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Movimento dei satelliti[modifica | modifica wikitesto]

Costellazione satelliti GPS.

Un satellite in orbita.
Lo studio del moto dei corpi nello spazio, specie artificiali, oggetto
dell'astrodinamica. Il moto o traiettoria di un corpo nello spazio, compresi quindi
i satelliti, detta orbita. Per i satelliti artificiali, cos come per quelli
naturali, valgono delle regole atte a calcolare la loro velocit. Tuttavia, per la
semplificazione dei calcoli, sono presi in considerazione i seguenti punti:

l'orbita del satellite viene considerata come circolare;


il satellite si muove attorno ad un corpo puntiforme con una certa massa;
anche il satellite un corpo puntiforme.
Un satellite che gira attorno alla terra soggetto alla forza di attrazione di
gravit che cerca di farlo precipitare sulla terra, e alla forza centrifuga che
cerca di farlo allontanare.

Per le leggi del moto circolare uniforme, noto che la forza centrifuga data
dalla formula:

{\displaystyle F_{C}={\frac {mv^{2}}{r}}} F_{C}={\frac {mv^{2}}{r}}


e ancora, per la legge di gravitazione universale, la forza di attrazione
gravitazionale tra due masse {\displaystyle m_{1}} m_{1} e {\displaystyle m_{2}}
m_{2} si calcola con la formula:

{\displaystyle F_{G}={\frac {Gm_{1}m_{2}}{r^{2}}}} F_{G}={\frac {Gm_{1}m_{2}}


{r^{2}}}
Tuttavia, per creare una situazione di equilibrio, cio fare in modo che il
satellite ruoti attorno ad un corpo e non precipiti su di esso, la forza centrifuga
dev'essere uguale alla forza di gravitazione: {\displaystyle F_{C}=F_{G}}
F_{C}=F_{G}

Quindi ci possibile eguagliare le due espressioni precedentemente citate:

{\displaystyle {\frac {mv^{2}}{r}}={\frac {GMm}{r^{2}}}} {\frac {mv^{2}}


{r}}={\frac {GMm}{r^{2}}}
dove:

{\displaystyle m} m = massa del satellite


{\displaystyle M} M = massa del corpo attorno al quale il satellite ruota
{\displaystyle r} r = raggio dell'orbita del satellite
{\displaystyle G} G = costante di gravitazione universale, che vale {\displaystyle
6,67*10^{-11}Nm^{2}/Kg^{2}} 6,67*10^{{-11}}Nm^{2}/Kg^{2}
possibile semplificare l'espressione, omettendo {\displaystyle m} m:

{\displaystyle {\frac {v^{2}}{r}}={\frac {GM}{r^{2}}}} {\frac {v^{2}}{r}}={\frac


{GM}{r^{2}}}
risolvendo l'equazione, ossia moltiplicando i membri per {\displaystyle r} r, si
trova il valore della velocit del satellite:

{\displaystyle v={\sqrt {\frac {GM}{r}}}} v={\sqrt {\frac {GM}{r}}}


sapendo inoltre che il periodo, nel moto circolare uniforme, vale {\displaystyle
2\pi r/v} 2\pi r/v, si potr calcolare quello di un satellite dividendo
{\displaystyle 2\pi r} 2\pi r per la sua velocit.

Anche i satelliti geostazionari non sono perfettamente fermi rispetto al moto della
Terra, ma a causa dell'influenza gravitazionale degli altri corpi celesti come
Luna, Sole ed altri pianeti oscillano nella loro posizione e sono dunque necessarie
manovre correttive comandate dalla Terra e perfettamente automatizzate che rendono
a loro volta necessaria a bordo del satellite la presenza di pi motori a reazione,
uno per ciascuna direzione di moto alimentati da carburante. Al cessare del
carburante a bordo cessa di fatto la vita operativa del satellite ed esso si
disperde in una nuova orbita rispetto a quella originaria diventando parte della
cosiddetta "spazzatura spaziale" oppure ricade sulla superficie terrestre.

Struttura e dotazione di un satellite[modifica | modifica wikitesto]


Il nucleo principale del satellite che svolge le funzioni per cui esso stato
posto in orbita detto carico utile mentre per la trasmissione/ricezione dei dati
da e verso il suolo terrestre sono necessarie una o pi antenne. Come accessori
indispensabili di funzionamento oltre ai motori e al carburante per manovrarlo a
piacimento, il satellite artificiale possiede dei pannelli fotovoltaici,
opportunamente dimensionati e regolati costantemente verso la radiazione solare
tramite sistemi ad inseguimento solare, necessari per fornire l'energia elettrica
per le funzionalit di elaborazione e/o trasmissione a Terra dei dati da parte dei
componenti elettronici deputati a tal fine.

Disturbi sui satelliti[modifica | modifica wikitesto]


L'elettronica di bordo dei satelliti artificiali disturbata e a volte
danneggiata:

dalle particelle cariche (protoni ed elettroni) delle fasce di Van Allen, cui si
ovvia immettendo il satellite in un'orbita diversa da quelle delle suddette fasce;
dalle radiazioni cosmiche-ionizzanti sotto forma di raggi cosmici e dalle tempeste
solari sotto forma di vento solare durante l'aumento di attivit solare attraverso
macchie solari ed eruzioni solari. Per questo problema molti satelliti in passato
sono andati fuori uso in occasione di violente tempeste solari.
dai plasmi, che sono causa di archi elettrici (a volte anche sostenuti), i possono
causare il fallimento di sottosistemi di potenza, come ad esempio di celle di
pannelli fotovoltaici
dalle specie chimiche neutre, come ad esempio l'ossigeno atomico, responsabile di
erosione da impatto, e di thinning (assottigliamento) dei contatti elettrici (
opportuno far notare che, per ragioni collegate alla massa, i cavi e i contatti
sono scoperti, quindi esposti all'interazione con l'ambiente)
opportuno sottolineare come, per un satellite, sia critico il deterioramento
delle propriet termo-ottiche delle superfici. Propriet che sono fondamentali per
un opportuno controllo termico (passivo o attivo).

A questi fattori di rischio si aggiunge anche il rischio connesso ai detriti


spaziali (di natura "artificiale", in orbite terrestri) e micrometeoriti (di
origine naturale, in orbite eliocentriche, che possono intercettare le orbite
terrestri), che sono causa di impatti iperveloci. Tali impatti, in base alla
dimensione ed alla velocit dell'oggetto impattante (per un detrito si pu
raggiungere una velocit anche dell'ordine dei 1015 km/s), possono portare al
fallimento di sottosistemi di un satellite, o addirittura (in casi pi estremi) al
fallimento catastrofico dello stesso. Allo stato dell'arte, per satelliti di tipo
"manned" (con la presenza di uomini a bordo, ad esempio la ISS), vengono utilizzate
procedure di shielding passivo, tramite gli scudi Whipple per detriti "piccoli".
Per detriti di dimensioni notevoli, vengono adottate opportune manovre evasive
all'occorrenza (essendo tali detriti catalogati e monitorati).

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