Sunteți pe pagina 1din 21

La rivoluzione tecnologica e il futuro della libertà: Parte 1

di Andrew Gavin Marshall


Global Research
24 Giugno 2010
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.com

Il risveglio politico globale e il nuovo ordine mondiale

Vi è uno sviluppo unico e nuovo nella storia umana che si stà realizzando in tutto il mondo, è senza
precedenti nella portata e nel volume, ed è anche la più grande minaccia a tutte le strutture di potere
globale: il 'risveglio politico globale'. Il termine è stato coniato da Zbigniew Brzezinski, e si
riferisce al fatto che, come scrive lo stesso Brzezinski:
Per la prima volta nella storia, quasi tutta l'umanità è politicamente attiva, politicamente
consapevole e politicamente interattiva. L'attivismo globale stà generando un impulso
verso la ricerca del rispetto culturale e delle opportunità economiche, in un mondo
segnato dal ricordo della dominazone coloniale e imperiale. [1]

Si tratta, in sostanza, di questo massiccio "risveglio politico globale" che presenta la più grave e la
più grande sfida ai poteri organizzati della globalizzazione e alla politica economica globale: stati
nazionali, multinazionali e banche, banche centrali, organizzazioni internazionali, militari,
intelligence, media e istituzioni accademiche. La Classe Capitalista Transnazionale (CCT), o
'Superclasse', come denominata da David Rothkopf, si è globalizzata come mai avvenuto prima. Per
la prima volta nella storia abbiamo una vera elite globale fortemente integrata. Mentre le elite hanno
globalizzato il loro potere, cercando di costruire un 'Nuovo Ordine Mondiale' di global governance
e in ultima analisi di governo mondiale, esse hanno contemporaneamente globalizzato la
popolazione.
La 'rivoluzione tecnologica' (o rivoluzione 'tecnotronica', come la definì Brzezinski nel 1970)
implica due importanti sviluppi geopolitici. Il primo è che con l'avanzare della tecnologia, i sistemi
di comunicazione di massa sono in rapida accelerazione, e la gente del mondo è in grado di
impegnarsi in comunicazioni immediate e accedere alle informazioni provenienti da tutto il mondo.
In ciò si ritrova il potenziale - e in definitiva una fonte centrale - di un massiccio risveglio politico
globale. Allo stesso tempo, la rivoluzione tecnologica ha permesso alle elite di riorientare e
controllare la società in modi mai prima immaginati, che culminano in definitiva in una dittatura
scientifica globale, come molti avevano messo in guardia nei primi decenni del XX secolo. Il
potenziale per il controllo delle masse non è mai stato così grande, mentre la scienza scatena tutta la
potenza della genetica, della biometria, della sorveglianza e nuove forme di eugenetica moderna;
che sono imlpementate da una elite scientifica equipaggiata da sistemi di controllo psico-sociale
(uso della psicologia per controllare le masse).
Cos'è il 'Risveglio Politico Globale'?
Per rispondere a questa domanda è meglio lasciar parlare Zbigniew Brzezinski, dal momento che il
termine è il suo. Nel 2009 Zbigniew Brzezinski pubblicò un articolo su International Affair, la
rivista accademica del Chatam House, basato su un discorso che egli tenne alla stessa londinese
Chatam House. Chatam House, un tempo Royal Institute of International Relations, è l'equivalente
britannico dello statunitense Council on Foreign Relations, entrambi fondati nel 1921 come
"Istituzioni sorelle" per coordinare la politica estera anglo-americana. Il suo articolo "Le principali
sfide di politica estera per il prossimo presidente degli Stati Uniti", analizza giustamente le grandi
sfide geopolitiche per l'amministrazione Obama, alla guida dell'egemonico stato globale in questa
fase critica. Brzezinski si riferisce al 'risveglio politico globale' come a "un evento veramente
trasformativo sulla scena globale", dato che:
Per la prima volta nella storia umana quasi tutta l'umanità è politicamente attiva,
politicamente consapevole e politicamente interattiva. Ci sono solo poche sacche di
umanità, lasciate negli angoli più remoti del mondo, che non sono politicamente vigili e
impegnate in agitazioni e movimenti politici, che sono oggi ampiamente diffusi in tutto
il mondo. Il conseguente attivismo globale stà generando un impulso nella ricerca della
dignità personale, del rispetto culturale e delle opportunità economiche , in un mondo
dolorosamente segnato dal ricordo della secolare dominazione coloniale straniera e del
dominio imperiale [2].

Brzezinski afferma che il 'risveglio politico globale' è uno dei più drammatici e significativi sviluppi
nella geopolitica che si sia mai verificato, ed "è evidente in differenti forme radicali dall'Iraq
all'Indonesia, dalla Bolivia al Tibet." Come spiegato dall'Economist:"Sebbene l'America è
concentrata sulla sua nozione di cosa vuole la gente (democrazia e ricchezza creata dal libero
scambio e dall'apertura dei mercati), Brzezinski punta in una direzione diversa: è la Dignità".
Inoltre, afferma Brzezinski, "Il desiderio mondiale di dignità umana è la sfida centrale inerente al
fenomeno del risveglio politico globale."[3]
Nel 2005 Brzezinski scrisse un saggio per l'American Interest, dal titolo “The Dilemma of the Last
Sovereign,” (Il dilemma dell'ultimo sovrano), in cui spiega il paesaggio geopolitico in cui si trovano
immersi l'America e il mondo. Egli scrisse che :"Per la maggior parte degli stati la sovranità tende a
diventare una finzione giuridica" e valutava criticamente gli obiettivi di politica estera e la retorica
dell'amministrazione Bush. Brzezinski è stato un fervente critico della "guerra al terrore" e della
retorica inerente ad essa, ossia la demonizzazione dell'Islam e della gente musulmana, che
costituiscono rispettivamente la religione in più rapida crescita e una tra le popolazioni in più rapido
aumento del pianeta. Brzezinski teme l'aumento di effetti negativi che questo può avere sulla
politica estera americana e sugli obiettivi e le aspirazioni del potere globale. Egli scrive:
L'America ha bisogno di far fronte direttamente ad una nuova realtà globale di centrale
importantanza: quella che la popolazione mondiale stà sperimentando un risveglio
politico senza precedenti per portata e intensità, con la conseguenza che le politiche del
populismo stanno trasformando le politiche del potere. La necessità di rispondere a
questo fenomeno di massa pone all'unico sovrano Americano uno storico dilemma:
Quale dovrebbe essere l'impostazione centrale del ruolo dell'America a livello
mondiale?[4]

Brzezinski spiega che la formulazione di una politica estera basata su un solo singolo evento - gli
attacchi terroristici dell'11 settembre - ha leggittimato misure illegali (tortura, sospensione
dell'habeas corpus, ecc.) e si è scagliata contro i pacifici cittadini per fargli accettare la "guerra
globale al terrore", una guerra senza fine. La retorica e le emozioni al centro di tale politica estera a
livello mondiale hanno creato un'ondata di patriottismo e di sentimenti di riscatto e di vendetta.
Così Brzezinski spiega:
Non c'era bisogno di essere più precisi in merito a chi fossero i terroristi in realtà, da
dove venivano o quali erano le loro motivazioni storiche, le loro passioni religiose o
rivendicazioni politiche che hanno fatto concentrare il loro odio sull'America. Il
terrorismo così sostituisce le armi nucleari Sovietiche come principale minaccia, e i
terroristi (potenzialmente onnipresenti e generalmente identificati come Musulmani)
hanno sostituito i comunisti come minaccia onnipresente.[5]

Brzezinski spiega che questa politica estera, che ha infiammato l'anti-americanismo in tutto il
mondo, specialmente nel mondo musulmano, la cui popolazione è stata il target principale della
retorica del "terrorismo", ha di fatto ulteriormente infiammato il "risveglio politico globale'.
Brzezinski scrive che:
La sfida centrale del nostro tempo non è posta dal terrorismo globale, ma piuttosto
dall'intensificazione della turbolenza causata dal fenomeno del risveglio politico
globale. Questo risveglio è socialmente massiccio e politicamente radicale [6].

Questo 'risveglio politico globale', scrive Brzezinski, mentre è oggi unico nella sua portata globale,
ha origine nelle idee e nelle azioni della Rivoluzione Francese, che è stata centrale nel "trasformare
la politica moderna attraverso l'emergere di una forte coscienza sociale nazionale". Brzezinski
spiega l'evoluzione del 'risveglio':
Durante i successivi 216 anni, il risveglio politico si è diffuso gradualmente, ma
inesorabilmente, come una macchia d'inchiostro. L'Europa del 1948, e più in generale, i
movimenti nazionalisti di fine XIX e inizio del XX secolo, riflettevano le nuove
politiche di passioni populiste e di crescente impegno di massa. In alcuni luoghi tale
combinazione ha abbracciato un Manicheismo utopico che è stato la rampa di lancio per
la Rivoluzione Bolscevica del 1917, l'assunzione del potere fascista in Italia nel 1922, e
il sequestro nazista dello stato tedesco nel 1933. Il risveglio politico si è anche abbattuto
in Cina, facendola precipitare in diversi decenni di conflitti civili. I sentimenti anti-
coloniali hanno galvanizzato l'India, dove la tattica della resistenza passiva ha
effettivamente disarmato la dominazione imperialista, e dopo la seconda guerra
mondiale le politiche anti-colonialiste si risvegliarono altrove ponendo fine ai rimanenti
imperi europei. Nell'emisfero occidentale, il Messico sperimentò i primi sentori di
attivismo populista già nel 1860, portando infine alla Rivoluzione Messicana all'inizio
del XX secolo. [7]

