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Acerca de este libro

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VVLGARLZZATA. -
ET SPOSTA
Per quouíco Caſtcluctro.

K zſi K I? ..x K.›^,

Stampata‘ in Vícñnä d’Auſtría , per Gafimr


ñ StainhoſerJ’anno del Signore .
M. D. L X X.
ALſſFELICÎSſiSIMO ET_
SAVISSIMO PRINCIPE MASS/I‘M[
LIANO IL sECONDo; 1MI>ER`AT0Ki'.` DE'
'ROMANI, RE DI GERMANIA, D’VNGARIA.;
DI BCE-MIA, DI DALMATIA, DI CROA
TI^,&c. ARClDVCA 1)’ivi'VS'1‘RImöc'c.` .' -
,"sIGNonn svo BENI- "`
.GNLSSIMO.

'i, ` ,Principe
Imperiale, Sealtezza
la S. M.del
V. da quella
ſupremo
grado delle coſe mon dane , alla
quale non‘ meno per gli ſuoi meriti
l grandiſí'simhöc për lîſuc virtu fin_—
’ .a o ari sime che e uoi ma iori
gol fauorc diuino è ſtara clääata,
degncra mai la ſua buona mcrcè,o le ſara conccduto agio
tra tante 8C tali occupationi,tra quante , 8c quali ſi truoua
di continuo per proucderc,8c per ſoucnirc a biſogni,&.a
difetti de popoli, 8c delle nationi tutte del mondo Chri
ſtiano d’opportuni rimedi di leggi,& d’armi,di riuolgerc
a baffo, gliocchi per riguardare per ſe , o per alcuno dc
ſuoi intendenti Icttcrati,dc quali al ſuo ſcruigio n’ha gran
douitia, l’humile e’l pic`ciolo dono , che io hora con ogni
debita diuotionc 8C riucrcnza lc fo della poetica del va
lentiſsimo philoſopho Ariſtotele vulgarizzata, 8c ſpoſta
da mc in ſegno 8c in dimoſtrationc della gratitudine del
l‘anim o mio & della ricohoſcëza del bcñeficio fatto dalla
ſomma 8c incffabilc corteſia ſua-a mio fratello 8c a me,CfiG
i A.ií. cſſcpdo
'eſſefldo noi ſoprapreſi 8c combattutí da fieroöc fbrflmo
ſo temporale cihabbia prcſtato luogo lbttol’ombra della
gratioſa 8c potente protettionc ſua da poterui-ci ritrarre
8C riparare quaſi in tranquillo 8( ſicuro porto in.- fino a
tanto che ſoprauenga tempo mi liore, potra chiaramente
{e io non m’in’ganno, com renäerc che ueſta mia fatica
qualunque ella fi fia non è cl tutto ſuper ua o vana per:
cheKAueroe i_l gran commentatore Ariſtotelico poncſſc
mano a queſta operetta interprctádola, o perche Giorgio’
Valla prima , 8c Aleſſandro Pazzi poi perſone lettcratc ‘
fa recaſſero di greco in latino, o perche Franceſco Ro
bertello,& Vincenzo Maggio , 86 Pietro Vittorio Luo
mini forniti di ſottile ingegno,& di varia dottrina tuner
tre ſucceſsiuamcnte
lſpoſitioni l’vno dopo
lunghe commentata 8c l’altro ſlk-abbiano
illuminata 8c alcunocon
di ſ
l‘oro anchora larinizzata , &Bernardo Segni con chioſi:
brieni didiiarata 6C inſieme. vulgarizzata. Perciochc a
queſti corali valenthuomini con tutto illoroperſpicace
agume della‘mcmc,& con tutto il l'oro gran ſapere perle
loro dichiaratìonio dìffilſe o riffrettc non èpotuto venir i
fatto di rimuouer tutte le difficulta, 8C di rëderpiani tutti:
ìpaſsi forti, d’iche è abondcuole molto & ripieno queſto
/
libretto in guiſa che ſenza rifare i0- quello che efii hanno'
'fatto, 8c ſenza ridire io quello che eſsi hanno detto m'è
teſtato che fare , 8C che dire , 8C donc effircitare Ic forze
del debile miointcllctto. Le quali io conoſco,& confeſiö
non eſſere taliv chei’o habbia potuto ageuolare tutte lc
difficolta 8c appianarc tutti i paſsî forti tralaſciari da
Jom” tentati inda rno. Pctcfic non fili-eb be marauìçlia ſe
a coloro che dopo-me ſ1'metterai-modi nuovo a nueffa im?
preſa le alcuni perauentura di nuouo viſi metteranno non‘
micaſſe materia done impiegare &far con lode apparerc
k’náufirìa
la'nduſh-ìa loro & Ia diligenza. Si come medcſimamente
a (j di coſtoro che l’hanno traslatata in latino o in volgare ì
nö è potuto venir fatto dì traslatarla coſi bene 8c in guiſa,
che traslacione piu fedele 8c piu accoſtanteſi alla verita
del ſenſo delle parole reche in molti luoghi , 8c con piu
chiarezza non ſi pote efare. [aqua] coſa io non afferma
che traslatandola dinuouo habbia fatta'. Ma il lettore in—
tendente & non aſsionato ſe confrontera _la mia' trasla—
tione con quelle (figlialtri, otra di leggiere far giucſicio
comelacoſà ſtea. Iononlaſfiero di dire che doue la’nten
rione de íòpradetti interpreti èprincipalmëte indirizzata
a dichiarare le parole del teſto Ariſtorelico,& a ritroua.
re luoghi in altri autori per dar luce 8c notitia maggiore
dell’hiſtorie, 8C delle fauole 8c delle coſe antiche non lla
Pute a queſti di da ognuno communeinente rocche 8c tra.
non‘ffefauecllando eſsi dell’arte
in ueſtovolumetto poetica ſe nondapoco
accidentalmente 8c le -
Ariſtotele,

giermëtejo Enza tralaſciare punto la dichiaratione de e


parole,& ſpetialmëte di qlle che non miſbno parutc eſſe.
re ſtate conuéneuolmeme da glialtri dichiarate , 8c _ſenza
riſparmiare l'autorita degli altri ſcrittori per fare intenó,
d'ere l’hiſtoríe 8c le fauole,& l’altre coſe oſcure ſcritte da
/Ariſtotele quáto ho giudicato far biſo no ho tentato, 8C
forſe con piu ardore d'animo che con elicita d'effitto,dì~
far manifeſta l’arte Poetica non ſolamente moſtrando (SC
aprëdo quello che e ſtato laſciato ſcritto in queſte poche
carte da quel ſommo philoíöpho , ma quelloanchora che
doueua o poreua eflîre ſcritto per vrilita piena di coloro
v che voleſſero ſa ere come fl debba fare a' comporre bene
oemì,& a giudîcare dirittamëte ſei compoſtihabbianov
íaaueçfuto che qmſäolibretto
quello che d‘eono hguere o no. fiaGun-cio
vna primaforma
lia cola* cherozm,
i0

’ x Ajiîi.. iÎnPcrfcſ-KB
împerfetta,& non polîta_,dell'arte poetica la nale èverl
ſimile che l’autore conſeruaſië perche ſerui e in luogo di
raccolta d’inſegnamëri 8C di brieui memorie per paterle
'hauere preſte uan do voleſſe compilare 8c ordinarel’art’:
'intera ſi cofneîece poì,öc come è da credere compiuta,&
*limata 8C degna del miracoloſo ſuo intellettóLaquale arte
intera per ingiuria fattaci dal tempo nonè peruanuta a
noſtra notìtia. Diche glialtri ſpoſitori ſenza entrare in
altro riguardamëto non aueggendoſi,& credendo queſta ‘
operetta eſſere quella che non è fi ſono contentati di ſpie;
.gare quello che ſolamente v’háno trouato ſcrittoLaonde
potra chiaramëte la S. M. V. comprendere che queſta mia
fatica 'non ſolamente non è ſuperflua o vana perche altri
habbia commentata queſta operetta,o traslatatà ſecondo
che ho detto ma potra anche-ra comprendere che poteſſe
in certo modo pertcnere al ſcrui i0 di quella. L’attionì
della quale 8C de ſuoi maggiori per ſe auanzando di
Zan lunga tutte quelle deglialtri huomìnì di magnificëza
di gloria 8c per lo grado altiſsimo 8C porentiſsimo di
nobilta & di ſignoria delle perſonc,dalle quali ſono ſtatc
' operate,ſono ſoggetto, & materia pari 8C conuencuolea
quella parte di poeſia conla qualcſi cantano &ſí celebra:`
no le ſopra bumane opcratìoni de ſemidei,della qual parte
Principalmente 8c ſpecialmente fi tratta 8C ſi diſpura nel
preſente libretto, delle quali ſue attìoni molti cleuatî iñ
gegni hanno inſinoa qui poetato 8t poetano tutta via , 6C
poeteranno per l’auenire,& Perauenlera non ſem za‘ alcun
pro procedente dalla lettura di queſta mia ſpoſitìonc. Il
'che non hauendo ardir di ſperar tanto deſidero che fia.
Ma perche tra l’altre molte ſingolari doti , 8C gior-joſe,
delle quali non altramëtc che il cielo èadornato dilucide
ſtcllc,èprivilegiata 8c riſplende la S. M. V. è veramente
a ñ marauìgljoü
maraùiglîoſa quella piena conoſcenza 8c notìtia che ba
delle diuerlë &molte lingue,& ſpecialmente dell’idioma
Italian0,col quale fauella coſi puramëte,& coli vàgamëtc
che aſſai chiaro appare che non v’habbia poſto meno ſtuñ’
dio,che in alcuno deglialtrime che meno i pregi,& l’ami,
che alcuno de lialtti,io m’induco ragioneuolmente a cre.
dere che queſäë mia fatica non debba cffirlc punto meno
gradoſa perche fia ſtata dettata in queſta lingua piu toſto
che in alcuna altra, &poi che non dec unto cſſeí‘ men
' ratiofi alla S. M. V( perche ſia ſtata (fidata in queſta
ñngua,alla quale è indirizzata, donata, 8c conſacrata , a
me altreſinon dee eíIère punto diſcaro l’haueruela dettata
E er’queſto maſsimamëtcfi erche io mi do adintëdere
d’Eaucr fatto cio in queſta lingua alquanto meno male,
nella quale non niego d’hauerc ſpeſo qual che tempo per:
impararla,& per auanzarmi alquanto in ella, & d’haueruì
anchora ſcritta alcuna volta alcuna coſetta,chenö haurei
fitto in vn altra doue fo ſsi meno cſſcrcitato , 8C pgr poco
ſcrittore nuouo. Senza che io ho indicato che queſta
folle opportunita conueneuole 8c a non tralaſciare da
fare vna Volta eſperiëza, il che da niuno infino a qui non
pare cheſia ſtato tentat0,ſe folle poſsibile che con le voci
proprie 8c naturali di queſta lingua ſi poteſſono fare ve.
dere & paleſi-are altri concetti della mente noſtra che
d'amore,&di coſe leggiereöqpopolari,&ſi poteſſe ragio
nare 8c trattar d’arti , 8c di ottrinc 8C di coſe grani 8t
nobili ſenza bruttare , 8c contaminar la purita ſua con
la’mmondi tia delle voci barbere, 8c ſcolafficheìöc ſenza
variare 8c alterarla fimplicita ſua con la miſtura delle voci
' rechc 8c latine, quando la neceſsita non ci coſtringea
ärcio acciochc riconoſcendoſi 1-1 ſufficienza c’l valore di
queſta lingua anchora in qucſtapartcnon reſti priua piu
lungamente‘
lungamente della debita ſua lode. Laziale eſperienza ſe
non parta cſſcre ſtata fatta indarno, non diſpiacera a
tutti,io mi tetto pienamëtc apäiagato,& ſodisfatto d’ogni
opera che v'habbìa mefià, & ’ogni diligenza che v’hab
bia vſata. Et täto voglio che mi baſtihauer detto intorno
a queſta mia fatica ,alla quale mi rendo ccrtiſsiino nonfi
ſcemera punto di gratia appreſſo coloro che la leggcräno
perche orti ſegnato in fronte il glorioſo nome imperiale,
6c ſi P11 lichì 8c eſca in luce come dono hu‘miliſsimo 8C
mal conuenientc fatto allÎaltiſsima S. M. V. Per laqualc io
pricgo la diuina bonta affettuoſamente &ardentemente i]
piu che ſ0 8C poſſo che non pure la conſeruì 8C mantenga
nello ſtato grandc,tranquillo, 8C felice, nel quale al pre
ſente ſi truoua ma le doni 8c conccda anchora maggio:
grandezza , tranquillita , 8( fclicìta,nella cui buona gra.
tia humilìſsìmamentc raccommandandomi con ogni
diuota rinercnza le baſcio la potentiſsi
ma 8C cortcſiſsima
mano.

Di. V. S. M.

Humìlíſsìmó &fcdclìſsîmo ſckuitore ’


- Lodovico Caſtcluçtro.
-.
. I
INCOMINCIA LA PRIMA PARTE PRINGL
PALE DELLA PO ETI C A D' ARISTO
TELE VVLflARIZZATA, ET
ſpoſta,diuiſa in noue particellemella
quale ſi dice,che coſa ſia poez
ſiain generale, 8( in
7 iſpetíale.

PARTlCELLA PRlMA. Arlzro‘rsAoYz


‘ un” notai-LKR:.

; l l Eçi ozimdsjwis *una 1-854 M55 &JTFS’g'TI'K J‘v’ultlç ‘agata îxaflù u


n56 J‘u mis-«35 'rails ”i‘m a aim” mir-Ss 'l'etica i mind”. ‘{fl 5 in m'dop c*
”ù mi” îsi …flow-‘aole 5' ”Ptin ;ZN Envy-,ida flîs ?tv-ris 7;: m0o” a
d‘armi) GW ?rei-5mm un) Qliflcl ‘m’önp Sarà 15‘; nyc-img. ,. fl
CON TENEN ZA. Titolo,& propoſitione.
VVL GA RIZZA MEN TO. LlBRO DELLA POE- a
TICAD’ARISTOTELE. u
Della poetica,& d’eſlä,& delle ſpecie d'eſſa, quale forza ciaſcuna ha, u
6t come biſogna conſtltuirſi le ſauole, ſe dee ſtar bene la poeſia , 8t cc
appreſſo di quante. 6t di quali particelle ècompoſta , 8c ſimilmente cc
dell’altre coſe,le quali pertengono ad vna ſtcſſa via d ’inſegnamento, u
' ra, ioniamo cominciando ſecondo na tura prima dalle prime coſe. (e
S O S I TI O N E. Prima che diciamo coſa niuna appertenente
alla ſpoſitione delle coſe contenute nel libro della poetica d’Ariſtote
le,che ci habbiamo propoſto auanti da interpretare ſecondo qUel lu:
me,clÎe ci ſara preſtato dalla benignita diuina in tan'te tenebre , 8c
oſcurita,dallequali,ſecondo che a me pare,non è eſſo libro anchora
- fiato liberato/,non liauen'do le lunghe, 8( molte dichiarationi ſcritte
nel preſente ſecolo da piu valenthuomini intorno ad eſſo potuto illu
minarlo ſe non in picciola parte , non ſara male che noi veggiamo,
ſe il preſente volume fia il primo , o pure l’Vno de tre libri del:
l'arte de poeti ,che Pietro Vittorio afferma Ariſtotele hauere ſcritti,
o il ſrimo o pure l’uno de (ll)(',(`lëf Diogene Laertio ſcriue lui hauer
:Ou-Poſti mgl ”gnam-'au ris muniti’: AN” cio ètlella'mpreſadell’arz
‘ v B te poetica
te poetica,o quello rno che il predetto Diogene pure ſtriue lui Im
nere compoſto,& intitolato coſi 73(- mune-’chic è Degli’nſegnamenti
poetici,o ſe pure fia niuno di queſtiHora noi non ci polèiamo a par
~~ tito niuno del mondo_ laſciare indurre a credere,che quello volume
ſia il primo,o pure l’vno de tre libri dell'arte de poeti ſeguendo l’au:
torita di Pietro VittOrio hauendo noi per coſtante , che Ariſtotele
non habbia mai ſcritti i tre predetti libri,concioſia coſa che Diogene
Laertio, ſe egli gli haueſſe ſcritti, n’liaurebbe fatta mentione nella
vita d’Ariflotele-,ficome fa degli altri appertenenti a queſta arte.
Ne poſsiamo reputare eſſere coſa vera ,che eſſo Diogene nella vita
di Socrate produca la teſtimonnianza in mezzo de tre predetti libri.
altramente manifcſterebbe ſe eſſere fiato vno ſmemOra to in iſcriue:
re il racconto de libri Ariſtotelici, che non haueſlè fatto ricordo
niuno de tre ſopradetti libri.Ma dobbiamo hauere er coſa CEſl’iſSi:
ma,che egli nella predetta vita di‘ Socrate addüca a teſtimonianza
‘ non de trelibri dell’artecl‘e poeti,m‘a de tre libri 'depoetixioè de tre
libri röp mmröp d’Ariſtotele , liquali teſtimonia eſſoLaertio lui hauer
compilati-na” ando la ſua vita,& habbiamo aſſai certo ſegnale la co:
ſa ſtar coſi,poiche egli adduce l’autorita di que libri per prouare che
vn certo Antiolocho da Lemno, & AntiplÎQnte lo ſpeculaxore delle
coſe monſtruoſe ſi dimoſtrarono nemici di Socrate nella guiſa, che
altri ſi dimoſh‘arono a Pithagora ,ad Homero,.ad Heſiodo,a Tha:
- [cet-,al Bianca , a Pittaco,ad Anaſſagora, 8( aSimonide- Il che è coſa
toccante, ſi come appare,la vita,ei coſtumi di que due-,ſecondo che
ci dobbiamo imaginarepoeti, & non coſa appertenente ad inſegna
menti,& ad artificio di poeſia , di cui ragionenolmente fi dee iauel:
lare ne libri di coſiFatta arte. Sl come parimente Plutarcllo adduce
la teſtimoniíza nella vita d’Homero de tre predetti libri de poe’tid'A
riſtotele, & non nella de tre libri dell’arte de poeti imaginati_ da
Pietro Vittorio. (La qual coſa è vie piu che manifi:ſta,concioſia co:
fa che Ariſtotelc nel luogo allegato non ragioni .d’Homero ſe non
come ſoſſe eonceputo,& na ſccſſc,& viueſſe parte della ſua vita, cio
è di coſe molto lontane dall’arte de poeti. Ma l’errore,ehe è ſcorſo
nella vita d’Honíero compoſta da Plutarcho,& nella vita di Sacra:
te compoſta da Diogene Laertio in queſta guiſa mgio’mnflxís quando
fi doueua ſtampare o ſcriuere ”agi Wim-Zip ha data cagione a PietroVít
t0rio di commettere queſto altro errOreNon è adunquc queſtolibro
il primo, ulÎvno de tre allegati da Plutarcho nella vita d’Homero,
ne da Diogene nella-vita di Sache ,ne portiamo percio opinioni;
. c
2
cbe ſia il primo,o l’vno de due della'mprelà dell'arte poetica , di clic
nel racconto de libri d’Ariſtotele nella vita di lui fa Laercio memoria
ſecondo che crede Franceſco Robertellgſii perche non appare che la
materia di qucſto libro llabbia riguardo amateria di libroáèguentep
paſſato,quantunque il predetto Franceſco con alcuno altrolpoſitore
creda altramentefi perche An'ſtotele,die nella ritorica piu volte , 8:
nel reggimento ublico vm volta ‘ſi rimette a quello,che è ſtatodetto
da lui ne libri de la poetica,non viſi rimette mai per coſa,cl1e non ſia
trattata m quello [ihr-0,0 almëo non vi ſia illuogo doue doueſſe eſſe
re tratta ta,& ſarebbe pur gran marauiglia,che ſempre gli folle menu
eo a rimetteruiſi per coſa,clie foſſe ſolamente in vn libro, &non mau'
nell'altro.Ma maggior marauiglia ſarebbe,cl!e ſi foſſe rimeſſoper piu ‘
piena inſcrma rione a libro,nel quale haueſſe trattate le materie,coſi
oſsiamo direámperfettamentefl coſi conſuſamente come ha ſarto
m queſtoNe ci laſcieremo tirare con tutto cio ad imaginare che que:
Ro ſia quello vno ſolo libro,cl1e dice Laertio lui liauer fatto degli'nſe
gnamentip0etici,perciocl1e il preſente volume ha‘ ici-ma 8c appa:
ſenza d'arte,& non diſimplice raccolta d'alcuni inſegnamenti non
figniflcando altro la voce '-nì uma-mia che ma fimplice raccolta d'in
[Egnamenti poetici non diſtinti ne ordinati ſecondo arte , ſi come
poco appreſſo moflreremo. Et ſecondo che ſi’ comprende aperta:
mente dalle parole d'eſſo Ariſtotele nella ricarica , & nel re imenñ
to ublico,la materia , che lì conteneva ne due libri, a qua iſenza
du bio ſi rimetteua Ariſtotele, della’mpreſa dell’arte poetica non
era punto diuerſa da quella , che e‘ richiuſa in queſto , ben che ci ſia
richiulafi come dobbiamo penſare , con piu ſtrettezza ,6t con mea'
no difiintione, 6t cOn non tanto continuato ordine. Perche veri:
ſimilmente noi ci poſsiamo fare a credere , che queſto libro- foſſe
vna prima Forma rom, 8t non polita dell’arte poetica ,che inten:
deſſe di ſare da prima Ariſtotele , la quale poi non ſodisſacendogli
pienamente ltaueſlè ritenuta &conſci-nata pei-clic gli ſoſſe in luogo
‘d’vn raccoglimcnto di materia , 8( d’appareccliio da potere p0:
ſcia adoperare a comporre i libri della’mpreſa dell' arte poetica.
Laontle anchor: ſi vede che fa iu giunte alle coſe prima dette
in luo o alcuna volta molto dilîante , ne conueneuole , ripo
nendoeegliin quello libio ſecondo che a lui vcniuano in mente,
o ſludiando egli i libri altrui trouaua di di in di , & percio turbando
in parte quello ordme, che è richieſto ad "arte perfetta , 81 compiuta
facendo che nel procedere auantì in iſponcndo moflreremo a ſuoi
‘ B z luoghi,
luogbíNe dee parere aniuno quella,clie io dico , coſa flra na,& ſon,
tana dal vero,ſe preſtiamo fede ad Ammonio ſpoſitore de predica:
menti d'Ariſtotele ,che dice coſa non diſsimile,cio èche gliantichi, *
tra quali comprende Ariſtotele,domandano que libri Memorie , li:
quali eſsi per poterſi ricordare delle coſe ſcriueuano a ſeſteſsi , con
cioſia coſa che haueſſono in coſtume quando leggeuano i libri de
verchidi raccogliere le ſentenze loro ſopra ciaſcuna coſa , & ap
preſſo di ſcriuere gli argomenti ,con li quali prouauano quelle. Ne
ſolamente facevano cio,ma notauano anchora quelle coſe , che eſsí
ſtimauano Eſſere vere per non dimenticarſele , accioche haueſſono
preſte l’opinioni de li antichi, 8t le loro,ſe aueniua, che doueſſono
comporre alcuno li ro d'alcuna coſa. Adunque dall’appreſlamento
delle coſe compreſe in quello libro,& forſe da altre anchora dobbia:
mo llimare,che Ariſtotele poi diſponendole meglio , 8t allogandole
la doue ſ1 conueniua, 8t rallargandole piu teſſe-[lei due volumi no:
minatiìda Laertio della’mpreſa dell’arte poetica. Li quali inſieme
con quello vno degli’nſegnamenti poetici, 8t con molte altre opere
digniſsime di quello autore non ſono ,che che ſene ſia ſlata la cagio:
ne,peruenuti a noſtri tempi con grandiſsimo danno degli’ngegni
humani deſideroſi d’imparare , 8; ſpetialmente d’auanzarfi negli~
fludi gratioſi di poeſia. Li quali non dinieno nella perdita di tanti 8c
coſi pretioſx teſori di quello ſoprahumano intelletto hanno conſoli:
doſi da ringratiare non mezzmamente la prouidencia diuina , che
habbia fatta lo ro grati a di conſeruare infino alla preſente eta quello
picciololibretto,qualunque egli ſi ſia , poi che c‘ ’tale ,che ſolo puo
porgere piu aiutozpure che fia inteſo,a comporre conueneuolmen
te,o a giudicare dirittamente i poemi compoſti, che tutti ilibri ,che
non ſonomiga pochi , ne il piu di loro piccioli , di tutti gli al:
tri huomini, li quali in tutti i ſecoli , 8t in tutte le lingue hanno
meſſo mano a volere inſegnare queſta arte , anchora che fi truo:
nino alcuni reputati letterati, che niegano quello libretto eſſere
d’Ariſtoteleme vogliano che ſia d’vtilita niuna alla poeſia moſtrans
do nel vero d’eſſer poco forniti di buon giudicio,ne molto eſſerci:
tati nella conoſcenza degli ſcritti AriſlotL-liciNe ſi penſi alcuno , che
ioſia coſi paſsionato ſlimatoredelle debili forze del mio ingegno,che
io midea adintendere d’intendere pienamente quello oſcuriſsimo
’librettop con la mia ſpoſitioned’operare,che altri pienamente lo
debba intendere-,quantunque i0 mi ſia meſſo dopo tanti 8t tall in:
terpreti a farla ſperando the altri 'nOn la giudichera deltuttoſeſſere
uper:
3
ſuperflua non ſolamente erthe per lei s’ageuoleranno , (è io non
m'inganno, alcuni pal'si orti tralaſciati da gli altri , o nOn a fuſti:
cienza appianati , ma pere-lie ancliora per lei ſi potrebbe deſtare alcu
no buono intellerto , veggendo con l’eſſempio ſuo, cheſi puo paſ
ſare oltre alle veſtigia dìqne primi valentiſsimi huomini , che ademz
’ ierebbe per chiarezza di queſto libretto quello , che manca nella
foro 8: mia ſpoſitioneLgli e‘ vero ,ſe l’arte del comporre l’liiſtoria
foſſe ſtata da lui ,o da altrui prima compoſta, che quella della poefia
Come era douero , che ſoffi: prima compoſia,& foſſe Rata compo:
fia come ſl conueniua , che quello , che ettaro ſcritto da Ariſtotele
in queſto picciolo libretto,ci ſarebbe anchora ſtato di maggiore vti:
lita a comporre i poemi 0 a giudicarei compoſti, o vero ciſarebz
be fiato non neceſſarìo , & per conſeguente quella arte non ſareb:
be ſtata da luiſcrittap al meno, poſto che foſſe ſtata ſcritta , ſarebbe
fla ta ſcritta in minore volume ancliora,clie non è il preſente piccio
lo libretto,ma ſenza fallo con affiai maggiore chiarezza. Il che eſſere
coſi,ſe io non m’inganno,ſi moſtrera aſſai apertamente per le’nſi'a -
ſcritte ragioni.Pi-ima di natura ſu la verita che la veriſimilitudine,&
prima di natura ſu la coſa rappreſentata chela coſa rappreſentante,
6c percio,clie la veriſimilitudine dipende tutta dalla verita,& in lei ri:
guarda,& la coſa rappreſentante dipende tutta dalla rappreſentata,&~
in lei riguarda ne ſi puo liauere conoſcenza prima,0 diritta delle dipë
denti &riguardanticoſeſe ella nOn s’ha prima delle coſe,dalle quali
dipendono,& alle quali riguartlano,è di necelsita,cl1e s'liabbia prima_
conoſcenza intera 8( ragioneuole della verita,&della coſa rappreſen
tata che della veriſimilitudine 8c della coſa rappreſentante ſe ſi vuo-Î
le pienamente,& dirittamente poter giudicare ſe la veriſimilitudine,
6t la coſa repreſentante hanno,o nOn hanno quello,c11e loro fi cOn:
uiene,& ſi conſanno,o non ſi con ſanno in tutto oin parte con la
verita,& con la coſa rappreſentata. Adunque poi che hiſtoria è nar
ratione ſecondo la uerita d’attioni humane memoreuoliauenute 8:
la poeſia ènarratione ſecondo la veriſimilitudine d’attioni humane
memoreuoli poſsibili ad auenire,& appreſſo l’hiſtoria è coſa rappre:
ſentata,& la poeſia coſa rappreſentante,come li moſtre-ra proceden
do auanti,non ſi (lee potere hauere pſetta,&conueneuole notitia del
la poeſia per arte poetica che ſia Rata ſcritta in fino a qui, o ſia per
iſcriuerſi perl’auenire,ſe prima non s’lia notitia compiuta 8: diſttnta.
dell’arte liiſlorica. La quale non èflata per l’adietro ſcritta o almeno
come fi conuerrebbe,ma al temp o (l’Ai-iflotele per quel,clie ſi ſa non
era pure ſtata tocca apena. I’eitlxe ſeguita nettſſaiiamenteffiheAri:
‘ A z flotele
Rotele liabbiafi puo dire in vío impreſa quella fatica preſente díſtrí ſi
nere l’arte poetica,nó eſſendo prima Prata manifeflara l’arte dell’hiſto
ria,prendendo la poeſia ogni ſua luce dalla luce dell’hiſtoriadaqwl lu
ee,come dicëmo,non c‘ anchora Rata acceſa,o almeno quanto li con
oerrebbe,&ſenza la quale la poeſia camina in oſcuriſsime tenebre. Ma
ſe noi preſupponeſèimo,che l'arte dello ſcriuere l’luſt0ria ſoſſeſtata
prima,chel`arte della poefia,cöpoſìa,come fi conueniuapi biſogne:
rebbe anchora preſupporre,che ci ſarebbono ſta ti donati di coſiſattí
inſegnamenti,cioe` in quella arte ci ſarebbe ſtatodimoſtratoquali foſſe`
role coſe memoreuoli piu 8: meno per gradi,& degne d'hauerluogo
nell’hifioria,&quali dall'altra parte n0n foſſero memOreuoli,ne meri
teuoli d’eſſere rocche dall’hiſtoricoEt poici ſarebbe fiatodetro quali
coſe ſi doueſſono narrare breuemére &lbmmariamëte,&quali diſk-ſa
mente,&particolarmente,&appreſſo quale ordine & diſpoſitione ſo'ſi
ſe da ſeguire in raccontarele coſe,&anchora nó ci ſarebbe ſtaro raciu
eo quädo,&doue ſi doueſſono intra mettere digreſsiOni,&dilerittiOni
‘di luogo,o di perffiapd’altra coſa. Et poſcia li ſarebbediterminato ſe
fia permeſſo all’autore dell’hiſtoria dar giudiciodelle coſeche egli nar
ra biaſimandolep lodanclole,&rirarle ad ammaeſtramëto,& ad vtili.
ta de lettori,&del viuer cittadineſco.Et parimente ſi lai-ebbe dirermiz
nato ſe ſ1 conuëga,&ſc ſi poſſa per l’hiſtorieo ſar paleſe alcüa materia
per via di racconto,&di rappreſentamëro come ſi fa perlo poeta,o_ſe
pur cio ſia priuilegio della poeſia ſola.Et vlrimamëte ci ſarebbe (lato
detto quali maniere di parole ſi conſaceſſeroñgeneralmëte all’liifloria
tutta,&qualino,&quali particolarmëte acerti luoghi, 8c quali no, Ma,
come dic0,ſe noi preſhpponeſsimo,clie l’arte dello ſcrivere l’liiſtoria
Foſſe ſtaraprimaîche l’artedella poeſia,compoſta,&c0mpoſla come ſi
conueniua,anchora ci biſognerebbe preſhpporre,che ſi ſoſſero richiu
ſi,&ſpiega ti in quella artei ſopradettipſimili ammaeſb-amëtiJi quali
perche non ſono p la maggiorparte J,ppri dcll’hiſtoria,ma communi r
all’hiſtoriaflalla poeſia,nó ſarebbe fiato meſh'ere di nuouo introdur
re quelli nell'arte della poeſia per coloro,chehaueſl`ono meſſo mäoa
cöporre la predetta arte eſſendo coſa ſuperflua,&vana a ridire in que
ſta arte quello,cl1e gia Foſſe Raro detto in quella.PenclÎe di neceſsira
ſarebbe ſeguita l’vna delle due coſe,o che altri non ſi ſarebbe indotto
a ſcriuerel arte della poeſia giudicando che ſufficientemente quella
dell'lnlloria ben compilata baſtaſſe per iſcriuere hiſtoria 8t poemap
almenofe pure viſi ſoſle indotto,noihauremmo vna arte breuiſsima
&ageuoliſsima,& non lunga,ne gra uata di tanti inſegnamentime coſi
malageuoli,di quanti,&come la veggiamo eſſendo douero che ad‘?
. . nc e i
nelle contenta re di pochi,&leggicri che ſoffirro ſuoipropri Adunque
ſi conueniua prima ſctiuere l’artedell'liiſtoria che della poeſia nó il):
lamente perche l’hiſtoria in tempo fii prima chela pOeſia,ma perche
anchor-a non ſi puo ha uere piena notitia della p0efia,ſe non s'ha pri:
ma ngtitia piena dell’liiſtoria,dalla qnale dipende la poeſia,& allaqua
le riguarda,& con la quale ha I”gli’nſegnamenti communi per la mag,
gi0r parte in guiſaelie ſcritta arte dell’hiſtoria noi potauamoecſiàte
quella fatica di ſctiuere l’arte della poeſia o in tutto,o almeno' in p ar:
te non raccogliendo,ne riponendo ſe non quelli inſegnamenti in eſ:
fa,che ſono ſuoi propri,liquali ſono pochiſsími , ne perauentura ma:
lageuoliſsimi la doue 'noi habbiamo per la ſppradetta cagionc la pre:
detta arte della poeſia lunghiſsima,&afläi difficile,&quello, che mon:
ta piu,non tale,quale dovrebbe eſſere per inſegnare Bene , k diritta.
mente a comporre poemi.La qual coſa’appare eſſere vera ícliora per
queſto argomento,che coloro,che hanno voluto metter mano a ſcri
uer l’arte dell’liiſtoria,come ſono fiati Luciano,Giurgio da Trebiſon
da,&Ridolſo Agricola,& altri non hanno ſeguita la via tenuta da
Ariſtotele in iſcriuere l’arte della p0eſia,& ſe perauëtura l’haueſſono
ſeguitamon haurebbono inſegnata l’arte hiſtorica meglio ches’habs
biano ſatto,8t colOro,che mettono mano a comporre l’hiſt0ria,non
ricorrono mai agli ammaeſtramenti di quella arte ,& ſe vi ricorreſ:
ſono nulla perauentnra gionerebbe loro. li uali ammaeſtramentí
non di meno per eſſere cömuni all’hiſtoria,&a a poeſia,come è fiato
detto,nella loro maggior partepoſtoche ſoflono conueneuoli,&gio
ueuoli alla poeſia,ſarebbono anche” di neceſsita conueneuoli,8tgio
ueuolí all’hiſtoria,&ad eſsi ſarebbono ſenza fallo ricorſi o potrebbe,
no ricci-ſere i cöp oſitOri dell’arte del]’hiſtoria.&dell’lnROt-ie.Ma poi' ~
che non ſono conueneuoli ne gioueuoli all’hifloria,ne a loro ricorrq
no mai i maeſtri dell’arte dell’liiſtoria,negli ſcrittori dell'luſt0rie,&ſe
vi ricorreſſono vi ricorrerebbono in van0,che ci vetera, che ſeguem
do noi il vigore di qùeſto argomento non ſiamo coſtretti a dire, che
non fieno ne conueneuoli,ne gioueuoli alla fieſiä poeſiat’Ma al pre
ſente ci baſtera haut-riletto dol-lora perche habbiamoiatta mentio:
ne di due maniere di titoli,con liqualiDiogene Laertio ſcriue Ariſto
tele hauere intitolati i ſuoi libri pertinëti a quella arte-,cio è ?tg-umani.
mmmîs leiu &mm-m3, & quello libro c‘ intitolatocon vm terza &
diuerſa maniera coſi mg} mumíd veggiamo che fignifithicia’scuno di p
quelli titoli ſeperatamente , 3L ciuche ſappiamo la ſignificatione lo:
ro,conr.íoſia coſa che la flgnificarione de titoli bene inteſa ſoglia
eſſere di non poco aiuto a rendete a'trui certo de‘Îfl’nteptìpne
'9 '. LX
\

G: della eontenenza de libri, 8: ſappiamo anchora ſe differenza niu:


na,o quale liabbia traloro. Adunque cominciando dal primo che è
aſſai manifeſto dico che volumi 72x15 ſignifica l’arte perlètta della
oeſia,cio è il raccoglimento di tutti i neceſſari inſegnamenti con
ella diſ oſitionc Ordinati perfare , che altri poſſa con ageuolezza
diuenir uon poeta.Ma nam-id ſignifica ſolamente gli’nſegnamenti,
ma nontutti gli’nſègnamenti`,che ſi ricliieggonoa far l'arte perfetta,
ne gli’nſegnamenti ordinati con quella diſpoſitione, che ſi conuiene
all’arte-.Significa adunque queſta voce alcuni inſegnamenti meſsi in:
ſieme ſenza regolata via d’inſegnamento , 8t è nome per natura ag.
iunto quantunqueſia diuenuto ſubſtantiuo per figura del difetto
del ſuo ſubſtantiuo dicendoſi da prima mmm-i JliJ‘áW-m: ,8x poi mu.
flxà. Et'èda ſapere,che quello nome,&ſimili quando s’antipongo:
no a libri per titoli hanno aſſai modeſtia non promettendo arte com
lut3.PCl`CllC Virgilio,il quale non ſi voleua vantare diſcriuercl’arte
perfetta dell’agricoltura non in titolò il ſuo libro altrimenti che
”mia-à# l’autore del libro ſcritto a Caio Herennio per queſta me:
deſima uagionclo’ntitolò RlietoricorumAppi-eſſo noi-mi ſignifica
due coſe cio è l’arte,e’l ſoggetto dell’arte,& io intendo per arti-,co
melio detto, il raccoglimento di tutti i neceſſari inſegnamenti con
bella diſpoſitione ordinati per inſegnare a ſarevn lodeuole poemaà
io intendo per ſoggetto dell’arte-,la materia ,intomo alla quale s’vſa
l’arte , cio e la p0eſia,& nell’vna,& nella altra lignificatione min-rin'
èpure nome aggiunto diuenuto ſubſtantíuo mancandoui il ſuojſu:
flantiuo quando ſignifica l’arte :lva volendo eſſere queſte voci con:
giunte coſi mum‘» 'rix'm,& quando ſignifica materia mancandoui il
ſuo ſuſtantiuo ii)… volendo; eſſere quelle voci congiunte coſi miami
JimMa PCl‘ClIC è dubbio in quale de due ſignificati ſi debba prendere
”lflnn‘i nel titolo del noſtro libro , non erreremo punto ,le ci acco.
lleremo alla mente d’Ariſtotele il quale dicendo ne libri di ritorica
hora ;u 1075 mçl miami': & hora iv 1075 mg} colino: ci fa a ſapere che ma”:
mi nel titolo noſtro,poicl1e e‘ ſcritto coſi mg? mummîs fi dee'prendere
in ſignificato di Unitn.” cio e di materia, 8t non d’ai‘teEt e‘ coſa mol:
’to ragioneuole clieſi prenda in coſi fatto ſignificato dicendoſi my)
UDIHTHÎS ,percio che la propoſitione mi dimoſtra di ſua na tu’ra,ſeconx
do che anchor-a teſtimonia Priſciano , la coſa della quale ſi dee trat:
tare, la quale nel libro noflro non è l’arte della poeſia , percioclie
in eſſo non ſi diſputa in qual maniera ſi debba ſctiuere dell’ arte,
ma e‘ la poeſia , della quale ſi ragiona come s’liabbia da mettere in
~ eſſecutione
ieſſecutione ſecondo l’arte.Perclie Pietro VittOrio recandoeínlatino
-queſto titolo, 6c dicendo-Dear” poetarum non diſſe perauenturà,
-eome dòueua dire , lo non laſciero di dire che non è del tutto fuori_
.del veriſimile, che Ariſtotele non imponeſſe-coſi fatto titolo a que:
:flo libretto, ne alcuno altro non l' hauendo compilato in maniera
.che lo do uelle publicare, ma è da credere, che ſimile titolo gli ſia ſos
prauenutoacaſo.`& per poco auedimento d'alcuno,che abbattendo
ſi alle primevoci del libro;lequa’li ſiſqglionoil piu delle volte ſcriue:
re con figure di lettere maggior~i,& ſepcrate dall'altro reſto, ſi come fi
fanno i titoli,l1a‘ſtimato che quelle prime voci 1rte miami: fia titolo.
…I minuti: al’fl'lls‘ìflàelſ‘sv cin-*LTra laſciando il titolqdiicui a ſufficien
za s’ è parlato di ſ`opra,dico che queſta ela propoſitío ne del libro, nel
la quale Ariſtotele non .ſolamente dice quello breuemente., -.& ſom
mariamente, diche poi allungo, ‘8t diffuſamente dee parlare,ma an
.-eliora moſtra la via che (lee tenere in ragionandodelle coſe propoſte*
Prima adunquedice di uoler parlare della poetica cioe‘ della materia
:ſottopofla al poeta *in ge nerale,& delle ſpetie di quella, -‘& perquan
.te differenze ſi’diſtingua l’vna ſpecie dall’altra,.& come …ſi componga
la fauola,›clieè parte diqualita 81 principale & propria di erſia. 8:
_ancliora dice ,divoler parlare qua nte,& quali fienoleyarti di poeſia,
8c del rima niente, che appemene a queſto artificio. Poi ſoggiugne,
che terrà in trattare queſtecoſe lazvía, 8c l’ordine della naturacomin
ciando prima dalle coſe prime. Hora dicendo ainſi-n, in riſ ttol‘li i
;iP-Sv aimîs appare eliianamente che ne duole-,parlare genera mentexdq
dunque trouera la maniera generale della'poeſia , 8t le ſue ſ etie,4&
nel fine del libro-vſa ſimile maniera di ſauella dicendo mçl a v oîîv ma
?al-lilla! ”Jimmrîas xi aims' IJ ”Sr ild`o$1&C~ .eigtióflo ”MT-reo ÀnClÌOl‘í che
l’ordine, 8t la diſpoſitione, che promette Ariſtotele didouerc ſerua.
rein trattare quello, che [i contieneinzqueſto›libro_,-'ſieno -per-lîſue
parole aſſai manifefli, *non di meno ſi poſſono anchora per altr’avia
aprir coli. Prima egli dice che coſaſia'poeſiaimgeneralç, 6c in iſpe:
tiale, & poi preſa cagionegruoua l’ origine della. pueſia in generale,
& in iſpetiale, &_poi ragiona della tragedia,‘& poi dell' epopea,& poi
dell'aecuſe che ſi fanno contra ipoeti 8: delle ſcuſe che Manno per..
loro, &vltimamenteparagona la tragedia con POPOPan Si che poſy
ſiamo direehefienoſei parti pri ncipali,per le quali ſi dice cio chec‘ ri
poſto .nel preſente libro., li’mva_ Adv…:r‘iugov’t'xe. Quelle parole non
-ſono da interpretare,clie Ariſtotele uoglia dire-,qual forza habbin cia
tſcuna ſpetie dipoefia nellîam'rno noſtro per përgarlo dalle_ paſsionj
`
~~ _ PCI‘W

L
Lìcj
‘l

percioche egli non dice ma; in quello libro Tetto di níuna ſpetíe co
me di ſpetieEgÌi dice bene, .che la tragedia li era l'a nimo noſtro dale
le paſsioni miſericordia, & ſpauento . malatragedia non è ſpetie di
poeſia,io dico, che non è ſpetíe delle prime di poeſia, di cui parla Ari:
florele ſenza ſalloin queſto luogo,& intende, come ſi ved”, 81 oltre
acio dice egli quello della tragedia incidentemente per diſenderla dal:
l'accuſe ſattele da Platone ſuo maeſtro, in guiſa che non ſaceuz me- —
[fiere farne mantiene in propoſitione. Veſte parole adunque,(Qa—
le ſorza ciaſcuna ha,ſi deono ſporre , cori quale [tormento diſtinto
dallo ſtormento dell’altre ſpecie , & in quale materia rappreſentata
diſtinta dalla materiadell'altreſ etie, & per qual modo di rappreſen
tatione diſtinto da quello dell’a tre ſpecie ciaſcuna ſpecie operi la ſua
raſſomiglianza, ſi come egli ſteſſo quaſi ſponendo ſe fleſſo poco apo'
preſſo uſa queſta voce .Nvan per ſignificarci gliſtormenti dicendo ”E
Ìirrms'inçat Tux-imc” 0'505” *ron-:Fm *rÌg Num”. Et per dire breuemente
tanto viene adire, Bale forza ciaſcuna ha, quanto, Per quale forza
[i diſtingua l’vna dall' altra. lies: PE Evil's-.:D Toi!! luiîwſo 0`uantunque
dvi-'5x3 poſſa hauere ſignificationeattiua alcuna volta in alcu n luogo,
non dimeno_ gliiì conuiene qui la paſsiua, poiche non ſi fa mentione
niu na del confiituentele ſauole in ſig nifieatione attiva, come ſareb- .
be ſe foſſe ſcritto 71-65 &Emmi-2 Hora Ariſtotele dice miſe-ls nel nu
mero del piu', percioche parlera di ſotto delle ſauole della tragedia,
& dell'epopea, &delle ſimpliei, & delle doppie, 6t dell’altre maniere
ſecondo piu diſtintioni. Etfa in queſtapropoſitione ſpetial memo
ria della fauola tra tutte le parti di qualita di poeſia non ſolamente
perche entra in tutte le poeſie, le qualiſenza lei non poſſono hauere
l’eſſere, &èla principale,&come anima, della poeſia , ma anchor:
perche laconſtitutione ſua è propria di queſta arte , & non propria
di ni'ma altra, o commune con alcuna altra, coneioſia coſa che i co
[lumi fieno fiati prima eſſaminati da philoſophanti,& preſi, 8: adope
rati da ritorici , ehe ſoſſono eſſaminatida mac-ſtri di poeſia , 8( eſſer
citati da poeti,&la’nuentione della ſentétia,ſceo ndo che dira Ariſto
tele, ſia tutta dell’arte ritorica, 81 ſua propria, &quindiſi debba pi
liare, & la conſtitutioae dellafauella , della quale fiparla in qUeſto
ibro, ſia per lo piu commune alla proſa anchora, 8t maſsimamente
non ſi parlando della conflitutione del verſo, che pare eſſere pro
pria di quefla arte', quanta nque, poſto che ſene parlaſſe, perterrebbe
ſecondo Ariflorele ad vn’altra arte, cio e‘ alla verſificatoia , 8t quindi
_lidtbba impararez Hora, manifeſta coſa è che l: harmonia clio è il
nono,
6
ſuono, il canta, e'l ballo s’imprende altrónde che dall'arte poetica, ſi
come ancliora s’imprende la vifla cio è l'edifica mento delpal eo , &
l'appreſtamento degli habiti, & delle perſone. Perche non è da ma
rauigliarſi ſe Ariſtotele propone di trattare della conſhtutione ſola
della ſauola, & non della conſtitutione dell' altre parti diqualita poi
che nó appertiene al maeſtro di poeſia trattare dell’altre parti di qua.—
líta del poema in quito ſi conflituiſcono, come gli appertiene tratta
re della conſ’citutione di queſta, eſſendo l’altre c0nſtituite, o potendo
eſſere conflituite da altre arti , ma bafla ſolamente che il maeſtro di
poeſia inſegni d’eleggere le altre parti di qualita gia co nſtituite , che
fieno acconcie, & atte a formare il poema buono- llclze Ariſlotele
farain quello libretto,Ei` pm” aaa-Ss‘ſèm i' mſi…, Qfli ſi prendemſma
per la tragedia, &per l’epopea , poi che Ariſtotele in queſto libro
non parla della ſauola della poeſia generale, ma della ſauola di que*
ae due ſpetie ſingolari. Adunque dice mſm: in luogo di compoſitio
ne poetica quaſi dica l‘opera, & la fattura hauendo riguardo all’ori
gine del verbo mis, onde ſi dice Wait”, 'in Jim ”610… ai mſm ?xl ”a
;ſoffi ſ1 dubita a quale delle tre coſe gia dette o fauole , o ciaſcuna
delle ſpetie, o poeſia ſi debbano refer-ire quelle parole. Alcuno de
gli'nterpreti le reſeriſce alle ſauole,& vuole che Ariſtotele percio dica,
diche particelle di quantita conſifie la ſauola, percio che di ſotto egli
la diuidera in particelle di quantita per lo creſcereinfino al trapaſſa- i
mento di miſeria in ſelicita. o di ſelicita in miſeria, 8c parimente dio
che particelle di qualita perche diuidera la fauola in ſimplice, inra
uiluppata , 81 in altri modi che ſono di qualita. Ma non pare che
queſte parole ſi poſſano referirealle ſauole per due ragioni, & perche
s e parlato delle ſauole nel numero del piu dicendoſi ttt-'tous alle
quali queſta voce ‘isl poſta nel numero del meno non puo haue
re riguardo ragioneuole, 8t perche pare che eſſendoſi detto ms:
»E duw'flb-uJOot/s ſia detto di neceſsita ancliorà delle parti , della
qua ntita., 6t della qualita, ſenza lequali non ſi poſſono conflituia
re le ſauole, in guiſa che il reſerire alle fauole qneſle parole ſareb
be ridire il detto. ll che in propoſitione è vitioſo. Perche alcuno
altro degli'nterpreti le referiſce a ciaſcuna delle ſpetie. La qual co
ſa ſimilmente non poſsiamo approuare per due ragioni, 8: perche
quelle parole liv-rm Nm” 'iu-s” 7x9, ſono molto lontane, &tra
loro, 8t quefleſono trapoſte tante altre parole, che il voleruele reſe:
rire ſarebbe coſa ſconueneuole, & perche Ariſtotele in quello libro
non parlarmi delle parti della quantita, o della qualita di ciaſcuna
C z delle
*e
:i
delleſpetie diàpoe‘fia ſecondo 'clie'egli prende ſpetie' dipoefiá in queflb*
librai-:onde pareva che ſi-doueſìonorcſerirea poeſia che e‘ voce ſm >
gelate-,8: proſsima . 6:, poi cheintende per poeſiala compoſitione
poetica, ,che ha ſotto di ſe la fauola, come e` pogniamo la tragedia, ſi:
vede che Ariſtotele della tragedia parlando la diſtingue chiaramente
in parti-di Juantita, &‘di qualitá. Ma eda porre mente , che dicendo
Ariſtotele m all‘1 ;x m’to- x3 mi'… èsl yet-'ov cio è; Etappreſſo di quante -
6: di qualiparticelle è co nſl’ituita,n0n intende per ‘ric m’dm mg!… delle -
particelle ſoledi quantita, 8t pei-‘Zu mſm melo-*delle particelle ſole dií
-qàialitazma per :x m'dm intende coſi dell’v ne come dell’ altre. Percio
c e le particelle della poefia cio èdella tragedia prima ſono di due ml*
niere cio è l’vna di qualita,8c l’altra diquantita.. Poi‘la maniera delle'
particelle in
Ìentia,.& di cſituella,
ualitaſi8:divide in quattro
la maniera in fauola,in
delle particelle coſtume,, inſi ſen
di quantita puo~
diuidcre,anchoraclte Ariſiotcle non ne faccia inentione-,in duein le
game & in ſolutione..Appi-eſſ0 egli-intende per ii mióvmgi'm non'
meno delle particelle di qua ntitacliedi qualita proponendo di volee
re moſtrare comedebbano eflì-re.ſattel'vne & l’ altre, 8t diche quali
ta, 8t' natura fia. ciascunaſt per diſtinguerle l'vne dall' altre ſi per'
poter ſapere qpali ficonuengano piu o meno* a formare: il poema
tragico oepopeioo. Ne è da dimèticarſiche qui-eglipropom. di voler
dire di quante, 8: di qnali particelle ſi conflituiſta bene il- poema , 6:
noncome ciaſcuna particella ſ1 conſiituiſca , percio chequeſto ſolo è‘
&atopropoſ’t’ocdella ſauolaz della quale ſt. dira non ſolamente come
concorraa conflituire il poema ſecondo che altreſi concorrono l’al~~
tre partibenche eſſa con maggiore efficacia, ma ſi dira~ anchora c0-
me eſſa ſi conflituiſCa pertenendo la conflitutioneſua propriamente
all’arte poetica. ”à nigi-ras‘- BMW. Ogipmpone Ariſtotelein gene
rale di voler dire di molti altri inſegnamentiv che ſt. contengono in _
queſto lib‘ro gioueuoli alla poeſia moi @Jam-5m Sarà -rosti nyámv. Si`
vede ehe la natura comincia ſempredal confuſo 8c dal generale# poi~
paſſa al diſtinto, Se allo ſpetiale- La quale Ariſtotele ſeguendo pro
mette nello’nſegnamento dell’arte poetica di‘ c0minciarc dalla ma*
niera generale di poeſia 8t. poi diſcendere-alle ſ etiali.. _
,,.P’A R* T l C E L L A SEC O ND A..î mmſía Jlí, x3 i717: Tyne-01’”
,, avi-615,?” 4"! wap-ſlide, ’là-i J‘ieuçmflommflxii ,K3 ’TIÎI «Shui-iui?! ii ”Aitgii’xà ”exp-
,, .et-iis, ”adam-,Witon oſltíatl wand” -rà du'voltop. Atacpfzoudi J"; &at-62:09 mel-,"
” ’xò‘- TZÃ five‘u’tçou nupíä‘, ii rë ‘inça, ii TB 114505 là ”il ràp aapol reſo-op.
CO. N T E N-E N ZA. , Comemaniera generale di poefiaèraſſm
-, ', r ..- miglianzat
miglia nza, &’ come le prime ſpetie ſono tra ſe differenti per iſlotme”
to, per materia, 8t per modo. .
VV L G A R l ZZA M EN T O. Hora l’epopea, 8t la poeſia del— (e
l’a tragedia, & appreſſo la comedia, &la dithirambica compoſitione, u
& la maggior parte dell’ arte del fiuto, 8t della citara, tutte ſi ritruo- u
uano inſieme eſſere raſſomiglianza , ma ſono differenti tra l0ro in a
tre coſe , perdo che o ſono differenti raſſomigliando con coſe di .z
maniera diuerſe,.o coſe diuerſe, o diuetſame nte,,& non iñn vn mede- u
ſimo modo; ~ › p
S P O SLT lO N5 E. E'mnmia MM. ryan-Mſi‘: mſi-It:. Wi cOmincia
la ſeconda particella del teſto d’Ariſtotele , che contiene, che coſa ſia
l’a poeſia in en‘erale, 8: appreſſo quali differentie conflituiſcano le
ſue ſpetie, cñe è l’eſſecutione delle prime coſe propoſte. Hara Ari
ſtotele per tr0uare che coſa ſia poeſia, &'la ſua maniera generale vſa
coſiſatta' inueſtigatione. Noi' veggiamo che tutte le ſeconde ſpetie
della poeſiadelle quali-habbiamo piu certa conoſcenza, che non hab
biamo delle prime,hanno tra loro vna coſa commune,che è la raſſo
miglianzafldu nque poeſia è raſſomiglianza, & la ſua maniera gene—
rale è raſſomiglianza. Ma, accio che piu chiarameme ſi comprenda
la’nue fligationeAriſtot’e-liu, e` da ſapere, chela generale maniera di
poeſia è raſſomiglianzazla quale ſi'diuidenelle prime ſpetie, che ſono
tre, cio è raſſomiglianza per iſlormento‘, nel quale ſi comprendono
parole,ballo, c‘lzſuono,~ raſſomiglianzatper materia,~ ſotto‘ la quale fi
comprendono i migliori,i piggioti, ei -mezzani,~& raſſomiglianzañ‘per
modo, ſotto il quale ſi comprendono il racco neo ,. &la rappreſenta! '
tione,e'lmeſcolamento del racconto 8t della rappreſentatione- Hora
la raſſomiglianza per- iſtormen to da alla poeſia le ſeconde ſpetieche
ſhno hauendo riguardo allo [tormento atterzato, tragedia, co media,
&dithirambica , 8c' allo {tormento ſimplice epopea 8tv arte di ballo,
& allo ſtormento doppio atte difinto, &di-citara , La raſlbmiglianza
per materiada alla poeſia le ſeconde ſpetie hauendo riſpetto' a mi.
gliori; a piggiori, 81 a'mezza ni‘ tre ſpetie d'epopea-, 8t tre ſpetie di di-`
thirambica, &hauendo-riſpetto a* migliori ſolamente da la tragedia‘.
à a piggíori ſol’amenteda lacomedia, &ila- raſI‘omìgli‘anza per modo
da leſeconde ſpetie alla poeſia liauendo riſpetto al racconto l'a dithi.
rambica & hauendo riſpetto’alla rappreſentatione la tragedia , 8t la
cOmedia, & hauendo riſbettoal'meſcolàmento del- racconto, & della
rappreſentatione l’epopea. Prende adunque Ariſtotele le ſeconde
ſpetie; cio è l’epopea” tragedia, la comedia, la (llèllſí‘ambl :3,8: Tage"
. . z i e,
del fiuto, &della`citara per mezzo datmuare la maniera generale
della poeſia, & veggendo, che tutte queſtefſpetie ſeconde hanno
per coſa commune tra loro la raſſomiglianza conchiude , che la
raſſomiglianza ſia la maniera enerale della poeſia, ſi come ſe noi
voleſeimo trouare, che coſa ſ0 eanimale, 6: la ſua maniera gene
rale, & iprendeſsimo le ſeconde ſpetie, che ſono gigante, nano,
buomo communale , cauallo , bue. aquila, colombo, ltorione, car,
pione, aloro , quercia , &diceſsimo tuttefqueſte ſpetie hanno per
coſa commune tra loro che ſono ſubſtantia viuente, dunque ani
[nale è ſubſtantia viuente, Gt clie cio ſoſſe la maniera generale del
l' animale. Ma perche queſto ancliora ſarebbe vero ſe ſi conſidera[
ſono le prime ſpecie coſi. A nimaleſi diuide nelle ſue prime ſpetie,
che ſono tre, delle uali la prima è animale ragioneuole, ſenſibile,
Cz vegetabile, la ſeconda èanimale ſenſibile , 8! vegetabile, 6: la ter
Za è animale vegetabile, & tutte 6t tre quelle ſpetie come in coſa
commune a loro cchOrrono in cio , che ſeno ſubſtanti’a viuente,
adunque animale è ſuſtantia viuente , non ſarebbe meno vero nel
la materia noſtra, ſe Ariſtotele haueſl‘e preſe le prime ſpecie di' poe
ſia permezzo dipruoua,& liaueſſe detto coſi. La poeſia di parole, di
ballo, &diſuonolla poeſia di migliori, di piggíori, & di mezza ni, 8t
la poeſia di raccomo , & di rappreſe ntatione, 8c di meſcolamento di
racconto,& di rappreſentatione tutte concorronoin cio come in co
ſa commune tra loro', che ſono raſſomiglianza,adunque poeſia è raſ
ſomiglianza, 8: queſta è la ſua maniera generale. Ha adu nque Ariſto—
tele vſate, come dico, le ſeconde ſpecie di poeſia, 8( non le prime
per via,& mezzo da trOuare la maniera generale d' eſſa poesia, &
che coſa ſia. Ma perche non pare clieil lettore s'appaglii che ſi ſia
trouata la maniera generale della poeſia,& detto ſimplicemente che’
ſia raſſomiglianr, ſe la predetta maniera non ſi ſepera cOn certa di—
flintione dall’ altre raſſomigliaiize ,concioliacoſa clie la pittura , 6c
la ſcoltura &altre arti ſieno altreſi raſſomiglianza non pertenente
a poeſia, come non s’appa herebbe ſe domandando egli che coſa
e' animale gli foſſe riſpoſto limpli’cemente che foſſe ſuſtantia uiuente
non aſſegnandoſi diſtintione niuna certa , che ſeperaſſe queſta ſua
maniera generale dadio , dall‘ angelo , dall’anima ſeperata dal cor
po, che parimente ſono ſuſtantia viuente , Ariſtotele per ſodisfare
pienamente al lettore ſe erando la raſſomiglianza della poeſiada
quella.che non c‘ di poe ia con certa differenza dice, che per taſſo
mìglianzz di poeſia intende quella raiîomi'glianza, che lia per mate
ria
ria i migliori, iplggîori, ei ſimilí,& per ífiormento le parole, il bal
lo,e’l ſuono, per modo il racconto, &la rappreſentatione, e'l med
ſcolamento del racconto, & della rappreſentatione. Er cio è tanto
per ca ione d'eſlèmpio, quanto ,ſe poi che ſi foſſe detto animale
eflìre uſtantiaviueme perdíſtinguerla dalla ſuflanria viuentedidio,
dell'angelo, 8: dell'anima ſeperata dal corpo , ſi diceſſe s'intende
per ſuflantia viuente ſolamente quella, che ha ſottopoſta aſc la
fuſtantia viuente per anima ragioneuole, ſenſibile 8c vegetabile, a
la ſuflantia viuente per anima ſenſibile 8c vegetabile , & la ſuſtantia
vivente per anima vegetabile. Pereio che dio; l'angelo, & l’ anima
ſeparata del corpo‘non ſono ſuſtantia viuente per anima vegeta
bile ma dio c‘ ben ſuſtantia. viuente per anima ragioneuole, 8:
l’angelo,&l’anima ſeperata dalcorpo ſono ſuſtantia viuente ra i0
neuole & ſenſibile ſi come ſpetialmente dimoſtrano le pene egli
angeli rubelli, &dell’anime de dannati. Hora non è da ignorare,
che Ariſtotele truoua qui ſolamente le ſpetie della poeſia , che s'u
ſauano in publico per ileuo del popolo aſuoi di, con alcune del:
le quali concorreua l' harmonia, e’l ballo, nella guiſa `che ſi vedra
poi. Ma pare, che Ariſtotele, il quale fa mentione dell'arte del
fiuto , 81 della citara in cercando la maniera generale della poeſia,
non doueſſe tacere del ballo, poiche egli l’ha per maniera di poeſia.
A ehe perauentura e da dire , che a lui baflò porre vna diquellearti
cio e‘ il ſuono per eſſempio non eſſendo ne l’ una nel’altra arte ne:
eeſſaria alla poeſia , maſolamente di mag iore diletto. Comincia
dunque da Ai- particella cheſi richiede ad e ecutiom di coſe promeſ
ſc,& prende,eome s’è detto,leſperie ſeconde per prouare,ehe la poe
ſia habbia per ſua'maniera generale la raſſomíëlianza , &prima pro
pone l’ epopea, perdo che nello fiormenm è implice , 8: in quello
flormento che pare eſſere naturale della poeſia cio ènelle parole
Poi pone l’eſſempio della tragedia, 8t della comedia, che con l’epo
ea communicano pure nelle parole , 8: u'aggiungono il ballo , &
llliarmo nia quanto e‘ agliſtormemi,& appreſſo la dirliirambica,che lu
per iſt0rmemi pure le parole,il ballo,& l’harmonia ma inſieme in vn
tempo la done, la tragedia ö: la comedia gli liaueuano in diuerſi tem
pi.lo laſcio di direche l’epopea ha data la forma alla tragedia, &che
pei-cio ragioneuolmentedee andare avanti alla tragediafiora pareua
cheſi come haueua poſto l'eſſcmpio della poeſia ſimplice in ifiormen
to delle parole,& poi dell'accompagnata in iſtorméti aiterzari coſi do
ugſſc porre l’eſſcmpio della poeſia ſimpliceiniſſormento delballo,
poi che`
ñ".
J
*poiche S' uſa lapoeſiafimplicein íſtormento del ballo,‘& non diano
no Ariſtotele lo‘tralaſcia .o come inopera non limata,& imperfetta,
0 gli parue clic vgli baſtaſſe lîeſſempio dellaàdoppia -poi che l’arte del
fiu o, &.della citara non-s*uſaua mai che non ;foſſe accompagnata
dal allo come ſi dita poco appreſſo,~qua ntunque il ballo ſolo poſſa
hauer luogo ſenza harmonia. 'Et appare ma nifeflamente per quello
eſſempio, ›& per le parole ſeguenti , che la -poeſia conſiſte hauendo
riſpetto alloflormento, non ſolamentein -parole accompagnate da
ba lo, 81 da-liarmonia inrv no 'ſteſſo tempo, o in diuerſo, ma ancliora
in ballo ſolo, ño in'ballo accompagnato dalmrmonia , :81 che ſi face—
uano uedere al popolo attioni per ballo ſolo, o per ballo accompa:
gnato dailiarmonia prima che ſi ſaceſſetovedere .0 narratiuamente,
o rappreſentatiuamente per parole, o poi che s'erano fatte vedere o
narratiuamentep rappreſentatiuamente per parole,o anchora ſenza
che fi faceſſero vedere o narratiuamentep rap preſentatiuamentc pri:
opoiper parole. Lequali .due raſſomiglianze ſtormentali per ballo
& per liarmonia hanno piuageuolmente,chel'altreraſſomiglianze
d’ altre arti , come pogniamo della pittura, 8( della ſcoltura , ö; diſi
mili, trouate luogo nellcſpetie di poeſia, percio che accompagnano
gratioſamente le parole, lequali ſono llormento principale,8t natu
-rale della poeſia, & accompagnantì le parole conflituiſcono diuerſe
ſpetie di pOelia. ll che non auienedell’altre arti ralſomigliatiue dalla
pittura .8t dellaſcoltura. `
P A R ;ſi C‘E L L A T E R ZA. ma ,af x5 7434…” @nia-…inaſ
” nm' Malaguti-UN‘ ”Xii Jliàrixvnſ, oiá‘** J‘ià duvaàtlas, Îrtçoll‘i J‘w‘: -ríJ' quñ‘í’oîim
" lit’z’V mi! u‘guy'wais TiXVaU, a'z’mx'ai ”Xu ”LoVe-rai pin-im ?u {7-19515 x5 A57@ là 029m
” glia, TOUTOlS.‘\›gX0\'lſ, i; ”hawaii/als, ol” &pruvian uè, 5311951!? xçéyualm'v”
" iiflàc/Mrmi, ’sà thçlílk’l, xà’v Z'irivzsſiiflçaa ruyxívouc‘iv aid-i Telaií’ratl "niv ma:
” un ola” ñ ”Sv duçt’flm, ainë J“t 72,3 Zur-uè umoö’vm xmçlsaìçuovi’ad oirrSV apc-:57.
" ai ` 03 roth‘: *raSv dxuuariſonímv Puàfläv mmövni ai iis-1,115 miO-I, xi 113152”.
C N ,T EN E NZA. Eſſempio d’arti, nellequalila raſſomiglí
glianzaſi Fa per materia, per modo &pc-r iſtormento.
VV L G AR lZZA M E NT O. Percio che ſi come alcuni effi
*’ gia ndo con col-Ori, .8: .con ,figure raſſomigliano molte coſe , ma gli
” vni per arte,.& glialtri per uſanza , 18t cern altri congli vni , 8: con
” l’altre coſi trale predette arti ogniu na ‘fa la ralîomiglia nzaeol nume
” _ro, col parlare, &con l'harmonia, &,conqucſtetoſe, o ſeperate, ,o
v meſcolate, come (ſanno)vſa ndo l’harmOnia, ei numeri ſolamente-,GI
1* “quelladel fiuto, 6: quella della citarakòt se alcune altre li miomap;
~' N * C
di coli Fatta potenza. come è quella delle ſampogne. Ma con lo fleſ: u
ſo numero raſſomëglnno ſenz: harmonía certi ballatorí. Perciochc u
‘queſtiqer figurarinumen' raſſomigliano anchora ö: coflumi, &tor; a
ment', &attio ni.
S P O S lTl O N E. Procede Ariſtotele a ſar piu maniſeſte le tre
ſpetiede la paeſia precedenti dalle tre differentie clie ſono per ma
teria, periſtormento, R per modo,& moſtracon Vno eſſempio d'al
cuni art:fici,che aſſomiglia ndo vſa no queſte tre differentie , come
ſimilmente i poeti l'vſano nella poeſia. L’eſſempio ropoſtoè de
facitori d'imagíne o d‘idolo, i0 domando ìmagìne la pittura in pia
no, & idolo la figura che non ſia in piano,li qualifacitori hanno per
materia o per ſoggetto molte coſe raſſomigliate, & per iſtormento.
colori, & figure ſeperati, o colori 6: figure meſcolati inſieme. Hora
l'imagme ha colori ſoli, 8t l'idolo lia figureſole alco na uolta,& per
che ſi puo colorare puo alcuna volta liauere colori 8t figure meſco
Jati i nſieme. Ne l'imagine nel noſtro teſto ſi dee poter dire hauer figu
l'e porche ella non le ha rappreſentare ſe non per mezzo de colo
ri,& non per ſe, ſi come le lia l’idolo. Et l’una, 6t l' altro lia nno per
~modo l'arte & l’vſa nzz. Nelle parole del quale eſſem i0 ſono ſpe
cialmente da notare tre coſe, la prima .è quella , che ha biamo detto
'per figure intenderſi lo ſtormento ſolamente toccante lo'r'itaglio
di legno o di pietra, o la ſcoltura di marmo, o la ſorma di loto,o di
cera, o di ſimile materia, oil coníamento, o la ſtatua di metallo, 8c
pergli colmi lo ſtormento toccante 'la pittura anchora che ſi faceſſe
ſola mente dichiaro & di ſcuro che ſi domanda appoi grect ,io-Snow:.
Le ſeconda coſa è, che ſecondo me il teſto ha errore in quelle parole
'anni J“r ./là flîs ”oi-ir, percioclie, quantunque ſi truouiuoniolti,& ſpe
tealmente que, che lo nod’anlmo vile ſecondo Platone nel ſuo com
mune, li qualicon varieta di voce rappreſentano le voci degli ani‘
rmîi no n di meno qui non pare che poſſa hauer luogo ſimile manica
‘ra digerite , ne che dilmo lìpoſſain modo alcunointendere,con
cio ſia coſa che voce non ſia ſtormento compagno decolori, o delle
'figure, ſi come il colore puo eſſere flormento compagno della figu
ra, 6K ſi come il ſuo no, e’l ballo puo eſſere &or-memo compagno del
verſo Per la qual coſa io mi laſcioindurre acredere,clie,c0me dico,
'qui liabbia err0re, il uale ſi poteſſe ammendare coſi. ‘in-goa .ll'- &geo-ri:
"air, & che s'intendefle del meſcolamemo de colori & dcllc E urf,ſi
'tomedall’altra part-:ſi deono intendere quelle altre-flop“: in kim
ù decolonfl delle figure ſeperatifit non meſcolati inſieme, accíoche
L . D l‘eſſemf
’efl'empîo riſ'pond” uellò, che intende AtîfiOtele d' inſegnare , It
maſsimamente in que parte dello [lor-mento ſeperato,& meſcolato
la quale tralaſcian o l’altre imprende ſubitoa trattare. La terza co
ſa t‘ che proponendoſi l'arte,& l’uſanza per lo modo nell'eſſempio
i dell'arti, che vſa no per iflmmento i colori, & le* figure, non pare
che ſi conuengano molto col modo della poeſia. elie è o rappreſen
tamento, o narrationc,cio è o raſſomiglianza a’ attione poſsibile con
parole do ue ſono nell’autune parole, & con coſe, doue ſ0 no nell’at
rione coſe oreſſomiglianza d’attio ne poſaibile con parole ſole doue
ſono nell’attione parole Gt coſe, co ncioſia coſa che ciaſcuno di quelli
modi o faccianſt le imagini per art-8,0 ſaccíanſi per vſanza,o faccianſi
gl'idoliper arte,o per vl'anza non ſi forma nuoua ſpetie d’imagíni,o
d’idoli, ſicome pur ſi forma nuoua & molto diuerſa ſpetie di poeſia
,perlo modoſecondo chee‘o narratiu0,0 rappreſentatiuo. Et pure
poteua Ariſtotele non ſl partendo dall’ eſſempio della pktura,mr›ſtra
re in certo modo queſto modo con coſa piu ſimile, & dire coſt. Poi
che la poeſia vſa due modi in rappreſentarel'attione poſstbile cio è
parole & coſe,0 parole ſole,l’vno de quali modi è piu ſimile alla coſa
rappreſentata,& l’altro meno, piu ſimile modo ſono le parole, & c0
ſe,& meno ſimile modo ſono le parole ſole ponendoſi parolein luo
go di parole & di eoſein queſto, a doue in quello ſi poneuano paro
le in luogo di parole, & coſe in luogo di coſe, ſi puo in cio moflrare
la conformita nella pittura,la quale rappreſenta cOn varieta de colori
,la varieta delle coſe colorate, o rappreſenta put* la varieta delle coſe
colorate non con varieta di colori,ma con lo chiaro 8t lo ſe uro, che
,dicemmo chiamarſi appo igreci mríxgupa. Et queſto ſecondo modo
_di calorare è ſimile al modo della poeſia narratiuo,cl1e nó vſa ſe uo rl
paroleín rappreſentare arole & coſe,& quel primo modo di colo
rare è ſimile al modo della poeſia rappreſentatiuo , che vſa parole in
luogo diparole,& coſe in luogo di coſe. Ne e` da tacere,clte nel modo
che è meno flmtle,èda riporre quella poeſia,clie raſſomiglia col ballo
ſolo quando rappreſenta ballo & altre coſe,percio clieil ſuono e'lbal
lo ſaranno da riporre nel ‘mëdo piu ſimile quando ſi rappreſentera
` ſuono &ballo,nella guiſa che ſi fa con le parole nel modo piu o men
i . ſimile ſecondo cheſt rappreſentanooparole ſole,o parole Gt coſe
”3) A R TIC F- L’ L A 'O`Y A R T A. I‘J‘Î immuiam'vovroÎSMÎ-ou 4M:
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C 0 N T E di' E N ZA. Alcuna poeſia vſa le parole ſo‘le come l'e
popea,ne ſi puo ſare in proſa, neſi diuerſrfita per diuerſita di verſi.
VV L G A Ri ZZA M E N T O, Ma l’epopea (raſſomiglia) ſola— “
mente co” parlari nudi,o con miſurati verſi,&con queſti o uero me- “
ſtola ndo li inſieme, overo vſanddu na certa maniera di miſurati veri “
ſi, de qua irimane appagata infino a queſto tempo. Percioclie non “
poſsiamo a partito niuno nominare per coſa communei mimi diSo— “
plirone,& di'Xenarcho,ei ragionamenti Socratici. Ne, ſe altri per trio “'
metri,o per ele-gi, o per alcuni altri coſi fatti verſi non fara raſſomi- “
glianza,auegna che gli huomi ni congiugnendo 12,! ati-:gu 1D miiv nomi “
nino pOgniamo queſii elegiopei , &.quelli epopei non appella ndogli “
poetiperclie liabbia no …Petto alla raſſomiglia nza, ma cómunemen- “
(e ai verſo,concioſia coſa che ſe publicano alcuno ſoggetto di medici- “
omo di muſica per verſi,coſi gliſogliano chiamare-.Ma nulla ha di cö- “
mune tra Homero &Empedocle fuori che il verſo.Laonde giuſtamé.- “
te è da chiamare quelli poeta, 8: queſti ſaueliatore di natura piu toſto “
che poeta.Horſimiimëte ſe altri meſcolando tutti i verſiinſieme non “
fara raſſomigliíza nella guiſa che Cheremone fece nel Centauro vna “
Rhapſodiadimeſcolata
‘Adunque di tutti
queſte coſe i verſi in
ditermimſi nOn ſara gia
queflo da appellare poeta`'A “ſi
modo.
S P O S l Tl O N E. Haueua Arifloteleimpreſoa diflinguere le
ſ etie del la poeſia perla diuerſita degliſtormenti, et detto che alcu na
[Bene vſaua due flormenti, ſi come quelle del fiuto, etdella citara
i: della ſampogna vſauano i' harmonia e' [numero, 8: comealcuna
altra uſano vno ſtormento ſolo,come quella de ballatori, [i quali
vſa no il numero ſolo . Hora ſo iugne che cen’ e' vna altra , che
vſa vno flormento ſolo, la qua eè l epopea, 6c lo it0rmento è il
arlare ſolo. Ma perche poteuano naſcere_intorno aqueſta ſpetie
nella mente dellettoredue dubbi prima , che ſi proceda piu oltre,
gliſolue.l'vnoera,ſ`e l'epopea,cio è quella poeſia, che ialſomiglia cort
pailareſolu ſi puo diſtendere in proſa porche SAB-’one &Xenarchgc
a
’ L_Sr Platone hanno raſl'omîglíate con proſa, a` clic riſpondendo Ari
, ſtotele che no , vſa molta mOdeſtia hauendo perauentura riſpetto a
Platone ſuo maeſtro dicendo ſolamëte che cio non è coſa vſitata,ne
riceuuta communemente. L'altro dubbio era ſe l’epopea poi che ſi
ñ vede liauere il nome da certa maniera di verſo, & l'altre ſpetie , clic
ſono cognOminate dalla gente dalla t'arieta delle maniere de verſi ‘
~ debbano eſſere reputate diuerſe ſpetie di poeſia hauendo riguardo
» alla diuerſita de verſi,a clic ſimilmente riſponde ,che no,dimoſtran
. do che la maniera del verſo non opera che altri ſi poſſa domandar
poeta, ma la raſſomiglia nza. Anzi che il Verſo, done non èraſſomic
glianza,non opera c ie altri ſicpoſſa domandar poeta, nOn che poe
. ta di coſi fatta maniera liauen o riſpetto al verſo. Ma , perche queo
. ſto teſto e‘ reputato alquanto oſcuro, tenteremoprima,che diciamo
altro in iſpo nendolo pianamente di dargli al quanto di luce. i‘m to'
. miia návov A570” .wii-'s, ii uí-rçois. ſono da ripetere le parole ſopra
poſte miu-Um ,.3 l’39”, ai mlt”, ai nyíças, per liauere il compimento del
ſenſo. Et queſte parole A57”: 41m: nonſono da ſporre per proſa
apartito niuno, 8t noi ſiamo ſtati i primi clie liabbiamo conſiderato,
E: detto cio a molti,della quale noſtra conſideratione eſſendo per lo
noſtro detto peruenuta ad alcun degliſpoſitOrialcuna netitia ne ſa
uella in guiſa che egli ne paia eſſere ſtato il trouatore , qua ntuiique
io non nic-ghi clie ſi truouino queſte parole in piu autori poſte in
luogo di proſa. Hora ſono da prendere qui nell’uno de due modi,
o che ſi dica M704: Mafia, cio è con arlari nudi. Il che venga a dire
ſenza veſtimento 8( compagnia d’a tri ſtormentiliarmonia 8L nume
ro. Ma perche altri non credeſſe, che egli intendeſſe della proſa
ſoggiunſeînſrçois cio e‘ con miſurati verſi ſponendoſiil percio è, ſi
come e‘ coſa vſitata di farſi appo Ariſtotele, o che fi dica A170:: +1
Ìioîs'íu'flgm cio ècon uerſi humili,o con uerſi alti diuidendo i verſi in
in due maniere in liumili,& in alti,8: che dica cio non ſenza cagione,
percio che l’ epopea lia vſata ogni maniera di verſo ſi come ſi Vede
l’eſſempio, ſecondo che afferma Ariſtotele in Cheremone aurgna
che da luiin cio ſia biaſimato, percio che l'eſſametro ſicome verſo
piu che gli altri ſer mo,& magnifico, 8a capace conue niua all’epopea,
8: per tale è ſtato riconoſciuto, 8t adoperato in cio da glialtri- Hora
non ſolamente Ariſtotele in queſto luogo lia vſato+iA0îs Ati-…5 per
uerſi liumili , 81 ii‘t—rçois per verſi alti contraponendo gli Vni agli al
tri, ma anchor} nel terzo libro della ritoríca dicendo îníuîfl oÎ-i "Sf fl(
rgog uom-'m una tiro, tà &gu-’118W ?riſi-y 7a} ixisiximgſ 5c’, ai o?” A370! , 7- i“;
19"15 +V

ad’: A370” umts :AM-m, n' 7a} :zlatan :AX-'1'107‘, :ad ai {new-t :aa-n.: :nm
”ME-ro, :Mſn vi” àzynr‘rstgopj ;maſſa Ao’yp ”flange-Sv. 8t ancliora in quel
medeſimo terzo libro, ÎÙJſl mſg…, Ii ñ dixit! , ai mmáçoçau ”6mm IFA;
1K‘. -rö- {lÃÌVÃñ-Oîl AiÈ”. Ne qui ſe pogniamo ben mente haueua biſoe
gno di .ſnc-Ts in quanto fi ſignifica nudita peruolerci ſignificare la ſoli
!udi ne delle parole ſepetate dall’ liarmonia & dal numero. Peſcia
cite ci era ao'va- che ſignifica cio aſſai apertamente ſi come anchor;
lo ſignifica poco prima in quelle parole o'ov-zìgnoviapfii , alè-moi: xgómm
w".- &c. @un ,a3- 'ſxoiflw Simila- xvi-iv &c- Veſte è la prima riſpoſi!,
cheſt da alla prima domanda, o dubbio poſsibile a farſi in quefio
luogo ſe l’epopea ſi poteua diſtendere in proſa , poi che l’epopea è
:aſſomiglianza che ſi fa con parole ſole, 6t poi che veggiamo che i
mimi di SOPllſO ne,8t di Xenarclio, ei ragionamenti Plato nici ſono
raſſomiglia nze fatte con parole proſaiclie , A clie riſponde Api.
flotele che queſto flormento di par'ole non miſurate, 8: non or
dinate in verſo non e‘ ſtato riceuuto communemente in ſ0rmare l’e
popea, & percio non è da approuare come coſa ben fatta, poi che
non è commune ne vſitata non eſſendo ci ſtati molti che l’liabbiano
vſato.Et è da notare prima che Ariſtotele sÎè imaginato che ſe i pre.
detti mimi di Sophrone, & di Xenartho , ei ragionamenti di Plato
ne ſoſſero da riceuere per iſpetie lodata di poeſia,ſoſſem da riporre
ſotto l'epopea cio èſotto quella ſpecie ehe vſa lo (tormento ſolo di
aroll'. 6K non di me no pareva, poi che eſsi caggíono a 'treſi ſotto la
ſperic- rappreſentatiua , percio che non ſono meno rappreſentatiui
che ſia la tragedia, 8t la comedia, la qual tragedia , & comedia ha per
iflormento non ſolamente le parole, ma il ſuono, e’lballo ancliora,
pareua dico che eſsi dOueſſono eſſere della ſpetie che riceue per iſtorc
me nto le parole e’l ſuono, e’l ballo. Ma Ariſtotele hebbe ri uardo ſo
lamentea quello, the era in vſo aſuoi tempi,& non a que o, che ſi
ſarebbe pOtuto o ſi doueua ſare ſecondo la proportiongpoiehe aſuoí
di non s’erano mai rappreſentati ſimili mimi, & ra ionamentiin pao_
lco, ma erano ſtati ſolamente letti da vn ſolo nelſecamere , o nelle_
ſcuole. Egli èvero, che Plutart lio rende teſtimonianza che poi alcu
ni ragionamenti di Platone ſi rappreſentauano da fanciulli nella gui
ſa che ſi rappreſenta no le tragedie, 81 le comedie. Ma perche alcuni
_vogliono che i mimi di `depliromz, di cui fa tnentione in queſto luogo
Ariſtmele, foſſero ſcritti in verſo,& alti che i mimi del predetto So—
phrone con que di Xenarcho,& co ra ionamenti di Platone ricor
_dati guida Ariſtotele non oſtante Clieîoſſero ſcritti in proſa, fieno
D 37 contenuti
Î l

contenuti ſotto il nome dell'epopea perlo luogo d’Arifiotele del lí)


bro de Poeti citato da Atheneo nel libro Vndecimo de ſaui cena nti in
ſieme. n'a-iſa Î'J‘ì {anirgws *mis ”Ao-minus du'pçovos aims al‘ ?dim Eva!
137m ri annida.” i) rei” influito-13 -roîi‘ -ru’lov mi! ”fé-ro” "noir-ras 1591 dwg-arti -î_-_.`—_`
Iìp Hahn‘:- Sara bene che dimoſtriamo quanto glivni,& gli altri s'ín
gan nino non ſolamente per ueſto teſto, che pruoua il comrario di
quello,che dicono eſsi,ma anc Îora qudlocitato dajrlthereo dichía
ſandolo, & intendendolocome ſi dee. Hora ſei mimi di Sophro ne‘,
6: di Xenarcho,de quali parla qui Ariſlotele,ſoſſeto fiati ſcrittiin verſo
3t cóteneſſero rappreſentatione,ſi come afferma Ariflotele,nel libro'
de poeti,che eöteneua no que di Sophrone,ti ragionamenti Soc ratici,
qual dubbio gli poteva cadere in mente che nOn foſſero compreſi ſct
to il nome d'epopea,o d'altra maniera di poeſia'! Etcon qual ragione
veriſimile gli haurrebbe huomo di coſi aguto giudicio, come era* Ari‘
llotele accompagnati co ragionamenti di Platone diſleſrin proſa'.l Api_
preſſo gia e‘ dimoſtrato,cltei predetti mimi,& ragio namentijnon poſ:
ſono eſſere compreſi ſotto il vocabolo d' epopea poi che ſono ſcritti
in proſa, non eſſendo,ne potendo eſſere epopea ſe non in verſo ſecon
do che è fiato detto,& clO apparire anchora procedendoſi auanti,piu
eliiaramente,Adunquei mimi di Sophrone nominati qui da Ariſtotele
‘non erano ſcritti in verſo,ne i predetti mimi ton que di Xenarcho ö!
co ragionamenti di Platone ſi comprendono ſortoil named'epOPca
per quanto portiamo trarre del preſente teſto. Ma uíto appertenga
al luogo d'Ariſlotele citato da A theneo nel librovndccímo de ſaui ce:
na ntiinſieme,è da ſapere, ches'era detto,che Platone haueua ſcriucn
do iſuoi ragionamenti fatta coſa contraria agliammaeſtramenti dati
da lui al ſuo cömune,ſuori del quale egliſcaccia,& bandiſce Homero,
& le rappreſentationi.Hora per prouareche iragionamëti Platonici “aſl' l
fienorappreſentationi s'adduce l'autorita d' Ariſtotele del libro de
poeti." uale dice Adunque non affermiamo noii mimi non i ſcrit
.‘ ti in ver o chiamati di Sophrone,8i quelli d'Aleſſemene Teio,li quali
furono compoſti prima che i'ragionamenti Socratici, eſſere ragiona
’menti,& rai*›preſentationifWaſi dica Ariſtoteleſſeimimi di Sophro
ma: d'Aleſſemene,qua ntunq ue ſcritti in proſa ſi chiamano ra ppref
ſentationí perche non ſideono chiamare rappreſentationii ragiona:
menti di Platone, poiche ſono compoſti a ſimilimdine de predetti i
Adunque nelle predette parole non ſi contiene-,cher mimi di Sophro
ne,cle quali ſi parla qt-i,& nel luogo,d’Atheneo foſſero ſcritti in Vera
ſo,ma ſi in proſa, ne the eſci con quedi Xenarcl10,etooragionamentí
di Platone fi COmPl‘Zd-Îno, ſotto la voce d’epopea,ma ſl dee bene che
i mm.;
[Z
i mimi di Sophrone,& que d'Alefl‘emeneco predetti ragionamë'ti' ſo
no rappreſentationi.Hora come è ſtato detto nó baſta la rappreſe n
tatione ſola,ſe nó u’è accompagnato ilverſo per fare l’epopea,il che
anchora ſi tortiera adire. Niega adunq ue Ariſtoteleflie i ragionamen
ti‘ di Platone ei mimi diSoplirone & di Xenarcho ſi cóprendano ſot—
to il nome dell'epopea, ne pare che appruoui i tre predetti autori in
quefla maniera di ſcriuere,ſi come ſingolari,& vſcEti della via de ſuoi
maggiori." che perauentura non dourebbe l0ro nuocere tanto, che
non d0ueſſono eſſere a prouati,& ancliora commendati,quando 13
ſingolarita foſſe lodeu e per altro,della Qual coſa poco appreſſo par
leremo.Se adunque pare che Ai'iſtotele non appruoui i ragio namen
ti di Platone,ei mimi di Sophrone, & di Xe nai‘cho , liq uali liauendo
ſoggettodi poeſia cio è raſſomiglianza,ſo no dlſtt‘ſl in proſa,& nonin
verſo percioclie trauiano dal ſentiero calpeſtare da gli' altri ſcrittori,
ap roueremo noi quelle ſcritture,che ſono ſiate fatte da alcuni auto
ri atini 8t vulgari in pröſa,& in verſo inſieme ſenza eſſempio de gre
ci,o de latini antichi poſto clieil ſoggetto ancliora foſſe poetico cioè
rappreſentatÌOne! certo nó,ſi perl autorita d’Ariſtoeele,c|1e nó pare
in \ io commendare la nouita , 8c la ſingolarita, ſiperche è piu toſto
moſtroche arto perfetto d'hu mano ingegno, ilmeſcolamento del
verſo,& del a proſa, nö altrimente che ſarebbe noſiro ilmeſcolamen
to di due ſpetie d’animali traſe diuerſicome d’liuomo & dicauallo,on
de s’è fauoleggiato eſſere fiato formato il cëtauro .Ma perche nó im'
miamo clieogni meſcolaméto di uerſo & di proſa ſia da eſſere repuu
to moſtro,ne da rifiutare diſſi nguiamn ſimili ſcritture in tre maniere
in quelle,nelle qualiindifferëteu Ere s’vſa coſi ilverſo come laproſa p
conti nuare la materia preſa,quali ſono q ueile di Petro nio Arbitro,&
d'Apuleo nel pricipio della trasformationedell'aſino,&di Bnetío See
uerino nellibro della cóſulatione &di Martiano Capella nella Philo
logia appoi latini,`& di GiacopoSänauaro nell’Areliadia appoivu]
gari,& in quelle,cheeſſendo teſſute in verſo parta noſrritta in fronte
alcña proſa,quali ſono quelle di Statio ne libri delle ſelue,& quelle di'
Martial:: ne libri degliepigrími,& vltimamëtein qudle che eſsëdo cö
pofle in pioſa tramettono alcuni Verſi o p teflimoniíza dicheclie ſia,
o perche furono cantati da coloro de quali ſi famentione in quelle
ſcritture-,6t [dij ſonoiverſi addotti da Cicerone ne ſuoi librí,&da (iio
nanni Boccaccio nelle-ſue nouelle. Delle quali tre maniere voglia
mo chel’ vltima apai--íto niunoſottogiacciaa biaſsimo 8t a ri pro:
namento , Ò'ſſCLdO ſi come appare manifeſtamente , & commenda
bile,& grano!" , concioſia coſa che qului .l verſo non ſia dicſ’fluio
V n col"
A?

vn eci-po eonla pròſa, male due altreprîmaöt ſeconda non ſi deono


folle nere, ſi come montuoſe, nelle quali del verſo 8t della proſa ſi fa
Vſl corpo ſolo,ma meno è da ſoſtenere la prima chela ſecondaHOra
've iamo ſei ragionamenti di Platone hauendo riſpetto ad altro che
a Éñgolarita ſieno da biaſimarep da commendare laſcia ndo da par
tei mimidiSoplrone, &di Xenarclio,delliquali, eſſendoſi eſst pet-
duti peringíuria del tempo non poſsiamo liaueze niuna certa noti
tia, la qual coſa piu apertamente apparira , ſe parleremo in generale
di tuttique ragionamenti che ſono dinominati da greci .ſi-{wai limi
li ragionamenti adu nque ſono di tre maniere l'v na delle quali puo
montarein palco, 8t ſi puo nominare rappreſentatiua percio che in
-eſsi vi ſono perſone introdotte a ragionare .ſc-:rumors: cio è in atto
come èvſanza di farſi nelle tragedie , 8t nelle comedie Se ſimile ma
niera ètEntÎta da Platone ne ſuoi ragionamenti , 8t da Lucian o ne
ſuoi per lo Piu. Ma vu’ altra een' è, che non puo montare in palco,
percío che conſeruando l'autore la‘ſua perſona come hiſtorico narra
- quello, che diſſeil tale, 8t ilcotale. Et queſtiragimiamenti ſi poſſono
di nominare hiſlorici, o narratiui,& tali ſono per lo piu que di Cicc
rone. Et ci è ancliOra la terza maniera, & è di quelli, che ſono meſco
- lati della prima 8: della ſeconda maniera co nſeruando l'autore da
prima la ſua perſona, 8t narra ndo comehiſtorico, & poi introducen
. do leperſonea ſauellare .ſir-4141:1485, come s'uſa pur di Fare nelle tra
gedie, 8t nellecomedie, inguiſa che queſta vltima maniera puo , 8t
non puo montarein palco, cio è non puo montarui in quanto l'au
tore conſerua da prima la ſua perſona, 8: è come lllſtOſlC.) , 8t puo
montarui in quanto s’introducono le perſone rappreſentatiuamente
aſauellare,& Cicerone fece alcun ragionamento coſi fatto , Hora
queſie tre maniere di ragionamenti hanno, o poſſono hauere alcuni
diſetti,che ſono commu ni a tutte & tre loro, 8t n’hanno o ne poſſo
no hauere alcuni , che ſono ſpetiali a ciaſcuna di loro. L' vno de
quali difetti che è, 0 puo eſſere commune a tutte 8: tre le maniere ſi
è,qua ndo ſi prende ſoggetto, che non e‘ popoleſcome atto ad eſſere
inteſo da vno commune cittadino, il quale non ſia alſottigliato ne
_ gli ſtudi delle ſcienze, 8t dellearri, 8t la ragione e euidente non ſola
mentein que ragionamentì,che poſiòno montare in palco & ſenza
la qual montata non hanno [a loro perfettione,ma a ncliora negl'liis
Horici. 8t ne meſcolati, li qualiin qua ntoſono o in tutto lllſtOl‘lJ,`0
ln parte non deono potere hauere ſoggetto nOn poi“.olcſco fi come
. materia nOn conucneuole a loro. Se aduuque montano, o poſſono
mentare
‘3
möntare in palco ſi come ſanno i' primi in tutto, ei ter-zi in parte,
ſeguita di neceſsita, che habbiano il commune popolo per veditore,
& per aſcoltatore, per ca ione del quale commune popolo,& perdi:
letto ſolo della moltit ine rozzaè ſtato trouato il palco,& la ma
niera rappreſentatiua- Ma ſe han no il commune popolo, 8t la mola ,
titudi ne rozza che prefla loro gliocchí, 8t gliorecchi ſeguita medeſi: '
mamente di neceſsita, cheilſoggerto ſia tale, quale ſi richiede al po
polo, 8t alla moltitudine, il quale, & la quale non ſono , ne poſſono
eſſere capaci, 8t intendentidi diſpute di ſcienzie, ne d'arti, ma ſola
mente ſono atti acomprendere gli auenimenti ſortunoſi del mondo.
ll qual ſoggetto popoleſco, 8rd aueni menti ſortu noſi è, come dico,
non pur richieflo a ragionamenti del palco, ma anchora a ragiona
mentihifioríchcome ſi moflrera,quand0 ſi parlera del ſoggetto pro
prio, & conueneuole all’lnſtoria, 8t in cio pecca gravemente Plato
ne , & Cicerone , & mOIti altri. L'altro difetto, che è,o puo eſſere
commune a tune 8t tre le maniere,s'<‘lchei predetti ragionamenti ſo:
no teſſuti in proſa, la qual proſa nó ſi cóuiene a ragionamenti di ſog
getto raſſo migliatiuo,& trauato dallo’ngegno dello ſcrittore, 8: the
in Verita non ſia mai fiato tenuto da quelle perſone, che ſono intro
dotte a ragionare, ſicomenon ſono mai fiati in verita tenuti i ragio
namenti degli autori di ſopra nominati, concioſia coſa che ſi come
il verſo èſermiſsimo ar omento a darci ad intendere,chc i] ſoggetto
compreſo in lui,e` imagineto & non vero ſecondo cheapparira pro
cedendo atanti,coſ| la proſa debba eſſere non meno fermo argomen
to a dimoflrare,cheil ſoggetto a lei ſottopoflo ſia verita, 8: non coſa
imaginata. Hora ciaſcuna delle predette maniere ha alcun difetto
proprio ſi come la prima ha la baſſezza della voce con eſſo lei legata,
il che la fa del tutto diſutile,poi che non puo eſſere ragionamento di
ſimile maniera udito, ne per conſeguente in teſo dal popolo, percio
theſe uogliamo
come èfiato dettoaragionamenti
conuengo nocoli fatti donar
montare la loro
in palco, nel perſettione,
quale ragio- ì
nando in proſa due, 0 tre perſone non poſſono alzare la voce piu di
quello, che ſia di neceſsita perſarſi udire l’vno l’altro,altrimenti par
ranno oſordi , o pazzi,ſe griderannoin modo ehe il popolo circo
flante gli poſſa udire. La quale ſconueneuolezz:: ceſſa ne ragiona
menti fatti in verſo portando per forza con eſſo ſeco il verſo lo’naI
zamento della voceſenza che altri paia o ſordo, 0 pazzo. Laonde ſi
puo quindi giudicare anchora quanto lieno da lodare coloro, che a
ncſiri di hanno compoſte tragedie, & comedie in proſa. Ma la ſecon
E. da ma
da ma níera èdifettuol‘a in duccoſe,cîo è in poca veriſimiîitudi ne,&ín
vanita,` le quali due coſe maſsimamëte bruttanola bellezza dell’liifio
ria. N6 è adüquecoſa veriſimile,che altri poi cheſcriue hiſtoria in pro
ſa,doue nò ha luogo ſauore di muſe-,ne il loro diuino rimemOrare ſia.
dotato diſi tenace mem0ria,che pütalmente s’habbia potuto fermare
nella mëte tutte le propoſte, &le riſpoſle dette dalle perſone ragioni:
ti,& raccorre tutti gli attiſatti da loro ſi che dopo alcuni di,& tal ho:
ra dopo molti anni n’liabbia potuto ſar vera hilloria,& ſe’dele. Et è pas
rimente difettuoſa per cagio ne di vanita- Percio che come nó pecca:
no ſimili ragio namëti inua nita raccontandouiſi coſe nó degne di me:
moria ne di cóſerua, quali ſono propoſte & riſpoſte da non tenerne
conto niuno,&attiotioſi per raſſomigliareiparla nti,nó eſſendo l’hi
floria altro che vna narratione dicoſe memoreuoli,& non comuni
Et tito maggiormente ſipecca inuanita quäto piu ſimplicemëte s’i n—
troduce alcu no domädare ſenza ſare oppoſiti one, o cötradire accio
che il riſpondente ſcopra ſimplicemente l’opinione ſua,o doni alcu i
niinſegnamëti di ſcienza,o d’arte, o ſi faccia eſperienza ſe n’lia piena
notitiaNel quale erroreè cadutoCicerone ſpetialmente nel libro che
egli intitola De partitionibus oratorijs,& Pietro Bembo nel ſccódo,
6t nel terzo libro delle proſe della lingua volgare-Vitimamëte la ter
za maniera,che diciamo effi-re meſcolata 8t c6 oſta della prima 8t del ì
la ſeconda contiene vno errore ſpetiale ſuo clic edi contrarieta.Per:
cio che ſe la rappreſentatiua dee hauer luogo, 8t porger diletto, non
ſi dee fare vna attione cótraria,ch`e è la narratiua, la quale diſlr ogge
& annulla ogni veriſimilitudjne della rappreſentatiua. Et come vo
glia mo noi far parere la coſa verain rappreſentando ſe confeſsiamo
tuttauia ragionando noi in noſtra perſona che nö è vera,ma imagina
ta,,o facciamo che altri dica cio. Et in queſto ſi pecca non pure ſcri
uendo in proſa per molti, ma ſcriuendo in verſo ancliora come ſi fa
per Pllfutofl er Terentio traslatído l e come-die de poeti greci in la
tino co le per one de loro prolaghí,per gli uali ſi aleſa l’argomen
to della fauola che ſi dee rappreſentare, 8t ſi mani eſta come nó vera
contra a quello che ſarebbe douero a fare.Hora ci è v naltra maniera
di_ ragionamenti molto differëre,& ſeperata dalle tre ſopra dette ma
niere,la quale contiene i ragioname nti degli animali,o delle piantep
d altra coſa nö ſenſibile della quale ſu trouatore Heſtodo ſecondo che
vogliono alcuni 8c ſu eſſercitata c6 gran lode da Eſopo. Etla differen
za tra quelle,& queſta è, che quelle hanno per ſoggetto o coſe vere, o
"Fſlſlſmll,& queſta nó ha per ſoggetto ne coſe vere,ne Veriſimili,per
;leche ſe il ſoggetto ſoſſe di coſe' vere, ſarebbe ſenza fallo d’attione
mira
I
iniracoloſa,ma ſe foſſe d’attione mira eoloſa, cöuerrebbe, clte quella
attione miracoloſa foſſe paſſata a noflra no titia 0 per liiſloria, o per
fama, ma poiche nó è paſſata a noſtra notitia pervia ninna ſe uita che
nö e‘ vera,& ſe il ſoggetto foſſe di coſe veriſimili non cöterreb e artio
ne miracoloſa imaginata,che none‘ veriſimile,percio che nó auengoz
no ſimili attioni ſe nó di rado, 8t ſono ſcritteo raccontate per nouita
[in
diſigeolari
Roma come èſcrittoſoggetto
guardati." dell'aſina di Balaatn,clie
loro parlò,&
dunque no nſè del ne
ne vero bue,cl1e
veriſi
mile, ma bugiardo. Eglièvero,che la bugia e‘ tale,clie nö liſa ſprez
zare, percioche ancliora che coſi fatto ſoggetto non ci in porto ne
come vero,ne come veriſimile, ma come bugiardo, nö dimeno ci di
letta,& a‘nſeg na ſenza difficulta.Et ſono ſimili ragiona mëti da ripor
re ſotto la maniera degli argomenti cöparatiui,& ſotto la maniera del
le figure chiamare Proſopopeejequaliſenza fallo hanno preſtata ori
gine,&forma a coſi ſattiragionamenti. Hora il predetto ſoggetto ci
diletta perla ſua nouita miracoloſa, 8: növſitata ſicome ci diletta no
nó pure tutte leeoſe miraculoſe,tna le proſopopee anclxora,ſenza_clie
non ci porge poco piacerel'eſſer noi tenuti ſoſpeſi prima'elie ve;` gta
mo ilfine,doueſ| dee riuſcire,il quale è d’inſeg narci buoni coflu mi,o
d’ind urci a ſare o a fuggire alcuna coſa. Et perche contiene materia,
della quale ciaſcuno idiota,& ſi lice huomo e‘ capacepunto nó fari:
ta, ne graua lo’ngegno dell'aſc tatore. ll che non ſuole auenire có
mu nemente delle altre materie-,che ſi prendono per argomenti 8( per
mezzi dainſ narci quello,che nó ſappiamo, &da perſuaderci a quel
lo,che non ramo diſpofli a fare.Laqual coſa non e'di poca conſola
tion-:Mora quelli ragionamëtipoiche ſonoargOmenti trouati 8c in
dirizzati ad inſegnare,& a prouare'quello,che diciamo, deono a buo
na equita pertenere o alpltiloſoplio maeſtro debuoni coſtumi ,o al
ritorico maeflro del ben dire& del perſuadere. Maſe pertengono al
pliiloſoplio 81 al titorico auegna che habbiano materia, della quale il
popolo cömune,& rozzo e‘ intendente non ſ0 come ſieno ſoggetto
propi io della poeſia, ne come ſia da cómendare Socrate che ne fece
vn poema prima,& poi alcunialtri ne tempi ſeguenti 81 ſpetialmenoe
a noſtri Gabrielle Faernoſhliù’us l‘iînthçui &C.(Luefiaè la riſpoſta
che ſl da alla ſeconda domäda’o dubbio,che era ſe il verſo puo forma
re per ſe la poeſia veggendoſi davna parte che quella che è veramëte
ſpetie di poeſia cio c‘ l'epopea ha preſoil nome' dal verſo Barberino#
veggédofi dall’altra clic l'epopea ricene varieſpetie diverſi ne peſcio
ſi varia ella in varie ſpetie Horariſpóde Ariflotele, che nó e‘ da tener
conto niuno del verſo quanto èali’eſſentia della poeſia, Fei-cio che il
E z poema -
poema o compongaſi in vna maniera diuerſi,o in piu, o in tutte non ñ
muta natura, ne ſi diuerſifiea… Ma perche qui ha Vn lu ngliiſsimo Mg: -
Mrop non conſiderato, ne riconoſciuto dagli ſpoſitori,,è':iuenuto che
eſsî‘fian no errato grauemente, 8t ſi ſono allontanati dal verace ſen
time nto dell'autore , & ſpetialmente Pietro Vittorio rendendolo
oſcuro la doue era cliiariſsimo. Dice-fi adunque äá‘i , le quali voci ſo
no da congiugere con quello , "i-ſli xò minriv nyodayoçur‘ ,cioè- Non
è da eſſere appellato poeta ſe altri ſara o non ſara la rÌE‘omiglianza
per mezzo di trimetrj, o d'elegi, o d’altra maniera di uerſi liauendoſi
riſpetto ſolamente auerſi- Ma perche 1b öz'içsmç riguardava molto
lontano Ariſtotele dopo molte coſe trapoſtein mezzo ripete quello
che haneua detto di ſopra, 8( laſciato in pendente 8t imperfetto di
ce ndo ;HOiUSJA‘ç xiíp ’2'…: &c. Perche appare che la negatione {1x non è
tanto neceſſaria a quelle parole’íJh altrui-flip ”yvdxyoçwi'iip quanto ſtima
Pietro Vittorio, in guiſa che non ſi ſia potuta tralaſciare poi che gia
èſtata poſſa vna volta in principio, 8t la predetta neyatio ne non nie
ga cola niuna ſe non ſi congiugne con quelle parole Mu *inviirñp Sic.
Appreſſo perche Pietro Vittorio uuole che s’aggiunga la negatione
a quello voci wioîro *flip aſtratti, 8: che ſi dica u’ mici” ii(- Allam' - è da
ſapere che nulla rileua clie ui ſia, o che non vi ſia la negatione,percio
che ſe nonpu’c‘, queſtoe‘ il ſentimento. Se altri per trimetrio elegip
altra maniera di verſi faceſſe raſiomiglianza non ſara da eſſere appela
lato poeta,intender ſi dee ſecondo quella maniera di verſi, 8c liauen
do riſpetto auerſi ſoli, ma non niega Ariſtotele che non ſ0 [ſe da eſſe
reappellato poeta liauendo riſpetto alla raſſomiglia nza , & ſeco ndo
quella raſſomiglianZa, la quale liaueſſe fatta. Ma ſe u’è la negatione
i quello ſara il ſentimento. clie ſe altri non faceſſe raſſomiglianza cio è
non P“ffldtffiî per ſoggetto materia poetica per vſare vna , o vn' al
tra maniera di verſi non èda eſſere appellato poeta , percioche non
poſſo no fare altrui poeta non prendendo altri per ſoggetto materia
poetica. Ma è da porre mente che ſe la negatione non è conqueſte
prime Voci U107” flip “In-im non dee ſimilmente eſſere con le ſeconde
Uloſ’ro 'Nlp’ ai'pvdiv x &elettç 8a:. 8t ſe è con le prime dee eſſere altreſi con
le ‘Monde, per cio che ſono quelle medeſime voci reiterate per dire
quello medeſimoſentimento. l‘hip oi àlvoçmro'i &c. (Lutſte parole infi
n0 Cheſi perue nga a quelle Safina!" Ste. ſono da eſſere lette mò ”agh
d"› dOue Ariſtotele confeſſa, che c`vſ`anu del vulgo, il quale e‘ nomi
nato da lui conqueſta voce 3;ng «mr, di no minarei poeti dalla ma nie
ra de verſi, quaſi i verſi ſecondo le loro maniere debbano conátituiil-_e ‘
iuer e
'Z'
diuerſe maniere di poeti. La quale vſanza condanna come rea. Dice
egli adunqtze che gli liuomini communemente,cio e‘ i piu, 8: gli’igiio
ranti nominano, 8c diſtinguono i poeti per la maniera del verſo, 8!
non per la maniera della raſſomiglianza,chiamando per cagione d'eſ
ſempio alcuni poeti elegiaci dal verſo elego , 8c alcuni altri poeti
giambici dal verſo giambo ma che fanno male perioche la qualita
della raſſomiglianza` 8t ſpetialmente della materia equella, cheſa, 8:
diſtingue i poeti, 81 non la qualita de verſi HOra la ragione con la
quale Ariſtotele pruoua cio è coſiſatta. Prendivna materia non poe
tica quale è quylla della. natura trattata da Empedocle da vna parte
a prendi dall’ altra parte vna materia poetica quale èlo sdeg rio d’A.
chille, o il ritorno d'Vliſſe da Calipſo a caſa trattata da Homero , az
ſopra poni all’vna & all’altra matëi-ia quella medeſima maniera di
parole poetiche cio è quella de verſi heroicì, lverſiheroici ſopr
poſti alla materia p0eti`ca opereranno che Homero ſara poeta , ma
ſopra poſti alla materia non poeticad’Empedocle non opereranno
miga che Empedocle ſia p0eta.Aunque la maniera delle parole poc
tiche, & de verſi non poſſono ſare altrui poeta, ne poeta tale, ma ſi
la materia poetÌCa. Ma queſta ragione, ſe pogniamo ben mente, è di
niu no valore,& ſi vedra manifeſtamente la debolezza ſua,ſe in luogo
delle materie ripogniamo le parole, 8: in luogo delle parole ripogníz
mo la materia ſeruando quel medeſimo ordine, 8t quella medeſima
proportione. Prendi adunque parole non poeticheda vna parte, 8:
prendi dall’altra parte parole poetiche, & ſottoponi all'vna 8: all’al
tramaniera di parole vna medeſima materia poetica, la materia poc
tica ſottopoſta alle parole non poetiche non operera che altri ſia
poeta, ma ſono poſta alle parole poetiche operera bene che altri ſia,
poeta.Adunque la materia non puo ſar poeta, ne poeta tale, ma [e
parole ſi. Hora poi che la ragione d’Ariſtotele non pruo na la’ntcnz
tione ſua,veggiamo ſe ci foſſero altre ragioni tralaſciate, 0 non con;
ſiderate da lui, che la prouaſlbno,& diciamo coſi,Preiidi materia poc
tica baſſa cioè raſſomiglia nza depiggÌOri, quale e‘ la paſtorale, Ct quel
la della Bucolica di Vii gilio da vna parte, 8: prendi dall’altra parte
materia poetica alta cio è ralſomiglianza de migliox i, quale è la reale,
8t quella dell'Eneida di Virgilio, 8t ſopra poni all’v na 8: all’altra vna
maniera medeſima di parole poetiche cio ci verſi liei-oici. La ma nic-ra
de verſi non operera miga che Virgilio ſia poeta heroico nella Buco:
ſica 8c nell’Eneida,& che l’uno 8t l'altro poema ſia da rapportare ad
ma maniera di poeſia,ina.Virgili0 perla Bucolica ſara poeta d' vna
maniera
maniera, ſi comeil poema; & per l'Eneida d'vna altra ſi come an;
cliora il poema hauendo riſpetto alla materia , & non al verſo. A
dunque la maniera del verſo non operera che altri ſia poeta, opoe—
ta tale, ma la maniera della materia ſi. Anchora prendi vna manie
ra di parole poetiche baſſe quale è quella degli elegida vna par
te, 8t prendi dall'altra vna maniera di parole poetiche alte , quale
è quella de verſi heroici &ſottoponi vna medeſima materia all’vna
&all'altra maniera delle ſopradette parole, ſe tu vi ſottoponi la
materia de migliori cioè la reale,vedrai che l’vno peema , 8t l'al—
tro ſara reale, e'lpoeta ſara per l’vno poema & perd’ altro poeta
d’ vna medeſima maniera non tenendoſi conto niuno della di
uerſa maniera de verſ- Adunque la maniera della materia è quel
la che fa il poeta , e’l fa poeta tale, & non la maniera del verſo.
Ma perche Ariſtotele dice che non è materia poetica la ſcienza del
le coſe naturali, [a quale fu inſegnata da Empedoclein verſi , ne
l’arte della mufica ne della medicina, noi raccogliamo non oſcu
ranente dal dettoſuo vna concluſione, cheneſcienza alcuna , ne
arte puo eſſere materia conueneuole di poeſia , ne ſi dee ſpiegare
in verſo,& di ſotto ne raccoglieremo vna altra dalle ſue parole,
che l’hifloria di coſe auenute non puo preſtare materia conue
neuole apoeſia. Le quali due concluſioni hanno fieramente tur
bati gli’ngegni de piu famoſi huomlni di lettere de noſtri tempi,
&ha ſaputo loro troppo reo, che Nicandro, Sereno, Girolamo
Fracaflorio,liquali con alcuni altri hanno ſcritto dimedicina in ver
ſi l 8t Arato, Manilio. Giouanni Pontano , liquali con certi altri
hanno trattato d’afirologia in verſi , & Empedocle , Lucretio , li—
quali hanno eſſaminate le coſe di naturain verſi , & che Heſiodn,
Virgilio, che hanno troſlrata l'arte del coltiuare la villa in verſi, &
che Lucano, Silioltalico, 8: Girolamo Fracaſtorio con molti a1
tri , che hanno preſehiſlorie auenute da ſcriuere ne loro poemi,
non debbano eſſere ſlimati ltauer fatto bene, & perdano la gloria
e’l nome di poeta hauendo fallato in eleggere ilſoggetto, 8t ama n
do meglio di contradire all'autorita d' Ariſtotele, auegna che dal
mondo ſia reputato philoſopho verace, & a cui non ſi poſſa con*
tradire ſenza moſtrare di ſentire dello ſciemo, che di riprovare tanti
degni verſiſicatori er non poeti, &dicondennargli per poco giu
diciofi che non ha biano ſaputo fare ſcielta di materia atta alla
Podm- ſi ſono dati con grandeardore d' animo a ſcriucre piſtole,
i; poetiche,~ nelle quali manifeſtano la mente loro non Oſcuramflë ~
i ‘.90
. 16
te, 8t in cioſi partono ſicuramente dal parere d’Ariſtotele non pa:
rendo a loro di vedere ragioni ragioneuoli perche Ariſtotele ſcri
ua chele ſcienze, & l' arti,& l’ hiſtoria non ſieno ſoggetto di oe
ſia. Maio, il quale-in cio non portopunto opinione diverſa a A
riſtotele, 8: la reputo veriſsima, mi credo potere addurre le ragio
ni che m'hanno indotto a portare ſimile opinione , lequali ſe non
ſono quelle medeſime , che u’induſſero Ariſtotele, non ſono per
auentura molto diſsimili,& gia n’liabbiamo dette alcuna di ſopra in:
cidentemente,& preſuppoſte, 81 ſono queſte. Poeſia è ſimilitudine ,
0 raſſomiglianza d'hiſt0ria. Et ficome hiſtoria ſi diuide in due
pattiìptincipali, cio è in materia & in parole, coſi poeſia ſi diuide in
due partiprincipali,clie ſono ſimilmente materia, 8: parole, ma in
queſte due par-ti ſono differenti tra ſe hiſtoria 8: poeſia'che hiſtoria
non ha la materia , che le ſia appreſtata dallo’ngegno dell’ hiſtori—
c0,ma leè appreſtata dal corſo delle mondane coſe,o dal volere ma:
nifeſto, o occulto di dio, 8t ha le parole appreſtate dall’ hiflorico
ſi, ma tali, quali s’vſano ragionando.“Et poeſia ha ſua materia tro-1
nata & imaginata dallo’ngegno del p0eta , 8t ha le pare-le non ta
li, quali s' viario ragionando. Percio che non s' vſa tra gli hu0mini
di ragionare in verſi , ma le ha c0mpoſte in miſurati verſi per l’ o
pera dello’ngegno del poeta." Hora la materia della poeſia dee eſ
ſere ſimile alla materia della hiſtoria, &raſſomígliar la, ma non dee
eſſere quella ſteſſa, percio che ſe foſſe quella ſteſſa, non ſarebbe ſi
mile, o ſa raſſomiglierebbe , &ſe non foſſe ſimile, o non la raſſo
mi liaſſe il poeta quanto è alla predetta materia non ſi ſarebbe pun
toëaticato, ne haurebbe moſtrata agutezza d’ ingegnoin trouar
la , & percio non meriterebbelode, 81 ſpetialmente non meriterebz
be quella, per la quale eſſo è reputato eſſere piu toſto coſa diuina,
che humana ſapendo ordinare vna hiſtoria imagi nata da ſe di coſe
non piu ſtate non men diletteuole, ne men veriſimile , che ſi fac.
cia il corſo delle coſe mondane,o la prouidenza infinita di dio ma
nifeſta , o occulta. Perche adunque prendendo il poeta materia
d’ hiſtoria, cio e‘ di coſe gia auenute non dura fatica niuna , ne
quindi appare ſe ſia buono o reo poeta , cio è ſe ſappia , o non
ſappia bentrouare c0ſe ſimili al Vero, 8: raſſomigliarle non puo
eſſere lodato,a nzi èbiaſimato,& giudicato eſſere fornito di poco giu—
dicio , che non liabbia conoſciuto queſto , o èſtimato eſſere dota
to di natura rea 8t inganneuole, che con laſcorza,& col coi ore del:
le parole poetiche hablçia volu to vccellare iilettori, o gliaſeoltatori,
quaſi
\ .

quali ſotto quelle'ſi contenga materia poetica , 8t eſſo acquiſtarne


commendatio ne falſa, Laonde ragioneuolmente Lucano, Silio lta
lico, & Girolamo Fracaſtorio nel ſuo Gioſepho ſ0 no da rimuouere
dalla. ſchiera de poeti,& da priuare del glorioſo titolo della poeſia,
percio che hanno trattata materia nelle loro ſcritture‘ trattata prima
dagl’hiſìorici, 8: quando non foſſe a ncliora ſtita prima trattata da
jql’ltiſiOrie-i,baſla bene, che foſſe prima auenuta 8t non imaginata da
oro. Windiancliora ſi comprende che ſcienzap arte non puo eſſe
re materia di poeſia, ne ſipoſſono con lode rinchiudere in poema,
concioſia coſa,clie laſcienza & l'arte gia conſiderate,& cOmpi-eſe per
ragioni neeeſſarie, 81 veriſimili, &per lunga eſperienza da pliiloſo
Phi, & da artifli tengano il luogo d’liiſtoria,& d icoſe gia auenute quan
to e‘ al poeta , il quale con le parole ſolamente poetiche copre quel
ſeggetto di ſcienzap d’arte,che è fiato trouato, &ſcritto da altri, 8a
dicui ſi puo dire eſſere Prata compoſta gia l'liiflOria non u'hauendo
ll poeta parte niuna, per la quale ſi poſſa vantare d’eſſerepoeta. La
Onde non è da marauigliarſi ſe queverſificatori Empedocle,Lucreti`o,
Nica ndro , Sereno, Girolamo Fracaſtorio nel ſuo Siphilo, Arato,
Manilio, Giouanni Pontano nell’Vrania, Heſiodo, 6t Virgilio nel
coltiuamento della villa no ri ſono riceuuti nel numero de POCÎL li‘
;quali poſſo che eſsi primieri liaueſſono ſpeculando trouata alcuna
cienza o arte,& non preſa da philoſopho iiiuno , ne da artiſta , 8:
paleſata in vei ſi no n ſarebbo no percio da nominar poeti'. Percio the
ſe ſpeculando liaueſſono trouata la verita di quella ſcienza, o di quel
la arte, haurebbono trovato quello, che era,,& ſai a in perpetuo nella
natura delle coſe, intorno alle quali s’ e‘compi-eſa quella ſcienza, 8c
S &Co nſtituita quella arte, &vſato ufficio di buono pliiloſopho 8K di
buono artifla, ma non gia di buono poeta, che è di‘ ſpeculando raſ
ſomigliare la veritadegliaccidenti fortunoſi degli hizomini, 81 di por
ge" Per raſſomiglíanza diletto a gli aſcoltatOri laſciando il troua
~ mento della verita naſcoſa delle coſe naturali, o accidentali al pliilo
ſoplio, &all'artiſta con la loro propria via di dilettare, molto lo n
tana da quella del poeta, o del giouare. Ma oltre a queſto la materia
delleffifflfflë 81 delle arti per un’altra ragione piu manifeſta al ſenſo
non puo eſlcre ſoggetto della poeſia,concieſia coſa che la poeſia fia
ſtara trouata ſolamente per dilettare,& per ricreare, io dico per dilet
tare 8: per ricreare gli animi della rozza moltitudine,& del commune
popolo, ll _quale non intende le ragioni, ne le diuiſioni, negli argo
mc‘m [omne 8c lontani dall'uſo degl’ idioti , quali adoperaiio i phi:
loſophí
. [7
loſophí in inueſh'gárela verita delle coſe , 8: gli artiflí in Ordinare le
arti, 8: non gli’ntendendo conviene quando altri ne fauella, che egli
ne ſenta noia, &diſpiacere, percioche c’increſce fuori di modo natu
ralmente,quando altri parla in guiſa che nOn lo poſsiamo intendere.
Lao ride, ſe concedeſsimo, che la materia delle ſcienze, 8: dell’arti po
teſſe eſſereſ gettodella poeſia,concederemmo anchora che la poe:
ſia o non fo e ſtata trouata per dilettare , o non foſſe flata trouata
perle genti groſſe ma per inſegnare , & per le perſone aſſottigli
' ate nelle lettere , & nelle diſpute. ll che anclioraſi conoſcera eſ
ſere falſo per quello che fi prouera procedendo oltre. Hora per
che la poeſia è Rata trouata , come dico, per dilettare , &ricreare
il popolo commune , dee hauere per ſoggetto quelle coſe, che poſ
ſono eſſere inteſe dal popolo commune, 6: inteſe il poſſono ren
dere lieto, le quali ſono quelle, che tutto di auengono, & delle quali
tra il popoloſi fauella, quali ſono quelle, che ſono ſimili alle nouelle
del mondo, 8K alle hiſtorie, 8t per quella ca ione affermiamo liauen
do riſpetto alla materia la poeſia eſſere ſimi itudi ne, o raſſomigliana
za dell'liifloria, la qual materia percheè raſſbmiglianza rende non
ſolamente glorioſo lo'nuentore, 8t lo fa, 8t conflituiſcepoeta,ma di:
letta aſſai piu che non fa l'hiſloria delle coſe auenute , 8t le cagioni
di cio ſi riſerbanoa direal ſuo luogo.Allaquale s'aggiugne il verſo,
che èparlare marauiglioſo, & diletteuole,per molte cagioni , alcuna
delle quali e‘ gia {kata detta , cioe` per potere ſenza ſconueneuolezza
alzarelatroce in palco ſi, clieil popolo tutto agiatamente oda , 8t le
altre ſi diranno poi. Perche adunque le materie di ſcienze, & d'art-i
non ſono inteſe dal popolo non ſolamente deono eſſere fuggire, &
ſcliifate come vniuet ſale ſoggetto d’vn poema,ma èanchora da guai‘
darſi, che non vſiamo alcu na parte di quelle ſcienze , & arti in alcun
luogo del poema. nella qual coſa hanno ſpecialmente peccato ſenza
neceſsita niuna Luca no,& Däre nella comedia,che per aſtrologia di
moſtrano le Ragioni dell’anno, &l’hore del giorno , 8t della notte,
nel qual peccato nOn cadderomai Homero, ne Virgilio nell'Eneida.
Perche non mi oſſo ſe non marauigliare alquanto di Wintilia no.
il quale non uuo e, clie altri poſſa eſſere buono intenditore de poeti
ſe non èinſegnato dell'arte dell'aflrologia, & ammaeſlrato nella pliis
loſopliia dicendo. Nec ſi ſyderum ration-em ignoret , poetas intelli- ,
gat, qui vt alia mittam toties ortu, occaſuq; ſignorum in declaran
dis temporibus vtuntur. Nec ignara pliiloſopliiar cum propter pluri
mos in omnibus ſere carmiiubus locos &intimi; quafiionum :fitn—
. t‘ um
ralium ſubtilitate reperitos, tum propter Empedoclem in graecisNu-a
ronem,ac Lucretium in Latinis,qui przcepta ſapienti-e verſibus trav,
diderum_ Horn quello, che e‘ ſtato detto di ſopra in generale , chela
poeſia uanto è alla materia ſia raſſomiglianza. dell'hiſloria , 8t non
quello ſleſſo, cheèla hifioria eda intendere ſanamente, 8t con cer
to moderzmemopercioche nella materia reale o diuina in flno a c’er
m termino la poeſia, & la hiſtoria ſono quello fieſſo, 6t in cio la poe
. ſia non è raſſomiglianza dell’liifioria.Hora in fino a. qual termino a
mendu ne, & come , 6t perche co ncorrano inſieme ſi dirapoi piem
. men‘e. Ma perche il verſo e‘, come dicemmo,parlare marauiglioſo,&
diletteuolc ſi dee concederepltre alla conceſsione, che ſen’èſatta al
la materia poetica a riſPOfi &iuini ſl come ſi vede che perlo piu in ver
ki erano anticamente dati,&è coſa ragioneuole che dio parli in mola
zo piu eccellente‘ modo, che non parlano communemente gli huo.
mini Laonde Cicerone parendogli che Platone parlaſſe meglio de
glialtri huomini ,Ct ſorſe nella piu degna maniera che ſia poſsibile
diſſe, che ſe dio haueſl'e a parlare con lingua liuma na non parlerebo,
be con altra che con quella di Platone. ll che è c0 nfermato da _Va
lerio Maſsimo dicendo di lui, Cam omnium mortalium ſa ientiſsin
mus liaberetur, 81 quidem vſque vt ſilupjter ipſe de carlo eſce ndiſ
ſet nec elegantìore, nec beatiore ſacundia vſurus videretur, Et O`uin
tìlia no giudica che foſſe commoſſo dallo ſpirito d’Apollo a parlare,
diluì dicendo coſi, Multum enimſupra proſam orationem, 8t quam
pedeſtrem grzci vocant,,ſurgit, Vc mihi non hominisingenio , ſed
quodam delphico videatur oracolo inſtinflus. A nchora ſi dec porg
re concedere il verſo alla materia delle leggi ſi c0me Licurgo com.
Poſe in verſi nelleche propoſe a Lacedemoni, ſi perche le leggi ſo.
no dono di iu , 8c alcuni legiſti affermano hauerle riceuute dalla
bocca ſua, perla qual coſa non deono hauer minor priuilegio che
s’lmbbiano iriſpoſi diuini, ſi perche ipopoli ne conſeruano piu age
volmente la memoria, ercioche ſi raccomma ndano con meno diſ
HCulta alla mente, 8( vi i mantengonoi Verſi, che le proſe, & vla
mamente non ſi dee negare alle ſententie, & a brieui motti & a pro
uerbi pertinenti ad vtilita del viuerehumano, quali ſo no que, che ſi
contengono ne verſi d’ oro di Pithagora, & ne verſi diPhocillide,
8t nel teſorerto diſer Brunetto Latini, concioſia coſa, che non ſie._
no di minor vaIOre, che le leggi Heſſe , & paiano anzi riſpoſi diuini,
che humani. Et perauentura Heſiodo hauendo riſpetto alla copia,
delle ſententie , le quali ranno nel libro ſuo intitolato 7V“; tazza,
ì che furof
r
18
che Furono poi da ſa ncíulli‘ imparate perinforniatione del ben víuè
re non ſi guardò di richiuderlein Verſi, alle quali gli parue anchora
'd'aggiugnereper l’ Vtilita , che ſi trahe dal coltiuare la terra, alcuni
inſegnamenti d’agricoltura in forma di ſententie, non per iſcriuere
l'arte ſi come ſecepoi Virgilio nella ſua GeOrgica. Aia *nigi a?- ovini
Dima‘. miäi , flip .l‘1 Qvflo niro-”Mep "min-ip. ll vulgo crede, che i ver
ſificatori, ll quali prendono l’arti, & le ſcienze per l'oggetto non ſo
la mente ehe ſieno poeti. ma che ſieno a nche da nominare poeti ta~
li per la maniera del verſo, & Ariſtotele ha opinione, che non poſſa
no eſſere poeti ſe non prendono la raſTomi lianza per ſoggetto, &
uindi ditermina che Empedocle , che pr e la ſcienza naturale per
Poggktt0,& non la raſſomiglia nza,quantunpueliabbia uella manie—
ra di verſi che lia Homero non èpceta,ma auellatore lle coſe na
turali. Et non dice ſimplicemente che non ſia poeta,ma clieè piu to
ſio ſauellatore delle coſe naturali quaſi dica non è veramente poeta
a niun partito, ma non ſi dee negare che non habbia alcuno habito
di poeta,ſi come il lupo ſe foſſe veſtito della pelle dell'agnello auegna
che veramente foſſejupo, ſi potrebbe dire hauete alcuna coſa dell’as
gnello. Perla qual ragione Cicerone ſcrſe non dubito di nominare
l‘opera d'Empedocle Egrc ium poema dicendo Namſi quis ut in ali
qua arre,& ſacultate excel ens aliam quoq; artem ſibi aſlumpſerit,is
proficiet,vr quod praeterea ſpiet,id eius in quo excellet pars qua’dam
eſſe videatur, licet iſia ratione dicamus,pilabene,&duodecrmſcrupie
ludere proprium eſſe iuris ciuilis, quoniam vtrunq‘ueeorum P. Mu
tius optime ſecerit, eademq; rationedicantur, quos giudici: grzci no:
minant 'ridem poet-e, quoniam Empedocle-e phyſicus egreglu poema
fecerit. Et Quintiliano nó hebbe altra cagio ne di nominarlo p0eta
nelluogo di ſopra allegato, & Horatiocome e‘da _ere—dere , l’appella
Poeta L‘icilia no pur per cio moſtrído tut tiòt tre di no liauere veduto ~
Ariſtotelein queſto luogo,& appreſſo di non iiitendeil'e molto bene,
onde procedeſl’e la co nſtitmione del poerameímç xaigiuwiimmdudn
te ndi xaaáareç quanto alla varieta del verſo,& nó perche egll nó liaueſ
ſe fatta la roſſomi lianza cöueneuole,percio che io credo,che Chere
mo ne nonpecca e in quella parte miſſi- ?NG-ll'uri-Èaìffdwm 14$” nina”.
Periti-?Nav intëde Ariſtotele quella ma nieradi poeſia che vſa il verſo
ſolo per iſtormëto cio èìmmrimflmxſmugu. Qin al mio parere lia er
rore,& perche in alcuni teſti ſcritti amano ha iui xiv Tavçor appare on
de ſia natol’errore,&come voglia eſſere ammédaio. percioche ſi dee
ſctiuereínl xiimira,&izmyç.5eraü titolo dell’opera di Clieremone,clie
i F a haueua
a

baueua il meſcolamentodi tanti verſi , & altri anchora intitolarono


con coſifatto ſopra nome le loro operq come ſi vede maſsimamente
appreſſo Atlieneo- Figl' ‘fw a@ *n'a-op J‘iugt :ro Toiî-rOp ‘tip rglmp. Belle pa:
role ſi poſſono rapportare alla di flintione fatta di ſopra delle ſpetíe
della' poeſia vſanti due flormenti, cio e’liarmonia &ballo inſieme, o
vno ſolo cio c‘ ballo,o parole ſole, & fi poſſono rapportare alle due
ſolutioni, che Ariſtotele ha datea dubbi, che ſi poreuano fare, l’vno
era ſe l'epopea ſi poteſſe fare in proſa , l’altro ſe perle maniere de
verſi ſidoueſſono diſtinguere le maniere de poeti,& per gli verſi cono
flituirez Et ſi poſſono rapportare all’vna coſa, 8K all’altra, ma pare
che ſi debbano piu toſto rap ortare alle ſolutioni , percio chedice
Amg-'30 cio è ſia diterniinato uendo diſputato, & ſignificando che
queſta diterminatione ſia da ſeguire.
P A R Tl C E L L A N T A. Eidl Nm”, ai! ”Mxçövratt 1075 tig”
flilolso Alza J‘i cio MM, ai ablffilà uírçu Ziſa-if lire n85 d‘lOJfüflBlXſSpl mind”,
[è ri ”Sp da…, iti 'tra We‘ll?, liti xoflpdìia.d`tatpſitçio‘l 4“!, ”"11 aiuäi ai”; ’radio,
aſtri …aid-go:. m'mwliiöi Ai-yo -nìs J‘iaçogàs 76g flxváSV, Zi «fs Ulou'iaul
zip uſmdtp.
C O N T E N E N z A. Quali poeſie raſſomiglíno per tutti 8t tre
liſìormenti Verſo, harmonia, 81 ballo.
{1V i.. G A R [ZZA M E N T O. Hora ſono alcune (arti)lequao
li vſano tutteledette coſç,& dico come numero, 81 contento, & mi
ſurato verſo, ſi come fa 8t la poeſia de dithirambici , & quella delle
leggi, &la tragedia, 6t la comedia . Ma ſono differenti che quelle( le
vſano) tutteinſieme, & queſte ſeperatamentc. Ad unque dico quefie
eſſerele differentie delle arti con lequali ſanno la raſſomiglianza.
S P O S I Tl O N E. Ha Ariſiotele parlato delle due ſpetie dello
[tormento c0me due ſtormenti cio e‘il ballo, & l’ liarmonia s'accom
pagnano inſieme nell’ arte del fluto,& della eitara,& della ſampogna
per far la raſſomiglianza,& come vno ſolo s‘uſa nel ballo,clie èil nu
mero, &nell’epopea che è il verſo. Hora paſſandoalla terZa ſpetie
dello ſtormentoſoggiugne cheſì truouano alcune poeſie, nelle qua
li s'uſano tutti 8t tre gliſtormenti numero, liarmonia, & verſo, ma in
due maniere,percio che il dithirambo, 8t leleggi gli richieggo no tut
ti & tre inſieme, cio è in vn tempo medeſimo, ma la tragedia & la co
media anchora che gli t-icltieggano tutti 8t tre, non gliuſano percio
in vn tempo medeſimo,concioſia coſa che quando vſa no il verſo ceſ
liil ballo 8: l’harmonia,& quando ceſſail verſo vſino il ballo,& l’hai*
Ne _ci laſciamo darç ad injçljdere, che Ariſtotele intendi: del_
C 01‘0
choro richiedendo l’ liarmOnia e’lballo alla tragedia & alla comedi‘a,
Percio clieilehoro nOn ſuona ne balla rappreſentando attione al.
cuna come preſuppone Ariſtotele. E’v ai; mica-rai :zip ai éülò’li. Non
veggo neceſsita niuna perche ſi debba mutare îv origin :vous come vo
gliono alcuni. lo dico, dice Ariſtotele, ſignifica ndo~ d liauer poſſo fi
ne a queſta prima maniera che naſce dalle differentie degli fiormenti,
che quelle ſono le differentie dellepoeſie, con le quali differenne eſ
ſe poeſie ſanno la raſlomiglianza, 8t è come ſe diceſſe. Con tanti, 8c
con
P A RtaliTldiuerſiſtormenti
C E L L A S E ſiS ſa
T nno le raſſomiglianzç
A. E'mſ nella poeſia.
J‘ſimîmiíimd o! mandami ”ya-Jon
*ra-5, Îvdrrxl TE'UTWS ’i md‘aſws, ſexi/’Am Evan-rà ;oèzulieii Keá‘o'v &tirati-rai: 3M” —
M Sei (.to'vois, uxig ` ”ii &fe-ri? -nì KO” J‘iaç'iqovo’l ”oli-rt!, ”Toi awſovas, ”i reſina?,
Îxu'çom‘, ii rsù roiawous Stub-iui aiuäbx, tio‘mç îſ mçäs, ”Aſs-VGT” “ip 70?!,
”dv-"ſous, armide J‘i xvi-ou!, Atei-im S Jſt lucio”: ſix-_iſte
C O N T E N E N ZA. Come la poeſia per materia ſi diuide in tre
ſ etie,
‘BV L G A R lZZA M E N T O. Hora. poi che i raſſbmiglianti
raſſomigliano coloro, che ſanno, & è di neceſsita che queſti fieno o
bu0ni, o rei, perciocliei ooſtumiquaſi ſempre accompagnano quelli
ſoli, concioſia coſa che tutti (glihuomini ) fieno differenti di coſtu
miper maluagita, o per bonta, egli è di neceſsita raſſomigliare i mi
gliori che noi,oipiggiori 0 i coſiſatti, ſecondo che ſanno idipina
tori. Et certo Polignoto eſfigiauai migli0ri, & Pauſone i piggiori,
8t Dionigii ſimili
S P 0 .S l ’ſl O N E. Wi' trapaſſa Ariſtotelea dichiarare la ſecon
da ſpetie principale della raſſomiglianza poetica gia propofia, che di
ciamo poterſi domandar materiale. La quale ſi ſottodiuide in tre ſe.
condo che ha per ſoggettole tre maniere d’ huomi ni migliori,plggloe
ri, &ſimili a noi, Et in queſta ſpetie ſeconda fa quello che non ha
ſacco nella prima, ne ſara nella terza cio ètenta di' prouare per ra
gione, clie la materia debba eſſere atterzata non liauendo pur fatto
vn minimo cenno di niuna ragioneperche lo ſtormento ſia di tre
maniere, ne eſſendo per farlo perche il modo ſimil mente ſia di tre
maniere-.La’nteritione adu nque d’Ariſiorele è di prouare che la ma
teria raſſomigliata ſi conſtituiſce ditre maniere di perſone di miglio
ri, di piggiori, &di ſimili a noi per potere conſtituire liauendo riguar
do alla materia tre ſpetie di poeſi .Le perſone raſſOmigliate ſono di
due maniere o buone oree, adunque ſono di tre , percio che le due
Fonſütuiſçono le tre eſſendo i buoni, ei rei, o migliori, o piggiori, o*
3 W
ſimili anoi.Ma përclie altri poteua negare chei raſſomigliati foſſero o
buoni,0 reilo pruoea coſi-l coſtumi o ſonoinformatí davirtu,o ſ0
no informati da viti0,& ſono in ciaſcuno huomo o gliv Mogli altri,
per gli quali coſtumi gli huomini maſsimamëtetra ſe ſono di erenti,
cio è alcuni ſono buoni ,StalCu ni ſono rei.Adüque ſono due maniere
d’huomini i buoni ei rei. Et perche di nuouo altri puteua dire. lo cre
do che ciaſcuno ſia o buono o reo,ma cio nó ſi conoſce ſempre-A nzi
riſponde Ariſtotele ſiconoſce ſempre perche i coſtumi accëpag nano
ſempre coloro che tíno,& ſi ſcoprono ſempre nell’autoni. Etperche
vltimamëte poteua altri dire,che i raſſomigliati nófoſſero occu ati in
attione mëtre erano raſſomigliati prëde Ariſtotele p coſa mani eſta,&
per primo principio,che coloro che ſino,&ſono occupati in attione
ſoli ſi raſſomiglia n0,&nö altri-Adüquedue ſono lemaniere degli liuo
mini raſſomigliati,l'vna de buoni & l'altra de rei,dalle quali due pro
cedono tre la prima d'e migliori,la ſecóda dc ſimili anoi,& la terza de
p' iori,& accio che altri nó iſlimaſſe coſa ſcóueneuolc,che i buoni ei
rei i diuideſſcro in tre maniere moſtra che ſimile coſa ſi fa anchora
nell’artededipintori,liquali effedo glihuomini diuiſiin belli,&in bruc
ti gli effigiano diuidëdo gli in tre maniere o piu belli,o ſi” brutti, o
ſimili a noitî'mlcl‘iflimuîſſat ti‘aimu'iuvoi nyár’ſtvns &ic-Di qui ſi puo chi-l
ramëte vedere che Ariſtotele raccoglieua queſte coſe, &riponeuale
come certe memorie in queſto volume p hauerev na memOria appa
reccliiata dalpotere ſciegliëdo poile coſe buone dalle ree cópilare vo
libr00rdinato,& riſpondente a ſe ſteſſo per tutto,in che quello,ciie
dice qui nó ſolamente non èvero, ma fi diſcerda anchora da quello,
che dita poi cóeioſia coſa che quädoparlera della perſona tragica ſia
per riccuere la migliore,la piggiore,& la ſimile anoi qua ntu nq ue lodi
piu la ſimile a noi,0la migliore,nepercio ſi varia ſpetie dipoeſia.Adt'í
que della bóta,o della malua ita ſopranap mezzana ſi dee tener con
to niunoin poeſia per cOnſëituireſpetie di' poeſia, ma ſerie dee tener
conto in quäto intendiamo di metter compaſsioue o ſpavento negli
animi de veditori,o degli aſcoltatori,lequali coſe richicggo no iula
mezzana bonta che la ſopranaNe è vero che gli huo mini raſſomis
glianti raſſomiglinOglihuomini occupati -n atrio ne periſcoprireico
itumi come nó oſcuramcnte pare che voglia no ſignificare le parole
d Ariſtotele-Li quali' coſtumi'ſono compagniapparenti, & perpetui
di color0,clie ſanno,& ci donano conoſcenza de buoni,&de rei- Per
cioche ſe cio ſoſſe vero la poeſia ſarebbe raſſo miglia nza principalmen
te de coſtumi,& della bonta,& della maluagitaJIche a niuno partito'
del mondo nó uuolç AriſtOtele ſecondo che ſi vedra appreſſo, Maſia
poe ia
20
peeſia èraſſomiglia nza di coloro che‘fanno cio è, c‘raſſomigiianza
d’vna fauola ſimile ad hiſtoria memoreuole nó au enuta,ma poſsibile
ad auenire la qual poeſia ſi diſtinguein diuerſe ſpecie nó per ho nta 0
per maluagita de coſtumi delle perſone, che ſono elette dal poeta da
raſſomigliare,ma per gli flatidelle perſone o reali,o Cittadinep còta;
dine,&hauend0 riſpetto a quelles’eleggono principalmëtele fauole
còueneuoli allaloro cöditione,che nö ſono altro che attio ni nó :tue
nute, ma poſsibiliad auenire nó p iſcoprire i coſtu mi,o la böta, ola
maluagita ma per dilettare c6 la nouita del caſo quito ſt puo il piu il
cömune popolo,il quale n'è Capace,& ne ptëde maggior diletto che
non fadella dottrina o del loſcoprimí." o decoſtumi od’inſegnaméto
appertenente ad arte o aſcienza o dicoſ'e vſitatead auenire ſempread
vm. guiſa. Maper piu chiaro maniſeſtamento delle coſe dette 8t per
ſapere pienamente, onde naſcano le ſpetie dellapoeſìa per cagione
della materia noi porremo menteacinquecoſedegliliuomini,che l'o
no lngeg no, Elettione, Fortuna, Conditio ne, 8t Attione.Due delle
uali ſo no dentro da gli h uomini I ngeg no,& Elettio nc,& tre fuori
egli huomini Fortuna,Cöditione,8tAtcione. Lo’ngeg no hadue parti
l’accor'giméto & la ſciocchezzad'elettione parimëte ha due parti la
bonta,& la maluagita,la fortuna ſimilmëte ha due parti la felicita,&
Ja miſeria ,la conditione medeſimamente ha due parti lo fiato reale e’l
priuato,l’attio ne altreſi ha due parti la philoſophica 8t la ciuile. Er
tu tte queſte parti ſono ſottopoſte alla raſſomiglianza poetica fuori
che l’attione pliiloſophica,& a quella raffOmiglianza che è materiale
& che Ariſtoteledimoſtra con queſta voce‘ingap con queſta altra è’.
Ma nöcóſìituiſcono pero ciaſcuna delle nouepartip ciaſcuno accop'
piamëto nuoua ſpetie di poeſia.Apzi niuna delle neue parti,ne niu no
accoppiamento la conſtituiſce ſe_non l’accoppiamento della condi
tione cio è lo fiato reale, e'l priuato. Le quali due ſole parti parto
no, 8t ſeperano la poeſia 8: la diuidono in iſpetie, 61 con lomfi tira
no dietro le altre parti come minOri ſeguaci , & dipendenti & non
s’accöpagna no eſſe,con le altre parti come con maggiori,con pari,o
c5 principali-Et quädo dico che ſi tiranodietro l’altre partiío incen
‘ do che ſi tirano dietro vna parte di ciaſcuno accoppiamento per vol
[3,8: non amendunoEgli è vero che non ſi tira no dietro indiffercn
cemente o l’ una, o l' altra parteſem re percio che lo fiato priua
.o ſe dichinera al con tadino & al ple eo ſi tirera dietro piu volen
tieri la ſciocchezza che l’ accorgimento , 6t lo ſtato reale ſi tirera
dietro l’ accorgimento. Et la tragedia che raſſbmiglia lo ſtato reale ſl
conte” tera piu della_ bonta che della maluagita quantñque nó rifiuti
’ " ` anchora
’anchora la maluagita & pare che ſi compîaecîa piu nella miſeria che
nella ſelicita ben che riceua anchora la felicita Et perche ſono di
uerſi gradi di miſeria, 8t di ſelicìta, non qualunque miſeria o ſelicita
è conueneuole allo ſtato reale* , o al priuato. Ne poeſia deepoterſi
conflituire ſenza attione huma na , ehehabbiamo domandata ciuile
ſeperandola dalle philoſophica per iſcoflarla dalle ſcienze,& dall'ar
ti,lequali gia habbiamo detto non poter preſtare diſe leggittima raſſo
miìlianza a poeti. Adunque per le coſe dette di ſopra appare , che la
no ilta o [oſtato reale, 8: la viltao lo fiato priuato conflítuiſcono la
differmza della poeſia per cagio ne della materia,` la quale nobilta o
vilta non ſi diſcerne per bonta, oper maluagita , ma ſi diſcerne per
pertamenti, i quali portamenti ſe ſono informati di conueneuolezza
ſcoprono la nobilta , 6c ſe ſono informati di ſconueneuolezza ſco
prono la vilta. Et per conueneuolezza & ſconueneuolezzaio intendo
modi 8: coſtumi, che non teſtimoníno della bonta o della maluagita
dell’animo dell'operäte,ma facciano ſede della gentilezza, o della ru
flicita dell'operante,&procedano dallo’ngeg no cio èo dall’açcorgi
mento, o dalla ſciocchezza.Et per vero dire Ariſtotele in quero luo
go hauendo nominati i migliori hauendo riſpetto alla bonta del l’ani
mo, ei piggiori alla maluagita s‘ e‘ accoſtato troíppo a floici, liquali
non reputano nobile ſe non il virtuoſo, 8: vile e non il vitioſo, la
qual ſetta non ha luogo nella poeſia che ſeguitail commune parere
del popolo, ſecondo ll quale ſono de nobili buoni, & malvagi, 8c
parimeme de vili buoni, 6: maluagi. Hera perche conuenga che l’at
lionide nobili ſieno accompagnate da portamentiinſormati dicon
ueneuolezza, & le atrioni de vili accompagnate da portamenti info”
mari di ſconuencuolezza c‘coſa aſſai manifeſta, concioſia coſa che il
nobile ſi guardi a tutto ſuo potere da coſtu mi ſimili a que del uil e, 8:
per conſeguente indegni della maggioranza 8: della nobilta, nella
qualeſi sforza di mantenere. La doue il vile viue ſeco ndo che l’appe
tito ll tira non curandoſi che altri il reputi quello, che non è. Senza.
fallo adunqueAriſtotelequ-i non parla ne pienamente,neueramente
poiche i virtuoſipi vitioſi non diſtinguono le maniere della poeſia,
quantunque la virtuo il vitio ſia giunta a conflituire le maniere , 8t
ſe io non m'inganno, egli non era per c0ntentarſi di queſto che è
ſcritto qui, che ſu ſorse vn principio da inueſtigare in quanti modi
l'uno hnomoſi poſſa dire eſſere migliore dell’altro , 8c hauendo co—
minciato dalla vi"tu, 81 dal vitio, che ſono il modo primiero da ricco
naſcere il meglio delfini-omo, e’l peggiolaſcia la'nueſtigau’one pre
‘ . detta'
2.! ‘
- detta imperfetta ſenza Ia vera diterminatione diquali migliori,'&‘ di
quali piggiori s'intenda perſeperare le ſpetie della poeſiaflora non
ha dubbio, che Al‘lflOíclc ha per coſta nre . ch'e ſoggetto o materia
di poeſia non poſſa eſſere altro che attiene liumana ſecondo che
preſuppone qui, & va preſupponendo per tutto queſto volume , la'
qual coſa ſe ſh coſi pare che fauori molto l’opinione dl coloro, che
dicono, che il ſoggetto o la materia dell'llifloria non poſſa eſſere al
tro che attione humana percioche eſſem-pio & imagine dell'hiſtoríz
è poeſia come s’ c‘ detto, &fidira,& ſe è eſſempio & imagine dee eſ
ſere eſſempio,& imagi ne di tutta l’hiſtoria,altramente non ſi potreb‘
be nominare eſſempio veramente, ne imagine non rappreſentando
ñ ſe non vna parte deU’híſtoría, comel’eſſempio, 8: l’imagine del viſo
ſpecchiatoli dee rappreſentare tutto il viſo, ſenò, ſaremo coflrettí
udire che ſara vna parteſola dell'eſſempio, 8: dell’imagine del viſo.
Adunque ſela poeſia non riceue ſe non-attione humana per mate
ria, ne l’hiſtoria parimente dee riceuere ſe non attiene humana'Ma
noi veggiamo che Î'hifloria ha per ſoPgetto B: per materia altro che
attione humana hauendo Ariſtotele critta [hiſtoria deglianimali 8:
Theophraſto l'hüìoria delle piante , 8,: Plinio l’hiſtoria naturale,&
altri coſi fattehiflorie. Adun ue:la poeſia dourebbe poter‘ ricevere
ter ſoggetto materiale altro c 1c attioni d' huomini, o ci conuiene
iaſimare quelli ſcrittori come poco accorti ſceglitori di materia hi
florica. Hora accioclie non ciconuenga biaſimate quelli ſcrittori,
ne concedere chela poefia debba poter riceuere altra materia che
d’attioni humaneèda diuidere la materia dell’híſtoriain tre manie
re, vna dellequali c‘ quella che èſempre d’vna forma, 81 ſempre ſu,
6L ſara quella fieſſa a turti glihifloflci in tutti iſecoli , 6t ſi truova.
perpetua nelle coſe non animate, 8c animate , quali ſonoper ca
gion d’eſſempio , che alcun marmo quando ſi cana, è tenero , ma
Poi fia ndo all’ aere s’indura , 8: che alcuni alberi fruttiſeri ſono,
i cui frutti non maturano ſe non laſiate , 81 altri alberi fruttife- ~
ri ſono , i cui frutti non maturano ſe non l’autunno, Et che la
lepre gravida ſl ringrauida , &che l*hu0mo non è vitale , 8: non
iſcampa ſe non è nato nel ſettimo,o nel decimo meſe dopo il conci
pimento- La ſeconda mamiera c‘ d'attioni di coſe non animate,o
pure anchora animate ma ſenza ragione, che per la rarita loro han
no ſembianza di miracolo, come ſarebbe l’ attione della flatua di
Mitio che cadendo a caſo parue che fludioſamente vccideſſe colui,
elle haueua vcciſo Mido# lo vendicafle, di cui particolare mentione
G fa Arlo_
.-`

fa Ariſtotelè in quello libro, :BI come l'attione di quel cavallo che ri


fiutando di congiugnerſi con la madre, poiche s’auide ,perche
nlbuio ingannato viſi congiunſe, del fatto di dolore compunto per
coſſo il capo ad vn ſaſſo ſi mori- La terza maniera è di quella dell’at-~
tioni hu mane, della quale parla Ariſtotele qui, 8’. per tutto queſto
libro, 8c la quale è materia commune all'hiſtorra , &alla poeſia conv
la differenza gia detta , che l' hiſtoria la richiede di coſe auenute,
ö: la poelia di coſe non auenute ma poſsibiliad auenire. Et quando
dico atlione humana intendo anchora dell' attiene diuina , la quale
[i tratta comeſi tratta l'humana dall'hiſtorico, 8c dal poeta. non
parlando gli huomíni communi di dio , & delle ſue attioni ſe non
come fan no de glihuomini , 8: dell’ artioni humane, Hora la poe
ſia. non puo prendere , ne prende la. prima maniera per materia
percío che ſempre è quella fleſſa , ne fi varia, ne riceue'raſſomigliana
za, ne porge diletto per raſſomiglianza , 8( in cio preſero errore O
uidio che ſcriſſe in verſo il libro de peſci,& Oppiano che pure ſcriſ
`ſe in verſo diſimile materia. Ne parimentela poeſia riceue la ſeco nd!
eſſendo a nzi miracoloſa che nò,& conuenendo al poeta raccontar
la apunto, quale èauenuta, & non altrimenti che ſarebbe l’liiſtori
coinguiſa che non puo moſtrareinuentione ſua niuna, ne eſſerci
tarl’ ufficio ſuo, perlo quale polſa eſſere giudicato pom , 8: dilet
tare altrui per raſſomiglianza. Senza che ſimile materia non p0
trebbe paſſa re per lo modo rappreſentatiuo ma di neceſsita ſarebbe
legato al modo narratiuo, percio che le coſe non animate, cani
mare ma ſenza ragione non ſi poſſo no farmomare in palio ſi che
raſſo miglino a tempo, 8t a luogo quello,che conuiene.Laonde poi—
che queſta materia non puo hauere le non vn modo della poeſia
come ſtorpiata 8: imperfetta anchor-a per queſta cagione s’ è la
ſciata da pane meritamenre,& s’ è preſa ſolamente la terza. maniera.
che non rifiuta di paſſare per ciaſcuno modo, & è compiuta, & in:
tera, &puo darlama al poeta per la'nuentione &.diletto auediro—
ri, 8t a gli aſcoltatori per altro, 8: maſsimamente per la raſſomi
gliahza Si che non ſi mega che materia conueneuole dell’hiſtoria
non
,debbaliaragiofleuolmente
d’ altro che d’ .-.nione
potere liummfl, come che
riceuere altro, la poeſia
A’wìflui non
J‘l rouſims‘í
macellaio”; E çau’hous Hvar. Non ha dubbio , che Ariſtotçle per mou
Αm’oux intende ivirruoſi, 8c per ”float i vitinſi, 8: non i nobilio.
j yüi, uçi iau-agli ſcioçc-ìxiper leparolçantipoſte,& Poſtpofle,a n
chor
.`.. ‘
22
*hora che l’eſſempio , che poi dara de Ciclopi ne dithirairbi , &
nelleleggi, 8: della tragedia , & della comedia non ſi poſſa verifi
careſe non nenobili, &ne vili , &ne ſaui , & negli ſciocchiſenza
hauerui parte virtu , o vitio. -ràyip 'ſia zar-‘M -raím'r &NMUN; niro”.
intendi api-Judi, percio che queſte parole non hanno riguardo:.
quelle ’ſaw-:iau: "paia-v5, ma a quella ,flſa'flol‘ffll , concioſia coſa
che poſsiamo ſecondo diuerſi riſpetti diuidere i coſtumi in due ma
niere, in vna che ſia de coſtumi interni, & non apparenti, liqualí
non accompagnano gli operatOri, ne ſ0no loro ſeguaci ma van:
no loro avanti , & ſono ſcorta alle loro operatiOni, 8t in Vn’altra
cheſta de coſtumi foreſlieri , &ſotto polli al comprendimento de:
gli huomini, cheaccompagnano gli opera-tori , &ſono ſeguaci del”
le loro Operation!" , & in quelli ii ſcoprono, & appaiono di fuori,
& percio gli n0mino foreflieri , 8t Ariſiotele dice che accompa
gnano gli operatori ſoli, cio è Noi ſolamente gli riconoſciamo nel
l'operatiom'. Ma l’ vna 8c l’ altra maniera in verita non c" ſe non
voa , 8: vna fleſſa quantunque per gli riſpetti del naſconderſi a
noi, 8t dello ſcoprirſi , & dell' andare auanti all’operationi. o
del ſeguirle l’habbiamo diuiſa in due i -roi BM'ſllOÌN-Î ii' xat’ñflîr. Ans
chora che quelle parole ſi poſſano ſporre in due modi , cio è in
vno, chela raſſOmiglianza ſi fa de migliori che non ſono quelli
liquali ſono ſecondo noi, cio è ſi fa de migliori che non ſono quel
li, liquali ſono della preſente eta, il qual modo , ſi puo confermare
perle parole poco appreſſo ſeguenti i u?)- ”Ef ”igm , i J** fflriovl
?dp vip, o in vno altro chela iaſſomiglíanza , ſi fa de migliori.
che non ſono quelli, liquali ſono huomini cummuni quali ſiamo
noi riponendo Ariſtotele per modeſtia ſe ſteſſo, nel numero di
quellihuomini ,che non ſono in ſoprano grado buoni, nein ſo
prano grado rei malono nel grado mezzano di bcnta. Della qua”
t- maniera d’ huomini egli diſotto lodera , che s' elegga la perſona
tragica, non di meno non ſi poſſono ſ orre nell’ vn de due pre--v
detti modi che non s’auenga in gran d` tculta. l’ercioche ſeſiſpon
gono nel primo modo, cio e` che la raſſomiglia nza ſi fa de migliori,
‘i de piggiori, che non ſono que della noſtra eta, &de coſi fatti , ſe:
guita di neceſsita vna ſconueneuolezza,che poeſia ſi dnnda nó pure
in tre maniere ſecondo che apertamente‘ afferma Ariſlotele , ma in
qu..ttro anzi inſei cioe' nella poeſia raſſomigliatrice de miglior |,& de
piggioriche non ſono que della preſente eta, &de coſi fatti, cio è de
mlgiimi tra quellidella preſente eta ,’ 6c de piggiori tra quelli della
, ‘ G n preſente
preſente eta. Percio che coſi fatti hanno riſpetto a migliori , & a
piggiori, 81 c0 nuiene, che i coſi fatti ſidiuidano in due maniere , Si
che ſono quattro Et perche tra i migli0ri,& i piggiori che non ſono
quelli della eſente eta ſono certi mezzani che poſſono eſſere ma:
teria di poe ia,& tra i migliori ei piggiori tra quelli della preſente eta
ſono certi mezzani, che poſſono pure eſſere materia di poeſia ſeguir
ta che la poeſia per queſto conto di materia ſi debba diuidere non
pure in quattro, main ſei maniere-Ma noi nOn veggiamo , che Ari
ſtotele faccia motto, o dea eſſempio dipoeſia de buoni , 0 de rei tra
quellidella noſtra eta ſeperato, non che de mezzani del tempo paſ
ſato,o del noſtro , adunque afferma apertamente che non intende
di fare altre che tre maniere, & per conſeguente , che queſte parole
' non ſi poſſono ſporre nel primo modo. Ma ſe ſi ſpongono nel ſe: '
condo modo, cio è che la raſſomiglianza ſi fa de migliori, 8t de pig
giori, che non ſono quelli, liquali ſonocommuni huomini, 8t quali
ſiamo noi, s’oppone a queſta ſpoſitione l’eſſempio de migliori non
di quelli che ſono commu nihuomini, 8t quali ſiamo noi, ma de mi
gliori di quelli che ſono migliori dell’eta noſtra raſſomigliati da Ho
mero addotto da Ariſtotele,& piu dirittamente anchora s'0ppongo:
no le parole di ſopra citate che non ſi poſſono inguiſa niuna ſchi
fare. ii [zi-7050 Xiigwſ,li J‘iZtÌiTſWS Mira! *n69 riſp. Laonde ſi vede queſta
ſeconda ſpoſitio ne eſſere contraria alla manifeſta intentione d'Ari
ſtotele. Poirino”: ”Ji- xçéflous &c. Non ſi deonointendere queſte pa
role xçáflws ”a mio” della bonta, 0 del vitio dell’animo,ema della.
bonta,o del vitio del corpo, cio èdella bellezza odella bruttezza
corporale, nelle quali coſe la dipintura dimoſtra il ſuo artificio o
ſieno o non ſieno la bellezza 8c la bruttezza ma giori, che non ſono
quelle degli huomi ni della preſente eta, o coli ſane. lo ſo che Art'
otele di ſotto dira, chei dipintori nobili hanno in caſa vno eſſema
pio perfetto di bellezza, o nella mente,nel quale riguardano, quan
do vogliono farevna figura compiuta, e; par, che qui preſupponga,
che liabbiano, 0 debbiano liauere non ſolamente vno eſſempio per
ſetto di bellezza, ma ancliora di bruttezza, nel quale debbano altreſi
riguardare,quando vo liono ſare ma figura brutta compiutamente.
Nla che quando non i cura nodi ſare la figura perfettamente bella,
obrutta baſta loro il fare‘ le figure ſecondo che ſono gli huomini
comunemente formati dalla natura, liqualinon arriuaiio mai a quel
la perfettione vltima di bellezza, o di bruttezza , a che è peruenuto
l’cüempío formato dall’arte! Etſo_auclioraj che Ariſtotele di ſ‘qtro
lr"
²3
dira, che il nobile poeta dee liauere nella mente vna idea della per,
fettione della bonta , nella quale dee affiſſare lo’ntelletto quando
vuole raſſomigliare pogniamo vn valoroſo,vn magnanimo. Et pare,
che preſupponga in queſta particella, che nö pure debba hauere l’i:
dea della bonta perfetta, ma anchora della maluagita perfetta , alla`
quale ſi riuolga col penſiero quando dee raſſomigliare vn codardo,
vn puſillanimo, cötentandofi di raſſOmiglíare ibuoni, oirei dell’eta
noſtra oi communi huomi ni quando non intende di ſare coſa per—
` fetta, non eſſendo i buoni oi rei dell’ eta noflrao i communi huo
mini compiuti & giunti all’ vltimo termino di bonta o di màlitia.
Ma è da pormente come gia habbíamo detto,che la poeſia non rice:
ue diſlintione di ſpetie per perſettío ne di bonta, o di vitio di perſone
introdotte nel poema, o dimeno perfettione, ma ſi per la varieta de
gli ſtati delle perſone, ſecondo che oſono reali, o cittadine cioè
meZZane, ocontadine, 8: appreſſo che non è vero ehe i1 poeta deb
ba hauere nell’ animo ſuo vna idea di ſomma perſettione del vitio,
o della virtu, o pure della meno perſettione, nella quale per com
porre beneil ſuo poema debba riguardare. Maio dico bene che dee
hauere Vna idea nell’ animo ſuo della perfettiſsima,& diletteuoliſsi
ma hiſtoria, dalla quale non ſi dee mai con la menteſcoſtare, quan
do fa il ſuo poema, a cui per dar gli compimento, 8t per farlo ſimi
lea quella idea fa biſogno alcuna volta d' vn valente in ſoprano
grado, 8c alenna volta d’vn codardo in ſoprano grado , & alcuna
volta d’vn meZZano tra valente 8t codardo altramente la fauola riu—
ſcirebbe o poco veriſimile, o poco marauiglioſa. Et dico parimente
che il dipintore quantunque debba ſapere in ſino a qual termino ſi
poſſa ſtendere pogniamo la bellezza d’vna don na nOn ignOrando [e
proporrioni della membra, & di ciaſcuno perſe, 8t di tutte inſieme,
ö: di colori,& ſimilmente in fino a qual termino di turpitudine ſi poſ
ſa fare vna contraſarta donna non ſara percio piu lodato dipingen
do la belliſsima o la turpiſsima donna , chela mezzana, o raſſomía
gliando vna certa donna naturale poſto che non ſia d’eccellente
bellezza,o bruttezza concioſia coſa chel'arte del dipingere non con
liſta in fare Vna figura in ſommo grado bella,0in ſommo grado
brutta, ma in farlaſimile al Vero, 8: al viuo, 81 al naturale.
P A RT l C ELLA S ETTlM A. AiîAavz,5'1r Làröplsfiatſb'v 'mi- “
s” fliflitzop‘ièaraiÎ-rfl -nits J‘taço i:. ”sù 't'stñríga, rié‘lrtça ‘fluidità *ri-top n‘tp “
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lÌionJ riuààtotpià Qin-{fun NAP/Wal” Up iv &cuffia-ii Jîlapsçë ui virgnul‘iſſa Wii! 1D
xopQJ‘iap J‘a'isum, infili 74‘,» xdgaus, iàfflnvmwm sou'Ami 769i viip. ‘
CO N T E N E N ZA. Come ciaſcuna ſpetie di raiſomiglianza
flormentale riceuediuiſione per le ſpetie della raſſomiglianza mate
riale.
n V V L G A R lZZA M E NTO. Hora coſa manifeſta è,clie ciaſ
” cu na delle (gia) dette raſſomiglianze, 6t liaura queſſe differentie, 8( è
” diuerſa per raſſomigliare Coſe diuerſe in queſto md0,l’erCi0 chea
” uiene, clie& nel l’arte del ballo , & del fiuto , & della citata ſiena
” queſte diſsimil-tudini, 8t intorno a parlari 8t a nudi verſi. Si come
n Homero nel vero potrebbe raſſomigliarei migliori, 6t Cleoplionte
n iſimili, 8: Hegemo ne il Tliaſiano, che primiero fece le parodie , 8t
a: Nicochare che (fece) la Deliadai piggiori,& ſimilmente(aurene cio)
” intorno a dithirambi, Cz alleleggi ( percioclie ſi come Terpandro,
” & Plirinide raſſomigliai' migliori) coſi (Arga i ſimili) 8t Timmth
ñ ’1 8t Pliiloſſeno,clie fece i Ciclopi potrebbe ralſomigliarei piggiori.
n Hora con queſta ſteſſa differenza s’è diuiſa anchor-a la tragedia dall]
n comedia,c0ncioſia coſa che queſta voglia ralſomigliarei piggiori, 6t
.n quella i migliori che non ſono gli liuomini del noſtro tempo.
S P OS [T l O N E. Poi che lo ſlormento, col quale ſi raſſomi
glia ſidiuide in tre parti cio è' in verſo, ballo, 8t liarmo nia, delle quali
treparti ſeperate, 8: meſſeinſieme ſi formano cinque ſpetie , cio è
quella del ballo ſolo, quella del ballo & dell’liarmOnia congiunte in
ſieme~ quella del Verſo ſolo, quella del verſo, del ballo , 81 dell’har
monia congiunti inſieme in vn tempo , 8t quella del verſo, del ballo
81 dell’iiarmonia congiuntiinſieme in diuei ſo tempo. Et poi chela
materia, la uale ſii-aſſomiglia ſi divide in tre parti per cagione de
migliori rai omigliati, de piggiori, 8t de ſimili a noi, come s’ è veduta
in fino a qui, ſeguita vna concluſione evidente, che ciaſcuna dele
ſpetiedello [tormento, che diciamo eſſere cinque, ſe lo ſtormento è
pieno 8t conueneuole a ralſomigliare ſia flormentocol quale ſi raſ
ſomigliciaſcuna delle tre ſpetie della materia railbmiglieiiole,tio è
0 quella de miglio”, o quella depiggiori, o quella de ſimili' a nor,&
perdo ciaſcuna ſpetie dello flormento liauendo riſpetto alla ma
teria riceue tre diiiiſioni- il che Ariſt0tele dimoſlra annouera ndo di
~ nuouo tutte 8: cinque le ſpetiedello ſſormento, 8: affermando ciaſ
‘ cuna di l0ſ0 trouai ſi hauere queſta atteizata diuiſìone ſenza darnle
- in a o
… 2
ln alcune parlicolarc efl'empio come in 'quella del ballo ſolo‘, 6: in
quella del ballo 8: dell’ liarmonia congiuntiinſieme, 8c con darne
particolare eſſempio nell’aer comerin quella del verſo ſolo, 61 in
quella del verſo, del ballo 8: dellîharmo nia congiunti inſiemein vn
tempo, 8c in' quella del verſo,del ballo, & dell’harmonia congiunti
infiemein diuerſe tempo. Benche in queſta vltima ſperie diſtormen
Io non dea cſſempio ſe non di due ſpetie di materia cio c‘ di quella
che ſi fa per cagione demigliori, che n'on ſo no glihuomini del rem
- po preſente, 8: di quella cheſi ſa per cagione depiggiori. uz 7a} Mme’
in,&ç.Annoucra Ariflotele,come dicemmo,di nuouo le cinque ipe
tie dello ſtormcnlo,& prima fa mentione del ballo ſolo ſottoqueſh
voce Èpçllo‘a,& poi del ballo,& dell'harmo nia congiunti inſieme ſotto
uefle due uoci «Wie :Là xthçI'o’s. Et perche il ballo ſolo,&il ballo 8:
l harmonia congiuntiínſicme nOn ſempre raſſo migliano vſa queſtc
parole is} mi?” rai-'Tux *ni: ìvoaoilmas quaſi dica fi poſſono fare queſie
varie?) di raſſomiglianza quantu nqueſempre non ſi facciano. Et è
da norare che non da eſſempio di perſone che ballano ſolamente,
o ballando 8: ſonando‘iníieme aſſomigliano i migliori, i piggiorl ei
fimili a noi forſe perche quefle ſono arti, nelle qualifinita l’ attiene
èanclxora finital’opera,la quale non ſ1 puo moſtrare altrui ſe‘ non
per l’attione,o forſe perche queſte arti s’impara no da altro maeſtro
chedalmaeſtro di poetica,o dal poeta. a5 mg‘: ”bs M7” x5 Www-"ago.
Seguita L1 terza ſpctie~ dello ſtormento con lo quale li raſſomiglia~
noi migliori, ipiggiori, ei ſimili a noi, che ſonoleparoleſolefiora
ſono da ripetere quelle arole (li ſopra pofle. ”sà i:: 7”in mins *ni:
Ìymodnns- cio è ſi p0 ono ſare quel’ce Varieta di raſſomiglianzc 7
quantunque ſempre non ſ1 ſaccian0,concioſia coſa Cllcffl compon
gano ſpeſſe volte de Verſi co uali non ſ1 fa raſſomiglianza ninna,
ſi come Arifiorele cſſcmplificg di ſopra in Empedocle , 8: dico nur
aims le parole ſole, 8( miſurate# ordinatein verſo,& accioclle s'in
tendeſſe quella voce coſi interpreta ndola,&dichiarandola come vo
leua che hprendeflèſoggiugnc ”in da‘- +Ih-:m7gl‘qm rimouendo da lei
il ballo & l’llarmonia 8t la proſa. o‘ :ü MAM-1:. lo ho ſolpenione '
che quefla voce Jia-AM“ non lia per errore ſtata ſcritta male. Percio
che Awàs oètirolodi
aimpha, poemal' atlioni
che contenga che contenga
auenutel’atrionidi Delo comcdi
in Delo comein l lſiola,lc
uali nó ſOVeclere cor…: ſiena-de piggiori,elſendo od’efl’a iiola come
inimpna,od|Lammpd'dppollopdi Dialel- lO m'índuco a creo
dei c che voglia çlſcreſcriçtocofi mm, 8; che hanomçtbnnaffi-Î
_ , _ 7 l
An!! elieuiene a dire nella lingua nofira codardo , & che ſrgnifichí
f
l’actioni dicodardia cio èl'attioni di piggiori, [i co me anc hora ſi trae
tauano ſimili attioni con la maniera di que verſi clic è nomata 7m
“un". Della qual maniera aſſai pienamente ragionàno gli altri inter
preti,la0nde altro non nc diciamo. Suolo: '5 ms »104544005 ”ù nas vin-ur.
Q`u_cſta c‘ la quarta ſpetíe dello ſtormenro comprendente il Verſo, ll
ballo, 81 l'harmonia congiunti inſieme in vn tempo, col quale raſ
ſomigliano purè le tre maniere d’huomini , 6t percio fi varia ln tre
modi, & ſono altreſi da ripetere qui le ſo radette parole îsl WM
Tali‘ſùí -ràsìvofloto'vms potendo auenire cheſi aceſſono alcuna fiata di
thirambi , 8: le gi ſenza raſſomiglianza. Alla qual .quarta ſpetie Ari
flotele per renëere certo altrui, che poteva n'ceuere le tre differenti@v
ſecondola raſſomiglianza delle tre maniere d' huomini migliori , &
piggiori 8c ſimili a noi aggiunſe ſenza dubbio gli eſſempi nominando
gli autori ſpetiali, che haueuano ſeperatamenre eſſercitata ciaſcun!
elle tre maniere, ſi cOme haueua fatto nella terza maniera dello ſtor
mento, Ma per ingiuria del tempo ſattaci in queſta parte mancano
qui in queſto teſto alcune parole ſecondo che io m’imagin0. nelle
quali ſi faceua memoria de poeti dnhirambeschi , 0 nomesdii , che
con qüeſta ſpetie di flormento haueuano raſſomigliati i migliori , ei
ſimili a noi, ſi come appare chiaramente, per le parole che Cl ſono ſi"
maſe, poiche in quelle ſi fa memoria di que poeti, che hanno ſalſo—
mìgliati ipiggiori- Senza che le parole che ci ſono rimaſe , non fi
poſſonOçon debito ordine congiugnere con le paſſate,& alcuna del
le rimaſe anchora è corrotta cio e‘ ?rip-as , che non ſignifica nulla, &
quantunque alcuni ſeguendo la ſua imaginatiOne l’habbiano tramu
tata in riga-u non ne traggono ſententimcnto niuno ragioneuole, che
appaghi il lettore. Adunque in queſto reſto mancano alcune parole -
ſenza fallO, ma quali apunto non ſaprei indouinare. Ma ci poſsiamo
bene imaginare che foſſero d'vn corale tenore 0847[ng Hammond
qçvus pipì-rai Hell-rio”, 0‘571» ”ù A'flëſ Fauſto! ”l‘45 anni”: Kuſſxilomcs mao’eflos m
"A-'Emi ”lu-?dano ’nip- Hora che la raſſomiglianza de Ciclopi foſſeraſſo
miglianza de piggiori ſi puo chiaramente conoſcere per lo choro del
Pluto d’ Ariſtophamfitè da por mente che dice in modo di poten
zz mai-fam'a‘zp, che è modo conveniente all'effempio per ceſſare l'op
Poſitioni che ſi poteſſono ſare poſto che l’cſſempio non foſſe del tutt
to conforme con la coſa eſſeinplificata co me pogníamo ſſche Home*
l‘0 no n ralTomigli per tutto, 8: ſempre i migliori, o che gli altri poe
tinominari ſecondo che riclxieggono gli ellempi non raſſonigliano
per tutt
ì per tuttò
, o ſempre i miglióri;í piggiori,
ñ o iſimilſa noi pietanze-ate.
1‘

Perche non polſo ſe non alquanto marauigliarmi di’ Pietro Vitto- ñ'
rio che veglia quiaggiugnere ria-.Murri 5 -rii «ſiaçoçäxvàirgayçá‘la, &c;
Wella e‘ la quinta 8a vltíma ſpetie dello fiormento comprendente’
verſo, ballo, 8c hàrmonía congiunti inſieme per tempo ſmceſsiuo
col qualeſi raffomigliano i migli'ori,i` piggiori, ei ſimili'a noi, come
' ‘ appare nella tragedia doue ſi raſſomiglianoi migliori,& nella come
‘ dia doue ſi raſſomiglia no i p gior-i' preſupponendo Ariſtotele che-i
ſimili a noi ſiraſſomiglino n51’ v-na 6: nell’ altra poiche vſa quella ~l

parolaÎioviAgTai,quaſì dica egli è vero , che la tragedia intende di ſaſſo‘,


- mioliarei migliori, 8: la comedia-i piggiori, ma ne l'v na, ne l’altra il
fa ?corpi-”anzi raſſomíglia bene ſpeſso i ſimili a noi ,o gliíhuómini
della preſente eta. ì . ,r
.P A R T l CE L LA OT T A V A. ’eſſrtärou'my 721,7” J‘iaçogdrò, ásſiixi” “
to: 'ra JTOF muídaiwëv 'HS—- ”à 7a} Eri-oi': MNT-"Kit -rà uffi mafia; ?5791, _(2an “
&zan-{Wim Lìdië'tîvſſ'l‘r'i 7|7vlmvc91 ñmç‘ä'mgos mitî,'iiós 'dei «wifi, Dà Mi per” “
BÉMov-ra, ii WÉVTUIÎ ó’: aiça’à’ſonufiſsù Zveçyuu‘îrm *mi: ”IMO'JHLWSV îirgio’i J‘ii ‘5
'IKU'TMS J‘iaçogz'i‘s ripidfldi’sìsii, :55 Zſammy iioc’tîíçxàs, it] 07m, nù,,&’,‘iuà 35- Ss: “
*riſi ai?” Seu-:ò: 'R'Vllcd ;um-ni; - Barça doçemîs. mao-ſum 7a} 3WD ~®J‘a{ms, -iîi “
ìçrso We; ;Affini-ms ”ça muori-1745M Éçöſfflu ai”. ?dei Arg-iam …aa-d
17”” fiumi per”, 5'” ameübm á‘çcsi-m.
C O N T E N E N ZA. Come la poeſia per cagione del modoſi
diuide in tre ſpetie 8C come ciaſcuna ſpetie della raſſomiglianza ma
“ teriale & flormentalc riceue diviſione per le tre ſpetie della raſTomi
lia nza del modo. _ '
- V L GA R l ZZA M E N T O. Hora ſegueappreſ’ſo la terza dif-1 “
ſerenza di quefle, ( cio èdelle raſſomiglianze ) la quale è.come altri "
poſſa raſſomígliar‘e ciaſcuna maniera‘ di queſte (cio èdelle differenze) “
Percioclie auiene ‘che alcu n'a volta ſi fa la raffomiglianza , 81 con— “
` quelle medeſime coſe , 81 di quelle medeſime Coſe , o ra` conta ndo “
altri, o diuenen do vn’altra coſa ſeco ndo che fa Homero , o come “
ſtandoſìquello fieſſo, 8c non tramutato,o eſſendo tutti i raſſomi- “
glia—mi come occupati in -facende , &operanti. Adunque la raſſo— “
miglianza conſiſte in queſie tre diſſerenze-,comedicemmo da prima, “
CON CHE,& CHE, &COME. Laonde per vna ſara vnoſteſſo “
raſſomigliatore Sophocle
migliano i forniti di virtu,con
per Homero- Percioclie
vn’altra conſſ amenduni
Ariſtopliane, raſſoz “'*
Percioche
amendu ni i'aſſomigliano gli occupatiin facende, 8t &gas-mi (cio è gli “
operanti“)Er di‘ `quindi alcuni' affermano eſſere;Fiamme cui: ago-K? ci
cio a
i
n ( cio è eſſe poeſie d’attionü-Percio ehe-raffomiglianoi‘flsms (cioè' `
”gli operanti.) ‘ i 7
s P O Sl T l O N E; ‘ Parla’ Ariſtotele della‘ terzaſpetie di raffomi
. [ja hza poetica precedente dal modo affaí &retta-vente. Pere-‘iodio
argamente n'haueùa‘ parlato Platone nel ,terzo librodel ſuomi”.
mu ne. Dice adunque che ſono t re ſpecie del modo del raſſomigliaie
o per racconto mutandoſi il raccontatorein'altracoſa come fa H0!
mero', o~per racconto non muta ndoiì il raccontatorflo per rappre
ſentatio ne eſſendo occupati i raſſomigliarori in` faccende, con le qu;
litre ſpecie ſi ſa cia“cuna raſſomíglianza 'dello ſtormentu ,‘ Sì della
maceria. Ma è da pormente che Ariflotele non pare ‘hauer [ornato
tuttoquello ordine.che ſiſarebbe potuto ſeruare in quelioìlimgo_ dia
cendn prima, che col modo ſi fa la raſſomiglianza , 8c poi clieil m0
doſi diuide in tre ſpecie dou'endo dire ſecondo ehe l’ordiri e richie
deua, che primail modo ſi diuideua in tre ſpetie, & poi in quali [aſſo-_ni e
' miglianze o della materiap dello ſtormento ciaſcuna, ſpetie del ſno;
do haueſí'e luogofi come richiedeua queſto Medeſimo .diritto ordine,
ì che prima ſi parlaſſe della _raſſomiglianza materiale, die s’è detta eſ:
ſere diuiſa in tre {petie effi ndo raſſomigliati irmgliori, i ſimili, ei pig— -
'ori, che ſi parlaſſe della raſſomiglianza flat-mentale , che a'èdetu
diuiderſi in cinque ſpetie, Numeroſolo,Numero 81 H’annonia inſita-ñ
me,Verſo~ſolo, Verſo Numero & Harmoniainfleme in vn tempo…
Verſo Numero ë: Hai-mania ,inſieme- in diuenſo tempo ,. poi c'ha
ciaſcuna dj-quefie cinqueſi diuidein ere ſecOndo che s'›accornpagna
con ciaſcuna delletre materiali, & ſei-ue acia"cu na-di loro , ma egli?
non oſtante cio ha pariato prima della fiormentaleche della matc
Ì’iale ne i0 Viggo ii perche. lo veggo bene che egli non ha fatto ale
…) che bene a riſerbarfi ultimoil ragionamento delñmodo del raſſor
migìLi-e; concioſia coſa che ciaſcuna delle tre ſpetie del modo del?
raflhnu%liare e'accoppiſecondo che le ſue Parole ſuonano con ciaſ
cu nazdë ie predet e ſrc tiedi raſſomíglmnzc materiali, K flormentali,
62 ſei-ua aci-alcuna di loro in guiſa che eſſendo treleſpetiedella ma
, teria, a: cinque quel’e delle Rom ente, &'trc c{nelle del ;modo,prima3 i -
` conſiderate ſimplicemente,.&ſaper-anatre”: ſano vndiciſpetie di
raſſomiglózanu, poi conſiderate le raſſomiglianze della materia ac-ì
compagnatecon quelleflelloflormento ſo no oltre all'Vndici qui n
-diCi ltre ſpetie dr ram ›miglianza, 8K di nuoho conſiderate le taſſo
› m` lianze della materia accompagnate con quelle del modo oltre al.—
J’vndici, Gt alle qumdicitono altre none ſpenedi-rafibmigliai-za , Se
~- .. , . ‘ apprefià
\
'7""1’

2.6
ippreſſo cöſiderafe le raſl‘omlglíanze ,dello (loi-niente accompagna
te con quelle del modo ſono oltre all’ vndici , alle quindici , 6c alle
noue altri quindici ſpetie di raſſomiglianza & congitàgnendoinſie
me le raſſOmiglia nze della materia dello flormento 6t el modo oltre
alleëſopra dette trouerannoſene altrequarantacinque. Si ohein tut
te pofle inſieme ſanno il numero di notrzntacinq ue,` ma accioclic pie
namente , 8: diflintamente ſi conoſca h coſa (hr coſi le portò per
Ordine ſeperate 8: ”camp-;nate

Materia,
Migliori ſimili, Piggioria s
. Hormento.
Numero. NHartnonia. Parole. N.-H.P.in NH Rin diuerſo 50
vn tempo. tempo.
Modo.
Narratiuo mutato. N. non mutato. Attíuo. 3.
Materiadtormm. ,
Mi líori
Numerog Simili
Numero l Pi
Nume-gog îori. 1"
N.Harmonin N. Harmonía N. Harmania.
Parole ’ Parole Parole
NH. P.in vn tempo N.11. P.ín vn tempo N‘H.P.in vn tem`po
N.H P.in diuerſo N.H.P.in diuerſo N-H.P.indiuerſo , 4..."?_ ,.A_ñ4 ._-.

tempo. tempo tempo.


l Materia Modo. 'ì
Migliori Simili Piggiori 9.
V ' \
karratiuo mutato Narrmuo mutato Narrativo mutato ; .—

N. non mutato N. non mutare N. non mutato


Atuuo Attiuo Attiuoo
Stormento Modo.
-Numero. N.Harmom`a. Parole N.H.P.invn N.H.P.indiuereljà 4 2‘5_~_*A'

., tempo. ſo tempo
ermutato N.mutat0 N.mutato N.muat0 N-mutaflo
d. :un in ta Nnó muta.N ”ó mutaN-nunmutaN non mutato- -
Acuuo Àtfluo_ Attilio Attiuo Attiuo.
H s Narrati
Narratin mutato
o
Narraríuo mutato

tempo
Narratin mutato_

Narratíuo mutato
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So no adunque ſpetie di raſl‘omíglia nza nouanta cinque , come di'
cemmo, ſecondo Ariſtotele, ſe prendiamo le ſue parole nella uiſa, -
che paiono ſonare- Del quale numero io dubito aſſai, concio ia co:
ſa che non mi paia eſſer vero che ciaſcuna ſpetie del modo paſsi
per ciaſcuna ſpetie dello [tormento, ſi come io veggo che paſſa per
ciaſcuna ſpetie della materia. Percioche io non miſo imaginare co
me col numero, o pure col numero & con l' liarmoniainſieme ſi
poſſa raſſomigliare narratiuamente con mutatione del narrante , o
c6 mutationein mod0diuerſo dal raſſomigliareattiuamente,Appreſ.
ſ0 ſe l' epopea ſola fa la raſſomiglianza ſua con parole ſole , nella
quale epopeal’ietro Vittorio niega che ſi truoui maiil modo narra
[iuo non mutato, 8t ſi vede clie Ariſtotele le niega l’attin ſeguita. a
che ciaſcuna ſpetie del modo non puo hauer luogo in ciaſcuna ſpe
tie dello ſtormento- ll che anchora ſi ma niſeſta piu ſe preſtiamo ſede
a Platone, che afferma che il ditliirambo cio è lo ſtormento di paro:
le, di numero, & d’ harmoniain vn tempo non riceueua altro mo
do che il narratiuo non mutato , 6: poſsiamo credere clic leleggi
non riceueuano parimente altro modo poi che il dithirambo, & le
[eggiſono da Ariſtotele propoſtici per eſſempio di quella raſſomi—
glianZa che vſa lo \_t0rmento parole , 8t numero & harmonia in vn
tempo, Et ſe preſtiamo ſede ad Ariſtotele medeſimo che preſuppo
ne che la tragedia,& la co media, che è ſotto poſta allo ſtormento pa
role, numero, & harmonia in diuerſo tempo non riceuono altro
modo clie l’attiuo,Si che conſiderando noitutte le maniere di ſaſſo:
miglia nze 8t ſeperate, 8: accompagnate non ne troueremo nouanta
cinque, come liaueuamo detto ma ſolamente cinquanta cinque ſa
cendo il conto in queſta guiſa. Pi ima la materiaſeperata cene porge
“e, s: loſtOrmento cinque, e’l modo tre. Poi la materia accompa
gnata con lo {tormento cene porge quindici, & accompagnato col
modo noue. Poi lo (tormento accompagnato col modo nó ne puo
porgere piu di cinque, ſe &Vero quello ,che è ſtato detto di ſopra, 8: ,
vltimamente la materia, 8t lo [tormento è'l modo congiunti inſieñ
me nOn poſſono paſſare il numero di quindici la qualcoſaſi puo an.
chora piu manifeſtamente vedere perla’nfra ſcritta figura.
Materia. ‘
L Migliori Simili Piggiori. ffl
Stormento.
Numero. N.Harmonia. Parole. N.H.P.in N.H P.indiu.tempo ’i, ~
" ² -i vn temp. H z Modo
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Adu nque ſe vogliamo intendere le parole d’ Ariſtotele, :facendo
che paiono, come dicrmmo, ſonare, che col modo ſi poſſa raffo
migliare ciaſcuna ſpetie dello flormento ſi come ſi puo ciaſcuna del
la miteria noi troueremo queſto numero eſſere falſoLaonde pere
:ventura e‘ da dire, che le parole ſue ſono da intendere ſanamente ,
~cio c` che alcuna volta auiene che il modo nel raſſomigliare s’accom
pag na con alcune ſpetie dello [tormento, il! nOn tutte le ſpetie mo.
dali con tutte le ſpetie ſtormentali isli Enaip, Ste. ínuíp ;nervi-.num
*ut 'i ‘lnga'wi ;yiyvr'imop- lo non ſon btn certo ſe Ariſtoreleli-abbia
unla opinione che commuiientelia occuparci: mei-gi di tutti gli
liuomini, Cio è che tre ſieno i modi l' vno narratiuo , che ſi fa J‘i*
ìmyyw'as & l’altro rappreſentatiuo cliefiſa .igm-cſi”: ,e’l terzo
mel'cola‘oo compoſto dell’ Vno 8t dell'altro , quax'e è quello che e
ſtato oſſervato da Homero 8: che Ariſtotele lrabbia cominciato
dal compoſtoa pai lare de modi, o ſe pure [rabbia opinione , che
A non ſieno ſe non due modi l’ vno narratin , 8t l' altro rappreſen—
tariuo, ma che il narratiuo ſi diuida in due cio è nel narratin pie
no , 8t nel narratiuo ſciemo. lo chiamo modo narra iuo pleno
quello, per lo quale il parlatore parla in ſua Perſo na , 8t in perſoo
na altrui,percio che altripuo fare l’vna coſa 8: l‘ altra ſenza tras
formare la ſua perſona, 8: modo narrativo ſciemo, per lo quale :lla
niparlainſua perſona ſola. ll che mi pare aſſai piu verilimile,&
s’acccſta piu alla verita,la quale parlando de modi noi ſcopriremo
p0.. o appreſſo. Narrare adunque o modo narratino pieno ſara
ueilo , clie vſa Homero, il quale Homero non ſolamente narra in
P,..- perlona , &in perſona altrui,come fanno molti altri, 8: pera
c… quanto è a queſto non face-ua meſtiere che s'adduceſſe l’ eſſem
pio d’Homero, ma fa anchora quello, che non fanno gli altri, cio è‘
narra poche cOſe in ſua perſana,& quelle poche perche fieno piu eo
ſtg prolierzzio, 8: appreſtamtnro adintrodurre altri a ragionare,.che
alrra cñſa. l- tappreſſo perche ſi poſſono nell' epopea le perſone in
due rrzoilialtreſiintrodurre a ragionare cio e`-in vno ſenzalegëme,&
in Viio altro co lì Irgame,H<)mt'ſO nó vſa ”tai il modo ſenza legame.
Io domando modo incrodiittiuoa ragionare ſenza legame ,quan
ao ſenza dire il corale diſſe coſi, e’l cotale riſpoſe coſi,ſi ſe na ſolar
m…: netta ſcrittura [a prinvalextera dtl nome della per ona par—
la me,ſi came fa \ irgi-lin iiell'ecloga Furte ſub arguta &tc-Ct Cicero*
ſont: i ci libiodell'amiiitia , 81 chiamo n-odo con legame quello
‘1… ha caſina! parlai-i il come diſſe coſi, e'l corale riſpoſe cos;
‘ c
.
elia ſono 'vie da pafl‘are dalla .perſona ”ari-ante alla' perſonaintroì
- dotta aparl‘are euidenti, o ſono legami che Congigngono inſieme g
quel’ce due Perſo ne,che nell'altro modo ſono l'aperate, ,8: diſſolute.
_ Hora perche Ariſtotele lodi piu il parlar ſacco in perſo na dell’autor'
narra nte, che il molto altrOue in queſto libro chiaramente lo dice,
& perche no n lodi il modo ſenza legame ſi Puo dire che c` coſa aſſai
‘ma nifeſta co-ntraí’cando ſimil modocon la natura del mutato. ’1517s—
gívîiyiyvímvffl. Vſa Ariſtotelejl‘ſeſſo ,neutro percioche nella narra
tione non s’introduce ſolamente a parlare o lxuomo ,051.0 nna , ma
altra coſaanchora, Concioſia coſa che i parlatori _introdotti nella'
harrationepoſſa no eſſere di cinque maniere, la primarie-lle quali ſo
no gli huomini, & le donne, de quali tratutti gli altrianimali il parz
Iare è proprio, la ſeconda ſono gl'iddi‘j celeſtiali, 8: coloro che ſono
:ceduti godere la gloria cter na in cielo lÎeco ndo le credenze delle
religioni, came dio verace glíangeli eletti 8: l'anime beate,& Gioue,
8c Giu none, Apollo,Merciirio,&`_fimili inſieme con gl’iddij terreſtri‘,
marini, 8c infernali,.come ſono le’ nimphe de fonti, de prati,cli mon
ti,di ſelue, ei Fauni, ei Satiri, 8: breuemente tutti i Semoni, &come
ſono Nettuno, Proteo, &ſimili, 6c Galatea con’l’ altre nimphe del
mare, &come ſono Platone, Prolërpina, 8c le furie, & coſifatte deita
con l'a nime tormentate, 6c con l’anime godenti, 8c tranquillanti ne’
eampiEliſi, o come'ſono i diauoli, 8L l'anime de dannati, Percioche
tuttii ſoprad etti ſOnO creduti dagli huomini groſsi ‘haſiuerefOl‘ma hu'
ma BC per conſeguente poter parlare, o perche ſi deano gli huo
mini ad intendere chein coſiſatta forma ſieno loro a‘ppariti alîuna
volta, o perche non ſipoſſanofare a credere che gl’iddij, 8: l’altre
ſopradecre ſulla nzc vere o fauold’e habbiano forma diuſierſa dalla lo
r0 reputa ndo la laro perfettiſsima,.& fatta’ a ſimilitudíne della diui
nao La _kEl‘Za `ſ0 no quelle affettioni o vitiio virtu dell’a nímo noſtſo.
che .apprcſſo la religione pagana non hanno deira perſonale, ne cei‘
to naſcimento come hanno gli ’altri ſuoi lddij come ſono l'nuidia.
Odio, Perſeuera nza~,Caſtita,alle quali aggiungere ſi poſſono le con`
ditio ni,&gli fiati degli ,huo mi ui,comeRicchezza.,Pouerta` G loris)…
fan-ia, Nobilim, Vilfa, e ſimili-,Et di queſta ſchiera ſono anchoralç
citta,& le prouintie,lequali coſe tutte’ſi figura no informa di don na",
o d’liuomo, 8c s’att-ribniſceloro la fauella numana , 8c ſono flimate
aecoflarſi alla natura diuina- La quarta ſono tuttigli a nimali’ſenſibili,`
BZ vegetabiii, o gli animali vegerabili, a quali liaue'nclo riſpetto ;alla'lo’
ro naturali-0 anchora alla Cöditione accidentales’aſſeg' nano lorq l‘a)
‘3-- ) * '
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gione & ragionamenti c‘onueneuoli alla 'natura, o all'aceidente.Eſo
po attribuiſce ſpecialmente loro ragionamenti COnueneuoli alla na
tura, ma molti altri in ſarcio hanno piu riſpetto all'accidenteſi c0‘.
mehebbe con molta uagheua il Petrarca in quel ſenetto- Apie de
colli nue la _bella ueſta. Liquali animali non ſi dourebbono potere
introdurre a _ragionare in palco rappreſentariuamente poi clie non
ſono attia fare ſe non per mezzo delle voci degli huomini cio. 8t
non per meuo delle loro non hauendo eſsi parole , ne eſſendo in
formatidi ragione. cOme habbiamo detto vna altra volta auegnl
che alcun poeta di grande aurorira alcuna fiata l' halibia fatto. La
quinta. 8t vltima ſono coſe inſenſate, & vegerabili come ſaſſo, oro,
ferro` letro,cauola, 81 ſimili. et nel farle parlare s'ha riſpetto o alle
natura della coſa, o all'accidente , come s’haueua nella quarta ma*
niera 8: Catullo fece parlare vno vſcio, ne s’allontanò da predetti
riſpetti, ne altri le potrebbe introdurre in palco a ragionare rappre
ſentatiuamente con piu lode che ſi ſaceſſeanimali non ragionevoli.
Adunque qucſla ſu la cagione la qualeinduiîe Ariſlorele ad vlarc il]
queſto luogo il ſeſſo neutro come generale piu toſto che il maſchi
le. 'fly-‘is röç air-'ip ”WWW-rc. Crede Pietro Vittorio,che queſto ſeco”
do modo non ſi poſſa eſſemplificare ſe non nel ditlurambu non
bauendo egli mai veduto niuno poema epopeo , doue il poeta parli
ſolamenrein ſua perſona. Ma ſe gli foſſe tornato a mente d’hauer
letto Il Mereto di Virgilio, che èpoema epopco raſſomigliatiuo de
piggiori, nel quale il poeta parla ſolamente in ſua perſona non hau
rebbe detto COſlo 'n' míth a‘: ”foi-Jonas. Aia-fia è la terza ſpetie del
modo, & della quale, & della ſeconda ſi compone 8: ſi ſor ma la pri:
ma ſecondo gli altri, ma non ſecondo me come s' e‘ detto. Ma per:.
che qui ſi dicemívws pare che Ariſtotele in queſta tenza ſpetie dd_
modo ricluegga numero nOn ſolamente trapaſſante .vna perſona‘
ma due anchora non potendo ”liv-m5 llauer luogo in meno di tre
perſone. Laonde ſtglîerbbCClle non ſi pOteſſe fare vn poema rap
preſentatiuo, doue s’introduceſſe, o vnao anchora s’imroduce e.
ro due perſone J‘fn'uamtass a ragionaiecome ſan no Tlieocriro,& Vir
äilíënelle loro canzoni paſtorali. A che c‘da riſpondereo che Ari
0 le diſſe mir-m5 liauendo riſpetto a qualunque numero (li perio
ne in generale-:lie puo montare in palco, o veroè da dire che Ari
flotele ln tutto queſto libro non parla d'altra poeſia , che di quella,
che s’uſa—ua in publico. ll che habbiai-no detto vn altra volta, o reè
citando come l’epopea ſirecitaua per gli* dicitori o rapſodi, &Fap
l pre en
preſentando comelî faceuaſa tragedia , & la'comedia per gli buſy
ſani, 81 raſſomigliatori, o cantando come ſi faceuano idithira mbi.
Lequali poeſie conueniua che foſſero lunghe, 8t non brieui come
ſono verſi paſtorali', o elegie o epigrammi, o ſimili,accioclie per po
chiverſi non ſi ragunaſleil popolo contanto diſagio , nelle quali
poeſie lunghe quando ſono rappreſentatiue co ntengonopiudi due ì
ſone,& parlando Ariſlotele di coſi fatte oeſie non ha hauuto ri
petto alle poeſie priuate 8: brieui,delle qua iconuei rebbe ſare altro
trattato, ſi come molti hanno tentato dl fare. :5m -rîi “RUS-H: Z12(
giuria Bic. Non ſarebbe perauentura ſtato male poi-re l'eſſempio
non pure di due ſpetie di raſſomiglianze coſi comeñha fatto Ariſtoce
le, cioe‘della materia dicendo, che Homero è vno fieſſo raſſumí
gliatorecon Sophocleín quanto ame ndu ni' raſſomiglia-no i miglio
ri, &del modo dicendo che Sopliocle con Ariſtopha ne è vno ſteſſo
raſſomigliatore in quanto amendu ni raſſomigliano gli’mpacciati in
facende, ma anchora della terza dello ſtormenro dicendo che SO:
phocle èvno ſteſſo raſſomi'gliatore con Ariſtopha ne non pur perlo
modo ma perlo flormento a ncliora in qua nto amendu ni rappreſen
tano con parole, con ballo, 8; con hannonia in diuerſo tempo. FUILI
”b J‘çáima &c. ſicome ſi domanda mimi; il trouatore ,e’l fattore
del poema, & :io-'ina la coſa trouata & fatta liauendo riſpetto alla'u
uentione che dee eſſere del oeta coſi pareua che J‘g-imt doueſſe eſ
ſere detto quando ſignifica petie di poeſia per riſpetto della’nuen* '
rione del trouatore, non dimeno alcu ni credono die ſia detto coſi
non per riſpetto della’nuentione,ma per riſpetto del modo rappre
ſentativo delle perſone in attione. ll che pare aſſai veriſimile poi
che non s’attribuiſce J‘ 'un ad ogni maniera di poeſia,come ſi fa mio
mi ma ſolamente a que le che ſi rappreſentano in attione.H0ra tem
po è che io dica il parer mio intorno a modi-da introdurre ragiona
menti, poi chein queſta materia non mi ſodísfa pienamentequel
lo,che è Ratto ſcritto dagli altri, & dico coſi. Si paleſano le coſe,&
le parole,0 per parlare piu dirittamente ſi paleſano le imagini delle
coſe, 81 delle parole che ſono ripoſte nella memoria per gli dicitori
in vnde tre modi, o con parole ſolepofie in luogo di coſe, 8: di pa
role, che ſi domanda modo mrratiuo, o ſipaleſanocon coſe ö: con ‘
parole poſte in luogo di coſe, ù di parole, che ſi domanda modo rap
preſentatiuo cio è J‘gaumuàs' o ſi paleſano con coſe, & con parole
non poflein luogo di coſe 8: di parole , ma ſimigliantí alle coſe &
alle parole, che ſipuo domandare modo ſimilitudinarío. Egli e‘ Ve)?
- G E
30
che pare che Platone,&Aríflotele non [rabbino riconoſciuti ſe non
{due primi modi cio e‘ il narratin e’l rappreſentativo, ma non il lÎ-Î
militudinario, De quali due rimi modi hanno creduto comporti'
un meſcolato eſſemplificando o nell’ lliada d‘ Homero, nella qua(
le nOn dimeno, ſecondo che a mepare non e‘ neperſe,ne per meſco
lamento il modo rappreſe ntatiuo.Ma u'è bene in parte il modo ſimí
litudinario non perſe, ma meſcolato col narratíqul qual ſimilitui
dinan'o come dicemmo , non èflato da quedue grandiſsimi huomió'
ni, ne dagli altri, riconoſciuto che hanno fauellato dopo loro di
queſta materia. Si che due errori ſi ſono commeſsi, l‘vno di non ris
conoſcere il modo ſimilitudinario , l’altro di riconoſcere il modd
rappreſentatiuo nell’ lliada , done non era. Hora non ſara male
ſpenderealquante parole nella diflíntionedi quelli tre modi per ſe;
perargli chiaramente l'vno dall' altro. Prima adunque parlando del
modo narratin io dico che eſſo con parole ſole paleſa coſe 6: paro:
le, che erano dateín guardia alla memoria,& perche non vſa altro
che parole in paleſare che che fia ſi puo raſſomigliare a quella ſpetíe
di pittura ſi to me liabbiamo detto vn'altra fiata,clie Vul armente ſi
domanda dichiaro & di ſcuro 6t appoi greci navigano. a qual pit
tura ſecondo che i0 auiſo ſu trouata per rappreſentar ſolamente la
ſcolturade marmipma poi S’è ampliata a rappreſentare ogni Coſa.
Ma è da ſapere che ci ſono tre modi di parole. co quali 'ſi poſſono
figurare 6: paleſare le parole, che ſono raccommandate’ alla memo'
ria, cio c‘ il modo oblico e’l modo diritto, il quale modo diritto fidi;
uide in due cio è in quello col quale ſono le parole dette dalla per
ſona ripofla in luogo di perſona &in quello, col quale le parole ſooì
no dette dal narratore ſeruando la' ſua* perſona. ll modo oblico è
proprio della maniera narratiua, 8t di cio s'auide ben Trogo Porn*
peo, il quale ri preſein Liuio, & in Salluflio le diceric diritte ſecon
do che teſtimonia Giuſtino nel libro XXV…. dell’ abbreuiamento
della ſua liifioria ſcriuendo eſsi narratiuamente. Ma il modo diritto
quando è ripoſia perſona in luogo di perſona non illa bene altroue
che nella rappreſentatan maniera, ſi comeil modo diritto quando
il narratore conſerva la ſua perſona non illa ben'eſe non alla.` manie-9
ra ſimilitudinaria. ll ual modo ſu ripreſo perauentur‘a ſenza ragioſi
ne in Liuio 8t in Salluſtio da Trogo Pompeo* ſe percìo'eglí il tipi-e“.
ſe non hauendo riſpetto ad altro clie a‘ ueſto’ che foſſe proprio il
odo oblico della maniera narratiua. Percio ch‘e le dicerie diritto di
è’ 'uio, & diSalluflioquantunque ſieno ſimilitudinarie, &rappreſenì
tatiue, ſi come io auiſo, 6c percio poſſano liauer' luogo néll’a‘iíarfaſi
a nua,
tina nondimeno ſi poſſono riprendere ſi come nen contenenti ve'
rita il qual falloè dirittamente eommeſſo contra l’eſſenza dell'hiſto‘
ria non eſſendo punto vero cheí ſermonanti diceſſero ſimili parole,
& poſto che cio ſoſſe ſtatovero,non è, ne vero, ne ueriſimile, che
altri [e habbia raccolte ofermatiſi i ſentimenti in guiſa nella memo*
ria che il narratore poi poſſa hauere vſate coliſatte diL erie per dimo
flrare quali ſoſſerole uere de dicitori-La narrativa maniera adunqne
paleſe. le coſe & le parole con parole, cio è le coſe con parole, 8: le
parole con' modo oblico di parole o anchora con diritto ſi militudi
nario non riponendo perſona in luogo di perſona del narratore. Et
perche il narratore puo eſſere di due maniere cio è mezzano 81 in—
differente quale Vuole eſſere l'hiſtorico, ſe dee eſſere buono hiſtori
‘co, overo paſsionato, & parte, quali ſono coloro che hanno inte
reſſe nelle cole,clie narrano,l~1 maniera narratiua parimente puo eſa
ſere di due maniere,cio &indifferenteo paſsionata,& nominoindiſ
fel-ente quella maniera che non giudica quel lo, che narra,ne lo bia
fima, ne lo loda ma laſcia il giudicio intero 8t la paſsioneall’aſcolta:
tore, &quinci il narratore non ſi leua ſede, ne ſi rende ſoſpetto la
doue giudicando, lodando, 8: biaſimando quello the narra, 81 tra
hendolo ad inſegnamenticiuili o altri ſi moſtra pienodi paſsio ne, &
diminuiſcela credenza deglialcoltatori che egli dica puramente la
verita. Perche molto e' in queſta parte da commend .re Homero,che
di ſua perſona non ſi laſcia traspor tare in quefle coſe in guiſa che
poffi parer meno veritiere. Diche non ſi guardò alcuna volta Vir
gilio tanto quanto conueniua, 8t molto piu ſpeſſo dilui non ſi guar
dò Lucano, 8t altripoeti, liquali percio non ſono da giudÌCare eſſe
re punto migliori poeti narratiui- Paſsionata è quella maniera nar
ratiua che fa quello, diclie diciamo douerli guardare l’hiſtorico , la
quale c0 nuiene a quelle perſone,che hanno intereſſe nelle coſe,clie
narrano, 8( ſono parte & queſta parte è commune alla rappreſenta
tiua, 8t alla ſimilitudinaria,& e‘ principalmentel ua,ſi come la’ndiffe—
rente èprincipalmente della narrariua. La qual narratiua puo ant
clio ra ricevere vn altra diflintione perciocne puo eſſere o v muerſas
leggiata, o particolareggiata. Et domando Vniuerſaleggiata quella
narratione, che narra per ca i, oper i ſpetie, o per tutto le coſe , 6t
non per membra, 0 per co e particolari, o per parti, & particola
reggiata doma ndo quella clienarra per membra, o per coſe partico
lari, o per parti- Et l’eſſempio dell'v niuerſaleggiata ſi puo vedere nel
l'Eneida di Virgilio ſi come della particolareggiata nell’ lüfldîlzë
’ ' "'- n‘. ' Ì
nell'Odiſſea d'Homero.Hora l'vniuerſaleggieta ha pei-fe delle gran
dezza & della magnificenza n:- in lei appaiono iviti) quantunqufli
ſieno coſi di leggiere ma la particolareggiata ha per ſe dell'humil”,
Il della baffi-223,8: leggiermente vi ſi diſcer nono ivirii ben che pics
cioliſsimi quando vi ſono. Et ſi puo raſsomigliare l’Vniuerſaleggiau
allepitture picciole 8: confuſe nelle qualínon ſi comprendono age’:
uolmente ivit't) ,8t i pecc… ti dell’arte della pittura, 6:13 particolareg
fiata ſi puo raſſomigliare alle pitture grandi 8t maggiori del natura
e, & diſtinte, nelle quali ſi ſcopre ogni minimo difetto dell'arte-La
Ondei rei dipimori che riconoſcono la loro poca ſufficienza non
s’inducono a dipingere ſe non figure picciole, 6: confuſe 6t ſpeſſe,
ma i valen‘ti dipintori,& confidantiſi della’nduflría ſua per dimoflra
re quanto vaglinno dipingono le’ figure grandi & trapaſſanti la com
munalc ſtatura ſi come ha fatto Michelangelo Bonarotti ſapendo
quanto chiaramente viſi diſcerna ogni minimo mancamento. Per'
che Hcmero vſò per lo piu la maniera particolireggiata in pruoua
delſopra huma no ſuo ingegno dandoſi ad intendere , che Valeua
quello, che Vaxeua, 6: facendo coſa nella uale ſi vedeſſero ſervza
falloi falli ſen’haucſſe fatti. I )a che ſi guardo a tutto ſuo potere Vir
gilio naſcondendo” nell ’v niuerſa leggi-na di minore fatica & appa
rente per le grandiſsima & magnifica ſapendo che egli non era da
tanto che vſandola particolareggiata poteſſe ſäre riuscire magnifi
cenza 0 fuggire molti altri viti). Laonde anchora in queſta parte
Virgilio è ſuperato da H omero. Ma come alcuna narratione ſi poſſe
con granndem particolareggiare è da dire _altroue- La ma mera rap
preſentatiua che dicemmo riporre coſe in luogo di coſe; Pz parole
diritti: in luogo di parole è differente dalla narratiua prima in que
flo che ripone coſe, & parole in luogo di coſe, & di parole la doue
la narrattua ripone parole ſole in luogo di coſe-,8t ripone paroleob
liche in luogo di parole diritte- Anchora è differente che la rappre
ſentatiua e’meno ampia quanto ‘è a luoghi , che non è la narratiua
non potendo quella. rappreſenmeluoghi diflanti perlungo ſpatio,
la doue queſta congiugne inſieme i luoghi tra ſe lontanilsimi. Am
chora èdifferente chela rappreſentatiua è meno ampia quanto èe
tempi congiugnendo la narratiua inſieme diuerſi tem i. il che non
puo ſare la rapp’reſentetiua. Appreſſo ha tra loro dl erenza che' le
narratiua narra coſe viſibili & inuiſibili udeuoli ,81 nOn udeuoli, à
la rappreſentativa non rappreſenta ſe non coſe viſibili &udeuolLOl
ne a. C10 ſono differenti
‘ chela narrati” non
ì coinmuoue
z tanto glie
ſcalato
l ' l

ſcoltatori in quelle coſe che cadono ſotto i ſentimentiquanto con”


muouela rappreſentatiua.^ncliora ſono in cio molto differenti che
la narratiua narra molto meglio mOÎtc coſe con tutto che cadano
ſotto iſentimenti 8: piu pienamente che la rappreſentatiua non rap
preſenta concioſia coſa che per la malageuolezza del rappreſentare
6C di fare atti ueriſimili non s’inducano in palco vccifioni , o altre
coſe tali difficili a rappreſentati] con dignita,&c0nuenga che ſi ſac
çiane fare fuori di palco 8t poi raccontare ad Vn mffl'oAnchora ſo
no differenti che la narrativa puo narrare in poca hora aſſai coſe a
uenute in molte hore,& in molte hore pache coſe , & auenute in
poche hore, mala rappreſentativa 1.1 quale ſpende tante horein rap
preſentare ie coſe quante ſi ſpendono in farle non puo ſare niuna
di quelle coſe, & quindi auicne che la tragedia ö( la comcdia, che ſ0
no membra della rappreſentatiua non poſſono durare piu di quel
tempo che com orta l'agio del popolo veditore, ne rapPreſentarc
piu coſe di quel e che ſic-no auenutein quello ſpatio di tempo, che
eſſe ſi ſanno durarehauendo come dico riſpetto all’agio popolare
clie dopo certe hore il popolo conuiene dipartirſi di theatre per la
neceſsita humana del mangiare, del bere&del dormire , & delſaa
re altro. Vltimamente ſono differenti, che [a narrativa narra coſe
vere, & auenute, 81 coſe non Vere ma poſsibiiiad auenire, mala rap
Ereſentatiua non rapPreſenta ſe non coſe imaginate, & non vere
enche poſsibili ad auenire , non perche non porci-Te rappreſenta—
re anchOra [e vere, ma perche coli ha portato la eofluma de ſecoli
antichi, liquali non paiono liauere adoperata la rappreſentatiua ſe
non in coſeimaginate, & trouatc dallo'ngeano dello ſcrittoreLa:
Onde contra queſta coſtuma in alcun luogo s uſa la rappreſentatíua
in rappreſentare Ia paſsione di: nofiro ſignore , o altre hiflorie. La
rappreſentatiua è differente dalla ſimilitudinaria a punto in quello,
che èdifferente la traslatione figura dalla ſimilitudine figura concio
lia coſache la traslatione cſi vna voce di ſignificato diuerſo in luogo
della Vocepropria, non apparendola voce propria, non alti-imam
ei che ſa ia rappreſentativa vſando pogniamo una perſona diuerſa
in luogo della perſona rappreſentata, iaquaic non appare, & quella
perſonadiuerſa ſi giudica eſſer la perſona non apparente. Ma la ſi
militudine vſa Ia voce di ſignificato diuerſo non in luogo della vece
propria, mal'uſa In quanto e‘ ſimile, ö: tutta vi.: ſi riconoſce eſſere
diuerſa ſi come la ſimilitudine vſa coſe o parole diuerſe non in iuoç
go delle ralſomigliate, male vſain quanto ſono fatte come ſonîul:
ñ *
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. , 3.3
faſſomiglíat’e riconoſcendoſi tutta via eſſe eſſere quelle che ſono cio
è coſe 6t parole diuerſe comepercagione d’ eſſempio. Se Antonio
Conſolo ſermonando al popolo dopo la morte di Ceſare lleueſſc_
.detto ſtrig nendo il coltello ſuo, & accen nando di volerſi traffiggere‘
il petto, coſi fece Caſsio a Ceſare, 8: coſi diſſe. Occuparore della- llz
benz cu ſc morto, Niuno ſarebbe ſtato nel popolo che non haueſſe
rico noſciuto Antonio per Antonio, e’l coltello ſuo per ſuo, 6t le a
role ſimilmente per ſue , & non dimeno per AfltOni0,perlo colte lo, ‘
A: perle atole ciaſcunohaurebbe compreſo Pci' via diſimilitudine
quello, c 1c diſſe &ſece Caſsio nella. morte di Ceſare. Appreſſo la ſ1
militudinaria dourebbe eſſere differente dalla narrativa & dalla rap
.preſentatiua, che elſa ſimilitudinaría ndn dourebbe poterehauere
ſtato da ſe, ma dourebbe eſſere compagna della narratíua in -quanä
:o con parole diritte raſſomiglia le parole ln doue le due altre hanno
per ſe flato,&ſeperatamente s'adoperano, concioſia coſa che fia di
neceſsita che appaia la perſona conoſciuta 8: differente da uella,
.per ſimilitudine della-quale ſono dette le parole ſimilitudinatle, 8t
nó dimeno ſiamo coſtrettiadire che fi truoua la ſimilitudinaria quan
to ealle parole diritte ſeperatá dalla narrativa 8: perſe ſola veg en
done l'eſſempio nelle pillole ſcritte ſotto il nome delle nobili on
ne antiche da Ouidio , 8: in molti epigrammi, ne quali ſi contiene
pogniamo lquali parole poteſſe dire Andromache ſopra il corpo
morto d' HettOre, doue non appare la perſona del poetaparlante,
ne coſiſatte parole deono eſſere reputatc rappreſentative , Peccio
.che non ſono fatte daeſſcre recitare da donnein palco , ne da 0r
ere diletto al popolo monaco in theatre per vedere non eſſen o le
Emplici parole accompagnate da actioneſottopofla acutioſa 'Mad-a
onde noi le giudichiamo eſſere ſimilitudinarie benche imperfette,
poi che la perſona narrativa .è naſcofla, ſenza apparitione della
vquale non puo ragioneuolmente hauere fiato ſi come anchor: con
”ala natura loro la narrativa, &la rappreſentativa ſonoflate con
‘giunte inſieme da Cicerone nel libro d’Amicitia, ‘8: da Platone in al
cuni ragíommenti , 8: da altri alttoue. Perche poſsiamo dire che'
.habbiamo ſette modi da introdurre ragionamenti .tre ì fimplici Gt
ſeperati , tre doppi 8t compoſti di due , 8t .vno atterzato & c0m~~
poſto di tn:. cio è Narratiuo ſimplice,Rap reſentatiuo ſimplice,Simi
litudinario lìmplice,Na.rratiu0 ù Rappr entatiuo cögiunti inſieme
ne.Narratiuo 8: Similitudinario congiuntiinſieme-Rappreſenta!“in
&Similitadinuio congiuntiinſiemc. Narreztiuo, ,Rappreſeätgitìup
, [m
ii'

a ſi'militudi nario congiunti inſieme. Et ta nto‘cibaſtiliauer detto‘ de


~modi introdoniui de ragionamenti.
.P ARTI C E L LA N ON A. Aià neitìwtmtou'erai-rîitrfr‘rel‘ſasfl
”vis iii-»Mica oi J‘Ofläí. *ñ: ”Hi tondi-ts oſ ”trai-ſu, 7m îv-ra'iîsa ó: {ari rír
"rr-è 'ari-107: J‘iuoxçariics Manin!, ”ù oi in cixtii'as , ixflîofl :v Mix-ça.” 3
”avril-ris mMë ?ſrl-nf” Liv xovii'á‘orpuì mi) mi”, ”il 1175 *rçoqçlli'as 'ſuoi 75
”il Mou-vſa) mioiimvoi -rù'öiw'gm dandoci 3m” ”Sii yz} miti-5 -nts riçiams
”J‘as eci-tip Qcflſhiülnmin 5 Nm!, Lis roaçl‘ocis,oiiiic7ià rondini lit-,LO'n-mrſſx.
”Mira-nt due: ”hire &ripari-mins iii 73 iiseos, ”ii 15 mutu iti-Toi gp J‘çëp, a.
”inattività ”Hier nyndayoçidap mei alti: -rüp “laçoçöplpdl 7:61”, Îuù ri'… *ris m
”1456105, Îfíäìo 'reti-rc.
C O N T E N E N Z A. Chi ſieno ſtati i trouatori della tragedia à
della comedia
VV L G A R [ZZA M E N T O- Bindi anchora i Dorieſi difen
” dono per ſua 8t la tragedia & la comedia, concio ſia coſa cliei Mega:
" reſi (difendano per ſua) la comedia, 8( quelli che ſo no di qua qua
” ſi come ſia nata al tempo del reggimento popolareſco, che era appo
”lorO, &quelli che ſonom Cicilia , poi che Epicharmo il peeta ſu
” quindi, il quale ſu molto piu antico di Clionnida 8: di Magnete, Et
’ì alcuni di quelli che ſono nel Peloponneſo (difendono per ſua) le
” tragedia producendo per ſegnalei nomi* Perci0che queſti dicono
" di chiamare le circoſtanti ville due!, 8t che gli Atlienieſi (lechiame
” no) ‘l‘é-ius, &che i comedi non furono detti da nonaíſflv ( cio èda far
ì’ conuiti 8c feſte )ma dall’andare erra ndo per le Ville eſſendo ſcacciati
-" vituperoſamente dalla citta. Et ( dicono ) che eſsi appellano il ſare
” J‘çëp ma gli Atlie nieſi ata-Jap Adunque delle differenze della taſſo
miglianza, & quante, & quali' ſieno ſieno dette queſte coſe.
_S P OSl Ti U N E. S'era detto di ſopra incidentemente che i tra
gicieiconzedi ſi conformauano inſieme nel modo del raſſoinigliare
raſſomigliando gli voi,& gli altri J‘çëv-rvzs cioè gli operanti, 81 appreſa
ſo che ſecondo alcuni i loro poemi da queſto modo del raſſomiglia—
re ſi doma ndauano d‘ſ‘rfla‘m. Hora Ariſtotele preſo tempo oppoſto
no da queſta voce J‘çáam che e' dell’ldioma dorico ſoggiug ne vſcen_
do al quanto dal ragionamento incominciato, che i dorieſi quindi
per appellarſile tragedie,& le comedie him-m con voce dorica are
omentano che eſst ſie-no ſtati i primi rrouatori della tragedia &del
ficomediaimponeodoſialle coſe i nomi del paeſe, nel quale ſono
ſtate nouellamcnte tiouate- Egli è vero dite egli che quanto e alla
mediaidoneſigeneral mente vogliono eſſer ne ſtati' i primi autcìri
8: per o
8t per lo nome commune alla tragedia, 8t alla comedía che è dorico
cio è J‘faſm, 8: per lo nome proprio della comedia che è detta coſi
:mò *n’a: w’uu cio è dalla villa che pure e'nome dorico, ma non ſono
percio concordi tra ſe perdoche i Megareſi, che ſono per natione
dorieſì, & habitmo partein Grecia, 8: parte in Cicilia vogliono , io
dico, quelli che habita no in recia la comedia eſſere nata appo loro
ſi comein luogo doue pot e eſſere ſtata eſſercitata uiuendouiſi in lia
betta popolareſca, à vogliono quelli di Cicilia eſſere nata appo lora
poi che non ſivede poeta niuno di comedia piu antico d' Epicliar— `
m0,il quale ſu Chili-mo, 8t auanzò di molti anni Chonnida, 6t Ma
gnete,li uali Furono poe1icomici, 8: Athenieſi antiponcndoſi queſti
Megarc ihabitantiin Cicilia non ſolamente aſuoi conſorti Mega—
rcli habitauti in grecia conquefloargomento, ma agli Athenieſi an
chora nella'nuentione della comedia come che inſieme con gli al
tri Dorieſi s’antipongano agli Athenieſi con due argomenti detti
di ſopra preſi da due nomi Dorici J‘çáflawnù w'…- Ma quanto alla
tragedia certi Doricſi della Morca ſenZa hauere iconſorti ſuoi odi
grecia, o di Cicilia auerſaricötraſtanti ſi fanno autori della tragedia
Cz s’antipongono agli Atlienieſi per l'appellatione dwg-;am cömune
alla tragedia &alla comedia, come è ſtato detto, che e‘ voce Dorica.
Si che i Mcgareſì habitantiin Cicilia nel trouamento della comedia
moſtrano d eſſere fiati i primi .tutori rifiutando gli Atheníeſi per tre
argomenti, due de quali ſi prendono da nomi Dorici cio è da &gaſm
-ru &da né…, e’l terZO dall'anticliita d’ Epicharmo poeta Ciciliano
che trapaſſa d’eta ipoeti loro. Ma rifiutando i Megareſi di grecia v
ſano ſolamente l’argomento dell’antichita d’ Epicharmo che tra
paſſa d’eta non pure gli Atheniefi pOeti comici ma anchora i poeti de
loro co nſorti. Et perche nulla ſi riſponde all'argomento, che i Me
gareſi di grecia metteua no auanti per moſtrare d' eſſere ſtati eſsii
primi autori della comcdia antiponendoſi a Megárelì di Cicilia cioè
chela come-dia non poteua eſſere nata ſe non in iſtato popolare , il
quale era appo loro,rimane la quiflione in pendente ſanza eſſere di*
terminata quali fieno‘ ſtati i primi tra i Megareſi Doreschidi Cici
lia o di grecia. Ma nel trovarnento della tragedia alcuni Dorieli del!
la Morea moſtrano d’ eſſere flatii primi autori rifiutando gli Athe
nieſi pervoo argomento ſolopreſo dal nome J‘gaſſiwt‘m che c‘ DOrico,
I: ècommune alla tragedia, & alla comedia. Adunque infino a‘ ui
lio detto che in queſto teſto ſi trattano due quifiioni,l’vna,quali ie
no ſtati i primicriauroridclla tragedia 6t della comeîiçia tra i chcieg
E
‘ .
'

& gli Athenìefi‘, l’ altra quanto alla comedía quali ne fieno fiati i
primieriautori trai Megareſi Doreſchi di Cicilia ei Megareſi Dore
ſchi di grecia,& ſi puo direclie Ariſtoteletrattil’v na queſti0ne &l'al
tra, ma non èperauentura ſe riguardiamo bene le paroleſue male
a dire che ne tratti ſolamente vna cio e‘ la prima , quali ſieno flatii
primi autori della tragedia,& della comedia tra i Dorieli,& gliAthe—
nieſistſi conchiuda i Don'cſi eſſereflatii primi uſando in prouar
cio i Megareſi Doreſclii di qua l'argomento della popolareſca liber
ta, il che non haueuano gli Athenieſi nel naſcimcnto della come—
dia, ſotto la quale ſolamente puo 'naſcere, & viuere la comedia, 8c v
fando i Megan-ſr pur Doreſchi di Cicilia in prouarcio l’anticliita
d'Epicharmo ſuo poeta molto piu vecchio de poeti comici d'Athez
ne, 81 vſando glivni,& gli altri Megareli ſopra dettiinſieme con gli .
altri Dorieſi,& certi altri della M01 ea, che ſi ſanno autori primi del
la tragedia gli argomenti tirati damomi Dorici Jk .ua-m ”gh ad… ”I
pruoua della loro intentione. és :ani-s mè «ist ”acquiſti-u ”voltim
La comedia antica, che nomi natamente metteua in ſauola le p erſo
ne c0 noſciute non puo hancreliauuto luogo ſotto loſtato de tira n:
ni, o de re, o de pochi, percio che o eſſo tiranno oire,o i ſuoi cor
tigiani, o i podii ſi come conoſciuti, 8t perla poſſanza prendendoſi
Ogni licenza di ſare, & di dire contra le leggi, e’l douero ſarebbono
loggetto 8t ſegno nel quale ſerirebbe tutta via l’arco della comedla, ſl_
come altreſi la tragedia non ſara mai gratioſa ſotto quello ilatorims
prouera ndoſi a tirarmi, o are o a pochi con l’eſſempio altrui le loro
opel-a'ioni,&minacciandoſi loro la debita pena per giuſta ſententia.
diuina. Ma la comedia nuoua è cariſsima allo ſtato de tirarmi , de re,
&- de pochi, percio che non rimprouera loro niuna loro operatio
ne, ne minaccia loro punitione .ninna ne ſolleua il minuto »popo
lo,ne il commuoue a paſsio ne niu na eſſendo l’attioni rappreſenta
tt- di diſpiacere non grande , 6t mitigare da ſcpraucgnente alegrezs
za. Si come dall'altra parte la tra edia è di gra ndiſsimo Utile-,8t mol
to piace allo ſtato popolare con erma ndoii il popolo a* co nſeruarc
la liberta & a portare odio a tira nniſi comea pcrſone ingiuſte & di
ſpiacenti adio, liq uali ſotto l’eſſempio altrui ſono propoſti dina n
zi a gliocclii del popolo, E’níau za} íçîmſſxzçms. Adunqpe per queſtoñ
argomento fi puo direche i toſcani ſieno flatii trouatori della terza
rima o del capitolo,pcrci0che Dante per quanto è peruenuto a no-`
ſh-a noutia eilpiu antico che habbia vſata coſi ſalta catena di rima ,
&ſimilmente dell'art-tua tina, clic anchotaiìanza ſicluama, poi che
ì i .i Giouaia ’
Giovanni Boccaccio è il piu antico per quello ‘che rie ſappiamo che
l'habbia nata , & ſimilmente del ſ0netto poi che i poeti toſca ni ſono
ipiu antichi cliel' habbiamo vſato, Et che i prouenzali ſieno fiati
itrovatori della ſeflina poi che Arnaldo Danielloèil piuantico che
l’habbia vſata. Fucili"… 'ni Wim-nr ”miop- Se altri dvbitaſſe pogniamo
dell’ origine del givoco dello ſcacco per queſta cagione ſi puo dire
che c‘origimto, 8c nato in lſpagna , 8: che è trOuamento degli ſpa
gniuoli poi che ha i nomiſ:pagniuoli. w'n ha lOfláífl ”firms-mſm evo
ce Dorica , 81 xöms, 8: uomini ſono voci communi quanto nqve di
ſcendano da vna ſteſſa origine ma per diucrſi riſpetti,cio é da :5,che
ſignifica dormireö: ripoſare. :im adunque è detta la villa cio cla
caſa villeſca,perchei lavoratori quivi dopo la fatica durata il giorno,
& dopo la vigilia ne campi ſi ritiranola notte a ripoſare & a dormi
re, & nam: èdettn il cònuito che ſi celebra nen lontario dal tempo
d’andare a dormireo anchora nel tempo che ſi ſuole dormire., non ì
erthe viſi dorma, ma perche ſiſ'a in quel tempo-uoyalai ſigniſiea
quello chei vulgaridicono fare la mattinata cioè il cantare dell'a
mante di notte nel tempo che gli altri ſogliono dormire ſotto le fi- ~
neſtre della caſa della donna amata,&coſi nona[…- diſcende pur da ü -
in quanto ſigni'ſica dormire. Laonde non è vero che non-;ſai uenga -
a3 -ám come afferma Pietro Vittorio. mfl a”; .a. 13”… - , poiche
Ariſlotele ſa ui la coneluſione delle differentie della rai omi
glianza coſa aſſai manife ſh chela q'ueſlione quali `
(ieno flati'i primi trovaton‘ della tragedia
6! della comedia è ſtata trattata per
accidente, 6t non per ma- `
mia prinCipale.

