Documente Academic
Documente Profesional
Documente Cultură
proprio l'Arte della guerra [di Machiavelli] a fornirci il quadro preciso delle caratteristiche
morali ed economiche del cittadino-soldato. Costui, infatti, per nutrire il dovuto interesse per il
pubblico bene, deve possedere una famiglia e avere un'occupazione che non sia quella delle armi .
Il criterio qui applicato identico a quello cui doveva corrispondere il cittadino di Aristotele, che
deve, anche lui, avere una sua famiglia da reggere e guidare per non essere servo di alcuno e per
poter e conseguire di persona e con le proprie forze il bene, imparando cos ad avvertire il
rapporto che il suo bene particolare ha con il bene generale della polis. 1
1Pocock, Il momento machiavelliano, ed. it. II vol. p. 389. Ho semplificato i riferimenti bibliografici, con gli attuali
strumenti informatici molto facile ritrovare i testi citati. Inoltre, poich ho utilizzato la versione digitale di molti testi,
ho inserito il numero di pagina solo quando era disponibile, non l'ho inserito nel caso di articoli e introduzioni.
L'eventuale lettore interessato al contesto da cui sono tratte alcune citazioni non far fatica a ritrovarlo. Vorrei infine
ringraziare che ha allestito il sito http://gen.lib.rus.ec/, dove ho reperito tantissimi testi e senza il quale non avrei potuto
portare a termine questo lavoro.
Grazie alla sottolineatura della continuit del pensiero repubblicano comunale con il pensiero
classico greco, principalmente quello aristotelico, in un primo momento il repubblicanesimo stato
visto come una variante del comunitarismo. Ma se vero che Machiavelli condivide l'ideale
classico della democrazia antica pur vero che aggiunge qualcosa in pi rispetto al pensiero
classico che costituisce il suo contributo specifico alla storia del pensiero politico.
Con la critica dell'eccessivo avvicinamento del repubblicanesimo al comunitarismo, che rischiava di
far scolorire il profilo autonomo del primo, studiosi come Quentin Skinner si sono affermati nella
discussione internazionale sul repubblicanesimo (discussione soprattutto di carattere accademico).
Come scrive Geuna, Skinner cerca di dare un profilo autonomo al repubblicanesimo, sottraendolo
all'abbraccio di aristotelici vecchi e nuovi . A suo giudizio, il repubblicanesimo non una forma di
politica aristotelica ... Per dimostrare questo, mette in luce come nel pensiero di Machiavelli, e dei
repubblicani che a lui si rifanno, non ricorrano alcuni assunti tipicamente aristotelici: l'uomo,
innanzitutto, non presentato come un animal politicum et sociale, per usare l'espressione
tomistica, ma come un essere esposto alla corruzione, un essere che tende a trascurare i suoi
doveri verso la collettivit2.
Per separare il repubblicanesimo dall' aristotelismo (comunitarismo) si individuata una
componente romana (Skinner ha adottato la definizione repubblicanesimo romano avanzata da
Philip Pettit), ma stata un'operazione teoricamente poco convincente. L'enfasi sul fatto che la
tradizione repubblicana sia una tradizione esclusivamente romana, per origini e caratteri di fondo,
lascia pi di un dubbio: quasi che l'esperienza politica e culturale di Roma sia avvenuta senza alcun
legame con quella greca, quasi che Cicerone nel redigere le sue opere non abbia avuto dei precisi
modelli, primo fra tutti Platone3. Condivisibile il proposito di differenziare il repubblicanesimo
dal comunitarismo, si tratta in effetti di dottrine diverse, senza per creare una netta separazione
(ignorando i legami che pur ci sono), operazione che consente a Skinner e Pettit di riavvicinarlo al
liberalismo, annacquando il carattere di alternativa teorica del repubblicanesimo.
Per i greci e i romani la libert individuale si identifica con quella collettiva: il singolo partecipando
alla determinazione dei fini collettivi si considerava libero. Nel pensiero comunale e poi nel
Rinascimento si fa strada una maggiore individualizzazione, tuttavia la libert non ancora vista
come esclusivamente individuale, divergente dai fini collettivi, come sar poi nel liberalismo. Se
vero che la libert un concetto fondamentale per il pensiero comunale e rinascimentale, e certo
Machiavelli conosceva i versi di Dante Libert va cercando che si cara, altrettanto vero che la
libert di Machiavelli non quella di Hobbes o di Locke, una libert che comprende anche la
libert degli antichi, , se vogliamo dirlo con il Faust di Goehte, il vivere libero con un popolo
libero. Che si tratti di libert come non interferenza (liberalismo) o di libert come non
dominio (repubblicanesimo come inteso da Skinner e Pettit), il fine principale sempre la libert
dell'individuo, mentre per Machiavelli, com' noto, la salvezza della citt prioritaria rispetto alla
salvezza dell'individuo. L'urbanizzazione (come l'ha definita Geuna) del repubblicanesimo
operata da Skinner e Pettit a me pare piuttosto una compatibilizzazione con il paradigma liberale
ancora dominante. Quindi, pur condividendo il proposito di differenziare il repubblicaneismo dal
comunitarismo, non condivido questo avvicinamento opposto al liberalismo. Pocock resta molto pi
interessante nel mettere in luce tutti gli aspetti in cui il repubblicanesimo che nasce da Machiavelli
cozza contro la mentalit individualista moderna.
Machiavelli pi vicino a noi rispetto ad Aristotele non solo in senso temporale, pur perseguendo
un fine comunitario (Machiavelli si consider sempre un patriota, disse che bisogna amare la
propria patria anche quando da questa si un cattivo trattamento4), lo fa tenendo conto della divisione
11da War and State Formation in Ancient China and Early Modern Europe Victoria Tin-Bor Hui, un'apparentemente
modesta ricercatrice accademica, ma dal pensiero affilato come la lama di una katana, ha elaborato un interessantissimo
saggio comparativo tra la sviluppo della Europa moderna e quello della Cina antica. Putroppo, lo stato comatoso della
cultura europea ha lasciato passare inosservato questo saggio che pur ha ricevuto una serie di premi in ambito
accademico statunitense.
12 Victoria Tin-Bor Hui, op. cit. p. 39
13 Victoria Tin-Bor Hui, op. cit. p. 28
14 Arte della guerra
processo che poi port alla costituzione dell'impero. Vorrebbe che gli stati europei si indirizzassero
su un percorso simile a quello di Roma e se questo sfoci nell'Impero fu negativo, ma tutte le cose
di questo mondo sono finite, nondimeno Roma visse libera per 500 anni.
