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RIQUALIFICA DELLE PRESTAZIONI
ENERGETICHE DELL’EDIFICIO
Progettazione di edifici nuovi ad alta efficienza
• indagini approfondite sulle condizioni climatiche, sull’orografia e le
caratteristiche geografiche del sito, individuando le varie componenti
ambientali ‐ sole, aria, verde e luce ‐ quali “materiali” del progetto;
• ottimizzazione delle prestazioni termoigrometriche, sia facendo riferimento
ad un buon isolamento che impiegando al meglio l’apporto dell’inerzia
termica (analisi costi\benefici);
• impiego di materiali e componenti a basso impatto energetico ed
ambientale;
• sfruttamento della luce naturale per l’illuminazione degli ambienti interni;
• Impiego della vegetazione al fine di migliorare il microclima;
• efficienza dell’impiego della componente solare sia mediante sistemi attivi
che passivi: serre, pannelli solari, pannelli fotovoltaici, muri di Trombe;
• sfruttamento della ventilazione naturale o ibrida per una buona qualità
dell’aria interna ed il raffrescamento nei periodi caldi;
• impiego di schermature solari reversibili ed orientabili al fine di ridurre il
carico termico delle facciate e delle coperture nei periodi estivi;
• installazione di sistemi impiantistici a basso consumo energetico: pompe
di calore, riscaldamenti a parete o a pavimento, sistemi fotovoltaici ibridi,
....;
• introduzione di fonti di energia rinnovabile (solare termico, solare
fotovoltaico, geotermia).
• Installazione di lampade a basso consumo e di elettrodomestici ad alta
efficienza;
• possibilità di impiego della Building automation per il controllo delle
condizioni di comfort e di efficienza energetica dell’edificio;
Interventi migliorativi
Nella redazione dell’ACE è richiesta l’indicazione di interventi riqualificazione energetica,
che devono essere inseriti nella sezione “Raccomandazioni” hanno solo un valore
informativo).
Non è richiesto il progetto di interventi, ma una sintetica descrizione, con accenno a
possibili soluzioni tecnologiche ed impiantistiche coerenti con le caratteristiche dell’edificio
e del suo stato di conservazione. Alle prescrizioni di legge e agli eventuali incentivi definiti a
livello nazionale e locale.
La riqualificazione energetica di un edificio dovrebbe perseguire tre strategie:
1. L’incremento dell’efficienza energetica dell’involucro edilizio, attraverso
interventi sull’isolamento termico delle chiusure orizzontali e verticali e sul
sistema di ventilazione.
2. L’incremento dell’efficienza dell’impianto per il riscaldamento, raffrescamento
(attualmente non richiesto) e la produzione di acqua calda sanitaria
intervenendo sui sottosistemi di generazione, accumulo, distribuzione,
regolazione e emissione.
3. Lo sfruttamento di fonti di energia rinnovabili, in sostituzione di quelle fossili.
LA VENTILAZIONE MECCANICA
CONTROLLATA,
IL RECUPERO DI CALORE
E
IL CONCETTO DI COMFORT ABITATIVO
La ventilazione di un ambiente confinato è
necessaria per fornire un ambiente salubre e
confortevole agli occupanti.
La funzione principale della ventilazione è
rimuovere l’aria inquinata da un ambiente e
rimpiazzarla con aria fresca presa all’esterno.
Qualità dell’aria interna (IAQ‐Indoor air quality)
“La qualità dell’aria interna è considerata accettabile
quando in essa non sono presenti inquinanti in
concentrazioni dannose e quando una notevole
percentuale di persone (80 % o più) non esprime
insoddisfazione verso essa”.
Principali inquinanti presenti nell’aria esterna:
Ossidi di azoto
Composti organici volatili (VOC)
Ossidi di zolfo
Particolato sospeso totale (PST)
Ossidi di carbonio
Pollini
Ozono
Microrganismi (muffe, batteri, funghi)
Classificazione dell’aria esterna secondo la norma UNI EN
13779‐2008.
“Ventilazione degli edifici non residenziali ‐ Requisiti di
prestazione per i
sistemi di ventilazione e di climatizzazione”
Negli ambienti indoor, alle sostanze inquinanti presenti
nell’aria immessa dall’esterno, si aggiungono quelle
emesse dalle fonti presenti all’interno.
Fonti di inquinamento
Le principali fonti interne d’inquinamento, comuni a tutti gli
ambienti civili, sono:
• Le persone ‐ Le persone, con la respirazione, la respirazione ed il
sudore, emettono principalmente anidride carbonica, vapore
acqueo e sostanze aromatiche volatili (bioeffluenti). Inoltre, se le
persone fumano, ai bioeffluenti si aggiungono i prodotti della
combustione del tabacco.
• i prodotti per la pulizia ‐ I detergenti, per la pulizia degli
ambienti o per il corpo, sono fonte di sostanze aromatiche, che, in
alcuni casi, possono produrre sensazioni olfattive fastidiose.