In definitiva, ciò che questo significa è che - indipendentemente dai risultati finali dei risvegli
passati - quello che è fondamentale per il concetto di 'risveglio politico' è che la popolazione - la
gente - assume una coscienza politica e sociale e, successivamente, partecipa in massa ad azioni
politiche e sociali volte a generare un importante spostamento e cambiamento, o rivoluzione, nel
campo politico, economico e sociale. Pertanto, nessuna trasformazione sociale presenta una più
grande o più diretta sfida alle radicate e centralizzate strutture di potere - siano esse di natura
politica, sociale ed economica. Brzezinski continua a spiegare l'evoluzione del 'risveglio politico
globale' nei tempi moderni:
Non è asagerato affermare che oggi nel XXI secolo la popolazione di gran parte del
mondo in via di sviluppo è politicamente eccitata, e in molti luoghi è ribollente di
agitazioni. Si tratta di una popolazione profondamente consapevole dell'ingiustizia
sociale ad un livello senza precedenti, e spesso è risentita della supposta mancanza
di dignità politica. Il quasi universale accesso alla radio, alla televisione e sempre più a
internet, stà creando una comunità di percezioni condivise e invidia, che può essere
galvanizzata e incanalata da passioni demagogiche politiche o religiose. Queste
passioni trascendono i confini nazionali e rappresentano una sfida sia per gli stati
esistenti, nonchè per la gerarchia esistente a livello mondiale, alla cima della quale
poggia ancora l'America [8]

Brzezinski spiega che le diverse aree centrali del 'risveglio politico globale', quali la Cina, l'India,
l'Egitto, la Bolivia , i Musulmani in Medio Oriente, Nord Africa, Sud-Est asiatico e sempre più in
Europa, così come gli Indiani in America Latina, "sempre più stanno definendo ciò che desiderano
in reazione a ciò che essi percepiscono essere un impatto ostile del mondo esterno su di loro. In
differenti modi e gradazioni essi non amano lo status quo, e molti di loro sono suscettibili di essere
mobilitati contro il potere esterno che essi invidiano e nello stesso tempo percepiscono come auto-
interessato e preoccupato di mantenere lo status quo." Brzezinski si sofferma su questo specifico
gruppo maggiormente scosso dal risveglio:
I giovani del Terzo Mondo sono particolarmente inquieti e risentiti. La rivoluzione
demografica che essi rappresentano è quindi pure una bomba ad orologeria
politica. Con l'eccezione di Europa, Giappone e America, la rapida espansione della
protuberanza demografica nella fascia dei 25enni e al di sotto, stà creando una
massa enorme di giovani impazienti. Le loro menti sono state mosse dai suoni e dalle
immagini che provengono da lontano e che intensificano la loro disaffezione verso ciò
che hanno a portata di mano. Il loro potenziale rivoluzionario d'avanguardia è probabile
che emerga tra le decine di milioni di studenti concentrati nei spesso intellettualmente
dubbi istituti di istruzione di "terzo livello" dei paesi in via di sviluppo. A seconda della
definizione del livello di educazione terziaria, ci sono attualmente in tutto il mondo tra
gli 80 e i 130 milioni di "college" studenteschi. Provenienti tipicamente dalla
borghesia socialmente insicura e infiammati da un senso di indignazione sociale,
questi milioni di persone sono dei rivoluzionari in attesa, già semi-mobilitati in
congregazioni di grandi dimensioni, collegati a internet e pre-posizionati per un
replay su scala più grande di ciò che è accaduto anni prima a Città del Messico e in
piazza Tiananmen. La loro energia fisica ed emotiva è la frustrazione che aspetta solo
di essere innescata da una causa, da una fede, o da un odio. [9]

Brzezinski presuppone qundi che per affrontare questa nuova "sfida" globale ai poteri consolidati,
in particolare agli stati-nazione, che non possono dedicarsi sufficientemente all'incremento della
popolazione inflessibile e alle richieste populiste, ciò che si richiede è "un incremento della
cooperazione sovranazionale, attivamente promossa dagli Stati Uniti." In altre parole, Brzezinski è a
favore di una maggiore e ampliata "internazionalizzazione", e non sorprende considerando che egli
gettò le basi intellettuali della Commissione Trilaterale. Egli spiega che "La democrazia di per se
non è una soluzione duratura", perchè essa potrebbe essere oltrepassata dal "risentimento populista
radicale". Questa è veramente una nuova realtà globale:
L'umanità politicamente risvegliata anela alla dignità politica, che la democrazia può
migliorare, ma la dignità politica comprende anche l'auto-determinazione etnica e
nazinale, l'auto-determinazione religiosa e i diritti umani e sociali, il tutto in un mondo
che è attualmente consapevole delle ingiustizie economiche, razziali ed etniche. La
ricerca della dignità politica, soprattutto attraverso l'autodeterminazione nazionale e la
trasformazione sociale, fa parte del battito dell'affermazione di se che viene dal mondo
svantaggiato [10].

Così, scrive Brzezinski, "Una risposta effettiva può solo venire da un'America sicura di se
veramante impegnata in una nuova visione di solidarietà globale". L'idea è che per affrontare il
malcontento provocato dalla globalizzazione e dalle strutture di potere globale, il mondo e
l'America devono espandere e istituzionalizzare il processo di globalizzazione, non semplicemente
nella sfera economica, ma anche in quella sociale e politica. E' una logica errata, per non dire altro,
che la risposta a questo problema sia di aumentare e rinsaldare i problemi sistemici. Non si può
spegnere un incendio con l'aggiunta di carburante.
Brzezinski ha perfino detto che:"Sia detto subito che la sovranazionalità non deve essere confusa
con il governo mondiale. Anche se fosse auspicabile, l'umanità non è minimamente pronta per il
governo del mondo, e il popolo americano certamente non lo vuole." Invece, sostiene Brzezinski,
l'America deve avere un ruolo centrale nella costruzione di un sistema di global governance,
"plasmando un mondo che è meno definito dalla sovranità nazionale e più dalla realtà
dell'espansione politicamente regolata dell'interdipendenza."[11] In altre parole, non un 'governo
mondiale', ma una 'global governance', che è semplicemente un espediente retorico, perchè la
'governance globale' - non importa quante sovrapposizioni, sporadiche o saltuari, essa rappresenta, è
in realtà un passo fondamentale e una transizione necessaria nello spostamento verso un governo
globale effettivo.
Così la retorica di una "guerra globale al terrore" in realtà infiamma ulteriormente il 'risveglio
politico globale' come opposto da sfidare e su cui focalizzare il problema. Nel 2007 Brzezinski
disse al Senato degli Stati Uniti che la "Guerra al terrore" è stata una "mitica narrativa storica," [12]
o in altre parole, una totale invenzione.
Del Potere e delle Persone
Per capire bene il 'risveglio politico globale' è fondamentale capire e analizzare le strutture di potere
che sono gravemente minacciate. Perchè Brzezinski parla a gran voce su questo argomento? Da
quale prospettiva egli affronta questo problema?
Le strutture di potere globale sono spesso rappresentate dagli stati-nazionali, oltre 200 al mondo, e
la vasta maggioranza sta affrontando un incremento delle popolazioni politicamente risvegliate le
quali sono sempre più coinvolte in comunicazioni e questioni transnazionali (come la povertà, la
disuguaglianza, la guerra, l'impero, ecc..) piuttosto che da questioni nazionali. Tra gli stati-
nazionali, quelli più dominanti sono le potenze occidentali, in particolare gli Stati Uniti, i quali
siedono al top della gerarchia globale delle nazioni come la potenza egemone a livello mondiale
(impero). Alla politica estera Americana è stato fornito l'impulso imperiale da parte di un network
internazionale interconnesso di think tank, che riuniscono assieme le figure al top della politica, del
sistema bancario, dell'industria, del settore accademico, dei media, del settore militare e
dell'intelligence, al fine di formulare politiche coordinate.
Le più importanti di queste istituzioni che socializzano le elite attraverso le frontiere nazionali e
forniscono le motivazioni e gli stimoli per l'impero sono un network interconnesso di think tank
internazionali. Nel 1921 le elite accademiche Britanniche e Americane si riunirono con i maggiori
interessi bancari internazionali per formare due "Istituzioni Sorelle" chimate Royal Institute of
International Affairs (RIIA) a Londra, adesso conosciuto come Chatham House, e il Council on
Foreign Relations negli Stati Uniti. Successivi think tank furono creati in Canada, come L'Istituto
Canadese per gli Affari Internazionali, ora conosciuto come Consiglio Canadese Internazionale
(CCI), e altri think tank affiliati in Sud Africa, India, Australia, e più recentemente nell'Unione
Europea con la formazione dell'European Council on Foreign Relations. [13]
A seguito della prima guerra mondiale tali poteri hanno cercato di ridisegnare nei loro progetti
l'ordine del mondo, con Woodrow Wilson che proclamava il diritto "all'autodeterminazione
nazionale", che ispirò la formazione degli stati-nazionali in tutto il Medio Oriente, che fino alla
guerra era stato dominato dall'Impero Ottomano. Così, la proclamazione del diritto all'
"autodeterminazione" per le persone di tutto il mondo diventò, di fatto, un mezzo per costruire
strutture nazionlal-statali di potere con le quali le nazioni occidentali sono diventate non solamente
strumentali alla costruzione, ma una reale egemonia. Per controllare le persone bisogna costruire le
istituzioni di controllo. Nazioni come l'Iraq, l'Arabia Saudita, la Giordania, il Libano, la Siria, il
Kuwait, ecc. non esistevano prima della guerra mondiale. Le elite hanno sempre cercato di
controllare le popolazioni e gli individui per i loro desideri di potere. Non importa se il sistema
politico è quello del fascismo, del comunismo, del socialismo o della democrazia: le elite cercano il
potere e il controllo e sono insite in ogni sistema di governance. Nel 1929 Edward Bernays, nipote
del padre della psicanalisi Sigmund Freud, scrisse una delle sue opere più influenti dal titolo
"Propaganda". Bernays scrisse anche il libro sulle "Pubbliche Relazioni", ed è noto come il "padre
delle relazioni pubbliche", e pochi al di fuori di quest'area sanno, comunque, che l'effetto di Bernays
sull'elite e sul controllo sociale è stato profondo e di ampio respiro. Bernays condusse lo sforzo di
propaganda della Cia dietro al colpo di stato nel 1954 in Guatemala, inquadrandolo come una
"liberazione dal comunismo", quando in realtà è stata l'imposizione di una lunga dittatura di decenni
per tutelare gli interessi della United Fruit Company, che aveva assunto Bernays per gestire la
campagna mediatica contro il governo socialista democratico del Guatemala. Bernays trovò anche
un fan e studente in Josef Goebbels, il Ministro della Propaganda di Hitler, che prese molte delle
sue idee dagli scritti di Bernays. Uno tra i progetti più infami di Bernays fu quello di rendere
popolare il fumo tra le donne Americane, assumendo belle donne per camminare su e giù per
Madison Avenue, fumando sigarette, dando alle donne l'idea che il fumo era sinonimo di bellezza.
Nel suo libro del 1928, "Propaganda", Bernays scrisse che: "Se comprendiamo i meccanismi e le
motivazioni della mentalità di gruppo, è ora possibile controllare e irregimentare le masse secondo
la nosta volontà e senza che esse lo sappiano." Ulteriori informazioni:
La consapevole e intelligente manipolazione delle abitudini organizzate e delle
opinioni delle masse è un elemento importante nella società democratica...Quelli
che manipolano questo meccanismo invisibile della società costituiscono un
governo invisibile che è il vero potere dominante nel nostro paese...In quasi ogni atto
della nostra vita quotidiana, sia nella sfera della politica o del lavoro, nella nostra
condotta sociale e nel nostro pensiero etico, siamo dominati da un numero
relativamente piccolo di persone...che sono in grado di comprendere i processi
mentali e i modelli sociali delle masse. Sono loro che tirano i fili che controllano la
mente del pubblico. [14]

