Sunteți pe pagina 1din 144

Fenomeni di Trasporto

Anno Accademico 2016-2017

Signorina, sento un
trasporto fenomenale
nei suoi confronti!

Mi spiace deluderla,
ma io sto preparando
l'esame di reattori.

Indice

pagina

1. Bilanci Integrali di Propriet ............................................ 2


2. Introduzione al Trasporto di Propriet ............................... 25
3. Cenni di Meccanica dei Fluidi e Trasporto di Quantit di Moto 40
4. Trasporto di Calore ........................................................ 72
5. Trasporto di Materia ....................................................... 104
6. Bilanci Locali e Trasporto in un Continuo Fluido .................. 124
1. BILANCI INTEGRALI DI PROPRIET
Il concetto di bilancio o principio di conservazione di fondamentale importanza nella scienza e
nella tecnologia; esso profondamente radicato nella nostra mente ed utilizzato molto
frequentemente anche nella vita di ogni giorno.
Proprio perch siamo abituati ad utilizzare il concetto di bilancio in modo intuitivo, la sua
corretta applicazione richiede una grande attenzione, al fine di evitare gli errori che
comunemente si commettono estendendo all'ambito tecnico-scientifico i principi del cosiddetto
buonsenso.
Le relazioni di bilancio sono applicabili a qualsiasi propriet fisica estensiva; nell'ambito
dell'ingegneria chimica sono particolarmente importanti i bilanci di:
materia (espressa in unit di massa o molari)
quantit di moto
energia (nelle sue varie forme ed aggregazioni)
Per scrivere un bilancio necessario identificare una porzione di spazio che definiamo sistema
o volume di controllo. Il sistema pu essere costituito: da una singola apparecchiatura come
un reattore chimico, un evaporatore o un compressore; da una parte di un'apparecchiatura
come un tratto di un condotto, il piatto di una colonna di distillazione o una particella di
catalizzatore; da una fase, ad esempio le bolle di vapore in un liquido in ebollizione; da un
insieme di apparecchiature, come un impianto di processo in cui si effettuano operazioni
chimico-fisiche.
Il sistema delimitato, materialmente o virtualmente, da una superficie, attraverso la quale
possono avvenire trasferimenti di propriet da e verso l'ambiente esterno, quali scambi di
materia ed energia.
I sistemi che non scambiano materia con l'ambiente si definiscono chiusi; per converso
l'aggettivo aperto attribuito ad un volume di controllo nel quale entrano e/o escono correnti
materiali. Se l'assenza di trasferimenti da o verso l'ambiente riguarda, oltre alla materia,
anche l'energia, il sistema si definisce isolato.
I termini costitutivi di un'equazione di bilancio sono:
le portate entranti ed uscenti dal sistema, ovvero le quantit della propriet estensiva
scambiate tra il sistema e l'ambiente nell'unit di tempo;
l'accumulo, cio la variazione nel tempo della quantit di propriet presente nel sistema;
la generazione, vale a dire la quantit di propriet trasformata in o da altre propriet nella
unit di tempo (ad esempio la massa convertita in energia e viceversa).

Ambiente
Sistema
Portata diG Portata diG
entrante Generazione uscente
Accumulo

Indicando con G una generica propriet estensiva, il bilancio esprimibile con la relazione:
portata di G entrante + generazione di G = portata di G uscente + accumulo (1.1)
Se nel sistema non si verifica la trasformazione di G in o da altre propriet, ossia se la
generazione di G nulla, il bilancio si riduce alla relazione:
portata di G entrante = portata di G uscente + accumulo (1.2)
Una condizione particolare, che definiamo regime (o stato) stazionario, prevede che l'accumulo
di G nel sistema sia nullo; in tal caso l'equazione di bilancio assume la forma seguente:
portata di G entrante + generazione di G = portata di G uscente (1.3)
I bilanci di propriet consentono di stabilire relazioni tra portate d'ingresso e di uscita,
generazione ed accumulo e costituiscono il fondamento per la modellazione matematica delle
operazioni chimico-fisiche che interessano l'ingegneria di processo.

2
Le portate di propriet entranti ed uscenti possono avere natura diversa, cio essere connesse
a fenomeni e meccanismi di diverso tipo. Per il momento, considereremo solo un meccanismo,
che si definisce convettivo, nel quale le portate di propriet sono dovute a correnti materiali
entranti ed uscenti dal sistema; altri meccanismi di trasporto, come la radiazione ed i fenomeni
diffusivi, saranno esaminati in seguito.
Il modo pi semplice per esprimere una portata associata ad una corrente di materia
consiste nel moltiplicare la portata in massa di tale corrente per il valore medio
(convenzionalmente rappresentato in parentesi angolate) della quantit di G per unit di
massa del mezzo materiale che costituisce la corrente:
& =m
G & G
(1.4)

Utilizzando relazioni del tipo (1.4) per esprimere il trasferimento convettivo di propriet, si
attribuisce alla corrente un carattere che si usa definire discreto.
La grandezza chiamata propriet specifica massica ed ha unit di misura [unit di G kg -1];
il suo valore medio nella corrente definito dall'equazione (1.4) ovvero dalla relazione:
&
G
G = (1.4bis)
&
m
Le portate convettive possono essere espresse anche mediante le grandezze molari che
caratterizzano le correnti materiali a cui sono associate:
& = n& G
G %

dove: la portata molare della corrente [kmoli s-1]


la propriet specifica molare [unit di G kmole -1] &
% = G
il valore medio della propriet molare nella corrente definito da: G
n&
Con un approccio pi approfondito, si pu assumere che le correnti materiali siano distribuite
su porzioni della superficie di contorno del sistema. La portata convettiva della propriet G
associata ad una corrente materiale distribuita su una superficie S esprimibile con la
relazione integrale:
r
& = - ( r vr n
G

S
) G dS (1.5)

r
dove: n il versore normale a dS e diretto verso l'esterno;
r dS S
v la velocit del fluido in corrispondenza di dS;
il valore puntuale della propriet G massica;
La funzione integranda nella (1.5) esprime la densit di flusso di G ovvero la portata di tale
propriet per unit di superficie; le unit di misura della densit di flusso dipendono,
ovviamente, dalla propriet, in termini generici esse sono: [unit di G s -1 m-2].
Nello studio dei fenomeni di trasporto prassi comune abbreviare la denominazione "densit di
flusso" con la sola parola "flusso" nonostante quest'ultimo termine sia, in fisica ed in
matematica, utilizzato per definire una grandezza differente (riferita ad un campo vettoriale).
Nel seguito di questi appunti adotteremo la suddetta abbreviazione senza ulteriori precisazioni.
Si noti che:
aggregando diversamente i termini della funzione, risulta che il flusso convettivo espresso
dal prodotto di due termini: () e (r); il primo corrisponde alla componente della velocit
del fluido normale a dS, il secondo la propriet G specifica volumica [unit di G m -3];
il segno negativo corrisponde ad assumere che flussi e portate di G entranti nel sistema
siano positivi (se il fluido entra, la componente di normale a dS ha verso opposto a per
cui negativo) e viceversa (flussi e portate uscenti sono considerati negativi).

L'integrale della (1.5) esteso all'intera superficie di contorno del sistema rappresenta la
portata netta convettiva di G ovvero la differenza: portata entrante - portata uscente.

3
La generazione di propriet, che indicheremo con g, legata ai processi che avvengono
all'interno del volume di controllo.
Le reazioni chimiche, attraverso le quali alcune specie (reagenti) si convertono in altre
(prodotti) sono un esempio di generazione di propriet, nella fattispecie la quantit di materia
(massica o molare) dei vari componenti. Analogamente, si pu parlare di generazione di
energia (e di massa) nel caso di processi nucleari, di generazione di calore per il passaggio di
corrente elettrica in un conduttore (effetto Joule) e di generazione di entropia connessa alla
irreversibilit di un processo. Per quanto riguarda la generazione di quantit di moto si vedr,
pi avanti, che essa corrisponde ad una forza o meglio: alla risultante di un insieme di forze.
La generazione pu essere positiva o negativa ed espressa, come tutte le portate, in unit di
propriet per unit di tempo, ad esempio: [kg s-1], [kmoli s-1], [J s-1] [W], [kg m s-2] [N].
Si tenga presente che ci che definiamo generazione il risultato di processi di trasformazione
in/da altre propriet e non la creazione dal nulla (fisicamente impossibile); ad esempio, se
consideriamo la somma di energia e massa totale, la generazione sempre nulla.
Se il fenomeno che produce la generazione di propriet avviene in tutta la massa fluida
presente nel sistema, possibile definire una generazione massica, grandezza con unit di
misura [unit di G s-1 kg-1].
In realt, per alcune delle propriet che maggiormente interessano l'ingegneria di processo
(materia ed energia) prassi comune riferire la generazione al volume, ovvero utilizzare la
generazione volumica [unit di G s-1 m-3] ed esprimere la portata generata con due differenti
modalit, analoghe a quelle descritte per le portate convettive:
discreta, moltiplicando la generazione media volumica di propriet per il volume del sistema,
integrale, calcolando l'integrale del valore puntuale della generazione volumica esteso
all'intero volume di controllo.

L'accumulo non nullo se la portata uscente di propriet non uguaglia la somma della portata
entrante e della generazione; in tali condizioni, definite come regime non stazionario, la
quantit di G nel volume di controllo cambia nel tempo:
dG
Accumulo = (1.6)
dt
Anche se lo studio delle apparecchiature continue nelle quali si realizzano le operazioni tipiche
dell'ingegneria chimica assume, nella maggior parte dei casi, che il sistema operi in condizioni
stazionarie, la non stazionariet una caratteristica intrinseca dei sistemi reali ed i fenomeni di
accumulo devono essere considerati con attenzione, soprattutto ai fini della sicurezza e del
controllo dei processi.
Anche il termine di accumulo esprimibile in funzione del valore medio della propriet
massica nel volume di controllo:

Accumulo =
(
d m G )
dove m la massa totale del sistema
dt

dG
Espandendo la derivata del prodotto si ha: Accumulo = m dm
+ G
dt dt
dm
espressione che, per un sistema stazionario rispetto alla massa totale ( = 0) , si riduce a:
dt

dG
Accumulo = m
dt

In definitiva, il bilancio della propriet G, in assenza fenomeni non convettivi di trasporto,


esprimibile con una relazione generica del tipo:

& = dG
m& e +G
Ge g m& u Gu + dt
(1.7)

4
BILANCIO DI MATERIA
Esamineremo un sistema aperto, nel quale entrano N e ed escono Nu correnti materiali discrete,
ovvero non distribuite sulla superficie di contorno del volume di controllo.

Ambiente

& e,k
m Sistema & u,k
m
k = 1, ..., Ne k = 1, ..., Nu

Se nel sistema non avvengono processi che comportano una sensibile trasformazione di massa
in energia o viceversa, ovvero se la generazione di massa totale trascurabile, il bilancio di
materia assume la seguente espressione:
Ne Nu
dm
m& e,k = m& u,k + dt
(1.8)
k =1 k =1

Poich le variazioni di massa associate alle energie in gioco nei processi chimico-fisici sono
irrilevanti ai fini pratici, l'assenza di generazione di massa totale una condizione
comunemente adottata nell'ingegneria chimica.
L'ultimo termine dell'equazione (1.8) rappresenta l'accumulo di materia, ovvero la variazione
nel tempo della massa totale nel volume di controllo.
Se il sistema formato da pi componenti, che indichiamo con le lettere A, B, C,... possibile
scrivere un'equazione di bilancio di materia per ognuno di essi. I bilanci di materia parziali,
ossia riferiti a singoli componenti, devono tener conto dei processi chimici attraverso i quali
alcune specie si producono ed altre scompaiono e sono rappresentabili con espressioni del tipo:
Ne Nu
dm
m& A,e,k + m& A,g = m& A,u,k + dtA (1.9)
k =1 k =1

dove A,g la portata di generazione in massa del componente A nel volume di controllo.
Nel caso in cui le portate di natura convettiva siano prevalenti rispetto a tutte quelle dovute ad
altri meccanismi, per ogni corrente la portata in massa di A esprimibile con relazione:
massa di A
A,k = k wAk dove: wA = la frazione in massa del componente A
massa totale
Dalla definizione risulta che le frazioni in massa sono adimensionate e che: wi = 1
"i

La portata convettiva di materia di un componente pu essere espressa anche in funzione della


portata volumetrica della corrente:
A,k = k Ak dove: A = wA la concentrazione volumica in massa [kgA m-3]
In un sistema con un numero totale di componenti pari ad N si possono scrivere N equazioni
analoghe alla (1.9); sommando membro a membro tali equazioni, che esprimono i bilanci
parziali per i diversi componenti, si ottiene un bilancio globale analogo alla (1.8). In altre
parole, l'equazione di bilancio globale la combinazione lineare dei bilanci parziali e dunque
per un sistema con N componenti esistono solo N equazioni di bilancio linearmente
indipendenti.
& i,g = 0
Il principio di conservazione della massa totale impone che: m
"i

I bilanci di materia parziali possono essere espressi anche in forma molare dividendo tutti i
termini per la massa molare MA [kgA kmoleA-1] del componente:
Ne Nu
dnA
n& A,e,k + n& A,g = n& A,u,k + dt
(1.10)
k =1 k =1
& A,k
m
dove: n& A,k = [kmoliA s-1] la portata convettiva molare di A associata alla corrente k
MA

5
Analogamente alle portate in massa, le portate convettive molari sono esprimibili in funzione
sia della portata volumetrica totale sia della portata molare totale della corrente materiale:
A,k = k CAk dove: CA [kmoliA m-3] la concentrazione molare della specie A
moli di A
A,k = k xAk dove: x A = la frazione molare della specie A
moli totali
Le frazioni molari sono adimensionate ed anche per esse vale la relazione: xi = 1
"i

Scrivendo equazioni analoghe alla (1.10) per tutti i componenti e sommandole membro a
membro, si ottiene il bilancio molare globale:
Ne Nu Ne Nu
dn dn
n& i,e,k + n& g = n& i,u,k + dt ovvero: n& e,k + n& g = n& u,k + dt (1.11)
k =1 "i k =1 "i k =1 k =1

La (1.11) si distingue dalla corrispondente (1.8) in quanto la generazione molare totale non
necessariamente nulla ed ha un valore che dipende dalla stechiometria del processo chimico:
&
m
Mi,g = n& i,g = n& g (1.12)
"i i "i

Relazioni tra le portate di generazione


Per una reazione chimica con schema: A A + B B C C + D D
il rapporto tra le portate di generazione molari delle diverse specie determinato dai
coefficienti stechiometrici i della reazione (i indica una specie generica):
n& A,g n& B,g n& C,g n& D,g
= =- =- (1.14)
nA nB nC nD
n
La relazione generale tra i termini di generazione molare : "(i, j) n& i,g = i n& j,g (1.15)
nj
dove il segno positivo quando i e j sono entrambi reagenti o prodotti (ovvero quando i due
componenti si trovano nello stesso membro dell'equazione chimica) e negativo quando uno
un reagente e l'altro un prodotto.
Se la somma dei coefficienti stechiometrici di tutti i reagenti pari alla somma dei coefficienti
di tutti i prodotti, non si ha variazione delle moli totali per effetto della reazione e la
generazione molare complessiva nulla: n& g = 0
Considerazioni analoghe a quelle sopra esposte sono possibili per le portate di generazione
espresse in massa, ma essendo queste raramente impiegate (per ragioni legate all'espressione
della cinetica delle reazioni che saranno approfondite nel corso di Reattori Chimici) non
svilupperemo le relative relazioni.
Le espressioni fin qui elaborate valgono per qualsiasi sistema, dal pi complesso degli impianti
ad una parte di una singola un'apparecchiatura. Per sistemi in cui presente una sola fase,
possibile formulare il bilancio di materia in termini locali.
Per una corretta impostazione dei bilanci locali di propriet necessario definire il concetto di
continuo e precisare le modalit di osservazione del fenomeno, ma per il momento possiamo
limitarci ad un approccio intuitivo, rimandando l'approfondimento di tali questioni alla parte
finale del corso.
In un elemento di volume dV, compreso in un sistema monofase, contenuta una massa della
specie A pari al prodotto: A dV
La massa mA del componente A presente nell'intero sistema data dall'integrale:

mA =
r
V
A dV (1.16)

dmA d
L'accumulo in massa della specie A dunque esprimibile come:
dt
=
dt r
V
A dV

6
Per un volume di controllo invariante nel tempo, l'operatore derivativo e quello integrale
possono essere commutati, perch si riferiscono a variabili non interdipendenti (tempo e
volume) ed il termine di accumulo pu essere espresso come segue:

dmA drA
dt
=

V
dt
dV (1.17)

Le analoghe relazioni molari sono:


dnA dCA
nA =
C
V
A dV (1.18) ;
dt
=

V
dt
dV (1.19)

Assumendo che nel sistema si sviluppino esclusivamente reazioni omogenee, ovvero


trasformazioni chimiche che avvengono in tutto il volume della fase, la generazione della
specie A nell'intero volume di controllo esprimibile con i seguenti integrali:

& A,g =
m
r
V
A dV (1.20) ; n& A,g =
R
V
A dV (1.21)

dove rA [kgA s-1 m-3] e RA [kmoliA s-1 m-3] sono le velocit della reazione omogenea riferite
ad A, ovvero le portate di generazioni di materia (massica e molare) per unit di volume.

Le velocit di reazione massica e molare sono legate dalla relazione: rA = R A MA (1.22)


Se le grandezze fisiche dalle quali dipende la velocit di reazione (solitamente la temperatura e
la composizione) sono costanti in tutto il volume di controllo, ovvero il sistema in condizioni
che si definiscono di perfetta miscelazione, RA ed rA hanno anch'esse valori invarianti nello
spazio e le relazioni (1.20) e (1.21) si riducono a:
& A,g = rA V
m (1.20b) ; n& A,g = R A V (1.21b)

Ri Rj
Dall'equazione (1.14) risulta: = " {i, j} (1.23)
ni nj
Per i processi di nostra competenza ri = 0 mentre Ri non necessariamente nulla ed il suo
"i "i
valore dipende dalla stechiometria della reazione.

Assumendo, a scopo semplificativo, che vi siano una sola corrente materiale entrante ed una
sola uscente, entrambe di natura discreta, i bilanci di massa e molare per un componente A si
possono riformulare come segue:
dr A
& A,e +
m
r
V
A
& A,u +
dV = m

V
dt
dV (1.24)

dCA

n& A,e + R A dV = n& A,u +
V

V
dt
dV (1.25)

Se le correnti di materia sono distribuite sulla superficie del volume di controllo, i bilanci di A
sono espressi dalle relazioni:
r r dr A

- ( vr A n) dS + rA dV =
S

V
dt
dV

(1.24b)
V

r r dC A

- (v C A n) dS +
S
R V
A dV =

V
dt
dV (1.25b)

Rispetto alle relazioni (1.8) e (1.10), le equazioni (1.24b) e (1.25b) rappresentano un modello
pi raffinato, perch considerano portate convettive distribuite su superfici e generazione di
materia variabile nello spazio, mentre le prime presuppongono correnti discrete ed una
generazione uniforme.

7
BILANCIO DI QUANTIT DI MOTO
Per un corpo solido di massa m, la quantit di moto una grandezza vettoriale pari al
prodotto della massa del corpo per la sua velocit: = m
Il secondo principio della dinamica, o seconda legge di Newton, stabilisce che la variazione nel
tempo della quantit di moto pari alla risultante delle forze applicate al corpo:
r r
dv
m = SF (1.26)
dt
Il principio vale anche per la materia allo stato fluido, ma in questo caso opportuno definire
meglio la variazione della quantit di moto nel volume di controllo. La quantit di moto
complessivamente contenuta in un volume di controllo V nel quale presente un fluido con una
velocit variabile nello spazio data dall'integrale:
r r

M = r v dV
V
(1.27)
r
dM d r
Derivando la (1.27) rispetto al tempo si ha:
dt
=

dt
V
r v dV

Anche qui, come nel caso del bilancio di massa, l'operatore derivativo e quello integrale
possono essere commutati se il volume di controllo invariante nel tempo.
r r
dM d(r v)
L'accumulo di quantit di moto quindi esprimibile con la relazione:
dt
=

V
dt
dV (1.28)

Per un sistema aperto, la variazione della quantit di moto nel tempo dovuta sia alle portate
entranti ed uscenti sia all'azione delle forze che agiscono sul fluido; assumendo che le correnti
siano tutte discrete e che ognuna di queste sia caratterizzata da una velocit media del fluido
r
v si ha:
r r r r

d
dt
( )
( r v ) dV = Sm& e ve - Sm& u vu + SF (1.29)
V
r
dove SF la risultante delle forze che l'ambiente (esterno) esercita sul sistema.
La relazione (1.29) pu essere riordinata nella seguente forma:
r
Sm& e vr e + SF = Sm& u vr u + d (r vr ) dV
(1.30)
dt
V
Confrontando la relazione ottenuta con la forma generale di un'equazione bilancio (1.2) risulta
r
che il termine SF corrisponde alla portata di generazione della quantit di moto nel sistema.
L'equazione (1.30) frequentemente applicata nella risoluzione di problemi relativi al flusso di
fluidi; importante ricordare che essa un'equazione vettoriale e come tale equivale a pi
equazioni scalari nelle componenti spaziali della velocit e della forza.
Le forze che l'ambiente esterno esercita sul fluido contenuto nel volume di controllo possono
essere classificate in due gruppi:

Forze di volume dovute a campi agenti sulla massa (gravitazionale, magnetico, elettrico, )
r
indicando con g la forza di volume per unit di massa, quella che agisce sull'intero sistema :
r r

FV = g r dV
V

Forze di superficie, tra le quali sono di nostro interesse:

a) forze dovute a gradienti di velocit comunemente definite sforzi di taglio; se indichiamo


r r r

con s la forza areica dovuta ai gradienti di velocit, quella totale : FS = s dS
r r
S
b) forze di pressione FP =

S
- p n dS

Le forze di pressione agenti sul volume di controllo sono sempre normali alla superficie di
contorno del sistema ed hanno sempre verso: esterno interno.

8
La pressione una grandezza fisica scalare ed isotropa, il cui valore una funzione puntuale
indipendente dall'orientamento della superficie su cui si esercita la forza ad essa associata.
Per dimostrare il carattere scalare della pressione, esamineremo un volume di controllo di
forma tetraedrica in un fluido in quiete e le forze di pressione che agiscono su di esso:
facce scomposte e volume tetraedrico,
relative aree z assi e pressioni
versori
r
k
px
r
dAx n
dAy dAn py pn r
r j
i
y
dAz

x Pz

La condizione di equilibrio delle forze associata allo stato di quiete espressa dalla relazione:
r r r r r
0 = r g dV + px i dA x + py j d A y + pz k dA z - pn ndAn (1.31)

dove: rappresenta il valore medio (nel volume o sulla superficie) delle grandezze
dV il volume del tetraedro
dAx dAy dAz dAn sono le aree delle facce del tetraedro

Il versore perpendicolare alla faccia di area dAn ed rivolto verso l'esterno del sistema.
Le relazioni tra le aree delle facce sono fissate dalla geometria, ad esempio:
r r
( )
dA x = n i dAn = nx dAn
sostituendo nella (1.31) le aree con tali espressioni si ottiene:
r r r r r
(
0 = r g dV + dAn nx i px + ny j py + nz k pz - n pn )
r dV r r r r
= r g
dAn
(
+ nx i px + ny j py + nz k pz - n pn ) (1.32)

Il volume di fluido considerato arbitrariamente piccolo e tenendo presente che il quoziente


dV/dAn tende a zero per dAn 0 l'equazione (1.32) si riduce alla seguente relazione:
r r r r r r r r r r
( )
0 = nx i px + ny j py + nz k p z - npn = nx i p x + ny j p y + nz k pz - nx i + ny j + nz k pn =
r r r
( )
= nx i (px - pn ) + ny j py - pn + nz k (pz - pn ) (1.33)

Affinch l'equazione vettoriale (1.33) sia soddisfatta, occorre che siano nulle tutte le
componenti dei vettori a secondo membro, condizione che equivale alle uguaglianze:
px = py = pz = pn
relazioni che dimostrano il carattere scalare ed isotropo della pressione.

Lunit di misura della pressione nel sistema internazionale il Pascal: 1 [Pa] = 1 [N m-2];
in ambito tecnico ancora molto frequente l'uso di altre unit di misura quali:
bar ................................................................ 1 [bar] = 105 [Pa] = 1.02 [kgf cm-2]
atmosfera ....................................................... 1 [atm] = 101325 [Pa] = 1.0133 [bar]
metro di colonna d'acqua .................................. 1 [m H2O] = 9806 [Pa] = 9.6810-2 [atm]
millimetro di mercurio ....................................... 1 [mm Hg] = 133.3 [Pa] = 1.31610-3 [atm]
libbra per pollice quadrato (pound per square inch) 1 [psi] = 6890 [Pa] = 6.810-2 [atm]
piede di colonna d'acqua (foot of water) .............. 1 [ft H2O] = 2989 [Pa] = 2.9510-2 [atm]

9
BILANCIO DI ENERGIA
Per un sistema aperto, come quello rappresentato schematicamente nella figura seguente:


Ambiente

e,k e,k Sistema u,k u,k


k = 1, ..., Ne k = 1, ..., Nu


i trasferimenti di energia da/verso l'ambiente circostante sono classificabili in tre gruppi:
portate convettive di energia e,k , u,k associate alle correnti di materia entranti ed uscenti;
portata di calore scambiata con meccanismi non convettivi convenzionalmente definita
positiva se trasferita dall'ambiente al sistema;
potenza non termica scambiata considerata positiva se passa dal sistema all'ambiente.
Ogni portata convettiva discreta di energia esprimibile con un prodotto: =
dove l'energia massica [J kg-1] della corrente materiale ed la sua portata in massa.
Poich nei processi chimico-fisici di nostra competenza, la conversione tra massa ed energia
trascurabile, la generazione di energia totale pu essere considerata nulla e nel caso in cui
tutte le correnti materiali abbiano carattere discreto, il bilancio generale ha la seguente
espressione:
Ne Nu
d
m& e,k Ee,k + Q& = m& u,k Eu,k + L& + dt (mE)
(1.34)
k =1 k =1

L'energia massica totale composta dai seguenti elementi:


energia massica interna esprimibile, in termini differenziali, come: dU dT
=C
v
1 2
energia massica cinetica K = v
2
= g z (z parallela a linee di flusso del campo gravitazionale)
energia massica di posizione F

La potenza scambiata con l'ambiente comprende tre distinti contributi: c , s e m

c la potenza connessa all'ingresso e all'uscita delle correnti materiali; ad esempio, ad una


corrente k uscente con portata in massa u,k attraverso una sezione di area Su,k si oppone
una resistenza (forza) dall'esterno pari al prodotto: pu,k Su,k

La potenza associata alla fuoriuscita della corrente k : L& c,u,k = vu,k pu,k Su,k
& u,k V
m
u,k 1
dove: vu,k = la velocit media del fluido e Vu,k = il suo volume massico.
Su,k ru,k
Nu
La potenza per estrarre l'insieme delle correnti uscenti assomma a: L& c,u = m& u,k u,k pu,k
V
k =1

Con la convenzione di segno adottata c,u positiva, in quanto trasferita dal sistema
all'ambiente esterno.
Ne
Analogamente, per le correnti entranti si ha complessivamente: L& c,e = - m
& e,k V
e,k pe,k
k =1
dove il segno negativo deriva dal fatto che entrando il fluido cede potenza al sistema.

La potenza netta associata all'estrazione e all'introduzione delle correnti quindi:


Nu Ne
L& c = m& u,k u,k pu,k -
V m& e,k e,k pe,k
V (1.35)
k =1 k =1

10
s la potenza che il sistema trasferisce all'ambiente deformandosi; se il volume del sistema
costante nel tempo il termine nullo (s = 0); se il volume varia e la pressione uniforme
(costante in tutto il volume di controllo) la potenza associata alla deformazione :
dV
L& s = p (1.36)
dt
m usualmente definita come potenza meccanica; essa la potenza erogata al fluido da
dispositivi come pompe, compressori ed agitatori meccanici, ed in questi casi
convenzionalmente negativa; oppure ceduta dal fluido all'ambiente attraverso macchine
come le turbine e dunque, con la convenzione di segno comunemente adottata, positiva.
E' prassi comune includere in m anche la potenza elettrica erogata da pile ed accumulatori
elettrici.

Tenendo conto di quanto sopra esposto, il bilancio di energia assume la seguente espressione:
Ne
m& e,k (Ue,k + pe,k Ve,k + Ke,k + F e,k ) + Q& =
k =1
Nu
m& u,k (Uu,k + pu,k Vu,k + Ku,k + F u,k ) + dt m (U + K + F )
d
= L& m + L& s + (1.37)
k =1

In un sistema chiuso, nel quale non vi sono portate entranti od uscenti, la massa totale
costante. Assumendo che i termini relativi all'energia cinetica e a quella potenziale siano
trascurabili rispetto all'energia interna, l'equazione di bilancio si riduce alla relazione:

& = L& + L& + d m U
Q m s
dt
( )
= L& m + L& s + m dU
dt
(1.38)

Supponendo che la pressione nel sistema sia uniforme, possiamo scrivere:



& = L& + p dV + m dU
Q (1.39)
m
dt dt

Se la potenza meccanica nulla o trascurabile rispetto agli altri termini del bilancio:

& = p dV + m dU
Q (1.39b)
dt dt
& dt
Q V = p d 1 + dU
= p d + dU = p dV
da cui: dQ + dU
(1.39c)
m m r
Le relazioni (1.39b) e (1.39c) sono due delle forme in cui possibile esprimere il
primo principio della termodinamica.

Bilancio Entalpico
Nell'equazione (1.37) sono comprese energie di legame e termiche (energia interna) ed
energie che possiamo definire meccaniche (energia cinetica e di posizione).
In molti sistemi dell'ingegneria chimica, quali gli scambiatori di calore, le apparecchiature di
separazione in cui avvengono cambiamenti di fase ed i reattori chimici, le grandezze che
appartengono ai due gruppi sopra definiti hanno valori che differiscono di vari ordini di
grandezza.
In questi sistemi, le componenti meccaniche sono quasi sempre trascurabili rispetto a quelle
associate ai processi chimico-termici, ed il bilancio energetico (1.37) approssimabile con la
seguente relazione:
Ne Nu
m& e,k (Ue,k + pe,k Ve,k ) + Q& = L& s + m& u,k (Uu,k + pu,k Vu,k ) + dt (mU )
d
k =1 k =1

Ovvero, utilizzando la funzione di stato termodinamica H che chiamiamo entalpia:


Ne Nu
m& e,k He,k + Q& = L& s + m& u,k Hu,k + dt (m U )
d
(1.40)
k =1 k =1

11
Per sistemi che operano in regime stazionario, ed hanno volume costante l'equazione (1.40) si
riduce a:
Ne Nu
&
m& e,k He,k + Q = m& u,k Hu,k (1.41) ovvero, in termini concettuali:
k =1 k =1

portata entalpica portata di calore portata entalpica


entrante + scambiata = uscente
Relazione che possiamo definire come bilancio entalpico del sistema.

Spesso, nell'ambito dell'ingegneria chimica, conviene esprimere le portate in termini molari e


in questo caso l'equazione (1.41) assume una diversa forma:
Ne Nu
n& e,k H% e,k + Q& = n& u,k H% u,k (1.42)
k =1 k =1

Le equazioni (1.41) e (1.42) sono ampiamente usate per la modellazione di operazioni di:
scambio termico in scambiatori, ribollitori, condensatori, evaporatori, essiccatoi;
separazione come la distillazione, l'assorbimento e la cristallizzazione;
trasformazione chimica in reattori.
Per un reattore chimico continuo, che opera in condizioni stazionarie ed adiabatiche, con una
sola corrente entrante ed una sola uscente, il bilancio energetico pu essere approssimato con
la semplice relazione: ee = uu ovvero, in termini concettuali:
portata entalpica della corrente che portata entalpica della corrente uscente
=
alimenta i reagenti nell'apparecchiatura che contiene i prodotti di reazione
L'entalpia specifica molare funzione sia della composizione sia delle variabili fisiche
pressione e temperatura, ma la trasformazione dell'energia di legame in energia termica, che
si verifica nei processi chimici esotermici, ed il fenomeno inverso dovuto alle reazioni
endotermiche, non sono espressi in forma esplicita nelle equazioni precedenti.
Ai fini pratici, per, pu risultare utile elaborare le equazioni di bilancio in forme nelle quali
compaiono esplicitamente le energie termiche liberate o sottratte per effetto dei processi
chimici; a tale scopo necessario esprimere u - e o il corrispondente differenziale d come
somma di pi contributi dovuti alla variazione delle condizioni fisiche e della composizione.

Bilancio di Energia Meccanica


In sistemi aperti e stazionari in cui non vi sia generazione di massa totale, la somma delle
portate in massa delle correnti entranti pari a quella delle portate uscenti perch la massa
totale costante nel tempo.
Nel caso di un sistema con due sole correnti, una entrante ed una uscente, l'equazione di
bilancio (1.37) si riduce alla seguente relazione:
& D U
m (
+p V
+K
+F & - L&
=Q m ) (1.43)
dove l'operatore D rappresenta la variazione delle grandezze tra lo stato della corrente uscente
e quello della corrente entrante (ad esempio: D = u - e).
Dividendo tutti i termini per la portata massica si ottiene:
+p V
D(U +K
+F -L
) = Q (1.44)
m
dove e sono rispettivamente: il calore scambiato con l'ambiente ed il lavoro meccanico
massici ovvero riferiti ad una massa unitaria di fluido
L'equazione (1.44) consente di calcolare il lavoro meccanico associato alle trasformazioni che
avvengono in un sistema termodinamico e trova applicazione in ambiti assai diversi: dagli
impianti idroelettrici al moto di fluidi in condotti, dalla filtrazione alla fluidizzazione di letti
particellari.

12
Per un fluido incomprimibile ( costante) che scorre senza produrre attrito
(fluido perfetto), in un condotto termicamente isolato ( = 0), in condizioni isoterme (D = 0) e
senza compiere o subire un lavoro (m = 0), la (1.44) si riduce alla relazione:
Dp + DF
=0
+ DK (1.45)
r
La (1.45) nota come equazione di Bernoulli, ed largamente impiegata
nello studio del moto dei liquidi e della trasformazione dell'energia meccanica
nelle sue diverse forme.
Se la densit del fluido varia sensibilmente con la pressione l'equazione
assume l'espressione: Daniel Bernoulli
u (1700-1782)
p

e
r
+ DF
d + DK =0 (1.45b)

Equazione di Bernoulli generalizzata


La condizione di assenza d'attrito, posta nel ricavare l'equazione di Bernoulli, non trova
riscontro nel comportamento reale dei fluidi. Lo scorrimento relativo di porzioni di fluido
adiacenti ed il contatto con superfici solide sviluppano attriti, per vincere i quali il fluido compie
un lavoro.
Il processo irreversibile, ovvero dissipativo, ed il suddetto lavoro integralmente convertito
in calore. Poich, coerentemente con le convenzioni di segno adottate, l'energia convertita per
effetto dell'attrito si somma, come termine positivo, alla portata di calore scambiata, ma
richiede un pari incremento del lavoro meccanico necessario per mantenere in moto il fluido,
possibile riformulare il bilancio integrale (1.44) nella forma:
+p V
D(U +K
+F +E
) = (Q V ) - (L
m + E
V ) (1.46)

dove V rappresenta la dissipazione massica di energia causata dall'attrito.


Si noti che la (1.46) del tutto equivalente alla (1.44); la differenza tra le due relazioni sta nel
fatto che la (1.44) rappresenta ci che possiamo osservare dall'esterno del sistema, mentre la
(1.46) esprime, in parte, fenomeni che avvengono al suo interno.
Per meglio evidenziare gli effetti dell'attrito, si cambieranno le modalit di osservazione del
sistema (argomento che sar approfondito nel capitolo 6). Si esaminer un elemento fluido di
massa unitaria che percorre il volume di controllo dall'ingresso all'uscita senza scambiare
materia con il fluido circostante, descrivendone il comportamento in termini di variazioni nel
tempo delle propriet che ne definiscono lo stato.
In assenza di scambio di calore tra il sistema e l'ambiente, la variazione dell'energia interna
dell'elemento in esame dovuta a due soli fenomeni: la conversione (positiva secondo la
convenzione adottata) dall'energia meccanica in calore per effetto dell'attrito, ed il lavoro
(negativo) di espansione; per un intervallo di tempo dt si pu dunque scrivere:
= dE
dU V - p dV

Si noti che la relazione precedente corrisponde alla formulazione (1.39c) del primo principio
della termodinamica, in cui il termine che rappresenta il calore espresso dalla dissipazione
per attrito.
Nello stesso arco di tempo il bilancio complessivo di energia dell'elemento fluido :
V - p dV
dE +d p V( )
+ dK
+ dF m
= -dL

( )
=V
Poich d p V dp + p dV
l'equazione di bilancio si riduce a: V
dp + dK
+ dF m - dE
= -dL V

Integrando tra il momento in cui l'elemento entra nel volume di controllo (t = 0) trovandosi
nello stato che definiamo "e" e quello in cui ne fuoriesce nello stato "u" si ottiene:
u

V dp + DK + DF = -L
e
m
v
-E (1.47) Equazione di Bernoulli generalizzata

13
Nel caso di fluidi con densit costante u = e = r-1 e la relazione (1.47) si riduce a:
Dp + DF m - E
= -L V
+ DK (1.48)
r
Se la densit del fluido varia sensibilmente lungo il condotto per effetto della variazione delle
condizioni chimico-fisiche (pressione, temperatura, composizione) necessario conoscere il
tipo di trasformazione termodinamica seguita sistema, onde poter valutare gli integrali:
u u

e
dp
V ;

e

p dV

Per i gas vi sono quattro trasformazioni elementari:


isocora (volume costante)
isobara (pressione costante)
isoterma (temperatura costante)
adiabatica (assenza di scambio di calore con l'ambiente)

Di seguito si riportano le espressioni degli integrali per le diverse trasformazioni.


u u

Isocora:
e
=0
p dV ;
V dp = V D p
e
(1.49)

u u

Isobara:

e
= pDV
pdV ;
V dp = 0
e
(1.50)

u u

dV e ln Vu
e = puV
Isoterma (gas ideale pe V u ):

e
= pe V
p dV e

e

V
= pe V
e
V
(1.51a)

u u
dp e ln pu

e
dp = pe V
V e
p
e
= pe V
pe
(1.51b)

Adiabatica:
per un sistema chiuso, nel quale non si hanno variazioni di energia potenziale e cinetica ed il
lavoro rappresentato esclusivamente dalla deformazione del fluido, il bilancio di energia in
forma differenziale corrisponde all'equazione (1.39c):
= p dV
dQ + dU

In condizioni adiabatiche d nullo ed esprimendo la variazione di energia interna in funzione


della variazione della temperatura si ha:
V dT = -p d V
C (1.52)

Per un gas ideale:



= - n R T dV
-p dV = - R T dV

Vm M V
e combinando con la (1.52) si ricava:

dV
Cv dT = -R * T dove: R* = R/M [J kg-1 K-1]
V
ln T + R * ln V
Integrando l'equazione differenziale si ottiene: C = costante
V

p - C
C v
Per un gas ideale: R*= p - V quindi: ln T + = costante
ln V (1.53)
C v
p / C
Ponendo C V = g lequazione (1.53) diventa: T V
g -1 = cos t = Te V
e g -1 (1.54)

14
Assumendo che il comportamento del fluido sia descrivibile mediante l'equazione di stato dei
gas ideali (p = R*T) possiamo scrivere la relazione (1.54) in altre forme, ad esempio:
g = p V
pV g (1.55)
e e

g g

p T1-g = pe Te1-g (1.56)

La (1.55) la versione pi frequentemente utilizzata; con essa gli integrali assumono le


seguenti espressioni:
u u g -1
pe Vg pu g
dV 1-g = - pe Ve
p d V = p
e 1-g
g
V = V - V p - 1 (1.57)
1- g
e e u e
g
V g -1
e e e

u 1 u g-1
dp g
u gp
V dp =
e
peg
Ve
e

p1 / g
=
p V
g - 1 e e pe

- 1

(1.58)

Per fluidi che scorrono all'interno di condotti interrati, ad esempio nelle reti di distribuzione di
gas combustibili, la temperatura varia in misura significativa solo in tempi molto lunghi
(cambiamenti climatici stagionali) oppure su distanze molto lunghe (trasferimenti tra zone
climaticamente differenti) o, ancora, quando vi sono sensibili variazioni di quota (condotti che
scavalcano catene montuose). Per periodi relativamente brevi e distanze modeste , dunque,
prassi comune assumere che il fluido subisca una trasformazione isoterma.
Per operazioni di compressione o di espansione in macchine quali compressori e turbine, la
rapidit del processo consente di assumere che il calore scambiato con l'ambiente, nel
brevissimo tempo di permanenza del fluido nella macchina, sia trascurabile rispetto agli altri
termini del bilancio energetico e quindi si assume che la trasformazione sia adiabatica.

15
ESERCIZI

1.01 - Una soluzione acquosa di NaOH con una frazione in massa di idrossido pari a 0.40 deve
essere prodotta, mediante evaporazione dell'acqua, partendo da una soluzione diluita in
cui la frazione in massa dell'idrossido di sodio del 5%. Nelle condizioni in cui opera il
sistema il soluto ha una volatilit trascurabile, quindi il vapore prodotto si pu ritenere
costituito da acqua pura.
Si tracci lo schema di un impianto continuo per effettuare il suddetto processo in
regime stazionario e si calcolino le portate di acqua evaporata e di soluzione
concentrata che si sviluppano trattando una portata di 3000 [kg h -1] della soluzione
diluita.
Risultati: acqua evaporata 2625 [kg h-1]; soluzione concentrata 375 [kg h-1]


1.02 - Per produrre una soluzione acquosa di acido solforico al 60% in massa di H2SO4, un
serbatoio refrigerato e miscelato caricato inizialmente con 3000 [kg] di acqua pura.
Successivamente, si alimenta il recipiente con 1500 [kg h -1] di una soluzione
concentrata al 98% in massa di acido.
Si ricavi una relazione che esprime l'andamento nel tempo del valore medio della
frazione in massa di acido solforico nella soluzione contenuta nel serbatoio. Si calcolino,
inoltre, il tempo necessario per completare l'operazione e la quantit di soluzione al
60% ottenuta.
t
Risultati: wH 2 SO4 = 0.98 ; 3.16 [h] ; 7738 [kg]
2+t

1.03 - Un serbatoio perfettamente miscelato contiene inizialmente 2000 [kg] di acqua pura
allo stato liquido. Da un certo istante, il serbatoio viene alimentato con 5 [m 3 h-1] di
una soluzione acquosa di cloruro di sodio con una frazione in massa di soluto pari al
25% ed una densit di 1193 [kg m-3]. Quando la frazione in massa di sale nella
soluzione contenuta nel serbatoio raggiunge il valore del 15%, entra in funzione una
pompa, che estrae dal serbatoio una portata di 10000 [kg h -1] fino a che questo
completamente vuoto.
Si calcolino:
a) il tempo che intercorre tra il momento in cui s'inizia ad alimentare il serbatoio con
la soluzione salina e quello in cui entra in funzione la pompa di svuotamento
b) il tempo che intercorre tra l'istante in cui la pompa di svuotamento entra in funzione
e quello in cui la soluzione contenuta nel recipiente ha una frazione in massa di sale
pari al 20%.
Risultati: a) 0.53 [h]; b) 0.46 [h]


1.04 - In un impianto per la produzione di acido nitrico, 138 [kg h-1] di NO2 gassoso sono
assorbiti in acqua liquida, convertendosi in acido nitrico con la seguente reazione:
3 NO2 + H2O 2 HNO3 + NO (NO e NO2 gassosi, H2O e soluzione di HNO3 liquide)
L'impianto opera in regime stazionario ed alimentato con 144 [kg h-1] di acqua.
Assumendo che entrambe le correnti gassose di NO 2 e di NO siano prive di acqua e che
la soluzione di acido nitrico non contenga gas disciolti, si tracci uno schema di flusso del
processo e si calcolino la portata molare e la composizione della soluzione ottenuta.
Risultati: 9 [kmoli h-1]; frazione molare di HNO3 0.22

16
1.05 - Il miscelatore rappresentato nella figura seguente opera in regime stazionario.

(2) [kg h-1] [-]


2 ; B puro 1 6500 wA1 0.35
3 15000 wB1 0
wB2 1.0
(1) (4) (5)
wB5 0.20
1; wA1 4 ; wA4 ; wB4 5 ; wA5 ; wB5

(3)
3

La corrente (1) una soluzione della sola specie A in un solvente (non contiene B),
mentre la corrente (2) costituita da B puro (non contiene ne solvente ne A).
Supponendo che il fluido contenuto nel serbatoio sia perfettamente miscelato, si
determinino:
a) la portata 2 necessaria affinch la frazione in massa di B nella corrente uscente
dall'impianto (5) sia pari al 20%;
b) la portata e la frazione in massa di A della corrente (5);
c) le frazioni in massa di A e di B nella corrente entrante nel miscelatore (4)
Risultati: 2 = 1625 [kg h-1] ; 5 = 8125 [kg h-1] ; wA5 = 0.28 ; wA4 = 0.30 ; wB4 = 0.14


1.06 - Una miscela liquida di due componenti (A e B) frazionata in un impianto continuo
costituito da due colonne di distillazione in serie operanti in regime stazionario.
Lo schema dell'impianto rappresentato nella figura seguente:

D1 D2

R1 R2

La corrente alimentata alla prima colonna ha una portata costante di 7500 [kg h -1] ed
costituita per il 75% in massa dal componente A e per il 25% da B. Le correnti R1 ed
R2 uscenti dal fondo delle due colonne hanno portate massiche uguali e le frazioni in
massa del componente A in esse sono: w A,R1 = 0.03 ; wA,R2 = 0.07. Nel distillato D2
uscente dalla testa della seconda colonna la frazione in massa del componente B :
wB,D2 = 0.08
Si calcolino:
a) la portata massica della corrente D2;
b) la frazione della quantit totale di A alimentata all'impianto che recuperata in D2;
c) la portata e la composizione della corrente D1.

Risultati: D2 = 6034 [kg h-1] ; la frazione di A recuperata in D2 0.987 ;


-
D1 = 6767 [kg h 1] ; wD2 = 0.828

17
1.07 - 1000 [kg h-1] di una fase liquida, costituita per il 37% in D1 D2
massa da benzene (B), il 22% da toluene (T) ed il 41%
da xileni (X) frazionata in un impianto costituito da due
R1 R2
colonne di distillazione in serie. Il distillato D1 non F 1 2
contiene xileni ed composto per il 99% in massa da
benzene. Nella corrente D2 il toluene ha una frazione in
massa pari al 98%. La corrente di coda R2 costituita
per il 98% in massa da xilene e non contiene benzene.
Le specifiche di processo impongono che il 99% del benzene entrante nell'impianto sia
recuperato nel distillato D1 uscente dalla testa della prima colonna.
Si calcolino le portate dei due distillati (D1, D2) e le frazioni in massa di B e di X in D2.
& D1 = 370 [ kg h -1 ]; m
Risultati: m & D2 = 212.2 [ kg h -1 ]; wB ,D2 = 0.0174; w X ,D 2 = 0.0026


1.08 - Una miscela liquida di tre paraffine P6, P7 e P8 sottoposta
T1 T2
sottoposta ad un processo di raffinazione in un impianto
costituito da due colonne di distillazione in serie, entrambe
operanti in regime stazionario. La composizione molare A 1 2
della corrente alimentata : xP6,A = xP7,A = 0.25; xP8,A = 0.50
Le due correnti di coda (C1 e C2) hanno un quoziente tra le C1 C2
rispettive portate molari pari a due: C1 /C2 = 2
e composizioni molari: xP6,C1 = 0.02; xP7,C1 = 0.08; xP6,C2 = 0.10; xP7,C2 = 0.85
L'impianto opera in modo tale da recuperare nella corrente T2, uscente dalla testa della
seconda colonna, il 90% del prodotto pi leggero P6 che entra con la corrente A.
Si calcolino le portate molari delle correnti C2 e T2 come funzioni della portata della
corrente A e la composizione della corrente T2.
Risultati: C2 = 0.178A ; T2 = 0.464A ; xP6,T2 = 0.485; xP7,T2 = 0.147; xP8,T2 = 0.368


1.09 - Una soluzione acquosa di un soluto A con una concentrazione iniziale C A0 = 15 [kg m-3]
deve essere diluita mediante miscelazione con acqua pura in un serbatoio con capacit
utile di 18 [m3]. Il serbatoio aperto superiormente e, a causa della elevata
temperatura, una significativa quantit di liquido evapora, trasferendosi nell'atmosfera.
Le portate della soluzione concentrata e dell'acqua di diluizione sono entrambe costanti
e valgono rispettivamente: 3 [m3 h-1] e 6 [m3 h-1]. Raggiunta la capacit massima del
serbatoio, entra in funzione una pompa, la quale, aspirando una portata costante di 95
[m3 h-1], provvede alla rimozione della soluzione diluita fino allo svuotamento completo
del recipiente. Durante l'operazione di svuotamento la soluzione concentrata e l'acqua
continuano ad essere alimentate al serbatoio ed il liquido continua ad evaporare. Si
suppone che la portata di acqua evaporata sia costante nel tempo ovvero indipendente
dalla composizione della soluzione e dal grado di riempimento del serbatoio. Da
un'analisi effettuata su un campione della soluzione diluita estratta dalla pompa risulta
che la concentrazione media del soluto A 5.2 [kg m-3].
Si calcolino il tempo di riempimento del serbatoio, la durata della operazione di
estrazione della soluzione e la portata di acqua evaporata dal serbatoio.
Per il calcolo si assuma che la densit delle soluzioni sia indipendente dalla
composizione e pari a 1000 [kg m-3] e che il soluto A non sia volatile.
Risultati: 2.08 [h], 12.5 [minuti] e 346 [kg h-1]

18
1.10 - Per preparare una soluzione acquosa acida di solfato ferroso si utilizza un serbatoio di
miscelazione alimentato in continuo con tre correnti: la prima costituita da una
soluzione acquosa di acido solforico al 5% in massa di H 2SO4, la seconda da solfato
ferroso eptaidrato (FeSO47H2O) solido, la terza da acqua pura. L'impianto opera in
regime stazionario e l'acido solforico da ritenersi totalmente dissociato in ioni
idrogeno e ioni solfato.
Si calcolino le portate in massa delle tre correnti necessarie per produrre 2.5 [m 3 h-1] di
una soluzione con pH pari a 1.0 ed una concentrazione di 110 kg di FeSO 4 anidro per
metro cubo, sapendo che tale soluzione ha una densit di 1100 [kg m-3]
Risultati: 245.2 [kg h-1] di H2SO4 al 5% ; 503.3 [kg h-1] di sale eptaidrato; 2002 [kg h-1] di acqua.