• i materiali edilizi e gli arredi ‐ Alcuni materiali comunemente
usati in ambienti civili (p.e. plastiche, truciolari, parati, tappeti,
moquette, vernici, lacche) rilasciano sostanze volatili (solventi), in
alcuni casi anche per molti anni.
In funzione della destinazione d’uso, degli impianti
presenti e della localizzazione geografica, possono
essere presenti altre fonti d’inquinamento:
cibi e loro preparazione
apparecchiature
impianto di climatizzazione
materiali edilizi
• cibi e loro preparazione ‐ La preparazione e la cottura dei cibi rilasciano
nell’ambiente vapor d’acqua e sostanze aromatiche di odore intenso e, in qualche
caso, anche molto persistente. Ai precedenti si aggiungono, nel caso di cucine a
gas, l’anidride carbonica ed il vapore acqueo prodotti dalla combustione.
• apparecchiature ‐ Le apparecchiature di stampa (stampanti laser, fax e
fotocopiatrici) sono causa dell’inquinamento tipico degli uffici. Tali
apparecchiature, a causa di intensi campi elettrici o della emissione di raggi
ultravioletti, producono ozono ed ossidi di azoto. Sono anche fonte di emissione di
nanaoparticelle.
• impianto di climatizzazione ‐ L’inadeguata manutenzione può rendere l’impianto
di condizionamento fonte di inquinamento, In particolare, possono formarsi colture
di microrganismi nei filtri, nelle vaschette di raccolta dell'acqua di condensa e nelle
condotte dell’aria.
• materiali edilizi ‐ Le rocce vulcaniche ed alcuni tipi di pietre da costruzione, i tufi,
liberano radon, un gas radioattivo prodotto dal decadimento del radio 226. Il
radon, permeato dal sottosuolo o liberato dalla muratura, si accumula nei locali
poco ventilati, raggiungendo concentrazioni tali da essere cancerogeno.
Classificazione dell’aria interna secondo la norma UNI EN 15251‐2008.
“Criteri per la progettazione dell'ambiente interno e per la valutazione della
prestazione energetica degli edifici, in relazione alla qualità dell'aria
interna, all'ambiente termico, all'illuminazione e all'acustica”
Classificazione dell’aria interna secondo la norma UNI EN 13779‐2007 (edifici
non residenziali)
Effetti indotti sulle persone dai contaminanti:
sollecitazioni olfattive (odori), talvolta accompagnate
anche da altri sintomi, quali mal di testa, irritazioni alla gola,
agli occhi;
effetti biologici su alcuni organi (apparato respiratorio,
cute), che si manifestano sotto forma di irritazioni e reazioni
allergiche;
effetti cancerogeni.
Strategie per l’ottenimento di una buona qualità
dell’aria interna:
riduzione delle sorgenti inquinanti (evitare l’uso di
sostanze pericolose);
rimozione degli inquinanti alla fonte (introduzione di
cappe ed estrattori);
introduzione di aria esterna al fine di diluire gli
inquinanti tramite la ventilazione.
Riduzione delle sorgenti inquinanti
sostituzione dei solventi organici, nelle vernici e nei
collanti, con acqua;
messa punto di sistemi di protezione, nella fase di
installazione, e di protocolli per la pulizia, nella fase di
esercizio, per gli impianti di condizionamento;
ostruzione delle vie d’accesso per il radon proveniente
dal sottosuolo e utilizzo di intonaci e vernici impermeabili per
quello liberato dalle murature.
Rimozione degli inquinanti alla fonte
L’inquinante viene aspirato in prossimità della sorgente, tramite
cappe o estrattori, e scaricato all’esterno;
il metodo è estremamente efficace se l’emissione
dell’inquinante è concentrata in uno spazio limitato;
la rimozione degli inquinanti alla fonte, negli ambienti civili, è
largamente applicata per i locali adibiti a cucine e per i servizi
igienici;
la depressione indotta dai dispositivi di aspirazione favorisce
l’infiltrazione di aria esterna contribuendo alla ventilazione degli
ambienti.
Diluizione degli inquinanti
E’ il metodo più comunemente usato per ridurre la presenza di
contaminanti in un ambiente, ed è anche l’unico applicabile nel
caso di produzione d’inquinante non localizzata.
Consiste nell’immettere nell’ambiente una portata di aria esterna,
estraendone contemporaneamente una pari quantità, in modo da
“lavare” l’ambiente, diluendo i contaminanti presenti.
Diluizione degli inquinanti
La concentrazione di un inquinante nell’ambiente, per un’assegnata
produzione, è tanto minore quanto maggiore è la portata d’aria
esterna (portata di ventilazione). In simboli:
qj
Q
C j C j ,e
Q = portata d’aria esterna, m3/h;
qj = produzione oraria del contaminante, mg/h;
Cj = concentrazione del contaminante nell’ambiente, mg/m3;
Cj,e = concentrazione del contaminante all’esterno, mg/m3.