K z FiNiscſt .,

_ ll'
_P-ÎNlSCE L A P R l-M A PARTE PRlNClPALE
della poetica d' Ariſtotele vulgarizzata, 8t ſpoſta diuiſa in
noue particelle, nella quale ſi dice, che coſa ſia
* poeſia in generale &iniſpetíale.

INCOMINCIA LA S ECONDA PARTE PRlN.


CiP ALE DELLA POETICA D’AR ISTOTELE
vulgarizzata, & ſpoſta diuiſa in ſette particelle, nel*
la quale ſi dic-:dell’origine della poetica in
generale & in iſpetíale.
`4

P AR T l C‘E [T L A P:. R] M E'ei'xaù *5'7E'WZJM ”In ’ADI-ALU!”


n ”1M til-rm J‘uoîlvu, 7,9?). _uſim Q'Ùxall. 75, fl 7a} ”and ddl-(Qusz -ro'i'ſ @(55-5
,, ai?” 7x ”ZſAUcJJî-l ”PL-r?” :l‘a-piglia‘ 159i Ìz’îmop (dm, 5'” fllfllfl’lm‘ffl'îlíf 'tz-i, ”Ei
,, ns adria: Forum ”è tripudio; -rut vnìuws, its-‘4 -re‘i Wiga- mi': ;train-:ai mi”
"mis. Wa.” 5 70610-1 *rà leasaîvov îril 15 ?buffi per} «51? Aunugó'í ;gag-.5 rav'
-,, 16g Balla: *rà: ”Ms-z Èx ?Rolli-VK! xaiçcwev Omçwînu, oiov èup’ot 1". “más 139
,, &giovi-reflui: nxçöv, ati-rm 5 ”Zi rei-'1a, lrtnaveáiflv furioſa -nÎs Qihofc'plls
,, ”nij-l ’Lo-‘4 1-075 YM”: ſuolo:. EARTH-'sfod- xuvovum Zini-'5. J‘tc‘t ya} 7m
,, an'çfldl 11‘15-îm’vas ſgöins,Î-ri dune-i've lio aim” ”mein-”- :où duMoyi'ſa-Js,
,, films-op. oi”, 3'” 03m ira-to:. înz‘t, iàv un *rny Montagna: , a’ Wii-"uma
,, annida rùî-ÎMW,M dj rip &indiani; duf- xoièi) il W ”tati-m and
,, DM” arl-rl”, would” l’ms E ‘rip ri: magia; , ”ù ?iis «Zu-n'a: toi: *rail ?vi-a7,
n ”'19on [ii-ſg:: 711 night F Pvînäp in, (party-‘n’ ;gaëxís oſanqmíru rifà! &uj'tùuí‘
,, Ins-a, tum': artigli rif-057011” îy'mrdav ria‘- Evil”le {a 7va qffiWlaflfla’Tſ-lf:
C O N T E N E N Z A. Per quale maniera d’ huominí fu trouata
la poeſia in generale, 6: come.
. VV L G A R lZZA M E N T O. Adnnque paiono fuori d'ogni
” dubbio due cagioni, & l’vna & l'altra naturalehauer generata la poe
” ſia, percioche e'lraſſomigliare èineſtato negli hu0mini in fino da
’I fanciullezza,&in quello ſono differentida gli altri animali,clie (lino:
” mo) è (animale )attiſsimo a raſſomigliare , 81ſalppara da prima per
” raſſomiglianza. Et tutti ſi ralegrano delle ra omiglianze. Hora di`
” cio appareilſegnale nell’opera, percioclie noi con diletto riguar
” diamo le imagini 8t ſpetialmente ſeſon fatte con diligenZa di quelle
n coſe che noi con—noia veggiamo_ come le forme delle bcflie ſchiſeuo
liſsime,
t 3)'
liſsîme, '8: de carpi morti- Ì Etla cagionedicio s'èclie lo’mparare “
non ſolamente èdiletteuoliſsimo a pliiloſophanti ma agli altri an' “
cliora ſimilmente. Eoli e‘ vero che ( gli altri) ne ſono poco parteſi— “
ci , concioſia coſa cîie percio ſi ralegrino riguardando le imagini “
perche auiene che conſidErandole imparino 8t comprendano per “
ſillogiſsimo , che ſia ciaſcu na coſa,come che queſti è colui, poiche “
ſe aueniiſe che non l’liaueſſe prima veduto non prenderebbe dilet- “
to per la raſſomiglianza, ma per lo magiſterio o per lo colore_ 0 per “
coſi fatta altra cagione. Perche adunquein noiſecondo la natura “
'c‘ il raſſomigliare 8t l’harmonia e’l numero, percio che è coſa mani- “
ſefla cliei Verſi miſurati ſono particelle de numeri da prima coloro “
che erano per natura vie piu degli altri diſpoſti a quelli apoco apoco u
auanzarono 6t generare no la poeſia‘verſifica ndo ſprouedutamente.
S P OS l Tl 0 N E. Haueua detto Ariſtotele, che coſa foſſe poe
ſia in generale 8: ini ſpetiale, cio e‘ quale foſſe la generale maniera
della poeſia, & in quali 8t in quante ſpetie ſi diuideſſe, &incidente
mente, quali ſoſſero ſtati i primi autori della tragedia, 6t della come
dia, le quali coſe lzabbiamo detto contenerſi ſotto la prima parte
principale di queſto volumetto hora trapaſſando alla ſeconda parte
principale inmſtiga l’origi ne della poeſia in generale 8t in iſpetiale
cogliendo cagione di coſi fatta inucſtigatione dalla'ncidenZa d’lia
uer parlato de primi inuentori della tragedia, & della comedia, 8t in
queſta prima particella dice quale maniera d’huomini foſſe trouatri
ce della poeſia in enerale, 81 come da prima l’auanzaſſero, 81 gene
raſſero uſando eg i coſi fatta via :i trouare la predetta maniera d’huo
mini. [primi trouatori della poeſia furono coloro che per natura e
rano piu che gli altri liuomini inclinati alla raſſomiglianza 8: alla
muſica, 81 l'accrebbero non con profonde & ſottili ſpe’culationima
verſificando ſprouedutamente ſenza penſarea quello che eranoper
dire. Hora che coloro , li quali erano per natura piuinclinati alla
raſſomiglianza, 8: alla muſica foſſero i primi inuentori della poeſia
appareaſſai manifeſtamente per le coſeſopradette nella prima parte
principale` Percio che ſe la poeſia lia per ſoggetto il raſſomigliare,
&per iſtat-mento proprio il verſo come é ſtato detto ſeguita chegli’n
clinati per natura a queſte coſe ne ſieno ſtati gli autori , & coloro i
primi che piu degli altri u’erano per natura inclinati.Etſappiaſi che
il verſolia della muſica & dell’ harmonia altramente non ſarebbe
verſo. Ma perche la raſſomiglianza 81 l’harmonia ſono naturali agli
huomini ſeguita che da prima non ſi procedeſſe chn molto artificio,
a 3 m‘
ma ſprouedutamente, & naturalmente a quella arte ſecondo che al—
tri era ſoſpinto dallo'mpeto delſuo inge no. Ma perche altri pote
ua negare cheil raffomigüare ci foſſe co a naturale Ariflotele pruo
ua cio con quattro ragioni, 81 ſono queſte. Et la prima è eoſiſacta.
Wella coſa è naturale agli huomini ehe in fl n da fanciulleZzaſt
truoua & è ineſtata in loro, ma la raſſomiglianza in fin da quella
eta viſi truoua adunque appare cheè naturale agli huowini, Et la
ſeconda e‘ tale. Wella coſa è naturale aglihuomini, la quale eſsi
ſon piu diſpoſti a ſare che gli altri animali. Ma l’huomo e‘ piu atto
6t diſpoſto alla raſſomiglianza diqualunque animale quindi auiene
che nell'huomoè naturale laraſſomiglianza. La terza edi queſta
guiſa. (Luc-lla coſa è naturale agíiliuomini, permeno della quale da
prima opera no alcuna coſa. Ma gli huomini per mezzo della raſſe
miglianza ne primi anniapparano quello,che apparano, ondeviene
_chela raſſomiglia nza ſia naturale agli huomini. La quarta & vltima
ragione:` queſta. Wella coſa agli huomini è naturale, dalla quale
tutti prendono diletto, ma della raſſomiglianza tutti prendono dilet
to adunquela ralì‘omiglianzat‘ naturale aglihuomini. Hora perche
non haueua dubbio appo niuno,cl1e l’harmonia non ſoſſe aglihuo
mi ni naturale Ariſtotele non pruoua cio,ma lo preſuppone come co:
ſa manifeſta & riceuuta da tutti. Et poiche l’v na coſa,& l’altra è na
turale agli h uomini ſecondo lui ſeguita che coloro,liquali haueuano
piu per natura dell'una,& dell’altra ſofferoi primitrouatori di qUeſta
arte , & perche liaueuano cioper natura ſeguita anchora che ſeul*
lungo 8t profondo penſamento da prima l’eſſercitaſſero. Efo-'mi "57” a
”Thu ”In FM: du‘- mai-'luci- ’chiami-'amis, Per le coſe ſopradètte appare
delle due cagioni della pocſia che concorrono a co nſtituir lei cio
dell'vna chee‘ la raſſomiglia nza come di materia, &dell’altra, che è
ilverſo &l'harmonia come di flormento, ma non parla Ariſtotele
della terza cagione che vi concorre come m0do percioche è qualita g
piu toflod'uno ſtormentn cio e‘ del verſo, che della poeſia. ”ù ;nq-i
detxet Di qui ſi 'comprende che Ariſtotele non haueua opinione che
la poelia foſſe dono ſpetiale di dio conceduto ad vno liuomo piu to
flo cliead vn altro,c0me e‘ il dono della proſe tia 8c altri ſimili privile
gi non naturali, & non cömuni a tutti. Et ſenza dubbio intende‘ano
:hora che no] faccia apertamente di riprouare quella opinione che
alcuni attnbuiſcono a Platone,che la poeſia fia inſuſa negli huomini
per furore diuino. La q uale opinione ha hauuta origine,& naſcimen
to dall-ignoranza del vulgo,& e‘ſtata accreſciuta , &.fauorata dalla
Vane
36
vanzgloriade poeti per quefie ragioni &in quefla guiſa. O`uellaeor
ſa, che e‘ fatta da. altrui e‘ molto riguardeuole, 8: marauiglioſaìa cpu’
loro, a quali non da il cu0re di poterla fare , 8t perche gli huommi
oómunemente miſurano le forze del corpo & dello'ngegno degli al
tri lruomini conle loro indicano miracolo, & donoſpetíale di dio
quello, che non rico no cendoſi eſsi mai per le naturali ſueforzepo
tere ottenere,vc² ono altrui liauere ortenuto. Perche i primi poeti
furOno reputati el ere ripieni dello ſpirito didio,& aiutati da dio dal
vulgo ignorante. ll quale ammiro oltre a modo la'nuentione della
ſauola nelle compoſitionilor0,& ſimilmente ammirò la continua
tione di tanti verſi, c0 uali era paleſata,:8: maſsimamente veggen
do chei riſpoſi diuini d Apollo erano dati in coſifatti verſt,co quali
ports-.ua opinione che gl'iddi) parlaſſono tra loro. E! perche a lui
non poteua caperc nell’animo, che foſſe poſeibile che eſſo poteſſe
trouare vna fauola coſi Veriſimile, 8t coſi diletteuole, & poſto che le
ñ erouaſſe non vedeua come la poteſſe diffendere in uerſi, 82 in verſi
coſi eletti ſlimò parimente che queſtecoſe non ſt poteſſero eſſere fat
te per Ìli altri per via humana. Senza che il Vulgo , il quale ha per
gratia idio, & per coſa celefliale quella della-quale prende diletto
&nuapparernemanileſta cagione, ſi come ha per tale alcuna rara
bellezza di donna , ſtimò la poeſia procedere da dio per iſpetiale
priuilegio ne poeti, poiche aſcolta ndola, ne peroſapendo il perche‘
per ſoperchia dolcezza refiaua a ombrato. La qual credenZa del vul
zo qua ntunquefalſa piacendo a poeti,percio che quindi loro ve
niua gran lode, 8t erano filmati cari a dio nutricarono col loro"
conſentimento, 8: facendo villa , che la coſa fleſſecoſi comincia
rono ne principi delle loro operea chiamare in aiuto le muſe & A
pollo deita ſoprapoſtealla poeſia , 8t a moſlrarc di dettarei loro
poemi quali con la bocca de predetti di) non allontanandoſi non
di meno in cio dalla commune vſa nza degli huomini ſaui, liquali
nel cominciamento delle’mp'reſe impreſe da loro trapaſſanti,~ o
apparenti trapaſſare le forze humane , o difficilirieorrono per ſoc
corſo alla, benignitadiuinacon humili preghiere. Attorto adun
queè attribuita queſht opinione del furore inſuſo da dio ne poe
t‘, a Platone, la quale come dico hebbe ori me dalvulgo accon
ſentendoui eſsi poe.i per ſuointereſſe , & P atoue quando ne fa
menuone ne ſuoi libri ſenza fallo ſcherza ſecondo che in ſimi
li coſe Peſio piu è ſuocoflume di fare, ſi come nel Phedto doue eſ
ſendo ſi detto che l'amante e‘ occupato dafurore, 6t Volendoſì
; , ' . ' ` pneuare,
provare, che centotto che occupato ſia da fui-ore, non è percío occu;
pato da mala coſa ſi ſoggiugne che ſono de futuri buoni che occu
ano le donne indouinatrici in Delpho, & i ſacerdoti in Dodona,&
a Sibilla , & altriindouíní, eipoetí non pronando percio egli che i
poeti ſieno occupati da furore diuí no niuno ma adducendo per eſ
ſempio ſimile coſa perche coſi era creduta cömunemente* Et ſi come
molto piu apertamente ſi vede nel Gione, che ſcherza provando
con v n ſolo eſſempio , che ſi dea queſto furore dini no ne poeti , &
narrando come Tinicho da Negroponto , che rima non liane
ua compoſto poema niu no degno di memoria a etma pei-inſpire
tlone delle muſe llauer fatta uella belliſsima canzone che ſi canta
in lode d'Apollo quaſi cheſi debba credere alla teflimonianza del
poeta in quello, che torna a ſua lode, o quaſi ſi debba credere per
che queſti a caſo componeſſe bene vna canzOne in tanti ſecoli gli
altri poeti tutti comportea caſo laſciandoſi muouere la lin ua a par
lare 8t la penna a ſcriuetedal furore mandato in loro da (EVS: co
me vltimamente ſcherza nella difeſa di Socrate dicendo che i poeti
non intendono quello che eſsi commoſsidal furore diuino ſcrivono
ne loro poemi- ll che è aſſai manifeſto percio che ſe parlaſſe da do
uero, &credeſſe che i poemi loro procedeſſero da ſpiratione diuina
perche gli veterebbe egli nel ſuo commune f Et è da tenere a men—
tc queſto luogo d' Ariflotele per intendere dirittamente quello che
li dira altrouc in queſto libro J‘i' Z Mud "mm-rm‘ is” ?annida è
che ſi debba leggere 5 uanx’í accioche Ariſtotele non contradica a
ſefleſſo. Ma perauentura è da pormente che ſe Ariſtotele tramutan*
doſi in quel teſto ‘i in; non ſi contradice non dimeno non ſicon
fronta in quella partein quanto dice (lze la poetica è Tir down, poi
elle dice qui che è naturale, 6t commune ad ogni maniera di gente,&
n0n d’vn dotato d’intellctto ſottile. w’, fl 7a) ſ'JflQU-IODÎ flip-Ta; 7075 ob
!çu'mu coſi come ſono due maniere d’huomini ſecondo Heſiodo al
mondo vna che per ſe ſa prendere co nſiglio, & l’ altra che perſe nol
ſa, ma ſeguita il conſiglio altrui ( percio che non eda tener conto
di coloro che perſe non ſiſanno conſigliare ne vogliono riceuetei
conſigli altrui)coſi ſo no di due maniere d'huomini eſſerci tanti l’arti,
‘Vna che perſe èatta a trOuare l’arte,& a farſi guida agli altri cógli'm
ſegnamenti,& c6 l’eſſempio, &vn altra e‘,che perſe non è attaa tro
uare coſa niu na nell'arte, doue s’affatica, ma ſeguita gli’nſegnamen
ti’ 8; l’cſlèmpio degli altri, & ſpetialmente quefloſi vede nella poe
ſia, perdo che alcuni poeti non riguarda ndo punto agli altri,& truo
IMHO
37
tuno-nìro’ua inuentione quanto èalla materia, 8t quanto E al figura—
to parlare', ma altri non ſi ſanno ſeoſtare dalle'nuentio ni gia troua
te' delle materie ne dalle figure vſitate dagli altri delle parole. Delle
quali due maniere di 'poeti parla Franceſco Petrarca ſcriuendo in
certa piſtola all'amico ſuo Thomaſo da Meſsina dicendo per humilt
ta, o per altro ſe eſſere della ſeconda ſchiera La qual ſeconda ſchie
ra ſecondo me a partito niuno del mondo dee eſſere comportata
per quello, che ſi dirain piu luoghi,& in piu volte ſponendoſi que
ſto libro. Ma il 'Petrarca è d’altra opinione cioè che queſta ſeconda
ſchiera non ſolamente ſia da comportare ma da comme ridare anche
ra benche aſſai meno che la prima proponendoci per fermare que.
ſta ſua opinione l’eſſempio del vermicello della ſeta che perſe ſenza
prendere di fuori coſa alcuna da altrui fa ſuo lauOrio, 8t ci rappre
ſenta la prima ſchiera de poeti, & proponendoc‘i l’eſſempio della
pecchia, che fa ſuo lauorio prendendo di fuori la rugiada, 8t la cera
di 'qua & di la pergli fiori, & uuole che la ſeconda ſchiera de poeti
ſia corale- Ma come io dico non poſſolodare queſta ſeconda ſchie—
ra de poeti, alla qual ſeconda ſchiera io riconoſco eſſere molto ſimí
le la ſchiera defanciulli, 6t degli huominirozzi, liqualiſi mettono]
far quello,che Veggo no ſareagli altri huomini,& impara no q nello,
che imparano non per ragione ma ſenza ſapereil perche cio è per raſ:
ſomiglianza accompagnatada vſanza. Da queſte mie poche parole
li poſſo no ſtabilire alcune concluſioni molto lontane dalla'mentio:
ne dÎAriſtotele. ,Et la prima ſara queſta che non èvero che la raſſe
miglianZa ſia ”na .delle cagioni della pOeſia prendendo Ariſtotele
rati‘oruiglianza perquella ene ſi ſa ſenza ragione qualeè quella che
-èineſtata ne li liuomini in finda fanciullezza , ma ſi fa perche altri
Vede che ſi coſi, o s'e‘ fatto coſi prima. Concioſia coſa che il poe
*ta non poſſa compone vna fauola compoſta da alcun poeta pei cio '
i ‘che o ſarebbe hiſtoria, o furto come ſe altrivoleſſe ordinare in vna.
ſauola come Oreſteocciſe la madre non connerrebbe ſeguire hiſto
ria alcuna d’vn figliuolo che habbia ucciſo la madre nella ma nick-l
d’UCCiderlamelafauola compoſta
o da Sophócle, ma conuiene di cio dadaEſchilo
che laſciate , 0 da.le Eu
parte tutte ' ide.
raliPomiv
glianze o hiſtoriche opoeticlie ſi dea a ſottigliare , 81 col ſuo inge
gno a trou'are come poſſa eſſere auenuto quel fatto in altra mani-tra,
che non è ancliora ſtato narrato, o ſcritto da alcuno ſi comeſece
ro altreſi que poeti. Ne parimente dee raſſomigliando adoperare le
figure delle parole vſatedaglialtri, come ſonollîtraalationi, e’lria‘aa
c'. ‘ e . 1 nente
nente dell'altre figure percioche ſarebbe in cio reputato oladroovi*
le. Adunque da ucſta rima concluſione naſce la ſeconda, che non
èvero, chela ra omig ianza quale ſi richiede alla pOeſia ſia natura
le all'huomo ſecondo che s’ è provato. Laonde anchora ne naſce
la terza che non è vero che la poeſia ſia ſtata trouata ſen-ia penſa—
mento & ſprouedutamente. ll clic ſi puo confermare perla ſeguente
ragione. Se il comporre le fauole e'l verſeggiare ſi faceſſe natural—
mente & ſenza fatica ancliora che ognuno communemcnte non foſz
ſe pienamente atto a farlo altri non ammirerebbe la poeſia nc la ter
rebbe in quel contoclie la tiene,percioclie noi non ci marauigliamo
che altri faccia quelle coſe che ſappiamo o poſsiamo ſareo ſiamo at
ti a ſare ancliora che non le facciamo coſi benca punto. Nei poeti
haurcbbo no potuto mettere nel capo al Vulgo che eſsi foſſero (lati
ripieni del furoredi dio quando compoſcro i ſuoi poemi li perla mi—
rabile inuentiOnc della materia,& ſi cr la nuoua miniera del verſe-g
:giaiare
cliireputate
nOn ſa lacoſe celeſiialio
ragion-:,61 nonfatte meno
c' in eſſe con aiuto
eſſcrcitato. ſperiale
Laonde midipare
dio -

coſa dura da credere quella, che dice Ariſtotele-,cite da rima s'uſaſſe


ichrſíſicärc ſenza penſamcnto, 6t ſproueduto, conclo ia coſa che al
cuna opera ſprouedutamente non ſiſaccia ſe non dopolungo eſſer
citio,& dopo i’ ltabito ſtabilito in guiſa che il verſificare da prima non
[i pote fare ſpr0ucduta mcntca niun partito del mondo ſi come non
ſipuo parlareſprouedutamente al lungo in publico bene da prima,
intorno alla qual coſa ſi dan no alcuni inſegnamenti da Cicerone, K
da (LuſintilianaEt ſe cio foſſe uero non ſo perche toſſe ſtato di ta nu
loria ad Antipatre Sidonio,& a Litinio Arcltia l’liaucr verſeggiato
proucdutamente, clic foſſero ricordati per eſſempirari- Si puo ao
dunque dalle coſe ſopradcttc ricogliere che altra c‘ la raſſomiglia n.
2a, c 1c è naturale agli huomini , 8t altra è la raſſomiglianza, cheè
, n'ehicſla alla Poeſia. Percio che la raſſomiglia nza naturale agli
huomini la quale è incſtata in loro da ſanciullem, 6t perla qua
le imparano quello, clic da prima imparano, 6t alla quale tutti ſono
diſpoſti piu :negli altrianimali, & per conſeguente della qualean
:hora facendola eſsi ſi rallegrano non c'altro che ſegmtarc l' eſſern
pio altrui, 6t fa re quella c0` a medeſima che altri fa ſenza ſapere la
cagioncſpercheſi faccia coſi. Ma la raſſomiglianza riclueſh alla poc
[ia non olamente non ſeguita l'tſſempio altrui propoſto” non ſ4
quella coſa medeſima che gia è ſtata fatta ſenza ſapere la cagion
perche ſi faccia coſi ma ſa vua coſa deltutto dit-iſa` dalle fatte in ſi
no a quel
38
;no a quel di, &proponeli altrui, coſi ſi puo dire, eſſempío da ſegui—
tare, nella quale cóuieneehe il poeta ſappia ottimamente la cazione
eperche faccia quel che fa, 6t che vi ſpenda tempo a penſare, 6t a ſot
tigliarein tanto che ſìpuo ſicuramente affermate che queſta raffo
miglianza richiefla alla poeſia nOn e‘. ne ſi dee, o ſipuo appellare di
riccamente o propriamente raſſomiglianza, ma e‘, 0 ſi dee, o ſi puo
appellare gareggiamento del poeta, & della diſpoſitió ne della ſortu—
na, o del corſo delle mondane coſe in trouare vno accidents d'ac
eíone humana piu diletteuole ad aſcoltare, & piu marauiglioſo- Ma
perche ſi dice qui della poeſia in quanto è procedura dalla natura
ſia perauentura bene che diciamo alcune poche parole d’ vna qui*
,Rio ne moſſa da Horatio nella piſtola ſcritta a Piſoni, la quale e‘, qua:
le ſia piu digiouamento al poetare o la natura, o l'arte, & breuemen
te non ſa diterminare quale gioui piu parendo a lui che l'vna non
poſſa ſenza l' altra far profitto, ne l'altra ſenza l’ vna. Simile qui
(lione e‘ moſſa dopo lui da Vintilia no non intOrnO al la poeſia, ma
,intorno alla ritorica domandando egli quale aiuti piu il dicitore a
ſauellare bene ola natura o l'arte, &ditetmina la come haueua ſat
. to Horatio la ſua richiedendoui l'v na & l'altra vgualmente non p0
tendo
to. l’arteHoratio,
Liquali ſenza la natura ne la natura
8: O`uintiliano non ſenza
parla l’arte adoperar
no bene, mol
8t ragiona-v
no di quello diche poco s'intendono, percio che l'arte non e‘ coſa
diuerſa dalla natura, ne puo paſſare oltrei conſini della natura ,& in
tende di ſare quelloſteſſo che ſala naturgconcioſia coſa chequel lu
vaned'inſeg namento chec‘ per dono naturale ſparto in qua,& in la, &
appare in diuerſi huomini in diuerſi luoghi, 8t tempi ſi raccoglia , &
*ſl componga inſieme dall' arte, 8t ſi faccia vedere, 6t s'inſegni age
,uolmente in picciolo ſpatio di tempo agli huomini di mezzano inge
gno. &capaei di ragione. Il qual lume tutto o in buona parte non
ſi truoua mai per natura in vno huomo ſolo. Perche ſe vogliamo
dirittamente diterminate la ſopradettaquiflione molla da Horatio
6t le ſimili e‘ da riporre da vna parte Vna perfettiſsima natura quan
toſi poſſa il piu in vno h uomo , 8t dall'altra parte e‘ da riporre
l' arte perſettiſsima quanto ſi poſſa il piu in v no altro huomo do
tato di tal natura che habbia poruto comprendere l' arte , & poi
e* da farla quiſlione quale di coſtoro poetera meglio, oſetmone
[-3,8: vltlmamente e‘ da riſpondere'ſecondo la ragione che poeterap
ſermouera molto meglio colui che haura l'arte perfetta,chc nó ſalta
` A'... q 8 60 W
L
i e':
colui chehaura la natura perfetta non perche l’arte poſſa paſſare la
perfettione della natura, & inſeg nare piu di lei, ma perche piu age
volmente ſi puo inſegnare tutta l’arte ad huomo non del tutto r024
zo che non ſi puo trovare vno huomo .che habbia tutti idoni della
natura, liqnali non tocca no mai ad Vno ſolo, ma adiuerſi-Si che per
l'agevolaza & per la moltitudine degli'nſegnamenti l’arte è di ma
giore—aiuto al poetare o al ſermonare che nó c‘ la natura ”il 7419 J“Wſ‘
godi *mp ’a'Mm (dev, Zriwmuínióyiyi. Tutti li' animali raſſomigliano
l'attioni per inſ‘tinto naturale della loro ſpetie &alcu nidcgli animali
come la ſimia & l'huomo raſſomigliano non pure l’attioni ,della lo
ro ſpetie,ma quelledegli animali dell'altre ſpetie. Et oltre a cio l’hu
mo raſſomiglia anchora l’ operationi delle coſe inſenſate in guiſa
che e detto ragionevolmente eſſere attiſsimo oltre a tutti' gli’ altri ani
mali alla raſſomiglianza,a che preſla aſſai agio la diſpoſitione del _cor
po ordinata a ſar cio. où ‘Iù mois” UNIT” Alì ain‘t-‘ius 11':: ”yi-ina'. l!
fanciulli quando non ha nno anchora diſcretione , ne lume d’inch
letto da vedere che ſia bene, & che ſia male imparano quello che da
prima imparano, perche veggono gli altri ſar coſi, 8t per eſſempio.
'sù -iòXai’ze-miniuadi ”iii-ms Bic. Tutti gli huomini cio è & fanciulli, &
attempati, 8c idioti &intendenti', ſi ralegrano dell’opere fatte per
raſſomiglianza per loro, o per altri. ll che Ariſtotele prvova coſ';
Degli animali, & di quelle coſe che veramente eſſendo ci ſpiacciono,
8t ſono da noi abor.1inate,qvaliſono biſcie, botte, Cl carogne, le fi
gure quanto ſono con piudiligenza dipinte, 8t per c0nſeguente pin
vicine alla verita tanto piu ci dilettano, advn que la raſſomiglianza è
d’alegrezza a tvtti.Ma perauentura cio non e indifferentemente ve—
ro,,perciocliela- raſſomiglianza ſiſa alcuna volta della coſa raſſomì
gliatainñ- tutto, 8t alcuna volta in parte. anndo ſi fa in tutto ſe la
coſa raſſomigliata ci ſpiace, 8: c‘ da noi nbominata parimente la raſ
ſomigliante ci diſpiacera
raſſomiglianza ſi ſain parte&ſeſara da raſſomigliante
la coſa noi abominata.non
Ma quando la -
ci rappre-v
ſenta la parte ſpiacente, poi che non ha quello che ci fa ſpiacere la—
coſa raſſomigliata non è marauiglia ſe cidiletta‘, & tali ſonole biſcie,
le botte,& le carogne dipinte. Lequalinella raſſumiglianza non ha'n
no altro che i li niamenti, ei colori ſimili- alle vere, 8: per conſegue!!
te non liannoil veleno,o il puzzo,ne ci rappreſentano la malitia,oil
nocumento loro, che ſonole cagioni, per l'e quali abominiamo ſo—
migliantianimali &toſe con vn altra-.mancia &nocumento d’ogiiale
di(piacere.Hara non è vero quello che* ſiprende Ariſtotele per t oſa.
' ’ mame
manifefiache tutte le maniere d'hutÎmini prenda no diletto dell’ope
re fatte per raſſomiglianza per loro o per altri, concioſia coſa che
altri ſi contriſh' quando s’auiene ad vna pittura o ſtatua, o altro che
per raſſomigſianza gli rappreſenti, o gli rinouelli la memoria d’alcu
na atrio ne d’infa mia a ſeo a ſuoi amici, fi 'come anchora ſi conſon
de di vergogna, & s’arroſſa & per conſeguente ſente dolore la per
ſo na llO neſta quando s’abbatte ad alcuna memoria di dislioneſta la‘
ſciuia rappreſentata per raſſomiglianza- lo laſcio di dire che la tti
Rezza puo anchora occupare altrui perſatieta quando vede taſſo
migliare coſe troppo ageuoli a ſarſr,o per diſprezzo quando non ſo
no raſſomigliate bene, o perinuidia quando ſono troppo bene raſ
ſomigliate. Aimvám'm, ä’rt ”avöáviv ai ”Avevamo-Wai: "t-Vis” CIC. Rende
Ariſtotele la ragione perche gli hu0mini tutti prendano diletto del
mirarel’opere fatte per raſſomiglia nza, la quale è quella che lo’m
parare-?coſa diletteuoliſsima ad ogni ma niera digerire, quantunque
gl’ldioti non imparino ta nio quanto i pliiloſophanti, rie u'liabbia
no tanta parte didiletto- Ma perche non ſi puo riconoſcere alcuna
raſſomigiianzache non s’impariſeguita' che ogni raſſomiglianza in
qua nto è raſſomiglianza 8t è rieonoſciura per tale diletti tutti i rico
noſcitori, volendo ſecondo me dire Ariſtotele, che il comporre con '
lo'ntclletto inſiemele ſimilitudini, & le diſsimilitudini, che ſono in*
diuerſe coſe,èi[ mezzo da imparare, o lo'mparare che ſia ciaſcuna
coſa,Et queſto coſiſatto comporre è coſa diletteuoi'iſsima‘a tutti con
cioſia coſa che ſia propria dell’huoma, & non commUne con altro
animale. La quale cſi neceſsira ſempre cade nel riconoſcere la‘raſl'ov,
miglianza. Percioclie ſe i0 riconoſco ogniamo‘ Vna effigie dipinta'
d’vna per ſona certa per cio la rico no co perche con la' mente com-7
pongo inſieme i liniamenti, eic'olori,& la, miſura 8t altro ſimile del
'effigie, & dell’effigiato, & conqueſto mezzo~ di cóporre &‘dello’mf
parare peruengo alla notitia che queſti è colui cio è che quefla eſfigie’
è flata fatta per effigiare, & per raſſomigliare quella perſona cer
ta.Perche ſe io non liaueſsi veduta prima la perſona effigiata ion'o’rr’
haurei potuto comporre inſieme le ſimilitudini trouantiſi in diuerſe
coſe ne peruenire a quella riconoſcenza non n’lÎaue ndo veduta al
tro che vna ne attingere queſto diletto ſurgente dal fonte del rico.
noſcerela raſſomiglianza. Hora perche gli’ldioti non poſſono per lo
rintuzzato agume del loro intelletto penetrare tanto oltre introva
re' 8; in riconoſcere le ſimilitudini, & le diſsimilitudini in c0ſe diuer
ſe quanto fanno iplu’loſoplianti, ma truuuano & riconoſcono ſola
› ' - L z mente
tneute quelle, che ſono vie pin che apparenti,la doue ſ pliiloſoplian
ti inueſtigano,& diſcernono ancliora le piu ripoſte,& naſcoſe,quin
di auiene che gl’idioti non lian rio coſi larga parte dello'mparare,ne
coſi pieno diletto come t pliiloſophanti. Hora io non niego che que
[ta cagio ne aſſegnata da Ariſtotele perche la raſſomiglianza arreclii
diletto agli huomíni nonſia vera,ma niego bene che ſia ſola. Percio
che cene ſono dell’altre le quali non erano da laſciare da parte,& cio
ſono prima perche ſi rale-gra l’humana natura quädo vede clie non
e‘ da meno che gli altri animali raſſomigliando eſſa l'attioni della ſua
ſpetie, ſi come quelli raſſomigliano per inflinto naturale quelle delle
loro ſpetie,& appreſſo molto ſi rale-gra quando raſſomiglia l‘atrio
ni degli altríanimali, à ſpecialmente quelle che paiono quaſi pro
prie come è il notare de peſci, ne ſi ralegra punto meno quando raſ
ſomiglia l’atrio nidella natutap della ſortuna,o del corſo delle mon
dane coſe con varie arti pittura, ſcoltura, muſica, poeſia 8t ſimili pa
rendo le eſſere vna nuOua natura,o ſortuna,0 corſo delle mondane
coſe, 6t hauere non ſo che di ccleflialc. Senza che ſi ralegra a ncliora
oltre a queſte cagioni precedenti da vana gloria per molte altre pro
cedenti da Vtilita clic tralie dalla raſſomiglianza oimparando coſe
non piu ſapute ſi come altri impara Pogmamo da vna eſfigie dipin
ta del leopliante come e‘ ſario quelIOanimale non eſſendogli mai ſta
to agio preſhto di vederlo perla lontananza del paeſe , doue naſce,
0 imparando quello ſenza noia per raſſomiglianZa che altri non po
crebbe con la coſa ra ſſomigliata contutto clie gli foſſe preſtato agio
di vederla, c0me molti no n pocendo ſenza noia guardare le membra
huma ne ſecate per imparare a medicare le conſiderano dipinte con
diletto, & ne traggono vrili inſegnamenti. ll che puo ſimilmente a
uenire delle biſcie, delle botte, & di ſimilicoſe ſeliiſeuoli, orinoucl
hndo la memoria delle coſe ſmarrite gia imparatcp conſerva ndo la
memoria tuttavia & rinfreſcandola delle coſe non iſmarrite.Ma per
dieAriſtotelevſa l'eſſempio del diletto che ſi prendedella raſſomigli
anza della pittura per farci conoſcere il diletto , che ſiprende della
raſſomiglianza della poeſia èda ſapere cliel'eſſcmpio nó e il migliore
del mondo , concioſia coſa clie la pittura tl‘iletti meno in quella
parte nella quale ſommamente, Gt ſolamente la pOeſia diletta, 6c in
quella doue la pittura diletta piu, &ſommamente, la poeſia non ſo:
lamente non diletti, maſpiaecia ancliora. Pet-cio che la pittura lia
uendo riguardo alla materia che prende a raſſotnigliare ſi dee diuiz
dc" i" due P4…) nell’ vna quando rlei-eſenta coſa certa 6t ?ono—
Glut
. 40
fcíuta come hnomo certo & ſpetíale pfigniamo Philippe d' Aurina
re di ſpagna, à nell'altra quando ra omíglia coſa incerta, &ſco
n'oſciuta come vno huomo incerto, 8t in generale. Hora quando la
pittura ralTomigliavno huomo certo, 6t conoſciuto come Philippe
d‘Auſtria re diſpagna diletta molto piu di gran lunga che non fa,
quando raſſomiglia huomoinCerto ſconoſciuto, 8t in generale. Et la
ragione è euidente percioche minore fatica & minore induſtria mo
flra il dipintore in ſare la figura dell'huomo incerto 8t ſconoſciuto
che non fa nella figura dell'huomo certo & conoſciuto, 8t per ogni
picciola diſsimilitudine che ſia tra l' eſfigie 82 l'huomo effigiato puo
eſſere n'preſo , 61 riprovato per reo artefice da ognunola doue non
puo eſſere ripreſo o riproua to nella figura dell’ huomo incerto no n
porendo cotale figura lmuer difetto coſi grande clienon poſſa eſſe
re ſenſato troua ndoſi tanti diuerſi huomini di forma al mondo ſuo
n de termini de quali balli che non eſca la figura dell' huomo incer
to. lo dico, che queſta èragione perche diletti piu l' vna figura , che
l’altra, 6t non uella ragio-ie che aſſegna Leone Baptifla Alberti
cio èperche la gura della perſona conoſciuta è preſa dalla natura;
& la. figura della ſconoſciuta non è preſa dalla natura eſſendo l'vna’
&l'altra preſa dalla natura al meno per poſsibilita. Hora la poeſia ſi
deeſecondo la materia che fi prende a raſſomigliare ſimilmente di
uiderecſſomevna
ſciuta in due parti nell' certa
hiſtoria vna quando raſſomiglia
8t auenuta coſa certa la8t cono
come pogniamo uerra
cittadineſca auenuta tra Ceſare 81 Pompeo,& nell’altra quan o raſ
ſomíglia coſa incerta ne conoſciuta in iſpetialta come pogniamo la
venuta d’Enea da Troia in italia. Ma quando la poeſia raſſomiglia
vna hiſtoria certa 6t auenuta 8t conoſciuta non ſolamente non ci '
diletta, ma ci'diſpiace anchora, & ci diſpiace tanto che non puo ri
tenere il nome pure di poeſia, e: quindi è riprouato Lucano, & Silio
ltalico &alcuno altro 6t rimoſſo dalla ſchiera de poeti,ma ſe la poeſia
raſſomiglia lti floria incetra à nó conoſcima in iſpetiale ci diletta ſuo
ri di mil… a.F.t la ragione parimëte è manifeſta che il poeta nell'hiflo
ria certa & conoſciuta particolarmente nódura fatica niuna ne eſſer
cita lo'ngegno in trouare coſa niunaeſſendogliporto &poflo dani
n il tutto dal corſo delle coſe mödaneJl che nó auiene nell'hiſloria
incerta dt ſconoſciuta cóuenendo al poeta-aguzzare lo'ntelletto 6t
ſortigliare introuareo il tutt0,o la maggior parte delle coſe 8t quindi
'it-”e cómendato & ammirato Virgilio che habbia ſarto coſnAdunqg
la raſſomiglianu della pittura &la raſſomiglianza della pot-:glia non
a. ma’
e
9.
ſolamente nonſo’nìo ſimili” non operano ſimileeffetto , maſono
.ahchora "contrarie & opera no contrario effetto facendoli nella pit
tura filma della :aſſomigli-111221 di fuori la quale ‘appare a liocclu' pu’
äli colori, & nella poeſia della ’raſſomiglianza interna che ſi dimo—
ra allo'ntelletto per gli auenimeuti delle coſe compoſte inſiemeJo
nonlaſeiero anch'ora di dire che‘Ariflo’tele non ſi contentotfimpli
cemente d’addurre l’eſſempio della pittura a provare ‘che tutti gli
huomini gode no della raſſomiglianza ma ſoggiunſe anchor-a eoſiſat:
ea ragione, che per cio la taſſo miglia‘nza nella ‘pittura, & per conſe
guente in ogni altra coſa ci dilettazperciochenoi impariamo came
quella figura-è il cotalehuomo in guiſa:. e e niamo per meno dela
la figura a conoſcere l’huomo figUrato. Ma da pormente , .che. il
mezzo per lo quale dobbiamo imparareſempre dee eſſere piu cono:
ſciuto che non e‘ la coſa che per quello dobbiamoimpar , ſ1 come
per cagione d’eſſempio ſe io ‘ dimoſtrare, &'fare che altri im
paraſſe che duedottori in vno medeſtmoſtudio inſegna ndo vna me
deſima dottrina cOn pari ſalario ſömndoſi ſvno‘da piu che l'_altr`o,~ ‘
Gt l’altro da piu che l’v no non potranno lungamente eſſere concor
7 di tra loro‘, prenderei vno eſi‘empio molto eonoſciuto, per meno, di
` due galli vguali di forza 8: crede-miſt ciaſcuno auanzare 'l'altro polli
in ma medeſima
flotele corte dihggura
proponendocila allinepermezzo
che non da
iſtannoin
impararepace. Macono
, & da Ari

ſcere l’hpomp,di cui è figura ci propone vu mezzo men conoſciuto


che non è la coſa che dobbiamo .con oſcere co ncioſm coſa che la fi:
gura _né poſſa eſſere piu naturaleo piu ſimile o tanto quan èl'huo
mp dl cui e‘ figura Perche eda dire che qui Ariſtotele non prende la
raſſomiglianza della figura per mezzo da conoſcere l’huomo come
ſciuto, ne altri n’ha biſogno eonoſcendolo ottimamente prima, ma
egli prende-la raſſomiglia nza dellafigura per mezm da comporre le
ſimilitudiniòz le diſsimilitudinid’eſſa figura 06 q uelle d ’huomo fiì
Uſato come èſtato dettoEgliè ben/vero che alcuna volta ſi prende
a figura, per mezzo da imparareil figurato,ma allhora la figura èpiu
conpſçiuta a colui che dee imparare che non è il figurato, -íi come e‘
la figura del leofante, il ualealtripermezm della figura impara E:
conoſce come ſia fatto il ophante,.& di ſopra dicemmo queſta del
ip’mparare quello che non ſappiamo eſſere vna delle cagioni perche
ci diletti la raſſgmiglianza.fi’nzi iàr mi “ran Newsflaſhod'a monſtruoſa;
f( mai piu non iflata È non conoſciutaa noi per veduta o per vditn
o per altra via dipinta, non cidilett‘a quanto èal diletto_ cer
.
'\.
* l r e a
l
de dalla raſſomiglianza quantu‘nque la dipi'n’tu'ra ci poſſa dilettare per
altro, & taiiFono alcune tele dipinte in Pia ndra. Medcſimamente
coſa monſlruoſa 8t non maipiu flata o non riceuuta dal commune
iudicio del popolo per poſsibile ad auenire, o per veriſimile poſta
in poeſia non ci puo dilettare quanto e‘ al diletto precedente dalla
` raſlomiglianza. Bene puo quel poema dilettare per altro come per
purita di parole, o per omamenti di figure, & per ſuono di uerſi. Et
per auentura tali attiom monſtruoſe ſìtrouerebbono nel Morgante -
di Luigi Pulci, 61 in alcuni libri ſcritti in iſpagniuolo. oi- a”: ”htm
muſa-i
ha "“0 íJ‘oviv,
difficolta Se ilma
niuna, teſlo
ſe {iſilegge
legge Ii m“; alii-uu:
arl-tum comecome è ſtampato
afferma non
Pietro Vit
torio leggerſiin tuttii teſti ſcritti a mano è da ſporre I uſa-ua cio è
l' opera latta per raſſomiglianza non opera per ſe diletto ma per arti
ficioo per colori, o per altro. ”mi eu'ffl‘g" Z’ms- Poiclic Ariflorele ha
pi ouata che la raſſomiglianza e` naturale all'liuomo er quattro ra
gioni. La quale raſſomxglianza c'vna delle cagionide la poeſia cio c‘
della materiale di nuouola ripiglia, & breuemente la ridice , & u'ac
compagna la ſeconda, che e l'liarmonia e'l numero ſotto la qual
cagione fi comprendeanchora il verſo. Neſi da aprouare che l'han
monia ſia naturale all’liuomo perche altri l' hanno prouato nc cio
[laut-ua contraſto.
PARTlC ELLA SECO NDA. Altmaidll*** ma fl‘- :-d- 'ſo-u
{mſi-au oi' @il ,off drawing” *rà: más :armi-‘im ”pì-muli và; 16,; WIGÌiTOpÌ, i‘
e* Suinuíflçoi -nizt ns‘- Qui-hm ”PSTN +5700; muoia-ns äcwtç'inçoi 'Jai-5, ”ù i7- i‘
lil-'me, n59- ”Sì- o'ſ” ?tfòiflſgr iii J‘flvjs ?Wim ein ;V moli-mv mina-,iuris J"Îtvau ”0^- “
MJ:. ſtarò Fuſco-ljxçëmiws ſalmi” ixgivu lucrativa-5,@ 1ſt ”ui-ru, ii 075 ”in 1b “
.gn-’flo- luflhîov iſtituire” J‘io ”ù ſaprei” Ehi-71m vuîi, Fui- r'ë 54'112@ ”timida “
”ſovùMÉMS i@ íyivom fa‘: ”Mv ei íguinöv, ei ic'uñgn avi-*raſo Bam' “
Ènsù-n‘r md‘aTa nella” mruniígmços i”, ”ſv-x_ *lux Ernſt ,ÈM’ Fri Kai-L m: "
”Joan &fama-md; ìmſidu. oil-ru ”ù *rà-:iis Konoha.; X‘HIW :yi-”á tiarU‘flÈu, ei- *‘
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”Mi-5 ’sù wagá‘ſas 0|* ”unter-'War da‘: mſn-1” o'çmSvns anni eſci-ein?” oſi” ai “'
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iii un' {o ”it imp-ing: *rtl kllflmàln riti-n: Mn”.
C O N 'ſ E N E N Z A. Per quali maniera d'liuomini fu trovata la
eſia in ſperiale 8c come.
VV L G A R lZZA M E NT O. Hera la poeſiaſu tirata in diuerſe ì'
parti ſecondoi Propri (loro) coflumi.i-`ercioehei piu magnifici raſſw ì
M miglia”
migliauano l’ atticni belle 8c de fimili ( a loro) ma i piu dimeſsi
” quelle de vili comPonendo da prima villanie ſi come gli altri laudi 8:
” & celebrationi. Aounque non poſsiamodi eoloro,cl1e ſuro no aum
²’ tiad Homero nominare poema cotale,egli è ben veriſimile che ne
” foſſero molti,& cominciando da Homero ci e‘licito (nominare)qua
” le è il Margite di lui ei coli ſatti.A quali anchora ſecondo il conuene
” uole ſoprauenne il verſo gínmbeſco perche in queſto verſo vicende
*’ uolmenteláflnllo- cio e‘ſi villaneggiauano l’vno l’altro. Et diuenne
ì’ ro degli antichi alcuni poeti de verſi heroiei,& alcuni degiambiflo
a’ ra ficome Homero quanto alla magnificenza fu (tra li altri) maſsi
ì’ mamente poeta. Percioche egli ſu ſolo, non perche( aceſse) bene le’
ì’ raffomiglianze, ma perchele fece rappreſentatiuamentc ,J coſi ſu il
o’ primo,che Fece vedere le figure della comodi-a hauendo rappreſen
” tata non villania, ma coſa da ſar ridere. Percioche il Margite ha
” proportionefi comel'lliada 8: l'Odiſſea riguarda no la tragedia coſi
a’ queſti riguarda la comediaoHora ſcoperta la tragedia 8c la come-dia
v coloro,cl1e era no ſoſpimi all’vna &all’altra poeſia ſecondo la pro—-`
” ria natura diuennero alcuni facitori di comedia in luogo di giam
n i,& alCuni altri maeſtri di tragedia in luogo diverſi heroici per eſſes
i, rc quelle fi ure maggiori Gt piu honoreuoli di quelle. *
S P O Sl l O N E. Haueua trouati Aríſtotele i trouatori della
poeſia parlandone in generale, hora tru0ua i trouatori della poe- ì
ſia parlandone in iſpetiale,& dice che la poeſia ſu diuiſa in due parti
ſecOndo che gli liuomini , che vi miſero mano furono di due natu
re,concio\ia coſa che tra gli' liuomini fieno de ſeueri,o de magnificſh
de piaceuoli o de dime'ſsiaPerclie i ſeueri oi mag nifici tr0uaronol'v
na ſpetie di poeſia,&l eſſercitarono che è ſeuera 8: magnifica 6c [imi
lea loro,ei-piaccuolioi dimeſsi trouarono l'altra ſpetie di poeſia, 8t
ſeſſercitarono che èpiaceuolc 8: dimeſſa di ñmile a loro. Et-c‘ da por
mente come di ſopra parlando della raſſomíglianza cio c‘ degli' huo
mini raſſomiglieuoli o delle loro attioni la diuiſe in tre parti ſecondo
che gli huomini ſOno migliorip piggiorip ſimilia noi, à quanto è
a cio ſi diuiſe la poeſiain tre ſpetie, & come qui ſenza ricordarſi della
terza ſpetie non fa mentione ſe non di due non oflante che parli del -.
le ſpetie di poeſia conflituite per cazione della materia, la qual poeſia
pur per do ſu diuiſn in tre parti ei [rouetori che pure erano liuomi
nidoueua no altreſi elſere ripoſti in queſta atterzala differenza eſſen
done alcuni icueri, 6t alcuni piaceuoli,& altri mezzaniinguila che ſe
guendo ciaſcuno la ſua natura peterono non meno i mezzaaicou- ~
ituue
42
fiítuire la poeſia mezza na,cl1e gli vnila ſeuera-,BZ glialtri la piaceuo
le. Ma breuemente ſi puo dire che le due eflremita ſempre da prima
ſono piu euidentiche non ela mezzanita, 8t che gli huomini prima
s’appigliano agli eſtremi ſi come piu conoſciuti, che al mezzo,il qua
le mezzo ſi co nſtituiſce poi che l’v no de due eſtremi s'abbaſſadal ſuo
alto rado alquanto, & l’altro s'inalza alquanto dal ſuo grado baſſo.
Perc Îe non èda marauigliarſl ſe prima furono trouate le due manie
re di poeſia ſolamcnte,& ſe i trouatoriprimieri furono di due manie:
re ſolamentcflora perche ciaſcum delle due ſpetie di poeſia ſeuera. 8t
piaceuole lì diuidein tre altre ſpetie, lequali quantu nque foſſero tro
nate & eſſercitatc ſeco ndo la loro natura da ſeueri , 6t da piaceuoli
non furono percio trOlMſc in vn tempo medeſimo ma. in diuerlo co
me generata I’ma dall'altra, ſara bene farne due gioghi aſſegnando
i gradi piu alti o piu baſsi a ciaſcuna poeſia ſecondo che ſono (htc
prima o poi trovate coi:.
P O E S [A.
Seuera ~ Piaceuoiel
I. Lodi t. Villania
2 . Epopea . s. G iambici.
z. Tragedia z. Comedia.
D'alcune delle quali poeſie Ariflotele fa poche parole,& d’alcune al»
tre tiene lügo ſermo ne Fa poche parole delle villanie che egli nomi:
na Mmsffla poche parole delle lodieheegli nomina '-'mus .iena-...y
poche parole di giambici-Tiene [figo ſermone della tragediaſäc dell'ep
popea 8: rpmette di tenerlo della comedia. Et ſe altri mi domídaſſe il
perche nó ſaprei riſpódere altro ſe nó quello,che io diſsidi ſopra che
Ariſtotele nóintendeuain queſto libro trattare d'altra. poeſia,che di
uella,che s'eſſercitaua in diletto del popolo in piazza.che era la tra
gedia,la comedia Cz l'epopea,& ſe ſa mentione dell'altra poeſie ne ſa
per accidëre,& per ſar ma niſeſte queſte-ll che appare che nó ſu men
tio ne nelgiogodella poeſia ſevera de dithiräbi,ne nel giogo della pia
ceuole de phallici,j de quali poi fa rréeione in quanto haueuano dato
alcuno accrèſciméro cioè idithiräbici alla tragedia ei phallici alla co
mediaMa altri ſi porrebbe marauigliare come nel giogo della poeſia
ſevera ripóga ſolamëtel’epopea poiche la coſtituiſce madre della tra.
gedia hauëdo egli detto di ſopra che c6 l’epopea fi raſſomigljano i mi
fitorifipiggiorifl ſimili a noi,& dicendo qui come Homern cópoſeil
argiflefll quale era pure epopeico,& nel quale ſiraſſomigliaua il pig
giore,& col q uale il moſtrare ii come eglídlcele fàgure della comedia.
A che perauëtura c‘da dire che la natura di que a maniera di poeſia
‘ ’ M a porche
1 i
1

poiche è narrativa cio è lu'florica, 8: lu il verſo img nífico, 8: atto e


comprendere molte coſe di ſua nature non è ſenon della ſeuera non
douendo paſſare in hiſtoria ſe non coſe nobili & memoreuolLlaon
de ancliora gli epopeici ſono doma ndati heroici e’l verſo heroico, la
qual maniera di verſi & di poeſia è flat: tirata a forza fuori della ſua
naturale ſtrada a rnſſomigliare i piggiori. Benclie quanto è al Mar
ìte non fia vero che eſſo foſſe cOnſtìtuito diverſi eſſametri ſoli con
cioſia coſa che i verſi giambi foſſero rrapofli tra gli elſametri ſi come
teſtimonie Vittorino nel libro ſecondo della ragione de verſi,& pera
cio Giouanni Tzetza in hifloríco dice che Homero ſcriſſe cótra Mat
ite igm-Wow: cio e‘ verſi heroici,& giambici inſieme-Anodi” Suv-’ni
gaia Bic. Homero non ſu altro che vnÎ ſola perſona 8: ſcriſſe il Mar
itc ſecondo la ſperi: della poeſia piaceuole,& ſcriſſc l’lliada, & l’0
äiſsea ſecondo la ſpetie della poeſia ſeuera, 6: non ſegunò ſempre
la natura ſua, o i ſuoi coſtumi liqu’ali doueuano eſſere o piacevoli,
o ſeucri, &diſotto Arifio tele richiedera che Il poeta ſia :iQ-”lg 8: n‘a:
5-” quaſi dica piegheuole &arrendeuole ad eſſere trasformato in ogni
coſa: Perche non pare che di neceſsita ſia ve- o che gli huomini l'e
ueritrouaſſerola poeſia ſeuera, & che i piaccuoli crouaſſero la pia
ceuole,ma. pare ſecondo veriſimilitudme che quelli huomini, liqua
li erano ſpeculatiui, 61 notauzno le nature degli altri huomini & le
ſue, o ſimili o diſsimili foſſero 'Hrouatori delle ſpecie della poeti-1.
Ami pare che altri od: piu di raſſomigliare coſa ‘diſsimile da le che
ſimileaſe ſorſeper a diſficulra che ha in farlo, onde anchora ſpe
ra maggiore loda. Perche ſi vede communemente in quelledmmel
le quali ſi coſtuma il carnouale di traueſh'rli con maſchere che iſeue
ri, ei nobili contrafannoi piaceuolí ei vili. a dall’altra parte i piace
uoli contrafanno i ſeueri ei nobili. Fgä-m ”norme-1m:. lbiaſimi ù
lelodi, che fiſaccuano da prima ſecondo che mi par di comprendere
liaueuano due qualita congiunte inſieme, l’vna delle quelle” che
erano form-.ti m modo di pruoua, & non in modo di narratione el—
rrimemi non ſi ſarebbo no domandau' bialìmi, o lodi, ma hiſtoría o
narratione. L’altra era che erano compoſh quefli binlimi 81 lodi per
perſone certe 8t conoſciute concioſia coſa che non foſſe anchor!
(hu trouata la ſauola- Ma ſe la coſa fia coſiin qual mani-:ra ſi raffo
migliauano l' attioai belle nelle lodi,&le biaiimeuoli ne biaſimi c0
me afferma Ariſtotele di quella raſſomigiianza che è richieſta alla po“es
ſia, la quale non vuole egli, che poſſa raſſomigliare l’a tioni auenu
ce ohittorice, 6K ſepcraucntura LO faccſſe non ſarebbeda cſſcre giu
”cata
dicata poeſia, ma binaria. Hora cda dire che quando altri nam co
ſa auenuta oſcritta non è poeta ma hiſtoriro con tuttoclic la teſTa
in verſolodeuoliſsimo per quella ragione che habbiamo detta altra
volta cio e‘perclie il verſiſicatore nella’nventione nö dura fatica niu
'na, la quale inventioneiè la piu difficile coſa che [rabbia il poeta da
fare, 8: dalla qual parte pareche egli prenda il nome cio een-As. Ma'
quando altri loda o biaſima o ſia l‘argomento di perſo na conoſciu
ta meritante quelle lodi,0 biaſimi, o ſia di perſona ima inata dal poe
ta ſecondo il veriſimile nulla monta, percioclte tanta atica impren
de il pneta intronarela’nuentione da moſtrare le lodi o ibiaſimi del”
la perſo na certa quanta in trovare quella da moſlrare lelodi oibia
ſimidella perſona imaginata. ll che per prnoua conoſcera eſſere ve.
ro chi fidata a lodare lphigenia, & laſigli vola d’lapliteJ'vna 8t l'al
tra delle quali conſermezza marauiglioſa non rifiutò d'eſſere come
vittima ſacrificata ſperando l'vna che dio doveſſe dare a ſuo padre
perlo ſuo ſacrificio la vittoria ſopra i ſuoi nemici, 6t veggendol’ala
tra, che per lo vom della ſua morte gia ilpadre l‘haveua ottenvta.
Laonde anchora pare, che non ciſia ragione ninna che ci vietiil po*
tere trattare in verſo piu o meno l' v na materia cio e la vera,clie l'a]
tra cio èl’imaginata quando ſi loda o ſi biaſima, & altri è coſi poeta
per celebrare o biaſimare perſo na conoſciuta comeimaginata ,~,& per
cio Pindaro 6: gli altri che lodano perſone certe,8; per atrio ni certe
non perdo no il nome di buono poeta. Hora e‘ da notare la voce ”r5
'ffl che ha riſpetto a quello che dice Ariſtotele d’Homero clie poi ſeco
il Margite nel quale ſi contenieno non villanie , ma ſciocchezze da
ſar ridere, & a quel, che dice che e‘ veriſimile, che foſſero ſimili poe
mi aſſai inanzi ad Homero pieni di ſciocchezze , 8: non divillanie.
Et è anchora da notare che non pare eſſere vero quello,che qui dico
Ariſtotele, cheipiv ſeveri, eipiv magnifici ſi deſſero a ſcrivere lodi,
ei piu piacevoli oi piu ſimpltcho i piu leggieriſi deſſero a comporre
biaſimi, Percio che il biaſimare le coſe mal fatte non è men proprio
della ſeuerita odclla magnifica-[121,0 della gravita che ſi ſia il lodare
le coſe ben tatte-Ne i piacevoli', 01 ſimplici di leggiere biaſimano in
differentemcnte ogni coſa mal fatta, ne con modo indifferente ma
biaſimano ſolamente quelle coſe, che impediſcono loro l’eflèrcitarc
la piacevolezza, o la ſiinplicita,& le biaſimano piu toſto facendoſi:
ne beffe & iidendoſcne, clic con ragione , 8t con giudicio. Perche
perauentura era (ladra-,cite altri furono i trovatori di quelle manie
re di poeſie, che quelli che Clſ0n0 propoſli qflv'rda Ariſtotele-,Gi pera
'- l z ventura
uentura co nue niua co nſiderare come eiſono degli liuomíni magna
nimi, &d'alto cuore che non curano ne de'gnano ſe 'nOn l‘attiohi
.di dio, 8: de re,& perche niuno in atto publica come, è nello ſci-iu:
re al mondo vuole parere altro che buono,queſti tali fecero ſcriued*
do le lodi degl’iddi), 8: de buoni re, & parimentei biaſìmi de malua
gl re, ſi come dall’altra parte ci ſono degli ii uomini di pouero cuo
re, & ſ1 Puſillanimi, che non ardiſcono a volgere il penſiere ſe non
all’attioni de priuati, & perche come dico ognunonell’ apparenza
di fuori moſtra d'eſſer buono queſti coſi fatti ſi diedOno aſcriuere
le lodi de pn'uati buoni, ei biaſimi de priuati maluagi.`Et ſorſe quin
di ſi diuiſe la poefiain due parti cio èſecondo le conditioni delle per
ſone,delle quali altri imprendeua a ſcriuere , 8c ſecondo la diſpo
ſitione deglianimi di coloro che ſcriueuano cio è o ſecondo la di‘
ſpoſitione dello ſtato diuino o reale, o dello ſtato priuato 'o ſeruile
ſenza hauer confideratione niuna alla bonta , o alla maluagita del—
l’v na conditione o dell’altra mirandoi magnifici allo ſtato diuino &
"531% Cl Vllíallo ſtato riuato 8t ſeruile. Ma perche anchora ci ſono
di due altre maniere d liuomini, che intendono a poeſia l’vna delle
quali èſeuera, 8: l’altra è piaceuole percio ſi diuiſe la poeſia in due
altre maniere ſecondo che l'vna trattaua le materie ſeueramente, 8c
l’altra piaceuolmente ſenZa riguardare a conditioni o a bonta, o a
maluagita, o piu toſto ſi formarono due qualita che per lo piu ac
compagna nole due ſopra dette maniere di poeſia nate dalle condi
tío ni alta &baſſa, pertioclie non pare che la ſeuerita ſi polſa ſcolla
re ſenza biaſimo di ſconueneuolezza dall’attioni diuinc & reali, 6t'
la piaceuplezza per lo piu ſeguita l’ attioní priuate, 81 ſeruili. 'rap ax
o?” "WE Sween- Haueua detto Ariſtotele che da prima i piu ſimplicicom
poneua no +57… cio èvillanie , & hora vuole dire che compoſcro
anchora non Villanie cio èbiaſimi d’attioni non precedenti da mal
uagita di mente, ma da ſcioccliezza di mente,liquali ſanno ridere l’a:
ſceltatore- Della quale maniera di biaſimi Homero com oſe il Mar
gite- Egli è vero dice egli, ehe non poſsiamo moſtrare imili opere,
quantu nque ſia veriſimile, che molti ne.ſcriueſſono. Lequali opere
operclie n' èſtato tenuto poco conto o per altra eagione ſiſoizodi
legu‘ate dalle manidegli huomini. Adunque l’ordine è tale- Non poſa
ſiamo dire onominare niun poema tale cio è contenente ſciocchez
ze, &villanie da far ridere quale è il Margite, 8t queſte parole aus:
l‘iiím :nm-‘n &c- ſono dette per trapoſitione. ”ù rl rara-'mx, cio e
‘ poemi
poemi ſimili al Margite Homerico contenentecome dito ſciocehez
ze, & non iſceleraggini, 8t intendi dique poemi che ſono ſtati com
poſti dopo Homero, a quali poemi contenenti ſoggetto da ridere fu
aggiunto il verſo giambo ſecondo che conueniua , la qual coſain
tutto non haueua il Margite d' Homeroehe era ſcritto perlo piuin
verſi eſſametri- E'v 075 ma infuſi!" lat-liſtini! &c. Hora a poemi con
tenenti villanie di ſchiocchez2e s'aggiunſe il verſo giambo contiene
uole quanto è al nome 81 all’effetto. Percioche viene a dire quanto
ea] nome villaneggiante 8t nocente, & e‘prettiſsimo quanto è al:
l'effetto non parendo ricercato per offendere meglio, ll quale vers
ſo a nchora che poi ſi ſia adoperato nella tragedia ſi come ſi dira po
co appreſſo doue nOn ſi tirano l’attioni in riſo , ne in iſcherno, 8t
parimente nella comedia nuoua, non dimeno non ha mutato nome
di gia mbo, ma lo ritiene tutta via percioche lo preſe coſiſatto quan
do da prima ſu trouato 6t adoperato per villaneggiare- Et cio vuole
dire Ariſtotelein quelle parole. Ali iuà ſentii” MIT?“ vir, i@ :Avorio 75g
arahauiſv i uſi- igomp, dec. Prima come hadetto Ariſtotele furono ipoc
ti lodatori, a quali ſuccedettono gli heroici o gli epopei, & a que
ſtiſuccedettono poi itragici, ma ſuccedettono inguiſa che reſtarono'
anchora ilodatori Gt gli epopei. Ma del numero di coloro, che ſa
rebbonoſtatilodatori tutti ſe non foſſero venuti gli epopd alcuni
ſi dauano ad eſſere epopei, 6t alcuni di queſto numero che ſi ſareb
bono tutti dati ad eſſere epopei ſe non ſi foſſero veduti i tragici al
cu ni ſi dauano ad eſſere tragici. Hora gli epopei ſono molto anti
chi, & appareuano poemi di loro fatti auanti Homcro al temp‘, _
d' Ariſtotele ſi come qui aſſai chiaramente ſi preſuppone etſi puo
prouare perla teſtimonianza d’ Eliana. Ma dall'altra parte furo
no prima i biaſimatorí de vitij ſenza tirargli a ſciocchezza 81 a riſo,
alii quali fuccedetteroi biaſimatori de viti) che gli tirauano a fcioc:
chezza 8: a riſo 8: vſauano il giambo , Gt furono dinominati giam:
bici dal verſo. Liqualibiaſimatori declinanti alla ſcioccliezza &al ri
ſo furono altreſi molto antichi , 8t :gu-ali in tempo agli heroici an:
clera che non ſi trouaſſe al tem 0 Ariflotele poema niu no ſopraſi
Homero di loro cötutto che fo e veriſimile che ne foſſero ſtati mol-‘
ci,a quali giambici poi ſuccedettero i comici che parimente tirarono'
i viti) 8: l'attioni in riſo 8c in iſciocchezza, & intendi de comici reo‘
chi, percioche i nouelli nolfannq. Hora la ſucceſsione cheſotten
trò a biaſimatori fu d’altra maniera , che non ſula ſucceſsione
che
.:lie ſottentró alodatorî, pertioclie nel giogo de biaſimatori la ſuc
ceſsioneſottentranteannullaua coloro, a quali ſuccedeua inguiſa
ehe ſoprauenutii giambici piu niuno ſi die dead eſſere biafimatore,
6t ſoprauenurii comicivecchi niuno piu ſi diede ad ellere giambico.
Anzi ſoprauenuta vna ſucceſsione di comici nouelli niuno t“ ſtato
piu comico vecchio eſſendo perlegge ſtata vetata la come-dia vecchia,
6} ogni manieradi maladicenzaoAdunque e‘ da ſporre rüp ”alunöp de
gli-antichi che furono auanti Homero. 8m” Sali rà @-Jlaîa iulm-a mu
-nlsfl’iugor le. Volendo Ariſtotele moſtrarecome Homero fu cagi ne
chela tragedia ſuccedeſſe all’epopea 6: la comedia alla vicupei ario
ne delle ſciocchezze pare che doueſſe dire che nell’ lliada, 8: nell’O
diſſea fece vedere le figure della tragedia piu che non liaueuano lat
to gli altri poeti lieroici, perciodie non ſolamente preſe materie ma
g nitiche a trattare come haueuano fatto gli altri epopei, ma lc trattò
anchorn rappre'entatiuamente, il che non liaueuano fatto glialtri.
Lequali cole ſono communi alla tragedia, ſi come ancliora fu il pri
IT-O. che moſlrò le figuredella comedia, 6t uanto è alla mateíia ri
dCUOIe,& guanto è alla rappreſentatione nglſuo Marghe.“ che non
ſi puo m0 rare altri auanti [i ihauere fatto. Le quali due coſe ſimil
mente ſono co-nmunl alla comedia. Ma perche le parole paiono in.
(liriznue ad altra via andiamo cola, doue ei conducono , & diciamo
:0ſt- Haueua Ariſtotele dimoſtrato come a biafimatori de viti] erano
ſuccedutii biaſimaturidelleſciouhezze, & a lodatori glicpopei, 6t
hora ſoggiunge cummendando Homero come migliorò il poema
epopeo iiauendo aggiunto alla materia mag niſica il modo rappre
ſentatiuo la qual cola non haueuano fatto gli altri, & inſieme dimo
ſtra chi foſſe l'auflorea preſtare cagione chela Comedia ſuccedeſſe al
la giambica, 61 latra edi'a all’ epopea dicendo che li cOme Homero
die de Per fettio ne all epoF ea coſi fece Vedere le figure della come
dia nelſuo Margite, 8: per la materia rideuole , 61 per lo modo rap—
preſentatiuo Vla“) da lui quiui preſupponendo per coſa manifeſtz
che ſimilmente haveſſe fatto vedere le figure della tragedia nell'llia
da, & nell'Odiſſea. Adunque Homero fu ſpenaliſsimameme pOeta
mi: rà @Wal-t cio è nelle materie magnificlie,& con tutto cio moſt: ó
ancl'iorala forma. della comedia che è di materia liumile, quali d.ca
Ariſtotele non è marauiglia ſe Homero lia moſtrata la forma della
tragedia poiche ſi vede per l'opere ſue che era nato a tra “are le ma*
terie alte, 8t parlando particolarmente dimoſtra in quali coſe foſſe
ſpetialmente poeta epopeico, 8t dice che fu ſolo &Viuco non ‘Daft'le
ceſſe
faceſſe bene le raſlbmiglianze ma nificlie eſſendo- quella coſacom- .
munealui & a multi altri. Laon e non ſu percio ſolo 8t vnito ma `
perclie le faceua ”eum-65 che coſi ſtimo douei ſi leggere 6t nopn l‘1* ²
pri-tà; accioche conqueſto auerbio ſi riſponda all’altro auerbiodi con
trapoſto, & intendi di quella maniera rappreſentatiua, diche Ariflo
tele-di ſopra lodò Home-ro qua ndo diſſe finge'm ?mina-'Samy Sui-go:
U|;,& diclie di [Otto lo lodera piu apertamente quando dira hugo: È
à’w ”avnì LIE-os inflitta, rail. .hi uit 3'” aim ?Ip omnis- .int Amii 3'!“
muti*- àràv, &e- doue anchora vſa queſta voceufm come ui. 05457”
hill-ó YMQTOIJ‘VM miſter-Non vuole ſig niſìcare Ariſtote e altro per
quefla voce Imation-lira: ſe non clièegli lia-.ſato nel Margite mol
- to ſpeſſo il modo rappreſentatiuo, ſi come l'vſò nell’lliada 8t nel
l’Odilſea. l’ 74}- (tap-ein” bah…- i’xa. Cio e‘ il Mar ite è poflo in riſpetti
to di proportione, &eomevi ſia poſto ſi maniſë ſh perle parole ſe: …
guéti. Pereio che egli lia quella proportione o riguardo verſo la co:
media, che ha l'lliada & l’Odiſſea verſo la tragedia. La quale pro
portione o riguardo e‘ che lia la materia da ridere, e'l modo rapprea
ſentatiuo, ſi come quelle hanno la materia magnifica e’l modo rap
preſentatin conſacendoſi queſte coſe coſi con la tragedia, ſi come
quelle ſi confanno con la comedia. Bindi ſi puo vedere che Do
nato nel trattato che e‘ ſcrittoin fronte del commento di Terentio
non dice bene, oal meno non s'accoſta al parere d'Ariſlotele vor
lendo che Homero liabbia data la forma alla tragedia con I' lliada 8t
6: alla comedia eon l' Odiſſea. A'I:q›a"o**‘ J"- rç-yçJ‘i'as iis-‘4 nona-i‘m”
Hora ſcoperte le figure della tragedia per l' lliada 8t per l’Odiſſea , 8t
della comedia per lo Margite- oi i?“luriçeufiì mſn” :çuövn3,&ſ. Sco:
perta adunque la tragedia & la comedia tra colato, ehe erano ſoſpin
ti a queſte due maniere di poeſia alcuni s'appigliarono alla comedia
1
& altrialla tragedia ſeguendo la natura loro, 8L furono coloro che
a’appigliamno alla comedia que,clie er altro ſarebbono ſtati giam
bici, 8t coloro elie s'appigliarono al atragedia que che` per altro ſa
rebeno ſtati epopeici. Hora oi îp'ìmím mina” {qnd-ns ſono voci"
poſte in caſo diritto per figura conoſciuta quando doueuano eſſere ì
poſtc in oblico coſi r îç'ìmſçav m-'nm Éçuu'nm &ogni coſa e‘- pia na- A13 ‘
-nì utile. &c- Q`ueſla è la ”gio-ve perche coloro, che ſarebeno diue
noti epopei diueniſſero tragici, &non comici ſeguendo la loro na
tura, percioclie le figure dell' epopea,& della tragedia ſono maggio
ri di quelle de giambi, à della co media & piu confaceuoli alla natu
ra di' colui' die era reſpinto all’epopea.
, t N P AR Tl
.L P ARTlC EL L A__TERZA* T3 Weſtiflſitmal, i’iàçí'i'xeiihî
,, *rgqçl‘ſa *mi: ii'Niv lucia!, ì' ai', iti-1WD‘ aiſi-iii :mimi-ii iisîi ”ris và tinge
2M.: MQ. *
C O N T E N E N Z A. Che alttoue è da dire ſe la tragedia ha le
ſpetie baſteuoli, 8t ſe lia quel valore leggendola chelia recitandola.
',, VV L G A R lZZA M E N T O* Hora la'nueſtigatione ſe pera
,, uentura la tragedia liabbia le ſpetie, clic le baſtiDO, ono, & quello
,, medeſimo eſſaminandolo Perſe, & co tlieatri pertiene ad altro ra)
,, gionamento. n
S P OSI T l O N E. T511”: ogutizldxenär,&c. O`ueſritre verſetti ſenza
dubbio nò d0urebbono eſſere poſti in queſto luogo, nel quale poi
che vi furono poſli da Ariſtotele vi furono poſtipiu toflo per nódio' -
menticargliſi, clic perche vi conueniſſono eſſendo queſto libro c0:
mc dicemmo vn raccoglimento di materie poetiche da comporre
l’arte. Ma perauenturadourebbono eſſere dopo quelle parole ſe
guenti di ſotto mm] fa} à'- lrui ?mi :ſu ritira… ottime-poſti. Percioclie
qui non s’èſatta mentione piu di tragedia che di comedia in guiſa.
che faceſſe meſtiere ſar piu toſto queſta queſtione intorno alla tra
gedia, clie alla comedia. Ne della tragedia s’era detto anchota che
iaueſſc tal forma che ſi poreſſe ſar queſta domanda ſe liaueſſe la ſua
perfettione, 8: quanto è al poeta, 8: legendola, 8; quanto è auedito
ri, 81 recitandola.Clie caſi io intendo queſto luogo. Ma quella qui
ſtione ſiditerminera quando diſotto s'eſſaminerannole parti di qua'
[ita della tragedia. Aiflíri of alii-ò iifin'uivoi ”ſi ”Britain-tg!. cioè Et ſe
la tragedia lia quel medeſiino valore eſſaminando quel valore per
ſe leggendo la tragedia ſenza vederla rappreſentare in palco, & effil
minando quel valore co theatri veggendola rappreſentare in palCO.
n P A R T l C EL L A Q-V A R T A. ritmi” o’ſlvìz’àçxís aörakid‘iafi.
,, iii" ”ù iti-ni ”lui mag-l‘1", ”sù 'iiiîir Suri r iÈagxſvwv -ii‘iv J‘ieu'gaiisoiſi Sarà 15' ‘ſi
n çaMixá, H” .1.974 viſi- ii Demis i’ 7niva l‘imit- ”milan-i, mi: uliçàv iruìn'velſſ
n ”Bici-0'710? ?dovíríyrm çmçài ain't:. iui-‘i anni; ici-rami: aims-:fida i *if-rs'
n ,gi-l‘io: indugi’… .:EXÎ 1di- 'iiiu-iiis ”Jai-.:sù 'to', -n F immrönmíaot {è ‘iris è:
n J‘uo ?rio-m‘ ñxvhos ”ragioni-ri: ñ Xigoö ”Affiſocbvsù nica Ao’yiv ”WTOWS'HVM
n penuria. :mi: b, ”Zi ”Luz-gap av dimmi-'s, t7l ö-il: “(71005 iii mxpäi (mio' iisù 7t':
’a &o; ÌLÀOÎXI’ .fiji 1b in eve-rue”; iii-rimaſe?” 3+} {inteſtati-is”. '16,71 nirçoçiiu Tt'rch'"
” -rça ſaBBtToV 7mm. *iii di: mois@ mgagírçç ixgöv-m di@ iòtxtuçiiiiiv, iis-‘x Sexi”
” gut-Slip” Hvar-:1J- mſm”. ÀQEUÎ nvmívusoi'rni ii midi: -iò olii-Tav ati-ig” Jia-lla;
,, ”5m Miſſiqu rñp “bel-lp -ii‘i iaflfltîov isl- o’nyiîov á“mxi-iw. ”MTs‘a i”15th
n A‘Nfltviſ "il W‘Mixw 75 ?U55 EMA”, igti'fli'rga Sim-dit”, ”ii-infinite” *iis-‘ier
un:
46
` mi; .Fao-ſc:. in ‘Siracuſa' naſca, ”a w‘: :Ma 531m? Mundi?” Aſflm, m- ,,
'i Mu 07°” TW'TODI'NURFTÈ 'ſs-a iuîv &guaine- mm} Yi ados ’ſg-,Miſa J‘uèi'im l!- ,,
Diass‘o .
C 0 N T E N F. NZ A. Onde riceueſſero alcuno accreſcimento la
tragedia & la cOmedia, & perchi riceueſſe la tragedia altri acereſci
menti, 8: alcuni mutamenti, & che certialtri ſenza ſaperſi perclii.
VV L G A R l ZZA M E N TO. Adunque eſſendo nata da prina ,,’
cipio ſprouedutamente ſopra venuto, 6: eſſa 8K la come-dia fu quel- ,,
la da eantantii dithirambi, 6c queſta da celebranti iphallici, che ana a
ehora hoggidi in molte citta per le i ſi conſerua no, apoco apoeo ,,
accreſciuta. Ma quanto è manife o di lei la tragedia fatte molte ,,
mutationi ſi poſò, poi che liebbe la ſua natura. Et Eſchilo primo ti— ,,
rò la moltitudinede rappreſentatori da vna a due, 81 diminui le par n
ti del clioro, 6: ordinò che foſſe riconoſciuto il rappreſentatore del- n
le prime parti.Ma Sophocle ordinò che foſſero tre i rappreſentath ,,
_ri, & la dipintura del palco, & oltre acio lagrandezza poſpofle le fa— n
uole picciole, e’l parlar rideuole con l' allontanarſi dalla maniera ,,
ſatireſca preſe dignita. Et il verſo tetrametro fu fatto giambico con- ,,
cio ſia coſa che prima vſafferoil tetrametro per eſſere la poeſia ſati- ,,
rica 8c piuinclinata al ballo. Hora tenendoſi ragionamenti vicen— ,,
deuolila natura per fe trouó il verſo proprio , percioclie il giambo ,,
trai verſi c‘attiſsimo a coſi fatti ragionamenti. Et di cio liabbiamo ,,
il ſegnale che facciamo in parlando l' vno con l'altro aſſaiſsimi u
ginmbì, & POChC fine tſſametſí, 51 quando trapaſsiamo l’harmonia n
del parlar vicendeuole. Et oltre a cio moltitudine degli epiſodi, & n
l'altre coſe ſi dicono eſſere ſtate acconcieſecondo che ciaſcuna ſiſta. ,,
Adunque a noi tanto baſtihauer detto di quelle coſe. PCTCÌO che n
ſarebbe perauentura impreſa troppo lunga il ragionar pienamente
di ciaſcuna coſa. _
S P OS I T l O N E. l'a-miriade?” Bic. Haueua Ariſtotele ſeguen
do ſua materia trouati i primi inuentOri della tragedia, 6c della co
media, & hora dice i n v ngiro di parole cln' foſſero coloro che diedo
no accreſcimcto all’vna 8c all’altra,&’poi partitamëte dira come ciaſ
cum di loro riceueſſe accreſcimenti,o mutamenti,& perchi ſe ſi ſapri
‘ no gli autoridegli aCcreſcímentLo de mutamëti. Adunq; eſſendo (la:
:a enerata eſſa tragedia 8c comedia perorigine nö artificioſa anzi a
ca o 81 per accidente come è aſſai chiaramente [lato detto nó hauëdo
Homero all’epopea aggiuntala figura rappreſentatiua con: intentio
ne didar forma alla tragedia,ma di dar perfcniolge all’epopea,ne pari
` ì a mente
`
`

dente traspOttata la' maniera della villania a riſo & a diletto nel
Mar ito con intentio ne di dare forma alla comedia ma da addolcirc
ibia 1miacci0che non riempieſſero di tanta amaritudine gli aſcol
tatori, ſu la tragedia aumentata da colero che cantauano iditliiram
bici in lode di Bacco, & la comedia da coloro che in proceſsione
celebrauanoi phallici. Hora e‘ da leggere queflo teſto coſi, yum'…
”la di! in’ &mi; MXN-mis ”ù «H ”la i uouçtſiz,&c. Et ſono pofle
queſte parole in caſo diritto per figura quando dourebbono eſſere
poſtein oblico coſi ?evofliw'n’ìl o?” Maffi-Ts Anaao-lumi: ,où min-”cà
'1745 milan-a! &c- ”Fili ;Blu ?tri 'F îÈaçXo'v-rm flip J‘ÎOJçfluBov. Hebbe la trage:
dia per madrel’epopea, 8t per nutrice la diehirambica perche ſu al
lenata & accreſciuta da lei, ma non dice Ariſtotele quali accreſcimen
ti riCCueſſé da lei, ma perauentura ſuronoil ballo,il canto, e’l ſuono
6t alcune maniere di verſi & di paroleanchora, percio che l'epopea
non le pote preflare il ballo e’l ſuono non hauendogli ella ne ado
perandogli perſe, ne alcune maniere di verſi 6t di parole negate alz
l'epopea & coneedute alla tragediaflhe ſono communi alla ditliiram
'bica.Hora e‘ da ſupplire il verbo poſto diſotto iuçám , ma è dubbio ſe
‘ſi debba ſupplire il verbo ſolo , o il verbo accompagnato da ma…
uçìv, ſe ſi ſuppliſceil verbo ſolo intenderemo che la tragedia riceuet
tele predette coſe tutte in vna fiata, ma ſe ſi ſuppliſce il verbo accom
pagnato da mizawàp intenderemo che la tragedia riceuette le pre—
: detce coſe in piu fiate cio è ciaſcuna per ſe. 55 &niaäp‘àç-üvllud, Heb
be adu nquela comedia per madrela giambica & per nutricela phal
lica poi che ſu alleuata 8! accreſciuta da lei. Ma nOn dice Arifiotele
~ quali accreſcimenti riceueſſeda lei, li uali perauentura furonola diſ
honeſta‘, alcuna maniera di verſi, a: iparole, il ballo, 8: l'harmonil
non hauendo preſo, ne potuto prendere la comedia dalla giambiea
altro chedilaparole.
vmaniera villaniaHora
rideuole,
che 8t la maniera
maniera de verſi
di pompa ſoneiambi , & certa
la pliallica, 8!
in honore diclii foſſe Ordinata, & perche anchora clic ſi poſſa rico—
'oliere da diuerſiſcrittori ure è ſcritto piu allungo da Theoderetq
nel libro della medicina alle’nfermita paga ne , al quale mirimetto
perintendere bene queſto luogo. Et ſono da accompagnare queſte
vociërà *r con nella 7!!i~7lr~rop,& è da dire Età *r ”geni-rm -n‘z Wiion `
Percioche an ando in proceſsione cantavano quelli verſi, 8: celebra
uano ueſta fefla. Seguitano appreſſo alcune parole che s’interpre
tano iuerſamente,&in niuno modo bene al parer mio dagli ſpoſi
cori, 8K ſono quelle anni"… i’m :zig-mv piangi” cei-tits, ſcompagnancèo.
e 3!
. _ . 47
'gr-i Moi da In)10‘003( aeeöpagnandoio con fior. Pereioelie dico
no alcuni,ehequefle parole vogliono ſ* nificate che la eomedia foſ
ſe ,pmoſſa da phallici,& accreſciuta in no a quel termine che ſi tro
uaua eſſer peruenuta al tempo d’ Ariſtotele quaſi che egli non negaſ
ſe,cl1e poteſſe anchora riceuere maggiore luce,ſi come riceuette tra*
mutídoſi la comedia vecchia nella nuoua.La quale ſpoiitio‘ne nó è da
riceuere percioche daltróde che da phallici la comedia come apparira
poco
ſte appreſſo‘
parole è,cheliebbe acereſcímëti.Ma
la comedia altri& dicono
ſoſſe ,pmoſlſia cheacereſcimëtida
riceueſſe iiſenſo di que
phallici eſſendo anchor: poco ereſcruta,& nópienamëtelſormata co
me è al preſe nte,& come era la tragedia quído riceuette accreſcimen
ti da dithirambici.Ma clii dubita ſe la comedia ricevette accreſcimentì
da phallici che non liriceuette,quanta era allhora che gli riceuette,
& che il dire cio nó ia vna cia ncia fuori della materia,diche ſi ragio
na, va na 8: indeg na d'Ariſìotele 'ñ' Adunque laſciate da parte quelle
ſpoſirioni dichiarero queſto luogo in vno de tre modi,de qualiil pri
mo ſara, che perche il Verbo iui-;m ha per ſe quella forza ſenza ag
íugnere ?Topſhop ad 5'591, che ha aggiungendouelo mi piace come
go di ſopra detto che ”yoerſvrm ſi c0 ngiunga con "mir-SV pain-xè, Gt
ſi dica che apoco apoco prendendo la comedia da phallici hora vm
coſa, ö: hora vn altra ſu aumentata tanto quanto dilei era maniſeſto,
a è comeſe ſi diceſſe elieella fu aumentata tanto che per gliaccreſcio
menti venutile da phallici peruenne a notitia degli huomini , 6t ſu
prmatl percioche prima non era in conto niuno, ne maniſefla a]
mando. ll ſecondo modo ſara cheſt legga non fluflmv ma ”7; 5.7.’.
”m eſſendo Rata ageuole la mucatione di ”i Z70’qu in ”ton-,hm- ad v.
no ſcrittore o ignorante o traſcurato, 8t che ripetendoſi íçaçxlm” ſi
congiunge; con amarzy @am-cà, 81 che ſi dica che la comedia fu accre
ſciuta tanto quanto era paleſe dilei m’è MW!! cio è auanti che foſſe
rappreſentatain theatro quaſi dica che l’accreſcimento phallico la
rende famoſa, & atta a montare in palco cittadineſco. ll terzo modo
ſara che ſi ſeperi fm dalle coſe di ſopra, 6c che ſi faccia vn principio
di diuerſa mite-ria cio e‘ degli accidenti che &pe-raramente ſi narrano
cſTere ſoprauenutialla tragedia 8: che fi dica 71013 dim” Qaflfa'” M:.
Ma quanto ſi ſeppe d'elſa tragedia fatte molte mutationi &aEr ſi di
ce ClO nauendoſi riſpetto alla comedia della quale non ſi ſa quali
mntationi faceſſe, & in queſte parole 34015 trim” ’cv-g5- Emi; ſl pre
ſupzone Che è poſsibile che la tragedia faceſſe ancliora piu murarin
ni ' quelle ene ſono peruenute a noritía dîäli huomin: à piu di
Ì quelle
K ì a

.quelle diche egli è per ſauellare- Ma nOn laſciero di dire che ninna
di que-ſie tre ſpoſitioni mi ſodisfa pienamente, 6: che perauentuta è
da cercarne Vn altra piu conueneuole. &"z'fl ”ù v3- :n ”om-:Ts «Sp m3
,Non dice Ariſtotele quefle parole per biaſimare quefla maniera i
pompa ſolenne per la dishoneſtà, ma per dimoſtrare che la come
dia pote agevolmente riceuerel'accreſcimento da lei poi che ſi cele
braua alſhora publicamente pertutte le citta, conciofia coſa che do
po tanto tempo ſi coſtu maſſe anchora in ta nte citta. ?darà :firm-u Qnm
,av ein-ris xò :am-it &c. Qi} ſi dice ſeperatamente quali accreſcimenti o
mutamenti habbia riceuuti la tragedia 81 perchi, e’l primo accreſci
menrop mutamento diche parla qui Ariſtotele ſu fatto da Eſchilo ti
tando la moltitudinede rappreſentatori 0 de contraſacitori da vno
a due.Ma accioche s’intenda bene quel che voglia dir qui Ariſtotele
& poco appreſſo è da ſapere che Diogene Laertio nella vita di Plato
ne dice come da prima îv-rîi TfaTQJ‘llQllJVoſ 5 xoçàt Molly-main@ cio ènella
tragedia il choro ſolo rappreſentaua intendendo perlo clioro tutte
le perſone de rappreſentatori che ſono introdotte nella tragedia, o
nella comedia operareficome lo’ntendePlatone nel ſuo commune,
& elſo Ariſtotele poco appreſſo quando dira aj per} xoçàvuopçfiv Nim]
Îà’çxuv iá‘mxzv. ll quale choro Terentio domanda Gregem. Etintende
Laertiodi dire che la tragedia] ſ1 rappreſentaua ſenza ballo 8t ſenza
canto;& ſenZa ſuono nonintroducendoſi in palco altre perſone che
l'attiueol'operanti ſi come a noſtri di alcuna volta s’e‘ſatto. Et poi
dice il detto Laertio che oſciaTheſpi trouò'ſva ömxprrìv cio èvna ma
niera di contrafacimri,c 1c egli domída vno cótraſacitore pereioche
Una perſona ſola cótra ſaceua ballando, cantand0,& ſonädo inſieme
l'atrio ne della tragedia,& quädo dico vna perſona ſola i ntëdo ſola ha:
uendo riſpetto alle tre coſe ballo cito 6t ſuono fatteda Vna ſola per:
ſona inſieme,conci0ſia coſa che ſoſſe Vna moltitudine ciaſcuno della
quale faceſſe cio,& ſoggiunge che Theſpi trouò quello vno cótraſa
eitore per ſare che il choro haueſſe ripoſo,ne foſſe in cótinua attione
ſi che quädo ſi ballauaJr citaua,& ſl ſonaua nó 11 recitaua la tragedia,
fi come diſſe Ariſtotele di ſopra, & dira di ſotto. Et appreſſo ſoggiù
gne che Eſclu‘lo trouò il ſecódo cótraſacitore cio èvna altra ma niera
de cötrafacitori,cócioſia coſa che veggendo Eſchilo come èveriſimi
Ie che il ballo impediua il cito e'l ſuono facédo vna perſona ſola que
ſte trecoſe inſieme perlo mouimento,diuideſſe il ballo dal c5t0,& dal
ſuo no,& volle chei ballatori ballaſſero ſolamëte,& vnaltra maniera
de cötrafacitori ciuffi-,8: ſonaſſe inſieme,& quello è quello che inten
de di ſignificare Ariſtotelequando dice, che Eſchilo tirò la moltitudi:
ne de
Ke de cötraſaciton' da vna a'dueſi,cioèdi quella che ballaua, cantava;
8t ſo naua inſieme,la quale era vna ſete due ſeperando il ballo dal can
to 8t dal ſuono & volendoche vna’moltitudine ballaſi'e ſolamente,&
Vnaltra citaſſe & ſomſl'e inſieme.Vltimamëte dice il predetto Laertio
che Sophocle trouò il terzo contraſacitore cioè la tera ma niera de
cótraſacitorí diuidendo i cantOri da ſo natori,ſi come Eſcliilo liaueua
diuiſi i ballatori da Cantori & da ſonatori,Et queſto fieſſo afferma A
riſtotele poco appreſſo dieëdo -rçtît à nemmeno &Soplrocle operò che
ì cOntraſacitori foſſero tre,cio è tre ma niere,vna de ballatori,vnaltra
de cantori,& vn altra de ſOnatori,douc prima per Theſpi non erano
ſe non vna che conteneua ballatori, cantori, 8t ſonatori inſieme,&ì
per Eſchilo due cio èvna che cóteneua ballatori ſoli,& vn altra che
conteneua cantori,& ſo na tori inſieme. xi -n‘z -r’i x99; Miſa-Fu. (Meſſe
parole ſi poſſono prendere in due ſentimenti, cio è o che Eſcltilo di:`
minui le parti del choro limita ndo gli la lunghezza del ragionare,
che gli era permeſſa da poeti paſſati, o vero che dimintti- le parti del
choro non introducendolo a ragionare come choro nella tragedia
tante fiate quante faceua no ipoeti paſſati li quali lo d0ueuan0 intro—
durre ſenza hauer riſpetto alla diflintione de gli atti che nö vogliono
eſſere piu di cinque ne men0,ne puo eſſere introdorto piu di cinque
volte a ragionare come choro nella tragedia per la quale introdot
(ione ſi riconoſce la diflintio ne c’l termino degli atti.Si puo ancho
ra dire che intenda del diminuimento del numero delle perſone del
choro che erano prima cinquanta che fu poi riſtretto in quindici did
che parla Giulio Polluce. Et quello è il ſecondo accreſcimento o mu
tamento che riceuette la tragedia poi che ſu conoſciuta &pr-2m”.
Poiche ci ſi amo abbattuti in luogo doue ſi fa mentione del choro
che è introdOttſ) nella tragedia non laſcieremo di dirnealcune poche
parole perdargli alquanto di luce.Choro èvna moltitudine di perſo‘
ne ragunateinſieme citanti che rappreſenta vna vniuetſita come vn
opolo,ovn altra maniera digëte,clie ſi truova nel luogo,doue ſi ſx
F’attione tragicamella quale attione eſſa vniuerſita nó ha parte ſe nö
per aecidétc,& per cóſeguenteil choro che rappreſenta quella v niuer
fita nó puo dirittaméte hauer luogo nella tragedia ſe nó per acciden
te,& come l'ha l’v niuetſita nell’attione. Il choro adunque veggendo
o vdendo l’attione tragica ne giudica,&ne parla nel ſuo canto come
'gi udica 8: parla il popolo dell’atflioni auenenti de ſuoi ſignori ne ſuoi
‘ragiona menti-Egli o vero che il choro poi che e‘introdorto nella tra
gedia alcu ”a volta eſſendo domandato o rapportando quello che in
tende pertenere a ſuoi ſignOri ſa vſficio diſuddito, 8t d’vno 11110133
ſ
( \
?el popolo con le ſu‘erírpollem ooſuoírapportí. Ma in quello ca-~
o non ſi puo domandare propriamente chcro. Pereioehep- imiera
mente non canta in compagnia,dal quale cantare conrpagneuule ha
preſo con ragione il nome di clioro, ma ragiona, & appreſſo i ſuoi
ragionamenti ſono particolari, & ſeruenti a menare a fine la ſcuola
ſenza che nulla monta che fieno molti o vno a far q—xeflo. Et viti
wamente non pare che ſi poſſa negare che non habbia parte nel
l'attio ne, la doue il canto del ehOro comiene ſermOni non partico
lari, non ſeruentia menare a fine la ſauola , ne come d'v na perſo
na, ma dipiu,percio cheèil giuditio o il ragionamento commune di
tutta l'vniuerſita,& ſe nza coſiſatto canto, & coſiſatto ehoro l'atrio
ne tutta lraurebbe il ſuo compimento. Laſciando adunque ſhre da
parte quel choro che ſerue amenare a fine l’attione tra ica, 8t l’aiu
ta che non ſi puo propriamente appellare choro dico Cîlc quello che
è propriamentechoro ha luogo nella tragedia 81 non nella comedia
nuoua, percioche hora non parlo della vecchia, & la ragione è aper
ta poiche la tragedia contienein ſe attione reale, nella quale dirizza
tutta via gliocchi, 8: gliorecclri il popolo , 6t ſpetialmente quando
tra paſſa l ordine vſirato delíe coſe, quale è quella che è riceuuta dal—
la tragedia, & veggendola & intendendola ne giudica & ne ragiona
La quale non gli puo eſſere naſcoſa per l’altezza del grado delle per*
ſone reali, ieui detti, & fatti ſubitamente ſi diuulgano pertutto. Ma
nella comedia nu0ua non puo eſſere introdotto il ehoro cio è non
vi’puo hauereluogo il giudicio e’l ragionamento del popolo con
tenendo eſſa in ſe attione priuata, la quale ſecondo il verifimile‘ per
l'oſcurita 8t baſſe-22a delle perſone priuate non peruiene a notitia del
popolo, ſe non poi che ha hauutofine, 8: per lo piu dopo molti di,&
alcuna volta no vi peruiene mai. Hora nella tragedia s’introduce il
ehoro a ragionarecinquevolte, percioche il popolo giudica 8c fauel
la di parte… parte del] atti-one reale ſecondo che moſtra d' indiriz
zarli verſo alcuno termino & fine,s’introduce dicoil thoro a ragio
nare in fine di ciaſcuna parte della tragedia che è diuiſain cinque
parti, che atti ſi chiamano, liquali ſono come membra del corpo di
tutta la tragedia oattione, Ma perche la tragedia o l’attione ſia di
uiſa in cinque parti oacti 8K non in piu o in meno alrroue perauen
tura ſi rendera vna ragione neceſſaria, al preſente ci contente] emo
di dire che LÌO s'èfatto anchora per aiutare la memoria de vedicori
a tenerſi a mente vna attione non miga brit-ue diuidendola con quel
la diviſione che ſuole eſſere reputata conueneuole per ricordarſi coſa
ñ t. lunga
lunga, percioclie la di'ui liane maggiore & perfetta nOn dee paſſare il
numero del cinque naturalmente poiche ſi vede che la natura ci ha
formata la mano con cinque dita , 8t non conpiu , ſu le quali come
in luogo proprio della diuiſione ſogliamo allo are & affidare le
partidiuiſe. Laonde Cicerone riguarda mlo a que o diceva che Hor
tenſio ſi conſtituiua la cauſa ſuledita. Et forſeigreci volendo ſignifi
care che ſi narri vna coſa compiutamente con tutte le ſue parti dico
no War-ile”. Adunque poi clieil choro rappreſentail giudicio e'l ra
gionamento del popolo* che fa & tiene dell'attione deſuoi ſignori
in parte o in tutto, e'l popolo communemente è di coſtumi buoni,&
ſpecialmente in apparenza 6: in publica ſeguita che egli nel ſuo can
to lodera le coſe ben fatte, 8t biaſimera le mal fatte, 8t preghera dio,
che dea buona ventura a buoni,& la debita pena a rei,& liaura com
paſsione degli afflitti, & gli eonſolera, 81 non s'attriſtera punto del
mal de rei, a ſimili coſe, che ſono agevoli ad íma inarſi. Et tanto ci
baſti liauer detto del choro. ”ù ‘mp Ao'… ara-mou,..- ”apdnádiDLeſto
e‘ il terzo accreſcimento o mutamento che riceuette la tragedia, &
quantunqueio non affermaſei, che in queſte parole non poſſa eſſe
”flmmnmmmmmflummſhhuüfflmſſmmſtmamMMkſh
non in picciola parte cio e` leuandov finalea ”Form-ovini!, & ſcriuen
do Manzoni io dico che Eſchilo operò, che ſi teneſſe conto di coe
lui, che rappreſentava le prime parti, 6t che gliſi deſſe maggiore pres‘
mio che a li altri rappreſentatori, accio che gli altri ſtimolati dain
uidia ſi ſtudiaſſero d’elſeguire con diligenza le parti loro Per porere
eſsi altreſi eſſere reputati atti a ſoſtenere il peſo delle prime parti , 8t
Ottenere quando che ſia ſimile premio. Hora pure per queſta cagio
ne di migliorare la rappreſentano ne fui-Ono poi c0 nſtituiti maggio
ripremi a que, li quali rappreſentaqano le ſeconde parti, che a que
liquali rappreſenta ua no le terze. rgat '5' ”ù aiutarmi'… ”nomu-ll quar
to accreſcimento o mutamento della tragedia ſu fatto da Sophocle
il quale diuiſe i cantori da ſonatori come èſlato detto di ſopra, 8t fu
pm…wmuhſhſſhmüquodoèhdmſhmmddpdm,&èda
credere che ſorto queſto no me di dipintura s'intenda la proſpettiva,
accioclie i palazn reali pareſſero maggiOri 8t convenienti alla di
gnita 8t alla magnificenza della materia, la quale s’amPllfica Per ll
redetta proſpettiva. ’t'fl 5 16 nino” la uixfasi [ai/'tot ”la Alèws nio-'as , &c
ll ſeſto accreſcimento o mutamento tragico non ha certo autore,
ma fu eſſaltacione d'liumilta, 8: di vilta di materia, 8: di ragionamcn
ti in altezza &in dignlta. Et non ci laſciamo dare ad intendere the
. o quelle
’quelle voci'ix miu”,- uſim {intenda no della brenita delle fauole per;
cioche co ntradirebbo no a uelle che ſono palle di ſotto, nelle qua*
li s’afferma che da prima le auole non ſolamente erano lunghe, ma
anchora trop po lunghe dicëdoſi i Simo-mia 'atfllflîoí *ro 74h@ n‘a-riore .ſia
Qigetptà ‘rol ”fé-mv ;mſm iv rai: rgqoá‘i'als *rav-m :mimi: là ‘tirth ſarei!. Ma lì
deoiio intendere della leggerezza, 81 dell'humilta non prendendoſî
materia da rap preſentare che foſſe graue 6t altera ſecondo che ſi ri
chiede alla tragedia. Et s'vſaua parlare rideuole cio è morti conue
neuoli aſatiri, 8t a ſimiliperſone piu toſlo che a di) ſeueri, 8t a re- A!
dunque la grandezza riceuette dignita &compimento fcoſta ndoſi dal
le fauoledi poco valore,& dal parlare rideuole mutata la maniera
ſatireſca in ſeuera. Aià 16 'in Ea-ruftxî arma-Mi. Adunque la tragedia da
prima haueua la mater ia humile e'l parlare rideucle percioche o ſe
uiua la ferma dell'attioneötdel parlare della ſatira, o riceueua iſa
tiri ſleſsiin ſe, come nel clioro.La qual coſa fu levata via percioche
pare-ua coſa l co nueneuole, che i ſatiri i quali ſOnO liabitato ri delle ſel
ue, 8t della villa compariſſOiio in attiore reale, che per lo piu auiene
nelle citta. Egli èvero che ſe in vna ſorella foſſe auenuta l'attione
tragica, ſi potrebbe comportare il choro de Satiri ſi come Euripide
gli'ntroduce nella tragedia intitolata timo]. percioehel’attione ſi fa
in campagna lotano dalla citta. Ma la tragedia laſciata la forma della.
Satira,0 polli da parte i Satiri preſe dignita & grandezza tóueneuO*
leo'nlfltu'i'rçov 'tx mea-aim Farneti” Mim." ſettimo accreſcimento o mu
tamento riceuuto dalla tragedia ſenza paleſarſi l'autore, per cui ſoſ—
ſe riceuuto,ſi fu la maniera del verſo giambico laſciata quella del te
trametro. il qual tetrametro haueua hauuto luogo nella tragedia in
q el tempo, nel quale ella s’atteneua alla Satira quanto alla baſſe-zu
della materia , 8t al parlare riileuole ſi come verſo co rifaceuole acio,
& ſpetialmente al ballareöt al ſaltellare coſe compa nede Satiri. Ai
giusò mogli-os. Rende Ariſlorele la ragi0ne perche ſi Ea mutata la ma
niera del verſo tetrametro in quella del giambo nella tragedia, a
dice che tenr ndoli ragiona menti vicendeuoli nella tragedia poſpofie
le canzoniei motti ſatireſchi la natura ſteſſa trcuò il proprio verſo,
percioche in coſi fatti ragionamenti cadono a c.-.ſo ſpeſſo giambie
Adunque è da dire Alì…: per gli ragionamenti tenuti tra le perſone.
ll che altramente poco appreſſo ſi dice iv *ri- eſi-:Riſſa: 17.( vri’às ;AA-’ms ſi
come ſi dice coſa appartenente a coſi fatti ragionamenti Au’Ii-ìi, 8t
Ae—Îlxís, .ua'msq puff ;inquir- ”Sp n'erin *rò iaflgíov isl, B( ”sù 2x baſtoan 'riis Mu:
Îlmá’dgaollaS- E &orange; omar”. W lurgflvn dubbio ſi diſpuiaua
perche
50
perche la tragedia liaueſſe laſciati i tetrametri da parte, 8t preſe i
giambi , & di cio ſi rendeua la ragíOne dicendoſi che i giambi lenza
penſamento 8: a caſo cadeuano ſu la lingua a fauellatori. l’erclie il
douere richiedi-ua clieſi ſuggiungeſſe, non ìçñ-îm a mi iau-lia: ma w
”ai/”mei J‘i Ein-luis accioche la ſolutione riſponde ie al dubbio, & non
di meno AiiilOtele dimenticati ſi i tettametri dice che gli eſſametri
cadono meno ſpeſſo ſu la lingua, &ſolamente quando cialziamo ol
tre alla. naturale harmonia & vſitata a fauellanti. A che è da riſpon
dere che Ariſtoteletiſpondead vna tacita oppoſitione che, gli poteva
eſſere fatta in uefla guiſa. Tu di che l’lepopea c‘ madre della tra
gedia perche unque la tragedia poiche rifiutò il verſo tetrametro
perla ra ione detta nonſi preſe il verſo eſſametro ſi come coſa ma:
terna f on ſcl preſe riſponde Ariſtotele per due ragioni, & per
clie no” c‘ famigliare de ragionamenti, & percheſi leua in troppa
altezza. Ma ſe queſto è vero come ſcuſeremo noi Tlieouito, 6:
Virgilio liquali in verſo eſſametro hanno ſcritti de ragionamenti
paſtotali vicendeuoli a’ Che ſe nella tragedia a re fauellanti che ſono
eleuati in coſi alto grado non ſi conuiene ne ſi conciede il verſo
eſſametro come troppo alunteſi lo permetteremo noi a paflori
parlanti inſieme, liquali ſono nello'nſimo grado di baſſezza '.ì Et
appreſſoi volgari come potranno comporre in verſi tragedie o
eomedie non iauendo maniera di verſi, la quale per ca ione della
rima non trapaſsi la naturale harmonia, & vſitata a auellanti ‘-’
Benclie quanto appertenga alla comedia ella co ngrandiſsima diffi
culta poſſa hauere luogo per vn altra ragione nella lingua vulgare,
la qualeè cliein queſta lingua non ſono parole vili, 8t quali richie
de la comedia , le quali ſieno ſtate riceuute dalle buone ſcritture
'i’ri Jil iaudoá‘i’oi ”Aia-o. l’ ottaun acetcſcimento o mutamento ſifu,
che le moltitudini degli epiſodi furono ordinate ſecondo il con
ueneuole , delle quali moltitudini, & per eſſere troppe in nume
l’0, 6t troppein miſura le fauole ſi doueuano diffendere in lun
gliezza oltrea modo, A' eſſere vguali alle fauole dell' epopea ſi
come teſtimonia poco appreſſo Ariflotelei Hora ſi parle-ra degli
epiſodi di ſotto. ”ii ni ir'Mc, ó.: 'ius-Woman” hip—iron. Pone Ari
fl0telefine al nouerare particolarmente gli accreſcimenti o muta
menti clie lia ſalta la tragedia , 8t generalmente parlando dice
_clie le altie coſe ſi dicono eſſere ſiate ordinate ſecondo il douere,
;i quelle ducvociài 'iwsa ſi ſpengono coſiſecondo che ciaſcuna d’eſ
O a ſe coſe
ſe coſe conueneuolmente fiſtamçiifimſmp. Seuſa perche non parli
di ciaſcun degliaccreſcimenti o de mutamenti della tragedia piu pie—
namente o piu ſpetialmente. i `
P A R T lC E L L A 0`Y1N TA.- iöxopaá‘ſaîstv, tw :ram-..'
” and” QNVÃOTllçUV M, a'u'um unì ”Eden mſn”, ZM‘Ì 7017 Zig“; iîl 'n'a YMOTOU aa'
” gio', -iò zip 727M” isii &fláfflmá-ÎÌ, lui-t ;1x05 àvól‘um, ”ù i pane-ru?” , 01'” 16 7”
” Aoiov motomv aim-'m ”ù J‘usfmflévflvix'm Mſi”. <
” C ON T E N E N Z A. Clic il vitioin quanto muoue riſo èſogget
to della raſſomiglianza comica.
VV L G A R l Z Z A M E NT O. Hora la comediaè cOme dicem
” mo raſſomiglianza de piggiorinnn gia ſecondo ogni vitio. Mail ri
” deuole e‘ particella della turpitudine. Percioche il rideuole èvn cer
” to difetto, 8c turpitudineſenza dolore, & ſenza guaflamento , come
i’ per non andarelo nta no per eſſempio Ridcuole c` alcuna faccia tur
” pe 8t ſtorta ſenza dolore
” 8 P O S l T l O N E. i J‘i aopgl‘iüçlvflmg iſo-vai”, &c. (Della par
ticella ſecondo che a pare non c‘poſta al ſuo luogo percioche e‘ vna
giu nta che ſi doueua fare a quelle parole dette di ſopra. ?um ”ù -n‘a
*ii: xouçfli'at Xſara-n ”fr-$765 drm-Lu, i .Limit-“è 11" ww?” »jane-ro muſt-tt.
Nelle quali Ariſtotele dice che Homero fe Vedere nel Margite le figu
re della cOmedia non rappreſentando villanie d’attiom di maluagita
di mente,che
ma liaueua
il rideuole, 6t cheil Mar itealla
haueua quel riguardo alla
comedia l'lliada & l'Odillsea tragedia, Hora loggiu:
gne per maggiore diclliaratio ne che qua monque habbia detto chela
comedia ſia raſſOmiglianza de piggiori, ſi come diſſe di ſopra :v n’a-?ì
*rîi ?Way-ì ”ia -rça-yçdìa mi: 1b) WILQJH’!! Jin-”m i p3), 7a} xáçws, ma
n'a:: alii-*35 Botſlt'ſn 7:3“ v5!. non intende de piggiori ſecondo ogni
manierade viti1, ma de piggioii ſecondo quella maniera de Viti"
che fa ridere quale è laſdoccliezza dell’animo o la bruttezza non
nociua del corpo ſecondo la qual maniera de viti-i era de piggio—
ri il Marghe rappreſentato daHomero. Hora per trouare queſta. ma
niera di Vitii, che fa le perſone atce ad eſſere raſſomigliate dalla co
media vſa coſi fatta iuueſtigatione.\’itio non e‘altxo che turpitudi
ne humana, la quale turpitudine ſi diuide in due altre turpitudini,cio
è in quella dell’animo, &in quella del corpo, 81 ciaſcuna di loro ſi
diuide ſimilmente in due altre cio è quella dell’animo ſi diuide in tur
picudmeprocedente da maluagita, & in turpirudine precedente da
ſciocchezza. Et quella del c0rpo ſidiuide ln tui pitudine doloroſa o
3106an 8t in turpitudme non dolorOla ne nec-ua. Hora la turpitudi
ne del*
’l
ne dell’anímo procedente da ſciocchezze genera riſo in’altruí, 8: ſi
milmente la turpitudinedel corpo non nociua ne doloroſa ſi come
ſi vede per pruoua che altri non puo contenere le n'ſa quando liſi
preſenta vm facci-;1 torta 8t contraiatta,clie non reclii dolor-call ha:
uente. Adunque poiche ſi cerca la materia rideuole per la comedia ci
conuerra prendere perſone ſciocche o contraſatte o sformate da
contrafare , alle quali non torni danno o dolore per la loro ſcioc
cliezza dell'animo, o per la loro bruttezza del corpo. Belle coſe ſi
poſſono cogliere dalle parole d’Ariſtotele,0piu toſto dalla'ntentione
ſua anchora che non ſia pienamente diſtela nelle ſue parole. Per:
cioche a lui baſtò per conſeruare la memoria ſcriuer queſte coſe ſole,
le quali e‘ verilimile cliepoi in altro volume &in luogo conueneuo
le rallargaſſe, poi che di quefla materia rideuole dice ne libri della
ritmica-inner trattato nel le coſe poetiche. Ma con tutto che la
materia pertenente a riſo foſſe, ſi cOme io m’imagino diſteſa da Ari
flotele nelibri poetici, non dimeno Cicerone non la leſſe mai , per
cioche ſe i’liaueſſelerta, non direbbe ſotto perſona altrui , che i li
bri di q ueflo ſoggetto liqualihaueua veduto deſſero piu tofio materia
da ridere che inſegnaſſcro certa dottrina di riſo, co ncioſia coſa che
gli nſcgna menti d’ Ariſtotele per iſcioccheZZa non die no da ride
re, ma per lottilita rendano altrui flupefatio. Hora diciamo alcune
coſe di queſia nuteria, 8t per intendere meglio quello clie Ariflotea
le ha detco fl- ettamente 8c ſolamente per vnabrieue memoria,& per
aucnrura per intendere ancliora quello che egli ha tralaſciato. ll ri
ſo ſi muoue iu noi per coſe piacentici compreſe per gliſentimenti, o
per l'imaginatione. le qualicoſe piacenti ſi poſſono diuidere in quat
tro tnaniere. La prima delle quali co di perſone care , o di coſe care
quando s’abbatiiamo all’vne o all’altrela prima volta o dopo alcun
tempo altre volte. Le perſone care ſono padre,madre,figliuoli,aman
ti, amici, 8L ſimili. Laonde il padre 8t la madre con riſo &con fefla
riceuei figlioletti piccioli, 8c eſsi dall'altra parte ricorrono al padre a
alla madre pur con riſa ſefleuoli, 8: parimeme l’amante raccoglie la
dOnna amata con riſo, & e‘ con riſo raccolto da lei. Le coſe care ſo
no come lionori magiſtrati, gioie, polleſsitmi, liete ricuelle, &bre
vemente tutte le coſe che ottegniamo poi che l'habbiamo o lunga
Menle, o ardentemente deſiderate. La ſeconda maniera delle coſe
piacenuci potente a della”: il riſo in noi ſonogli'nganni d'altrui, io
dico quelli inganni per cagione de quali altri dice 0 ta,opatii`ce co
le, legna-i cale ne duebbe ne fai ebbe nepatirebbc ſe non foſſeingan
' O 3 nato,
fiato. Gli’ngan ni altrui adunque ci piaccio no oltre a modo, & ci di—
lettano 8t ci coſhingono per l'alegreua a ridere eſſendone cagione
la, natura noſtra coi-rotta per lo peccato de noſb-i primi parenti, la
quale ſi ralcgra del male altrui come del proprio ſuo bene, & ſpetial
mente del male che procede da quelli parte cheè propria dell'uno
mo cio e‘ dal ſen no naturale parendo :i coloro, che no” ſono i ngan
naziveggendo gli altri ingannarſid'eſſere da piu diloro, & di ſoper—
clii argli in quella coſa maſaimamente cio è nella ragione perche egli
no s’auicinano adio, 8: trapaſſano di gran lunga tutti gli altri anima
li. ll che ſi conoſce eſſere vero,perciochc altri non ride ne a’alegra,
o almeno tanto ſei] poſaimo ſuo ècoſtretto da forza o da neceſsita
o da caſo a dire o a Fareo a patire coſe contra la ſua volonta, c0r cio
ſia coſa che in lui nOn ſi vegga diminuimento di ragioneo d'inteileta
to qua ntunque riceua danno o dis honore.Hora glingan ni die ſono
materia del riſo ſi poſſo no diuidere in quattro maniere,la prima del
le quali edi quelli i nga n ni che procedono per ignoranza delle coſe
che ſono nell’uſo 6t nel ſenſo commune degli huomini,o per ebbrez
1a, oper ſogno o per farnetico.l.'altra contiene quelli inganni che
procedono per ignoranza dall'arti, & dalle ſcienze o dalle forze del
corpo o dello'ngegno vantandoſi altri di quello che non puo nó lia
vendo prima giuſtamente miſurato il ſuo valore. La terza contiene
quelli i nganni,clie procedeno per trauiamento dellecoſe in altra par
te 0 per riuolgime nro delle punture in colui che n'èl'autore. Etl'vlc
tima contiene quelli inganni che procedono per inſidie altrui o dal
caſo. Rallargliiamo al quanto, & con eſſempi paleſiamo queſia ma—
teria deglinganni. Coloro che mancano diſenſo commu ne, & ſono
ſimplici & ſciocchi dicono, ſan no, & patiſco no coſe, onde ſi prende
diletto, &cagione da ridere eſſendo eſsi ingannati per non cono
ſcere quello che conoſcono tutti gli huomini cOmmu nemente, 8: ta
le èCalandrino che crede cſſere pregno, che crede che vna don na
col toccamenro d’ vn brieue lo ſeguaa forza , che crede le ſauole
miracoloſa della contrada di Bengodi , clie crede liauer troua
ta la pietra elitropia di coſi miracoloia virtu, Et tale e‘ Ferondo che
crede eſſere-in purgatorioöt eſſere m0rto eſſendo viuo, che crede
eſſere riſiiſcitato. Et tale è maeſiro Simone che crede Bru no & Buſ
falmacco andare in corſo. Et tale è Alibecli che crede col rimetterei]
diauolo in ninſerno ſeruire adio. Et tale e‘ madonna Liſetta da ca
Wirini che crede giacere con l'angelo Gabrielle giacendo con vno
frate.
a- . , *
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frate. Et tale era Margíte rappreſentato da Homer-o elie era coſi
ſciocco che non ſapeua che haueſſe piu eta oegli o ſua madre, o
qual i’ liaueſſe partorito il padreo la madre, Maquantunque leſim
plicita di ſimili perſone facciano ridere non dimeno e‘ da guardare
che non ſieno d’alcuno danno graue a loro altrimenti o non ci fa
rebbono ridere o ſcemerebbo no buona parte del riſo fi come anche
ra moſtrano queſte parole del Boccaccio- Molto haueuan le donne
riſo del cattiuello di Calandrino,& piu n’haurebbono anchora ſe ſh
to non foſſe che loro increbbedi vedergliancliora torre i capponi
a coloro che tolto gli haueuano il porco. Et la ragione è aſſai ma ni
feſta die eſsi perla groſſa ignoranza delle coſe mondane ſono ſpo
fli ad eſſere ageuolmente dannificati- Et l’ageuolezza di potere eſ
ſere dannificato genera compaſsio ne del dan nificato negli animi al.
trui, 8: ſorſe inuidia osdegno contra il dannificante. Lequali tre
paisiodcompaſsione, inuidia , & sdegno ſpengono ogni ardore di'
riſo. Ma pei che Ariſtorele richiede ſpetialmente queſta maniera
d’ingan r-i per materia propria della comedia è da ſapere che non in
tende della materia,che propriamente conuiene alla comedia nuo
ua,la qualedomanda per materia vna ſauola che liabbia altrondei]
diletto che dallo’nganno cotiſatto conuenendole piu roſſo quello
che è teſodalle'iiſidie degli huomini, o dal caſo ſi come paiimente
conviene alla tragedia ben clie in diuerſe conditioni di perſone, & in
di uerſe auerſita ofelicitaDello’ng'an no precedente per ebbrezza,per
farneiico, & per ſogno ſi vide l’eſſempio che die materia di ridere in
Pinuccio, che giacqut con la Nicoloſa.Maſe il ſogno l'ebbrempil
ſarnetico operaſſono che altri foſſe per ſare coſa di nocumenro ad al
cuno no n ſarebbe no riderefli tale èil ſogno che crede Nicoflrato ſo
narii Pin-0,8: tale èl'ebbrezza appoſta dalla mogliea Toſan0.E t ta*
ſce l'ebbrezza appoſta dalla moglie ad AIſÌgUCCÎO. Et tale è il fameti
co appoſto da Lidia a Piu ro. Percio che la grauezza del noctmen
eo abbaſſa ogm riſo poſsibile a ſurgere dallo’nganno. Seguira che
parliamo di color-oche in ga nnandoſi per ignoranza dell'aria', o del
le ſcienze o delle foi ze loro liauendoie prima mal miſurate ſi van
[ano di ſapere o di porer ſar che che ſia , & poi per non ſape
re o per non potere vengono meno al vanto loro porgendo ale"
eroi cagio ne di ridere. Et diciamo che l'eſſere ignorante dell’arti , o
delle ſcienze non e‘cagione di riſoſi Cſi“: non non ècagione il non
ſapereoii non POtere tare qual ſi voglia coſa,ma cagione di riſo e il
` darſi
l
ſi *I
DI l

darſi ad intendere e‘l vantar d‘intenderſi dell’arti 8: delle ſcienze o


di ſapere , o di potere fare alcuna coſa 8t trouarſi poi ingan nato
,quando ſi Viene alla pruoua. Perche ſolamente coloro che ſi ſono
ſcoperti o eſſercitando magiſterio, opublicamente diſputa nd0,o per
altra via vantarſi apertamente o tacitamente d’eſſere intende nti del
l'arti,odelle ſcienze danno da ridere quando ſi truouano riuſcire
ignoranti facendo nela ſperienu perdo che ſi ſono inga nnati nel
äiudicare il loro ſapere. Laonde non e punto da marauigliarſi ſe que- ._
icoſi fattivantatori rifiutano d’elſere inſegnatiòt d’imparareda a1
triquello che non ſanno qua ntunque lo'mparare ſia coſa dilette
uoliſsima, &vtiliſsima poi che con lo’mparare conuiene che ſia con
giunta la conſeſsione del nOn ſapere, & con la cóſeſsione del non
ſapere ſucceſsjuamente ſia congiu nta la falſita del Vanto fatto prima,
la quale è la cagionedella loro infamia rideuole amando meglio di
reſtare ignoranti che d’impatare con tanto loro ſcor no. Parimente
non danno da ridere coloro che nOn ſanno bene 0 non Poſſo no
fare che che ſia ma coloro ſolamente che ſi dan no vanto prima di ſa:
erlo o di pnterlo far bene, 6t poi non riſpondono con l’opera al
oro vanto nOn hauendo flimate dirittamente le loro forze, & quindi
auieneclie i giocatori perdenti o coloro che piatendo ſono con—
dannati dan no da ridere percioche da prima entrando agiuoco o
dandoſi apiatire conteſtando la lite ſ| vantano almeno taiitamente
d'eſſet'eda piu de ſuoi auerſari oal'meno vguafiiflt perdendo poi non
”antengono queſto loro vanto eſſendoſi ingannati. Onde diſſe
Horatio. Soſue ſeneſcentem mature ſanus e uum, ne'peccet ad ex
tremum ridendus &ilia ducat. Et del va nto el giuoco e‘ vno eſſcm
pio di‘Bernabo da Genoua con Ambrogiuolo da Piagenza il quale
ſe ne rideua anchora che con falſi indici gli liaueſſe dato a vedere
d' liauer vinto. Appreſſo ſi vede ſorgere il riſo quando le co
ſe quantu nque lodeuoli ſono per artificio tirate in parte diuer
fa da quella cloue pareua no indirizzate, o ſia l’auerſario che le tiri, o
l'autore ſteſſo, Et è da ſapere che molte ſono le vie Per le quali altri
pu0'trauiarein diuerſa parte le predette lodeuoli coſe come per cas
gione d'eſſempio Haueua detto meſſcr Ricciardo di Cliinzica alla
moglie Vuoitu ſtare in peccato mortale-,il qual detto era lodeuole 8t
finto, 8: ella tirando il motto per figura chi amata n’cglvoluc‘tlc in par
tediuerſadiſſe Se io hora iſo in peccato mortaio, io ſtar-oquando
che Gain peccato peſtello. Poteuano alcune donne dire le nouelle
del Boccaccio non conuenirſi eſſere ſcritte da v no huomo peſato- Il
che non
ehe non ſarebbe ſkſiato ſe nö lodeuolmentedetto ma il BOceactio paſ
ſando da traslarione a traslarione lo tira in altra parte dicendo. lo
conſeſſo d’eſſere peſato , 8: molte volte de miei di d’eſſere (lato. Cf
percio parlando a quelle che peſato non m’hanno affermo che io
non ſon gratie,anz| ſo no io ſi lieue cheio (lo a galla nell’acqua Co
mincia Buffalmacco a giurare coſi. lo fo boto all’alto dio , 8t- poi
ſoggiugne,da Paſlgnano, con queſta giunta & differenza tra dio&
& dio tirando il giuramento in ſauola. Parimente Bruno comincia a.
moſtrare quanto gran coſa ſia riuel-are i ſecreti dell’andare in corſo
dicendo. Eglíètroppo gran ſecreto quello,che volete ſapere, & è
coſa da disſarmi, 8t da cacciarmi del mondo anzi da farmimettere in
bocca del Luciſern, & ſoggiug nendo da ſa n Gallo con quella giunta
R differenza tra ludſero Se luciſero tira la grandezza del ſecretoin
nulla. Ma perche come dico ſono le vie molte perle qnali ſi poſſo no
tirare in diuerſa parte le coſe quantunque lodeuoli,& non ſolamen
te quelle-,di Cui habbiamo dati gli elſempi,&richiederebbono v n lun:
go trattato. &ſpetialmente comprendendoſi tra elſe le figure delle
arole di piu ſignificati poiche queſto non è ſuo luogo proprio le tra
ſaſcieremo non dando eſſempio di ciaſcuna via rendendocicerti che
altri potra anchora da ſe comprenderlo, 8: riconoſcerlo auenen—
dog]iſì,ſi come per queſte medeſime vie puo altri riuolgere le traf
firture nell' auerſario come dicendo Vn caualiere a Saladino
huomo di corte. Laua la bocca & non le mani riſpoſe continuan
do la traslatione,& riuolgendo la traſfittura nel caualiere Meſſe- _
re io n0n parlai hoggi divoi. Come moſìrando il veſcouo di Fi
renze il maliſcalco del re Ruberto a mon na Nonna de pulci, 81 di
cendo Nonna che ri pare di coſiui i‘ Credereſti’l uincere’î ella riſpo
ſe ſeguendo la traslatione del giuoco 8t riuolgendo la traffitrura in
ame ndue. Meſſere 8t forſe non vincerebbe me,ma vorrei buona mo
neta. Hora per coſi Fatti motti altri ſi da a ridere non. per altro che
perlo'ngan no, che ſi ſcopre nel trauiare le coſe in diverſa parte o in
contraria, il quale inganno o non è ſtato antiueduto da colui , che
dice le coſe qua ntunque lodeuoli,o da colui chel'aſculta o dall' au
tore delle traſfitturefllnchora quelli ingä ni che naſco no dalle'nſidie
degli huomi ni ſtudioſa mente teſe ſanno ridere purche allo’nga una
to nonſegua graue danno, l'eſſempio ſi puo veder-ein Calandrino
che eſſendo ſoprapreſ’o dalla moglie perinſidie teſe da ſuoi compa
gni, quando meno ne ſoſpettaua commuoue molto le riſa,& nel pro
poſto di Fieſole, che e' ſoprapt eſo giacere cOn la Ciu tazza (lalucſccä
. P uo
p.

uo 8: da molti altri per inſidie ordinate da vna vedoua. Et parimen


te quelli inganniche non naſcono da inſidie d’liuomini ma dal caſo
ſanno non meno ridere purche come è fiato detto non ſegua danno
raue allo'ngan nato ſi come ſi vede nella Catena-,8: in Ricciardo,
fiqualidormendo ignudi & abbracciati ſurono a caſo ſoprapreſi da
meſſer Litio.Et nella donna d'Hercolano,il cui amante eſſendo ſot—
to la cefla ſu a caſo trovato dal marito. Hora gli vni inganni , 6-'. gli
altri, cio èei nati pei* inſidie a poſta teſi dagli huomini, ei nati a ca—
ſo,cl1e dicemmo non eſſere molto dannoſi allo’ngannato danno da
ridere, 8c poſſono eſſere ſeggetto co nueneucle della comedia nuo—
ua,& piu conueneuole clie non ſono gli'nganni precedenti da ſcioc
ClltZZ! oda alcuna turpitudine corporale , liquali pareuano eſſere
commendati ſpecialmente da Ariſtotele perſoggetro comico. Ma ſe
gli’ngan ni ſ0no di danno graue allo’nga nnaro o naſcono dal caſo
o da inſidie d'liuomini, non generano riſo percioche puo piu o la
compaſsione o l'humanita che non puo il piacere che altri ſente che
il proſsimo ſi truouieſſereingannato, ſi come l'eſſempio ſi puo ri
conoſcere in Ghiſmonda 8: in Guiscardo ſopra preſi da Tancredi a
caſo ſcherzare inſieme , 6c in frate Alberto ſoprapreſo giacere con
madóna Liſetta per inſidíe tesegli da cognati dilei.Et queſti inganni
dannoſi o fieno natia caſo, o per inſidie pofle dagli huomini poſſo—
no eſſere materia degna di tragedia,ſi comeè Cliiemneſh-a inganna:
ta da inſidie teſele da Oreſte, 8c da Helettra, 6c coſi come e‘ Edipo in
gannato a caſo vccidendo il padre, 8( prendendo la madre per mo
glie 8: riconoſcendo poi d'hauer commeſſo l’v no &l’altro maliſìci‘o,
La terza maniera. delle coſe piacenticiJe quali hanno poter di muo
uerci a riſo è delle maluagita dell’animo, 6. delle magagne del cor
po con le loro operationi qualunque volte ci lieno preſentare coper
tamente in guiſa che poſsiamo molirare di ridere per altro che per
quelle coſi taſte maluagita 8c magagne & operatiOni percioche come
habbiamo detto la natura noſtra corretta per lo peccato originale
diffuſo in noi da ncflri primi parenti gode di riconoſcere il difetto
deglialtrio perche le pare d’eſſere men diſetiuoſaliauendo molti
compagnip perche le pare d’eſlère da molto piu, 6: ſi riempie d'ale—
greZZa,& di ſuperbia vegge ndoſi ſenza que diſertnMa egli c‘vero che
non farrbbono ſimilidiieiti iidere ſe non ſoſſcro paleiati [Otto alcu
na couerta inguiſa cliealtri poſſa ſcuſandoſi & infingendo far villa
di ridere d’altro, concioſia coſa clie altri non voglia pareie che gli
piaccia ia maluagitaplamagagna altrui quantunque gli piaccia clien
dos-i
54
do li preſlato anchor:: tanto di lume da dio che giudica cio eſſere ma
leſwma nda rido adun ue melſere Ermino Grimaldi a Guielmo
Borſiere che gli’nſeg na e alcuna coſa,che mai non foſſe ſtata vedu
ta da dipingere in caſa ſua gli diſſe iiiſegnandone vna non Veduta
da lui. Fate ci dipingere la carteſia.Potendoſi intendere quello det
to ſecondo la verita che meſſere Ermino non haueſſe mai veduta la
cor teſia,percioche non è coſa vedeuole ne ſotto pofla a gliocchi del
la Fronte, & petendoſi intendere altramente anchora cio e‘cheegli
ſempre: foſſe fiato auaro, nc mai haueſſe eſſereitata corteſia. Parimen
te Michele Scalza pruoua come i Baronti ſo no i piugentiliiiuomini
del mondo,& prende la turpitiidine de viſi loro per mezzo a fai-cio.
Laqual turpitudine non è principalmente rimprouerata a Baronci,
ma pare peraccidente dimoſtrata dicendoſi che ſi come i fan-;iulli
che apparanoa dipingere ſanno da prima male le figure, & poi che
ſa nno dipingere le fanno bene coli domenedio quando fece i Baro n
ei non ſaper-a anihñ0ra dipingere ha uendo loro fatti i viſi coſi sfor
mati, ma poi che ſapeua dipingere ha fatti i viſi ben proportionati
a gli altri. Dunque piu antichi & per conſeguente piu gentili ſor-oi
Baronti degli altri huomini. Hora noi ridiamo perche poſsiamo
ſcuſandoci dire, che non ridiamo della turpitudine de viſi de noflri
PrOſsimi ma della’nuentione della pruoua tirata da coſa non pen
ſata anchora che non ridiamo d'altro che della turpitudine vera
mente_- La quarta 8c vltima maniera delle coſe piacentici che ci muo
ùono a riſo ſono tutte le coſe che pertengo no adiletto carnale, co—
mele meinbra Vergognoſe, i congiugnimenti laſciui , le memorie Ct_
le ſimilitudini di quelli. Ma e‘ da pormente, che le predette coſe non
‘ ci fa nno ridere quando ci ſono propoſte aperte aua nti a gliocchi
dalla fronte o della mente in preſenza di‘ perſone anzi ci confondo
- no di Vergogna 8t ci fa nno arroſſare , & ſpetialmentc ſe noi ſiamo
o poísiamo eſſere perſone tali che poſſa naſcere ſoſpetto ne circo
flantidte godiamo di ſimili coſe deſiderandole di fare, o di patire.
Percioclte non art‘oſſaſsimo, o non faceſsimo atto alcuno o non
diCeſsimo parole perche rendeſsimo manifeſla tefiimonia nza che
(lo noncjpiÉiceſſe lrpreſumerebbe che noi acconſentilsimo a ſimili
disltonefia 81 le deſideraſsimo, Cöcioſia coſa chela natura ci'nclini
- ſe nza fi eno a queſta parte-Lao ndehauendo detto Cala ndrino,oime
'ſeffit,queſlo m’haiſa-.totuxhe non vuoli ſtare altro che di ſopra-lo
íltidiceua bene-La doni-a che aſſai honeſla perſo na era vdendo coſi
dit e al marito
‘ cotta
ſi di
` ‘ vergogna arroſſò, & abbaſſata
1’ a \ la` fronte
_ ſenza
riſp0n=
riſpondere parola s’vſci della camera. Medeſimamëtehauendo quel
la dama appo il Boccaccio chiamata vn di la Gia nnetta per viadi
morti aſſai corteſeme ntela- domandò ſe ella haueſſe alcuno amatore,
La Giannena diuenuta tutta roſſa riſpoſe Madama a pouera dami
ella come ſono io non ſi richiede ne ſta bene i’artendere ad amore.
Adunque le coſe predette piacenrici ci fanno ridere quando ci ſono
in preſenza altrui preſentate ſorto alcuno velame per mezzo del
› quale poſsiamo fare viſta di non ridere della dishoneſtà, ma d’altro,
&cio ſenza darne eſſempio e‘ vie piu che manifcſto ad ognuno,o ve
ro quando ci ſono preſentate ſenza velame in farro o in patch-,0 ai*
tramentein 'luogo che noi non ſiamo veduti da niuno.Ecco n“è \'n0
eſſempio nelle nouelle antiche. Auenne che Vn giorno vn che ha
uea gran naturale ſl rrouo con vna punta, quando ſuro in camera
&elli lo moſtlò, & per grande alegrezza la donna riſe. Hora demo
ſtriamo i capi delle coſe ragionare da noiin queſta materia del riſo
in figura.
Prima maniera. Cai-ita di perſone proſsìx
me o amate o di coſe dihderale.
" Secondamaniera lngan ni t
Per iſciocchezza , per ebbrezza,
per ſogno,per ſarnetico.
Per ignoranza d'arri, di ſcienze,
dipropríe forze.
‘ ` ' Per nc-uita del trauiareil bene in
coſiP 14“”,i che a diverſa parte o del riuolgereic
traſfitture nell’amore. -
:numana a rtſh, Per inſidie teſe da huomo o dal
caſo. v
Terza maniera VltÌÌ coperti.
Per maluagita dell'animo*
Per magagna del corpo.
Warta maniera Dishoneflà.
Coperta in moltitudine.
Scoperta in ſolitudine
W: ſignifica aecîoche non vada lontano Per eſſempio, accíoche -vü
gli eſſempi che ſono prefli,&Ariflotc-|e di ſorto vſera qtchfla voce
v‘n-'alt'ra’volSa in queſtp'fignificato dicendomi; rtf a' ”pages è‘: ”aims
arma” ”6” ”zum-W” W; OÎM "13"ng P '
59
P A R *r i CE L LA SES TA. Aiuta .Î-axfl-,äa'amuuffi a
l**- äy Miano, 05 MiO-rd". il** miſt-11‘[- W -iò mi MNP} ;g &finiam- ”ii u
per} ”fà- aomöv 3+( m” o‘ iz'çxov Uom- hA’ſitOtÌlovm ida'. ii J‘uö Kimmi u
'riva »’xv’ſſüöçtifltſ, ai Apr-5mm vímísmlwaiuwmmimu *ri: avido”- For'ü‘wnv, u
;Walſh-ov’, ii Muſa” ämxpl-rcSpLi-s‘a ?da *ron-?in i17viu-raa_-ròj'j ”66005 una", im'qu .a
msfflàñçíçms tizia-v. *xò p3;- oùv` &ex-Ts, in ami-_cus (mer. ”Sp .Fi ìeáàutixpáms".
,Y‘s-,os ;çgz-,àçaſsm 1ſt ſayan” *Mo-s, anoſſM UDlHVÌlJÎ-ous, ’i ”00005. u
C O N T E N E N Z A. Che non ſ1 ſa perchi riteneſſe la comedia
gli altriaccreſcimëti anchora che ſi ſappia perchi riceueſſelefauole
V V L G A R] ZZA M E N TO. Adunque gli avanzamenti della a
tragedia & perchi furono fatti non ſono naſcoſi. Ma la comedia u
per non eſſerne da prima ſtato tenuto conto è naſcoſa. Perci0clie`a
tardi l'Archonte s'induſſe a darle il choro de comedi, ma (eſsi)ſpon u
laneamente s'offeriuano, 8t hauendo giaeſſa certe figure pochi poe— u
ti di lei ſi ricordano. Ma chi (le) habbia aſſegnate le perſone, oi..
proſa hi,o le moltitudini de rappreſentatori , & qualunque altre a
.coſi fëtte coſe non s’è ſaputo. Hora Epicliarmo, & PliOrmide miſe— ‘z
ro prima mano a farle fauole. Adunq ue cio primieramente venne u
di thilia.lVla tra coloro che di morauano in Athena fu il primo Cra- a
te, che comincio laſciata da parte l'idea giambica a fare i ſermoni v— u
niuerſali o le ſauole. p -
3 P O S l T l O N E. ATM-ai” ”ao-Nik: air-Wes, &c. Ariflotele fi“
nita la trapoſta iunta ritorna a ſua materia che era di dire partita
mente gli accre cimenti o i mutamentidella comedia poiche haueua
detti que della tragedia. Dice adunque paſſando .da vna materia advn
altra che gliaua nzamenti della tragedia, 8t gli autOri per gli quali ſoa
no flati fatti,ſo no paleſi, ſi come in buona parte egli di ſopra ha mo.
flrato, ma chela comedia cioe` i ſuoi auanumenti, & gli autori, per
gli quali ſono ſtati fatti ſono .celati aſſegnando dicio la ragio ne che è
che da prima la comedia non fu prezzata. Hora per due argomenti
pruoua egli che da prima_ nó fu prezzata,& perche il magiſtrato non
a’induſſe ſe non tardi a concederle il rappreſentamento aſpeſe pub
liche,& perche pocliipoeti ancliora poi che llebbe la ſua forma fi
nominano di lel- lit pon mente che pare .che Ariſtotele prmdauu'
wai-tes, 6L umana-;s per Vna coſa ſteſſa cio e per auanzamenti o ac
creſcimenti. A45 -iò ”WM-{tax ſi &gx-Ts. Prucua Ariflorcle chela coa‘
media da prima non fu flimata poicheil mag-ſirato non la eur-ò non
”dandole concederei rappreſentatori publiciſe non tardi & poi.
che ſimilmente ipnuati non la Curarono non ritenendo memoria‘
a P 3 depoef
de poeti di lei, ſe non da clie hebbe certa forma compiuta’, Gr äUilorí
_’ ancliora di pochi, ma non dice perche nó foſſe flimata cio è dice be
‘ne in ma non dice J‘u’mLaonde alcuni per ſupplire il difetto d’Atiſto
teledicono che percio non fu la comedia prezzata da prima pei-che
era compofla di villanie,& pci-cio odioſa 8t per conſeguente ſchiſa ta
8t ſprezzata commu neme nte da Ognu no. Ma altri porrebbe dire,co
ſi la giambica era cópoſta di Villa me molto piu aperte 81 piu pu ngena
ti, 6t percio molto piu odioſa,& non dimeixo non ſu ſprezzata ne ſat
tone coſi poco cótodalla ente-Senza che l’odio che fi porta ragio
neuolmente adalcuna co a non opera miga dlſpt ezzo o dimentican
za dileinell’odiante,ma li ardente deſiderio d'annullarla,& di leuarla
del mondo. lo laſcio didire che ſe quella cagione dell’odioliaueſſe
da prima operato diſprezzo deila comedia pei che poſcia durando
tuttauia la predetta cagione non ſi ſarebbe co ntinuato il diſprezzo f
Laonde non ſarebbe perauentura ſco” ueneuole coſa ad imaginaiſi
che la cagionedello ſprezzo da prima della comedia foſſe flat: non
ſimplicemente Villania, ma l'addolcita Villani-1 eſſendo ſtata tirata da
aſpra, 6: da ſeuera a rideuole 5( a leggiera compiacendoſi molto piu
il popolo della villania aſpra &ſeuera che dell' altra quando ancho
ra vdiua o ſi ricordaua che ſi ripre ndeua no apertamente 8( ſeuera
mente in altrui i difetti. li' qual popolo poi tenne anchora conto del
la comedia pur perla riprenſione qualunque ella ſi ſciſeeſſendoſî
del tutto tralaſciata quella aſpra , 8t ſcuera inſieme con la poeſia
giambica, O vero c‘da imaginarſi che da prima i poeti della comedia
non furono buoni & perfetti, come furono poi . 5L dich prima la
comedia ſoſſeſprezzata non perſe, & perche ella non meritaſſed’eſ
[ereprczzata ma per gli ſuoi poeti rei deg ni di dil prezzo- 'sù 2a‘, xa
gÌ' *Onel‘öſh BRC, (Luc-ſia è la prima pruoua per dimoſtrare che da pri
ma la comedia non foſſe prezzam perche tardi a ſpeſe publiche , 8t
, per aUtOrita del magiſtrato ſu rappreſenta ta. U che n09 auennc
della tragedia, la qualeinfino in ſqil naſcimento di lei coſi preſup
pene Ariſt0tele ſu rappreſentata aſpeſe publithe, 8( per autorira del
magiſtrato. Et nota che clioro in queflo luogo ſi plendc come‘ ho
detto di ſopra per la moltitudine de rappreſentatoi‘i , l qual! appella
egli …upload-e era no ſalariati dal publico ne rappieientauano
tragedia o Somedia ſenza comandamento dell' Arclioiite uo e del
magiflrato che haut-ua cura dicio ſi~come fi coglie dal e Pai o:e del
commune di Platone. A’M‘îMm-iím. l rappreſentato” della co
media da prima non erano ſalariatidelpublico, ne ordinati dai' ma
giflrato,
56
giflrat0,ma diſpontanea volonta ſi dauano a farcio ſenza eſſere‘: vbli'
gati per ſalario riceuuto o promeſſo loro, 8c ſenza eſſerecoſìretti per
comandamento di ſuperiore.'a'J‘u 5 *ſa-na" *rm aì-,ísixémoi' Air-’miu
libri-'t, &c- ?eſſa èla ſeconda pruoua per dimoſtrare chela come!
dia da prima uſprezzata , 6t per conſeguente s’ignorano i ſuoi ac
creſcimenti,perciochelëauendoellagia riceuuta certa debita forma
non s’lia memoria de ſuoi poeti ſe non di pochi , & mi pare eſſere
certo che ſenza fallo liabbia alcu no leggiero fallo di ſcrittura in que
ſte parole, 8: clic voglia no eſſere ſcritte coſi 'ii-Pu 5 Ripa-”i *rm dann" is'
Wim Zaire-iii” oſ áímîx mami ”immuni-rai, ri': Saf-{dona MTG-quote. So:
no alcune coſe communi alla tragedia 8t alla comedia come ſonozhla
In ſlm"fl‘róſif cio e‘ le tre maniere de contra facirori, delle quali s'è para‘
lato di ſopra 81 le quali ſi ſa perchi prima furono tr0uate cio èper
Tlieſpi,per Elcliilo,& Sophocle,& in quale prima tra la tragedia o la
co media ſieno ſtare adoperare cio è nella tragedia-Adunquequal ma
rauiglia è ſe non ſi ſa o nó ſi tenne cóto diclii prima le rraſportò dalla
tragedia alla comedia non liauendo q uel COtale trasportatore troua
to nulla nc per queſto trasportamento fatta coſa de na di memoria
poiche coſi s’adattauano & ſtauano bene alla cometſia come alla tra
gedia Apprt ſſo ſono alcune coſe che ſono parti cóflituriue della fauo
la cio e‘ dell’attiOne de migliori, 6t dell’unione de piggiori, ſenza le
quali la fauola cioèl'atrione dc migliori odepiggiori nó ha ſua form:
0 il ſuo eſſcre,q uali ſono le perſone miglio ri o piggiori ſacitrici dell’at
(ioni-Perche di neceſsita chi rruoua la fauola o conflituiſce l’atrio
ne de migliori,o de piggiori conſtituiſce anchora le perſone. Hora
ſe ſiſa clii ſurOno i primi trouatori della fauola della comedia cioe'
della conflitutionc dell'attioue de piggiori, poi che Ariſtotele affer
ma che Epicharmo 8a Pliormi appreiio iCiciliani primi miſero ma.
no acomporre le fauole,& Crate appreſſo gli Athenieſi primo fece i
ſermoni vniuerſali o le fauole di vero non ſi puo ignorate chi foſſe il
primo trouatore delle perſone nelle comedie. Ma pog niamo che 1c
perſone ii poteſſmio ſäpcrare dall’attioni 8t che tanto poco u’appar
ceneiſonO, che ſi pote e ſapere chi prima liaueſſeconflituita l’atrio
neſenza ſaperſi inſieme chi primaliaueſſe tr0uate le perſone perche
parclie Ariſiotcle ſi marauigli che s’ignori il tr0uatore delle perſone
piu toſto nella come-dia che nellatragedii, l’autore delle quali nella
tragedia non c‘iìato dimoflrato con tutto che dica che gli accreſci
meuu i uoi ſono manifeſti ’.ì Ma potrebbe dire alcuno che perche gli
acoreſcimeuu della tragediaiuno manifefii ArifiOtele ha tra laſciato
i ` ` di nominare
di nominarel'antnre delle perſone tragiche ſi come manifeſto, & E
marauiglia che non ſi ſappial’autore delle perſone comiche, 8! dal
l'altra parte alcuno potrebbe riſpondere.Se c’ maniſeſto l'autore del':
le perſone tragiche non è marauiglia ſe s’ignora quello delle comi
che, concioſia coſa clic eſſendo la via & la ragione di rrouare l’vne
6t l' altre vna ſola, auegna che le perſone ſieno tra ſe diuerſe,& dit'
ſerenti non ſi debba attribuire la gl0ria della'nuentione ſe non al
primo inuentore ne tenerſi memoriale non di lui, poiche come di
cemmo la via èvna ſola, &poiclieil ſecondo camma per le veſtigia
impreſſe dal piededel primo. Ma la via come ſi debbano trovare le
perſone nella tragedia procedendo 81 mouendoſi altri dal particola
re all’vniuerſale,il che ſi fa alcuna volta nella comedia , o nella tra:
gedia procedendo , 8t mouendoſi non pur dal particolare all’v ni
uerſale ma anchora dall"vniuerſale al particolare ſi moſti-era diſotto
con Ariſtotele al luogo ſuo, 8t apparira che è vna ſola via. Adunque
[e lo'nuentore delle perſone tragiche era conoſciuto 8t famoſo non
doueua quello delle comiche eſſere altreſi conoſciut0,& famoſo non
liauendo egli trouatatoſa niuna nuova, ma vſata la trouata. Ma per
che ci ſono di' quelli, liquali vogliono che Ariſtorele nonintenda
qui per perſOna conditioni,o eta,o ſimili coſe di perſone, ma le ma
ſchere e‘ da dire, che poi che le maſchere ſono arneſe commu ne alla
tragedia &allacOmedia, e’l trouamento 8t l’vſo ſuo ſu prima nella
tragedia che nella comedia per opera d’Eſchilo non è marauíglia ſe
non s'è tenuto conto níuno di colui che prima liauendo gli preſi
dalla tragedia gli trasportò al la comedia nó hauendo fatta coſa niu—
na perla quale meritaſſe memoria nìuna. Adunque Ariſtorele non
puo ragioneiioln-ente intendere con queſta voce vir-’remi ne letre
mani ere di contraſacitori, ne le conditioni delle perſone diſtinte per
eta, per ſeſſo, reti ſtato,o per altro,ne le maſchere. Ma perche Do—
nato in quel ſuo ragionamento che antipoſe al commento ſuo ſo
pra Terentio dice che nella comedia iſerui compareua no Vefliti tut
ti ad vn modo , & ſimilmente le pulcelle veſtite tutte ad vn mo;
do, & colil’altre pei-ione col ſuo vſitato veline, la qualcoſa era pro
pria della camedia,ſarebbe perauentura da penſare le Ariſlotele per
queſta voce ritiri-m in queſto luogo hai-elſe voluto intendere del la,
diſliiitione- delle perſone riuſcente dalla diuerſita vſitata degli habiti.
Îiiyoia'ms, Se intendiamo per prolaghi ?uella par te intera della come
dia cheèin anzi alla venuta del choro, i come Ariſlotele di ſotto la
chiama parlando delle patti della quantita della tragedia, 6t dicendo
prolago
prolago eſſere quella parteîntera della tragedia, che‘ a in anzi alla
venuta del choro, io dubito ſorte che non ci’nganniamo non ſolai
me nn: perche dice ”Pot-37m nel numero del piu concioſia coſa che ſi
ſarebbe detto, ſe coſi ſi doueſſe intendere, nel numero del meno, ma.
perche a nchora queſta parte è coſa cömu ne con la tragedia, la qua
e come gia èflato detto delle coſe communi trasportata dalla trage
dia aſla comedia non puo dar memoria di primo inuentote acolui
che la trasporta. Senza cheio n'on veggo che ſi doueſſe far plu men
tio ne del prolago che del l’vſ'cita, o diciaſcuna dell'altre parti , nelle
quali Ariſtotele partela tragedia, 8( nelle quali ſimilmente ſi puo pat*
tire 8: ſi dee la comedia. Ne laſciero di dire che ſe ſi ſa l’autore della
fauola, ſi dee anchora ſapere di neceſsital’autore del prolago non ſi
potendo comporre la favola ſenza la dn'poſitione delle parti, tra le
quali il prolago co me prima non è dadimenticarſi- Perche pare che
ſiamo coſtretti a dire che Ariflotele intenda d’alcu ni prolaghi che
liaueſſela comedia vecchia non perauentura diſsimili aquellt che ſl.
Veggono vſati appoi latini nella comedia ntſhua da Plauto &da Te
rentio nonoſtante che fia opinione diuulgata che appo i greci non
5 “ſaſſtſo COſlFatti prolaghi nella comedia nuoua, non che nella vee
c-hia.Ma non affermo perdo la coſa ſtar coſi anzi laſciando la in pen
(ſeme pojchc cie‘ porta cagione di parlar de prolaghi diciam ne al
""ne Parole. Le maniere de prola hiſono tre l’vna delle quali e‘ ſe
perata, &èſolamente della come ia latina quanto poſsiamo tromu‘
Per ‘111‘410 che ſi legga, & communemente ſuole haUerevna perſo
na ſcPCſata che è nominata prolago che fatto l'argome nto della con
media non ſi vede piu comparire, & queſti appo Plauto e‘perlo piu
il“… dio & appo Terentio è lìuomo, il quale ſi potrebbe domanda
reo conſigliere, o ſecretario, o aduocato del poeta, 81 fu ritrovata ſi
m‘le Perſona di prolago accioclie ſi poteſſe della comedia prima che
ſi faceſſe hauer certa noritia perlo popolo eſſendo l’attione conte
nuta in- lei per la baſſezza della conditione delle perſone ſco noſciu
ta-ne mai peruenuta agliorecclti ſuoi ne perliiſtoria ne per fama-La.
qual perſona di coſi fatto prolago nOn e‘ ſtata introdotta da latini
nella tragedia concioſia coſa che la tragedia contenga attionc reale,
o diuiqa, & perConſeguente manifeſta a tutti, 8t atta a manifeſtarſi
comes oda pure il nome nominare pogniamo Elettra, o Edipo, o
ſimile. Perche pare Giovanni Battiſta Giraldo lia-;er non leggier— D

mente peccato che ha fatto coſi fatto prolago alla tragedia ſu:: no
mata Orbec il qual peccato non ſi puo ſcuſare ſe non l’accuſiamo
‘ . d’hauer
d’hauer commi-[l'0 vn altro peccato molto maggiore cio è d'liauerë
preſo per ſoggetto della predetta ſua tragedia v na attio ne, che non
[i ſa mai eſſere auenuta ne per hiſtoria,ne per fama,& di perſone rea
li ,le qrali mai non furono vdite nominare da niuno in guiſa che ſe
coſi fatto prolago e‘ſoſtenuto per ragione dell’ignora nza dell’attio
ne, 8t delle perſone nella comedia dee a buona ragione. per queſta
medeſima cagione d'ignoranza dell’attione, 8t delle perſone eſſere
tolerato nella tragedia predetta di GiOuanni Battiſta chiamata Or
bech,il quale peccato di prendere ſoggetto tale per la tragedia non
èda perdonare ſi come al ſuo luogo ſi moſtrera. Se adunque nella
comedia per cagione dell'ignOríza dell'attione,& delle perſone ſi per
[nette vn prolago coſi fatto,nó ſi doura gia permettere in qurlle co
medie che hanno l’attione &le perſo ne co noſciute,& ci conuerra di:
re che Plauto habbla fatto male che al ſqumphitrio ne antipoſe vn
tale prolagoeſſendo quella attione inſieme con le perſone conoſciu
aiſsima per ſama,ma quella*eoinedia,o tragicomedia di Plauto ha tan
tialtri err0ri graui che per hauere anchora queſto non ſara reputata
molto piggiore.Si trouo come dico da latini da prima per narrar l’art‘
gomento della comedia,& renderla piu intendeuole al popolo. l’at-`
tione della quale gli era ſconoſciuta. Et perche l’argomento ſi narra
come di coſa che t‘auenire,& che a'ha da ſare,& futura non lì puo ne
gare che il detto prolago nonſénta del profeta,& l'argomento della
profetia,& che molto meglio nonliabbia fatto Plauto ad introdurre
dei a prologare,clie nö liaſatto Terentio ad introdurre liuomini,con
cioſia coſa che vna attione futura, & che dee auenire non puo eſſere
ſaputa, 8K detta come dee auenire da vno huomo che s’introdute (0-.
meliuomo ſe non c’proſeta o indouino,Ma ſe s'introduce come lino.
mo che la ſappia ſenza eſſere profeta o indouino ſitoglie via tutta la
veriſimilitudine dell’attione futura,c0ncioſia coſa che ſi eo nſeſsì nar.
rando vn huomo l’argomëto che la ſappia,&ſapendola percio la ſaF
pia che è giaauenuta, &non èda auenire. Perche nOn veggo che r
poſſa cóportare huomo fimplice per prolago ſenza diminuimëto del-,
la veriſimilitudine. Hora poiche i poeti latini haueano trouata v na..
perſonache potea parlare della comedia narrando l’argomento ſot
to alcuna colorata caoione per giunta la fecerolodare ll poeta,& biau_
lim-tre gli auerſari,&ffire molte coſein accócio deſattiſuoiòz In iſcon
cio degli altrui,& ſpetialmente moſtra nd0,che quefle coſe dipendeſſo
no della comedſa 8t ſi conueniſſe dirle per ragion ſua. La qual cold_
hcbbe ongmcda poeti narratiuip epopeícyliqualiſuini-Jo: narra ng
. om pero.
. 58
do in perſona loro poſſono lodarſi , oſcuſarſi,` o anchoradíre male
d'altruiquído n’e‘i’oro porta ”gione-,6: fa nno cio nel principio del!
l'0pere loro ſicome ſece Virgilio nel principio dell'Eneida dicendo.
[lle ego qui quo ndam gracili modulatusauena Carmen , & egreſſuc
ſyluis vicina coegi Vi quanuis auido parerentarua colono Gratü o
pus agricolis.^t nunc horrentía Martis Arma virumtj; cano. Et Sta)
cio nel pi‘incipiodell'Aeliilleida. Mei); inter priſca ſuorum Nomina,
cumq; ſuo me mora ntAmpliio neTliebçp vero nel fine dell'opera.- co
me Ouidio commenda ſeſteſſo nel ſine delle trasformationi. la.qu
opus exegi quod nec louis ira,nec ignes Bic. EtStatio nel fine della
Thebaida,O mihi biſenos multum vigilata per anno: &C.Ma i vulga
ri nelle loro canzoni,ſecondo clic moflra Dante nel cOmmento del*
la ſua canzone chiamata contraglierrami miei, non doueuanoparla
re di loro o lodandoſi,o ſcuſandoſi, o bíafimando altri altroue che
nel ſine, 6t in vna mezza ſia nza 8t non intera accioclie ſi conoſceſſe
chela materia trattata nelleflanze intere della canzone non conti
nuaſſe,ma foſſe ma materia diuerſa,nella quale mezza flanza ſi riuol
geua il parlate ailaca nzone per modeſtia accioclie altri ſenza offeſa
poteſſeintëdei-e, la qual coſa è poi maleflata oſſeruata dapoeti,liquao'
iinſieme Col Petrarca medeſimo hanno no n pure nel ſine della can
zone & in vna mezza ſianza,& riuolgendoil parlarealla can20ne eo
ine inſeg naua Dante, ma nel principioa ncliora della canzone, 8t in
vna ſtanza intera,&in piu,& rivolgendo il parlare all’aſcoltatore ſen
za laſciare il luogo della ſine voto ragionato di ſeſteſsi. 'Et cio poſſo
no hauer preſo dagliliiflorici , clie non ſi guardano a ragionare di
ſeſteſsi i n ualunq; parte pare loro eſſere vtile. E'l Boccaccio parla di
ſeſteſſo ne principio delle nouelle,nel mezzo,& nelſine.Hora quan
tunq; ſia licito al oeta epopeo c6 mendare ſeſteſſo,e'l ſuopoema nä
crederei percio c ie gli foſſe licito cömendare il ſoggetto del poema
oltre a quelloche e‘ per narrare,&ſpetialmëte in propoſitione ſi co
me fece Virgilio quando diſſe-lnſerretq; deos Latio genus vndelati
nu Albaniq; patres,atq; altç ma’nia Romç.Laſec6da maniera de pro
laghi non èdel tutto ſeperata dall'attione cOme c‘del tutto ſeperata
quella della comedi'a nuoua trouata da latini,ma nö c‘ pereio congiura
ta come ſi cöuerrebe,& è quella clie è vſata da Euripide nelle ſue tra
gedie nelle quali in ſu il principio introduce o dio , o liuomo a rac
contare alcune o molte coſe paſſate, o preſenti'per le quali altri
intenda pienamentele coſe ſeguenti, ma il piu delle volte , anzi qua
(i ſempre con poca veriſimüitudine facendo che alcuno ſolo
’ ‘ Q_ Q tenga

g)

H.

tenga vn lungo ragionamento 8: di coſe la_ cui rammemoratíone


puo eſſere ſtata fatta altrauolta in tempo &in luogo 'piu opportu
no,ma quelli cotaleintrodotto a ragionare ſolo non ragiona ne
del poeta, ne delle coſe lontane & ſeperate dalla ſauola ne delle coſe
future che ragionevolmente non poſſa ſapere come fan no iprola
ghi nelle comedie latine. La terza maniera di prolaglli è quella che
è congiunta col rimanente della ſauola, 8: è parte, 81 parte princi
pale 8( neceſsaria della fauola, 81 èlegata per l'ordine delle coſe col
rimanente nOn altramenre che il capo è legato con l’altre membra
del.“corpo per mezzo de nerui. La quale Ariſtotele dice eſſere quella
parte-intera che è inanzi all'vſcita del CllOl'O, 8c c‘ molto commenda
ta nelle tragedie di ëophocle, 8: nelle comedia d’Ariſtophane. 16 p3;
07’” ;ſg Emi: :x din-Ala: ha”. Hauendo detto Ariſtotele, che con tutto
che la comedia foſſe da prima ſprezzata,& poco conto tenutone ſoſ
ſe, ſi ſanno non dimeno chi ſuronoi primi autori della ſauola dellà
comedia, cio è Epicharmo 8( Phormi Cicilia ni preſo tempo conſer
ma di nuouo quello che ſu detto di ſopra nella queſtione quali tra-i
Dorieſi o gli Atheníeſi ſoſſeroi primi inuentOri della comedia cio è
che furono i Doríeſi Ciciliani poiche da loro è venuta primieramen
tela ſauolain grecia. A'çíuuos i” Îafllsmîs îá‘las. La pOeſia giambeſca
non ſolamente nominaua le perſone particolari,ma racconraua l'a;
tioni lonovitioſe particolarmente,& nella piu odioſa, & nella piu
diſpettoſa ma niera che foſſe poſsibile. Ma la comedia vecchia anche
ra che alcuna volta nominaſſe le perſone particolari nó dímcno non
raccontaua l’attioni ſue vitioſe particolari nella maniera piu odioſa
Bi diſpettoſa che foſſe poſsibile,ma attribuendole delle vniuerſali ſe
condo il conueneuoie della perſona vniuerſaſe, ſotto la quale fi tro
uaua quella particolare le tiraua a ſcioccheZZa,& narra ndole in m0
do ſcherneuole faceua ridere il popolo- Ma bene ſpeſſo non nemi
mua perſona particolare, ma formata vna attiene ſecondo il com
ueneuole d’vna perſona vniuerſale atta a muouere riſo_ ne vedi tori
eleggeua i nomi che pareua no o per origine,o per altro riſpetto con
uenirea quella attiene, diche di ſotto parlera Ariſtotele. Adunquc
Crate laſcxò l'idea giambica cio è non nominó ſempre perſone parti
colari,&non raccontò mai viti-j particolari diſpetto ſamente con ma
niera narratiua,oprouatiua, ma glivniuerſall con maniera ra'ppre—
zſenrariua. Hora fe l’eſperienza moſtrò, & maſsimameme appreſſo
gli Arhenieſi ſauiſsimi tra tutti ipopoli del mondo che il ma] dire (ll'
ſpettoſameme 8t nominatamente in poeſia non era coſa piacerà” a}
I - .i .ls z) a to
“ .—

'o
k"
.da rolex-are poiche eſsí del tutto la-rifiutarono perchei latini ſi die
dono a ſcriuere la ſatira quale è nella di Lucilio d’Horatio, di Per
ſio, &di Giouenale, nella quale :nominano le perſone 8c ſibi-aſi
mano diſpettoſamente l’attioni loro vitioſe f la qualeſatira perche
Ìla perſoggetto cofiumi, & inſeînamenti pliiloſophici non poteua’
eſſem riceuuta per poeſia lodeuo e 8c commendabile. nel… umäv Ao’
7005,} (Li-‘90115. Per queſte parole, ”95m mu?- A570” ſeio nOn m’in
Sanno Giulio Ceſare dalla Scala s’ è imaginato che Crate com
poneſſe le comedie in proſa poi che afferma in piu d’ vnluogo
della ſua poetica che Crate le compoſe in proſa, ma ſe non
haargomento piu fermo di queſte parole non gli fi, dee preſta
reſede, ſenza che non è verifimile che Ariſtotele haueſſe taciuto
di Crate ſe haneſſe compoſta poeſiain proſa come non tacque di Xe
narcho, di Soplirone, 8( di Platone- Hora queſte parole ſi poſſono
intenderein due modi,o che Crate fece i ragionamenti vniuerſali in
maniera prouatiua declinando dall’idea giambica che gli faceua par
ticolari &in maniera pur prouatíua, ſolamente in vna parte cio è
laſciandoil particolare, 81 appigliandoſi all’vniuerſale, &ſece an
cliora delle fauole in maniera rappreſentativa. O è da dire che Cra
te fece i ragionamentivniuerſali, il che tanto figñifica quanto le fa_
uole, 8c clie'á ſia ſpoſitiuo 0 didiiaratiuo come liabbiamo anchor:
veduto di ſopra +IÌloÎ5 A570” Eflírçou 8: che percio dica A5700: perche nö
non gliſaceua da prima rappreſe ntarein palco nel theatre , ma gli
leggerla altrui. ì“
PA R T'l CELLA S ETTI MA. 3418): ?manila *ri-rçay’éá‘i'e ”dei “
“5” gli-fs per": Mya “ſpam Îtm cms-J‘ai… intollmiëfldfl. 72,3516 pîrçov &Moá‘u TX”, “
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ni” mçioä‘oviim'ou &ra-,ii ,umpàv &am-417m. ñà‘ío‘omfíu ào'çlsos 7B ”ho xò *mi-ro “
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[tng Ì'isi ‘rà ”Jia Tali-m, 11515 lJ‘i'ae 17” *rçaqrçJ‘lſias , J‘lmç ‘65” mgl rçnq—QNas aid‘: “
ara-l‘ala; , goa-ih” , nic/imc‘.- mgi 'mr-Sr. É .gli ;mm-mia :7.9, Griffin-:ij 77a: “
We’ll-C. ot’urii, oifmîw-m :i fi_- íu‘omſl'qrmgi (di o?” rís'ìÈayírgu aim-HMS, ”è ”ggl “A
muçJ‘ias zflffl'íçdfli‘d, \i
C O N l” E N F. N Z A. Vale conſormitaòl quale differenza hab
biamo tra ſe l’epopea, 8c la tragedia. l“
V V L G A R l ZZA M E N TO. Hora l’epopea acc’oſhpagnò la“
tragedia infino a ( queſto ) termino ſolo, che con parole è raſſomi- “
glianza de nobili. Ma ſono differenti in queſto che quella ha il verſo “
miſuratoiimplice, 8: è raccontati” 8c fornita di lunghezza , 6: u_e- I‘


” ſta ſi sforza quanto puo il piu difiare ſottovn giro del ſole, o di mu
” tar ne poco, ma l'epopea è :moderata per tempo , &in cio è diffe
"' rente (dalla tragedia.) Egli e‘vero che da prima ſimilmente faceua no
” qucflo ſteſſo nelle tragedie , 8: ne verſi epici- Horadelle parti della
” tragedia alcune ſono quelle ſteſſe dell'epopea 8: alcune ſono (ſue)
” proprie- Laonde chiunque habbia conoſcenza della trae-:dia buo
" na & rea l’haura anchora dell'epopea. Percioclie nella tragedia ſo—
” no le coſe, che ha l'epopea, ma tutte le coſe non ſono nell’epopea
” che ha la tragedia… Adunque della raſſomiglianza che ſi fa colverſo
" eſſametro, 6c della comedia parleremo poi.
S P O S l T l O N E.- íuìv ;mm-ic,&c. Well-a parte riguarda a quel
lo che fu detto di ſopraä imàs ”ù FNM-a ”rà-t *rita rçayeá‘ſas,&c. 8: vi
ſi cOngiugneín queflo 5:30. Haneua detto Ariſtotele che all’epo
pea era ſucceduta la tragedia, 6:_ che liaueua ricevuta da lei certa ſar
ma ma perche altri poteua domandare in quali coſe ſpeciali la trage
dia foſſe ſuccedutaall'epopea, a quale ſpetialeinformatione liaueſſe
riceuuta da leiqui fi riſpOnde prendendo Ariſtotele vna traslatione
d'vna ſante che accompagna vna ſua donna, che l’epopea ha fatta
compagnia alla traoedia inſino a queſto termino che e‘raſſomi lian
za de nobili con parole. E’adunque la tragedia ſucceduta all’epopea
nella nobilta della materia che ſi'raſſomigſia, che ſono l'attioni de
gli huomini magnifici, & nello ſtormento con che ſi raſſomiglia,cl1e
ſono le parole miſurate, 8t da lei ha riceuuta queſta informatione,&
le èſtata fatta compagnia in ſino a queſto termino. Et per queſta
traslarione m lla quale ſi ſcopre la maggioranza della tr.a edia ſo
pra l'epopea come di donna ſopra la ſanteappare del giudicio d’Ari
flotele, che haueua qual di loro foſſe da ſiimar piu che poi nel fine
di queſto libro manifeſtera diterminando la queſtione quale di loro
ſia da piu, Hora queſte parole ”ixçlna'vouuí-rçu @mi: nba-,6m- ſono ſpo
[le degli altri che s'inte ndano che l’epopea ha accompag nata la tra:
gedia in fino al ſolo metro cio è col verſo ſolo n0n haue'ndoinſieme
col verſo ſuono ca nto 8: ballo come lei accioche eſſa tragedia ſia raſa
famiglianZa de nobili,clie ſi fa con parole coſi come è l’epopea. La
quale ſpoſitione pare conuenire aſſai alle parole del teſto, & alla' n
Ientione. Et non dimeno quantunq ue non rifiutiamo come dicem
mo queſſa ſpoſitione , perche le predette parole nel vero liannoal
guanto di durezza non ſiamo ſenza ſoſpetto che u’habbia alcuno di
etto,&ci ſiamo imaginati che vi poteſſe ma ncare nu'… o ſi mile coſet
_ta volendoperauentuta il teſto ſtar coſi atx- fltîmgím “trp, 8t che
c) “lil"
I
60
p'c-rçl non foſſe da ſporre per verſo ma per termino dicendoſi lnfino
a queſto ſolo terminoper iſpianare la’ntrata alla traslatiOne ſeguen
te dell’accompagnamento. 13 il“ 16 ”luci ano-ñ- 't'xav, Bic. Hauendo
Ariſtotele detto le coſe che lia riceuute la tragedia dall’ epopea
dice quelle che non ha riceuute , 8t cio ſono tre la {implicita del
verſo,il modo narratiuo, & la lunghezza della fauola ancliora che
da prima riceueſſe la lunghezza. Hora perche liaueua detto che l'epo
pea liauelia fatta compagnia alla tragedia in fino al verſo ſolo cio cal
uerſo non accompagnato dalſuo no dal canto, & dal ballo ſecondo
Vna ſpoſitio ne di quelle parole néxçi iti-w it's-17v, ſeguita che la trage
dia la quale riceuette il verſo , 8( u’aggiunſe il ſuono , il canto, e’l
ballo die non riceuette la ſolitudine,cnevi`aua l'epopea nel verſo,|a
quale qui è nominata ſimplicita, ne ci laſciamo tirare a credere che
li prenda qui [implicita per vna maniera ſola di verſo che vſì l'epo
pea cio èl’eſſametro in riſpetto di piu maniere, che uſi la tragedia.
_ Percioche ſe Ariflotele haueſl'e hauuto queflo riſpetto n0n haurebbe
anchora taciuto chela tragedia nOn riceuette queſta medeſima ma
niera di verſi lieſſametri. Siclie haurebbe dettm Ma ſono differenti
in queſto che l’epopea ha il verſo miſurato ſimplice , 8c diuerſo, Ne‘
riccuette ſimilmente il modo narratiuo, il quale è proprio dell’ epo—
ea & non commune con la tragedia-La qual coſa ſe è vera come io
fa reputo vera, l’epopea non dee hauere il modo rappreſentatiuo
con iunto col narratiuo, 8t la ragione e‘queſta. Se vogliamo chela
pe ona narrante che èil poeta conſeruando la ſua perſona di' nar
rante trapaſsi dal modo narratiuo al rappreſentatin percioclie con
paroleſenzafare veramente vedete nuoua perſonainduce altrui in
atto a parlare, perche negheremo che la perſona rappreſema nte co
me èvn meſſo, o altri che narri coſe auenute fuori di quel tempo odi
quel palco non altrimenti che farebbe il poeta narra me non tra
paſsi dal modo rappreſentatin al narratin c' Ma ſe non vogliamo
come qpi non vuole Ariflotele che nella tragedia ſi truOuiil modo
narratin per ſe,0 congiunto col rappreſentatin ſeguita che nell'e
popea non ſi dee parimente trouare il modo rappreſentativo per ſe
o congiunto col narrativo contra quello che e‘ſtato detto di ſopra.
,- Appreſſo la tragedia non riceuettela lunghezza della ſauola dell’e- "t
popea cio e' non riceuette quella atiione che trapaſsi Vngiro del ſoa** ’
l
"d e, nel poteua riceuereſecomlo il poſsibile ſi come moſtreremo. Hz,- `
," I ra perche la tragedia da prima l‘lECUC‘ſſC anchora la lüglitzzad-.ll'epo ,. *
l
\ Pe o‘
(N

pea, la qualeha rifiutata poi eſſendoſi aueduta che non leſi conuer
niua come coſa impoſsibile Ariſtotele parla ſpetialmente dello ſpatio
che puo al piu occupare la tragedia che Ègngiro del ſole laydoue lo
ſpatio dell’attione dell'epopea non e‘ dirermrnatoÎ’ei-/cioche l'epo
pea narrando con parole ſole puo raccontarevna attiene auenuta
in molti anni, &in diuerſi luogliiſenza ſconueneuolezza niuna pre
ſentando le parole allo' ntelletto noſtro lecoſe diſtanti di luogo 81 di
tempo, la qual coſa non puo fare la tragedia la quale co nuiene ha—
. nere Per ſoggetto vn'attione auenuta in picciolo ſpatio di luogo, 8t
in piccioloſpacio di tempo cio e in quel luogo 8: in quel tempo, do
d ue 8: quandoi rappreſentatOri dimorano occupati in operati‘one, &
nOn altr0ue, ne in altro tempo. Ma coſi come il luogoſtreito è il
palco coſi il tempo flrettoè quello che i veditorí poſſono a ſuo a io
dimorare ſedendo in theatro, il qualeio non veggo che poſſa pa a
reil giro del ſole ſi come dice Ariſtotcle, cio è liore do dici concioſia
coſa che perle neceſsita del corpo come è mangiare , bere , diporre
iſuperflui peſi del ventre, 8c della velica, dOrmire, 81 per altre neceſsio
ta non poſſa il popolo continuare oltre il predetto termino coſifatta
dimOra in tlieatro Ne e‘ poſsibile adargli ad intendere che ſieno paſ—
ſati piu di, 81 notti quando eſsi ſenſibilmente ſanno che non ſono
paſſate ſe no n poche hore non potendo lo’nganno in loro hauere
luogo,il quale e‘ tutta via riconoſciuto dal ſe nſo. Perla qual coſa veg
ganſi Plauto 8: Terentio come ſi poſſono ſcuſare di non hauere er—
rato chein alcune comedie loro hanno fatto rappreſentare l’attione
piu lunga d'vngiorno. Hora quantunque l'epopea come habbiamo
detto nonſotrogiaccia alla neceſsita di queſla legge, & poſſa racconr
tare vna attioneauenura in molti anni,non che in molti di,&in luo
ghi molto diſſanti,uon che in Vn luogo largo,non puo non dimeno
eſſa tirareil ſuo raccontamento in lungo tanto che non foſſe coſa
veriſimile che eſſo epopeo ſ’haueſſe POtuto recitare alpopolo in vna
ſiata cio èin tante horein quante con ſuo agio l'haueſſc potutoil
popolo aſcoltare per quelle medeſime ragioni perle qualila tragedia
non ſi puo tirarein lungo oltre il giro del ſole. Et percio ſitrouola
diſiintione dell’epopea lunga in libri di ta nta lunghezza, di quanta è
veriſimile che agiata mente [rabbia l'autore potuto recitare, 8( l’aſcol
tatore vdirein una ſola volta. Perche io mi ſono marauigliato di cos
loro che affermano Ariflarcho eſſere ſtato il primo diuiſOre dell‘llia
o da, & dell’Odiſſea d’Homero diuidendo ciaſcu n'a delle dette opere in
venti 8c quattrolibri. llclie non mi poſſo indurre a credere non mi
partn
o
6:
parendo coſa da credere , che Homero auedutiſsi'mó oltrea tutti gli
altri haueſſe commeſſo vno errore coſifatto di continuare venti &
quattro libri ſenza diſtintione niuna recitando eſſo, & aſcoltando gli
altri in vna fiata. Anzi mi pare eſſere certo che diſtingueſſe con di:
ſcreto ordinei predetti poemi, il quale eſſendo perauentura poiſtas
to confuſo da gli ſcrittori fu rinouato & rimutato &ridottoin quella
ì f;rma,nella quale il veggiamo :il preſente, da Ariſtarcho , *Sc come
che egli ſta ſtimato huomo d'aguto giudicio,non moſtrò percio d’ha*
uerne tutto quello che biſognaua in far queſto partimento, o in ri—
nouellarlo. Percioclte la narrationed'Vliſſe appreſſo Alcinoo de
ſuoi errorièdiuiſain quattro libri & non dimeno fu fatta da lui inv
na ſera, Adunqne o fece male HomerOcheinduſſe Vliſſe a ragiona
rein vna ſera quelle coſe,le quali non è veriſtmile che in coſi piccio
lo ſpatto recitaſſe, o ſe le pote veriſimilmenterici'tare male ha fatto
Ariſtarclin a Patirlein quattro libri quaſi faccia di meſtiere recitarle
in quattro ſere. Ma io non ſon perdite cite Homero habbia fatto
male pare ndomi che ſenza ſconcio di perſona ſi poſſano i libri quat
tro predetti' recitare in vna ſera, anzil’errore ſia pure d’ Ariſtarcho,
il quale c'ſtato teguito da Virgilio che non ſapendo perche 81 guar—
da ndo iimphceme- ice all 'eſſempio che hauendo dauanti credeua buo:
no diuiſe la narratzoned’Enea appreſſo Didone de ſuoi errori in due ì
libri non oſtante che ſoſſe fatta in vna. flata in vna ſera. Ma non mi
nore errore fece' Platone neſuoi ragionamentidel commu ne,d’Ari
flarcno 8t di Virgilio,il quale gli fece rappreſentativi,& tenuti invna
ſera, 8t ſono tanto lunghi che non ſolamente non ſi potrebbono
rappreſentarein vna ſera, ma a gran fatica huomo velocemente gli
lt‘ggcl’tbbt‘ in quattro iorni, & non oſtante che gli faccia tenuti
in vna ſera glilia tliuiſi in dieci libri in guiſa che non ſolo ha fallato
in diuidere quello che non ſi doueua diuidere ma in pOrreinſieme
troppa moltitudine di coſe cliee impoſsibile eſſere ſiate dette in coſi
brieue tempo.Ma naſce vn dubbio talein queſtoluogo Se l’epopea
puo diuideic il raccontamento ſuo in piubbri, il quale non dimeno
non contiene piu d’v n’attione, 6: puo in piu di recitargli recitando
vn libro per giorno perche non puo il poeta tragico diuidere la ſua
tragediain piu parti, & farne rappreſentare vna parte per giorno,io
.non aprei i egare che non ſi poteſſe fate,ma e’ da pot'rnente che do
po il primo giorno venuta la notte nella quale le perſone della tra
gedia operano alcuna coſa non ſarebbono ne vedute., n ne vdite dal
popolo che toſſe tornato_ a caſa ſua , 6t con gſÃndllsuna difficolta
L_ ſi p0
l’1 potrebbono ordinare le coſe ſi che il di ſeeoodo foſſe pieno di fa;
cende, & di ragionamenti memoreuoli & meriteuoli d’eſſere aſcol
tatí,& c0 nmol to maggiore difficulta ſi potrebbe riempiere il terzo di
di materia conueneuole ſenza mutare palco, &ſare nuouaſpeſa, &
granarei rappreſentatori ad imparare piu che no n comporta la loro
memoria.
i uedere Ne credo
& inudire che il popoloattendere
conuenendogli voleſſe perdere
a ſuoi piu di continui
meſtieri, 8t launin

rare, & guadagnarſi il viuere- Lequlalidifficvlta ceſſano nell'epopea


che puo eſſere recitata in piu parti trapoſſi piu di tra parte 8( parte
ſenza ſconueneuolezza niuna 81 ſenza ſpeſa di Palco, o di orauezza
d'alcuno per impararla amente,& ſenza diſtorre il popolo al ſuo la
uorio fuori di temp-04112175 isi và ”Iuav-m. ‘ni ia‘i'a 7ſt Knopfler-Vuole
Ariſkotele qui, 6t altroue nel fine del libro che l’epopea non hab
bía coſa clxe non habbia la tragedia, ma che la tragedia liabbia molte
coſe che non lial'epopeainguiſa, che colui il quale conoſce la bo nta
o ilvitiodella'tragedia ſappia anchor-'a conoſcere la bo nta o il vitio
dell'epopea- Et nondimeno l’epopea ha la ſolitudine del verſo,la di
uerſìta del Verſo, la licenza delle lingue, la lunghezza dellefauole, i!
` modo narratiuo, la raſſomiglianza de ſimili, 8: la raſſomiglianzade
Tiggiori* Le‘l l131i fette coſe non co nue ngono alla tragedia, ne ella le
la. ſeco ndo lui medeſimo. lo laſcio didire che n'lia a nCilOra dell’altre
le quali ſi potrebbono raccogliere altra volta. Perche ſeguita o che
Ariſ’cotelec‘ Vno ſmemOrato,il che non èveriſimileme di lui ci dob
biamo imaginare coſa tale, o ehe egli non ha queſte ſette coſe per
coſe da tenerne conto, il che ſimilmente non è veriſimile poiche egli
fauellandone al lungo, &attribuendole partitamente all’ epopea
moſtra d’hauere altra opinioneo e` da dire, che in queſto libro poſe
queſia concluſione coſi generaleſenza eccettione niuna non perche
eglila ere-deſſe vera, ma con intentio ne d' hauerla poi a riſtringere
61a limitarequa ndola diſſendeſſe ne libri della’mpreſa dell’arte poe
tica ſi come è da credere che riſtingeſſe 81 limitaſſe. Et perche nell'vl
cima parte rineipale diqüeſtolibretto piu pienamente fauelleremo
ſela trage iaha tutte le c0ſe che ha l’epopea”: d'v na medeſima qua
lita ’altro qui non diremo dicio al' preſente. mei ”Su o?” nîs iv *ÌÈM‘FWOLÎ
ma muſt où mçſ toner-‘as 'inga- :goa-g. Ha detto Ariſtotele inſino a qual
termine l’epopea habbia fatta compagnia alla tragedia, & quale for
ma le habbia data, hora reſtaua a parlare infino a qual termine l'e
BPPCA bal-‘bia fatta compagnia alla comedia, 6': quale formale hab
ia data percëochc haueua d'ctto clie il Margite, il quale poernîil ſërèza
u io
62.
dubbio era epopeîco liaueua date le figure alla eomedia. Ma egli
promette di parlar poi di quello. La qual parte manca , a perauen
tura in quello volume non ne ſcriſſe mai nulla. Ma perche alcuni ad
ducono queſto luogo a prouare che Ariſlotele promette di parlare
della comedia, cio edalla ſua natura 6t di tutto cio che le ap ertiene
come fara della tragedia, la qual promeſſa vogliono che ha 'a atte
nuta nel ſecondo libro che s'imaginano eſſere perduto per ingiurie
di tempo ,è da ſapere che Ariſtotele non promette uidi parlare de[
la comedia ſe non in quanto ha riceuuta forma dell epopea nella gui
ſa cliein quella particella ha parlato della tragedia non ragionando
ſe non di quello che ella ha riceuuto dall'epopea. Hora l0 non tra
laſciero di dire che alcuna volta lio ſoſpettato che quello teſto nella
voce [MN-S non ſia cambiato volendo hauere ”WN-xs, percioehe
è aſſai veriſimile che parendo ad Ariſtotele per la concluſione gene
rale che liaueua poſta cliele coſe che ha l'epopea ſi truouano nella
tragedia# che tutte le coſe che lia la tragedia non ſi truouano nel
l' epopeaſìdoueſſe dare a raccontare particolarmente le coſe che
ha l’ epopea di meno che ha la tragedia , 8t le çoſe che ha la trage
dia dipiu'che l’ epopea dica che non le voglia dire al preſente , m3
‘I che le dira poi in luogo piu conueneuole & perpoco ne-‘
~ceſſario quando ſi queflionera quale tra l'epog
o pea o tragedia ſia da mr
riporre.

