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Li@its
Fisica teorica 3
Meccanica quantistica
Teoria non relativistica
.
22 Buca. d i potenziale .....................
5 23. Oscillatore lineare .....................
5 24. Moto i n u n campo uniforme . . . . . . . . . . . . . . . . .
.
25 Coefficiente d i trasmissione . . . . . . . . . . . . . . . . .
CAPITOLO IV . MOMENTO ANGOLARE
26 . Momento angolare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
27 . Autovalori del momento angolare . . . . . . . . . . . . . . .
28 . Autofunzioni del momento angolare . . . . . . . . . . . . .
29 . Elementi di matrice d i vettori . . . . . . . . . . . . . . . .
5 30 . Parit d i uno stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
5 31 . Composizione dei momenti angolari ..............
CAPITOLO V . MOTO IN U N CAMPO A SIMMETRIA CENTRALE
32. Moto i n u n campo a simmetria centrale . . . . . . . . . . . .
( 33. Onde sferiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
5 34. Sviluppo dell'onda piana . . . . . . . . . . . . . . . . . .
5 35. Caduta di una particella su di u n centro . . . . . . . . . . .
. Moto i n u n campo coulombiano (coordinate sferiche) . . . . . . .
5 36
. Moto i n u n campo coulombiano (coordinate paraboliche) . . . . .
5 37
CAPITOLO VI . TEORIA DELLE PERTURBAZIONI
5 38 . Perturbazioni indipendenti dal tempo .............
5 39 . Equazione secolare .....................
5 40 . Perturbazioni dipendenti dal tempo ..............
5 41 . Transizioni per effetto di una pertuzbazione agente per u n tempo finito
5 ......
42 . Transizioni per effetto di u n a perturbazione periodica
5 43 . Transizioni nello spettro continuo ...............
$ 44 . Relazione d'indeterminazione per l'energia ...........
5 45 . L'energia potenziale come perturbazione ............
CAPITOLO VI1 . CASO Q UASI-CLASSICO
46 . .....
L a funzione d'onda nel caso quasi-classico
5 47 . Condizioni al contorno nel caso quasi-classico . . .
5 48 . Regola di quantizzazione di Bohr-Sommerfeld . . .
5 49. Moto quasi-classico i n u n campo a simmetria centrate
SO. Attraversamento d i una barriera di potenziale . . .
51 . Calcolo degli elementi di matrice quasi-classici ..
5 52 . Probabilit di transizione nel caso quasi-classico..
53 . Transizioni per effetto di perturbazioni adiabatiche
CAPITOLO VI11 . SPIN
54 . S p i n ...........................
. .....................
55 Operatore dello s p i n
5 .
56 Spinori ..........................
5 . ........
57 Funzioni d'onda delle particelle con s p i n arbitrario
INDICE 7
CAPITOLO X . L'ATOMO
9 66 . Livelli energetici dell'atomo.................
5 ................
67 . S t a t i degli elettroni nell'atomo
5 .................
68 . Livelli energetici idrogenoidi
5 69 . Campo autocompatibile ...................
$ 70. Equazione di Thomas-Fermi .................
$ ..
71. Funzioni d'onda degli elettroni periferici i n prossimit del nucleo
$ ................
72. Struttura fine dei livelli atomici
$ .........
73. Sistema periodico degli elementi d i Mendeleev
$ 74. Termini Rontgen .....................
5 75. Momenti di multipolo ....................
5 ..................
76. Atomo i n u n campo elettrico
$ ............
77 . L'atomo d'idrogeno i n u n campo elettrico
CAPITOLO X V I I . U R T I ELASTICI
$ 123 . ...............
Teoria generale della diffusione 589
5 124 . ................
Studio della formula generale 593
125 . .........
Condizione di unitariet per l a diffusione 596
5 126 . Formula di B o r n ..................... 601
127 . Caso quasi-classico .................... 608
5 128 . .........
Propriet analitiche dell'arnpiezza di diffusione 613
5 129 . Relazione di dispersione . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p . 619 .
5 130. Ampiezza di diffusione nella rappresentazione dell'impulso . . . 623
131 . Diffusione ad alte energie . . . . . . . . . . . . . . . . . . 626
5 132. Diffusione di particelle lente . . . . . . . . . . . . . . . . . 633
5 133 . Diffusione di risonanza a basse energie . . . . . . . . . . . . 641
.............
5 134 . Risonanza su u n livello quasi-discreto 649
...................
135 . Formula di Rutherford 655
5 ........
136 . Sistema di funzioni d'onda dello spettro continuo 659
5 ..................
137 . Urti di particelle identiche 663
. ...........
138 Diffusione risonante di particelle cariche 666
5 . ...........
139 Urti elastici di elettroni veloci con atomi 671
5 .............
140 . Diffusione con interazione spin-orbita 676
5 141 . Poli d i Regge ....................... 682.
APPENDICE MATEMATICA
5 a . Polinomi di Hermite .................... 751
b . Funzione d i A i r y...................... 754
C . Polinomi di Legendre ..................... 757
..............
5 d . Funzione ipergeometrica confluente 759
5 e . Funzione ipergeometrica ................... 764
5 f . Calcolo degli integrali contenenti funzioni ipergeometriche confluenti 766
INDICE ANALITICO ...................... 772:
Prefazione alla terza edizione
1. Principio di indeterminazione
La meccanica e l'elettrodinamica classiche conducono, se si
tenta di applicarle alla spiegazione dei fenomeni atomici, a dei
risultati in netta contraddizione con l'esperienza. Questa contrad-
dizione diventa piii palese ancora quando si applica l'elettrodinamica
ordinaria a un modello di atomo in cui gli elettroni si muovono
attorno al nucleo secondo orbite classiche. In tale movimento,
come anche in ogni movimento accelerato di cariche elettriche, gli
elettroni dovrebbero irradiare con continuit onde elettromagnetiche.
Irradiando essi perderebbero l a loro energia e finirebbero per cadere
sul nucleo; secondo l'elettrodinamica classica, l'atomo sarebbe quindi
instabile, e questo non corrisponde affatto alla realt
Una contraddizione cosi profonda fra teoria ed esperienza prova
che la costruzione di una teoria applicabile ai fenomeni atomici -
fenomeni in cui intervengono particelle di massa molto piccola
in regioni dello spazio molto piccole - richiede un cambiamento
radicale nelle concezioni e nelle leggi classiche fondamentali.
Per mettere in luce questi cambiamenti, opportuno prendere
come punto di partenza i l fenomeno sperimentalmente osservato
che si chiama diffrazione degli elettroni1). Risulta che, se si fa
passare un fascio omogeneo di elettroni attraverso un cristallo, si
osserva nel fascio trasmesso una figura di massimi e minimi di
intensit alternati completamente analoga alla figura di diffrazione
che si osserva nella diffrazione delle onde elettromagnetiche. Cosi,
in certe condizioni, si rivelano nel comportamento delle particelle
materiali - gli elettroni - aspetti propri dei processi ondulatori.
Quanto questo fenomeno sia in profonda contraddizione con le
concezioni usuali sul movimento si vede nel modo migliore dal
seguente esperimento mentale, che rappresenta un'idealizzazione
l ) Il fenomeno della diffrazione degli elettroni stato scoperto, in realth,
dopo l'avvento della meccanica quantistica. Nella nostra esposizione, per
non seguiremo il filo dell'evoluzione storica della teoria, ma ci sforzeremo di
esporre il materiale in modo tale da mostrare con massima evidenza in che ma-
niera i principi fondamentali della meccanica quantistica sono legati ai feno-
meni sperimentalmente osservati.
% CAPITOLO I
5 2. Principio di sovrapposizione
I l mutamento radicale delle concezioni fisiche del moto nella
meccanica quantistica in confronto alla meccanica classica richiede,
ovviamente, un mutamento altrettanto radicale dell'apparato mate-
matico della teoria. Quindi, sorge anzitutto i l problema del modo
di descrizione dello stato nella meccanica quantistica.
Conveniamo di denotare con q l'insieme delle coordinate di un
sistema quantistico e con dq il prodotto dei differenziali di queste
coordinate (detto elemento di volume dello spazio delle configura-
zioni del sistema); dq coincide per una particella singola con l'ele-
mento di volume dV dello spazio ordinario.
L'apparato matematico della meccanica quantistica si fonda
sulla proposizione che lo stato di un sistema pu essere descritto
da una determinata funzione (in generale complessa) Y (q) delle
coordinate; il quadrato del modulo di questa funzione definisce
l a distribuzione delle probabilit dei valori delle coordinate:
1 V I ^dq l a probabilit che una misura eseguita sul sistema dia
valori delle coordinate contenuti nell'elemento dq dello spazio delle
configurazioni. La funzione Y detta funzione d'onda del sistema1).
La conoscenza delle funzioni d'onda permette, in linea di massima,
di calcolare le probabilit dei diversi risultati, nonch di ogni misura
(non necessariamente delle coordinate). Inoltre, tutte queste pro-
babilit sono determinate da espressioni bilineari in Y e V*. La
forma piii generale di tali espressioni
dove l a funzione <p (q, q') dipende dal tipo e dal risultato della misura,
e l'integrazione estesa su tutto lo spazio delle configurazioni.
La stessa probabilitYY*dei vari valori delle coordinate un'espres-
sione di questo tipo2).
Col trascorrere del tempo, lo stato del sistema, e con esso anche
l a funzione d'onda, generalmente varia. I n questo senso, si pu
considerare l a funzione d'onda come una funzione anche del tempo.
Se la funzione d'onda nota in un certo istante iniziale, essa sar
secondo il concetto stesso di descrizione completa dello stato, ugual-
mente definita in tutti gli istanti successivi. La dipendenza effettiva
1) Essa stata introdotta per la prima volta nella meccanica quantistica
da E . Schrddinger nel 1926.
2) Essa si ottiene dalla (2,1) per (p (q, q') = 6 ( q - qo) 6 (q' - qo), dove 6
la funzione delta che sardefinita nel 3 5; con q. si indica il valore della coor-
; dinata di cui si cerca la probabilit
22 CAPITOLO I
Se le due parti non interagiscono tra di loro una tale relazione tra
le funzioni d'onda del sistema e delle sue parti si conserver anche
negli istanti successivi:
vi2 (q19 q29 t) = ^l (q19 t) Yz (q29 t) (2.4)
$ 3. Operatori
Consideriamo una grandezza fisica / che caratterizza lo stato
d i un sistema quantistico. A rigore, nelle considerazioni che seguono
dovremmo considerare non una sola grandezza, bensi tutto un insieme
completo. Tuttavia, questo fatto non porta a sostanziali cambiamenti,
e per brevit parleremo in seguito di una sola grandezza fisica.
I valori che una grandezza fisica pu assumere si chiamano in
meccanica quantistica i suoi autovalori, e si parla del loro insieme
come dello spettro degli autovalori di questa grandezza. I n meccanica
.' classica le grandezze assumono in generale una successione continua
di valori. I n meccanica quantistica esistono ugualmente grandezze
fisiche (le coordinate per esempio) i cui autovalori costituiscono una
successione continua; si parla allora d i spettro continuo degli auto-
valori. Accanto a tali grandezze, in meccanica quantistica esistono
anche grandezze i cui autovalori formano un insieme discreto;
si parla allora d i spettro discreto.
Per semplicit supporremo dapprima che l a grandezza consi-
derata f abbia uno spettro discreto; il caso dello spettro continuo
sar esaminato nel 5. Indichiamo con f n gli autovalori della
grandezza f (l'indice n prende i valori O, 1, 2, 3 . . .). Indichiamo
con Yn l a funzione d'onda del sistema nello stato in cui la grandezza
f ha il valore fn. Le funzioni d'onda Yn sono dette autofunzioni
+
= / Y ~ fVo, f (aY)= a f V , dove Y le Y 2sono funzioni arbitrarie, e a una
costante qualsiasi.
CONCETTI FONDAMENTALI DELLA MECCANICA QUANTiETICA 27
dove Y , <I> sono due funzioni differenti. Se si prende per <I> l a fun-
zione Y* coniugata di V, dal confronto con la (3,43) risulta che
deve essere
-.. ..
f = f*. (3.15)
Gli operatori che soddisfano questa condizione si chiamano operatori
hermitiani3). Dunque, gli operatori che, nell'apparato matematico
della meccanica quantistica, corrispondono a grandezze fisiche reali
debbono essere hermitiani .
l) In seguito, a meno che non sorgano e uivoci, noi ometteremo le paren-
tesi nell'espressione (fY) supponendo che 1?operatore agisca sull'espressione
che lo segue.
8 ) Per definizione, se per l'operatore / si ha fV = <p, l'operatore complesso
coniugato /* sar l'operatore per cui /*I#* = <p*
3) Perch un operatore lineare integrale della forma (3,10), sia hermitiano
necessario che il nucleo dell'operatore sia tale che K (q, q ) = K* (q', q).
28 CAPITOLO I
-
Integriamo i due membri di questa uguaglianza rispetto a dq. Dato
che f* = 1, l'integrale del primo membro dell'uguaglianza si annulla
in virt6 della (3,14), cosicch abbiamo
e
Tali operatori / e si chiamano operatori commutativi. Siamo
giunti dunque a un risultato importante, se due grandezze f e g
possono avere simultaneamente valori determinati i loro operatori
sono mutuamente commutativi. t
$ 5 Spettro continuo
Tutte le relazioni dedotte nei $5 3, 4, ch\descrivon le propriet
delle autofunzioni dello spettro discreto, si possono generalizzare
senza difficolt a l caso di uno spettro continuo di autovalori.
Sia f una grandezza fisica dotata di uno spettro continuo. Indi-
cheremo con l a stessa lettera f senza indici i suoi autovalori, e indi-
cheremo con Yfle corrispondenti autofunzioni. Cosi come una fun-
zione d'onda qualsiasi Y pu essere sviluppata nella serie (3,2)
di autofunzioni di una grandezza con spettro discreto, essa pu
essere sviluppata - questa volta i n integrale - secondo un sistema
completo di autofunzioni di una grandezza con spettro continuo.
Tale sviluppo ha l a forma
6 ( ~f ( )x ) d z = f (O).
-00
concludiamo che
V a x ) = -6 (x),
1
lal
dove a una costante arbitraria.
La formula (5,4) rappresenta l a regola di normalizzazione delle
autofunzioni dello spettro continuo; essa sostituisce l a condizione
(3,6) dello spettro discreto. Come si vede, le funzioni Y; e Yp,
con f # f', sono, come prima, ortogonali. Per quanto riguarda gli
integrali dei quadrati 1 Yyla delle funzioni dello spettro continuo,
essi divergono.
6 . Limite clasico
La meccanica quantistica include in s la meccanica classica
come caso limite. Sorge la domanda: in che modo si realizza questo
passaggio limite?
Nella meccanica quantistica l'elettrone descritto da una fun-
zione d'onda che determina i diversi valori della sua coordinata;
per i l momento, di questa funzione sappiamo solamente che essa
la soluzione di un'equazione differenziale lineare alle derivate
parziali. Nella meccanica classica, l'elettrone considerato una
particella materiale che si muove secondo una traiettoria comple-
tamente determinata dalle equazioni del moto. Una relazione in
un certo senso analoga a quella esistente tra meccanica quantistica
e meccanica classica ha luogo nell'elettrodinamica tra l'ottica ondu-
latoria e l'ottica geometrica. Nell'ottica ondulatoria le onde elettro-
, magnetiche sono descritte dai vettori campo elettrico e campo ma-
1 '
1 l, gnetico i quali soddisfano un determinato sistema di equazioni diffe-
I [ renziali lineari (equazioni di Maxwell). Nell'ottica geometrica,
invece, si assume che l a luce si propaghi secondo traiettorie deter-
minate, dette raggi. Tale analogia permette di concludere che il
passaggio dalla meccanica quantistica al limite costituito dalla
meccanica classica si possa effettuare analogamente al passaggio
dall'ottica ondulatoria all'ottica geometrica.
Ricordiamo in che modo quest'ultimo passaggio viene realizzato
matematicamente (vedi vol. 11, Teoria dei campi, 5 53). Sia u una
componente qualsiasi del campo nell'onda elettromagnetica. Essa
pu essere scritta nella forma u = ae*, dove a l'ampiezza e (p
l a fase reale (quest'ultima si chiama iconale in ottica geometrica).
I l caso limite dell'ottica geometrica corrisponde a lunghezze d'onda
piccole, il che si esprime matematicamente nel fatto che la fase (p
subisce una grande variazione su piccole distanze; questo significa,
1) I coefficienti dello sviluppo di una funzione arbitraria Y secondo queste
J
autofunzioni sono ago = Y (q) 6 (q - qo) dq = Y (qo). La probabilit dei valori
della coordinata nell'intervallo dato dqo come si deve ] aq,, l2 dqo =
= l y (?o) 12 &o-
38 CAPITOLO I
col nucleo K,, (q, q') che caratterizza un dato processo di misura.
Noi supponiamo che l a misura considerata sia tale da condurre
in definitiva, a una descrizione completa dello stato dell'elettrone.
I n altri termini (vedi $ i), nello stato originatosi le probabilit per
tutte le grandezze debbono essere indipendenti dallo stato precedente
dell'elettrone (prima della misura). Ci6 significa matematicamente
che l a forma delle funzioni An (q) deve essere determinata dal processo
CONCETTI FONDAMENTALI DELLA MECCANICA QUANTISTICA 41
5 8. Hamiltoniano
Nella meccanica quantistica la funzione d'onda Y determina
in modo completo lo stato di un sistema fisico. Ci significa che
questa funzione, data in un certo istante, descrive non soltanto tutte
le propriet del sistema in questo istante, ma ne definisce anche
il comportamento in tutti gli istanti successivi (questa descrizione
completa, beninteso, nella misura in cui ci possibile, in generale,
nell'ambito della meccanica quantistica). Matematicamente, questa
circostanza si riflette nel fatto che il valore della derivata yVIQt della
funzione d'onda rispetto al tempo deve essere determinato, in ogni
istante, dal valore della funzione stessa Y nello stesso istante e, in
virtii del principio di sovrapposizione, questa dipendenza deve essere
lineare. Nella forma pifi generale, si pu scrivere
97
iti-=Qt H- Y ,
+ f ^l^+J ~ * f ^ dq.
ENERGIA E QUANTITA D I MOTO 45
Qui /
un o p e r a t o r e d e d o t t o per derivazione d e l l ' o p e r a t o r e
r i s p e t t o a l tempo, d a l q u a l e q u e s t ' u l t i m o pu d i p e n d e r e come
da un p a r a m e t r o . S o s t i t u e n d o le d e r i v a t e 9Y/9t, 9Y*/9t con le loro
espressioni (8,1), o t t e n i a m o
abbiamo quindi
-
f =\v*( afx + 7 ~ f --x- fY~d q).
i - - i
cato /1):
Ci6 risulta dal fatto che noi possiamo sempre immaginare formalmente un
sistema i l cui hamiltoniano coincide con 2.
46 CAPITOLO I1
n, m n
cio la densit di probabilit resta finita quando si prende la media rispetto
al tempo.
50 CAPITOLO Il
$ 11. Matrici
Supponiamo per comodit"che i l sistema considerato abbia uno
spettro energetico discreto (tutte le relazioni che otterremo si gene-
ralizzano immediatamente anche al caso dello spettro continuo).
Sia Y = San^* lo sviluppo di una funzione d'onda arbitraria
in funzioni d'onda Y n degli stati stazionari. Sostituendo questo
sviluppo nella definizione (3,s)del valore medio di una grandezza f ,
otteniamo
dove
/
Gli elementi matriciali della derivata si ottengono derivando
rispetto al tempo gli elementi di matrice della grandezza f ; c i ~
segue immediatamente dal fatto che
e
Dalla (11,3) per gli elementi di matrice di f si ha quindi:
I
griamo i n dq. Ciascuno degli integrali $$$I,, dq nel primo membro
dell'uguaglianza l'elemento di matrice corrispondente fnm. Nel
secondo membro invece, t u t t i gli integrali
I$:qm dq con m # n
sono nulli in forza della ortogonalit delle funzioni h,e
ENERGIA E QUANTITA D I MOTO
fnrncrn = f cn
m
oppure
S
m
(f nm f 6nm) Cm E 0,
dove
O, n+m,
6nrn={ l , n =m .
Abbiamo ottenuto dunque un sistema di equazioni algebriche
omogenee di primo grado (con le incognite cm). Come noto, tale
sistema ammette soluzioni non nulle soltanto se il determinante dei
coefficienti nullo, cio a condizione che
1 jnrn-j6nmI=O- (11915)
Le radici di questa equazione (in cui f funge da incognita) rappre-
sentano esattamente i valori possibili della grandezza f. L'insieme
delle grandezze cm, che soddisfano le equazioni (11,14), con f uguale
a uno di questi valori, determina l'autofunzione corrispondente.
Se, nella definizione (11,5) degli elementi di matrice della
grandezza f , s i prendono come qn le autofunzioni di questa stessa
grandezza, allora, i n virtti dell'equazione bn
= fnqn, si avr
1)
-
Se {f, g} = -ihc la regola di commutazione di due operatori / e 2,
A
m n
ovvero
oppure
(a2)mn=am 7
cio la matrice densit coincide con i l suo quadrato.
.
l'operatore di spostamento infinitesimo che trasforma 9 (r,, r. .)
in I) (r,+ +
6r, r 6r, ..
.).
Dire che una trasformazione non cambia l'hamiltoniano signi-
fica che, se si effettua questa trasformazione sulla funzione
si arriva allo stesso risultato che si ottiene effettuando prima la
trasformazione sulla funzione 9 alla quale viene quindi applicato
l'operatore H. Matematicamente, questa proprietpu essere scritta
come segue. Sia O l'operatore che realizza questa trasformazione.
Si ha allora O (&) = H (b),
da cui
OH-m=o,
, cio l'hamiltoniano deve commutare con l'operatore O
64 CAPITOLO ii
in componenti:
i
cionell'approssimazione classica, l'azione dell'operatore si riduce
alla moltiplicazione per VS. Ma il gradiente dell'azione precisa-
mente l a quantit di moto classica p della particella (vedi vol. I,
Meccanica, 3 43).
l3 facile provare che l'operatore (15,2) come deve essere, her-
mitiano. Infatti, per funzioni arbitrarie i)? (x) e (p (x), che si annul-
lano all'infinito, abbiamo
= costante*eiprlh. (15,5)
o ci che lo stesso,
. . . .
Confrontando con la (15,11), vediamo che l'operatore del raggio
vettore nella rappresentazione p
-
e relazioni analoghe per p y , p z.
A
dente disuguaglianza
ex:
e otteniamo
Perch questo trinomio quadratico (in a) sia positivo per quali che
siano i valori di a , il suo discriminante deve essere negativo. Ne
risulta l a disuguaglianza
Ti
6xfipx>-,,- (16'7)
I l valore minimo del prodotto uguale a f"f2.
Questo valore si ottiene nei pacchetti d'onda descritti d a fun-
zioni della forma
cio sono distribuite attorno al1 'origine delle coordinate (il valore
medio 2= 0) secondo la legge di Gauss con la fluttuazione quadratica
media 6x. La funzione d'onda nella rappresentazione p
a (px)= y 1~ Ja $0 e- i p x x l h dx.
- 00
I l calcolo dell'integrale conduce a un'espressione della forma
(W ( P X -p d 2
a ( p x )= costante. exp
(- Ti. )
E N E R G I A E QUANTITA D I MOTO 71
EQUAZIONE DI SCHRUDINGER
+ +
dove A = 9Wx2 d219y2 92/dz2 l'operatore di Laplace.
L'hamiltoniano di un sistema d i particelle non interagenti
uguale alla somma degli hamiltoniani di ciascuna particella:
a
dove a l'indice di numerazione della particella; A,, l'operatore
di Laplace nel quale la derivazione va fatta rispetto alle coordinate
della a-esima particella.
EQUAZIONE D I 8CHRODINGER 73
H===+U(x,
h2
y, z ) = - = A + U ( x , y, z), (17,5)
dove U (x, y, z) l'energia potenziale della particella nel campo
esterno.
Sostituendo le espressioni (17,2) - (17,5) nell'equazione generale
(8,l) otteniamo le equazioni d'onda dei sistemi corrispondenti. Scri-
viamo ora l'equazione d'onda di una particella sottoposta ad u n
campo esterno
i&=a!
9t
w-
--AY+U(x,
2m
y, z ) Y . (17,6)
L'equazione (10,2), che determina gli stati stazionari, assume la
forma
w
-
2m
+
A$ [E- U (x, y, z)] i[:. =. 0. (17 77)
Le equazioni (17,6) e (17,7) furono ottenute da Schrodinger nel 1926
e sono dette equazioni di Schrodinger.
Per una particella libera l'equazione (17,7) ha la forma
( 1 Y I2
= a2); VSIm = plm la velocit classica v della particella.
Quindi, l'equazione (17,11) non che l'equazione di continuit che
mostra che l a densit di probabilit si sposta secondo le leggi
della meccanica classica con la velocit classica v in ogni punto.
PROBLEMA
Trovare la legge di trasformazione di una funzione d'onda nella trasforma-
zione di Galilei.
Soluzione. Trasformiamo la funzione d'onda del moto libero della particella
(dell'onda piana). Poich ogni funzione Y pu essere sviluppata in onde piane, si
pu trovare quindi la legge di trasformazione anche di una funzione d'onda
arbitraria.
Le onde piane nei sistemi di riferimento K e K' (K' si muove rispetto a K
alla velocit V ) sono:
Scritta in questo modo, la formula non contiene pik grandezze che caratterizzano
il moto libero della particella, ed esprime la legge generale di trasformazione
della funzione d'onda di uno stato arbitrario della particella. Per un sistema
di particelle, l'esponente-nella (1) deve contenere una somma estesa a tutte
le particelle.
ed utilizzando l'identit
YAY* - Y*AY = div (YvY* - Y*vY),
otteniamo
d
-1
dt
1 Y12dV=!- 1d i v j d v ,
dove j i l vettore1)
,.
zione di ortogonalit rispetto alla funzione d'onda q. dello stato
t;
1
fondamentale $ + dq o = 0 . I n generale, se si conoscono le funzioni
d'onda $l, . . ., $n-l dei primi n stati (gli stati sono ordinati
secondo l'energia nel senso crescente), l a funzione d'onda dello stato
successivo realizza un minimo dell'integrale (20,2) sotto condizioni
supplementari:
L'espressione
o - = O (l'apice
~ indica la ~derivazione ~
rispetto a x).~
Integrando questa relazione, troviamo
EQUAZIONE D I SCHRODINGER 85
l
--
dove a e 6 sono costanti e il ~ v e t t o r ed ' o n d a ~k = pili = V 2 r n ~ l ~ i .
Questa formula definisce la forma asintotica (per x > +
m) delle
Se la particella pu6 trovarsi solo su un segmento limitato dell'asse delle
^ l)
x, bisogna parlare allora di zeri della funzione ipn (x) su questo segmento.
J
86 CAPITOLO 111
damentale pari: infatti, essa non pu avere dei nodi mentre una
funzione dispari si annulla in ogni caso per x = O [q (0) =
= - (0) = 01.
Esiste un semplice procedimento per normalizzare le funzioni
d'onda del moto unidimensionale (nello spettro continuo) che per-
mette di determinare il coefficiente di normalizzazione diretta-
mente dall'espressione asintotica della funzione d'onda per grandi
valori di 1 x 1.
Consideriamo l a funzione d'onda di un moto infinito in una dire-
zione per (x + +m). L'integrale di normalizzazione diverge per
x > co (per x -+ - m la funzione diminuisce esponenzialmente in
modo che l'integrale converge rapidamente). Di conseguenza, per
determinare la costante di normalizzazione, si pu sostituire a il
suo valore asintotico (per grandi x > 0) e integrare, prendendo come
limite inferiore qualsiasi valore finito di x, per esempio zero; ci
equivale a trascurare una grandezza finita rispetto ad una grandezza
infinitamente grande. Mostriamo che la funzione d'onda normaliz-
zata con la condizione
Fig. i .
PROBLEMI
1. Determinare la distribuzione di probabilit dei diversi valori della uan
tit di moto nello stato fondamentale di una particella che si trova in unabuca
di potenziale rettangolare infinitamente profonda.
Soluzione. I coefficienti a (p) dello sviluppo della funzione (22,8)in auto-
funzioni della quantit di moto sono:
ij;=csen(fer+6), k=
T/2'^"
h .
La condizione di continuitdi >t>'/ a l contorno della buca ci dA le equazioni
2m
k ~ t ~ 6 = ~ ~ = ) / - li2
U~-k2, kctg (ak+) -%aa. -)/?
As U2-k2,
ovvero
Fig. 2.
arcsen -
Per Ul = Uo = U n(buca simmetrica) la condizione (1) si riduce a
hk
W m ~ o
nn-ka
=
2
92 CAPITOLO 111
dove si debbono prendere le radici per le quali tg E > 0. Per n pari si ottiene
l'equazione
=n = YE, (5)
dove si debbono prendere le radici per le quali tg E > 0. Dalle radici di queste
due equazioni si determinano i livelli energetici E = 22ha/ma2 i l numero dei
livelli (per # 0) finito.
<
In particolare, nel caso di una buca poco rotonda, dove Uo ^12/ma2,si
ha Y > 1 e l'equazione (5) non ha nessuna r a i c e . Quanto all'equazione (41,
essa ha una sola radice (prendendo i l secondo membro col segno pifi) uguale a
ifs -
Y
1
(l - &). In tal modo, nella buca si ha un solo livello energetico
..
Conformemente alla (11,8), per gli elementi di matrice dell'accele
razione abbiamo ( x ) = ~ ~- mmnxmn. Pertanto otte-
~ t~u m n ( x ) =
niamo
XX-XX=
,. K
-i- m '
scrivendola in forma matriciale
I
Da questa uguaglianza si deduce che le grandezze (xn+i,n)2 costi-
tuiscono una progressione aritmetica illimitata superiormente, ma
necessariamente limitata inferiormente, perch essa pu contenere
94 CAPITOLO I11
n n - =n - , n = /=- nh
(23,4)
(2377)
l) Scegliamo le fasi indeterminate u n (vedi la nota alla pag. 50) in modo tale
da ottenere il segno + davanti alla radice in tutti gli elementi di matrice (23,4).
Questa scelta sempre possibile per una matrice nella quale sono non nulli
soltanto gli elementi relativi a transizioni tra stati con numeri contigui.
EQUAZIONE DI BCHRODINGER
$= e-^x (E).
-m
$0 (x) = (S) e- va
Come era da aspettarsi, essa non h a zeri per valori finiti di x
Calcolando gli integrali
T.
-m
$nI#m&& si possono determinare gli
elementi di matrice della coordinata; questo calcolo d ovviamente,
gil stessi valori (23'4).
Per concludere mostriamo in che modo si possono calcolare le
funzioni d'onda $ n usando il metodo matriciale. Osserviamo che
A
= --
1 eW2 -
d
(e- W 2 m ,
V"n di
che, applicata n volte alla funzione (23,13), conduce alla espressione
(23'12) delle funzioni normalizzate qn.
PROBLEMI
1. Determinare la distribuzione di probabilit dei diversi valori delle quan-
tit di moto di un oscillatore.
Soluzione. Invece di sviluppare la funzione d'onda dello stato stazionario
secondo le autofunzioni della quantit di moto, pih semplice nel caso dell'oscil-
latore partire direttamente dall'equazione di Schr-dinger nella rappresentazio-
EQUAZIONE DI SCHRODINGER 97
Si ha in definitiva
- -
Per x = O, p = O uesta funzione diventa (x) e-i'"t12, ossia la funzione
d'onda dello stato fonjamentale dell~oscillatore.
L'energia media dell'oscillatore nello stato coerente
un= j Y:Y&.
Fig. 3.
'= vm2
ah
e-m
dove n assume valori interi positivi a partire da zero fino al valore massimo
per il quale si abbia
Fig. 4
otteniamo
EQUAZIONE D I SCHRUDINGER 101
E = -1).
In t a l modo, i livelli energetici sono determinati dalla condizione s - E =
= n. da cui
dove
PROBLEMA
Determinare le funzioni d'onda nella rappresentazione p per una particella
i n un campo uniforme.
Soluzione. L'hamiltoniano nella rappresentazione p
T ai ( p )ac. ( p ) d p = 6 ( E f - E ) .
Fig. 5
da cui
-ar a
Fig. 6 Fig. 7
(tralasciamo i l fattore costante). Per -i- O questa funzione tende all'unit cio
soddisfa la condizione posta.
L'espressione asintotica della funzione $ per E + -m (cio x ->- - 0 0 ) l
i-+k2/a [ci (- g ) i ( k z - k f l q W- f l k 1 w / a 1 =
q,
-
- (-l)-ikda [ ~ ~ ~ @ w + ~ ~1,- i k i x
dove
Nel passaggio limite alla meccanica classica R si annulla, come era da aspettarsi.
4. Determinare i l coefficiente di trasmissione di una particella attraverso
una barriera di potenziale definita dalla formula
U (x) =-
Uo
chz a x
(fig. 8); l'energia della particella E < Uo.
Soluzione. L'equazione di Schrodinger di questo problema si ottiene da
quella del problema 5 del $ 2 3 cambiando i l segno di U ne supponendo ora l'ener-
gia E positiva.
Applicando lo stesso procedimento si ottiene la soluzione
dove
E =t h ax,
Calcolato i l quadrato del modulo del rapporto dei coefficienti in questa funzione,
s i ottiene la seguente espressione per i l coefficiente di trasmissione D = 1 - R-
nk
sh2 -
D=
nk
a
--
8mU
-
per
8mU0
hw : 1,
a
sh2 -+cos2
(+{l-+)
nk
~ h-z
a 8mUo
per -1 .