Ventilazione
La ventilazione di un ambiente può essere naturale o
meccanica:
la ventilazione naturale, dovuta alle differenze di pressione che si
instaurano tra interno ed esterno a causa del vento, delle
differenze di temperatura o delle forze di galleggiamento,
dipende molto dalla permeabilità all’aria degli infissi;
la ventilazione meccanica è ottenuta tramite l’impiego di
ventilatori e, eventualmente, di condotte per la distribuzione
dell’aria negli ambienti.
Ventilazione naturale
E’ la più diffusa negli edifici residenziali e nella maggior parte
degli edifici civili di antica costruzione.
La portata d’aria di rinnovo può essere valutata solo in termini di
media approssimata in quanto dipende da grandezze
estremamente variabili.
Ventilazione naturale
L’introduzione di infissi a tenuta ha portato ad una drastica
riduzione delle portate d’aria di rinnovo e, di conseguenza,
un peggioramento della qualità dell’aria interna.
Un miglioramento dell’IAQ è possibile, pur rimanendo in
regime di ventilazione naturale, introducendo le griglie di
ventilazione.
Ventilazione naturale ‐ Griglie
Sono dispositivi per la ventilazione degli ambienti ancora
poco usati in Italia. Sono classificabili in:
• griglie attive, dotate di ventilatori, realizzano una
ventilazione forzata locale;
• griglie passive, la portata d’aria di ventilazione
dipende dalla differenza di pressione esistente tra
interno ed esterno e dalla perdita di carico offerta dalla
griglia (ventilazione naturale).
Ventilazione naturale ‐ Griglie passive
Le griglie passive possono poi essere ulteriormente suddivise
in:
• semplici, la cui sezione di passaggio dell’aria può essere
fissata o regolabile manualmente;
• autoregolabili, dotate di un dispositivo che tende a
mantenere costante la portata d’aria al crescere della
differenza di pressione applicata;
• igroregolabili, in cui la sezione libera per il flusso d’aria è
controllata dal grado igrometrico dell’aria nell’ambiente.
Griglia passiva semplice della Renson
Griglia passiva autoregolabile della Segenia
Griglia passiva igroregolabile della Aldes
Ventilazione meccanica
E’ realizzata a mezzo di ventilatori che provocano il
passaggio di una portata d’aria attraverso l’edificio.
La ventilazione meccanica può essere:
indotta;
forzata;
bilanciata.
Ventilazione meccanica indotta
E’ realizzata a mezzo di estrattori o di un impianto
centralizzato di estrazione.
I singoli estrattori, o le bocchette dell’impianto, sono
situate nei locali di servizio (cucina, bagni etc.) ove creano
una depressione e richiamano aria dai locali “nobili”
(soggiorno, camere da letto etc.).
L’adozione di griglie di ventilazione nei suddetti locali
“nobili” garantisce una portata di rinnovo controllata.
Ventilazione meccanica indotta con estrattori situati nei
locali di servizio e griglie di ventilazione nei locali “nobili”.
Ventilazione meccanica indotta attraverso un impianto di estrazione
centralizzato e griglie di ventilazione passive.
Ventilazione meccanica forzata
E’ realizzata a mezzo di ventilatori o di un impianto
centralizzato di ventilazione.
I singoli ventilatori, o le bocchette di immissione
dell’impianto, sono situate nei locali “nobili” ove creano una
sovrappressione che forza l’aria a muoversi verso i locali di
servizio.
L’aria esausta viene scaricata all’esterno attraverso le
naturali aperture dei locali di servizio o, in parte, ricircolata
e miscelata con l’aria di rinnovo.
Impianto di ventilazione meccanica forzata con ricircolo.
Ventilazione meccanica bilanciata
E’ ottenuta combinando i sistemi di ventilazione forzata e
di estrazione in un unico sistema.
Le bocchette di immissione dell’aria, sono situate nei locali
“nobili”, quelle di estrazione nei locali di servizio.
Al fine di rendere energeticamente efficiente il sistema,
l’impianto è corredato di uno scambiatore di calore
(recuperatore) che utilizza l’energia posseduta dall’aria
esausta estratta per preriscaldare quella di rinnovo.
Ventilazione meccanica bilanciata
Ventilazione meccanica bilanciata
La ventilazione bilanciata è in grado di garantire la
portata di ventilazione richiesta per qualsiasi condizione
atmosferica esterna.
Per avere un reale risparmio energetico è richiesto che il
recuperatore sia ad alta efficienza e che l’involucro
edilizio abbia eccellente tenuta all’aria (UNI EN 13829),
ciò al fine di garantire che la maggior parte della portata
d’aria sia estratta attraverso lo scambiatore.
Ventilazione meccanica bilanciata
recuperatori statici
Ventilazione meccanica bilanciata:
recuperatori rotanti
Recuperatori con batterie accoppiate
Efficienza di ventilazione
Un aspetto fondamentale in un impianto di ventilazione
è la distribuzione dell'aria negli ambienti. Solo una
buona distribuzione dell'aria immessa garantisce la
voluta diluizione dei contaminanti.