FIN]

‘i
\

ÌlNlSCE LA SECONDA PARTE PRlNClPA


u. DELLA POETlCA D’ ARISTOT ai. it
vulgatizzata, & ſpoſta diuiſa in ſette particelle,
nella quale ſi dice dell'origine della
poeſia in generale 8t in i.
ſpeciale

[NCOMlNClA LA TERZA PARTE PRlNCI


.. PALB DELLA POETICA D’ ARÌSTOTE
‘ le vulgarimta, 8: ſpofia, diuiſa in venti & ſette
particelle, nella quale ſi dice della
tragedia

r › P A R T l C E L LA P R l MA. Figi ’jrçarçOi'aſ' ?ib-01m, &mA-:53"19


n ein-iii: ì: 165 Zig-“imp -n‘ici rivſiuiovlgor -nîs Boſa:. {xiv ai” NOMI! ninfa: rifà-EM
” avuJ‘ai’as, m‘t ”Ad-5, u'iflOtisixoiio’iis, iiiſ‘umívç ”'70 xogli‘txésav ‘r ”JM-?(0 ir wi!
” ”ofiſſOist-rop, ”ù ai: J‘iizayyni'u, &AA-2‘( J‘Îhíougwi‘i oo’Bov mçitſrouda-ráìu rör TMW"
’i ro‘: ”Nagai-ov mio-:fm- 7t'i7o J‘ii ii J‘uifiiſroci ”Jil A57” 75‘41wi Zum-‘iv, ”ii ”Pm
a› ri'ar, ”à ”ſi-5. -iò 5 xcgls 159 til-5p 15 473 pirgop 't'via aim ”c‘n'iiöi ”ü ”vi/1|”
m‘mga ”jr acilia”- * .
C O N T E N E N Z A. Diſſìnitione della tragedia.
, V V L G A R l ZZ A- M E N TO. Hora fauelliatno della tragedia
” raccogliendo la diffinitione della ſuſtantia ſua,clie ſi conflituiſce per
” le coſe dette.E adunq ue tragedia raſſomiglianza d’a ttione magnifica,
:a compiuta, che liabbia grandezza, di ciascuna delle ſpetie di coloro,
w che rappreſentano con ſauella fatta diletteuole ſeperatamente per
a, particelle, 8t non per nai‘ratione, & oltre a cio induca per miſericor
” dia 8: per iſpauentopurgati'one di coſi fatte paſsioni. Et dico fauella
n fatta diletreuole quella, clic ha numero 6t melodia, 81. harmonia.Et
a) (dico quelle parole) ſeperatamente delle ſpetie , il menare alcune
a7 Îoge ad effetto per verſi miſurati , 8t di nuouo cette altre per me
” O la.
S P O S I T I O N E; Ptçià‘ rmçfias ?timpa- Aii ſi da principio al
la terza parte principale di queflo libro, nella quale ſi ragoina della
tragedia. flora pareua che queſta parte,nella quale , come dicemmo
ſi ragio—
63
ſi ragiona della tragedia doueſi‘e procedere dalle coſe ſopradetre
per queſta via-Poiclie di ſopra s’ è fermato per concluſione, che ſe
coſe, ,le quali ſono nell’epopea, ſi truouano nella tragedia,& tutte le
coſe, lequali ſono nella tragedia, nonſono nell’epopea 8( per con
ſeguente chi conoſceil bene e’l male della tragedia conoſce parimen
te il bene e’l male dell’epopea è da ſauelſare primieramente della tra
gedia laſciando da parte l’epopea, 8: appreſſo ſi ragionera dell’epo:
pea al ſuo luogo ſeperatamente, ſi come di quella poeſia , che per
ſua magnificenza dee eſſere antipoſta alla comedia, 8t poi ſi parſera
della comedia-Lequali tre poeſie era no quelle, che s’vſaua no ſpetiaſ
mente in publico per diletto del popolo,&delle quali Ariſtotele prin
eipalmente ha intentiQne di trattare in queſto volume Ma egli ſen—
za moſtrare la via,per la quale ſi conduca a ſauellare della tragedia
preſupponendo che ſia manifeſta a tutti propone di raccorrela diſ
finitio ne della ſuſtantia ſua,l:i quale diffi nitio ne naſce dalle coſe ſ0
pradette.Ma quantunque faccia mentí0ne ſolamente della ſiiflantia
' non dobbiamo percio penſare, che nó debba ancliora farla degli ac
tidenti neceſſari a conflituire la diſfinitione volendo egli the s’inten
da per ſuſtantia che è parte principale ancliora il rimanente delle
parti non principali, per cagione della quale diſſi nitione prender*
cagione di trouare le parti della tragedia di qualita,& di quantita,
ciaſcuna delle quali eſſamínando poi partitamente riempiera queſla
terza parte pri ncipale. Ma perche dice che raccoglie ‘la diſfinitio ne,
che ſi confiituiſce, dalle coſe dette,veggiam0 come le parti della diſ
finitione ſi truouino nelle' coſe ſopradette. Prima adunqueſidice
nella diſſi nitione,che la tragedia è raſſOmiglia nza,la qual coſa ſu det
ta diſopra in quelle parole ſpetialmente. Emma-'ia J‘i :où inîs m7@
í‘n’as m‘nns , &c. ”ic-'ai 'alyx-ivole Jim ”l'a-im Appreſſo ſi dice che è raſſo
miglianza d’attione, 8t non ſimplicemente d’attione, ma d’attione
magnifica ſ’vna, &l’altra delle quali coſe ſi truoua ſcritta diſopra,
non come vogliono alcuni in quellepanole 'mu zaino-iam oi* pagina…“
flyér’ſovmjflémànémsä avrá‘fl'ous ’á Win” irm8tc.l’erci0che ſeguirebbe
che la tragedia ſoſſe raſſomigliatrice degli liuomini in quanto ſono
buoni,iſ che non dobbiamo concedere a niuno partito del mondo
concioſla coſa che la tragedia nó ſia raſſoniigliatrice degli huomini,
ma del,l’attioni,ma ſi truoua ſcritta in quelle parole ai a?” o'iar-:ſinçn-rùs
xml: imma-ſm flyíèfls poiche a lodatori ſuccedetteru gli epopei,& agli
epopei itragici.La cui ſucceſsi0ne ſu non ſolamente nella raflbrri
glianza dell’attione,ma anchora nella mag niſìcenza dell'attione , Ct
- *i~ .: ;n.2 .ri 5 r 4 -..u 3..- .L .z ..l .i. R- zà. .. l. 0 . .. perth;
~ I: .
perche l'attione degli epopeí era'non pur magnifica ma a nchora c6
piuta per queſta medeſima ragione di ſucceſsione, l'attione della tra.
edia dee eſſere compiuta. Oltre a cio ſi richiede che la predetta at—
tione habbiagrandezzadella q uale ſi parla,8< la quale ſi ditermi na in
quelle parole Ii ‘Bj- í'fl “Allis-e ”azäm i'm-à ai” mp'oá‘” im'ou ‘iv-u 'u' miu-lv “La
Aci-‘ſup- dicendoſi che la tragedia ſi sforza di ſtare dentro d’vn giro di
ſole, o d'uſcirne fuori di poco. ll elieè opera della miſura della fa
uola che è cagione formale della miſura della tra edia. Anchor*
ſi dice che la ralſomiglianza ſi manda ad effetto con auella fatta di
letteuole. La quale li diuide in tre ſpetie parole. Numero, 8: Hai-:
monia, delle qualiſi ragionain quelle parole di ſopra poſte. ?tiro i
3m Zoom; o‘: pill” ”ù ati-rw Barry m 14$‘: chOuçmmSv mind” ”ù l‘ n'a”
.in ;vg-743‘131- Poi [i dice che ciaſcuna diquefle ſpetielia iſuoi rap
preſentatori ſeperati. ll che di ſopra li maniſeſtò in quelle parole
upon-Ts.“ Anchora
”n‘a-ni, ‘n 1-8‘: ſi dice
Òmxflröt MiO”clie ſi manda
îììris iis No ad eſſecutione
ZTE”: la raſſomiglia
:TkuMs Fyn”, 8: iui:. n

za non in vn tempo con parole, & con l’altre ſpetie, ne percio le ſi


da il compimento prima con parole 8t poi finite tutte-le parolefi
paſſa all’altre ſpetie ma è tramezzata rappreſentandoſi le parti con
role, GK con l’altre ſpetie auicenda ſucceſsiuamente diche ſi fauella
ln quelle parole Aiaçlçoudi 51'” ai' a”: Em :ridi-,ai 5 ”mi nígos. Peſcia fi
dice che la raſſomiglianza ſi manda ad eſſecudo ne per coloro che o—
perano la raſſomiglia nza,, & non per narratione & cio ſi truoua di
ſopra in quelle parole La'st á: «rà—Join: ”i :nm-firm mi: ammira-s
6: in quel ealtre ”l‘a ;vr-:nuda- Hvar’. Vltimame nte ſi dice che la raſſo
miglianza con lo ſpauento, &con la compaſsione purga coſi fatte
* paſsio ni, la qual coſa conuiene che ſia ſtata detta di ſopra per quel
la medeſima ragione di ſucceſsione. l’ercioche ſe l'epopea con la
narratione operaua cio per mezzo della ſa uola ſpauenteuole 8c co m=
paſsion’euole alla quale come dicemmo è ſuccedura la tragedia non
meno in queſta parte che nell' altre, molto piu la raſſomiglia nza del
l’attione della tragedia con la rappreſentatione deura cio potere o
perare. ”ſun-ns, queſta voceui'andis regge due ſecondi caſi tra ſe di
natura molto di verſi cio è nyoíèzos , 8t Ogni-10v. Percioclie il primo è
paſsiuo ſignificando mito: coſa rappreſentata, e’l ſecondo attiuo
fignificando J‘gñ'm” perſone raſſomiglianti ſi come ſe altri diceſſe.
(leeſto e‘ il poema dell’ Eneida di Virgilio, il poema reggerebbe
` due ſecondi caſi, de quali l’vno ſarebbe paſsiuo, & l’altro actin ſi—
gnificando il primo dell’ Eneida coſa operata, e’l ſeconda di Vir—
gilio ççſa operante. _iſoiche la _tragedia eraſſomiglianza, 8; nonſſPuo
. e ere
ñ… ..fi—_v_

64
Eſſere raſſo miglianza ſanza ſa perſona raſſomigh’ante, 82 la coſa raf
ſomigliata ſeguita che ragioneuolmente per due riſpetti & di fare &
di patire ſia raſſomiglianza, 81 che ragio neuolmente la raſſomiglian—
za regga i due predetti caſi tra ſe diuerſi di natura Hora perche la
perſona raſſomilgliantſſecondo la diuerſita degli ſtormenti che vſa
a raſſomigliare ipuo variare. & ſi varia, Agu'rro‘i in queſloluogo
ſignifica quattro maniere di perſone raſſomiglianti cio è rappreſenta-ì
tori, ballatori, cantori & ſonatoripoi che quattro ſono gli flormenl
tidiuerſi co quali ſi raſſomiglia cio èparole, ballo, canto, & ſuono, K
di queſte quattro ma niere di perſonecorne c" ſiato detto di’ſopra ano‘
chora ciaſcuna ſeperatamente perſe raſſomiglia co ſuoi propri ſtor
menti` & queſta coſifatta ſeperario ne ſi puo domandare ſeperatiorìe’
di perſo ne ſi come ſi puo domandare pur quella delle predette perſo
ne ſeperatio ne di tempo,che nella raſſomiglianza non permette chei
irappreſentatori parlino, i ballatori ballino,i cantori camino, ei
ſonatori ſuOnino in vn tempo medeſimo , ma richiede quando ì
rappreſentatori parlano, chei ballatori, icantori,eiſonatoriceſ
ſmo dalle loro artioni, & quando queſti fanno le loro atrio ni che i
rappreſentatoriracciano- ll che dice apertamente Ariſtotele ſeruarſi
nella tragedia in quefle parole irradin A379 x/;çiſ ‘mis-w -räp áJ‘Jv i'
7075 pzîſou Pci-’trop, Hora percheiraſſOmiglianti ſi diuidonoin quat
tro maniere di perſone ſecondo le diuerſita degli ſtormenti che
eſsi vſano a raſſomigliare , ſicome habbiamo detto, &oltrea cio in
due altre ſecondo cheeſai tutti poſſono raſſomigliare in vn tempo'
medeſimo ſi come auiene nella dithirambica , oin diverſo tempo ff
come auiene nella tragedia, ma di nuouo ſi diuidono anchora in’
duehauendo nondimeno riſpetto ad vna maniera ſola delle quat
tro ſopradette de raſſomiglianti cio c‘ a quella che raſſomiglia con
parole concioſia coſa che alcuni di loro raſſomigliano t‘aPPreſenl
tatiuamente , & alcuni narratiuamente. L’ vna delle quali manie—
re-cio è la rappreſentatiua ſola fi cOnuiene alla tragedia, 8t l` altra#
nò- Ariſtorele hauendo detto J‘ai-ivrea‘: voce generale 6: commune
perſignificate le quattro maniere di raſſomigliatori, 8: volendo ri
flringere i raſſomigliatori, che vſano le parole , che diciamo di
viderſi in due maniere , alla maniera ſola conueneuole alla trage
dia che è la rappreſentativa ſoggiunſe, ”ſi .i J‘r’ .nun-of”, Mo
”ávç M79. A me pare che Ariſtotele di ſotto ſponendo queſta voce i
”mſm cio è fatto diletteuole intenda per compag nia del numero, e:
dell'harmonia,& della melodia cio è del ballo,deſſuono Ct del canto.
Gt non
K non parli punto _, queſtavoce n37@ preſupponendoehe il arlare
debba ~---~-- in verſohauendo per coſa ſtabíiita che il v.er 0 è ne.
ceſſ'ario ad 0g ni maniera di pc- --... Ma ſe pure altri foſſe oſtinato,&
_ Yoleſſe che ſi richiedelſe ancliora in queſta voce Mia la miſura‘
eóſtitutiua del verſo ſaremo coſtrettia ſporre le parole ſeguenti ai” *
. .N iii‘ ,aim ”Sii Iſt-"70v flip ’ixom Midi iis‘c &miſe-v, i@ (AMS coſi ?vuiàp il nu!
mero cio è il ballo, &fuori-i', cio è il ſuono,e’l canto, ahi: la melodia ,
aio e‘ la miſura del verſo e'l eoncento,ne con tutto cio firemosforza_
ei a cibiate aim in ui'rgo‘i come voglio noalcuni contra la ſcrittura di
tuttii te RB‘ Egli e‘ vero che ſe Vogliamo nella detta voce Mardi-o rino
eliiuderela miſura e’l co mento del verſo ci conuerra ſporre ma non
per parlare ma per ragio ne cio è per mento col quale ſi raſſomi*
glia, pezcioclie far be pur coſa troppo fuori del ragioneuole ſe altri
voleſſe che ſi doinandaſſe parlare fatto diletteuole il ballo, il canto,
e’l ſuono ſi come ſi domandail verſo. AçaSvromoi ſpogniamo Mr
-ziw, cio è di coloro che parla ndo o ballando, o cantando, o ſonata
do raſſoniigliano, 8t non intendiamo ſolamente delle perſone atti—
* ue della tragedia, i} J‘n’ìmmm’zsc‘ da leggere b J‘i’ätmm-w’as perciÒChe
imma-’e ſig nifita pro iſsione 6t non raccontameñto. Hora e’ da ere
dere che Ariſkotele liahbia aäiunta queſiti. parola 8t non per raccon
tamento per ſaperar la rage 'a non tan to dall’epopea quanto dal
la di tliirambica. Et nel Vero la dithira mbica’era molto piu ſimile alla
tragedia vſandn parole ballo, canto & ſuono l’vna _8c l'altra , che
non era l'epopea, la quale non vſa ſe nó parole ſole,& perdo-aquel
la faceua piu di biſogno di queſta differenza per ſeperarla che a que—
fla, EMA J‘i’îAíx init o! 3,8“:. E da ſporre ?Wai cio è oltre acio- Maſi dir
ea non ſolamente la tragedia lia le coſe di ſopra dette, ma lia a nclioev
ra queſta che induce con lo ſpauento, 8t con la miſericordia purga.
lione di coſifatte paſfloniriſpondendo Arifiotele, & o nendoſi a
Platone maeflro ſuo che diceuail contrario della trag Ma c‘ da
Vedere come egli voglia che la tragedia con queſte vie induca la pi ea
detta purgatione ſe prima diremo che in quantoin queſta diffinit 7
ne ſi diceche la tragedia è raſſomiglianza d’attione mag nifita, cöpiuz
ta,clie habbia grandezza, 8: non dice che ſia attione imaginata in
buona parte, 8: non auenuta ma poſsibile ad auenire ſi dice difettuo
ſamente ſi come gia s’è moſtrato, & piu pienamente ſi moſtrera poi.
Hora èda ſapete che è ufficio d'aueduto 6t ſauio legiſta di vetare nel
le leggi che piopo ne al popolo tutte quelle arti, meſtieri , 8c eſſerci
iä Che-poſſono per alcuna via cori-onipei-ei'_ buoni coſtumi de ciäîaç
, , _› . ill
~díni & far loro alcu no'danno. Perla qual coſ‘a parendo a Platone
chela tragedia con l'eſſcmpio delle perſone tragice poteſſe nuocere
a cittadini, ,& fare piggiorarein loro i buoni coſtumi facendogli vili
codai di ,6t compaſsioneuoli non vuole che ella ſi rappreſenti nel ſuo
commune aceioche il popolo vdendo 8t vedendo gli huomini filma
ti di molto valore fare 8t dire coſe che fanno &dicono i compaſsim
neuoli, gli ſpaventati, ei viſi, no n ſi co nſoli, & perdoni a ſe ſteſſo la
tenerezza dell’animo ſuo 8c la paura 8t la puſillanimita veggendo vi
ſi hauere compagni di grande affare comel'ono i re, 6t non impren
da ſeguendo loro a laſciarſi trasportare oltre il conueneuole da ſimi
li paſsioni. Ma Ariſtotele accioche altri non credeſſ’e per l’autorita
di Platone, che ſi foſſe meſſo a fare vna arte ſcriuendo dell’artificio
delle tragedie, che foſîe nociua alla cittadinanza 8t contaminaſſei
buoni coſtumi ripruoua con poche parole quello che dice Platone
affermando che la tragedia opera dirittamente il contrario cio è che
con l'eſſempio ſuo, 8t con la ſpeſſa rappreſentatione fa i veditori di
viſi magnanimi, di pauroſi ſicuri, 81 di compaſsioneuoliſeueri auez
zandoſi per la continua vſanza delle coſe degnedi miſericordia , di
paura ,& di viſta ad eſſere ne miſericordioſi, ne pauroſi, ne vili ingui
ſa che la tragedia con le predette paſsio ni ſpavento, ,8t miſericordia
purga 8c ſcaccia dal tu WC degli huomini quelle predette medeſime
paſsloni. Hora per fare-intendere chiaramente quello che Ariſtotele
perauentura ha voluto dire, 81 lo dice alquantooſcuramente, 8K apc:
na l’accen na ſi perche come èſlato detto piu volte le coſe ripofle in
queſto libro ſono brieui memorie per ſcruire a libro piu largo,ſi per
che non t'oleua apertamente biaſimare l'opinione del ſuo maeſſro
Platone eſſendo forſe ritenuto da certa rinerenza, èda ſapere che ſi
comeii vinn puro di certa quantita non eſſendouidentro meſcola
to gocciolo d'acqua ha piu vigore 8: ſpirito che non ha altrettanto
vino d’altrettanra bonta,nel quale ſia meſcolata molta acqua, 8t per
cio ſoperchi l’altro in quantita. Percioclie per la’nfuſione della co
pia dell’ acqua di viene acq uidoſo 8: perde ogni vigore 8( ſpirito,clie
haueua prima. Et ſi come l’amore e molto maggiore 6: piu feruen
te de padri Verſoi figliuoli, & n’hanno piu cura quando n'hanno
ochi cio e‘ tre o due o vno che ſe n'han no aſſai come cento o mila
e, o piu, coſi la conzpaſsione & lo ſpauento degli liuorr-iniriuolgen
doſi intorno a pochi caſi compaſsioneuoli,& ſpauenteuoli ſono piu
vigoroſi in loro, 81 piu gli commuouono che non fan no quando ſi
ſpargono in piu auenimentidegni di nuſericoriîsia 6t di paura. Adun
que
l
3).
que fa tragedia che r inappreſë nta ſimili attioiii & cele fa vedere & va"
dire moltopiv ſpeſſo che non vdiremmo ne vedreian ſenza lei,e c
giore che l‘a' compaſsione, & lo ſpavento ſi diminuiſcain noi contre
nendocicompartire l' affetto di queſte paſsioni in tanto diverſe at
ti‘o ni. ll che piu ſenſibilmente conoſciamo per prvoua nella morta
lita peſtilentioſa nel principio della quale quando comincia no a mo
rire tre o-quattro perſone ci ſentiamo commuovere da miſericordia,
6: da ſp.iuento,mapoi che ne veggiamo morire le cëtenaia 8t le mi—
gliaia ceſſa in noi il cómouimento della miſericordia 8t dello ſpauen
to;Conoſciam0~a nchora queſto per pruoua nelle pericoloſe ſcherañ
miigge , nelle *quali la prima volta iſoldati novelliſono ſpaventati
dal rimbombo degli ſcliioppi,& degliarchibvgi, 8t hanno cópaſsi'ine
gra ndi-'sima de fcditi,& de morti, ma poiche piu volte viſo no tornati
{ſanno-ſicuri & ſenza eſſere ſtimolati molto da miſericordia veggo
no da vanti agliocchi ſuoi fedirſip morirſi i còpagnid equali—ragio
ni peraventura,qiiantu nque ſteno molto vigoroſe,non ſono da tan
to che per loro ſidebba annullare la leggedeldiuieto della tragedia
eſſendo eſſe dirizzaie al troue che nel ſeg no,nel q nale riguardo Plata
ne con quel ſuo (liuieto- Et acCioche appena chiaramente la coſa ſtai'
‘coſi è da ſapere che ci ſano le perſo ne,le quali patiſcono.l`attioni ſpa
tienteuoli & CO-ilÎPaſSÌ'Oſiquh,&Ci ſono l'atrio ni predette. Le perſo—
ne ſono di due maniere cio è ſorti , & timidi, 8t l'attioni parimente di
due maniere cioe‘ rade oſpeſſe,& l'v ne 81 l’altre ſero ndo la divertita
delìe maniereopera no divertita d’effetto. Percioclie ſe le perſone
che patiſcono ſono forti 8t ſofferenti opera noró i'eſſempioſuo for
tezza & ſofferenza negli animi deglialtri,& ne ſca-;ciano lo ſpaven
to 81 la mi‘ei icordia,ma ie ſe perioneſono ſimldt& tnferme có l'eſ
fempio loro accreſcono lo fpauento 8t la compaſsione ne Vcditon 6t
gli confermano nella loro paura & debilezza d'animo- ll cries’è ve
` duro in coloro, a quali fu rivelata per benignita divina la luce del
l" euangelio concioſia coſa che in quelle co n.rade doue ſi videro
alcuni co r gagl'rirdo & ſicuro animo ſoſtenere il martirio molti s’in
corarono aſi reſi pareſſempio ſuo a ſoſtenerlo cófermezza d'animo,
ma in quelle contrade doue iprimi chiamati a rendere teſtimonia n
Za della verita ſt lmarrirono per l' aſptezza de [Ormerti , 8: rine
garo Chriſto ſono ſtati di grande ſca ndalo agli alti-icon l'eſſempio
ſoro,& ſono ſtati cagione che gli altri ſimilmente ”abbiano rincgato
'Chriſbo pur per paura de tormen; i.Parimenteſel’attioni ſpaventeuo
li'öt càpaſsionevoliſorio rade piu cómvovono a ſpa uento,&a com
paſtionqma ſe ſono [PeſſenÎçno çómuovono,& con la loi 0 ſpeſſez
› za Palo
66 '
la paiono put-gare lo ſpavento & la compaſsione de cuorîde mortali,
6: cio auiene per due ragio ni,dellt quali l’vna e‘, che veggendo noi
molte diſauenture auenirc, & m'u na toccare a noi apoco apoco ci fi
'curiamo, 8: ci facciamo a credere che dio fi come ci lia guardati piu
volteperlo paſſato coſi ſia anchora per guardarci per l’auenire. L'al
tra èche quelle diſauenture lequali auengono ſpelTo,& a molti non
ci paiono tanto ſpauenteuoli,& per conſeguente non ci paiono tan
to cópaſsiOneuolianchora che folîsimo certi che toccaſſono a noi poi
che Veggiamo che non riſparmiano tanti altri , Bacio ſi vedeauenire
negli cſſempi dati della mortalita pefiilëzíoſa, & nelle ſclieramuggie
pericoloſe de noſtri tempi-Platone adunque quädo veto la tragedia
come induttricc di ſpa-mento# di compaſsione la veto per cagione
dell' eſſempio delle perſone ſtimate da molto,il quale nuoce alſai ab
popolo moſtrando eſſe vilta d' animo in ſupportare l'auerſita. La
qualcoſa è vera ſe c‘ veroclie nella tragedia come preſuppone Plata '
ne s' introducono ſempre ſimiliperlone. Male ragioni imagi nate
danoi per prouar quello che dice Ariſtotele ſimplicemwte, non
abbattono la ra ione di Platone quantunque fivcrifichino nella ſpeí
ſezza delle aucrhtaſhppreſſo è daſapere che la moltitudine de figliuo
11' cegli fa parere men cari non perche i figliuolio moltiopoclu non'
ci fieno vgualmente figliuoli, 8c vgualmente congiunti, ma perche
quanto alcunacoſa è meno delle coſe piacentí tantoa proportione
ci è piu cara ſt come li puo vedere nell’oro che ſe altri n'haueſſe aſſai
non farebbe quella ſtima fecondo proportíone dell'aſſai, che fa del
poco.Et l’eſſempio dato del vino puro & non meſcolato con acqua,
& meſcolato non è a tempo.Ma conueniua dire che altri fa piu ſtima
d’vn flaſco di buon vino nó n'hauendo piu,& piu lo cura che non fa.
di molte bottiapropprtione hauendo molte botti piene di quel mede
ſimo vino facendolo la copia men prezioſo-Cócíolia coſa che i figliuo
li molti come dicëmo fieno nó meno figliuoli che i'pochçatnö meno
uri figliuoli,&parimëteleauerſita molte nó ſono meno auerſita che
poche,& nó meno pure auerfita--rò J“- Waçu r AM” -iñ 413 n’nçm 'lui-;Bic
Wçſte vocixozu 15(- éá‘öv vagliono quäto valeuano tutte quelle x0
’îs ‘más- r M39- &c. ne ſono poſte ſe nó per ripetere pienamëte quelle,
Lequali parole poſſonoliauere due intelletti l’v no de quali liabbiamo
ia detto cioè che la tragedia ſia attio ne tli coloro che rappreſentano
ſaper-ata mëte per particelle di ciaſcuna delle ſpetie ſupplédo ñ A57! .‘
”yfl'm cioe‘ delparlare diletteuole. Mal'altro intelletto,che apprOuia
mo lì perche leparole piu pianamente vino ordinate ſi perche nó fa
al: S il dl bi'
di biſog no ſupplire coſa ninna a ſpetie,è the fi dica che la tragedia è
[ttiOl‘lt’tll ciaſcuna delle ſpetie dl coloro che rappreſentano ſepera
tamente per particelle intendendo periſpetie de rappreſentatOri, par
latori, ballatori,cantori, & ſonatori. Adunque dichiara Ariſtorele
quello che haueua detto che ciaſcuna ſpecie de rappreſentatori per* '
particelle raſſomiglia l’attio ne diuidendo gli in due ſpetie ſole , cio è
in vna riponendo coloro che raſſomigliano con parole, 8c nell’al
tra coloro, che raſſomigliano col ballo col canto 81 col ſuono,li—
quali anchoratlie ſieno diuerſi tra ſe come ltabbiamo veduto di ſo
pra non di meno ſono da riporre in vna ſperie ſola de ralſomiglian
ti perche in vn tempo medeſimo elſercirauano il loro meſliere in
certe particelle della tragedia ceſſa ndo in quel tempo i ſauellatori
fi come dall’altra parte celſauano qua ndoi taueliarori faceua no le
parti ſue- Et nota che ſotto la voce ad” ſi comprende il ballo, il
canto, è'l ſuono quantunque fieno eſſercitn difiinti, 6: fatti da per
ſone diſtinte ſi perche ſi ſanno in vn tempo medeſimo , & paionoin
guiſa congiu nti che l'v no non‘ ſi poſſa cſſercitare ſe nZa l'altro,ſi per o
che ninno di loro appertiene al poera.Laonde anchOra per l’auenire
gli comprendera tutti ſotto vn nome ſolo “Homliah
'n PART l CEL LA S ECON DA. E'miö ”fáflomr'mmñflg di)
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ì 91 ?Fidulullflg *mi-Hera; 7110p ”faſi-Tav, al: ora-ln” Moris :ius E… ”mi ro
,, 1b ièos, mit 1A} ”Aim-,413194 *nd-rue» ”ù *ai: ”Paí-u iam ”W Ulaſſd’ nm, ”'1
,, num ari-ria J‘do ”Sp flfàÈtov Fava!, J‘iámar, ”l‘a 3305 ”ù agi-rà voti-ius ”ù Wyxávoudl,
,a ”à &Mi-”790211561 mir-ru. 't'si 5 'fils all'0 Mafie!” E (Mes uſura:. M7” ”70” *raiſ
,, m, Tzu‘- driver,… -ró'p Wayne-'tro', KO”, ut" 5 muori: nm, ?un nali?” ”ls ”fai-r:
,, Tufflífl‘la’mlav iv 70‘015 Aiyogflsînrd‘andovci 'rl ilmçalllural7vduáu,a‘va7c
z, iui o?” ”fit-is mero-Mrs flip! ìtm‘iÈ, ma‘ ìmraffls {gli i -rçqgáſſla, wii-m J"îsiv.
,, ”7605, leo-,1924 Alè:: ma J‘tàvoiaflsù 3+”, ”ù (Amami-x. oi: u‘u rif ”tuorli-Tau J‘v'o
,, Elf” lslv,i.‘›.r fllflouîledfl, ci? armi-m rçi'x. ”ù mag-ì mö‘w eian. Wii-rai: ai!
,, ai” olix ihllyotñlñmSp, és émîr xixlumu ‘mis tiá‘tdi ”il 3+” {7La 7b näv, ”il i503
,, ”ù ”3907, ffiÃlÈllflçda gia”, ”ù J‘advomádau’ws. -
C O N T E N E N Z A. Come fienoſei parti di qualita della trage—
dia & quali, 6t a qual maniera di raſſomiglianZa pertenga ciaſcuna.
`delle ſei parti. e
,, V V L G A R l ZZ A M E N TO. Hora perche (Perſone) operano.
,, do fanno la raſſomiglianZa di neceſsita primieramente tara vna paró,
[nella ._`
67
ticella della tragedia l’ornamento della viſta. Poi l'opera della i'm-lor“
dia, 81 la faut-lla. Percioclie conqueſte coſe fan no la raſſomiglian- “q
, za. Et dico fam-lla la compoſitione ſteffa de verſi miſurati, 81 opera “
di melodia quelloplie hala forza ſua paleſea tutti. Et perche èraſ- “ -
ſomiglianza d'attio ne, 8t è fatta per aſcu ni, che operano, liq uali è di “
neceisita che habbiano alcune qualita ſecondoil coſſume,& ſecondo “
la ſententia, percioclie per queſti (co fifatti) diciamd l'attioni di cer’- “
tequalita,ſono naturalmente due cagioni, percliel’attioni ſieno di “
certe qualita la ſententia, e'l coſtnme- Et ſecondo vqueſte tutti li“
. huomini ſoiio ſelici,oinſ`elici- Hora dell’attione la ſauola è ra o- “
miglianza , percioclie dico ſauola queſta , che è compoſitionedelle “
facende, ei coſtumi (q neſſi) ſecondo i quali‘ gli operatori diciamo eſ- “
ſere dicerta qualita. Et la ſente ntia (conſiſterein quelle coſe) nelle “
quili iſauellatori dimoſtrano coſa particolare, o anchora proſeri- “
ſcono ſententia Vniuerſale. Adüque di neceſsita ſono ſei partid'ogni "
tragedia, ſecondo ſe quali la tragedia e‘ di certe qualita. Et ſono ue— "
ſte Favola, Coſtumi, öl Fauella,.& Sententia,&Viſta,& opera di e- “
lodia percioclie ſono due parti CONCHE raſſomigliano , 8t vna “
Come‘ raſſomigliano & tre CVſ raſiomigliano. Et oltre a queſte niu- “
na (ci) lia. Non pochi adu nq ue hanno adoperata queſteſpetie d’eſ— “
ſe ( tragedie) accioclie dica coſi. Perciochela uiſta comprende il tut “
’to, e’l coſtume, & la ſauola, 8: la ſauella, 8: la ſententia ſimilmente. “
S P O S l T l O N E. Trapaſſa Ariſtotele dalla diſfinitioue della
tragedia a trouare le parti di qualita d’elſa tragedia, le quali ſono ſei
Viſta clie contiene in ſe le perſone gli habiii e i palco. Melodia che
contiene in ſe baſſo, canto 6c ſuo nO, Fauella, Coſtume, Sentcntia, CB
& Favola- Lequali ſei parti di qualita ſi poſſono riducere a due capi.
L'Vno de qnali ſi puo nomu-e capo inter no & l’altro capo foreſtíea
r0. ll capo interno e' imaginetiole ci'o è lia per ſoggetto le coſe ſotto
oſ’te all’imagi natiua, e’l capo ſorefliero è vdcuole, 6t vedeuole, cio è
Ea per ſogge; to le coieſottopoſte alla Veduta, & all’ vdita. Hora ſoc
to il c ;po interno ſi ripone la f .uola, le quale percioclie è rappreſen
tatio ne d’attione liuma na ſi tira ſeco di neceſsita il coſtume-,Bi la ſen
[entia ſcoprendo” ſa bonta, &la maluagita nel fare l’attione per gli
coſtumi, 8: per la ſententia degli huomini. Perche tre parti di quali
u cio c", t`auoìa,cuſtunie, 8: ſententia ſicontengono nel capo inter:
no o imagineuvie. H: :ra pei-clic da coſtumi buoni o rei, 5c dalla ſen
tentia ſi HCO” , :toi-Q coſt.; 0 che_ fannoì’attione cio è ia ſauoia eſſe:~
”buoni
` o regia ah‘e-..ciítfllu l'ai
` * aio nc ſecondo
ſi' ii deſìde:
g iu :oro
‘ o tra,
co n-q_
i]
,l
l

tra il qual deſiderioè informato da eoſtu mi, 8t dalla ſententia ſi rico


naſcono eſſere felici,o infelici,cioèſi riconoſcono eſſere buo ni co
loro ne quali operando eſsiſi ſcopronoi buoni coflumi &la buona ~
ſententia, 8t coloro eſſere rei ne quali operando cſsi ſi ſcoprono i
coſtumi rei, 6t la ſententia rea, 6: felicicoloro , ſecondo il deſiderio
de qualil'attioneiia il ſine , & infelici coloro contra il deſiderio de
qualil'attione ha il fine, poſſono i buoni eſſere felici o infelici, 8t p.1
rimentei rei felici, o infelici. Et coſi procede la bonta 8t la maluagíc
;a da coſtumi, 6t dalla ſententia degli opera nti,&la feliciga,& la’nſe
licita dalla ſauola 8t dal deſiderio informato da coflumi, 8: dalla ſen
tentia degli operanti. Se adunque ci e‘ rappreſentato vnbuono che
operîdo ſia ſeliceſenriamo v n piacere tacitamente naſcere innoi che
ci ſa lieti & per riſpetto di noi,& per riſpetto del buo no felice.Percio
che in noi naſce vna ſperanza, che per eſſere noi ſimili a lui, o non
~molto diſsimíli in bonta ſiamo altreſi per ottenere ſimile ſelicita, 6:
naſce anclioravna voglia di rale rarci con lui della ſua felicita per `
far gli a ſapere che godiamo che liabbia adempiutoil ſuo deſiderio.
'Ma ſe ci èrappreſentato vn buono clieſia i nſelice ſentiamo tacita më
'je vn diſpiacere naſccrcin noi, 8: perriſpetto di noi, 8t per riſpetto
'del buono ſiiſelice,clie ci contriſta.perci0che ſiamo ſiimolati da ſpa
.iiento veggendo che i buoni non ſono riſparmiati nel male,clie il ſi
mile non auen ga a noi,o ancliora pe io, poi che non ſiamo buoni
come lui,& ſiamo ſlimolati da cóp'aſsio ne,cl1e liabbiamo dilui,clie ſia
caduto in inſelicita indegna delle ſue vinti-Hora dall'altra parte ſe ci
"i
è' preſentato v n reo, ch: peruenga a quello che deſidera ſi genera in
noivno diſpiacere 8t perriſpetto noſtro,& perriſpetto ſuo percioclie
eno sdeggno ci afflige veggëdo che altrigoda quädo dourebbe tri bo
Iare,&v na inuidia verſo il reo felice per o bene clie ſia ſenza ſuo ine
;jto. Ma ſe ci e‘ rap preſe ntato il reo infelice ſigenera in noiv n piace
re & per riſpetto di noi 8t per riſpetto del reo, percioclie ci ralegria
mo perla ſicurta. che non auerra a noi ſimiſe auerſita nen eſſendo ſi
fnili a lui in maluagita,& ci ralegriamo che l’occhio della giuſiitia veg
a le ſue male operationi 8t conla'nſelicita le pu niſca. Ma perche dal
fa’nſelicita del buono,& dalla felicita del reo ci ſentiamo pungere da
diſpiacere come ſiabbiamo detto,potrebbe alcuno dire,adunq ue non
è vero clic la poeſia diletti ſempreſecondo che di' ſopra s'è preſuppo
flo per eoſavera oalineno che la tragedia in parte non ſia per queſta
:agio nepoeſia,poi clie nó diletta in queſii due caſuHora e da riſpon
deradie quantñque ſia diſpiacere quello cſieſentiamo per lo male del
buono.
, ñ 68“
buono,& per lo bene del reo,non dimeno nö dceefl'ere conſiderato
comediſhiaCt-re,ma piu tofio è da eſſere giudicato piacere, poiche
quel diſpiat ere è congiunto con v_n piacere clie l'addolciſce , & cel
rende diletteuolemercioche con quel diſpiacere ci riconoſciamo eſſe
re buoni canciolia coſa che ci conti-iſiia mo del male del buo n0,& del
benetlel i'eo,& ci paia d’eſſei e giuſti.Onde odiamo per* quel diſpia
cere della riconoſcenza della noſtra gruſtimdl che èdlletto gra ndjſ.
ſimo & vera cc. Et t^mo balli hauerdetto tlc] capo-interno.l~lora paſt
ſiamo a ſauellare del capo ſoreſtiero,clie liabbiamo detio ellere dop
io cio èVedeu0le,& vdeuolezlico che il vedeuole contiene in ſe il
allo,& l'oroameiito della villa, & che l'vdeuole cantiene iii ſe la fa.
Iiella,il canto,e'l ſuono Ma del ball0,del canto,& del ſuono, liquali
Ariſtocel-.comprende ſotto nome di melodia non dice che coſa ii ſie
no fi come non diCe che coſa ſia l'ornainento della Vlſta,ſi perche mi
pertengono all' arte del poeta, ſi perche la l0ro forza e‘ manifeſta a
tuiiv. Ma hauentlo detto clic coſa ſia ſauella,cliecoſa fia ſauola,& cnc
coſa lia coſtume , 8t ſententia concliiude che la villa ſola , che ſono
come dice-nino, le perſone con gli liabiti 8c col palco ſi dee attribui
re al moda) rappreſentatiuo,c`;ie egli noinim és cro e‘ C O M E, 8:
che la melodia che ſono il ballOil ca ſito e’l ſuono ſi dee attribuii e in
[ierpeCOnla ſauella al lo [tormento rappreſentatiuo clie egli appel—
la oi; cio e'CUNCHE, & la fauola, e’l coliume,& la ſenteuiia ii deo
no alla mate: ia rappreſentativa artribuire , che egli chiama SZ cio è
C VL il q ualeattribuimento no'poſsiamo approuai'e in og ni cola,Per
:int lie ci cóuieneattrihuirela fauella al modo rappreſeiitaiiuo cioe‘ rà
és ſe u’atti ibuiamo la viſta cioè le perſonegli liabiti col palco,oci_to~
uiene attribuire la v.ſta allo (tormento rappreſentaiiuo cio e": oi: ſe
noi u'atmbuiamo la ſauella.c00cioſia coſa che di necelsita li debba
ſare quella ragione cleli'vna coi a che del’altra rappiclcmádcſi ugual
mente le COſCLOſÎ cole ſi come ſi rappreſentano parole co parole. ll
che nó autene nel l’epopea,doue có le parole ſi rappreſentano coſe,&
parole,ſi come col ballo ſi rappreſenta no coſe 6a parole# pai inem
[e col ſuono & col cät0.Adüque nó lia dubbio che lc: parole apperteno
gono allo ſtormento mi con diuerſo modo che non u’appertt-n.
go no nella tragedia cancioſu coſa che u'appartengono ncll’epopea
.narratiuame nte,& có forza di rappreſentarecoſe,& di rappreſentare
aroleobliehe o diritte ſimilitudinarie, ma le parole nella iragedia
.ſap pei-tengo no rappreſe ntatiuaméte, c6 ſom di rappreſentare pa
role ſole diritie pure-,Brno coſefinóparole Obi-clicofiini-itudinarie ſç
., non
. ..4m

non per accidente cOme fu detto di ſopra. Adunq ue Ariſtotele pofla


la diffinitlone della tragedia raccolta dalle coſe ſparſamente dette
:dietro hora trapaſſa ad inuefligarele p arti della qualita della ’trage
dia, le quali di nomi na, ſpetie di tragedia raccoglie ndole dalla diffi
nitione. Et prima truoua quella parte che egli appella 5+” cio è viſta
ſottoil quale nome come e‘ fiato detto, ſi comprendono le perſone
in atto co ngli habiti,& con l’apparecchio del palco, lequall ſono tut
te coſe viſibili, & con la quale parte d’ice pocoappreſſo che ſi raſſo
miglia 6: cio è COME, & è quella parte che conſtituiſce il modo
rappreſentativo, di cui s’è :allungo ragionato di ſopra, 8t perloqua
le ſi diſtingue la tragedia,& la comedia dall’epopea, 6c dalla dithiram
bica. Hora in tr0uare quella parte vſa queſta via, nella diſfinitione
s’ è detto che la tragedia è raſſomiglia nza d’attio ne ‘di rappreſenta
tori, che operino, & non che narri no adu nque ſeguita di neceſsita
che ci lie no le perſone, gli habi i e’l palco, & ogni coſa conueneuoo
le al rappreſentamento, lequali coſe ſono oggetto dell'occhio &per
che ſono oggetto dell’ occhio ragioneuolmente lono appellate da
lui 3+” cio è viſta. Appreſſo Paſſa Ariſtotele a trouare due altre parti:
di qualita che ſono ”uom-’la ”ü Alè‘: cioè melodia , 8t ſauella racco
gliendole pure dalla diffinitione della tragedia di ſopra poſta, nella
quale ſi diſſe, che la tragedia era raſſomiglianza che ſi ſaceuaiá‘umhç
ao‘yç cio c‘come egli interpretò con ragione o cOn iſtormento diſtins
to in ballo, in ſuono, in canto, 8: in verſo, che ſono coſe compreſe
ſotto quelle parole Altra) iiJ‘uó'flívov ”fiv Ao’yov ”Bol Îwvmfludyàv ”sù «Pau/av x]
dm:. Hora comprende ſotto queſta voce ”Wwf-:il ballo,ilcanto,e'[
ſu0n0,& di chiarandola dice che chiama ”Mou-m"… quello che ha la “un
forza paleſe a tutti 8L dee ſi leggere azz-dv, 8c non ”ëd-:v volendo egli
dire che nonne ſono da ſar molte parole poiche ognuno conoſceil
ſuo valore, 81 quello che è, 8: come per queſta maniera di ſtormcnti
& per queſta parte di qualita ſi diſtingue la tragedia dall’epopea. Dt
ce anchora quello che egliintende per ME” cio c` per fauella, accio:
che altri non intendeſſe della ſauella della proſa cio è che egli inten:
de del componimento de verſi fatti con miſura debita. Hora rcſta no
tre parti di qualita della tragedia da trouare, lequali ſono le coſele
quali ſi raſſomigliano, 6: ſono la ſauola,i coſtumi, 8( la ſententia, le
quali cominciando Ariſtotele da coſtumi truoua per queſta via. E fla
to detto nella diſfinitione della tragedia, che la tragedia è raſſomí
lia nza d'attione, ma artione non e attione ſe non è fatta da perſo
ne chela facciano(percioche intendimento d'A rifiotele è di parlare
d’attione
69
d’attìone human: ) ma ſe ci ſono perſone chela ſanno ſeguita che ci
treno icoflumi, 8: la ſententia,concioſia coſa che tuttii ſacitorid'at
tioni fieno coſtumati, 8t faccia loro biſogno di ſentemía. Le quali
due coſecoſtumi, & ſententia eſſendo ne‘ facitori, 6t trapaſſando da
loro nell’atrioní, 8c accompaf na ndole operano che l’attioni ſi do
ma ”da no eſſere altreſi di cota e qualita ſi come informate-8: prodot
te da quelle.Laonde poiche non ſi poſſono trouare perſone ſacien
ti,che non fieno eoſtumate, 8! non habbiano ſentenza ſe uita che
non ſi poſſa raſſomigliare attione che ſia bene ordinata cñe non fi -
raſſomiglino anchora i coſtumi, 8: la ſententia, che ſono qualita com
pagne, & cagioni dell'attioni.Vltimamente ci è la fauola da raſſomia
liare che nonè altro che l'attione, della quale pure s’èfatta mentío
ne nella diffi nitione della tragedia , intendendo per atrione vna
compoſitione di coſe poſsibili ad auenire, perlaquale altri è reputa
to felice 0 infelice ſecondo che auiene ſecondo o contra il deſiderio
ſuo.Hora ſi puo anclxora dire che Ariſtotele truoui 8K raccoglia le ſei
parti di qualita della tragedia per vn altra via che fia coſiſarta. Nel
rappreſentare alcuna attione conuiene che vi fieno le perſone che la
rappreſentino con gli habiti & col palco, 81 cio ſOnO la parte di qua
lita chiamata ornamentotli viſta, 8c perche delleperſonealcune rap
preſentano con ballo,alcu ne con canto,& altre con ſuono,& alcune
altre con ſauellaſi cogliono due altre partidi qualita,l’vna che ſi do
máda melodia contenente in ſe ballo,ca nt0,& ſuono,& l'altra che lì ,
chiama ſauella, 8c appreſſo perche ſauellando , & operando altri ſi
ſcopro no i coſtumi,ſeguita che ci fia la quarta parte anchora di qua
lira nominata coſtumi. Et perche principalmente con la ſauella li di
moſtra la ſententia dell'animo dell'operante di neceſsita appare che
ci ſia anclxora la quinta parte di qualita, che è la ſententia, la quale
ſententia dimcſtra maſsimameme la felicitao la’nſelicita dell'atrio
ne. Senza. la quale attione ſ1 come parte ſullantieuole non puo eſſe
re tragedigadunque ci èanclmra la ſefla parte di qualita che è l'atrio
ncclle fauola s'appella. îv mln” 7a}- mmfimu n’a‘- fammi”. lntende Ari
ſtotele della melodia, 8: della ſauclla lrauendo 81 qgeſte due ſole per
iflormento, 8a volendo che ſl compre ndano ſotto 075,8: non gia l’or
namento della víſta,il quale vuole egli che ſia del mod0,& che con
ſtituiſcaás comein quel’czmedeſima particella egli dichiara. Auì yz}
,.9va xs‘a -rùs nyc-?Zan Wella voce ”drop puo ripetere glilruomini faci
tori coſtumati, 8: ſentcntioſi per dir colì 8( e‘il ſentimento che l’atrio
nifatte dagli huomini di quelle qualita ſono hauendo riguardo ad
' ' T elſe di
1,‘

eſſe di quelle medeſime qualita,&chiameraſsi vm attiene oſauola eſi


ſere coſtumata, o ſententioſa quando le perſone ſcoprono pit—nz
mente i loro coſtumí _& la loro ſementia.Et puo anchora ripetere i
a@ rà Privo-ap Et èil ſentimento che non ſolamente per gli coſtumi,
6( perla ſententia ſi dicono gli huomi ni eſſere dicotale qualita,ma~ per
quelle coſc,& ltauendo riguardo a quffle coſe ſidicono anchor-a l’at
tioni eſſere di corali qualita. níçvxep cnr-Na ”Sp ”photo Fiv-u Heſton-j
in@ è da leggere J‘lmota, St non Pri-’mp douendo eſſcre primo caſo
' come è «Trac, Hora l'attioni degli huon‘im’ procedono da due cagio—
ni clir ſono coſtumiflx* ſententia,ma q ue poeti liquali fa nno le ”age
die ſenza coſtumi a: ſenza ſententia non raſſomuglia no bene attione ~
huma na, nell’operatione della quale ſi ſcoprono ſempreicoſtumi,&
laſcntcntia bcnthc alcuna Volta piu 6t alcuna Volta meno ràan 7an
‘ras @fuma-m xò &mn-3x0'qu mſm:. Nó è da intendere,nc'ſi dee intcn
dereumì mſm del coſtume 8: della ſententia, percioche non ſarebbe
ſcritto wántdiſeſſo feminile eſſendo i9@- di neutro. Ne e‘ Veroche
gli huomini fieno miſeri o ſeliciper gli coſtumi o per la,ſ`ententie ſe
condo Ariſtotele, ma ſi deei ”tendere dell'attioni per le quali-altri è
miſero o felice ſecondo che hanno fine contra o ſecondoil ſuo d’eſt
deri0.Et queſto c‘dettopergiunta eſſendöſi fatta mentione d’attiv
' /ni 8t per paſſare a parlare d'eſſe attiOni, che è la ſauola à ſ'vltimz
partedi qualita della tragedia. La quale vltima parte reſtaul da tr0ua
. re volendo moſtrare che queſta miſeria o felicita çhe ccnſiſte nel—
l’at tio ni immane è ſtata cagloneſoìa ſi come vltimo ſine 'dell'huomo
che ſi pre ndu l’atto ne da raſſomigliare permettere ſpavento o ſicur
ta o compaſsionep altrecoſiſatte paſs-ioni neglianimi degli aſcolta.
,tori, o de veditori, ;5-5 è… Ffìgtſdſ; M905 @imc-is. Qieſte pa'role ſono
da ſporre coſi E bltrE‘allc cinque-parti predette diqualita dellarva
gedIaJa ſeſta,la quale èla Favola, che è :aſſomigli-anta dell’artíonc.
Ma prrclie egli è ſtato detto che ſimilmentela tragedia è raffomiglir
inza dell’attione parrebbe cheſeguiſſe, c he la ſauola poiche èraſſomi
a nza d’attioye ſoffi: la tragediime foſſe differenza tra l'vna & l'altra.
Ma c‘ da dire che la d'ffercnza u’e‘ gra nde,percioche la tragedia qua n
ru-,que ſia raſſomigliann d’attione comprende non dimeno aſſai
piu cnc non comprende la ſauola, conciofia coſa chela tragedia ſia
rafiomiglia nza materialefiormentale per fiuella,& peſ- opera di me
lodta,modaleeofluma~le,& ſentendonaleJa doue lafauola non è raſ
ſomtgiianza ſe non‘ma teriale--Adu nque la tragedia per mazo della
feuola c‘ raſſomigliamjell’attionc, 6: uſſomigli-”123 materiale, in
v* * quanto
7.o
qua nto la materia m3 eſce fuori dell'attiune percioclie èanchora rat"
ſomiglianza materiale per cagione del coſtume, 8t della ſententía
PerclieAriſtotele dichiarando quello che voleva dire per queſte paro
le ſoggiug ”mira za} ave” 7?… ila‘- tu'veim r ”famoſi-op. Percio che dico
?nella faunla,della quale io parlo eſſere la cópoſitio ne delle coſa-rità
ai uff Minds'iix5.è ſenza dubbio da leggere m‘è. Aiaíroiav '9",íi a'dois aim
, mi Ermá‘axviím'rij iframe-worm ?ida-p. Perche Ariſtotele parla in quee
ſto volumetto piu volte della ſententia,& dice varie coſe ci pare ben
ſatto raccoglierle tutte qui inſieme accioche invno sguardo ſi poſſa
vedere-quello,che rie dice,& perche ſi poſſa anchora intendere piena
memecioè
“ſcivola netireremo alcune
ſententiaſi,o cöcluſioni che
penſameptofi opereran
quella no cio-perla
i nventione, AdUnq ve
quale
manifeſtata c6 parole ſi pruoua ‘che alcuna coſa ſia o nö ſia o ſi profe
ta alcuna ſententiavniuerſalmëte os'accreſce o ſidiminuiſce alcuna
coſa, o ſi muovono gli affetti come miſericordia o sdegno o ſimili.
Delle quali coſein queſto libro nö ſi danno inſegnameiiti,percioche
quella parte è ſtata inſ nata nelibriritorici,& principalmente pertie
`ne alla ritorica,& acce oríamente pertiene alla poetica.` Egli è vero
che i poeti a ntichi non vſavano queſta inuentione di ſententia coſi ſia
'toricamenoe come fanno i moderni, ma'ſi contentaua no d’vna in
ventio ne cittadineſca 8: atta a cadere nella mente d’vno conmune
cittadino nö aſſottigliato negli ſtvdi di ritorica, ma ſolamëte eſperto
e“, ‘nelle facende della citta. Nella quale .ſententia ſi ſcoprono i coſtumi
i—n vrna niera che perlei maſsimamëte ſi riconoſce l'atrio ne eſſere buo
na 81 rea 8t pare eſſa eſſere cagione di corale attiene. Hora qveſta ſen
tentia e vna delle ſei parti di qualita della tragedia, 8c coſi come le
cinque altreparti ſono come ſpetie di tragedie, 8t non ſono vera
mente ſpetic,coſi queſta è come ſpetie poi che puo diſcorrere per tut
to il corpo della tragedia e'l pare Occupare tutto. Et le s’atſegnail
terzo luogo aſſegnandoſi il primo alla favola, e’l ſecondo a coſtv—
mi,concioſia coſa clie in aſſegnare la ſententia alla perſona parlan
teſi cövenga. riguardare comein cole precedentialla favola,& aco
ſtumi-della perſona introdotta a fauellare, ne le fa biſo no di fa.
nella molto ornata aſcioclie altri non riguardi piu nella éuella che
nella ſententia , &ella perda la ſua dignita , percio the ſe la ſen
tentia eda piu che la* fauella dobbiamo ordinare le coſe in modo
che la fauella non appaia eſſere di piu chela ſententia. Hora queſto
è quello che dice Ariſtozele della ſententia ben che al quanto piu
ſtrettamente , _8c quindi primieramente raccogliamo Vna concl uſio
ſione che la ſententia della quale parla qu’ÈAiiſtotele perſtielne
oa
e
ſolamente a quella parte d’ inuentìone,clie èſoggetto al parlare pro
uatore 8: non a quella inuentione che è ſaggetto al parlare narra
tore. Et queſto diciamo perche alcimi credono che ſi parli qui ge
neralmente d’ogni ſententia che puo eſ’ſëre paleſata con parole,ch
la quale parla Hermogene nelle ſue i dee, & la domanda non Miei-cp,
maine-ap. 8t per conſîguente puo eſſere ſo ettoa qualunque parla
re o ſia prouatore, o ta narratore, concio ia coſa che ſe Ariſtotele
inte ndcſſedellaſententía , che è ſoggetto di qualunque parlare non
haurebbe diſtinta la fauola dalla ſententia , la qual favola maſsima
mente nell’epopea e‘ ſoggetto del parlare,ne ſi puo comprendere per
altra via che per parlare. Sono adun ue dueinufntioni, che ſi paleſa.
no con parole l’vna delle quali è la Ìuola cio è la co nſtitutione del
l'attione memoreuole la quale nell’ opea ſi paleſa con parole ſole.
Come [a partita d' Enea appreſſo Vir ilio di Cicilia dopo la morte
d’A nchiſa, &la fortuna checon la per ita d' alcuna naue il riſoſpin:
ſe al lito di Barberia volendo egli andare in Italia, l’altra è quella,per
la quale altripruoua' alcuna coſa o ripruoua o l’accreſce, o la dimi
nuiſce, 0‘ muoue'le paſsioní, la qualeſi paleſa con parole coſi nell-"e
popea come nella tragedia, comeèpogniamo la deglianza d’ Enea
trouanteſî nella ſopradetta fortuna, nella quale dimoſtra‘ quanto gli
ſia graue il morire‘in acqua doue il ſuo valore non gli è di pro niuno
Hora io dico che la’nuentione della ſauola: maſsimamente ſi paleſa
con parole nell'epopea, percio‘che nella tragedia la viſta ſupplil‘ce
molte coſe, le quali non è neceſsita a narrare, per la uale ſenza pa
role ſico rende la conffitutione della fauola. Poi alle coſe dette
da Ariſtote e‘ raccogliamo vn’altra concluſione, che la’nuentione
della ſententia, della quale parliamo pertiene principalmente all’ar
te ritorica &acceſſoriamenfe all'arte poetica. Et la ragionedi cio è
euiclente, concio ſiacoſa che la'nuentio ne della conſtitutione della
fauola perte nga principalmente all’arte poetica poichec‘ ſua propria,
e: er riempiere eſſa fauola ſi prendela’nuentionedella ſententia ac
cet oria mente, la quale pertiene principalmente alla ritorica eſſeri
do eſſa la ſuſtantia,& l'anima di tutta la ritorica- Egli èvero che la'n
uentio ne della ſententia, la quale ſimplieemente ſi chiama nella rito
rica, inuentione è Rata dirizzata come ſono; anchora ſtate dirizzate
tutte le altre parti della ritorica da maeſtri di q'uëlla ante, alle tre ma
niere generali giudiciale, deliberatiua, 81 lodatiuain quanto s’eſſercí
ta no in publico in preſenza de giudici, o del ſenato, o dei popolo, e:
Benin quanto gli liuomini parlano, 0 con ſeco ſteſsip con perſone
' priuate,
. , 7!
'nate, oſi dogliom, o priegano, o eonſortano, o ſpantntano , 0t
anno ſimili coſe. Perche non ſi puo dire veramente che hauendo
riſpetto all’arte di ritorica ſcritta in fino a qui da Ariſtotele , o da al—
__'. truiſi ſia trattata nell’arte della ritorica uantotoccaalla poeſia eſa
ſendo quellapiu magnifica,& queſta piu lumile, 8t di diuerſa natu
ra. Ma ſi puo dire che in certo modo ne ſia (lato trattato, percioche
perle coſe inſegnate in quella poſsiamo prendere inſe namenti, come
ci dobbiamo portare in queſta meno ma nifica , dic le s’auide Cice
rone nel libro del dicitore quando diſſe otto la perſona d’ Antonio
coſi. Hoc dico ne qua ſit admiratio, ſi tot, ta ntarumt'zue rerum nulla
à me praçcepta ponuntur, ſic fiatuo vc in ceteris artibus , eum tradita
ſunt,cuiuſque artis diſfieilima, reliqua quia aut faciliora , auc ſimilia
ſunt, tradi non neceſſe eſſe, vc in pidura, &c. Et perauentura Ariſto
tele non intende coſa diuerſa da quella che intende Cicerone, qua n
do dice che i poeti antichi introduceuano le perſone a ſauellare piu
cittadineſcamente, cioe‘ che i poeti antichi non vſauanola ſententia
. in poeſia comevſanoidicitori nelle loro dicerie fatte in publico. ll
o cheèvitio veggendo noi che gli huomini parlano altramente ne ra—
* Igionamenti priuati , E: altramente ne publici. Perche raccogliamo
anchOra vna altra concluſione dalle parole pofle da AriſlOtcle, che
?uantunque la’ nuentione dellla ſententia che pertiene alla poeſia
ia Rata trattata.nella ritorica, o di la ſi poſſa apprendere, non di me
no conuiene vſarla piu flrettamente, 6t meno magnificamente che
non a’vſa da dicitori, 81 l’ vſo ſuo dee eſſere piu ſimile all’vſo cittadi
'neſco che all’vſo ricorico, 6t coſifa due vſi della ſententia nella poca
fia, l'vno cittadineſco &lodato, l’altro ritorico. & non coſi lodato,
Laonde Quintiliano rimuoue dalla ſchiera de poeti Lucano non per
altro ſe non perche vſa la ſententia ritoricamente dicendo. Lucano:
arde ns, & concitatus, &ſententh‘s clariſsimus, 8t vt dicam quod ſen
tio magis oratoribus quam poetis an numera ndus, ben che attribui
ſca a lode queſto vſo ad Euripide contradicendo a ſe fieſſo & dice n
do d’Euri ide quelle parole. Nanque is &in ſermone (quodipſum
reprehendlmt, quibus grauitas, 81 cothurnus, & ſonus Sophoclis vi:
detur eſſe ſublimior ) magia accedi’t oratorio generi,& ſententijgden
ſus, 8t in i'js quae àſapientibus tradita ſunt, pene'ipſis par, 81 in di
cendo ac reſpondendo cuilibet eorñ ui fuerunt in foro diſerti com:
parandus. Hora a me pare che non oſſe maleſe ſi faceſſero tre vſi
della ſententia,Vno de quali conueniſſe alla poeſia, 8c ſpecialmente
alla tragedia, il quale ſi domandaſſe cittadine-'ſco quale Ariſto‘tlele
z ice
1-‘

-dice eſſer-ettaro adoperato da poeti a ntíc’liî, & v n'a'ltro the contie


niſſe alle dicerie,il quale ſi doma ndaſſe ritorico,clie A riflotele' diceeſ
ſere ſtato adoperato anchora da poeti moderni@ per lo quale Win
tiliano rimuoue dalla ſchiera de poeti Lucano, 8t ne doueuaanchora
rimuouere Euripide, 8t vn terzo co nueneuole alla Philoſophia che ì
fiato bè’neſpeſſo adoperato da Euripide, &in cio egli nó è punto da
co mendare. A ppreſſo dalle parole d’A riſtotele ſi coglie vn’altra c6—
cluſione,clie lamareria oínuentio nedel la ſententia è in poeſia didue
maniere, la doue nella ritorica non èſe non vna principalmente,per:
clOChein poeſia co nſiſte,& maſsimamente in tragediain dimoſtrare
che alcuna coſa. particolareè o non è, o ètale, 0 non e‘ caleſico’
me ſi fa nella ritorica nelle cauſe riſtrettea tempi, a luoghi 8: a pera
ſone certe le quali ſi chiamano &moi-ſes ma conſiſte anchora in dimo
ſtrare alcuna coſa vniuerſale,il che nó ſi fa nella ritorica principalmen
'te,& quando ſi fa ſi ſa per dimoſtrarealcuna coſa particolare, percio
che come dice Aintiliano. ln omni autem (cauſſa‘) ſpeciali Vtiq; in
eſt generalis vt qu: ſit prior- Et nella tragedia fi fa principalmente
per dimoſtrare alcuna coſa vniuerſalealcuna volta dalle perſone ſin:
golari,ma perlo piu dal clint-0,8: quindi auiene che le tragedie ſo no
ripiene di molte ſententie vniuerſali. Et che la materia della’nuentioc
ne della ſententia del choro doueſſe o poteſſe eſſere vniuerſale s'auig
` de ancliora Horatio quando diſſe. llle bouisſ’aueat öt cöcilietur ami
cis. Et regatiratos,& amet peccare timentes. llle dapes laudet menſç
breuis,illeſalubrem luſtiti'am, legescj;, 8( apertís otia portis, llle tegat
commiſſa, deosq; precetur 8( oret , ` Vt redeat miſeris abeat fortuna
ſuperbis. Oltre all e predetteconcluſioni ne raccoglieremo vna altra
che nella materia, o nella'nuentione della ſententia ſideono ſcopri
re_i coſtumidi colui che ragiona- Et è coſa ragioneuole clio icoſtuc
mi ſiſcoprano ſi per altro, ſi maſsimamente per la ſententi'a,concio~
ſia coſa che dell’abondanza del Cuore fauelli la lingua, 8: che la lin
guauada aldente, che duole. Perla qual coſa Ariſtotele nella ritorica
vuole che il ſauellatore ſi prenda guardia di non iſcoPrire nelle ſue
dicerie altro che coſtumi buoni ſapendo che è coſa naturale ne fauel
làtOſÎ,Chc i coſtumi ſi ſcoprano tali, quali viſi truouano ſe -non vi
fi prende guardia acciocheperauentura egli non ſia reputato huomo
reo, & per conſeguente ſciemi la fede al ſuo ſermone.Adu nque il co
ſtume, & la ſententia (Ono due cagioni', per le quali l'attion’i ſono ta—
li', cio è il coſtume, che procede dalla ſauola, 8c ſi ſcopre nel ſare,e’l
coſtume che procede dalla ſenteutia 6t ſi ſcopre in elſa ſono cagiqní
. c ie
7²"
ehe l'attioni ſono tali cio è riconoſciute per tdi, &per procedentida
perſona rea o buona attribuendoſi la qualita della perſona, la quale_
fi ric0nof'ce da 8c
coſiumi all’attioni.
nelle qualiLaondeanchora
vi’naſsima’mente dal coſtume al‘
cune tragedie, epopee, ſignoreggiaìnd.
& appaiono i coſtumi piu che altra parte ſono domandare coſtuma
le. A nchora ſi coglie vna altra concluſione che il poeta tragico non
puo di ſuaperſona vſare la ſententia nOn ragionando egli mai, quam
eunque i comiCi latini habhia no trouate le perſone de prolaglii ſotto
le quali parlano eſsi di ſe ſteſsi, 8t delle ſue coſe, 81 ſieno ſtati ſeguiti
da alcuni tragici moderni nó auedendoſi,che quella ragione, la qua
le Vieta il parlar loro, il vieta ancliora altrui perloro , diche ſi ſauel‘
la a pieno al ſuo luogo, Ma il poeta epopeo , il quale narra di ſua,
perſona pare potere yſare la ſententia ſi in ſauellare di ſe & delle ſue
coſe, come delle perſone 8: delle coſe, delle quali ſcriue 8: coſi ha n
no fatto molti. Ma perche Homero non ha mai fatto motto niuno
di ſe, ne delleſue coſe ſe in cio vide quello che vide nell’ altre coſe
` pertinenti a poeſia, 81 a poeta , non ſi potranno lodare que potti-n
epopei li quali han no ragionato di ſe fleſsi o delle ſue coſe o in pria
eipio oin mezzodoinfine delle loro opere. Di che s'auide anchora.
Dante poiciic hauendo nomato ſe per nome ſi ſcuſa d'hauerlo fatto
per neceſsita quandodiſſe. Dante per che Virgilio ſene vada Non
piangere a nclio, non piangere anchora Che pianger tico nuien per
altra ſpada, (Luſi ammiragſio che in poppa 8: in prora Viene a vc
derlagente che miniſira ſ’ergl'falti leg ni, 8: a ben fargli’iicora,ñln›ſì: .
la ſponda del carro ſiniſtro, O`uando mi voſſi al ſuon del nome mio,
che di neceſsita qui ſi rigiſtra Vidi la do n na, Sic. Ne ſi- poſſono lo
dare altreſi ſe ragionano di ſua perſona delle coſe, o delle perſone,
che ſono ſoggetto della loro narratione non come narratori maco-i _
me paſSionati biaſimandogli, o commendantlogli, o giudicandogſí ~
quando lo fan no Oltre a q‘ue termini de quali tips-.rla aI-ſuo liñooo
ſeruati diligentemente da Homere- Et in queſta concluſione e" moi
to differente ſa ſententia della poeſia dalla'nuentione ritorica non
potendo il poeta ragionare diſc 8t delle ſue roſe ne poco; ne moſto* -
ſecondol' eſſempio
ſono ſoggetto d-lſa 4'
ſuaHornet o, ne di
narratione delle
ſua perſone
perſonaodelle
come coſe, che`
paſSionii-v
to ſe non poco 8t in certi Hifi-.La doue il Faueſlatore ritorico puo ras
gionare di ſl-,öt dell‘: ſue coſe,& della perſbnaaltrugë( delle Coſe qt-á’
do 8c quanto gli piace (enza bittſiiiio pui'clic cio ſia di pro alla cauſa.
e l . _ *-
, `
_ . .i ñ.
. AiſíſìOſäI
o.
A ncliora raccoglieremo vn-altra eöcluſione che eoſi come con la*n
uentiOne ri torica ſi fa n no tre coſe,ſi ſcoprono i coſtumi del fauella
tore, ſi mu0uono lepaſsioni, 6t fi pruoua,coſi medeſimamente con
la'nuentione della ſententiaſi fa nno queſte tre coſe, ma molto piu
largamente nella ſententia s’attende aſcoprirei coſtumi, 8t a muo—
uerc le paſsioni, &ſpetialmente compaſsiOne, 81 ſpauento che non
ſi ſa nella ritorica,percioclie le perſone parlanti ſono (bmolate dalle
paſsioni piu fieramente, & poſte in termini di caſi piu pericoloſi,ſclie
non ſono i ſauellatori auoeati, Et meno largamente nella ſententi'a
s’attende a prouare, che non ſi fa nella ritorica, percioclie la ſotti
gliezza del trouamento delle pruoue non conuiene ad ogni perſona,
ma conuiene ſolamente a quelle, le quali ne ſanno l'arte,_oſonoloia
ci, o pliiloſoplianti. Et que poeti, che hanno vſata l'iſquiſita inuen
tione della ſententia comeſi fa quella della ritOrica non ſono da lo
dare come è ſtato detto. Et perche nella ritorica non ſl mette prima.
mano alle pruove ſe non fi truoua lo ſtato della coſa che ſi dee pro—
euare, clie puo eſſerel’v no de tre, ſe ſia, che ſia, quale ſia, medeſima
mente nella'nuentione della ſententia ſi truoua prima lo ſtaro della
coſa clic le pru0ue.accioclie altri ſappia quali pruouç debba adopera
re, percioclie perlepru0ue ſi dimoſtra che alcuna coſa e‘, o non e‘, o
vero poſto che ſia clie èla corale 0 clic non è la corale, o vero oſto
clie éla corale, che è coſi fatta o non coſi fatta. Et perche per imo
flrare chela coſa ſia coſi ſatta,o non coſi fatta ſa biſogno d'amplifi—
catiotii & di diminuitioni Ariſtotele‘fa ſpecialmente mentione del
' l'accreſcere & del diminuire,neapertamente nomina altroclie loſta
to clie la coſa ſia o non ſia. Oltre a cio raceoglicremovm altra con
cluſione, che la ſe ntentía nella tragediatiene il terzo luogo tenendo
il primo la ſauola e'l ſecondo il coſtume, e’l quarto la fauella, 8t la
-ragione perche ciaſcuna di queſte parti tenga coſi fatto luogo ſidira
al ſuo luogo,mala’nuentione nella ritorica tiene ilprimo luogo,pen
CÌOÎÌlle le pruoue quiui ſono principaliper ca ione delle quali per ſar
le piu valide 81 per ſarle meglio vedere acceſgſoria mente ſi muouono
le paſsioniöc ſi ſcoprono icoſtumi del dicitore,& s’vſa la fauella.Vl~
timamente ſi raccoglie queſta concluſione che-con lo ſplendore del
la ſauella non ſi dee oſcurare la luce della ſententia.ll qual conſiglio
ci puo perauentura eſſere ſtato donato da Ariſtotele perCio, che ſe i
ſenſi della ſententia deono eſſere commu ni,popolari,& cittadi neſclii,
&conuenienti alla perſona clie s’introduce a ſauellare , la fauella
nOn dee eſſere in guiſa luminoſa, & figurata che trapaſsi long-;3510
I
della perſona commune; & cittadina parlante, o pure perche dee eſi
ſere firmato vitio c lle la faut-lla ſia in guiſa Vaga,clieal tri riguardi piu
—-—-ñ in ammirar lei. che in conſiderare ilſentimento eſſendoſi trOuata la
ſmella perlo ſentimento, & non ilñſe ntimento per la' ſauella, diclie
Qintilia no dice coſi,ſed tuenit plerunque Vt hac diligentia detenor
‘fiat “orario. Primum quia ſunt optima minime accerlna, 8: lim lici
bus atq; ab ipl‘a veritate prof-:dis lìmilia.Nam illa, quae curam aten
tur, 81- fida atq; eompoſita‘videri etiam volunt, nec gratiam conſe
quu ntur, & fidemamittunt propter idquod ſenſuaobumbranr,& ve
lut [arto graminc ſata ſh‘a ngulant- _Nam 6c .quod mike‘ dici poteſt cir
cu mi mus amore verborñ, 8c quod ſatis diótum efl repetimus,8t quod
Vno verbo patet multis oneramus,_& pleraq: ſignificare melius pura
mus quam dicere. Anal-ouin in ho” Air-”1” Ballardini”. A ntliora the ſi
dica [implicemente chela ſententia conſiſta nella’nuentionedi quel
le pruoue, perle quali gli huominj dimoſtrano alcuna coſa nondi
menoſi conuiene intendere che ſidica chelconſiſta in quelle pruo
uc per le quali gli 11 uomini dimoſtrano che alcuna .coſa ſia o nó fia.
o vero pollo che fia. che coſa ſia, oche coſa non ſia,0yerp come fia
ſatta,o come nó ſia fatta ſecondo che la'nuentione delle pruoue nel
la ritorica medeſimamcnte :indirizza all'v na di quelle tre q uitt oui,
Se alcuna coſa lia,o ſe non ſia, che _coſa fia, o che non ſia, .quale co
ſa ſia o quale non ſia. Le quali altrimenti fidomandano quiflioni di
eo ngic ttura, di diffinitione, & di qualita. ”ù kappa mm 7M!. ,Per
le parole polle altrouequando A riſtotel: parla della (entcmiaappa
ſe che quelle ſi deono inhtrndere della quiſlionesov niuerſale, che ſi do
manda alt-s, 8: chele proſsime paſſate ſi dcono intendere ,della qui-`
(lione particolare che [i doma nda 6716M” , Bi' quelle ſpetialmeltte fi
Verv ficano ne ragionamenti del choro comeì ſtato detto-Rialza- of” mi*
m *ric-reflue:. hora dice ”aid-is *ig-704‘!” cio è d’og ni tragedia percioche
— <_.ó-:~ovón—~-—
Ariſtotele di ſotto raccontera elſere quattro ma_niere di tragedie Sim
pliceh Rauiluppata, Ccſtumata 8c Tribolata- ai: ”X0 rif @umili-m J‘u'o
atlgu is‘iv. uüloom‘iz x?) AX” cio è l’opera della melodia,& la fauella ſono
le due parti di qualita della tragedia, con le quali ſi raſſomiglia. ó: :ì
prima” 'lv Mucio c‘la viſta e‘v na parte di qualita, col modo della qua
le li raſſomiglia. i 5 ”marian- 1gi’a,au7905, ;Ta-i, Mim, cio e‘ la ſauola, i co
ſtumi &la ſeutentia ſono tre parti di qualita le qualialtri raſſomiglia.
'00le n”: 0’5- .MA-'701. (Lui dice Ariſtotele che non pochi poeti hanno
vſarc ru'tte quelle ſei parti di qualita di ſopra trouate & dichiarate , le
quali ſòno comeſpctie d'ogni tragedia, 6( due non poc}.i,& non di- _
~. V ce tutti, '
èetuttî, coneîoſia coſa cheí piu de moderni poeti nö faceſſero le eoì
medie coſtu mate come ſi dira poco appreſſo. Hora queſta voce a'er
,non e‘ da congiugnere c0n quellevociíx 3^x'7or, ne da intendere d'eſsi
poeti non eſſendo la voce pOeti in nlun luogo ſi vicino poſta che la
voce oüme gli poſſa ripetere, ma è da rapportare al ſentimento del
piu di quelle voci aſſai vicine mím ”Aroìias d'ogni tragedia diuidem
doAriſtotele, come habbiamo dett0,la rm niera generale della trage
dia in quatro l'petie. Si che la voce oùan verra a dire d’ellè tragedie.
Benche quella voce non lia libera da ſoſpetto d'errore appo me, 8t
forſe era ſcritto min-?po coſa ſimile m luogo d’ümfip. Hara poiche
haueua dettoincidentemente, che quefle ſei parti di qualita ſono co
me ſei ſperie d’ogni tragedia ſi daa prouare, che ciaſcuna delle pre
dette parti ſu ſpetie, 6c non parte. l’crcioche quella parte, che occw
1h il tutto non èparte, ma ſpecie. Adunque ſe la wſta occupa tutta la
'tragedia, & lìdiſtende per tutta lei, e’l ſimile ſanno il coſtume la ſa
uella, la ſauola, la melodia, 8: la ſententia ſeguita che non ſieno par
ti ma ſpetie, 8( nota che ha errore in alcune parole , perciochelì dee
leggere (45005, & non uì‘äop, & AíÈrs & nomiëxſhòl &dual-1,8( non Navma
Et quie‘ vſato MiA-s in luogo di acum-'ì‘.flper voce che ſignifichi quel
lo ſteſſo che ſignifica quella. E anchora da‘ notare che Ariſtotele né
ha ardire d’affermare liberamente che tutto quefle ſei parti di qualita
fieno ſpetie di ciaſ:una-tragedia percioche non e‘ ſempre vero che la
fauella occupi continuamente tutta la tragedia 8: paſsi cótinuamen
te per tutta lei. qucioſifl coſa che atti ſenza ſauella alcuna volta ſi
rappreſenti nel-lora per queſto &’- peraltro ſimile nominò quelle par
ti ſpetie con la correttione di quelle parole J': ámìv come liluole fare
quando ci pare di paſſare parlando il conueneuole. `
',, P ARTlC E L L A T ERZA'Mírs‘opf‘jMTu-lv ig”; r' ”y17510170pr
,, cum. ñ rgargNa ”ln-m': îgväx &Jet-;Wwf Silvia zyaíèmvgàflz'u, uètivd‘auguu’a!
” w) WJÌ-:jflîvllfls›làía`f i íuJ‘aquon'u iv ?litiga îs‘l- là 11‘) TEA@- ”SEM "ns is." i Uli:
,, ’ras, ridi’? UTÙLLSÌI TùLá—Ju,mm'1m5,us1fi tiff!! WPNÈGSJVÌMMU 'É *mu-nov, 07””
n 5'”: *rànan ,ulundovrau nyár'ladiv, ma rà nia duflmçrháflsawufl W -rùs @012115. Se
n ſi -nì ”çéyuxmflsù o‘ ;46m TlM-ſ 7T” *rene-Nus@ 1'005 Aid—.mp aîmívrmv íîllhä-.fl
n nu ”561 ya‘, nçáèws, fix Èv yívom Wuz-Mc. ’évw 'j :Delirio-iron?! al per} -î- v'im f
v ”Msoſhèbas -rçawd‘l'flu édi, MYA”; munlmMoi ”ſO-m. 2m ”À P "api… (ed‘—
” Eu' nſàs mju'rvav Finniſh” 3 ”351 Ùthgrwws ;(719431 …Raoul- i': èíw'ìlá‘”
n ”con HV” i719: i903'. 1;” iui-m' ;TEÈÎÎÎPÎU’QÎS "Ends, ”sù MESSA J‘lavolasgñ ?femme
n “def, u’ mtvr‘aeä il” ms -rçm—QJ‘: afífyovflÀÀà :mò “52^on u 'ffflé‘tzs‘lfou-w'lwu fa
n mmm -r‘çarMu, (Rudaäuſiíw-ifq Wim… ”fumi-rov- ”fòs i'm-ms 11‘: “57151:5035
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4.75.7075 "i m’è-Nm? nu'é’a .uffi- i:: v,ai’7iMç|n{-rm, wqìoç*2.s:1-mau, ‘f
I:: xò oi iyxaçcülu Utilvffifo'nçov J‘u'vam 'fightìjjj ”ii iam” folíeuîaél 'rà 7m?, te
"pa‘ſa run', «Dx, eiovflà ol* ?ni-’1m mmm ffitl‘àv gamma-ehi- ffîp oÎ-fflàoior +17@ Î “A
"ſeu *ris rgawdfztſtsdnqov -ni Kuma-:nina islaj ian *riìs 319m?! èya’ç: ‘
*m imhflaawis ”minus Qxçm’xots XM” Ex il! Jaolſſos ivççáauw, ”it Momod— ‘
la! did”; ’451 un’aria: ”za-ita”, ”è 473 'ratti-rl” MAI” f MAFIÒ'rv-mnflſſwrcfii d‘la'- u
ye… 727°; z 5, 7,‘, A271” J‘duà’fflîvo’m,là -n‘z cëflſr'ſnim,o"7rcçëartî Mira” *ris Uh”
1le5 uè înglUlîs 'ig-,ov is 'u, oi` ”31: ;to &WP—40| mmm-Bs inviando-1115,01" vövëp “
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Flynn: ?Mama-101.173 Z+ſí,+lxa7(.›yfltàv ‘Bic, &vexvn’w *m 5, là :un *Zum 1ſt: “
Umuís, i”) ‘Iísfçl‘rfldtlldj, ”mms ”ù ;im ’#751701', ”ù ;mvlröp islv, in [ci “`
”fx-’7‘“ mg? ráñ'àntp-aaev 1B(- va ii 1-7: dmozoiî} -rſxvu *nia ?mm-res“ ís‘ì. ‘i
LON’I'EA ENZA. Della dig nita di ciaſcuna delle ſei arti di qua
lita della tragedoa,& in qual grado ciaſcuna di loro ſl de ba riporre* ’
V .v L G A K ſ zz AM E N T0. Hora grandiſsima coſa e m que-x “
(le la competitionedèllecoſe.Perciocliela tragedia è la. i'aſſomiglian
La no n d'huo mini,ma
' la miſeria,tócioſia coſad’attioni 8t per8tcóſeguentc
che la felina-1 (la miſeria)della felicita,&dd~
cóſifiain attionc‘, u
k’ſ fine ſia aſcom attione,& nó qualita,ma ſecondo icoſtumi(glilm0 “ ' ,
h inijſo no di certa qualita,ma ſeco ndol’attione ſono felici,o il cótra- “ ñ
lio. _N6 adùq; atelocheraſſomlglino icoflumiintroducono l’auioni, “' ~ l`
ina prendono icoflumi per cagir, ne dell’attioni.8i che le facende &la “
favola ſono il fine della tragedia,ma il fine è coſa tra tutte grandiſsis “
ma-Pertioche ſt nza attione no petra eſſer e tragedia,ma ſenza coſtu “
mi potra elìerecótioſia coſa chele tragedie de'piu de moderni ſieno “ .
ſcoſtunv’axe._l*`t breuemente moltipom ſbnocorali,quale ſu tra pitto “
ri Zeuſsi 'v'ei ſo P0]Îgfl0î0.Peſ(ÌOLNC Poùgnoro ſu buono pittore de “
Coſtumi,& la pittura diZeuſsi nó lzaueua-niuno coflummflnchma ſe “
a'chno poneſſe inſieme per ordine ragionamëti coflumatififauelle, "
R ſententie ben latte non farebbe quell0,ñchec` operadells trgge- “
dia, ma piu collo il ſarebbe lt-vſaſſe queſte coſe con difetto , &ha— “
”eſſe la fauoſa 6: la cenſire-*tiene delle coſe(ben fatte.) Oltre a “
quellecoſe le COſc‘ gl'aſlllſsílPC‘COH le quali ſa tragedia tira a ſe'ëli *‘
huomini ſono le parti della ſemola i'euwtauoni, &let'iccnoſcet;1e. “
Anchor-1 ( ci c‘ qutLo ”igm-ile (In: ((110…th pongono mano “
&poeta-re prima pulcino ;rc-:Lenin ;elia [Clſclſloltc della fauel— "
V a 13,8:
l

n
., la, & de eoſtumi, clie ccnſtituiſcano (bene) le coſe. Comi anchor"
,, ( moſtrano) qnaſitvtti i primi poeti. Adunqveprincipio & come ani
maèla ſavoia della tragedia. Et la ſeconda coſa ſonoieoſtumi.Pee
cieche coſa ſimile auiene anchora nella pittura poiche coſi non dilet
, terebbt alt‘riliauendo diſteſi belliſsimi colori confuſamente (come fa
rebbe) ſe di chiaro 8:_ di ſcer haueſſe figura” .v na imagine. Et è raſa
ſomiglianza d’ attione, & per queſta maſsimamente di coloro che o.;
perano,la teiza coſa-ela ſententía , Ct cio è il poterdire quelle coſe
” che viſono, o cheſarebbe conveneuole che vi foſſero. ll che è opera
de ragionamenti dell’arte cittadineſca o della ritmica Percioclie gli
’ an-~ hiintroduceua no le perſo nea parlar ſecondo la Ciſtailſnefca,
ma i modernile’ntroducono ſecondo la rit0rica. Hora il collante è
” tale, che dimoſtra quale ſia l’attione, nelle coſe nellequali non e‘ ma*
” nifeſto ſe il favellatoreól'elegga, o rifiuti- Laondeei ſonoderagiona
” menti che non hanno coſtume. Et la ſententia èin quelle coſe-,nelle
” quali dimoſtrano alcuna coſa come è,o come non è, ovniverſal-~
” mente ſpengono alcuna coſa,La quartacoſa è; la ſauella deragionz
” menti. Hora dico, come èſtato detto prima,la fauella-eſſerela ſpo
”g ſitiorie cheſì ſa per parole. ll cliene verſi , &Éeſh proſe ha quella
” medeſima foizaJ-Iora oltreall-'altrecinqve co ha l’opera della me
” lodia grandiſsimo diletto, & la viſta, con utto che tiri a ſe gli animi
n non è dell’arte,&apartiio niunoè p ' della poetica. Peſcia
D che la forza della tragedia è _anchora ſenza paſiiire all'atto & ( ſenta )
i* ieontrafacirori. Anc ora èpiv propria l’arte del legnaiuolo perl’ap‘
*i parecchio del- palco, che (l’arte )del poeta. __i
S P O S l Tſ O N E. "ì-Is” Brit-'mi kim-&c; Poiche riſtote ha
trovate le parti della tragedia di Qualita 8t provato che ſono lei bom
inueſtiga la dignìta loro,& in qual grado ſi debba riporre ciaſcuna
diſoro- ’Vuole adunque prima che la favola ſia la partedi ualitz
principale, 81 quella che ſi debba ſtimar piu & da antiporre‘a ltre
per cinque argomenti.Egli èvero che nö parecheco ’ primi-”go
~ menti voglia antiporre ia favola ſe non a coſtumi quaſi non foſſe di
ſputa del primoluogo ſr! non tra qucſte due pa ', 8: che c0 tre aſili
voglia antiporre favola ſe non a coſtouii,alla ſentent‘ 8t alla fa“
nella, quaſi l’opera della melodia 8t della viſta non per eſſe al poe-Î
ta ſi come non pertiene , o non ſempre accompagnaſſe la tragedia
Ma ſi come vedremo de due argomenti primi , ſi come dimoſtrano
ame ndvni la maggiora n2a ſopra i Coſtumi', coſi l’ vno la dimoſtra ſ0"
pra l alti e parti, Sil’ altro ſopra la ſentenda l’opera della melodia,&
_ [av-Ra,
. * *ñ o’ o ' .
5
ſa viſta non che ſopra i coſtumi la ſententia 81 la ſauella. Adunq7ue
il primo argomento per lo quale mette la ſauola inanzi a coſtumi è
tale. (Luc-lla parte che è il fine d’ vna coſac‘ da piu & dee eſſere anti
poſtaalſ’altra parte che non è fine, percioclie da piu èil fine,che non
è la coſa ’perla quale ſi peruiene al fine. Poiche adunque l’atrio ne che
altro che
guita nonlaè‘she la fauola
fauſidla e il fine della
è da antiporre tragedia,
a coſtumi. Ma8tperche
non icoſtumi ſe
altri pote
… dubitare ſe la coſa ſteſſe coſi, cio è ſel’attíone, 6t per conſeguente*
la Fauola ſoſſeilfine della tragedia. 6: non icoſtumi pruoua cio per
due ragioni. Et la prima e‘ che la tragedia Vuole per ſuo natural ter
mine la mutatíone di ſelícita in miſeria o di miſeria in felicita, la qua.
le mutatione non auiene per mezzo de coſtumi, ma per_ mezzo del.
l’attio ne, nella quale attione ſono richiuſi i coſtu mi peraccidenre.Az
dunque la ſauola è il fine della tragedia 6t non i coſtumi' Et la ſecon
da ragione è che niu no poeta in componendo la tragedia prende
l’attio ne per riſpetto de coſtumi, ma dall’altra parte prende i coſtumi
per riſpetto dell’attione & le perſone coſtumate per ſecondare l’at
tione,& per parlar piu chiaramente dico che quel fine d’alcuna coſa
che e‘ piu lontano è da piu che nOn è quel fine che è meno lontano; ,
Adunquela ſauola che è fine piu lontano della tragedia è da piu che
no n ſono icoſtumi,cheſono ſine meno lontano. Hora eliei coſta
mi fieno fine menolontano che nö èla fauola nella tragedia ſi pruo.`_
ua per quello che èdetto, che niun poeta in componendo la trage
dia prende la ſauola, &l’attiOne per riſpetto de coſtumi, ma dall’al
tra parte prende bene i coſtumi fper riſpetto della ſauola. Et ad.“
pormente che queſta ragione con erma che la ſauola non ſia‘ì ſola
mente da eſſere antipoſta a coſtumi, ma a tutte le altre parti ancho
ra, cio è alla ſententia, allafauella ,alla melodia 8c alla viſta, concio
ſia coſa che non ſolamente i coſtumi, ma queſt:- altre parti a nchorz
fieno preſe per cagionedella fauola, 8: non la fauola per cagione di
ninna di loro. Perche appare che la fauola è ilfine della tragedia a;
non i coſtumi. ll ſecondo argomento perlo quale Ariſtotele pruoua‘
chela fauola ſia da ant~ orrea coſtumi ètale. nella parte (ht-lena;
ta via diſtrugge il tutto e da ſtimar piu che non e quella,che leuata via
non diſtrugge il tutto, ſi cOme è da ſtimar piu il capo che l’Vna ma no
percio ;he ſpiccatone il capo, il tutto cio e‘ l'animale huomo e diſtrut,
to 8: non è piu animale,ma ſpiccatanc l’vna mano tl tutto cioè l'ani
male huomo non ècltſtrutto, 81 rimaneanimale,& huomo anchora.
Adunqu ſe ſi truouano tragedie ſenza coſtumi lequalipurc che habè
" ì V 3 biamo
. ñ

. , e . . ‘
liiano la fauola ſono non dimeno tragedier ſe ſitruouano tra-~
gedie ſenza fauola, lequali anchora che habbia n0| coſtuml non
ſono percio tragedie ſeguita che ſia piu da filmare la favola che
non ſono icoſtumi. Hora queſto ſecondo argomento dimoſtra
la maggioranza della fauola non pur ſoprai cofluml miſopl'al‘
ſententia anchora , 6; ſopra l’ opera della "161mila 3‘ ſopra v"
ſta potendo eſſere tragedia non meno ſenzaqutſte ſlk parti, che—
ſenza i coſtumi, ma queflo argomento non dimoſtra la maggiq*
ranza della fauola ſopra la fauella non potendo eſſere tragedlí
mancandoui la lauella ne piu tie meno come ſe vi mancaſſe la fa'
U013- ll terzo argomento è addotto da Ariſtotele a prouare che
la ſfluola è da anirporrea coſ’tumi, alla ſententia, &alla fauella che
ſ0.no le tre parti proprie del poeta , 8t e‘ tale. Pogniamo da vna
parte che vna tragedia hauelſe queſle tre parti perfette coſtnml,
ſententia 6t fauella, 8t men perfetta la favola, &pogniairo dal‘
raltra Parte, che vna riagedia liaueſſe vna facola pei fetta ,8t le
‘ſcſOPradette partlrren perfette, certo li vedrebbe per eſperien
za che ſarebbe piu da lodarela tragedia della favola ſerlcrta, 6c
d“ll’altre Parti imperfette, cl.e quella delle tre altieparti perfette,
a della favola irrperfetta. Ma peiche ſi conoſca piu chiaramente
la forza diqcrflo argomento temo diciamo coſi Quella parte è da
Piu dell’altie parti, che eſſendo eſſa perfetta opera che le’mpei fet
tionidell’alcre parti ſono meno biaſimexfloli, ma la perfettione del—
la fauola rende le’mperfetrioni delle altre Paſſi mcnbiaſimeuolí
che non fa la Pcrfcſtloneflclſaltl't' parti la' nipclſcſſlomf della.
iauola adunque la fauola e` da antiporre a ccſti mi' aſententia, 8:
a fare-lla. Ei perche quello mt‘tltllſſo alztrſçblìc‘ ſe Vila tragedia.
liñutſſe non pur le tre parti Perleltt: ma anchora inſieme le
due rimanenti cio è la melodia, 8c la viſta, 81 laſauola men perfet
ta, .8t dall’altra parte le cinque rr-en perfette 8t la favola perfetta.~
Ò ſimilmente coſa manifeſla che la fauola per quello argomento
&da intlſ-Oſſſr a tutte le parti. ll quarto argo mento per prouare
la maggioranza ddla fauola ſopra l'altre partie' è totale. Quel—
la parte che lia inſe poſe, che piu tirino a ſe glianimi tlc-teſſere
antipcſta a uelle parti che non hanno in ſe coſetantoattratiue;
adunqL-e la ‘fauola che ha in ſe la mutatione 6t la ric0noſceiiza,
che ſono due cole molto piu attrattive, che non t‘ niuna conte*
ali-ta ne coflumi, ntlla ſententia, &_ſtc1la fauella dec tlſere fanſlF o
Ãaa loro
fia a loro, Mapei-queſto argomento non dee gia la fauola eſſ -
n-—-_:-
a
re antipoſia alla melodia o alla viſta dicendo poco appreſſo Ari
floreleclie la melodia oltre all’ altre cinque parti perge diletto, 8t
|
che la viſta tira a ſe gli a nimi- ll quinto argomento per lo quale ſi ſo
pra pone la fauola alla fauella 8c a coſtuml è coſifatto., Wndo al—
trid'a prima impara vn’arte prima impara a far bene lecoie ageuoii
a farſi, &di minor dignita, &poi le piu malageuoli 81 di maggior
dignita- Adu nque la fauola, che dal poeta ſi come coſa piu difficile
a; Pindeona ſi compone bene piu tardi, che non ſi fa perfetta la fa”
nella, e'l’coſtumc, ſi come coſe piu ageuoli, 6t meno degne,è da anf
tiporrealoro. Et perche ſi dee far quella ragione di tuttiipoeti
per riſpetto deſecoli conſiderati inſieme che ſi a d’Vno ſolo ſepera—
to per ri ſpetto deſſ’eta ſi vede ancliora che i poeti che furono nel pri
mo ſecolo quaſi all hora primieramenteimparaſl’ero l’ arte del ſare
tragedia fecero beiiela fauella, ei coſtumi , 8: quelli, che ſega-iro
no nel ſecolo appreſſo fecero bene lajfauoia quaſi ſi foſſoro meſsi ad
imparare poi la coſa piu difficile- ll quale argomento non meno
pruoua chela fauola ſia da mettete auanti alla fauella & a coſtu—
~—_ñó-—ñ nñ—vr—v mi clie alla ſententia, ma nongia alla melodia o alla uiſta le quali
ſono arti per ſe &ſe erate, 8t I'eruenti per accidente alla tragedia.
Ma ſe alcuno nega e che la fauola foſſe da piu, che l‘altre partidel.
1a tragedia potrebbe peraueniura riſpondere agli argomenti d’ A»
- riſtotele con non molta fatica dícmdo prima che le cinque par»
ti coſtumi,ſententia, faut-lla, opera di melodia, &Viſt-a ſono coſe
che ſono ſtate trouate, & eſſercitate in altro che in tragedia, 6:
prima che foſſe trouata la tragedia concioſia coſa chela fauella s’ v
ſaſſe in publica, 6: in Priuato, & ſi coltiuaſſe per Ottenere quello
eſteſi deſideraua da gli altri huomini, 8c per diletto ſuo, o d’ altrui
un:

a‘.-- anticamente ſi baſtaſſe, fi cantaſÎe , & ſi ſu naſſe, 61 s'eſſercitaſſe l'ar
te del legniuolo in vſo commune de glihuowmi, eipliiloſophi ha.
ueſſono inſegnati i coſtum: ei ritorici la ſementia prima che foſſe
{tata trouata la tragedia. Perche non c‘ da marauigliarſi ſeiprimi
potti tragici, o anchora alCun poeta imparante a farle tragedie
ſapeſlono o ſapeſſe ottimamente queſte coſe prima che compone-ſa,
ſono o ' omponeſſe bene la fauol -,.Ia quale non er.. ſtata prima trio
y..r.—-’s-ñ -
uata,o al meno adoperata# racconcia nella gu ſa ci‘ie ſi conueniua
alla tragedia Non fuſo-O adu nque- p=ima rendute perfette le altre
partì, che lafauola pe. che foſſeio piu ageuoh, o meno degne, nl”
. P .l LI le

‘l
`

perche erano flate prima meſſc in opera in ſare altro che tra eclíej,r
ſi miſono di tempo in tempo,& tuttauia ſi mettono. Apprel 0 ſecou
do Ariſtotele medeſi mo non ſeguita che perchev na parte tiri a ſe piu
gli animi o gli diletti ſn etia ndio da [Elmar piu .81 da entiporre-all al
tre, ma ſi richiedeanchora che l'operanteviduri fatica ma giore ln
ſare quella parte. che non ſa nellealtremoiglu: non _Vuolec ie la me:
lodia qua ntu nque lenza contatto niuno (laſornita di piu diletto,clae
tutte l'altre parti,& I: Vlſta quantunq; tiri a ſe glianimi ſicno oamen
dune o l’v na di loro da antiporre alla ſauola; a coflumi, alla ſenten
tia 6c alla fauella percioche il poeta non viduraſatim come fa nelle
tre predette parti. Laonde non baſh the Ariſtotele dica che la fluo
la tiri a ſe glianimí con la mutatione &con la riconoſcenza, piu che
non ſan no icoſtumi, la ſententia,& la fauella con quelle coſt-che
hanno eſſe in ſe per dimoſtnre che fia da' antiporre a loro ſe non fi
pruoua anchora che il poeta duri piu fatica nel comporrela Fauola,
che nel Fare le altre parti. Senza che ſono molti atempi noſtri, 81 ne
ſo no fiati molti a tempipaſſatiffihe niegano …che la fauola tiri piu l'a
nimo hu ma no a ſe che alcu ne altre parti. Perche di quelli corali al
cuni rogiionoche il dilettoprincipale naſcente dalla poeſia non ſia
prodotto altro ndexhe dalla fauella , .& altri , che proceda da coſtu
mi,& altri oltre a tuttelecoſe‘ammirano la ſententia. Diche al pre
ſentealcro non dico- Anchora non‘ſeguitache con tutto che alcu
na parte dea piu perfettione al tutto ~o ſia. di piu eſſenria della coſa.
o piu finale che l"altre parti, ſi debba mettere auamia loro ſe non ſi
inoltra che vi concorrela maggiore fatica 8t i nduſtria anello” nel
facitore. ll che non `lia-fatto Ariſtotele nella ſcuola , concioſia coſa
che gli argomenti fatti da lui potrebbono hauere luogo nel ditermi
narc la maggioranza delle parti dell’opere formate dalla natura ma
per ditermr nare cio nelle parti dell'opera artificiali ſi conſidera ſola.
mentc la fatica & la'nduítría mag-giore, _fi come ſi puo vedere chi-1
ra mente la pruoufl nell' opere dell'arte della pittura, 38! dell'eſt:: del:
[a poeſiz doue nell'v ne cio è nell’opere dell'arte della pittura l’hiſto:
ria o vero favola nOn èdi níum ſtima,& nell'altre cioè in quelle del
l'arte della poeſia e‘dí t:. nta ſtima che Ariſtotele l'a ntípone a tutte le
altre parti. ll che no” procede da altro che d-l".l fatica ingcîfnoſa
maggiore o minore che ſt ſpende in diuerſe arti inſvna tn_ cfima
parte. Laonde Lezn Battiſta Alberti Fiorentino ſoleua direchej con
flu mi erano la princiral par te nella pittura' perçíoçhe ſi richieden
maggior fatica 6‘ ‘ittduſtriîag rappreſentargli che a ſare altro. i)?
'WTO-P1‘
vçaroá‘la niflndſs içiv .indugi-Tor” &c ſormaAriſtotele il primo ar
omento per trouare che la fa uola ſidee antiporre a coſtumi dalſi ne
della rragediajl quale e‘ l’atrio ne & non icoſtumi.Dice adunque che
ſela tragedia iiaucſſe per finei coſtumiſarcbbe ſtato poſto nella diffi
nitione , che la tragedia foſſe raſſon’a’ lia nza degli liuomini, 6t non
delle attioni,ma è ſtato poſto che èra omiglianza dell'attioni,adunr
Bue l'attione è il fine. Main quanto dice che non è raſſomiglianza
egli huomini intendi coſtumati,ne princi almentc,ne per ſuoſine.
Percioche acceſſoriamente la tragediaè ra omiglianza degli l1u0mi
mini ccſtumati per accompagnare conueneuolmente l'atiione- Na
molto monta ſecondo me che ſi legga piu toſto ”uſim che ”faſi-ati,
percicolie quantunqenella diſſinitioneſia nelnumero del meno 1mi
çcas,& che la tragedia richiegga elie l"attione ſia.vna ſola,non dimeno
l’v na ſola attione ſi conſtituiſce di piu altrcattioni ſi comezvn corpo
ì"-’~
ñ’—
{i co nſtituiſce di piu membra Laonde dice Ariſtotele 733 ”Jeeg iii-a di.
’diſp -röp Tifa mex-reputi ai'ou ”i {Malawi-:s xi wá‘aimvi'at. Conferma l’argo
mento gia ſaato in quanto lia preſuppoſto che l'attione ſia il fine
della tragedia,o la felicita ola miſeria,la quale ſelicitap miſeria non
'ir-i x‘ congiurita co coſtumi,neoperata daloro,ma è con iunta con l'at
'ë-È‘É
ſi
Α
ti'o ne della tragedia,& prodotta da quella , adu nque il fine della tra:
edia è l’attione ſk non i coſtumi. Per clie _chiaramente appare che
* non è da leggermi aſi-,ma ai M ma poſto clieſi.legga gli è da ſporre
della vira felice o miſera ſi come neſanno fede le uoci ſeguenti i)
îoJ‘aiflou'as ai Mminoiſas.Lequali ſono aggiunte per interpretatione
.à _. di‘ ;(01581 ſorſe ſarebbe da leggere its-‘i e'ou xsà Eſiffiſflfl@ 'sù mááiyovgñ.
Ea: ”ù ;cifzòó’mmw'a ii ”dia îsl, quiſenza ſallo manca ”ù Marcianiſe‘ cioè
la ſeliciſafiz la miſeria è congiunta con l’attione. ”ù 151MB- rif-&Ei; fl':
Fflíëuì isipffi’mio'fls. N on poſſono eſſereicoſtumi il fine della tragedia oi
che il fi ne della tra edia èattione ſicome e‘ -ſtaio detto,& non qualita
a ncliora clie non egui rebbe di neeeſsita poſto che il fine della ira
gedia foſſequalita che icoſtumi ſ0ſi`ero il ſine ſi come dall'altra parte
ſeguita di neceſsita dicendoſi il fine non èquaiita,adu nque i coſtumi
i quali ſono vna ſpetie di qualita non ſono il fine. Et queſte parole
ſono dette per dichiarare piu la confermatio ne del primo argomen
to, 8( per dimoſtrare che‘ monta aſſai che il fine della tragedia ſia atrio
neo-qualita, perciocheſe il fine i‘: attione fagli liuomini ſelici,o miſe
ri ſecondo ehel’attione auiene ſecondo & cótra il deſiderio loro.Mz
*'c

t-:t-
[a uali'ta cioei coſtum'anon fanno gli liuomini felici o miſerí,ma
vùzuofip vitioſip d’alire ſimili qualita acoſtuini, ch; ſonoin loroillî
- qua

*ſi".
ñ .s.

uali c'oìl'e nella tragedia non ſiconliderauo principalmente, ne ſu


e,ne per fine proſsimo o ultimo della tragedia. Ne giu dico io chez'in
tenda perfltä—Èiçogniattioneſimplicen Ztl-,ma quella attione che reclii
a colui,acui auiene,o ſelicita,o miſeria tale, 8t tanta che meriti d’eſ—
ſere ricordata in hilloria cioè cóprcſa in fauola- Hora qui parer p0
trebbe Ariſtoteledire coſa cötraria a quella che diſſe di ſopraJ’ercio
che diſſe di ſopra la- ſauola eſſere qualita o-parto di qualita della tra
edia.& qui diceche è attione 8:* la ripone ii -ríi vara-,oç-'qr’í UltTot cio
c nel predicamento del fare per ſeperar la &- diuider la da coſtumi,l|'
qualiripone :winx-,uffa 'l'll mi? cio è nel predieamento della qualita.
Mac‘ da dire che non parla hora coſa,- contraria aquella , che prima.
habbiadetto,liauendo egli riguardo , quando chiama la lauola qua.
lita oparte di qualita ad vna coſa , & ad vn altra quando lachiams
ettione,concioſla coſa clie non ſia da dubitare che la ſauola confide
rata in ſe non ſia attione,& che non ſia da riporre nel predicamen
todel fare-,8t che parimente i cofiumi conſiderati in ſe non fieno
qualita ſenza riguardare ad v-na- terza coſa come riguarda no alla
pragcdia,&-coſi tra loro ſono lontani , & da ordinare… diuerſi pre
predicamenrí, & producono effetti diuerſi facendo l'vna miſero o
felice l’huomo,& gli altri altro-Ma conſiderando la ſauola,ei cofluzñ
mi come parti di tragedia poi che conuiene che nella tra edi: fieno
come patti,di quantita,o di qualita s'è detto che l’vna 81. glialtri ſono
parti di qualita-dt nondi quantita occupandoeſſa &eſsi tutta la tra
nglaJllxxuf a“”os rèíau,&c-Queſta è la ſeconda conſermatione del pri-
m0 argomento inquanto s’c‘detto,che l’attione èil fine della trage
dia,& non icoflumi percio che ſe i coſtumi foſſero-il fine della trage
dia l’attioni li prenderebbono per cagione de coſtumi, maiooſtumi ſi
pre ndo no percagione dell’attioni adunq; l’attioni ſono il fine ö! n5
i-coſtumi.Et ſono da ſporre quelle parole coſi. int-up vir-{flora cio è i
poetinon compongono la ſauolgol'attioni per rappreſentarei co
fiumi ma adoperano i coſtumi per; accompagnarel attioni. Si che
”0111M- in queſto luogo ſignifica miu-n rip ate-y. Hora non monta po
co chei coſtumi fieno preliper cagione della fauola,&- ſieno acceſſo
ri,o che la ſauola ſia preſa per cagione de coſtumi,&ſia acceſſoria per
cio chelela fauola òilfine della tragedia , &per conſeguente d’og ni
mani era di' poema,conci0ſiac0ſa che la fauola tenga quel medeſimo
luogo in qualunque altro- poema che tie ne nella tragedia,cio e il fi
nale,& non ſiafcoſa acceſſoria a-aoſlumi, mafflerlo contrario icollu
miuon tengono il luogo finaleötſono coſa-accelſoria alla fauola ſe
Evita.
78
'guita che molti autori di gran grido di lettere deglíantieiii & demo:
demi, traquali e` anchora Giulio Ceſare dalla Scala o Scaligero liabf
bia no graue’mente errato li qualivogliono che l'intentione de buoni
poeticome d'Homcro,& di Virgilio nelle l0ro piu famoſe opere,qua
li ſo nol‘lliada, 81 l’Odiſſea ,à l’Eneida,ſia ſtata di dipingere 8c di dio
m0flrare al m0 ndo pogniamo ſv n capita no edeg nato nella piu ec
eellente ma niera che ſia poſsibile,o vn valoroſo co nduttierep ”n .ſa
uio 'huomofl la natura loro , & ſimili ciancie,concio ſia coſa che ſe
queſto ſoſſeveroi-coflumi’ no nſarebbono fiati preſida poeti perſe
eondare l’attione come dice Ariſtotelema l'attione ſarebbe ſtata pre
ſa-per flcondare icoſtumiſenza che nona'aueggono,clte ſeſimile
materia foſſe principale 8t non acceſſoria non potrebbe eſſere mate
ria poetica,eſſendo naturalmente philoſophica ,6t trattata da molti
phíloſoplii & ſperialmente da Ariſtotele, & da Tlieophraſto,ſe èvero
ehefla diTlÎeopliraſto quel trattato di caratteri elieſotto il ſuo nome
ua attorno per le mani de li huominiJo dico che ſimile materia-de
eoflumi non potrebbe con odeeſſere trattata da poeti come è-flato
prouato di ſopra-Adunque ibuo ni poeti qualiſono Homero,&V.ir
gilio nelleloro famoſe opere A: glialtri‘ ſimili a loro hanno inteſo a
eumporrevna bella ſauola per cagione della quale hanno Dl eſe le
perſo ne ei coſtumi conueneuoli accioche rieſca piu bella cio .è in
rauiglioſa & veriſimile.Ma perche alcuno potebbe dire io Veggo,clte
il fi ne della tragedia e‘ compaſsione & ſpavento meſsi neglianimi de -
vedirori,o degli vditori ſecondo clieè ſtato detto,& diraſsi piu piena
mente di lotto,&veggo appreſſo che quefle gaſsioni compaſsione 6t
ſpauento non ſo nogenerate ſolamente (Lilla ſauola,.ma da coſiumi
anciiora,percio che laperſona tragica,che deemettere compaſsione
& ſpavento ne veditori dee eſſere di coſlumi buOni o mezzaui le in
felice nell'attione,adunqueil fine della tragedia non:` la ſauolaſo
la-mente,ma vi concorrono anchOra i coflumi. lo dico :lievi con»
corrono coſi principalmente come vi concorre la ſauola concor
rendoui la miſeria deli' attione inſieme .can la bonta de coſiu
Ma e‘ da riſpondereche ſono due-,fini delia tragedia, l’v no che è
contenuto dentro da termini della tragedia ,& l’altro che eſce ſuoi-i
de termini della tragediatQiello cheſi contiene dentro da termini
della tragedia ſi diuidein due ſecondo che due ſono le cagioni' pro
ducentigli,delle qualiliora parliano. l’ vno adunque è de coſtumi, il
quale ſa la perſona eſſere buona,0 mezzana,o rea,l'altro è della fa; -
Lolain quanto fa la perſona eſſere felice o miſerafltqueſti amtndu
ni fini conſiderati cſi-no dalla tragedia nó ſono vgualméte principali,
.i X I HCV‘
ne vgual mente vicini, co ncio fiacoſa che ii fine piu principaie ſia le
felic‘ita o la miſ che naſce dall’attioneflt ancho‘ra ſia fine piu lon
tano,&l’altro fine ſia la bonta ola maluagita che naſceda coltumi,&
[ia ſine meno principale,& reſo perſeruire alla fauola,8t ſia anchor-a
line meno lantano- Mail eeödo fine che eſce della tragedia,&s’ines
‘lla negl'enimſ de veditori mettendoìn loro Compaſsione &ſpa
uento è nato dalle ‘ue predette parti Vg nalmente , ne l’ vue
per ſarcio è preſa percagione\dell’ aſtra. Sì che ñ 'flotele di':
-eendol ehe'la favola è il della tragedia ›, 8t; c e per cagio
ne diielſono preſi i coſtumí, 8t non la fauola per cagione de co.
ſtumi intende del fine interno della tragedia, 8t non del ſìoreſtierp
nel quale vgualmëte oóeorrono liun|,&l’altra ìinm‘” ;Ray-{Eros poi
che i teſtiſcrit ` ano ſtanno co lífl è.va ”In 'M'á‘gtos nó ſata male aſc’
guirgli eſsëdocofiſatta ſcrittura moi i'LT- ;Lu manifeſta. Quefio il e‘ſ ecö
doargomëto che uſaAriſtotele a proua re,ehe Ia fauoia- nella tragedia»
è da antiporre acoflumi preſo dal maggiore uigore in cófl‘ituire il-tut- .
to.Percio ch! ſe la favola è di maggiore vigore in-conſfituìre la trage'- ~
dia che non ſono i coſtumi adunque la fauola eda piu che non ſone'
icoſtumi.Hora che ella ſia di maggio” vigoreappare perioche ſen
za fauola non puo eſſere tragedia contatti icoſtumi del mondo,mao
ſenza coſtumi non ceſſera d’eſſere tragedia pur che habbiala fauola.
ci‘ ze‘, 15‘. "rep THQ ”Ads-op ?iz-’M *KW/ei Mg. Queſta è lapruoua che le'
tragedie ſenza cofluminon ceſſanf ’eſſere tragedie ueggendoſi-aſ’
ſaiſsimipOeti moderni comporre e ato tragedie scoſtumataEt per'
l queſto luogo appare quello che uolle di [opta Ariſtotele direin quel
.lc parole 'tori-muſe oÎvöux Fil/7” S dal!“ x'rxzimg mis eikon-Cio è che
non pochi poeti uſarono tutte e _ ſpetie,& non diſſe tutti lxauendo
riguardoad affini de moderni,li quali non uſaronoi coſtumi. Hora in
quanto ſi dice ,chele tragedie de piu de moderni erano Mar non
intendere che le predette tragedie delñ tutto foſſeroſenz-a coſtumi,
ma intendi *zClquUCffi poeti non. poneuano molta cura infame i
’coftumi come face vano vel ſar la fauola , :either UHH’ml nomi-10157”.
lo ſe i voluntieri min-op in luogo di 7013701. Vuole _Ariſto
'tele dimoſtrare con l’eſſempio della pittura che nella tragedia
ſi laſciano i coſtumi da parte-Et diceche veramente .molti poeti
ſono tali verſo gſialtri poeti quale ſu Zeuſſi verſo Polignoto.
Percio che ſi come Zeuſsinon faceua le figure coflumate, 8c
Polignoto le ſaceua , coſi ~moſti poeti intendendo. de moderni
fanno le tragedie ſenza coſtumi, 8! gliantichi le faceuano con
coſtumi. Ma è da por vente, che guantunque la tragäíia.
- la
79 — - - —`~'
8: la pittura freno fimilíin queſto che l'v na 8: l‘altra puo eſſere ſe -
za coſtumi, non ſono percio S’AM cio èdel tutto ſimili in queſto, eh;
icoſtumí ſieno d' vno vguale 81 medeſimo valore nell' vna, C( nell’a]
tra,perciochei coflumi nella dipintura ſono ſtimati aſſai 8: perla dif
.ficulta che è in ſar liſono la prima parte ſecondo la. teſtimobianza
di Leon Battiſta Alieni come fu detto di ſopra, ma nella tragedia
non ſono flimatí tant0,& ſi poſpongonoalla ſauola come qui dice
Ariſtorele. ’in Eur-5 Bic. Weſto è il terzo argomento perlo qualeſi
pruoua che la ſauola dee eſſere antipoſta a tutte le altre parti della
tragedia toccanti al poeta cio è alla fauella, a coſfumi,-& alla ſenten
tia. Et è preſo coſi come il ſeco ndoìdal maggiore vigore che ha la fa:
uola in far riuſcire la tragedia bella,che non hanno le altre parti pa
ragonando la fauola‘ con loro & mo ſtrandone l’eſperienza in que
ſta guiſa. Pogniamo che Vna tragedia habbia le tre parti, che dieem
mo,perfette, & la fauola menperfetta,& dall’altra parte pog niamo
vna tragedia clic habbia la ſauola perfetta 6c le tre parti men perfette
ſi vedra pereſpericnza che piu ſara da lodare la ſeconda tragedia
chela prima, percioche la ſauola con la ſua perfettione ſola opera,
piu che non operano tune 8: tre le parti conle loro perfettioni- La
onde appare chela fauola c‘ di maggiore vigore in far riuſcire ben la
tragedia,che non ſono tutte le altre tre parti inſieme. Hora per tim
re l ar omento pari dopo {3 mmm-:ius è da ſupplire ”à ma” MM”- *
g”. llc Îe non dee parer coſa ſtra na ſe riguardiamo le coſe ſeguenti fi
come dopo mmm-;rep eda ſupplire {É mmmflímp per le coſe prece
denti. Et eda ſapere cTie diſorto ſi truouano in luogo non conne—
neuole queſte parole. ”ag-amino- ` :yi ”sù înlgaçrxís ò ‘ 7”‘ ;mune
”Ts Mis”: çaçaávsu Ami-x ì’v Suoi 05 ;nega-.au xsù Aci/WWW“: èxír.. Le
quali parole debbono ſeguitareproſsimamente dopo miao-mir…, Per
cioche Ariſtotele pure con l’eſſempiodella pittura vuol far manife
flo, 81 veriſimilequello che dice dcllaperfettione della ſauola che o.
peri con maggiore vigore che non operano le perfettioni dell’altre
parti della tragediaveggendo noi che áuiene ſimile coſa nella pittura
nella quale piu opera la figura in dilettare fatta di chiaro, & di ſcuro
con la ſuaperfettione ſenza la perſetrione de colori , che non fan
no icolori con le loro perfettioni ſenza la perſettione della figura,
la qual ſimilitudiue non ha. percio queſta conſormita col caſo nofiro
elieperauentura s’imagina Ariſtotele. Percio chela figura di chiaro
& di ſc Uro ha la ſua perfettio ne anchora quanto a colmi, concioſia
coſa che ſimile maniera di pittura rappreſenti la ſtaìua marmorea, la
. X 3 cui
'i

cuîrappreſentatîone non richiede altra ma nîeradí colori, che dichîa


ro 8: di ſcuro, & queſta maniera di colori è la ſua propria 8: natura
le ſenza che ſtendere belliſsimí colori confuſamente non pare che
{rabbia conformita co coſtumi,o con le parole,o con la ſententia,che '
hanno la loro perfettione. Percioclie i coſtumi, leparole,& la ſen
tentia c6 la loro perfattioneJaqual perfettione nó ſara mai lodeuo
'leſe nö è quale ſi conuiene alle perſone clies'introducono nella tra
gedia,non piggiorano la ſ'auola anziſa n no che la ſauola mal cópoſta
ſia tolerabile-Mai colori quitunq; belliſsimi cóſuſa mente diſteſi gua
ſta no la figura,&le leuano quella vaghezza che ha. Egli è vero che io
perceſſare queſta ſconueneuolezza direi che Xt-'hv nö Foſſe da ſpeſſe
per cófuſamente,ma per abondeuolme nte accioclie i colori riſpon
deſſero a coſtumi,alla fauella,& alla ſe ntentia cöueneuolmentc dicen
doſi coſi. Se altri diſte ndeſſe colori belliſsimi abondeuolmente ſopra
Vna figura,che r.ó haueſſe quella per fettione che cóuerrebbe nó dilet
terebbe ta nto q`ua nto ſarebbe ſe la figura haueſſe la ſuaperfettio ne ei
colori men erfetti & in minor copia- Et èda notare c ie Aux-;gaçích
partefice è a riſoluere in conditione,cio*è ſe alcuno lia-ueſl'e 'dipinto
'dichiaro 6t di ſc oro. La qual riſolutione non e coſa nuoua aſarſi de
-partefici appreſſo lodati ſcrittori. ”rbt nu'ms &c. (Liveſlo e‘ il quarto
7argomento preſo dal l’efficacia maggìore che fa Ariſtotele per‘proua
re la ma iora nza delta fauola ſopra l’altre parti della tragedia dice-n
do che a fai-*ola ha maggiore efficacia in tirare a ſe glianimi degli
huomi ni parma-:zo dalla~mutatione,& dellaziconoſccnza, che non
-híno le altre parti. ’in 61445105371_ O`ut~ſto c‘ il quinto & vltinzo argomen
:imperio quale AtiflOtele pruouala maggioranza della fauola‘ ſopra
'le altre-parti della tragedi't Preſo dalladifficuſta nggiore che dura
'in cópnrre lei bene che non ſi dura in farlealtre parti bene- La qual
difficolta maggiore pruoua per'eſpei-ienzadt coloro che imparano a
far tragedie impara ndo piu tardi a ſar bene le fauole che I'altre par
ti,& per quelloche ſivede ne poctianticliíxlxe ſerero bene 'l’altre par
ti,& queſta male come piu difficilejodzflz oſſöv x3 of” .taxi-'aim *tir-rga
”Aſd-Ha m0ſh'at0 Ar'ſiſhelc Per cinq; argomenti chela ſauolaè da
amiporre all’altre cinque parti dellatragediaffit perche queſto a nti
ponimento potrebbe eſſere piu 6t meno o per VnO riſpetto o pervn
altrohora per due traslationi moſtra ceme e Ît’ intenda queſto anti—
pont'mi-to cioè che la ſauola eda antiporre all altre partì Con?“ Pri"
cxpiu s’a ntípone al rimanente della coſa,& come l'anima a’antipone
al corpo.l~lora nó ha dubbio che il principio e molto da piu cheflon
è il rimanente ſecondo que prouerbi Di nudium ſafli,qui cepiſ-,Bab et.
unl
80
Dimidiü plus toto,Vniuecuiuſq;reí potcn_ tiſsimapars eſt principíum.
Ma altri potrebbe doma ndare come poſſa la favola eſſere principio,
& Rare come principio nella tragedia eſſendoſi 'detto di ſopra chela.
fauola e il fine della tragedia. A che è da riſpondere chela ſauola e‘
principio &lì ne della tragedia ſecondo diuerſi riſpetti.E principio ha.
uendoſiriſpetto alpoeta il quale prima compone la fauola,che metta
mano all’altre parti,& è fine hauendoſi riſpetto all'aſtre pa‘rti,lequalí
fi prendono coſifatte,o coli fatte ſecondo che èla favola &riguarda—
no ſempre a lei come aſuo fine-Si che la ſauola ſara principio nó ſo.
lamenta er dignita ma anch'ora per ordine cóuancndo ſi prima ſor
mare la favola che l’alrre parti.Anchora non ha dubbio che l'anima
èméti
da piu chenima-Perche
il corpo,&che|l corpoc‘ ſegue
da piunelle ſue operatiOni
parti dellai trage
moui
dellſſa la fauola che l'altre
dia,cl1c le ſono come corpo,&le alrreparti ſeguono & vbidrſcono al
la fauola nóaltriméti che lc mëbra ſino all'anima ſe la tragedia dec eſe
ſere rcputata buona. Et è da por mente che poco appreſſo r`0 no pofle
quelle parole in luogo nó c0 nueneuole. 1':: n MMI! ?If-*Emi *i mi "W'
-mmámsa i’ ”HT-'wmv, lcqualiyogliono eſſere cógiunte con quelle che
horahabbiamo interpretate per pruoua che acoflumi fi debba aſſeg na
re il ſecòdo luogo dicendo.Et la tragedia ripetédo le parole della dif
finitiomè raſſomiglia nza della attionc,&p er ca'gione di quella maſsì
mami-te èraſſomiglianza degli operíti intédi coſtumati.Ma pet-chea
nſtotcle non aſſegna ragione niuna dell’ordine poſto da lui delleſei
partidella qualita della tragedia ſe nö che alla fauolaaſſegnail primo
luogoper cinq; argométi Sta coſtumi Il ſecódopervno argOmëro ci'o
c‘ che quìrüq; tuqc lecinq; parti fieno preſe per riſpetto della fauola
nö dimeno per riſpetto di molto maggiore efficacia ſono preſi icoſtu
mi che nó ſono preſe lealtre quattro parti sëza percio dicio rëdere ra.
zione niuna,nó ſara male ſe noi-vedremo ſe ci veniſſe fatto di ſuppſi
re quello che èmächeuolc inArillotele aſſegnído ſecódola debita ra
gióc aciaſcuna parte il ſuo luogo cóueneuole.Ma~prima che faccia
mo cio,veggiamo per qual riſpetto della fauola c‘preſa ciaſcuna delle
i cinq; parti accioche ſi poffi fare queſto aſſcg namëcoſecódo dirittu-~
rat-La fauola adäq; come diceAnllotele è la cóflitutjóe delle coſe, cio
è come i0 interpreto la’nuëtione delle coſe,o il ſoggetto.La quale inc
uétio ne o ſogoctto ſl diuide in inuëtione di coſe viiibiii,& di coſe inui
libili,C0ſe viirbiliſono quelle che caggiono ſorto il sèl'o viſiuo come
vccifioni adulteri,&ſimilicoſe,cole inuiſibili ſono quelle che nó cag
;iono ſotto il ſenſovíſruo come ſono pélieri che ſtannonas coſhnella
mëcelxumanaſſiquali fi'palelano cómuncmëte có parole-Bora accio
` Che
i

‘che altri vcgga,& od:. queſta inuentione o ſoggetto ſa biſogno di due


[tormenti cio è dell' apparecchio delle perſone. öz del palco ſpecial
mente erlo ſoggetto delle coſe viſibili, 81 dell’apparecchio delle c0
ſe inui :bili cio è de penſieri. Parue anchora a gliantichi & ſpetial
mente nel tempo d' Ariſtotele di ſarvedere, 8: vdíre quella inuen
rione doppia per mezzo delioflormento del ballo, 8c del canto, Cl
del ſuono. Laonde ſono riuſcite tre parti per riſpetto dello ſtormeno
to ſotto queſti no mi QUALE-5,1@ ‘cammina, Sw na per riſpetto della ma
terimhe ſi domanda MGM-Ma perche queſta parte della materia che
fi domanda (Moi, «Se io hora chiamo inuemione o ſoggetto ſi ma”
niſeſta da perſone, le quali ſono coſtumate quindi è che ſi ſa vedere
6: vdire non ſolamente la’nuentionepropria dell'attione,ma ancho
ra il coflume delle perſone che e‘ loro infiſſo, 8c acceſſoriamente' ſi
ſcopre o in atto o in parole cio èper mezzo dello [tormento con—
cioſia coſa che non meno 3+1: ”ù nigi: fieno (tormenti da paleſare il
coſtume, chela favola. Vltimamente perche l'attioni humane [equa
[i prendela tragedia per ſoggetto non ſono operate dall’huomo per
naturale inſtinto, ma per ragioni mOuenti l’animo ſuo ad operarle,
6c altri diſidera di ſapere non ſolamente l’atrio ne ma a nchora la ea
gionedell'attione quindi 5‘: auenuto che Ariſtotele per vna delleſei
parti diſſe eſſere da) J‘iávoiav. La qual parte è inuentione, &inventioo
ne toccante alla mente, 6t ſi ſcopre con lo &ormentodelle parole,`
Egli è vero che ſi poſſono paleſa re atrio ni d' huomini che ſono il ſog
erro della tragedia con glidueflormenti cio c` con la viſta, & con
a fauella ſenza il coſlume delle p erſone op erantile ſi come afferma
Ariſtorele eſſere fiato Fatto da poetidella ſua Ragione. Et ſimilmen
te ſi poſſono paleſare ſéza paleſare la ſentëu‘a ouer 1h‘- J‘laivalav,Pchlle
;dunque come dico l'attioni tragica {i ſo no paleſate ſenza la compa
gnia delcoſtume, 8( ſi poſſono paleſare ſenza la compag niadella ſen
tentia quaſi quefledue parti foſſero Parti ſep erate 8: ſpiccate dall’at
tioni Ariſtotelelelxa poſte come coſe molto diuerſe dalla'nuentione
82 perſe. Ma perauentura ſe fieno diritta mente riguardare non ſi
troveranno eſſere coſi diuerſe ne coſe perſe da farne parti ſeperate
dalla'nuentioue.Co ncioſia coſa che a_Volere benevdire & vederevm
attione biſogni rappreſentarla tutta, 8c nella forma che ſuole _aueni›
re veramente. Ma nell’auenimenro vero di ſimiii attioni gli huomi ní
operantile non mic0ndono i loro coſtumí,ma gli paleſano adu nq ue
ì coſtumiauegna che non fieno parte dell’arcione , ma compagnia'
inſeperabile 6; ſcoprenti ſiinſicme con l’unione non fi deono Potííìe
- gi i
8(
giudicare eſſçreñparteſeperata dallſattlonepoiclre ſem eſsí non ſi ſe
,l’atrio r e. E t dall’altra parte anchora che paia chela ſententia ſi poſ
ſa craſflſciare nella tragedia , percioche, con tutto che ſia parte del
[a’nuemioneanZi il principio, 8t quaſi come l’ anima alcuna volta ſi
fia naſcoſa nellamente,non ſi dee percio credere che ſin parte ſepeá
rata o perſe diverſa dalla’nuentione la quale con alcu na opportuni
ta imaginata dAlPOeta tragico ſi ſa ſcoprire o ragionandol' operante
[eco ſteſſo ſ010,0 con alcuno altro. La qual parteemll'epopea non ſi
dee naſcondere ſi come parte principale della’nuentíone 8: deſidera;
tad.:ll’udrt0redi ſapcrſi 8t atta ad eſſere paleſata per l’agio che ne
preſtala maniera narratiua,che ſcorge nó purei ſecreti della mente
humana ma penetra nell'abiſſo,&vola ſopra il cielo 8t ricerca pre
ſuntuoſamente in fino il ſeno didio-Adun ue per le coſe dette appa
re che ian-iron@ ſententía openſamento c :e ci piaccia di nominare
queſta parte poi,che è parte dell’attione, 8t parte delle primiere, che
non è beneil ſeperarla dall'attioneme il darle luogo minore, o altro
cllcall’artione. Et ſe pure poi che l’actione ſi puo v edere 8t vdire ſen
za lei non le vogliamo dareil primo luogo al meno le dobbiamo aſ
ſegnare ii ſecondo.›Et perchei coſtumi ſr prendono non ſolamente
per riſpetto dell’attione ma anchorgper riſpetto della ſentëtia ſegui
ta che non poſſono hauereil ſecondo luogo come lia‘loro aſſegnato
Ariſtotele”; il ,terzoſr come aflegniamo noi ſi come ſimilmente aſa ’
ſeguiamo il, uarto all’appareccluo delle perſone Gt del palco cio è
il 3+9 &,all’appareccliio dellafauella cioe‘ -fiuíèfl poiche queſte due ñ
parti ſono preſe per riſpetto delle .tre ſopradette per farle vedere ö:
vdire.Ma ſe (idem-andaſſe qualetra loro cio è tra lauiſta 8t la faut-lla.
lia cla antiporreo da poſporre c‘ageuole la riſpoſta cioè che la ſauel
la è da antiporre alla viſta non miga per quella ragione che pare aſ
ſegnare Ariſtotele cio èperclreî AGE-:appartiene al poeta, 8t i? 3+” nò, ‘
concioſia coſa che poſia aue-.ire che alcun ſappia fare vna ſauola bel
liſsima bene ordinata,& accompagnata da coſtumi, &da inuentione
di ſententia 8t non la ſappia adornare & veſtire di parole coſi cOnue
neuoli come ſapra un’altro che nó ſaprebbecoſi bene far la ſauola.
Laonde non è di neceſsita ( lie la ſauella ſia opera dicolui che ſa la fa
vola 8: truoua ſententia.La qual coſa è maniſefia in Plaut0,ín Teren
`tio,&in molti-latini,clze preſero le ſauole,& le ſententie da gli ſcrit
tori greci,nella compoſitione delle quali non durarono fatica niuna
&le veſtu‘ono di ſauella latina non elſe-.cio eſsi atti a far ſauola o ſen
tentia clic fleſſe Magma eſſendo ſolamî te ſm pliciuet ſificatori om:
e Y latMOſΔ
.ñ o
‘fl

ſatatOi-iznon oſtìante clic ſenza' niu n’lor0‘ merito s’uſì-irp‘ino ilìritolo`


di poeta- Ma la ſàuella è d’antiporre alla viſta per queſte ragioni , &
per che è maggiore difficolta a Fauellar bene étacconciarnentg.` ſtem:
do clic ſi 'conuiene alla ſauola & alla ſcntentia- elie non è l'apparec
chiare le perſo nee’l palco conueniente,& per chela. ſauell‘a lunga
mente anzi perpetua] mente cOnſerua la ſauola,& la ſententia ei coſt
mi,8tper mezzo ſuo origuardandoin eſsa ſipuo in ogni tempo 8!‘
lîiogoapparecclhre le perſone e'l palco ſecondo che ſi riciiiede.Nel'
quinto 8t vltimo luogoèda riporre la' melodia cio èil ballo , il canto,
e’l ſuono con tutto clie ſia parte mOlto‘diſficile da eſſerritare & dilet
teuole da vedere 8c da vdire nó pertenendo alla tizagedia a modo nius
no per far vedere la ſauola la ſentëtia ei coſtUmi come altri vedreb'
be &vdirebbe ;ma attiene che ucramente aueniſſe ſe uiſitrouaſſe pre-
ſente. Ma queſta parte è ſtata introdotta non per neceſsita niu na ma‘
perdiletto, 82 per ſar pruoua quanto quelle arti poſſa no ſare vedere,
&vdire con le figureoco mouimëti del corpo,o conle Voci,0 co ſno
ni la ſ‘auola 6K la ſententia ei eoſtumi. Aev'nçop ‘5' *rà *iſo-.lo leggerei‘ volon'
tieri in luogo di 5 oÎ/Wç-'flp‘gi-iiaívua.Attrib uiſce ilterzo luogo alla ſen.
[if-:ia ſenza produrre pruoua niu na,p‘er la quale coſi Fatto luogo le ſi
debba attribuire-1310 is! Aiyap Nvamfrît {Him ”ii *rà &Luſi-10v”- imo
fira qui Ariſtoteleclie coſa ſia la ſententia della quale lia parla to , 8:*
parla tutta via,& tornera a parlare come vna delleſei parti delſa qua
lita dall’ufficio,&dall'operatiOneſua; Ma per che ſo no due maniere
d’liuomini l' vna delle quali cótiene gli liuomini riuili,& l'altra comic:
ne gli liuominiritorici. lo chiamo liuomo eiuile quello che non lia
imparata ritorica ſotto la dottrina d’alcu no maeſtro nelle ſcuoleme'
s'e‘ſaticato negliſtudi delle lettere, ma s'òcontentato di quella neti
m delle coſe-,che l'vſo commu ne,&~la ſpei ienza del mondo gli lia po*
uno preſtare.'Et chiamo ritorico quel ;o huomo a cui non ebaſtato
íl ſaperequello che ſanno generalmente gli altri citta dini, ma co n
lá'nduſtria 8: cOn lo ſtudio ſia cercato d’auanZare glialtri;& maſsima
mente-nell'arte del bendireíono due paleſamentidella ſe nrentia an:
elioral’vno-cheſi domanda cittadineſco, & l’altro che ſi domando’
ritorico,li quali ſono tra ſe molto diuerſi ’ concioſia coſa clieil pale
. ſamento cittadineſCOin aprirela ſententia della perſona tragica non
vſì ſenon parole naturali & v‘ſitate,& non prenda ſe non materia euí
dente 81 preſſa a venirein mente ad ogni cómune & ſimplice citta di
no-Mailpaleſamento ritoricovſa figure nuoue di parr:le,&truoua ma
teria ripoſtaötla quale nó cadrebbeñin menteſeî non di poclii,&-'diper
ſone ſp:: ulau'ue. Hora il pOetadeeſecondo le perſone clie egli intro o
duce
82
duce a ragionare affcgnare-loroquîdollvno &quido l'altro dique- o
fli palcſainëti,cio è alle perſone cittadinesthe il paleſamëto citta di
neſco,&a|le perſone ritori che il paleſamëto ritorico-la qual coſa per
cömu ne parere degh'niendenti liuomini ſi crede eſſere (kata ottima
mente guardata. da Sopliocle,ſi come dall'altra parte per conmune
parcrede predetti fi crede eſſereſlata peſaimame nte guardata da Eu
ripide da Ouidiozëèda Lucano,&clie percio eſſi non ſieno pu ntoda
còtne ndare.Li quali-introducono don ne,ſanciulli,&liuomini cittadi
neſclii a ſauellare ritoricamëieòtcoſe lótane dal penſamento comune
inguiſa che non ſi truoua opinione ne ragiona menti di Platone co
ſi nuoua,&ſuori delle mentide li liuomini che nó ſi riconoſca eſſere
nata &colta ne capi delle trage 'eEuripidianeAdunq;Arifloteieper
la materia del paleſamëto cittadineſco diſſe *nl in‘… cioe‘ le coſe che
.ſono presëti,&apparëti alla mite d’ogni perſona fornita d’intelletio
cómu nc &per la materia del paleſaméto ritorico diſſe rà afw'r’lai-ra cio
Eli-:quali peruia di ritorica intimo letterato, & per ricercare i luoghi
degli argomenti puo ritrOuare 81 ſtarebbe no bene a ſimile perſona an
‘hora tuenon ſicno conſiderate da og nu no. Laonde anchora ſog
gh-g—nc Snigínl 13‘; Aly-op 'fllflçlkís ”ù ”Wii-tiri: ’ſg-roghi. rappertando 1‘
îu’i‘m cio è le cole trouate ſenza fatica all’arte citta di neſca, 8: n} :gps/1
70m all'arte ritmica-Le quali arti ne ragionamenti ſalti in proſa , 6c
pertinenti al _reggimento public 0.0 alle neceſsiia priuate uſa no q ue
fla la’nucfligationediſottili 8t non penſate ra ioni ,8: quella gli ar
omenti agevoli a troiiarſi da ognu no-'i’si 5 13@- uX'v ‘iv-?Tori 3’ ”mi
AMP-.raiuno i‘m-am &c- DiceAriitOtele cheicoſtumiſono tali che
dimoszrmoAualeÒ la“nclinatione, & l’elettionc dell'lmomo come
er cagione d‘eſſempio , i coſtumi dimoflreranno .che altri inclini
all’a uaritia ,6: liabbia indirizzata lamenti: ſua ad ammaſſare denari.
”zoo-:fitti: ſignificaquellointendimëto che altri s’èfort‘na to nella men
tc di ſeguire tutto il tempo di ſua vita, come pog niamo intendi‘. .
mento dell'auaro c‘ ſempre di ragunareteſoro, &lo'ntendimento
dell' eſſeminato e` ſempredi dilettarfi in piaceri camaliìväis oi’ix ’i’g H
Aeziî ”you-guru; pina! Airop Qucſte parole ſonodette peroio che era—
no :ilCune tragedie ,le quali non haueuano coflumi , & è da dire
come' liabbiamo dettO, che non n’erano del tutto ſenza, ma per:
clic* eſsi non appariua no. ne erano largamente diflcſi le tragedie
ſono Rate dette non hauere coſtumi rappreſentando ſimplicemente
a; non curandCſi di dimoſtratione piena 'de collumi. Adun
luz biſogm Che ’i coſtumi 0 nella tragedia , nella cOmedia ~,
. i Y a nel rap
‘ ì
v
~ i .
4:\
nel rappreſentare l’attione,’& nell’epopea nel ráccontarla che aperì
tamente accompagnino le perſone,ma nOn bisognaſgia‘cheacmmñ
pag ninol’epopeo cio è il racco ntarorejl qualcſenza coprire in qual
parte inclini la ſua affettione dee ſimplicemente narrare, altramen
te non ſara la narratione ſualibera da ſoſpetto dif-lſita. Laonde
nOn acq uiſta Tito Liuio molta lode di veritiere nella ſua hiſtoria
ſcoprendo l’ animoſita ſua quando n‘omina i Romani i noſtri 8:
chiama glialtri o ſimplícemente nemici , o barberi. 'lim 16‘- Al
yop. lntende Ariſtotele perla voce Afrup , 8: in genera@ di qua
lunque ragionamento , & in iſpetiale delle tragedie por' che‘
molte tragedie come è {lato detto erano ſenza coſtumi.- Aia'volea
N , h 3” inflá‘urrdwdfl ós’t’gg , ’iii-‘u, äx 79‘: , 'É ”Oban-n ämçai'mm. Di
ſopra è ſtato detto che coſa è Jlioívoie cio e` ſententia dall’ effetto , &
dall’ operatione ſua che è vm potenza di dire le coſe che fono,o che
ſarebbe beneche foſſero nella mente dicolui clic parla.Hora qui lì
dice come i modi di direle coſe ſonodee,percio che l’v‘noè partico
lare,&l'altroè vniuerſaledl dir particolare ſi comprende ſotto quel
le parole 'amJ‘mu'oun'riós 'Î'svp gèx’tſſstp- & l’v niuerſale ſi comprende
ſotto qnello ’imam-m &mQal'Vovmlo Hora modoparticolaredidimo—
flrare che alcuna coſa ſia o non ſia , ſarebbe per eſſempio ſe Didone
appo virgilio haneſſe dettoEnea nOn mantiene la ſedc,el modo vui
uerſale è il dire ſenza trarne fuori alcuno. Niuno è che ma ritenga la
fede.Nuſquam tuta fides. Et di uefiidue modi con parole non mol—
to diſsimiliinteſeancliora Ariäomle diſopra quando dlſſe,Al&vol”
S, iv :71015 Aiyoms Fmflalvv'nudi'rt ,E EmWr'HVT-fl miu". Le quali paroleſono
'dainterpretare coſi lo dicola ſententia cOnſiſterein quelle coſe,
nelle quali i fauellatori dimoſtra no alcuna coſa particolare o proie
riſcono vna ſententia vniuerl‘ale. E’l ſecondo modo è molto vſato
da Euripide-,Sc da Seneca-Tiramvà 7-5‘: ”Fiv A5709- i DlÈlS-Coſi come ſen:
2a aſſegnare ragione niu na aſſegnoil terzo luogo alla ſententia coſi
aſſegna il quarto alla fauella non adducendo ragione niuna perche
le conuenga piu toſto il quarto che vno altro. Tex‘: ”Sì-:AIMS Alè-s, o
che la fauella de ragionamenti non ſignifica altro che ſi faccia ſim—
plicemente i Aſgis cio ela fauella,0 che ſi prende ns“ Mya-7p de ragio
namenti in luogo delle imagini delle coſe, 81 de penlierichiuſe nelle
menti delle perſo ne. A470 5 Zamç mçv'nw ì'ignrai.D`ifopra ſi diſſe Aim 5^(
Eip :di: «inie- ”Sp a'ng tdi-earn nic: W flîs Bugo-di": 'íçuflwlfl-la ſpoli rione del:
leimagini eonceputqnel a mente noſtra clieſi fa con parole, 5’ ”ù
i7” n89- ilffl'ngcp mi; i7” röf 117m 7)@ ”ip “Hei Nume, La fauella hai quel:
. i a mc‘
83
la medeſimaſotza oſia legata in‘vetſi,o ſia ſoluta in proſa Percio che
permezzo ſuo ſi manifeſtano ageuol mente Ieimagi ni delle coſe com
preſe nel noſtro intelletto,ma non gia con vguale diletto reca ndo—
ne ſeco molto piu l’harmonia del verſo,che non ſa quella della pro
ſa.rosp5›surasp al… ;mmm-'ia ritmo[- :Zip ilhduairiup. Di queſte' parole
ſi traggono due ſentimneti ſecondo che vna voce ſi legge in due
modicio è o ”im , calmi-*9- 31: adunque ſi legge ali-n il ſentimento è,
che la melodia in diletti ti'apaſsi d’aſſai l’altre cinque parti, & che
la villa le trapaſsiin vn altra coſa cio è intirare aſeglianimi de Vedito.
ri. Ma ſe riceuiamo queſta lettura Ariſtotele non diterminera a q uale
di queſtedue parti ſidebba aſſegnare ilquinto o il ſeſto luogo,ma ver
ra adire ſolamente che coſa ſpetiale di lodeuole habbia ciaſcuna di
loro-Ma ſe leggiamo nlpaîop ci conuerra ſporre Täpl Burns‘: delledue
artirimanëti che ſono la melodia &la villa la melodia c‘ laquinta,&
-coſi Ariſtotele aſſegnera il quinto luogo alla melodia per la maggio—
ranza del dilett0,il uale poi che non procede dalla tragedia,& del
tutto c‘ſeparato dall arte del poeta ne è neceſſario alla rappreſenta- '
tione non è da ſtimar tanto che ſi doueſſe antiporre alla uiſta la qua
le ſerue alla rappreſentatione,& tira glianimi aſc , 8: ſi ſa per ordine
del poeta anchora che il poeta non faccia con leſue mani il palco, ne
‘le maſchere-,per che ame piace molto piu cheſt legga ”lv-re che al”:
[19…? 5 ’541: Wayoylxòp ”il &rtxvſrva‘ì-Se è vero che Ariſlotele habbia
dato il quinto luogo alla melodia,da il ſeſto,& l’vltimo alla villa , & la
commenda dalla ſua ſpeciale dora che 'è di ricriare glianimi de uedito
\
riaueg na-che ella non pertenga all’arte della tragedia , ma all'arte
del legnaiuolo,& del facitore delle maſchere , & perauentura' Ariſto
"le dicendo Lux-bmw J“i ha hauuto riguardo altrOue cio è cheha
uolutodire che l’arte dellegnaiuolo,& l’arte del maſclieriere ſono
meno ingegnoſe,&di minore induſtria,che nó ſono l’arti che ſono ri
chiefle per eſſeguire l ufficio dell’altre cin ue partidella tragedia,
cio e‘ piu induſtria ſi richiede nell' arte del alloo del ſuono,o del
canto,o nel compone uerſi,o nel ſare la ſauola , o nel ſai-la coſtu
mata,o ſeutentioſa,clie non ſi ſa in fare il palco ole maſchere. ira, .
,is rmolli'ati Privati.” ”di Yz’iw Zia-M@- ”ù Barbagiroîp is‘l o (Lucfle pag
role poſſono 'riceueie dueintelletti, l'vno è che Ari otele renda la
ragione perche la uiſta debba hauerel'vltimo luogoJaquale è cHe la
tragedia puo eſſere inteſa con la lettura ſola ſenza la uiſta 81 per che
lauilla comprende ſono' ſe il palco e'l theatro ei rappreſentatori
cóuerra che intendiamo per Biz-as” il palco e’l theatre 6c per imagna;
g _ ‘ Y 3 i rap
ññ irappreſentawrí che conglí lubíti 8t ton-le maſchere ſannovedene
la tragedia.Ma perche la tragedia con la lettura s'intende non pm
ſenzapalco & theatre & rappreſentatori ma anchora ſe rza ballato
ri,cant0ri & ſo natori,eil meglio che ci accostiamo all’altro i ntellet
to,il quale è che Ariſtotele renda ragione perche alla villa# alla me
lodia ſia fiato riſeruatol'vltìmo luogo,& che prendiamo ?rr-quperls
viſta cio ’è per lo palco 8: per lo theatro 8: per gli rappreſentatori, a
'i'rmmrìs per la melodia cio èper gli contra fautori come ha ſattoin
fino aqui Ariflotele doue ha vſata queſta voce prendendo Suv-gm‘:
‘per ballatori,cant0ri,& ſonatoriflora ſe ſoffealcu no che deſideraſ
ſe altro aſſegnamento de luoghi da quello che ltabbiano dato di (o
pra alle predette (ei parti di qualita ſappia che hauendo altri riguar
dine porrebbe dare vnaltro,& dire coſi.Quell…t parte di qualita della
tragedia dec eſſere antipofla all’altre, nel ſare della quale c‘ maggiore
difficulta,&la quale c' piu conflitutiua della tragedia. Ma la fauola è
non ſolamente piu canſtitutiua della tragedia matruoua piu diffi
culta in liauer laſua perfettionc che niuna altra par-te adunquerlo
`gione-uolmentt: la-ſauola dee tenere il primo luogo. Et quale altra
parte s’abbatte atanta difficulta a quanta s'abbattela fauola che è
Vntrouamento d’vna a-ttione non mai piu auenuta ne in tutto ne in
‘parte,la quale ſia poſsibile ad auenire 8t degna che ſeneſaccia memo
v ria f la quale ècome la. ſulla ntia della tragedia in cui l'altre parti [i ſer
mano come accidenti,& della quale non u'c‘ ſtata perautntun com
poſta l'arte auanti ad Anſtotele,& cla-lui è ſtata compolla come li ve:
de. Appreſſo hauendo ueſti riguardi riporre m0 la Fauel la nel ſeco n*
do luogo perche il ver lfiLÌI‘C è Coſa molto difficile ſe ſl ſ4 c0nueneo
uolmente,comeſa chi ſi fatica in trouare nuouefi'gure di parlar poe'
tico ſecondo che dee fare ſe uuole eſſere lodato per-buon Porta in
qucſh parte-,ne negare ſi puo chela ſauella nOn ſia aſſai cOnlìitutiua
della tragedia facendo la vedere ,8t conſeruandola perpetuan-ente.
comec‘ſtato detto ,poi la ſentemia per lo riguardo della difficult:
meritail terzo luogo, concioſia coſa che faccia meſh'ere al Poeta di
ſottile inuentione’a farla la qualeinuentione non dimenoè commu'
ne coritoricí,&l'vſano eſsi per peruenirc ad ottenere il loro fine ſe
guegdo itre capiche eſsi nomina no finali 'vtile,honeſto & giuſto oi
tre capi contrari dan noſo,dislioncflo,&ingiuſto. Mx per lo riguardo
della corxſtitutione della tragedia poi chela tragedia por—bbc rſſer‘e
ſenza cſſa comepuoeſſere ſer” le tre partiſcgucnti altro non ed:
dirc.A coflutni s’attribuiſceil quarto luogo, il paleſa memo dc quali
‘ ' ' ‘ ' e‘ men
ñ
35
è“men difficile che nOn è quello della ſententi‘a poi che n'è ſtafo trae.
tato piu allungo da philoſophi,& da maeſtri in diui'nita &tla rimri- _
cianchoraquuintOluogo è della viſta , nel far della quale anchora
cheilpoeta non vi tru0ui gran difficulta laſciandone la fatica al le;
gnaiuolo 8t al maſclieriere non dimeuo non n’è del tutto ſenza inc'
ordinando egli 81 preſcriuendo la forma come debba eſſere fatta.
Rima ne l’vltimo luogo alla meiodia,nel ſar della quale”: in ordina:
la il-poeta nonli'a dlificuſ'ta ninna eſſendo ſotto lei contenute l'arti
del ballo,del ca nto,& del ſuono arti del tutto ſeperate dalla tragedia
come èflato detto,lc- quali non concorrono ne a c0riſtituire lati-a
gedta ne arappreſentarla come ſanno l’arri della viſta.
P A RTI C E L L A (LV A R TA. Aloçldflt'voívà ;rod-ro", Ai'wmp …7,7“ u
"WWEUPſap ?"3 &Era-‘- ddsaitp 55311-5‘: Marmi-r . izetd‘n *ris-iv n.921 ”Pes-mf mi; 5.
Birwprís Tenia-dſc:: Elma-rm Siflîp *rea-roſſa@ ma”, uit 5')… Maxim 3%‘ m‘…. u
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I-EÈ &voë-lnsj'äs iniwnoltòffled "j-rire HMS Mq” nico' ÈÌ‘ ”sù Braden' ſi)… xsù u
filtr' timeline”. dl“; Ìz’ça ”Sp dum-@Sms ti! ,tt-hm!, lil-1:3 ”59291 ’in-xp, 3‘745…, u
unì’qu 51-1742, ?th-{brëpaìmà ”fili-‘ht WT; ilgnp'uaid Iá‘ials. 'w
CONT EN ENZA- Da ragionareè della ſ'auola 8t prima ſi ragiona; '.
clte- ſia perfetta o tutta. v _
V-VLGARIZZAME MTC-Hora diterminate (coſi)queſte coſedicia. “
m0 appreſſo quale dee eſſere la conſtit-.tione delle coſe , poi che “
cio è coſa della tragedia & prima & gra ndiſsima. Hora è fermato per “
noi -che la tragedia è raſſomiglianza d'attione perfettazöt tuttaJa qua,“
le habbia certa grandezza percio che ci è—alcun tutto che nó tia niuñ “
na grandezza. Età tutto quella coſa che ha principio mezzo & fine.: “
Et principio? quella coſa che non èdopo vn altra ma dopo eſſa vn “
altra di natura e‘,oſt faJVla fine perſo contrario è quella coſa che di “
naturaé dopo v-n altra o per neceſsita o per lo piu,&dopo eſſa mi…, u
altra è, e'lmezzo équello che e-dopo altra coſa , 8: dopo eſTa èaltra “
coſa. Biſognadunque che coloro , liquali cOnſtituiſcono bene le ſa.` K‘
uole non dea no (loro)principio onde cheſta acaſ0,`nefiue doueclie “
ſu. aoaſo,ma che aſino le predette idee. A i‘
s pOSlT‘ZON E. Atoçir'n'smp I ”imp &c-Ha prouato Ariſtotele le pzr- '
‘ida-”a qualita della tragedia eſſere ſei,&detto qual luogodebba ciaſco
…di loro hauere lioravuoleinſegnareñcome ciaſcuna'della ſei parti
d ebbi
,q

debba eſſer fatta perſare riuſcire bella la tragedia , & caminciandò


prima della prima parte cioè dalla ſauola dice che a darle forma che
flea bene, le ſi richieggo no otto coſe,cheſ1a tutta, gra nde,v na,p0ſi
ſibile,on had.J‘ru’á‘n3.eio è non ripiena d'vſcite ſuperflue, & vane, ma”
rauiglioſa , rauiluppata, 81 doloroſa. Le quali otto coſeſi traggono
della parole della diffinitione della traoedia o apertamente ompera
tamëte. Prima
eſſere tutta adunq; ſi trahe
in quitoòſtato dalla
detto diffinitione
'isi voſſö chela fauolavidebba
…new-'az ally-*JU org-:Lens @Moda:
”ù nada cio e‘ tragedia adunque è raſſomiglianza d’attione magnifica
&perſetta- Percioche ſe l’attione è perfetta 8: intera cóuie ne anchora
che viſia_tutta,cócioſia coſa che ſe nó viſoſſe tutta nó ſarebbe perfet
ta,adunq; la voce Meſa: cötìe ne in ſe la voce ?Ans &coſi ma niſeſtamen
te preſupp0ne Ariſìotele dicendo uíím 5 izfiv ra:: rm @Non nada: ”ù 7m
M4220: à… nia-id”- Hora comela ſauola vidrbba eſſere tutta, & in che
modo conſiſta queſto ſuo eſſerui tutta ſi ragiona in queſta preſente
quarta particella. Apprcſſo chela ſauola debba eſſere grande ſi com
prende manifeſtamente da quelle parole della diffinitione aſma: ì
xov'dns della quale coſa ſi parlera nella proſsima ſeguente particella.
Anchora ſi raccoglie dalla diſſìnitione che la fauola debba eſſere vnl
cio t‘ dalla voce ?ſydíiví preſerta nel numero del meno, 8c non del piu
altrimenti ſi ſarebbe detto nçáìtov, 61 di cio ſi terrà ragionamento
nella particella ſeſta di queſta parte. Oltre a cio ſl piglia dalla diffi
nitione che la ſauola debba eſſere poſsibilein queſto modo. La co n
flitutione delle coſe c` la ſauola,8z queſto nome M9@— cioè ſauola pre
ſuppone coſa nOn auenuta altramente non ſarebbe fauola ma luſtov
ria, &perclie que ſia ſauola èd’attione hu mana come è detto nella
difſinitione, 8t conuiene che l'attione ltuma na 0 ſia auenuta, o poſ
ſa auenireſe voglia mo che ſia attione .liu ma na, ſeguita chela ſauola.
della tragedia, la quale non è dicoſeauenute,ſia di coſe poſsibili ad
auenire della quale poſsibilita ſi ragionera nella ſettima particella.
di queſta parte. Hora non pure dalla voce máes poſſa nella difſi ni
tio ne s’impara che la ſauola voglia eſſere intera, & tutta, ma ancho
ra aiix'mudaa’lw’á‘us cio è non ripiena d'vſcite ſuperflue 8t vane. Percio
che non puo eſſere perfetta la ſauola ſe è contaminata dalla'mperſet
tiene di ſimili vſcite. Et di queſto ſi parla nell'ottaua particella di q ue
- ſia parte. Poſcia anchora dalla diſſi nitione ci viene inſegnrto che ſa
fauola debba eſſere marauiglioſaper quelle paroleá‘i'ia'ioi aj ?ſito i :raf-z'.
mta ra;- ra,- flmímv ”nonni-ſmi ÎtaÎOagd”. concioſia coſa che ſe ſi deo no
riempicregli animi di compaſsione 6t di ſpauento conue nga che ſia
maraua
87
maraniglioſa della qual marauiglia ſi. ſauella nella particella nona
l compreſa ſotto queſta parte-A nchora medeſimamente dalle predet
"te parole Ai illíl ”iz pì” :reg-:i'm: n‘- -r’o‘p ”drop mina-imp ide-:fini ci viene
inſegnato,clie la ſauola dee eſſere rauiluppata ſe dee operare com
paſsio ne 8( ſpavento come ſi vedra nella decima particella della pre
ſente parte. Vltimamente per operatione della compaſsione 8: dello
ſpavento conuieneche la fa uola ſia non ſolamente meraviglioſa ma
anchora doloroſa,alla qual coſa è aſſegnata l' Vndecima particella di
q ueſta terza parte principale. Nella. preſente quarta particella adun
que ſi dice come la ſauola dee eſſere intera o tutta.“ che è la prima
del l 'otto coſe che ſono richieſte alla lodeuole conflitufl'o ne della ſa:
vol-.Amflmímg’j m'rop. cio è Poi che e‘ fiato ditermi nato quante , 8c
quali ſono le parti della qualita della tragedia,& come ſiano da ordi
nare aſſegnando il ſuo luogo a ciaſcuna delle predette parti ſecondo
il ſUO valoreAÒWL-f ”ed 'rd-rc mi” rm} P; flip d-ícam Îm 1-08‘: ”farai
-rr-n.Diciamo appreſſo quale dee eſſere la conſtitutione delle coſe,cio
è quale dee eſſere la ſauola , poi chela favola [ll il primoluogo per
cui tlſl'lſpclti tra le redette parti. Laonde ſoggiugne indi rÎm ij ”gas
up. eſſe ndo la ſauo ;come ſuflantia , nella. uale le altre parti come
accidenti s’appoggiano,& per conſe uente i natura prima è la ſa
uola che l'alrre parti ”ù nba-op eſſen o mafisimamente la favola ope
ratrice della compaſsione 8t dello ſpauento. :Xii-is ”AMO-,ig 7a} I'm
”ù …l‘ip 'i'm “moon O`ueſte parole ſono ſùperſlue in queſto luogo,
perdo che non operano nulla quanto è al tutto,di che intende di par:
lare quiAriſtotele,maſi douemno riſeibarc alla particella proſsima ſe
uente doue ſi parlera della grandeaa conueneuole della ſauolaJ-lo
ra poſe Ariſtotele nella diſfinitione chela tragedia è raſſomiglianza
d'axtio ne, che lialibia certa randezza non eſſendoſi contentato di
dire ſola mente che toſſe i-aflgmiglianza d'attione intera o tutta,per
cio che ſi truoua il tutto d'alcuna attione,cl1e non lu grandezza ni
una quaſi diceſſeperche l’attione ſia intera,&habbia il luoturto non
ſeguita che liabbia grandezza conueneuole, & quale ſi ridëiede alla
tragedia,concioſia coſa chela favola poſſa eſſere intera ma brieue,&
non atta a c0 nſtituire la tragedia per difetto della debita gra ndezza
Hora per che ſono delle ſauole con tutti laloro perfettione,le qua.
liliannn picciolezza, 8K ſono delle ſauole le quali hanno grandezza,
a la grandezza e‘alcuna volta piu,& alcuna volta meno ſi come al
treſi e‘ la picciolezzz,p ercio ſi dice i'si ya]- ?mg xy‘i “MNP ’ſxo‘. mpeg.,
Adunque ſe ſi truoua un tutto della ſauola che non ha grandezza
Z niu na
` | C

m'u na ſeguita clic lia picciolezza,& per queſto ella no n è ama e075“
flituire la tragedia richiedendo effa almeno alcuna grandezza della'
ſauolaJMp ‘5 ;a 135W &gx-7p :Led nido‘: ”ù erlip- Per che la prima coſi
richieſla alla ſauola è il tutto dice che coſa ſia il tutt0,cio èche e‘ q ue[.
lo che ha principio &mezzo &fi neaL‘a quale diffi nitione uedremopo
co appreſſo co me ſi Verifichi nella ſauola poetica,&percio laſcia odo'
hora il tutto della ſauola da parte diciamo che ci è alcun tùtto che
non ha ne principio ne mezzo ne fine comeèil cercl1i0,e'l cielo, &
dio,che pera-io ſi rappreſenta con uno cerchio , 8t ciha alCun tutto ‘
che ha principio ma non ha fine come l’anima ragioneuole, &Fan
gelo eletto o il dannato,&ci è un altro tutto che ha principio &mezl
zo,& fine come dice qui Ariſtotele. Ma perche iltuttoſi conſidera '
per alc u ni riſpettidiuerſamente come per cagi0ne d’eſſempio ſe con-~
ſideriamo il tutto del cielo per riſpetto della figura tenda non [la ne'
principio ,ne mezzo,ne fi ne ,ma ſe-lo conſideriamo per riſpetto d el
l'eſſere ſtato ſatt0,&del doueruenir meno haura principio, mezzo,&'*`
fine,Et puoancliora hauer principi0,mezzo 8t fine per diuerſi altri ’
riſpetti,che altri ageuolmente ſi puo imaginare, ſarebbe ſtato bene
elle ſi foſſe moſtrato per quanti riſpetti diuerſamente ſi poreſſecö- '
ſiderate vn turto,& quale conſideratione di tutto ſoſſe conuenuta al
ia’ fauola accio che altri non caminaſſe albuio in coſa che ta nto mö
tia-3:90? in“ :af-TW ZE bh”: mi ”UTM-o is'i ,fluviltìſo A“ riçopwíçvn‘a è, `
IWBanDrce che cOſa ſia ciaſcuna partedelletre, che conflituiſcono ‘
il tutt0,& prima che ſia principio,la qual parte` non puoeſſere princi
pio ſe non ha due coſe,l’v na che non dipenda’ di neceſslta da coſa
paſſata l'altra che da eſso dipenda coſa uegnente che fiain eſſere, o -
che debba eſſere.Adunq; il principio in quanto riguarda le coſe paſs -
ſare ha due riſpetti cio è o che non dipendeaniun modo da quelle, o
ſene dipëde nó ne dipendedi‘ncceſsira in guiſa che non poteſſe ſtar
ſenza quella dipendenza.Ma in quanto riguarda le coſe uegnemi ha ~
ſimilmente due riſpetti.Bercio ene riguarda le coſe che ſOno in eſſer
re o che ſiſaranno,& cio ſl dice per che ſono molte coſe acuidopo il ‘
principio ſubitamente ſeguono il mezzo e’l fine , 8: moltealtre coſa ~
ſono,acui dopo il principio ſubitaméte nó ſeguono il mezzo e'lñne
m’a tardano a ſeguire,&nó dimenocóuiene,clie diſëdano dal princi
io altramëte no ſarebbo no mezzo-&fi ne-Laonde a ncliora Ariſtore- -
euſò la Voce ”{Quup che c‘ coſa naturaleche - cio ſia o [i faccia dopo ~
il principio. La ſauola adüq; deehaUCreil principio nö dipendente *
di neceſsitadaaltra attione. Et percheil principio dell’ Orlído furicr ~
ſodi!.on uicoArioflo dipcfdedi necelsitadallo'namonméto del cóce -
I
' ' Mat-n
88
'lil-{then Maria‘Boiardo ;ne ſenza hantrne pienanotítía ſipuoi nten
.dere ſeguita Che quel libro habbia anclioraq ueſto difetto che non 11%
principio lodeuole--Muu-niä ?Sun-'omfiwë atr’äÈMo niçvnp è? I iz Giuſy”: I
is innanzi-Sei] principio preſuppone coſa ſe uente che è o che ſara,il
_ſi ne dall‘altra parte dee preſupporre coſa pa lara clieèo che ſu perdo
ehe-il principio ſi truom~ in- eſſere alcuna volta col fine,& alcuna vol
ta eſsèdoſi dileguato nó ſi truoua in eſſere col fine-.Hera il fine di pë
de dal principioidi neceſlita alcuna fiata 8K alcuna fiala nó dipende-di
neceſsita anchor-a che perla-piu ſoglia ſeguitare. quel fine,&queſto è
quello che intéde di ſignificareA riflotele perquelloiá ó: :mn-vm'. Mala
diflintione nó è cópiuta percio che cie‘ un fine che nóauienedí nece’ſ
ſita,ne per lo piu, ma rade uolte. Adüq; o il fine e‘ neceſſario-comeclie
dopo il naſcimëto dell’animale ſeguiti la morte,0 il fine nó è neceſſa
rio ma auiene per lo piu,come che dopo il ſondamëto,&le paretidella
Caſa ſi faccia il tet:o,o il fine nó è neceſſario ma auiene rade volte c0—
me che dopo la repulſa hauuta dalla ſua dóna altri per diſperato s’im
piccln. mn‘i 517m :Modifica-Se il fine èquello a che nulla ſeguita appreſ
ſ0 nó petealtri all’Eueidad1Virgilio,ſe haueha liauuto il ſuo Engag
giugnere coſa alcu na,a nchora cheMaffeoVeggio u’aggiu ngeſſe il_ iii
' io terzo decimo lodato da molti poco in ciointëdëtiſi di poelia,ne
par iméte pote altri ali'lliada d’ Homero ſe, haueua [nuoto il ſuo fine
'aggiugnere coſa alcuna auegna che0`uiato le faceſſe vna buona giun
taÒiclxe o ci cóuiene biaſimareVirgiJo &Homero che habbiano ſat
tele loro ſauole sëza fi ne debit0,0MaffeoVe gio &Vintoxhe hab
bia no fatto le loro iñte doue nó faceua me iere di glü te-Aí liga (una
:Em eü iii-*iau: [ciò-'3 ”Ze-&cfloyi chiaramé;einſegnaAriſtmele che laſl
--_ñ~w—ñv-ñ— uola,ſe dee eſſere ordinata bene,debba lxauere il principio nódipëdifte
di neceſsita daaltra coſa,e’lmezzo e’lfire ſecódo che è flaro detto cnc
ſi ricliieggono acóſtituire il tutto accioche ella uiſia tutta Ma ſequeſto
inſegnanéto e' uero &lodeUOlt—,cótraſta a quello, 8t lo diflrugge che
Ariſtorele-dira diſotto cómëdädo Homero, il quale volèdo leriuereil
poema dell'iliada nó preſe tutta l’attióe della guerra fatta daga-etici;
tra Troianigna ſola mëie vna parte percio che ſarebbe riuſcitonoppo
gräde,cócioſia coſa che dica cluHomero tra glialtri puo apparere eſſe
re diuinojl quale nó mi.ſe mano a cóporre unapoeſia dituttavna guer
r:. quîru nq; haueſſe &principio &fine,percroche.ſarebbeflata troppo
guide, ne bë dacó pi ëdere in u no ſguardo” d‘vna mezz: na grida-zz*
rauiluppata di varieta, ma ha hora-.pgëdëdoneu na ſolaparte lia-uſate
molte digrcſsiói ricori Edo agnelli(principio &fineſſi comeq nella del
racconto delle naui,& altre digreisio ni,có le quali occupa la POQſll.
z z Horn
Hora è fiala opinioue deglianti chi, &de moderni & ſpetialmente
d' Horatio,& diRidolſo Agricola,la quale per auentura ha hauuta in
certo modo origine dalle predette parole d’Ariſtotele , che l'ordine
della narratione poetica ſia mOIto differente dall’ordine della narra
tione hiliorica,periochein q nella ſi conſerva l’ordine della natura,&
ſi comincia narra ndo dal principio delle coſe , che prima ſono ſiate
ſane,& poipaſſando perlo mezzo ſiſegue in fino al fine,& in quella
no nlſi conſerua ſimileordine di natura,maſeiie tiene vno artihciale
thee di cominciare dal mezzoodal ſine,& poi per alcune opportuni
ta o digreſsioni di raccontare le coſe prima aue nute, o poi,o in mez
zo.Et affermano congran ſicurta che Homero ha ſeguito quello or
dine artificiale nell’lliada,& nell’ Odiſſea , & parimente Virgilio nel
l’Eneida , concioſia coſa cheHomero dea il principio all’lliada dalle
coſe auenute nel mezzo della guerra T roiana,cio è dallo s degno che
nacque tra Achille & Agamemnone .narrando con alcuni trapaſſa
menti fatti a tempo hora le coſe del pri ncipio,& hora le coſe del fine
di quella guerra,& quello medeſimd' Homero all'odiſſea ſua che con
tiene il viaggioo ritorno d’Vliſſe da Troia ad ltaca, dea comincia
mento alle coſe auenuteverſo la line di quel ritorno,cio &dalla parti*
ta diluida Calipſo prendendo cavi0ne di narrare lecoſe prima aue
nute perla bocca d'Vliſſe appreſſo Alcinoo in Cor ſu. Et quindi di
ceua (hintiliano vbi ab initiis incipiendum ,vbi more Homerico a
medijs vel vltimiaHora dicono che Virgilio medeſimamente non s'è
punto ſco fiato dalle veſtigia d'Homero in narrare lauenuta d’Enea
in italia cominciando non dalle coſe auenute prima madalle coſe
auenute verſo la fine cio è dalla partita ſua di Cicilia ,81 prima che gi
unga al fine,con la cagione che gli è preſtata dalla curiOſita di Dido
ne anni-rare adEnea le coſe prime 61 tralaſciare da lui. Et quindi af
fermano :dc uni eſſere nato quel motto prouerbiale Jun-:gina: d'armi ny‘
W. Et qutſla opinione dell’ordine tramutato col quale il poeta deb
ba raccontat le coſe e' coſi fiſſa nelle menti degliiiu0mini,& v’ha
meſſi: ſi altamente le radici che Giacopo Pelatiere maeſtro di que
lla arte del tutto da non isprczzare vuole che Luca no non per altra.
cagione ſia da rimuoucre dalla ſchiera de poeti,& da co mari-tra i ſa
uellatori ſe nOn perchein raccontare la guerra Pliarſalica non tra
muta l’ordine naturale. Coſíoroadunque uogiiono che la fauola poe
tica ſia intera 8: tutta ma che l’ordine delle parti riempienti il tutto
clic ſono principio,mezzo & fine ſia turbato,& transmutatofitin cio
ſia differente da.l’lu`ſl0ricochec` Ordinato Bi naturale” qual coſa
_ a me
e ‘ a
. › 39
a me non pare dire Ariſtotele ancliora clic conceda che per via di di
reſsioni li poſſano toccare delle coſe del principio, 6t del ti ne qua n
äo latoſa foſſe troppo lunga ſe ſi prendeſſe tutta non efleniloſene
preſa ſe non vna parte. Hora non poſsíamo credere che ſia differen
za tra l'ordine di narrareliiſtoricamente 8c l’ordine di narrare poe—
ticamente percio the ſe la poeſia come coſa rappreſentante-,comeè
t mio denogiguarda nell’liiſtoria come in coſa rappreſentata per qua]
ragione dee eſſere differente da lei nell’ordine f Certo non ſi
moſtrera cio per niuna. Ma ſe non ſi moſtrera perragione non
ſara percio per auentura ageuole il moſtrarlojpcr clſempi , & pu
re_ per quelli eſſempi, che ſono addotti da coloro , che portano
ſimile opinione, per pr0uarla, comee‘ perl'lliada d‘ Homero nel
la qualeſc Homero uolleraccontare tutta laguerra troiana con l‘or
dine trasportato ſecondo che eſsi afferma no , dee parere coſa ſtrana
adognuno,clieegliſpenda tanti uerſi in narrare l'ira d’AclxilleJa qua
lefu una picciolxi particella della guerra troiana acceniiando ſola—
mente con Pochi verſi la venuta de reci a Troia,& la dimora di
noue a nnicontinui.che quiui fecero a ediandola & mettendo a ſa n
gue,a fuoco,&airubail circoſtante paeſe , tante citta,caſtella , & ville
ſottopoſtep' fauoreggia nti ,o danti aiuto a Troia con tante nouira
che auen nero in queſto tempo. Le quali coſe tutte furono inanzi che
Achille ſi sdegnaſſe. Et poiche l’ira hebbe fine perche con tanta
breuita ſi ricorda no o del tutto ſi rralaſcia no coſe ta nto memoreuo
li come èlapreſura &l’ar ſuradi Traia,la uenuta di'l’anraſilea , ›& le
ſu: prodezze,& la morte,& la venuta di Memnone, 81 le ſue valen
tie & la ſua mai te,& breue mente la morte d’Achille,la morte d'Aia
ce,& tante impreſe degne dilungliiſsimo racconto.Adunq; nó dob
biano credere che Romero voleſſe raccontare tutta laguerra diTro
ia,ne che [rabbia tramutatol’ordine del narrare naturale ma debbíar
mo credere che non voleſſe narrarealtro,che quella parte della guer
ra tr0iaua,cheauéne perl’ira d’ Achillep per dir per auentura meglio
che egli non ſi pro poſe dicantare Coſa niunadella guerra troia na,-.na
ſolamente l’ira d'AchilIe,clie fu una attione di lui ,laquale racconta
dal princrpio, 81 trapaſſando pet-lo menu perſeguita diſteſamente
in fino-1. fine. Diche ſe altri dubitaſſe, aſcoltrla prepoſitione, che
non famentione niuna di guerra troiana , ma ſolamente dell'ira (li
ee ml ſi uíup ir'eù ati-.Ne perche 'inc :dente mente ſi dicano alcune co
ſe :ritenute prima che auenille l'ira d’Achille o aueuute poi che fu
uff.; t.: dubbia mo dire che `l-lomero voglia narrare o nani quelle,ma
‘ Z z nat ra
n l

:ma ſura”: efi'c ſono …mu aertfl'oríamenlefl come coſe ſenti li


narratione delle quali acceſſoria nOn paſſò l’attione principale del;
l'ira, come ſono quelle coſetutte paſſate, ouenruredelle quali ſi ſi
mërione da alrra perſo na che dalla perſona del poeta narratOi‘e,flioè
da drj,da proplleti,da ſognato ri,da meſsi,&da coloro anchora, la cui
atrione fi ſcriue,0 da chi che lia pur che qucUa mëtione fia auenuranel
tëpodcll'auione. La qual mérione ſenza luucrli riſpetto alle coſcdd _
tëpo pcſſaxop del tëpo futuroch uali ella cótiene,è riputa ra parte del
,l'attionc narranrcſimoicheè accaduta nel tëpo d’ eſſa actions. ll che
ſe non foſſc coſi ſi diſtruggere-bbc# ſi riprouerebbe per filſo quellg,
.clzeArillotclein qucſto llbro na per coſa ſermiſsima &Ver iſsunaflo
è che la tragedia nó debba rrapaſſare lo ſp ario d'un giorn0,percio che
qual ”age-diari , nella quale non ſi conuenga rammemorare lc coſe
pal]`arc,& le coſe paſſate di molti anni fo anchora alcuna volta indo
,uinarele coſeclieſono auenire dopo molti an nifia qualcoſa li fa_ an
chora nelle comeclie, La quale rammcmoranonc, o indouimrione
nonſa chela fauola eſca il rerminc preſcritto del giorno nelqualeſh
no auenurç.Per che la narrationcd'Vlr’ſſc de ſuoi errori dopo la par
tita da Troia appreſſo Alcinoo in Coſſu non ſijconſidera come con
tenente attiene di molti anni ma ſi conſidera come attiene-fatta da
Vliſſe in iſpatio di poche hore,& breue mente come ”n ragioname n
toveriſimile d’ Vliſſe d'vna ſcra,ſi come altreſi non co nſiclcrala
narratione d’Enea de ſuoi errori dopo la partita da Troia inlieme
conla preſa di Tr'oia ſaitain Cartagine appreſso Didone anchora
che volge-[ſc il ſettimo annoſenon come atrio ne d'una ſera 81 come
un ragionamento vcrilîmile fatto in brieue tempo da Enea. Oltre
acio il poeta racconta alcuna uolta le coſe paſſate@ pure le fu
ture in ſua persona ,8K non dimeno non ſidec ,dire , che raccon
ti altro che l'attione preſa ,.0 l'attione di quel tempo dentro-dal
qualeèauenuta non eſſendo coſadiſdiceuolc , che egli per-.fare in
tendere meglio il Fatto,chc racconta ſi faccia alqua m0 adietro rac
comando alcunav coſa particolar: paſſarafldcſaiue ndo citta che piu
non fia,o altro o dimoſtrando uſanza tralaſciare: , o ſimilccoſa o am
monendo altrui diquello,clie ne doueua p0i1eguirc,Lc quali deſcrit
tioni,o dimc-ſtrationi,o ammo nirioni non ſo no principalnnç da loro
dipíde l’attionc,maſo no acceſſoric,&ſeruonoad alcune particelîc del
l’actione per iſcoprirle piu largamente. Agluuque fi come habbiamo
detto nell'liiada d’HOmero ſr anta-l’ira d’Achrile , 8c nOn la guerra
Troia 111,0 almeno_ non altra. parte della gucrrſſruia nachcquelía-lla.
q :a e
9° ſ
quale fu dim nte l’ira d’ Achille ‘, 8: ſi canta conſervando!? l’ordine'
naturale uſato'medcſimlmente' dagl’híſtorici cominciando dal prin
cipio,& ſenZa laſciarci] mezzo peruene'ndo al fine. Et ncll’Odiffea
ſi narra non il viaggio oil ritomo chefcce V hſſe da Troia ad itaca’
come c0mmunemente ſi crede ma il uiaggio che ſeceVliſſc (lACAlÌPſO
ad itaca 8t ſi narra per ordine dal principio paſſando al mezzo , di'
dal mezzo paſſandoal fine. Et nell’Eneida ſi racconta non lauenuta
d’E nta da Troia in ltalia,ma la uenuta d’Enea di Cicilia in italia ſem'
2a allontanarſi punto-dall’ordine hiſtorico ſefuando il principio , il
mezzo e'l fine-neſuoi naturali termini.Ne altri {l‘imi che-Homero nel
la propoſitione dell' Odiſſea habbia altra intentioue per ch! paia'
domandare la muſa a cantare glierrori d’Vhſſedopo la preſa di Tro
ia,c0ncioſiaì coſa che egli poi modifichi la ſua domanda rimanendo
invarbitrio della muſa il dettargli quella parte che le piaccia dicendo
alla fi ne 'rap ?tum-ye ad 0-1"er 4‘155 im" i; in?“. Neparimente ſhmi cltcVir
gilio nella propoſitionedell'E-neida, co ”tutto che li rallarghi in al
quante piu parole che non pare che faccia mefliereſhabbia in- animo
di narrare la uenuta tutta' d’Enea daTroia in lralia,ma ſolamente ha‘
in animo di narrare la parteche habbiamo detto,percio che ſeſiguar'
diamo in fin la doue pare che‘ſi'enda l'ampiezza delluo parlare h cö
uerra dire,che egli intëde anchora di narrare il reamc deglialba ni, 8: `
la ſignoria de romani,poi che dice Genus unde latinü,Albam-]; pa
tres,atq; altç moeniaRomte. Ma egliuſò ſimilc larghezza di parole per
eómëdare Enea,& l’attioni di lui,che ſi prendeua a ſcrivere. Adunq;
nó e' uero che quella ſauola nó ſia «Event-vole, che hail principio di
pëdente da altra coſa oil ’finé,dopo il qua le ſegue o puóragioncuoln E‘
te ſeguire altra coſa,Pcrcio cheſe piëdiamo |a` fauola dell’Odicha,&‘
le con ſhtuiamo il principio dalla partita' d’-Vliſſe daCahpl'o came nò'
dipédcqueſto principio da altra coſa '.' come‘ non deſidera il lettore di
ſapere \ ome Vliſſe ſoſſe capitato quiui .’Mkdefimamétc ſe aſſegniamo
per principio alla fauola dell'Encida la partita d'Enea diCiciliacome
non dirëdc il principio di necefaita altródes’Come altri non reſta con
deſidcriö d'intëdere quale uètura,o diſai ërura ha bbia baleſtratoE nta ‘
colas’lìt ſe uogliamo chela ſáuo la deli’lliada ſia una parte della gu'cl‘
ra Troianaſeco ndo che uuolc Al‘lflOtelc iome non dipende]] prin—
cipio di lei di neceſsira dalle‘parti paſſate-‘ZB come non dcono o poſ
ſono ſegui rc il fine le parti uëturc ſe ‘ucraſſentc ſl uede che ſcguiro‘."
Perche nel fermare la ſauola nö drbbiamo n01 hauerc níuno riguar
dna principio ,ammo , o ;fine dcli’attione-coo laqualfl- fi forma'
"— . la ſar ‘
h ſauoh,ma dobbiamo propoflací vna attione , o una parte-,o une.
particella d’vna attiene maggiore diligentemente cOnſiderare ſe è
atta ad operare uello che noi cerchiamo , cio è diletto negliuditori
per narratione äi caſo fortunoſo poſcibile ad aucnirc,& non mai a*
venuto. et pren der ne il principio cola doue preſo puo piu operare
queſto che preſo altrove. et parimente imperlefine cola,doue col
trapaſſare oltre li diminuirebbe il diletto Ma debbiamo ben pormen
te che il principio ſia ma nifeſto,& conoſciutoo da prima per le coſe
che ſi dico no,o poi pede coſe che s’hanno adire- Et per che le coſe
che ſi dicono o che s' hanno :dire ſono del poema,& de ntro da quel
10,8: non ſacri di quello ſi puo dire cheil principio da prima cono
ſciuto, o ſconoſciuto nOn dipenda da altra coſa poi che non è
di neceſsita d’andare altroue fumi del poema per luuerne piena c0
noſcenzaſi comeanchora le al” e parti mezzo 81 fine de0no eſſcrc ~
conoſciute perle coſe che ſi dicono dentro del pmmHora noi poſ
fiamo uedere l'eſſempio del principio da prima conoſciuto per le co:
ſe che ſi dicono nell’lllada,& del principio da prima ſcOnol`ciut0,mÌ
poi conoſciuto per le coſe che s hanno adire nell'Odiſſea. Percio
che nell'lliadail principio dell'lra d' Achille 'da prima e‘ conoſciu—
to per quello che ſi narra della peflilenza,& della cagione della pelli
|e nza che ſu lo ſ rezzo che fece Agamennone de prieghidi Chriſn
ſacerdote d’A o lo.Et nell'Odiſſea il principio della partita d'Vliſ
ſe da Calipſo a prima i: ſcenoſciuto , ne prima è pienamente cono
ſciuto che egli _narraîlo i ſuoi errori appreſſo Alcinoo racconti
comequiui giugneſſe. euie adunque da far conoſcere le parti ſco
noſciutc o per che di pendono da coſe paſſate, o per che ne ſeguono
nltrcappreſſu,che le poſſono maniſeſtare ſono quelle che giahab
biamo dette , 8: ſi poſſono diuidere in quattro maniere l'vna delle
q uali poſsiamo domñdare miracoloſa,che conttëe le perſone degl’id~
di“ riſpofi diuini , l’apparitioni de morti, degliangcli,&dedimoni,
le propherie,gli’ndouimmenti.le viſioni,&coſe tali ſopra naturali,&
perche-ſono coſe ſopra naturali ,non ſi deono vſareſe nOn in ſar ſa
pere le coſele quali per altra via ſe non mal-agevolmente non"ſi poſ
ono ſapere, &appreſſo fa bisogno che monti aſſai che ſi ſappiano.
La ſeconda maniera. e‘ quella che contiene meſsi , ſeruitori,o altri
che venga di fuori &rechi nouellead altrui,o per che ſimpliceme n
te [e ſappia@ per che ſi rane-grip per che fi contriſti,la q ual ma nic”.
con voce latina ſi potrebbe domandare Officioſa , 6t non ſisuole
adoperare ſe non in coſe di gran peſo-La terza maniera co otiene le
perſo
” . 89
ſeperſo ne proprie dell'a ttione,pergſí regio namëti delle quali incideia
tamente ſi ſcopre la notitiaedelle coſe c ie ſono fuori de termini del—
-ia fauoſa. Et queſta maniera@ molt0.c.0mmendabile. 8: puo ſcoprire
le coſe che mantano aſſai R poco.v _Etièdaſapete che quefle tre ſopra
dette maniere ſono _communi al modo rappreſentatin 8t al modo
narratiuo, 8t _tru0uano luogo nell'vnoñz nellTaltroindifferentemen
te.L’vltima &.quarta maniera e‘ propria del modo narratiuo & con
tiene le parole del narratorequädo xith naadieti 0,,otraſcorre auan*
ti a raccontar quello che prima e auenutop poi auerra _pei-.ſar cono
ſcerepienamente quello, di ch_e_ſì,tratta.,Hora per queſte quattro
ma niere non ſolamente ſi conoſcono le coſe paſſate oſe ,venture co
me s' edetto, ma ſi conoſconoancliora le preſenti, le quali ſenza eſ
ſe non ſiconoſcerebbono per eſſere auenute in luogo ,diſtante da
quello doue principalmenteſi rappreſenta o ſi narra eſſere auenuta
l'attione, delle quali coſe Ariſtotele di ſotto parlera.
PARTÃCELLA WlNTA* iribſſ îmi 15 ”Abr ”ü (Bernina-cr alpha”, “
’amis-m in mom} aio’vor *mi-m fl‘ſh'yfliud‘; *txav’ìlſlſa ”ù ”ipeQO Eminem mi “
'è Taxi”. m2”, {i affida, 7!“ ”Ze is". J“lo M711 ”ciau-x1” à'v-n river-ra mb! “
fior. “JTXUTN “-Òtüfl'tzlîìfil'î ru d’la-31"” ”In ylroflim. Ju wuyîytättjí 7a} "
&'51- Î Gtogiz fl’umſhtAA'oÎxfl-u ”Ts Ginger?” 167” aj 16 ?Aol ia 11“15 Magia:. ai n, d- “
auf-*m ;caſſoni-i (c397. Bs! &Emotimç Eni 13g! (ottimi, ”ü bd 18V {dui ’t'xaa ‘*
’3); MMG', 13105 îurv'rcÌrÎor . Zia-ro ’.93‘ iui ”Sci [40'009 Îxar ai): (“AJ-'m, -nÎw J" “
îuuvuyíiivm éw ,-7155 ”ſui-s Fc” nei: Mi ”Hier-Svago‘: ria‘- 473M” ai “in": 11x: '*
m ici", è iá‘flîtsnòy -rçeygá‘i'es quvſſids, ”ris metti-Peas où i’iyoviſomdmg “
Uri ”ù Bim -n partir. S j; ad M -nſà çi/m-rî ”fa/”MTM ſe”, Brain”; indie-V, "
"Vul 1P dirhhos ”Mim is‘i U‘ſù 16 uſi-200.1- 65 Zaini” Magia-nas indi, ir “
‘to altri” unì-:ò daily-’li ,76 .fin-mſn, iptÈís ?lynflívoîi dvusaivta i! {unix-'al il “
&051064; iìflmxiçs és J‘vnix'amaflsíuav, iuris Zços isi 106 poſati”; *J
CONTEN ENZA. Che-'laſauola debba eſſe-regrande 8( quanto. '
VVLGARIZZA M ENI-O, Et oltre a cio poi che l'animale bello, & “
ogni (altra) coſa che èconfiituita di certe_(parti) non ſolamente dee “
hauere quelle ordinate ma anchora ( dec) eſſere accompagnata da “
grandezza, ma non giada-qualu nque grandezza , concioſia coſa clte “
ſa bellezza conſiſta nella grandezza,& nell’ordine‘Laonde ne anima “
le alcuno piccioliſsimo po tra eſſet bello, perciocſie lo sguardo fatto “
in tempo preſſo clic inſenſibileſimnflmde, ne (alcun)gra ndiſsitno, “
ercioclie lo Sguardo non ſi ſa inv vna fiata, ma periſcea riguarda mi ‘5
Fvnita, e'l tutto,da_llo sg uardokcome ſe (vno) ani mile foſſe de ſtadi ‘ *
quara nta, Percioche dee coſi come ne corpi (vedeuoli) 6t negli anaÎI-l “
n. Aa m `
’t