1.11 - Il composto C prodotto mediante la seguente reazione in fase gassosa: A + B 2C
La corrente uscente dal reattore in cui avviene il processo viene refrigerata ed inviata
ad un frazionatore, dove il composto C, condensato in fase liquida, separato dai
reagenti gassosi A e B non convertiti. L'impianto configurato in modo da consentire il
ricircolo parziale dei reagenti gassosi non convertiti nel reattore. Poich la corrente F
alimentata al sistema contiene un componente gassoso inerte (I), per evitare
l'accumulo progressivo di tale componente, una frazione del gas viene spurgata (P),
mentre la frazione residua riciclata (R).
R (Ricircolo)
P
(3) (spurgo)

(1) (2) Frazionatore


F Reattore
(alimentazione) Refrigeratore C liquido puro

La corrente F ha composizione molare: xAF = xBF = 0.48 ; xIF = 0.04


Il liquido estratto dal frazionatore costituito dal prodotto C puro e la corrente gassosa
uscente dall'apparecchiatura non contiene C. L'impianto opera in regime stazionario e
produce 500 [kmoli h-1] del composto C.
Si calcoli la portata molare dell'alimentazione F quando la frazione molare del
componente inerte nella corrente spurgata pari al 20% (xIP = 0.2).
Allo scopo di migliorare la resa dell'impianto si desidera valutare l'opportunit
d'installare un sistema di controllo che regoli la portata della corrente di spurgo P allo
scopo di mantenere la frazione molare del componente inerte nella corrente (1)
entrante nel reattore ad un valore costante del 10% (x I1 = 0.1). In tali condizioni, si
prevede che nella corrente uscente dal reattore (2) il prodotto C abbia una frazione
molare del 75%.
Supponendo di dover mantenere costante la produzione oraria di C a 500 [kmoli h -1], si
calcolino le portate molari delle correnti di spurgo P e di riciclo R quando il sistema di
regolazione sopra descritto in funzione.
Si calcoli, infine, la produzione oraria di C che si otterrebbe mantenendo invariata la
portata alimentata all'impianto ed il sistema di regolazione della corrente di spurgo in
funzione allo scopo di fissare al 10% la frazione molare di I in ingresso al reattore.
Risultati: F = 625 [kmoli h-1]; P = 56 [kmoli h-1]; R = 111 [kmoli h-1]; C = 563 [kmoli h-1]

19
1.12 - Un serbatoio miscelato contiene inizialmente 1000 [kg] di una soluzione acquosa di
glucosio (G) e fruttosio (F) con frazioni in massa: wG,0 = 3.510-3 ; wF,0 = 2.010-3
Da un certo istante, al recipiente si alimenta una corrente di portata 50 [kg h -1]
costituita da una soluzione di solo fruttosio con frazione in massa wF,e = 0.510-3
Contemporaneamente, si provvede ad estrarre dal serbatoio, attraverso una seconda
linea, una corrente avente la stessa portata di quella entrante.
Assumendo che la miscelazione sia sufficiente a mantenere nel recipiente una perfetta
uniformit di composizione e che le portate di entrambe le correnti siano costanti nel
tempo, si calcoli la frazione in massa del glucosio nel serbatoio dopo 20 ore e si ricavi
una relazione che esprime l'andamento nel tempo della frazione in massa del fruttosio
all'interno del serbatoio. Assumendo che la densit della soluzione sia costante e pari a
quella dell'acqua pura, si riformuli la suddetta relazione utilizzando la concentrazione
molare come variabile che esprime la composizione e se ne scriva una versione con
variabili adimensionate (tempo e concentrazione).
&
m
& t/m - t
Risultati: wG = 1.2910 ; wF ( t ) = w Fe - ( w Fe - w F0 ) e
-3 -m
; C F ( t ) = C Fe - (C Fe -C F 0 ) e m

& C Fe -C F
( ) m t
*
in forma adimensionata: C*F t* = e - t dove : t* = t = ; C*F =
m t C Fe -C F0

1.13 - Una polpa vegetale contiene, allo stato grezzo, il 16% in massa di un composto (A)
idrosolubile, che deve essere estratto e raffinato in un impianto continuo operante in
stato stazionario. Oltre al composto A, la polpa grezza contiene le seguenti percentuali
in massa di altre sostanze: 4% altri componenti idrosolubili (B); 5% sostanze insolubili
in acqua (I); 75% acqua. Il primo stadio del processo di raffinazione il trattamento
con una corrente di acqua calda avente una portata in massa pari al doppio di quella
della polpa grezza. La polpa bagnata cos ottenuta viene spremuta e si producono due
correnti separate: una soluzione acquosa limpida di A e B ed un solido composto per il
92% in massa dagli insolubili (I) e per l'8% dalla suddetta soluzione acquosa di A e B.
La corrente di soluzione limpida alimentata ad un concentratore, nel quale una parte
dell'acqua eliminata per evaporazione. Un successivo raffreddamento produce una
sospensione di particelle solide in una soluzione acquosa residua. La sospensione viene
infine filtrata, producendo in due correnti:
- un solido raffinato composto per il 90% in massa da A, il 3% da B ed il 7% da acqua
- una soluzione acquosa contenente il 6% in massa di B ed il 4% di A.

Vapore: 5
Polpa grezza: 1
Solido raffinato:
wA1 = 0.16 7 = 600 [kg h-1]
Soluz. limpida:
wB1 = 0.04 S C F
3 wA7 = 0.90
wI1 = 0.05 wB7 = 0.03
Solido: 4
insolubili 92% Soluzione residua: 6
Acqua:
2 = 2 1 soluzione 8% wA6 = 0.06
wB6 = 0.04

Si calcolino:
- la composizione della soluzione limpida ottenuta dalla spremitura (w A3 , wB3);
- la portata di polpa grezza (1) necessaria per produrre 600 [kg h-1] di raffinato;
- l'efficienza di estrazione dell'impianto definita come il rapporto tra la quantit
di A presente nel prodotto solido raffinato e quella introdotta con la polpa grezza.
Risultati: wA3 = 0.0542; wB3 = 0.0136; 1 = 5138 [kg h-1]; efficienza 0.657

20
1.14 - Nel reattore continuo schematizzato in figura, avviene la reazione chimica: A + B P

1 = 4 [kmoli s-1]
xA1 = 0.95
xI1 = 0.05
2 = 4 [kmoli s-1] 3
Reattore
xB2 = 1 xI3 = 0.043

Il sistema opera in regime stazionario ed alimentato con due correnti gassose:


la prima costituita per il 95% molare dal reagente A e per il 5% da una specie inerte
(non reattiva) I, la seconda dal reagente B puro.
Le portate molari delle suddette correnti sono uguali: 1 = 2 = 4.0 [kmoli s-1]
Nelle condizioni in cui opera il sistema, la frazione di inerte nella corrente uscente dal
reattore pari al 4.3%.
Si calcolino:
a) la portata molare 3
b) le frazioni molari del prodotto P e dei reagenti A e B (xP3, xA3, xB3)
nella corrente uscente dal reattore.
Risultati: 3 = 4.65 [kmoli s-1]; xP3 = 0.72 ; xA3 = 0.097 ; xB3 = 0.14


1.15 - In un condotto di sezione circolare, con diametro interno di 100 [mm] scorre, in regime
stazionario, dellacqua liquida con una portata di 85 [kg s-1].
Il condotto ha asse orizzontale e presenta una curva a 90; le pressioni nelle sezioni
d'ingresso e di uscita della curva valgono rispettivamente: 1.45 105 e 1.31 105 [Pa]
Assumendo che la densit del fluido sia constante e che le forze di attrito con la parete
del condotto siano trascurabili, si calcoli la forza che il fluido esercita sulla curva e
l'angolo che tale forza forma con l'asse dei due rami di condotto.
Risultati: 2844 [N]; l'angolo di circa 45


1.16 - Un condotto di sezione circolare con diametro interno costante di 25 [mm], nel quale
scorrono 2 litri al secondo di acqua liquida alla temperatura di 20 C, presenta una
doppia curva a 90. Il condotto ha sviluppo orizzontale, ovvero con riferimento allo
schema sottostante il piano x,y orizzontale (normale alle linee di flusso del campo
gravitazionale).
Le pressioni misurate nelle sezioni (1) e (2) del condotto sono:
p1 = 2.00105 [Pa]; p2 = 1.85105 [Pa]
Si valutino la direzione, il verso ed il modulo della forza esercitata dal fluido sul
condotto nelle condizioni stazionarie sopra definite.

y moto dell'acqua

(1)
x (2)

moto dell'acqua

Risultato: la forza parallela all'asse x, il verso concorde con in (1) e (2); il modulo 7.36 [N]

21
1.17 - Una portata di 0.1 [m3 s-1] di un olio minerale, con densit costante pari a 850 [kg m-3]
fluisce, in condizioni di temperatura costante, all'interno di un condotto orizzontale di
sezione circolare avente un diametro interno di 30 [cm]. Lungo il suo percorso, il fluido
incontra una brusca riduzione che porta il diametro interno del condotto a 6 [cm].
Assumendo che tutte le perdite per attrito siano trascurabili, si determini la relazione
che esprime la forza a cui deve resistere il collegamento tra riduzione e condotto come
funzione della pressione nel fluido a monte della variazione del diametro.
Risultato: Fr = 7.065 10 -2 0.96 p1 - 1.96 10 4 [ N ]

1.18 - Un condotto di sezione circolare, all'interno del quale scorre un fluido incomprimibile,
presenta un subitaneo aumento del diametro.
Assumendo che l'attrito con le pareti del condotto sia trascurabile, si ricavi una
relazione che esprime la variazione della pressione tra le sezioni di ingresso e di uscita
come funzione della velocit media del fluido prima dell'aumento del diametro e del
fattore di variazione della sezione.
b -1
Risultato: D p = r v12 2
b

1.19 - Una corrente con portata volumetrica di 20 [m3 h-1] di un liquido avente una densit di
910 [kg m-3] ed un calore specifico p,0 = 2.21 [kJ kg-1 K-1], deve essere raffreddata da
130 [C] a 50 [C] in uno scambiatore di calore utilizzando come fluido refrigerante
acqua alla temperatura di 25 [C] (calore specifico p,0 = 4.19 [kJ kg-1 K-1]).
Si calcoli la portata di acqua necessaria affinch la temperatura di tale fluido in uscita
dall'apparecchiatura non superi il valore di 45 [C].
Risultato: 38400 [kg h-1]

1.20 - Una caldaia elettrica, operante in continuo e in regime stazionario, produce 100 [kg h -1]
di una corrente costituita per il 90% in massa da vapore acqueo saturo alla pressione
assoluta di 1 [MPa] e per il 10% da acqua liquida alla stessa temperatura del vapore.
Si calcolino la potenza elettrica consumata della caldaia quando questa alimentata
con acqua di pozzo entrante alla temperatura di 12 [C] e l'errore relativo conseguente
al trascurare l'apporto entalpico della corrente d'acqua entrante.
Risultato: 77.7 [kW]; circa il 2%

1.21 - Una turbina a vapore, alimentata con una portata di fluido pari a 10000 [kg h-1], opera
nelle condizioni riassunte nella seguente tabella:
Variabile Corrente entrante Corrente uscente
Pressione [bar] 35 0.70
Temperatura [C] 420 93
velocit [m s-1] 91 122
Entalpia massica [kJ kg-1] 3267 2665
Assumendo che la turbina lavori in regime stazionario, si calcoli la potenza teorica
erogata dalla macchina nelle condizioni sopra riportate.
Risultato: 1.66 [MW]

22
1.22 - Un serbatoio con una capacit utile di 100 [m3], nel quale inizialmente presente aria
alla pressione di 1 [atm] ed alla temperatura di 25 [C] progressivamente riempito
mediante un compressore, che alimenta una corrente di aria gassosa con portata e
temperatura costanti e pari rispettivamente a 500 [kg h -1] e 40 [C]. Un sistema di
refrigerazione provvede a mantenere la temperatura del gas nel serbatoio ad un valore
di 25 [C] costante nel tempo e l'operazione si conclude quando la pressione nel
serbatoio raggiunge un valore di 8 [atm].
Si calcolino il tempo necessario per raggiungere la pressione finale di 8 [atm] e la
potenza di refrigerazione necessaria per mantenere l'aria nel serbatoio a 25 [C].
Si assuma che: pressione e temperatura nel serbatoio siano omogenee, l'aria si
comporti come un gas ideale ed il suo calore specifico sia indipendente dalla
temperatura e pari a 1005 [J kg-1 K-1].
Risultati: 1.652 [h]; circa 14 [kW]


1.23 - Un recipiente chiuso contiene 100 [kg] di acqua liquida ad una temperatura iniziale di
20 [C]. Per riscaldare l'acqua si immerge nel recipiente una resistenza elettrica che
sviluppa una potenza costante di 4 [kW]. Il recipiente scambia, con l'ambiente esterno,
una portata di calore espressa dalla relazione:
= - 80 (T - 20) [W] dove T [C] la temperatura media dell'acqua nel recipiente.
Si calcoli il tempo richiesto per riscaldare il liquido ad una temperatura media di 50 [C]
assumendo che il suo calore specifico medio tra 20 e 50 [C] sia 4180 [J K-1 kg-1].
Se, una volta raggiunta la temperatura di 50C la resistenza riscaldante viene spenta,
quanto tempo impiegher l'acqua per tornare ad una temperatura media di 20C?
Quale il valore massimo della temperatura media dell'acqua nel recipiente quando la
resistenza accesa?
Se si isola termicamente il recipiente, in modo che il calore dissipato verso l'ambiente
sia praticamente nullo, di quanto si abbrevia il tempo di riscaldamento?
Risultati: 1 ora e 20 minuti; un tempo infinito; 70 [C]; circa 28 minuti


1.24 - Un serbatoio di acciaio contiene 2 [m3] di acqua liquida alla temperatura iniziale di
80 [C] e non disponendo di un adeguato isolamento termico, dissipa calore verso
l'ambiente esterno con una portata espressa dalla relazione:
= - 2850 (T - 27) [kJ h-1]
dove T [C] la temperatura media dell'acqua nel serbatoio.
Allo scopo di compensare lo scambio termico con l'ambiente, nel serbatoio viene
introdotta una corrente di vapore saturo a pressione atmosferica (il vapore iniettato
condensa trasformandosi in acqua liquida e cedendo calore).
Quale portata massica di vapore si deve alimentare al recipiente per mantenere la
temperatura al suo interno ad un valore medio costante nel tempo di 80 [C]?
Si assumano le seguenti propriet fisiche costanti (indipendenti dalla temperatura):
densit allo stato liquido 1000 [kg m-3]
calore specifico medio allo stato liquido 4.20 [kJ K-1 kg-1]
entalpia del vapore saturo a pressione atmosferica 2675 [kJ kg-1]
(convenzionalmente si assume = 0 per l'acqua liquida a 0C)
Risultato: 64.6 [kg h-1]

23
Esempi di quesiti teorici
In un sistema aperto entra, attraverso un condotto di sezione trasversale S, una corrente
fluida di densit media r e velocit media v. Quale tra le seguenti relazioni esprime
correttamente la portata di energia cinetica entrante nel sistema con la corrente?
2
1 1 S v 3 1 r v 3 1 & 1 r v
r S v
2
r S v
3
m v 2
2 S

2 2 2 r2 2 S 2
Un recipiente rigido, chiuso e perfettamente miscelato contiene una miscela gassosa formata
da tre componenti (A, B, C) che partecipano ad un processo chimico con schema: A + B C
Si valuti la correttezza delle seguenti affermazioni e relazioni:
la generazione di massa totale nel recipiente nulla sempre vero sempre falso
vero solo se
la generazione molare totale nel recipiente nulla sempre vero sempre falso
vero solo se
A,g = B,g = C,g [kmoli s-1 m-3] vero falso, la relazione corretta :
l'entalpia totale nel recipiente costante sempre vero sempre falso
vero solo se
Nel bilancio integrale di quantit di moto, la risultante delle forze agenti dall'esterno sul
sistema rappresenta:
la quantit di moto trasferita dal sistema all'ambiente
la generazione di quantit di moto nel sistema
gli sforzi di taglio per unit di volume del sistema
Le forze di pressione in un mezzo fluido:
sono sempre tangenziali alla superficie sulla quale agiscono vero falso
sono dirette verso l'interno del sistema ........................... vero falso
Si consideri il sistema aperto schematizzato nella figura. 2; wA2
wA
Assumendo che la specie A non partecipi a processi chimici e
m
e che nel sistema non avvengano reazioni reazioni nucleari 1; wA1 3; wA3 = 0

l'accumulo di massa totale nel sistema nullo in ogni caso si in ogni caso no
si se:
la massa di A nel sistema costante nel tempo sempre vero sempre falso
vero se:
Un serbatoio termicamente isolato contiene aria alla temperatura di 20 C ed alla pressione di
8 atmosfere. Il serbatoio dotato di una valvola di sfiato; se apriamo la valvola e lasciamo
fuoriuscire l'aria verso l'ambiente esterno che si trova a pressione atmosferica:
la temperatura dell'aria nel serbatoio rester costante nel tempo ... vero falso
l'entalpia massica dell'aria nel serbatoio rester costante nel tempo vero falso
la densit dell'aria nel serbatoio diminuir nel tempo .................... vero falso
In un recipiente chiuso contenuta una soluzione di due sostanze (A e B) che reagiscono
producendo un composto C secondo lo schema: A + B 2 C
la generazione totale di massa nel recipiente nulla .... vero falso
la generazione totale molare nel recipiente nulla ........ vero falso
l'accumulo in massa di C all'interno del recipiente nullo vero falso
Una fase gassosa ideale costituita da idrogeno e azoto, entrambi con frazione molare pari a
0.5. Si valuti la correttezza delle seguenti affermazioni:
la frazione in massa di H2 minore di 0.5 sempre vero sempre falso
vero se
le pressioni parziali di H2 e N2 sono uguali sempre vero sempre falso
vero se
la concentrazione molare di H2 maggiore di quella di N2 vero falso
La densit della suddetta fase gassosa :
maggiore di uguale a minore di quella dell'azoto puro a pari temperatura e pressione

24
2. INTRODUZIONE AL TRASPORTO DI PROPRIET

Trasporto molecolare in fasi gassose ideali


Si consideri un gas ideale costituito da molecole sferiche perfettamente rigide di massa mM che
si trova in uno stato di elevata rarefazione, ovvero con una bassa densit di molecole.
Adottando il modello della teoria cinetica dei gas per descrivere il comportamento del fluido,
possibile esprimere il valore medio quadratico (root mean square o pi brevemente RMS) della
velocit delle molecole, come funzione della temperatura assoluta T:

3 k T
u= (2.1)
mM

dove k = 1.3806510-23 [J K-1] la costante di Boltzmann

Secondo il suddetto modello, le molecole urtano elasticamente tra loro ed


il valore medio della distanza da esse percorsa tra due urti successivi,
ovvero il cammino libero medio molecolare, dato dalla relazione: Ludwig Boltzmann
(1844 1906)
1 k T R T
l= = = (2.2)
2 p dM2 nM 2 p dM2 p % p
2 p dM2 N

dove = 6.0221026 il numero di molecole in una kilomole [kmole -1]


nM il numero di molecole nel volume unitario [m-3]
R = 8314 la costante dei gas ideali [J K-1 kmole-1]
dM il diametro molecolare [m]
Si noti che il valore di differisce di tre ordini di grandezza dal numero di Avogadro
comunemente utilizzato in ambito chimico (6.0221023); la differenza dovuta all'adozione
della kilomole come unit di misura della quantit di materia.
Le relazioni (1.1) e (1.2) possono essere utilizzate anche nel caso di molecole non sferiche,
provvedendo a sostituire dM con un parametro chiamato diametro collisionale; per miscele
gassose contenenti molecole di differenti forme e dimensioni si impiega un valore medio
ponderato molarmente dei diametri collisionali delle varie specie.

Immaginando che, nello spazio occupato del gas, vi sia un piano virtuale fisso rispetto al
sistema di riferimento adottato, la frequenza con la quale le molecole attraversano una
porzione di area unitaria sul suddetto piano dipende dalla loro velocit e dalla concentrazione
ed calcolabile con la relazione:
1
w= nM u [s -1 m-2 ] (2.3)
4
La frequenza espressa dalla (2.3) corrisponde al numero di molecole che attraversano il piano
nell'unit di tempo e per unit di superficie, grandezza fisica che rappresenta il flusso
molecolare.
Le distanza tra il punto in cui una molecola attraversa il piano e quello in cui si verificato
l'ultimo urto con altre molecole dipende dal cammino libero medio l; il valore medio di tale
distanza espresso dalla relazione:
2
a= l (2.4)
3

Si consideri una massa gassosa macroscopicamente statica e costituita da due sole specie A e
B, le cui molecole, per semplicit, si assumono di diametro e massa uguali.
Supponendo che la composizione del gas non sia uniforme, ovvero che le frazioni molari dei
due componenti A e B varino lungo la direzione di un asse di riferimento y, osserveremo cosa
accade su un immaginario piano normale all'asse (y = y0).

25
Ad una porzione di area unitaria del suddetto piano arrivano y
molecole provenienti sia da un parallelo piano "inferiore" (y = y0 - a) y0 + a
sia da uno "superiore" (y = y0 + a).
In un tempo unitario, il numero totale di molecole trasferite tra i
y0
vari piani pari alla frequenza ma poich il fenomeno riguarda
entrambe le specie, il numero di molecole del solo componente A
dato dal prodotto della frequenza per la frazione molare x A:
y0 - a
1
dal piano "inferiore": w xA y = nM u x A y0 - a (freccia nera)
0 -a 4

1
dal quello "superiore": w xA = n u xA (freccia verde)
4 M
y0 + a y0 + a

Al contempo, vi sono molecole di A che dal piano y 0 partono in direzione sia del piano inferiore
sia di quello superiore (frecce rosse); in entrambi i casi il loro numero :
1
w xA = n u xA
4 M
y0 y0

Per esprimere il flusso netto molare j*A,y [kmoli s-1 m-2] della specie A attraverso il piano y0 si
dovranno sommare algebricamente le grandezze precedenti, considerandole positive se di
verso concorde con l'asse y e negative se di verso opposto:
*
jA,y
y0
=
1
4N% nM u xA ( y0 - a - xA y0 + xA y0 - xA y0 +a ) (2.5)

si noti che il flusso molare, ovvero la quantit molare che attraversa una porzione del piano di
area unitaria nell'unit di tempo, ottenuto dividendo il flusso molecolare () per .

Esprimendo xA(y) con una serie di Taylor troncata al termine di primo ordine si ha:
dx A dx A
xA y0 + a = xA y0 +a xA y0 -a = xA y0 -a
dy y0 dy y0

Sostituendo xA y0 + a e xA y0 -a nella (2.5) con le espressioni precedenti si ottiene:

* 1 dx A 1 dx A
jA,y y0 = n u -2a =- n ua
4N% M dy 2N% M dy
y0 y0

ed ancora, sostituendo a con l'espressione (2.4) e considerando un piano y generico si ha:

* nM u dx A 1 dx A
jA,y =- l =- ul C (2.6)
%
3N dy 3 dy

dove: C = nM / [kmoli m-3] la concentrazione molare totale della fase gassosa

In conclusione possiamo affermare che:


in presenza di un gradiente di composizione nella massa gassosa, il moto molecolare
determina un flusso di materia proporzionale e di verso opposto al suddetto gradiente

Tale flusso, che definiamo diffusivo, prescinde dal moto complessivo, ovvero
si verifica anche in un fluido in quiete, e dipende, nel semplice modello
adottato, dalla velocit media u e dal cammino libero medio delle
molecole.
L'equazione (2.6) pu essere semplificata raggruppando i due parametri
u e in un singolo coefficiente diffusivo:
* dx A Adolf E. Fick
jA,y = -DAB C (2.7)
dy (1829-1901)
La (2.7) chiamata legge di Fick, dal nome del fisiologo che la formul per primo nel 1855.

26
Relazioni analoghe alla legge di Fick consentono di esprimere i flussi diffusivi di altre propriet
come l'energia termica e la quantit di moto.
Ad esempio, in una fase gassosa ogni molecola, muovendosi nello spazio, porta con s
l'energia cinetica associata al suo stato di moto. La temperatura la grandezza fisica intensiva
indice dello stato termico, ovvero dell'energia cinetica media delle molecole.
Se nella massa gassosa vi una variazione spaziale della temperatura,
l'energia cinetica media delle molecole non uniforme su scala macroscopica
ed il moto molecolare determina un flusso di energia non nullo.
Con lo stesso procedimento adottato nel caso del trasferimento di materia,
possibile ricavare, per un sistema gassoso nel quale la temperatura varia in
una direzione y, una semplice espressione della componente jq,y del flusso
diffusivo di energia termica :
Jean B. Fourier
jq,y = -
ul
3
r C
dy
(
p dT = - a r C )
p dT
dy
(2.8) Legge di Fourier (1768-1830)

Per la quantit di moto, la grandezza intensiva di riferimento la velocit ed la variazione


nello spazio di tale grandezza che determina il trasferimento della propriet.
In una massa gassosa macroscopicamente in moto con una velocit la cui componente vx
varia lungo la direzione y, le molecole si muovono nello spazio, portando con esse
(trasportando) quantit di moto.
Le molecole trasferendosi in zone del fluido pi veloci o pi lente subiscono effetti di
accelerazione o di rallentamento, ai quali sono associate forze di attrito.
Con il procedimento gi visto, si ottiene la seguente relazione, che esprime il flusso diffusivo
della quantit di moto nella suddetta massa gassosa:
ul dv x dv x
tyx = - r = -n r (2.9) Legge di Newton
3 dy dy
In genere, l'equazione (2.9) formulata in termini di forza sviluppata
dall'attrito per unit di superficie, grandezza comunemente definita come
sforzo di taglio ed indicata con la lettera greca sigma.
Come si preciser nel capitolo seguente, la convenzione adottata per
esprimere gli sforzi di taglio comporta un'inversione di segno, per cui la
(2.9) corrisponde alla seguente relazione:
Isaac Newton
dvx (1643-1727)
syx =nr
dy

Si noti come la natura vettoriale della propriet trasferita (quantit di moto) imponga, per
esprimerne correttamente il flusso, la necessit di un doppio pedice; il primo indica la direzione
del flusso di quantit di moto, il secondo la direzione della velocit del fluido.

In uno spazio n-dimensionale gli sforzi di taglio sono rappresentati da un tensore, indicato con
la lettera S, il quale ha n2 componenti.

Il meccanismo dei fenomeni di trasporto molecolare in fasi liquide e solide differente e, in


genere, pi complesso di quello in un sistema gassoso ideale; nei liquidi ed ancor pi nei solidi
le interazioni tra molecole sono notevoli e le particelle non possiedono la libert di movimento
tipica dello stato gassoso.
I flussi di materia, calore e quantit di moto sono comunque esprimibili, anche per lo stato
liquido e per quello solido, con relazioni formalmente uguali a quelle ottenute per un gas
ideale, secondo un principio comune che si pu riassumere come segue:

il flusso di una propriet in una certa direzione proporzionale e di segno opposto al


gradiente di concentrazione della propriet nella stessa direzione.

27
Per le tre propriet di nostro interesse, i coefficienti di proporzionalit tra flussi diffusivi e
gradienti sono:
DAB diffusivit binaria di materia
diffusivit di calore
viscosit cinematica
i coefficienti diffusivi sono comunemente definiti propriet di trasporto; essi sono anche indicati
come propriet costitutive in quanto dipendono dalla costituzione della materia.
Nel caso di un gas ideale, il cui comportamento descrivibile con il modello primitivo della
teoria cinetica, le diffusivit di materia e di calore e la viscosit cinematica hanno tutte lo
stesso valore espresso dalla relazione: u l / 3

Secondo il modello ideale, il valore delle diffusivit direttamente proporzionale alla velocit
media delle molecole ed al cammino libero medio. In altre parole le diffusivit aumentano con
il crescere della temperatura (cresce l'energia cinetica e quindi la velocit media) e della
rarefazione (diminuisce il numero di molecole per unit di volume e quindi aumenta la distanza
media tra i punti in cui le molecole collidono).
Nei gas reali le diffusivit hanno valori che differiscono tra specie e specie, ma la differenza
non molto grande ed i rapporti adimensionali:
/ numero di Prandtl
/DAB numero di Schmidt
hanno entrambi valori medi intorno a 0.7 0.8
Al contrario, le diffusivit in fasi liquide sono, molto spesso,
notevolmente differenti ed i suddetti rapporti adimensionali assumono
valori che vanno da poche unit fino a molte migliaia.
Ludwig Prandtl
In ambito ingegneristico, per esprimere il flusso termico e gli sforzi di (1875-1953)
taglio, si utilizzano, solitamente, coefficienti di proporzionalit diversi da
quelli sopra definiti:
dT
jq,y = -k (2.10)
dy

dv x
s yx = m (2.11)
dy

k = a r p [W m-1 K-1] chiamata conducibilit termica


Ernst Schmidt
[kg m-1 s-1] = [Pa s] detta viscosit dinamica (1892-1975)

Per la viscosit dinamica ancora frequente l'uso del centiPoise, un'unit di misura che fa
riferimento al sistema CGS (centimetro, grammo, secondo):
1 [ctP] = 10-2 [g cm-1 s-1] = 10-3 [Pa s]
La "popolarit" della vetusta unit di misura deriva, probabilmente, dal fatto che l'acqua liquida
a temperatura ambiente ha una viscosit dinamica il cui valore si avvicina molto a 1 [ctP];
pertanto, le viscosit di altri fluidi espresse in tale unit di misura rappresentano anche i valori
relativi riferiti all'acqua e forniscono un'immediata percezione delle caratteristiche reologiche
della sostanza.

28
Propriet di trasporto

Viscosit
La viscosit di un gas legata al movimento termico delle molecole; a basse pressioni la si pu
stimare mediante la teoria cinetica dei gas modificata da Chapman ed Enskog per tenere conto
delle interazioni molecolari. Il modello assume che le molecole interagiscano tra di loro con una
forza F = -dy / dr dove r la distanza tra i centri delle molecole e l'energia potenziale
intermolecolare calcolabile con la relazione:
s 12 s 6
y (r ) = 4 e - (2.12) equazione di Lennard-Jones
r r
dove il diametro collisionale delle molecole ed lenergia associata all'interazione
molecolare.
I valori dei due parametri s ed e per le pi comuni specie gassose sono reperibili in vari testi,
ad esempio in: Transport Phenomena di R.B. Bird et al. (Appendice E, Tabella E1). In assenza
di dati relativi al gas in esame, possibile utilizzare una delle seguenti relazioni empiriche:

s [m] = 0.841 10-9 3 % = 1.166 10-9


V 3 % = 1.222 10-9
V 3 %
V
c b f

e
[K] = 0.77 Tc = 1.15 Tb [K] = 1.92 Tf [K] (k la costante di Boltzmann)
k

dove: c [m3 kmole-1] il volume molare nelle condizioni critiche


b [m3 kmole-1] il volume molare al punto di ebollizione a pressione atmosferica
f [m3 kmole-1] il volume molare al punto di fusione
Tc [K] la temperatura critica
Tb [K] la temperatura di ebollizione a pressione atmosferica
Tf [K] la temperatura di fusione

Valori additivi per il calcolo di b [m3 kmole-1]


Carbonio 1.4810-2
Idrogeno 3.710-3
Ossigeno (salvo i casi sotto elencati) 7.410-3
in esteri ed eteri metilici 9.110-3
in esteri ed eteri etilici 9.910-3
in esteri ed eteri superiori 1.110-2
in acidi 1.210-2
unito a P, S, N 8.310-3
Azoto partecipante a doppio legame 1.5610-2
in ammine primarie 1.0510-2
in ammine secondarie 1.210-2
Bromo 2.710-2
Fluoro 8.710-3
Cloro 2.4610-2
Iodio 3.710-2
Zolfo 2.5610-2
Anelli con 3 atomi di carbonio -610-3
4 atomi -8.510-3
5 atomi -1.1510-2
6 atomi -1.510-2
naftalenici -310-2
antracenici -4.7510-2
I valori tabellati non sono utilizzabili con molecole semplici, per le quali:
(H2 1.4310-2); (O2 2.5610-2); (N2 3.1210-2); (Aria 2.9910-2); (CO 3.0710-2);
(CO2 3.410-2); (SO2 4.4810-2); (NO 2.3610-2); (N2O 3.6410-2);(NH3 2.5810-2);
(H2O 1.8910-2); (H2S 3.2910-2); (Cl2 4.8410-2)

29
Forza inter-molecolare
(r)
repulsiva attrattiva

Equazione (2.12)
-
s rm r
Secondo il suddetto modello, la viscosit di gas con molecole non polari in condizioni di bassa
pressione stimabile con la relazione:
M T
m = 2.6693 10-26 [Pa s] (2.13) dove: T la temperatura assoluta [K]
s2 Wm
M la massa molare [kg kmole-1]
l'integrale di collisione [-]
L'integrale di collisione un indice dello scostamento del sistema reale dalle condizioni ideali di
perfetta rigidit molecolare e di perfetta elasticit dellurto; ha dunque valore unitario per un
gas ideale con molecole sferiche e perfettamente rigide, tra le quali avvengono urti
perfettamente elastici; per fasi gassose reali esso stimabile con la relazione:
1.16145 0.52487 2.16178 T
Wm = + + dove: T* =
(T )
*
0.14874
e
(0.77320 T )
*

e
(2.43787 T )
*
e/k

La validit dell'equazione (2.13) limitata ai soli gas mono-componente e non polari. Nel caso
di miscele gassose o di specie con molecole polari, sono state proposte espressioni pi
complesse, per le quali si rimanda ai testi specialistici.
La viscosit dei liquidi molto maggiore di quella dei gas. Nelle fasi liquide la densit
molecolare molto grande rispetto ai valori tipi dei gas e le forze intermolecolari hanno un
notevole effetto su tutte le propriet di trasporto del fluido.
Non vi sono modelli teorici affidabili in grado di prevedere la viscosit dei liquidi; esistono,
tuttavia, delle relazioni di carattere semi-empirico che ne consentono una stima
sufficientemente precisa. Una chiara ed esauriente presentazione delle suddette relazioni
reperibile in "The properties of gases and liquids" di Poling, Prausnitz e O'Connell (2004).
La variazione della viscosit dei liquidi al mutare della temperatura notevole. Contrariamente
a quanto avviene nei gas, la cui viscosit cresce allaumentare della temperatura, nei liquidi un
aumento di temperatura comporta, generalmente, una diminuzione della viscosit.
Lespressione pi frequentemente utilizzata per valutare la variazione della viscosit dei liquidi
con la temperatura la correlazione di Andrade:
= A eB/T dove A e B sono costanti empiriche
Una seconda relazione, che consente di prevedere la dipendenza della viscosit dei liquidi dalla
temperatura, l'equazione di Vogel:
B
m=A e -C
T

Anche in questo caso la relazione di natura empirica ed i parametri A, B e C dei fluidi di pi


comune impiego in ambito processistico, ricavati dalla interpolazione di misure sperimentali,
sono reperibili nella letteratura tecnico-scientifica.

30
Classi reologiche
Lequazione (2.11) stabilisce che lo sforzo di taglio syx una funzione lineare del gradiente di
velocit (dvx /dy) e definisce la viscosit come coefficiente di proporzionalit tra le due
grandezze. La legge di Newton prevede che la viscosit sia indipendente dagli sforzi di taglio,
ovvero che il suddetto coefficiente di proporzionalit sia una costante caratteristica del fluido.
I fluidi il cui comportamento efficacemente descritto dalla (2.11) sono detti Newtoniani;
appartengono a tale classe tutti i gas mono e multi-componente (miscele gassose) e tutti i
liquidi omogenei non macro-molecolari.
Altri fluidi, come le soluzioni di composti macro-molecolari, i polimeri allo stato liquido e
pseudo-fluidi, quali le dispersioni di solidi fini in liquidi, non seguono la legge di Newton, e sono
definibili, in termini generici, come non Newtoniani.
Lo studio delle leggi costitutive che regolano lo scorrimento dei fluidi oggetto di una disciplina
chiamata reologia, dal greco (flusso, corrente).
Nelle figure seguenti sono riportate le curve reologiche, ovvero gli andamenti dello sforzo di
taglio in funzione del gradiente di velocit, per le classi pi comuni di fluidi e pseudo-fluidi.

Fluidi Fluidi
Newtoniani pseudoplastici

syx syx syx


Fluidi di
Fluidi
Bingham
dilatanti
dvx/dy dvx/dy dvx/dy

Per analogia con legge di Newton si pu supporre che il comportamento reologico di un fluido
generico sia rappresentabile con una relazione empirica del tipo:
dv x
s yx = ma
dy
dove a una viscosit apparente, propriet il cui valore, nei fluidi non newtoniani, varia con il
mutare dello sforzo di taglio.
Le figure precedenti indicano che i fluidi definiti pseudo-plastici e di Bingham hanno viscosit
apparente che diminuisce al crescere dello sforzo di taglio mentre per i fluidi dilatanti accade il
contrario (la viscosit cresce all'aumentare di s).
Secondo il modello di Bingham la relazione tra il flusso di quantit di moto ed il gradiente di
velocit presenta un discontinuit:
dvx
s yx = m0 s0 per s yx s0
dy
(2.14)
dvx
=0 per syx < s0
dy
Nella prima equazione il segno di s0 positivo se il gradiente di velocit positivo (dvx /dy>0)
e negativo in caso contrario (dvx /dy>0).
La seconda equazione impone che il liquido si comporti come un corpo rigido se lo sforzo di
taglio inferiore ad un valore critico |syx| < s0
Il modello di Bingham descrive abbastanza bene il comportamento di paste e sospensioni
concentrate di solidi finissimi.
Il modello di Oswald-de Waele, definito anche legge della potenza, rappresentato
dall'equazione:
n-1
dv x dv x dv x
s yx =K = ma (2.15)
dy dy dy

31
I parametri del modello Oswald-de Waele sono due: la consistenza (K) e l'indice reologico (n).
Se n < 1 la viscosit apparente a diminuisce allaumentare dello sforzo di taglio ed il fluido ha
comportamento pseudoplastico; se, al contrario, n maggiore di uno, la viscosit apparente
cresce allaumentare di s esso appartiene alla classe reologica dei fluidi dilatanti.
Il modello della potenza ha il pregio della semplicit e, in intervalli non troppo ampi del valore
dello sforzo di taglio, descrive bene il comportamento di soluzioni di polimeri, dispersioni di
liquidi in liquidi e sospensioni di particelle solide in fasi liquide. L'accuratezza diminuisce
sensibilmente quando lo sforzo di taglio tende a zero; in tali condizioni la viscosit apparente
prevista dal modello tende a zero per n > 1 o ad infinito per n < 1. Fortunatamente, non
necessario utilizzare il modello in tali condizioni perch per sforzi di taglio molto piccoli, il
comportamento reologico di quasi tutti i fluidi si avvicina a quello newtoniano.

Conducibilit termica
Il trasporto conduttivo di calore avviene attraverso interazioni molecolari che hanno diversa
natura in differenti stati di aggregazione della materia. Infatti, i valori della conducibilit
termica che si riscontrano in diversi materiali coprono un campo molto ampio: quelli tipici dei
solidi metallici sono dell'ordine di 10 2 [W m-1 K-1], in fasi aeriformi come gas e vapori si
aggirano intorno a 0.1 [W m -1 K-1] e nei liquidi risultano intermedi tra quelli dei solidi e quelli
dei gas.
In una fase gassosa, molecole ad energia pi elevata si trasferiscono, a causa della loro
agitazione termica, in zone ad energia meno elevata, dove, urtando le molecole ivi presenti,
trasmettono ad esse parte della loro energia.
Come si gi visto, per un gas perfetto descrivibile con il modello della teoria cinetica dei gas,
la diffusivit termica espressa dalla relazione:
k 1
a= = lu

r Cp 3
Secondo il modello di ChapmanEnskog, la conducibilit termica per gas monoatomici a bassa
pressione stimabile con la seguente equazione:
T /M
k = 8.29 10-22 [W m-1 K -1] (2.16)
s2 Wk

Per il calcolo di e di k = m possibile utilizzare le relazioni gi esposte.


Per gas poliatomici, Eucken sugger, valutando separatamente i contributi dell'energia
rotazionale e di quella traslazionale, la seguente relazione:
k 5R
= Cp + (2.17)
m 4M
dove la viscosit [Pa s]
p il calore specifico massico a pressione costante [J kg-1 K-1]
M la massa molare della specie gassosa [kg kmole-1]
R la costante dei gas ideali [J kmole-1 K-1]
Per lo stato liquido e per quello solido non vi sono relazioni affidabili di validit generale. Per i
solidi, le teorie attuali assumono che la conducibilit sia somma di due contributi, il primo
indicato con kc relativo alla struttura solida (cristallina o amorfa) ed il secondo, indicato con ke
connesso agli elettroni nella banda di conduzione:
k = kc + ke (2.18)

Nei metalli la conducibilit dovuta principalmente agli elettroni della banda di conduzione,
ovvero ke kc mentre nei non-metalli predomina il termine kc legato alle vibrazioni atomiche.

32
I diagrammi seguenti mostrano alcuni esempi di variazione della conducibilit termica di
materiali allo stato liquido e solido in funzione della temperatura; l'andamento delle curve
evidenzia la difficolt di una modellazione generale del comportamento di tali materiali.

Acqua

k
[W m-1 K-1]
Ammoniaca

Glicerina

T [K]

Ag
Cu
Au
Al
Leghe leggere

W
Pt

Fe
k Acciaio inox
[W m-1 K-1] AISI 316

Al2O3

Ceramica
Quarzo

T [K]

33
Diffusivit di materia
Nei sistemi reali multicomponente, la diffusivit di materia fortemente influenzata dalla
composizione; in tali sistemi il flusso diffusivo non pu essere efficacemente descritto dalla
legge di Fick ed necessario ricorrere a relazioni pi complesse, come quelle sviluppate da
Maxwell e da Stefan.
In termini rigorosi, la legge di Fick utilizzabile esclusivamente per sistemi gassosi con
comportamento ideale e binari, ovvero costituiti da due soli componenti. In questo caso, il
coefficiente di proporzionalit DAB tra il flusso diffusivo di materia ed il gradiente di
concentrazione non dipende dalla composizione ed chiamato diffusivit binaria.
La diffusivit binaria in miscele gassose a bassa pressione si pu stimare sulla base della teoria
cinetica dei gas corretta secondo il modello di Chapman-Enskog, analogamente a quanto visto
a proposito della viscosit e della conducibilit termica dei gas.

T3 (1 / MA + 1 /MB )
La relazione che se ne ricava : DAB = 1.858 10-22 [m2 s-1] (2.19)
p s2AB W D
MA e MB sono le masse molari dei componenti A e B [kg kmole-1]
p la pressione [Pa]

s AB
( s + sB )
= A il diametro collisionale medio [m]
2
D l'integrale di collisione per la diffusione di materia, calcolabile con la relazione:
1.06036 0.193 1.03857 1.76474
WD = + + + (2.20)
( )
T *
0.1561
e
(0.47635 T )
*

e
(1.52996 T )
*

e
(3.89411 T )
*

T
dove: T * =
e A eB
k k
Per il calcolo dei valori di A /k e di B /k valgono i criteri esposti nei paragrafi precedenti.
La (2.20) valida solo per fasi gassose contenenti specie non polari; per miscele di
componenti con polarit non trascurabile, necessario introdurre dei fattori correttivi, che
tengano conto delle interazioni dovute ai dipoli elettrici molecolari.
Per la diffusivit di un componente A in un solvente liquido S a diluizione infinita,
consigliabile utilizzare la correlazione proposta da Wilke & Chang:

0
DAS = 7.4 10 -8 ( f MS )1 / 2 T
(2.21)
% 0,6
mS V A,b

dove: D0AS la diffusivit di A a diluizione infinita nel solvente S [cm2 s-1]


MS la massa molare del solvente [g mole-1]
S la viscosit del solvente [cP]
A,b il volume molare di A al punto di ebollizione a pressione atmosferica [cm 3 mole-1]
il fattore di associazione del solvente, parametro adimensionale i cui valori sono:
2.6 per l'acqua, 1.9 per il metanolo, 1.5 per letanolo, 1 per i solventi non associati
Per le soluzioni di specie macro-molecolari, come i polimeri e le proteine, disciolti in solventi
liquidi con bassa massa molare, la diffusivit di materia stimabile mediante l'equazione di
Stokes-Einstein:
o k T
DAS = (2.22) dove rA il raggio molecolare del soluto
6 p mS rA

Si noti che, a parit di soluto e di solvente, le relazioni (2.21) e (2.22) prevedono la stessa
dipendenza della diffusivit dalla temperatura e dalla viscosit:
DoAS mS
= costante
T

34
Le soluzioni di elettroliti in solventi polari come l'acqua hanno un comportamento che si
distingue nettamente da quello delle altre fasi liquide.
Il fenomeno della diffusione di materia riguarda, in questo caso, le specie ioniche derivanti
dalla dissociazione elettrolitica, ma poich la soluzione, su scala macroscopica,
elettricamente neutra, lo spostamento nello spazio di ioni di segno opposto interdipendente,
per cui si pu parlare di diffusione e diffusivit dell'elettrolita nel suo insieme.
Nel caso di soluzioni molto diluite, si pu utilizzare una relazione nota come
equazione di Nernst-Haskell:

o R T 1 / n+ + 1 / n-
DA,W = (2.23)
F2 1 / l + + 1 / l -
Dove: F = 96'500 [Coulomb equivalente-1]
D0A,W la diffusivit dellelettrolita A a diluizione infinita in acqua
+ -
n ,n le valenze del catione e dellanione rispettivamente
Walther Nernst
+, - le conduttanze limite (a diluizione infinita) dei due ioni
(1864-1941)

Turbolenza
Il modello fin qui adottato per descrivere i fenomeni di trasporto fondato su alcune ipotesi
semplificative che ne limitano notevolmente il campo di validit. Ad esempio, supporre che il
trasferimento di propriet sia dovuto esclusivamente al moto "termico" delle molecole
corretto solo nel caso in cui il fluido sia statico o in una particolare condizione di moto in cui si
osserva lo scorrimento relativo di lamine di fluido (i cosiddetti filetti fluidi).
In realt, la dinamica della fase fluida pu essere molto pi complessa ed
influenzare sensibilmente i fenomeni di trasporto. In tali condizioni, le
previsioni basate sul modello della diffusione molecolare risultano del tutto
errate e per una corretta stima della cinetica di trasporto necessario
ricorrere ad una diversa rappresentazione modellistica dei fenomeni.
Nelle esperienze realizzate da Reynolds nel 1883, l'iniezione di un
tracciante colorato in un fluido in moto all'interno di un condotto evidenzi
Osborne Reynolds
sperimentalmente comportamenti alquanto diversi al variare della velocit
1842 - 1912
media del fluido.
A bassi valori di velocit (I), la diffusione radiale
del colorante lenta e progressiva ed il processo (I)
efficacemente descritto dalle relazioni ricavate con
il modello della diffusione molecolare.
In tali condizioni, non si evidenziano, su scala
visibile, fenomeni di rimescolamento del filetto
fluido colorato con i filetti adiacenti.
Incrementando la velocit media del fluido, si
(II)
osserva che il filetto fluido contenente il colorante
non procede pi con regolarit in direzione assiale
(parallelamente all'asse del condotto) bens con
un percorso sinuoso, evidenziando una tendenza,
crescente con l'aumentare della velocit, a
mescolarsi con il fluido adiacente (II).
(III)
Aumentando ancora la velocit, si verifica un
rapido rimescolamento del colorante, che dopo un
breve tratto di condotto raggiunge una
concentrazione sostanzialmente uniforme in tutta
la sezione trasversale (III).

