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VOLANO 1

PROGETTO DI UN VOLANO
(IN ELABORAZIONE)
Occorrono le conoscenze del capitolo di Meccanica.

PRIMA PARTE SECONDA PARTE TERZA PARTE

Per azionare un martello pneumatico lungo una strada asfaltata si utilizza un compressore
azionato da un motore Diesel. Il compressore eroga aria a 9 atmosfere con portata di 120 kgm / h.
La massa battente di 6 kgm e il ritmo 20 colpi al minuto.
Determinare la massa, la forma e le dimensioni del volano adatto al lavoro descritto.

INTRODUZIONE.
A) COMPITO
Il compito del volano quello di accumulare energia cinetica nelle fasi di eccesso di produzione e
di cederla nelle fasi di carenza. E' quindi un regolatore della velocit e della potenza della
macchina alla quale applicato.
Ne segue che tutte le macchine che hanno un regime di velocit variabile hanno necessit del
volano. Il cambiare la velocit significa per anche cambiare la potenza, secondo la relazione
N=L/t=FS/t=Fv
nella quale N la potenza, L il lavoro, t il tempo, S lo spostamento e v la velocit. Nelle macchine
con moto alternativo (motori a vapore, motori a combustione interna, compressori, ecc.)
congenito(1) il cambiamento di velocit, nelle macchine rotative di potenza (turbine per la
produzione di energia elettrica, motori elettrici, ecc.) congenita la variazione di potenza(2). Da
ci deriva la necessit del volano in una grandissima variet di macchine, sia motrici che
operatrici.
Il compito viene svolto in un modo assolutamente semplice: una massa pi o meno "grande"
collegata solidalmente all'albero motore.

B) ENERGIA E MOTO ROTATORIO


L'energia cinetica nel moto rotatorio assume l'espressione
Ec = J 2 / 2

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nella quale J il momento di inerzia e la velocit angolare. Cambiando la velocit (angolare o


no) cambia l'energia cinetica in modo non lineare, cio basta una piccola veriazione di velocit per
ottenere una grande variazione di energia cinetica ( al quadrato). Ma vera anche la relazione
inversa: basta una piccola variazione di energia cinetica per ottenere una variazione significativa
della velocit (l'energia cinetica dentro una radice quadrata). Poich l'albero motore , per
nostra comodit, sempre dotato di moto rotatorio, lo studio del volano si esegue tenendo presenti
le "regole" di tale moto.

C) ACCUMULO E REGOLAZIONE
Per chiarire questi due aspetti del modo di intervento del volano, riferiamoci al modo di funzionare
di un motore ciclo Otto, limitandoci a due sole fasi:
1) fase di espansione: il pistone sotto l'azione della pressione esercitata dai gas combusti ad
alta temperatura e tende a muoversi ad alta velocit e grande accelerazione(3), ma deve
trascinare il volano, cio una grande massa, che si oppone per inerzia(4) a cambiare la propria
velocit. La conseguenza che il pistone rallenta e il volano accelera, il primo perde una parte
della sua energia cinetica, il secondo la acquista.
2) fase di compressione: il pistone deve ridurre di, per esempio, dieci volte(5) il volume del gas
chiuso nel cilindro e tende a rallentare il suo moto essendo contrastato dalla pressione crescente
dello stesso gas (il quale per di pi si anche riscaldato). Ma il pistone, attraverso il sistema
albero - manovella - biella collegato al volano, il quale, per inerzia, si oppone alla riduzione di
velocit, tentando di mantenerla costante. La conseguenza che il pistone pu proseguire nel
suo moto mentre il volano rallenta, rendendo al pistone l'energia che gli aveva sottratto nella fase
di espansione.

D) EQUILIBRIO E INERZIA
Una massa m in quiete rispetto ad un dato sistema di riferimento(6) per definizione in equilibrio:
questa condizione si esprime dicendo che la somma delle forze applicate zero, cio
R = Fi = m ai = 0
dove R la somma(7) vettoriale delle forze Fi ciascuna delle quali indurrebbe, se fosse sola, una
accelerazione ai. Infatti applicare una forza significa mutare lo stato di equilibrio iniziale, ma ci
comporta la nascita di una accelerazione a secondo la relazione
F = m a = m v / t = m (v1 - 0) / (t2 - t1) = m v1 / (t2 - t1)
Di conseguenza la massa deve acquistare l'energia cinetica
E c = m v2 / 2
se il moto acquistato rettilineo. La forza d'inerzia I(8) quella "cosa" che si oppone a tale
cambiamento di stato, "tentando" di mantenere l'equilibrio preesistente secondo la relazione
Ii = - m ai
E' facile allora concludere che
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R = Fi - Ii = 0
rappresenta la condizione di equilibrio generalizzata.