‘ mali trouarſi (v na) grandezza' & quella coſi'ſatta che ſi poſſa com
prendere in v no s‘è-.tardo coſi anchora nelle ſa uole(dee)trouaſſì~ vna
lunghezza”: que a cofiſatta che ſi poſſa tenere-a mente. Hora ll ter
mine della lu ngnezza quanto alla rappreſentatlone ln atto,& al ſen
”ſo no n pertiene all~'arte.Percioclie ſe faceſſe biſogno (di termine-;per
" rappreſentar trage'diein atto,ſi rappreſenterebe no ſenza Fallo alla
” clepſidra ſi 'come gia & alcuna uolta affermano eſſerſiſatto Hora il
"termine che e'ſecondb la ſteſſa natura della coſa ç‘piu bello’hauend’o
”'riſpetto alla grandezm quanto ſi ſa maggio” pur che ſia manifeſto.
”Ma accioche ſimplicemëtediterminidOneſauelliamo in quanta gran
i’ dezm facendoſi le coſe ſueceſsiuame nte ſecondo la veriſimilitudine o
~ ›"la neceſsita auieneche di miſeria ſi trapaſsi infeiicita, odi ſelicita-i?
”mii‘eria,q~,icſ`tn è ſufficiente termine della granda”.
SPOSlTlONE. Trapaſſa Ariſtotele'dalla prima coſa richieſta alle
ſauola bene ordinata a parlare della ſeeondaJa quale è che la ſauoſa
ì anchora ſia grande,& dimoſtra non ſolamente cliedebba eſſere gran*
de ſimplicemente,ma ditermi natamente anchora quanto debba eſſe
re grande- Hora e‘ da ſapere per comprendere ottimaméte alcune eo
ſgcllc dice Ari ſlotele in queſta particella,che alle coſe prodotte dalla~
natura ſi richiede certa grídezza perdouere eſſere belle,come pogml
mogli animali 'nó ſaranno belli ſe mn ha n no Vna conueneuole gri
dezza,la qua] có ue‘neuole grandezza ſi cóſidera ſecondo la ſtatura vfi
tata della [Oro ſpetie laonde giudicheremo vn huomoi eſſere bello
quäto è alla grandezza quando arriua alla miſura perfetta degli-hu”
mini. Percioche ſe trapaſſaſſe la- miſura vſmi ta della ſpecie huma na dt
ì molto potrebbe eſſere reputato moſtro,& non huomov naturale co
me-per ſimile trapaſſamento ſono reputatii giga nti ſl‘IOflTUOſl ne fi
tru0uache gli cómendi-per bellicótutta la loro [miſurata grandezzu
Ra nelle coſe artificiali-,8c raſſomigliatiue delle naturali nó s’ha que
flo riguardo che non ſoperchinola dubiſfl grandezza della loroſpe
tie o ſie no minori per eſſere, belle come ſi vede nelle pitture-,8c negſ'l**
doſi. lequali, & qu uali per miſura maggiore o minore della naturale
non ſi ſtimano piu o men belle o belli- Anzi l’huomo dipinto,.o ra p
preſentato in idolodiqualunq; grädezza 0 piccíolma ſi diminuiſce,
o s’accreſce dal giudicio de riguardanti tanto che ſi riduca alla [latu
ra commune deil‘huma na ſpecieflzegli o grande o picciolo che ſi ſia
è delle coſe artificiaíi, che l'accompagnauo, cOme ſono caſe, alberi,
— canixaualli, [anorma,& la debita [mf-urti conuenendo Lllc tuttele al-`
tre coſe ſiena ſecondo propor-tione verſo l'huomo dipinto ofqrmsto
ln l 0‘
`
90
in idolo grandi , o picciole come ſo oo grandi, o piccioſe veramente
_verſo l’huomo viuo d'vſitata ſtatura- Perche a'auera ſpetialmente nel
la pittura,& in ſimili arti quel detto,che l’liuomo ſia la miſura di tue'
te le coſe-Hora le figure ſi dipingono grandi , 8: gl’idoli ſi formano
grandi per alcuni riſpetti,tra quali è quello della lontananza. Percioll
circle figureo gl'idoli allogandoſiin parte lontana da glioccliide ve
ditori conuien che ſieno grandi accioche poſſano eſſere compreſe
dalla Viſta come ſi ſanno le coſe le quali ci ſono preſentate in dcbitl
diſlanza nello fiato ſuo naturale. Perche nella colonna diríZZ-îta ad
110n0re di Traiano imperatore nel ſuo foro a Roma tanto ſi mofira
nograndia coloro che le mira no ſtando in terra le figureintagli aſte
nel marmo-alte & verſo lacima, quanto le baſſe, 8t verſo il piediſtal
lo, .o le mezzane,concioſia coſa che cominciando da baſſo .fieno di
certa miſura laquale anda ndo verſo l’alto ſi ſa maggiore ma con ta
cito. creſcimento tale, che l’occhio non diſcerne la maggioranza ſo
pragiunra d’altezzain altezza in guiſa che le .giudica tutte d'vgual mi
ſura-l’altro riſpetto per loquale ſi ſanno le figure 8c gl' idoli grandi
fi e‘ per dimoſtrare l’eccellenza dell'arte, percio che nelle figure pic
ciole,,& negl’idoli piccioli nó ſi rico noſcono ivitii che vi ſono,ſi co
me ſi ſanno nelle grandi,& ne grandi,d0ue qualunque picciolo pec
cato appare. Laondei ,dipintori rei delle-figure, ei formatori rei de
glſidoli ſan no le loroopere picciole perche nó fieno di leggieri ſcoe
perti i mancamenti da ognuno, mai buoniartefici , 6: conſapevoli
guanto eſsiſieno ſufficienti,&ſicuri dell’eccellenza del loro artificio
a nno le loro figure grandi,ſapendo che altri non ,Vi notera coſa da ria
prendere, *S: tale e‘ come [rabbiamo detto vn altra volta Michelan
gelo Bo narotti,concioſia coſa che ogni minimo errore nella gran
dezza delleimagini,ſe v'è,ſi maniſeflnPerclie quella coſa e vera menf
te bella,uella quale non ſi ſcopre bruttezza,ma ſe viſoſſe mſi ſcorri
rebbe. Et quella Veramente nó è bella,che eſſendo brutta per' alcuna
cagione nó apparendo la bruttezza par bella. 1-‘ uo ancliora eſſere vn
altro riſpetto che muoua iſopradetti maeſtri adare alle loro opere
forma grande-,8; cio è al riguardare piu all’autorita 6: alla maefla del
la perſona eſfigiata che alla miſura ofiatura ſua.Si come ſono in Ro,
ma alcune ſtatue di marmo rappreſentanti Coſtantino imperatore il
magno trapaſſantidi granlunga la ſua flatura,clie ſu molto piccioli,
&Pliidia fece la flatua d’auorio a Gioue .Olimpio a Piſa täto grande
che iltépio nól’ltaurebbe cótenuta ſe l'liaueſſe formata in piede nó pa
tendo agli artefici delle flatue di Coflantino , & a Pſiidia di quella di
Gioue che ſe eſſe foſſero flate fatte ,di Miſura
A acommunale
a ì ì liaucſſgno
raPprlo_
\.
rappreſentato degnamentel'auéorita &la mae ſia d’v n tanto im'pe
ratore,& d’vn tanto dio. E adunq; differente la gra‘ndeZZa delle con
ſe naturali dalla grandezza delleeoſerartificiali fatte dalla pittura &da
ſimili arti,elie rappreſentano quelle conuenend'o'la grandezza delle
coſe naturali lodeuole eſſere ne maggiore ne 'minore de termini con
muni ordinati a ciaſcunaſpetie di coſe,& potendo quella delle coſe at
tiſìciali eſſere ſenza biaſimomaggiore, & minOre non che _v uale ſe.
cOndo cliepiaceall'artífice, anchora che per alcuni riſpetti e faccia
piu toſto maggiori clic vouali ominori. Hora veggia mo quanto dee
eſſere la ra ndezza-della ſ’auola, la q uale co nuiene che ſia doppia ſe
condo c ie l'a ſauoia èdòppia o ſi puo conſiderare in due modi , per-
cioelie la ſauola ſipuo conſiderare ſeco ndo che ſi: comprende con
la menteſola ſe'perata’dagli ſtormenti che cela ſottopongono eſenfir
8t ſi puoconſiderare ſecondo che ei e‘ſottopoſta a ſenſi per gli flor
mentipöt‘comprendeſi con-la vifla.& con i vditatinſieme o con i'v
ditaſola; DEllagrandezza della ſauola,clie non èſottopoſt'a-v a ſenſi,
ma comprend'eſi con la‘mente ſola liora‘altro non‘dico,percioclie ſe**
ne parlera poco appreſſo Ma della grandezza della ſauola che è ſot
topoſiàa ſenſi,fl& comprendeſi 'con il‘: viſta, 8t con l'vdita inſieme ed:.
dire,.clie ſia' tanta quanta ſarebbe quella d'vn caſo fortunoſo degno
d’hiſtoria'clie aue mſſe veramente eſſendo di neceſsita che corra ta'ns
to tempoin rappreſentarequeſtoeaſo della ſauola imaginato,poi`chel
le coſefi ripongono in luogo di coſe,& parole diritte,mluogo di pa
rol'e,q uäto corſe in ſimile caſo,‘o correbb‘e mentre veramète auen ne;
o aueniſſe. Perche ſi puo‘díre che la gra ndezza della ſauola,laq nale è
coſa artificialein quanto è ſottopoſta a ſenſi ſia vguale alla grandeZZl
della verita del caſo fortunoſo,& che ella tenga quelluogo che tiene
pog niamo la figura quído èd'vguale grandezza all'liuomo viuo figu
rato-Hora queſta grandezza della ſauola, che ſi cóprende per la Viſta
8t per l’vdita inſieme non dee paſſare il 'termino di dodici ſtore-ſi c0
me c0 n Ariſtotele liabbiamo ìaltroue detto; &ſaſſegnate ne lè ragioni:.
La qual grandeZZa‘ è commune alla ſauola ‘della tragedia , 8t della“
‘comedia. Ma la grandezza della'ſauola che ſi comprende con l’edi
ta-ſolamente non ſi puo miſurare con la verita della 'gi-andena del
Caſo fortunoſo, ne ſi truoua miſura ches’- ad atti all' vna grandezu‘
&all’altra.Percl1e laſciata dall’vn de lati flare la verita della gran**
dezza del caſo,~ la gra ndma della fauola‘è 'lioratmaggiore 8t è hora‘
minore,& pare che ſimilegrandezza ſia `propria dellîepopea, 61 della
dithirambíca quamo non‘dimenoì pertiene alla' flormentodèllo pa
role. E’maggiore guido la ſauola ſi narra particolarmentefl .diſtinta
ñ ñ * " * mente.
9!
menteE’minore uando ſi narra generalmente,& ſommariamente;
Hora pare cliepo si'amo para oha’rela grandezza maggiore della fa
uola fattaci conoſcere per l’ugita pogniamo incerto modoalla figu
ra maggiore che nö èſ’liuomo uiuo,&mtttrale,ſi come poſsiamo pa
ragonate la minore a q‘uella figura che è minore dell’liuo‘mo- uiuo &
naturale. Et coſi come s’è detto ,che gliartefici ſa ceua‘noìp'er tre rii
ſpettifle forme delle ſi ure maggiori del natUra’le coſi iv poeti epopei
ei uſano'la grandezza ella ſauola per tre riſpetti non moltoìdiſsimi
li a‘tr‘e ſe pradeterercíoche ſegli artefici faceuano‘,&ſanno‘le'ſ1gure
che ſi deo n‘o riguardar di lontano,magglori1 aceio‘ che poteſi'ono, &
poſſano eſſeruedute da ſunge da riguarda nti‘ o‘oſi' medeſima'm‘entei
poeti ſanno le-ſauo’le‘grandiaccioclie lo'ntelletto del uul 'o,&del c6
mu ne popolo,clie è-lótano dal compri-di mëto delle coſe ette'ſtrettz-ì
mëte,&liabiſog nodella'mcggiore grídezza della ſauola,ne poſſa eſ
ſerecapace.Laonchbmeroiacciochepropog niamoinmezzo‘uno eſ
ſépio col q‘uale facciamo‘maniſeflbqiieiloehe diciamoſpëdeîmolti uee
ſi nella narr’atióe del tirar' l’arcodiPandaro;&molti'piuneſpëde nel
la narratióe d'armare 'Achille particolareggiando & diſtinguëdo ogni
mi nuta coſa diq‘uelle dueattioni,&per queſta uia aggrídendole 8: pet*
cOnſeguentt: facendole meglio intendere al popolo rozzo che non'
ſe l'harebbe potuto‘imagí'na‘re tali per' narratiohe gen'erale,&ſomma‘
ria-A nchora s'è detto‘clie‘gli artefici ſaceua no'le figure grandi per di'
moſtrare l'eccellenza del‘loroartificio;&acqui\t‘ar ne'gloriarmettödoſì
a riſchio di poterepiuageuolmente eſſere‘ripreſi nella grandezza' che“
nella picciolezza,&io anchpradicoìclie‘ ipoeti epo’peici, liquali ſito'—
noſcono‘di ualere aſſai uſano la maggiore grandezza ſi come uſcì“
Homerogh` che ſi cOme dicemmo di ſopra fi ſg‘uarclò` Virgilio e
tutto ſuo-p‘ot‘ere,ſi~ come colui ,che douena eſſere conſapeuole della?
—-ñu-ni—-ñ
debilma‘d‘el ſuo ingeg'no:Et ſi come‘Homeroſpetialmëte e per queſta
coſa da ſopraporre a Virgilio‘eofiDante’dèe eſſere ſopra poſto alP‘eeÎ
. trarca hauëdo impiegato quelli lo ſtilein poema gride &magnifico 8:'
nel quale ‘chiaramëteapparerebbono lierroriſe uiFoſſero,8:queſti~it‘l`
poema picciolo ò: modeſto@ nel qua enon-ſi diſcernonoìcon molta*
agevolezza glierror'i ſe' uiſ0no'concioſu c‘oſa’ch‘e i‘ſonetti gli' epigrío'
mi &ſimili poemi piccioli fieno ſimili alle ſioure picciole ſtádocelato‘
negliuni 8tnell'altro'diieggiereognigran-dite1to, Di cliepuorëde‘re
nera teſtimoniäza il Petrarca,il quale liauëdoacquiſtata lode marito’
uiglioſa per gli ſonettí,&’per gli‘poemi brieui~ non ſia potuto s‘cliiſao'
ue biaſimo quando‘hatcntato di rallargarſi,& d’vſare grandezza ſeria*
nando capitoli-Si diſſe ultimamente che i maeſtri delle figan dzuanoì
Aa a loro
lato grandezza liauendo riſpetto all'autmita &alla maefia degli liuo-ſi
mi ni,o degl’iddn rappreſentati piu tofl0,clre alla {la tura loro.” che pa
(imëte fanno f’ll epopeici che in ringratiare o in lodare le perſone
publiche &gl iddlij uſano grandezza maggiore che nonrich-iede vn
ringratiamëtop Vna lode per quella medclima cagiOne ſeſi faceſſe ad
vna perſo na priuata percioclie le perſone publicheſoſtengo'no la c6
ditione di tuttala perſona d'un popolo. Et percio non le” puo parla
re ſe non allungo,&c0me dicoſa che monti aſſai.” che oſſeruò Otti
namëte ben chefuori di poeſia Cicerone nel ringratiamëto che fece
a Giulio Ceſare perla reſtitutio ne alla patria per Marco Marcello ,6c
oſſeruarorîo ottimamëte pure in rëdere grazia che fecero Plinio Ni
pote aìTraian0,&Auſ0ni0 aGratiano,ma per auëtura nò' oſſeruó gia,
eoſi beneMartiale ringratiído con epigrämi brieui DomitianoJ-lora.
ſi come la grídezza della fauola che ſi cópre nde c6 lauiſta 8( conl’udi
ta non puo paſſare dodici liore come e‘ ſtato detto coli la gra ndezza
della fauola che ſi comprende per l'vdita ſola non puo paſſare que*
(lo medeſimo termino di dodicr liore. Et qualeltuomo ſarebbe quel
lo che poteſſe o le oerevn poema piu di dodici hore o aſcoltare? Etin
cio l’una &l’altra auola ſon pari,ma in qnello nó ſon pari,clie quel
la ha il ſuo ultimo fi ne intra dodici liore &in vna fiata,&q ueſta non è
coflretra a terminare tuttain dodici hore in Vna fiata ma balla cheu
na parte d'eſſa non trapaſsi quello ſpatio potendoſi in uno altro gi a
orno darfine ad vn altra par.e,&in un altro ad un altra infine a tan
to che le lì dea l’vltimo compimento-Et quinci ſono ſtate trovate le
diuiſioni,&d’vna fauola fatti n'e piu libri ſeruendo ciaſcun libro all*
narratio ned’vngiorno,nc èdi neceſsita che tutta la fauola ſi for ni
ſca in vngiorno,&*in vna fiata,poi che non famefliere per far cópren
dere quella fauola ne di palco,ne di rappreſentatori,ne diſpeſa niu—
na,nelo'ntramettere ancliora alcuni giorni tra l'u na narratio ne d'u
na parte &l'altra d’v na medeſima fauola non è punto coſa ſconue no
uole.Ma tëpo è di ueníre homai al teſtoá'fl ‘5' ‘mi mi‘: mi: ſcs.” ai Zar-p ri
”fam-:,&cffloiclie s’e‘ ueduto chela fauola dee eſſere per fetta, & per
conſeguente ui dee eſſere tutta &liauere il principio , il mezzo_,e’l fine
8: cominciando dal principio,&paſſando perlo mezzo peruenire al
fine,&non cominciare dal mezzoo dal fine come molti s'lianno ima—
Finale che ſi debba fare,ſoggiug ne Ariſtotele che ancliora vuole eſ
ere rande,&entra a fauellare della ſeconda coſa ricliieſta alla fauola
per c ie debba eſlere bella- Hora eda por mente-all'ordine delle parole
che pareiuterrotto,&flare inpendente. ſ’é’rciocheliauendo detto-Et
appreſſo Per che l’animale bello,&ognicola _conſtituita di _cei-te parti
L . ee
92
dee hauere non ſolamente quelle Parti ordinare , ma 'eſſere an( hora
accompagnata da Frandezza pendëdo tuira nia quefio ragionamëto
ſoggiugiie laonde ameſtieie che ſi come ſi richiede a corpi,&agliani
mali grädezza &clie queſta ſia tale che ſipoſſa cóprëderein vno (guai'
do coſi anchora è richieſta lunghe-221 alle fauo‘le,&clie queſtá ſia r”
le clic ſi poſſa agencimëre_ienere a mëie.Perche è da dire 0 che Ari
flotele parëdogli che ràbnifoſſe iäto lontano che il letioreſe l’liaueſ
ſe dimëticato perle molte coſe,che erano ſeguite,lo laſcia in penden
te,&come ſe liaueſſe hauuiaſua riſpoſta raccoglie in c0ncluſione le
coſe detedídoloro nuouo principio , o è da dire clie 15851 non lu
qui quella ſignificatione che cómunemenie ſuole ha uere cio e' di‘ pero
clie,o perla qual coſa,m0ſtrando il parlare paſſato eſſere cópi uio,ma
clic qui venga adire Adunque o percio , 0 ſimile coſa accio clie non
fia particella diſgiu ma da imi- Ai‘o è'… Wáflſhxgoíu lim 74mm M5@.Ar1ſt0o
tele poria opinione che la grandezza della ſauola voglia eſſere tanti
che fi poſſaxſcnza fatica tenere a mente, & tenta di prouarla o di ſar
la ma niieſh con una comperatione dicendo che quale proporrio ne
ha la miſura dell'animale verſo l'occhio noſtro tale ha la miſura del
la fauola uarſo la memoria noſti'a. Hora ſe l’a nim'ale è gra nde oltre il
contieneuole non puo elſeie compreſo tutto dall'occhio noſtro in
ſnno
i er laſguardo,&ſe è pzcciolo
ſua picciol’ezzz oltreben
puo eſſere il conueneuole fatica l'occhio
compreſofflarimenke , ne
ſc la ſauod
ſara grande Fuori di modo, non porra eſſere ritenuta interamente
nella memoria,& ſe ſara picciola oltre a modo accio che la compa.
ratione riſp:›nda anchora in queſta parte biſogna dire che fatiche-ra
la memoria,& clic perla ſua picciolezza non potra cſſere compreſa
dalla memoria-ll che è falſo eſſendo molto piuageuol coſa il tenere
0 il mandare amante le coſe picciole,o brieui, clic le gra ridip le lun
ghe-’Senza che anchora la miſura dell' animale che è grande oltre il
conuencuole non lia i-nieraméiequellaproportione ueriol’occhio,
che ha la miſura della ſauola grande verſo la memoria-,conciofia coi
fa che ſe la grandezza dell'animale non puo tutta eſſere compreſa iſt
uno ſguardoſſi poſſa comprendere in dueoin piu- preſſo Che in vir
rempoſacendo l’occhio
'dezza della fauola l'ufficio
non èturta ſuotempo
in vn in un momt nio.l\’l a ſe la gra na
nella memoriamoiſiipuo‘
miga ſubiramenreeſſere compreſa dalla memoria in piu volta-,parco
clie oicorre tempo a mandarla a mente perpar.i. Perche per auenru—
ra la comperaiionehaurebbe con piu proponione riſpoflo ſe liſoſſe*
detc0,clie coſi comele coſe naturali,.c0nie ſono animali grídi oltre il
conucncuox, auicinace all’occhio non poſſono elſere compreſe in
` ~ vno
-unoſguardo non potendo i raggi uiſiui diffenderſi per tutto il con'
ñpo accoflato all’occhio ma ſe ſene ſcoſta no alquanto,& ſe ſi confli
euisco no in luogo vn poco eleuatopotran noieſſete compreſe per lo
ſpargircëto de raggi,che_abbraccia no &circódanoin .vno ſguardo tu!
ta q nella grädezza &fiaquäto ſi vogliadöz ;le coſe picciole oltre il c6
ueneuole per la loropicciolezz-a-ſaticído l’occhio nó poſſono eſſere
ben cópreſe ſe coſa accidétale nó le ſa parer grídi,come ſono gioie,
&tra l’altre il caitbóchio,che paiono maggioriper lo lipo,& per c6:
ſeguente ſo no cóprcſe dalla vifla ſenza fax-[Ca , medeſimamëecofi la
grädena della-ſemola che naturalméte ſarebbe difficile da ricordarſi ſi
puo per arte diſtinguereñin certe partifltpuo raccogli-:iſt incerte pat
ti,&riceuere tale ordine che og ni cómune memoria ne ſara ricorde
uolecögridiſsimoidilettofl la ſauola picciola la quale perla ſua pic
ciolezza ſarebbe ſprezzata,&q uaſi come coſa urle ſarebbe dalla memo
ria gittata viacon alcu na coſa accidétale ſi nobiiira 8t ſi ‘rende memo
ſcuole pogniamocon alcuna ſingolare no uita,che handle in ſe didet
lo o di ſano RM’ 31741… 1075 Mei-n -ràîv ”il *rà :Mei iuris' .du-231'“ Ariſto
tele nella particella proſsima ſeguente dita come ſi richiede ancho
ra alla ſauolaiche ſia vna,c io ‘è rappreſentatione ,d'vna aldo ne ſola
d’ vnohuomo ne troppo lunga, ‘ne troppo .corta. ;Hora in quel
la guiſa lamemoria non dee poter comprendere ſe ,non-v na ſauola
ſola, the non ,fia .nettoppo lunga ne troppobrieue, ;nella quale A
riflorele dire,che l'occan «non puo comprenderein uno ſguardo ſe
non u noanimale che non ſia ne troppo gra nde, ne troppo picciolo
perdo che ‘ſexè troppo grande l’occhio nol puo in .vno ſguardo ri
guardare tutto,& fi dilegua il tuttodalla veduta, BK nonzſenc uede ſe
non alcuna zparte,ne ii puohauere quel diletto dellayedutapgiudi
care la coſa 'ueduta comeſi ſarebbe ſeſi .vedeſſe tutta -inun te`mpo ,&
in Vna guardatura percio cheſi vedrebbe la propertione dellemem
bra,& [i potrebbegiudicare ſe riſponde-[Tono tra ſe,o` no;La qual co
ſa non ſi puo ſare-dirittamente ne ſenza difficulta quando ci conuies
ne ſpenderevno ſguardo-in vedereciaſcuno membro per ſe. Parimë
te non puo altri hauere diletto niuno d'vna ſauola in giudicareſeflea
bene o male ſe nOn ſela ricorda tutta in Vn tempo concioſia cola che
l'vna parte dipenda dall'altra ,-&ll'u na operi che l'altra ,ſia bella o
brutta,& alla fine _tutte _in {ic-me .concorrano a farla fauolabella 0
lai-urtaddunqueconniene che il tutto dell'animaleſia compre ‘n dal
l occhio in VnO ſguardo cl tutto della fauola ſia compreſo dalla me
.mona invn tempo ſe (ene dee trarre compiuto d.lei to;6iſeper alcu
.nO "N
fi“
l
*ñ.
-
‘u-*ó'~'l-l‘
ato impedimento Opei- troppa grandezza , oper aſtro!? ſciema o ſi
perde i'l tutto,.ſi ſciema ancliora 81 ſi perdeil pieno diletto che ci
potrebbe ſeguire o dal riguardare l’animale-,o dall'udire 8t dal vedere
la ſauola,o dall'udirla ſolamente. Horaio non ſo ſe Ariſtotele cre—
deſſe che l'occhio non poteſſevedere in vnoſguardo ſolo ſe non v na
coſa ſola &ſeperata dall’altre, ma certo dalle parole della ſua com
peratio ne ſi puo cogliere che egli non foſſe lomano da ſimile
(redenzaJa quale per aue ntura nOn e‘ vera.Perc|0 che l’occhio della
fronte, & l’occhio della mente paiono eſſere dotati in CONO‘ modo
d’v na medeſima pote nza,& in congiugnereakmetme inſieme leco
ſe.diuiſe,&ſeperate,&di piu farne una,& indiuidere &leperarel’vnitn
delle coſe,& la congiuntione,&d’vna farne piu. Come l'occhio coi-s
_óAñ—.-v —-ó -ów poraleſe altri dÎin ſii un colle rimira vno elſercito pollo in u n piano
cio e‘ tante coſe diuiſe che ſono inynoeſſercito ,8t ſeperate huomini
eaualli, padigliOni,tende,lancia-,ſpade , usberglii, elmi, & che nò c'
eongiugne,& mette inſieme , 8t di tune le predette coſe-fa vna ſola
8t la riguarda,&la comprende in vna ſola Veduta , 81 dall’altra parte
pogma modîvna donna che e‘ coſa ſola , & una fa piu parti, 81 dluln.
lioniſeperando anchora dal tutto un picciolo neo, o alcuni pelucci,i
liquali lolamente uede in uno ſguardo non adocchiando alcuna-dele
lîaltre partiJÎLtlìoccliio della mente uede,&.conlidera come unaco—
ſa lola la ſpetie dell’huomo,o.del cauallood’altro animale che ſi nia
empie d`inlìnitil1uomiiii,o caualli,o altri animali , 8: diuide, 8t ſepera,
co nla co nlideratio ne le coſe che ſono v ne 6K inflperabiliper natura
Be le uede come ſe follero piu li comes’imagina la ſuſtanza nuda ſen
za gliaccidenti,o gli accidentilenZa la ſuſtanzia , Zinio 'il ”vg-"op má‘lo‘a
:lege-SOÎHPJÌ‘ lar troppo ;moderato ſarebbe ſe Ariſtotele liaueſſe detto
come ſuonano le parole come ſe foſſe vno animale di grandezza di
dieci mila ſtad-;Îche ſono milledugento cinquanta migliaitalia nel?”
che i0 ho per collante chein quío tefio ”abbia errore, 8t che .ſiz
aa… ſL rjtto uuçi’op in luogo di uv che ſignifica quaranta , 8t che
lîeri-ore lia nato da.la linea tirata ſopra i” che alcuna volta -ſi
fa in dimoſtramento dxlla lettera, 81 alcuna in dimoſtrarffl , cz che
lo ſei-irtore non molto intende-nre habbia ſtimato Cllc m lettera
ſignificante quaranta per abbreuíamemo uoleſſe dire ing/mp. F.:
quantunque ſu parlare ſmoderato quello anclÎora come ſe ſoſſe
nno a ni'male dígrandezza di quaranta fladi cio ve` di cinque' :ni-
lia italia nc non è pero tanto ſmoderato, E'l ſerpente Pitlione‘
ucciſo da Apollo ſudi [tizi ſurata guidezzaflòzfi [aCCOLÎlñ che ſono nel
~
.A B mare
a>
"7.“,

" marebalene coſi grandi che ſono da nauiganti alcuna volta ſtimate
iſole. 1-73" ai',st ſg@- rifà: ”Xu *mis &773m; xvi; -ráîr 213m? oi: 'ris ?ixus ‘tsin
Parla della granchZa della fauola in quanto ſi comprende col ſen
ñ ſo dell'vdita St della veduta, 8t dice che queſta grandezza non pertie
ne all’arte del comporre la ſauola, ola tragtÎdia, 8t lo pruoua c6 que
flo argomento. O`uflle coſe non pertengono all' arte ſenza lequali
l'opera dell’arte ſi mandaad eſſecutione, mala tragedia, o la ſauola
che ſi comprende perla viſta 8t per l’vdita ſi manda ad eſſecutione
ſenza hauer riſpetto niuno a tempo miſurato, adu nque la grandezza
coſi fatta non ſottogiace ad arte,& ſe alcuno negaſſe che ſi mandaſ
ſe ad eſſecutione ſenza hauer riſpetto niuno a tépo miſurato ptuoua
cio con coſi fatto argo mento.Qielle opere che nell’eſſere mandate
"4:3“ ad eſſecutione hanno riſpetto al tempo ſi manda no ad eſſecutione
con l’horiuolo , ma la tragedia non viſi manda con l’ horiuolo
adunque non ha riſpetto al tempo. Hora non pare che Ari flocele di
‘h ea vero, che il termine delia grandezza della ſauola checade ſotto
iſenſi del c0rpo, 8( ſi puo domandareſauola di fuori non ſottogiac
cia all'artedel comporre la fauola & la tragedia, Et'pare che contra
dica aſeſteſſohauendo detto di ſopra, chev ſa tragedia non poteua
trapaſſareil giro d’vn ſole, cio è‘dodiciliore, cheè miſura ſenſibile,
concioſia coſa che la fauola o la tragedia quantoappertiene al man
darla ad eſſecutione, habbia iſuoi confini non potendoſi diſtendere
in piulungoſpatio di tempo di dodici hore per quelle ragioni che
~`\..//`~~ ſono ſtate di ſopra da me addotte,ne riſtringere in tanto brieue tem—
po che il popolo ſi adegnaſſe ſe ſi uedeſſe eſſere ſtato inuitatoin the;
tro cOn tanto ſuodiſagioo per Vna 'hora , oper due anchora. Et
quantuuque non ſia preciſamente diterminata la certezza del tem
po,nel quale ſi debba eſſere dato fine alla tragedia,ſi come è dirermi
nato quel tempo,0ltre il quale il fine non dee paſſireinguiſa che nö
fameſtiere d'horiuolo, non dimeno nOn è che ſimile grandezza non
ſottogiaccia all’arte,& che coloro, liquali la ſpreZZano allunga ndo
[a tragedia oltre alle dodici hore non pecchino,& non fieno da bias
ſimareſicome none da lodare Plauto che in alcuna ſauola delle ſue
comedie s'è diſteſo oltra il predetto co nfine.Si come dall’a l tra parte
ſono dabiaſimarecoloro che riſtringon o la grandezza leggittima del
1a fauola,&1e danno prima fine che non biſogna non tirandola oltre
ad un brit-ue termine,come ſarebbe quellodi due hore o piu. Perche
c‘da riſpondere all'argomento d’Ariſtotele,che non tutte quelle coſe
che hanno riſpetto a1 tempo 'ſi mandano 5d eſſecutione con l’ho
riuola
96
rîuolo, m’a 'uiſi mandano quelle , ~alſine dell'eſſecutiOne delle quali
èfiſſo un termine immobile , al qualeſi debba peruenire neſi debba
paſſare.Delle quali non è l’eſſecutio ne della tragedia,la quale ha ſpa
tioſo il tempo da terminare,ne c‘coſa agevole a prendere err0rc and
chora chemonon
diſcendia ſi miſurino
a ſporrele paroleſottilmente per artificiol'hore-
delſſteſto le quali ſonoguaſte in Hora
alcu—
na parte,& poſſono riceuere due intellettiſfcoudo che ?tn-‘(4 8: 3:70
nliàxi poſſono ſignificare due coſe,ci0 è dop ſimplice recitamento
in atto,& aren't-a.. fimplicemente recitare in atto, o E759 riſpettiuo
recitamento in atto a pruoua & in contraſto & arm-’fida riſpet
tiuarnemerecitare in atto apruoua &in contraſto, Sono guaſte in ‘
quella parte .:i 7a]- L'J‘a 'Wap Tfnçl‘ſaſ ati-miſta”. percio che non
e poſsibile ſlando cofi a trarne ſentimento-ragiOneuole,& con poca
mutatione ſipoſſono conciare dicendoſi íi ri]- Z’J‘e ‘lviu 7; ?fam-:eſſa: ho
viſta-u , ö: apparira douerſi .conciare `coſi dalla dirittura dell’uno
65 dell'altro intellett0.Se prendiamo adunque ?Help & &yo—alpina per
[implice recitamento 61 per ſimplicemente recitare in atto,queſ’to
"il ſenſo. ll termine della lunghezza della .fiuola quanto e‘ alre
citamento in atto & all'eſſere compreſa dal ſenſo non pertiene al
l'arte percio che ſe faceſſe meſtiere di termine miſurato da ſenſo pei-,g
ragione di recitare in atto tragedie le ,recitarebbono in atto all'horí
uolo,ſi come gia alcuna ~volta ſi dice .:eſſerſi _fatto uído le tragedie
ſi recitauanom atto a pruoua &in contraſto. .Ma e prendiamo ſul,
È &yu-ſtarai per I ecitamento riſpettino,&per recitare riſpettiuamen
le a pruoua 6t in contra flo queſto ſara il ſenſo.Poteua alcuno imagi
narſi che trattandoſi della grandezza della fauola della tragedia ſi do
\
ueſſe hauer riguardo a termine di certe hore ſi come haueuano hann
to i poeti antichi quando le loro tragedieſi doueuano recitare in con
traſto,Alla quale imaginatione riſponde Ariſtoteleche il termine del
tenipo,che ſi ſpende a nchora in recitare le tragedie a pruoua &che ca
deſocto il ſenſo non ſi deediterminare dall'arte, percio cheſefoſſe
neceſſario certo ditermi nato tempo perlrecitare le tragedie almeno
in conttaſto non ,ſi ſarebbe pomta laſciare _l'ulanza di reciçare all’ho
riuolo, ſi come s’e‘iaſciata,ll che anticamente ſi face - ,Staleu na uol
Ia,& non ſe‘mpre uolendo moſtrare che gliantichi non haueuano
cio per coſa neceſſaria,&pare cheAriſtotelevſi l’argome'to dalla. mag
giora nza alla minoranza dicendo. Se nel recitamento delle tragedie
che ſi ſa in contraſto non s’ha niun termine certo d’hore appo noi,
ne s’hebbeappogliamichi ſempre tanto menofi dec haut-re nel reci
- Bb l tamento
‘N
i

tamento ſimpli‘ce della tragedia-.Ma a me piace aîſai più‘il primo intel


l’etto. è )u`f ZJ‘a e‘ da ſup plirc Z'çe n; uíxsos ?Iſlas vai‘- als-im. cio è ſe facci‘—
ſe meſtiere ditermine di lüglieZZa ſenſibile per cagione di recitare tra:
gedie Img :io-rh@ Zum. Gia 6t alcuna volta volendo dire che nó ſem
p re gli antichi vſaron0` tempo diterminato ſecondo l’horiuoloan
cliora nel co ntraſto delle tragedie & pure montaua aſſai la certezza
del tempo, perqioclielalcuno poteua bene in~ certo ſpatio di tempo
dijettare il popolo con vna tragedia che palſtto quello ſpatio non
haurebbe potuto ritenere il popolo piu- non liauendo materia diletta
oole da giug nere alla ſua tragedia. Et v n’altro non poteuadentro
da quel predetto‘ ſpatio gent-rar diletto nel popolo. Il che hau
rebbe Fatto con al quanto piu tempo elſendo la tragedia ſua ripiem
di piu lunga attiene-Et percio, accioche gli auantaggi non foſſero
piu dall’Vno che dall'altro lato de tenzonanti non pareva douere
che ſi douefl'e concedere il tempo ſecondo la- natura della tragedie
quando li co ntraſhua,ma ſecondo vna miſura preſcritta de giudici,
che Foſſe-ragioneuole , & commune-all’- vna ,Gr all‘altra parte de
contraſtanti. 8 J‘ì ”i aiuta‘- 1L“- 90'… 10G‘ mai-mm: Feo:. &c. Parcndo
ed Ariſtotele d’ hauer prouato per quello clielia detto che non fiñ
poſſa miſurare la grandezza 'della ſauola in quanto ſi comprende
per gli ſenſi della viſta, 8t dell vdita,paſſa a volere trouue la gran
dezza della ſauola in quanto ficomprende con la mente ,& ſi ritie
› 'ne nella memoria &le da il termine da due coſe congiunte ínſieme;
l' vna delle qualiè la finedella-materíadelle‘fauola, 8t l’altra è la ca
pacita della memoria de veditori,`~ 8t- degli aſcoltatori. Laſine delle
materia della ſauola è la mutatione di felicita in miſeria o di miſeria.
infelicita. Etla capacita della memoria c‘ terminata da quante coſo
iu puo con ageuolezza ritenere. Vedeua-A riſtotele, (he le fauole del
l’a tragedia communemente liaueuano fine alla fine della mutationc,
a: che le coſe auenute, & contenute nella ſauola non ſi ſtendeuano
oltre il termine d’v ngiro del ſole ſopra l‘liemiſperio, cioe` oltre ado
dici hore, 8c non riconoſcendo la vera cagione di coſiſatto termine
dÎattioni raccolte in vna ſauola s-'èimaginato che cio ſia perla capaci*
1:5&per la contenenZa della memoria de veditori 8t degli vditori
quaſi foſſero per dimenticarſi le prima parti della ſalma ſc commeſ
ſe vna .attiorxe di molti di , quando vdiſſero, & vede-{ſero l’vltimo
parti, 6t' non 'lia conſiderato che ſe queſta foſſe ſhta la cagioncd'ab
breuiare il'terminealla ſcuola della tragedia; 6K di tifliingerla alla
, materia
~'--’ 1-.. ñ
`

97
Materia di poche hore, cheſi ſarebbe medcſimamente tenne nuto rio.
firmgere la ſauola dell’ epopea alla materia di poclielaore à abbre
uiarle il termine, il quale èd’ attioni di molti di anzi di moltianní
ſecondo che dira Ariſtotele contenere l' Odiſſea compreſe non (il’
meno ſotto vna attione ſola che è il ritorno d' Vliſſe da- Troia alla
patria, 8t pure non deela memOria de lettori, o de gli vditori delle
fauola dell' epopea eſſere iu tenace in ritenere che quella de vedi
t-ori, 81 degli vditori della auola della tragedia. Anzi dee eſſere mea
no tenace la memoria di quelli chela memoria di queſii.- Percioche"
piu ſi fermano, &mettono le radici piu altamente le imagini delle
coſe nella memOria raccommandateuipe‘r la via degliocclii, & degli‘
Oreccni , che non fanno le imagini raccommandateui ſolamente*
per la via degliorecelii- Laonde diceua Horatio Seg nius irritant ani—-v
mos detniſſa per aureis. O`uàm quae ſunt oculis ſubieéta fidelibus.'
Senza che oteua ben vedere Ariſtotele, che le fauole ſono coſe ſe'
quali non ono fu0ri del commune corſo del mondo,&-percio' don
grauano la memOria ſi che ſe paſſaſſero quel termine preſcritto i?
doueſſono dileguare della memoria- Adunque coſi brieuetermine'
non è fiato poſto alla fauola della tragedia dentro del qual s’ opera
per cagione della debilezza della ricorda nza , ma per quella cagione'
che gia habbiamo aſſegnata della rappreſentazione, 8t dell’agio de ve*
ditori occupa ndo tanto ſpatio di tempola rappreſent—atione quanto
occuperebbe vna veraee operatione, 8t non potendo il popolo ſtare
in tlieatro ſenza diſagioin ſupponabile piu di dodici lmre. 3 J“r u‘
*inni- n’a) Qtidl! to; ”yi—:mo: 2'905. Ariſtotele vuole che il termine liauen
do riguardo alla naturadella favola ſi poſſa diſtendere in fino a quel
punto, dal quale puo eſſere tutto infieme compreſo 6: rammemora
to da chi con la memoria ſiriuolge indietro,& che quanto è maggio
te tanto ſia piulodeuole, öt dice zçáyuxros riguardando all'attionì
--T"`—_ó_— comenute nelia ſauola 8t non a niuno termine di fuori, &vuole'elie
[abbiamo per prouato che quanto e‘ maggiore tanto ſia piu bello
per quello, che c‘flato detto di ſopra che la bellezza conſiſte in gran
dezza 81 tJvJ‘qus riguardandoallamemoria che ſi poſſa ricordare d’o- "
gni coſa paſſata. Ma perche queſto non è veramente termine ſecon- `
do la ſteſſa natura della coſa ſe non in certo modo poi che riceuev `
nuſura dalla capacita,& dalla contenenza della memoria, che è put- `
coſa di fuori, 6: alla uale ſi rapporta il predetto termine ſog
giugne. ó: Minas: Prog-durate'mñv. Accioche ſimplicemente di ter— ) -
Bb z miniamo ì“ l
è '“‘
ininiamoqueſta grandezza ſecondo ſa natura della fa uola ſenza li”
uer niun riguardo di fuori.îv ?to abita ma rà :1x55 i ria-47:47.9 iqnÈís "ll
'Mito‘s-in quanto tempo auenendoſueceſsiuamente lecoſe l’v na do
po l’altra ſecondo ilveriſimile oſecondo la neceſsita ſi ſa il muta
mento di miſeria in ſelicita o di felicitain miſeria. Hora il tem
po di queſto mutamento non uuole eſſere ne molto lungo,ne mol
to brieue accio cheſi ſenta l'alegrezza maggiore per la’ſelicita, &
la triſtitia mag giore perla miſeria- Percio che ſe il mutamento
tarda troppo atarſi di miſeria infelicita nonpare che h ſenta l’ale
grezza coſi come ſiſaquando nOn tarda tanto. Laonde nel prola
odella nouella di madama Beritola appreſſoil Boccaccio ſi dice.
ointendo di raccontaruene una neuella non meno Vera clic pia
toſaJa quale anchoraclie lieto ſinehaueſſe fu tanta &ſi lunga l'ama
titudine,che apena che iopoſſa credere che mai di letitia ſeguita ſi
raddqlciſſe. Parimente ſe il mutamento diſelicita in miſeria s'in
dugia molto a ſarſi non ſi ſente il dolore coſi pungente .come
ſi a quando non s'indugia tanto. Per che Carlo primo rc di
Napoli , 8t di Cicilia udita la nouella doloroſa della rubellione
di_ Cicilia diſſe. Site dio dapoi t'e piaciuto di farmi aduerſa la
mia fortuna piacciati che il calare ſia apetit paſsi. Et dall'altra
parte il ſubitano mutamento o di ſelicrta in miſeria , o di miſe
ria inſelicita non opera quel gran dolore , che il maturo mu
tamento opererebbe,&quin di ben diſſe il Petrarca. Et fia ſe io
dritto eſtimo un modo di pietate uccider toſto. Ne ſimilmente ope
ra quella grande ale-grezza, cheil temperato mutamento operereb
'Was‘ PGYCÌO ragioneuolmente diſſe il Petrarca. (Lueſta eccellentia è
gloria ſe io non erro,Grande a natura,a me ſommo diletto-Mi Che‘:
uien tardo,& ſubito ua uia. Hora eda pormente che q ui Ariſtotele ha
perfineleggittimo della tragediail mutamento di miſeria in felicit
öt per uguaſea quello del muta mento di- ſelicita in miſeria &no-1 di
meno diſotto apparira che non l'liaura per coſi leggitcimo ne per u:
guale a quello. '
” P A R T l C E L L A S E S T A. M5605 N‘icivîis, Buxlîmçm‘u Fiat-rn,
” i3! mgi'ſvu ‘Im/Utd per), ”i ’garanti-E riveduufsaſra, iÈ ſi! iiiſſovòuîiv is ivſſit 057.
” xs“: zya'ëasìràs ?it-Mal" ëd” iÈ 31 iiJ‘tiu'z yi'vmu ?iz-XE: ra‘iì ”aims im'mdipaìgq
” -roſvev, ?dol 7:51 gviurövíçmuaiſh ”il tutti” ”sù mini-m upiflárammliwtiv, oi”—
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Minds 1-”va 7ryoo’3v,’é .uſ 7mm má‘ìr miä' ini‘J‘nonflJ‘ì nſçlo’v íçi -raü 3M. u
CON'I'EN ENZA. Chela faUOla debba eſſere vna, 8c come s’inten
da eſſere Vna, 8: quale ſia o non ſia parte del tutto.
VVLGARlZZA M ENTO. Hora la fauola èvna, non come alcu— u
ni eſtimano ſe ſi rigira intorno ad vna perſona , percioche molte& u
infinite coſe alla maniera auengono, d’alcune delle quali non puo u
eſſere pu ntovna coſa, &coſi’anchora ſono molte atrio nid'v na per- u
ſona, delle qualipunto non ſi fa v‘na attione- Perche tutti que poeti u
paiono prendere errore, liquali han no compofle Hercoleida,& The- ‘ ,
ſeida, 81 coſifatti paemi, percioche ſi danno ad intendere , POÎCÌÎe u
Hercole e‘ vna perſona douere anchora la fauola eſſere v na. Ma H0! a
mero'ſi come nell’altre coſeauanza (gli altri coſi ) pare anche che ve- u
deſſe opfl‘ arte, o per natura quello che in cio ſtaua bene. Percioç a
che compilando l’Odiſſea non poetò di tutti: le coſe chea lui auen- u
nero come dell’eſſere fedito nel Parnaſſo, 81 dello'nfingere d’eſſere u
pazzo nella ragunanZa dell'lioſle. Delle uali coſe non era punto di :e
necefsita o verilimile cliefatta l’vna folſeſatta l’altra, ma (poetò) di u
uelle coſe, che ſi rigirano intorno ad Vna attiene, quale diciamo a
(eſſere) l’OdüIEa, 81 ſimilmente anchora l’lliada. Biſogna dunque u
che coſi come nell'altra (arti) rappreſentatiue vna è la raſſomiglian u
za d’v na coſa, coſianchora che la fauola, che è raſſomiglianza d’at: u
cio ne, ſia d’vna,& di quella tutta, & che le parti delle coſe ſieno di- e.
ſpoſte coſi, che trasportata l’v na parteo leuata via ſi trasformi, o ſi fl
mutiil tutto, Percioche quella particella che eſſendo o no n eſſendo u
preſente non opera coſa notabile non e` particella del tutto. u
S P O Sl T lO N E. Ariſtotele poiche ha fauellato delle due prime
coſe richieſte alla fauola, perche rieſca bella, che erano che vifoſſe
tutta, & che foſſe grande hora ragiona della terZa, la quale èche ſia
una ſola, 8t dichiara come s’intenda che la fauola ſia vna ſola dicen
do quella fauola eſſere u na, che contiene vna ſola attioned'vna per;
ſona, & nonl’attioni auenute ad vna perſona mentre e‘viuuto,c0ua
cl’ofoſſe coſache alcuni ſi deſſero ad intendere che la fauola foſſevnz
erche non conteneſſe altre attio ni,che d’v na perſona ſola rappor
grado l’Vnita falJOlî all’Vnita deu‘ perſona‘ 6( non al nàjſſlxrò
' el ’ata
`
\

dell'attíoní,&preſo tempo biafima que poetiche in cio prendendo ei'


rore hanno compoſie l’Herculeida,ö-' laTlieſeida cio e` tutte l’atrio ni
d’Hercole o diTheſeo,&cómeiid..Homero che nó ha ripoſta nellaſa
uola dell’Odiſſea ſe non vna attione ſola, ſi come anchora nó ha ri
pofla piu d'vna nel-laſauoladell’lxiadzi *Poi nö contëtídoſi liauer pra
ua to con l’autorita Hamero chela ſauola debba cótenere una atrio
ne ſola ſi sforza di prouarlo córagione, dicendo che ſecódo che la fin
gura rappreſentante è una,ſela coſa rappreſentata 'è vna,medeſimaz
mente,ſe la ſauola è una,& rappreſenta attio ne,ſeguita clic l’attione
rappreſentata ſia Vna,&n0n piu.Vltimamenteliauendo fatta menti]]
ne del tutto dell’aitione parla della diſpoſitio nedelle parti', 81 mine
ſi rico noſcono eſſere ben diſpofle,o parti ſuflantieuoli.” che pertie
ne alla prima coſa richeſta alla ſauola,clie c' che videbba eſſere tutto
&cio èflato detto qui quando d0ueua eſſere detto di' ſopra ſi come ſo
no dette molte altre vcoſe inluogo nó.coi1ueneuole. Ma prima _che ſi
proceda piu oltre,c` da poi mite agleſsépi dell’ Odiſſea & dell’lliada
d”Homcro addorti da Arifiorelt- per prouare clie la ſau0la dee con
_ tenere ſolamëte una attione,liqualiſ0no eſsi-pi della ſauola dell'epo
pea,&nó della tragedia,della quale haueua da ragionare ſecödo che
ha procnt [To. Perche poſsiamo eflL-recerti,clie .quello che ragiona del
la ſauola della tragedia perla maggior parte ècomune alla fauoladel.
l’epopea,&in eſſa ſi puo ue'rificai e,&per pdcoin tuttoècómune alla
fauola della comedia,&ſpetialméte nuoua,&ineſſa ſiverifica, 8t che
~ hauëdoſi riguardoalla cóſh'tutio ne della ſauola è uero cio clie dice
Socrate nel fine del cóuitoappreſſoPlatone,clie una fieſſaaite è quel
ladelſar tragedia,&dej farcóedia-HDra cio che ragiona Ariſtotele in
quella particella della ſi ngolaritaldella ſauola 8t per conſeguente del
la ſingolarita dell'attio ne è da cſi} re cOnſiderato &inteſo ſanamente;
PerCio che noi ti'owamo in ogni tragedia 8: comedia bene ordinata
&atza a rendere maggiore diledo no una attiene ſola ma due,lequa.
lialcuna uolta nópalono liauere tutta quella dùdendeuza l’una dal
l'altra ſecódo neCeſsita o uei-ilimilitudine, che potreb bo no liauere, Il
Erraiñétura ſi potrebbe rappresètare ciaſcu na di l0ro ſeperatamente.
gl] e vero cliel V na dell’attiói pare principali-,òtl’ali ra acceſſuria &›
pare che l acceſſoria ſerua alla principale in i-Edere la ſeii’cita olami
ſeria maggiore-.Et qua'tunq; ſi poteſſe moſb'are cio con eſſernpi aſſi-i
Cl contenteremo di mofirar lo ,con due cio è con l’ellempiodeila fa
uola della tragedia d' Hercnleil ſorlennaxo il' Eur.pide0 di Sene
ça , di della fauOla della comedra dell' Andria di Terentio- ch,`
. , ra non,
r 'ra non è níuno coſi cieco che non vegga che altra è l’atiione d'Her
cole, che vccidendo Lico tiranno di The-be fece la vendetta della’n
giuria Fatta a Megara ſua moglie, dſcndo egli lontano dalla patria, 8t
altra è i'attione‘purd’Herccle, chediue-nuto ſorſennato per opera
di GiunoneVCcide la moglie eifìgliuoli, BZ chel'vm non dipende
dall’altra per neceſsita o per veriſimilitudine. Siche non e‘ nella pre
detta tragedia d'Hercoleilforſen nato comeſi vede quella pura ſin
golarira d’ attione che pare richiedere Ariſtotele alla ſauola. Pari
mente nell' Andria di Terentio ſi riconoſcono due attionil’vna è
l’ amore di Pamphilo verſo Gliceriao Paſibula terminanteiiiſelici
ta, Gt l’altra di Charino verſo Philumena terminante pure inſelicita
ne l’v na attionedipende dall'altra pernectſsita o per veriſimihtudi
ne a nchora chei'igia 81 l’altra attio ne lia veriſimilemaaà 7a}- ”l‘4 L’ira;
'E’ r'na was-11’”, Éóv :un'uvëó‘ívisivîv- ſe leggiamo coli quello teſto, ne
vogliamo che ci habbia errore, & ne vogliamo trarre quel ſentii
mento cheii puo diremo che ripruoua Ariflotele l'opinionedi co
loro, che -ſi dauano ad intendere chela ſauola,clie Contiene l'at
tioni auenure ad Vna perſona ſola non foſſe ſe non vna ſauola
ſola ‘douendo eſſere reputate l' attioni qua ntunq ue elle ſi ſic-no vna
ſola pei-che l'attioni' -ſi rapportare-tutte ad vna perſona ſola & ri
guardano tutte ad Vn ſegno ſolo,& dice che non tutte le coſe che fi
rapportano ad vna cola lola, 6: in quella riguardano comein vn
ſegno ſolo, ſono vna, & moſtra queſto con la ſimilitudine delle ſpe
tie, B( della loro maniera generale, alla quale fi rapporta no eſſe ſpe
tie,-f in quella comein vno ſegno riguardano,&lono da quella com
ſtſt,& nó dimcno ſono tra ſe coſe diuerſe,ne poſſono diuenireVna
coſa hauendo riguardo a le ſteſſe. Egli e‘ vero che le coſe particolari,
le quali ſono inn’umerabili,& per mezzo delle ſpetie ſi rapportano al
la 'maniera generale‘Ñda quella ſono per coral mezzo cópreſepoſſo
no (lmtniſc vnacoſa raccogliendoſi iniſpetie. PerchcldimcſtraAi-iflo
tele che l’atiioni molte auenute ad vna perſona qua ntunq;ſi rappor
tino aquella vna pei ſona,& in lei riguardino come in ſuo leg no non
percio ſonovna atrio…: ſola,& la auo’la che le contiene non è v na,
tra puo auenire che alcu ne ſi poſſano raccogliere inſieme,& per me:
zo delladipendenza che lia l’v na dall’altra ſecondo netelsita,o veriſi
i‘nilitudinecſſerereputatayna attiene ſola,& diloro quantunq; ſi ſie
no conflituirſivna favola ſola,in guiſa che per ſimilitudine ci e‘ pro
poſta la maniera
. . ì generale
. alia quale
- ſi rapporta
_ no
Ct:le ſpetie,& leparti
coſe
particolari pei-mezzo le ſpetie 8t le ſlpetíeJe quali non poſſono diue
nire v na coſa ſola, 8t le coſe partico ari, le quali per mezzo delle ſpe
tie poſſono diuenire vna coſa ſola, alla qual ſimilitudine riſponde
ienamente quello diche lì tratta. Percioc e la perſona ein luogo del
a maniera, alla quale ſi rapportano attio ni di due guiſe , I'vna è di
quelle, le quali non oſſono diuenire vna attiene, 6t ſono in luo o
di ſpetie, 8t l'altra e iquelle,elie per mezzo della dipendenza po o
no diuenire vna attione,& quelle ſono in luogo di coſe particolari 8:
la dipendenzain lu0go di mezzo delle ſpetie. Et chiaramente cio ſi
puo vedere nella'nfra ſcritta figura, '
Maniera Perſona‘
Spetie Coſe particolari Attioni Attíoni
non diueneuoli diueneuoli non diueneuoli diueneuoli

Per mezzo Per mezzo delle‘ Per mezzo' ` Per mezzo della
niuno ſpetie niuno dipendenza
v na Vna
Hera perche queſto teflo ritenendolo noi eoſiſattoè alquíto oſcuro
altri non ſi marauigliera ſe u’liabbiamo ſpeſe alquante parole a ren
derlo chiaro,& ſe vi ſ enderemo anchora le poche ſeguenti. mm”;
intende delleſpetie c ie fiſottomettonoìalla maniera generale ſenza
mezzo xi Zampe i ntëde delle coſe particolarilequali ſonoin‘numerabili,
Gt ſi ſottomettono alla maniera enerale ma nó ſëza mezzo delle ſpe
tie îçós in'… oiá‘íoîsiv'iv.lntende de le ſpetie le quali non poſſono diue
nire vna coſa ſola,& ſe diueniſſono nó ſarebbono piu ſpetie,& dicen
- doſi alcune delle qualinon poſſono punto eſſere vna coſa ſi preſupei
pone che aICune altre cio e‘ iz'naçu le coſe particolari innumerabil
poſſono eſſere vna coſa ſola. Il che ſi ſa col meno delle ſpetie & fat—
te ſpetie ſi ſottomettono alla maniera generale.th ſe ci indurremo a
credere che in quello teſto habbia errore il qÎiale errore con vna
diſtintione, 8t colgettame’nto d'vna lettera ſi gſſa ammendare leg
ge ndolo Coſi,de per) x.in garage rëy’ìvl dannati”, EEE” in'… Buá‘ív ;vivi-.Se
condo che io gia m’haueua imaginato, che u'liaueſſe ſimile errore,&
ſecondo che poi ho trovato Pietro Vitt0rio altreſi ha uerſi imagina
to ſi come appare ſpetialmente nel capo terzo del libro z l. delle ſue
uarielettíoni, confermando l'ammendatione predetta con vn'altro
luogoſimile pure d'Ariſtotele del ſecondo libro della pliiſica -iò ”Se
al!! ”il a'uò Zinio!, ógw’flím, nl dovrà (anzianità: Rifle”, 2716p: 7*;- Zz’v r’é Mi' dum
;n'a
, 98
‘E~r‘-~WT’"Zſ'iHu ui!, quello luogo ſara molto pianodicendoſi che coſi come ad v na
coſa auengono molte coſe o anchora infinite d’alcune delle quali
non ſene puo conflituire vna , C_0ſi molte attioni auengOno ad vna
perſona d’alcune delle quali non ſi puo conflituire v na atríone. Fura
5 K9!“ MÉÈas‘ivösmMc-fl’ id” a” ?Mia yl'm-Ki ”yi-È”. Si preſup one che
ſono di molte attioni auenute ad vna perſona, delle quali ſi poſſa fa
ke vna la qualcoſa non ſi fa ſe non per lo mezzo della dipendenza
come e‘ fiato detto,ſi preſuppo ne cio dico pniche ſi dice che molre
artioni d’vna perſona ſono dellequali non ſi puo fare vna attiene, 8:
*ſono quelle, le quali non ſi congiungono inſieme Per dipendenza
ſl come Ariſtotele eſſemplífichera nell’attione _della~ caccia, nella quae
le ſu fedito Vliſſein Parnaſſo,& nello'nfingere d’eſſere pazzo quàn
do ſi ragunaua l'hoſte de greci per andare ſopra Troia. Hora non
appare per le paroled'Ariſlotele, ſe foſſero Epicharmo, Phormi,
ö: Crate,i qualiprimi ordinaronole ſauole,come s’ è veduto,che por
È.
taſſono l‘opinione riprouata qui da Ariflotele reputando piu atrio
ni eſſere Vna quando foſſero auenute ad v na perſona ſola, o pure al:
tri dopo loro, che liaueſſonodonato coſifatto inſegnamento nel con
‘A"RET-32a flituire le fauole, a quali preflando fede alcuni poeti haueſſono com
poſta l’Her-coleida, 81 la Tlieſeida 6: colifatti poemi. Ma Chl che ſoſ
ſero gli autori dellapredetta opinione eſsiiurono ſeguiti da pregictti
poeti, 81 inſieme co ſeguenti glíeaddero in errore. Laondc {aggiun
ge Ariſtotele- AI’Ì ”iv-res ior'umflìuaçívav Im 15 uma-res' íguxÌſuM-c ”ù OI”
en‘iJ‘a xsà 'rà Form?” muſa-m mm”'®u.Ma po tre be dire alcunoiocre
do che Ariflotele ſapeſſela'nrentione dl que dottori che porrauano
fimileepinionedclla ſauola,& dell'attione hauendola ſcopertaſela
voleua no inſegnare altrui,ma nó veggo come Ariflotele ſappia la’n.
tentione di que poeti,& che eſsi perche Hercole foſſe vno reputaſſO
no anchora‘le actioni ſuevna. Anzi credere che eſsi penſaſſero che
foſſero piu actioni, .8c piu fauole, oche foſſe vna fauola ſola, 6-: che
non foſſe coſa ſconueneuole che vna fauola comenga piu attioni ſen
2a fame vna poiche non appare coſa che ſcopra precrſamente que
K4“ Ro, 8c quantunque haueſſo no erratoin cöpone piu fauole 8: in met
Tcü‘ſi-*KLÎK tere inſieme piu attioni quando non doueua no comporre ſe non v
na fauola, & prendere ſe non vna attiene, non haurebbono pero er
ratoin darſi ad intendere che piu fauole,o piu attioni foſſero vna o
doueſſono eſſere ſtimate vna. Hora c‘da riſpondere che Ariſtotele ha
L'Îä'
‘,\ compreſola mente loro eſſere rale da titoli,o da ſopranomi de loro
poemi, perciocheágawí's &onda-'is ſono nomi del numero del meno
P9_ z dimmi
di nominatiui dalle perſone, iquali cla prima erano aggiunti", &s'ae;
compagnauano Col ſoſta. nriuo ?rx-ai” 6( poi laſciato il ſoſlanriuo'l'ag
iunro e‘ diuenuto ſoſta nciuo,& ſignificano attiene d’Hercoleauio.
ne di Theſeo. Se adunque iprederti poeti haueſſono penſato di ſcri
uere piu artioni non poſsibili adiuenire vna, 0 piu ſa uole liaurebbo.
nointitolari iſuoilibri n‘gamíJ‘is,,oi-dfl'u‘u nel numero del piu. Hora,
poiche ſi fa mentione de titoli dell’epopea preſi dalla Perſona intoc
no allaquale s’aggíra l'actione, o l’attioni c‘da ſapere che ititolia
fi formano dalla perſona in forma parronimicale come queſìi if,
IAIls,ÒuKI‘l`$ Eneis, Achilleis, o in forma poſſeſsiua cOme öJli’a-aa, 8c
all’ vna 8: all’ altra Ferma ſiſuppliſce il nome ”yî-Èu‘i Er s’vſano co
ſiſatti titoli quando l'attione s’ è difieſa in piu luoglii,& non ha ha
uuto ſuo principio mezzo & fine in vn luogo ſolo come ſi vedel’eſ
ſempio neglierrori d' Vliſſe nel ritorno ſuo da Troia o da Calipſo g
caſa, 8: neglierrorid’ Enea nella venuta ſua da Troia o di Cicilia in
italia, glivnide quali compoſe Homero ſotto il nome d'flJ‘wéizs a:
gli altri Virgilio ſono il nome d' Eneidoso--Maſel'arcionc,..ole at—
tioni liannoliauuto principio & mezzo & fine in vn luogo ſi ſuole
dare il- nome al poema dal nome patronimicale del luogo', come
ſmi-s, Thebais- Percioche appreſſo llio nacque , crebbe, &finiloì
ldegno d' Achille, o quiui ſi ſecequella parte di guerra che è cantata
da Homero ſottoíl titolo d* l'AiáJ‘os, & non altroue , 6( ſimilmente
appreſſo Thebe auennerol’atlioniclie ſi raccontano da Static ſotto
il titolo di Thebaidos- Adu nque la ſauola della tragedia, della comes'
dia, &dell'epopea vuole eſſere vna ſola & contenere v-na attiene
ſola d’ vna perſona ſola ſecOudo clieapertamente ſicoglie dalle pa
role d’ Ariſtotele,alle quali ſe preſteremo ſede ci conucrra' biaſirnare
Static che fece, o intendeva di farel` Acliillejda, & Non…) che in.
vn poema cantò tutte le acrioni- di Bacco, & Girolamo Vida che
compoſe la Chriſteida nella quale ſi raccoutano le molte & miraco
loſe anioni di Cliriſto. Percioclie cofioro raccontano piu atrio ni
d'v na perſona ſi come ſaceuano q ue poeti biaſimati da A riſtotele che
compoſſero l' Herccleida, &laTlieſeida cioè piu attionid' Hercole,
18( piu attioni di Theſeo. Et appreſſo non porremo command”:
per ſauola ben ſana quella dell' lliada d' Homero, la quale auc
gna che contenga vo'attiOne ſola o piu roflo v na parte d’lv na ato*
tio ne ſecondo A riflotele, cio e‘ v na parte della guerra troia na nom
è pero atrione il’ vna perſona ſola, ma d’vna genre, percjochc qua-[
la guerra ſu ſana di commune conſentiranno de principi della.
› ñ- '. . greca
ì 99
grecia clieper giuramento fatto a'Tindareo padre d’Helena era no`
ubliggi'a riſcattarla con armata mano ſe aueniſſe che foſſe rapita.
Ne perauentura ſimilmente potremo i'iceuere per ſauola ben fat
ta quella della Thcbaida di Statio che contiene Vna attione ſi, ma
non atrione d’ vna perſo na ſola cio edi Polinice ſolo, anchora clie
a cagione ſua la guerra ſi moueſſe, ma e‘ attione deſerte re. Lao]]
de ancliora Escmlo in titolò la tragedia di coſi fatta attione 16 'i
,mi és Otis”. Et tanto meno potremo riceuere per ſauola ben ata
ta quella che non ſolamente contiene piu attioni d'una perſona ,o
una attione di piu perſone ma inſieme contiene piu attionidi piu
perſone come contiene il poema delle trasformationi d’Ouidio, 8t',
queſto vitio è anchora riconoſciuto nell'Orlando furioſo di Lo.
d0uico Arioſto narrando l'vno 8t l'altro piu attioni di piu perſo
ne. Ma per intender pienamente come ſtea la uerita di chſta cot
ſa ,è da ſapere ſi come liabbiamo detto ,- chela poeſia e‘raſſomiglian
za dell’liiſtoria,& che ſegue le ſue veſtigia tutte eſſendo da lei dif::
ſerenteoltre al uerſo ſolamente nella materia , che la ſua c‘ poſ;`
ſibile ad auenire ma non auenuta , 8t quella dell’liiſtoria e‘ gia.
uenuta , & Ariſtotele nella particella proſsima ſeguente parlerz
della predetta differenza. Perche non lia dubbio niuno,che,ſe
nell’liiHOria ſi narra ſotto im raccontamento piu attioni d' una
perſona ſola, come lia fatto Plutarcho, Suetonio , Cornelio Ni
pore,& tan-;i altri liiſtorici Greci , 81 latini tanto commendari,
nella poeſia ſi potra ſotto una ſauola narrare ſenza biaſimo piu
attioni d’ una perſona ſola, ſi come parimente nella poeſia ſen
Za biaſimo li potra narrare una attione ſola di' una gente. Pera,
cioclie l' liiſtoria ſa cio con molta lode , come ha fatto Salluſtio
che narrò conſeperata hiſtoria vna attione del popolo Romano
come la guerra de Romani contra Giugurta , 8t non ſolamente pu
re nella poeſia ſi potra narrare una attione d’v na gente,maanchora
piu attioni‘d’una gente , fi come fi vede che lia facto Liuio,& molti
altri liifiorici greci &latini conoſciuti per fama :i tuttoil mando. Et
ſe le ſiconcedera la narratione di molte attiòni di molte perſonefldi
wñìîî< moltegentimon pero-ueggo clie bi.iſi'moalCUno le debba ſeouire , ſe
ſegue lode a quegli hifior ici , che hanno meſſa mano a coliſatta hi.
ſtoria come è ſeguita a Trogo Pompeo, &ad aſſai altri- Ma non
per tanto Ariſtmele qui 8t altroueoſtinatamente comanda cliel’ar
tione riempientcla ſauola ſia una 8t d' una perſoiia-ſola,& ſe pure
.ſono piu attioni che l’ una dipenda dali' altra ,_ne dicio adduce
CG z ragione
ragione ò pruoua niu na ſe nOn l'eſſempio de poeti tragici, & :l'Ho
mero,che ſi ſono attenuti alla ſiu‘golarira dell'attione d' ma perſo
na in c0mporre la fauola,ma egli ipoteua bene auedere,cl1e nella
tragedia 81 nella comedia la ſauola contiene una attione ſola o due,
le quali per dipendenza poſſono ellère reputate ma, .8: piu toſto d’u
na perſona c lc d'v na gente non perche la fauola nOn ſia atta a con
te nere piu attioni,ma perche lo ſpatio del tempo al piu di dodici ho
re nel quale]] rappreſenta l’attione,& laſtrettezza del luogo nel qua
le ſi rappreſenta l'attíone, non permettono moltitudine d'anioni o
pure artione d'u‘nagentganzi bene ſpeſſo non permettano tuttau na.
attioneínrera ſe l'attione è alquanto lunga. Et quella è la ragione
principale 81 neceſſaria per c'he la ſauola della tragedia 8,: della come
dia dee eſſerevna cio è contenereuna attione ſola d'una perſona o
due ſtimate v na perla dipendenza- La qual ragione di ſtrerrezu di
tempo & di luogo non ha potuto operare che Homerohabbia pre-~
ſa vna attione ſola , & d'vna perſona ſola nell’epopea,la quale puo
ñ 'raccontare nOn Pure vna attione , ma piu 6: lunghiſsime 8: auenute
in diuerſi paeſi. Per che egli è da dire che nella ſingolarjta dell'artic
nehebbe altro riſpetto,cio è che egli 1giudico , che la ſauola ſarebbe
piu bella &eglipiu ammirato ſe non prendeſſe ſe non una attione ſo
h,&' d’una perſona ſola.Conci0ſia coſa che non fia pu nro da mara
uigliarſi ſe piu attioni d’una perſona, o vna attione d'una gente , 0
piu attioni di piu perſonecidilettas ſon-3,8( ci rendeſſono intenti ad
aſcoltarle portando ſeco la fauola perla moltitudinedell’attioni,per
la uarieta,per glinuo ui auenimenti 8: perla moltitudine delleperſoc
ne,& della genre 8c piacere,& grandezza .8t magnificenza, nella quale
narratione poi che per ſe quaſi opera il fine della poeſia,lo’ngeg no
del poeta nó moſtra molta eccellenza-Ma in narrare una attioneſo:
la d’una perſona che in prima uiſta nó pare hauer potere di ritenere
glianimi ad aſcoltare con diletto ſl ſcopre il giudicio 8t la'nduſtria
del poeta operando quello con una attione d'una perſona,clie altri
apena poſſono operare con molteattioni,& di molte perſo ne. Per
che e‘ da comme ndare ſoinmamente Homero, il quale d' u na atrio ne
ſola d'Achille,& di quella ,che ſu delle minOri delle ſue cio è d'vno
ſdegno ſeppe ordinare una teſtura di coſi riguardeuolefauola. Et
parimente d'v na attione d'Vliſſe cio è del ritorno ſuo da Calipſo al
lapatría ordinò la ſeconda teflura non men marauiglioſa. Laonde è
' da. con chiudere, che la ſauola della tragedia , 8t della comedia per
neceſsita dee contenere vna attione d’v na per[0na,o due dipenden—
' do l’um
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do l'una dall’altra,&la ſnuola dell' epopea dee contenere vna atrio
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“.ñ-~ñ-,-
ne d’una perſona non per neceſsita ma per dimoſtratione dell'ec
cellenza del poeta,della quale eccellenZa ſe alcuno non fa Rima, o
flima non poterui peruenire miſurando giuſtamente leſue forze po:.
tra confiituire la fauola di piu attioni d’una perſona , o una attiene
d' una gente o piu atrioni di piu perſone , ma contentiſi anchora di
Commu ne & di minore lode laſciando la ſingolarita della gloria aco
lui che ſa con la ſmgolarita d'una attione d’una perſona ſingolare
ordinare una fauola che ſtea bene. 3' 5 Kung@- flame rsù 1A 713M” J‘ia qn'çl
”ü n‘u‘1’ì’oixtmës ME“ 'ivo-‘W Tlwi ,il «Là @ii-ny- Homero ſu molto a
ueduto in comporre una ſauola con una amone ſola d’u na perſona
ſola,& procederre queſto ſuo auedímento‘ o da arte che gli ſnſſe fiala.
inſegnata da l’hemioperſona letter-na appo il qUale fa‘alleua‘to ,. a'
i’ſi—Q‘auîa’fl róñ ſotto la ualeimprcſe molta dottrina, o da altri,o uero procedete:.
dallaſua uona natura,& dall’acumedel ſuo ſottileintellettouldun
que Aríſtorele non' riconoſce in Homero niun furore poetico,al qua:
le attribuiſca queſta eccellenza d'auedimento , ma ſe n'ol riconoſce.
in Homeroì moltomeno il riconoſcera in altro poeta-Adu nque Aria'
ſtotele hauoua l’opinione del furOrepoetieo per uana & introdotta
periſcioccllezza dì credenza dal uul'go ſicome dicemmo di ſopra.
{Advance-70g mms‘… {mimi-lug &zum- ida @12,1 mis”, &c; Nie a Ariſtocele.
che Homero habbia poetato nell’Odiſſea di tutte le co e che ſo no a-.
:a
—<._ venute ad Vlilî'e , & per prouare qUeflo che niega‘adduce che non
liabbia poetato della ſedita che ri‘ceuerte nella' coſcia~ dal‘ cianghiale
nella caccia fatta nel monte Parnaſſo. Il che è falſo conciofia coſa
che n'habbia poetato 8: allungo fi come appare nel libro T dell’0
ñ
I'
||
Îîl'ul dillèa.Per che èda dire ſe non uogliamo dire che egli non ſi ricor
daſſe che Homero‘n'haueſſepoetato,cheegli intendeſſe che altri‘non
poetaſſed'alcuna atti’one quando- non ne poetaua principalmente
quantunque accidentalmente ne poetaſſe per ſar piu manifeſto quel
lo,dicl1epoetaua principalmenrefl come H‘omero poeta della Prc,
detta caccia 81 Fedita per farci intendere quale margine foſſe qUella
che haueua Vliſſe nella c0ſcia,all'a qualev fu riconoſciuto dalla balia,
della qual riconoſcenza principalmente poetauà, **uo-'os à ;rà-fl‘… FAM…
Anchora che la fauola dell'lliada contenga’ una attlone ſola,o una
"m
parted’una attio ne , non contiene pertio vna attio ne,oVna parte
d'attioneauenuta ad Una perſona come co ntienela ſauola dell'0
rà_
-̀‘K diſſea,ma l'atrio ne,o la parte d’una attione d’unagenreflio è vna par.
te della guerra fatta da principi della Grecia contra Troiani ſecOn- _
> ~ do che
do che Arillotele crede,& díra diſotto. Et per-cio veggaſi egli come
l’eſſempio dell'lliada ſi confa ccia conquello,che ha denodell'attio—
ne auenuta ad vna perſona,&confermato con l'attio nedell'Odzſſea.
&noi crederemo che contenga non oſta nte l'autOrita ſua nOn ,vm
parte della guerra Troia na , mavna attione d'Acliille come è fiato
detto piu voltexffi oſſöp ”Oo-’med -raTs ?Mars flip-nua?! &C.Niunn ſi troue
ra che nieghi cliell'imagini non debbano eſſere vguali di numero alle
r coſe imaginate,6t che non dica che ſe la coſa imaginata è una ſima
*ine debba eſſere vna,& che ſe le coſe imaginate ſo no piu,le imagini
Sebba no eſſere piu,& per conſeguente che la fauola,la qualeèima—
gine dell'attiOne ſia vna o piu ſeco ndo che l’atrio ne è'v na o piu , ö:
che non c0nſeſsicliel'attione dt bba eſſere vna , &in fino a qui cia:
ſcuno ſara d'Vn parere con Arifl0tele- Ma coloro che credono che
vna fauolapoſſa eſſere vna 8t contenere piu atrio ni non ſaranno
d’vn parere con lui,chepiu attionifi poſſano far diuenire vna 6t eſ
ſere reputatevna Per v na Via ſola,che èquella della dipendenza che
`l‘v na lia di [l'altra ſeco ndo neceſsita o W'riſimilrtudingma crede-ran
no che ci fieno molte altre ‘vie perle quali ſimilmente piu atrio'ni ’
poſſano di venire &eſſere reputate Vna , delle quali ſi conflituiſca una
fauola ſola 8( non piu,come è quella del rapportamento ad vna per
ſona ſega ita da poeti ripreſi da Ariſtotele che compoſti'o ,nn-mir.
n'a-‘trip Oat‘n'Ì'J‘ar , 8c da Static nell'AchilleidarcSc da Girolamo Vida nella
Cnril‘teida Et come è quella del rapportamento adv n‘a …rione-,per
la quale uoleua caminare Virgilio quando ‘ſi propoſe dicelcbrare le
l‘mpreſede Romani ſecondo alcuno o uero dere d'Alba ſecondual:
cuno altro,ma ſ`pnueuentato dall'aſprezza de nomi,& nó dalla uia tra
laſciò la'mpreſa. Etcome e` quella d'vn medeſimo auenimento , la
quale nOn fu scliifata ”eda Ouidío nelle ſue trasformatiOriifle da
V alerio Maſſimo nella ſua liiſtoria. Hora ci oſlo no eſſere molte a l
tre vie da congiugnere diuerſe 8c piu attioniinſieme,& da farle dio'
uenire vna,&‘un corpo come quella del luogo,o clelſemlìo reputa n
doſi piu attioni tina perche ſono auenute in vn luogo medeſimo, o
repurandoſi pju attioni vm perche ſono auenutein Vn tempo mede"
ſimo,delle quali uiela prima fu calpeſtata da Raphaello Volnterano.
& la ſeconda da Marco Antonio Sabellico.Ma queſto nOn c`il lungo
da raccogliere tutte leuie da pervenirea ſimile effemo pia: un??? ,un
Much-isSuggiugne Ariflotele quella u0_ce ?Mr per liaueiecagione
di fare una giunta alle coſe dette dl ſopra intorno alla prima coſari
flueſta alla fauola,la qual giunta qui glitornò a mente ,Bè è la uiada
conoſcere
ioí
conoſcere quando le parti del tutto fieno ſulla ntieuolip non ſuflan
tieuoli. Et dice che ſi conoſcono per queſta uiale parti eſſere ſuſtítie
noli,'q uando traſportate da vn lungo ad un altro o leuate uia ſi tra
sforma il tutto,o ſe non ſi trasforma ſi guaſta,& e‘ ma neheuole. Et la*
ſciata da parte la via del trasportare le parti ſenza pruoua,pruouache
la uia del leuar via le parti ſia ottima da cOnoſcere quali parti fieno
ſuſiantieuoli o ,no- Et dice quello non èſuſtantieuole della coſa che
eſſendoui non la confliruiſce piunOtabile ,8t non eſſendoui non la
laſcia men notabile. Adunqueparte ſuflantieuoleèquelia cliele
uata via trasforma il tutto o il guaflaHora noi porremmo eſſernplifi
.careil trasportamentodelle ,parti in molti modi,ma ci contentere
m0 di due, per giiquali ſi nioſtrera euidentemente quantoqueſto ira
,eportamento monti,l' _unodequaliè qua rido la narrationediſteſa ſi
~trasporta ,dall’eſi‘ecutione al conſiglio. Bogniamo che ſi narri come
Romoioeſſendo alui & a ſuoi negateda circoſtanti vicini le loro dó
ne per mogli s’imaginó _come ‘le poteſſe hauere &ſenza ſeoprirei]
` .conſiglio ſuo ſi ſeguiti raccontando ,come ordino vna ſolenne feſta,
&inuitoui ipopoli ~vicini,&le loroldonne , &venutiui al ſegno poflo
furono [edonne rapiie.H0ra ſe noi nel raccodëage il conſigliodiRo
molotdifleſamentediremo cio chepoi metten egli ilconfiglio ad
xſſecutione aueiine,&nel narrare l'eſſecutíone diremo ſtrettamente
vcio è.Et coſi apuntoauenne comeRomolo s’liaueuaimaginato &01
dinatovedremo a ncliora `q ua nto ran diſſe-reo:: fia chequeſtìa parte
diſieſa,&aperca ſia piu‘toſtonell'ffleguireche nel conſigliaflreflqpan
to dilettipiu in quel .hogo,cliein queſìo. Et la ragione E mani efla
percroche ſpoſio il _conſiglio allarga piu non aſpettiamocoſa nuova,
lenza che noi che aſcoltianio,&non ſappiamo quello che ſia per farſi `
fiamo ſoprapreſi dalla novitainyn medeſimo tempoeliei popoli ſo _
no ſoprapreſi dal la'ngiuria &ſiarnopunti da compaſsione o ‘da altra
paſsione ragioneuole che ſu0ri di miſura ci diletta. l'altro modo E
.quando la diceria fatta appreſſo certe perſone ſi trasportaſſe,&ſi fa
ceſſe appreſſo a certe altre." che ſe trasporteremo la narratione che
fa Enea de ſuoi errori oin Cicilia appreſſo Aceſte, o in Italia appreſſo'
.Euandro conoſceremoquanto opera piu appreſſo Didone.Laqu:ile
eſſendo uedoua `:Illiauendo nome di caſta non ſi poteua fare inamos
rareſenza una coſi pompoſa rammemoratiOne ditanti errori,&di tan
te pericoloſe impreſe menate per ſommo ualore d’Enea a fine. Poſ
ſiamo anchora eſſempliſic..reil leuamento della parte che non gua
ſta o trasforma il tutto nella mutatione delle nauid'Enea in nixnplie
quídoTurno ui uolle mettereiiſuocofiarderlslàerc ioche illeuamî"
tod
a
'-1

(o di queſta parte non opera coſa niuna notabile.&"c0ſi ſai-a beiloili


poema deil'Eneiiia o lu ſavoia ſenza que-lia trasformatione nauale'
in nimphe come con quella-Ma ſe leucremo’uia la narratione 'degli‘
errori d‘ Enea con l’amore di - DidOne’anchoi‘a che il tutto non fi'
trasformiin nuoua ſor-im, ”eſtera non dimeno guafloözſara man-ì
. cheuoled’una parte molto riguardeuole. ' ‘
”‘P A RTÌC E LLLA S E P TI M Aoófltçifs iii-rasei àfmimzinìjflf'
,a ”è r3- ?Hahn-mai?” 1m UimîîÉvop 'trip-Mitì à?” {Honey-ì rà Ang-rà unì-,ar
”ixò 5," -iò Bandi'an 74x‘, i‘mçuès ”L‘I-i milrìsàwziumrça Pimp ’il-Yung.: Ji
”Kw/WIN” TÌÌÎçoa‘i/wv il‘ñflirgdflffiaiffiu’fipíffop iz" 7m “flflfllſilí'fù a“
” ſedili Éváîi aim-ip, iui raer J‘: @ita MW} ‘"Ît ”va’atva_7l{rflp,vñ\fl J‘iÌi ai {e ‘
” ,iva-n J‘iàuü ‘pihnloço'npí; ”ii dini Piedi-Wait DIMM”: iſſmçi'xs t’yici, il” ya]- [ml-[(13'
”pm-(i ?lì UVM” ,li zſñfi’lt‘là ”ſi temp 7:17- :95 MÎÃW ”Srl 11:‘: '770?"
ai ;17a iuflBoI'ſa Mya:: ’É ”pi-flip M11*: ~n`› &Kis Il ri inquieta , Îv ”Xii-”i I‘ ”01,5515 ‘
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”Zu-ra -nì nodi” ?nia-era îzririàéedi. Mil. eix Smeg ci ialtñomiol ”agi ’fòfîW‘
vimini”. ;ari ’fi-iii: Tçl’r’èd‘I'AF—Töpl ‘riva-divo, _ivoua‘cmp ;iri7‘OV7Î’à'lrlr-f , 5'” arm"
”.avoſſ‘d in 16 l‘uvuëòcifrà ”In 05v mi *ſivo'yiva èUWO …Hill-‘IBL' c1” ’ d‘uva-là, n23.) 7”"
,I mi: panel—p [ii Pù‘fläî; Yi íy'ivm è iv U‘ulvixmniiuip BMJ ajîv *mi: 791x74;
,i Nuts E* in'au in” {No röpmçi'uop isìi zwidrocifiù ’Siam-i ”Domaine ,ii “if-i!
”5 oil“lp,oîopîv w &pſw-l@- Èt'vafl; ‘Juith 7a} îv 70679 , và; 1a ”pio-unt! , ”i
,WAS-:hin- …ml-l'uti- ”ù Mila Ìr‘ſop íuçgaiſivu. 5; -r' ii’ mſn-m 3%' (flflTíIf ,meu
”JL-É"“ÉÎCL‘WHV’ÌOÎJ ,nel 055 ll“ 'rçazfflJÌi'al ÎÌ-îch, &vrixebxi a xgù ”Agi-{4 1:1' ‘
”Surf-le). i’nli’j‘ rà fliíçiua 52.17… ‘nt-{lai is" , EM" Fui” 01.' Lexi'… Wiz”. :E:
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.,,Wáflmí ume!. BJ**qu uſîopbmllfllſ ;sfila-:Sp yx‘pflvopi'imp 't'vix {iá‘ìp tonda '
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,init ìiri- y e ' A _
c o *N T E N E N z A‘. Che la ſauola debba eſſere poſsibile. cn'e -
i nomi‘ , 8: le ' coſe poſſano eſſere imaginati o parte o tutti dal
ceca; _ l l
',2VV L G A R l Z Z A M E N T o* Hora perle coſefdette appare .ink
,v cliora che qUeſto non c‘ l’uffitio del poeta il dire le coſe auenute,ma ~
,i quali poſſo no attende-,8t lepoisilzili ſecondola veriſi mi litu‘di ne,o la.
,z neceſsita.’Pei-cio ch‘ei’hiſtorico e l poeta'flonſonodi'ffcrenti nei par'
'lare con verſoo ſenza Verſo. Et Certo‘ mettendoſi lecoſe d’Herodo to
”in verſo non ſaranno pero 'men certa hiſioria con uei-ſov che ſenza
› n nei-ſo. Ma in qucfioſono differ‘emizchel'vnodice le coſe aucnumfie
ſalti o
IO). -
'llaltro‘ quali poſſono auenire.Laonde-ancliorazla poeſia e‘ coſa piu the‘.
philoſophantefl da aſſottiglinto neglifludiflhe non *è l'hilimiaJPeru
ciocliela poeſia dicepiu le coſe univerſali, & l'hiflorialeparticolari’. u
Rom il dire le coſe vniuerſali s ’è(qua ndo ſidiee)clie auiene ad vn i.
corale ildii‘e e'l fare corali toſe ſecondola vcriſnnilítudine o la nei u
eeſsita.A che mira la poeſia , -che impone i nomi. Mail direle coſe u
particolari (sÎèqua'ndoſidice )*.quello *che Alcibiade ſecep pari, A.- u
dunque gia ,quello nella comedia e fatto rmniſeſto.Per.cio che con: a
ſlitulla la ſauola di coſe veriſimi'li coſi impongono que nomi che low z‘
i, parano dauanti,& non poetano come la nnoi vcompoſitori de gi» u
ambi' intorno a ciaſcuno particolarmente. Ma nella tragedia mana’ fl
tengono i nomiimpoſti- Et la ragioneè che credibile è il poſsibile. u
ñEt di uero non crediamo punto le coſe non auenute eſſere poſsibia a
,li ma è maniſeſto che le coſe auenute (ſono)poſsrl›ili percio che non‘ u
ſarebbono auenute ſe ſoſſero impoſaibili. Ma non per tanto anchor i,
a’a in alcune tragedie …10,0 due ſono i nomi conoſciuti, 8t .gli alti-ii‘ ‘ p
Cono imaginati(dal poeta) 81 in alcune nOn pure vno è (cenoſcñiuto) u
-come nel Fiore d’Agathone.- Percio che in eſſo parimente l’artionì K
.ei nomi ſono imaginati,& non percio meno diletta-Perche non .e‘ a
ſempre da cei-care di mantenere le favole riceuute. Percio che il cer- a
:ai-_cio è coſa ritleuole,poichequelle coſe che ſono conoſciute ſono a
;conoſciute da pochi, 8t non dimeno ralegrano ognuno. Adunque: u
iqiiindi appare che il poeta dee eſſere (tanto) piupoeta delle faaole “
.che de Utſll quanto e‘piu poeta ſecondo la raſſomiglianza, &raſſo mia_ u -
;mia l’attianHoraſe auenilſe che poetaſſe di coſe auenute ſarebbe u
nondimeno poeta ,percio che non è vetato che alcune-delle co-u
.ſe auenute non fieno tali, qualre‘ veriſrmi‘ledouere auenire , .6K u
.poſSibili auenire nella maniera che egli è poeta di quelle. ~ñ` .
,S POS T l O N E. Pollo fine alla terza coſa rich'eſta alla fauola
..ben fatta Arillotele imprencle qui a ſauellare del .'a quarta, che è che
;la ffluolalia poſsibile ad auenire”: è dn.ſäper-e,che quella poſsibilica
,richieſta allazſauola e‘ da piu alÎai, che non èv ciaſcuna dell'alti e ſette
-cole richieſtealla ſauola per ſe, oche non ſono anchota tutze infie:
. me, conciofia coſa che ,eſſa ſia come* ſullantia della ,fanola‘ , 8L
;J'alſlìéCOmQaCflltlcntÈ , oeſſafiacome materia laquale e‘. prima di
;naturaröi dall’altretutte eſeguite , &'- aleisíu'apporta-iio: Ma per
. che Ariflowle nomina queſta poſaibilita in due ,modi , nell' vno
..fa d‘uva-ri i" à'v: Ja _fam-,0, 85 nell’altro rn‘i ”alarm ,v av qualidue mo
i di riſponde v con: due-z altri polendo dimoſtrare l’ _auenimeiito
”delle coſe riclxieſle all‘ hiſtoria cio è con l’ uno che nomina ‘1a
. … …e ì . ma“…
i…
`

’uſage, 8: con l’altro che nomina 12 ui' 'iu-ny non ſara male prima
che ſi proceda piu oltre,ehe ſi uegga che coſa ſi poſſa intëdere per gli
due modi,& perle due riſpofieJ-Iora rà J‘ai-nè , "á da .Zu yivom cio ele
coſe poſsibili,o quali poſſono auenire ſono prima da diuidere in due
ma niere, nell’Vna checótíene le coſe auenute,&poſsibili ad-aueníre,&
nell’altra che contiene le coſe poſsibili ad aueníre ma non auenme
anchora; Poi le coſe auenute &poſsibili ad auenire riceuo no v n altra
diſtintione percio che ſono o naturali,o accidëtali , le quali naturali
auenute,&aueneuoli ſono o ſecondoil corso di natura, o cövra il cor
ſo di natura,le coſe auenute &amneuoliñſeco ndo il eOrſO‘di‘ natura
ſono per cagione d’eſſempio,che huomo generi huomo, clie aquila
generi aquila,clie cauallo generi cauallo~, che uite produca nua ,6t
pero,pera.Le coſe auenute & aueneuoli contra il' c0rſo di natura ſo
no alcunecoſe moffruoſt-,o miraml'oſe , le quali alctma=uolta ſon 0`
auenute,& ſſono di nu0uo‘auenirecome auen ne comm‘mt‘ura il
farmarſr il Ole al‘tempo di Gioſue acciocbe’ liaueiſe ſpario da perſe
guirare i nemici,ll che affermanoi luſmgliierifdi Carlo (pinto imp:
ratori: di nuouo eſſereaucnuto il* ion-no che egli prefeGiouanni Fe
derigo duca drSaſſogna-Etſi con idera queſta poſsihile` mturalita ap'
venuta,&aueneuole in due modi anchora ,. percio che ſipuo confi
dernre che huomo poſſa generare huomo-per che huomo ha genera
to huomoJo dico huomo in generale,& come ſpetie,&‘nó come parti
colare oAgamënone,o ſi p uo cóſiderare in particolarepheágaméno
nc il quale ha generata vna figliuolício è lphigenia‘ ne‘ puo -a ncho
ra generare vna altra cio e‘ Helettrx. Lev coſe accidentali auenute 8t
aueneuoli riceuono parimente diuifione,& fi partono nelle fortuna
li,& nelle voluntarie,l’vne &l-'aſtre delle quali fiſorropongo no alla
ſpetie,& alla particolari”; Percio che molti ſimili accidenti ſono a
uenuti a caſo ad vna maniera di gente‘ ,. come è aut-:noto a: moſti= pz.
dri, liquali haueua no ſmarritii figliuoli , ritro'uargliëacaſo qua n
do meno lo ſperauano- Et que medeſimi accidenti ſono- auenuti
iu volte ad vna particolare perſona ſi come auenne ad Helen.
l’elſer rapita due volte vna da Theſeo , & vn altra dai Paris,Et'mol
[i ſimili accidentivolontari ſo’noauenuti ad una maniera digerire co
me e‘ auenuto a molti inamorat't , che di lor volonta ſi ſono impic
`cati,& ue medeſimi accidenti volontari ſOnO ſtati reiterati da u m
- artico are perſona come da Giaſone di: volonta fu reiterato l’ab
Eandonare le donne con poca gratitudine- laſciata prima lſiphile &
poi Medea,_l_ſlal_e goſç aueneuoli g non avenureancliora ſono di
‘ ume
IO
-…"-
‘—-ÌHWLÈñ tante maniere dl quanteliabbíamo detto eſſere le auenute, 82 le pol”;—
ſibili ad auenire. Primaadu nque poſſono auenire ſecondo il corſo
della natura coſe, leq uali non fieno anche” auenute come potrebbe
auenire che la terra produceſſe alcun frutto nuouo come al preſente
ne produce degli ſcOnoſciutiagliantichi, 8: poſſono auenire contra
il corſo della natura coſe non mai piu aueuute ſi come due cambiare
le loro nature divenendo il lërpente ltuomo, & l' huomo ſerpente
appreſſo Dante. ll che ſu coſa non mai piu auenuta. Onde eglidiſſe
Taccia di Cadmo,& d'Aretlmſa Ouidioplre ſe quelloinſerpente , 8t
quella in fonte Cóuerte poetandoío non lo’nuidio Che due nature
mai a frontea fronte Non trasmutò, Si che a’ mendue le forme A
eambiar lor materie foſſer pronte. Et parimente poſſono auenire co
ſe accidentali per fortuna non mai piu auenute ſecondo ſperie ne ſe
condo particolari” ,. fi come ſecondo particolarita auenne vno ac
cidente nouiſsimo ad Vn gentil liuomo di Prouana nOn ha guari di
-&*c‘
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EtÃ-"è
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hv'a—-ñ‘J’a tempo ingrauidaudo egli per ignoranza la madre,della quale glinac
que vna figliuolafllie eglipoi perignoranZa preſe per moglie,&nege
nero piu figliuoli,ſecondo che racconta nelle ſue v‘eraci nouelle Mar
glierita Valeſia rei na di Navarra. Vltimamente poſſono auenire ace
cidenti volontari non mai fiati. Egli e‘ vero che biſogna accioclie le
coſe aueneuoli,& non auenute anchoradîeno veriſimili,& credibilip
che ſiena ſimili a quelle che ſono auenute altra volta, o a quelle che
baueua no minore veriſimilitudine di douere auenire, & non dimeno
ſono auenufe, o al meno che le arti d’eſſe, o le particelle lie no ſi
mill‘ aquelle parti o particellec ie ſono auenute in diuerſi accidenti
a diuerſe perſone. Si come ad Vn figliuolo e" auenuto a giatere con
la madre‘ per ignoranza,& ad alcun padre giacere con la fioliuola per
' noranza, ma per auentura non è mai auenuto cliev no l eſſo giac
cia con ſua madre, 8: c6 ſua figliuola gene-ata daluidi ſua madre per
' notAnZa,& per ignora nia tale che giaccia can la madre credendo
la eſſere Vna donna ſîrana amata da lui,&con la figliuola credendo la
vm donna flrana & atta ad eflëre ſua leggirtima moglie. Etpoflo an
chora che ſimile accidenti‘: ſoſſe aUenuto non ſara Vero che ſia auenu
to per que medeſimi mezzi,0 pure ſimiglianti. Et tanto vogliamo ha
uer detto per dichiarationedi quel primo modo con che Ariſtotele
ſignifica la poſsibilita. Hora ſeguita che parliamo della ſua riſpoſta,
che e‘ -nù ?Mutu-Le coſe auenute anchora clic fieno poſsibili ad aue
niremo n fi conſiderano mai come poſsibili ad aue nire,ma ſi conſide
,ano ſempre come coſe auenute o fieno naturali ſecondo il_corſo, o
z contra

`.
~ a

.contra il corſo della naturap‘ſie'no accidentali pei-"fortune oper rm


lonta 8: poi che ſi con ſidera no come auenu te &.fiii'e nelle perſone,ak
le quali particolarmente ſ0 no anenute non ſi pollo no conſiderare ſe
non ſecondo particolarita,& quindi auiene che ſono cómunemente
materia dell'hiſtoria,8: .non poſſono eſſere materia dipoeſia ſe nó in
alcunaparte ſecondo cheſt dira poi, ſi come dall’altra _parte le coſe
poſsibili ad auenire# non auenute‘ancliora ſono materia cómune
mente della poviiafl: non dell’hiſtoria.Si clie 11‘! rav-{atm ancliora com
prendono le coſe auenure poſsibili ad auenire,& rà allure-iau:- à'v 7'510!”
comprendono le poſflbili ad auenir_e,ma non ancliora auenute- Ho
ra paſsiamo a ſauellare del ſecondo modo c6 clie Ariſtotele ſig nifica
la poſsihilita predetta,clie èn‘. wàa’m,cio.c` le coſeyniuerlali le quali ſi
poſſono eſſemplificare in quattro guiſe,&* prima nella maniera gen”
rale,la quale ſi puo domandare vniuerſale liauëdo,riſpetto alle ſpetie
ſottopoſte a lei diſtinte,& particolari, Laonde veggia m0 che in ani
male veoetabilcſe nſitiuo come in coſa vniuerſale li cóprendono‘bue,
aquila, orione.Appreſſo ſi polſo no eſſemplificare nella ſpetie,la qu;
le ſi puo chiamare v niuerſale hauendo riſpetto alle coſe particolari
innumerabili a lei ſottopoſte, come appare in Huomo comprenden
te ſotto ſeOreite, Medea, Vliſſe, Anehora ſi poſſono effempliſicare
nel tutto,clie ſi puo dinominare vniuerſale per riſpetto delle molte
farti delle quali èconſtituito. Adunq; quando parla ndofifa mentio
ne del tutto ſenza nominare le parti poſsiamo dire, che ſi parla-Voi—
nerſalmente come dicenduſi caſa ſenza rkordo di tetto, (li parete, di
ſolaio, 6; dell’altre parti‘. Et perche di molte parti ſi ſa vn tutto ſi da:
ma nda ancliora que ſta guiſa abbreuia mento,(ommariu 8: riducimea
eo a capi,8< piu propriamente ‘quädo .di piuparti- minori ſç'ne fa v n.1
ſola maggiore cliein riſpetto delle minori &piu lia ſcrma di tugo. Vl
[imamente ſi~pdihnoe1ſemplifica~re neltutto o ancliora nelle parti,
`ma non dico miga nel tutto in quanto il tutto ha riſpetto alle parti,
.8( è piu vniuerſale clie eſſe parti,le quali ſono particolari,di che hah—
-biamo parlato proſsimamenteztm dico chefi poſſono eſſemplificaue
nel tutto cio è in vnoacci‘dente detto ſommariamente potendoſi nov
minare vniux—rſale in quanto s’ha riſpetto a molte perſo ne,ali_e quali
puo auenire. ſimile accidente,& ſimilmente ſi poſſono eſſemplificarc
nelle parti del tutto-ian qsuantoeſſe-parti ſi conſiderano come poſsitií
li ad hauer luogoin molte perſone. Le quali parti fi poſſono appello
re colev niuei'ſali riguardandoſi la moltitudine delle perſone che ſe”
,cedo iipoisibilçſono loro-ſottopofle-Et in queſta quarta guiſa preo
. ~ I 7 " . de Arj
104'
rÎe A riflotele ,amc-'n in queffo luogo# ſi vede chiaramente clic-ſono
quello fieſſo che ſono nl Puma} of:: L'- 7íroi-ro,& è qucllo clie è ſoggetto_
della poeſia.Al qual modo riſpondonorei-uit~ 'ivgsov cio è- le coſe aura
mite adv na certa particolare perſo na,le quali alcun'avol ta- ſi-ſan no eſt
ſere auenuteſommariamente ſecódo la terza guiſa‘clie dicëmo prene
derſi nik-this come ſi ſa pog nia mo che Oreſte accópag’nato da I’ilado
& aiutato da lui 8( da Heletra haueie vcciſa la madre,& alcu na volta.~
ſi ſannoparticolarmëte,cioè tutto quellodiſhnta mëte che faceſſe &dí' '
ceſſe Oreſte,&quali vie teneſſe in v ccidere lainadre,& queſta riſpoſtl
_ pertiene tutta all’hiſtoria nóvenen'do adirealtro che le coſe auenute.
Perche ſi conoſce manifeflaniente che non ſono coſe pu mo diuerſe
'Lavigne ”ò 1A ma* ‘ius-av. ”ambo J"ia 1-08“ ègm'imv come delle coſe detto,
;dietro ſi colga che vfficio del poeta ſia il direnon le coſe auenute,
ma poſSl bili’ad a‘umirep quali poſſo no auenire-,öz- che ſimile poſsibio'
lira ſia tina delleorto coſe ricliicſh: alla ſauola fu-detto di ſopra nella
q‘uarta‘parti‘cella di queſta parte principale. concioſi'a coſa one la vo-`
ce della ſauola p’reſupponga queſto‘poicliecontieneat’tionehumana
& nOn puocont'enereat‘tioneliumana auenuta che non ſarebbe ſa
uola, m.1l1:ſtória_.Adunque contiene attione liuma na poſsibile ad aa
ùenire,o q uale puo auenire. là ra‘: J‘ai-:13 mè vòáxàs’é 7:‘: .xî'aiywſiìop. L'liiſtm'
‘ria in iſcriuere le coſe aue nute non ha biſogno di riguardare ne ave
`i‘iſimili‘tudine,ne'a'neceſiitazma riguarda ſolamente- alla verita, 8: la
poeſia iniſcriuerele coſe p'oſsibili ad auem’re riguarda per iſtabilire'
a poſsibilitaalla veriſimilitudine o alla neceſsita poiche non puo
riguardare alla verita. Percioche pogniamo ſe èveriſiinile che vn ſe
ditoſu la teſta, il quale viua diſordinat‘amentgmuoia della ſedita , è‘
anchora'poſsibile che muoia 8a ſe c‘poſsibile il-poe-a il puo ſicuramen
t'e narrarenella ſauola. l’arimëte ſe è di neceſsita che vno ſedito nel
‘Cuore muoia di‘quella fedita ,4 è`ancl10iìa poſsibile che muoia’ ,~& ſeè
poſsibile il poeta il puo ſicura mente narrare nella ſavoia‘. Ma quefle
coſe poſsibili‘non'mcupano'ſempre, ne riempiono tutt-a la ſauola.
Anzi ſecódo che-io credonó occupa-nome riempiono mai tutta la ſa
’ oola della trag‘edia‘, ne dell' epopea. Et nella fauola di queſte due
*poeſie hanno parte ſempre‘ 1A mi…" , cio èle coſeauenute anche!
ra. Mala ſauola della com'edia ſempre è tutta occupata 8t riempiur
ra delle coſe poſsibili,- 8( in lei non hanno maiñ luogo 101 nvo'um-cib'
È le coſe auenute. Nella fauola adunq'ue della tragedia & dell-’epo
pra di neceſsita interut ”gn ”o [e coſe auction-,le q iali liabbiamo deu'
vo eſſere accidentali intorno ad vn particolare., 8t ſono conoſciute‘
~ - . ſomma,
ſommariamente eome per cagione d'eſſcmpio Oreſte accompagna
to da Pilade ſuo compagno ö: aiutato dalui &da Elettra ſua ſorella
vcciſe Clitemneſtra ſua madre. Ma nonfi ſanno particolarmente ne
puntalmente le vie che teneſſe@ ,i modi che vſaſſe a peruenire a que
fia vcciſione. Hora la ra ione è manifeſta , & e` tanto manifeſta che
fi puo domandare dimo ratione perche conuenga che la ſa uola del
la tragedia, ö: dell’epopea riceua coſiſatte coſe auenute che ſono a.
lei communi con la verita dell' ltíſtoria.Perciocl1e la favola delle pre
dette due poeſie non ſimplicemente dee contenere atrione huma na,
ma magnifica anchora &re-ale# ſe dee cótenere attio ne reale ſeguit
clie cótenga attionc auenuta ,81 certa,& d’vn re,clie ſia flato,& che ſl
ſappia che fia flato,cócio,ſia coſa che nó ci poſsiamo imaginare vn re
che nó ſia fiato ne attribuirgli alcuna atticneflquítung; ſia ſtaco 8:
[i ſappia che ſia fiato non poſsiamo attribuirgliattione che non gli
fia auenuta- Come ſe noi diceſsimo che inanzul commune di Roma
foſſe ſtato re _de Romani _vno nomato Giulio 6t appreſſo gli attribuiſ
ſimo che ſi foſſe giaciuto con la figliuola ſua ropria, odiceſsimo che
Giulio Ceſare perpetuo dettarore di Roma iaueſſe _vcciſa la moglie
Calplmrnia trouata in adultcrio,non eſſendo vero glie re alcuno foſ
ſe ſtatode Romani che haueſſe coſi fatto nomep haueſſe commeſſo
Coſi inceſtuoſo fatto , ne parimenteeſſendoyero che Giulio 'Ceſare
trovaſſe Calpliurnia ſua moglie in adulterio &l'vccideſſe. l’ereioche
ireſono conoſciuti per fam‘a o per hiſtoria & parimente le loroattio
ni norabili, &lo'mrodurre nuoui nomi de re, &attribuir loro nuo
ue attioni ,è contradireall'liifioria, ,81 alla fama, Se peccare nella ve
rita ma niſeſta. Il che e‘ molto maggiore peccato nel comporre la ſa
uola che peccare nella veriſimilitudine. Et quindi _è che le fauoledi
tutte le tragedie-SK di tutte l' epopee ſono & deono eſſere compofle
d’accidenti, che ſi poſſono domandare hiſtoríci auegna che Ariſtote
le habbia diuerſa opinione per alcune ragio ni alle quali poco appreſ
ſo daremo ſufficiente riſpoſta, percioche ſi ſa per hiſtoria o per fama.
qoelli eſſere auenuti. Ma gli accidenti predetti non dec no eſſere ma:
mfeſti per hiſtoriao per ſama'ſe non ſommariamenteflt in vniuerſa
le accioche il poeta poſſa eſſercitarel’uffi'cio ſuo, 81 moſtrarelo’nge- '
gno ſuo in trouare le vie ci modi particolari, per li _quali i predetti
*Ridemjhabbiano hauuto il loro compimento. ercjoclie ſe le vie,
6} i modi particolarifoſſero altreſi manifeſti, per gli qualigli acciden
u furono menacia fine, nonſarebbono eria conveniente alla ſa
uola, ne perterrcbbono al poeta, mi au* u'ſtorico. Ne contutto cio
7 - ci dob
ei dobbiamolaſciare dare ad intendere che'pîu agevole ſia acompor
,gela _fauqla della tragediahöçdell’epopea che quella della comedia
.perche. nellaſauola di quelle poeſie .-ilzpoeta ,non truOui ogni coſa ſì
'come fanelia’ſauola dellacomedia. Diche parleremo in queſta parti
, cella medeſima poco appreſſo. Hora per riempiere-Iafauola della C0
media il poeta truova di ſuoingegno l’accidenteinwniuerſale , & in
particolare,& perche e‘tutto trouato da lui, ne le coſe auenute, o
è 'liifloria v'hanno parteniuna _impone anchora i nomi alle perſone
eumm'que.glipiace,_.& puo ſenza ſconueneuolezza ,ninna ſai-cio , 8t
,ragiooeuolmente il dee ſare. Puo egli formare vno acciden e troua
_,go da lui in tutte le ſueñpatti, &zpercio dee eſſere aecidente i perſo
_ne pri uate,delle qualiinſìeme co ſuoi accidenti nOn ſi tiene men-.Oria
'niuna ne paſſanoeſsi a memoria de futuri per‘liiſtoriaio per fama.
;Lao nde altri formando vno accidente diperſone priuateintero, ,Il
nuouo, & imponendó loro i nomi ſecondo che piu gli piace , non
z_ uo eſſere riprovato dall’ liiſioria, ne dalla fama per falſario- Et dee,
a ragione Vuole eſſereyrep utato poeta cioè (trouatore, ;trovare-.il
torto; poiche preflandoncg‘i agio la materia privata lo puo tro
zuare. Ma non ſi creda percio alcuno che il formatore della fauola
,della comedia habbia licentia di trouar’e o citta nuoue 8! imaginate
Lda lui, o fiumi, o monti, o regni, o_.c0ſtumi, o leggii 0 di tramutare
'il corſo` delle coſe della natura facendo,neuigare di__flate , B: míetere
d'-inuerno,.&-ſimili, percioehegli conuiene ſeguire l’ hiſloria , & la
‘verita _ſe j n. formare laſauola auerra clic'gli ,.,façcia ,biſogno-_dum
Jcoſe, ſi come parimente conuiene a colui'clreîforma la fauola della
“tragedia , 8a dell’epopea- 5 per} ſFOçlÒSPÉLÎ burattini-u rë ſflflí'rça M75”,
:’a‘ lignea J‘iaçáçuc'”, La poſsibilita adunque delle coſe aueneuoli che e
il ſoggetto dell' hiſtoria 8t ſua coſa propria,&lagverita delle coſe aue—
pure, che e‘ il ſoggetto della poeſiatö: ſua coſa propria diſtingue no
lÎvna dall' altra, 81 quella e‘ la differentia ’eſſentiale, & non quella,
ehe dieeuano alcuni cio è che perla 'fauella di proſa ſi diſiingueſſe
.l’ñ hiſloria dalla poeſia,& perla fauelladel verſo ſi diſtingueſſe la poe
,fia’dall'liifloriaa Et perchenellaquarta particella della prima parte
'principale s’ e‘parlato allungo di queſlo rimettendomí a quello che
quiui èſìato detto ſolamente aggiu nero quell-o dicendo , che ſi c0
~,nie l’ hiſtoria d’ Herodoto compc a in verſo reſta hifl0ria , ne di
,uiene poeſia coſi dall' altra parte l’Helettra diSophocle ſe foſſe com
;poſſa in proſa reſterebbe poeſia , ne diuerrebbe iiſìoria. Er quindi
;alcupp ;procedendo oltrepotrebbe dire, che Lucano , Silio ltalicg,
E.: x #5»
6c Girolamo Fracaſtorio nel ſuo Gioſepho foſſero 'hiſtorici, Se che
quantu nque non ſieno da riceuere 8c da commendare come poeti,
ſaranno non dimeno da riceuere 8t da commendare come hiſtorici.
Il che è lode nOn picciola. Et dall'altra parte Luciano in molti di
ſuoi ragionamenti', 81 Giouanni Boccaccio nel ſuo Decamerone,&
nel Philopono fieno poeti, 8c quantunque non fieno da aſcoltare,&
da lodare come hiſtorici, liauranno non dimeno Vna commendatio
~ne maggiore douendo eſſere cari come poeti. Maè da pormente che
euegna che Ariſtotele per riprouare l' opinione di coloro , che cre—
deuano che il verſo 8: la proſa foſſe-la differenza eſſentiale trala poe
-ſia & l' hiſtoria dica cheſe l'hiſtoria d' Herod0to ſcritta in proſa ſoſ
ſe. meſſain verſo ſarebbe non dimeno liiſtoria non afferma percio
ehe foſſe-tanto da eſtimare ſcritta in verſo quanto s' eſtiinaſcritta in‘
proſa. Anzi perauentura giudica che ſia da ſprezzare ſi come ripruo»
uai mimi di Xenarcho, &diSophrotie ei ragionamenti Socratici a—
negna che hauelſono ilſoggetto poetico nonper altro che per eſſe
re ſcritti iii proſa , 61- per conſeguente ripruoua i ragionamentidi
Luciano, le nouelle,e'l Philopono del Boccaccio. Hora Ariſtotele
per far maniſeſtaqueflaverita, che la proſa e’l verſo} non è la diffe
rentia eſſential: tra l' hiſtoria, 8c la poeſia argomenta coſi. Ciaſcuna
arte havn ſeggetto ſeperato, 8c diſtinto da-l ſoggetto dell‘altre arti,
_1' arte dell' hiſtoria ha per ſoggetto le coſe auenute le quali coſe a—
uenute paleſinſi c0 n proſa, ocon verſo ſempre ſono coſe aue nute.
Adunq; la proſa 0 il verſo poiche non diuerſiſicano il ſoggetto non
ſono la differentia eſſentiale. Poteua anchora Ariſtoreleprendendo
il ſoggetto della poeſia per mezzo da maniſeſtar cio argomentar co—
ſil’artcdella poeſia lia perſoggetio le coſe poſsibili ad auenire ,Gt
.non atenute, le quali paleſi nſi conuerſo, ocon proſa ſempre ſono
quelle medeſime coſe poſsibili ad auenire- Adunq ue la proſa o il ver
ſo non diuerfificando il ſoggetto non ſono la differentia eſſentiale.
Maquantunqueilverſo, &la-proſa non fieno la differentia eſſen
tiale tra la poeſia, 8; l’ hiſtoria accompagnano 8: adoriiano non di
.ineno il verſo la poeſia , 81 la proſa l’> hifioria come, veſtimenta loro
conuenienri, 8t habiti. Ne deo no ſenza. biaſimo- o poſſono pren
Rdere l’ hiſtoria il verſo, 6c la poeſia la proſa non altramente che do n
ne non (lCO no, o poſſono vſate gli habiti da hu0mini,ño gli liuomini
gli liabitida donne. Et la ragione-di cio èſtata detta di ſopra. An
chor-i e‘ppramenturada dire, _che ilſoggetto_ dell' liiſtoria, che co
'I‘ v_ p rr_ ` ‘ i nie-eſta.:~
“l-.4 v‘
' - '10.6
:rne._q-ñ—re—=.’‘-ju*a:a-‘;t..ñ-—a
”-e~uv-Te'ó"ñ—~kñ_`.‘5 me èſtato detto 'ſono le coſe auenute ſe è ſcritto' da vno hiſtorico
puo eſſere da vno altro, & le loro ſcritture coſi l’vna come l' altra
ſono hiſtoriepur che ſi raffrontino amendue con la verita, mail
ſoggetto della poeſia, che ſonole coſepoſsibiliad auenite, nOn poſ
ſo no poi che ſono ſtateſcritte da-vn poeta, ſe non ſi mutano in guia.
ſa che non ſieno piu riconoſciute per quelle , eſſere ſcritte da vno
altro come da poeta, percio che non mutanda ſi in altra forma non
poſſono piu eſſereſo getto di poeſia , non trouando il ſecondo ver
ſificatOre nulla, ne Eurando-ſaiica niuna nella'nuentione del ſog
getto. Della qualcoſa torneremo a parlarevn altra volta. Aià Wo
tuç'mgoi ”ù mJ‘nínçoi ami-dis i‘m-‘as , îsiv. Ariſtotele tira dalle coſo
dette vna concluſione che la poeſia c` pi ii da philoſophante, & da
eſſercitato negli ſludiche non èl’ hiſtoria percioche ſe l’ hiſtoriaha
per ſoggetto proprio le coſe auenute, non ſa meſtiere di lunga com
ſideratiom , ne di ſortilita d’ ingegno o aritrouarle eſſendo auenu-v
te, 8: portele dalcorſo del mondo o acomprenderle eſſendo coſe,
$0mmuni, 8c ſottopoſle a ſenſi , o a diſporle portando eſſe con
,eſſo ſecocertOOrdine naturale. Ma le coſe oſsibili ad auenire , 8t
nen auenutc .cheſono il ſoggetto della poe ia, ricercano ſpeculatio
pc d' ingegno,.& molto auedimento non ſolamente perche conuiea_
ne trouarc o comprender quello che none mai auenuto , & e‘ poſsi
bile ad auenire a ciaſcuno particolare corale ſecondo il veriſimile
o la neceſsita, ma anchora diſporlo,.& ſpetialmence nella tragedia
. 8: nella comedia conuenendo per la flrettezza del tempo 81 del luo
go vſare gra ndiſsima arte nella diſpoſitione- E lie‘ vero cheAi-iſtotele
_in q ueſte parole non ha riſpetto ſe non alla di iculta,& al modo del
‘irouare le coſe, o all' ageuolezza, 8c non al comprendimento o alla
, diſpoſitione- in?” 7a‘,- mſiidld ita-wii vu‘: mimi:. Hora dice ina/'im perdo
che la poeſia non ſempre dicele coſe cliegpoſſono auenire 81 non ſo
no auenute, & che ,v niuerſalmente poſſono auenire a ciaſcuno cota
Lc, 8t non ſono ad alcuno auenute anchora concioſia coſa che nella
tragedia# nell’epopeaſi prendano i caſi auenuiia certe perſone rea:
li come c‘ Ratto detto,ſenza che Ariſtotele nó niega colui eſſere poe—
ta che dice le coſe poſsibili adauenire quantunqffleno auenutedl che
come ſi debba intendere vedremo poi.iJ\`tlsog{z -rà iwä'i'wsop A476'. Se
. noi ripetiamo in queſto membro päMov che è poſto nel precedente i
[552170139 :ra-'iris ma” u‘: mſm: come pare che ſi debba ripetere ci con
. ucrra dire che Ariſtotele appruoui nell’ hiſtoria le diterie imaginate
.dall'1iifioricoflcupchçſi poſſa Ycrſifiçate ii detto ſuo, che l’liiiloria
;e z ſeguir*
i

ſeguirepiu if particolare clic la poeſiagna non l'empre, ccnciolia c0


ſa che ſeguiti l’v niuetſale nelle predette dicerie , le quali ſono (late
Biaſimate da alcu no,& di ſopra ne dicemmo il parer noſtro. Zsi ai
”aim alii 1;} mia-n‘: mi’ K110i @meſi-a, Rc. Hauendo Ariſtotele poſto
la differentia tra la poeſia, & l' hifioria, la quale e‘ che la poeſia liaa
per ſoggetto le coſe poſsibili ad auenire, & l’ liiſt’oria le coſtrauenu—
ee ha quinditirata vna concluſione, che coſa piu da pliiloſopho, 8t
da huomo aueduto ſia la poeſia, che l’ hiſtoria, perche le coſe poſsi‘
bili ſono vniuerſali, &le coſe auenute particolari, delle quali hab
biamoparlato a ſufficienza, 8t appreſſo- ſoggiugnequaſi come pei`
ma altra concluſione,clte quella poeſia la quale ha teſo l’ arcqalſeö
gno delle coſe vniuerfa-li-im onei nomi ſecondo la volonta dg] poe
ta, 8:' quindi-preſoì‘tempo i da a parlare dello’mporre i nomi alle'
perſone della comedia 8t della tragedia, ,& perche non parla ’ſe non*
dello’mporre i nomi alle perſone della comedia &` della tragedia‘
tralaſciandoi nomi delle perſone dell’ epopea , 8c dell’ altre poe
[ie, ne perauentura dello’mporrei nomi alle perſone'della :tragedia:
parla bene,non ſaramaleche apriamo il ater noſtrointomo a que"
ffa materia. Hora noi generalmente par ando diuidiamo tutti i poeo'
mi in quattro parti, & ſotto la prima conſtituiamo la comedia , ſono
la ſeconda l’ epopea, ſottola terza la tragedia, ſotto la quarta ode,,
epigrammi, elegíe, canzoni, 82 ſimili poemi brieui,& variì;Et ne poet
mi di ciaſcuna diqueſte parti s’impongonoi nomi alle perſone altra
mente che nonſiſa ne poemi dell' altre.‘PercioclÎe nella comedia la"
uale e‘ poeſia che ſediſce'l’vniuerſale intendendo maſsimamentev
lla comedia nuoua eîimpongOno tuttii nomi imaginati dal poeta
a ſuo ſenno,concioſia coſa che egli non poſſa, eſſendo l’ attlone pri
uata ſoggetto della comedia, eſſere riprouato per falſario dall‘ hiſtoe
n‘a o dalla fama come e‘ ſtato detto; Ma dee non dimeno riguardare'
il pecca in ſarcio all’ vſanza del luogo Gt del‘tempo, dOoe, 8t quan
do finge l’attinneeſſerevauenuta , accioche i nomi' non ſie no l'uOri
dell'Vſanza delpredettoluogo &- tempo,c0me ſe ſa, pogniamo,clie'
l' attione ſi i auenutain Atliene nel tempo che ſiviueua a commu
ne ſotto la religione pagana,non ſi partira da nomi all' hora 8t quia
ui vſatiGlii-emete, Pampliilo, Philomena, &'ſimili. ll che ſu diligen
teme nte oſſeruato da GiOuanni Boccaccio nelle ſue nouelle impo
nendo i n0mi alle perſone,…l’ attione dellequali quiui ſi narrano, ſer
condo i pieſi, St le flagionkñ lo non parlo hora de nomidelle ſette'
climne, &de tre giouani ſtupidi-”Mi qualiinttoducea raccontare le
novelle:
107'
nouelſeperclie ſe‘neparlera poi; Et è da ſapere clic anche in come
dia s’introducono coſe ſenza anima per proſopopea a ſauellare alle
quali non ſi muta nome come appreſſo Ariſiophane ”Aim :sù mvſar,
ma nell' epopea, la quale è contenuta dalla ſec0nda parte & e‘di
~ o'oſe’ auenute quanto è alla nofitia che s' ha ſommariamente dell' at
tiene, 6: è di coſe poſsibili ad auenire quanto è alle vie, 8: a mezä.
particolari‘per riempiere, & condurre a fine quella attione poiche'
ſono ignorati, s' impongono i nomi alcuni veracic, & conoſciuti per
hifloria o per fama, 8: alcuni imaginati 8c trouati dal poeta ſecondo
ilpiacer ſuo, 8: perchel’ attione è reale, ne puo eſſere reale ſe non
fiſa anchora a quale re ſia auenuta ſiprendbnoi nomi di quei re, &
di q'uelle perſone clieper hiſtoria, oper fama ſi ſa nominatamente'
eſſere ſtari ſuoi: famigliari o hauere liauut‘a parte nella predetta at‘
üoue, 8: ſe ſi faceſſe altramente nOnti-ouerebbe fede la narratione ſi'
came contraria all'liiſioria maniſeſta. Mai nomi dell' altre perſone
ſono imaginati, 81 ſpetialmente ſe ſono perſone, i Cuinomicommu
nemente nonſi ſogliono regiſtrare nel libro della fama. Hora-nek
trouare-queſti nomi il poeta dee hauere quel riguardo del luogo , &
del' tempo doue, 8t quandoè auenuta l’ attioneche dicemmo} lui doo
nere hauere in trouare que delle perſone della cemedia.Ne Ariſtote:
le fa mentione alcuna di queſti nomi dell’ epopea, alla quale ſi con
cedono le proſopopee di coſe ſenza anima, & inuiſibili,& ſi ritengo:
no i nomi delle coſe come della fama appreſſo Virgilio,& della fama,
8t della ſame appreſſo Ouidio. Et è da notare vna- differentia che è
era Hemero, 8: Virgilio ne nomi,che Hbmero nel raccontodelle na.
ui non nomina capitano-ninna, che non ſia conoſciuto per hiſtoña
o per fama,& da Virgilio da alcunipochì nomiin Fuori-ſo no gli altri‘
tutti imaginati nel ſuo racconto decapit‘ani. Et è- danotare a nchora:
una ſimilitudine'che e‘ tra loro ma non vgualmente da commendaro‘
in amendue. Percioche Homero induce i capitani della parte de tro
iani; 8: della parte de greci diilffilrſi‘ l'v no l' altro per nome pro
prio come coloro che'haueuaoo guerreggiato inſieme gia noue an
nico nrinui, 82 fatte molte tregue haueuanovſato inſieme que di (ire'
cia in Troia, 8t que di Troia nell’hoſtc de greci. Laonde è—coſa molto
veriſimile che ſiconoſceſſero traloroi capitani, &'ancliorai ſoldati
priuati non ſolamente per viſta,ma anchora per nome proprio & per
ogni altra via, la qualcoſa fa ſimilmente Virgilio mducendoi capita
ni della parte de troiani, 8t della parte de rutuli a fauellare inſieme, a
nominarſicQ-nOmí propri- non eſſendoſi prima ne veduti,ne-co_no
.. 17,-:. ;i ſciuti,
[aiuti, ne perauenturat'ntendendo gli-vnilalingua degli altri. Cbeſe
,i greci perladiuerfita della lingua non poteua no ſenza interprete da
prima ragionare co troiani fiche gli'ntendeſſero, o foſſero inteſi ſe
condo, che teſtimonia Palamede nel la difeſa che per lui fa Gorgia,
.quanto meno doueano potete ragionare inſieme c0n vicendeuole
intendimentoſenza- interpretei rutili ei troiani per la maggio”: di
…uerſita della lingua in ſu il principio della guerra t‘ Hora fece Home*
.r0 aſſai verilamilmentein concedere la nominatione propria tra que
,capitani i& ſoldati troiani & greci per la lunga ſtanza che era ſtata
.tra loro, ma fece bene il medeſimo Homero poco veriſimilmente ad
indurre Priamo in ſuv na torre a domandare Helena i nomi d' alcuni
,capitani greci,liquali di quindi vedeua douendogli egli ragiona-zol
mente conoſcere eſſendo eſsi fiati in Troia piu volte per druerſe ca:
gioni, 8t ha ue ndo trattate con lui diuerſe coſe o per riſcattare pri
Igioni .o per ſar tregua per ſepellirei morti,o per proporre partiti d’ac
`cordo ,6t da terminare la guerra, o per altre coſe ſimili, o eſſendo e
gli [lato in campo de greci pure per ſimili cagioni, o al meno liauenn
;do d' in ſu quella medeſima torre,o d’in ſuv n altra molto prima vo
]uto conoſcerci capitani de nemici, .8t ſaperei nomi loro o da Hele—
,na o (la altra perſona. Hora paſsiamo alla terza parte, alla quale
,habbiamo aſſegnata la tragedia, nella quale diciamo imporſi alle per*
_ſonei nomiveraci ſoli, & conoſciuti per lxilIOria o per fama con’
_cioſia coſalche l’attione ſua ſia reale, 8: auenuta a perſoneconoſciu
xe,alle quali non ſi potrebeno mutarei nomi ſenza moſtrar di non
curarſi di contradire all’ liiſtoria, &d’eſſere manifeſti falſari. Et ſe
fa biſogno introdurreperſone non c0noſciute per hiſtoria,o per ſa
ma come ſono ſeruit0ri, balle, meſsi, &ſimili non s’impo ngono lo.
'ro nomi propri, ma ſono appellati col nome dell'uffcio. AEM, -rçoçàs,
2mm, xtf(lè,,ſtç!ſl$, Seruo, Nutrice, Meſſo, Trombetta,8acerdote,ſals
310 ſe alcu na delle predette perſone non foſſe in hiſl0ria conoſciuta
per nome proprio, oaltramente, ſi come Tlraltibio famoſo trom
,betta tra greci è nominato col nome proprio ,8c non con quello del
l’ufficio nell’Hccuba appreſſo Euripide` Et la ragione èclie i ſigno.
_ſi ei re non ſogliono mai nominare i famigliari di caſa ei leruitori ſe
non erlo nome dell'ufficio, come ſeeretario,cameriereflniſcalco,
palaxeniere. La quale vſanza e‘ conſeruata perxfare parereiragio.
;lamenti Veriſimili da poeti tragici,& non è ſeguita da poeti epopeici.
l’ercioclie eſsi narrando in loro perſone gli poſſono ſe nzapcccare in
yeriſimilitudinc nominare co nomi propri imaginati da loro. Adunz
gue Ariflotele il quale dice, clic nella tragedia vno o due nomi veri ſi
man o
~ 108
mantengono 8t gli altri fi fingono non dice vero, perciochei nomi
tutticlir entrano in tragedia, ſono veri, 8: ſe faceſſe meſtiere diſin
gernealcuno, non ſi fingerebbe,ma s' uſei-ebbe il nome dell'ufficio -
in luogo del proprio, 81 molto meno dicevero clieinomi tutti inſiel
me con l’attione poſſano eſſere trouati dal poeta. Diclie s' èparlato;
I! ſi parlera ancliora. Ancliora nelle tragedie ſi riceuono le proſo-'
popee di coſe ſenza animaötinuiſibili, & ſi ritengono i nomi loro
come nel Prometheo legato appo Eſcliiloei'a ”ù mirar- Nella quartaè
8t vltima parte riponanamo ode, epigrammi, elegie, ſoii'etti,canzo-~
ni, & ſimili, `douecommu nemente ſiſuole vſare l’appellationc vera-`
ce de nomi delle perſone, maper alcuni riſpetti anclioraſi ſuole vſae‘
re latrasmutatiOne. cio e‘ operi-’lie il poeta temedi non ſar vergo-ì
- na col nominarla col proprio nome , alla perſOna, di cui‘ragiona‘
ſacendola dire oſar coſa che non è reputata lionoreuole appreſſo
` ognunop‘ perche teme clie altri no n gli ſaceſſe diſpiacere tenendoſì’
da luiin iuriato ſelo nominaſſepperclie giudica il poeta il nome tro‘
nato da ui eſſere piu ſignificatiuo del vitio, o della virtu della perſoa'
na, cui egli fi prende a vituperareo a commendare, che non è il ſuo
proprio. Del primo riſpettoſono molti eſſempi, 8( ſpetialme‘nte n'è'
vno notabile appo il Boccaccio nel le nonelle nomando le ſette don '
ne,cl1eſono introdotte araccontareöt ad aſcolrare quelle cento no}
”clicco-nomi'trouati da lui-,8t dicendo. li nomi delle quali dOnne in‘
propria forma racconterei ſe giuſta cagione da dirlo non mi toglieſa'
ſe,la quale c‘ queſtapheio non voglio per le raccontate coſe da idro‘
clieſeguono, & per l-’aſcoltate nel tempo auenire alcuna di loro poſa*
ſa prender vergogna eſſendo lioggi alquanto le leggi riltrette al pia'
-cere,clieallliora per le cagioni di ſopra moſtrate era no non che alſa
loro eta ma a troppo piu matura largliiſsime. Ne anchora dar mate*
ria agli’nuidioſi preſti a’mordere ogni laudeuole vita, di-dimmuire in‘
niu no atto l'honeſta delle valoroſe donne c6 iscon ci parlarLEt per
cagionedelle predetteſette do‘nne tramutò’eſſo Boccaccio anchorai‘
nomia tre giouani liuomìni,clie furcmo loro compagni in quella ri
creatione, Sta ſeruitori, 81 alle ſanti, accioclie non lipoteſſe ſoſpet
tare &indouinareehi elle ſoſſono, Per queſto medeſimo riſpettoi
poeti ſogliono cambiare i nomi delle loro donne ſi come Ouidio noi
minò la ſua Corinna, 8t Propertio la ſua Cinthia, 8t Catullo la ſua‘
Lesbia, 8t Tibullo la ſua Delia. Etin queſto mutamento non s’ha’
quel riguardo che… dicëmo di ſopra douerſi hauere inimporre i nomi'
alle perſone delle comedie,8: dell’epopee all'vſäu del paeſe,& della
ſtagione.
- ſ’ercioclie
' ì‘ Corinna Cintliia Lesbia,&Delia nóerano-n‘omiv itatiñ
1

.viitatîíin ,Roma alle donne romane al tempo di que poeti, ne i no;


mi delle ſette donne trouati dal Boccaeoio conzquede tue giochini’
6K de ſeruitori,.& delle-fanti loro non ſono preſi dallÎvſo di "Firenze
di quel temporale,ma s'lia riguardo alla ſignificatione del nome 0 al:
le qualita delle perſone di cui furono nomi, ſimili in alcuna parte, o
in tutto a quelle delle perſone,alle quali di nuouo s'impongonoi no:
;nu-ao nde il Boccaccio alle parole di ſopra allegate ſoggiugne. Et
percio accioclie quello che ciaſcunadiceſſe ſenta confuſione ſi poſſa
;comprendere appreſſo per nomi alle qualita di ;ciaſcuna conuenieny
xiojnxuttoo in parte intendo di nominarle. Ma potrebbe alcuno
domandare, onde ſia auenutoclie glianticlii poeti grecilöi latini non
habbiano mai preſa inuentionc di lodare le lOro donne dal-l'origine
di da lla ſignificatione del nome qua ntu nque n’liaueſſe loro peloſo
preſtare molta,.,& ſpecialmente il nome di Cinthia a Propertio, 8:
audio di Delia a. Tibullo, ei noflri volgari ſempre cerchino d’ acco
arfi al nome delle lOro do n ne, &ſpetial mente Franceſco Petrarca
_il quale tira argomenti da riempiere i ſuoiſonetti, v8c canzoni dal ,noz
me ‘du—aura per nullevieJ-Iora ançliora cheçſiaperparere IaÎriſpQflz
alquanto vergognoſa pe'r gli noflri, non dimeno, perche ſorſe c‘ve
ra, non c‘da tacere,& c‘da dire che è dacredere, che gliantichi gre
ci, 8t latini giudicarono lo ſcherzo fatto intorno al nome, & la'nuen
rione tratta quindi eſſere coſe leggiere, 6t ſapere piu del plcbeo che
del nobile, ache ſi_vede li’ngegnidebili 8c vili liauere atteſo piufi
come ha fatto Martiale.. aondtezintjliano diſſe- Ponunt per'
ſo na‘öi nomen, quod quidem ei accidere neceſſe eſt,'ſÈd in' aizgdmag
_tum raro cadit, niſi eum aut ex eauſſa datum eſt , vt Sapiens , Mai'—
nus, Planus , aut 8: ipſum alicuius cogitationiſattulit cauſſam, v;
entulo coniurationis quod librisſybillinis aruſpicumque reſponſic
dOminatio dari tribus Cornelijs dicebatur ſeque eum tertium eſſocru
debat, poli Syllam, Cin namque, quia & ipſe Cornelius erat. Nam Cr.
illud apud Euripidem ſrigidum ſane‘, quod nomen Polynícis .vtarg
.gumentum moi-um ſrater inceſsit. locorum tamen ex eo 'frequen'a
materia qua _Cicero in Verrem non ſemel vſus eſt. La vqual coff
non pare tantobaſſa ne tanto vana nella èlingua noſtra,o per la leg
giadria delle parole, conla quale ſpecialmente è ſtata trattata dal Pe;
ſtrarca, o per altra proprieta che habbia la lingua noſtra non cono;
giura ne ’veduta anclioia da noi. Delſecondo riſpetto per lo quaſo
introdona la ,mucatione dc nomi a' perſone poſſenti a VCFdÌ‘çaFü
e tte
»109
*fivn-.-u—n.~Vñ.u
{ſe ſi teneſſero offeſi d'eſſere nominati eolproprio -& conoſcium noi
.me ſi puo vedere l’a-[Tempio in_ Perfioaclie nominò Nerone imperax
. tore Mida volendolo notare di; poco giudicio,& diſſe-.Auriculas aſi:
, ni Mida rex habet." qual Nerone in vdimoſti'atione della ſua fierezza
|
,6t crudelta ſu dinominato Lione da ſan, Paolo diCendo che era (la:
k to liberato dalla bocca del lione.Et del terzo quando~ ſi cambia al
,.trui il nome er piu piena ſignificationc, 8c non per reuerenza del:
i l’honore cl’ minime per tema che ne ſtaglia male al poeta a nomina;
1 re alcuno col proprio nomi-.3ſt poſſono auerelmoltiv eſſernpi appo
l i-p0eti che chiamanoiſuoi morditoriZoili,o Mommi ,.;& la ,donna
` amacazvenereMa mi piace di tornare al quanto a dietro,&dico ,che
egli c`_ vero che il poeta puozòc dee mutare il nome a quelle perſone,
le quali pocrebbonogaccontandqeglii detti ,oi fatti ſuoi, ”cenere
q ſtorno quando egli non voleſſe far loro uergogna,ma non è vbliga:
to aprendere i nomi vſati nel luogo , &nel cempo,doue 8c quando
: furono quelle perſone, quando coſiſatti, nomi foſſero di leggiette
perſare ingiuria ad` altre perſone,come ſarebbe auenuto al tempo
delle donne de poeti latini di ſopra nominati ſe nel mutarloro i nos
mi foſſero llativſati nomi vſamconcio foſſe che le.donne di Roma
ln quella Ragione ſi nominaſſerogcol nome delle. famiglie come C102
dia ,HoſhPlaniaJi ~.quali. furono i veri di Lesbia , di Cintltia,& di
p Delia ſecondo che tellimonia Apuleo nella prima diceria fatta dalui
in ſua difeſaJ-lora ſe in ſuo luogo foflèro_llati reſt non ;nomi grez
- ci,ſr.a Roma-nycome Giuliarl’oru'a 8t Terenna,le donne, di quelle
, famigtliq ›& liauenti que nomi ſi ſarebbono tenute Oſteſc,& ſarebbo:
no ſ ate reputate ;poco lionefle come *ſe di loro ueramente ,
~*.`—-'ñ—*E`.-— ~—-
un“
ñ——"Tu' Foflèro ſtate ſcritte coſe poco honoreuoli. ...Ma doue ceſſa que:`
ſta ragione non veggo per che non lì debbano prendere nella
mutauone i nomi vliratii- per ſar veriſtmile ,quello di che ſi par:`
la fi come veramente celſaua nel caſo,del ,Beccaceio nel mutare i
nomi alle ſette donne alle quali poteua , 8t doueu per cagione del:
la veriſimilitudinéimporre i nomi fiorentini di quel tempqcorne.
Fi*anceſca,Giouanna,& ſimili ſenza ricorrere a nomi greci onuoui
agîi Orecclu degli huontiniel'allltora non douçpdq_ eſſere eſſe donne
lU conoſciute per quelli che per,quçſli. ,ma egli per,auentura vide
l’ellëmpio propoſto gli inanzi (la poeti latini del mutare i nomi ‘in
coſiſarco caſo,& come commendabile il ſegui,ma non videla ragio:
ne che gli coriſh-inſe a mutar li,laſciando da parte i domeſlichi , in
-ſOrcſütrLAnCllOi‘a dico che {Fda porre mente,cëefnon ſara ”file che
o po::
il poetng‘l' quale muta ifnome alla ſua donna,aecíod\e dalſeeoíè dee
te o fatte dalei,& cantate da lui non fia reputa ta men che honcfla ap
Lolañgentedebba mutarloinguiſa,cheſi poſſa il veracc riporre in
o odell’imaginato ſaiua la miſurañdel verſo,ſi come ſi. vede che.
Les ia,Cinthia,Delia,& Perilla ſono di tante-ſillabe di quellaſteſſa
quantita di quante ſonoClodia amatada CatulloJ-loflia da Proper
tio,Pianiav da Tſhqu,& Marella da 'Eicida,&eſsi quando-loro parer
ua rimoſsi i nomi trouati ſenza turbare la-miſura del verſo-poteua:
no rimettere in loro luogo i propri veri nomi. Perche ſorſe auenne'
che non ſ1 eurarono diſcherzare intorno a nomi trouací,& di tirar:
neinuentione, la quale poi ſarebbe Rata vana & otioſa ſein luogo
[Oro fi foſſero ri oſtiinomi veraci; Le coſe dette infine a qui dou:
rannobaſtare de o-'mporrei nomi-per fare intendere quello dxe v0:
leua 6c ſcrſe doueua dire Ariſtotele-parlando- di queſta materia,alle~'
quali accioche altri Iañ’ntenda .pienamente aggiugneremo al quante:
paroleLo’mporreünome ad alcuno èſtatotrouato per ſeparata
mente cOnoſcerlo da gli altri. Laonde l’origine del nome moflra:
anchora la cagione di corale imPOnimemo eſſendo vocelacina fior:
piata che intera ſarebbe ſtata Nouimen cio-è conoſcenza. Et perche
niuno è che non conoſca ſe fieſſo dagli altri il nome non è coſa not
firazneanoiſta lo’mparci il nome, ma è di coloro che n’hanno bi“
ſogno,& a loro ſta lo’mporceloEt perche il padre,& la madre ſ0"
no i.primi,che ragionando del figliuolo tra loro , o con altri hanno
biſogno-del nome,a iOro tocca queſta impoſtura di nome. Adunque'
il nome s’impone per conoſcerel’vno dall’altro,8c queſta c‘lacagio
ncxeſſentiale del nome ma acceſſoriamence sñ’impone anchora il nor
me per. ueſta cagione che fia memoria- al nomatod’cſſere ſimile‘
acolui,c e hebbequeſtoñnomeEtñquindi è cheipàdn’ impongono i:
n0mi~delor0famoſi antichipd’altre famoſe perſone anchora a fi
gliuoli,accioche non ſi dimentichino d’attenderc ad eſſere tali. Et
s’impone acceſſoriamente il nome anchora acciochefia memoria ai-`
nomato d'eſſcre proſto a ſemire 8( ad honorarcòluidi cui ha ilnos
me, er gli benefici fatda ſuoi,& perla protectione che fiſpera che‘
de a hauere di coſifiittamente nomato-` *Et per queſta cagione im:
pongono i ſeruitorii nomi deloro ſignoria figiiuoli,& le perſone
diuore i nomi de ſanti huomini morti credendo di conſh'tuirgli loro
auocati,& procuratori dinanzi a dio. Et-acceſſoriamcnte anchor:
s’imponeil nom:: accioche colorochelo’mpongono facciano vm
dimoſtrauone della loro affettione' uerſo colui_, che hauCualſilíÌ
. e‘
A no
mile nome , poiche Io rinnovano nelle ſue piu care perſon-3,811,21
rquefia cagione pure i ſeruitori impongono i nomi de ſignoria fi
gliuoli,& le perſone diuore que de ſanti,ei padri que de loro padri,
6c degliauoli,& de biſauoli,& gliamici que degli amicifldun ue per
;ie-tre riſpetti acceſſoríamente s’lmpongono i nomi che fieno ti no
mi d’altri,cio è perche fieno memoria aanmato d'eflère ſimile a lo»
ro,perc]ie fieno memoria al nomato diſerùirgli & dÎhonorargli , 8t
perche fieno dimoſtradone dell’affettione dello’mponence il nome
Verſo loro.Apprefl`o acceſſOriamente s’impone il nome hauendo rà
ſpetto al ſignificato,& quantunque fieno varie &molte le cagioni rie
guarda mi il-ſignificato non dimeno generalmente parlando poſsia
mo dire che fieno tre cioè o per manifdìare alcuno accidente auenu
eo‘intomonaſcimenw del nomatop per dimoſtrare la vita che
Piumino dee tenere,o -per predire la maniera della morte ſua. Fu ac:
eeſſoriamente il primo huomo nominato Adam iiauendo riſpctx
to al ligniflcaro per coſa auenuta nella ſua ſormatíone concioſm
coſa che queflo nome venga adire terra roſſa,&.cotale ſoſſe la terra
‘onde fu formatoLtTelepho ſu coſi nomato perche ſu la ttato da v
m cemada prima,-6; Edipo dalla-gon fiatura de piedi-foratigli pre
lë il nome-;quando nato-Fu ſpoflo ad eſſerediuora to alle .fiere. Ma
donna Beritola nomina il figliuolo natogli mentre fuggiua lo Beac
.c'a to appreſſo il Boccatio. Fu acceſſOriamente nominato’ìl ſignor,
Gieſu per l’ufficio perpemo Se proprio ſuo che è de di ſalwre li eb
letti. E t Hettore credendo che il figliuoloſſuo doueſſe regnare‘ opo
lui nella cinta lodiiamò AffianatteEt alcuni padri defideroſi chei fiz
liuoli trapaſsino la loro vita negli ſtudi delle lettere danno loro no
`me di Philomuſo,& di ſimili, accioelie il nome 'debba loro eſſere ſti:
molo accio & ſi conſondano di vergogna ſe peraumtura attendeſ:
feroad altr0,quaſi vcníſſero meno a quelloxlie are eſſere ſtato pro
.meſſo di loro al mondo per coli fitti nomi.Anc lora acceſſOriameile
te ſi predice col nome la` maniera della m0rte del nomato come ſi ve
'de inHippolit0,che ſignifica alcuno eſſere lacera to da caualli ficome
al figliuolo di Tlieſeo di tal nome auenneJ-iora appertiene nó pure
ad altri lo’mporci il nome,ma anchora il mutarcelo,ma lo'mporcelo
{la nell’arbitrio ſolo dicoloro,liquali lo’ ongono ma nel mutarlo
- fi richiede oltre allo’arbim'o dell’mponëte il cenſentimento anchora
del nomato.Etla mutatione,díche parliamo cömunemente ſi fil poi
che è l’huomo è peruenuto aglianni della diſcretione,& puo dänare
l'opiniOni,o l’attiói della vita aſſata,&le dina,&]e reputa morte, k
come,-ſe allhora ”nuouo ceſſe,&ſoflë vn’altrg fPrëde Hdflſdíälä
` , l
A??

del tutto il’vecchio,vn 'nome nixouo.Etſimile mutatione fi ſuo lc ſane ‘


quando ſi trapaſſa dalla religione ſalſa alla vera, quando ſi trapaſſa
da vita ſcelerata a ſanta,quando ſi trapaſſa da mortalita a deifica:
tione,quando ſi trapaſſa dalle tenebre della-ignoranza alla luce della
kiëza. _E’uſanza al presëte quädo vn giudeo,‘o vn maumaanodaſciac
to il giudeefimopilmamnetefimovienc al cliriſtianeſimoche ſi muti il
nome per la ragione che diciam'o,& per auentura queſta- vſanza dee
eſſere antiCa p‘oi che veggiamo a fanciulli ~‘n`clle :'diieſe-'che vbidiſcoe
no al Pa a di Roma eſſere impoſto -vn’ ‘nome'-prirnä--clie ſieno bat:
tezza‘ti,c ie chiamano quellodi dietro,o ² del paganeſtmo, il quale ſi
tralaſcia,& nel batteflare ſene ñ‘ impone loro vn altro , che ſi conſer:
tia per-la vita ſeguente,&"chiamaſi quel dinanzi,o del Aclíriſtiaiieſi:
mo.E’anchora vſanza che i gli huomini ſecolari, che abbandonano il
mondo,& le ſue delicatezze,&~ſi tiſtr‘ingono a 'vita 'piu itr‘etta,& ſe ‘
uera,& ſi rendono 'monaci ìſi -mutino i nomi volendo dimoſtrare, ñ
che non ſono piu quelli che infino `all’hom ſono fiati cio è vaniî, o -
maluagi, ma perche‘ ſono nuoui huomini &'del tutto diuerſì‘ſono ~’
anchor-a da eſſere conoſciuti con altri nomizle quali vſanze ſono ſia 1
te ſeguite da coloro che a tempi moderni hanno fondate academie v'
8t conſìituite ragunanze di perſone lettera te ſotto certe leggi,delle ~
quali pare che foſſero primi autori Giouanni ?Ontario a Napoli , &'~
Pomponio Leto a Roma giudicando eſsi ‘che-non foſſe meno i100: r
mo rinouato,& da tenere per -rinato colui, che laſciati ' li altri Rudi ì
fi«c0nuertiſſe,& ſi con ſecraſſe alle‘lettere di chi-laſciata a ſalſa teli.: ‘
gione paſſaſſe alla vera,0 di chi laſciata la vita ſcoſtumata paſſaſſe al
a coſtumata. Et percio mu tando loro arditamentei nomi 'danno '
quelli che perlo piu ſonoſtati d’huomini letterati,o hanno ſignifica:
tione'di moſtrare l’ardore verſo la gloria delle lettere,o almeno s’ac
ceſſano a nomi antichi reci, & latini,ſi come i nomi che ſono Per '
Inutamentoimpofli a co oro clic paſſano dalla falſa alla vera religio ì
-neriguardano Coiloro ſignificato l’amore,& la diuotione 'Verſo dio *
oſano ſtatinomigia de-fede’li,&de Zelanti della religione. Et quel: ‘
-liiclſh sîimpongono a pentuti della vita-paſſata" ſono‘ſtati nomi -d’ali- '
.tri pentuti famoſi, perla nouita -de .coſtumi;'o ſignificatiui del loro ‘
.ſanto propoſiio.‘- Egli-*è veto 'c he glia’cademici diSiena" chiamati ²
,gii’ntronati impongono'i nomi' dimoſtratiui del vitio piu ſingolare ‘ -
& piu euidcnte del corpo o dell’animo ‘delnomato,-& quindi ſono ‘
-i’appellationideffli Arſicci,degli Squalcitizìdegli Ombroſizdegli ~Star: -‘
fliflzflèdtſimüiflccioche ſi come eſsi dicono ricordandoſi per mezzo ‘
t›' ‘JJ-.14"… nd,... e' . ….t. …h…;fl-,y ~ _denOs’
i I '› l
"l
dei-nomi de loro ‘vit’i’i 'gliammendinò ſe poſſono , 8c ."e non p'n-'ſon 3‘
almeno ſi riconoſcono,& riconoſcendoſi vitioſi `, '8c diſec‘tuoſi non
fieno ſuperbiAncho‘ra coloro che trapàflàno da quella mòrtaitaalla
deification'e‘ſì mutano i nomi nella reli ione pagana ſi come chiara
mente teſiimonia Lattantio dicendo; am &Romulus poll mÒrtem
0`uirinus dictus eſt,&Leda Nemeſis,& Circe Marica, 8t lno ’poſtqui
ſe prae'cipitauit Leucotlioe,materq; Matuta, 8c Melicertes eius filius
Pala-mon atq; P0rtimus:li.t Anadnen immortalitate donatam Libe:
r’àm ſuiſſe dietam - anno'tat 'Probus Grammatie‘us , 8c Melicerten a
morte Glaucum n‘anſnominatum fiiiſſe ſcribit'Nicanor Cyrenieus;
Poi che habbiamo parlato dello’imſzorre 6c del mutate il nome non.:
debbiamo laſciare di ſauellare anchora del ſopra porre-il nome che
ſoprauiene ad alcuno o da vitio-o 'da virtu del -c‘otpo o"clell’animo-‘
o‘ da alcuna qualita che ſia in lui-notabile,o 'da alcuno aociden‘te ſn:
'prauenutogliLande aSimone ſu ſoprapoſto 'il nome di Pietro perla
mnſeſsicine’ſattaflîa Iac'ob ſu ſoprapoſto il nome d’lſrael da dio~
pei"la lo'tta ſana; 8t a' meſſe‘i‘e Ermino Grimaldo p‘er l’au'aritii'i è; ſo:
p‘r'apoſto
dria il hjo’mè
acquiſlò d‘Au‘aritiadeldallima
il ſopìranoniè Vùlgozòt'Ricciai-do "pei-'z ſua leggin
appreſſoìil Bilocaecioflòra i ſo ~‘
p'r'anominatori -proc’e’dono ‘a ſopranominare alcuni ſecondo che‘
piace loro non ſeruando 'ſolennita 'ninna di legge ne ordine di giu: =
dicio come fa il vulg'o’,& come ſi 'vede l’elſëmpio ‘nel ſopra-Ome di
-ç'T-"Ì—'u ó'v -
~:an.3 _aneflèreErminoAuaritia,&delZima,&altri prvcedendo a quello atto ‘
ſei-nano ragióne’öi'c’ertà forma volendo ‘meſh-are che il ſoprànome
è conforme* a meriti.Et qùeflſſono’ di tre‘manière,nell’vn‘a fi contie-v
ne idtlio,e’l ſuo figliuolo Gieſu Chriſto’ , nell’altra ſi conten ono i
magiſhatimella'teiza ipi-iuati; -Se niu’no nome ſu mai impo o con’
ragione‘bòz ſei—'nato
fu quellov che'fu tutto quello
imp'oſto `da"dio 'ordini-:che
alacob,& dal ſi conuiene
ſignore a ſenza fallo ſi -'
SimoneHo:
rai ma illrati cio e i popoli liberi, oi ſignori lionOrano con ſopraz~
n'Òmi gſorioſi coloro che il v‘aglion'o per opera ì gio-.:eu ole al coma‘
mune ſa tra da loro~ ſi come Cicerone'fii ſoprañomi‘neto ‘padre della .
'am'a per ublico ſtán‘ziamento del poPolo,‘ei capitani degli eſlèrz 7
citi dopo 1 _ucciſione ‘di certo gran numero de nemici-erano ſOPÌaeì
nominati imperatori ‘appo i RÒmañí,& quindi ſono 'nate le corona ‘r
tioni dell’alOro 'ad alcuni col ſopranome del poeta’ hauendo riguar.;
do alla bonta delle poeſie loro.iEt quindi `anchora hauenclo riguarz *
ö
‘t'- do alla‘ prodezza ſono llati alcuni ſolennemente ornatí del ſoprano.- .
;Abdel-Canallierejit quindi tutte le alfſe’cllgnlſfl de.- ſopranomi ſo: '
7 ~ - ~
-ab
~ .. i" t; t ` noto”: ’
no originate che per certi mezzi de degni meritiſono ordinate dalle
leg gi] priuati che leggittimamí-te ſoprapongóo nome adalcuni ſono
coloro,che primieri dino il nOme alla famigliaxhe epoi perſucceſsm
tie-,Stieggittima heredita ſopranome a tutti i djſcédéti ſuo: oche pei:
adottióe fi cóſtitniſcono alcuni in luogo di figliuolkpercio che acceſs
ſeriamëte gli adottatiacquiſtanoil nome della ſamigliadeli’adortäte,
o che finoi ſei-ui loro franchi prEdédanceſſoriamëte per giütadelh
libertai fricatiil nome delſuo iignoreinſieme cóquello della famiglia:
Ma è da ſapere che il ſopranome dee riguardare in dietro &nó inan':
zi,& alle coſe paſſate,&nö alle Vittore-,accioche fieno veraméte ſopra
nomi,,&nö nomi d’ufficiop almeno non fieno ſopra nomi a quali ſia
ſottopoſta alcuna giuris dittióe ſi come eſottopoſta agiudic i`,&ad al
cuni cauallieri non oſtäte Cheſl fàtti ſopra nomi riguardino anchein
dietro.AnchOra i priuati ſoprapógono nome altrui donido gli per
ſiſtormíto publica ſcritto per mano di notaio il nome della loro ſas
miglia ſicome fece papaLione decimo,nócome papa,ma come priua
to adAgoſtinoNiſo da Seſſa famoſo Philoſoplioclae ſupplicido l'ha;
ueua pregato,che gli donaſſe ilſopranome della Famiglia de Medici,&
cOme fece papa Chiméto ſettimo nó come papa,ma come priuaro a
GiouäniAngelo che ſu poi papa Pio quarto ſopranominädolo'deMe
diciLaqualedonationenó ſo come vno ſolo della famiglia poſſa far:
in pregiudicio de cóſorai paſſati,preséti,&firturi accópagnädo perſo
ne vili aDUna volta cofloro,&oſiaarandoio @lendore della [Oro no
bilta con le tenebre dell’llumüta altrui,ma ſ0 bene che detta donatio
ne,quanto èacoloro che la ricercano,o offerta loro ia riceuono,dee
eſſere reputatavna dimoſtratióe della ſciocca loro vanita,poiciie per
ſimili vie vogliono eſſere eſtimati‘quelli,che nö ſono,&di ſe danno 'da
ridere alla gëte,quído nominanoque della corale caſa per ſu oi ’parer
ti ſi come faceua il predetto papa Pio quarto. ‘Vitimamente ſi ſuolo
trasfomarqo alterare il nome per altri ad altrui giugnëdo o diminu
endo o trasponédop cibiando lettere del nome per li riſp etti Per
gli' quali èvſanza di mutare,o di ſopraporre il nome] eſsëpio ſi puo
vedere in Abrí,il quale nome per giunta dilettera ſu da dio trasſor:
mato inAbraam, &inSimo‘ne appo ilBoccaccio pergiunta pur dilet
tere trasformato in Scimione,&inCepperello appe il medeſimoBoc
cacci'o trasformato pergiunta,&trapoſitione,&climinuitione di lette:
re in Ciapelletto.Per quattro vie adunquei nomi ci ſono dati da al:
tri o per prima poſtura,o per mutatione,o per ſoprap 0ſtura,0 .per
trasformatiöe &per le cagioni di ſopra dette.Ma alcuno da ſe aſc fleſ
ſofimutaſii ſoprapone, 6c ſi trasforma il nome per l'vna di queſte
quat:
HZ
quattro cagionip per unita-,o per-,dinificare altruip per 'cefl‘are pe;
. ricolo della vita,o danno dell’ lionore 8t della roba,o pergiouare al
proſsimoNon puo alcuno perla via della prima poſtura nominarſtz
Percio che prima che egli ſappia parlare@ habbia intelletto ſempre
èſtato nominato=8tè ſtata occupata da altri la via della prima poſtu
ra.Per che egli ſolamente muta il nome,o veneſoprapone vn altro,0
la trasforma,& fa cio alcnna i alta er via di vanita non gli piacen
do il nome impoſto da coloro che Îaueuano podeſta d’imponergli‘e
le,ſi come ſanno ſpecialmente certe perſone di baffi conditione ve*:
nute ad alcun grado di richezza o di dignita,o di lettere. Et coſi ſi
nominano maſsimamente gliA 01”',in Egnatijd Cintlii,gli Amalthei,
gli Alpheni,& ſimili,che lunga tela ci conperrebbe teſſere a ritorda‘s
re tutti i nomi mutati,ſoprapofl:i,& trasformziti da poeti,o da perſo:
ne lettera te añſèſteſsLlVla chi deſidera liauer piena notitia-di loro leg
ga vna diceria di Marco Antonio Maioraggio, nella quale intende
di prouare elſe ſia licito a ciaſcuno a mutarfi il nome permoſtrare ‘
che egli nö liaueua fatto male a mutare il ſuo nome che era Amogio
Maria mutando Maria in Marco 8t antipcmendolo ad Antonio, 8:
mutande non ſo che altro nome in Maioraggio.Et quantunque la
le e imperiale rirnetta la mutatione del nome,& del ſo ranome in
”Furio del nominato o del ſopranominato pur-che ifaccia ſenza
'pregiudicio del proſsimomon ſeguita miga che il farla non ſia vani',
ta & che altri facendola non s’vſurpi quello che non è ſub, 8t che
non ſi poſſa incerto modo chiamare ladro nOn toccando a lui a ſar
cio,ma ad altri.ll che quando non turba la compagnia numana non
nocendo ad alcuno ne nella perſona ne nell’honore,ne `nell’hauere
non è yetato ſotto pena impoſta dalla legge,ſi come non ſono vera:
te ſotto pena im oſta dalla legge molte altre coſe va'nedt mal fatte,
lequali non u nola cittadinanza non toccädo l’honore,ne la vi.
—ñ *vu'
"--w’
ñ( ta,ne la faco ta del proſsimo.Et di queſtavanita ſciocca ſono colpe:
uoli i papi,liquali ſi mutano i nomi come prima ſono criari papi hauë
do impreſa qucfla vsäza per ſucceſsióe da ſuoi predeceſſori,la quale
hebbe origine da papaSergio,che domídídoſi primacol nome diBoc
cadi porco,8t arëdoglicoſa indegna advno che ſede-He nella ſedia pa
pale arbitroli ero ditutto il mödo chriſtiäo lo cibiò in Sergio. Altra
v olta ſi faqueſio mutamëtoſſopranomiflamëto,&trasformamëto nö
pervanita,&ſciocche7za,ma per maluagita &liaude,&perpoterdardi
no altrui,ſi come ſino alcüi'ſolëni barattieri,&ladrócelli,&tagliaborſë
iiquali eſsi-do ſtati ſcoperti invn luogo ſi cñbiáo nome perpotere eſſer
citare il loro dineuole meltiere,&comeſonole mcretrici,&ſpetialmëñe
que e,
P I

,quellqclie hauendo nome Man'àale quali ,non ſono ”ch-Fr!! "W


do che molti huomini ben che”mali-5: di diſſoluta. Vita; ſi, guarda:
_no di congiugnerſi con ſemina ;di coral nome perL riuerenza della
vergine lo tramutano in Laura ;ſi Lucretia 8t in" ſimili. Et altra vol:
ta ſi fa ſimile coſa per ceſſare pericolo della vita, 0 danno di roba,
0 ſcorno d’llonore ne quali ſi cadrebbe ſe‘altriſoſſe riconoſciuto
perlo proprio,& vſi _tato nome , 8t dicio baſta l'eſſèmpio d’Vliſſe
per molti , i che mutande il ſuo nome in ’iuris ſcampò dalla mala
ventura.Vltimamente`ancliora fi ſa queſto pergiouamento del proſ
lìmo,& pare che gli huomini ſienolanzi commendati che nòintlu:
cendoſì` per carita a ſare coſi ſatti_ mutamenti,ſopra nominamentiaël
, trasſomiamentide nomu; moſtrando d'eſſere altri che non ſono,
,8t per conſeguente aprendoſì laſtra da a far bene altrui, la qnale _a
loro ſe foſſero conoſciuti nominátamente ſarebbe ſerrata, ſi come
;Martino Bucero ſapendo che (nella chieſa di Roma i ſuoi ll=
bri non erano riceuuti,& giudicando che i Salmi ’diíDauid traslata:
ti ſpoſti da lui ſarebbono di* grancliſsimo profitto ſpiritualead
ognuno pur che foſſero letti rimoſſe il ſuo nome`8t ſopra no m6#
,in ſuo luogo. rip oſe Are tio Fellino. Perche i predetti ſalmi ſicura:
mente ſi ſparſeroper tutto, 8c per molti anni fiirpno ‘letti,&‘_ſtudiati
ſenza _impedimento niuno,&_ commendati fuori dimodo da tuttiiii
_cliora in Romamedeſima non clie altroue in fino ai` tanto clie per:
uenne a notitia degli ’nqui fitori che egli n’era ſtato l’autore,li quali
gliba diron0,abominarono,arſe1 0,8tvetarono come coſa peſtilch
zi0ſa;Ben che io non ſia certo ſequella nominatione d’Aretio Pelli:
.no ſia daeſſere reputata mutatione _de nomi o conſeruatione de no
mi,concipſ1a_coſacliefialicito di ,traſportare ivnomi proprid’vna
lingua in vna altra ogconle voci ſteſſe della lingua primiera,onde ſi
o‘aipOrtanop con-altre voci di ſimilefignificatione dell’altra lia
Igua doue ſi traſportano. Per che Solone ſecondo che ſìlegge nel:
Atlantico di Platone traſporto i nomi propri _delle perſone di
quella grandiſsima iſola poſta nel mare Atlantico ,della quale quiuí
parla l’latonejn lingua greca c6 voci re che di ſignificato d’vguale
valore a quelle de nomi della lingua de ’iſola. Et Simone nel teſta
mento nuouo hora con la voce caldaica,o aſſiriana e‘ nominatocc=
plia,liora con la voce Greca d’Vgual valore in figni fica to c‘ nomina:
to Pietro.Laonde
era_ pare che Martino
coſinoma to conſeruaſſei Bucero
ſuoi norſini , il qualetrasp
quantunque in ſua lingua
ortando
gli in lingua latina trasmutaſſe Martino in Aretio voce greca di ſi:
- giuli
ì ` < 1?. ’
‘ , fënifiçatgffiari# Bucero voce tedetîza in Fellino voce latina—'di ſign?)
' ` cato ParÌHOi-a accioche le coſe cliſopra dette fi poflàno meglio , ~
’ ;‘comprentiereflt‘ riporre nella MW 'le faccoglieremo 'hf-TIR.
- parole 8t proporremo come infigurati ’ ~ ’ì › ~
ñ _ z jr A L` .

- . L .Come/s’iinpongonofitìomí aliezperſone; - z
;Della ,Dell’eptgpeaI _ Della: tragedia, Defl’elegìg&&gë
. …<M-'rxì
- `< ` ' ,i atti-_150m
ininoia
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E.Ù 'daer.- s “axva. '3)ì' ~
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altrui. 110._` f lperlufingarlo
-pernuenrlq ,
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' ‘ . ‘delnaſcimcnto . ….
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. . --Épeçfignificatoäcofi . .della vita >3 i
i . ’.- . . .ñ “dellarnorte
z - 'x' ‘ . ñ î . › ‘ . .y
-,— › r ..y s `.cla falſa a uera religione
- ;Come per . ‘ i ;da vita Èelerata a ſanta
(altrigclaigi. ;Si muta per … da ignoranza a ſcienza
` t ;jláóme Î ñ a ;da mortalita a :deificà:
-.L ~‘ .
l
'l Ì _tiene '
-- d--á per lo vulgo ,,
.W'Ì'“'“-"—u.-~`—i
—-"cñu per dio 8c Chriſto :percoronat‘ioru dipoca,
&ſoprapone perlOmagühato per appellatione d’altt
- e ñ - _ artigiana; p. a
. i.. .- ‘ ‘ .perſuceeſsione i
.. . ñ- .ñ -' peradOttione
per &anchigia _
~. _, - per donadone - - i
' _ Gg Sim-9!
_ _ h ’per giunta
' `‘ -` ~ ’ ' ` ſi ` ` :N
. . Beetral‘p‘ſiol'iîiìdiie*l
erdiminuitíbne "

, ’ ~, " ' permutarionef’


. L , ..z . ñ . 7

;pes nuqqístçW
come
tr" altri'a
fo re_lda ſe muta
2 l ſoprapone
p e:‘i Pergiouare aſe '
as q rmai nome — - .* pergtonareaſtruzó;
‘V

'i Itri-È 1575 ?ça-Mſn:- ”Sn yamaha‘: iron-lion ìvfl‘ìchd. D'a nomi -
richieſli alla comedia &alle Perſone ſue Ariſtotele crapaſſa a Ja.—
giomrede nomi riohiefii_ allelaperſone
imaginati,m.ueri.&aflſi:gna ragionedella çragediadi
per- che quali
ſienoveri ſonolinfa‘
contra n6
fido-naturale della po 1a che ee troùando' raſſornigliareLSLHiGe‘
che qnelle coſe le quali non ſono-reputate poſsibilimon ſicleonopo:
tere metterexin pOefia,percîoche non ſono veriſimili. Ma l’attione '07
o la ſ-'auolaidellatragedia he contiene‘v‘cciſìoni diuna dri‘fatire da ſigh':` .
iíoli o di figliuoli atte ì madri Se ſimili non ſono_ reputa te poſsilzi:`
li & per conſeguente non veriſimili ne credigli , adunque il poeta
non dee potere trouare ſimile ſauol ,Baſe ,n n puo trovarci'th
' fauolamon puoanchora imporre-alle perſone i nomi imaginatiPeie
~ , che accioche egliñſottoponga miteriaveriſimileäc credibile alla tra:.
gediadee pmdere-attione auenuta & conoſciuta concioſia coſi
che quelle coſe,le quali n01 ſappiamo eſſere auenute crediamo ant
.gelmra eſſere poſsibili-ád auenire. Et perche l’arcione è auenuta an::
cliora i nomi veri fi debbono ritenere di quelle perſone intorno alia'
quali è anemita. Et pare che Ariſtotele liaueſſè inìnente in render la;
`ragione perches’impongonoi nomi veri alle perſone della .tragedia.
quello perche Romolo nelle ſue l i non-` haueflè fatta menuone
della pena del figliuolo , che uccide e il padre, che Fu ſecondo che
,a’imagina-Plutarcltozche alui non poreua capere_ nell’animo che
folle oſsibile che ſi trouaſlè figliuolo niuno tanto ſce-lara to che cò'e
_merci e coral maluagita. Ma con’ tutto .cio fi vede quanto credeſſe'
dic-.haueſſe di ferme-ua queſtaragione‘il quale ditermina- ſenzadeg
v nar ‘di darle pur-e vna riſpoſta‘leggíera ,che l’attioneo la-fauola dei:
a tragediainiiemeco nomi puo eſſere tutta imagmata 8t trova ra..
da] poetaAdunque anchor-a ſee,on_í10j‘ Mlmele non ſi prendonov
iraniani auenute per; ſoggetto della tragedia perchele imaginate
_7- , q [Renè
e . - ñ . "4
fieno veriſimílip credibiliSenza che (è cofiſakte attíoni,& molte ſu:
no auenureperche non deono parere veriſimili le imaginate,& p0ſ~ '
ſibili ad aueniref: Et certo eglijè affini yeriſunile,clie a Romolo il qua
le ſapeua che Amulio Zio materno heueua caCcia to Numitore fi'atelñ
io dilui & auolo ſuo diflato contra ogni ragione 8dm;nanita,&occu
patogli il regno,&fatto morire crudeliſsimamente [lia nipote dilui,
6: madre ſua & mandato lui,&Remo ſuo fratello innocenti,& apena
nati agitrare nel'Teuero perche s’affogaſſer0,& che egli s’liaueua ar
ditamente bruttate le mani nel ſangue del Zio materno,& nell‘an
*gue del fratello nato con eſſo lui ad vn corpo,&haueua data franchi
‘gia a piu ſc'elerati &maluagi huomini del mondo raccogliendogli
per cópagni, er ha bitatori della citta nouellamëte edificata da :lug
è aſſai ven'ſimi e dico che aluinon poteſſe capere nell’animo che ſol'
ſe poſsibile che aueniſſe alcuna volta che vn figliuolo uccideſſe il pa:
dre. Ma ſe queflacofa era coſi fuoriclella eredëzaliumana comecads
de nell 'animo di coloro che domädarono perche nö haneua egli im:
oſta pena a coſifatti malſii ttori .Perche è da dire c-heRomolo con
‘poc‘riſia,&apparéza diböta di mite volle coprire la dimëtícñza ſua
tracutataſiè riſpoſe ſecóde che s’imagina-Plut‘arclioEt è da dire che
nö molto meglio di lui riſpoſe Solone,il quale nö hauendo ſimilmë:
"te fatto ricordo niuno nelle leggi della punitione del Egliuolo mici:
diale del padre diſſe advno che `gli domädaua la cagione,che egli non
‘haueu’a voluto col diuieto,&con1a pena ricordare 8c mettere nel ca.
po ad alcuno di ſarquello che ſorſe ſenza diuietozòcſènza pena nö ſi
‘-ricorderebbe negliverrebbe volöta‘di ſareQuaſi inflthen'e altri n03]
‘ſl doueſſe ricordare dell ’eſsëpio d’Oreſte che ucciſe-la madre di cuiſu
ñ-w"_Ì~—~ -fatto quello famoſo giudicio nell’Ariopago,o quaſi ſi poteſſe dimen
ticare dell’eſſempio di Theſeo che ſu cagione della morte crudeliſsi=
:ma d’Hippolito ſuo figliuolo innocente. Ma ſe eglie vero , che il
diuieto , 8c la pena impoſta dalla legge al pecca to ſtimola & in:
fiamma l’ humano animo al farlo , & Solone come ſuonano le
ſue parole ſapeua, & credeua quello perche haueua uetati tanti al:
tri peccati molto minori ſotto aſpriſsime pene nelle ſue leggi:
*Egli adunque ſi kuſó della (ha tr'acutag ine aſſai tracutatameñ:
te. {map J" :Il meal'. in 13 J‘vvnöfflflufi: o (I mi 795mm :Fa-o ”minare
31‘?" Non) . Da queſte parole chiaramente ſi rico lie , che quel:
le coſe non ſono credibili o veriſimili , o poſsr `ili ad ’auenine
che non ſono auenute prima cio è o eſſe , o ſimili , & poi elle
non ſono poſsibili non (ono ſoggetto della poeſia# quindi alcuni
' G5 z ”Pren

…_._._'n-__
r

riprendendo & ripr0uando la trasformatione delle naui d’Enea im


Nimplie fatta 8c imaginata da Virgilio come non poſsxliile doman:
dano quando prima li legga o s’intenda che coſa ſenza ſenſo, 8: ani:
ma come èlegno ſecco veccliio,& anzi putrefatto che nò ſoſſe con;
uertito in deita quali ſono le Nereidi del mare acci o che la trasfor:
marione ſia reputata poſsibile 81 credibile con eſsempío o di legno
coſiſatto,che ſia ſtato deificato,o di coſa ſimile che medeſimamente
fia ſtata deificata. Laondeſcriue. Semio coſi Figmentum hoc licet
oeticum ſit tamen quia exemplo caret notatur à criticis.Ben ſi truo
ua che iſaſsí,& l’auorio,& ſimiliſi ſono liumanati , ma non ſi ſono:
ia trasformídoſi,trasl1urnanati,&montati in piu eleuato grado che
nó èl’liuomoLa quale miracoloſa inufitata trasformatmne patiſce
non pure la predetta oppofitione,ma delle altre. anchora, alle qua li
perauentura meno le ittimamente,clie a nella ſi potrebbe riſpom
dere.Percio che Virg' `o inducr: vn miraco o in tempo, & in luogo,
quando,& doue non ſaceua biſogno niunoñdi miracolo,non operan
do il miracolo nulla." che manifeſtamente apparira ſe confidereres
mo coſi.Turno che voleua metter fuoco nelle naui de Troiani & ar:
. derle,o intendeua di priuarnei Troiani perche. con. eſſe non poteſè
ſono fuggire o perche non poteſſonoñmandarle a prender ſoccorſo
in alcuna parte di gente,& divittoaglie, o intende-ua. d’arderle otio:
ſamenteòz ſenza conſiglioniuno facendo cio ſenza hauer penſato il
percl1e.Se egli intendeua d’arderleperclie i Troiani non le poteſſo=
no adoperare ne ſuoi ſeruigi,il miracolo fatto in diſpetto di Turno
fa quello a punto che egli intendeua di fare,& adempie veramente i
ſuoi deſn’,p oi che i Troiani per l’operatione miracoloſa reſtano non
meno ſenza l’vſo delle naui che ſi ſarebbonoreſ’cati per. l’arſura. Di
che ſecondo eſſo Virgilio` s’auede Turno‘ dicendo Troianos haec
monltra petunt his luppiter ipſe Auxilium -ſolitum- eripuit , nec tela,
`necignes Expedant rutulos,ergo maria invia. Teucris Nec ſpes vllañ
.fugzflerum pars altera adem ta eſtl Ma ſe Turno- intendeua d’ar:
derle otioſamente ſenza conſi’demr perche ſi faceſſe. cio non eſſendo
i Troiani per nani are,o mandar lenauiinniun-luogo pin', ottiene
.per queſto miraco o quellochevuole cio! è la perdita delle naui, &
.a Virgilio non viene %ranlode che faccia vn capitano valente 8: ſa:
uio come è Turno far a ſua attiene. temera riamente‘, 8t ſenza conſt:
.ällmHora operi,o non operi queſto miracolo'effetto -alcuno potra
're altri pure. fi conueniua farlo poiclieGiOUe liaueua promeſſo c6
giuramento aCibeledi-deificare le naniformate degli alberi del mon:
‘ te d'lda:
nf
e d'Îda alei tonfàcratí come haueſſonò condotto Enea' con laſua
ente in 1talia.Ma doue appare prima coſa niuna di queſta promeſ:
?ad Percile dopo la fortuna commoffii da Eolo tra Cicilia & Africa
.Gio ue in‘ conſolando Venere non fa mentione di queſta nauaie dei:
ficatione come fa di molte coſe future che doueuano auenire ad E.
nea 8( d’EnÒai' Et poſto che n’appareſſe altroue & prima ſen:.- foſſe
fatta mentione,perche Gioue che n’èil promettirore,&a ffcrma di do
name eſſer’e l’attenitore'
' ue tenebunt A’uſom’ospäm‘dicendo .lmmo vbi
quacunque defimdar
euaſerit vndisfinem,p0rtusz
Dardamſium:
que ducem-Laurentia vexerit arua'.- MOrtalem erípiam ſormam,maz
gnic'lue iubebo‘Aequorí’s eſſe deas,nonñne fa nulla, ma queſta opera.
tione è attribuita tutta'aCibclc ianue‘verfi.Vo's ite' ſolutthc dea: pe
[agi gencttix iubet,& in quegli altri chorus ecce ſuarii'Occurn't comi
tum Nymphz quas alma} CibeleNumen‘habere maris,‘ Nymphasque
c‘ nauibus cſſe lufferatHanc gent trix faciem miſerata‘re'fecit. Et de.
dit eſſe deas zuumc'ſnc'agitaroſuörvndis fico’me altreſi'Oùidío l’a::
tribuiſce tutta a Cibele,o è attribuita' t‘uttà aVènere dicendo e Giu:
none.Et potesin totidem‘ daſſem condertere Nymphas,alia quale
nonne tornaua vtile.l’erd1e nÒnfi dee potere dire che Venere ne
ſia ſtata la trasformati-ice( per chcrla trasformatio’ne ſia ſtata fatta a
ſua inſtanza,& per farle coſa‘ grata come' dice Scruíoper ſoluere la
difficulta del diuerſe attribuimento.Apprcſſo perche ſi laſciano due
naui che non ſono conuertíte in Nimphe,& in quelle‘non s’adempie
la prom’cſſa di Gioue,cio c‘ in quelle che menaronO‘ Enea‘ad Euan:
dro & inThoſcanaLe quali erano pure 'ſcampate dall’onde ſi come
l’altre &haueuano condotto Enea in [talia,della cui trasfonnatione
non appare coſa niuna.Oltre a cio‘alcuno* potrebbe dir:~ chela do:
manda che fece-Cibele
mento d’vna a Gioue fu pocochepiena
tanta deazconcíoſiaìcoſa ne'poceffc
elia fi~ degna dell’auediz
ima‘ginare'
che le naui erano'- ſottopoſte non- pure alla’ngiuria de venti &deb
l’0nde,ma de fiiochi anchora,&`perauentura molto' piu,Pcr che do,
mandando ſolamenteNeu cui-ſu q'uaſſata! vlloineu turbine ventiVin
cantur- profit noſtris in montibus ortas,domandò cortotllche l’eſiac
*rienza poi’dimofirò,che doue— vna' annegò' nel mare afi-icaflo' cr'
mpeto di turbo quattro ne perirono'conſumàte dal fuoco‘in ‘ci,
lia.Et Didone inte-ndeua d’ardere le‘ alti-c nel orto di Cartagine, &
Jeardeua ſe per ammonitione di Merc‘urio-En'eapon‘ ſi.partiua pri
ma dicendotham mare tu'rbati &abibugſzuascjùe vide-bisCoiIucerc
Megiam fü ucrc litora Hawk-15.81' tc his attigeri; terris aurora mo:
G g z, rantemñ
eantem. Pci-cio che eſſa Didone veggendo Enea partire dice Fei-te
citi ſlammas,& Faces in caſtra tuliſlèm lmpleſſemtjue foros fiammis
Et poco mancò che Turno non le ardelſe in ltalia.Dourebl›e anclio
` ta parere coſa poco conueneuole che GiOue meghi coſi acerbamen
ce quello che gli domandaua Cibele, che era coſa molto minore , 8t
ſi poteua concedere ſenza ſar-miracolo diſuſato cio è, che le naui
Neu curſu quaſſatz vllo,neu turbine venti Vincantur profit noſtris
in montibus ortas.percio che poceuano ſenza eſſere dannificate dal
viaggio,0 vintedalucnto peruenire in italia ne ſarebbe ſtatacoſa mol
to grande ne molto miracoloſa,&non dimeno le concede moltomag
giore coſa,& tanto grande,clie non ſi truOua miracolo ſimile cioe
che legni vecchi,ſracidi,&putreſatti ſieno deificati.Se'za che ſe appreſ
(o a Gioue t" coſa coſi fiiori d’ogni poſsibilita che naui fatte per ma:
no mortalehabbiano quello priuilegio di non riceuere danno per
vn viaggio,& di non eſſere ſupera te dalla fortuna dicendo Gioueo
genetrix quoſìata vocasa' aut quid petis iſlis; Martali ne manu ſad:
immortale carina: Fas habe-ant*: Molto piu fuori d'ogni poſsibilita
appreſſo lui dee eſſere che naui pur ſa tte per quella mano mortale li
tramutino in deita. Ne vc 2,0 io come foſſe vero perche Gioueha:
neſſe conceduta la gratia omandata a Cibele , c ie Certus incerta
pericula luſiret A Eneas, ſaluo ſe eſsi Cibele & Gioue non liaueſſona
rjuelato ad Enea che le nani non doueſſono riceuere danno per vi;
aggio .o eſſere vinte dal vento. Ne veggo che ſia coſa ſconueneuo:
le c ie Enea ſia certo corſi molti pericoli di douere peruenireinlta.
lia ſano & ſaluo poi che pure n’era certo contutto che le naui ſoſ
ſèro ſottopoſte a c0rruttione ,8c a ſummer-ſione pei-gli tiſpoſi liauu.~
ti dagliddiiAnchora potrebbe domandare alcuno perche liauendo
detto Gioue Immo vbi deſunc‘lak finem portuscjue tenebunt Auſo:
nios olim quzcunque euaſerit vndis Dardaniumque ducem Lauren:
tia vexeritarua Mortalem eripiarii formata magniqueiubebo Acqua
ris eſſe deas , non furono le naui conuertite in nimphe ſubito che
giunſono in italia 8t prima che ſopra ueniſſe il pericolo di douere
eſſere arſe daTurno.Per laqual coſa non ſolamenteErgo aderat pro
miſſii dies ma era anchora paſſata. lo laſcio didire che dicendo Et dq
bita Parc: Fila legunt dee parere coſa nuoua che Virgilio faccia
che le Parcle filino la vita delle naui, come ſicredeua che filaſſono
la vita degli huomini eſſendo le naui formate per artificio degli huo
mini ,& non create dalla natura. Vltimamente altri potrebbe dire
di' nOn vedete ragio neninna valida ,poiche tutte le venti nani erano
pari
”6 .
'parimente formate degli alberi Èlel monte ida conlècrati a Cibele,
perche quella d’Oronte che annegò nel mare di Barberia, 8t le qua t:
tro che arſonoin Cicilia non doueſſono eſſere coſi priuilegiate , &
eſſere trasſbrmate in nimphe come quelle che conduſſono Enea in' fi

italia ſe altro non fi dice. Poiche Ariſtotele conſente che la poeſia ,'
anchora che di natura habbia per ſoggetto le coſe poſsibili ad aue.:
nire,& non le auenute,& poſſa in alcun caſo liauere anchora le :rue:
nute cio e‘ quando le poſsibili ad auenire non ſono credibili,pare che
-foſſe da vedere ſe l’hiſtoria ,la quale di natura ha per ſoggetto le co: `
ſe auenute poſſa hauer mai le coſe poſsibili ad auenire,& quantum
que di ſopra ſi ſia detto a ſufficienza in quali poemi,& infino a quan:
to la poeſia poſſa riceuere le coſe auenute non dimeno per compa:
gnia diquell0,che ſi dee dire per ſapere ſe l’liiſtoria poſſa riceuere le
coſe poſsibili ad auenire, non filaſCiera di fauellare di nuouo come
la poeſia iiceua le coſe auenute per ſoggetto. Adun ue ſono due
campi larghiſsimi l’vno de quali ſi puo domandare de a certitudíne
& l’altro della ’ncertitudine. Perſo campo della certicudine corre
communemente i ſuoi arringlii l’hiſtoria ,e’l poeta corre i ſuoi com:
munemente per quello della ’ncertitudine. Ma il campo della certitu:
dine è alcuna volta attrauerſato & addogato da alcuno ſpatio d’in.
certitudine,ſi come dall’altra parte il campo della’ncertitudine è mo]
to piu ſpeſſo attrauerſàto,& addo ato da _alcuno ſpatio della certi,`
tudineJo chiamo campo della certitudine quello che Ariſtotele no:
mina 14 yen-’mu 'i rà ut‘ 'ſus-ip cio e le coſe’auenute, ole coſe pan
ticolari, e’l campo della’ ncertitudine quello che egli nominare} leiz’
qà Evitare!”- cio è le coſe poſsibili ad auenire,o le coſevniuerſalLLc
quali ſi dicono eſſere vníuerſali perche poſſono auenire a ciaſcuno
& non ſono anchora auenu te a muno, 6t perche nonſono anchora‘
auenute a niuno & poſſono auenire a ciaſcuno ſono incerte,&n6fi
ſa che liabbiano ad auenire piu ad vno che ad Vn altroſi come le cd
ſe auenute particolari ſonocerte,&ſi ſa che ſono auenute,& anche”
ſono certe,&ſi ſa che ſono auenute al cotale.Lecoſe certe ſono come
ècoſa maniſèſta &afferma anchoraAriſtotele lamateria deli’hiſtorico,
Ma perdielecoſe certeſi poſsóo rendere incerte Per vagliezza dello
ſcrittOre, operche hanno meſcolate conloro alcüavolta coſe inter
re per difetto di teſtimónòtdi memone fededegne.& pieneſi domäda
rima ſe l’hiſtorico poſſa o debba fare le coſe certe imerte & poſcia
nale ſia l’ufficio ſuo quido s’apbatte alle coſe incerte. Primadñque
1 liiſtorico deeguardarſi
i cé ogni diligéza ,da
i i ;feltre
i egli la~certimdiiie
delle
` I

delle coſe incertitudine per dar vaglrezza all’liiſtoria# farla piu gt]
tioſa accreſcendo o diminuendo o tramutando la verita dellecoſe ~
certe,& dicendo le coſe poſsibili ad auenire in luogo dell’auenute,
percioche queſto e errore graue & eſſefltiale dell'liiſtoria,& non ſl
perdona ,ne ſi puo perdonare ſi come ſi pei-donano , 8c ſi poſſono
perdonarequelli Cl‘ſOſchle ſi commettono nell’Ordine delle .coſe
mal cliſpoſſo,o nel narrare le coſe ſuperſlue o pane# non deone da
tenerne COHÈOADCl‘Cl-chle ſono errori piu leggieri,& accidenta i._Ma
ſe ;l’hiſtorico s’auiene alle’ coſe incerte puo ſeguendo il poſsibile
e"lveriſimile congiungere la’ncertitudine con la cei-titudine & act
compagnare le coſe poſsibili ad auenire con le auenute. Egli è VGT@
che fa dimeflieri che appaia per parole chia re,& mani feſte dell'hiſto
rico quale ſia la’ncertitudine &lecoſe poſsibili ad auenire,& quale
la certitudine,&le coſe auenute,accioclle l’aſcoltatore o il lettore
non prendeſſe inganna ndoſi la’ncer titudine 6t le coſe poſsibili ad a*
uenireperla certi tudine,& per le coſe auenute. Pet-cieche graue er:
rore 8t eſſentiale è (lell’liiſtoria, quando'l’hiſtorico propone altrui
auanti la ’met-titudine perla certitudine,& ſenza premoſtrare com
certe parole-,che egli ſia vſcito del campo della certinidirie nam le
coſe poſsibili ad auenire o veriſimili come ſe foſſero auenute o foſ
ſero vere. Nel quale errore caggiono communemente l’hiſloriá
nel formare le diceriemellequali piu che in niuna parte t ell’hiſtorlfl
ficompiacciono,& ſi pagoneggiano ſpiegandoi 'pomPoſi ornamcn
ti delle parole,&_delle ſententie.Conci0 ia coſa che eſsi ſenza punto,
predire pur con vn ſolo motto che non' ſanno certo che il corale
capitano o il corale ſenatore ſermonaſſe in quel tempo o in quel luo
g0,percl1e pare a loro che alſhora conueniſl’e o 'foſſe veriſimile che
ſermonaſſe aſſegnino ad alcuno ſicuramente l’liauer ſermonato co:
me ſe n’liaueſſonoi
za roſſore teſtimoni
niunohauer au toreuoli,&
ſermonato appreſſo affermino
colìſa ttamente,üclievnon ſen:
ſolamë
te non èyero onon veriſimile,ma non è anchora poſsibile il piu del
le volte attribuendo a perſone groſſe & ad idioti dicerie delle quali
migliori o piu ſottili non farebbe Dimoſtliene. Anchor-a errano nel
raccontare le preſure delle citta a forza, & le tempeſte foi-_tunoſe del
-mare dicendo ninna di quelle coſe, che ſono auenute o almeno p0=
che,maquelle che ſogllono auenire &ſono poſsibili ad auenire,&bſc
uemente per poco eri-ano coli in tutte quelle diſcrittioni che da gre:
ci ſono chiamate IiMWM’dgLMa le coſe incerte ſono la ’materia delpoe
ſta anchora ſeCOndo_ la teſtim0nianza .d'AriſtotelèJe-quali ſi deono
L narra;
ll 7
narrare o ſar ra ppreſentare come coſe certe, & auenute ſenza moſtra
re che fieno imaginate. Anzi per rimuouerc la ſoſpettiOne che fieno
imaginate il poeta puo nell'epopea pregare le muſe deita ſopraſtan
te alla conſerua della memoria delle coſe paſſate o celare agli liuomi
ni, che gli rammemorinoquello clie non pare poſsibile che egli ſap
pia. Perche non polſo ſe non marauigliarmi come lio ancliora det
to di ſopraronde i latini liabbiano preſa quella maniera di prolaglii,
che a ntipongono alle loro come-die, & nc` uali ſpengono l’argomen
to dellaveriſimilitudinè,
fleſsih ſauolache ſi dee81rappreſentare
predioendo cheiſtru gendo
quegllo che del tutto eſsi
ſi recitera è
_imaginato, ma piu co nuien clieio mimarauioli di coloro, clie a tern—
pi nolìri hanno trasportata ſimile maniera i pnolaghialle tragedie
ancliora, nOn liauendo la ſauola della tralñediadi ſua natura biſogno
d' argomento, poi cheè per fama o per li' Oria ſommariamente ma
.niſeſtn. Perche anchora nó ſqnoida lodareque poeti clic raccótando
lecoſe incerte 8t poſslbſll ad auenire vſa noi modi de parlari, per gli
,quali diminuiſcono la ſedeaquello_cliedicono,& moſtrano anche
che è imaginato,quali ſono queſti. Egli è credibile che coſi paſſaſſela
c()la,C0ſi ſi dice,coſi crede la roaa anticliita,&fimili. Percioche.ñqueſìi
ſimili modi di parliriſtanno beneall’liiſtorico quando vuole dimo
flrare che eſte fuori de confini della certitudine, ma ſtanno maleal
poeta, laſicui, ſua maggiore lodeqè, clie faccia la’ncertitudine parere
certitudine per _tutte quelle vie, che puo. ,‘Laonde non ſo come mi
poſſa c0 mmendare Giovanni Boccaccio, il quale con alcu ne parole
attribuite alle perſone che racconta no -le nouelle alcu na volta le rene
de ſoſpette di fallita teme ſa con queſte. Se ſedeſi puo dare alle pa
role d’alcn ni genoueſi .Ne ſo_ come alti i ſipoſſa lodare ilPetrarca,clie
dicendo.Vna altra fonte lia Epiro Di cui ſi ſcriue che eſſendo fred
da ella, Ogni ſpe ntalſacella accende,non.doueua con q uelle parole
Di cuiſi ſcriue leuare laſede al miracolozdi natura di quellaſonte,clie
ſi prendeva per fondamento certo ;della-ſua -ſimilitudine.ì~Le quali
aroledtqueſta medeſima-ſont:- paijlatido :.vſa ſant’ Agoſtino v.nel li
E10 della citta di dio liauendo_racconrate alcune fonti miracoloſe Vea
(luke da. lui, & acco mpagnataui queſta nonveduta da lui, 8t quanto
ſono dette a tempo da quel ſanto padre tito ſ0n0 dette ſuori ditem
po dal Petrarca non liauendo egli píuvedute le altre fonti nomina
te da lui, che queſta. Hora 'lecoſe irchl‘te 8t poſsibili ad auenire, che
.diciamo eſſere materia del poeta non ſolamente nó d‘eo no eſſere mai
_auenute, ma non deouo ancliora mai eſſere ſtate tr0uate 8; ſcritte da.
H li niuno

a.»