35
L'esperimento di Reynolds mette in luce la transizione tra due regimi di flusso radicalmente
diversi che definiamo laminare e turbolento.
Nel moto laminare le forze viscose prevalgono su quelle inerziali e le perturbazioni locali non
sono in grado di propagarsi nel fluido su scala macroscopica. Nel regime turbolento, sono le
forze inerziali a prevalere ed il moto ha natura caotica, con valori locali delle grandezze fisiche
intensive che caratterizzano il sistema (velocit, temperatura, pressione, composizione)
variabili nel tempo.
In regime laminare, il trasporto di propriet nel fluido efficacemente descritto mediante i
modelli della diffusione molecolare. Al contrario, in regime turbolento al meccanismo di tipo
molecolare, sempre presente, se ne somma un secondo chiamato trasporto turbolento, il
quale, in genere, produce flussi di propriet assai maggiori del primo.
Mentre la cinetica del trasporto molecolare dipende da caratteristiche intrinseche (costitutive)
della materia come i coefficienti diffusivi, quella del trasporto turbolento fortemente
influenzata dalle condizioni del moto ovvero dalla fluidodinamica del sistema.
Nel flusso turbolento si osserva la presenza di strutture vorticose di varia grandezza e velocit,
il cui comportamento non prevedibile con modelli deterministici semplici. Onde evitare
interpretazioni non corrette, si deve precisare che l'inefficacia dei modelli deterministici nel
descrivere i fenomeni turbolenti deriva dalla complessit del sistema e non da una natura "non
deterministica" di tali fenomeni (che non esiste).
L'estrema complessit del processo fa si che esso sia pi agevolmente (e pi efficacemente ai
fini pratici) descrivibile mediante modelli di tipo statistico, come la teoria sviluppata dal
matematico russo Andrej Kolmogorov nel 1941.
Fondamento della teoria di Kolmogorov l'ipotesi che nel fluido si verifichi un meccanismo non
dissipativo di trasmissione in cascata dell'energia cinetica, da strutture (vortici) di grandi
dimensioni ad altre, via via pi piccole. La dissipazione dell'energia cinetica in calore avviene,
in misura apprezzabile, solo se la dimensione delle suddette strutture sufficientemente
piccola (scala di Kolmogorov).
Il rapporto tra la scala alla quale l'energia cinetica trasmessa al fluido
(scala integrale) e quella alla quale si verifica la dissipazione, determina
il regime fluidodinamico. Se il rapporto sufficientemente grande, si ha
una netta separazione dimensionale tra i due fenomeni ed il regime di
natura turbolenta.
Le previsioni del modello di Kolmogorov sono risultate in buon accordo
con osservazioni sperimentali in ambiti fisici molto diversi, dalle onde di
Andrej N. Kolmogorov
marea alle nubi interstellari (accumuli galattici di gas e polveri). 1903 - 1987

Nebulosa Tarantola
Onda di marea sul fiume Qiantang (Cina)

36
ESERCIZI

2.01 - Una fase gassosa composta per il 30% molare da monossido di carbonio, il 30%
molare da idrogeno ed il 40% molare da azoto.
Si calcolino la velocit media ed il cammino libero medio delle molecole nella suddetta
miscela gassosa alla temperatura di 25C e alla pressione di 1 [atm].
Risultati: 607 [m s-1]; 7.9110-8 [m]


2.02 - Si calcoli la diffusivit delletanolo a diluizione infinita in una soluzione acquosa alla
temperatura 10 [C].
La viscosit dellacqua a tale temperatura 1.31 [cP].
Risultato: 9.4510-6 [cm2 s-1]


2.03 - Si calcolino le diffusivit binarie dell'acetato di etile e del normal-esano in aria alla
temperatura di 20 C ed alla pressione di 1 [atm]. Si assuma che i componenti organici
siano molto diluiti e che il comportamento della fase gassosa sia assimilabile a quello di
un gas ideale.
Risultati: 7.025 10-6 [m2 s-1] per l'esano; 7.76 10-6 [m2 s-1] per l'acetato di etile


2.04 - Si rappresenti graficamente l'andamento della viscosit del metano allo stato gassoso in
funzione della temperatura assoluta nell'intervallo 280 - 380 [K].
Risultato:
[Pa s]
1.3x10-5

1.2x10-5

1.1x10-5

1.0x10-5
280 300 320 340 360 380

T [K]


2.05 - La conducibilit termica dell'aria alla temperatura di 100 [C] e alla pressione di
1 [atm] stata misurata sperimentalmente ottenendo un valore di 0.0314 [W m -1 K-1].
Si stimi la stessa grandezza con le relazioni (2.16) e (2.17) assumendo le seguenti
propriet per l'aria a 100 [C]: p = 1009 [J kg-1 K-1] ; m = 2.1610-5 [Pa s].

Risultati: 0.023 [W m-1 K-1] con la relazione (2.16) ; 0.0295 [W m-1 K-1] con la relazione (2.17)

37
Esempi di quesiti teorici

Un gas mono-componente viene riscaldato, in condizioni di pressione costante, da una


temperatura iniziale di 300 [K] a 500 [K]. Assumendo che il comportamento del sistema sia
assimilabile a quello di un gas ideale:
a) la viscosit .......................... aumenta diminuisce non cambia
b) la conducibilit termica .......... aumenta diminuisce non cambia
c) la densit ............................. aumenta diminuisce non cambia
d) la velocit media delle molecole aumenta diminuisce non cambia
Se il gas non fosse mono-componente ovvero fosse costituito da pi specie molecolari:
tutte le risposte corrette ai quesiti precedenti sarebbero ancora valide
le risposte ai quesiti resterebbero valide, mentre cambierebbero
La diffusivit di materia di una specie A (D A) contenuta in un miscela gassosa binaria con
comportamento ideale:
non dipende dalla composizione del gas ...................... vero falso
aumenta con il crescere della pressione assoluta nel gas vero falso
aumenta al crescere della temperatura ....................... vero falso
Le unit di misura (SI) della diffusivit molecolare di materia sono:
quelle della viscosit cinematica sono:
Una fase gassosa ideale costituita da una miscela di due specie (A e B)
le due diffusivit di materia sono uguali (DA = DB) ................. vero falso
DA e DB variano al variare della pressione del gas ................. vero falso
DA e DB diminuiscono all'aumentare della temperatura del gas vero falso
le unit di misura della diffusivit di materia nel sistema SI sono:
La viscosit di un fluido newtoniano:
indipendente dalla temperatura .......................... vero falso
cambia al variare degli sforzi di taglio agenti nel fluido vero falso
Un fluido pseudo-plastico caratterizzato da:
sforzo di taglio costante ovvero indipendente dal gradiente di velocit vero falso
relazione non lineare tra gradiente di velocit e sforzo di taglio ........ vero falso
viscosit apparente che cresce all'aumentare dello sforzo di taglio ... vero falso

38
3. CENNI DI MECCANICA DEI FLUIDI E TRASPORTO DI QUANTIT DI MOTO
Lo studio del comportamento dei fluidi suddivisibile in due rami:
la fluidostatica, che si occupa dei fluidi in stato di quiete, ovvero in assenza di moto e
la fluidodinamica che studia i fluidi in movimento.
La meccanica dei fluidi una disciplina molto ampia e complessa; in questo capitolo ci
limiteremo ad esaminarne alcuni principi che sono fondamentali per lo studio dei fenomeni di
trasporto.

Fluidi in condizioni statiche


Nel bilancio della quantit di moto per un fluido statico, tutti i termini contenenti la velocit
sono, ovviamente, nulli e l'equazione si riduce ad un equilibrio dinamico, ovvero ad una
relazione che impone la nullit della risultante delle forze agenti sul fluido.
Le forze dovute al campo gravitazionale ed alla pressione sono esprimibili nei termini gi
presentati nel primo capitolo, mentre gli sforzi di taglio, essendo associati ai gradienti della
velocit, in un fluido immobile sono nulli.
Per un fluido in quiete, lequazione (1.30) assume, dunque, la seguente forma:
r r r

SF = g r dV + ( -p n) dS = 0 (3.1)
V S
r v
Applicando il teorema della divergenza allintegrale di superficie, si ha:
r v
( -p n) dS = - p dV

( g r - p ) dV = 0
S V
e la (3.1) diventa:
V
La validit della relazione ottenuta prescinde dalle dimensioni del volume di controllo; la nullit
dell'integrale richiede quindi che la funzione integranda sia nulla, ovvero:
r v
0 = r g - p (3.2)
equazione che esprime la distribuzione spaziale della pressione in un fluido in quiete.
Per un fluido incomprimibile nel quale le forze di volume sono causate esclusivamente dal
campo gravitazionale, adottando un sistema di riferimento con l'asse z parallelo alle linee di
flusso del campo (verticali), la (3.2) corrisponde al sistema di equazioni scalari:
p p
x = y = 0
(3.3) dove g il modulo di gz
p = r g = - r g
z z

Il sistema di equazioni differenziali (3.3) indica che la pressione indipendente dalle


coordinate x ed y, risultato che pu essere riassunto nel principio seguente:
in un fluido in quiete e soggetto al solo campo gravitazionale, i piani orizzontali sono isobari
La soluzione delle equazioni : p = -r g z + C (3.4)
dove C una costante d'integrazione determinata da un'opportuna condizione al contorno, ad
esempio dalla conoscenza del valore della pressione ad una determinata quota z.
Fissando l'origine dell'asse z alla superficie di contatto tra il fluido e l'atmosfera, dove la
pressione ha un valore p0 noto, la costante d'integrazione : C = p0
La pressione assoluta ad una profondit z dunque espressa dalla relazione:
p = p0 - r g z
Il valore di z negativo, perch l'asse diretto verso l'alto ed ha origine alla
superficie del fluido; conseguentemente: p p0

In un liquido sulla cui superficie agisce la pressione atmosferica p 0 la


pressione relativa pr = p - p0 varia con la profondit z secondo la relazione:
Simon Stevin
pr = - r g z nota come legge di Stevin 1548-1620

39
Nel caso di un fluido la cui densit varia sensibilmente con il variare della pressione, ad
esempio per un gas, il problema pi complesso; integrando la seconda equazione del
sistema (3.3) con la condizione al contorno p = p0 per z = 0 si ottiene:
p z
dp

p0
r
= - g dz
0
(3.5)

Per calcolare l'integrale necessario poter esprimere la densit come funzione della pressione;
per un gas ideale in condizioni isoterme, dall'equazione di stato si ricava:
pM
r= dove M la massa molare del gas
R T
Per miscele gassose multicomponenti, la massa molare da utilizzare il valore medio
ponderato (come fattore ponderale si utilizza la frazione molare).
Mg
R T p0 - z
La soluzione della (3.5) per un gas ideale dunque: g z = ln p = p0 e R T
M p
Se la massa fluida non ha una temperatura uniforme, come accade, ad esempio, nell'atmosfera
terrestre, la soluzione del problema richiede tecniche d'integrazione numerica.

Densit e pressione in sistemi eterogenei


I sistemi eterogenei sono costituiti da pi fasi, ad esempio: un liquido ed un gas, un liquido ed
un solido oppure due o pi liquidi non mutuamente solubili.
Solitamente una delle fasi ha carattere continuo in quanto tutti gli elementi che la compongono
sono in contatto, ovvero non vi discontinuit nell'intera massa. Le altre fasi sono definite
disperse in quanto costituite da porzioni non comunicanti o segregate. Ad esempio, quando
bolle di gas si trovano in un liquido il gas la fase dispersa ed il liquido quella continua; al
contrario, in una nebbia o in un aerosol, il liquido, in forma di minuscole gocce, a costituire la
fase dispersa ed il gas la fase continua.
In alcuni casi possibile descrivere il comportamento di un sistema eterogeneo mediante un
approccio semplificativo che prende il nome di modello pseudo-omogeneo.
Un sistema eterogeneo di volume totale V costituito in parte da una fase dispersa di densit
d ed in parte da una fase continua di densit c ; indicando con ed la frazione del volume
totale occupata dalla fase dispersa la massa totale del sistema (m) espressa dalla relazione:
m = V ed rd + (1 - ed ) rc

possibile definire una densit media r come quoziente tra la massa ed il volume totali:
m
r= = ed rd + (1 - ed ) rc (3.6)
V
In un sistema eterogeneo, la pressione varia con la profondit con una relazione analoga a
quella ricavata per i fluidi omogenei, sufficiente sostituire la densit del fluido con il valore
medio sopra definito; se la dispersione uniforme (ed costante in tutto il sistema) si ottiene:
p = p0 - ed rd + (1 - ed ) rc gz

Per le dispersioni di gas in liquidi (c = L ; d = G) possibile semplificare l'equazione (3.6) grazie


al fatto che le densit dei gas sono molto minori di quelle dei liquidi e la densit media del
sistema eterogeneo risulta, con buona approssimazione, espressa dalla relazione:
r = (1 - eG ) rL (3.7)
Con la suddetta semplificazione, la relazione che lega la profondit e la pressione assoluta in
un sistema gas-liquido, nel quale il gas la fase dispersa, risulta essere:
p = p0 - (1 - eG ) rL g z

40
Sollecitazioni su Recipienti
La pressione, in presenza di una superficie di contenimento della massa fluida, esercita una
forza a cui la superficie stessa si oppone. Per dimensionare correttamente le pareti dei
recipienti necessario stimare la forza sviluppata su di esse dalla pressione del fluido.

Pareti piane verticali


z
La forza che la pressione nel fluido esercita su un elemento di p0
superficie dS della parete esprimibile con la relazione: p dS
0
dove il versore normale alla parete e diretto verso l'esterno.
Dall'esterno agisce una forza di verso opposto alla prima: - p0 dS
p0
ed esprimendo la pressione nel fluido in funzione di z: p = p0 - r g z d
dS
r r r r
la forza risultante su dS : dF = np dS - np0 dS = n r g z dS (3.8)

Integrando l'equazione (3.8), il modulo della forza totale che agisce -h


sulla parete in direzione orizzontale risulta pari a:
0
1
-r g z L dz = 2 r gL h
2
F= (3.9)
-h

dove L l'ampiezza della parete (nella direzione normale al piano del disegno).

Parete piana inclinata


La forza sempre perpendicolare alla parete, e pu z
essere scomposta nelle componenti: dFx orizzontale e p0
dFz verticale. 0

Il modulo della componente orizzontale : d


r r r r
dFx = dF i = (p - p0 ) n i dS dx
quello della componente verticale:
r r r r
dFz = dF k = (p - p0 ) n k dS dy
r r
dove i e k sono i versori diretti secondo gli assi x e z -h
r r r r x
Il prodotti n i dS e n k dS corrispondono alle proiezioni
della superficie dS su due piani normali all'asse x e
all'asse z ed integrando le due componenti della forza su
tutta la parete si ottiene:
0 0
1
(p - p0 ) dz = L -r gz dz = 2 r gL h
2
Fx = L (3.10)
-h -h

r r r r
Fz =

S

(p - p0 ) n k dS = r g zn k dS
S
(3.10b)

Il secondo integrale della (3.10b) rappresenta il volume del fluido che sovrasta la parete
inclinata del recipiente (evidenziato con il tratteggio nella figura); la componente verticale della
forza totale dunque pari al peso del liquido contenuto in tale volume.
La spinta su una parete curva stimabile con l'integrale della relazione (3.9); il calcolo pu
risultare, in questo caso, complesso, ma concettualmente il problema non diverso da quello
relativo ad una parete piana.
La spinta verticale, indipendentemente dalla forma del recipiente, data dal peso del volume
di liquido soprastante la superficie di contenimento.

41
Sollecitazioni in recipienti cilindrici
Nel caso, assai comune, di un fluido contenuto in un recipiente di forma cilindrica, la pressione
esercita, su un generico elemento dS della parete, una forza in direzione radiale (d). Se il
cilindro ha asse verticale, i piani normali all'asse sono orizzontali quindi, in accordo con la
relazione (3.3) essi sono isobari; con riferimento alla figura seguente la pressione dunque
indipendente dall'angolo .
Immaginando di sezionare il cilindro con un piano virtuale passante per l'asse, si ottengono
due met, sulle quali le risultanti delle forze di pressione agiscono con versi opposti. L'effetto di
tali forze quello di sollecitare il materiale della parete del recipiente ad una tensione
tangenziale di trazione (le coppie di frecce rosse e nere nella figura a sinistra).

r
Fx

r
dz dF
2R r r
r i

z
x
a

Per una porzione di lunghezza dz dell'emicilindro (rappresentata nella figura a destra) la


componente diretta lungo l'asse x della forza esercitata dalla pressione interna ha modulo:
r r r r
dFx,int erna = p dSi r i = pR dj dz r i
r
dove r il versore radiale e dSi = R d dz l'area della parete interna dell'oggetto in esame.
Sulla parete esterna agisce, con verso opposto, una forza causata dalla pressione esterna, il
cui modulo espresso dalla relazione:
r r r r
dFx,esterna = - p0 dSe r i = - p0 (R + a ) dj dz r i

Se lo spessore della parete piccolo rispetto al raggio del recipiente: R (R+a) ed il modulo
della forza netta risultante ha un valore approssimabile con la relazione:
r r
dFx = dFx,int erna + dFx,esterna = (p - p0 ) R dj dz r i
Integrando su tutta le superficie interna dell'emicilindro si ottiene:
p

Fx =
(p - p ) senj R dz dj = (p - p
0
0 0 ) 2R dz

La forza che tende a separare le due met virtuali del cilindro dunque pari alla pressione
interna relativa (p - p0) moltiplicata per larea di un rettangolo avente per lati il diametro
interno del condotto cilindrico (2R) e la sua lunghezza (dz).
La suddetta forza, agendo sulla superficie di due rettangoli con lati a e dz, genera nel materiale
una tensione tangenziale s espressa dalla relazione:

s=
(p - p0 ) 2R dz = (p - p0 ) R (3.11)
2 adz a

Nel caso in cui il recipiente cilindrico non abbia asse verticale, la pressione pu essere
considerata indipendente dall'angolo se l'effetto della forza di gravit trascurabile, il che si
verifica se il fluido ha una bassa densit (gas e vapori) oppure se il diametro del cilindro
sufficientemente piccolo, ovvero se: (r g R) p

42
Spinta di Galleggiamento
E' noto che ogni corpo immerso in un fluido soggetto ad una forza diretta
verticalmente, con verso dal basso verso l'alto, e modulo pari al peso del
fluido spostato (principio di Archimede). La suddetta forza causata dalle
forze di pressione che agiscono sulla superficie del corpo in contatto con il Archimede
fluido. (ritratto apocrifo)

Nel caso di corpi con pareti laterali verticali, come cilindri ad asse verticale, cubi o
parallelepipedi opportunamente orientati, la dimostrazione del principio di Archimede molto
semplice, in quanto solo le forze di pressione che agiscono sulle superfici orizzontali hanno
risultante non nulla.
Ad esempio, per un cilindro solido totalmente immerso in un liquido di z
p0
densit rf costante si ha:
0
forza di pressione sulla superficie circolare superiore: F1 = -(p0 - rf g z1) S F1
forza di pressione sulla superficie circolare inferiore: F2 = (p0 - rf g z2) S - z1

Il modulo della forza netta risultante : F1 + F2 = rf g (z1 - z2) S = rf g V


Se il cilindro immerso parzialmente, sulla faccia superiore agisce una
forza (negativa) pari al prodotto -p0S mentre su quella inferiore la - z2
pressione data dalla quota di immersione; in questo caso la forza netta F2
risultante : rf g Vi dove Vi il volume della porzione immersa del corpo.
Nel caso di corpi di forma diversa, le forze dovute alla pressione nel fluido agiscono sempre in
direzione normale alla superficie immersa; considerando due elementi superficiali dS 1 e dS2
aventi una comune proiezione sul piano xy, le forze di pressione che vi agiscono sono:
r r
dF1 = - p0 - rf g z1 ( x, y ) n1 dS1
r r z
dF2 = p0 - rf g z2 ( x, y ) n2 dS2 p0
y
dove: 1 e 2 sono i due versori normali a dS1 e dS2 e x r
dF1 dS1
z1(x,y) e z2(x,y) sono le rispettive quote d'immersione
r
Le componenti verticali delle forze soprarcitate sirottengono k dSz
r r
sostituendo i versori con i prodotti: n1 k e n2 k
Il modulo della forza verticale risultante dato da: dV(x,y)
r dS2
dFz = rf g z1 ( x, y ) - z2 ( x, y ) dSz = rf g dV(x, y) (3.12) dF2

dove dV (funzione di x e di y) il volume dalla porzione del corpo


intercettata dalla proiezione verticale dei due elementi superficiali.
Integrando la (3.12) sull'intero corpo si ottiene la forza verticale totale, la quale, anche in
questo caso, coerente con il principio di Archimede:
Fz = rf g dV = rf g V (3.13)
V

Per un corpo parzialmente immerso la (3.13) resta valida se sostituiamo al volume totale V
quello della frazione immersa nel fluido.
Ovviamente, tutti i corpi hanno una massa soggetta al campo gravitazionale per cui, oltre alla
spinta di galleggiamento sopra esaminata, su di essi agisce una forza di modulo:
-r s g V dove rs la densit del solido
La suddetta forza ha anch'essa direzione verticale, ma di verso opposto a quello della spinta
di galleggiamento (dall'alto verso il basso) quindi il modulo della forza risultante :
-(rs - rf ) g V
La relazione precedente equivale all'ovvio principio secondo il quale:
se la densit del fluido maggiore di quella del corpo solido quest'ultimo galleggia,
mentre se il solido ha densit maggiore di quella del fluido il corpo affonda.

43
Fluidodinamica e trasporto di quantit di moto
Lo studio del moto dei fluidi di grande importanza per diverse operazioni fondamentali
dellingegneria di processo come: la movimentazione di fluidi in condotti, il trasferimento
interfase di calore e materia, le separazioni di natura meccanica ed i processi che si sviluppano
nei reattori chimici.
1
Iniziamo esaminando il comportamento di un sistema Piastra 1
molto semplice, nel quale un fluido contenuto tra due
piastre piane, parallele, orizzontali e di ampiezza
infinita. Se la piastra superiore (1) si muove rispetto a Fluido x(y)
y
quella inferiore (2) con una velocit 1 nella direzione x,
nel fluido si stabilisce un campo di moto, ovvero una
distribuzione spaziale della velocit. Piastra 2 x

Possiamo assumere che il fluido adiacente alla superficie della piastra 1 si muova con una
velocit 1 uguale a quella di detta superficie, mentre quello adiacente alla piastra 2 sia fermo.
Queste due affermazioni derivano dall'ipotesi che l'adesione alla superficie solida prevalga sulla
coesione del fluido, impedendo che vi sia scivolamento tra la superficie solida ed il fluido in
contatto con essa, assunzione comunemente definita nella letteratura tecnico-scientifica come
no slip velocity.
Tra le due superfici estreme, la velocit del fluido avr valori che seguono un profilo
determinato dal principio di conservazione della quantit di moto. Per un fluido che segue la
legge di Newton, la quantit di moto nella direzione x continuamente trasferita da uno strato
superiore ad uno inferiore con un flusso dato dallequazione (2.9):
dv x
tyx = -m
dy
Come si gi evidenziato, il flusso di quantit di moto caratterizzato da un doppio pedice:
il primo indica la direzione del flusso trasferito, il secondo la direzione del moto del fluido e del
corrispondente vettore che esprime la q.d.m.(nel nostro caso rispettivamente y ed x).
Per mantenere in moto il fluido necessario applicare alla superficie 1 una forza di modulo F1
con direzione parallela all'asse x e verso concorde con 1 Per il principio dellequilibrio
dinamico, la superficie 2 applica al fluido una forza F 2 con modulo pari a F 1 e verso opposto. Se
consideriamo una superficie virtuale 3 nel fluido, intermedia e parallela alle due piastre, la
suddetta condizione di equilibrio dinamico impone che tale superficie eserciti sugli strati fluidi
sottostante e soprastante forze di modulo ancora pari ad F 1 e versi rispettivamente concorde
ed opposto a 1
Le forze sopra menzionate, corrispondono ad un trasferimento di quantit di moto tra filetti
fluidi adiacenti e la forza per unit di superficie lo sforzo di taglio syx
Nell'impostare i bilanci si assegna convenzionalmente il segno y
positivo allo sforzo di taglio agente su una superficie per la quale il syx
versore normale uscente () equiverso all'asse di riferimento
corrispondente (y nel caso illustrato in figura) e negativo nel caso
contrario (versore uscente antiverso all'asse di riferimento).
- syx
Se il fluido segue la legge di Newton, in regime laminare si ha: x
dv x
s yx = m (3.14) con syx di segno opposto al flusso tyx
dy

Gli sforzi di taglio rappresentano le forze per unit di superficie che l'ambiente (il fluido esterno
o le superfici in contatto) esercita sul volume di controllo. Per contro, tyx pu essere inteso
come lo sforzo di taglio che il fluido allinterno del volume di controllo esercita sull'ambiente.
Nel seguito, lequazione (3.14) sar in genere preferita alla (2.9), ma importante ricordare
che gli sforzi di taglio in un fluido sono strettamente connessi al fenomeno di trasferimento
della quantit di moto.

44
Moto laminare in condotti di sezione circolare
Esamineremo ora il comportamento di un fluido di
densit costante che scorre, in regime stazionario,
p|z dr p|z+dz
all'interno di un condotto con una sezione circolare
di diametro costante ed asse orizzontale.
A tale scopo, imposteremo il bilancio della quantit moto del
di moto del fluido per un volume di controllo fluido srz|r
costituito da un anello cilindrico compreso tra due srz|r+dr
dz
sezioni normali all'asse in z e z+dz e due superfici
cilindriche di raggi r ed r+dr.
Vista la geometria del sistema e le caratteristiche del fluido, si considera la sola componente
assiale della quantit di moto, il cui bilancio comprende i seguenti termini:
la portata netta convettiva r v2z 2 p r dr - r v2z 2 p r dr
r,z r,z + dz

le forze di pressione agenti sulle superfici piane normali all'asse p z 2 p r dr - p z + dz 2 p r dr


gli sforzi di taglio agenti sulle superfici cilindriche srz r + dr
2 p (r + dr) dz - srz r 2 p r dz

L'incomprimibilit del fluido implica, in regime stazionario, la costanza della portata


volumetrica e della velocit, per cui le portate di quantit di moto uscente ed entrante sono
uguali ed il bilancio si riduce alla condizione di equilibrio tra le forze agenti sul volume di
controllo:

2 p dz (srz r )
r + dr
r
(
- ( srz r ) + 2 p r dr p z - p z + dz = 0)
d ( srz r )
dp
In termini differenziali: =0 -r
(3.15)
dr dz
Assumendo che dp/dz sia indipendente da r ed integrando l'equazione (3.15) si ottiene:
dp r C
srz = + (3.16)
dz 2 r
Poich lo sforzo ha valore finito sull'asse del condotto ( srz in r = 0) la costante C deve
essere nulla e l'espressione dello sforzo di taglio si riduce a:
dp r
srz = (3.17)
dz 2
L'equazione (3.17) consente alcune considerazioni sul comportamento del sistema in esame:
tra il fluido e la parete del condotto vi attrito e la forza d'attrito ha verso opposto al moto
del fluido; pertanto, alla parete, lo sforzo di taglio (esercitato dalla superficie solida sul
fluido) ha verso opposto all'asse z ovvero negativo; di conseguenza, la pressione
diminuisce lungo il condotto (dp/dz negativo);
il gradiente longitudinale di pressione dp/dz si mantiene costante lungo il condotto, a
condizione che l'attrito e la velocit media del fluido siano costanti, come avviene per un
fluido incomprimibile che scorre in un condotto orizzontale di diametro costante la cui
parete ha caratteristiche che non variano assialmente;
lo sforzo di taglio srz varia linearmente con il raggio; esso nullo all'asse del condotto (ove
nullo il gradiente radiale di velocit), mentre alla parete del condotto negativo (ha verso
opposto al moto del fluido) ed ha un valore assoluto massimo che indichiamo con sw ;
il verso reale degli sforzi di taglio agenti sul fluido opposto a quello indicato nella figura
(essi hanno valore negativo nella rappresentazione convenzionale).

Le considerazioni sopra esposte sono valide a prescindere dal regime di flusso del fluido
(laminare o turbolento); infatti, la (3.17) ottenuta semplicemente da un bilancio che
prescinde dalla natura del moto.

45
Per ottenere una relazione che descriva il profilo radiale della velocit necessario conoscere
l'equazione costitutiva degli sforzi di taglio, la quale dipende dalle caratteristiche del fluido e
dalle condizioni del moto. Per un fluido newtoniano in regime laminare tale equazione nota, e
la (3.17) assume la forma:
dvz dp r
m = (3.18)
dr dz 2
Integrando con la condizione no-slip alla parete (vz = 0 per r = R) si ottiene:

dp R 2 r2
v z (r ) = - 1 - 2 (3.19)
dz 4 m R
La (3.19) rappresenta il profilo radiale della velocit di un fluido
newtoniano che scorre in regime laminare all'interno di un condotto con
sezione circolare.
La relazione stata ricavata per la prima volta dal medico francese Jean Jean Poiseuille
(1799-1869)
Poiseuille, da cui ha preso il nome una unit di misura della viscosit
dinamica: il Poise.
Il profilo di velocit, nelle condizioni di cui sopra, parabolico con valore massimo sull'asse:
dp R2
vmax = - (3.20)
dz 4 m
La velocit media del fluido v definita come il quoziente tra la portata volumetrica del fluido e
l'area della sezione del condotto normale all'asse, corrisponde all'integrale:
R
1
v =
p R2 v (r ) 2 p r dr
0
(3.21)

dp R2
Esprimendo v(r) con lequazione (3.19) ed integrando si ottiene: v = - (3.22)
dz 8 m
La relazione (3.22) valida esclusivamente in regime laminare e pu essere impiegata per:
determinare (dp/dz) noti velocit media, propriet del fluido e dimensioni del condotto;
calcolare la viscosit noti velocit media, dimensioni del condotto e gradiente di pressione;
calcolare la portata noti gradiente di pressione, dimensione del condotto e viscosit.
Confrontando la (3.22) con la (3.20) risulta, inoltre, che la velocit massima pari al doppio di
quella media: vmax = 2 v

Il fattore di attrito
Nel paragrafo precedente si evidenziato che per muovere un fluido in un condotto
necessario un gradiente longitudinale delle forze di pressione in grado di compensare lattrito.
Tale principio ha un carattere generale, che prescinde dalla natura del regime fluidodinamico;
esso vale quindi sia nel caso di moto laminare sia in quello di moto turbolento.
Si consideri un tratto di lunghezza L di un condotto, di diametro costante, inclinato di un
angolo rispetto al piano orizzontale, all'interno del quale scorre un fluido di densit costante.
Assumendo che il sistema sia in condizioni stazionarie, la portata di quantit di moto entrante
e quella uscente dal tratto in esame sono uguali. In tali condizioni,
il bilancio di quantit di moto per il volume di controllo
compreso tra le sezioni in z = 0 e in z = L L
z
porta alla conclusione che la risultante Fa
delle forze esterne nulla: S pL
r h
SF = 0 (3.23) mg
z=

S p0
z=

a
0

46
La componente delle forze che interessa quella parallela all'asse del condotto:
forze di pressione agenti sulle superfici circolari piane S pL e S p0
forza di attrito alla parete del condotto Fa
forza esercitata sulla massa dal campo gravitazionale m gz = r S L g sin a
Dal bilancio (3.23) ricaviamo la seguente espressione riferita alla componente assiale:
Fa + S pL - S p0 + S r g L sin a = 0 ovvero: Fa = -D (p + r g h) S (3.24)

La forza Fa la forza dattrito che la parete esercita sul fluido; essa parallela alla corrente
fluida e, come tutte le forze dattrito, ha verso opposto al moto. Fa non la sola forza che la
parete esercita sul fluido; ne esiste anche una normale all'asse che controbilancia la forza di
pressione che il fluido esercita sulla parete, ma tale forza non determina dissipazione di
energia e dunque irrilevante per i nostri fini.
Poich Fa una forza d'attrito, possiamo supporre che il suo valore sia direttamente
proporzionale all'area A della superficie di contatto tra il fluido e la parete. Inoltre, si osserva
sperimentalmente che Fa dipende dell'energia cinetica massica media del fluido, ovvero dal
quadrato della velocit media. Assumendo che la forza d'attrito sia direttamente proporzionale
all'energia cinetica media, possiamo formulare una relazione empirica del tipo:
v 2
Fa = f r A (3.25) dove f un parametro chiamato fattore di attrito di Fanning
2
L'equazione (3.25) non una legge della meccanica dei fluidi: si tratta semplicemente della
definizione, empirica, del fattore d'attrito.
In alternativa all'approccio empirico sopra descritto, possibile partire dalla considerazione
che, nel caso di un condotto con sezione costante, la forza di attrito per unit di superficie del
condotto corrisponde allo sforzo di taglio della parete:
Fa
sw = (3.26)
A
La condizione che si definita no-slip velocity impone l'esistenza uno strato di fluido in
prossimit della parete del condotto, nel quale la velocit molto bassa e conseguentemente il
regime di moto laminare. Alla parete, il trasporto di quantit di moto in direzione normale
alla velocit avviene quindi esclusivamente con meccanismo molecolare ed possibile
esprimere sw in funzione del gradiente di velocit:
dv
sw = m (3.27)
dr R

Purtroppo, se il regime di flusso complessivo nel condotto non laminare, la valutazione del
gradiente di velocit alla parete molto complessa, per cui, nella pratica, si preferisce
utilizzare la relazione empirica (3.25).
Per un condotto di sezione circolare con diametro costante, combinando la (3.24) con la (3.25)
otteniamo:

Un diverso fattore d'attrito, detto di Darcy, o di Moody definito, sempre nel caso di un
condotto di sezione circolare costante, come:
D -D (p + r g h)
f' = (3.28) dalle definizioni dei due parametri risulta che f' = 4 f
L 1
r v 2
2
In letteratura sono presentati diagrammi e relazioni per il calcolo delle perdite per attrito che
fanno riferimento tanto alla prima quanto alla seconda definizione del fattore di attrito.
Pertanto, nell'uso di grafici e correlazioni, sempre necessario porre attenzione a quale dei
due fattori ha adottato l'autore del testo.

47
Il valore del fattore di attrito non necessariamente costante, lo solo nel caso in cui la forza
d'attrito sia effettivamente una funzione lineare dell'energia cinetica media del fluido.
Le indagini sperimentali indicano che il coefficiente f dipende principalmente dai seguenti
parametri: velocit media, densit e viscosit del fluido, diametro, lunghezza e rugosit del
condotto.
f = f ( v , r , m ,D ,L , er ) (3.29)

La rugosit r rappresenta l'altezza media delle asperit della superficie del condotto in
contatto con il fluido (la parete interna del tubo) e dipende sia dal tipo di materiale impiegato
per la fabbricazione del condotto sia dai trattamenti meccanici subiti dalla superficie.
Nella tabella seguente sono riportati i valori medi della rugosit di alcuni dei materiali utilizzati
per la produzione di tubi commerciali.

Materiale er [mm]
Bronzo, vetro e polimeri (estrusi) 0.00152
Acciaio commerciale (saldato) 0.0457
Acciaio Zincato 0.152
Ghisa Grezza 0.259
Cemento 0.305 3.0
Acciaio rivettato 0.914 9.1

Per definire una relazione tra le grandezze caratteristiche del sistema possibile utilizzare il
teorema di Buckingham (noto anche come teorema ) nella seguente formulazione:
se m parametri fisici, definiti con n grandezze fondamentali, sono legati da una
relazione, si pu sostituire tale relazione con unaltra, che lega un numero (m - n) di
gruppi adimensionali costruiti con gli m parametri
Nel nostro caso i parametri sono sette (f, v, r, m D, L, er) e le grandezze fisiche fondamentali
tre (massa, lunghezza, tempo). Secondo il teorema di Buckingham, possibile formulare una
relazione tra i seguenti quattro gruppi adimensionali:
er r v D L
rugosit relativa ; numero di Reynolds ; quoziente ; fattore d'attrito f
D m D

La (3.29) dunque sostituibile con una relazione del tipo: f = f (Re , er / D , L / D )


Linfluenza del quoziente L /D rilevante in vicinanza dellimbocco del condotto, ovvero nella
zona in cui il profilo di velocit non ancora stabilizzato (non sviluppato). Allontanandoci
dallimbocco, il fluido tende ad una condizione di moto che si manterr, in assenza di nuovi
ostacoli, stabile lungo il condotto (profilo di velocit sviluppato). L'effetto d'imbocco
significativo fino a valori di L/D dell'ordine di 30, oltre i quali il fattore d'attrito praticamente
indipendente da tale parametro.
In ogni manuale dingegneria industriale o testo di meccanica dei fluidi riportato un
diagramma, elaborato per la prima volta nel 1944 da L. F. Moody, che rappresenta l'andamento
di un fattore d'attrito (solitamente f') in funzione del Numero di Reynolds.
La discontinuit nell'andamento del fattore d'attrito, che si osserva per un numero di Reynolds
di circa 2000, evidenzia il fenomeno della transizione del regime di flusso.
Quando il numero di Reynolds inferiore al suddetto valore, il fluido scorre in regime laminare,
con filetti fluidi di forma cilindrica paralleli all'asse del condotto ed i fenomeni di
rimescolamento radiale sono irrilevanti.
In regime laminare, il fattore di attrito non dipende dalla rugosit del tubo, almeno nel campo
dei valori di tale parametro tipici di tubi commerciali, ed inversamente proporzionale ala
valore del numero di Reynolds:
16 64
f= ; f' = (3.30)
Re Re

48
Per un condotto orizzontale (Dh = 0) combinando le relazioni (3.28) e (3.30) si ottiene:
1 D -Dp 16 m Dp D2
= equivalente alla gi nota equazione (3.22): v = -
4 L 1 r v 2 r v D Dz 32 m
2

Diagramma di Moody
r/D

f'

-D (p + r g h ) 2 D
f' =
r v 2 L

Re

Supponendo di partire da una condizione di flusso laminare ed incrementando, molto


lentamente, la velocit del fluido, se il condotto ha rugosit molto bassa e sezione regolare e
non vi sono vibrazioni o perturbazioni provenienti dall'esterno, il regime continua a mantenersi
laminare anche oltre il prevedibile punto di transizione. In condizioni normali, per, superata la
soglia predetta, inizia a manifestarsi un'instabilit del flusso caratterizzata da fluttuazioni locali
della velocit e da fenomeni di rimescolamento in direzione radiale.
Il regime di transizione, che si verifica per valori del numero di Reynolds compresi tra 2000 e
5000, ha caratteristiche scarsamente riproducibili ed i valori del fattore d'attrito, rilevati
sperimentalmente in tali condizioni, hanno un elevato margine d'incertezza.
Per Re maggiore di 5000 il moto del fluido turbolento, e tale si mantiene per ulteriori
incrementi della velocit. Il regime turbolento caratterizzato da:
valori locali fluttuanti (variabili nel tempo) delle variabili fisiche che caratterizzano
lo stato del fluido, quali la velocit, la temperatura e la pressione
formazione di vortici nella massa fluida
sensibile influenza dalla rugosit del condotto sul valore del fattore d'attrito, che dipende
dal numero di Reynolds in misura inferiore rispetto a quanto si osserva in regime laminare
Per un condotto ideale di rugosit nulla (tubo idraulicamente liscio) nel campo 5000 Re 105
possibile stimare il valore del fattore d'attrito mediante lequazione di Blasius (1913):
f = 0.0791 Re-1 / 4 (3.31)
La relazione seguente, elaborata da Prandtl nel 1935, ha un pi ampio campo di validit:
1
2 f
( )
= 2.0 log 10 2 f Re - 0.8 (3.32)

Le due relazioni danno valori di f molto simili, ma sono strutturalmente differenti ed utilizzabili
con procedure diverse. Quella di Blasius, essendo esplicita nel fattore di attrito, ne consente il
calcolo diretto se noto il valore di Re. Al contrario, la relazione di Prandtl richiede una
soluzione numerica, ma risulta vantaggiosa nel caso in cui la velocit media del fluido non sia
nota a priori, in quanto il prodotto f Re non dipende da v.

49
Con il crescere del valore del numero di Reynolds, il fattore d'attrito diminuisce e tende ad un
valore minimo asintotico che dipende dalla rugosit relativa, ma non da Re; tale valore
stimabile con una relazione formulata da von Karman nel 1931:
1 er
= - 4.06 log10 + 2.16 (3.33)
f D
Nel campo in cui il fattore di attrito praticamente indipendente da Re (zona indicata come
turbolenza completa nel diagramma di Moody sopra riportato) il trasporto di quantit di moto
nel fluido avviene prevalentemente per fenomeni di natura turbolenta ed il contributo dei
processi diffusivi trascurabile.
Si noti che, in tali condizioni, la caduta di pressione lungo il condotto non dipende dalla
viscosit del fluido perch il coefficiente di attrito costante e nell'espressione di Dp ricavabile
dalla (3.27) la grandezza m non compare.
Al crescere della rugosit relativa del condotto la turbolenza completa si verifica per valori di
Re progressivamente inferiori, in altri termini la rugosit della parete del condotto favorisce il
trasporto turbolento.
Nella regione che precede il regime di turbolenza completa, ove il fattore di attrito dipende sia
da r/D sia da Re, il valore di f stimabile mediante lequazione di Colebrook:
1 e / D 1.25
= -2 log 10 r + (3.34)
2 f 3.7 Re f

(Re f )
-1
La (3.34) valida per (D / er ) < 0.01 limite oltre il quale preferibile utilizzare la
relazione (3.33).

Condotti di sezione non circolare


In alcune applicazioni, quali la distribuzione dellaria condizionata, l'aspirazione di fumi e gas
contaminati ed il flusso di liquidi in canali aperti, sono frequentemente impiegati condotti con
una sezione di forma non circolare, ad esempio quadrata, rettangolare, semicircolare o
semiellittica.
La distribuzione della velocit lungo la direzione normale al flusso del fluido , nei suddetti
condotti, completamente differente da quella che si osserva nei tubi cilindrici. Di conseguenza,
per stimare correttamente la dissipazione di energia meccanica causata dagli attriti si dovrebbe
ricorrere a diagrammi e relazioni specifiche per ogni tipo di condotto, ma data l'estrema variet
di forme e la dipendenza delle condizioni di flusso dalle dimensioni relative (ad esempio il
rapporto tra i due lati per una sezione rettangolare o quello tra i due assi di un'ellisse) questo
approccio risulterebbe di difficile utilizzo ai fini pratici.
Per affrontare il problema, d'ausilio un parametro chiamato raggio idraulico (rh) pari al
rapporto tra l'area della sezione trasversale ed il perimetro del condotto in contatto con il fluido
(talvolta definito perimetro bagnato).
p R2 D
Poich per una sezione circolare si ha: rh = =
2p R 4
4 rh v r
il numero di Reynolds esprimibile, in ambito generale, come: Re =
m
Si dimostrato sperimentalmente che con questa definizione di Re, il fattore di attrito in
condotti con sezione non circolare pu essere correttamente stimato, tanto in regime laminare
quanto in quello turbolento, mediante i diagrammi e le equazioni adottate nel caso di sezione
circolare.

50
Perdite di energia distribuite e localizzate
Si consideri un condotto orizzontale di lunghezza Dz percorso, in regime stazionario, da un
liquido. Se, nel tratto considerato, non vi sono ostacoli in grado di perturbare sensibilmente il
moto del fluido, n variazioni di diametro del condotto, il bilancio di energia si riduce a:
Dp
= - Ev,F (3.35)
r
dove V,F rappresenta l'energia massica dissipata a causa dell'attrito con la parete del condotto.
D2 v2
Introducendo il fattore d'attrito si ha: -Dp p =f r p D Dz
4 2
Dz
e dalle due precedenti relazioni si ricava: Ev,F = 2 f v2 (3.36)
D
Nella pratica impiantistica, accade frequentemente che alla dissipazione di energia meccanica
dovuta all'attrito tra il fluido e le pareti del condotto si sommino altre perdite associate a
perturbazioni locali del flusso provocate dalla presenza di valvole, misuratori di portata, curve,
manicotti di giunzione, variazioni di sezione ed altri ostacoli di varia natura.
Il primo tipo di fenomeno (dissipazione per attrito alla parete) comunemente definito come
perdita distribuita, il secondo (dissipazione per perturbazione locale del flusso) chiamato
perdita localizzata. 2
Per comprendere meglio il meccanismo delle
perdite localizzate e stabilire criteri per
determinarne quantitativamente gli effetti, 1
esamineremo il caso di un fluido di densit
costante, che scorre all'interno di un condotto
orizzontale, nel quale vi un brusco allargamento
di sezione (vedasi figura a lato).
In stato stazionario, il bilancio della componente
assiale della quantit di moto tra le sezioni 1 e 2
espresso dalla relazione:
& v1 + SFz = m
m & v2 (3.37)
La condizione di stazionariet implica che la portata massica sia costante: v1 r1 S1 = v2 r2 S2
relazione che, vista la costanza della densit del fluido, equivale a: v1 S1 = v2 S2
S1 v
ovvero: v2 = v = 1 (3.38)
S2 1 b
dove = S2/S1 il fattore di variazione della sezione trasversale del condotto
A scopo semplificativo, si assume che:
1) la forza per attrito sulle pareti del condotto sia trascurabile rispetto alle altre (assunzione
giustificata dal fatto che il tratto di condotto tra le due sezioni molto breve);
2) la pressione del fluido in contatto con la corona circolare della riduzione (di area S 2 - S1) sia
uguale a quella in corrispondenza della sezione 1 (p1).
La seconda ipotesi, in merito alla quale si forniranno precisazioni pi avanti, imposta dalla
necessit di conoscere la forza scambiata tra il fluido e la parete solida sulla corona circolare
sopraccitata.
Le forze da considerare nel calcolo della risultante SFz sono:
forza di pressione esercitata dal fluido esterno sulla sezione 1 p 1 S1
forza di pressione esercitata dal fluido esterno sulla sezione 2 -p2 S2
forza esercitata dalla corona cilindrica del brusco allargamento p1 (S2-S1)

quindi: Fz = p1 S1 -p2 S2 + p1 (S2 - S1) = (p1 - p2) S2

51
Sostituendo nel bilancio di quantit di moto (3.37) la componente assiale della forza con
l'espressione precedente, si ottiene:
r v12 S1 + S2 (p1 - p2 ) = r v22 S2
v 2 S 1 - b
( )
da cui si ricava: (p1 - p2 ) S2 = r v22 S2 - v12 S1 = r v12 S2 22 - 1 = r v12 S2 2
v
1 S2 b
1 - b
ovvero: (p1 - p2 ) = r v12 2 (3.39)
b
Esprimendo p in funzione della velocit nella sezione 2si ha: (p1 - p2 ) = r v22 (1 - b ) (3.39b)
Si noti che, poich maggiore di 1, la pressione a valle dell'aumento di diametro maggiore
di quella a monte (p2 > p1); nel caso di una diminuzione del diametro del condotto, il parametro
b sarebbe inferiore all'unit e la variazione avrebbe segno opposto, ovvero la pressione
diminuirebbe.
Vista la disposizione orizzontale del condotto e l'assenza di macchine nel tratto in esame, la
variazione del termine potenziale ed il lavoro meccanico sono entrambi nulli ed il bilancio di
energia meccanica tra le sezioni 1 e 2 espresso dalla relazione:

( )
+ p / r = -E
D K
v
1
ovvero: Ev =
2
(1
v12 - v22 + (p1 - p2 )
r
)
Sostituendo la variazione di pressione con il secondo membro della (3.39b) si ottiene:
2
1 v22 1 - b 1
2 1 1 - b 1 2 1
Ev = v2 1 - 2
+ v12 2 = v1 1 - 2 + 2 2 = v1 1 - (3.40)
2 1
v 1 b 2 b b 2 b

Il comportamento descritto si manifesta in tutti i casi in cui il flusso perturbato a causa della
presenza di ostacoli che producono quelle che abbiamo definito perdite localizzate di energia.
La perdita di energia per un fluido che scorre in un condotto pu quindi essere considerata
come somma di due contributi, il primo dovuto allattrito sulle pareti, il secondo associato alle
perdite localizzate:
E v,F + SE
v = E v,L

La valutazione quantitativa delle perdite localizzate pu essere realizzata assumendo che v,L
sia proporzionale allenergia cinetica massica media del fluido, ovvero definendo un fattore di
dissipazione eV :
v 2
Ev,L = eV (3.41)
2
Le perdite dovute a bruschi allargamenti e restrizioni, comprese quelle di sbocco in serbatoi e
di imbocco da serbatoi sono comunemente calcolate utilizzando la relazione (3.41), dove la
velocit media quella nel ramo di minor diametro.
Le tabelle seguenti mostrano i valori dei coefficienti dissipativi per alcuni tipi di perdite
localizzate.

Fattori di dissipazione per perdite localizzate


Dispositivo eV [-]
Valvola ad otturatore, aperta 7.5
Valvola a saracinesca, aperta 0,15
Valvola a saracinesca, mezza aperta 4.4
Curva a 90, standard 0.7
Curva a 90 , raggio stretto 0.9
Curva a 45, standard 0.35
Raccordo a T, con deviazione di flusso 0.5
Raccordo a T, con flusso diretto 0.4
Curva a 180 1.6

52
Fattori di dissipazione per perdite localizzate
Dispositivo Espressioni/Valori di eV

Allargamento (brusco o non raccordato) (1-1/)2

Restringimento (brusco) 0.45 (1 - )

Imbocco da recipiente con sporgenza 0.78

Imbocco da recipiente (non raccordato) 0.50

Imbocco da recipiente (raccordato) 0.2 0.04

Sbocco da recipiente (non raccordato) 1.0

In alternativa, la dissipazione localizzata di energia pu essere stimata introducendo il


concetto di lunghezza equivalente, ovvero assimilando la dissipazione locale a quella causata
all'attrito in un tratto virtuale di tubazione di lunghezza Le :
Le
Ev,L = 2 f v2 (3.42)
D
Il metodo della lunghezza equivalente presenta un'evidente incongruenza in quanto afferma
che la dissipazione localizzata dipende dal fattore di attrito. In altre parole, la perdita di
pressione che si verifica, ad esempio, in una valvola in condizioni di regime turbolento,
dovrebbe cambiare sensibilmente in funzione della rugosit relativa del condotto al quale la
valvola collegata e ci non , ovviamente, vero.