D=
2 %+ ch2
a
(W*- hw
1) W
<
La prima di queste formule vale anche nel caso in cui Uo O, quando cio
l a particella passa non sopra una barriera, bensi sopra un buca di potenziale.
8
Fig. 8
+
S i osservi che in questo caso D = 1 se 1 (STO1 U n l/fi2a2)= ( 2 n I)=, +
cio per determinati valori della profondit della buca 1 U n \ le particelle pas-
santi sopra la buca non vengono riflesse. Ci si vede gi dall'espressiono (2),
dove, per s intero e positivo, i l termine contenente e-1ft-c manca completamente.
Capitolo IV
L'espressione
ovvero, in componenti:
zioni d'onda degli stati non degeneri sono reali (vedi l a fine del
3 18). Pertanto l'espressione
+ i x j y = ihlf
1.n tal modo,
{ k ,i;} = ilx, {iz, lx} = ily, A A
Cosi,
{Ly, E;} = iLx, {L,
Lx} = i i y ,
A
{LX,L ~ =
A
} tiz. (26,8)
Le relazioni (26,8) mostrano che le tre componenti del momento
angolare non possono avere simultaneamente valori determinati
(salvo nel caso che siano tutte e tre nulle, vedi piC avanti). A que-
sto proposito i l momento angolare differisce essenzialmente dalla
quantit d i moto le cui tre componenti sono misurabili simulta-
neamente.
Formiamo con gli operatori Lx, L,
Lz l'operatore del quadrato
del valore assoluto del vettore momento angolare:
L^Ll+L^+C. (2699.1
Questo operatore commuta con ciascuno degli operatori L-,, L,L;
{Lz, Lx}= 0, {LZ, Ly}= 0, {O,L;} =o. (26,101
Infatti, utilizzando l a (26,8), si ha per esempio,
{L", Lz}= Lx{L, Lz}4- {Lx, L}.Lx
, !=, -
x ii ( + &Lx),
{Q, L+ i (Lx& -\- Ly, L ) ,
{Q, Li} = o.
Sommando queste uguaglianze, si ottiene l'ultima delle relazioni
(26,10).
114 CAPITOLO IV
La sua soluzione
+f (r, Q)@,
dove / (r, 6) una funzione arbitraria d i r e 9. Perch la funzione
sia univoca, necessario che essa sia periodica in cp con periodo 2n.
Ne segue1)
,!,==m, m = 0 , * i , *2, ... (27721
In tal modo gli autovalori j z sono uguali ai numeri interi positivi
e negativi compreso lo zero. Indichiamo con
=2 +
positiva L:
l'operatore di una grandezza fisica essenzialmente
+ Li e i suoi autovalori non possono essere negativi.
Applicando l'operatore alla autofunzione h dell'opera-
tore ed usando la regola di commutazione (26.12)' otteniamo
f l@lm12senOdO=i. (28,z)
o
Le funzioni Ylm con l o m differenti risultano automaticamente
ortogonali:
Yfo o
Yfpm#Ylnt
sen i3 d6 d~ = i3111i3,,,,,,~, (28,3)
In particolare,
(28'11)
che coincide con la (28,s).
da cui segue che, tutti gli elementi di matrice del tipo n', L, M
1 f 1 n, L , M ) con M diversi (restando identici gli altri indici)
sono uguali.
Applicando questo risultato all'hamiltoniano stesso, otteniamo
l'indipendenza gi nota dall'energia degli stati stazionari da M ,
+
cio i livelli energetici son.0 (2L l ) volte degeneri.
Sia ora A una grandezza fisica vettoriale che caratterizza un
sistema isolato. In una rotazione del sistema di coordinate (in parti-
colare, in una rotazione infinitesima, sotto l'azione, cio dell'ope-
ratore del momento angolare) le componenti del vettore si trasfor-
mano le une per mezzo delle altre. Quindi, anche come risultato della
A
commutazione degli operatori Licon gli operatori i si debbono ot-
tenere di nuovo le componenti dello stesso vettore Ai. Quali preci-
samente lo si pu stabilire osservando che, ne1 caso particolare in
cui A il raggio vettore della particella, si debbono ottenere le
formule (26,4). Si trovano cosi le regole di commutazione:
{nfLM1A z l n , L-
(nf, L - I , M 1 AZ
Il simbolo
1L
(1-1, O~nz~ZO)=
o 1 ~co~0@~~sen~df3
426 CAPITOLO I V
PROBLEMA
l
Calcolare il valore medio del tensore nink - - 6 i k (essendo n i l vettore
3
unit nella direzione del raggio vettore di una particella) nello stato in cui i l
vettore ha un modulo assegnato uguale ad i , ma la sua direzione non assegna-
ta (cio l z indeterminato).
Soluzione. Il valore medio cercato un operatore che pu essere espreso
solamente in funzione dell'operatore Cerchiamolo nella forma
(abbiamo tenuto conto del fatto che eiklemhz = 26im), Dopo un semplice
calcolo si ottiene infine
a=-
i
(21 - i ) (21 3) ' +
3 30. Parit di uno stato
Oltre alla traslazione e alla rotazione del sistema di coor-
dinate (l'invarianza rispetto alle quali esprime, rispettivamen-
te, l'omogeneit e l'isotropia dello spazio), esiste ancora una tra-
sformazione che lascia invariata l'hamiltoniana di un sistema isolato.
--
l) I l calcolo fatto integrando ( l - i ) volte per parti rispetto a d cos e.
Quanto alla formula generale per gli integrali di questo genere, vedi la (i07,i4).
MOMENTO ANGOLARE 127
Tale semplice relazione non esiste per per gli operatori dei qua-
drati dei momenti angolari, e per dedurne la legge di composizio-
ne ragioniamo nel modo seguente.
Prendendo come sistema completo di grandezze fisiche le gran-
dezze Li, Li, Li,, LZz1),ogni stato sar determinato allora dai nume-
ri L,, La, Mi, M2. Per & e L 2 dati, i numeri Mi, M, assumono, ri-
spettivamente, (2L1 + +
1) e (2L2 1) valori, cosicch si hanno in
tutto (2Ll + +
1) (2L2 1) stati diversi con gli stessi LI, La. Indi-
chiamo con ^ - M i a le funzioni d'onda degli stati in questa de-
scrizione.
In luogo delle quattro grandezze indicate, si possono prendere
come sistema completo le quattro grandezze L:, Li, L2, L;. Allora
ogni stato sar caratterizzato dai valori dei numeri LI, La, L , M
(indichiamo con q L i L Z leL ~corrispondenti funzioni d'onda). Dati
L, e La si debbono avere, ovviamente, come prima (2L1 1) x +
+
x (2L2 1) stati diversi, ciodati L, e Lo, la coppia di numeri L,
M pu prendere (2L1 + +
1) (2L2 1) coppie d i valori. I l ragiona-
mento seguente permette d i determinare questi valori.
Sommando i diversi valori possibili di Mi e M a , si ottengono i
corrispondenti valori d i M , come indicato nella seguente
tabella:
M1 M2 M
dr
(r2 $1 - 1(l+*)
r2 R+$ [E-u (r)] R = O . (32'8)
che coincide con la forma della funzione di Hamilton classica in coordinate sfe-
riche.
MOTO IN UN CAMPO A SIMMETRIA CENTRALE
d
00
o
r'R~.~R~,dr=6 (F) =2n6(kf -k). (33,4)
9% CAPITOLO V
7'
o
r2REelREldr = 6 ( E 1 - E ) ,
(21+1)!! -
l) Alcune tra le prime funzioni j l :
sen .r sen x cos x
jo = 7, j i = 7 - - x '
3
j2= (T - yl ) senx-- 3 cos x
22
Nella letteratura esiste anche una definizione delle funzioni j 1 che si di-
stingue dalla (33,li)per il fattore x.
2) Con il segno!! si vuole indicare il prodotto di 'tutti i numeri della stessa
parit fino a quello considerato.
140 CAPITOLO V
R: = + iA / % H $ > $ (kr)
(33,19)
1 l) Come verr mostrato nel $ 124, i l campo deve decrescere pifi rapida-
mente di I l r .
2) Il termine -1n12 nell'argomento del seno stato aggiunto perch si
abbia, in assenza di campo, 6 l = O. Poich il segno della funzione d'onda non
ha importanza, le fasi 6 l sono determinate a meno di nn (e non di 2nn);
pertanto i loro valori possono essere sempre ridotti all'intervallo tra O e n.
142 CAPITOLO V
ovvero
sen ka = 31 {- ka.
Fig. 9
Questa grandezza tanto piu grande quanto pifi piccolo i l raggio della
buca a . La posizione del primo livello El all'istante della sua comparsa deter-
minata da ka = d 2 ed e uguale a El = O, come era naturale aspettarsi. Con
l'aumentare della profondit della buca anche i l livello fondamentale E s i
abbassa. Quando la differenza A = Uo/Uomin - 1 piccola questo abbas-
samento avviene secondo la legge
l ) Tale notazione adottata per i livelli delle particelle del nucleo (vedi
3 118).
2, Conformemente alle (33,7-8) si ha (r-lR,}' r-lRi+l. Poich l'equazio-
ne (33,3) non cambia sostituendo I con -I - 1, s i ha ugualmente
(rl+lR -
r i t l R -1.
Infine, poich le funzioni R _ ; ed R l - l soddisfano la stessa equazione, si ottiene
in definitiva
( r ~ + l R l ) ' rltlR l .l
-+
S i osservi che le differenze nell'ordine della disposizione dei livelli in una buca
profonda appaiono solamente per livelli relativamente alti.
4. Determinare i livelli energetici di un oscillatore armonico a simmetria
sferica (particella nel campo U = l/2mm2r't}, l'ordine della loro degenerazione
-e i valori possibili del momento orbitale negli stati stazionari corrispondenti.
Soluzione. L'equazione d i Schr-dinger di una particella nel campo
U = l/2mw2 (x2 + +y2 z2) ammette la separazione delle variabili, che conduce
a tre equazioni del tipo d,ell'oscillatore lineare. Per i livelli energetici pertanto
s i ha
E=%m
L'ordine di degenerazione dell'n-esimo livello uguale a l numero di modi
con cui n pu essere rappresentato come somma di tre numeri interi positivi
(zero compre~o)~); questo numero
( n + l ) (n-1-2)
o
eihz E -t"-
1
3 'i (21+ l)Pi(cos 0) sen (kr - T
In
). (34,2)
1=0
146 CAPITOLO V
coincidente
..- con l'esoressione classica. Non un fatto casuale: vedre-
mo in seguito che per grandi valori di l i l moto quasi-classico
( 49).
5 35. Caduta d i una particella su di un centro
Per illustrare alcune particolarit del moto quantistico (o quan-
tomeccanico), utile, anche se questo problema privo di senso
fisico diretto, studiare il caso del moto di una particella in un
campo con energia potenziale che in un certo punto (nell'origine delle
coordinate) diventa infinita secondo l a legge U (r) w -p/r2 (6 > 0);
l a forma del campo lontano dall'origine non ci interesser Abbiamo
visto nel 5 18 che questo il caso intermedio tra quello degli stati
stazionari ordinari e quello della caduta della particella nell'o-
rigine delle coordinate.
Nell'intorno dell'origine delle coordinate, l'equazione di Schr6-
dinger per il caso considerato
ovvero
i -.h=
m 2
Spettro discreto
Introducia~noin luogo del parametro E e della variabile r le
nuove grandezze
I
o
f i o r i r = l.
R2i = -
1
e-r/2r,
2 V6
R3,,=- 2 e - r ~ 3( ~ - ~ r + - - r z ,
3 v3 27 )
^3= - 6 e-r/3r ( +-i ) ,
27 v
R32=-
81 1/30
e-713F2.
154 CAPITOLO V
o
-
L a formula generale per r k pu essere ottenuta mediante l a formula
7). Diamo q u i alcuni primi valori d i r6 (con k positivi e negativi):
i(/,
S p e t t r o continuo
Lo spettro degli autovalori positivi dell'energia continuo e si
estende d a zero all'infinito. Ciascuno d i questi autovalori degenere,
con un ordine d i degenerazione infinito; a ciascun valore d i E corri-
sponde una infinit d i s t a t i con I che prende t u t t i i valori interi d a O
a 00 (e con t u t t i i possibili valori d i m per ogni dato l).
l) L'integrale di normalizzazione puh essere ugualmente calcolato sosti-
tuendo l'espres ione ( 4 1 2 ) dei polinomi di Laguerre ed integrando per parti
(analogamente al calcolo dell'integrale (c,11) per i polinomi di Legendre).
MOTO IN UN CAMPO A SIMMETRIA CENTRALE 155
Fig. 10
(36721)
Se si normalizzano le funzioni d'onda sulla scala k/2n (cio
con la condizione (33,4)), il coefficiente di normalizzazione C M
uguale a
(36922)
Infatti, l'espressione asintotica di R h , per r grandi (il primo termine
dello sviluppo (36,21)) si scrive allora
e inoltre
Cosicch
(36,31)
(36 ,33)
Abbiamo per essi
,.
{ L i , L}= 0, (3634)
A A A
Integrando questa equazione, scegliendo le costanti in modo tale che qe (O) sia
finita e qe (m) nulla, e aggiungendo i l potenziale del nucleo, otteniamo
Fig. I l Fig. 12
A
+
4 . I l problema 3 per U = - Br2 (fig. 1 2 ) .
r2
Soluzione. Esiste solamente lo spettro discreto. L'equazione d i Schrodinger
si scrive come segue:
dzR
-+-- 2 dR 21n
drz r dr + W ( E -
Introducendo la variabile
E=-+ fi
,"
e le notazioni
otteniamo l'equazione
da cui
dove n deve essere un numero intero non negativo. Di conseguenza, per i livelli
energetici si ottiene una infinit di valori equidistanti
o viceversa:
E=r+z, q=r-z, q=arctg-^-
Z' (37,2)
e T) assumono i valori d a O a oo, <p d a O a 2n. Le superfici = CF
stante e q = costante sono paraboloidi d i rotazione con asse coin=
cidente con l'asse delle z e con il fuoco nell'origine delle coordinate.
Questo sistema di coordinate ortogonale. L'elemento di lunghezza
dato dall'espressione
assume l a forma
(37'6)
Cerchiamo le autofunzioni Y nella forma
dove
equazioni per gli autovalori delle grandezze fll, fin, hanno (per
E > 0) anche uno spettro d i valori complessi. Le funzioni d'onda
corrispondenti saranno date nel 135 dove verranno usate per risol-
vere i l problema della diffusione in un campo coulombiano.
L'esistenza degli s t a t i stazionari 1 nln2m > dovuta all'esisten-
za d i una nuova legge d i conservazione (36,29). I n questi stati, le
grandezze I, = m e A , , come anche l'energia, hanno valori ben deter-
minati. Calcolando gli elementi d i matrice diagonali dell'operatore
troviamo che
m
Cm (E$ +V ) = 2m cmE+:',
e moltiplicando i due membri d i questa uguaglianza per W* ed
integrando, si trova
mentre e{" resta arbitrario e deve essere scelto i n modo tale che la
funzione = $p + sia normalizzata, a meno d i termini del
primo ordine. A tale scopo occorre porre e? = 0. Infatti, l a funzione
PROBLEMI
1. Determinare la correzione di seconda approssimazione $2 alle autofun-
zioni.
.--
+
Soluzione. Calcoliamo i ~ ~ e f f i c i e n,C':t i k n, nelle equazioni (38,4) con
k :y= n scritte a meno dei termini del terzo ordine, e scegliamo i l coefficiente
+
i n modo tale che l a funzione q:n = $p) I@
d e i termini del terzo ordine. Troviamo infine
+ sia normalizzata a meno
4. Una buca di potenziale sferica con pareti infinitamente alte subisce una
piccola deformazione (che non altera i l volume), prendendo la forma di un ellis-
soide di rotazione schiacciato con semiassi a = 6 e C. Determinare la separazione
dei livelli energetici della particella nella buca cosi deformata ( A . B. Migdal,
1959).
Soluzione. L'equazione della superficie della buca
a2
che, sostituendo le variabili x + ax/R, y -+ ay/R, z -+ cziR, si trasforma nell'e-
quazione di una sfera di raggio :R x2 y 2 + + z2 = R2. Con la stessa sostituzione
l'hamiltoniano della particella t" = pq2M = -h2A/2M (M la massa della
particella, l'energia ha] per origine i l fondo della buca) diventa H = Ho
dove
+
V,
In tal modo, i l problema del moto nella buca ellissoidale si riduce a l problema
del moto in una buca sferica. Se l'ellissoide differisce di poco dalla sfera di raggio
R = (a%)113, alloraesi pu considerare come una piccola perturbazione. In-
troducendo i l parametro di eccentricit (l P 1 <
1) secondo le formule
9 9 sen 0 9
Si osservi che
l
ovvero
da cui
PROBLEMI
1. Determinare le correzioni in prima approssimazione all'autovalore e l e
funzioni esatte in approssimazione zero di un livello doppiamente degenere.
Soluzione. L'equazione (39'2) diventa qui
probabilit di transizione cercata wzt. Il calcolo, con l'aiuto delle formule (1)
e (2) del problema 1, d
questa formula si ottiene molto facilmente usando i l metodo che verr esposto
nel paragrafo prossimo (usando l'equazione (40,4)).
dove
Sostituendo qui
PROBLEMA
Facciamo la sostituzione
unea= bn
otteniamo le equazioni
= Fmnbn, ili (bn -i ~ b n=) F&
Eliminando da esse am, otteniamo
.b.n - i & n + + Fmn12
bn=O.
Come coppia di soluzioni indipendenti d i queste equazioni si pu prendere
TEORIA DELLE PERTURBAZIONI 181
dove A , B sono delle costanti (che debbono essere determinate dalla condizione
di normalizzazione) e dove si posto
i limiti d'integrazione nella (40,5) sono scelti in modo tale che per
t > - oo tutti gli ah? si annullino. Passato il tempo dell'azione
della perturbazione (o al limite t -+ oo) i coefficienti a h n assumono
i valori costanti ahn ( W ) , e il sistema viene a trovarsi nello stato
descritto dalla funzione d'onda
Y = 2 aftn ( m )
h
^,
che soddisfa nuovamente l'equazione d'onda imperturbata, ma
diversa dalla funzione iniziale V :). Secondo le regole generali,
il quadrato del modulo del coefficiente ah,, (00) determina l a proba-
bilit che il sistema abbia l'energia E ^ , cio che esso si trovi nel
k-esimo stato stazionario.
Per effetto della perturbazione i l sistema pu passare quindi
dallo stato stazionario iniziale a qualsiasi altro stato. La probabi-
lit di transizione dallo stato stazionario iniziale (i-esimo) allo
stato stazionario finale (/-esimo) uguale al)
PROBLEMI
1. Un oscillatore elettricamente carico nello stato fondamentale posto
istantaneamente in un campo elettrico uniforme. Determinare la probabilit di
transizione dell'oscillatore negli stati eccitati per effetto di questa perturbazione.
Soluzione. L'energia potenziale dell'oscillatore nel campo uniforme (che
esercita su di esso una forza F)
me02 mm=
U (x)=- x2-Fx =- (x-xo)2+ costante,
2 2
TEORIA DELLE PERTURBAZIONI 185
E} (
-00
EEOX
~ X (-E'+
P =E} exp l5$/4).
.dove uoo la probabilit che l'atomo resti nello stato fondamentale ($o =
= ( 3 1 a ~ ) ' e/ ~r i a la funzione d'onda dello stato fondamentale dell'atomo d'idro-
.geno; a i l raggio d i Bohr). Calcolato l'integrale s i ottiene
Nel caso limite qa <^ 1, questa probabilit tende a zero come 1 - uoo z
z q2a2, e per qa ^> 1 tende all'unit come 1 - wo0 %; 1 - (2/qa)8.
4. Determinare la probabilit che u n elettrone esca dallo strato K d i un
atomo con numero atomico Z molto grande, durante un decadimento 6 del
nucleo. La velocitdella particella 6 supposta grande rispetto alla velocit
dell'elettrone K ( A . 3.M i g d a l , E . L. Feinberg, 1941).
Soluzione1). Nelle condizioni indicate, i l tempo che la particella 6 impiega
per attraversare lo strato K piccolo rispetto a l periodo di rivoluzione del-
l'elettrone, cosicch l a variazione della carica del nucleo pu essere considerata
istantanea. La perturbazione costituita in questo caso dalla variazione del
campo del nucleo V = llr in seguito ad una piccola variazione (1 a confronto
con Z) della sua carica. Conformemente alla (41,5) la probabilit di transizione
d i uno dei due elettroni dello strato K con l'energia E. = -Z2/22) ad uno stato
dello spettro continuo con l'energia E = k2/2 nell'intervallo d E = k dk
c poich
si ottiene infine
Da cui
Da cui si vede che il valore pih probabile della differenza E' - E &
dell'ordine di grandezza di Ut.
Applicando questo risultato al caso considerato (la perturbazione
l'interazione fra le due parti del sistema), otteniamo la relazione
l) Per l'analisi che stiamo qui facendo non importa in che modo si conosca
l'energia della particella misurante v.
196 CAPITOLO VI
l ) Nei caso bidimensionale $(l) si esprime (come noto dalla teoria dell'equa-
zione d'onda bidimensionale) sotto forma di integrale analogo a (45,3), dove
,ihr
dx' dy' dz' sostituito con inHh1] (kr) dx' dy' (Hp la funzione di Hankel
+
di prima specie di ordine zero) e dove r = v ( x ' - x ) ~ (y' - Per k - O
la funzione di Hankel e con essa tutto l'integrale tendono logaritmicamente
all'infinito.
Analogamente, nel caso unidimensionale, si ha sotto il segno di integrale,
t,.
-9
che determina $C1), la grandezza 2ni 7 dx' (dove r = 1 x' - x l), e per k -P
- O , $(l)tende all'infinito come I/k.
TEORIA DELLE PERTURBAZIONI i 99
da cui
I$ = eikxF = costante.eikx exp ( --,',(Udx). (45,9)
Questa l'espressione cercata. E da sottolineare, tuttavia, che essa
inapplicabile a distanze troppo grandi. Nell'equazione (45,8)
stato omesso il termine A F contenente le derivate seconde di F. La
derivata a2F/9x2, cosi 'come la derivata prima 9F/axl tende a zero
a grandi distanze. Per quanto riguarda le derivate rispetto alle coor-
dinate trasversali y, z, esse non tendono a zero e si possono trascu-
rare soltanto se x <? ka2.
Integriamo questa uguaglianza rispetto a d x tra due punti +x, tali che a <
<xi < l / % , dove a la larghezza della buca e x = V 2 m \ E \/h. Dato che
ovvero
Vediamo che, in accordo con la nostra ipotesi, il valore deli livello una-
quantit piccola di ordine superiore (secondo) rispetto alla profondit della
buca.
2. Determinare il livello energetico in una buca di potenziale bidimensiona-
le U ( r ) ( r la coordinata polare del piano) di piccola profondit l'integrale-
I
.1
o
r U d r si suppone convergente.
da cui
u
Si vede che i l livello energetico esponenzialmente piccolo rispetto alla profon-
dit della buca.
Capitolo VI1
CASO QUASI-CLASSICO
la sostituzione formale
1) Come noto,
I p dx la parte dell'azione non dipendente dal tempo.
\
L'azione meccanica totale S della particella S = -Et p dx. Il termi-
ne - E t non figura in OQ in quanto stiamo considerando una funzione d'onda
non dipendente dal tempo.
204 CAPITOLO VI1
Integrando troviamo
ovvero
i
costante [ l imh F
4 p3
. (46,ll)
(4792)
Per determinare i coefficienti d i questa combinazione occorre
seguire la variazione della funzione d'onda d a x - a positivi (dove
valida l'espressione (47,l)) a x - a negativi. Si deve per allora,
attraversare l a regione che contiene i l punto d'arresto, dove l'approssi-
mazione quasi-classica inapplicabile e occorre quindi considerare
la soluzione esatta dell'equazione d i Schrodinger. Per 1 x - a 1
piccoli abbiamo
E-- U {x)wFo{x- a),
CASO QUASI-CLASSICO 207
K f
i i
-- Fol (a-x) d x = f (x) d i .
se u &)<E
(H. A . Krarners, 1926).
Sottolineiamo ancora una volta il fatto, evidente dalla deduzione,
che questa regola legata a una determinata condizione al contorno
imposta per una delle regioni rispetto al punto d'inversione e in
questo senso va applicata in una determinata direzione. Piii pre-
cisamente, la regola (47,5) stata ottenuta con la condizione che
q > O, all'interno della regione classicamente inaccessibile, e deve
essere applicata per il passaggio da quest'ultima alla regione
classicamente accessibile (come segnato con la freccia nella (47,5))l).
Se la regione classicamente accessibile limitata (per x = a) da
una barriera di potenziale infinitamente alta, la condizione al contorno
della funzione d'onda per x = a = O (vedi $ 18). L'approssima-
zione quasi-classica applicabile allora fino alla barriera stessa e
l a funzione d'onda
x
dove l'integrale $ p dx = 2 i
h
p dx preso su un periodo completo
classica della particella (cio dalla curva nel piano p, x, spazio delle
fasi della particella). Suddividendo questa area in celle di area
2nU ciascuna, abbiamo in totale n celle. Ma n il numero degli
stati quantici con energie che non superano il dato valore dell'inte-
grale (corrispondente alla traiettoria di fase considerata). Possiamo
quindi dire che nel caso quasi-classico a ogni stato quantico corri-
1) Strettamente parlando, si dovrebbe calcolare i l numero degli zeri tenendo
conto della forma 'esatta della funzione d'onda vicino ai punti d'inversione.
Tale studio conferma i l risultato dato.
8 ) In alcuni casi l'espressione esatta per i livelli energetici E (n) (come fun-
zione del numero quantico n) che deriva dall'equazione esatta di Schr-dinger &
tale che, per n +-oo, essa conserva la sua forma; ne sono d'esempio i livelli
energetici nel campo coulombiano ed i livelli energetici dell'oscillatore armo-
nico. In questi casi, naturalmente, la regola di quantizzazione (48,2), applica-
bile per grandi n, d per la funzione E (n), un'espressione che coincide con quel-
la esatta.
212 CAPITOLO VI1
sponde una cella nello spazio delle fasi di area 2nft. O meglio, il nume-
ro di stati relativo all'elemento di volume ApAx dello spazio delle
fasi
Ma 9EI9p = v, cosicch
Pertanto otteniamo
231
A E = - hT = h u .
AN =
Aq, . .. AqsApi . .. Ap,
(2nh)8
stati quantici3).
PROBLEMI
i. Determinare (ap rossimativamente) i l numero di livelli energetici di-
screti di una particella che si muove in un campo U (r) che soddisfa la condizione
d i quasi-classiciti.
Soluzione. Il numero di stati compresi nel volume dello spazio delle
fasi corrispondente a valori della quantitdi moto nell'intervallo O < <Pmax
e a valori delle coordinate della particella contenuti nell*element>& volume
dV uguale a
Per un dato r la particella pu avere (nel suo moto classico) una quantit
di moto che soddisfa la condizione E = - p2
2m
+ U (r) < 0. Sostituendo pmax =
= V - 2 m U (r), otteniamo i l numero totale di stati dello spettro discreto
dove l'integrazione estesa alla regione dello spazio in cui U < 0. L'integrale
<
diverge (il numero di livelli infinito), se U decresce all'infinito come r-8 con s
< 2, in accordo con i risultati del 3 18.
2. Lo stesso problema in un campo quasi-classico a simmetria centrale U (r)
(V. L. Pokrovskij).
Soluzione. In un campo a simmetria centrale i l numero di stati non coincide
con il numero di livelli energetici, data la degenerazione di questi ultimi ris etto
alle direzioni del momento. I l numero cercato si pu trovare osservando che il
numero di livelli con dato valore del momento M coincide con i l numero di livel-
li (non degeneri) del moto unidimensionale in un campo con energia otenziale
+
U e f f = U (r) d"
Ma/2mr". Il valore massimo possibile della quantit moto p ,
per un dato r e per energie E < O pr max= V - 2 r n u e f f . Perci i l numero di
stati (cio il numero di livelli)
La sostituzione
P I(cos 0) =- X (9)
~/'a
porta all'equazione
che non contiene la derivata prima e che analoga nella forma ad una
equazione d i Schrodinger unidimensionale.
Nell'equazione (49,3) d a lunghezza d'onda di de Broglie
funge la quantit
P;(cos 6) =costante-senl 6;
per I > oo questa funzione (e con essa anche ] I) 12) tende a zero per ogni 6 #
# n/2.
CASO QUASI-CLASSICO 217
(A ed a sono costanti).
Per gli angoli 9 <S. l nell'equazione (49'1) si pu porre ctg 9
119; sostituendo anche, in modo approssimativo, I (I +
1) con
(I + 1/2)2, si ottiene l'equazione
h2
U i(r) = U (r) +2m
r2
r
parte corrispondente a distanze r per cui 1 U \ -
derato a parte. Dell'intera regione del moto la pit5 importante la
- \ E l, cio
al 1 E l. L a condizione d i quasi-classiciti del moto in questa
-
regione si riduce alla richiesta che la lunghezza d'onda
X E / / %\ E 1 sia piccola rispetto alle dimensioni a / 1 E \ della
regione; ci d
1) Cosi, nel caso elementare del moto libero ( U = 0) la fase della funzione
calcolata secondo la formula (48,i) con U i dato dalla formula (49,9), per grandi
r coincider come doveva essere, con la fase della funzione (33'12).
CASO QUASI-CLASSICO 219
PROBLEMA
cosicch
Fig. 13
Ponendo
E-U (x) &(x-b), Fo> O,
scriviamo la funzione (50'1) nella forma
Ponendovi
6
D=~XP (-+l
IPI~X),
a
(50,5)
x
--
-
1
exp
V-v
(Ji
p~x+F)+- 1
exp (-+ J Pdx-T).in
a V-V a
PROBLEMI
1. Determinare i l coefficiente di trasmissione della barriera di potazia16
rappresentata nella fig. 14; U (x) = O per x < O, U (x) = U 2- F x per x > O;.
calcolare soltanto i l fattore esponenziale.
Soluzione. Un calcolo semplice porta a l risultato
'-0
w-exp (-~/g)=exp(-$1.
l
m a
7
I+& dz sz fl
1
$i dx =- l
'
o o
dove q,= v
2 (U0 - Eo)/rn. Quindi,
a
wF-2 l
E2-E,=-expn lpldxj
Fig. i7
Nell'integrale
x
energie potenziale e centrifuga) che sar diversa per stati con diversi
valori di I. I n vista di ulteriori applicazioni del metodo esposto,
scriveremo le energie potenziali efficaci i n due stati i n forma generale
come Ul (r) e Ug(r). Allora l'esponente del fattore esponenziale del-
l'espressione integranda nella (51'5) avr un valore estremale non
soltanto nei punti in cui Ul (r) o U2 (r) diventano infinite, ma anche
nei punti i n cui
dove 0, = v2-,
-
v2 = v 2 ~ ~ 1sono
m le velocit della particella all'infinito
(x -r W ) dove i l moto libero.
a
2. Lo stesso problema nel campo coulombiano U = per transizioni fra
gli stati con I = 0.
Soluzione. L'unico punto singolare della funzione U (r) il punto r = 0.
L'integrale corrispondente stato calcolato nel problema 2 del 50. Il risultato
che otteniamo secondo la formula (51,8)
Fig. 19
R = e - 4 0 ( ~ 1xo)/fi,
~ 1
xo
e (x,, xo) = ~ r n p ( i ) dx;
Xi
(52'3)
tegrale a (x,, x0) h a per essi valori maggiori (in caso contrario proprio
un tal punto singolare a determinare i l valore dell'esponente, ma
il coefficiente che precede l'esponenziale non sar piii quello che
compare nella (52,3)). L'ultima condizione viene evidentemente vio-
lata al crescere dell'energia E se U (x) diventa infinita da qualche
parte del semipiano superiore: ad un certo istante il punto x0, d.ove
U = E, si sar talmente avvicinato a l punto Xm dove U = oo che
riflessione (l'integrale or (xm, z0) -
entrambi daranno un contributo confrontabile al coefficiente di
1) e l a formula (52,3) non sar
piii applicabile. Nel caso limite i n cui E tanto grande che l'inte-
grale in questione piccolo rispetto ad uno, applicabile la teoria
delle perturbazioni (vedi problema 2)l)
P R O B L E M I
1. Determinare nell'approssimazione quasi-classica, con precisione espo-
nenziale, la probabilit di fissione del deutone nell'urto con un nucleo pesante
considerato come il centro fisso di un campo coulombiano (E. M. Lifiic, 1939).
Soluzione. Il contributo maggiore alla probabilit di reazione 6 dato dagli
urti con momento orbitale nullo. Nell'approssimazione quasi-classica questi
sono urti frontalD in cui il moto delle particelle si riduce al moto unidimen-
sionale.
Sia E l'energia del deutone misurata in unit e che corrisponde all'energia
d i legame del protone e del neutrone in esso; En e Ep sono le energie del neu-
trono e del protone di fissione (nelle stesse unit ) Introduciamo inoltre la
coordinata adimensionale q = r/(Ze9/s) (Ze la carica del nucleo) e indichiamo
con q0 i l suo valore (in generale complesso) nel punto di transizione cio
nell'istant della fissione del deutone. Rappresentiamo E,,, Ep, E nella forma
un, vp, v^ sono le velocit delle particelle nell'istante della fissione, misurate
nelle unit (m. la massa del nucleone); v., reale e coincide con la velo-
cit del neutrone di fissione, mentre vp e vd sono complesse. Le condizioni di
conservazione dell'energia e della quantit di moto nel punto di transizione
danno
da cui
Ep + E,,= E - 1, v p + v,, = 2^, (2)
L'azione del sistema prima della transizione corrisponde al moto del deutone nel
campo del nucleo sino al punto di fissione; la sua parte immaginaria
In accordo con l'origine del primo e del secondo Arch fra arentesi quadre nelle
espressioni (4) e (3) i segni delle loro parti immaginarie debbono coincidere ri-
spettivamente con i segni divini v p e Im v^ (i segni di questi ultimi nella solu-
zione delle equazioni (2) sono scelti in modo tale da ottenere per risultato
+
Im (Sl $1 > O).