E) IL MOTO
Naturalmente se fosse sempre e comunque R = 0 non ci sarebbe movimento. Tornando pi su
mettiamo attenzione alla parola "tentando": l'essenza della forza di inerzia appunto dare conto
del fatto che il movimento delle masse non avviene gratis ma solo dopo aver superato l'inerzia
stessa. Un esempio per chiarire: a tutti capitato di spingere un'automobile: se si d una spinta
forte e improvvisa l'automobile non si muove(9), se invece si spinge "lentamente" l'automobile
inizia a muoversi e continuando a spingere il mezzo acquista velocit. Nel primo caso si applica
una forza che produce una grande accelerazione e quindi una grande forza di inerzia, nel
secondo si produce una piccola accelerazione e quindi una piccola forza di inerzia.
La forza di inerzia la reazione "interna alla massa" ad una forza esterna e di conseguenza non
pu che essere uguale ad essa(10). Il moto per deriva dalla forza esterna e la forza di inerzia non
pu far altro che, come si detto e ripetuto, "tentare" di mantenere(11) lo stato di quiete,
costringendoci ad usare forze molto grandi se si vuole cambiare lo stato rapidamente. Un altro
esempio banale: una brusca frenata in macchina pu farci volare attraverso il parabrezza in
quanto la forza di inerzia tender a farci proseguire il movimento precedente alla frenata; di una
frenata graduale e "dolce" quasi non ci accorgiamo perch essa produce una piccola
decelerazione e di conseguenza una piccola forza di inerzia.

F) INERZIA E PESO
Immaginiamo che nello schienale del sedile dell'automobile ci siano delle molle tarate sul nostro
peso: quando ci sediamo esse si deformano in un certo modo per "reggerci" secondo i nostri
desideri. Se ora partiamo in quarta con una grande accelerazione veniamo schiacciati contro il
sedile (la forza d'inerzia "tende" a farci rimanere fermi come prima) e le molle si deformano di pi,
come se il nostro peso fosse aumentato. In pratica l'automobile ci spinge in avanti con una forza
m a (m la nostra massa) e l'inerzia ci spinge indietro con una forza - m a che si aggiunge alla
forza peso m g (g l'accelerazione di gravit).
Tutto si svolge come se davvero pesassimo di pi, compreso il sangue. Ma il cuore tarato per
funzionare con un certo peso di sangue: se tale peso aumenta il cuore non ce la fa pi a
spingerlo, per esempio nel cervello, e la conseguenza pu essere che si perde conoscenza(12).

G) INERZIA E VOLANO
Il volano con la sua massa e la sua forma ha il compito di opporsi ai bruschi cambiamenti di
velocit delle masse alle quali applicato, ma non rimanendo fermo, bens cambiando la propria
velocit e quindi, come si gi detto, incamerando o cedendo energia cinetica Ec = J 2 / 2.
La funzione del volano dipende dal numero J, cio dal momento di inerzia che funzione della
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sua massa e della sua forma.


Come si esprime la forza di inerzia nel moto rotatorio? Basta trovare l'espressione
dell'accelerazione nel moto rotatorio: partendo dalla definizione di accelerazione si trova in
successione(13):
a = (v2 - v1) / (t2 - t1) = r (2 - 1) / (t2 - t1) = r
dove r il raggio di rotazione. Ricordiamo ora che per far avvenire un moto rotatorio occorre un
momento, cio una forza con un braccio, cio una forza che passa ad una distanza r dal
baricentro della massa. Se scriviamo
F=ma=mr
e moltiplichiamo ambo i membri per r otteniamo
F r = M = m r2 = J = - M
I
nella quale(14) appunto J = m r2 e M il momento della forza di inerzia. Diremo quindi che la
I
causa della rotazione M e la forza di inerzia "risponde" con il momento - M per "tentare" di
I
arrestarla. Il calcolo del volano in conclusione richiede il calcolo di J, stabilendone la massa e la
forma (dalla quale dipende r).

