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Alessandro Strumia
Esercitazioni di Elettromagnetismo
www.pi.infn.it/astrumia/fisica2.html www.df.unipi.it/astrumia/fisica2.html
Ultimo aggiornamento: 2 luglio 2007
Es 31 Laplaciano . . . . . . . . . . . . . . . 21
Es 32 Potenziale di Yukawa . . . . . . . . . 21
Es 33 Atomo di idrogeno quantistico . . . . 21
2 Conduttori 23
Es 34 Piano conduttore . . . . . . . . . . . 23
Indice Es 35 Lastra conduttrice . . . . . . . . . .
Es 36 Metodo delle immagini . . . . . . .
.
.
23
24
Es 37 Piano carico fra 2 piani conduttori . . 24
Es 38 Carica fra 2 piani conduttori . . . . . 25
I Elettrostatica 4 Es 39 1 lastre conduttrice carica . . . . . . 25
Es 40 2 lastre conduttrici cariche . . . . . . 25
1 Campi e potenziali elettrici 5 Es 41 Capacitatore cilindrico . . . . . . . . 25
Es 1 Gravita vs elettromagnetismo . . . . 5
Es 42 Contatore Geyger . . . . . . . . . . . 26
Es 2 Rompere una bacchetta . . . . . . . . 5
Es 43 Capacitatore di dimensioni variabili . 26
Es 3 Reazione chimica . . . . . . . . . . . 5
Es 4 Sistemi stabili? . . . . . . . . . . . . 6 Es 44 Conduttore in capacitatore . . . . . . 27
Es 5 Sale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 Es 45 Sfera conduttrice a terra . . . . . . . 27
Es 6 Campo elettrico di un filo . . . . . . 8 Es 46 Sfera conduttrice isolata . . . . . . . 28
Es 7 Campo elettrico di un piano . . . . . 8 Es 47 Sfera conduttrice in E costante . . . 28
Es 8 Campo elettrico di una sfera . . . . . 9 Es 48 Tetraedro conduttore . . . . . . . . . 29
Es 9 Energia di un guscio sferico . . . . . . 9 Es 49 Condensatore sferico . . . . . . . . . 29
Es 10 Modelli dellatomo . . . . . . . . . . . 10 Es 50 Condensatori in serie . . . . . . . . . 30
Es 11 Energia di una sfera . . . . . . . . . . 11
Es 51 Effetto delle punte . . . . . . . . . . . 30
Es 12 Raggio classico dellelettrone . . . . . 12
Es 52 Sfera conduttrice bucata . . . . . . . 30
Es 13 Masse dei nuclei . . . . . . . . . . . . 12
Es 14 Differenza di massa protone-neutrone 13 Es 53 Carica dentro sfera . . . . . . . . . . 30
Es 15 Nucleo che si spezza . . . . . . . . . . 13 Es 54 Dumbo . . . . . . . . . . . . . . . . . 31
Es 16 Energia di due cariche . . . . . . . . 13
Es 17 Forza su cariche superficiali . . . . . 14 3 Dielettrici 32
Es 18 Scattering debole . . . . . . . . . . . 14 Es 55 Transistor veloce . . . . . . . . . . . 32
Es 19 Scattering Rutherford . . . . . . . . . 14 Es 56 2 dielettrici in condensatore piano . . 32
Es 20 Esplosione Coulombiana . . . . . . . 16 Es 57 N dielettrici in condensatore piano . 33
Es 21 Sfera polarizzata . . . . . . . . . . . . 16 Es 58 Condensatore in acqua . . . . . . . . 33
Es 22 Cilindro polarizzato . . . . . . . . . . 17 Es 59 Carica davanti a semipiano dielettrico 34
Es 23 Formule di base sui dipoli . . . . . . 17 Es 60 Dielettrico in condensatore . . . . . . 34
Es 24 Forno a microonde . . . . . . . . . . 18
Es 61 Forza di conduttore su dielettrico . . 35
Es 25 Paradosso sui dipoli I . . . . . . . . . 18
Es 62 Dielettrico in campo esterno . . . . . 35
Es 26 Paradosso sui dipoli II . . . . . . . . 18
Es 27 Paradosso sui dipoli III . . . . . . . . 19 Es 63 Buco in dielettrico . . . . . . . . . . . 36
Es 28 Paradosso sui dipoli IV . . . . . . . . 19 Es 64 Sfera dielettrica in dielettrico . . . . . 36
Es 29 Allineamento di dipoli elettrici . . . . 19 Es 65 Uva in microonde . . . . . . . . . . . 37
Es 30 Coordinate polari . . . . . . . . . . . 20 Es 66 Attrazione fra dielettrici . . . . . . . 37
1
2 Indice
Elettrostatica
Capitolo 1
Forza di Coulomb: F = krq1 q2 /r2 dove k = 8.9875 109 N m2 /C 2 , riscritto in termini della costante dielettrica
del vuoto 0 come k = 1/40 con 0 = 8.8542 1012 C 2 / N m2 . Altre unita usate altrove sono k = 1, k = 1/4.
E utile introdurre il campo elettrico E, ed il potenziale elettrico . La forza di Coulomb F rp ha importanti
proprieta speciali vere solo per p = 2, che rendono possibile reinterpretarla come teorema di Gauss (E) =
Qin /0 e poi come 2
E = /0 = /0
E = 0 E =
(Analogamente a come x = a e equivalente ma piu utile di x = 12 at2 ). Energia elettromagnetica e sua densita
X qi qj Z Z Z
1 X qi qj 1 (x1 )(x2 ) 1 0
U= = = dV1 dV2 = dV = dV E 2
i>j
40 r ij 2 4 0 r ij 2 40 |x 1 x 2 | 2 2
i6=j
18
Un Coulomb sono 6.24 10 elettroni. Una unita di misura molto usata e lelettron-volt eV = J(qe /C) =
J/6.24 1018 , che e lenergia che un singolo elettrone acquista passando per una differenza di potenziale di un
Volt.
bSoluzione: Se la materia e costituita da atomi di dimensione a0 A legati dalla forza di Coulomb, uno
deve rompere n = ( cm/A)2 = 1016 legami e quindi serve una forza nFC 108 N. Tenendo conto che non
distinguiamo idrogendo da gesso da acciaio, la stima non e male; combinando quantita come a0 , e, n, che sono
fuori scala rispetto allesperienza ordinaria, avrebbe potuto venire una cosa sbagliata di decide di ordini di
grandezza. Si potrebbe essere piu precisi: il legame vero e piu debole; non occorre ionizzare gli atomi.
5
6 Capitolo 1. Campi e potenziali elettrici
bSoluzione: Un cm3 di materia contiene circa N = ( cm/A)3 = 1024 atomi, ciascuno dei quali possiede, come
visto sopra, una energia di legame di circa
metro Newton
1 eV = e = 1.60 1019 Joule
Coulomb
Una tipica pila ha voltaggio di circa 1 Volt, appunto perche questa e la tipica differenza di potenziale in un
atomo. Ricombinare un cm3 di materia fornisce o richidede una energia U N eV 105 Joule 100 kcal
(si ricordi cal = 4.2 J). Il risultato e ragionevolmente simile a quello di tipiche reazioni chimiche e fisiche, at
esempio
1 cm3 di cioccolato 1 gianduiotto 0.1 kcal
kcal
2 H2 (gas) + O2 (gas) H2 O(gas) + 115
mole
kcal kcal
H2 O(solido) H2 O(liquido) + 0.08 , H2 O(gas) H2 O(liquido) + 0.54
grammo grammo
La stima e una sovrastima, in quanto solo gli elettroni esterni vengono ritoccati in una reazione chimica o fisica.
(Esercizio addizionale: quanti cubetti di ghiaccio bisogna mangiare per ogni gianduiotto?)
bSoluzione: Presentiamo tre tentativi fallimentari: la cosa interessante e capire perche non funzionano.
2) Usando solo due cariche non e possibile assemblare un sistema stabile.
3) Proviamo con tre cariche: due cariche q lungo lasse x
1 1 1 1 1
P1 = `(0, , 0), P2 = `( , , 0), P3 = `( , , 0),
3 2 2 3 2 2 3
2 2
Ciascuna
risente una forza F = 2(kq /` )( 3/2) diretta verso lesterno. In mezzo al triangolo (a distanza
d = `/ 3 dalle altre) il campo elettrico vale zero, quindi provo ad aggiungere una carica q 0 = q/ 3 in
modo che le altre cariche risentano forza zero. Lequilibrio einstabile. Ad esempio il campo elettrico per
X = (x, y, z) 0 e
q X X Pi q 9 3 x y
E= ' ( , , z) + O(x, y, z)2
40 i |X P i |3/2 40 L3 2 2
che e instabile nel piano (x, y) e stabile lungo la direzione z. In pratica uno puo calcolare le componenti
meno laboriose Ez ed Ey , ed ottenere Ex sapendo che il flusso vale zero: infatti si ha 1/2 1/2 + 1 = 0.
Il campo elettrico attorno alla carica 1 e
q 5 7
E' ( x, (y P1y ), z)
40 L3 2 2
che e stabile lungo z e lungo x ma non lungo y. Di nuovo il flusso su di un cubetto attorno alla carica 1
vale zero.
5) Proviamo a vedere se e possibile stabilizzare una carica, assumendo che altre cariche siano magicamente
stabilizzate. Ad esempio, mettiamo una carica q al centro di un cubo di lato L ai cui vertici ci sono cariche
q. La speranza e che ad ogni spostamento dal centro la forza repulsiva delle altre cariche la rispinga verso
il centro. Questo e vero per spostamenti in direzione delle cariche, ma per spostamenti ad esempio verso
una faccia lequilibrio risulta invece essere instabile:
q2 V x0 896q 2 x3
4 4
V (x, y = 0, z = 0) = p +p , Fx = '
40 L2 /2 + (x + L/2)2 L2 /2 + (x L/2)2 x 81 3L5 0
(E piu facile plottare V numericamente che calcolare la sua derivata quarta: tutte le derivate precedenti
fanno zero).
E importante notare che per altri potenziali V 1/rp con p 6= 1 sarebbe possibile costruire sistemi stabili.
Nel caso speciale di V 1/r il problema non ha soluzione, in quanto il fenomeno che abbiamo verificato e del
tutto generale: il flusso del campo elettrico generato dalle cariche esterne ad una superficie e zero (teorema di
Gauss). Lo si puo verificare in generale espandendo il campo generato da una singola carica q il campo di
tante cariche e la sovrapposizione dei campi delle singole cariche, ciascuna delle quali da flusso zero. Mettendo
la carica q in (0, 0, 0), nella regione attorno a X = (r, 0, 0) + (x, y, z) si ha
q X q x y z
E= p/2
' p1
(1 + (1 p) , , ) + O(x2 , y 2 , z 2 )
40 |X| 40 r r r r
che ha flusso zero solo per p = 2. Quindi il campo elettrico non puo essere solo entrante o solo uscente, come
sarebbe necessario per avere una forza attrattiva in qualunque direzione.
Questo fallimento ha una conseguenze fisica importante: lelettromagnetismo da solo non puo spiegare la
stabilita della materia. Lenergia elettromagnetica e in accordo con lenergia di legame degli atomi (un esempio
e lesercizio sotto) se uno mette il valore misurato di a; ma predice anche che la materia dovrebbe collassare
verso a 0.
Esercizio 5: Sale
Un cristallo di cloruro di sodio puo essere visto come un reticolato cubico avente ioni Na+ nel centro di ogni
lato e di ogni cubo, e ioni Cl su ogni spigolo e nel centro di ogni faccia. Ogni ione e approssimativamente
sferico e quindi puo essere approssimato come puntiforme. Ogni cubo ha lato a. Si provi a calcolare lenergia
elettrostatica.
8 Capitolo 1. Campi e potenziali elettrici
bSoluzione: Con un podi pazienza uno vede che ogni ione ha la stessa energia: nessuno ha una posizione
privilegiata. Infatti il segno della carica in un punto (x, y, z) e dato dalla parita di x + y + z in unita del passo
reticolare. Quindi possiamo calcolare lenergia totale come N per lenergia di un singolo ione, ad esempio quello
positivo messo al centro del cubo:
2.13/a
z 2 }| {
12e2 8e2 N e2
N 1 X (+e)qi N 1 6e
U= = + + = 1.748
2 40 i ri 2 40 a 2a 3a 40 a
dove il primo
pezzo e dato dai 6 ioni Cl a distanza a (nel centro di ogni faccia); il secondo dai 12 Na+ a
distanza 2a (nel centro di ogni lato); il terzo dagli 8 Cl a distanza 3a (sugli spigoli); e gli altri termini (che
diventano progressivamente piu picccoli) possono essere dati in pasto ad un computer:
m m m
1.51 per m = 2 cubi
X X X If[EvenQ[x + y + z],1,-1]
1.61 per m = 4 cubi
=
1.69 per m = 10 cubi
p
x 2 + y2 + z2
x=m y=m z=m
1.72 per m = 20 cubi
Notare che viene U N (due grammi hanno il doppio di energia di un grammo) perche abbiamo assunto
carica totale zero, altrimenti U N 2 . Inoltre viene (come atteso per motivi dimensionali), U 1/a: il
potenziale classico non e stabile.
dove Q = 2`.
k k
Ez = z = p p , Er = r = ...
r2 + (z `)2 r2 + (z + `)2
Espandendo in serie di Taylor per ` r, z, il primo termine corrisponde alla carica totale. Il termine successivo
e di quadrupolo (il dipolo vale zero).
Per ` = viene = . Avendo cariche allinfinito non e possibile mettere () = 0. Linfinito e tutto
nella costante addittiva arbitraria in : fissando (r0 ) = 0 viene
Z +
1 1 r
(r) = k dz p 2 = 2k ln = 2k ln r + costante
2
r +z 2 r0 + z 2 r0
Se il mondo avesse 2 dimensioni invece di 3, questi sarebbero il campo ed il potenziale di Coulomb. Ve-
rificherebbero ancora 2 = 0. Siccome cresce per r , in 2 dimensioni non esisterebbero cariche
libere.
bSoluzione:
Capitolo 1. Campi e potenziali elettrici 9
1) Calcolo diretto. Per motivi di simmetria E ha solo la componente Er ortogonale al piano. Passiamo
attraverso il campo generato da un disco circolare di raggio R.
=R
Z R
1 r r r R
Er (r) = 2 d 2 = = (1 ) = sgn r
2 3/2
p
40 (r + ) 20 r + 20 20
2 2
2 2 r +R
0
=0
3R2
Q 4
Er ' 1 + O(R )
40 r2 4r2
che sarebbe ottenibile a botto se avessimo studiato la teoria generale dellespansione in multipoli: monopolo
(E ' Qr/r3 , of course) piu dipolo (E = 0 in questo caso) piu quadrupolo, etc.
Per R r si ottiene il piano cairico: Er (r) = /20 .
2) Teorema di Gauss: flusso = carica interna/0 . Prendendo un cilindretto schiacciato che attraversa una
qualunque superficie con densita di carica variabile
1 2
= S(E E ) = /0 in qualunque punto
Nel caso del piano, aggiungendo considerazioni di simmetria, si riottiene il risultato precedente.
3) Il potenziale lungo lasse di un disco uniformemente carico di raggio R vale
p 2 Q R2
(r, 0) = ( R + r2 r2 ) ' (1 2 + O(R4 ))
20 40 r 4r
Per R r Z
(r) = p p = (r0 r)
20 0 2 + r2 2 2
+ r0 20
bSoluzione: Il teorema di Gauss darebbe immediatamente il risultato, ma qui lo vogliamo ottenere tramite
un calcolo a testa bassa. Mettiamo la sfera nellorigine e calcoliamo E in (r, 0, 0). Per motivi di simmetria E
ha solo la componente radiale:
Z
r R cos 0 r<R
Er = E x = R d 2R sin =
40 0 | {z } [(r R cos )2 + R2 sin2 ]3/2 Q/40 r2 r > R
dS
Si dice che Newton abbia ritardato di 20 anni la pubblicazione dei Principia per riuscire a fare questo calcolo
(cioe per dimostrare che la forza di gravita della terra e uguale a quella che ci sarebbe se tutta la massa fosse
concentrata nel centro): pare un poesagerato.
Q/40 r2 fuori
Er (r) =
0 dentro
10 Capitolo 1. Campi e potenziali elettrici
Le cariche vorrebbero espandersi: in generale una densita di superficie risente una forza E medio dove E medio =
(E 1 + E 2 )/2. In questo caso il campo interno e zero e = Q/4r2 . Per comprimere da r1 ad r2 occorre
esercitare un lavoro Z r2 Z r2
Er (r) Q2 dr Q2 1 1
L = 2
r (r) dr = 2
= ( )
r1 2 8 0 r1 r 8 0 r 1 r 2
2
E
Sostituendo = 0 Er e S dr = dV ottengo anche L = S E2r dr = 0 2r dV . In generale il campo elettrico
R R
2
contiene una densita di energia u = 0 E /2. Le dimensioni sono giuste. In questo caso la verifica e semplice
perche mano a mano che si contrae varia solo il campo nella zona di contrazione
Z r2
E2 Q2 1
Z
1
U = u dV = 0 4r2 = ( )
r1 2 80 r1 r2
Come ulteriore verifica calcoliamo anche lenergia totale per ri = R
Z Z
1 ? 0
U= dV = E 2 dV
2 2
1 Q2
U= S =
2 80 R
a) Calcolare il campo elettrico ed il potenziale generati dalla carica positiva e la posizione dequilibrio per
lelettrone (assunto in uno stato di momento angolare nullo).
c) Determinare il periodo di oscillazione dellelettrone intorno alla posizione dequilibrio e confrontarlo col
valore sperimentale T = 3.04 1016 sec1 .
bSoluzione: Lenergia di ionizzazione si puo anche riscrivere come 13.6 eV dove eV = e mN/C = 1.60 1019
Joule.
20 ) Calcolo giusto. Il potenziale dentro la sfera vale (r) = Er dr = cte 21 qin (r)/(40 r). Imponendo
R
continuita ad r = R
Q(3R2 r2 )/80 R2 per r < R
(r) =
Q/40 r per r > R
Integrando
Z R
3Q2 r2 (3R2 r2 ) 3 Q2
Z
1 1
U= dV = 6
=
2 40 0 4R 5 40 R
I plot delle funzioni Ee e giuste sono:
E
r r
12 Capitolo 1. Campi e potenziali elettrici
3) Il calcolo sbagliato al punto 2) non da il risultato giusto per caso. Partendo dai principi primi, costruisco
la sfera aggiungendo mano a mano carica dq facendo crescere il suo raggio r da 0 a R a densita costante
. La usata in 2) non e il potenziale della sfera finale, ma lenergia necessaria per portare cariche da
a r nel modo appena descritto.
1 q(r)dq 4r3 r
dU = q(r) = Q( )3 dq = 4r2 dr
40 r 3 R
quindi
42 4 42 R5 1 3Q2
Z
dU = r dr U= dU = =
30 150 40 5R
Le stesse cose valgono per la gravita. Lenergia potenziale gravitazionale del sole vale U GM 2 /R 1041 J
(G = 6.6 1011 N m2 /kg2 , M = 2 1030 kg, R = 7 108 m), ed i fisici pensavano che questa fosse la sorgente di
energia del sole. Siccome lenergia emessa dal sole ha potenza K = 1366 J m2 s1 alla distanza r = 1.5 1011 m
a cui si trova la terra, i fisici pensavano che il sole fosse piu giovane di T = U /(K 4r2 ) 30 Myr. I biologi
ed i geologi (come Darwin) sostenevano invece che almeno 300 Myr erano necessari per lerosione e levoluzione
delle specie. Infinie, teologi (come Lightfoot) sostenevano che la terra era stata creata il 23 ottobre 4004,
alle nove del mattino. I fisici successivamente scoprirono che il sole ha una altra sorgente di energia: lenergia
nucleare. Oggi sappiamo che leta delluniverso e circa 13.7 Gyr.
bSoluzione: Approssimare le particelle come puntiformi e un limite singolare. Ad esempio: (1) Quando si
calcola la forza su di un elettrone non si include nel campo elettrico quello infinito generato dallelettrone stesso.
(2) Lenergia elettromagnetica U diverge per R 0.
Nel secolo scorso ci sono stati tentativi di migliorare questa situazione proponendo teorie dellelettrone in
cui lelettrone veniva approssimato con una palletta di raggio R finito. Lenergia elettromagnetica U allora e
finita: U = cqe2 /40 R dove c dipende da quale distribuzione di carica viene assunta. c = 3/5 per una densita
uniforme; c = 1/2 per una densita superficiale uniforme. Assumiamo c = 1.
Lenergia elettromagnetica contribuisce alla massa dellelettrone, secondo m = U/c2 . Assumendo che tutta
la massa sia di origine elettromagnetica si determina
qe2
R = re = = 2.82 1015 m
me 0 c2
chiamato raggio classico dellelettrone, sebbene non abbia niente a che vedere con le dimensioni di un elettrone
(solo una piccola parte dellenergia dellelettrone e di origine elettromagnetica). Numericamente, re e simile alla
dimensione di un protone: si tratta di un accidente fuorviante.
Una aspettazione qualitativa piu corretta e U < me c2 (altrimenti U eccederebbe la massa dellelettrone):
questa implica R > re . Oggi si sa quello che succede: a scale R 1000re iniziano a farsi sentire gli effetti del
positrone, una particella identica allelettrone ma con carica positiva. Ripetendo il calcolo di U in teorie di
campo quantistiche relativistiche si trova che il contributo elettromagnetico alla massa dellelettrone esiste ma
e piccolo, circa 1/100 della massa totale.
bSoluzione: La massa di un nucleo con Z protoni ed A nucleoni (cioe protoni piu neutroni) e circa data da
U 3 (Ze)2
mnucleo = Zmp + (A Z)mn + , U= + Elegame A.
c2 5 40 R
Capitolo 1. Campi e potenziali elettrici 13
dove U contiene lenergia elettromagnetica e quella dovuta alle interazioni forti. Questultimo effetto si puo
approssimare come una funzione circa lineare in A in quanto le interazioni forti sono a corto raggio, cioe si
esercitano soltanto fra i nucleoni che stanno uno accanto allaltro. La costante di proprzionalita e detta energia
di legame forte. Per essere piu precisi bisognerebbe tenere in conto che i nuclei sul bordo della sfera sono
meno legati, e lo si potrebbe fare aggiungendo un termine di tensione superficiale, che trascuriamo in quanto
e importante solo per nuclei piccoli.
Si osserva che esistono nuclei stabili fino a Z 100: imponendo dU/dZ|Z100 = 0 si trova lenergia di legame
per nucleone:
2/3
e2
100
Elegame = 10 MeV
4 40 rN
A grandi Z la repulsione Coulombiana diventa leffetto principale ed impedisce di formare nuclei grossi. Mini-
mizzando U/Z si trova che il nucleo che ha la maggior energia di legame per nucleone ha Z 20, ed infatti in
natura e il ferro (Z = 26).
e2 e2 e2 1
Ep = (qu2 + 2qu qd ) = 0, En = (qd2 + 2qu qd ) =
40 r 40 r 40 3r
Convertendo energia in massa tramite E = mc2 lelettromagnetismo tende a rendere il protone (carico) piu
pesante del neutrone (neutro): mp mn e3 /120 r = MeV 0.5 1015 m/r. Lordine di grandezza e giusto
(mn mp = 1.3 MeV, rN = 1.2 1015 m) ma il segno e sbagliato. Se fosse mp > mn non esisterebbero atomi.
Tenere conto che i quark ruotano con v c (e quindi ceanche una energia magnetica) non cambia il segno. Il
neutrone n ' ddu pesa piu del protone p ' uud perche i quark d hanno massa maggiore dei quark u:
mn mp = md mu + O(e2 /40 r)
| {z } | {z } | {z }
1.3 MeV 3 MeV 1.7 MeV
Il fatto che il neutrone sia poco piu pesante del protone e essenziale per avere una chimica complessa. Il neutrone
libero decade: se fosse mp < mn il protone (e quindi latomo di idrogeno) decadrebbe. Se mn mp fosse un
poco piu grande supererebbe lenergia di legame e non esisterebbero nuclei.1
bSoluzione: Ricordando che U = 3Q2 /5R/40 , lenergia elettromagnetica liberata da un nucleo che si spezza
e
0 3 Q2 Q2
1 22/3 = 0.22
Eem = Eem 2Eem =
5 40 R 40 R
Per Q = 100e e R = rN N 1/3 1014 m viene U 250 MeV: lordine di grandezza e giusto. Leffetto
elettromagnetico e proporzionale a Z 2 , ed a grande Z diventa piu importante delleffetto dovuto alla differenza
di massa protone/neutrone ed alla loro energia di legame, proprozionale a Z.
Un kg di uranio contiene circa 4 moli: quindi fissionandolo si libera unenergia 4NA 250 MeV = NA GeV
1014 J 20kton (kg/1000)c2 (dove kton = 4.2 1012 J e un unita di energia usata per bombe e corrisponde
allenergia rilasciata nellesplosione di 1000 tonnellate di TNT).
1 Lenergiadi legame nucleare e indirettamente dovuta alle masse dei quark che controllano la massa dei (che sono le forze di
van der Waals nucleari) ed e di ordine mu + md .
14 Capitolo 1. Campi e potenziali elettrici
bSoluzione: Usando il potenziale si ottiene subito U = q1 q2 /40 d. Integrando E 2 i calcoli sono troppo difficili,
ma interessanti perche occorre rinormalizzare
r2 1
Z Z Z
1 1 q1 q2
U= (E 1 + E 2 )2 E 21 E 22 = E1 E2 =
8k 4k 4k (r2 2x + 1)3/2 (r2 + 2x + 1)3/2
bSoluzione: Applicando il teorema di Gauss ad un cilindretto schiacciato infinitesimo che attraversa perpen-
dicolarmente la superficie si ottiene la variazione di E . Ek e continuo.
Per calcolare la forza occorre vedere spessore zero come limite di uno spessore finito. Chiamando z lasse
alla superficie si ha dEz /dz = /0 (relazione che segue dalla dimostrazione Rprecedente, ed e un caso particolare
di E = /0 ). Intergrando in dz si riottiene Ez2 Ez1 = /0 con = dz. La densita di forza vale
E 2 Ez12
Z Z
dFz dEz Ez2 + Ez1
pz = = Ez dz = 0 Ez dz = 0 z2 = = Ezext
dS dz 2 2
La media geometrica viene per un motivo fisico semplice: la forza deve essere generata solo dal campo elettrico
esterno, non da quello generato dalla stessa.
bSoluzione:
R Z
p F dv/x 1 q qQ(r < b) m 2
(b) = = = E dS = 1 K v
pk mv mv 2 2b 40 bK 2
Quindi misurando (b) si fa una tomografia della distribuzione di cariche. Ad esempio, se Q e puntiforme si ha
Q(r < b) = Q e quindi 1/b: in tal caso la cosa piu spettacolare e che esistono urti a grande angolo: come
calcolato nellesercizio successivo Rutherford si becco delle particelle in faccia.
1. Adattando le note formule per le orbite dei pianeti. Tenendo conto che in questo caso la forza F = /r2
( = 2kZe2 ) e repulsiva
` 2EL2 m2 v 4 b2
r= , e2 = 1 + = 1 +
1 + e cos 2 m 2
Si ha r > 0 per cos < 1/e e cioe in un range dato da cos /2 = 1/e. Langolo di deflessione e
definito come d = e vale quindi
d 1 d 1
sin = cos = o anche tan = = 2
.
2 2 e 2 2
e 1 bmv
Il parametro dimpatto che produce una data deflessione e
2. Procedendo in modo diretto, senza usare tecniche sofisticate. Usando coordinate polari (r, ) e mettendo
lasse x lungo la linea di simmetria, lequazione del moto e
mvx = 2
cos = m cos
r L
dove L = mr2 e il momento angolare rispetto al nucleo, che e una costante del moto, uguale a L = mv0 b.
Siccome F 1/r2 , e sparita la dipendenza da r. Diventa banale integrare ottenendo vx = (/L) sin e
quindi v = vx / cos = (/L) tan . Ad r = tan 0 = mv02 b/. Langolo di deflessione e d = 20 .
3. Approssimazione perturbativa.
dp dt dp 1 1 b /v0
= ' F = 2
= 2
dx dx dt v0 v0 r r (x + b2 )3/2
Quindi Z +
p b dx 2
d = = =
pk mv02 (x2 + b2 )3/2 bmv02
p
che Re corretta per d 1. La primitiva e 1/ 1 + b2 /x2 . Usando il teorema di Gauss verrebbe
2b E = 4 dove E = b/(x2 + b2 )3/2 .