La corretta distribuzione dell’aria negli ambienti può
essere valutata tramite l’efficienza di ventilazione εv.
Efficienza di ventilazione
Viene calcolata dalla misura delle concentrazioni di uno
degli inquinanti:
C j ,es C j ,e
v
C j ,m C j ,e
Cj,es = concentrazione dell'inquinante di riferimento j
all'estrazione,
Cj,e = concentrazione dell'inquinante di riferimento j
all'esterno e immessa,
Cj,m = concentrazione media dell'inquinante di riferimento j
nell'ambiente
Efficienza di ventilazione
Il valore assunto dall’efficienza di ventilazione è un indice della
qualità della distribuzione dell’aria immessa nell’ambiente, in
particolare per:
εv < 1 la distribuzione è carente, vi è un “cortocircuito”;
εv = 1 la distribuzione è buona, vi è perfetta miscelazione;
εv > 1 flusso a dislocamento (“displacement ventilation”).
Efficienza di ventilazione
Cortocircuito (εv < 1)
La Norma UNI EN 15251 propone tre criteri per il calcolo della
portata d’aria:
1) ventilazione richiesta per diluire i bioeffluenti e le emissioni dei
componenti dell'edificio;
2) ventilazione richiesta per persona o per metro quadro di
superficie;
3) ventilazione richiesta per mantenere un assegnato valore della
differenza di concentrazione di CO2 tra interno ed esterno.
Portata di ventilazione per edifici non residenziali
Secondo il primo criterio la portata d’aria di rinnovo è calcolabile dalla
relazione:
qtot= n⋅qp+ A⋅qB
qp = portata di aria per persona, l/s persona;
n = valore di progetto del numero di persone nell'ambiente;
qB = portata d’aria necessaria alla diluizione dei contaminanti dovuti
ai materiali, l/sm2;
A = area della superficie dell'ambiente, m2.
Portata di ventilazione per edifici non residenziali
Portata di ventilazione per edifici non residenziali
Valori raccomandati per la portata di aria di ventilazione, mediati da
quelli della Tabella B2 della UNI EN 15251, e le portate di riferimento
previste dalla UNI EN 13779.
Portata di ventilazione per edifici non residenziali
Per il secondo criterio la portata d’aria di rinnovo è calcolabile o
considerando gli occupanti dell’ambiente come unica fonte di
contaminazione, oppure assumendo i materiali come unica fonte di
inquinamento.
Portata di ventilazione per edifici non residenziali
Per la ventilazione in assenza di occupanti la Norma UNI EN 15251
prevede due possibilità:
il fermo della ventilazione e la sua riattivazione anticipata rispetto
all’inizio del periodo di occupazione, con un anticipo di tempo
rispetto all’inizio dell’utilizzazione dei locali sufficiente a garantire due
ricambi d’aria negli ambienti ventilati;
la ventilazione continua con portata ridotta che, in assenza di
disposizioni nazionali, dovrebbe essere compresa tra 0,1 l/s⋅m2 e 0,2
l/s⋅m2
Portata di ventilazione per edifici residenziali
Gli ambienti residenziali presentano, rispetto a quelli non residenziali,
una maggior variabilità delle possibili sorgenti d’inquinanti e della
intensità di emissione degli stessi.
Alcuni tra i parametri che possono variare in maniera non prevedibile
vi sono il tempo di occupazione dei locali, la presenza di fumatori e le
attività svolte negli ambienti (cucina, attività ricreative).
Per questi ambienti, la Norma UNI EN 15251 propone tre diversi criteri
di valutazione delle portate d’aria di ventilazione:
1) valutazione delle portate d’aria estratte dai locali di servizio;
2) numero di ricambi d’aria complessivo dell’unità abitativa;
3) ventilazione degli ambienti “nobili”.
Portata di ventilazione per edifici residenziali
Portata di ventilazione per edifici residenziali
Per la ventilazione in assenza di occupanti la Norma UNI EN 15251
raccomanda, se non esistono dispositivi nazionali, di utilizzare una
portata di ventilazione continua compresa nell’intervallo 0,05
l/s⋅m2 ÷ 0,1 l/s⋅m2.
Normativa
UNI EN 15251:2008. Criteri per la progettazione dell'ambiente interno e per la valutazione della
prestazione energetica degli edifici, in relazione alla qualità dell'aria interna, all'ambiente termico,
all'illuminazione e all'acustica
UNI 10339:1995. Impianti aeraulici al fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti. Regole
per la richiesta d'offerta, l'offerta, l'ordine e la fornitura.
UNI EN 13779:2008. Ventilazione degli edifici non residenziali ‐ Requisiti di prestazione per i sistemi di
ventilazione e di climatizzazione
UNI EN 12097:2007. Ventilazione negli edifici ‐ Rete delle condotte ‐ Requisiti relativi ai componenti
atti a facilitare la manutenzione delle reti delle condotte.