Se vero che tutto torna ma diverso, e quindi l'Europa non avrebbe seguito di pari passo
l'evoluzione della Repubblica Romana#, pur vero che qualcosa andato storto nella storia
dell'Europa moderna. Con Napoleone l'Europa si avvicinava ad un'evoluzione paragonabile a quella
di Roma, ma com' noto fu sconfitto. Noi che siamo vissuti dopo possiamo vedere come la rovina
degli stati europei consista nel fatto di non esser riusciti a costruire un'aggregazione imperiale
(secondo i termini suoi propri che non potevano essere quelli dell'antica Roma) che trascendesse e
risolvesse i conflitti interni. Dalla sconfitta di Napoleone inizia una fase di decadenza dell'Europa
da cui nascono le contrapposizioni ideologiche nazionalistiche o di classe. Secondo Toynbee, la
nascita di un proletariato interno l'indice di una frattura interna nella societ che segna la sua
fase di decadenza. Le contrapposizioni ideologiche non sono dovute a motivi meramente spirituali
ma sono la manifestazione superficiale di fratture profonde della societ.
Che Machiavelli non sia solo un patriota che auspica la nascita dello stato nazionale italiano (cosa
che certamente fu, basti pensare alla parte finale de Il principe), ma che la sua ottica sia europea, lo
si evince dall'analisi delle vicende dello stato francese. Per combattere l'Inghilterra, Carlo VII
costitu il primo esercito permanente in Europa, le Compagnie d'Ordinanza. Egli impose anche un
drastico incremento delle tasse dirette e indirette. Sebbene rudimentali, queste furono misure auto-
rafforzanti perch richiedevano alla Corte francese il miglioramento della propria capacit estrattiva
[in senso finanziario]. Se la Francia avesse sviluppato queste pratiche, la storia europea sarebbe
stata pi simile a quella cinese degno di nota che Machiavelli avesse identificato il problema
fin dall'inizio del sedicesimo secolo. Machiavelli elogiava la comprensione di Carlo VII della
necessit di armarsi di arme proprie. Egli credeva che se il Regno di Francia sarebbe stato
insuperabile, se l'ordine di Carlo era accresciuto o preservato. Sfortunatamente re Luigi suo
figliuolo spense quella de' fanti, e cominci a soldare Svizzeri: il quale errore, seguitato dalli altri, ,
come si vede ora in fatto, cagione de' pericoli di quello regno. Perch, avendo dato reputazione a'
Svizzeri, ha invilito tutte l'arme sua; perch le fanterie ha spento e le sua gente d'arme ha obligato
alle arme d'altri; perch, sendo assuefatte a militare con Svizzeri, non par loro di potere vincere
sanza essi15 .
Machiavelli non condivide la concezione imperiale di Dante ancora legata al medioevo e al
compromesso tra i due soli, intuendo che quanto stava venendo formandosi era qualcosa di nuovo
che per affermarsi dovette lottare sia contro il Papato che il Sacro Romano Impero. La continuit tra
la Roma repubblicana e quella imperiale un elemento irrisolto del pensiero di Machiavelli, tuttavia
se vero che la fine della Roma repubblicana la fine della virt romana, e che fu proprio essa a
dar vita all'impero si tratta di un processo inevitabile in un mondo in cui tutto destinato a nascere,
crescere e perire. Machiavelli era un patriota, ma non in senso angustamente nazionalistico. La
patria di Machiavelli laddove si sviluppa la virt. Se la virt muore a Roma, rinasce da qualche
altra parte16.
Tuttavia vi sono delle affinit con la visione dantesca. L'Ulisse di Dante una figura della hybris
greca, la cui incarnazione con un po' di immaginazione individuo in Alessandro Magno che dalla
Persia volle raggiungere l'India in direzione di un confine ignoto, un assalto all'infinito, un voler
15Victoria Tin Hui, op. cit. p. 140-1. La citazione di Machiavelli da Il principe
16... giudico il mondo sempre essere stato ad uno medesimo modo, ed in quello essere stato tanto di buono quanto di
cattivo; ma variare questo cattivo e questo buono di provincia in provincia, come si vede per quello si ha notizia di
quegli regni antichi, che variano dalluno allaltro per la variazione de costumi, ma il mondo restava quel medesimo:
solo vi era questa differenza, che dove quello aveva prima allogata la sua virt in Assiria, la colloc in Media, dipoi in
Persia, tanto che la ne venne in Italia e a Roma. E se dopo lo Imperio romano non seguto Imperio che sia durato n
dove il mondo abbia ritenuta la sua virt insieme, si vede nondimeno essere sparsa in di molte nazioni dove si viveva
virtuosamente; come era il regno de Franchi, il regno de Turchi, quel del Soldano, ed oggi i popoli della Magna, e
prima quella setta Saracina che fece tante gran cose ed occup tanto mondo, poich la distrusse lo Imperio romano
orientale. In tutte queste provincie adunque, poich i Romani rovinorono, ed in tutte queste stte stata quella virt, ed
ancora in alcuna parte di esse, che si desidera e che con vera laude si lauda.
N. Machiavelli, Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
andare oltre i limiti (come Ulisse) che poteva terminare solo con la sua sconfitta e la fine della
civilt greca.
Non a caso il Canto inizia con l'invettiva contro Firenze che stabilisce una precisa relazione con la
hybris greca:
Lo spirito capitalistico di espansione infinita, illimitata, senza confini agli albori in Firenze per
Dante erede della hybris greca. Egualmente Machiavelli condanna Atene, Sparta e Firenze da
parte di Machiavelli per aver assoggettato i territori circostanti, e la condanna sincera perch il
puro e semplice desiderio di conquista diverso dalla capacit strategica dei Romani.
Diversamente procedette Roma. Roma nei suoi mille anni di storia arriv ad un confronto diretto
con l'impero persiano solo verso la fine dell'Impero romano (e persiano). Roma oper nell'ambito
suo proprio costituito dal bacino del Mediterraneo.
L'Europa moderna invece ha varcato stabilmente le colonne d'Ercole conducendo il mondo di fronte
ad un pericolo mortale.
L'imperialismo europeo trasfiguratosi nel non-luogo denominato Occidente arrivato alla
conclusione del suo percorso ora che le altre grandi civilt, ad eccezione della civilt islamica, sono
riuscite a far fronte alla minaccia distruttiva della civilt occidentale. L'aver fondato tutto sulla
superiorit tecnica ed economica ci rivela che la civilt occidentale si fondata sul nulla. Forse
questo uno dei motivi, pi o meno consapevoli, per cui vari studiosi hanno ripreso a leggere
Machiavelli. Ad es. Skinner dichiara che il suo interesse per Machiavelli sta proprio nella sua
alterit rispetto al pensiero moderno.
In realt il repubblicanesimo non stato sommerso del tutto, c' un motivo per cui continua a
persistere pur all'interno di una teoria dello stato dominata dal paradigma hobbesiano. Nel conflitto
tra gli stati che ha portato alla piena formazione dello stato europeo (secondo la sociologia storica
di Charles Tilly ed altri) si avuto ancora bisogno della virt, in particolare durante le due pi
importanti rivoluzioni nell'organizzazione dello stato, la guerra civile inglese seguita dalla Glorious
revolution e la rivoluzione francese, che sono due rivoluzioni principalmente statuali dettate dal
conflitto tra le nazioni europee che stato il principale motore di questo sviluppo (in tal senso vedi
Tilly che ne stato il principale teorico). L'esercito cromwelliano fu una forza rivoluzionaria
perch fu meno un'armata mantenuta dallo stato che un esercito in cerca di uno stato che potesse
mantenerlo17 Harrington non pu ancora concepire l'esercito professionale, poich era ancora in
formazione, ma da ci deriva il suo interesse per la critica machiavelliana delle milizie mercenarie.