A seguito della seconda guerra mondiale, l'America divenne la potenza egemone globale, il cui
impulso imperiale è stato fornito dal concetto strategico di "contenimento" che comportava il
frenare la diffusione del comunismo. Così, le avventure Americane in Corea, Medio Oriente, Africa,
Asia e Sud America divennero definite dal desiderio di far "rotolare indietro" l'influenza dell'Unione
Sovietica e del Comunismo. E' stato, non sorprendentemente, dal Council on Foreign Relations che
ha avuto origine l'idea di "contenimento", come un elemento centrale della politica estera [15].
Inoltre, dopo la seconda guerra mondiale, all'America è stata affidata la responsabilità di
sovrintendere alla gestione del sistema monetario internazionale e dell'economia politica globale
attraverso la creazione di istituzioni e di accordi come la Banca Mondiale, il Fondo Monetario
Internazionale (FMI), la NATO, le Nazioni Unite e il GATT (in seguito diventato Organizzazione
Mondiale del Commercio - WTO). Un istituto di potere centrale che è stato importante nella
realizzazione del consenso tra le elite occidentali e ha fornito un forum per l'espansione
dell'egemonia globale occidentale è stato il Gruppo Bilderberg, fondato nel 1954 come un think
tank internazionale [16].
Zbigniew Brzezinski, un intraprendente accademico, si è iscritto al Council on Foreign Relations
nei primi anni '60 del novecento. Nel 1970 Brzezinski, che aveva partecipato ad alcune riunioni del
Bilderberg, scrisse un libro intitolato "Tra le due età: Il ruolo dell'America nell'Era Tecnotronica"
nel quale egli analizzava l'impatto della "Rivoluzione Tecnologica ed Elettronica", quindi, "l'epoca
tecnotronica". Brzezinski definisce la 'società tecnotronica' come "una società che prende forma a
livello culturale, psicologico, sociale ed economico attraverso l'impatto della tecnologia e
dell'elettronica - in particolare nel campo dei computer e delle comunicazioni. Il processo
industriale non è più il principale fattore determinante del cambiamento sociale, del cambiamento
dei costumi, della struttura sociale e dei valori della società"[17]
Brzezinski, ampliando la nozione di controllo sociale, come una di quelle promulgate da Edward
Bernays, scrisse che "la condotta umana, alcuni sostengono, può essere predeterminata e soggetta a
controllo intenzionale", e citò uno "sperimentatore nel controllo intelligente" che asseriva che "Io
prevedo il momento in cui avremo i mezzi e quindi, inevitabilmente, la tentazione di manipolare il
comportamento e il funzionamento intellettuale di tutte le persone attraverso la manipolazione
ambientale e biochimica del cervello."[18]
Brzezinski, in un racconto che mise in mostra i suoi astuti poteri di osservazione e l'abilità di
identificare le principali tendenze a livello mondiale, scrisse che noi siamo "di fronte all'emergere di
elite transnazionali" che sono "composte da uomini d'affari internazionali, studiosi, professionisti e
funzionari pubblici. I legami di queste nuove elite oltrepassano i confini nazionali, le loro
prospettive non sono limitate alle tradizioni nazionali e i loro interessi sono più funzionali che
nazionali." Inoltre, scrive Brzezinski, "è probabile che presto le elite sociali della maggior parte dei
paesi avanzati saranno altamente internazionalizzate o globalizzate nello spirito e nella prospettiva."
Tuttavia, avverte Brzezinski, questa crescente internazionalizzazione delle elite "potrebbe creare un
pericoloso divario tra loro e la massa politicamente attiva, il cui 'localismo' - sfruttato in misura
maggiore dai leader politici nazionalisti - potrebbe lavorare contro l'elite 'cosmopolita'."[19]
Brzezinski scrisse anche al riguardo della "graduale comparsa di una società più controllata e
amministrata", nella "rivoluzione tecnotronica" spiega:
Una tale società sarebbe stata dominata da una elite le cui pretese di potere politico
poggerebbero su un presunto superiore know-how scientifico. Libera dalle
restrizioni dei tradizionali valori liberali, questa elite non esiterebbe a raggiungere i
suoi fini politici utilizzando le ultime tecniche moderne per influenzare il
comportamento del pubblico e tenere la società sotto stretta sorveglianza e
controllo. Sotto tali circostanze, l'impulso scientifico e tecnologico del paese non si
sarebbe arrestato, ma si sarebbe in realtà alimentato sulla situazione di sfruttamento
[20]

Inoltre, scrive Brzezinski, "Il persistere della crisi sociale, l'emergere di una personalità carismatica
e lo sfruttamento dei mass media per ottenere la fiducia del pubblico potrebbero essere dei passi
nella trasformazione pezzo per pezzo degli Stati Uniti in una società altamente controllata". In
particolare, Brzezinski scrive:"La tradizionale società Americana democratica potrebbe, a causa del
suo fascino per l'efficienza tecnica, diventare una società altamente controllata, e le sue qualità
umane e individuali sarebbero perse"[21]
Nel suo libro, Brzezinski auspica una "Comunità delle Nazioni Sviluppate", che consiste
nell'Europa Occidentale, il Nord America, e il Giappone, al fine di un coordinamento e una
integrazione per configurare un "nuovo ordine mondiale" costruito sulle idee della governance
globale, sotto la direzione di queste elite transnazionali. Nel 1972 Brzezinski e il suo amico David
Rockefeller, presentarono l'idea all' incontro annuale del Bilderberg. Rockefeller era, a quel tempo,
presidente del Council on Foreign Relations ed era amministratore delegato della Chase Manhattan
Bank. Nel 1973, Brzezinski e Rockefeller crearono la Commissione Trilaterale, una sorta di
istituzione sorella del Gruppo Bilderberg, con una grande appartenenza cross-over, portando il
Giappone nella sfera occidentale di integrazione economica e politica [22].
Nel 1975, la Commissione Trilaterale pubblicò una relazione della sua task force intitolata "La crisi
della democrazia", di cui uno degli autori principali fu Samuel Huntington, uno scienziato politico
stretto collaboratore e amico di Brzezinski. In questa relazione Huntington sostiene che negli anni
'60 si era riscontrato un'aumento della democrazia in America, con una ripresa della partecipazione
dei cittadini, spesso in forma di "marce, manifestazioni, movimenti di protesta e organizzazioni per
una 'causa'."[23] Inoltre, gli anni '60 videro anche una riaffermazione del primato della parità come
un obiettivo nella vita sociale, economica e politica."[24] Huntington analizzò in che modo si
tratteggiava questo "impeto democratico"; le statistiche dimostravano che durante tutti gli anni '60 e
nei primi anni '70, c'era stato un drammatico aumento della percentuale di persone che affermavano
che gli Stati Uniti stavano spendendo troppo nel campo della difesa (dal 18% nel 1960, al 52% nel
1969, largamente dovuto alla guerra in Vietnam).[25] In altre parole, le persone stavano diventando
politicamente consapevoli dell'impero e dello sfruttamento.
Huntington scrisse che "l'essenza dell'ondata democratica degli anni '60 è stata una generale sfida ai
sistemi esisteni di autorità, pubblica e privata" e che "la gente non sentiva più la stessa costrizione a
obbedire coloro che avevano precedentemente considerato superiori a se stessi per età, rango, stato,
competenza, carattere o talento." Huntington spiegava che negli anni '60 "la gerarchia, l'esperienza
e la ricchezza" vennero "attaccate pesantemente."[26] Egli affermò che le tre questioni chiave che
erano state al centro della maggiore partecipazione politica degli anni '60 erano:
questioni sociali, come l'uso di droghe, le libertà civili e il ruolo delle donne;
questioni razziali, che riguardavano l'integrazione, l'occupazione, l'aiuto del governo
alle minoranze e le rivolte urbane;
questioni militari, che coinvolgevano innanzitutto, naturalmente, la guerra in Vietnam,
ma anche l'arruolamento, le spese militari, i programmi di aiuti militari e, più in
generale, il ruolo del complesso militare industriale [27].