UNI EN 13465:2004. Ventilazione degli edifici ‐ Metodi di calcolo per la determinazione delle portate
d'aria negli edifici residenziali
UNI EN 15242:2008. Ventilazione degli edifici ‐ Metodi di calcolo per la determinazione delle portate
d'aria negli edifici, comprese le infiltrazioni
UNI EN 14134:2004. Ventilazione degli edifici ‐ Verifica delle prestazioni e controlli di installazione dei
sistemi di ventilazione residenziali
UNI EN 13829:2002. Prestazione termica degli edifici ‐ Determinazione della permeabilità all'aria
degli edifici ‐ Metodo di pressurizzazione mediante ventilatore
Normativa
UNI EN 13141‐1:2004. Ventilazione degli edifici ‐ Verifica delle prestazioni di componenti/ prodotti per la
ventilazione degli alloggi ‐ Dispositivi di diffusione dell'aria montati all'esterno e all'interno
UNI EN 13141‐2:2004. Ventilazione degli edifici ‐ Verifica della prestazione di componenti/ prodotti per
la ventilazione degli alloggi ‐ Bocchette per l'estrazione e l'immissione dell'aria
UNI EN 13141‐3:2004. Ventilazione degli edifici ‐ Verifica della prestazione di componenti/ prodotti per
la ventilazione degli alloggi ‐ Cappe per uso domestico
UNI EN 13141‐4:2004. Ventilazione degli edifici ‐ Verifica della prestazione di componenti/ prodotti per
la ventilazione degli alloggi ‐ Ventilatori utilizzati negli impianti di ventilazione degli alloggi
UNI EN 13141‐5:2005. Ventilazione degli edifici ‐ Verifica della prestazione di componenti/ prodotti per
la ventilazione degli alloggi ‐ Parte 5: Aspiratori statici e dispositivi di uscita in copertura
UNI EN 13141‐6:2004. Ventilazione degli edifici ‐ Verifica della prestazione di componenti/ prodotti per
la ventilazione degli alloggi ‐ Kit per impianti di estrazione per abitazioni unifamiliari
UNI EN 13141‐7:2004. Ventilazione degli edifici ‐ Verifica delle prestazioni di componenti/ prodotti per la
ventilazione degli alloggi ‐ Verifica delle prestazioni di unità di ventilazione meccanica di immissione ed
estrazione (compreso il recupero di calore) di impianti di ventilazione meccanica destinati ad abitazioni
unifamiliari
UNI EN 13141‐8:2008. Ventilazione degli edifici ‐ Verifica della prestazione di componenti/ prodotti per
la ventilazione degli alloggi ‐ Parte 8: Verifica delle prestazioni di unità di ventilazione meccanica di
immissione ed estrazione (compreso il recupero di calore) di impianti di ventilazione meccanica destinati
ad ambienti singoli
Normativa
ASHRAE 62.1: 2007
Ventilation for acceptable Indoor Air Quality
ASHRAE 62.2: 2003
Ventilation and acceptable Indoor Air Quality in low‐rise residential
buildings
ASHRAE 129:1997
Measuring air‐change effectiveness
ISOLAMENTO DELL’INVOLUCRO
POSSIBILI SOLUZIONI PER L’ISOLAMENTO DELLE PARETI OPACHE
QOP U j A j (Ti Te )
j
1
U
1 s 1
k Rn
hi k k n he
1/hi,e [m2K/W] resistenza termica unitaria dello strato liminare dell’aria
rispettivamente sulla superficie interna (i) e su quella esterna (e) della
parete
λ [W/mK] conducibilità termica dell’ k‐esimo strato di materiale omogeneo
s [m] spessore dell’ k‐esimo strato di materiale omogeneo
s/λ [m2K/W] resistenza termica unitaria dell’ k‐esimo strato piano omogeneo
R [m2K/W] resistenza termica dell’ n‐esimo strato di parete non omogeneo
(intercapedini d’aria, strutture eterogenee come i solai, etc.)
POSSIBILI SOLUZIONI PER L’ISOLAMENTO DELLE PARETI OPACHE
Classificazione dei materiali isolanti
• isolanti minerali – hanno come componente di base base
un minerale o una roccia minerale (fibre di vetro, perlite,
vermiculite, argilla espansa, fibre minerali).
• isolanti vegetali – hanno come componente base un
materiale di natura vegetale (pannelli in fibre di legno, il
sughero e la cellulosa).
• isolanti sintetici – sono costituiti da materie plastiche o
resine sintetiche (poliuretani, polistirene espanso o estruso,
polietilene estruso e le resine poliestere).
Caratteristiche principali degli isolanti termici
• Conduttività termica;
• Permeabilità al vapore;
• Resistenza agli agenti chimici e biologici;
• Comportamento al fuoco;
• Proprietà meccaniche;
• Stabilità dimensionale;
• Assorbimento d’acqua.