Nonostante tale incongruenza, il metodo frequentemente utilizzato, perch semplifica


notevolmente la procedura di calcolo (soprattutto quando la portata e la velocit media del
fluido non sono noti a priori) e in molti casi porta a risultati con un'accuratezza sufficiente per
un corretto progetto delle condutture.

Esempi di lunghezze equivalenti


Dispositivo Le /D [-]
Valvola di regolazione a disco, aperta 340
Valvola a saracinesca, aperta 13
Valvola a saracinesca, mezza aperta 160
Valvole di ritegno 50 - 150
Valvola a farfalla, aperta 20
Curva a 90, standard 32
Curva a 90 , raggio stretto 41
Curva a 45, standard 15
Raccordo a T, con deviazione di flusso 67
Raccordo a T, con flusso diretto 20
Curva a 180 75

Collezioni molto pi ampie di lunghezze equivalenti, relative a vari dispositivi di linea, sono
reperibili in manuali, testi tecnici e cataloghi commerciali di componenti d'impianto.
I risultati ottenuti con i metodi sopra descritti sono stime sufficientemente attendibili
dell'energia dissipata nel fluido per attrito, ma hanno comunque un certo margine di errore,
che misure sperimentali molto accurate possono evidenziare. Infatti, le relazioni che esprimono
le perdite per attrito sono ricavate con alcune ipotesi semplificative che non corrispondono
esattamente al comportamento reale.

53
Ad esempio, nel caso prima esaminato del brusco allargamento, assumere che la pressione del
fluido sulla parete della corona cilindrica sia pari al valore a monte della riduzione certamente
fonte di errore. La pressione sulla suddetta superficie , pi ragionevolmente, un valore
leggermente diverso da p1.
Altre ipotesi, alternative a quelle adottate, sono possibili, ma possono risultare fonte di errori
ben maggiori; nel caso gi esaminato di un incremento di sezione, assumendo che la pressione
sulla parete della corona cilindrica sia pari al valore medio nel fluido a valle della riduzione p 2 ,
si ottengono le seguenti relazioni:
2
1 = - 1 v2 1
(p1 - p2 ) = r v12 - 1 ; Ev - 1
b 2 1 b
La prima equazione prevede, correttamente, un incremento della pressione a valle
dell'allargamento, ma i valori con essa calcolati differiscono sensibilmente dalle misure
sperimentali. La seconda concettualmente inattendibile, in quanto prevede un termine
dissipativo negativo, il che equivale ad un aumento dell'energia del fluido in conseguenza del
passaggio attraverso la variazione di sezione.

Per alcune classi di dispositivi, solo in una fase preliminare del progetto le perdite localizzate
sono stimate mediante i coefficienti dissipativi e V o le lunghezze equivalenti. In ambito
impiantistico prassi comune utilizzare parametri specifici che consentono un progetto pi
accurato e dettagliato del dispositivo o una scelta migliore tra i prodotti in commercio.

Ad esempio, per le valvole si utilizza un coefficiente dimensionato Kv (Cv nel caso si adottino
unit di misura britanniche) il quale esprime la portata fluente associata ad una perdita
unitaria di pressione nel dispositivo.

Ovviamente, il suddetto coefficiente, analogamente ad e v e a Le/D, dipende dal grado di


apertura della valvola. I diagrammi seguenti mostrano esempi della variazione di Kv in
funzione dell'apertura per valvole di intercettazione e regolazione.

Kv [m3 h-1] DN
250
Kv [m3 h-1]
500 25
150 Valvole di regolazione
DN 50
ad otturatore
200 Dp = 1 [bar]
100 20

100 DN 32
65
50 15

20
Valvole di intercettazione
a saracinesca 10 DN 25
Dp = 1 [bar]

DN 20
5
5

DN 15
DN 10

0 20 40 60 80 100 20 40 60 80
Apertura [%] Apertura [%]

DN il diametro nominale della valvola


apertura indica la frazione (percentuale) di sollevamento dell'asta rispetto al valore massimo

54
Progetto e verifica di condotti
I problemi relativi al moto di fluidi in condotti sono essenzialmente di due tipi:
fissata la portata e la lunghezza del condotto, si deve calcolarne il diametro ed il p, oppure
la differenza di quota tra inizio e termine del condotto o la potenza della pompa in grado di
sviluppare la portata assegnata (calcolo di progetto);
per un condotto gi esistente e con un p noto, oppure una differenza di quota disponibile,
si deve calcolare la portata (calcolo di verifica).

Calcolo di progetto per un fluido incomprimibile


Poich la densit costante la portata volumetrica = /r non varia lungo il condotto.
Come primo passo si fissa, solitamente, una velocit media del fluido secondo criteri dettati
dalla pratica impiantistica:
1-3 [m s-1] per liquidi con bassa viscosit (acqua e solventi organici leggeri);
0.4 - 0.7 [m s-1] per fluidi con elevata viscosit (paste e polimeri fusi o in soluzione);
10 - 30 [m s-1] per gas e vapori;
Fissata la velocit si calcola il corrispondente diametro interno della tubazione: D = 4 V& / p v
Il valore effettivo di D determinato scegliendo un tubo commerciale con un diametro interno
vicino a quello calcolato e la velocit media reale ricalcolata sulla base del diametro effettivo.
Conoscendo il diametro e la rugosit del condotto, la velocit e le propriet fisiche del fluido, si
calcola il numero di Reynolds e da questo si determina il fattore di attrito. Infine, la perdita
complessiva di pressione tra gli estremi del condotto calcolata sommando le perdite
distribuite a quelle localizzate.

Calcolo di verifica per fluido incomprimibile


In questo caso il calcolo pu essere effettuato per tentativi. Note le dimensioni del condotto, si
fissa, sulla base dei criteri prima esposti, una velocit del fluido. Fissato il valore della velocit
e conoscendo le propriet fisiche del fluido e la rugosit del tubo, si calcola il valore di Re e da
questo il fattore di attrito. Un secondo secondo valore della velocit calcolato mediante
l'equazione di Bernoulli generalizzata. Se lo scostamento tra la velocit calcolata con Bernoulli
ed il valore inizialmente assunto risulta superiore ad un limite prefissato, si ripete la procedura
descritta, prendendo come stima iniziale della velocit il valore medio tra i due. Di solito il
metodo converge rapidamente e con pochi tentativi si giunge ad un valore di velocit
sufficientemente preciso.
Un secondo metodo prevede il calcolo del parametro composito Re f , che indipendente dalla
velocit media del fluido, infatti:
r v D 1 D -D (p + r gh) r D 1 D -D (p + r gh)
Re f = =
m 2 Le r v 2 m 2 Le r

Le nell'espressione precedente rappresenta la lunghezza equivalente complessiva, somma della


lunghezza reale del condotto e delle lunghezze equivalenti di tutte le perdite localizzate.

(Re f )
-1
Calcolato il valore di Re f si valuta se: (D / er ) < 0.01

Se la disuguaglianza verificata si determina 1 / f mediante la (3.34) e da questo si ricavano


velocit e portata nel condotto:
1 1 D -D (p + r gh) & = pD
2
1 D -D (p + r gh)
v = ; V
f 2 Le r f 2 Le r

In caso contrario il coefficiente d'attrito pu' essere calcolato mediante la relazione (3.33) e
dalla definizione di f (3.27) si ricavano velocit e portata. Si noti che se il circuito comprende
anche imbocchi e sbocchi in recipienti di ampie dimensioni il metodo di calcolo sopra
presentato risulta problematico, in quanto per tali perdite localizzate non possibile definire in
termini rigorosi una lunghezza equivalente; in tali casi preferibile adottare il metodo iterativo.

55
Calcolo di progetto per fluido comprimibile
un caso che si presenta con lunghe condotte per il trasferimento di gas, nelle quali si
sviluppano sensibili variazioni di pressione.
Il gas subisce una trasformazione termodinamica, che in genere, si suppone essere isoterma.
Al diminuire della pressione si ha una diminuzione di densit e quindi un aumento della portata
volumica e della velocit.
La portata in massa resta per costante, e quindi costante il prodotto v. Poich la
viscosit dei gas varia poco al variare della pressione, Re sostanzialmente costante, e di
conseguenza anche il fattore di attrito non muta in misura apprezzabile lungo la condotta.
La sensibile variazione della velocit del fluido impone di partire dal calcolo della dissipazione
energetica su un tratto differenziale della tubazione; l'equazione di Bernoulli generalizzata
quindi riformulata in termini differenziali.
Trascurando lenergia potenziale, che nel caso di un fluido di bassa densit che si muove in
condotte interrate ha una variazione trascurabile, si ha:

dp / r + dK v = -2 f v 2 dz
= -dE (3.43)
D
Mediante la relazione che lega la densit del fluido alla sua pressione (equazione di stato)
possibile eliminare una delle due variabili: p oppure r. Una seconda variabile eliminabile
utilizzando la condizione di stazionariet, che impone una portata in massa invariante, ovvero
un valore costante del prodotto v.
In conclusione, la (3.43) pu essere riformulata con una sola variabile ignota (ad esempio la
pressione) e la relazione cos ricavata pu essere integrata tra i due valori estremi della
coordinata assiale z (zero ed L).

56
Fluidi e corpi solidi in moto relativo
Il movimento relativo di un fluido rispetto ad un corpo solido in esso immerso genera
un'interazione che si manifesta come uno scambio di forze. Dal punto di vista del solido, la
forza agisce nel verso del moto del fluido ed dovuta sia allo scorrimento del fluido sulla
superficie di contatto (attrito fluido-solido), sia alla distribuzione non uniforme delle pressioni
sulla suddetta superficie. Si hanno dunque due tipi di forze agenti sul corpo: una forza di
attrito superficiale (skin friction), ed una forza che legata alla forma del corpo (shape drag).
L'attrito superficiale esprimibile in funzione il gradiente di velocit del fluido sulla superficie
del corpo:
dv
Fa =
m dn dS
S
dove S la superficie di contatto col fluido ed n la coordinata normale ad S

L'espressione della forza associata alla shape drag richiede la conoscenza della distribuzione
della pressione nel fluido su tutta la superficie di contatto con il solido.
I valori locali del gradiente normale di velocit e della pressione sono difficilmente
determinabili sia con misure sperimentali sia mediante modelli fisici, per cui, ai fini pratici, si
preferisce esprimere la forza totale esercitata dal fluido sul corpo solido con una relazione
empirica del tipo:
r
r r v v
FD = CD A (3.44)
2
dove: la velocit non perturbata, ovvero la velocit del fluido dove il suo moto non
influenzato in misura significativa dalla presenza del corpo solido
A larea della proiezione del corpo su un piano normale a
CD un coefficiente empirico, detto coefficiente di forma, che dipende dalla forma del
corpo e dal valore di un numero di Reynolds particellare:
r vDp
Rep =
m
Si noti che la (3.44) afferma, correttamente, che la forza esercitata dal fluido sul corpo abbia
direzione e verso pari a quello della velocit non perturbata del fluido.
La figura seguente mostra l'andamento di CD in funzione di Rep per corpi di varie forme.

24
CD =
Rep
CD

r vDp
Rep =
m

57
Con valori di Reynolds particellare inferiori ad uno, il logaritmo di C D ha un andamento lineare
decrescente con il logaritmo di Rep , ad esempio per una sfera: CD = 24/ Rep
In tali condizioni, comunemente definite come regime di Stokes, i filetti fluidi scorrono su tutta
la superficie di contatto con il corpo e non si osserva la formazione di scie. Idealmente, vi un
punto nel quale il fluido impatta sulla superficie solida ed immobile (punto stagnante).
Al crescere della velocit del fluido si manifestano disturbi, progressivamente pi evidenti,
nella parte posteriore del corpo, con la formazione di vortici che tendono a staccarsi dal corpo
stesso. Per un corpo di forma sferica, nel campo 0.1 < Rep < 1000, il coefficiente di forma
stimabile, con errore relativo medio del 6%, mediante la relazione:

CD =
24
Rep
(
1 + 0.14 Rep0.7 ) (3.45)

Con valori di Rep superiori a 1000 il coefficiente CD praticamente indipendente dalla velocit
relativa del fluido ed ha, per una sfera, un valore intorno a 0.445
Per Rep 2105 il valore del coefficiente di forma decresce bruscamente, raggiungendo infine
un nuovo valore costante pari a circa 0.2; in tali condizioni, lo strato di fluido prossimo alla
superficie solida mostra una transizione da regime laminare a parzialmente turbolento. Gli
elevati valori dello sforzo di taglio che caratterizzano il regime turbolento stabilizzano il flusso
intorno alloggetto; il punto di separazione dei filetti si allontana fin oltre i 90 di angolo dal
punto stagnante anteriore e lo spazio occupato dalla scia si riduce. In pratica, si ha una
drastica diminuzione della forza d'interazione dovuta alla distribuzione asimmetrica della
pressione.
La figura seguente riassume le diverse configurazioni del campo di moto di un fluido intorno ad
un corpo di forma sferica al variare di Rep Vortici di Karman in
formazioni nuvolose

Rep 0.01

Punto stagnante Distacco

Rep 10

Distacco

Rep 100 Vortici di Karman

Distacco
T. Von Karman
(1881-1963)
Rep 104 Scia turbolenta

Scie turbolente da
Distacco generatori eolici

Rep 106

Distacco

58
Velocit di caduta libera di un corpo solido
Un corpo solido immerso in un fluido comunemente soggetto a tre tipi di forze:

forze di massa che, nel caso in cui sul corpo agisca solo la gravitazione,
FD FG
r r Dp3
si riducono alla cosiddetta forza peso: FP = g rs p
6
r r D3
spinta di galleggiamento da parte del fluido: FG = -g r f p p
6
r
r v v Dp2 FP
forze di attrito, esprimibili con una relazione del tipo: FD = - rf CD p
2 4
Se il corpo parte da uno stato iniziale d'immobilit, la forza di attrito , in tale condizione,
nulla; nel caso in cui la densit del solido sia maggiore di quella del fluido, la forza peso
maggiore della spinta di galleggiamento per cui l'oggetto sottoposto ad una forza risultante
diretta verso il basso ed accelera in tale direzione. L'aumento della velocit conseguente
all'accelerazione causa una crescita progressiva della forza d'attrito, fino a quando questa non
bilancia esattamente la risultante delle altre due forze (entrambe indipendenti dalla velocit).
Raggiunta tale condizione di equilibrio, il corpo continuer a muoversi verso il basso con una
velocit costante v che chiamiamo velocit di caduta libera.
La condizione di equilibrio espressa dalla relazione:
v2 Dp2 Dp3
CD rf p =g p ( rs - rf ) (3.46)
2 4 6
La determinazione di v di fondamentale importanza per lo studio di alcuni processi di
separazione tra fasi (centrifugazione e sedimentazione) e dei fenomeni di ricaduta al suolo di
particelle contaminanti.
Purtroppo la risoluzione dell'equazione (3.46) presenta un problema: il coefficiente di forma C D
dipende dalla velocit v e la relazione che lega le due grandezze dipende dalla forma del corpo
solido e non analiticamente determinata.
Per la soluzione del problema possibile ricorrere a grafici che riportano l'andamento di C D al
variare del numero di Reynolds particellare oppure a relazioni empiriche valide in un ristretto
intervallo della velocit. E' anche possibile procedere per tentativi, ovvero:
1) assumere arbitrariamente un valore della velocit
2) calcolare il valore di CD con la (3.46) e con il diagramma di CD in funzione di Rep
3) confrontare i due valori e se questi differiscono oltre un limite (errore) prefissato,
ripetere la procedura, assumendo un nuovo valore della velocit.
Un altro metodo consiste nel rielaborare la (3.46) in una forma esplicita rispetto a C D:
4 g Dp rf (rs - rf ) 1
3
CD = (3.47)
3 m2 Rep2

La (3.47) stabilisce una relazione quadratica tra i due parametri C D e Rep ; tracciata la curva
corrispondente a questa relazione sul diagramma che riporta C D in funzione di Rep , il punto
d'intersezione con la linea sperimentale di CD corrisponde al valore di Rep che rappresenta la
soluzione del problema. Si osservi che, essendo il suddetto diagramma doppio logaritmico,
l'equazione (3.47) corrisponde ad una retta con pendenza pari a meno due.
Nell'applicazione dei principi sopra esposti ai processi di sedimentazione necessario
introdurre un fattore correttivo per tenere conto del fatto che in presenza di una rilevante
concentrazione di solidi le particelle interagiscono ostacolandosi a vicenda.
Inoltre, la caduta delle particelle determina lo spostamento di un corrispondente volume di
fluido. Il fenomeno causa un moto ascensionale del fluido la cui velocit si somma a quella di
caduta delle particelle misurata rispetto ad un sistema inerziale e si traduce in un
rallentamento del processo di sedimentazione rispetto al caso ideale di una singola particella.

59
Fattore d'attrito in letti granulari
Nellingegneria di processo frequente il caso di fasi fluide in moto attraverso un letto
granulare, ovvero un insieme di particelle solide. Apparecchiature nelle quali vi sono sistemi di
questo tipo sono: i reattori catalitici, i filtri, le colonne di assorbimento e di distillazione. Anche
in natura il fenomeno assai comune, basti pensare all'acqua che percola attraverso un
terreno sabbioso.
Il flusso di fluidi attraverso letti granulari d origine a diverse dissipazioni di energia, dovute a:
fenomeni di attrito viscoso sulla superficie delle particelle solide, variazioni della sezione
disponibile per il passaggio del fluido, fenomeni di scia (attrito di forma) e frequenti cambi di
direzione.
Per stimare lattrito che il moto del fluido produce, possibile utilizzare un modello
semplificato, nel quale il letto assimilato ad un insieme di piccoli condotti paralleli.
Un letto di particelle caratterizzato da due parametri fondamentali:
la porosit () ovvero il quoziente tra il volume vuoto ed il volume totale
l'area esterna del materiale granulare per unit di volume del letto (a)
Larea esterna del materiale riferita al volume del solido (a v) legata alle suddette grandezze
dalla relazione: a = aV (1 )

Indicando con DC e N il diametro ed il numero dei canali del modello, valgono le seguenti
relazioni:
2
DC p L N = L S e volume vuoto totale
4
DC L N = L S a area totale della superficie di contatto tra fluido e solido
dove L la lunghezza del letto ed S l'area della sua sezione normale al moto del fluido.
DC e
Dividendo membro a membro le due relazioni si ottiene: =
4 a
Indicando con v0 la velocit superficiale del fluido, pari al quoziente tra la portata volumetrica e
l'area della sezione del letto normale al moto del fluido, la velocit media v effettiva :
v0
v =
e
Assumendo che il fluido scorra in regime laminare all'interno dei canali del modello e che il
letto sia posto orizzontalmente, possiamo usare l'equazione (3.22) per calcolare la perdita di
pressione causata dall'attrito:
v0 Dp (Dc / 2)2 Dp 16 e2
= v = - =- (3.48)
e L 8m L 32 a2 m
6 6
Se il materiale granulare costituito da particelle sferiche: aV = ; a= (1 - e)
Dp Dp
Dp D2p e3
e sostituendo a nella (3.48) si ottiene: v0 = - (3.49)
L 72 m (1 - e )2

In realt il fluido costretto, a causa della presenza delle particelle solide, a compiere
numerose deviazioni, che rendono il suo percorso tortuoso e dunque sensibilmente maggiore
della lunghezza L del letto. Pertanto, per una corretta stima della perdita di pressione, la
relazione (3.49) deve essere empiricamente corretta nella seguente espressione:
Dp Dp2 e3
v0 = - (3.50) equazione di Blake-Kozeny
L 150 m (1 - e )2
Dp r v0
relazione valida quando: Reb = < 10
m (1 - e )

60
Analogamente a quanto fatto nel caso di fluidi in moto all'interno di condotti, possiamo
esprimere le perdite di pressione mediante un fattore d'attrito:
( -Dp ) Dp
fb = (3.51)
L 2 r v20
75 (1 - e)
In regime laminare, dall'equazione di Blake-Kozeny si ricava: fb = (3.52)
Reb e3
In regime turbolento (103 < Rep) le misure sperimentali della variazione di pressione nel fluido
lungo il letto granulare sono correlabili con la relazione:
Dp 1- e
- = 1.75 r v20 (3.53) equazione di Burke-Plummer
L Dp e3

In altri termini, il fattore d'attrito in regime turbolento risulta indipendente da Re b:


(1 - e)
fb = 0.875 (3.54)
e3
Le relazioni (3.52) e (3.54) rappresentano i valori asintotici di f b rispettivamente nel regime
laminare (Rep<10) ed in quello turbolento (103 < Rep).

Una relazione valida in pi ampio campo di regimi fluidodinamici, nota come equazione di
Ergun, stata ottenuta sommando le perdite di carico calcolate nelle due condizioni estreme:

2 fb
e3
=-
Dp Dp e3
= 150
(1 - e ) m + 1.75 (3.55)
2 L 1- e
1- e r v0 Dp r v0

La variazione della pressione calcolata con le equazioni precedenti riguarda esclusivamente i


fenomeni di attrito. Se il letto ha sviluppo verticale non trascurabile, alleffetto dellattrito si
somma quello delle forze di massa del fluido (gravit). In questi casi conveniente considerare
la perdita energetica per unit di massa associata al passaggio del fluido attraverso il letto:
L
Ev = 2 fb v20 (3.56)
Dp

Il grafico seguente presenta l'andamento del coefficiente d'attrito in funzione del numero di
Reynolds.

100

2 fb e3
(1 - ef)b
10

Blake-Kozeny Ergun (3.55)


(3.52)

Burke-Plummer (3.54)
1
1 10 100 1000
Reb

61
Tutte le relazioni fin qui presentate consentono una stima sufficientemente accurata delle
perdite di pressione in letti granulari con porosit inferiore a 0.5. Esse non sono utilizzabili nel
caso di operazioni come la distillazione e l'assorbimento nelle quali si soliti impiegare
materiali di riempimento con porosit sensibilmente pi elevate (anche oltre il 90%).
Inoltre, nei suddetti processi si ha comunemente a che fare con flussi bifase (liquido-vapore o
liquido-gas) per i quali esiste una grande variet di regimi dipendenti dalle portate relative dei
due fluidi, dal loro orientamento relativo (equicorrente o controcorrente) e dalla direzione
rispetto al campo gravitazionale (ascendente o discendente).
Nel campo dei flussi di singole fasi fluide attraverso letti di particelle solide, ha una notevole
importanza applicativa il fenomeno della fluidizzazione. Con tale termine si definisce uno stato
particolare del letto granulare, nel quale le particelle non occupano posizioni fisse nel tempo,
bens si muovono all'interno della corrente fluida. Il moto delle particelle solide analogo a
quello delle molecole (o aggregati turbolenti) di un fluido, da cui il nome "letto fluidizzato"
adottato per descrivere il sistema.
Affinch si verifichi la fluidizzazione di un letto particellare necessario che la perdita di
pressione associata al moto del fluido bilanci la forza esercitata dal campo gravitazionale sui
corpi solidi. La condizione limite di equilibrio tra le forze che agiscono sulle particelle si verifica
ad una velocit del fluido definita velocit minima di fluidizzazione, il cui valore dipende dalle
caratteristiche del fluido e del corpo solido.
Si consideri il sistema rappresentato in figura, nel quale un letto granulare, sostenuto da una
griglia o disco di materiale poroso, attraversato da una corrente fluida con moto
ascensionale.
La condizione di equilibrio descritta dalla relazione:
Dp
- = g (1 - e0 ) (rS - rF ) (3.57) dove:
L0
L 0 e e0 sono rispettivamente lunghezza e porosit del letto in
condizioni statiche
letto
rS e rF sono le densit del solido e del fluido
fluidizzato
Per un letto costituito da particelle di forma e dimensioni uniformi,
ad esempio sfere di diametro Dp ed un fluido di densit costante,
la condizione di incipiente fluidizzazione identificabile esprimendo le
perdite di carico nella (3.57) mediante l'equazione di Ergun (3.55):

-
Dp 2
= rF vmf
(1 - e0 ) 150 (1 - e0 ) m + 1.75 da cui:

L0 Dp e30 Dp rF vmf fluido
2
vmf (1 - e0 ) mF 2
rF vmf (1 - e0 )
g (1 - e0 ) (rS - rF ) = 150 + 1.75
Dp2 e30 Dp e30
Risolvendo l'equazione si determina la velocit minima di fluidizzazione vmf
Nella realt il fluido spesso un gas la cui densit varia sensibilmente con la pressione e
dunque lungo il letto granulare e le particelle solide hanno caratteristiche non uniformi. In tali
condizioni l'identificazione delle condizioni di fluidizzazione richiede:
la definizione di parametri dimensionali e morfologici come il diametro medio e la sfericit;
l'utilizzo di relazioni empiriche, disponibili in gran numero nella letteratura tecnico-
scientifica.
Un esame dettagliato del fenomeno della fluidizzazione di letti granulari non fa parte degli
obiettivi di questo corso; chi desideri approfondire l'argomento pu consultare i seguenti testi
disponibili nelle biblioteche dipartimentali e di Ateneo:
D. Kunii, O. Levenspiel - Fluidization Engineering - Wiley & Sons (1991)
M. Pell - Gas Fluidization - Elsevier Science (1990)

62
ESERCIZI
3.01 - Un serbatoio di forma cilindrica, posizionato con l'asse verticale ed aperto all'atmosfera,
contiene 12000 litri di acqua allo stato liquido. Il recipiente ha un diametro interno di
1.5 [m] ed uno spessore uniforme di 4 [mm].
Si calcoli la spinta totale sul fondo del serbatoio e la tensione massima nella parete
cilindrica.
Risultati: 117.7 [kN]; 12.5 [MPa]

3.02 - In un camino alto 40 metri, contenuta una fase gassosa con massa molare media pari
a 35 [kg kmole-1] ed una temperatura media di 130 [C].
Si rappresenti, graficamente, l'andamento della forza motrice sfruttabile per il tiraggio
del camino al variare della temperatura dell'aria nell'ambiente esterno.
Risultato: 200

180

160

p [Pa]
140

120

100

-20 -10 0 10 20 30 40

T [C]


3.03 - Un serbatoio, di forma cilindrica con asse verticale, ha un diametro interno di 2.5 metri
ed uno spessore di 2 [mm]. Nel recipiente contenuta dell'acqua in cui sono disperse:
240 [kg m-3] di fini particelle di un materiale solido con densit 2500 [kg m-3],
minute bolle d'aria, che occupano il 5% del volume totale.
Si calcoli la tensione nella parete cilindrica del serbatoio ad una profondit di 4 metri,
assumendo che il recipiente sia aperto superiormente all'atmosfera.
Risultato: 26.8 [N mm-2]

3.04 - Una bacinella semisferica in acciaio ha un diametro esterno di 20 [cm] ed uno spessore
di 5 [mm]. Se poniamo la bacinella in acqua essa gallegger? Nel caso in cui la risposta
al quesito sia positiva si calcoli la quota di immersione del fondo della bacinella, se al
contrario negativa si calcoli il diametro minimo di una bacinella semisferica nello
stesso materiale e di pari spessore in grado di galleggiare sull'acqua (si assuma che
l'acciaio abbia una densit di 7500 [kg m-3]).
Risultati: la bacinella non gallegger, il diametro minimo per il galleggiamento circa 21.5 [cm]

3.05 - Un recipiente di forma cilindrica con un diametro interno di 30 [cm] ed aperto
superiormente, deve essere utilizzato per trasportare dell'acqua in un autoveicolo. Se
il veicolo procede alla velocit di 50 [km h -1] e deve frenare arrestandosi in non pi di
20 [m] a quale distanza dal colmo del recipiente deve trovarsi il livello dell'acqua
affinch non vi sia fuoriuscita di liquido? Si assuma che il recipiente sia vincolato
rigidamente all'autoveicolo durante la frenata e che questa avvenga con decelerazione
costante.
Risultato: circa 7 [cm]

63
3.06 - La tensione di vapore dell'acqua (A) determinabile mediante la relazione empirica:
1730.63
8.07131-
p0A = 131.58 10 T -39.74 [Pa]
Nella troposfera sovrastante le zone climatiche temperate, la temperatura dell'aria
diminuisce linearmente fino ad un'altezza di circa 10 [km] rispetto al livello del mare; in
media, salendo di 1000 [m] si rileva una riduzione di 6.5 [C].
Assumendo che al livello del mare la temperatura dell'atmosfera sia 20 [C] e la
pressione 100 [kPa], si tracci su un grafico l'andamento della temperatura di ebollizione
dell'acqua in funzione della quota tra zero e 6000 [m].
Si valuti se, trascurando il gradiente termico verticale dell'atmosfera, ovvero
assumendo che la temperatura dell'aria sia costante e pari a quella al suolo, si compie
un errore significativo nella stima della temperatura di ebollizione dell'acqua.
100
Risultato:
Non isotermo
Isotermo 20 [C]
95

Tb 90

[C]
85

80

75
0 1500 3000 4500 6000
z [m]


3.07 - In un serbatoio cilindrico con asse verticale, avente un diametro interno di 1 [m],
contenuta acqua fino ad un'altezza di 4 [m]. Il serbatoio aperto superiormente e sul
suo fondo presente un foro circolare con un diametro di 5 [cm] chiuso con un tappo.
Si calcoli la portata di acqua che fuoriesce dal serbatoio nel momento in cui si rimuove
il tappo dalla sua sede, si ricavi un'espressione della portata effluente in funzione del
tempo e si determini il tempo necessario per lo svuotamento completo del serbatoio.
Risultati: 0.0142 [m3 s-1]; V& = 1.42 10 - 3.21 10 t [ m s ] ; 442 [s]
-2 -5 3 -1


3.08 - In un condotto di sezione circolare, con diametro interno 2.5 [cm], costruito in acciaio
al carbonio commerciale, scorre dellacqua liquida alla temperatura costante di 20 [C].
La velocit media dell'acqua 2 [m s-1] e le sue propriet a 20 C sono:
= 1000 [kg m-3], = 10-3 [Pa s]
Si calcolino il fattore di attrito e le perdite di pressione per metro lineare di condotto.
Risultati: f ' = 0.026 ; Dp/z = 2080 [Pa m-1]

3.09 - L'acqua, contenuta in un serbatoio A, deve B
essere fornita all'utenza, B attraverso la 20 [m]
30 [m]

linea schematizzata nella figura a lato.


40 [m]

Il condotto in acciaio (e = 0.045 [mm])


ed ha un diametro interno di 135 [mm].
Assumendo che il livello nel recipiente A A
sia costante, si calcoli la potenza che la
pompa deve trasferire all'acqua affinch la 265 [m]
portata fornita a B sia di 100 [m3 h-1] .
Risultato: 10.6 [kW]

64
3.10 - Si deve attingere acqua da un pozzo nel quale il livello del liquido si trova 3 [m] sotto il
punto in cui pu essere installata la pompa. Il condotto pescante in acciaio
commerciale, ha un diametro interno di 22 [mm], una lunghezza complessiva di 4 [m]
e presenta un gomito a 90. La temperatura dell'acqua 20 C e la pressione
atmosferica 100 [kPa].
Si tracci su un grafico l'andamento della pressione nel punto in cui l'acqua entra nella
pompa al variare della portata prelevata.
Risultato: 80

60
p
[kPa]
40

20

0
0 1 2 3 4 5 6
3 -1
portata [m h ]


3.11 - Per riempire una cisterna, aperta all'atmosfera e posta sulla cima di una collina, con
l'acqua prelevata da un fiume, si devono acquistare una pompa centrifuga ed un
condotto in materiale plastico. La cisterna ha una capacit di 30 [m 3] e deve essere
riempita in un tempo massimo di 4 ore. La distanza lineare tra il fiume e la cima della
collina di 300 [m] ed il dislivello medio tra il livello dell'acqua nel fiume e quello nella
cisterna 20 [m].
Si identifichi un opportuno valore del diametro interno del condotto in base alla tabella
dei tubi commerciali sotto riportata, esponendo i criteri in base a quali stata
effettuata la scelta.
Si calcoli la potenza teorica della pompa necessaria per realizzare l'operazione.
Per il calcolo si assuma che il percorso del condotto sia rettilineo e che la rugosit del
materiale plastico sia trascurabile (tubo liscio).
Caratteristiche di tubi commerciali in materiale plastico
pmax 4 [bar] pmax 6 [bar] pmax 10 [bar]
diametro
esterno [mm] diametro interno diametro interno diametro interno
[mm] [mm] [mm]
25 21.6 20.6 18.2
32 28.2 26.4 23.2
40 35.2 33 29.2
50 44 41.4 36.4
63 55.6 52.2 45.8
75 66 62 54.6
90 79.4 74.4 65.6
110 97 91 80.2

Risultato: la potenza della pompa dipende dalla scelta del diametro interno del condotto

65
3.12 - In un condotto con sezione rettangolare e dimensioni 300 x 500 [mm] scorre aria alla
temperatura costante di 20 [C] e ad una pressione media di 1 [atm].
La viscosit dell'aria a 20 [C] : m = 1.8110-5 [kg m-1 s-1].
Si calcolino le perdite di carico in un tratto lineare di 100 [m] di condotto con una
portata d'aria che vi fluisce pari a 0.5 [kg s-1].
Supponendo che la condotta sbocchi in un ambiente di grandi dimensioni senza alcun
tipo di raccordo, a quanto assommano le perdite localizzate in tale punto?
Risultati: perdite di carico 24.5 [Pa]; perdita localizzata allo sbocco 4.6 [Pa]

3.13 - In un gasdotto, costituito da un condotto cilindrico in acciaio commerciale di diametro
interno 800 [mm], scorre una corrente di metano con una portata massica di
160 [kg s-1] costante nel tempo.
La linea dotata di stazioni intermedie di compressione e refrigerazione, dalle quali il
gas esce alla pressione assoluta di 70 [bar] e alla temperatura di 17 [C], condizioni
alle quali la sua densit 53.2 [kg m-3]
Si calcoli la distanza massima tra due stazioni di compressione, affinch la pressione del
gas nel condotto non scenda sotto il valore assoluto di 20 [bar].
A scopo semplificativo si assuma che:
a) la viscosit del metano sia indipendente dalla pressione e pari a 1.2610-5 [Pa s];
b) il gas scorra nel condotto in condizioni isoterme.
Risultato: circa 153 [km]

3.14 - Per fornire aria compressa ad un impianto di processo, disponibile un condotto avente
un diametro interno di 35 [mm] ed una lunghezza di 350 [m]. Lungo il condotto sono
presenti otto curve standard a 90 due giunti a T a flusso diretto ed una valvola di
regolazione la cui lunghezza equivalente pari a 300 diametri.
Si calcoli la pressione all'inizio della linea necessaria per erogare all'impianto una
portata di 1000 [kg h-1] d'aria alla pressione di 6 [bar].
Per il calcolo si assuma che il fluido scorra in condizioni isoterme alla temperatura
media di 20 [C] e che la sua viscosit in tali condizioni sia 1.8310-5 [Pa s].
Risultato: 7.1 [bar]


3.15 - L'aria presente in un locale di grandi dimensioni e dotato di ampie aperture verso
l'ambiente esterno, aspirata attraverso un condotto orizzontale di sezione
rettangolare avente dimensioni interne di 250 x 500 [mm] e lunghezza di 500 [m].
Pressione e temperatura nel locale sono costanti nel tempo e valgono rispettivamente:
p = 105 [Pa] e T = 293 [K]. Il condotto di aspirazione costruito in materiale polimerico
con rugosit superficiale media di 0.02 [mm]. Lungo il percorso sono presenti 10 curve
ad angolo retto, ciascuna delle quali ha una lunghezza equivalente pari a 40 diametri.
Assumendo che la viscosit dell'aria abbia un valore medio di 1.8210 -5 [Pa s]
indipendente dalla pressione e che la temperatura lungo il condotto sia costante e pari
al valore in ingresso (20C) si stimi la pressione assoluta al termine del condotto
necessaria per assicurare una portata aspirata di 2500 [kg h-1].
Risultato: 0.996 105 [Pa]

66
3.16 - Si calcoli la velocit di caduta libera in acqua a 20 [C] di particelle solide di forma
sferica aventi un diametro medio 650 [mm] ed una densit di 2700 [kg m-3].
Risultato: 0.107 [m s-1]

3.17 - La ciminiera di un impianto industriale immette nell'atmosfera un gas contenente
particelle solide di forma sferica con un diametro compreso tra 5 e 10 [mm] ed una
densit di 2500 [kg m-3]. Il pennacchio della suddetta corrente gassosa raggiunge, in
condizioni atmosferiche normali (20 C e 1 atm), la quota di 200 [m] dal suolo.
Assumendo che dalla quota massima raggiunta i solidi cadano con una velocit costante
pari a quella di caduta libera e siano trascinati dal vento in direzione orizzontale con
una velocit media costante di 3 [m s -1] si ricavi un'espressione della distanza tra il
punto di emissione e quello di caduta al suolo in funzione del diametro delle particelle.
Propriet fisiche dell'aria a 20 [C] e 1 [atm]: r = 1.2 [kg m-3]; m = 10-5 [Pa s]
4.4 10 -6
Risultato: L = [m]
D 2p

3.18 - Un filtro a sabbia utilizzato per filtrare una sospensione di particelle di ruggine e
scorie disperse in acqua. Il diametro medio dei granuli di sabbia 700 [m]; all'inizio
dell'operazione di filtrazione il letto ha una porosit del 34% ed alto 70 [cm].
Si calcoli la perdita di carico che si verifica, in tali condizioni, filtrando una portata di
0.01 [m3 s-1] di sospensione per ogni metro quadrato di sezione trasversale del filtro.
Risultato: circa 2.5 104 [Pa]

3.19 - Nei due tubi paralleli rappresentati nello schema a A
lato scorre dell'acqua liquida alla temperatura
costante di 20 C . B
I due condotti, entrambi lunghi 30.0 [cm] e di sezione circolare con diametro interno
5.00 [cm], contengono letti granulari di particelle solide aventi le seguenti
caratteristiche:
Condotto Forma delle particelle Diametro particelle Dp [mm] Porosit del letto e [-]
A Sferica 1.50 0.340
B Sferica 2.00 0.360
Assumendo che le perdite di carico causate dall'attrito sulle pareti di tutti i condotti e da
tutte le resistenze localizzate (curve, raccordi e giunti) siano trascurabili rispetto a
quelle associate al passaggio nei letti granulari, si calcolino le portate d'acqua fluenti in
A ed in B quando la portata totale fluente nel sistema : A + B = 1.00 [cm3 s-1]
Risultati: A = 0.308 [cm3 s-1]; B = 0.692 [cm3 s-1]

67
3.20 - Due recipienti (A e B) aperti all'atmosfera, contengono entrambi acqua liquida alla
temperatura costante di 20 [C]. Il recipiente B un serbatoio di forma cilindrica con
asse verticale ed ha un diametro interno di 2 [m]; A una vasca con pianta quadrata di
lato 8 [m] e pareti verticali. Inizialmente il liquido nei due recipienti si trova allo stesso
livello, ma al tempo che convenzionalmente assumeremo come t = 0, la pompa P viene
avviata con lo scopo di trasferire l'acqua dalla vasca A al serbatoio B. L'operazione
avviene attraverso un tubo di sezione circolare con un diametro interno di 10 [cm].
Si assuma che:
l'energia cinetica dell'acqua in A ed in B sia trascurabile;
la superficie dell'acqua in entrambi i recipienti sia esposta alla stessa pressione;
la dissipazione di energia meccanica nell'impianto sia causata solo dai fenomeni
localizzati all'imbocco (eV = 0.5) ed allo sbocco nel serbatoio B (eV = 1) ovvero che
che le perdite per attrito sulle pareti del tubo siano trascurabili;
Supponendo di utilizzare una pompa che fornisce al fluido una potenza costante nel
tempo e pari a 100 [W] si calcolino:
a) il valore della portata trasferita all'inizio dell'operazione;
b) il dislivello tra i due recipienti quando la portata trasferita si riduce di cinque volte
rispetto al valore iniziale.
Se per effettuare l'operazione, invece di utilizzare una pompa che eroga una potenza
costante, si impiega una macchina dotata di un sistema di controllo, con il quale la
portata di acqua trasferita tra i recipienti viene mantenuta ad un valore costante di
40 [m3 h-1], quale relazione esprime l'andamento nel tempo della potenza meccanica
fornita al fluido?

B:
cilindro DB=1m Propriet dell'acqua a 20C:
A: vasca con sezione densit 1000 [kg m-3]
quadrata 5x5 m viscosit 10-3 [Pa s]
DT=1cm

Risultati: a) 72.6 [m3 h-1] ; b) 2.5 [m]; &Lm = 16.7 + 0.405 t [W ] con t in secondi


3.21 - Il venturimetro uno strumento utilizzato per la misura della portata di un fluido che
scorre in un condotto. Il dispositivo costituito da
una rastremazione seguita da un tratto che riporta
al diametro iniziale del condotto.
La rastremazione piuttosto rapida, mentre
lallargamento ha un angolo di 5-6 al fine di D1 D2
evitare il distacco dei filetti fluidi e la conseguente
perturbazione del flusso. La variabile misurata la
differenza di pressione tra la sezione d'ingresso e Dp
quella ristretta.
Si calcoli la variazione di pressione misurata da un venturimetro in cui: D 1 = 2D2
posto su una tubazione orizzontale di diametro interno 400 mm in cui scorre dell'acqua
ad una velocit media di 1.5 [m s-1]. Per il calcolo si assuma un comportamento ideale
del fluido (dissipazione nulla di energia meccanica).
Si costruisca una curva di taratura (velocit media vs. perdita di pressione) per il
suddetto strumento nel campo di velocit tra 1 e 2 [m s-1].
( -D p )
Risultati: -16.875 [kPa]; v =
7' 500

68
3.22 - Il diaframma uno strumento molto semplice utilizzato per la misura della portata di
un fluido che scorre in un condotto. Esso costituito da un disco con un foro a bordi
taglienti avente un diametro D 2 inferiore a quello del
condotto D1. Il flusso che esce dal foro del diaframma
forma un getto di diametro minore di D1, a causa di
fenomeni inerziali. Lenergia cinetica massica del getto D1 D2
superiore a quella della corrente prima del diaframma,
per cui la pressione p2 minore di p1.
Lequazione che consente la determinazione della portata
la stessa del venturimetro, ma il coefficiente di [kg s-1] p1 - p2 [Pa]
correzione C differente. La differenza sostanziale di 3.00 2891
3.40 3921
questo strumento rispetto al venturimetro consiste nel
3.80 4667
fatto che con il diaframma non si ha un pieno recupero di
4.20 5667
pressione a valle del punto di misura. 4.60 6880
In una serie di misure di portata effettuate mediante un 5.00 7875
diaframma con sezione minima di diametro 50 [mm] in 5.40 9114
un condotto di diametro interno 100 [mm] in cui scorre 5.80 10786
6.20 13226
acqua a temperatura ambiente, sono stati misurati i
6.60 14135
valori di Dp riassunti nella tabella a lato.
7.00 16287
Si verifichi se possibile adottare un valore medio 7.40 17048
costante del coefficiente correttivo C e quale errore 7.80 19702
relativo prevedibile nelle misure di portata effettuate in 8.20 21906
tali condizioni

Risultato: C = 0.61 ; errore relativo medio 3%


3.23 - Per disporre di una riserva di acqua destinata ad irrigare un orto, si deciso di
realizzare una vasca di accumulo dell'acqua piovana. Il recipiente avr un'altezza utile
di riempimento di 2.5 [m] e sar aperto superiormente all'atmosfera.
Per consentire lo svuotamento completo della vasca senza dover installare una pompa,
la vasca sar posta su un terrapieno, in modo tale che il suo fondo si trover ad un
livello di 20 [cm] superiore rispetto alla superficie da irrigare.
Sul fondo della vasca sar praticato un foro al quale sar collegato un tubo flessibile in
materiale plastico avente un diametro interno di 14 [mm] ed una lunghezza di 90 [m].
Assumendo che il condotto abbia una rugosit interna trascurabile e che l'insieme delle
dissipazioni localizzate di energia (imbocco e sbocco, curve, giunti e dispositivi di
intercettazione del flusso) corrisponda ad una lunghezza equivalente di 10 [m], si
determinino i regimi di flusso nel condotto e le portate d'acqua scaricate nelle due
condizioni estreme in cui:
a) l'acqua nella vasca al massimo livello di riempimento,
b) la vasca sta per svuotarsi completamente (il livello dell'acqua prossimo al fondo)
Risultati: con la vasca piena il regime turbolento e la portata 7.9510-5 [m3 s-1]
quando la vasca sta per svuotarsi il regime laminare e la portata 1.8510-5 [m3 s-1]

69
Esempi di quesiti teorici

Un serbatoio di forma cilindrica, con asse verticale ed aperto all'atmosfera contiene un liquido
di densit uniforme. La pressione assoluta nel liquido:
cresce linearmente con la distanza dalla superficie vero falso
non dipende dalla pressione atmosferica ............ vero falso
La forza netta complessiva che agisce sulla parete cilindrica del recipiente:
cresce linearmente con la densit del liquido vero falso
non dipende dalla pressione atmosferica .... vero falso
La tensione tangenziale nel materiale che costituisce la suddetta parete:
ha valore massimo al fondo del recipiente vero falso
non dipende dalla pressione atmosferica vero falso
L'acqua di mare ha una densit media di 1025 [kg m -3]. A quale profondit si ha una
pressione relativa alla superficie pari a 100 [atm]:
9.81 m 10.08 m 98.1 m 108 m 990 m 1008 m circa 10000 m
Un campione di terra contenente materiali di diversa granulometria viene introdotto all'interno
di una bottiglia trasparente. La bottiglia viene successivamente riempita con acqua e scossa
energicamente fino ad ottenere una completa sospensione dei solidi. Infine, l'agitazione cessa
e si attende che i solidi sedimentino sul fondo del recipiente. Cosa si osserver?
i solidi si depositeranno sul fondo in strati separati, con i materiali pi fini in basso
i solidi si depositeranno sul fondo in strati separati, con i materiali pi grossolani in basso
i solidi si depositeranno sul fondo in uno strato unico sostanzialmente uniforme
Un fluido newtoniano scorre, in regime laminare, all'interno di un condotto cilindrico di
diametro costante. La perdita di pressione in un tratto del condotto lungo 1 [m]:
dipende dalla viscosit del fluido sempre vero sempre falso
non esiste una risposta sempre valida
Se il regime di flusso non laminare, la perdita di pressione lungo il condotto:
dipende dalla viscosit del fluido sempre vero sempre falso
non esiste una risposta sempre valida
dipende dalla densit del fluido sempre vero sempre falso
non esiste una risposta sempre valida
Nell'impianto rappresentato in figura il serbatoio contiene
acqua (r costante) che fluisce attraverso un condotto di
scarico collegato al fondo. (1) (2) V
Se chiudiamo, parzialmente, la valvola di regolazione (V):
la pressione nel punto (2) aumenta diminuisce non cambia
l'energia cinetica massica in (2) aumenta diminuisce non cambia
il Dp tra i punti (1) e (2) aumenta diminuisce non cambia
Una torre cilindrica con asse verticale sottoposta all'azione del vento che soffia ad una
velocit media v. La forza esercitata dal vento sulla torre :
direttamente proporzionale a v sempre vero sempre falso
vero se:
direttamente proporzionale a v2 sempre vero sempre falso
vero se:
indipendente da v .................. sempre vero sempre falso
vero se:
Un fluido scorre attraverso un letto granulare di particelle solide. La perdita di pressione nel
fluido dipende:
dalla dimensione media delle particelle solide ............................ vero falso
dal quoziente tra il volume totale e quello occupato dalle particelle vero falso
-2 -1
dal quoziente tra portata di fluido e sezione del letto [kg m s ] vero falso
Un liquido incomprimibile newtoniano scorre, in moto laminare, all'interno di un condotto
con sezione rettangolare di dimensioni 0.1 [m] per 0.3 [m].
Quanto vale il raggio idraulico (rh ) del condotto?
Se il liquido scorresse, con la stessa portata e la stessa velocit media, in un condotto di
sezione circolare, la variazione di pressione per unit di lunghezza ( -Dp/dz) risulterebbe:
uguale a maggiore di minore di quella nel condotto rettangolare

70
Due sfere dello stesso materiale, ma di diametro diverso, cadono, per effetto della gravit, in
un fluido di densit costante. In regime stazionario le velocit di caduta delle due sfere sono:
uguali
differenti e quella di diametro maggiore ha velocit maggiore
differenti e quella di diametro maggiore ha velocit minore
oppure: non esiste una risposta di validit generale perch dipende dal valore
del numero di Reynolds particellare (ovvero dal regime fluidodinamico)
Un condotto cilindrico, nel quale scorre un fluido newtoniano incomprimibile, presenta un
brusco aumento di diametro. La pressione a valle del punto di variazione del diametro :
maggiore di quella a monte minore di quella a monte
il segno della variazione di pressione dipende dal regime di moto (laminare o turbolento)
Il valore medio dell'energia cinetica massica del fluido a valle della variazione di sezione:
maggiore minore oppure uguale a quello a monte?
Un fluido newtoniano incomprimibile scorre, in regime laminare, all'interno di un condotto di
sezione circolare costante. Lo sforzo di taglio nel fluido sull'asse del condotto:
dipende dalla velocit media del fluido .................................... vero falso
nullo ................................................................................ vero falso
diverso da zero, ma non dipende dalla velocit media del fluido vero falso
Lo sforzo di taglio nel fluido a contatto con la parete del condotto:
dipende dalla velocit media del fluido ..................................... vero falso
nullo ................................................................................ vero falso
diverso da zero, ma non dipende dalla velocit media del fluido vero falso
Quale la relazione tra il valore massimo vmax della velocit del fluido e quello medio v ?
vmax = 0.5 v2 vmax = 3
(1 + v )
3
vmax = 2 v vmax = m v vmax = p D2 v

La perdita di pressione per unit di lunghezza del condotto:


dipende dalla rugosit relativa della parete del condotto vero falso
dipende dalla viscosit cinematica del fluido ............... vero falso
Raddoppiando la velocit media del fluido, la perdita di pressione:
si dimezza resta costante raddoppia aumenta di quattro volte
In un tubo cilindrico scorre dell'acqua liquida in regime di flusso laminare. La perdita di
pressione lungo il condotto (-Dp/dz):
dipende dal tipo di materiale con cui costruito il tubo vero falso
inversamente proporzionale al numero di Reynolds vero falso
cresce all'aumentare della velocit media dell'acqua vero falso

71
4. TRASPORTO DI CALORE
Il trasferimento di calore pu avvenire con tre diversi meccanismi: conduzione, convezione ed
irraggiamento.
La conduzione di calore un fenomeno connesso al moto di cui sono dotati atomi e molecole;
tale moto ha carattere prevalentemente traslazionale nello stato gassoso, mentre nei liquidi e
nei solidi predomina la componente vibrazionale.
Il flusso conduttivo di calore pu essere espresso con la legge di Fourier; per un mezzo nel
quale la conducibilit uguale in tutte le direzioni (materiale isotropo) l'espressione vettoriale
di tale legge :
r r r
j q = -k T (4.1) dove T il gradiente della temperatura

Il trasporto di calore convettivo un fenomeno che si sviluppa in correnti fluide in moto. In tali
sistemi il calore trasportato da ogni elemento di fluido in movimento, ma a questo processo
si somma il trasferimento termico causato dal gradiente della temperatura.
In regime di flusso laminare, quest'ultimo processo dovuto esclusivamente ad un
meccanismo di natura molecolare. Al contrario, in regime turbolento, il trasferimento di calore
avviene anche grazie al rimescolamento di porzioni del fluido di dimensioni macroscopiche.
Il trasporto di calore allinterno di una massa fluida in moto dunque un processo molto
complesso, per descrivere il quale si utilizzano prevalentemente relazioni di carattere empirico.
Ad esempio, nel caso di una fase fluida in contatto con una parete solida, la componente del
flusso termico normale alla parete esprimibile come segue:
jq,w = - h ( Tw - T ) (4.2)
dove T e Tw sono rispettivamente la temperatura media del fluido e quella della parete ed
h [W m2 K-1] un parametro empirico chiamato coefficiente di scambio di calore. Il coefficiente
h dipende da vari fattori; tra questi hanno un ruolo primario: la geometria del sistema, la
dinamica del fluido e le sue caratteristiche fisiche. La (4.2) formulata in modo da considerare
positivo un flusso che trasferisce calore dal fluido alla parete, il che si verifica quando Tw
minore di T. Differenti convenzioni di segno possono risultare convenienti in funzione delle
caratteristiche geometriche del sistema e del tipo di fenomeno in esame, ma le relazioni
analoghe alla (4.2) devono sempre rispettare il principio fisico secondo il quale il flusso ha
verso (segno) opposto al gradiente di temperatura.
Il trasferimento di energia per irraggiamento connesso all'assorbimento ed alla emissione di
radiazioni elettromagnetiche. Ad una temperatura diversa dallo zero assoluto la materia emette
radiazioni elettromagnetiche e, allo stesso tempo, se viene investita da una radiazione, pu
assorbirne una frazione pi o meno grande.
Contrariamente a quanto avviene nella conduzione e nella convezione, il trasferimento di
calore per irraggiamento pu avvenire anche attraverso uno spazio vuoto, perch le radiazioni
si propagano anche in assenza di materia.
Un'altra caratteristica che distingue nettamente l'irraggiamento dagli altri meccanismi di
trasferimento termico legata alla diversa dipendenza dalla temperatura. Infatti, mentre nella
conduzione e nella convezione termica, l'energia trasferita dipende, con buona
approssimazione, dalla potenza prima della temperatura, l'energia scambiata per
irraggiamento dipende dalla differenza tra temperature elevate alla quarta potenza. Pertanto,
l'irraggiamento il fenomeno di scambio termico prevalente nel campo delle alte temperature.
Nei gas, nei liquidi ed anche in solidi come il vetro ed i cristalli, lemissione radiante un
fenomeno che interessa il volume, almeno per la frazione dello spettro in cui i suddetti
materiali sono trasparenti. Al contrario, nei solidi opachi, lemissione un fenomeno che
avviene solo sulla superficie.
Il campo di radiazioni elettromagnetiche che interessa i processi di trasferimento termico ha
lunghezza d'onda compresa tra 0.1 e 100 [m] e dunque comprende: una parte del cosiddetto
ultravioletto, la luce visibile all'occhio umano e linfrarosso.