AL
'niuno altro poeta. Percîoclie nulla monta, che fieno anenute,'o che
non eſſendo aucnute ſie no ſtate trouare da vn altro poiche v n altro
endemlole nondura fatica ninna in trouarle, le quali ſe traeporta
in altra lingua da quella, nella quale il trouatore le ſcriſſe, è trasla
tori-,81 ſe con altre parole di nu0uo le ſcriue in quella medeſima lin
ua e‘ ladro,& nell'vno modo,& nell’altro ſimplicevertihcatoreJfla
e coſe incerte,& non piu auenute non baſtano per ſoggetto al poe
ta- Percioclie la ſauola della tragedia,&dell'epopea non ſi puo con
[iituire ſe non dicoſe auenute & conoſciute,coſi richiedendo lo ſtato
reale ſopra il qu ale ella e’ſo ndata.Le quali coſe auenute non dimeno
non deo no eſſere conoſciute ſe nó ſommaria mente accioche il poe—
ta poſſa eſſertitare,& ſar vedere il ſuo ingeg ”0,61 trouare le coſe par
ticolari ei mezzi pergli quali quella attiene ſu co ndorta al ſuo termi
ne. l’ercioche ſe l'attione Foſſe conoſciuta ſommariamente 8t patti
colarmente nó potrebbe eſſere materia pnetica nó potendo il poeta
ſci-inere coſe diuerſe perche ſarebbe riprouato come ſalſario dall’hi—
floria,& dalla verita paleſe, ne quelle coſe medeſime perche ſarebbe
biaſimato come ladro ſcriuendo quello,clie èſtato ſcritto,& come in
gt nnatore liauendo con iſcriuerlo in verſovoluto dare ad intendere
altrui chela materia foſſe dicoſe poſsibiliad aucnire,& non auenute
ì mi! a… ”a :i mi': tg mtb-’aut ivi-ut n’a"iv iiá‘u'o F rroçi'uov 25‘” 'oiopámv, tiri
:ZA/“ra mia-omniu- Non in alcu ne tragedie ma in tutte ſono alcuni nomi
*conoſcimi per famapper ltiſtoria,& veridi quelle perſone reali alle
quali èauenuta l’attione, 81 gli altri nomi nen ſono imaginati , ann'
nonſo no nomi propri ma—nomi appellatiui 8: d’vffici , come eſtate
detto dl ſopra iv ivi-is Ìíaiv ai” in?) &yaíîovos Hüafimſos Sir 10619 ”in ma'?
uan x.) rà 5445…” ”tmſuriñ,&c- Seguita per congiugnimento neceſſario
ſei nomi ſono imaginati nella fauola della tragedia, che ancliora le
coſe fieno imaginate, 8t ſe la ſauola è di tragedia, che le coſe ſienodi
perſone reali,&ſe la favola della tragedia d’Agatone cOg no minata il
Fiore thus bene che altri ſenza aſpettarne biaſimo poſſa finger”:
che non fieno m_;i ſtati,& attioni reali non mai piu auenure ne cono
ſciure per ſa ma o per hiſtoria. Et coſi non douremo a ragio ne poter
biaſimate il Conte Mattlieo Maria Boiardo,che nel ſuo Orlando in
amora to nomi na per re,gli Agramiti i Sobri ni ei Ma ndricardi,& ſi—
mili di varie regioni del mondo non mai ſtati. liq-nali furono nomi di
ſumiglie de lauoratori ſorropoſti alla cótea di Sca ndia no , onde egli
era e0nte,caſtello del diſh-etto di Reggio, 8c ne predetti nomi fu ſe.
guito da LodouicoArioſto nel ſuo Quando furioſqne douremo go
^ ter li"
118
…!er biaſimare tutti quelliſerittor‘i ſpagniuoli o ſra nceſchi che nell'lu'
fiorie loro ſauoloſe c'hanno preſa coſi folle licenza d'imaginarſi re
8t attioni reali non mai [late, & propoſleci da low non ſolamëte per
reali, ma per miracoloſe a nchora per lo piu. Et approueremo come
ben fatta la nouella d’Aleſſa ndro che di preſiatore ad vſura diuen ne
genero del re d'l nghilterra,& ſu coronato re di Scotia, & la nouella
del conte d’A nguerſa appreſſo il Boccaccio con certe altre contenen
ti attioni reali non mai piu auenute,& riprouate mani ſeflamente per
falſe dall'liiſtorie. Hora ſi vede a qualeſconueneuollezza ci conduce
l'autorita d'Ariſlotele, & l'eſſempiod’Agathone ſe ſguiremol’vna
à l'altro per buoni. Percioclie ſe ci è licito a formare re non mai piu
ſtati,& ad imaginarli attioni reali non mai piu auenute,ci ſara ancho
ra iicito a formare nuoui monti,nuoui fiumi,nuoui laghi, nuoui ma
ri,nu0ui popoli,nuoui regni,& a trasportare i ſìu mi vecchi d’vn pael.
ſe in vn altro,& breuemente ci ſara licito rifare vn mondo nuouo, o
trasformare il vecehio.Concioſia coſa che non ſia coſa meno ſtrana,
'& moſtruoſa ſe altri raccontaſſe,clie Goſlantino ſolſeſlatoimperatov
re tra Giulio Ceſare, 8t Auguſto in Roma che ſe racconraſſe che tra
il Rodano 8t la-Senna correſſeil Teuero.Ma ſe mi ſidiceſſe che glio:
ehi della fróte moſtrano che il raccontar queſto ètropo gräde errore
veggendo no: ilTeuero eſſere in ltalia,e’lRodono &la Senna in Fri
cia,& io dico che gliocehi della méte moſlrano che non‘è me no gra
‘ue errore il raccontare quello eſſendoire,& gli’mperatori con le lo
ro attiani conſecrati all'eternita per l’hiſloria,&per la fama & ferma
ti in v no fiato dal quale per bugie non poſſeno eſſere rimoſsi. Hora
veg iamo quello che dice Ariſtotele a difeſa di quella ſua opinione,
La lauola della tragedia preſa dall'hiſtoria con parte de nomi diletta.
tutti gli aſcoltator|,&veditori, 6t non dimeno pochi ſono quelli, che
ſappiano,chel'atrione 8: parte de nomi ſono vere.Adunq; non ene:
‘ceſſaria coſa che l’attione o i nomi ſieno veri. Egli èda riſpondere
che tutti non ſanno ſe l’attione o i nomi non fieno veri,oimaginati,
ma quelli,che nol ſanno credono-che l’attione ſia vera ei nomi reali
veri,& percio loro porgono diletto,8: ſe ſapcſſono che foſſono ima
ginati ſentirebbono diſpiacere non altramente che alcuno liauendo
vna gioia, 8: reputandola buona gode, ma riſapendo che è falſa ſi
contriſta,&ſpetialmenteſe gli èſtata venduta per Vera.Adüq; l’actio
-ne rea le,ei nomi de re deono eſſere veri,& non imaginati. Et dicio io
‘ho veduta l'eſperienza in certa vita,che va attorno,di Marco Aurelio
imperatore imaginata da cei to ſpagniuolo,la quale leggendo alcuni
‘ _ i Hh a 8t non

A
ehe ſoſſe ſalſal' lnneuano cara, & ne prendevano gran diletto , ma.,
liaue rido Poi ſaputo che non era vera la ſprezzÎirono, 8: pareva che
ne ſentiſſono noia. Mai-dice Ariſtbtele- la tragedia d’ Agathone c0
gnominata il Fior-e, thelia tutti i-nomi imaginatl inſieme‘con l’at
tione diletta parimentequelli, che ſanno, &'quelli'clie non ſanno la
coſa (lareoſi,~ _adunque non è di neceſsita ritenere i nomi conoſciuti
o l’attione auenutanella tragedia. Etio riſpondo o la tragedia pre—
detta-d? Agnthone conteneva materia'reale, o priuata ſe reale non è
verosche dilettaſſe ognuno indifferentemente percioche gli'ntenden
ti per. le ragioqiſopradette nonnepoteua no liauer diletto, ſe priuata
la tra edia-nOnera da lodare non liauendo la ſua-propria materia.
Aion of” {i *rou'mrì'fl num-á): LEM” -róp uiaoffi &t; Dice Arrſlorele che
dalle coſe ſopradette appateñche il poeta ètanto piu` poeta nel com
porre la fauola clic nel comporre i verſi quanto è piupoeta nel com:
porre la fauolalaqpale. contenga attiene tutta trouata da lui, che
non è colui, il quale- non truova; ma prende cOſe auenute- 0'_ trovate’
dagli altri-Etditermina clieil verſo non conſtituiſce il poeta come‘
alcu ni‘eſtimauano, li come coſe auenute nOnlo conflitmſcono. Ma
perle coſe dette s’ è molli-ato che le coſe auenute non conflituilcoo'
noil poeta, adunque il verſopuntoznon conflituiſcc-il poeta. Hora*
lia gra ndifferenza tra le coſe auenute o trouate da gli 'altri e’l com
porreverſi, ſe rapportiamo ll Vne, & gli altri'allasconflitutione del
poeta percioche nelle coſ'eauenutezo trouate da gli altri il poeta non
pena punto, ne uis-aſſottígli’apurc- vn poco in trovarle trouandole
trovate, ma nel ſarei verli che ſieno buoni leggiadri, & conueneucr
li *alla materia e`~ coſa molto difficile opera d’ingtgno acuto 8: eſſcr
cintozin tanto come h'o anchor-1 dc tzodiſopfl molti lia nno giudi—
cato che cio ſiaîcoſa piu malageuole che-non e‘- il trouamento delle'
coſe, ,6c quindi han no voluto che l'eſſentia della podio conſifla nel
verſeggiare, 8: non nel trouareÎAdùane ~non"era fimplicementc da
_ argomentareñcoſi come ſai Ariſtotele; che il' formatOre della fauola
lia tanto piu poeta che non èil fácitore de verſi citiamo piu pot-tà c‘ il z
formatore della ſauola d’- attione-nouata da‘ñlui chenon è— il - raccom
tfltox e d’attiore-auenuta eſſendo molto piu poeta il 'trouacore verſo
colui, che non truoua clic nó è il ſormatoredelia ſauola VE] ſo ll ver
fificatore- Hora colìirìciie truoua ètanto‘pin poeta- che* non è colui?
the non truona ſeglitpîaragoniamo inſieme; q-;iamo è. Plu buon-o
pogniann Cela! e che? non c` vn caneñnpn-eſſendo Culùl ', che nonñ
.u uoua della ſpetie dclji‘omzficomeii cane: non circuit-(pene del—
“memo,
"9
l'liuomo, ma coluiche tru0ua è tanto piu poeta che non ècolui che
verſeggia quanto ſu mCflſÉ'*fl.dl ſopra la fauola eſſere da piu che la`
fau‘ella.-Et di qui‘pare che ſegui” vna concluſione che poi che le co
ſe auenut'e non'poſſonoìconſtituirepoeta, ne concorrono alla con
flitutione del poeta debbano‘ c0nc0rrere al la diſtruttione del poeta,
8c alla diminutione qua ndo eſſe ſone‘meſcolate cOn le coſe poſsnbili
ad auenircòt con le coſetrOuate dal poeta ſe‘noí- ſaremo paragone
di que ſte auenüte 8t poſsibiliad auenire meſcolate inſiemi-,con le pun
re poſsi biliad aue nire cio è pare che la fauola della tragedia & dell’e
popea quando e‘formata d’ attione auenuta ritenendo i nomi rea li
veri come lxabbiamomoſt‘rato douere eſſere ſormata,debba operare
che il ſuo formatore ſia men poeta che ”o’n è’il formatore della ſa
uola della comedia, o della fauola di quella tragedia'cli'e truoua tutti
l'atrio-ie inſieme contuttii nomi quale era quella della tragedia d'A
gatlio ne cognominata il- Fiore, perciocbe ſel’attione tutta di coſe a
uenute non fa che altri pu nt`oſia poeta, l’attionein parte di coſeaue
ì nute gli leuera liauendo riſpetto‘ alla part’e l’eſſere poeta, & per con:
ſeguente ſai a men porta‘clie non ſara‘coluí' che c‘- conſtituito- tutto
poeta per l'attione tutta di coſe'tro’uate, 8t poſsibili ad auenire. Gina'
dico non dimeno'clieil formatore della ſauola della tragedia, 8t dela
l'epopea preſa dall’hifloria co’nomi‘ reali veri non ſia da eſſere ſtima:
to minore poeta, che il formatore della ſauola cótenente tune le co
ſe, 8c tuttii nomi imaginati; anziperauent'ura dee eſſere ſtimato mag:
giore. Percioche le coſe auenutgalle quali il predetto formatore ri
guarda nel conflituire la fa uola del] epop’ea,& della tragedia, non ſo
no tante", ne diſteſe in modo che gli ſciemino la fatica del trouare
pmenklociaſcuno imaginarli ſimili coſe ſenza molta ſottilita d’i ngc.
gno. Concioſia coſa che ogn huomo ſi poſſa di leggiere i'ma inarè
pognia’mo che in generale vn figliliololiabbia vcciſa la madre a qua
le haueſſe vcciſo il mal-ilo &’ cacciatolui del regno godendoloſi con
lîafllultero. Ma la diſticuIL-a è—'nel t'rouare le vie perle quali il figliuolo
fia pervenuto a queſta vcciſione in‘níodomarauiglioſoz— &-’ non mai
piu 'auenut0. La qual difficulta è maggiore che non ſarebbe il`trouao~
re l’attionein- generale, & le vie PII‘IÌCOlIſÎ, ei mez’zi pergli q'uali lia**
ueſſe li uuto il ſuo ſi ne,~ c'oncio ſia' coſa che l’attio‘ne generale tr'o
uata dal poeta‘non ſia ((iſiſ. rma &ſt,\bilita,clie non la poſſa alterare‘,
fi mutare 'egli torni-r’… bene, Si the nonpoſſa‘fiire‘ le perſoneaut‘e
di te oſciouhe o .l'alariroſt` nm ſeco `do che giudica ſtar me lio per
[tv-.e che gli ſi panno auanti per far pat’er b: la la fa -o .lg che
_ H ii 3 nom
f

non puo far colui, che prende l'attíóne delle eoſe auenute eſſendo’
riſtretto dentro da certitermi ni da qual-È :In alicito vſcire. Et per mo
Rrare con vno eſſempio quale ſia quella differenza dico che non ſ0
no molti anni cauandoiìm Roma. ſu trOuata vna ſtatua di marmo~
d’vn fiume bella 8: gra nde,ma la barba eta ſpezzata 8: mancheuole;
6: per quclla parte chele era reſtata intorno al mento moflrauaſiche
la barba ſe foſſe flat-a intera doueſſe giug nere ſecondo prepartione
infi no al belico,& non dimeno la punta della barba ſi vedeva rimaſa
nella ſommita del petto non paſſare piu oltre.Diche ognuno ſi ma“
rangllau" 1 ne alcuno ſi poteua imaginare came ſteſſe quella barba
quando era intera Solo Michel A ngelo Bonarorti ſcoltOrc di rariſsio
mo ingegno che {i trouaua preſente ſtato alquanto TOPra ſe cóPl’cſh
come la coſa fieſſe,& diſſe Rechimíſi creta,la quale recata fOrmó con
quella la parte della barba che mícaua ta nto grandequanto ii richie
deva alla proper-rione della rimaſe, 6t aggiungendOue-la la tirò infino
al belico poi an nodatala con vn groppo fece vedere chiaramëte,cl1e
la punta della barba formata da lui batteua alla ſommita del petto in
quel luogo medeſimo nel quale era la punta della barba rotta.Adun
que cqn grande a rum-nation: di tutti col0r0, che erano preſenti fece
vedere come era fatta la barba che mancaua,& come era annodata;
Et non u’hcbne m'uno che non giudicaſi'e che non foſſe Michel An*
gelo per ſo‘ttilita d’ingegno per hauere riempiuta quella barba mäclie
uole c0ſi marauiglioſa mëte da antiporrea ciaſcuno altro artefice che
lraueſſe fatta ma batba intera conueneuole a ſuo ſenno ſenza hauer
riguardo a pezzi di barba alcuni rimaſiJVla ci è Vnaltra difficulta mol
to _maggiore della ſopradetta nell’attioni preſe dall'hiſtoria, la quale
eeſſa nell attioni imaginate,& è queſta che le vie ei mezzi da menarc
r 'a compimento l’attioni preſe dall’luſtorie conuiene che fieno pochi
di neceſsita eſſe ndo fiati piu volte occupati da primi poeti, 8( eſſendo
(late trouate dagli altri Iecoſe piu conueneuoli 8: piu marauiglioſe,&
adoperare mguiſa che Fa biſogno che altri ſia valentiſsimo trouatoa
ſe›& Fi“? Per poco n-apaſsi la códitio ne bumana ſe vùole meritare no
med' dÈS ‘1° POGta in attione preſa da hifloriaAdunq; veramente Fa
ra melliereodi ſopra liumano ingegno achi vorra pog niamo ſare la ſa
uola d Oreſte che vccideſſe la madre eſſendone {kate formate tante,
Bf bene da tanti poeti paſſati,& eſſendo ſtate trouate tante vie,& tano
fl ”odia peruenire a queſta vcu‘ſio ne,& coſi veriſimili,&ma rauiglío
ſnmuno de quali modi puo prendere il poeta nouello ſenza i nfa mia
dl furt0,dalla‘quale flrettezza èlibero lo’nuentOre dell’attione nó piu
aucnuta-Adunq; il formatore della fauola della comedia,& della tra.
o zed:.
120
edia d'attione tutta imagi nata non è piu poeta,o da ſlimar piu che il
ormatOte della ſauola dell’epppeap della tragedia d’attione auentc
[audio ’a'çtſugj ,ultime mtaviuoh i170! min-lis isi. Altſte parole ſono da;
intendere ſonamëte,cioè che ſe auerra che il poeta nó ſapendo le con‘
ſe eſſere auenute, 8t hauendoleſi egli da ſe imaginare le riporra nel
ſuo poema ſara poeta non altramente che ſequelle mai auenute non`
foſſero, percioclie egli ha durata la fatica perla quale altri guadagna
il titolo di poeta , ma ſe prima le liaueſſe ſapute eſſere auenute non
haurebbe durata ſaticaniu na in trouarle,ne ſarebbe poeta,come non
è poeta colui per quella cagione che recaſſe le coſe ſcritte da Hero—
doto in Verſi- Hora quella ragione chevieta al poeta, che non poſſz
prendere le coſe auenute,gli vieta anchora che non poſſa prenderele
coſe ſcritte,& tr0uate da vn altro poeta ancliora che nó ſieno auenur
te.Percioclie coſi dura poca fatica in prendere le coſe ſcritte dagli al
l tri come ſainprendere le coſe auenute,& pare che ſia furto piu -blaſi‘›
meuole ad inuolare quello che habbia tr0uate v n’huomo,& èſuo pro
prio,cl1e non cad inuolare quello,chee`ſtato prodorto dal corſo ſor—
tunoſo del mondo che pare in certo modo cömu ne 8t nó proprio di
niuno. Hora nó pure in poeſia e'reputato furto lo'nuolare quello che.
è fiato tr0uate da v n altro poeta, ma a nchora inqualüq; altra ſcienza
quídoaltri publica il trouamëto del proſsimo per ſuo. Ei leggiſli' vo
gliOno che Vn dottore,che leggëdop c6 ligliando racconta vna opi
nione intorno :il le leggi tr0uata agutaméte da vu' altro dottore per
ſua lia ſottopoſlo alla pena ordinata cótra coloro,che fanno ingiurie
öt cómettono furto. thueſti cotali inuolatori delle' nuëtioni altrui
ſono moſirati adito, &ſcherniti dal módo có l'eſſempio della coi-me
chia che s*ad0rnò delle penne degli altri vccelli per parere riguarde
uole &bellaoltre a tutti, & poi ritogliendole ciaſcuno le ſue pé ne ria
maſe ſ pen nacchiatajt ſcherneuole, 8t_ turpe. Ma ſe mu no inuolatore
delle'nuentioni altrui dee eſſere ſcliernito,&punito ſidOUrebbe eſſere
il poeta inuolatore, la cui eſſentia cóſiſle nella’nuétione,& ſenza eſſ.
inuétio ne nó è poeta. Et nó dimeno ſono moltipoeiidigri grido che
liä no inuolata o dall'lirſtoriep da altri poeti parte,o tutta la’nuério
ne delle loro poeſie & truo ua no degl i huomini coli flordiià coſi ie
norîti,che gliammirano 8: cóii éda no per quello quádo gli doureb
gono biaſìmate,& ſprezzante-come per cagio ne d’elſempio GlOl-a n ni
Boccaccio ripoſernella nOUclla del cóte il’A nguerſa l'amore di Giai;`
chetto verſo la Gia netta preſo dall’ liiſtoria dell’ amore il' Antioclio
verſo la mati igm-Et Lodouico Arioſto prendèdo hora vua parte daz
Ouidio,8c hora Vn altra da St.;tlo,& gallo cei ta alti .i da Marulloäöc
qua li
.\
,quando altre da altri riempieil ſuo Orlando ſurioſo, 8t ſpetíalmelv
ee inuolando ſenza mutar nulla la ſauola di Zerbino da Hentico ſan
uolatore d’Henrico quarto imperatore. Ne il Petrarca ſig'uardò di
rubarela’nuentione di molti ſuoi ſonetti a poeti latini,&vulgari, &
quella del ſonetto O cameretta che gia ſoſtivn-potto a Plinio nipo
te,Clie piusirgilio medeſimo ſe prcſtia m0 ,ſede a Macrobio fui ò va:
rie & non poche parti ad _Ho mero, le quali egli ricoglie, 6: racconta,
8t credendolo perqueſto eſſtltarelo paleſa perladro con nOn molta
ſua lode-Lecomedie intere ſono ſtate rubate a poeti greci da ,Plauto
8t da Terentio,& le tragedie intere da Seneca pure a poei greci. Et ,
ſimilmente le npuelleintere dal Boccaccio come quella della donna
Guaſca dallenouelleantithe, & come quella di (juido Caualcante
dal Petrarca,& comequelledt Peronella,&d'l~lercola no da Apuleo,
il quale Apuleo non liaueua trouata vda ſe, ma rubata altrui la'nuen
tiene del ſuo Aſmo d’ oro. Ma non piu, che queſto non 1t‘ il luogo
da ſcoprire tutti i furti degni di biaſimo di q ueſti, 8t degli altri autori.
Solamente e‘ dadire che ſi rruoua no di queſti inuolatod, liquali vo
glio no eſſere creduti p0eti, tanto sfacciati che ardiſcono d’affermaí
re,che ſia licitoa ſurare le coſctrouate da gli altri poeti,poiclie il ſur
to ſiſa ſenza dannodi colui a cuiè fatto.& motteggiando dicono, ſe
tu noi credi va a vedere ſene lib:i loro per noſtro rubare manca nul
la, o almeno ilfurto nó ſi fa contra volonta del ſignore, 6t pur moti
teggiandodicono che coloro che non guardano il ſuo non ſi polſo
nodolere ragioneuolmente quando ſonorubati, ſi come ſono gli
ſcrittori,.clie laſciamoi ſuoi poemi in abbandono, 6t gli publicano a
tutti ſenza mandare con loro guardiano niunó che 'gti difenda dal
furto. Anzianchora hanno maggioreardirc, 8t affermano che non
commettono ſurto,netolgonocoſa ninna altrui quantunque ſcn’
-uano lecoſe ſcritte da altrui neſuoi poemi , concioſia coſa cliealtri
nOn truoui, o non poſſa trovare coſa che non .ſia ſtata prima detta
A quali breuemente riſpondendoeda dire che, quando la'nuentione,
[a quale era propria dello'nue ntore diuiene per ladroneccio «l'alcu
no commune alui anchora, & n’è creduto eſſere coſi inuent :re lo'n
uolatore come colui, che la' trouo, la gloria clic doueua eſſere—tutta
&propria del primo inuentore ſi diminuiſce accommunandoſi con
vn altro, ma quando la‘nuentione per ladroneccio ,è teputata di co
lui, che l’lu inuolata, il primo trouatore attorto 8c del tano e Priva
to della meritata ſua glOria, della quale dee eſſere ſolicitu _6: fedele
_guardiano 6c conſeruawre CilîgnunPſcndC diletto ;Lella gratioſa ſa
~ “CJ
[2(
tica dello’nuentore abomínando i rubatori della’nuentione altrui
come ingrati,& ſconoſcenti 8c degni d’ogni graue punitione. Hora
egli c“vero che non ſ1 dice coſa che non ſia prima flata detta, ſe con:
fideriamo di ciaſcuna coſa le prime parti,ei primi elementi,de quali ſi
compone,& confiſte ciaſcuna coſa,ma ſe la conſideriamo come un
tutto non e‘ vero che ciaſcuna coſa lia prima ſtata detta, altramente
'ci conuerrebbe dire che tutti i poemi foſſero vno li quali ſucceſsiua:
mente di tempo in tempo ſono ſtati fatti,& che l’Odiſſea d’Homero
che fu fatta dopo l’lliada foſſe l’lliada,o altro poema prima C0mP0:
flo,p oi che l’Odiſſea è ſtata-prima detta o nell’lliada o in altro poe:
ma prima compolio.
P A RT-l C E-leL A O T T A V A. Tóp'Ì &flaöp mio”, ”il Mirano“
;ſinonimi-l‘a: id! xéçts'ntdtiwà ?zato-J‘ai” alſo-ip, ip 9" nl iafldſá‘ia mr' {illa-M “
îr'étàs JFK—4477i” 33%', ”orafi-rat Sam-firm livrà ”Ihr-Sp pei-'Amp mllrrts‘i J‘i t’Xſl’ſOſ’S “
51m‘ flip à) and‘: .fij- -mſſs ;mai-pmi!- &wu/(tum: ottima‘ ”ù ”guidi-Aim “
. mp Wafnll'VR'TIÎlL-WO _MANI J‘lts-f'rçap :tv-;riaſſunti HAWK:. . u
C 0 N TEN E Z A. ,Che la fauola non debba liauere digreſsio.
ni iconucneuoli. i ;. ,
VV LGARZZAMENTO. Hora tra le fauole ſimplici,& (tra)le at: “
uoni ſono peſsime otſ Ezedtá‘iáil‘as `( cio è quelle che hanno le cligreſ: “
ſioni ſconueneuoli.Et.dico(quella ”auola hauere le digreſsioni ſcon_- “
ueneuolimella quale la digreſsione ne _ſecondo verifimilitudine ,ne “
ſecondo neceſslta ſono incatenatel’vnacon l'altra.Et coſifatte (- fa: “
uole) ſonofatte da poeti rei per loro ſteſèi,& da buoni pergli rappre; “
ſentatori.Perci_oclie tenzonando a pruoua , 8t tirando la Eiuola in “
lungo piu che non ſipuo ſpeſſe ſiate ſono coſtretti `a percui-bare “
l’ordineincatenato. “
-_.—Ìñ-. —_-wñ' SPOSlTlONEanuefla particella ſi tratta della quinta-coſa richie
ſìa alla fau ola la quale èche non habbia .vſcite vane,& ſeperate dal.- ,
l’attione.H ora ſe noi leggeſsimo inluogo di ”Sc-5 aian “WoW-law:
È-röp .tritati. cio e‘ Et ,breuemente tra le fauole, &,le attioni ſono peſ:
lime le digreſsioneuoli,parrebbe che queſta particella ſeguitaſſe le
coſe pallate. Ma ſe ci pare che la mutatione d’oìzrais‘a in ibra-85,3( la tra:
portatione di 02:25: ci'vn luogo in vn altro foſſe gran nouita , 8c ara
dimento,& vogliamo ritenere le parole come ſtanno,&nel luogo do
ue ſono ſaremo costretti a dire che queſta particella ſia ſtata poſta
qui come in lu ogo‘non alei conueneuole quando doueua‘eſſere po:
ſlaaltrouefflercioclie viſi ,presuppone che ſi ſia .ragionato delle fa:
wie Odeſſa-attionifipplici -adietw , 6: nondimeppnw ſe n’èfpmî
:i‘ve v~ tt‘
fatta vna parola!! t’riſi preſuppone die non* ſolamente ſeneſia ragía
nato,ma che le (implici ſi ſienoiper diterminatione poſpoſte alle dop
pie,p0iche hora ſeguitandoſi-dice che tra le ſimplieisè ancliora diffe
rentia.perciochc aut-gnatlie tutte le ſimplici fieno ree Puie peſsime
ſono le digreſsioneuoli. Perche queſta particella conueneuolmente
dec trouare il ſu oluogo la do'u’c Ariſtotele* parla della fauola raui
luppata,& ſimplice intendendo quella ſauola eſlère ſimplice che lia '
Vn perpetuo tenore di Fortuna ſenza mutamento niuno-eome ha il
Prometheo legato d’Escllilo Hora gli epiſodi o digreſsiom biaſima
te qui darln'ſtotele ſono quelle coíèparticolari che deono riépierc la
fauola vm' uerſale,& moſtrare come l’action:: vniuerſale e ſtata mena
ta a fine.Le quali digreſsioni ſonobiaſimeuorli quandoo non dipem
dono l'vna dall’altra come anellaincatenate inlieme,o non conuen
' gono alle coſe vniuerſaliHora fi puo dare vno eſſempio della di:
i greſsione vitioſa nella~ diſcrittione del monte Atlante nell’Eneida_
' di Virgilio percioche non era nect-ſsita` che Mercurio volando -
cielo a Carta inc volaſſe prima in ſu il monte Atlante,ne veriſimili
:udine non hgſtancando nel volare come ſanno gliuccelli, a quali
, dopo certo-ſpade fa biſogno d’ alcuno ripoſo, 8c 'pollo che ſol}
Lveriſimilitudine a che ſerue quella diſcrittione e le diſcrittionl
de monti, & deluoghi ſi fanno perche ſeruono a ſare intendere piu
chiaramente l’attione fatta in-quel luogo, Che montaña ſapere che
il monte Atlante haueſſc neui,o fiumi , o non haucſſe ne l'vne‘, ne
lialtri quantunque Mercurio viſi ſennaſſe ſu 2 Percioche ſe foſſo
ata neceſsita o veriſimilitudine che Mercurio volando dicielo l
Cartagine ſi foſſe prima fermato in ſu il monte Atlante , &íì ſoſſc
pergiunta fatta la dilerituone del monte predette-tì queſte coſe fi do
neuanonarrare la prima volta che Gioue mandò Mercurio di cielo
a Cartagine 8: non- dimeno-ſolamente ſi dice.Volat ille per aer
magnum Remigio alarum, 8t Libya: citus allitit oris- Di fimili di:
greſsioni adunqvc credo io che intenda Ariſtotele. rSflÈMA-Sfm'f
, .0‘: ,ns-‘4 Wim‘: ai* brad-PAM:. Riguarda‘ la voce ci‘ brado-MP” di
ſetſo ſeminino-al nome zig-&Eme- piu vicino ſi come là diſotto-mi
m. To'aì'fll 5 mmümu M ”Se Qaeñöp,&c. L’attioní che hanno co
ſiſatte digreſsioni vitioſe ſono fatte da poetirei , 8c buoni , me
per diuerſi riſpetti percioclxe ſono fatte da rei per ignoranza crer
dendo clieſteano bene,ma da buoni dechinando alquanto dal‘dí:
ritto ſentiero nonper ignoranza ma per iſcienza ſapendo che ſtanó
no
o-
male per comandare
l l
altruisz dee adurque il poeta penom
ì
piacere_
- ”.2
piacere ‘altrui napom alcuna digreſaione vitioſa nel ſuo poema ſe.
scondo che inſegna qui Ariſtotele. Alquale inte namento ſe liaueſſe
hauuto riguardo Virgilio per iuſingare il popo o Romano , & per
compiacerlo non haurebbe trapoſta nella ſua Eneida la `digreſsio.
ne dell ’amore diſordinato di Didone verſo Enea , la ,quale c‘ vitioſa
li perche è attione reale ſalſa & riprouata dall’liifloria nel modo, &
nel tempo. _Nel modo perche Didone per conſeruamento del
l'ltoneſtà ’vcciſè volendo ſeruare la fede al marito morto anchzora.
Nel tempozperche Enea _non pote .capitare in Africa che Dido:
ne foſſe viua. Senza che non ,pare che s’aue a , che la’nfamia
con la quale tenta di macchiare la gloria dell’edi cati-ice di Cartagine
per parlare a grado fl Romani ècommune con Enea primo'loro o:
a‘igina tore,perciochenon paſsò lacoſa con molto ſuo honorema ſi
non molta ſua ingratitudine.Et perauentura fi potrebbe dire che la
digi-eſsione fatta da lui pur per queſta medeſima cagione di luſmga:
reil popolo di Romapfluguſtoflelländata d'Enea allo’nſerno tra_` ‘
poſta nella ſua Eneida ſia vitioſa non apparendo nulla prima dique: _
lla ſuaandata allo'nferno ne per :hiſtoriame per‘ ſama,ſi come pur fi
‘aa dell 'anda ta d'Hercole,di Tlmſeogli Pirithoo,& d’OrpheoLaon:
dea nchora ſi vede quanto Romero foſſe, meno ardit o,il qualeſa che Î
Uliſſe per via vſata d’incanteſimo vegga le anime de 1110111,[ng .
tie Enea per ardite ſmoderato di Virgilio va ,in pprſona allo ’nſerno
per via petmcſſa a pochi eſſendo viuo,& vede l’anime non ſolamen=
ce de mortinna ancliora vede l’anime ,dicolomxlie non ſono na ti,_& _
intende i nomi propri di ciaſcuna# le loro attíoni diſtinte &partico `
lati da Anchiſa ſuo padre come intenderebbe da ,vnoluſtorico peç.
cando Virgilio nella conueneuolezza della profetia , la quale non
ſuole condeſcendereanomi propri,ne a coſe tanto chiare,& particg.
[ninna tacendo i nomi ſuole manifeſtare le~perſone,8de loro unioni
conſigure di ,parlare alquanto oſcure, ſicome ſi vede Oſſeruare nella
profetie della ſcrittura 1àcra,& nell'Aleffiindra di Licophrone. Nella
Falc conuencuoieua peccò ſimilmente Catullo facendo alle nozze
` Peleo &di Tlictide le Parche pro fetare del na ſcimento , 8t di
fatti glorioſi d’Acliille col nome proprio , &eon ogni particolaf,
n'ta.Ma Ouidio inducendo Proteo a profetare di quefio medeſimo
a Theticle non nominò Achille per nome proprio,& ſotto generali:
ta comprendendo l’attioni ſue diſſe come ſi conueniua a prophetia.
Cöcipe mater erisiuuenis qui fortibus armis Acta patris vincet ma:
ierq; vocali-init .illoMa chi vuole vedere eſsépio di digrcſsioni (con:
, " li a ueneuoli
ueneuoli fitte per cÒmpiacere altrui legga quelle dell’Orlando ſi::
' rioſo di Lodouico Arioſto introdotte iora per via di propltetia,&
hora per via d’altri modi,niuna delle quali vie è leggittimamente
calpeſta ta da [uN-lora ibuoni poeti ſeeondoAi-iſtotele s’induceua:
no a ſare le ſauole digreſsioneuoli delle tragedie per compiacerc a
rappreſentatori delle loro tragedie quali tenzonauano con altri
rappreſentatori delle tragedie cl altri poeti acetoche le tragedie con
le digreſsioni,ſe per auentura erano piu hneuuche non ricluedeua il
tempo preſcritto da giudiCi poteflono l'lEmPlcrlO tutt0,& eſs per
bre-nta della tragedia non reſlaſſeno perdenuEt per_ auentura que:
fle digi-e‘ſsioni fatte per compiacerei rappreſenta tori riguardauano
piu a q::ello,cl:ei rappreſentato” ſapeuano bene contra fare , che
alla materia naturale della fauola accioclte eſsr moſtraſſero quello
chevaleſſero inquello cl0ue erano piu eſſercitati,&percio piu ageuol
` i” mente otteneſſeroNONA.
PARTlCELLA la. vittoria.
?mi oimſvop Mein! Zsl ”falst i ”ſpam EMI
,, ”it çosifaîp , Kgítfhievöp wii-rn: 7ſve1utufl'1ucñt totali-ru ”ü ”Zam-g , :lr-up fini-iſa
,, ”ag-ì 161- a‘a’ìflp J‘l 'JAN-M. 75 ;if flames-‘ip oſrps‘ièfl Wap, n èímì rs ſtu-rotti:
,, -rov ,uit 1T” mix”. {ml ”à ”Sp ’th Tu'an 1113111 ”medici-nm: Mau , ?da 25mq' 'mi
,, TIlJ‘tS (pain-rai rtyciviut- oſap öìſ ìvá‘çtds 3 7T! yuſiwvi iv l'ip-s ?mix-rante 'trip aim’
- ,, Tir @dire Mullîv'íàîwçvüfl;BMW-{wanna yi’ 'ni Touriſm oi” èÎuî ”viñ'ahäñ 'ani
Txn *ml/5 morir”: rw KLM- ou! ,mio-i”. i
CONTE NENZA. che la fauola debba eſſere marauiglioſîa. ` `
;t VVLGARlZZAMEL'TOzMa poiche (la fauola) è raſſomiglianza_
,, non ſolamente d’attioneñp‘erfettama di coſe anchora ſpauenteuoli
,, 8t miſericordioſ‘è;&qu‘eſte coſe(permarauiglia) ſono maſsimamente
,. corali,&(molto) piu ſono corali qua‘ndoauengono fuori d'ogni ere:
,, dere l’vna per l’altra , percioclte la marauigliaſoprauiene maggiore
,, in queſta guiſà,che ſe aueniſſero temerariamente,& per fOrtuna,cont
,, cioſia coſa che tra le coſe della fortuna quelle paiano marauiglioſiſ:
,, ſime, le quali moſtrano d’eſſere‘ſtate fatte come a ſtudio , come x ſu)
,, quando la ſtatua di Mitio in Argo vcciſe colui che era colpeuole del:
,L la m0rte di Mitio _cadendogli adoſſo mentre era in theatre. Pereio
,, che coſi fatti auemmenti non paiono auenire temerariamenteAduR
,, que è di neceſsita che coſifatte ſauole fieno belliſsime.
‘SPOSlTlON E.Ci ſi preſenta la ſella coſa richieſta alla ſauola per:
che ſia bella,la quale e che elſa ſia marauiglioſa,concioſia coſa che ſi
z ſia detto nella diſfinitione della tragedia che eſſa ſia non ſolamente
raſſomiglianza d’ attione magnifica , & perfetta &cma anchOra di
-: - coſe
- iz;
coſe ſpauenteuoli & campaſsioneuoli. Et perche-quelle coſe ſpauem
teuoli,& compaſsioneuoli ſono principalmente ſpauenteuoli,&comz
paſsioneuoli per opera della matauiglia,;ion eda laſciar di dire della
` maraui lia clie genera 8c accreſte lo ſpauento 8c la compaſsione ac
cioclie s liabbia piena conoſcenza dello ſpauento , & della corſſpaſ;
ſione parti dell’attione o della ſauola della tragedia principali. Ma
prima clie mettiamo mano alla ſpoſitiOne delle parole del tcllo d’A:.
riſtotele ci pare di dire di tre coſe , cio è prima quale ſia il fine pro:
rio della tragedia,o della ſauola della tragedia,& inſiem e quale ſia
il fine proprio della comedia o della ſauola della comedia.Poi quale
ſia la perſona propria 8: principale della tragedia,o della fauola del:
la tragedia ei ſuoi ſegnali.Et vltimamente qual marauiglia Faccia l’at:
lione piu ſpauenteuole,& piu compaſsioneuole,percio clie di chiara:
tefiuefle tre coſe aſſai chiare & piane ci fi moſtreraiino le parole
d’Ariſtotele-Adunque cominciando dalla prima coſa propoſta dico
che il fine della tragedia@ della fauola della tragedia c‘letitia o tri:.
llitia,ma non ognjletitia o triſtitia accioclie non ſi coiiſonda la le.
titia & la ttiſtitia finali della tragedia con la letitia,0 con la triſlitiade
quali ſono fine della comedia o della ſauola della comedia come fi
dira.La letitia adunque finale della tragedia conſiſte & ſi tillringe
nel ceſſamento a ſe,o a perſone-care della morte, o della vita dolo:
roſa, o della perdita dello ſtato reale.Si come dall’altra parte la tri
flitia conſifl’e,& ſi riſtringe nell’auenimento a ſe o a perſone care
della m0rte,o della vita doloroſa,o della perdita dello ilato reale, E:
quelli due-ſono i ſuoi fini propri.ll fine della coinedia come dico cſi::
milrnenteletitia,o triſhtia,ma non quella medeſima letitia,ne quella
medeſima .triſlitia clic dicemmo eſſere della tra edia, conciolia coſa
die la letitia,la quale è il fine della comedia,con illa nel ricoprimento
d’alcuno ſcornofatro a ſe o a erſone care z o d’alcuna vergogna
che altn' non credeua potere ce are,0 nel ricoueramento di perſona
o di coſa cara perduta,onell’adempimento di diſiderio amoroſoMa
la triſlzitia’conſiſtc,& ſi riſhi ne nel riceuimento in e o in perſone
care d’alcuno`ſcorno,o vergogna mezzanap nel danno di roba non
molto grate,o nello‘mpedimento di godere la perſona amata,& in
corali coſe,& queſti ſono i due fini propri della comedia: Ma ſi puo
domandare pei-clic la tra edia,o la favola della tragedia non riceua
0 non poſſa riceuere que a letitia o trifiiria per fine le quali riceue la
comedi'a,& perche dall’altra parte la comedia o la ſauola della come
dia non riceua o non poſſa riceuete quella letltllél o ti-iihtia pei-ñfirlie
. ‘ i z c ie
I

‘.

ede riceuela tragediaAlla quale domanda è da riſpondere che altre


ſonole perſone della tragedia,&altre ſono le erſone della comedia.
Belle della tragedia ſono reali,& hanno íli ſpiriti maggiori,&ſono
altiere,& vogliono troppo quello,clie vog `ono,& ſe c‘ loro fattain:
giuria,o ſi danno ad intendere che ſia loro fatta non ricorrono a ma
giſtrati a qnerelarſi dello’ngiuriantene cóportano la’ngiuria patient:
mente ma ſi ſanno da ſe ragione ſecondo che l’appetito loro detta,&
vccidono per vendetta i lontani ei congiunti di ſangue,& per diſper.
ratione non purei congiunti di ſangue ma tal hora anchora ſeſteſsi.
Alle quali perſone eſſendo eſſe poſte nello ſtato reale,clie è reputato
il colmo della felicita humana, 6c potenti a vindicarſi degli o traggi
fatti loro,non ſi ſanno ſcorni,o beffe mezzane,ne eſsi ſentono dino
di roba leggiere,ne e‘ loro ſatto,ne per nozze,o per adempimento di
- deſideri amoroſi s'augumenta la loro alegrezza dimorído eſsiſifſño
veramente dire in perpetue nozze 8( in continui ſolazzi amoroſiin:
gui ſa che per Fare naſcere l’alegrezza conuiene che loroſi ſciemi del
a felicita,o almeno che eſsi caggiano in manifeſto pericolo,clie ſa fe:
licita ſia per iſcemare.Et per far naſcere la triſtitia conuiene che tra
bocchino in miſero 0 in baſſo fiato col ſalto molto memoreuole.
Ma le perſone della comedia ſono di pouero cuore,& auezze ad ubi
dire a magiſtrati,& a viuere ſotto le leggi 8t a ſopportare le’ngiuriî
ei dini & a ricorrere agli vfficialí &ſupplicandogli clic facciano per
mezzo degli ſtarmi lOl'O reflimire il loro honore , o anîmendare il.
danno,`non ſi ſanno ragione daſè,ne traſcorronoad vcciſìoni de Pa*
tenti o diſèiteſti o d’altri perle coſe perle quali vi trascorrono i re..
Etperclie ſi truouano in pouero 8t liumile ſtato per ar naſcm
l’alegrezza non ſa biſogno che ſi ſciemi la loro ſelicita potendo cm
[cere per molti gradi,& per alcuna anchora mezzana ventura come
ſono nozze deſiderate,& ſimili coſe. Et dall’altra parteilfdannop lo
ſcemo mezzano poſſono in loro produrre la triſtitiaEt quelle ſo:.
no le cagioni pere iei fini lieti & triſti della tragedia ſono differenti
da fini lieti 8t trifli della comedia. Et ſe ſi domandaſſe per che nella
cOmedia non ſi puo introdurre vna perſona priuata che diuengl
con proſpero auenimento re poiche ſa piamo pure per hiſtoria
che alcuni da baſſezza priuata ſonoſtati Ewan' all’altezza reale,io di:
co prima che coſiſatta fiuola non ſarebbe ſoggetto di comedia, ml
di tragediame potrebbe a buona ra ione imaginare ma ſi conuer:
rebbe prenderla dall’liiſtoria per uelÈ) che eſtate detto. P’oi non
ülettercbbe ſimile fauolafle ſarei) e gra tioſa o ſoſſc rappreſentata
la
I
C e. ~_.
— i2
ñ-'ÌU’T
Ìó- in il’cato popolare,doue fi viue a commune , per-cioche coloro ch
amano la liberta & la vogliono mantenere non' vogliono che ſi pro
pOngano eſſempi a citta dini di perſone priuate chehabbiamo occu:
pate le ſignOrie ,8c molto meno diletterebbe,& ſarebbe grata eſſendo
rappreſentata in iſtato reale doue ſi viue ſotto la ſignoria d’vno ha.
nendo grangeloſxa il re dello ſtato ſuo reale , & guardandoli da met
tere auanti eſlèmpi al popolo mmuto,& a priuati huomini che poſſa:
no deſtare 8c indirizzare i loro animi a coſe nu0ue,& a mutamento
diſtatofignorileAnzi perche il re ſa che il commune popolo ſi rale
gra,& gode delle male venture de grandi non fimai rappreſentare
tragedie in publico. Le quali non montano in palco, ſe non appreſſq
a' quel popolo che non e‘ ſoggetto a muno particolare.La tragedia a;
dun ue ha come dicemmo ll fine lieto o triſto,& percioclte, quando
l'ha 'eto,conuiene che la perſona reale cada in pericolo grande,gene
ta Tenente# compaſsione con la letitia anchora,la quale perlo peri
colo meſcolato nOn c‘ ſenza triflitía come lì dim poi auegna che gens
ri maggiormente ſimili paſisiOni con la triſtitia finale. Adunque il fine
della fauola. della tragedia s’èla letitia & la triſtitia coſi fatta come liab
biamo detto.Hora ſeguita che parliamo della ſeconda propoſta,che è
uale ſia la perſona propriaöz principale della tragedia,0 della ſauo:
della tragedia ſopra la quale ſi fermi la triſtitia o la letitia finale
della quale ſ1 faudla. Percioche nella tragedia ſono di tre maniere di
perſone. Di quelle che operano,di quelle che patiſcono,&di quelle che
ñ,—
"ñ—’—
_u.;-
operano &inſieme pa tiſcono.Come leplithe opera ſacrificído pervo
to temerario la figliuola,&la figliuola atiſce eſſendo ſacrificatafliace
. oPera &inſieme patiſce uccidendo ſel eſſo.Et perche dall’operationc
o dalla paſs ióe diciaſcuna di quelle perſone ſi riconoſce la triſtitia ola
triſtitia maggiore o minore ſecondo che l’operatione o la paſsione è
informata da cagione piu o meno ragioneuole ci conuieue ragionare
non pure dell’operatione,&della palsrone delle predette perſone ma
anchora della cag; one perche operano o patiſcOnoEr parlando pri.»
ma della cagione dico chela cagione che muoue altrui ad operare edi
due maniere.l’vna delle quali riguarda il bene o il reputa to bene-,8:
l’altra. riguarda il male o il reputato male. Wella che riguarda il bene .
fimilmëte è di due maniere percioche altri ſ1 muoue ad operare o per
acquiſtare il bene che non 113,0 permantenere il bene che ha come per
-ÈÙ-'ñ‘u
cagione d’eſsëpio Clitemneſtra per acquiſtare il bene cltflnon haueua
che era (li godere Egiſto opera ſeguendo l’appetito ſuo corrotto ſce
Ieratamcnte commettme adulterio col temp-;re la fede al marito,& z

COR);
:ammettendo inceſto congiugnendoſi col parente. Et per nantes'
nerſi queſto bencchc haueua,opera ſceleratamenre vccidendo Aga:
memnone ſuo marito,& ſcacciando Oreſte ſuo figliuolo del regno
paternooyella che riguarda il male parimente è di due maniere c6
cioſiacotà' che altri s’induca ad operare perceſſare il maìe futuro, o
per rimuouere il male preſente. l’hedra poi che hebbe in vano richie
flo d’amore Hippolito dubitando che riſapendoſi il fatto infamia
non le ſeguiſſe,& danno per ceſſare quello male futuro opera ice
leratamence accuſando attorto Hipp olito al padre Theſeo,& infi:
ammandolo d’ira contra lui.Phedra medeſimamente per rimuouerc
il male preſente che era il dolore della mente,& lo ſtimolo della co:
ſcienza che ſentiua inſupportabih' de malefici commeſsi,cio è d’eſſexfi
laſciata trascorrere in coſi dishoneſto 8c ſcelerato amore, d’hauere
accuſato lo’nnoLente per nocente,d`hauer Cè bugia indottoTheſeo
ad uccidere il figlinolo come maluagilàimo la doue era ſantiſsimo,&
d'eſſere Rata cagione delia morte di coſi valente,& coſtnmato,&bcl=
lo giovane opera horribümente impiccando eſſa ſeſteſſa perlagola.
Hora ilmale preſente ſi rimuoue con vendetta,con pena# con cam
bio _cio èſon minore male ,e’l male futuro ſ1 ceſſa con via ingiufia#
con via apparente ragioneuoleflì come il bene s’acquiſta , .k ſ1 man:
tiene parimente con uia ingiuſta, 6c con via apparente ragioneuok.
Il mal preſente ſ1 rimuoue con vendetta come Medea vccide i figh
uoli per vendicarſi di Giaſone,con pena come Torquato uccide]]
figliuolo,con cambio o con minor male come Phedra s’ impicca. ll
fiituro male ſi ceſſa con via ingiuſta come Phcdra accuſa falſamente
Hippolito per isſorzacore accioche non ſia ella inſamata. Convin
apparente .ragionevole come Hei-cole 'vccide la moglie,ei figliuoli
a-edendogli fiere.S’acquifla il bene con via ingiuſta come Clitemne—
ſtra facendo contra honeſtà copia diſe ad Egiſto ha quello,che defi*
dera.Si mantiene il bene con via ingiuſta come clitemneſtra ficuran
doſi con la niorte d’Agamemnone ſuo marito,&conla cacciata d‘o:
reſte tuo figliuolo del regno paterno.S’acquiſta il bene con via app!
rente `ragioneuole come Edipo prendendo Gioeafla per moglie ore
. .dendOIa donna ſtrana acquiſta il regno diThebe.Si mantiene il bene
con Via apparente ragioneuole come Canace mandando il figlìuolo
nato coperto fuori di caſa cerca .dicoprire i] fatto ſuo dishonefioEt
tanto baſh hora hauer detto della cagione,&paſſando a faueflare del
i operatione d1c0,che l’operatione,ſi puo diuidere in cinque maniere
mquella che èſcelerata come in quella di Phedra quando
d’amore
Il
.d'amore il figlíaſtran quella clreèſcelerata 8: horrilgile inſieme co!
me ſu quella di Medea qua ndo veciſe i figliuoli innocenti, in quella
che dairgoſtioſa,come -’ele0 andar rapina ndo perlo mondo caccia
to di caſa per haut-re vcciſo Phoco ſuo fratello. ln quella che ſr puo
'domandare ſcuſeuole come è l'attione dr Lucretia quando acconſen
kialle :frenate voglie di Tarquinio contraſua voglia per non mcría
reinfame. Et vinmamente in quella cheè horribrle, la quale riceue
vna diuiſione di quattro maniere, percioche ſi commette l'liorribilí
ta per neceſsica o quaſi neceſsita, come altri puo chiaramente vede
re la neceſsita ola quaſi neceſsita che induce Cato ne a darſi la mor
te, 8c induce Orelle ad vccider la madreJi quali non'ſono punto ſce”
lerati,&ſono percio collretti l’vno & l'altro a ſare quello che ſan
no. Si truouaanehcra l'horribilita ſcompa nata da maluagita per
cagione della ignora nza delle perſone come itruoua nella mcrte di
Laio datagli da Edippo & nel matrimonio di Giocaſta co ntratto pu
re con Edipo non conoſcendo egli loro per padre & madre, ne eſci
lui per figliuolo Anchor: l‘liorrìbllita puo liauer luogo ſenza eſſere il
commettentc la malvagio per cagione d‘errore di mente came q uan
do Hercole ſorſennatovceiſe la moglie,ei figliuoli,& Atliama nre pur
forſennatoil figliuolo,Vltimamente puo eſſere liornbilita ſeperata
da ſceleratezza per errore di {tormento ſi come fu quando l’eleo cre
dendo ſedire la fiera fedi Eur-itione cariſsimoſuo amico 8: vceiſelo,
& Atlraflo medeſimamente credendo ſedire la fiera ſedi Athi ſuo ſi
gnOre figliuolo di Creſo 8: vcciſelo. Refla che parliamo della paſsio!
nc. Prima la paſsione ſi conſidera o come doloroſa, o come ango
ſrioſîr . lo domando paſsione doloroſa come è l' eſſere vccilo come
fu Laio, 0 l'eſſere ſeditocome ſu Philottete, o l’eſſere legato nella
mala ma nieraclle ſu legato Prometheo nel m0nte Caucaſo, o l'eſſer
fatta forza come fu fatta a Thamar, 8: ſrmill coſe. Et doma ndo paſ
ſione angoſcioſa come ſu quella, che ſoſtenne Theſeo credendo che
Hippolito ſuo figliuolo lraueſſe fatta forza alla matrigna, & come
quella che ſoflen ne Eolo quando riſeppe lo ſcelerato congiugnimen
to di Macareo, & di Canace ſuoi figliuoli. Poi ſi conſidera la paſsio
ne o come meritamente auenuta alla perſona che patiſce , ſi
come meritamente e‘ data la morte a Ca nace, o come non meri
tamente auenuta alla perſona, che patiſce,ſi come immeritamente
è data la morte al figlioletto innocente di Canace, 8: di Macareo, o
come ſceleratamente luflituita in luogo di meritato bene ſi come
la marte ſceleratamente fu ſuüituita in luogo di meritato bene ad
Hippoli
i'
a

Hippoliio. Hora 'è da ſapere che la c3gione general’op'er’arione, R"


-i'operatione genera la paſsione, la quale paſsione puo diuenire cagio
ne d' v n altra operatione che generi vn altr‘a paſsione in guiſa che in
Vna ſauola poſſono eſſere piu cagio ni 6c piu paſsio ni, che ſi ſeguitinoì
-lì’ vm l'altra ,~ comeſperanza da adempierei ſuoi focoſi desi) fu ca
gione che moſſe Pliedra ad operare ſceleratamente richiedendo d’a
more Hippolito ſuo figliaſtro. ll quale per queſta operaiione ſenti?
paſsione angoſcioſa, la quale fu cagio ne che egli ſi mouell'e ad ope
rare in ſe operarione angoſcioſa abbandonando la patria, & la caſt
reale parer-na. La qual ſua partita genero paſsio ne angoſcioſa in Plie
dra, 8c diuenne cagione i n—lei d’operare ſcelcratamenie accuſandolo
non oſtante che foſſe innocente per guaſtatore della ſua ho nella-La'
quale operatione creò paſsione anl{goſcioſain Theſeo, & di paſsio
ne conuertita in cagione lo coſtrin e a maladire il figliuolo horribil.
mente che meritaua ogni benedittione. Della quale operatione nac
?ue alui la paſsione della ſuacrudeliſsima morte, 8c queſta paſsione
u cagione clic Pliedra faceſſe in ſe operatione horribiliſsima d‘im
piccarſi conle ſue mani perlagola- Onde ſenti paſsione degna de
ſuoi meriti. Hora vedute queſte coſe per ſapere quali fieno le perſo
nepropríe,.& Principalidelle tragede, dalle quali naſca per i’ ope
ratione, 8c per la paſsione ſpauento, &’ compaſsione ne veditori, 8:
negli aſcoltatori, conuiene riguardare gli operanti ſeperatamente,.
cipatienti ſeparatamente. Glioperanti, clic ſono moſsi da cagione
ingiuſta ad operare conoſcendola eſsi ingiuſl'a non poſſo no muone
re ne compaſsione ne ſpauento negli animidegli altri non paren
do a niu no che a luipoſſa venire volonta d’ operare ingiuſtamente
verſo alcuno. Ma glioperanti che ſono moſsi da cagiOnegiuſta ad
operare della no lo ſpauenro & la compaſsione negli a nimi degli al.
eri, 8: taleò Torquato che fece tagliare la teſta ai figliuolo diſubi
diente al comandamento ſuo, che era capita no dell’ixoſte, ma molav
to piwſpauemo producono,& molto piu ſono degni di compaſsio
ne Coloroche per errore di mente opera no llOſſÌbll mente crede n.
do d' operare conueneuolmeme, come Hercole ſorſennato che vc‘
Clde la moglie, ei figliuoli credendo glieſſcre fiere 8c molto-piu an
chora genera compaſsione, 81 ſpauento colui che per errore della
[tormento opera how-ibilita come fecero Peleo, 8: Adraſio, che vc—
ciſerol’vno Euritione ſuo amica, & l’ altro Athi ſuo ſignOre per ca...
gione, dell’ errore del dardo volendo vcciderela fiera. E! maggiore
. [Leuca.
126
ſpanento,.& maggiomcompaſsione a ncliora procedera dall'opera
tio ne di colui, che per ignoranza delle perſo ne có metter: coſa hor
flbile, come percio COmmiſc Cinara dcrmendo con la figliuola. Il
quale ſpauento, & la qual compaſsione aggiungono al ſommo gra
do qua ndo altri per quelli mezzi,per gli quali ii crede fuggir l'liorri-.
bi lita,& allonta mrſene opera ndolo la ig nora nza deile perſone piu
vi s‘auicina, 8c v'incappa. «Et tale è Edipo che ſcofiandoſi [i come
credeva dalpadreöttlaila madre ſali-fa ndo l'liorribilita vi s'appreſſò,.
GK per ignoranza delle perſone fece qqello che piu abominaua.. E:
perche queſto caſoñlia piu degno di compaſsíone &fpauenteuóle the
gli altri li dira laragio ne poco appreſſatldunque ſono cinque gradi
di perſone operanti .-liorribilita the mu0uon0 in aliruicompalsion.
ne & ſpauento ma non vgualmente,percioche gli operanti COI] de
libera rione,& con cagione giulia muouono meno. Et gli operantila
per erroredi mente muovono in altrui le predette compaſsioni al
quanto piu. Lt quelliche l'operanopererrore diflurmento anchoo.
ra alqm nio;piu de ſecondi operano ipauento, &..compaſsio ne , ſi
come piudi qutſtl gli operano coloro che ,commettono liorribilita
per ignora nza delle Perſone. Et tra quelli quelli ſono deg niſsimi di.
con-paſsione, 8t maſsrmamente ſpanentano che caggiono nell' hor
ribilira per quelli mezzi, per gli quali-cerano di fuggirla. La cumpaſñ
-ſio ue, &loſpauento naſteancliora dalle perſoneclie patiico ne,m
non da tutte percioc-lie non naſce da quelle, che palleonO-,perche
han no meritato dipatire, come non naſce dalla morte .di Clitemnec.
.ſir-a perdo-.ne ſe l’ ha_ueua ben meritata parendoagli liuominicom
~mu nidi `ric-n hauere ad operar mai coſa, per la ,quale debbano eſsi
meritare cut-ie punitione. Ne tutti quelli, liquali ſono indegni della
ì
paſsione muouonoſpauento, & compaſsione, conciolia cola che ſi
truouino di quelli, che s' inducono ad ,vccider ſe fieſsi ieflza liauer
pr nto meritata la morte fi come raccoma Valerio Maisimo in
Giulide cittadell' iſola Ceañvm- boniſsima donna &ſauii’sima eſſena
do viuuto lungo tépo in feline ſtato haut-r lui‘preſente 8t Seflo Porno \
pemiobiie cittadino di Roma beuuio il Veleno di propria volonta,&
`eſſere morta,
10,perclle altrila non
paisnone
credeadclui
quali nó produce
potere cópaſsronepOIſiche
auenire ſimilecalo ne ſpauen
non
pun aueniieſenza ſua volóta,& coloro the da ſe s'uccidouo ſëza Effe*
-resſorzatip quaſi sforzarip ingannati paiono meritare lu certo mo
do la morte poiche nóſannoſuma della vita quäco de0n0.Ancii0ſ-i
L
- \
JU: z ſom.
ſono alcu ni liquali non meritano la paſsio ne, anzi in luogo della
paſsione meriterebe no per la loro ardente ca rita verſo la patria
premio,|i quali con la loro paſsione non fannoſpa vento come Cut
n'o che ſaltò armato volontaria mente nell’apritura della tetta perv
tile della patria,& come i Deci,che s'offerſ‘ero alla morte ſponta nea
mente per la ſalute degli altri.Perciochealcu ne paſsioni,poſſono fa.»
re ſpauento ſenza compaſsione, & alcune poſſono ſar compaſsione
ſenza ſpavento-Concioſia coſa che lo ſpauento entri per la paſsiono
altrui nel cuore noflro per la via dell’ageuolezza di poterne auenire
Vna ſimile a noi,&la compaſsione entri per la paſsione altrui nel cuor
re noſlro per la via della ndignita non reputa ndo n‘oi degno di co
tale paſsione il patiente. Laonde non ci ſpauenta la paſsione di Cur
t‘io, o de Deci perche non ci puo ageuolmente auenireſimile paſsiOo
ne non perendoci auenire ſenza noſtra volo nta, ma perche eſsi era
no indegni di morire eſſendo tanto valoroſi,& amatori del bene com
mune noi habbiamo loro gra n compaſsione. Et la paſaione d’alcu no
ſcelerato auenutagli pogniamo per vno albero cadut-Îgli addoſſo ci
potrebbe fare ſpauento ſeDZa hauergli noi compaſsione perche Io
ſcelerato merita quel male 8t peggio, 8: perche Vn altro albero ſimil
mente ci puo cadere addoſſo anchoragciie non ſiamo ſcelerati come
lui. Hora quelle perſone che non meritano la paſsione, come ſono
gli'n noce mi, ſono degne di compaſsio ne. Et perche cene ſonodì
due maniere cio e‘ una che non merita quella paſsione come ſono i
figliuoli di Medea, e’l figliuolo di Ca nace, 81. v n altra che non ſola.
mente non merita quella paſsione, anzi premio come è Hippolito,
Wella maniera d’huominipariemi che non merita paſsione, & me
rita premio fa naſcerela carnpaſsione maggioreche non fa quellaxhe
ſolamente non merita panic-”eſſendo quella piuindegna della paſ
ſione che non èquefla. Appreſſo quelle perſone che patiſcono per
via che ſia meno difficile commuouono maggiore ſpavento che non
fanno quaile che patilcono per la via piu difficile. Perche aueg m
che i‘figliuoli di Medea, ei figliuolia d' Hercole ſieno vgualmente m
degnidella paſsio ne non clime no piu ſpauentano i figlmoli vcciſi da
Hercole, che i figliuoli vccifi da Medea. Perche e‘ mol to piu a geuol co
ſa che vna perſona forſennata vccida i figliuoli, che non è cnc v na,
che ſappia & conoſca quello clieſagliuccida. Hora per le coſe dette
infino aqui,altri, ſeio non m’ingannc, potra ottimamente cono
ſcere non ſolamente qu-di lìeno le perſone operanti, o parienti, che
mettano ſpauento Bi cumpaſsione in altrukmn quali anchor‘ di loro
fieno
i27
fieno piu, o meno attia ſarcío, & per conſeguente quali ſieno le per
ſone proprie, 8t principali della tragedia. I’erclie paſſei‘emo a ragio
nare della terza 61 vltima coſa di ſopra propoſta, che era qual mara
uiglia accreſceſſc lo ſpauento & la compaſsione. Et perintendere pie
namentequeſta materia èda partirela marauiglia in tre ma nierc ſe
condo che ſi truoua eſſere in tre diuerſi ſoggetti, cio e‘ negli animali
ſenza ragione, 8: nelle coſe inſenſate, negli ſiuomini liquali operano
hu! ribilita deliberatamente, 8t ex propo ito, & negli lluO mini,clie o
perano liorribilita contra loro volonta ex accidenti. Liquali ſi diui
donoin quelli, che preſhno cagione all’llorribilita per le vlc, per le
quali meno ſi credono preſtargliene, 8t in quelli, che ſenzt preſtare
gliene niuna ingannatila commettono. La marauiglia negli animali
ſenza ragione 8t nelle coſe inſenſate è tanto maggiore quanto ſimili
animali o le coſe inſenſate fanno o paiono ſare le loro operationi ſe
condo ragione, &ſecondo che ſogliono operare gli liuomini conſi
gliatamente. Perche èraccontato per miracolo in hiſloria d’ vu ca
nallo che nOn volendoſi con iugnere conla caualla,clie era ſua ma:
dre,& eſſendo ingannato nel etenebre vi ſi congiunſe, 8t auedutoſi
poi del fatto hebbe tanto dolore che percoſſe tanto il capo in Vn ſaſſo
che ſi mori. Horribile 6t ſcelerata coſa e‘ appogli huomini che il figli—
uolo vſi carnalmente con la madre riconoſcendola per madre, 8t è
grandiſ'sima marauiglia quando cio in alcun ſecolo auiene vna voltl
tra gli huomini, ma tra caualli ſimile auenimento non ci reca mara*
uigiia niuna.l.aonde diceua Mirrha appreſſo Ouidio. Coeunt a nima—
lia nullo Cetera deliólo,m c habetur turpeiuuencç Ferre patrem tera
o, fit .quo ſua fili; coniux.Anzi ſe ſi truoua cauallo che ne ſia ſchi
u genera mara uiglìa perche fa quello fuori di ſua natura clie fa
ñ‘—-ñg—`--— —-ñ— rimonta per ammaeſtramento d‘intelletto. Medcſimamente mag
gior maratiiglia ſara lìimata che vna ſtatua di marmo cadendo acaſo
vvccrda il …Lidl le, o .lnemi co di colui di cui èſlatua,clie non ſai-eb
be che vn altra ſtatua ſimilmente cadendo a caſo vccideſſe la perſona
non nemica, oanciiora amica di colui, dicui foſſe ſtatua & non dic
[nono tragli ſiuomini è coſa piu marauiglioſa clic altri vccida l’amico,
oil non nemico che il nemico. Et la ragione è maniſefla poi Clie la
&atuaſenza ſenſo non che ſenza ſennoopera quello a caſoflte ope
:crebbe l'huomo ragioneuole pcnſatamente. La marauiglia‘ negli
huomini, che Operan') liorribilita con deliberato conſiglio è tanto
maggior e quanto la cagloite c minore d’operarla. Perche nulla opo—
co aſuii'ì maramgſia che alcuno vccida il ſuo ;Enrico ma fi nur-uz!
1‘ I 8"‘
glia bene aſſaiſe vccide il non neflco,o .l'amico. Ne, quantunque
l’operatio ne ſua ſia meraviglioſa non ci genera compaſsione verſo
lui ma aſſai verſo il patiente non liauendo egli meritata la mcrte dal
non nemico, 8t molto meno dall’amico,&`a noi mette al quanto di
ſpauento clie non ci auenga ſimile coſa per mano d’Vn nollro ami
co, ma non tanto ſpauento è meſſo in noiquanto ſi fa perla marte
del nemico parendoci coſa molto .agevole ad auenirci , & in noi (i~
genera minore compaſsio ne ver-ſ0 il pa tiente parendoci clie il nemi
co perla nemiſh non lia bbia del tutto non meritata la morte. La.
tnarauig-Iia negli huorrini che opera no norribilita contra loro vole—
re pre-llandole cagione per uelle Vie` perle quali e"si n-ñeno credo
no preſtaruela rice ce'v na di‘àimio ne ſecondo le *vie vſate da loro, le
quali ſono di tre miniere. l-`ercioclie o le v-ie tenute da loi o ſono di
rittamente contrarie a peruenire all'llOſl'ibllëffl, o non ſono del tut
to co ntrarie ma diuerſe, o ſono communi 6t polſomindiffeiente
meme condurre altru ,8: non condurre all' hortibiiita- Gli eſſcm
pi maniſeſhranno quello clie pare detto perauentuta Oſcuramente
Edipo liauendo inteſo cheegli doueua VCcidere il padre,- & giactre `
con la madre perche non porcſſe auenirequello ſi parte daCcranto
doue credeua liabitare ſuo padre & ſua madre, 8t ſen’ allontana. La
qual lonta na nza era credura da lui eſſere la Via dirittameme contra
ria aperuenirea queſta liorribilita, 8: quella lontananza ſu la dirit
ta,& ſola .via clic lo mehò ad vccidere Laio ſuo padre Ct agiacere con
Giocaſta ſua madre. Cinara ſiconuenne con la balia di Minh] ſun
figliutoia clie ella di notte tempo gli doveſſe condurre vm giouane
ſua Vicina agiacei e con lui. ll che era via molto lo ntaua o diuerſa da.
g pei tienireali’liornbilita, alla quale nc” dimeno per queſta via per
uenneliauendoglila balia in luogo della giouane vicina condotta
L'iiri'lia ſua figliunla a giacere con lui. leplitlie combattendo co ”tra
nemicis'obiiga per voro a dio , ſe ottiene vittoria , di ſacrificarglí
Quella Perſona, che ritorna ndo egli a caſa prima gli ſi taceſſe in con
‘l'O-y (Lello voro era via commune, 8: indifferente da farlo ca
flçi'e, ó; ”un cadett- in liorribilita. PCI‘CÌOClIC ſc prima gèl ſcſſe
vicitovn ſeruo in contra non ſarebbe egli cadutoín quella norri
biiita liauendolo ſacrificato che cadde etſendogli in cOntra prima
Uſcita la figliuola , la quale ſu da lui liorribilmcnte offerta a dio
in ſacrificio. Horn maggiore marauiglia (i ti'uoua elſere nel .e
prime Vle che nelle ſewnde, o nelle terze` & piu nelle ſeconde
:lie nelle terze, elſendo poca maiauiglia che la via communed ci
con u
I 28’
conduca al luogo daue puo capitare,& èaſſai che la diuerſa,& mol—
to piu chela commriaci conduca al luogo doue ragioneuolmente
non dourebbono poter capitare. Et pa'ri alla marauiglia in quelle
maniere di Vie ſono lo ſpauento, 8: la compaſsione-~ Co ncioſia coſa
che ſieno maggioripcr le prime che per le ſeconde, 81 per le terze, -
ël maggiori per leſeconde che per le terze meritando piu compaſ—
ſione colui, che ha moſtrata piu aperta Volo nta di fuggire l'liorri—
blica, ó't face ndo anchora piu ſpauento poi che con tutta la ſua dili
, genza non l'ha potuta ſuggii-ela quale non ſu molta in lephrlie, ne
tanta in Cmara quantain Edipo. La marauiglia negli liuomini, che
operano horribiLita contra il volere loro ſenza preſtarle eſsi cagio ne
niuna è di-due maniereſecondoclie ſono gli liuomini di due maniere
cio è o ingannati dagli liuomini,o mganuati da altro che da liuomi
ni. Gli'ngannati da gli liuomini ſono come Tlieſeo il qualein anna
to da Fliedra maladice il figliuolo Hippolito 8t èCagione cheſta ern
delmente morto,& comeè Lot, il quale ingannato d..lle figlluole
lia-ue ndogli eſſe con l' ebbrezza tolto il diritto conoſcimento giace
con/low. Gli'ngannati-da altro che da liuomini ſono come è Her
cole, clie vſcito fuori di ſenno vccide la moglie eiſigliuoli, 8: come e
Iphigema che per non conoſcere ella Oreſte ſuo fratello ne egli lei
fuinlu l’vcciderlo ſacrificandolo. La quale marauiglia- non lìpuo
diterminare eſſere vguale in tutti gli'nganni- teſſuti da gli liuomini,
ne parimentein tutti' gli’nganni auenuti agli liuomini per altro che
per opera d’liuomini eſſendo alcuna volta moltodiuerfi gli vni da
gli altri. Solamente poſsiamo affermare che gli’ngan ni teſſuti dagli
liuomini paiono parlando generalmente meno marauiglioſi che
non ſo no que che auengouo per inganni d’altre coſe. Percioche
queſti nOn auengono coſiſpcſſo come quelli,& pare `clit:'t_:ontra gli'n
ganniteſi dagli liuomini ſi poſſa con ſauio prouedimento trouare
alcun riparo, ne ſpauentano coſi, .ne generano tanta compaſsio ne
come fanno quelli che auengono per altra’via, a quali ogni rime
dio par vano. Hora prima che ſpogniamo le parole del
teſto d’Ariſtotele le q uali tempo e‘ da ſporre veg;
giamo come in figura le coſe dette
in ſino a qui.

Per le
Di mom
ln letitía percefl'amento Di vita doloroſa
Di perdita diſtato reale
Di tragedia
Di morte
ln triſtitia per aueni- Di vita doloroſa
mento Di perdita di ſtato
lino
Per ricoprimcnto di ſcorno
Per ricovera mento di coſa, o
In Ietitia di perſona perduta
Per adempimento di deſiderio
amoroſo,
Di ”media
Per rÎCC'JÎmCMO di ſcomo
Per riceuimento_di danno di ro
In tríflitia ba mezzano
Per impedimento di deſideria
ameroſo

Operanti
Perſone tragico P atientì
Operanti & patienti
Con uia ingiuſta
Per acquiſtare il ben futuro
Con uia giufla
Del bene
Con via ingiuſt
Pet mantenere il ben preſente
Con via giuſt a
Cagîone
Ccnuendem
Per rimuouere il mal preſente Con pena
Con cambio
Del male
Con via ingiuſta
Per ceſſare il mal futuro
Con via gíufla
Scelerata
Îñ ‘É'". ì

_ A
Seek-rata o_ ' _ . q ſii K’ 12.} ~ _ `
Sockerata & horribíle - - - 4 - ' ì ._ f
. .'í .Ango o , .l. — ‘i' "aM
ü.
Operations o Seuſeuole - Per neceſsítamjuafinëeeñítl* _ ì .
'per errore della mento' _
Horiibü'e, ` per More‘ di fiorme‘ntoſ ~ .
d per ignoranza di Pèxſonf .
i** ' . i ' i i * -

Met-itaca» 7.5 “n
` _D01oroſei Non meritata ‘ :'3' * Z." .
Suſtituita in luogdxdí premia 4 ‘ì Î'
o "Meritata M i 1
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Angoon Non ineríçata .
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' _Come la cagîom.*,,l'operatíone,*ëv *lawpaísioné generano Bç fieno ge


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”erate lvna dall altra ſi puo Vedere nel ſeguente cerchio ', o "z—- '— ‘E'_ - '*
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Come ſpauento 6t compaſsione procedono da gli operanti bon-:Lilia
. ì C ..
'
Non da gli operanti ingiuſtamente B O'
Meno
Compaſsione procedono .Piu daglioperanti
dagliv operanti~ pergiuſtamente
errore di mente
Spauento
Alquanto piu dagli voperanti per errore
di [tormento ' '
Molto piu dagli operanti per ignoranza
-delle perſone ` `

come [pauento o compaſsione procedono dachi patíſce [terribile-t;

Non cla chi patiſcevolontariamente per .


Spaucnto procede v_tile _altrui _
' Da chi pauſce meritamente a caſo

Non da chi patiſce meritamente acaſo


Compaſsione procede Da cl-i patiſce volontariamente perni].
h . altrui

Non cla chi patilèe meritamente


Compaſsione Non da chi s’vccide volontariammte ñ p
Spauento Pr°c°d°n° ,Aſſai da chi patiſce indegnamente ,
‘ Piu da clu' patilèe meritantlo premio .

come marauiglia accompagni le coſe inſenſate,& gli huominí


operanti.

‘Le coſe inſenſate quando paiono operai* &condo


ragione
Gli huOmini operanti con- ._
Mara--islía ac: p tra volonta per vie contrarie"
compagna per vie dine-*ſe _
per Vle communi_
per inganno d’ ltuomirſſ
,Glilmom'a-.i operanti contra volonta- , _ ni p . -
perjnganno d altro ~
L1 a ‘nb
T"
1;"? g 0-'… m’qu reati-.t {gl *az-&ac; i [Lsíllllſls, &2:; V olendo Ariſtotele paſſare
a parlare come perla marauiglia ſi puo accreſcere la compaſsione,&
lo ſpauento,moflra prima che la compaſsione &lo ſpauento ſono
richieſti alla tragedia ritornandoalh memoria al lettore come nella
diffinitione della tragedia è ſtato detto,che eſſa per opera dello ſpa.
uento,8< della compaſsione purga cofifatte paſsioni , per conſèf
guente èraſſomiglianza ancliora di coſe ſpauenteuol1,& degne di
compaſsionej-lora ditfe che la tragedia è raſſomiglianzn non ſola:
mente d’attione perfetta tralaſciando la magnificenza ik l’altre qua:
lira attribuite all’attione nella diſfinitíone , 8c baſtandogli per rino
uare la memoria il far mentione ſolamente della per ſettione, della
quale parlò di ſopra quando diſſe che la ſauola vi dOueua ellère tut:
ta,&inſ1eme intendendo dell’altre qualita anchorade quali per_ bre:
uita tralaſciadì come tralaſcia ancliora Tgaycd‘ſa ,ouero AMO-,la qua_
le non ſolamente ei aſp-wir cro è quella raſſomiglianza , di cui tante
volte liabbiamo fatta mentione d’attione perfetta inſieme con l’al.
tre qualita,delle quali‘s’è’parlato infino aqui, ma ancliora è quella
nſſomiglianza di coſe ſpauenteuoli, 8c degne di. compaſsione delle
quali nella diffinitione ſi fece mentione. Turi-m ‘3" yi'mat (rima-md”.
(Delle coſe ſpauenteuoli & degne di compaſsione diuengono per
opera della marauiglia ſpauenteuoliſsime , 8c degniſsime di cornnaſè
ſioneHora ſe io non m inganno in queſte parole ha difetto di que:
[le Voci azz: TEÌNUlLdF-i', o ii deono ſottontendere , 8( ſi poſſono pera
ventura riguardando noi alle ſeguenti parole. Le coſe ſono ſpauenz
teuóli quando ſono doloroſe, o angoſcioſeet inſieme di leggieti pol‘
ſono anchora auenire anoi, di che s’è parlato di ſopra, et ſi parlera‘
di ſotto.Et le coſe ſono degne di compaſàione quando ſono doloro*
ſe &an oſcioſe, et inſieme auenute a chi non lemerita., di che pur di
ſopra s èparlato: 8t ſi parlera di ſotto. Ma l’ une &l’ altre coſe ri:
ceuono accreſcimento grandiſsimo quando oltre alle predette quali:
ta ſono ancliora marauiglioſè. Percio che la marauiglia è il colmo
dello ſpauento 8c della compaſsione. Si che tra le coſe ſpauenteuoli
8c degne di compaſsione ſono le marauiglioſe ſpauenteuoliſsime 8:
deîlniſsime di compaſsione.Laonde appare che queſta particella non
è a ogata doue doueua eſſere allegata , concioſia coſa clie‘non Pri:
ma doueſſe trovare il luogo ſuo , poi clic-Ja marauiglia e‘ il colmo
dello ſpauento, 8t della compa ſsione clie ſi ſhſſe parlato del dolor-o:
ſo o dell’angoſtioſo, dell’ageuolezza dell’auenimento,&deila’ndi=
351i?! Lie] PUERTO» M Mep ?wp z—ívum :ragà ‘nigi .NEW N Mummicho:
' ' ` ‘ ra che
‘ _ ' 131
ra che le coſe' ſpa‘uenteuoli,& degne di compaſsione divengano per
marauiglia ſpauenteuoliſsime,& degniſsime di compaſsione non di:
meno non ſono tutte d’vn grado,ne pari,percioclie alcune ſono me
no ſpauenteu oliſsime,& meno degniſsime di compaſsione,& alcune
piu.Sono piu quelle che ſono marauiglioſe perche glihuomini u’in:
cappano per quelle vie,per le quali eſsi dirittamente ſi credono fiig.
girle,& ſpecialmente ſe il fine d’vna via fia il principio dell’altra fico
me di ſopra ſu dato l’eſſempio in Edipo,il quale eſſendogli fiato pre
detto che egli doueua vccidere il Padre. 6c giacere c'on la madre s’al:
[Ontana da Coranto,doue liaueua per coſa certiſsima che il padre, 8C
la madre habitaſſero,& dandoſi ad intendere chela via della lonta:
nanza lo doueſſe ficurare dall’vno , 8: dall’altro misſa tto in tanto
prende errore che quella via ’ſu che lo conduſſe a commettergli , 8:
facendoſi a credere che l’ammogliarſi foſſe ottimo prouedimento
contra la fornicatione,o l’adulterio non che contra lo’nceſto perlo
matrimonio perviene a conoſcere la propria ſua madre carnalmen:
te.Hora la lontananza ſua è cagione che egli vccida Laio ſuo padre
8c la morte di Laio è cagione che egli poſſa giacere con la madre ſot
to giuſto colore di matrimonio , oiche era vedoua,& non dimeno
queſta vcciſione doueua operare' contrario , percioche il priuato
huomo,c11e vccide il re leggittimo dee eſſere punito aſpriſsimamenz
te,&non premiato,negli dee eſſere data lareina a moglie e’l regno in
dora. 'rà 70?; Mutande; Fort-*figa päMop i; &WB-ro; Blu-romina” ”‘u ‘fils Tai”:- S’aſ:
ſegna la ragione perche fieno piu ſpauenteuoli,& piu degne di com:
paſsione tra le ſpauenteuoliſsime 8c degniſsime di compaſsione quel
le coſe nelle quali gli huomini in cappano per quelle vic-,per le quali
ſi credono fiiggirle eſſendo il fine dell’vna il principio dell’altra via,
& ſi dice che quiui è la marauiglia maggiore,che non è in quelle coſe,
nelle quali gli huomini contra il loro volere incappano a caſo o per
fortuna,come pOgniamo ſe vn figliuolo volendo ſedire la fiera vc=l
cideſſe il padre ſecondo che auenne a Peleo d’vccidereEuritione ſuo
amico 8c ad Adraſto d’vccidere Atlli ſuo ſignore flgliuolo di Creſo,
81 poſcia queſto medeſimo figliuolo credendoſi giacere con una da:
migella della madre ſi giacefiè con la madre ſecondo che auennea]
gentil huomo di Prouenza,di cui di ſopra facemmo mentione,& di
cui parla madama Margherita Valeſia- reina di Nauarra nelle ſue no:
uelle,ancliora che `gli ſoſſe auenuto contra ſua volonta d’vccidere i!
padre,& di giacere con la madre altri nonne prendere bbe tanto ſpa
nemo nc gli linurebbe tanta compaſsione quanto ſpauento Prende
_ , L1 z d Edipo
i

d’Edípo,& quanta compaflsione gli porta eflèndo le uíe,perſe qual


fu Edipo tratto a commettere coſi abomineuoli coſe piu maraui:.
glioſe 81 piu iiicatena te l’vna con l'altra ,che non ſarebbono quelle
del figliuolo da me prop.oſto.l’vne,& l’altre delle quali vie, auegnañ
che a caſo conducano gli liuomini a traboccare nel foſſo di Loſe tan
to ſpiacentian dimeno l'vn: perla catena,con la quale ſono anno:.
date inſieme,& perla nouita ſua paiono ordinate da conſiglio, 8c
da auia deliberatione , 8t non temerariamente o dal caib,&l'altre,
che non dipendono l’vne dall’altre,ne hanno nouita molto maraut:
gſioſa ſono dette da Ariſlotele eſſere auenute a caſo 8t tcme‘raria:
mente per diſlinguuledall’altre auenute meno a caſo 8c meno t*:
merariamente. 'mi ”ſi ?ch Zen; ”'70: uöm Owflaslſ-i‘m'm &c. Se alcuno
pegaſſe,o non ere-deſſe che quando le coſe Ordina te a fine contrario
o a diuerſo o a commune per gli liuomini gli-conducono douenon "
vogliono,& (lOLC non credono foſſero piu marauiglioſe quanto
meno paiono auenire a calo, 8( ſono piu dipendenti ſ’vna dall’altra
Ariſlotçle lo pruoua con l’eſlempio della mai-auiglia che ſi prende
nell’operationi delle coſe inlèliſí‘tte , & mancanti di ragione,percio:
che quelle operationi ſono piu ma: auigl oſe cl.e paiono auenire piu
ragionenolmenteſi com: ſi vide neL’a ſtatua di Mitio in Argo che
cadendo vcciſe colui che era colpenole della mOi-te di Mino quaſi
liaueſſe intelletto 8c voleſſe farla vendetta delli morte di Milia
di cui ei a ſlatua,& cui rappreſentaua. Et è da pci mente che dic-en:
do bui ma 1089i ſtai Tiix'lS Ste. cio è Poiclie anchor-a nella coſe della ſor:
‘una quelle tra l’altre paiono eſſere marauiglioſìſàime che paiono
anenirc piu toſto ſtudioſainente,che temerariamente, non intenden: `
do di _dire che gliauenimenti marauiglſiioſi della ſauola della tragedia ,
' `non fieno incerto modo coſe della ſortuna,ma ſerclie ſono miſchia: _
ti con la prouidenza liumana ſi poſſono negare eſſere della fortuna.
Et è ancliora da porre mente che i'li-iſlotelecon queſlo Caſo fortuno
ſo della ſtatua di Mitioparuro aueníre a ſtudio non intenderſi pro:
uare altroxliela maraiiiglia ma {giore accompagni lo ſtudio ilelcaſo
concioſia coſa,clie mînoi'e ſpavento 8'( minoi e compaſsione fieno
generati daila marauiglia accompagnano: il caſo de‘iſa ſlatua di Mi:
tin vccidendo colui,clie meritava la morte clienon ſarebbono ſtati
generatiſeliaueſſe vcciſä parſona che non meritaſle la morte dop ò:
o‘ ÃvJ‘fidJ e* nîî iii'ms &c. Del caſo della ſtatua di Mino fa anchora men:
[ione Plutarclio nel libro. ”al nec, eguale: 6715”? 91.33’ Tlflqsg'tllmf. Et
d’vnsîaſo non ,fa vno cpigramina Callimaclzo llauc'nìſo la
' ‘FO-CW
'W’—

I 2
II-Ì’ñ‘
“rà colonna della ſe? qlk'ura della matrigna caduta da ſe addoſſo al figli:
aſh-o vccíſolo ;Mapa-mis awè@ Alan-g ?Swe ”Feg- , i: da“ :TWO-xl 'n'a’
.-rço'meo o’u’puoo’_ -ráqaç mmm?” miu-au ”Thy ”mmm çíuym mm) ñ: ”ù
*112290901* ?Who-0|. YM ìvízka 8m. La riſpoſta manca ad îmî-poſtoin
ùrn' prmcipio di quella particella. La quale per molte coſeincidentemens
-tc- dette s’c‘ tralaſciata, 8c fi ſala concluſione, o è da dire che 8a hab:
bia ſignificato di riſpoſta come nel vulgare l'ha Adunque,di che an: ñ '
.chora di ſopra ſ1 parlò. añañ
:a
PARTICELLA PECÎMAÃU} 37,5” Pv'wçlm‘nxv &vm-T, ”"5 :München
_ 13'121 ;cè-s al‘ ”fáèss , o‘: mfuídfls ol' @vos: Emo: R özoſgxoua‘; îuoòs oÌo‘m *lord-rm,
I‘m.: ”3” ?UE-ZX‘: ,‘is woflívns z Bang mçlsm , dvvflxoîîs ”è mas, à'… m:
flmTtlaj n alarìwglîfm'í nuaraíèam ruſrm` ”L’I’À‘zhu‘i‘m 5; ig Ìs …và Sturm;
. gup“- u mçlrmîas , n &pepaìîa n HETÃHKCU is!. ’ru'u'mfj J“u yzvíàm ?È ?ra-:ñ: TT”
”Mms-md' .Hulk. 3! 1t 7K 1:5": ?mv-,umímç Emax-'mp '1: {È àafl'yxns , ;una u
’ và àxb fl'flflàat TUE-m'. J‘Nîh’çfl mm‘- -rä rlſiveñau -ròz'J‘fl JLÒ: WU‘: , ’À (mò a
IA”, g ?mg-:7121? ”Xu ,il és ?òîFaV7ll`o(J*'rë-Î\q` 13-32170142 mc: mmflmî , mafia“ e:
”gn-m- ;Lu 10VT05,`Ã@\L^1'7'0A6;J , ”ma 70 ano.; u ava-,uſava Zeme HU SMD-m ‘
l‘a , ?Muy ás îupçavéf-rëfm‘rmub , ”ò Tam-AM0‘: Le; ?très 1M/ ,uu-r'ñg ça’eu , J‘u- “
Aóc’a’s , 3’: 7|! la?? Town-n'a‘: îcm'flde, ”in îv Axl-”u , 3 Mib-‘AHO- ,155 Qnm“
Oavoumv@ ,17 ácflavçtàî ?Won/94V , 55 mem'ó‘q ,-rèſs ”Xu duu'ffin 'tn-:(3°: affina“
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. xiv-m îsΑJ ?n ,Zar-'kg ’illplml ,íUflEallfflL Dùèvr'mçafl 115’): a; ,ri-,Wava ;51‘, am“
?my/c’e”. EM’ Éflémsa 707 …9:1 , ’UPA l? ”Amm 77”' ”Mems ,i éng'm Z; »Tr-;o “
"…J-r” ìmyvóçldls, ”è mçm'rraa , ’È 77.10‘.: :La ,3: @52091 , 0’109: ?rr-;Emy ñ Te“"g‘h'a “
aſma; 5716x911”. 'el-”'5‘ usò *rà Îmxflîp ’Led -ràíuruXtTlo 77m‘ *rc-?f mchmísduyu’co"
' {ZA-HDD íîxvnfláçms rleSy is‘: 3m flaígms. ’t’fl ìvayVöfllfffl,ìl` ”351 ëd} eyz-zig! 77743 “
73‘; 112W “Away-Fray i J‘ÎÀ@ mg@- , -n's îslp- Îfl N &uçorîfoui J-Itî Unreal‘
{anche ñ ”Sì- îcpx-,íva-x ?fl'ëçísxjàvzymç’m 'u -nîs MANU-[ITS Emmi: ,îxávç 5“
”PBS-rà) Wiz—(map HMHS’i'J‘a Ètquugl'c'wi. “A
CONTENENZA. Che la favola debba eſſere rauíluppata che colà
fia ñ mgm'rraa cio è riuolgimento,& che fia Ia riconoſcenza.
VVL G ARIZZA M ENTO.H0ra alcune delle ſauole ſono ſiſſplíci 8a a
. alcune ſono rauiluppategercio che l’atdonydellc quah'le favole ſono“
' raſſomiglianze acciodle non cerchiamo altra pruoua, ſono cofim
_ fatte. E! chiamo fimph'ce actions quella , il trapaflàmentou
l deb '
” della qualc,eſſendo effifi come è fiato ditemínato,contínuata . &
” vna ſola fi fa 22m mgzm-ráas cio è ſenza ríuolgimentop riconoſcenza.
” Et rauiluppata c‘ quella , della quale il trapaſſamento è con ricono-~
” ſenza,o conriuolgimentop con amenduni. Et conuiene che queſtc
n coſe fieno generate dalla conflitutione della fauola inguiſa,che eſſe
n auengano erle coſe paſſate o di neceſsita o ſecondo vcriſimilitudi:
p, ne.Percioc le ha _gran differenza che alcune coſe auengano per alcu
,7 ne,o dopo alcuneÃJ-lora riuolgimento èla mutatione in cOntran'o
,, delle cole che ſi ſanno ſecondo che è ſtato detto. E; cio come dicia:
,, mo facciali ſecondo veriſimilitudinep neceſsita. Si come nell’ Edipo
,, vegncndo altn' per fare ralegrare Edipo,& perliberarlo dalla pan
,, ra che eíli haueua della madre , hauendogli manifeſtato chi egli elſa '
,, operò contrario , 8c nel Linceo. Egli è menaro come colui,
,, che dee eſſere mOrto , 8( Danao lo ſeguita come colui , che lo
,, dee vccidere 8c fluenne per le coſe interuenute chequeſti fu morto, &
,, quelli ſaluo. Et la riconoſcenza fiſcome anchora il nome ſignifica#
,, mutatione d’ignOra nza in conoſcenza o per amiſta,o per nemiſta dl
”coloro che ſono dcſtinati a ſelicita o a miſeria. Et belliſsima riconOf
,,ſcenza èquando inſieme ſi fanno iriuolgimenci come ha neTEd!
,, po.Adunque ſono anchora altre riconoſcenza Percioche auiencím
,, che alcuna fiata,come e‘ ſtato detto,che la riconoſcenza appcrflflîc
,,a coſe ſenza anima,& di caſo.Et ſi puo riconoſcere ſe alcuno habbia
,, o_ non habbía fatta (alcuna coſa.) Ma quella che maſsímamentech
' n tiene alla ſauola,& che maſsimflmente (per-tiene) all’attione èla prtîf
,dettaZPercioche coſiſatta riconoſcèza &riuol imëto haura o miſcn:
cordia o ſpauento,per quali attioni la trageäiaxfi conflituiſce raffo
m1glianzalît oltre acio `auiene in cofifatte atrioni l’eſſere infelice °
feliceJ’erche la riconoſcenza c‘ riconolcenza d’alcuni,alcune ricono
ſcenze ſono d'vno verſo vn’alcro ſolo,quando l’vno (ſolo) fa "nam"
feſto chi egli ſia. Etalcuna volta ſi dee riconoſcere l’vno l’altro,fi
come [plug enia fi: riconoſciuta da Oreſte per mandare la lettera#
a 1m ſaceua di meſtiere d’ vn altra riconoſcenzá verſo lphígeníí- ;
SPOSI T l O N E. ln queſta decima particella ſi parla della ſetmpa
coſa ſ1Cl1i`Cſta alla fiuola— che eſſa debba eſſere rauiluppàta,& nOn 11m
PÌ‘CCaöî S intende per rauiluppata quella che è compoſta di due dl:
"STEP Piu ſOÌO contrarie materie,cio è di ſelicita,& d’inſelicita, 0
d "FffllCſta ,3! di ſcllſicíta,& ſimplice .quella che è compoſta d’vna ma:
tem ſola cioè di ſelle-ira ſolap‘d'inſelicita ſola continuando vn ſ6‘
-nol‘e (ll fortuna dal principio in fino al ſine.Ma prima che procedia!
. mo piu oltre non ſara male per intendere meglio quello,cgîi<ſlícc
0-’
-fl

Ariflotele,.& penne-num per ſupplire anche” quello che ma nca


’Ì-"HH in lui, che facciamo ,vm diuifione piu copioſa delle ſauole,la quale
cOnlìituiamo eſſere di quattro maniere. Perciochc le Fauole ſono v
guali o diſuguali,o vero ſono ſimplici o doppie, o vero ſono interne
o foreſtierc, o vero ſonovolomarie o neceflàue. lo chiamo fa uole
,Uguali quelle che Ariſtotele nomina lrmplici, 8c chiamo ſauole diſu
gualiquelle che Ariflorcle nomina rauiluppateparendomi i predet
ti _nomi piu conſaceuoli aquello,che intëdiamo di ſignificare. Adunq
que la favola vgualeè quella, che fernando per tutta lei vno medeſi
mo tenore di miſeria, o di felicita non ricene alcuna murarione di for—
tuna- L'eſſempio puo elſereil Pometheo il legato *d'Eſehiloauegna
_che la miſeria ſua riceua rurra via alquanto d'accreſcimencoEr la ſa
uola diſugualeè quella che ha murauone di Raro felice ,in miſero, o
per lo contrario dl miſero in felice. Dichc puo efl'erc ‘eſſempio *Edi
*p0 il tiranno, il quale di reſelice cheera,diui_ene miſero, cioèpciua
ñ‘ñó-—.ñ—’-ñm—- -
_--L-v
,to del reg no, .6: de liocchi, & va :api na ndo per le ,contrade altrui
Er chiamofmoh mplicequella che non ha ſe nonv na mntatione
.di lieto felice in miſero, o perlo contrario di miſero infelice come è
laſanoh predetta d'Edípo il tiranno,& voglio io chela {implicita
non riguardi ſq coniinuatione d’yn tenore dl fiato come voleua Ari
ſtotele-,ma la ſingolarità della murationc dello flatoglla quale ſimpli
.cita riſpo nde per coſi dircla dupplicica 0 la triplicita. Perche la fauna '
la doppia lara quellaJa quale ha piu mutarionidiflatofeliccin miſe
ro, o parlo çonmrio di miſero infelice,ſi comen'lxamolu lefauov
.la d'Hercoleil,forſennat0, R l'Antigone. ,Hora quandojondico che
Piu mutptionixil ,Raro polſonn haucrnluogo ill-Vila imola .non inten
do che-quelle piu murationi debbano ſempre lnuere luogoinvna per
ſona ſola ma …diuerſe anchOra‘come nell'Hercolc il ſorſcnmto la
mura. ione dello fiato auienein .Lic0,in Megam,&ne figliuoli,in Her
role-,R di nuouo in Mcgara,& ne figliuoli..Lico eſſendo re felice_ per
la tornata d'Hercnle d'inſerno perde il regno, &inſicmela,vita. Me
gara coflgliuoli di :anima d'afflitta che era per ;quella medeſima
10ml” d’Hercole diviene libera 8: conſolato. Hercole _divinorj oſo
diuieneſorſenmto &rvcciditoredclla moglie 81 defigliuoli. ,Megan
ei figlluoli dallaſommira della letitia caggíono nel profondo della
[nſtm'a eſſeudo vccifi Megara per mano del marito ci figliuoll del
padre. Fauola interna è q uclla che ha le cagioni della mutanone che
lo (lato di miſero in felice o per lo contrario difelicein miſero pro-
”demi dalle coſe dentro dalla fauola ordinate a contrario fine fo
."p—ñ"-
* Mm mel :ſu
'.
me l-'efl'em‘pìo è‘ maniſeflo nell’Edìpo il~tiranuo done mentre eoiula
che era venuto da Gora nto crede di conſolare Edipo affermído clieñ,
non è ſua madre quella che egli flima eſſere a Cora mo lo ſa entrare
in ſoſpetto che Giocaſta ſia lua madre, & appreſſo perla riconoſcen
za cade in miſeria eſtremannchora nell'Orla ndo furioſo di Lodovi
eo Arioſto n’e‘ vn bello eſſempio ladoue è introdotto v n diſcreto vil
[ano volere conſolare Orlando che era turbato colracconto dell'a
m0re di Medoro 6t d‘A ngelica,& co n quel medeſimo racconto gli-e'
creſce tanto il doloreclie egli diuiene matto,6i furioſo. La ſauula
foreſtiera riſponde alla’nter na in quefl0,clze doue nella'nterna le ca
gioni della mutationc dello fiato procedono dalle coſe dentrodallav
ſcuola ordinate a contrario fine,in lei le cagjom della mutatione del--ñ
lo flatg procedono da coſe di fuori ordinatea queſto fine, o al meno
nö ordinate a fine cótrario.L'eſſempiodelle cagioni della mutatione'
\ dello fiato precedenti dalle coſe di fuori ordinate a quello fine ſi puo
vedere nel Philocopo del Boccaccio, douec‘ introdotto .Florio con
armata mano andarea liberare Biancofiore condennata al fuoco,
R condottan per eſſere arſa. F.: ſi deono reputare eſſere della-ma
niera di coſi fatte cagioni gli aiuti diui ni miracoloſi come la traspor
”rione d'lpllige nia cl' A ulide nella regione taurica. L'eſſempio del'
le cagio ni deda mutatione dello ſtato precedenti da coſe di ſuon':`
'non ordinare a fine contrario ſl puo vedere nella nouella della Vio
lante, 8: di Theodoro del B0ccaecio,nella quale ſi fa che Plu’neo Pa'
dre di Theodore capita per altro fine ma non contrario aqueſto in
Trapani, doue-u figliuolo doueua eſſeregiuſhtiato, 8c riconoſcendo
lo [campa da mort-ñ La ſauola neceſſaria e‘ quella nella qualela mu'.
eationedello ſtato ſiſa in alcuno ſenza concorſo di ſua volonta per
ſor za altrui ſi c cme ne puo dare l'elÎempioJa tragedia di Seneca con
gnominara Troas- Nella quale-Aflianacte è~ gutaro da.Vliſſc davm
torre in una# morto,& Polrſſenaè ſcannala alla ſepoltura d'Acliil
le-cotne viteima- Fauola volontaria è quella, nella quale la mutano
ncdello ſtato ſi fajnalcuno di ſua volonta come in Didone che vo
lentariamente vcciſe ſefleſſa, & in Medea che p,ur volontariamente;
VFCITCÌ ſuoi propri ñgliuoli. Hora tra queſte maniere .di favole piu
da lodare e‘ la diſuguale .che l'vg—Jale, & piu la doppia che` la {implica r
HC, ël piu la'nterna che la foreſhera, Se dclle ſorcſtiere piu quella che
ha le cagionidclla mutatione dello fiato prOCcdenti da eoſç di ſuon' :t
non malware a- queſto vfine,. ,apra la volontaria
»'_4 4- ' . t; '
chel la ncCcſſamjfl_
“1,355“.

..a ,., *
13 4
[e ragioni perche l’ vne‘fiem‘) piu da lodare che l’altre ſi tralaſciano
ſi come aſſai maniſeſte. citi J“t 18g fluidi.” ai‘ “ivi-MJ, oi J"- mflìáflaim, Per
le coſe dette ſi puo comprendere quello che Ariſtorele intenda per
ſauole ſimplici, 8t per rauiluppate cio è egli intende per ſimplici
quelle' ſauole che conſervano vno tenore dr ſtato o miſero, o felice,
81 per rauiluppare quelle favole, le quali non conſervano vno teno
re'ma hanno mutarione di fiato o di miſero in felice , o di felice in
miſero ſenza che egli lo manifeſta nelle parole ſeguenti prendendo
l'attione per mezzo di pruoua. My» J‘ì 027m?- u”, uffi”, eee. &mum
pflvt {"1 íÉ 35, &c. U‘l 7a}- ttſ ‘ÌlTa'iÈCJ’ uv umide! “- 540001' l'6” &Smau-6’” iuîtil
oim muffin-Volendo Ariflotele prm are chela ſauola e* [impliceora
uiluppata vſa quello fleſſo argomento clie-vſò di ſopra nella ſcſi-1
articellaxvolendo prouare che la ſauola era vnaöt nOn piu, il qua
ſu coſiſatto-.La coſa rapprenſentante dee hauere quello, che ha lt
coſa rappreſentata,~& non piu, ne meno. Mal' attiene, che e'la co
ſe rappreſentíte dee eſſere vnarſoiaflznó piu,adunqs la ſauola chee‘l-Ì`
coſa rappreſentante dee eſſere v na ſola & nó piu, 6t hora parimente
dice, poiche l’attio ne che è la coſa rappreſentata è o ſimplice, o rn
uiluppata, Gt non altra adunque la ſauola che è la coſa rappreſen
tante è o ſimplice, o raurluppata Gt non altra. Et ſe èvero_ che l'at
tionëſta tale, 8: non altra ſeguita anchoràclie la 'fauola ſia tale &
non ,altra-‘Ma altri porrebbe negare che l’attione foſſe ſolamente di
due maniere come preſuppone Ariſtotele, concioſia coſa che ci-ſia
alcuna attiene dÎ-Vn tenere continuato come c‘ `ſtato detto di fiato
miſero, o di fiato 'felice,‘›& cene ſia anclmra alcuna ñaltra cii-díuerſo
:tenore in vnoflato medeſimo, come è quella, -nella'quale ſoprauen:
no altrui alegrezze ſopra alegrezze, o miſerie ſopra miſerie. Siclxe
'a mutarione ſi ſa non ſolamente di miſeria inſelicita, o di Felicita in
miſeria,,maanchora di miſeriain miſeria, o di felicita in felicita. ‘in
.Ou'tſi prende qui in-quella medeſima ſig nificatione che ſt pre-ſe di ſo
;pra quando lt diſſe ahi-:Ms fl) ma?” nfádoUv, &c. Accíoche non an—
diamo cercando eſſempio o pruoua lontana per provare quello di
che trattiamo prenderemo quello che ci è preflo 81 .vici no, quaſi di
ca Ariſtotele io potreiprouare queſta dtſtintione per altri argomen—
ti, ma mi contentero hora di queſto che mi.ſi para ina nzi. 2:70 M at
”air ”fata-,8m 'No è preſa la tratlatíone-da drappo ſpiegato o rauilup
pato co meltimano alcuni da Ariflotele,& traSportata a queſta diſtin
tionedi ſauole ſimplici, & rauiluppate, .quali che le ſimplici come
,dr-ppi ſpiegati fieno damiani _ſubito mamſefle agliocchi della men
-. Mm z 4 le d'og
~
\

te d'ognuno, & le rauiluppate come drappi‘piegati non poſſano ci’:


ſere vedute da tutti ſubito 81 pienamente. Ma ſono dette ſimplici con
me habbiamo detto, percioche nOn ſono compofle ſe non d'vna
materia ſola cioè o di miſeria, o di felicíta, 6: ſono dette rauiluppa
te perciOclie ſono compofle di due materie congiunte & rauiliippate
inſieme cio “di miſeria 8t di felicita, o di felicita & di miſeriafiora di
ce che coſaintenda per attiene ſimplice, & per attiene rauíluppata‘.
lntende adu nque quella eſſere ſimplice, la quale eſſe ndo intera &v
na procede dal principioin finoalla fine ſenza riconoſcenza 0 muta*:
rione & nomina la mutarionemçm'nfln, cio è riuolgimento di ſtato
miſeroinfelice, o di felice in miſero. Et intende quella attione eſſere
rauiluppata la quale procede dal principio al fine con riconoſcenza,
ocon mutatione,0conamendunenît ?tzoyim‘i'amç î-'çum i'm-WD’: :zaia
Teflimonia quiAriſlotele d'liauer detto di ſopra che l’ attiene della'
ſauola debba eſſere'lvuxſit, ma erche non n'lxa mai parlato ſono
quefla voce di WRX!! conuiene ire che n’lxabbia parlato ſotto qdeſte
voci más: lì Fm, 6t che tanto ve riga a dire unix-i5 quanto perfetta 8t
tutta, o vero clic n’liabbia parlato quando diſſe che la favola nodo’
ueua eſſere însdoá‘xfflgöt che venga udire quanto congiunta, & debita“
mente corppofla. Hora eſſendo l'attione perfetta o tutta, o debita'
mente oo mpofla,percioclte nó ſarebbe meraviglia che ſi trouaſlëm
Ittione imperfetta, o tronca, o non debitamente compofla, la quale’ -
non lianeſſe riconoſcenza o mutatione,0~ anchora le liaueſſe,dells
o quale attione non parla Ariſtorele,ma parla di quella attiOnedicuí
s'è-parlato inſì no affini, 8: che eſſendo perfetta', tinta, o debitamente
compoſia,& Vfla in orma la fauola della tragedia ?iu ”mm—rd:: "n"am
”agi-’pn í perda-dts ?l'un-t. Non ſr prendenués-dis in queſto luogo per
mutatione, come credono alcuni, ma per lo proceſſodell’attione
dal principio al fine. Percioclie come ſi puo prendere mäwispel'
mutatione in queſto luogo ſe rnutatjone non c'rhaluo‘go i' mai-Aqui
m :È I: att-rà Eva-rionali“? ’ti martini” ’E ànçcîvî ”très-tri': 75'”. Ateío‘ne rani
luppata c quelle-,ch e ha’ il ſuoprocedere di ſtato felice in miſeria, o
di miſeriain felice in tre morſi per muta tione fenZa riconoſcëza per
mutatione & riconoſcenza ſeperatamëte non eſſendol: riconoſcëza
proſſima ne cagionecógíunta con la mutatione, &per muratio nc 81
riconoſcenza facendoſi la mutatione inſieme con la riconoſcenza 8t
- per cagione prosſima della riconoſcenza. Et forſe qui mancano al
'euneparole, e'l teſtoſareblre da accOnciare coſi. ;è Ît ma‘: Jſeçlſſfrdis
eìmlugumîínimfflmddmrm Jſi ippici‘. 5-51907! maine"… imita-ti!
L . _ ;5"
. ñó-rv»»ñ…,ñ..ñ-.,.ñ-.—ñ e

'3)'
Ir”; cio èla rauiluppata è quella , della quale il trapaſſamento ſi ſe
con mutatione,o cOn riconoſcenu 8: co n mutatione,& con eſſe oſea
peratamente, o con amendu ne meſcolate inſieme; Et nel vero ſe
non diciamo coſi non potremmo verificare quello che parrebbe dire
Ariſtotele, cio e‘, che la rauiluppata poſſa eſſere con la riconoſcenza
ſola ſenza la mutatione concioſia coſa che non poſſa eſſere rauilu cv
para ſe non u’interuiene la mutationedi felicita in miſeria, o di mi e
ria inſelicita.^dunque mutatione di ſtato miſero in lieto ſenza niuna'
riconoſcenza ſi puo vedere appreſſo ilBoccaccio nella nouella di m”
donna Iſabella che ſi trouo ha uere due adulteri in camera ſoprauec
nendo il marito.La riconoſcenza nell’Helettra ſi ſa tra Orefle & Her
lettra ma non ſeguita in conta nente la mutatione,ne la riconoſce nb
La è cagio ne proſsi ma della mutatio ne. La riconoſcenza 6: la muta
tione ono cagiunte 'inſieme, & la riconoſcenza è' cagione roſsima
della mutatione nell’ Edipo il tiranno. ver-‘Ta J‘s .M Wiz; i duri: iis'
mirto: roîm'îow La mutatione 8t la riconoſcenZa, ſe deonoeſlëre lo
dcuoli, deo no eſſere prodotte della conſtitutione della ſauola cio è
ie cagioni della mmatione, & della riconoſcenZa deono procedere
dalle coſe i nterne della ſauola ord'matea contrario fine, 0 dalle coſe r
di fuori 01 clinatca diverſo flne,come liabbiamo di ſopra detto quan
do s’è fauellatodeila favola interna o ſoreſtiera, diclie quiin queſte
:role pare intendei e Ariſtotele. Amii?“ 7“} WAH ?ſnai ?i di di@ "A 5a
tim-ra‘: rà J“r. Non ſa rebbeperauentura ſtato malea ſare vna diſtintioe -
ne piu piena, & a dire che alcune coſe della fauola intetncſuccedoo
no l'vna all'altra ſenza dipendenla come il furore d'Hercole ſucce
de alla vendetta preſa di Lico ne dipende da quella.Alcune altre ſue
eedonol’vne all’altre con dependenza 8: queſte in ire modi. o per—
elie ſono ordinatea diterminato fine,o perche ſono ordinate a diuer
ſo fine o perche ſono 0= d* nate: contrario fi ne. La morte di Clitem
neſtra ſuccede c6 di pende nzaalle'n ſidied’Oreſte,le quali era no teſe
&ordinate aqucflo fine diterminato alla morte della madre-La mor
te d'Atliiſuecede condipendenza al lanciare del dardo d'Adraſto che
eraordinato adiuerſo fine cioèalla morte della fiera. La morgediLaio,
& lo’nceſlo di Gio caſh ſuccedono c6 di pendenZa alla partita d'Edir
po da Coranto che ſu ordinata a fine diritta mente contrario.^ Pari
mente alcune coſe della ſauola toreſliera ſuccedo no l'vne all'altre
ſenza dipende 02a, 81 alcune ſuccedeno l'Vne all'altre cOn dipende n
za, 8t queſte 'ſimilmentein tre modi, o perche ſono ordinate a diter
mimco fine, o perche ſono ordinate a, diuerſo fine-,o perche ſo no 0r
, Mm z dinate
din-te e centrnrio fine. Diquelle coſe della favola forefliera che ſue
cedono l'vne all'altre ſenza dipendenza non ſi dee tener cor-to niu
no ſe non per ſuggirle , ma di quelle che ſuccedono l' vne all'altre
con dipendenza, 6t ſono ordinate a diterminaro fine o adiuerſo di
ſopra ſi ſono moflrati li eſſempi la doue ii parlò della ſauola fore- '
.fliera. Et di quelle che ono ordinate a fine contrario ſi puo vedere
i l'eſſempio in Hormiſda che corre all'aiuto di Paſimonda,& non che
'7 l'aiut' ma egli èvcciſo-nella nouella di‘Cimone appreſſo il Boccac
cio i; ”eçlnirulu'w iis-nl ivan-'u Töf ”arſogivov per-Wi. Moflra Ariſtor
'l tele che coſa ſia mmiue cioè riuolgimento dicendo clie e‘ murano
‘ ' ne in contrario delle COſe che ſi fa nno ſecondo che è‘ſtato detto ri
mettendoſi e quello che diſſe nella quinta particella con queſle paro
le. 'Ma accioclie ſimplicemente diterminando fauelliamoin qua ma
&randezza facendoli le coſe ſucçeſsiuamente ſeconda la verilimilinf
ineo lÌ-neceſsita auiene che di miſeria fi trapaſsi in ‘ſelicita,o di ſeliu
ta in miſeria,queflo è-ſufficiente termine della grandezn. La muta
tiene adu nque delle-coſe che ſi ſanno in contrario, è il diuenire di
-felice miſero, o di miſero felice. Et queſta mumio ne fifa ſecondo
:veriſimiliiudine o neeeſsita ſi come Ariſtotele dice -in que-fia particel
.h con quelle parole. Et conuiene che ueſte coſe ſie no generate dal'
[A COnſtitutionc della fauola inguiſa c xe elſe auengano per lecoſe‘
. paſſateo di neceſsita o ſecondoveriſimilitudine. Della quale neceſ
ſita overiſimilitudineliabbiarro noi di ſopra parlato a ſufficienza
‘ Ma perche-la mutatione di miſeria infelici” odi felicira in miſenalu
,luogo nellaſauola della tragedia tal hora Vna volta ſola & tal ho"
piu vol re pareua che le ſauole foſſero da diuiderein ſimplici 8: indol’
pie domandando ſimplici quelle,clie non cótengono ſe non ma…"
raduni-3,8: doppie quelle,che ne contengono piufi come l'hab‘blam‘!
diuiſe noi di ſopra per queſto riſpetto. am ‘ev-n} oile‘l iÀOei!,&C- l’61'
.dueeſſempi ci di moſtra Ariſtotele comeegli inrëda mutatione inCOD
trario delle coſe che ſi ſanno. Prima per l’eſſempiodi colui clzevenu*
to da Coranto credendo di recare lieta novella ad Edipo 8: di ſicura!“
lo dalla paura che eglihaueua d‘auicinarſi aquella,che ſalſamenſéffi
deua eſſerc ſua madre facendogli conoſcere chi egli era lo centri?!
,& ſa il centrario di quello che era ſua intentione dl ſare. Poi per ‘ſ‘
ſempio di Li nceo 8: di Danao eſſendo aucnuto di loro il contrario
quello,che d') ueua auenire cioè eſſendo auenlito che Linceo ſc5P-Îſ‘
ſe 8c Danao moriſſe douendo per le coſe ordinate a contrario fin‘
`”unire dirittamemeil contrario. Con quelli eſſempi adunq;
e , 136
Arífloteſe ciiei myizſragddſi nude in queſto -ſuogo pirla, &i; qua!.
egli app ruoua perla ſoprana è quella,cſie ha le cagio ni ordi nate nó
I queſto,o a diuerſgfineflu acótrario dithe di ſopra noi habbiamo
parlato-13h13 Amy, Diſotto Ariſtotèle neminera il Linceo di' Theo
dettcilquale non ene puo eſſere queſto diche fa qui mëtione,percio
che in quella tragedia ſi trattaua diDanaod’Hipermeflra,&diLinceo,
&in quella di Theodette,di Tliere0,di Progne,&d'lthi ſecondo,~ che '
in ue] luogoſi moſhera-Hora in qual modo propriamente Da nao
ſol e vcciſqöiLin-:eo ſcampaſſe contra quello,ciie era ſia to ordinato
lo n liauendo n0i la tragedia no n poſsia mo i ”donnine-.Ma ci poſti;
mo bene imaginare alcun modo perlo quale cio poteſſe auenire co
meſarebbe che Dama haueſſe ordinate & poſſe genti a paſsi in agun.
to che doueſſono vccídereſe perauentura aim no de ſuoi generi Fu a
giſſe dalle mani delle figliuole dicendo o moſtrando loro come ſoſi
ro veſtiti accioche gli riconoſceſ'ſero. Er che Hipermeſtra che era cöo,
ſapeuole di queſto ordine facendo fuggire Linceopccíoche non ſoſq
ſe conoſciuto da maſnadieri’ paterni gli' miſe indoſſo l'habito dei pe
dre perſo quale ſu laſciato paſſare ſc nza impedimento credendo che
foſſe D3 nao- Et Danno hauédo infretta albuio preſo l’habito di Lin=
eco che Hipermcfira haueua ripoſto in luogo del tolto vſcendogh‘.
dietro per vcciderſo ſu da ſuoi eſſendo creduto eſſere Lince-o morto…
Ne edi taccreſccondo che-è ſcritto appreſſo Higino che Linceoſîî i
ricouei ò in vn tempi.) la donc Abante gli recò la nouëliadelia mori
te di Da nam—a cui- donò vno ſcudo ſpiccato dal tempio. &iQ-dpi” Nu,
,ii am, rà n7ioflx,&c Per intendere qnt-ilo che qui dice AſiſtotCiedclñ.
la riconoſcenZa ;St iuita qucſta materia è da ſapere checíſono cinque
iiîmiei-e diriconoſcenza,v La prima ma niertcótiene la riconoſcenza`
delle perſone quando il fatto ſi co n0ſce,&le perſone operatrici s'in
gnoranop vero la riconoſcenza del fatto qua ndo ie-perſoueſì cono
ſcono , ma iiſatto s’ignora. Mentre chele perſoneoperatricíſonoz
ignorate qua ndo i] fatto ſi conoſce , ilſatto etc-punito giuſto , ſi co-,
me era reputato giuſto 81 ſeggi… mo il dormireinſ'ieme d' Edipo a,
di Giocafla eſſendo tra loro co-xtrartoii matrimonio ſerva:: le dee.
bite ſolenni” mentre che s'ignoraua che Edipo foſſe figliuoſoàñ.
Giocaſh madre , ma quandoie perſone ſono riconoſciute ii -fatl
cp’ digiuſto ſi moflr-i ingiuſto , 8K abomineuole ſi come anennea,
quando ſi fece la riconoſcenza dÎ Edipo &‘.di Giocaflañ,& ſi ſCOl'W.
perſe l' vno eſſere figliuoloöt l’altra madre. Ma mentre che il fat-,3
‘o' s’ ignora, ,guanciale perſone ſono conoſciute,,ie perſone-fox;
. . ,. ` nobrei‘
N.
I

no reputate gîufle ſi come erano reputategiuſte Macareo & Camce


mentre ilcongiug nimento loro incefluoſos’ignoraua, & era celato,
ma nando il fatto ſu riconoſciuto eſsí di giufli furono reputati in
;iui ', 6c degnid’ ogni grave pena .Hora lîvna 81 l'altra riconoſcen
za &delleperſone quando ſi conoſce il fatto, &dcl fatto quando ſi
COHOſLODO le perſone opera mutatione di fiato. La ſecOnda manie
ra contiene la riconoſcenza delle perſone ſconoſciute aucnuta dopo
l'horribilita del caſo commeſſa, o vero la riconoſcenza delle perſo
ne pure ſconoſciute prima che i'horribilita dei caſo.che era per com
metterli, ſi commem. Se ia riconoſcenza delle pen ſone ſcenoſcicte
ſi fa doppi'horribilita del caſo commeſſa la tra edi: finiſce intri
ſiitia come poſsiamoyedere nella riconoſcenZa de le perſo ne `d'Edi
o 6c diGiocaſta auenuta dopo l'horribiiira dello'necflocommeſſo.
aqualc riconoſcenza menando conſeco pentimento ‘del fatto, 8c
diſpcrzatione puo partorire di nuouo v n'altra horribilita, come par
tori in Edipo che con le proprie ma ríi ſi cacciò gliocchifiinGiocaſh
che p'impiccó perla gola. Ma ſe la riconoſcenza delle perſone ſco
noſciuteſr fa prima che ſi commetta l’hom‘biiira dei Caſo letragedie
[notai] termine lieto ſi come ſi puo vedere nell’ ipbigenia in Tauris.
Le perſone d' Orcfle 8: d'iphi enia sÎignorauano , 8: era la ſorella
per horribilmente ſacrificareil rale-lio, ma la .riconoſcenza ſratelle:
noie auenuta prima chel' iiorribiiita habbia luogo la' mpediſee , &
[anto è la ,loro leciti:. maggiore , *<1 uanto l' hornbiiiu , che doue
ue ſeguire., era maggiore, 6: eſsi _v ,erano .fiati piu vicini lÎv na a far:
la, 61 `l'altro a patiria. La terZa maniera contiene'la riconoſcenza
auenut; ’dopo l'horribilíea commeſſa, delle perſone cſſençÌOanic-q
dune _parimente ſconoſciute , o dell' vna perſona ’clTendo i' vm
erſOnz _ſola mente ſconoſciuta. Se la riconoſcenza dell‘ vna , 6t
deli' Aim perſona _Pgualmente ſconoſciuta ſi fa dopo l’vllOſſÌbill-KÌ
(ammeſſa non naſce odio dcll'vna perſona 'verſo Raitre {curan
do Fyn; ,Petra perl'ignoranza commune. Ma co'h _ſure perſo*
ne foglio” piu `toſto rinuigerſi ad od;ar ſeiicſsa come ii ,vede l’eſ
ſempio in l-,dípo ,.&in Giocafla. Mà ſe la riconoſcenzedopoi’heu
ribiiita commeſſa, fi fa della perſona che era ſolamente 'ſconoſciuta
naſce odio mi!) perſona riconoſcenteyerſo la riconoſciuta come
auenne in Cinara & in Mirrha- Mirrha era ſconoſciuta a Cintura,
E Cmara non era ſconoſciuw `a ici, ia qualc— egli odio .rnOrraimt-n
te come la riconobbcdopo l'horribilc in ccſto commeſſo. La quar
u maniera contiene la riconoſcenza principale delle pci-ione
ſcono
' ' 137
,conoſciute-,Sc la riconoſcenza acceſſoria. ſo chiamo riconoſcenza
principale delle perſone _ſtonoſciute’quella,la quale opera la muta:
tione dello ſtato felice-in miſeno, come la riconoſcenza d’Edipo 8:
di Giocaſta gli ſa di felici miſeri,0-opera la mutatione dello ſtato mi
ſero in felice-,come la riconoſcenza d'Orefle, 8: d'lphigenia gli ſa di
miſeri ſclicLEt chiamo riconoſcenza acceſſoria di perſone ſconoſciu
,te quella,clie non opera mutatione di fiato ,ma preſta aiutg a perue
,nire alla mutatione 81 e, coſa acceſſoriamentedirizzata a quella come
è la riconoſcenza diOreſte,& dÎHeletra. La quinta maniera contiene
le riconoſcenze,le quali aiono eſſere nelle' coſe,clie non hanno in:
,celletto,o anchOra non ranno ſenſo Quando opçrandoa caſo ope
rano nó altramente che opererebbono ſehaueſſono ragione &intele‘
' l’eſſempio
letto, 8t per conſeguente
nella haueſſono
ſtarua di ,Mitio , vche riconoſcenza , comes’èVeduto
vcciſe colui, cheflera col euole
_della martedi Mido”: fi puo vedere nel'peſce che riportò .anello
a Poliçratedo quale egli haueua gittato nel mare,& nella ſaetta cele:
fliale che percoſſe ñCapaneo beflemmiante , & ſprezzante la potenza
diuina,concioſia colà che la ;ſtatua pareſſe riconoſcere ,colui caden.
dogli addoſſochehaucuaycciſo Mitio,e’l peſce col rapportarl’anel.
lo a Policrate riconoſcerloperlo ſignore dell’anello , & la ſaetta col
:percuotere Capaneo in quel punto riconoſcerlo per degnodi co tale
morte 8c pena.Hora Ariſtotele parla ,della riconoſcenza,p,erla quale
la &uola rieſce bella,& non ſa parola dell’ignoranza,la qualenon di:
meno puo hauer luogo nella ſauola , 8c luogo principale,& la ſa rin
ſcire bella,dclla quale noi al preſente facciamo due manierc.l’vna del:
le quali chiamiano ignoranZa del ſatto,&lÎaltra ignoranza delle per: '
[chela ignoranza del ſarto ſi diuide in due al tre maniere ſecondo
che due ſono le perſone ignoranti all’vna delle quali il Ratto apper
tiëe,&all’altra nó appertiene.Perciocheſe coloro ſono ignoräti,a cui
appertiëe il fatto piudegli altri la ſauola ha fine-va 0,Ècporge diletto
gräde perlo’nganno che v’intrauiene,8<di cio mo ti e epi ſono nelle'
nouelle del Boccaccio , -comein Gianni Lorteringhi, nel marito di
P.;ronella,nel marito di madonna Agneſe,nel marito di madonna lſa
bella,in Egano deGallucci ,_nel marito geloſo, in NicofiratoJiquaIi
tutti eſſendo mariti,& aloro piu che a niuno altro appertenendo gli
adulteri delle mogligli’ignorano,& con la loro ignoranza danno ma.~
teria di valfliezza alla ſauola. L’ignoranza del fatto in quelle perſone
alle quali ` fatto non appertiene, o appertiene meno che ad altri pre:
1La anchora cagione di diletto alla ſauola ſi‘Home ſi vede appreſBſo il'
n 0t':
\

ñI
- ~ 5

Boccaccio quanto diletto perga “ſignor-an:: del fatto della moglie*


diTolàno ne vicini,&ne parenti li quali inganna ti dalle parole della
donna credëdo qnello che non d0ueuano diſſero Villani: a Toſa
no.’& gli diedono delle pugna, &quanto diletto pci' a l’ignoranza:
del fatto di :nonna Sigiſmonda nella madre,& ne fi-are i,li quali igno
tando quello che era auenuto—rcputarono ebbro il'maritozLa igno:
ranza defle perſone ha parte nella fauola, &reca alcuna volta c5:
ſolarione all’ignora'nte, &'alcuna volta dolore. Rèca conſolacione ’
quando l’ignorante patiſce hauendo ottenuto quello,cl1e defideraua
per perſona ſconoſciuta,&credura da 'lui valere quelloòc maggiore
colà ſ1 come appreſſo Plauto la ignoranza d-.lla perſona vile-,con cui
fu crouato PirgopoliniCe ſoldato 'glorioſo ~credendola nobile~ non 1
lo dee poter laſciar dolere d’hauer pagati‘tanri denari conſoiandofi
poiche egli (gli ha pagati per donna goduta,&'ſecondo che egliſi da‘: -
ua ad inten ere meritante aſſai.Reca dolore uando l'ignorante'è im
pedito ſ1’,cl1e non puo godere della perſona,c le eſſendo vile è reputa”
ta nobile facendoſi' a credere, che gli ſia ſtata vetata vna ran Felicita
fi‘come appreſſo ilBoccaccio Calandrino crede'ndoſi di~ arti-con la
moglie dl Philippo,& Randoſi con la ſemina ſenza haueme preſo pia
'cere niuno ſi ` laſcia andare con queſtä ſalſa credenza accioche non
temperaſſe' il-clolore di non hauere potuto goderne ſe 'egli hauellè ri: =
ſaputo che era ſe‘inina da' vettura. La quale i noranza ſu perauentura .
nel eaſo dl Calandrino con aueduto config 'o'ſatra dal Boccaccio,&
fa riuſcirela Favola molto bellama non ſu gia con'coſi aueduto con:
. figlio introdotta da Pianto nel caſo di Pirgopolinice,ne fa riuſcire la
favola coſi 'bella`,hauendo egli gbduto,‘& otendoſi conſolare del
danno,&’dello ſcorno ”ceduto col piacere iauuto con donna per a:
more della quale per l ignoranza non gli doueua rincreſccre a pari.:
re anchoÎ-a maggiore coſa.Ptuclze Plauto doueua dopo il danno de ñ
denari pagati rim-.muergli la ignoranza della perſona per rimuouer ‘
\ gli anchora la conſola rione ſi come fece' il Boccaccio,cl1'e rimoſſe la
ignoranza della perſona della Ciutazza alpro oflo di Fieſolecon -
cui era iaciuro per rimuouergli la cóſolarione,c eporeua hauererlí
doſi ad intendere ‘d’eſſere ſtarocon la vedoua' amar-ida lui.Hora è
da' ſapere ſi come 'habbiamodetmflheñ Ariſtorele non ſa Parola ne
della ignoranza delle ‘perſone ne dell’ignoranza del ſacro, ne pan
[ai di tucrele riconoſcenze delle qualihabbiamo parlato noi.ma parla
ſolamente'di tre maniere (lí.ricon01`céza,cio è—delia riconoxéza prin
cipal e _delle perſone ſconoſciute-,della riconoſcenza , che pare eſſere
ì nelle.
138
-ëaelle ’coſe ſem-a intelleeto & ſenza ſenſogec della riconoſcenza ‘del fax
-to.& di quelle pda inauiſa che, il ſuo parlare. 'non c‘ agevole. ad
.ieſiere inteſo da ognuno n és_ qui-:p 'il íyjçàía ,la riconoſcenZa principale
;delle perſone ſconoſciute genera amiſta,o nemiſta ſecondo clic habñ
…biamo detto di ſopra cio e‘: odiano amore.Gcnera amore fratelleuole
.la riconoſcëza dÎlphigenia &dÎOreſte.La riconoſcenza di Mirrha ge:
nera odio in Cinara verſo lei.La riconoſtézad’Edipo,&di Giocate
cnera in ciaſcuno di loro Odio verſo ſefleſſo.Et Perche quiArifiote:
e intende della riconoſcenza delle perſone ſconoſciureſolaméte non
.Ea meſtiere di dape eſſempio della riconoſcenza del fatto ſconoſciuto.
_flap ”75: ;mx-'a‘.'nñJ‘us-m'q‘lópmimp-_Di quelle perſone che ſono ordi:
;nare 8: dç‘ſtlnaſe dal poeta,o dal porſo delle coſe mondanea felicitap
,a-miſei-iañwis- 5 àvaflágms 5m «i minimal L’u- 7woim.DimoſtraAri:
' fiorele con la voce Em; che intende della riconoſcenza delle_ perſone
ſconoſciute pruicipale,della quale habbiamo parlato diſo_fira rimo:
, ucndo la riconoſcenza delle perſone acceſſoria quale è que a d'Ore:
.ſte,&d'Helettra.Ho_ra perche chiami Ariſtotele queſta riconoſcí‘za del
le perſone ſconoſciute pri ncipalebelliſsima liauédo riſpetto alla rico
noſcenza delle perſone ſconoſciute acceſſOria èaſſai` manifeſto, ma
,non è gia _manifeſto perche poco appreſſo l’antiponga all’altre rico
,noſcenze,&ſperialmente alla_ riconoſcenza delfatco ſe nonſi moſtra
con altre ragioni,che cóquelle le quali egli adduce,Percioclie volëdo
`egli prouai-e,clie_ſimile riconoſcéza,&riuolgimcnto ſieno tra l’altre
riconoſcéze,öctra gli altrlriuolgim mi propriiſsimi della fauola dice
che generano compaſsioneöc ,manent-0,8: in loro ſi trouano la fe ,
licita 0 la miſeria,&non dimeno…,la _riconoſcenza del fatto ſcmoſcíu:
to,e’l riuolgimento in quelle actioniche poſſono eſſere materia della
tragedia enerano cOmpaíèione,&ſpauento,òdnlorofi truouano la
ſelicita o a miſeria nepiu, ne meno. Eolo perla riconoſcenza-;del con
giugnímento abomîneuole di Canace 8c di Macareo ſuoi figliuoli _dia
venendo di felice che era infelice genera. negli altri padri,a quali puo
auenire ſimile diſauenrura compaſsione verſo lui ,& ſpauento verſo
10r0.Non è adüq; la riconoſcenza delle perſone ſconoſciute piu bel:
la o piu propria della fauola perle predette ragioni,che nó è la rico:
noſcenza del fatto ſconoſciuto ,ma dec eſſerercputata piu bella,&
dee eſſere antipofla all’al tre riconoſcenza, percioc ie l’ignoräu delle
perſone auiene iu rade volte-,che non auiene la ignoranza del fatto,
_gancioſia coſa c ie non ſi ſoglia perdere la conoſcenZa delle perſone
;canto congiunte di ſangue-,Bait`pure ſi perde,o‘ſoprauieneJÎignoräz-Î,
. - ' Nu z peul*
per alcuno accidente è preſſo che miracoio che tra tante migliaia dv'
erſone che ſono al mondo cada l'liorribilita @ra queſte perſone
ſconoſciute,& appreſſo°non c‘ meno coſa miracoloſa che ſ1 riconoſca
no a caſo,& per ſegnali di paroie,o~di coſè‘dirizzate ad altro fine:Etó
queſte ſono le cagioni che mettono queſta riconoſcenza auanti al:
l’altre.édi nic: :ſiti ”ù H'Mai Zi von-v0 ſii-Sn@ nçìs ?LF-,Luxor ”Zi 1A TVX‘ÌTN ;gip
In Zam figurati. duuaalvefili ſpo tori' vogliono che Ariſtotele parli qui
di quelia riconoſcenza delle co ſe,la notitia delle quali toſſe ſtata per.-~
dura da coloro che le conoſcevano prima come pogniamo che alcu
no haueſſe perduto vno anello, & inſieme la notitia di quello,& poi'
dopo alcuntempo abbattendoſi al predetto anello lo riconoſceſse,
8c non s’aueggano che Ariſtotele dice d’liauer parlato dicio,ne eſ'si
ſäpräno mai moſtrare in qual luogo adietro egli n’habbi'a parlato,ne'
poſſonO‘addurre eſſempio di‘ eſta'riconoſcenza nel quale appaia
che-eſſa ſia principale , percio ie ſimili riconoſcenzc d’anella &di
coſiìfatte coſe ſi fanno non perſe,ma:perchefieno mezzi a peruenire'
a riconoſcenza delle perſone , o del fattuSenza- die-'queſto parlare~
darvi-igm” ”$55 Bill-exam ri) ”xh-ie doue-ehe. nonſignifica che altri'rico:
noſcale coſe ſenza anima,& lecoſe che operano a caſ0,ma il contra:
’riccio' è che le coſe ſenza anima‘, &cheoperanO’a caſo riconoſcono
altrui." che ſi vede nelle parole poſte di ſotto. ‘tiávçà rtf-‘ts rü ?priva-g
Him-is U‘E ha) ioç'dtosflio è lphigenia accioche poſſa riconoſcere Ore:
ſte ha biſOÈno d’vno altro ſegnaleDice adunque Ariſtotele che ci ſo
nov oltre a a riconoſcenza perſonale altre riconoſcenze , Përcioche
le coſe ſenza anima,& che operano-a'caſozcome è ttato’detto,quanñ
do di ſopra diede l’eſſempio- nella ſtatua diMitio in certo modo pa:
i0n0 riconoſcere le perſone,ſi come la predetta ſtatua paruç riconoc
ſCere colui,che era colpeuole della morte di Mitio,& la ſaetta ſalmi
nando C'apaneo,& non altrui, panic riconoſcerlo per lo ſprezzato.
re di Gioue,e’l peſce riportando l'anello a Policrate lo parue rico
naſcere per ſignore del dettoanelloxsù à ”Gaza-74115,. ’iui ÉWYqu, 25”‘.
ìquvgidzl. Parla' qui Ariſtotele-della- riconoſcenza del‘ſatto ſcono
ſciuto; Et queſta-c‘ la terZa riconoſcenza riconoſciutada lui,& la di..
uide in due maniere, n‘ell’vna quando-ſi riconoſce quello,che altri ha'
ſatt0,come Eolo riconoſce quello che hanno' ſarto* i figliuoliMaca-.r
reo 8c Canace cio è lo’n’ceſto, 8t nell’altra quandoſi riconoſce quello'
che altri nOn ha ſatto,come Theſeo riconoſce quello clie Hippolito
non ha Fatto cio èche egli non lia fatta forza alla ma trigna'ne ſarto
atto o detta parola men che conueneuole aſchiſo figliaſtro verſo lei..
ñ ’Et è*
139
Et eda porre mente che h’auendo egli detto‘diffinèn'do la ricono
ſcenza eſſere ſi come-‘anchora il nome ſignifica muta rione d’ignoran
za in riconoſcenza per amiſta,o nemiſta di coloro che ſono ordina.:
ti a ſelicita o a miſeria,appare diiaramente,clie egli nOn intendejche
la ri‘coxioſcenza,di che parla ,ſiriſtringa ſolamëte a coloro,li quali ha
ueſſono prima hauutañ notitia della' perſona' o del fatto’ , 8: poi per
alcuno accidente n’liaueſſonoì ſmarrita la predetta florida‘, la quale
poi di nuouo ricoueraſſono, come Hercolehauendo prima Ottima
notitia di Megara ſua moglie , 8c dc figliuoli diuenuto forſen—nato la
ſmarriſce,& non conoſcendogli gli vecide,ma riuenut'o in buon ſen:
no ricouera la notitia ſmarrita,ma l’ampia anchora a coloro che non
hebbono` mai prima notiria ninna ma ſi perpetua' ignoranza della
perſona o del fatto infino alla ſoprauegne'te cóoſcëzaPerclie nó pa
re che foſſe ſbato- male che ſl foſſe fatta vna diſh'ntióe di'ricöo’ſcëza del
le perſone ſcöoſciute,&de ſàttiſconoſciuri,&ſi foſſedettozche ci èvna
riconoſcëla acquiſtata &vna riconoſcëza ricouerataLa riconoſcëza
acquiſtata ſi damädaeſſere di quelle pcrsöc &fa ttiì,di cui s’ha ſtauuta
perpetua ignoräza infino a quelpííto che firiconoſconoſome Aleſ
ſandro appreſſo il Boccaccio ignorò perp‘etuamente che l’aba‘tefoſè
a: ſemina infino a. tanto che col toc’carle le pappe la riconobbe eſſe.
re ſeminaEt' appreſſo il medeſimo Boccaccio Tacredi ignorò per:
petuamente la dis honeſtàt di Ghismonda infino atanto che congli.
occhi ſuoi propri- vide Guiſcardo traſtullarſi con lei.La riconoſcen:
za ricouera ta-ſi domanda eſſere di quelle perſone 8c fatti- ,ñdi cui s’ha
han nta prima nntitia.& poi eſſendo per alc'uno accidente Rata ſmar
:ita di nuouo firicouera come di quefla riconoſcenza ricouerata fi
vede l’eſſempio in H ercole ., il quale ſi come dicemmo lxauendo pn':
ma orcima notitia di M egara ſua m0glie,& de figliuoli diuen‘uto ſot
ſennatola ſmarriſce, 8c non conoſcendogli gli vcdde poi riuenutò
in buon ſenno-ricouera la notitia ſmarrita,& appreſſo il Boccaccio
nellavedoua,la quale dimenticataſi. della’ngiuria‘ dalei fatta allo ſco:
lare,matramente ſi fida di lui, 8t riceuutane la: debita‘ punition‘e rico: _
nera la ſmarrita memoriaPareua adunq'ue che fi doueſſe fare la' pre:
detta diſh'ntione
uerata,p0‘iche di- riconoſcenza
ſono acquiſiata,&
molto' differenti di ric‘onoſcenZa
tra ſe , 8t per rico:
auentural’ſivna in
ſormarla che fica bene richiede piu agut’ezza d’ingegno del poetache
1-’altra‘ ſeguendo‘ la~ neceſsita’p la verifimilirudine. Anchora pareua
che ciaſcnna riconoſcenza di’perſona o di fatto ſconoſciuto poteſſe
&doueſſe ricevere vna diſtintione atterzata ſecondo che ſono tre
Nn 3 le igno
l
Q i

Ici noi-ame ’delle pei-ſone” del fatto moſto ſeperateaîcdiflintc i'm


dal?altra nel modo del naſconderne la riconoſcenza la quale naſce
dalla ignoranza,ne ſenza eſſa andante auanti puo eſſere riconoſcen:
&Concioſia coſa ehe la perſona o il ſarto s’ignorino non appare-n:
.do eſsi ſenza forma niuna ne ſiian d'altra coſa,o s'ignorino appaz
/- rëdo eſsi ſotto forma d’altra coſa,o.s’ignorino apparédo ſottola ſua
forma per mutarióe aocidétaleLaperſöa diGuiſcardo appo ilBoccac
‘cio métreera nella grotta era ignorato daTícredi nó perche appareſ
.ſe ſotto la forma ſua cibiata per dcüa mutatióe accidëtalep ſotto la
forma d’alcuna altra coilyma perche non appareua ſotto forma niu:
,na eſſendo in lu ogo doue non poteua eſſere compreſo ne dalla uiih
.ne da altro ſenſo di TanCredi. Buffalmacco .ſi rappreſenta a maeſtro
Simone ſotto la forma d'vna beſtia cornuta,&non e‘ conoſciuto.Lo
.dauicO'conſerua la ſua apparenza & mutata l’accidentale qualita di
gentilhuomo in ſeruitore e‘ ignorato da Egano de Gallucci. Alcuno
adulterio,accioclie diamo eſſempio dell’ignoranza d’vn fatto, non è
riconoſciuto dalmarito non apparendo eſſo al marito ſotto forma
` d’altro ſatt0,ne ſotto forma d 'adulterio con alcuna mutatione ac.
.cidentale come è quello della donna di meſſer Franceſco Verge:
leſi col Zima appreſſo il Boccaccio. Et alcuno altro adulten'o
-anzi alcuni altri adulteri ſono. ignorati dal marito come ſono quel:
-lidi madonna iſabella con Leonetto , 8c Con .meſſer Lamberz
tuccio preſentandoſi al marito ſotto .forma d’vn altro fatto , cio
c‘ de vno aſſalimento ſtato tra gli adulteri.Anchota alcuno adulterio
non è riconoſciuto dal marito .per adulterio quantunque gli ſi
preſenti con la ſua apparenza d’adulterio quando ha alcuna acciden
tale mutatione come ſu quellodi Lucretia con Tarquinio , con:
cioſia coſa che ne il marito , .negli altri parenti nol riconoſceſ:
ſero per adulterio per le minaccie di Tarquinio accidentali inter:
uenuteui. Et eda conſiderare , clic nelprimo caſo quando la per:
ſona o il tatto. s’ignorano perche nOn appaiono ſotto la loro ferma,
ne ſ0tto la forma d'altra coſa l’ignoranza della perſona nOn è pun.
to differente dall’ignoranza del fitto quanto è all’ ageuolezza
d’eflère introdotta. ll che non auiene nel ſecondo caſo , douela
perſona oil fatto s’ignorano perche naſcoſa la loro apparenza ſi
dimoſtrano ſotto l'a parenza d’altra coſa,concioſia coſa che la per_—
ſona noſcondendol apparenza ſua .ſi poſſa preſentare ſotto poche
forme d’altre coſe , & con molte difficultada doue il fatto naſconñ
_dendo l’apparenza ſua ſi moflra ſotto la forma .di molte coſe con
poca
e ' I 0' ‘ '
poca faticaEtp'er non p‘arſiiírci dall'eſſempio propòſto dell'ad vizio
Veggaſi come l'addlteriop gli adu lteri dl madonna iſabella coni-io:
netto,&con meflereLambt-rtrccio ſi moſtrano lotto l'apparëza d’v
n‘o alſalimento degli adulteri , &l’adulterio della comarc con fi‘atve
Rinaldo ſotto l’apparenza d’vno - incanteſimo, 8c l’adulterio di Pe
-ronella con l’amante ſorto l’apparenza d’vna vendita d’un doglio,
6c l’adulterio di monna Belcolore col ſere da Varlungn ſotto l’ap':
arenza d'vna prefianza del mortaio della-pietra, &l’adulterio del:
Fauara donna melaneſe‘con Gulfardb ſotto l’apparenza, d’vna pre:
lìanza de denari. Hora che mi uo io diſtendendo in piu eſſempi in
ueſto fatto ſolo de,.l’adulterio , eſſendo innumerabili l’apparenze
ell’aitre coſe,10ttole quali apparendo èſtato 8c uo eſſere ignora:
tot' Ma nel terzo caſo auiene il contrario percioc ie la perſona con
ſeruando la ſua apparenza è rictlxiſsima per accidentale mutatione
d’ageuolezza di naſconderſi ,8t di partorire-i noranza, e’l fa tto n’è
poueriſsimobaonde-il fatto dell’ adulterio, c ie ſotto 'l’apparenza
dell’ala-e' coſe trouaua tante vie- da -eelarſi non ne trouera di:
moſtrandoſi ſorto *la ſua apparenza - :pena due che operino che
non ſia riconoſciuto' er adulteriol’vna delle quali ſara la forza,
6c l'altra-lapaura de a morte euidente minacciata;- Ma la er.
ſona app‘arendo ſotto la- ſua forma partoriſce ignoranza in trai
per accidentale mutanone d’liabito,come l’abate è reputato huomo
da Aleſſandro eſſendo ſemina-,8t Achille eſſendo liuomo è repu
tato ſemina da Li comede.Et per accidentale mutatione di gran com
gnia in picciola‘i gran ſignori non vſono conoſciuti come il Sa:
adino che ſconoſciuto venne perſOnalmente a vedere tuttoilrpaeſë
de Clu’iſhani-,öt-Giglietca che ando da Roſſoglione a Firenze ſenza
eſſere conoſciuta. Et er mutatione accidentale d’liabiro ſeco
lare in' religioſoTedal o ragiona con la ſua donna , & non è
conoſciuto. Et anchora :per mutatione accidentale d'li;;bito lta- `
liano in ſaracin'eſco meſſere Torello è ignorato.“ Et per mutatione
accidentale d’aere clu’aro ini'oſcuro per notte Tito non è- cono:
ſciuto da Soplironia‘, 8t per le'ſeneſtre della camera ferrate Carella
di mezzo giorno non riconoſce Ricciardo. E‘t per mutatione
accidentale ~di tempo madama Beritola non riconoſce il figliuo:
lo,ne Pliineo Theodoro. Et per mutatione accidentaledi cre
denza clieil viuo ſia -m Orto madonna Catalina moglie di Nieoluccio ‘
.Caccianemico non è riconoſciuta da lui,ſi come non è riconoſciuto
Tedaldoda ſratethî-c laſciando innumerabili-mutationi-acäidentali
I - 0
a parte ñ‘
I ' V

`da parte che poſſono operare clic la perſona dimoſtranteſi ſottoh ’


ſua ferma non ſia conoſciuta le quali io potrei raccogliere mi baite
i‘a hauer ſegnate queſte per pruoua di quello,diej_o liaueua propo.:
Roiate-Hi i' &iarvu'çidis ma?“ îsrf &inn-igm: 'Ha Arſhtele parlato di
-.tre maniere di riconoſcenza della riconoſcenza ,prinupale delle per:
ſone,della riconoſci-za chepare eſſere nelleçoſe inſenſate,8&lella rico
.noſcenza del fatt0,liora ritorna a parlare della prima riconoſcenza,
BZ dice che queſta .alcuna voltaè ſimplice , 6( alcuna volta è doppia.
`Simplice è quando l’vna delle' perſone conoſce,-& lÎaltra .non cono;
Ice-,8t doppia
dimeſtiere uando J’vna
ſoilamente d’vna8:riconoſcenza
l’altra perſona non conoſce
.quando facendo
l’vna _delle per:
ſone ſolamente non conoſce. 8t di due quando l’vna &l’altra perſo:
na non ,conoſce dando l’eſſempio d’ſpliigenia in Tauris,douc non
conoſcendo lplrigenia Oreſte,ne Oreſte lplxigenia fa biſo no di
~due riconoſcenze.Ma perche ci poſſa eſſere _d’vtilita quello c ie dice
Ariflorele,& poſsiamo riconoſcere quale riconoſcenza ſia piu lode:
uole,è da ſapere,che quando l’vna perſona conoſce ,8c l’altra no la
riconoſcenza puo naſcere per due vie,0 per volonta del conoſcen:
.te,o contra v,olóta del conoſcëte. ’Se naſce di volonta dei conoſci-te
. -la ricoſcéza nó puo hauere coſa marauiglioſaffiercioclieè coſa leggi:
ra a chi conoſce,ſe vuole,il farſi riconoſca-e da chi nol conoſce,ma ſe
naſce contra volonta del conoſcente non- puo lai-riconoſcenza ſe
non eſſerem'irabileffloiche colui , vche ~conoſce ſi sforza di non eſſere
-riconoſciutoMa quando l'vna 8c l’altra perſona nOn conoſce con:
uiene che la prima riconoſcenza ſia molto bella .8t nuoua non po:
tendo auenire ſe non a ca ſo,ma la ſec0nda perche puo anenire di vo
15m o contra volontadel cÒnoſcenteötè poco lodeuole ſee-di v0
lonta,& emolto lodeuole ſe ,è contra volonta. Laonde ſi puo vede:
-re quanto èpiu marauiglioſala prima riconoſcenza d’í higenia, la
nale auenne a caſo che non è la ſeconda d'Oi-eſteda ua e auenne di
volonta ,d’Orcſte conoſcente la ſorella. Et quer , c ie i0 dico della
riconoſcenza la quale ſi fa divolonta— ocontra volonta della perſo
naconoſcente ha luogo ancliora , quando vna terza perſona che
*non riconoſce,ricon oſca la riconoſcenteDiclie liabbiamo vn bello
ñeſſem’pio nel purgatorio di ‘Dante, ..La doue egli contra ſua volonta
.da cagione a Statio di riconoſcere Virgilio riconoſcente lui. Hora
r ſi come la riconoſcenza c‘ſimplice & doppia ſecondo che habbiamo
c veduto,coſi l’ignoranza e‘ ſimplice,& doppia.Simplice e‘l’ignoranza
quando non fi truoua ſe non nell’vna delle perſone, .8t doppia
' quando
l
quando E trnoua nell'vna & nell’altra perſona.Come [implica ig:: .
tanza era nella balia d' Vliſſe prima che ella lo riconoſceſſe, percioe
clie Vliſſe riconoſci-:ua lei,& doppia ignora nza era in lphigenia 8: in
Oſeſtc prima chel’v no riconoſceſſe l'altro percioche ne [phigenia ri
conoſceua Oreſte,ne Oreſte riconoſceua iphigenia.Laſimplice ig no
ríza naſce alcu na volta dalla perſona ig nora nte,& alcuna VOlta dal
la ignorata,& alcuna volta dall’vna,& dall'altra. Naſce dalla perſone
ignorante per perdita d'intelletto o per furore come Hercole,&Atha
ma nçe non riconoſcono le mogli ei figliuoli hauendo perduto lo'n
colletto per lo furore. Naſce anchora per credenza ragioncuole che
.vm ;pen ſona ſia creduta Vn altra come Cinara non riconoſce Mirrlia
credendola v na giouane vicina. Nicoluccio Caccianemico non rico
noſce la moglie credendo che ſoſſe morta,& ragionevolmente repu ſi
tandola vna altra. La ignoranza naſce dalla perſona ignorata per mu *
catione miracoloſa come Cephalo c‘ ignorato da Procri per trasfor
matio ne miracoloſa 8: Mercurio nó c“riconoſciutoda Batto per tra: `
formatione miracoloſh.Naſce ancltora l'ignoranzaper affanni ſoſ
ſërtip malaria patita dalla perſo na ignorata come Giſippo non è ri
conoſciuto pergii @ff-inni ſofferti,&Martellino inſingendoſi d'eſſere
”tratto perla’nfinta malatia non è riconoſciuto. Nalce anciiora per
mutatio ne d’liabito come Tedaldo,& meſſer Torello furono percio
ſconoſciuti appo iſuoi medeſimi.l\'aſce la ignoranza dalla perſona i—
gnorante, & ignorata come nacque nella donna di Tedaldo perla
credenza di lei eikimando che egli ſoſle morto & non viuo,&per l'ha
biro di Tedaido mutato. La doppia ignoranza commu nemente naſce
dalla mutatione de linia menti 8t dalla figura del corpo cambiati per
lu nghezza di tempo nell'vm perſona 8t nell'altra.H0ra leignoran
ze che pro; edo no da perdimëto d'intelletto,& da mutatione miraco
loſa ſono ie meno lodeuoii, ma le piu lodeuoli ſono quelle, lequali
naſcono da credenza ragioneuole,& da affanni ſoffertip da malaria
.patiteſſra l’vne &i’altre delle qualiſono da riporre quelle che auen
go no per cambiamento di iiniamenti 8t di figure del corpo per iſpz.
tm del tempo Bi er mutamento d' liabito. -
PARTiCELLA VNDEClMA. Au'- un ai. …in yíç” mf' mi… 2;., m: ,.
,mira/t, ”il ùayröçtdis, Tfl'TOll J“a mio”. ”draw/lt :ng-”irene ;Blu mi: àvayvóçidis 'ti'ñ ,,
9m” miei@- J“t is‘ ma” Piaf-”mix 5Mvnçè,oîov i'm ivi-[è çavtgë iam-rei ”ü alc mf ”
gioá‘uvi'au, ”ù queer_ ”ù ?da ”wii-rat. n
CONTE-N ENZA. Che la fau ola debba eſſcre doloroſa. i
VVLGARIZ‘ZAMENTO; Due adunque ſOnooie parti della fauola n
. ‘ o ~ intor—
',, intorno a quelle coſe, il riuolgîmcnto, à la riconoſcenza, & la ter-'
,, za“ e‘ la paſsione Di quelle ll riuolgimento ò: la riconoſcenza ſono fia
,, tidetti. Hora la'paſsione è vna attione eorrutiua o doloroſa come ſo".
,, no le morti manifefle,ei circoflz'ui dolori,& le ſalite-,8; coſiſatte coſe.
SPOSÎTlONE- Vuole Ariſtotele paſſare'dalla ſettima coſa ricliie- *
ſia alla Fauola,la quale era che foſſe rauiluppara, a parlare dell’ ottar
ua,.la quale è che ſia doloroſa. Et non dice llabbiamo detto della ra
uiluppata,ma dice habbiamo detto del riuolgunento &della :icona-
ſcenza,che riempiono la rauilnppata, 81 ſono due parti , lequali pro:
ducono là compaſsione 8t‘ lo ſpàuent0,& per( lie al produermëto dele"
la compaſsione & dello ſpa uento ſi richiede-anchora la p‘aſsione, &‘
vi concorre come terza parte-,diciamo a nLlíOP‘a deìla paì`sione,|aquale-
è'teiza parte in enerare la comp-ſsiene &Ioſpauentmma otrauaíu
operare clie la auola rieſca bdlmalo i8?- o?” 13‘: peſo” fl".fll ?ltfl rasr'îsi ”qu-
aírflfflsît &ww-igm:. ll riuolgimento ö( la_ riconoſcenza ſono due parti
d'ella ſauola per mezzo della rauilup pata,& non ſenza mezzo ne pero
ſe,& ſo no due‘parti che concorreno mi Taì’flt rice‘ infare queſte coſe,.
lèqualiſono la compaſsione,& lo ſpauent0,&delle qualipoco prima
a’è parlato qua ndo s'è detto -î 7c?" ”cei-'m à’vmáçms rà mgmlìa- ’if-’ſníor'ëfll*
qg’É-ov. ”ſuoni-HO.” paſsione èterza parte in porgere aidto infan
naſcere la compaſsione &lo ſpauemo liauëdoriſpetro alle due prof-
ſimamente dc; re,ma e‘ om'ua &vltima liauendo riſpetto alle ſette cos'
ſe che ſono richieffe alla fáuola,& ſi'ſorio gia dette,& non c‘- parte del
la ſauola per mezzo d’una altra parte comeſono le due riuolgimenr
(0,6: riconoſcenza per mezzo della rauiluppata,ma è parte per ſe ſen'
za mezzoflníoa} J“a'r'si ?IPEng çoqflxi, *i ‘oJ‘uvugà. Diffiniſce aſsione eſſe-
re attiene con-u ttiua o doloroſa. Fon-mente che la di finitione po:
ceva eſſere piu piena ſe liaueſſe detto paſsione corrutriua,~0 doloro
ſa che ſoſſeauenuta, o ſoſſe in ſu l'auenire. Percioche la perſona‘
*uagicaflella quale lzabbiamo parlato di ſopra ſente dolore &sdegncr
per coſa liorribile commeſſa da ſe medeſima, ola perſona tragica ſen '
te dolore 8t sdegno per-coſa horrib’ile commeflà da altri, o la perſo.~
na tragica ſente dolore & sdegno per coſa non liorribile' comme-{Tg
da' ſe medeſima,ola perſona tragica ſente dOlore, 8: sdegno perccſar
horrib’ilè non commeſſa'ma vicina a commetterſi (la ſe rredelima. Se’
* la perſona tragica ſente dolon-&sdègno per coſa horribile commeſ-`
ſa da ſe medeſima puo trapaſſare a commettere vna altra coſa liorrír:
bile, come Edipo ſi trahc gliocclri con le ſue proprie trani, & Gioca-
[la s'impicta
i‘
per la golaſentendo eſsi dolore 8: sdegno
i
della prim
llOſſibic‘
l

. ’142.
horribilita commeſſa dello'nceſtuoſo matrimonio , 8( puo reſtare ~
ſenzatrapaſſare a nuoua llorribillta come Hercolc hauendo vcciſi
nel-furore la moglie ei figliuoli riuenuto in buon ſennocontutto
che ſenta dolore ,8: sdeg no non traſcorre a nuo ua horribilita- Se la
perſona tragica ſente dolo'reöi sdegno per coſa liorribile commeſſa.
da altri ſuole eglialtreſi .commettere coſa liOrribile come Eolo ſend
;tendo d0l0re &,sdegnoper lo‘nceſto di_ Macareo 8: di Canaces’in
› duce a dare il nipote innocente alle fiere, 8t ad: uccidere la figliuola;
Se la perſonatra gica ſente dolore’,-& sdeg no per coſa non 'lion-ibi
le commeſſa daſe paſſa all’lmrribilita ’come Aiace ſente ndo dolore 6t
Tsdegno d'hauere nel furore morte beſtie _credendo d'vccidere huo
*minuvccide ſe lleſſo. Se la perſona tragica ſentendo dolore &sdegno'
per coſa liorribile nó commeſſa ma vicina a commetterſi reſta_ ſenza
dar ço mpimento acoſa horribile.ſi co me‘lpliigenia in Tauris 'ſenten
;lo dolore &5\l(‘gllí) d’hauerc per poco ignorante-mite morto ill-ra;
,tello procaccia il ſuo ſcamp &glflj'wö We@ OalW‘rll (ui-lle parole pol*:
ſono ſpongrſi in piu modi,& per conſeguente non ſonoſenza oſcu:
_i-ita. Alcuni dicono che Arillotele parladelle morti,lequa'lii n preſen
_Za del popolo ſi rappreſentano inpalco quaſi ſimili morti quído ſ0’
no raccontare da meſsi,& da altriòcſatte vclire congliorecchi nö pa
iano coſi doloroſe come paio no qua ndo, ſono rappreſentate in atto,
6t ſattcvedere conglioccliiſecondo quel motto d’Horatio. Se nius
irritant animos demiſſa per aurea-Qnm quae ſunt oculisſubieäa fi
.rclelibus.Mapercheſi truoua poche volte cſſerſi vſato di ſare _quello da
,poeti,&è biaſimato da Horaciolleſſo nelodato da Ariſtotele,&e`coſa ,
;im’poſsibilq o almeno malageuoliſsima comeha’b'biamo moſtrato al:
_ _troue,non e da credere-clic Ariflotele intenda delle morti .che ſr‘fan
p novedere in attoin palco-Perche altri non intendono delle morti,
,che lì rappreſentanoin
,ſi fanno palco,cioè
morirele pgrſonc la marappreſentatione
, la quale nicra delle morti,nella quale ‘
non èſicom
munementelodata, ma intendono delle morti aleſate in palco, cioè
o ,de corpi morti ſacri pOrtare in publica in pa co per commuouere
,il popolo con la viſta,cr›me fi ſa nelle Suppliclxeuoli appreſſo Euri
ide-,o vero intendono de corpi de morienti fatti portare in publico
_.m palco pure per quella cagione di commuouere il popolo non
pur con la viſia,ma` con le voci lamenreuoli del moriente,ſi come
, ,fi ſa del corpo moriente il’ Hippolito appreſſo Euripide nell’Hip
_ v olifo- Et almſo no di parere clic quelle parole ſi debbano intende
` .dere _delle morti paleſate in palco non per altra via che per leyoci
‘ -ñ ` Oo a " ditelo
`
i

di coloro che de ntro in caſa ſono morti ſi come le parole dette da


Clitemneſtra dentro in caſa,&vdite fuori mentre c‘ vcciſa fa n no ma
nifeſta la ſua morte. Maio non veggo perche queſte parole ſi debba
no piu toſto riſtringere ad vn di quefli tre modi,cioè o di fare vede
rci corpi morti in palco,o i corpi de morienti,& vdire le voci lamen
teuoli inpalco, o fare vdire ſolamente le voci in palco, che agli altri
quando o ſi fanno vdire le morti per rapporto de meſsi, o ſi fan no
vedereöt vdire per rappreſentatione piena auegna che cio non ſia‘
commu nemente comme ndato. Hora altridicono che egli parla del.
[e morti, lequalis’intendono per rapport0,& con parole de meſsi, o
d'altri,ma con parole tanto chiare 8: coſi preſentantile alla mente
del popolo che gliele paia vedere c0 ngliocchi della fronte, la quale'
fpoſitione ci pare molto lontana dallo ntendimento d’A riſtotele eſ
ſendo cio vfficio piu toſto della fauellA, che della fauola, & pertenen
do a quella & non a queſta, ſenza che non ſi puo negare che le paro
le d’ Ariſtotele nOn ſieno tirate a forza a dir queſto- Perche ſi potreb
be dire che Fm îv Të per@ Oliva-ro; Vengono a dire quanto i’m adv-rm sz
gol, cio è morti famoſe, & non communí ne vulgariquali ſono quel
le di Clitemneſtra, d’Aiace,d’ Hercole & di fimili,le quali perle per:
ſone, a cui auennero. à perle cagionip nde auenner0,& per lo mo
do con che auennero ſono paſſate a notitia del m0 ndo o per hiſto
ria, o per fama, liquali caſi di ſopra noi dicemmo eſſere materia pro
pria, 8: ſola della tragedia, ma perche Ariflorel e porta altra opinio
,ne, 8: concede clieil poeta tragico poſſa tralaſciare ì caſi auenuri a
‘conoſciuti per fama o per hlſtoria & appigliarſi agl'imaginati da lui
non poſsiamo liberamente affermare che egli intenda di ſimili mor:
ti. LaOnde paſſeremo ad vna altra interpretatione,la quale ſara che
le parole 5'… iv ras pm@ oávam ſignifièhíno le morti che non fieno Ion
ta ne, ma vicine 81 apparenti, le quali inducono piu dolore, che non
fan no quelle, che non veggiamo o crediamo cffirc da lu nge, ſi come
Ariſtotele anchora dice nel libro ſecondo della ritorica- Et e‘ da por:
remente che liauendo Ariſtotele diſſi nita la paſsione eſſere attiene
corruttiua o doloroſa quanto pertenga all' attione corruttiua non
da elſempio niu no eſſendo 'vie piu che manifeſto che coſa ſia , ma
`quanto apperte ngaall’ attíone doloroſa da elſempi nelle morti, che
ſi ciſopraflanno, & ci veggono ſi come ſopraſtaua la morte ad Ore
ſte 6c era dalui veduta quando doueua eſſere ſacrificato , perciOChe
quelle morti ci recano maggiore dolore che non fanno quelle che
.fiſono lontanenze ci ſono cofi apparenti. '
PART I
I
P ART|CELLA DVODECIMA‘ ”ip pſi -rçayná‘las'oisuk ERIJWÎZ u
Miſa; ”pl-ng” {impiegate-tu’ «Fi 7165”, ”il e'i' ritſſ Junya-rai erofic‘uiſa, 'ro'i J`ti$i.flçà u
i407@- ,înndſfll‘ioijÈo-ſ‘gñ, xogiiàv,xsù Thin” *ni ”Sii míçwá‘@ ÎÙJ‘i ;Ji-fi… v, "…i a
"mi citrina-'ritmi Titti-ra, l'ho: I“H’e‘tinri 'riis o‘xtvís ”h alam!. 'ig J‘i ”Piſanu a”, “
ai”: ?on rgxmá‘i’es -iò 7175 Xtçoiî ”agi-N. :zed-Moi J“i uíg” 3^” -rçeyçá‘i'xs 1B m- u
fruÈu' 5’on xogii'öv NNW”QW” J“t #iços 3’on ryan-Mſn!, mſi' aim isixoçoiî ‘thee, a
;ſpendi 3"* Unicaſa; p3): Ii ?WL-;gli ~MEI-t E’on xoçaîî. sáa‘mov J“i (the: xogoö -iò iii” Em: u
”aisou ”sù rgoxal'ov. Kina@- J‘e Mio: …in xoçoi ”a 3mi- MNT-l'. '. u
CONT EN ENZA. Q`u_ali ſieno le parti di' quantita della tragedia.
VVLGARÌZZAMENTO- Hora quali ſieno le parti della tragedia, ,
lequali ſi deono riceuere come ſpetie gia habbiamo detto, Et (le par f
ti) di quantita, 8: in quali ſi diuidano ſeperate, ſono queſte. Prolago, “
Fpiſodio, Vſcita,& xogixài, cio è canto di choro.& queſto( fi díuide) “
in Entrante,& in iStabile. Et queſte (parti) ſono communi di tutte “
'(le ſpetie delle tragedie) ma proprie ſono quelle del palco ei corrot. u
ti. Hora èprolago (v na) parte intera della tragedia, che c‘inanzi ai ‘*
'choro entra nte, & Epiſodio è ( vna ) parte intera della tragedia cheè “
in mezzo i canti del clxoro interi, & l'vſcita è (vna) parte intera della “
tragedia dopo Ia quale nó c‘canto di cltoro,Ma l’entríteèprimo pai- fl
lare di tutto ilclioro,& lo ſtabile e il cäto del eliOro che e‘ ſenZa ana- *e
peſto & trocheo , e’l corretto è(vn )lamentocommune del choro, “
` 6: del palco.
SPOSlTlONE. Trapone Ariſtotele tra le partidi qualita della tra
gcdi; le parti di quantita, & non hauendo ’anchora poſto fine al ra
gionamento della prima delle partidella qualita, che era laſauolaJa
" quale s‘haueua propoſta da trattare, non che liaueſſe meſſa mano al
t'altre parti di qualita, o dato loi-o compimento come era douero,
che faceſſe prima, imprende a ragionare delle parti della quantita del
` la tragedia, & ne’mprende a ragionare in modo Clic pare che pro
mettadi douerne ragionare compiutamente , 8t di farne vn lungo
trattato dicendo quali ſieno queſte parti nommandole co nomi pro
* pri, & quale luogo per ordine habbia ciaſcuna dl loro nella tragedia
non altramente che ſe alcunoìprometteſſe dl V0]creraglonare delle
‘ parti di quantita dell’huomo, 8c diceſſe clieie predette parti foſſono
queſte capo, collo, buſto, 8( gambe , 8t che capo foſſe quella parte,
e; che è ina nzi al collo, 8t collo quella, che etra il capo e'l buſto,& bu
, ì‘ ſto quella, che è tra ii collo & le gambe,& gambe quella dopo la qua
le non ſoffe- altra parte, 8: poi non ne diceſſe altro, coſi Ariſtotelè
ſenza paſſare piu oltre laſciando queſta materia imperfetta ritorna
Oo z a ras ~
`

-›,

,a ragionare della prima parte della qualita c-io è della fauola.Pei-cl›e


non dobbiamo punto dubitare ſecódo che liabbiamo detto piu vol—
:te clie queſto libro nonzſia Vna prima raccolta rozza 8c diſordinato
.delle coſe, clie .egli per non dimenticarſele poſe inſieme acCioche
le poteſſe liauer preſte quando compilaſſe vn libro dipoetica perfet
to, & degno del 'fuo miracoloſo ingegno- a'içii a; reno-ſte: di pì: 66 ha
”tra Xçía, m'flgov L’ora…, Le parti di qualita della tragedia, le quali
ſono fauola, coſtume, ſe ntentia, fauella,mei’odia,& `Viſta ſecondo A
riſtotele nOn ſi deono riceuere per iſpetie vere di tragedia , ma come
,ſpetiedi tragedia in quanto pare clie la tragedia come maniera ge
nerale/ſi diuidajn ciaſcuna di queſte ſei parti di qualita eſſendo occw
patatumda ciaſcuna parte come la maniera generaleè occupata tnt
.fa da ciafCUna ſua ſpetie, di :Ciledſ ſopra anchOra ſi fauelló. O`ueſte
parti, le quali Ariflotele nomina parti di qualita , 8t vuole che fieno
riceuute come ſpecie di tragedia tengono nella poeſi 1Lquel luogo clic
› .tengono nelle ritorica l nuentione ,diſpoſitione, fauella,~proferen:
za,& memoria,le quali ſimilmente ſono pat-u' di qualita della diceria
.8: come ſpecie della diceria eſſendoeſſa diceria occupata da ciaſcuna
- ,di queſtecinque parti,\i come anchora ſono nella ritorica parti di
- ‘q uantita della diceria proliemio,narratione,
mentqdisfermamento propoſitiOne,co
& concluſione nö altramente nfer nel*
clie ſonov ma*
2. . . ,
la paeſia parti della tragedia di uantita le nominate qui da Ariſiotez
le,prolag0,clioro,entrante,epi odio, CilOl'O flabile, epiſOdio, choro
;flabile,epiſodio, choro flabile, vſcita. PerciOclie ciaſcuna parte di
, quantita della diceria no n ſi diſtende per tuttala diceria ne l' occupa.
tutta, ma ſi contenta d’yna particella, nc eſce fuori determini di
quella, ſi come altreſi le parti di quantita della tragedia nOn occu—
i pano ciaſcuna di loro ,tutta la traoedia, maſtandoſi ciaſcuna di loro
` nel luo o aſſegnato nOn iſcorre ſîlOl‘Î determini delſuo luogo- Per
- ` .che p0 siamo noi aſſomigliare non ſenza debita proportione ciaſ
.. cuna diceria,&.ciaſcunatragedia ad vna grata, che liabbia perla lun—
gliezza le parti di qualita che diſcorra no per tutta lei come ver-glie,
._ 8t per lo trauei-ſo e parti di quantita clie non comprenda no ſe non
L certo ſpatio preſcritto come altre ver lie- il clie accioclie ſi i-icOnoſca
` piu manifeſtamente figureretnocoſi egrate. ~

Parti
\ [‘[lue `
:a z l _, ' g)I g v l
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Parti di qualita
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1 23 4-56 739 -
ca'

llfl-nç” d'uva”. Prima lia detto Arifiotele le parti della tragedia di


ualita che ſono come ſpecie di tragedie nomina ndole, an nouera n
Zole, diffi nendole, 8c ordinandole ſecondo i meriti di ciaſcuna & vl
timamente liauendo impreſe a dichiarare la fauola che era la prima.
parte di qualita della tragedia ſenza hauere poflo fine alla dlCllÌaſi
(ione, o dato principio alla dicliiaratione d'alcu na dell'altre parti di
qualita. md 13 ”ſul ”sù è: à' 'Lupi-m atxoçim‘ua, ”ih in‘. è da ſupplire
[citi, & di queſte parole ſi poſſono trarre due ſentimenti. L'vno e‘,cl1e
quelle ſono le parti della tragedia ſecondo quantita,& ‘quefle ſono
l: parti, nelle quali parti diſhnte ſi diuide la quantita della tragedia.
L'altro e‘, (Lipſia-ſono le parti ſecondoquantíta, & ſono quelle par
ti, nelle quali le parti di qualita eſſendo ſecate ſecondo qua ntita fi di
vidono in guiſa che uxozwuíu ſi rapportera a parti di qualita fi co:
me anclmra Mafia-au, perciOclie ciaſcuna delle predette partidi quali
ta ſi diuideinquelle parti di quantita ſecOndo che ſi dira anchora
poco appreſſo da Ariſtotele in quelle parole ”iv-ia”: .Tn &ari-mi *rei-rc,
uyíairgñ èda vedere quello, che c‘ (lato detto :dietro del prolago , a
che mi rimetto. inerme'. A me pare di comprendere che Ariſtotele
prenda in queflo libro epiſodioin quattro ſignificati molto diuerfi
'vnodall’alrrò, liquali ſe altri confonde non intendera la mente
d'Ariflotele. Prende :dunque Ezeco'á‘io- alcuna volta per quelle coſe
che ſono andate auanti all’attione, la quale altri ha preſa per materia
del ſuo poema. o la debbono ſeguire, le quali per ragionamento di
perſona introdotta nel pOema,o per altra via ſi trapongono nell’at
tione, 8t di loro ſi riempie il poema. Il che di ſotto Ariſtotele dica lia
uer fatto Homero,che liauendo preſo a poetare della guerra troia nb
n'empie inoema d’ epiſodi,cio e‘di quel le coſe,elie precedettero quel
la parte,o le vennero dietro dicendo vöv J" Îipíças Emas-_alt har-carina
aim-m vini-Sp mMoîs, oiov ms- mir@ ;uh Ziano” ikea-Has, u‘: d‘i- Amab
n’a-3* mind”. Et prende tal hora inqda’d‘iov per q nelle coſe, chenon ſono
auenute prima o dopo l’attione,ma che ſono aue nute nel tempo del
['artione, & non ſolamente ſono auenute nel tempo dell'attio ne ma
ſono ancliora parte dell’attione, ma perche ſono auenute in luogo
lontano da quello, doue ſi rappreſenta l’attione, fi ſanno Vdire al
popolo per ſabporto d‘alcuno meſſo, o d’altra perſona, 8a queſti di
ſotto domandera Ariſtocele epiſodi propri del la ſemola-Si prende an
chora inc-'J‘ac- per quelle coſe, le quali ſeno Rate trouare dal poeta
per moſtrare le particolarita del ſatt0,clie non fi ſa ſe non ſonata”
damnte,le quali ſe non fi confanno con quel che ſi ſa del [azz, ne
e CB‘
. 14%
dipendono l’vna dall’altra ſecò'do veriſimîlitudine o' neceſsita ſono
i irre‘e da A riſìotele la done diſſe che la'ſauola_ nó doueua eſſere’irmtv
Judy”. 'Vltima mente ſi prende'înaço’á‘m per quella parte di quärira di ' ,
tragedia. ,chec‘ pofla trail ca nto intero di due cliori,& perche in ciaſ
cunajtragedia il choro canta quattroſiate conuiene che queſta par: *
te nominata epiſodio ſi diuida in tre & ſienotre epiſodi, 8: perche il "
ca nto intero del choro'è-il termino diquella parte che i latini hanno
nominata atto conuiene che l' epiſodio poſto-tra il primo e’l ſeconí
do choro ſia il ſecondo atto, 8t clie l' epiſodio poſto tra il ſecondo ñ
e’l terzo choro ſia il terzo atto,-& che l'epiſodio poſtotra il terzo,e'i
quarto choro ſia il quarto atto. Et queſti tre arti ſecondo , terzo, 8t
-quartoriceuonu per auentura nonzſenza ragione il nome d' epiſo
dio perciochc oommunemente ſi riempiono, 8c ſOnO compoſti de tre
ſopradetti epiſodi, toncioſia coſa the nel primo arto 6t nell'ultimo
cio è nel primo,& quinto debba il poeta allegare quello che ſomma
:riameme ſi ſa del ſarto, 8: negli' altri quello che egli truoua per riem
piere le vie particolari o fare vdire al popolo le coſe paſſate o future
olontane.Hora fi comegli epiſodi di che noicparliamoſono commu‘
neme nte compoſti delle rre maniere de pre erti epiſodi, coſi ſono -
introdotti per tre-*vie aſuoi luoghi ndla ſauola, l’ vna- delle quali ſi 7
puo doma ndarrvia ex propoſitojl’alt—ra via exaccidenti, & la terza .
via per mſſaCOiO. -Perlaviaex propoſito «ſono tirate nella favola le'
eoſoparticolari trouate dal poeta, o anchora le coſe auenute prima
dell'atriOne o pureauenute nel tempo dell'attione, ma in luogo lo un; L
tano da quello, d0ue ſi rappreſenta l'attione quando’ ſeno racconó' '
tare moſtrandoſi di dire altro, o per altro fine come nell’ Andria di ‘
Terentio in-ſut’l principio Simone ragionando con Soſta coſe paſ-~ ~
ſate non per raccontarle ſolamente, ‘ma per altrofine. Et domando " ,
?ueſta via ex Propoſito hauendo riſpetto alla teſ’tura delle coſe che
ono per quella coſi congiunte inſieme, che l’v na dipende dall’altra
ſecondo veriſimilitudineo neceſsitaffler la -via exaccidenti vengOnO
nella ſauola le coſe paſſate o lo ntane quando .s’introducono nzeſsi o _ì
altre perſone a poſtaper recare ſimili novelle. Et è da por mente che
altri non faccia venire meſſo ſe non per-coſa cli‘e il vaglia , & nota
bile,& a perſona alla quale ſia veriſimile,clie `venga ſimile'meſſo. La
-via per miracolo co ntienel’apparitio ni de morti,i ſogni, le viſioni,le
proplietie,i riſpoſi diuini,& ſimili coſe. ’Et per queſta via s’ introdu:
cono nella fauola le coſe future, le coſe paſſate, 8t lontane quando
lecoſe paſſate 0 lontane non ſÌPoſſono ſapere ſe non ri uelate,_o ai
. ñ ‘ P nen?
l
meno in quel tempo & luogo- Hora ha gran differenza nel modo
tra lo’ntrodurre per queſta via le coſe ſuture,& le coſe paſſate o ion
tane. Perciochele coſe future ſi deono predire oſcura mente, &ſot
to ſimilitudini, 8t le coſe paſſate o lontane ſi ſo liono ridire chiara
mente,& cOme a punto ſono aucnutc. Di che l vede l'eſſempio nel
ſogno di Didone appreſſo di Virgilio nel quale ella vide nella pro
pria forma Sicheo 8t inteſe come era flatovcciſo dal cognato. & nel
ſogno di Liſabetta, nel uale ella vide nella propria forma Lorenzo,
6t inteſe da chi,&doue oſſe fiato vcciſo appreſſo il Boccaccio,& nel
ſogno d'Alcione appreſſo Ouidio nel quale ella vide nella propria
forma Ceice,& inteſe come s'era affogato in mare. lit è da ſapere che
non dobbiamo introdurre ſogni, ne quali'ſi ridicano le coſe paſſate
ſapure dal ſognante ſi come fece Franceſco Petrarca ne ſuoi triorn:
plii,il quale -narrando come liiflorico d'eſſerſi condotto in Valcliiue
ſa dopo la morte di Laura non che dopo l’eſſerſi egli innamorato di
lei ſcriue d'eſſerſr ſognato, che egli s’inam0rò di Laura , & che ella
mriquaſi che egli nol ſapeſſe vegglii‘ando,& che ſaceſſe biſogno di
miracoloſo ſogno per intendere quefiofloí‘t”. Weſlac‘l’vltima parte'
dellatragedia dopo la quale nó cantando il clioro ſe non alcune po
che paro e è detto nOn ca ntare,& èanchora l’vltimo e'l quinto at
[DOLOQIIÈÎ è da ſupplire Ms poiche Ariflotele medeſimo poco ap reſ
ſo dice ”çnöv mit-Sr. Et ida notare come lubbiamo anchor: etto
di ſopra, che non ogni volta che il clioro compare in palco canta,
ne riempie quella parte della tragedia di quantita nominata que do
Ariſlotele ”Wil ”SAO- , ma ſolamente quando il choro tutto cant:
cio èquando tutte le perſone del choro cantano. Percioclie alcuno
volta compare in palco,& vna perſOna parla daparce di tuttgoſi di
uide il chero,& la meta dclch oro parla con l’altra meta del clioro,
cio è vnaperſona in lungo dell’ vna meta,& ma perſona in luogo
dell'altra meta. Et non compare il choroin palco per cantare ſe non`
quattro volte. Et il choro vegncnte in palco per cantare fidiuide in
due maniere-,delle quali l'v na è detta WM©,& l’altra ritmo-.W9
è il can-to del choro intero quando il choro compare la prima vol—
ta in pa ko &sédlmc‘il cito del choro intero quitlo il < horo ritorna
a cantare la ſecondaJa terza,&la quarta voltañzowà a!), {fiv &mie-mp ma',
”,ÎNK J‘ì -n‘z 7715 dxflvís xò ”fumi Write patti di ql ärita della tragedia, &
cOſi onli nateprolflgoxhoro cntríte,epiſodio,claoro &abllE,CPIſodi0
ehoro ſtabile,epiſodiofclioro flabileflſcira ſono cómuni atutte le parti'
di qualita della tragedia,le quali ſono come ſpetieditragedia, 5: lo no
ſa uola
146
ſauola , coſtume, ſententía, faut-lla, melodia, 8: villa, percíoclie ciaſ
cuna di qucſte parti ſo no ſecate da tutte queſte arti di quantita-Egli
è vero che la Viſta lia alcune parti .di quantita c re non ſono commu
niall'altre parti diqualita quali ſono i compianti, che ſono fatti dal
choro di tuttii rappreſentatori,& dalla viſta lugubre della quale par
lera di ſotto in quelle parole 'in ”In o'iv 1590345- ”è {Ata-à! in -n'u 74.10: 71'
Îobx, & in quellciò J‘Î* {Là fit 34:0! ”ſito minerali-v &nxlſnfn ”ù ”pr-'et
.liſath- in, Bic. Le quali parti non hanno una certa, & preſcritta ſe
dia, come hanno le altre, & non dobbiamo intendere quando fidice
dan@- N Ìfíloſ var-à: xoçomhe s'intenda ſolamente delle perſone ſole
del clioro , ma che s'intenda del choro cio è di tutta la moltitudine
de rappreſentatori ficome dicemmo di ſopra douerſi intëdere quan
do ſi diſſcluùpoif 7gg?” IWLMSV Him”: lifxm't'á‘om. Ma perche alcuni
credono che Ariſtotele intenda per dan@- i lamenti di parole pia n
_geuoli delle perſone tribolate che ſ0 no in alcune tragedie,liquali ſie- .
no accompagnati, & aiutati da lamenti di parole piangeuoli del clio
ma da dire, ehequeſti cotalie’ ingannino , concioſia coſa che i la
menti di parole pia ngeuoli delle perſo ne tribolate meſcolati con la*
menti di parole piangeuoli del choro fienoo prolago, o epiſodio, o
Uſcita, o parte dl loro, poiche non è aſſegnata a quelli niuna ſedia
;ſeparata dalle predette communi parti,nehanno in ſe alcuna diſtin
tione notabile da .eſſere riconoſciuti come parte diuiſa da predetti
prolago, epiſodio, 8t vſcita. 'is-t N} ”rh-79* ”$- a‘rm I'm Fmi-Nas rd ”I
.xefoî ”zi-,JM ll prolago è parte-,che è diſtinta dall'altre parti di quan
cita per [uovo, _& da alcuna parte per qualita di perſone, per luo o
liauendo e o il primo, che non lia niuna altra, perqualita di per o
ne non liauendo perſo ne cantanti, le quali ha il choro. WM” 5 ai;
'9- 3)… *rgayOJ‘I'as dmn“ Fila! xoçtnömaöf. L'epiſodio è diſtinto dal
l'altre arti
hauendìo perluogo
il ſuo luogotra
8( ica
da alcune per qualita
nti del clioro,& perdi conſeguente
perſone, perhaven
luogo

do il terzo, il quinto, e'l ſettimo luogo , per qualita di' perſone non
hauendo le perſone cantanti, le quali ha il choro. ’e’ëoá‘o: J“i gh@- Fm
:mq-Nu atta’ .íxìsl x…?- plAO. L’uſcita è diſtinta dall'altre parti per
luogo, 6t da alcuna per qualita di perſone, per luogo liauendo elſa
l’vltim0,per qualita di perſone non hauendo le perſone cantanti, le
quali ha il choro. xaçmv J“t ”zip-l‘9- ”Bi- i mi” Alèuhov xoçoö. Il ClIOI‘O
entranteè parte diſti nta dall'altre per luogo, 8t da alcu na per ma:
nie-ra di piedi,& da alcune altre per qualita di perſone per luogo ha'
.nendo eſſo il ſecondo,per maniere di piedi hauendo l’ancpeflo, e'l`
~ P p a. trachea
,

r
D

treclieo, elle non ha il choro’flabile, pel-qualita diperſone hauendo


le perſone cantanti, che non hanno il prolago, l’v."cita, Le gli epiſo
di. rimini Mah@- xoçî 1G {miti-anſe” vsù Wowziole clloro ſta bile è par
te‘diſtinta dall’altre per luogo,& da alcuna perpiedi, 6t da al: ma ale
Ira per qualita di-perſoneyper luogo hauendo eſſo il quannu] ſ- (10,8.:
l’ottauo,pcrpiedi non potendo hauere l’anapcſko,& troclicoJiqua—
li puo liauere i|_cl1oro ontrantc , per qualita dipei ſone hauendo le
perſone cantanti, lequali non hanno il prolago, l’epiſodio# l’vſci
la. nina@- xà OgíV@ rai-à! ma; xi z‘uni dunuîs- ll-corrotro e‘partt* diſtinta
dallÎaltre ,per parte di qualita o per iſpetie di tragedia percioçhe doue
l’altre parti di quantita; ſono communi a tutte È ſci ;e parii di qualita
o a tutte
nſiie, nella81ſentcntia,
ſelle ſpetie di tra
nella gcdia, &entra
ſauella,.nella no nella8t ſau‘ola,
melodia, nel quella
nella viſta cuſtu.—

òpropria della. villa ſola, 6t non ha luogo ſe nop nella viſta. o u_


n PARTiçELuA DEQIMATERZſl. yiçugîiz …z- …wii-.s @Litas-fa
v &inciſo-ni” liga-rap. 16 :led-‘iv, KÌL'HS ‘ì &larga-rm Ktxwçlf'ztivf,,1a~W—ÎSÎÌ
v ov 5 'J‘uugoxaíad,u9: ì-ll‘ti ”Alexand (nily-:1111,: ”uſauexglsù m9” (Fm' -rò *ma *r e
n 7M‘… in”, iMÙfÌ im‘ AÎWV‘W’TS HE: eçlfliwlſdfl’dn eö‘r .hi dà iulm” q.
n *ni: Mis” ”Wola-_055 un «JM-u. «MR ’cammina-Kiwi merlo ovaie-Sv, :Lair im
” ”Sv fly fllMTlxlw, *raw ?dif iJ‘iov ris mme ”inſiemi ‘al, ”Pam u”- J‘ím á’fl pi'
’, *n F5 intimi': EVO-gas J‘iiuwfleîmvfls pal ”Alè ;unix-Tax és J‘vsvw’ai. i} o.:
’Their, Èifliihflſívl” 70510, ÌtÌlÃti ”Iaçáv is”. 377i Fiuoxfnçw's É à“fl‘fls è: lun-74'”.
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v o LN): 7a} aregl 11;” oÒaÈMp is‘l J‘US‘UXìll-DVK, il J“t ”ego-16v Km… LM@- a?” mgl vi” &Agi
n O'JMÎIÉ'O' 'gmçl 'flip ?galaſſia—0'” 0772 Merlino?” Qofltçiv paxil) *rà ”Willem ius-MQ'
n &fa; *nu-top Mizóf. is! brain-ro 5,"3 all‘7t'glft7íl J‘iaçlçomwù &umani-i), giÃ-nm“; o_
,, a…: .atxîdgvav Nimfifiíihóàv Uſtica Pulizia', SMAR- J‘i’ &flag—ria! --nvè ”Sv i! m
” 7d” .1165” ’iv-mv ”il lim-xo, o…, old‘l'flé95,73`l Gals”, ”ii oi in 7035”.”er 7m$p
n :zio-mis iii-dg”, Liri-rx”)er à"ça ‘flip ”Il-i8! iffivrnflö’aev, cirrhou’i: ”Zé-Mou, ii Al—
’4 :Manila Zzpif T] vis om. '175, s‘it‘ruſh'üle” ;il éí iui/74:'…- îxé‘usuxllus, and rei! mi'a i,
” ‘E iu"ruxmf és JF RAUL”, aj: poxo-’giu, aMà J‘i daccfll'm ami/mu, il ?iau :if-_l—
n m, › pih-im: ‘tähÃDV’pXUÎOVGS/o ”miei Jîiu‘i *rò zoom-mv. azz-à 701713,; ;ef o"
n cpu-ra! ſe!” Tux”) e: .miwa a‘Ti‘zfffllLBV. vuî): J‘lr mçi 51“70” olxlrs ai* xámçn flop,.
,, J‘… ‘unfflt‘l’rn, mv mçi &humor-n, ”il mſlm-uv, ’gli Éçéçhu’yjiflzhila7pgu,ffi qui.
,, Fllü,kfi\l.1'l^tçov Lai-.5,5015HMOIHVMÎBNK-fliimeeiv J‘ai-è, ’i mama. i px;- {Bim-n‘:
N *iL-‘4 'rlva maſs** 7m oáìia in WU'TM' ni! tvsiíceás ismflià ”ù ai iuçmiá‘ii built-ui
,,,m Îò.aü›iò,,ùichlmai.fn .ri-ro :Pg-ì iv rollingnçáfi'm, ”à UDP-Al oil-r? è: Jai
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,4 s'uxl a' *rm-mlt; rm ;erp cf” I'm-zum”, oçaai. “Milia" _J‘i ”tz-mr, rxrflîäp x_
`,inavîiv xà -räp ?narran- Tfaylîflſdfl’m air volati-m @ai roma, 0:! ”cuffie-?fl a; a' iugmufiu ie
i là rà à-'Ma mi i?! OMIÎMLH, Mrçarlxiím‘tós _'71 ”Sp m…,rlip 'KI'VETH J‘turíçat N u
vtr-$1.- Affln‘wu îm’flwv ìsl eſimermi &mal-Bn 1di- dámfìílflſa, ”Manzi Eolica-t _a
'Lair *rtAfluÎöda LE havi-l'as NT: Balli-ſo ai@ ’Wigan, J‘mî e… ”pd-r” dba-Beretti' 'fl
flop Zaire-v. èashouàoídr oi mllul ”v'è/xiv mxoñ'ſts 107i Otxraſiſs. 7;@ 05)“;
,Zu-rn La): Tfl7Qd`ſì5 Moni, RMA ”EM-u 75‘” Kc‘pçl‘ſas aiuti", iui 7572,21 oi‘ ſxülfll a
_ 5m ?v 15 ad”, mv, àçísns,x9üîr'71\d©', oſa” ma'va iantM'JTIÎJ iëimqwm, un‘: :u ñ 7
i ìu'rìu‘dxajáìtis Fn’äá‘uſs-,ist 4:9): o'öì‘lò @Ming xs?! &Ateràt in 'fils 'News find, ſ5: _u - -
J‘i ”sì-i {Edu-1175 n75 áuseínos Töp ‘az-quannu ,i'mg isl ”pi-tmp@ min-ri} Until-oro:. è:
.J‘tſ 7a} uit i:le 'rod’ ;fiv/,0310 dum-aim …pf-'Ora, Z151 11'” &Karim-n! -rà ?trim-mx ,m': _u
‘tiva là fiſſaggi; ;Meſi ix -räp 'fungaiívmpſiſmç Zip ”zia-…s &venir->5 rod‘ oiJ‘i'n'e `u
Ji@- #'ÌΑOON 1b W717: *0’410: nm Zrcçnîntulzèsv Strixiíraçovguſi-”çvíd J‘iéfltpv’v i: "a
Ftp. of ö (an '16 ?cuffia *ris-741.05 'Mila *xò nçmr-S‘J‘is adv/op araçdxwáloms: Sfizi“;
;rgnçd‘l'çnsnovoídlp. i ”Ed-:p «MKII ”Toi Upim) 3M1ga7çá‘la5, RME dui giura", _a
.dal 5 da) èm‘ Muy@ lo!” @Nm-nos J‘ai »J‘in ”Maw-lim @zampa-‘1,2“,
flnçov, ó; 72m Ep roîs ”pa-madip {Amlfliflſh l , ce
CONT EN ENZA. Vale perſona ſia da ſciegliere per ‘generare pei-1,' ì
. riuolgimemo ſpauento 81 compaſsíone,& quale riuolgimento,& qua.“
lc cagio ne di-*riuolgimento ſia da-ſciegliere per farcio,che loſpauen
VVLGARIZLA
- eo MENTO.Adunque
& la compaſsi0ne le parti-della
poſſono eſſere generati tragedia. le quali u
dalla viflau

.‘-ſi debbono riceuere (come ſpetie) ſono ſiate dette, &(-le parti) ſecon u
do quantita,& nelle quali ſidiuidono ſeperate ſono queſtcHora qua.“
:ñli `coſe: debbano perſeguita”, & quali fuggii e coloro che ordinanofl
- le fauole,& onde procedal’eſficacia della tragedia dopo _le coſe al pre ,g
. ſente dette àper ordine da fauellare. Adunq; perche fa meſüereñdloj‘.
_ la compoſirione della belliſsima tragedia lia non ſimplice ma rauilup'fu,
pata,& che queſta ſia raſſomigliatrice dicoſe ſpauenteuoli~& degne di“,
. comPaſaione pereioche queſto è`proprio di coſifatta Faſſomiglianzar'.;
ñ primeramcnte e‘ coſa manifeſta che non conuiene che_ li huomini diM
ſantiſsima vita fidimoflrino trapaſſare di felicirain unitaria percioclxej.,
. queſta non è coſa neſpauenteuole,ne degna di compaſsiqnegna _aber-l“.
mineuolc. o che gli vliuominidi maluagiſsima vita (fidimoſtrino trae_ “e
._-_ paſſare) dimiſei iaz infelicita.Percioclie qmſta è _tr-a tutte le coſe luana...
- -z niſsimad’alla tragediafloncioſia coſa che non [rabbia niuna diquelleoa
- coſe, che dee hauere poiche non è gratioſa agli huomini ne com-;w
L, paſsioneuole, ne ſpauenreuole. Nezdall’ altra parte (conuiene dig...
vno molto miuagio trabocclii di felicita-v in miſeria. Perciozeliem.
ſ eoſifattacompoſitione petra hauere coſa piacentc agli huomini', a_
› - Pp z- ma non… -
,, ina non (Trama gia ) ne compaſsione , ne ſpauento, concioſia coſa
,, cheſquella ſorga Perche altri ſia indegno della miſeria, 8t queſto per
,, che altri (ci) ſia ſimile. Et certo s’lia compaſaione dello'ndeg no, à
,, ſpauento per lo ſimile. Laonde (corale) accidente non ſi dimoſtra,
,, (eſſere) ne compaſsioneuole, ne fpauentenoie. Adunque reſta que
,, gli,clieè mczzano tra queſti. Hara colui è corale,il quale ne per bon
,, ta ne per giuſtitia trapaſſain altri, ne per malitia, neper maluagita
,, traboccain miſeria ma per certo errore eſſendo e li vno di coloro
~,, che ſi truouanoin ranglOria & in ſeliu'ti come E ipo 8: Thieſte,&
,, glihuominichiari aimi per fama di coſi fatte ſciii'atte. Adunq; di ne
,, ceſsita ſe la favola dee ſtar bene,dee eſſere pin toſto ſimplice che dop
,, pia ſecondo che alcuni affermano, 8t trapaſſare non di miſeria in fe
‘ ,, icita ma per io contrario di felicita in miſeria non cr malo-agita
-,, per (alcuno) gra nde errore (d'huomo) cliente e‘ ſtato etto,o piu to
,, ſto (d'huomo) migliore che piggiore. Et l'eſperienzaanchoraſcene)
,, uo far fede- l’erciocheanticamente ipoeri metteuano in cóto qua
* ,, unque ſauole ſi paraua noloro daua nti- Ma al preſente le'tragedie
,, belliſaime ſi compongono aggira ndoſi intorno a poche famiglie co
,, me intorno ad Alcmeone & ad Edipo,& ad 0reſte,& a Meleagro, &
,, a Tliieſte. 81 a Tele lio, 6: a ,tutti quelli,a quali eauenuto o patire co
” ſe graui, o fare. Acibnque quella tra ediaſecondo l'arte è belliſsima
,, clieè formata di com oſitione coſi atta. Laondecoloro errano che
,,, biaſimano queſtoite oin Euripide perche fa cio nelle tragedie, &
,, molte delle ſue terminano in miſeria. Perci'oche *queſto come e‘ſta
, to dettoédin'tta mente fatto, & (dicio) è gra ndiſsimo argomento che
,, ne palchi, 8: nelle rappreſenta tioni in atto le coſi fatte (tragedie)ap
,, paiono eſſere maſsimamente tragice ſe fienobene dirizzate- Et Euri
,, pide auegna che diſponga non bene le altre coſe, nó dimeno tra poe
,, ti appare eſſere maſsimamente tragico. Hora [a ſeconda compoſitio
,, ne, la quale èdetta eſſere ſapri ma da alcuni è quella, che ha doppia
,, l! èOnfflfütiOntäſi comeè l’Odiſſea, v8t ha il termine contrario ne mi
., gliori.& ne piggiori,& pare che ſia prima perla debilezza de theatri.
,, Percioche i poeti poetando a grado a veditOi-i gli ſecondario. Et que
” ſto dilettanon viene dalla tra edia,anzi piu tolto _è proprio della to.
,, media. Perciocliequiui ſeſolëero nemici mortali nella fauola come
,, Oreſte 8t Egiſto diuenuti amici allafine ſi dipartono, & i'vno non e‘
. ,, morto dall'altro. Adunque puo naſcereloſpauentofit la compaſaio
,, ne della viſta, & puo (naſcere) della ſteſſa conflitutione delle coſe. Il
3 n clic è da antiporre, & e di poeta piu lodeuole. Perciocliedeea ?cho
_ ra enza
[48
fa ſenZa la viſia coſi conflituire ſa ſauola, che colui, che ode le coſe “
luenutc,& ſi ſmarriſca, 8: ſiabbia compa "aione Pergll auenimenti, le “
'qualicoſe ſenza fallo ſentita colui clie Ode la fauol’a «l'EdipmMal ap “
preſtar cio perla Viſta ècoſa doue lia meno luogo l'arte, &fa meſìie: “
re di grande ſpeſa. Hora coloro che appreflano non ſolamente lo “
ſpavento per mezzo della villa, mail moflruoſo nOn hanno coſa c5- “
mu necon la tragedia, percioclie nen deono cercare ogni diletto dal “'
la tragedia, ma il proprio. Et perche il paeta dee appreſtare il dilet: ‘e
to precedente dalla compaſsíone & dallo ſpauento per opera della ‘a
raſſomiglianza e coſa manifeſta che queſìo ſidee operare c6 l'atrio ni., ‘.
SPOSlTlONE. Perche haueua Ariſtotele detto di ſopra che tre
coſe tiuolgi’ memo, riconoſcenza 8t paſsíone generaueno ledue ſpa
uento,& compaſsione,le quali due ſono il fine della tragedia come
e‘ fiato detto, rito rna a dire piu allarga, &piu diflintamente, le coſe
che liaueua dette, & ven' giugne alcune altre ancliora.Prirna adi'i—
que dimoſtra quale dee e ere la perſona clic per riuoigimento poſſe /
generare la compaſsione, & lo ſpauento feperandola da quelle che
non poſſono operare cio, o coſi potentemente. Et appreſſo qual ri*
nolgimemo poſſa operare le’ predette paſsioni ſeperandolo da quel
li, che non poſſono ſarcio , o coſi porentemente, & oltre a queſto
_ quale debba eſſere la cagione del riuolgimento che induca mag iore
ſ auento, & compaſsione- Et poi dice qualiſono le paſsioni do oro
e, 6t per quali perſone debbano auenire,& Vltimamente quale rico
eo noſcenza fia piu da lodare. Si clie ſono cinque coſe principali del*
le quali parla Ariflotele, ſenza che d' alcune altre anchora dice inci:v
dentemente, & ſecondariamente ne fa inentione per fare conoſcere
onde propriamente naſcono lo ſpauento 81 la compaſsione.Ma per
che le tre prime coſe ſono in guiſa nel (eſſo rauiluppate inſieme che
non ſi poſſono ſeperare l’vna dall'altra l'liabbiamo compreſe ſot
to vna particella ſola. nigi ai! ai” quer-'es, Bic. Hora prima che‘ Arifla
tele imprenda a fauellare d' alcuna delle tre coſe principali, delle
qualiſi tratta in quefla particella ſi raccogliein brieui parole nonſe
iamente quello,diclie proſsimamente s' i! parlato cio ſono flatele
parti di quantita della tragedia, ma anchora quello, diclie piu adie
tro s' è parlato, cio ſono ſiate le parti di qualita delia tragedia.. Et ſi
raccoglie queflo per poco con quelle medeſime parole,con le quali
di ſopra aflcliOra ſi raccolſe quando ſi volle paſſare a fauellare delle
parti della quantita, ci ſi raccoglie quello per poco con quelle mode
lime parole, con ſe quali ſr propoſe quando ſe ne’mpreſe a fauîlllare.
qu a:
ì
liqufle raccogiimento non gióua -punto ’alla giunta che ſi 'fa inque
‘fla pirticcllaìafla materia deilo ſpausnto, 8: della compaſsione, ma
fidoueuaìfaccogliere quello che era ſt‘ato detto ,di ſopra di queſta ma
’_teria per ſoggiug nere quello, ch'c vi mancava of: ”Ji-M Mia; èa que
ſtc parole da aggiungere Zu 'ç'xJ‘dr ſi come di ſopra ſi díſſe. a?” J". -rgzro
d‘l’ab’ëöfsxfi: 652'1sz N xiàflcairrimemi non ci ſarebbe ſenſo compia'
to, ’ov’ o“ Mir-Moby où :I J‘ai zu Aazzîxx. (Luefla è [a propoſitione delle
coſcche ſ1 deono trattare, 8: perche ſi tratta deiîo ſpauemo, 8t della
eompafsione nOn è cſſs da prendere per propoſitione enerale di
*cuttequelle coſe clzedcbbano i compoſitori ’delle ſano e cercareo
ſchif‘áre perſare chela ſauqia rieſca bellá, ma ſola mente per propo—
firíoneſpetìzle di qu'elic coſe, che debbono i compoſitori dellefauole
ce'rca're o ſchiſare per Fare naſcere lo ſpau‘mto 8c la co mpaſsione,,a
bagna che le parole paiano generali, 8c di propoſitione generale.
”E n53” {gn u‘: rn‘: vga-,Mſn im'. Intende A ri Rotele per 'i'm- ""5 1m»
Na: la purgatio ne defle paſsir) ni ſpavento 8: compaſsione porque[
le’medeſime pal-'zioni daH'anim‘o deveditorifiiche fece di ſopra men:
tipne neHa diffinitione riprOu—Sdo benche tacitamente :Piatmiep in—
te'nde per‘i'çyov 77” :mo-Nu l’ efficacia della tragedia in produrre-(ba- ‘
vento BZ co mpaísione nelſ’a rimo de vcreditori. {pzèís 32-2'… miſi” 1075 vg‘
Içm'iw. 'Altri Puo Vedere come ſucceſisiuamcmeſia per ordine dg' .
dire delle coſe delle quali propone di Parlare dopo le coſe proſsima
men-tc-dette,'& raccolte in poche parole. Enea/.c‘- o‘öv (ii-azz”, &cc-Volen
do Ariſtotele dar principio a Fauellare della qualita della perſona, lg
qòale poſſa produrre maggioreçompnſsioneöz ſpauento ripete due
coſe che haueua dtttc‘di Iopra. 'L'zvn‘a che la ’favola dee eſſere non
ſi‘mpiite, ma rauiluppata 8: l’altra che dee eſſere raffomigliatrice di
‘coſe ſp'aìuenteuoli, 8: c0 mpaſsioncooli. Ma accioche veggiamo come
qucfle due coſe ripetite aprano la via a trOuare laquaZ-ira della perſo
'na che cerchiamo e‘ da ſapere, che la fiuola ſimpiicc puo c'ſſcrc raſſo
'migliatríce di coſe piace-nu' come chev na rea perſona continui in vno
'flàto peſsimo, o ‘che vna‘ perſona da'bene continui-in“-Vno ſtato otti
Îmo, 8: puo eſſere raſſomigliçuri; c- di coſe ſpiacenti come che vna rea
,perſona co nrinui don'perpetuo tenore in ſu vno fiato .Ottimo o che
-vnaperſom da ben': cominui cón perp-er‘uo tenorein ſu vno fiato
'poſsimo, Ma il tenore ch‘) {iam peſsimocha perfonad.: bene ſola
‘meme genera Epauento 8( compaſsio nt, G: per conſegna-M612 ſano.
² Ia contenente corale tenore è raffomigliatrícc dello lpaueuto 8: del—
la compaſsione. Panimentela. fauoh rauíiuppara‘ puo eſſcre raſſnmi
;Marſica
l49 '
migliatrice di coſe_ piacenti,& di coſe ſpiacentLE'raſſo migliatrice di
coſe piacenti quando vna perſo na da bene da miſeria è ſolleuata a ſe
licita, overo una perſona rea di Felicita trabocca in miſeria E raffo‘
migliatrice di coſe diſpiacenti qua ndo v na perſo na da bene di fell c i
ta trabocca iu miſt-ſiam vero vna perſona rea da miſeria è ſollevata
a Felicita- Ma percheil mutamento della perſona da bene di felicita
in miſeria puo ſolamente generare ſpauento & compaſsione, la ſa
tioſa cótenente ſimile mutatione ſara raſl'omigliatrice di coſe ſpauen
teuoli 8: cOmpaſsioneuoli. Hora perche la ſauola ſimplice, & la ra
uiluppata poſſono no n pure liauere vna perſo na buona o v na rea ſe
perata,ma l'v na 8: l'alrra congiunta inſieme puiclre liabbiamovedw
to quale fauola ſimplice,& quale rauiluppara liauente la perſona o
buona ,o rea ſeperata poſſa porgere ſpauentn &compaſsione veggia
mn quale ſauoía ſimplice, o quale rauiluppara liauente le due perſo:
ne la buona 6t la rca inſieme poſſa fare compaſsione 8: ſpauento. A-~
dunque la ſauola ſimplice che ha la perſona buona & la rea inſieme
riceve quattro diuiſioni,l’ercioche o la perſona buona 81 la rea con
tinuano in ſu Vno te-tOre di ſtato felice vgualmente, ocontinuano
in ſu V00 tenore di fiato miſero vgualment:: ola buona continua in
ſu Vno tenore di ſhto ſ’cÎice,&la rea continua in ſu vno tenoxe di ſia
to miſero,o la buona con iuua in ſu vno tenore di ſtato miſero,& la
rea in ſu vno tenore di ſta;0ſelice.Wa nilola perſona buona &larea
continua no in ſu v no tenere di ſtato ſelice,&quando la buona in ſu
vno tenore di ſtato felice, 8: la rea in ſu vno tenore di fiato miſero
quindi non puo naſcere ne ſpauenrome comparizione, ma quido l’vi
na perſona & l’altra c0 ntinuann in ſu v no tenore di fiato miſero, 6c
quando la buona co ntſnua in ſu vno tenore di fiato miſero,&la rea
in ſu vno tenore di ſtato felice naſce ſpauëm & cöpaſsícne, ma mag
giore ſpauento, 81 co mpaſsione naſce qua ndo la buona continua in
ſu vn ten0redi ſtato miſero,& la rea cótinua in ſu v n tenore di ſtaro
felice,clienó ſa quando l’vna St l’altra perſona cörinuano in ſu Vno
tenore di ſtato miſero- Et la ragionec‘ che l'liauere compagnia nella
miſeria èvn certo alleggiamento, & non pare clic-la perſona buona
patiſca tanto quanto pare patire quando la rea,patendo lei, gode. Si
chela ſauola ſimplice che contiene le perſOne buone & ree inſieme
puo in due caſi eſſere raſſomigli'atrice di coſe ſpauenteuoli & cópaſ
-"~_‘-’- — —
paſsioneuoli Medeſima mente la ſauola rauiluppa ta laquale ha la per:
ſana buona & la rea inſieme riceue le ſopradette quattro diuiſío m,per
_cieche o la perſona buona &la rea trapaſſano v ÎualmetÎte da miſe: ia
OJ a felici”
_,'_.—
a ſelicîta,o la perſo na buona & la rea trapaſſano pure vgualmëte da
felicita a miſeria,o la buona tra paſſa da miſeria a ſelicita & la rea da
felicita a miſeria,o la buona trapaſſ.: da ſelicita a miſeria, 82 la rea da.
miſeria a felicita.Et parimeme th‘ delle predette diuiſinni non gene
ra no ne ſpauento’me compaſsione,cioc` quando l’Vna 8t l‘altra perſo
na trapaſſaiio da miſeria a ſelitiſa,&quando la buona trapaſſa da mi
ſeria a felicita, 81 la rca da felicita a miſeria. Et I’altre due genera no
compaſsione 8x' ſpaue nto,cio ſo no quädo l’vna 8c l'altra perſona t- ai
paſſa no da feliciraa miſeria,& qua ndo la buona trapaſſa da felicita a
miſeri-1,6( la rea da miſeria a felicita. MJ perche ahchora la faizola
fimplice &la rauiluppata poſſono liauere due perſone d7vna medeſi
rna qualita, cioè o amenduebuo ne,0 amendut rec ſeguita che l’ vna,
8: l’altra fliuola habbia ſeperata mente vna diuiſìone di ſei parti, per—
cioche ſe la ſauola ſimplice contiene due perſone ree l’vna R l'altra
perſona poſſono perſeuerare con vn tenore in ſu vno ſtato miſero,
03( poſſono ancliora perſeuerare l’vna 8t l’altra con vn tc‘nox'e in ſu
Vno ſtato felice, 8-' poſſono anclioraperſeuerare l’ vna fernando v n
tenore in ſuv no ſtato miſero,8; l’altra fernando v no tenore in ſu v:
no ſtato felice. Parimente ſe cótiene due perſone buone poſſono l’v
na &l'altra PC’l‘ſC‘UfſaſC ſeruando vn tenore in ſu vno fiato miſero=&
poſſono put el’v na 8: l'altra pei-ſeuerareſeruandovn tenore in ſu v
no ſtato felici—,8: poſſono l’vna perſeuerare tenendo vn tenore in ſu
vno ſtato miſero,& l'altra in ſu vno ſtato felice non mutando teno—
re. Due delle quali parti ſolamente poſſono generare ſpaucnto & c6—
paſsione, cicè quella che contiene due perſone buone perſeveranti
con perpetuo tenore in ſulo ſtato di miſeria, & qreîln che contiene
due perſone buone,l`vna delle quali perſeurri in ſu lo ſtato di miſe—
ria, & l’altra inſulo ſtato di felicita Etſe la ſauola rauiluppata cori—
tiene due perſone ree poſſono l’vna 8c l’altra ”ripaſſare da miſeria a
ſelicira, 8: poſſono dall"alti a parretrapaſſare da ſcſi-:ita a miſeria , o:
poſſono anchora trapaſſare l’v na da miſeria a Felicita 3x' l’aitra da ſen ,
licita a miſeria. Similmente ſe la ſquda rauiÌuppara contiene due per!
ſont-.buone poſſono l'vna 81 l’altra ”apr-[Tate da ſelicita a miſeria,&
poſſono per lo cOntrai-io trap-'sfilare da miſeria a ſcilCiFJpÌi t-ltiinan eri
te poſſo no trapaſſai e l’vna da miſeria a ſeÈiCita, È l'altra da felicita a
miſe: ia.l\îa di quelle ſci vitime "aſſi non muouono ſpavento 6t com
paſsiore ſe non le due qirai ta 5; vlrima cio c` quando le due perſone
buo-;etrapaſlli no da ſtilſlſa a miſeria o quandoſvna :rap-eſſa da miſe
ria a ſeicita, 8x' l’altra d:. fcîicita a miſe: ia. Hora ci ſono anchor-a ſe
dici
- 150
dici dini-ſioni di qualita di perſone oltre alle ſopradette procerlëtidal—
[a compagnia della fauola ſimplice 8: rauiluppata potendoſi eſſe con
giugnere inſltîiîîe,& dandone elſe otto quando contengono due PE!"
ſone didiuerſa qualita cioè [a buona 81 la rea 8c altre otto qua ndo co o
tengono le due perſone d’v na medeſima qualita cioè o due buoni-,0
due ree.Pctcíocire quando s’accompagna la ſimplice con [a rauilup
pata,[e.qua[i [rabbia no [e perſone di diuerſe qualita_ çcmmene che ola
ſimplice [rabbia la perſona buonaJa quale continui in ſu v no ſtatoſe
lice,& [a’rauiluppata [rabbia [a rea [aquale tra paſsi da miſeria a felicita
o che [a ſimpliçelrabbia la perſOna buona la qualecontinui inſu VnO
[lato felite,& clrelar-auiluppata [rabbia la rea,la quale trapaſsi da ſcii
cita a miſeriap che [a ſimplicelrabbia la perſona buona [.1 quale Con
tinuiin ſu vno fiato di miſeria,& clre la rauiluppata lrabbia la perſo—
na rea clre trapaſsi'da miſeria a felicitap che [a [implice habbia la pera
ſona buona,la quale continui in uno ſtato di miſerir,& clre [a rauilup
pata [rabbiala perſona rea,laquale trapaſsi da felicira a miſeria,0 vc
' ro clre [a ſimplice [rabbia [a perſona rea [a quale continui in ſu vno
[lato diſclicita,_& che [a rauiluppata lral~bia la buona la quale trapaſsi
da miſeria a felicita, o che [a ſimpliçe habbia la perſona rea, [a quale
continui in ſu vno ſtato di ſe[icita,8t che [a rauiluppata [rabbia [a per
ſona buona [a quale trapaſsi da felicira a miſeria , o chela ſimplice
[rabbia la perſo na rea la quale continui in ſu vno ſtato di miſeria, 8:
elre la rauiluppata [rabbia la perſona buona laquale tra‘paſsi da miſe:
ria a fericita o che la [implice [rabbia la perſona rea che continui in
ſu vno fiato di miſeria,&clre la rauiluppata [rabbia la perſona buona,
la qual trapaſsi da felicita a miſeria.Siclre ſono otto diuiſioni quando
[a [implice 8: [a rauiluppata _co ngiunteinſreme [ranno le perſone di
qualita diuerſa. Vauro delle quali poſſono generare ſpauento 8c
compaſsrone, cioè quando [a ſimplice [ra la perſona buona, la quale
continua in ſu Vno ſtrto di miſeria,&la rauiluppata ha [a perſona rea
la quale trapaſſa da felicita a miſeria o quando [a ſimplice ha la per—
ſona buona [a quaiecontinua in ſu Vno ſtato di miſeria di [a rauilup
pata [a perſona rea la quale trapaſſa da miſeria a ſelicita,oquando [a
ſimplice [ra la perſona rea,la quale continua in ſu vno ſtato ‘di miſeria
8t [a rauiluppata ira la buona la quale trapaſſa da felicita a miſeria , o
quando [a perſona rea cótinua inſu vno ſtato di ſe[icita,& la rauilup
para [ra la perſona buona [a quale tcapaſſa da felicita a miſeria. Me
deſrmamentequando la ſiinpiice 8t la rauiluppata congiunte inſieme
hanno le Perſone d’vna medeſima qualita cio è o due buonpo ,due
QI l rct:
rec conuiene che ci dieno come dice-'nino‘ e.:th díuiſioni,percio~; lie o
la ſimplice [13 la perſona buona l.-. qwl‘; continua in ſu vno flatodí
&lieu-1,8: la rauiluppata ha pu! e la; crsſiona buona, la quale trap-ſſa
da miſeria a ſelicita o la ſimplire lla la perſona buona la quale conti
nua in ſu vno ſtato di ſclicita 8: la racilurpata ha la perſona buona la
quale trapaſſa da ſehcita a mileriapln limplice lia la perſona buona la
qpale continua in ſu vno (lato di miſe; ia,&la rauiluppata lia la buona
che trapaſſa da ſelicita a miſeria, o che la ſimplice lia la Perſonav buo
na la quale comincia in ſu v no {lato di miſcl‘za,& la ra uiluppata lia la
perſo na buona la quale trapaſſa da miſeria a ſcii-;ita,o la implitelxa la
perſona rea che continua in ſu vno ſtaao di ſclkiaa,& la rauilupparav
ha la perſona rea clie trapaſſa ’da miſeria a felicita,o la ſimplice halo
perſona rea la quale continua m ſu v no fiato di ſelicita,& la rauilup:
pata ha' la perſona rea laquale trapaſſa (la ſelieita a miſeri3,0 la ſim
plice ha la perſona rea la quale continua in ſu uno ſtato di miſeria, 8t
la rauiluppata ha la perſona rea la qualetrapalſa da miſeria a felicrta
0 la ſimp‘lice ha la perſona rea la quale continua in lu Vno [lato di mi:
ſeria,& la rauiluppata lia la perſona rea la quale trap-ſſa da felicita a
miſeriaſonoadu nq; ſimilmente otto diuiho ni da qualita di perſone
quando la ſimplice 8! la rauiluppata inſieme häno le due perſone d’v5
na medeſima qualita cioèodue buone, 0 due ree. Ma dl quelle orto
diuiſioni ſolamente tre ſono atte a generare ſpam: mo & con--paſsio—
ne,l'vna è quando la ſimplice ha la perſona buona la'quale continui
i‘n ſu vno fiato di felicita & la rauiluppata lia la perſona buona laquue
l'c trapaſsi da ſelicita a mileria,l'altra e‘ quando la ſimplite lia la pere
ſona buona la quale continuiin ſu vno ſtato di miſeria,&la rauiluppa
ta ha la perſona
quando buona,la
la ſimplice ha la quale trapaſsi
perſona buona,(lalamiſeria
quale acontinua
felicita. La
in ſuterza
vno
[lato di miſeria,&la rauiluppata ha la perſOna buonaJa quale trapaſ
ſa da felicita a miſeria.l~lora delle coſe di ſopra dette ſi poſſono rico
gliere tre concluſiOni,dclle quali la prima ſara, che la ffluola (implica
non è punto meno ricca divie da produrre-lo ſpauento,&la compaſ
ſione,cl1e ſia la rauiluppatamoiclie l’v naëtl’altra n’iiaci nq; proprie,
62 ſette cómuniLa ſeconda concluſione ſara che non è cola prepria
della rauiluppata la generation:` del lo ſpaue nto 8t della compaſsronc
'concioſra cola che non ſia menpropria della ſimplice, o co nſxderiſi
la ſimplice ſepera ta, o cóſldt—riſi cögiu nta inſieme con la rauiluppata
Laterza concluſione ſara (lie non èvero che la ſauola rauiluppara,
la quale liabbia vm perſona ſola,o anclioradue d‘vna qualita medeſit
ma non è da antiporre'a quella rauiluppata la qualelmbbiadue per—
ſone
151
ſone di diuerſa qualita, ne èpiu acco ncía a ſare comPaſsione & ſpa
vento-ll che ſi din oſtra coli. Se la rauiluppataè da eſſere reputaea piu ‘
compaſsìuncuole &ſpauentcuole che non c`la ſimplice , certo nonj
(Le eſſerc reputata per altro ſe non perche la fcllciſa nella quale ſi `
trova-*a la perſona buona quando cadde in miſeria opera che la miſe
ria pare maggiorecreſcendo la miſeria perla comperatione della feli
,cita pei-dui ~. La qual comperatione ceſſa nella ſimpliCe cótinuando
la pei-ſona buona in ſuvno {lato di miſeriaAdunque la rauiluppata
di due pei ſone di qualita diverſa dee muovere maggiore ſpauentost
compal`sl-'Ìne,cl1e non dee fare la rauiluppata d' Vna perſonaſola, d
anchor.: didued’vna qualira medeſima al menoin Vno caſo,quando
'la perſona buona trapaſſa da felicita a miſeria , 8: la rea trapaſſa da
miſi-:ia a ſelicita. Percinçhe la rauiluppata, che ha vna perſona ſola,
o anchora due d’vna medeſima qualita non puo hauerè ſe non vna
cöperatiOne la quale procede come dicemmo dalla felicita,nella qua
le ſi trouaua la perſona buona quando caddein miſeria,o dalla felici
ta,nella quale ſi trouauano le due perſone buonequando caddero in
miſeria, 62 per vna comperatione ſola augumenta lo ſpauento 6: la'
compaſsione, ma la rauiluppata,clie lia due perſone di diuerſa qualita
nel ſopraſcritto calo ha due comperationi l'vna delle quali procede
dallo ſtato’della perſona buona che trap'aſſa da felicita a miſeria &I’al
tra dallo fiato della perſona rea clietràpaſſa da miſeria afelicita.Lequa
li inlicmecongiunte quanto operino maggiore ſpauento 8t compaſ
ſione che non fa l’v na ſeperata ognuno ſe lo puo imaginare. Hora
queſte tre COflClUſiOſll non permetteranno che ſimplicemente fieno
a riceuerc per vere certe coſe che dice Ariſtotele ſi cOme ſponendo
il teſto moſtreremo- Ma prima facciamo vedere in brieui 8K manife*
ſie parole le diuiſ10ni di ſopra pofle. " ‘ì *'

D’Vna perſona ſola.


Rea che chtinua in miſeria
‘ Rea che continua infelicit‘a
Simplice Buona che continua in miſeria
Buona che continua in felicita

Rea che trapaſſa da felicita a miſeria


Rea clietrapaſſa da miſeria afelicita
Rauíluppata Buona che trapaſſa da felicita a miſeria
' Bno na che trapaſſa da miſei iaa felicita
W z Di
f

Di due perſone di diuerſa qualita:


Rea 8t buona che continuano in miſeria
Simplice Rea 8: buo na che continuano in felicita
Rea che continua in miſeria, &buonain felicita
Rea che continua in feliciza 6c buona in miſeria. .
Rea &buona che trapaſſa no da felicita a miſeria
Rea 8t buona che trapaſſano da miſeria a felicita
Rea che trapaſſa da fclicita.a miſcria,& buona da
Raoiluppata *miſeria a felicita
Rea che trapaſſa da miſeria a felicita, 8: buona
da felicita a miſeria_

Di due perſone d’ vna medeſima qualita.

Rea &Rea clie continua no in miſeria


Rea 8: Rea che continuano in felicita
Simplice Buona 8c buona che continuano in miſeria
Buona 8: buona che continuanoin felicita
Rea che continua in miſeria 81 Rea in felici”
, Buona cliccontinuain miſeria, 81 buona in fe
licita. i

`Rea 8c rea che trapaſſano da felicitaa miſeria


Rea 6: rea che trapaſſano da miſeria :i fclicita
Buona 8c buona che trapaſſano da felicitaa mi
ſeria
Rauiluppata Buona 81 buona che trapaſſano da niſeria a fe
licita
Reaclie trapaſſa da felicita a miſeria,&rca da mi.
ſeria a feliçita
Buona che trapaſſa da felicita a miſeria,& buona
di miſeria a felicita, '

Di due perſone di due diuerſe qualita.