Dato il carattere esponenziale della dipendenza di W da Enl la probabilit
totale di fissione (con tutti i valori di En ed Ep = E - 1- En) data dal valore
assoluto minimo dell'esponente come funzione di En. Un analisi mostra che
questo valore si ottiene per E,,+ 0. Si ha allora q0 = i/(E
ricaviamo
+ 1) e dalla (5)
2
V E C C O S l/+]} .
La condizione di applicabilitii di questa formula che il valore dell'espo-
nente sia grande (rispetto$ all'unit )
Calcolata la parte immaginaria dell'azione S = Si +
S, per valori di E,,
diversi da zero, si pub determinare la distribuzione in funzione dell'energia
delle particelle di fissione. In prossimit del valore En = O abbiamo1)
-m
~~~=exp(-2Irnfm~~(t)<) (53,Io)
ti
dove a2, = (E2 - E*; t, un punto qualsiasi sull'asse reale t
e come ta si deve prendere quella fra le radici dell'equazione (53,1)
appartenenti al semipiano superiore per cui l'esponente nella (53,10)
ha valore assoluto minimo1). Inoltre, con l a transizione diretta dallo
stato 1 allo stato 2 si possono avere anche a cammini di transi-
zione attraverso diversi stati intermedi le cui probabilit si
esprimono con formule analoghe. Cosi, per l a transizione lungo il
a cammino 1 4 3 4 2 l'integrale nella (53,10) viene sostituito
con l a somma di due integrali
43" i<aS'
.g 54. Spin
Come nella meccanica classica, an( he nella meccanica quantistica
la legge di conservazione del momento angolare una conseguenza
dell'isotropia dello spazio rispetto ad un sistema chiuso. Gi in
questo fatto si rivela i l legame del momento angolare con le pro-
priet di simmetria rispetto alle rotazioni. Ma nella meccanica quan-
tistica questo legame diventa particolarmente profondo e costituisce
l a sostanza del contenuto fondamentale del concetto stesso di mo-
mento angolare, tanto piii che la definizione classica di momento ango-
lare di una particella come prodotto vettoriale del raggio vettore e
della quantit d i moto perde qui il suo diretto significato a causa
dell'impossibilit di misurare simultaneamente le due grandezze in
questione.
Nel $ 28 abbiamo visto che l'assegnazione dei valori l e m deter-
mina la dipendenza angolare della funzione d'onda di una particella
e, di conseguenza, tutte le sue propriet di simmetria rispetto alle
rotazioni. Nella forma p i generale
~ la formulazione di queste pro-
priet si riduce alla deduzione della legge di trasformazione delle
funzioni d'onda nelle rotazioni del sistema di coordinate.
La funzione d'onda ^ILM di un sistema di particelle (con i valori
dati del momento angolare L e della sua proiezione M) resta immu-
tatal) soltanto nella rotazione del sistema di coordinate attorno
all'asse z . Ogni rotazione, invece, che cambia la direzione dell'asse
z ha come conseguenza che l a proiezione del momento angolare
sull'asse z gi non ha piii un valore determinato. Ci vuoi dire che
nel nuovo sistema di coordinate l a funzione d'onda si trasforma,
in generale, in una sovrapposizione (combinazione lineare) di 2L 1 +
funzioni corrispondenti ai diversi valori possibili di M (per un dato
L). Si pu dire che nelle rotazioni del sistema di coordinate le 2L 1 +
funzioni i f L M si trasformano tra di loro2). La legge di questa tra-
1) Con precisione a meno di un fattore di fase inessenziale.
2, Secondo la terminologia matematica, queste funzioni realizzano le cosid-
dette rappresentazioni irriducibili del gruppo delle rotazioni. I l numero di fun-
zioni che si trasformano tra di loro detto dimensione della rappresentazione, e
si suppone che non esistono combinazioni lineari di queste funzioni tali che
questo numero possa venire ulteriormente diminuito.
SPIN 24 1
PROBLEMA
Una particella di spin 112 si trova in uno stato con determinato valore
s, = 112. Determinare la probabilit dei valori possibili della proiezione dello
spin sull'asse z' che forma un angolo O con l'asse z.
SPIN 245
l) Osserviamo che in uesto caso gli indici degli elementi di matrice nel
secondo membro della (5!?,1) sono scritti nella successione inversa di quella
usuata nella (11'11).
246 CAPITOLO VI11
sz, cio fra tutte le componenti della fup?"?ne d'onda una sola
diversa da zeroi):
b d .
I n accordo con quanto detto sopra (fine del $ 54), le matrici s su, s,
coincidono con le matrici ottenute nel $27, i=, iv,Lz, in cui occorre
soltanto sostituire le lettere L ed M con le lettere s e o:
nella (55,3) sono omessi?! fattori dipendenti dalle coordinate qui inessenziali.
Sottolineiamo; ancora una volta la necessit di distinguere l'autovalore
dato di sz (oioppure 0%)dalla variabile indipendente o!
SPIN 247
+ A , .
PROBLEMI
1. Ridurre una funzione arbitraria dello scalare a +
ber, lineare rispetto
alle matrici di Pauli, a un'altra funzione lineare.
Soluzione. Per determinare i coefficienti nella formula cercata
~(~+~G)=A+BG
osserviamo che, orientando l'asse z lungo la direzione b, gli autovalori dell'ope-
ratore a + +
bo sono uguali ad a b e i corrispondenti autovalori dell'operatore
f (a + +
bi) sono uguali a f (a b). Da qui troviamo
2. Determinare i valori del prodotto scalare si% degli spin (412) di due
particelle in stati in cui lo spin totale del sistema S = s,
minati (O oppure 1 ) .
+
83 ha valori deter-
Soluzione. Secondo la formula generale (31,3), valida per l'addizione d i
due momenti angolari qualsiasi, troviamo
si chiama spinore.
I n una rotazione arbitraria del sistema di coordinate le compo-
nenti spinoriali subiscono una trasformazione lineare
qi' = aql bq2, + v'
=cqi dq2, + (56 2)
che pu essere scritta nella forma
troviamo le relazioni
Il prodotto o*'& T
si pu scrivere anche nella forma I#U* con la matrice
trasposta 3.Dalla propriet di unitarietdella matrice U ,abbiamo
U* = 0-1,cosicch $ = (il)?/-l)a oppure1)
dove
dove 6; = 6: = 1, 6; = 6: = 0.
Cosi come nell'algebra tensoriale ordinaria, anche nell'algebra
spinoriale vi sono due operazioni fondamentali: la moltiplicazione
e la contrazione (o riduzione) rispetto a una coppia di indici. La
moltiplicazione di due spinori d uno spinore di rango pifi elevato;
cosi, dallo spinore h,,di rango due e dallo spinore $vpa di rango
tre si pu formare uno spinore IJIii.~Pu di rango cinque. La contra-
zione rispetto a una coppia di indici (ciola somma delle componenti
rispetto agli stessi valori di un indice covariante e di uno controva-
riante) diminuisce il rango dello spinore di due unit Cosi, la con-
trazione dello spinore h f i v p a rispetto agli indici p e v d lo spinore
W*7 di rango tre; la contrazione dello spinore $ p d lo scalare
$9
$i . Vale qui una regola analoga a quella data dalla formula (56,10):
se si cambia la posizione (superiore o inferiore) degli indici rispetto
ai quali si fa la contrazione, cambia il segno della grandezza (cio
$2 = -q\). Ne segue, in particolare, che se lo spinore simme-
trico rispetto a due indici, la contrazione rispetto a questi indici d
^
zero. Cosi, per uno spinore simmetrico di rango due i p k u abbiamo
7 0.
Diremo spinore simmetrico di rango n uno spinore simmetrico
rispetto a t u t t i i suoi indici. Da uno spinore antisimmetrico si pu
formare uno spinore simmetrico mediante la simmetrizzazione:
sommando le componenti che si ottengono con tutte le permutazioni
possibili degli indici. Per quanto abbiamo detto sopra, dalle com-
ponenti di uno spinore simmetrico impossibile formare (per contra-
zione) uno spinore di rango inferiore.
Quanto agli spinori antisimmetrici (rispetto a tutti i loro indici),
tali possono essere soltanto gli spinori di rango due. Infatti, poich
ogni indice pu prendere in tutto due valori, con tre o pifi indici
almeno due avranno valori uguali e, di conseguenza, le componenti
dello spinore si annullano identicamente. Ogni spinore antisimme-
SPIN 253
Quindi, per quanto detto sopra, questo spinore deve ridursi allo
spinore gm moltiplicato per uno scalare. Determinando quest'ulti-
mo in modo tale che la contrazione rispetto alla seconda coppia d i
indici dia il risultato giusto, otteniamo
(questa somma come doveva essere, uno scalare, poich essa deter-
mina la probabilit della particella di trovarsi in un dato punto dello
spazio). Nella somma a secondo membro dell'uguaglianza l e
componenti con (s +
o) indici 1 si ripetono
(2s)!
(s+u)l (s-o)!
volte. chiaro quindi che la corrispondenza fra le funzioni (o)
e le componenti dello spinore data dalla formula
dove ^p- - e q-. . . sono due spinori simmetrici distinti dello stesso
rango e (o), <p (o) sono funzioni corrispondenti a questi spinori
secondo la formula (57,2) (il fattore ( - l ) J O legato al fatto che,
256 CAPITOLO VI11
1
stljl = T (;.$C = -,-i !)!l,
Per passare al caso generale di uno spin arbitrario, consideriamo
ancora un sistema di 2s particelle con spin1/2 e scriviamone la funzione
d'onda in forma di prodotto d i 2s spinori. L'operatore dello spin del
sistema di particelle rappresenta la somma degli operatori degli spin
di ciascuna particella, che agiscono soltanto sul corrispondente
spinore, e il risultato della loro azione dato dalle formule (57,4).
Passando poi a spinori simmetrici arbitrari, cio alle funzioni d'onda
(sz$)ll
A --
della particella con spin s, otteniamo le formule seguenti:
s+a s-o
... 2 2 ... =- -2 $11
'
;+o-i 8-a+i
A-
. .. 22 .. . ; s-0
s+a+1 8-0-1
A-
$),11 .. . 22 . . . ,
$10 = iaz, = -- i
-1/2
(ax+ iay), 91,-i =-
i
(a%- ia,). (57'7)
V2,
Il confronto di queste espressioni con la formula (57,6) mostra che
le componenti di un certo vettore si possono mettere in corrispon-
denza alle componenti di uno spinore simmetrico di rango due secon-
do le formule
$i2= --
i
az,
v2 $11
i
= -(ax-iay),
v-2 $22= --mi (a. +'a,) .
(5799)
Inversamente:
l)
forma e,
Le componenti miste di uno spinore simmetrico si possono scrivere nella
senza distinguere da %.
SPIN 259
d i rango uno 9" con l a sua complessa coniugata q^*; allora la gran-
dezza
PROBLEMI
1. Riscrivere la definizione (57,4) dell'operatore dello spin 112 mediante
le componenti spinoriali del vettore S.
Soluzione. Tenendo conto delle formule (57,9) che stabiliscono la relazione
fra i l vettore ie lo spinore i " , la definizione (57'4) si scrive nella forma
++
l) In altre parole, le 2)
di rango j, l'insieme di 2 j
1 ( j intero) componenti di un tensore irriducibile
+
1 funzioni sferiche Y j m ,e le 2 j 1 componenti di
uno spinore simmetrico di rango 2j, realizzano la stessa rappresentazione irridu-
cibile del gruppo delle rotazioni.
260 CAPITOLO VI11
*
Il vettore complesso si pud scrivere nella forma t@ = e'" (u + iv), dove
u e v sono vettori reali, che con una scelta opportuna della fase comune a posso-
no essere'determinati come mutuamente perpendicolari. I due vettori u e v
determinano un piano che gode della seguente propriet la proiezione dello
spin sulla normale a questo piano pu assumere soltanto i valori 51.
(cfr. (15,13)). Come ogni funziono delle matrici di Pauli (vedi pro-
blema 1, 55), questa espressione si riduce ad un'espressione lineare
rispetto a queste matrici
x- A
Fig. 20
l) Richiamiamo l'attenzione sul fatto che gli indici di matrice nella (58.7)
sono disposti precisamente nell'ordine che corrisponde alla moltiplicazione delle
colonne della matrice D<-J"
per le funzioni $ j m disposte in riga. In una forma sim-
bolica l'uguaglianza (58,7)si dovrebbe scrivere secondo la (56,13) come qjm=
=
SPIN
dove
dove
(-1)" (1 -cos p)-a (1 + cos
P$" (cos p) =-y^ x
~ -
1
1 T(l+cosp) -e T1 (I-cos P)
v2 (58.22)
( f ~(p)
n = o -- cos p -sen p
1
-1/2
Poich secondo le (55,6) e (55,7) gli operatori & sono espressi dalle
matrici
troviamo
- A
S+ = V*^ S. = ^*qi.
I n uno stato miscelato si avr rispettivamente
PARTICELLE IDENTICHE
e,
con tutti gli scambi possibili dei diversi indici pl, . . .;tale som-
ma gode evidentemente della propriet di simmetria richiesta. Cosi,
per un sistema di due particelle che si trovano in diversi stati
(p1 # p z ) :
dove la somma estesa a tutti gli scambi dei diversi indici pl, p2, . . .
. . ., p N e dove il numero N i indica quante volte il valore i compare
nella combinazione sotto il segno di somma (essendo S N i= N).
Integrando il quadrato 1 $ l2 su dEl dg2 . . . dgNi), si annullano tutti
i termini, tranne soltanto i quadrati dei moduli di ciascuno dei
termini della somma; poichil numero totale dei termini nella somma
(61,3) uguale, evidentemente, a N!/N1!N2! . . ., si trova i l coef-
fidente di normalizzazione nella (61,3).
Per un sistema di fermioni la funzione d'onda I$ una combina-
zione antisimmetrica dei prodotti (61,l). Cosi, per un sistema di due
particelle abbiamo
rio di elettroni. Essa non esiste per per sistemi di particelle con
spin superiore a 112.
Consideriamo un sistema di due particelle con spin arbitrario S.
--
La sua funzione d'onda di spin lo spinore di rango 4s:
2s
%^li... per
2s
...
una met degli indici (2s) corrisponde allo spin di una particella e
l'altra met allo spin dell'altra particella. Lo spinore simmetrico
rispetto agli indici di ciascuno di questi gruppi. Allo scambio delle
due particelle corrisponde la permutazione del primo gruppo di
indici A, p, . . . ccn il secondo gruppo, o, . . . . Per ottenere la
funzione di spin dello stato del sistema con spin totale S , bisogna
contrarre questo spinore rispetto a 2s -
S coppie di indici (ogni
coppia contiene uno degli indici L, p, . . ., e uno degli indici p, a, . . .)
e simmetrizzare rispetto alle altre coppie; si ottiene infine uno spi-
nore simmetrico di rango 2 s .
Ma come sappiamo, contrarre uno spinore rispetto a una coppia
di indici significa comporre una combinazione antisimmetrica ri-
spetto aquesti indici. Percinello scambio delle particelle l a funzione
d'onda di spin si moltiplicher per (-I)2s-s.
D'altra parte, la funzione d'onda totale di un sistema di due
particelle viene moltiplicata nello scambio di queste particelle
per (-I)28 (cio per +l per s intero e per -1 per s semintero). Ne
segue che l a simmetria della funzione d'onda delle coordinate rispetto
allo scambio delle particelle determinata dal fattore (-I)s dipen-
dente soltanto da S.
Siamo giunti cosi al risultato che l a funzione d'onda delle coor-
dinate del sistema di due particelle identiche simmetrica per spin
totale pari e antisimmetrica per spin totale dispari.
Ricordando quanto stato detto sopra sul legame fra la permu-
tazione delle particelle e l'inversione del sistema di coordinate, con-
cludiamo anche che per spin S pari (dispari) il sistema pu avere
solo momento angolare orbitale pari (dispari).
Vediamo che anche qui si rivela una certa dipendenza fra i
valori energetici possibili del sistema e lo spin totale, ma questa
dipendenza non del tutto univoca. I livelli energetici cui corri-
spondono le funzioni d'onda simmetriche (antisimmetriche) delle
coordinate possono esistere per tutti i valori pari (dispari) di S.
Calcoliamo quanti sono in tutto i diversi stati di un sistema di
due particelle con i valori pari e dispari di S. La grandezza S prende
2s + 1 valori: 2s, 2s - 1, . . ., 0. Per ogni S data esistono 2 s + 1
stati che si differenziano per i l valore della componente z dello spin
(in tutto (2s + I)2 stati diversi). Supponiamo che s sia intero. Allora
tra i 2s + 1 valori di S ci sono s +
1 valori pari e s valori dispari.
PARTICELLE IDENTICHE
PROBLEMI
1. Determinare la separazione di scambio dei livelli energetici di un sistema
di due elettroni; l'interazione degli elettroni considerata come perturbazione.
Soluzione. Supponiamo che le particelle si trovino (senza tener conto della
loro interazione) in stati caratterizzati dalle funzioni d'onda orbitali (pl (r)
e (p2 (r). Agli stati del sistema con spin totale S = O e S = 1 corrispondono
rispettivamente i l prodotto simmetrizzato e antisimmetrizzato:
(per gli autovalori del prodotto S1S2 vedi problema 2 del $ 55).
Se gli elettroni si riferiscono, ad esempio, ad atomi diversi, l'integrale di
scambio decresce esponenzialmente a l crescere della distanza R fra gli atomi.
Dalla struttura dell'espressione integranda evidente che questo integrale
determinato dalla sovrapposizione delle funzioni d'onda degli stati (pl (r1) e
? (ra); tenendo presente la legge asintotica con cui decrescono le funzion~
onda degli stati dello spettro discreto (cfr. (21,6)), troviamo che
J ,e - ( x i + ~ ~ ) f K
, l , ~ =I- T 1m
'1/201,'il,~=-1 E~ 1,
dove E,, E2 sono i livelli energetici dell'elettrone nei due atomi.
2. Lo stesso problema per tre elettroni.
Soluzione. Tenendo conto della formula (1) del problema 1, scriviamo l'ope-
ratore di interazione di scambio a coppia del sistema di tre elettroni nella forma
dove la somma estesa alle coppie d i particelle 12, 13 e 23. Gli elementi di
matrice degli operatori fra stati con diversi valori delle coppie di numeri
ua, cq, sono dati dalle formule (55,6)e sono uguali a
-
(112, 412 1 Sasfi 1 112, 1/2)= 114, (112, 112 1 sasb \ 112, -112) = - 114,
(112, -112 1 SoSb 1-112, 1/2)=1/2.
Determiniamo dapprima l'energia corrispondente a l valore massimo possi-
bile della proiezione dello spin totale M a = ul + +
u2 03, cioa l valore Ma =
= 312; determineremo cosi l'energia dello stato con spin totale S = 312. Cal-
colando il corrispondente elemento di matrice diagonale dell'operatore ( i ) , tro-
viamo
AE3/2 = ~ ( ~ 1 2^i3+
4 - ^23)*
Passiamo poi agli stati con M a = 112. Questo valore di Ma pu essere realiz-
zato in tre modi a seconda di quale dei tre numeri ul, m2, o3 e uguale a -112
(mentre gli altri due sono uguali a 112). Per questi stati otterremmo perci
un'equazione secolare di terzo grado. Tuttavia, il calcolo si pu semplificare se
osserviamo che una delle radici di questa equazione deve corrispondere all'ener-
gia gi trovata dello stato con S = 312 e, di conseguenza, l'equazione secolare
va divisa per AE - &E,/& questo fatto ermette nel caso in esame di non
calcolare i l termine noto nell'equazione cuEical).
E precisamente, calcolando i termini d i grado superiore dell'equazione,
otteniamo
(AE)3+(J12+ ^i3+ ^23) [^i!ZJi3+ J12J23+ri3J23-
-(J^+J&+Jz3)] AE+ ... = O
e, dividendo per AE + + + Jig JZ3, troviamo due livelli energetici corri
spendenti agli stati con spin S = 112:
In tal modo, ci sono in tutto tre livelli energetici in accordo con il calcolo
eseguito nel problema 1 del $ 63.
3. In quali stati il nucleo Be8 pu decadere in due particelle a?
Soluzione. Poich la particella a non ha spin, il sistema di due partirelle a
pu avere solo un momento orbitale pari (coincidente con i l momento angolare
totale) e i suoi stati sono pari. Quindi il decadimento in questione possibile
soltanto da stati pari del nucleo Be8 con momento angolare totale pari.
Fig. 21
rE
Per esempio, nella figura 22 sono
rappresentati i possibili schemi di p
Young (delle coordinate e di spin)
per N = 4.
Si vede facilmente che ciascuno
di questi tipi di simmetria (cio
ciascuno degli schemi di Young) xmE
P H
corrisponde a un determinato spin
totale S del sistema d i elettroni. P S=t S=O
Consideriamo le funzioni di spin
in forma spinoriale, cio in forma Fig. 22
dello spinore X ^ v - - - d i rango N,
quando tutti i suoi indici (ciascuno dei quali corrisponde allo spin
d i una singola particella) sono le variabili appartenenti alle cellette
degli schemi d i Young. Consideriamo uno schema di Young di spin
d i due righe aventi Nl ed N 2 cellette (& + N 2 = N; Nl > N2).
Le prime N2 colonne contengono due cellette ciascuna, e lo spinorf
deve essere antisimmetrico rispetto alle corrispondenti coppie di
indici. Rispetto agli indici, invece, che si trovano nelle ultime n =
= Nl - N 2 cellette della prima riga lo spinore deve essere simmetri-
co. Ma, come sappiamo, un tale spinore d i rango N si riduce a uno
spinore simmetrico di rango n al quale corrisponde uno spin totale
uguale a S = nl2. Tornando agli schemi di Young delle funzioni
orbitali, possiamo dire che lo schema con n righe contenenti una
sola colletta corrisponde allo stato con uno spin totale S = n!2.
Per N pari lo spin totale pu avere valori interi da O a N12, per N
dispari valori seminteri da 112 a N12 come doveva essere.
Sottolineiamo che tale corrispondenza univoca degli schemi di
Young allo spin totale si verifica solo per sistemi di particelle con
spin 112; per un sistema di due sole particelle abbiamo potuto con-
vincercene nel paragrafo precedente. Per un sistema di N particelle
con spin s la funzione d'onda d i spin costituita dal prodotto d i N
286 CAPITOLO IX
P R O B L E M I
per V. dispari.
2. Determinare i valori dello spin totale S che si realizzano per diversi
tipi di simmetria delle funzioni di spin di un sistema di due, tre o quattro par-
ticelle con spin 1.
Soluzione. Per due particelle la corrispondenza determinata dal fatto
che i l fattore per il quale si moltiplica la funzione di spin nella permutazione
delle particelle deve essere uguale a (vedi 1a:fine del 3 62). Per le par-
288 CAPITOLO IX
Sotto gli schemi sono dati i valori di S , mentre i valori dello spin totale del
sistema di tre particelle (schemi a destra) si ottengono dagli s in dei sistemi di
due e di una particella (schemi a sinistra) secondo la regola %e1lvaddizionedei
momentil). Si pu determinare la distribuzione dei valori ottenuti di S fra i
singoli schemi a destra, osservando che allo schema C) (colonna di tre cellette)
corris onde 5 = 0; perci allo schema b) corrispondono i valori restanti (nella
seconda uguaglianza) 1 e 2, e allo schema a) i valori restanti dopo b) (nella pri-
ma uguaglianza) 1 e 3:
l ) La ripetizione del numero 1 sotto gli schemi a destra dovuta alla com-
parsa di questo valore del momento sia nell'addizione dei momenti O e 1, sia
nell'addizione dei momenti 2 e 1.
I'ARTICELLE IDENTICHE
L'operatore a\ coniugato d i ai
rappresentato, per definizione
{vedi (11,9)), dalla matrice che h a un solo elemento
aial-a[ai= l. (64,W
Per quanto riguarda gli operatori con indici diversi i e k, che agi-
scono su variabili diverse (Ni e N ^ ) , essi commutano:
A , . A,. A , . - A
dove
(si sottintende q u i che l'operatore /(l) agisce in ifc (E) sulle funzioni
dei parametri E). Infatti, sostituendovi $ e ifc+ nella forma (64'20)
e tenendo conto della definizione (64'3)' torniamo alla formula (64'13).
Analogamente, in luogo della (64'15) avremo
6
L'operatore $+ (E) (E) costruito con gli operatori 9, analoga-
mente al prodotto $*$ che determina l a densit di probabilit .che
una particella si trovi nello stato con l a funzione d'onda $, si
chiama operatore di densit delle particelle. Quanto all'integrale
( O i [ a i ~ l i ) = ( l i ~ a ~ ~ O i )2 =(l,
(1-1)
-l) (65,4)
ossia
ovvero
(li, Oft J aftan Oi, 1s) = - (- l)S(i+t,k- i)
(6577)
l) Per i > k nell'esponente della (65,2) occorre scrivere 2 (A + 1, i - 1).
Per i = k +1 queste somme vanno sostituite da zeri.
298 CAPITOLO IX
aia: +afa, = 1.
A A
(65,9)
,. A
aiak (65,IO)
{in particolare,
,aiai
.,. = 0).
Vediamo dunque che gli operatori e kk (o ai con i # k ai)
anticommutano, mentre nel caso della statistica di Bose essi commu-
tavano l'uno con l'altro. Questa differenza del tutto naturale. Nel
ai
caso della statistica di Bose gli operatori e C& erano assolutamente
indipendenti; ciascuno degli operatori ai
agiva su una sola variabile
N i e il risultato di questa azione non dipendeva dai valori degli altri
numeri di occupazione. Nel caso della statistica di Fermi, invece, il
risultato dell'azione dell'operatore ai dipende non solo dal numero
N i stesso, ma anche dai numeri di occupazione di t u t t i gli stati
precedenti, come chiaro,.dalla definizione (65,4). Quindi l'azione
A
L'ATOMO
L=O 1 2 3 4 5 6 7: 8 9 10 ,..
S P D F G H I K L M N ...
I n alto a sinistra di questo simbolo si indica il numero 2 5 +
1, detto
molteplicitii del termine (occorre per tener presente che questo nume-
ro coincide con il numero delle componenti della struttura fine del
livello soltanto per L > S)l). In basso a destra si indica il valore del
momento angolare totale J. Cosi, i simboli 2Pi,o,2P3,2indicano
rispettivamente i livelli con L = 1, S = 112, J = 112, 312.
l) Quando 2s + 1 = l , 2, 3,
doppietto, di tripletto.
. . . si parla allora di livelli di singoletto, di
302 CAPITOLO X
+
due valori: 1/2 Quindi ci sono in tutto 2 (21 1) diversi stati
con n ed I identici; tali stati sono detti equivalenti. Secondo il prin-
cipio di Pauli, in ciascuno di questi stati si pu trovare un elettrone.
In tal modo, nell'atomo possono avere contemporaneamente gli
+
stessi n ed I non piG di 2 (21 1) elettroni. L'insieme degli elettroni
che occupano t u t t i gli stati con n ed I dati si chiama strato chiuso
del tipo dato.
La differenza nell'energia dei livelli atomici con diversi L, S
per una stessa configurazione elettronica1) dovuta all'interazione
elettrostatica degli elettroni. Le differenze di queste energie in generale
sono relativamente piccole: il piii delle volte sono inferiori alle di-
stanze fra i livelli con configurazioni diverse. Per quanto concerne l a
mutua disposizione dei livelli con una stessa configurazione, ma con
L, S diversi, esiste la regola empirica seguente (regola di F. Hund,
1925).
Possiede energia minore il termine che, per la configurazione
elettronica data, ha il valore pi6 grande possibile di S e il valore pi6
grande di L (compatibile con questo S2).
Mostriamo come si possono trovare i termini atomici possibili
per una configurazione elettronica data. Se gli elettroni non sono
equivalenti, i valori possibili di L e di S sono determinati diretta-
mente secondo l a regola di addizione dei momenti. Per esempio, per
la configurazione np, n'p (con diversi n, n') il momento totale L
pu avere i valori 2, 1 , O e lo spin totale pu essere S = O, 1; combi-
nando l'uno con l'altro, otteniamo i termini l'3S1 lvSD.
Se si h a a che fare con elettroni equivalenti, compaiono delle
restrizioni imposte dal principio d i Pauli. Consideriamo, ad esempio,
una configurazione di tre elettroni p equivalenti. Per I = 1 (stato p)
l a proiezione m del momento angolare orbitale pu prendere i valori
m = 1, O, -1, cosicch si possono avere sei stati con le seguenti
coppie di numeri m, o:
a) 4, 112 b) O, 112, C) -1, 112,
a') 1, - 1/2, V) 0. - 1/2, C') -I, -1/2.
I tre elettroni possono occupare, ciascuno, uno di questi tre stati.
Come risultato si ottengono stati dell'atomo con i seguenti valori
<si possono omettere gli s t a t i con M^,M s negativi, poich non danno
niente d i nuovo). L'esistenza dello s t a t o con M r = 2, Me. = 112
mostra che deve figurare il termine =D;a questo termine devono cor-
rispondere anche gli s t a t i con (1, 1/2), (O, 112). Resta ancora un altro
stato con (1, 1/2), cosicch deve figurare il termine 2 P , a cui corri-
sponde anche uno degli s t a t i con (O, 1/2). Infine, restano ancora gli
s t a t i (O, 312) e (O, 112) che corrispondono al termine ^S. I n t a l modo,
per una configurazione d i tre elettroni p equivalenti si pu avere un
solo termine dei tipi 2D, 2 P , *S, rispettivamente.
Tabella 1
Termini possibili per le configurazioni
di elettroni equivalenti
5D
d4, d6 3PDFGH
2 2
i5 WDFGHZ 4PDFG 65
PROBLEMA
Determinare le funzioni d'onda orbitali degli stati possibili di un sistema
d i tre elettroni p equivalenti.
Soluzione. Nello stato *S le proiezioni dello spin a di tutti gli elettroni sono
uguali e i valori di m sono quindi diversi. La funzione d'onda data da un de-
terminante del tipo (61,5) costituito dalle funzioni q0, q1, $-l (l'indice d il
valore di m).
Per i l termine ^D consideriamo lo stato con i l valore pi6 grande possibile
M L = 2 . Due delle proiezioni di m devono allora essere uguali a 1 e una a 0.
Supponiamo che gli elettroni 2, 3 abbiano a = +1/2, e l'elettrone 1 abbia o =
= -112 (in accordo con i l fatto che lo spin totale S = 112). La funzione d'onda
orbitale corrispondente che ha la simmetria richiesta,
che deve essere soddisfatta dalla funzione d'onda con ML = L (vedi la (27,8)).
C011 gli elementi di matrice (27,12) troviamo che
306 CAPITOLO X
PROBLEMA
Trovare l'espressione asintotica della funzione d'onda dello stato idroge-
noide s di un elettrone a grandi distanze dal resto atomico.
Soluzione. A grandi distanze dove il campo U = -1/r (in unitatomiche),
l a funzione cercata (r) soddisfa l'equazione di Schrodinger
delle due funzioni a seconda che consideriamo stati con spin totalc
S = O o S = I l ) . Considereremo il secondo di questi prodotti; le
funzioni qi e q2si possono allora ritenere mutuamente ortogonali 2).
Proponiamoci di determinare una funzione della forma (69,2),
in modo tale che rappresenti la migliore approssimazione della vera
funzione d'onda dell'atomo. naturale a questo scopo partire dal
principio variazionale, lasciandovi in competizione soltanto le fun-
zioni della forma (69,2) (il metodo esposto stato suggerito da
V. A . Fok, 1930).
Come sappiamo, l'equazione di Schrodinger pu essere ottenuta
dal principio variazionale
PROBLEMI
1. Determinare approssimativamente l'energia del livello fondamentale
dell'atomo di elio e degli ioni del tipo dell'elio (nucleo con carica Z e due
elettroni) considerando l'interazione fra gli elettroni come perturbazione.
Soluzione. Nello stato fondamentale delloione i due elettroni si trovano negli
stati S. Il valore imperturbato dell'energia uguale a l doppio (due elettroni)
del livello fondamentale delloione idrogenoide:
( l= 2 f- 1
p 2-
'2
f pi avi, avi= 4nrf ari, dvp4nr; dr2 A
o o
(l'energia di distribuzione delle cariche p2 = $1 I2 nel campo a simmetria
sferica della distribuzione pl = \ $l 12; l'espressione integranda dell'integrale in
d V y l'energia della carica p2 (r2) nel campo della sfera r1 < rg; i l fattore 2
davanti all'integrale tiene conto del contributo delle configurazioni in cui
Q > r2). Si ottiene cosi E(1) = 5218 e, in definitiva,
In definitiva si ottiene
5
Questa espressione, come funzione di Zeu, ha un minimo per Zeff = Z --
16 '
i l valore dell'energia corrispondente
elettroni (due elettroni con spin opposti in ogni celletta). Nello stato
fondamentale dell'atomo, gli elettroni, che si trovano in ogni ele-
mento d i volume dV, devono occupare (nello spazio delle fasi) le
cellette corrispondenti ai valori della quantit di moto compresi t r a
zero e un certo valore massimo pn. Allora l'energia cinetica degli
elettroni avr i n ogni punto il valore minimo possibile. Se si scrive
che il numero d i elettroni nel volume dV n dV (essendo n la densit
del numero d i elettroni), si pu affermare che il valore massimo p.
della quantit d i moto degli elettroni legato in ogni punto a n
dalla relazione
x
La funzione (x) decresce monotonamente e si annulla soltanto
all'infinitol). I n altre parole, nel modello di Thomas-Fermi l'atomo
non ha contorno e si estende formalmente all'infinito. I l valore della
derivata y' (x) per x = O uguale a x' (0) = -1,59. Quindi per
Fig. 23
PROBLEMA
Determinare la relazione fra l'energia di interazione elettrostatica degli
elettroni e l'energia della loro interazione con il nucleo di un atomo neutro nel
modello Thomas-Fermi.