E' nella new model army di Cromwell che si diffondono le tendenze radicali, repubblicane,
rivoluzionarie fino al radicalismo dei livellatori. Il tentativo teorico di Harrington quello di fare
una sintesi tra il repubblicanesimo e l'assolutismo. Un'eguale tendenza a conciliare il
repubblicanesimo con l'assolutismo si riscontra in Rousseau un pensatore che ha inserito sul
patrimonio di concettualizzazioni del diritto naturale categorie tipiche della tradizione repubblicana
moderna, pur a costo di rilevanti tensioni teoriche18.
Se vero che l'esercito professionale da cui poi si sviluppato l'esercito di leva diverso (Non
stata la coscrizione militare di per s ma l'esercito cittadino auto-equipaggiato che storicamente ha
servito come baluardo contro la dominazione19) dall'esercito di popolo sul modello romano a cui
pensava Machiavelli pur vero che diverso dall'esercito mercenario e dall'esercito medievale.
Come scrive Max Weber:
Il motivo della democratizzazione sempre di natura militare; sta nella comparsa della fanteria
17 Pocock, Introduzione a James Harrington The Commonwealth of Oceana and A System of Politics
18 M. Geuna, Rousseau interprete di Machiavelli
19 Victoria Tin-Bor Hui, op. cit. p.. 194
disciplinata, dell'esercito di corporazione nel Medioevo, dove l'elemento decisivo era che la
disciplina militare prevaleva sulla lotta tra eroi. La disciplina militare signific la vittoria della
democrazia poich si dovevano e volevano arruolare le masse di non cavalieri, si mettevano loro in
mano le armi, e quindi il potere politico20.
Da questa necessit di coinvolgere le popolazioni nella lotte reciproche dei principali stati europei,
sorgono delle contro-tendenze democratiche nella costituzione sostanzialmente oligarchica degli
stati moderni fino ai nostri giorni. Riconoscere il potere assoluto dello stato vuol dire riconoscere
il potere assoluto di chi controlla il potere coercitivo dello stato, cio un'oligarchia. Siccome per
queste oligarchie hanno avuto bisogno del popolo si creato quello ossimoro vivente che sono
state le democrazie moderne: la democrazia oligarchica come l'ha definita il direttore di un
quotidiano italiano che di repubblicano ha solo il nome, senza per tematizzare la contraddizione
per cui il suo ossimoro semplicemente un'assurdit, tipo il secco dell'acqua, o l'umidit della
fiamma.
Il repubblicanesimo liberale di Harrington e di Locke un sistema basato su di una contraddizione
di fondo: voler conciliare il repubblicanesimo con l'assolutismo. N Harrington n Locke si
opponevano a un potere sovrano: ritenevano entrambi che in qualunque societ civile si rendesse
necessaria da qualche parte la presenza di un potere politico, a cui, come si doveva sottintendere,
ogni individuo avesse rimesso tutti i propri diritti e poteri, e che non fosse sottoposto a limiti da
parte di qualsiasi potere umano superiore o associato. Harrington fu del tutto esplicito: L dove il
potere sovrano non intero e assoluto proprio come nella monarchia, non ci pu assolutamente
essere alcun governo . Locke pose il potere sovrano nella societ civile, cio nella maggioranza:
ammetteva che la maggioranza non volesse nientaltro che il bene pubblico, e che perci potesse
detenere senza pericolo il potere sovrano da conferire a qualcuno. Ovviamente, luomo o
lassemblea a cui la societ civile affidava allora il potere legislativo e lesecutivo non erano
sovrani; ma in questi casi, in cui il potere veniva affidato a unassemblea elettiva piuttosto che a
unassemblea o a un monarca auto-perpetuantesi, Locke riconosceva un esercizio virtuale del potere
sovrano. Sia Harrington che Locke non videro la necessit di porre irrevocabilmente il potere
sovrano nelle mani di una persona o di unassemblea di persone con lautorit di designare il
proprio successore o i propri successori; anzi, giudicarono ci incompatibile con gli unici scopi
plausibili per cui degli individui potrebbero autorizzare un potere sovrano. In effetti, si opponevano
non a un potere sovrano perpetuo, ma a una persona o a unassemblea sovrana auto-
perpentuantisi21.
Lo stesso Hobbes aveva chiarito il potere assoluto poteva essere incarnato anche da una assemblea,
tuttavia poich riteneva necessaria l'auto-perpetuazione del potere assoluto stato visto
erroneamente come un teorico della monarchia assoluta. Poich il suo modello, prevedeva
un'inevitabile frammentazione sociale dovuta alla conflittualit generalizzata, come sostiene
Macpherson, non pot considerare il dominio della borghesia in modo maggiormente flessibile
ammettendo la possibilit di un assetto costituzionale che consentisse importanti cambiamenti al
suo interno, pur perpetuandosi come sistema di dominio. A ci va aggiunto il fatto che il nuovo tipo
di stato ancora un modello rigido privo di quelle articolazioni che svilupper in seguito per
restando il modello di base lo stesso.
L'equivoco riguardo al rapporto tra la teoria di Hobbes e al liberalismo dovuto al fatto che il
collettivismo, cio il potere assoluto dello stato, sembra escludere l'individualismo, ma si tratta di
una coppia polare, l'individualismo inseparabile dal potere assoluto dello stato, come ha
brillantemente messo in luce Macpherson:. La concezione per cui individualismo e collettivismo
sono le estremit opposte di una scala lungo la quale si possono disporre stati e teorie dello stato,
senza tener conto dello stadio di sviluppo sociale in cui si formano, appare superficiale e induce in
errore. Lindividualismo di Locke, cio di una societ capitalistica emergente, non esclude, ma, al
contrario, richiede la supremazia dello stato sullindividuo. Non si tratta di pi individualismo o di
Che cos' un monarca assoluto? quello che, se dice: Guerra sia, subito guerra. - Che cos'
viceversa un monarca limitato? Colui che prima deve chiedere al popolo se ci debba esserci o no la
guerra; e se il popolo dice Non ci dev'essere guerra, allora non viene fatta. - La guerra, infatti,
una condizione in cui tutte le forze dello stato devono stare agli ordini del suo capo supremo. Ora,
le guerre che ha condotto il monarca britannico senza chiedere alcun consenso su ci sono davvero
molte. Perci tale re un monarca assoluto, cosa che in base alla costituzione egli non dovrebbe
essere; la quale, invece, si pu sempre aggirare, proprio perch attraverso quei poteri dello stato
pu assicurarsi il consenso dei rappresentanti del popolo, dato cio che egli ha il potere di affidare
tutti gli uffici e gli onori. Per avere successo, un tale meccanismo di corruzione non ha certo
bisogno della pubblicit. Perci rimane sotto il velo, molto evidente, del segreto23.