Il parametro dimpatto in un singolo urto non e misurabile sperimentalmente. E invece nota la distribuzione
di probabilita dei parametri dimpatto in un numero n 1 di urti. Secondo la meccanica quantistica questa
cosa e vera non solo in pratica, ma anche in linea di principio. Il punto dincontro convenzionale fra teoria ed
esperimento e la sezione durto per collisioni su di un singolo nucleo.
numero di particelle deflesse
=
flusso di particelle incidenti
caratterizza gli effetti misurabili prodotti da un nucleo; spetta allo sperimentale tenere conto che i nuclei sono
tanti (e che ci possono essere scattering multipli). la dimensione di unarea, e dice quanto e grosso un nucleo,
16 Capitolo 1. Campi e potenziali elettrici
quando viene visto tramite interazioni elettromagnetiche. Ad esempio, la sezione durto totale per eventi con
angolo di deflessione maggiore di un qualunque valore e
2
kZe2
2 1
(d > ) = b () =
E tan2 /2
E.g. (d > /2) dice quante particelle rimbalzano allindietro. La probabilita che una particella rimbalzi
indietro, quando viene inviata perpendicolarmente su di un piano di atomi a distanza d A fra di loro, e
/d2 106 . Se viene mandata su di una targhetta lunga ` composta da atomi con densita n, e n` < 1.
La sezione durto totale e (d > 0) = : a differenza di altre forze, lelettromagnetismo e una interazione
a lungo raggio2 , che deflette tutte le particelle (anche quelle con b ). In realta quando b > A gli elettroni
schermano il campo elettrico del nucleo, e poi ci sono altri nuclei.
Di solito si preferisce descrivere lo scattering usando la sezione durto differenziale
b db 1 kZe2 2
numero di particelle deflesse in d d d 1
d = = d cos =
= 4
flusso di particelle incidenti d cos 2 sin d 4 E sin /2
Avendo scritto langolo solido in coordinate polari d = d d cos e tenendo conto che lo scattering non dipende
dallangolo polare
a) Calcolare lenergia potenziale di una carica posta a distanza r dal centro della nuvola.
Per effetto della repulsione coulombiana la nuvola inizia ad espandersi radialmente, mantenendo la simmetria
sferica. Nel corso del moto radiale le particelle non si scavalcano (cioe se inizialmente due strati di particelle si
trovano alle distanze r1 (0) e r2 (0) > r1 (0) dal centro, ad ogni istante successivo r2 (t) > r1 (t).)
b) Sia r = r(t) la posizione al tempo t delle particelle che a t = 0 sono a distanza r0 = r(0) < R dal centro.
Mostrare che lequazione del moto per r = r(t) e
d2 r qQ r0 3
m = ()
dt2 40 r2 R
c) Si dica a che distanza dal centro si trovano inizialmente le particelle che acquistano la massima energia
cinetica durante lespansione, e si dia il valore di tale energia massima.
d) Si mostri che per ogni strato di particelle si muove secondo la legge oraria r(t) = r0 (t) dove (t) non
dipende da r0 e che di conseguenza la densita di carica rimane uniforme durante lespansione della nuvola.
bSoluzione:
a) (
Q r2 3
V (r) = 40 ( 2R3 + 2R ) per r < R
Q 1
40 r per r > R
b) Poiche le particelle non si scavalcano, la carica contenuta entro una sfera di raggio r(t) rimane costante.
c) Lenergia potenziale corrispondente allequazione del moto (*) e Ur0 = (Q/40 )(r0 /R)3 /r. Lenergia
cinetica massima viene acquistata a distanza infinita ed e uguale a Ur0 , che e massima per r0 = R.
d) Inserendo lansatz nellequazione del moto (*) si trova d2 /dt2 = qQ/40 2 R2 nella quale r0 non compare
piu. Quindi la nuvola si dilata in modo omogeneo.
particella massiva genererebbe una forza di Yukawa F er/r0 /r 2 (dove m 1/r0 ). Essa darebbe, in approssimazione
2 Una
Figura 1.1: Linee di campo (linee continue) e superfici equipotenziali (linee tratteggiate) generate da una sfera
polarizzata.
bSoluzione: Conviene usare il principio di sovrapposizione e vederla come la la distribuzione di carica generata
da tanti piccoli dipoli allineati. Separando le cariche positive da quelle negative, lo si puo anche vedere come
sovrapposizione di due sfere con densita uniformi e con i centri a distanza d tale che d = . La
corrispondenza diventa esatta per d 0 (e quindi ).
Come calcolato precedentemente una singola sfera genera al suo interno un campo elettrico E = r/30 .
Quindi due sfere di carica sovrapposte a distanza d generano al loro interno E = d/30 = P /30 dove
P d viene chiamata densita di polarizzazione.
Allesterno della sfera si ha il campo di un dipolo p = Qd = V P , dove V e il volume della sfera.
Il potenziale in tutto lo spazio, in coordinate sferiche e
p cos /40 r2 per r > R
3 2
cos R /r per r > R
(r, ) = =
Er cos per r < R 30 r per r < R
La seconda espressione permette di verificare che e continuo a r = R.
bSoluzione: Si procede in modo analogo alla sfera, sovrapponendo due cilindri con densita uniformi e .
bSoluzione:
18 Capitolo 1. Campi e potenziali elettrici
Lenergia di interazione fra il dipolo ed il campo elettrico esterno vale U = p E. Affinche Utot = U + U 0 sia
giusta ci deve essere unaltra energia potenziale U 0 = + 21 p E, dovuta al fatto che lesistenza stessa del dipolo
e dovuta alla forza esterna.
Come verifica del risultato generale consideriamo il sistema particolare piu semplice possibile: due cariche
q a distanza x tenute assieme da una forza elastica. Il valore della costante k dovrebbe essere irrilevante. Il
dipolo vale p = qx = qE/k. Lenergia di legame vale
k 2 pE
U0 = x =
2 2
Questo sistema e realizzato fisicamentente dallatomo di Thomson, nel quale avevamo visto che = 40 a30 .
Lenergia U 0 di interazione fra elettrone e protone e di tipo elastico e vale
e2 2 pE
U 0 (r) U 0 (0) = e[(r) (0)] = r =
2 2
(verifico che e giusto usando il laplaciano in coordinate polari: 2 = 3e/ = /0 ).
bSoluzione: Abbiamo due formule generali che danno la forza fra dipoli. Vediamo come applicarle.
1 3(p0 r)r p0 1 p0
E= = x r = (x, y, z)
40 r5 r3 20 x3
1 pp0
U = p E =
20 x3
Nel caso di p0 costante si riottiene il risultato precedente. Nel caso di dipolo indotto, p0 = x, viene
un risultato che differisce di un fattore 2/3: per utilizzare correttamente questa formula meno generale
occorre prima calcolare il come se p0 fosse costante e poi inserire il valore del dipolo indotto p0 (x).
bSoluzione: Il momento totale e zero se calcolato rispetto ad un polo fisso. Una situazione analoga piu banale:
un dipolo nel campo elettrico di una carica. Il dipolo sente un momento delle forze (che tende ad allinearlo con
il campo elettrico), ma anche una forza.
bSoluzione: Lenergia fra due dipoli pi = qi di a distanza r fissata (senza vincoli non esistono configurazioni
di equilibrio stabile)
k
U= [p p 3(p1 r)(p2 r)] cos(1 2 ) 3 cos 1 cos 2
R3 1 2
che e minima a 1 = 2 = 0 (piu configurazioni simmetriche), cioe per dipoli stesi nella stessa direzione. Tenerli
verticali e contrapposti richiede energia maggiore.
Un dipolo puo essere la molecola H2 O (lO attira gli elettroni piu di H), oppure latomo di idrogeno in un
campo esterno.
bSoluzione: Il e sia un operatore differenziale che un vettore. Questo significa e.g. che (f E) = f (
E) + E (f ) e che f = 0, (f ) (g) 6= 0, ( E) = 0. In linea di principio per passare a
coordinate polari si procede come per altri vettori, rispettando le proprieta delloperatore derivata. In pratica si
fa molto prima usando i teoremi in cui compaiono gradienti, rotori e divergenze: i teoremi del gradiente (linee),
Stokes (superifci), Gauss (volumi) sono casi particolari di integrali di forme asimmetriche a n indici
Z I
A(n) dx(n+1) = A(n) dx(n)
X X
1
Siccome dx = gii dxi xi allora = gii xi i . E.g. in coordinate polari grr = 1, g = r e g = r sin in quanto
dx = dr r + r d + r sin d e ds2 = dr2 + r2 d2 + r2 sin2 d2
1 1
= x + y + z = r + +
x y z r r r sin
applicato ad un volumetto elementare di lati dxi . La differenza dei flussi sui lati lungo x1 vale
dV
(E1 g22 g33 )+ dx2 dx3 (E1 g22 g33 ) dx2 dx3 = dx1 dx2 dx3 (E1 g22 g33 ) = (E1 g22 g33 )
x1 g11 g22 g33 x1
Quindi
1
E = (E1 g22 g33 ) + (E2 g11 g33 ) + (E3 g11 g22 )
g11 g22 g33 x1 x2 x3
In coordinate polari la divergenza di un vettore con solo componente radiale vale
1 1
E = Er r2 sin = 2 r2 Er
r2 sin r r r
Capitolo 1. Campi e potenziali elettrici 21
Riotteniamola procedendo in un altro modo, senza usare il teorema di Gauss: Applicato ad un vettore radiale
E = rEr vale
Er r r Er 1
E = + Er ( + )= + (1 + 1)Er = 2 r2 Er
r r r sin r r r
Su di una funzione V che dipende solo da r
1 2 1 2
2 V = ( )V = 2
r V = rV
r r r r r2
In d dimensioni (d = 3 coordinate polari, d = 2 coordinate cilindriche, etc)
1 d1 2V d 1 V
E = d1
r Er 2 V = 2
+
r r r r r
Rotore Utilizzando in modo analogo il teorema di Stokes si ottiene unespressione esplicita per il rotore. Il
2 e banale
g11 x1 g22 x2 g33 x3
1 2 1 g22 g33
E = det 1 2 3 , V = 1 1 V +
g11 g22 g33 g11 g22 g33 g11
g11 E1 g22 E2 g33 E3
Ad esempio in coordinate polari
2 (rV ) (sin V ) 2 V
1 r sin r
2 V = 2 r (r2 sin r V ) + ( V ) + V = r + +
r sin r r sin r r2 sin r2 sin2
ed in coordinate cilindriche
r (rr V ) 2 V
2 1 1
V = r (rr V ) + ( V ) + z (rz V ) = + 2 + z2 V
r r r r
bSoluzione: Secondo Schroedinger uno deve: scrivere lenergia H, rimpiazzare p ih, risolvere H = E,
e ||2 e la probabilita. Per un elettrone in un atomo di idrogeno
p2 qe2 h2 2 e2
H=
2m 40 r 2m r
h2 e2
(r)00 = (E + )(r)
2m r
risolto da er/a0 ed E = e2 /2a0 dove a0 h2 /me2 . Quindi secondo la meccanica quantistica la carica
dellelettrone si distribuisce come (r) = e e2r/a0 /a30 .
Capitolo 2
Conduttori
Le cariche elettriche dentro un conduttore sono libere di redistribuirsi; e finche E 6= 0 continuano a spostarsi.
Quindi si riaggiustano (dissipando energia termicamente) fino a raggiungere la condizione di equilibrio stabile:
E = 0 dentro il conduttore ed Ek = 0 lungo la sua superficie (cioe = costante nel conduttore). Quindi il
campo elettrico subito fuori da un conduttore vale E = /0 . La pressione sentita da un conduttore e E /2.
Per un condensatore Q = CV e U = QV /2.
bSoluzione: Scelgo le coordinate in modo che il piano e a x = 0 e la carica a (x, y, z) = (d, 0, 0). Usando il
metodo delle immagini si trova il potenziale
q 1 1
per x > 0
(x, y, z) = 40 |x d| |x + d|
0 per x < 0
kq 2
Z
E
F = dx dy =
2 (2d)2
0
R la carica2 da x = d ad x = (o piu in generale, ad un punto x = d ) occorre compiere un lavoro
Per portare
L = d F dx = kq /4d, uguale a meta della variazione dellenergia potenziale fra carica e carica-immagine
V () V (d) = kq 2 /2d, in quanto non serve lavoro per spostare la carica immagine.
Se il piano conduttore non e posto a = 0 ma e isolato non cambia niente. Infatti, se e finito ma grosso
(dimensioni D d) ed ha carica totale zero, la carica q induce una carica q nella zona vicina, e quindi una
carica +q concentrata ai bordi lontani (che non si vede se D ).
23
24 Capitolo 2. Conduttori
e una soluzione, e quindi e la soluzione. Se d > s la carica immagine q viene fuori dalla lastra, ma questo e
irrilevante in quanto e scritto in termini di q solo sul lato dove ce q. Dal lato opposto dove non ce la carica
E = 0. Se il conduttore dal lato opposto non fosse piano ma avesse una forma artistica, rimarrebbe sempre
E = 0.
Questo fenomeno e piu generale: un conduttore scherma da altre cariche lo spazio che circonda. Se un
conduttore contiene un buco vuoto, allora dentro E = 0. Infatti la ovvia unica soluzione dellequazione di
Poisson con condizioni al bordo (bordo) = 0 e (buco) = 0 . Questo accade perche F 1/rn con n = 2, e
consente di verificare sperimentalmente quanto n e veramente vicino a 2.
Per schermare un campo elettrico (stazionario) non serve racchiudere tutto con un conduttore: una griglia
conduttrice a maglie piccole basta a fare un buon lavoro (per lo stesso motivo discusso in un esercizio analogo
a pag. 84).
bSoluzione: Usando la linearita e immediato studiate altri casi: se ci sono due cariche q1 e q2 basta sommare
le soluzioni. Se ce un dipolo, si aggiunge un dipolo immagine. Se si vuole studiare un filo carico sospeso sopra
il terreno, si considera un filo immagine sottoterra.
Con una carica posta vicino a semipiani che si intersecano ad un dato angolo, il metodo funziona solo per
angoli speciali. Usualmente riflettendo si trova che servirebbe mettere cariche nella zona vuota (vedere fig. 2.1)
per cui si ottiene una soluzione per 2 o piu cariche messe in posti speciali
Il metodo funziona per angolo di 90 , e servono 3 cariche immagini (fig. 2.1a). E interessante studiare in
che modo il lavoro necessario a spostare la carica e legato allenergia potenziale fra q e cariche immagini. Per
semplicite mettiamo la carica lungo lasse di simmetria a distanza d dai piani: risente una forza attrattiva diretta
lungo lasse con modulo
Z
(4 + 2)kq 2
2 1 1
F = kq 2
+ , L = F ds =
2 (2d)2 (2 2d)2 2d 8d
Il lavoro e uguale allenergia potenziale della sola carica vera, e quindi ad 1/4 dellenergia potenziale di tutte
le cariche (vera ed immagini)
kq 2 2
k X q1 qi 1 k X qi qj
V (1) = = + = L, V (1) + V (2) + V (3) + V (q) = = 4V.
2 r1i 2 2d 2 2d 2 rij
i6=1 i6=j
Capitolo 2. Conduttori 25
bSoluzione: Ovviamente q + q 0 = q. I campi elettrici sono costanti. Siccome i due conduttori sono allo stesso
potenziale, E = E 0 (s ). Le cariche indotte sono legate ai campi da E = /0 e quindi
q E `
= 0 = 0 =
q0 E
Quindi q = q(1 /`) e q 0 = q/`.
bSoluzione: Si potrebbe usare una serie infinita di cariche immagini q situate a x = 2n` , ma il conto
sarebbe troppo difficile.
PR RP
(la carica indotta non dipende dalla distanza, ma 6= ). Visto che il problema chiede solo la carica totale
indotta, convene usare un altro trucco. Immaginiamo che q invece di essere puntiforme sia distribuita lungo un
piano parallelo ai due conduttori, come nellesercizio precedente. La carica totale indotta resta la stessa. Con
lo stesso trucco si potrebbe anche calcolare la forza sentita dalla carica.
bSoluzione: Fisicamente uno si aspetta che la carica q si divida equamente fra le due superfici, generando un
campo elettrico esterno E = (q/2)/S0 ortogonale alla lastra ed uguale sui due lati.
Questo accade non perche alle cariche piace disporsi simmetrimecamente, ma perche questa e la configura-
zione di minima energia, come discusso nel meno semplice problema successivo.
bSoluzione: Il problema consiste nel trovare come le cariche si ripartiscono fra le superfici destra e sinistra
delle lastre. In generale le cariche sulle 4 superfici (da sinistra a destra) possono essere
q Q, Q Q q0 + Q
dove Q e incognito. I campi elettrici sono
qQ q q0 + Q
Esinistra = , Emezzo = , Edestra =
0 S 0 S 0 S
Lenergia totale e proporzionale allintegrale di E 2 , dominato dal grande spazio a sinistra ed a destra. Quindi
2
le cariche minimizzano Esinistra 2
+ Edestra . Questo accade nella configurazione simmetrica, Q = (q q 0 )/2:
q + q0 q q0
Esinistra = Edestra = , Emezzo =
20 S 20 S
26 Capitolo 2. Conduttori
bSoluzione: Usando il teorema di Gauss possiamo immediatamente calcolare il campo elettrico nello spazio
vuoto fra le due armature: 2r Er = /0 da cui
2k
Er = = : = 2k ln r.
r r
Quindi la differenza di potenziale vale V = = 2k ln(D/d) e la capacita per unita di lunghezza vale
20 /ln D/d. Imponendo che il massimo campo elettrico E(r = d/2) = 4k/d sia uguale a Emax si trova che la
massima differenza di potenziale vale
d D
V = Emax ln
2 d
Per esempio V = 3.45 kV se d = 1mm e D = 1cm. Fissato D, V e massimizzato scegliendo d = D/e.
Lenergia immagazzinata in una lunghezza L vale
CV 2 2 d D
U= = L0 Emax ( )2 ln
2 2 d
ricalcolabile anche come
D/2
0 E 2
Z Z
0 d r dr
U= dV = L2( )2 Emax
2
.
2 2 2 d/2 r2
Fissato D, lenergia immagazzinata e massimizzata scegliendo d = D/ e.
bSoluzione: Una tipica energia di ionizzazione e circa 1 eV (13.6 eV per lidrogeno). Quindi serve Ed > eV
dove d e il cammino libero medio. Ad esempio, per V 10 kV/m vicino al filo centrale (che puo avere raggio
d 25 m) si ha E V /d 108 V/m e quindi serve d 108 m. Un gas a STP ha circa 1025 molecole/m3 ,
quindi serve una pressione di circa 0.1 atm, perche inizi a funzionare nella zona vicino al filo centrale. Questo
deve essere messo a potenziale positivo, affinche gli elettroni vengano spinti sul bordo esterno.
bSoluzione: Ricordo che Q = CV . Per due piatti conduttori di area A a piccola distanza d
0 E 2 A0 V 2 CV 2 Q2
U = Ad = = = .
2 d 2 2 2C
Capitolo 2. Conduttori 27
(a) Alla fine U 0 = Q2 /2C 0 = 2U quindi L = U U 0 = U . Infatti il campo elettrico rimane uguale,
ma occupa un volume doppio. I due piatti si attraggono, quindi occorre una forza F = L /(d) per
allontanarli.
In generale, quando uno modifica un capacitatore variando la capacita di dC tenendo la carica Q costante
Q2 1 Q2 V2
F ds = dL = dU = d = 2
dC = dC
2 C 2C 2
(b) Alla fine U 0 = C 0 V 2 /2 = U/2 quindi Ltotale = U U 0 = U/2 > 0. Questo sembra suggerire che i due
piatti si respingano, mentre invece uno si aspetta che si attraggano esattamente come nel caso precedente
(in quanto contengono cariche di segno opposto). Il punto e che Ltotale e il lavoro totale, somma di
due contributi: un contributo meccanico (legato alla forza necessaria per spostare le armature), ed un
lavoro ricevuto dalla batteria mano a mano che le cariche sulle armature diminuiscono. La carica finale
vale Q0 = C 0 V = Q/2. Una carica Q = Q/2 viene spinta dentro la batteria, che riceve un lavoro
Lbatteria = QV /2 = U . Lmeccanico = Ltotale Lbatteria = U/2 < 0.
In generale la batteria riceve un carica dQ e quindi un lavoro Lbatteria = V dQ = V 2 dC. Lenergia
nel capacitatore varia di V 2 dC/2. Quindi il lavoro meccanico vale
V2
F ds = dLmeccanico = dLtotale dLbatteria = dC
2
come nel caso (a).
Quindi in generale la forza e legata alla variazione della capacita C da F = (V 2 /2)(dC/ds), e tende ad aumentare
la capacita. In questo esercizio abbiamo solo ottenuto un risultato atteso in modo complicato. Il prossimo e piu
interessante.
Ad esempio se inserisco una barra conduttrice in un condensatore...
bSoluzione: Il sistema e disegnato in fig. 3.1a. Possiamo vederlo come una capacita C0 = 0 L(L x)/D in
parallelo con una capacita C1 = 0 Lx/(D d) (costituita da 2 capacita in serie). Inserire un conduttore e un
pocome ridurre la distanza fra i piatti: per questo la capacita aumenta. Il valore preciso e
0 L2
xd
C = C0 + C1 = 1+
D L(D d)
V 2 dC V 2 dL0
F = = .
2 dx 2 D(D d)
Fisicamente la zona dove agisce la forza e la punta del conduttore: sebbene in quella zona non sappiamo fare i
calcoli, sappiamo calcolare la forza totale. Determiniamo ora il segno delleffetto. Non mi pare possibile capirlo
in modo intuitivo, ma solo affidandosi al formalismo. Nel caso banale dellesercizio precedente la forza tende ad
attrarre i piatti, cioe ad aumentare la capacita. Quindi in questo esercizio il conduttore viene attratto dentro il
condensatore, perche questo aumenta la capacita.
bSoluzione: Serve una carica immagine q 0 = q r/R messa come in figura fig. 2.2, situata a distanza r2 /R dal
centro della sfera.
28 Capitolo 2. Conduttori
Figura 2.2: Fig. 2.2a,b,c: linee di campo in presenza di una carica q a distanze varie da una sfera conduttrice
a terra. Fig. 2.2d: linee di campo per una sfera conduttrice isolata in campo elettrico esterno.
Un giorno qualcuno noto che il potenziale generato da due cariche = kq1 /r1 + kq2 /r2 vale zero su di una
sfera. Infatti = 0 a r1 /r2 = q1 /q2 i.e. r12 q22 + r22 q12 = 0 che e lequazione della sfera. La sfera e il luogo dei
punti per i quali le distanze fra 2 punti sono in rapporto fisso.
Torniamo al problema, che proviamo a risolvere usando un sistema di coordinate con origine nel centro della
sfera ed aggiungendo una carica immagine q2 = q 0 a distanza r2 dal centro. Per fissare il tutto basta imporre
= 0 nei 2 punti del conduttore lungo lasse:
q1 q2 q1 q2
+ = 0, + =0
R r r r2 R + r r + r2
sono risolte da r2 = r2 /R e q2 = q1 r/R. La sfera conduttrice ha carica totale q 0 . Se avesse carica diversa (e.g.
zero) o potenziale diverso, basterebbe aggiungere una ulteriore carica immagine q 00 nel centro.
Usando coordinate polari , il potenziale vale
1 r 1 1 r 1
(, ) = kq( ) = kq p p
r1 R r2 2 + R2 2R cos R 2 + (r2 /R)2 2(r2 /R) cos
q(R2 r2 )
() = 0 Er ( = r, ) = 0 =
=r 4r(R2 + r2 2rR cos )3/2
La carica totale indotta sulla sfera e q 0 , che e diversa da q. La forza attrattiva fra la sfera e la carica q vale
q1 q2 rR
F =k 2 = kq 2 2
r12 (R r2 )2
e decresce come 1/R3 per R r. Il lavoro necessario a spostare la carica q rispetto alla sfera da distanza R a
distanza R0 vale L = qq 0 /80 (1/R0 1/R).
bSoluzione: Occorre aggiungere una ulteriore carica immagine q 00 = q 0 in modo che la carica immagine
totale sia zero. Per fare in modo che la sfera rimanga a potenziale costante occorre mettere q 0 nel centro della
sfera. Per R r la forza fra sfera e carica q decresce come 1/R4 . Il lavoro necessario a spostare la carica q
rispetto alla sfera e uguale a L = 12 [Vqq0 + Vqq00 ] cioe senza includere la variazione di energia potenziale
Vq0 q00 fra le due cariche immagini.
Capitolo 2. Conduttori 29
bSoluzione: Si puo trovare la soluzione in diversi modi, sviluppando ulterioremente esercizi precedenti.
Partendo dal problema precedente, posso generare un campo elettrico costante usando una carica q a
distanza R dalla sfera nel limite q, R tenendo costante E0 = q/40 R2 . In questo limite la carica
immagine q 0 = qr0 /R diverge e si avvicina al centro della sfera, dove si trova la seconda carica immagine
q 00 = q 0 , ma le due cariche immagine generano un dipolo finito p = q 0 d = 40 E0 r3 . Riassumendo:
fuori dalla sfera
r3
p
(, ) = E 0 cos = ( )E0 cos
40 2 2
La densita superficiale di carica vale
() = 0 = 30 E0 cos
=r
Abbiamo quindi ritrovato la situazione studiata a pagina 16: una sfera con carica superficiale () =
0 cos . Avevamo trovato che genera al suo interno un campo elettrico costante E = 0 /30 , che per
0 = 30 E0 e esattamente opposto al campo esterno E0 . In questo modo dentro la sfera si ha E = 0.
Avevamo anche trovato che allesterno genera il campo di un dipolo p = V 0 , che per 0 = 30 E0 vale
p = 40 E0 r3 in accordo con il risultato precedente.
bSoluzione: In generale deve essere una combinazione lineare dei 4 contributi. Infatti se so risolvere il caso
con solo 1 acceso (1 6= 0 e 2,3,4 = 0), e poi so risolvere
P il caso con solo il 2 acceso, sommando le due soluzioni
ho risolto anche il caso con 1 e 2 accesi. Quindi = i ci i . P
Poi, per motivi di simmetria, la risposta deve essere simmetrica in 1, 2, 3, 4. Quindi = c i .
Per finire c = 1/4 (cioe = (1 + 2 + 3 + 4 )/4) in quanto nel caso 1 = 2 = 3 = 4 il potenziale deve
avere il valore comune costante, siccome le 4 facce formano un tetraedro chiuso.
bSoluzione:
Q 40
C= = 1
V r1 r21
Se r2 r1 il valore di r2 conta poco e si puo pensare ununica sfera come un condensatore di capacita C = 40 r1
avente laltro piatto ad infinito.
bSoluzione: La corrente flusice lungo la resistenza, dissipando energia, fino a che i due condensatori hanno
equali differenze di potenziali. Imponendo
Q01 Q0
V = = 2 e Q1 + Q2 = Q01 + Q02
C1 C2
bSoluzione: Le cariche in un conduttore carico si respingono, e quindi cercano di andare il piu possibile lontane
le une dalle altre, generando una forte concentrazione di cariche sulle punte. La sfera piccola schematizza una
punta e consente di fare un calcolo esplicito.
Le cariche q e Q sulle due sfere si determinano imponendo che i potenziali sulle superfici delle due sfere siano
uguali:
Q q
=
R r
Questo corrisponde a quanto visto nellesercizio precedente: Qi Ci ri . Quindi il campo elettrico e grosso
attorno alla sfera piccola
E(r) q/r2 R
= 2
= .
E(R) Q/R r
Il massimo campo elettrico che laria asciutta puo sopportare e e qualche MV/m (con campi elettrici piu forti
rendono laria conduttrice dando luogo a scariche). Mettendo delle punte su di un parafulmine ci si assicura
che una nuvola carica eletricamente si scarichi su di esse.
bSoluzione: Nonostante lassenza di simmetria sferica, il campo elettrico esterno e uguale a quello generato
da una carica q al centro del conduttore. Infatti, lunica soluzione dellequazione di Poisson costante sulla sfera
e 1/r. Non esiste una soluzione semplice per il campo elettrico nel buco.
bSoluzione:
a) E noto che due cariche q e q 0 = qR/d a distanze dd0 = R2 dal centro di una sfera producono potenziale
zero sulla sfera. Questo e il sistema di cariche immagini che ci serve per calcolare E nella zona interna. Il
fatto che il conduttore abbia spessore finito non complica il problema. Dentro il conduttore e nella zona
esterna E = 0.
b) La forza e attrattiva e vale F = qq 0 /40 (d d0 )2 .
bSoluzione: Suggerimento 1: gli uccelli si posano tranquillamente su di un filo dellalta tensione. Suggerimento
2: e realistico un cartone animato in cui un elefante volante si posa sui fili dellalta tensione?