Soluzione. Il potenziale (p, del campo creato dagli elettroni s i ottiene sottra-
endo dal
lenergia &otenziale totale <p i l potenziale del campo del nucleo Z!r.
i n e r a z i o e degli elettroni
Quindi
Nello stesso tem o, secondo il teorema del viriale (vedi vol. I, Meccanica, $ 10).
per un sistema
-
di
particelle in interazione coulombiana abbiamo 2T = -U =
- -uen- uee-
Troviamo infine
i
Ue,= --Uew
7
zialmente a distanzer -
elettroni periferici negli atomi complessi (grandi Z) si trovano essen-
l dal nucleo1). Ma alcune propriet atomiche
dipendono sostanzialmente dalla densit d i elettroni in prossimitij
del nucleo (avremo a che fare con tali propriet nei $5 72 e 120). Per
determinare l'ordine di grandezza d i questa densit seguiamo l a
-
decrescere di r da grandi (r -
variazione della funzione d'onda Tt> (r) dell'elettrone nell'atomo a l
1) a piccole distanze.
Nella regione r
elettroni, cosicch l'energia potenziale U (r) Ur -
i il campo del nucleo schermato dagli altri
i. L'energia
del livello dell'elettrone in questo campo E 1. Ma a distanze
dell'ordine del raggio di Bohr nel campo della carica Z (r
si pu ritenere il campo del nucleo non schermato: U = -2%. Nella
112) -
l) In questo paragrafo usiamo unita atomiche.
L'ATOMO 319
d'onda per r 1.
perr -
Applicando l'espressione (71'1) in termini di ordine di grandezza
112 (sostituendovi U = -Z/r), otteniamo il valore cercato
della funzione d'onda in prossimit del nucleo1)
certo modo all'interazione del moto orbitale degli elettroni con i loro
spin; s i parla quindi di interazionespin-orbita. I secondi corrispondono
all'interazione fra gli spin degli elettroni (interazione spin-spin).
Entrambi i tipi d i interazione sono dello stesso ordine (del secondo)
in ulc, rapporto fra la velocit dell'elettrone e quella della luce.
Ma d i fatto negli atomi pesanti l'interazione spin-orbita noteml-
mente superiore all'interazione spin-spin. Ci dovuto al fatto che
l'interazione spin-orbita cresce rapidamente al crescere del numero
atomico, mentre l'interazione spin-spin non dipende, in generale,
d a Z (vedi pi6 avanti).
L'operatore di interazione spin-orbita ha la forma
3s' 3p . . . . . . . . . 8 ))
h,3 4 4p . . . . . . . . 18 )) (73'1)
5s' 4 4 5p . . . . . . . . 18
6 s , 4 f , 5 r f 7 6 p . . . . . 32 ))
7% 6d' 5f . . . . . . . .
eli
26
&
6
L'ATOMO 327
Tabella 3
Configurazioni elettroniche degli elementi dei gruppi principali
2
.d
2.s~ 1 1 1 1 1 1 1
22Ti 23V 24Cr wMn ,eFe ~ 7 ~ 2sNi
0
'0
3d4s2 3dW 3d34sz 3d54s 3d54s2 3d64s2 3d74s2 3d84s2
2 ^3/2 3F2 ^3 6s5,2 5D4 3F4
s 4F3/2
mini degli atomi di questi gruppi, noti dai dati spettroscopici spe-
rimentali.
Come risulta da queste tabelle, il riempimento degli strati d meno
regolare di quello degli strati s e p negli atomi degli elementi dei
gruppi principali. Il tratto caratteristico qui la competizione
fra gli stati s e d. Essa si manifesta nel fatto che, in luogo della suc-
cessione regolare di configurazioni del tipo dps2 con le p crescenti,
spesso appaiono pifi favorite configurazioni del tipo dP+ls o d p + 2 .
330 CAPITOLO X
Tabella 6
Configurazioni elettroniche degli atomi del gruppo degli atfinidi
PROBLEMA
dove q2 e Q;, Q; sono le funzioni d'onda iniziali e finali dei due elettroni
che partecipano alla transizione, e V = l'energia della loro mutua inte-
razione. Per Ti sufficientemente grandi, le funzioni d'onda degli elettroni interni
si possono considerare idrogenoidi e si pu quindi trascurare i l fatto che i l
campo del nucleo schermato dagli elettroni (idrogenoide anche la funzione
d'onda dell'elettrone di ionizzazione nella regione interna dell'atomo, che
quella pi6 importante per l'integrale M). Se si fanno i calcoli esprimendo
tutte le grandezze in unit coulombiane (con la costante a = Ze9; vedi $ 36),
l'unica grandezza dipendente da Z nell'integrale M sar V = i/Zr^, cosicch
M M . La probabilit di transizione, e con essa la larghezza Auger del
livello &E, sar proporzionale a Tornando alle unit usuali (l'unit
coulombiana di energia Zame4/fi2), troviamo che AE non dipende da 2.
PROBLEMI
1. Trovare il legame fra gli operatori del momento di quadrupolo dell'ato-
rno negli stati corrispondenti ai diversi componenti della struttura fine del
livello (cioagli stati con diversi valori di J per valori dati di L e S ) .
Soluzione. Negli stati con L e S dati l'operatore del momento di quadrupolo,
come grandezza puramente orbitale, dipende solo dall'operatore L e si esprime
quindi con la stessa formula (75,2) sostituendo 3 con (e con un'altra costante
Q). L'operatore (75,2) si deduce da esso mediando rispetto allo stato con i l
dato J :
rispetto allo stato con dato momento orbitale 1 e proiezione del momento m = I.
I l valore medio del fattore angolare dato direttamente dalla formula dedotta
nel problema del 29 (dove l , va sostituito con I), e si trova infine ,
Il caso di un atomo il cui strato esterno occupato per piti della meta si
riduce al caso precedente, considerando le lacunein luogo degli elettroni;
perci la risposta data dalla stessa formula (6) presa con il segno globale
+
cambiato (la carica della lacuna 1 e l), e per v occorre intendere ora non
il numero di elettroni, ma il numero dei posti vacanti nello strato.
PROBLEMI
1. Determinare la dipendenza da J della separazione Stark dei diversi
componenti di un multipletto.
Soluzione. l3 opportuno risolvere il problema invertendo l'ordine di sovrap-
osizione delle perturbazioni; consideriamo dapprima la separazione Stark dei
fivelli senza struttura fine, poi introduciamo 1 interazione spin-orbita. Poich
lo s in dell'atomo non interagisce con il campo elettrico esterno, la separazione
Star\ del livello con un dato momento orbitale L determinata da una formula
del tipo (76,2) con un tensore Gik che si esprime in funzione dell'operatore L,
come nella (76'6) si esprime in funzione di .f:
(gli indici n sono ovunque omessi). Dopo aver introdotto l'interazione spin-
orbita gli stati dell'atomo devono essere caratterizzati dal momento totale J .
La media dell'operatore hik rispetto agli stati con un dato valore J (ma non-
della sna nroiezione M coincide formalmente con la media calcolata nel uro-
342 CAPITOLO X
blema 1 del $ 75. Come risultato, torniamo alle formule (76,6) e (76,7) con le
costanti a, fl che si esprimono in funzione delle costanti a, b secondo le relazioni
3(JL) [2(JL)-11-2J(J+1)L(L+1)
a=a, fl=b
J ( / + l ) (2J-l) (2J+3)
E determinata cosi la dipendenza della separazione da J (ma, beninteso, non da
L e S da cui dipendono ugualmente, come da caratteristiche del termine non
separato, le costanti a e b).
2. Determinare la separazione di un doppietto (spin S = 112) in un campo
elettrico arbitrario (non debole).
Soluzione. Se il valore della separazione non piccolo rispetto all1intervaQo
fra i componenti del doppietto, la perturbazione del campo elettrico e l'intera-
zione spin-orbita devono essere prese in considerazione contemporaneamente,
cio l'operatore di perturbazione dato dalla somma:
+
V =T[^+L-+ .S-L+ 2$^] -b'i5i"Q.
Per ogni dato valore di M EE M r gli autovalori di questo operatore sono
determinati dalle radici dell'equazione secolare com osta dagli elementi di
matrice rispetto agli stati 1 M,Me } = \ M T 112, +1/2). Mediante le formule
(27,12) troviamo
A 1
(M-112, 112 1 V [ M-112, 1/2)=- 2 ( M - - ) 2 - ~ E ~ ( M 2 - , )
sono omessi qui tutti i termini che sono uguali per tutti i componenti del doppiet-
to separato. Questa formula (con i due segni davanti a l radicale si riferisce a
tutti i livelli con 1 M \ <
L - 1/22. Al valore 1 M \ = L - 1 2 corrisponde
uno solo stato 1 M&), e lo spostamento del livello dato semplicemente
dall'elemento di matrice diagonale corrispondente. Scegliendo la stessa costante
additiva che appart nella (1) troviamo
(espressione che coincide con i l risultato dato dalla formula (1) con un solo
segno davanti al radicale).
3. Determinare la separazione di quadrupolo dei livelli in un campo elettri-
co a simmetria assialel).
Sostituendo gli operatori con i loro autovalori, per lo spostamento dei livelli
otteniamo
h
(il momento dipolare dell'elettrone dz = ez; E. l'energia del livello fonda-
mentale). Introduciamo l'operatore ausiliario b secondo la definizione
k
Per calcolare questa grandezza, sufficiente conoscere il risultato dell'azione di
, i~ sulla funzione d'onda 9.
(r).
Secondo la (9,2), ab iamo
m db
qo=-- im
=-^- (Hb -bH) $0.
A -
$0
f i d t
1; Indicando la funzione gipo con b (r) $0 e tenendo conto che soddisfa l'equazio-
' ne ho = Eoqo, dove lf = -IflA/2rn
differenziale
+ U (r), otteniamo per b (r) l'equazione
che si riferisce alla regione esterna della buca (la normalizzazione di questa
funzione tiene anche conto della condizione xa <
1; p i dettagliatamente
~ vedi
3 133). L'equazione (2) del problema precedente assume la forma
--
f"
2
~ f ' - - = fi r
ra
e la sua soluzione, che soddisfa le condizioni a l contorno f = -i!/2x Il
calcolo secondo la formula (1) porta a l risultato:
l) Nel paragrafo seguente questo risultato sar ottenuto con un altro proce-
dimento.
2) Nei calcoli seguenti non prendiamo in considerazione la struttura fine
dei livelli dell'idrogeno. Quindi, anche se i l campo deve essere non forte (con-
dizione di a plicabilith della teoria delle perturbazioni), a l tempo stesso deve
e r e tale che la se arazione Stark sia grande rispetto alla struttura fine. Per
il caso contrario ve& problema nel vol. IV, 5 52.
L'ATOMO 345
Fig. 25 Fig. 26
PROBLEMI
l. Determinare la probabilit (nell'unit di tempo) di ionizzazione dell'a-
tomo d'idrogeno (nello stato fondamentale in un campo elettrico che soddisfa
la condizione 8 < l ('6 <m2 1 e 1 51Fz.4 nelle unit usuali).
Soluzione1). In coordinate paraboliche, si ha una barriera di potenziale
*
a lungo la coordinata q (fig. 26); all'estrazione dell'elettrone dalllatomo nella
direzione verso z -+ -a corrisponde i l suo passaggio nella regione di grandi q.
Per determinare la probabilit di ionizzazione, occorre studiare la forma della
funzione d'onda per grandi q (e per piccoli vedremo pifi avanti che nell'inte-
p a l e che determina la corrente totale di probabilit dell'elettrone uscente sone
importanti appunto i piccoli E). La funzione d'onda dell'elettrone nello statD
normale (in assenza di campo)
1 --&+v
+-ve a
+
In presenza di campo, possiamo ritenere che la dipendenza di da E nella regio-
(1)
ne che ci interessa sia la stessa che nella (i), e per determinare la dipendenza da
q si ha l'equazione
dove
x
in seguito a noi interessersolo 1 12. La arte immaginaria dell'esponente non
quindi essenziale. Indicando con ql la racfice dell'equazione p (q) = O1 abbiamo
\' ff
lXla= n -"m= P ( - E - )
"lo
V q d q + ) q - m)
'Q0 'no
dove ql = i/&.Integrando e trascurando ovunque possibile q 2 & rispetto a i,
otteniamo
4
nyjvm exp 2 (-E-=)
La corrente di probabilit totale attraverso i l piano perpendicolare all'asse
z,cio la probabilit di ionizzazione W cercata,
W= 9j2uz2np dp
o
(p i l raggio cilindrico nel dato piano). Per grandi q e piccoli si pu porre
.otteniamo
w = ~ ~ ~ ~ ~ n ~ ~ - d
o
da cui, finalmhnte
I dove
dove A , TO sono costanti. Essendo l'azione, per ipotesi, funzione delle coordinate
(vedi vol. I, Meccanica, 4 3 ) , per p va inteso quel valore per cui la traiettoria
si riduce all'istante T al punto dato q, ciooccorre considerare p come funzione
di q e T, determinata dall'equazione del moto QSlQp = costante, ossia
(la costante scelta in modo tale che q = O per T = t0). Le formule (S), (9) danno
un'azione dipendente da due costanti: TO e A . Per trovare la soluzione che sod-
-
l) Si pu trattare, per esempio, della ionizzazione di uno ione negativo
mediante una forte onda luminosa; la buca di potenziale creata allora dall'in-
terazione dell'elettrone con i l resto atomico neutro. La condizione firn I E1
permette di considerare classicamente il campo dell'onda elettromagnetica.
L'ATOMO 355
disfi la condizione (i), occorre (cosi come per trovare 'integral generale del-
l'equazione di Hamilton-Jacobi; vedi vol. I, Meccanica, 47, nota alla pag. 215)
considerare A come funzione di t 0 e t 0 come funzione della coordinata e del
tempo data dalla condizione
da cui
(il fatto che l'o istante i n immaginario puro esprime la irrealizzabilit clas-
sica del processo). Si ha infine
dove come T si pu prendere qualsiasi valore reale (da cui non dipende la parte
immaginaria dell'integrale). Calcolando l'integrale, otteniamo
MOLECOLE BIATOMICHE
PROBLEMA
Separare le variabili nell'equazione di Schrodinger per i termini elettronici
dello ione H: in coordinate ellittiche.
Soluzione. L'equazione di Schrodinger per un elettrone in un campo di due
protoni immobili e:
Ponendo
da cui
1 2 (2L2 1) v01te, +
O 2L2+ 1 volte.
Ricordando che t u t t i i termini con A + O sono doppiamente
degeneri e con A = O non degeneri, troviamo che si possono ottenere:
1 termine con A = Li L2, +
2 termini con A .=L i + L2- 1 ,
..................
2L2 +ltermini con A = L i Lg, (80, 1)
+
2L2 1 termini con A = Li -L., - l,
.....................
2L2+ 1 termini con A = 0;
+
in tutto (2L2 1) (L, + 1) termini con valori di A da O a L, La. +
Gli spin Si, Sa di entrambi gli atomi si combinano nello spin
totale della molecola secondo la regola generale di addizione dei
momenti dando i oguenti valori possibili di S:
S = S i + S 2 , si+&-l,..., lsi-s21. (80'2)
Combinando ciascuno di questi valori con tutti i valori d i A (80,1),
otteniamo l a lista completa di t u t t i i termini possibili della molecola
che si forma.
Per i termini 2 si pone anche l a questione del segno. E facile
risolverla, osservando che le funzioni d'onda della molecola per
r 4 oo si possono scrivere sotto forma di prodotti (o di somma di
364 CAPITOLO XI
o a -1.
Riunendo i risultati ottenuti, troviamo che nel numero totale
2Ly + 1 dei termini 2 (con ciascuna delle molteplicit possibili),
MOLECOLE BIATOMICHE 365
PROBLEMI
1. Determinare i termini possibili delle molecole H N O*, Ci2 che s
possono ottenere combinando gli atomi negli stati fondamentali.
Soluzione. Secondo le regole esposte nel testo, troviamo i termini possibil
seguenti:
molecola H, (atomi negli stati 2S): l2;; 3x2;;
N z o ) 4s): l2;, 322;, 522, 72;;
CI, ( 2 ~ ) :2 ^ + l ~ ; , ing, i n u , I A ~232;,
,
Vg, 311u,
0, 0) SP): 2^g, lE;, lng, Inu, IAg, 232;, 32;
'ng, 3Au,2522, 62;;, 5 i i 6nU,S A g
(le cifre davanti a l simbolo del termine indicano i l numero di termini del dati
tipo se questo numero superiore a 1).
2. Lo stesso problema per le molecole HC1, CO.
Soluzione. Nella combinazione di diversi atomi essenziale anche la pariti
dei loro stati. Secondo la formula (31,6), troviamo che gli stati fondamenta1
degli atomi H, O, C sono ari e degli atomi CI dispari (per la configurazione
elettronica degli atomi vedi tabella 3). Secondo le regole esposte nel testo
troviamo
molecola HC1 (atomi negli stati "Se, =Pu):l.SL'+, W ;
C O ( -, 21,3,6n, 1,3.s^.
3 ~ g' ~,g ) 21.3,62;+,lY3,5x
81. Valenza
La propriet degli atomi di combinarsi per formare una molecola
viene descritta mediante il concetto di valenza. A ogni atomo si
attribuisce una valenza determinata, e quando gli atomi si cambi-
nano, le loro valenze si devono saturare a vicenda, cioa ogni legame
di valenza di un atomo deve corrispondere un legame di valenza
di un altro atomo. Per esempio, nella molecola di metano CH4
i quattro legami di valenza dell'atomo di carboni0 sono saturati dai
legami di valenza dei quattro atomi monovalenti di idrogeno. Affron-
tando l'interpretazione fisica della valenza, cominciamo da un'e-
sempio elementare: la combinazione di due atomi d'idrogeno nella
molecola Ho.
Consideriamo due atomi d'idrogeno, ambedue nello stato fofc
damentale (^S). Combinandoli, si pu ottenere un sistema che d
trova nello stato molecolare o Il termine di singolettft
corrisponde a una funzione d'onda di spin antisimmetrica e il tf
mine di tripletto a una funzione simmetrica. La funzione d l o d A
delle coordinate al contrario, simmetrica per il termine l2 e antii
simmetrica per il termine l?, evidente che il termine fondamentali
della molecola H, pu essere solo il termine l E . Infatti, l a funziona
d'onda antisimmetrica qp (r,, r2) (rl, r, sono i raggi vettori dei dua
elettroni) h a comunque dei nodi (essa si annulla per rl = r2) e non
pu perci corrispondere al livello p i basso
~ del sistema.
Un calcolo numerico mostra che il termine elettronico l2 h i
effettivamente un minimo profondo corrispondente alla formazionm
di una molecola stabile H,. Nello stato
32 invece l'energia U (r) decresce mo-
notonamente al crescere della distanza
fra i nuclei, ci che corrisponde ad una
mutua repulsione fra i due atomi H1)
(fig. 29).
Cosi, nello stato fondamentale lo
spin totale della molecola d'idrogeno
nullo: 5' = 0. Risulta che di questa
propriet godono praticamente le mole-
cole di tutte le combinazioni chimica-
mente stabili degli elementi dei gruppi
principali. Fra le molecole inorganiche,
fanno eccezione le molecole biatomiche
O, (stato fondamentale 32),NO (stato Fig. 29
fondamentale 211) e le molecole triato-
miche NO2, C102 (spin totale S = 112).
Per quanto riguarda gli elementi dei gruppi intermedi, essi
godono di propriet particolari di cui si parler piti avanti, dopo
aver studiato le propriet di valenza degli elementi dei gruppi
principali.
La capacit degli atomi di combinarsi legata quindi ai loro
spin (W. Heitler, H. London, 1927). La combinazione avviene in
modo tale che gli spin degli atomi si compensano mutuamente. Come
caratteristica quantitativa della capacit degli atomi di combinarsi,
opportuno servirsi di un numero intero, vale a dire del doppio
dello spin dell'atomo. Questo numero coincide con l a valenza chi-
l ) Prescindiamo qui dalle forze di attrazione di Van der Waals fra gli ato-
mi (vedi 3 89). L'esistenza di queste forze implica la presenza di un minimo
(situato a distanze pifi grandi) anche sulla curva U (r) del termine s2'. Questo
minimo per poco profondo rispetto a l minimo sulla curva del termine l 2 , e
sarebbe impercettibile sulla scala della fig. 29.
mica dell'atomo. da tener presente che uno stesso atomo pu
avere diversa valenza a seconda dello stato in cui si trova.
Consideriamo da questo punto di vista gli elementi dei gruppi
principali del sistema periodico. Gli elementi del primo gruppo
(prima colonna della tabella 3, gruppo dei metalli alcalini) hanno
nello stato fondamentale spin S = 1/2, e la loro valenza corrispon-
dentemente uguale a 1. Uno stato eccitato con spin maggiore pu
essere ottenuto solo per perturbazione di un elettrone dello strato
occupato. Ne segue che questi stati si trovano cosi in alto che l'atomo
eccitato non pu formare una molecola stabile1).
Gli atomi degli elementi del secondo gruppo (seconda colonna
della tabella 3, gruppo dei metalli alcalino-terrosi) hanno nello
stato fondamentale spin S = 0. Quindi nello stato fondamentale
questi atomi non possono entrare in combinazioni chimiche. Tutta-
via, lo stato eccitato avente nello strato incompleto la configura-
zione sp in luogo di s2 e spin totale S = 1 situato relativamente
vicino allo stato fondamentale. La valenza dell'atomo in questo
stato uguale a 2; questa la valenza fondamentale degli elementi
del secondo gruppo.
Gli elementi del terzo gruppo hanno nello stato fondamentale la
configurazione elettronica s2p con spin S = 112. Eccitando per un
elettrone nello strato s completo, si ottiene uno stato eccitato con
configurazione sp2 e con spin S = 312 situato in prossimit dello
stato fondamentale. Ne segue che gli elementi di questo gruppo si
comportano sia come elementi monovalenti, sia come elementi
trivalenti. I primi elementi di questo gruppo (B, Al) si comportano
esclusivamente come elementi trivalenti. La tendenza alla valenza
1 cresce insieme con il numero atomico, cosicch T1 si comporta gi
sia come elemento monovalente che trivalente (per esempio, nelle
combinazioni T1C1 e TlC1.). Ci dovuto al fatto che nei primi ele-
menti del gruppo i l vantaggio energetico dell'energia di legame pifi
grande nelle combinazioni dell'elemento trivalente (rispetto alle
combinazioni dell'elemento monovalente) prevale sull'energia di
eccitazione dell'atomo.
Negli elementi del quarto gruppo lo stato fondamentale ha la
configurazione 9p2 con spin 1, e lo stato eccitato vicino ha la confi-
gurazione sps con spin 2. A questi stati corrispondono le valenze 2 e 4.
Cosi come nel terzo gruppo, i primi elementi del quarto gruppo
(C, Si) risultano avere essenzialmente la valenza pi6 alta (fa ecce-
zione, ad esempio, la combinazione CO), mentre la tendenza alla
valenza piii bassa cresce col crescere del numero atomico.
Negli atomi degli elementi del quinto gruppo lo stato fondamen-
tale ha la configurazione &'p8 con spin S = 312, cosicch la valenza
l) Per quanto concerne gli elementi Cu, Ag, Au, vedi la fine di questo pa-
ragrafo.
MOLECOLE BIATOMICHE 369
non sotto forma di ione semplice, ma esso stesso parte di uno ione
complesso (per esempio, lo ione MnO; in KMn04, lo ione Fe(CN);---
i n K4Fe(CN)J. I n tali ioni complessi gli atomi si trovano piC vicini
fra di loro che nelle combinazioni ioniche semplici, e i loro elettroni d
partecipano al legame di valenza. Ne segue che nei composti comples-
si gli elementi del gruppo del ferro si comportano come gli elementi
dei gruppi del palladio e del platino.
da sottolineare infine che gli elementi Cu, Ag, Au, assegnati
nel $ 73 ai gruppi principali, si comportano in tutta una serie di
combinazioni come elementi intermedi. Questi elementi sono capaci
di esibire valenza superiore all'unit grazie al passaggio degli elet-
troni dallo strato d nello strato energetico p vicino (per esempio, in
Cu da 3d in 4 p ) . I n tali combinazioni gli atomi hanno lo strato d
incompleto e si comportano perci come atomi intermedi (Gu come
gli elementi del gruppo del ferro, e Ag, Au come gli elementi dei
gruppi Pd e Pt).
PROBLEMA
Determinare i termini elettronici dello ione molecolare H J che si ottiene
nella combinazione dell'atomo d'idrogeno nello stato fondamentale con lo ione
H+ a grandi (rispetto a l raggio di ~ o h r distanze
) R fra i nuclei (L. D. Landau,
1961: C . Herrine. 1961-1!
~ o l u z i o n e .P& la sua impostazione, questo problema analogo a l proble-
ma 3 del 3 50: in luogo di due buche di potenziale unidimensionali, abbiamo qui
due buche tridimensionali (intorno ai due nuclei) a simmetria assiale globale
intorno alla retta che congiunge i nuclei. I l livello E. = -112 (il livello fonda-
~ )separa in due livelli U g (R) e Uv,(R) (termi-
mentale dell'atomo d ' i d r o g e n ~ ) si
ni e 2Z;) corrispondenti alle funzioni d'onda elettroniche
(r,, r2 sono le distanze dell'elettrone dai nuclei 1 e 2); per l'energia totale del-
l'elettrone si ha in questa equazione la differenza E. - I / R , perch E. stesia
contiene in s anche l'energia U R della repulsione coulombiana dei nuclei.
Poich la funzione ih) decresce rapidamente con la distanza dall'asse a,
nell'integrale (1) essenziale solo la regione dei valori piccoli (rispetto ad i?)
di y, z . Per y, z <C R la sostituzione della (2) nella (3) d
La formula ( 1 ) ci d ora
4-n
378 CAPITOLO XI
separazione ancora pi6 fine per effetto del moto rotazionale della
molecola l ) .
Nelle approssimazioni successive, la separazione dell'energia
in una parte vibrazionale e in una rotazionale indipendenti risulta
gi impossibile; compaiono termini vibro-rotazionali contenenti
contemporaneamente K e v. Calcolando le approssimazioni succes-
sive, otterremmo livelli E sotto forma di sviluppo in serie di potenze
dei numeri quantici K e v.
Calcoliamo qui l'approssimazione successiva alla (82,8). A questo
scopo occorre continuare lo sviluppo di U (r) secondo le potenze
di sino ai termini del quarto ordine (vedi i l problema dell'oscilla-
toro anarmonico nel $ 38). Eseguiamo corrisrondentemente lo svi-
luppo dell'energia centrifuga sino ai termini contenenti E2. Otte-
niamo allora
dove
Le costanti x,, Ba, a.. De sono legate con le costanti della (82,14)
dalle relazioni
P R O B L E M A
Stimare la precisione dell'approssimazione, che porta alla separazione del
moto elettronico e del moto nucleare i n una molecola biatomica.
Soluzione. Rappresentiamo l'hamiltoniano totale della molecola nella
forma H = + ai, dove ?',. == p 2 / 2 ~ l'operatore dell'energia cinetica del
moto relativo dei nuclei (p = - i h Q / Q r ; r i l raggio vettore che unisce i nuclei;
M la loro massa ridotta). L'hamiltoniano include in s gli operatori del-
l'energia cinetica degli elettroni, l'energia potenziale dell'interazione coulom-
biana fra gli elettroni e degli elettroni con i nuclei, nonch l'energia dell'intera-
zione coulombiana fra i nuclei. Cerchiamo la soluzione dell'equazione di Schr6-
din~r
H~=(T~+H~s)^=E~ (1)
nella forma
'Sm
v= xm ( " ) (pm (97 r), (2)
dove
che descrive il moto dei nuclei nel cam o ',i (r) (v sono i numeri quantici di
questo moto). La condizione di applicabilitf della teoria delle perturbazioni
richiede che
1 W' l <
virnl mv) l l Efl00-Ernv l-
Il secondo membro d i questa disuguaglianza contiene le differenze delle energie
relative ai diversi termini elettronici; queste grandezze sono dell'ordi~ezero
secondo il parametro iccolo m/M. Il primo membro contiene gli elementi di
matrice p e t t o alle funzioni d'onda nucleari. I l termine con V",,. contiene
m/M ed evidentemente piccolo. Nell'elemento di matrice di C,,,,,l'operatore p,
agendo sulla funzione xmo, la moltiplica per una grandezza dell'ordine della
auantit di moto dei nuclei. Se i nuclei fanno delle ~ i c c o l eoscillazioni, la loro
quantitd-i moto - YMhwg,poichla frequenza a(, a l tempo stesso inversa-
mente proporzionale a VM,l'elemento di matrice (nv' \ V& I w v ) dell'ordine
di ( m / ~ ) ~ / ~ .
PROBLEMI
1. Determinare la separazione in multipletti del termine ' 2 nel caso b
( H . Kramers, 1929).
Soluzione. La separazione cercata determinata dall'operatore (84,7) che
va mediato rispetto alla rotazione della molecola. Scriviamolo nella forma
A A
S i ~ i ~ k = ~ i ~ i ~ k ~ k - < ~ ~ ) 2 ,
dove l'autovalore di SK dato dalla formula (84,4). Inoltre, abbiamo
s ~ < ? =jiSftKikk+
~ ~ ~ K ~i ~ i ~ h e k i l k i =
1 ,. A
1
=(SK)2- (Siik-sftsi) i e i k ; k ~ = ( ~ ~
eiftzeiftm
) ~ + ~ &,& (SK)Z+SK.
Ai tre componenti EH del tripletto ' 2 ( S = 1 ) corrispondono J = K ,
K & 1. Per gli intervalli tra questi componenti otteniamo i valori
Come funzioni d ' o d a d'ordine zero usiamo le funzioni del caso b. Gli
elementi di matrice (K \ nS 1 K') (omettiamo tutti gli indici rispetto ai quali
la matrice diagonale) saranno calcolati di nuovo con le formule (109.5) e
(87,4), ponendo questa volta A = O, S = 1. Gli elementi diversi da zero hanno
la forma
Vediamo che non ci sono transizioni fra gli stati con K = J e gli stati con
K. = J & 1. Quindi uno dei livelli Semplicemente = (J\v \ J ) . Gli altri
due (EZ,Ey} si ottengono in seguito alla soluzione dell'equazione secolare qua-
dratica costituita dagli elementi di matrice perle transizioni fra gli stati J 1.
Poich ci interessa solo la disposizione relativa dei componenti del tripletto,
MOLECOLE BIATOMIGHE 389
Nel caso b (a piccola), considerando i tre livelli con uno stesso K e diversi
J (J = K, K + i), otteniamo ancora le formule ottenute nel problema 1.
1) Nel comporre i due momenti angolari totali degli atomi J, e J2nel mo-
mento angolare risultante Q, il segno di Q evidentemente, inessenziale.
MOLECOLE BIATOMICHE 39 1
tive degli assi E, q, t, sia la stessa che nel sistema xyz (cio se il
sistema xyz destrorso, anche i l sistema E q t, destrorso). In seguito
all'operazione di inversione, i l sistema xyz inverte l a direzione degli
assi e da destrorso diventa sinistrorso. Allora anche il sistema ^nt,
deve diventare sinistrorso. Ma l'asse solidale con i nuclei conserva
la sua direzione; quindi bisogna invertire la direzione di uno degli
assi E o q. Cosi l'operazione di inversione nel sistema di coordinate
immobile equivalente nel sistema mobile alla riflessione in un piano
passante per l'asse della molecola. Ma in tale riflessione l a funzione
d'onda elettronica del termine E+ non si cambia e quella del ter-
mine 2- cambia segno.
I n t a l modo, il segno dei componenti rotazionali del termine
2"'" determinato dal fattore ( - l ) ^ ; tutti i livelli con K pari sono
positivi, quelli con K dispari negativi. Per il termine E-, il segno
dei livelli rotazionali determinato dal fattore (-l)^+l e tutti
i livelli con K pari sono negativi, con K dispari positivi.
Se la molecola costituita da atomi identici1), il suo hamiltoniano
i n v a r i a n t anche rispetto allo scambio delle coordinate dei due
nuclei. Un termine si dice simmetrico rispetto ai nuclei se la sua
funzione d'onda non cambia nello scambio dei nuclei, e antisimmetri-
co se la funzione d'onda cambia il segno. La simmetria rispetto ai
nuclei strettamente legata alla parit e al segnodel termine. Lo
scambio delle coordinate dei nuclei equivalente al cambiamento
del segno delle coordinate di tutte le particelle (degli elettroni e dei
nuclei) e al successivo cambiamento del segno delle coordinate dei
soli elettroni. Ne segue che se i l termine pari (dispari) e nello stesso
tempo positivo (negativo), esso simmetrico rispetto ai nuclei. Se
invece i l termine pari (dispari) e nello stesso tempo negativo (posi-
tivo), esso antisimmetrico rispetto ai nuclei.
