prima quella che richiede il dimensionamen- La terza zona, infine, quella che richiede il di-
to della rete in base alla portata e al calore ri- mensionamento della rete in base alla portata e
chiesti per la produzione dellACS: quella cio al calore richiesti per il riscaldamento: quella
che va dimensionata, solo ed esclusivamente, per cio che va dimensionata, solo ed esclusivamente,
far fronte alle esigenze dellACS. per far fronte alle esigenze del riscaldamento.
Nel 2 esempio comprende i tratti di rete che ser- Nel 2 esempio comprende i tratti di rete che col-
vono i satelliti dei 4 piani pi alti. legano le colonne 2, 3 e 4 alla centrale termica.
34
Con maggior sintesi (in base alle grandezze e sim- Per contro, il calore e le portate richieste per il ri-
boli specificati a pag. 28) possiamo dire che il di- scaldamento crescono in modo costante col nu-
mensionamento delle reti degli IPV pu comportare mero degli alloggi da servire.
le seguenti fasi: Va inoltre considerato che il variare delle portate
fase 1, dimensionamento in base a G A e Q A dipende anche dal fatto che lACS normalmente
2, GR e QA prodotta con salti termici di 3035C, mentre il
riscaldamento , in genere, dimensionato con salti
3, GR e QR
termici variabili da 10 a 15C.
Il variare di tali grandezze dovuto al fatto che i
servizi richiesti evolvono diversamente in relazio- Nota:
ne al numero di alloggi serviti. In particolare la I diagrammi sono stati sviluppati considerando sa-
produzione di ACS necessita di potenze e portate telliti e alloggi con caratteristiche tecniche ed esi-
medie dalloggio elevate se si devono servire po- genze termiche simili a quelle ipotizzate negli esem-
chi alloggi, basse invece se si devono servire molti pi svolti: condizioni significative per poter avere una
alloggi, come risulta dai diagrammi sotto riportati. idea chiara delle grandezze normalmente in gioco.
35
36
37
38
39
www SPAZIO WEB
40
www SPAZIO WEB
41
Satellite dutenza compatto pensile produzione
istantanea sanitario - SATK20.
Regolazione ON/OFF
Range riscaldamento max 85C
Range produzione ACS 4260C
Funzioni opzionali
Ciclo sanitario: - funzione preriscaldo sanitario
42
Satellite dutenza compatto incasso produzione
istantanea sanitario - SATK50.
Regolazione ON/OFF
Range riscaldamento max 85C
Range produzione ACS 4260C
Funzioni opzionali
Ciclo sanitario: - funzione preriscaldo sanitario
43
Satelliti dutenza compatti ad acque separate
produzione istantanea ACS - SATK30. - SATK60.
Regolazione a punto fisso o modulante a punto Regolazione a punto fisso o modulante a punto
fisso compensato fisso compensato
Range riscaldamento: Range riscaldamento:
- Configurazione BASSA temperatura 2545C - Configurazione BASSA temperatura 2545C
- Configurazione ALTA temperatura 5075C - Configurazione ALTA temperatura 5075C
Range produzione ACS 4260C Range produzione ACS 4260C
44
Accessori per satellite dutenza compatti
755404K 789540
Contatore di calore Cassetta di misura
diretto CONTECA Cassetta di misura ad incasso con
Contatore di calore per serie SATK fondo zincato e portello verniciato
e/o cassetta di misura cod. 789540. per interno RAL 9010.
Equipaggiato di display a cristalli li- Comprende:
quidi a otto cifre. - coppia valvole dintercettazione
Alimentazione 24 V (ac) 50 Hz - 1 W manuale 3/4 M,
centralizzata. - coppia pozzetti di temperatura,
- dima di inserimento contatore
di calore,
- predisposizione AFS.
Conformit direttiva
2004/22/CE (MI004)
789 789
Regolatore di pressione Schienale idraulico
differenziale Schienale idraulico verniciato
Corpo in ottone. RAL9010 completo di tubi impianto
Completo di capillare di collega- per innesto dal basso.
mento alla tubazione di mandata. Comprende:
Pmax desercizio: 10 bar. - telaio cornice
Taratura fissa pressione differenziale: - tubi in acciaio
15 kPa - 30 kPa. - valvole manuali dintercettazione
Lunghezza tubo capillare 3 mm: 3/4 M
1,5 m. Profondit: 60 mm.