Capitolo 3
Dielettrici
La densita di polarizzazione indotta da un campo elettrico esterno P = 0 E induce una densita di cariche di
polarizzazione P = pol (e sui bordi una densita superficiale pol = P ). Separando la carica totale in
tot = free + pol e definendo D = P + 0 E E = P /( 1) il campo D soddisfa a D = free . Se
e costante un dielettrico e descritto dalle stesse equazioni del vuoto con 0 = 0 dove = 1 + . Se
varia bruscamente le condizioni di raccordo su bordi senza cariche libere sono: Ek = 0 e D = 0 (cioe
1 E1 = 2 E2 ).
bSoluzione:
1 2
1
2
2
32
Capitolo 3. Dielettrici 33
1) Chiamo ` lo spessore totale, diviso in `1 ed `2 . Nel primo caso conviene usare il campo D perche e costante:
D = = 1 E1 = 2 E2
bSoluzione:
1) Quando sono in serie
N N Z `
1 X 1 X z dz ` ln(1 /2 )
= = =
C i=1
Ci S
i=1 i 0 (z)S S 1 2
dove (`) = 1 + (2 1 )z/`.
2) Quando sono in parallelo, scrivendo S = L2
N N Z L
X X i L x (x)dx L S 1 + 2
C= Ci = =
i=1 i=1
` 0 ` ` 2
bSoluzione: Abbiamo visto che inserendo un dielettrico fra le armature di un condensatore se ne aumenta la
capacita, e che quindi le forze elettriche Fel = dUel /dz tendono a far salire lacqua dentro il condensatore. Al
contrario la forza gravitazionale Fgrav tende a farla scendere. Lacqua salira fino ad un livello z tale che queste
due forze si bilanciano. Calcoliamole.
Se lacqua entra nel condensatore di un tratto z la capacita vale C(z) = 2(z + (L z)0 )/ ln(D/d) =
C(0) + 20 z/ ln(D/d). avendo definito = (1 + )0 . La forza elettrica non dipende da z:
V 2 dC V 2 0
Fel = + = .
2 dz ln D/d
34 Capitolo 3. Dielettrici
L P
D d
D 2 d2
Fgrav = m(z)g = z g
4
bSoluzione: Provo: in 1 il campo di vuoto generato da q e da una q 0 immagine. In 2 il campo di vuoto di una
q 00 al posto di q.
bSoluzione: Il sistema e disegnato in fig. 3.1a. Possiamo vederlo come una capacita C0 = 0 L(L x)/D in
parallelo con una capacita C1 , costituita da 2 capacita in serie: C10 = 0 Lx/(D d) e C100 = 0 Lx/d. Quindi
la capacita totale vale
1 0 L(L x) L0
C = C0 + C1 = C0 + = +x
1/C10 + 1/C100 D d d + D
V 2 dC V 2 dL0 ( 1)
F = =
2 dx 2 D(d d + D)
Il dielettrico viene attratto dentro il condensatore. Per si ritrova il conduttore in condensatore studiato
a pagina 27, Abbiamo potuto trascurare gli effetti ai bordi e sulla punta del dielettrico mobile sebbene sia l che
si esercita la forza.
bSoluzione: La polarizzazione genera una densita di carica uniforme + sulla cima, e sulla base. (Per
determinare il segno basta ricordare pol = P = z Pz ). Lo si puo risolvere usando un dielettrico
immagine. Ma la forza dominante e quella generata dalle cariche nella base che inducono una carica + sul
conduttore, ed un campo elettrico E = /0 e quindi una forza attrattiva F = Ea2 /2 = P 2 a2 /20 . Stimiamo
il contributo delle cariche sul tetto approssimandole come una carica puntiforme q = a2 . Introducendo una
carica immagine q essa risente una forza q 2 /h2 40 . Quindi la forza totale vale
P 2 a2 a2
F 1+
20 2h2
bSoluzione:
c) Se il dielettrico e sferico, verra una cosa intermedia ma il conto e piu compicato. Le equazioni da risolvere
sono, dentro il dielettrico:
E tot = E ext + E pol , P = 0 E tot (3.1)
cioe la polarizzazione e proporzionale al campo elettrico totale, che comprende un contributo generato
dalla polarizzazione.
36 Capitolo 3. Dielettrici
Figura 3.2: Linee di campo (continue) ed equipotenziali (tratteggiate) per una sfera dielettrica in un campo
elettrico esterno costante. Le tre figure correspondono a costanti dielettriche = {1, 3, 30}.
Assumiamo che 1 1: in tal caso la polarizzazione e piccola E ext e E tot saranno quasi uguali, e
quindi in prima approssimazione la polarizzazione vale P ' 0 E ext , ed e quindi costante. Come discusso
a pagina 16) un P costante genera una densita di cariche superficiali = P cos e quindi, allinterno della
sfera, un campo elettrico E pol = P /30 uniforme. Il campo elettrico totale vale
E tot = E ext + E pol ' (1 )E ext
3
c)0 In generale E ext e E tot differiscono in modo significativo. Proviamo a vedere se una polarizzazione
P uniforme risolve il problema impostato in eq. (3.1). La polarizzazione genera un campo elettrico
E pol = P /30 = E ext /3 uniforme: quindi, dentro la sfera si produce un campo uniforme
E ext 3E ext
E tot = E ext + E pol = E ext E tot : E tot = =
3 1 + /3 2+
minore del campo esterno. Per 1 si ritrova lapprossimazione del punto precedente. Per 1 il
dielettrico diventa come un conduttore.
Il campo elettrico totale esterno alla sfera e quello esterno piu quello di un dipolo: il risultato e disegnato in
figura 3.2.
bSoluzione:
a) Ein = Eext .
bSoluzione: Proviamo a trovare una soluzione assumendo che il campo interno sia Etot = Ein costante, e che
il campo esterno sia Etot = Eout = Eext + campo generato da un dipolo P . Ci sono 2 incognite: Etot e P . Le
condizioni al bordo che devono essere soddisfatte sulla superficie della sfera sono
r r
out Eout = in Ein , Eout = Ein
Esplicitamente
kP kP
out (Eext 2 ) cos = in Ein cos , (Eext + ) sin = Ein sin
r3 r3
da cui
3Eext kP out in
Ein = , = Eext
2 + in /out r3 2out + in
bSoluzione: La fig. ??c piu o meno descrive il campo elettrico di un acino duva dentro un forno a microonde:
essendo lacqua un dielettrico con 80 1 e quasi un conduttore. Quindi il campo elettrico dentro e molto
ridotto. Mettendo due acini duva a distanza d molto minore del loro raggio r, il piccolo spessore d deve contenere
quasi tutta la differenza di potenziale: E Emicroonde r/d Emicroonde . Puo capitare che E 3000 V/mm
raggiunga il massimo campo elettrico sopportato dallaria, prima che si scarichi tramite ionizzazione.
Mettendo un chicco quasi tagliato a meta, si puo risucire a formare un plasma ionizzato nella zona di
congiunzione (foto e avvertimenti in stewdio.org/plasma). Il fenomeno e presumibilmente innalzato dal fatto
che lunghezza donda del microonde ( = 12.5 cm), ridotta a = 1.4 cm in acqua, e comparabile alla dimensione
di un chicco duva.
bSoluzione: Storicamente fu una delle prime manifestazioni dellelettricita (electron non e inglese ma greco,
e vuol dire ambra. Anche un pettine di plastica va benissimo). Il fatto che la carta attratta rimanga poi
appiccicata indica che centrano i dielettrici. Se fossero invece cariche libere si neutralizzerebbero appena si
toccano.
Un dielettrico in un campo uniforme non sente nessuna forza. Questo e ovvio per geometrie semplici (e.g.
cubo o cilindro orientato lungo il campo), e stato verficato in precedenza nel caso di una sfera, ed in generale e
dovuto al fatto che il dielettrico si polarizza lungo il campo. Un dipolo in campo elettrico costante non sente
forze.
Un dielettrico in un campo elettrico non uniforme viene attratto verso campi grossi: lo abbiamo visto nel
caso particolare del condensatore piano, dove erano gli effetti ai bordi a generare la forza attrattiva E 2 . La
seconda potenza non e specifica di questa geometria semplice, ed e dovuta al fatto che F = pol E e che la carica
di polarizzazione e a sua volta E.
In generale il dielettrico viene attratto verso campi grossi da una forza che e complicato calcolare in dettaglio.
Ma gli argomenti precedenti consentono di dire che in generale la forza e del tipo F E 2 .
Un pettine sfrutta leffetto delle punte per generare un campo elettrico abbastanza grosso ed abbastanza
dipendente dalla posizione in modo da generare una forza abbastanza grande da attrarre pezzetti di carta.
Capitolo 4
Correnti
E = j dove e la resistivita e = 1/ viene chiamata conducibilita. Per effetto Joule viene dissipata una
potenza W = j E = j 2 . E utile introdurre la corrente totale I e definire la resistenza R in modo che V = IR.
Compiti rilevanti: Compitino del 19 dicembre 2003 es. 1. Compitino del 17 gennaio 2003, es. 3.
bSoluzione: Attenzione: qui non indica la densita superficiale di cariche. Si puo ragionare in due modi:
1. Usando le equazioni fondamentali. Il campo elettrico E = Q/A genera una corrente J = E e quindi
Q = AJ = Q risolta da Q(t) = Q(0)et/ dove = .
2. Usando le formule valide per circuiti. La capacita vale C = A/d, la resistenza R = d/A. Quindi
= RC = /.
Notare che non dipende da A e d, cioe da quanto e grosso il condensatore. Questo rende piu semplice il
funzionamento delle cellule: il tempo di scarica non varia quando la membrana diventa piu spessa o grossa.
bSoluzione: Esce una corrente radiale. Siccome ha divergenza zero le cariche flusicono verso distanza infinita
senza accumularsi. Facendo il calcolo direttamente ottengo:
flusso di J flusso di E
dQ z }| { z }| {
= 4r2 Jr = 4r2 Er = Q
dt
e quindi Q(t) = Q(0)et/ con = /. Per t il materiale si e comportato come un conduttore, per
t = / come un dielettrico.
Posso riscrivere la corrente i = Q come i = V /R dove V = Q/4a e la differenza di potenziale e R = 1/4a.
Avevamo visto che una sfera ha una capacita C = 4a. Quindi possiamo schematizzare il sistema come un
circuito (chiuso allinfinito) con costante tempo = RC = /.
38
Capitolo 4. Correnti 39
bSoluzione: Posso calcolarla indirettamente interpretando il sistema come una serie infinita di resistenze:
come visto nellesercizio precedente la resistenza di un guscio di spessore dr vale dR = dr/4r2 . Sommando
le resistenza di tutti i gusci in serie viene
Z
1 1
R = dR = ( )
4 a b
Se a b conta solo il primo termine: lintegrale e dominato dalla zona vicino alla sfera piccola.
bSoluzione: Domina la zona vicino alle sfere (o attorno alla sfera piccola, se avessero dimensioni diverse):
quindi lelettrostatica consente e.g. di misurare localmente la salinita del mare. Se passa un branco di pesci fra
le sfere non me ne accorgo. Per pescare servira lelettrodinamica.
Si puo schematizzare il sistema come due resistenze R = /4a in serie. Per a = 25 cm e = 25 ohm cm
viene 2R = 0.27 ohm.
bSoluzione:
Nasce una corrente radiale Jr = I/2r2 e quindi un campo elettrico radiale Er = Jr . Quindi la differenza
di potenziale tra due punti a distanza d vale V = = I/2r|r+dr ' E d = Id/2r2 . Numericamente
si ha V = 63 V (d/m) alla distanza r indicata. Quindi per luomo IU = V /R = 0.008 Ampere e per la mucca
IM = 3IU . Questa corrente fa contrarre i muscoli; tipicamente la mucca stramazza e luomo se la cava; a
differenza della mucca luomo potrebbe non farsi quasi nulla se tenesse i piedi uniti.
bSoluzione: In analogia allesercizio a pagina 34, provo una soluzioni con dipoli immagini
(p a x = d)+(p0 a x = d) per x > 0, zona 2
E=
(p00 a x = d) per x < 0, zona 1
Questo soddisfa le equazioni
D = free E =0 J = free J = E D = E
per x < 0 e x > 0, dove lunica carica e il dipolo p. Sul bordo (chiamdo w la densita di carica)
Ek1 = Ek2 , 2
E 1
E = w/0 1
w = E : 2
E 1
E 1
= 1 E /0
cioe
00
p p0 = p00 (p + p0 p00 ) = p
0
Eliminando p00 trovo una equazione per p0
/0 1
p0 = (p p0 ) p
1+ 1+
40 Capitolo 4. Correnti
bSoluzione:
Dopo un podi tempo si forma una densita di carica = 0 Eext sul bordo destro e su quello sinistro.
Subito dopo che il campo Eext e stato rimosso rimane la che genera un campo E = Eext allinterno
del conduttore e quindi una corrente j = E/ che inizia a riequilibrare le cariche. Siccome E = 0
non si generano cariche di volume. Da = j, tenendo che j = 0 fuori dal conduttore segue che
= +j = /0 da cui (t) = (0)et/ con = . In questo primo problema il segno giusto e fissato
da ovvie considerazioni fisiche.
Come prima = 0 dentro il conduttore, e si accumulano cariche ai due bordi, lasciando un campo
elettrico interno Ein . Le condizioni di raccordo sono
bSoluzione:
a) Dentro il dielettrico J D. Prendendo la divergenza segue : se allinizio = 0 la carica fluisce
senza accumularsi.
b) In generale (con fuori il vuoto)
Assumendo un campo Ein costante ed un campo Eout = Eext + (campo generato da un dipolo P )
kP kP Ein
(Ein Eext ) sin = 0 (Ein Eext + 2 ) cos = = cos
a3 r3 0
P 1
(Ein Eext 2 ) cos = 0 +
r3 i0
Quindi la soluzione e analoga a quella ottenuta nel caso statico
k P 1 1
3
= Eext = Eext
r 2 + 3 + i
avendo messo per semplicita = 1. [Il segno non viene]
d) M = Re P Re E massima per = 1 (a meno della riduzione nel modulo di P ) (nel sistema Terra-Luna
le maree avvengono con ritardo di fase provocando un trasferimento di momento angolare).
Questo puo descrivere lazione di un forno a microonde su molecole senza dipoli permanenti.
Capitolo 5
Circuiti
Risolvere le equazioni di Maxwell e complicato. E facile ottenere soluzioni approssimate che descrivono alcune
situazioni di interesse pratico (circuiti).
bSoluzione: Lenegia dissipata vale W = R1 I12 + R2 I22 . Chiamando I la corrente totale sia ha I2 = I I1 .
Quindi
dW R1 R2
= 2R1 I1 + 2R2 (I1 I) = 0 quindi R1 I1 = I = Rk I
dI1 R1 + R 2
Che sia un minimo e non un massimo, lo si puo vedere nel caso R2 R1 : tutta la corrente flusice nella resistenza
piccola minimizzando leffetto Joule.
bSoluzione: E un esempio di circuito non decomponibile come combinazioni di serie e paralleli. Lo si potrebbe
risolvere scrivendo le equazioni di Kirchoff, pero si fa prima a dare la risposta ad occhio sfruttando la simmetria
del problema. Per motivi di simmetria le correnti si dividono come in figura. Quindi la differenza di potenziale
fra i due capi vale V = IR( 13 + 16 + 13 ) = I 56 R.
Se invece uno collegasse due spigoli opposti sulla stessa faccia del cubo, non passerebbe corrente nelle due
linee verticali degli altri due spigoli opposti...
a) Che significa?
42
Capitolo 5. Circuiti 43
I/3 B
I/3
R1 R2
A R C
I/6
R4 R3
D
I/3
d) Da un punto di vista circuitale una lampadina e come una resistenza R. Calcolare il valore di R per la
lampadina della torcia.
e) Se le 4 pile fossero invece montate in parallelo, come cambierebbe lintensita luminosa emessa dalla torcia
e la sua durata?
bSoluzione:
a) Q = 2800 mAh = 10000 Couomb e la carica che ciascuna pila riesce a far passare prima di scaricarsi.
b) Lenergia di una pila e E = QV = 1.5 kJ. Quattro pile hanno E = 4QV = 60 kJ.
bSoluzione: E un esempio di circuito non decomponibile: cioe non si puo evitare di applicare le leggi di
Kirchoff vedendolo come combinazioni di serie e paralleli. In pratica lo si usa con: R3,4 resistenze fisse note,
R2 resistenza ignota da misurare, R1 resistenza variabile nota, da scegliere in modo tale che la differenza di
potenziale VBD = 0, cioe che non passi corrente attraverso R.
Iniziamo dal caso R = : VBD = 0 (cioe il circuito e bilanciato) se R2 R4 = R1 R3 . In generale
R1 R4 R 1 R 3 R2 R4
VDB = V =V
R1 + R 2 R3 + R4 (R1 + R2 )(R3 + R4 )
In condizioni di bilanciamento R2 /R1 = R3 /R4 = r. Per studiare la sensitivita dello strumento (e quindi
calcolare lincertezza sperimentale su R2 ) consideriamo una variazione delle resistenze Ri Ri + Ri : essa
produce
r R1 R2 R3 R4
VDB = 0 + + V.
(1 + r)2 R1 R2 R3 R4
Passiamo al caso di R finito. In pratica R compare perche un qualunque strumento che misura VDB lo fa
introducendo una resistenza R < fra i capi B e D. Risolviamo quindi il circuito completo utilizzando il
metodo delle maglie: ci sono 7 incognite: VA , VB , VC , VD e le tre correnti di maglia I1 (a sinistra, circolante in
direzione A B), I2 (a destra in direzione C B) ed I0 (sotto, in direzione A D C). Siccome contano
44 Capitolo 5. Circuiti
solo le differenze di potenziale si puo scegliere VA = 0, riducendo il numero di incognite a 6. Ci sono poi 6
equazioni, una per ogni tratto di circuito:
VB VA = R1 I1 , VB VC = R2 I1 , V C VA = 0
(R1 R3 R2 R4 )V
VDB = .
(R1 + R2 )(R3 + R4 ) + (R1 R2 R3 + R1 R2 R4 + R1 R3 R4 + R2 R3 R4 )/R
Vediamo quindi che per calcolare il valore centrale di R2 non serve tenere conto di R, che invece modifica la
sensibilita dello strumento.
Q I
RI = LI = iLI
C iC
bSoluzione: La potenza dissipata vale W = V I dove V = ZI. Il prodotto non e una operazione lineare:
Re(z1 z2 ) 6= Re(z1 )Re(z2 ). Bisogna tornare ai numeri reali: scrivendo Z = R + iY
R 2 Z cos 2
hW i = h(I0 R cos t I0 Y sin t) (I0 cos t)i = I = I0
2 0 2
cioe solo la parte resistiva dissipa energia.
bSoluzione: Ad esempio metto RC in serie e leggo il voltaggio ai capi di C: a grosso la sua impedenza
Z = 1/iC decresce e la maggior parte della caduta di potenziale avviene su R.
VC 2
VC 1 1
= r = =
Vin 1 + iRC Vin 1 + (RC)2
bSoluzione: Metto RC in serie e leggo il voltaggio ai capi di R, oppure metto RL e leggo ai capi di L.
Capitolo 5. Circuiti 45
R1 R1 R1 R1 R1 R1
R2 R2 R2 R2 R2 R2 R = R
Figura 5.2: Fig. 5.2a: circuito attenuatore. Fig. 5.2b: resistenza equivalente.
iV1 C 2 V1 22 12 I2 C
I2 = = i =
(CL 2 1)(CC 0 L 2 2C C 0 ) 2L ( 2 12 )( 2 22 ) I1 C + C 0 CC 0 L 2
1. 2 = 12 = g/`, x1 = x2
2. 2 = 22 = g/` + 2k/m, x1 = x2
F F 22 12 x2 k` 12 22
x2 = = = =
2 2
k (k m + gm/`) /k 2m ( 12 )( 2 22 )
2 x1 k` + mg m` 2 2 12 22
2
Nel caso del circuito, il modo normale I1 = I2 (niente corrente su C 0 ) vede unimpedenza iL + 1/iC che vale
zero per = 1 ; il modo I1 = I2 vede unimpedenza 12 (iL + 1/iC) + (1/iC 0 ) che vale zero per = 2 .
bSoluzione: Siccome = + 1 per trovare la resistenza R equivalente al circuito si impone che R sia eguale
ad un passo della catena seguito da R:
p
1 R1 + R12 + 4R1 R2
R = R1 + : R= (5.1)
1/R2 + 1/R 2
Per trovare il potenziale dopo il primo passo, rimpiazziamo tutte le resistenze successive con la resistenza
equivalente R, ottenendo un circuito con 3 resistenze R1 , R2 ed R, di resistenza totale R: circola una corrente
totale I = V /R
La differenza di potenziale V 0 ai capi di R vale
R2
V0 =V
R + R2
Nei passi successivi la differenza di potenziale decresce in modo geometrico: V (n) = V /(1+R/R2 )n . Ad esempio,
per dimezzare la differenza di potenziale ad ogni passo serve R = R2 , cioe R2 = 2R1 .
In pratica non si puo costruire una catena con un numero infinito di passi: per terminare il circuito dopo
un numero finito di passi senza scompensarlo, basta terminarlo con una resistenza R.
bSoluzione: Pre semplificare la formula (5.1) divido ogni L in 12 L + 12 L e metto L/2 a sinistra:
p
Z1 2
p(L/C) (L/2) se < 0
p
Zeff =Z = (Z1 /2)2 + Z1 Z2 = 2
2 i (L/2) (L/C) se > 0
dove 0 = 2/ LC. La cosa sorprendente e che a basse frequenze un circuito con solo L e C si comporti come
una resistenza; il motivo fisico e che lenergia sembra scomparire in quanto viene trasmessa attraverso la catena.
Abbiamo gia visto che il potenziale varia lungo la catena come
p
(L/C) (L/2)2 i(L/2)
= ei se < 0
p
n Z2 Z Z1
(L/C) (L/2) 2 + i(L/2)
Vn = V0 = = = p
Z + Z2 Z (L/2)2 (L/C) (L/2)
p <1 se > 0
(L/2)2 (L/C) + (L/2)
p
A bassa frequenza tutto funziona se si termina la catena finita con R = L/C. (Se si scambia L C e come
cambiare 1/: la catena risultante taglia le frequenze basse invece di quelle alte).
Se le differenze di potenziale e di corrente fra due elementi vicini sono piccole, valgono
V = LI I = Q = C V
cioe
dV L dI dI C dV d2 V L C d2 V
= = : 2
= 2
dx x dt dx x dt dx |x{zx} dt
v2
La rete LC fornisce una descrizione approssimata di una linea di trasmissione. Ad esempio per un cavo coassiale
0 20 1 R2
L = x ` C = x v= =c (` ln ).
2 ` 0 0 R1
Per x 0 0 : una linea ideale trasmette tutto, ed il cavo equivale ad una resistenza
r
0 `
R = lim Z = = 60 `.
x0 0 2
Parte II
Magnetostatica
Capitolo 6
Campi magnetici
Le equazioni di base sono F = q(E + v B) e le equazioni di Maxwell (0 = 4km , km = 107 Tesla m/A)
B = 0 j B =0
Unita di misura. Il campo magnetico viene misurato in Tesla = N/Am (Gauss = 104 Tesla). Il campo
magnetico terrestre sulla superficie vale circa 0.1 Gauss. Il massimo campo producibile e circa 10 Tesla. Il flusso
di B viene misurato in Weber = Tesla m2 = Volt sec.
bSoluzione: La forza e diretta lungo la congiungente. La forza elettrica respinge e quella magnetica attira
e2 0 e2 v2 1
F = ev ev = (1 2 ) c2 =
40 4 40 c 0 0
Il risultato sopra e sbagliato. Esistono altri effetti relativistici di O(v 2 /c2 ). Nel sistema in cui le cariche sono
in quiete F0 = e2 /40 e quindi la relativita dice che Fv = F0 /, invece che Fv = F0 / 2 Infatti i campi E e B
generati da cariche in moto vanno moltiplicati per .
Una carica puo avere velocita media cm/s 1010 c e quindi il suo campo magnetico e una correzione di
ordine 1020 . Questa soppressione puo venire compensata se ci sono NA 6 1023 cariche che si muovono nello
stesso verso (formando una corrente), messe assieme ad altrettante cariche di segno opposto (in modo che i loro
campi elettrici si cancellano). Siccome la materia e fatta in questo modo, ha senso studiare la magnetostatica.
48
Capitolo 6. Campi magnetici 49
bSoluzione: Quindi la corrente vale I 200 Q/ sec 105 A e, ad una distanza di 1 cm, genera un campo
magnetico
km I
B 1010 T
cm
(km = 0 /4 = 107 ) 105 volte minore del campo magnetico terrestre (circa costante attorno al disco). Il
grosso campo elettrico E /0 105 V/m (0 1011 C/Vm) genera una forza repulsiva di circa 1 N e veniva
schermato con un conduttore. Sui condensatori si puo accumulare Q C ma...??
bSoluzione: B ha solo una componente radiale. Fuori dal filo (r > a) la legge di Ampere fornisce 2r Br = 0 i
dove i = j a2 . Dentro il filo (r < a) i = jr2 e quindi Br = 0 jr/2 = 0 ir/2a2 .
bSoluzione: Per r < b e come nellesercizio precedente. Per r > b0 si ha B = 0. Per b < r < b0 si ha
r 2 b2
0 j 2
Br = a 1 02
2r b b2
bSoluzione:
0 N ia2 h 2 i
Bz = (a + x2 )3/2 + (a2 + (d x)2 )3/2
2
Il campo magnetico e molto uniforme fra le due spire quando d = a (spire di Helmholtz): infatti per tale valore
si ha d2 Bz /dx2 = 0 a x = d/2 e Bz (x = d/2) = (4/5)3/2 0 N i/a.
Assumiamo che il campo magnetico sia zero fuori e costante dentro. Un elettrone entra camminando lungo
lasse. Dentro percorre un arco di circonferenza con raggio di curvatura r = mv/eB e quindi viene deflesso di
sin = a/r. p p
Se deve essere = 45 per v = 2eV /m con V = 25 kV e i = 2 A servono n = (1.4/0 i) mV /e 200
avvolgimenti per spira.
50 Capitolo 6. Campi magnetici
bSoluzione: Raddoppiando i due mezzi fili ed il semicerchio, Bz e la meta del Bz prodotto da 2 fili rettilinei
infiniti e da un cerchio:
2 0 i 1 0 i
Bz = +
2 2a 2 2a
Notare che la configurazione di fili riflessa produce lo stesso B, in quanto esso e uno vettore assiale, non un
vettore.
bSoluzione: Nel centro equivale alla meta di due piani e di un solenoide. La cosa interessante e che il campo
magnetico e costante nella regione interna.
bSoluzione: Fuori vale zero, dentro e costante orientato come il solenoide. La legge di Ampere fornisce
B = 0 ni dove n e il numero di spire per unita di lunghezza.
Il flusso concatenato ad un solenoide abbastanza lungo da poter trascurare effetti ai bordi vale = BN S =
LI (dove N = n` e il numero di spire e S la loro area) con L = 0 SN 2 /`. Quindi lenergia necessaria per
accendere una corrente i vale U = LI 2 /2 (dimostrazione: V = = LI. Quindi la potenza vale W = V I =
LI I = d( 21 LI 2 )/dt). La si puo calcolare anche come lintegrale della densita di energia u = B 2 /20 sul volume:
U = (0 nI)2 S`/20 .
bSoluzione: Usando la forza bruta, integro il campo di una spira, mettendo n spire per unita di lunghezza da
` a 0:
Z 0
ia2
0 0 ni `+x x
Bz (x) = n dx0 =
2 (a2 + (x x0 )2 )3/2
p
` 2 a2 + (` + x)2 a2 + x2
| {z }
1 per `
Il principio di sovrapposizione consente di dire che: 1) Sul bordo B vale la meta che in un punto interno, come
vedo immaginando di completare aggiungendo laltra meta del solenoide. In generale Bz (x) + Bz (x) = Bz . 2)
La linea di campo di B che sfiora il bordo esce perpendicolare al solenoide, perche quando completo la somma
deve fare zero; le componenti orizzontali si sottraggono ma le eventuali componenti verticali si sommerebbero
(B e uno pseudovettore) e quindi devono valere zero. Chiaro
con un disegno. 3) La linea di campo che sfiora il
bordo, dentro il solenoide sta ad una distanza limite a/ 2 dal centro (il raggio che contiene meta del flusso),
con relazioni analoghe per le linee interne.