Alla fine del 3 62 stato provato un teorema generale secondo
il quale l a funzione d'onda delle coordinate di un sistema di due
particelle identiche simmetrica se lo spin totale del sistema pari,
e antisimmetrica se lo spin totale dispari. Applicando questo
risultato ai due nuclei di una molecola con atomi identici, troviamo
che l a simmetria del termine legata alla parit dello spin totale I
ottenuto sommando gli spin i dei due nuclei. Il termine simmetrico
per I pari e antisimmetrico per I dispari2). I n particolare, se i nuclei
non hanno spin (i = O), anche I nullo; quindi l a molecola non avr
affatto termini antisimmetrici. Si vede che lo spia nucleare esercita
un'influenza indiretta essenziale, sui termini molecolari, mentre la
l) E necessario che i due atomi appartengano non solo a uno stesso elemen-
to, ma anche a uno stesso isotopo
2) Tenendo presente i l legame fra la paritA, il segno e la simmetria dei ter-
mini, concludiamo che per spin totale pari I dei nuclei i livelli positivi sono pa-
ri e i livelli negativi dispari; per dispari, viceversa.
394 CAPITOLO XI
Non parliamo delle componenti A?, A,,, perch per esse le transizioni
senza cambiamento di A sono assolutamente impossibili.
Se l a molecola costituita da atomi identici, esiste ancora una
regola di selezione rispetto alla parit Le componenti del vettore
polare cambiano il segno nell'inversione. Quindi i suoi elementi di
matrice sono diversi da zero soltanto per le transizioni fra stati con
diversa parit (viceversa per il vettore assiale). I n particolare, si
annullano identicamente tutti gli elementi di matrice diagonali delle
componenti del vettore polare.
La questione del legame degli elementi di matrice (87,1) con
gli elementi di matrice dello stesso vettore in un sistema di coordi-
nate xyz immobile viene risolta con le formule generali che saranno
ottenute pifi avanti (nel $ HO) per un qualsiasi sistema fisico a simme-
tria assiale.
Dopo l a separazione della dipendenza dal numero quantico
M K , che comune ad ogni vettore (z l a proiezione del momento
angolare totale K della molecola), restano gli elementi di matrice
ridotti {n'KIA' \\ A \\ nKA.). I l loro legame con gli elementi di
matrice (87,l) determinato dalla formula (110,7) per k = k' = 1
396 CAPITOLO XI
PROBLEMI
i. Determinare la separazione Stark dei termini per una molecola biaton~ica
momento dipolare costante; i l termine si riferisce a l caso a.
Soluzione. L'energia d i u n dipolo d i n un campo elettrico uguale a
\d1f'. Per ragionc d i simmetria, evidente che i l momento dipolare della mole-
cola biatomica diretto lungo il suo asse: d = dn (d una costante). Prendendo
la direzione del campo per asse z , otteniamo l'operatore della perturbazione nella
forma -dnz 8.
Determinando gli elementi d i matrice diagonali d i nz.secondo le formule
Ottenute nel testo, troviamo che nel caso a la separazione del livelli data dalla
fbrmu~al)
88. Sdoppiamento A
La doppia degenerazione dei termini con A # O (9 78) in realt
approssimata. Essa ha luogo finchsi trascura l'influenza della rotazio-
ne della molecola sullo stato elettronico (cosi come delle appros-
simazioni superiori nell'interazione spin-orbita), come sifatt in
tutta l a teoria precedentemente svolta. Se si tiene conto dell'intera-
zione fra stato elettronico e rotazione, si perviene alla separazione del
termine con A # O in due livelli vicini. Questo fenomeno si chiama
sdoppiamento A (E. Hill, J. van Vleck, R. Kronig, 1928).
Iniziamo di nuovo l'esame quantitativo di questo effetto dai
termini di singoletto (S = O). Il calcolo dell'energia dei livelli
rotazionali stato fatto nell'approssimazione del primo ordine
perturbativo (nel 3 82)' determinando gli elementi di matrice diago-
, nali (valori medi) dell'operatore
PROBLEMA
Determinare la separazione A per i l termine l A .
Soluzione. L'effetto compare qui nell'approssimazione perturbativa del
quarto ordine. La sua dipendenza da K determinata dai prodotti di quattro
elementi di matrice (88'1) relativi a transizioni con la variaz~onedi A seguente:
2 + 1, 1 -+ O, O + -1, -1 -+ -2. Q U W ~dOi
AE = costante ( K -l )K (K + l)
(K + 2)
dove la costante B4/eS.
La &stante pub essere qui sia positiva che negativa, vale a dire
pu verificarsi sia attrazione che repulsione. Come nel caso prece-
dente, questa costante dipende non solo dagli stati degli atomi, mi
anche dallo stato del sistema costituito d a entrambi gli atomi.
Un caso particolare h costituito dall'interazione di due atom:
identici che si trovano in stati diversi. I l sistema imperturbatc
(i due atomi isolati) possiede qui una degenerazione supplementari
dovuta alla possibilit dello scambio degli stati fra gli atomi. Con
formemente a ci la correzione del primo ordine sar determinati
dall'equazione secolare nella quale figurano non soltanto gli ele
menti di matrice diagonali, ma anche quelli non diagonali dells
perturbazione. Se gli stati di entrambi gli atomi sono d i pariti
diversa e se i loro momenti angolari L differiscono di 1 oppure d
O ma senza essere tutti e due zero (si richiede lo stesso per J ) , gli ele
menti di matrice non diagonali del momento di dipolo per transi
zioni fra questi stati sono, in generale, diversi da zero. L'effetto de
primo ordine si ottiene perci gi dal termine di dipolo nell'opera
tore della perturbazione. Cosi l'energia di interazione degli atomi sari
proporzionale q u i a 1/r3:
U ( r )= costante
r3 *
la costante pu6 avere ambedue i segni.
Tuttavia, presenta di solito interesse l'interazione degli atomi
mediata rispetto a tutte le orientazioni possibili dei loro momenti
angolari (tale impostazione della questione corrisponde, ad esempio,
al problema dell'interazione degli atomi in un gas). I l risultato
di questa media che valori medi di tutti i momenti di multipolo
si annullano. Insieme con essi si annullano anche tutti [gli effetti
lineari rispetto a questi momenti, cio tutti gli effetti del primo
ordine della teoria delle perturbazioni nell'interazione degli atomi.
Quindi le forze medie di interazione fra gli atomi a grandi distanze
seguono in tutti i casi la legge (89'2)l).
Soffermiamoci ancora sulla questione analoga dell'interazione
fra atomo neutro e ione.
Nell'approssimazione del primo ordine della teoria delle pertur-
bazioni questa interazione data dal valore medio dell'operatore
(76,8), vale a dire dall'energia del quadrupolo nel campo coulombiano
dello ione. Poich il potenziale di quest'ultimo <p 1/r, l'energia
d i interazione dell'atomo con lo ione risulta proporzionale a l/ra.
Ma questo effetto esiste soltanto se l'atomo possiede un momento
d i quadrupolo medio. Peraltro anche in questi casi esso scompare
quando si media rispetto a tutte le direzioni del memento angolare
dell'atomo J.
L'interazione seguente secondo le potenze d i 1/r, naturalmente
non nulla, quella del secondo ordine della teoria delle perturba-
-
zioni rispetto all'operatore di dipolo (76,l). Poich l'intensit del
campo dello ione l/r2, l'energia di questa interazione proporzio-
nale a 1/r4. Essa si esprime mediante la polarizzabilit dell'atomo
a (nello stato S) secondo l a formula
l) Questa legge ottenuta sulla base della teoria non relativistica vale soltan-
to fino a che gli effetti di ritardo delle interazioni elettromagnetiche sono ines-
senziali. A tale scopo la distanza r fra gli atomi deve essere piccola riapetto a
daondove son le frequenze delle transizioni fra lo stato ondamentale e 10
stato eccitato dell'atomo. Sull'interazione degli atomi tenendo conto del ritardo
vedi vol. IV, 5 85.
'
a) La stessa attrazione si rivela a grandi distanze fra atomo e elettrone. A
questa attrazione gli atomi debbono la loro capacit di formare ioni negativi
catturando un elettrone (con energia di legame che va da qualche frazione di
elettronvolt a pifi elettronvolt). Ma non tutti gli atomi hanno questa proprieth:
In cam o decrescente a grandi distanze come 1/r4 (o come W )il numero di
livelli (corrispondenti agli stati legati dell'elettrone) 6 in ogni caso finito, e in
casi particolari essi possono anche mancare.
406 CAPITOLO XI
PROBLEMA
Per due atomi identici dati negli stati S dedurre la formula che determina
le forze di Van der Waals in funzione degli elementi d i matrice dei loro momenti
di dipolo.
Soluzione. La risposta si ottiene dalla formula generale della teoria delle
perturbazioni 38,10) applicata all'operatore (89,1). Data l'isotropia degli atomi
\
nello stato S, evidente a priori che, sommando su tutti gli stati intermedi, i
quadrati degli elementi di matrice delle tre componenti di ciascuno dei vettori
di e do danno un uguale contributo, e i term ini contenenti i prodotti di diverse
componenti si annullano.
Come risultato otteniamo
dove En, En sono ris ttivamente i valori imperturbati dell'energia dello stato
fondamentale e degli stati eccitati dell'atomo, rispettivamente. Poich6, per
i otesi, nello stato fondamentale L = O, gli elementi di matrice (dJOnsono
diversi da zero solo per le transizioni negli stati P (L = 1). Applicando le for-
mule (29,7), riscriviamo U (r) nella forma definitiva:
dove negli indici nL dei livelli energetici e degli elementi di matrice ridotti i l
secondo numero d il valore di L e il primo rappresenta l'insieme degli altri
numeri quantici che determinano i l livello energetico.
90. Predissociazione
L'ipotesi fondamentale della teoria delle molecole biatomiche
esposta in questo capitolo che la funzione d'onda della molecola
si separa nel prodotto della funzione d'onda elettronica (dipendente
dalla distanza fra i nuclei come
da u n parametro) e della funzione
d'onda del moto dei nuclei. Que-
sta ipotesi equivale a trascurare
nell'hamiltoniano esatto della mo-
lecola dei termini piccoli, corri-
spondenti all'interazione del moto
nucleare con il moto elettronico.
I l tener conto di questi termi-
ni porta, applicando l a teoria delle
perturbazioni, alla comparsa d i
transizioni fra stati elettronici
Fig. 30 diversi. Dal punto d i vista fisico,
sono particolarmente importanti
le transizioni fra gli stati di cui almeno uno appartiene allo spettro
continuo.
Nella fig. 30 sono rappresentate le curve dell'energia potenziale
per due termini elettronici (o meglio, dell'energia potenziale effi-
MOLECOLE BIATOMICHE 407
I eace UJ nei dati stati rotazionali della molecola). L'energia E' (retta
tratteggiata inferiore) l'energia di un certo livello oscillazionale
di una molecola stabile nello stato elettronico 2. Nello stato 1questa
energia cade nella regione dello spettro continuo. I n altre parole,
nella transizione dallo stato 2 allo stato 1avviene una disintegrazione
apontanea della molecola; questo fenomeno detto predissociazionel).
A causa della predissociazione lo stato dello spettro discreto, corri-
spondente alla curva 2, possiede in realt una vita media finita.
Questo significa che il livello energetico discreto si allarga
acquista cio una certa larghezza (vedi l a fine del $ 44).
Se poi l'energia totale E si trova al di sopra del limite della
dissociazione nei due stati (retta tratteggiata superiore della fig. 30),
la transizione d a uno stato all'altro corrisponde al cosiddetto urto
di seconda specie. Cosi, l a transizione 1-+ 2 significa un urto d i due
atomi in seguito al quale gli atomi passano a stati eccitati e si allon-
tanano con un'energia cinetica diminuita (per r > oo l a curva 1
passa sotto la curva 2; la differenza U y(a) - U, ( 0 0 ) l'energia
di eccitazione degli atomi).
Poichla massa dei nuclei grande, il loro moto quasi-classico.
Quindi il problema della determinazione della probabilit delle
transizioni considerate appartiene alla categoria dei problemi di
cui si parlato nel $ 52. Alla luce delle considerazioni generali l
esposte, si pu affermare tfhe il ruolo determinante nella probabilit
d i transizione l'avr il punto in cui la transizione potrebbe avvenire
classicamente2). Dato che l'energia totale di un sistema di due atomi
I
(della molecola) nella transizione si conserva, l a condizione della
sua realizzabilit classica richiede che le energie potenziali effi-
caci siano uguali: UJi (r) = UJ, (r). Poich anche il momento ango-
lare totale della molecola si conserva, le energie centrifughe in
entrambi gli stati sono uguali e, di conseguenza, la condizione scritta
si riduce all'uguaglianza delle energie potenziali:
"i
1
1
p i d ~ - ~padr)rl
V ( r )dr:
*io.
.
L'integrale converge rapidamente all'allontanarsi dal punto di
intersezione. Quindi si pu sviluppare l'argomento del coseno nelle
potenze di E = r - r 0 e integrare in d!, da - m a + W (sostituendo
il fattore lentamente variabile del coseno con il suo valore nel punto
r = rO).
Tenendo presente che nel punto di intersezione si ha p, = p*, tro-
viamo
e si ottiene infine
+
valori U (r) dell'operatore perturbato Ho V bisogna usare il
ttetodo esposto nel 9 79 mediante il quale si ottiene la formula
Passiamo ora dal semiasse reale sinistro nel piano della variabile
complessa t al semiasse destro seguendo un cammino sul quale sod-
disfatta dappertutto la condizione di quasi-classicit poich
U n Ub, la transizione viene realizzata nel semipiano superiore.
aggirando il punto to(^ (cfr. $ 53). Dopo l'aggiramento l a funzione
a (t) si trasforma in b (t), mentre
ito
1 t ( 0 0 ) l2 = exp {i
~m [ J ua(t) dt +
ti
T-
la formula (90,18) si riduce alla (90,7). Dalla (90,17) si vede che
1 V \/\ F2 - Fl 1 v il tempo di attraversamento da parte dei
MOLECOLE BIATOMICHE
i
l
PROBLEMI
1. Determinare la sezione d'urto totale di seconda specie come funzione
dell'energia cinetica E degli atomi collidenti per transizioni legate all'intera-
zione spin-orbita (L. D. Landau, 1932).
Soluzione. Data la quasi-classicit del moto dei nuclei, si pu introdurre il
concetto di distanza d urto p (distanza alla quale i nuclei passerebbero l'uno
vicino all'altro ove non interagissero) e determinare la sezione do come il prodotto
dell'area d'urto 2np d p per la probabilit di transizione W (p) per un urto (vedi
vol. I Meccanica $18). La sezione totale O si ottiene integrando rispetto a p.
416 CAPITOLO XI
Si ottiene finalmente
Le loro energie come funzioni della distanza R fra i nuclei sono UnU (R). Quando
i nuclei compiono un dato moto lento (considerato come classico), queste energie
sono funzioni lentamente variabili del tempo, e la dipendenza temporale delle
funzioni d'onda data dai fattori quasi-classici rispetto a l tempo
con $1, e
semplice d
oo
e la probabilit dello scambio di carica = 1 c2 1%. Un calcolo
C&%, W
1 (uU-ug)(tt.
W
1
t=sen2q, T , = ~
-00
che, applicata all'asse stesso Oa, lo porta nella posizione Ob. Mo-
striamo che l'elemento B = GAG-I corrisponde allora alla rotazione
intorno all'asse Ob di angolo uguale a quello di A . Infatti, conside-
riamo l'azione della trasformazione GAG-I sull'asse stesso Ob. La
trasformazione G-l, inversa di G, riconduce l'asse Oh nella posi-
zione Oa, cosicchla rotazione A che segue lo lascia nella stessa posi-
zione; infine, G lo riconduce nella sua posizione iniziale. In tal
modo, l'asse Ob si trova alla fine al suo posto, cosicch B una
rotazione attorno a questo asse. Poich A e B appartengono alla
stessa classe, l'ordine di questi elementi deve essere lo stesso; questo
significa che essi corrispondono ad una rotazione di angolo uguale.
Siamo giunti quindi al risultato che due rotazioni di angolo
uguale appartengono a una stessa classe se fra gli elementi del gruppo
vi una trasformazione che permette di far coincidere un asse di
rotazione con l'altro. Si pu mostrare esattamente allo stesso modo
che anche due riflessioni in differenti piani appartengono a una
stessa classe se c' una trasformazione del gruppo che porta un piano
a coincidere con l'altro. Gli assi o i piani di simmetria le cui direzioni
possono coincidere si chiamano equivalenti.
Occorre fare alcune osservazioni supplementari per il caso in
cui le due rotazioni sono operate attorno ad uno stesso asse. L'ele-
mento inverso della rotazione C; (k = 1, 2, . . ., n - 1) attorno
ad un asse di simmetria d'ordine n l'elemento C,,^ = C F k , vale
a dire una rotazione di angolo (n - k) (2nln) nella stessa direzione
o, ci che lo stesso, di angolo 2 k d n nella direzione opposta. Se le
trasformazioni del gruppo contengono la rotazione di angolo n
attorno ad un asse perpendicolare (tale rotazione inverte la dire-
zione dell'asse considerato), allora, conformemente alla regola gene-
rale dimostrata, le rotazioni C; e C i k appartengono a una stessa
classe. Anche la riflessione o h in un piano perpendicolare allaasse
ne inverte la direzione; tuttavia, da tener presente che la riflessione
inverte anche la direzione della rotazione. Quindi l'esistenza di
o h non rende C: e Ck; degli elementi coniugati. Quanto alla rifles-
sione o n in un piano passante per l'asse, essa non cambia la direzione
dell'asse, ma cambia la direzione della rotazione e, di conseguenza,
C;k = oVC!pv, cosicch in presenza di un tale piano di simmetria
C: e C> appartengono a una stessa classe. Se le rotazioni di angolo
uguale attorno ad un asse nelle direzioni opposte sono coniugate,
questo asse si chiama bilaterale.
La determinazione delle classi di un gruppo puntuale spesso
facilitata dalla regola seguente. Sia G u n certo gruppo non contenente
l'inversione I, e C iun gruppo di due elementi: I ed E. Allora il
prodotto diretto G x Ci un gruppo contenente il doppio di elementi
rispetto a G; la met di essi coincide con gli elementi di G, mentre
gli altri si ottengono moltiplicando questi ultimi per I. Poich 7
commuta con qualsiasi altra trasformazione del gruppo puntuale,
428 CAPITOLO XII
Fig. 34
I. G r u p p i C n
I l tipo p i semplice
~ di simmetria contiene un solo asse di sim-
metria di ordine n. C,, il gruppo delle rotazioni attorno ad un asse
di simmetria di ordine n. Questo gruppo evidentemente ciclico.
Ciascuno dei suoi n elementi costituisce una classe da solo. Il gruppo
C i contiene solo la trasformazione identica E e corrisponde a un'as-
senza totale di simmetria.
IV. G r u p p i CnD
Aggiungendo ad un asse di simmetria d i ordine n un piano di
simmetria passante per questo asse, si ottengono ancora (n - 1)
piani intersecantisi lungo l'asse formando un angolo d n (questo
segue direttamente dal teorema geometrico (91,7))l). Il gruppo
ottenuto CnD contiene quindi 2n elementi: n rotazioni attorno all'asse
di ordine n ed n riflessioni o,, in piani verticali.
Nella fig. 34 sono rappresentati a titolo di esempio i sistemi di
assi e di piani di simmetria dei gruppi C,,, e Cb.
Per determinare le classi, osserviamo che, grazie alla presenza
dei piani di simmetria assiale, l'asse bilaterale. La suddivisione
effettiva degli elementi in classi differente a seconda che n pari
o dispari.
Se n dispari (n = 2p +
l ) , le rotazioni successive C!p+i fanno
coincidere successivamente ogni piano con gli altri 2p piani, cosicch
tutti i piani di simmetria sono equivalenti e le riflessioni in questi
piani appartengono a una stessa classe. Fra le rotazioni intorno
all'asse ci sono 2p operazioni, differenti dalla trasformazione iden-
tica, che sono coniugate a due a due e formanop classi con due elemen-
t i ciascuna (C^,+l e C&, k = 1, 2, . . ., p); inoltre, E costituisce
una classe da solo. In tal modo, ci sono in tutto p +
2 classi.
Se n pari (n = 2p), allora con rotazioni successive Con si pu
far coincidere i piani solo alternativamente; due piani successivi
non si possono sovrapporre. I n tal modo, ci sono due combinazioni
di p piani equivalenti e, rispettivamente, due classi con p elementi
(riflessioni) ciascuna. Per quanto riguarda le rotazioni intorno
V. G r u p p i D,,
Se a un asse di simmetria di ordine n viene aggiunto un asse
perpendicolare del secondo ordine, si ottengono ancora (n - 1)
assi di questo genere, cosicch si avranno i n tutto n assi orizzontali
del secondo ordine intersecantisi secondo un angolo d n . Il gruppo
Dn cosi ottenuto contiene 2n elementi: n rotazioni attorno all'asse
di ordine n ed n rotazioni di angolo n attorno agli assi orizzontali
(conveniamo di indicare quest'ultime con U 2 , riservando l a nota-
zione C 2 per l a rotazione d i angolo n attorno all'asse verticale).
Nella fig. 34 sono rappresentati a titolo di esempio i sistemi di assi
dei gruppi D3 e D^.
Analogamente al caso precedente, possiamo convincerci che
l'asse di ordine n bilaterale e che gli assi orizzontali del secondo
ordine sono t u t t i equivalenti se n dispari, o formano due combina-
zioni non equivalenti se n pari. Quindi, il gruppo DgPha le seguenti
p + 3 classi: E, 2 classi con p rotazioni U 2 ciascuna, l a rotazione
C2 e (p - 1) classi con due rotazioni attorno all'asse verticale.
Il gruppo Dgp+ih a invece p + +
2 classi: E, 2p
e p classi con due rotazioni attorno all'asse verticale.
1 rotazioni U a
Un caso particolare importante quello del gruppo D2. Il suo
sistema di assi costituito da tre assi mutuamente perpendicolari
del secondo ordine. Questo gruppo si indica anche con V.
VI. G r u p p i Dnh
Se al sistema di assi del gruppo D n viene aggiunto un piano di
simmetria orizzontale passante per n assi del secondo ordine, si
ottengono automaticamente n piani verticali ciascuno dei quali
passa per un asse verticale e per uno degli assi orizzontali. I l gruppo
Dnhche si ottiene allora contiene 4n elementi; oltre a 2n elementi
del gruppo Dn,di esso fanno parte ancora n riflessioni O,,ed n tra-
sformazioni di roto-riflessione C b h . Nella fig. 35 rappresentato
il sistema di assi e di piani del gruppo Dvh.
La riflessione ah commuta con tutti gli altri elementi del gruppo;
si pu quindi scrivere Dnhsotto forma del prodotto diretto Dnh =
= Dn x C,, dove Cg il gruppo dei due elementi E e oh.'Ter n
pari, fra gli elementi del gruppo c' l'inversione, e si pu scrivere
anche h = D2px Ci.
TEORIA DELLA SIMMETRIA 431
Fig. 35
VII. G r u p p i Dnd
Esiste ancora un altro modo di aggiungere piani di simmetria
al sistema di assi del gruppo D = . E precisamente si tratta dei
piani verticali bisecanti l'angolo formato da due assi orizzontali
contigui del secondo ordine. Aggiungere un tale piano comporta
la comparsa di altri (n - 1) piani. Il sistema di assi e di piani
di simmetria ottenuto determina il gruppo Dnd(nella fig. 35 sono
rappresentati gli assi ed i piani dei gruppi e D,^).
I l gruppo Dndcontiene 4n elementi. Ai 2n elementi del gruppo
D,, si aggiungono n riflessioni nei piani verticali (indicati con od:
piani diagonali ed n trasformazioni della forma G = U2dd.
Per chiarire il carattere di quest'ultime, osserviamo che la rota-
zione U 2si pu scrivere, secondo la (91,6), nella forma U v= ohuv,
dove crv 6 la riflessione nel piano verticale passante per il dato asse
del secondo ordine; allora G = uhcrVud( ovvio che le trasformazioni
uv, fi come tali non figurano fra gli elementi del gruppo). Poich
i piani di riflessione uv e o d si intersecano lungo un asse di ordine n
formando l'angolo (n12n) (2k + l), dove k = 1 , . . ., (n - 1)
(poich l'angolo fra i piani contigui qui uguale a n/2n), allora,
432 CAPITOLO XII
VIII. G r u p p o T ( g r u p p o d e l t e t r a e d r o )
Il sistema di assi di questo gruppo il sistema di assi di simme-
tria del tetraedro. Esso pu essere ottenuto aggiungendo al sistema
di assi del gruppo V quattro assi obliqui ternari, le rotazioni attorno
ai quali trasformano l'uno nell'altro i tre assi binari. opportuno
Fig. 36
I tre assi binari sono equivalenti tra loro. Gli assi ternari sono
pure equivalenti, poich si trasformano l'uno nell'altro con rota-
zioni Co, ma non sono assi bilaterali. Ne segue che i 12 elementi
del gruppo T sono suddivisi in quattro classi: E, tre rotazioni C*,
quattro rotazioni C, e quattro rotazioni Ci.
IX. G r u p p o T d
Questo gruppo contiene tutte le trasformazioni di simmetria del
tetraedro. Si pu ottenerne il sistema dei suoi assi e dei suoi piani
aggiungendo agli assi del gruppo T dei piani di simmetria ciascuno dei
quali passa per un asse binario e per due assi ternari. Gli assi binari
diventano allora assi d i roto-riflessione del quarto ordine (come ci
avviene nel gruppo Daal. comodo rappresentare questo sistema
Fig. 37
X. G r u p p o T i ,
Questo gruppo si deduce da T aggiungendo un centro di sim-
metria: T,,= T x Ci.Come risultato, si ottengono tre piani di
simmetria mutuamente perpendicolari passanti per ogni coppia d i
434 CAPITOLO XII
Fig. 38 Fig. 39
l? facile vedere che tutti gli assi dello stesso ordine sono equiva-
lenti, e ciascuno di essi bilaterale. Quindi i 24 elementi sono sud-
divisi nelle 5. classi seguenti: E, otto rotazioni Cv e C:, sei rota-
zioni C4 e Ci, tre rotazioni C: e sei rotazioni Co.
XII. G r u p p o O h
il gruppo di tutte le trasformazioni d i simmetria del cubo1).
Esso si deduce aggiungendo al gruppo O un centro d i simmetria O h =
= O x C i . Gli assi ternari del gruppo O si trasformano allora in
assi di roto-riflessione del sesto ordine (diagonali spaziali del cubo);
compaiono inoltre ancora sei piani di simmetria passanti per ciascuna
coppia di spigoli opposti e tre piani paralleli ai lati del cubo (fig. 40).
I l gruppo contiene 48 elementi ripartiti in 10 classi che si possono
dedurre direttamente dalle classi del gruppo O. E precisamente,
5 classi coincidono con le classi del gruppo O e le altre sono: I ;
otto trasformazioni di roto-riflessione Se e S: sei trasformazioni
di roto-riflessione Cioh, Czoh attorno agli assi del quarto ordine;
tre riflessioni P), nei piani orizzontali rispetto agli assi del quarto
ordine; sei riflessioni on nei piani verticali rispetto a questi assi,
cio sono diverse da zero soltanto le somme dei quadrati dei moduli
degli elementi di matrice
cio la somma dei quadrati dei moduli dei caratteri della rappresen-
tazione irriducibile uguale all'ordine del gruppo. Osserviamo
che si pu usare questa relazione come criterio di irriducibilitdella
rappresentazione: per una rappresentazione riducibile questa somma
4 in ogni caso superiore a g (e precisamente, uguale a ng, dove
n il numero di rappresentazioni irriducibili contenute in questa
rappresentazione).
Dalla (94,lO) risulta anche che l'uguaglianza dei caratteri di due
rappresentazioni irriducibili non solo una condizione necessaria,
ma ancora una condizione sufficiente della loro equivalenza.
Poich i caratteri relativi agli elementi della stessa classe sono
uguali, nella somma (94,10) ci sono in realt soltanto r termini indi-
pendenti, e si pu riscriverla nella forma
8 (C) = 2C g ~ ) ; ((C)
~ )= o,
cio la somma dei caratteri di tutti gli elementi del gruppo per
ogni rappresentazione non unit uguale a zero.
La relazione (94,lO) permette di decomporre in modo molto
semplice ogni rappresentazione riducibile in rappresentazioni irridu-
cibili, se si conoscono i caratteri delle une e delle altre.
Siano y (G) i caratteri di una rappresentazione riducibile di
dimensione f , e siano a@),a*2),. . . a(r) i numeri che indicano quante
volte sono contenute in essa le rappresentazioni irriducibili corri
spendenti, cosicch
r
a(6)fB==f (94714)
i= l
(fBsono le dimensioni delle rappresentazioni irriducibili). Allora i
x
caratteri (G) si possono scrivere nella forma
il;? , . . ., ^f9,
che realizzano due rappresentazioni irriducibili de
gruppo. or mando il prodotto I/$%#^,otteniamo un sistema d
fafp nuove funzioni che possono servire da base per una nuova rap
presentazione di dimensione fafB. Questa rappresentazione dette
prodotto diretto (o prodotto di Kronecker) delle due prime; essa irri.
ducibile se almeno una delle fa o fa uguale all'unit E facile
vedere che i caratteri del prodotto diretto sono uguali ai prodotti
dei caratteri delle due rappresentazioni componenti. Infatti, s<
ossia
(X x X) (G) = [X (G)I2.
Tabella 7
Caratteri delle rappresentazioni irriducibili dei gruppi puntuali
ci
'72
E; x t 1 e e2
4? A'; x; y 1 e2 e
A& x; y; z 1 -1
l l l
TEORIA DELLA SIMMETRIA 447
i
!
m
Tabella 7 (segue)
Ai; 2 Ai Ai 1 1 1 1 1
4 A 1 1 1 - 1 - 1
Bi Bi Bi 1 1 -1 1 -1
B2 B2 B2; z 1 1 -1 -1 1
E; x, y E ;x, Y E; x, Y 2 - 2 O O] O
D6 E C, 2 c 3 2c6 3U2 3 ~ .
E C , 2Cs 2C6 3u, 30;
Dah E ah 2C3 2S3 3u2 30,
l l l
ad uno degli assi di questo tipo del gruppo Ta). Le tre funzioni
d'onda del livello degenere realizzano l a rappresentazione del gruppo
C s v (che un sottogruppo di T a ) ,e i caratteri di questa rappresenta-
zione sono semplicemente uguali ai caratteri degli stessi elementi
nella rappresentazione iniziale del gruppo T a , cio
E 2Cv % n
3 O 1 .
Px, Pg Eg pz A2g
-
N
(qui e pih avanti i l segno nei problemi sta a significare si trasforma secondo
la rappresentazione ) Abbiamo
E u ~ A i g = E u ~ A 2 g = E u , E u x A i u , = E u x A z U = E e*
(3)
Eu x E u = A 2 g + A z g + E g , Eu X E g = A i u + A z u + E u .
Quindi sono diversi da zero gli elementi di matrice non diagonali di d x , dy
--
per le transizioni Eu - A i g , A Z g , E g ; E g A^, A Z u . Troviamo allo stesso
modo le regole di selezione I
per di: A i g Azg *-* Aiu; Eg <-* E,, ;
per P X , p,,: Eg Aig, Eg; Eu Aiu, E^
per p=: Aig *A^g; Aiu <-AzU; Eg t-Eg; E u -<-*. Eu
7
Gli elementi di matrice diagonali si trovano (come si vede dalla (2)) per
gli stati seguenti:
per Q x y , Q x z , QyrF t , FS,
per Qxx, Q y y i Qzz: E , Fii F2-
4. Lo stesso problema per la simmetria Du.
Soluzione. Le leggi di trasformazione delle componenti di Qik rispetto al
gruppo D w sono:
QZF Aig; Qxx-Qyyi Qxy Eg; Qxzi Q y z Eg-
<i^; si comporta come uno scalare. Scomponendo i prodotti diretti di E g con
tutte le rappresentazioni del gruppo, troviamo le regole d i selezione per gli
i
$ 98. Gruppi continui
Oltre ai gruppi puntuali finiti, elencati nel $ 93, esistono gruppi
puntuali continui con un numero infinito di elementi. Questi sono
I gruppi di simmetria assiale e di simmetria sferica.
Il pilj semplice dei gruppi di simmetria assiale C m costituito
ilalle rotazioni C ((p) di angolo arbitrario (p attorno all'asse di sim-
metria (detto gruppo delle rotazioni bidimensionale). Si pu consi-
derare questo gruppo come caso limite dei gruppi C n per n -P oo.
Analogamente, come casi limite dei gruppi C n h , C n c iD,,, -Dnh
ai ottengono i gruppi continui C m h , C- D-, -Dooh.
456 CAPITOLO XII
sen ( J + 412) (p
(T) = =n ( ~ 1 2 ) (9833)
Rispetto all'inversione I, tutte le funzioni ^IJM con M diverse
~i comportano nello stesso modo: vengono moltiplicate per 1 +
o per -1 a seconda che lo stato dell'atomo sia pari o dispari. Quindi
il carattere
x(J)( I ) = ( 2 J + i). (98,4)
Infine, i caratteri corrispondenti alla riflessione o in un piano
e alla roto-riflessione di angolo (p vanno calcolati scrivendo queste
rappresentazioni di simmetria nella forma
MOLECOLE POLIATOMICHE
I-
l
In particolare, il carattere della riflessione in un piano ((p = 0)
4 uguale a x
-3N1.