Ecco perch il potere effettivo diventa qualcosa di nascosto. Il sistema parlamentare si basa fin da
Hobbes su di un patto: la sovranit, cio il potere, la gerarchia sociale non sono legittimi in s stessi
ma derivano da un accordo collettivo che conferisce il potere a qualcuno al fine di evitare la guerra
di tutti contro tutti, cio la disgregazione sociale. In realt il potere che non deriva da nessuna
legittimazione esterna esiste eccome, come tutti sanno. Tuttavia questa finzione funzionale
essenziale al sistema, per cui la gerarchia sociale diventa qualcosa di nascosto. Per questo Marx ad
es. va a ricercare dove si nasconde la struttura del potere effettivo, individuandola nei rapporti di
propriet, in particolare in chi controlla i mezzi di produzione, ma una visione parziale ed
erronea, chi controlla gli strumenti coercitivi dello stato ha avuto un ruolo preponderante.
Finora nessuna societ riuscita a funzionare senza una gerarchia. Motivo per cui la gerarchia
sociale non avrebbe bisogno di nessuna giustificazione. Nella Roma antica i Consoli e il Senato non
avevano bisogno della legittimazione popolare (giustamente per questo Polibio dice che i Consoli
erano dei re), ma oltre ai Consoli e al Senato c'era un'articolazione di varie assemblee popolari che
costituivano l'aspetto democratico della Roma repubblicana.
Il potere delle classi dominanti pu affermare apertamente la sua legittimit quando riconosce
l'esistenza di contro-poteri nelle classi popolari. Il potere assoluto adotta invece una maschera, cio
22 Idem
23 Kant, Il conflitto delle facolt
la personae fittizia dello stato.
Oggi a noi sembra addirittura inconcepibile che il popolo possa decidere della guerra, al massimo
possiamo pensare che la decisione possa essere nelle mani del parlamento, quale rappresentante
della volont popolare, ma sappiamo che il parlamento piuttosto uno strumento dello stato, come
efficacemente mette in luce Kant. Inoltre, negli ultimi tempi si imposta la tendenza a bypassare
anche il parlamento. In Italia ad es. molte missioni all'estero sono state decise dal governo con lo
strumento del decreto-legge. Nella Roma repubblicana la decisione ultima sulla guerra spettava ai
comitia centuriata che erano delle assemblee popolari.
Questo patto hobbesiano fonda il sistema su basi individualistiche. L'individualismo la radice del
totalitarismo, come ha ben messo in evidenza Louis Dumont nei sui Saggi sull'individualismo: il
razzialismo hitleriano era un modo meccanico per ristabilire l'unit in una societ individualistica.
Ma come abbiamo visto l'individualismo inseparabile dal collettivismo cio dalla
concentrazione del potere statuale che crea le condizioni per cui possa esistere una sfera privata
in cui l'individuo libero di perseguire il suo interesse privato. Tuttavia perch potesse
configurarsi ci che noi definiamo totalitarismo era necessaria un'ulteriore evoluzione dello stato, la
concentrazione del potere ideologico che stata la trasformazione precipua dello stato nel XX
secolo, ragione per cui molti studiosi si sono concentrati sulla funzione svolta dai media. Con la
concentrazione del potere ideologico il sistema di dominio diventa pi articolato e capillare, lo stato
si evolve come Apparato di dominio.
I totalitarismi sovietico e tedesco furono tentativi imperfetti, rudimentali di far fronte ai mezzi, alla
capacit di mobilitazione che aveva lo stato totalitario pienamente sviluppato, cio gli Usa, il quale
proprio perch funziona bene pu instaurare un controllo capillare senza abbandonare la facciata
democratica. Lasciamo da parte l'Unione Sovietica che aveva la concentrazione di potere statuale
necessaria per questo scopo, ma non aveva lo sviluppo economico necessario per la creazione di
un'ampia classe media, per cui svilupp un totalitarismo molto rudimentale. La Germania invece gi
dal finire del XIX secolo era lo stato europeo pi avanzato, quello che mostrava maggiori
somiglianza con gli Usa, ed stato quello che maggiormente ha sviluppato questi nuovi aspetti
dello stato (lo stesso Hitler paragonava la propaganda politica alla propaganda americana delle
saponette).
Questa dinamica la si pu cogliere sulla base della teoria di Charles Tilly secondo cui le strutture
statuali e non solo, ma l'organizzazione complessiva della societ, si sviluppano attraverso il
conflitto, in pratica, ogni qualvolta uno stato introduce un cambiamento che aumenta la propria
potenza costringe gli altri stati ad introdurlo anch'essi, pena la sconfitta. La stessa rivoluzione
francese ha le sue radici in questa dinamica (vedi il mio Ripensare la rivoluzione francese). Gli Stati
Uniti, oltre alla concentrazione del capitale e alla concentrazione del potere coercitivo (che per Tilly
sono i tratti costitutivi dello stato moderno), introducono la concentrazione del potere ideologico
con lo sviluppo del sistema mediatico.
Questo nuovo regime ha la sua base nella classe media, che essa stessa prodotto di un'ulteriore
concentrazione del capitale e lo sviluppo dell'economia di scala: Charles Wright Mills nel suo
classico studio sui colletti bianchi sottolineava la somiglianza di questa classe media con gli
impiegati tedeschi descritti da Kracauer. Una classe media semi-parassitaria, privilegiata e allo
stesso tempo priva di potere, che guarda con orrore alla classe lavoratrice. Da questa condizione
sociale derivano tutte le storture della sua psicologia (in merito esiste un'ampia letteratura). E' la
progenitrice del ceto medio semi-colto, che la principale base di propagazione del diritto-
umanesimo e del politicamente corretto costitutivi dell'ideologia dominante (vedi in merito il mio
Tendenze totalitarie odierne: la gender theory).
Machiavelli il pensatore anti-totalitario per eccellenza proprio perch il totalitarismo
un'evoluzione dello stato moderno rispetto alla quale Machiavelli indica un'altra direzione.
Skinner si occupato in vari scritti della nascita del concetto di stato, lavori sicuramente
interessanti, frutto di un impressionante scavo storico, tuttavia individua una inesistente
continuit24, al di l delle normali interazioni tra i principali pensatori della politica. Machiavelli
24 Come sintetizza il titolo, From the state of princes to the person of the state, del capitolo finale del II vol. di Vision
l'anti-Hobbes, il suo concetto dello stato l'opposto dell'assolutismo hobbesiano. Il sistema misto
come descritto da Polibio di cui Machiavelli era fautore ci che principalmente rifiutano i teorici
dell'assolutismo.