Buona che continua in felicita. _Rea che trapaſſa da
felicita a miſeria
Buona checominua in miſeria} Rea che trapaſſa da
felicita a miſeria
B non-a
/
.
, B ` mette-continua in ſelicita. Rea,clie trapaſſa da
.m
› ‘i' ' felicita a miſeria
r\
na che continua in miſeria. Rea clic trapaſſa da
miſeria a ſelicita
Rea che continua in miſeria. BuOna che trapaſſa da
felicita a miſeria '
Rea clic continua in miſeria. Buona che trapaſſa da
miſeria a ſelicita .
Rea che cominua in ſelicita. Buona che trapaſſa da
felicita a miſeria `
Rea che continua in felicita. Buona che trapaſſa da
miſeria a felicita
Simplice ` ’
& * Di due perſone d'vna medeſima qualita
Ra uiluppata
Buona che continuainfelicita..Buona che trapaſ
ſa da miſeria a felicita
Buona che continua in felicita. Buona che trapaſſa'
(la felicira a miſeria
Buona che continua in miſeria. Buona che trapaſſa
da miſeria a felicita ’
Buona che continua in miſeria- Buona clze trapaſſa
da ſelicita a miſeria
Rea clie continua in felicità. Rea che trapaſſa da mi:
ſeria a felicita
Rea che continua infelicita. Rea che trapaſſa da feli
cita a miſeria
Rea clie continua in miſeria. Rea che trapaſſa da mi
ſeria a felicita
Rea che continua in miſeria- Rea che trapaſſa da felix
' Cita a miſt-ria ~
îmlJ‘ti o?” dirà): Hikaràſ' ris WÃÃ 'sns TçfltTQJ‘l'aſ aiiaifiìiſ'- Rifiuta Ariſtotee'
le la fauola ſimplice portando opinione che eſſa non ſia atta a fare
ſpauento 8: (Onîpaſsione, 8: nondimeno puo pertante‘víe fare l'ira_
ño Sz l'altra per qtlîîc puo fargli la rauiluppata ſi come appare chia
ramente per le diuifioni fatte di ſopra- Er poiche Anſtotele non ap
pruoua ſc non la rauil uppata la quale liabbia la mutatione di ſelirica
in miſeria d'v na perſona i‘ola buona, o di due cl’vna medeſima quali
ta di bonta io dico che la ſimplice non ſolamente ha tante Www-1;"
ie ta
l
te ha la rauiluppata da produrre lo ſpauento,& la compa ſsione, ma
per vna via anchora puo produrre tanto ſpanento, 8c compaſsione
quanto poſſa la rauiluppara per la via cómendara da Ariſtorele, per
cio:he ſe la rauiluppata dimoſtra grande lo ſpaueñto,&la compaſsio
ne perche la felicita onde cade la perſona buona con la comperario a
ne ſa parere maggiore la miſeria,doue è caduta,neila ſimpliee, che lia`
due perſone di diſsimili qualita l’vna delle quali cio è la rea coniinuí
in perpetua ſelí-:ira _& l’altra cioèla buona continuiin perpetua mi—
ſcria,ſi ſcopre eſſere gra ride io ſpauento. 8: la cópaſsione perciochc
.la continuatlonc della ſclicira perpetua della perſona rea perla com
peratione ſa parere Li c0 riti nuarione della miſeria perpetua della per
ſona buona molto maggiore-”ù -mháu ”mas-ni ÈMVSQMAHUTIKLÒ la
ſauola Vuole eſſcre rauiluppau. Ma perche delle rauiluppare molte
ſono che non contengono ne raſſonigliino coſe compaſSiOiicuoli
& ſpauenreuoli ſi ſoggiugne che s' intende di quella rauiluppata, la
quale è raſſomigliacriee dl coſe compaſsioneuoliflſpauenxeuoli Ho
ra ſe ſia vero o falſo chela tragedia non poſſa hauere altra materia
che ſpauenreuole 8t co mpa‘ſsioneuole altro non dico hOra- Mi a me
pare bene che cio non ſia ſtiio prouato da Ariſtorele perlecoſe dcr-e
infino a qui anchora elle eſſo lo prcſiipponga per prouato ma poi
clie egli s'liaueua propoſio di cötradir e a Platone-,il quale lmueua det
to che la tragedia era nociua a buoni coſtumi del popolo non vuole
approvare altra maniera di tragedia che quella la quale ſeem (lo lui
edi pro' a coſtumare bene il popoloflz purga con lo ſpauemo=8zcon
la compaſsione queſte medeſime paſsioni 8: lc ſcaccia dall’animo del
popolo nella guiſa che dicemmodi ſopra,& è*an intento a queſt-l
coſa che non s'auede di contradire a ſeſtcſſo & alle coſe dette adieiro.
Percíodie ſe la poeſia e‘ ſiam trouara principalmente per diletto, Gt
non per vtilíca come egli ha moſt: ato la douc parlò dell’origine del
la poeſia in generale perche vuole eglgche nella tragediaJa quale è v.
m parte di poeſia ſi cerchi principalmente l’ vcilira t' Perche non fi
cerca principalmenteil diletto ſëza liauer cura dell’vr~liras’i)ella Qua
le o non ſ1 dee tener conto niuno,0 al mc no non ſene dee tener tan
to clie perſuo riſpetto ſi riſiuiiuo tutte l'altre maniere di tragedie le
quali nc ſono priue. Senza che ſi i'iſti‘inge ad vna maniera ſola il' wi*
lita,clieè il procacciare ſolamëte la purgatiOne del lolbm:ëto,& del la‘
göpgſsione. Er nó dimeno [ela vulixa ſi dee cóſiilcrare ſi doureb bono
anchora altre maniere di tragedie potererap preſentare come per ca
íonc d'eſſcmpiqquelle che nomi-go nola murarionc dc buoni di mi:
eriainfelicita, ola mutatione de rei di ſelicica in miſeria accioche il
POPO'
'53.
popolo ſi confermaſſe certificandoſi perin eſſempi propoſti in que
’ſia ſanta opinione che dio habbia cura del mOndo & prouidenza ſpe
tiale de ſuoi difendendo loro,&confondendoi ſuoi ‘ei loro nemici.
roîro 7a} z 73‘109! ñ: ‘ſom-Im muiflosífl .Belle parole poſſono riceuere
due ſentimenti , o che ecol`a propria della rauiluppata l’liauere per
ſoggetto la ralìbmiglianza di coſe ſpauenteu oli 8c compaſsioneuo:
li,o che e‘ coſa propria della tragedia l'hauere per ſoggetto ſimile raf:
. ſomigli anzaHora io credo che Ariflocele intenda che queſta ſia pro:
prieta della rauiluppata non eſtimando egli chela ſimplice liaueflèm
poteſſe hauere ſoggetto ſpauenteuole 8: compaſsioneuole o almeno
degno d’eflère rappreſentato. Perdoche non mi polſo imaginare
che egli hauefle opinione clie l’epopea non liaueſſe,o non poteſſe ha
nere ſoggetto ſpauenteuole 8: compaſsioneuole inguila che ſimile
ſoggetto ſi doveſſe domandare proprio della tragedia 8t non com
mune alla tragedia 8t all ’epopea ſaluo ſe non diciamo che queſto
ſhggetto fi puo dire eſſere ſoggetto proprio della tragedia,& non
commune alla tragc di@ 8: all‘epopea , o arl-altre maniere dipoefie in
quanto ſecondolui la tragedia non riceue altro ſoggetto che queſto
eoſilatto la' doue l’epopea, & l’altre maniere di poeſia auegna che
non rifiutinoqueſtogiceuono non dimeno altri ſoggetti anchor-a.:
waſh; air; J*wa ?ai 07n ‘lol-r :zu-4.7: Mya: ‘Bce, lnueſtiga Ariſtotele & ri:
truoua quale lia la perſona tragica cio è quale perſona trapaſſantc
da felicita a miſeria o da miſeria a"felicita poſſa muouere maggiore
compaſsione & ſpavento , 8: tiene per inueſtigarla 6c per trouarla
queſta via. Diuide le perſone in -tre parti in ottime, in peſsime,&in
mezzane,& moflra come trapailando l’ottima perſona ola peüima
da felicita a miſeria o da milèria a felicita non generano compaſsio:
ne ne ſpauento nelcommune popolo,&— come ſolamente la mezzan
na il fa trapaſſando da ſelicita a miſeria. LaOnde conchiude chela
mezzana perſona ela perſona tragica quando trapaſſa da ièlicita a -
miſeria. Ma prima che procediamo .piu oltre è da pormente che Ari:
flotele in queſto luogo pare preſuppone che dio llabbia cura ſpe:
tiale degli huomini particolari,& [finalmente degli huomini-da bene
in quanto dice che non ſi deono gli huomini di ſantiſsima vita rap.
preſentare che trapaſsino da felicita a miſeria percioche quella non
ſarebbe coſa ne ſpanenteuole,ne compaſsioneuole,ma abomineuole
cio è ſarebbe coſa che indurrebbe gli huomini a credere che dio non
haueſiè prouidenza ſpeciale vde ſuoi diuoti & che foſſe ingiuſto poi
che coſi male meritaflè coloro che gli rendono il debito honore per
"- 'ñ' Rr mettendo
A `.. " -
mettendo che caggiano di Felicita, in miſeria. Et non dimeno alti-one
' ne libri delle coſe oltre naturali egli afferma che lo’ntelletto di dio
l’abbaſſerebbe troppo &s'auiîirebbe ſe haueſſe notitia di tutte le par
ticolarita delle coſe.&di ciaſcuna n’liauefle ſpetiale cura.Le quali co:
ſe porrebbono eſſere reputate tra ſe contrarie-,0 ſarebbono ſe non `
foſſe che ne libri delle coſe oltre naturali egli manifeſta l’opiníóe ſua
8t qui ſeguita la credenza cómune &popolare,la quale è tale,&molto
differente dalla ſua,&qui nó ſaceua meſtiere tener conto della ſua o
. pinione,ma dell’opinione dicoloro,a quali ſi dee recitare la tragedia
che ſono legenti communi 8c minute. Hora ſeguitando noſtra mate
ria dico che io non poſſo comprëdere come la perſona di ſantiſsima
vita trapaſſantlo da felici ta a miſeria non generi ſpauento,&cópaſsio
ne,&molto maggiori ancliora che non fa la mezzana,conciol`ia coſa
che colorodi quali non menano vna vita coſi ſanta come generalmëz
te ſa la moltitudine popolare, prendano maggiore ſpauento,& piu fi
agomentino veggendo la perſona migliore di loro patire che non
fa rebbono ſe vedelſono vno ſimile a loro dubitando clic a loro non
incontri ſimile diſauenrurafitſi prelienta loro dauanti alla riſente l'ai
gomento euangclico.$e quelle coſe ſono auenute in legno verde qui
to maggiormenteauerríno in ſecco-.'Etacui s haura cópaſsione ſe nó
s’ha cópaſsióe all’liuomo ſanriſsimo caduto in miſeria.Perelie ſe l’eſ:
ſere indegno del malegenera cópaſsione chi n’èmeno degno dell’luio
mo ſantitàimofcertc niuno.Adüq;la perſona di ſin olare ſantita tra.
paſsído da ſelicita a miſt-'ria nó era da rifiutare perc e non poteſſe ge
nerare ſpauéto &cópaſsione Ma diceAriſtotele die nó genera ne ſpa
uéto ne cópaſsione ma sdegno contra dio. [l che e coſa abomineuo
le.Et io dico che non ſeguita pollo clie ſia vero che ſimile trapaſſax
mëto di' ſimile perſOna `generi silegno conti-a dio che non generi an:
cliora ſ ,az-Ero Se cöpaüioneNe lo tdcgno contra dio annulla lo ſpa
uëto 8( a cópaſiione ſi come quädo vm. perſona mezzana rieeue dan
no ingiuſtamëte da alcüo pri-:ſiamo ſilegnocontra il dinificínte ingiu
flamente,8:non ſe‘: tito non ſiamo‘ſenza ſpauëto,& ſenza cópaſsióe
per l’accitlëte auenuto sëza ſua colpa al dinificaro. uale è colui,clie
non porta malauoglienza aPlietlra ſalſa accuſatrice d Hippolito ap:
preſſo il padre, 8c clic_ parùnëte nOn ſi ſpaueta perla morteſeguitagli
perla ſalſa accuſa &non gli ha compaſsione e' Hora dira alcuno ‘i0
ti concedo che il trapaſſamento del ſanto liuomoda felicita a miſeria
fia generati…) di ſpauemo 8( di compaſäione pur clie mi ſi conc-:da
› die fia ancliora gene-raidue dello Édeono nelpopolo verſo dio.ll (lie
è cola abCMlE\!0lC,&I‘C!' ceſſarla do ibiamo rifiurare fimxle n-apaſſa
mun
r5 T
mento di ſimile perſona cun tutto lo ſpauento,&con tutta la compa!"
ſione che poſſa generare.A che è da riſPondere breuemente che il c6:
mune popolo il quale crede dio reggere il mondo,&intendere tutte
le coſe particolari,&liauerne ſpeciale cura , porta anche” opinione
che egli lat-cia ognicoſa giuſtamente,&dirizzi ogni coſa agloria ſua,&
ad vt le de ſuoi diuoti.Et percio il popolo quido vede vn- ſanto liuo
mo patire non ſiriuolge ſubito a biaſimare,&a beſtëmiare dio Gta chi
amarlo ingiuſto. Ma odiando le cagioni proſsime alle quali eſta to
crineſſo di potere nuocere alla perſona finta aſſolue ne a ſua mëte
iddio da ogni peccato,&non gli capendo nell ’animo clie iddio ſia au
tore,&on'ginatore del male s'imagina oche quella perſona ſanta in
apparenza &di Fuori ſia ineno ſanta in ſecreto &dentro,&come hipo
crita ſia meritamëte punita,o che quella sîta perſona liabbia Fatti alcu
ni ſalli,percioclie non lia perſona in queſto mondoclie alcuna volta
non pecclliJi quali dio come giuſto giudice non voglia la ſciare im u
nitio chela perſona ſanta ſia tentata conſimili diſauenture accioc le
\ ſi come l’oro nel fuoco s'affina coſi ella nelle tentationi migli0ri,& ſi
faccia piu perſettap che la perſona säta ſia coſi mal tra tra taperclie
dio vuole col ſuo mal trattamëto ſar rilucere la gIOria ſua,&prender
cazione da eſſaltarlo anchor-a in queſto mondo 0 da guiderdOnarlo
maggiormente nell’altro,0 s’imaginera ogni aüra coſa che la'ngiu:
ſtitia di dio,&s’liumiliera ſotto la potente mano,dilui,nec0ntrafiera
ne combatte-ra con lui. Et veramenteſeil popolo quando vede v:
;no lmomo iuſto cadere in miſeria ſi tnt-baſſe con dio, 8t allui
n'attribuiſſe Facolpa z dourebbe al treſi farlo colpeuole,& sdegnarſi
con lui quando vede vna perſona mezzana eſſere ingiuſtamentemo:
ieſtata,perciocl1ein quanto è ingiuſtamente moleſtata e moleſtata
contro.
vnon rag‘ione
dicec per permiſsione
ie coſiſatta moleſtia didiuina , 8t perſona
coſiſatta non dimeno Ariſtotele
ſia ulaçàp cio e
‘bemineuole. M71‘ 10'” ”Magris “È boxſter iis îuth'ap 'e 17:79)th per}
1'071” tel mi"mf. Hauendo Ariſtotele moſtrato la perſona di ſingo
lare bonta trapaſſante da felicita a miſeria non eſſere perſona con:
ueneuole alla tragedia paſſa a moſtrarela pei-ſona di ſingolare mal:
”agita trapaſlante da miſeria a felicita non eſſere ſimilmente
perſona conueneuole alla tragedia , fit uantunque dica che
queſto trapaſſamento di queſta perſona‘ s’a lontani piu dal ca:
mino tragico che qualunque altro trapaſſiimento o di queſta,
o d'altra perſona , non dimeno egli punto nOn .pruoua cio,
_anzi le ſue proprie parole ci pruquano 'che .il.trapaſſamento
;i 1:; .-'. :.sit, . .ñ, R r z (ku
l
T x

della perſona ſanta da ſelicita a miſe: ia _ſia non meno lontano dal
predetto camino che ſia queſto. ' Concioſia cola che iècondo iui la
perſona ſanta per mutanone di ſehcira in miſeria non ſ oila m‘uouc;
re ne ſpauento ne compaſsionc , ne punto diiexci la gente,anzi le di:
ſpiace tanto che la_ fa sdegnare contra dio, 8: la pei zona maluaèia
per mutatione di miſeria infelicica non poſia medeſimamcnte mnozf
nere ne ſpavento ne compaſsione , m- diiecti punto la gente anzi le,
dee diſpiacere tanto che la di e fare sdcgnare verſo dio. Fei-cinche ai:
tri non ſi carica meno di sde no quando vede il malvagio godere
che'quando vede il giuſto tri olaie.Ma ſicome-,ſecondo che diCcm:
m0 il popolo , il quale crede tutte le cole aucnire per dnpoſuione
giuſta' di dio,& che egli particolar”. ente n’haLbia cura,anciiora che
Raſmus: edile cagioni proſsime,& vic…:.pexk quali ii ſanto buo
mo’è caduco di ſeiicita in miſeria ſi da ad intendere quando “5113!’
da dio che cio ſia fiato permcſſo per gioria 1ua,&_ per bene del :anto
coſi ii predetto pop olmquando ii maiuagio c i'oiieuaco da miſeria a
felicita ben die mala'dica, 8( voglia male; aiie cagioni proſsime & vi:
cine,per lc qi :ali è auenuta ſimiie ſolieuatione ſe ſi riuoige a dio s'in:
duce a credei-e,che egli habbia conceduco qurſto `felice auenimento
al maluagio o per meritarlo in queſto mondo d’aicune ſue bucne
.opere,ciie alcuna volta tra le molte malvagia* izabbia'ſattcp per ina]
:ario a piu alto grado, accioche quindi traboccando ſia la caduta
maggiore-,o per conſtituir Io quaſi ginſtitierc & manigoiiío a punire
di a. cafligarcgii eletti ſuoi,li quaiiil piu delle volte tiasandando in
[Liu-,coſe nel tempo della pace non ſanno quel conto de comanda.
` menti di dio che dourebbono 0 s’induce a credere ogni altra coſa
di diozdie queſta,ciie egli habbia fatto queſto bene ai malvagio per
inale,& che egli ſia cagione dei mai-2,0 che ne poſſa eſſere. E: è bene
da confiderare,ciie ſecondo che naſce ſpauento in noi,& compaſsu):
ne quando veggiamo il giulio ri'apaſiàre da felicitaaa miſeria perdo:
che a noi potrebbe auenire fimiie coſa eſſendo auenuca a periona ſl:
mile a noi o a migliore dl' noi awi doueua ragionevolmente meno
ancnire clic-_a noi, & a. perſona che. n’eraindegnflanchora puo na.
ſcere ſpauento 8c compaſsione in nox quando vg iamo ii maluagio
trapaflare da. miſeria ’ai fidicita., percioche porre ,be coſiauenire a
noi ſimiic (ma. lì come ”enne-,8c auenne indegnamence a coloro
.che furono a quei tempo dei trapaflàmentq del Maluagio di' miſeria
.infelicira,cio~e’ porrebbacofi al't‘qù‘fi) a noi fin: vp malua io di nuou
;no &nei noi’cro ”polo vſcifle di catn'uita 8c ocmpàflè a ſignoria,
&cuf
Z:, ciaffliggeſſe,7_, 8ci ci perſeguitaſſe crudelmentc
. non
. meritando
_ _rnsoi5
ſimile. nil olationcái che puo nó meno il r1 apaflàmëto del malvagio
da miſeria a felicita generale* lſaiéto 8( cópalàione che il trapaflàmë
to del giulio da felici ca a miſeria l‘iSüdt‘dädO in quelle perſone , nelle
quali lì dee ,o fi1{uo riguardare Nu‘: ?szxllöol J‘Jflffitfi QIMVÎfUfflf:.
Sono tre caſi di inti di iauole di nagcdie, da quali procedono tre
maniere di dileru diſtintiJi quali veduu altri potra vedere quanto AL
riflotele poco intenda quale ſia diletto che fi puo prendere della
ſauola della tragedia.” primo cáfo è quandoil giulio monta di mi:
ſer ia in fc[iuta,0 u mali-agio trabocca di felicita in miſeria,percíoclie
tanta alt-gi ezza ;ente l'liLomo da bene veggendo il giuſto eſſalrato
quanta veggendo il maluaëio aLbaſſato,& qucfia ale rezza procede
diririamc-nu: dall'eléàltan:enlo del giulio o daü’abéaſſamento del
maluagioJl
miſe:
l'alcznzza ſecondo
ia,o il mali-agio
che (aio
ſl ocede da q!c' di
monza quando
caíoilèinfelicita.
eflomiſeria n.110 trabocca
molto diuerſa diquella
Etla da felicirache
maniera

jirocede dal pi m.-o (aſd-,l‘tl'ClCChe doue cLuella procede dirittameq:


ie dall’eflàltamento delgiufio , o dall'ab aſiàmento" del malua io
~ nella non procede di; ittamente dall’abbaflàmento dc] giuſto o ëal:
J cſſaltamento del malua io , anzi dall’vno & dall’altro dirittamente
naſce in altrui vguale tri czza , [erezoche i’huomo da bene coſi fi
conti-illa del bene del malvagio come del male del giufiud’alegrez's
_za adunque in queſto ſecondo caſo Origina & procede dalla triflitià
che altri ſente del male del giuflo,& del bene del maluagio in queſt'a
guiſa.-Altri ſentendo triſtitia di quelle-,di che ragioneuo‘xmen'tc ſi de“:
dolereJì riconoſce eſſere icflo in quanto fi duole di quello,di`cl‘
dee dolerfi'öz riconoſcenñoſi giullo ſi rale-gra & gode coſi coſhin:
gendolo a ſare la natura anchora che Ognuno non ſappia-ne intenda
E61 che fi compiaccia & ſi diletti di doiei ſi del male del giuflo 8c del
ene del maluagio." terzo caſo è qL ando il giuſfo ſi conduceinfin'o
all’vlumo termino di n'aboccare nella miſeria# poi Perriconoſcëza
o per altro non vi imbocca , o vero quando il malvagio fi Conduce
infino all'vltimo {ci mino per ſalii e alla felicita & poi per riconoſcèi)
, za o per altro ngxl vi ſaliſce,nel qual terzo caſo l’alegrezza è,& non'è
diuerſa dall’alegiì’zze de due px imi caſi è diuerſa in quanto c" congi
unta inſieme l’alegrezza oblica,&-Ia dirittamon è diuei là in quanto
non procede per altre vie che ſer quelle, ſ-Cſlc quali procedono l’0:
blica 8: la dù-icca.E’díuei-ſa ſeriguardiamo ‘a compoſm'one, è non
'diuei‘ſa lì: riguardiamo le ſimplice ale-grezza, onde quella è comp
RI‘ z i .
thdunque altri ſi ra] a riconoſèendoſi perſona giufla do _
ſente triſtemdi vedere ' giuſto in pericolo di cadere in mi 'a4 o
diuedere il maluagio eſſere in ſu il montare infelicita , Cc queſta è
alegrezza oblica. Poi firalegra- quando vede il giuſto eſſere fuori
dei pericolo euidente, oil maluagio pn'uo della ſelicita quaſi ottenu:
ta. Et queſta èalegrezza diritta._'5v l‘a-'(4 r3‘. c’çp’J‘ga ovvi-gip ;E :mx-’u
i: I‘m-x( &c. Maggiore letitia & conſolazione procede dal trapaſ
ſamentoîi‘ella perſona malun ia da ſelicita in miſcria,o dal trapaſſa
mento della perſona ſanta d a miſeria in fcliclta,che non procede
per altro trapaflamenco della perſona maluagiap della perſona ſan:
taJ’encio che quella letitia & conſolatione c’ diritta,& non oblica,&
procede ſenza mezzo in noi dalla debita pena delmaluagio , o dal
debito premio del ſantoLa quale pena e’l quale premio non polſo:
no dcflare ne ſpauento,ne compaſsione in altrui per le ragioni ad.
-dbrte da Ariſtotele-.Ma ſe quelli due trapaſſamcnti con quello della
perſOna maluagia quando u-apaſſa da miſeria a ſelicita, li quali d’in
tentione d’Ariſtotele deono eflëre ſepera ti dalla tragedia,& poſti da
parte come non conueneuoli percio che non o erano nc ſpauento
ne compaſsione, ſieno da Fuggíre nel formare a ſauola ,io nen ſo.
no ben cerco,& vorrei che mi foſſe moſtrato per altro che per auto,
`rita di lui che pare dire,& ridire piu volte queflo medeſimo ſenza ad:
durre ragione di niuno valore. Tini;- per} thávàçomç ?Xu E” &c. Sl'
ricliieggono alla conſtimtione della ſauola tre coſe cogiunte inſic
- me compiacimento , ſpauemo , 8: compaſsione ſecon o che pre.
fuppone qui 8c altroue Ariſtotele. Et perche il compiacimento ſi
n‘ouaua ſolo nel trapaſſamento del maluagio da ſelicira a miſeria
[ènzflpauento & compaſsione il predetto trapaſſamento non e ma,
teria piena della conſtitu'tiom della ſauola. Hora ſe ü Qſhiflfamv
cio èſe qu'eſto compiacimento humano ſirichiedeua alla conſh'cu.
rione della ſauola inſiememente con lo ſpauento,& con la compac
fione per che nonne parlò di ſopra la douc ſauellò dello ſpauento
‘ &della compaſsione e' Dobbiamo adunque eſſere certi di quello
che habbiamo detto piu volte cio e che queſto libretto è vna rac:
colta dicoſe confuſe, 8: di memorie di materia da potere compilare
vn’arte ordinata. i‘m-ui” ads-m. Coſi ſam conſticutione in queſto
luogo ſignifica la ſàuola che contiene il trapaflàmento del malua io
dafe-Iicica a miſeria . ”erat-a' {fa vor-'rap nani:. Poiche pare ad Ari!? .
tele d’haucre prouaco che la perſona di ſingolare bonta ne la perſo;
- Iz
' ñ
l - [56
nn di ſingolare maluagíta non poſſono per muratíonc di loro
flatoo di tèlicita in miſeria , o di miſeria in ſeſicíta eſſere ſoggeù
to conuenauole della ſauola della tragedia refia , chela perſo
na la quale non è ne boniſsima ne maluagiſsima , ma memm
tra l’vna 8c l’ altra ſia atta con la mutatwne dello fiato ſuo di
ſelicita in miſeria a preſtar materia conueneuole alla ſauola del:
Ia tragedia 8c a generare compiacimento ſpauento & compaſi
ſione. Sono adunque tre perſone ſecondo Ariſtotdc ſanriſsima,
mezzana, & maluaglſèima , ö( ſono ſei caſi potendone auenire due
;ciaſcuna delle tre perſone. PCſCiOLhCia perſona ſantiſsima puo
trapaſſnre da miſeria a felicira o da ſelicita a miſeria. Et pari:
mente la Îrezzang puo trapaſſare da miſeria a ſelici‘ta o da fe:
licita a miſeria. E: medeſimamente la maiuagiſsima puo trapaſ:
‘re da miſeria a felicita & da felicita amiſèria. Ma di queſtiſei caſi
Ariſtotcic ha tralaſciatidue ſenza ſame` mentionc l’vno de quali è
quando la perſona ſàntiſsima trapaſſa-da miſeria a ſelicita,& l’altro è
quando la perſona mezzana pur trapaſſa da miſtria a ſelicitaHor*
per intendere bene quefla materia propoſta da Ariſtotele 8c detta al:
quanto im erſhcamente imaginiamci che fieno ſei carrette tre delle
quali hub iano per temone 15 çahívîpzap cio è il compiacimento
humano &‘percoda 1F(- íux ssa'fflxio è il ringratiamento cio èil rin:
gratiamc dio. l’altrt tre ha biano per remone 'ſàmdímmp cio è
il diſhiacimentohumanofl per coda Dir:: cio è le maledirtioui. Ho:
ra la prima carrecra delle prime tre Laura per letto la perſona ſantíſi
lima. trapaſhnte da miſe] ia a &Iicita 8c haura per ſora deſtra la ſpe:
ranza,& per ſora ſimflra la congratulatione. La ſeconda haura per
letto la perſona maiuagiièima trapaſſante da ſelicita a miſeria,&hau:
ra per rota deſtra la ſiçurta , 8c ſer ſiniflra la inſultatione. La terza
haura per letto ia perſona meaana trapaſſantc da miſeria aſelícita,
81 Laura per rota deflra la ſperanza 8: per ſota ſmiſh'a la congram:
latione,8c queſta cal-retta non c‘ differente dalla prima.La prima car.
retta delle tre ſeconde [mura perlctto Ia perſona ſanciſsiwa tra aſſan
re da Feliciraamiſeria,&l1aura per rota dcflra lo ſpauenro,& miflra
la compaſsione. Etia ſeconda haura per letto la perſona malua:
giſsima vtrapaſſante da miſeria a felicita , 8K haura per ſota de
flra la’nuidia,& per ſmiſtra io sdcgnola'tem haura per letto la
perſona meuana-trapaſſante da ſelicita a. miſeria &haura per rota
deſtra lo ſpauentoiözçer la ſiniſtra la compaſsione. Et queſh
ì rezza
s

'za car-retta non è differente dalla prima di queſtc tre ſecondeJo ’non '
is pendero piu parole in dichiarare queſta ſimilitudine preſa dalla
ca’rretta,& dalle parti ſue per ſignificare pienamente la natura de ſ0.
pradetti ſei trapaſſamenti delle tre perſone parendomi che perle co:
ſe dette da Ariſtotele,& da me infino a qui debba eſſere a tutti mani:
feſto come ella ſi conſaccia con la coſa.,con la quale ſi paragona. So:
lamente ſaremo vedere come in figura diſei carretteiſel trapaſſa
menti coſi.
PR [MA CARRETTA.
Speranza ff
~
'W'Wmv Perſona ſantiſsima
da mlſeria tra a ante
a felicilìa .
"NPS" r.

Congratulatione '
SECONDA CARRETTA
Sicurta
; , Perſona maluagiſsimatrapaflante .
- "Wima- da felicita amiſeria “MW
[uſultau'one

TERZA CARRETTA
Speranza
'Midway Perſona mezzana trapaſſanrc "x-3‘151'
da miſeria a felicita
Congratulatione

QVARTA CARRETTA
Spauenro ‘ i
i, 9 Perſona ſantiſsima trapaffimtc .
P' *’ WW* da felici ra a miſeria "u-:e
Compaſsionc
(LVlN TA CARR ETTA
Invidia
- thflm‘l Perſona maluagiſsima trapaſſante Dj,.
da miſeria a felicica
sdegno

SF x TA'
` _1157
'SESTA CAR RETT'A.
ſpavento.

Perſona mezz-Îna’ trapaſſante


da ſelicíta a miſeria.

;Compaſsionc
;Anchora per piu piena dicliiaratione non (acero comeil trapaſſamen
í‘O della perſo na ſanriſsima da miſeria: ſelicir—a *è ſtimata coſa gzuſta,
sàcomeil trapaiſauiento dellaperſona mezzana da miſeria a ſelicit;
,è ſtimata coſameno gíufla, & come il trapaſſamento della perſona
maluagiſsima dx miſeria a ſelícita èſtimata coſaringiufla,& dall'altra
.parte come il trapaſſamento dellaperſona‘ ſa ntil’sima dxſeliciia a mi,
, ſeria ècflimataeoſa ingiuſt i,'& comeil trapaſſamento della pei ſom
mezzma 'da ſelieita a miſeri-mè ſtimata coſa meno ingiu'fla, -& come
,iltnata
trapaſſamento della
COſaglſiu‘ſtL‘H oraperſona
ſecondomaluagiſsima
Ariſtotele ſe da
»1.1ſalitha
perſonaa miſeria è fli
ſantiſsima
;trapaſſa da ſelicita a miſeria preſia cagione allagenre di mormorare
contra dio, 8: di dolerſi di lui,che permette coli fatto trapaſſamemo,
i ma ſe la perſona ,mezzana trapaſſa da‘felicita a miſeria non‘da cagio
-ne alla gente di mormorare contra dio, -ne di dolerfi._di lui, peſcio
'che ſi come ci puſsiamo imaginare è aſſaíñragioneuole che auenga
queſto coſi ſarto trapalſa mento a quella perſona pergli 'peccati ſuoi
luegna clienon fieno de piu horribili del mondo,~& fieno miſthiati
.tra alcunebuoneoperationi. Hora parrebbe ſottilmente conſidera”:
do la coſa che ſe quello trapaſſamemo della perſona mezzana da fe
licita a miſeria non preſta cagione alla gente' di mormomreco ”tra
di0,ne di dolci-ſi di lui, clic'ſia reputato giuſto,:& appreſſo, che ſe gue
flo `trapaſſamento è reputato giuſto chela perſona mezza na .nonne
-lia in'degna;& v`ltimamenre ſe la PerſOna mezzam non -n‘Ìe‘ indegna
che altri-non debba ne poſſa liauere di leieompaſsio ne. Ecco doue
. ci conduce la ragione-d’ Ariſtotele ſenoila ſeguiremo per quelloca—
mint), per lo quale e‘ inviata. 'Percheei‘ia direclie-quanto pertienc al
,mormorare della gente contra dio quando la perſona ſaniiſsima o' la
:nella na trapaſſano da ſelicita a iniſcria,come è flato‘detto di ſopra,
,Ugo-finto per tiene alla perſona mezzana
ì che pergh
.S a ſuoi pcc _gna
caciaue
che
\

gna che non liorribili ne ſcompagnati' da: buone operationi meriti


coſi fatto trapaſſamento da felicita amiſeria; 81 per conſeguente ſia
indegna di compaſsione è' da riſpondere nell' vno ‘de due modi, o
è da concedere che eſſa meritiſimilc disgratia, p da negare che eſſa la
meriti. Se noi concediamo chela perſona mezzana meritiſimile diſe_
gratia,&clxe il popolo porti Opinione che ogni mezzana‘ perſona‘
ſia degna di coli fatto auenimento, poiche le mezzane perſone ſono
innumerabili, auegna che quella, a cui èauenuto cio ne lia deo na, è
*mon dimeno mdegna di patire ſola, & le s'ha compaſsione , cîieeſſa
fia ſcielta a patire ſola, 8c le altre tutte riſparmiate, 8: coſi e‘ indegnq
’ _ di quel male, perche le altre, le qnali degnamenze ne dourcbbono
eſſerepartefici, ne ſono ſenZa. Se noi neghiamo che perſona meze
:Ana meriti ſimile diſgratia diremo che le perſone mezZane, le quali
non commettono_ peccati liorribili non reputano i peccati vſitati
…peccati che induca no l’ira di dio ſopra loro, & perche inſieme open_
tano alcuna coſa lodeuolmente li da n no ad intendere non elſenda
punti dallo ſtimolo della coſcienza per gli pecc‘ati non horribiligom
meſsi, che dio ſia tenuto a far loro bene, 8: quella opinione che han,
,no di ſeſteſsi ingannati dall’amore pro rio che portano a ſcſteſsiin
giudicarſi buoni, l’ hanno anchora ella mezzana perſona ſimile;
loro, a cui interuienequel trapaſſamento da felici”. a mileria. nífl.
{Là unt/av ”3h moxiav ntrufiíuoci és 11”) J‘v; uxi'ap, mè N &flag-n'a” mi, Díz
ſopra s’ è parlato delle cagioni o volontarie, o accidentali indottiue`
altrui a fare o a patire coſa horribile & percio qui altro non ſe ne dia
fc. 76‘; i! ”71h13 J‘ÉÉq "rapidi. :UTUXKÃ ola' oiJ‘l'mud ut“ ìuisns. lo non ſ0
perche—Ariſtote’le volendoci dare* eſſempio della perſona manna.
”Omini Thieſte, il quale ſu inceſtuoſo hauendo dcrmito con la coa
gnata, &ſu ladro liauendo inuolato il mantone del Vello dell’oro~
ad Atreo ſuo frateslo, & liauendogli fatti tanti danni 6t ingiurie, che
egli peruendicarii ſu per poco coltretto a darglii figliuoli a ma ngia
re. lnguiſa che non ſu perſona mezzana ma Peſsima & cómiſe l’ho:.
ribilita di mangiarei figliuoli quaſi ſi puo dire non per errore, . m.
per i ſtudio poiche egli liaueua data cagione tanto grande. ad Ati-eo,
di mettergli tauola coſi aboxmneuole` Aiiflotele adunque o prende~
errore eſeguita alcnnoaurore che raCContaua l’ lnſtona dj Thjeſte
altramenſeoiu‘z n'îu ?Zip mou'wç 72-51- irritpavzi: fiv-PV:. Sono cinque mſg
richieſte da Ariſtotele a conffituirc la perſona conucneuole alla Fano
ladella tra edia cheſta di mezzana bonta & di mczzana maluzgj‘a,
che trapaſfl di felicita a miſeria,che il trapaffimemo fi faccia per er. '
rore,&
158
"rom", &non Per colpaſchë la perſona ſia di famiglia nobile, Gt cono
ſciuta, che ſia ſimplice. Et quantunque noi di ſopra habbiamo par— l
-l'at‘o al largo di ciaſcuna di queſte cinque coſe, non reſteremo anche
ra di dire come dicendo Ariſtotele che la perſona mezzana non dee
‘trapaſſare da ſelicita a miſeria percolpa ma per errore par che parli
coſa contraria a quella chediſſediſopra quando voleua che ſi pren
deſſero icaſi horrlbili auenuti,& conoſciuti per fama o per hiſtoria
per comporre la ſauola della tragedia, percioche ſe foſſero ſtati imaf
ginati, 8c trouatidal poeta non ſarebbono fiati creduti, ne eſtimatl
veriſimili o poſsſhilí ad aucnire non potendo capere nell’animoal
trui che vn figliuolo ſoffe‘tanto ſcelerato che s'induceſſe ad vccidere
vla madre o il padre. Hora ſe egli richiede che queſta ſciagura auen—
ga per errore, 8t non per colpa non è punto da dubitare, che non
ſia veriſi mile concíoſia coſa che, doue interuie ne errore, ceſsi la ch
pa, la quale toglieua via il veriſimile, & poi che è veriſrmile non ſa
'mefiiere che s’elegga perſona di famiglia famoſa al mondo 8: cono
ſciu'a, a Cui fi ſappia coſi ſetta diſauenrura eſſere auenuta, accioclre
ſia creduta, ma il pecca tragico potra imaginai ſi, & trouare tutto w
no accidente co nomi da formare la ſauola della tragedia come fa il
poeta comico, Ne per le coſe dette qui da Ariſtotele ſi puo compren
dere percheeglivoglia chela perſona tragica ſia di ſclriatta nobile,
& conoſciuta al mondo. Della qual coſa perche di ſopra habbíamo
ſauellato a` ſufficienza altro qui non diciamo, 3m'… Hex -iòy ma:
:Nwauìáop &nm-ü- è? 545m” ii i‘m-Tui:. Se ſia meglio chela ſauola ſia
[implice, o doppia cio è che la favola habbia vna perſona o due d'v
na medeſimaqualita di bonta odi maluagira, o habbia due perſone
didue qualita diuerſe, delle quali l’vna fia buona, & l’altra ſia maluaa
gia di ſopra s' è parlato pienamente, 8t quante fieno o paſſano eſſere
lediuiſioni delle perſone ſimpljci,& quante le diuiſio ni delle perſo*
ne doppie nella fauola ſimplice, 8: nella rauiluppata, o nella {impli
"ó̀"Wi-ñ”—
ce & nella rauiluppata inſieme, ne altro reſta adire ſe non ad ammu
nire il lettore che ſi prende Na@- &mi; qui altramenre che non ſi
reſe di ſopra, cócioſia coſa che di ſopra la ſauola ſimplice ſignificaſ
e quella conſtitutione di coſe, la quale non haueua mutatione di per
ſona di felicita in miſeria@ di miſeria in felicita,ma conſeruaua vn ter
nore perpetuo odi felicita, o di miſeria, & ſi contraponeua alla fa
uola rauiluppata. Ma quila fauola ſimplice ſignifica quella co nfli—
tutione di coſe, la quale ha la mutatione d’ vna perſona,o di due d’v
mqualita medeſima di bonta di felicita in miſeria, 8t ſi ccnrrapone
“ “ ‘ ‘ ì z- a num:
alla fauolz doppia intendendoſi' per ſz’uolá doppia quellá che e' corm
poſta di duemanicre d’huomini contrarie; cin è di buoni,& di rei,de
quali i buoni trapaſsino da miſeria a felicitazei rei da ſali-;ira a miſeria.
Et quantunque-la ſimplice fa uola,& la doppia poſſa no comprendere
altremumionicome s’è vedueo adietro. non dimeno Ariſtmele le ri
-ſtringe'qoi a queſlidueeali per liauerecagionedi riprouarel'opinio ~
ne di alcuni,clie antiponeuano la ſauolá doppia cio equella favola
che conteneva le perſone b’uone,&.le-ree con la mutationedelle buo
ne di miſeria in ſelicita,& con la muratione delle rce di felicità! in mi:
feria,allîa favola ſimplice,cio è a quella favola che conceneua vna o
due perſiane d’vna medeſima qqalita di bonta trapaſſanti da felici”. -
2.miſería. Zianeçfliirqadl. Poco appreſſo Ariflmeleriprouera quelli co
rali, li quali commendamnopiu la fauola doppia, che lafimpluee ri
ſpendendo alla ragione che gli muuena ad antiporrela'ñ doppia alla, .
ſimplice. Lin-l J‘i &pazzia-aqám. come-per furore di mente fece H ero
cole coſa lxorribile,& per ignoranza E dipo.Maperclieponel'eſſem- -
pio in Oreſte, il quale vcciſerla madre I frecce-cato da furore di me n
te.non per ignoranza non conoſcendola,ma ſtudioſameme eſſendo ~
ſanodimentesîNe ſi* puo dire che s’intenda dell'ignoranza di Clirem ~
mill-2,13 quale per ingäno ſu vcciſa’ dal figli'uolo, percioche ella non e
èperſonamezzana o perſona ſamiſsima, -ma maluagiſsimala quale
-perſona non riceue a partito niu no Ariſtotele- Et perche ſimilmen- ~
to pone l’eſſempio in Meleagro *.ì (Luale ignora nza,0 quale furoredi è
:mente il- ſopraprcſe quando ardendcyv il nzzone fatale egli [i ~
conſumò-f o quale ignoranza, .o quale füroredi mente occupò-Al
elica ſua madre,ſi che nOn ſapeſſe quello che ſi faceſſe quando arſe il l
tizzone; nella cÒnſeruatione del. quale ſ1 conteneua: la vita _del figli-
.uolo f ’i o'iau ;ſg-11ai..Cio e‘ della perlo na ſimile a noi, 8: della malata i
ſola atta a muouere ſpavento', & compaſsioneg come è fiato detto. Î ‘
'lWl’oîoS päflhov ”km-@n Concede Ariſiotele; che ſi poſſa prendere il “
perſona migliore per tragica,la quale crapaſsi da felicítaa miſeria‘ con ‘
‘tra quello, che haueua detto di ſopra,ma in comperatio ne non dime -‘
no,&_-‘ín riſpetto della piggiore,quaſi dica ſe-il} poet: e‘ eoflretto da -
‘necelsitap tirato da volonta ad vſcire fuori-de termini poſti da noi,& -ì
’non polſa,o non voglia co ntentarll della parfonar mezzana s’in alzi -'
piu mſto alla perſona migliore, che s'abbaſsi-alla piggiore veggcndo
egli che la perſona migliore per la mutatione di felici” in` miſeri-1 ›
ppo ggncnaiîe'ſpguenm, _öreompgiſsionc non meno che perla mura:
` - ~ (10112 ~‘
l ñ
\
[5 9‘
tió‘nc della mezza na di ſelicita in miſeria, anzi piu con tütfo' che c642'
teneſſe 1G many.” che non puo ſarela mu'tatione della perſona pig-v
i0re di ſelicita in; miſeria oanclibra la‘ _mutátiOnc‘ ſua di ’miſeria in
elicita- o‘mzîol Nice-‘x Îò mn’umv; Belle-ì parole poſſono rigdardare'
le cinque coſe, che ſi dicono-eſſere‘ richieſleÎ alla ſormatione della
perſo na ‘tragica, che ſia ſimplíce'ìche ſia mezzana , che’ ſi'a ' nobile,
clie ſia ingannata, che trapaſsi di ſelicitgi in miſeria , 8! poſſono rd‘
uardare ſolamente Vna coſa ſola, cio è la mutatione di ſelicita.
in miſeria, Adunque ſi puo dire die l’eſperienza ha moflrato che fa
di‘ meſtiere di tutte quelle cinque coſe poiche i poeti non riceuono
p’iu per ſor-.e tragice; che non habbiano le predette cinque coſe , 8: ſi'
p'uo (liſC‘CllC‘ l’eſperienza lia'mofl'rato’, cli'e* conuiene che la‘ perſona
mena na trapaſsida felicità a miſeria', 13:"v non dei miſeríaa felicita,co-~
me co‘mmenda‘uano piu ſimile fine coloro , - che‘antip‘oneu‘ano lafl
uola doppia‘alla ſi‘mplice. Et io m'induco a credere‘cliìe Ariflotele~`
lëîaueſſepiu riguardo‘ a q‘uefia ſola vna coſa che alle cinque per q’uel- ‘
lo, clic ſegue-apprifl'ffi'»~ ”fà Frodìiflìi 7a} minimi-:oi: ”xiv-ras‘ ”1590175 &uni-da‘
ma.. lnanzi'a quello tempo prendeua nd i poeti' q'ualunq’ü‘e‘ fáuole
fiiparauano loroauantiliauenti Perſone o do'ppie,0 ſi’rn'plic'i; ottime `
o mezzane; o pgſsime; nobili 0 víli, ingannate ‘o- no’n iñ’ga’n nate', tra
p'aſſanti da ſcliCitä a miſeria 0 cia-miſeria‘ a ſèlidita’, o'continuan‘ri in ì
miſeria' o in felicira, o èda dire. [na nzi 'a qucfl’o tempó ip'oetiì met
teuanoin'conto in differentemente qualunque [avoid ſi parauanO'
loro aua‘nti hanenti‘ perſone trapaſſa mi da felicità a miſeria o da mi- ‘ ì
ſeria a felicita, o'cominuann in ſelicita Ò in miſeria' ſenza far tra lor
ro difiinrione niu na. w’íu J‘í mi ÉÃ.’ra$eixia5,&Ì:‘. Ma al preſente le faùp ì
le beliiſsime ſonoìriflretce inſr‘a itermini d’ alcu’ne‘poche- famiglie, ~
le quali poſſOno preſtarele perſone, le quali' hanno letinqüe'ſop'rär
'dette coſe, o hanno quclxa vna del trapaſſamento da‘ felicita a miſe- *
ria; La‘onde ſi ſoggiungonq ſpetialmente queſie'paiole, ’oäîé’olſf‘m‘ '
bleu… n araìsſil'p J‘avè, iimuîc‘au‘. Per pikno int'endimento'delle quali am‘
cliora che 'adielſoſl ha parlato dell’ op'eràlio'ne,& della paſsione 'do- '
lor-…ſa o-liorriblie, 8t della cazione_ per- tr‘ouàre- la perſona 'tragicaì
molto allungo, &- fſſa'ctai 'certa’ diuiſîone‘, non’ dimeno* nonlalcierea’
mo qui 'ancliora di propori cla'perſc'na doloroſa o v'ero tragica ſot
to Vn’altra diuiſione dandoci aid-intendere 'che cio non li'a per indur- '
re oſcurita niuna a quelia materia-La perſona tr‘agica adunque èdo- -
loroſa per operare, o per patire; 8K procedono' l’op'erare o ii patire ì
i diſcflella o da aln ui, ſe procedono da i'cfleſlà o procedono contra -
S-s‘- z. uoionh'
a ‘ſi
' Jvolonta', o volontariamente, ſe rocedono contra volonta auenp'
,gono o per furore di mente come ad Hercole, ad Atliamante, ad A
_iace, operignonnza di perſone come ad Edipo, a Cinara,o per
ignoranza del fatto co me a Tlieſeo dello’nceſto 8: della forza appo
lh' ad Hippolito, a Deianiradclla vefia auclenata mandata ad Her::
J cole,o per errore d'altra cola come delloſtormento come a Peleo
Bi ad Adraſto- Se l'operatione ola paſsione è ſtata herribile fi puo
paſſareö: non paſſare a nu0ual10rribilita- Hercole, Theſeo non
paſſano a nuoua liorribilr’ta. [Edipo, Deianira paſſa’noa nuoua hor:
ribilita, l'vno cacciandoſr glioctlri, 82 l’altra impiccandoſi perla gola‘
Se non èſtatahorribile ſr paſſa ad liorribilitl come ſi vede in Aiacç
lo ſeopatore.- Sele predette operatione 8c paſsíone procchnO da
volonta non in annaraoſono bia'ſimeuoli come quella d' Hero”:
per la morte di ariamme, o ſono lodeuoli, quali ſu quella de De_—
ci,& quella di Curzio. Ma ſe procedono da altrui, o procedono per—
.. chela perſona doloroſa gli lrabbia data cagione , 8: percio l'liabbia
meritata, o perche non gli lrabbia data cagione niu na, 8: percio non
l'habbia meritare, operehe gli liabbia data cagione di ſarlebene, 3!(
non di farle male. Meritamente patio op eró per mezzo altrulThie
fle luuendo data cagione ad Atreo ingiuria ndolo, K dannificandó
lo didargli i figliuoli a mangiare. NOn mcritamente pari Hecuba
` per meno de greci per la morte di Poliſſena non gli liauendo offe:
_ [i, ne meritamente pati A ndromaclie pur per mezzo de greci perla
:none d' Aſtiamtte non gli liaucndo offeſi. lngratamente ſu ab
bandonata DidOneda Enea hauendolo raccolto eſſendo capitato _a
ſuoi liti coſi maltrattato dalla ſorru naHecuba ſu mal guiderdona—
ta per la morte di POlldOſQ della fede che haueua in Polimneſto:
rc. Hora pare che in quello vltimo caſo ſi trapaſsi a nuoua paſsione,
. o operatione in ſe o in altrbÎ,ſl come Didone vccíde ſeſteſſa,
Bi Hecuba accieca Polim neſtore: Ma accioche ſi com- I
prenda meglio quello,clic e‘ ſtato detto,& quaſi '
ſiſortoponga al ſenſo dell’occhio fi
figurera nella'nſra ſcritta
forma.
[da
,z _ '- - -ñ I - Per furore di mente Hercoleſhtlnmana
~ re,Ai:xce- p ſi 7
Centra vo- Per ignora nza di perſona Edipo,Cin`lra
' lonta. i Pei‘ignm‘anza del fatto Theſeo.` '
- Per errore di flormento Peleo, Adraflóo:
Che procedono da ſcfieſſa . i
Volontaria Per `Fatto lodevole DeeiquìtíO ' `
Perſona tragi- mente Per fatto biaſimeuole Herod'e
ca doloroſa g
operare o per . ’ ' . `
patire coſe. Mediamente Per cagio ne data dalla perſona don
.i loroſa Thielte ì‘
.che procedono Non merita- Per'cagione non data dalla perſo
da altrui 4 mente na doloroſa,l~le`cuba,A ndromache '
, _~ Ingratamente Per beneficio ſarto dalla perſona
` doloroſa Didone,Hecuba.
I

f l‘55”: ai” mi: 102- 1ixv” muſs” reno-l‘io: 7x min” dura’ítoſis 7;!. Aiello ÒÎ '
"r
detto da Aríſtolele o hauendo riſpetto allecinque coſe ſopradette, o ‘
hauendo riſpetto all’v na ſolamente di quelle cioe‘ alla mutatione di ſe
licita in miſcria,& pare che piu collo ſia ſtato da lui detto hauendoI
riſpetto a quello ſolamente poiche ſoggiug ne incanta ne nre che at i
torto Euripide è biaſimat0,clie habbia fatto terminare delle ſue trage’
die in miſeria-Aiàxàei íuçrm'J-y irxalſoüim 1b oil-n‘: &paga-Avant…, (Deſio èilſen '
timenro.Molti ſo no Harii riprenſori d’Euripide,&alcu no s’è dama' ~
:iprendei'e in lui alcuna coſa,& alcunoalcuna altra. Ma molti ſl ſo- “’
no acnordali in riprendere quella coſa fleſſa cioè-che rappreſenti per '
lo piu nelleiue tragedie il trapaſſamento da felicita a miſeria, 8( s'in- ' '
~4-Î
annano ripremleudolo atprro. Percioclie quello è diritramente‘
gatto ſecondo cheè fiato detto poco prima quädo s’e‘ approuato per'
lo migliore, & per lo piu cóueneuole alla tragedia che gli altri,il una‘
paſſamento della perſona mezza na da ſeliciraa miſeria, concioſia coſa‘
che tuttii fini lieti delle tragedie ſi ripruouinodiquelle che continua '
no eſſendo la perſona ſannl’sima, o mezzana, o maluagiſsima in ſu ‘
vno perpetuo tenore di letitia , o fieno di quelle che trapaſſano '
eſſendo la perſona ſantiisima o mezzana, o malvagilsirrña , da mi- '
ſeria a felicita ma non e‘ riprouaco ogni fine triflo della tragedáaá
. , . .V va r
`.‘J

;anzi è ſommamente comme ndato quello che trapaſſa eſſendo la per


ſona mezza na da ſelìcita a miſeria,& appreſſo non è biaſimato quello
che trapaſſa eſſendo la perſona (a ntiſsima da felicita a miſeria-Si che
ſimplicemente parlando altri non puo riprendere il‘ fine triſto nella
tragedia fi come puo riprendere il fine lieto poi che il fine lieto
non vi puo mai hauer luogo con [ode, e'l fine non puo mai eſſere
lodato ſe _non è triſto. in ”ſiro J‘çëîs neſs TfnyQÌ-i‘ſzí, *où mAh-u' 060705 és J‘us
-Fukiçlflhwëök ’Pareclie foſſe ripreſo in Euripideil fine triſto perche
_ÎÎVſaua piu che noni'vſauanogli altri poeti, poiche molte delle tra
gedie di lui terminaua no in miſeria, quaſi ſi dica alcu ne delle tragedie
I, deglialtci poeti, 8c non moltetermina no in miſeria, 6: molte d’ Eu
ripide_& non alcune terminano in miſeria. ll che è da riprendere ſe
’non per altro almeno perche ſi parte dal camino vſato da gli 'altri
;poeti- danno- Jüpíflsof, iui yz;- ras‘. cinéma-ù ”Ep inci-up, &ç- Anchor;
.Che per ragione ſl ſia dimoſtrato che ſia proprio della tragedia il fine
.tſffiopotendoreffo fineſare ſpaucnto. 6t compaſsío ne- il ene e‘ q ;rei—
,Ìo cheſi ricerca dalla tragedia, 6c non potendo il lieto’: ſare ne ſvn;
nel'altra coſa,ſoggiug ne Ariſtotele, che la ſpericnza la quale eſſen—
,do argomentpgraiidilsimo , 8: pruoua ſoprana cene fa ſede ſe in
;Pruoua fi recitano in atto duetragedie l'Vna delle quali [rabbia il fi
ſne lieto,& l’altra triflo. Percioche quella del fine criſto commoucrz
altrui a ſpauento'& a compaſsjone 8L fara quello, che maſsrmamepl
"e Connienfi ſare alla tragedia, la doue l’altra del fine lieto non ſara
"ſulla “di uello,
_PClſalrrocia che del
tragedia principalmente
fine criſto nOns'atîende dalla tragedi…x
ſia biaſimeuoleo purche
HOra per bc

ne intendere quello che dice Ari flotele e‘da ſapere, che ſono alcune
‘ore, ~che la ragione moflra douere eſſere di grande :efficacia a‘ pro
durre l'effetto dell'arte, le quali lÎeſpcrie nza moflra eſſere di piccio
hfffica cia a,cio, anzi di ditruggimemo ,chl' effetto, come per ca
glOne dleſſempio 8t accioche non _ci allontaniamo dill'artedella Poe
‘DLL-,ragione ci moflra theſiamo piu commoſsi per lo ſentimen
‘D della‘veduta che perſo ſentimento daii' udita cio è che ſiamo Pm
commoſsi ;veggendo le ’coſe _congliocchi-ciie_velendole narrare, 8:
comprendendoieconglíorecchi, 8c che percioi poeti dOUl’tbeno
,ſare çappreſcntarei micidiöz ie coſe horribili in palco, 82 farle ve
fiereal popoloprocacciando eſsi a tuttoloropotere d' inducerlo in
.lſpaucntoflzin`coxnpaſsi0ne,'& non di meno eſsi nol ſanno, & ſe [i
,fanno ne ſono biaſimati,ñma introducono o meſſoo altraperiona‘,
ìche per via' narratiua gliele faccia udire ſolamente, 'pei-cio che
' - ~~ ~ .l'eſp erica
i@

’ :a
?l’eſperienza ha moflrato che ſimili crudeſta,& horríbifl'ita non [i poi?
' ſono veriſimilmente ſar vedere in atto , & che fanno anzi ridere clic
piangere 8c che producono non effetto di tragedia ma di comedia,
& ſe alcuno ne dubitaſſe ritruouiſi alla rappreſentatione della paſsio
nc di noſtro ſignore doue cio s’ vſa 8t ſpecialmente a Roma 8:
contenga le riſa ſe pu0.Et ſono alcune a!trecoſe,clie la ragione mo.
Ãra douere eſſere di grande efficacia a produrre l’effetto dell'arte,
.le quali l’eſperienza ſimilmente dimoſtra eſſere della predetta effica
-cia riuſcendo per eſſa in marauiglioſa maniera l’effetto ricercato. Et
di queſte c' il fine’triſto nella tragedia, il *quale per ragione s’è Proua:
to eflère di valore grandiſsimo a generare ſpauento 6c compaſsione
& cr eſperienza i truoua medeſimamentela coſa ſtar coſi. Anzi
i tra edia ſenza il fine triſto non ſi puo ragioneuolmente gene:
{are ne, ,i genera-,ſecondo che moſtra l’experienzaſpauento ne com:
Èſsiopefldunque dice Ariſtotele poi che la ſperienzamoflra queſto
1_ Quale è la maggiore. dimoſtratione che ſi puo fare nell'arti,& alla
,quale nellÎarti ſolamente ci dobbiamo attenere , nonne dubbiamo
punto dubitare anchora che la ragione ci tirafl'è a credere altramen:
:teLa quale non dimeno in queſto è conforme con l’esperienza come
;’_c‘ dettm Hora perche lauoce MÌW poſta in quello luogo puo fi
gnificareſimplice recita rione della tragedia in atto ſenza riſpetto-dia
:renzone d’altra tragedia , 8t puo ſignificare anchora recitatione di
‘tragedia in atto in prua-ua d'altra tragedia per riſpetto di _teuzonc
`come èflato detto di ſopra,queſte parole îzl yìf 76g MWÉV , ”Mafi- `
761W igm-:Sum «i 'ſa-«Wai eau-'vennriceuono tre ſentimenti cio è .o
`che ‘le tragedie di coſiſatto fine meſſe in palco & recita tein atto _lim
plícemente paiono liauere la perfettione ’della tragedia o chele tra.:
gedie di coſiſatto fine & meſſein palco [8: recitare in atto a pruoua
&in contraito d’altre 'tragedie paiono hauere la perſettione tragi
ca,o che le tragedie di coiifatto fine hi 15 cri-16 cio e‘ recita te in at:
to ſimplicemente 8t in palco ſenza conti* o d’aſtre tragedie , ”sù hl
ns[- iiyéw‘e cio e‘ recitatein atto a pruoua 8t in contraſto d'altre tra:
gedie paiono liauere la perfettióe tragicaEt queſto terzo ſentimëto
come che il primo,e’l ſtcödo nó mi du‘ iacciagni ſodisfa piu degli _al
tri,& dice per oco coſi Ariſtotele. Lo inſegnamento per medato che
la tragedia dexba hauere il fine triſto perla ragione detta di ſopra
viene confermato dall’eſperienza quando è meſſo in eſſccutione 8t
recitanſi le tragedie in atto ſimplicemente,& reeitanſi in paragone 8:
intenzone d’altre tragedieme ſeggiugne ſenza ragione o recitanfi in
paragone' &in tenzone d'aitre tragedie , perdo al): molte coſtola::
* ì ì l n
l _.
o
K

-U

' iono belle &buone ellſiendo ſole & ſenza paragone clie per compe-~
`catione d’altra coſe paiono brutte 8: rec , concioſia coſa che 'nulla
ſcopra piu il bene o il male diclie che ‘ſia che il paragone.Appreſt`o ſi
'domida ſe l’cspcrienza rnoſtra che le tragedie del fine triſto meſſejn
palco,&recitate in atto o sëza contraſto‘ o con contrafio d’altre tra:
gedie del fine lieto paiono hauere la perfettione tragica perchep oco
appreſſo ſi dica. che piaccia piu aueditori il fine lietc&clie i poetiſecó'
dädo la’nſermita,&la ignoríza loro compongano tragedie di fine lie
to_.La qual coſa par contrariare a queſta che ſi dice quinora-e da ri:
ſpondere che qui ſi parla della tragediaphe liabbia il fine trifio,&dcl
la tragedia cótrapoſta aquella,clic tabbia il fine lieto,& poco appreſe
ſo ſi parla della tragedia che liabbia la perſona mezzana di fine trifLo
a cui ſi çontraponga [a tragedia che habbia due perſone l'vna mezza
na di fine lieto,&l’altra rea d’fine triſto,&dice ehe il popolo ap ruo
ua piu quella delle due perſone di diuerſi fini,èhe quella che lxábëia i':
perſona mezzana di fine triſto,&auegna che il popolo s’ingäni in an:
tiporre il fine triſto del reo al fine triflo del mezzano non antipone
pero il fine lieto al trifl0.ll clze èil püto di cliefi dillouta qui.Sëza che
fi puo anchora riſpondere che qui fi parla del fine .,lxe opera quello,
dic c‘proprio effetto della tragedia‘,cio è che opera ſpauëto &co mpaſ
ſione,&poco
popolo,8{è fine appreſſo
propriofi peraue-ntura
parla di quellod’vn’altra
fine,il quale è piu :gliratioſo
maniera poeſia#al

è ſeguito :nettamente da poeti nelle tragedielaſciando il proprio fine


di quelle ſecondo il giudicio falſo de veditori,&non la verita,0 il giu
dicio ragioneuole d Arií’totclc,&di coloro,che ſono intendenti,&cl:e
ſanno che le maniere di poeſia diuerſe hanno i ſuoi fini diuerfi & di:
flinti,ſ1 come ſanno chela dolceZza ſiſente guſtando il mcle,& l’ama
rezza guſtando l’aſiènzo,&chenon ſi dee porre dauñti ad alcuno me
le amareggiato per che gli piaccia l’amarezza,ma gli fiodee porre da:
uanti aſſenzoüconſeruare il mele in ſua natura per poterlo porre a
[uo o &a tempo inanzi a coloro a quali aggrada la dolcezzaAncho
ra idomñda come qui ſi ſaccia tanta flima della recitatione della tra:
gedia in atto,& meſſa in palco con contraflo,& ſenza contraflo d'al
tra tragedia,che fi tiri quindi argomento certiſsimo del ſuo molto o
poco valore, 8c di ſotto ſene faccia tanto poco conto che ſi voglia
che il~ giudicio {i faccia dalla lettura ſola, 8t non dalla recitatione in
atto,ne dal palco,o dalla. viſta.A che è_ da riſpondere che qui ſi diſpu
ta ,qu ale delle due tragedie tra quella del fine lieto o quella del fine tri
ſtoîſoffc da antiporre conſiderando le ragioni dell’vna 8c dell’altra
gun:: (Le ſi vagano-“tia“:eſentareäc poi riguardando l’effetto;
delli‘
\

, - 162
de'll’vna & dell’altra quando ſi rappi~eſciitano,& mefl‘è in palco ſi re,
citano in atto dando aciaſcuna il conneneuole appreſtamento della
v'iſta.'Et di queſto effetto moltranteſi,& lèopi-enteſi piu nella recita
tione in atto nell’Vna tragedia che nell’altra ſi fa gran conto,& ſene
tra-lie argomëto dimoſtra tiuo quale fine ſia-da ſOPſaPOlTC all'altro.
Ma poco appreſſo ii dilputaſe ſi dee tenere conto dell 'apparecchio
del palco,&della vifla tanto che operädo daſhòznon per virtu della
fauola della tragedia ſpauento 8c compaſsioneíia da preporre alla
confliturione delle cole ordinata dal poeta,fin0uentele predette
paſsioni aucgna che non coſi potentemente,&ſi dice clie in queſto
caſo non è da prezzare il palco ne la viſta li quali rimoſsi 8t poſtida
parte ſi dee giudicare la tragedia per la lettura per poter ſapere ſe lo
ſpaiiëto,&la compaſsione procedono dalla conflitutione della fano:.
le,o` dal palco & dalla viſta. Et breuemente qui ſi diſputa di finelieto
&di‘fine triſto di tragedie non recitare o recitare in atto,&la fi diſpu
ta di compaſsione 8t di ſpauento procedenti dall'opera del legnaiuo
lo,&da.ll'opera del poetal‘ç xmçoasii’iSe le tragedie tenninanti in mi;
ſeria ſono ci'edute hauere la perf; ttione tragica pur che per altro
fleano bene,& cliei mancanienti dell’altra* parti non iſèiemino loro
queſta dignita.si che puo auenire clie alcuna tragedia liauente il fine' '
lieto'ſia ragioneuolmente da antiporre ad alcuna tragedia hauente il
`fine'triſio quando quella del ſine heto Tiaura tutte le altre parti con:
neneiioli,& quella del fine triſto liaura tutte l’altre parti che nó i-ſtca
no bene,n0n giouandolepùnto la conueneuole terminatione in mi
ſeria' perche dice Ariſtotele-clic_ Euripide è creduto hauere la perth‘:
rione tragica tra gli altri poeti facendo terminare molte delle ſue
tragedie in miſeria con tutto clic le altre parti delle ſue tragedie fie
_ no cüfettuoſe potendo piu il fine triſto delle ſue tragedie che ſia
bene in farlo commendai e, che non poſſono le altre parti tutte che
flanno male in ſa rlo condennarez'Peiclie dico vuole Ariſtoteleche la
terminatione della miſeria reclii perſettione tragica alle tra edie
c'onquefla conditione che l’altre parti Reano bene 8t inſieme c ie la"
terminatione predetta reclii perſettione tragica alle tragedie d’ Eur-i’:
‘hide', ſiclie egli tragli altri poeti ſia i] ſoprano -maeſtto di tra edie
ſenz'aconditione che le altre parti Reano bene ‘.’ Hora accio c ie A:
kiſtotele non contradica a ſette-iſo , ſi come pare che ſi contradica in
?ueſte parole e da dire,clie egli non intende d’inſermare la conclu:
ione gia pofla , che le tragedie liauenti il fine triſto ſono da ſo
ipraporre a quelle clie l hanno lieto conqueſta conditione che
s. ~ - * It z lealhze
le altre arti Reano bene perche ſo iunga che Euripide fia miglior
re mae 'o di tragedia che alcuno a tro poeta facendo il fine criſto
alle ſue tragedie anchor-a che non faccia bene le altre parti. Per-cio
che egli intende che Euripide trapaſsi gli altri poeti in quella parte ñ
del fine crittoda quale è principale della tragedia & ’ropria ſenza pa:
ragonare la tragedia delfine trifio , & di tutte le tre parti che flan
no male d’ Euripide con le tragedie del fine lieto, 8t dell'altra parti
che ſtanno bene degli altri p06ti.Et ha ſolamente riſpetto alla parte
delle tragedie finalefl’non all’altra: parti anchora,c9me hebbe quam.
do formò la ſopradet a cOnclufione. é mi: 'rai Sim mi rö aſus-m5., Ve:
{le parole non ſono dette per vna coſa ſpetrale,cio-e` che Euripide;
non ordini,& non di@onga bene le parti delle ſue tragedie,ma ſono*
dette generalmente per qualunque coſa , nella quale pecclii- Euripide‘
o ſia ordine 8: diſpoſitione rea,o poca conueneuolezza in fare phi:
loſophanti le perſone idioti oin_far prolaghi che nOn ſieno congi.
i* umi con lav materia della tragedia. ſecondo che s’è detto di ſopra, &
per ſimili coſe,delle quali è ripreſo Euripichìc quelle parole à ”da
13 22mm) Ji oi:oro#5,ſ0110 da ſp orre coſi. Perche non tratti bene ſe::
condo che richiede l’arte l’altre parti. Et ſono contra oſte a quelle
Ìip ”Forks-’i Aut-riga J‘fi ”fi-?iran cui” l‘fllfi'l’llüpl îsi _ſiiín‘lſpflfcuni leggono
&wríga .0’ i nyéna-&CJA qual lettura par fare ilſenſo piu piano.. Hora
hauendo Ariſtotele moſh-ato che fi richieggono ánque condition#
alla conflitutione della belliſsima fauola & per conſeguente che quel-
la ccnfiirutione che ha le cinque conditioni dee eſſere eflimata la pri:
ma tra tutte,<lichiara hora la eonſt‘itu rione la quale di ſopra nominò
fimplicemente tloppia,& ripruoua con piu parole l’opinione la qua:
le ſtrertamente laaueua dannataldi ſopra di coloro li quali voleuano`~
che fi‘a tutte foſſe la prima aſſegnando le e li il ſecondo luogoAdun
que diet.: che queſta conflitutiOne di fauo a è doppia pei-cio die ha*
due maniere di perſoned’vna di buone 0 di mezzane,& l’altra di ſce‘
lerate,& ha parimente due maniere di fini l’vna di felicita,& l’altra di
miſeria,& ſi dee il fine di f’elicita aſſegnare alle buone o allemezzane
perſone,e'l fine di miſeria alle ſcelcrate fi come fivedehauereſatto»
Home-ro nell'Odiſsea nella conflitutione della ſanola della quale. ſ1'.
centiene vna maniera di` pei-ſone buone , o mezzane,& queſte ſono
Vliſſe,& Telemacho,& vna maniera. (liſèeIetÎate,& quelle ſono i] dm;
di di Penelope,& [e ſanti,& vi-ſi contiene vna maniera di fini di felix
dea# quella s’aſſegna ad Vl-ſſe , 8t a Telemadxo,& vna manici-adi
miſeri-3,61: quafias’aſſcguaadrudi 8c allefanti. Hora queſta condito’
I
lione era reputa” prima percioclie primieramente haueua dallapar‘
teſua Homero,che l’liaueua eletta come ottima & belliſsima perla`
(ha OdiiTea.P0i liaueua la gratia della gente communela quale mira
bilmente fi ralegra 8: gode quando odei buOni- di miſeri diuenire ſe. ,
lici o gli ſcelerati di felici diuenire miſeri. Vltimamente non gli noce: .
ua punto non eſſere Rata schifata da nobili oeti tragicidi quali lun
no compoſta a pruoua l’Helettra, nella qua e le perſone ſono ſcele:
rate Clitemneſh~a,& Egiſto, 8c trapaſſano da ſelicita a miſeria , &le
perſone ſono mezzanc Oreſte , &fleletti~a,&trapaſſano da miſeria a
felicita 8c molte altre tragedie di ſimile conflitutione- Ma dall'altra
parte Ariſtotelc confideraclie chſta conflitutione non èſimplice
cio ènon ha vna maniera ſoia- di perſone cio è di perſone buone o
mezzane,& che non ha vna maniera di fini ſola cio èquella di miſi:
ria,le quali due coſe congiunte inſieme poſſono generare ſpauento,
& compaſsione. ll che è di neceſsita ſecondo Ariſtotele richieflo alla
tragedia. Et perche cio non, è di neceſsita richieſto all’epopea
non ſa meſtiere che ſi metta avanti l’eſſempio dell’OdiHZ-a d’Hoe
mero , ne parimente dalla tragedia ſi. rieerca la gratia o il di.
letto diritto- ,. ma 1.’ oblico , la qual gratia e’l qual diletto o:
blicamente non puo procedere dal fine miſero degli ſcelerafi , ,
ne dal fine felice de buoni o de memni.. Ne quantunque i poeti
ſtimati valenti habbíano fatte delle tragedie, che hanno quella
conflicutioneſii dee pei cio dire ghe queſta ſia da antiporre a quella
che ha tutte
addette le cinque
la prima,& condition:
la piu bella tra, tutte
Ia qualec‘
l’ſialtreperle
oniif‘jragioni di J‘ai:
GV' nyc-41a ſopra”ip
I'd-rw(- aaa-W.” popolo commune che non conſidera che altro dilet- ~
to dee eſſere quello che naſce dalla fauolz della tragedia,& altro ,
quello che naſce dalla ſauola della comedia, 8c altro quello che naſce e
dalla ſauola dell’epopea,& che aHpruoua affini ìíu quello che naſce`
dalla ſauola dell'epopea,clie que o che naſce da a fauola della tra e: _
iliadoda piu quelle ſauole della tragedia che meno conuengono a a
tragedia pure che- ſreno ſimili a uelle dell’epopeaper inſermita di L
mente cio è per poco ſapereDi c e aueggendofii poeti,li quali ce:: ‘
cano di procacciarſr il ſauore popolare ſi dannoa ſare le conſtitu:
tioni delle ſauole,ond‘e il popolo poſſa trarre diletto diritto,& non .,
oblíco,fi come trahe il. diritto della ſemola.` dell'epopea. Si che il po: .
polo commune per ignoranza appruoua piu quefia maniera di con: -
flicutione nella tragedia,ei poeti piu l’vſano che l'altre,& per conſe:
gun-nie paiono piu approuarla nonper ignoranzazma per loro in:
, \ ì " 'I t. z meſi‘:
.r ‘D ` '--v

tende accattandone fauoi-e *appreſſo 'üpopokox Quindiadunan


~ -fimflecbnſtitutione haueua ottenuto ilprimo luogo appo alcuni. {ci
Wi'… hhçqw‘las ”‘J‘ovíähüflämíi 15'” WMP/in" ein-Ia. Wi Ariſtotëz
[eriſpoude ad vna tacita ñqueſtione. - ²Poteua alcuno ,liauendo detto
Ariſtoteleflhe la ſeconda conſticucioneda quale da certe perſone è“eî
,flimata prima,è doppiaòeha i fini de micliori,—&de piggiori tra ſe ‘cap
ua diſtintii
.trari poteuafini volendoſche
dico il lieto,toccafl’e’a
alcuno dubitare‘, miglion',e’l
8:‘ omandake per che criſto
egli a pi;

‘ giurì ,8c perche non concedeſlè chevn ſolo fine lieto rocqalſe nella,
'predetta conſtitun'one agli mi 8c agli altri concioſia coſaclie ilpop‘o
'lo ſl_ di letti anchora aſſai di vedere le perſone tra ſe contrarie di coat,
;fiumiòt d’affettione‘riconciliarfi inſieme , &ñ-dchnire'amici fi come—
dopo la nemiſta , -& la battaglia divennero‘komolo 8c Tacio e' Ali'
' .canffituu'one
[aqua] domanda' doppia hauente
riſponde‘ il ;fine lieto
Ariſtotele che nell’Vna maniera.,
il diletto naſcente&nelí

l’altra delle perſone non è commune alla comedia & alla tragedia-’fi’
come quello’che naſce dalla_ .confiirutione‘ doppia liaueme' il fino(
ne Buoni lieto ,8: ne rei-triſte) 'e‘ commune‘all’ epopea `& ‘allatraë*
äedia , ma -è proprio 8c domeſtico della “come-dia. ’Et ‘la' ragionev
_ iqneſtopuo eflère,che nella tragedia , ’&nell’ epopea le neiziiifi"
capitali,& le perſone reali ~," nelle qualieſiè'caggiono non- 69111110#
tano che eíèeſi erdoníno,& che -le perſone diuëgano tra 'loroëz‘niîiZ
che ,Be-che hab ia l' vna maniera 8t l’altradi‘p‘erſhne vn fine‘ſoiflf
communelieto come poſſono lia-nere 'le perſone diuerſe della 'con‘
media ;le quali ſono ‘di pouero 8c baſſo cuore,l nemicitie delle qua:
li auengtmo per coſe.che non ſano di molto ſei’o ſecqnclo che elia
[0 detto di ſopra. fit; 'flip oi‘ Éxfli'soi &Zi-dig ii mia@ mi ſei”: ”Uli-ì
,ls'oc‘ çihoi wo'mvotìinl TT” Muri': ZÈ'efxov-ral ,n‘a bean?” &ii-'ius ‘dar' WMO.”
Pruoua che vn ſolo' ’fine lieto ò commune al ‘ma‘ maniera & al'
I’ altradi perſone nella comedi‘a 'Cadice èxä, quiui nella comedia ſe
e ſaräno nemici mortali divenuti alla fine amici fi'partiräno di palco 8c‘
i’vno nö ſara morto dall’altro. Hora i0 ‘dubito che non ſia crrox'e di '
tr‘aſportatíone di parole ;in _U uu'oa Ja‘- Îgis'lli ”è ?In Wei', &'clie 'vo-ì
gliano eſſere ordinate coſi. oîng iv wake äçíëamà Eſpero-5 8c che quei‘
Ro fia 'il ſentimento. .Se ſaranno nemici mortali come-in-prouer:
,bio ſono Oreſte ’8: Egiſto diuenuti amici alla fine ſl partir-armadi7
palcoconcioſia coſa che le predette *arole h Mix-;eq poſſano iìè
,gnificareein prouerbio,8c volendo ‘ Ari otele per eiìèmpio moſtrarev
negllſtacapitale grandiſsima dica quale ela nemifla d’OLeflÃ:
.i A. W '. ‘ *- .p ~ a" ,'-d'*g'_h.
l
-`a

o
W—--ññ ñ— ñ--ñ—-ó- ñ" ñ - - ñ --ñ

.v.

; i . - -16 ñ
`d'Egi-flo laquale è famoſa , 8: paſſata in rouerbiOMa ſenoivoglfa
mo conſeruarc il luogo alle partle :fi . mina, che eſſi-:hanno occus
pato non veggiamo ſentimento degno d’Aril’cotele da trarne. Per:
cioche qual ſentimento degno di lui ſi potra trarre dicendo.- Pere
. cio che ſe quiui cio è nella comedia ſaranno nemici mortali nella fa':
uola comeOrcfle &Egiſto diuenuti amici alla fine ſi aráríno di pal
co,non operädo coſa níuna quelle parole nella ſauo a,le quali nondi
meno pofie altroue come vedremo non ſogliono eſſere otioſe. 'In
M, ".59 75 @ong-ic. rà iam-39. &c.AriRotele ia le quattro maniere del dilet
lo,la prima e‘ del diletto procedëte da fine miſero della perſona mez
r zana o buona quando trapaſſa da ſeijcita a miſeria,che liabbiamo no
minato diletto oblic0,& moflrato naſcere oblicamente. La ſeconda
e del diletto procedente dal fine lieto della perſona mezzana o bue;
'na,& dal fine triflo della perſona malvagia che [rabbiamo nominato
diletto diritto,&moſtrato naſcere diritta-mite. La terza e‘ del diletto
ó del fire lieto commune delle diverſe 8: tra ſe nemiche perſone che fi
puo ncminare diletto dirittd or olareſcoLa quarta e diletto proce
dëte da vifla ſpauéioſa & tro rcoſa clze ſi puo domädare diletto di
ſpeſa,&d’artificio manuale. Hora la prima _& la ſeconda maniera di
diletto rieeucA rillotele nella fauola della tragedia,& commenda ben
_che piu la prima che la ſeconda, & rimu oue dalla ſauola della come:
. dia,& quanto è alla tragedia biaſima la terza 8c la quarta. Ma perche -
habbiamo gia veduto il giudicio d’ Ariflotele intorno alla prima ſe
conda 8c terza maniera di dilettoreíta clielo veg 'amo intorno al:
ia quarta. Dico adunque poiche il diletto procecînte oblicamente
dallo ſpauento &dalla compaſsione puo naſcere dalla conflitutio:
ne delle coſe,cio è dalla ſavoia, 8c puo naſcere dalla viſta-cio è da gli
habiti & dal palco , conuiene che lo ſpauento,& la compaſsione pro
cedano da due cagioni cio è o dalla fauola o dalla villa. Ma quello
ſpauento,8<quella compaſsione che procedono dalla fauola ſono da
antipon-e allo ſpauento,& alla compaſsione procedëti dalla -viſta, a_
l’artefice di quella e‘ antiporre all’artifice di quella." che fi pruoua .co
fi.CQiella coſa che puo per piu vie moſtrarſi & operare ilſuo effetto‘
e da antiporre a quella clze nó puo moſtrarfi 8c operare il ſuo effettoî
ſe non per vna.Ma lo ſpauenro &la compaſsione precedenti dalla ſl
uola ſi poſſono moflrare 8: ſar ſentire per lÎvdita ſeperatamente ù’
I
inſicme per l’vdita &per la vedutaJa doue lo ſpauétofldañcöpaſsione:
precedéti dalla viſta nó ſi rrofiranome ſi ſanno sëtire ſe nò per larve:
dura ſolaAdunque lo ſpauento 8c la compaſsione procedentàálälìa
fauola ſono da antiporre a quelli che procedono dalla villa. Apprefl
ſo quello artefice che fatica Piu lo’nge no, 8t moſtra piu agutezaarfi
7‘ fa minore ſpeſa in fare ma opera e a antiporre a quello artefice,
che fatica meno lo’ngegno, 8: moſtra meno aguteZZa 6c fa maouiore
ſpeſa in fare vna opera.Adunque il poeta, che compone la ſauo a at
u a generare ſpauento & compaſsione, 6c moſtra in comporla piu
a uit-27a ‘d'ingegno,& ſpende nulla e da antiporre a quello artefice,
ref-t gli habití e’l palco atti a generare ſpauento 8c c0mpaſsione
poi che in far li moſtra meno _agutezza d’mgegno,& ſa ſpeſa smo;
deraca.8íza c xe non ſolamente lo ſpavento con tutto che ſoſſe mo:
flmoſoſht la compaſsione precedenti dalla viſta ſono da poſporre
a quelliflhe procedono dalla ſauola , ma ſono anchora dal poeta da
mettere del tutto in non calere ſr come uelli che non hanno da far
nulla con la tragedia. Concioſia coſa xe ſ1 richieggano dal poeta
quello ſpauento 8t quella compaſsione che poſſono procedere ſola
" mentedalla ſauola , 8: non qualun ue ſpauentoòt qualunque com;
paſsione poſsibili a procedere dall altre arti,o dalla viſtada quale è
opera d’arte ſepera ta dall'arte della tragedia. Hora ſeil poeta debba
o non debba tener conto dello ſpauento & della compaſsione pro:
cedenti dalla villa era ſeio non m’inganno da dir coſi. Sono alcune
fauole,che non hanno biſogno per douere eſſere rappreſentate in
atto ne di molti ltabiti ne di molta ſpeſa, ne di palco di ſingolarear:
tificio come è quella d’Edipo il tiranno,percioche non fa meſtiere a
ſcoprire l’attiofne come e paſſata perIpoco d'altro che _di parole. Et
ſono alcune Fauole le quali hanno di iſo no per douere eſſere rap
, preſentate in _atto di molti habiti 8c di mo ta ſpeſä,& dipalco di mol
to artificio,c0me ſono l’Eumenidi,oil Prometheo]] legato d’Eſèlu’:
[o,conuenendo comparere l’Eumem‘di in palco con vna contra fit:
ta,& non vſata figura,& eſſendo Prometheo íncatenato in palco che
rappreſenti il monte Caucaſo, &douendo eſſere viſitato da tante 8:
~ da tali ~diuinitaDi queſte due maniere di ſauole ninna riceue il poe:
` ta,ne ninna rifiuta il‘ poeta erclie piu o meno compaſsion'e o ſpauen
' ì to conſiſta nella villa, ma e rifiuta o le riceue hauendo riſpetto al
ì modo o alla cagione erlo quale o perla quale :altri èperuenuto in
quella fortuna,come Edipo giacque con la madre , & quindi ſimpli.
cemente non naſce ne ſpauento ne compaſsione. Il che èmaniſeſto.
Nino ſimilmente iacque con la madre ne quindi altri ſl ſpauenta o
gli porta compaſsione, ma ilmodo col quale Edipo giacque con la
_madre ſpauenta 8t muoue compaſsionc neglianimi de veditori. Et
com,
. …- i 65
come le Furie perſeguitarono Oreſte per clic liaueua vcciſa la madre
6c quindi ſimpiieemente non naſce ne ſpauento ne compaſsione al
trimenti naſcerebbono altreſi perche le Furie perſeguitarono Nero,
ne,che ſimilmente liaueua vcciſa la madre. Ma la cagione perla quale
Orcſte e‘ perſeguitato dalle Furie parendo in certo modo ingiuſta
liauendo la madre meritatod’eſſere vcciſa genera ſpauento & com:
paſsione.Perche adunque quanto l’afflittione che cade ſotto la viſh
e piuliorn'bile tanto piu genera ſpauento 8c compaſsione ſe è accom
pagnata col modo o conla cagione conueneuolea ſarcio,non` è
da ſprezzare perche la viſta ſua pertenga ad vna altra arte,o erclie
vi faccia biſogno di molta ſpeſa, o pei che il poeta ſia da piu c ic non
è l’artefice degli habici.Ma tſolamente da conſiderare ſe la viſta ſpa
uenteuole 8( compaſsioneuoleſi puo menare veriſimilmente in pala
eo,percio che ſi dee tralaſciare ſe non vi ſi puo menare veriſimilmen
te cóme veriſimil men re non vi ſi puo menare la viſta dellÎvcciſioni,&
degliatti dislioneſti. E'mg is] ayo’nçop 79“:. ovini-07 Raiſing. L0 ſpavento 8c
la compaſsione procedenti dalla conflirutione della Fauola ſonoda
antiporre a -quelli , che procedono dalla viſta cio è dagli habiti -&
_ dal palco,& ſono dd'arteſicemigliore. Et ſi prende la voce muri-Lin
. queſto luogo non perpocta ſimplicemente,ma generalmente per ar
tefice &facitore 8: ſi paragOna il poeta ſacitore della ſauola all’arte
, fice o agli artefici ſacitori della viſta,che ſono maſclieriere,ſartore,li:
gnaiuolo, architetto, di intore 8c ſimili,a qualimtri fi ſoprapone i!
poeta,&dalla dignita de ſacitore ſivuole che l’0 era riceua autOrita.
uaſiîfi dica.v L’effetto della conflitutione d a ſauola.èda piu che
n0n è l’effetto della viſta 8t perſe , 8t per che vieneper mezzo della,
contlitutione da autore piu degno che nonviene l’effetto della viſta.
Hora io ſono indotto a ſporre-qmſtaffloce mimi? per. artefice,&non
per poeta ſimplicemente, pertio chela viſta cOme Ariſtotele afferma
non appertiene al poeta,- -Se non appertenendo al poeta non Pa biſo:
gno che ſ1 dica che lo ſpauento & la compaſsione procedenti dalla
conflitutione della fauola fieno di poeta migliore pre‘ſupponendo
cheiil poeta piggiore faccia quelle paſsioni per l‘opera della viſta,del:
la quale viſta egli non e‘ ſacitore. Egli e‘ il vero che io nOn niego che
nonſi poſſa ancliora ſporre la predetta voce With-07)‘ ſimplicemente
per poeta,& che non’ſi poſſa dire che il poeta,il quale muoue le pre:
dette paſsioni per la conſtitutione della ſauola ſia migliore poeta che
non è quel poeta che non le muoue perla conſtitutione della fauola
;ma laſcia queſto mouimento agli altri artefici.” che non dimeno è al:
Vu quanto

3
quanto impropriamente dettoAä rif où 8m m ogacp o'vm (mel… 1-59
”hop-Parc clieAriflotele voglia inſegnare a conoſcere quando la- con
flitutione della fauola per ſe,&non per mezzo,0 con aiuto o in com:
pagnia della viſta muoue ſpauento &compaſsione,&doni queſto in:
ſegnamento che noi dobbiamoàleggere la tragedia ſenza tirarla in pal
co,& ſe ci ſentiamo commuOuere a ſp auento & a compaſsionedob;
biamo credere chela coſa paſsi bene, &che lo ſpauento &la compaſ:
ſione procedano donde deono procedere, ma ſe non vici ſentiamo
commuouere dobbiamo credere che la coſa non pa ſsi bene.Ai-iſt0te:
le qui &altroue èdi queſta opinione che quello diietto ſi tragga della
tragedia in leggendola che ſi fa m vedendola &in vdendola recita:
re in atto. La qual coſa io reputo ſalſa 8c riſerbo le ragioni adire a
a-
quel luogo,che c‘ proprio di queſta queſiione. Tè 5 41g; flîs ’54…: 1031”::
ì ,aiuta-;(513 ànx-írtçoffiSe vogliamo che queſte parole riguardino il poe:
ta non ſappiamo come ſi potranno ben bene verificare non veggen.
do noi che il muouere le paſsioni perla viſta ſia coſa meno artifiaoſa
al poeta.Percioclie cio gli ſarebbe piu artifici oſa coſa ſe egli con le
ſue mani voleſſe appreſtare per mezzo della villa lo ſpauenteuole,e’l
compaſsioncuole non liauendo quelle arti cheſono-neceſſarie a fiu
queflo o non gli ſarebbe onto artificioſa,&non meno artificioſa,eo
me ſuonano le parole de teſto ſe egli per opera d’altri artefici ope
raſſe cio. Laonde è da dire che queſte parole deOno riguardare li ar,
tefici dell’altre arti,le quali ſono meno›artificioſe,che nó è que- adel
la poeſia,& ſono di maggiore ſpeſa. Ma ſe pure ſaremo oflinati in vo
lere,che riguardino il poeta ci conuerra dire che cio gli è coſa meno
artificioſa facendolo per mano d’altrui che non èil farlo per vigore
dell’arte ſua della poeſia,&tireremo le parole al quanto in improprie
rami ”i -rì oxsqëp {Liz r” Neos &flà :regaröhrflſnp ”eg-:mediana: JM[- tg”
Mſg …vo-om. Se coloro li quali per opera della viſta inducono non
ſolamente ſpauento ma moſtruoſo ſpauento anclioradl che non eſal
tro che ſoprano ſpauento non hanno da tar nulla con l’arte della tra
gedia come vogliamo che loìndurre ſpau ento per opera della viſta
cio è ſpauento mezzano habbia da fare col poeta piggiOre '.'o ſia ar:
te meno artificioſa del poetafColoro adunque li quali appreſtano ſt':
mile moſtmoſo ſpauento per opera della viſta ſe ſonopoeti lo ,Fanno
per mezzo d'artefici d’altre arti, o ſonogli artefici ſieſsi d’altre arci,
neglivni,ncgli altri hanno coſa cómune con la tragedia. Et'con que
fle parole Ariſtotele intende di pugnere l'appreſtamento dell’Eumcz
nidi d’Eſcliilo,per lo quale per auentura la tragedia era commendata
ſegnali furono introdotte cOn coſi ſpauenteuole &ſtrana &molli-uo
ſa .apx ~
166
ſañapparenza'in-palco che ſi trouarono delle donne grauide nel the“
tro,le quali perpaura ſi ſconciarono. E: poiche Ariſtotele parlaua di
nouita moſtruoſa pare che ſi ſia dilettato d'allogare con nouita non
vſitatale parole,& di turbare il diritto ordine lo: o il quale doni-ebbe
eſſere coſi fa tto. ai 5 mi ”ſup ”trentina-iva 15 Wii‘. 4La“; n75 Niagìmì rd
*Mq-;Ms ad“, 'ka-,Wiz noimvoîo‘i. oli rif ”Idata .l‘3 {unici I‘M-”tip &ar-‘a “WMV“
l'Alta‘: 'rip elitth Weſte parole poſſono hauere riguardo generalmen:
te a quello che è fiato detto di ſopra cio è che non ſi dee ricercare
dalla tragedia quello piacere clic non èſuo proprio come equello pia *
cere che ſi trahe della fauola di due nemici di diuerſe qualita alla ſine
.riconciliati inſieme, il quale èpiacere Pl‘OPrio della comcdia,&ñ non
della ”tragedia , & come è quello piacere che ſi trahe dalla viſta che
muoue a compaſsione 8: a ſpauento o ancliora a ſpauento moſtruo
ſo.Pereioche ſimile piacere non e proprio della tragedia ma d’altre
_arti come è ſtato detto. Hora pare che ſia coſa ragioneuole che non
ſi debba ritercare dalla tregedia quello piacere che è proprio dellaicoì
media,&cl1e procede dalla fauola conſtituira in guiſa che due nemici
di diuerſe qualita alla ſine diuengano tra loro amici, percioche ſimile
_piacere non puo hauerluogo nella tragedia a partito niuno ſe le aſſe
gniamo per fine lo ſpauento &compaſàione. Ma non pare gia coſa.
ragi oneuole che non ſi debba ricercare dalla tragedia quello piacere
che ſi trahe dalla viſtada quale induca ſpavento &compaísione po:
_tendo ſimileviſta liatierelu ogo nella tragedia.Anzi eſſendoui neceſſa
ria ſe la tragedia dee hauere la ſua perfettione,laquale ella ha quando
è recitata in atto con la viſta conueneuole.Aclie e‘ da dire clieAriſto
tele quäto e alla viſta non è per negare che non debba accópagnare
la tragedia quando ſi recita,& che nOn debba eſſere dirizzata a com:
muoucre compaſsione &ſpauento ſecondo che richiede la fauola rap
presentata ma intende (ll du e perle ſue parole,che non è vfficio del
poetadi cercare,&di ſcie'glierevna ſauola,nella quale poſſa hauere luo
go la viſta ſpauëteuole 8: cópaſsioneuole poco curädoſi ſe l’accitiéte
,ricliiuſo nella fauola. ſia o non ſia ſpauí-teuole 8c compaſsioneuole.
concioiiacoſa che il poeta debba principalmente cercare & ſèicgliere
_vna fauola per ſe atta a ſarcio laſciando la cura ad altri di trouar la
viſta che le ſi cóuenga. E adunque proprio diletto della tragedia quel
lo che ſi trahe dello ſpavento 8t dalla cópaſsione procedëti dalla mu
tatione della perſona mezzana per errore di felicita in miſeria. Ma al.—
.tri potrebbev domandare quale ſia queſto diletto , che ſi tralie di
Finder: vno ‘huomo da ,bene indegnamente di ſelicita traboc:
' V `u a :CW
-ſſ
j-.'g.

. care in'mîl'eria , ‘conciofia colà 'eliemn‘ſe ne dee ragioheùolmeflic


'potere trarre diletto , ma fi diſpiaceie.- Horanonha dubbia'nin-no
‘che Ariſtotele inteſe per la voce Mme: la purgatio‘ne-,Gc loſeacciamen
to dello ſpauento 8! della compaſsione da gli animi humani per ape.- _
:-ra di qucſte medeſime paíqioni nella. guiſa che-habbiamodi ſopra ai:
largodichiaratoia quale purgatione a; lo tim… &acciai-nemo poſto
che procedeſſero fi come egli afferma da quell-e medeſime paÈionÌ
Veggafi quanto propriamenteſi poſſano domandare Moni cio è pia…
Iere o dilettodouendofi dirittamente chiamare vtilitapoicheè ſani:
ta (Vanima acquiſtata per medicina aſſai amara. Adunque il'zpiacere
naſcente dalla compaſsione &.dallo ſpauento che èVei-ammte‘pi’acez'
re è quello che noi di ſopra- chiamammópiacere oblico. Et è quam
do noi ſentendo diſpiacere della `miſeria altrui ingiuſtamenteîauenu.
tagli ci riconoſciamo eſſere l'moni` ’poiche le coſe ingiulkè cìdiſpiaczñ `
ciono.La qualeheonoltenza per l -amorena'turale che noi portiamo
a noi ſteſsi `çi è di. piacere gra ndiſfl'moz al ale piacere s’a-ggiugflè
qucſto altroanchora che non èmiga piccio o che - [leggendo nous-id*
tríbolationi fuori di ragione auenutc altrui, 8( poſsibili ad ammira-’g
:101,8: agli altri ſimili a noi impariamo tacitamente.& di nzſcoſoöo'z
me ſiamo ſoggetti a molte mentare-,8:- come nòn è da porre'fidaüàa `
nel tranquillo corſo delle coſe del mondoill checi'diletta moltopiu
che ſe altri come-maeſtro , 8c apertamente con paroleciînſegnaü
qucRO medeſimo,conçíofia coſa che l’eſperienza :dellecofe'auenutc
u’mprjma piu neglianimi la dottrina-,chenon fa-la ~ſnnplice.voce del
dottore”: pin ci :alègiiamodel paco che-impaxiamo danoi.; che ~~
'del- molto cheimpanamo da altri non potendonoiñ'imparare- ‘da ai: '
tri ſe non ci _conſeſsiamo ignoranti di quello,cheimpariamoz&<va
gati loro-di quello che impariamo dalorertflperauenturaña queſte
coſe anchora riguardamlo diſſe il íàuio che i tornanagnwglio ad anda’:
?e alla caſa del pianto che‘del conuico: {mi Sylv'ànà ;AZ-05.@ @law .ha
”fu-dry J‘FÃ FJ‘oviîo.7raçadizz-uiîeíu,7ày D’Eläfllfh Vuole Ariſto tele. confermare
‘ nello,che liaueua detto di ſopra,clze non è da ‘cc-rcare dalla tragedia
ädiletto procedentedallo ſpauemo È dalla.compaſsionc. er’mczz
20 della vifia,ma è darei-care que-lio che procede dalle predìtte pal’:
fioni per mezzo della fauola .ël‘lcwonſerm‘aE per’ quello che è fiato -
dettodi ſopra nella .diffinitionexlella n-agediazche ſe il póeta,o la tra: -
gedia dee Fare lap-urgmione dello ſpauento &ñdella- compaſsione ~
perla raſſom‘iglianzaJa quale purga-tion’e è- il dilettofdi cui qui -fi pai- ‘
la); onuientche la faccia per la conſtimtione 'della 511101256:: non per
.‘-` *-’ › 1 la Viſtfli
un
[67
la {riſtaflonciofia cola che il poeta non vſi altra raſſomiglianza che i
ſia ſua propria,& dell’arte ſua ſe non quella della ſauolaLa doue la ›
raſſnmiglianza della villa e‘ d’altre arti , 8c d’altri artefici Gt non per:
tiene al poeta afarla. \
PARTlCELLA QYARTA DECIMAJroTe odo: J‘avá, oi' mio: Bixrfà, ee
pain-ml -raîp drum””Tiri-tn‘:2 A6150 HELL ?trai-z” 5 ii ?imp è?" rif-55 &Mim; *rà: «
renzo-ms mates , ii ÈXOLcSçi,iiunJ`íſ{ç<-›p , è": Mil oÎp ixàçàs îxflçàp &nor-rei”, RJ“ ee
ihreväîi 07” mi/îpñ oiz’n ”Clinici .ſiiixvudl , ”Mu- un” Zaffi) 73 miO@- LJ" 715‘414” ee
‘aviçosſiixoffeí. dwg J" iv *mis Qlèfals iniv-nm 'rà mia” Jap, ;313‘17le 3t- u
J‘üqàp ,ii tra! ”aliena , Karim; ;Mi , n Ulàíyd'riçot Scrivimi”, n aim” ,ii Toiiiro’p *rl ‘e
YM* J‘gäf, *ne {riſa-riqu- 'ſoùt u?” o (J naçÉAuHHívovſ prio”: Map in i’s‘lAíyo e.
Jap. -ráìxìuî'rlffllis‘fffl &màavod'eap ſarà 7B 565'011 , fflffliçlçuhhu Tim‘- 105 &A- u
naar'wr©-. àu’ſàp Zivçi'dxap J"ä , iLcù 1075 neçmflrá‘onireis -xçiîífad m3:. 135' u: a
ABS , *ri Aíymip {immer daç'rszgop. Îsi alle 05m yi’veòal da? rtf-Zip , Zante oi q
”al/ciel imi'oay,äá\o'ra5it9e`i7tvdmflas, meärçxsàîuçim'hs îmfiidzpflzmx'ſévev- f'
dap’ſàus mi”: n’a.) ”ii-Pam. 2'515 ”520" a”: ,ananas Ìzçëìai '[0‘ J‘ai-Appia' fl
ii'sizop ìvayroçio‘ar Monia-p ,Baez {Eoçoxaéour oiá‘imus. 1m p3); oup igm To; a
d‘çáHa-ÎO'JU J“, 'citi/77,4 TçayQJ‘i’a , oinp , Î &Armati-”p ìqu‘áuav-r@ ,ii 5 'níÃ'r/o- a
‘iQ—Sir w ”mail-'cz Milani. 'i-ri Èvçr'wpmçi-mîm *rìp ”Worm D'orsz 1| 75‘: a
Maxi; op , J‘i 237mq” &vnvoçi'dqi , ”fly meningite‘: :ra-gd n51” *int ’is-lp HM”; a
Ryäfiei &ràyxnji .mind Wm’ii mi Mim. miri-ip È-rà uîiiyiriídmvwmmîdaiflù ai u
fläèai xeigisop. 'PJ-rep# ”iaçàp ixflJsä è -rçafluìffiìzaà‘ss rif. J‘to’mg ii‘tismt ‘i
{i danilo->5, è mi iÌMΗíuls. oioſh iu &fin-lvl! ‘rip ”fior-ra Saiyuki, 1570:? @Rui-NV— c"
"W › g'mìliop "j-ii i’m—veniſſe ”3” ?If-?Zari- ”finger-rifà' Ztvarvogi'daiſſei, _71 ?gif un?? ‘è
,51755251, ”ù ii Ètqu'JUflflí (Mhuxrluèp. ”Avis-”5 rà'ſqflum'iop, ?ho öoloiop, iv". c"
Who'ng ii {regimi t‘aiMa ripiíb‘i àmmuſſvapéflíhiraöcî , XM &rn-viagra! ”My ‘3‘
fi; 'WM-Ja n ìá‘ztcpu rip Moro-59:. KsÌ-L iu vîi Miri} 3 q‘às ”giga ixá‘iá‘o’m etiam‘. u'
îmfláim, dij: 10570 , ?mg 71'023… Jef-mi "air mgtnoMà wii ai mrèf‘ſal édr- In': '
?MSN tim Zan‘: Tipo-it ,HM ioni 71091.*~ eöçop 15 70103109 ”agao‘meíep iu Toi': uv. a
In”, &Verrlaièoìffal oöpim' *ſerius-rà; oixiats &narräſhffldals 'rà *ſoldi-raduysisuxmís ‘è
o”. mqi eÎp -ñis 1239i ?Tafuriwa Evs'ít‘ws. ”il ”Klaus , ’$471'sz Sii/q J‘ai' -rfflvs mio a
OavsgiZm-xi inm*e55. "
(S
(.ONTENENZA. Come fieno gliaccidenti liorribili,8{ compaſsio (K
neuoli piu,& meno per amiſta , o per nemiſta, per ignoranza o per u
iſcicnza,per ſare o per eflère per ſare. - ‘ a
VVLGARlZZA MENTO. Pigiiamo adunque a dire quali ace-idem “I '
ti paiono horribili,& quali miſericordioſiHora è di neceſsita che co=` ‘i
ſiſa tte attioni ſieno di perſone che ſieno tra l‘oro amrcr, 0 nemici,o “
ne amici ne nemicLSe adunqueilnemico vccidera il nemico ne ſacen “ '
..i Vu 3 do cio-f
”doeio,ne eſſendo per farlo inoltra coſa niima eompaſsioneuole fino:
,,rí che la paſsione perſe.Ne ſe le perſone le quali fieno tra loro ne ami
,, ei,ne nemici(faranno il ſimile altramente auerra) Ma quído le paſsio
n ni foprauengono nell'amiſta,come il fratello dal fi~a çello,o la madre
,, dal figliuolo o ilfi liuolo dalla madre è vcciſo,o e‘per eſſere vcciſo,o
a è per eſſere fatta a cuna coſa tale,ſono quei’tc (paſsioni)da Cercare. A.
,, dunque non è permeſſo di ſoluere le fauole riceuute,& dico come s'è
,,Clitemneſtra eſſere ſtata morta da ‘Oreſte,& Eriphile da Alcmeonc.
,, Hora fa biſogno che egli truoui,&che egli vſi le(fauole)preſentate a:
,,ueneuolmente:&qucllo che intendiamo dicendo aueneuolmente di*
n ciamo piu manifeſtamenteJ’crciochc vna attione puo uſare fattaco
”ſi come ianticlii faceuano,clie le perſone intendendo &conoſcendo
n l’operaflono ſecondo che Euri idefa Medea vcciderei figliuoli. Et
”puo auenire che l’iiorribilita’ li commetta, ma che ſi commetta per
ni norantí,&p’oi ſi riconoſca l amiſta,ſi come ſi fece per l’Edipo di So
,p ocle.Vero è che queſto ſi fece fuori della rappreſentatione,ma nel:
”la ſteſſa traiîedia come per l’Alcmeone d’Aſtidamäte,&perTelegOno
nell’Vliſſei fedito. Et oltre a quelle ci e‘ ancliora vna terza coſa, che
D eſſendo altri per fare alcuna coſa ſcelerata non poſsibile ad ammen.
dare per ignOÎ-anza la riconoſce prima chela facciali-t non ſi puo fa
, re _altramente che coſi. Percioclie è di neceíîsica o che ſi faccia,o che
* non ſifaccia o pei-intendenti , o per non intendendHora tra quelle
n coſe peſsima è che altri conoſcendo ſia per fare,& non faccia.Percio
.n che lia quello che è della ſceleratezza,& non lia quello che è della tra
” gedia,concioſia coſa che ſia ſenza paſsione. Perla qual coſa niuno fa
'n coſifatcamente ſe non ra de ffilte,come nell’A ntigoue Emone ſu per
a: vccidere Creonte. La ſeconda eclie faccia,& la migliOre èclieigno:
,n rando faccia,& liauendo fatto riconoſca. Percioclie non u’c‘ ſce-tera:
n rezza,& la riconoſcenza opera ſmarrimento. Ma l’ottima s’e‘ la ſez:
,a zaia.lo dico come nel Creſponte NICI'OPC era per vccidere il figliuo:
n lo,& non l’voeide,ma il riconoſce.Et percio,il che gia e‘ ſtato detto,lc
” tragedie non ſi rigirano intorno a molte famiglie,percioche cercan:
’n dornon dall’arte ma dal caſo trouarono da appreſtaiecotale coſa
,, nelle fau Ole-.Sono cofiretti adunque ad abbattei ſi in quelle medeſime
,, caſe,nelle quali coſiEatte paſsioni ſono auenuteAdunque è ſtato det:
,, to ſufficiente mente della conſtirutione delle coſe & quali debbano
eſſere le fauole. _
SPOSlTiON Ema »IM-.3,2 @hawaii-Wi &c. Per trouare quella
a nttione o fauola che poſſa muouere maggiore ſpauento &compaſsio
,nc & per conſeguente ſia piu atta a fare la tragedia belliſsima li ſono
` infino
158
infine a qui ſpetjalmcntecOnfiderate cinque coſe,che dee liauere,cio
ſono Perſona di mezzana bo nta,& di mezzana maluagitajl trapaſſa
mëro (lc-lla perſona di felicita in miſeria." trapaſſamento predetto a
uegnente per errore,&nó per colpa. Perſona nobile &nó vile,&Fauo
la {implice &nó doppia.Ma perche l'attione puo ritenere anchora ac
creſcimenti di ſpauento &di cópaſsione per altre vie &maſsimamëte
per tre cio è per l’amiſta intëdendoſi per l’amifia nó ſolamëte l' ami
citia mala llrettezza della conſanguinita,&ptr l'ignoríza &per ſare
o per eſſere a riſchio affare-,è paruto ben fatto adflriſtotele di ragióa
re anchor-a di quelle tre vie,&di farne vna giunta alle coſe ſopradet:
tefldüque dice egli imprendiumo a ſauellare d’altre tre vie,oltre alle
dette di ſopra,per le quali gli accidenti ſi moſtrano horribili,& miſeri
cordioſi,&perehe vuole ſauelÎare prima della via dell'amiſta,confors
ta che ſi debba ſeguire piu toi’co queſta che la ſua contraria,clie èquel
4 la della nemit’ta,o la mezzana che è quella ne dell’amiſta,ne della ne:
mifla—,concioſia coſa cliel’attioni diſpiacëri fatte da vnohuomo ad
vno altro liuomo fieno di neceſsita fatte o da perſona amica , o da
perſona nemica,o da Perſona ne amica , ne nemica.Et in confortan
do a queſto ripruOua la via della nemilla,& la via ne dell’amifia , ne
della nemiſta,non con altro argomento clie con la teſtimonianza ſua
affermñdo che il nimico vccidédo il nemico o eſſendo per vcciderlo
non accreſce ne ſpauëto -ne compaſsioneme parimëte colui che vcci,
‘dt-,o è pervccidere colui,che non è ne amico,ne nemico.Etappruoua
la via dell’amiſta pur ſolamëte c6 l’au torita ſua ſola sëza addurre al:
tra pruoua dici-do che dobbiamo cercare quelli accidëti,negli quali il
fratellovccide ilfratello,oilfigliuolo la madrep la madre il figliuolo
— -— ñ o ſono per ſarlo,o ſono per ſare coſa cofiſatta.Ma veggiamo noi ſe
poſsiamo dimoſh-arc con ragioni,che quella via dell’amifla faccia I'ae
cidëte piu ſpauí'teuole &compaſsioneuole,che non fa la via della nu
miſta,&della neutralitaper dir coſi,&diciamo ſeperatamëte dello ſpa
uëto,&dclla COmpaſsionc,& prima/dello ſpauéto. Adunque dico che
ella attiene dínoſa è per cagione della perſona piu ſp'auenteuole
c le e' percio piu dannolà,&infiemc piu ageuole ad auenire. Hora il
danno è maggiore procedente dalla perſona amica che dalla nemica
o anchora dalla neutrale,percioclie dall'amica s’attende vrilc ,8c non
danno ſecondo che ſi ſa dalla nemica , o non nulſa cio è ne vtile ne
danno ſecondo che ſi fa dalla neutrale. Per clie aucnendoci
il danno dall' amico perdiamo l’vtile aſpettato , 8c ſperato,8t ol:
tre a cio habbiamo il danno. la doue riceuendo il danno _dal
i nemico»
nemico o dal neutrale non perdiamo vtile níuno poiche dal nem'co
non s’attendeua ſe non danno , 8c dal neutrale non s’attendena vtile
triunoſhaonde il danno precedente dall’amico e doppio danno,e'l
rocede‘nte dal nemico o dal neutrale e‘ ſimplice danno poiche da
oro non s’attendeua vtile niuno. Appreſſo l’ageuolena del danni.
ficare,è molta piu nell’amico che nel nemico o nel neutrale per due
cagioni,& per l’vſare continuo che fanno inſieme gliamici. ll clie non
fannoi nemici,o i neutrali,& per la ſicurta che l’amico ha nell’amico
inguiſa_ che non ſi prende guardia da lui niuna,& non prendendo fi
guardia niuna da lui è atto ad eſſere da lui dannificato,ma grandiſsi:
ma fi prende dal nemico, 8c grande dal neutrale. Adunque piu ſpa:
uenteuole èl'accidente dannoſo per cagionedella perſona amica,clic
non e` per cagioneldella q nemica , 0 di quella che non è ne amica
ne nemica. Ma paſſando alla compaſsione dico che quello acci=
dente dannoſo per caîi one della perſona è piu compaſsioneuole,clie
è piu dannoſo,& poic ie s’è prouato , che il danno che ſi riceue dal
l’amico è maggiore,che non è quello che ſi riceue dall'altre perſone
ſeguita che piu compaſsioneuole ſi moſtra l'accidente dannoſo quan
do procede da perſona amica che nOn ſa quando procede da perſo
na nemica, o neutraledppreſſo dico,cl1e quello accidente dannoſoè
iu compaſsioneuole,clie è fatto piu contra ragione,clxe non c‘quelt
o,che è fatto meno‘contra ragione. Perche l’attione dannoſa tam
da perſona amica ſara piu eo’mpaſsioneuole, che non ſara quellach
è fatta dalla nemica o dalla neutrale,liauendo l’amico meno ragion#
uole cagione da nuocere all’amico , che non ha il nemico di nuocere
al nemico,o anchora il neutrale al neutrale. Vltimamente piu com:
paſisioneuole el’attione dannoſa per cagione della perſona quando
il danno auiene contra volonta del da nnificante, che non &quando
auiene per volonta del dannificante , percioclie il dannificato ſcorri]
danno maggiore quando ſa che quello danno non gli e auenuto per
volonta del dannificante. lo (‘llCO che ſènte il danno maggiore non
potendo vendicarſi del dmno ricevuto contra colui,clie gliele lia di
to,poi che conoſce che il dannificante ha fa tto cro con tra ſuo volere,
ne potendo dolerſene a buona equita. ll quale dolerſene eſpetie di
.vendetta,& la vendetta è ſpetie d’ammenda del danno.Hora non lla
dubbio cliefil danno precedente dall’amico auiene o contra volonta
dell’amico danniſicante , o ,almeno da volonta coſtretta da cagione
potentiſsimada quale volonta coſtretta è poco differente dalla con*
traria,ma il danno che auiene dal nemico,o dal neutrale ha la volgfä
L167
del nemico ſeco accompagnata & indirizzata a queflo,& del neutra* ì
le non reſiflentene tratta a forza. Adunque non ſolamente piu ſpa
uenteuole è l’accidente dannoſo per cagione della perſona, ma piu
Compaſsioneuole anchora quando precede da perſona amica che
quando procede da perſona nemica , o ne amica ne nemico- Hora le
perſOne amiche piu toſto che le nemiche , o le neutrali per ſare pa
rere l’auenimentopiu ſpauenteuole., & piu compaſsioneuole ſono
da eleggereperle ragioni, che ſi ſono vedute,ma perche non tutte le
perſone amiche indifferentemente hanno potenza uguale da farcio
ue Ariſtoteleintende di tutte,& le neutrali, & le nemiche commuo
'u0no alcunavolta ſpauento 6c compaſsione , non ſara male che di
&inguiamo incerti gradi o maniere tutiele perſone,0 amicliep nemí
che, o neutra-i', che non ſono ſtate iifiutatedalla tragedia,ne giudica
teda poeti &eriii di ſpauento & di compaſsione accioclie ſappiamo
`quali lieno piu da cercare, &quali Ameno ſe ,perauentura volelsimo
. npl compone tragedie, .8: quali da commendarepiu, :8: _quali meno
nel giudicare le tra edieflompofie daaliruièLa prima maniera adun '
-que delle perſone-,iſa cio, 8t delle perſonedelleqoa'li parla Ariſtotele
è di queparemi cheſono perle me di conſanguiniraatantdſtcettiin
[ieme che congiugnmdoſi in eine carnalmente-ſono .condennlti
dalla _legge come mccſtuoſi, o vccidendoſi lîvno l'altro'ſono puniti
dalla legge impofla almdide del padre. La ſecóda manieraj diquel
le perſone,clielbnoreligjoſemſuperiçrgo maeſlri. La tem ma Dieta
H eó tie ue quelleperſone che ſunoitra ſeparenti ma fuori degradi ,firet
L ei detti di ſoprap ſono .amici,o cópagni. Laquarta manici-‘a potra ra:
cogliere uelſe perſone, clie,operanovirtu0ſamentc, ü gi’ouanonl
trui .con l elſempio della .Vita. lodeuolefiz có fatti 6: con parole,& in
quito giouano altrui _no {allontanano dal camino dell'auiiſta,& ta
le lu Curti9,(ìioſeplio,& docrate. Laquinta manieradee eſſere all'e
x
'naiaalle perſone che non-ſano ne amiche ne nemicliegu'ale duca
L
n“Megan nell'Hercoleil farſenoato. Laſeſta riceverai nemici, .ma
ue ,i-íemiciîliquali non ci habbiano dannificati, ne ci poſſanodan ni*
careperfieuolezu
ſono di ſeſſo o.d’eta,ſettinaòwltima
ſiliohſſepa .6t Alternate-La o per altro impedimento, 8K tali
maniera compren
de medeſima-mater nemici, ma que nemici, liquali paiono tro po
aſpramente cſſere puniti da ſuoi nemici,~& perauentura tale e‘ r0
anetheo_ ll legato d’Elcliilo. ”i quelle ſette maniere di perſone non
diſurili ad 'eccitare ſpauento 6c Compaſsione ſola la prima è ap ro
naa, come e‘ſhto detto, da Ariſtotele non perche l'alire non ieno
Locande
ì‘ a far
` queſtqma perche la prima è piu ſufficiente,
_X x_ che,al'altre,
com;
.a commuouereſpaucnto,& eompaſ'sione.Ma perche le perſone rin
cljiuſe in queſta prima maniera ſono tra ſe differenti , Gt ricevono
diſtintione nell"operar piu 8t meno ſpauento , & compaſsione di
nuouo diuidiamo la predetta prima maniera in tre ordinandole ſe
e0ndo il grado del loro valore. Adu nque faremo la prima maniera
eſſere di coloro che vccidono ſeſteſsi,& la ſeeöda de padri o delle ma.
dri,ehe ſono vcciſi da `figliuoli,o de figliuoli che ſono vcciſi da padri,
&‘dalle madri,nella quale ficomprenderanno anchora gliauoli ver- ì
ſo i‘nipOti o i nipoti verſo gliauoli, ll quali tutti non ſolamente vi ſi
comprenderanno quando commetteran no vcciflone , ma a nchora
quando ſaranno per commetterla o altra coſa abomincuole, & la ter
za de mariti che vccidonole mogli o delle 'mcgli che vccido no i ma
riti. o de fratelliche vccidono i’fratelli, o de Zii che ſano vccili da
nipofl,0 de nipoti che ſono vcciſi da Zij. Hora ſe conſidereremo
bene noi troueremo chela prima maniera mette auanti piu compaſ
ſi0ne, & ſpauento che non fanno l' altre due, 6t‘ la ſeconda piu, che
non fa la tel-2a. Percioclie quella attione'per cagione della perſona
è piu campaſsioneuole, che è meno vſata per caglone della per-l’aa’~
na, & appreſſo quella attione per cagione della perſo na e‘ piu com-
p'aſsiOneuole che e meno permeſſa er ragione della perſona. Ma
meno vſitato è che altri veeida ſe fle o, che nOn e che il padre vc:
cida il figliuolo, oil figliuolo il padre, o che il fr atello vccida il fm
nello, & meno vſitato e‘ che il padre vccidail figliuolooi] figliuolo
il padre che non e che il fratello vccida il fratello , & appreſſo mea
no permeſſo,ehe altri vccida ſefieſſo, che non è che il padre vccida il
ñgliuoloo il flgliuolo il padre, o il fratello il fratello , & ;omo per..
meſſo è che il padre vccida il figliuolo o il figliuolo il padre che non `
è che il fratellovccìda il fratello, adunquela prima maniera contie- '
ne perſone piu compaſsio neuoli che non fa la ſeconda & la terza,
E! la ſeconda piu che non fa la terza. Si come anchora la prima
contiene perſone piu ſpauenteuoli, che non fa la ſeconda, 6: la ter-
n, &Ia ſeconda piu che non fa la _terza concioſia coſa che quelli
attiene ſia piu ſpauenteuole per cagione delle perſone , che e‘ piu
horribileo abomineuole,
nenteuole per & appreſſo
cagío ne della pureper
perſona che quella attione
cagioſine è' piu
della ſpa.
perſona
puo auenire piu ageuolmente. Ma piu horribile coſa & abomineum
l'eèclre altri incrudeliſca contra ſeſleſſo che non èclie il padre in.
erudeliſca contra il figliuolo, o il figliuolo contra il padre, oil fra- -’
all'0 comra il fratclIO, 8t piu herribile coſa è & abomineuole che
~ - il padre:
- a
. l '68
ilpadre ſi brutti le mani nel ſangue del figliuolo,oilfiglîuoloin
*quello del padre, che il fratello in quello del fratello, Et appreſſo
e‘ coſa piu agende che altri vccida ſefleſſo, che nOn è che altri ved
da gli altri a lui congiunti per ſangue per l’agio che gli è preſtato
della morte per infinite vie, ſi come coſa piu ſpauenteuole per que_
-flo medeſimo agio e, che il padre vecida il figliuolo o il figliuolo il
padre, che non è clicil fratello vccida il fratello. Adunque la prima
maniera lia non ſolamente piu compaſaioneuoliperſone ma ancho
,ra piu ſpauenteuuli, the non hanno la ſeconda & la terza, &la ſe—
conda piu clic non lia la terza- mia ci” ale-à, "mi’- dum ”ſn-rm 18,
(uan-Mumpaawpp Adunqueſi come dicemmo Ariſtotele n0n pro
pone di volere dire generalmente quali accidenti li moflrino [10"1
4 bili , 6c quali miſericordiofi per qualunque via, ma ſpenalmente per
;tre ſole ,per amiſla, per ignoranza, oper ſare o per elſereper fa'
re. Pen-ene a queſte parole linprendiamo adire tra gli accidenti
quali paiono liorribili, 6: quali miſericordiofi, ſono da ſupplire
queſie, per altre tre coſe oltre alle ſopradette. i". p3p ;Tn íxsçäs 7x
syàç &miri-ie. Anchora che Ariſtotele parli ſolamente dell’ vccide
ñre, non intende di rifiutare qualunque altra attione doloroſa o
. ingiurioſa come pogmamo quella d’ Hecuba quando tralſe olio:
x Cln a Polimneflore, ma parla dell' uccidere per cagione d* e em
pio,& come d'artione, che ſuole eſſere reputata la ſoprana tra
c I’ nombili, &le lpauenteuoli, & che intenda ſolamente di dare
vno elſempio 8c nen di riflringerfi a queſta action: ſola dell’ vc
cidere appare pefiq uello che ſi dice poco appreſſo :nt-W… Pm J‘çäv.
Mi' WWW xò miO@- Di ſopra diſfini che coſaſoſſe WHO', 6K fi
;diſſe— n’a@- fi îs-i ”af-r fineſtra." 31‘-qu Im oſn Ep :ö ”WB adva
..ru,- Bic. Laipaſsioneè amo ne diflruggitiua, o doloroſa come ſono
le morti euulemi , Bic. Laquale paſsione era Vna delle coſe, ſenza
le quali non ſi puo ſare ne ſpauento, ‘ne compaſsione. Hora ſi dice,
i che la perſonanemlca o neutrale-,uccidendo o dOuendo vccidere
il nemicop ll neutrale non fara ne ſpauento,neeópaſaione in quan
aonemico 0 neutrale, ma nen rimarra pero clic non ,poſſa na
-ſcere [Pane-ito, & comPaſsione dell' attiooe in quanto è paſsio
ne, 8; queſte parole ſonozda prendere pur per cagiomd'elſempio &
non da Flaſh-g‘:le ſolamente alla paſsionePerclmhcſono molte al
.tre coſe. oltre alla palsione, nell’ attiene ſalta nella perſOna del ne
..Smco o dal neutrale, che poſſono muOuere compñſsiqneët ſpauen}
aWLÎGWMÒWM vendetta ma“ loreXx
che non
a_ i’o e";ſabbia*
corn':
o

habbiamo eſſempljficato in Poliſl'ena, in Afiiamtte, in Prametheo.


olóvìMçBI Wçàv 'Ir-T15: zar'xça,&c. Weſte parole anchora ſono pofle
per cagione d'eſſempio, ne quelli due gradi ſono ſolamente da rice
uere cio è padre o madre,& figliuoli,& fratelli,` ma molti piu ſono da
riceucre ſecödo che piu gradi habbiamo farti noi,8z ſe purene voglia
mo ricevere ochi, non eda tralaſciare quello quando altri vccide
7 ſeſteſſo , o r trahe gliocchi o altramente incrudeliſce contra ſe
_fleſſo- ìmxm'ry ?1:44le Di tre coſe in quella particella intendeua A
riſtotele parlare dell'amiſta,della nemiſta, 8c della‘ neurralita, della
ſcienza & dell’ignOra nza, &del fare 8: dell’eſſere per fare, 6: prrlan
do della prima incidentemente; fa mentione della terza, cio òdell‘vee
cidere 8: dell' eſſere per vceidere, & non fa' mentionedella- ſeconda
dell' vccidere o dell’eſſere per vecidere ſapendo o non ſapendo quel
lo che altri ſi faceſſe, & non dimeno non era neceſsita ninna parlan
doſi della Prima ricordare piu la'. terza che la ſeconda. wi: ”Bi- 7ran
ai”:”JM M'av oik'i'si- qu fi comincia a ragionare della. ſeconda coſi
cio èche la ignomnza interuenga nel fare-,0 nell’eſſer-fi'per fa'rel'ati
rione perche s’accreſca lo ſpauento &la compaſsione. Ma accioche
altri non credeſſe lrauendo egli detto qui, che biſogmua che le pet
ſone foſſero tra .ſe-amiche, 81. riſtretta quella. amrſt‘a alla flrettczzl
del ſangue qqale èqnellà del padre, & della madre, 6: del figliuolo,
o de fruelli,&hauendo altroue detto che perche ſimilìaccidemi non
ſarebbono credibili ſe no’n ſi ſapeſſe che foſſero auenuci fi compone"
nano le fauole dell'artioni di quelle medeſimeperſone, accia hril'
rridico non credeflî* che-gli foſſe per'meſlb difare quello che gli lo!
naſſe bene interno all’ ignoranza, o alla ſcienza o intorno alt-1m"
all’eſſere per ſare nell’attioni predette.auenute,& preſe da almpoef
ti prima che paſsi a fauellare di coſa ninna; , l’ammuniſſe che non‘
ronceduto tramutarele: fauole preſe-da altri poeti in altra form…?
fare pogniamo che.0re\le fbſſeper vccidere, a non vccjdeſſeCll‘
tem neflra, o che pure:l’vccìdeſſe,. ma l’vccideſſemon conoſcend
'per madre. Ma cheſuo vſfi‘eio èſola mente` d’ eleggere quelle fano
'le', che hanno quelli accide- ntinuenuti tra padre, ,o tra. madre-à '
liuolo,o tra fratelli, che fieno. auenuti per ignoranza o contra vo
nta, 8t laſciare quelli, ,che ſonoeuenuti per' i ſcienza & volonta
riamente ſecondo che egli inſegnera- Et ‘è da porremento che An)
ſtotele preſuppone che gliantichí poeti quanto era all' amiſh delle `
perſone non haueuaro preſo errore poiche parlando dell’amiíll
non ha fatta menu’one-delle loro fauole. Lehmli pure ipo’etí m0'
derniqyali porte loro dimanoinmano rieeueumofi comcyolcnfiì
do PSV’
169‘
ao parlare dell’ig not-:za &del (líſuolùere n’ha fatta mentione ripren
dendogli che non isclu‘ſauano gl iaccidenti auenuti ſecondo ſcien
za &volonm Percioche ſei poeti‘ antichi haueſſono peccato nel
l'amifla delle perſone ricevendo la nemiſta, o la neutralita haurebbe
detto da prima che poiche le-fauole de poeti antichi peruenute ano
ſtra nocitia non fi poſſono tramutare , dobbiamo laſciare quelle da
parte, che non hanno l’amiſta, 8: prendere ſolamente nel fatele no
’flretragedie quelle che hannol’amiſla. Nei poeti antichi poterono
z peccare in quello non prendendo eſsi ſe non quelli accidenti che
non ſai-ebbene ſtati credibili ſe non li ſapeſſe che foſſero auenuti,
concioſia coſa che molto credibile ſia che il nemico incrudeliſca con
trail nemic00`a nchora contra il neutrale. mi: ”3)- o'öv ”ag-iamlm au’:
m Aim oi- ?'51.- Accioclie- non ci conſondiamo per gli varij ſignificati
attribuiti inqbeſſo lib’ro da Ariſtotele a queſto voce di ſoluere, o *di
ſolutione cio è ‘rc-S Ati-wii 11‘,- Au'du, è da ſapere che egli la prende alcuna
V0i” per riſpoth o periſcuſa & difeſa che fi contrapone a queſtione
&ad oppoſitio ne,0 ad accuſa &,a riprenſione fatta a poeti, & alcu—
na volta per vm parte di quantita della tragedia ..cio è che occupa
dalprincipio della mutatione o vero -nîs masgoçiîs in fino al fine del* ›
la tragedia contraponendola a quella parte nominata da lui Jil-ris cio
E legamento che occupa dal principio della tragedia in fino al comin
ciamento della mutano ne 0 vero ?iis rsrasçoçís. Anchora prende ſo
lutione per vna particolare particella d' auenimento in qualunque‘
parte della tragedia, perla quale ceſſa la difficulta delle coſe, & con'
traponſi a difficulta, o a pericoli, 6c vltimamente egli la prende per
corruttione o alte: atione contraponendola alla conſervatione e: ai
mantenimento della coſa nella forma. &ſtato ſuo ſi come ſi prendeitt
queſto luogo-Hora non dicendo altro de tre primi ſignificatide qua
lia ſuoi luoghi ſ1 faiwllcra dico che egli intende diCendo_ che non è
permeſſo aloluere cio è a corrompere o ad alterare le fauole ſcritte'
-da- poetiantichi 8: preſe dall'hifioria quando noi 'di nuouo ne voglia
mo comporre tragedie in due coſe mutando la ſcienzav e'l volere nel
I l'ignoranza, Se nel diſuolere,o mutando il ſare nell’eſſere per fare,
Et anchora che il parlare d’ Ariſtotele fia genciale, che non aper
meſſo alterare le favole antiche, 6: ſia coſa vcra' che ſimile' alteratio
ne non ſia permeſſl in niu na partepreſa dall’ hiſtoria , non_ dimeno'
:gli non intende d’vſare alpreſente quella generalitaſe non ln qnefle
due coſe, delle quali parla. Egli èvero, che dando egli l'eſſempio di - i
-. Glitemneſìra che fuycciſa da Orefie, & d' Eriphile. che-fu_ v_cciſaſida
-LálîmeDneietondo leſauole de p‘oetiantidli, ſi come dÎÎÌI-ÎOlefl‘c’
Xin 3, non /
-non‘potrebeno ricevere alteratíone in queſta parte che Clitemtie
Bra non Foſſe {tata vcciſa,ma foſſe ſtata per eſſere vcciſa da Oreile, o
:lie Eripliile non foſſe ſtata vcciſa, ma ſoſſe Rata per eſſerevceiſadi
Meme-one, non ci da cſſempio ſe non d'vm coſa cioè clic non èper
meſſo mutareil fare nell' eſſere per ſare, & non dell'altra cio eclie
non èpermeſſo il mutare la ſtienza e’l volere nell'ignoranza , & nsl
diſuolere,ſi come pareua do uere che doueſſe dare. M‘. »Vic-;i'm- hi.
~Queſte parole poſſono riceiiere piu intelletti. Percioche poſſonodi
-re che fa meſtiere che eſſo poeta tralaſciare da parte tutte le ſaucle
degli antichi ne truoui delle nuoue prendendole dall’ hiſtoria & poe
tnndo intorno agliaecidentiauenuti non piu adoperati da altri poe
t!, 81 perche nen ſono-ſtati adoperati eſſo poeta è detto trouargli. 0
poſſono dire che fa mefiiere che eſſo poeta tralaſciatc da parte tutte
e ſauole de li antichi 8: inſieme tutti gli accidenti aueiiuu'. 5‘ "0"
anchora a operati da. niuno poeta truo’ui' di ſu* iiiuentione alcuni
~~ſauola fi come fece Agatlione nella ſua tragedia Co nominata il
Fiore, di cui parlò di ſopra Ariſtotele, 6t la commend , ° P°ſſ°"°
dire che fa mefliere, che eſſo poeta tr uoui le fauole degli antichi ri
,petendola voce ſeguente ”eddie-dm: 0 la precedente ”it :raram
lîîvojl-Î , 8t ehe le vli diſcretamente come egli iniegnera, quaſi di“:
egli ſi proporra dauanti le ſauole degli a ntichi, & tra eſſe [deglim
Puelleelie liauran no le parti inſraſcritte- AncliOra poſſono dutch‘
a meſtiere, cheeſſo poeta truoui quello, che appertiene a lu' attu
nare cio è le vie ei mezzi per pervenire al fine, &pz-r riempi-:re di to
_ſc parti;olari quello, che non ii ſa per lllſtOſÌa o per fama ſc non!!!
generale, diciie nabbiamo ragionato di ſopra, & clievli diſcreta-mn
lele fauuolelaſciateci da gli antichi eleggendo quelle , che liabbiano
‘liauenimenti quali egli dir: ſenza prendere quelle, che non gl…"
no cotali. Si che ſono quattro intelletti de quali piu mi ſodi! ſi ll
primo anchora ene gli altri tre non ſi ſcofiino dalla’ntentioncdſid*
"ſketch - ”ù 1-7: flag-rimini: ma ma:. Non lia dubbio che An
_florele dicendo che ſa meſtiere' che eſſo poeta vſi bene , BK lodeuol
vIlerite le ſaugle porteci da poeti a ntichi intende che egli eſſendo"
‘ Quattro maniere cio e‘ quella, che ha l'ignora nza e'l diſuoiere conf
‘ glam: col ſare, & quella che ha l‘ignora nza e'ldiſuolere congiunti
‘ con] eſſere per ſare,& quella ehe lia la co noſeéz- e'i volere coiigiun
_I’l col fare, & quella che ha la ccnoſcetiza e‘l volere congiunflſffl
I eſſere per ſare, intendedíco, che egli vſi di pigliai'e Phi' mito delle
fluoie‘delle dueprim; maniere', cite deux fauple deiie du cJi :l‘3:
v C
[76
volendo comporre tragedie nobili & attea commuouere il popolo n.
ſpavento & a compaſsione. Ma perche a’intenda meglio quel o chea
dice Ariſtorele di nuouo diciamo che ſono quattro le maniere delle .
favole. La prima e‘ quella, che ha l’ignoranza e'l diſuolere ſenza ef
ſetto, &quefla ſi puo chiamare pericoloſa.” ſeconda è quella elielia ,
la ignoranza e'l diſuolere con effetto , 6t quella ſi puo nominare
…dannoſaLa terza è quella clieha la conoſcenza e'l volere con effet- .
to, 8t queſh li puo domandare dannoſa, la quarta‘ quella, che lia la ,
conoſcenza e’l volere ſenza effetto,&*que\la fi puo appellare perico- i
linfa-La prima s’eſſemplifica in lphîfenia in Tauris la quale per igno
rànza 8: contra volonta fu per vcci ere Orefle ſuo fratello, 8t poco
mancò che non l’vccideſſe, & ſi vede che fu pericoloſa. La ſeconda
e'eſſemplifica in Edipo &in Giocafla , elie per ignoranza & contra
volonta commiſono inceſto horribile, & fu dannoſa all’vno 8c all 'al
tra,La terza a'eſſempliflca in Medea. La quale conoſcëdo quello che `
ella faceua,& volendolo fare Vccide i figliuoli, 8c è dannoſa ſpecial: i
mente a figliuoli.La quarta s'eſſemplifica in Emone, il quale ſapendo r
quello, che era per ſare & volendolo fare fu per vccidere il padrea* ,
uegna che non l'vcci e,&fu pericoloſa-Hora perche Ariflotelecö- .
menda piu la prima che la ſecondaJa terza, Gt la quarta, 81 piu laſe- .
ecnda che la rerzaàla quarta, 6: piu la terza chela quarta, neaſ- ,
ſegna diquefla ſua commendatio ne maggiore o minore quelle ragio
anche baflinoa dimofirare cio,veggiamo ſe la coſa ſta coſi, confide- ;
tando ciaſcunamaniera 8t cominciando dall’vltima cheè meno af”.
prouata che tutte le altre da Ariſtotele o piu toſto biafimatafliciamn
- ehealtriſapendo quello che era per fare 8t volendolo fare ſi rima
n‘edi farlo perdiuerſe cagioni fi come ſi rimaſe Emone d’vccidere
Creonte ſuo padreperche foogendo gliſi leuòdinäzi,& ſicome fi ria
maſe Mitridanes d'vccidere 15a tan per pentimento ſo prauenutogli. ,
Er Lico ſi rimaſe d’incrudelire conti-:i Megara ei figliuoli per l'aiuto
humano che fu loro preſto ſopra venendoa tempo Hercole, & Añ,
braamſi rimaſe di ſacrificare lſaac ſuo figliuolo per l'aiutodiuino
che gliele veto, & Thereoſi rima-ſe d‘ vccidere la moglie Prague
a; la cognata Pliilomena per nuoua coſa horribile che gliele liberal’.
dalle mani eſſendo eſſe cambiate in vccelli. Delle quali ca ioni
alcuna opera che la fauola ſia piu bella, &ñalcuna opera che a fa-z
uola ſia meno bella. Bella ſara quella ſauola quando l'efl'ecuiioaÎ
ne del fatto dim dita dall’aiuto humano ſe-l’ aiuto humanopro
cede dentro, 6t- alle coſeinterne dellafanola ,,{i non di faq‘rifl.
.:.__, ..i nt IW
1 ì .
.1‘, 7 ì

'ella guiſa clic dimofireremo altrouep quando l’eſſecutione del fa”


mèimpedita dall’aiuto diuino ſe l’eſſecutione del fatto ſi ſaceua per
comandamento di dio come era il ſacrificio d’lſaac,e’l ſacrificio d'l
phígenia. Non bella ſara quella fauola quando l’eſſecutio ne del fat
to e impedita per pëtimëto dell’eſſecutore, o qu‘a'do l'eſſecutione del
fattoè impedita per l’aiuto huma no ſopraueg nente di ſuori,o per di
nino aiuto ſe l'eſſecutione del fatto non ſi faceua per cóma nda men:
to di dio come ſu impedita da Bacco a Pliriſſo l'eſſecutione del fatto
volendo vccídere la matrigna lnö, 8c dall’angelo di dio ſu impedim
Nabucadinaſor l’eſſecutione del - fatto vole ndo ardere i tre gior-ani
hebrci non eſſendo ne l’vna, ne l’altra eſſecutione commeſſa da dio
ApprelTo uella maniera al quanto piu di queſta è approuata da A*
:riſtotele, c ie ha la conoſcenza & la volonta con l'effetto, 8: le all'e
;gmail temoluogo,‘la quale ſeeondocheío auiſo, ſi dee dividere lÌ
_diiepar-ti, neliîvna quando -la perſo na conoſcendo, & volendo opc
.ra horribilmente contra ſe ſteſſa, nell' altra quando conoſcendo, C
-volendo opera contra altrui Aia ndo la perſona opera liorribilmen
;te contra ſeſtell'a# indotta alcunañvolta per vergogna che lia per cr:
rare leggiero commeſſo .lì come ſu Aiace ſigliuolo di Talamone, il
.qUales'vcciſe vergognandoſi d'liauer fatte alcune pazzie, & alcun!
..volta per vergog na che ha per errOre graue commeſſo come ſu Edit
poſa Gioca'fla ’_& altra volta per troppo ſocoſo deſiderio,d›eludfl
a 'perſona amata perduta .non potendo viuere ſc nza lei. Come Thu
abe, & Piraino, Emone, Gliiſmonda appreſſo il Boccaccio. Et ceſti
altra volta per troppo focoſo deſiderio, che ha del l'liorreUOlem del
la vita paſſata non potendo tolerare la cattiuita della preſente, come
Bruto, Caſsio, Catone l’Vtieeſe, Cleopatra. `Et .… mldie volta p6
gran deſiderio che ha di ma niſeſtare la’nnocentia ua, 8: .di certifi
carne altrui come Lucretia, 6K tal volta per ardente carica, che ha di*
giouaredk di beneficiare il commune ñ: la patria come Cui tio,ei Dee
ci. Vendola perſona opera ho’rribilmente contra altrui, o colui
contra cui s’opera è amico,0 e nemico, ſe e‘ amico, o è nocenteoè
innocente. Medeſimamente ſe è nemico o e‘ nocente, o e‘ innocenſh
L’a perſona adunquevo‘lendoB: conoſcendo opera contra la perſo'
na amica nocente come E030 contra Macareo 8t _Canace figliuoli, R
come Bruſa, &Torquato contra i figliuoli, az opera contra la perſo*
na amica innocente’ come Medea contra I fig-liuoli , Progne, & Phi
lomen- contra [ci, Atreo contra i nipoti vecidendogli 8: dandogli l
ma ngiare aTlÎieſte, Agameanne contra lpiiigenia - La _perſona 0‘
perahnm’bdnxnte contra la perſona nemica nucente come ñHecuba
' . ’ ',contſl
contra Poſimneflore,& Vlifl’è contra Poliphemo,& opera contra la
perſona nemica innocente comei greci contra Poliſi’ena,& contra '
Aflianatteflora ne tutti icaſi della parte di coloro che opera no con
tra ſe ſtcſsi horribilmente ,ne tuttii cali di coloro che operano‘con:
tra altruihorribilmente ſono vgualmente belli ,ma alcuni ſono piu,
6t alcnni meno ſi come altri perle coſe dette in piu luo hi di ſopra
puo conoſcere
e’ldiſuolere condnaramcnte.
effetto , alla Poi
qualequella maniera
Arlſtotcle che ha ’iilzzlècondoz
attribuiſce oranza

luogo ha ſimilmente due parti.l'vna delle quali tocca acoloro, che' ’


erignoranza 8: per diſuolere amendunicommettono horribilita . `
come Edipo 8t Giocaſta,che 'coſi l’vno come l’altra ignorantemente
& contra volonta ſi congiunſero inſieme, 8t l’altra parte tocca a co.- `
`loro l’vno de quali commette l-'lxorribilita per ignoranza 8c contra
”olonta,& l’altro conoſcendo quellofllle commette,& volendo com
mettere come Cinara,& Min-lia. Et è molto differente la prima dalla
ſeconda, perdoche nella prima per la riconoſcenza non naſce odio
nell’vna perſona verſo l’altra , ma ſi in ciaſcuna perſona ver
ſo ſefleſſaLaonde ne Gioczrſta ſi duole d’Edi , ne Edipo diGio:
eaſta,ma Edipo odia ſeſteſſo , & cacciaſi gliocc 1i,& Giocalta odia ſe
` fleſſa,& s’vccide , ma nella ſeconda parte naſce per la riconoſcenza '
odio nella perſona,cl1eignorantemcnte, 6c contra volonta ha pecca:
to verſo l’altra.Perche Cinara riconoſciuta Min-lia l’odia &la perſe:
guitaNe dobbiamo punto dubitare, che gliauenimenti della prima t
parte di qneſta prima maniera non fieno piu lodeuoli, che quelli del- '
a‘ſeconda per quella ra ione , che ſudetta di ſopra naſcendo la lode W
dalla difficulta,c0ncio ia coſa che maggiore difficulta ſia chela igno:`
tanza aue'nga in due perſone,che in vna, 8c maſsimamente quando a:
”iene in vna per aſtun’a dell’altra.Vltimamente quella maniera,che!lu
l'ignoranza e’l diſuoluere ſenza effetto puo liauere ‘Paura parti ſe:
condo che la riconoſcenza che ſoprauiene inanzi all effetto ,8t lo’m: ‘
pediſce,puo eſſere di quattro maniere , percioche la riconoſcenza a: ‘
uiene o per opera delle perſone ſopra le quali do ueua cadere l’hor:
ribilita,o per opera delle perſone , ſopra le quali non doueua cadere
l’horribilita.Se la riconoſcenza auiene per opera delle perſone la Che -
ſono il ſoggetto dell’horribilita o auiene dalla parte d'amendunefl` `
dalla parte d’vna ſola,auiene dalla parte d’amendune in Oreſte, 51 in
lphigenia,& percio la riconoſcenza è do pia,auiene dalla parte d’V'
na ſola come ſarebbe auenuta ſe Cinara aueſſe riconoſciuta Miri-ha
prima che liaueflc commeſſo lo’nceflo , & ſimile riconoſcenza è ſim:
ñ Yy phce

Al
lente ſi come fi vede nelcaſo dell-’ignoranza ,~& del diſuölere ſem_
effetro,&non cialxradifferenza tra queſto 8c quello ſe non che l’vm
perſona &l’alrra muoue compaſsione &ſpauento in queſto caſo,l’v:
n’a perche_ è erE-ire uello che non ſarebbe ſe conoſceſſe contra cui
lo faccſſcJÎ tra per e è cr patire quello che non merita di patire‘
.dalla perſona ,amica,& ne ’altro caſo vm perſona ſola muoue come_
:paſsione &ſpauèrqcioè quella che è per patire quello,clie non men':
.:a di patire della pcrſhnaflmicafldüquedriſtorelc non d0ueua dire
;che gpeſto caſo non liaueſſe coſa tragica, ma che haueua meno quam-p
cita ` coſa _tragica :elſe non haueuano gli altri,percioche ſe lo para
goniamo col caſo della volonta ,Galella conoſcéza con effercogroue
'.remo che ha meno della coſa tragica,concioſia coſa,che dOue _quello
_lia l’effetto della paſsiöe quello habbia ſolamëte. la minaccia della paſ
,ſione e'l pericolo,&ſe lo paragoniamo col caſo dell’ignoräza, 8c dd
.diſuolere sëza effetto vedremo che ha meno della coſa tragica cócim
;flacoſa che doue queſto ha il pericolo ola minaccia della paſsió: nel*
l’vna perſona,&nell’alrra,quello non l’lxabbia iè non in vna perſon!
'Joy ip ?im-1754 1d‘: ”Zam i Bimota. La ſceleratezza ‘per .penitenza ſopra
uegnente ceſſa o almeno ſi diminuiſce. Laonde appare che dando
Ariſtotele l’eſſempio ilÎEmonc che fu per vccidere Creonreſuo -pas
dre,& non l’vcciſe ſoſſe impedito , 8c non mandaſſe ad eſſecntionell
ſuo propoflo per la fu a del padre , 8: non per buona diſpoſitivi:
d'eſſe -Emonç,concio a coſa che queſito eſſempío non ſi potrebbe
verificare nella ſceleratezza, laquale come dico ccíſa,& non puo lw
uer luogo incompa niadella buona diſpoſirioneEt dico quello-per
che Ariflotele intenäe dell’Antigona di Sophocle doueſecqndo al:
,cuni chioſa tori poco’intendenti non è coſa ben chiara ſeEmoLIc r5'
-ſtaffè d’vccidere-il padre per ſua buona diſpoſitione o per fuga pa:
terna.síA*ri 57-‘- izyvoouìia-raiiíi: zyè‘gai, ”AZ-em: Sami-offra. Ariſtotele
poſpone 'i caſo dell'ignoranza , 8c deldiſuolere con effetto alcaſO_
.dell i noranza 8c del diſuolere ſenza effetto , & mi dubito clic c'gll
non rabbia detto il contrario la doue diſlexzm'fl Ììyarvç'gidiià‘rqi a”
;nigile 7|"qu 657x62‘. U‘ »ici-'mn .Et perauentura apparraliaucr dd‘
tov il contrario ſe conſidera-emo che egli lmueua conchiuſo , che PÎU
lodevole è quella mutátione È; la quale ſi ſa di ſelicita in miſeria che
,non èquella che ſi fa di miſei‘ia in ſelicira, 8t poi ſoggiunge che bellffi
ſima è quella riconoſcenza la duale-fi ſa inſieme con la muta donc-fi
ècome c‘ guella riconoſcenza d Edipo , la quale ſi fa inſieme,& in :ſi
i ‘ :Rudy :
. \ ,
._ . . . *76’*
- medeſimo tempo con li mntatioue di‘ &lie-ita in miſeria, &’ quantum
que la riconoſcenla pogniamo d'lpliigenia 6: d’Oreſte ſiſaccia al
treſiinſìeme,&invn medeſimo tempo con la mutatione comeſi ſi
quella d'Edipo non dimeno la mutatione non ſi ta di felicita in mi:
ſeria anzi perlo contrario di miſeria infelidta. Adunque Ariſtotele
di ſopra ha antipoſto queſto terzo ‘caſo al quarto, .8c qui 'o non n':
‘ eordandoſi di qnello,chehaucſſe rima ſcriuendo ſtabilito ',oliaue”
- do mutato parere. poſpone qu o medeſimo alquarto.Ma veggia
mo ſe per leragioni preſuppoſte per leggittir’ne in queſtoluogo da
Ariſtotcleda giudicare quale di queſti ‘quatn-o caſi ſia da antiporrep
da poſpone all’altroè ragioneuolmente 8t le 'ttimamente ſtato
riſeruato l’vltimoluogo al quarto caſo ſi come piu perfetto & de
gno d’eſſere meſſo auanti al terzo.L’accidentelodeuole non dee ha;
uere ſceleratezza,& quello è piu lodevole che ha meno ſcekeratezza,
lÎaccidente lodevole dee hauere paſsi one,& quello è piu lodeuole che
-ha piu paſsione:Hora il terzo e l quarto caſo non hanno ſceleratez:
za,ne hanno piu o meno ſceleratezza l’vno clrel’altro.Percioche la
ſceleratezza confiſte nel conſentire della volonta al peccato, 8:
non nel mandare ad eſſecutione il peccato; Perche non eſſendo con
'ſentimento divolonta piu nel terzo che nel quarto caſo quantunqueñ
nel teaoil peccato s’eſſeguiſca & nel quarto non s’eſſcguiſca ſe
ita cheil terzo,e’lquarto caſo* quantunque almancare diſce:
finezza fieno pari , non' ſono miga: pari quanto call’ hauere
della paſsione,percioclie il terzo l’ha piena,& auenuta la doue ilñ
uarto l’ha ſeiema & minacciata ſi come'è ſtato detto di ſopra
dunque contra ragione‘ è ſtato reputato caſo piu conneneuo
le alla tragedia il quarto che il terzo quando doueua_ ſecondo
’ra ione eſſere reputato meno conueneuole. olo": ip 1’”le
1; n “lg-'a1 ‘uan 15‘; lil-(i Hound-ap. lo lio alcuna ſoſpettione che
in queſto teflo‘n-on habbia errore , 8c che in luogo di wp!”
7| voglia eſſere ſcritto mtça’mg. ‘Percioche non ſl pote far tra.
” gedia nella quale Merope- foſſe per vccidere il figliuolo nomina:
to Creſplionte , concioſia coſa che eſſa non veniſſe añ queſto atx
to ſe non molti anni dopola morte di Creſphonte, 8: accioche
'-s'intenda ienamente la- coſa ſcriuero l’argomento della trage
- dia,il qu ñ è appreſſo Igino. Poliphonte iauendo vcaſo Cre
ſphoote ei figliuoli tutti fuori che vn picciolo nomato Teleplionz
teoccupa ilregno di Meſſenia , &inſieme Merope Rata mo lie di:
Creſplrontefla quale di naſcoſo mandò il figliuolo rimaſe vitro
m .

f
"l
tenza”: da vna vbligatiene verſo la madrgòçdlezápollodiun An?
hiai'ao era fiato ſacerdote,& ſecondo alcuni »anchor—a figliuolo , gli
_ Euaffi: lo’ntelletto,e’l diritto conoſcimento in tanto che non cono:
l
Î ſcendo la madrenc ſapendo quello che ſi faceſſe l’vccideſſe,& vcciſa
lei,ſubito la riconoſceſſeEt è da p`orre mente,che Arülotelefa ſpa
tialmente mentione d’Alcmeone d’Afiidamäte,percioche egli fiparti,
… attribuendo gli che haueſſe vcciſa la madre per ignoranza 8: per diſi
7 uolere,da quello,che haueuano fatto gli altri poeti, i quali haueuano
fatto che egli l’vccideſſe conoſcendola,& ſapendo quello che ſi faceſ:
ſe. Et quantunque addnca 'ſimile tragedia per eſſempio dell’horribili:
v la commeſſa per ignoranza dop ola quale ſubitamente ſia ſeguita la
riconoſcenzanion dobbiamo per cio dire che Ariſtotele lodi in que
(lo Afiidamante 8c quindi voglia concludere che fia permeſſo a ſol
nere cio e‘ ad alterare in queſta parte le fauolc degli-antichi 8c atramur
tare la conoſcenza &la volonta con effetto nell’ignoranza 8c nel diſ:
uoluere con effetto. i; E ”Rime-Z if w 'ſſa-mari" Blu-dì. Wtſtc‘ ehi"
tro eſſempio per lo quale ſi pruoua chela riconoſcenza puo ſeguire
roſsimamente il misfatto ſi come auennc aTelegono a riconoſcere
lille ſubitamente_ poiche l’hebbe ſedito a morte. Di quella tragedia
l’argomento è a po lgino 8t è tale.Tcle ono figliuolo d’Vliſſe &di
Circe mandato lla madre accrcare d padre per fortuna eſoſpin*
toinffaca,& quiui coſtretto dalla ſame mette a ruba le ville dell’Iſola
‘col uale Vliſſe & Telemacho nol conoſcendo-vengono abattagllai_
V li c è ucciſo da Telegono ſuo figliuolo poco valcnd'ogli che gl*
foſſe per riſpoſe diuino detto, che li guardaſſe di non eſière morta_
:dal figli-1010,” quale poiche l’hebbe riconoſciuto# ſecondo che U
ldobbxamoimaginare primache ſpiraffe,come eraVliſſe ſuo padreqxſ
. comandamento diMinerua menati con eſſo ſeco'l'elemacho &Pentr
‘ lope nell’Iſola Eea ſua patria ritornò a Circe,& quiui portato ilcor
, po morto d'Vliſſe i1 lèpellirono , & per conſiglio della-predetta Mie'
.nerua Telegono-preſè per moglie Penelope, & Telemacho Circe**
Jr* ?gi-roy nega‘: ”UT-1!! *75g ;i'sMov-n! amanti-;(4 ìvau'iço‘a. Queſtcè il terzo ca: o
.ſo e’l piu con..nendato da Ariſtotele quando- altri per ignoranu ~
.i per commettere cotha quale ſe ſhſſe commeſſa non riceucrebbc am
:menda & prima che la commetta per riconoſcenza ſoprauenuta non
o la comette. Et per che ſoggiugnc u‘- mçàmtí-m ai”. ’(5-19 ?MMSiamo GO’
&tettiza dire,che in ueſto tetto liabbia diſctto,& vi manchi il quam
‘caſo che è quando tri non per ignoranza,…a conoſcendo,& volta:
.doèper commettere cola danncuole non poſsibile Mamme”de
per

i
l
\.'PC!"— altro impedimento
ciochenon che-per
ſolamente parla riconoſcenza
di queſto nortlaellì-mplificmdolo
quarto caſo comm" tte.
in Emone nell’Antigona che ſu pervccidere Creonte ſuo adre,&
non l’vcciſe per la fuga d’eſſo Creonte, ma anchora perchelîa ragioe~
. ne che adduce del numero de caſi pru0ua chefieno quattro , 81 non
tre ſolamente dicendofiì’ rif nyöèau àvím il mi, i'sù’ &PJ-ms, :mi Din:.
Saluo ſe non diciamo che quando egli dice che non ſono o non poſi
ſono eſſere ‘altri caſi oltre i tre ia detti intenda de caſi,che fieno da
- lodare-,Sz da riceuere nelle fauoñ: delle tragedie,& ſe egli intende co:
fi.ſeguira anchora che habbia parlato di queſti caſi con ordine con:
ueneuole cominciando prima dal meno laudabile,& oi paſſando al
mezzano ſia vltimamente peruenuto al piu commendìtbile. Ma poco
veriſimilmente oſsiamo dire queſto.Percio che chiaramente diceA:
riſtotele rei-‘mp 57} Mi: Tim-idro!” ”mſm ”ù mi ”Pag-u xfiçifl preſuppo
nenclo d’hauer parlato de quattro caſi,& non de- tre ſ amente. La:
onde ſara per duentura men male che diciamo che le parole di‘ ”gl
‘min ai”: ì’sip Kms non riguardano le coſe paſſate,& gia de‘tte,ma la
dilìintione ſeguente 8K le coſe che s’hanno da dire,& ſe' diremo cofi
non ci conuerra dire‘che il teſto habbia di ſetto, oriſtringere le pa:
role alla bonta detre capi con alcuna contradittione delle parole
ſeguenti 15 n70;- Mag-397x11, vsù .Fk-mè‘: lina-ei‘: ,uz-.ll fondamento della
- compaſsione,& dello ſpaucnto-,che ſono-quelle coſe ſecondo Arifio
* tele ch.- conſljtuiſconoil tragedieſimo,èla paſsione.Adunque quam
do altri conoſcendo & ſapendo qucllo,clae ſi &,èper commettere va
maleficio grande, à nol commem- per impedimento ſoprauenu to
‘ non puo ciare materia conueneu ole alla tragedia,percíoche il malefi
eio non ha effett0,ne alcuno pa tiſce , la quale ragione ſe noila rice-'1
uiamoper buona‘ come non ci cofiringera a dire che il caſo tanto
commendato da' Ariſlotele quando altri per ignoranza èper come
mettere il maleficiozòt per riconoſcenza ſoprauenuta nol commette
- non puo eſſere materia degna di tragedia poiche non ha la-'paſ'sios
ì zac-.Ma ſe miſi (lira che il eaſo della conoſcenza & della volonta ſen:
. za effetto ha ſalento-223,8( io dico ſimilmente che il caſo della cono:
a ſcenza,& della volonta-con effetto ha ſce-leratezza ne ercio èripro:
~ nato‘ dalla tra ecliatEt ſe di nuouo miſi dira che que oeaſo non ſo:
lamente'ha ſce eratezza,ma anchora paſsione,che puo fare naſcere la’
compaſsione 8t lo ſpauento,la quale paſèione non ha quel caſo,& io
dico che la compaſsione 8: lo ſpauento naſce non‘ ſolamente dalla
palle-ione auenuta‘ , ma anchor-a dalla paBiOne minacciata 8t ſopra
' Y 3 ſtante
L . ,

-plice.$e auíene pei-opera delle perſónedöpra leqtiali non debba ca


dere horribilitap auiene per opera d’huomo come auenne quan:
do Merope doueuavccidere il figliuolo, o per opera di dial-10m la
riconoſcenza là piu commendabilel’vno accidente,cl›e l’altro quan:
to auiene piu fuori dell’opinione delle` enti,& per mezzi dirizzati ad
altri fini ſicOmeſi puo vedere da que lo che e fiato detto adietro.
71| )oif [di: ?ſv-m rivedo” *rip flfëëlf Bernie IMM…, {mio-?Mira ”ù ”written-i5,
&c.Volendo Ariſtotele porre i quattro gradi delle fauole per cono:
ſcenza 8: volonta ſenza effetto,per conoſcenza &volonta con effet
to, per ignoranza 8c diſuolere ſenza effetto , per ignoranza &
diſuolere con effetto , non c0mincia ne dal piu lodeuole ne
dal :meno lodeuole "come doueua ſare , ma ſecondo l'ordine at:
› tribuito da lui a quelli ,da quello che è anzi l’vltimoJl qualeèquan
do la conoſcenza 8c la volonta e‘ congiunta con l’effetto,&~riprendc
, gliantichi poetidi quali habbiano vſatouqueſto grado coli ſpeſſo cor
me gli altri due piu lodeuoli non eſtimandolo punto piggiore diqutl
v li,percioclie.eſsi vſauano anchora gli altri du e.migliori,ma in quello
ſono da riprenderetche vſando coſi queſto come quelli moſtrauano
di non conoſcere ilvitio dell’vno,eîl bene degli altri. Et perthe-s’iaz
tenda pienamente per quali qualita ſpetialmente riprenda'quelìogrm
do ſoggiungel’eſiempio della Medea, d’EuripideJa quale è introdot:
i ta ad vccidere 'i figliuoli conoſcendogli ella,& ſapendo quellodicſi
faceua.Adunque Ariſtotele ſeñporremo -ben mente all’eſſempio delli
, Medea Euripidiana propoſtoei,n0n riprende quelli poeti liquallllln'
,no introdotta Progne &Philómena-volendo &ſap :mio ad vccideie
[time quegli altri che hanno introdotti Oreſte 8-: Helettrañvolendoà
ſapendo advccidere la madre-.Percioche non tanto c‘nprouata dilui‘
.la Medea vccxdentei figliuoli,perche ella conoſcendo li, 8t ſapendp'
quello,che fi faceſſe-,gli vccideſſe,quanto perche l’vcci ione non ſeni:
, ua a ninna altra horriLilita,come ſaceua l’vcciſione d’lti,& de figlin
li di 'Eliieſte,&di ſimili altri,& qUanto perche l'vcciſione non procef
deua da ragione o ragionevole come quella de figliuoli di Bruro,&d‘
Tor uat0,o almeno colorata di ragionecome quella di Clitëneflrfl
Pciic e al mio parere qneſto clieñdicc quiAi-iſtotele- è da riſtiingcrc
dentroda. termini,ne quali ſi cótiene l’eſſe io datodellaMedead’Eu
ripide vccidente i figliuoli,cio è che il- fatto iorri bile cómeſſo da Per:
ſona intendente,&conoſcente non è da approuare quando non è“)
meſſo con cagione ragioneuolcp colorata o non dee ſeruire a nuoñ'
ua horrilnili'ta èJ‘o’nsriguat-da la notitia del ſattopuñ mcr-mas riguffi
da la notitia delle—perſona?” SME-Zaipîì-äqmüm 5 ”gag-u 1} fa
p . .I7. .
, (geſto è il grado della ignoranzaòt 'del díſhólere‘eoii efl'etto,il qua-"ì
le commenda Ariſtotele, 8c gli attribuiſce il ſecondo luogo,‘& nel di: ì
cliiararlo ci fa intendere due Coſe,prima che conuiene l’ignoranza dui ,‘
ra ta nel cammettere l’horribilita douere eſſere rimoſſa da ſapraue: *
gnente riconoſcenza,come-Edipo&Giocaſta che per ignoranza com
;mettono inceſto liorribile dopo il- fatto per riconoſcenza ſoprauenu i ‘
ta s’aueggouo clii ſono,&quale peccato graue hanno fa tto,Appreſſo "
, ci‘ fa intendere che l’liorribilira commeſſa per ignoranza alcuna volta:
auienefuori del termine preſcritto all’attione della tra edia cio è pri ì
v‘ma del iorno,l'attione del quale lì rappreſenta,come a-mortediLzl '
,io,&lo nceſto tra Giocaſta &Edipo furono prima che veniſſe ilgisì
orno,nel. quale Edipo,&Giocafla.ſi riconoſceſſero chi ſoſſero,il qual,- *
giorno. del ;riconoſcimento è aſſegnato alla ſauola della tra edia,&;
, alcunavolta auiene dentro del tennine preſcritto' all’attione äella tra
edia , cio è in quel giorno l’attione del quale ſi rappreſenta', 8t '
iubito-dopol’hOrribili’ta ſopra viene la riconoſcenza licome auen:ì
;ne ad Alcmeone a preſſo Aſtidamantefil quale hauendo per ignOi-í: z
zavcdſa la madre ubito la riconobbe per-madre,&fi come auenne a’
;Telegono il ale per ignoranza liauendo ſedito Vliſſe a marte ſubì: ‘
colo ricono be per padre. Ne ſenza cagioneAi-iſtotele ci fa intende: _
’re queſto volendo ci dire,clie eſſendo ſecondo lui tre auenimëti atti ~
.alla tragedia quello dell’ignoríza &del diſuolere ſenza effi-tto,del qua’
le parlera dopo queſto-,cin è quello,nel quale altri pei- ignoräza è per:
_. commettere liorribilita,&poi perche ſoprauiene lariconoſcë‘za rima ‘
.che ſia commeſſamon la commette,&qnello della volontaòtde' la“coz ’ '
noſcenzañ cpneij'èttoflel-quale lia parlato, & que-{logici ,nonpoſsias ì
m0 fai-e negli altri due che l’liorribilitgche &commeſſa-0 è per coni- 'ì
metterſi auengafiioridel termine preſcritto_ alla tragediaſi'came poi‘ ~
ſiamo fare in queſto,nel quale per.iſpetiale priuilegio poſsiainp ſepe: ì
rare la riconoſcenza per tempo dall’liorribilita commeſſa .oſtcl Hai- i
uual'av@ &WM-ua:. ouero è da leggerti-»LM Swatch-ip &flMMqo—.ouero È
'ſoy i@ íihmzloiOÈsuMSSi leggeremo Zi -iíi Etnica-i'm@ ſottontende :l
[QmO‘ſçqu. [Affldamante poeta adunquc fece che Alemeone pei**l
ignoranza vccideſſe la“ madre , `«Se anchora che non-habbiamo}
la. tragedia , ne memoria .chezcertifichi come paſſaſſe queſto ſat: 4
-to, , non -dimena “ci poſsiamo imaginare ., che Alcmeone eſſeri.»ì
degli ſtato commeſſo dal padre Amphiarao, clic doueſſe ſare Ia ì
vendetta della‘ morte ſua ſopra Eripliile , `che l’liaueua manca::
,fl,n)anife\tatoñ, non la voleflè .vecidere.tzitvni‘ito da 'vna ‘ride-4 ì
tzi.. - [z a ,-renza,
in Etolia ad vnſuo amico ad allenare. Polip‘honte s’ing‘egna con -*
ogni diligentia,& ſolicitudinedi ſare anchora vccidere queſto garza,
ne,.& propone gran premi,a chi faccia cio. il quale eſſendo divenuto
hùomo cerca di vendicare la morte del pa dre,& de ſi~atelü,& l’altrc
ingiurie G: danni riceuuti da Poliphonte,& viene a lui,& domanda a'
premi propoſti dicendo d’hauer mortoilfigliuoio di Creſphonte k
di Meropejlre gli comanda che non ſi parta d’vna ſala in fino a
tanto che fi fia certificato che ſia vero che l’habbia m0rr0.ll quale eſi
'lëndo ſtanco quiuis’addormentò. ln tanto quelvecchioche ſoleua
recare ambaſciate tra la madre e’l figliuolo venne piangendo da Me:
topa# le dice come in Etolia appo l’amico non haueua trouato il fi:
a gliuoloPerclie ella credendo colui, che dormiua nella ſala hauerlo
morto preſa vna ſcure la ſen’ando per vcciderlo.ma il vecchio rico:
noſciutolo ritenne la madre (lacómettere coſi horribile micidio.Ho
ra Merope parendole che le ſi paraſſe dauanti cagione da vendicar
ſi del ſuo nemico fa viſla d’hauere mutato animo,& di volere com:
Piacere Poliphonte in ogni coſa che ella poſſa. Della qualcoſa egli
oltre a modo lieto appreſta vn ſacrificio,nel quale Telephonte mo:
ſtrando di percuotere la vittima vcciſe Poliphonge,& ricouerò il re.—
gno paterno.Adunque comeio dico o uuolc eflei-e ſcritto res n
atei-11,0 è da dire che il figliuolo di Cresphonte ſcampato liaueſſè ſe:
condo alcuni autori il nome pateruo Cresphonte, dal quale foſſi: di:
nominata la tragediadetriti?“.
riga Mil‘àiuaímo‘i allegata Se
qui vogliamo
da Ariſlzotele. ”ù ipbene
intendere viti…
le o‘parole
{35
@Ariſtotele è da ſeriuerel argomento tutto dalla tragedia citata qui
da lui,ilqualeè appreſſo [gino. lno figliuola di Cadmo 8t d'Harmo.
nia-Yokth leuar del mondo Phriſſo &.Helle figliuoli di Nerini-2,;
ſuoifigliaſh-ihauendo tenuto conſi lio con le donne di tutta la con:
trada le’nduſſe ad arroſh're le bia e ,le quali erano ſtate ripoſte da
arte per ſementa accio _che non nakeſſero. Si che eilèndo il caro
grandela citta tutta mOi-iua o di fame, o di malaria. Achamante per
ſapere quello che s’haueſſe da fare in tanta tribolatione mando' vu
ſergentea Dephorlcui lno comandò che doueflè rapportare ma
eo ifatto riſpoſo,che la tribolationehaurehbg fine ſe egli ſacrificaſſe
Phiíſſo a Gioue. Il che ne o Adiamante di volere fare.Ma Phi-i 11b
ffiqntaneamente s’offeri i? eſſere preſto a liberare la citta da tan to
male con la propria vita. Adunque eſlèndo _condotto all’altare con
klpçndç per eſſere ſacrificato,& volendo il padre Fare la preghiera a
Qfflcdſergente commoſſo' a miſericordia il conſiglio
(.4 .:i z SY d'lno
o ...ó—_.-ñ—ñ—óóT—

. «[77
d'lnó ad Athamante- ll re inteſo il ‘fatto diede lno-ſua meglie e'l fi
gliuolo nato di lei Melicerta a Phi-iſſo che gli faceſſe morire , liquali
menando egli agiuſtitiare Bacco miſe Nephclc in luogo d’lno ſua
nun-ice, 8: liberolla 8: egli riconobbe la madrein ſu il volerla ſar mo
rire, 8: _come pare dire Ariſtotele nel darla nelle mani al giuſtitiere
credendo di darglila matrigna, Et è da. porremente che in Igino le
parole che ſono ſcritte coſi. Rex facinore cog nito vxorë ſuam lnò,
,6c filium eius Melicertam Phrixo dedidit necandos, qUOS cum ad
ſupplicium duceret liber pater caliginem iniecit, 8: l nò nutricë ſuam
eripuit vogliono eſſere ſcritte coſi liber patcr Nephelë ſubieçit 8: lnò
ſuam nutricem eripuit. Aia‘. 1?”an mi… àgum oimçl mn ,iva ai 'ſme
vNon èdl. Ariflotele che non approuuua molto quella raäione, che di.
ſopra adduſſe perche le ſauole della tragedia l] prende ero dall’hiſto:
ria, la quale ſu che ſimili auenimcnti non ſare-_bbono fiati izeputati
yeriſimili ſe nó ſi ſoſſe ſaputo per hifloria che ſoſſero aucnuti, ne ſa
pe ua trouarnc alcuna migliore affermò che ſene potcſſono compor
redallo'ngeg no del poeta, 6t per pocobiaſima i poeti tragici cliefi
ſono laſciati tirarea ricogliere le fauole dall’hiſtoria percioclte ſono
coſtretti a _rigirarſi intorno a poche famiglie 8: a tor nare ſpeſſo“;
~quelle, concioſia coſa che, ſell commettere coſa horribile,o l’eſſe
re percommetterla èauenuto poche ,voltefla di neceſsita che-fia aue
nutoin pocheſamiglie, 8c ſi dee prendere dall' hiſtoria per riempier
' ne la ſauola, adunque è di neceſsita a rigirarſi intorno a poche fami
glie, 81 a tomare ſpeſſoa quelle medeſime. ll che come dico non pa:
r epcommendare Ariſtotele dicendo aſſai diſpettoſamente- (nre-i‘m:
7a} aim Zur-3 'rixvils EM’ ànà -ru'xus täíflp'fll ”10171091 :ragadxwa'iîflv iv wi.: [tt-'0015. 03,3
`ſ1 ſl fieno per non dura_r fatica _voluti piu toſto co ntentarſi di quello
che loro appre flaua il caſo conſatieuole ritornata a certe poche fa
miglic che per via d'artificio vſare diletteuolc 8( glOrioſa varieta , ma.
cOme s’inganna di ſopra èſtajo moſtrato. mel uîíu a?” flîs rà(- mamo"
‘mp 60502305,@ ‘Milaus, ”ù *riva: d"a *tells m'ha/s, î-ſſçu‘m Émvñí. Se ha ra:
ragionato a ſuficie nza di queſte coſe perche poiche haura fauellato
de coſtumi ne tornera di nuouo a ragionare!
P ARJlCELLA (LVlN TA D ECIMA. ”gglá"z1àîeurí1'[a- ì
girls”, E” dvi-ll saxáîzà‘lw a”; 7a? ”ù ”TB-mvſiſſzos Maga i, :gf-IMHO‘ ”211,237 Same “

?A2794 çflzgàvì {MON ñ 711-53,- Woafflfl'v "W' ?al-;Aawypjàv QaſlMV, >3”st N, a


iàv xgksnv. i' :ſli iſt-dm 72m, i@ 7a} 7vu`1 in Magli, mi; ‘PMO, Kai'rfllyt i’m: K
;06109- -rò p3” ”Tm 1M‘: 57.05 QcK-‘mid, Ning” J“nà &Wil-via *is: per‘, &Mea-:Z: fl
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›’ 0701,15 fluida@— lv rë Seiya. 183“* 'amçmì's, ”hai «Edu-'101m, i fl 9çív9- ?l‘udi
a’ o: îv ai: (till-2,11515 -fiu unu-'mm çífls. 1? J"- a’mnám, i :v ai-W'J‘l içn'wea
a’ Mſn 'c'enxui l‘xumiouda ñ: ös'içç. xgi I** xò iv -roîs’xloedn, amg là iv 17g 15;; 'nyc
,, mir ‘Haim Bai ;nflîn'il 7b Din-”505: &xh-là Tim mò 1'911: ”WM Zùaflaîal Zilli!.
CONTENENZA. Chei coſtumi ſieno buoni, conueneuoli, ſimili,
‘ & vguali.
,, VVLGAR [ZZAMENTO- Hora ſono quattro coſe intomo a coflu
,, mi, alle quali e` da dirizzare la’ntentionc. Vna (delle quali ) 8: la Pſi
,, ma è che fieno buoni. Et ſe la fauella o l’ operation: ſecondo cheè
,, fiato detto ſara manifeſta Vna certa elettione haura il eoflume reo ſe
,, ( ſara maniſeſta Vna elettione) rea, e’l (coſtume) buono ſe(fara ma‘
,, niſeſta vna elettione) buona. Et ſono in ciaſcuna manie-'ra- Perciothk
,, & la donna è buona , e'l ſeruo.Et veramente Forſe di queſte perlan
,, l'v na èpiggiore, 8t l'altra del tutîo rea. l‘lt la ſeconda coſa e‘,che fic
,, no convenienti. Concioſia coſa che l’eſſere coraggioſo ſia coliqu
,, buono ma no n conuiene alla donna l'eſſere coraggioſa o fiera* E'
,, la terza coſa è(che il coſtume fia) ſimile. Pereioche queſtae coſa d'nm
,, ſa da ſare il coſtume buono 82 conveniente. Et la quartacoſa &(ſll‘
,, fia) vguale.Et anchora che alcuno ſia diſuguale che ci fi preſtadì
,, ſere rappreſentato & preſuppone cofiſatto coſtume dee non dimm*
” eſſere vgual mente diſu nale. Hora eſſempio di reita di coſtumeè c0'
,, me Menelao nell’Ore e, 8( del disdiceuole Cz del non conuentuo e
,, èil pianto d'VlilTe nella Scilla,e'l ragionamento di Menalippe,& dël
,, diſuguale e l’lphigeniain Aulide- Percioche non parepunto(vgua~
,, le)quclla che ſupplicaua alla ſezzaia- Hora fa biſogno coſi ne coſtu
,, mi,co me anchora nella co nſtitutíone delle coſe cercare o quello che
,, è di neceſsita, o quello che è di veriſimilitudi ne,& che ſi faccia qurſto
,,` dopo quello o per neceſsita o pervenſimilitudine.
SPOSlTlON-E. W li parla per Ariſtotele de coſtumi liqualiſono li
:conda parte di qualita della tragedia,& ſe foſſchro,che egli havtſ‘
ſe pollo fine al ragio namento della ſauola ſi come egli affermauaJÈ
che non foſſe per tornarui piu , ottimamente ſarebbe allogara qu'
queſta parte ha uendo aſſegnato il ſecódo luogo a ccſtumi tra Itp":
n‘ di qualita,tra lt qual-i liaueua aſſegnato il primo alla fauola, HH”
o I'
[78
ſolamente nOn ha poſto fine al ragionamento della ſauola, od0po
queſto de coſtumi tornera a ragionarne, ma parlera de coſtumi qui
aſſai brecemente,& di ſopra incidentemcnte n’ha parlato,& altroun
nnchora non reſtera di toccarncalcuna coſa. Et perche quello è o
dourebbe eſſere il luogo proprio, doue ſi dourebbe ragionare de _cos
(lumi, nö ſara ſe non bene che io raccoglia & metta qui inſieme quel
lo che qua & la in diuerſi luoghi di quello volume èſparto de collin
mi aceioche ſi poſſa vedere quaſi in vno: uardo tutto quellocheg
flato,detto diqueſta materia. Et comincian dalla diffinitione dico,
che Ariflotele diffiniſce il coflumein `quanto entra nella tra edia eſ
[erevna dichia ratione di quello,che altri appetiſce, o rifiutaíaqualç
;dichiaratione fi ſa con ſauellao con atto ladoueſe quefla dichiarano_
ne non ſi faceſſe per quello che ſi dice o ſi ſa principalmente non
apparrebbe dell’appetito,o del rifiuto. Laonde _ſi truouano alcuni
:agio namenti, liquali ſono ſenza cofiumi o perche eſsi uó hannoin
TCC-“85011; d'appento _odi rifiuto 8: per conſeguente non riceuono
Leoſlumip perche altri non glivuole ſare,0 non gliſa ſarecoflumati.
Pri micramente adunq ueſi dice che la dichiaratio ne dell’ appetito o
.del rifiuto ſi ſa confau ella o cenato auegna che non ſia fa“? ſpl-'tia
`le mentionedell‘ atto la doue egli ponela diſfi nitione dicendo ’(51 ;“
:OO: MI *xò rotoli-row 3 J‘umî -nluî- ;ryan/fit” 3 mio:sz i! of: aim 75( J‘íhop 'I' ”filma-rail
‘e pena hip-op. J‘ià oi”- l'xwdlp i09— ì‘vioi ”Sp M’Wp. Perciochc :111i Piaggio‘
gne l' atto, & accompagna l'atto 8: la ſauella dicendo &MMG-,W l
ich-amg nike-4,71”; Qa'ltpà‘qÎM’ÌO‘z i ”alam mmle 1…, Egli e‘ vero che
egli altroue parlando de coſtumi entranti nella tragedia gliappelle
ſolamenteèídasisixàs quaſi ſl ſcoſti da quello che dice qui,&_voglia che
la dichiaratione de coſtumi ſi riſtringaalla ſauella,ma è da riſponde
_re,che la doue egli gli appella fida: itinàsconſidera la tragedia come
ſcritta &atta aleggerſi,&nó come rappreſentata in palco &atta :ue:
,derſyconcio ſia coſa che allÎliora la dichiaratione coſtumale li faccia
con ſauella,& con atto-Appreſſo è daiapere chela dichiarationedel
l’appetito odel rifiuto ſi ſa confauella ſola,come e‘ fiato detto,nella
’tragedia quando eſſa ſi conſidera come ſcritta,& come atta ſolamente
ñ leggerſi,&a nchora nell'epopea quando s’introduce alcuna perſo
‘ ma ragionare per quella medeſima cagione che l’epopea nó_ ipuo,
conſiderare ſe non comeſcritta,&çome atta aleggerſiſh'nclioraico—
_fiumi ſi pale-ſano col ballo (i come col ballo ſi paleſail rimanentetdel
,ſections (C50qu che teliimonia eſſo Ariſtoxrlc dicendo. iii-”ö Jîi 1;‘
Zgz 3 jeep}
çuài-.ëmani-‘unu xoçls &gang-is oi' 759 ?MHZ-'Wok ya‘, a’ml 013: 75°! 7@an
'Gpl ‘Evan-Sci iiiuouîim ”ù dei, ”ù miei , i921 n'çáías. Ma ſe li palefino i
coſtumi col canto 8t col ſuono egli noi dice, ne io altro ne dico rimet
ccndomi a cantori 8t a ſonatori. l’oſcia nella predetta diſſi nitione ſi
preſupponeclie i coltumi fieno vna parte diueiſa dalla parte princi
pale-,della quale ſi tratta nella tragedia. Et quinci ſi colgOno alcune
concluſioni, tra le quali la prima èchci coſtumi ſono vna parte'di
qualita di tragedia, la quale per eſſere diuerſa dall’ altre partiècome
ſpetie di tragedia , diclie Ariſtotele parla in due luoghi- Et perche
c‘v na parte della tragedia 8: non è la principale ſi coglie la ſeconda
concluſione, cliei coflumi ſono vna parte di qualita da menoclie
non è la parte principale, la quale è la ſauola, 8t dalla quale elſa dipen
de. HOra icoſtumi dipendono dalla ſauola, o dall’ attione in queſh
guiſa. Non ſi ſa attione ſe non ci ſono perſoneclie la facciano, nele
perſone-3,' che la ſa nno ſono ſenza coſtumi , liquali coſtumi ſpenal
mente ſi ſcoprono nel ſare l’ attione. Adunque per mezzo delle pet
ſOne in quanto operano, icoflumi entrano in tragedia come parte
acceſſoria 8: dipendente dalla ſauola-,Aquali per quella cagiones‘at
tribuiſce anchora il ſecondo luogo nell-1 tragedia, Appreſſo ſi coglie
la terza concluſione, chei coſtumi, poi che ſono acceſſori della ſi‘
uola 8: dipendendo da quella &ſeruono a quella,ſ0no intiodOttintl
la tragedia perla ſauola come per fine, 8t non la ſauola c‘ introdotü
nella tragedia pergli coſtumi. Et ſimilmente ſi coglie la quarta the
poiche icoſtumi ſono ſatti per la ſauola come per fine, 8: nonlall‘
uola pergli coſtumi conuie ne che ll poeta ſappia Prima la dOttrinadC
oſlu mi,clie la dottrina della fauola. Et la quinta che i coflumi,poiilie
:lì prendono perla ſauola ſienocagione dtll’attionc, & vltimamentc
'la ſella che pc-iclie i coſtumi ſi prendono per cagione della ſauola,&
ſono ca gione del l’atiio ne ſi deono prendere tali, quali poſſano fire
‘riuſcire l’atrio ne piu compaſsioneuole 8: piu ſpaumtcuole 8t piupol'
[ibileJl che ſara ſe i co fiami della perſona tragica ſaranno buonlflon_
'ueneuoli,ſimili& vguali,vcriſimili, o neceſſari. Hora. quantunqut’l
coſtumi [ic-no parte dipe ndentc & acccſſoria della favola, cemec'ſh
to detto,`non dimeno è di tanto vigore che da loro dinominiamo
‘ma delle quattro ſpetie della tragedia cio &quella che iaixi s’appel‘
la, 8( ſimilmente v na delle quattro ſpetie dell' epo ea ſecondo di‘
dalla fauola ſi dinominano l’ altre ſpetie di tragcxia & d’CPOlWi
cio è limplice, rauiluppata,—& tormentoſa,;mv-,immunit-iLvà mf"
. ‘mf
179.
”er. non eſſendo niuna deli' altre quattro parti di qualita della
tragedia da tanto chehabbia poruto dare nome a ſpetie alcuna di tra,
gediao d’ epopea. Appreſſo ſono alcuni ragionamenti che per ſul
natura non riceuono la dimoſtratione acceſſoria dell’ appetito, o
del rifiuto quali ſono quelli, ſecondo che preſuppone Ariſto—
tele li quali hanno queſta dimoſtratione principale, & per ſe,
C" quali ſono quelli, a quali non fa biſogno di ſimile dimoflra
tione acceſſoria come ſono quelli delle ſcienze &dellearti, 8: co
me ſono quelli delle narrationi fatte per la perſona del poeta, o del
l' liiſtorico, perciocheſe il poeta narratiuo o l' hiſtorico in narran
do di moſtraſſe acceſſori-amante quali coſe appetiſſe, 8t quali rifiu-`
taſſe ſi dimoſ‘trerebbe paſsionato, &ſeſi dimoſtraſl'e paſsionato ſi le
uerebbe la fede che narraſſe la verita, la quale fede dee l’ hiſtorico o
il poeta che rappreſenta l’ hiſtorico, vſar tutte le ſue forze per man
te nerſi. SenZa che l'hiſtorico oil poeta rappreſentante l’ hifloricò di
moſtrando quelle coſe , che appetiſce & quelle che rifiuta delle c0
ſe narrare dimoſtra anchora di credere che il lettore ſenza la ſua di‘
moſlratione non ſia atto come lui a ſar giudicio delle coſe che legge,
8: a ſapere quali fieno da appetire,& quali da rifiutare, & per conſe
guente non ſuggela ſoſpettione della ſuperbia, la qualcoſa vide ot
timamente Homero,che poche volte ſa giudicio delle coſe che egli
narra. La quale non poſsiamo gia dire che coſi ottimamcnte vedeſ
` ſeVirgilio, che piu volte di lui fa qutſto giudicio.Ma quando le per
ſone, che hanno intereſſe nella coſa narrata narrano 81 per conſe—
guente ſono paſsionatc deono ſare queſta dimoſlratione acceſſoria
dell’appctito 81 del rifiuto. Laomle leperſone introdoue da Home:.
ſ0 a ragionare fan no ſi come teſtimonia Ariſtotele queſta dimoſtra
tione ne mai ſono ſenza coſtume,& di cio e commendato ſi come
dall’altra parte deono eſſere bialimati que poeti tragici piu moder—
ni , liquali hanno fatte le loro tragedie ſenza coſhtmiconuenendo
_queſta dimoſtratione aCCcſſoria (l’appetito, 8t di rifiuto a queſta ma:
niera de ragionamenti, poi che i ragionanti hanno intereſſe nelle
coſe ragionate. Ne veggo come la tragedia poſſa eſſere ſenza coſlu
mi, che ſtea bene. ll che peraucnlura potrei-,be auenire nella pittura
quando ſi dipingeſſe perſona in tale attione 8: ſtato,che non haueſ
ſe biſogno di dimoſlratione di coſti-mi anchora che come [rabbia
mo detto piu debba eſſere lodato il dipintore che prende aſare le
pitture in attione tale, che ſi richieda il coſtume, ö; le fa ccflumate
' Zz 3 per la
i . .
per la difficolta che è nel dipingere il eoſtume. Vltimamentezè da l'a
pere che in quelle parti del poema, nelle quali interviene quella di
mſtratio ne acceſſoria dell’ appetito, 8t del rifiuto non richiede mol
lio armamento di parole, & la ragione, puo eſſere, che qua ndo altri
è paſaionato, & ſoſ'pinto dalla paſsione non ragiona ſe non natural*
mente, &ſecondo il coſtume,che lo ſig noreggia,&n0n artificialmene
te o ritoricamente. Tante, 6t non piu ſo no le coſe , diche Ariſtotele
ſauellain queſto libretto intorno a coſtumi., le quali ſenza diſtender
mi in molte parole ho qui raccolte haue ndodetto & eſſendo per di—
rea ſuoiluoghi il parer mio. Hora trapaſſo a ſporre quello che de
goſtumi fi_contiene nella preſente particella. mfl J‘ir *rd ’ita ríríxçrhffl
e” l‘rî ÉWLÌM. Non ci laſciamo dare ad intendere a niun partito del
mondo che"Ariſtotele dicendo che dobbiamo per cagio n'e de coſiul
mi riguardare a quattro coſe a bom-,a conue neuolezza, a mazza”
[1,13: acontinuacione , che` egli parli de coſtumi di tutte le perſon*
generalmente. Lequah o principalmente o atceſſoriamente ſono
introdotte, 0 poſſono eſſere introdotte nellatragedia_ ſi comes’ han
poalcu ni laſciato dare ad intendere, & ſi ſono trovati rauiluppatlrl”
graue errore non potendo eſsi trarre ſentimento niu no ragionevo—
k delle parole d' Ariſtoeele, ma ſono da riſtringere acoſtumi diqutl
le perſone. delle quali infino a qui ha parlato , B: le quali egli Vuole
che s’ elegganofi come atte a ſare maggiore compaiäionc . &’ (Pi’
uento, 6c ſono quelle che noi habbia mo domandare perſone tragica
ñNe eglidíce coi a nuoua,` ma dichiara come Vuole che-s’intenda quel
— [oche haueua detto in guiſa che queſta epiu t`oſto ma ,dichiarationF
. delle coſe dette, che vna num” dottrina. Hora haueua detto the la
perſona tragica atta a muouere maggiore c0 mpaſsio ne 6t ſpavento
dee eſſere mezzanarne nte buona per quelle ragioni cheſt ſono ‘MF'
-&Per cóſeguente deeeſſere fornita de coſtumi mezzanaméte boom
-Adunque per trouarequeſti coſtumi mazanamente bu0ni , che ſie
-no tali, qualiallä perſona tragica ſi richicggono ſi dee riguardare a
-fiuattro coſe bonta,conueneuolezza, mena nica, co ntiuuarÌOnc.Al’
: le quali ſi peruie ne per queſta via. Perche prima i ‘coſtumi _ci ſi pre_
ſentano í-nanzi confuſamente & generalmente eſſendo buoni# ſe', `
'- noi che h bbiamo biſogno de bu oni ſolam c me di ſtinguiamo i hop‘
`ni da rei, & ' niamo ſolamentei buoni, 8t queſtiſoli adopfſlîmoz
-zPoí di nuovo . e queſti coſtumi: buoni ci ſi preſentano manu
,pur confuſameme
ſi ` generalmente"eſſendo
8t i i coſtumi_ buoniW‘?
clip!"

l
180
maniere per natura , per accidente , 81 per induſiria ſi come ſidira; '
nciche habbiamo biſogno piu d'vna maniera che d' vn altra che'
accompagni conueneuolmente la perſona, che habbiamo preſa da
raſſomigliare, dobbiamo bene diuidere li vni da gli altri, & ritenu
re ſolamentei cOnueneuoli , 8t appre o perche anchora i coſtumi‘
eonueneuoli alla perſona , la quale habbiamo preſa a raſſomiglia
re ciſi poſſono preſentate inanzi conſuſamente & generalmente
eſſendo i coſtumi buoni conueneuoli alla pel ſo na o in ſoprano gra
doo in mezzano o in infimo buoni, noi che liabbiamo biſogno de
buoni del grado del mezzo gli dobbiamo ſeperare da gli altri &v
ſargli, 8: vltimamente perchei coſtumi buoni del grado di mezzo
ſi poſſono di nuouo preſentare inanzi confuſamente , 8t general
mente eſſendo eſsi coſtumi buoni del grado mezzzni continuati , &
non continuati, noi che habbiamo biſogno alcuna volta de conti-v
nua-J, & alcuna' volta de non continuati gli dobbiamo ſeparare gli
vni da glialtriaccioche non s’vſino i non continuati quando ſi
deonovſareicontinnati , o non a’ vſino i continuati quandoſi
deono vſare i. non cominuati. Perche appare che dobbiamo riguar
' dure a quatro coſe nel formare i coſtumi della perſona tragica a*
bonta, a conueneuolezza , a mezzanita , 8t a continuatione. La.
bonta lia riguardo al vitio, 8: ſi contrapone al vitio, & li puo chia
marelimplicemente bonta, percioche bonta in ogni manieradi
perſone e‘, &e‘ vguale bonta nelle perſone diuerſe d’vna maniera,
&èvgualein ciaſcun tempo in vna perſona, La conueneuolezza
(le coſtumi e‘ benta che ſi puo nominare riſpetti-ua,la qnaleèbon—
ta liaiiendo riguardo alle bonta dell’ altre maniere , le quali poſte
nella ſua ſarebbono virio- La mezzanitn ſimilmente èbonta rupe[
tiua, la quale diciamo bonta per riipetto della bonta dell‘alrre
perſonedi quella ſteſſa maniera, la qual bonta dell' altre perſone
attribuita a quella della mezzanita ſarebbe vitio. La continuano:
ne e‘ pur bonta riſpettiua liauendo riſpetto alla varieta‘di quel
la ſteſſa perſona. Laonde varieta e‘ vitio , perche corrompe la con
tinuazione de coflumi della pei-ſona che è richieſta come bonu
Adunque ci e"vna bOnta ſimplice , 8c ci ſono trev bonta riſpet
tiue vna d’ vna maniera di perſone diuerſa da quella dell’ altre
maniere, l' altra di perſone d’ vm maniera diuerſa da quella,
dell’ altre perſone di quella medeſima maniera per quantita,`&
la teiza d’ vna perſona diuerſa da quella.” quella *medeſima 7
perſona_
o.
~ perſona per tempo. Et laſciando da parte ſtare la banta de coflumi
ſimplice,& parlando della bonta riſpettiua dico prima che per inten
dere benequello che qui ragiona Ariſlotele della conueneuolezza
ciconuienediuidere le maniere delle perſone in tre principali in v;
na che nomineremo naturale,8:in Vn'altra che chiameremo acciden
tale,& nella terza che appelleremo indufirioſa. Naturale chiamo
quella maniera di perſone che è taleper natura, come l’eſſere huo
mo, l’eſſere ſemina, l’eſſere fanciullo , l' eſſere; attempato. Et chia
mo accidentale maniera quella, clie è tale per accidente come l’eſſe—
rse ſignore, l’eſſere ſeruo, l’ eſſere re, l'eſſere priuato, l' eſſere ricco,
lieſſere pouero. Et chiamo induſtrioſa quella maniera di perſone clic
per induſtria ètale comel'eſſere pittore , l' eſſere rirorico , l’ eſſere
pliiloſopho, 1-' eſſere aſtrolago. Hora ſi vede chiaramente che Ari.
ſtotele lia fatta quella diſtintione di tre maniere principali di erſo
ne ponendo la naturale, quando dire, che quelli coſlumi me eſimi.
liquali conuengono all' huomo non convengono alla ſemina, 6t po*
ne ndo l‘accidentale qua rido dice che quelli medeſimi coflumi, liqua
li flannobene al franco non iſlanno benejallo ſchiauo, 8t ponen
dola’nduflrioſa quando dice clie quelli medeſimi coſtumi che ſono
lodeuoli nel pliiloſopliante ſo no biaſimeuoli nella perſona idiota
dando l' eſſempio nel ſortile ragionamento di Melanippe. Hora eda
conſiderare che non ſola mente le maniere principali naturale, acci:
dentale 8t induſ’crioſa richieggono di verſita di coſtumi , come altri
ne ricliiedeil philoſopliante induſtrioſo , 8t altri l' idiota naturale ſi
come ſi vede nell’effempiodel ragionamento di Melanippe , ma le
maniere diuerſe ſottopoſte ſenZa mezzo a ciaſcuna principale ri:
eliieggono diuerſita di coſlumi cOme diuerſe maniere ſono l’ eſſere
ſignOre, l’ eſſere ſeruo, l’ eſſere re, l' eſſere priuato , 8t ſono l’ vna
8t l’altra maniera ſotto poſte all’ accidentale principale, ne conuen
gono quelli coſtumi, che vſa il ſignore verſo il ſeruo , o il ſeruo ver
ſo il ſignore al re verſo il priuato o al priuato verſo il re,& non pure
le maniere di verſe ſottopoſte ad vna delle principaliſenza mezzo ri
cliieggono diuerſita di ccſtumi, ma anchora le maniere diuerſe ſot
togoſle ad vna delle principali con mezzo d' alcuna manieracome
altri coſtumi deono eſſere quelíi della perſona del priuato, 8: altri
quelli della perſona del re, lequali perſone ſono di due maniere di
uerſe 81 ſottopoſte all' accidentale per mezzo della maniera della
_perſona del reggimento ciuile. Hora Ariſtotele riprende come
peccantç
f
18:
peccante in queſta parte di ſcöueneuolezza certo poeta che attriboi
ſte'ad Vhſſe coſtumi mal convenienti ad vn huomo forte quando ſi
A trouo nel mare tra Scilla 8c Caribdi facendolo pauroſo & ramari:`
canteſi,ſi come poteua riprendere? Homero anchora che pure gli-at-`
tribuiſce coſtumi mal conuenienti nella fortuna che lteblie preſſo a
› Corphu ſi come ſi coglie da que verſus-‘i rin Miani@- lui” ”Jana-.M
,fw my öxaſm J"äça i… ”yoer Mſi-qnt Ovaàp &GNella quale ſconue
_ neuolezza rigua rdido‘biu alle pedatc d'Homero chealla dirittura
del camino rraboccòVirgilio facëdo Enea trouítefi in' tëpeſta patiz'
mente pauroſo,& ramaricanteſnlequali ſono coſe indegne d'vn’huo
mo forte dicendo Extemplo Acne: ſoluuntur fiigore membra,|nge.~
' mit 8c duplices tendensadſydera palma: Talìa voce refert Ste. Ap
preſſo riprende come pure peccante _in queſta parte di conueneùor
. lezza Euripide clicka Melanippe giouinetta non ammaeſtrata, negli
~ ſtudi di philoſopliia,che pruOui perragioní ricercate-dalla piu ripo
- ſta 8c profonda philoſophia‘due fanciulli ,li quali ella haueua ad m‘
parto partoriti eſſendo ſtata in grauidata di fiar,to,eſl`ere nati di vacr'
ca,& ſi sforzi di farlo credere al padre.Lc quali ra ionifi come pera
uentura ſi _cöuerrebbono ad vno aflbttigliato neg `ſtudi,coſi~ſtanno
male alei. Da ſimile ſconueneuolezza non èmolto lontano Giovan:
ni Boccaccio facendo Ghiſmonda giouane,non inſegnata di lettere
& ſopra preſa dal padre a traſtulla’rſì con vno amante di baſſa con
ditione,& indegno dilei,difi:ndere la .coſa malfa tra dinanzi al padre
con ardire da huomo 'fortiſsimo , 'ehehaueſſemenata afinéalcuna
' glorioſa impreſa,& con ragioni ſottili 8c atte apenaad eſſere trouar
te da piu ſpeculatiui plriloſophi, & da piu valenti ritorici dellmondo.
Diche anche s’auide- Lodouico Arioſto ,' 6c nel ſoletta biaſrmare. A”
_ dunque è da conſeruare perlo ſcrittoreleconueneuolezza de coſta:
mi,la quale non dimeno ſi puo tralaſciare allhor‘a che l’hiſtoria ci co':
ſtringe a tralaſciarla ſi come ſi puo in formare Pantheſilea o alcuna
altra Amazzona fiera 8: cruda in arme &in battaglia contra la con:
ueneuolezza de coſtumifeminilipercioche ſi ſa per hiſtoria cheil po
olo delle donne Amazzonie era tale.'~Et ſi puo anchora tra laſciare
conueneuolezza anchora che la ven'ta dell 'hiſtoria non cel coſtrin
ga a ſare,pur che-facciamo prima . acc0rto il lettore-che la perſona a
cui ſiamo per aſſegnare coſtumi non vſati alla ſua maniera trauia ne
coſtumi dall’altre perſone di quella maniera per alcuna ſpetiale ca:
` gione ,ſi come fa Virgilio quando dee aſſegnare coſtumi di valente'
‘capitano 6t difiero caualiere a Camilla dicendo prima, Hos ſuper"
Aaa _ aduenit
aduenit Volka de gente Camilláfflgmen agens cqüitum,& ſlorentn‘
` :re cateruas Bellatrix non illa colo,calatluſue Miner uae Fix-mine”
aſſueta'manusſied przlia virgo Dura pari curſucj; pedum razucrtero
ventos &c.Nella qual coſa, cio è in ſai e`ñ prima accorto il cttore,cl1c
li foſſe per a {ſegnare coſtumi ad vn prete non vſati agli altri preti
_ i quella medeſima maniera peccò grauemente il Boccaccio, il quale
in quella muellffinella quale il geloſo confeſſa la moglie ſa che ilcapc
pellano concede al marito che ſi veſta d! prete , & che in- for
ma di prete o da la oonſeſsione della moglie-Amon ſolamente} gliele
concede ma c‘ ancliora mezzano dicendo alla donna,cl1e nOn la pote
ua vdire,&chele mandercbbe vno ſuo compagno,&in quella mattina
nella quale ſt doueua communicare. Et qual cappellano ſarebbe ſtato
coſi ſcelerato,&di coſi poca diuotioneverſo dio,&di coſi poco timo
re della pena del mOndo eltos’luueſſe laſciato in durre a conſentire—
Sta tenermano a coſi maluagio inganno coſi toſtofConueniua düque`
dreîpn'mafi Foſſe detto,&conmolt:Farole dimoſtrato come queſto
cappellano foſſe tanto pieglleuole male» operare che foſſe coſa ve
riſimile che egli hauefl'e fatto queſto &peggio Dopo le-coſe ſopra
dette ſarebbe da ragionare della meuanita de coſtumi , ma perche‘
adietro n’èſtato ragionato aſufficienza altro qui nó ne diciamo,&paſñ
ſando a ſauellaredella continuatione facciamo a ſapere a:: laicontin
nuatione de coſtumi puo eſſere di tre maniere lontana,vicina,&pre~
ſentejo chiamo continuatione lontana quando nel formare i coſtu=ñ
mi d’vnaccrta ,erſona &guidamb quello dc coſtumi ſuokclkn’llínm
ſCritto prima a tri poeti,&in cio ciconformiamo con loro nellaguiſa
che Horacio conſigliava doucr ſar colui,che fi metteva a ſcriuerd’A
chille dicëdo Scriptor honontnm ſiſorte reponis Acltillem, lmpiger`
iracundusjnexorabilis cſto,lura neget fibi nata,nil1il non arroget ar
mis-Pcrcioche gli altri prima l’haueuano coſtumato coſi.Et chiamo
continuatione vicina quando vno ſcrittore in vno de ſuoi libri parla*
de coſtumi d’vna certa perſonañſccondo che anchora ne parla in vn
altro come fa Homero,cl1e parla d’Vliſſe perlo piu ſeruando vn me:
defimo tenore ccſtumalc nell'lliada,&nell OdiſſcaEtchiamo conti:
nua tione preſentequädo in vno fieſſo libro non ci diſcordiamo mai.
da noi ſteſsi ne coſtumi d’vnañcerta perſona inniuna parte. Hora ci~
dÒbbiamo guardare di non peccare in niunadi eſte tre continuano
ni accordandoci con~gli~altn',&con eſſo noi 0- cciamo piu libri ov
no ſolo.Et quantunqueii falli cOmmeſsí in tutte &tre le continuano:
tificno grauipw-e Piu graue-è quelloxhe fi commette per vn ſerie-
KW`
.18»
tore in vo medeſimo libro;&meno graue èqmllo che ſi commetteper
vno ſcrittore in diuerſi libri,&afiài meno raue dell’vno &dell’altro
è quello ehe ſi commette per lo ſcrittorec ie diſcordi dagli altri ſcrit
tori.” quali Falli s'aggrauano piu quando ſi cangiungono inſieme
fi come Euripide facendo Menelao di coſtumi rei nell’Oreſte con i:
unge due di queſti falli inſieme percioclie fi parte da quello de coſëu-`
mi di Menelaophe dagli altri ſcrittori,&da lui medeſimo in altri poet
mi e‘ſtato detto eſſendo egli ſtato fermato coſi dagli altri come dalai
altroue ſemplre di coſtumi di mezzana bonta.Adunqueliabbiamo- in'
Euri ide ne ’Oreſte l’eſſempio del fallo della continuatione lontana
poic ie quiuifece Menelao di coſtumi rei ſcoſtandofi daglialtri, che
ne ſuoi poemi l’liaueuano fatto di coſtumi buoni,&inſieme habbiamo
;l’eſſempio del Fallo della continuatione vicina poi che ſi [coſta anclio
ra da ſeſteſſo,che in altro volume l’liaueua fa tto di coſtumi buonilî't
' ,habbiamo il fallo della continuatione preſente nell’Iphigenia in Au v
,lide facendo eglii coſtumi d’ lplxigcnia in ſi] il principio dell’ atrio:
,ne molto diuerſi da quelli , che ha poi in procedendo auanti
_l' attione , concioſia coſa clie,in ſu il principio dell’ attiene ella fi
demoſtri `pauroſai , ~& -temente la -morte ,-;& _poi procedendo a:
-uanti l’attione ſi di moſtri ſorte, & non curante la morte. Ilquaz‘
,le fallo non eſſendo ſta to riconoſciuto per fallo da‘ vn certo Buca'
;nanogpoeta ſcoccſe-in comporre a ſimlitudine dellatpredetta [pliis'
genia vna tragedia ,la quale e‘ cognominata .leplithe ſiiFÌſeguito. An‘:
.allora commette Dante fallo in continuanone vicina' facendo il
;once Guidoda Montefeltro nel conuito ſuo ornato d-'octimi ci”
fiumi# facendolo nello’nſerno della ſua comedia pieno di peſsimi.
Et commette fallo in continuatione preſente dicendo in vna parte
della ſua comedia cio è nello’nſerno Bruto come ſeguitatore della
ſetta ſtoica quantunque foſſe tormentato piu che niuno 'altro
-non far mott0,& in vn altra, cio è nel paradiſoper ragione di quel
~lo ſteſſo tormento lati-are ,8t vrlare come cane. tra?“ vsù’ ’T3109 'Kaos
;zar-;à i.Priniieramente vuole Ariſtotele-clic i coſtumiſieno buoni,nö
perche egli tema come gli’nterpreti dicono,che ſeſoſſono rei doneſë
ſono eſſere di ſcídalo aueditoriñl _quindi eſsi doue‘ſſono apprëdere ñ
.eſsëpio di maluagita,percioche,poſto :hei coſtumi ſoſſono rei ſe la
-ñ erſona di coſifatti coſtumi cadeſſe di felicita in miſeria,a cui potreb
z ono eſſere di ſcädaloe 8t clu' ne potrebbeapprëdere eſtëmpio dimal
-uagita t' certo ninna-Anzi altri ne trarrebbe eſſempio profitteuole',
_zeri-ſi _coutèrmerebbe in ſeguire la via del ben fire. Et come _e
- ~ ì A” x ' *NM
. I
vero che tutte le perſone introdotte in tra edia fieno,o poſſano eſa'
ſcre buone non ſl potendo far tragedia c le non liabhia vna,o pin
perſone malua ie {Adunque Ariſtorele vuole che i coſtumi fieno buo
ni accioche cadendo il buono di felicita in miſeria muoua compaſsio
nc &ſpauento-8t baſta che vna perſona ſola della tragedia cio è quel
la,0nde dee procedere la compaſsione 8c lo ſpauento ſia buona,&de’
coſtumi di queſta perſona ſpetialmente, 8: non dell’altre perſone ge:
neralmcnte parla qui Ariſtotelefiora che parli qui de coſtumi di que.
ſta perſona ſolamente 8: non dell’altre‘ancliora aſſai chiaramente ap
pare poiche richiede che i coſtumi non pure fieno buom,rna che ſic:
no buoni 'mezzanamente
ſſne popolo dicendo
per le cagioni gia detteche fieno ſimili
di ſopra. a que
Le quali duedel commux
pa rtidi cor
fiumi ſono proprie della erſona tragica in quanto eſla ſempre le ha
&le altre ſempre non le :anno,o poſſono non hauerle,alle quali ha
accompagnate le altre due conueneuolezza , 6c continuatione, che
ſono communi anchora all’altrc,& non meno neceſſarie a quellatrlie'
all’altre non potendo ne queſta,ne l’aln-e mai eſſere ſenza.°l ga à ia@
uXu ialpſiamçîhíxîa ,voti QC'IÈH E Abe-il ”za-?EU nfulçffl'mve,D| ſopra è lla:
to detto della ſauella quando diſſe ’t's-i ö i3@- iìiçv ri roloîfflçi “n°71‘ M*
çllçtlflf o‘UDTarUipois oh ’ſsi NA ’i ”Yongìjai ’il çuîzflo‘ .a'cyep. Et *ci ato
detto dell’attione quando di e,î~rtl ÌMÌJoü-'ſei ;inlpnlntvoi WYÉTTOV-llaſ’ìo
”17m Toi-'Tous MWJMP'WS 'il çau‘ÌlouS c1” . ` ` 'iàrdxd‘àp Etiruírcis ammini
m:. 'lei 5‘ îp'uplse ylvup‘i 7a" ”mi ls: xgus” &c. O`<elle parole non ri.
guardano quello,che èllaro detto ,cio c‘ che i collumi deo no eſſerc
uOni,ne e‘ da dire che fieno vna dichiaratjone delle predette pai’òlc,
ma è da dire che è vna pruoua della conueneuolezza, & riguardano
le ſcguenti paroleffilníflſ” 5 TÙ—ÉÌKÃTÎOKMBZ nOn ha dubbio che rlourcb ›
be eſſere ſcritto coſi l‘io-tw o l’lpl -nì &wifi-me, o in altra guiſa pure che
appareſlë,che quelle parole dipendellono o naſceſſono da queſtel-Io
`ra ſe noi vorremo che queſte parole riguardino le paſſate,& fieno di
chiaratione di quelle non ſara differenza niuna tra Mas-è & &qué-z ma
cio è tra il primo capo e'l ſecondo condoſia coſa che coſi nell’vno
capo—come nell’altro la bóta cóſdlerebbenellaxóueneuolezza,p oiclie
coſinell’vn capo come nell’altroſi cóſiderain quäto ſolamëre e‘ pro:
Príadiciaſcüa manlcrfluùyaprvuſſísl xml di‘oíihogulmfl TUOI mimi -ràu'iv
xtîgopgìz ?Aus 94W(- :çi V uole dire che »tanto moma la conueneuor
lezza che quello coſtume# quale e ſtimato . buono nella ſua manie: a ñ.
non ſolamente in vn altra maniera è ſtimato-:meno . buono.ma è ſtiñ
mato anchora deltutto ”3058i comeci ſono i coſtumiñbuoni della dò *
”Arci ſono -i coſtumi buoni del.ſcruo,&.ci ſono parimente i-coſtu- -
mi rei .
18 '
mi rei della donna,ei coſturrii rei del ſemoHora ſe traſporteremozí
eoſtumi bu oniſidella donna all’liuomo— per mutatione della perſona
piggiorcranno,& non ſaranno in quel grado di bonta nell’liuomo,
che erano nella donna.Se trasporteremo i coſtumi buoni del' ſerua'
al franco per mutatione della perſona non ſolamente piggioreran:
no ma mute-‘ranno del tutto natura,&di buoni ſi cambieranno in rei.
Qiciamo adunque m 71‘} mi? ;si fps" in riſpetto della donna rea,ngh’
NAQ‘ è buono in riſpetto del ſeruo reo Raf-‘ulfi i'm: ”time i“: ”if Xlîr
Mia dóna in riſpetto dell’huomo buono c‘coſa meno buonam‘i 55m: .
çaVMpîsi, ilſeruo buono in riſpetto del fianco buono e‘ coſa del tue
to rca-m’rcç "375 B'uoieîiflu'i-i-W'lnçoîi mi xçusìfnì &qui-J” ;Solidi-:Mame 'i'içii'ſaa,
In niuno luogo di ſopra e ſtato detto come ſia coſa diuerſa il ſare il
ſimile,d311a bonta 81 dalla conueneuolezzaPcrclie è da dire che que]
le parole Emigìi'içi’ſei non ſi congiungono con le proſsimefſoîi’p 7a}- 8a:.
ma con le piu lontaneagſſo '9" n' J’mlop dwg ?Man-St Ariſtotele u’lia ag,
giunte queſte parole lo” rif-»7m in'ilcuſa perche non ſi diſtenda indi
cliiarare che coſe` è coflume ſimile come s’è diſteſo in dichiarare
che coſa‘ èñ coſtume" ſconueneu ole , 8t dice che il ſimile è co:
me è ſtato di ſopra detto la doue li clicchi@- ”in mçl-ràp &va'Èumo’so-ä
mgl 139 hm‘: &c.Et tra le parole 5’”l”0pl,& ?img ſon o__trapoſtc quelle 70571
’eq, &cjigià ”ang‘auumnçtſſus ”ip 750005 ”è &Unita-l‘0‘: Funivia@- iv w ’ozio ñ
”Parma clic il douere richiedeſie che volendo dare eſſempiAriſto:
nile-de falli commeſsi in ciaſcuno di queſti quattro capi de coſtumí
Haueſſe cominciato dal primo,& ſeguito in finO’al quarto continuan
doma egli ha tralaſciato il prim0,0 ſe non l’ha tralaſciato-mon ha -
dato efl'empio che ſi confaccia con quello,& ha tralaſciatoril*terzo.`
Adunque doueua dire che nel-primo capo‘che. èrdellaìbonta ſi pec
ca quando s’introduce vnol ſcelerato,a cui auenga alcuna notabile
ſuenturapercioche di ſimile ſventura non naſce neſpauentome com
paſsionedì come auerrebbe ſe ſi ſormaſſevna tragedia diCapaneo ſol
minato‘o di Salmoneo pur folminato; E't vqtiiannmque egli riprenda
Euripideeliehabbia formato Menelao' reo" nolriprende perche la
'reita ſciemilacompaſsione, & lo ípiiUento per la qual coſa ſola in
queſto capo‘il poeta è da riprendere' , ma‘ lo 'riprendene per altrolo
puO'riprendere ſe non perche l’ha' formato 'reo dilè0rdandofi da
altripoeti,& da ſeſteſſo liauendologli altri poeti ſempre ne li altri
poemi 8: etſo altroue fatto buono,&’ ſcoſtandoſi dal veriſimde non
’ cffindo coſa veriſimile clievn zio 'ſtadi coſtumi ‘cofi `rei,ehe perſeguiti '
` a morte vn nipote clic-habbia'vcndicata la morte ingiuſta del padre
ſuogòxdelfi'atello di lui.Hora clic la reita de coflumi di Menelao ſor* '
Aaa z , mata -1
n

nata 'da Euripide nen iſeiemi la 'compa ſsionel &lo ſpauento appare
.manifeſta men te,percio che Menelao i n quella tragedia,o non e‘ per:
ſona tragica o ſe è perſona tragica cio e‘ ſe patiſce , patiièe perla rcita
&ſe foſſe ſtato formato buono non ’patirebbe. -Et acciochc meglio
`a’intenda quello che i0 dico è da ſapere che Oreſte_.& Pilade hauen.
do vcciſa Clitemneſtra ſono perſeguitati da Tindareo padre di C“:
eemneſtra volendoegli Fare la vendetta della figliuolaat cuiípreſta aiu
to Menelao perſeguitídogli egli altreſrck amando piu il ſuocero,che
il_ nipote. PercheOreſte,&Pilade preſa H elena &Hermione moſtrano
&minacciano d'vcciderle per rimuouere Menelao dalla loro perſecu
tioneOreſte &Pilade adunque ſono le perſone tragiceJi _quali elſen
,do di mezzanalbonta caggiono di felicita hauendo fatta la vendetta
della morte d’Agamemnone in miſeria eſſendo in pericolo di perde:
,re [anita Et ſe diremo che alcreſi Menelao è. perſona tragica eſſendo
di ſelicita caduto in miſeria ſentendo diſPiacere che gli ſia per eſſere
vcciſa laA‘noglie,& la figliuola c‘ da riſpondere che il diſpiacere e` ſtato ~
rocacciato da lui &cendo quello, che non doueua fare,percioche ſe
, ` ueſſc fatto quello che deueua,&ſ01ſe ſtatobuono come ſol-:ua non
ſarebbe caduto in ſimile miſèria.Egli è il vero che la` ſauola non ote
ua procedere auanti,ne ha nere compoſitione `di coſe che ſteſſe ene
ſe non ſi ſaceua Menelao reo. Percioche ſe ſi riteneua nell'vſata flia
.bonta non haurebbe Tindareo hauu to l’aiuto del genero,& non har_
uendo hauuto l’aiutodel genero,non poteua riducere gliucciditorí
della figliuola in neceſsita,&m pericolo di morte,&non rnluccndOgli
in neceſsita,&in pericolo di morte ne el’si ſarebbono ſtatime altri per
ſone tragice. Si che per ſare che la cònſtitutione della ſauola potcſſc
_hauen- perfettione,èſtato di neceſsita a farMenelaoreozLaonde non
`veggo come poſſa dire Ariſtotele ClleMenelao ſia formato reo ſenza
`ricceſsitaDi che erauentura torneremo aparlare.Appreſl`o doueua
dare eſſempio de fallo de coltumiin perſona che foſſe di coſtumi tra
paſsíti in böta la cómune bóta degli altri ,huomini , onde poteſse
naſcere opinione per la caduta ſua in miſeria negli huomini
che dio nö haueſſe prouidenza ne cura delle coſedi qua giu ſi comcſè
_fondo Ariſtotele auerrebbe ſe ſi ſormaſſe vna tragedia della morte
di Soci-ateo di Glauanniil-Battiſtaffii 5 ”in "Ts—Wi Sami-ù 3- ‘Iíſ 7a
fluí-rog dos-‘ſa ,Hilfe-Wii riìvqnîrg &c. Weſt! parte o è ſuperf lua, 0 e‘
vna giunta fatta alla conueneuolezu 8c alla continuatione.-Pcrcio=
,Che ſeguire ola nçceſsiçap la veriſimilitudine nc coſtumi non e altro
.flmio parere,clte ſeguire la conueneuolèua o la continuanone,tlelle
. 184‘:
quali gia-;o n’eraìáto parlato pienamente‘pnon n'era fiato parlato -
pienamente,ſe n’eraflato parlato pienamente ſùperſluainente ſi rito't
na a parlarne,ſe non n’era fiato parlato pienamète hora per cópimë
to di quello che mancaua alla conueneuolezza 6t alla continuatione
fi dice che nella con'ueneuolezza ñ, 8t nella continuatione de coſtumi‘
ſeguitiamo alcuna volta la neceſsita, &alcuna volta la verifimilitudic
ne. E'di neceſsita che la madre,la~quale s’induce ad ‘vccidere ſapendo
quello che fa il figliuolo innocente ui- s’induca con gran turbamento
d’animoLaonde Medea non ſi dee ſare vccidere i gliuoli ſenza ha:
uer dimoſtrato che prima ſia ſia ta combattu ta nell’animo lungamen- -
te,E’vei-iſrmile che quella perſona che è ſtata pauroſa perlo paſſato-r
ſempre non diuenga fortelubit'amente ſenza apparerne la ragione
. potentePei-che non è veriſimile che lphigenia,c le da‘prima fuggiua
la morte,&ſene moſtraua tanto pauroſa in ‘poche'hore ſenza cagio.
ne potente eſſere ſoprauenuta mu'taſſe natura 8b non la ſchifi,&l`ene*v
moſtri non curanteE'Veriſìmile che Tindareo perſona di coſtumi di
mezzana bonta ſtimolato dal dolore per la morte di Clit mnèſtra- r
ſua figliuola foſſe pieno di mal talento contra Oreſte,& cercaſſe di le‘
uarlo dal mondo,ma non è veriſimile non che neceſſario che Menea
lao perſona di coſturni di mezzana bonta doueſſe perla morte della'
eognata,la quale doueüa per li ſuoi ſcclerati pOrta-mcnti eſſere odia
ta mórtalmente‘da lui c-aricarlr ſi di disdegno contra il riipoteſuoO‘
reſſe che lo doueſſe perguitare,&cetcare chemOriſſe. Et ſorſe che A
riſtotele quando diſſe l’yi S ”cfu/Alyflamnçſózs ”lp’iiäoùſ ”iaia-,n’a- preſe
mi arm-ah‘- ne‘l predetto ſignificato in quanto‘ 1-’attiene fatta da Ore-ì
ſte in-vccidere la madre non doueua ſecondo neceſsita,o pure Recon:- `
do veriſimilitudme coſtringere Menelao a cambiare coſtumi,& a äî
moſtrare tanta iniqnitae'