Capitolo 6. Campi magnetici 51
bSoluzione: B e circolare in quanto spire disposte simmetricamente rispetto al punto dove viene calcolato B
danno contributi che si cancellano alle componenti non radiali. Quindi, per la legge di Ampere, fuori B = 0 e
dentro 2rBr = 0 N i dove N e il numero totale di spire.
bSoluzione: La forza di un dipolo in un campo magnetico esterno e data da unequazione analoga al caso di
un dipolo elettrico: U = B e F = U , M = B.
Discussione preliminare. Avevamo visto che F = (pE) non funzionava per un dipolo elettrico orientato
lungo z in un Ez x (perche tale E ha rotore diverso da zero, e quindi non puo esistere in elettrostatica):
pensando il dipolo come 2 cariche e facile vedere che la forza deve essere zero. Nel caso magnetico (dove B puo
avere rotore diverso da zero) la formula funziona: la forza e prodotta dal fatto che il lato della spira dove Bz e
piu grosso sente una forza maggiore.
Applicata invece ad un dipolo orientato lungo B, e con un Bz (z), la formula dice che il dipolo e attratto
verso zone dove B e maggiore. Pensando al dipolo come ad una spira, e immediato vedere che non ce nessuna
forza. La formula sballa perche non esiste un campo magnetico con solo Bz (z): per avere B = 0 serve anche
un Br (r, z). A livello grafico, il campo magnetico deve incurvarsi verso lesterno. E la componente Br che
genera la forza, anche se non appare in U .
Unapplicazione e la trottola magnetica. Se si mette un dipolo sopra il campo magnetico generato da una
spira, questo si allinea con la spira e ne viene attratto. Quindi non rimane sospeso.
Se invece l oggetto con dipolo magnetico (e.g. la sfera dellesercizio precedente) viene anche fatto girare,
il possedere un momento angolare L gli impedisce di allinearsi a B. Esiste un momento delle forze che
produce la seguente equazione del moto:
dL Q
=B =g LB
dt 2M
che dice che L precede attorno al campo magnetico con frequenza di precessione p = g QB/2M , mantenendo in
media temporale la sua orientazione iniziale. Quindi se allinizio viene messo anti-parallelo a B il magnetismo
genera una forza repulsiva che puo tenere sospeso loggetto. Alla lunga lattrito rallenta la rotazione, e loggetto
si allinea e casca. E grazie allattrito che una bussola si allinea al campo magnetico terrestre.
bSoluzione: Il campo magnetico produce una forza orizzontale, diretta verso il piano inclinato. La corrente in
un angolo d produce dF = `B di = `Bi d/2.
52
Capitolo 7. Moto in campo magnetico esterno 53
a) La componente della forza magnetica totale lungo il piano inclinato vale F = `Bi cos . La componente
della forza gravitazionale lungo il piano inclinato vale F = mg cos . Sono uguali se i = mg tan /`B.
b) Il momento rispetto allasse di appoggio deve essere zero. La gravita produce M = mgr sin . Il campo
magnetico produce
Z Z 2
d
M = y dF = r(cos + sin )`Bi = i`Br cos
0 2
Quindi serve la stessa i di prima (le due forze sono uniformi).
Il momento delle forze vale M = B e lequazione del moto e I = B sin (la posizione
p di equilibrio e
= 0 o = /2 a seconda del segno di B, il dipolo vuole allinearsi con B) da cui T = 2 I/|B|.
Bx = by By = bx, Bz = 0
bSoluzione: Abbiamo visto che un quadrupolo magnetico focalizza un fascio lungo una direzione ma defocalizza
lungo laltra. Il segno diverso e sgradito ma inevitabile, perche dovuto a come deve essere fatto un campo
magnetico nel vuoto. In molti esperimenti e invece necessario focalizzare un fascio lungo entrambi gli assi, in
modo da concentrarlo. Infatti, incrociando due fasci, il numero di urti fra particelle aumenta se i fasci sono
stretti, analogamente a come il numero di incidenti aumenta quando una strada diventa piu stretta.
Scopo di questo esercizio [Christofilos, 1950; Courant et al., 1952] e mostrare che mettendo due quadrupoli
magnetici ruotati di 90 uno dopo laltro si riesce a focalizzare in entrambe le direzioni.
Conviene riscrivere leffetto di un singolo quadrupolo usando la formulazione matriciale dellottica geometri-
ca. In tale formulazione si studia levoluzione con z di (x, x0 ) e di (y, y 0 ). Cioe x e la distanza dallasse ottico,
ed x0 e linclinazione rispetto allasse ottico di un raggio. Nel caso dellottica si studiando raggi di luce, qui fasci
di particelle. Attraversando un magnete quadrupolare di lunghezza ` si ha
x(`) x(0) y(`) y(0)
= M x = M y
x0 (`) x0 (0) y 0 (`) y 0 (0)
La formulazione matriciale dellottica e conveniente perche per studiare leffetto combinato di sistemi diversi
basta moltiplicare le loro matrici. Quindi attraversando due quadrupoli ruotati di 90 a distanza d fra loro si
ha, assumendo per semplicita ` d, 1/k (lente sottile), le matrici di propagazione per raggi inclinati lungo x e
lungo y sono, rispettivamente date dai prodotti Mx M (d) My e My M (d) Mx , che valgono
1 `0 1 d 1 `0 1 d
'
k 2 ` 1 0 1 k 2 ` 1 d`2 k 4 1
(Mx M (d) My )21 ' k 4 `2 (3d + 2`)/3 (My M (d) Mx )21 ' k 4 `2 (` 3d)/3
bSoluzione: Lottica geometrica studia come si propagano raggi di luce. Un raggio che si propaga lungo lasse
ottico z nel piano xz e descritto da due quantita: la posizione x(z) e linclinazione x0 (z).
Attraversando una distanza ` vuota si ha ovviamente
x(`) x(0) 1 `
= M (`) M (`) =
x0 (`) x0 (0) 0 1
Capitolo 7. Moto in campo magnetico esterno 55
z
1 2 3 4
a b
Attraversando una lente sottile di focale f cambia solo linclinazione del raggio. Esso varia di una quantita
costante, chiamata distanza focale inversa 1/f :
x x 1 0
= Mlente M=
x0 dopo x0 prima 1/f 1
Per il resto serve solo sapere come moltiplicare matrici: se X4 = M34 X3 e X3 = M23 X2 e X2 = M12 X1 ,
allora X4 = M34 M23 M12 cioe le matrici vengono moltiplicate in ordine inverso: la prima (M34 ) e quella che
corrisponde allultimo passo.Consideriamo ad esempio il sistema standard in fig. 7.1. La matrice di propagazione
da 1 a 4 e
1 b 1 0 1 a 1 b/f a + b ab/f
M14 = M (b) Mlente M (a) = =
0 1 1/f 0 0 1 1/f 1 a/f
I raggi disegnati convergono in un punto unico se lelemento 12 della matrice totale vale zero, cioe se 1/a + 1/b =
1/f . Quando questa relazione e soddisfatta si ha xC = (1 b/f )xA : quindi 1 b/f e il fattore di ingrandimento
della lente. Se esso e negativo, limmagine viene rovesciata.
Quindi lottica matriciale consente di riprodurre i risultati noti per una lente. Lottica matriciale e utile
perche consente di ottenere risultati non noti per sistemi arbitrari di lenti: basta moltiplicare le matrici delle
singole componenti.
Avendo scritto questa equazione in termini dellimpulso p (invece che della velocita v), essa rimane valida
anche per particelle relativistiche, per le quali p = mv = E/v; nel limite ultra-relativistico si ha p ' E/c,
cioe limpulso diventa proporzionale allenergia della particella. In fisica delle particelle si usano unita naturali
(c = 1) ed impulso, massa ed energia sono tutte misurate in eV o multipli (keV, MeV, GeV, TeV,. . . ).
Questa equazione dice la massima energia che un acceleratore circolare puo raggiungere: tenendo conto che
il massimo campo magnetico che si riesce a fare e circa B 10Tesla, e che per motivi economici il massimo
raggio di un collider e a 5km, si ottiene E p 15TeV. Il collider di protoni LHC raggiungera per la
56 Capitolo 7. Moto in campo magnetico esterno
Particle accelerators
1015
Neutron
stars
1010
10-10
1 105 1010 1015 1020
Size in km
Figura 7.2: Massima energia raggiungibile da acceleratori di particelle in funzione della loro dimensione e del
loro campo magnetico.
prima volta questa energia nel 2008. (Collider in cui vengono fatti girare elettroni, invece che protoni, sono piu
fortemente limitati dallirraggiamento, come discusso a pagina 128.)
La figura 7.2 mostra la massima energia a cui vari oggetti (se fossero 100% efficienti) potrebbero accelerare
particelle. Sono stati osservati raggi cosmici fino a circa 1011 GeV (probabilmente sono protoni, o forse nuclei)
e gli unici candidati plausibili sono Gamma Ray Bursts oppure Active Galactic Nuclei. (Galaxy clusters sono
lenti ed avrebbero bisogno di piu tempo; nelle stelle di neutroni le particelle irraggiano troppo).
Un televisore ha dimensioni a 0.1m ed usa elettroni accelerati
per una differenza di potenziale di 1000
V, che quindi acquistano energia cinetica K keV e impulso p = 2mK = 0.03 MeV/c. Il campo magnetico
usato per defletterli sul punto giusto dello schermo vale quindi
em p
B = 1 Tesla 103 Tesla
q a 300 MeV/c
p e stato scelto abbastanza alto in modo che B sia abbastanza maggiore del campo magnetico terrestre (B
0.5 104 Tesla), che altrimenti distorcerebbe le immagini.
Nei problemi successivi studieremo moti in campi magnetici piu generali, che tendono a dare moti complicati:
le particelle spiraleggiano attorno a qualche traiettoria media. La cosa interessante da calcolare e la traiettoria
media, cioe la velocita di drift. Da questo punto di vista il moto in un campo magnetico costante e quindi
semplicemente un moto a velocita costante lungo le linee del campo, a meno di girellamenti.
bSoluzione: La galassia contiene, in media, un atomo di idrogeno per cm3 con velocita v km/sec. Quindi,
assumendo
mv 2 B2
2 20
si ottiene B 1010 Tesla = 106 G. Essendo debole le particelle cariche compiono circonferenze con raggio
r = p/eB grosso, che ha comunque effetti importanti perche anche la galassia ha una grossa dimensione d
Capitolo 7. Moto in campo magnetico esterno 57
Notare che per motivi completamente diversi, anche lastronomia con neutroni, come lastronomia con pro-
20
toni, e possibile solo a energie En >
10 eV. Infatti il neutrone decade dopo una distanza r = cn (la vita
11
media a riposo vale n = 886 sec), maggiore alla dimensione d della galassia se >
10 e cioe a grosse energie
2
E = mn c .
bSoluzione: E chiaro che il risultato non ha senso: leffetto non dipende dalla carica dellelettrone (mentre se
la carica fosse zero non ci dovrebbe essere nessun effetto) e diventa infinito quando B 0 (mentre senza campo
magnetico esterno non ci dovrebbe essere nessun effetto).
E meno chiaro capire dove il ragionamento sballa. Il motivo e che abbiamo trascurato gli effetti al bordo;
di solito lo si fa senza preoccuparsi troppo, ma in questo caso per B 0 o e 0 il raggio delle orbite diventa
grosso, e quindi gli effetti al bordo diventano cruciali.
Fare il conto giusto e un pocomplicato: uno deve prendere un volume finito e verificare che le orbite
completamente esterne non contano nulla, le orbite completamente interne generano leffetto discusso sopra, le
orbite che intersecano il bordo cancellano leffetto. Questo non dovrebbe essere sorpendente, visto che ad ogni
punto la media delle velocita v degli elettroni che arrivano e zero.
Il libro di Peierls Surprises in Theoretical Physics mostra una spiegazione geometrica, mostra come evitare
di calcolare effetti che si cancellano, e lestensione al caso quantistico.
bSoluzione: Sara necessario un campo magetico non uniforme B(r, t). Infatti si vuole che limpulso della
particella segua p(t) = erB(r, t) con r costante. Ma lequazione del moto e
B
p = F = eE = e
2r
Deve quindi essere B = 2 r2 B. Se il campo magnetico fosse uniforme si avrebbe invece B = r2 B ed
il moto della
p particella non avverrebbe a raggio costante (e.g. nel caso adiabatico discusso in seguito si ha
r(t) 1/ B(t)). Serve quindi che B(r) sia piu grande nella zona centrale.
bSoluzione:
58 Capitolo 7. Moto in campo magnetico esterno
L
z
B
y
x
Figura 7.3: Fig. 7.3a: esempio di moto in E, B costanti di due particelle con carica opposta. Fig. 7.3b:
fotomoltiplicatore in campo magnetico.
bSoluzione: In generale possiamo assumere B = (0, 0, Bz ) e E = (0, Ey , Ez ). Lequazione del moto (nel limite
non relativistico), scritta in componenti e
La soluzione e
Ey q qBz
vx = vrot cos(B t) + vy = vrot sin(B t) vz = Ez t (B = ) (7.1)
Bz m m
Il moto lungo z (in generale, lungo B) non si mescola con gli altri ed e ovvio. Lungo x, y la carica oltre a
ruotare fa un drift costante lungo x (in generale lungo E B). La rotazione dipende da q, ma il drift no.
(Sub-esercizio: discutere il limite q 0). Il moto globale e illustrato in fig. 7.3a per cariche con segno opposto.
Se particelle cariche entrano in una zona dove i campi elettromagnetici sono costanti ed hanno solo componenti
Ey e Bz , quelle con vx = Ey /Bz viaggiano imperturbate. Sfruttando questo fenomeno si puo ottenere un fascio
monoenergetico (ad esempio utilizzabile nello spettrometro dellesercizio precedente).
Per ottenere in modo facile ed istruttivo la soluzione (7.1) conviene passare ad un nuovo sistema di riferimento
S 0 dove E e B sono paralleli, avendo solo una componente lungo z, tramite una trasformazione Galileiana
vx = vx0 + Ey /Bz (in generale con un boost B E/B 2 ). In tale sistema S 0 la particella gira attorno al campo
magnetico costante.
Teoricamente questo equivale a dire che sotto una trasformazione galileiana v = v 0 + i campi elettroma-
gnetici trasformano come
E0 = E + B + , B0 = B + (E B = E 0 B 0 )
B out
v V
B
v V
60 Capitolo 7. Moto in campo magnetico esterno
0
d) Calcolare nuovamente E in funzione dellangolo di uscita out (come misurato nel sistema S 0 ) assumendo
che il moto sia come nella figura di destra: v antiparallelo a V . Si calcoli il valore medio hE/Ei
0
assumendo che il moto dentro la nuvola abbia completamente randomizzato out .
bSoluzione:
bSoluzione: Se E = 0 la carica gira nel piano xy: riottengo questa cosa nota usando un primo trucco
matematico. Quando ce roba che gira e utile introdurre z x + iy (attenzione: questo z non ha niente a che
fare con lasse z) in quanto girare nel piano xy con frequenza e raggio r viene descritto in modo piu compatto
come z = reit .1 In termini di z le equazioni del moto diventano
e quindi z(t) = z(0)eiB t con B = qBz /m. Aggiungendo il campo elettrico lequazione del moto diventa
iEx q/m it
mz = iq zBz + qEx eit : z = e
B
dove abbiamo usato un secondo trucco matematico: abbiamo assunto z(t) eit il che, come noto, trascura
il transiente e fornisce solo lorbita limite.
Per = 0 si ritrova il drift a velocita costante vy = Ex /Bz precedentemente discusso: grazie alla i esso e
diretto lungo y.
Per 6= 0 la carica q gira, acquistando una grossa velocita se = B . Intuitivamente la particella gira nel
campo magnetico, ed ad ogni mezzo giro il campo elettrico viene riorientato in modo da essere sempre lungo il
moto della particella, che quindi viene accelerata lungo una spirale. Come al solito questa tecnica trascura il
transiente. Si puo verificare che i raggi limiti ottenuti dalle seguenti similazioni numeriche sono in accordo con
il valore atteso:
Quindi il ciclotrone e un modo di accelerare particelle in uno spazio ridotto. Aggiungendo un termine di attrito
(che puo essere causato da vari effetti fisici e.g. lirraggiamento) il denominatore diventa B + i, risonante
ma finito per = B .
La frequenza di rotazione B non dipende dallenergia della particella; questa semplificazione non e piu
vero quando la particella acquista unenergia relativistica: in tale caso diventa necessario variare in modo
appropriato per ogni bunch.
Uno potrebbe pensare che sia piu complicato ma anche piu conveniente mettere un campo elettrico che gira
con la particella, in modo che E sia sempre diretto lungo v. In termini di numeri complessi un E ruotante nel
piano xy si scrive come E = Eeit (1, i, 0)/ 2. Il segno specifica la direzione di rotazione. Lequazione
del moto diventa
11
mz = iq zBz + q Eeit .
2
Cioe se metto senso di rotazione sbagliato non accelero nulla, e se lo metto giusto non guadagno quasi nulla.
Infatti il campo elettrico oscillante puo essere decomposto come sovrapposizione lineare di due campi che
ruotano in direzioni diverse: (1, 0, 0) = (1, i, 0)/ 2 + (1, i, 0)/ 2: uno e in risonanza e laltro non ha effetto.
1 Questo trucco viene usato in calcoli piu complicati (meccanica quantistica,. . . ), per cui e utile vederlo allopera in questo
problema piu semplice, dove non da una grande semplificazione. Quindi se confonde le idee, conviene rifare i conti ritornando ad x
ed y.
62 Capitolo 7. Moto in campo magnetico esterno
bSoluzione: Le equazioni del moto in coordinate cilindriche (, , z), dove B ha una componente B costante,
sono
a = 2 = B z, a = + 2 = 0, z = B
dove B qB /m. In prima approssimazione procede lungo le linee del campo facendo una spirale di raggio
a. Quindi = R e = v|| /R. Scriviamo la soluzione al primo ordine perturbativo in a/R: la 1a equazione del
moto fornisce z = v||2 /B R. Avendo assunto R a la velocita di drift e piccola: z/v|| a/R.
Lo si puo capire in modo intuitivo notando che per far curvare la traiettoria media lungo le linee del campo
serve una forza diretta lungo . Abbiamo visto allesercizio precedente che il moto in B ed E ortogonali e un
drift lungo B E. In questo caso = z.
bSoluzione: Per semplicita assumiamo due valori costanti B1 < B2 = B1 + B nei due semispazi x > 0 e
x < 0 La particella si muove lungo semicirconferenze di raggi ri = mv/qBi con frequenza = qB/m (dove
B (B1 + B2 )/2). Ad ogni giro si sposta di y = 2(r2 r1 ) e quindi drifta con velocita
2
v B2 B1 v r B2 B1 mv
vydrift 2(r2 r1 ) = B
2 B B r qB
In generale la direzione del drift e B B 2 ; il verso dipende da q ma la velocita di drift no.
In generale B = 0 implica che ne il modulo ne la direzione di B sono costanti, per cui si ha leffetto
combinato dei due drift discussi in questo esercizio e nel precedente. Nel caso del campo magnetico di un filo,
B 1/ entrambi gli effetti producono un drift lungo z, con velocita
v||2 + v
2
/2
v drift = B
B
dove il versore z e stato scritto in modo complicato in modo che la formula sia valida in generale per il moto
con a in un B 2-dimensionale (i.e. nel problema concreto B non dipende da z).
bSoluzione: Assumiamo che B vari di poco in un giro: quindi le orbite sono approssimabili come circonferenze.
Il loro raggio a e determinato da mv 2 /a = qvB. Allinizio la carica ha velocita v0 e quindi gira con raggio
a0 = mv0 /qB0 . Alla fine avra velocita v1 (da calcolare) e quindi girera con raggio a1 = mv1 /qB1 .
La forza magnetica non accelera le particelle, ma un campo magnetico Bz (t) induce un campo elettrico
E (t). Dallequazione E = B segue 2rE = = r2 B. Denotando con v il modulo della velocita, la
particella viene accelerata secondo
qa(t) v Bz d v2
mv ' qE = Bz = m cioe ' 0. (7.2)
2 2 Bz dt Bz
Quindi v 2 /Bz (o equivalentemente il flusso Bz a2 , o equivalentemente il dipolo magnetico = qav/2)
sono invarianti adiabatici. La parola adiabatico ed il ' ricordano che il tutto e vero solo nel limite di campo
lentamente variabile.
Capitolo 7. Moto in campo magnetico esterno 63
Riotteniamo lo stesso risultato in modo alternativo, approssimando la carica ruotante come un dipolo ma-
gnetico. Questa approssimazione e possibile solo se la carica ruota veloce, cioe stiamo anche qui facendo
lapprossimazione adiabatica. Una carica produce una corrente i = q/2 e quindi un momento magnetico
q 2 q
= a2 i = a = L dove L = mav = ma2
2 2m
e il momento angolare.
La forza su di un dipolo magnetico dipende solo dal campo magnetico, secondo
e
L = B = L B.
2m
Una particella libera in un campo magnetico ruota sempre attorno ad esso, quindi L e B sono sempre paralleli,
quindi L rimane costante in accordo con i nostri risultati precedenti.
Nel limite opposto, in cui non dipende da B, lequazione del moto dice che L gira attorno a B con
frequenza L = eB/2m. In un linguaggio meno sofisticato, questo accade perche il campo magnetico fa girare
piu veloce la carica, con frequenza + L (o piu lenta: il segno sara tale che la variazione di moto genera un
campo magnetico che si oppone alla variazione del B esterno). Studiamo un caso particolare importante per la
teoria del magnetismo nella materia.
bSoluzione: Il problema e analogo a quello precedente, con la differenza che lelettrone gira risentendo anche
della forza di Coulomb, non solo del campo magnetico esterno. Possiamo quindi utilizzare ancora leq. (7.2),
tenendo conto che ora il legame fra a(t) e v(t) e dato da mv 2 /a = evB +e2 /40 a2 . Per semplicita, assumiamo
che il campo magnetico dia una piccola correzione a v e quindi al raggio dellorbita a, che in prima approssima-
zione rimane costante, al valore fissato dalla meccanica quantistica. Questa e lunica differenza rispetto al caso
precedente. Quindi
ea v(t)
mv = B (t) = (0) + L (t)
2 a
dove L = eB/2m e detta frequenza di Larmour, che stiamo assumendo essere una correzione piccola, L .
E.g. per B = Tesla viene L = 0.9 1011 Hz, mentre gli atomi hanno frequenze tipiche 1016 Hz. Quindi
L : lapprossimazione che stiamo usando e buona.
bSoluzione: Nei vari casi precedentemente studiati abbiamo trovato nuovi effetti: drifts ortogonali al campo
magnetico. Ora studiamo in dettaglio il vecchio moto lungo le linee del campo magnetico, che in molti casi
rimane il moto principale. Se il campo magnetico e uniforme, la carica procede con v|| costante. Vogliamo
vedere come procede in generale. Il risultato e:
v 2 = v||2 + v
2
= costante e 2
v /B = invariante adiabatico
64 Capitolo 7. Moto in campo magnetico esterno
dove la prima costante del moto e lenergia (ovvio!). Lesistenza di un invariante adiabatico la si puo capire
intuitivamente dai problemi precedenti, dove la stessa espressione era invariante adiabatico. Nel caso precedente
B dipendeva dal tempo (producendo un E), mentre ora dipende dallo spazio: ma dal punto di vista di una
particella che cammina e come se B dipendesse dal tempo.
2
Avendo capito intuitivamente perche v /B e invariante adiabatico, vogliamo dimostrarlo in modo rigoroso.
Mettendo lasse z lungo la linea di B si ha che una variazione di Bz (z) e accompagnata da un B = Bz0 (z)/2,
in quanto questo e necessario per avere B = 0. Per verificarlo basta usare la divergenza in coordinate
cilinidriche, o imporre che il flusso di B su di un appropriato cilindretto sia zero.
La componente B contribuisce allequazione del moto della carica q lungo z:
qv B v2
z = ' Bz0
m 2Bz
2
avendo usato v ' v e ' mv0 /qBz0 in approssimazione adiabatica. Verifichiamo che v /Bz e costante:
d v2
Bz 2 1 d 2 B0 2 2z z z v2 B 0
= 2 v + (v vk2 ) = z zv = 2 (z + z ) = 0
dt Bz Bz Bz dt Bz Bz Bz 2 Bz
in quanto lultima espressione coincide con lequazione del moto.
tan = v /vk .
Induzione magnetica
bSoluzione:
c) Wext = F v.
a) Calcolare, in funzione della velocita v, la corrente I circolante nella spira mentre penetra nella regione
sede del campo magnetico;
c) Calcolare la minima velocita iniziale v0min necessaria perche la spira penetri totalmente nella regione sede
del campo magnetico.
bSoluzione:
65
66 Capitolo 8. Induzione magnetica
E
a) Nella spira si genera, per induzione, una f.e.m. E = B = B S = B`x = B`v. Quindi I = R =
B`v
R . La forza sulla spira (mente penetra la regione x > 0, ma non e ancora entrata totalmente) e diretta
lungo lasse x ed e generata dallinterazione della corrente sul lato entrato totalmente e il campo magnetico
(i contributi sui lati paralleli al moto si compensano e quello esterno non interagisce con alcun campo).
b) Si ha F = B`I = B 2 `2 v/R (il segno indica che e frenante, coerentemente con la legge di Lenz).
c) Lequazione del moto per la spira, mentre penetra nella regione del campo magnetico, e mv = B 2 `2 v/R,
ovvero v + v/ = 0 con = mR/B 2 `2 . Quindi la velocita della spira varia nel tempo secondo v(t) =
v0 et/ . La lunghezza del tratto di spira x(t) entrato nella regione del campo magnetico allistante t
Rt
(maggiore di zero) e quindi x(t) = 0 v(t)dt = v0 (1 et/ ). Perche tutta la spira penetri (anche in un
tempo infinito) deve percio essere v0 `, da cui v0min = `/ = B 2 `3 /mR.
d) La carica circolata si ottiene da
E
Z Z Z
1 B
Q= Idt = dt = dB = .
R R R
bSoluzione: Per trasformare energia meccanica in energia elettrica si puo: a) far ruotare una spira in un campo
magnetico costante (generato e.g. da un magnete); oppure b) far ruotare un campo magnetico attorno ad una
spira ferma. In entrambi i casi vale E = , che segue dalle due diverse equazioni di base.
a) Nel caso in cui la spira e ferma ed il campo magnetico si muove, E = segue direttamente dalla seconda
equazione di Maxwell, integrandola lungo la superficie della spira ed utilizzando il teorema di Ampere:
I Z Z
E = E ds = E = B = B
S S
In pratica la corrente viene prodotta tramite il metodo b): una spira viene fatta girare nel campo magnetico
generato da un ferromagnete. E importante notare che lenergia elettrica non appare dal nulla, ed anzi e uguale
allenergia meccanica spesa per far girare la spira (at esempio da una cascata, in una centrale idroelettrica).
Infatti la fem fa muovere le cariche, che cos acquistano anche una velocita vx : questo produce una ulteriore
forza che si oppone al moto. Per fare la verifica quantitativa assumiamo che il sistema abbia una resistenza R
Capitolo 8. Induzione magnetica 67
(che in pratica corrisponde ad un utente che utilizza la corrente elettrica): si genera allora una corrente I = E/R.
La potenza elettrica vale W = E 2 /R = IE. Sui due lati di lunghezza x della spira agiscono forze orizzontali
Fy = IBz x, e quindi per far girare la spira occorre compiere un lavoro meccanico Wext = 2|Fy vy |, che
risulta esattamente uguale a W = IE. Lenergia si conserva.
bSoluzione: Si possono inventare esempi in cui E = fallisce ed occorre ripartire dalle equazioni di base. In
questi esempi la forma del circuito lungo il quale si calcola il flusso non e ben definita:
bSoluzione:
b) Per il valore di tale che E = V : in questo modo I = 0 e quindi la forza di Lorentz vale zero.
bSoluzione: vB = Lv(R0 /R)3 35 V, dove R0 e il raggio della terra. Facendo oscillare la lunghezza del filo
R
si genera una corrente alternata. Il problema eche facendo un circuito chiuso la fem si annulla. Per evitarlo si
eprovato a chiudere il circuito sparando ioni.
bSoluzione:
68 Capitolo 8. Induzione magnetica
bSoluzione: Per trasmettere una data potenza W = V I da una centrale elettrica al luogo di consumo conviene
utilizzare un grosso V ed una piccola I, in modo da ridurre la potenza RI 2 dissipata per effetto Joule lungo la
linea di trasmissione. Ad esempio per trasmettere 10 kW a 100 V serve I = 100 A; se invece la trasmetto a 10
kV basta I = 1 A, riducendo di un fattore 104 la potenza dissipata nel filo.
Per motivi di sicurezza lenergia elettrica va pero venduta a basso voltaggio. E quindi essenziale che un
trasformatore sappia convertire il voltaggio senza perdite. Un trasformatore si basa sullinduzione magnetica,
che richiede correnti variabili. Per questo motivo le correnti alternate sono piu usate di quelle continue.