72
Conduzione monodirezionale in solidi isotropi
La conduzione , senza dubbio, il meccanismo di trasferimento del calore pi semplice da
rappresentare mediante modelli fisici. Lo studio del processo ulteriormente facilitato nei casi
in cui, grazie alla geometria del sistema ed alle condizioni in cui si sviluppa il fenomeno, il
trasporto avviene in una singola direzione. Infatti, in tali casi le grandezze vettoriali hanno
un'unica componente non nulla ed il processo pu essere descritto mediante equazioni scalari.
Il caso pi semplice quello in cui la conduzione si sviluppa in
un materiale solido isotropo avente la forma di una lastra piana
indefinita, le cui due facce parallele si trovano a due
temperature (T0 e T1) differenti, uniformi su tutta la superficie
delle rispettive facce e costanti nel tempo.
s
Le dimensioni indefinite della lastra consentono di trascurare le
T0
anomalie che si verificano in prossimit dei bordi e di assumere
che il gradiente della temperatura abbia una sola componente
T1 T0
non nulla: quella normale alle due facce (x nelle figure a lato).
Di conseguenza, anche il flusso conduttivo di calore ha, in tutto
il sistema, un'unica componente non nulla: jq,x x
0 x1
Come volume di controllo si considera un elemento di
dimensioni Dx, Dy e Dz interno alla lastra; il bilancio di calore
Dx
per tale sistema :

( DzDy ) jq,x x + ( DxDzDy ) q& g = ( DxDzDy )


( T
d rC p )
+ ( DzDy ) jq,x
jq,x
x
jq,x
x + Dx
dt x +Dx

Dz
Dy
In regime stazionario ed in assenza di generazione:
jq,x = jq,x
x x + Dx

Poich la relazione ottenuta valida per qualsiasi Dx si pu affermare che jq,x costante in
tutta la lastra, ed esprimendo il flusso conduttivo mediante la legge di Fourier si ottiene:
dT
jq,x = -k = costante (4.3)
dx
Il verso del flusso (si tratta di una grandezza vettoriale della quale stiamo considerando la sola
componente non nulla) dipende dal segno della derivata nella (4.3): esso concorde con l'asse
x se il segno negativo (T1 < T0) e contrario ad x se la derivata positiva (T0 < T1).
Assumendo che la conducibilit k sia indipendente dalla temperatura ed integrando l'equazione
differenziale (4.3) con la condizione al contorno x = 0 ; T = T0 si ottiene:
j
T ( x ) = T0 - q,x x
k
la relazione precedente afferma che il profilo di temperatura attraverso la lastra lineare e che
la sua pendenza inversamente proporzionale al valore della conducibilit termica k.
Se la temperatura sulla seconda faccia nota (x = x1 ; T = T1) possibile determinare:
T1 - T0
il profilo di temperatura T = T0 + x (4.4) dove s lo spessore della lastra
s
k
il flusso di calore jq,x = - ( T1 - T0 ) (4.5)
s

la portata di calore & = - ( T1 - T0 )


Q (4.6)
s
k A
Se la conducibilit di calore non pu essere considerata costante nell'intervallo di temperatura
(T1 , T0), necessario integrare la relazione (4.3) esprimendo k come funzione di T. Purtroppo,
per quasi tutti i materiali solidi tale funzione non di semplice espressione analitica (vedasi il
grafico a pagina 32) per cui il calcolo dell'integrale richiede tecniche di calcolo numerico.

73
In termini indicativi si pu affermare che, se la conducibilit cresce con l'aumentare della
temperatura, la curva che rappresenta il profilo termico attraverso la lastra avr pendenza
maggiore nella zona in cui la temperatura pi' bassa; viceversa, se la conducibilit diminuisce
all'aumentare di T, il profilo avr pendenza maggiore nella zona in cui la temperatura pi
elevata.

T0 T0
k indipendente da T
k aumenta al
crescere di T
T T
k diminuisce
al crescere di T
T1 T1

0 x s 0 x s
x x
Esamineremo ora il fenomeno della conduzione termica in un
guscio di materiale solido compreso tra due superfici cilindriche di
lunghezza indefinita aventi raggi R0 e R1. R0
Se le due superfici cilindriche hanno temperature T0 e T1
differenti, nel guscio si ha un flusso di calore. Affinch la
conduzione sia monodimensionale, ovvero l'unica componente
R1
non nulla del gradiente termico e del flusso di calore sia quella
radiale, necessario che le suddette temperature siano uniformi L
(costanti) sulle rispettive superfici cilindriche.
Per un anello cilindrico di dimensione assiale L e spessore Dr,
compreso nel suddetto guscio, il bilancio di calore espresso dr r
dalla relazione:

( 2 p r L jq,r )r & g = 2 p r L Dr
+ 2 p r L Dr q
( T
d rCp ) + (2 p r L j )
q,r r +Dr
dt
In regime stazionario ed in assenza di generazione di calore il bilancio si riduce a:
(2 p r L jq,r ) r = (2 p r L jq,r ) r +Dr
In questo caso, contrariamente a quanto avviene in una lastra piana, il flusso non costante in
tutto il guscio perch la superficie interessata al trasferimento di calore ha un'area che cambia
con il variare della distanza (r) dall'asse; la grandezza che risulta, in condizioni stazionarie,
costante, ovvero indipendente dalla posizione radiale, la portata di calore.
& = L 2 p r j = - L 2 p r k dT dT
Q q,r costante, ovvero: r = C1 (4.7)
dr dr
Integrando la (4.7) tra le due superfici estreme in R0 ed R1 si ottiene:
T1 R1
dr R T1 - T0
dT = C
T0
1
R0
r
T1 - T0 = C1 ln 1
R0
C1 =
R
ln 1
R0
dT 1 T1 - T0
sostituendo C1 nell'equazione (4.7) con l'espressione ricavata si ottiene: =
dr r R
ln 1
k T1 - T0
ovvero: jq,r = - (4.8) R0
r R
ln 1
R0

74
La portata termica per un tronco di lunghezza L : & = - k 2 p L T1 - T0
Q (4.9)
R
ln 1
R0
Moltiplicando numeratore e denominatore a secondo membro della (4.9) per (R 1 - R0) si ha:
& = - k 2 p r L T1 - T0 = - k 2 p r L T1 - T0
Q (4.10)
ml ml
R1 - R 0 s
R1 - R0
dove: rml = il raggio medio logaritmico del guscio cilindrico
ln (R1 / R 0 )
s = R1 - R0 lo spessore della parete cilindrica
Definendo una superficie media logaritmica: Aml = 2 L rml

& = - ( T1 - T0 )
la (4.10) riformulabile in una forma simile alla (4.6): Q (4.11)
s
k Aml
Le relazioni (4.6) e (4.11) sono entrambe esprimibili in termini concettuali come:
la portata termica trasferita pari al quoziente
tra la forza motrice e la resistenza al trasporto di calore
la forza motrice corrisponde alla differenza di temperatura: T2 - T1
s
la resistenza al trasferimento di calore Rq data dal quoziente:
k Aml
Il suddetto enunciato stabilisce un'analogia tra il fenomeno della conduzione di calore e quello
della conduzione elettrica, grazie al quale possibile esprimere flussi e portate delle rispettive
propriet (carica elettrica ed energia termica) con relazioni formalmente simili. Come vedremo
in seguito, l'analogia vale anche per sistemi pi complessi, ad esempio quelli in cui vi sono
resistenze multiple.

Conduzione attraverso pareti composite


Anche nel caso di una parete piana costituita da strati di materiali differenti la stazionariet del
sistema e l'assenza di fenomeni che generano calore fa s che il flusso termico sia costante nel
tempo e nello spazio e dunque abbia lo stesso valore in tutti gli strati. Ad esempio, per una
parete composta da tre strati la suddetta condizione espressa dalle relazioni:
dTa dT dTc
jq,x = -ka = -kb b = -kc = costante (4.12) sa sb sc
dx dx dx
dove ka , kb e kc sono le conducibilit termiche dei tre materiali.

Le condizioni al contorno sono: x = 0 ; Ta0 = T0


x = x1 ; Ta1 = Tb1 = T1
x = x2 ; Tb2 = Tc2 = T2
x = x3 ; Tc3 = T3
Assumendo che tutti i materiali siano isotropi e che la loro
conducibilit termica sia indipendente dalla temperatura,
integrando le tre equazioni differenziali (4.12) si ottiene:
a b c
T - T2 T - T1 T - T2
jq,x = - ka 1 = - kb 2 = -k c 3 (4.13)
x1 x2 - x1 x3 - x2
x1
ovvero: jq,x = - ( T1 - T0 )
ka
x2 - x1
jq,x = - ( T2 - T1 ) (4.14) 0 x1 x2 x3
kb
x3 - x2
jq,x = - ( T3 - T2 )
kc

75
x x - x1 x3 - x2
Sommando membro a membro si ha: jq,x 1 + 2 + = T0 - T3 (4.15)
ka kb kc

In base all'analogia elettrica presentata nel paragrafo precedente, i tre strati rappresentano tre
resistenze al trasferimento di calore poste in serie e la portata termica attraverso una porzione
di aera A della parete esprimibile come:
& =- T3 - T0 SDT
Q =- (4.16)
sa s s Rq,t
+ b + c
k a A kb A k c A
si
dove: Rq,t = k la resistenza totale al trasferimento di calore
"i i A
e: T la forza motrice totale
Si noti che nel caso in cui uno dei materiali sia caratterizzato da una conducibilit termica
sensibilmente inferiore a quella degli altri, ad esempio k c kb e kc kb verosimile, se gli
spessori non sono molto differenti, che la resistenza corrispondente al suddetto materiale sia
molto maggiore della somma di tutte le altre, nel caso in esempio Rq,c (Rq,a + Rq,b)
In altre parole, la portata termica stimabile, con buona approssimazione, considerando la
sola resistenza al trasporto offerta dal materiale meno conduttivo, che assume il ruolo di
resistenza controllante al trasferimento.
Il profilo termico, nel caso vi sia una singola resistenza
controllante, rappresentato qualitativamente nella figura a a b c
lato. Si noti che nei due materiali di elevata conducibilit (a T1T2
e b nel caso in esame) la temperatura praticamente
costante e pari al valore sulla faccia sinistra della lastra
composita. In altre parole, solo nel materiale che
T3
rappresenta la resistenza controllante al trasferimento di
calore (c) il gradiente termico risulta non trascurabile. x1 x2 x3

Per la forma cilindrica si esaminer un sistema costituito da


due soli gusci coassiali, ma i principi che ne deriveranno
valgono qualunque sia il numero di strati. Assumeremo che
entrambi i materiali siano isotropi e che le rispettive
conducibilit termiche (ka e kb) siano indipendenti dalla R2
R1
temperatura.
In regime stazionario ed in assenza di generazione, la R0
portata di calore nei due gusci costante, ovvero
indipendente dal tempo e dalla posizione radiale, mentre il
flusso diminuisce al crescere del raggio, in conseguenza del
fatto che l'area interessata al fenomeno cresce
allontanandosi dall'asse.
Per un tronco di lunghezza L, le portate di calore nei due strati sono espresse dalle relazioni:

Q& = -k dTa 2 p r L R 0 r R1 = R 0 + sa (4.17)


a
dr

Q& = -k dTb 2 p r L R 0 + s a = R1 r R 2 = R 0 + s a + s b (4.18)


b
dr
Le condizioni al contorno sono: r = R0 Ta = T0
r = R0 + sa Ta = Tb = T1
r = R0 + sa + sb Tb = T2
dTa dTb
r = R0 + sa ka = kb
dr R0 + sa dr R0 + sa

L'ultima condizione imposta dalla continuit del flusso attraverso la superficie di confine tra i
due gusci, ovvero dall'impossibilit che su tale superficie vi sia accumulo di calore.

76
Le equazioni (4.17) e (4.18) sono agevolmente integrabili, ma l'integrazione non necessaria
in quanto, per analogia con l'equazione (4.11), possiamo esprimere la portata di calore come
quoziente tra la forza motrice e la resistenza al trasferimento:

& = - ( T1 - T0 )
Q (4.19) ; & = - ( T2 - T1 )
Q (4.19b)
sa sb
ka A a,ml kb Ab,ml

sa sb
Dove: A a,ml = 2 p L ; Ab,ml = 2 p L sono le aree medie logaritmiche
ln (R1 / R 0 ) ln (R 2 / R1 )
dei due tronchi di guscio.
Il valore della temperatura T1 all'interfaccia tra i due materiali pu essere di non agevole
misura per cui, ai fini pratici, conviene riformulare le equazioni (4.19) e (4.19b) adottando il
concetto delle resistenze in serie:
sb sa sa sb
R q,b = ; R q,a = ; R q,t = R q,a + R q,b = +
kb Ab,ml k a A a,ml k a A a,ml kb Ab,ml

& = - ( T2 - T0 )
La portata di calore esprimibile con la relazione: Q (4.20)
R q,t
Valgono, anche per il sistema con geometria cilindrica, le considerazioni gi esposte in merito
alla possibile esistenza di una resistenza controllante al trasferimento di calore ed al
conseguente andamento dei profili termici.

Profili di temperatura in sistemi con generazione interna di calore


Il caso pi semplice quello di un corpo solido di forma sferica, nel
quale avviene un fenomeno chimico-fisico al quale associata una
generazione termica uniforme, ovvero costante in tutto il volume, con
dr r
un'intensit volumica pari a g [W m-3]. R
In regime stazionario, il bilancio dell'energia termica per un volume di
controllo costituito da un guscio sferico di spessore dr espresso dalla
relazione:
(
d r2 jq ) =r
( 4 p r2 jq ) (
r ) (
+ 4 p r2 dr q& g = 4 p r 2 jq ) r + dr ovvero:
dr
2
q& g

Assumendo che il materiale sia isotropo e che la conducibilit termica sia indipendente dalla
temperatura, possibile esprimere il flusso termico con la relazione di Fourier e riformulare
l'equazione nella seguente forma:

& g + k d r2 dT = 0
q
r2 dr dr
dT & r 3 dT & r C1
Integrando si ottiene: k r2
+ qg = C1 ovvero : k + qg = 2
dr 3 dr 3 r
Imponendo la condizione che il gradiente di temperatura al centro della sfera sia finito, risulta
che la costante d'integrazione C1 nulla e l'equazione si riduce a:
dT & r
k + qg =0
dr 3
r2
integrando nuovamente si ottiene: T = C2 - q& g (profilo radiale parabolico)
6k
Per determinare il valore della costante C 2 necessaria una seconda condizione al contorno;
ad esempio, un valore noto della temperatura sulla superficie esterna della sfera: r = R ; T = TR
R2 &g R
2
sostituendo si ricava: TR = C2 - q& g ovvero : C2 = TR + q
6k 6k
R2 - r2
Il profilo termico nel materiale quindi espresso dalla relazione: T = TR + q& g (4.21)
6k

77
R2
Al centro della sfera (r = 0) la temperatura : T0 = TR + q& g
6k

Il flusso termico alla superficie esterna della sfera : ( jq )R = q& g R3 (4.22)

Si noti che la (4.22) pu essere ricavata anche dividendo la portata di calore

& g 4 p R3 per la superficie esterna 4pR2


complessivamente generata all'interno della sfera q
3

Se la generazione termica positiva, ovvero nel materiale avviene un fenomeno esotermico, il


flusso termico ha verso concorde con il versore radiale (dall'interno verso l'esterno) e la
temperatura ha valore massimo (T0) al centro della sfera.
La temperatura massima aumenta con:
endotermico
l'aumentare della generazione volumica di calore;
esotermico
il crescere del raggio della sfera;
il diminuire della conducibilit del materiale. k crescente
T
Se, al contrario, la generazione negativa,
ovvero nel corpo avviene un fenomeno
endotermico, il verso del flusso di calore
s'inverte, la temperatura minima al centro
della sfera (T0) e massima sulla sua superficie
esterna (TR).
0 r R

Per un corpo di forma cilindrica conviene definire un volume


di di controllo costituito da un anello cilindrico di lunghezza L dr
compreso tra i valori r ed r+dr del raggio. L
Allo scopo di semplificare il problema possibile assumere
che la lunghezza del cilindro sia molto maggiore del raggio
cosicch la componente assiale della portata di calore risulti
trascurabile.
In regime stazionario, il bilancio di calore nel volume di controllo sopra definito :
(
d r jq ) = r q&
(2 p r L jq ) r + 2 p r L dr q& g = (2 p r L jq ) r +dr dr
ovvero : g

Valgono, anche in questo caso, le considerazioni sul segno della generazione, il verso del flusso
termico ed i valori massimi e minimi di temperatura gi esposte per il corpo di forma sferica.
Con una procedura analoga a quella gi vista possibile ricavare l'espressione del profilo
radiale della temperatura.
k d dT
Inserendo l'equazione di Fourier il bilancio diventa: q& g + r =0
r dr dr
dT & r 2 dT & r C1
Integrando si ottiene: k r + qg = C1 ovvero k + qg =
dr 2 dr 2 r
dT & r
Affinch il gradiente di T sull'asse sia finito C1 dev'essere nulla, per cui: k + qg =0
dr 2
r2
ed integrando si ottiene infine: T = C2 - q& g
4k
Con la condizione al contorno r = R ; T = TR il profilo della temperatura nel cilindro ed il flusso
termico sulla sua superficie esterna risultano espressi dalle seguenti relazioni:
2 2
&g R - r
T = TR + q (4.21b) ; ( jq )R = q& g R2 (4.22b)
4k

78
Anche per una barra di sezione rettangolare l'approccio al problema semplificabile con le
seguenti ipotesi:
le due facce laterali si trovano alla stessa temperatura (TA)
una delle dimensioni (s nella figura seguente) molto piccola rispetto alle altre per cui una
sola delle componenti del flusso termico non trascurabile ovvero la conduzione
monodimensionale ( jq,x nella figura). s
Nel volume di controllo compreso tra due piani x ed x+dx 0
il bilancio termico espresso dalla relazione: x
jq,x & g dx = jq,x
+q
x x + dx

da cui si ricava l'equazione differenziale: hs


djq,x d2 T
= -k 2 = q& g
dx dx

L'equazione del secondo ordine e la sua risoluzione


Ls
richiede due condizioni al contorno; la prima corrisponde
alla conoscenza della temperatura superficiale TA:
x = s/2 ; T = TA
la seconda condizione determinata dalla simmetria del profilo di temperatura:
x = 0 ; dT/dx = 0
Integrando l'equazione differenziale si ricavano le espressioni del profilo di temperatura e del
flusso di calore complessivo sulle due pareti laterali del corpo:
& g s2
q
T = TA + - x2 (4.21c)
2k 4
&g s
jq = q (4.22c)

Anche in questo caso, il flusso termico alle pareti corrisponde al quoziente tra la portata di
calore complessivamente generata nella barra q & g hL 2s e l'area delle due facce laterali 2hL
(si rammenti che, in base alle semplificazioni adottate per ricavare la 4.22c, il calore dissipato
attraverso le altre facce trascurabile)

79
Trasporto convettivo

Convezione forzata in condotti cilindrici


Il trasporto convettivo per convenzione forzata un fenomeno che si verifica quando un fluido
mosso da una macchina (ad esempio una pompa o un compressore) in contatto con una
superficie solida ad una temperatura diversa e con essa scambia calore.
Si esaminer il comportamento di una corrente fluida che scorre in un condotto cilindrico di
diametro interno D costante, la cui parete ha una temperatura Tw costante, ovvero
indipendente dalla coordinata assiale z.
T jq,r
w w

jq,z jq,z
z z + dz
D moto del fluido
&
mH &
mH
z z + dz

z
dz

Se la temperatura della parete minore di quella del fluido, questo cede calore alla parete
raffreddandosi (la temperatura media del fluido diminuisce al crescere di z); al contrario, se la
temperatura della parete maggiore di quella del fluido, quest'ultimo si riscalda, ovvero la sua
temperatura media cresce lungo il condotto. Convenzionalmente si definir positivo un flusso
termico con verso concorde a quello della coordinata radiale ovvero trasferito dal fluido alla
parete del condotto. Per le ragioni gi esposte nel primo capitolo (pag. 11) si ridurr il bilancio
di energia totale alla sola componente entalpica, trascurando i termini meccanici.
Il volume di controllo rappresentato dal fluido compreso tra due piani normali all'asse del
condotto (sezioni trasversali) di coordinate assiali z e z+dz.
In regime stazionario, il bilancio entalpico comprende le portate convettive entranti ed uscenti
(in nero nella figura) ed i termini di conduzione attraverso le superfici di contorno (in rosso):

& H
D2 & H
D2
m z +p j =m +p j + p D dz jq,r
4 q,z z z + dz
4 q,z z + dz w

Se nel fluido non si verificano cambiamenti di stato o reazioni chimiche, la variazione


dell'entalpia dovuta esclusivamente alla variazione della temperatura:
1 R
d = p dT dove: T =
& C
m p 0
r v (r ) C

p T (r ) 2p r dr definita temperatura media del fluido

Esprimendo i flussi conduttivi assiali come funzioni della componente assiale del gradiente della
temperatura media, il bilancio assume la seguente forma:

& C
m (
p T ) z -p
D2 d T
4
k
dz z
& C
=m p T ( ) z + dz -p
D2 d T
4
k
dz z + dz
+ p D dz jq,r
w

Nelle condizioni in cui operano comunemente le apparecchiature per lo scambio termico,


la conduzione assiale di calore risulta trascurabile rispetto al trasporto convettivo di entalpia
(la velocit media del fluido elevata per cui rv jq,z) e l'equazione di bilancio riducibile
alla relazione:
p T
d C ( )
m& C ( ) & C
p T z = m ( )
p T z + dz + p D dz jq,r
w
ovvero: &
m
dz
+ p D jq,r = 0
w
(4.23)

Il flusso radiale di calore scambiato alla parete pu essere espresso con una relazione empirica
del tipo:
jq,r = -h ( Tw - T ) dove h il coefficiente di scambio termico
w

Sostituendo nella (4.23) il flusso termico alla parete con l'espressione sopra riportata ed
assumendo che il calore specifico sia costante (indipendente dalla temperatura) si ottiene:

m p d T - h p D ( Tw - T ) = 0
& C (4.24)
dz

80
L'equazione differenziale (4.24) consente di determinare il profilo assiale della temperatura del
fluido lungo il condotto ed il calore scambiato con la parete.
d T h pD
Separando le variabili T e z si ottiene: = dz
( Tw - T ) m& C
p

Assumendo che il coefficiente di trasferimento di calore h sia costante (indipendente da z) ed


integrando l'equazione differenziale con la condizione che la temperatura media del fluido
all'ingresso del condotto (z = 0) abbia un valore noto T = T0 si ottiene:
h pD
- z
T - T hpD & C

ovvero: T = Tw - ( Tw - T0 ) e
m
ln w =- z (4.25) p
(4.25b)
Tw - T0 & C
m p

Il profilo assiale della temperatura media del fluido dunque descritto da una funzione
esponenziale, crescente nel caso in cui (Tw - T0) sia positivo ovvero il fluido sia in contatto con
una parete calda e decrescente nel caso opposto (parete fredda).
Come intuitivamente si poteva prevedere, la (4.25) indica che la temperatura media del fluido
tende asintoticamente ad un valore pari e quello della parete quando la lunghezza del condotto
tende ad infinito. Per un condotto finito avente lunghezza L, dalla (4.25) si ottiene:

& C
p = - hA hA
m = (4.26)
Tw - T L Tw - T0
ln ln
Tw - T0 Tw - T L

dove: TL la temperatura media del fluido all'uscita del condotto,


A=pDL la superficie complessiva della parete cilindrica (area di scambio termico)
La portata di calore complessivamente scambiata pari al calore acquistato o perso dal fluido
nel suo percorso attraverso il condotto. Assumendo che il calore specifico massico p sia
costante, ovvero indipendente dalla temperatura, la portata termica data dalla relazione:
L
& = -m
Q & C
p
dT = -m& C
z =0
p ( T L - T0 )

Sostituendo il prodotto p con il secondo membro della (4.26) si ottiene:

& = -m
Q p ( T L - T0 ) = -h A
& C
T L - T0
= -h A
( Tw - T0 ) - ( Tw - T L ) = -h A DT (4.27)
ml
T - T0 T - T0
ln w ln w
Tw - T L Tw - T L
L'equazione (4.27) indica che la portata termica scambiata proporzionale allarea di scambio
A, al coefficiente di scambio h ed alla media logaritmica della forza motrice lungo il condotto
(la forza motrice espressa dalla differenza tra la temperatura della parete e quella del fluido).
La suddetta equazione una relazione di tipo integrale, che esprime la portata di calore
complessivamente trasferita. Relazioni analoghe alla (4.27) sono spesso utilizzate nello studio
dei processi di trasferimento sia di calore sia di materia.
Lequazione differenziale di partenza (4.24) si pu riformulare nella forma seguente:
p d T = v r S C
& C
m p d T = h p D ( Tw - T ) (4.28)
dz dz
dove v la velocit media del fluido nella sezione trasversale del condotto.
4h
- z

ed il profilo assiale della temperatura media dato da: T = Tw - ( Tw - T0 ) e
v r D C p
(4.28b)
Le equazioni (4.28) e (4.28b) sono espresse come funzioni dei valori medi della velocit e della
temperatura nel fluido e non considerano la variazione in direzione radiale di tali grandezze;
esse sono coerenti con un modello fluidodinamico chiamato flusso a pistone o corrente
monodimensionale. Infatti, il modello della corrente monodimensionale fondato
sull'assunzione che le grandezze intensive che definiscono lo stato del sistema siano costanti in
sezioni del condotto normali all'asse, il che equivale ad imporre l'assenza di gradienti radiali.

81
Il coefficiente globale di scambio
In molte applicazioni pratiche, due fluidi di
processo (A e B) scambiano calore attraverso una
s
parete solida che li separa. Le portate di calore
TA
nelle tre fasi sono esprimibili con le relazioni:
Q& = - h A T - T
A A A ( nel fluido A
Ap A )
& = - ks A TAp TBp
QS T - TAp
s ml Bp
( ) nella parete solida
& = - h A T - T
QB B B B Bp ( ) nel fluido B TB
Le espressioni precedenti sono riformulabili come:
&
Q Q& s Q&
A
hA A A
(
= - TAp - TA ; S
k s Aml
)
= - TBp - TAp ; ( ) B
hB AB
(
= - TB - TBp )
In regime stazionario ed in assenza di generazione calore, le portate termiche nelle fasi sono
uguali (A = S = B = ) e sommando membro a membro le tre equazioni si ottiene:

& =-
Q
( TB - TA ) (4.29)
1 s 1
+ +
hA A A k s Aml hB AB

Il denominatore del quoziente a secondo membro rappresenta la resistenza globale al


trasferimento di calore nel sistema in esame:
1 s 1
R q,t = + + (4.30)
hA A A k s Aml hB AB

mentre la differenza di temperatura a numeratore la forza motrice globale del fenomeno.


Tra i termini che contribuiscono alla resistenza globale possibile che uno predomini
nettamente su tutti gli altri; ad esempio:
1 s 1 1
>> + R q,t
hA A A ks AS hB AB hA A A

in questo caso la resistenza nella fase A controllante e solo agendo sul fenomeno che essa
rappresenta possibile conseguire un significativo incremento della portata di calore trasferita.
Se una delle resistenze sensibilmente inferiore a tutte le altre, essa pu essere trascurata
semplificando lo studio del sistema. Ad esempio, con pareti in materiali metallici (buoni
conduttori) e di piccolo spessore, la resistenza connessa alla conduzione nel solido di gran
lunga inferiore a quelle relative al trasporto nelle fasi fluide e pu essere trascurata senza
effetti rilevanti sul calcolo della portata di calore scambiata:
1 1 s 1 1
+ >> R q,t +
hA A A hB AB k s AS hA A A hB AB
Se la parete solida attraverso la quale avviene il trasferimento di calore piana o ha uno
spessore molto piccolo rispetto al raggio di curvatura, le superfici in contatto con i due fluidi
hanno aree praticamente uguali, e le relazioni possono essere semplificate definendo un
coefficiente globale di scambio termico U:
1
U=
1 s 1
+ +
hA ks hB
la portata termica scambiata tra i due fluidi dunque esprimibile con l'espressione:
Q& = - U A (T - T ) (4.31)
B A

Per il coefficiente U, valgono le considerazioni gi esposte per la conduzione termica in pareti


multistrato nel caso in cui una delle resistenze al trasporto sia controllante oppure una o pi
siano trascurabili.

82
Scambiatore di calore a tubi coassiali
Lo scambiatore a tubi coassiali un'apparecchiatura molto semplice con la quale possibile
realizzare il trasferimento di calore tra due fluidi. Esso costituito da due condotti coassiali,
solitamente di sezione circolare, nei quali scorrono, separatamente, i fluidi. Lo scambio termico
avviene attraverso la parete del condotto interno. A scopo semplificativo si assumer che:
la superficie esterna del condotto pi grande sia perfettamente isolata
affinch lo scambio di calore con lambiente esterno risulti nullo;
i due fluidi scorrano nello stesso verso, modalit operativa che si definisce equicorrente.

Fluido B: & B ; TB0


m
(scorre nella sezione anulare)
dz
Fluido A: & A ; TA0
m
(scorre nel tubo interno)

z
In regime stazionario i bilanci termici dei fluidi nei volumi di controllo compresi tra le sezioni in
z e z+dz sono espressi dalle relazioni:
TB - TA
fluido A: m&A C
pA d TA - p dz =0 (4.32a)
1 s 1
+ +
hA Di k s Dml hB De
TB - TA
fluido B: &B C
m pB d TB + p dz =0 (4.32b)
1 s 1
+ +
hA Di k s Dml hB De

dove il secondo termine in entrambe le equazioni esprime il calore scambiato attraverso la


parete che separa i due fluidi come funzione della forza motrice e della resistenza globali.
Sommando membro a membro le due equazioni si ricava:

&A C
d TA & d TB &A C
d TA &B C
d TB
m pA + mB Cp B =0 ovvero: m pA = -m pB (4.33)
dz dz dz dz
Integrando la (4.33) con la condizione iniziale z=0 TA = TA0 TB = TB0 si ottiene:
&A C
m &B C
pA ( TA0 - TA ) = m &
pB ( TB - TB0 ) = Q (4.34)

Esprimendo mediante la (4.34) TB come funzione di TA o viceversa e sostituendo nella


(4.32a) o nella (4.32b) si ricava una relazione che descrive i profili assiali di temperatura delle
due fasi fluide; noti i profili termici si calcola la portata di calore scambiata.
Se la parete del condotto sufficientemente sottile, possibile esprimere il calore scambiato
come funzione del coefficiente globale U e dell'area media logaritmica (dzpDml) e seguire una
procedura semplificata; dalle equazioni di bilancio:
m pA d TA - U p dz Dml ( TB - TA ) = 0
&A C ; pB d TB + U p dz Dml ( TB - TA ) = 0
&B C
m

( TB - TA ) ( TB - TA )
si ricava: d TA = U p Dml dz ; d TB = -U p Dml dz
&A C
m p A &B C
m p B
sottraendo membro a membro le due equazioni precedenti si ottiene:
1 1
d TB - d TA = -U p Dml ( TB - TA ) + dz (4.35)
m& &
B CpB mA CpA
definendo la differenza di temperatura DT = TB - TA il cui differenziale : d(DT) = dTB - dTA
1 1
la (4.35) pu essere riformulata nella forma: d ( DT ) = -U DT + p Dml dz
m&B C
pB m &A CpA

83
Separando le variabili ed integrando con le condizioni: z = 0 DT = DT0 ; z = 0 DT = DT0
DTz z
d ( DT ) 1 1
si ottiene l'equazione:
DT0
DT
= -U
m

&B C
+
pB m&A C
pA
p Dml


dz
0

DTz 1 1
la cui soluzione : ln = -U + p Dml z (4.36)
DT0 m&B C
pB m&A C
pA

relazione che descrive un profilo assiale di DT esponenziale.
DTL 1 1 1 1
Per z = L si ha: ln = -U p Dml L + = -U Aml + (4.37)
DT0 & & & &
mB CpB mA CpA mB CpB mA CpA
&
Q &
Q
Dalla (4.34) si ricava: &B C
m = ; &A C
m =
pB
( TB L - TB0 ) pA
( TA0 - TA L )
e sostituendo nella (4.37) i prodotti (B pB) e (A pA) con le relazioni precedenti si ottiene:

DTL T - T T - T UA & = -U A DT
ln = -U Aml BL & B0 + A0 & AL = - & ml ( DTL - DT0 ) ovvero: Q ml ml (4.38)
DT0 Q Q Q

Se i due fluidi si muovono in versi opposti (controcorrente) i passaggi matematici sono


leggermente pi complessi, ma il risultato finale sempre lequazione (4.38).
Nella configurazione in equicorrente, la differenza di temperatura tra i due fluidi, che
costituisce la forza motrice al trasferimento di calore, presenta una forte variazione lungo lo
scambiatore (grafico a sinistra). Nella sezione d'ingresso il fluido pi caldo si trova alla
massima temperatura mentre quello pi freddo alla temperatura minima per cui DT
inizialmente elevata, ma procedendo lungo l'apparecchiatura TA e TB tendono ad assumere lo
stesso valore ed il calore trasferito si riduce sensibilmente. Pertanto, con l'equicorrente una
porzione non trascurabile dello scambiatore opera in condizioni sfavorevoli, con una forza
motrice molto piccola.
Al contrario, nella configurazione in controcorrente (grafico a destra) la variazione di DT lungo
lo scambiatore sensibilmente inferiore e la forza motrice per il trasferimento di calore si
mantiene ad un livello sufficiente in tutta l'apparecchiatura; di conseguenza, l'efficienza
complessiva dello scambio termico risulta, in genere, superiore a quella che si potrebbe
ottenere con la equicorrente (la stessa temperatura finale di A si ottiene con uno scambiatore
di lunghezza inferiore).
Le considerazioni sopra esposte valgono anche per apparecchiature di scambio termico
differenti dai tubi coassiali, ad esempio per i cosiddetti scambiatori a fascio tubiero e per
sistemi nei quali si realizzano trasferimenti di altre propriet come la materia (colonne a
riempimento ed apparecchiature a stadi. Nonostante ci, la configurazione in equicorrente
adottata in casi particolari, ad esempio per i reattori chimici polifasici, nei quali la forza motrice
gioca un ruolo secondario e prevalgono altri fattori come la dinamica dei fluidi.

TB0 Equicorrente Controcorrente TB0

Tml,1 Tml,2>Tml,1

TA0 TA0
0 z L1 0 L2<L1

84
Convenzione forzata in un recipiente miscelato in regime stazionario
Si consideri un recipiente miscelato contenente una fase
liquida alimentata in continuo con una corrente di
portata 0 ad una temperatura T0.

Dal recipiente fuoriesce una portata di liquido 1 con


temperatura T1 e la parete laterale del recipiente & 0 , T0
m
mantenuta ad una temperatura Tw costante. & 1 , T1
m
In condizioni stazionarie, la massa di fluido nel sistema
costante e le due portate sono uguali: 0 = 1 =
Supponendo che la miscelazione sia sufficiente a mantenere condizioni perfettamente
omogenee all'interno del recipiente, la corrente uscente avr temperatura e composizione
uguali a quelle del fluido contenuto nell'apparecchio. Tali condizioni corrispondono ad un
modello fluidodinamico ideale che prende il nome di sistema perfettamente miscelato o
sistema a parametri concentrati.
& H
Il bilancio entalpico nel sistema : m & =m
+Q & H 0 1
& = - h A (T - T )
la portata di calore scambiata alla parete, esprimibile con una relazione: Q 1 w

dove A l'area di scambio ed h il coefficiente di trasferimento di calore.


Se il fluido non subisce cambiamenti di fase ed il calore specifico si pu ritenere costante,
ovvero indipendente dalla temperatura, il bilancio entalpico esprimibile con la relazione:
& C
m & C
p T0 - h A ( T1 - Tw ) = m p T1 (4.39)

Si noti che la (4.39) un'equazione integrale, la cui soluzione, una volta noti i valori dei
parametri in essa contenuti (come p e h) non presenta alcuna difficolt.

Convenzione forzata in un recipiente miscelato chiuso


Si consideri un sistema perfettamente miscelato nel quale non vi sono correnti di materia
entranti ed uscenti. Sia Tw la temperatura della parete del recipiente, grandezza costante nel
tempo e diversa dalla temperatura iniziale T 0 della massa fluida. Il sistema opera in regime non
stazionario ed assumendo che il calore specifico del fluido sia costante, il bilancio di calore
espresso dall'equazione differenziale:

p dT
& = -h A ( T - T ) = m C
Q w
dt
dove A larea di scambio termico ed m la massa totale di fluido contenuta nel recipiente.
T - Tw hA
Integrando l'equazione con la condizione t = 0 T = T0 si ottiene: ln =- t (4.40)
T0 - Tw
mCp

Lequazione (4.40) molto simile alla (4.25) e si presta ad un'analoga riformulazione; se la


temperatura finale desiderata Tf , il tempo tf in cui la si raggiunge :
p
mC T0 - Tw
tf = ln
h A Tf - Tw
Nel tempo tf il fluido scambia con la parete del recipiente una quantit di calore complessiva
espressa dall'integrale:
tf ( Tf - Tp ) - ( T0 - Tp ) = - h A t
Q=-
0
( ) p ( Tf - T0 ) = - h A t f
h A T - Tp dt = m C
Tf - Tp f DTml (4.41)
ln
T0 - Tp
Si noti come il modello della corrente monodimensionale in stato stazionario ed il sistema
chiuso perfettamente miscelato siano descritti da relazioni formalmente simili. La differenza tra
i due sistemi data dal fatto che nel caso della corrente monodimensionale la variabile
indipendente la coordinata assiale, mentre in quello del sistema chiuso miscelato il tempo.

85
Il coefficiente di scambio nella convenzione forzata
Come si visto il coefficiente di scambio h un parametro fondamentale per poter descrivere
e prevedere il comportamento di sistemi in cui avvengono fenomeni di trasferimento di calore.
In linea di principio il coefficiente stimabile mediante una rappresentazione modellistica del
fenomeno; ad esempio, nel caso di un fluido che scambia calore con una parete solida, poich
in prossimit della parete il fluido in regime di moto laminare, il flusso termico trasferito
esprimibile con la relazione:
dT
jq,r = -k (4.42) dove: r una coordinata spaziale normale alla superficie di scambio
w dr w ed il pedice "w" si riferisce alle condizioni sulla parete.
Purtroppo, la valutazione del gradiente di temperatura nel fluido in contatto con la parete
estremamente difficile nelle condizioni in cui, comunemente, operano le apparecchiature per il
trasferimento di calore (regime di moto turbolento).
Interpolando i risultati di misure sperimentali del flusso termico scambiato per possibile
formulare relazioni empiriche che esprimono il coefficiente di scambio di calore in funzione
delle caratteristiche del sistema e delle condizioni operative. Ad esempio, per una corrente
fluida che scorre in un condotto circolare con sezione costante, la relazione del tipo:

( p ,D ,L
h = h v , r , m ,k ,C ) (4.43)

Generalmente, le relazioni sono espresse in forma adimensionale, con il vantaggio di risultare


indipendenti dalla scala del sistema; a tale scopo possibile utilizzare il teorema di
Buckingham.
Nel caso in esame vi sono: 8 parametri e 4 grandezze fondamentali
4 grandezze fondamentali (massa, lunghezza, tempo, temperatura)
per cui vi sono: 8 - 4 = 4 gruppi adimensionali correlati.
hD v r D Cp m L
La (4.43) pu essere riformulata come: = f , ,
k m k D

L Wilhelm Nusselt
ovvero: Nu = f Re,Pr, (4.44) dove Nu il Numero di Nusselt
D (1882-1957)
Il rapporto L/D (lunghezza:diametro del condotto) ha effetti significativi solo in regime
laminare e di transizione (Re < 5000) oppure in condotti di piccola lunghezza relativa (L/D < 40)
nei quali la perturbazione del moto in imbocco influenza sensibilmente i fenomeni di trasporto.
Per condotti di ampia lunghezza ed in regime pienamente turbolento (Re > 104) prassi
consolidata stimare il coefficiente di scambio termico mediante la correlazione di Sieder-Tate:
0.14
m
Nu = 0.026 Re 0.8 Pr1 / 3 b (4.45)
mw
dove b la viscosit del fluido alla temperatura media (bulk temperature) e w quella alla
temperatura della parete; il quoziente tiene conto delle differenze di comportamento
fluidodinamico tra i sistemi nei quali la parete ha temperatura maggiore di quella del fluido
(parete calda) e quelli in cui il fluido ad avere temperatura pi elevata (parete fredda).

La (4.45) utilizzabile per condotti circolari, lisci o moderatamente rugosi e per fluidi il cui
Numero di Prandtl compreso nel campo: 0.5 < Pr < 200
Per i fluidi con numero di Prandtl molto piccolo (Pr < 0.1), quali i sali ed i metalli allo stato fuso,
il coefficiente di scambio termico pu essere stimato con le seguenti correlazioni:
Nu = 7 + 0.025 (Re Pr)0.8 valida in condizioni di flusso termico alla parete costante
Nu = 5 + 0.025 (Re Pr)0.8 se la temperatura della parete costante
D
v r Cp
Il prodotto (Re Pr) chiamato numero di Pclet termico: Pe =
k
Nelle correlazioni sopra riportate, si utilizzano le propriet fisiche del fluido ad una temperatura
pari alla media aritmetica tra i valori in ingresso ed in uscita dal condotto.

86
Dividendo ambo i membri della correlazione di Sieder-Tate per il Pclet si ottiene:
0.14
Nu m
= 0.026 Re -0.2 Pr -2 / 3 b
Pe mw
h
Il gruppo (Nu/Pe) a primo membro chiamato numero di Stanton: St =
r Cp v
0.14
m 0.026
La relazione esprimibile nella forma: St Pr 2 / 3 b = (4.46)
mw Re 0.2
Il primo membro della (4.36) noto come fattore JH di Colburn; esso funzione del solo
numero di Reynolds e ricordando la relazione di Blasius per il calcolo del fattore di attrito,
risulta che:
0.026 f
JH = 0.2
(4.47)
Re 2
La relazione (4.47), nota come analogia di Colburn, stabilisce, per il regime turbolento, una
corrispondenza tra lo scambio di calore, rappresentato dal fattore J H ed il trasferimento di
quantit di moto, rappresentato dal fattore d'attrito f.
L'analogia sufficientemente precisa solo per condotti con rugosit trascurabile (tubi lisci);
infatti, le asperit della superficie di contatto tra il fluido ed il condotto aumentano
considerevolmente lattrito, ma influenzano marginalmente lo scambio termico.
Per le fasi gassose, in cui Pr 1, se la differenza di temperatura tra parete e fluido
0.14
m
modesta b 1 e dalle equazioni (4.46) e (4.47) si ricava:
mw
f
St = (4.48)
2
relazione che esprime lanalogia tra trasferimento di calore e trasporto di quantit di moto nella
versione proposta da Reynolds.
Per fluidi caratterizzati da elevati valori del numero di Prandtl (Pr > 200) si pu utilizzare la
correlazione di Deissler:
0.14
m 0.0789 f
St b = (4.49)dove f il fattore di attrito per per tubi lisci.
mw Pr 3 / 4
Per condotti di sezione non circolare possibile utilizzare tutte le correlazioni sopra presentate
sostituendo il diametro con il prodotto 4Rh (dove Rh il raggio idraulico).

Convezione termica in regime laminare


In genere, le apparecchiature per lo scambio termico operano in condizioni tali che il regime di
flusso risulti nettamente turbolento. Infatti, la turbolenza incrementa significativamente la
cinetica dei processi di trasferimento, migliorando l'efficienza delle apparecchiature.
Lo scambio di calore in regime laminare si verifica comunque in varie applicazioni pratiche
quali: l'abbattimento di inquinanti gassosi in strutture monolitiche (come le marmitte
catalitiche) l'estrusione di materie plastiche e vari processi dell'industria alimentare.
Un parametro discriminante per la stima del coefficiente di scambio termico in regime laminare
la coordinata assiale adimensionata definita dalla relazione:
z
= dove z la distanza dal punto d'imbocco e D il diametro interno del condotto
D Re Pr

In prossimit del punto d'imbocco ( < 0.02) il valore medio di Nu stimabile con la relazione:
-1 / 3 0.14
1 mb
Nu = 1.86 (4.50)
mw

87
Ad una distanza elevata dal punto d'imbocco ( > 0.2) il valore di Nu risulta essere indipendente
sia da Re sia da z ed ha i seguenti valori, che si suole definire "asintotici":
Nu = 3.66 in condizioni di temperatura costante della parete del condotto
Nu = 4.36 se il flusso termico alla parete del condotto costante (indipendente da z)

I due valori asintotici differiscono per le condizioni al contorno adottate nella risoluzione dei
modelli teorici con i quali sono calcolati; ciascuno di essi ha uno specifico campo applicativo:
quello in cui le condizioni reali del sistema si avvicinano maggiormente ad una delle suddette
condizioni al contorno (temperatura di parete costante oppure flusso termico costante).