45
46
SATELLITI VERSIONE PENSILE
SINGOLO SCAMBIATORE ACQUE SEPARATE
SATK20103 SATK20203 SATK20303 SATK30103 SATK40103
Fluido impiego acqua max 30% glicole acqua max 30% glicole
T max fluido 85C 85C
Pmax esercizio circuito primario 10 bar 16 bar
Pmax esercizio circuito sanitario 10 bar 10 bar
Pmax esercizio circuito secondario riscaldam. - 3 bar
Potenza nominale scambiatore riscaldamento - 15 kW
Portata massima consigliata circuito primario 1.200 l/h 1.200 l/h
Portata massima circuito sanitario 18 l/min (0,3 l/sec) 18 l/min (0,3 l/sec) -
Potenza nominale scambiatore sanitario 40 kW 40 kW -
Alimentazione elettrica 230 V (ac) 10% 50Hz 230 V (ac) 10% 50Hz
Potenza elettrica massima 105 W 20 W 105 W
Dimensioni (lxhxp) 450 x 550 x 265 mm 550 x 630 x 265 mm
Valvola miscelatrice riscaldamento x x
Valvola modulante riscaldamento x x
Valvola ON/OFF riscaldamento x
Regolazione a punto fisso x x x x
Regolazione ON/OFF x
Regolazione a punto fisso compensato x x
Sonda mandata riscaldamento x x x x
Valvola sicurezza termica x
Termostato sicurezza termica x x
Pompa di zona x x x x
Valvola modulante produzione ACS x x x x x
Sonda temperatura ACS x x x x x
Flussimetro precedenza ACS x x x x
Funzione preriscaldo sanitario x x x x
Regolatore elettronico x x x x x
Rubinetto di scarico x x x x x
Rubinetto di sfogo aria x x x x x
Valvole di intercettazione circuito primario x x x x x
Predisposizione contatore di calore x x x x x
Copertura protettiva PPE x x x x x
SATELLITI VERSIONE INCASSO
SINGOLO SCAMBIATORE ACQUE SEPARATE
SATK50103 SATK50203 SATK50303 SATK60103
Fluido impiego acqua max 30% glicole acqua max 30% glicole
T max fluido 85C 85C
Pmax esercizio circuito primario 10 bar 16 bar
Pmax esercizio circuito sanitario 10 bar 10 bar
Pmax esercizio circuito secondario riscaldam. - 3 bar
Potenza nominale scambiatore riscaldamento - 15 kW
Portata massima consigliata circuito primario 1.200 l/h 1.200 l/h
Portata massima circuito sanitario 18 l/min (0,3 l/sec) 18 l/min (0,3 l/sec)
Potenza nominale scambiatore sanitario 40 kW 40 kW
Alimentazione elettrica 230 V (ac) 10% 50Hz 230 V (ac) 10% 50Hz
Potenza elettrica massima 105 W 20 W 105 W
Dimensioni (lxhxp) 600 x 700 x 120 mm 600 x 850 x 120 mm
Valvola miscelatrice riscaldamento x x
Valvola modulante riscaldamento x
Valvola ON/OFF riscaldamento x
Regolazione a punto fisso x x x
Regolazione ON/OFF x
Regolazione a punto fisso compensato x x
Sonda mandata riscaldamento x x x
Valvola sicurezza termica x
Termostato sicurezza termica x x
Pompa di zona x x x
Valvola modulante produzione ACS x x x x
Sonda temperatura ACS x x x x
Flussimetro precedenza ACS x x x x
Funzione preriscaldo sanitario x x x x
Regolatore elettronico x x x x
Rubinetto di scarico x x x x
Rubinetto di sfogo aria x x x x
Valvole di intercettazione circuito primario x x x x
Predisposizione contatore di calore x x x x
47
MAGNETICO
MAG
GNETICO
O E FLESSIBILE
SSIBILE
CATTURA
CATTUR
U A LE IMPURIT
IMPUR
RIT FE
FERROSE,
RROSE
E,
LO INSTALLI
INST
ST
TALLI IN QUALUNQUE
QUAL
LUNQUE PPOSIZIONE
OSI
SIZIONE
SERIE 5453 DI
SERIE RTMAG
DIRTMAG
DEFANGATORE
DEFFANGA
NGAATORE MA
MAGNETICO
GNETICO
O
IN MA
ATE
T RIALE COMPOSITO
MATERIALE COMPOSITO
t 1FS
1FSNFUUF
NFUUFF EJ TFQBSBS
TFQBSBSF F UVUUF MF JNQVSJU
BODIF
F RVFMMF GFSS
GFSSPTF
PTF
QS
QSFTFOUJ
FTFOUJUJ OFMM nVJEP
n JE UFS
UUFSNPWFUUPSF
NPWFUUPS
UU F DJS
DJSDPMBOUF
J DPMBOUF
M U OF
OFHMJ
FHMJMJ JNQJBOUJ
J J UJ
EJ DMJNBU
DMJNBUJ[[B[JPOF
UJ[[B[JPOF
t *OTUBMMBC
*OTUBMMBCJMF
JMF TJB TVMMF UVCB[JPOJ PSJ[[POUBMJ
TJB TV RV
RVFMMF
VFMMF WFS
WFSUJDBMJ
UJDBMJ HSB[JF BMMBUUBDDP PSJFO
PSJFOUBCJMF
OUBCJMF
1VMJ[JB
t 1 FTUSFNBNFOUF
VMJ[JB FTUSFNBNFOUF WWFMPDF FE
FMPDF FEFFGmDBDF
GmDBDF H HSB[JF BMMB
SB[JF BMMB GGBTDJB
BTDJB
NBHOFUJDB
N BHOFUJDB GGBDJMNFOUF BTQPSUBCJMF
BDJMNFOUF BTQPSUBCJMF FFE
EBBMMP
MMP TTDBSJDP
DBSJDP BBE
EB BNQJP
NQJP
QBTTBHHJP
QBTTBHH HJP
PCT
P CT
INTERNATIONAL
INTERNA
ATIONAL
L
APPLICATION
APPLICA
ATION
PENDING
XXXDBMFGmJU
XXXDBMFGmJU