Skinner e Pettit hanno concorso a darne una migliore definizione, ma ritengo che l'effettiva
enucleazione del paradigma repubblicano machiavelliano la si debba allo studioso italiano Marco
Geuna (e sulla sua scorta Baccelli), nonostante la minore notoriet internazionale (in ambito
accademico), soprattutto perch riesce a mettere in evidenza la radicale alterit di Machiavelli
rispetto a Hobbes, il principale teorico dello stato moderno. Credo non vi sia campanilismo quando
Baccelli sottolinea l'italianit di Machiavelli, egli pur sempre un prodotto della cultura italiana,
chi ha studiato nella scuola italiana meglio pu capirne le sfumature del linguaggio. Riporto qui
un'estratto che contiene in sintesi una definizione del paradigma machiavelliano ripresa,
approfondita e differenziata in vari articoli25.
forse utile ricordare la pluralit di termini utilizzati da Machiavelli, sia nei Discorsi sia nelle
Istorie, per sviluppare le sue riflessioni. Egli si serve, per lo pi, dei termini disunioni e tumulti
per riferirsi a quei conflitti fra le parti costitutive della citt che trovano una sorta di composizione
istituzionale e arricchiscono di leggi e ordini la vita politica della res publica, mantenendo viva la
sua libert; altre volte, per riferirsi a questo primo tipo di conflitti, usa le espressioni
controversie, dissensioni, differenzie, romori.
Ricorre, invece, alle espressioni civili discordie, intrinseche inimicizie, per designare un altro
tipo di conflitti, per riferirsi a quegli antagonismi che degenerano in scontro di fazioni e di
sette, e mettono a repentaglio la libert stessa della res publica. Con questi termini, Machiavelli
riesce a veicolare una riflessione sui conflitti assolutamente nuova e peculiare che lo colloca in
posizione di marcata discontinuit rispetto alla tradizione antica e medioevale del pensiero politico
occidentale; ma che lo situa anche ai margini, in una prospettiva altra, rispetto al cosiddetto
progetto politico moderno, incentrato, da Bodin e Hobbes in poi, sul ruolo del potere sovrano e
sulla neutralizzazione del conflitto da esso attuata.
Questo in sintesi il paradigma machiavelliano, il suo principale apporto allo storia del pensiero
politico, il nucleo concettuale attorno al quale Machiavelli articola la sua teoria politica, una nuova
concezione del conflitto che in determinate condizioni, quando non si trasforma nella creazione di
sette fonte di dinamismo sociale, di difesa della libert, e delle leggi che creano l'ordine sociale.
Per chi volesse farsene un'idea con le parole di Machiavelli stesso consiglio di primo acchitto la
lettura del cap. IV dei Discorsi dal titolo Che la disunione della Plebe e del Senato romano fece
libera e potente quella republica.
Proviamo ad applicare il paradigma alle principali ideologie moderne: tutte sono segnate dal
paradigma hobbesiano, a dispetto delle loro differenze sono accomunate dalla volont di eliminare i
conflitti sociali.
Il liberalismo neutralizza il conflitto sociale attraverso una pseudo-democrazia, basata sul gioco di
specchi fra destra e sinistra, che ha inondato di menzogna e corruzione il mondo.
Il socialismo/comunismo intendeva eliminare i conflitti eliminandone le cause economiche
(addirittura eliminando la divisione del lavoro secondo l'estremismo individualistico del giovane
Marx), ma tale intento si rovescia necessariamente una volta al potere nella soppressione autoritaria
dei conflitti.
Il fascismo intendeva sopprimere i conflitti sociali attraverso il corporativismo. Il nazismo invece li
soppresse nella creazione della comunit razziale saldata dal Fhrerprinzip.
Tutte e tre le principali ideologie moderne e loro derivati sono segnate da un totalitarismo di fondo
perch tutte nascono dal paradigma individualista hobbesiano.
Voler eliminare la conflittualit dalle relazioni umane un'aspirazione di per s totalitaria. Polemos
il padre di tutte le cose, scriveva Eraclito 2500 anni fa. il conflitto per l'esistenza tra le creature
of Politics
25 Diversi testi di Marco Geuna sono disponibili sul sito academia.edu
viventi, e tra queste e le condizioni ambientali (caldo, freddo, acqua, mancanza di acqua, vento),
che ha fatto sorgere occhi per cogliere il pi piccolo movimento, arti per correre velocemente,
artigli, udito, olfatto ecc. Gli esseri umani lottano per l'esistenza tanto in cooperazione quanto in
lotta con i propri simili. Il conflitto scaturisce dalla necessit di cooperazione stessa, in quanto
necessita di stabilire dei singoli che abbiano un ruolo di comando (finora nessuno riuscito a creare
delle societ senza gerarchie, le societ primitive sono soltanto pi semplici ma non ne sono prive).
Soltanto attraverso il conflitto si pu stabilire chi comanda, ed con il conflitto che vengono
spodestate le classi dominanti incapaci di svolgere il loro principale compito, quale assicurare
un'adeguata riproduzione sociale. E' attraverso il conflitto tra i vari insiemi sociali (stati-nazione)
che si evolvono i vari sistemi sociali. Negare il conflitto attraverso il pacifismo finora servito
soltanto a screditare il nemico in modo totale, in quanto nemico della pace, criminale da spazzare
dalla faccia della terra (su tale questione imprescindibile Carl Schmitt, e pi recentemente Danilo
Zolo), cio per portare al nemico una guerra pi totale rispetto a chi riconosce lo justus hostis
(nemico legittimo: un concetto quasi inconcepibile per la mentalit moderna egemonizzata
dall'ipocrita pacifismo). Voler eliminare il conflitto un'aspirazione propriamente totalitaria,
piuttosto bisognerebbe indirizzarlo verso forme non distruttive che favoriscano lo sviluppo sociale.
Acquisito il paradigma machiavelliano proveremo ad applicarlo per definire una nuova teoria
politica, ma prima volevo riprendere un interessante contributo di Massimo Morigi che ci consente
di articolare ulteriormente la definizione del repubblicanesimo. Libert come non interferenza del
potere o libert come non dominio? Morigi ha effettuato un ribaltamento dei termini della
questione, potenzialmente in grado di mettere fine alla diatriba, se non fosse che il dibattito
(accademico) deve continuare, ponendo la libert come estensione e diffusione nella societ del
potere. In una serie di interventi, che mi auguro possano trasformarsi in un contributo pi
sistematico, egli ha delineato un repubblicanesimo geopolitico, nel quale laccento messo sul
potere come energia generatrice di libert mentre il marxismo classico vuole una societ dove i
rapporti di forza siano estinti (fine della storia, estinzione dello stato). Secondo perch se per il
marxismo lagente generatore di una societ pi libera il proletariato, per il Repubblicanesimo
Geopolitico lagente per una maggiore libert sono proprio quelle forze ed energie (quindi anche il
proletariato ma pure le forze che vi si contrappongono) che scontrandosi originano una dialettica del
potere che alla base per un concreto e non astratto ampliamento della sfera della libert (sottolineo
che questa della conflittualit come origine della libert e/o della forza di una comunit politica non
certo molto originale discendendo direttamente da Machiavelli e dalla sua spiegazione della forza
militare degli antichi romani, la quale, secondo il Segretario fiorentino, discendeva direttamente
dalla lotta fra patrizi e plebei che trovava una sua valvola di sfogo nella espansione territoriale di
Roma). E queste forze ed energie per il Repubblicanesimo Geopolitico possono trovare la loro
piena espressione solo a condizione che il quadro geopolitico in cui questa comunit vive la sua
esperienza storica sia favorevole a che questa comunit possa irrobustire la sua identit e, di
conseguenza, progettare e lottare per sempre maggiori spazi di libert26.