Huntington presentò questi tre problemi, essenzialmente, come "crisi della democrazia", nel senso
che c'era una maggiore diffidenza verso il governo e l'autorità, che portò alla polarizzazione sociale
e ideologica e determinò un "Declino dell'autorità, dello status, dell'influenza e dell'efficacia della
presidenza."[28]
Huntington concluse che molti problemi di governance negli Stati Uniti derivavano da un "eccesso
di democrazia", e che "l'efficace funzionamento del sistema politico democratico richiede di solito
una qualche misura di apatia e di non coinvolgimento di una certa quantità di individui e gruppi."
Huntington spiegava che la società aveva sempre avuto "gruppi marginali" che non partecipavano
alla vita politica, e pur riconoscendo che l'esistenza della "marginalità da parte di alcuni gruppi è
intrinsecamente non democratica," essa anche "consente alla democrazia di funzionare
efficacemente." Huntington identifica "i neri" come uno di questi gruppi, i quali erano diventati
politicamente attivi, e che presentavano il "rischio di sovraccaricare il sistema politico con le loro
richieste."[29]
Huntington, nella sua conclusione, affermava che la vulnerabilità della democrazia, in sostanza la
'crisi della democrazia', viene da "un elevato livello di istruzione, mobilitazione e società
partecipante," e che ciò che è necessario è "una esistenza più equilibrata" in cui ci siano dei "limiti
auspicabili all'estensione della democrazia politica."[30] Tutto sommato, il report della Task Force
della Commissione Trilaterale spiegava, in sostanza, che la "crisi della democrazia" viene dal fatto
che ce n'è troppa, e così la 'soluzione' alla 'crisi' era quella di avere meno democrazia e più 'autorità'.
Il Nuovo Ordine Mondiale
Dopo il crollo dell'Unione Sovietica nel 1991, gli ideologi americani - i politici e gli accademici -
avevano iniziato a discutere l'idea della nascita di un "nuovo ordine mondiale" in cui il potere
mondiale è centralizzato, con una sola potenza - gli Stati Uniti, e ponevano le basi per
un'espansione dell'ideologia elitista relativa al concetto di 'globalizzazione': quello che il potere e le
strutture di potere dovevano essere globalizzate. In breve, il 'nuovo ordine mondiale' sarebbe stato
un ordine globale di global governance. Nel breve periodo doveva essere guidato dagli Stati Uniti,
che dovevano essere l'attore centrale e primario nella costruzione di un new world order, e infine di
un governo mondiale.[31]
Anne Marie Slaughter, attualmente direttrice della pianificazione politica per il Dipartimento di
Stato Usa, è un' accademica di primo piano all'interno dell'establishment dell'elite Americana,
avendo servito a lungo in vari posti presso il Dipartimento di Stato, le università di elite e nel
consiglio del Council on Foreign Relations. Nel 1997 la Slaughter scrisse un articolo per il giornale
del Council on Foreign Relations "Foreign Affairs", in cui discuteva i fondamenti teorici del "nuovo
ordine mondiale". In esso scrisse che "Lo Stato non stà scomparendo, esso si stà disaggregando in
parti funzionalmente distinte e separate. Queste parti - tribunali, agenzie di regolamentazione,
esecutive e anche legislative - stanno mettendosi in rete con i loro omologhi all'estero, creando una
fitta rete di relazioni che costituisce un nuovo ordine intergovernativo," e che "l'intergovernativismo
stà rapidamente diventando la modalità più diffusa ed efficace di governance internazionale."[32]
Molto prima delle analisi del 'nuovo ordine mondiale' della Slaughter, Richard N. Gardner pubblicò
un articolo su Foreign Affairs intitolato "The Hard Road to World Order." Gardner, un ex
ambasciatore americano e membro della Commissione Trilaterale, scrisse che "La ricerca di una
struttura mondiale che assicuri la pace, l'avanzamento dei diritti umani, e stabilisca le condizioni per
il progresso economico - per quello che è vagamente chiamato ordine mondiale - non è mai
sembrata più frustrante, ma allo stesso tempo stranamente ottimistica."[33]
Gardner scrisse:"Se un urgente governo mondiale, una revisione della Carta delle Nazioni Unite e
una molto rafforzata Corte Internazionale non forniscono le risposte, quale speranza c'è per il
progresso? La risposta non soddisferà coloro che cercano soluzioni semplici a problemi complessi,
ma si riduce essenzialmente a questo: la speranza per il prevedibile futuro risiede, non nella
costruzione di poche ambiziose istituzioni centrali di partecipazione universale e di giurisdizione
generale, come era stato prospettato alla fine della guerra, ma piuttosto nel processo più decentrato,
disordinato e pragmatico di inventare e adattare istituzioni di competenza limitata e appartenenza
selezionata per affrontare problemi specifici sulla modalità del caso-per-caso, come è stata percepita
la necessità della cooperazione dalle nazioni in questione."[34]
Poi affermò:"In breve, la 'casa dell'ordine mondiale' dovrà essere costruita dal basso verso
l'alto piuttosto che dall'alto verso il basso. Essa sarà simile ad un grande "rimbombo, ronzante di
confusione", per usare la celebre frase di William James per descrivere la realtà, ma, rispetto al
vecchio assalto frontale, sarà realizzata molto meglio la fine della sovranità nazionale,
erodendola pezzo per pezzo"[35]
Nel 1992, Strobe Talbott scrisse un articolo per il Time Magazine dal titolo "La nascita della
nazione globale". Talbott lavorò come giornalista per il Time Magazine per 21 anni, e fu membro
della Yale Corporation, una fiduciaria della Hotchkiss School e del Carnegie Endowment for
International Peace, fu un direttore del Council on Foreign Relations, del North American Executive
Committee della Commissione Trilaterale, e dell'American Association of Rhodes Scholars, e un
membro con la facoltà di partecipazione al World Economic Forum. Talbott ha servito come vice
segretario di Stato dal 1994 al 2001 nell'amministrazione Clinton e attualmente siede come
presidente del Brookings Institution, uno dei principali think tank americani. Nel suo articolo del
1992 Talbott scrisse che "entro i prossimi cento anni, la nazione come la conosciamo oggi sarà
obsoleta; tutti gli stati riconosceranno un'unica autorità globale." Spiegava:
Tutti i paesi sono fondamentalmente ordinamenti sociali, adattamenti alle mutate
circostanze. Non importa quanto permanenti e perfino sacri possono sembrare in
un qualsiasi momento, in realtà sono tutti temporanei e artificiali. Attraverso i
secoli c'è stata una generale tendenza verso unità più grandi che rivendicano la sovranità
e, paradossalmente, una graduale diminuzione della quantità di vera sovranità che ogni
paese ha effettivamente. [36]