POSSIBILI SOLUZIONI PER L’ISOLAMENTO DELLE PARETI OPACHE
POSSIBILI INTERVENTI SU COPERTURE PIANE
• Isolamento esterno, tetto rovescio
• Isolamento esterno, tetto caldo
• Isolamento interno con controsoffitto isolato
• Isolamento interno con intonaco isolante
POSSIBILI INTERVENTI SU COPERTURE INCLINATE
• Isolamento esterno, tetto ventilato
• Isolamento esterno con lastre isolanti
• Isolamento interno con lastre isolanti
• Isolamento interno sull’ultimo solaio
• Isolamento interno con controsoffitto isolato
ISOLAMENTO PER COPERTURE ORIZZONTALI
Tetto isolato esternamente
il materiale isolante può essere posizionato sotto lo strato
impermeabile (tetto caldo) potendo raggiungere temperature
estive intorno ai 70 ÷ 80°C.
ISOLAMENTO PER COPERTURE ORIZZONTALI
In alternativa il materiale isolante può essere posizionato sopra lo
strato impermeabile proteggendolo dalle escursioni termiche
(tetto rovescio o freddo).
ISOLAMENTO PER COPERTURE ORIZZONTALI
Un particolare tetto rovescio è il tetto verde. La temperatura dell’isolante
non supera 30°C. L’utilizzo della vegetazione riduce la trasmissione del
calore attraverso: il maggior isolamento termico (isolante + terreno +
vegetazione), l’ombreggiamento, la riflessione della radiazione solare, la
riduzione degli scambi convettivi, la maggior inerzia termica del sistema
(sfasamento e attenuazione) e l’assorbimento di energia solare impiegata
per i processi traspiratori e fotosintetici. Il tetto verde estensivo non
prevede la pedonabilità quello intensivo è invece un vero e proprio giardino
ISOLAMENTO PER COPERTURE ORIZZONTALI
Tetto isolato internamente lastre di isolante (generalmente
polistirene) vincolate direttamente al solaio di copertura (può esaltare i
ponti termici)
ISOLAMENTO PER COPERTURE ORIZZONTALI
Controsoffitto isolato
posizionamento tra il vano utile e il tetto
di un controsoffitto isolato formato da
cartongesso + materiale isolante (lane
minerali, polistirolo, polistirene, lane/fibre
di legno, sughero, canapa, etc.)
I pannelli o materassini coibenti sono
incollati o semplicemente appoggiati al
controsoffitto
ISOLAMENTO PER COPERTURE INCLINATE
PARETI OPACHE VERTICALI
POSSIBILI INTERVENTI
• Isolamento esterno ‐ Applicazione di un opportuno strato d’isolante sulle
pareti esterne in modo da avvolgere completamente l’involucro edilizio senza
diminuire la superficie interna del fabbricato
• Riempimento delle intercapedini ‐ Consiste nel riempire le
intercapedini d’aria delle pareti perimetrali degli edifici con opportuni
materiali isolanti
• Isolamento interno ‐ Consiste nel fissare attraverso incollaggio (e/o
ancoraggio) dei pannelli di materiale isolante ignifugo sulle pareti interne
• Materiali isolanti ‐ la struttura è costituita da materiale basso conduttivo
ISOLAMENTO ESTERNO PER LE PARETI PERIMETRALI VERTICALI
ISOLAMENTO ESTERNO PER LE PARETI PERIMETRALI VERTICALI
ISOLAMENTO INTERNO PER LE PARETI PERIMETRALI VERTICALI
ISOLAMENTO INTERNO PER LE PARETI PERIMETRALI VERTICALI
Vantaggi:
• semplicità di posa in opera;
• convenienza nelle strutture edilizie destinate ad uso discontinuo (chiese,
cinema, sale riunioni), per le quali è importante un riscldamento rapido con
esclusione dell’inerzia termica della massa muraria;
• possibilità di applicazione in edifici esistenti.
Svantaggi:
• riduzione del volume interno;
• interferenza con le installazioni termiche, elettriche.
• esaltazione dei ponti termici:
• perdita di inerzia termica delle pareti in muratura con conseguente loro
raffreddamento e possibilità di feneomeni di condensa.
ISOLAMENTO PER LE PARETI PERIMETRALI VERTICALI
ISOLAMENTO PER LE PARETI PERIMETRALI VERTICALI
BLOCCHI ISOLANTI PER PARETI PERIMETRALI VERTICALI
ISOLAMENTO PER LE PARETI PERIMETRALI VERTICALI
ISOLAMENTO ESTERNO
ISOLAMENTO INTERNO
ACCOPPIAMENTO ISOLAMENTO‐PONTE TERMICO
RIEMPIMENTO DELLE INTERCAPEDINI
TRASMITTANZE PER I DIVISORI (DM 26/06/2015)
Isolamento termico dei divisori orizzontali interpiano con limite di
trasmittanza termica U≤0,8 W/m2K, valido per tutte le zone
climatiche italiane.