Inoltre, Morigi in un'intervista video27 sottolineava che che la divisione fra dominanti e dominati
non deve condurre alla conclusione apparentemente logica che i dominati non decidono. I dominati
decidono a loro modo, possono decidere di seguire o non seguire i dominanti, oppure se costretti
possono decidere di seguire i dominanti in modo passivo, oppure facendo resistenza fino al
sabotaggio. I romani lo sapevano benissimo ed per questo che erano consci della necessit di
coinvolgere il popolo, che costituiva la base dell'esercito, nelle decisioni. Gianfranco Campa, un
repubblicano di origine italiana trasferitosi negli Usa, appartenente prima al mondo militare e
poi a quello delle forze dellordine, ha scritto un articolo28 in cui descrive a tinte fosche lo stato
mentale dell'esercito statunitense dove imperversano malattie mentali, uso e abuso di droghe, alcol
e psicofarmaci. Non difficile capire perch i soldati rifiutano intimamente il loro ruolo pur
26 Gli interventi di Massimo Morigi sul Repubblicanesimo Geopolitico sono stati pubblicati dal sito
http://corrieredellacollera.com
27 https://www.youtube.com/watch?v=VeOUHYC8zq8&t=533s
28http://www.cogitoergo.it/l%E2%80%99esercito-esaurito/
essendo costretti ad esercitarlo per avere un salario. evidente che l'essere pagati non un motivo
sufficiente per uccidere o essere uccisi, quando si consapevoli che la propria famiglia non ha
nessuna garanzia di appartenenza ad un sistema sociale che la protegga dal finire in mezzo alla
strada (e negli Usa molto facile che ci accada). E quando non si capiscono i motivi per cui si
combatte una determinata guerra, se non che questa guerra non migliorer le condizioni della
propria classe sociale. Le classi dominanti statunitensi non possono contare pienamente sul proprio
esercito, ma proprio questo le rende molto pericolose, perch le pu spingere ad una soluzione
tecnica (cio facendo affidamento su armi micidiali) della propria crisi di egemonia.
Geuna ha fornito un fondamentale contributo nella definizione del paradigma machiavelliano,
tuttavia la radicalit del pensiero machiavelliano non pu emergere se non osiamo andare oltre il
recinto accademico, sfidando ci che i colleghi accademici occidentali ritengono sia concepibile.
Geuna alla fine ci propone una realizzazione pratica del conflitto tutta interna ad un pensiero
dominante. La contestazione (nata in ambito studentesco) che ritiene una espressione del
conflitto, sulla scorta di Pettit, in realt una sua parodia, ricorda piuttosto le recriminazioni
adolescenziali relative alla paghetta. Se davvero vogliamo parlare di conflitto dobbiamo intendere il
conflitto che avviene tra adulti. Le tesi di Pettit sono poco realistiche (come lamenta Baccelli)
perch ricadono nel formalismo democratico, discostandosi alquanto da ogni realismo
machiavelliano. Soltanto la teoria di Machiavelli pu eguagliare in realismo quella di Hobbes. La
legge senza la spada nulla, e chi impugna la spada non sottoposto alla legge, quindi la sovranit
per forza di cose assoluta, se l'unico ad impugnare la spada. Il motivo per cui bisogna concedere
la spada al popolo costituisce uno dei passi salienti dell'intera riflessione machiavelliana:
Per tanto, se tu vuoi fare uno popolo numeroso ed armato per poter fare un grande imperio, lo fai
di qualit che tu non lo puoi poi maneggiare a tuo modo: se tu lo mantieni o piccolo o disarmato
per poter maneggiarlo, se tu acquisti dominio, non lo puoi tenere, o ei diventa s vile che tu sei
preda di qualunque ti assalta.
Si doveva concedere la spada al popolo, anzi era necessario se si intendeva costruire quel tipo di
repubblica espansiva sul modello romano. Questo fondamentale principio machiavelliano simile
un'arma che pu essere utilizzata tanto in senso offensivo che difensivo, anche intende difendersi
dall'espansionismo altrui deve poter contare su un popolo forte: altrimenti sei preda di chiunque ti
assalta.
Il paradigma machiavelliano va inquadrato nel concetto di sistema misto di cui Machiavelli era
fautore, soltanto in questo contesto pu esplicarsi quella conflittualit virtuosa che costitu la
grandezza di Roma. Riprendiamo la formulazione originaria di Polibio che Machiavelli ricalca nei
Discorsi 29:
Come ho detto sopra, tre erano gli organi dello stato che si spartivano lautorit; il loro potere era
cos ben diviso e distribuito, che neppure i Romani avrebbero potuto dire con sicurezza se il loro
governo fosse nel complesso aristocratico, democratico, o monarchico. N il caso di
meravigliarsene, perch considerando il potere dei consoli, si sarebbe detto lo stato romano di forma
monarchica, valutando quello del senato lo si sarebbe detto aristocratico; se qualcuno infine avesse
29 E avvengach quelli suoi re perdessono limperio, per le cagioni e modi discorsi; nondimeno quelli che li
cacciarono, ordinandovi subito due Consoli che stessono nel luogo de Re, vennero a cacciare di Roma il nome, e
non la potest regia: talch, essendo in quella republica i Consoli e il Senato, veniva solo a essere mista di due
qualit delle tre soprascritte, cio di Principato e di Ottimati. Restavale solo a dare luogo al governo popolare: onde,
sendo diventata la Nobilit romana insolente per le cagioni che di sotto si diranno si lev il Popolo contro di quella;
talch, per non perdere il tutto, fu costretta concedere al Popolo la sua parte e, dallaltra parte, il Senato e i Consoli
restassono con tanta autorit, che potessono tenere in quella republica il grado loro. E cos nacque la creazione de
Tribuni della plebe, dopo la quale creazione venne a essere pi stabilito lo stato di quella republica, avendovi tutte le
tre qualit di governo la parte sua. E tanto le fu favorevole la fortuna, che, bench si passasse dal governo de Re e
delli Ottimati al Popolo, per quelli medesimi gradi e per quelle medesime cagioni che di sopra si sono discorse,
nondimeno non si tolse mai, per dare autorit agli Ottimati, tutta lautorit alle qualit regie; ne si diminu lautorit
in tutto agli Ottimati, per darla al Popolo; ma rimanendo mista, fece una republica perfetta: alla quale perfezione
venne per la disunione della Plebe e del Senato
considerato lautorit del popolo, senzaltro avrebbe definito lo stato romano democratico30.