Inoltre, egli scrisse che "essa ha occupato gli eventi del nostro meraviglioso e terribile secolo,
per ribadire il processo verso il governo mondiale. Con l'avvento dell'energia elettrica, della
radio e del trasporto aereo, il pianeta è diventato più piccolo come mai prima e la sua vita
commerciale più libera, le sue azioni interdipendenti e i suoi conflitti sanguinosi."[37]
David Rothkopf, studioso al Carnegie Endowment for International Peace, ex vice Sottosegretario
del Commercio per gli Scambi Internazionali nell'amministrazione Clinton, ex amministratore
delegato della Kissinger Associates e membro del Council on Foreign Relations, ha recentemente
scritto un libro dal titolo "Superclasse: le Elite del Potere Globale e il mondo che esse stanno
costruendo". Come membro di questa "superclasse", il suo scritto dovrebbe fornire una necessaria
visione dall'interno della costruzione di questo "Nuovo Ordine Mondiale". Egli afferma che :"In un
mondo di movimenti e minacce globali che non presentano il passaporto alle frontiere nazionali,
non è più possibile per uno stato-nazione agire da solo e adempiere alla sua parte del contratto
sociale." egli ha scritto che:"continueranno a farsi progressi," tuttavia, sarà impegnativo, perchè essi
"indeboliscono molte strutture di potere nazionale e locale e il concetto culturale che ha profonde
fondamenta nelle basi della civiltà umana, vale a dire la nozione di sovranità." Egli ha inoltre scritto
che:"I Meccanismi di global governance sono maggiormente fattibili nell'ambiente di oggi", e che
questi meccanismi "sono spesso creativi, con soluzioni temporanee agli urgenti problemi che non
possono attendere che il mondo abbracci un'idea più grande e controversa come un reale governo
mondiale."[38]
Nel Dicembre del 2008 il Financial Times pubblicò un articolo intitolato "And Now for A World
Government", in cui l'autore, l'ex partecipante al Bilderberg Gideon Rachman, scrisse che "per la
prima volta in vita mia, credo che la formazione di una sorta di governo mondiale sia plausibile," e
che "Un 'Governo Mondiale' implicherebbe molto più che la cooperazione tra le nazioni. Sarebbe
un'entità con caratteristiche quasi statali, sostenuta da un corpo di leggi. L'Unione Europea ha già
istituito un governo continentale per 27 paesi, il quale potrebbe essere un modello. L'UE ha una
corte suprema, una valuta, migliaia di pagine di diritto, un servizio civile di grandi dimensioni e la
capacità di dispiegare la forza militare."[39]
Egli affermò che "è sempre più chiaro che le questioni più difficili che stanno di fronte ai governi
nazionali sono di natura internazionale: vi è il riscaldamento globale, una crisi finanziaria globale e
una 'guerra globale al terrore'." Ha scritto che il modello europeo potrebbe "diventare globale" e che
un governo mondiale "si potrebbe fare" perchè "la crisi finanziaria e il cambiamento climatico
stanno spingendo i governi nazionali verso soluzioni globali, anche in paesi come la Cina e gli Stati
Uniti, i quali sono tradizionalmente dei feroci guardiani della sovranità nazionale." Egli ha citato un
consulente del presidente francese Nicolas Sarkozy mentre diceva "La governance globale è solo un
eufemismo per il governo mondiale", e che il "cuore della crisi finanziaria internazionale è che
abbiamo mercati finanziari globali e nessuna norma di diritto globale." Tuttavia, Rachman afferma
che qualsiasi spinta verso un governo mondiale "sarà un doloroso, lento processo." Egli afferma poi
che un problema centrale di questa spinta può essere spiegato con l'esempio che viene dall'Unione
Europea, che "quando i piani di un'unione sempre più stretta sono stati sottoposti agli elettori, hanno
subito una serie di sconfitte umilianti nei referendum. In generale, l'Unione ha registrato progressi
più veloci quando gli accordi di ampia portata sono stati concordati da tecnocrati e politici - spinti
poi in avanti senza il riferimento diretto agli elettori. La governance internazionale tende ad
essere efficace solo quando è anti-democratica."[40]
Il Risveglio Politico Globale e la Crisi Economica Globale
Di fronte alla crisi economica globale, il processo che ha portato al risveglio politico globale è in
rapida espansione, così come si stanno esacerbando ed espandendo le disparità e le ineguaglianze
sociali, politiche ed economiche che hanno portato al risveglio. Così il risveglio politico globale stà
entrando in un periodo in cui subirà una trasformazione rapida, espansiva e globale.
Questo 'risveglio politico globale', che Brzezinski ha illustrato come una delle principali sfide
geopolitiche globali di oggi, era in gran parte, fino a tempi recenti, esemplificato dal 'Sud Globale' o
dal 'Terzo Mondo' delle nazioni in via di sviluppo del Medio Oriente, dell'Asia Centrale e del Sud
est Asiatico, dell'Africa e dell'America Latina. Gli sviluppi negli ultimi decenni e anni in Venezuela,
Bolivia e Iran, esemplificano l'orietamento nazionalista di buona parte di questo risveglio, che si
svolge in un mondo che si muove sempre più velocemente verso la global governance e le
istituzioni globali.
Nel 1998, Hugo Chavez è diventato presidente del Venezuela, dopo aver condotto una campagna di
promesse di aiuti per la maggioranza povera della nazione. Nel 2002, si è avuto in Venezuela un
tentativo Americano di colpo di Stato, ma Chavez conservò il suo potere e fu ulteriormente
incoraggiato da questo tentativo, e acquisì un grande ed esplosivo sostegno popolare tra la gente.
Chavez intraprese quello che potrebbe essere chiamato come un processo di "socialismo
bolivariano", e prese una posizione Anti-americana decisa e veemente in America Latina, a lungo
considerata il "cortile posteriore" dell'America. Improvvisamente, vi è una virulenta retorica e
disprezzo nei confronti degli Stati Uniti e la loro influenza nella regione, che era sostenuta
dall'enorme ricchezza del petrolio del Venezuela.
In Bolivia Evo Morales è stato eletto presidente nel 2005 dalla nazione più povera del Sud America,
e fu anche il primo leader indigeno del paese a ottenere quella posizione di potere, dopo che questo
era stato a luogo dominato dai discendenti dell'aristocrazia Spagnola sbarcata. Evo Morales è salito
al potere sull'onda di vari movimenti sociali in Bolivia, tra cui spicca la "guerra dell'acqua" che ha
avuto luogo a Cochabamba, la terza città della Bolivia, nel 2000. Le guerre dell'acqua erano state
avviate dopo che la Banca Mondiale aveva costretto la Bolivia a privatizzare l'acqua di modo che le
aziende americane ed europee avrebbero potuto entrare e acquistare i diritti dell'acqua boliviana, il
che significava che le persone nella nazione più povera del Sud America non potevano nemmeno
bere l'acqua piovana senza pagare le compagnie Americane ed Europee per il "diritto" di usarla.
Così si alzò la rivolta e Evo Morales si sollevò con essa. Ora Morales e Chavez rappresentano la
"nuova sinistra" in America Latina, e con essa, la crescita dei sentimenti anti-imperialisti Americani.
In Iran, che definisce se stesso molto più dal nazionalismo che dalle polarità etniche, è diventato un
obiettivo principale dell'egemonico ordine mondiale occidentale, in quanto si trova in cima ad
ingenti riserve di petrolio e di gas, ed è anti-Americano in modo virulento e fermemente contrario
all'egemonia occidentale in Medio Oriente. Tuttavia, con l'aumento della retorica anti-Americana
contro l'Iran, le sue elite di regime e politiche sono ulteriormente incoraggiate e politicamente
rafforzate dalla gente, la maggiornaza della quale è povera.
Le condizioni sociopolitiche economiche globali sono direttamente correlate alla nascita e
all'espansione del 'risveglio politico globale'. A partire dal 1998, "3 miliardi di persone vivono con
meno di 2 dollari al giorno, mentre 1,3 miliardi tirano avanti con meno di 1 dollaro al giorno. Il 70
percento di coloro che vivono con meno di 1 dollaro al giorno sono donne."[41] Nel 2003, da una
relazione della Banca Mondiale è emerso che "Una minoranza della popolazione mondiale (17%)
consuma la maggior parte delle risorse mondiali (80%), lasciando quasi 5 miliardi di persone a
vivere del restante 20%. Come risultato, miliardi di persone vivono senza le necessità di base - cibo,
acqua, alloggi e strutture igienico sanitarie."[42]
Riguardo alla povertà e alle statistiche della fame,"Oltre 840 milioni di persone nel mondo soffrono
di malnutrizione, 790 milioni di loro sono nel mondo in via di sviluppo. Purtroppo, oltre 153
milioni di loro sono di età inferiore ai 5 anni (la metà dell'intera popolazione degli Stati Uniti)."
Inoltre "Ogni giorno, 34.000 bambini sotto i cinque anni muoiono di fame o di altre malattie legate
alla fame. Ciò si traduce in 6 milioni di morti l'anno." Ciò equivale a un "Olocausto da fame" che
avviene ogni anno. A partire dal 2003 "dei 6,2 miliardi di persone al mondo, 1,2 miliardi vivono con
meno di 1 dollaro al giorno. Quasi 3 miliardi di persone vivono con meno di 2 dollari al
giorno."[43]
Nel 2006 una innovativa e completa relazione rilasciata dall'Istituto Mondiale di Ricerca sullo
Sviluppo Economico dell'Università delle Nazioni Unite (UNU-WIDER) riferì che "il 2% degli
adulti più ricchi del mondo possiede più della metà della ricchezza delle famiglie a livello
mondiale." Un dato incredibilmente sorprendente era quello che:
L'1 percento più ricco degli adulti da solo possedeva nel 2000 il 40% del
patrimonio globale, e che il 10% più ricco degli adulti ne possedeva l'85% del
totale mondiale. Al contrario, la metà inferiore della popolazione adulta mondiale
possedeva appena l'1% della ricchezza globale [44].