PARTICELL’A DEcmA SESTA‘. çavtç'ìp'oſp ,rfl ”a ‘nia :tra: a


15g yJOÒpÉÈv-roö di Toi} …Saw dvflfidiltlſo , lai: mi, Lam ſe] 'film-Tfr; 71713’...
MXKIIÎJ,G‘;9| -ríriméá‘r *rà mçlimefloù , ‘Zer mix-7 E'Rçlílovbſſ *td 120 rolf“
Quinn@- ’il Elda ”è m7 7470er ,ii tir‘ oſc'pfl iii/6g(- dop Mim , ll ?da , 59W *i*
ai' J‘tim nfoqcçw'dtor ”ù 537ML: . &Mv-'ra pl} &MHP-mp '1975 01075 ‘ſ
:Lari , ?MNP utá'ffiàſizl in; ”TJ ”immy-ì ai , Î’Èo *tiií,']çc7pel‘ſu, U‘
Iſaf , 'm' i' Uoid‘ſml‘i 'ſoli‘ ”91101va- îrtlèflſafltſſiflp li ”nb-ſlialül'i‘liwp, "i’
ila-'is Mini-mimi rw': ìyeàrèsàxovmo’pous- ai?? inTV” Bot‘JlINmSeáLeindap “’
pio-ic, a‘flolt ou! m uu‘ímt, ”uſo-is 7g WMA'… 502i 12V Utnrrpmmtiuuoplà Zçfl' U
Mez-,ai ?dvmvífltbllnd rmîîwi'xoms îal 76-? iti‘” relativi: ’Aſl-,ts Îfiſflllſls amd” 4:"
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' "xchfflfle‘ {ni-çme "MTA-‘c *n'a &KIM;- Hrdäg 'XA ÎfllçO'. ”7112 5h?
”Mar-gif(- ”ü ”3-5: *nu'rols :ni: ”ci {AEE ?mb-nf LIÒ‘KWOÒMU m'ìíímpîi mmm! M
n 74?' xiſ’ìuîàs îîlî: imflaívu‘a anni!” :tz-ſſa” 5”th [zz-;ISP i‘: 197: {Jumbo-s hi:
n 7m :“16:- '
CONTENENZA. ñ (Dando ſ1 conccda la ſolutionc della ſauoh
per OMÈmEhe il poeta dcc haucreappo vſe: vno cſſcmpio perfec
to da: ço ſui-Che la viſta,&l’harmonia non fia da ſprezzarc.
VVLGAR|ZZAM ENTO. Manifeſta colà adunque è,chc le ſoluxío
ni delle fáuolc deon'o aucnírcpcr la ,ffluola ſteſſa , 8; non cqmc nella
‘ ” Médeg’per ordigno”: ,ncü'lliada le cole del nauígarcjndien‘o. Ma è
’ dà vſare l'oxdígno nella coſe che ſono fuori della rgpprcſcntatione
n o‘ in quelleshè ſono paſſate ,Le qualinon è_ poſsibflczdxe huomo ſap
” pia,o.in quelle-,che ſono aucm’rc , lc qual! lunno biſogno di premo:
lt'rau'on’c‘ 8c di rap orto. ,Pcrçioclxc attribuiamo a liddñ ü vedere
’ rùttc lc coſe-.Hor tra lc coſc- non fia alcuna chchnonfia ragioncuolc,
ſe 'nò,ſ1aſuoridc11a tragedia come le coſe nell’Edipo di ‘Sophode. Et '
Poichc_ la_ tragedia è raſſomigllanza dc migliori conuicne che noi raf}
-” ſomigliaan i buoni dipintori d’imagínífcrcíoche ſ1 come quelli at.—
, ” tribucndo (loro ) la dimeſh'ca forma ,fimili facendo`(gü)píu belli (gh)
" dipingonopoſi dce il poeta raffomigliayc gl’iracondl,e1 manſuetí, 6c
co'loro,d1c hanno altri (llabiçikOſiffltd dicoſtumi gol farfi *vno cſſèm
” p'o di iac’cuolczza q di durezza come ançhora Home” fece]] buo
. › " nó 4c_1illc.fVeramcntequeſtc coſc'ſopo da guardarc,ma oltre a quer,
'J fieflueflé anchorch quali non ſon dl neccſsita ſeguaci della pocſia,
o. 8c caggíono ſotto il ſçnſo. Pcrciochc ſi puo in eſſc ſpcſſo e] rare , 7.6:
ì a. d’eſſe è fiato detto nc libri pubhcatì ſufficientemente. ' '
4 sPQSlTION E.Haucua Ariſtotcle imprèſo apa'rlarcldç coſtumi ch
' la perſona tragèdíca & non hauendo anchora detto tutto guello,che
intended: dt” dirc,perç10chc po“co à preſſo he tornera a parlare pri:
' "dc 'dagíone di parla!? delle ſolutjom dcflçſauole da .quello che habe;
dà dctçodelle
_ſi tutionc proſsímamcntc,che biſognáneceſsita
coſe chicarc ſempcha nc 'coflumjfi
, 0 ,lacome nella( confli
vcriſimílítudine
'6! che quello auenga do ` o qucſto p di hcccſsíta, o di vcrjſimilitudí:
nc.Pcroioche ſc nella conflitutjone'dellc coſe dec auenire qucſtp do:
_ ' po qucſtqdincccffit'ap di vèriſimilítudinc non ſara lodcuolc que-1h
[blutionç
,ſpcrlo piuv che
ſonoauerra fuori auengono
quellc,cl1e di neceſsíta",
pero miracoli.
di vcriſimxlimdinc
Aduhqucfièícofi
come
Muniſeſta che le ſolutioní che fauolc deOno aucnírc per la fauoh
" 18 .
fleflà cio è,clxe l’vlèite de pericoli , 8: che i ceffimentí delle difficult:.
ſoprauenute nella fiuola deono auenire per mezzo delle coſe della
fauola,cl1e di .neceſsitap di verifimilitudine ſeguitino dopoi pericoli, `
o le difficulra. Et è da pormëte che pare contradire a~ ſeſìeffo fi come‘
anchora è ſtato detto m quanto fa queſta giunta alle coſe gia dette
della conſh'rurione della ſauola hauendo poco rimaz detto. md al,
*754 1T” 739: ”Pam-'imp Judd-o: ,và mio-15,@ -n'ms è” MiTo-'vs ”JO-us 'ing-nu
ÎKn55.PcrciÒ che ſe u’ haueua ,biſogno di quella giunta `non è vero
che ne ſoſſe ſtato detto {MSFHor'a perche habbiamo gia _dichiarato
che coſa .Ariſtotele intenda in queflo luogo per ſolutione alti-_0 non
ne diciamoAdunque ſx truoua l’vſcíta de pericoli o la ſolutione ‘del
le difficulta per quattro vie,due_delle quali _fi poſſono dire eflëre ſu: `
te per mezzo della fàuola,& due per altro niezzo che della ſauolaflt
iu commendabili ſono quelle ſolutioníflhe fi ſanno permeuoxle’l:
a fauola,che quelle che ſl fanno per altro mezzo che per-la &upla fi
come n* apparira chiaramentela ragione poco appreſſo.& apparira
,anchora che coſa s’intenda per ſolutione per' mezzo della fiuola ,L
per ſulu rione per altro mezzo che per la ſauola dídone elſempiin
' ciaſcuna viali( parlando prima della ſolutione della primayia per
`mezzo della fauola diciamo che quella èdoppia percioche o vlä quel
le medeſime perſone a ſhodare il nodo del pericolo o della difficult:
che l’hanno indottop vſa quelle medeſime coſe aleuareil pericoloo
la difficulta ,che ne ſono Rate cagiöi. S’vſanoquelle perſone a ſcioglie
re il grojapo le qualil’lmueuío annodato nella nouella di madónqlſa -
bella appo ilBoccaccio,cöcioſia
vprapreſadal coſa che
marito hauercdue adulteri in eſſefldo
camera mado’na‘lſabella ſo:
meſſerLîbertuccio
&Lionetto,~ne potëd 0in nakàlerefloue meno doueua poter celare
il fallo ſuo per cagi one de due adulteri ,prenda cagione colorata da
due aclulterí di naſconderlo al marito,S’vſano anche le coſe a fuggi:
rei] pericolo o la difficulta, di che eſſe erano fiate cagione come
vſòiltabarro ilell’adultero vna noſtra cittadina non ha molto tem
po ad vſcire del pericolo , nel quale per quel medeſimo rubarro era
caduta.Ella ſapendo-che il marito doueua vna mattina caualcare’ín
vna parte doue flarcbbe almeno buona parte di quel giorno fece in:.
tendere all’amante ſu_o’,che veniſſe a fiarſi con eſſo lei." che egli fece
volondcri,& ſtandoſi con eſſo lei in camera 8c traſtullandoſi auéh:
ne ſhori della credëza dellá donna,cheil marito tornò,&ella Ramiro il
marito tornato fece ſpacciatamente ricoùerare l’amantein certa ca:
vtorretta oíèura accioche non foſſe trouato ne veduto dal marito , fl
‘ . Bbb qu ale
i

ale dirittamcnte ſe ne venne alla camera della donna. Ma gli amati;


ti tanto ſi ſgomentarono intendendo la tornata del marito quando*
meno ſela credeuano,clae non ſi ricordarono di prendere il tabarro
dell’amante laſciato in ſu vna tauola inguiſa che giüto il marito in ca
mera,& veduta il tabarro ,il quale era nuouo diſſe,o che tabarro è
queſto moglie *.'Acui ella preſtamente riſpoſe. E’vn tabarro che io
v’ho fatto ſare veggendo che voi non v’auedauate d’hauerne
vno vecchio# pecolionoreuole,& che non vene facciauate farevn
nu ouo.]l marito credendo che la coſa ſteſsecoſi fi-a ſeſteſſo- commë
dòla donna d’auedimento, & d’amoreuolezza,&non s’auidedello’n
anno.La ſeconda via èquando la perſona eſce di pericolo , 8c ſi di
ſuiluppa di difficulta non per quelíe perſone o per quelle coſe per le'
uali u’èintra ta o vie’è rauiluppa ta,mada ſubitocóſiglio aiutata n'eſì
ee & ſene ‘diſuiluppa per altre perſone , o per altre coſe ſ1 come lece‘
monna Sigiſmonda appreſſo i Boccaccio, che miſe la ſante nel ſuo
letto acciocheArriguccio ſuo marito pareſlè vno ſmemorat‘ozòt ellm
lioneſta.Et ſi come fece la moglie di Tofano vche col gittare vna pie
tra nel pozzo dando ad intendere al marito d’eſſeruifi eſſa ittata
fugge graueſcornoHora l’vna 8t l’altra di queſte ſolutioni ſi fonia”;
da eſiëre fatta per mezzo della fauola,perciocheè fatta per mezzo di:
quelle perſone,o per mezzo di quelle coſe.o c‘ fatta da quelle perſo.
lie-,le quali gia erano trameſſe nella fauola, 5: viſi conteneuano dem"
tro.Ma la prima è molto piu bella della ſeconda,poicl1e le perſone o'
le coſe le quali ſono preſe per mezzo della ſolutione,erano opareua
no ordinate a contrario fine,& per conſeguente fanno parere'la ſo:v
lutiOne piu marauiglioſà che non ſanno le perſone,o le coſe le quali
non eſſendo ordinate a contrario fine ſono preſe per mezzo delle ib‘
lutioniDelle chic vie delle ſolutioniche ſiſanno per altro mezzo che
per mezzo della fauolaJa prima è quella,che ſi fa er mezzo di erſo~
[ſe o di coſe, che non erano introdotte prima nel a ſauola ne u inter
vengono perche le perſone biſognoſe di ſolutione vele’ntroducano*
fi come GiouannidiProcida,&Reltituta eſſendo per eſſere arſi ſono~
liberati per opera di Ruggieri dell’Oria non eſſendo eſſoRuggieri pri
ma ſtato introdorto nella ſauola,nequando v’è introdotto v’è intro
do to da Giäni o daReltituta,ma il caſo il vi conduce-.Et neſta via e
moxlto varia,&hora è molto bella,&ſpetiah"nente valido-?1a ſecocon
giunta-lariconoſcenza della perſona come fii la li eratione di Theo-
doro,&della Violante dalla morte per la venuta a caſo di Phineo PI
che eli-Theodoro appreſſo il Boccaccioñdxora c‘men bella come c` ia..
7 - libera:
‘ 186
ſhmfiöe di GM,&`diReſtituta dal ſiraco per meno diRuggîeci del
l’oriaJ’altra di queſte duevie di ſolu tióe,clie ſ1 firmo per altro mezzo.
cheper mezzo della ſauola è quella della ſolutióe che ſi fa per mezzo
di dio,odel ſuo fauore miracoloſo.&queſta è meno lodata daſAriſto
tele chele altrc,&aragione.l’erciod1e ognicoſà e poſsibile a dioSceſsë
doogni coſa poſsibile a dio la ſolutione procedete da dio o dal ſuo fa
uore ben che ſia miracoloſamon è maran lioſa,ne il poeta u’ ha du
rata fatica introuarla potendoſi con ſìmi e ſolutione ſuiluppare di
qualunque diffiCulta. Ma perche ſono pure alcuni caſi,ne quali queſta
vſolutione puo haucr luogo Ariſtotele ci’nſegna quali ficnoDe quali
prima che diciamo coſa niuna ſono da ſporre le 'parole del teſta
in net-‘[35 ai”: 15, ‘idiopNon ſi prende Mid-I come è ſtato detto inque
,Ro luogo in ſi nücato di .quella parte della fauola,chc ſi eötraporra
di ſotto a que a 1parte che echiamata Pim, nelle quali due parti ſole
ſi diuide tutta la uola ma ſi prende in ſignificato di quella parte , o
di quelle parti della fauoln che ſi contrapongono a difficolta come
hauendo Medea arſa Creu ſa,& vcciſi i figliuoli,& eſſendo richiuſa in
Cor-anto le è coſa difficile a fu ire delle mani di Giaſone. Perche la
,nia del fuggire la quale finche endole preſentato miracoloſamente
-vn carro tirati da dragoni alati ſu vi montò,& per aere ſen’ando ſen
za eſſere offeſa,fu la ſolutione della predetta difficulta,& poſſono eſè
ſere in vna tragedia o fauola vna ,o piu ſolutioni cofifatte ſi comeví
oſſono eſſere vna o piu difficulta , dalle quali non ſi vegga l’ageuo.
da vſcireSÈ ;xv-roſ- .l‘5 106 ”ſtovdum’vffiSono come s’è veduto i gra
di delle ſolutioni piu &meno dipendenti dalle coſc- gia ordinate,co=
me piu dipende la ſolutione dalla difficolta gia conſtituita quando
a’vſa per mezzodella ſolutione la perſona-,o la coſa, la quale s’evſata
anchora er mezzo a conſtituirela difficulta, 6t meno dipëde la ſolu:
(ione dalſa difficulta gia conflituita,quando s'vſa altra perſbnap al:
tra coſa per mezzo della ſolutione,che quelle le qnali s vſarono per
mezzo acóſtituire la difficulta,&aſſai meno dipëde la ſolutione dalla
difficulta quädo s’vſa dio,o miracolo perſolutione della difficultaao‘a
“Many îvíunPéa,àvr5u-xuít. PiuMedee cio è piu fauole,&piutragedie
diMedc-aſì poſsóoformarc plamorted’Abfirto ſuo fratello,perlamor
tcdiPclia,perla morte diCt-cuſaòtde ſuoi figliuoli,pcrla beuáda morti
fera che ad inſtíza dilei volle dareEgeo aTlleſeo,in ciaſcüadcllequali
.poſsòo interuenire odi) o miracoli perſoluere le difficulta,ma perche
Ariſtotele dice ſimplicemëteîi *iii a.an credercmo che intEdadi quella
d’Enripiile, nella quale arſa Creuſa & ſcznnati figliuolilclla ſopra vn
‘ ' ' B bb n can 9
.fl.

carro tirato’da dragoni alatí mandatole dal ſole ſtampa 'dalle mam'ì
di Giaſone.La quale ſolutione è ſeguitata da Seneca nella ſualfledea.
3t da Ouidio nellibro delle trasformationi. Et quindi ſi comprende
che Ariſtotele per queſte parole ana mxavís non ſi riſtringe all ’appa
ritione della perſona di dio ſolamente,ma intende generalmente del:
l’apparitioni di tutte quelle coſe clic miracoloſamente per ordigno
ſono fatte di ſubito contra natura comparere in palco come appar:
ue il ſopradetto carro. ioù :ci 'iii i’máa‘i rámg‘x amy-M910 non credoclie
Ariſtotele intenda qui di tragedia niuna intitolata ma: , ne di quella
che di ſotto dira porerfi prendere dell’lliada picciola nominandola
lavati-:Gp conciofia coſa che egli non uomini mai iAiáJ‘a ſimplicemen
te che non intenda di nella d’Homero ſi come fa qui,& è da credere
che quando egli dice cſie dell’liiada picciola fi potrebbe tra l’altre
prendere vna tragedia che ſi nominaſſe nauigatione a dietro,che in:
tenda d’vna attíone auenuta nella tornata verace de greci da Troia
a caſa,clie foſſe conueneuole alla tragedia, come ſarebbe pogniamo
la fulminatione d’Aiace fi liuolo d’ Oileo, ma qui parla delle coſe a:
venute quando i greci vo ero ternate a caſa eſſendo ſommolèi dal
ſermone d’Agamemnone,le quali ſi contengono nel ſecondo libro
dell’lliada ne poſſono preſtare materia conueneuole a ſauola di tra*
gedia. La qual tornata a caſa non ſu mandata ad efiècutione."Per:
cioclie er confi lio di Giunone Pallade ſceſa di cielo in terra con:
fortòV ſſe a fi-al ornare queſta torna tal-lora eſſendo diſpoſti,& gia.
moſsi igreci ad andarſene via pareua che il ritenerin foſſe coſa moi:
to difficile,& Homero ſciolſe queſta difficulta facendo che Pallade ap
pariſce ad Vliſſe,& che gli’nſegna quello , che debba fare per ritener
gli.Et queſta ſolutione non piace ad Ariſtotele perche non è fatte
per mezzo di perſone o di coſè,le quali fieno ſiate cagione della diffi
culta.Et è da pormente che nell’lliada nel predetto luogo o altroue
non s’vſa dificio niuno per ſare ſcendere gliddij di cielo in terra,per
cioche l'epopea non lia biſo no di lìmili ordigni potendo ſare cio
che le piace con le parole ſofia La quale attiene ſcſi rappreſentaſſe
Ayala-iiqu non ſi potrebbe ſubitamente fare ſcendere Pallade di cie
*lo in terra ſenon per alcuno dificio. Et ſereio Ariſtotele non dice
che la ſolmione auenuta nella diſiculta del ritenere i greci dall’an
darſene ſia per ordigno , come dice che è per ordigno la ſolutione
della diſficulta della fuga di MedeaDalle coſe ſopradette ſi poſſono
.cogliere tre concluſioni la prima ,che Ariſtotele,come liabbiamodet
*10,non parla ſolamente della, ſolutione della difficulta finale della Fa:
‘. . l Doll,
18
uola , ma Parla' anchora della ſolutione di ‘qualunque difficult;
in qualunque parte della ſauola. La ſeconda è che non par::
la ſolamente delle ſolutioni che ſl ſanno per ordigno & per
apparidOni d’lddi‘i ma delle ſolutioni anchora che ſi Panno per or.
digno & per apparitioni miracoloſe d’altre coiè.La terza è che par:
la non ſolamente delle ſolutioni che ſi fanno per ordigno 8c per ap
paritioni d’lddij o d’altre coſe miracoloſamente , ma parla generale
mente delle ſolutioni che ſi fanno per miracolo in 'qualunque modo.
Percio che il non liauere la iolutione dipendenza dalla diſficulta
lia luogo vgualmente o ſia la difficulra finale o non finale o appaia;
no ` liddi'j o altre coſe miracoloſamente per ordigno,o fieno i mira-z
col' iſognoſi d’ordigni,o non biſognoſi d"ordigni. &Mal’ unix-zig x o.
;hp &C.Hauendo Ariſtotele biaſimate le ſolutioni delle difficulta c ie
ſizſanno per ordigno o per altra uia miracoloſa ſ0 iu ne che non
intende di biaſimare coſiſàtte ſolutioni quando fi Zëe ero per fiu
ſapere le coſe lontane perluogo,& per tempo paſſato , o vcnturode
quali ragioneuolmente l’huomo non po ceſſa-:ſapere per altra via,pcv
cioche ſi crede che dio habbia memoria di tuttele coſe pallàte,&veg:.
ga tutte le coſe preſenti quantunque ſi Ercolano in luoghi diuerſi . '8:
tra ſe molto diflanti,& antiuegga tutte le coſe future. Et queſto dice
Ariflo _tele per Higgire la ſconueneuolezza della poca veriſimilitudinc.
che altri ſenza rammcmoratione,rapporto , o prophetia habbia la:
puto quelle coſe le quali non pare colà poſsxbile che egli ſappia. Ma
non doueua egli ſolamente intendere a rimuovere la ſconueneuo:
lezza della poca veriſimilitudine che altri non ſappia le Coſe antiche
preſentiòz future con l’apparitione di dio , ma doueua anchora in:
tendere a rimuouere vn altra ſconueneuolezza di poca veriſimílitu:
dine che dio habbia voluto ranunemorarle,rapportarle-,& proſetar—z
le quaſi dio ſia ſeruitore dell`huono,& ſia tenuto alàr cio , 8c queſta
poca veriſimilitudine ſl poteua rimuouere quando la diuorione di
coloro verſo dio,a cui ſono ſcoperte le predette coſe,ſoſſe molto
grande inguiſa che Pareſſc quaſi meritare che dio ſaceſſe cio non ſen:
za giufla cagione.Adunque poi cheAriſtotele non vuole che a pari:
tione di dio poſſa hauer luogo ragioneuolmente ſe non perriuelare
le coſe agli huomini le quali eſsiper altra via humana non poſſono
läpere,medefimamente non dee ragioneuolmente potere hauere luo
go la predetta apparitione per ſare altro giouamento a li huomi
ni ſe non quando eſsi per altra via human-1 nol poſſono iauere. Et
nondimeno veggìamo nell’efl‘empio dell’lliada addetto qui daAri:
Bb z Ro tele
lorele che pur Pallade er conſiglio di Giunone ſcende di cieloill‘
terra,& commuoueVlii e a ritenere i greci che s’apparecclxiauano di
tornare a caſa non dicëdogli pero coſa,o inſegnídogli coſa,che egli
perſe 0ttimamëte,ſe non era del tutto priuo d’intelletto,non ſapeſſe.
che è da ſapere che la commune gente crede che dio al presëte reg
a altramente il mondo che non reggeua anticamente. Percioclie è
opinione che neſecoli preſenti lo regga tacitamëte ſenza dlmOſti‘al‘ſi
in perſona con iſpirationi,con ſogni,o con viſioni,con ammonitioni
de ſuoi ſerui &con altri menu~ non inteſi , ne conſiderati dalla gente
‘ ’ Oſſa,ſi come dall’altra parteè opinione che ne primi antichi ſecoli
‘al tëpo de ſemidci dio haueſſe cura del mondo apparëdo perſonal:.
' mëte;&ragiónäélo con gli huomini,li quali ſecondo il paganeſimo e:
`tano ſuoi figliuolip nipoti,&conſigliand0 li, & aiutñdogli non pure
jielle’mpreſe pericoloſe o impolìibili ad e ere mena te a fine per ibn:
;10,0 per forze humaneflna in quelle anchora nelle qnali non era pe:
;icolo niuno o impoſsibilira al potereliumano, Et ſeguendo queſta
opinionei poeti tragici,& ep opeici ,liquali hanno per ſoggetto della
loro poeſia l’attioni de predetti ſemidei non ſi guardano d'introdur
rel’apparitioni de l’iddij anchora in caſi, ne quali ſi potrebbe ſare
, uello.che c` da fai i ſenza quelle,ſi come ſi poteua'ſare quello,che era
_ a farſi ſenza l’apparitione diMinerua nel predetto luogo dell ’lliada.
Perche anchora Catullo diſſe Talìa pi-zſentes quondam ſelicia Per
leiCarmina,dìuínocecinerunt pec‘lore- Parc:. Pr'xſentes nanque ante
domos inuiſere caſtas Szpius,&ſeſe mortali oſtendere cztuCrrlicola:
nondum ſpreca piera te ſolebantSzpe pater diuüm templo inſulgen
‘te reuiſtns Annua cum feflis veniſſent ſacra diebus Conſpexit terra
zentum procurrere currus.Sçpe vagus Liber Parnaſi vertice ſummo
Thyadas effuſis euanteiserinibus egit.Cum Delphi tota certatim ex
vrbe ruentes Acciperent lztí diuüm fumantiLus aris. Sçpe in leti:
ſero belli certamine Mauors, Aut rapidi Tritonis hera,aut Rhannu:
ſia Virgo Armatas hominum eſt pratiensliortata cateruas. Sed pol}
guam tellus ſcelere eſt imbuta nepliando. luſh'tíamque omnes cupida
e mente fiJgarunt, Perſudere manus fraterno ſanguine frati-es De:
flitit'extinéìos natus lugere parenteis Optauit genitorprimarui ſunez
ra nati Liber vt innuptae potiretur flOre nouercçdgnaro mater ſub
flernens ſe impia nato lmpia non veri ta eſt diu os ſcelerare penates,
Omnia ſanda neplianda malo permixta furore luſtificam nobis
'mentem auertere deorum. Ware nec tales dignantur viſere cçtus.
fiec ſe_contingi patiuntur luminç dato. i'nm 905- ìml‘im flîe

l
188
6”” 3,54. Veſte parole 'nonſono da intendere coſi géneralinente co
me paiono ſonarc,cio c‘the tutti i dei indifferentemente vcggano cut
tc le coſe paſſate,preſcnti 6t futurefloncioſia colà che parlando del
le coſe future tutti i dei non le ſappiamo tuttc,ma ſolamente quel
li le ſanno li quali hanno il dono della proſctia,& dello ’ndoumare co
mc ha Apollo,Ncrco, Proteo 8( certi altriEt conuicnc che il poeta
Sguardi bene di non introdurre nella ſua poeſia alcun dio a predire
ltCOſc ſu ture ſe egli non è di quella ſchiera,che habbia quello priuile
gio,0 ſe non èdi quella ſchiera il poeta dee dire come quel dio ſappia
quelle c0ſc.Diclle aueggendofi Virgilio quando ſeco Vulcano,il quae
lc nOn è di quelli dei,li quali ſappiano quello,cl1e dee aucnírc,ſculpirc
nello ſcudo d'Enca
futuro,quaſ1 le coſea quelloxhe
nſiſpondcſſc che doueano
gli ſiauenirc
porcuadiopporre,diſſc,lllie
Roma nel tcmpó

res itglas,r0manorumtj; tn'umplzos H and uatum ignatuswenturitjue


inſèius ;ui Fcccrat ignipotenfflío è Vulcano per ſc non ſàpeua que
lle coſe,ma le haucua hauute dagli’ndouini,& da colo'ro,chcle ſape
uano,&percio lc pote ſculpirc nello ſcudo. Ma ſe quella grati: dda
lo’ndouinarc non ècommunc a tuttii dei,& tra loro tocca a pochi,
molto meno tcmcrariamente c‘ da attribuire ucrgli oeti a tutti lì
huo mini,anzi non èda attribuire ſe nOn a que i huo ini,li quali liſa.
cr liifloria eſſere ſtati dotati di quello dono,’quali ſonoTireſiaflca
Roc-,Caſſandrffila Sibilla,&ccrti altri non molti.Laonde alcuno fi p0
trchc marauigliare come ilBoccaccio conſtituiſca affini temerariamë.
te l’abatc profctfficlxe hauëdo meſſo Fcrondo in purgatOrio gli ſadi:.
re.C 011ſortati,cl1c adio piace-,clic tu tornial mödo, douc tornato tu
haurai vnfigliuolo della tua (lónaql quale farai,chc tu nominiBencdce
to,percidche perglí prieglli del tuo sito abate,&della tuadöna &pc-r
amor di säB enedettoti fa qu:- fla gratia.Cócioſiacoſa dieſe ſoſſe nata
vna&bugiarda
m ſemina come era poſsibile,la
in diminuimëto deHrofetia
a buonadell’abate ſarebbe
opinióe della Rata va.
sätita‘dell’an-v
bare clichaueua Ferödo dilui,&dcſidcraua l’abatc che haueſſe. Per:
clic piu ſauiamentc haurcbbc fatto ſe liaueílè vſatc nella proſctia pa:
role dubbieJc _ ali ſi foſſero potuta acconciare al maſchio,&alla fen
mina comeTuÌ-îlurai vna criatura della tua dóna laquale ſarai che tu
dinomini da ſanBencdcttoEt alcño fi potrebbe né meno marauiglia
‘ re come purquel medeſimoBoccaccio cófiituiſca nòpiu aueduta mE-tc~
Am hoſo re ”Spagna pr<›ſcta,ilqualc propone dns ſe] zitti ferrari,
nell vno tie-quali eta grädiſsimotci0ro,&ncll’altro terraatreſſchuggi
eri deFigio uánipcrchc n’clegga vno profetädoglidie :leggera (111621:
!

"z.
L
C
die era pieno diterra,ſi come auenne,ma ſe foſſe auenuto,clie hauefi
ſe eletto quello,doue cita il teſoro ſecondo che era poſsibile che aue
niſſe,come ſarebbe paruto flo’lto quel re,c11e egli fa cOtanto ſauioi'co:
me ſarebbe reſtato ſcomato-:come liaurebbe ognuno detto che cio
gli ſteſſe bene hauendo voluto rimettere l'honor ſuo in mano di fort
nina-:Quanto a pei-tenga alle cole preterite ha piu auantaggio l’e
popeaxhe non 1a la tragedia percioche perla ’nuocatione generale
fatta delle Muſe in ſu il principio del poema, o per laÎnuocauone par
ticolare fatta in certo luogo,doue faccia biſogno ſapere le coſe paſ
ſate o Il poeta ep opeo narrare qualunque coſa qnantunque ſi vo
glia ontana dalla memoria molli-:1,8: ignorata danoi,concioſia coſa
che le Muſe fieno ſoprapoſt: alla conſeruatione della memoria delle
coſe auenutejlclie non puo fare il poeta tragico non parlando mai
egli in tra edia in ſua perſona. Ma quantunque il poeta epopeo per
opera de e Muſe ſappia le coſe paſſate,8:le poſſa raccontarein ſua
perſona non puo percio fare che le perſone introdotte le ſappiamo
ſe nOn ſono loro rapporta teda dio,o da perſone che le ſappiano,non
alti-amente che fa il tragicoNe crederci che foſſe licito ad introdur
cele Muſe anchor-ache fieno quelle clic conſervano le memorie an.
ficlie.c0me èſtato detto a ridire le coſe vpaſſàte dileguatcſi dalla me:
moriz degli huomini ad vna perſona' introdotta in tragedia o in epo
pea.Percioche cſſe non ridicono ſimiliauenimenti ſe non a poeti, 8c
a oeti come a ſcrittori.E_t percio non ſ0 come mi poſſa lodarc Cas
tu lo che diflèNon poſſum reticere dear qua Mallius in re luuerit,&
quand(-` iuuerit offici'fs Ne ſetslis veniens obliuiſcentibus ztas. lllius
hoc czca nocle tegat fludium.Sed dicam vobis iro's porro dicite mul:
tis Millibus G( ſacitc lia-c Carta loquamr anus.Perciocl1e le Muſe ram
memOrano le coſe apoclii cioe‘ ad alcuni poeti, 8c non a molte mi:
gliaia di perſone ne ſabiſogno che a loro ſ1an dette le coſe da poe
ti,concioſia coſa che eſſe le ſappiano 8: le conſeruin0,& le ridicano
6t le rammemorino ſolamente a POeti per opera dequali paſſano p'oi
a notitia d’infinite migliaia di perſone.Le coſe auenute fuori del luo:
go doue‘ſi rappreſenta tragedia ſono di due maniere percioclie al:
cune ſi poffimo _riſapere per mezzo liumano come per m:ſſ0,0 per
letter—ap pei-_altra via,& di ueſte qui non parla Ariſtotele,& alcune
ſono delle quali non ſipuo ſapere nouella per mezzo humano o per
difetto di teſtimonio percioclie ſono auenute in luogo ſecreto,oper
difetto di tempo,percioche ſono aucnme in lungo tanto lontano,
die non è pOſSibile che per mezzo liumano giunga la nouella _a tipo',
`‘ ' ‘ öl d ‘t
[89
8t di quelle parla qui' Ariſtotele. Delle coſe. le quali per di ſetto di `re
flimonio híno biſogno di riuelatione diuim per ſaperſi,è la morte di
,Sicheo appo- Virgilio, onde diſſe. lpſa ſed in ſom nie inliumati ve nie
vimago Coniugís, ora modis attolleus pallida miris Crudeleis ara:.
traiecìaque peflora ferro Nudauit, czcumque domus ſcelue Omne rea
tex: t. Et la morte di Lorenzo appo il Boccaccio che apparendo i i1
ſogno a Liſabetta gliele paleſò- Delle coſe che per difetto di ~tempi)
hanno di biſog nodi miracolo per riſaperſi el* eſſere VluO-mcllcr Io
tello,laonde per negromantia e‘ portato in vna notte d' Aleſſan
zdria in Pauia appreſſo il Boccaccio, à’muaì iii-c‘e è? :violi flying-dig,
54“* ai, :Èo 15“15 vga-yçl‘i'as ai” 13: lv *rë oMſmJ‘i *roll «penſino-t. Hauendo
,Ariſtotele detto che quantunque le ſolutioni delle coſe difficili fatte
,per opeia degl'iddij non ſieno lodeuoli, ſono non dimeno toi-:ra
i viii in tre cali delle coſe paſſate,o future, o preſenti auenute inluo
gçzlontano da'lla.rappreſentatione quando non ſipoil'onoſa .ere
'per altra via ,& per conſeguente hauendo r,…- mentione che la on
-tamnza o per tempo o per luogo dalla rappreſentatione .0 ta the
le miracoloſeſolutZOni, le quali non ſareb ono per altro odcuoli,
vſono per queſto riſpetto cöporteuoli, ſi ricorda che quella medeſima
lontananza dalla rappreſe ntarione opera che le cole non ragione
uoli ſono ſcuſate, che nOn `ſarcbbono ſcuſate,ſe ſi ra reſentaiſono,
’Cz ſi faceſſe che aueniſſero nel tempo della tragedia, come ſi ſcuſa
Sophocle che habbia ſarto che Edipo ignori come ſoſſe-vcciſo Laio
ſuo padre, & re di Thebe, dopola morte del quale ein liebbe il re*
gnoinſicme con la moglie che era ſua madre non eſſendo coſa ra
gionevole clic non voleſſe prima del tempo di quella tragedia ſape
re chi era (lato re inanzi a lui, 6t come foſſe ſtato m0rto,'poiche per
eſſere fiato morto a gliiado il regno vacaua.Della quale ſcuſa poiche
egli di ſuttone t0r nera a ſauellare, altro non dico alpreſenteſe non
che ſe queſta ſc uſa e‘ valeuole per Sophocle ìn hauer fa tra coſa non
ragione-uole doura a niliora eſſere ſcuſa valeuole per Homero , che
fa Pri-mo domandare ad Helena de capitani greci ſlancio in ſu vna
torre glivltimi tempidella guerra troiana non eſſendo coſa ragione
iiole, che prima non gli haueſſe veduti eſſendo alcuni di loro prima
a lui veneti per ambai'ciatoriòzquaſi che da quella medeſima torre pri'
ma non ſ1 fOſſe potuto informare di loro o dchlena, o da altri poi
che queſta traſcutaggine di Priamo era lontana dalla narratione che
;ll bora faceua Homero. Hara' ſe perauentura Sèophocle haueſſe ſor
GG mata
r

mata vna tragedia d'Eclip‘o auenuta ſubito dopo la morte di Laio da


ue liaueſſc ordinatele coſe in modo che ſaCeſſe Edipo coſi traſcotao
to che non cercaſſe diſapere chi foſſe Laio, 8( cOme morto eſſendo
negli preſtata cagione da cercar ne,queſta trascutaggine perche ſa
rebbe dentro dalla tragedia 8c dalla rappreſentatione non ſarebbe to
` Ierabile ſi come, non ſarebbe tolerabile in Homero la traſcutaggine
di Priamo la prima volta che gli ſu preſtato agio di conoſcere icapi.
tanigreci o d’inſula torre,o altroue non hauendone domandato ſe
perauentura Homero haueſſe narrato quando Prin m0 ~Vide la prima
volta icapita ni greci. izilà ,iii'mdi's By” i': frgayod‘i'ai Minimi, iiiës J‘Ãí (ii-ad”;
*io-‘is Baunei-s &Koloxáçovs- Cominciò Ariſtot‘ele di ſopra a parlare della ſe
conda parte della qualita della tragedia,‘la quale contiene i coſtumi,
6t hauendo detto che quattro coſe u’erano da co nſiderare , 8t come'
anchora vi ſi dooeua conſiderare la neceſsita ola verilimilitudinepaſè
ſòa ragio nare delle ſolutio ni delle diffiCulta &preſa cagione lia det
ta alcu-na coſa delle coſe non ragio neuoli.Hora torna a ſauellare de
coſtumi inſegnandoci che per figurargh’ bene'd’obbia mo ſeguitare
' l’vſanZa de buenidi pi ntori d'imagini hauendo vna idea de coſtumi
perſerta,nella quale riguardiamo quando vogliamo coſtumare le per
ſone, ſi come eſsi hanno vno eſſempio di perfetta belli-21a nel quale
riguardano quando vogliono effigiare Vna perſona bella Etè da por
mente che queſto inſeg namento non è congiunto con le coſe dette '
di ſopra,ma poſto in queſto luogo a caſo ſi come molte altre coſe ſo
no poſtein moltialtri‘ luoolii di' .qucſtolibrettoAd‘üqi a' pi-Ouare che
noi dobbiamo fare unoellÎ-mpio perfetto dettoſtumi vſa queſta dimm
&rationeColi comeidipmrori che figuranoi belli gli figurano bene
perche s'härfo prima fatto vno eſſempio perfetto di bellezza nel qua.
le tutta via riguarda no coſi il poeta della tragedia,la quale è raſſomi
gliatrice demigliori dec hauere v no elſ'empio de coſtumi perſetti,acui
nel coſtumare le perſone miri cótinuamente. Primaio dubito chelo'n
ſegnamento donatocida Ariſtotele non ſia vano, o non ſia per gio
uarci molto ſe egli non ci’nſeg na anchora quale debba eſſere, 81 co
melodobbiamo formare. Et ſe ſidira che egli ragionando d'e coſtu—
mi adietro ci ha aſſai inſegnato quale ſia,& come debba eſſere ſarto,
perche dunq;r di nuouocitorna a dire quello che gia ha detto fo per
che non ci rimette a quello che ha detto? Ma non è vero cheegli vo‘
- glia che le coſe inſegnateci de coſtumi' poſſa no conſtituire queſto eſ—
ſempio perfettoliauendoci inſegnato che dobbiamo riguardare ne
' coſtumi
\
189
,coſtumi mezzaní‘òznon ne perfetti inguiſa clieſeguita .che egli inffno
aqui ci' habbia inſeg nato male,o'clie qui non ci'nſèg ni bene. Ma po—
gnia mo che la dottrina inſegnataci adietro de coſtumi ſi conſaceſſe
,con quella,the ci è inſegnata qui,& clic ci ſaceſſe biſogno de collumi
_ortimi,non c1 baſtera miga vno eſſempio perfetto d' ottimi co fiumi,
come baſta v no eiTempio di perfetta bellezza pog niamo d’vna do n—
na al dipintoie per fiourare le-ſigure donneſtlie belle. Percioclie i
coſtumi a ncliora perfetti in qualunque grado ſone-piu vari) che nö
ela bellezzadella donna.Laquale èriſlretta dentro da termini di linia
`menti,di miſure,&di coloritemperati,& poteua Perino del Vago pit
tore fiorentino dichiariſsima fama a, nollri di con la bellezza diſu
moglíe,la quale s’haueua conflituita'nella mente per eſſcmpio della
'ſoprana bellezzafigurare molte figure di donne 8t ſpecialmente quel
_jedella vergine riconoſcendoſi in tutte vna maniera ſola di ſoprana
hellCZZa. Ma Giotto dipintore pur fiorentinomolto tómendato ne
tempi paſsatí non pote, ne volle con vna maniera ſola di marauiglio
~ ſo ſpauento figuraretuttigli Apofioli nel portico della chieſa di ſan
Pietro a Roma quando facendo fortuna nel Giordane apparueloro
il ſignore caminäte ſopra l’acqua,ma a ciaſcuno partieolarmenteaſſe:
no vna maniera di marauiglioſo ſpauento ſeperata, ne ſa giudicare .
,chi gli riguarda quale ſi; piu da lodare,Et della varieta de collumîz'flt
. nOn atta ad eſſere compreſa ſotto v no eſſempio perfetto ſoloſijvede
l'eſperienza nel ſacrificio d’ lpliigenia ſacrificatain Aulide dipinto
_ da Tim-1 ntetanto commendato da Plinio,da0`uintilia no,& da altri.
”lr-:27ml: &even-'WL Pa re clic d0ueſſe eſſereſcritto piu toſto &reo-Sp
, che Zar-:900‘: accio‘clic la bóta de dipinti riſpódeſi’e allabótade rappre
ſentatiſi come ſi dice alti-oue 007.6va7@qu ”elfi-vs :Iulm Et è da por
. mente che altra è la bonta rappreſentata dal dipintore, ‘& altra è-la
. boma rappreſentata dal poeta ſecondo che ſu detto di ſopra-Percio
,che il dipintorerappreſenta la böta del corpo cioè la bellezza,e’lpoe
Ata rappreſenta la bóta dell'a nimo,cioèi buoni cofiumi.Appreſſo c' da.
perremëte come è detto di ſopra‘ che la perfettione della pittura non
cóſiſte piu in fare vn perfettamëte bello,ch‘c in ſare vno perfettamé
te brutto o mezzano,ma cóſifle infare che paia ſimile al viuo,&al na
turale,& :il rap reſen tato obello o brutto o mezza no che ſi fia ancho
ra che il dipintore debba ſapere quali termini di miſure,& di propor
.ñ ;ioni,& quali colori (i ricliiegganu a ſare Vn bellouà 7d,- ím’vai Draw-Ni
”i ráò or'idcmagçiydo non credo cliei buoni dipintori _che rappreſen
‘ - C c c_ a tano
,
(

tano le perſone habbíano quello effimpío in caſa, oin mente cliché


parla qui Ariflotele, nel quale riguardino quando effigia uo alcuno
huomo certo,& co noſcxuto,o alcuno incerto Gi ſconoſciuto.Percio
cheſgli effigierebbono tutti ſimili,& queſto ſarabbe vitio,& non vir
tu, :come a Perino del Vago era attribuito a vitio che faceſſe le fia
gore delle donne ſimili a ſua moglie-Ne mi pare che ſi legga d'alcu
no ſimile pittore alcuna coſa. Egli c‘ ben vero che perche een iu
agio lì puo coglicr dalle ſtatue,& dalle dipinture l’eſſeinpio 8c la :mi
litudine, che non (ì puo delle perſoneviue, ſi ſoglxono a coloro che
voglionoimpararca dipingere proporre inanzi pitture o flatue da
aſſomigliare. Perciocne eſſeci ſiprcſcntano inanzi agliocclii in v
no fiato, 8t le oſsramo contemplare quanto ci piace ſenza moleſtia
loro, & in qua parte piu ci piace altramente nó veggo che gioui l'eſ
ſempio domeſtico- Suolo” mmuîlni intendi aiuti-_i poçcpí. Adunquei di
pintori facendo l’ imagini ſimili all' eſſempio che hanno in caſale
fanno piu belle, che non farebbono ſenza eſſempio,oſe rappreſen
tano le perſone belle conoſciute le ſanno piu belle- Ma quello è vì
tio concioſia Coſa che virtu dell'arte ſia non fare piu bello, ma fare
ſimile, o dipingono ipiu belli con molta ageuolezza, &intendi i pio
belli cio e‘ la ſchiera de piu belli in riſpetto de memni , 8K- de brutti.
’wo ”ü d;- munif armi-'flavonde ZEN'M‘, Bic. Marani lia ci dec parere
che Ariſtotelc, ſe ha queſto inſegnamento per nacc ario o al meno
per bu0n0,l' liabbia tralaſciato quando lia parlato della fauola, che
è da tanto ſecondo lui, che c‘ l' anima della tragedia, 8: che non hab
bia detto che ficonuiene hauere nella mente o in l ſcrittura vno eſ
ſempio per ſetto d’ vna fauola , nel quale iiguardiamo quando' ci
Mettiamo a comporre la fauola,coucioſia coſa che fi poſſa coſi tro
uare vno eſſempio perfetto di fauola come vno echmpio perfetto
di coſtumi. Hora dice che il poeta deehauere Vno eſſcmpiodi sde
gn0,& Vno di inanſuetudine per poter rappreſentar bene gli :degno
ſi nobili ei ma niueti nobili migliori. Pet-cieche ci ſono `gli sdegnofi
vili, ei manſueti vili , & piggiori. Er non contrafla inliemc l’eliete
ldegnoſo 8c l'eſſere buo no quando altri ſi sdegna per giuſta cagio
nc, che glien’ è data diſpiacendogli il peccato, 6c lc Coſe malfatt'e.
J” flip "mx-xh trai-;sù EMO. Aieſte pa role poſſmo riceuere due
ſenſi. L’ vno è, Homero fece il bueno Achille sde noſo in ſopra
no modo tenendo gliocclii della mente fiſsi in quälo cſſcmpio do
meſüco,ſenza il quale non l’haurebbePotuto ſar tdci—’altro èHO
[IW-l‘0

*A -—- n.. ....`.-, ,.. x-.. 1-0—1., A ..,A


z 19!
mero Fece il buono Achille 5d: gnoſo in ſopráno grado perche ſoſ
ſe Vno eſſempio a gli altri poeti perfetto dello sdegno de migliori.
Ma l'vno & l’altro ſenſo non pare molto eommendabile.Percioclie
quanto al primo potrebbe alcuno domandare ad Ariſtotele chi lia
ueſſe rivelato a lui che Homero liaueſſe quefio ſuo imaginato eſſem
pio di perfetto sdegno, & che in quello riguardaſſe uando feceil
buono Achille tale, co ncioſia coſa che di queflo non i? ſappia , ne ſi
poſſa ſaPeie nulla, quanto al ſecondo, ſe vogliamo che Ariſlotele
affermi cio, non ſo vedere come non contradica a ſe fleſl‘o , il quale
diſſe di ſopra, che i coſtumi ſi ptendeuano per riſ etto delle perſone
operantLànon le perſo ne operanti per riſpetto e coſtumi.$e adun
queicoſtumiſt‘guitano, &aecom agnano le perſone operäti come
qui ſi dice,cl1e Homero ha fatto i buono Achille sdegnoſo er pro
porre a gli altri vno eſſempio di perfettionedi :degno eſſen o flata
ſua intentione di rappreſentare principalmente vnaattione d’Achilr
le, 6: non i coſtumi c' Ma perche di ſopra s'è parlato di quello aſuf
ſic-‘enza non mi diſtendo qui in iu parole. n51- J‘ií Jliançäi, ”ù ”rbt
"Miſſili -iòs ragà, Bic. E'ccila fauo a, ſon ci icoſtumi,ecci la ſententia,
ecci la ſauella, ſon ci la víh,& l’hai-mo nia,le quali ſono parti di qua
lita della tragedia d’alcuna delle quali ſi ſo no dette molte coſe come
della ſauola, Gt d’alcu na ſe ne ſono dette poche come de coflumi, à
della ſententia,& d'alcuna nó s'èa ncliora detto nulla della quale non
dimeno ſe ne diranno molte come della ſauella,& d’aleune non ſe ne
ſono dette, ne ſe ne diranno come della viſta & dell’harmonia. Per
che adu nq; Ariſtotele nò c‘ per dire coſa niuna della Vifla,& dell’liat'
mOnia qui ne ſa menzione anchora che queſto non ſi a il luogo con*
ueneuole nel quale ne dOueſſe parlare ſcuſandoſi perche non ſia per
parlarne.quaſi altri non ſi debba occupare in inſegnate coſe nó ne
ceſlarie alla poeſia, & maſsimamente quando ſono Rate ſufficiente
mente inſegn.: te da altri. Ma egli moſtrando di dirizzare il ſuo par
lare ad altro ſegno vi naſconde quella ſua ſcuſa- Dice adunque che le
coſe inſegnaretla lui inſino a qui intorno alla fauola, dt alla ſententia.
& a coſtumi ſono da eſſere oſſeruatc, & oltre a quelle ſono anchora
da eſſere uſſeruate quelle coſe che apPertengOno alla viſta,& all'har
mo nia, auegna che fieno coſe non neceſſarie, nc principali dellatrl
gedia,delle quali per altri u’e‘ fiato parlato, quaſi dica io non ne diro
piu altro poi che non ſono coſe ne neceſſarie, ne principali della
tragedia, 6: n' èüato detto ſufficientemente da altri. Hora dice m7”
Cec z Jil“
i
di” .lim-;5… Le coſe inſegnate in fino a qui deo no eſſere oſſeruate,
6K conſeruate ſi come coſe ncccſſarie,& principali,& intellettuali, 8c
non inſegnate da altriper comporre la tragediauù mi: mito” eum-;à
-nì ;È n57… &Moi-todas "Mt-at 'iíi mm-rníEt oltre a q ueſte ſono da oſſer
uare ancliora quelle che non ſono necelſarie,& ſi comprendono col '
ſen_ſo,& ſono ſeguaci della poetica-Lequali ſono la viſta & l’harmO*
nia,& lc chiama nó neceſſarie perche egli ha opinione che della tra
gedia leggendo ſi tragga quel diletto o vtile che ſi fa rappreſentans
dola in atto, & chiamale aſs-i'm cio èſenſibilita, 8c coſe comprenſibi:
li pergli ſenſi del corpo,cioe perla veduta degliocchi,& perl’vdita de
gliorecchi come ſono tlleatro,palc0, maſchere, recitatori, ballatori,
cantOri,ſonat0ri,balli,canti,ſuoui.Et chiamale ſeguaci della poetica,
percioche non riceue og ni maniera d’liarmonia,ma quelle ſolamen
te _che ſono compagne dei la poeſia,& n0n d.ſſe ſeguaci della tragedia
-ma della poetica,percioclie n0n ſolamente la tragedia riceue queſta
compagnia,ma la comedia ancliora, di la dithitambica come è fiato
dett0,›eà poìf m' ori-rà: 2;” &gag-5m nominati nchora che non appar
tenga al poeta il _ſar queſte coſe non neceſſarie ne l’eſſercitarle, non
dimenoa lui appertiene l' ordinarle piu ad vn modo ehe ad vno al
tro perche la tragedia rieſca piu bella. Laonde di ſopra diſſe 191‘:. *m'n
.My ;Uiſphöp mio@ íè‘ivàs è: No ans-Sr@- Riki-A95? 7a” 8t -rgzîtflioù dmn”
.çi’izi ‘Wok-AIB, & ſpetialme me eſſendo publicatii libri, ne quali ſi tratta
delle coſe della villa, 8c dell’ harmonia,pergli quali il poeta potra ſa
pere come ſi debba no ordinarele cole. Et non dice egli che quelli
ibri fieno [lati ſcritti da lui , o publicati da lui,ma dice che ſo no put
blicati intendi da alrri,& in parte intende egli di quelli clic a nchora
in ſu il principio d-.l libro terzo della ritorica ricorda dicendo Aia-9
o?” ä'ri ”ù mgl rai‘: èuroçmiv is-i -rò roioîîrov Young ”ù mg? du‘- ”Ulllflláll Smç'lflgoi'w
m infamia *reſine-(i xyîi fiorito-ii MO. ,
n PAPTlCELLA DECÌMA S ETTlMA. ;Wait-s 5- fl' un ze… tra…
’L ”Legend/Jia i" 'atrqvoglóeoSfltj‘iífli ”Hi il 'otflxvaffiflflà iî :ma-;0| Xçömn J‘iſſùmfl'cv
ì! i di?! ‘rasp diuéoiiJoJ-ropil‘hàifiii (ſacri-gd” alyxnpflſp çoçoi’eiv 7n7utîs,'iiiisífe$
’2 OÎ'ÎS ip 1?_5 Otis-i3 with-G: ,7-3 ’tmſſmmffigù Teil-mp 73143}- îv ri; ch'a-…75 cio-,oöëalfràì
ì’. Elia-rà ’fegiJ‘íçslzflsù olav iv ”T -rugoT-rjjz ?ſu mois, ſs! J‘ì-iwſſrois xnîàz’il 547mm:
3'. xeſqop, oiap 'Wi/mis W 7'715 oli/UTS- iz’MoJ &miopſſàhi i‘m-‘i 7715 'WWE, ”sù EMO-t i‘m)
’ì ?dici ”5076p ddl _al‘ nio ”ſswsîvwi &TfX'óTEçfi-ſ xò arl *rciac'J-rai ”Brigid-Pi inm
”- ’MEN/d Surf" il 1075 viſſflçoiI,BIÀ7ſoL-L J‘uſſflgau aſ zzmim'flm ínò 77 voli-nl’,
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Pim-ou TuJ‘iTJfl ha…, Bs‘wçiímp ijò cibi-5t, &m’ha-11…. ”Zi iii! ni: quivi” v. il‘oí- “
(aj 7a?? ”dei 715m‘, duvt^07ldnlwo ”Ms‘flíflw’ ’51| iv TÌJTQ‘UHKQTO HUM-iin sfuſi“ “
”li-;Jr ’iÈn‘ianeav îi Taiſen:. tsi 5m ”Lidi-'MTG- iu ”açaìicyirmä 105 Amii-fe, oiov, 'iv “
725 ëá‘umî rö le‘m'MQ, 5 ”951 ya‘f *ian 't'qi-i ric-iena, 3 äxîoço'tm, 5 Jtiàs J‘iîiiu'- “’
nu aci-«rioçiouYÎQ-.zfümin ivolndlvflafthdylfffllîflo mſg J“ Bell-rſs” aiuflófttls il “
íÈ Sons‘: 15g ”youbuy-n?! iméëwsylrvoflívns J‘i éxíiop, ciuffi-'i i115 doccia-n'a: ai: “
leá‘uy‘i 1! i'oifllti’g, (liti: ’eſp Bouhäìx iniätim Boiano-rat. :il rif rotaína ad'… “
{mi 70$‘: mmiuiívop diflllvf, ma mçlá‘lçflllocl. Milena-là ai* Ex (VMOÌWHOÎÎ. “

CONTENENZA. Stormenti della riconoſcenza, Valore , Vſo, &


Opportunita de predetti ſtormenii.
VV L G A R l ZZ A M E N T O. Veramente è ſtato detto prima "
che coſa ſia riconoſcenza, ma(piu)ma niere (ſono) di riconoſcenza. “
Et la prima( è )diſariiſicialiſsima, & la quale aſſaiſsími vſano per “_
mancanza, 8( è quella( che ſi Fa) perſegni* Hora di queſti alcuni (ſo- “
no) nati ( con le pei-ſone ) come (dicOno ) la la nCia, la quale por— “
tano igeneratidella terra,ole ſtelle, quali nel Thieſtddice) Car- “
cino- Etalc uni (ſono )aueniticci, 8: di queſti altri ſono nel corpo “.
come le margl ni (rimaſe delle-ſedite) a altri ſuori,( come ) gioielll, “
8t qualec‘ nella Tiro quello della culla. Hora l'vſo di queſti puo eſſe- "
re migliore,& píggiore come Vliſſe per quello della margine altra- “
mente ſu riconolciuto dalla nutrice, & altramente da po7 Cílſl. Percio “
che anchora tutte(l`altrc celifatte riconoſcean fat-i e per cagione di "
far ſede ſono meno artificiali,Et qm—Iie c lie auengono per mutamëe “
to Come qorlla che auéne ne lauaii éti ſono migliori. Laòde ſono diſar “
tificiali,come Ol eſtenell’lphigenia riconobbe-‘la ſorella eſſe ndoſtato “
ticonoſciutoda lei. Perciocheelln pei la piſtola ſu riconoſciuta,&cgli “
-&ci Hora egli dice quelîe coſe le quali vuole il poeta ma nó la fauoia. “
Perche nó li ſcoſta dal predetto peccato. l* ercioche eliciro tra mette- “
re anchora certe coſeöinel Teſeo diSophocle la voce della nauicella “
da teſ- “
” da teſſere. Etla terza _èquella clic lì fa per ricordenza eſſendo altri
” commoſſo veggendo alcuna coſa,(o vdendokome quella che _è nel.
” le coſe Cipria nedi Diceogene. Percioehe veduta la pittura pia nie,
” a quella che e‘ nel nouellçmento d'AlcinooJ’erciothe vdendo il cr
” taratoio, & rinouellata gliſi la memoria hgrimò. Laonde furono ri
” conoſciuti. Et la quarta _è quella che ſi fa per ſillogiſsimo, come nel…
" le portatrici delle funerali offerte che vno ſimile era venuto, 8t niug_
no è ſimileſe non Orefle,queſti ;dunque è venuto. Et quella dell'i
liigcnia di Polijde i [Sophíſla. Percioche fu coſa veriſimilc ”coglie
' re per ſillogilìmo, che perche la ſorella era ſhta ſacrificata a lux ar,
” cliora aueniſſe d’eſſere ſacrificatoEt quella che nel Tidco di Theo
” dette elie veni-do accíoche trouall’e il figliuolo egli pert.Et quella che
” è nelle Phenifi. Percioclie veduto ill uogo cöprdono Per ſillogiſimo
” il dcſtino che foſſe deflínato a loro morire quiui con cio foſſecoſa
” che in uçſto luogo foſſero {late ſpoſte. Et n' è alcuna compo—
” (la di ſal o ſillogilìmo del theatre, cOme nel falſo rapportatore d’V!
*’ lille-Perciocliç quelli eÎdi conoſcere l'arco clic non liaueua vedi;
” to,& quellixome ſeeſſo l’liaueſſe riconoſciuto percio fece vu falſo
” ſillo iſimo* Hora ottima riconoſcenza tra tutteè quella che attiene
" per e facende (leſſe procedendo lo ſmarrimento per le coſe _veriſimi
"’ li come è quella,ç he è nell'Edipo diSophocle,& nell'lphigenía. Per
” cioclie egli e‘ coſa veriſimile lei hauer voluto man dar lettere cancio
" ſia coſa che uefle cofifatte 'ſole ſi faccia no ſenza ſegni imaginati 8:
'9 ìoielli,& le econde ſono quelle,clie fi fan no per ſillogiſmo.
POSlTlON E. Ariſtotele diſſe di ſopra che coſa ſoſſc n'c0noſcenza
della uale ſi diede a fauellare per eſſere v‘na parte riempie-nre la fa:
”Ola rauiluppata,& diſſe come n'erano di tre ma niere,due hauendo
riſpettoalla ſinceri: riconoſciuta che era o perſona o fatto & vna
hauendo riſpetto alla cagione operante, & riconoſce-me che erala
coſa ſenza intelletto, 8: parendo li d'ha uer parlato diſettuoſamente
ferdoche non lu parlato degli ormenti per mezzo de quali ſi ſe
a aſſomiglianu fa qui vna giunta alle coſe gia dette. La quale pote
ua medeſima mite mettere altroue poiche non appare ragione ninna
perthe l'liabbià mcſſa qui- Er è da ſapere che egli non parlai” ueſh
giunta degli flormenti per mezzo de quali fi riconoſce-il fattop a co
ſa ſenza intelletto fa la riconoſcenza,ma ſi parla ſolamente degli (to:
menti, per mezzo de quali ſi riconoſce la perſona dt per conſeguen
te quella giu nta nó perticnç a tutte le maniere della riconoſceníaflz
~ a_ vnz
- ñ 193
:a'd vna ſola;che` èla p’erſónalejntomo a quali ſtormenti ſono da ve':
dere quattro coſe per poterebenecomprcndere quello,che vuole
-dire AriſtoteleJ’vna quali fieno-queſti ſtormenti , l’altra quale ſia il
:valoreloroJa terza qualeſia l’yſ0,8cla quarta quale ſia l’opportuni:
ta.Prima adunque è da ſapere che_gli ſtormenti della predetta ricono
ſcenza ſono di tre maniere,vna~de ſegni# lÎaltra d’atti, & la terza di
paroleJſegni ſi diuidono in que che ſonoinfiſài nel corpo della per:
.ſona,che dee eſſere riconoſciuta , 8t iniqne -che .non ſonoinfiſsinel
…corpo,ma ſeperati.l ſegni infilèi nel corpo ſi diuidono di nuouo in
que che naſcono `con le_perſone,8un quelli-che auengono loro er al
cuno accidente.Quelli.che_naſcono con leperſone di nuouo idiui.
. -dono in que-che ſono communi a tutte le perſone d’vna famiglia, Ct
in que che ſono propridÎvna perl‘ona.Adunque ſegni inflſsi nel cor
po della perſona ſono come,nei,margini di fedite ſaldate,i ſègni ſepe
rati dal corpo ſono come anelladiabitiJſegni che naſcono con la per
ſona,ſono come ,nei,l’hauer ſei dita in vna mano…"lſegni che auengo:
.no nel corpo per accidente ſono come le naſcenze,le margini delle
fedite ſaldate,|ſegninati con la perſona communia tutti que d’ vna
famigliaſono .come il ſegno della lancia che haueuano i diſcendenti
da que cinque che ,reſtarono viui tra .coloro che nacquero de denti
del ſerpente ſeminati.da:Cadmo,& come la ſpalla (dell’auorio che ha:
ueuanoi diſcendenti da Pelope-lſegni propri nati con la perſona ſo:
no,come i nei,›$c que ſegni,che ſi domandano voglie. -Gliatti fidiui:
dono in quelli,che,,altri fa ſeco ſteſſo , 8t in quelli ,che ü con altrui.
Belli che altri fa ſeco ſteſſo ſl diuidono in volontari,in naturali , 8c
in accidentali.Gliatti adunque che altri fa ſeco ſteſſo ſono quali fa
Martellino appreſſo il Boccaccio quando cominciò a farſembiante
di diſtendere l’vno de diti,& appreſſo la mano,& poi il braccio,&co=’
ſi tutto a venirſi diſlendcndo ,pergli quali -fii riconoſciuto,& quale
fu quello di meſſer Torello ,che ragionando con lui il Saládino’de
ſuoi vccelli cominciò a ſorridere,& tece vna atto con la bocca,che i]
Saladino eſſendo a caſa ſua a Pauia haueua molto notato. Perſo qua
le atto al Saladino tornò alla mente m ſſer T0`i~ello,& quale fu quel
lo d’Vliſſe quando :vdendqil citaratoio lagrimò.l..’atto volontario
fi puo eſſemplificare negli atti di j-Martellino, il naturale ntll’atto di
meſſerTorell’o,&_l’accidentale nel la rimare d’VliſſeLe parole ſi di.
uidono in quelle che ſono (lette ſlu ioſamente, 8t in quelle che non
ſono dette ſtudioſamente dalla perſonazchedeeeſtère riconoſciu ta,o
vda vna terza perſona.Parole_‘dette dalla perſona .che dee eſſere rico:
* ~ Ddd noſcru:
noſcíuta Rudioſamente ſono come quelle che_ diſſe Orefle appreſſo
Euripide nell'lphigenia in Tam-is ad lphigenia quando ſi ſa ricono=
ſcere.Le dette non iſtudioi'amente larebbono come elle che ilme:
deſimo Oreſte perauentura'diſſe nell'lphigenia di P o i7`de il Sophiſta
.moſtrando a Pilacle che alui toccava morire, & dicendo che ſua ſo:
rella fu ſacrificata,& egli ſimilmente doueua eſſcre ſacrificato. Perle
quali parole lphigenia pri-.le cagione di riconolcerlo,Le pal ole det:
te da vna terza perſona fludiolameme ſono come quelle che diſſe il
vecchio quando Merope era per vccidere il figliuolo. Le dette non
iſtutùolàmente ſono come quelle di che famcntione Dante nello’n
ſe: no.l0 non gli eonolcea ,ma cì ſeguette Come ſuol ſeguitar per al:
.cun caſo Che l'vn nomare all’altro conuenette Dicendo Cianſa do:
ue fia rimaſe-:Perche io accioche il duca fleſſe attento Mi poſi il di:
to ſu dal mento al naiolo veggo che ſi porrebbe ſare Vna diuiſione
di queſti ſtonmenripiu diligente , 8c per auentura Piu compiuta ma,
er non iſcoſtarſi dalla mente d’Ariſtotele non Ci ſiamo ſa ticati di tar
E alti-amente la quale accioche piu chiaramente iìcOmpi-enda moe
Etero come in figura,

Fuori del corpo


“gm Anenitíeci
Nel cor o - ' comma‘
P Nau con la perſona
Propri
l Con altrui
:tormentodelmm Volontari
` la ricono-~ Se“, flcſſo Naturali
I’ ſcenza Accidenſaü

' Studioſamentc
Dal riconoſc euole
Non i Rudioſamentv
Paro
` le
‘e d e tñ Studioſamente

Dal terzo
Non iſtudioſamente

[lvl:
. 19
ll valore di tutti & tre queffi (tormenti ſe ní,atti',&`pa'role ficonſidg
ra nell’eſſere eſsi piu o meno dimonſtraouiPercioche alcuni alc’una
,volta ſono ſolamente indicatiui, & alcuni ſono alcuna volta non
pureindicatiui. ma dimoſtrati… anchora , 8c quantunque i dimo
-ſtrariui paian-o hauerc piu valere in quanto ſanno piu 'chiaramen
.te conoſcere ‘la perſona conoſceuole ,non dimeno gl" indicatiui ſo.
;io da ſh'mare piu,cl1e i dimoſtratiui, percioche pergli’ndicatiui la fa,
uola rieſce piu’bella 8c ſt peruiene per ſoſpettioni alla riconoſcen
~Za. l’vſo di tuttettre quelli ſtormenti ſegui, atti, 8: parole ſi confide:
ra nel fine,al quale ſono indirizzati# ordinati da colui, che gliuſa,
Perche
diuerſo,0poſſono eſſerc
contrario allaordinati alla riconoſcenza,&
riconoſcenza. ad paia
Et vquantunque altrochel’vſo
fine o
,de dirizzati alla riconoſcenza ſià vpiutla commendare che non è quel:
lode dirizza ti altrouepoiche ſiçcerca la riconoſcenza non dimenopiu
.è commendatol’vſo de dirizzati altroue 8t piu di que che ſono di:
rizzati a contrario fine che a diuerſo.L’oppoi-tunita per la quale tut.
…ti 8( tre queſti ſtormenti ſi poſſono,o ſi debbono, introdurre è la con
.ſlimtione delle coſe hauendo riſpetto alla veriſimilitudine o alla ne;
,ceſsita ,della quale conſhtutione quanto app rtiene all'opportunita
non Fa _quella mentioneArifiotele che dourebbe,& la quale conflitu
tione perche per tliuerſe vie puo preſtare ca`gione d’ introdurre ſe:
gni,atti,& parole ,che additino,o dimoſtrino la riconoſcenza ſ1 pote.
tua diuidere in piu capi,de quali Ariſtotele lia nominati due chiaman=
do l’vno_,n1emoria,& l'altro ſillogiſmozu quali non ſono altro che
due delle molte particelle-della conſtuunone delle coſe,da quali ſecon
- _do il verifimile o la neceſsita ,altri prende ſo ſpettione per la quale
poi peruiene alla riconoſcenza. ivaflo’çtm 5 :luis {gita Zig-mt mmm:.
Non ſolamente èſtato detto che coſa ſia riconoſcenza,la quale ri:
_empie la ſauola rauiluppatazòc diffinita, ma è anchora ſtato detto che
,cene ſono tre ſpetiqdue per cagione della materia ſottopoſta alla ri.:
conoſcéza che ſono perſone &fattLGda terza per cagiOne di clu rico
noſce,che ſono coſe insëſate.Si che ſono in effetto,&veramëte quat:
_tro ſpctie due per cagione del conoſciuto ,l’vna di perſone 8( l’altra
di ſatti,&due per cagióe del conoſcëteJ’vna dell’huomo,&l’altra del
.le coſe insëſatefs'w 5 &vaflegfl'anrcio èle maniere degli ſlot-mëti pergli
,quali ſi fa la-riconoſcëza intëdi ſono quattro percioche Ariſlo tele di:
uide gli &ormëtiper alcüi riſpetti in quattro maniere,le quali noilxab
biamo diuiſe in tte ,cio c‘ inſegni ,in atti , 8c in parole ., 8c ſono ſegni
parte della conflitutione di ſzluola ricordanza 8c iìllogiſimo. ”767-17
ìzmvoſaíſnnù i ”AJFoI‘xgöv’ſxiá‘l imaging i W159: dum-'0p. .Gli ſtormentiP
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pei-gli quali‘ſi fa la riconoſcenzamon ſono altro che le pruoue,& glié


argomenti,pergli quali ſi peruiene alla notitia della- perſona che ſi
dee riconoſcere-.H ora ſi come Ariſtotclc diuide nella :ritorica le pruo
ue,per mezzo delle quali il fauellatore intende di dimoſtrare alcuna
col`a,in artificiali,& disartifiCiali, chiamando artificiali quelle, nel tro:
uamento delle quali e li dura tatica,& eſſercita. molto- lo’ngegno,8{
disartificiali quelle,n trouamentov delle quali egli non adopera mol
ta ſortilita d’ingegno,eſſendo eſſe atte ad eſſere vedute da qualunque
perſona commune,coſi domanda‘ quella riconoſcenza- disartifiçialiſ:
ſima,la quale c’ fatta per menodi lì0rmenti ,nel tro namento de qua-—
li,niuna fatica d’ingegno dura ilpoeta. Et perclrec` ageuole coſa al:
l’huomo quando vuole eſſere riconoſciuto,qu1ntli è che.in ’fior-mon:
ti che egli vſa per mezzo‘da farſiriconolcere ſanno-la riconoſcenza:
diſartificiale,ſi come aneliora la paiono faire disartificiale,auegnaclie
l’huomo non cerchi di ſarſi- riconoſcere quando lia'con lui que ſe:
[Enini,chc
comeloſono
ſanno
le manifeſto,& che paiono
note nelle beſtie,& per queſto
nelle ſome effetto
bollate' eſſere
perche fienoin
riconoſciute.Aclunque quando i ſegni appaiononell’huomo eſſendo*
o nella faccia,o nella mano.o inñluogodella perſona-ſi clic-fieno cui:
denti,&ſpoſti agliocclu de riguardantidmiconoſcenzaè disartificia
le anchora che l’huomo-non curidi farſi rioonoſcere,ma quando ſ0
~no in alcuna-parte del corpoche fienoecoperti ſe perla conilitutim—
ne delle coſe dirizzate ad altro fine ſi ſcoprono non ſanno la rlC0n0'
*ſcenza disartificiale,ma artificiale ſi come è quella d' Vliſſe quando ſu
riconoſciuto alla ſaldatura della ſedita dalla nutrice nel lauarſi,cone
cioſia coſa che il lauamento non ſoſſe ordinato a queſto fine perche ’
la ſaldatura fiſcopriſſe,& egli foſſe. riconoſciuto dalla nutrice-,ne per‘
cio fipotcua lauare ſenza lo -ſcoprimentoî del ſegno che lo i rendeua
‘conoſceuole: Adunque: quandO‘Ariſt'otele- dice chela. riconoſcenza:
che ſi fa' per gli ſegni e‘ disartiflcialiſsima ,intendi per quelli ſegni ſola:
'mente che ſono apparenti, o che-l'huomo fa vedere ſtudioſamente?
per eſſere riconoſciuto-xs?! luis-oi XwaTA-I mangi-u: 'l poeti,li qualil
non hanno inuentione da-conſliruire le. coſe in guiſa che per acciden²
te ſi faccia la riconoſcenza ricorrono a ſegnali euirlenti , -& ſcoperti
ex propoſito dalla perſona, che dee eſſere riconoſciutaſimçlc- adun.
que è quella rouezza del poeta. per la quale. egli nó ſa ricorrere a tro
uare mezzi migliori oopportunita piu ingegnoſa per‘ſare la ricono=
ſcenzaflou'mp‘g Tè a" {Jap-me'. La riconolcenza la quale ſi fa per ſegni‘
meno ſignificatiui t a principio è piu bella ei ſegni che ſono commit:
m a;
igf‘ ’
Tni’a piu farſene ſono m‘enó fighificatii'iPer che i &gni'commlíni ad
‘tina gente o au‘ vna_ fàmkglia eſſendo communi a piu pci-ſone fannò‘
'piu bellariconoſcema che non fannoi ſegni propri d’Vna perſona;
Ariſto‘ccle ‘adunqno parla de ſegni nati con le perſone infiſsi nel co‘r
po,li quali ſono‘ communi añ piu perſone ,- quale ;ll-,x59 è da ſupplire
ç’zc-î cio è quale dicono effere la lancia , che era vna macchia in figura
’di-lancia-che idiſtendenti’rimaſi vivi tra i‘nati de denti delſerpente
ſen'n'nati da Cadmo haueano namralment'einfiſſa nella pelle.” quali
~ qui‘ Ariflotele nomina 'fil-727i?! cio“ c‘- nati della _terrazpercioche non mi:
que-ro i ſuoi maggiori-‘di donna come gli altri-hugminipa della lei~
ra. Laonde Ouidio- gli appello Terrigenas , maraltriígli n‘Òminano
'bheçroöt cio‘è' ſeminari?) Yslga‘t o'icus ip Maris-i Kaçxi'vëi‘. coſa''aſiài age'.
-u’p‘le ’ad imaginmìfifcome Cai-cine nella tragedianominat’a" il T-liieſt’e
faceſſela riconoſcenza‘per'gliſe‘gni' nati‘con le' perſone ancliora 'ehe'
Moggi di non habbiàmo’la tragedia;concioſiacoſa'che non‘ſia‘diffici.- .
le 'coſa ad imaginarſi‘ che eglifaceſſe Thieſte mangiante le' carni-de fiz‘
gliu’o’li :ron lia'ucrgli'ríconoſciuti perle teſte nel fine del conuito pre.— ’
ſentate gli'daua'ntizc ome fannb'gli aln‘í'poeti,ma fiaueí-gli'ríconofciu'
--fi'pergli'ſe‘grii
. ’diflella'o comeche‘ erario‘n‘atüralmente
oſſo‘d’ſiauOrioLa 'ualeinfiſsi nel c0rpo
rÌCOnoſcenza non‘0‘fiinſcrma
dee i112‘ ,
g
Îlicare men‘ bella‘ di qùella;che:ffinno gli-altri perletefleM’a nO'n‘è gia
cofi agenolcoſa_ a 'direrminar'e ſe'legëere fiñ debba il teflo come giace;
iiàslçaufims UVM” mici-@50 {i deb ano‘cambiare le voci &giga; ö’iovſ
in isîa-,oìé.Percioche ſe ritegnizaino’il² teſto’ comegiace,il' bale pre:- .
"ſuppone‘ che le-fiellenel‘corpo‘di ciaſcuno' della'fàmiglia’ ePelopiz- l ,
Bi foſſcro‘ſtgni infiſsi dalla natiuita non *lo poſsimno ‘conſci-:nare c’on
:anterita'lcli niun'o' ſcrittore";conciofia Coſà’ch'e co'ſi come 1a lancia era
Tëgnoinfiſſo nel corpo dalla natiuit’a di ciaſcuno de_ diſcendenti de'
_ .riaſcrrnoì
nari’dallnditerraìcofi‘debba
Pelopidi,E`t_~ ſe la”
diremo“
Rella‘ che'
eſſere'
le ſte
ſeffin’o:
è fo‘ſſeroìſegni
infiſſo‘nel corpo
panico:

Sari de figliuoli
g‘nelliflhe di Thiefle'
"voglic,& noncomm‘un’ement’e
volonta cornmuni alla faríilëlia tutta',qùa‘li
sic iàniàno‘, ſono'
Perdocliſſe
' credonopro‘cedere dalla‘volontaintenſa‘della‘madredeſidèrante' _
óofä‘ ſimile al ſegno quando è gravida# fi credono‘apparer'e in' qué]
Ja'. parte* del corpo'ch ñfigüuòloxhe primieram’ente‘ venuta_ le que-lla'
voglia tocca-con la mánO'nel ſu‘o’ corpo‘, non'- eſſend'ole Rella‘ ſegni
conoſciuti per hiſton’a ma ima inati,8i trOu'ati'da Carcino non'è ve:
*ríſin'n'le che Arlſtoiele n’hau'e e fatta tn'ëntione p'ar'tit‘to’lare. Dall’al:~
"thiſipai-të‘fxare‘ad alcuni la’ 'mu tatione’ ‘troppo ardita,& nuoaa ſe vör'
(i. .J ~ - i. A › 3,

L4
gliamo leggere Bs‘u ol'- la quale mutatione perche Tzetzes ſponitore
di Licophrone teſtimonia che in ciaſcun duPelopidi era naturale ſe:
no l’oſſo dell’auorio per la ſpalla dell’auorio cheliebbe Pelope lo
vro antico non altramëte che ſoſſe ſegno naturale la licia in ciaſcuno
‘de deſcëdëti de nati della terra,non ci dee parere coſa ardita,ne coſi
nuOua che nondobbiamo piu inchinare a lei,che almantenimëto del
l'altra lettura.Et perche Pietro Vittorio dice che GiouäniBoccaccio
afferma che a ſuoi di le donne in Firëze chiamauáo roſe quella mac:
çhia che Theodor-o haut-ua infiſſa nella pelle,perla quale Phineo ſuo
adre il riconobheao dubito che egli _né preda errore &clte nó ſiave
r0 che ilBoccaccio affermi cio. Percioche dicëdo egli,l’ vn de tre am
baſciatori,cheera huomo antico=8tdi gride autoritanomìnatoPlÎineo
li vide nol pettovna grä macchia di vermiglio non tinta ma natural
;nëte nellarpelle in ſill‘a a guiſa çhe uelle ſono che le donne qua çliia:
;nano roſe,moſh-a chiaramëte che a macchia era naturale,_&natacon
Tlieod0r0,&era vna voglia &perche era tintadi vermiglio &ſimile a
qnelle macchie accidentali che le donne in Firenze cluainauano roſe
pdc noſtre _domandano vola_tiche,8:ſono certi roſſori che col tempo
'ſeneuäno o trapaſſano in altra parte dal corpo, ”ſi 5 alla” ”tft-ligna
[ſegni aueniticci che ſono fuori del corpo cio è non infiſsi nel corpo
~ſono di due maniere,percioche alcüi ſono dirizzati alla riconoſcen:
za,& alcuni non ſono dirizza‘ti alla riconoſcenzalndirizzati ſono air
la riconoſcenza quelli,che .ſi prendono o ſi ſanno per queſto effetto,
'non indirizzati
vno per alla i-içonoſtëza
altro effettofipoi ſono quelli, ſiche
per oppormnita ſi prëdono
piegano o lìeffet
a queſto ſan.
‘tal-lora il ſe no del filo purpureo che legò la balia alla mano diPha
ſes che ſpor e fuori prima chevſciſſe del ventre materno per potere
,riconoſcerlo ſu tlegli’ndirimti
lo che la Giletta alla giouane
ſotto ſormaſid'vna riconoſcëzaEt di queſti
fiorentina fu lÎane]
volleda B.l`
tramo ſuo marito.Et di queſte ſono quelle coli-2*, che ſi ſogliono o fi
,ſoleuanopórrc co ‘ſanciu li,li ?nalial preſente ſi mandano dinaſcoſo
.agli ſp'edali,o anticamente ſi oleuauo laſciare ncl mezzo, della ſtra:
'da accioche eſſendo raccolti 8t allçuaci poſſono,o poteſſono eſſere
.riconoſciuti. De ſe ni non indiriZzati alla riconoſcenza' ſara l’anello,
' erlo qual; Tedgl o molli-antlolo alla ſua donna li fiace riconoſcere,
~ il uale ella gli haueua donato l'ultima notte, che era fiato con lei, 8t
e i hauea uardato con ſomma tliligenza,non per queſto effetto,ml
,perche ſo evn pegno dell’amore cheera tra loro. Di queſti ſara ſimil
,gente l’anello,per lo quale meſſerTorello da Paula ſu ricouqſtàîîlq
i"
~ ‘ e . . 195‘
dalla ſua dÒnna,cl1e da lei nella ſita partita gli era fiato donato non
perquefio effettoEtdi quefleſaräno quelle coſe,cl1e per altro effetto"
ſono meſſe coſanciulli che ſi ſpongono con intentione che fieno rié
colti,o pure che muoiano ſi come ſu la ciſlella imbitummata nellaqua
le ſu meſſo‘ Moiſe , quando ſu ſpoſlo nel Nilo,&la culla ol'albio nel
quale flirono meſsi Romolo 8c Remolo quando furono ſpoſli nel'I e:
‘D6ſ05& la Culi-'1,0 l’albio.nel quale Neleo 8t Pelias furono meſsi quí
do furono ſpofii nel mare. Delle quali coſe,auegna che nOn ſoſſono
da prima indirizzate a riconoſcenza , non dimeno la culla,ol’aíbio
nella Tirone ſu piegato poi alla riconoſcenszt queſta ſec0nda ma
niera di ſegni non indiriZZati a riconoſcenza è piu da commendas
re che nOn e la prima de ſegni indirizzati a ricOnoſcenzaHora noi
non babbiamo quella tragedia di Tirone,della quale ſa qui mentionc
AriſtOtele,ne alcuna altra.Percioche ſe io non m’inganno ſi poreua.
110,811] ſ-otrebbono di Tirone ſare almeno due tragedie l’vna delle
quali liaurebbe coſifatto ſoggettoSiſipho dandoſi ad intendere d’età
ſere offeſo grauemente da Salmone-o ſuo fi atello padre di Tii ont-,Gt
hauendo inteſo per riſpoſe diuino che ſe egli liaueUa figliuoli di Ti:
tone che eglino ſarebbero le ſue vendette ſopra Salmoiieo giacqug
z con lei,& ne nacquero due figliuolidj quali ella havendo ſaputo il ri:
ſpoſo diuino vcciſe,accioche creſciuti non faceſſi-ko diſiaiaCere al par_
dre di lei.Etl’altra potrebbe hauere quello ſoggetto. Tirone eſſi-nov
dole ſtata fatta forza da Nettuno,&ingrauida ta partori due figliuolj
ad vn corpo,che furono Neleo 6: Pelias,li quali ſi come è aſſai veri:
ſimile elia temendo l’ira del padre,& la vergogna del mondo poiche
gli hauetu partoriti di naſcoſo meſsi gli in vna culla,o albio ſpoſe in
mare raccommandandogli a Nettuno ſuo padre ,li quali eſſcndo ri:
colti da alcuno & allenati per prouidenza di Nettuno flirono do o
alcun tempo riconoſciuti dalla madi e per mezzo di ?vello albio.A.
dunque anchora che non poſsiamo affermare come a riconoſcenza
nella Tirone cita ta da Ariſlotelc ſteſſe no'n hauendo la tragedia ci'
' oſsiamo non dimeno imaginai'e che foſſe in tragedia vna ſauola cliè
Eaueſlì: vn ſoggetto ſimile al ſecondo poſto‘ da n01 ’is- ‘5 ”Jr-um”,
j’d‘rlófzxìçlp &c.l’vſ0 dl tuttettre le maniere de ſegni come habbiamo
detto puo eſſere piu lodevole & meno lodeuole ſecondo che la per
ſona vuole eſſere riconoſciuta pergli ſegni‘, o ſecondo thei ſegni ſo.
no appaia—Edp ſe ſono copertiíecódo c e ſi ſcoprono ex accidëti ſi'…
ri,o cotravolöta.Si che ſono quattro CaſiJ’vno è quîdo alti ivuole ef
ſere ricoóſciutopergliſegniòzinqueſiocaſo l’vſode ſegni-è mëo lodeuo
‘ ` le e’l
a
P v ~, ’

"e’lſecondqcaſo è quando altri _non—ſi eurazd'eſſere riconoſciutonn


perl’apparenza de ſegni è riconoſciuto,ët _in queſto non è tanto reo
’vſo de ſegni quanto 'e nel primo.” terzo caſo è quando altri ex ac:
cidenti perla conſtitutione delle coſe ,apparendo il ſègno, ne egli cu,
xandoſi d’eſſere riconoſciuto ſcopre i ſegni,& per gli ſegni è ricono.
‘ſciuto,ſ`i come fece Theodoro,il ,quale eſſendo fruſtatq,& per nonſe,~ '
guente ſ ogliato ſcoperſe il ſegno al padre fuori di ſua intentione,&
er que o'fu riconoſciuto, &in uelìo caſo l’vſo de ſegni è molto
buonoll quarto caſo equando a tri contra ſua volonta per la con;
Ritutionedellecoſe ſcopre i ſegni,pergli quali è ,riconoſciuto fi co-j
inc auenne ad Ylüſe uando fu riconoſciuto nel lauamento dalla ba.;
’lia,8cin queſto caſo l vſo e‘ molto bello. Hora queſti vſi deſegni di.
_ùengonò piuo meno lodeuoli ſecondo che la riconoſcenza opera_
.mouimen'to maggiore o minored'animo perla letitia , o per la tri:
_Ritia,che ſene prendeflome il guai-diano de buoi, e'l gdardiano de
' rci non ſentii-ono perlo ſegno della ſaldatura della fed-ita riconm~
’ſcendo _Vliſſe tanto movimento d' animo ne tanto ſiralegrarono
quanto ſCnti,& quanto li ralegijò la balia,percioche gia eſsi ſapeuano
Per le ſue parole che eg'i 'era Vlifle,& perlo ſegno loro ſcoperto ſeç
‘ne certificarono.Ma la ,balia che non haueua ſoſpettione niuna che
egli ſoſſe VliflÎe riconoſcendolo per quel medeſimo ſegno fia molto
piu commoſſa ſl come tu commoſſo Phineo riconoſcendo ilfigliuo:
o al ſegno della macchia ver-miglia non hauendo indicio niuno che
quelli ‘ foſſe ſuo figliuolo, 8c fu oltre a cio commoſſo anchora a;
uenendo la riconoſcenza in tempo, nel quale ſe la riconoſcenzajtar:
daua vn poco piua farſi egli perdeua la vita,il qual mouímento puo
creſcere anchora non ſolamente fuggendoſi per la riconoſcenza il
riſchio della vita,ma fuggendoſi,o riconoſcendoſi la ſceleratezza co
inc per la riconoſcenza fatta per mezzo dell’anello,& dell’ornamen:
to delladello’nceſto
ſitezza ſpalla,& delſuo
baſtone
con la dinuora
Thamar
, 8c Giuda riconoſce
ella ſcampa la ſcelera-~
da vituperoſa
,inOrteSi che l’vſo de ſegni riceue diſtintione di bonta nella ſopra det
. _ta` forma anchora per riſpetto del maggiore 8c del minore commo
uimento d’animo.” ?Zum ?mè n89; cus-…Sp- Meno attentamente che
‘non siconueniua dice Ariſtotele che Vlilſe fu riconoſciuto da guar.
dianí da porci,percio che fu riconoſciuto perla ſaldatura della fedit*
da vnguardiano da buoi, 8c da vn guardiano da porci ſolamente in
_ guiſa_ che non ſi puo verificare queſta riconoſcenza per quel ſcgno
,ne guardiani da porci nel maggiore numero. ádl ”è ai pì@ mkv-.>5 in*:
l. . "‘75' ‘
Wing-mio èqueile ñconoſcenze,che per ſegni fi confermano, Z
nelle quali s’vſano i ſegni per ſin-le credere ſono piu disartificiali,che
non ſono quelle, nelle quali i ſegni non s’vſano per confermatio=
pe,m,a s'vſano per principale dimoſh-atione. Et qui ‘e da ſupplire
Img i fle- mumög cio è come c‘ quella d’Vliſſc che fu fitta da porcari
accioche riſponda a quello `che ſi dice nel membro ſeguente Sami i,
(ai: ”Hp-5,8( accioche a queſto _eſſempio habbiano riſpetto le parole'
ſtguenti iuù "Mauritius. «i 55x mçlarííázs Zmç i i“ 1075 n'iflçus Billi-liv:. Si v
gnificaquella muratioue d’animo c ie na ſce nella perſona conoſcerti
‘,te perlo mezzo del ſegno che fa principalmente riconoſcere la perſo:
ſona prima ignorata-Ming” 54|‘ ”im-mhz: :mò 70D‘ onu-n'a'. Ariſtotele ha
fidato delle riconoſcenze che ſi fanno pergli ſegni, 6c per l’vſo gli
diuiſi in due maniere , in quelli che operano la riconoſcenza
principalmente 8c per ſe, & in quelli, che non l’operano principal
mente,ma la confermano,&ſi producono come teflimoni. Ma per:
ehe la riconoſcenza ſi ta er altre vie 8t per altri &ox-menti ,che per i
gli ſegni,de quali ha par ato di ſopra ,cio c‘ perla conflitutioue delle
poſe, a quale contiene attioni & parole parla hora di queſta ricono
ſcenza,& la diuide in due maniere,nell’vna che domanda fitta dalla
ſauola,& nell'altra che domanda. fatta dal poeta non erche l’vna 6:'
i’altra non ſia fitta dal poeta ,ma perche quella che i fa er canili
_tutione della fiuola è ordinata in guiſaclie non ſi puo in uogo del:
l’attioni,o delle parole riporre altre attioni, o parole ſenza turbare
mutare la fauola,8c ella che fifa perſo poeta e‘ ordinata in gui a
_che ſi puo in luogo de ’attioni,o delle parole riporre altre attioni,o
altre parole ſenza turbare” mutare la fàuola._Et ſi manifeſta l’vna di
quelle maniere conl’eſſempio della riconoſcenza che hebbe Orefle
d’lphigenia,clie ſi fece per la fauola, & l'altra con l’eſſenipio della ri:
_conoſcëza chehebbe] higenia d'Orefle,che ſi fece dal poeta,cio è per
_quelle coſè,clie ſi po ono cambiare ſenza pregiudicio della ſauola.~
,Perdoche lpliigenia fu riconoſciuta da Oreſte per certa ſucceſsione
'di coſe dipendenti l’vna dall’altra , la quale fu,che eſſendo eſſa greca
‘haueſſe compaſsione di due giouani greci quiui,doue ella era,capitati
per douere eſſere ſacrificati,& che per queſka co mpaſsione impetraſ:
. 'ſe all’vn di [Oro la vita e’l ritorno a caſa,& che per lo ritorno a caſa
dell’vno haueſſe agio di meſſo da far ſapere nouelle di lei a caſa ſua,
_8c che hauendo agio di meſſo voleſſe ſcriuere,& ſcriueſſe, 8c gli deſſe
la lettera da portare a caſa , 8c che gli diceſſe anchora la contenenza
pergli caſìyoſsibili ad auenire che la letter-aiſi perdegeflc che ſcriueíſî
I
' ' . , …ee
\
-~-.v

.idOreſte ſuo fratello. MaOrefl'eſu riconoſciuto dal liigenia nonper


ſucceſsione di coſe dipendenti l’vna dall'altra,ma da ſuo affermámë:
to,&dalrammemoramento di certe coſe come d’vna lancia d’vn ſuo
‘biſauolo addette per iſtabilire il ſuo affermamento in luogo dellcqua
liſi poſſono riporre dell’altre ' ne percio la’fauola riceuerebbe nuoua
conflitutioneJleJngai mmmu'flai &c. Beſſo teflo è da rallargare in
queſta guiſa accioche habbia il ſuo compimento J‘uinçat Zaini-mſm ,
”Sp Zaininuíwp ai‘ (In ”enormi-ai înrà -roîí (ii-'00v ai I iſa-310D' Mimì. La prima
maniera di riconoſcenza ſtormentale è quella che fi fa per ſegni; La
ſeconda èquella che ſi domanda mozioni-m cio è ſàtta,&queſta ſi diui.
de in due ſecödo che è fatta dallaſàuolap è fatta dal Poeta.Aièix'flxvol
Disartificiali ſono uelle riconoſcenze, le quali ſono fatte dal poeta
per queſto,come è ato detto , che ſono fatte dal poeta,& non dalla
fauola non vſandoui il poeta molto artificio in farle. éxáu 7a? 41;: -nîs
ialsoaísdphigenia fix riconoſciuta da Oreſte non tanto perla pillola
quanto per altro che auenne nel dare la piſtola a Pilade,m.1 perche’
cio auenne per cagi one della piſtola ſi dice eſſere ſtata riconoſciuta
perla piſtola-Exit@— il teſto pare manclieuole , 8: alcuni hanno‘
detto,che vi'mancano alcuue coſe & altri,chevi mancano alcune altre
&altri hanno ſtimato che non ſolamente non vi manchi coſa niuna,
ma che viſoprabo‘ndino ancliora certe parole cio è queſte @'5‘- .Fr-Tia
&vogliono cheſi leggaînT-Q-àfnî-m l'era &i;qu J &C.Ma a me parec ie
Ariſtotele non ſcriueſſe ne piu parole ne meno di queſte che ſono
firitteflche per conſe ente che non vene manchinome che vene ſ0'
pra bondino. Percioc ie èaſſai venſìmile che in queſto libretto,nel
quale egli riponeua queſte coſe per cagione di memoria,eome è det:
to piu volte nOn iſcriueſſe leParole d'Orelle,perle quali ſi fa ricono:
{cere ad lphígenia ſi come ſapute,&manifeſte ad ognuno , magli ba.
flò ſolamente ſegnareil luogo dicendo :xa-.o- 5 ”ù -ni Mimì. Seconda’
che piu volte di coſe conoſciutiſlsime parlando noi ſogliamo dire po:
{le le primeëzc. Et poſcia ſopra eſſe come ſele liaueſſe ici itre cha laſt-n
tentia &dica -nz'ó-nx 04’19- àu’ſàs Aim &’-Bw'm'ſai J :ml-Ti” ?MARX Lume-.Ars Fyn':
1ſt': &finiva; &#RçîlKSÎS'lQJÈÎprÎf :'2'- 't'vmînyx-Jp x9?). i! U dcçoxa'iovs 'ſu-;2? , i?
nçxſá‘às pmi Q`ueſlo è il ſentimento. Biaſimeuole e` quella riconoſcèzì
che ſi fa non per la conſhtutione delle coſe , 8t non per la ſauola, ma
per quelle parole che vuole il poeta ſi come fii quella,che &cc- lphi e
nia ’Oreſte per le ſue parole per la ragione che è ſtata detta.Per ie
la voce della nauicella nel Tei-eo di Sopliocle non ſi {coſta molto da*
eoſifattoerroregoncioſxa coſa che ſia licito a recare alcune coſe,poL
‘ ’ ì che.
198
shela vece della nauicella da teſſere per la quale ſi fece la riconoſcen
7a nelTereo non è introdotta nella tragedia per la conllitutione del:
.la fauola,ma perche è coli piaciuto al poeta,& in luogo de'la predet
ta voce lì potevano riporre altre voci.Hora perche la riconoſcenza
che fece lphigenia d’Orcſte ſi fece per paro'e che rammemorauano
le coſe paſlàceflcqudla che ſ1 fece nelTere'o ſ1 fece perla voce della na
uicella da teſſere preſente 8c non rimemorata per parole,per figura
di trapofitione ſi dice , che percio non-ſi dee reputare queſta coſa di:
uerſa da quella,concioſia coſa che ſi come nella riconoſcàa d’Oreſte
vs’v ſa la rämemoratione delle coſe,coſi ſarebbe non meno licito a re.
care in preſenza alcune coſe.Secondo che anchoraOreſte moſhîò cer
_ta veſta fa tra (la Iphigenia a lui per aiutare la riconoſcëza-Si che-l’or
dine delle parole e calca-sù Z;- Îyl‘ doçoxníous’ſuçîí i rís ”gx-Pos Vani, :nm-Ts
içmlm &nella; :ſifjîzlîpl ;eit- àí. ’va {n.7 x55. Ma alcuno potrebbe doman
dare perche li dica chela voce della nauicella da teſſere nOn ſiſ`coſta,ó
,è errore vicmo all'errorc commeſſo nella riconoſcëza d’Oreſtc,& nö
‘ſi dica che fieno quello medeſimo errore,&che ſieno pari l’vno,&l'al
tro.Se noi haueſsimo la tragedia di Sophoclc intitolata il Tereo pd:
rrëmo perauëtura eſſere certi perche ſi folle detto coſi, 8: non coſi,
ma poiche non l'habbiamo ci conuiene imaginare alcüa coſa che hab
bia ſe non cerrezza almeno 'alciia vcriſi’militudlne. Et è da ſapere che
che la fauola di Pliilomena &diTereo e‘ raccontata diuerſamëte in al
cüe parti,&laſciíido hora da parte quelle parti ,chenó toccío a queſto
luogo dico cleruidio racconta c’he Plulomena ſu sforzata da Te:
reo,il quale tagliatale la lingua la richíuſe_ in certa ſtalla in villa,dalla
quale Prugne eſſendo ſtara certificata del fatto per mezzo d’ vna
tela,doue ella haueua teſſuto tutto il ſuo infortunio la venendo
'in forma di baccante ne la traſſe , & me'nò con eſſo lei , ma 'Igino
racconta come Tei-eo poiche hebbe fatta forza a Philomena ,Eccone
dottala in Thracia la dipoíè appreſſo Linceo re ſuo amico,la moglie
del quale,clic era nomara Lathuſa,& amaua Progne non cono ſcen:
do Plailomena per ſorella di Progne anzi reputandola puttana di
grado diTereo la conduſſe a Progne , dalla quale fix riconoſèiu:
ta.Poi cheadunque Ouidio in quefla parte fi'parte da [gino cipoſ:
siamo imaginare che Sopliode ſi partiſſe altreſi dall’ vno & dall’all
tro &che; faceſſe non cheLathuſa conduceſſe Philömena aProgne,o
ſapeſſe che le foſſe fiata fatta forza da 'l'ereo,ochela reputaſſe puräa,
ma che la teneſſe in caſa come donna dipoſta appreſſo il marito per
'alcña honeſta cagióe &che; capitata quiui Progne come acaſa d’amica
vdiflè lavocedella nauicellada teſſere` ;cſsëdol’lulomëa inalcüacamerç
` ~ E e e z' ,R do:
,1 C

`8t domandafl'e chi ſoſſe la teſsitrice, 8t dicendo le La tlxuſa che era v*


* na ſoreſtiera la voleſſe vedere,& la riconoſceſſe,&p ert'he la voce del
la nauicella fu cagione che Progne riconobbe la ſorella, in luogo
della quale ſipoteuano riporre molte coſe ſenza turbare l’ordine del
la fauola, le quali p0teuano operare qneſto medeſimo effetto,& eſſe
;e cagione che Progne voleſſe ſapere chi ſoſſe la donna foreſtiera,&
vederla , percio Ariſtotele dice , chela predetta voce nonſiſcoſta
dal p'ecca to commeſſo nella ricOnoſcenza d'Orefie,ne" dice che fia
quello medeſimo peccato percioclÎe queſta non fia riconoſcenza ve:
ra ,ma quaſi riconoſcenza concioſia coſa che come prima Progne
_vide la ſorella ſenza ſegni,o altri mezzi ſubito la riconoſceſſe,ma la
nauicella col ſuo ſtrepito ſu ben cagione di farle venir voglia di ve:
dere colei,che ſe cio fiato non ſoſſemon haurebbe veduta , ne poſcia
ricon oſciutaflçr'nl‘l *i (flavia-5 rààlà’xàm fl fl'J‘o'm &C. Le pru oue con le
quali ſogliamo prouare alcuno fatto incerto ſipoſſono dividere in
due maniere in vna che contienele pruoue perpetue , 8( in vna che
contiene le pruoue temporaliPerpetue ſOno quelle,clie ſono per-pe:
tuamente infiſſe,& durano nell’huomo,& lo rendono inclina to,atto
’8t diſpoſto a ſare maleficio,perle quali pruoue ſi puo argomentare,
che e li habbia fatto vn certo maleficio cOme per cagioned’eſſempio
in Vliſſe è perpetua la mala volonta di vendicarſi de ſuoi nemidd’a:
flutia di ſaperſi vendicared’eloquenzaJa gratía,per la quale puo ſpes
rare d’andareímpunito di qualunque maleficio. Adunque per queſte
pruoue poſsiamo argomentare che egli lrabbia vceiſo Aiace.Tempos
tali ſono quelle che non ſono perpetuamente infiſſe ne durano nel:
l’huomo,ma l’accompagnano ſolamente nel tempo che fi commette
vncerto malcficiome ſono communi agli altri malefichome per non
artirci dall’eſſempio propoſto l’eflère fiato veduto Vliſſe vſcire
della ſelua,doue è ſtato trouatoAiace m0rto,& con la ſ ada ignudd
8( ſanguinoſa,& cercanteſi di naſcondere auiandanti :come colu’i
che ha cómeſſo alcun maleficio in ſecreto.Anclxora per quelle pruo
ue poſsiamo argomentare che egli habbia occiſo Aiace. Parimen-~
te per riconoſcere vna perſona ci ſono due maniere:di pruoue,l’vna
delle quali è di pruoue perpetue,& l’altra è di pruOue temporali,’le
pruoue perpetue ſono qu`elle,che perſe, dt ſempre poſſono fare co;
noſcere la perſona come ſono i kgni,de quali s’è parlato nella prima
ſpetie della riconoſcenza flormentale,& pruoue temporali ſano que]
li,le quali auen ono perla cOnſtitutione delle coſe,o della favola, à
ſono quelle,de e quali Ariſtotele parla qui, Bi le diuide in due manie
rep!
.e 199
re,in vna che domanda per ricci-danza 8t in vn'altra che domanda
.er ſilloglſlmo.cha,(ht cper ricordanza contiene certi atti , che
[non oſa per vdire,0 per vedere alcuna coſa che gli torna a memo:
iia lo [lato preſente-,o paſſato, pergli quali atti altri prende cagione
di ric0nolèerlo.Wella ehe è per ſil ogiſimo cótiene certe parole det
te ad altro fine,per le quali altri prende cagione di riconoſcerloHo:
ra quantunque queſte pruoue temporali per riconoſcere le perſone
ſi diſlinguano ottimamente dalla prima ſpetie, checontiene le per:
petue non dimeno non ſi diſlinguono per manifeſta differenza dalla
ſeconda ſpetie, che contiene le pmoue riconoſcitiue perla coniiitu:
rione della ſau ola ſaluo ſe noi non diciamo che Ariſtotele intende di
diſtinguere queſte da quelle non per temporalita ,ma per maniſeſta:
mento,eſſendo quelle manifeſle,& queſte oſcure , perle quali ſe altri
non argomentaſſe prendendo cagione da quelli atti,o parole,& non
ſillogizzaſſe non perderebbe alla notitia della perſona inguiſa che
l'vna 6c l’altra maniera di quelle pruoue ſi dourebbe domandare
per ſillogiſrmo hauendo riſpetto alla perſona riconoſcente, o vero
i’vna ſi dourebbe domandare per atti, & l’altra per parole hauendo
riſpetto alla perſona di colui c ie dee eſſere riconoſciuto. Percioche
molte & diuerſe ſono le ca ioni degli atti, &non èvna ſola cio 'è
quella della ricordanza de o fiato preſente,o preterito, fi comeſö:
no molte,& diuerſe le cagioni delle parole oſcure, per le quali alti-i
ſfllogizzando puo pervenire alla riconoſcenza delle perſone. Breu'e:
mente ſono le pruoue,&gli fiormenti perpetui da riconoſcere le Per:
ſone quali ſono i ſegni,& le parole dimoſtratiue delle perſone quali
ſono i nomi propi,& ſono le pruoue,& gli ſ’cormenti temporali qua;
li ſono gliatti,& le parole non dimoſtratiui della perſona ſe nonin
vna particolare riconoſcenza. Et di quelle pruoue perpetue & teriìc
orali alcune ſono maniſeſte,& alcune oſcure,alcune dipendono da]
ſafauola inguiſa che altre non ‘ſ1 potrebbono riporre in 'ſuo luo o
ſenza mutare la fauola,& alcune non di ‘endono dalla ſauola inguiſn
che altre ſi potrebbono riporre in ſuo uogo ſenza mutare la ſauola,
&vitimamente di queſte pruo‘ue perpetuo, temporali, manifeſtqoſcù
ſe dipendenti o non dipendenti dalla ſauola alcune ſono dirizzate
alla neonokmcome a ſuo fine , 6t alcune a diuerſo o a contrario
inc, 1
Eee 3 Da
.Dariconoſcere la perſona
p
t
Perpetui Manifeſti Dipendenti Dirizzatiallarico:
StOrmenti dalla làuola noſCenZa '
Temporali Oſcuri ‘Non dipëdenti Dirizzatialtroue
,1) india-:i -n iNv-m.PerIe coſe ſeguenti è di neceſsita ſupplire 'e' buio-'ñ
&ſigmfica ìxb'räflfl comprende-1 e nell’animo alcuna coſa perlo quale
`comprendimcnto ſi faccia di fuori alcuno atto,,o reggimento che pre
Ãi cagione altrui di fillogizzanu'o riconoſcere.Si che queſta è Vna ſca:
la di quattro gradi.“ primo grado fi èil vedere,0 l’vdire aICunacoſa,
‘ilèſecondo grado ſi è il comprendere nell 'animo alcuna coſa,il terzo
fi è il moſtrare di fuori il comprendimento per alcun ſembiante oper
_ "alcune parole ,il quarto 8c vltimo ſi è ſillogizzando riconoſcere. Et
.' quantùnque quella ſcala per hauere nel terzo grado ſembianti o pa:
role non ſi doueſſe diuidere in‘ due non eſſendo differenza tale che
'dOueſſe potere operare vna diuiſionemon dimeno è paruto ad Ari:
'._ſtotele di farne due ſcale l'vna che habbia il terzo grado della dimo:
lh-atioiie per ſeznbianti,&l’altra che habbia il reno grado della dimo
ſtra ti0ne per parole, ö: lia nominata quella de ſembianti per ricor
danza,& quella delle parole per ſillogiſmo, cio elia impoſto il nom‘e
ſall’vna da ſecondo grado,&all’altra dal quarto]] che quäto ſià ſtarò
‘ben ſarto ognuno ſe l puo Vedere,il quale conſideri come nell’vna i!
nell'altra ſcala ela ricordanza, & ſimiÎmente nel ;quarto grado del:
~’l'vna & dell’altra è il-iìllogilimo. Laonde ſi doueua l‘vna ö: l’altra
’appellare per ricordanza o per ſillogiſmo amg-ii‘. num'… *roTs dirai*
‘74va Veſte èl'eſſempio della veduta , del quale poiche a noſtri di
‘ ſique
altrovno
nonche
liſaſuche quello che _vedendo
riconoſciuto dice Ariſtotele,altro
vna pitturanon
, 8t dico.Fu adun
per la veduta
della pittura comprendendo nell'animo coſa doloroſa ianſe, 8t pi:
angendo diede cagione alla riconoſcenza ſi come Vlii evdendo Dc
’modoco cantare,& comprendendo nell’animo ,coſa doloroſa' la ri.
mò,& diede cagione’alla riconoſcenza. Et'queflo è l’eſſempio delî’v:
' 'dita,& dee ſi leggere {l .ep ;tth-Vogilànſap come è ſcritto communemen:
p. te,& non ”qu Zuqltegl'bu_ Percìoclie i’vno perlo piangere,& l’altro per
lo lagrimare furonoriconoſciuti.Vno eſsëpio di riconoſcëza che ſi ſi
rebbe fatta per ſembianti precedenti da coſa vdita ſe iſembiantiſi
_foſſero potuti vedere per la notte è appreſſo il Boccaccio nella fine
della quarta giornata la doue dice.Dim0{ìrat-ono le parole di queſta
l‘ canzone
-ñ zoo*
e‘anzone aſſai chiaro' quale foſſe l'animo 'di Plriluflrato, & la ca ione
&ſorſe-piu dichiarato l’haurebbel’aſpetto di tal donna,nella n'za
cra,ſe le tenebre della ſoprauenuta notte il roſſore nel viſo di lei
v‘enuto non haueſſe nalèoſo. Et appreſſo a Dante e‘ vn bello
eſſèmpio di riconoſcenza per ſembianti pure per coſa vdita benche
iſembianti non fieno della perſona riconoſceuole ma d’vna terza;
Haueua detto Statio in preſenza di Virgilio, cuinon conoſceua.
Et per eſſerviuuto di la quando Viſſe Virgilio aſſentirei vn ſo:
le Piu che io non deggio al mio vſcir di bando. Et Dante
ſo
roſeg iunge quello
Con Viſo che, che auenne.
tacendo cliccaVolſer
taci- Virgilio
M3 nonapuo
me tutto
queſte pa.
la vira
tu
on che
da vuole, Che ſiriſo
che ciaſcun 8t Che
ſpicca pianto
menſonſegudn
tanto vogler
ſe uacineAla
piu paſèía
vera‘:
ci. lo pur ſorriſi come l’huom che ammicca. Perche l ombrafi²
t'acque , 8c riguardommi Negliocchi , oue il ſembiante piuſi ficca
&c. -n-reiçſilll 5' tx {via-nino?, Noi habbiamo detto che Ariſtotele ha*
a‘ppellata vna riconoſcenza per iillo iſimo, percioche il ricono:
ſcente ſill`o izzando preſa cagione da le Parole del riconoſceuole`
pervienea ariconoſcenza. Et certo non ſi puo negare , che nel:
’eſlì-mpio , cheè nelle portatrici dell’offerte funerali (l' Eſchilolá~
perſona ritonoſcentenonſia quellache vſi il ſtllogiſìmo,& ſimilmen`
te nell’ eſſempio che è nel Tideo di Theodette ,nel qualeſi parla
della riconoſcenza , che fece Adraſto di Polinice , quando t-flendo‘
capitati Polmice, 8: Tideo ad Argo,& dopo la Zuffa Rata tra loro’
’ domandatichifoſiëro dice Polmice che- era nipote d’vno cheam
dando accioclie trouaſſe il figliuolo ,-peri… Ne Equali due eſſernpi le
perſone riconoſceuoli non vſan‘o il filloeiſmo. l t quantunque Ari:
flotele adducadue eſſempi l’vno della riconoſcenza che ſi fa
d’Oreſte nell’lpliigenia di Poli'jde il Sophiſia , 8t l’ altro della rico
noſcenzatlie ſt fa nelle Piu-nidi, ne quali le- perſone riconoſceuoli‘
fillogizzano, non è percio che le perſone riconoſcitrici non"ſillo:
gizzino anchora, &,clzc non vſino il ſillogiſmo delle riconoſce-noli
per materiadel loro ſillogiſmo. Dal ſillogiſimo delle quali perſone‘
riconoſcitrici poiche è commune a tutti gli cilèmpi dee iauere il no
me la riconoſcenza per fill‘ogifimo,&n0n dal ſillogiſmo delle perſo:
ne,clie 'deono eſſere riconoſciutejl quale non ha luogo in tutti gli eſi
ſtmpi.Appreſſo habbiamo detto che la maniera della riconoſcenza‘
appellata ſer ſillogiſimo ſi fa quando le parole della perſona rico:
noiceuole-ne preſtano-cagi one come appare negli eſlempiche ſono:
nell'iphii’
ncnîphigenía ci Poliideíl Sophiſta,nel’1’ideo di Tlieodette,& nelle
Phrinidi,ma nOn 'èche non ſi faccia anchora quando le riconoſcena
z: ſi ſanno per atti,come e detto,o per conflitutióne di coſe quando
le coſe non dimoſtrano chiaramente la perſona, o per ſegni,quando
iſelíni danno materia di ſillogìzzare,ſi come le veſtigie de piedi d’O,
re pari a quelle d’Heletti-a preſtano materia a lei di ſillogizzare
nell’eſſempio delle portatrici dell’offerte funerali d’Eíèliilo. ö'fl Emil:
”cinéma-4,1440”: 507ml: ,EM'Î &ele-15307@- äça îmíhuhv. La ſimilitudine,di=
cheſt parla qui tra Orefle , 6c Helettra conſrſteua nella panta della
miſura de piedi.Helettra dunque trouando le veſtigia di piedi intor
no alla ſepoltura paterna pari alla miſura dç ſuoi piedi argomenta
coſi,0`ui e‘ venuto vno,che ha i piedi, come appare per le veſtigia ,
d'vna medeſuna _miſura co miei,&niuno gli ha di cofiſatta miſura ſe
non Ordlqadunque Oreſte è venutoJ uerſi d’Eſchilo ne quali He:
laſtra ſillogizza coſi ſono queſtímgù ai‘: sifloiflj‘tlnçop rrmíçiop , mmm la
mi”,'loîs*ſ îmîo’ip {awîspoü W‘f -flí'ísoflch min-”pd uoui-Tg. 3207017 T’íxáv” i
”ù {vanígw flvàs,”Tigval ”ſulvîoçi i' **amg-:pel uíſçuimm ES 111075 duysfllſſvevo'lp
”Ts &ad; ;u’floiLEt è da ſapere che Euripide nella ſua Helettra induce
quaſi beffandoſi d’ Eſchilo Helettra riprouare ſimile ſillogiſimo fato
to dal vecchio dicendo”: Jl’lív yivoiî’äív ` Viſa! ;l'io ”U0 Wiz!,vm-U591 *in:
*iſp- ,IJ‘TsIg'fl-l‘i ,MffiWçoîgmòs è"; ci: 711017760! ävJ‘çó's 'ſi, loc‘: 7mm”,
Migu- xçaÎflT.Eſſempio di diſuguaglianza di miſura di piede,o di per
ſona con tutte le miſure degli altri huomini ſi puo vedere ÌÌOÎgÎ
in [talia doue ſulepiazze delle citta ſi vendono certe carte o:
ue è dipinta la forma del piede chel dicono eſſere ſtata della ver:
ine,alla miſura del quale non vogliono che ſi ‘truOuí piede di niunq
memo o donna vguale,& a Roma nella chieſa di ſan Giouanni La:
cerano híno vna miſura lunga quíto dicono eſſere fiato il ſignore,al
quale niuno ſecondo che aflermäo,miſuratoè vgualejxàs ,og-W öç'ç s”
thíoäerÌn É Î'Wçii ”‘503, ”ñ Zend donne-'va Med-u. Loda Ariſto tele
l’oppornmita,ehe trouoPol'q'de,perla quale lphigenia riconoLbeO:
reſledì come molto veriſimile concioſia coſa che foſſe veriſimile che
_eſſendo Rata donata la vita all’vn de due amici , 8c ciaſcuno di loro.
volendo che l’altro ſcampaſſe, Oreſte diceſſe in perſuadendo Pilade
a ſcípare che a lui di ragióe di fa to toccaua di morire poi che la mor
te doueua eſſere per ſacrificioconcio ſhſse coſa che ſua ſorella ancho
ra foſſe ſtata ſacrificata. quaſi diceſſe argomenta ndo,è volonta di
dio che io muoia,& non tu Poiche la morte è quella medeſima che è
deſtinata agli altri mieí,ſi come ſi vede perla ſacrificiodi mialſlorcuî.
- .. ' * qua e `
‘20!
. fllììquale argomento vde’n‘do lphígenia .cominciò a penſare che‘queſti
':poteſſe
crificataeſſere ,Oreſteòc
vna ſorella, & èargomento coſi niuno
delmio paetë,a tra lÌſtBffi,AAC0ſtui e‘ ſtaſorel
èfiata ſacrificaſſta ta n
. la che ſia dimio paeſe quanto io mi ſappia,ſe non ad,OtÎeſte,adunque
, queſti e Oreſte:: Et coſi ſi ſillogiüò ſopra il ſillogizzare altrui-,run~ ;pu
”F ”Piano *ru-l‘a, 3'” ”dp 64 **i-JW‘. [4531.37735. him-Tai. Weſtedweuano
eſſere parole dit.Polinice,che domandato.” Adraſto,cui l'bſſeiigl uo
ì [0,8: di ſua geſta riſpoſe che fii.nipote,dÎvno.che..andando a cercare
~ehe, foſſe diuenuto _d'vn ſuo,.figliuolo ‘perxlutoperivergognandoii
di dire apertamente,clzç eglifoiiëçfigliuolo d’Edipo ,che-haueua vc:
. ciſo Laioſuo padre, 6( -generato lui ,di Giocaſta ſua-madre. `Per le
, quali parole Adraſto fra ſe .fieſſo cominciò a penſare Bca dire coſi.
, Laio andaua a‘Delpho per ſaperexchefoſſe diuenutodi ſuofigliuolo
._ per mano .del qualehaueua giahauutoriſpoſo che doueuamorireak
,fu in quella andata vcciſorda Edipo ſuo hgliuolov,.adunquequeſti e‘ ſi:
gliuolo d’-Edipo;Hora ,che-Polinice… nel .farſi riconoſca-re ad_ Adra:
j tito parlaſſe oſcuro-per vergOgna chehaueua dinominareſuo padre
Lèdavcdere quello,che dice Static -iacendo queſta `medeſima ricono
ſcenZa di l’olinicenel librofprimo della Thebaida~ ”ü Hp n75 pori-'fl,
;MN-fai )&f‘ſ’òpl rlmp duntoyidam 1G Magicin 3'” «ip fw'rçòtc. Anello”
A ehe non ſi ſappia che tragedia foſſi: queſta@ perche il _teſto ſia guaflo '
_nella voce ”uſino perche .a noſtra notitianon'ſia peruenuta la ſa:
'uola di queſh Phenidi,nondit_neno .è coſa euidente come voglia *A:
riſtotele che ſi faceſſe .la uiuonoſeenza della quale,v ſi parla qui”, che
fu che eſſendo con dotte queſte Phenidi a morirein vn luogo, doue
gia erano ſia te {poſte eſſendo fanciulle ,ad eſſereçdiuorate dalle fiere
6c riconoſciuto il luogo diſſero dolendoſi. Pure era deſtinato` che
noi moriſsimo qui.Per le quali parole altri ſi ricordò dÎhauere gin
ſpoſte in quel luogo alcüe fanciulle,&gli cadde nell’animo, che queſte
"—
:.1-
SPT-"s potrebbono eſſere quelle.Et coſi perle 'parole ſue,nelle quali dolen:
doſi argomentauano che pure .la ſua morte per diſpoſitione fatale
doueua eſſere in quel luogo,furono riconoſciute.Sirnile riconoſcen
za fi fa dell’Agneſa appreſſo ilfB occaccio per vn ſillO_ iſimo fatto da
*P Giacomin
ria da certi
fatta gli da -Pauia ’per;moſtrare,che
giouani doueua-per
;faentimſi nellíliauer onare‘la’ngiu:
gli :volueorapire la
`giouane di caſa dicendo.AEt.oltrea queſto piu midebbo a voſtri pia.
cere piegare in quanto voi a voi medeſimo hauere offeſo,percioche\
queſta giouane come ſorſe molti ſ’cimano non èda Cremona,ne da
IPauia,anzi è facntina, come che io,ne ella ,ne ?Rima cui io l’ hebbi
.non
1 P A

non ſappeſſimo mai dicui fi foſſe figlíuola.Dalle quali parole ſi preſe" ›


cagione da *petuenire alla riconoſcenza dilei. 'ſei Miro-‘i nina-.1@ hr‘
”ag-mmm:: ”I M700 &C.E moſtrato per quattro eſſemfi coine cicvna' _
ſ etie di riconoſcenza che ſi fa perlo ſrllogffirr-o , o ſia il ſillogiſmo
implicecio è dalla parte del riconoſcente ſolamente o ſia il ſillogiſir
m0 doppio cio è dalla parte del riconoſcéte,& inſieme dalla parte di
colui che dee eſſere riconoſciuto. Hora ſi moſira come ci e un’altra-
ſpetie di riconoſce-nuda quale fi Fa per falſo ſillogiſmo, 8t queſto ſal
ſo ſillogiſìmo e‘ dalla parte del riconoſcente ,8c del popolo commu
ne,& non dalla parte di colui,clie dee eſſere riconoſciuto,nedallapar
te delle perſone molto aueduteJl quale ſillogiſmo perche è Falſo _fa ri‘
uſcire alcuna volta la riconoſcenza ſalſa auegna che ſia creduta eſſere
vera della gente commune. Et accioclie s’intenda comeſtea queſia ri='
conoſcenza fatta er falſo ſillogiſmo ci è propoſto l’eſſempio del ſal
ſo rapporto Vliſ eſco,& quantunque non lëabbiamo la tragedia cita-V
ta da Ariſlorele,ne la favola intera non dimenoper-alcune poche pan.`
role che ſi truouano. ſcritte dicio in Igino ci poſîciamo ima
ginare,che la fauola ſoffi: ordinata inqueſto o in ſimile modo. Vego‘
gendo i drudi di Penelope che ella hauendo opinione clieVliſſe-viueſ'
ſe nOn ſi voleua rimarirare fecero comparire vno ſconoſciuto,clie di.-`
cena d’eſſere il cotale fanciullo,clie ſi parti' d’ltaca conVliſſe,.quandos*
egli ande alla guerra troiana,8<raccontaua come l’liaueua ſeruito nel’
tempo della uerra troiana &l’haueua accompagnato tornando egli'
acaſa al cora eluogo,doue era morto dicendo anchora come foſſe
morto.Ma perche dopo tanti anni era Fatto huomo 8t haueua cam: ,
biato lëmbiante inguiſa che alla viſſa non poreua eflère riconoſciuto
per quel ſanciullo ſeruitore d'Vliſſe , accioche foſſe riconoſciuto, &
per conſeguente gli foſſe ſiede preſta ta diana-.Mettete qui moltia rclii
tra quali ſia quello del ſignore mio Vliſſe., che egli partendo laſciò in
caſa,& io il riconoſcere-,81 cio viſara ſegnale euidente che io ſia deſr‘
ſo MÒlti archi adunque gli Furono weſsi dauanti,tra quali era qcello
d-'Vliſſe,& quantunque non l’liaueſſe mai prima veduto,non dimeno
lo ſeppe diſlinguere daglialtri &dire clic era quello d’Vliſſe; Per lo '
quale ſegnale eſſendo creduto eſſere quegli che egli non era,&percon~‘
ſeguente rapportare il vero,la doue rapportaua il falſo Euclia madre ‘
à’Vliſſe deſperata perſo dolore s'vcciſe. Hora di ſotto ſi parla del par“;
ralogiſìmo,&ſcne parla- per dichiaradone delle coſe,che ſi diconoqtia
& quello clie la ſi dice ſi (lee congiugnere Conqudlo che ſi dice qui ſi'
cOme ſi moſtrc'ra. lit Paralogifimo èſhmare,q~ ando eſſendop ſacenzî.
doſi-prima vna coſa nta-'cguita rn altra,che eſſendo ſeguimi… and-.o
tao
203
ev. o fia fatta la prima,tomeſe perche pìouendo la terra ſi bagna altri -
(liſmalſe perche la terra foſſe bagnata che ſoffi: pionuto conciñoſiacor,
ache la terra poſſa efièrebagna ta per altra viache .per piouere. Mede
flmamen te ancliora clic-,ſia vero,clie chi lia bbia prima vedute vno m
(o il riconoſca non ſegue percio ,cliechi il riconoſce l’habbia vedth
prima potédone liauere conoſcéza per altra via,come la poteualiaue
re liauuta quello ingänatoredellÎarco d’VliſIè eiſedóe ſta to informata
.daalcunoche vedute l’haueflë come ſolſe ſapm,ſenza che pete a ca;
[0,0 per alcuno argomento comprendere che quello foſſe piu toflo
l'arco d'\'hflè,c11c-alcun0 dc ü altri -Îfl PET-We «teflon E dice ancho
,ra vna riconoícenza compo a,falla,&inganneuole clic ſi fa lunga-7G'
714m; 10v MMT:. perlo ſillogizzare fallo del dica tt0,cio è degli huomir: ,
v.ni ſunplici 18( idioti quale e il popolo commune ClJC:ſl Laguna nel the;
{ro per vedere & aſcoltare le tragedie 8t che intenda perſo theatro ſi*
_milegent .:appare in quelle parole nelle quali di ſotto parla :agi 10-7 mi:.
'annida-18 & le, quali dicemmo douerſi congiuñgnere con ue-ſte. l’5-- i
to?” nqumysffigd’oD Yves-ami Ero(- Rc. Doue gli appe bag-;mas ſi_
come parlando di coliſatta maniera di gente di ſopra anchora ~izli ap
pellò con coſiſatto nome quando diſſe-”ML n‘ Hugo”: {ur-Manu UA ui.
ya fl‘- ”Up-”iis l‘ip înyaoeviàáfflösà Sha-2m” ;Mondif- ;FHM-1174” i
.Hanna. Bello titolo di tragedia ſi dee prendere in ligniſicatione paſz -
nua cio c‘ nell’Vliſſe,dicuiſono recate falſe nouelle È [Bio-flip ul fmſiìop l'9”.
(Lueſti ſu lo ’ngannatore ehe diſſe didouere riconoſcere l 'arco, che
non haueua _prima (ve-luto,& propoſe cio per ſegno , col quale con:b
\
ſemiaſſe ſc eſſere cui diceua eiſèrej ZN îuávov &varato-7419*. Queſti ſu
loſngamiatojt eda ſupplire—,per hauereil ſentiznento‘intero ma…, '
:deMnldfliçl-Lo’nglnmſo adunque ficome haurebbe fatto vnfillo:.
ſimo per la riconoſcena dell’arco clie haueſſe fatta c0lui,che foſſe;
Sato il verace rapportat'ore coſi per la .riconoſcenza dell’arco che ſex e
ce cofiui,clie e il falſo rapportatorefece il ſalſofillogiſuno . ”ma J‘i
”iris- Ennio-m i ç M133 &tc-Da Ariſtotele ſentenza quale riconoſcenz
za lia belliſsrma tra le ſpetie delle riconoſçenzelìormentaîi dette di ›
ſbpra,& antiponela prima maniera della ſeconda ſpetie a tutte le al
‘ tre,la quale era uella,cl1e egli ha nominata dalla ſauola diſtinguëdola
da quellaxhe è atta dal poeta come habbiamo detto,cio è q iella che ›
fi Fa ſecondo il veriſimilc per ſticceläionedicoſe dipèdëti l’vna dall’al: ‘
tra.Et.quinci appare.che nella ſccóda ſpetie delle riconoſcëze comic' ..
ne ſare uella ampli-111'011:: , che noi ſacémo alle parole d'Ai illowledí i
' eliiaÎ-ant o che egli parli-.uanon' pure della riconoſcenza Fatta dal pop Y
n.; ma a‘nch‘ora ‘ della riconoſcenza fatta dalla ſauola …altramen- ñ\
` _F ſſ s ;.te ao
‘I
mente antiparrebb‘ea'vna riconoſcenza all-'altre,della quale ‘non hau
rebbe fatta mentiono Et `è da ſapere che non antipone ſimplicemen
:e la riconoſcenza-ehe ſi fa per ſucceſs loi) e di coſë'dipendenti l’vna -‘
dall’altra a tutte lealtregna antipone ſ01'311) ente quellagclxe. o ſcopre
l’horribilita-commeſſa ovieta l’horribilita cheè per commetterſì per"
la quale altri rimane ſtordito. Scopi-e l’horribilita commeſſa la *rico:
noſc’enzache fa- Edipo di ſe,ne l'Edipo di Sophocle.Vieta l’horribili
ta che è per commetterſi la riconoſcenza:v che fa Oreſte d'lphigenia
inſieme con la riconoſcenza che fa lphigenia. d'Oreſte. Percioche fi .ñ
’ potrebbe-farevnariconoſcenza per la -ſucceſsionedellecoſedipem -
denti` l’una. dall’altra-in tempo the neñſcoprirebberl'horribilita,ne'ven -
terebbe l’horribilitañche foſſe in _ſuil commetterlì',come ſarebbe ſe per `
queſta via Helettra riconoſceſſe Or'eſte. axaryóq- nudità-16ml;sz ”ciam
w. ùeſte parole-.ſignifica no la ſucceſsione nelle coſe dipendenti l’v:
na dall’altra ſecondo veriſimilitudine. ar‘ - ;og- 70-5‘… aim ?iva-'[85 mmm ‘
.za-WWW ”ü’mçſhçáqfl- -Non è da dire clie-Ai-iſtotele voglia dire -'
per quell-a vocew'muche coſifattericonoſ'cenzo ſole rimouendo l’al
tre ſienofatte-ſenza ,ſegni ordinati :principalmente- adoperar rico: -
noſicenzafflercioohe queſtoè falſo,concioſia -coſa che la riconoſcen
za la quale ſl fa perricorda'nza o anchora- per ſillogiſimo non ſi fac
cia per ſegni ordinati pfrincip almente ad operare riconoſcenza. La:
1
onde ſ1 dee ſperre la voce ”Jumper ſe ſole lrauendo riſpetto a ſegni,& 7
non-all’altrericonoſcenzeìòcp er maggiore dichiañrationexfiſoggim*
gwiiiw -raSpmmmyíub‘l ſlfiéüf ”il ”Why-10“, NC altri ſiîdee marauiglias
re-di coſifatto parlare-:d’Ariſfotele poiche di ſopra ancliora vſò‘uln, ›
inqueſt‘amedeſtma guiſa quando diſſe iJ‘ì :decori:- - ‘ta-’up ,7075 A170” +0
”TsAw'ñrQ‘mz ai imi- duWyldañ.Há fattezquattro ſpetie di riconoſcen
ze,&' tra loro ha aſſegnatoil primo luogo alla ſeconda‘ ſ etie,il ſeco” ›
do alla-quarta & pei clienon ha diterminato a quale de e due prima
6c terza ſt debba. dare il:terzoñ-luogo,è dacredere,cheñ queſto aſſe;
amento del terzo lu oſia fiato tra-laſciato da—Ariſlotelefi come
coſa che norrhabbiañ diiëbio clzefi debba dare allaterza ſpetie facen
doſi altreſi coſilättericonoſcenzeſenza ſegni.Si chealla prima rimarf
ral’vltimo luogo; v
»PA R1 lCELLA DEClMÃì OTT'AVA. MS’ 1M alle”: ‘davis-Em , mi"
” Riti ”MOT-:tà {di (“him ”yi tiny-{ſoia Twin!!! .offim‘yîp Zig impiîa‘m Ì
,,Îçöpflmç ”è MT‘ 7:77‘ka 1ois’nfx1-"ſsaíiflHJK-i (M {è Rfid”, u‘: :ii-.Is- E.” ì
,, finezza” 'ni ſim-ucciſi} *nntiop ì'j'n'uiflnſ , F invierà") Uçxi’ç. 3 ”if Melita@ ig i
,,iflgofl in“. 34a‘ JiëIW'ÙJM diva-m. _tal i 7F.; m..." ;glmfdawgpí-Îpç
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”AVM-Ta"- Id ”Ts ”Jam Mmpalífluoffimuî'p. arthur-'1113: *‘ſſ
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- où Wim-{vai öpfàflaflà-_àmnvámuji' a' îuçvoës »invii-'ſud îflp’ù annual-m'— "
10;; 0|‘ dif, ÎuÎrAas-oi ,oi 5 &2725…; ädlpmuſis n A570!!! *dv: mmmuíms dei' ”ù a
.Zu-ñ‘, mañflſa ?nik-Fan ”echo-i. iii’ oîimsínemJluU‘u, ”sù Façwnlga‘” A470 50'610: 5
{fa ampi-?hu ì ”MAS-J, Jap ’ſis i'pihiu'as ’ſvedc'nxfnvòs n’ ”d’usù &Wim-'m, 3h: “
”057-75 Mann iJ‘çuoOm'dns á! ’aímwfiça , ip Elſag'- 'ſu Toi/s Èívovs Wap ?ij Gib, ì
13…'”if :thrflÌ-r I‘tçefu'ìlw.)6510 55mm &J‘Mçë furlan (Mtîp 'nîs ſega-;5,43 *ñ “
î‘fl ’pv-7an Ms J‘iá ma: Ext-itaca. 'i'ëo nîî ”Gina ‘mad‘. Euîptsù Zp’ífl 5’, 'i'Èa -roö ad”. “
:Mo-if; z', ,sù Ançez i5, cità… ”Maffi &ny-«Spra- ,’fl'ro‘ à:íriçiariá`i15,i’|0` ó: ”OM-NS ;miu “
(turni' ÎÎ-éaòí tim-ip , fu oi’ix ?ça [due: da? &d‘iÌ-Qü,aMà‘M›U›LTÒN Ma ”SLI-au- a
”a ivîkîèfld (flag-Ta_ (zz-rà 51191-4: ’iſih &moi-’le 11"! ’cripta-ra ìnedtJ‘lou’lo. Faroe 575-” “
oiuîa 1t} ;zed-{Rm ,t‘umîw oitp, 7p w‘ Zçisg *i atm", Jlu' Ìs divenga-‘1 Ii dongl’a (ü: “
’F5 ”Mx-años# ”'191 07!‘: -roîs Jlçáa‘afl ?ù fields-l‘io: @lv-folla" A' immſſiſg *reti-rm m- “
wii-ma, 1175 7a} ?Marzi-5, pan-fà: ì A579’l5ìî‘ Emmy-U715”in- Ffl MMA, o‘: “
”agaquhn'ſm'uou ;mia-MT mie-Mi@- ,vsù ”i'm ?n63 ad ”Sp oTxot o‘J-ros íxív- “
top, Ss’i‘vù’xìyu'ſc u‘m‘îrmiisíçop Evahi’dutbàfl'. ”ü -nlp &IBNAÎGÒN u’màs Eroi— “
Mrdxan-BJ!, ”è Emme-'das v-n nl:. ebrei: ízîe‘mwo'- . MS (tip i466”, 7on “
Jl’îxflyoiis J‘liçéflffi 1G flip oîip 73‘465 *roſſi-o', 'nì J"ÈiÃAeîmw‘o’fiàî ~ 'f'
CONTENl-.NZA- Come il poeta prendendo la perſona del vedi:
(Ore-truoui il diceuole & ſchifi la contrarieta, & come prendendo la ~ì
perſona del paſsionato rappreſenti bene il paſsionato, & come vnir‘
uerſaleggiandola ſauola faccia bene le digreſsioni.-~ h i
VÎVLGARIZZA MENTO. Hora biſogna che altri ccnſh'tu‘en‘do le “'
fluole- 8( adornanvdole di fauella -ſeleproponga dauan'ti agliocchi il “
piu che-pu‘o,percioclie in queſta guiſa’ riguardandole' non altrarnen= “`
te,che~farebbe colui-,che foſſe preſente quando' ſi faceſſero' le‘coſe,ma “
ritelliſsimamente‘erouera il diceuole,& a partito‘ niuro' gli fic’deräno “
le‘co’ntrarieta; Etne fa fede quello che èripreſo’in Lareino’." Per'cio'.- *t
che Amphiarao vſci del tempio‘Jf clic non ſarebbe fiato celato‘ 'a chi “
l’liaueſle riguardato‘come veditore.Et nel palco’ cadde noiando’ cio “
i VechtOri. Et quanto e poſsibile(b‘iſogna ) che (altri ) anchora- ad0r= “ ’
”Ando di figure-pot-ti.Percioche'ſono attiſsimi a commuovere per “
natura coloro,li quali ſi truouanoìnelle paíìîioniP-erla‘qual coſa chi “
òm‘ tempeſîa vi tira (altrui) '8: chi ’è crucciato attizza (altrui) Per la "
qual cotajla poetica c‘ da‘ perſona fornita di buona natura-,8t non da “ '
ſu: iolà.PeiCicclie di queſti alcuni ſono traſmutabíll,& alCuni inueſti: “
gatiui. Et biſogna clie cſſo poeta ſponga le ſauolefatte vniuerſalmen “ſſ
tqöi coſi vi trap onga le dig; eſsioni ,6t che le diſlìîentgla- Hora io diclo- ‘.‘ "
. f 3, c 16—'
i, che l’vníuerſalc pognîamo dell'lplügenía ſl puo conſider-r coſi. Ef
,, ſendo ſtata ſacrificata' vna ſanciuila,& dileguataſi muiſibilmente ( da;
,,, gli occhi)dc ſacrificantiia,& trasporta ta in altra contrari-amelia ?nale
h pèr lcggei for'cſticri ſi ſacrificauano alla dca,cilahcbbe quello u äcio
~ ,, l'aèerdotaleEr nel tempoyauenirc ausnnç cheil Fratello quiui capirà
,, della ſaqcrdoteſſa pçr _non ſo che,chegli haucua il dio ingiunto per
,, certa cagione,chc ,c‘ fuori dell'vniuerſälc,vcnire quiui,& a fare non ſo
,, che',0"1eſtr coſe,- ſono fuori dalla ſauolaHOra cllèndo venuto ru .prç‘
h ſo,& douendo çſſerc ſacrificato rioonobbcla oucro come fece Eurir‘
,, ‘pidc`,0_vero 'come ſçqc Polijdc ſecondo veriſunilitudine dicendo.
*,, che non purçia ſorella ,ma-eſſo anchora doucua ;ſii-:rc ſacflficato a
,, _quindi fu la ü[utc.Et dopo queſto hauendo gia impoſti inomi donc;
,, raſmettcr mano alle digrcſsioni. Et è da cOnſidcrarc come lc digreſa_
,, ſioni fieno come in Oreſte-,il furore ,per 10 quale fi: prcſ0,&la1àlute_
,, perla purgationeAdunquc nelle: porſic rappreſentatiuc 1c digrçſsios
,, ni ſaranno'brieui,& l’epopea per queſta* s’allunga. Per-cieche dell’0-`
,~, diſſea èvn lungo racconto,cfli:ndo vno huomo fiato lontano dall;
,, patria molti anniflç preſeguitaro da Nettuno 6( rimaſe ſolo 8c ap;
,, pi-cſſo paſſando 1c coſe di caſa in queſta guiiàflhe le Faculta cranocon
,. ſumateda drudi( della moglie) & inſidie teſe al figliuolo,cflì› dopo
,, ,moltç fortune patitcin marc ſ-erucnne (a caſa ) &hauendo ricono
,, ſèiuti_a!cuni,ingannando loro cſſo ſu ſaluo , ci nemici lcuò dclmonc
,, do.Adu nque queſto è proprio, è i rimaucntc ſono digrcſsioni. `
, SPOSJTLONE. anſti ſono trcinſc nam-:nd _donatici da Armate:
; le per ſare bene la iäuoia,ci coſtumi@ tre alle coſe dette infine a qui.
› Il primo riguarda ſpetialmentç la vcr ſimilitudine ;3t la ncccſsita , le
_ quali ci ſono ſtatc propoſte in ,ogni coſa,& ci fa intendere come: le'
i potremo co’ncáèechl quale inſegnamento comprende anchor-a ſot
_ to ſc gli airri due ſeguenti, percioche [è ſapremo pci-lui conoſcere il
. diçcuol; conoſceremo non pure la veriſimilinidinep la neceſsita, ig
. quali non ſarebbeno corali ſe non ſoffi-ro diçcuoii,ina conoſceremo
, anghora' come debbano i rappreſentati eſſere paſèipnati ,8c doue il
- debbano ſar; le digrciîsioni# quaiimouzhcſono dc paſsionati ſccódg_
jl diccuoie & dc: pal-Sióati nó iècódo il diccuolc,&ſo no delle digrcſsiói
.che híno il debito liiog08tſono fatte ſecódo iidiccuolr,&di quciic che
,nóhíno il debito luogo ne ſono fatte ſecódo ii diceuoie.Si che quello '
prima inſegnamento c molto generale facendoci ved-:i c' ii dicequ
Otto la qual vrſta ſi com rende come particella lo ſcoprimcnto chi@
contra: ictfini‘çióchc
n t _
ciiiconoſcc
~ i i _
iidiècuoic
v i
conoſce
- _
anchora

i!‘ma‘
diſ‘i
‘,- .l
4 , , . , _ 2°
diceuole,concioſia eoſit cite perla dottrina dell’vno de contrari ſi ſa4
pia la dottrina dell’alrro.A dunque ſe ſapremo die coſa ſia diceuolî
tam-emo anchora che coſa ſia diſdiceuole, & ſe ſapremo che coſa ſia '
la ſauoladl ſapremo
diſdiceuole che c‘ vnaanchor
delle coſe difdiceuoliJl
a chela ſecondo
contrarieta non è inſegnamento?
tolerabile nel:

r'iguardai coſtumi , & ci moflra la via da fare che ipaſsionatí ſi rap:


Prcſtntſno ſecondo il diceuole , fi che puo eſſere vna giunta fatta ti'`
coſtumi,e’l terzo riguarda gli epiſodi,&.ci inoltra la via doue gli dob
biamo fare,& qualiCgli dobbiamo ſare. Et queſta ſenza fallo èvna gi: ì
unta Fatta a quello edi ſopra s’è raíionato degli epiſodi: Ma tor:~` '
nando alptimo inſegnamentofl qu e ci moſtra la via da tr0uare il`
diceuole & per conſeguëte il didiſceuole per ſapere ſeguitare quello"
81 ſchifare queſto e‘ da ſapere clieAi-iſtoteie vuole che riguardiamo la"
fauola da noi formata non come ſormatori,ma come veditoriflco!?
me ſe foſsimo preſenti alle coſe rapſ>reſentate rendendoci certi,che'
ſe faremo coſi troveremo il dice-noie &porrerr-o ſclnſare lacontrarie
ta.La qual coſa a me par molto difficile per non dire imp oſsibile da
fare,o non gioua quanto diceArillotele ſer alcuni riſpettr,prima per`j
che altri non ſi puo con l’imaginatione p1 op oneifi le coſe dauanti a: _a
gliocchi della mente tali a pcmo qraliraſprelèntate in atto ſono 8t;
rieſcono dauanti agliocchi della ſt onte,o~ſe altri il puo ſare,ſenza fa]
lo niuno ciaſcuno poeta il ſa,quando compone la fauola. Perciochf_
come la comporre-bbc egli ſe non haueſſe tuttavia davanti agliocclii‘~
della mente come le cole poſſono riuſcirein rappreſentandoleffldun…
que o il poeta non puo proponerſi nella ſua imaginatiua le coſe,
quali ſon0 in atto,o Èpuo proponerlefi, leſi propone ſen2a quella}
vtilita,clte ci è prome a in queſto inſegnaſnento. Poſcia pogniamo*
chealtri
le il poeta ſi proponeſie
la vede in atto,nonnell’imaginatjna
vedrebbe pereiolaildiceuole
fauola talee’a ‘diſdkeuo-ç
unto,qua:
le come vede vn ’altro, Diclie ſe altri ne dubit’afl‘e confidirine l’eſpee_ T
rienza nel ſoprano dipintore Apclledl quale fattavna ittura la PÎOr;
_ñu*-v;‘-—
poneua ln publico’ da veder e al popolo‘,& egli flandoſr naltoſo aſcol _
taua il giudicio di coloro anchora che non foſſero dipintori non,`
_che de dipintori, ſecondo* il quale poi .ammendandonei di ſetti la L
conduce-ua alla ſomma perfettione. Adunque Apelle‘veggendo la.
pittura ſua in atto non vi diſcerneua i- difetti , clze vi diſcerne: i
uan‘o gli altri,- & coſi il' poeta' cOn tutto che vedtſſe la ſua fauola. ‘
in ‘atm non vi riconoſce-'rebbe quelli errori che vi riconoſcono gli:
altri, ſi Pérche «.il’poeta
‘ .. l...‘.… ñ:
ama le ſue fatture
ñ-;j ì -’- '
, &amandolt-
-- _ .
nonque
'-
vela::p'
.
--u
q'ùclle coſe che le fanno degne d'odío , le quali ſono i 'vitiiJî Bei-che
piu veggono piu perſone che vna. Laondc _per atiexztura Per _tar-quo:
ſtoera migliore conſiulio quello ,che-_Cl dogana WintillanoWhe ſu,
che fatta vna ſcritturaîa doueſsimo riporre infino atanto che çlimçp
ticatalaci &rattepidato l’amore che come a partoçlinoſtro ingegno
le portaua mo,tociiiamo _a leggerla come perſOnaſtrana non paſsio:
nata ,col quale conſiglio è da congiugncre quello d’Horatio,che ed):
la dobbiamo ſare vedere ad :Îlcuuiintendcnri , 8( fedelitamiciflccio
che non ci nuoccia la pax-ita _noſtra verſo le nollrc coſe,ne la lolitudí:
ne notti-p,clic,n0n vede: quanto la moltitudine." Luigi Alemano ſole:
ua dire cheegli haut-ua publicatele ſue rime forſe prima .clic non pa:
rcua che ſx richiedcſſc alla giouinile ſua eta,non perche ſl deſſe: ad in:
tendere che foſſero perfette,ma perche poteſſe intendere il parere di
molti_ che le riprenderebbonoſecondo il quale quando folle attem:
pa to le ammenda-ebbe conſiderandole all hora guaſi come coſed’al:
,truidòc non ſue [l che pero non fece poi, ne ſo ſe ſenza ſua gran .VEN
ogna lÎhaueſſe potuto fare.Percioche ,chi ſpontaneamente publica
a mondo coſa _non richieſtaſſcnza .niuna neccſsita uali ſono rime 8t
ſimili podìe-,ptzblica anchora la confidenza di ſeſte o,& afferma che.
la coſa è buona,la quale ſe fi truoua rea , .8c biafimeuoledimoflrà il
' publica tore o malin’oſo o’ ſciocco. Si che o hauolutoingahnare gli
altri conoſcendolarea,&
vnato porgendola
ſe fieſſo reputandolàreica lorol’ammendamento
hentai-Ne per buona o che ha
dc ingí:
difèt
tietti
doLSola
daglipublicatione,& ſpetialm’ente
altri aſſolue l’autOi-e uando
dalla có‘ſi pa,fi i dilètci
come ſononó
Carcina flatilèp
ſareb
_e fiato lèu ſato non che .lodato ſe hauechammëdato il ſqumphia
tao gia publicat0,poichcil-peccato della ſicontran'era vi fix' ſcoperto -
da veditpr‘i. ‘M5 79-b- m’om m 15-1m xgù-ñ] AlÈu' (wmffieÒnSe è gioue.
uole queſto inſe namento per Ordinare o conſh'cuire le fauole,& per
adornarlc o ve re di párole,pcrchc_ non ſarebbe anchora gioueuo
[e per attribuire 'coſtumi alle perſone , & per trouare la ſementi;
che ſono _due parti della' tragedia ,che non meno chela fauola fi raſſo
miglianoc’öèſc ſarebbe gioneuole anchora a qupſte due parti,perdlelm
Ariſto’telc tx‘alàſiríato _di dire diciojru ”Mas-a 7:75 Saldi-a” 116'1 un”. Non
è da intëderc degliocchi della ſróte,madcgliocchi dellamëte pei-quello '
che ſegue.Perciocl1c il poeta in cöponëdo.lafauola,- &in veſtëdola di
fiuella nö ſcl'imagina
dauäti con la fa rappresëtare
tione comeinſeatto,otutta,opartc,ma
lavedcſſe rapp'resëtárcſelahroponc
in altro , &
qlucſto proponerlaſi dauanti con vna fiſſa 'ima'ginatíone è quello,
‘e le egli chiama proponcrlaſi davanti agliocchi-ll che non la fm,
- - * ne
‘J
;205
r‘ie puo ſare ognuno,ma ſolari-ente colti, ,dieèdomtofli ſottile,It
'd’aueduto ingeg no, Et ſe ognuno ii ſapeſſe Qilzpotelſe ‘fare nOn fa»
rebbe meſticre, che Ariſtotele ricordalſe cheil poeta il faceſſe. Ber
` che poſsiamoeonoſcere che non è vero quello che Ariſtotele dicedi
ſotto, cheſilccnoſce colin-valore della tragedia perla, lettura come
fi fa con la rappreſentatura,ñconcioſia coſa che _ ſi conoſca con-ln
p lettura per quelli,che ſono ſornitid'flgmò ingegno ſola ment-:Buon
per gli al_tri,ma_ ſi conoſce ton la rappreſentat'ura & per'quelliflhe ſo
ì no fomiti d‘aguto ingegno,&per ,ami gli altri communementeÃ-Δ
7-;- Zéo Lamis-w Sgr-Sp. Ariſtotele conforta bene il ;poeta ad imaginarſi
le coſe Come-rappreſentatcin atto", ma , non inſeg navi: níuna perla
qualepü. peruenire a quella imaginatio-ne.inguiſa che quello_ ſuo
z inſegnamento è voto d'inſegnamento, &‘e‘ ſuperfluo in quanto ogni
poeta ſi propone Vna attione da raccontare narratiuamëtep rappre—
ſentatiuamente non auenuta,& ſe la propone in~ guiſa_ come ,ſe foſſe
a uenuta in attqofoſſe pera _uenirez Bet-nf m’ubjoît mvjflu@ '1075 ”7-770
flim:. Weſte parole li poſſono intenderein .due modi, 0,,che il poca
' tic
ra guarda n'do’ lefauolacomeſeegliiſdiceuolep
ne nuniſefliſsimamemetrouera foſſe preſente alla rappreſente
cheilpoetſia guardaa
` .do la iauola .come ſe egli foſſe preſente alle coſe Veramente aueñgto
` manifcflilsimamente'irouera il diceuolez Ma meglio è intendere del»
la rappreſe ntatione che del vero auenimento per quello, che ſegue
‘.vgu'dm -iò mio”. Egli t‘ ven oche gii errori che fi comprendono _conng
occhi,& con gliorecchi della reliaoffendo nopiu chenó fanno quel
li:clie ſi comprendono cónjo’ntelletto ſolo. BGſCÌOdlcf-Cóläcſíc che
_ ſicno maggiori, &piu graffi-Adiaan ſeçondOAriflotele lan-iſtat e?!
palco ſono agli errori della fauolaxome ſono ivapori grOſFi la ma:
tina oppoſti' alcOrpo'ſolare che ..celoîfannof arere maggiore , cſi*
non ci pare ſenzadi come la viſta e’l palcozci 1a parere i falli della ſa
uola maggioriche non ai parrebbono ſenza,anzi perauentura ne gli
vedremmome ci parrebbonoerrorſMae‘ da portuenſe che quantun
que ilyeditore habbia queſto vantaggio in_ vedere gli errori della ,tra
gedia,che eſsi gli ſi preſentano maggioriflzper ‘conſeguente-piu vede
uoli per cagione dellarappreſentarione .in atto,cl1e’ non ha il poeta,
a cui ſi preſentano minori nongli comprendendo ſe non con l'iml
ginationtfflondimeno q ucſto vantaggio non_ e‘ daiìimare molto in
comperatione d’v no altro va ntaggio,clieha il poeta,& non ha il ve
dROl'Cou quale ècheil poeta puo conſiderare la ſua fauola 8( in par
‘ma tutta piu volte,& quantunque tempo gli piace per volta,|_a done
‘ .G g g 'll veduta- i
il veditore non può' conſiderare la tragedia ſe non vna volta ſola,&
quella volta ſe non quelloſpatio di tempo che corrementre ſi rap
preſenta la tragedia. Et gli errori non ſi poſſono vedere in vna vol:
ta ne in picciolo ſpatio di tempo-‘Per la qual coſa ſe il poeta vedeſſe
anchora rappreſentare la ſua tragediacome vedeil vedit ire non vi
ſcorgerebbe altri errori, che quelli che v'ha ſcorticon la mente ſua.
Ne punto valel'eſperienZa addetta da Ariſtotele per prouare la ſua
opinione,che ſi vide invna tragedia di Carcina forſe contenente la
ſalita d'mferno che feceAmphiarao al cielo cio è,cl›e iveditOri s': cd
earſero d' v na contra rieta mentre che la tragedia ſi rappreſenta ua
`della quale non s'era accetto Carcina mentre la compo neue-Pertica
che oltre alle due ragi0ni chehabbiamo detto di ſopra,& 'amore
'che naturalmente porta il pOeta alle ſue poeſie , 81 dell' e er ſolo in
iudicarie,la doue il popolo ne le ama come ſue ne le iudica col giu
[cio d'vn ſolo, ſi puo dire, che il poeta informare la ſauola , in co
-flumaz—e le perſone, in trouare la ſententia, 6t in comporre i verſi ha
coſi ſaticate,&conſu mate le forze dello’ngegno, 85 del giudicio, che
none marauiglia ſe nOn Vc‘dc tutti gli errori , ne l'occupatio ne del(
lo’ntellctto in molte coſe prcſta luogo alla conſiderationc quale fi
‘contact-rebbe in ciaſcuna. Ne perche cio ſia auenuto in v na tragedia
di Carcina Vna volta dobbiamo o poſsiamo ſtabilirevna regola'Vni
uerſale,ehe debba auenire in ciaſcuna tragedia. K9!“ ‘n’a-;a Zé” hai-Mom 13
Sinteſi-’a, lo intendo per Oni-affine, icoìntrarij naſcofi, 6t non apparen
ti, liquali non è marauiglia ſe il poeta non vede per le ragioni,le qug
li ſo no ſiate dette. tnuäml't mi” Fraſi-nam ”julio , S 7a} ma...: íìitgu
dei”. Ne per la tra edia di Carcino,la quale non habbiamo,ne per;
le parole che ſono critre qui da Ariſtorele poſsiamo ſapere in che
ſperialmente conſifleſſe la contrarieta di che non s’auide Carcino in
componendo la tragedia, 8t s' auidero i veditori in veggendola rap
preſentare. Ma poſsiamobene poi che ſi parla della ſalita d'Amphía
"o del tempio,imag|narci,che l'argomento della tragedia foſſe del
la ſalita d’A mphiarao d'inſer no al creio,& chela contrarie-ta co uſi
fleſſe in queſio, che eſſendo due luoghidtuerſì ſecondo che ratto nta
Pauſa nia, l’vno, nel quale ſu inghiortito A mphiarao con tutta la ſua
carretta ei caualli, e'lconducitore, 8t mami-zione in :nſern0, 8t l'al
tro, perlo quale vſcendo ſali d-eificato al cielo, ſu edificato Vn ten
pio, doue egli fu inglriottito,& neil’ altro ſurſevn fonte.Hora Car
cino il doueua fare ſalire al cielo perlo tempio , cio &pcr queJa mes
deli ma apritura della terra perla quale era ſceſo alſo’nferno, 8; non
perſo
zoo'
perlo luogo', doue èil pozzo, che è luogo reperito da quello doue è
il tempio contra la commu ne credenza del mondo, & contra uello,
che eſſo Carci no doueua hauer preſuppoſto in altra parte del tra»
gedia- Et queſte parole' J 702,0 hip-57a@ ;E **q-ì ;inſu paiono preſe` dalla
tragedia di Carcino per ſegnare il luogo della co ntrarieta. 5’… BW].
ad‘. nerd-‘z Mia-up. Veſte parole perauentura hanno meno alcune
voci, Gt ſi poſſono ſupplire coſÎJni o‘çcsv'ſi :i: iòf Ou-rſu‘- iii-Main i’r'ìi. Cio
è. ll che, 8t la qual contrarieta non ſarebbe potuto eſſere ce ata a *
Carcino ſe haueſſe riguardata la ſua tragedii nOn come poeta ma
come veditore. :alè-n’a: rxnvír {gin-re. La caduta di Carcino nel palco
non è altro che perla tragedia ſua rappreſentata in palco l'eſſere ſ‘ta
to biaſimato dal popolo non l‘iauendo ſodi'aſatto alui ,il quale auedë
doſi del predetto fallo preſe diſpiacue &Eclegno come altri ſi q…,
do vede le coſe mal ſatte :cf-È} marx-;17m Rifiuti ”WMP-(Ming miri”
chueſto èil ſecondo inſegnamento damci da Ariſlordeaccioclze poſ—
ſiamo rappreſentar bene ipiſsionati,&* dee eſſere ritenuto per giun
aa di quelli, che di ſopra ciſono fiati dati intorno a ccſ’tun‘io Adu n
uecoloro che vogliono rappreſe ntare bene ípaſsiOnati come glia
dirati, i doloroſi, gliamanti,& ſimili Cleo no eſsi eſſere tali, 6: trasfigu
rarſiin ſimili perſone. Percioche ſe c010r0,liquali veramente lian
no queſli affetti dicono parole 81 fanno atti conueneuoli allo fiato,
nel quale ſi truouanoſenza arte, 8c commuouono altrui, medeſima
mente colui, che ſi ſapra trasformarein queſti cotali ſenza altra art '
gli rappreſentera conueneuolmente, &commovera altrui. Dante A
lighieri eſſendo domandato da Bonagiunta Orbicciani da Luca del
l'a via, che haueſſe tenuta per peruenire al ſommo del rimare d'amo
re,doue nc egli, negli altri poeti fiati auanti a Dante erano potuti
arriuare riſponde non hauer tenuta altra via clie quefla,cioè che non
ſi daua mai a rimare d'amore ſe non quando era ſtimo lato da paſ
ſione amoroſa, 81 tanto all hora ne ſcriueua quanto n'era informato \ ,
da quella paſsione. Etperchc Franceſco Petrarca ſu veramente in
amoraio ſecondo che egli afferma nelle coſe latine non dee altrui
parer meraviglia ſe egli dettò con tanta vagliezza l’amoroſe affettio
ni, 8: pare che Cicerone conſigli ſotto la perſona d’ Antonio colui,
che voglia diuenire perfetto dicitore, & commuouere le paſsioni ne
giudici a ſeguire queſto inſegnamento." quale inſegnamento ci è do
nato da Wintiliano per n‘uouo non ricordandoli perauentura che
ei foſſe flatodonato prima da Cicerone,& foſſe vecchiome perauen
tura vuole Horuiqche il poeta, ſe dee commuou ere altr ui,debba ſu
' Ggg z re altra-f
ke altamente. Hora io non ſo ſe queſto inſegnamento quanwnque'
ſia appr0uato da tanti valenti liuomi ni ſia gioueuole, & da eſſere ſe
guiraioJ’erciuclie noi ſappiamo che il poeta dee ſeguire il conueneo
”Ole non pure nel rappreſentare ipaſsi'onati, ma l’altre perſone an
ehora,8t l'aſilo…,il quale conueneuole non ſi raccoglie dal poeta da
qñ. ~eilo, the è in l'ui,0'd‘a quello'cheè auenulo a lui,ma›d.i q_.uelio,che
ſuole eſſerecónu—nemeote in quella maniera diperſone ſimile a chl’
la,chc noirappreſentiamoliauendo riſpetto al luogo Se al tempo, 6L
all'altre tirçc›ſtanze,&‘d`a q: :ello,cheie ſuole auenire concioſia coſa,
che molto meg-,io conſideriamo le paſSlOnl d’altrui, & le attioni d'al
trui,& le giudi;liiamo,.che'non Facciamo-le noſhe PaſSlOſu &atrio
ni- Ei perche ciſá b.ſogno di, ſottile conſideratione, & di perſpieace‘
giudicio-nOn: dobbiamo conſiderare 8c proporci vna perſona ſola
paſsionata, o vna attiene, & tantomeno la noſtra‘, ma molte,.&d’al
trui acci'oche
propoſito prendiamoaraflbmiglíare
noſtſiro. quelſela,riguardi'amo
ll che non-potremo ſare che. conuenga-piu
ſolamenal
te alla paſsio ne noſlra ſi-pen lie non lapoſsiamo notare coſi bene iw
noi, come faccia-mo in altrui, ſi‘perche la noſtra non iarebbeſe non'
d’v na forma ſecondo la‘nçtura ”offra-come per cagio ne d’eſſempio--ñ
La marauigliñ‘a che negli Apoſloli‘rappreſentòGiotto facendogli a*
moſaico nei- ponico di ſa n Pierro'v a Roma q‘pando Chriſto apparue
lOro-camina re'ſopra l'acque del Gioni-ne , di cui di ſopra author-1
facemmo‘menrione, non e‘ d’vna maniera-ma ein ciaſcunou’i loro!
diuerſa- La q.: :al coſa no n‘liaurebbe fatta o ſap uto ſare, le liaueiſe ri
guardato lolamente nella marauiglíaſua. Senzame io nonſo ſe alr
m ſi poſſa~ adirare,ſent1re dolore, alegrezza,& nmranglia-oaltro as
ſua volonta quando èqiiieto, gioliiio,dolor-oſo, ſenza malati-glia”
alito; EODCÌOlI’x coſacne l’animo nòſtronon ſi commuoua a noxcra
”ſom-anna- alla ſua commotione ſa biſogno dicoſe ſpiacentl, piacen
ti,doloroſe,marauiglioſe; 81 di-ſunili-procede nti altronde. Adunq ue-ì
egli è vero che altri quando egli c‘ paſm’onato veramente', 8: è cómoi":
ſo che eglicommuoue altrui alcuna volta , quindodiinoflra la ſua'
paſaione per quelle vie-,clic ſieno atte a commuouere. Percioclie. al”
tre ſono le Vie che vſa vn fanciullo a dimoſtrare la ſua p.:ſsi me,&al~
tre ſo no_ quelle, che vſa vna do una, &alti-e quelle,,clie vſa vno liuo
‘"9 _forſe- & coſi ſo no diuerſe ſetoiido l’alti‘e conditioni-degli buo-
mſm: Se ſolſcvero, che Dante …comporre leſuerime d’amore nom
vſaſic altra via o ai tc a peruenire all'oinmo,.che ſegui”: quello, che
;Mahatma quando gli- dcttaua lTainor-oſa paſSiOiie,lecOizdo~ciie_
- . - ego
207
”gli nffermgio nol fa,… no] credo gia. Fenice!” ioſ0 che molti di
no n rintunatoingeg no hanno eompoſtemolterime a moroſe eſſe n
do ſtati punti G: flimolai da amore a comparle, lequali non clic ſie
no perfette,anzi non ſono: in conto niuno‘. Certo egli ha ripiene
quelle ſue rime d’ali ro che del dettato d’amore haut ndole ripie ne di
molti ſentimentñnobilifia[ripreſi da ſcrittori degni ſi come egli mo
flra nel condito. Nedobbiamo* dubitare che il Petrarca' nel parlare
d'amore nelle ſue ri me’ per farle coſl leggiadrecome ſono‘non ſegui
t‘aſſe più toflo qualunque altrophe amore, o ſefleſſo ſi come ſi vede_
‘perumcnlei-n tanto che eda biáſimare alcuna volta piu toſto come
ladro che da commendare come poeta ſi come-Incne'di ſopra è fla
eodetto; lo non niego,che le parole del dicitore ſe non ſono accom
pagn ate da ſembianti conueneuoli non paia no 8t rieſca no ſredde.&
che non ſia Coſa che faccia pi‘u chela verace‘paſsionej p'parere iſem
bia nti conueneuolí, ma dico bene, che_ non è'percio, è ie alenne per
ſone non fieno; quùali ſenza eſſere ſtimolate da‘ vertice paſsione' ſan
no fare i ſembianti coni-eneuoli, q_`uali furono i Roſci ,› i- Paridiöz ſio
mi!“ tanto comunendatiöiammiran dall’ar-tiqnita. De quali ſembinnti
ſi cOmed't parte perteiientealla villa il poeta non-’dee tener conto
Hora perche Ariſtoreíe‘conoſce‘ua che era malageuole coſa il mutar
iì d’v na m Vn‘a‘ltr‘apaſsione, ſenza che cene ſia preſtata cagionedi
ſuOri per la ſola noſtra volonça vſa queſto modifica-nemo di paro
le Fra J‘Im'òp Want” c“poſsibile ”ù xíya'fl. Sono le figure dei-'corpo,
(i ſono le figure dell’animo` quanto è al PI eſ’ente noſtro’ propoſito
,l Le figure’del corpo ſono quelli atrf,mouimenti~, oproſereuze,che ae
compagna no’l‘e paſsroni dell'animn,& pergii quali-di fuo‘r‘rconoſtia
mo quali eſſe fienodent‘roJi'come conoſciamoche dentro è paſsio
ne doloroſa per lo pia nto, perlo perCuom ſi il petto,perlo batterſi l
palme,&` per ſimili coſe-Leqmlifigure ſono differenti da quelle, che
accompagnano v'n’ `ultra paſsione pogmamO' la paſsio ne amoroſa
Fa qhale è accompagnata da riſo, da canto. da ballo, &’da ſimilic oſc
erigure dell’animo ſono le mutazioni dell'animo dentro d’ vno eſa'
ſere… vno altro,c0me è il paffare d! alegrezza in triſtitia-, od’im in
* quiete-Mn pei‘cli._CAriſtorele Vuole che la ligure del' corpo, 8: dimo
ſtſantiſi di Fuori fieno informate da quelle dentro,& che proìtedzt no
da loro come da ſua radice intende qui per Ham-del Fgure dell'a
nimo, 8c non del corpo; Baonde per piu piena u’k'luar‘u" ne non.
fix ebbeflam maleſe vrfoſſe ſta-*o :rr-,giunto ’Ju 7: .3- ~ ere-{5513…
mag e`› da ripetere J‘tîdi ſopra peſte», ma.: -›.- ,. -- 4,* ms
_ n _‘_ ñTS
\
"4*‘

u'îv ”l'5 ”Mv Eli. Vuole Aríflotele che per rappreſentare benevn
paſsionato ſiaottima coſa che noi prima ci rendiamo paſsiomti di
quella medeſima paſaione. Percioclie coloro che ſono veramente
paſsionati ſenza arte per natura ſanno & dicono tutto quello , che
conuiene a quella paſtione, 6K commuouono altrui- Adunque Vuo
le c0ncludere che ſe altri ſi veflira di quella paſsione, che vuole rap
preſentare in altrui ſenZa arte ſara,&d1ra quellophe ſi conuiene. Ai)
là xaflal’va i Wii-flyer@- ai ”Ami-a 5 számvo t’xhîlm’mfl. O`uindi ſe
guita diſcendendo a coſa piu particolare che colui, che e‘ veramente
nella tempefla degli affa nnicó muoue gli altri a ſentire di quella tem
peſta hauendogli eſs‘Pcompaſsione, & che lo sdegnato commuoue
li altri ſecoa sdegnOvAu'Hrçvo’is immuni le”, 'í animi-106709- 7a) n‘ uk
flmìas‘ol, “‘4‘“ :Eu-Ami‘ ad”. S’ era co nehiuſo,che colui, il quale ſi ſa
pra ben trasforömare nel paſsionato ſupra ben rappreſentare il paſsio
nato, cio c‘ ſapra dire 8: ſare bene anchora ſenza arte quelle coſe che
ſi conuengono al cotale paſsionato. Et perche ognuno non è atto
a queſto, ma ſolamente colui che è fornito di buono ingegn0,&pél'
clic non ſolamente ſi puo ben rappreſentareVn paſsionato per qu!
ſta Vla ma anchora per vn altra,la quale èil conſiderare diligenteme
te quello che dicono &ſanno i paſsionaticoſiſattame nte. La qual via
pure non e‘ da ognuno ma ſolamente di colui che èſornico di buo
no ingegno ſeguita che la paella ſia trouamento , 8: eſſercitamento
della perſona ingegnoſa, & non della furioſa come diceuano alcuf
ni, no” eſſe ndml furioſo atto a trasformarſi in varie paſsioní,ne ſoli:
cito inuefligatore di quello che ſl faccianoëtdicano i paſsionati Ma è
da porre mente, che al parer mio ha errore nel teſto, percioc ie’íua*
”nali vuole eſſere ſcritto mi ”and-i. Ne è marauiglia che d' fl’: ſi ſia ſat
ml da coloro, li quali haueuano gia beuuta q L-ella opinione del furo
repoetico,la quale ſu introdotta nelle menti degli huominiper quel
la via perla quale diccmmo di ſopra, 6t e qui con queſto argomento
’*riprouata da Ariſtotele. Egli èvero che ſi potrebbe anchora ritenere
la lettura 'ila-mu? ſana ſcoſtarſi molto dal predetto ſentimento ſe
ſpol're'mo ;per 445M”: ſi come ſi truoua vſato appreſſo Homero Bon'
Mu’ ?70 Meindl-p 't'amo-J &mal-‘ian, cioè la poetica è piu toſto da perſona
ingegnoſa che da furioſa, ma perche i' pollo in luogo diamo‘: 'í pare
eſſere piu proprio del-verſo che della proſa ci atterremo a quellopliç
habbiamo prima detto. Etre‘ da pertinente che auegna che Ariſtotele
in quello inſegnamento parli ſolamente de coflumi nondimeno eo
-mîì queſto inſegnamento s'ampliaſſe `anchora allafauola , 8t allaſen
”mia dice generalmente die poetica, 8; non particolarme ntc la poe
tica
i 208
tica Pertenentea coflumí e' da perſona ingegnere, & non da Furioſa.
Percioche deglingeg noſi alcuni ſano cambieuoli in ogni forma , a:
alcuni ſonoinucſtigatiui cio è che alcuniſono atti per ſe ſtcſsi , &ſe
alcuni non ſono atti per ſefleſsiſono atti riguardando neglialtn' a
ſar bene la rappreſentatione. Et quello che dice Ariſtotele non ed;
riceucre, poiche e‘ conflituita l’arte della poeſia. Percioclie ſe gli'n.
ſegna menti dell’ arte ſono buoni, 6t compiuti, ſono ancliora atti ad
inſegnarciquello, che dobbiamo fare in ciaſcuna parte della~poeſia,
nec‘ di neceſsira, che noi ci trasformiamo in altra perſona, o che ri
guardiamo a quello, che ſa Vn’altra perſo-na , ma balla che ci atte
gniamo agli'nſeg namenti, altramentenoi accompagneremo ſenáa
neceſsita, o Vtilita ninna l’arte, 8t laimitationeinſieme, che coſi la
raſſomiglianza ſi ſuolechiamare ſi come in altro luogo perauentus
ra trattando al largo della materia di queſta raſſomiglianZa moflrc.
remo- 'lbv'S 'n A570”: Tui/‘S Multilovs iN! ”ù @155 MINT-*Tot E” 'ri ha ”iO-77W,
Weſto teſto li legge coſi come habbiamo ~ſcritto, 8t ancliora coſiſi
legge. ”ti-rav: n Mya-is, 1'le ‘iv-l: mmWÉm-ſ NI ”ù Miu confina E: 7|' 9La
”957-011. Hora queflo èil terzo inſegnamento, che ci dimoſira ſecon
do Ariſtoteledoue dobbiamo riporre gli epiſodi , 8: quali, Adunque
ſe vogliamo intendere done ſi deono riporre gli epiſodi, & quali
dobbiamo ſporre le tragedie fatte da gli altri poeti vniucrſalmeme
iecondo la prima lettura, o le noſtre, &quelle degli altri ſecondo 14
ſeconda lettura. Percioclie nell’vaiuerſale non ii contiene ſe non il
proprio della tragedia, 8c le coſe aueniticcie rimangono fuori, & fi
vede doue le coſeaueniticcie ſi convengono riporre, 8t quali ſi con.
uengono riporre,lc quali non ſono altro cli’e gli epiſodi. Ma accio
che intendiamo bene queſtoinſegnamentO, e da ſapere che le ſauo.
le della tragedia & dell’ epopea non ſottogiacciono ad impoſizione
de nomi ſe non quelle dell' epopea .in certe perſone ſecondo
che dieemmo di ſopra ne fi polſono o debbono ſpiegate mi:
uerſilmenteſc non in quella parte doue ſono conoſciute per hjflo
ria o per fama ſolamente vniuerſalmente , ma in quella parte
doue ſono conoſciute per liiiìoria o per fama particolarmente non
le poſsiamo,nele dobbiamo ſpiegare ſe non particolarmente come
ſe ſi ſu particolarmente per hiſtoria 0 per fama die Oreſte ande
nel paeſe Taurico per liberarſi dalla ſmania nella quale era cu
duro perla morte della madre non ſl potrebbe dire Wim-ſſa].
mente che quiui foſſe capitato per certa. cagione ſenza maniſea
flarc quale. Percioclie ſe queſta parte ſi ſpiegaſſe in Vniueriale
ene foſſe capitato quiui per vna cagione, ſi potrebbe ſpecificare per
- vno
v no epiſodio in diuerſe guiſe lontane da quella che ſi fa periti ſioni;
oper fama,& ſi porrebbe dire clie- foſſe capitato quiui per fortuna
volendo andarealtrougoclte foſſe fiato preſo in mare da corſair di
quel paeſe, ,8t quiui condotto ,Lſi come ,ſ1 puo ſpecificare la pteſura
poiche fugiunro-quiui‘in varie guiſe.Pcrciodle ſi puo dire , .che foſſe
preſo da dauOratori, o che foſſe preſo da ſoldati che foſſero ſtati po
ſti a confini per guardare il paeſe , 82 ſi come la riconoſcenza tra
lui _Gi lpliigenia ſi ſpecifica in diuerſi modi ſecondo che eſſo Ariſtote
"lt-'Ju cla-140,35: dicf.Percioclie la preſura,& la riconoſcetiZa lì ſan
WEEK-hiſtoria o per fama ſolamente in vniuerſale,&nó in 'particola
IF-Adu nq ue altri dee prendere le tragedie,& ’epopee iaſatte , 8t
,ritenere tutto quello clic-.ſi ſa per hiſtoria o per fama el ere auenuto
.diquelleattioni o vniuer‘jale die ſia o particolare, 8t rimuouer _loro
tutto quello,
.10,5116 che non-è
è aggiunto alcu n proprio
poeta 'u'ha aggiu
della nto ma
-fauola delſuo, & perche
vaueniticcio quel
ſi domi
._da_ epiſodio, 8c a pp'reſſo dee il noueilo poeta ripone nuòui epiſodià
lmaginati da luiinluogo de rimoſsi,& coſi_ potra diquella medeſima
,fauolaſOrmarevna nuoua tragedia, o-vna nuoua vepopea noñíi di
Pìr‘ñ‘ìmio da quello medeſimo accidente, neda quelle medeſime per
.ſoffe- Ma perauentura Ariſìotele riguarda aliroue, & non vuole che
11_01 riduçiamo le fauole noflreo d'altruiall’vniuerſale per rifare ,33:
nformarein altraguiſaquello medeſimoaccidente 8t raccontarlo in
.epopea O ſînprclemarloin tragedia come auenuro a quelle medeſi—
me Peſſhnc_ ll comcveggia mo 'che di quel medeſimo accidente delh
‘Mr-“fl' Qlécmneſt'rafl d’Egiflo ſono ſtate fatte-piu tragedie.- da'va—
[mt'ſs‘m‘ Poe“, _le quali ſi ſono conſcruate' in fino a noſtri di, non
VUOL‘ dico ArilIOtelt-tanto queſtqquamo vuole, ’che noi riduciamo
[e “Caſe- ‘8‘ le altrui fauole‘all’ .v niuerſale, perche poſsiamo di quel;
|° accldthfe ridono all’vniuerſale formaredi nuouo .v na tragedia, o
?an ePOPGa non di quelle medeſime perſone, ma d’altrediuerſifican
do 'Fa'le Filuoglii,ti nomi delle perſone,&io incline a quefla par
te: 5‘ Piſmì che ‘Ariſtotele riguardi a cio.l’_ercioche egli ha opinione,
ſ1 COWcÎVtñ-dcmmo di ſopra che non ſolamente ſi poſſano imporre i
[10ml lmagufa i dal po'eta alle-perſone della tragedia, ma ſi poſſano
"Who" imagin ;ſe lecoſe, onde ſi compone la fauola. Perche} da
credere clievoglia inſegnare eo me s’imaginino le coſe per fermare
’ſimil' fauole. Hora c‘da porremente che le vogliamo fare d' vna tra
gedia gta fatta vna diverſa moſtrando che ſia auenuta in altro luogo
,R tempo & ad altre perſone la dobbiamo riducere all’ v niuerſalç, &
‘ ſi ’ ſpogliatth
109
'ſpogliarla de nomi delle perſone,&della certezza 'dc luogl:i,&de_tem
' pi,… dico chela dobbiamo riducere all’vniuerſale in tito,cl1e non ſia
'riconoſciuta eſlère piu di quelle perſone intorno alle quali è ſtata cös
poſtaxhe d’alçune‘ altre,&accioche non ſia riconoſciuta ſadi meſtiere
:che gli epilodi cio è le vie particolarijequali la ſarebbono riconoſce:
_re fieno rimoſſen’n luogo delle quali p'oi__ſx deono riporre dell’alnje
.diuerſe. Et ſe peraucnturaAriſtotele lia quella intentione,~& intende
l’vniuerſalé in queſto modo in queſto luogo ſl potranno prendere
argomenti di poefie non ſolamente dalle 'tra edie,’& dallÎepopee gia
[fatte danoip da alm’ma dalle comedie an ' lora &dall’hiſtorie poi:
’che rgli epiſodi eſſe ſi porranno diuerſificare ,'ſi che non ſàranno
punto 'riconoſciute eſſere preſe da quelle , che ſono ſtate vniucrſaleg:
` 'giatepfieno tragedie oepopee,o comedie,o hiſtorie come per ‘cagio
'ne d'eſlëmpio.Amaua alcuno focoſamente alcuna donna,&per alcu:
,no riſpetto non ardiua di aleſare quello ſuo-ſocoſo amore. Perche
non potenclolo ſofferire s inſerrnò a morte‘, ma coloro a cui la vita
_dell’amante era cara s’auidero er vna Qrta Via del ſuo cela to amo
re,&o ETM‘OHO cheegli gode e della donna amata,&coſi ſcäpóflue
fia, e l’ Moria di Seleuco d’Antiocho &diStratonica vniuerſalegg’iata
la quale mëtre ſl mitiene in coſxſatta vniuerſalita non ſl riconoſce eſ
ſere auenuta iu a predetti re,che a Tito a Giſippo;&a Sophroniap
'bero a Giacc 1etto & allaGiannetta apprcſſofil Boccaccio.Et perche
queſto vniuerſale non ſi riconoſce eſſere piu `di queſti che di quelli ſi
puoſtraſp. ortare a piuſauole,ma :lp-articolare che ſa riconoſcere l’v:
'niuerſale eſſere di certe perſone non ſi puo trasportare in altre ſauo:
leEc ſe queſta coſa particolare viſi traſportera ſara meritamente bia
fima ta ſ1 come coſa ſurata,ſi come dee eſſere biafimata tutta quell_
parte particolare appreſſo il Boccaccxo,nella quale ſa cheil medico
l'auedecheGiacchettOera inamoratodella Giínem al batteredel pol
ſo,il che ſu coſa particolare nell’hiſtoria de re ſopradetti , ſi come fix
articolare la lettura _del libro del principe Galeotto in fare ri:
ccnoſcere l’ amore ,celato _alla coppia d’Arimino appo Dante. A:
dunque le coſe' particolari , ;che operano che gli accidenti non
'poſſano eſſere di _molti apparendo Per quelle eſſere di certe per:
Tone non ſi poſſono prendere dal poeta con l’ vniuerſale in fa:
re vna nuoua poeſia ſenza biaſimo di furto , ma ne ,dee riporre
dell’ altre in ſuo luogo , le quali ſecondo Ariílotele domandare
mo epiſodi, il* in”: &vr-{MM ”i ”cp’tigep- Se ſi legge mpvéçap
' ² ' " 'H ll h ci con:
Econuieneſupplire îzetäá‘u,cio è biſogna poi epiſodiare,cio è metter‘
mano agliepiſodi , &traporre gli epiſodi nelle ſauole. ma ſe ſi legge
in luogo digmçmifnf ”agaîdvffl è da ſupplireîndoJ‘iou cio è biſogna poi
mettermano agli epiſodi,& congli epiſodi diſtendere le ſauole ai” :ni: \
îçiyiváflflui è da far punto, 8t da ripetererà Haim» Si dee adunque
cOnſiderare l’ vniuerſale dell’1 higenía ſecondo che ſeguita. Et è
da ſapere come habbiamo an Lora—- detto- cheAi-iſtorele non dice'
chiaramente come habbiamo da conſiderare queſtovniuerſaleil che
;ion è altro,che quello,che è auenuto a certe perſone, 8c puo auenire
anchora ad altre-,43:~ s’vniuerſalelèggia: tanto, che non ha coſa parti:
ticolare per la quale poſſa eſſere riconoſciuto eſſere auenuto piu ad
vna certa perſona'che ad alcune altre.Si che i termini dell’vníuerſale,
dentro da quali è riſtretto -,. 8t a: quali'ſi puo auicinare ma non toc:
care ſono leſriconoſèenZe,che.dimoſtrano l’vniuerſale eſſere partico
lare piu d'vna certaperſona che di molte.. Laonde i0 non ſo come
l’vniuerſale dellÎlphigenia ſe è quello , che dice qui Ariſio tele ſi poſſa
veramente domandare qu vniuerſale che noi cerchiamo .Percioz
che quantunque ciaſcuna de e coſe raccontata vniuerſalmenre d’lphí
genia per ſepoſſa auenirea moiteperſononon dimenopare che tnt:
te inſiemeoóſiderateparticolareggino coſiqueſtovniuerſale che ſi ri
conoſcaeſſereſolo d’lphigeniazöz non d’altra erſona. Et ſe coſi ſ’ta
la coſa Ariſtotele non ci ha inſegnato come. do biamo riducere la fit_
uola allÎvniuerſale ne dandoci norma niuna , ne eſſempio ſufficiente
occonueneuoleſueém xlç'u:..$e ſu [phegenia trasportata viua in altra
oontrada,& in ſuo luogo ſacrificata vna cerua,non ſi puo dire che el_
la toſſe ſacriffiatafflercheo è da ſporre. Eſſendo vna donzella ſacri:
ficata cio è condotta. all’altare per eſſereſacrificatap c‘da ſporre eſs
ſendo vna dOn zellaſacriſicata al parere de- ſacrificanti che reputaro:
no traueggendo la cerua eflère la donzella ”ù ;cpu-:Beirut ”{on 10759;?
cuiffilntendepergli ſacrificanti non ſolamente i ſacerdoti ma Agame
none etgli altri aronizötre della grecia che accöſentírono,&ſurono
preſenti a .coſiſakto ſacrificio: ;cui n’a@- ipm‘os Èívovs aulflfl‘ſîl 9-5@ che -
vuole eſſere ſcritto -mieeë’ad alcuna d‘ea vniuerſaimente, o ſe voglia:
mo ritenere laſcrittura comeſta. *iîi eri; è da dirc- che. per legge i'ſore:
flieri ſi ſacrifièauano alla dea,alla’quaie era ſtata offerta in ſacrificio.
la d0nzella,& la quale ne-i’haueua liberataxgévç J"T's'tçqp un@ 4.,…
..ann-,zz ‘rîisîifdaì .zz-ì- Tifflgcſtò tcſkoe da le ere-ſenza domanda co:
ſi.Et nel tempo auenireauenne cheil ‘fiat o ?della fica-docenza,.
Hitaſſe. Hernan (och-:lità daſottontenderequiui ſe .non hand (clio \
, 'like
_ u _ , _ t .:lo
-ñJI-.Et ſeguitano alcuneparole , perle quali .fi riſponde a due tacite
queſtioni, che ſi poreuano tai-ed'er era che altrit‘haurebbe potutodo
mandare perche fi foſſedetto vniuerſalmente 4La: 1‘1,',Cio è per non ſu
che,ienza ſottogiugnere altro,& ſi riſponde che ſe ſi foſſi: fottogiun:
tb,che percio il fra tello foſſe venuto quivi per ri ſpoſo di dio,accios
che foſſe libera to dal ;furore ,ſi ſarebbe {atto .diuenire l’vniuerſale
Particolarmperciocheſi ſarebbe compreſo ñche ſi parlaua d'Or-eſte.
L’altra e che altri anchora liaurebbe potuto domandare perche le
’ coſe auenute tanto a dietro ſi foſſero raccontate vniuerſalmente,co:
me e‘ del ſacrificio d’lphigenia fatto-da greci# della venuta del ſtate]
lola doue era la ſorella concioſia coſa -che doueſſehauer baſtato .a
cominciare dalla preſura d’Oreſte & di Piladgpoichel'attione .della
tragedia non dee paſſare lo ſpatio d’vn‘giorno,›nel qual giorno-non
erano auëute le predette coſe;A chefi riſPondexche egli è veroche le
Predette coſe ſono fuori della fa uola , &ñehe nÒn ,ſonoauenute :in
qtiel giomo,nel quale ſono auenutelecoſe,che ſono propriedellaſas
uola,non dimeno perche è di neceſsita per intendere le coſecheſoá
no proprie della fauola 8t dentro da lei, ſapere anchora queſte non
ſi doueuano tralaſciare raccontando l’vniuerſale. In àoäatv’ä Iu’sJ‘iío
”mq-'a‘. ’(20 m7 mſm ?Affini O`ueſta è la riſpoſta che ſi da alla prima
queſtione,'& ſi dice che percio 's’e detto vniuerſalmëtellii fl‘ percioche
Apollo dio fece intendere per ſuo riſpoſo ad Oreſte pet—,certa cagio.
ne particolare 8c non vniuerſale,che egli do'ueſſe andare cola,la`qual
ca ione ſe ſi folle detta particolarmente ſi ſarebbe ridotta la faüola
dài’vniuerſale in certo modo al particolare,_& ſi ſarebbe_ riconoſciu
'ta eſſere attione particolare 8c propria d’Oreſie. Et tanto vieneadiz
ſe “Ii-‘ma ’aiſi-pì” roì’ ”Ginori quanto J‘ai-rire: Elf/ap -nip'ſſizm ”ii m!…,cio È
'per certa cagione particolare”: pro ria dellaperſonadÎOreſte. La
guai ſu .che foſſe liberato dal furore,c le ſpeſſo l’aſſaliua per lÎllomici.- ,
io commeſſo nella pei-ſona della madrenoz‘i ip?” z, ?to ”Um-'0011. :Que:
ſia è la riſ oſta che ſi da alla ſeconda queſtione. Et diceſi, -quello an.
chora,il c le per ottenere Orelize fu mandato cola,intendi con tutte
le coſe dette infino a qui ſono fuori della ſauola,ne pero erano da tra
laſciare percioche ſenza eſſenon ſi poſſono piena mente intendere
uelle,che ſono dentro dalla fauola.'Hora ,conſiderando meglio que
e parole d’Ariſtotele x921 19'521] È’t’lîo Manitou giudicoche in eſſe ſi con
ten a pure vna riſpoſta data ad vna tacita queſtione,ma non a quel.
ia,cſie ia habbiamo forma rada quale ſia molto diuerſa 8c è tale. P0
teua ~ cunoidomandare ad Ariſtotele ,perche in queſto vniuerſale
. ’ H hh a dell’
a