Le equazioni di base di un trasformatore sono
V1 1 = V1 L1 I1 M I2 = R1 I1 2 = L2 I2 M I1 = R2 I2
[i moduli quadri andrebbero presi con cura] La potenza trasmessa vale 1 se R1,2 0 e se il termine 2 (M 2
L1 L2 ) al denominatore vale zero. Questo
corrisponde ad avere un trasformatore che non disperde flusso. Il
massimo valore possibile di M e M = L1 L2 .
Assumendo accoppiamento perfetto e che R1 sia trascurabile
r
V2 L2 N2
= =
V1 L1 N1
bSoluzione: In generale
E1 = L1 I1 M I2 E2 = L2 I2 M I1
con M > 0, avendo scelto stesse direzioni per I ed E. (E = , posso fare lo stesso esercizio con ).
bSoluzione: Iniziamo da un esercizio ideale: supponiamo di avere un campo magnetico con simmetria cilindrica
Br = B0 (r0 /r). Verifica B = 0 per r 6= r0 .
Una spira di lunghezza `, nella quale viene fatta passare una corrente continua i, e libera di ruotare ra-
dialmente. La forza di Lorentz sul lato superiore vale F+ = `iB(r+ ) e tende a far girare la spira; tuttavia sul
lato inferiore si esercita una forza F = (r+ /r )F+ tale che il momento totale e zero. Se a uno piace com-
plicarsi la vita e pensare in termini di flusso tagliato questo accade perche il flusso tagliato dal filo superiore
( = B(r+ )`r+ ) e uguale ed opposto a quello tagliato da filo inferiore.
Quindi, per ottenere un trapano funzionante, si elimina il filo inferiore rimpiazzandolo con il contatto mobile
disegnato in figura
F
F
Studiamo adesso come si fa ad ottenere il campo magnetico assunto. Non disponendo di un filo di monopoli
magnetici lo si puo costruire con un magnete non su tutta la circonferenza ma solo su di una parte. Questo e
ottenibile usando un magnete permanente. Nella parte di sotto il campo magnetico tira dritto e produce un
momento che tende a frenare la spira. Per evitare questo si puo invertire il segno della corrente i quando fa il
mezzo giro nella parte inferiore, utilizzando quindi una corrente alternata di frequenza uguale alla frequenza di
rotazione. Questa non e una buona soluzione, in quanto una presa di corrente da invece una corrente alternata
di frequenza fissa, 60 Hz. Conviene quindi avvolgere un solenoide attorno ai magneti in modo da fargli creare un
campo magnetico nella direzione giusta quando ci passa la spira, in modo che venga sempre accelerata. Siccome
far percorrere ad un magnete il suo ciclo di isteresi costa energia (a seconda di quanto e largo il ciclo di isteresi),
si mettono due o piu spire con correnti circolanti in senso opposto in modo da usare il campo magnetico quando
punta in entrambe le direzioni.
La rotazione del filo produce una v e quindi una forza di Lorentz lungo il filo, e quindi una fem indotta
E = qr+ B` che ad alta frequenza riduce la fem iniziale frenando la rotazione della spira Poi la spira produce
a sua volta un campo magnetico: si ha anche un effetto di auto-induzione
La forza e repulsiva.
b) M < 0 in quanto i due circuiti sono esterni: uno prende il flusso dellaltro nella regione in cui B torna
indietro. Lungo il piano che contiene i due circuiti, a distanza x dal filo 2
Z 2d
0 I1 1 1 0 L 4
B= + , (B) = L B dx = M I1 M = ln
2 x x+d d 2 3
Quindi K = (UF UI ) + L = (1 2)M I1 I2 = M I1 I2 > 0, in accordo con il fatto che la forza e repulsiva.
c0 ) Si puo anche procedere in modo meno intelligente intergando la forza ricalcolata a distanza r > d generica:
2d2
0 L 1 2 1 0 L
F = F14 + (F13 + F24 ) + F23 = I1 I2 + = I1 I2
2 2d + r d + r r 2 r(d + r)(2d + r)
R grande distanza r d deve ridursi alla forza fra due dipoli magnetici i = LdIi . Integrando K =
A
d
F dr si ritrova il risultato precedente
71
72 Capitolo 9. Forze magnetiche fra circuiti
a) Si calcoli la relazione tra il coefficiente di autoinduzione L delle spire e quello di mutua induzione M sia
al tempo t < 0 (quando le spire sono coplanari) sia a t > 0 (dopo aver effettuato la rotazione).
b) Supponendo trascurabile la caduta ohmica nella spira interna durante la rotazione, si calcoli la corrente
che circola in essa allistante dellarresto.
d) Sapendo che lenergia dissipata nella spira interna per effetto Joule durante il tempo transitorio di scarica
successivo alla rotazione della spira e LJ , si determini L.
bSoluzione:
b) Durante la rotazione la f.e.m. ai capi della spira interna e: E = d/dt = Ri. Siccome la rotazione
avviene molto velocemente possiamo trascurare Ri, e quindi = M I + Li rimane costante. Quindi
Li1 = Li0 + M0 I cioe i1 = i0 + I.
d) Durante il transiente successivo alla rotazione lenergia immagazzinata nellinduttanza si dissipa per effetto
Joule, quindi
L L
LJ = i21 = (i0 + I)2 .
2 2
e) Trascurando la dissipazione Joule durante la veloce rotazione, dalla conservazione dellenergia segue che
L 2 L L
Lmecc = U1 U0 Lgen = (i + I 2 ) (i20 + I 2 ) M0 Ii0 + LIi0 = I(I + 2i0 )
2 1 2 2
Calcolare il lavoro meccanico come integrale Lmecc = M d del momento delle forze sarebbe piu
R
bSoluzione:
a) Il dipolo magnetico e equivalente ad una spiretta di superficie s percorsa da corrente i tale che = si. La
corrente nella spira grossa dipende dalla variazione del flusso di mutua induzione della spiretta sulla spira.
E complicato calcolarlo, mentre e facile calcolare il coefficiente di mutua induzione M () dalla spira sulla
spiretta. Per via di un teorema generale i due coefficienti sono uguali. Ricordando che il campo magnetico
nel centro della spira vale Bz = 0 I/2a abbiamo
s () 0 s
M () = = cos .
I 2a
dove 0 . Quindi il flusso indotto dalla spiretta (dipolo) sulla spira e
0 s cos 0
S () = i M () = i= cos t
2a 2a
e non dipende dalla superficie s arbitraria della spiretta. La corrente I e data da
E(t) 1 S (t) 1 0
I= = = sin t
R R t R 2a
b) Il momento meccanico esterno M deve essere opposto al momento delle forze dovuto allinterazione tra
dipolo e campo della spira, M = B, che ha solo componente
2 20
My = x Bz = Bz sin t = sin2 t
4Ra2
c) La potenza W sviluppata dal momento delle forze esterne e
2 20 2
W = My = sin2 t
4Ra2
eguale alla dissipazione Joule WJ = E 2 /R.
d) Affinche la forza sia di richiamo il potenziale U (z) = B deve essere minimo a z = 0, quindi e B
devono essere concordi. La forza e:
Bz 0 Ia2 3 0 Ia2 z 3 0 Iz
Fz = mz = = = '
z 2
z 2(a + z )2 3/2 2 2
2 (a + z )5/2 2 a3
p
da cui la frequenza delle piccole oscillazioni, = 30 I/2ma3 .
74 Capitolo 9. Forze magnetiche fra circuiti
bSoluzione: Entrambi inducono un flusso indotto e quindi una fem E = . Se la spira ha auto-induttanza
L trascurabile e resistenza R, misuro una corrente I = /R. Se invece la spira ha R trascurabile ed auto-
induttanza L ho E = LI e quindi misuro una corrente I = I0 (t)/L. In generale succedono cose piu
complicate. Nel seguito studio questi due casi particolari.
a) Dipolo magnetico. Usiamo lo stesso trucco usato alla domanda a) dellesercizio precedente. Il coeffi-
ciente di mutua induzione della spirona sulla spiretta (dipolo) e
0 a2 0 a2
M= s cos , D = iM = cos
2(a2 + z 2 )3/2 2(a2 + z 2 )3/2
fem
tempo tempo
Misurando una di queste quantita si ricava la velocita delloggetto che passa, e si distingue se e un dipolo
(linea continua blu) o un monopolo (linea tratteggiata rossa) Il monopolo magnetico produrrebbe un segnale
caratteristico, che nessuno ha mai visto.
Notare che i due risultati sono legati da dM /dz = D /d: infatti due monopoli magnetici qM a distanza
d = 0 cos /4qM piccola formano un dipolo magnetico . 1
Imponendo la quantizzazione del momento angolare L = apr = h si trova qE qM = h/2. Torna ma non sono sicuro sia corretto,
bisogna capire il significato di 6= 0. Probabilmente per rendere consistenti le eq. di Maxwell modificate bisogna aggiungere una
JM
Capitolo 9. Forze magnetiche fra circuiti 75
dal piano di una seconda spira. La resistenza, il coefficiente di autoinduzione e quello di mutua induzione della
spira superiore siano R, L2 , M . Il coefficiente di autoinduzione della spira inferiore sia L1 . Si invii nella spira
inferiore una corrente
It/ per t <
i1 (t) =
I per t >
Si determini
a) La corrente i2 (t) nella spira superiore;
b) Lenergia totale dissipata nella resistanza R
c) La carica Q che attraversa R
Nellipotesi che la spira superiore di massa m sia libera di muoversi verticalmente lungo il suo asse parallelo al
campo gravitazionale g, che R = 0 e che sia abbstanza piccolo in modo che M resti costante per 0 < t < si
determini, ripetendo limmissione della corrente i1
d) la quota massima raggiunta dalla spira superiore, sapendo che in questa posizione il suo coefficiente di
mutua induzione e M 0 .
bSoluzione:
a) Per t < i2 e data dallequazione 0
2 `
di2 di1
L2 +M + Ri2 = 0, i2 (0) = 0
dt dt
2 =
risolta da
M I t/2
i2 (t) = (e 1)
R
dove 2 = L2 /R. Per t > si ha di1 /dt = 0 e quindi 2 =
i2 (t) = i2 ( )e(t )/2 . La figura mostra il risultato per -IM/L 2
0 2 3
diversi valori di /2 .
Il risultato e semplice e lo si puo alternativamente ottenere senza nessun calcolo usando i2 = E/R =
/R e quindi Q = (i f )/R = M I/R. Per fare lultimo passaggio occorre notare che sia allinizio
che alla f ine si ha i2 = 0 e quindi il flusso e semplicemente dato da (t) = M (t)i1 (t) (cioe i = 0 e
f = M I).
M 2 M 02 I 2
z = .
2 mgL2
Come al solito il generatore contribuisce 2 volte la variazione di Umag .
bSoluzione:
a) La corrente varia in modo da mantenere costante il flusso del campo magnetico = LI con L = 0 SN 2 /`.
Quindi I = I0 L0 /L = I0 (2`/d).
b) Lenergia magnetica vale U = LI 2 /2 = 20 /2L = Fmag ` dove Fmag = 20 I02 SN 2 /d2 e produce quindi una
forza magnetica costante ed attrattiva Fmag . (Come noto la forza magnetica tende ad attirare fili percorsi
da correnti nello stesso verso. Il calcolo esplicito partendo dalla forza di Lorentz e complicato in quanto
la forza totale Fmag dipende da effetti ai bordi). Eguagliandola alla forza repulsiva elastica Fel = k(d/2)
1/2
si trova I0 = d3/2 k 1/2 /2N S 1/2 0 .
c) La forza magnetica Fmag = 0 I02 N 2 S/2`2 e la forza elastica sono state calcolate al punto b). Quindi
occorre fornire un lavoro Lmecc = k/2(d/2)2 + 0 I02 N 2 S/2d. Inserendo il valore di I0 calcolato al punto
b) si ottiene Lmecc = 0. La cancellazione non e dovuta a nessun motivo di principio.
d) Lenergia magnetica dipende da ` come Umag = LI02 /2 1/`. Quindi Umag = (I02 /2)L = 0 I02 N 2 S/2d.
Il bilancio energetico Lgen + Lmecc = Umolla + Umag consente di ricavare Lgen . Alternativamente, il
calcolo diretto fornisce
0 I02 N 2 S
Z
Lgen = V I dt = I0 = I02 L =
d
bSoluzione: Ricordiamo che nel caso analogo di forze fra conduttori ricavare la forza dallenergia elettrostatica
era banale, eccetto che per il segno:
CV 2 Q2 V2 S
Q = CV, U= = , F =+ C, e.g. per un condensatore piano C = 0
2 2C 2 d
Capitolo 9. Forze magnetiche fra circuiti 77
Il punto era che utilizzando F = U da forze con segno diverso a seconda di quale delle due formule per
lenergia viene utilizzata: la scelta giusta era la seconda in quanto nel caso semplice (in assenza di batterie che
fanno lavoro complicando il bilancio energetico) Q e costante mentre V varia quando uno cambia la geometria.
Il modo pratico di fissare il segno era variare la distanza d fra i piatti di un condensatore piano: siccome cariche
opposte si attraggono e cariche uguali si respingono, e ovvio che i due piatti si attraggono. O anche che la forza
cerca di aumentare S.
Nel caso magnetico si hanno formule analoghe
LI 2 2 I2 S
= LI, U= = , mbF = + L, e.g. L = 0 N 2
2 2L 2 d
Come prima, nel caso semplice di nessun generatore la corrente varia in modo da mantenere costante, quindi
si utilizza la seconda espressione per U . Da capo, e banale verificare il segno in un caso semplice: un solenoide
ideale: siccome correnti concordi si attirano e correnti in verso opposto si respingono, si deve avere una forza
che tende ad avvicinare ed allargare le spire, in accordo con L S/d.
Applicazione pratica di questa formula sono esercizi tipo: un sbarra di ferromagnete con = 103 0 viene
inserita parzialmente in un solenoide. Mostrare che viene attratto dentro.
bSoluzione: Non esiste un modo semplice di vederlo sapendo solamente che u = 0 E 2 /2 + B 2 /20 . Invece di
cariche e fili consideriamo piani che rendono la geometria piu semplice.
La pressione elettrostatica su di un piano con densita di carica superficiale = 0 (E2 E1 ) vale
E1 + E2 0 2 0 2
p = = ( E ) = uE uE = E
2 2 2
avendo usato il fatto che Ek e continuo. Per determinare il segno pensiamo a due piani xy paralleli con
densita di cariche : essi si attraggono, tendendo a minimizzare lenergia uE .
La pressione magnetostatica su di un piano con densita di corrente superficiale = (B=2 B=1 )/0 vale
B1= + B2= B2 B2
p = = ( = ) = uM uM =
2 20 20
avendo usato il fatto che B e continuo. Per determinare il segno pensiamo a due piani xy paralleli con
densita di corrente x : essi danno luogo ad un campo magnetico By nella zona interna, ma si respingono.
Quindi il segno e opposto nei due casi. La pressione e data non da u dove u = uE + uM ma da L dove
L = uE uM . La notazione L indica che questa sara la Lagrangiana Lorentz-invariante dellelettromagnetismo:
e noto che L = K V mentre H = K + V . La ragione fisica del ribaltamento del segno nel caso magnetico e
che mantenere correnti costanti costa energia, mentre le cariche rimangono automaticamente costanti.
Capitolo 10
La densita di corrente totale J viene divisa in corrente libera J L (usualmente chiamata J , con abuso di
notazione) e corrente di magnetizzazione J M = M . Per motivi storici si scrive definisce un vettore H
come B = 0 (H + M ) in modo che le equazioni di Maxwell magnetiche diventano
B = 0, H = J + JS
Quindi le condizioni di raccordo sul bordo fra due materiali sono: B continuo (sempre) e Hk continuo (quando
non ci sono correnti).
In molti materiali la magnetizzazione e approssimativamente legata ad H da M = m H e quindi B = H
con 0 (1+m ). La precessione di Larmour da il diamagnetismo, < 0. Lallineamento dei dipoli elementari
da il paramagnetismo, > 0. Materiali ferromagnetici hanno 1035 0 .
bSoluzione: Lesercizio corrisponde ad un caso praticamente rilevante chiamato calamita: materiali ferroma-
gnetici possono avere una magnetizzazione che in buona approssimazione e costante indipendentemente dalle
condizioni esterne. Iniziamo a risolvere il problema ignorando il buco, e lo facciamo in due modi: uno diretto
ma lento, ed uno indiretto ma veloce.
78
Capitolo 10. Campi magnetici nella materia 79
bSoluzione: Il ferro ha = r 0 con r 103 105 (alcune leghe hanno r piu alto, altre hanno cicli di
isteresi stretti e dissipano meno energia). Per risolvere problemi su materiali ferromagnetici occore sfruttare il
fatto che, in ottima approssimazione, questi intrappolano le linee del campo magnetico, tenendo costante il flusso
di B. Alluscita dalle imboccature il campo magnetico e circa ortogonale al materiale, in quanto Hkin = Hkout e
quindi Bkout = Bkin /r 0.
a) Senza buco il campo H = B/ e dato da 4LH = N I, cioe B = N I/4L. Nel vuoto si avrebbe B
0 N I/L: aggiungere il ferro ha lo stesso effetto di ridurre la dimensione: L Lr = L/r .
Aggiungendo un buco (o traferro) per un tratto d L le equazioni diventano (4Ld)B/+dB/0 = N I.
Notare che anche un piccolo buco d L puo ridurre B in modo significativo: e.g. un d 4L/r L/10000
lo dimezza circa. Il motivo e che la lunghezza effettiva del circuito varia da L/r a circa d + L/r : il
tratto nel vuoto non e soppresso da 1/r
b) Nel restringimento il flusso di B rimane costante. Se la superficie diventa 4 volte piu piccola, B diventa
4 volte piu intenso.
Il sistema e analogo ad un tubo che non perde acqua (nellanalogo magnetico la pecentuale di flusso che
scappa e trascurabile, circa 1/r 0.001): siccome la portata e costante, la corrente dellacqua diventa
piu forte quando il tubo si restringe.
c) Si puo risolvere o applicando il formalismo delle riluttanze o ragionando un poco. Nella regione con le
spire e come il caso a). Nelle altre regioni bisogna capire come si divide il flusso del campo magnetico
alle biforcazioni. La condizione e che la circuitazione di H lungo la parte destra del circuito valga zero.
Quindi B non puo e.g. passare tutto nella sbarra intermedia, ma deve dividersi: nel limite nel quale il
traferro ha spessore trascurabile (cioe d L/r ) 3/4 del flusso va nella sbarra intermedia, ed 1/4 fa il
giro lungo. Quindi il campo magnetico nelltraferro e 4 volte piu debole che nel caso a).
Tenendo in conto del traferro, si ragiona definendo i campi magnetici BL e BR che griano nelle maglie
sinistra e destra. Le loro circuitazioni sono
a) Il campo B che devessere presente nel traferro per ottenere la deviazione voluta. (Essendo langolo piccolo,
approssimare ad ` la lunghezza dellarco di circonferenza percorsa dai protoni allinterno del traferro).
c) Si vuole ora usare lavvolgimento come correttore per operare piccoli cambiamenti nella deflessione dei
protoni. Se vogliamo una sensibilita del 2% sullangolo di deflessione, con che precisione dobbiamo regolare
la corrente che passa nellavvolgimento?
bSoluzione:
a) Il raggio di curvatura R dovra essere R `/ = 5.75 m; serve quindi B = mp v/qR = 1.7 103 Tesla.
H
b) Si ha H ds = N I e cioe: 4` Hmagnete + 2 Hlastrine + Htraferro = N I. Experimendo H in termini di B
4`B B B
+ 2( M) + = NI
0 r 0 0
c) Siccome abbiamo angoli piccoli, langolo di deflessione e proporzionale al campo magnetico, che va quindi
controllato con una sensibilita del 2%. La sorgente di B e proporzionale a N I + 2M : la sensibilita su I
deve essere I 2% 2M/N = 10 mA.
c) Si spieghi perche il nucleo di ferro si riscalda e si calcoli la potenza dissipata per unita di lunghezza.
bSoluzione:
a) B = H = N I
c) E induce una corrente J = E e quindi una potenza dissipata JE per unita di volume.
In generale un campo magnetico B(t) induce un campo elettrico E(t) e quindi delle correnti J = E che
dissipano energia e sono quindi dette correnti parassite. A frequenze alte bisogna tenere conto che B non e
piu uniforme: questo viene fatto nel prossimo esercizio, nel quale si sceglie la geometria piu semplice possibile
ma si deriva un risultato generale.
82 Capitolo 10. Campi magnetici nella materia
bSoluzione: Il campo magnetico By (x, t) = Hy (x, t) genera un campo elettrico Ez (x, t) come dettato dalle
equazioni di Maxwell
x Hy = ( H)z = Jz = Ez , x Ez = ( E)y = By = Hy
Hy Hy
2
=
x t
Assumendo Hy h(x)eit si riduce a h00 = ih,
p risolta, nel semipiano x > 0 dove e costante, da
kx 2 2
h(x) = h(0)e con k = i2/ dove = 2/ viene chiamato lunghezzapdi pelle (la definizione
differisce di un fattore 2 da quella usata in un altro esercizio). Quindi k = (i 1) /2. Eliminando la
soluzione che diverge per x , si ottiene che il campo penetra per una lunghezza dellordine di :
ed e piccolo a basse frequenze: Ez /cHy 1/c 1. Esso genera correnti parassite J = E. La potenza
media dissipata per unita di volume e
dW 2 2x/
= hJz Ez it = hEz2 it = H e
dV 2 0
Integrando su x > 0 si trova la potenza dissipata per unita di superficie:
Z
dW dP B02
= dx =
dS 0 dV 0 0
Elettrodinamica
Capitolo 11
Corrente di spostamento
E = /0 E = B B =0 B = 0 j + 0 0 E
Il nuovo termine j s 0 E viene chiamato corrente di spostamento. Una conseguenza e la presenza di onde
elettromagnetiche che viaggiano alla velocita della luce c = 1/ 0 0 , e.g.
84
Capitolo 11. Corrente di spostamento 85
Questo esercizio e piu importante di quanto sembra, in quanto una qualunque distribuzione di cariche
puo essere decomposta come somma di coseni con diversi k (trasformata di Fourier). Usando il principio di
sovrapposizione, abbiamo una soluzione per il problema generico.
Ad esempio una griglia di fili a distanza a avra un trasformata di Fourier diversa da zero per k 1/a. Ad
una distanza |z| a i termini esponenziali diventano piccoli, e si ottiene il campo elettrico uniforme generato
dal modo k = 0, cioe dalla carica totale della griglia. Quindi e facile generare un campo elettrico uniforme.
Lilluminazione e descritta dalle stesse equazioni dellelettrostatica. Quindi una griglia di tubi al neon
produce una illuminazione costante.
b) Il campo elettrico Ex = x = 0 sin kx/20 genera una corrente Jx = Ex che redistribuisce le cariche.
La soluzione e (t) = 0 et/ cos kx, come si vede da
0
= J = E = : =
0
Quindi anche il campo elettrico decade esponenzialmente. Non viene generato nessun campo magnetico in
quanto la corrente di spostamento compensa la corrente
E
J + 0 E = E 0 =0
Vediamo quindi che questo accade in generale quando cariche sbilanciate sono libere di redistribuirsi secondo
J = E. Il prossimo esercizio mostra che questa cancellazione e piu generale.
bSoluzione: Il numero di neutroni liberi di decadere diminuisce come N = N0 et/ e quindi la sfera acquista
una carica Q(t) = e[N0 N ] > 0.
Iniziamo assumendo v costante e r/v, cioe un decadimento cos lento da essere approssimabile ad un
processo costante. Gli elettroni generano una corrente Jr (r) = (e)(N )/4r2 , che non dipende da v. Il campo
magnetico e zero in quanto la corrente di spostamento cancella Jr : Jsr = 0 Er = eN /4r2 .
Per capire se questa cancellazione e un accidente del caso semplificato che abbiamo considerato, o se e invece
dovuta a qualche motivo piu profondo, consideriamo casi progressivamente meno semplici.
Se il decadimento e veloce, r/v0 , in generale Jr (r, t) = eN (t r/v)/4r2 : il numero di elettroni che
attraversano una superficie a distanza r al tempo t dipende da quanti ne erano stati emessi al tempo t r/v0 .
La cancellazione fra J e Js rimane perfetta in quanto Er (r) e determinato dalla carica totale dentro una sfera
di raggio r (che contiene la sfera radioattiva ed una nuvola di elettroni), eguale a e[N0 N (t r/v)]. Si ha
ancora J + Js = 0.
Il calcolo diventa ancora piu complicato se si tiene in conto che v non e costante, in quanto la forza di
Coulomb rallenta i positroni. Il calcolo e complicato, e potrebbe essere fatto con una tecnica analoga a quella
utilizzara per studiate il diodo termoionico. E facile vedere che J e Js si cancellano ancora, in quanto entrambe
proporzionali a N calcolato a qualche istante ritardato. Il ritardo non e piu r/v ma e dato da qualche formula
complicata che non e necessario calcolare.
Sebbene venga qualche i(r) = 4r2 Jr (r) complicata si ha sempre B = 0: e quindi naturale domandarsi quale
sia il motivo generale. Una corrente a simmetria sferica non puo generare un campo magnetico, che dovrebbe
avere solo una componente Br (r), ma questa da rotore zero. Prendendo la divergenza della IV equazione di
Maxwell si ottiene (J + J s ) = 0: la corrente di spostamento deve quindi cancellare J , e lunico modo
che ha di farlo e cancellare Jr .
b) Spiegare in che modo tante cariche q che formano una corrente i continua producono approssimativamente
un campo magnetico che non dipende dal tempo.
a) Il campo magnetico ha solo componente B (z vt, r). E sufficiente calcolarlo a z = 0 per t ed r generici.
Integriamo la IV equazione di Maxwell, B = 0 0 E lungo la superficie di un anello di raggio r giacente
a z = 0. Si ottiene I
0 is
B ds = 0 0 (E) i.e. B (r) =
2r
dove is e la corrente di spostamento che attraversa lanello. Per calcolare is = (j s ) = 0 (E) conviene
scegliere come superficie immaginaria la corona circolare della sfera che ha centro nella carica, e che vede
la circonferenza di raggio r con dimensione angolare :
v B
Quindi
d d q q d vt qva2
is = 0 E 2[1 cos (t)] = [1 cos (t)] = =
dt dt 2 2 dt a2 + v 2 t2 2(a2 + t2 v 2 )3/2
Quindi B (z, r, t) = 0 qvr/4(r2 + (z vt)2 )3/2 . Per z = 0 e massimo a t = 0, cioe mentre q sta passando.
b) Una successione di cariche con densita lineare costante produce in media una corrente continua i = v.
Infatti il campo magnetico generato vale
Z +
dz 0 vr 0 i
B = =
4[r2 + (z vt)2 ]3/2 2r
che e la ben nota formula per il campo magnetico generato da una corrente i.
bSoluzione: La carica vale q(t) = q0 et/ i.e. i = q = q/ . Il campo elettrico vale 0 E = generando una
densita di corrente di spostamento uniforme js = = q/S . Notare che la corrente i entra in un piatto ed
esce dallaltro; la corrente totale di spostamento vale is = i. Quindi j s genera un campo magnetico ruotante
r2 0 js 0 ri
B = = r<a
2r 2S
Capitolo 11. Corrente di spostamento 87
(A grande distanza r a il campo magnetico generato dalla corrente (che non si interrompe) i + is e circa
radiale B = 0 i/2r). Lenergia nel campo magnetico (usando i = S0 / )
B2 di2 0 0 E 2 a2 0 0
Z
UB 1 a
UB = dV = UE = V = = ( )2
20 16 2 UE 8 2 8 c
e trascurabile a meno che a c , in generale a meno che E vari significativamente nel tempo che la luce impiega
ad attraversare lapparato.
bSoluzione: Il campo elettrico oscillante Ez = E0 eit genera un campo magnetico lungo , B = B0 eit :
E iE0 r2 iE0 r
B = : B0 = =
c2 2
c 2r 2c2
che a sua volta genera una correzione al campo elettrico E0 E0 + E1
Z r
2 r2
E = B : E1 = i dr0 B0 (r0 ) = E0 2
0 4c
i 1 r i 3 r3
Z
B1 = 2 dr0 r0 E1 = E0
c r 0 16c4
La fig. 11.1a mostra J0 (x) confrontata con la sua espansione in serie ad ordine 0,2,4,6,8: J0 (x) = 1 x2 /4 +
x4 /64 x6 /2304 + . J0 (x) = 0 a x = r/c ' 2.4: J0 (2.4) ' 1 1.44 + 0.52 0.08 = 0.