Questo è utile ripeterlo: l'1% possiede il 40% del patrimonio globale, il 10% al top possiede l'85%
del patrimonio mondiale, e il 50% della parte inferiore possiede l'1% del patrimonio mondiale, una
cifra che fa riflettere, davvero. C'è qualcosa di marcio in Danimarca.
La relazione del Millenium Development Goals (MDG) afferma che nel 2009 "una popolazione
stimata dai 55 ai 90 milioni di persone in più vivranno in povertà estrema rispetto a quanto
anticipato prima della crisi." Inoltre "la tendenza incoraggiante nell'eradicazione della fame che si
era avuta dai primi anni '90 si è invertita nel 2008, soprattutto a causa dei prezzi elevati dei prodotti
alimentari." La fame, nelle regioni in via di sviluppo, è salita al 17% nel 2008, e "sono i bambini
che sopportano il peso degli oneri."[45]
Nel mese di Aprile del 2009, una delle maggiori associazioni caritatevoli a livello mondiale, Oxfam,
riportò che i due trilioni di dollari dati per salvare le banche sarebbero potuti bastare "per
porre fine alla povertà estrema globale per 50 anni."[46] Nel settembre del 2009, Oxfam riferì
che la crisi economica "stà costringendo 100 persone al minuto alla povertà". Oxfam dichiarò che "i
paesi in via di sviluppo in tutto il mondo stanno lottando per far fronte alla recessione globale che
continua a tagliare i redditi, a distruggere i posti di lavoro e ha contribuito a portare il numero totale
di persone affamate nel mondo a oltre 1 miliardo."[47]
La crisi finanziaria ha colpito il mondo "in via di svipuppo" molto più duramente rispetto alle
nazioni sviluppate occidentali del mondo. Le Nazioni Unite segnalavano nel marzo del 2009 che "la
riduzione della crescita nel 2009 costerà circa 18 miliardi di dollari, o 46 dollari a testa, alle 390
milioni di persone che vivono in condizioni di estrema povertà nella zona Sub-sahariana" e "Questa
proiezione di perdita rappresenta il 20 per cento del reddito pro capite dei poveri dell'Africa -
un'immagine che ridimensiona la perdita sostenuta nel mondo sviluppato."[48]
Così, la maggiornaza della popolazione mondiale vive in povertà assoluta e in slogatura sociale.
Questo è il risultato diretto dell'ordine mondiale globalizzato che si è avuto e che è in costruzione.
Ora, mentre la stessa infrastruttura viene ulteriormente istituzionalizzata e sviluppata, le persone
vengono catapultate nel 'risveglio' come mai avvenuto prima. La loro povertà estrema li spinge al
risveglio.Vi è una nozione apparentemente persa che è quella di giudicare una società da come tratta
i più deboli: i poveri. La povertà forza una persona a guardare il mondo in modo diverso, mentre si
vedono i duri vincoli che la società ha imposto allo spirito umano. La vita non può basarsi
semplicemente sulla lotta per far fronte ai pagamenti di settimana in settimana: per permettersi
l'acqua, il riparo e il cibo, e vivere secondo i dettami del denaro e del potere.
Contemplando la storia, si vede che la grandezza dell'umanità può svilupparsi in alcune delle
società più oppressive. La Russia, una nazione che non ha mai sperimentato nella sua storia politica
una vera libertà per l'individuo, è riuscita a produrre alcuni dei nomi più grandi nel campo della
musica, dell'arte, dell'espressione e della letteratura, come una protesta vibrante di umanità da una
società così sopraffatta dalla necessità di controllo. E il fatto che tali trionfi dello spirito umano
possono venire da queste tirannie sulla natura umana è un'esibizione che mostra il grande mistero
degli esseri umani. Perchè si devasta l'umanità assoggettandola alla povertà? Pensate alla differenza
che ci potrebbe essere se fosse consentito a tutta l'umanità di prosperare individualmente e
collettivamente; pensate a tutte le idee, all'arte, all'espressione, all'intelligenza e bellezza che noi
non stiamo ricevendo da coloro che non hanno voce.
Fino a quando non affronteremo la questione fondamentale, qualsiasi nozione di umanità come
esseri 'civilizzati' sarà un gioco cinico. Se essa è la civiltà umana, noi non l'abbiamo ancora
abbastanza immaginata. Noi non abbiamo ancora una corretta definizione di 'civilizzata', e
necessitiamo di rendere essa 'umana'.
L'Occidente e il Risveglio
Le classi medie del mondo occidentale, stanno subenbo una transizione drammatica,
particolarmente sulla scia della crisi economica globale. Nei decenni precedenti, la classe media è
diventata una classe basata sul debito, il cui consumo si basava quasi interamente sul debito, e così
la loro capacità di consumare e di essere la base sociale del sistema capitalista, ma è una mera
finzione. Mai nella storia la classe media, e soprattutto i giovani che hanno un diploma universitario
all'interno del mercato del lavoro più duro degli ultimi decenni, ha sperimentato un tale pericolo.
[49]
La crisi del debito globale, che comincia in Grecia, e si diffonde in tutta l'economia della zona euro
della Spagna, del Portogallo, dell'Irlanda e, in definitiva, l'intera UE, consumerà ulteriormente il
Regno Unito, il Giappone e arriverà fino in America.[50] Questa sarà una crisi del debito veramente
globale. Le misure del governo per affrontare la questione del debito si focalizzano
sull'implementazione di 'misure di austerità fiscale' per ridurre l'onere del debito ed eseguire i
pagamenti degli interessi sui loro debiti.
'Austerità fiscale' è un termine vago che in realtà si riferisce al taglio della spesa sociale e
all'aumento delle tasse. L'effetto che questo ha è che il settore pubblico è devastato, mentre tutte le
attività vengono privatizzate, i lavoratori pubblici sono licenziati in massa, la disoccupazione
diventa dilagante, la sanità e l'istruzione scompaiono, le tasse aumentano in maniera drammatica, e
le monete vengono svalutate per rendere i beni più economici da comprare per le multinazionali e le
banche, mentre a livello interno provocano inflazione - aumentando drasticamente i costi del
carburante e del cibo. In breve, 'austerità fiscale' implica 'distruzione sociale' mentre i fondamenti
sociali delle nazioni e dei popoli sono spazzati via sotto di loro. Gli Stati quindi diventano dispotici
e opprimono la popolazione, che naturalmente si rivolta contro 'l'austerità': la sterilizzazione della
società.
'L'austerità fiscale' si abbattè sul mondo in via di sviluppo attraverso gli anni '80 e '90 del
novecento, in risposta alla crisi del debito degli anni '80 che aveva consumato l'America Latina,
l'Africa e alcune zone dell'Asia. Il risultato delle misure di austerità imposte alle nazioni dalla
Banca Mondiale e dal FMI è stato lo smantellamento sociale delle nuove società e la loro successiva
riduzione in schiavitù da parte dei creditori internazionali del FMI, della Banca Mondiale, delle
società occidentali e delle banche. Era un'epoca di imperialismo economico, e il FMI è stato uno
strumento fondamentale di questo progetto imperiale.
Mentre la crisi del debito che vediamo oggi dispiegarsi spazza via il mondo, il FMI si stà di nuovo
muovendo per imporre 'austerità fiscale' alle nazioni in cambio di prestiti a breve termine verso i
paesi per pagare gli interessi sui loro debiti esorbitanti, che sono dovuti principalmente alle
maggiori banche europee e americane. Le nazioni occidentali hanno deciso di imporre l'austerità
fiscale,[51] che in realtà infiamma solo la crisi, approfondisce la depressione e distrugge le basi
sociali dell'Occidente in modo che rimanga solo l'apparato autoritario del potere statale - la polizia, i
militari, l'apparato di 'sicurezza' della patria - il quale è impegnato contro le persone per proteggere
il potere dello status quo.
Il FMI ha anche percorso la crisi economica globale con una nuovo programma, concedendo prestiti
con la propria valuta sintetica - i Diritti Speciali di Prelievo (DSP) - un paniere di valute di riserva
internazionale. Il G20 dell'Aprile del 2009 ha concesso al FMI il potere di iniziare a introdurre
gradualmente i diritti speciali di prelievo nelle emissioni, facendo in modo che il FMI diventi
effettivamente una banca centrale globale che emette una moneta globale.[52] Così, attraverso
questa crisi globale del debito, saranno erogati a livello mondiale i diritti speciali di prelievo - sia in
modo efficiente che in abbondanza - mentre le nazioni necessiteranno di importanti afflussi di
capitali e prestiti per riuscire a pagare gli interessi, o in caso di default. Questo avverrà ad un ritmo
così rapido che non sarebbe pensabile senza una crisi economica globale. Lo stesso è avvenuto negli
anni '80, mentre la natura dei "Programmi di aggiustamento strutturale" (PAS) non poteva essere
valutata come dannosa alle condizioni economiche e, in definitiva, socialmente devastante, per quei
paesi che avevano bisogno di denaro rapidamente (come le crisi del debito sparse nei paesi in via di
sviluppo) e non erano nella posizione di negoziare. Oggi, la 'globalizzazione' della crisi del debito
degli anni '80, avverrà su una scala molto più grande e devastante, e la reazione sarà ugualmente
globalizzata e devastante: il proseguimento della 'global governance'.
Mentre l'austerità colpisce l'Occidente, la classe media sparirà nell'oscurità, in quanto essa sarà
assorbita nella più bassa classe lavorativa.[53] I giovani della classe media occidentali, che
comprendono la maggior parte dei giovani istruiti, saranno esposti ad una 'povertà di aspettative'
perchè erano cresciuti in un mondo dove tutto era stato loro promesso, e nel quale ogni cosa poteva
essere ottenuta facilmente. L'inevitabilità delle proteste, delle rivolte e delle possibili ribellioni sono
sicure come il sorgere del sole [54].
Negli Stati Uniti, l'emerge del movimento del Tea Party è sintomo - in gran parte - di una crescente
insoddisfazione verso il governo e l'economia. Naturalmente, come ogni gruppo, ha i suoi elementi
marginali e radicali, che tendono a richiamare l'attenzione della maggioranza dei media, che tentano
di condizionare l'opinione pubblica, ma il nucleo e la forza trainante del movimento è la nozione
della disaffezione popolare verso il governo. Qualunque cosa si pensi della legittimità di tali
proteste, le persone non sono contente, e la gente è in piazza. E così è.
Anche gli intellettuali di sinistra hanno parlato pubblicamante ammonendo a non semplificare e a
non fare facili riduzioni del movimento Tea Party come marginale e radicale. Uno di tali individui,
Noam Chomsky, parlando in una Università nel mese di Aprile del 2010, ha avvertito che sentiva
che il fascismo stava arrivando in America, e ha spiegato che "ridicolizzare la disonestà del Tea
Party è un grave errore", mentre i loro atteggiamenti "sono comprensibili." Egli ha spiegato:"per
oltre 30 anni i redditi reali hanno subito una stagnazione o un calo. Ciò è in gran parte la
conseguenza della finanziarizzazione dell'economia degli anni '70 del novecento". Si tratta di
'risentimento di classe', mentre "i banchieri, che sono i primi responsabili della crisi, stanno ora
godendosi i loro bonus da record, mentre il tasso di disoccupazione ufficiale è intorno al 10% e la
disoccupazione nel settore manifatturiero è a livelli da Depressione." Lo stesso settore finanziario è
direttamente collegato a Obama, che stà sostenendo i loro interessi, e le persone lo stanno notando.
[55]
Un'altro importante intellettuale della sinistra femminista, Naomi Wolf, scrisse un libro sulla nascita
del fascismo in America durante l'amministrazione Bush, e molti dei suoi messaggi vengono
raccolti dal movimento Tea Party, mentre quelli di destra che la ascoltavano concordavano con la
Wolf durante l'amministrazione Bush (una minoranza considerevole), hanno dato poi un impulso
alla nascita del movimento Tea Party e a molte delle sue idee chiave e originali. In un'intervista del
marzo 2010, la Wolf ha spiegato che le sue idee sono ancora più rilevanti sotto Obama che sotto
Bush. Ha spiegato:"Bush ha legalizzato la tortura, ma Obama stà legalizzando l'impunità. Egli
promise di far rotolare questa roba indietro, ma la stà istituzionalizzando per sempre. E' terrificante
e la sinistra sembra non riconoscerlo." Ha spiegato come la sinistra, mentre era attiva sotto Bush, è
stata tranquillizzata sotto Obama, e che c'è un potenziale di veri intellettuali, e per le persone più in
generale è più importante collegare gli uni agli altri intorno a tutto lo spettro. Ha spiegato:
Sono stata invitata dai sostenitori di Ron Paul alla loro riunione a Washington la scorsa
estate e mi è piaciuto. Ho incontrato un sacco di persone che rispetto, un sacco di gente
'comune', come di non privilegiati. Loro stavano dirigendosi al piatto, mentre l'abito
della mia appartenenza demografica liberale privilegiata se ne andava in giro a
piagnucolare. E' stato un campanello d'allarme per i libertari che ci fossero dei
progressisti che si preoccupano così tanto per gli stessi problemi. Le loro idee dei
liberali sono altrettanto distorte come lo sono le nostre dei conservatori.[56]