H) IL MOMENTO DI INERZIA
Si chiama momento di inerzia di massa(15) la quantit
J = m r2
Per chiarire il significato fisico di tale grandezza immaginiamo di legare un sasso con una funicella
e poi di farlo ruotare tenendo ben stretta la funicella ad una certa distanza dal sasso. Ci
accorgeremo facilmente che la forza necessaria a far ruotare il sasso tanto maggiore quanto
maggiore la distanza del sasso dalla mano. Ogni anno io mi diverto, introducendo questo
argomento, chiedendo ai miei alunni perch le ruote delle biciclette dei bambini sono grandi
mentre quelle degli adulti sono piccole, perch le ruote delle cinquecento sono grandi e quelle
delle Mercedes sono piccole(16). Invariabilmente fra gli alunni c' un momento di smarrimento,
dovuto all'autorevolezza della fonte di tali affermazioni. Subito dopo c' sempe uno pi coraggioso
che contesta dicendo che ho affermato il falso e da qui nasce la discussione che ha lo scopo di
chiarire perch in realt le cose sono all'opposto dell'enunciato precedente.
E tuttavia mi resta sempre un dubbio sull'effettiva comprensione del significato del momento di
inerzia. Concludo dicendo che il momento di inerzia un "numero"(17) che misura "la facilit o la
difficolt" di mettere in rotazione una massa.
La nascita algebrica di J = m r2 quella illustrata al paragrafo precedente ma ben pi importante
assorbirne il significato fisico, che appunto misurare "la facilit o la difficolt" di mettere in
rotazione una massa.
Il momento J ha per almeno due modi di agire: la rotazione pu infatti avvenire intorno ad un
asse (vedi il caso del momento flettente oppure il moto della Terra sull'asse nord - sud) oppure
intorno ad un punto (vedi il caso del momento torcente oppure il moto della Terra intorno al Sole).
In altra sede mostro come si calcola J in alcune situazioni.
In tutti i casi si immagina la massa concentrata nel suo baricentro (punto o linea o superficie) e la
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distanza r quella fra il baricentro e l'asse o il centro di rotazione, che possono essere interni o
esterni alla massa.

I) REGOLAZIONE DELLA VELOCITA'


Chiamiamo m la velocit angolare che vogliamo tenere costante e 1 e 2 la minima e la
massima velocit angolare che la macchina deve avere. Si chiama grado di irregolarit il
rapporto
= (2 - 1) / m
Questa quantit dipende dal servizio alla quale la macchina destinata. Per esempio i generatori
elettrici accoppiati alle turbine devono avere una irregolarit piccola, perch dalla loro velocit di
rotazione dipende la frequenza della corrente generata, frequenza che non deve cambiare
altrimenti la tensione varia tanto da "guastare" le macchine utilizzatrici. Invece nei motori a
combustione interna l'irregolarit deve essere grande altrimenti non si potrebbe cambiare velocit.
Si chiama grado di insensibilit (18) la quantit
= (2' - 1') /
nella quale 2' - 1' la minima variazione di velocit che fa intervenire il volano(19). I valori di e
di sono tabellati nei manuali e discendono dalle esperienze legate a macchine costruite nel
passato.

L) FORME E FUNZIONI
Il volano ha sempre forma circolare a disco oppure a corona con mozzo, razze e corona. La forma
circolare ovviamente condizionata dal moto dell'albero motore che appunto rotatorio. La
conformazione a disco o a corona condizionata dallo spazio disponibile sulla macchina, dalla
potenza, dalla velocit e dalle funzioni secondarie eventualmente affidate al volano.
Nelle automobili ad esempio il volano a disco pieno, e quindi relativamente molto pesante, e
sulla periferia porta le dentatura che ingrana con il motorino di avviamento per la messa in moto.
Nei treni a vapore il volano era una vera grande ruota piena poich il regime di rotazione del
motore, derivante dal moto alternativo di grossi pistoni, era a grande variabilit. In altre macchine
il volano a corona di grande raggio e magari porta la gola dove si avvolge la puleggia che
trascina le macchine operatrici.
Ricordando l'espressione del momento di inerzia immediato riconoscere che il volano si pu
fare in due modi distinti: 1) grande massa e piccolo raggio; 2) piccola massa e grande raggio. Il
secondo modo appare pi conveniente in quanto il raggio compare con esponente due e quindi
sue piccole variazioni comportano grandi variazioni di J.