Riotteniamo la stessa cosa usando le eq. di Maxwell in forma differenziale. Assumendo Ez = Eeit e
B = Beit dove E e B dipendono da e nelle equazioni di Maxwell in coordinate cilindriche si trova
E 1 i
= iB (rB) = 2 E
r r r c
e quindi, sostituendo nella seconda il B preso dalla prima, ed usando come variabile x = r/c
E r2 2 E0
r (r )= 2 E : x(xE 0 )0 = x2 E : E 00 + = E
r r c x
1 Quando il gioco si fa duro conviene usare il rotore in coordinate cilindriche
Ez 1 (rB )
( z Ez (r)) = , ( B (r))z = .
r r r
88 Capitolo 11. Corrente di spostamento
1 2
0.8
1.8
0.6
0.2
1.4
0
0.2 1.2
0.4
1
0 2 4 6 8 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3
x x
Figura 11.1: J0 (x) e |J0 ( ix)| (linee nere) confrontate con la loro espansione in serie attorno a x = 0 (linee
tratteggiate, che corrispondono ad includere mano a mano ordini successivi).
Se non ci fosse il secondo termine si avrebbe E 00 = E 0 , la cui soluzione e una funzione speciale chiamata
cos(x) che si trova su tutti i computer (o tavole). Con il secondo termine, che e di tipo attrito, la soluzione e
chiamata J0 (x) che si trova su molti computer (o tavole) ed assomiglia un cos(x) che si smorza.
Si puo fare la stessa cosa piu in generale. Prendo il rot della II equazione di Maxwell
E
2 E + ( E) ( E) = B = 0 J 2
t c
da cui
1 2 1
(2 2 2
)E = 0 J + (11.1)
c t 0
Nel vuoto, assumendo che E abbia solo una componente Ez (r) che oscilla a frequenza , riscrivendo in coordinate
cilindriche
1 2 1 Ez 2
(2 2 2 )E = 0 i.e. r + 2 Ez = 0
c t r r r c
e risolta da Ez J0 (r/c). La funzione di Bessell J0 compare perche siamo in simmetria cilindirica.
viene chiamata skin depth. Il campo elettrico, scritto in termini del suo valore Eext = Ez (r = a), e
1 + ir2 /2 2
Ez (r) = Eext .
1 + ia2 /2 2
Fisicamente, questo e dovuto al fatto che la corrente si concentra verso lesterno aumentando lintasamento e
quindi la resistenza. Quindi conviene lavorare a frequenze abbastanze basse che a. Per quando riguarda la
parte immaginaria di Z, notare che (come deve essere) ha lo stesso segno dellimpedenza di una induttanza, e
non quello di una capacita.
Se E1 E0 lesercizio finisce qui. A grandi questo potrebbe non essere vero; in tal caso o si continua
lo sviluppo perturbativo E0 , E1 , E2 , . . ., oppure si risolvono le equazioni di Maxwell in forma differenziale.
Nellequazione donda ricavata allesercizio precedente metto J = E, trascuro ed il termine E dovuto alla
corrente di spostamento, assumo Ez eit , e riscrivo per un Ez (r) in coordinate cilindriche:
1 Ez E0 2i r 2i
(r ) = 0 Jz = i0 Ez : Ez00 + z = 2 Ez : Ez (r) J0
r r r r
Abbiamo nuovamente ottenuto unequazione differenziale alla Bessel ma questa volta il coefficiente numerico
e immaginario. Infatti anche la correzione al primo ordine ad Ez era immaginaria. La funzione completa e
mostrata in fig. 11.1b ed e qualitativamente simile al risultato al primo ordine.
Consideriamo il limite a, opposto a quello studiato con il metodo approssimato. Per a si puo
trascurare il termine Ez0 /r nellequazione differenziale, per cui la soluzione approssimata diventa unesponenziale:
Ez (r) ' Eext er(1+i)/ . Fisicamente, significa che la corrente e grossa solo ai bordi del filo, e penetra per uno
spessore .
9
Come vedremo in seguito esistono le onde. A frequenze abbastanza grandi, > 10 Hz, hanno lunghezza
donda umana ed e possibile utilizzarle per trasportare energia dentro cavita metalliche (guide donda). Il
fatto che i campi penetrino dentro il metallo solo per un piccolo spessore e che quindi le correnti parassite
J = E dentro al metallo siano trascurabili diventa un vantaggio. In questo modo si riesce a trasportare grandi
potenze con poca dissipazione di energia per effetto Joule. Tecnologicamente risulta piu semplice trasportare la
corrente a basse frequenze in cavi di rame che ad alte frequenze in tubi di rami.
a) Si calcoli il campo magnetico in tutto lo spazio (assumendo un filo di lunghezza infinita) e il campo
elettrico per r < a nellassunzione di corrente lentamente variabile. Si discuta a posteriori la condizione
necessaria a questa approssimazione.
Si taglia via un tratto h a del filo e si regola di nuovo il generatore in modo che passi la stessa corrente di
prima.
90 Capitolo 11. Corrente di spostamento
b) Si risponda di nuovo alla domanda a); come cambiano i campi prima e dopo linterruzione del filo?
c) Linterruzione del filo si puo schematizzare come linserimento in serie di una impedenza Z. Si stimi e
discuta il valore di Z in funzione di .
bSoluzione:
c) La parte vuota si comporta come un condensatore di capacita C = 0 a2 /h. Al crescere della frequenza
questo condensatore ha una induttanza parassita L ' 0 h/8. Per trovare L si puo calcolare lenergia
magnetica contenuta nel condensatore
Z a
B2 (0 rI/2a2 )2 0 hI 2 LI 2
Z
UM = dV = dr 2r =
20 0 20 16 2
bSoluzione:
b) Per simmetria cilindica E puo dipendere solo da r. Siccome non ce carica Er = 0. Siccome Bz = 0 si ha
2rE = 0. Quindi lunica componente e Ez (r), generata da E = B.
Onde e oscillazioni
bSoluzione:
Si ha IE |EA + EB + EC + ED |2 :
2 2
I1 |eik(r/2) + eikr + eik(r+/2) + eik r + /4 |2 | 1 + 1 1 + 1|2
2 2 2 2
I2 |eik r + /4 + eikr + eik r + /4 + eik(r+/2) |2 |1 + 1 + 1 1|2
p
avendo usato k = 2, eik/2 = 1, e r2 + 2 /4 ' r, Quindi I1 /I2 = 0/4. Se B viene spenta I1 /I2 = 1/1.
Se D viene spenta I1 /I2 = 1/9. Quindi il ricevitore 1 non sa dire se viene spenta B o D, mentre il ricevitore D
puo dirlo.
92
Capitolo 12. Onde e oscillazioni 93
b) Quale la risposta dei due tipi di antenne ad unonda elettromagnetica piana polarizzata linearmente che
si propaga nel vuoto? Il rapporto dei segnali visti dalle due antenne dipende dalla frequenza?
c) Supponiamo che lantenna lineare sia lunga 50 cm e quella circolare abbia diametro 20 cm. Se il rapporto
dei segnali visti dipende dalla frequenza, a quale frequenza tale rapporto vale 1?
d) In che direzione dovrebbe essere orientata ciascuna delle due antenne per ottimizzare la ricezione?
bSoluzione:
a,b) La differenza di potenziale ai capi di unantenna lineare di lunghezza ` e di una circolare di raggio r vale:
d 2
Vlineare = E`, Vcircolare = r B = r2 B
dt
Pertanto ad alte frequenze lantenna circolare vede un segnale maggiore.
c) il rapporto:
Vcircolare r2 B r2
= =
Vlineare `E `c
vale 1 per = `c/r2 4.8 109 rad s1 corrispondente ad una frequenza di circa 760 MHz. Nel calcolo
abbiamo per semplicita assunto molto maggiore della dimensione dellantenna: a questa frequenza
= /c = 2.5 m, per cui lassunzione e quasi realistica.
d) Di sicuro non bisogna mettere lantenna lineare parallela alla direzione dellonda ne quella circolare per-
pendicolare. Per massimizzare la ricezione, lantenna lineare sara orientata lungo la direzione del campo
elettrico, mentre il piano dellantenna circolare sara orientato perpendicolarmente al campo magnetico.
In Italia i segnali sono trasmessi con campo elettrico polarizzato orizzontalmente, mentre in Inghilterra
viene polarizzato verticalmente: per questo le antenne sui tetti inglesi hanno una forma un podiverse da
quelle italiane.
e) No. Dal momento che i segnali radio hanno frequenze molto minori di 760 MHz, unantenna lineare risulta
molto piu efficiente.
94 Capitolo 12. Onde e oscillazioni
c) Ora il sommergibile si immerge in mare (r (1 kHz) = 72, r = 1, = 4 / m); quale la velocita di
propagazione e la lunghezza donda del segnale che riceve?
d) Se il minimo rapporto segnale/rumore accettabile e S/N = 5, quale la massima profondita alla quale puo
andare se vuole continuare a ricevere comunicazioni? (Si assuma che il rumore rimanga costante).
e) Discutere la dipendenza del punto d) dalla frequenza del segnale. Sarebbe piu conveniente usare un segnale
satellitare a 11 GHz?
bSoluzione:
b) La f.e.m. e: ZZ
d E0
E = sin(2x/ 2t) dx dy
dt c
ed, essendo molto maggiore delle dimensioni della regione dintegrazione, lintegrando e circa costante.
Pertanto:
hd E0 p hd E0
E= 2 cos(2t), Eeff hE 2 i = 2
2 c 2 2 c
c) In acqua v = c/ r r = 3.5 107 m/s e quindi = 3.5 104 m.
p
d) La lunghezza di attenuazione e = 2/ = 7.96 m. La massima profondita alla quale il sottomarino puo
scendere corrisponde al rapporto AS /AN = 5, cioe lampiezza del segnale puo essere ridotta di un fattore 20
rispetto a quella iniziale. Siccome A ez/ si ottiene z = ln 20 z = 23.88 m.
e) Ad alta frequenza lattenuazione risulta maggiore, data la dipendenza con la , pertanto in immersione il
sommergibile deve comunicare usando la bassa frequenza.
A basse frequenze 1/2 (un forno a microonde ha 2.4 GHz i.e. 0.12 m); a frequenze maggiori
lassorbimento dipende da come e fatta la molecola dellacqua, che diventa magicamente trasparente nel visibile,
fig. 12.1.
bSoluzione: (Usando E = mc2 , questo significa che il sole perde circa 4 milioni di tonnellate al secondo). La
media del vettore di Poynting e uguale alla costante solare: hSi = K . Quindi pressione p, densita di energia
u, densita di impulso g valgono
hSi J N
hpi = chgi = hui = = 4.5 106 3 = 4.5 106 2 .
c m m
Capitolo 12. Onde e oscillazioni 95
102
se
100
aw
Absorption length of water in m
at
er
10-2
10-4
10-6
10-8
102 104 106 108 1010 1012 1014 1016 1018 1020
Frequency in Hz
Figura 12.1: Lunghezza di attenuazione della luce nellacqua in funzione della frequenza.
Il campo elettrico vale E0 = 1000V/m (usando 0 = 8.85 1012 C2 /N m2 e N m = V C). Il campo magnetico
vale B0 = E0 /c = 3.36 106 Tesla.
Il sole emetta luce gialla di frequenza 0.5 1015 Hz e quindi ha = c/ 0.6m. La luce e composta da
fotoni, ciascuno dei quali ha energia h 1019 J (la costante di Planck vale h = 6.62 1034 J/ s): quindi la
luce del sole ne contiene circa 1022 / m2 s. Dalla relazione h kB T si ricava la temperatura del sole. Nota la
temperatura TS = 5800 K ed il raggio RS = 7 108 m del sole, la potenza emessa puo venir calcolata teoricamente,
sapendo che un corpo nero a temperatura T irraggia per unita di superficie una potenza
dW 2 kB
4
8 W
= T 4 dove = 3 2 = 5.670 10
dS 60h c m2 K4
e detta costante di Stefan-Boltzmann. Quindi il sole irraggia una potenza WS = SS TS4 = 4RS2 TS4 =
4 1026 W. La terra e a distanza d 1.5 1011 m dal sole e riceve frazione /4 = R2 /4d2 = 6.8 105 = 1/14500
della potenza totale. La potenza per unita di superficie vale K = (RS /d)2 TS4 = 1366W/m2 .
E interessante proseguire calcolando la temperature dei pianeti, anche se questo non e solo un esercizio di
elettromagnetismo. Anche la terra e approssimabile come un corpo nero a temperatura TE , calcolabile sapendo
che in condizioni di equilibrio irraggia tutta lenergia p che riceve dal sole: tenendo conto che la terra e una sfera
r2 K = 4r2 TE4 da cui TE = TS (/4)1/4 = RS /2dTS 280 K, che e una buona approssimazione. E
buona perche per via di un teorema generale, emissivita e riflettivita sono uguali e quindi si cancellano. Non e
perfetta per via delleffetto serra: le zone interne dellatmosfera sono piu calde. La luna ha la stessa temperatura
media TS della terra, ma non ha atmosfera: quando il sole e a picco raggiunge Tday = 2TE 400 K, di notte
scende fino a T Tday .
in piu della terra, e quindi la sua temperatura e circa 25% piu bassa, TM 230K.
Marte e dista dal sole il 50%
Ma a mezzogiorno raggiunge 2TM 320 K e lacqua si puo scongelare.
E interessante calcolare lenergia ottenibile da pannelli solari. Come detto sopra il sole a picco produce
K = 1.366kW/m2 : tenendo conto che pannelli solari hanno efficienza 0.1, la potenza prodotta vale
W = K = 1kW/8m2 . Lenergia totale prodotta in un anno vale E = K yr/2/3 = 200kWh/m2 , dove 1/2
tiene conto che di notte non ceil sole, ed 1/3 dellinclinazione del sole hcos2 i < 1 e delle nuvole. Siccome
un kW h costa circa 0.15Euro, il risparmio prodotto e di circa 30Euro/yrm2 (se lenergia viene utilizzata). Il
costo di installazione e di circa 1000Euro/m2 , ed i pannelli solari durano circa 20 anni, nei quali producono
circa 500 Euro di energia/m2 . Quindi non sono economicamente convenienti. Per ora lo diventano solo grazie
allassistenzialismo: Prodi paga 0.49 Euro per ogni kW fotovolatico.
96 Capitolo 12. Onde e oscillazioni
1
T = 6000 K
Intensity du/d in arbitrary units
0.8
0.6
0.4 T = 4000 K
0.2
0
0 500 1000 1500 2000
Wavelength in nm
Figura 12.2: Spettro in energia du/d della radiazione di corpo nero a T = 6000 K (sole) e T = 4000 K
(lampadina ad incandescenza). La banda colorata indica la regione percepita come luce visibile. La seconda
figura (presa da J.K. Bowmaker, H.J.A. Dartnall, J. Physiol. 298 (1980) 501) mostra quanto i tre tipi di coni
ed i bastoncelli nellocchio umano reagiscono a diverse frequenze: la senzazione di colore percepita dipende da
quanto viene attivato ciascun tipo di cono.
bSoluzione: Una commissione e stata pagata per definire il lumen (lm) come
y()
lm = W
683.
dove il fattore di conversione y() dipende dalla lunghezza donda, in modo da corrispondere a quello che sa
fare locchio umano: y e una campana che di giorno ha massimo y( = 555 nm) = 1 e larghezza di circa 50 nm,
mentre di notte il massimo si sposta a = 500 nm (perche coni e bastoncelli funzionano in modo un podiverso).
Tutto cio vuole dire che efficienza del 100% corrisponde ad emettere 683 lumen per ogni Watt di potenza
impiegata. La normale lampadina ha quindi efficienza di circa 1.2%. Parte di questa inefficienza e dovuta al
fatto che la candela irraggia piu o meno come uno spettro di corpo nero a T 4000 K, per cui solo il 10%
della radiazione emessa cade nel visibile (precisamente definito secondo la funzione y). Questo e illustrato
in figura 12.2, dove si vede anche che una lampadina ad incandescenza produce, rispetto al sole, meno luce
nellultravioletto (che e biologicamente dannoso) e quindi piu nel giallo.
Un normale candela a combusione ha temperatura ancora minore ed efficienza ancora piu bassa, circa 0.05%.
Lampade ad alta efficienza energetica raggiungono il (10 30)%, ed hanno uno spettro costituito da varie
righe scelte in modo da cadere soprattutto nel visibile. La luce e prodotta dal de-eccitamento di atomi, che
vengono eccitati due volte ogni ciclo di corrente alternata, cioe 120 Hz: abbastanza veloce da non produrre un
noioso brillio.
bSoluzione: Questa stima fu fatto per la prima volta da Bruno Giordano, trovando un valore cos assurdamente
grande da non poter essere testato mediante misure di parallasse con le tecnologie dellepoca (si dovetter
attendere il 1838). Per maggior sicurezza (e per altri motivi) gli fu dato fuoco nel 1600. Una stella piu o meno e
luminosa come una lampadina da 10 W a distanza di 1km; cioe circa 109 volte meno luminosa del sole. Quindi
una stella dista da noi circa 30000 volte piu del sole, cioe circa 1 anno luce.
Capitolo 12. Onde e oscillazioni 97
bSoluzione:
1. Una capacita cilindrica (lato a, spessore h) a frequenze non troppo alte ha campo elettrico Ez (t) e la
corrente di spostamento genera un campo magnetico lungo dato da B = r2 Ez /c2 /2r = rEz /2c2 .
Lenergia contenuta in un raggio r vale
0 2
U ' (r2 h) E U = r2 h0 Ez Ez
2
Il vettore di Poynting vale
I
r
Sr = 0 c2 Ez B = 0 Ez Ez Sr = 2r hSr = U
2
in accordo con u + S = 0, che possiamo anche verificare usando S = (1/r)d(rSr )/dr.
2. Un filo resistivo di lunghezza h ha un campo elettrico costante Ez = V /h. La corrente j = E dissipa
una potenza U = h r2 jE e genera un campo magnetico B = 0 j r2 /2r. Quindi il flusso del vettore
di Poynting Sr = rjE/2 vale Sr = h r2 jE = U .
H
3. Un cavo coassiale porta corrente continua a tensione V su di una resistenza R, che congiunge le due
armature. Quindi ci passa una corrente i = V /R, che dissipa una potenza W = iV . Al suo interno
contiene un campo elettrico ed un campo magnetico dati da
V 0 i iV
Er = B = Sz = 0 c2 Er B =
r ln r2 /r1 2r 2r2 ln r2 /r1
Il flusso del vettore di Poynting vale
I Z r2
Sz = Sr 2r dr = iV = W
r1
bSoluzione: Metto la corda lungo lasse x. Unonda produce una distorsione y(x, t) rispetto al valore di
equilibrio y = 0. La legge del moto per y(x, t) e
2y 2y
ma = F : =
t2 x2
(compare y 00 perche la tensione
p non richiama una corda dritta, con y 0 costante). La tensione e la stessa
dovunque. La velocita v = /(x) = /k cambia imrovvisamente sul punto di congiunzione, che mettiamo a
x = 0. Siccome v 0 = v/n, nellanalogo elettromagnetico n sara lindice di rifrazione.
y
z x
Non serve studiare un pacchetto donda. Cerco la soluzione di onda piana: oltre allonda incidente y = a ei(kxt)
aggiungo una componente Riflessa ed una T rasmessa
i(kxt)
e + R ei(kxt) per x < 0
y=a i(k0 xt)
Te per x > 0
E intuitivamente ovvio che al punto di congiunzione fra le due corde y e y 0 sono continui. Matematicamente
segue dal fatto che lequazione donda contiene due derivate rispetto a x (e quindi rimarra vero in casi meno
intuitivi, come nelle equazioni di Maxwell o Schroedinger). Imponendo la continuita si trova
2k 2 k k0 1n
1+R=T k(1 R) = k 0 T T = 0
= R= 0
=
k+k 1+n k+k 1+n
Si ha T > 1 se n < 1: questo e sensato, e dovuto al fatto che nel passare da una corda grossa and una corda
piccola lampiezza dellonda si amplifica.
Non si puo invece amplificare lenergia trasportata dallonda. La potenza media dellonda incidente (che
corrisponde al vettore di Poyinting nellanalogo e.m.) vale WI = vu = 12 v(a)2 : infatti 14 (a)2 e la densita
di energia cinetica media, che e in media eguale allenergia potenziale. La potenza riflessa vale WR = WI R2 e
quindi quella trasmessa deve valere WT = WI WR .1 Infatti, facendo il calcolo esplicito sfruttando il fatto che
W v a2 (1/n) n2 a2 si ottiene
WT 4n
= T 2n = <1
WI (1 + n)2
bSoluzione:
1 Nella zona dove ci sono due onde, la potenza media e la somma delle potenze media delle due onde: W = W W ,
I R
senza nessun termine di interferenza. Fisicamente, questo e chiaro in quanto usare onde piane e un modo utile per descrivere
un problema nel quale si invia un pacchetto donde, che viene parzialmente trasmesso e riflesso. Per vederlo matematicamente
con onde piane, occorre notare che il termine di interferenza fa zero, se mediato sullo spazio e sul tempo, usando formule tipo
2 sin(kx t) sin(kx t) = cos(2kx) cos(2t).
Capitolo 12. Onde e oscillazioni 99
90) Per riflessione perpendicolare sul piano xy: x + iy x iy, cioe londa continua a girare nello stesso
senso; ma la polarizzazione si inverte perche si inverte la direzione dellonda. Questo e analogo ad una
palla che ruota e si muove lungo lasse z: nel rimbalzo il momento angolare si conserva.
0) Per riflessione quasi orizzontale sul piano xy: a) la direzione del moto x rimane la stessa; b) la polariz-
zazione z diventa z; c) la polarizzazione y rimane y. Quindi il senso della polarizzazione circolare si
inverte. Per capire c): per piccolo angolo lascia E= = 0. Si puoimmaginare di prendere il caso 90) e di
aumentare in modo continuo i raggi [fare figura].
45) E.g. onda in direzione x si riflette su piano a 45 cambiando la direzione in y. Polarizzazione z diventa z
e polarizzazione y diventa x
bSoluzione: In un dielettrico i campi e.m. si propagano in modo simile al vuoto, con lunica differenza che
c v = c/n dove n e detto indice di rifrazione
1 1 c2 E c
c2 = 2, =c =
0 0 0 n B n k
Le condizioni al bordo fra due dielettrici sono B 1 = B 2 e E1= = E2= , 1 E1 = 2 E2 . E facile vedere che ci
deve essere unonda riflessa: se non ci fosse in caso di incidenza normale, londa incidente e quella trasmessa
dovrebbero avere gli stessi E e B, il che e incompatibile con B = E/c (nel vuoto) e B = nE/c (nel dielettrico).
Assumo che il piano di separazione sia il piano yz a x = 0, e che londa si propaghi nel piano xy con il campo
elettrico polarizzato lungo z. Per prima cosa, le condizioni al bordo, dovendo essere vere per ogni t, implicano
che londa incidente, londa riflessa (nel mezzo 1) e quella trasmessa (nel mezzo 2) hanno la stessa frequenza.
Dovendo poi essere vere per ogni y, si ha che tutte le onde hanno lo stesso ky : ky kyi = kyR = kyT . Siccome i
moduli dei vettori k sono dati da kI = n1 /c si ha kI /kT = n1 /n2 e quindi si impara che londa trasmessa si
inclina secondo la legge di Snell:
ky ky
sin T = sin I = : n2 sin T = n1 sin I
kT kI
Per quanto riguarda le ampiezze dellonda le condizioni di raccordo sono
EI + ER = ET (da Ez o da Bx )
kx EI kx ER = kxT ET (da Ey0I + Ey0R = Ey0T o da ByI + ByR = ByT usando B = k E/)
che e identica a quanto ottenuto nellesercizio precedente su onde due corde con un capo in comune. Il rapporto
fra potenza riflessa ed incidente vale R2 . Se n2 < n1 si puo avere T > 1; tuttavia come nellesercizio precedente
si ha WT = WI WR < WI . Mettiamo n1 = 1 e n2 = n. Infatti la potenza trasmessa vale WT = vu dove u e
la densita media di energia. In un dielettrico essa vale
B2
2 2
u= E + = [E + B 2 v 2 ] = E 2
2 20 2 2
100 Capitolo 12. Onde e oscillazioni
Tenendo conto che v 1/n e che u E 2 n2 ET2 si ha (analogamente al precedente caso della corda)
WT 4n
= T 2n = < 1.
WI (1 + n)2
bSoluzione: Il conto e analogo (ma geometricamente piu pesante). Diamo solo il risultato:
tan(I T )
Rk = .
tan(I + T )
Notare che Rk = 0 se I + T = 90 cioe se il raggio riflesso e quello rifratto sono ortogonali (usando la legge
di Snell, questo capita per tan I = n2 /n1 , detto angolo di Brewster). It tal caso la luce ha solo la componente
perpendicolare al piano di riflessione, cioe e polarizzata linearmente. Lo si puo osservare guardando la luce del
sole che si riflette nel mare con un polarimetro. Lo si puo capire tenendo conto che la luce riflessa e generata a
livello microscopico dallirraggiamento, che (come discusso in seguito) e zero lungo la direzione di oscillazione
dei dipoli, determinata da E T .
Nel caso di incidenza normale (cioe cos I,R,T = 0) sia R che R= si riducono a R = (n2 n1 )/(n2 + n1 ).
bSoluzione: La pressione sulla superficie vale p = (WI + WR WT )/c. Se lenergia nellonda si conserva si ha
WI = WR + WT e la pressione si riduce a p = 2WR /c.
Consideriamo alcuni casi:
2) Superficie riflettente e.g. uno specchio. Lenergia dellonda si conserva e si ha WT = 0 (nessuna onda
trasmessa) e quindi WR = WI . Quindi p = 2WI /c.
Consideriamo pulviscolo presente nel sistema solare, approsismandolo come particelle sferiche assorbenti di
raggio a e densita . Sono soggette a due forze: lattrazione gravitazionale e la forza repulsiva dovuta alla
pressione di radiazione. Entrambe scalano come 1/r2 , per cui per vedere chi e piu forte fissiamo r = 1.5 1011 m,
2
la distanza fra il sole e la terra. Laccelerazione gravitazionale dovuta al sole vale aG = GN M/r2 = 0.0059 m/s .
Laccelerazione dovuta alla pressione di radiazione vale aW = a2 W /mc = 43 W /ac, ed e maggiore di aG se
3
a < 6 106 m per = 103 kg/m , la densita dellacqua.
bSoluzione:
1 2 E
(2 2 2
)E = 0
c t t
Per onde monocromatiche E(x, t) = E(x)eit lequazione si riduce a
2
(2 + )E = i0 E
c2
Con metodi simili si trova che il campo magnetico soddisfa alla stessa equazione, ottenuta rimpiazzando
E B, che ha solo componente By .
b) Supponiamo che il conduttore si estenda per x > 0 e che E sia polarizzato lungo z. Quindi soddisfa
lequazione (per x > 0)
2 2
( 2 + 2 )Ez = i0 Ez
x c
La soluzione e quindi Ez = ei(qxt) Ez (0) dove q soddifsa la relazione di dispersione
2
2
q1 q22 = 2 /c2
q 2 = 2 + i0 i.e.
c 2q1 q2 = 0
dove q = q1 + iq2 . q2 descrive lo smorzamento dellonda, provocato dalle correnti parassite. La soluzione
esplicita per q non e illuminante, anzi fa piuttosto schifo. Numericamente il rame ha 0 0 c2 = /0 =
6.6 1018 Hz, nel range di frequenza dei raggi X, circa tre ordini di grandezza maggiore delle frequenza della
luce visibile. Studiamo due casi limite.
Ad alte frequenze 0 q1 ha circa il valore di vuoto, q1 ' /c e leffetto della conducibilita e
descritto da un piccolo q2 ' 0 c. Quindi
Cioe londa si propaga in maniera simile a quanto fa nel vuoto, ma smorzandosi su una distanza
tipica 1/q2 . Per il rame 1/q2 = 1/0 c 0.4 1010 m.
p
A basse frequenze 0 si ha q1 ' q2 ' 0 /2 1/ e ritroviamo il caso dellesercizio di
pagina 81: londa si smorza in qualche lunghezza donda. Questo e tipicamente il caso di metalli alle
frequenza della luce visibile, che non penetra nel metallo e viene quindi riflessa (a meno di un piccolo
assorbimento).
c) Per x < 0 i campi soddisfano lequazione donda nel vuoto, con soluzione generale
EI ha il significato fisico di onda incidente, mentre EI quello di onda riflessa. Bisogna calcolare ER /EI .
Ad alte frequenze tutta londa entra (ER ' 0) e dissipa la sua energia per effetto Joule.