TRASMITTANZE PER LE FINESTRE
Per gli edifici di NUOVA COSTRUZIONE e quelli soggetti a RISTRUTTURAZIONE
IMPORTANTE DI 1° LIVELLO (interventi che interessano l’involucro edilizio con un
incidenza superiore al 50 % della superficie disperdente lorda complessiva
dell’edificio) sono di riferimento la tabella 4 (limiti Uw) e 5 (fattore solare g)
dell’Appendice A.
Tuttavia la normativa tiene conto di un calcolo della prestazione energetica complessiva dell’edificio pertanto è
possibile riequilibrare le prestazioni dei diversi componenti. Esempio: se l’infisso ha un Uw superiore a quello
della Tabella 4, è possibile compensare tale mancata prestazione migliorando, ad esempio, le chiusure opache
verticali.
Gli edifici sottoposti a RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA (che hanno un impatto sulla
prestazione energetica dell’edificio) e RISTRUTTURAZIONE IMPORTANTE DI 2° LIVELLO
(interventi che interessano l’involucro edilizio con un incidenza superiore al 25% e
comunque inferiore al 50% della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio)
fanno riferimento alla Tabella 4 e 5 dell’Appendice B.
TRASMITTANZE PER LE FINESTRE
TRASMITTANZE PER LE FINESTRE
Trasmittanza per le vetrate
1
U
1
1
d g ,k
Rn
hi g ,k he
k n
1/hi,e [m2K/W] resistenza termica unitaria dello strato liminare dell’aria
rispettivamente sulla superficie interna (i) e su quella esterna (e) della
vetrata
λg [W/mK] conducibilità termica del k‐esimo strato di vetro
dg [m] spessore del k‐esimo strato di vetro
d/λ [m2K/W] resistenza termica unitaria del k‐esimo strato di vetro
R [m2K/W] resistenza termica dell’ n‐esima intercapedine della
vetrocamera
RADIAZIONE INCIDENTE, RIFLESSIONE, ASSORBIMENTO E TRASMISSIONE
TRASMITTANZE PER LE FINESTRE
Proprietà fisiche dei gas utilizzati all’interno delle vetrocamere
TRASMITTANZE PER LE FINESTRE
VETRATE SPECIALI
Vetro normale chiaro da 6 mm
VETRATE SPECIALI
Trattamento superficiale (coating):
1. Pirolitico – si sfruttano le elevate temperature per fissare lo strato di
trattamento;
2. Magnetronico – si formano depositi metallici in diversi strati superficiali con la
tecnica della ionizzazione sottovuoto. Sono meno delicati dei vetri pirolitici
tanto da essere a diretto contatto con l’esterno.
VETRATE SPECIALI
VETRATE SPECIALI
VETRATE SPECIALI
VETRATE SPECIALI
VETRATE SPECIALI
VETRATE SPECIALI
VETRATE SPECIALI
VETRATE SPECIALI
La trasmittanza globale della finestra va calcolata come trasmittanza
media ponderata rispetto alle aree effettive del vetro Ag [m2] e del telaio
Af [m2]. Per i serramenti con vetro singolo si ha:
AgUg Af Uf
UW
Ag Af
Per i serramenti con doppio vetro bisogna tener conto della
trasmissione del calore dovuta ai distanziatori posti tra i due vetri in
corrispondenza del telaio
AgUg Af Uf l g g
UW
Ag Af
Telai per finestra
Infissi a Taglio termico
Infissi con triplo vetro e isolante
Isolamento con pellicole protettive
Si possono usare quando non è possibile o conveniente sostituire l’intero serramento o il
singolo vetro.
Le pellicole antisolari sono realizzate in poliestere adesivo e alluminio vaporizzato.
Eliminano quasi completamente le radiazione ultraviolette e di quasi la metà quelle
nell’infrarosso.
Rilievo termografico ‐ dispersione termica dai cassonetti
Isolamento del sottofinestra
Si pone in opera un pannello isolante con barriera al vapore, lascandolo in vista qualora
nel vano vada alloggiato un radiatore o si inserisce un pannello in cartongesso o tavolato
in tavelle.
Come tutti gli isolamenti dall’interno ha il limite di non eliminare i ponti termici
strutturali.
CASSONETTI
SCHERMI SOLARI
DM 26/06/2015
Dal 1° ottobre 2015, ai sensi del Decreto, è obbligatorio, per gli interventi di
ristrutturazione di secondo livello e per gli interventi di riqualificazione energetica
che i componenti finestrati in presenza di una schermatura mobile rispettino il
limite di 0,35 del fattore di trasmissione solare totale ggl+sh che deve essere
inferiore o uguale a 0,35.
SCHERMI SOLARI ESTERNI
SCHERMI SOLARI INTERNI
PONTI TERMICI
I ponti termici nelle costruzioni edilizie producono una modifica
del flusso termico e una modifica della temperatura superficiale;
possono dar luogo a basse temperature superficiali con rischio di
condensazione e creazione di muffe. I ponti termici, inoltre,
aumentano il valore della potenza dispersa.