M) UNITA' DI MISURA
Adoperando il sistema pratico e il diametro D anzich il raggio, il momento di inerzia e l'unit di
misura diventano
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J = m r2 = P D2 / 4 g [J] = [kgp m2 / m / s2] = [kgp m s2]


Usando invece il sistema internazionale avremo
J = m r2 = m D2 / 4 [J] = [kgm m2]
Per non complicare le espressioni adoperer il sistema internazionale. Per l'accelerazione
angolare avremo
[] = [rad / s2]
e per il momento delle forze
[M] = [F S] = [N m] = [J]

N) LAVORO ED ENERGIA CINETICA


Se esaminiamo le unit di misura dell'energia cinetica e del lavoro ci accorgiamo che sono le
stesse:
[L] = [F S] = [m a S] = [kgm m m / s2] = [kgm m2 / s2] = [J]
[Ec] = [m v2] = [kgm m2 / s2] = [J]
Allora possiamo dire che il compito del volano quello di far s che la produzione o l'assorbimento
di lavoro resti costante, cio potremo riferire al lavoro quanto si detto in rapporto all'energia
cinetica.

O) MOMENTO MOTORE E RESISTENTE


Nel caso del moto rotatorio la causa del lavoro si chiama momento M: se stiamo guardando dalla
parte del motore lo chiameremo momento motore Mm, se lo stiamo gurdando dalla parte
dell'utilizzatore lo chiameremo momento resistente Mr. Affinch il moto sia regolare deve essere
istante per istante
Mm = Mr
Infatti se la resistenza aumenta il motore tende a fermarsi (automobile in salita), se la resistenza
diminuisce il motore tende ad accelerare (auto in discesa). Potremo allora dire che il volano ha il
compito di far s che il momento motore sia sempre adeguato al momento resistente (e
viceversa!).
Nella tecnica in vario modo si conosce il momento motore e quindi si studia quale momento
resistente si pu applicare, oppure si conosce quello resistente e si studia quale motore si deve
costruire per sopportarlo.

P) UNA CURIOSA APPLICAZIONE


Poich il volano un "accumulatore" di energia stato utilizzato, non ricordo dove n con quale
successo, al posto di un motore tradizionale, proprio come in alcuni giocattoli meccanici.
Il principio di funzionamento semplice: immaginiamo, a bordo di un autobus, di disporre un
volano di 4.000 kg, con un diametro di due metri, che va a 4.000 giri al minuto: quanta energia
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possiede?
Ec = J 2 / 2 J = m r2 / 2 = m D2 / 8 = 4.000 x 22 / 8 = 2.000 [kg m2] = 2 n / 60 = 2 x x
4.000 / 60 = 418 [rad / s]
Ec = 2.000 x 4182 / 2 = 174.470.000 [J]
Per avere un termine di confronto, calcoliamo quanta energia utilizza una automobile di 100 kW
che viaggia per un'ora:
E = N t = 100 x 1.000 x 3.600 = 360.000.000 [J]
Come si vede, aumentando il diametro o la massa del volano(20), possibile far viaggiare un
mezzo senza motore a bordo. Naturalmente ci sono numerosi problemi: eccone due(21)
1) la ricarica: periodicamente il mezzo deve fermarsi in un luogo dove, usando un motore
tradizionale, elettrico o no, il volano viene ricaricato di energia, cio viene riportato alla velocit
prevista;
2) l'inquinamento: nel luogo di servizio il motore-volano non inquina, e quindi potrebbe essere
utilizzato nei centri urbani, ma trasferisce l'inquinamento in un altro luogo, dove c' il motore di
ricarica o la centrale elettrica.