Per corpi solidi di forma sferica in contatto con un fluido in moto relativo, il coefficiente di
scambio termico stimabile mediante la relazione:
0.5
h Dp Dp v r
Nu = = 2 + 0.60 Pr1 / 3 (4.51)
k m
dove v la velocit relativa del fluido rispetto al corpo solido misurata ad una distanza
sufficiente per non risentire delle perturbazioni del moto (velocit non perturbata).
Per un fluido in quiete, la relazione fornisce un valore Nu = 2 che conferma il risultato ottenuto
mediante l'integrazione analitica dell'equazione di bilancio locale di calore.

Convezione naturale
Il termine "naturale" definisce una classe di fenomeni convettivi in cui il moto dei fluidi non
indotto meccanicamente da macchine come pompe o compressori, ma causato dai gradienti
di propriet fisiche associati al trasporto (ad esempio la temperatura e/o la composizione).
Si considerino, ad esempio, un fluido ed una parete solida in contatto, i quali scambiano calore
perch si trovano a diversa temperatura. Il trasferimento di calore causa una variazione della
temperatura del fluido e, di conseguenza, un cambiamento della sua densit. La variazione
della densit una forza motrice meccanica, che genera un moto verticale del fluido, il quale
viene richiamato dal cuore della massa verso la parete. I due fenomeni sono strettamente
connessi e si esaltano vicendevolmente: lo scambio di calore favorisce il moto ed il moto
favorisce il trasferimento di calore.
Il campo della velocit nel fluido determinato dal gradiente di densit e dalle forze agenti
sulla massa; il pi delle volte, la forza di massa rappresentata dalla sola gravit, ma in casi
particolari possono giocare un ruolo importante anche la forza centrifuga o la forza di Coriolis
(ad esempio per i fenomeni che avvengono nell'atmosfera e nelle correnti oceaniche).
Anche il trasferimento di materia pu, in alcuni casi, causare gradienti di densit in grado
d'indurre moti significativi (ad esempio forti differenze di salinit nell'acqua marina) e dunque
svilupparsi, in assenza di moti forzati, in condizioni che possiamo definire convezione naturale.
Noi ci limiteremo ad esaminare i fenomeni di convezione naturale termica indotti dalla
differenza di temperatura tra il cuore di una massa fluida e la superficie di contatto con una
superficie solida.
La variazione di densit con la temperatura pu essere descritta dalla relazione:
r
T = -b r (4.52) dove b il coefficiente volumetrico di espansione termica
p

Per modeste variazioni della temperatura, la (4.52) pu essere approssimata con la relazione:
1 r - r
b- (4.53)
r T - T
dove T e r indicano rispettivamente la temperatura e la densit nel cuore della massa fluida,
ovvero lontano dalla superficie di scambio termico.

88
Applicando il teorema di Buckingham al fenomeno della convezione naturale
si evidenzia un parametro adimensionale, chiamato numero di Grashof:
g b ( Ts - T ) L3 r2
Gr =
m2
dove i pedici "" e "s" si riferiscono rispettivamente alle condizioni nel cuore
della massa fluida e nella zona di contatto con la superficie riscaldante, ed L
una lunghezza caratteristica del sistema. Franz Grashof
(1826-1893)
Il moto convettivo naturale del fluido influenza significativamente lo scambio
di calore ed un'analisi accurata del fenomeno molto complessa.
Noi ci limiteremo a presentare alcune correlazioni di carattere empirico
basate su misure sperimentali della portata termica trasferita.

Le correlazioni hanno, in genere, una forma del tipo: Nu = C Ra n (4.54)

Cp g b ( Ts - T ) L3 r2
dove: Ra = Gr Pr = il Numero di Rayleigh
m k
John Rayleigh
La (4.54) si riferisce ad un valore medio del coefficiente di scambio di calore
(1842-1919)
sulla superficie considerata e C ed n sono delle costanti empiriche.
Per superfici solide piane e verticali, il moto indotto dalla convezione naturale pu essere
laminare lungo tutta la superficie oppure parzialmente turbolento.
In funzione del regime di flusso, le costanti C ed n della relazione (4.54) assumono valori
differenti:
in regime laminare (Ra 109) i valori delle costanti sono: C = 0.59 ; n = 1/4
se il regime , almeno in parte, turbolento (Ra > 109): C = 0.10 ; n = 1/3
Una relazione valida tanto in regime laminare quanto in presenza di turbolenza stata
elaborata da Churchill e Chu nel 1975:
2

0.387 Ra1/6
Nu = 0.825 + 8/27
(4.55)
1 + ( 0.492 / Pr )9/16

Per una superficie solida piana ed orizzontale, la lunghezza caratteristica (L) rappresentata
dal rapporto tra l'area di scambio termico ed il perimetro.
Le condizioni del trasferimento termico differiscono sensibilmente a seconda che si tratti di una
superficie calda che cede calore ad un ambiente circostante pi freddo oppure di una superficie
fredda che riceve calore da un ambiente pi caldo.
I coefficienti di scambio termico sono stimabili con correlazioni proposte da McAdams nel 1957:

a) parete calda che cede calore ad un ambiente soprastante


(hot surface facing up)
105 Ra 2107 Nu = 0.54 Ra 1/4 (4.56)

b) parete fredda che riceve calore da un ambiente sottostante


(cold surface facing down)
2107 Ra 31010 Nu = 0.14 Ra 1/3 (4.56b)

c) parete calda che cede calore ad un ambiente sottostante


o parete fredda che riceve calore da ambiente soprastante
(cold surface facing up & hot surface facing down)
3105 Ra 1010 Nu = 0.27 Ra 1/4 (4.56c)

89
Per una superficie solida cilindrica orizzontale la lunghezza caratteristica il diametro del
cilindro ed il coefficiente di scambio termico pu essere stimato mediante la relazione di
Churchill e Chu:
2

0.387 Ra1/6
Nu = 0.60 + 8 /27
(4.57) valida nel campo: 10-5 Ra 1012
1 + (0.599 / Pr )9 /16

Se la superficie solida ha forma sferica il coefficiente valutabile, nel campo 1 Ra 105,
mediante la correlazione di Yuge:
Nu = 2 + 0.43 Ra1 / 4 (4.58)
Si noti che per Ra tendente a zero Nu tende al valore due caratteristico di una sfera solida
immersa in un fluido stagnante (vedasi eq. 4.51 con v = 0).

90
Irraggiamento
Lirraggiamento un fenomeno di grande importanza in alcune apparecchiature
frequentemente utilizzate sia in ambito industriale sia in quello domestico come le caldaie ed i
collettori solari. Anche per i dispositivi di protezione personale da fiamme e superfici calde e
per la coibentazione di sistemi operanti a basse temperature, lo scambio termico per
irraggiamento un processo di fondamentale importanza. Il trasferimento di energia radiante
inoltre sfruttato in strumenti di misura ed analisi come i termometri a radiazione (pirometri), i
colorimetri e gli spettrofotometri.

Assorbimento ed emissione di energia radiante


Quando una radiazione colpisce un corpo opaco, ovvero non trasparente, la superficie del corpo
assorbe una parte dellenergia, riflettendo la restante frazione. Indicando con i e a le potenze
incidente ed assorbita, il quoziente:
q&
a= a e detto assorbanza e per un corpo reale ha un valore inferiore ad uno
q& i
Data l'opacit del corpo, il complemento ad uno di rappresenta la frazione di energia riflessa
ed chiamato riflettanza.
La potenza incidente solitamente costituita da radiazioni di diversa lunghezza d'onda, le quali
possono risultare diversamente assorbite (e riflesse) dal corpo.
( d)
dq& i,l = q& (d)
i,l dl ; dq& a,l = q& a,l dl rappresentano la potenza incidente e quella assorbita
nellintervallo di lunghezza d'onda [ , +d]
( d) dq & ( d) &
dq
q& i,l = ; q& a,l =
i,l a,l
sono le funzioni distributive
dl dl
l l
( d)
e le potenze totale sono espresse dagli integrali: q& i =

0
q& (d)
l,i dl ; q& a =
q&
0
l,a dl

q& ( d)
Per ogni valore della lunghezza d'onda, si ha: a l = a,dl < 1 ; rl = 1 - a l (corpo opaco)
q& (i,l)
dove e sono rispettivamente lassorbanza e la riflettanza alla lunghezza d'onda l
Per i materiali parzialmente trasparenti, la radiazione incidente in parte si assorbe, in parte si
riflette ed in parte si trasmette attraverso il corpo; la frazione della potenza incidente che
passa attraverso il corpo indicata con e chiamata trasmittanza.
Visto l'effetto della lunghezza d'onda della radiazione sulle frazioni di potenza assorbita e
riflessa, anche la trasmittanza risulta essere una funzione di l: tl = f ( l )
Dal bilancio stazionario di energia: ++=1 ; + + = 1

Per i corpi opachi (t = 0): +=1 ; + = 1

Assorbanza e trasmittanza dipendono dalla natura del corpo (materiale e stato della superficie)
e dalla temperatura.
Un corpo con assorbanza unitaria in tutto lo spettro ed a qualsiasi temperatura chiamato
corpo nero; esso un corpo ideale, le cui caratteristiche sono ben rappresentate da una cavit,
in cui vi il vuoto, completamente chiusa salvo un piccolo foro.
Ogni corpo, oltre ad assorbire e riflettere frazioni dellenergia ricevuta per irraggiamento,
emette anche energia. Lemissione dipende dalla natura del corpo e dalla sua temperatura.
Indicando con e la potenza totale emessa da un corpo, il differenziale dq& e = q& (d)
e,l dl
rappresenta la potenza emessa nellintervallo di lunghezza d'onda [ , +d].
A parit di temperatura ed area superficiale, un corpo nero emette una potenza maggiore di
qualsiasi corpo reale:
q& e,b emissione totale del corpo nero
( d)
dq& e,l,b = q& e,l,b dl emissione del corpo nero nellintervallo [ , +d]

91
(d)
q& e q& e,l
I rapporti: e = ; el = d
q e,b & (e,l) ,b
q
sono chiamati rispettivamente emissivit totale ed emissivit (o emissivit monocromatica) e
per i corpi reali hanno entrambi valori inferiori ad uno.
L'emissivit dipende dalla natura del materiale, dalle caratteristiche morfologiche della
superficie e dalla direzione della radiazione rispetto alla superficie emittente. Si definisce
normale il valore di emissivit in direzione perpendicolare alla superficie ed emisferico il valore
medio sulla superficie dell'emisfera nella quale l'emissione si propaga.

Variazione dell'emissivit totale di alcuni materiali con la direzione

Emissivit normale di diversi materiali

l [mm]

Una superficie ideale che presenta emissivit indipendente dalla direzione chiamata
emittente diffusa o superficie di Lambert (la superficie di un corpo nero un'emittente diffusa).

92
Per determinare il rapporto tra emissivit ed assorbanza si esaminer un sistema costituito da
un corpo A posto all'interno di una cavit B nella quale vi il vuoto.
Data l'assenza di materia nello spazio vuoto della cavit, il
trasferimento di calore pu avvenire solo per irraggiamento. q& e,b
Assumiamo che la temperatura TA del corpo sia minore della A
temperatura TB della superficie della cavit.
Le conclusioni a cui giungeremo restano valide anche nel caso in B q& e
cui la differenza di temperatura TB - TA abbia segno opposto,
ovvero che il corpo sia caldo e la cavit fredda.
La potenza emessa dalla cavit pari a quella emessa da un corpo nero ideale alla stessa
temperatura q& e,b ed assorbita per una frazione pari ad da A, il quale si riscalda, tendendo
nel tempo ad assumere una temperatura uguale a quella della cavit. Contemporaneamente, il
corpo A emette una potenza q& e che dipende dalla sua temperatura.
Raggiunte le condizioni di equilibrio termico, la temperatura sulla superficie della cavit e
quella del corpo sono uguali e la potenza assorbita da A pari a quella emessa:
TA = TB = TAB
& e,b ( TAB ) = q& e ( TAB )
aq (4.59)

Esprimendo la potenza emessa da A con la (4.58) si ha: q& e = e q& e,b


Combinando la relazione ottenuta con la (4.58) risulta: = ovvero assorbanza ed emissivit
hanno pari valore, principio noto come legge di Kirchoff.
Analogamente, possibile dimostrare che nell'intervallo [ , +d] =

Il corpo nero
Il corpo nero un oggetto ideale definibile come assorbitore integrale perch assorbe tutta
lenergia raggiante che lo colpisce (assorbanza pari ad uno in tutto lo spettro). Secondo la
legge di Kirchoff la superficie del corpo nero ha emissivit unitaria in tutto lo spettro e dunque
emette un'energia maggiore di qualsiasi altro corpo con pari temperatura superficiale. Planck
studi il fenomeno dell'emissione di radiazioni da un corpo nero, definendo la seguente
funzione distributiva della potenza emessa:

El,b ( l, T ) =
(
d je,b )
[W m-2 m -1] (4.60) dove je,b la potenza emessa per unit di superficie
dl
Le relazioni seguenti possono aiutare a comprendere meglio il significato della funzione
distributiva E(,T):
l

El,b dl = dje,b ;
E
0
l,b dl = je,b

Lespressione proposta da Planck e sperimentalmente verificata :


2 p hc2
El,b = (4.61)
hc
l5 e l k T - 1

Max Planck
(18581947)
dove: c = 2.998 108 [m s-1] la velocit della luce nel vuoto
h = 6.6256 10-34 [J s] la costante di Planck
La (4.61) vale per un corpo nero che emette energia radiante nel vuoto; per l'irraggiamento in
mezzi materiali la relazione si modifica come segue:
2 p h c2
El,b = (4.61b) dove n l'indice di rifrazione del mezzo
h c
l5 n2 e n l k T - 1

93
Come si vede nella figura seguente, le curve distributive presentano un massimo ad una
lunghezza d'onda max il cui valore decresce allaumentare della temperatura superficiale.

Emissione
solare
E,b [W mm-1 m-2 ]

E ,b
(T
=
C3
/
)
[m]

Caratteristiche rilevanti delle curve sono:


la radiazione emessa una funzione continua di
fissato un valore di il valore della funzione E,b cresce allaumentare della temperatura
La curva che congiunge i punti di massimo approssimabile con l'equazione:
max T = 2897.8 [m K] nota come legge di Wien
E,b T5 1012 [W m-2 mm-1 K5]

lT10-3 [mm K]

l
Risolvendo lintegrale
E
0
l,b dl = je,b si ottiene: je,b = s T 4 (4.62)

dove = 5.67010-8 [W m-2 K-4] la costante di Stefan-Boltzmann


Il valore di E per una superficie reale sempre minore di quello del corpo nero alla stessa
temperatura; landamento di E per i corpi reali irregolare e dipende dal materiale e dalle
caratteristiche della superficie emittente.
Il rapporto E / E,b corrisponde allemissivit ed minore di 1.

94
In genere, la funzione che descrive l'andamento di al variare della lunghezza d'onda molto
complessa, ma una superficie reale pu essere descritta, con sufficiente accuratezza,
assimilandone il comportamento a quello di un sistema ideale definito corpo grigio, la cui
emissivit ha valore costante in tutto lo spettro ( indipendente da ).
La figura seguente mostra un esempio delle funzioni distributive E per un corpo reale ed un
corpo grigio equivalente (con pari je).

Corpo nero (Planck)

E
Corpo reale

Corpo grigio
(e = 0.45)


Irraggiamento tra due corpi neri
La superficie di un corpo emette radiazioni in varie direzioni cos come la radiazione incidente
pu provenire da direzioni diverse. La definizione di come la radiazione si propaga nello spazio
trasferendosi tra due superfici di fondamentale importanza in tutti i problemi di scambio
termico per irraggiamento.
Si consideri un elemento infinitesimo dA della superficie di un piano orizzontale avente le
propriet di un corpo nero. L'elemento dA emette in tutte le direzioni, interessando una
porzione di spazio emisferica rappresentata nello schema seguente:

Che bel
coseno!

Johann Lambert
(17281777)

L'emissione del corpo nero diffusa, e la potenza emessa nella direzione per unit di area
emittente e per unit di angolo solido pu essere espressa mediante una relazione chiamata
je,b
Legge di Lambert del coseno: je,b,q = cos q
p
Sostituendo nella (4.63) je,b con l'espressione (4.62) si ottiene:
s T4
je,b,q = cos q [W m-2 ] (4.63)
p

95
La (4.62) equivale, ovviamente, all'integrale della (4.63) esteso all'intera emisfera:
2p p /2
s T4 2p p/2
je,b =
0 0
je,b,q sin q dq df =
p
0 0
cos q sin q dq df = s T 4

Si considerino ora due corpi neri e su questi due elementi superficiali dA 1 e dA2 che si
"vedono" ovvero privi di corpi opachi (capaci di assorbire la radiazione) tra essi interposti.

La distanza tra i due elementi superficiali dA1 e dA2 r12


L'angolo solido con cui dall'elemento dA1 si intercetta l'intera superficie dA2 : sin1 d1 d1
Il segmento r12 forma un angolo 1 con il versore 1 normale a dA1 ed un angolo 2 con il
versore 2 normale a dA2
Dalla (4.63) ricaviamo l'espressione della potenza che dA1 emette nella direzione r12:
s T14
dq& 1 = je,b,q dA1 sin q1 dq1 df1 = cos q1 dA1 sin q1 dq1 df1 (4.64)
p

La potenza emessa da dA 1 nella direzione 1 investe una superficie dA'2 normale al segmento
r12 la cui area :
2
dA '2 = r1,2 sin q1 dq1 df1

Per valutare la potenza efficace trasmessa a dA 2 si deve considerare la proiezione di dA2 su un


piano perpendicolare a r12 ; l'area di tale proiezione dA2 cos2
La potenza trasmessa da dA1 a dA2 dunque espressa dall'equazione:
s T14 dA1 dA2 cos q2
dq& 12 = cos q1 2
(4.65)
p r1,2
Analogamente, la potenza trasmessa dall'elemento di superficie dA2 a dA1 :
s T24 dA2 dA1 cos q1
dq& 2 1 = cos q2 2
(4.66)
p r1,2
Supponendo che T1 sia maggiore di T2 la potenza netta scambiata tra gli elementi di superficie
dei due corpi espressa dalla relazione:
cos q1 cos q2 dA1 dA2
dq& = dq& 12 - dq& 2 1 =
s
p
T14 - T24 ( )
2
r1,2
(4.67)

La potenza globale scambiata tra i due corpi calcolabile per duplice integrazione della (4.67):
cos q1 cos q2 dA1 dA2
q& =
s
p 1
(
T 4 - T24 )
A1 A2
2
r1,2
(4.68)

96
Anche nel caso di geometrie elementari, lintegrale della (4.68) non di facile risoluzione, ma il
problema pu essere semplificato ricorrendo ai cosiddetti fattori di vista (view factors) ovvero
riformulando la relazione come segue:

( )
q& = A1 F12 s T14 - T24 = A 2 F21 s T14 - T24( ) (4.69)

1 cos q1 cos q2 dA1 dA2


dove: F12 =
p A1 2
r12


sono i fattori di vista (view factors)
1 cos q1 cos q2 dA2 dA1
F21 =
p A2 2
r12

Dalla definizione di F12 ed F21 risulta che: A1 F12 = A2 F21


I fattori di vista per varie geometrie sono reperibili in rete e nella letteratura tecnica e
scientifica dedicata a vari argomenti, quali: il progetto di apparecchiature per lo scambio
termico, la modellazione di sistemi con reazioni chimiche fotoattivate, le problematiche di
sicurezza (irraggiamento di soggetti coinvolti in incendi ed esplosioni).
http://www.engr.uky.edu/rtl/Catalog/
F. Incropera, D. De Witt Fundamentals of Heat and Mass Transfer - Wiley & Sons (1996)
Un programma per il calcolo dei fattori di vista reperibile su sito:
http://view3d.sourceforge.net/

Emissione da un corpo grigio


Le considerazioni sopra esposte, anche se molto utili, sono valide solo per corpi neri. La
modellazione del fenomeno per corpi reali presenta notevoli difficolt. Una semplificazione del
problema possibile considerando un corpo grigio opaco di emissivit il quale emette una
potenza per superficie unitaria je,b che dipende dalla sua temperatura e riflette parte della
radiazione incidente.
Modellare lo scambio di calore tra due corpi grigi un problema molto complesso, perch si
deve tenere conto delle molteplici riflessioni. Al contrario, lo scambio tra un corpo grigio ed uno
nero descrivibile pi semplicemente sulla base delle equazioni relative allo scambio tra due
corpi neri.
Considerando un corpo grigio (1) con emissivit 1, ed un corpo nero (2), la potenza trasmessa
da dA1 a dA2 esprimibile introducendo l'emissivit nell'equazione (4.65):
e1 s T14 dA1 dA2 cos q2
dq& 12 = cos q1 2
(4.70)
p r12
La potenza dq& 2 1 trasmessa dall'elemento superficiale del corpo nero dA 2 espressa
dallequazione (4.66) ma solo una frazione pari all'assorbanza a1 = 1 di tale potenza
assorbita da dA1 (la frazione complementare r1 = 1 - 1 riflessa dalla superficie del corpo
grigio) per cui la potenza netta scambiata tra i due elementi di superficie risulta:
e1 s cos q1 cos q2 dA1 dA2
dq& = dq& 12 - e1 dq& 21 =
p
( )
T14 - T24 2
r12
(4.71)

Se un corpo grigio di area totale A1 a temperatura T1 racchiuso in una cavit con


temperatura superficiale T2 che si comporta come un corpo nero, l'espressione dell'energia
complessivamente scambiata si riduce a:

(
q& = A1 e1 s T14 - T24 ) (4.73)

Si noti che, data la geometria della cavit, il fattore di vista unitario ovvero tutta la superficie
del corpo grigio "visibile" dalla superficie della cavit.

97
ESERCIZI

4.01 - In un tubo di acciaio, con diametro interno 5 [cm] e spessore 4 [mm], fluisce vapore
acqueo saturo. La temperatura della parete interna del condotto si trova ad una
temperatura costante di 130 [C]. Il condotto dotato di un rivestimento in magnesia
spesso 4 [cm] al quale sovrapposto uno strato di sughero con uno spessore di 3 [cm].
Si stimino le perdite di calore per metro lineare di condotto quando la temperatura sulla
superficie esterna del materiale isolante 30 [C] e si calcolino le frazioni della
resistenza totale al trasferimento termico attribuibili ai diversi strati.
Le conducibilit termiche dei materiali sono:
acciaio 62.78 [W m-1 K-1]; magnesia 0.096 [W m-1 K-1]; sughero 0.052 [W m-1 K-1]
Risultati: 40 [W m-1]; sughero 42% ,magnesia 58% , metallo trascurabile.

4.02 - Una resistenza elettrica di forma cilindrica con un diametro di 8 [mm] ed una lunghezza
di 3.50 [m] percorsa da corrente elettrica. La resistenza genera, per effetto Joule,
una potenza pari a 25 [kW]. Il materiale di cui costituita la resistenza ha un punto di
fusione di 1100 C e la sua conducibilit termica di 0.17 [W cm-1 K-1].
Quale la massima temperatura rilevabile sulla superficie esterna alla quale si ha la
certezza che in nessun punto della resistenza si verifichi la fusione del materiale?
Risultato: 1066 [C]

4.03 - In un condotto di sezione circolare con diametro interno di 51 [mm] fluisce acqua
liquida con portata di 8500 [kg h-1]. In una sezione del condotto sono state rilevate
le seguenti temperature: parete interna 50 [C] ; fluido (media) 20 [C]
Si calcoli il flusso termico alla parete nella suddetta sezione.
Propriet fisiche dell'acqua: viscosit 0.55 [ctP] a 50C ; 1 [ctP] a 20 C
conducibilit termica 1.510-4 [kcal s-1 m-1 K-1]
Risultato: 127 [kW m-2]

4.04 - Si desidera raffreddare una corrente di benzene con portata di 4000 [kg h -1] da 95 [C]
a 60 [C] in uno scambiatore a tubi coassiali. Come fluido refrigerante disponibile
acqua alla temperatura di 18 [C]. Il tubo interno ha un diametro interno di 40.9 [mm]
ed uno spessore di 3.7 [mm], quello esterno ha un diametro interno di 52.5 [mm], uno
spessore di 3.9 [mm] ed perfettamente isolato dall'ambiente (lo scambio di calore
sulla sua parete esterna nullo). Si deciso di far circolare il benzene nel tubo interno
e l'acqua nella sezione anulare tra i due tubi.
Le propriet fisiche alle rispettive temperature medie sono:
Acqua Benzene
-1 -1
Calore specifico 4180 [J kg K ] 1880 [J kg-1 K-1]
densit 1000 [kg m-3] 840 [kg m-3]
viscosit 0.8 [cP] 0.39 [cP]
Conducibilit termica 0.589 [W m-1K-1] 0.146 [W m-1K-1]
Alimentando lo scambiatore con una portata di acqua tale da ottenere una velocit
media nella sezione anulare di 1.5 [m s -1] si calcolino le lunghezze necessarie per
realizzare l'operazione adottando le configurazioni in equicorrente e in controcorrente.
Risultati: equicorrente 15.7 [m], controcorrente 10.9 [m]

98
4.05 - In un condotto in acciaio di sezione circolare con un diametro interno di 100 mm ed uno
spessore di 3 [mm] fluisce aria calda ad una velocit media di 20 [m s-1]. Il condotto
molto breve per cui si pu assumere che la temperatura dell'aria al suo interno abbia
un valore medio costante di 200 [C ]. Per garantire la sicurezza delle persone che
potrebbero accidentalmente entrare in contatto con il metallo caldo, si deciso di
rivestire il condotto con uno strato spesso 50 [mm] di un materiale isolante avente una
conducibilit termica media di 0.08 [W m-1 K-1] nell'intervallo tra 50 e 200 [C]. Con
una temperatura ambientale di 20 [C] si rilevato un valore di 50 [C] sulla superficie
esterna dell'isolante.
Trascurando la resistenza al trasferimento di calore nel materiale metallico del condotto
ed assumendo che la lunghezza del condotto sia molto breve per cui la temperatura
media dell'aria non muti sensibilmente, si calcolino:
a) la portata termica dissipata nell'ambiente per unit di lunghezza del condotto;
b) la temperatura sulla parete interna del condotto in acciaio;
c) un valore approssimativo del coefficiente di scambio termico nell'ambiente.
Propriet fisiche e di trasporto dell'aria a 200 [C]: r = 0.746 [kg m-3];
p = 1.026 [kJ kg-1 K-1]; k = 0.0386 [W m-1 K-1]; = 3.463 10-5 [m2 s-1];
Risultati: a) 109 [W]; b) 194 [C]; c) 5.62 [W m-2 K-1]

4.06 - In un condotto di sezione circolare, con diametro esterno 6.03 [cm], fluisce del vapore
acqueo saturo alla pressione di 6.8 [atm]. Il condotto attraversa un ambiente non
illuminato, nel quale la temperatura media dell'aria di 4 [C] ed il coefficiente di
scambio di calore per convezione naturale pari a 10 [kcal h-1 m-2 K-1]
Si calcoli la potenza termica dissipata per ogni metro lineare del condotto assumendo
che la sua superficie esterna si comporti come un corpo grigio con emissivit spettrale
emisferica e = 0.60
Risultato: 552 [W]

4.07 - Per trasferire dell'acqua liquida tra due localit distanti 15 [km] si utilizza un tubo
metallico con un diametro interno di 100 [mm] ed uno spessore di 3 [mm]. Il condotto
interrato e l'acqua vi scorre ad una velocit media di 1.5 [m s -1]. Nella sezione
d'ingresso l'acqua ha una temperatura media di 15 [C] e nella stagione invernale si
prevede che il terreno, in cui posto il condotto, abbia una temperatura di -5 [C].
Poich vi il rischio che l'acqua geli, causando danni all'impianto, si deciso di rivestire
il condotto con uno strato di isolante con conducibilit termica k = 0.06 [W m-1 K-1].
Si calcoli lo spessore dello strato isolante necessario affinch la temperatura dell'acqua
lungo tutto il percorso non scenda sotto i 5 [C].
Propriet fisiche medie dell'acqua tra zero e quindici gradi centigradi:
r = 1000 [kg m-3]; kH2O = 0.57 [W m-1 K-1]; m = 1.3 10-3 [Pa s]; Cp = 4196 [J kg-1 K-1]
Risultato: circa 10 [mm]

4.08 - In un condotto in acciaio con un diametro esterno di 5 [cm] fluisce vapore acqueo alla
temperatura di 175 [C]. Il condotto coibentato con uno strato di materiale isolante
dello spessore di 5 [cm]. La conducibilit termica del materiale isolante varia con la
temperatura secondo la relazione: k = 5.22 10-4 + T 5.78 10-6 [cal s-1 cm-1 K-1] (T [K])
Sulla superficie esterna dell'isolante stata misurata una temperatura di 35 [C].
Si calcoli il calore dissipato verso l'ambiente per ogni metro lineare di condotto.
Risultato: 903 [W]

99
4.09 - Per condensare del vapore dacqua saturo a 70 [C] si usa uno scambiatore a fascio
tubiero con tubi in acciaio al carbonio di diametro interno 25.8 [mm] e lunghezza 3
[m]. Il liquido refrigerante acqua, che entra alla temperatura di 17 [C] e scorre nei
tubi ad una velocit di 1.5 [m s-1].
Trascurando le resistenze al passaggio di calore offerte dal vapore condensante e dalla
parete metallica del tubo, si calcoli la temperatura dellacqua all'uscita di un tubo.
Risultato: T = 34.5 [C]

4.10 - Una lastra di vetro (k = 1.35 [W m-1 K-1]) estratta da un forno deve essere raffreddata
in aria dalla temperatura iniziale di 550 [C] fino a 20 [C]. Il materiale della lastra
soggetto a rottura nel caso in cui il gradiente termico al suo interno superi il valore
critico di 78 [K m-1]. Si stimato che all'inizio dell'operazione il coefficiente di scambio
termico tra la lastra e l'ambiente circostante dell'ordine di 5 [W m -2 K-1]
Si calcoli la minima temperatura iniziale dell'aria di raffreddamento necessaria per
evitare la rottura della lastra.
Risposta: circa 529 [C]

4.11 - Una sfera solida con un diametro di 20 [mm] lambita da una corrente di aria con una
velocit di 25 [m s -1] alla pressione di 1 [bar] e temperatura di 25 [C]. La superficie
della sfera mantenuta a 75 [C] tramite una resistenza elettrica interna.
Quale potenza deve dissipare la resistenza per mantenere la sfera nelle condizioni
predette? A quale velocit dell'aria la potenza spesa per mantenere la superficie della
sfera a 75 [C] risulta pari alla met del valore gi calcolato?
Risultati: 7.16 [W] ; 6.04 [m s-1]

4.12 - Per misurare il coefficiente di trasporto di calore in un olio


minerale, si utilizzato l'apparato sperimentale raffigurato
nello schema a lato. Nella vasca miscelata contenuta acqua olio olio
bollente alla temperatura uniforme di 100 [C] mentre l'olio
TL T0
fluisce in un tubo metallico lungo 10 [m] ed avente un Acqua bollente
diametro interno 1 [cm]. Una coppia di sensori provvede a (100C)
misurare le temperature medie dell'olio in ingresso e in uscita.
I risultati di alcune misure sperimentali, effettuate con differenti valori della portata di
olio, sono riassunti nella tabella seguente.
Prova # Portata olio [litri min-1] ingresso T0 [C] uscita TL [C]
1 6 21.9 64.8
2 9 20.0 59.4
3 12 23.5 58.2
4 15 20.0 53.9
Supponendo che il coefficiente di trasferimento di calore sia esprimibile con la relazione
empirica: h = a Reb [W m-2 s-1], si identifichino i valori dei due parametri (a e b) grazie
ai quali la relazione consente di stimare correttamente il valore del coefficiente h
nell'apparato sperimentale sopra descritto.
Le propriet fisiche medie dell'olio nel campo di temperatura tra 20 e 100 [C] sono:
r = 700 [kg m-3] ; m = 510-4 [Pa s] ; p = 2.5 [kJ kg-1 K-1]
Risultato: h = 1.2710 -1 Re0.598 [kW m-1]

100
4.13 - In un processo industriale, una corrente di 4500 [kg h-1] di un solvente liquido deve
essere riscaldata da 30 [C] a 85 [C] utilizzando, come fluido riscaldante, olio
siliconico con una temperatura massima di esercizio di 180 [C]. Per realizzare
l'operazione si deciso di costruire uno scambiatore di calore a tubi coassiali utilizzando
dei condotti cilindrici con le seguenti caratteristiche:
condotto 1: diametro esterno 30 [mm], spessore 3 [mm]
condotto 2: diametro esterno 56 [mm], spessore 4 [mm]
L'olio siliconico fluir nel condotto di minor diametro, mentre il solvente scorrer nella
sezione anulare tra il condotto interno e quello esterno. Il condotto di maggior diametro
sar rivestito con uno strato isolante, in modo da rendere trascurabile la dispersione di
calore verso l'ambiente. Per la circolazione dell'olio disponibile una pompa capace di
fornire una portata di 2500 [kg h-1] . Le propriet fisiche medie dei fluidi sono:
solvente: p = 2 [kJ kg-1 K-1]; r = 788 [kg m-3]; m = 3.410-4 [Pa s];
k = 0.135 [W m-1 K-1]
olio: p = 1.8 [kJ kg-1 K-1]; r = 960 [kg m-1]; m = 2.510-3 [Pa s]; k = 0.10 [W m-1 K-1]
Si identifichi la configurazione operativa in grado realizzare l'operazione e si calcoli la
lunghezza complessiva dello scambiatore;
Risultato: a) controcorrente, b) 45 [m]

4.14 - Dell'olio vegetale grezzo, contenuto in un serbatoio alla temperatura di 30 [C] deve
essere trasferito ad un impianto di raffinazione. Allo scopo sono disponibili una pompa,
che eroga una portata costante di 20 [kg s-1] ed un condotto in acciaio commerciale di
diametro interno 90 [mm] e spessore 3 [mm]. La distanza tra il serbatoio e l'impianto
di raffinazione di 200 [m]; le propriet fisiche medie dell'olio sono:
r = 920 [kg m-3]; k = 0.166 [W m-1 K-1]; m = 2.0 10-2 [Pa s]; p = 2100 [J kg-1 K-1]
Si stimato che nei mesi estivi, a causa dell'irraggiamento solare, la temperatura della
superficie esterna del condotto potrebbe raggiungere i 60 [C]. Nella stagione invernale
si prevede che la temperatura dell'ambiente attraversato dal condotto possa arrivare a
-15 [C] e che il coefficiente di scambio termico tra l'esterno del condotto e l'atmosfera
sia, nelle condizioni pi avverse, pari a 35 [W m-2 K-1].
Assumendo che la resistenza allo scambio termico associata alla conduzione nella
parete metallica del tubo sia trascurabile, si calcolino le temperature minima e
massima dell'olio in arrivo all'impianto di raffinazione.
Risultati: 47 [C] e 28 [C]

4.15 - In un condotto metallico di sezione circolare, avente un diametro interno di 80 [mm] ed


uno spessore di 4 [mm], fluiscono 700 [m 3 h-1] di vapore acqueo saturo alla
temperatura di 160 [C].
Per ragioni di sicurezza e di risparmio energetico, il condotto deve essere rivestito con
un guscio cilindrico di materiale isolante, in modo che la temperatura sulla superficie
esterna dell'isolante non superi il valore di 30 [C] nelle seguenti condizioni:
temperatura media dell'ambiente 20 [C],
coefficiente di scambio termico tra ambiente e superficie dell'isolante 15 [W m -2 K-1].
Per limitare l'ingombro, lo spessore massimo del guscio stato fissato in 4 [cm].
Si determini la massima conducibilit del materiale isolante che consente di rispettare
le condizioni sopra definite.
Caratteristiche del vapore: r = 3.26 [kg m-3]; p = 2.49 [kJ kg-1 K-1]
m = 1.4310-5 [Pa s]; kvap = 0.0331 [W m-1 K-1]
Risultato: 0.063 [W m-1 K-1]

101
4.16 - Una corrente di combustibile liquido, avente una temperatura iniziale di 110 [C], deve
essere refrigerata. A tal fine, il combustibile viene fatto passare all'interno di un fascio
di tubi paralleli, lambiti, esternamente, da una corrente d'aria mossa da un gruppo di
ventilatori. I tubi hanno un diametro esterno di 32 [mm], uno spessore di 4 [mm],
sono lunghi 10 [m] e in essi la velocit media del fluido 0.75 [m s -1]. In condizioni
normali di esercizio, con una temperatura media dell'aria di 25 [C] il combustibile esce
dal refrigeratore ad una temperatura di 85 [C].
Assumendo che la resistenza al trasferimento termico associata alla conduzione nel
materiale dei tubi sia trascurabile e che la portata d'aria sia tale da poter assumere che
la sua temperatura sia costante, si calcoli il coefficiente di scambio di calore nell'aria.
Supponendo che i coefficienti di scambio termico (interno ed esterno ai tubi) non
cambino in misura significativa, si calcoli la temperatura finale del combustibile nel caso
in cui quella media dell'aria aumenti, raggiungendo un valore di 35 [C].
Propriet fisiche medie del combustibile:
Calore specifico 2220 [J kg-1 K-1]; densit 870 [kg m-3];
viscosit 6.410-4 [Pa s]; Conducibilit termica 0.15 [W m-1 K-1]
Risultati: 314.5 [W m-2 K-1]; 88[C]

102
Esempi di quesiti teorici

Per riscaldare un liquido si utilizza un rudimentale scambiatore di calore a tubi coassiali. Nel
condotto interno scorre il liquido mentre nella sezione anulare presente del vapore acqueo
saturo che condensa. Assumendo che la temperatura del liquido entrante nello scambiatore e
la pressione del vapore condensante siano costanti nel tempo si valuti la correttezza delle
seguenti affermazioni:
la temperatura del liquido uscente dipende dalla lunghezza del tubo vero falso
la portata di calore scambiata dipende dal verso relativo dei
flussi del liquido e del vapore (equicorrente o controcorrente) ......... vero falso
la portata di calore scambiata dipende dalla portata del liquido ....... vero falso
Un oggetto solido di forma sferica, costituito da un materiale isotropo, immerso in un bagno
termostatico contente un liquido perfettamente miscelato che si trova ad una temperatura
diversa da quella del corpo solido (e costante nel tempo). La portata di calore [W] scambiata
tra il corpo solido ed il liquido:
aumenta nel tempo tendendo ad un valore asintotico costante
massima all'inizio e decresce nel tempo tendendo a zero
costante nel tempo perch i coefficienti di trasferimento e l'area di scambio non cambiano
Perch in inverno la nostra percezione sensoriale del freddo aumenta con il crescere
dell'umidit atmosferica?
Quale il motivo principale per cui, in estate, percepiamo il caldo con maggiore intensit se
l'aria molto umida?
Una parete piana, di estensione indefinita, costituita da due strati, di pari spessore, in
materiali aventi diverse conducibilit termiche (ka + kb). La suddetta parete separa due
ambienti che si trovano a diversa temperatura. E' corretto affermare che:
il gradiente termico maggiore nel materiale di maggiore conducibilit si no
In regime stazionario il quoziente tra i flussi di calore nei due strati:
uguale al rapporto tra le rispettive conducibilit termiche pari ad uno
non determinabile a priori perch dipende dai valori della temperatura nei due ambienti
Il flusso termico attraverso la lastra : direttamente proporzionale a (ka + kb) vero falso
inversamente proporzionale a (1/ka + 1/kb) vero falso
La superficie di un corpo reale non trasparente esposta ad una radiazione elettromagnetica
monocromatica. E' corretto affermare che:
la potenza radiante riflessa dalla superficie uguale alla potenza incidente vero falso
l'assorbanza del corpo uguale alla sua emissivit vero falso
Se la radiazione non fosse monocromatica le risposte ai quesiti precedenti:
resterebbero entrambe valide cambierebbero entrambe una sola resterebbe valida
Due sfere di pari diametro, entrambe di un materiale la cui superficie assimilabile a quella di
un corpo grigio con emissivit pari a 0.5, si trovano rispettivamente a 10 [C] e 20 [C].
Quale il valore del quoziente tra le potenze radianti emesse dalle sfere?
uno circa 1.15 2 circa 11.5 16 circa 103
In una barra solida di forma cilindrica esposta all'atmosfera, avviene un fenomeno fisico
endotermico. Supponendo che la generazione termica nel materiale (negativa) sia uniforme e
costante nel tempo e che, dopo un certo tempo, il sistema abbia raggiunto uno stato
stazionario, la temperatura sulla superficie esterna della barra :
uguale a quella dell'aria in contatto con la superficie vero falso
maggiore di quella sull'asse del cilindro ................. vero falso
Nel suddetto stato stazionario, la temperatura massima:
sulla superficie esterna della barra sull'asse della barra
oppure: non c' un massimo perch la temperatura nella barra uniforme
oppure: per rispondere occorrono maggiori informazioni sul sistema

103
5. TRASPORTO DI MATERIA
Il trasporto di materia avviene attraverso fenomeni analoghi a quelli gi descritti per il
trasporto di calore, ad esclusione dell'irraggiamento, che non ha un equivalente per la materia.
In una fase fluida i suddetti fenomeni sono:
la diffusione, dovuta al moto atomico o molecolare
la convezione, connessa al moto d'insieme della massa fluida
Lo studio del trasporto di materia pi complesso di quello del trasferimento di quantit di
moto e di calore, soprattutto per due ragioni:
il processo si sviluppa in sistemi multicomponente, le cui caratteristiche fisiche dipendono
dalla composizione e possono variare sensibilmente nello spazio;
i due meccanismi di trasferimento (diffusione e convezione) si influenzano reciprocamente e
non sono, in genere, esaminabili separatamente.

Flussi di massa e molari


In un sistema multicomponente nel quale avvengono fenomeni di trasporto di materia, le
molecole delle varie specie presenti (componenti) si muovono nello spazio con diversa velocit.
Allo scopo di rappresentare il sistema con un modello matematico, necessario definire una
serie di grandezze che esprimano con chiarezza la composizione, le velocit ed i flussi di
materia.
La composizione pu essere espressa con diverse variabili; al momento, sono di nostro
interesse:
massa del componente A
la concentrazione in massa r A =
volume
r A massa del componente A
la frazione in massa w A = =
r massa totale
quantit molare del componente A
la concentrazione molare CA =
volume
quantit molare del componente A
la frazione molare xA =
quantit molare totale
La somma delle concentrazioni in massa di tutti i componenti corrisponde alla densit: = i
"i
Analogamente, sommando le concentrazioni molari di tutti i componenti si ottiene
la densit molare, pi comunemente definita come concentrazione molare totale: C = Ci
"i
Per tutte le grandezze frazionarie la somma complessiva unitaria: wi = xi = 1
"i "i
La definizione di velocit in un sistema multicomponente richiede una certa attenzione, allo
scopo di evitare fraintendimenti sul significato fisico di tale grandezza.
Si definisce velocit media di una specie A la grandezza vettoriale A che esprime il valore
medio della derivata rispetto al tempo della posizione nello spazio delle molecole di A.
Il termine "media" qui di fondamentale importanza e richiede una precisazione: A non deve
essere intesa come la velocit di singole molecole, bens come valore medio di un insieme
contenuto in un volume, il quale deve avere dimensioni piccole rispetto a quelle del sistema in
esame, ma molto grandi rispetto alla singola molecola.
La velocit media massica del fluido esprimibile in funzione delle velocit delle single specie e
della composizione:
r r
r
ri vi ri vi
r
v = "i = "i = wi vi
ri r "i
"i

La velocit la grandezza fisica utilizzata nei capitoli precedenti (trasporto di quantit di


moto e di calore) ed il vettore rappresenta il flusso totale massico di materia.

104
possibile definire anche una velocit media molare del fluido:
r r
r
Ci vi Ci vi
r
v* = "i = "i = xi vi
Ci C "i
"i

Il vettore * rappresenta il flusso totale di materia espresso in unit molari.


In genere, le velocit medie massica () e molare (*) hanno valori diversi; infatti:
nel calcolo di la media pesata con le frazioni in massa wi dei componenti
per * la media calcolata utilizzando come pesi le frazioni molari xi
r r
Il flusso massico di una singola specie A : Jm,A = r A v A [kg s-1 m-2]
r r r
Il flusso massico totale pari alla somma dei flussi di tutti i componenti: Jm,t = Jm,i = r v
"i
Il flusso complessivo di ogni specie pu essere considerato come la somma di due contributi:
il flusso convettivo, dovuto alla velocit media (d'insieme) del fluido
r
il flusso diffusivo j m,A connesso alla differenza tra A e
r r r r
Il suddetto concetto espresso dall'equazione: Jm,A = rA v A = r A v + jm,A (5.1)
r* r
Analogamente, il flusso complessivo molare della specie A : Jm,A = C A v A [kmoli s -1 m-2]
r* r
ed il flusso totale molare dato dalla somma: Jm,t = Jm,i
*
= C v*
"i
Anche il flusso complessivo molare somma di due contributi (convettivo e diffusivo):
r* r r*
Jm,A = v* CA + jm,A (5.2)

In genere, la relazione tra il flusso diffusivo molare e quello massico non semplice; infatti,
dividendo per la massa molare MA tutti i termini dell'equazione (5.1) si ottiene:
r r r
Jm,A r r A jm,A * r jm,A r * r*
=v + ovvero: Jm,A = v C A + = v C A + jm,A
MA MA MA MA
*
Poich le
r* velocit e non sono necessariamente uguali, evidente r che il flusso diffusivo
molare jm,A non sempre esprimibile come semplice quoziente tra jm,A e la massa molare MA
r r r r
Considerando l'insieme di tutti i componenti, dalla (5.1) si ottiene: Jm,i = Jm,t = ri v + jm,i
r r r r "i "i "i
e tenendo presente che ri v = v ri = Jm,t si ricava: jm,i = 0
"i "i "i
r*
Lo stesso vale per i flussi diffusivi molari: j m,i = 0 (5.3)
"i
Pertanto, in un sistema composto da N specie:
r*
i flussi molari complessivi Jm,i di tutti gli N componenti sono indipendenti, in quanto il flusso
totale molare non necessariamente nullo;
r*
i flussi diffusivi j m,i indipendenti sono solo N 1 perch uno di essi esprimibile in funzione
degli altri mediante l'equazione (5.3).
I flussi diffusivi sono legati alle velocit medie; tra le due sopra definite, la velocit media
massica , senza dubbio, quella pi facilmente misurabile; tuttavia, nellingegneria chimica
prassi comune utilizzare i flussi diffusivi molari, per i quali richiesta la conoscenza della
velocit media molare. Lo scoglio aggirabile nel caso in cui il sistema abbia le caratteristiche
di una soluzione diluita, ovvero che vi sia un componente S, che definiamo solvente, il quale ha
una concentrazione largamente predominante su quella di tutti gli altri; in tali condizioni:
r rS ; C CS ; * S
Per sistemi assimilabili a soluzioni diluite, la (5.2) sostituibile con la relazione:
r* r r*
Jm,A = v CA + jm,A (5.2b) che non contiene la velocit media molare del fluido.

105
Flussi diffusivi in sistemi binari
Se il fluido macroscopicamente in quiete oppure in moto laminare, le differenze tra la velocit
di un componente e le velocit medie (A - *) e (A - ) sono dovute esclusivamente a
fenomeni di natura molecolare.
In genere, lespressione dei flussi molari come funzioni della variazione di composizione nello
spazio molto complessa, ma si semplifica notevolmente se i componenti sono solo due,
ovvero se il sistema binario.
In sistemi binari, il flusso diffusivo molare di una specie A esprimibile con la forma vettoriale
della gi nota legge di Fick:
r* r
jm,A = - C DA x A (5.4)
r
dove: x A il gradiente della frazione molare di A
C la concentrazione molare totale della fase fluida
r* r
Analogamente, per la specie complementare B si ha: j m,B = -C DB xB (5.5)
r* r*
In base all'equazione (5.3) risulta: jm,B = - jm,A
r r
Inoltre poich: xA + xB = 1 si ha: x A = -xB quindi DA = DB = DAB ovvero:

nei sistemi binari la diffusivit dei due componenti uguale ed chiamata diffusivit binaria
La diffusivit binaria nei liquidi e nelle fasi gassose il cui comportamento si discosta
sensibilmente da quello ideale fortemente influenzata dalla composizione.
Adottando il modello della teoria termodinamica dei processi irreversibili, la forza motrice per
la diffusione rappresentata dal gradiente del potenziale chimico ed il flusso diffusivo
espresso dalla relazione:
r* *
r
j m,A = -DAB m A (5.11)

il potenziale chimico della specie A esprimibile con la relazione: m A = m0A + R T ln (aA )


dove: m0A il potenziale chimico di A in condizioni standard
aA lattivit di A nella miscela binaria
*
La DAB presente nell'equazione (5.11) risulta essere meno sensibile alle variazioni di
composizione della diffusivit riferita ai gradienti di concentrazione.
L'attivit legata alla frazione molare dalla relazione a A = A xA dove A il coefficiente di
attivit, per cui:
r R T aA r R T g A r
m A = x A = x A (5.12)
aA x A g A x A

R T g A *
DAB C = DAB (5.13)
g A x A

Per il calcolo della diffusivit binaria in liquidi si pu utilizzare la relazione empirica:

( ) (D )
xB xA
* o o
DAB = DAB BA (5.14)

o o
dove DAB e DBA sono le diffusivit a diluizione infinita di A in B e di B in A
La (5.14) lunica relazione affidabile per il calcolo della diffusivit in sistemi binari allo stato
liquido, ma non utilizzabile nei casi in cui vi sono forti interazioni molecolari.