Il governo misto romano nacque in uno specifico contesto, diverse sono le nostre societ, ma
possiamo ugualmente trarne un insegnamento: nei prossimi conflitti avranno la meglio quelle
societ che oltre a sviluppare gli strumenti difensivi e offensivi sapranno realizzare nuove forme di
integrazione del popolo, quelle societ che sapranno essere pi compatte sviluppando un senso di
appartenenza.
A partire da questi presupposti, proviamo a pensare un nuovo ruolo per degli ipotetici movimenti
popolari di domani dei quali sentiamo assoluto bisogno. Essendo la mia formazione originaria
marxista mi occuper qui delle classi inferiori, ma ugualmente bisognerebbe tentare di ridefinire un
ruolo per le classi medie. Per cominciare, le classi popolare dovrebbero creare delle proprie
organizzazioni politiche che non abbiano come obiettivo inviare deputati al parlamento, perch
questo uno strumento delle classi dominanti. Cosa avrebbero detto i Populares qualora i Tribuni
del popolo fossero diventati parte organica del Senato? facile immaginarlo, avrebbero detto che
non erano pi i loro rappresentanti, mentre ci avviene normalmente in tutti i sistemi parlamentari.
Inoltre bisognerebbe pensare in prospettiva a forme di organizzazione militare finalizzata alla difese
di queste organizzazioni, altrimenti esse sono ostaggio di chiunque detiene gli strumenti per
l'utilizzo della forza.
Nella maggior parte delle nazioni occidentali, le classi popolari non possono utilizzare il rifiuto
delle armi come strumento di pressione nei confronti delle classi dominanti, oggi la maggiori parte
degli eserciti sono formati da professionisti volontari, e anche quando esisteva lesercito di leva, la
coscrizione impediva di utilizzare questo strumento, per la plebe romana invece questo era uno
strumento di pressione maggiore ancora dello sciopero. Tuttavia bisogna capire che i professionisti
militare non vivono nel nulla, il loro maggiore o minore impegno determinato dal senso di
appartenenza alla societ, dalla presenza di motivi validi ed uno dei principali il combattere per
una societ a cui si sente di appartenere.
Lo sciopero resterebbe una delle armi principali con cui le classi inferiori manifestano la loro
indispensabilit per l'intera societ, ma attualmente tale strumento stato bagattellizzato da
sindacati inghiottiti dallo stato. Anche in ambito sindacale bisognerebbe mirare a ricostuire delle
organizzazioni autonome dei lavoratori.
I comunisti intendevano inserirsi nei parlamenti perch il loro obiettivo era il rovesciamento dello
stato, mentre invece non deve essere questo l'obiettivo piuttosto quanto creare un contro-potere che
difenda gli interessi delle classi popolari, consapevoli che una forma di comando, di governo ci
deve pur essere altrimenti uno stato non tale.
Le classi sociali non hanno una base esclusivamente economica eliminata la quale si eliminano
anche le classi sociali, le classi sociali derivano dall'esistenza di chi comanda e chi comandato.
Tuttavia le classi dominanti se non hanno un contro-potere che le contrasta tendono ad assumere il
massimo potere possibile, fino a forme estreme di esclusione dalla societ di quote rilevanti delle
classi popolari . Tra le sventure che possono colpire l'individuo l'esclusione sociale oggi
l'equivalente della schiavit nel mondo antico, anzi forse per chi buttato in mezzo alla strada e
tagliato completamente fuori pu sembrare preferibile la sorte dello schiavo a cui perlomeno era
assicurato un tetto e del cibo. L'esclusione sociale condivide con la schiavizzazione la dimensione
della morte sociale che Orlando Patterson individua come il tratto distintivo della schiavit31. Le
classi dominanti hanno per loro natura il sogno di un dominio assoluto ed eterno, compito delle
classi inferiori rendergli presente, ponendo loro un argine, che questo sogno distruttivo perch
irreale, altrimenti subiranno le tendenze distruttive delle classi superiori. Finora nessuna societ
riuscita a stare insieme, ad assicurare la cooperazione dei suoi membri senza uniformare molte
volont, ad una sola o a poche volont, e da ci deriva la necessit di affidare il comando a
qualcuno, e questo comporta l'esistenza di un potere coercitivo e relative diseguaglianze di potere.
Marx ed Engels ammettevano benissimo questa realt di fatto quando si trattava di polemizzare con
gli anarchici (Engels adduceva l'esempio del comandante di una nave: quando c' una tempesta
33 Michael Hardt (Autore), Antonio Negri (Autore), A. Pandolfi (a cura di), D. Didero (a cura di), Impero
34 Vedi in merito il lavoro di James H. Billington, Fire in the Minds of Men: Origins of the Revolutionary Faith
di conquista del dominio mondiale degli Usa dopo il crollo del muro ha colpito soprattutto in questo
ambito distruggendo l'Iraq e poi la Libia, mentre l'Iran resta permanentemente nel mirino.
Attraverso l'Arabia Saudita e il Qatar si riusciti a manipolare i movimenti islamisti che utilizzano
gli attentati terroristici tra i principali mezzi di lotta, in modo da indirizzarli principalmente contro
la Russia. Dato lo sporco gioco occidentale e dato il fatto che i nostro s-governanti hanno avuto la
felice idea di lasciar crescere delle enclaves di popolazioni di religione islamiche nelle citt
europee, con organizzazioni legate all'Arabia Saudita e al Qatar da prevedere che gli attentati
cresceranno, qualora diventassero fenomeno quotidiano con un rischio statistico significativo,
potrebbe essere lo sviluppo di forme di milizia popolare. Nei recenti attentati in Europa, la presenza
diffusa di cittadini armati, con armi adeguate ed addestrati ad usarle, avrebbe potuto determinare
esiti differenti (cittadini nel senso autentico della parola, cio membri di una comunit capaci di
difendere se stessi e la collettivit in cui vivono). Altrimenti, l'alternativa sarebbe, nel caso di
crescita significativa degli attentati sarebbe la militarizzazione delle societ, e la fine di quella
libert di movimento a cui siamo attaccati.
Riconsideriamo quindi il monito che risuona nei secoli lanciato da Machiavelli alle classi
dominanti:
Per tanto, se tu vuoi fare uno popolo numeroso ed armato per poter fare un grande imperio, lo fai
di qualit che tu non lo puoi poi maneggiare a tuo modo: se tu lo mantieni o piccolo o disarmato
per poter maneggiarlo, se tu acquisti dominio, non lo puoi tenere, o ei diventa s vile che tu sei
preda di qualunque ti assalta35.
Se vero che gli eserciti odierni hanno una ineliminabile componente di specializzazione, anche
vero che ad usare questi strumenti sono pur sempre degli uomini e in quanto tali devono avere delle
motivazioni per combattere. Il culto del drone radiocomandato un simbolo del nichilismo
tecnologico in cui si sono infognate le societ occidentali. Ma il drone non si guida da solo, neppure
in grado di combattere Igor il cattivo, protagonista della recente e scadentissima saga mediatica.