(1) Quando il moto alternativo (per esempio nei motori a ciclo Otto) per forza di cose il pistone
deve avere velocit variabile. L'inversione del moto non pu avvenire che passando attraverso
una fase di arresto, per quanto breve essa sia: l'istantaneo cambiamento di verso infatti porta ad
una accelerazione infinita.
(2) Le turbine delle centrali termoelettriche, per esempio, devono adeguare la potenza prodotta
alla potenza richiesta dalla rete elettrica alla quale sono accoppiate. Poich la potenza elettrica
variabile in funzione delle necessit degli utenti, anche la turbina deve cambiare regime di
rotazione.
(3) Attenzione: grande velocit non significa grande accelerazione e viceversa. Facciamo un
esempio numerico: cambiando la velocit da 1.000 km / s a 1.100 km / s in 5 secondi si ottiene
una accelerazione a = (1.100 - 1.000) / 5 = 20 km / s2 che non poco; cambiando la velocit da 1
m / s a 2 m / s in 0,01 secondi si ottiene una accelerazione a = (2 - 1) / 0,01 = 100 m / s2 che 5
volte di pi, in valore relativo.
(4) Ricordiamo che l'inerzia una forza, tanto maggiore quanto maggiore l'accelerazione che si
vuole ottenere, che si oppone al cambiamento di stato di quiete o di moto delle masse.
(5) In questo esempio il rapporto di compressione 10, cio v1 / v2 = 10, essendo v1 il volume
dell'intero cilindro e v2 il volume della camera di combustione.
(6) L'esempio pi banale: le montagne sono ferme rispetto alla Terra, ma questa in moto
rispetto al Sole, ecc.
(7) Attenzione: sia le forze che le accelerazioni sono grandezze di tipo vettoriale per cui la loro
somma si esegue secondo le norme relative.
(8) Questo simbolo la "i maiuscola" in carattere corsivo.
(9) Qui non bisogna confondere: opinione comune che l'automobile resta ferma per colpa
dell'attrito e ci sbagliato. Infatti finch la macchina ferma NON c' attrito: questa forza nasce
INSIEME al movimento e quindi si somma alla forza di inerzia non appena inizia il moto
(addirittura l'attrito di "primo distacco" anche il triplo di quello "durante il moto"). Da ci segue
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che nei primi istanti l'automobile davvero "pesante", mentre subito dopo diventa
apparentemente "leggera".
(10) E' questo il principio di "azione e reazione": ad ogni azione corrisponde una reazione
opposta.
(11) Purtroppo non sono riuscito a trovare una parola o una immagine migliore di questa, cos che
sembra che quando io tento di fare qualcosa ci sia un'altra persona che agisce all'inverso. Questa
personificazione della forza di inerzia non sono riuscito ad eliminarla.
(12) E', questo, uno dei pi gravi problemi che devono essere affrontati nel lancio dei veicoli
spaziali con equipaggio umano a bordo: per ridurre il tempo del viaggio occorrerebbe avere grandi
accelerazioni, sia in fase di partenza che di ritorno. I problemi fisiologici dovuti all'inerzia
costringono invece ad adoperare piccole accelerazioni, e quindi piccole variazioni di velocit, che
allungano a dismisura i tempi di percorrenza. Il corpo umano pu sopportare accelerazioni anche
di alcuni g, cio la moltiplicazione del proprio "peso", per pochissimi secondi e dopo un lungo
allenamento di persone particolarmente dotate.
(13) Ricordiamo che la velocit di un punto che si muove di moto rotatorio con velocit angolare
vale v = r.
(14) Questa espressione analoga alla classica F = m a nella quale al posto di m c' J e al posto
di a c' , cio: se il moto rettilineo si scrive F = m a, se il moto curvilineo si scrive M = J . In
I
questo modo la quantit J assume il significato di "massa rotante" e quello di accelerazione di
rotazione.
(15) Oltre al momento d'inerzia di massa si definisce anche quello di area che si adopera
trattando la flessione e la torsione. In pratica si considera l'area A della sezione soggetta a quelle
azioni come se fosse una massa di densit 1 e quindi con l'espressione J = A r2: vedi la pagina
seguente al punto E).
(16) La risposta ai due perch esposti facile. Forse meno facile rispondere a quest'altro:
perch le ruote dei trattori sono grandi e grosse e quelle delle auto di formula 1 sono piccole e
larghe?
(17) Attenzione: J non un numero naturale qualunque, ma una grandezza scalare dotata di una
unit di misura J = [kg m2].
(17) Il simbolo si legge zeta.
(18) Anche il volano ha una sua inerzia, il che significa che la sua velocit non cambia se non
quando la variazione di regime dell'albero associato ha raggiunto un certo minimo valore.
Sarebbe fuori luogo che il volano intervenisse per variazioni di dell'ordine dello 0,001 %: l'albero
motore sarebbe in continua vibrazione per tenersi al passo! Il valore di pu essere variabile
all'interno del campo di variazione della velocit, cio la insensibilit pu essere maggiore per
certi intervalli di velocit e minore per altri intervalli. Questo fenomeno abbastanza comune con
gli strumenti di misura, quando l'operazione di misura richiede la deformazione di una parte dello
strumento. In effetti anche l'albero che porta il volano soggetto a deformazioni elastiche a causa
della torsione che ne produce il movimento. Poich la torsione varia con la velocit, pu variare
anche la insensibilit (se si fa l'inverso di si pu parlare di grado di sensibilit e quindi questa
nota pu diventare pi comprensibile).
(19) Naturalmente si possono mettere anche due o pi volani in parallelo, eventualmente ad
anello anzich a disco, per avere lo stesso momento di inerzia con masse minori, ecc.
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(20) La trasmissione del moto dal volano alle ruote del mezzo facilmente risolvibile con le ruote
di frizione.

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