106
Contro-diffusione equimolare
Si considerino due grandi serbatoi contenenti
fasi gassose, con pari pressione e temperatura, Recipiente 1 Recipiente 2
ed uniti da un condotto, di lunghezza L e xA1 ; xB1 xA2 ; xB2
sezione S costante, munito di un dispositivo di p e T costanti z p e T costanti
chiusura, ad esempio una valvola.
I due serbatoi contengono miscele di diversa composizione di due componenti gassosi A e B;
sia xA1 la frazione molare di A nel serbatoio 1 e xA2 quella in 2.
Nello stato iniziale, i due recipienti non comunicano, perch la valvola chiusa, ma se la si
apre i due componenti iniziano a diffondere a causa della diversit di concentrazione nei due
serbatoi, ovvero alle estremit del condotto. Se i due recipienti sono sufficientemente grandi,
in un arco di tempo limitato la portata trasferita non causa variazioni significative della
composizione delle due miscele originarie che possiamo, quindi, assumere costanti.
Superata una fase iniziale transitoria, si stabilisce un regime stazionario in cui la portata
molare esprimibile con la relazione:
d xA
n& A = S J*m,A = x A S J*m,t - S C DAB (5.15)
dz
*
dove il flusso totale pari alla somma dei flussi dei due componenti: Jm,t *
= Jm,A( *
+ Jm,B )
Si noti che nel caso in esame i flussi, pur essendo grandezze vettoriali, sono espressi come
scalari in ragione del fatto che il trasporto avviene esclusivamente nella direzione dell'asse del
condotto.
La (5.15) esprime il principio, gi esposto, che il trasporto di materia complessivo sia somma
di due contributi dovuti ai fenomeni di:
convezione, connessa al moto d'insieme del fluido;
diffusione, descrivibile con la legge di Fick.
In condizioni di pressione e temperatura costanti nel tempo, la portata volumetrica di gas che
dal recipiente 1 passa a 2 pari a quella che da 2 passa a 1; in altre parole la portata
volumetrica netta tra i due serbatoio nulla. Poich in condizioni isobare ed isoterme volumi
uguali di gas contengono lo stesso numero di moli, la suddetta nullit della portata volumetrica
impone che siano nulli anche la portata ed il flusso molare totali, ovvero:
* * *
Jm,t = Jm,A + Jm,B =0 (5.16)
Il regime descritto definito contro-diffusione equimolare in quanto i flussi dei due componenti
* *
risultano essere uguali in valore assoluto ed opposti in segno: Jm,B = -Jm,A
Alla luce della (5.16) lequazione (5.15) riformulabile come segue:
dx A
n& A = S Jm,A
*
= -S C DAB (5.17)
dz
Per risolvere la (5.17), occorre tenere presente che in regime stazionario, le portate in massa
sono costanti in tutto il condotto e, data la costanza di S, anche i flussi lo sono.
Inoltre, a pressione e temperatura costanti, C e DAB sono costanti e l'integrazione
dell'equazione differenziale ha come risultato:
*
Jm,A
xA = - z +K
C DAB

La costante K si determina con la condizione al contorno: z = 0 per xA = xA1 per cui:


* x A - x A1
Jm,A = - C DAB (5.18)
z
* x A2 - x A1
Osservando inoltre che per z = L xA = xA2 si ha: Jm A = - C DAB (5.19)
L
Il flusso dunque proporzionale alla differenza tra le frazioni molari di A nei due recipienti ed
inversamente proporzionale alla lunghezza L del condotto.
Il profilo di composizione lineare ovvero xA e xB sono funzioni lineari di z.

107
Diffusione in un componente stagnante
Si consideri un recipiente cilindrico di altezza pari a L posto z
verticalmente ed aperto all'estremit superiore, sul fondo del z=L
quale contenuta una piccola quantit di una sostanza liquida
volatile (A). La specie A evapora a causa della sua volatilit,
diffondendo nel condotto cilindrico dalla superficie del liquido
verso l'estremit superiore aperta, dove la sua concentrazione B
xB xA
minore.
Per determinare la velocit con cui la specie A diffonde, si
assuma che il sistema si trovi in stato stazionario con pressione
e temperatura costanti.
Nel condotto, presente una fase gassosa, che per semplicit z=0
si assume costituita da un singolo componente B la cui Frazione molare A
frazione molare : xB = 1 - xA
Poich la generazione di materia nulla ed il regime stazionario, dal bilancio di materia di A
in un volume di controllo compreso tra due piani normali a z risulta che la portata molare A
*
costante e dato che la sezione S non varia, anche il flusso di materia Jm,A costante, ovvero
indipendente da z.
Come si gi visto, il flusso molare di A esprimibile come somma di due termini:
* * dx A
Jm, A = x A Jm, t - C DAB (5.20)
dz

Daltra parte, il flusso della specie gassosa B deve essere nullo, perch in caso contrario, data
*
la stazionariet e la conseguente costanza Jm,B di lungo tutto il condotto, B dovrebbe penetrare
continuamente nel liquido e da questo fuoriuscire attraverso il fondo del recipiente; ci non
* * *
possibile perch il fondo impermeabile al gas e quindi: Jm,B = 0 e Jm,t = Jm,A
dx A
*
Sostituendo Jm,t *
con Jm,A *
nella (5.20) si ottiene: Jm,A (1 - x A ) = -C DAB (5.21)
dz
*
Poich Jm,A costante, la soluzione della (5.21) non presenta difficolt; separando le variabili
*
Jm,A dx A
si ha: dz = -
C DAB 1 - xA
*
Jm,A
ed integrando si ottiene: z = ln (1 - x A ) + K (5.22) (K costante di integrazione)
C DAB

Assumendo che in z = 0 ovvero all'interfaccia tra il liquido e l'aria, vi sia equilibrio


termodinamico, la pressione parziale di A su tale superficie coincide con la tensione di vapore
p0A e la frazione molare :
p0A
*
Jm,A (1 - x A ) (1 - x A )
x A0 = z = ln = ln
p C DAB (1 - x A0 ) p0
1 - A
p

Il profili di concentrazione di A e di B sono dunque espressi da relazioni esponenziali:


* *
Jm,A Jm,A
p0 CD z p0 CD z
x A = 1 - 1 - A e AB ; xB = 1 - x A = 1 - A e AB
p p

Alla sommit del recipiente cilindrico (z = L) la frazione molare della specie A ha un valore (x AL)
che corrisponde alla composizione dell'atmosfera esterna, per cui:

*
Jm,A =
C DAB
ln
(1 - x AL ) (5.23)
L p0
1 - A
p

108
In molti casi la concentrazione di A nell'atmosfera esterna al recipiente tanto bassa da poter
essere considerata nulla (xAL = 0) per cui l'espressione del flusso si riduce a:

* C DAB p0
Jm,A =- ln 1 - A (5.23b)
L p

Moltiplicando e dividendo il secondo membro della (5.23) per [(1 - xAL) - (1 - xA0)]

* C DAB (1 - x AL ) - (1 - x A0 ) (1 - x AL ) C DAB (1 - x AL ) - (1 - x A0 ) (1 - x AL )
si ottiene: Jm,A = ln = ln
L (1 - x AL ) - (1 - x A0 ) p0A L (1 - x AL ) - (1 - x A0 ) (1 - x A0 )
1 -
p
Poich 1 - xA = xB l'equazione precedente corrisponde a:

x
ln BL
* C DAB (1 - x AL ) - (1 - x A0 ) x ( x A0 - x AL ) xB0
Jm,A = ln BL = C DAB
L xBL - xB0 xB0 L xBL - xB0

Ricordando la definizione di valore medio logaritmico, l'espressione del flusso diventa:


p0A
x AL -
* p 1
Jm,A = - C DAB (5.24)
L ( xB )ml
relazione che, nel caso in cui la concentrazione della specie A nell'ambiente esterno al cilindro
di diffusione sia trascurabile, si riduce a:
* p0A 1
Jm,A = C DAB (5.24b)
p L ( xB )ml

Lequazione (5.24) molto simile alla (5.19); la sola differenza tra le due relazioni
1
rappresentata dal termine:
( B )ml
x

Poich (xB)ml inferiore ad uno, il suddetto termine maggiore di uno e dunque il flusso in un
componente stagnante risulta maggiore, a parit di forza motrice (x AL - xA0) e di lunghezza del
percorso (L), di quello che si osserva in regime di contro-diffusione equimolare.
Il componente gassoso B presenta un profilo di concentrazione lungo il condotto, per cui esiste
un flusso diffusivo di B non nullo. Considerando che per i motivi gi enunciati il flusso totale di
B nullo, si ha:
dxB
0 = xB J*t + jm,B
* *
= xB Jm,A - C DAB (5.25)
dz
*
ovvero il flusso diffusivo di B bilanciato da un flusso convettivo contrario pari a: xB Jm,A

Se la concentrazione di A molto piccola: (1 - xA) 1 e l'equazione (5.21) approssimabile


con la reazione:
* dx A
Jm,A = - C DAB (5.26)
dz
La (5.26) utilizzabile esclusivamente per sistemi che possiamo definire diluiti, nei quali la
concentrazione delle specie che diffondono sono molto basse; si noti che in questo caso
l'espressione del flusso molare coincide con lequazione ricavata per un sistema nel quale
avviene una contro-diffusione equimolare.

109
Trasporto di materia interfase e convettivo
Nei fluidi in quiete (stagnanti) i profili di concentrazione ed il trasporto di materia sono
determinati dai fenomeni diffusivi, ed il flusso convettivo, indotto dalla diffusione, di scarsa
rilevanza, tanto che nel caso delle cosiddette soluzioni diluite, esso pu essere trascurato.
Al contrario, nella maggior parte dei processi industriali che comportano fenomeni di trasporto
di materia, i fluidi sono in moto, ed il meccanismo convettivo prevale, in genere, su quello
diffusivo. Inoltre, nelle applicazioni pratiche molto frequente che vi siano pi fasi tra le quali
una o pi specie si trasferiscono.
Il trasporto di materia interfase avviene attraverso la superficie che separa le fasi (interfaccia)
ed conseguenza del fatto che le due fasi non sono in condizioni di equilibrio termodinamico.
Per una specie A che si trasferisce, la forza motrice del fenomeno esprimibile con la
differenza:
m(1) (2)
A - mA
(1) (2)
dove m A e m A sono i valori del potenziale chimico (a) di A nelle fasi (1) e (2)
(1) (2)
Se m A = m A il sistema in equilibrio e non vi trasferimento interfase della specie A.
Il meccanismo con cui le molecole di A si trasferiscono tra le due fasi molto complesso,
perch il risultato di un processo diffusivo molecolare al quale possono sovrapporsi fenomeni
di natura turbolenta.
Poich i due meccanismi, molecolare e turbolento, possono avere velocit sensibilmente
diverse nelle due fasi, conveniente esaminare il processo complessivo suddividendolo in due
stadi:
trasferimento di A nella fase (1), nello schema a lato il
m(1) Fase (2)
flusso va dal cuore della fase verso l'interfaccia; A

trasferimento di A nella fase (2), nello schema il verso *(2)


Jm,A
del flusso : dallinterfaccia verso il cuore di (2).
Si assume che linterfaccia abbia spessore e volume nulli, m(1)
Ai m(2)
Ai
per cui su di essa non vi pu essere accumulo; *(1)
Jm,A
conseguentemente, i flussi nelle due fasi risultano uguali
in modulo:
Fase (1) m(2)
A
J*(1) *(2)
m,A = Jm,A (5.27)

Affinch vi sia trasferimento di materia, necessario che esista una forza motrice tra la fase
(1) e linterfaccia, e tra quest'ultima e la fase (2).
La forza motrice totale pu essere considerata come somma di due contributi che
rappresentano le forze motrici parziali nella fase (1) e nella fase (2) cos definite:
Dm A = m(2) (1)
(
(2) (2)
) (
(1) (1)
A - m A = m A - m Ai + m Ai - m A ) (5.28)

(1) (2)
dove m Ai e m Ai sono i valori del potenziale chimico di A sulle due facce della superficie di
separazione tra le fasi; la relazione (5.28) implica che:

m(2) (1)
Ai = m Ai ovvero che allinterfaccia vi sia equilibrio termodinamico

(a) il potenziale chimico una grandezza termodinamica che rappresenta l'energia libera molare
parziale (riferita ad un componente); m definito quantitativamente assumendo nullo il suo valore per
specie elementari, atomiche o molecolari, nella forma allotropica pi stabile ed in condizioni di
temperatura e pressione standard (298 K, 1 atm); il concetto di potenziale chimico, di fondamentale
importanza per lo studio degli equilibri fisici e chimici, approfondito nel corso di Termodinamica.

110
Coefficienti di scambio di materia
Nella pratica ingegneristica, la forza motrice comunemente espressa mediante grandezze
intensive come la concentrazione e la pressione parziale, che sono, al contrario del potenziale
chimico, direttamente misurabili mediante strumenti affidabili, precisi e di costo modesto.
In un sistema costituito da due fasi fluide in contatto, tra le quali si verifica il trasferimento di
una specie A, il flusso molare trasferito pu essere espresso con la relazione empirica:
*
Jm,Ai (
= -k C C Ai - C A ) (5.29)

dove: CA la concentrazione media di A nel fluido [kmoli m-3]


CAi la concentrazione di A allinterfaccia [kmoli m-3]
kC il coefficiente di scambio di materia [m s-1]
Poich il flusso , in realt, una grandezza vettoriale, l'equazione scalare (5.29) va intesa come
espressione della componente normale alla superficie d'interfaccia tra le fasi. Per quanto
riguarda il segno ed il verso, la relazione considera, convenzionalmente, il flusso trasferito dalla
fase all'interfaccia; un valore negativo, che corrisponde alla condizione C Ai CA indica che il
flusso ha verso opposto, ovvero che la specie A si trasferisce dall'interfaccia alla fase.
Se il componente A sufficientemente diluito ed il trasporto si sviluppa con un meccanismo di
natura molecolare, il flusso molare scambiato anche esprimibile mediante la legge di Fick
come funzione del gradiente di concentrazione all'interfaccia tra le due fasi:
* dC A
Jm,Ai = -DAB (5.30)
dy i
Le equazioni (5.29) e (5.30) sono entrambe formalmente corrette ed il flusso di materia
interfase pu essere, in teoria, stimato indifferentemente con la prima o con la seconda. Dal
punto di vista pratico, per, le due relazioni sono profondamente differenti ed hanno diversi
campi di applicazione; i punti salienti che le distinguono sono:
nella (5.30) compare il gradiente di concentrazione di A nella direzione del flusso, mentre
nella (5.29) vi la differenza tra la concentrazione allinterfaccia e il valore medio nel cuore
della massa fluida; in altre parole, l'utilizzo della (5.30) richiede la conoscenza del profilo di
concentrazione, per la (5.29) sufficiente conoscerne due valori;
la diffusivit DAB utilizzata nella (5.30) una grandezza che dipende dalle caratteristiche
molecolari, mentre il coefficiente kC nella (5.29) un parametro empirico che dipende anche
dalle condizioni fluidodinamiche nella fase.
Le due espressioni hanno campi di applicazione diversi:
la (5.30) utilizzata per fasi fluide stagnanti o in moto laminare; essa di applicazione
relativamente semplice solo con sistemi diluiti e basse velocit di trasferimento; elevati
gradienti di composizione ed alti flussi di materia interfase possono perturbare l'interfaccia e
rendere assai problematico l'utilizzo della relazione;
la (5.29) , in genere, adottata per fluidi in regime di moto turbolento, ma pu essere
impiegata anche in regime laminare; necessario tenere presente che le relazioni per il
calcolo dei coefficiente di scambio sono di natura empirica ed hanno un limitato campo di
validit (solitamente confinato ad uno specifico regime fluidodinamico).
Il valore del coefficiente di scambio k C dipende da vari fattori quali le condizioni di moto, le
caratteristiche del fluido e della specie trasferita e la geometria del sistema; esso deve essere
empiricamente stimato mediante opportune correlazioni o attraverso misure sperimentali, di
non facile esecuzione e potenzialmente soggette ad errori rilevanti.
Le misure sperimentali sono realizzate in sistemi di geometria ben definita ed operanti in
condizioni tali da rendere trascurabili alcune delle componenti dei flussi di materia. Un esempio
di tali sistemi rappresentato da un condotto, con sezione circolare di diametro costante, la
cui superficie interna rivestita con uno strato di una sostanza (A) leggermente solubile in un
solvente liquido, preferibilmente dotato di caratteristiche fisiche semplici (densit costante,
comportamento newtoniano, viscosit poco dipendente dalla temperatura).

111
All'interno del condotto cilindrico scorre il suddetto solvente, con una portata sufficientemente
elevata affinch il comportamento del sistema risulti descrivibile con il modello della corrente
monodimensionale (vedasi pag. 80). La bassa solubilit di A fa s che la quantit trasferita al
liquido, nel periodo richiesto per effettuare una serie di misure sperimentali, sia piccola, il che
consente di assumere che il diametro interno del condotto e le condizioni di flusso del liquido
siano sostanzialmente costanti. Per garantire una buona accuratezza delle misure, la specie A
deve essere rilevabile analiticamente con elevata precisione anche a concentrazioni molto
basse.
Le figure seguenti rappresentano un tratto del dispositivo sperimentale sopra descritto ed il
volume di controllo, costituito da un cilindro virtuale di liquido avente lunghezza dz. Si noti
che, nelle figure, le frecce rosse che rappresentano il trasferimento di materia interfase solido-
liquido hanno verso opposto a quello effettivo, perch la specie A si trasferisce, in realt, dalla
parete al fluido; la rappresentazione coerente con la convenzione che prevede un flusso di
materia equiverso al versore radiale ed ha come conseguenza un valore negativo
dell'espressione scalare del flusso.

D2 dCA D2 dC A
-p DA -p DA
4 dz z 4 dz z+ dz
Area : flusso diffusivo
Trasferimento di materia Area:
D p D dz D2
Moto del interfase (liquido-solido) p
4
liquido D2 D2
p v C A z p v CA z + dz
4 4
dz
flusso convettivo
J*m A
z
flusso alla parete

Se non vi sono reazioni chimiche, la generazione di A nulla e se il sistema in stato


stazionario, l'accumulo nullo; in tali condizioni il bilancio di materia del componente A nel
volume di controllo espresso dalla relazione:
D2 dC A D2 dC A *
p v C - D = p v C A - DA + Jm,A p D dz
dz z + dz
A A
4 dz z 4

D dC A d2 CA *
da cui si ricava: v - DA + Jm,A = 0
4 dz dz2
Se, come gi stato precisato, la velocit media del liquido sufficientemente elevata, il flusso
diffusivo assiale trascurabile rispetto a quello convettivo. Esprimendo il flusso interfase alla
parete del cilindro con una relazione empirica analoga alla (5.29), l'equazione si riduce a:
dC A
D
4
v
dz
(
- k C C Ai - C A = 0 ) (5.31)
dCA 4 kC
Separando le variabili CA e z nella (5.31) si ottiene: = dz (5.32)
(C Ai - C A ) D v

Assumendo che all'interfaccia vi siano condizioni di equilibrio, la concentrazione C Ai ha valore


noto, in quanto corrisponde alla solubilit di A nel fluido.
Supponendo che la variazione della concentrazione di A non causi variazioni significative del
coefficiente di trasferimento di materia e della densit della soluzione fluida, tutti i parametri a
secondo membro della (5.32) possono essere considerati costanti, ovvero indipendenti da z, ed
integrando l'equazione con le condizioni:
CA = CA0 per z = 0 (concentrazione nota di A nel liquido entrante nel condotto)
CA = CAL per z = L (valore di CA rilevato nel liquido ad una distanza L dall'ingresso)
C Ai - C A L 4 kC L
si ottiene: ln =- (5.33)
C Ai - CA 0 v D

112
La (5.33) La relazione che possiamo utilizzare per la stima del coefficiente di scambio di
materia kC mediante misure sperimentali della concentrazione di A ad una distanza nota dal
punto d'imbocco.
Correlando i valori di kC misurati, le condizioni fluidodinamiche del sistema e le propriet del
fluido e della specie solubile, si ricavata la seguente espressione:
kC D
= Sh = 0.026 Re0.8 Sc1/3 (5.34)
DA

dove: Sh un parametro adimensionato chiamato numero di Sherwood


DA la diffusivit molecolare di A nel fluido
Sc = /DA il gi noto numero di Schmidt (vadasi capitolo 2, pag.27)
La (5.34) valida solo per condotti di sezione circolare nei quali scorrono fluidi in regime di
flusso turbolento (Re > 104); essa del tutto analoga alla correlazione di Sieder-Tate (4.45)
utilizzata per il calcolo del coefficiente di scambio di calore:
Nu = 0.026 Re0.8 Pr 1/3 Vi 0.14

Assumendo che Vi 0.14 sia pari ad uno e dividendo i primi membri delle due relazioni
rispettivamente per (Re Sc1/3) e per (Re Pr1/3) si ottiene:
Nu Sh
= 0.026 Re- 0.2 =
Re Pr1 / 3 Re Sc1 / 3

ovvero, a parit di Re: Nu Sh


= (5.35)
Pr1/3 Sc1/3
La (5.35) esprime l'analogia tra il trasporto di calore ed il trasporto di materia ed una
relazione la cui validit prescinde dalla geometria del sistema.
Ad esempio, nel caso di una sfera sospesa in un fluido turbolento, si possono ricavare relazioni
analoghe per i coefficienti di scambio di materia e calore:
0.5
k c Dp Dp v r
Sh = = 2 + 0.60 Sc1 / 3
DA m
0.5
h Dp D v r
Nu = = 2 + 0.60 p Pr1 / 3
k m
La relazione (5.35) consente di valutare il coefficiente di scambio di materia quando si conosce
quello di calore, e viceversa. Si noti che nel caso di fasi gassose, per le quali i numeri di
Prandtl e Schmidt sono prossimi ad uno, l'equazione si traduce in:
h k
= C (5.36)

r Cp v v

Mentre nello scambio termico la forza motrice sempre una differenza tra temperature, nel
trasferimento di materia possibile adottare grandezze diverse come: concentrazione, frazione
molare, pressione parziale e frazione in massa.
necessario che il coefficiente di scambio di materia sia dimensionalmente coerente con la
grandezza utilizzata per esprimere la forza motrice; ad esempio, per un componente A che si
trasferisce in una fase gas verso linterfaccia:
*
Jm,A = -kC (C Ai - C A ) = -kP (p Ai - p A ) = -k x ( x Ai - x A )

Le unit di misura dei coefficienti di scambio di materia associati ai differenti modi di esprimere
la forza motrice sono:
kC [m s-1] ; kp [kmoli s-1 Pa-1 m-2] ; kx [kmoli s-1 m-2] per un flusso molare

kC [m kg kmole-1 s-1] ; kp [kg s-1 Pa-1 m-2] ; kx [kg s-1 m-2] per un flusso massico

113
Teoria del film e teoria della penetrazione
Il trasferimento di materia interfase ha trovato, in passato, uninterpretazione fenomenologica
molto semplice in un modello proposto da Nernst nel 1904 e successivamente perfezionato da
Lewis nel 1924; tale modello noto come "teoria del film".
Il modello assume che in prossimit della interfaccia tra le fasi, Film
vi sia un film stagnante di spessore d, attraverso il quale i stagnante

Interfaccia
componenti si trasferiscono esclusivamente per diffusione C A
molecolare, e che il resto del fluido sia perfettamente
omogeneo, ovvero di composizione uniforme.
Nel complesso, considerando una delle due fasi interessata al Massa fluida
fenomeno, il profilo di concentrazione assume l'aspetto (bulk)
presentato nella figura a lato. C Ai
La condizione di perfetta miscelazione della massa fluida (bulk) d
fa si che il gradiente di composizione sia confinato nel film.
In regime stazionario ed in assenza di processi di trasformazione chimica della materia, il
flusso di materia nel film costante, ovvero indipendente dalla coordinata spaziale normale
all'interfaccia; di conseguenza, il profilo di concentrazione della specie che si trasferisce
lineare ed il gradiente all'interfaccia equivala al quoziente: (C Ai - CA )/d
Esprimendo il flusso molare interfase con relazioni analoghe alla (5.29) ed alla 5.30) si ha:
( )
C Ai - C A D
*
Jm,A ( )
= -kC C Ai - C A = -DA
d
da cui si ricava: kC = A
d
(5.37)

Secondo il modello del film, il coefficiente di scambio risulta essere proporzionale alla
diffusivit del componente che si trasferisce ed inversamente proporzionale allo spessore , il
cui valore dipende delle condizioni fluidodinamiche della fase.

Al crescere della turbolenza nel fluido, ossia all'aumentare del numero di Reynolds, si osserva
sperimentalmente un incremento del coefficiente di scambio di materia, il che corrisponde ad
una diminuzione dello spessore del film coerente con le attese (la maggiore turbolenza riduce
la porzione di fluido stagnante in prossimit dell'interfaccia).
In realt, le misure sperimentali dei coefficienti di trasferimento di materia interfase non
confermano, nella maggior parte dei casi, tutte le previsioni della teoria del film. In particolare,
variando la specie che si trasferisce, a parit di altre condizioni, risulta che i valori di k C sono
proporzionali alla radice quadrata della diffusivit molecolare, mentre, come si visto, il
modello del film prevede una proporzionalit diretta.
Modelli pi efficaci per la descrizione del fenomeno sono stati proposti nel 1935 da Higbie
(teoria della penetrazione) e nel 1951 da Danckwerts (teoria del rinnovamento superficiale).
I suddetti modelli assumono che elementi di fluido (eddies) presenti nel cuore (bulk) della fase
arrivino, a causa della turbolenza nella massa fluida, in prossimit dell'interfaccia e vi
permangano per un certo tempo. Durante tale tempo, gli elementi scambiano materia
attraverso l'interfaccia, in ragione del fatto che il fluido presente nell'altra fase ha una diversa
composizione.
Il fenomeno si sviluppa localmente in regime non stazionario, in quanto la composizione
all'interno degli elementi fluidi muta nel tempo. L'ipotesi semplificativa comune ad entrambi i
modelli che all'interno di ogni elemento fluido, il trasferimento di materia si sviluppi
esclusivamente in regime molecolare (diffusivo).
Considerando un volume di controllo di dimensioni dx dy dz sito all'interno di un elemento
fluido stazionante all'interfaccia, il bilancio dinamico della specie trasferita A espresso dalla
relazione:
C A * *
dx dy dz = jm,A dx dz - jm,A dx dz
t y y + dy

dove y la coordinata spaziale normale alla superficie d'interfaccia

114
Esprimendo il flusso diffusivo con la legge di Fick, l'equazione assume la forma seguente:
C A CA C A
dy = - DA + DA
t y y y y + dy

L'andamento nel tempo della concentrazione della specie trasferita dunque descritto da
un'equazione differenziale del secondo ordine:
C A 2C A
= DA
t y2
La soluzione dell'equazione dipende dalle condizioni al contorno, e qui i due approcci proposti
da Higbie e Danckwerts formalmente divergono.
La teoria della penetrazione assume che il tempo di permanenza all'interfaccia sia
sufficientemente breve, affinch la composizione nella zona dell'elemento fluido pi distante
dall'interfaccia non risulti perturbata. Pertanto, le condizioni al contorno sono esprimibili come
segue:
t = 0 C = C erf(x)
A A

y=0 CA = CAi
y=b CA = CA con b finito

La soluzione dell'equazione con


le suddette condizioni al
contorno :

C A - C Ai y
= erf
C A - CAi 4D t
A

dove erf la error function:


x
2 - t2
erf(x) =
p
e dt x
0

Il valore medio nel tempo del flusso di materia all'interfaccia tra le fasi dato dalla relazione:
DA
*
Jm,A = -2
p t
(
CAi - C A )
dove t il tempo medio di permanenza di tutti gli elementi fluidi all'interfaccia, parametro che
dipende dalle condizioni fluidodinamiche della fase.

Nell'interpretazione di Danckwerts (rinnovo superficiale) il tempo di permanenza degli eddies


all'interfaccia non una costante, bens una variabile determinabile con una distribuzione
probabilistica in funzione di un parametro "s" definito velocit di rinnovo della superficie
(surface renewal rate).
In realt, s non una velocit bens una frequenza di rinnovo superficiale ed ha le dimensioni
dell'inverso del tempo [s-1].
Il flusso medio di A nel tempo all'interfaccia :
*
Jm,A = - 2 DA s C Ai - C A ( )
Come il tempo di permanenza t del modello elaborato da Higbie, la frequenza di rinnovo della
superficie s dipende dalle condizioni fluidodinamiche della fase.
Dalle relazioni ricavate, che esprimono il flusso medio di materia all'interfaccia, risulta, in
accordo con le osservazioni sperimentali, che il coefficiente di trasporto dipende dalla radice
quadrata della diffusivit molecolare.

115
Coefficienti di trasferimento e forze motrici globali
Si consideri un processo nel quale una specie A contenuta in una fase gassosa (G) assorbita
in una fase liquida (L). Il trasporto di materia si verifica a causa di una differenza tra i
potenziali chimici di A nelle due fasi, i quali hanno valori diversi se le fasi non sono in
condizioni di equilibrio.
La direzione del trasferimento quella ipotizzata, ovvero dal gas al liquido, se: m(G) (L)
A > mA

Il flusso di A si pu esprimere in funzione dei coefficienti di scambio di materia e delle forze


motrici attraverso relazioni cinetiche di carattere empirico. Se il sistema opera in regime
stazionario non vi accumulo, ed il flusso di A nelle due fasi uguale in modulo, ma,
coerentemente con la convenzione adottata, di segno opposto, ovvero:

( ) (
-kP pAi - p A = kC C Ai - C A (5.38) )
da cui si ricava:
pAi - p A
C Ai - C A
k
=- C
kP
La relazione ottenuta ha un'interessante interpretazione grafica in un diagramma sul quale si
riportano in ascisse la concentrazione molare di A nella fase liquida (C A) ed in ordinate la
pressione parziale dello stesso componente (pA) nella fase gassosa:
pA
retta con pendenza:
-kC /kp
(1)
pA (4)
(in pressione parziale)

linea di
forza motrice globale

equilibrio

pAi
(2)

pA*
(3)
forza motrice globale
(in concentrazione)

CA
CA CAi CA*

Se dal punto (1) che rappresenta le condizioni nel cuore (bulk) delle due fasi ( CA , pA) si
traccia una linea retta con coefficiente angolare (-kC /kp) questa interseca la linea di equilibrio
nel punto (2) di coordinate (CAi , pAi) identificando le condizioni all'interfaccia tra le fasi.
La retta verticale di ascissa CA interseca la linea di equilibrio in un punto (3) con ordinata pari
*
a pA , valore che rappresenta la pressione parziale di A in un gas in equilibrio con una fase
liquida in cui la concentrazione di A CA. Analogamente, la retta orizzontale di ordinata pA
*
interseca la linea di equilibrio in un punto (4) con ascissa pari a C A , valore che corrisponde alla
concentrazione di A in un fase liquida in equilibrio con un gas in cui la pressione di A pA.
Se la condizione di equilibrio per la specie A descritta da una relazione lineare del tipo:
pAi = K CAi dove K [ Pa m3 kmole-1] la costante di equilibrio

La (5.38) pu essere riformulata nelle seguenti varianti:


kC k
*
Jm,A = -kP (pAi - pA ) = -
K
(K CA - K CAi ) = - C p*A - pAi
K
( ) (5.39)

pAi pA
*
Jm,A = -kC ( C A - C Ai ) = -kP K
K
-
K = -kP K C Ai - C*A ( ) (5.40)

116
Il sistema descritto presenta due resistenze al trasporto di materia in serie: una nella fase
gassosa ed una nella fase liquida. In ciascuna delle due fasi vi una forza motrice che
possiamo esprimere attraverso una differenza di pressione, di concentrazione o di altre
grandezze fisiche che definiscono la composizione.
Analogamente agli altri fenomeni di trasporto, le resistenze in serie al trasferimento di materia
si sommano ed il flusso esprimibile come prodotto di una forza motrice globale (somma delle
forze motrici nelle singole fasi) per un coefficiente globale.
In termini di pressioni parziali: pAi - pA forza motrice nella fase gassosa
pA - pAi forza motrice nella fase liquida
*

pA* - pA forza motrice globale


Analogamente, con le concentrazioni: CA - CAi forza motrice nella fase liquida
CAi - CA* forza motrice nella fase gas
CA - CA* forza motrice globale
Ovviamente, la coerenza dimensionale impone, in funzione della grandezza fisica adottata per
esprimere la composizione, la scelta di un opportuno coefficiente di trasferimento. Per il caso in
esame, le espressioni e le unit di misura delle forze motrici e delle resistenze al trasferimento
sono riassunte nella tabella seguente:

Fase G Fase L Globale


Forza Forza Forza
Resistenza Resistenza Resistenza
Motrice Motrice Motrice
pAi - pA 1/kp pA* - pAi K/kC pA* - pA 1/kp + K/kC
[Pa] 2
[s Pa m kmole ] -1 [Pa] 2
[s Pa m kmole ] -1 [Pa] [s Pa m2 kmole-1]
CAi - CA* 1/(K kp) CA - CAi 1/kC CA - CA* 1/(K kp) + 1/kC
[kmoli m-3] [s m-1] [kmoli m-3] [s m-1] [kmoli m-3] [s m-1]

Si noti che le resistenze al trasferimento non dipendono solo dai coefficienti di scambio, ma
anche dalle condizioni di equilibrio tra le fasi. Infatti, se K molto grande, ovvero se il
componente A ha una scarsa solubilit nel liquido, la resistenza in fase liquida predomina e si
definisce controllante. Al contrario, se K molto piccolo, cio la specie A presenta un'elevata
solubilit nel liquido predomina, ovvero controllante, la resistenza nella fase gassosa.
possibile dunque esprimere il flusso di materia interfase in termini di forze motrici e
coefficienti di trasferimento globali, prescindendo dalla conoscenza della composizione
all'interfaccia:
*
Jm,A =-
1
1
1 ( )
C A - C*A = -
K
1
1 (
p*A - p A )
+ +
kC K kp k C kp
Nella maggioranza dei processi industriali che comportano fenomeni di trasferimento di materia
gas-liquido, la resistenza controllante quella in fase liquida. Nel modellare tali sistemi, si
assume che il gradiente di concentrazione nel film gassoso in prossimit dell'interfaccia sia
trascurabile, per cui la concentrazione della specie trasferita sul lato liquido dellinterfaccia
corrisponde al valore di equilibrio con la pressione parziale nel cuore della massa gassosa.
Un caso particolare, nel quale la resistenza al trasporto di materia nella fase gassosa non ha
alcuna influenza sulla cinetica di trasporto, si verifica quando il gas costituito dal componente
che si trasferisce allo stato puro. Infatti, in un sistema con tali caratteristiche non vi
gradiente di composizione nella fase gassosa.
Se la composizione nella fase liquida espressa mediante le frazioni molari, la relazione di
equilibrio comunemente formulata come segue:
xAi = pAi /H dove H [Pa] una costante di equilibrio chiamata costante di Henry

117
La tabella delle forze motrici e delle resistenze al trasferimento diventa:

Fase G Fase L Globale


Forza Forza Forza
Resistenza Resistenza Resistenza
Motrice Motrice Motrice
pAi - pA 1/kp pA* - pAi H/kx pA* - pA 1/kp + H/kx
[Pa] [s Pa m2 kmole-1] [Pa] [s Pa m2 kmole-1] [Pa] [s Pa m2 kmole-1]
xAi - xA* 1/(H kp) xA - xAi 1/kx xA - xA* 1/(H kp) + 1/kx
[-] [s m2 kmole-1] [-] [s m-2 kmole-1] [-] [s m-2 kmole-1]

Coefficiente volumico di scambio


Contrariamente al trasferimento di calore, in cui le due fasi che scambiano energia sono, in
genere, separate da una parete impermeabile di materiale solido, lo scambio di materia
prevede il contatto diretto tra le fasi. La conseguenza di tale diversit che nello scambio di
calore la superficie di scambio , nella maggior parte dei casi, geometricamente ben definita,
mentre nel trasferimento di materia essa , quasi sempre, difficilmente valutabile.
Si consideri, ad esempio, un gas che gorgoglia in un liquido all'interno di un recipiente
miscelato. Il gas, in bolle di forma e dimensioni varie, costituisce la fase dispersa del sistema
bifase. La superficie di contatto tra il liquido ed il gas dipende dalla forma, dalle dimensioni e
dal numero delle bolle. Se supponiamo le fasi perfettamente miscelate, la concentrazione del
componente A in fase gas sar, su una scala macroscopica che prescinde dalle differenze tra
film e cuore della massa, mediamente uniforme e pari ad una valore C(G) A . Analogamente,
(L)
nella fase liquida esister un valore di concentrazione C A mediamente uniforme su scala
macroscopica.
La portata molare della specie "A" scambiata tra le fasi G ed L esprimibile come:
n& A = -k(G)
C (
S C(G) (G)
) (L) (L)
(
(L)
Ai - C A = -k C S C A - C Ai ) (5.41)
dove S l'area complessiva della superficie di contatto tra le bolle gassose ed il liquido.
Il valore di S non di agevole misura e varia al mutare di condizioni operative come: la portata
di gas alimentata al sistema, la velocit dell'agitatore e le caratteristiche dei fluidi (viscosit,
tensione superficiale, ecc...).
Allo scopo di semplificare la modellazione del sistema, si definisce un'area specifica
d'interfaccia per unit di volume del sistema:
a = S/V [m2 interfaccia m-3 totale] dove V la somma dei volumi occupati da entrambe le fasi
L'equazione (5.41) si pu riformulare come segue:
(
n& A = -(k C a)G V C(G) (G)
) (L)
( (L)
Ai - C A = -(k C a)L V C A - C Ai ) (5.42)

Il gruppo (kC a) definito coefficiente volumico di scambio ed ha dimensioni [s-1].


Il coefficiente volumico comunemente adottato nella modellazione di varie operazioni di
trasferimento di materia, come l'assorbimento in colonne a riempimento, l'estrazione liquido-
liquido e lo scambio di materia in colonne a gorgogliamento; esso stimabile in funzione delle
condizioni operative e delle caratteristiche chimico-fisiche dei fluidi mediante correlazioni di
tipo empirico facilmente reperibili nella letteratura tecnico-scientifica di settore.
Ad esempio, nel caso di un gas disperso in una fase liquida acquosa miscelata mediante un
agitatore meccanico (turbina, elica o simili) possibile utilizzare la correlazione di Van't Riet:
(k C a)L = 0.026 P0.4 v0G [s-1]

dove P la potenza volumica immessa nel fluido dal miscelatore [W m -3] e v0G la velocit
superficiale del gas [m s-1], ovvero il quoziente tra la portata volumetrica del gas e l'area della
sezione del recipiente normale al moto delle bolle.

118
ESERCIZI

5.01 - Una miscela stagnante di aria ed ammoniaca, alla temperatura di 15 [C] ed alla
pressione di 400 [mmHg] in contatto con una soluzione acquosa acida. Poich la
reazione dell'ammoniaca con la sostanza acida presente nella fase liquida
estremamente veloce, si assume che la concentrazione di NH3 all'interfaccia gas-liquido
sia nulla. Mediante un sensore specifico, posto ad una distanza di 3 [cm] dalla
superficie della soluzione, si misurata una frazione molare di ammoniaca pari a 0.30.
La diffusivit binaria dell'ammoniaca nell'aria a 25 [C] e 1 [atm] vale 0.229 [cm2 s-1].
Si calcoli il flusso di assorbimento dell'ammoniaca nella soluzione acida e si tracci il
profilo di composizione nella fase gassosa.
Risultato: -1.08 10-5 [kmoli s-1 m-2] xNH3
0.25

0.20

0.15

0.10

0.05

0.00
0.00 0.01 0.02 0.03
z [cm]
a
1m
5.02 - Il serbatoio cilindrico aperto, schematizzato nella figura,
riempito con un solvente organico volatile fino a 80 cm dalla

0.8 m
cima. Allinterno del serbatoio laria immobile, ma allesterno
circola liberamente, cos da poter ritenere che alla bocca del
serbatoio la concentrazione di solvente nellaria sia trascurabile. 1.8 m
La temperatura ambiente di 25 [C] e la pressione pari a 1
[atm]. In tali condizioni la tensione di vapore del solvente 135
[mmHg] e la sua diffusivit binaria in aria 0.62 [ft2 h-1].
Si calcoli la portata di evaporazione dal serbatoio in regime stazionario.
Risultato: 2.26 10-7 [kmoli s-1]
a
5.03 - Una sfera di materiale solido A di elevata volatilit sospesa in una fase gassosa
stagnante. Inizialmente la quantit di solido sublimata esigua, per cui si pu
assumere che le dimensioni della particella non mutino sensibilmente.
Si ricavi un'espressione del profilo di composizione del componente A in regime pseudo-
stazionario nella fase gassosa in prossimit della superficie solida.
1
Risultato: &n A = 4 p R D AB C ln 0
1 - pA / p
a
5.04 - Una pallina sferica di naftalina, sostanza solida dotata di elevata volatilit, ha un
diametro di 1 [cm] ed in contatto con aria stagnante alla temperatura di 20 [C].
Si calcoli la portata molare di sublimazione della particella, calcolando la tensione di
vapore della naftalina mediante la seguente relazione:
p = 10(8.62233-2165.72/(T[C]+198.284) [mmHg]
Risultato: 1.05 10-12 [kmoli s-1]

119
5.05 - Nello studio del trasferimento di materia gas-liquido in un'apparecchiatura sperimentale
si sono determinati i seguenti valori dei coefficienti di trasporto:
fase gas kp = 1.910-7 [kmoli s-1 Pa-1 m-2]; fase liquida kC = 2.3 [m s-1]
Assumendo che i valori sopra riportati siano validi nel caso di ossigeno che si trasferisce
dall'aria, dove ha una concentrazione del 21% molare, ad acqua liquida pura
(concentrazione nulla di ossigeno nel cuore della fase) alla temperatura costante di
25 [C] ed alla pressione totale di una atmosfera, si determinino in tali condizioni:
a) il coefficiente di trasferimento globale tra le due fasi;
b) il flusso molare di ossigeno trasferito;
a) la concentrazione dell'ossigeno all'interfaccia gas-liquido.
Si assuma che l'equilibrio di dissoluzione dell'ossigeno nell'acqua a 25 [C] sia descritto
dalla relazione: pO2 = CO2 7.58107
dove CO2 [kmoli m-3] e pO2 [Pa] sono rispettivamente la concentrazione molare nel
liquido e la pressione parziale nel gas dell'ossigeno.

Risultati: (a) 2.6210-8 [kmoli s-1 m-2 Pa-1]; 1.98 [m s-1]


(b) 5.5710-4 [kmoli s-1 m-2]; (c) 2.4210-4 [kmoli m-3]
a
5.06 - In un letto granulare fluidizzato, delle particelle di carbonio di forma sferica bruciano in
aria ad una temperatura media di 1100 [C] ed una pressione totale di 1[atm].
Nelle condizioni in cui opera il sistema, la reazione esotermica di combustione del
carbonio: C + O2 CO2 irreversibile ed estremamente rapida per cui si pu assumere
che:
a) il processo sia limitato dal trasferimento di materia tra la fase gassosa ed il solido;
b) la concentrazione dell'ossigeno all'interfaccia solido-gas sia nulla.
Quando il diametro medio delle particelle di carbone di 0.2 [mm] e la porosit del
letto e = 0.97 la potenza termica per unit di volume generata dal processo risulta
essere pari a 800 [kW m-3].
Si calcolino i coefficienti di trasferimento di materia gas-solido kC e kp nelle suddette
condizioni (entalpia di combustione del carbonio: Dr = - 393510 [kJ kmole-1])
Risultati: kC = 1.2110-3 [m s-1] ; kp = 1.0710-5 [kmoli s-1 m-2 atm-1]
a
5.07 - Si deve preparare una soluzione di una specie gassosa (A) in un solvente liquido.
A tale scopo un gas nel quale p A = 50 [Pa], viene posto in contatto con il solvente
contenuto in un recipiente miscelato. Il tempo di permanenza del gas nel recipiente
estremamente breve per cui si presume che la sua composizione non muti
significativamente, ovvero che la composizione nel cuore della massa gassosa (bulk) sia
uniforme e costante nel tempo. Alla temperatura alla quale realizzata l'operazione la
solubilit di A nel liquido espressa dalla relazione: C A = 210-6 pA [kmoli m-3] dove pA
in [Pa] ed i coefficienti di trasferimento di materia nelle due fasi sono: kp = 1.510-6
[kmoli s-1 Pa-1 m-2] per il gas e kC = 3.3 [m s-1] per il liquido.
Si calcolino: a) il coefficiente di trasferimento globale tra le due fasi;
b) il flusso molare di A trasferito nello stato iniziale del sistema, quando la
concentrazione di A nel cuore della massa liquida nulla;
c) la concentrazione di A all'interfaccia gas-liquido quando il valore medio
nella massa liquida ha raggiunto il 50% della saturazione.
Risultati: (a) 0.61 [m s-1] oppure 1.210-6 [kmoli s-1 Pa-1 m-2]
(b) 6.110-5 [kmoli m-2 s-1]; (c) 5.910-5 [kmoli m-3]

120
5.08 - In un condotto cilindrico, di diametro interno 100 [mm] e lunghezza 250 [m] scorre una
corrente di esano liquido con portata massica di 50000 [kg h -1]. Il materiale di cui
costituito il condotto un polimero che contiene lo 0.01% in massa di un additivo (A)
solubile in esano. Nelle condizioni in cui avviene il trasporto, l'equilibrio di ripartizione
della sostanza solubile A tra la fase solida e l'esano espresso dalla relazione:
xAL = 0.15 wAS (xAL frazione molare nel liquido; wAS frazione in massa nel solido)
e la diffusivit molecolare di A nell'esano : DA = 3.410-9 [m2 s-1]
Assumendo che l'esano entrante nel condotto sia puro, ovvero che la concentrazione
iniziale di A sia nulla, si calcoli la concentrazione media di A nel liquido al termine del
condotto.
Risultato: 5.2310-5 [kmoli m-3]

121
Esempi di quesiti teorici
Una fase gassosa costituita da una miscela di quattro componenti.
I flussi totali molari dei 4 componenti sono tutti indipendenti .... vero falso
I flussi diffusivi molari dei 4 componenti sono tutti indipendenti vero falso
Una massa gassosa costituita da una miscela di tre componenti A, B e C. In quali condizioni
valgono le seguenti relazioni tra flussi totali e flussi diffusivi di materia:
r* r r* r* r r* r* r r*
Jm,A = v C A + jm,A ; Jm,B = v CB + jm,B ; Jm,C = v CC + jm,C
solo se il gas in moto laminare
solo se due dei componenti hanno una concentrazione molto inferiore a quella del terzo
La velocit media molare * di una miscela gassosa multicomponente espressa da:
r r r* r r x r* r
v* = v Ci v = xi vi v* = i vi v = wi vi
"i "i "i Di "i
Se A un componente della suddetta miscela, cosa rappresenta il prodotto CA A ?
il flusso molare convettivo del componente A
il flusso molare diffusivo di A
il flusso molare complessivo (totale) di A
Una fase gassosa costituita da una miscela di due soli componenti (A e B). Le due specie
diffondono in regime stazionario di contro-diffusione equimolare; corretto affermare che:
r* r* r*
il flusso totale molare Jm,t = Jm,A + Jm,B nullo ........................... si no
i profili di composizione nella direzione del flusso sono esponenziali si no
Una fase fluida macroscopicamente stagnante costituita da due soli componenti A e B. Se la
concentrazione della specie A estremamente bassa, ovvero A molto diluito, quale tra le
seguenti relazioni esprime correttamente il suo flusso molare nella direzione z?
* dx A 1 * DAB dx A * dxA
Jm,A = C DAB Jm,A =- Jm,A = - C DAB
dz ( A )ml
x C dz dz
Si definisca il parametro C e le sue unit di misura
Quali sono le unit di misura di DAB nel sistema?
Per dolcificare un liquido vi si aggiunge dello zucchero in granuli. Si osserva sperimentalmente
che lo zucchero si scioglie pi rapidamente se il liquido caldo, mentre a freddo il processo
pi lento. I motivi principali per cui la velocit di dissoluzione aumenta al crescere della
temperatura sono due:

Se agitiamo il liquido:
la dissoluzione risulter pi rapida che in un liquido stagnante vero falso
la quantit massima di zucchero solubile nel liquido aumenter vero falso
Perch lo zucchero in granuli pi fini si scioglie pi rapidamente?
Nello scambio di materia tra due fasi il coefficiente globale di trasferimento :
minore di quello pi grande tra i coefficienti nelle due fasi .. vero falso
maggiore di quello pi piccolo tra i coefficienti nelle due fasi vero falso
uguale alla media aritmetica tra i suddetti coefficienti ........ vero falso
la forza motrice globale per il trasferimento tra le fasi pari:
alla media logaritmica tra le forze motrici nelle due fasi vero falso
alla somma delle forze motrici nelle due fasi .............. vero falso

122
Un prodotto vegetale contenente carboidrati idrosolubili (zuccheri) viene tagliato in pezzi e
posto in una vasca contenente acqua allo scopo di estrarre i suddetti zuccheri. La portata
massica di zuccheri trasferita dal prodotto vegetale all'acqua:
varia nel tempo? si, minima all'inizio dell'operazione ed aumenta nel tempo
no, la portata trasferita praticamente costante nel tempo
si, massima all'inizio e diminuisce nel tempo
dipende dalla temperatura T dell'acqua? si, cresce con l'aumentare di T
no, indipendente da T
si, diminuisce con il crescere di T
dipende dalla dimensione media dei pezzi? si, maggiore se i pezzi sono piccoli
no, indipendente dalle dimensioni
si, maggiore se i pezzi sono grandi
Una specie A si trasferisce tra una fase liquida ed una gassosa.
Nella relazione che esprime il flusso molare interfase di A: Jm,A*
=-
1
1
1 ( C A - C*A )
+
kC H kp
cosa H? la fugacit di A nella fase gassosa
un coefficiente che dipende dai regimi fluidodinamici nelle due fasi
un parametro che descrive la condizione di equilibrio tra le due fasi
( )
come possiamo definire C A - C*A ? la forza motrice globale
un gradiente della concentrazione di A
il potenziale chimico di A
1 1
+ : un coefficiente volumico di scambio di materia
kC H kp
una resistenza al trasferimento interfase di materia
una relazione di equilibrio tra le fasi

123
6. BILANCI LOCALI DI PROPRIET E TRASPORTO IN UN CONTINUO FLUIDO

Fluido continuo e osservatori


Nella prima parte del corso, le equazioni di bilancio sono state utilizzate nello studio di sistemi
con dimensioni, geometria, condizioni al contorno e caratteristiche chimico-fisiche particolari,
allo scopo di ricavare relazioni che consentono di interpretare la fenomenologia del
trasferimento di propriet e di stimarne la cinetica.
Per uno studio pi approfondito dei fenomeni di trasporto nei fluidi necessario elaborare
bilanci di propriet locali, ovvero in un volume di controllo di dimensioni arbitrarie
(indefinitamente piccole).
A tale scopo necessario assumere che il fluido sia un continuo deformabile, trascurando la
natura discontinua della materia, che sappiamo esistere a livello molecolare. L'ipotesi di
continuit esclude dal campo di applicazione delle relazioni che si otterranno le fasi gassose
estremamente rarefatte ed i sistemi microscopici, nei quali il rapporto tra il cammino libero
medio delle molecole e le dimensioni del sistema, chiamato numero di Knudsen, dell'ordine
dell'unit.
Per impostare correttamente le relazioni di bilancio in un fluido in moto, di fondamentale
importanza definire con chiarezza il sistema di riferimento. In altri termini, necessario
stabilire come si pone l'osservatore rispetto al sistema in esame e all'ambiente circostante.
Due sono i punti di vista comunemente adottati nello studio dei fenomeni di trasporto:
il langrangiano, chiamato anche sostanziale o materiale, in cui l'osservatore si muove
insieme all'elemento di fluido in esame;

l'euleriano, in cui l'osservatore ancorato ad un sistema di riferimento che definiamo


fisso, ovvero indipendente dal moto del fluido.
Nel primo caso (lagrangiano) le coordinate di un elemento di fluido sono variabili dipendenti
esprimibili come funzioni del tempo e della posizione "iniziale" e l'osservatore valuta le
variazioni di propriet (temperatura, densit, composizione, ecc...) del suddetto elemento
fluido nel tempo.
Nel secondo (euleriano) le coordinate spaziali sono, insieme al tempo, variabili indipendenti e
l'osservatore pu registrare le variazioni di propriet in due diversi modi: nel tempo se
mantiene l'attenzione su di un punto fisso del sistema; nello spazio se esamina il campo di
propriet nel suo insieme.
I due tipi di osservatore possono essere efficacemente descritti con diversi esempi:
una persona, immobile sulla superficie terrestre, che misura, con un termometro tenuto in
mano, la temperatura dell'aria un osservatore euleriano; se egli dispone di un sistema
telemetrico per la misura della variabile pu, indirizzandolo verso diversi punti dell'atmosfera
circostante, elaborare una descrizione del campo di temperatura;
una persona che, su un pallone aerostatico trascinato dal vento, misura, con un termometro
tenuto in mano, la temperatura un osservatore lagrangiano (supponendo che il pallone si
muova con la stessa velocit dell'aria);
il pescatore che dalla riva guarda la superficie del mare, cercando di capire dove si trovino i
pesci un osservatore euleriano (oltre che uno sprovveduto);
il pescatore che, a bordo di una lussuosa imbarcazione alla deriva nella corrente, guarda di
fronte alla prua cercando di capire quando conviene gettare la lenza, un osservatore
lagrangiano (sprovveduto quanto il primo, ma probabilmente molto pi ricco e dunque meno
bisognoso d'ingegno).