A basse frequenze il campo dentro il metallo e
Siccome E risolve unequazione di secondo grado in x, per raccordare le soluzioni occorre che Ez e
Ez /x siano continue a x = 0, cioe
i1
EI + ER = ET , ik(EI ER ) = iqET ' ET
102 Capitolo 12. Onde e oscillazioni
da cui
ER k 1 i ET 2k
= , =
EI k + 1 + i EI 1 + k + i
Poiche lintensita delle onde sono proporzionali ai moduli quadri dei campi, la riflettivita R e il
modulo quadro dellultima espressione:
1 + (k 1)2 + 0 20
R= = <1
1 + (k + 1)2 + 0 + 20
Nella figura questa espressione approssimativamente valida per 0 (linea tratteggiata) e con-
frontata con il risultato completo (linea continua):
1
0.8
0.6
R
0.4
0.2
0
10-4 10-3 10-2 10-1 1 10 102 103 104
/0
Per k 1 si ha R ' 1, cioe tutta lenergia viene riflessa. Infatti se la lunghezza di penetrazione e
trascurabile londa non puo dissipare energia per effetto Joule, e deve quindi tornare indietro.
d) A basse frequenze abbiamo ottenuto WR /WI = R2 . Quindi la potenza trasmessa dovrebbe valere WT =
T WI con
4k
T =1R=
1 + (k + 1)2
e questa potenza dovrebbe venir dissipata dalle correnti parassite nellinterno del metallo. Verifichiamolo.
Dentro il metallo
eix/it
2kEI
Ez (x > 0) = EI 2kex/ Re = ex/
(1 + k) cos(x/ t) + sin(x/ t)
1 + k + i 1 + (k + 1)2
avendo usato h(A cos +B sin)2 it = (A2 + B 2 )/2. Usando k 2 = (/c)(2/0 ) = 2/(0 c) = 20 c
otteniamo il risultato atteso
4k 0 cEI2
Wdiss = 2
= T WI .
1 + (k + 1) 2
bSoluzione: Un telefonino funziona a frequenze attorno a 1000 MHz, e quindi a lunghezze donda 0.3 m.
La radio funziona a frequenze attorno a 100 MHz, che corrispondono ad una lunghezza donda di circa 3 metri.
I conti successivi dovrebbero mostrare che un tunnel non e abbastanza grande per farci entrare bene unonda
cos grande. (In fisica teorica un meccanismo simile consente di rendere teorie con piccole dimensioni extra
compatibili con i dati sperimentali).
bSoluzione: Il risultato e determinato da v(x, y, z), cioe la velocita che la luce ha in ogni punto. Passare
dalle equazioni di Maxwell esatte al limite approssimato di ottica geometrica non e ovvio. Senza fare conti, si
puo intuire che la traiettoria seguita da A a B e quella che minimizza (o in generale estremizza) T , il tempo
necessario ad andare da A a B. Infatti questo significa che onde che si diffondono in traiettorie vicine hanno la
stessa fase, e quindi le loro ampiezze si sommano coerentemente. (Lo stesso ragionamento spiega in che R modo
una traiettoria classica segue dalla meccanica quantistica, cioe come si va dal path-integral di exp(i L) alle
equazioni del moto classiche). Come esempio semplice, si puo verificare che per due semipiani con velocita v1 e
v2 si riottiene la legge della rifrazione. (Esempio di Feynman con sabbia e mare).
In generale (per semplicita considero solo 2 dimensioni x e y) si ha
Z Z Z r Z
ds d dx dy
T = dt = = ( )2 + ( )2 = L dt
v v d d
dove e un parametro arbitrario: alla fine uno preferirebbe usare = t, ma nei calcoli intermedi tenere
arbitrario evita di dover imporre x2 + y 2 + z 2 = v 2 (x, y, z) come vincolo addizionale nel calcolare lequazione
del moto che segue dal principio variazionale
Z
T L L
= dt( )
x x x x0
Dopo vari conti non ovvi che spero di aver fatto giusti, si ottengono le equazioni del moto:
x02 + y 02 v v 1 v 2
x00 = , cioe, scegliendo ora = t, x = v =
v x x 2 x
e simili per y e z. Notare che a posteriori queste equazioni sembrano ovvie: soddisfano la auto-consistenza
x2 + y 2 + z 2 = v 2 (x, y, z). Formalmente, sono uguali alle equazioni di Newton per il moto in un potenziale
V = v 2 di una particella con massa m = 2. Che ci sia una costante dellenergia segue dal teorema di Noether:
il sistema e invariante per traslazioni temporali.
Esempi:
Con una v(z) maggiore vicino subito sopra la strada si spiegano i miraggi: la luce preferisce scendere
dove v e maggiore. Si trova x = y = cte. Nel caso matematicamente semplice v 2 z si trova un moto
parabolico analogo a quello gravitazionale (ma a testa in giu).
Un sistema cilindrico con r = (1 a/r)2 ed z = (b/(b a))2 fra a < r < b fornisce il miraggio
dellinvisibilita: qualunque cosa sia messa a r < a diventa invisibile. [da fare]
104 Capitolo 12. Onde e oscillazioni
bSoluzione: Come un cavo coassiale senza filo centrale, in modo da evitare elettroni che irraggiano. Usare
un tubo grosso vuoto conviene quando si devono trasportare grosse potenze. Le condizioni al bordo su di un
conduttore perfetto sono Ek = 0 e B = 0. Provo la soluzione
n
Ey = E0 sin kx x ei(kz zt) kx =
a
Soddisfa a E = y Ey = 0. Metto n = 1. Per ottenere unonda trasversa rispettando B = 0 aggiungo
bSoluzione:
Energia immagazzinata
Q 0
Potenza dissipata
cioe u(t) e0 t/Q e E(t) ei0 t) t/2Q e quindi lo spettro di energia e
1
|E()2 |
( 0 )2 + (0 /2Q)2
p
La stima e Q V /S 1000 dove = 20 c2 / e la lunghezza di pelle.
cioe conta solo la dimensione dellombra, e non la forma delloggetto. Se invece di essere perfettamente assorbente
fosse perfettamente riflettente la componente radiale della forza diventerebbe 1 2 maggiore a seconda della
sua forma. Avevamo visto che hui = (d2 /r2 )4.5 106 N/ m2 , dove d e la distanza della terra dal sole.
Alla stessa distanza la forza di gravita produce unaccelerazione a = GM/d2 = 0.006m/s2 e quindi una forza
Fgrav = ma = 43 R3 a. Si ha Fgrav < Frad per R < 3hui/4a = 0.57 103 kg/ m2 . Quindi, per = 1000kg/ m3 ,
si ha R0 = 5.7 107 m.
Linviluppo delle due onde produce unonda lunga che si muove con velocita vg = /k ' d/dk. Definendo
vf = /k c/n(k) si ha vg = c/(n + dn/d).
Il seguente programma Mathematica produce una animazione che permette di visualizzare la cosa:
y[x_,t_]:=Cos[0.05(x-t)]Sin[x-3t];dx=0.2;Table[Show[Graphics[Table[{Hue[(x-t)/(20Pi)],
Line[{{x,y[x,t]},{x+dx,y[x+dx,t]}}]},{x,0,200,dx}]],AspectRatio->0.2], {t,0,20Pi,0.4}];
bSoluzione: Fra la pulsar e la terra la presenza di elettroni liberi rende il mezzo dispersivo. Riassumo la
derivazione della frequenza di plasma. Unelettrone libero si muove secondo me x = qe E generando un dipolo
p = qe x = E con = qe2 /me 2 . La densita di polarizzazione del mezzo e quindi P = Ne p, per cui
s
P Ne e2 p Ne qe2
n2 =1+ =1 = 1 ( )2 dove p = = 104 Hz
0 0 E 0 m 2 0 me
e detta frequenza di plasma in quanto e anche la frequenza delle oscillazioni meccaniche del plasma.
Mostriamo adesso che frequenze basse viaggiano piu lente, arrivando con un ritardo t = D/vg1 D/vg2
(dove vg e la velocita di gruppo la velocita di fase ha il comportamento opposto). Ricordando che n c/vf =
ck/ i.e. k = n/c
1 dk 1 d(n) 1 dn 1 p2
= = = (n + ) ' (1 + )
vg d c d c d c 2 2
2c t
D= 5000 ly
p2 /12 p2 /22
bSoluzione: Motivazioni: Linteresse consiste in 1) dare una descrizione precisa della polarizzazione. Questo si
potrebbe fare anche a mano, ma analogamente alle Hamiltoniane, i parametri di Stokes permettono di vedere
un formalismo simile a quello della meccanica quantistica in un caso dove il significato fisico e piu intuitivo.
Lanalogia con la meccanica quantistica nasce perchee tanti fotoni identici si sovrappongono dando unonda
e.m. che riflette le proprieta del fotone. 3) applicazioni alla CMB (e a generici problemi di diffusione di luce da
sorgenti incoerenti).
k
B= E, E = Re E 0 ei(tkz) = E0 Re eei(tkz)
dove il nome elicita , usato in fisica delle particelle, indica che londa porta un momento angolare parallelo
(anti-parallelo) a k. Il caso generale puo essere scritto in termini di 2 parametri e come
cos cos cos t
e= E(z = 0) = E0
sin ei sin cos(t )
Come mostrato in figura, il vettore E descrive ellissi contenute nel rettangolo di lati cos e sin . Per = 0
lellisse si riduce alla diagonale del rettangolo, inclinata di . Per 1 lellisse inizia ad apririsi. Per = /2
si ha unellisse orizzontale: quindi lasse dellellisse e in generale inclinato di un qualche angolo che dipende
da . Per = lellisse si riduce alla diagonale opposta del rettangolo. Avrebbe interesse calcolare e gli assi
Capitolo 12. Onde e oscillazioni 107
dellellisse, che sono quantita misurabili con un polarimetro, ma il calcolo diretto puo essere noioso.
0.4
0.2
-0.2
-0.4
-0.75 -0.5 -0.25 0 0.25 0.5 0.75
Notare che abbiamo usato la base ex , ey . Le onde circolari forniscono unaltra base frequentemente usata:
Ex iEy
E 0 = Ex ex + Ey ey = E+ e+ + E e , E =
2
Questa equazione esprime un fatto non ovvio: la stessa onda puo essere vista come sovrapposizione di polariz-
zazioni lineari, o di polarizzazioni circolari.
In questa nuova base possiamo introdurre due altri parametri
E+ cos
= E0
E sin ei
Si puo verificare che lorientazione dellellisse e equale ad (che quindi e il parametro che era interessante
calcolare) e che il rapporto tra gli assi dellellisse e tan( + /4).
Notare che non e possibile fare unonda non polarizzata. E.g. sovrapponendo polarizzazioni ex ed ey si
ottiene un onda completamente polarizzata a 45 ; sovrapponendo polarizzazioni e+ ed e si ottiene unonda
completamente polarizzata lungo x. Le equazioni di Maxwell predicono che unonda piana monocromatica e
polarizzata.
Tuttavia le onde che vediamo ogni giorno sono tipicamente non polarizzate. Questo e possibile perche
queste onde non sono monocromatiche. Lintensita totale di due onde E 1 di frequenza 1 e E 2 di frequenza E 2
sovrapposte e
|E tot |2 = |E 1 + E 2 |2 = |E 1 |2 + |E 2 |2 + 2Re E 1 E 2 cos[(2 1 )t] (12.1)
Siccome 1016 Hz, mediando su un periodo di tempo umano t sec lultimo termine si media a zero con
grande precisione.
E utile descrivere la polarizzazione tramite un formalismo che tenga conto di questa proprieta. Per una data
onda E descritta da una polarizzazione e definiamo
ex ex ey ex
cos2 sin cos ei
= =
ex ey ey ey sin cos ei sin2
dove abbiamo dato il suo valore esplicito in termini dei parametri (, ) utilizzati nella base della polarizzazione
lineare. E.g. onde polarizzate lungo x e con polarizzazione circolare + sono rispettivamente descritte da
1 0 1 1 i
= , =
0 0 2 i 0
Notare che in tutti i casi la matrice che descrive unonda completamente polarizzata (o uno stato puro in
meccanica quantistica) e un proiettore, cioe 2 = . La componente 11 puo essere misurata facendo passare
londa per un polarimetro orientato lungo x e misurando la sua intensita. Analogamente per la componente
22 . Re 12 puo essere misurato tramite un polarimetro inclinato (e.g. a 45 ). Im 12 descrive la fase relativa
fra le polarizzazioni x ed y, e puo essere misurato facendo passare londa per un dielettrico anisotropo (e.g. una
lamina a quarto donda), che introduce uno sfasamento relativo fra le componenti x ed y. Quindi una matrice
2 = con Tr = 1 da una descrizione completa e non ridondante di unonda completamente polarizzata,
equivalente alla descrizione piu semplice data dal vettore e.
108 Capitolo 12. Onde e oscillazioni
Lutilita di utilizzare consiste nel fatto che essa consente facilmente di combinare onde con fasi relative
incoerenti: leq. (12.1) equivale a
Ad esempio la sovrapposizione incoerente di due onde di eguale intensita I1 = I2 polarizzate lungo x e lungo y
fornisce
1 1 0
tot =
2 0 1
che descrive unonda non polarizzata. Da un punto di vista matematico, questo lo si vede dal fatto che la matrice
identita e invariante sotto rotazioni, cioe non ha nessuna direzione privilegiata.
Quindi una matrice con Tr = 1 fornisce una descrizione di unonda generica. In meccanica quantistica
viene chiamata matrice densita. In elettromagnetismo la notazione usata e
1 I + Q U + iV
I =
2 U iV I Q
dove I, Q, U, V sono detti parametri di Stokes. I ha il significato fisico di intensita totale, Q di intensita in
polarizzazione lungo x; U di intensita polarizzata linearmente a 45 , V di intensita in polarizzazione circolare.
Questo lo si vede calcolando i parametri di Stokes nel caso specifico di unonda completamente polarizzata:
[CHECK FATTORI 2]
I = Ex2 + Ey2 = E+ 2
+ E 2
2 2
Q = E x Ey = 2E+ E cos
U = 2Ex Ey cos = 2E+ E sin
2 2
V = 2Ex Ey sin = E+ E
Calcolo della CMB... Q = (Ix Iy )/(Ix + Iy ) porta inormazioni sulle anisotropie in direzione.
Capitolo 13
Diffrazione
bSoluzione: La differenza di fase fra due raggi con angolo ' vale = kd sin , dove d sin e la differenza di
cammino ottico. Quindi lampiezza dellonda e
kd sin dy
E 1 + ei , I |E|2 cos2 = cos2 = cos2
2 2 D
avendo usato k = 2/ ed y ' D for 1. Siccome cos2 (n) = 1 i massimi si hanno a yn = nD/d.
Inserendo i valori numerici si trova = (d/D)(y10 /10) = 107 m = 1000 nm, circa nel visibile.
Inserendo il materiale, la differenza di fase diventa ' kd + 2s(n 1)/ e quindi
dy
I cos2 + s(n 1)
D
Quindi le frange si spostano di y = Ds(n 1)/d. Inserendo i valori numerici si trova n = 1 + y d/sD = 1.1.
bSoluzione:
109
110 Capitolo 13. Diffrazione
y y y
d D d D d D
a) La lunghezza donda del segnale ricevuto e = c/ = 250 m mentre la distanza tra due massimi (o minimi)
del segnale e a = 2vt = 2160 m.
Le onde emesse da due sorgenti a distanza d ricevute ad angolo sono in fase se n = d sin = da/D. Quindi
la distanza tra due massimi consecutivi vale a = D/d (formula di Young) da cui d = D/a = 11.6 km.
b) Facciamo un esempio.
Due onde di intensita W1 = 9 e W1 = 4 interferiscono dando Wmax = | W1 + W2 |2 =
25 e Wmin = | W1 W2 |2 = 1. La media di 25 e 1 e Wmean = 13 = W1 + W2 .
Sia E0 il valore del campo elettrico corrispondente alla soglia del rumore; se E1 e E2 sono le ampiezze dei
campi elettrici emessi dalle due stazioni, le condizioni sui massimi e minimi di intensita sono
E1 + E2 = 8E0 , E1 E2 = kE0
Lintensita media dellonda ricevuta puo essere messa in relazione con la potenza della stazione emittente e
con il campo elettrico allantenna.
W 1
I= = c0 E 2 , W = (2c0 ) D2 E 2 = (1/60)D2 E 2
4D2 2
Ne segue che la potenza delle due stazioni vale
bSoluzione:
Z d/2
sin(kd sin /2)
E dy eiky sin = 2 , I |E|2
d/2 k sin
Per un buco circolare, vengono funzioni di Bessel. Questa formula descrive e.g. la radiazione emessa da una
radio antenna parabolica.
Capitolo 13. Diffrazione 111
bSoluzione:
N 1
1 X Ikd(n/N ) sin 1 cN 1
E e = , c = eikd/N sin
N n=0 N c1
Che significa questa formula? Il numeratore descrive linee di spessore /d separate da /d. Il denominatore dice
che di queste linee solo una ogni N ha intensita grande: si hanno quindi linee intense di spessore /d separate
da N /d. Due lunghezze donda vengono risolte se / > 1/mN dove m = {1, 2, 3, . . .} e la riga di diffrazione
che guardo. Quindi per vedere le righe del sodio discusse nellesercizio seguente serve mN > 1000.
Per N rimane solo la linea centrale: la somma diventa un integrale e si ritrova la formula di Fraunhofer.
Esercizio 185: CD
Mandare la luce laser di un pointer usato per seminari ( = 0.680 m) a riflettersi su di un CD. Capire dal
risultato come funziona un CD.
bSoluzione: Un CD contiene tracce di passo d. Mandando la luce perpendicolarmente alle tracce si osservano
riflessioni multiple separate da circa 25 . Quindi d sin = , da cui d 1.6 m, comparabile alla lunghezza
donda della luce visibile. Le singole macchie sono distanti N 1023 volte la dimensione di una singola
macchia; che piu o meno corrisponde al numero di tracce illuminate (la dimensione del fascio e circa 1 mm).
Mandando la luce parallelamente alle tracce si osserva una struttura piu complicata di macchie un po piu
vicine (da verificare cosa cambia se il CD e gia scritto o no) che corrispondono alle buche usate per scrivere
nelle singole tracce.
Nellarea di un CD (S = r2 con r 5 cm) ci sono quindi N = S/d2 3 109 buche, che piu o meno
corrisponde alla capacita di un CD: 700 Mbyte = 5.6 109 bit.
bSoluzione: In un interferometro di Michelson unonda viene divisa in due parti eguali che seguono percorsi
con differenze di cammino ottico d prima di venir recombinate, ottenendo, per unonda monocromatica
1 + cos
E = Ein (1 + ei ), I = Iin , = kd.
2
in figura
1
0.8
Intensit
0.6
0.4
0.2
0
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1
Differenza in cammino ottico in mm
questo produce oscillazioni con periodo d = (troppo veloci per essere facilemente misurate; ma la lunghezza
donda e misurabile in altri modi) e battimenti con periodo macroscopico d = 2 / 0.59 mm. Lampiezza
delle oscillazioni grosse non varia fra 0 ed 1 ma fra I1 I2 e I1 + I2 , cioe di un fattore 3 nel caso usato come
esempio: questo consente di misurare I1 /I2 .
bSoluzione: 100 e passa anni fa i fisici erano stati sviati dallanalogia fra le onde sonore e quelle elettroma-
gnetiche: sulla luna non ceatmosfera che trasmette suoni, e quindi si pensava che esistesse un mezzo chiamato
etere luminifero che trasmettesse onde elettromagnetiche. Questo etere avrebbe dovuto essere un postrano:
duro da comprimere (perche le onde e.m. hanno velocita c ben piu grande di quella del suono), ma abbastanza
leggero e penetrabile da non rallentare il moto dei pianeti.
Pensando che c fosse la velocita della luce rispetto alletere, e siccome e ragionevole supporre che la terra si
muova rispetto alletere con v 30 km/s (a meno di essere geocentristi), Michelson-Morley provarono a rivelare
il vento di etere. Il tempo necessario a fare il viaggio in direzione parallela e perpendicolare al vento di etere e
d d 2d v2 d
t= = + , t = , t = t 0.3 1016 s
c+v cv c v2
2 c2 c
dove d m. Questo tempo e comparabile al periodo della luce visibile, sicche ci si attendeva uno spostamento
di qualche frangia, mano a mano che lesperimento viene ruotato, o la terra gira attorno a sestessa, o attorno
al sole. Avendo trovato uno spostamento di meno di 0.02 frange, Michelson Morley dedussero che v e tre
volte minore della velocita orbitale della terra. Supponendo che letere potesse essere trascinato dalla terra,
lesperimento fu ripetuto in alta montagna, senza trovare ancora nessun effetto. Oggi i laser hanno consentono
di non vedere spostamenti di 1013 frange, implicando v < m/s.
Il risultato fu allora spiegato tramite la contrazione di Lorentz: se la materia e tenuta assieme in qualche
modo complicato da forze elettromagnetiche, la sua dimensione dipende dalla velocita relativa alletere in modo
da non dare nessun effetto. Nella reinterpretazione relativistica sia il risultato nullo di Michelson-Morley che la
contrazione di Lorentz diventano ovvi.
p Dxd
Quindi L(x) = D2 + (d x)2 ' D dx/L. Imponendo L = x d/D > si trova x < L/d. La
luce visibile ha = (400 700) nm, quindi x 10 m. Telescopi piu vicini o piu grossi possono fare di meglio:
e.g. un satillite israeliano guardera sullIran da 600 km di altezza con risoluzione di 0.7 m. Quindi non puo
leggere un numero di targa.
Altre domande di tipo simile:
Fino a che distanza i fari di un automobile sono visti separati? I fari distano d 1m, un occhio ha
d 3 mm, quindi D <
x d/ 5 km.
Stimare da che altezza un aquila riesce a vedere un coniglio. d 0.2 m, quindi D <
km.
In che modo la fisica fondamentale decide quanto grandi devono essere gli occhi? Il sole emette luce con
106 m, ed un buon occhio deve avere dimensione qualche ordine di grandezza maggiore.
Come vede un pipistrello usando onde sonore? Un occhio umano ha risoluzione angolare x/D
/d 0.6 103 che corrisponde a qualche Mpixel.
Un pipistrello urla a frequenze di circa 50 kHz (per fortuna non udibili dallorecchio umano) a cui corri-
sponde = v/ 6 mm dove v 300 m/s e la velocita del suono. Usando d 6 cm si ha /d 0.1,
che corrisponde a qualche centinaio di pixel: fa un popena.
bSoluzione: Nellesercizio precedente abbiamo studiato la dimensione minima di un oggetto visibile da lontano.
Andando il piu vicino possibile, rimane comunque impossibile vedere oggetti piu piccoli della lunghezza donda
utilizzata. La lunghezza donda corrispondente alle frequenze della luce visibile e 0.5 m.
Per vedere oggetti piu piccoli si possono utilizzare frequenze maggiori (ultravioletto, etc.) Oppure mettere
loggetto da vedere in acqua o in altro mezzo con indice di rifrazione n > 1: la luce rallenta v = c/n e quindi, a
frequenza fissata, diminuisce il passo = vuoto /n, permettendo di vedere oggetti piu piccoli.
Capitolo 14
Irraggiamento
114
Capitolo 14. Irraggiamento 115
Polarizzazione Una carica in moto circolare corrisponde ad un dipolo elettrico rotante p (1, i, 0)ei . I
campi di dipolo elettrico in zona di radiazione (r c) sono dati da
1 prit n
B= ; E = cB n
40 rc3
Quindi B (x + iy) n: se si osserva lungo lasse z, essendo (x + iy) z = i(x + iy) la polarizzazione e
circolare. Se invece n = x la polarizzazione e lineare. Infatti guardando dallaltro si vede una carica che gira,
guardando di taglio una carica che oscilla.
bSoluzione:
me r 2 e2 e2
E=2 ( ) =
2 2 40 r 80 r
Si ha Wirr T /E 3 dove v/c 1/137.
d) Latomo spiraleggia con r(t) dato da
e2 e2 e2 16 re2 e2
2
r = E = W = ( )2 r = c re = 2.8 1013 cm
80 r 60 c 20 me r2
3 3 r2 40 me c2
cioe
d(r3 ) r03
= 16re2 c : r3 (t) = r03 16re2 ct = 0 per t = .
dt 16re2 c
Confrontando con il valore sperimentale medio (per motivi quantistici il tempo di decadimento media
fluttua attorno ad un valore medio) si trova r0 = (16re2 c )1/3 = 1.3 1010 m, cioe circa un Angstrom. Il
risultato classico e quasi corretto in quanto i dettagli del botto finale fra e ed e+ non contano: la maggior
parte del tempo viene spesa nella discesa, inizialmente lenta.
bSoluzione: Secondo la formula generale E e polarizzato linearmente nel piano (n, a) ed ortogonale ad n, e
B gira attorno ad a. Laccelerazione e a = F/mp = Zqe2 /40 r2 . Quindi, applicando la formula generale
dW qe2 a2 2 e2 A qe6 Z 2
= sin2 , W = a2 = 4 A=
d 16 2 0 c2 3 40 c3 r 96m2p (c0 )3
Lenergia irraggiata vale
8 mp v05
Z Z
W Eirr v0
Eirr = W dt = 2 dr = ( )3
rmin v(r) 45 c3 Z K0 c
dove K0 mv02 /2e lenergia cinetica iniziale. Alla fine viene Z al denominatore in quanto se Z 1 il protone
rimane lontano dal nucleo.
Lintegrale sopra richiede un passaggio non banale, che ora descriviamo. Usando la conservazione approssi-
mata dellenergia si ha s r
2 2Zq 2 B B
v(r) = v0 = v02 , rmin = 2 .
40 mp r r v0
Lintegrale vale
v05 16 v05
Z Z
dr dx
= =
B3 15 B 3
p p
B/v02 r4 v02 B/r 1 x4 1 1/x
avendo usato la variabile di integrazione adimensionale x = r/rmin . Il fattore numerico 16/15 e calcolabile
usando y = 1 1/x come variabile di integrazione. La cosa importante e che, a parte il fattore numerico 16/15,
il risultato segue in modo semplice dal fatto che lintegrale e dominato da r >
rmin , e quindi Eirr W rmin /v0
3
A/rmin v0 Av05 /B 3 .
bSoluzione: Nellesercizio precedente il nucleo era molto piu pesante del protone e quindi rimaneva circa fermo.
A prima vista avere due particelle di massa uguale cambia solo qualche fattore di O(1) in quanto irraggiano
entrambe. Sbagliato. Ce una differenza qualitativa importante. Il dipolo elettrico totale dei due protoni e
proporzionale al loro impulso
e
p = er 1 + er 2 = P
mp
e quindi e costante. In approssimazione di dipolo non ce irraggiamento.
Per calcolare lenergia irraggiata bisogna andare oltre lapprossimazione di dipolo. Entrambi i protoni
accelerano, ma ce uninterferenza distruttiva fra i loro contributi. Siccome sono messi in posizioni diverse hanno
diversi tempi ritardati e la cancellazione non e totale. Chiamando la distanza ed ignorando dettagli geometrici
si ha p(t + /c) p(t) ' p/c, cioe compare una ulteriore derivata ed una ulteriore c al denominatore. Tenendo
conto con precisione anche dei dettagli geometrici la quantita che consente di approssimare lirraggiamento e il
quadrupolo Qij = q[3xi xj r2 ij ]:
P
1 2 p2
2
Q
W = + +
40 3 c3 60c5
per cui alla fine Eirr /K0 (v0 /c)5 invece che (v0 /c)3 .
bSoluzione: Gli esercizi precedenti invitano ad una digressione sullirraggiamento di onde gravitazionali, dove
si ha un fenomeno analogo allirraggiamento con 1/0 G e q m:
q 2 a2 P 2 2
Q
Wirr (e.m.) Wirr (gravitazionale) G 3 + 5 +
0 c3 c c
Capitolo 14. Irraggiamento 117
Nel caso gravitazionale lirraggiamento da dipolo e sempre zero in quanto il momento e costante. (In linguaggio
profondo ma per ora incomprensibile il gravitone ha spin 2, mentre il fotone ha spin 1). Lirraggiamento da
quadrupolo puo essere stimato come
2
Wint c5
Wirr dove W0 = = 3.62 1052 Watt
W0 G
e quindi Wint Q ha le dimensioni di potenza ed il significato fisico di potenza interna (non sferica) del
sistema. Per due corpi tenuti che ruotano luno attorno allaltro con velocita v per via della gravita, per motivi
dimensionali si ha Wint v 5 /G, e quindi Wirr W0 (v/c)10 . Ad esempio due corpi di masse M in orbita a
distanza R luno dallaltro sentono una forza F GM 2 /R2 ed hanno velocita data da M v 2 /R F : quindi,
eliminando M v 2 R/G si ottiene Wint F v v 5 /G = W0 (v/c)5 < W0 in quanto v < c (quando si raggiunge
v c il sistema collassa in un buco nero). La costante universale W0 ha quindi il significato fisico di massima
potenza possibile.