Riguardo al movimento Tea Party, la Wolf aveva da dire questo:"Il Tea Party non è monolitico. C'è
una battaglia tra le persone che hanno a cuore la libertà e la Costituzione e L'Establishment
Repubblicano che stà cercando di assumere la paternità di esso e dirottarlo verso i propri fini."
Inoltre ha spiegato che il Tea Party "è in anticipo sui tempi" su certe questioni:"Io solevo pensare
che 'la fine della FED' era una cosa stravagante. Il quadro dei media da loro disegnato come
squilibrato. Ma si è scoperto che avevano buone ragioni per avere una maggiore sorveglianza."[57]
Nel tempo altri si uniranno al movimento Tea Party e a nuovi gruppi di attivisti; i movimenti contro
la guerra dovranno rivitalizzarsi o moriranno; da quando Obama è diventato Presidente la loro
influenza, la loro voce e la loro dignità è quasi del tutto scomparsa. Sono diventati una voce
pacificata, e il loro silenzio è complicità, di consegueza il movimento contro la guerra deve
riaccendersi e rinvigorire o si decomporrà. La diffidenza della 'Sinistra' verso le corporation deve
fondersi con la diffidenza della 'Destra' verso il governo per creare una fiducia nelle 'persone'.
Presto gli studenti si uniranno alle proteste, e le questioni del movimento Tea Party e di altri come
questo, possono diventare più raffinate e consapevoli.
Quando le classi medie occidentali sono ridotte in povertà, questo rafforza un risveglio, perchè
quando le persone non hanno nulla, non hanno niente da perdere. L'unico modo che hanno i poteri
consolidati mondiali di mantenere ed espandere il loro potere è il consenso ignorante delle
popolazioni occidentali. Le questioni della guerra, dell'impero, dell'economia e del terrore danno
forma alla pubblica opinione e permettono ai pianificatori sociali di reindirizzare e ricostituire la
società. La gente dell'occidente ha permesso che avvenisse la propria esclusione in quanto tale, e ha
permesso ai nostri governanti di essere così spietati in nostro nome. La gente è stata accecata dal
consumismo e dal divertimento. Le immagini delle celebrità, lo sport professionistico, Hollywood,
l'iPod, il Blackberry e il Pc consumano le menti delle persone, e specialmente dei giovani
occidentali di oggi. E' stata l'illusione di diventare una classe di consumo che ha fatto in modo che
la nostra società diventasse così avvelenata. Finchè abbiamo i nostri televisori e i nostri pc non
presteremo attenzione a nessun'altra cosa!
Quando la capacità di consumare viene meno, la gente entra in una fase di grande risveglio. Questo
darà luogo a nuovi grandi movimenti politici, molti progressivi ma alcuni regressivi, alcuni
marginali e radicali, altri violenti e tirannici, ma completamente nuovi e fondamentalmente globali.
Questa sarà l'era nella quale le persone inizieranno a realizzare che c'è una grande verità in queste
parole di Martin Luther King:"L'ingiustizia in ogni luogo è una minaccia alla giustizia in qualsiasi
luogo." Così la lotta degli Africani diventerà la lotta degli Americani: ci sarà libertà per tutti o per
nessuno.
Questa è la pricipale realtà geopolitica e la pricipale minaccia mondiale alle strutture del potere
globale. Nessuno sviluppo in tutta la storia umana rappresenta, come questo, una sfida
monumentale allo status quo. Mentre le strutture di potere globale non avevano mai rappresentato
prima d'ora una simile monumentale minaccia per l'umanità, l'umanità non aveva mai rappresentato
una tale minaccia al potere istituzionalizzato. Per ogni azione c'è una reazioe uguale e contraria.
Anche se le elite pensano di fare veramente girare il mondo, la natura umana ha un suo modo di
esporre i difetti di questa ipotesi. La natura umana non è destinata ad essere 'controllata', ma
piuttosto vuole essere nutrita.
Una visione dall'Alto
Anche in questo caso è importante andare alle parole di Brzezinski, nel descrivere questa nuova
realtà geopolitica, in quanto fornisce una grande intuizione non solo di come è definito il 'risveglio
politico globale', ma ancora più importante, di come viene percepito da coloro che detengono il
potere. Nel 2004, Brzezinski tenne un discorso alla Carnegie Council in occasione del suo libro del
2004 "The Choice" (La Scelta). Il Carnegie Council è un think tank di elite con sede negli Stati
Uniti, cosicchè Brzezinski stava parlando a coloro che erano potenzialmente negativamente
influenzati da un tale risveglio. Brzezinski dichiarò che la politica estera americana sulla scia del
9/11 - la "Guerra al Terrore" - stava rappresentando una grande sfida all'egemonia americana,
perchè essa aveva ulteriormente isolato gli Stati Uniti e danneggiato la credibilità della nazione,
mentre essa aveva nascosto i problemi con una retorica virulenta che aveva ulteriormente
infiammato la sfida vera e propria: il risveglio politico globale. Egli affermò:
La diagnosi errata [in politica estera], concerne in una relativamente vaga definizione
semi-teologica, eccessivamente astratta e di grande impatto emotivo, della minaccia
principale che dobbiamo affrontare oggi nel mondo, e il conseguente disprezzo di quello
che io vedo come una sfida globale senza precedenti derivante dal singolare
fenomeno di un vero grande risveglio politico globale dell'umanità. Noi viviamo in
un'epoca in cui una larga parte dell'umanità stà diventando politicamente consapevole e
politicamente attiva ad un livello senza precedenti, e questa è la condizione che stà
producendo una grande quantità di turbolenze internazionali.
Ma non ci stiamo concentrando su di essa. Noi ci stiamo concentrando in particolare su
una parola, che viene elevata come uno spettro, definita come un'entità, presentata come
qualcosa di unificato, ma estranea a qualsiasi evento o luogo, e quella parola è
terrorismo. La sfida globale di oggi, sulla base della quale noi tendiamo a operare
politicamente, è la definizione di terrorismo, come di portata globale e come sfida
principale del nostro tempo.
Non nego che il terrorismo sia una realtà, una minaccia per noi, una brutta minaccia e
una manifestazione viziosa. Ma esso è un sintomo di qualcosa di più grande e
complicato, collegato alle agitazioni globali che stanno avendo luogo in molte parti del
mondo e si manifestano in diversi modi.
Questa agitazione è il prodotto del risveglio politico, il fatto che oggi grandi masse
del globo non sono politicamente neutrali, come erano sempre state nella storia.
Esse sono politicamente consapevoli. Possono essere indefinite, puntare in direzioni
diverse, possono essere primitive, possono essere intolleranti, possono essere odiose,
ma è una forma di attivismo politico.[58]

Brzezinski spiega che l'alfabetizzazione ha favorito una maggiore consapevolezza politica, metre la
tv ha creato una conoscenza immediata delle disparità a livello mondiale, e internet ha fornito una
comunicazione istantanea. Inoltre, dice Brzezinski:"Molto di questo è anche spinto dall'impatto che
l'America ha nel mondo", o in altre parole, L'imperialismo Americano economico, politico e
culturale; e ulteriormente:"Buona parte di esso è alimentato anche dalla globalizzazione, che gli
Stati Uniti propongono, favoriscono e progettano, in virtù del fatto di essere globalmente una
società con una spinta verso l'esterno." Brzezinski avverte:"Ma che contribuisce anche
all'instabilità, e stà cominciando a creare qualcosa di completamente nuovo, vale a dire, una
qualche nuova sfida ideologica o dottrinale che possa riempire il vuoto lasciato dalla
scomparsa del comunismo." Brzezinski spiega che il comunismo è emerso nel secolo scorso come
un'alternativa, però, oggi:
Esso è completamente screditato, e abbiamo un vuoto pragmatico nel mondo di oggi per
quanto riguarda le dottrine. Ma io vedo gli inizi, negli scritti e nei fermenti, della
realizzazione di una dottrina che coniuga l'anti-americanismo con l'anti-
globalizzazione, e le due potrebbero diventare una forza potente in un mondo che è
molto disuguale e turbolento.[59]

In una domanda seguita al discorso di Brzezinski, gli è stato chiesto di estendere il modo di
presentare il concetto e di ricondurlo al 'risveglio politico globale'. Brzezinski ha spiegato che :"Noi
abbiamo a che fare con il mondo così com'è e noi siamo ciò che siamo. Se vogliamo usare il nostro
potere intelligentemente e se noi vogliamo muoverci nella giusta direzione, non abbiamo scelta ma
andiamo avanti in misura maggiore."[60] In altre parole, Brzezinski ha particolareggiato la sua
visione di una soluzione ai problemi del mondo nella creazione delle condizioni per la governance
globale; essi devono compierla in una 'misura maggiore', e questo è il modo di "utilizzare [il loro]
potere in modo intelligente." La soluzione al 'risveglio politico globale', nella visione dall'alto, è
quella di continuare a creare l'apparato di un governo oppressivo globale.
Il 23 Aprile 2010, Zbigniew Brzezinski è andato a Montreal al Council on Foreign Relations per
pronunciare un discorso durante un evento organizzato congiuntamente dal Canadian International
Counci (CIC), la controparte Canadese dello statunitense Council on Foreign Relations, e dal
britannico Chatam House. Questo raggruppa molta elite politica, intellettuale, sociale ed economica
del Canada. Nel suo discorso Brzezinski mostra la ripartizione della moderna realtà geopolitica:
Vorrei cominciare dando solo una coincisa definizione del contesto geopolitico nel
quale noi tutti ci troviamo, incluso l'America. E' mia opinione che il nuovo contesto
geopolitico è definito per lo più da da due nuove realtà globali. La prima è che la
leadership politica globale - e con questo intendo il ruolo di alcune principali potenze
mondiali - è diventata ora più diversificata a differenza di quello che era fino a tempi
relativamente recenti. Ancora in tempi recenti, il mondo era dominato dal mondo
Atlantico, come lo era stato per molti secoli. Non lo è più. Oggi l'ascesa del lontano
oriente ha creato una nuova, ma molto più differenziata leadership globale. Questa
in poche parole coinvolge - possiamo azzardare - una lista arbitraria dei pricipali
giocatori sulla scena mondiale: gli Stati Uniti, chiaramente, e forse, accanto a essi - ma
forse - l'Unione Europea, dico forse perchè non è ancora un'entità politica; certo, in
modo crescente e visibile, la Cina, la Russia fondalmentalmente da un solo punto di
vista, perchè è una potenza nucleare equivalente agli Stati Uniti, altrimenti è molto
carente in tutti i maggiori settori che costituiscono il potere globale. Dietro la Russia,
forse individualmente, ma in misura molto più ridotta, la Germania, la Francia, la Gran
Bretagna, il Giappone, certamente, anche se non possiede una posizione politica
affermata; l'India è in ascesa, e poi sullo sfondo di tutto ciò abbiamo la nuova entità
del G20, una leadership globale molto più diversificata, che manca di unità
interna, con molti dei suoi membri coinvoli in antagonismi bilaterali. Ciò rende il
contesto molto più complicato.
L'altro importante cambiamento negli affari internazionali è che per la prima volta, in
tutta la storia umana, l'umanità si è politicamente risvegliata. Questa è una realtà
totalmente nuova. Non è stato così per la maggior parte della storia umana, fino
agli ultimi cento anni. E nel corso degli ultimi cento anni il mondo si è risvegliato
politicamente. E non importa dove si vada, la politica è una questione di impegno
sociale, e la maggior parte delle persone sanno cosa stà generalmente accadendo
nel mondo, e sono coscientemente consapevoli delle ingiustizie globali, delle
disuguaglianze, della perdita di rispetto, dello sfruttamento. L'umanità è adesso
politicamente risvegliata ed eccitata. La combinazione delle due: la leadership globale
diversificata e le masse politicamente risvegliate, rende il contesto molto più difficile
per qualsiasi grande potenza inclusi, attualmente, la potenza leader mondiale: gli Stati
Uniti. [61]