(C) = N , e il carattere dell'inversione ( q = n) : x ( I )=
PROBLEMI
l. Classificare le oscillazioni normali della molecola NH3 (piramide
i-, regolare con atomo N a l vertice e atomi H agli angoli della base; fig. 41).
t, Soluzione. I l gruppo di simmetria puntuale della molecola CSu. Le rota-
zioni attorno all'asse ternario lasciano fisso un solo atomo (N), e le riflessioni
H
Fig. 41
nei piani due atomi (N uno degli atomi H). Mediante le formule (100,4) e
(100,6) troviamo i caratteri della rappresentazione oscillazionale totale:
E 2c3 3uD
6 0 2
Scomponendo questa rappresentazione in parti irriducibili, troviamo che essa
contiene due volte la rappresentazione A l e due volte E. Cosi, ci sono due fre-
quenze semplici, corrispondenti alle oscillazioni del tipo A l che conservano la
simmetria totale della molecola (le cosiddette oscillazioni completamente sim-
metriche), e due frequenze doppie, corrispondenti alle coordinate normali che
si trasformano fra di loro secondo la rappresentazione E.
2. Lo stesso problema per la molecola HgO (fig. 42).
Soluzione. I l gruppo di simmetria Cav. La trasformazione Ca lascia fisso
l'atomo O, la trasformazione o,, (riflessione nel piano della molecola) tutti i tre
atomi, e la riflessione o; soltanto l'atomo O . I caratteri della rappresentazione
totale sono
E C2 a D o;
3 1 3 1
(gli assi delle coordinate sono stati scelti come rappresentato nella figura).
10. Lo stesso problema per una molecola lineare di N atomi, simmetrica
rispetto al suo punto di mezzo.
Soluzione. Alla classificazione delle oscillazioni di una molecola lineare
considerata nel testo si aggiunge la classificazione secondo i l comportamento
nell'inversione rispetto a l centro. Occorre distinguere i casi in cui N pari o
dispari.
Se N i3 ari (N = 2p), non c'nessun atomo a l centro della molecola. Dando
i p atomi $i una met della molecola spostamenti indipendenti lungo la retta,
e agli altri p atomi gli spostamenti uguali ma opposti, troviamo che p delle
472 CAPITOLO XIII
oscillazioni che lasciano gli atomi sulla retta sono simmetriche rispetto a l centro,
le altre (2p - l) - p = p - 1 oscillazioni di questo tipo sono antisimmetriche
rispetto a l centro. Inoltre, p atomi hanno 2 p gradi di libert per movimenti in
cui gli atomi non restano su una retta. Dando agli atomi simmetricamente di-
sposti spostamenti uguali ed opposti, otterremo 2p oscillazioni simmetriche;
bisogna sottrarre, per da questo numero due oscillazioni corrispondenti alla
Fig. 43
dove
deve verificarsi per l'insieme dei termini di ogni dato ordine nel
suo sviluppo, i n particolare per i termini lineari dello sviluppo1).
Consideriamo un termine elettronico degenere (per una configu-
razione simmetrica) E,,. Lo spostamento dei nuclei, che viola la
simmetria della molecola, porter i n generale, alla separazione
del termine. I l valore della separazione sar dato, fino ai termini
del primo ordine rispetto allo spostamento dei nuclei, dall'equazione
secolare formata dagli elementi di matrice del termine lineare
nello sviluppo (102,l)
dove qp, ^ig sono le funzioni d'onda degli stati elettronici relativi
a l dato termine degenere (queste funzioni sono scelte reali). La
stabilit della configurazione simmetrica richiede che manchi l a
separazione lineare rispetto a Q, richiede cio che t u t t e le radici
dell'equazione secolare si annullino identicamente, i l che significa
che deve annullarsi anche l'intera matrice VP7. beninteso allora
che dobbiamo considerare soltanto quelle fra le oscillazioni normali
che violano l a simmetria della molecola, cio dobbiamo trascurare
le oscillazioni completamente simmetriche (corrispondenti alla rap-
presentazione unit del gruppo).
Essendo le Qai arbitrarie, gli elementi di matrice (102,2) si
annullano se si annullano t u t t i gli integrali
Trottola sferica
La determinazione degli autovalori dell'energia della trottola
rotante pifi semplice per il caso in cui tutt'e tre i suoi momenti di
inerzia principali sono uguali: I A = Ia = l e =i I. Questo si veri-
fica per una molecola nei casi in cui essa gode della simmetria di
uno dei gruppi puntuali cubici. L'hamiltoniano (103,1) assume la
forma
Trottola simmetrica
Non presenta nessuna difficolt nemmeno il calcolo dei livelli
energetici nel caso in cui solo due dei momenti di inerzia della trot-
tola coincidono: L = Ia # I c . Questo si verifica per una mole-
cola che ha un asse di simmetria di ordine superiore a due. L'hamil-
toniano (103'1) assume la forma
\tJut l2 seri P d a d~ dy = 1,
otteniamo
Trottola asimmetrica
Per I* + I p # il calcolo dei livelli energetici & impossibile
i n forma generale. La degenerazione rispetto alle direzioni del
momento angolare riferito alla trottola qui completamente rimossa,
+
cosicch a un dato J corrispondono 2 J 1 diversi livelli non degeneri.
Per calcolare questi livelli (per J dato), occorre partire dall'equazione
di Schrbdinger scritta i n forma matriciale (O. Klein, 1929), ci6
che si fa nel modo seguente.
Le funzioni d'onda hi,degli s t a t i della trottola con determinati
valori d i J e della proiezione del momento angolare sull'asse sono
le funzioni (103,8) determinate sopra (per brevit omettiamo l'indice
della proiezione del momento angolare M sull'asse z dalla quale
l'energia non dipende); in questi s t a t i l'energia della trottola asim-
metrica non h a valori determinati. Viceversa, negli s t a l i stazionari
non ha valori determinati la proiezione J r . cio n o n si possono attri-
l) Per la deduzione diretta dell'espressione (103,8), senza ricorrere alla
teoria delle rotazioni finite, vedi problema 1 di questo paragrafo. S u l calcolo
degli elementi d i matrice delle diverse grandezze secondo le funzioni d'onda
(103,8) vedi 110, 87 (le formule corrispondenti si differenziano dalle formule
per la molecola biatomica (senza spin) solo per la notazione dei numeri quantici;
vedi nota alla pag. 377).
486 CAPITOLO XIII
^Jh = -
1
-1/2 (^Jk - ^,
-h) (k# O), (103,12)
dove 0, <p sono gli angoli sferici negli assi ^T)^ e il segno sta qui
al posto di si trasforma come n; la coniugazione complessa nella
(103'13) dovuta al cambiamento del segno nei secondi membri
delle relazioni di commutazione (103'3).
La rotazione di angolo n attorno all'asse t, (cio l'operazione di
simmetria C!$)) moltiplica la funzione (103'13) per (-1)':
di simmetria seguenti:
f Jpari7k - A pari7
k -B3 dispari,
J dispari, k - B , pari7
t J dispari, k- B2 dispari;
k - B1 pari7
'
( J pari,
- J pari, k- B2 dispari,
*J'{J dispari, k - A pari,
L J dispari, k - B3 dispari.
Con un calcolo semplice 6 facile trovare i1 numero di stati di
ciascun tipo per un dato J. Precisamente, al tipo A e a ciascuno dei
tipi Bl, B 2 , B3 corrisponde i1 numero d i stati seguente:
J dispari 1 J-l
T 1 JLl
-
2
PROBLEMI
l.Determinare le funzioni d'onda degli stati i J M k ) della trottola sim-
metrica calcolandole come autofunzioni degli operatori J Z , j z , fc ( F . Reiche,
H . Rudemucher, 1926).
Soluzione. Dovendo ottenere $ J M f L i n funzione degli ~ n g o l id i Eulcro a, fl,
y , occorre esprimere mediante questi angoli gli uperatori delle proiezioni del
momento angolare sugli assi fissi xyz. Poich l'operatore della proiezione del
MOLECOLE POLIATOMICHE 489
dove cpx, q+,, cpz sono gli angoli d i rotazione attorno agli assi corrispondenti.
Le derivate rispetto a questi angoli s i possono esprimere in funzione delle deri-
vate rispetto ad a , $, v, ricordando che le rotazioni infinitesime vanno composte
come vettori (diretti secondo gli assi di rotazione). Le direzioni dei vettori h a ,
8 6 , 67 delle rotazioni infinitesime descritte mediante angoli di Eulero sono date
nella fig. 20. Proiettandole sugli assi fissi xyz, troviamo gli angoli d i rotazione
attorno a questi assi nella forma
&px= -sen a@+ cos a sen b6y,
+
6 q y = cos a 6 $ sen a sen p6y,
+
6 q z = 6 a cos $ 6 ~ .
Da cui viceversa
6 a = -ctg $ cos a 69%-ctg f, sen a & p y-1- 6 q z ,
+
h$= -sen a 6 q x cos a 6 q Y ,
Da cui si possono scrivere immediatamente gli altri due livelli energetici, poich
evidente a priori che i tre parametri a, b, C entrano simmetricamente nel
problema. Quindi
h2 h2
E -- (a+c), E3=T(b+e). (4)
2- 2
I livelli E , E2, E* si riferiscono, rispettivamente, ai tipi di simmetria Bl, B2,
B&). Le Lnzioni d'onda di questi stati sono
$i=@&, $2=@:19 $a=$i~-
4. Lo stesso problema per J = 2.
Soluzione. L'equazione secolare di quinto grado si scompone in tre equazioni
di primo grado e in una di secondo grado. Una delle equazioni d i primo grado dh
(livello del tipo Bl). Da cui concludiamo che ci devono essere ancora due livelli
(dei tipi B2 e B8):
h2 h2
EZ=2h2b+r(a+c), E3=2h2a+T (b+c).
l
~O+IHlOi-)--E
(2+IHiO+)
Risolvendola, otteniamo
(2+lHlO-t)
@+l H l2+)-E
(6)
(livelli del tipo Bl). Gli altri livelli si ricavano da qui permutando i parametri
a b, C.
6. Determinare la separazione dei livelli di un sistema, dotato di momento
di quadrupolo, in un campo elettrico esterno qualsiasi.
Soluzione. Prendendo come assi coordinati gli assi principali del tensore
32q/3xi 3xh (vedi problema 3, $ 76), riduciamo la parte quadrupolare dell'ha-
miltoniano del sistema alla forma
una volta presone i l valor medio nel senso ora detto, diventa
direttamente legate fra di loro dal fatto che la funzione d'onda totale
deve restare immutata o cambiare di segno per lo scambio di ogni
coppia di nuclei che ubbidiscono, rispettivamente, alla statistica di
Bose o di Fermi (in altre parole, deve essere moltiplicata per
dove i lo spin dei nuclei scambiati). Introducendo il fattore corri-
spondente nei caratteri (105,1), otteniamo un sistema di caratteri
x (G) della rappresentazione contenente tutte le rappresentazioni ir-
riducibili secondo le quali si trasformano le funzioni d'onda orbitali:
PROBLEMI
1. Stabilire i l legame fra la simmetria dello stato della molecola CpHi e lo
spin totale dei nuclei d'idrogeno che essa contiene.
Soluzionel). Lo spin totale dei quattro nuclei H1 pu avere i valori I =
= 2, 1, O, e la sua roiezione M I assume i valori da 2 a -2. Consideriamo le
rappresentazioni reaizzate dai fattori d i spin relativi a ogni singolo valore di
M I iniziando dal valore massimo.
Al valore M I = 2 corris onde in tutto un solo fattore di spin in cui tutti
i nuclei hanno la proiezione nello spin +1/2. Al valore M I = i corrispondono
4 fattori di spin diversi che si differenziano per i l nucleo a l quale assegnata la
proiezione dello spin -112. Infine, i l valore M I = O realizzato da sei fattori
d i spin a seconda della coppia di nuclei alla quale assegnata la proiezione dello
spin -112. I caratteri delle tre rappresentazioni corrispondenti sono i seguenti:
4. Lo stesso problema per la molecola CPHi (vedi fig. 43,f, simmetria Dy.,).
Soluzione. Sono possibili gli stati dei tipi seguenti: 7Aq, lAlu, 3AQ,
13Azu, 9 E g , %.
Per il termine elettronico e vibrazionale fondamentale si ottengono gli
stati seguenti:
-
3F1
1E
5-42, 3Fi
IE, 3Fi
Capitolo XIV
$ 106. Simboli 31
La regola di composizione dei momenti ottenuta nel 3 31 dete.
mina i valori possibili del momento angolare totale di un sistem
composto d a due particelle (o d a parti pifi complesse) dotate d
momento angolare jl e j2i). Questa regola in realt strettament
legata alle propriet delle funzioni d'onda nelle rotazioni spazial
segue direttamente dalle propriet degli spinori.
Le funzioni d'onda di particelle con momenti angolari jl e j ,
sono spinori simmetrici di rango 2j, e 2j2, e la funzione d'onda del
sistema data dal loro prodotto
*
2i1
. *
,h(i)
212
,h(Z)P'J. (106,1)
Simmetrizzando questo prodotto rispetto a tutti gli indici, otteniamo
uno spinore simmetrico di rango 2 (jl +
1%)corrispondente a uno
+
stato con momento angolare totale jl j2. Contraiamo poi il pro-
dotto (106,l) su una coppia di indici di cui uno deve appartenere
a $(i) e l'altro a $C2) (in caso contrario si otterrebbe zero); allora,
grazie alla simmetria di ciascuno degli spinori il/1) e ,h*2),il risul-
tato non dipende dagli indici scelti fra L, p, . . . e P, o . . . Dopo
la simmetrizzazione si ottiene uno spinore simmetrico di rango
2 (jl + j2 - 1) corrispondente ad uno stato con momento jl j2 - +
- 12). Continuando questo processo, troviamo, conformemente alla
+
regola'che giconosciamo, che j prende i valori da jl j2 a 1j, j2 l,-
ciascuno di essi preso una volta sola.
Dal punto di vista matematico, si tratta qui della scomposizione
del prodotto diretto D(ji) x di due rappresentazioni irridu-
cibili del gruppo delle rotazioni (con dimensioni 2ji +
1 e 2j2 1) +
in parti irriducibili. In questi termini, la regola della composizione
dei momenti si scrive nella forma
D0i) x = Dtii+jd + DOi+h-D + . . . + D<-\3i-h\->.
Per risolvere completamente il problema della composizione
dei momenti, dobbiamo ancora considerare il problema della co-
struzione della funzione d'onda di un sistema con un dato valore del
momento angolare totale secondo le funzioni d'onda delle due par-
ticelle di questo sistema.
Cominciamo dal caso piii semplice della composizione di due
momenti con somma uguale a zero. fi evidente allora che deve
essere] ji =ja e che per le proiezioni dei momenti si ha ml = -m,.
Siano le funzioni d'onda normalizzate degli stati di una parti-
cella con momento angolare j e con proiezione m (rappresentazione
i non spinoriale). La funzione d'onda cercata del sistema $, rap-
, presenta la somma dei prodotti delle funzioni d'onda di entrambe
' le particelle con valori opposti di m:
+ +
E evidente che la somma algebrica jl j2 j 3 allora un numero
intero.
La funzione d'onda del sistema considerato h a l a forma della
somma
=P/+l) 2
mi, 1712
(mi7i 72
m2 -m j ) (mi j2 - m i
l i m2
") = bhmme,
(la somma dei numeri in ogni riga e in ogni colonna di questa tabella
uguale a j, + +
j2 ja). Allora: 1) lo scambio di due colonne qual-
siasi della tabella moltiplica i simboli 3j per (-l)Ji+jz+js (que-
s t a propriet coincide con l a (106,5)); 2) lo stesso valido per lo
scambio di due righe qualsiasi (per quanto concerne le due ultime
righe, questa propriet coincide con la (106,6)); 3) i l simbolo 3j
non varia se si scambiano le righe della tabella con le sue colonne1).
Riportiamo alcune delle formule piii semplici per qualche caso
particolare. I l valore
l ) Vedi ,T. Regge, Nuovo Cimento 10, 544 (1958); 11, 116 (1959). Per un pih
approfondito approccio matematico della propriet di simmetria (106,15) (cosi
come della propriet (108,3) dei simboli 6j che verr data pih avanti) vedi ,
articolo di J. A . Smorodinskij e L. A . Scekpin, UFN (Successi delle scienze fi-
siche) 106, 3 (1972). i
i
COMPOSIZIONE DEI MOMENTI ANGOLARI 513
Tabella 9 (Segue)
COMPOSIZIONE DEI MOMENTI ANGOLARI 515
Tabella 9 (Segue)
\ l
PROBLEMA
Determinare la dipendenza angolare delle funzioni d'onda di una particella
con spin 112 negli stati con valori dati del momento orbitale I, del momento tota-
le j e della sua proiezione m.
Soluzione. I l problema si risolve con la formula generale (106,8}in cui oc-
corre intendere per vl) le autofunzioni del momento orbitale (ciole funzioni
sferiche Y l m l ) ,e per $C2) la funzione d'onda di spin x ( o ) , (dove o = 2 1 1 2 ) :
+ +
'con axx ayy a n = O)2).
I prodotti tensoriali di due (o piii) tensori sferici fkiq1,fkzqisi cos-
tituiscono conformemente alle regole della composizione dei momenti
angolari, dove Al, k2 fungono formalmente da momenti angolari
dei tensori corrispondenti. In tal modo, da due tensori sferici di
rango kl e k2 si possono formare tensori sferici di rango K = ki +
+ k.,, . . ., 1 kl - k2 1 secondo le formule
dove ^nj,,, sono le funzioni d'onda degli stati stazionari del sistema
caratterizzati dalla grandezza del suo momento angolare 7, dalla
sua proiezione m e dall'insieme degli altri numeri quantici n. Per
le loro propriet di trasformazione le funzioni del secondo e del
primo membro dell'uguaglianza (107,5) corrispondono alle funzioni
nel secondo e nel primo membro dell'uguaglianza (106'11). Ne seguono
immediatamente le regole di selezione.
Gli elementi di matrice delle componenti fh di un tensore irri-
ducibile di rango k sono diversi da zero solo per le transizioni jm -+
- ]'m' che soddisfano la regola della composizione dei momenti
angolari j' = j + k; i numeri j', , k devono allora soddisfare la
regola del triangolo (cio possono essere i lati di un triangolo),
ed m' = m + q. In particolare, gli elementi di matrice diagonali
possono essere diversi da zero solo se soddisfatta la condizione
>
2j k.
l ) Se A e B sono due vettori corrispondenti, secondo le formule (107,1), ai
tensori sferici flq e glq, si ha
(/181)w = AB.
2) Ripetiamo qui l'osservazione gi fatta a proposito della formula (106,8):
con tale regola la coniugazione complessa dei tensori di rango ki e ka nel secondo
membro dell'uguaglianza (107,3) comporta la stessa coniugazione del tensore di
rango K nel primo membro.
518 CAPITOLO XIV
mm'
Nella prima, l a somma estesa a q ed m' per un dato m, nella se-
conda ad m e m' per un dato q (si h a sempre m' = m +
q).
Consideriamo, a titolo d i riferimento, il caso in cui le gran-
dezze fb sono le funzioni sferiche stesse Y V e diamo le espres-
sioni dei loro elementi di matrice per le transizioni fra stati di una
particella con momenti orbitali interi Zl ed I,, cio degli integrali
5 108. Simboli 6j
Nel 5 106 abbiamo definito i simboli 3j come i coefficienti nella
somma (106,4) che d la funzione d'onda d i unsistema di tre parti-
celle con momento angolare totale nullo. Dal punto di vista delle
propriet di trasformazione nelle rotazioni, questa somma uno
scalare. Ne segue che il complesso dei simboli 3j con dati valori di
jll j2, 7, (e con t u t t i i possibili mi, m,, m,) pu essere considerato
520 CAPITOLO XIV
==2 a; i;(
V)
mimffns
m3
(abbiamo usato qui l'uguaglianza m, + m2 + m = O e le formule
(106,6) e (106,12). Quindi il numero minimo di fattori indispen-
sabile per ottenere uno scalare non banale
uguale a quattro.
I n ogni simbolo 3 j i tre numeri j costitui-
scono geometricamente un triangolo chiuso.
Poich nella contrazione ogni numero j
deve figurare in due simboli 3j, chiaro che
per la costruzione di uno scalare dai prodotti
I di quattro simboli 3j si hanno 6 numeri j che
I geometricamente devono rappresentare le lun-
ghezze degli spigoli di un tetraedro irregolare
Fig. 45 (fig. 45); a ciascuno dei simboli 3 j corrispon-
de una delle sue facce. Nella definizione dello
scalare cercato stata accettata una condizione determinata relativa
al processo di contrazione, che si esprime con l a formula seguente:
COMPOSIZIONE DEI MOMENTI ANGOLARI 521
(il simbolo (m) sotto il segno di somma significa che la somma estesa
a tutt,i i numeri m,, m,, . . . che figurano nell'espressione). Usando
COMPOSIZIONE DEI MOMENTI ANGOLARI
dove
Tabella 10
Formule per i simboli 6 j
a b c 1)8
(.-
, s=a+b+c
{O l/(2b+l)(2c+l
- 1
--
27+ I V,
J"
(n21J II A'' II nijiJ") W II ti2)II n&J)
3; assume l a forma
alla pag. 377). Questo mutamento non incide per sugli elementi
di matrice: poich la dipendenza delle funzioni D $ , ( a , fi, v)
da si riduce al fattore eim'v, la formula (110'3) si pu riscrivere
come segue:
Sviluppando il quadrato (i
- $A)Z occorre tener presente che l'ope-
ratore inon commuta, in generale, con il vettore A che funzione
delle coordinate. Si deve quindi scrivere
Questa trasformazione non incide sui valori dei potenziali del campo.
chiaro perci che essa non deve sostanzialmente cambiare neanche
le soluzioni dell'equazione d'onda; i n particolare, deve restare
inalterato il quadrato 1 Y lz. Possiamo infatti convincerci facilmente
che si riottiene l'equazione iniziale se, contemporaneamente con la
sostituzione (1l I '8) nell'hamiltoniano, si esegue anche l a sosti-
2, La notazione del campo magnetico e dell'hamiltoniano con la stessa
lettera non pu causare malintesi: l'hamiltoniano sovrapposto con un accento
circonflesso.
MOTO IN UN CAMPO MAGNETICO 535
dove an = Y f t / m u H .
Nella meccanica classica il moto di una particella nel piano perpen-
dicolare al campo H (piano q)descrive una circonferenza con centro,
immobile. La grandezza yo, che si conserva nel caso quantistico, cor-
risponde alla coordinata classica y del centro della circonferenza.
Accanto a yo, si conserva anche l a grandezza x0 = (cpyleH) x +
( facile vedere che il suo operatore commuta con l'hamiltonia~m
(112,Z)). Questa grandezza corrisponde alla coordinata classica x
del centro della circonferenza1). Ma gli operatori io e i,,non com-
l) Infatti, per i l moto classico su una circonferenza di raggio cmvf/eH (vi
la proiezione della velocit sul piano xy; vedi vol. 11, Teoria dei campi, 3 21),
abbiamo
yo = -cpJeH = - (cm/eH) vv + y.
538 CAPITOLO XV
PROBLEMI
1. Determinare le funzioni d'onda dell'elettrone in un campo magnetico
omogeneo in stati in cui esso possiede valori determinati della quantit di moto
e del momento angolare lungo la direzione del campo.
Soluzione. In coordinate cilindriche p, q, z con l'asse z orientato lungo la
direzione del campo i l potenziale vettore ha le componenti A m = H p / 2 , A , =
= A,, = O e l'equazione di Schrodinger l
l'equazione per Roo (p) e integrandola rispetto a p dp, otteniamo per x (z) l'equa-
dove e = E - hwH/2,
E== --
m a
8lt=^*cz
( ( u (z) -V)'
(dV = 2np dp dz -+ 4nr2 dr). Viceversa, nel caso contrario di un campo
<
magnetico forte quando aH a, l'integrale nella (4) determinato essenzialmente
<
dalla regione p a y , nella quale si pu porre U (1/r2 +
z2) U (z). Allora
l'integrale in dp si riduce all'integrale di normalizzazione della funzione Roo e
diventa uguale a 1 , cosicch
-
l'equazione di Schrodinger (3)con i l campon (z) % -eVz (che si ricavano dalla
(7) per z a s ^> p). Ma questa equazione si riduce con la sostituzione y =
= 29 (z) alla forma
che coincide in forma con l'equazione' per le funzioni d'onda radiali degli
stati s nel problema coulombiano tridimensionale. Quindi i livelli cercati sono
d a t i dalla formula (36,iO)
.
.dove n = 1, 2, 3, . . Anche questa espressione ha soltanto una precisione loga-
ritmica: il termine successivo di correzione sarebbe stato piccolo rispetto a
quello fondamentale solo nel rapporto 1/ln ( a B / a H ) .
L'equazione (9) determina la funzione d'onda solo per z > 0; questa fun-
<
zione puo essere estesa alla regione z x x
O come (-z) = (z) o come (-z) =
- -x (2). Ne segue che nell'approssimazione considerata i livelli (10) sono
doppiamente degeneri. Ma questa degenerazione viene rimossa nelle approssi-
mazioni successive in a&ao.
a a
A
al quale questo valore medio uguale i n uno stato con valori deter-
minati di L2, S2, J2 (cfr. (31,4)). Determinando la costante della
seconda uguaglianza e sostituendola nella prima, otteniamo cosi
a
Il momento magnetico calcolato secondo l a formula (113'8) sar
ora proporzionale all'intensit del campo (in assenza di campo l'ato-
mo con L = S = O non ha ovviamente momento magnetico). Scri-
vendolo nella forma %H, possiamo considerare il coefficiente x come
suscettibilit magnetica dell'atomo. Per questa grandezza vale
la seguente formula di Langevin (1905):
La somma estesa a tutti gli stati con dato J, che sono possibili
per la configurazione elettronica data. Questa l a relazione cercata.
PROBLEMI
1. Determinare la separazione del termine con S = 112 per effetto di
Pascben-Back.
Soluzione. I l campo magnetico e l'interazione spin-orbita devono essere
consderati contemporaneamente nella teoria delle perturbazioni, cio l'opera-
tore della perturbazione ha la forma1)
in accordo con le formule (113,6), (113,7) (nelle quali bisogna porre S = 112,
J =L + 112). Per &e >1
1' generali esposte nel 87. E pifi facile, per fare i l calcolo in un modo pifi intui-
tivo. Mediando l'operatore della perturbazione rispetto allo stato orbitale e
elettronico, otteniamo
V.~H +
(Anz 2Sz)
(questa media non incide sull'operatore dello spin). Mediamo poi rispetto
alla rotazione della molecola (il valore medio di n, va determinato mediante
la formula (87,4)):
Infine, mediamo rispetto alla funzione d'onda d i spin; i valori finali medi dei
vettori possono essere diretti soltanto secondo l'unico vettore conservativo, e
cio il momento angolare totale J. Otteniamo quindi (cfr. (113,5))
(M ss Mj) o, in definitiva,
(vedi p i avanti
~ la (121,8)). Sostituendovi la (1) e mediando sotto i l segno di
integrale rispetto alle direzioni di r, otteniamo
dove epa (0) i l potenziale del campo creato dallo strato elettronico dell'atomo
nel suo centro.
Nel modello di Thomas-Fermi (pe (0) = - 1 , 8 0 ~ ~ ~ ~ m(vedi i ~ / &(70,8)),
~
cosicch
Hind = -0,60 ($) Z'"H = -3,2. I~)-~z'"H.
PROBLEMI
1. Determinare la funzione d'onda di spin di una particella neutra con spin
112 che si trova in un campo magnetico omogeneo, costante in direzione ma
variabile in modulo secondo la legge arbitraria H ( t ) .
Soluzione. La funzione d'onda lo spinore -i#;che soddisfa l'equazione
d'onda
Da cui
dove
552 CAPITOLO XV
Otteniamo finalmente
S J I , sz*
Diamo qui qualche combinazione d i questi operatori avente un
semplice significato intuitivo. La somma
. A
T.= Ts-i; - (O O)
1O
trasforma un protone in neutrone e annichila un neutrone. Infine,
l'operatore
d i cui uno non dipende dagli spin e gli altri due ne dipendono. Il
terzo termine scritto qui in forma tale da annullarsi quando si
media sulle direzioni di n; le forze descritte da questo termine si
chiamano di solito forze temoriali.
Abbiamo apposto all'interazione (117,l) l'indice ordinaria
per mettere in rilievo il fatto che questo operatore non cambia lo
stato di carica dei nucleoni. Accanto a questa interazione ammis-
sibile anche un'interazione che h a come effetto la trasformazione di
protone in neutrone, e viceversa. L'operatore di questa interazione
i( di scambio differisce, nella sua forma, dall'operatore (117,l) per
l a presenza dell'operatore di scambio delle particelle (116,4):
+
1) Si sottintende qui che le forze nucleari sono invarianti rispetto all'in-
versione spaziale, cio che esse non possono contenere termini pseudoscalari.
Per i l momento non disponiamo ancora di dati sperimentali che proverebbero
l'inverso.
2) Notiamo inoltre che l'interazione dipendente dalle velocit dei nucleoni
descritta in approssimazione lineare rispetto alle velocit da un operatore
d e l tipo
(4
[<p1 + <P2 (r) P}
dove L = [rp] i l momento angolare orbitale del movimento relativo dei nucle-
+
oni (p la sua quantitdi moto), e S = sl so; questo operatore contiene due
funzioni di r. I termini del tipo pn e SII vengono esclusi dalla condizione di in-
varianza rispetto all'inversione spaziale e all'inversione del tempo.
STRUTTURA DEL NUCLEO ATOMICO 561
) ~ 114 (vedi
(&n)2 = ( ~ , , n =
(55,10)), troviamo
PROBLEMI
i. Determinare gli operatori di interazione di due nucleoni in stati con
valori determinati di S e T.
Soluzione. Gli operatori cercati eST
si ottengono dallvespressione generale
(ii7,i)-(ii773)tenendo conto delle relazioni (i16,3)e (117,4):
Soluzione. Consideriamo alcuni casi limite (fra i quali cadono tutti gli
altri casijpossibili) per gli stati di un sistema di A nucleoni e scriviamo le con-
dizioni perch l'energia di interazione di una coppia 4 media B di nucleoni sia
positiva in questo sistema.
Supponiamo che lo spin totale e lo spin isotopico del nucleo abbiano i valori
massimi possibili uguali: Snuc = Tnuc = A l 2 (tutte le articelle delsistema sono
protoni con spin paralleli). Allora per ogni coppia
= T = i, cosicch otteniamo la condizione
8nucleoni abbiamo S =
Sia ora Tnuc = 412, Snuc = O. Allora per ogni coppia di nucleoni T = 1 ,
e i l valore medio di sz zero per ogni singolo nucleone. Quest'ultimo fatto signi-
fica che i l nucleone pu avere con l a stessa probabilit s - i12 e sz = -l/2;
in queste condizioni le robabilit per una coppia di n u c 6 o i i di trovarsi negli
stati con S = O o S = f s o n o rispettivamente uguali a l14 e 314 (esse sono pro-
porzionali a l numero 2 s + l di valori possibili di S z ) . Quindi la condizione che
l'energia media di una coppia sia positiva
Analogamente, lo studio dello stato con TnUc = O, Snuc = d/2 porta alla
condizione
4 3
T uii > 0, (3)
Nello stato con Tnuc = Snuc = O la probabilit per una coppia di nucleoni
di avere S = T = i uguale a 314 -114,e la probabilit di avere T = 1, S = O
uguale a 314-114,ecc. Otteniamo (quindi) la condizione
Supponiamo infine che i l sistema sia composto di A12 protoni e A12 neutrw
ni e che gli spin di tutti i protoni siano paralleli fra di loro e antiparalleli agli
spin dei neutroni. Un singolo nucleone ha la stessa probabilit di essere p o n,
cio di avere T L = il2 o = -112; la probabilit per una coppia di nucleoni
di avere T = O uguale a 114. Allora uno dei nucleoni nella coppia p e l'altro
n; si avr perci S z = O. Questo valore di S z si ottiene con la stessa probabilit
dallo stato con S = O o con S = l. Di conseguenza, le probabilit per una coppia
di trovarsi nello stato con T = O, S = O o T = O, S = l sono uguali a l14
.l12 = 118. Uguale la probabilit dello stato con T = l, S = O, e i 518 che
-
restano spettano allo stato con T = S = l. Tenendo conto di tutto questo, ot-
teniamo la condizione
l) Nel caso degli elettroni nell'atomo, tale difficolt non sorgeva nemmeno,
poich6 l'immobilit del centro di massa era garantita automaticamente dal
fatto che esso coincide con la posizione del nucleo pesante immobile.
566 CAPITOLO XVI
dove q (r) una funzione di r (cfr. anche nota alla pag. 560). Poich
mp [rvl il momento angolare orbitale 7ii della particella, l'espres-
sione (118,3) si pu anche scrivere nella forma
') Solo per i nuclei piii leggeri l'accoppiamento tende al tipo LS.
568 CAPITOLO XVI
seguenti :
2, 8, 20, 50, 82, 126.
Questi numeri sono detti magici1).
Particolarmente stabili sono i cosiddetti nuclei doppiamente
magici in cui sia Z che N sono numeri magici. A confronto con i
nuclei vicini, essi sono dotati di un'attitudine anomalmente piccola
ad aggregarsi ancora un nucleone, e i loro primi stati eccitati sono
anomalmente alti2).
I diversi stati di ciascuno dei gruppi (118,8) sono numerati in linea
di massima nell'ordine del loro riempimento successivo nella serie dei
nuclei. Ma, in realt irregolarit notevoli si presentano nelle moda-
lit di questo riempimento. Inoltre, da tener presente che nei nu-
clei pesanti (lontani dai nuclei magici) le distanze fra i diversi livelli
possono risultare comparabili con l'((energia di appaiamento i n
queste condizioni i l concetto stesso di stati individuali delle com-
ponenti della coppia perde notevolmente senso.