124
In un fluido continuo, il bilancio relativo ad una propriet espresso, genericamente, dalla
relazione concettuale che gi conosciamo:

accumulo + portata uscente portata entrante = generazione di propriet

Si consideri un volume di controllo V contenente un fluido continuo ed avente dimensioni e


posizione nello spazio costanti nel tempo (tale condizione equivale ad assumere il ruolo di
osservatore euleriano); indicando con G il valore specifico massico della propriet in esame,
i termini della relazione che esprime il bilancio sono:

(r G)
1) Accumulo:
t
V
r G dV =

V
t
dV

dove la densit della fase in V e r G la concentrazione di G riferita al volume.

La trasposizione tra loperatore derivativo e quello integrale possibile in quanto lintegrale


calcolato su uno spazio invariante nel tempo e la derivata fatta rispetto al tempo.

2) Portata netta (portata entrante - portata uscente)


G trasportata mediante due meccanismi: convettivo e diffusivo, quest'ultimo di natura
molecolare oppure turbolenta.
r r
2a) il meccanismo convettivo espresso dalla relazione: -
( v n) r G dS
S
dove: S la superficie che delimita il volume di controllo
il versore normale ad S e diretto verso lesterno del volume di controllo
r r r
2b) il meccanismo diffusivo descritto da un vettore jG la cui portata netta : - jG ndS
S
I due integrali estesi alla superficie S possono essere convertiti in integrali di volume
applicando il teorema della divergenza:
r r r r r r r r

S
(v n) r G

dS = (v r G)dV
V
;

jG ndS = jG dV
S V
r
Il simbolo indica l'operatore differenziale nabla, il quale in coordinate rettangolari
(cartesiane) ha la seguente espressione:
r r r r
= i+ j+ k
x y z
Nabla applicato ad una grandezza vettoriale genera uno scalare chiamato divergenza:
r r r a a a
a = divergenza di a = x + y + z
x y z
applicando nabla ad una grandezza scalare si ottiene un vettore chiamato gradiente:
r b r b r b r
b = gradiente di b = i+ j+ k
x y z

3) Generazione di propriet
Il termine che esprime la generazione assume forme diverse, a seconda della
propriet in esame. Nel caso della quantit di moto sono le forze che lesterno esercita sul
volume; per l'energia sono la potenza delle forze esterne; per la materia la velocit di
reazione del processo chimico.
Lespressione del termine di generazione del tipo:
g&
V
G dV

Si noti che, in alcuni casi, il termine generativo riferito ad una superficie o ad una massa
(ad esempio la velocit di reazioni eterogenee) per cui necessario introdurre
nell'espressione parametri come la superficie specifica per unit di volume o la densit.

125
L'equazione generica di bilancio espressa dalla relazione:
r r r r
( )


- (r v G)dV
V

- jG dV + g& G dV =
V
t
dV
rG

V
ovvero :
V
r r r
+ r vr G
( ) ( )
+ j - g& dV = 0
rG G G
t
V

Affinch lintegrale sia nullo indipendentemente del volume del sistema, la funzione integranda
deve essere uguale a zero, ovvero:

( ) + r r vr G + r rj
r G
t
( ) G - g& G = 0

Questa la forma generale in cui si esprimeranno tutti i bilanci locali di propriet; si noti che
dal bilancio per un volume di dimensioni finite, si passati ad una relazione che vale in ogni
punto del continuo fluido.

Bilancio locale di materia totale (equazione di continuit)


Considerando come propriet la massa totale, i termini dell'equazione di bilancio assumono le
seguenti espressioni:
r
accumulo:
t r dV = t dV
V V
r r r r
portata netta convettiva: -
( v n) r dS = - ( v r ) dV
S V

Per la massa totale, il flusso esclusivamente convettivo (il flusso diffusivo di massa totale
sempre nullo) ed il termine generativo, per i processi di nostra competenza, trascurabile, per
cui il bilancio :
r r r r r r

V
t
dV = - ( v r ) dV
V
t
dV + V ( v r ) dV = 0
V

V
(6.1)

Come si gi visto, data l'arbitrariet delle dimensioni del volume V, la relazione tra integrali
(6.1) corrisponde ad un'analoga relazione tra le funzioni integrande che prende il nome di
equazione di continuit, e per un osservatore euleriano ha la forma:
r r r
+ (v r) = 0 (6.2)
t
r r r r r
Espandendo la divergenza di (r) l'equazione diventa: + v r + r v = 0 (6.3)
t
Per sistemi nei quali la densit pu essere considerata costante, come i liquidi ed i gas a
temperatura e pressione costanti, la (6.3) si riduce a:
r r
v = 0 (6.4) ovvero la divergenza della velocit nei suddetti sistemi nulla

Dalla definizione di nabla, risulta che, in coordinate cartesiane, la (6.4) corrisponde a:


vx vy vz
+ + =0 (6.4b)
x y z

r r r r
Analogamente, la (6.3) diventa: + v r + r v = 0 (6.3b)
t

D r r
Il termine in parentesi quadra una derivata sostanziale: = + v (6.5)
Dt t
La derivata sostanziale rappresenta il punto di vista di un osservatore, lagrangiano, che si
muove con la stessa velocit del fluido in esame.
La derivata sostanziale diversa dalla derivata parziale (/t) che rappresenta il punto di vista
di un osservatore ancorato ad un sistema di riferimento fisso (euleriano).

126
La derivata sostanziale un caso particolare della derivata totale (d/dt) la quale corrisponde al
punto di vista da un osservatore che si muove ad una velocit 0 non necessariamente uguale
a quella del fluido in cui immerso, ad esempio un pescatore in una barca a motore che si
muove (finch non esaurisce il carburante) indipendentemente dalla corrente.
d r r
= + v0 (6.6)
dt t

Le relazioni (6.5) e (6.6) convertono, attraverso un cambio della modalit di osservazione,


un modello spazio-temporale in uno che, formalmente, considera la sola variabile tempo.
In alcuni casi applicativi, data la geometria del sistema in esame, conveniente ricorrere a
sistemi di coordinate diverse dal sistema cartesiano ad assi ortogonali.
z

d
Piano x,z superficie cilindrica
di raggio r

r d
volume di controllo:
dz dV = r d dr dz
rd dr
dr
(r,,z)
dz

Se, ad esempio, si desidera utilizzare le coordinate cilindriche, il bilancio di massa totale nel
volume differenziale (r d dr dz) prevede i seguenti termini:
r
accumulo: rdq dr dz
t
portata netta radiale: ( vr r rdq dz ) r +dr - ( vr r rdq dz ) r = ( vr r r )
r + dr
- ( vr r r ) dq dz
r

portata netta tangenziale: ( v q r ) - ( vq r ) dr dz


q+ dq q

portata netta assiale: ( v z r ) - ( v z r ) dr rdq


z + dz z

L'equazione di bilancio in coordinate cilindriche :


r
r dq dr dz + ( vr r r ) - ( vr r r ) dz dq + ( vq r ) - ( v q r ) dr dz +
t r + dr r q+ dq q

+ ( vz r ) - ( vz r ) dr r dq = 0
z + dz z

Dividendo tutti i termini per (r d dr dz) e facendo tendere a zero il volume, si ottiene:
r 1 (r vr r ) 1 ( vq r ) ( vz r )
+ + + =0 (6.7)
t r r r q z

127
Il procedimento analogo con le coordinate
sferiche, e porta alla relazione: z Volume di controllo:
dr rd rsin d
2
(
r 1 r vr r
+ 2 +
) 1 ( vq r sin q )
+
1 vj r
=0
( ) (6.8)
t r r r sin q q r sin q j

Nella tabella seguente sono riassunte le espressioni dellequazione di continuit nei tre sistemi
di coordinate, nonch le relazioni semplificate nel caso di un fluido con densit costante.

Coordinate Equazione di continuit (osservatore euleriano)

Rettangolari (x, y, z): r ( vx r ) vy r


+ +
(+
)
( vz r )
=0
t x y z

Cilindriche (r, , z): r 1 (r vr r ) 1 ( v q r ) ( vz r )


+ + + =0
t r r r q z

Sferiche (r, , ):
+ 2
2
r 1 r vr r (
+
1 )
( vq r sin q )
+
1 vj r
=0
( )
t r r r sin q q r sin q j
r r
Coordinate Equazione di continuit per fluidi di densit costante ( g v = 0 )

vx vy vz
Rettangolari: + + =0
x y z
1 (r v ) 1 vq vz
Cilindriche: + + =0
r r r q z
2
(
1 r vr
+
1 ) ( vq sin q )
+
1 vj
=0
Sferiche: 2
r r r sin q q r sin q j

a forsa ad bug cun


sti fluidi am vn
da camp via
i tuoi amati fluidi si chiamano
bagna cuda e barbera ...
poi ti lamenti che stai male!

Giuseppe L. Lagrangia Leonhard Euler


(1736-1813) (17071783)

128
Bilancio locale di quantit di moto e campo di velocit
Il bilancio di quantit di moto espresso, in termini generici, dalla relazione:

velocit di accumulo portata netta convettiva risultante delle forze esterne


+ =
della q.d.m. della q.d.m. agenti sul sistema

Tenendo presente che r e rappresentano rispettivamente la quantit di moto volumica e


quella massica, i primi due termini dell'equazione di bilancio sono esprimibili come segue:
r
r (r v )
Accumulo:
t
V
r v dV =

V
t
dV (6.9)

r r r
Portata netta convettiva: -
( r v n) vdS
S
(6.10)

r rr
La portata netta convettiva, pu anche essere espressa nella forma: - n [r v v ] dS

S
dove il gruppo [r ] un tensore del secondo ordine chiamato prodotto diadico, le cui
componenti in coordinate cartesiane sono:
( r vx vx )

(r vy vx ) (r vz vx )
rr
[r v v] = ( r vx vy ) ( r v y v y ) ( r vz v y )

( r v v )
x z ( r v y vz ) ( r vz vz )
Il prodotto [r ] un vettore con componenti in coordinate cartesiane:
r rr r
(
n [r v v ] = r nx v x + ny v y + nz vz v x i + )
r
(
+ r nx vx + ny vy + nz vz v y j + )
r r r r
( )
+ r nx vx + ny vy + nz vz vz k = ( r v n) v

Considerando una superficie perpendicolare allasse x, le componenti del versore sono:


nx = 1 ; ny = nz = 0

Il flusso di materia che attraversa la suddetta superficie : vx


r r r r
ed il corrispondente flusso di quantit di moto : r v x v = r v x (v x i + v y j + vz k)

Per quanto riguarda le forze esterne, le quali svolgono la funzione di generatrici di quantit di
moto, esse sono classificabili in due categorie:
forze di volume, come la gravit, le forze magnetiche o quelle elettriche
(se il fluido sensibile ai relativi campi);
forze di superficie, che comprendono:
forze di pressione, di direzione normale alla superficie del sistema e
verso dall'esterno all'interno;
sforzi di taglio, causati dallattrito che sviluppa nel fluido in presenza
in presenza di gradienti di velocit.

Per un volume di controllo V con superficie di contorno S si ha:


r

V
r g dV forze di volume

r

S
-p n dS forze di pressione

r
s dS
S
sforzi di taglio

129
Gli sforzi di taglio corrispondono alle forze dattrito che il fluido esterno esercita sul volume di
controllo e si possono esprimere mediante un tensore chiamato tensore degli sforzi:
r r

S

s dS = n S dS
S
(6.11)

s xx s xy s xz

I termini cartesiani del tensore degli sforzi sono: S = s yx s yy s yz

szx szy szz
r
In ogni punto della superficie di contorno del volume di controllo, il vettore s :
r r r r
( ) ( ) ( )
s = nx sxx + ny syx + nz szx i + nx sxy + ny syy + nz szy j + nx sxz + ny syz + nz szz k (6.12)

Nella meccanica dei fluidi, prassi comune adottare la seguente convenzione di segno:
per un volume di controllo di forma cubica con le facce perpendicolari agli assi,
lo sforzo di taglio si assume positivo se agisce su una superficie per la quale
r
il versore normale uscente n equiverso all'asse cartesiano ad esso parallelo
e negativo se antiverso (vedasi figura a pagina 43)

Considerando una superficie indicata con dS +, che risulta normale allasse x e per la quale
r
quale i ha verso uscente (internoesterno del volume di controllo) la componente x dello
sforzo di taglio espressa dalla relazione:
r r r r r
sx + = i S = s xx i + sxy j + sxz k (6.13)
La (6.13) d un significato fisico ai termini del tensore degli sforzi:

i termini del tensore rappresentano le componenti,


secondo gli assi della terna di riferimento,
degli sforzi di taglio su superfici perpendicolari agli assi stessi

Il primo pedice di un termine del tensore indica lasse perpendicolare alla superficie
considerata, il secondo si riferisce alla direzione della componente della forza.
r
Sulla superficie dS-, normale all'asse x e per la quale i ha verso entrante, lo sforzo di taglio :
r r r r r
sx - = - i S = -s xx i - s xy j - s xz k (6.13b)

In regime laminare, gli sforzi di taglio sono provocati dallattrito che i filetti fluidi sviluppano nel
loro moto relativo, e sono quindi legati ai gradienti di velocit.
Le relazioni che legano gli sforzi di taglio ai gradienti di velocit, come la legge di Newton, sono
chiamate leggi costitutive, in quanto dipendono dalla costituzione materiale del fluido.
Tornando alla formulazione del bilancio locale di quantit di moto, si pu scrivere:
r
(r v ) r rr r r r

V
t
S

S

V

dV = - n [r v v ] dS + -pndS + r gdV + n S dS
S
(6.14)

Grazie al teorema della divergenza, possibile convertire gli integrali di superficie che figurano
nella (6.14) in corrispondenti integrali di volume:
r rr r rr r r r r

S

- n [r v v ] dS = - [r v v ] dV ;
V

-pndS = -p dV ;
S

V

n S dS = S dV
S V
La relazione di bilancio assume dunque la forma:
r r r r r r r

V
( r v ) + [r v v ] + p - r g - S dV = 0
t
(6.15)

Poich la validit dell'equazione (6.15) prescinde dalle dimensioni del volume di controllo, la
funzione integranda deve essere nulla, ovvero:
r r rr r r r
( r v ) + [r v v ] + p - r g - S = 0 (6.16)
t

130
r
v r r r r r r r r r r r
Sviluppando i primi due termini si ha: r +v + v ( r v ) + r v v + p - r g - S = 0
t t
r
v r r r r rr r r r r
r + v + ( r v ) + r v v + p - r g - S = 0
t t
r r r
Dallequazione di continuit risulta che: + (r v ) = 0 quindi:
t
r
v r rr r r r
r
t
( )
+ r v v + p - r g - S = 0 (6.17)

La (6.17) rappresenta il bilancio locale di quantit di moto e la sua validit generale, perch
la relazione stata ottenuta senza far ricorso ad alcun modello di comportamento
(legge costitutiva) del fluido.
r
Dv r r r
Per un osservatore lagrangiano il bilancio : r + p - r g - S = 0 (6.17b)
Dt

Componenti del tensore degli sforzi per fluidi Newtoniani

Coordinate rettangolari:

vx 2 r r vy 2 r r v z 2 r r
s xx = 2 m - m v
x 3
( ) ; syy = 2 m
y
-
3
(
m v ) ; s zz = 2 m - m v
z 3
( )
v v v v v v
s xy = syx = m x + y ; syz = szy = m y + z ; s zx = s xz = m z + x
y x z y x z

Coordinate cilindriche:

vr 2 r r 1 vJ vr 2 r r vz 2 r r
srr = 2 m - m v
r 3
( ) ; sJJ = 2 m
r J
+
r
(
- 3m v

) ; szz = 2m (
- m v
z 3
)
v 1 vr v 1 vz v v
srJ = s Jr = m r J + ; sJz = szJ = m J + ; szr = srz = m z + r
r r r J z r J r z

Coordinate sferiche:
vr 2 r r
srr = 2 m
r 3
- m ( v )
1 vJ vr 2 r r
sJJ = 2m
r J
+ - m v
r 3
( )
1 vj vr vJ cot J 2 r r
s = 2m
r sin J j
+
r
+
r
- m v ( )
3
jj

v 1 vr
srJ = s Jr = m r J +
r r r r
sin J vj 1 vJ
sJj = sjJ = m +
r J sin J r sin J j
1 vr vj
sjr = srj = m + r
r sin J j r r

si noti che ij = ji dunque per fluidi Newtoniani il tensore degli sforzi simmetrico

131
Equazione del moto in regime laminare
Inserendo le espressioni delle componenti del tensore degli sforzi nelle equazioni (6.17) e
(6.17b) otteniamo le equazioni del moto. Le relazioni sono di natura vettoriale ed ognuna di
esse corrisponde a tre equazioni relative alle tre componenti spaziali; come esempio si riporta
l'equazione lagrangiana per la componente in x in un sistema di coordinate cartesiane:
Dvx p v 2 r r vx vy vx vz
r =- + r gx + 2 m x - m vx + m + + m + (6.18)
Dt x
x x 3 y y x z z x
Il sistema di equazioni costituito dalla (6.18) e dalle analoghe equazioni per le componenti in y
ed in z, dall'equazione di stato = (p) e dalla relazione che lega viscosit e pressione = (p)
consente, con opportune condizioni al contorno, di determinare il campo di moto in un fluido in
condizioni di temperatura costante.
Le suddette equazioni sono raramente usate nella forma completa; molto pi frequentemente
se ne utilizzano versioni semplificate assumendo che la densit e la viscosit del fluido siano
indipendenti dalla pressione.
r r
Se costante, la divergenza della velocit nulla ( v = 0) e con una viscosit costante le
equazioni (6.17) e (6.17b) si riducono alle seguenti espressioni:
r
v r rr r r r
r
t
( )
+ r v v + p - r g - m 2v = 0 (6.19)
r
Dv r r r
r + p - r g - m 2v = 0 (6.19b)
Dt
Il simbolo 2 rappresenta un operatore differenziale chiamato Laplaciano il quale, in coordinate
cartesiane, corrisponde alle seguenti derivazioni:
2 2 2
2 = + +
x2 y2 z2

Applicato ad un vettore, 2 porta, in coordinate cartesiane, al seguente risultato:


r r r r
2v = i 2vx + j 2vy + k 2vz

Lequazione vettoriale (6.19) corrisponde alle tre equazioni scalari nelle tre coordinate spaziali:
vx v v v p 2v 2v x 2vx
r + v x x + v y x + vz x = - + r gx + m 2x + +
t x y z x x y2 z2
2v y 2v y 2vy
vy vy vy vy p
r
+ v + v + v = - + r g + m 2 + +
z2
x y z y
t x y z y x y2

r vz + v vz + v vz + v vz = - p + r g + m vz + vz + vz
2 2 2


t x y z z 2
x y z z x y2 z2

Una notazione formale molto concisa delle equazioni di bilancio locale il cosiddetto
sistema indiciale nel quale valgono le seguenti convenzioni:
se, per una certa grandezza, vi un solo pedice, questo ne rappresenta la componente
secondo uno degli assi di riferimento; ad esempio: per la velocit vi corrisponde a
vx , vy , vz e per una coordinata xi corrisponde a x , y e z
la presenza di due pedici (ad esempio i e j) indica la somma di tre termini in cui il secondo
pedice (j) rappresenta progressivamente x, y e z ; ad esempio:
2v 2vi 2vi 2vi
2 = 2
+ + 2
x ij x y2 z
v vi p 2vi
La (6.19) in notazione indiciale risulta: r i + v j =- + r gi + m
t x j xi x2j

132
Per fluidi con densit e viscosit indipendenti dalla pressione ed aventi comportamento
reologico newtoniano, il tensore degli sforzi esprimibile, in forma concisa, con la relazione:
S=mD (6.20)
dove un tensore simmetrico con componenti: (vi / x j + v j / xi )
la cui prima riga : ( vx / x + vx / x ) (v x / y + v y / x ) ( v x / z + v z / x )

Equazioni del moto per un fluido newtoniano con densit e viscosit costanti

v v v v p 2 v x 2v x 2 v x
Coordinate cartesiane: r x + vx x + v y x + vz x = - + r gx + m + +
t x y z x x2 y2 z2

v v v v p 2 v y 2v y 2 v y
r y + vx y + v y y + vz y = - + r gy + m + +
t x y z y x2 y2 z2

v v v v p 2 v 2vz 2vz
r z + vx z + v y z + vz z ) = - + r gz + m 2z + +
t x y z z x y2 z2

v v v v v2 v p
Coordinate cilindriche: r r + vr r + q r - q + vz r = - + r gr +
t r r q r z r

1 (r vr ) 1 2vr 2 vq 2vr
+m + 2 2
- 2 +
r r r r q r q z2
v v v v v v v 1 p
r q + vr q + q q + r q + vz q = - + r gq +
t r r q r z r q

1 (r vq ) 1 2vq 2 vr 2v q
+m + 2 2
+ 2 +
r r r r q r q z2
v v v v v p
r z + vr z + q z + vz z = - + r gz +
t r r q z z
1 vz 1 2vz 2vz
+m r + 2 2
+
r r r r q z2

Coordinate sferiche:

v v v v vf vr v2q + v2f p
r r + vr r + q r + - =- + rgr +
t r r q r sin q f r r

1 2 2vr
(
+ m 2 2 r2 vr + 2
r r
1
)

r sin q q
v
sin q r + 2
1

q r sin2 q q2
v v v v q vf vq vr vq - v2f cot q 1 p
r q + vr q + q + + =- + r gq +
t r r q r sin q f r r q

1 2 vq 1 1 1 2vq 2 vr 2 cot q vf
+m 2
r
r + (
r r2 q sin q q q
v sin q ) + + 2 -
r r2 sin2 q f2 r q r2 sin q f
vf v f vq v f vf vq vr vf + vf vq cot q 1 p
r + vr + + + =- + r gf +
t r r q r sin q f r r sin q q
1 vf 1 1 1 2v f 2 vr 2 cot q vf
+m 2
r r
r 2
+ 2
r r q sin q q
v f sin(q + 2 )2
r sin q f 2
+ 2 +
r sin q f r 2 sin q f

133
Equazioni del moto adimensionali
r
Dv r r r
Riprendiamo lequazione (6.19b): r + p - r g - m 2v = 0
Dt
Raccogliendo i termini relativi alla pressione e alla forza gravitazionale, possibile riscrivere
l'equazione nella forma seguente:
r
Dv r r r r r
r + P - m 2v = 0 (6.21) dove: P = p - r g
Dt
in coordinate cartesiane:
r p r p r p r
P = + r gx i + + r gy j + + r gz k
x y z
Identificati due valori di lunghezza e velocit L e v che caratterizzano il sistema in esame,
possibile definire un insieme di variabili adimensionate:
r
* x * y * z r* v t v P
x = ; y = ; z = ; v = ; t* = ; P* =
L L L v L r v 2
r r
e mediante gli operatori differenziali: * = L *2 = L2 2

la relazione (6.19b) riformulabile nella seguente espressione:


r r * * m *2 r * r * * *2vr *
Dv*
= - P + v = - P + (6.22)
Dt* r v L Re

Il risultato ottenuto equivale al principio secondo il quale:


due sistemi geometricamente simili,
con le stesse condizioni al contorno e pari valore di Re,
hanno la stessa distribuzione spazio-temporale di v* e di P*

Ad esempio, applicando il suddetto principio al caso di un fluido newtoniano incomprimibile,


che scorre in un condotto cilindrico in regime laminare, il profilo radiale della velocit
adimensionata esprimibile come funzione del raggio adimensionato r *= r/R:

1
( )
2
v*z = 1 - r*
2
relazione in cui non compare esplicitamente il raggio R del condotto.

Analogamente, l'andamento assiale della pressione adimensionale :

DP* 1
= f' dove L* = L/R
L* 4

134
Bilancio locale di energia
Trascurando, per i motivi gi visti, il contributo dell'energia potenziale, la propriet estensiva
somma dellenergia interna e dellenergia cinetica K .
Per un volume di controllo generico V in un continuo fluido, i termini dell'equazione di bilancio
di energia hanno, per un osservatore euleriano, le seguenti espressioni:

(r E)
accumulo V
t
dV

r r r r
- (r vE
portata netta convettiva ) ndS = - (r vE) dV
S V
r r r r
portata netta non convettiva
- jq ndS = - jq dV
S

V
r r r r
potenza delle forze di pressione
S
-pn v dS =
V
- (p v ) dV

r r
potenza delle forze di volume
V
r g v dV

r r r r r r
potenza degli sforzi di taglio

S
s v dS =
(n S) v dS = (v S)dV
S V

(r E) r r r r
r r r r r r
+ (r vE) + j + (p v ) - r g v - ( v S ) dV = 0

L'equazione di bilancio :

t
q

Anche in questo caso, l'arbitrariet delle dimensioni del volume implica un valore nullo della
funzione integranda:

( ) + r r vE
r E r r r r r r r r r
t
( ) + j q = - (p v ) + r g v + ( v S ) (6.23)

r r r
e considerando lequazione di continuit + ( v r ) = 0 si ottiene, infine:
t
E r r r r r r r r r r
r + r v E + jq = - (p v ) + r g v + ( v S ) (6.24)
t
DE r r r r r r r r
In termini lagrangiani: r + jq = - (p v ) + r g v + ( v S ) (6.24b)
Dt
La propriet , la cui variazione nello spazio e nel tempo descritta dalle equazioni (6.24) e
(6.24b), dipende sia della temperatura sia del moto.
Unequazione relativa alla sola energia cinetica pu essere ottenuta moltiplicando scalarmente
per la velocit l'analoga relazione (6.17b):
r
r Dv r r r
v r + p - r g - S = 0
Dt

D v2
DK r r r r r r
r = r
Dt 2 Dt
= -v p + v r g + v S ( ) (6.25)

La (6.25) pu essere riformulata come segue:



DK r r r r r r r r rr
r
Dt
= - (p v ) + p v + v ( r g) + ( v S ) - S : v ( ) (6.25b)


DU r r r r rr
Sottraendo la (6.25b) alla (6.24b) si ottiene: r
Dt
(
= - jq - p v + S : v ) ( ) (6.26)

relazione che esprime la variazione spazio-temporale dell'energia interna.

135
Le equazioni (6.25b) e (6.26) hanno in comune due termini che vi figurano con segni opposti:
r r
p v lavoro reversibile (positivo o negativo) di espansione/compressione
rr
(S:v )generazione di energia interna dovuta agli sforzi di taglio
In coordinate cartesiane l'espressione delle componenti del secondo termine :
rr v v v
( )
S : v = sxx x + sxy x + sxz x +
x y z
vy vy vy
+ syx + syy + syz +
x y z

vz v v
+ szx + szy z + szz z
x y z
r r
( )
Per i fluidi newtoniani S : v sempre positivo e rappresenta la degradazione irreversibile
(dissipazione) dell'energia meccanica fornita al fluido in calore per attrito viscoso. Per una
classe particolare di fluidi, che chiamiamo viscoelastici, una parte dell'energia fornita, detta
componente elastica, riconvertibile in potenza meccanica.
L'effetto termico dell'attrito ha rilevanza pratica solo per fluidi con viscosit molto elevata ed in
presenza di forti gradienti di velocit, condizioni che si verificano, ad esempio, nell'estrusione o
nella presso-fusione di materiali macromolecolari; escludendo tali casi particolari, il suo
contributo nel bilancio dell'energia totale trascurabile.
Sviluppando i termini relativi allenergia interna ed al flusso conduttivo di calore, la (6.26)
assume il carattere di equazione che descrive il campo di temperatura.
r r
In regime laminare, il flusso espresso dalla legge di Fourier: jq = -k T


DU DT
e la variazione nel tempo dell'energia interna esprimibile come: = Cv
Dt Dt

Trascurando il termine dissipativo viscoso ed inserendo le espressioni precedenti nella relazione


(6.26) si ottiene:
DT r r
r Cv = k 2 T - p v (6.27)
Dt
r r 1 Dr
DV
Per un gas a pressione costante, dallequazione di continuit risulta: v = - =r
r Dt Dt

DU
DV
e sostituendo la divergenza della velocit nella (6.27) si ottiene: r = k 2 T - r p
Dt Dt

DU
DV 2
ovvero: r +p = k T
Dt Dt

DU D(U
DV + pV)

DH
In condizioni di pressione costante: +p = = p DT
=r C
Dt Dt Dt Dt Dt
DT
La (6.27) dunque esprimibile nella forma: r Cp = k 2 T (6.28)
Dt

T vr r
ovvero, in versione euleriana: rC p + rCp T = k 2 T (6.28b)
t
Per i solidi ed i fluidi macroscopicamente stagnanti, il termine convettivo nullo e lequazione
del campo di temperatura si riduce alla relazione:
T
r Cp = k 2 T (6.29) nota come seconda legge di Fourier
t

136
Componenti del flusso di calore conduttivo
T T T
Coordinate rettangolari jqx = -k ; jqy = -k ; jqz = -k
x y z

T k T T
Coordinate cilindriche jqr = -k ; jqq = - ; jqz = -k
r r q z

T k T k T
Coordinate sferiche jqr = -k ; jqq = - ; jq f = -
r r q r sinq f

Equazioni del campo di temperatura rr


(fluidi newtoniani con densit e viscosit costanti, assumendo S : v trascurabile)

Coordinate rettangolari

T T T T 2 T 2 T 2 T
r Cp + vx + vy + vz = k 2 + 2 + 2
t x y z x y z

Coordinate cilindriche

T T vq T T 1 T 1 2 T 2 T
r Cp + vr + + vz =k r + 2 2 + 2
t r r q z r r r r q z

Coordinate sferiche

T T vq T v f T 1 2 T 1 T 1 2T
r Cp + vr + + =k 2 r + 2 sin q + 2
t r r q r sin q f r r r r sin q q q r sin q f2
2

137
Bilancio locale di materia in sistemi multi-componente
Nel bilancio di materia locale relativo ad una specie A sono presenti i seguenti termini:

accumulo
t r
V
A dV =
t r
V
A dV

r r r r
portata netta convettiva -
( v rA ) ndS = - ( v rA ) dV
S V
r r r r
portata netta diffusiva

- jm,A ndS = - jm,A dV
S

V

portata di generazione
r
V
A dV

r
dove: jm,A il flusso diffusivo di A ed rA la velocit massica di reazione, ovvero la portata di
generazione in massa della stessa specie per unit di volume.

Il bilancio locale di materia relativo ad A espresso dalla relazione:

r A r r r
V
t + ( rA v ) + jm,A - rA dV = 0

(6.30)

Data l'arbitrariet del volume, la validit della (6.30) implica la nullit della funzione
integranda, ovvero:
rA r r r r
+ ( rA v ) + jm,A = rA (6.31)
t
La (6.31) descrive il campo spazio-temporale della concentrazione in massa della specie A;
sommando membro a membro le analoghe equazioni di tutti gli N componenti presenti nel
sistema, e tenendo presente che:
r r r r
ri = r ; jm,i = jm,i = 0 ri = 0
"i "i "i "i

r r r
si ottiene la gi nota equazione di continuit: + (r v ) = 0
t
L'equazione di bilancio si pu esprimere anche in termini molari:
C A r r r r*
t
( )
+ C A v* + jm,A = RA (6.32) relazione analoga alla (6.31)
r
dove j *m,A e RA sono rispettivamente il flusso diffusivo e la velocit di reazione molari di A

Sommando membro a membro le equazioni (6.32) per tutti gli N componenti e ricordando che:
r r* r r*
Ci = C ; jm,i = j m,i =0 ; Ri = R
"i "i "i "i
C r r
si ottiene:
t
(
+ C v* = R ) (6.33) equazione di continuit in termini molari

Nella (6.33) compare un termine R, che possiamo definire velocit di generazione molare
totale, il quale non ha un omologo nella corrispondente equazione in massa.
La differenza tra le due relazioni deriva dal fatto nei processi chimici la massa totale
sostanzialmente costante, mentre le moli totali possono variare e dunque R pu essere diversa
da zero (positiva o negativa).
Il flusso diffusivo pu avere espressioni diverse: dalla semplice equazione di Fick per sistemi
con due soli componenti alle complesse relazioni di Maxwell per i sistemi multicomponente.
I sistemi reali sono quasi sempre costituiti da un numero di componenti ben maggiore di due e
dunque in essi i flussi di materia dovrebbero essere espressi mediante relazioni complesse.

138
Per, per i sistemi che possiamo definire soluzioni diluite, ovvero nel caso in cui tutti i
componenti (soluti) ad eccezione di uno (solvente) hanno concentrazioni molto piccole, sono
possibili le seguenti semplificazioni:
r
r* r r* j r
v ;v ; jm,A = m,A = -DA C A
MA
dove MA la massa molare della specie A e DA la sua diffusivit molecolare nella miscela.
Con le suddette semplificazioni, dividendo la (6.31) per la massa molare MA otteniamo:
C A r r
+ ( v C A ) = R A + DA 2C A (6.34)
t
Nel caso in cui la densit del mezzo sia costante, ovvero indipendente dalla composizione e
dalla temperatura, la divergenza della velocit nulla e la (6.34) si riduce alla seguente
espressione:
C A r r
+ v C A = R A + DA 2C A (6.35)
t
La (6.35) ampiamente utilizzata nella pratica ed in grado di risolvere, con buona
approssimazione, la maggior parte dei problemi che si presentano nell'analisi dei processi
chimico-fisici. E' comunque di fondamentale importanza, al fine di evitare errori, non
dimenticare le semplificazioni adottate nel ricavarla, e dunque il suo effettivo campo di validit,
che come abbiamo visto limitato ai sistemi diluiti e con densit costante.
C A r r
In assenza di reazione chimica, la (6.35) si riduce a: + v C A = DA 2CA (6.36)
t
relazione formalmente analoga alla (6.28) relativa alla temperatura.

Per sistemi nei quali la concentrazione molare totale C costante:


x A r r x A r r
C + C v x A = DA C 2x A ovvero: + v x A = DA 2x A (6.38)
t t
dove xA la frazione molare della specie A.
Le componenti del flusso diffusivo e le espressioni dellequazione (6.35) in diversi sistemi di
riferimento sono riassunte nella seguente tabella, dove risulta evidente l'analogia con le
corrispondenti relazioni del campo della temperatura.

Componenti del flusso di materia diffusivo (per specie diluite)


C A C A C A
Coordinate rettangolari jm,A,x = -DA jm,A,y = -DA jm,A,z = - DA
x y z
A C DA CA CA
Coordinate cilindriche jm,A,r = -DA r jm,A,q = -
r q
jm,A,z = -DA
z
C A DA CA DA C A
Coordinate sferiche jm,A,r = -DA jm,A,q = - jm,A,f = -
r r q r sin q f

Equazioni di variazione della composizione


(specie diluite, densit costante ed assenza di reazione)

C A C A C A C A 2C A 2C A 2C A
Coordinate rettangolari + vx + vy + vz = DA + +
t x y z x2 y2 z2

C A C A vq C A C A 1 C A 1 2C A 2C A
Coordinate cilindriche + vr + + vz = DA r + 2 2
+
t r r q z r r r r q z2
C A C A vq C A vf C A
Coordinate sferiche + vr + + =
t r r q r sin q f
1 2 C A 1 C 1 2C A
= DA 2 r + 2 sin q A + 2
r r r r sin q q q r sin2 q f2

139
ESERCIZI
6.01 - Un facoltoso latifondista decide di visitare una sua propriet in compagnia della giovane
moglie viaggiando sul suo aereo privato. Raggiunta la quota di 3000 m, l'intraprendente
signora, impaziente di disporre in prima persona del patrimonio di famiglia, decide di
sbarazzarsi dell'incauto marito scaraventandolo fuori dall'aereo. Casualmente, lo
sventurato ha con s un termometro, con il quale, per ingannare il tempo in attesa
dell'inevitabile schianto finale, misura la temperatura dellaria. In quel momento, a
livello del suolo la temperatura atmosferica di 25 [C] ed noto che essa diminuisce
di circa 1 C ogni 200 m di quota. Dopo un brevissimo transitorio, la velocit di caduta
del corpo riferita al suolo, si stabilizza ad un valore di 200 [km h -1]. Il pilota dell'aereo,
amante e complice dell'omicida, osservando il soggetto cadere con il termometro tra le
mani si chiede: quale variazione della temperatura osserver?

Risultato: 0.28 [C s-1]



6.02 - Uno strato di spessore d di un liquido newtoniano incomprimibile scorre, in regime
laminare e stazionario, su di un piano inclinato formante un angolo con il piano
orizzontale. Si assuma che la temperatura del fluido sia costante e che le dimensioni del
piano siano sufficienti per poter ritenere trascurabili gli effetti ai bordi.
Si tracci uno schema del sistema sopra descritto e si ricavino le espressioni dello sforzo
di taglio e della velocit del fluido come funzioni della distanza y dalla superficie di
contatto tra il liquido ed il piano inclinato.
r gx y2
Risultati: s xy = r g x (d - y ) ; vx = d y -
m 2


6.03 - Un fluido newtoniano di densit costante fluisce, in regime laminare stazionario,
all'interno di un condotto cilindrico con asse orizzontale e raggio interno R.
Si ricavi l'espressione del profilo radiale della velocit del fluido assumendo che, date le
ridotte dimensioni del condotto, in ogni sezione trasversale allasse z la pressione sia
costante.
p R r2
2
Risultato: v z = - 1 - 2
z 4 m R


6.04 - Una corrente gassosa fluisce, con verso ascendente, all'interno di un condotto cilindrico
di asse verticale. La parete del condotto bagnata da un film di liquido che scende per
effetto della gravit. La fase gassosa costituita da un componente A allo stato puro, il
quale leggermente solubile nel liquido. Il liquido alimentato in testa alla colonna non
contiene il componente A.
Si ricavino le relazioni che esprimono i profili assiali:
della concentrazione media di A nel cuore della fase liquida;
del flusso molare medio di A scambiato tra le due fasi.



1 - erf y ; 4 DA
Risultati: C A = C A0 + ( C Ai - C A0 ) jm = ( C Ai - C A0 )
z z
4 D A p
vmz vm

140
6.05 - Dell'acqua liquida alla temperatura di 20 [C] scorre, in moto laminare stazionario,
all'interno di una sezione anulare compresa tra due superfici cilindriche coassiali ed
orizzontali di raggio rispettivamente pari a 0.1 [m] e 0.2 [m].
La velocit media dell'acqua nel condotto anulare di 0.05 [m s-1]
Si calcoli la velocit massima dell'acqua e si identifichi la posizione radiale
corrispondente a tale valore massimo. Si tracci, infine, il profilo radiale degli sforzi di
taglio nel fluido.

Risultati: 0.0762 [m s-1]; 0.147 [m] dall'asse dei cilindri; vedasi grafici

141
Esempi di quesiti teorici

Un lago nel quale la temperatura dell'acqua decisamente inferiore a quella dell'ambiente


circostante ha un fiume emissario. L'acqua nel fiume scambia calore con l'ambiente
circostante, riscaldandosi progressivamente con il crescere della distanza dal lago. Due
persone su due imbarcazioni diverse sono munite di termometri con i quali possono misurare
la temperatura dell'acqua e dell'aria. Una delle due imbarcazioni (A) ancorata sul fondo del
fiume, mentre la seconda (B) trascinata dalla corrente. Supponendo di voler stimare il
coefficiente di scambio termico tra l'acqua del fiume e l'ambiente, definito come quantit di
calore trasferita per unit di superficie, di tempo e di forza motrice [W K -1 m-2]:
quali parametri e valori delle caratteristiche fisiche del sistema in esame deve conoscere la
persona che effettua le misure dall'imbarcazione A per poter effettuare il calcolo?

e quali deve conoscere la persona che effettua le misure dall'imbarcazione B?

r
v r r r r r r
Partendo dall'equazione del moto: r + r v g ( v ) + p - r g - g S = 0
t
si ricavi un'espressione semplificata per un fluido newtoniano di densit costante in regime di
flusso laminare.

Un fluido di densit r costante scorre all'interno di un condotto cilindrico di raggio interno R la


cui parete si trova ad una temperatura T w diversa dalla temperatura media del fluido e
costante lungo tutto il condotto. Partendo dalla seguente equazione in coordinate cilindriche:
T T vq T T 1 T 1 2T 2T
r C p + vr + + vz =k r + 2 2
+ 2
t r r q z r r r r q z
ed assumendo che il trasporto conduttivo di calore in direzione assiale sia trascurabile rispetto
alla corrispondente convezione termica, si formuli una relazione che descrive la distribuzione
della temperatura nel fluido in condizioni stazionarie.

Quali tra le seguenti relazioni possono essere considerate come condizioni al contorno per il
sistema sopra descritto?
z=0 0rR T = T0 si no
r=0 0z T/r = 0 si no
r=R 0z T/r = 0 si no
L'equazione (lagrangiana) di bilancio locale dell'energia interna in una fase fluida :
DU r r r r r
r
Dt
( ) ( )
= - g jq - p g v + S : v dove S il tensore degli sforzi di taglio

Cosa rappresentano i termini:


r r
( )
p g v ___________________________________________________________________
r r
( )
r S : v ___________________________________________________________________
r r
p ( g v ) = 0 se il fluido incomprimibile se il fluido in quiete mai
r r
( )
Per un fluido newtoniano r S : v sempre: negativo nullo positivo

142
Un recipiente cilindrico con fondo piatto, riempito
parzialmente d'acqua, posto in rotazione rispetto al proprio
asse con velocit angolare costante nel tempo. Per effetto
delle forze di attrito, l'acqua nel recipiente assume anche
essa un moto rotatorio che, dopo un transitorio iniziale,
possiamo ritenere stazionario nel tempo e di natura laminare. La
superficie superiore del liquido esposta alla pressione
atmosferica costante ed assume il profilo parabolico indicato in
figura dalla linea tratteggiata.
Si semplifichino le seguenti equazioni del moto in coordinate
cilindriche, eliminando i termini che nel sistema sopra descritto
risultano nulli e si scrivano le condizioni al contorno.

v vr vq vr v2q vr p 1 (r vr ) 1 2vr 2 v q 2 vr
r r + vr + - + vz = - + r gr + m + - +
t r r q r z r r r2 q2 r2 q z2
r r
v v v vq vr v q v q 1 p 1 (r vq ) 1 2vq 2 vr 2 vq
r q + vr q + q + + vz =- + r gq + m + + +
t r r q r z r q
r r r r2 q2 r2 q z2

v v v vz v p 1 vz 1 2vz 2vz
r z + vr z + q + vz z = - + r gz + m r + 2 2
+
t r r q z z r r r r q z2

Il bilancio locale molare per una specie A in un C A r r r r*


sistema multicomponente espresso dall'equazione: + g (C A v* ) + g jm,A = RA
t r* r
assumendo che il flusso diffusivo sia esprimibile con la legge di Fick: jm,A = -DA C A

ed eliminando i termini nulli o trascurabili nell'equazione di bilancio, si ricavino delle relazioni


semplificate valide nelle seguenti condizioni:

a) la specie A non partecipa a reazioni chimiche

b) il sistema in stato stazionario ed A molto diluito

c) il fluido stagnante

Si definiscano delle condizioni al contorno per l'integrazione della relazione di bilancio


semplificata del caso (c) per un fluido stagnante contenuto in un recipiente sferico di raggio R
con pareti rigide ed impermeabili al componente A, assumendo che nello stato iniziale la
composizione del fluido sia uniforme in tutto il recipiente.

Una sfera di materiale solido omogeneo ed isotropo, che si trova inizialmente ad una
temperatura T0 uniforme, viene immersa in un bagno termostatico mantenuto ad una
temperatura Tb uniforme, costante nel tempo ed inferiore a quella iniziale della sfera. Si ricavi
un'equazione che descrive il bilancio locale di calore all'interno della sfera e si scrivano le
condizioni al contorno relative a tale bilancio.

143
Esaminando il comportamento di un sottile strato di un liquido incomprimibile e newtoniano
che scivola su di un piano inclinato per effetto della gravit ed assumendo che:
- lunica componente non nulla della velocit sia quella parallela al piano;
- la velocit non vari lungo il piano e lo spessore dello strato sia costante;
- il sistema sia stazionario; y
- l'aria che lambisce il liquido non eserciti su di esso forze dattrito significative;
l'equazione del moto nel liquido si riduce a:
2v z
0 = r g sin a + m
y 2 y)
v z(
a z
con condizioni al contorno: ari

y =0 vz = 0 o
y =d dvz /dy = 0 uid
liq
I profili della velocit e degli sforzi di taglio s yz
nel liquido, con le condizioni sopra esposte,
sono schematizzati nel disegno a lato.
a

Supponendo che l'aria si muova in verso opposto a quello del liquido e che eserciti su di esso
un attrito non trascurabile, cosa dovremo modificare:
solo le condizioni al contorno, mantenendo immutata l'equazione del moto
solo l'equazione del moto, mantenendo immutate le condizioni al contorno
sia l'equazione del moto sia le condizioni al contorno
Si traccino nel disegno seguente i profili indicativi di velocit e sforzi di taglio nel liquido
evidenziandone i punti di massimo/minimo e zero:


ria
e ll'a
d
to
Mo

144

S-ar putea să vă placă și