Conclusione
Così, la rivoluzione tecnologica ha portato a due realtà geopolitiche diametralmente opposte,
antagoniste e conflittuali: mai prima d'ora l'umanità si era così risvegliata sulle questioni del
potere, sullo sfruttamento, sull'imperialismo e sul dominio; e allo stesso tempo, mai prima d'ora le
elite sono state con un orientamento così transnazionale e globale, e con la capacità di imporre un
sistema veramente globale di dispotismo scientifico e oppressione politica. Queste sono le due
principali realtà geopolitiche del mondo attuale. Riflettete su questo. Mai in tutta la storia umana
l'umanità è stata così in grado di raggiungere un vero e proprio risveglio politico globale psico-
sociale, ne mai prima d'ora l'umanità era mai stata in un tale pericolo di essere sottoposta a un
totalitarismo scientifico veramente globale, potenzialmente più oppressivo di qualsiasi altro sistema
conosciuto prima, e senza dubbio più capace di imporre un dispotismo permanente a tutta l'umanità.
Quindi siamo pieni di speranza, ma guidati dall'urgenza. In tutta la storia umana, non c'erano
mai state le potenzialità, ne le ripercussioni delle azioni umane e delle idee erano mai state così
monumentali.
Improvvisamente, le elite globali si trovano ad affrontare la realtà di cercare di dominare le
popolazioni che stanno diventando sempre più consapevoli di sè e stanno sviluppando una coscenza
globale. Così, una popolazione che viene sottomessa in Africa ha la capacità di diventare
consapevole di una popolazione che è sottoposta alla stessa forma di dominazione in Medio
Oriente, in Sud America o in Asia, e può riconoscere che tutti sono dominati dalle stesse strutture di
potere globale. Questo è un punto chiave: non è solo il risveglio globale nella sua portata, ma
nella sua natura; esso crea all'interno dell'individuo una consapevolezza della condizione
globale. Quindi si tratta di un 'risveglio globale' sia nell'ambiente esterno che nella psicologia
interna.
Questa nuova realtà mondiale, insieme al fatto che la popolazione mondiale non è mai stata così
vasta, rappresenta una sfida per le elite che cercano di dominare le persone di tutto il mondo che
diventano consapevoli e risvegliate alla realtà della disuguaglianza sociale, della guerra, della
povertà, dello sfruttamento, della mancanza di rispetto, dell'imperialismo e della dominazione.
Questo implica direttamente che queste popolazioni saranno molto più difficilmente
controllabili: economicamente, politicamente, socialmente, psicologicamente e spiritualmente.
Così, dal punto di vista dell'oligarchia mondiale, l'unico metodo per imporre l'ordine e il controllo -
su questa unica e storica condizione umana - è attraverso il caos organizzato della crisi economica,
della guerra, e la rapida espansione e l'istituzionalizzazione di una dittatura scientifica globale. La
nostra speranza è la loro paura, e la nostra paura più grande è la loro unica speranza.
Come Charles Dickens scrisse una volta:"Era il migliore dei momenti, è stato il peggiore dei
tempi." Questo non è mai stato così vero come oggi.
------------------------------
Questa è la prima parte della serie divisa in tre parti "La rivoluzione tecnologica e il futuro della
libertà"
------------------------------
Andrew Gavin Marshall è un ricercatore associato al Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione,
e studia economia politica e storia in Canada. E' co-editore, con Michel Chossudovsky, del recente
libro, "The Global Economic Crisis: The Great Depression of the XXI Century," disponibile su
Globalresearch.ca.

Note

[1] Zbigniew Brzezinski, The Global Political Awakening. The New York Times: December 16, 2008:
http://www.nytimes.com/2008/12/16/opinion/16iht-YEbrzezinski.1.18730411.html

[2] Zbigniew Brzezinski, “Major Foreign Policy Challenges for the Next US President,” International Affairs, 85:
1, (2009), page 53 (emphasis added)

[3] AFP, A new brain for Barack Obama. The Economist: March 14, 2007:
http://www.economist.com/blogs/democracyinamerica/2007/03/a_new_brain_for_barack_obama

[4] Zbigniew Brzezinski, The Dilemma of the Last Sovereign. The American Interest Magazine, Autumn 2005:
http://www.the-american-interest.com/article.cfm?piece=56

[5] Ibid.

[6] Ibid.

[7] Ibid.

[8] Ibid.

[9] Ibid.

[10] Ibid.

[11] Ibid.

[12] Michael Collins, Brzezinski: On The Path To War With Iran. Global Research: February 25, 2007:
http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=4920

[13] Andrew Gavin Marshall, Origins of the American Empire: Revolution, World Wars and World Order. Global
Research: July 28, 2009: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=14552 ; see sections, “World War
Restructures World Order,” and “Empire, War and the Rise of the New Global Hegemon,” for a look at this interlocking
network of think tanks.

[14] John Stauber and Sheldon Rampton, The Father of Spin: Edward L. Bernays & The Birth of PR. PR Watch,
Second Quarter 1999, Volume 6, No. 2: http://www.prwatch.org/prwissues/1999Q2/bernays.html

[15] Andrew Gavin Marshall, Origins of the American Empire: Revolution, World Wars and World Order. Global
Research: July 28, 2009: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=14552 ; Andrew Gavin Marshall,
Controlling the Global Economy: Bilderberg, the Trilateral Commission and the Federal Reserve. Global Research:
August 3, 2009: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=14614

[16] Andrew Gavin Marshall, Controlling the Global Economy: Bilderberg, the Trilateral Commission and the
Federal Reserve. Global Research: August 3, 2009: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=14614

[17] Zbigniew Brzezinski, Between Two Ages: America’s Role in the Technetronic Era. (Viking Press, New York,
1970), page 10

[18] Ibid, page 12.

[19] Ibid, page 29.

[20] Ibid, page 97.

[21] Ibid.

[22] Andrew Gavin Marshall, Controlling the Global Economy: Bilderberg, the Trilateral Commission and the
Federal Reserve. Global Research: August 3, 2009: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=14614

[23] Michel J. Crozier, Samuel P. Huntington and Joji Watanuki, The Crisis of Democracy. (Report on the
Governability of Democracies to the Trilateral Commission, New York University Press, 1975), page 61

[24] Ibid, page 62.

[25] Ibid, page 71.

[26] Ibid, pages 74-75

[27] Ibid, page 77.

[28] Ibid, page 93.

[29] Ibid, pages 113-114.

[30] Ibid, page 115.

[31] Andrew Gavin Marshall, Forging a “New World Order” Under a One World Government. Global Research:
August 13, 2009: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=14712

[32] Anne-Marie Slaughter, The Real New World Order. Foreign Affairs: September/October, 1997: pages 184-185

[33] Richard N. Gardner, The Hard Road to World Order. Foreign Affairs: April, 1974: page 556

[34] Ibid, page 558.

[35] Ibid.

[36] Strobe Talbott, America Abroad. Time Magazine: July 20, 1992:
http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,976015,00.html

[37] Ibid.

[38] David Rothkopf, Superclass: The Global Power Elite and the World They are Making. (Toronto: Penguin
Books, 2008), pages 315-316

[39] Gideon Rachman, And now for a world government. The Financial Times: December 8, 2008:
http://www.ft.com/cms/s/0/7a03e5b6-c541-11dd-b516-000077b07658.html

[40] Ibid.

[41] Jeff Gates, Statistics on Poverty and Inequality. Global Policy Forum: May 1999:
http://www.globalpolicy.org/component/content/article/218/46377.html

[42] Social & Economic Injustice, World Centric, 2004: http://worldcentric.org/conscious-living/social-and-


economic-injustice

[43] Ibid.

[44] GPF, Press Release: Pioneering Study Shows Richest Own Half World Wealth. Global Policy Forum: December
5, 2006: http://www.globalpolicy.org/component/content/article/218/46555.html

[45] UN, The Millennium Development Goals Report 2009. United Nations, New York, 2009: page 4

[46] G20 Summit: Bank bailout would end global poverty, says Oxfam. The Telegraph: April 1, 2009:
http://www.telegraph.co.uk/finance/financetopics/g20-summit/5087404/G20-Summit-Bank-bailout-would-end-global-
poverty-says-Oxfam.html

[47] Press Release, 100 people every minute pushed into poverty by economic crisis. Oxfam International:
September 24, 2009: http://www.oxfam.org/en/pressroom/pressrelease/2009-09-24/100-people-every-minute-pushed-
poverty-economic-crisis

[48] Press Release, Financial crisis to deepen extreme poverty, increase child mortality rates – UN report. UN News
Center: March 3, 2009: http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=30070

[49] Andrew Gavin Marshall, Western Civilization and the Economic Crisis: The Impoverishment of the Middle
Class. Global Research: March 30, 2010: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=18386

[50] Andrew Gavin Marshall, Debt Dynamite Dominoes: The Coming Financial Catastrophe. Global Research:
February 22, 2010: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=17736

[51] Reuters, G20 communique after meeting in South Korea. G20 Communiqué: June 5, 2010:
http://www.reuters.com/article/idUSTRE6540VN20100605

[52] Andrew Gavin Marshall, Forging a “New World Order” Under a One World Government. Global Research:
August 13, 2009: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=14712 ; or for a more succinct analysis,
Andrew Gavin Marshall, The Financial New World Order: Towards a Global Currency and World Government. Global
Research: April 6, 2009: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=13070

[53] Andrew Gavin Marshall, Western Civilization and the Economic Crisis: The Impoverishment of the Middle
Class. Global Research: March 30, 2010: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=18386

[54] Andrew Gavin Marshall, The Global Economic Crisis: Riots, Rebellion and Revolution. Global Research: April
7, 2010: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=18529

[55] Matthew Rothschild, Chomsky Warns of Risk of Fascism in America. The Progressive: April 12, 2010:
http://www.progressive.org/wx041210.html

[56] Justine Sharrock, Naomi Wolf Thinks the Tea Parties Help Fight Fascism -- Is She Onto Something or in
Fantasy Land? Alternet: March 30, 2010:
http://www.alternet.org/news/146184/naomi_wolf_thinks_the_tea_parties_help_fight_fascism_--
_is_she_on_to_something_or_in_fantasy_land__

[57] Ibid.

[58] Zbigniew Brzezinski, The Choice: Global Domination or Global Leadership. Speech at the Carnegie Council:
March 25, 2004: http://www.cceia.org/resources/transcripts/4424.html

[59] Ibid.

[60] Ibid.

[61] Zbigniew Brzezinski, America’s Geopolitical Dilemmas. Speech at the Canadian International Council and
Montreal Council on Foreign Relations: April 23, 2010:
http://www.onlinecic.org/resourcece/multimedia/americasgeopoliticaldilemmas
© Copyright Andrew Gavin Marshall, Global Research, 2010

Link all'articolo originale: www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=19873

S-ar putea să vă placă și