Nel caso del sistema Terra/Sole, bisogna tenere conto che hanno masse diverse: = MT /MS 106 .
Questo produce Wint = W0 (v/c)5 . Essendo v/c 104 la potenza irraggiata in onde gravitazionali e Wirr
2 (v/c)10 W0 Watt: meno di una lampadina. A differenza dellanalogo elettromagnetico nellatomo di idrogeno
non e un fenomeno preoccupante. Per irraggiare gravitazionalmente la sua energia MT v 2 1033 J la terra
impiega 1030 s, un tempo 1013 volte maggiore delleta delluniverso.
bSoluzione: Unonda elettromagnetica da accelerazione a = qe E/m ad un elettrone libero, che quindi irraggia
con potenza W . Un modo standard per dire quanta parte dellenergia incidente S viene irraggiata e dare unarea
che dice quando e grande lelettrone rispetto a questa interazione: la luce che finisce dentro questa area
viene presa dallelettrone e ri-irraggiata. In fisica delle particelle, viene chiamata sezione durto del processo
e e. Vale
W 40 c(2/3)(e2 /mc2 )2 hE 2 i 8 2
= = r = 0.665 1028 m2
S 0 c2 hEBi 3 e
dove re = e2 /mc2 = qe2 /40 me c62 = 2.82 1013 cm e il raggio classico dellelettrone. Questa formula vale solo
2
se si puo trascurare il rinculo dellelettrone, cioe per fotoni di energie E <
me c , quindi fino a raggi . I protoni
hanno massa molto maggiore degli elettroni, e quindi il loro irraggiamento e trascurabile.
Applicazione alluniverso primordiale. Oggi la densita media di elettroni e n0e = 0.25/m3 : uno ogni 4 metri
cubi. Quindi il cammino libero medio di un fotone e quindi 1/n0e = 6 1028 m ed il tempo di interazione medio e
1/n0e c = 2 1020 sec = 6 1012 yr. Siccome leta delluniverso e oggi T0 = 1010 yr, la luce si propaga praticamente
libera. Luniverso e oggi trasparente.
In passato luniverso aveva raggio piu piccolo: R < R0 , e quindi la densita
p di elettroni era piu alta di un
fattore (R0 /R)3 , e luniverso si espandeva piu velocemente: H R/R = 8G/3 con 1/R3 .1 Quindi,
confrontando il rate di collisioni con il rate di espansione si trova ne c/H (R0 /R)3/2 : luniverso non era
trasparente alla luce quando aveva un raggio R circa 50 volte piu piccolo di oggi. Un calcolo preciso tiene
1 Calcoliamo la rate H(t) di espansione delluniverso in funzione della densit rho(t) di energia. Studiamo come una densita
omogenea (t) di materia non-relativistica si evolve secondo la gravita. Una particella a distanza R da noi sente laccelerazione di
Newton
GM (R) 4G(t)
R = = R (14.1)
R2 3
dove M (R) la massa totale allinterno di una sfera del raggio R e G la costante di Newton. Moltiplicando entrambi i lati di eq.
eqddotR per R ed integrando, tenendo conto che (t) 1/R3 (t) si ottiene lusuale costante del moto: lenergia totale, qui chiamata
k
d 1 2 4 R2 8G k
h i
R GR2 = 0 so that H2 2 = 2. (14.2)
dt 2 3 R 3 R
Il caso speciale k = 0 e ottenuto quando la densita e uguale alla densita critica = cr 3H 2 /8G. k = 0 e speciale perche
significa zero energia totale (lenergia potenziale gravitazionale negativa compensa lenergia positiva della materia): un universo
con densita critica che si espande diventando grande gratis avrebbe potuto venir teoricamente anticipato fin dal 1687. Oggi i
preguidizi su di un universo statico sono stati abbandonati, e teorie piu avanzate confermano la discussione sopra dandole basi
solide: in relativita generale leq. (14.2) vale per qualunque forma di energia (particelle relativistiche, costante cosmologica,...) e la
costante k ha il significato fisico di curvatura delluniverso. Un meccanismo chiamato inflazione genera un universo quasi omogeneo
con k trascurabile.
118 Capitolo 14. Irraggiamento
conto che solo parte degli elettroni sono elettroni liberi (gli altri formano atomi di idrogeno, elio,. . . ) e dice
che la la luce si e disaccoppiata della materia quando luniverso era 1000 volte piu piccolo, ed aveva un eta di
300000 anni. Per cui osservando la radiazione cosmica di fondo oggi, vediamo una foto di quando luniverso
aveva 300000 anni. Quello che si vedono sono piccole fluttuazioni primordiali (T /T 105 , probabilmente
prodotte da fluttuazioni quantistiche amplificiati dallinflazione), che amplificandosi per via della gravita sono
diventate le galassie etc che esistono oggi.
bSoluzione:
a) La potenza irraggiata e proporzionale ad a2 = (F/m)2 ; protoni ed elettroni sentono la stessa forza F = qE,
ma i protoni hanno massa mp me .
c) Se n = x losservatore riceve luce polarizzata lungo y: losservatore vede lelettrone oscillare lungo lasse
y, e questo, secondo le formule che descrivono lirraggiamento, produce radiazione polarizzata lungo y.
Similmente se n = y losservatore riceve luce polarizzata lungo x. Se n = z non si ha irraggiamento lungo
z.
c) Non esistendo nessuna direzione privilegiata, non si ha polarizzazione.
d) Le onde di intensita Ix producono lungo z una radiazione irraggiata di intensita Iz (Ix ) Ix e polarizzazione
lungo y. Similmente le onde di intensita Iy producono lungo z una radiazione irraggiata di intensita
Iz (Iy ) Iy e polarizzazione lungo x. Se Ix = Iy la polarizzazione totale si media a zero, come nel caso
isotropo (e non da una polarizzazione media a 45 gradi!). Quindi il grado di polarizzazione e |Ix Iy |/(Ix +
Iy ): massimo nei casi limite Iy Ix o Ix Iy .
a) Calcolare in che modo la potenza irraggiata dipende da L. Per quale valore di L la nube e trasparente?
Capitolo 14. Irraggiamento 119
b) In quale direzione si osserva luce irraggiata polarizzata linearmente, qualunque sia la polarizzazione della
luce incidente?
Si assuma ora che la coerenza fra la luce irraggiata dai singoli elettroni sia mediata a zero dalle interazioni fra
gli elettroni.
c) Calcolare nuovamente la potenza irraggiata in funzione di L, assumendo che L sia abbastanza piccolo da
poter trascurare la riduzione di intensita dellonda incidente.
d) Calcolare la lunghezza di penetrazione della luce nella nube.
Si assuma ora invece che p , in modo che gli effetti collettivi diventino rilevanti.
e) Rispondere nuovamente alla domanda d).
bSoluzione:
a) Ogni elettrone si muove secondo me r = eE e quindi ha un dipolo p = e2 E/me . Il dipolo totale P della
nube vale
Z L
e2 e2
Z
2 kL kL
P = dV ne p = L2 ne E0 sin(kr t) = Ne E0 sin( ) sin( t)
me 0 m e kL 2 2
2
dove Ne = L3 ne e il numero totale di elettroni. la potenza irraggiata media vale Wirr = 2hP i/3c3 40 : vale
zero quando kL/2 = cioe L = , ed e propozionale a L2 per L.
b) Un osservatore che guarda la nube ortogonalmente alla direzione di incidenza della luce vede elettroni che
oscillano lungo una linea, e quindi riceve luce polarizzata. La cosa e verificabile in pratica utilizzando un
polarimetro.
c) Bisogna ora sommare incoerentemente i contributi dei singoli elettroni:
e4 E02 SLne
Wirr = Ne Wun elettrone =
120 m2e c3
dove S = L2 e lo spessore trasverso della nube.
d) La nube diventa opaca quando Wirr Winc , cioe quando tutta la potenza incidente Winc /L2 = huic = 0 E02 /2
viene re-irraggiata. Piu precisamente si ha dWinc /dx = dWirr /dx = Winc /L , cioe lintensita della luce
incidente diminuisce esponenzialmente mano a mano che attraversa la nube: WI (x) = WI0 ex/L . L
puo anche essere calcolato come L = 1/ne utilizzando il concetto di sezione durto, e ricordando che
= (e e) = 8re2 /3 = 0.665 1028 m2 dove re = e2 /me c2 e il raggio classico dellelettrone.
e) Ricordiamo le formule standard n2 = 1 (p /)2 con p2 = Ne q 2 /0 me . Usando k = n/c si ha, per
0
p , eikx = ex/L con L0 = c/p . A basse frequenze leffetto collettivo da L0 1/ Ne re , ed e
quindi dominante rispetto alleffetto non-collettivo che da L 1/Ne re2 . Leffetto collettivo non comporta
trasferimenti di energia: una nube non assorbe la luce del sole riscaldandosi ma la riflette.
bSoluzione: Il condensatore schematizza una antenna, evitando dettagli geometrici. Per calcolare lirraggia-
mento lo si approssima come un dipolo p = `q, p = `I, p = i`I e quindi
hp2 i I02 (k`)2
hW i = = Rrad Rrad = (k`)2 20 ohm
60 c3 2 60 c
avendo usato /c = k. Lantenna dissipa energia: come suggerito dalla notazione Rrad dal punto di vista di chi
la paga (tipicamente un generatore di corrente) lantenna si comporta quindi come una resistenza.
La combinazione adimensionale k` e circa il numero di lunghezze donda contenute in `. Lapprossimazione
di dipolo e valida se ` , dove ` e la dimensione dellantenna e la lunghezza dellonda irraggiata. Segnali
TV hanno (10 100) m.
120 Capitolo 14. Irraggiamento
bSoluzione: Il tubo vuole schematizzare unantenna: per calcolare lenergia irraggiata lo si approssima con
un dipolo elettrico. Applichiamo la formula di Larmor approssimando il sistema come un dipolo p(t) =
R `/2
`/2
(z)z dz dove (z) e la distribuzione lineare di carica, che va calcolata. La conservazione della corrente
fornisce
0 z < `/2
2I0 eit
I
1 `/2 < z < 0
= = (z) , (z) =
z ` 1
0 < z < `/2
0 z > `/2
it
Re = /i. RQuindi p = I0 `e
R /2i. Per una generica corrente I(z) che vale zero al bordo si ottiene p =
z dz = dz z dI/dz = dz I, avendo integrato per parti.
bSoluzione: Il campo elettrico irraggiato e la somma dei campi elettrici irraggiati dai singoli dipoli, e, pren-
dendo solo la componente di radiazione dei campi (cioe quella che va a zero come E 1/r e non piu veloce)
lunico punto in cui bisogna tenere conto della differente geometria fra le due sorgenti (una e poco piu vicina
dellaltra, sono viste secondo angoli lievemente diversi, etc.) e la loro differenza di fase :
2
E = E 1 + E2 = E 1 (1 + ei ) =+ sin
2
Quindi
dW dW1 1 2p2
= |1 + ei |2 = sin2 4 cos2
d d 40 3c3 2
Il grafico standard consente di visualizzare la potenza emessa in funzione della direzione:
Una antenna D = 0 D = /2 D =
Nel caso = 0 (dipoli in fase) si ottiene un quadrifoglio perche si ha interferenza distruttiva lungo lorizzontale.
Nel caso = la controfase tende a compensare la differenza di distanza, e quindi lemissione e qualitativamente
simile a quella di un solo dipolo. Nel caso = /2 lemissione non e simmetrica: viene emesso anche un momento
dpz 1 dU
Fz = = a
dt c dt
Anche ignorando il fattore numerico adimensionale a 1, si puo facilmente stimare che si tratta di un effetto
piccolo: se W 105 W la forza vale Fz W/c 104 N.
Capitolo 14. Irraggiamento 121
bSoluzione: Una pulsar ruota facendo girare anche il suo dipolo magnetico . Quindi irraggia W = 22 /3c3 =
2 4 2 /3c3 riducendo lenergia cinetica rotazionale U = I 2 /2 (I 25 M R2 ). Se e misurato si ricava
3 M R2 c3 2
2 = B 1015 Gauss
5 3 R3
Relativita
bSoluzione: Una volta capito, il problema diventa banale. Siccome lelettromagnetismo ed il resto della fisica
trasformano in modo ben definito sotto trasformazioni di Lorentz, la distanza fra due punti di un oggetto forma
un quadrivettore X , che si trasforma come un quadrivettore indipendentemente dalle forze complicate F
che lo tengono assieme. E.g. e ovvio che sotto rotazioni la distanza e un invariante: il resto non e molto piu
profondo.
122
Capitolo 15. Relativita 123
bSoluzione: In meccanica classica (ma specialmente in meccanica quantistica) un modo conveniente di de-
scrivere una teoria consiste nello scriverne la Lagrangiana L (per quanto riguarda la presente discussione una
Lagrangiana e sostanzialmente lenergia cinetica). Se ad esempio la teoria ha una qualche simmetria puo non
essere ovvio vederla dalle equazioni del moto. che la Lagrangiana. Ci interessa il caso in cui la simmetria e
linvarianza di Lorentz: quindi la Lagrangiana deve essere uno scalare.
Nel caso una teoria relativistica di un campo scalare la naturale Lagrangiana e L = ( )2 , con il segno
fissato ad essere + in modo che lenergia cinetica sia positiva, L = +2 + .
Per un vettore A apparentemente si ha L = ( A )2 , ma questa teoria non ha senso: infatti per qualunque
segno o la componente A0 o le componenti A1,2,3 hanno energia cinetica con segno sbagliato. Lunica teoria
sensata e data da L = ( A A )2 . Questa forma speciale corrisponde ad una nuova simmetria di gauge
A A + , necessaria (specialmente a livello quantistico) per giustificare la speciale forma sensata. La
simmetria di gauge vincola altri termini addizionali:
Il fotone deve avere massa zero. Infatti il termine Lorentz-invariante m2 A2 /2 (m ha dimensioni lunghezza1 )
viene proibito. Questo sarebbe un termine di massa per il fotone. Infatti in sua presenza il quadri-vettore
donda che compare in eiKX soddisferebbe a K 2 = m2 , e quindi /c > m. Quantisticamente il quadri-
impulso e P = hK , per cui hm e una massa. Nel limite statico ( = 0) si avrebbe k = im, cioe la forza
di Coulomb sarebbe erm /r2 .
Laccoppiamento alla materia J A rispetta questa simmetria se J = 0: la carica elettrica deve essere
conservata.
Quando viene sviluppata anche una teoria della materia J diventa e linvarianza di gauge diventa una
simmetria locale di : U(1) nel caso dellelettromagnetismo, SU(2) per le interazioni elettro-deboli, SU(3) per
quelle forti, e Poincare per la gravita.
bSoluzione: Modo 1: Nel sistema in cui le cariche sono in quiete F0 = e2 /40 e quindi la relativita dice che
Fv = F0 /
Modo 2: Nel sistema di quiete esiste solo E. Trasformando i campi trovo che nel sistema in cui le cariche si
muovono Ey0 = Ey e Bz0 = Ey : la forza di Lorentz e
e2 0 e2 v2 F0
Fv = ( ev ev) = (1 2 ) =
40 4 40 c
Per calcolare il segno basta ricordare che fili con correnti uguali si attirano.
Negli acceleratori di particelle si riesce ad accelerare fasci di particelle cariche, perche a v c la forza
repulsiva di Coulomb e compensata da quella magnetica.
Iniziamo a calcolare limpulso acquistato dalla carica in moto q. Per grande b la carica q viene deflessa di
poco e si ha (b) ' pq /p 1 con
Z + Z +
q Q qQ b dt qQ
p = dt qE (x = vt, y = b, 0, t) = 2 2 3/2
=
40 [(vt) + b ] 20 vb
Il calcolo e stato gia effettuato a pagina 14, mostrando che uno puo fare lintegrale col il teorema di Gauss.
Calcoliamo ora limpulso acquistato da Q: si procede in modo analogo, utilizzando il campo elettrico generato
dalla carica q in moto relativistico. Lo calcoliamo usando il risultato ben noto nel sistema S 0 dove la carica q e
ferma nellorigine ed applicando le trasformazioni di Lorentz sui campi
q y0
Ey (x, y, z, t) = Ey0 (x0 , y 0 , z 0 , t0 ) =
40 [x02 + (y 0 b)2 ]3/2
e sulle coordinate:
x0 = (x vt), y0 = y
si trova che limpulso aquistato da Q vale
Z + Z +
Q q qQ b dt
p = dt Q E (0, 0, 0, t) = 2 + b2 ]3/2
40 [(vt)
che grazie ai due (uno dalle trasformazioni del campo, uno dalle trasformazioni delle coordinate) e uguale ad
opposto allimpulso acquistato da q.
bSoluzione: Avevamo visto che una carica in E e B ortogonali spiraleggia driftando a velocita costante,
indipendente dalla carica e dalla massa. Questo diventa ovvio riassorbendo
p il drift tramite una trasformazione
di Lorentz con velocita E/B. Nel nuovo sistema E 0 = 0 e B 0 = B 2 E 2 /c2 (se cB > E) come segue
immediatamente dal fatto che E B = 0 ed E 2 c2 B 2 sonoinvarianti di Lorentz. Se E > cB = 3 108 V/m
(B/Tesla) si puo andare in un sistema dove B 0 = 0 ed E 0 = E 2 c2 B 2 tramite un boost di velocita c2 B/E.
Fisicamente questo e dovuto al fatto che se il campo elettrico e troppo grosso, E > B, il campo magnetico non
riesce ad incurvare la traiettoria.
bSoluzione: Nel sistema S dove il filo e fermo il vettore quadricorrente J = (, j) vale J = (0, i/A) dove
i = nev. Questo produce E = 0 e B = 0 i/2r.
1. Un primo modo di calcolare i campi nel sistema S rispetto al quale il filo e fermo, e poi passare al sistema
S 0 rispetto al quale il filo si muove con velocita . Occorre tradurre le trasformazioni di Lorentz dei campi
in coordinate cilindriche: per evitare di fare calcoli a testa bassa (e magari di sbagliarli) e bene tenere in
conto che il sistema ha simmetria cilindrica e che E 2 B 2 e E B sono invarianti. Il risultato e
Er0 = B , B0 = B (15.1)
Domanda: chi genera il campo elettrico, visto che la carica totale e zero?
2. Un secondo modo consiste nel trasformare il quadrivettore J, ottenendo
0 = jx , jx0 = jx (15.2)
da cui e immediato riottenere la (15.1): jx0 e quindi B0 diventa volte piu grosso, e la densita di carica
lineare 0 = A0 = nev genera il campo elettrico Er0 = 0 /20 r calcolato a pagina 8. Il campo
elettrico e generato da una densita di carica non zero: il risultato segue dalle formule in modo rapido, ma
sembra strano che sia = 0 nel sistema S, e 0 6= 0 nel sistema S 0 .
Capitolo 15. Relativita 125
3. Otteniamo lo stesso risultato in un terzo modo, piuttosto rognoso dal punto di vista dei calcoli, ma che
consente di capire da dove salta fuori la carica: trasformiamo non quantita astratte come F e J , ma
le singole particelle. Nel sistema S 0 i protoni hanno carica +e, velocita e densita n0+ = ()n, perche la
lunghezza si contrae. Nel sistema S 0 gli elettroni hanno carica e, velocita v 0 = ( + v)/(1 + v) (formula
di addizione delle velocita) e densita n0 = n(v 0 )/(v). Per calcolare n0 conviene considerare il sistema
S 00 rispetto al quale gli elettroni sono fermi e n00 = n/(v), con (v) = (1 v 2 )1/2 . Quindi la densita di
carica del filo nel sistema S 0 vale
(v 0 )
0 = + () + = ne()v()
(v)
Questo esercizio illustra che tutto e consistente, e che utilizzare le leggi di trasformazione dei campi e molto piu
rapido.
bSoluzione:
1. Fr0 = qEr0 dove Er0 e stato calcolato in vari modi allesercizio precedente.
2. Alternativamente si puo calcolare la forza nel sistema S dove il filo e fermo e la carica in modo con velocita
lungo lasse x. La forza di Lorentz e diretta lungo r e vale Fr = qB . Trasformando la forza al
sistema S 0 si ottiene Fr0 = Fr in accordo con il risultato precedente.
bSoluzione: Lo scopo di questo esercizio e imparare a trattare questo passaggio standard utilizzando il minimo
di calcoli possibili. Siccome K e un quadri-vettore
ny 0 1 1
K 0 = ((1 nx ), (nx ), ny , 0) i.e. 0 = ( nx ) =
nx0 (nx /ny )
Lo specchio viene ora messo in moto con velocita costante lungo lasse x.
bSoluzione:
1. Al bordo con una superficie riflettente Ek = B = 0. Londa riflessa ha k , Ek e B invertiti, quindi
BR
ER kxR = kx ,
kyR = ky ,
EzR = Ez
BI
Bry = By
EI
(per essere precisi, il segno del disegno e giusto se EI punta in giu).
2. Chiamiamo S 0 il sistema rispetto al quale lo specchio e fermo: in questo sistema il quadrivettore donda
dellonda incidente e
0 = (1 nx ), kx0 = kx (1 nx ), ky0 = ky .
La riflessione inverte kx0 . Tornando al sistema originario, il quadrivettore dellonda Riflessa e
1 2nx + 2 nx (1 + 2 ) 2
R = , kxR = , kyR = ny .
1 2 1 2
Si puo verificare che K R ha modulo zero, oppure si poteva utilizzare questa informazione per evitare di
calcolare una componente. Londa riflessa forma un angolo
kyR 1 2
tan R = tan
kxR cos (1 + 2 ) 2
0
Nel caso semplificato nx = 1 e ny = 0 (incidenza normale) si ha KR = 0 (1, 1, 0, 0) con 0 = (1 )/(1 +
).
3. Per semplicita mettiamo = 0. Il campo elettrico in S 0 vale Ez0 = (Ez +cBy ) = Ez (1), Ez0R = Ez0
e quindi EzR = (Ez0R cBy0R ) = Ez 2 (1 )2 = Ez (1 )/(1 + ). Il campo magnetico e legato al
campo elettrico da cB 0R = nR E R . Lintensita dellonda varia, per via dellurto con lo specchio.
bSoluzione: Si tiene conto di questo effetto quando si osservano i getti emessi da un nucleo galattico attivo...
Esercizio 213: 0 2
Dedurre la partita del 0 dalla misura della polarizzazione della luce emessa nel suo decadimento.
bSoluzione: Un 0 fermo decade in due onde elettromagnetiche (fotoni ); per la conservazione dellimpulso
le due onde hanno eguali intensita se il 0 e a riposo. Possono pero avere diversa polarizzazione: chiamiamo
langolo fra i campi elettrici E 1 e E 2 delle due onde. Ha interesse calcolare in funzione di quanto valgono gli
invarianti di Lorentz: scalare e pseudo-scalare:
E 2 c2 B 2 F F , E B F F
dove E = E 1 + E 2 e B = B 1 + B 2 .
Capitolo 15. Relativita 127
1 Se = 0 (fig. a sinistra) si ha E 1 = E 2 ; tenendo conto che i due hanno k opposti i campi magnetici
sono anti-paralleli: B 1 = B 2 . Quindi E 2 B 2 6= 0 e E B = 0.
E2
B2
0 E1 E2
0 E1
B1
B2 B1
bSoluzione: Il sistema funziona con vari satelliti che orbitano ogni 12 ore a 20000 km da terra. Ciascun satellite
porta un orologio atomico. Un ricevitore a terra determina la sua posizioni entro un errore di 10 m = c 33ns
triangolando i satelliti che gli passano sopra.
Siccome i satellitini girano con velocita v = 14000 km/h in un giorno accumulano un ritardo, dovuto alla
dilatazione dei tempo, di circa = day ( 1) ' day(v/c)2 /2 7000 ns 33ns. Inoltre, siccome sono situtati
in alto effetti di relativita generale li anticipano di circa 45000 ns al giorno. Quindi per far funzionare il sistema
e essenziale tenere in conto questi effetti.
e quindi
Questa formula fu inizialmente ottenuta dallipotesi che letere venga trascinato dal moto dellacqua, ma solo
parzialmente per via del fattore 1 1/n2 (teoricamente legato a etere /acqua ). Successivamente si eammesso
che questa cosa non ha senso, in quando n dipende dalla frequenza.
bSoluzione: Ricordo che e2 q 2 /40 . Siccome W = dE/dt = dE 0 /dt0 e uno scalare di Lorentz, la
generalizzazione relativistica e
2 2
2 e2 dP dP 2 e2
dp 1 dE
W = 2 3
=
3 m c d d 3 m2 c3 d c2 d
dove d = dt/ e P = (E/c, p) = m(c, v). Specializziamo questa formula generale alle due tecnologie possibili
di acceleratori di particelle: lineare e circolare.
In un acceleratore lineare, usando dE = v dp (che segue da 0 = d(E 2 /c2 p2 ) = 2(E dE/c2 p dp)) la
formula puo essere riscritta in modo uguale a quella non relativistica
2 2
2 e2 2 e2 2 e2 1 dE
dp dE W dE/dx
W = = = 1
3 m2 c3 dt 3 m2 c3 dx dE/dt 3 m2 c3 v dx mc2 /re
dove re e2 /me c2 = 2.82 1015 m e chiamato raggio classico dellelettrone. In un acceleratore si riescono
a produrre campi elettrici tanto intensi da accelerare un elettrone da fermo a relatvistico in 10 cm: cioe si
raggiunge dE/dx = me c2 /` con ` 10cm. Quindi la frazione di energia persa per irraggiamento e re /` 1013 :
completamente trascurabile. Il problema e che per accelerare elettroni fino ad energie mai raggiunte prima
(E 106 me c2 ) serve una lunghezza 106 ` 100km, il che costa 1010 e.
In un acceleratore circolare domina il termine |dp/d | = p = (v/R) mv = m 2 a, con a = v 2 /R.
Quindi W e dato dalla formula non relativistica moltiplicata per 4 e
dE W 2e2 4 3
= =
dx v 3R2
Quindi il massimo raggiungibile accelerando elettroni in un acceleratore circolare di raggio R e con gradiente
dE/dx vale s s r
dE/dx| max R 5 R
max 4
= 6 10
e2 /R2 re ` 5 km
avendo usato e2 /R2 = me c2 re /R2 . LEP con R di qualche km ha raggiunto 2 105 con una corrente di qualche mA.
La parte dellacceleratore che costa piu energia e il raffreddamento dei magneti superconduttori che producono
campi magnetici di 1 Tesla, necessari per far girare gli elettroni. Notare che il max non dipende dalla massa
della particella: per raggiungere energie elevate conviene usare particelle pesanti: Emax mc2 max . Nel 2007
nellex anello di LEP, LHC accelerera protoni fino a max 104 (come discusso a pagina 56).
Domandina: per fare un collider circolare protone-protone basta un campo magnetico per far girare i protoni
in senso orario ed in senso anti-orario o servono due sistemi separati? (Risposta: due).
Capitolo 15. Relativita 129
bSoluzione: Il fatto che gli elettroni ultra-relativistici irraggino rende piu difficile costruire un acceleratore,
ma rende piu facile trovare i soldi per costruirlo: la luce di sincrotone viene usata per studiare materiali, in
campo medico, etc. (La luce di sincrotrone emessa da oggetti astrofisici consente di fare astronomia).
Per ogni dato moto, calcolare lo spettro in frequenza e un problema lungo ma fattibile. Qui ci limitiamo a
stimiare la frequenza tipica. Per un moto generico definiamo il solito raggio osculatore R.
Innanzitutto, facendo una trasformazione di Lorentz a partire dalla circa isotropa distribuzione angolare non
relativistica (dW/d sin2 ), si trova che la luce di sincrotrone e concentrata in avanti in un cono di dimensione
1/. Quindi un osservatore riceve un breve impulso di luce emesso nellintervallo di tempo te = R/v in
cui la particella si muove verso losservatore con velocita v c. La durata temporale di questo impulso e pero
molto minore, in quanto anche la luce si muove verso losservatore: t = (1/v 1/c)R/ ' R/2c 3 . Quindi
la frequenza tipica della luce di sincrotone e 1/t 3 0 , dove 0 = c/R e la frequenza di rotazione
dellelettrone. Ricordando R = p/eB = m(/600)(Tesla/B) si ottiene 1011 Hz 2 (B/Tesla). Tenendo conto
che il massimo B fattibile e di qualche Tesla, per ottenere raggi X ( 1019 Hz) o ( 1021 Hz) servono
quindi acceleratori di elettroni che raggiungono 1045 .