Le societ occidentali individualiste e disgregate non forniscono queste motivazioni. Man mano che
si intensificher lo scontro multi-polare Machiavelli torner d'attualit. L'occidente ha puntato
tutto sulla superiorit tecnica, ma il divario tecnico la cosa pi facile da colmare, mentre molto
pi difficile far risalire la china ad una societ disgregata, divisa al suo interno. Il divario tecnico di
cui ha goduto l'occidente gi praticamente superato, e nel prossimo scontro vinceranno le societ
pi compatte che sapranno realizzare forme di inclusione del popolo, che sapranno trovare un
popolo disposto e capace di difendere la propria nazione.
Il Progresso un'idea scaduta, messa radicalmente in discussione da due guerre mondiali e
dall'invenzione della bomba atomica. Il progresso tecnico accresce tanto le capacit costruttive
quanto quelle distruttive dell'essere umano. Affidarsi al Progresso equivale ad affidarsi alla Divina
Provvidenza, un concetto religioso di cui il Progresso fu una secolarizzazione. Per gli occidentali
che di fronte alla superstizione del progresso hanno adottato pi o meno consapevolmente
l'attitudine di alcuni superstiziosi in Italia secondo cui non vero ma ci credo, cio essi non
credono pi al Progresso, ma continuano a credere che la civilt occidentale sia comunque al
culmine della civilt mondiale, forse la visione ciclica di Machiavelli ha qualcosa da dire: ...la
virt partorisce quiete, la quiete ozio, lozio disordine, il disordine rovina, e similmente dalla rovina
nasce lordine, dallordine virt, da questa gloria e buona fortuna36. Non forse l'aver pensato di
essere il culmine della civilt e di non avere pi nemici una delle cause della disgregazione e
decadenza delle osciet occidentali?
La cultura americana (statunitense) ha inondato il mondo di ciarpame, ma rispetto alla cultura
europea attuale (se ne esiste una visto che ormai si limita a seguire al traino quella statunitense)
possibile rovistando trovare qualcosa di utile, talvolta indispensabile. Prendiamo la questione della
guerra, da tempo ormai che la cultura europea incapace di affrontare tale fondamentale realt
37 Nietzsche
natura ad esso sottostante. L'idea di derivazione biblica della natura quale artefatto, lasciatemi
sottolineare, soggiace allo stato leviatano, alla scienza moderna, e al capitalismo nella teoria
hobbesiana38.
Seppure l'Antico Testamento ha giocato un ruolo fondamentale, io credo esso vada collocato nella
cornice pi ampia del movimento del pensiero umano costituito dal periodo assiale. Non a caso
l'Artefice, il Creatore, the Maker (secondo la lingua inglese) ha un suo antenato nel Demiurgo
platonico, figura che nasce dal e allo stesso tempo intende superare il netto dualismo tra mondo
delle idee e realt sensibile. Il trascendentalismo dominante durante il periodo assiale, che si
differenzia rispetto ad un periodo precedente dominato da religioni immanenti alla natura,
l'espressione della volont dell'essere umano di porsi al di sopra della natura. Poich ci che
trascende l'essere umano la natura da cui esso generato, spostare la trascendenza dalla natura
allo spirito, determinando una netta contrapposizione tra materia e spirito, tra corpo e anima,
significa porre la trascendenza nell'intelligenza, in ci che l'uomo ritiene che lo ponga al sopra degli
altri esseri viventi, restringendo il significato di natura che nell'accezione dei greci comprendeva
l'intero cosmo, alle sole creature viventi.
Il peccato maggiore dei moderni, prima che due guerre mondiali e la Bomba spegnessero le
illusioni, stata la hybris. Prometeo fu trasformato in una figura positiva, mettendone in secondo
piano la tragicit. Persino Goethe, il pi equilibrato di tutti, non fu esente da questa distorsione.
Eppure se Prometeo fu condannato ad un pena terribile non fu senza ragione. Non tanto per aver
rubato il fuoco agli Dei, quanto per aver pensato in questo modo di rendere gli uomini simili ad essi.
Il peccato della hybris consiste nell'illusione di poter diventare padroni della natura, dimenticando
che siamo sempre soggetti ad essa. Massima la hybris di Marx secondo il quale sarebbe stato
possibile padroneggiare addirittura la Storia, prevederne gli esiti. La storia e la natura hanno le loro
radici nell'Ignoto, non sono prevedibili e padroneggiabili nei loro fondamenti ultimi. Far fronte a
tale condizione esistenziale compito degli esseri umani, ma senza pensare di poter padroneggiare
ci da cui siamo stati generati. Engels, un pensatore originale scrisse che la natura si vendica di
ogni nostra vittoria. Ogni vittoria ha infatti in prima istanza le conseguenze sulle quali avevamo
fatto assegnamento; ma in seconda e terza istanza ha effetti del tutto impreveduti, che troppo spesso
annullano a loro volta le prime conseguenze (...). Ad ogni passo ci vien ricordato che noi non
dominiamo la natura come un conquistatore domina un popolo straniero soggiogato (...). Tuttavia il
nostro dominio sulla natura consiste nella capacit, che ci eleva al di sopra delle altre creature, di
conoscere le sue leggi e di impiegarle nel modo pi appropriato39.
Quando leggiamo Machiavelli lo sentiamo come un moderno, qualcuno che parla di un mondo che
anche il nostro, ma riguardo al rapporto dell'uomo con la natura appare la diversit del pagano
Machiavelli portavoce di una modernit diversa rispetto a quella che ha prevalso.
Quanto alle cause che vengono dal cielo, sono quelle che spengono la umana generazione, e
riducano a pochi gli abitatori di parte del mondo. E questo viene o per peste o per fame o per una
inondazione d'acque: e la pi importante questa ultima, s perch la pi universale, s perch
quegli che si salvono sono uomini tutti montanari e rozzi, i quali, non avendo notizia di alcuna
antichit, non la possono lasciare a' posteri. [...]. E che queste inondazioni, peste e fami venghino,
non credo sia da dubitarne; s perch ne sono piene tutte le istorie, s perch si vede questo effetto
della oblivione delle cose, s perch e' pare ragionevole ch'e' sia: perch la natura, come ne' corpi
semplici, quando e' vi ragunato assai materia superflua, muove per s medesima molte volte, e fa
una purgazione, la quale salute di quel corpo; cos interviene in questo corpo misto della umana
generazione, che, quando tutte le provincie sono ripiene di abitatori, in modo che non possono
vivervi, n possono andare altrove, per essere occupati e ripieni tutti i luoghi; e quando la astuzia e
la malignit umana venuta dove la pu venire, conviene di necessit che il mondo si purghi per
uno de' tre modi; acciocch gli uomini, sendo divenuti pochi e battuti, vivino pi comodamente, e
diventino migliori40.