PONTI TERMICI ‐ MARCIAPIEDE
PONTI TERMICI ‐ TERRAZZO
PONTI TERMICI ‐ TETTO
ARCHITETTURA BIOCLIMATICA
VENTILAZIONE NATURALE
D.Lgs. n. 311/06 (all. I, comma 9):
per nuove costruzioni o significative ristrutturazioni o ampliamenti di tutte
le tipologie d’edificio (tranne edifici sportivi e industrie) verificare che
siano sfruttate al meglio le condizioni ambientali esterne e le
caratteristiche distributive dell’edificio per ottimizzare la ventilazione
naturale.
INSEDIAMENTO INDIANO DI MESA VERDE IN COLORADO
inverno estate
Insediamento risalente al 1200 dC. Le
costruzioni sono edificate in un incasso
nella roccia ed esposte a sud in modo da
risultare al riparo dai raggi solari in estate
ma colpite da questi in inverno.
LE TORRI IRANIANE
SISTEMI SOLARI ATTIVI E PASSIVI
Sistemi passivi – sono i dispositivi, accorgimenti, e criteri costruttivi finalizzati
al riscaldamento, raffrescamento e climatizzazione degli edifici mediante
l’apporto gratuito del sole e delle possibili risorse del microclima locale, senza
l’ausilio di mezzi meccanici alimentati con fonti esogene di distribuzione
dell’energia.
Sistemi attivi – sono impianti tecnologici in cui il trasferimento di energia dal
sole avviene con l’ausilio di componenti che richiedono una alimentazione
esogena.
SISTEMI SOLARI PASSIVI
CAMINI SOLARI
PARETE VENTILATA
PARETE VENTILATA
RISCALDAMENTO PASSIVO
EFFETTO SERRA
La radiazione solare
attraversa il vetro che è
trasparente alle radiazioni
luminose ma risulta opaco a
quelle termiche.
CLASSIFICAZIONE
Sistemi a guadagno diretto
Sistemi a guadagno semidiretto
(serra)
Sistemi a guadagno indiretto
(muro ad accumulo, muro di Trombe,
sistema a termosifone)
IL MURO DI TROMBE
La massa di accumulo è costituita da
una parete pesante, di colore scuro
separata dalla vetrata esterna da
un’intercapedine d’aria.
Il calore ottenuto dalla radiazione
solare viene in parte trasmesso
verso l’interno per conduzione
attraverso la parete d’accumulo, in
parte per convezione attraverso le
aperture poste in alto e in basso
della parete.
SISTEMA A TERMOSIFONE
L’aria calda è fornita allo spazio abitato attraverso un circuito convettivo
naturale che si ottiene attraverso apposite canalizzazioni sui muri e i solai.
LA SERRA
E’ uno spazio cuscinetto tra l’ambiente interno e quello esterno. Combina le
caratteristiche del guadagno diretto (massima efficacia) con quelle del muro ad
accumulo (miglior controllo degli apporti termici).
RAFFRESCAMENTO PASSIVO
• riduzione del carico termico proveniente dall’ambiente esterno;
• smaltimento del calore accumulato
SISTEMI CON VENTILAZIONE
Sistemi con ventilazione incrociata
Questo sistema è efficace nei climi caldo umidi o temperati con ventosità
estiva moderata o alta, quando sia necessario minimizzare il disagio fisiologico
dovuto all'elevata umidità ed agevolare la dispersione corporea per convezione.
La ventilazione incrociata consente un numero di ricambi orari dell'aria
ambientale compreso tra 8 e 20, a seconda della forza del vento.
SISTEMI CON VENTILAZIONE
Sistemi a effetto camino
SISTEMI CON VENTILAZIONE
Aspiratori statici
SISTEMI CON VENTILAZIONE
Torre del vento
Torre evaporativa
Principali fonti:
A. Andreozzi, Le prestazioni energetiche dei componenti dell’involucro edilizio, Corso di formazione
ANEA, aprile 2008, Napoli.
A. Carotenuto, F. Cascetta, A. Cesarano, O. Manca, Fondamenti di termofisica dell’edificio, Edizioni
EDISU, 1995.
R. Cacciapuoti, Le applicazioni delle risorse rinnovabili in edilizia soluzioni progettuali bioclimatiche,
Corso di formazione ANEA, aprile 2008, Napoli.
A. Magrini e D. Ena, Tecnologie solari attive e passive, EPC Libri, quaderni per la progettazione, 2008.
A. Palombo, Efficienza energetica dell'involucro edilizio ‐ Le prestazioni energetiche dei componenti
dell’involucro ‐ Soluzioni progettuali e costruttive per il miglioramento dell’efficienza
dell’involucro, Corso di formazione ANEA, aprile 2008, Napoli.
G. Riccio, La ventilazione meccanica controllata, il recupero di calore e il concetto di comfort abitativo,
Corso di formazione ANEA, aprile 2008, Napoli.
N. Rossi, Manuale del termotecnico, Editore Ulrico Hoepli, 2009.