Accenniamo brevemente al calcolo del momento magnetico del
nucleo nel modello a strati. Parlando del momento magnetico del
nucleo sottintendiamo, naturalmente, il momento magnetico mediato
rispetto al moto delle particelle nel nucleo. Questo momento
magnetico medio diretto, evidentemente, come lo spin del nucleo
J l a cui direzione l'unica direzione privilegiata nel nucleo; il suo
operatore quindi
-
A A
P = uogJ, (11899)
dove p. il magnetone nucleare, e g il fattore giromagnetico. L'auto-
valore della proiezione di questo momento $, = pogMJ. Di solito
(cfr. (111,l)) con momento magnetico p del nucleo si intende sempli-
cemente il valore massimo della sua proiezione, cio p = pogJ; la
notazione la seguente
A J
P=^-. (118,lO)
l) Gli stati If,,, con gli 8 posti disponibili sono talvolta considerati come
gruppo a parte, in quanto anche i l numero 28 gode, in certa misura, delle pro-
prieta dei numeri magici.
2) Tali sono lHes, ^Og, Cazo, 2!SPb126; i l nucleo 4He incapace ad aggre-
garsi ancora un nucleone.
STRUTTURA DEL NUCLEO ATOMICO 571
j =1
, .
+
, .
spendere in tutto un solo stato del sistema con J e T dati (vedi, per
esempio, problema 3); in caso contrario, lo stato del nucleo una
miscela di pifi stati indipendenti (con J , T uguali) e, in generale, i
coefficienti della combinazione lineare che definisce l a funzione
d'onda del nucleo restano incogniti1).
Indichiamo infine che l a presenza dell'accoppiamento spin-orbita
dei nucleoni nel nucleo fa si che i protoni nel nucleo acquistano un
certo momento magnetico supplementare (rispetto alla (118,9))
(M. Goppert-Mayer, J. H. Jensen, 1952). Questo perch data
l a dipendenza esplicita dell'operatore di interazione dalla velocit
della particella, i l passaggio al caso i n cui si ha un campo esterno si
effettua sostituendo l'operatore della quantit di moto come segue:
,.
p + p - A. Facendo questa sostituzione nella (118,3) e usando
l'espressione (111,7) del potenziale vettore troviamo che nel1'hamil-
toniano del protone compare un termine supplementare
PROBLEMI
1. Determinare i l momento magnetico di un sistema di due nucleoni (con
momento meccanico totale J = ji +
j2) esprimendolo in funzione dei momenti
magnetici pi V p2 di ciascuno dei nucleoni.
Soluzione. In modo analogo alla deduzione della formula (118,11), otte-
niamo
Quindi la funzione d'onda cercata $ s ' ~ J una combinazione lineare della forma
TTr
.
dove [. .] un prodotto antisimmetrico normalizzato (cio un determinante
della forma (61,5)) delle funzioni d'onda $2dei singoli nucleoni.
La funzione (1) deve a n n u h r s i sotto l'azione degli operatori
E facile vedere da qui che agendo con l'operatore /+ sulla funzione (1) si ottiene
(il cambiamento del segno di alcuni termini dovuto alla permutazione delle
righe del determinante). Perch questa espressione sia zero deve essere
a+bc=0 C-d=O.
l) Tale configurazione (oltre allo strato occupato (1sil^)4) si presenta nel
nucleo "Li.
574 CAPITOLO XVI
D'altra parte, dopo la media totale rispetto-a l moto del nucleone - il valore
medio di or puessere diretto solo secondo j, cio2 = a 2 da qui a = (ffj)/p. Pro-
iettando il vettore (2) su j ( da tener presente che l'operatore $ commuta con
(f 6)) e passando a li autovalori delle grandezze ls, la, ecc., otteniamo dopo u n
calcolo assai semplice, la seguente espressione per i l momento magnetico addi-
zionale del nucleone (in magnetoni nucleari):
STRUTTURA DEL NUCLEO ATOMICO 575
( m p la massa del nucleone; R il raggio del nucleo; nella media di r2f il fattore
r2 e stato sostituito con R2,poichf (r) decresce rapidamente verso l'interno del
nucleo). Il valore medio /nella (3) pu essere espresso per il tramite della
separazione spinorbita secondo la (118,6).
l) Questa forma pu essere usata solo per Q sgfc 112 (vedi problema 2).
580 CAPITOLO XVI
PROBLEMI
1. Esprimere i l momento di quadrupolo Q di un nucleo rotante in funzione
del momento di quadmpolo Qn rispetto agli assi solidali con il nucleo (A. Bohr,
1951).
Soluzione. L'operatore del tensore del momento di quadrupolo del nucleo
rotante si esprime in funzione di Qn come segue
I calcoli successivi sono analo hi a quelli eseguiti nel testo. Se allo stato fonda-
mentale del nucleo corrispon (Te il valore J = 112 (allora i l numero K = J -
- 112 = O), si ottiene p == p'. Se invece nello stato fondamentale si ha J = 312
(allora K = J + Y
112 = 2)' allora p = - gr - - p'
5
a
5
3. Determinare le energie di alcuni dei primi livelli della struttura rota-
zionale dello stato fondamentale di un nucleo pari-pari avente la simmetria di
un ellissoide triassiale.
Soluzione. Allo stato fondamentale del nucleo pari-pari corrisponde la
funzione d'onda piii simmetrica del nucleo immobile cio una funzione la
cui simmetria corrisponde alla rappresentazione A del gruppo Dv.Quindi ci
sono in tutto J / 2+ 1 (per J pari) o (J - 1)/2 (per J dis ari) diversi livelli per
?
un dato valore di J . Per J = 2 essi sono determinati dal a formula (7) ricavata
nei problemi del 3 103, e per J = 3 dalla formula ( 8 ) .
STRUTTURA DEL NUCLEO ATOMICO 581
i
dove M la massa d b u c l e o , e p; sono le quantit di moto degli
elettroni1). Di conseguenza, lo spostamento isotopico dovuto a questo
effetto si trova come il valore medio
2) Il calcolo che segue e che non tiene conto degli effetti relativistici nel
movimento dell'elettrone vicino al nucleo valido se soddisfatta la condizione
Ze2/hc < 1.
5 82 CAPITOLO XVI
Sia <I) (r) il potenziale elettrostatico reale del campo del nucleo, che
differisce dal potenziale Zelr del campo coulombiano della carica
puntiforme Ze. Allora l a variazione dell'energia dell'elettrone ri-
spetto al suo valore nel campo puramente coulombiano Zelr data
dall'integrale
dove
il valore quadratico medio del raggio protonico del nucleo (con una
distribuzione omogenea dei protoni nel nucleo si avrebbe = 3R2/5,
dove R i l raggio geometrico del nucleo). Lo spostamento isotopico
del livello determinato dalla differenza delle espressioni (120,3)
per due isotopi.
Abbiamo stimato nel 5 71 l a grandezza q (0) e stabilito che essa
dipende dal numero atomico (supposto grande) come V Z . Ne segue
che la separazione (120,3) proporzionale a R2Z2.
STRUTTURA DEL NUCLEO ATOMICO 583
(vedi (72,5)).
L'operatore di interazione di quadrupolo degli elettroni con il
nucleo costruito con l'operatore Q^ del tensore del momento di
quadrupolo del nucleo e con le componenti del vettore J del momen-
to degli elettroni. Esso proporzionale allo scalare QikJiJh formato
da questi operatori, cio ha l a forma
'
dove j l'operatore di densitii di corrente creata dallo spin elettro-
nico in moto, e r = nr i l raggio vettore tracciato dal centro all'ele-
mento dV1). In accordo con l a (115,4) abbiamo
Mediando rispetto allo stato con un dato valore d i j l'espressione entro parente-
si quadre si orienta secondo j. Quindi possiamo scrivere
-
,
. - , . 7-3
v i j = 2 p B ( p j ) [l j + 3 ( s n ) ( n j ) - s j-.
lo +1)
l) Vedi vol. 11, Teoria dei campi, $ 43, formula (43,7); osserviamo che in
quest'ultima i l vettore R diretto in senso opposto da dV a l centro (punto di
osservazione del campo).
586 CAPITOLO XVI
Il valore medio di Gi, stato calcolato nel problema del 5 29. Sostituendo
e passando agli autovalori, otteniamo
direzione dello spin del nucleo. Tenendo presente che Qii = 0, pos-
siamo rappresentare questo operatore nella forma
per un valore dato della proiezione ir dello spin del nucleo sull'asse
della molecola questa grandezza uguale a b [i^ - T i (i +
I)].
I n seguito alla media dell'operatore (122'1) rispetto alla rota-
zione della molecola esso risulta espresso i n funzione dell'operatore
K del momento rotazionale conservativo. La media del prodotto ninh
viene eseguita secondo la formula ricavata nel problema del 3 29
(con il vettore K in luogo di 1) e d come risultato
dove bik un tensore con traccia nulla, che rappresenta una carat-
teristica determinata dello stato elettronico della molecola. Dopo
la media rispetto alla rotazione della molecola esso risulta espresso
in funzione del suo momento rotazionale totale J con una formula
del tipo
(il calcolo analogo a quello eseguito nel problema del 3 29). D'al-
tra parte, sviluppando i l prodotto tensoriale nel sistema degli assi
8, T], C, otteniamo t.
588 CAPITOLO XVI
Si qui tenuto conto del fatto che le medie dei prodotti JgJE,. ...
sono nulle1). Le medie dei quadrati Jf . . . si calcolano mediante
le funzioni d'onda degli stati rotazionali corrispondenti della
trottola. I n particolare, per una trottola simmetrica si ha semplice-
mente
URTI ELASTICI
=-t(-
i)' exp
zr [i (kr t <l)]- i' exp [ - i (kr + ,)]}
Sostituendo. questa espressione e l a (123'8) nella (123,6), otteniamo
l'espressione asintotica della funzione d'onda nella forma
q:- 1
+
V, (21 I ) Pi (cos 9) [(-
2ikr e-^ +Sle'^ l (12379)
;=o
dove abbiamo introdotto la notazione
Sl= exp (2i6;). (123,lO)
D'altra parte, per la forma asintotica dello sviluppo dell'onda
piana in onde sferiche (34,2) si ha
ei*= m '
2ikr
m
^ ( ~ Z + I ) P ~ ( C O S ~ ) [ ( - I ) ~4-+ e^].
^-1
~ ~ - ~ ~ ~
1=0
Si vede che nella differenza -
eikz tutti i termini contenenti i
fattori e-ikr sono esclusi, come doveva essere. Per il coefficiente
di eikrlr in questa differenza, cio per l'ampiezza di diffusione,
troviamo
m
1
f (O)== 2 ( 2 l + i ) (81-1) Pl (cose). (123'11)
l=O
592 CAPITOLO XVII
nazione -
componente trasversale della quantit di moto, cio un'indetermi-
Ji/mv Ap nell'angolo.
Data la grande importanza che ha l a diffusione ad angoli piccoli
con un campo U (r) che decresce lentamente, naturale porsi la
l) Questo si traduce nella divergenza dell'integrale 2np d p che determina
J
nella meccanica classica la sezione totale.
URTI ELASTICI 595
che diverge per U (r) co r-" (n <; 3). Pertanto, l'ampiezza di diffu-
sione diventa infinita per 6 = O in campi decrescenti come Il? o
pifi lentamente ancora.
Infine, soffermiamoci sul caso in cui l a fase stessa 6 1 infinita, il
che ha luogo per U (r) co r-" (n << 1). Dai risultati ottenuti sopra
subito evidente che con un campo cosi lentamente decrescente
sar infinita sia l a sezione totale sia l'ampiezza di diffusione per
6 = 0. Ma resta i l problema del calcolo di / (6) per 6 # 0. Osser-
viamo prima di tutto che vale la formula1)
2d(-n')
e-ihr
T -2niF (n') -
kr T
&hr
+ eih~
dove 7 , y' sono gli angoli formati da n e n' con una certa direzione
n" nello spazio. Rappresentando f (0) sotto forma di sviluppo
(123,14), usando il teorema di composizione delle funzioni sferiche
(~'10)ricaviamo dalla (125'13) l a relazione seguente per le ampiezze
parziali:
lmfi = k1f1 12. (125,14)
Questa formula pu essere ottenuta anche direttamente dall'e-
spressione (123'15) secondo l a quale 1 2ikf; + 1 1% = 1. Anche il
teorema ottico (125,9) si ottiene facilmente dalle formule (123,ll) e
(123,12) nel caso della diffusione in un campo centrale.
Riscrivendo l a (125,14) nella forma Im (l/fl) = -k, vediamo
che l'ampiezza f ; deve avere l a forma
dove g " = g l (k) una grandezza reale legata alla fase 6; dalla re-
lazione
F = 46 (1 - cos 9) =
;=o
(21 +l ) P i (COS0) (125,17)
oppure
fio A2
lul<T=3kal
dove a il raggio d'azione del campo U (r),e U il suo ordine di gran-
dezza nella regione in cui l a sua azione importante. Se soddi-
sfatta la prima condizione, l'approssimazione considerata appli-
cabile per tutte le velocit Quanto alla seconda condizione si vede
invece che essa applicabile per particelle sufficientemente veloci.
Conformemente al' 9" 45; cercriiamo una ffinzione ci'nd nell
forma 9 = $(O' + ( l ) , dove 9") = etkr corrisponde a una parti-
cella incidente con vettore d'onda k = p h . Dalla formula (45,3)
abbiamo
l ) Nella teoria generale svilup ata nel 3 123, questa approssimazione cor-
i
risponde al caso in,cui tutte le fasi 1 sono piccole; occorre inoltre che queste fasi
possano essere calcolate a partire dall'equazione di Schrodinger nella quale l'ener-
gia potenziale considerata come perturbazione (vedi problema 4).
602 CAPITOLO XVII
l) Risulta chiaro che questa pro riet viene a mancare gi quando si passa
ali'approssimazione del secondo ordine della teoria delle perturbazioni. Di
questo ci convinceremo direttamente nel 5 130 in base alla formula (130'13).
URTI ELASTICI 603
e se U = U (r), allora
PROBLEMI
1. Determinare nell'approssimazione di Born la sezione di diffusione da
parte di una buca di potenziale sferica: U = -Uo per r <^a, U = 0 per r> a.
Soluzione. Il calcolo dell'integrale nella (126,12) d a
(sen qa -qa cos qa)2
0 =4 2 ( TrnUoa2
) 2
do.
L'integrazione rispetto a tutti gli angoli (che opportuno eseguire passando alla
variabile q = 2k sen (9/2) e sostituendo do con 2itq dq/k2) d la sezione totale
di diffusione
2n mUnaz
[l--+
1
(2ka)Z
sen 4ka
- --
(2ka)Z
sen22ka
(2ka)4 '
1
Nei casi limite questa formula d
2n mUoas
c r = ~ ( ~ per) k~a > I .
2. Lo stesso problema per i l campo U = U@la2.
Soluzione. E o portuno fare i l calcolo usando la formula (126,7) scegliend<
la direzione q per Jrezione di uno degli assi coordinati. Si ottiene
e la sezione totale
La sezione totale 13
ama 2 1
4kaa2+ l
La condizione di a plicabilit di queste formule si deduce dalle (126,l) e (126'2)
con aia in luogo di U'. ama/@ < l o alhv 1.<
4 . Determinare le fasi iS1 per la diffusione in un campo a simmetria centrale
nel caso corrispondente all'approssimazione di Born.
Soluzione. Per la funzione d'onda radiale x = rR del moto nel campo U (r) !
e per la funzione %(O) del moto libero abbiamo le equazioni (vedi (32,lO))
sen 6; 6; = - -
h=
( f ( r ) [ J ; + i / 2 (kr)p r dr.
o
Questa formula si potrebbe anche ottenere sviluppando direttamente i'ampiez-
za di diffusione di Born (126,4) in polinomi d i Legendre, in accordo con la (123,11)
(per le 6; piccole).
5. Determinare nell'approssimazione d i Born la sezione totale di diffusione
nel campo U = aJ(r2 + a2)*I2 con n > 2 per articelle veloci (ka >
Soluzione. Come si vedrh, nel caso considerato il contributo essenziale
1).
nella diffusione dato dalle ampiezze parziali con grandi l . Quindi la sezione
si pu calcolare mediante la formula ( 23,11) sostituendovi le somme in l con
l'integrazione; in approssimazione di Born tutte le fasi sono 6, <; 1, cosicch6
Con la sostituzione r2
le di Eulero e d
+ a2 = W + P/k2)/l'integrale si riduce a l noto integra-
per u+w,
60 8 CAPITOLO XVII
per la correzione alla funzione d'onda a distanze R 2grandi dall'asse del campo
(asse y) troviamo l'espressione
Otteniamo finalmente I
Da cui
SIAp
N Aplp, dove p la quantit di moto della particella, e Ap
l'indeterminazione della sua componente trasversale. Poich Ap
>Slp, si ha A0 >
K/pp e, di conseguenza, i n ogni caso
-
Sostituendo il momento angolare mpv con Kl, otteniamo 91 ^> 1,
che coincide con l a condizione 6; ^> 1 (poich 6; 10, come si vede
M
dalla (127,3)).
L'angolo di deflessione classico della particella si pu valutare
dal rapporto fra l'incremento trasversale della quantit di moto Ap
durante il tempo di collisione T plv e la quantit di moto ini-
(per i l calcolo dell'integrale vedi problema 5, 126). Sostituendo alla somma nel-
l a (123,12) l'integrazione, scriviamo
1 '1 =T
I Io
( 2 n sen e0
1
)l2 exp { i ( - ~~~~+L n )} dz1 1 ,
3
URTI ELASTICI 613
L'integrale determinato dalla regione 1' - $"l/'. Per gli angoli 0 < vrsi
pu portare la funzione Jo(10) fuori del segno di integrale sostituendola con il
valore per L = lo. L'integrale che resta si calcola come stato spiegato nel testo.
Per la sezione troviamo finalmentes)
n12
do =J; (lo6)do.
w
Un risultato analogo si ottiene per la sezione di diffusione ad angoli vicini
a n, se l'angolo di diffusione classico si riduce a n per un certo valore finito
(non nullo) di p.
vediamo che
1
Otteniamo infine = --
Aoh 2 1Eo 1.
1) Tranne il punto E = O che singolare a causa della singolarit di cui
sopra delle funzioni A ( E ) e B ( E ) . Ma l'ampiezza di diffusione resta finita per
E -+ O (vedi 132). Per brevit non ricorderemo in seguito questa restrizione.
URTI ELASTICI 617
x
quando i due termini nell'espress<one asintotica d i soio legittimi
618 CAPITOLO XVII
Quindi ip diventa infinita negli zeri delle funzioni B i(E), cio nei livelli ener-
getici discreti.
2) L'idea della dimostrazione esposta appartiene a L. D. Faddeev (1958).
622 CAPITOLO XVII
dove abbiamo tenuto conto del fatto che, secondo l a definizione accetta-
t a nel $ 128, l'ampiezza d i diffusione fisica viene d a t a per i valori
reali positivi d i E sul bordo superiore del taglio, e h a valori complessi
coniugati sul bordo inferiore.
D'altra parte, secondo i l teorema d i Cauchy, l'integrale (129,4)
uguale alla somma f (O, E ) - f o e dei residui R n dell'espressione
integranda della funzione f (O, E') in t u t t i i poli E' = E,,, dove En
sono valori discreti dell'energia, questi residui sono determinati
mediante l a formula (128,17) e sono uguali a
Fig. 47
Q) b)
Fig. 48
la funzione d'onda a distanze z tali che a <^ z <^ ka2; allora l'integra-
le nell'esponente di F (r) pu gi essere esteso fino all'inifinito:
f f [ S (p) - l ] e-@d2p
(131,lO)
I00
2m
/p-wud~- 1 kidz --m
h^k
00
j u iz.
In questo senso la funzione 26 (p) ha qui i l ruolo che l'eiconale ha nell'ottica
geometrica. Nella teoria della diffusione l'approssimazione considerata si chiama
perci spesso approssimazione dell'eiconale. Sottolineiamo, per che l'ampiezza
di diffusione non si riduce affatto alla sua espressione quasi-classica, poich le
condizioni 01 > >
1, 6; 1, in generale, non sono soddisfatte.
2 ) Per lo studio della questione del fattore che precede l'esponenziale vedi
A . 2. Pataiinskij, V. L. Pokrovskij, I. M. Khalatnikov, JETF, 45, 989 (1963).
630 CAPITOLO XVII
il valore
PROBLEMI
1. Determinare la sezione totale di diffusione da parte di una buca di po-
tenziale rettangolare a simmetria sferica di raggio a e di profondit Uo che
<
soddisfa la condizione (131,l): Un hsk't/m.
Soluzione. Abbiamo
I
- 00
U d z = - 2U0 V a 2 -p2.
Nel caso limite (di Born) v < 1, questa espressione d i o = 2na2v2 in ac-
cordo con i l problema 1, 3 126. Nel caso limite opposto v > 1, si ha semplice-
mente o = 2na2, cio il doppio della sezione geometrica. Quest'ultimo risultato
ha un significato semplice. Per v ^> 1, tutte le particelle con distanza d'urto
p < a vengono diffuse, cio abbandonano la direzione del fascio incidente. In
questo senso la buca si comporta come una sfera assorbente n; la sezione totale
uguale allora, secondo il principio di Babinet (vedi vol. 11, Teoria dei campi,
fine del 3 61), a l doppio della sezione di assorbimento
2. Lo stesso problema nel campo U = Un exp (-rz/az).
Soluzione. In questo caso abbiamo
dove cp l'angolo polare nel piano xz, e <I> il flusso del campo magnetico; infatti,
integrando sull'area di un cerchio di raggio r > a in questo piano, abbiamo
Il potenziale (1) cambia la fase della funzione d'onda (dell'onda piana) degli
elettroni; secondo la (111'9) si ottiene
^> =e^ exp (2$1
URTI ELASTICI 633
- Questa espressione
a) lungo i l semiasse
moto delle particelle
per inap licabile nella regione stretta (di larghezza
z > O, perci nel17attraversare la regione del campo i1
risulta perturbato dal campo. A ci dovuta
l'apparente non univocit della funzione (2) quando si aggira l'origine delle
coordinate (l'angolo (p subisce un incremento 2 d . In realt in prossimit del
semiasse z > O si ha una discontinuit (di larghezza f i 6 ' - ) dovuta all'inappli-
cabilit della (2); da ambedue le parti della regione di discontinuit q> ha valori
che si differenziano di 2n, ad esempio T.n.
q =
Per la diffusione a angoli 6 piccoli con basso impulso trasferito-
<
k0 (qa 1, 6 < 1) sono essenziali le distanze trasversali x - $/q^>
^> a, e si pu trascurare la larghezza della discontinuit Restringendosi alla regio-
ne dello spazio z ^> 1 x \,si pu anche trascurare in questa regione la dipendenza
di da x da ambo le parti dell'asse 2; si ha allora1)
exp ( - ie(D/2Sc), x > O,
9 =e i h z F (x), F (x) = exp (ie<I>f2hc),x < 0.
L'ampiezza di diffusione bidimensionale calcolata secondo la formula
(131,7a)2). Per q # O abbiamo
1 coefficienti costanti sono scelti qui in modo tale che per kr <l
questa soluzione si trasformi nella (132,3); si ottiene cosi la salda-
tura della soluzione (132,3) nella regione kr < 1 con la soluzione
(132,5) nella regione kr 1.
Infine, per kr ^> 1 la soluzione (132,5) assume la forma asintotica
< 33)
URTI ELASTICI 635
f1 Questa somma pu essere rappresentata nella forma
1
Rl s costante.- sen ( k r -T
n1
+ ai) , (132,6)
dove la fase determinata dall'uguaglianza
e noi arriviamo alla conclusione che nel caso limite di energie piccole
si ha
f l m k^1. (1323)
tal modo, tutte le ampiezze parziali con I # O risultano piccole
rispetto all'ampiezza di diffusione con I = O (o, come si dice, di
diffusione s). Trascurando le ampiezze parziali, abbiamo per l'am-
piezza totale
passaggio dalla (132,l) alla (132,2). Ne segue che U (r) deve decre-
scere pi6 rapidamente di 1/r2'+3affinch la legge (132,8) per l'ampiez-
za parziale f , sia legittima. In particolare, il calcolo d i f,, e, di con-
seguenza, il risultato (132,9) riguardante la diffusione isotropa non
dipendente dall'energia, sono validi soltanto se U (r) decresce alle
grandi distanze piii rapidamente d i 1/r3.
Se il campo U (r) a grandi distanze decresce esponenzialmente si
possono trarre alcune conclusioni sul carattere dei termini successivi
dello sviluppo delle ampiezze f; in potenze di k. Abbiamo visto nel
128 che in questo caso l'ampiezza f l , considerata come funzione
della variabile complessa E , reale per valori reali negativi di E1).
Lo stesso vale quindi anche per la funzione g l (E) nell'espressione
(125,15)
PROBLEMI
1. Determinare la sezione di diffusione di particelle lente da parte di una
buca di potenziale rettangolare a simmetria sferica con profondit Uo e con
raggio a.
4
Per xa <^ 1 (cio U g <^ K^/ma2),questa formula d a = -naZQ
(xa)4 in accordo
con il risultato dell'approssimazione di Born (vedi problema 1, 8 126).
2. Lo stesso problema per la diffusione da parte di una barriera di poten-
ziale rettangolare a simmetria sferica di altezza Un.
La soluzione si ottiene da quella del problema precedente sostituendo
Un con -Un (occorre anche sostituire x con i%). L'ampiezza di diffusione
thw-va
f= %
f = -a ( -+
JlA
B
2 In xoy
alt 2
~ -- In (xay) J a (2xa)
[ N (2x3)
lt 1.
Nel caso limite m < 1, si ha f = 2a3x2 (in accordo con la formula dell'appros-
simazione di Born (126,14)). Per va ^> 1, si ha f = -2a In (xay).
6. Determinare nell'approssimazione del secondo ordine della teoria delle
perturbazioni l'ampiezza di diffusione nel caso limite di energie piccole
(I. J. Pomeranciuk, 1948).
Soluzione. Per k -+ O l'integrale del secondo termine nella formula (130,13)
assume la forma
(vedi vol. 11, Teoria dei campi, $ 51). In tal modo, l'ampiezza di diffusione
URTI ELASTICI
j- -- 2m
P f ~ r z d r + $ ( f U ( r ) U ( r f ) r 2 d r ~ rdrt.
r'>r
'
regione r -
care questa condizione al punto r = 0. L'equazione (133'1) nella
a non contiene E; quindi neppure la condizione al con-
torno che la sostituisce deve dipendere dall'energia della particella.
I n altre parole, essa deve avere l a forma
ch xr,, -
Il secondo termine rappresenta una piccola correzione al primo, poi-
xa <^ 1. Senza questa correzione si ha Ai = 2 x , cio
PROBLEMI
otteniamo
(Xtt":;-Xi6X1) l,+^
2m
=- w { '/.^V dr.
o
Sostituendo nel primo membro dell'uguaglianza le espressioni asintotiche
Il=sen ( k r - $ - + 6 1 ) ,
Perch nella buca vi sia un solo livello vicino a zero, deve essere
con A <
1 (vedi problema 1, 33). Sviluppando l'equazione scritta in potenze
di ka e di A, otteniamo
4. Esprimere l'integrale
o
I~2 dr del quadrato della funzione d'onda dello
stato s in funzione della fase 60 (k) per un campo con intensit U (r) diversa da
zero solo all'interno di una sfera di raggio a (G. Luders, 1955).
Soluzione. Secondo la (128,10) abbiamo
x
funzione d'onda del moto libero: = 2 sen (kr
la (33,20)). Otteniamo finalmente
+ 60)(normalizzazione secondo
dove E,, e I' sono due grandezze positive (vedi pifi avanti).
facile vedere qual i l significato fisico dei valori complessi
dell'energia. I l fattore temporale della funzione d'onda di uno stato
quasi-stazionario h a l a forma
\
r = - 2 1 m ~ ~ ! = z ~1 v ~ , , I ~ ~ ( Q - E , , ) < ' v
E-EO+ir/2
] exp (2i6i0)),
dove
nella forma
+q exp { i k r -lni
( 2 k r ) } , (135,8)
dove
6
f (9) = -
1
exp ( - % l n s e n T ) . (135,9)
2k2~en2- 'i
( i--
:)
I l primo termine nella (135,8) rappresenta l'onda incidente. Come
si vede, poich il campo coulombiano decresce lentamente, l'onda
658 CAPITOLO XVII
Si ottiene cosi
' ('+'+i
f (0) = & 2 (2L-t 1) r P; (cos 0). (135'12)
l
(l+!-- k
l) La natura d i questa distorsione risulta con chiarezza gi dal quadro
classico. Considerando una famiglia d i traiettorie classiche coulombianc iper-
boliche con la stessa direzione d i incidenza (parallela all'asse z), si vede che
l'equazione d i una superficie normale a queste traiettorie, a grandi distanze
dal centro diffusore (z -+- m), tende, come facile mostrare, a z +
+ In k ( r - z) = costante, anzich a z = costante. Questa superficie coin-
cide esattamente con la superficie della fase costante dell'onda incidente nella
(135,8).
2) La grandezza f i ~ l O m hin questa formula s i differenzia dalla fase coulom-
biana vera (divergente) di una grandezza uguale per tutti gli I.
U R T I ELASTICI 659
.-
q(-)
k -
- e - % / 2 k r 1 --) eikrF
( (h1, - i (kr + kr)) . (136,7}
e se dispari
doa=lf(6)-/(n-0)12do. (137'3)
L'interazione di scambio caratterizzata dalla comparsa del termine
di interferenza f (0) f * (n - 6) + f * (0) f (si - 0). Se l e particelle
fossero differenti, come nella meccanica classica, l a probabilit di
diffusione di una di esse nell'elemento dato di angolo solido do sarebbe
semplicemente uguale alla somma delle probabilit di una delle par-
ticelle di venir diffusa nell'angolo 6 e l'altra nell'angolo n - 0;
in altre parole, la sezione sarebbe uguale a
(13717)
(in luogo della massa ridotta m = mo12, abbiamo introdotto l a massa
m. dell'elettrone). Questa formula si semplifica sensibilmente se l a
<
velocit cosi grande che e2 vh (osserviamo che questa precisa-
mente la condizione per l'applicabilit della teoria delle perturba-
zioni al campo coulombiano). Allora il coseno nel terzo termine si
pu sostituire con 1, e si ottiene
da= m&(-)
2e2 24-3sen20
s e d Q do.
666 CAPITOLO XVII
PROBLEMA
Determinare la sezione d i diffusione d i due particelle identiche con
spin 112 con valori medi s, e G.
Soluzione. La dipendenza della sezione dalle polarizzazioni delle particelle
d e v e essere data da un termine proporzionale allo scalare <,Sa. Cerchiamo d a
nella forma a + bslg. Per particelle non polarizzate (s,=<, = 0) i l secondo
termine manca, e si ha quindi, secondo la (137,4), da = a = ( d e + 3doa)/4.
Se invece le particelle sono completamente polarizzate i n una direzione (s1F2=
= 1/4), il sistema si trova chiaramente in uno stato con S = 1 ; i n questo caso
s i ha quindi da = a + b/4 = dan. Determinando a e b dalle due uguaglianze
ottenute, troviamo
e i primi termini dello sviluppo per r piccoli (kr <^. 1, r <? 1) sono
(q (2)
= I" (z)/r (2) l a derivata logaritmica della funzione I')z).
Scriviamo l'integrale generale dell'equazione (138,l) sotto forma
della somma
x = costante. (Foctg 60 Go), +(138,9)
dove ctg 60 una costante. Questa costante indicata i n modo tale
che la forma asintotica di questa soluzione sia
h ( k ) = -C + In k + -
1'2 per k > 1
k2
<
(l'ultima formula d valori esatti d i h ( k ) , a meno di 4% gi per k > 2,5).
l) Diamo i valori delle costanti a = 1/zo ed ro per l a diffusione protone-
protone: a = -7,8 -10-13,ro = 2,8 -10-l3cm (l'unit coulombiana d i lunghezza
2h2/mpe2-= 57,6 -IO-l3cm). Questi valori s i riferiscono a d una coppia di pro-
toni con spin antiparalleli (se gli spin sono paralleli, un sistema d i due protoni,
i n forza del principio d i Pauli, non pu trovarsi nello stato s).
2) Vedi L. D. Landau, J . A . Smorodinskij, JETF 14, 269 (1944).
URTI ELASTICI
1 biana (135'9)
/coulornb (q= - 1
eip ( - $ln !~
e +2 i 6 y J o m b.)
2aCkasenz -
2
4 ka,.
sen fio cos (-kac2 In sen 0 + fio) -+- 4 ( ~ eo]
k ~sen2 ) ~
i pe- dV = -e
I ne-iqr dV + Ze.
Otteniamo cosi per l'integrale che ci interessa l'espressione
URTI ELASTICI 673
Tabella 11
Fattore di forma atomico secondo Thomas-Fermi
Cosi, a ha la forma
o = costante
v2 *
- 7413
(l39,ll)
In modo analogo, si pu facilmente vedere che l a costante y
nella formula (139'8) proporzionale a Z-Il8.
PROBLEMA
Calcolare la sezione di diffusione elastica di elettroni veloci da parte
dell'atomo d'idrogeno nello stato fondamentale.
Soluzione. La funzione d'onda dello stato fondamentale dell'atomo d'idro-
geno i)3 = e - r l f i (in unit atomiche), cosicch n = e-^/n. L'integrazione
sugli angoli nella (139'3) va eseguita come nella deduzione della formula (126,12)
e d
00
. .
I coefficienti A , B, . sono grandezze scalari che possono dipendere
solo dallo scalare nn', cio dall'angolo di diffusione 9 (e dall'ener-
gia); A,, p , v sono tre vettori unit mutuamente perpendicolari, diret-
ti, rispettivamente, lungo n +n', n - n', e [nn'l. All'operazione
dell'inversione del tempo corrisponde la sostituzione
Allora,
P RjlO BLLYE M 1.
1. Determinare er la diffusione di particelle con spin 112 da parte di
particelle con spiri O fa olarizzazione dopo la diffusione, se essa era diversa l a
zero anche prima della diffusione.
Soluzione. E comodo eseguire il calcolo secondo la formula (140,9) in com-
682 CAPITOLO XVII
che valida anche per valori complessi di I (in questo caso lo sfasa-
mento D 6 non ha pifi importanza).
Per valori reali di I e per E > O le funzioni A e B sono legate
dalla relazione (128.4): A (I, E) = B* (I, E). Ne segue che per l
complessi
A (i*, E) =B* (I, E ) per E >0, (141,5)
e S (I, E) soddisfa quindi la condizione di unitariet complessa
S* (l, E) S (l*, E) m 1. (141.6)
684 CAPITOLO SVII
1) Cfr. con la formula (135,ii) dove (per passare dal caso di repulsione al
caso di attrazione) occorre cambiare i segni di k.
686 CAPITOLO XVII
preso sul contorno C che aggira nel senso negativo (nel senso orario)
tutti i punti I = O, 1, 2, . . . sull'asse reale e si chiude all'infinito:
URTI ANELASTICI
1
2ikr e-ihr +sleihr] (142,l)
;=o
690 CAPITOLO XVIII
con la differenza che gli S lnon sono piii determinati dalla (123,10),
ma sono certe grandezze (in generale complesse) con moduli inferiori
a uno. L'ampiezza d i diffusione elastica si esprime mediante quest,e
grandezze con la formula (123,ll)
l
dove m la massa della particella diffusa. Insieme con l'ampiezza f,
il campo cosi definito complesso. I l legame fra il suo raggio d'azione
a ed Ueff si ottiene da una stima dei due membri dell'uguaglianza
(142'14)
a3Ueff h2f/m.
W (142,15)
La definizione (142,14) non ovviamente univoca. Imponiamo
ancora una condizione perch il campo Ueff soddisfi la condizione
di applicabilit della teoria delle perturbazioni:
<
1 Uett 1 @/ma2 (142'16)
(con 1 f 1 <C a). facile vedere che in questo caso l'indebolimento
del fascio diffuso pu essere descritto come la propagazione di un'on-
da piana in un mezzo omogeneo dove la particella ha un'energia
potenziale costante uguale a
PROBLEMA
Dei neutroni sono diffusi da parte di un nucleo pesante e la loro lunghezza
d'onda piccola rispetto al raggio a del nucleo (ka ' 1). Si suppone che tutti i
neutroni incidenti con momento orbitale I < ka E Io (ciocon distanza d'urto
p = hllmv = llk < a) siano assorbiti dal nucleo, e er I > Io non interagiscano
affatto con esso. Determinare la sezione d'urto di diffusione elastica ad angoli
piccoli.
Soluzione. Nelle condizioni date il moto dei neutroni &sostanzialmentequasi-
classico, e la diffusione elastica i l risultato di una deviazione piccola, del tutto
analoga alla diffrazione di Fraunhofer della luce da parte di una sferetta nera.
l ) Vedi vol. 11, Teoria dei c a m p i , problema 3 del $ 61 (il problema della
diffrazione da parte di una sferetta nera e uivalente al problema della diffra-
i o n e attraverso un o praticato su uno s s e r m o opaco). La sezione di diffu-
sione si ottiene dividendo l'intensit delle onde diffratte per la densit della
corrente incidente.
2, In modo analogo si pu considerare i l problema della diffusione di diffra-
zione di particelle cariche veloci da parte di' un nucleo unero*. Allora il valore
limite lo deve essere determinato dalla condizione che la distanza pi6 breve
tra il nucleo e la particella descrivente una traiettoria classica nel campo cou-
lombiano sia esattamente uguale al raggio d?l nucleo. Per I
2i6
< lo bisogna porre
come precedentemente, S i= O, e per I > lo, S i= e l, dove 6; sono le fasi
coulombiane prese dalla (135,11). ,Vedi A. I. Akhiezer, I. J. Pomeranciuk
Nekotorye voprosy teorii iadra (Alcuni problemi di teoria del nucleo) Gostekhiz-
dat, 1950, 9 22; J . of Physics USSR, 9, 471 (1945).
696 CAPITOLO XVIII
Le propriet della funzione d'onda usate nel $ 132 cambiano solo nel
senso che la condizione imposta alla funzione all'infinito (la forma
asintotica (142,l) ora complessa, in luogo dell'onda stazionaria
reale nel caso della diffusione puramente elastica. Di conseguenza,
complessa anche la costante a = -c2/ci. Allora, il modulo 1 So 1
non pifi uguale a uno; la condizione 1 So [ < 1 significa che la
parte immaginaria a = a' +
i a " deve essere negativa ( a " < O).
Sostituendo So nella (142,7), troviamo le sezioni di diffusione
elastica ed anelast,ica
l) La formula (143,3), che tiene conto del termine successivo dello sviluppo
in potenze di k, richiede invece che U decresca pifi rapidamente di r-4.
698 CAPITOLO XVIII
dove k y il vettore d'onda del moto relativo dei prodotti della rea-
zione (nel canale /), 0 l'angolo formato con l'asse z , e m i e mf sono le
masse ridotte delle due particelle iniziali e delle due particelle fina-
li. I l flusso diffuso nell'angolo solido do si ottiene moltiplicando il
quadrato 1 $f l2 per ufr2 do, e l a sezione d i reazione corrispon-
dente, dividendo questo flusso per l a densit del flusso incidente,
uguale a v,:
'"li= lffi I2 +do,, (14494)
dove p i = mivi, pf = mfvf sono le quantit di moto.
Nel $ 125 stato introdotto l'operatore di diffusione 3 che tra-
sforma un'onda convergente in un'onda divergente. I n presenza di
pih canali, questo operatore h a elementi d i matrice per transizioni
fra i diversi canali. Gli elementi diagonali rispetto ai canali cor-
rispondono alla diffusione elastica, e quelli non diagonali ai diversi
processi anelastici; tutti questi elementi restano ancora operatori
rispetto ad altre variabili. Essi sono determinati come segue.
Cosi come nel $ 125, introduciamogli operatori fa,
f f i legati alle
ampiezze f i i , f f i definiti dalla formula:
1) Indichiamo di nuovo (vedi nota alla pag. 182) lo stato iniziale del siste-
ma con l'indice i , e quello finale con l'indice /. Nell'ampiezza di diffusione,
l'indice dello stato finale si scrive a sinistra dell'indice dello stato iniziale, in
accordo con la disposizione degli indici negli elementi di matrice. Nello stesso
ordine saranno disposti, per uniformit gli indici nelle notazioni delle sezioni
d'urto.
700 CAPITOLO XVIII
1
h= 2i m V, (21 + i )
lzo
e).
(COS
URTI ANELASTICI
(Jfi =7" -
ki V (21+l)\Sfi12. (144,lO)
;=o
La prima di queste formule coincide con la (142,3). La sezione d'urto
totale delle reazioni or (dal canale d'entrata i) l a somma ur =
= X f o f isu tutti gli f # i. Data l'unitariet della matrice S , abbiamo
f
Viceversa,
URTI ANELASTICI 705
(il segno di Mab dipende dai segni di Ula e Ult, e resta indetermina-
to). In virtii dell'uguaglianza Vi
UICUlC= 1, le grandezze F a cosi
introdotte soddisfano l a relazione
op= 4na2 -g + +
n I': 4akre ( E - 0
1
(E-E^+-I" 4
URTI ANELASTICI 707
cio
n
$pt -(1-/s12)-
= k2 (145?22)
In tal modo, sono inclusi qui non soltanto i diversi processi anelastici,
ma anche l a parte della diffusione elastica che avviene con forma-
zione di un nucleo composto intermedio.
B facile vedere che l a suddetta interpretazione riflette fedelmente
la situazione che si presenta nei casi limite, e possiede quindi un
carattere di interpolazione ragionevole.
Nella regione delle basse energie in cui abbiamo a che fare con
<
risonanze ben separate (I' D ) nelle vicinanze di ogni livello S
data dalla formula
ire
E - E ~2 +
ir L
) exp (2i&O)).
Mediando questa espressione7 otteniamo
URTI ANELASTICI 71 1
dove x = Yrn
\ e \/H, ed e l'energia dello stato legato (o virtuale)
del sistema di due nucleoni2). Sostituendo q u e s t a espressione nella
(146,1), otteniamo
dwp = costante @P
E+lel
Cosi, l a distribuzione secondo le direzioni della quantit di moto
(nel sistema del centro di inerzia dei due nucleoni) isotropa. Quanto
alla distribuzione secondo le energie del movimiento relativo, essa
data dalla formula
dwp = costante
-l& dE
+le
Vediamo che l'interazione fra i nucleoni comporta l a comparsa nella
E -
regione delle piccole E di un massimo nella distribuzione (per
I8 u3).
A valori piccoli della quantit del moto relativo (p <f po) cor-
rispondono nel sistema di laboratorio di coordinate angoli 0 piccoli
fra le quantit di moto dei due nucleoni. Quindi, alla presenza del
massimo nella distribuzione secondo E corrisponde nel sistema di
laboratorio una correlazione angolare fra le direzioni di emissione
l) La legittimit di questo procedimento legata al fatto che nella regione
r < Uk si pu trascurare l'energia E nell'equazione di Schrodinger che deter-
mina la funzione 9 . Quindi la dipendenza della funzione 9 da E in questa re-
regione r -
gione completamente determinata dalla sua ((saldatura con la funzione nella
1/k.
2) Abbiamo presente qui una coppia np con spin paralleli o antiparalleli,
oppure una coppia n n con spin antiparalleli. Nel caso di una coppia pp la si-
tuazione si complica a causa della repulsione coulombiana; questo caso va con-
siderato partendo dalla teoria esposta nel $ 138.
3) A rigore, possono dipendere da E (attraverso le altre parti della funzione
d'onda di tutto i l sistema dei prodotti della reazione) anche i! coefficienti co-
stanti nelle formule (146,3), (146,4). Ma questa dipendenza debole: come fun-
zione di E, questo coefficiente varia sensibilmente solo nell'arco di tutto l'in-
tervallo delle energie (-Eo) che u acquistare una coppia di nucleoni nella
reazione considerata. Quindi per fa distribuzione nella regione E < E. si pu
trascurare questa dipendenza rispetto alla forte dipendenza caratterizzata dalla
formula (146,4).
714 CAPITOLO XVIII
So=eZi6o ( l - x A
fc:
VE-E,), (147,6)
E
dove 60 una costante (per E < Ea l a ra-
dice I/ E - E, diventa immaginaria, e i l mo-
dulo dell'espressione fra parentesi si differen-
zia dall'unitsolo di una grandezza infinitesima
di ordine superiore).
E La diffusione anelastica manca per tutti
ti) gli l + O, cosicch
- 2E<E,.
do ^ = ~ f , ( 6 ) ~ 2 - ~ ~ ~ ~ - ~ , ~ e { f ~ eper ~ b o
Rappresentando l'ampiezza f a nella forma ] f, l e'"^, scriviamo
finalmente questo risultato nella forma
l ) Poich le funzioni 6; ( E )sono reali sia per E > E, che per E < E,, esse
sono sviluppabili in potenze intere della differenza E - E,.
URTI ANELASTICI 71 7
per E >Es,
(147,lO)
per E < Es.
+
1) Per spin non nulli il sistema di particelle A ' Br u6 avere nello stato
sun momento angolare totale non nullo, e di conseguenza ifsistema A
avere diversi stati orbitali.
+ B pu
718 CAPITOLO XVIII
cio oltre la soglia la reazione inizia subito con una sezione d'urto
finita.
Precisiamo il carattere della singolarit della sezione di diffu-
sione elastica vicino alla soglia di una reazione d i questo genere
(A. I. Baz, 1959). Questo non si pu fare a partire direttamente dal-
l'andamento noto sopra soglia (147,11) con il procedimento semplice-
che abbiamo applicato sopra al caso delle particelle non cariche-
Rispetto a quest'ultimo caso, l a situazione si complica ora per i l
fatto che il sistema delle particelle A' +
B ' possiede vicino alla
soglia (per E < Es) stati legati corrispondenti ai livelli energetici
discreti nel campo coulombiano attrattivo. Dal punto d i vista ener-
getico, questi stati si possono formare nell'urto delle particelle
A e B , ma, data la possibilit d i diffusione elastica, essi non possono
essere che quasi-stazionari. Tuttavia, la loro esistenza deve portare
alla comparsa di effetti d i risonanza nella diffusione elastica (sotto-
la soglia) analoghi alle risonanze d i Breit-Wigner.
Per risolvere il problema posto, consideriamo l a struttura delle
funzioni d'onda descriventi il processo d'urto. In presenza di d u e
canali, l'equazione di Schrodinger del sistema d i particelle intera-
genti ha due soluzioni indipendenti finite in tutto lo spazio delle,
configurazioni; indichiamo con e $, due tali soluzioni scelte arbi-
trariamente (e normalizzate arbitrariamente). Con queste funzioni si
possono formare combinazioni lineari descriventi la diffusione nel
caso in cui uno dei canali quello d'entrata. Indichiamo con a e b
i canali corrispondenti alle coppie di particelle A, B e A', B' e sup-
poniamo che la somma Tt> = + antfc2corrisponda al caso del
canale d'entrata a; essa descrive la diffusione elastica delle particelle
A, B e la reazione A + B -+ A' +5'. In prossimit della sogla di
reazione i coefficienti a l , a , dipendono essenzialmente dalla piccola
quantit di moto kb, mentre le funzioni stesse arbitrarie il;,, il;%
non hanno alcuna singolarit per kb = 0.
A grandi distanze la funzione I# deve rappresentare la somma di
due termini corrispondenti al moto delle coppie di particelle nei
canali a e b. Ciascuno di essi il prodotto delle funzioni interne
delle particelle per la funzione d'onda del loro moto relativo1). Nel
canale a quest'ultima ha la forma R; - S a a R i , e nel canale b:
-S&i, dove R + , R- sono l'onda divergente e l'onda convergente
nei canali corrispondenti. A distanze rn, grandi rispetto al raggio
delle forze a corto raggio, e piccole rispetto a l/kb, queste funzioni
(e le loro derivate) vanno saldate con i valori calcolati secondo la
l ) La legge (147,11) vale non solo per la sezione d'urto totale, ma anche per
le sezioni d'urto parziali con diversi momenti 1 (cfr. fine del 3 143). Cosi anche
la singolarit considerata pifi avanti presente in tutte le sezioni d'urto par-
ziali. Il suo carattere si rivela completamente gi nel caso l = O, che conside-
reremo pifi avanti. L'indice O delle ampiezze parziali corrispondenti omesso-
per semplicit di notazione.
URTI ANELASTICI 719
dove al, ai, bl, bi, . . . sono grandezze calcolate a partire dalle fun-
zioni I+ e q2;conformemente a quanto detto sopra, s i pu considerarle
come costanti non dipendenti d a k b in prossimit della soglia.
Dividendo membro a membro l a prima e la seconda coppia delle
uguaglianze scritte, otteniamo un sistema di due equazioni lineari
per due incognite (ai/a2e Saa), e i coefficienti di queste equazioni
contengono una sola grandezza dipendente criticamente da kb:
la derivata logaritmica dell'onda divergente nel canale b; definiamo
questa grandezza come segue:
Sopra la soglia si ha
I l valore minimo di q
URTI ANELASTICI 725
per q -
Ci segue direttamente dalla formula generale (148,9) secondo la
quale don proporzionale a l/ao.
Determiniamo la sezione doin d i diffusione anelastica nel
dato elemento d i angolo solido indipendentemente dallo s t a t o finale
dell'atomo nella transizione. Occorre a tale scopo sommare l'espres-
sione (148'9) su t u t t i gli n #O, cio su t u t t i gli s t a t i dell'atomo (sia
dello spettro discreto che dello spettro continuo), eccetto lo stato
fondamentale. Escludiamo dalla considerazione l a regione sia degli
angoli grandi che d i quelli molto piccoli e supponiamo che 1 ^> 19 ^>
^> ( V ~ I VAllora,
)~. conformemente alla (148,12), q non dipende dal-
l'energia trasferita1).
L'ultima circostanza di calcolare facilmente la sezione
totale degli urti anelastici, cio la somma
1) La somma nella (148,9) estesa anche agli stati con En - En > e0 per i
quali la (148,12) inapplicabile. Tuttavia, per le transizioni con grande tra-
sferimento di energia la sezione d'urto relativamente piccola, e questi termini
hanno poca importanza nella somma. La condizione O' <1 permette di tra-
scurare gli effetti di scambio.
URTI ANELASTICI 729
PROBLEMI l)
I
-={T
2n
9
m
Jo {
-q2senZy+P+(x+q
2li(x+qc~\)->il
cos y)2
+
F (i/%, 1, ixt) dE
[i(x+qcosy)-\I }
Questo integrale si calcola con la formula (f, 3) ponendo = 1, n = 0.
I calcoli successivi sono lunghi ma elementari e danno finalmente l'espres-
sione seguente per la sezione d'urto:
da =
+ + +
28kfx [q2 2qx cos v (x2 1) cosz y]
X
nkq2 [q2+2qx c o s ~ + I + x 2 ] 4 [ ( q + x ) 2 + 1 ] [(q-x)2+l] (~-t--~"/')
x exp ( - arctg 2x
qz-^+l
) do io, dx.
L'integrazione su tutti gli angoli di emissione dell'elettrone secondario
elementare e d la distribuzione della diffusione rispetto alle direzioni per una
data energia x212 dell'elettrone emesso
732 CAPITOLO XVIII
Quindi si ha
h
f=-- m
a
Calcolando, si ottiene
da cui
,. ,. ,..
La commutazione di /+ con / d (/+ coincide qui con f ) //+ - f+/ =
- -- ih
m
2, cosicchl
2m
2 Non= 2 -
W ("-Eo I(n I dxlO)12=Z. (149,lO)
n
Le grandezze N o n sono dette intensit degli oscillatori per le tran-
sizioni corrispondenti.
l) L'osservazione fatta in merito alla (149,5) vale anche per onesta rela-
zione.
URTI ANELASTICI 735
PROBLEMA
Determinare il rallentamento efficace totale di un elettrone da parte del-
l'atomo d'idro eno (I = 0,55 unit atomiche); quando le energie trasmesse
sono grandi l'elettrone iti veloce tra due collidenti va preso come primario.
o i o t z e . Quando l'elettrone primario e l'elettrone secondario acquistano
dopo l'urto ener ie comparabili, occorre tener conto dell'effetto di scambio.
Quindi per il rallentamento con trasferimento di energia da un certo valore E~
{i $ E1 < v2) al massimo hax = E12 = v 2 k (secondo la nostra definizione
del1 elettrone primario!) bisogna usare la sezione d'urto efficace (148,17):
et
Sommando con la (149,14), otteniamo1)
angoli O -
Per quanto riguarda la diffusione elastica di particelle pesanti ad
1 , essa si riduce alla diffusione di Rutherford da parte
del nucleo dell'atomo.
La diffusione anelastica con ionizzazione dell'atomo nel caso
di grande trasferimento di quantit di moto richiede un esame par-
ticolare. Contrariamente a quanto abbiamo visto nella ionizzazione
mediante un elettrone, ovvio che non si ha qui alcun effetto di
scambio. Per le particelle pesanti, l a caratteristica principale che
un grande trasferimento di quantit di moto (qao ^> 1) non significa
affatto deflessione ad angolo grande; resta sempre piccolo. La
sezione d'urto per la ionizzazione con emissione di un elettrone con
energia compresa fra e e e + de si deduce direttamente dalla for-
mula (148'25) che scriviamo come segue
URTI ANELASTICI 739
Gli elementi di matrice sono presi qui rispetto alle funzioni d'onda
degli stati stazionari del movimento dei nuclei con energie E,, e E,,,
e le quantit di moto p e p' sono legate fra di loro dalla legge di con-
servazione dell'energia
dove e isono gli operatori degli spin del nucleo e del neutrone,
e i coefficienti aa e ba sono dati dalle formule
PROBLEMI
1. Prendere la media della formula (151,3) supponendo le direzioni degli
spin dei neutroni e dei nuclei distribuite in modo del tutto casuale. Tutti i
nuclei della molecola sono diversi.
Soluzione. Le medie rispetto alle direzioni degli spin dei neutroni e dei
nuclei sono indipendenti,
- e ciascuno di essi nella operazione media si annulla;
si ha quindi si,,= 0. Se la molecola non contiene atomi identici, l'interazione
di scambio degli spin nucleari manca e, poich la loro interazione diretta tra-
scurabile, si pu ritenere che le direzioni degli spindei diversi nuclei nella mole-
cola sono indipendenti, perci nella mediazione si annullano anche prodotti
della forma (sii)(sig).Quanto ai quadrati (si)2,si ha
(+r/2 sono i raggi vettori dei due nuclei della molecola rispetto al loro bari-
centro).
Gli stati rotazionali e vibrazionali della molecola sono determinati dai
numeri quantici K, MK, v (l'insieme di questi numeri va inteso come n nella (1)).
Nello stato elettronico fondamentale della molecola Ho i valori pari di K sono
possibili solo per spin nucleare totale I = O (paraidrogeno), e i valori dispari di
K er Z = 1 (ortoidrogeno) (vedi 86). Occorre quindi distinguere due casi:
f
1) e transizioni fra gli stati rotazionali con la stessa parit di K sono possibili
solo senza variazione di I (transizioni orto-orto e para-para); 2) le transizioni
fra stati con parit diversa di K sono possibili solo con variazione di Z (tran-
sizioni orto-para e para-orto).
Nel primo caso si ha
Otteniamo finalmente
+ ++
. & O
tici En = h a ( n 312); la somma estesa a tutti i valori di n,, no, n3 con somma
data ni n2 n3 = n. Le funzioni '>pninzn3 sono i prodotti delle funzioni d'onda
dei tre oscillatori lineari (vedi problema 4, 3 33). Quindi l'integrale che ci occorre
si fattorizza in prodotto di tre integrali della forma
dove la somma si prende sui vari stati del nucleo; allora f f i (n', n)
dar esattamente l'ampiezza d i diffusione cercata con l a data tran-
sizione del nucleo i -+ f come funzione dell'angolo d i diffusione
(angolo fra n e n'). Confrontando l a (152'6) con la (152'5)' troviamo
che
/ t i (n', n) = f <I);F(Did ~ , (152.7)
dove dz = 8 R i (PRs . . . l'elemento dello spazio delle configu-
razioni del nucleo. Sottolineiamo ancora che questa formula
applicabile solo per una differenza relativamente piccola delle
energie degli stati i ed /.
La soluzione (152'4) dell'equazione (152'3) si trova con il pro-
cedimento descritto nel $ 1311). Analogamente alla formula (131,7),
abbiamo
l ) stato rilevato nel 3 131 che l'espressione iniziale della funzione d'onda
<131,4) applicabile solo a distanze z < ka2. Questa circostanza era inessenziale
5
per le successive conclusioni tratte ne 3 131. Ma nella diffusione da parte di
un sistema di particelle (nucleo) essa comporta un'altra restrizione. E necessa-
rio che l'espressione (131'4) sia applicabile a tutto il volume del sistema diffu-
<
sore, ciodeve essere Rn ka2, dove Rn il raggio del nucleo (e a il raggio d'a-
zione dei potenziali U).
URTI ANELASTICI 747
S(P) = f S (p, Ri, R2, . ..) 1 <tii (Ri, R2, ...) l2 dt. (152,12)
PROBLEMI
Qui ( R ) la funzione d'onda del moto relativo del neutrone (n) e del protone
(p) nel deutone; R = Rn - Rp, e R l la proiezione di R sul piano erpendicola-
re a l vettore d'onda k della particella incidente. Scriviamo la fifferenza fra
parentesi graffe nell'equazione (i) nella forma
valida alle distanze R fuori del raggio d'azione delle forze nucleari agenti fra i l
neutrone e i l protone (cfr. (133,14)); x = vrn
1 E IIk, dove 1 8 1 6 l'energia di
legame del deutone; m la massa del nucleone). Per definizione di S, la differenza
l - S diversa da zero se almeno uno o tutti e due i nucleoni vengono a trovarsi
all'interno del cerchio di raggio Ro e assorbiti dal nucleo; quindi
Per R0x >l nell'integrale (2) sono essenziali le distanze piccole dal bordo.
del nucleo; allora l'integrazione lungo i l bordo di l fattore 2nR0 e l'integrazione
nella direzione trasversale si pu svolgere in modo come se la regione d'ombra
fosse limitata da una retta. Scegliendo quest'ultima quale l'asse y (mentre l'asse
x diretto verso l'esterno dall'ombra), si ha
F(x) [I -F(x)] d ~ ,
o
dove l'integrale
Si ottiene finalmente1)
L'equazione
y" -2xy' -t2ny =O
appartiene a un tipo di equazioni che si possono risolvere con il
met0d.o di Laplacel).
Questo metodo applicabile in generale ad equazioni lineari del
%ipo
n
2 (am -l-bmx)
dmy
= o,
m= O
i cui coefficienti sono di grado <nonsuperiore al primo in x, e consiste
in quanto segue. Formiamo i polinomi
n
P ( t )= amtm,
m=O
Q ( t )=m=O bmtm
e con essi la funzione
deve riprendere il suo valore iniziale dopo che t ha descritto tutta l'q
curva C (i1 contorno C pu essere sia chiuso che aperto). Nel caso
dell'equazione (a, l ) abbiamo
Fig. 52 Fig. 53
+
richieste, perch ai loro estremi (t = m o t = - m) la funzione V
si annulla1).
Vediamo per quali valori del parametro n l'equazione (a, l )
ha soluzioni finite per tutti i valori finiti di x e tendenti per x + + co
all'infinito non piii rapidamente di una potenza finita di x. Conside-
riamo prima i valori di n non interi. Gli integrali (al 2) lungo CI
e C% danno qui due soluzioni indipendenti dell'equazione ( a , l).
Trasformiamo l'integrale lungo CI introducendo la variabile u
conformemente a t = 2 (x - u). Omettendo il fattore costante, tro-
l), Questi cammini non sono utilizzabili per i valori interi negativi di n,
perche per tali n l'integrale (a,2) lungo questi cammini si annullerebbe identi-
camente.
APPENDICE MATEMATICA
dnHn
Ma -
dz"
una costante uguale a 2nn!; si ottiene finalmente
5 b. Funzione di Airy
Anche l'equazione
y" - xy = o
appartiene al tipo di Laplace. Seguendo il metodo generale, scrivia-
mo le funzioni
mo la sostituzione t = iu):
da cui
VFzil3 (* x312) 9
dove Zlls (x) una soluvione qualsiasi dell'equazione di Bessel di
ordine 113.
Fig. 55
(x) = -
3 Lr-i13 (+ x312) -riI3(+ z 3 / 2 ) ~
758 APPENDICE MATEMATICA
Per x = O, si ha
~r (+)
@' (O) = - = -0,459.
2 f i
5 C. Polinomi di Legendre 1)
I polinom di Legendre P l (cos Q ) sono definiti dalla formula
P? (cos 0) = ( - +
(1 m)!
(l-m)! 2111
[-m
(d cos l)
(cos2 0 - i)l' (c,4)
dove nl, n2, n 3 sono tre vettori unit e si integra sulle direzioni d i
uno di essi: nl, Infine, scriviamo le espressioni di qualche prima fun-
zione sferica normalizzata Y l m :
-
Y2, *i = fg cos 0 sen 6 - e * i ~ , Y2, *2 == - Jf& senz 0.e*2ivv
~ 3 *i , = * / 2 sen 0 ( 5cos2 0-
i i)
Si vede di qui che per y non intero l'equazione (d, 2) ammette pure
l'integrale particolare zl-YF ( a - y +
l , 2 - y, z) linearmente in-
dipendente dalla (d, l ) , cosicch l a soluzione generale della (d, 2)
ha la forma
u=ciF(a,y,z)-kc2zi-vF(a-y+i,2-y,z). (d,4)
Contrariamente al primo termine, il secondo ha per z = O un punto
singolare.
L'equazione (d, 2) del tipo di Laplace, e le sue soluzioni possono
essere rappresentate in forma di integrali di linea. Seguendo il
metodo generale, formiamo le funzioni
Fig. 56
a et (t
F (a,y , z) = 2ni
C
- z)-ata-y dt.
Fig. 57
F (a,y, z) = --
2ni r (y-a) C,
$
1 r(I-a)r(Y) etz(_t).-i (l_t),-a-i dt. (d,9)
Circa gli integrali (d, 8), (d, 9) si deve fare l'osservazione seguente.
Per a e y non interi le loro espressioni integrando sono funzioni non
monodrome. I loro valori in ogni punto sono supposti scelti con la
condizione che l'argomento della grandezza complessa elevato alla
potenza sia minimo in modulo.
Notiamo la relazione utile
-- n!
e'- dn e-z zn-m -
- (-1)"-
n!
e??. (d,i3)
.(n-m)! dzn (n--m)!
Per m = O, i polinomi L: si indicano con Ln (z) e si dicono sempli-
cemente polinomi di Laguerre; secondo la (d, 13), si ha
dn
L,, (z) = e
z
(e-'zn) .
dove
e. Funzione ipergeometrica
La funzione ipergeometrica definita all'interno del cerchio
1 z I<1 dalla serie
x (I (I - tz)-$dt, (e,3)
1) La funzione ipergeometrica confluente si ottiene da F (a, j3, y , z) con il
con l'integrale preso sul contorno C' rappresentato nella fig. 57.
Del fatto che l'integrale soddisfi effettivamente l'equazione (e, 2)
facile convincersi con una sostituzione diretta; il fattore costante
scelto in modo tale che si ottenga 1 per z = 0.
La sostituzione
Ciascuno dei termini delle somme nei secondi membri delle ugua-
glianze (e, 6)-(e,9) rappresenta di per s una soluzione dell'equazione
ipergeometrica.
Se a (o p) un numero intero negativo (o zero), a = -n, la
funzione ipergeometrica si riduce allora a un polinomio di grado n
e pu essere scritta nella forma
x 8 (-t)?-"-' ( l -t)""-'^-
dt"
[(l-;)-"(- dt.
C'
Integrando n volte per parti, portiamo l'operazione (dldt)" sul-
l'espressione ( - t ) ' ' v ' '
(1 - t)''+n- e sviluppiamo l a derivata ap-
plicando la formula di Leibniz. Si ottiene cosi una somma d i integrali
ciascuno dei quali si riduce a un noto integrale d i Eulero. Otteniamo
finalmente l'espressione seguente per l'integrale cercato:
-
- F ( v ) n!
x
kVY(Y+l) (Y+n-I)
E facile vedere che fra gli integrali J v 118 l ~ i o g ula relazione seguente
(p un intero):
I
00
Inversione, 126
Inversione del tempo, 42, 78, 195, 268, Pacchetto d'onda, 37, 70
449, 509, 535, 596, Parentesi di Poisson, 45, 57
Ione H;, 358, 361, 372 Parete di potenziale, 103, 107
Ionizzazione nel decadimento alfa e Perturbazione istantanea 183
beta, 186, 188 Peso statistico nucleare, 394, 499
mediante campo elettrico, 350, Polarizzabilit di un atomo, 343, 348
353, 354 Poli ridondanti, 618
vicino alla soglia, 721 Principio del bilancio dettagliato, 701
Isotopico, spin, 556, di Franck-Condon, 408
di Pauli, 275
Pseudopotenziale, 740
Larghezza di un livello, 197, 649, 705
Legame etero- e omeopolare, 370
jj, 324, 567 Raggio efficace d'interazione, 644
LS (di Rassel-Saunders), 323 Regola degli intervalli di Lande, 322
Legge 1 / v , 696, di Hund, 303
Livello doppiamente degenere, 175, Regole di selezione generali rispetto
176 a l momento, 122, 123, 564
Livelli di Landau, 537 rispetto alla parit 128
Lunghezza d'onda di de Broglie, 74 rispetto alla simmetria, 451
di diffusione, 635, 644, 670 Ricaricamento negli urti, 417
Riflessione al di sopra della bar-
riera, 226, 232, 236
Magnetone di Bohr, 532
Matrice densit di polarizzazione, 266
di diffusione, 597, 698 Schema di Young, 282
Metodo delle traiettorie complesse, Sezione di trasporto, 605, 674
232, 630 Sfasamenti, 141
Misura, 17, 39, 195 Simmetria di cariche, 554
Modello ottico, 692, 711 Sistema di due livelli, transizioni, 179
vettoriale, 131 Spazio delle configurazioni, 21
Molecola H,, 367 Spostamenti dei livelli atomici in
NHo, inversione di, 502 un mezzo, 694
Momento di dipolo 335 Stati coerenti, 97
di quadrupolo, 335, 337, 579 equivalenti, 302
magnetico, 532, 542, 570, 579 intermedi, 193
oscillazionale, 493 puri e miscelati, 60
Multipletto normale e ridotto, 322 quasi-stazionari, 197, 649, 687,
702
4 Scossa dell'atomo 184, 185
Nucleo composto, 702
Numeri magici, 570
quantici in un campo centrale, Tensore irriducibile, 156
136 sferico, 516
Teorema di somma. 732
di reciprocit 598, 679, 701
'