' dal’iphigeniapoielie faceva v'vnîuerſ‘alinerſſite mentione cagio


ne finale,per la quale Orefle foſſe fiato mandato ’ nella conti-adagio:
ue lphigei‘ziaeramon faceſſe anchora mentioneſe egli haueſſe attenti;
tozo non ottenutp quelloal che per ottenere .eraſìato mandato cor
LE riſponde chenoune fa mentione perciocht:` cio &fiori-della ſas
uola,alla._quales’impone fine,comecezgli con la ſorella fi ſu fuggito. il'.
.che auenne prima che egli haueſſe ortenuto cio.Quaſi dica dicio nö
fa biſogno ſarricordo poicheè fuori della favola,ne-pín ſerue alla ſa
uola. `i:redo,clie queſto ſia il ſentimëto vero deHe-paróled’Arifiote
le,a cui nö dimëo ſe foſſe fiata fatta laqueſìióe,che formímo in luogov
di queſta,&clie non è otioſa,nef'uor: di ragione in quello luogo ,egli-
perauentura ,le liaureb data quella riſpoſta che le habbiamo came. ‘
. fin data.Adun ueſono alcune coſe particolari che eſconofuori del:
lÎvniuerſàle,& ie ſanno riconoſcere l’vniuerſale eſſered’yna certa:
-perſona,& ſono alcune coſe ‘particolari chenon ſono coſi proprie. .
a certa perſona che ſacciano riconoſcerel’vniuerſalecſſere d'w
na certa. perſo ' . Wade iecoſeparticolari non ſono atte aſare che_
l’Vníu ale ſia riconoſciuto eſſered’vnacert’aperſoan ſi poſſono cz.
giugnerecon l’vniuerſale,&ſi eſcono reputarerlell’vniua-ſàle.Maquí
do_ e coſeparticolari ſanno riconoſcere l’vniuerſale` eſſa-edi certa'
perſona ſi deono rimuoueredallÎvninerſale,&tralaſìiare. Anchor-aio`
no coſe vniuerſalichefipoſſono acconciareariiolte perſone,8cſono_›
tito vniuerſali,che non i puo perla ſu vriinerſalitariconoſcere‘ che .
fieno piu propfled’vna certlîi‘perſona, d’vn altraBt ſono le co
ſe vniuerſali le, non o ideriita ciaſcuna perſe,ma tutte inſieme ñ‘
` ſi ſanno conoſcere eſſere d’vna certaperſona, nali dicemmo eſſere '
le coſe vniuerſali .raccolteîqui da Ariſìotele d‘lp 'genia 8: d’Oreſte:
Hora il riducere lecoſe al termine dellecoſe vniuerſìliflhe ſi faccia:
no` riconoſcere pei-.proprie-di certa erſbna , nOn è coſa laudabile:
Ma il riducere le coſeal terminedelleicoſeJniuerſali che non ſr ſac
eiano riconoſcere per proprie di certa perſonav :è coſa laudabile. ap.
preſſo ci ſono le coſe,chc ſ fuori del ici-no, l'atti del quale ſi .
prende il poeta a rappreſentare, le qu ' per ppterehene-intendere'
ella attiene, conuengOno ſapere ., & *ci ſono-.lecofie pure fuori“
Il predetto giorno,le quali con tutto che ,dipendenti dall’attione, ,
non dimeno perintendere benel’a'ttione , n'onaſa meffiere a ſapere.
Wells: coſe adunque che ſono fuori 'del giorno,&’aiutanolo~’nren:
cimenta dellfariione- ſi deono comprendere nell’vniuerſale.8c ’quel
_ſecchcnon l’aiutmo. nouvi ſi dcnno comprendere, Hora quella è al t
`
\ , .'
217
parer mio la‘dottrina‘che ci’níeona Arilìotele in queſto terzo inſe,`
gnamentoüedíndzmklt Maura-Mq. &ver-32W“ chfle ſono le coſe
cótenute nellagioma ta che ſi prëdono :rappreſentare nell’lphigenia.
Et le coſe dette infino a qui ſono ſtate dette,percl1e quelle non fi p0z~
teuano bene intendere ſe quelle non ſi ſaipeſſono` , -& ſe peruie 0in:
die non fi paleſaſſero in palco,di che di ſoprahabbiamo parlato , &»
@rami-59m(- ſottontendendo ,ü Mix-pia. , le parole che le uitanoz r
iii-35 'iugmiá‘fls 'iii' 55 mhvií‘” imim ”mi rà &xd; .Trudy 077i .in ng” due,
IQÈMQBUJIAÃÈ Miu-rif 'ih MiTle non contengono coſe vniueraz
ſali ma particolari,& delle particolari non ſapute,ne per hiſtoria, ne >
per fama,ma-imaginate , &trauate da poeti le quali non-faceue
meſtiere ricordar qui , mala d0ue ſi parla degli'epjſodi , che
ſi' come vniuerſalmente parlando li dice, che Oreſte ſu preſ0,&<
poi per particolare epiſodio ſi dice che il furore ſoprauenuto :
glit‘ucagioneñ-che foſſe preſo ,ñcofi ſl doueua dire vniuerſalmente;
che riconobbe la ſorella , ›& poi per particolare epiſodio o che;
il mandare ella la lettera~ al fratello operò che egli la riconOs_
ſcelſe , oche il dire Oreſte die era pur deſtino , che non ſola:
mente la ſorella marche-egli *anchor-1 ſoſſe ſacriiÌCato fu cagione
che la riconoſceſſe. ”ù liſting i van-gia. Wçfle parole ſi deono
congiugnere con quelle vniucrſaliz md“ J‘ì uh mths adidas uin
w,- ìnyníçfflp ”ù ?Fr-Eh.» i do'ſuçfl’c.Lo ſcampare la vita , 8; l’eſſere
liberato dal ſacrificio procedette dalla riconoſcenza , “ſia' un?” 'l'1’
’ih Miſa -nì övlue'ſañáardeá‘souîu Hora ridotta la ſauola ſnoſh'a ,‘
o d’altrui all'vniuerſale ſ1 che non—poſſa eſſere riconoſciuta per
propria di certe perſone ficome- è fiato detto di ſopra ſi deo
no import-ei nomi alle perſone , 8c riſtringerle a certo & par
ticolare luogo , & ſimilmente- a certo *Se particolare tempo, &
poi è tempo da metter mano agli epiſodi ,- ll quali particolar`
reggieranno l’vniuerſale , 8c opereranno che il poeta ſara ter
purato ottimo poeta ſegliſara belle. Hora-in quanto ’Ariflos.
tele richiede che -i nomi- s’impongano alle perſone manifeſta
gſſai chiaramente che egli nom cerca l’-vniuerſale per potere fa.:
re d’vn medeſimo accidente piu tragedie di quelle medeſime‘
perſone , come per cagionc d’ eſſempio della morte di Cli-.
temnefira piu Heleetre ,ñ ma cercalo er potere-"ſare diuerſa-v
tragedie di diuerſe perſone ſecondo‘c e’ habbiamo dichiarata‘
di-ſopzra. Et intorno agli epiſodi ſi‘dmno tre inſiegnamene
1. H11]] z. tìil~
4*‘
r
gnamentidl primo riguarda il tempo quando ſi deono fare?& è che
non dobbiamo-prima loro metter mano ,che ſi ſiatconſhtuito l'vni:
uerſale,& poſtii nomi alle perſone-,il ſecondo ri uarda ilconueneuo
le dell’epiſodio,il quale conueneuole ſi trahe d le perſone. Il terzo
riguarda la miſura,&è che nelle poeſie rappreſentatiue gli epiſodi ſie
no brieui,& nelle poeſie narra tiue fieno lunghijwt 5 'ſs-zi o“xtTatſi -m’ :1m
tíá‘m “miti oſopip U öç'tsijflcvialn queſto trſto .almio parere ſono due
errori l'vno ènella voce 'etnia che dourebbe eſſere ſcritta coſi inisz
& l’altro è nella voce if che dourebbe eſſere ſcritta i“. Et quello e‘il
ſènſo. Et dobbiamo conſiderare che gli epiſodi fieno conueneuoli al:
le pei-ſondſi come fu conueneuole ad Oreiìe l'epiſodio appreſſo Eu
ripide volendolo far prendere,cl1e egli foſſe aſſalito dal furore, 8t fi
deſſe ad vccidere il beſtiame,&clie i fuardiani il prendeſièro,& ſi co:
me pure fuconueneuole ad Orefle 'epiſodio volendolo far fuggire
c'on la ſorella,& portarne via la ſtatua di Diana,clie ſi deſſe ad interi:
dere a Tlioante-re,che biſognaua put-gare: lui,& la ſtatua della dea in
mare lontano dalla gente prima'clxe le ſi faceſſe il ſacrificio di lui,_Ho
rail primo epiſodio fu conueneuole alla perſona d’Orefle, percio
che ſpeſſo ſoleua eſſere ſoprapreſo dal fiirore , 8t ſare coſe da furio=
ſo.Laonde fia anchora coſa _verifimileche allliora foſſe aſſalito dal fu
r0re,& che egliaſſalilſele beſtie,e’l ſecondo epiſodio ſimilmente ſu
conueneuole alla ſua perſona parendo coſa veriſimile_, che la vittima
di perſona ,che s’haueſle bruttate le mani nel ſangue materno ,non
foſſe per eſſere _accetteu olealla dea ſe prima non ‘ſi put-gaffe, 8t pari:
mente che la ſtatua della dea per la compari ione di lui al ſuo coſ et
to eſſendo lſdegna ta,& quaſi contaminata ñauefle biſogno d’e ere
. purgatadt’ I5 ill-ſeei- percagione _del _quale furore ſoprauenuto gli al
box-alii preſoda paſtori hauendo cominciatoa ſcannare le loro be
fliems‘uítomçie 41351175 mizar->5 Di ſopra ſi diſſe cite lo ſcampo, & la ſal:
d’Oreſte ,auenne perla riconoſcenza che egli fece della ſorella,
Aquì dice ſi che auenne per lo’nfingir'nento _della purgatione, & non
dimeno non ſi dicono coſe contrarie-Percioche la riconoſcenza fix
Cagionſieche lphigenia ſi riti'alieſſe da ſacrificare Oreſte , 8t coſifu
i] principio della ſua ſaluezza. Poi lo’nfingimento dalla purgatione
d’Oreſte,& deliaſtatua della deafu _cagione proſäima dello ſcampo
& della fuga ſua.Adu_nque di «Là -rffs Mans perla purgatione infinñ
ta 8t non vera che ÌmOſtſÒ di ſare d'Or-elle 6t della ſtatua della dea.
Epiſodio molto conueneuole alle perſone *de figliuoli di Tirrheo
guardiano degli ”menti reali,& alla perſona _d’Aſcanio è appreſſo
` Virgilio

v l/ z-u

Virgilioxhe eſsi liaueſſono vn ceruo domeſtico, che andaſſe in cam


pagnafit tornaſſe perſe a caſa,& che Aſcanio cacciando il ſediſſe, 8c
clic quindi naſceſſe :uffa tra i paſtori ei troiani. * ai‘: cip 1075 J‘çáam
eMac-”Tia dimm-,Mi :ma-ila rari-rm ati-Moni.ng o c‘ ll terzo inſegna
mento,clie ci da Ariſtotele intorno agli-epiſodi, dicendo che gli epi
ſodi delle p‘oeſierappreſentatiue come della tragedia & della cOme:
dia deono eſſere brieui,ma che la poeſia narra tina s’allunga per gli e:
piſodi,cio è clic gli epiſodi dell’epopea ſono,o poſſonoeſière molto
piu lunghiplie non ſono quelli della` tragedia . 8c della comedia. Ma
oteua anchora dire,chenon-ſolamente la narra tiua s’allu a perla
lunghezza degli epiſodi ,ma anchora-per la moltitudine,con oſia co
ſa che l’epopea gli riceua piu lunghi in.miſura,& piu ſpeſsi in numero
che non ſa la poeſia rappreſenta tiua,& la ragione‘è euidente. La rap
preſentatiua‘ come è ſtato detto non puo contenere attione chepaſs
fi lo ſpatio d’vn giorno,ma la narratiua puo contenere attione che
paſsi lo ſpatio di molti giorni, la ale a ttione percio puo eſſëre ri:
piena d’epiſodi piu,& piu lunghi c ie non puo l’attione d’vn ſolo gi:
.omo.Eg ' èil vero che gli epiſochheñ ſi ra preſentano ricliieggono
,tanto ſpatio di tempo quanto richiedt‘zreblîono~ coſiſii tte attioni se
veramente‘aueniſſerojia doue narrandofi ſi poſſonor molto abbre:
uiare quando il narratore vuole. Laonde pare clie l’epiſodio in ſe,&
per ſua natura nella rappreſentatiua fia piu lungo; che non ènella
narratiua. ni‘: Salumi-:5 pmi: 5 Alp-O— Erica. Queſta e la pruoua che l’e:
popea s’allung :iper gli epiſodi piuche non ſi ſala tragedia,0 la co:
media.Etla pruoua non è altro,clie l’eſſempio dell’OdiſſeaJaquale
pergli epiſodi è vna narratione moltolunga, & non dimeno ridotta
all’vniuerſale non e‘piu lunga che ſifia l’argomento d’vna tra edia
ridotta all’vniuerſale. Et eda porre mente che l’ar omento de ’0:
diſſca poſto qui da Ariſtotele non e‘ preſo dall’0 ~ſl`eat d’Homero;
percioche non haut-ebbe detto che Vliſſe foſſe pervenuto a caſa per
tempeſtaÀ-v-ràt &Qin-xîraixflmsflît, Percio clleſecondo Homero ui per:
- uenne con vento ſecondo,& dormendo,& ſenza deſtärſi fu poſto in
terra co doni datigli da que diCOrſu, ma è da credere che ſia preſo:
da' altre Odiſſcemelle-qualr ſi narraua come Vliſſe poiclie ſt parti da
Alcinoo hauendo n'ceuute molte corteſie,& doni# eſſendo bene ac,
compagnato ruppe in mare eſſendo Mercurio tu‘iba to’con'lui,&,nu:
do peruenne ad Itaca a certa capanna ſecondo'cheî teſhmonia lgino,
WiflcuîhGÎ-ne" in mMWindi anchora ſi puo prendere argomen
tacche-.quelloargomentonon - e‘ preſo’ dall’ Odiſlea‘cl’Homeropel-r
ClOC 1eñ
-doclie Homero non narra la lontananza d'y liſte dalla patria di mol
ti anni,ma comincia la ſua narratione dalla partita d`Vliſſe _da Cali:
~pſo nella quale infino la doue la perſeguita inſieme con~la tornata a
caſa non Corrono piu di trenta ſette giorni@ ”açcçum‘ſmím hà ma.:
MiO-.Doueadire Bari ma': Oiñ,&non nominareNettuno,perlo qual no
me li par ticolare ia l’vniuerſa le contra quello, che di ſopra ’e‘ [la to
preſuppoſto che idoueſſe ſarc.'ml 5 1-55 ui è da ſupplire ”1:7 .air-affine
ſo perche alcuni vogliano mutareixel in m ,quaſi cileno:: ſiñpoſia or
dinare il teſto lìaiitio 'mi,& pur ſi puoottiin‘amente ordinare.-Et pqi
che eglfliauen'do rotto in mare-peruenne a caſa, 8c ſ1 fece riconoſce:
re ad alcuni de ſuoi paſſando le coſedi caſa incoſiiàtta guiſa,clie le ſn
culta erano conſumate da coloro cllelcercauano leno’zze della mo:
?glie ſua.& teſe inſidie al figliuolo,egliingannando loro ſaluò ſe,&leñ
Dò dal mondoi nemici *‘an ;iv-AM è da ſupplire ’ua-x35 lla-Yo?, Da colo
'to che domandauano in matrim0nio la moglie di lui ,vg-‘i ann-agita: 1|:
”la è da ſupplireltxáop# e da norare la ſignificatÌOne della voce E”.
,azienda quale nOn è che egli riconoſceſſe alcuni de ſuoi,t_na _egli ſe ſe
te riconoſcere ad alcuni de ſuoi,& a coloro ſpetialtnente ,l'oPera de
' ali vſò in vccidere i drudi..Percioelie egli non riconobbe alcuni de
oi ſolamente,ma li riconobbe tutti ,Scegli non ſu riconoſciuto ſe
non da alcuni-13”!” o pi'á‘iop *roi'rroflü‘îc'm tranſita. Domanda proprio
’dell’Odiflèa quello,che il poeta nel comporre l'OddÌèa nOn puo mi;
o tare,& epiſodi quelle parti,cl1e il poeta in co porre l’OdiiTea puo
alterare 6c variare in vari)` modi , & che que o 'ſia il ſèntimento di
queſte parole appare per quello che è-ſta to detto di ſopra .Ariſtotele
non dimeno nell’argomento dell’Odiſſea poſto qui non ha poſto
propriamente il proprio cio è quello, che il poeta non puo mutare ,
concioſia coſa che ſecondo che s’è veduto la giunta d"Vliſſe in itaca'
fia ſtata mutata da Homero non facendo egli che vi perueniflènudo,
ne per tempefia_ma con naue,& accompagna to & con proſpero ven
(0,8: addormentato.Et è da conſiderare clic egli non è vero che l’ar‘z
' gomento dell’Odiſſea contenga poche coſe generaliîperclieAriſtote
e le habbia riſk-erre in poche parole in guiſa che gli epiſodi perſe po:
ſcia facciano la lunghezza dell’Otliſſea. Concioſiacoſa clic altri non
fipartendo dall’vniuerſal’e ne potrebbe ſare molto piu capi,li quali
otrebbono riceuere epiſodi,&`coſi ſi vedrebbe,cl1e l’Odiſſeaſarebbe
unga non tanto pergli epiſodi,quäto per le proprieta,ci'o è per quel
` le parti,le quali non riceuono mutatione dal poeta , come ſe altri di
ceſſe,clie fi: vno che errò molti anni per mare &per terra &capitò iii
vdiuerſe iſolqòt ſu amato da nimplie 6c ando allo’nſerno &c. R
~ ` ‘ PA.
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213
PARTÌCELL’A DECÌMA NONA. :a Smil-”Mſn 'rà ai“ Jim.“
aday_ -nì “1p YÈQOÎN, ”ù 7m ”Sp 76W ”OM-'uu :im-:.75 ‘Snia-59a I‘Au'diM‘s. “
70 BMW (4‘191 c315; du‘- àxeocîs 544)@ 70'170” *roîſ giga”; SHX-'Ja'- îflp. {E 03 unu-1‘
sai'mp è; ,l-IVXÌ‘BUÌ Ada‘. àzà’h’s &fx-Ts 1551421416205 ”dei *thou-8m i‘: “
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Sui iz”; -rìí 8117127105107 eavaffov ‘li-Xp 1051M”. *ça-p @Has 5 i'an è” ‘riaſaça , TO: “
(uff-n! aj và ai!” {MXP-«pi flip mnhflávn, iis *rà ?hop íçimçia‘írae, mi( &Van-nigi: n
“5. *i ‘panda mi. eiap ä'i'ſe È'iflnspuü oi TÈUNS. ii iiaixi, …‘90, m‘ ?QUA’TIJ‘t-T, ”ù ,3 u
'A1117109 Jap iii-"ſe ço'çxiJ‘u‘ , ”ù ”ſeguì-'15 ”l‘a É'ía ip “dal“ pì“ 00‘407.- “
nm J‘ai negäò‘zi ixap , üì ai, *rà flirt”, ”finds-z. XM”: n ui:. :35 vu‘?- “
duflçaíſoa‘diîmàs ”om-rà; ‘nrm'wpyìf mîîusop flif@ Buy-(Gap Ullîcsîo‘ixoisou “
”ii iJ‘iou &74:90; iÈiaFdl 7:- ÎvafimçfláMap. el'nalool Zafirçnql‘iqq ibm-ip ”ù ’ricava
M air-‘a ov’iJ‘ip ida: "5.0;'3590Jñ705 , ”pi Faſſi ”Ami ”ù Ain't! ,nomi ”73- u
La qs! i” , Aiiovo’l URSS, A75‘ Zia?” &tufnſiſtiò'ah o‘:
.CONTENENZA. Che la tragedia ſiparte in legame,& in ſolutionè
‘a che coſe ſicno,chc quattro ſono le ſpetie delle-tra edi: rauilu pa:
tagloloroſafloſtumatffiöt ſimplice ,che i] poeta dee uer tuttc ec:
cellenze della poeſiap la maggiOr parte.
',_VVLGARÌZZA M EN TO. ht d’ogni tragedia I’vna parte è legame_ “
‘8: l’altra ſolutione,lccoſc di fuori,& alcune dentro ſpeſſo ſOnO lega: “
,me,e’l rimanëte ela ſolutióeJ-o dico legameeſſere quello(chedura)dal “
rincipio in fino a quella parteche è lÎeſtrema,daE1a~quale ſi trapaſià: “
_ mfeiicita o in-miiëriagòcſoiutióequeliache duradai principiodel trapaſ"
zmëto infino alfine,ſicome neitinceo diTheodette.Legame ſono leco “
,ſe 'prima fatte, 6c la preſura del ſanciulio,‘& ſolutione quella .,che( du.- f‘
ra )dalia colpa della ~morte infino al'fine.H0ra ſono quattro ſpetie di “
tragedic,pcrciodlezanchoracſſerc tante parti eſtato detto. ‘La raui: “
luppatajdi cuiihutto-è il riuolgimento;&la ficonoièenzafl la dolo: “
roſa come Aiaciz‘òc gl’lſsioni,& la coſtumata -come le l’hthiotidi, “
Le’l-lfeieoffi( a quarta ſpetie come le Phorcidi 8c Prometheo ,8c ie co "
ſe infernali. Adunque dee maſsimam-:nte ( il poeta) sforzaiſi d’haue: '“
re tutte le-coſe,&`ſe nonfle puo hauere)almeno le maggiori &eie piu, "‘
8: ſpetialmente eſſendone al preſente accuſati i poeti non a ragione. “
Percioche eſſendoſtatí i poeti paſſati eccellenti particola rmentc in al: “
euna coſa eſtimano eſſere ragioneuoie che vno auanzi ciaſcuno nella “
ſua propria bontaflora ècoſa giuſta che non perauentura ſi dica la “
tragedia eſſete altra-,öcquelia ſteſſa er la ſauola,Ma quello è per quel “
le coſe per cagione delle quali èlo mbrigamento , &ia ſolutione , 8c “
molti imbrigauo bcne,& ſciolgono male'gna biſogna che l’vna coſa , “
&l’altra fia riceuuta confeſta.ì_
lii SPO.
SPOSÌTÎUNEJ 79"! l“i' ”a'flt’u'fvçero-Àiísîä (i‘qi Mu ÎBÈ Mim. Difſo‘pu'l"
Ariſtotele diuiſe la tragedia in parti di quantita,‘in pro lago,epiſodio '
vſèita,& canto
v&Ivolle che choreſco,&
queſte quello
parti foſſero ſi diuiſe aintutte
communi entrante,
le ſpetie6c delle
in iſtabile
tra: --
gedie,ma proprie quelle del palco ei corrotti. Ma _ ui la druide-*altra
mente pure in parti di quantita,&~c" vnanuoua'dluuione ,la quale ha ~
ſolamente due parti,delle quali la prima fi nomina J‘lns C10 e legame -
Ouero who-i cio è Imbrigamento &nla ſeconda -ſi domanda Aim cio è
ſolutione, &vuole the la materia della primapar—tcfiaeſſe ſiate ſia-’-.
doppia eſſendo meſcolata dicoſe,cl1e ſono fuori della ſauola cio èr‘
(li-coſe che precedono il giorno,dentro dal quale ſi ſala rappreſenn
tatione 8c di quelle che auengono dentro dalla Fauola,& 'dice ſpeſſe- `
fiavte,percioclie radeuolte incontra chela materia della prima parte*
ſia ſimplice cio è delle coſe ſole che auengono dentro dalla favola’
'Pòſcia vuole,cl1ela materia della ſeconda parte -ſia ſimplice cio èñ
delle coſe auenute quel giornale quali non ſaranno-&ateoccupato- ñ'
dalla prima parte.Poſcia aecioche ſappiamo diſlin’tamënte infino ax v
quanto ſl dillendano quelle parti,& doue habbiano il loro princi i0*
e‘lloro termino dice-,che la prima vparte dura dal principio in no -
all’eſtremita delle coſe , -clopo le ` quali ſeguita il prinoipiodcll-a "mu- -
tazione, & chela ſeconda parte dura dalprincipio della mutationc: ñ'
delle coſein ſino al fine.- Ci’nſegna- adunque quale ſiala materia :di V
queſte due parti,&quali fieno i ſuoi confini,&accioclae cöprendiamo * -
bene quello checi'nſegm ci proponelñ’effimpio del Linceodi’l'hco- ~ ~
dette accioche in eſſo riconoſciamo le coſeinſe nateei.v Efipemhe-lañ a'
tragedia-di-Theodette cognominata il Linceo , a quale propone qui '
AriſtotelePer-eſſempiopel quale ſi riconoſcano le coſe dette da lui
come meſſe in opera e efiimata dagli ſponitori contenere quella mes
deſima fau‘ola che conteneva il Lineeo di -ſoprañcitato da 'Arflbotele
ſenza nome d’autore,n0n èmarauigl’ia ſe eſsi confeſſano di non in!
tendere le coſeſeritte ui da lui.Ma il- Linceo di Theodette contenes
ua vna ſauola molto cbu‘erſa da quella che-era contenuta nel Lineeo ~
citato ſenza nome d’autore 4 8t haueua il nome da perſona diuerſa. ñ
Perciocl1c quello di Tlieodette content-ua la ſauola- di Tereoſicdi Pro ’
gne,&`d’lri,ſ& di Pliilomena &haueua il nome di Lincco da colui in ñ'
caſa cui ſu dato-a *Tereo a mangiare il ſigliuolo,& quello entato ſenza -
nome d’autore eonteneuala ſauola di Danno , d’Hipermeflra &dí *
Linceo ſuo cugino v"Ittnarito,clal qualelu—bbeianme. Adun ue per
bdidziaradonedelle paroletd’Ariſtoteledico-clxe nelLinceo diT codeà
le -
i
\

.. 214
- -teî ſi doma-contenere vnacoſi Fatta &indizi-imam' fii-grarí‘ſignorein
-Tliracia,&fii grandiſsimo amico di Tereo, 8t Tereo appo lui di poſe
,Philomenada qualeeſſendo reputata puttana di grado di Tereo da
i Lathuſa mogliedi LinceoJa quale perdoche era amica di Progne .fi
,. .come attchoradiflémo diſopra la mandò a chiamare per ſarlevedere
, la ’ngiuria,che riceueua dal marito.Ma eſſa riconoſciuta la ſorella,&
i .ſaputo il. fatto inſieme con lei deliberò d'vccidere ſti ſuo figliuolo 8t
i di Ter-:0,8: di, darlo a mangiare al padre,& coſi lo preſono’ömaſco:
ſerlojíora non comparendo il figliuolo,› Tereo ilquale haueua inte:
, ~ſo per riſpoſe diuino cheil figliuolo doueua eſſere vcciſo_ per mano
parenteuole hebbe erfermo che-ſuo fratello Driante-l’haueflè veci:
ſo,8t.alui ne diede acolpa,pereioche dopo Tereo ſe [ti non ſoſſe
' -flato vino,a lui toccaua il regno.La ondeiTeren vcciſe Driante &poi
;É-PrognezötPlÎilomena diedono Mgh’uolo al padre a mangiare,&c`da
.credere che 'ele deſſonoin caſa di Linceo. L’argomento di coſiſatta
, fauola ſi cog 'e & dalle parole d’l ino , 8t dalle parole. d'Ariſiotele
ſcritte qui,Dice adunque Ariſton-ſe cheil legamedel Linceo diTheo:
:dette ha per materia le _coſe che ſono prima auenute , che quelle del
giorno della rappreſèntatione qualiſono lo sforzo fatto daTereo a
"Plulomena ildiſpofito che ne fece-;Tereo a Linceo. La venuta di Pro
agne a caſa di Lathuſa.-& ſimili coſe-,BL ha anchora per materia le c0.
-ſe auenute quel giorno come cla preſura d’lti fanciullo fatta da Pro
nc 6c da Philomena. Et che la ſolutione ha per materia la colpadelia
-zmorte d’lti data da Tereo a Driante ſuo fratello hauendo per cofian
.te che eglil’haueſſe vcciſo poÎclie non compariua, 6t l'altre coſe aueñ
*ñiſV—'ſi
mute inſino alla fine comela morte di Driante ilzmangiare che ſeceTe
.creo d’iti-Et comincia la mutazione in Tereo di felicitain miſeria da
,che comincia a ſoſpettare cheDriíte gli habbia morto il figliuolo.[-1,o
{a è da ſapere che quella diuiſione nuoua della diviſione della trage
, dia in due parti di uantita non guaſta puntola prima diuiſione per.
“WBKÌ .cíoche la tragedia puo diuidere ſecódo la prima diuiſione in qu el:
,le parti,elie häno iſuoi riſpetti gia detti,&ſi puo diuidere ſecódo que
-fla ſeconda diuiſìone in queſte due partiJequali ſimilmëte híno i ſuoi
riſpetti comeèflato detto,&dobbiamo credere che queſta diuiſione
riguardando ſolamente la ma teria delle coſe non ſia propria ſe non
‘della ſauola,&non dell'altro parti di qualita ,come era quella altra di.
_uiſìoneJaquale diuideuanon menoi coſtumi la ſentenza &la Eauellaöt
zia viſta che laſauola. Ma perche ſi dice ‘lei 5 :ri-ras rgaz-ç-l‘i'ar -rà ;In N
' ' ` Mim _,Î ‘i appreſſo fi' dice` @‘70 , `
:.jujà; ,liti”ip _a &R'KMS jet-’wa
J‘íít‘i
,‘
…7+.- rñ .41,…me 7519 xx?” ,riſata-'m i5 {mx-’n pare che fi _dicano '
coſe poco‘ vere conciofia coſa che ogni tragedia non habbia la muta
tione ſi come non hanno quelle tragedie, che hanno la cominuatio:
ne della miſeria’ſo la continuatione della felicita.Et ſe ſi truouano del
le tragedie che ñ‘o‘n hanno la mutationefixroueranno anchora delle
tragedie che non' lì potranno diuiderejn due-parti legame , 8t ſolu
tione.A dunque non ſa ra vero che_ ogni itragedia fi diuida in legame,
di ſolutione lècondo che afferma. Arillotele.,il quale ſe vorremo ſal:
nare da falſita ci conuerra dire , che` egli intendaper ogni tragedia
quella maniera ſola di tragedieflhe hanno .la mu tatione,& le quali ſo
le egli ha per lodeuoli ago? @Wwf-@55 Max'çp alcuni leggono aqua-n‘a'
u ma ſorſe ſarebbe meglio che fi leggeſſe‘ſà ”un-Bau'mffi Et nOn ha dub.
bio che il teflo ha difetto di quell-:voci: è: Erri-7429:.. Et è da notare.
che Ariſtotele laſciami] ragionamentodelle due parti ’legame 81 ſo:.
lutioneſi da a ragionare ſenzaopp ortuna cagióe niunadelle quattro
ſpecie di'tragedic,& come fa meſtiere che il poeta habbia tutte l’eccel
lenze inſieme della poeſia,che.ſeperatamente ha lxauuto ciaſcuno de _
poeti antichi,& poi tor-…na a fauellare delle predette. due parti legame
& ſolutione in que-{lc ParOlC.á\|,MIOKJ Bffi'rçqçá‘iáp SEM” ”le TU! Ewa;- ai*
739 .Voip 7605 Mio-'IMA Ji‘i . anni lumi .:Moni un': ad… mami ‘Bali-Em”: J, .
aio-m ”155,131 z Phon 'ni ici-mimi, nelleqqali ſi puo dire che ſi contea:
gavn inſegnamentoſolo,&ſi p‘uo anchora. dire che uiſene. conten
gono due imorno.allegame,& allaſohitionc in .tanto ſonopoco a.:
perteSe vogliamo çheviſene contenga vno ſolo diciamogclie Ariſto
tele ci vammnniſce ’come non balla cheſvna di quelle parti fica bene,
ma comiiene che amendnne Reano bene. Percioclie ſi truouano mol
ti li quali fanno bene la-prima.parte,che e‘il legame,ma non ſanno be
ne laſeconda parte cheèla ſolutione,&la quale è piu malageuole aſar .
bene.chenonè la .primaconcíqſia coſa .ehe-.la. tragedia voglia eſſere ~
Vnamedeſima cioe continuata,& ſe fia bene il legame debba anello.—
ra flan bene la .ſolutione .6t nonÎaltraeio è diſcordante: da ſefleſſa. ll i
'che ſarebbe ſe la prima .partefleſſe bene,&laſeconda male. Si che la 'ñ
tragedia il giudica .eſſere quellamedefima,o altra per lo legame open
la ſolutione ſecondo:cl1e ſono l'vno &l’altra benfatti, .o l’vno ben
ſatto,&l’altramal ſatta,8,{non perauentura. erlalàuola, dalla quale
pal-ea clxecüpendeſſel’eflèrelatragedia que a .medeſimap altra qua:
ſi non ſi-poteſſono. conſiderare quelle due qnalitanellatragedia per‘
'altro riſpetto che-pe:. hauere vna medeſima Fauola‘p diuerſa dalla fa:
uola dîm’altra traggdia.LIl-a è coſa piu ragioneuole »che fi. conſideri I _
. P!“ I
ZI ñ'
piu toflol’eflère’ la tragediaivi'la medeſima” 'altra per le parti' ínterî
ne legame & ſolutione clic pei-la fauolada quale non puo dare alla tra
gedia que-ſie qualita ſe non riguardando fuori ad altre ſauole. Ma ſe
vogliamo che vi ſi còt'égano. due inſegnamëti ſecondo che piu ragio:
neuohnente dobbiamo volere,dobbiamo dire che Ariſtotele prima
ci ſa accorti che le tragedie nonſono da fare che fieno quelle medi::
ſime,che ſono ſiate fatte da altri poni, ma diiierſè,& chequeſta mes'
deſìmita per coſi dire,o‘ 'diuerſita non auiene per prendere quella met
deſima fa uola,che liabbia preſa vn’altro poeta,o vna diuerſä,ma per
lo legame,& per laſol'utione che-fieno quelli medeſimi, o diuerſi. Et
oi di nuouoci fa‘accorti,che non baila che alcun poeta faccia bene il
lizgame, ſe non fa anchora benela ſolutione, percioche ſi ’truouano
molti che‘compongono bene il legame, eſſendo ‘ageuol "coſa 1, come
habbiamo detto a legare bene,& compongono 'male laſolutione'eſs
ſendo coſa malageu ole‘ a ſciogliere' bene. ht quefio ſecondo inſegna
mento e‘ quello vno medeſimo Clic’S’è‘Clé‘tÎO potere contenerſi ſolo in
tutte le paroleEt è da pormente che ſe vo ſiamo che viſi contenga
vno inſegnamento ſolo l’eſIE-r quella medeſimala- tragedia c‘ coſa lo
deuole,& l’eſſere altrae‘ coſa biaſimeuole5ma' ſevogliamo che _viſene
contcn ano due l’eſſere quella medeſima la‘ tragediañ‘èeoſa _ biaſiine
nole,&~t ’eſſere altra c coſa'lode'uole. dui-p 5 xvi-'rm qá‘iap Magneti-ro)
ha; Mya-‘18qu Tous ‘ſul‘ nica. Se-vogliamo intendere` b’en'e—la mente
d'Ariſlo tele'ci conviene preſuppone-'che egli habbiaîp'ei‘ concluſione
vera 8c' ferma,che quella tragedia# quale‘e quella medeſima‘ c5 vn’a]
tra-non ſia da-commcii’dare,&` che quella che ſi ſcoſta dall’altre &pei
cio è altra quanto ſia a queſto- ſcoſtamento' ſiaìda‘ commenda're. Et la
ragione di cio è mainfeſta,clie oltre all’eſſere'coſä‘lät‘ieuoîe il vedere
ſpetialmente le tragedie tra‘ſè ſimili ', o quelle medeſime,il poeta non
vidr‘ira fatica ſeguitando le pedate altrui, 81' per’poco &finendoquela
lo;cheè fiato ſcritto.App'reſſo è da ſapere che l’eſſere altra la tragedia '
hl qual ſia commendabile ſi dice'eſſerein due modi ;o 'pei'clie’h‘a il lo:
’-\-`z' ame 8t la ſolutione diuerſi da quelli d’vnaaltra’tragediaflquantunque ì
abbia quella medeſima ſauola,0‘ ‘ perche ha il legamedaſolutione , 6c _
larfauola diverſi da quelli'd’vn’altrañ' tragedia.- t ſimilmente l’eſſere "
quella medeſima la cragedia,la~ quale-'non è commendabile ſidice-:in '
due modi,0 Perche' ha il* legame‘, &ñjla ſolutione conformi aquelli ~
dn’vnc’altra tragedia quantunque «habbiala-Î ſauola diuerſazo _ lie ha =
iliſegamezla -ſolutione,&la ſauola cunſormi con quelli'd’vn-altra tra!"
ggdſhEt perche fi- vede nc ñ due › modi dell’eſſere quella medeſima- la 1
li i t z, … “age“
z tragedia@ ne due modi dell’eſſem vn’altrala tragediaxhela conſon
mita della fauola o la dÌUU’fiH non toglie , ne da alla tragedia queſte
*due qualitaJe- quali dipendono ſolamente dalla conſci-mira o dalla
diuerfitadel legame# della-ſolutione ſeguita chela fanola in queſta
coſa non ſiada’conliderareJ-iora l’eſſempio dell’eflère vn altra tra:
gedia loquale è commendabile,che ha il legame,&la ſolutione diuetçſi
.quantuan liabbia quella medeſima ſauola ſi vede nell’Helettrezl’Eu
"'ripide &diSopliocle 8t nelle portatrici dell’offerte funerali d'Eſclu'
i lulù l’eſſempio dell’eſſere un'altra la tragedia, lo quale pure e‘ com:
ñ 'mendabile che ha diuerſita di le ame,&di ſolutione &di fauola ſivede
ſpogniamo nell’lphi enia in A ` ide,ſe la para‘gomamo con i'lphige.
‘niainTauris o nell” ipoilçiranno ſèilparagoníamo con l’lìdipo
` il Coloneth’eſl-exnpio dell’eſſere, quella medeſima la trañedia per
`Îiauere ’il legame & la ſolution‘e conformi. quantunque liab ia ſauola
“diuerſa (E quella' d’vn’altra tragedia ſi puo vedere in molte tragedie
ſi come'ſi puo .alt-reſi .vedere l eſſernpio‘ dellÎeflère quella medeſima
_ per liauere i] legame la ſolutions-Stia ſauola conformi non ſolamente
. nelle tragedie di Seneca recate di greco in latino & nelle comedia di
‘Plauto & di Terentio pure recate di grecoin latino nelle quali ſono
an che-conſeruati quelli medeſimi nomi,ma nelle nouelle del Bocca:
’cio anchor-a ,nelle pali egli tramuta i nomi.Ne con tutto cio biaſuno
;le traslariOni che ifanno de libri d'vna lingua in vn alti-ame credo
v,Ithe Arillotelein queſte ſue parole intendeſſe di biaſimare,o l’vne , o
.gli altri. Et per auentura egli non liebbe opinione che le altre lingue,
‘che i greci indifferentemente cliiamauano barbere haueſſono colà,
*lie valeflì-,ì o che meritaſiè d’eſſere trasla tata nella greca. 0 ſoſſona
da tanto che poteſſono rappreſentare con le loro Voci rozze la va
gheZZa de ſentimenti greci. -Ma bidimo bene quelle traslationi , che
ci ſono porte non come traslationi,ma come primi or‘iiginaliſht per
[e quali i tra slatori s’vſurpano ingiuſtamente il nome i trouatore,
6t di Poeta ſi come ſa Terentio,… iſpetialta .Hora queſto inſegna:
*mento Aríſtotelico non èpieno , percioclie non ditermina ſe vna
tragedia la quale hauefle illegame conforme , & la ſolution:: diuerſa
da vna altraitragedia, o per lo contrario liaueſſe il legame diuerſo,&
la ſolutione eonſorme con vna altra tragedia , o liaueſſe vna parte
del legame conſorme,& Vna parte diuerſa,& vna parte della ſolutio
`ne conſorme=& vna parte diuerſa {i doueſſe dire eflëre uella mede:
ilim-1 o altra. Ma coſi come queſto inſegnamento non I pieno coſi
. . . v . _ ’un,
‘ ai“
:ibn ‘è neceſſario;pe't-ciocl1e di ſopra la doue s'è parlato dell’vniu‘u-a
ſale 8t- degli epiſodi,& altroue s'è ragionato dicio , ſenza che ſi puo
anche dire,elie non inſegna nulla ‘nó moflrando la via,clie liabbiamoſ
a- tenere per alterare il legame,&la ſolutione-Mn ‘5,3‘. i :mi ”Anifffl‘l‘
dul’are
”In clae qui manchi
Au‘ns. cheriſponda vn membro
a queſto,cio coſiſàtto
è, (Lu-Ro ixíntraoencſia
chela 5, 1 “ſul and;
ſia quella
medeſima e‘ diquelle tragedie, delle quali è quello medeſimo legame,
&ſolutione , 3c' quello chela tra edia ſta altra -è di quelle tragedie
delle quali è altro il legame,&`la-ſo urionc. Etcoſi -la ſauola `non ha ‘
parte ne nell’alterare la tragedia, ne nel'farla quella medeſima':
mila‘- à ”ME-;med , Aiavdſ m5: aſa 5 ?una ”fiabaVeſto c‘* ſecondo?
che liabbiamo dettovn’altro inſegnamento donatoci intorno al les*
came ,Se alla ſolutione perlo quaie ſiamo confortati a' ſar coſi bene
a~ſolutione, concioſia coſa che-molti facciano bene 'il legame &male
la? ſolutiom.Ne ci- debbiamo punto-maraui iare dicio richiedendo ²'
laìſolutione piu- ingegno che non’ richiede il egatne a ſarſt bene. Ages f
uole coſa è per cagione d’eſlempio ', che di meſſer Tore-lo da ?Pauit
fiſpargeſièlaſàmache *foſſe morto eſſendo Rata la peſtilenza nel::
l’ eſſercito Clu-itìiano,nel quale egli era,& poi ſoprauenutaui la catti- ì
uita,&~per vno anno di lui non ſt ſapeſſe nouella a caſa ſua quantum'
que toſſe viuo in Aleſſandria. ll che ele-game' , ma che egli veniſſe in '
vna notte d'AleſÌändria in Pauia che e` il principio della ſolutióe èco `
ſl malageu ole appreſſo il Boccacci0,& percio gli comienne aſſai ua:—
namente ricorrere ad ‘incanteſimoìdc all’opera -d’vnt‘ negror‘nante -‘
per ſarqueſto con poca veriſimilitudine ſi per altro ‘ſl per quello, -
che ſe il Saladino haueſſe hauuto appreſſo ſe Vn cotale negromante 3
con metterſi a pericolo non ſateb e andato veſtito 'da mercatante
per lo ponente ‘per vedere l’apparecchio del- paſſaggio' ordinata
contra lui, ma haurebbe vſata l’opera di~lui in fa l portare ſu
bitamente \, & ſicuramente doue piu* gli 'ſoſſe paruto. lo laſcio
di'dire che il -poeta nel legame ha lo’ngegno piu vigoroſo., &
menollanco, che non ha nella ſolutione eſſendo uello la pria *
ma parte; &~ ueſta-ala ſeconda.- Ma quale-provi ione ci' mb:
{tra Arifiotele ghe dobbiamo fare a-queſìo male i :certo ninna"
altra ſe non che ci ricorda che ſi-dee-fate inn-todo che coſi piac
' cia la ſèconda parte come'la prima al-veditore.5eiltuedico diceſſe '
al-malato ‘ſa in modo che ſempre' “ſti ſañ’vgualmente , il me `
lato gli riſponderebbe . lo non --ſo *quello modo - ſe voi~non i
melo nſcguate , e’l poeta male ſciogliente potra- riſpondîe‘ëd
- _, ” -~ -* fl o J
,- riſtoteſe ſunilmente,lo nOn ſo queſto modo per Io quale ilvedítou
debba riceuere con tanta feſtala ſolutione cOn quanta riceueil lega:
me,ſe non melo’nſe na te.Adunque queſto inſegnamento è_voto d’in 1
ſegnmnentOJWQJ‘i-s 7”?” árl ?idaçarwómyif ”ù *n‘a [LiftDiUidc Ariſto .
tele tutte le tragedie in quattro ſpetie :&.queſta diuiſione q non ſi con: -
iugne con le coſe proſsimamente dette ìdi ſopra,_ne per queſta diui- e
Plone impariamo coſa niuna la quale dobbiamo o fuggire , _o ſeguire
_nel comporre le tragedie, ma ſolamente _ per queſta diuiſiones’am:.
plia quella diuiſione la qualeſu ſatta di ſopra della favola in due ſpex
‘tie ſole rauiluppa ta 8t ſimplice inſino a quattro ſpetiezöz ſi danno al:
,cuni ellempi per farcele riconoſëereLt e‘ da porre mente,che le ſpe: ñ
`tie delle tragedie ſono detteeſſere .quattro vmen che propriamente--'
,Procedendo la differenza conſtituente le ſpetie non 'dalla tragedia
_Principalmente-ma dalla ſ-auolaLa tragedia_ adunque non ſolamente
~per le partiſue di qualita ſi diuidein ſèi ſpetie , ſtcondo che le parti:
,ſono ſei,ſauola, co ume,ſen’tentia, ſauella, viſta,& melodia come s’e‘
~”damn-na fidiuide anchora inquattro, rauiluppamento , paſsione,
coſtume,& ſimplicitaHora di ſo ra s’era fatta vna diuiſione di ſauo.
1-;- & detto,cl1e alcune erano raui uppate, 8c alcune ſrnplici intenden:
'do per rauiluppate quelle,che haueuano il mutamento di miſeria in:
felicita,o di felicita in miſeria,& la ſpetie delle ſauole rauiluppate ci@
_Rata èſſemplificata
'ſimpſicinon era ſtataſpetialmente in Edipo
eſſemplificata. Perche, maAriſtotele
‘lafſpetie ripiglzandſio
delle ſauole

quella
vdia medeſima
l’ampia diuiſione,&
a quattro ſpetie. &dalla
dice fauola traſportandola
che le fauole erle qualialla
la trage:
trage
dia ſi diuide in quattro ſpetie ſono prima la rau' uppata,& perla ra:`
_uilu‘ppata‘ nonintende ſimplicemente ogni mutatione di miſeria in
&licitap di ſelic'ita in' miſeria,nia di quella mutatione ſolamente che è
,congiunta-con la riconoſcenza”: auiene pet-lei {8: nonne da eſſemz
’pio,percioche di ſopra ſudato come e detto in Edipo.Et appreſſo '.a
doloroſa,la quale ha mutatione di ſelicita in miſeria ma non per rico
noſcenza & di queſta ſi da l’eſſempio in Aiace,& in lſsi0ne. Et poi la
ſimplice,la quale ſi diuidein due,in quella che ha la miſeria doloroſa
contimmta quale hanno Prometheo# coloro li quali ſono tor-men.
tati nello’nſ'emo,& queſta e la quarta ſpetie poſta qui da Ariſtotele
' ſenza nome,& in quella,la qualeha la miſèria continuata ma di mez:
:ano dolore,&`di quella ſi dal’eſſempio'in-P’eleo',& queſta ſpetie da
Ariſtotele ſi domanda coſtume! ta. Hora pareua che ſi come la raui:
kappa ta,la quale ſi ſa per la riconoſcenza ha due fini lieto,& criſto?
ñ - co t
` 2.!
coſi gli dan-:ſli: liauere la rauiluppa ta la quale fi fa ſenza riconoſcen7= ~
za come ſarebbe mutatione di triſio in lieto ſtato degli Atlienieſi per
la fiiga di Xerſe,& che parimente ſe la ſimplice lia la doloroſa con:
tinuata doueſſe anchora lxauere la felicita lieta continuata effimplifi:
candola
liſij,& clicneſigmümente
l’lddij habitan’tiin cielo,ohanell’anime
ſe la coſtumata beate ne
inc-nana miſeria campian:
doueflè E: v

cliora hauere mezzana ſelicita la quale ſi poteſſe eſſetnplificarc po:


gniamo nelle nozze diPeleo 8c diTlieti.Si che ragioneuolmente dou
rebbono per queſta' riſpetti eſſere otto ſpecie di tragedie &non quae
tro.Ma è da dire che Ariſtotele , il quale non appruoua il fine lieto
della fauola ſe non in quella parte doue rieſce tale per la riconoſcen:
za non lia fatta mentione di queſte altre ſpetie,-men 7a‘, nd ‘ni aſp. Qui
è da ſar punto. Et quella è la ragione perche la tragedia fi diuide in
quattro ſpetie,petcioc]ie ſe ſono quattro le rti delle ſauole,cio è
le differenza delle ſauole conuiene ancliora c ie per quello riſpetto
fieno quattro le ſpecie delle tragedie,adunque è da ſgpplire ”il all'0”
iti* Poi ſeguitano queſte parole '014x9- inìp miſurati” iſſo‘: ha.. ?el mgmí:
76x Ksîiàva7vdçiris. Nelle qualiAriſtotele ſi ſcuſa perche non dea l’eſſem
- pio della rauiluppata,cl1e conſiſte tutta nella mutatione congiunta
con la riconoſcenza# la ſcuſa è che ia è ſta ta detta 8c eflèmplificata
in Edipo,in lphigenia &Oreſteòt in Rs 15 i'm* .cio è le principali
parti,onde ſi conſtituiſce queſta ſpecie , &ſènza le quali non puo lia:
uere ſuo eflère,ſono la mutatione , &la riconoſcenza.; Shah-”ml ciof
Im lla-:mt ita-‘ion‘ iÉ-'ousCi propone l’eſſempio della ſeconda ſpetie che
è della mutatione di ſelicita in miſeria ‘fatta ſenza riconoſcenza in per
ſone chemorte
hannol’vno
patito nel corpo o morte,o gran ſuplpliciosome pa:
titono &l’altroAiace vccidendo ſe [le o Aiace figliuo::v
lo di Talamone,& eſſendo fiilminato Aiace figliuolo d’Oileo da Mi: i
nen” per lo ratto di Caſſandra , percioche dell’vno, 8c dell’altro fi
uo intendere im à'umu ſi come .credo ancliora poterſi intendete
dell’vno cio è del fi liuolo di Talamone ſi come del piu ſamoſo,del:
la morte del quale ſieo ſiate da piu poeti compoſte piu tragedie-,ſi co
me ancliora della pena d’lſsione , il quale per liauere hauuto ardite
di richiedere d'amore, Giunone fu conficcato in vna-rata nello’nferz
no,la quale con perpetuo auolgimento è girata,_ſi ſono da .piu poeti
compoſte piu tragediede quali col numero del piu ſono chiamate da
Ariſlotele oi' l‘Ue-UNO!) ſi nie-ga pero che nelle tragedie d’Aiace,&nel.
le tragedie d’lſsione n0n ſi trouaſſè la riconoſcenza, conciofia coſa
che Aiace riconoſceſſe il befliame che egli iii-plein; vcciſo quando rìó*
i uenne
”enne i'n Buon ſenno, eſſere beſtiame ſi come era ,8t non i capitani"
r-cci,ſ1 come gli pareua,cl1e il beſtiame ſoſiero &ſia ventimilc che lſz
Zonemeſcolato
i s’era per maggiore ſuavn-nuuoloJì
eſſere confuſione come
riconoſceſſe
eſſo era,il &non
nuuoloGiunone
col quale

come gli parena che ilnuuolo ſoffiaMaqueſte riconoſcenze nonſono ~
congiunte con la mutatione,ne operano ſenza mezzr- l’vna la morte
d’Aiaoe,&l’altra la pena d’iſsione,ñ ’jîaauí Joy cſ w'th ”ù i mad-:.Per'
l’ieíſempio di due tragedie intitolare l’vna le Phthiotidi,&l’a’ltra ilPe
leo ciſi dim'oſtra quale -era la ſpetie coſtumata di tragedta 81 perche
niuna delle predette due tragedie è peruenuta per quello clìeli ſa, a
noſtri di non poſsiamo veramente affermare perche baueſſecoſi ſat
to nome 8t in che ſpetialmente foſſe differente dall’altre‘ſpetie,ma tiñ
poſsiamo beneragioneuolmente imaginare che non Iiauendo queſta
ſpetie _di tragedia ne mutatione congiunta con la riconoſcenza , ne:
paſsìone corp orale,ne continuatióe di graue miièria,ma miſeria mez
zana,come habbiamo detto, che in lei appareſſero piu icoſtumi,clie
non appaiono nell’altre ſpetie,nelle quali icoſtumi ſono prefi per ac:
compa gnare le perſone della fauola,&per~ſecondarla la doue in que:
ſta la perſone pai0no preſe per accompagnare i coſtumi,&per ſec on
dargli non eſſendo la fauola molto artificioſa inguiſa cheil poeta nö*
ſenza ragione è preſſo che creduto hauer preſo coſiF-Îtto ſo etto
per dimoſtrare come ſia buon rappreſentatorede coſtumi,ſi c ie que`
fia ſpetie ſ1 domanda coflumata perche-icoſhimi in lei piu riluconoflz‘.
ſono ſtimati piu artificioſi che non è la fauola,&è differente dall'altro::
in queſto che liavna fauola per ſoggettodi mezzäa- miſtria,qualedoue
ua eſſere quella di P- eleo il quale liauendo vcciſa nel giuoco del diſco…:
Phoco ſuo fratello ſen’andotapinando per lo mondo infino a tanto*
che fu purgato da Acaſto come appare in quelli verſi d’Ouidio Nec
tamen hac proſugum‘conſiſtere Pelea terra Fata ſmunt,Magnetas a:
dit vagusexul & illicSumit ab AEmonio purgamina cçdisAcaſtoDel~
l’eſsilio 'del quale [i ſaceuauo tragedie ſi comeanchora teſtimonia Ho
ratio Telephus 8c Peleus cum pauper &exul vterque Proijcitampul: "
las, &ſesquipedalia verba-Si cui-at cor ſpedantis tctigiſſe querelaz'Ho
ra d’vna ſimile materia doueua eſſere cópoſta la tragedia delle Plithio
di della quale nOn poſsiamo dire altroaà 5 tim-up Jef cin 95mm ”i‘
”fomoflís ”ù 3'1- 19 HAMMe deſunamente per l’eflempio di due :rage:
die intitolare l’vna le Phorcidi , &l’altra Prometheo ci ſi dimoſh-a
quale e la quarta ſpetie di tra ‘edia della quale qui non è ſcritto il no:
ma“ad“.ſto è _VR_ V0î9› ne 'quale doueua eſſereñlcritto, ma -pcäfe'
. *~ _ par
2.18
parole che di ſotto,quando ’ſi parla dell'epopea, hanno rifuardo a
ueſta tliſtintione ſi comprende chiaramente che eſſa ſi < inomina
ſimplice. {1| ‘ni ila-lì” ‘MU-ru J‘iî 'ixa 1M- "momllap ?il ?gap-quſg , inIl-ij!,
{umana-.im ,il lifllm‘lpl ii naOnflnip J‘tîey . Hora perla tragedia di Prome.
.the-oil legato,dieuiintende in queſto luogo Ariſtotele percioche ſi
.legge .eſſere-ſtate fa tte tre tragedie ”Prometheo con quelli` titoli.Pro
imetheo il porta tuoco.Prometheoil.legato, 8t Prometheo il pro ſèi:
.olto,ſi comprende che quella ſpetie chiamata ſimplice di tragedia ha:
.ueua er ſoggettolamiſeria graue continuatada quale parimente do
ueua uuete a tragedia cognominata le Phorcidi, Et auegna che
-..n0nl1auendo noi la tragedia non poſsiamo .dire-coſa particolare
- della materia, dobbiamo .non dimeno cnedere che la ſauola loro .ſi
,rigiraſſe intorno alla miſeria dello ſtato , nel qualeerano condotte
.per la venuta di Perſeo quando taglió la teſta alla Gorgone,le quali
Phorcidi cio è figliuole di Phorco flirono tre ſorelle,che haueuano
vnoocchio ſolo,che vicendcuolmente ſi preſtauano l’vna. all’altra,ne
,nomi delle qualigliautori non s’accordano.-Percioche alcuno le n0
mina SthenòEurialeflMeduſa,& alcuno altro Mempliale, Enyó 8c
.Cherſis,&certo altro Enyò,P.ephydò &Dinò.Se uitano alcune paro
le pure perla dimoſlratione della materia (liquel a medeſima ſpetie.
` .xs-‘aft- lp ’am l’vltima voce delle quali ha meno alcune lettere. Perche
alcuni v’hanno a iunte quelle che leparcuano piu conuenire di:
cendo ip il” cio è e coſe infernali,& per auentura non hanno fa tto
male.Percioclie i tormenti infernali ſono continuati & perpetui , 8c
.ragioneuolmente caggiono ſotto quella ſpetie ſimplice.Et ſi potreb
be ſareai“;vnaaſptramm
ſi a ari-Ns- ediahi'
di ”MEP-?al
Tantalo'iz,an
o di , .Titio
èl‘ì a” unito nello’nſer-no.
1|‘: yi”;- u‘a and”.
e (Lueſto e‘ vn conforto ſarto da Ariſtotcle al pOeta che debba
primieramente metter tu tte le forze ſue per ricordarſi, `6: mettere in
opera tutti gli’nſe namenti della poeſia donatici infino a qui nel
comporre la trage ia ſe egli per auentura e da tanto che egli ſe
gli ricordi tutti , 8c gli ſappia mandare ad eſſccutione tutti , ma
ſe nonèda tanto che almeno ſi debba ricordare de principali 6t
della maggiore parte & quelli mandare ad eſſecutione ſi per altro,&
ſi per quel o maſsimamente , che al preſente ſi ricerca dal poeta per
la gente,cl1e fieno nella ſua poeſia tutte l’eccdlenzeinfieme maggiori
che non e‘ ciaſcuna partitamente in ciaſcuno de poeti paſſati. Et
quello cókorto non riguarda piu la diuiſione proſsimamète latta che
gli altri inſegnamenti prima diſteſi , & lontani di qui.Et per auentura
panì dobbiamo
` fienzaragione
` ' ſoſpettare,che
` ‘ queſto
k kconforto
z nonanzi
ſia
`
anzi ſuperfluo,che no.Pereîoc-lie qual poeta ſarebbe quello,il quale
repu tando gli’nſegnamenti per buoni , & pergioueuoli' al poetare
non ſegli voleſſe ricordare , 8t molto piu mettere in opera anchora
ſenZa conforto d'altrui purclie poteſſe farcio.Non ſaceua dunque me
(fiere di conforto perche il poeta ſi diſponeſIè a farcio,ma faceua me
fliere d’aleun compenſo perche il poeta poteſſe tai—cio come ſarebbe
ſtato d’vna arte di memoria artificiale, od'alcuna via ageuole ridu:
cendo queſti inſegnamenti a minore numero 6t ad ordine piu regola:
to.Appreſſo pareua che Ariflotele non haurebbe fatta coſa-ſuperflu
ſe egli ci haueſſe nominatamente detto quali ſono queſti inſegnamen:
p ti grandiſsimi,li quali uuole che il pOeta maſsimamente debba hauere
accioche ſi ſapeſſe di quali piu che degli altri ſi doueſſe tener conto*
ſe nOn fi poteſſe di tutti. [uiAlsat (cip o?, ;nam MT ”efüà'ai :m è _dl
ſupplire &PJ-nè” ;Fiv-u poeta dee hauere tutte le‘coſe inſegna-te infi
no a qui ſe egli è poſsibile 8t è da ſporre ?x59 hauei-le'nelia mente, Gt
metterle in opera nel poetare & non ſolamente liauerle nella mente,
6t metterle in opera nel poetare ſunplicemente,ma anchora hauerle
nella mente,& metterle in opera coſi eccellen temente die la poeſia
ſu a trapaſsi in tutte le coſe le poeſie de poeti paſſati ,in ciaſcuna del:
le quali eſſi partitamente ſono lodeuoliäaaun mi: és n’n iva-panna *ſei:
”MPa-re ad ArÎROtele che attortoaltri richieggano ne poeti mo:
demi queſta eccellenza che ciaſcuno di loro auanzi in tutte le coſe i
poeti antichi,in ciaſcuna delle quali eſsipoeti partitamente ſonoſtati
eccellenti”: non dimeno vuole che i poeti moderni anchora veggar
no di ſodisſare o in tutt0,0 in parte alla’ngiuſta richieſta di coſioro.
li quali otrebbono riſpondere che la loro richieſta nonètanto-im
giuſta c e per quella eſsi doueſſono eſſere detto dweçafltîp. Concioſia
coſa che i poeti antichi non haucſſono hauuto niuno auanti loro
che loro liaueſliî- mofirata la hiona via del poetare,& foſſe ſtato lo:
ro ſcorta,& per conſeguente fieno degni di iëuſa ſe ciaſcuno di loro
non ha hauute tutte l eccellenze inſieme della poeſia,& ſe quelle, le
uali hanno hauute non ſonoin ſommo grado d'eccellenzalvla ipoe
ti moderni,che hanno vedure quali coſe ſono commendabili,& quali
bi‘aſimeuoli ne poeti antichi non ſoiamente deono prendere le parti
commendabili 0r0,ma per loro induſtría debbono anchora aggiun'
endoui perfettione maggiore migliorarle, 81 renderle piu comment
äabili ſenza che gliantichi non heb`bero l’arte ſcritta di poeſia, ſecon':
do la quale poteſſono regolare,& eſlaminare iioro poemi,& la qua:
le è propoſta hora a poeti moderni , il filo della quale ſeguendo eſsi
non poſſono errate. Ma poſſo , pospoſtigli eſſempi de p0eti paſſati
dall'vno
\

--ìian'vno de lati,&l'aíùto dell’arte della ”darwin-,che altri riclzie -‘ '


deſſono ſimplicemente ne poeti moderni la ſomma perfettione di ~
tutte le parti di poeſia per qual cagione ldourebbono eſſi-re reputati
' come”. cio e calunniatori a' ol’arte del poetare non è egli arte non -
neceſſaria': O non egli arte trovata per diſertare altruii’o nOn è egli
arte eſſercitata a gloria del poeta :Adunque chi non è,o non puo eſa
ſere ſommo poeta laſcila Rare, & attenda ad altro poicheſe non è e
ſommo poeta non è per dilettare altrui,ne per acquiſtarne gloria.
Bindi non ſenza ragione diſſc Horatio Medion-ih:: eſſe poetis
Non dij,n0n homines,non conceſſere columnç. a
PARTlCELLA VENTESIMA. ,tx-:5 , 1m; a,… ,mn-'x15 muta-z. a
”Zini mm‘: îzmmhèv du'suflc -rçang‘iarpjmmilxàç 57570 1d mdímèof , Jef , "g
*i'm: -ràp *n'i's iMo‘J‘@ FMA muffa-'i909, 'mîuſiv 7a‘, (Là: 75 mixe- Musáw 1|‘: pig- -rà g
”inp'píiflOG-.îp 510i*: l‘ç-îuafl :mò ?ragni ”ü- u‘mv'AHi‘a Zapping. (lati-Qi S ’ſu n
”ſed-9. mw l'ad” {mix-da , un“ mi ita-”ì ”i99- , Sam, îvçizll‘us ”ſhin , haſh-:[1 u
”ù mi 54mq Jam@- , u ixm'flÎouflſi, 'il uxö: Emilio-'ſai, îmſvì ä-ráóo‘a Eſame’ a
ip 70‘714 “ha. ‘mid mçlíſfléas ”ü lp 707: “amis mini-di soxófomu , 392 non: u
low-[xl , GauuasóſflffilxäVfi-Mn, ”il QlMſſuÒgGm‘J- **l'età 10310, 71ſt‘: Ì da?“ ”ip 4
lui mvngſasö îEan-rlflí Song (l'impo- ”M Sarpi@- ai“ JJ*le ñfluaí, ?5| a
”ho 61$:. Same Tin-DW l'era-iqu 70?’ fl'veà'au mm ”il *ragà *rà éxàMi-l vlc; Kofi“ u
51m Minimum‘: ”Sp ÌUKÎWSÌI, ”ù nigi-p è? ?5'on , ”ſi dwqovl'ízbai . ‘ai u
lung ”aç'îugizſá‘lj , EM' Samy ”qà ”ponti-1075 Èholmîs vörl‘ixllo’nua Mori F ad: a
*w . 3 LAM! I'M-'as MJT Finali“… È'J‘ouo’i, ”(51011 &ff-un@- baſic-”9- F umi- a'
m_ ”ELA-m ri J‘mçíçafl iuslluua ’Maffi 'il ?Hifi ig {Mou n’s i'm-Freak?” ,É in* a
di” a . u
CORTEN ENZA. La conflitutione reppreſentatiua non dee eſſere '
lunga quanto l’epopcica. Che il marauiglioſo dee eſſere nella muta:
' :ione & nella ſimplicita,come il choro poſſa laſciata la ſua. prendere
la perſona d’vn rappreſmtatore# come non dec cantare coſe ſepe'z
rate. ‘
VVLGARlZZAM ENTO. E: biſogna, fl come èſtato detto, ſpeſſo “
ricordarſi & non ſare che la tragedia ſia vm conflitutione epopeiea.
Et dico epopeica quella,clie è di piu fauole,come ſe alcuno faceſſe in
vna tragedia tutta la fauola deil’lliada. Percioche quiui per la lun:
liezzale parti riceuono la conueniente grandezza, ma nelle ra pre:
Pentationi il molto ſhori della credenza rieſce male.Et quindi n hab- "
biamo certezza, che tutti coloro li qu'ali hanno fatto in vna tragedia
do)l’Hecuba 8x non comeEſchilo,o
tutta la diſh'uttioned’llio,& non percaggionom malamente
parti,ſi come tenzona: .
Euripideffaccn:
Kkk z nopois
;,nopoíche andrea-Agatha” cadde per quem colà ſola. Hat-:nelle
,, mutationí,& nelle ſlmPllCl attiom toccano quel ſegno che diſiderano
,, col marauiglioſo. Percioche cio è coſa da tragedia 8c piacente agli
,, huomini. Et queſto auiene quando l'aueduto ma forni to di malitia,è
,, ingannare ſl come Siſipho,& vn poſſente ma ingiuſto è ſupera to. E_t
,, quello è vcriſimjle ſi come Agathone dice.Pc|‘cioche e‘ veriſimile1che
,, auengano molte coſe anchora fixorildel verilìxnile. Et biſogna,elie ,il
,, choro prenda la perſona d’vno de raſſomigliatori,& ſia(vna)parcice1
,, la del cutto,8;inlìeme tenzoni non come fa appreſſo Euripide, ma
,, a preſſo Sophocle. Etle coſe concedute agli altri ſono piu tolto
,, d (vu altra) fauola,o d'vna altra tragedia, la onde cantano coſe intra:
,, meſſe eſſendo ſtato il primo Agathone a dar principio a"cio. Certo
` ,, qual differenza ha tra il cantare coſe intrameflè o l’acconcìare vn ra:
,, gionamento d’vno (epiſodiofin vn alti-0,0 l'epiſodio tutto*:
SPOSlTlONEJn
ume quella
fatte la prima alla venteſima
miſura particelladella
della lunghezza ſi contengono
tragedia,la tre
ſecon

…da alla marauiglia,che era vna dell’atto coſe richieſte alla fauola , &
la terza al choro che è vna delle parti di quantita della tragedia , a:
perche non hanno con giuntione con le coſe proſsimamente dette
ne tra ſe ninna,& percioche ciaſcuna e‘ brieue ſi ſono ,compreſe tutte
8: tre dentro da ma particellaHor-a s’era detto dj ſopra paragonato
1 do la lunghezza della tragedia con quella dell’epopea in vn luogo,
_ ;he quanto alla lunghezza che cade ſotto il ſcuſo della viſta,& dell’y:
ì dita quella della tragedia non poteua paſſare dodici hora, la doue
o' quella dellÎepopea poteua paſſare molti di,& in vn’altro luogo s’era
_detto _che quanto agli epiſodi la tragedia gli haueua brieui,&l’epo:
pea lunghi , & hora qui alle coſe- dette s’aggiugne che la lunghezza
. della tragedia dee eſſere minore di quella dell’epopea per vna altra
.yigpercloche l’epopea puo hauere per ſoggetto vn’attione ripiena
di piu attioni o di piu fauole di endenti lvna dall’altra. llche non
'-‘ puo hauere la traîediafllla qua e balla l’vna delle molte a'ttioni,o fa:
uole per riempier a ſufficientemente. Si chela tragedia ha la lunghe:
’ za mmOre,che non ha l’epopea , a: perche non puo rappreſentare
a _vn'attionelè nondi dodici _hore , & perche deehauere gli epiſodi
* lil-[eni ,8: perche non dechaucre ſenon una parte d’una attione lun
i ga,& l'epopea puo narrare vna atn’onc , nella quale ſpenda molti di,
8c pu_o hauere gli epiſodilunghi,& contenere vna attiene quantum
que lughiſsima &atta ad elſçre diuiſa inpiu parti o piu ſauolexíàímg ›
?mm ”Mim “wi-M, Quelle parole non erano ne teſti gia Lamp*
‘ ' u quali
a
1-20
iîìquanttmque foſſero ne tefli ſèn'tti‘a inano,& ſëcondo che io m’ima*
gino percioche non ſi vede , che ſpeſſe volte ſia ſtato detto infino a
qui,chela cóſiitutione della tragedia non debba per alcuno-riſpetto
eſſere lunglia,quanco è quella dell’epopea non eſſendo ſtato'detto
cio ſe non due fiate,& parendo chemmlxis non ſi debba veri ficarejn
due ſiate ſole.Ma ſe pareua che mmm male ſi poteſſe verificare in
due ſiate ſole ſi poteua,& ſi puo diſtinguere ”Mim da Samy 'i'rgmr,
?8: congiugner e con ”miíä'm , 6( dire. H ora biſogna ſpeſſe volte ri:
c‘ordai-ſi di quello,cheè fiato detto,ci0e` non dimenticarſelo punto.
Percioche non ci dimentichiamo delle coſe, alle quali ſpeſſo tomia.
m0 con la memoria. NMUN.” immñnàîa tripla” THQ-i‘laſ. (Manto
e‘alla lunghezza della ſauola non e la conſh‘tuti‘one della tragedia
quella dell’epopea. Laonde non pare che Eſchilo , il quale fece la
t-ragcdia 'ſofia :rl ans-il, & gli altri , che in ſimile argomento il'ſeguita:
rono habbiamoñſatto molto bene eſſendo quella conſ’titutione-d’efo’
pea,& non di tragedia ‘per la moltitudine delle coſe . :mm-'ixàſi è aíyo
15 :who'me i'm: ripiani-'ihr :ſhop ani-TMW_ Si dice come s’intenda la
conſtimtione ep‘opeica,dalla quale ſi dee allontanare la confiitutioñ- '
ne tragica,cio è,che è quella,la quale uantunqùe contenga ſolamen
te vna fauola, non dimeno è compo a dipiu ſauole,ſi come la ſano:
‘ la dell’llia da non ſi potrebbe ſerrare tutta in‘- vna tragedia,percíochcì
le parti della redetta fauola non porrebbono liauere la debita gran
dezza'per la reuita del tempo preſcrittoalla tragedia. Hora fipuo‘
dire che Ariſtotele danilo l’eſſempio dell’lliada _intenda di quella
d’ Homero‘, o anchor‘a che intenda dell’lliadaingenerale cio è del:r
l‘attione della guerra che fee-ero i* greci' ſopra Troia. Se intende'
dell’lliada dz Homero nonſcontradice pero a quello,che dira diſot
wJa d0ue vuole che dell’iliada ſi poſſa fareuna- tragedia' aa] iu
due preſupponendo qui , che non ſene poſſa ſare niuna che ſlea Be:
1) ne.Percioche èda dire che non ſene puo ſare niuna che ſtea bene
uu prendendo tutta—l’iliada ma prendendone alcuna parte o pat ti ſe ne
"in?".
ì?
di otrebbe ſare vna,0 due concioſìa coſa che l’lliada d’Homero hab
ia poehe parti che fieno atte a ſarela tragedia,d’vna delle quali ſece
Euripide il Rheſo,ma ſe intëde dell’lliada in generale tanto meno tut
tn ſi potrebbe coprendere in vna tra edia, ma prëdendoſene le parti
ſèperataméte ſ1 otrebbono fare mo te n-agedimnzi d’vna parteſola
ſi come egli ne (ſara l’eſſempio nella preſa di‘Troia ri diuitlendola in
altre parti ſerie poſſono formare molte tragedie,&nó diméo 'di quella
parte ſola pelle è pregna di molte parti,nóſipuo formarevna ”age-gi:

'-e
che bene &cambi; (La: 1! Mue- unab- 13 ”imp ;ſmo-,Arena è _la ra
gione perche l’epopea puo riceuere la fauola lunga,o ripiena di moi
te parti,cio è erche ella nonè riſtretta dentro dallo ſpauo dl certe
hore,come è tra edia,la quale anchora ha vn’altro disauantaggio
oltre alla breuita el tempo che non puo abbreuiare lc facende o le
parole in rappreſentando piu di quello che ſono in atto quando ve:
tamente auen ono. Il che puo ſarel’çpopea . Laonde ſl ſoo iugnc
che nelle poche rappreſentatiue quale è la tragedia,& ia come ia ſe il o
poeta prendera vna fauola lunga quanto alle parti gli aucrra molto “
altramente che egli non s’haueua imaginato. îç 51-07: W mm'qu
"I‘Ml‘l &ana-'vo, Q`uçſte parole poſſono perauentura riccuere tre in.
telletti il primo è quello che gia habbiamo detto che ſe alcuno faceſſe
di tutta la ſauola dell’lliada vna tragedia farebbe male-,ma ſe ne face(
ſe vmepopca farebbe bene,percioche nell’epopea perla ſua iüghezza
&perl’agio,che ha di potereabbrcuiarc,&aliügarcpcrvigorc della nat
ratione a ſuo ſenno le facende,& le parole le parti hanno la loro dea
bita grandezza=ma nella tragedia,& nella comedia auiene molto ab
(tamente che non s’haueua dato ad intendere il poeta non porendo
le parti ricevere la debita grandeua fi per la breuita del tempo pre.
ſcritto loro ſi per non potere rappreſentare riſtrettamente. L’altro
intelletto è,che doue nell'epopea molte parti , truouano la debita
grandezza, vna ſola parte nella tragedia rieſèc grande oltre al crede
re del poeta per la maniera rappreſèntatiua in guiſa,che non fauoia
Eicna di molte parti è da prendere ma vna parte ſola riuſcendo quo[.
' maggiore che altri non credeEt ſe vogliamo ritenere qucſto in
tcHCttO dobbiamo leggere '{v 5‘ -roît »ghe-41,8: dire 'iN-iz@- vna part*
bond” and ricíèe molta 8t grande‘ſaîs Him: alla rappreſèntatiua. ll
terzo ſarebbenon molto diuerſo dal ſ6cond0,ma ſi conuerrebbe leg.
gere 73 mm'. accioche diceſsimo. Ma nelle rappreſentationi il molto
anime oltre il credere del poeta per le ragioni ſopradette in guiſa
che non fa meſtiere,che egli per riempierc la tragedia prenda fauola
di molte partir-m7” 550*” ”{çap 1'ai” Bic. Pmoua per l’eſperienza eſſere
vero uello che haueua detto cio è, che ci dobbiamo guardare da
pren ere pe; comporre tragedia fauola , che fia ri iena di molte fa:
uole o parti,ſe vogliamo piacere , concioſia colà c 1c coloro,li uaii
hanno preſa tutta la preſa d’llio per ſoggetto di tragediaan ra
dle non ſia ſe non vna parte dell’lliada.non dimeno perche tum
aqueſtn parte
veditonì ſi ridiuidc
con in molte altre
ſimile tragedia,& partiche
coloro non`
nonhabbiano ſodísfatto `
hanno prchkmtta
o

I
22(
:la preſa d'llio ma una parte-Cornelia fatto Euripide-’6; ERllÎlOJlab-î
biano ſarto bene &habbiano ſodisſatto a thlffli'LHOi‘fl dobbiamo
porre mente a piu coſe di queſto teſto;-&- prima che níçfl‘ir n‘a-’ou non e
poſta perl’lliada d'Homero,ne per l’Iliada picciola della quale An'.
ſtorele di ſotto fa mentione, o per tutta .la ' guerra troiana , ma ſola:
mente perla preſa di Troia o d’llio,della ;_,qual parte :ſi ſoleua ſar tra:
gedia ſi come egli teſtimonia di ſotto,lañquale. hauendo molte parti
‘ preſtaua argomenti a piu tragedie &.perciocoloro,cl1e la prendeua:
_ no tutta per argomento d’vnactragedia non piacevano .a veditori.
Appreſſoflre non par veriſimile anchora che altri ſtimjno altramen
te,c Îe ui ſi biaſimi Euripide oÎE-ſclulop ſi biaſimino amenduni,an~
zi che ſilodino amenduni,& che ſi contrapongano a coloro.,- che fa:
, ceuano in vna tragedia tutta la preſa, d’llio ; & faceuano male-preti:
dendone eſsi ſolamente‘vna parte penſare vna tragedia. ?Dictſifia
dupque i’m ”ígat‘i i'll-'eu {altri inoſſide ”ii ai ”rà AUTO! ’ii Exm’a‘lautiíujl Kat-851’::
’DilèoVTMJ’Oſ eſſendoſi detto piſani-ig':ng ſi ſoggiunge Zamç deliri?”
_ è da ſupplire :mm-fl mi: gig@- ‘8c appreſſo ſeguita ”il ni,d0uendoudi
i nuouo ripetere xmí gig@- Zane; linux-194. da ſupplireîo-oiëo'zp nce-rtl ulçu.
- Percioche ſe l’vno di loro ſi biaſunaſſe o amenduni ſi biaſimaſibno,
o l’vno biaſimato s’accompagnerebbe o amenduni s’aecompagne:
rebbono con Agathonejl quale è biaſimato (ſeſſi-re, caduto in'que
ſto errore con gli altri non oſtante che ,doueflèeſſereltatofatto ac:
î corto dall'eſlL-mpio de due predetti poeti,che l'haueuano ſchifiato.
Anchora,ch`e non pare veriſimileche Ariſtotele ſcriueffe NlOBHN H
MHAElAN ,-.O NIQBHN
ſ eſſempio dellapreſa d’llioſolamente. Percioche
poteua anchora ſi come
darlo,'& haueua , dato
l'haurelibe dato
nell’attione tutta ‘di Niobe o di Medea , o di Niobe ſola,ſe voleua lo
iÎ-_È'ÙV'
dare o pur biaſimare Euripide_ che haueſſe preſa parte dell’attione
o pur tutta l’attione di Niobe ,o di Medea o di Niobe ſola ſenza paſñ
ſare dall’eſſempio della preſa d’llio a quello di Niobe ,aſſai firm-i di
tempo che non ha coſa commune con la preſa d’llio.Perche e‘ da ſo:
ſpettare che ficomevltimamente eſta to aggiüto aqueſto teſto i .mi-lia:
{fa .Vle quali voci non ſi truouano nemeno ‘contaminati libri coſi pri.
ma ſia ſtato ag iuntoui‘Ntíanpp almeno che ſia ſtatoÎmutato quelZno
mute
me che prima u era ſcritto in Nuda-p eſſendo per auentura prima ſcri t:
to E‘xa’flnp.Adunque la preſa d’llio haueua molte parti, ciaſcuna delle
,quali ſi pot'eua Formare in tragedia comei’attione d’Hecuba,l’attio=
_ne di Priamo,l’attionedi Deiphobo , 8: d’altre perſone auenute in
{quella preſa.'i ímſñwrigii una: &yo-ſiam:. Le tra edie le quali hanno
‘ … ll godi!!
Mamaſ'eria ſopercliia,fic0‘mele altri-:.0 fi recitano ſei-12a Centra
o ’altre tragedie-;o con contrallo,ſe firecitano‘ séza’comrlafiomn
, piaceionoal popolo ei poeti di quelle caggiono da'gpello alto ñ' Q
» diſauore
tano con popolare
contraſto dove
rieſcono
erano
aſſaiſaliti,o
meti- belle,
ſperauano
che: quellein
'ſalire‘.Sè.
contraſto
delle quali ſono recitate,ei poeti ſuoi rePcanoſuperati con differenza
troppogrande da ſuoi auerſari.Adunque xauös inmffiñar ſignifica-nor#
ſolamenteeſſer vinto ma anchora eſſere vintoſenza batteri':ng
contraſto allÎauerſario,Et è da tanto queſto more che fi‘ commerci
in eleggere materia troppo pregna per ſarevna tragedia ,che tutte-lei
virtuJe quali puo hauere vna tragedia nonla" poſſono ſar toîerabile‘
appo il popolo quando hanno‘in ſua compagnia queſto vno ſol-o vis -
tio ſi come ſen-’ò veduta l’eſperienza in Agathoneív 5 ruîrmgi’zmáfl ”k
particella
‘.9 ni": ina-Ts&ſatta allaWella
mſm-tdi. mar-auígliada qualegiu-nta
è la ſeconda era richieſta alla-ſano
come-mira in per
_magnificare 8t accreſcere lo ſpauento,& la compaſäiónedicendoehe
non ſolamente accreſce lo ſpauento 8c la-compaſìionegnaril compia*
cimehtoancliOra.l-lora perche s’erad’etto di ſopra-?che laſeuola ‘haueſ’
ſe mutauone m felicita in miſeria , & appreſſo chehaueflè leperſone
d’vna qualita,come di m‘ezzana böta con le preſenti parole fi repete
7 ,no queſte medeſime coſe, & auegna che non fi repe‘tano pienamente
non dimeno le dobbiamo allargare ſècondo quello che è ſtato detto
di ſoprazE’adunque da dire ip È :in originaria-tmon in ciaſcvrìo riuolgi-`
mento ma’ inquelli riuolgimenti , li quali hanno il trapaſſa mento di
felicita in niiſeria,rsù i» roîs ainhoi! ara-nm: intendendo qucllecoſe elſe:
re finiplicide, quali auenendo non op erano due efletti-ma vno,li qua-z—
ii effetti ſono due quä'do le perſone operati &patiëtinon ſono d’vm…
ſola qualita come l’vcciſiöe de druditli Penelope opera due effetti cio
'è mutatione di ſelicitaja miſeria ne clmdi‘di Penelope, li quali erano
ſcelerati, 8t mutatione di miſeria inſelicita in Vliſſe 8t in Telemaclio,
[ſquali erano di mezzana bonta. ;E’l matrimonio inceſtuoſo ricono
. ſciuto opera in Edipo 8t in Giocaila-vno effetto ſolo,che è_ la muta
tione di ſelicita in miſeria,perciocliel’vno &l’altra erano di mewna
bonta.Poi iiſog iugne quello con che` ſpetialmente ottengono cio
che dfſideranoj che non è altro che la marauiglia tlicendoiipaxás
foi-'fai 5p BWlÃOWM Dmſhsb’:. lo m’intluco a credere per le paroleſeguentí _
che leggere ſi debba Oauflasë o piu collo UMA-:sëîoccano adunque
izpoçti con ,la ſanta della marauiglia il ſëgno delle coſe defideratedl
quale ſegno e‘ doppio;percioche l’uno è vicino,& l’altro piu lontano
pio vicino èil ſegno.” rolex-e muouere ſpauento 8c compaſsíonc o, I
com*
2.2.1
‘compiacimento per miſeria meritata.Piu lontano è il ſegno divolere
eſsi acca ttare i1 ſauorepopolarep di volere eſſere dichiarati per Vit;
terioſi ſopra i ſuoi auerſarixgaflxàweîf ”Un ”in çmíuçomp. La maraui:
glia congiunta con la mutatione di ſelicita in miſeria nella perſona di
mezzana bonta accreſce 8: magnifica lo ſpavento &la compaſsione-8c
per cio la marauiglia ſi puo domandare eſſere coſa tragica. Et la ma:
'rauiglia congiüta con la mutatione pur di ſelicita in miſeria nella per
ſona maluagia accreſce &magnifica con la conſolatione il compiaci.
mento ciel popolo.Laonde ragioneuolmente ſi puo la marauiglia do
mandare coſa aggredeuole agli huomini.Et quantunque di ſopra non
paia Ariſtotele commendare coſifatto piacere della tragedia,dobbia=
mo credere'clie non l’habbia commendato in riſpetto dell’altro piace
re, &nö perche per ſe ſenza riſpettomö ſia cómendabileffloiche inque
ſta giunta dichiara al largo come intenda l’eſſere aggradeuole agli
huomini.’t';| -ro'iîro Hiro; Nepi-5 zie-là ”ou-gia: ZÈaza’ſnèxÎ Sam’ NEW, ”ù o' 'ev
fgä@ pì” &Pinè; 55710-5, E’adunque aggradeuole agli huomini quando
vno aſtuto, & ſcelera to e‘ ingannato come Siſipho,il quale eſſendo a:
-uedutiſsimo tra tutti gli huomini,&adoperando l’auedimento ſuo in
. ~maie ſu inganna to da Autolico,che gli fiiraua il ſuo beſtiame-,rieſi po
teua auedere ne riconoſèerlo,percioche lo tra sſormaua ſubito come
prima l’haueua furatoD quando vn poſſente vſando la ſua poſſan:
-za ingiuſtamente,è ſuperatoxome Golia , che ſu ſuperato daiDauid f
paſtore,& giouinettoszt 510'610 iui: amg Sez-aſma: ai”. Sono due manie
're di veriſìmili,l’vna di quelli, che rappreſentano le verita,le quali a.
uengono perlo piu ſecondo certo corſo.Et l’altra di quelli,che rap:
*preſentano le verita che alcuna volta trauiano dall’vſato corſo come
e veriſimile che vno aſtuto maluagio inganni,& non ſia ingannatoflt
`ehe vn poſſente vinca,& non ſtavinto,percioche veramëte noiveggia
-mo per lo piu auenire coſi,& è ächora verifimile che vno aſtuto ma]
oagio volëdo in ?mare ſia ingannato alcuna volta,& che vn poſſente
voli-do vincere ia vinto alcuna volta. Si che l’vnveriſimile riguarda
‘l’aſſai volte della verita,& l’altro le poche volte della verita,& coſi
l’vno come l'altro è veriſimile,ma il ſecondo per la rarita è piu mara
uiglioſo Bce detto eſſere veriſimile fiaori del veriſimile pure perla rari
ta,& perche ſ1 torce dalla ſtrada del primo veriſimile. Dice adíique
— Ariſtotele che l’accidente marauiglioſoxlie è aggradeuole agli huo:
mini come che non auenga molte volte,&non ſeguiti la via del com:
mune verifimilenon eda rifiutare come non veriſimile percioche
egli è veriſimile , conciofia coſa che ſecondo che dicea Aga:
’ L1] y thom_
thone ſ1 truoui: alèimoverifimile quale è queſto che è fuori del veriſu”
mile nella’guiſa che habbiamo dichiarato. Di queſto motto Agatho:
neſco fa .mentione Ariſtotele di ſotto vn’altra volta nelleſolutionj '
ſenza nominarne l’autore ,8c nel ſecondo libro ' della ritorica nomi: v
nandone l'autore.x9ü`1àp xoçip Bui” PJ imhafläptäp imxpſſöppjx nigi” è?
”il Inw—.Qgeſta ela terza giunta contenuta inv quella particella-latta al
choro,delquale ſi parlò.di ſopra quando ſipario delle parti di quan:
tira della teagedia. Et perche ſ1 parlò di ſopra ñclel choro ln quanto
s’introduce in palco come cantante-ſolamente ñ só’aggiugne …che fi ›
uo introdurre anchora comezparlante , 8: meſcolato nell attiene.
Appreſſo’ perche di ſopra .ſi parlo' delv choro ‘cantantelènzapaleſare
qual materia doueſſe eſſere ſoggetto del ſuo cauto qui uis’aggiugne,
cherla‘ materia è di du'e maniere,o.ſh'ana &ſeperata dalla fauola,o con ~
faccuole,& congiunta‘conxlal ſauola',& ſ1 come ſl biaſima che in palco -
s’introduca il chorouparla nte ſimplicementez &ſi commenda che vi a
s’introduca~parlante,8cmeſtolato nell’attiene.; coſiñſibiafima che la -
materia del ſuocanto ſia ſtrana,&ſeperata,&` ſl commenda chela ma -
teria ſua ſia confaceuole 8c congiunta con la ſauola.Si dice adunque, ñ
-ſearlante
ilchoro iuùſiripdeeintrodurre
xogip z 'isz &mA-Baci
in palco
?Zip non
5:.”prcome
raffibiſ‘ogna-
cantantema
che ll choro
come ñ

ſaſciata la ſua perſona prenda .la - perſona dÎvno de rappre ſentatOri, -


”li pigro‘: a” 'roll Fai-;Sediuengavna _particellaó del tutto, cio è habbia ~
parte nellÎattione,&-limile modo di parlare è appo Virgilio. Ogçque
ipſe miſerrimavidijEtqqorumpars magna: fui-Et e da pormenteche
Ariſtotele norrha il choro quando 'canta-;8c ſa'quello che è veramen: -
'te proprio delchoro per. parte dell’attione.Et certo non ſi puo dire r_
che ilÎclwro cantante fia parte dell’anime-poiche ſi comprende coſi ì
pienamente l’attione. ſenza choro come .ſi facol char-0,8( appare cio -
nella .comedia nuoua,nel~la quale non s’vſa il choro; &'non dimeno ›
non ha differenzzt niunatra la foi-ma- della ſauola— ſua , 8( la forma i
della ſauola della ;tragedia , nella quale s’ vſa il: choro, 8( ſi po:
ne per-diſtintionc de‘ cinque atti.Ap}>reſſo-ſe il canto del choro è cos ›'
me habbiamo detto il giudicio ’vniuerſale‘ del popolo intorno all’at
tione reale ſècondo che auieae diparte .impari-e ſeguita che il choro 1
ſia vna perſona fuori dell’attione-,8cl che non habbia parte nell’attior
:ne,non potendola il popolog‘o il choro‘ inluogodi popolo per mau-
a niſeſtamento di ‘ſuo-.giudicioñ'alterarlain coſa ninna-Mai quando ilcho -‘
1 ro ui s’introduce come parlante «Sc-'operante è come ſe ſoſſe `~vno dc ñ'
rappreſèntatori dellîatuoncñ, è; comevna particella d’vn annual:x
2.23'
qñale rimoſſa,il tutto non epiu il tutto,clie era. Et percio,il choro
dee quando Vi s’introduce come parlante, duayowſzà'ei cio c‘rapprea
ſenta rc la parte ſua ſi come gli altri rappreſenta tori rappreſentano le
ioro.Ma perche il choro s'introduce a parlare ſimplicemente a p0
Euripide,& adire quello,che ogni altra perſOna potrebbe ſenza ue
re altra parte nell’attione,dire,& s'introduce‘a parlare non ſimplices
mente appo Sophocle,& a dire nOn quello ,-che potrebbe dire o ni
altra peribna,ma-quello,che alui ſi conuienecome meſcolato ne'l at*:
rione ſecondo che ſi vede chiaramente nel choro parlante nell’Edi:
p'o il tiranno di So hocle Ariſton-le bialîma il parlare ſimplicemente
'del choro,&-loda ` parlare non ſimplicemente, & la ragione perche
biaſimi quello,& lodi qùeſto è manifeſta douendo il choro o cantare,
ìi-ìclie è ſuo proprio 8t principale uſficio,o parlare'ſec'ondo lo’nter:
eſſe,chc ha nell’attione. Il che e‘ ſuo men pro‘Prio & men principale
ufficio,ma non douendo gia ‘parlare-ſe non ha intereſſe nell’attioní,
ne ſeruire come perſona o _di meſſo,o d altro ſimile. ”755" Mimì': 'n‘iJ‘ia
Mama-’tmp Fauſto-:li Bla-i’lçarea‘i'fl- îsi. Seno coine- habbiamo detto
due materie del canto del choro l’vna lodeuoleë, che è conſaceuole
con la ſauola, 0;con'~tragedia,& ſipuo domandare propria di uella
néagedianaltra è' ſcon’ueneuole alla ſau‘ola o alla tragedia,& ſi puo
domandare ſtrana,& qui di queſta ſeconda ’parlando Ariſtotele,& ri:
p'rouandola come‘ biaiìmeuole dice roîi 5^”st ”Ninni . Le coſe con
cedute per licentia- ſolle,& non informata di ragione (percioche coſi
ſignifica la uoce J‘ii‘a’nm Jagli altri cliori cio è acliori cantanti,& non ~
’parlanti ſono piu tolto d'vn’altra fauola,0‘d’vn’altra tragedia. Ris -
p'ruoua dunque queſta materia con queſto argomento. Se non è lici; ‘
to-al poeta a prendere vn canto-d’vn’altra tragedia,8t riporlo nella ~
ſua,no'n è p‘arimente licito a prendere materia per canto la quale non
ſia propria 'della tra` edia,di cui è il canto‘. Et la -ragio’ne è,che coſi è
ſtrana l'vna-come l’aîtra aquella tragedia.Et piclie n'on èpropriadi -
quella tragedia ſi puo dire eſſere piu toſto dvn‘altra-iauola non an: '
chora formata in traediap d’alcuna altra formata tragedia,allequas
li-piu propriamente conueniſl‘e; Diciamo-‘adun ue'ſoîs'à Mimîs cio è
agli altri chori in quanto'cantano,m`a n'on ci tur eremo percio con ‘
coloro,li quali vogliono clic-per nîs 5 Ao‘imî's s’inten'tla agli altri poe
ti‘pur che s’intenda anchora agli altri poeti in quanto compongono '
coſiſatti eliminano(- adam è da ſhpplii‘c’aihllev 8t coſi dimoſtranole vo
eiſiîguenti 'i ſims Tmaá‘iai,clie è da ſupplire. Ai ?ſunſhine Maori. Laon: '
dei chori,o i poeti per mezzo de CliOſi cantano non coſe proprie ne -'
l L ;i com-²
eontínuantila materia ma cſiuerſe,&poſte quiui ſi come ſono quelle,
che ſi poſſono porre &leuare eſſendo ſtato Agathone il primo, che
faceſſe ſimile coſa. ll quale e‘ poi ſtato ſeguitato dagli altri ,quaſi dica
Ariſtotele queſta vſanza:non è da commendare ſi per altro, ſ1 perche
'non è molto antica,non hauendo origine piu alta,che la noſtra eta,
della qualeiu cominciatore Agathonem’m -n‘ innalza 'il :ammo: à'á‘sg,
Îìídiçîè YM” iis HAA0,'È :arma-K. 1^05.Q`u_efla è la pruoua di quer,che
‘era [lato detto,che la materia del choro,la quale era ſli-ana ſi poceſſe
~piu toſto dire efière d’vn'altra tauola 0 tragedia,che della ſua trage:
dia anchora che non ſoſſe preſa veramente da altra ſauola,o tragedia
‘concioſia coſa che fia queſta materia vn certo traponimento ſi puo
dire per certo tempo,8{ in preſhto,& non habbia punto di differen
za tra ſimile trapaniment0,& l’adattare alcun ragionamento d’vno
*epiſodio d’Vna altra tragedia all'epiſodio della noſtra tragedia , o
l'epiſodio tutto.Ma ſe altri prendeſſe parte d’vno epiſodio , o tutto
vno epiſodio d'vn’altra tragedia,& l’acconciaſſealla ſua tragedia co:
-fi come ſarebbe male perche non ſarebbe proprio della ſua tragedia,
coſi fa male colui, che prende materia ſtrana,& lontana dalla trage:
dia per riempiere il canto del choro poiche non è ſua propria.
”PARTlCELLA VENTESÌMA~PR1MA; …eran-;ëd …2°, ano, 'la
n 'ilgíſaldfllaràp 5 mç'i ÀÎÈLOS, ridi-anſa: ézflp *rà al" oöp mg} 1142- J‘zámap, ip ni’: mei
fl fiſſoçiü's &SWF-roy# i'J‘iop ”Map init-if 1F: wmv. "$51 mafie-:62- á‘aávmp ‘mi
v 1a, Fd; 57:5 F M'rw h? :regem-:Mal- ”.&fl 'ſoin-5p 15, u YUPHWUÎ:®,KÌ1 ”ò Au'
›’ affina!“ 1b mia-i ”qedttuáíaſhofop ,Tmax 95W, n RTS“, 19:‘: &ſe; mia-71%@ 'r'ri ai:
” ”OG-,usò Muſa'11-11!. Piîhop 5'” ”ù i“ 1075 "ſhuffle E”; ?Sp àuÎcSp éá‘öp aſini'
I’ dal . FÎ'É‘Î'ÌÌ "Mai-à: d‘uva“, E 5347071‘, u áxhü J‘t'i ”qchxevo'ía‘urhſui *nc-'071W .:5|:
PQÎYGJTI *Enaip Mçuivzàal Ìx’m J‘iJ‘xSUAſas,-rù Ì'Îy M74) “mò F dirvi@- ”ao
w gain-[MON, ’sù ?ragà-”3p Uro‘: 74,7713”. 7|' )ai‘f ?(4 ;in F M7017@- 't'gyo‘o , è pain?” .
”FN c KN! mi dij: zòp Aſyop, ”$55 mq} n’a‘- 1153131! ,u‘qq îsip ÈJ‘@ Bodas-”ì kx!,
” mm 174d ALSA”, E’ 35-15 ,èJr’ivai 1515 &Mq-[miami: F 1M- ”ſeſſiſta ’íſſxovr@ 3:57,…—
” {ſoma-3.0704: ,ri ;pr-Aia, o“ n îvxìpça‘u Jliſrncis,vy`rì›rahì,xs`tîçóndis,xsíi &mini-Ill!
”Uſl 'ſlm .’z’Mo "Miner. ”atçè za} -ráì- Toi-'109i rvöflſh'ni Lipari-qu ,oÎlJ‘ìi è! 711D muli-1x5
2’ îzſſlflma 929m”. 5'” ”ù c’x'ëio‘i avouJ‘ís. 7} äz'v 115 560MB” Éuqríähu, I Non:
”7B ça: îzmaë. 3:11 ?vw-‘bw 3”’va Enſſcíſſq ein-35.41.511“ Ìz’flá‘i Gui-*n‘a umile’:
”Wii , muîp *n n mi, ím'nèu'x 651.1”; ‘flap-30,5: Yung@ ai’: -nîs commi: 79
*J 'Lupia-z,
CONTENENZA.Come della ſentenza s'e‘ parlato altroue , quali
ſìeno le ſue parti, che la figura ta profierenza non pei-tenga alla poc
tica.
VVL:
‘ ' 22.
VVLG‘AE’ÌZZAMENTOAdunquefgia è fiato detto 'dell’altra' cor: “
6:‘ ‘reſta- dar dired‘ella ſawllap della ſmtenzaAdunque le coſe appar‘ ac
teflenti alla &ntentia ne libri della ritmica *ſono ſkate (literminatefto l
Percioo’he-queſta ècoſa piu propria di qUello artificio. Et ſono ſer“ Î
eÒnddlaI‘enten’za quelle medeſime, le ali deono eſſere appreſtaru `
@dalmgionamencſhEt le parti di quel (ſono) il dimoſh~are,òl`ſoli'u `
fiere;‘&l’appreſtare le pëi‘sioni,come miſerFOrdia , o paura,o ira, &‘"u ‘
qualunque coſifätt’e coſe,& anchora gran‘: ezZa 8c picciole'ua, Et è u l
coſa naniſeſta che nell’attiom' ſi dee vſare delle fleffi: ſpetie quando’ u
fideono'apprèflare o coſe miſericordioſe o horribilip grandi@ con‘ n `
vijenemy]LSolaunent-e ſono in‘cio differenti , che‘ qu‘eſtecoſe ſi deo’no-n `
Manifeflare :ſenza inſegnamento , 8c quelle nel ragionamemoìu l
dal_ parlante“apprefl'are 8: perdo ragionamento produrre. Per!“ ‘
'ì cioch'e qual làrè‘bbel’ ufficiodel parlante ſe efleîper ſe appareſſe*’a'
‘ r"o 8t non perle ragionamento C’ Et intorno alla :ſaue'lla ha una ſpecie u
- di ſpecularioneîcio ſono)le figuredella’ thuellade quali è da làpere che L.
pertengonodla contralattiua;& a colui, che ha la cotale architetto; (e
ra,coma qualcoſa fia comandamento# qual deſiderio,& qual narra c.
tione,& minaccia,& domanda”: riſpoſta , & ſe altra coſa è cofifìmaî a 4 .
Percioche fiiori della ſcienZa o dell’ignoranza di quelle roſeniund u \
. ' attribuimento fi trasporta alla ſoeſia,che ſia da farne ſtima_ Per-cio_- i‘
@ſiccome-potra alcun preſumere eſſere peccati quelle coſe che Pro:v u
tàgora appone che penſandoſi pregare ordina dicendo Mn(- ?eau ad. u
cio è' ira canta dea.Percioclxe il comandare dice (-in è ordinamento“
ehe ñ faccia alcuna coſa o non 'ſi faccia. Laonde tralaſcifi 'come ſpcé u
euIatione'che fia d’vn altra (arte)& nonäîlla poetica. ' —
nic! c'é?) ?del MQ‘: - 'îlçflffllä holnàp‘ä ;nel Alga-"T"
Dia-aſa: ämîp. Pa‘rendo ad Ariſtotele d" hauer feuellatov ſufficienz’ q
' temente di due parti di qualita della tragedia , le quali ſono ſad‘
vola 8( collumi ,’ incompagnia 'delle quali ha anchora ſauellatö’
‘ ilelie parti di quantita,dicc che rimane che ſi ñuelli 'della fàuella,&pexf
` ‘che alcuno poteua dire che ſecondo il grado aſſegnato di ſopra alle'
- partkdi
della fauella
qualita
quaſi
rimaneua
ammend'àndoſi
che ſi'ſauellalTe
ſogglugne..'›lá\ma'adcio
prima della ſententia,cl1e
èa‘nz’i del.; , z
la ſentent’ta' ſe riguardiamo l’ordine poſto di’ ſopra.lVla io,vuòle di? ‘ i
re Ariſtotele, dico ,che reſta che ſ1 faudli della fauella , 8c `non della r
ſente—mia ,pèi'CÌOClIc della ſententia s’è fauellato ne libri della ritoría’ . ;
ema quali fi rimette, 8t non dimeno dicebr'euemente quali fieno‘ ñ `
lelzarti ſue , cio è la ſua materia ,-lá quale èaltre’ſi materia della‘
* ’ . . fauola
fauola,ma diuiene materia propria della ſententiaquando ſi pala-'ſa
~ con parole,& diuiene materia propria della ſauola quando ſi paleſa
con attionilepreſſo prima che cominci a ſauellare della ſauella ri
muoue da lei la figurata proferenza ſi come coſa della fauella non
pertenenteall’arte poetica moſtrando che l'oppoſìtiOni fatte per
quella al poeta non ſono leggiamo-11‘: n‘iy oſl‘l 77th :ü d‘ia’ultpív Toi: mçl
Eſegui; HTÒ’U , 1031s ſharm! My hei”: ata-Mau. Non ci laſciamo dare
ad intendere che la ièntentia cio e‘ la’nuentione delle çoſe,con la qua:.
le di moſtriamo che alcña coſà ſia o non ſia,o mouiamo le paſîsioni ,
0 amplifichiamop diminuiarno ſia piu propria della ritorica che del:
la poetica,perche nella ritorica ſi trattino cauſe vereöt nella poetica
.cauſe imágixſate ſecondo che dicono alcuni.- Percioche ſe cio foſſe ve
ro la ſauella 'altreſi ſarebbe- piu propria della ritorica che della poeti
ca.Nla queſta inuentione e“ Piu propria della riton'ca-per quelle ragio
ni,çhe di'ſopra dicemmo,_-& qui poi che ſono ſtate dette vna volta ,
,nonle ridiciamo. ſe! 'z‘juriìrſiiü‘ialmaffi :di: 3m‘: F Aly-ru J‘tîirefasxtuñím.
La"nuentione della ſententia conſiſte in dimoſlrare che alcuna coſa
-fia,o non ſiadncommouimento delle paſsioni,& in amplificatione 8c
in paruifica rione. Ma perche queſte coſe medeſime ſi poſſono Farc
perla compoſition*: della ſäuola o per la villa,ſi dice che quelle coſe
nella ſententia ſi ſanno con fa nella. Et è da ponnente che qui non fi
fa mentione che per la villa ſi poſſono fare queſte medeſimeſi come
ſi ſa mentione che ſi poſſono fare per la compoſitione della Fanola",
“tiff 5 rari-roys’è
percioche giatdettQÒche
-rí,~n la viſlanon
&muri-ivan@ 1.4 Adaptioappartiene all’arte
è dimoſtrare del poeta.
che alcuna cſiò:
ſa ſia _o non ſia ſecondo che ſi diſſe di ſopraAíAapà 5'” ”ù ici m’: ?trai-,m
tip Liri-;rasíi'àJl-Sg ATM-73m. Nella compoſitione della ſauola biſogna
vſare delle predette parti dimoſtratiue, ſolutiue , commouitiue delle
paſsíoni,amplificatiue,& paruiſìca tiue, le quali .fi paleſano per le at:
:ioni fieſſe,& non per la ſauella , ſi come di ſopra diſſe che la fauola
’dellÎEdipo il tiranno per ſe commoueua ſpauento 8c compaſsione
'fi-.nza 'villaEt domanda Zilli quelle coſe-,che poco ~prima ha appena:
reply-i, fl äxo’n.l\’on ſi dee ſp0rre éxo’m pei-,cole verilìmili. Per-cioche
tra le'parti della materia della ſementia non òſtata ann0uerata la ve
rifimilitudine:Ma eda dire o che il teſlto ſia corrotto,& che voglia eſs
ſere ſcritto 'i muri. Percioclie ſes’è detto utyÉA-ri'iſpondendoſi anima:
› ſi dee ragioneuolmente eſſer ſoggiunto'i mi@ accioche ſiriſponda
a darwin-mo ſe vogliamo’ritenereilàuàm dobbiamo dire che ſigniſic;
;coſe Emili cio è coſe picciole & l’altre parti compagne dette di ſo:
~——-—-—~ñ

. 22
pra mi@ ”diff-n‘a ha fifa In -nì ul;- aî &c. Le parti predette ſono com!
rnuni alla fliuola {k alla ſententia,& per lo modo del pale-ſare diuenl
gono proprie o dell’vna o dell’altra, percioche divengono proprie,
& particolari della ſauola quando ſono paleſate perla conflitutione
della fiiuola ſenza pruoua porta per parole 6t informa d’inſegnamen
to.Et diuengono’proprie 8t particolari della ſententia quando ſono
pale-ſa te perlo Fauella‘tore per parole,& informa di pruoua 8t d’inſe
gnamento. ai :ragà vb;- due; fl'ynáìaidn queſtoluogo ’ſafe‘ non lia ſom
d’eccetnone,ma di cagione 8t e‘ come ſe fi diceſſe ”è “n-5107:‘ 712'700 firm.
'1’( 7a} Z29; 'e'm ”17 AipnO't'gyep. Dice che ſuperflua,& vana ſarebbe l'ope:
ra del fauellacore ſele predette parti appariſſono per la eonſtitutio:
ne delle coſe.Adunque cinando appariſcono perla 'conltitutioue del:
le coſe lbfficientemente a ſementia non ha luogo, ne _ſ1 dee ‘di nuo:
uo tornare ad appreſtarle con parole concioſia coſa che non ſ1 deb,
ba appreſtare l'appreflato , ne maniſcſtare il manifeſto. áçxvän íá‘ie.
vColoroJiquali non riconolèono che qui ſia errore aſſegnino a queſte
parole' ſe poſſono ſenſo degno,& conueniente ad Arùtotele.Adun:
'que io crederci che nó foſſe male a leggere 'Mn in luogod'ñl‘ía,e’l ſenſo
ſarebbeconueneuoleazç 5m*- -du‘- ALL-*9154 n‘a: in‘: 373‘9- omçîas. Qui pri:
ma che ſi ceminci aparlare della fauella pertenente alla poetica,fi di
,ce che ci è vna‘maniera di ſpeculatione intorno _alla fauellafla quale
non pertiene,ne è indirizzata alla poetica concioſia coſa che il profe:
tere le parole con modo di comandare,di pregare, di narrare,di mi:
nacciare,di domandare 8t di riſpondere & con ſimili non pei-tenga
alla poetica,ma ad vn’altra arte cio e‘ alla contra ſattiua,che fi chiama
Saw-“linda quale perche ha ſotto ſe altre arti,che la proibrenza delle
parole ſeguita che non ſenza ragione anchora ſ1 chiama Mnifmni.
vHora è da ſapere,cl1e ci ſono de modi di proſerenzadi quali Ariſto.
tele chiama qui «Xu-;mis zíèws.& noi di ſotto chiameremo caſizöt ri.— ì
e._,.“"._e
’ perremgll ſotto il caſo delflverbo,& diſfini remgli eſſere ſupplimenti
di difetti d'vn ſentimento,o d’vn verbo fatti con la figurap con l’at
to del parlante come dice'ndofi A MO , 8t potendoui mancare,io di:
‘ moſtro che ,o io domando ſe,ſ1 ſuppliſce l'vndifetto,& l’altro eon la
figura o c0n l’atto del pa rlanteJVla perche puo naſcere dubbio intor
no ’a diſetti,cl_1e ſono da ſupplirecon la 'figura, 8t con l’atto del par
lante ſi deeprocedere. con queſto 0rdine,prima è da ſapere quanti,&
quali ‘difetti ſl poſſarro attribuire ad vn’a voce d’vn verbo come per
eagione d’eſſem i0 ad A'z'nJl ſi poſſono attribuire due difettiJ’vno è,
‘ [o comando,&l altro è,lo priego. Si cliei difetti ſono due,& l’vno è
' Mmm diítto
difetto comandatiuo,&l’altroì èp-regatiuo, Ecla conoſcenza (litio
è della` grammatica. Poi è da ſapere qual: dlíètto in certo luogo‘ fia
da ſupphre piu tolto , come per cagione d’cſſcmpio ,ncl'ſcflcmpio
d`H0mero addotto da Auſtotch wîuç Zaá‘e— hà. è da ſuppbrç piu
toſto- il diſerto pregati-uo che il comandarin perle circo flaan
cſſendo huomo mortale 8: biſognoſo del canto altrui colui , chç
dice 'n'a-JR, 8: diccndolo ad vna dea ,. che: nonc‘vbligata, ne puo
cſſcre coltrctta afarcio ſu non vuole.- Lt la conoſcenza dicio partie:
_ nc alla ſperimza delle coſe dal mondo,& al ſenſo commune. Vltima:
mente poicheſi ſa qual difetto ſ1 ch- ſupplire ,ſc vogliamo leggere
o pro ſcrerc quella voce Em. dobbxamo ſapere con quale figm a 8t A
atto ſ1 proſcra quando preghiamo, &_la conokcnzg (lido pcrtìene
allacomraſattiua. Hot-a ſtando Ia coſa coli vcggíamo-che coſa di
.ccſſc Protagora contra Homcro , 8: che coſa tiſpondtſſc Ariſtotele
per lui difendendolo , a potremo ſapere ſcl’accùſa pertcncffi: alla
contrafattiua o no-,& ſimilmente la dlſëſſhA ProtagOra parcua che
‘Romero haneſſe vſato il difetto comandatiuo , percioche egli cre.
dcuachela vocc Zia-m non poteſſe riccucrpanchoia *il difetto pre:
gaduo. , 8c peccaua ingrammatica pccſuppom-ndo.- quello che è fa!.
ſo,clxc la predetta‘voce non potcſſc ~r1ceucre ſe… non vn dxfctto , &
quello comandariuo. Et ad Ariflotclc pare che Protagora preti-refl
tè *Jam comandatiuamcme qu'ando lo doucua profercrc pregati:
uamcnte,& gh' apponc quello in che non peccauap ſevi peccaua,vi
peccaua perciochc egli non ſapcua grgmmau’ca ,A & non perche noh
.ſapeſſe il ſenſo commune ſecondo il quale :gli dlcena che Homcto
. doueua vſarc il difetto pregatiuo, & appreſſo dice che peccaua nel:
la contraſattlua. ll che non c‘ vero. Laonde nell’accuſa Protagora
ha commcſſo vno errore il“) grammatica , 8( Arjſtorele ha commcſsi
due errorſibella dſſeſaL’vno in credere che Prota ora habbia Mato
in èdigrammatjca
I*: ſenſo communeJ’altro in crederc-
fia fallo-della che l’errore i Protagora
contratättiuaEtèñdſia ,ilqua
ſapere ſecondo
che anchora diremo di ſotto dic gli errori del poeta commeſsi in gri
matica 0 in ſenſo commune., pertcnguno alla poetica non potendo
altri cſſere poeta
communidel ſenza la conoftenza
mondo-Perche dcſhdiérotagox'aſic
dall'accuſa rammarica,.& delle
foſſe coſe ſſ
itaca.”
gionruolc,Homel-o non ſ1 potrebbe fall-ale ſono lo ſcudo che ſom,
accuſa che pertencſiè ad altra arte come crede: Ariſtocelcflspä ’Wiz-'è
l 14.249,041'1 ſl prende A53” pax-_la ſar-:1La in uanto ſx parla. 8( fi proſa-ra.
a PüWſ-bi‘l‘ñ‘ffi? "m Confiderarfl‘one , *alla qual: lì ragiona qm ri:
. .- ‘ ` guarda
la
\

226
guarda la proi'crcnzaHora l'ordine e’l ſentimento Braſil'. Tra l’altre
manîere di confidc‘rationighe 1; I igirano intorno alla fauefla m quan
to ſi proſe-ra vna ccn’è della conti afattiua ,81 di colui che ha coſiſat:
ita principale arte,c-io èjl ſapere le figure della proferenZa della ſauella
.quali ſicno;Si che -n‘r «lx-?nam ”ſa .ME-'os è quarto caſo &non primo c0.
meſtrmano alcuni ,az eretto dallo’nfin’ito Mim che tiene luogo di
Primo caſ0.’E’i ſapere le figure della profcrcma della_ fam-lla quali
fieno , è que-'ila vna manici-'a di conſidei-ationc che tra i altre ſi ”gira
intorno atta proſcrenza della Panella. -n'u ömxfijuíd , n‘a-:BU Nlau‘rwe
7)ç›ff©'3tf)flflkflflkìf. Dicendoíi che qudia lpecuiationc c‘ dell’ar:
'tc contrafi-niua poteua altri penſare che qucfia arte foſſc ſonopoſta
alla poetica , 8c per conſeguente che i t‘aſh' comme—ſst in lei per mezzo
ſuo ſi trasporraſſono alia poetica. Laonde lì ſoggingneche c‘ .ſuccue
Iatione'di'colui ‘, che ha coiifat—taarte principale. Se adunqiieè arte
,principalgla quale comprende ſorto ſe altre arti,& alla quale ai tre ar‘-r
ti ſi rapportano 1'eguim,chc i falli comme-131 in ici non fienocha pm
_tiemEt C da ſſOrrè Wlfldfllía cio è (dif-atta îpçaiixöí,&c0ſi riguardcuo:
1-' perſe, &chc ha grado perſe,&,com[remic fotto le molteartí
non ch: eſſa ſia comprelaſotto la poetica, 6c s’appoggi a quella. :La
contrafartiua adunque ha molte ſp'etie ſotto ſe ſecondo gli ſtorm-?nq
ti,che vſa ’in contra-‘are come ſono la preferenza -ilcanto,ilſuono,
il balio,gliatti,o i reggimenti del corpo. Perla qual coſa non è mara:
uiglia ſe Ariſtotele la nomina &gx-mſmxi‘i, Et perche ſi [Appia che
,töſa intenda per figure di ſiiuelia per particolare cſſcmpio ci è dim o:
firato (iÎL`ClëtiOſi'oi.~f› -x'i Emmi, quale figura _ſia il comanda nento,qua:
le la fre luci-a, Stia narrationc , 8c [a minaccia , 8: ia domanda , &
la liſpol a , 6: ſe altra corale figura ci e‘. Hera l falli . come habbia
m0' deth , comr’nexsi in Proſerere male poſſono proceJere da ignoz
railza di grammatica, di ſenſo commune , ,8c di contraſattiua , 8c
guinon'cra da parlare‘ ſe non de falli precedenti da ignoranza di
Frammatica & di' ſenſo commune , ’ſecon In che' appare per
a riprenfione che Pacha Protagora ad Homsro , 6( non de
falli precedenti dall'ignoi'anza della contraſattíua. De quaîi ſalti
”ſe ſono ſcuſcuoli ne poeti perche pertcngono ad altra arte che
'alla poeticamonei-a
ſſdeli’accuſt-che ſimilmemeda
ſi fanno parlare
contra i Poe-;i ., quidcile
, maſcu'è
douech:
ſi park-ra
ſan:
_'no per gli poeti ’ragà' 'rai'- 10v’f03 ”53-3- u Uri-m, (Li parimen
te ”ceci ſignifica cagione,v & non eccettione. Ho. a' li rende la
ragione perche le flsurc nella faucèla .lieu-0 d' v na alti’ ’ ai tc ſuper ira
’ " ' ` Mmm z dalla
dalla poetica & ſ1- dice ſe perla conoſcenza delle predette figure,oper
la ignoranza non tornaſaude, o biafimo alla pOetica ſeguita che eſſe
ſi ure pertengano ad altre arti,concioſia coſa che quello ſiapropno
d vn’arte,che eſſendo ben ſarto la fa commendare,& eſſendo malſìt
cola fa biafimare. *My és dà mmm-‘m qui pare eſſere mcnoîynſmp'i ,
o coſa tale accioche coſi habbia la ſua riſì'20ſta ?ragà 7-} 1!.;- m'r ”da
per 'indizi-g cOme ha 'é à—,map perîm-n'mpaçáçmi. Ouero e da ire che
:qugflua non ſignifichi in quefio luogo ſunplicemente biafimo,ma at:
tribuimento o ſiadilodez o ſu, di biaſimo. n' 7a‘? ?xi-'ſir imaásaiiuqflîa
è’ NOWYRS îni'lluä. Con Vno eflempio dimoſtra Arifiotele clxei falli
commeſsi nelle figure della ſauella non recano biaſimo al poeta , o
alla poetica.Percioche ſe alcuno proſereſſe [nTvlp äaa- ed configura
di comandante fi come faceva Protagora, 8t per conſeguente ſallaſi
ſe douendolo proſetere con figura di pregante nonne terna biaſu
mo ad Homer-o come poeta ne alla poetica,rna èſallo della contre
fattiuaflia habbiamo moſtrato chela diſficulta dell’oppoſitione di
PratagOra non conſiſte nella figura della proſerznza male vſata , o
perche quella del comandare fiañfiata vſata da Protagora in ſuo o di
nella del pregare,ma* la diſficulta ccnſiſte ſe le voci del verbo de m0
:lo chiamato com’andatiuo da grammatici poſſano riceuere il ſignifir
cato del pregare,ſì come ſi ſa che riceuono quello del comädarelîe
Protagora iceua che non peteuano riceuere altro ſignificato che
quello_ del comandare ſi' per auentura per altro ſi per queſto ſpetialr.
mente,clie le voci del verbo di quello modo comandatiuo ſignifica:
no la diſpoſîtione dell’atto certa , o Ia priuatione dell'atto certa,ma'
ſe ſignificano la diſpoſitione certa dell’atto o la priuatione certa del:
l’atto non ſî uo dire che ”ſue Z'eJ‘e Già ſia pregare ſignificando ſe v0:
ei del modo c sfiderati'uo ,o -pi-egatiuo Ia ſoſpenſione dela certezza
dell’atto,o della priuatione.Et queſto .c‘ uello,che cſiceua Procagon
in quelle parole -nl ;to mai-?rai mnîvfl 'il m , îm‘nE-'s :eacio c‘perciOche
lo’ngiugnere'che alcuna coſa ditei'mina tamente ſi ſaccia o non ſi fac‘
' eiaècomandamentoſh come lo’ngiugnere che alcuna coſa non dite!“
minatamente ſi faccia o non ſi faccia c‘ pi eohiera. Alla qtale ragione
non riſ‘omle Arifio'tele come ſi e onuerre *be dicendo che è ſpecula
tione- d vna aſtraarte,che della f oetica cio è 'ris :immuni-f. Ma ati-Ta:
` :er mio era da negareche foſſe differenza ninna quanto è al ſignifica
to tra le voci-del vei bo del modo chiamato da grarrimatici roman
da[ſ1.~0,& tra le voci del ve] bo del modo chiamato deſidera-til o. Et
tra [6601340 ci.: anchora dicci:an` nella giunta fatta de noialtrats
m0
/

\ _ 22
raro de ve': bi_di meſſcr Pietro Bembo da dire coſi. ll modo del vez!
bo ſoſpcnfiuo riſpettino fi diuide in due maniere , l’vna delle quali
con vna voce ſola comprende due ſentimenti per Ordine de quali i]
primo ſempre fi cela, e’l ſecondo ſempre ſ1 manifeſta come AMA v0:
ce ſola comprende,clic io comando o priego , o conforto o ſimile”
che c‘ il primo ſentimento 6t e‘ celato,cl1e tu ami,il che è il ſec0ndo lèn
timento.& è apparente.Et l’altra mecleſimamente con vna voce , ſe
coli piace al parlante,o condue puo manileſtare i predetti due ſentì.
mtntl come A MI 10,0priegodio accioclie io ami,o tumi conſoni,
o tu mi comandiflxe i0 ami. La prima maniera chiamaronoí gram,
matici modo comandatiuo,& la ſeconda modo defiderátiuo maquan
to bene vcgganſelo eglino. Percioclie io tra loro nOn riconoſco
altra differenza alcuna oltre alla predetta. Et è da pormente che il
primo ſentimento èſcmpxe direi minatin con tutto clic il ſecondo
fia ſempre l‘oſpenfiuo. Et perche queſto ſc-cnndo ſentimento èil
principale-,8c ha riſpetto alpi-imc da eſſo habbiamo dinominato il mo
do 101Penſiuo:~ilj›ettiuo,& quindi apparela riſp ofla propria 8c po:
tente clze ſi dee e…: all’argc mento di Protagoraglquale argomento
Euſtatliio commentatore d’Homero ſi sfom di riſpondere anchora
che non uomini P1 otagora ma in vano,concedendo, che à'aJlu in quel
luogo non ſignifichi pre liiera , & negando che ſignifichi comanda:
Memo vuole che ſignific ll incitamento o conſono con‘ ditermina:
tiOne di certezzalîei anche ſi come ä'aJ‘t in quel luo‘go non ſignifica
comandamento nc direi-minatione _di Certezza ſecondo che habbiar
mo dimoſtrato coſi non ſignifica incitamento o ronſorto,ne diter:
minatione di certezzall che fi pruova coſi. Sempre nelle voci del ver
Ln del modochiamaco comandante ſono due erſoml’vm di co
lui,che dee operai-eat l’altra di colui che vuole c ies’opei i.La perſo.
na di colui,d:e dee operai-e o puo operai-e ſe vuole & fia a' lui,o non
puo pei che nö illa alui. Se puo operare ſe vuole 8t [la alui la perſona
che vuole che s’oy eri gli puo comädare,lo puo cóſortarep incitare
lo puo preìarc. Ma ſe nó p 1:0 operare fin-die nó iſta alui,la perſona
che vuole c e s’c}` eri puo deſiderare c ie egli poſſaHora ſi coma'n:
da al mxnoreiſi Lonrſſm ta 0 s’incital’v t ale & fi pi-iega‘ il maggio”,
61 ſi dcfidei a (Le poſſa il mir-m e l’vgna e e’l maggio”. Se la muſa, la
quale è per ſona (le dee cpu aſf,1`l.0 operai :Je vuole 8( (la a lei,&é
mflggimeadinqte Her. ci o (lle è la perſona che vuole clìe's’opcri
non le comand‘a ro la (Cl forte. o inci-‘mcr, cleſzdera che eîla pol;
ſigma la priega ſolamente. Et gia s’c‘ moſh amd-.e le vocx di qutſto
Lì ni m z modo
modo o ſignîñchino comandamento o incitamento o preghiera, o
deſiderio non poſſono eſſere con díçermmatione ‘di certezza. Per:
che Euſtathio non riſponde meglio gll’a rgomcmo.di l’roragoracue
ſ1 Faceſſe Ariſtorelc quantunque mollri riconoſcerepiu ll Vigore
… di quello. ` ` `
ì’ PAR “CELLA VFNTESIMA SECONDA. *ris 5 142m; &m'flu‘ſá
” P'îsÎ 11'! ”ig-L, ;WE-z. ,dvi-MB; dquMaZS JW!“ Jill”, ?map 1156:”, 151—9'.
’ì :alxîoîruffi nica 'Hi ?unì &fix-{fuoz o; RÎÉR; ,ÈM’ZÈ :i ”ìprnuruut u 7”an ſu"
i* nÌ. 791'; 16@ eng-'03 èdfflìJ‘lfl'ç-,m om”, mg cìä‘mffxîx ;Ver-o 9:u)ç;`op, '1mij ’j
’z ,zie-'707; @miu , ”ù 1b Îvu’puflſhuîx Ì‘éçmop. 1515 pmi-.w uffi ZZ… 'BYE'MÌFS ;E
ì’ Qmèu) :uo ‘SÉ‘UÌM’Q un‘. yu': .avrà ”fango/WS , x410 ‘pm/u) &io-$111), Joi- -rò e
”1B ’éçavofö, 15 u'lrù 'UVB Air mf «5:5 USI o-ÎJ‘ÉuI'aeíu '2,433 QUI-u) , …17"15 'TB‘.
n {Xin-u:: 11 và pavia) 7115543010?! ìu--síyflîo‘- 76 7,791" l‘,1‘u`íîu SAN-:piſta flxÎyzfl 'n
n re? einem?, vsü 753D”, ”à .Puffi-m, ”EL+1ho'rnfl "Uil ;né-raggi; kçaxÉrlmſç'n 32v*
”fln ;un [$1ijth , ”ü Mai@ , :ris: _6,4 ua‘ 'hp-op i? nl': guru-:Es m‘x’iu
Q) '.rpç.; .
CO V TEN ENZA . (LL-1h fieno le parti della fauella, che fia. elemen
t 1.6x qua i Ee_`parti ſue.
’ì VVLGARlLZA M ENTO. Hora della &ue-{L1 vníuerſalc queſte ſono
1’ le parti elemento,ſil(aba,legame, nome, verb0,articolo ,Caſo ,dlffinir
’I rione. Elemento :dunque è voce …diviſibile non (dico)qualunqne(v9
” ce indluifibüe )ma quella della quale ſi puo formare voce intende-uo.:
a’ le. Perctoch le vom delle fiere ſono indflulſibxiimiuna delle quah apx
n pello elemento. Er di queſta le parti ſono la VOL-ale, la mezza vocale.
n ’& la muta. Et e‘ vocale quella Lhc ſenza percoſſa ha la voce udeuoíc.
v’ Et mezzo vocale quell’a, che con [à percoſſa ha la voce "deu-01c- c0:
a’ me ,i Ì,& -ròç,Et la muta quella che con tutta la percoſſa perſe non
P* ha voce m'una,ma in compagnia di quelle-,che hanno alcuna voce di
" un'em— vdeuoie,come 1-5 7,113 J‘, Et queſte ſono dxffizrenrí per figure del:
”la bocca , 8: per luoghi,& per graſſezza ,8: per ma'grezza,& per lun:
”ghez'za;& per brcuita,& oltre ahcio per agutezzafll per grauezza , 8c
”per mezzanita, {memo a ciaſtuna delle qual] coſe lèperacamentc ſi
”conuiene ſpeculáre ne trattati del ven-lìſicare. '
S’POS‘T‘ONE.“nÎſÌAÉÈWHÎFà!” ma' :sì uffa. Qui fi comincia a ra
gionaf'e della fauella tutta che puo in .alcun modo pel-tenere alla
poetica
eſſere non oſtanre
communi alla che le coſe-.di
proſa che_rſiícOÎ-ica
u'o è alla ſi ragiona,poretlbno
o anchora ad anchor:
altra ar:
N275! ad altri, che a p0:ri,c0me alla grammauca , 8c á’coloro chrim:
Qua-no a leggere. Et anchora che queſto nitrato non fia del ruch
' ’ çompsóp
2.28
rompiuto,come ſimoflrera in alcun luogo,é nondimeno da credere
dae Ariſlotele il faceſſe compiuto & lo regiſti-aſſe ne libri della’mpre:
ſa dell’arte poeticaxLieflae adunque la quarta parte di qualita della
tragedia,& l’vltima di quelle che toccano al poeta.La qual finita s’im.
pori-a fine al ragiOnamento della tragediaLe parti adu nque della ſa.
uella,intorno alle quali ſipoſſono donare certi vtili inſegnamenti al
oeta ſono otto,diſfinitione,verbo,nome,caſo,articolo ,legame , file
iàba, &elemento , le qual! ſi potranno perauentura' trouare eſſere
qtzeſte,& tante,l'e diremo ,che tutta laſauella pertenente alla poe:
tica,1ìdiuida in quattro_ maniere di voci, la prima delle quali come
prenda le voci ſignifica uueJa ſeconda le voci non ſiìxiificatiue'da tera
za le voci (llhlſiblll,&la quarta le voci indiuiſibili. elle (piali (piat
tro maniere ſi ſanno_ tre accoppiamenti , il primo de_ quali contenga
levociſigniſicatiueöt diuiſibili/,ilſtcondo le voci non ſignificatiue
&diuiſibili e’l terzo le voci non lìgnificatlue &indiuiſibili. Dal pri:
mo accoppiamento procedeno le quattro parti diffinitione,verbq,
nome ,81 caſo,cl1e ſono voci'ſi nificatiue, & diuiſibili,dal ſecondo
procedono le tre parti articolo, egame & ſillaba, che _ſono voci non
ſignificatiue , & diuifibili , &dal terzo procede l’vna parte, 'che
el’elemento ,, il quale è voce non ſignificatiua 8t indiuiſibile
\ e . ñ . ,
”73705 ”ſu 07-9. ;5-1 çmn Mio-WO. Se elemento è voce indiuiſibile
ſeguita di neceisita , che le conſonanti non fieno elementi , &
ſperialmcnte tra le conſonanti le mutole , le quali per ſe non ſi
poſſono proferere in guiſa che ſuonino ,. &- ſieno voci ſaluo ſe
non s’accompagnano con vna vocale.— Et ſe ſi diceſſe,che pu:
te la conſonante e‘ voce indiuiſibilein quanto proiërta in com:
pagnia della vocale è riconoſciuta eſſere voce , e da riſponde:
re che egli ,è vero ,ñ che è voce i—ndiuiſibile mentre è accompaa
gnata con la vecale , ma la conſonante , ſpiccata da lei la v0.—
Cale, non refla piu ne voce ne indiuiſibile in guiſa che le vocali
ſole pei-Lettino elementi ,ñ 8t per compagnia loxo ſono anchora
le con onanti. ma non perſe.- Adunque per piena 8( chiara diſ
finit:one dell' elemento ſi doueua dir coſi._ Elemento e` voce in
diuiſibile perſe , o ſer compagnia d’ altra voce. ”ù ` 13@ o.”
flap dei“ LAUREN] çmai , ‘mp «ii-Aule‘: I'ma scixtToç-c Se qu’eîlla voce
incliuiſibile che è atta; con altre ,i o ſola a- conſtiruire vna voce
intendeuole è elemento non veggo come le voci degli animali*
0-dſlCllOſa delle coſe inſenſace non .ſic-no elementi. L30]]th an
elsora ſi ſono ſcimate tante Voci per adietro inv tutte le lingue
- pi'enilena
prendendoſi gli elementi dalle voeidegli animali, 8t delle coſe infin
late,le quali ſono domandare da alcuni con iſpetiale nome :ſemmai-a,
6: ſono intendeuoli.Perche per auentura era da dire, che elemento
è voce indiuiſibile d’huomo,& non qualunque voce,ma quella,la qua
le ſia atta a conſtituire o perſe,o con altri voce mtendeuoleEt quan
tunque fi prendano delle voci degli animali o delle coſe inſenſa teper
formare Voci intendeuoli,n0n ſi prendono percio ſe non quelle.che
ſono con formi có la voce humana,&ſe pure ſiprëdono di quelle che
’nóſono cóſormiſi piegano,& fi trasformano inguiſa che ſi conſorma
no con quella,& coli auiene,che elemento,onde èconflituita la voce
intendeuole ſempreè voce huma na , ne delle voci dellefiere diuerſe
dalle noſtre ſi uo conſhtuirevoce intendeuole coſi'come non ſ1 puo
'conſtituire de e noſtre che non ſono atte a farcio.Et coſi eſtil‘no che
ſia da intendere quello che quidice Ariſtotele-*miu: Salza-rin ?mie-;fi
rà finiamo‘. ”h ?po-og. Diuide Ariſtotele glielementi,o le voci indjuj.
ſibili atte a conſtituire voce intendeuole in tre parti,in vocali,in mez
zo vocali,& in mutole,cio è in voci di ſuono intero,invoci di mezzo
ſuon0,& in voci di niuno ſuono , 8c chiama vocali o voci di ſuono
intero quelle,che perſe ſenza aiuto di percoſſap d’altra voce ſonan=
ñte ſuonano,& mezzo vocali o voci di mezzo ſuono quell-.- , che con
certa percoſlä ſuonano con la qual percoſſa non ſuonano le mutole
o le voci di niuno ſuono, 6; mutole quelle-,che ne per ſeme con Per:
colla ſu onano,ma ſe deono ſonare 8c eſſere vdite cOnuiene che s’acz
compagnino con vna voce , che habbia ſuono, 8: quindi ſono dette
'mutole,& fi diilinguono dalle mezzo vocali. Ma parliamo prima del:
le vocali & poi parleremo delle conſonanti. 'Le vocali iimplici ſono
cinque appo i greci & ſono quelle,le quali tra le vocali ſono 8: ſi poſ:
ſono nominare elementi, percioche ſono indiuiſibili,& ſono quelle
*che fi chiamano vocali brieui A,E,I,O,Y, le quali quando diuen` ono
lunghe non ſono piu fimplici , ne elementi,cio è voci indiuiſibi i ma
-ſono elementi doppi , ö( diuiſibili, percioche ſono due voci congi;
-unte inſieme,concioſia coſa che altro non ſia A lungo che due AA
-brieuinſtretti inſieme , & non altro E lui-ico‘che due EE brieui ri:
flretti inſiemepnde anchora s’eſom-iatofi (Îie altro nö e‘ che dueEE
&non altro l lungo che due ll brieui. Laonde alcuna volta in din-ro:
`ſtratione dicio fi truoual lungo ſculpito ne marmi antichi ſoperchi
arele altre lettere in queſta guiſa Sabino uaſi .fieno due", 8: non
alti-00 lungo,che due OO brieui ritira-tti inſieme onde anchora s’è
formato Q cognominato për-2,6: nó altro _Y lungo che due YYbrieuÌ.
`Percl1ei greci non ſeeero opera ailà’i ` perfetta quando hauendo c0 =
_ ~ 229
minciato a ſegnare eo” diverſe figure le vocali lunghe da quelle del.
le brieui,& non hauendo ſegnato ſe non E lungo con la figura H,&
ñO lungo con la figura Q tralaſciarono di ſegnare l’altre tife.Sono ar
dunque le vocali limplici cinque,& le doppie cinque hauendo ciaſcu‘;
'na raddoppiata la ſua uocale,ma perche ciaſtuna delle tre ſimplici A',
E,&O Be ciaſcuna delle tre doppie predette A,H,&Q s’accompa: _
nano con l & Y ſimplici,& Y fimplice & doppia s’accOmpagna con
f ſimplice rieſcono anchora oltre alle predette cinque‘,lette vocali
’doppie compoſte di diuerſe vocali Al,AY,'El,EY,Ol,OY,Yl,& ſette
triplici per dir coſi compoſte di quelle due medeſime vocali, &d’vna
diuerſa come Al,A‘i’,Hi,llXQl,QY,Yl. lo ſo,che da grammatici greci
non ſono [late riconoſciute le cinque vocali lunghe per vocali dop.
pie ,o quelle ſette che ſono compoſle della lunga`,& della brieue di;
nerſa per vocali triplici , ma non dee parer marauiglia acolor’o,chç’
ponendo ben mente confidereranno che non hanno riconoſciute
'molte altre coſein quella arte.Sono adunque le vocali ſimplici &ele
mentali cinque,&’le compoſte dicin0ue,cio è cinque doppie compo
ſte ciaſcuna di due vocali lleſſe, 6c ſette altre pur doppie compolle
ciaſcuna di due diuerſe voc‘ali,& ſette altre triplíci compolle ciaſcuna
. di due vocali ſteſſi-,Gt d’vna vocale diuerſa# coſi fi diffinguono per
fimplicita,per dupplicita di _due maniere,& per triplicita, Hora le le'
vocali elementali ſono ſimplici ſeguitano di neceſsita due cOncluſio:
ni,clie paiono diſcordare dalle parole d’Ar-iſloteleL’vna è,che le vo
~cali in guanto brieui o elementi non hanno tra ſe differenza niuna
per lunghezza o per breuita eſſendo tutte 8( cinqueparimente brîé;
all'altra è,che le vocali in quanto lunghe o compoſte non caggiono
ſotto la diffinitione dell’elemento,ma della ſillaba ,ſi come filnoſtre:
_ra poco appreſſo.Et è vero che la ſimplicita produce la breuita,& I.
compoſitione la lunghezza-8c che l’arte verſificatora conſidera ſimi.
le breuita,& lunghezza per riſpetto de piedi ſenza le quali non gli po
trebbe conflituire,ma a nollri di noi perla proſercnza antica uenuta
meno ne noſtri labri non poſsiamo con gliorecchi diſcernere la lun:
ghezza delle vocali compoſte dalla breuita delle vocali ſunpliciJlehe
gliantichi anchora ſenza arte verſificatoia con l’vdita ſola potevano
_‘ottimamentc ſare.Appreſſo le voci ſono differenti tra ſe per cagione
_di piu,& di meno ſuono come ſuona piu O che A,& A piu che E,&
. ’nella differentia non c‘conlìderata dall’arte verſìficatoiajna è con,
ſiderata dalla compofitioneda quale ècommune a uerſi {Spalle proſe
45: della quale ragionano 'comnmnemente tutti i maeſtri ;18“Roſita
't ' Nnn &ſpe
l
z s

& ſpetíalmenteDionigi Halicarnaſſet) nel libro in titolato mçl due


“da-.>5 Bv'tmi-rop' Anchora ſono differenti tra ſe per cagione di ſpirito.
non in quanto elementi ſolitari o compoſti ſeperati dalle parole per.:
cioche niuno lia piu o meno ſpirito che l’altro,o ſe l'ha non è ciocon
fiderato,ne dicio parla Ariſtorele quando dice 125’122 5 J‘mçíga ”Zi d“:
dim; ”ù Pit-'mr, ma in qnanto ſOno richiuſi , & conflituiſcono le pa;
role ,o fieno ſimplici,0 fieno compoſh', Ne ſono miga differenti tra
ſe per cagione di ſpiritoquando ſono rinchiuſi nelle parole che l’vno
pogniamo A ſiacon iſpirito, &l’altro pogntamo E ſia ſenza- ſpirito
in guiſa chela diuerſita dello ſpinto habbia riſpetto a diuerſe vocali
maſono tra ſe differenti che quella medeſima vocale in vna parola
ſara con iſpirito & in ;in altra`ſara ſenza come Han@- , Zan@ ;log-‘teo,
ivi-wifi: Ji@— FAG-,Iwgífiom z 54155 Sf”. Saluo Clic Y e‘ ſempre con i
ſpirito ſe non appreſſo gli E011, li quali nOn riconoſcono lo ſpirito
mai nel loro idioma. La doue le altre vocali come io dico alcuna vol
ta ſono con iſpirito 8t alcuna volta ſenza.Ne hanno quella diffiren:
2a in tuttii luoghi della parola,maſolamente in principio quando
eſſe vocali cominciano la parola &alcuna volta anchora in mezzo
iu certe parole raccolte ſotto regola da Atheneo & da Euſta thio
commentatore d’HomeroNe èda tacere come la confiderationeche _
l'a vocale liabbia piu o meno ſpirito non pertiene alla verſificatoia
come preſuppone Ariſtotele,ma alla compoſitione,che diciamo elle:
re commune alle proſe Gt a verſa Oltre acio le vocali ſono differenti
tra ſe per cagione d’accento aguto,& graue & ripiegare non in qui
to ſono ſeperate dalle parole o ſlmPllCi,O doppie che fieno. Percior
che non ha l’vna vocale o ſimplice, o doppia che fi lia piu o meno a:
gutezza d’accento,piu o meno granita, piu o meno ripiegatura che
Î’altra,ma in quanto ſono infiſſe nelle parole,e0ncioſia coſa che l’vna
ſola vocale in ciaſcuna parola habbia naturalmente & generalmente
l’accento acuto o ripiegato,& l'al tre vocali tutte o fieno afliip po_
che habbiano l’accento graue.lo diſsi naturalmente 6t generalmente
percioche ci ſono alcune poche parole che non hanno niuna vocale
accentata a utamente, o ripiegatamente , &cene ſono alt-une altre,
che hannol vna vocale accentata agutamcnte,& rimettendo il loro
accento aguto in ſu la vocale della parola precedente operano che
quella parola ſi truoui hauere due accenti reſtando eſſe ſenza ninna.
Hora l’accento aguto puo hauere luogo nell'vltima vocale &nell’anfl
zivltima,&nella receden‘tc e’l ripiegato non puo hauer luogo ſenon
11:11'le v0“ 6,0 neu’anzi vlu‘maMa cOn gran difficulta fi diſCCl‘;
ne :i
f

230
ne a noflri tempi nelle bocche degli liuomini la differenza tra l’accen ‘
to aguto,e’l ripiegare liauendo noi anchora in cio perdutala profe
renza verace antica. Ne piu appertiene alla verſificatoia la conſider ‘
ratione di quella differenza , che ſi facciano le due conſiderationi
proſsimamente ſopradette , ma inſieme con quelle appertiene alla
compoſitione. Ecci anche ra tra le vocali vna altra differenza,cl1e al:
curia ſi prot‘era piu piacevolmente & alcuna piu aſpramente, & cio
procede dal luogo piu lontano o piu vicino alla bocca,nel quale ſi
forma la vocale# dal movimento piu,o meno ſconcio della lingua
.Side labr i,<.ol quale ſi forma la vocale. Perche ſi puo domandare que:
fia differenZa di vocali per aſprezza o per piaceuolezzaDi clic molti
autori parlano,& ſpecialmente Dionigi Halicamaflëo nell’allegato
libro,& pertiene pure queſta (Peculatione non alla verſificatoia, ma
alla compoſitione.Vltimamente ſono le vocali 6t ſimplici 8t compa:
fle tra ſe differenti per cagiOne di nome , percioche alcune hanno il
nome tale a unto quale e’l ſuono,col quale proſerëdoſi ſi ſanno ſen
tire, &aleüe iänolil nome diuerſo dal ſuono &preſo altronde ſicome
A vocale ſimplice,o AA doppia fi demanda Alpha 6: lia preſo il no
me da vna aſpiratíone hebraiea nominata Aleph che ſi figura con ſor
’ma non molto diſsimile da A , 8c come I vocale ſimplice,& ll vocale
`doppia ſi dinomina lora,& ha preſo il nome da vna conſonante he:
braica nominata lod che ſi figura con forma nOn molto diíîsimile da
1,8{come H,_cl_1e è_ come dicemmo la doppia EE. ſi dinomina HTA,
ö: ha preſoìl nome da vna aſpiratíone hebraica nominata lietlr, che fi
figura conforma ~non molto diſsimile da HaEt queſta confideratione
tocca ne alla verſrficatoi ne alla compoſitione , ma alla grammatica
8t a colui, che inſegna a eggere. Adun ue moſtreremo come in _fir
gura le ſopra dette lei differentie di voca '.

Prima differentia di vocali per quantita di:tempo


Vocal:
’Brieui ' z Lunghe
Simplici Compofie'
ea I ov Doppie Tripliei
_Di due'fieſsi vocali Di due diucrſc eat,cav,u,w,m,dv,”ſk
` AAMJLOJ’! ulflfl‘w,ll,w,vh ' '
ñ- ff Nnn _z _Secco
Seeenda differentia di vocali per diuerfita di ſuorro.
Vecaii
Meglio ſenanti Peggio ſenanu'
l O Ì l U

Terza differenza di vocali per diuerſita di ſhin-:0.


Vocali
Aſpirante Diſaſpirate
ln principio della parola ln ln principio ln mezzo
mezze.
041m- ta differenza di vocali per diuerſita d'accento.
Vecali accentate
Agutameme Rii\iczzatamente Grauemente
Vitima,peiiultima,an: Pcnultimafll: Tutte. Tutte fuor che
tipenultima cima ma
Quinta differentía di vocali per* diuerſica di preferenza
Piu ageueli a- profcrere Vocali Meno ageuoli , 'ì

Seſta differentia di vocali per diuerfita di nome.


Vecali nominate
Dal ſuono Daltronde
|,o,u,e,au,ow,oi,ov,u,w,q AN:: A, [ITA, [91-A
ſ q,iX.U3!,P.U,Q,’->V,Iq. a. I. le

H ora trapaſèiamo a ragionare delle conſonanti lequali in quanto e:


lemmti,& fimplici ſono quindici, 8c ſono queſti. 11,13;”,T,A,O,K,r,x.
…m’è ;54. Lt io glichiamo elementi ſimplici in riſpetto di quelli, clic
ſono compeſti di due elementi comu-,LL 8c l’altre-,diclie ſi parlera ,
8( per riſpetto di leſteſsi in qva-nto hanno piu o meno ſpirite,per
cieche ſe riguardi-amo le ſpirito che è date a quattrezli loro in mag
giore quantitagli Pqe ſar parere compoſti ,. noi troveremo che ſi
poſſenoleuax'e a briona ragione del numero de [impliciçpìçjficelì
non ~ſarebbany-'ile _conſonanti altre che vndici. Ne altri fi marmi; '
clic i0 ponga tra le com’eniti _è'icomeflcmëto diuerſe dflëfflerciodze
ſe ”,81 »ſono ſtate pefle , 81 riceuute con le conſonanti come de
WW“.ÙUCFÙ da fida-,Lada [flyer qual cagione non vidce 311211119"
- ‘ :re
23!
eſſere poſſa & ritenuta ;ſi come elemento diuerſe da ”Anzi io mi
laſciero trasportare a dire che leſi dee riceuere per riſpettodello ſpiri
to 93,8: ;uſer conſonanti 8( per elementi diuerſi da ſ1,da T, 8t da K,
non ſolamente e‘ da aggiugneie è alla .ſd-1613» degli elementi conſo
nanti,come habbiamo fatto , ma ancliora ſono da aggiugnere alla
ſchiera degli elementi vocali cinque alti i elementi. Et cio ſono rif-,LU
poiche non c minore ragione di farlo in quefle , che in quelle. Hora
quefli vndici o quindici elementi ſi domandano conſonanti, percio
che ſuonano”; ſi Fanno ſentire con la compagnia delle vocali, 8t
ſenza laici-o compagnia ſono tacite. Et pei-che la compagnia delle
vocali puo eſſere di due maniere ſecondo che va prima ,o poi l’vna
,delle quali ſi pu_o domandare poſpoſ’ta,& l’altra antipofla,& vna pay
te delle predette conſonanti non puo hauere ſe non la compagnia po
ſpoſta,& l’altra la puo hauere & poſpoſta ,& antipoſtaindiff'erenter
mente auiene ,che quelle,clie hanno la compagnia poſpoſ’ta ſolamen
te ſieno domandare mutole , 8c che quelle ,che hanno indifferente
mente & la poſpoſta,& l’antipofia compagnia ſieno demandate per
la maggiOre ſamigliarita che hanno con le vocali mezzo vocali.O"iel
le che logiiono hauere ſolamente la compagnia delle vocali pospoſll
8K per la minore ſamigliarita ſono domandare mutole ſono le nouo
Pa,8a,ça,ru,l`n,6a,u,7a,xa, & quelle che FOſLOHO ſaune lu‘vc omſagnia
delle vocali poſpoſta.& antipofia ſonole ſei rimanenti pa,v.,^.,ëa,ëa,
le,& ap,av,aa,ag,«s. Ma c‘da ſapere che g quando è aſpirato non puo
hauere la compagnia delle vocali antipoſla, & in cio s’acccfla alla
natura delle mutolelit perche la compagnia antipcfla fi ttuoua in
mezzo della parola. 6c in fine non tutte le mezzo vocali la poſſono
hauere indifferentemente nell’vno luogo,& nell’altro,concioi`ia coli
die tre l’liabbiano infine cio ſono 13,810, 8( in mezzo quattro cio lo* -
no 41,135?, Egli e vero che nel mezzo della parola poflono parimenti:
6t le mutole,& le mezzo vocali hauere la compagnia antip oſſa delle
vocali quando ſeguita di ni;0uo quella medeſima conſonante , 8c in'
queſto caſo le mutole hanno il privilegio delle mezzo ſonanti. E!
- dobbiamo ſay ere che la conſonante :iſpirata non puo ſeguire di nua
uo la ſua mt-deſìma_aſpirata ,ma conviene che la precedente laſci lo;
ſpiritoLaonde diraſſiaaÎ-x@ & nona-{xth & diraſsi w-îèch &ncn
nv‘ÎZÒA Et quando io dico che le mutole non poſſono lianere la com
pagina delle vocali antipoſta , io non intendo di quelle mutole,acui è
ſia ta lena ta la compagnia poſpoſìa per accOi ciamento come e p0
gniamc fa 6c timidamente anchora a mezzo vocale pen-ebbe hauere
2-- p eñ. . Nun z la com,
la compagnia antipoſta in fine della parola contra a quelloxlie [uk
biamo detto come í^ fattotale per accorciamento d’ ing“. Ne pa:
rimente intendo di quelle mutole , le quali in apparenza ſi dimoſtra
no eſſere mutole.& in effetto ſono mezzo vacali come 7 dauantí
a n,& apx. Et tanto voglio che mi baſti liauer detto delleCOnſo:
nanti ſimplici al preſente,& trapaſſando a ragionare delle e'ompo:
ſte dico prima `che cene ſono di tre maniere , vna di quel
le ,che ſono compoſte delle mezzo vocaliſole,& queſte ſono cin;
que ‘LV‘ em , w, u, 8c 8c l’ altra di quelle,clic ſono compoſte,
di mutole ſole, Sequel e ſono ſei,perciocl1e ſi poſpone r a n a”
&J‘a 1- a), 6t ſi poſpone *a x6( a Q fiche rieſcono ſei compoſte
di mutole ſole,& cioſono !T,7Ã,XO,7|1,BJ`,QÎ- Et la terza è delle còpoſte
di mezzo vocali &di mutole,&queſte o ſono cópoſted’imamezzo vo
cale-,òtd’vna mutola odi due meuovocalg&d’vna mutola.Se ſonocó
poſted’vna mezzo vocale&d’vna mutola è da cóſiderare [è la mezzo
vocale èanti oſta opoſpoſta alla mutola,percioclie ſe èantipoſta rie
ſcono noue etterccompoſte concioſia coſa che d ſola s’antipon
ga allcmutole, &ſono quelle an, ds , 59,” , {7, a( , .17, a‘, o.
ma ſe è poſpoſta rieſcono trenta quattro letterecompoſte percioche
ſipoſponea”,&a-r.&ſifäzto 4. ,8:14 oë,&vt,o f,
io dico 1t, 6c non M come dicono alcuni 8t male. Et fi poſpone
g a ,tutte nouele mutole. Perche rieſcono anchora nbue lettere
eompoſte ”benq-e , xp, n. xx, ‘rr, J‘ç, 07,8” ſipoſponeatut:`
te ſe nonal‘, ſiclie ne rieſcono otto compoſte, 8c ſono queſte
pl, u , qnt, u na, xh”, o», Gt fi poſ One v a tutte F: non
a LSiche rieſcono pure altre otto compo , 8t ſono quelle ad,
çv, i”, 7V , xv, -n, A1,”, &ſipoſponea a tutte ſenona 27,213,
6t a ç , ſi che rieſcono ſei lettere compoſte , & ſono queſte m , m ,
it,-ra,J\fl,ou. Se ſono compoſte di due mutole,& d’vna mezzo voca
conuiene chela mezzo vocale ſia infine .St non pare che n’habbia:
mo che vna ſola ”ig . ma ſe ſono comp0ſte di due meno vocali ,Y 8c
d’vna mutola conuienc chela mutola fia in mezzo delle mezzo vo:
eali &ela prima o v , &la ſeconda è c come ſi vede in udcio èin
,g eſſendo come habbiamo detto vtrasſonnato in apparenza , 8t
non in effetto in?, oſvero i è la prima , &la ſeconda è z, o A , o v,
on,comeſivedeindrç, auf, a”, tx ,315m ,{Du, txt, Si cheio
no tutte le letterecompoſte ſeſſanta attro. Hora appreſſo è da
- ſapere,che di qucſte lettere compo e alcune poſſono ſolamente
cominciare fillaba ,cio èeſſere antipoſte a vocale , & alcune poſſono b
` ' ' ’ "` ſolutth
- _ \ 232 `
ſolamente finire ſillaba cio è eſſere poſpofle a vocale , 8: altre poſe
-ſono cominciare ,8c finire ſillabe: , cio e eſſere antipoflc & poſpoſte
a vocale. Hora rande è il numero di quelle che poſſono ſolamente
:Ominciare ſilla . a percioche ſono cinquanta otto, & ſono tutte fiio
. ri che ‘quelle' ſei M, ”As , 7%, , E, -l- , 8t picciolo e‘ il numero di quel:
le che poſibno ſolamente finire ſilla ba ,le quali non ſono {ſe non
queſte quattro 72,1546”, 8t piu picciolo c‘ il numero di quelle , che
oſſono cominciare ,& finire fillaba non eſſendo altre c ele due ri:
maſe 2,4, Et quando dico finire ſillaba intendo del finire la ſillaba fi:
nale della parola ,6t del finire la ſillaba di mezzo.Apprefſo è da ſape
re che le conſonanti,delle quali habbiamo parlato ſi poſſono divide:
re in lunghe# in brieui , ö( in qnelle che poſſono eſſere 0 lunghe o
brieui ſecondo il iacere del verſificatOre,percioche le ſimplici ſono
ſempre brieui ;6c e compoſte di due mutole ſole,o della mezzo voi
cale antipoſta 8: della mutola,o d'vno mezzo vocale,& di due muto:
le,o di due mezzo vocali & d'vna murola ſono ſempre lunghe,& le
compoſte di due mezzo vocali,o d'vna mezzo vocale poſpofla &d’v
na mutola poſſono eſſere o lunghep bricui ſecondo che piace alfver
ſificatore 8t queſta conſideratione pocra eſſere vtile ſpetialmentc alla
vcrſificatoia. Anchora è da ccnfiderarc come le conſonanti ſono
piu 8c meno aſpre nel profercrle ,o per lo luogo doue ſi formano, o
per lo ſpirito che ſi dona maggiore o minOre all’vna o all’altra di lo:
ro.Laonde è da ſapere che ſi crede,& ſ1 conoſce ſenſibilmente le con
ſonanri naſcere da uattroluoghi da labbri,da denti,dalla lingua , 8c
dal palato,& pare c e ciaſtuna di quelle arti ſia deſtinata dalla na:
tura a formare certe conſOnanti come i lalîbri a formare B,ç,n,i den,
ti a formare o', g, la lingua a formare J‘, o, 'r, Ag, il palato-a formare
hang, Perche quelle ſono piu aspre per queſta cagione,le quali fi
formano in luogo,cl1e]1abbia piu difficulta a formarle. Et perche le
compoſte ficonuengono formare in piu luoghi diuerſi in vn tempo
medeſimoJI che non ſi puo fare ſenza alcuna difficulta,quindi auiene
che le compoſte ſono piu aſpre' a proſerere che le ſimplici,& delle
compoſte quelle che fi formano in tre luoghi ſono piu aſpre,che que!
le le quali ſ1 formano in due.Oltre a quella aſprezza delle conſonam
ti naſcente come diciamo dal luogo,doue ſi formano cen’è vna pro:
cedente dallo ſpirito,la quale ſx tru oua in quattro ſimplici, tre delle
quali ſono mutole cammina mezzo vocali è che hanno riſpetto nò'
alle conſonanti diverſe-,ma alle ſue lettere medeſime non aſpirate,ſi
comeha 9 a sr,& xa 1,8( e a 7,6: è a E’. Si nuoua ſimilmente lo ſpiritoin
diciotto cóſoníti delle cópoſte,lequali ſonocópoſte odi due mutdolep
V11!
,..

d'vna mutola,& d'vna mezzo conſonante” d'vna mutola,& di due


mezzo conſonanti.O;çlle che ſono compoſte cli due mutole hanno
lo ſpirito coſi nell’vna come nell'altra, B: ſono due & queſte xo, q”.
Quelle che ſono compoſte (l'vna meno vocale,&d vna mutola non
hanno lo ſpirito ſe non nella mutola,& ſe hanno la mezzo vocale an -
ztipoſta alla mutola ſono tre 8c ſono quelle dp, 0);, 8t :n 8: ſe l'hanno
ñpoſpoſta ſono vndici, 8c ſono quel’te ”NA-,e75 fiamma-io', 754,9,…
-Quelie che ſono compoſte di due mezzo vocali, 8c il'vna mutola
hanno ſimilmente lo ſpirito nella mutola la quale ritiene il luogo di'
mezzo & ſono due 8t ſono queſte dx; , 3A. Et quella conſidei'atione
.propriamente e‘ profitteuole alla compoſitione. Ne è da tacere che
la gente reputa figure molto diuerſe di lettere” da 'r 8t e da [38: x da
;,8( non dimeno ſono quelle medeſime le quali ci ſi moſtrano tali per
la nota ſola dello ſpirito,che e‘ vn mezzo cerchio < iu guiſa che ſopra
pollza a *r fa riuſcire-i: , &appoſta a l" fa riuſcire 9 6: ſottopoſta a a fa
riuſcire x , ſi come nOn dobbiamo credere che i habbia figura diuer
ſa da C che è la nota del ſigma Beda -r eſſendo il ſigma impoſto al ta u,
ne che .l. liabbia figura diuerſa da [1 13: da C eſiëndodiſtelb F in alto
8t cinto di ſigma,ne che E liabbia altri lineamenti che C ,& x, pei-cio:
clic ſi come i'latini pur della figura del ſigma cat dice C ſopraponen
.do l’vno all’altro fccero lxçoſi >~< coſi i greci fecero di ſigma ſopra
poſto ajcappa prima coſi '-31 8t poi diſteſi i mezzi cerchi' coſi E fecero
dicoxi. Vltimamente è da pormenteche perche le mezzo vocali
poſſono hauere la compagnia della vocale antipoſta, il che non poſ
ſpno le mutole,i latini l'hanno nominate ſecondo clie ſuonano con
E vocale antipoſta EL, EM,EN,ER,F.S,& dicio non ſi poſſono ſe
non commendare la doue i greci ad alcune hanno dato il nome di:
geſſo dal ſuono come ad MáfldsJ‘a 8t a a di,… & all'altre non come
ſponano con la vocale antipoſta , ma ,come ſuonano con la vocale
poſpofla , ne ſi ſono contëtati (l’vna vocale , & hanno nominati
v,y;vî,uì²,&ç @5, &dicio non veggo come ſi ſieno da commendare,
"1
Egli c‘ vero che i latini dinominai-onoF EF, 8c X ,lX,non altramë:
te che ſe foſſono mezzo vocali , 8t non lia dubbio che nell'vna cio è
nella X fecero bene poiche e‘ conſonante doppia che puo riceuere
la compagnia della vocale antipoſta non meno che fi poſſa la mezzo
vocale ſimplice, ei" greci fecero non bene a nominarla come ſonaua
con la vocale ſeguente ſi come altreſi fecero non bene adinominare
A; in quello modo ,il quale medeſimamente puo riceuere la compaf
gnia della vocale antipoſiaMa i latini non fecero gia bene nell ’altraè
ix. o
- cio
l
~ v 233
cio è nella F nominandola— come non poteva ſanare. i greci anchora
impoſono a ſci delxemutole ſimplici, Bi ad vna delle conſonanti com
poſte il nome prendendolo aiſl‘OndG , che dal ſuono 8t chiamaronle
5 Liu”,MffiJ‘J‘A‘flX’Ì,m,l,lma,f,fiî f, (in. B( impoſono il nome
,aduc delle ;mutole hmpſiu ſecondo die ſonauano in compagnia di
BPM‘: cio .c‘ a w :3,8: a 1* ’il', _8t aduna come ſonaua ctſh ius-iu cio è una,
_Et non ſ0 come lì conur nga imporre ad .alcune di loro il nome pren
dendolo daltronde che dalla ,conſonanza 8t ad alcune altre prenden
dolo dalla conſomzaJl che non Fecero i latini, che dinominarono
dalla conſonanza B,be,C,ce,D de,G,ge,P, pe,T,te,ei _volgari che di:
nominai ono B bi,C ci,L) di,(`i gi, P pifr ti, 8t .Q qu.riceuendo non
dimeno gli vni,& gli altri il nome .di Z Zeta tale a punto quale era
fiato ſom poi to ua greciHói a le coſe dette per le’nſiaſcritxesinque
‘differenze Follònsîquafi ſottopone agliocchi dellafronte. _
,Primadifferenza dicoiiſonantiper [implicita
,8c compoſition’e.
;Simpliei per numero ~ ~ `Compoſle per numero .
, umdici ſeſſanta quattro .
Muto e _Semiuocali .
,mf-9, ſuſa-i
.7, '.0, fa)
'mx- ' . . ‘ì‘ . .
Di mezzo vocali Di mutole _Di _mutole _.&di mezzmmcalí
‘O’HSRSIM’JS u'ſ, 74‘, 7c* ’
` *LW-99 ~
Duna mezzo vocale vDi due mutole 8c d’vn “Di duemezzo vocali
' &d’vna mutola na mezzo vocale &d’vnamutola
Mezzouantipofla.Mezzoupoſpmla ,ik `
a 5 g A l ' (a *
a .1. m- ai 7” : a g a e a
‘o L n ai T- ó— ;E sç ai m ap*
(i: E ‘ q>ç (PA -rv _ſu . d” arm K
ur v 'L’- .i- A“ 'ì‘ zz m
dx J‘ç 0^ h m ` m
di' Og xh in *
a‘ i’ ?è . 7' - ’d . .
D n xh x- x“ ì ‘ ‘.
N
ooo Seconda a
ì ` Seconda differenza di conſonanti per-cominciare a
, finire ſillaba. b
Poſſono finire fil Poſſono finire &cos Poſſono comincia
laba ſolamente. minciare fillaba re ſolamente.
r! 1
lo o a 8
° ;o i _ . H*
M p ` E
I ’ I
4 ' g
I
Tm diffirenza da conſonanti per [lunghezza ‘di tempo
& breuita
”ric-ui Brícui 8: lung: Q ' Lunghe
F Di due mc:: D'vna muto:
"I zoo. ` la &d’vnamcz
.è zou.poſp0ſta
E Compoſtc di Compoſto di Compoſtc di tra
due mutóle. mezzoujnti conſonanti.
pofia & d’vs
j * na mutola.
Quarta differenza di cönſonanti per aſprczza à
~ piaveuolezza.
Perlo luo o d0ue {ì formano Parlo ſpirito col qualcfi formano
La bri,Denti,Lin:
gua,PaIato Aſpírue Non aſpirato
q Simplici Compofle
3‘ Di due aſpi: D’vna aſpira” D’vna aſp.poſpos D'vna aſpi
.. rate antipoſta &d’v ih & d’vna mezzo rata &dí due
xo
9* fl 9Ana mgzzour'*
e' "ì uo. i! mezzou.
x:
x xh x' del* 9c 0!
lg *A *l 'a a /

Quinto
Quinta differenza di conſonante per no
234
me preſo.
Dal ſuono Daltrondo
.’59, ’o
. . 7l
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isrà Qolſíffl ai@ 2m ”film-Ts &c. lo confeſſo 'liberamente di nOn inten


dere che coſa intenda Ariflotele per queſta _voce ”fuedhpercioche
ſe egli intende . empito 0 sforzo o moſsa di bocca come pare che e:
gli'yoco appreſſo` accenni in ?nelle parole Mn 5 Jia-pit! *iu-eli” ñ
d‘un@— ”ü vino-r, riconoſco c ie egli è vero che le vocali non ſi pro
ferano con quello empito o $ſorzo,o moſſa di bocca con la quale
ſi proferano le conſonantihaondeio non credo che propriamente
l’aſprezza,ſi polſa aſſegnare alle vocali ,fi come propriamente per
queſta cagione ſi dee aſſegnare alleÎconſonanti. Et è anchora vero
che con minore empito o sforzo , o moſſa di bocca ſi proſerano le
mezzo vocali,ehe le mutole,ma non è giauero che per queſto empi:
_to o sſorzo,o moſſa di bocca le mezzo vocali habbiano voce vdeuo:
“lc-ſl che fieno riconoſciute ſe con quello minore empitoo ,SfOi‘Z0,0
moſſa non interuiene anchora la vocale antipoſta o poſpofla. Ma ſe
intende per la voce miami oiunta come alcuni vogliono ,io non poſ t
ſo imaginarmi che queſta giunta poſſa conſiſtere iu altro che in v0: ‘
cale. Et e ver0,che la vocale perſe ſenza giunta d’altra vocale ha vo:
ce vdeuole ,6t è anchora vero che la mezzo vocale con la giunta del:
la vocale antipoſta ha voce vdeuole 6t non ſolamente con la iunta
della vocale antipoſta,ma anchora dalla pespoſta , & che la intitola
non ha voce vdeuoleper la giunta della vocale antipaſta ma fi bene i -
per' la giunta della poſpofiaJ—Iora non pare che le parole d’Arifiote:
eſi poſiano adattarea queſtointellettofi perche ſe noffih’iſipren
deſſe per giunta di vocale antipoſta egli non haurebbe tralaſèia=
to *ñ @miu-r@- 0uero 1a‘. íxlvmp 'mò omnia dicendo ”rà 111’34
”Aís ñ çmímG- , ouero (mò motan-Ti 158g .:finora *mi: pong.
Si perche non haurebbe diuifi: le conſonanti in iii-901: , ”è
Hem‘ , ma in &nçv'çma Gt in *Maicon: ouero Zitti-leon P. *init-n!
5 Jliaçfga fxfffldó'l'fl 1-17 ;Zu-q@— ”Zi 715m:. (Lieſte parole ſono ſia:
te afl'ai dichiarate_ diſopra, 8t è da tornarſialla memoria quella'
Oo o z Ch#
che è fiato detto di ſopra , che quelle differenze da quella della lun
ghezza 8t della breuita in fiori perren ono alla compoſitione , 8t
non all’arte verſificatoia , 8t (e pure inlleme con la differenza della
lunghezza 8t della breuita pertengono alla veiſificatoia,& non alla
v poeſia,& percio qui fieno da trapaſſare coli leggiermente, a che fiacc—
ua biſogno anchora di queſta leggiera mentione’îfldunque l'arte ver
lìficatoia ſara da eílër reputata vna arte, che perſe habbia flato,& ſi
poſſa adoperare .ſenza poeſiaí'Adunque la poeſia ſimilmente ſarada
ñ eſſere reputata vna arte,la quale perſe habbia fia to ſenza la verſiflcar
toia {Adunque non ſara vero quello dle c‘ ſtato detto di ſopra 8c fia..
bilito che poema non ſi poſſa comporreimproſa.
» PARTlCELLA VFNTESlMA TERTM. ;UM-3 è îslçmi’e'ùAQ‘
" dthrÈ‘tÈgÉ-pdvougù Q0745 't'xomLuù 7a} 15 _7 -ç à'… *Fu : (uMaBriptgù [mi
” ;ì at old )fl- &AA-i ”Elmi-mp 9twçídau~1îìí J‘laçagds *ſi: (un-”it's iîl,äJlJÎtda@-à
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” mç-lulîap duùfilelìîtüſhf izlräp‘äívwffsü îzrl aida” ,guai a‘ígíi‘llj içiìexí A570!
” *neím ”{àlrö\l.°îap …3, m5”. n 90v” Yang@- in marito‘: gli“ Vous‘- unì-5'”:
n m"…èul 5 mxäy ”Mur-,7a aiep çwváii. Z'çáfopj" ?nonni Ham@- 'i’ll-"70” Lexi?, I
*’ The-,il .Anziani-pi J‘Mofiox’afl rò Qual, ”ù 'iòfiqifw‘t -m :Im ,'éçonl Éſſm@ ,il ”711
” mAu'e, oì‘fl zmä WM nia-3 diuavrlxlu‘l in ”As-0’109 (po-Sg mçuxîr-ç cun-'Ou
” 3'”.
CONTENENZA. Che coſa ſia ſillaba ,ehe coſa lia legame, &che
coſa ſia articolo.
” VVLGARIZZAM ENTO.Et fillaba evoce non ſigniflcatiua‘ compa
"’ ſta di mutole &(d’elemento)cl1e habbia voce_ Percioche &1-37; ſenza'.
n Tir-a è ſillaba & con '55 i come “n" Ma il conſiderare le differenze
:1 di queſte coſe tocca all’arte ver-lìficatoiaEclegame ?voce non ſigniz
ficatlua la quale ne Vleta, ne fa vna voce lignificatiua atta ad eſſere
~ ,, compoſta di Piu voci ,& nell’eſtremita,& nel mezzo (del ragionamen
n to) la qual: diſcpnwene porre perſe nel principio del ragionamento
come a“; ,arcuri-,were è voce non ſignificatruada quale eſſendo vna
ſola è atta a ſare vna voce ſigniflcatiua di molte voci pur-che fieno
p figníſicatiuetEt articolo {voce non fioniſicatiua la quale dimoſticail
v principiop ll fine del ragionamentopîa ſeperatione come ?bom-,8:
,, «xò m;l,&l altre coſe.(_)uero è voce non ſignificativa-.Ja quale non vieta
’Q
ne ſa vna voce ſignificatiua atta ad eſſere compoſta di piu voci, 8c
nell’eſtremita,& nel mezzo. ~
SPOSlTlONEHahBiamo veduta l’vno de tre accoppiamenti, che
diciauamo POR-’rc appartenere alla_ fauella ,che e‘ſtato quello dd!“
vou
o . n
veci indiuiſibili ,&no`n fignificatiue ,nel qualeſi conteneuane gli el’e
x `

menti,& qui dobbiamo vedere vno' altro accoppiamento,clie e quel:


le delle voci diuiſibili,& non fignificatiue, nel quale ſi contengenejſil
laba ,legame,& articolo. Et Ariſtotele lia con ordine ragioneuele
.eſſeguim quello,che non propoſe con ordine tanto ra oioneuole ac,
compagnande l’articolo' con la ſillaba 8c col legame. Èdoue lo pro
poſe accompagnandelo conle VOCI contenute nell’accoppiamento
del ſignificato,& della diwſieneHera Ariſtotele nen lia parlate pie:
namente della ſillaba o il teſte in queſta parte è diſettueſeJa quale ſi
dee diuidere in tre maniere in quella che contiene la fillaba di conſe:
nanti ſole,& in quella che contiene la ſillaba di vocali ſole, 8c in quella
che contiene la ſillaba di conſonanti,& di vecali legate inſiemeBç]
la che contiene la ſillaba delle conſenanti ſole,anchera che ſia di due
o. di tre conſenantiJe quali fieno mutole,o meno ſenanti ,e mutole
&mezze ſonanti inſieme, 8c pertio ſi poſſa chiamare ſillaba cio è
cemprendimente di piu veci inſieme , le quali diuile rieſcono indiui:
ſibili non dimene perche non concorrono mai a ſermáie vna vece
fignificatiua come fillaba ,ma come parte di fillab’a ſi deono quanto
è alla lillaba reputare eſſere elementi ſimplici , 6c parti delle quali fi
conflituiſce la fillaba. Della qual maniera habbiamo parlato preſs
íìmamente quante ci è partite baſtarePercheAr-iſtetele non doueua
parlare qui della ſillaba compeſta di mutola , 8t di mezzo vocale eſs
ſem lificandela in {Then eflèndo queſta lìllaba altro che parte della
lilla a cenſtitutiua della parola , la quale è queÎla, clie nei cerchia:
mo.La manièra,cl1e cótiene la ſillaba delle vocali ſole fi puo diuíderc
prima in quattro ſpetigſecóde clic o ſi cócëtad’vnavocaleſimplice in
luogo di ſillaba,o ferma la ſillaba di -due ſteſſe VÒçaIlJOdldu e diuerſe
odi due ſteſſe &d’vna dinerſa.Et poiqueſte quattro ſpetie ſi poſſono
anchora partire in due ſecondo che ſono aſpirare o non aſpirate, 8:
vltimamente qucſte ſei ſpecie dinueuo ſi poſſono ripartire in tre
ſemndo che ſono accentate o a utamente , o grauemente,o ripie:
gatamente,delle quali diuiſiOni s c" ragionatopienamente nella parti:
cella proſsimamenrc paſſata. Perciociie leprime quattro ſpetie di vo
cali ſi poſſono conſiderare ceme elementi, 8c_ come ſillabe. Si config
derano come elementi le compoſte di due ecli tre vocali non che la
- fimplice quando entrano nella conflitutiene (lella ſillaba come par:
te,& non come turto. ll che auiene quando s’accempagnano con le
conſonanti,ſi conſiderano come ſillaba quando entrano nella paro:
la come ſillaba, 8c non come clemente. Et quantunque la vocale ſia r
Oe0 z ſimplice
ſubpli‘ee,& vocale ſnnplíce non poſſa eſſere naturalmente ſillabe non
eſſendo veramente ſillaba ſe non quella , che almeno è compoſta di
dle elementi fimplici , non dimeno perche fa vffin'o di fillaba come
. in 'ſms men che propriamente è detta fillaba. La maniera che con,
tiene la ſillabe di vocalí,& di conſonanti inſieme è prùlcipalmentc di
tre ſPetieJZer-cioclxe ola ſillaba comincia da vocale,& finiſce in con:
ſonante,o comincia da conſonante & finiſce in vocale,o comincia da
conſonante,& trapaſſa in vocale,& finiſce in conſonante. Ma perdi:
le vocali le quali concorrono a farla ſìllaba inſieme con le conſonan
ti ſono hora ſunplici ,& hora compoſte di due &di trevocali ſim,
plici , &ſimilmente le conſonanti ſonohora ſimplici , &hm-a com:
poſte di due o di tre conſonanti ſimplici ,ſi potrebbono di ciaſcuna
delle tre ſpetie predette fire altre dillintioni , 8t ſare riuſcire molte
altre ſpetie , le quali perle diſtintioni fatte di ſopra delle vocali , &
delle conſonanti altri uo imaginarſì agevolmente. Laonde ci con,
tenteremo di queſto c e habbigmo detto infino a qui. Adunque la
ſillaba c* vo* non—ſignificati” in quanto è ſillaba , 8: concom: come
fillaba,& come parte a conflituírevoce fignificatiuakpercioclxe alcuni
volta la fillaba enon pur ſillaba ma anchora voce ignificatiua _cio e'
è non ſolamente parte ma anchora tutto come ZT Ma ſe cio fia ve,
ro ſcmpre,o nò, cio è chela ſillaba quando entra_ nella voce come
fillaba , 8t parte non ſia mai voce ſiFnificatíua o p'ur fia diremo il pa:
rer noſtro quando ſl fa uellera de nome dans-ri :E &qu-’m :La: ’mi,
'ſx-v1@ Veſte parole ſono da interpretare coſi.La ſillaba è compo
ſta d’vna mutola & d’vna lettera vclic habbia vocal-lora la lettera ſi
dice hauere voce in due modi ,o uando c‘ mezzo vocale ſenza com:
pagnla di vocale ſecondo che eg i diſle di ſopra , o quando èmczzo
vocale con lecomp'agnía della vocale. Perche Ariſtotele Lffi-mplifi:
cando quelle parole ’où qmifl*ñ—
inn@- ſoggiugne ”ù ;if-n'a ‘7g ?al-w fl:
T \ \ ` .
. 3mm ”è Lam 10:' _- .olmò m.. Adunque appare chiaramente che
gi ha_ difetto d’vna lunga dillintione di ſillabe .poiche parla. anchor;
:li quella fillaba di ‘conſonanti la quale non puo concorrere a con:
ſlituire come fillaba la parola ,ma concorre ſolamente: come lettera
. conſtítull'e la ſillaba. Et perche dice che le differenze (ll queſte coſe
pertëgono alla verfificatoia c‘ da ſa pere,cl1e in quanto alla lunghew
&'alla_ brevitalcquali naſcono dalle vocalí,& dalle conſonanti lc difi—
ſerenze delle ſillabc,poiclxe egli vuole che fi conſiderino negli elemen
ti,& che come conſiderate negli elementi pertengano alla verſilia
toiaflon pofiono di nuOuo pei-tenere alla verfificacoiaEt ſe pure le
lungim

.(0
230
luoghezza & la breuita conſiderata nelle ſillabe pertengono alla ver_
ſificatoia conuerra che ſuperſluamente ſia ſtato detto che conſi det-a
te negli elementi pertengono alla verſificatoiadnìaNa-'u 75:90”) &Wi-m:.
Pare coſa ſtrana quella che Arifiotele dice del legame cio è che ſia
voce non ſignificatiua, la quale non opera ne vieta chela voce com
poſta di piu voci ſignifichi, concioſia coſa che il legame habbia la ſua
fignificatione,come hanno le altre parti del ragionamento” quale
L‘ di congiugnere,di continuare di diſgiungere di raccogliere 8t di ſi:
mili.l\îa quello che dice AriſtOtele è da intendereſanamenteflfida
dire che il legame è voce non ſignificatiuamon perche non habbia ſor_
i za di legare inſieme le voci , 8t di piu farne diuenirc vna, ma perche
congiungendo le voci ſignificatiue inſieme non opera col ſuo ſignifi
ficato di congiugnere che eſſeſigniſichino altra coſa,che quellaJa qua
le prima eſſe nOn congiunte inſieme ſignificauano conteſe io_ diro ſe;
peratamente queſte voci. Aleſſandro vinſe il mondo,Ceſàre vinſe il
mondo &ſe le diro legate inſieme.Aleſſandro vinſe ilmondo 8t Ce
ſare vinſe il mondo non mutero ſignificato, ma ſolamente doue pri:
ma erano due ragionamenti ſèpetati,poi per vi Ore del legame ſono
diuenuti vno. Et perche è compoſto di voci ignificatiue il legame
nOn‘glivieta o muta la-ſi nificatione ſua.Ma ſe il legame congiugneſl
ſe in teme iu voci non ignificatiue come piu elementi,o piu ſillabe
anchora clic faceſſe di piu voci vna non opererebbe miga che quella
voce fatta vna ſoſſe ſignificatiua. Hora ſono alcuni legami , li quali
ſi poſſono domandare grammaticali , cio è quelle particelle le qua:
li ſono riconoſciute da grammatici per legami,& ſono alcuni altri li
quali ſi oſſono domandare ritorici, &ſono ſta ti da maeſtri del bendi
re ripoſti nella ſchiera delle figure con queſti nomi.Prçteritio.Tran=
ſid0.Dubitatio &ſimiliMa Ariſtotele non parla di queſh ſecondi, ma
deprimi,intorno a quali a pro della poetica ſarebbe da conſiderare
ſe alcuni fieno propri del verſo , ohabbiano alcuna propria forza
di levare nel verſo diverſa da quella che hanno nella proſa. {ol-'n im:
ati-,om wii poni‘: play dnuav'ſuìp. Wella inſermita del legame non
puo operare , ne _impedire,clie vna voce atta ad eſſeie compoſta di
iu parole ſiafignificatiuama riguarda ſolamëte la fignificatione,&nö
PvnitaPerciocÌie in conſtituire l’vnita non è il legame punto infer.
mopma gagliardo 6t potente.Et queſta inſenmta non ſi truoua nella
ſillaEa quantunque ſia voce non ſignificativa come è il legame. Per:
cioche èatta o `eſſendo legate piu ſillabe inſieme,& alcuna volta eſſa
ſola ad operare che la voce ſia ſignificatiua.Et è da Porre meat-.2
1c
che Aríſtotele rende voce alcuna volta per- voce indiuiſibilecomefi
tru0ua negli c ementi ſimplici, & per voce compoſta come. ſ1 truoua
negli elem’enti o doppi,0 tripliCi ſecondo che entrano come parte
, nella filluba ,o per voce come entra per lillaba nella parola, o per
vote come comprende piu ſillabe cio e, per vua parola l‘otto la qual
~ voce cade il legameJ’arricolo , il nome, il verbo ,il caſo , pt alla vfine
per voce ſotto la quale ſi comprendono piu parole ſ1 come lì com:
premiano quando'per vigore del legame ſi cpilgiunguno inſieme, 8c
cofiſi prende in queſte luogo. {met-o(- 90"39] ”Wifi-tv (mm/923m. Con
uiene che queſta voce ſia atta ad eſſere compoſta mſi:.- e,& adiucuis
re vna per vigore del legame. Pe'rcioclie ſe lo diceſsi Alelſanclro il
magno vinſe ll mondo anchora che in quella voceſieno molte paro; ñ
le,non dimeno non è ella atta a diueuire vna per vigore del legame.
”ñ bn' rcsci'a’zàepoygaù ivrl fini-:mblel principio nel mezzo,& nel fine puo
liauere luogo il le ame,ma biſogna porre mente-,che non tutti _i le:
gami poſſono ,in ifferentemente eſſere allogatiin qualunque ſedia
principale,mez_zama,& finalePercioclie cene ſono alcuni,li quaiinon
illa _bene coſi portando la natura loro d'eſſere oſti altroue che nel
principio.Hora io credo che da leggere I gn &ggfflp,& non _Kn ai
ignàípj ,perche ſe ſi doueſſe leggerai"- non lì clirebbe &gnáílg ma &ça-51"[
&apPreſſo non fi direbbe ma' ;Zu-nl‘: ma uſi-raid. Adunque `il legame
Porre; occupare il principiojl mezzo,e'l finclaluo ſe _la natura del le.
game che non èaltro che l'vſo ſuo che coſi c` da interpretare né' in”
ed” n`on`comportaſſe che gli ſiçpoteſſc attribuire altro che la prima ſe:
dla ll .come ſono Nlp,='rO|,& J‘». Et quindi appare che Ariſtotele non
prende principio'del parlare per quello luogo che non liabbia niuna
parola auantiſe, ma ſimplicemente per la prima parte del parlare
,POP flfpmílënſe, ne le atacon altra parte precedente del parlare.
u çovu &tango; ~:rlleiſmp “Up ?0195 ”la &c_ Wella è vna altra diffinitione
del_ legame-,la qualeè aſſai piu brieue della prima,& contiene ſolamen
ſe 'l vigore ‘le legame,& non la ’nfermitameleſedie; che Poſſa occu:
Pare# Perſe# Perle coſe dette c‘ aſſai chiaraſiola'mentè c‘ da tlire che
0 la VQCC #155 è ſuPerflua,o chec‘ da leggere #(l,& quello è il ſenſo. ll
legame dſcnílo VOce vna è atta a fare che piu voci tliuengono una,
&fliCÉ'ſi iu’a quaſi inſonda l’vnita ſua nelle molte voci. Et poiche vo,
gliamo che ſl legga alla in luogo di mi; dobbiamo anchora legga”
[MARWIMSN in luogo di dana-mici. M a-ſc voleſsimo ritenere le voci co:
me ſellOſCrlttî ii ?mi HJHHO-îu M9050‘: (ſie: çmöp mësflmmxip J‘gmlſi'
,IW/“i“ W‘R‘T‘P’W- poſsiamo dire coſi
\ , o il legame è vna voce non3‘?!
gníficatiua d'vna voce compoſta di ,molte voci , la quale è atta a ſz
. .

che la voce-,inquanto ha voci ſignificzuueèſia vna,& coſi eſſo diuic ne


& opel-a clic iſaltre voci diucngano vna-_ſenzaimpedire loro la {igni
ficationccon tutto cliezcſſonnon‘n’lxabbialíçffly 5 is: 9013 L’anno-.l'ar
. ticolo ſccondp Ariſtotele è .voce non ſignificatíua. ll die ſi Pruoua
coſi,o preſupponela conoſcenza _della coſa eſſendpjpoſto in pr inci
pio_ del ragionamentocome :I &'i nyc-;ms flçá‘l(550,113. ſepcra additandola
ì. quando èpoſto in mezzo del ragionamento come vNEL-”J’nghdmi
Mlſèflſſ) la referiſce quando è poſto infine del ragionamento. ARE”—
JÎçO ”Mia i': ?flu- Ma ſe l’articolo non ſignifica perſe coſa ninnazne
fa poſtop leuaro che le voci figniflcatiue, incompagnia delle-gualifi
truoua,`mutino o excel-eſcano` o diminuiſcano la lignificatipne ,ma ,ſo
` lamence dimoſh-a conoſcenzap ſepera tione,o reperitione dellazcoſa
in Compagnia della quale ſitruoua ſe uitá cheſi poſſa domanda-reef
ſere vocenon ſiguificatiua,;Perla qua “coſa, fi dice che l'articolo evo:
ec non ſignificati” che dimofira "il principio del ragionamento col
’ preſupPorxe laconoſcenup il fine col rep-;tere la coſa detta,o la ſe.
~ Perauone con l’a dditare la coſa ,tr'a l’alcre. ‘Etfſi ,dice audhekcheè
voce nonſigniñcatiua, la quale non vieta,ne opera che-_vm voce ſi;
ſignificatiua‘vatta ad eſſere compoſta di piu voci ellei'xdo'alloga'ta nel:
l'cſtrcmità. 0 nelm ezzoJ', Aly” Emil-,Z 12A@- ,’fl J‘nòçfldadçùhpî,Duia_1`_men
te è dettoflcon quelli:` parole quello die Axiſto tele_ intende di~ dire ,' ſe
ñè vero che intenda di dire quello che diciamo.Ma perche pompieri:
diamo àl quanto piu pienamente quelloclìe egli dice deUegme , 48:
dell'articolo,che non ſono 'voci ſigniflçatiue è da ſaPeFe prima come
il nome ſulìaniiuo ſignifica ſuflanza,& queſta èla'principalc ſua figni
ficatione ,& inſieme anchora figu’ifica ma ſecondariamentealcuni ac':`
cidenti,comc il numero d'vno,di due,& dipiu,come' il ſeſſo maſchile,
,6: fcminile, _8: neutrale-,BC certi movimenti che eſſa fa o riceue,& co:
mela -perſonavincerta,&,ſeconda.Ma perche ne il numerone il ſeſſo,
ne i m0uimentí,hc la perſona ſi ſono p0tuti ſecondariamente figuífi:
care cOn quella di'ſlzintione Chèjſl çgnueifrebbe per ſupplire queſti di:
fctti ſi ſono trouati i nomi diſtintil-ſignifica-ntii numeri_Vnò,duc,tre,
` quattroxinque &c.ei ſeſsi diſtint’i maſchile' _ & ſeminile,& maſchile 8c
-feminile inſieme ,8t le propoſitioni diſtinte fignificand'tutti iinoui:
menti,& le perſone dífiinte come [o,tu,7quelli, Et pei-chela ſuflanza
anchorariceueua altri accidenti ,infiniti come di bianco,di nero , di
;buono,di reo &ch quali accidenti non erano ſignificatime ſi poteva
'no ſignificare col nome ſullanduo vfi ſono trouati inomi 'chiamati
" Ppp ' addì-;Q
addietiui o aggiñtiEt perche tra lialtri accidëti che ſoprano? ono a;
la ſuſtanza 8c che non ſono ſigni cati i nſiemecol nome ci èl addita:
mento,o la repetitione della ſuſtanza anticonoſciuta o nominata ſi
ſono trouati alcuni addiettiui chiamati pronomi,& quelli,che ſi domí
dano articoli,de quali Ariſlotele parla qui. Appreſſo è da ſapere co.
me il verbo ſignifica fare alcuna coſa o patire , 6t che queſta c‘ la ſua
principale ſignificatione ,la quale è accompagnata da alcune altre
fignificationi ſecondarie come dalla figmficatione della perſona pri
ma,ſec0nda,& terza,dalla fignificatione del numero vno,due,& piu,
dalla ſignificatione di certi tempi,& dalla ſignificatione di certi' mo:
di,le quali ſecondarie ſignificationi percheſi conuengono alcunavol
ta ſpecificare piu diſhntamente ,8t molte altre oltre a qu elle fi poſſo:
no anchOra accompagnare con la predetta principale , ſi ſono ſpe
tialmente trouati gli auerbi,li quali hanno quel luogo appreſſo iverñ
bi,che hanno li addiettiui appreſſo inomi. Et vltimamente c‘da ſa:
pere ,che per( ie molte ſuflanzíe,& molti ſari & molti patiri,& molti
accidenti riceuono vno ſopraccidente di compagniap di ſeperatio:
ne per ſignificarlo ſi ſono trouate quelle voci,che ſono domandate
da gramma tici legami, de quali Ariſtotele parla quLCOme lo corro
ö: tu corri.ll quale ſopraccidente compagneuolep diſcompagneuo:
le puo eſſere ſignificato anchora con propoſitionecome lo con
eſſo teco corro,&con l’auerbio come lo nonaltramente che tu cor.—
ri,corro,& per auentura con altre parti del parlarcAdunque perle
coſe dette infino a qui appare che non pure il legame,o l'articolo
deono eſſere reputate voci non ſignificatiue,ma i nomi numerfllicon
tutti gli aggiunti , ci co pronomi, 8: con le propoſitioni,& con gli'
auerbi 8( co caſi anchora,poi che ninna di quelle maniere di vocinon
vieta o opera piu che il legame o l’articolo che la voce atta a com:
porſi di piu voci ſia ſignificatiuaPerchc appare anchora che Ariſlo
tele non 1a ſauellato di queſte coſe coſi pienamente o pianamente co
me haurebbe potuto ſare.

,,PA‘RTlCELLA VPENTESllVlA MARTA. Fiona Sîsiçmiduvèwi


,,dmamiiſl lim 735m , lsuigG‘ èJ‘ip is! uhìv-rò dna-”trip ipyíp *m7: Jimi:
,, oi! ”hill-894 , è! Uli MUR-;V73 rimedia- olopìy Oto-l‘5”. 13 J‘aîçop ch'a
”MIfl.ì›Î-M 5, qui” dum-ru ”nanni ”mi Ninni?! o’ gig@- dman'ia ui’
”iu-rà Smeg a‘, br ‘läpöisua'rop. -iòn‘zp 7a} dragon@- , a.: Amlp oi riforn
”Mil *xò ”hu-ali Will“. Î HW!” ”go-mad”. 15 W 75g* MYA" Xi“

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ÈaVÒO. ` "
CONTENENZA. Che çoſa fia nome ,che coſa fia verbo. QuaIílſi-cì'
no le ſpetie del caſo,ehe coſa ſia diffinitione 8c quanto 1c ſnc ſpetie;
come de nom! alcuno fia ſimpüce, & alcuno doppio.
VTLGAR’ZZAMENÎI’O. -Et nome è voce compofla ſignjficatíua a
ſenza .tcmpo,della quale niuna parte è per ſeſteſſa ſignificatiua, ,Penn
cjoche -ne nomi doppi non vſiamo che eſſi: per ſeſtcſſa 11a ,ſignL- :e
ficanre come “9: W NNW i* _MW non figuifica. Et ,verbo .è v0; o*
ce compoſta ſignificau’ua con tempo della quale ninna parte figm.- tc
fica pcrſc ſh-ſſa , fi come anchora auiene ne nomi. Perciocheu
quello( nome-finge”: ouero AMB‘: non ſignifica inſieme il qua”: u
do. Ma .queſto (verbo) Bce-“uſa ouero mai-Pm lo ſignifica (ſ1 ma: u
cando míìcntc ) quello il tempo preſente, 8c qucſto il paſſato_- ’l ça “
ſ0 è del nome‘ 8: del verbo, 8c alcuno ſignifica quello che è ſecondo *‘
queſto m'… , ouerom'm” 8K alcuno quello che è ſecondo qucſtp a
's-î ,ouero ?rom-T: come Eugenia@- ouero Hygom. Et alcunoè ſe.- u
condo le figure rappreſentauue come ſecondo domanda o coman: a
(lamento. Pet-cioche-Zsáùdeç ouero Mlçl ſono _caſi di verbi ſeconfli
do quofle ſpetie; Et diffinínoneè vece compoſtaſignìficatíua‘della W
quale certe parti per ſe ſteſſe ſignificano alcuna coſa: Percioche non!!
ogni diffinitione è compoſta de nomi 8: de verbi come è la.“
dìffinitiom dell’huomo , ma {ì comporta la difflnitione ſenza ver“
bo,& nOn dimeno ſempre haura ‘alcuna parte ſignificante come .in W
queſte parlare Bd‘v'ſaä ”Imc-,0‘ mio’. Hora in due modi la dlffinitione “
e‘ vna.Percioche oè quella ,che ſignifica vna coſa,o_è,q1{ella che perle ì
game ècóflituju dipiucqſe,c,omel’1ljada èper legame ma,&la(diffim’ ‘f
. P pp z none
’, tione dell’huomo per’ſigniſicare vna coſa.Et delle (petit-“del nome al
n cuno è ſimplice,& chiamo ſimplice quello che è compoſto di(parti)
non ſignificanti,& alcuno è doppio , 8t di queíëodaieuno ſi compone
,, di (parti)ſignificante ,8t non ſignificante,& alcuno di ſignificante. Et
,, ſi potrebbe trouare il nome triplicato , &multiplicato come ſono
,,- molti‘Î-S'ç‘m-,fllori-Sg ignouîxáìavje; ‘
. SPOSlTlONE. Irma 515-1 @ma &eQ‘gçſtoèil terzo accoppiamento
i che dicemmo appertenere alla ſauella,& conſtituirſi di voci diuiſibili,
8:' ſignificatiue,& comprende ſotto ſe-il'nome,e’l verbo,il caſo ,8c la
diffinitioneDi ciaſcuna` delle. quali coſe per ordine cominciandoſi- ~
dal nome ſi parla in queſtavcntetquattreſima particellath fidice che
il nome è voce compoſta &fignificatioa ſenzaitemp o;della quale niu
na parte ſignifica per ſe. Hora inîqnanto ſi'dice che è voce compoſta
ſl ſepera il nome dall’elemento‘- ,- & ſi puo dire ancho‘ra che-fi iëpera
dalla fillaba,dal legamezòt dall’articolo:quandozconfiſtonoì in vno e:
lemento ſimplice ſolai-’oi inquanto fi-diceſc-he'è fignifieatiua -ſi ſepe‘
ra dall’elementozdalla fillaba,dal\legame,& dallÎarticolo;& appreſſo
_ in quanto ſi diceſenzatempo ſi: ſeperaìdal'verboäöt dal-caſo del ver:
bo,& vltimamente inquanto-ſi dice; della-’quale niuna parte è ſignifiz
eatiua per ſe ſu ſepera dalla diffinitione: Adonqp‘e èvoce compoſta
d’elementi ',81 per- mezzo d’elementi-'difillabeM-è ſignificatiua perſe
ſenza riſpettoflinon aſignificatiur per altro;&con²ni}zetto’c ome ha
biamo‘moſtratoache ſignificano‘il legamql’articoloäl pronomed’ag:
giuntod’auerbio; e’l caſo , ,8t .‘ non- reca coneſſoìſeeo :la‘ñlignificatione
del‘.temp0‘come reca il-verbo,dal quale-n on‘dimeno il nomeè ancho~
za diffcfé'te.in‘altro;perciocheñnó -reca‘con eſſoſecoíà ö’noiçmxàtio è
i modiii quali-recai] verbozöc‘reca- con‘: eſſo ſeco ‘la ſignificatione del
Ìflöllaqualenomecail‘verbo: Et ninna' parte del nome è perſe ſl:
gnificatiua‘. P-àre che Ariſtutele- voglia ’con queſte parole contradire
.a Platonezil ?nale nel Cr'atiloſiñ- sforza? di prouarexhesi vnomi hanno
le parti:figni icatiue per'ſe,ondezſono'compoſti5accioche- per l’0“;
gine dimoſtri la sibrza &iaproprieta‘delloro ſignificatozPare adun
que- che ~ dica- che: non-ſolamente iinomi ſimplici x hanno le par:
ti ſue non figniiicatiue z, ma‘ i" compoſti' anchora hanno *le parti ſue,
Onde ſonocompoſtiz-nonfignifieatiue; ſi'ccme fi vedein KM
nome proprio-,nelquale ia‘parte 'MW non ſignifica donoquaſi dica
argomentando ſe‘ ne 'nomii compoſti di r patti-fignificatiUe non ſi
g ‘ conſerva‘la fignificatione- delle parti Î'ſeperate',v quanto‘men‘oi nom_
' liquidinoinonſumocerti._che: fieno: compoſti diparu‘ figrniîèatiuel
ñ ñ . ì' ‘ ` hanno
- 239
Hanno le parñ,le quali ſeperate fieno ſigniſícatíueMa per intendere
bene come le parti de nomi ſignifichino o non ſignificliino e da :a:
pere che eſſendo l’huomo animale ragionevole non ha a caſo 6t ſen.
za ragione impoſti inomi alle coſe , anzi gli ha impoſti loro con
gran conſideratíone`, & fu moſſo da giulia cagione a nominarle
coli come le nominò.- Et oltre alla teſtimonianza della ſcrittura ſa:
cra,clie ci certifica Adam,il quale fu tragli liuomini il primo nomina:
tore,&al< uni aln-ihauer fatto coſi,n0i veggiamo chiariſsimamente le
cagioni in aſſaiſsim’i nomi anchora appreflb=noi,perle quali ſono ſta
ti introdotti cofifatti‘nomi ,. 8t maſàimamente quelli che ſi contorma.
no con la voce,& con 10'- ſtrepito ſi come ſono quelli* degli animali
perlo piu.Pi.-rciochechi~ dubitai che Bue non ſia nome fattodalla vo:
ce dell’arrimale,o"luſigniuolo ſimilmente {Et perche da'quella lingua
formata come dicemmo,_con la quale da prima ſi parlò infino all’er
dificamento della-torre di Babel, fi generaro‘no molte altre lingue,in
eſſe apertamente ſi-.doueua riconoſcere la madre,ſi come nella noſtra
vulgareflella franceſca,& nella ſpagniuola‘ſi- ricOnoſce la latina on:
de ſono nate-.Et coſi le- cagioni' che feceroa que primi 'nominatori
aſſegnare i‘cofifatrinom'i-alle cotali coſe nella prima lingua n apaſſa:
tono nelle-lingue ſeguenti che fin‘ono original-’e dalla prima benvche
con’gran mutatione'alcùnaìvolta.- Perche ſe le voci,o le parti loro
della prima-lingua furono ſignificatiùe anclioriale voci,o le- Partilo‘
ro delle lingue ſeguentiflhe» ſono deriuate da quella trauat‘e da llUO:
nîinj clie non operano‘ſenzaa ragione ſono’alrrefi ſignificatiue… La‘
qual coſa nie-piu che manifeſtamente appare eſſere ver-a ne nomi
compoſtide parti'de quali ſignificano concedente lo’an'chora-Ariſto
tele medeſimo q‘uando‘dice', che' alcuni nomi ſono compofli di!
p’arti‘ſi riificatiùe.P'erciocliequale negli-:ra le parti già': 8t »FW in Ou‘
~ ai ere fignificatiue ‘3-0 in &amigo; o m Among@- oìin ſimili :Mal
ed: porremente che la' ſignificatione delle parti de nomi puo eſſere‘
di'tre maniere; Percioche puo* eſſer’ela ſignifiCationedel tutto‘ ſepecñ
rata‘dalla natura della’colap‘deltutto coràgiunta, 0 ſeperata in par
t'e,& congiunta‘ in parte.La ſignificatione el tuttoſeperata dalla na
tura‘ della coſa ſi puov‘edc‘re anchora‘nel-nome tim-;ça ſignificando le
parti'ſuefdonoìdi dio,& eſſendo alcunaivolta nome di perſona, che‘
[i dourebbe-ragioneuolmente dire pergli‘ſuoi‘rei coſtumi' 8c credenza
effire dono di diauolo. la ſigniſicatione‘ del tutto congiunta ſi puo
vedere in Fiſchio, & in Affleck@- quando è dato per nome al.
tiranno & in Pages-'gg- quando è da to per nome al barattien
re.La ſignificatione in parte congiunta 8c in parte ſeperatafiz_veder
t P p p_ 3- mîbue:
in bue, 8c in luſigniuoloPei-cioche queſti nomi quanto è alle veci di
quelli animali ſono ſignificatiui & conformi,ma quanto e‘ al rimancn:
te de predetti animali ſono del tutto ſeperati , 8c nen dimeno ſe:
ne impoſti non aUe voci di quelli animali,ma al tutto deglianima:
[ill-lora peſte che Ariſtotele haueſſe opimene che parti de nomi ſim:
plici non foſſero ſignificatiueo ſe pure ſono figmficatiue ,che non
foſſero lignificatiue ſeperatamente & percie non ſi peteſſeredeman
dare ſignifica tiue,ſi come in alcuni nomi compoſti,le parti non ſono
ſignificaciue congiuntamente ſecondo che ſi vede nel nome Mei”
non ſignificande Mg.” ſepera to quello che ſignifica compoſte come e
{lare dettomon dune-ne noncredoclie Ariſtetele negaſſe che in al.
cun] netni compoſti le parti non ſicno ſigniflcatiue o Compoſtelo ſe:
perate,c0me appare mhp-.35gg- 8c inJ‘ogasíçG-,öc in ſimili, ne quali
eſſo il pare concedere. Perche dobbiamo dire che quando egli dice
5, “Cig. ;1.Ju? ;5| "e‘ ;mò ”nziriri-'ſt intenda clie niuna parte del nome
e‘ per ſe ſignificano.; nen eſſende ſeperata ſi come ſono ſeperate le
parti della diffinitione , le uali parti perche ſono ſaperate ſono an:
cliora ſignificatiue perſe. t perche il nome compoſto lia le parti le
quali ſi tmouano anchora ſeperate,& le quali ſeperate ſi niflcano
mggiugne clic ne nomi deppinon vfiamo di prendere la pa :te,& di
ſeperarla in guiſa che fia ſigmſicatiua per ſe ſi come in Oro-Mg@ MW@
,ogm-‘s J‘rmîs ai* xzáuia: 5: its-‘i z'mì nl &vr; ewx'iflSe non è vſanza che le
parti de nomi compeſti ſi conſiderino come ſignificatiue per ſe , ‘8t
ſeconde che quando ſono ſeperate & nomi ſimplici ſono ſignificati:
ue tanto meno ſi deono conſiderare come ſignificati…: le parti dc
nomi ſmplicide quali o veramente non ſono ſigm‘ficatiuep almeno
non ſono coſi ſignificatiue come ſono le parti de nomi compoſti
fiu- 5 ?mi read; cup-mm} and ”Ju-.Si dice ,che coſa è verbo per quelle
medeſime pa role,p6rlc quali s'è dette che coſa è nome le non che s’è
mutato :m in amì,cio è che doue il nome era ſenza tempo ,il verbo è
con-temp0,ma perche nen ſolamente ha tra cſsi queſta differenza ma
alcune altre anchora le quali per caſi ſi ſignificano inſieme c5 la prin
cipale ſignlflcacione ne parleremo ragionando del caſe. ñédmsö in“
Irina@- 'I' ?MTGÉ dure} &C.Si come dalle parole ſtc-ſſe d'Arifiotele
ſi puo comprendere il caſo non fi puo ne ſi dee domandare veceſ:
gifficatiua come è il nome èl verbeperfieclie non ſignifica prima’:
palmente quelle che ligmffca,ma le ſignihca acceſſoriamente,&come
coſa dipendente dal ſignificato principale?” la qua! coſa come an:
:hora eſtato detto di ſopra il caſo li doueua riporre tra kvoînofi
. igm:.
x
2 O
ſignificatiue,cio ènella_ ſchiera doue è ripoſto il legame &l’articolîJl
caſo adunque è del nome 8c del verbo,&cominciando da quello del
nome pogniamoîl’eſſempio d'vn nome in primo caſo cOme è o' i'm@
il quale non propriamente e‘ detto caſo,ſì come appai e , 8c ſignifica
principalmente la ſuſlanzia dell'animale chiamato cauallo,&ſecon= .
dariamente,& acceſſoriamente ſignifica maſchilitaſmgolarita ,perſo=
na,& attione.Quanto ſia alla ſuſtanzia del cauallo , 8c alla ma ſchilita
non appare neglialtri caſi cadicura niuna. Percioche coſi ſi conſer:
nano la ſuſtanza del cauallmö; la maſchilita negli altri quattordicica:
fi,ci0 è nel generatiuo,datiuo,accuſatiuo,& domandatin ſm olare,
& nel nominatiuoſh; negli altri caſi del numero del due,& nefnomi:
natiuo ,81 negli altri caſi delnumero del piu come nel nominatin o
nel primo caſo del numero ſingolare. Ma la ſingolarita,la perſon-1,6:
l’attione fi comprendono cadere negli altri cafi,ma alcuna delle pre
_ dette qualita in piu caſi,& alcuna in meno.Come la ſmgolarita ſi com
prende cadere in dieci caſi , cio ein tutti 8t cinque del numero del
due,8{ in tutti 8t cinque del numero del piu tramutamloſi la ſingola.
rita in dualira in cinque cafi,&in pluralita in cinque altri. Et la per:
ſona che è terza o incerta ſi comprende cadere in tre cali mutandoſi
di terza in ſeconda o d’incerta rillringentlo ſi nel caſo domandatiz
uo del ſingola-cme] caſo domandatiuo del (luc,nel caſo dom-fidarin
del piu.Etl’attioneſi comprende cadere in noue caſi nel generati:
uo,nel datiuo,& nell ’accuſatin delnumero ſingolare# in quelli me
(leſimi del numero del due , &in queſti medeſimi del numero del
piu mutandofi l’attione in paſsione. La quale paſsione lia la ſua
czditura del caſo generariuo in ſei caſi in datiuo &in accuſatiuo,
del lìngolare,in datiuo ,k accuſatiuo del duale 8c in quelli due mede:
ſimi caſi del piu ,6: ha la caditura del datin in ſei caſi ſimilmente
in geueratiuo 8c in accuſatino del ſingolare, &in quelli due mede:
fimi caſi del duale,& in quelli due medeſimi del piu , & ha la
caclítura dell’ accuſariuo pure inſei caſi cio è nel generatin , 8:
nel datiuo del ſm olare, 8c .in queſti due medeſimi del duale 8L in
_quelli due mede uni del piu. Hora quale fia queſta attione di:
paſsione 8c in che conſiſta n’è ſtato ragionato da me nella giunta
-fatta al ragionamento degli articoli di Pietro Bembo.Si come ladua
, lita ha la ſua caditurain diece caſi cio è ne cinque del numero ſingola
re,&ne cinque del numero del piu,coſi la plurallta- ha la ſua caclitura
pure indiece caſi ne cinque del duale, 8( ne cinque del ſingolare‘
Noi habbiamomofirata la ſflxllîül a c'e! no~re,&anclzora che non hab
biamo moflialala dliíîtuza rc: - ~ ' ‘ ,1.0 comprendere che la
. ` ` dirittu
dirittura è in quelli caſi,ne quali non è la caditura ,cheſi come-dice”
mo che la dirittura della ſuſtanza delgauallo. 8t _della maſchilita , le
quali ſi truouano nel primocaſoſicronſeruano iii-turti gli alti i , coſi
la din'ttura della ſingolarita del primo caſo ſi conſerua ne quattro
caſi del ſin olare ,Btla dirittura della perſona tem 0 incerta del pri.
mo caſo i conſerua .in vn dici caſi cio è in tre del ſingolare genera:
tiuo,datiuo,&:accuſatiuo,& in quattro del duale nOminaduo,gener_a:
tiuo,datiuo ,81 ,accuſatiuoflinquattro del piu pure nominatiuo,g‘e:
n'eratiuo,datiuo,& accuſatiuo, 8t la dirittura ,dell’a ttione ſi conſerua
in cinque vcaſi cio è in tre-domandatiui del fingolare,del duale, & del
piu,& in due nominativi l’vno del duale,& l’altro del piu.Et la dirit.
tura della paſsione del generatin ſi conſerva ne duç caſi generati:
ui dg] duale,& del piu,& la dirittura della paſsione del datiuoſingo:
larene due-caſi ſimili del duale , 8c del piu,&la dirittura della paſsiop
ne dellÎaccuſatiuo pure ſingola re _ſi _conſerua ,ne due caſi ſimili del
duale,;& del piu , Be la dirittura della dualita del primo caſo del duale
lì conſci-ua', egli altri quattro del ſuo numero ,ſi come ſi conſerua la
dirittuta de primo caſo del piu negli' altri quattro del ſuo numero.
Hora parliamo della caditura,& della. dirittura del caſo del verboJa
cui ,prima voce come _è er'cagione ?d’eſſe-mph 76:1» ſignifica princi:
palmente Yoperadone el battere,& ſecondariamente attione,per`ſo
na prima,\ingolarita,temp_o preſènte,& modo indicatiuo.thuantç
è all’operatione del battere non ſi comprende che ‘il verbo patiſca
caditura niuna in niuna voce. Ma quanto appcrtiene alle ſecon
darie ſigniſicationi la predetta prima voce cade in alcujna in piu“yo:
ci,& in alcuna in meno. Percioclie vl’attione cade in 'paſîçione in tutte
le voCi paſsíue,le quali ſono piu che l’attiue ſi perche nel verbo paſsi
uo ſono piu tempi che non ſono nell’attiuo,ſi perche il numero dua':
le perlo piu lia la prima perſona,il che non ha il duale attiuo. Et la pri
ma perſona cadenella _ſeconda in tutte le voci ſeconde fingolari,ilua:
li,& del piu,dell'vno verbo ël dell’altro, 8c' nella teria in tutte le voci
terze ſingolari,duali,& del piu dell’vno verbo 8c dellÎaſtt-o, E’l tempo
preſente cade generalmente parlando in tempo preterito &futuro,
' quali ſi diuidono in molte ſpetie ,.8( ſpetialmente il futuro del paſsi:
uo,i0 dico cade nel preterito,& nel futuro in tutte le voci di tutte le
predette ſpetie del verbo attiuo 8t paſsìuoE’l modo indicativo cade
in comandatiuo,deſideratiuo, congiuntin , & infinitin in tutte le
voci dc predetti quattro modi del verbo attiuo 6t paſsiuoHom dal:
l’altra parte la ſignificationeprincipale,‘la }quale era dell’opera-tiene
ñ\ ~ ‘ del
24!
del battere con ſerua la dirittura come è detto in- tutte le voci _del_
l’vn verbo,&dell’altro. Et le ſecondarie ſignificationi conſeruano ſ:
milmente la dirittura in tutte le voci , .che non ſono ſottopoſte alla
loro caditura.Et è da porre mente che la caditura di tutte 8t cinque
le ſignificationi ſi puo trouare d’vna voce ſola in vna voce ſola di
cinque,& di qulttſ0,& di tre# di due.Di cinque come ſe ”'110 d'attjo
ne,di prima perſona,(h ſingolarrta,di ten-po preſente 8t d’indicatiuo
cadeſſe in palàione,in ſeconda perſona , -nel numero del piu,nel tem
po paſſato,& m congiunſiuo come in mein. Di quattro come ſe ca:
deſſe di prima perſona,diſ1ngolar_it:i,di tempo preſente,d’lndicatiuo
in ſeconda perſona nel numero del piu,in tempo paſſato,& nel con
giuntivo come in n’ſu'enn . Di tre come ſe cadeſſe di _ſingolarita , di
tempo preſente,& d’indicatiuo , nel numero del piu nel _tempo paſ:
ſato,& nel congiuntivo comein 'nniçmip, Di due come ſe catleſſe di
tempo preſente,& d’indicatiuo , in tempo paſſato 81 in congiuntiuo
come in nniquO laſcio di dire come d’vna voce in vna voce potreb
bono cadere le quattro ſignificatioui le tre & le due altramente an:
cliora che non habbiamo eſſemplificato,pcrcioche io credo che ognu
no se’l vegga ſi come credo che ognuno ſi vegga che ſi potrebbe di:
moſtrarela caditura del duale nelſmgolare,& nel piu , 6c la caditura
del piu nel ſingolare & nel duale & ſimilmente la caditura
della perſona ſeconda 8c terza nella prima, 6c dell’vna`nell’altra, &
la caditura del ten'ipo preterito,& futuro non pure dell’vnonell’al:
. tro,& nel preſente,ma nelle ſue ſpetie , 8c la caditura dell’vn _modo
nell’altro. i? ”mi *raiuno-*rà »Top m’ ëçármp ii Eni-mhp &C. Modo del
verbo che in quello luogo Ariſtotelev domanda ſpecie del caſo del
‘verbo è vn mancamento d’ vn ſentimento, 0 d'vn verbo che fi ſup:
pliſce con la _figura o con _l’atto del parlante 8t non è da meno l’atto
l che ſarebbe il verbo mancante ſeui foſſe. come dicendoii lo amo, è
ca.”a."oa—-~. modo dimoflratiuo.Percioche tanto è come ſe ſi diceſſelo ,dimoſtra
che io amo,&5licend0ſr Ami io è modo deſidera tiuo lo deſidero
che io ami,& dicendoſi. Onde ſei,& cui figliuoloc’ è modo-domanda:
(iL'OJO domando onde ſei ,8t cui figliuolo a’ Da queſte paroleſi poſ
ſono raccogliere 8c fermare tre concluſioni, la prima delle‘quali ſara
the non puo eſſere modo di verbo in quelle voci nelle quali ,non ha
difetto niuno di ſentimento , ſi come non pare che habbia in quello
clell'nfinitola ſeconda è che in quelle voci nelle quali lia ſempre di.
ſetto di ſentimento come ha nelle voci del comandatiuo è veramente
vñil modo, 8t in quelle nelle qualipuo eſſere‘, &non eſſere come nel:

ñÎle Voci del ,dimoſtratin del deſideratiuo & del ſoggiuhtiuo


- Qqq _em-no
è meno veramente il modo. La teme che non pure ſono quattro
modi del verbo,cio è dimoſtratiuo,comanda tiuo,deſideratiuo &con
iuntiu0,ma ſono tantgquanti ſono i difetti del ſentimento i qu ali ſo
no ſuppliti dall'atto del parlante, &tante voci dclvcrbo ſono da ru
cogliercſotto quel modo quante patendo difetto poſſono eſſere ſo
uenute da quel modo.Si che ci ſara il modo dimoſtratiuoflomanda
tiuo,pregatiuo,incitatiuo,comandatiuo, defideratiuo,& altri ,8c ſi ri.:
coglie-ranno ſotto il modo domandatin non pure le voci dc] di‘:
moflratiuo ma degli altri modi anchora ſe con quelle ſl puo damm
dare con difetto,ſi come ſottoil modo comandatiuo ſono da ricoglie
rc le voci del deſideratin oltre alle ſue ſecondo che anchora diccm:
mo di ſopraJio'yO 590"’- momî Guerrini. ueſta c‘ l’vltima tra le voci
diuiſibili &intendeuoli , & l’vltima tra le parti -iîis hiÈtas della fauella
di ſopra propoſte,& èla diffinitione.Et percheci ſono due maniere
di diffinitioni l’vna delle quali è compoſta di nOmc 8c di verbo,per
la quale fi niega , o s’afferma alcuna coſa cſſere , & è come propria
dc philoſopliami,& l’altra ècompoſta de nomi ſoli ſenza vcrbi,perla
uale non ſi niega ne s'afferma alcuna coſa eſſere-,Giò come propria
e verſiñcatori,& degli ſcrittori popolari, ne vale piu in ſignificato,
che ſi vaglia il nome ſolo in luogo del quale èpoſta. Perciocln: o di
caſi Huomoyo dicaſi Animale ragioneuole mortale tanto ſi ſignifv
fica con la vo'ce ſimplice quanto con la diffinicionefll che app'arira ſe
con l’vno 8c c0n l’altra s accompagnera vn medeſimo verbo,come
Huomo corre.Animale ragioneuole mortale corre. Et perche inten
de di quella ſeconda maniera,la quale s'vſa bene ſpeſſo in luogo di
nome come diciamo appreſſo i poeti dice che diffinitione e‘ vocecom
poſta intendi di piu nomi inguiſa che wii in queſto luogo ſignifica
vn comprendimento di piu voci o nomi,lo quale è ſigmficatiuo o
d’vna coſa ſola,o di 1piu reputate vna per lo le ame,come ſi dira po
co appreſſo.Et perc ie il piu delle volte in ſimi i diſtinitioni caggiono
articoli 8c legami ſi dice i': ?vi-uk” ”la-?rà dum-'un, della quale diffiní:
tione alcune partífi da ſupplire almeno ſignificano per ſe alcuna coſa
haucndo rüPctto a nomi,cle quali c‘ compoſta,che perſe ſOno ſignifi:
catiui come liabbiamo veduto,& non diſſc tutte lc parti per cagione
delle parti nOn ſignificatiue,che concOrrono :il piu delle volte a con:
ſtituirlaEt perche egli îviä mgl ?guanti-sliaucua detto che o ni diflinir
rione ècompoſta di nomi 8c di verbi. 6c per conſeguente,c ie tuttele
parti d'eſla ſOno ſignificatiue ſoggiugne clic quello è vero in ogni dif?
finitionemelln qualeſi niega o s afferma alcuna coſa eſſcre,ma non è
”ro In ogni Munn?” iiinpliccipcnte parlando , perdodle non
.
242
ogni diffinitione è compofla di nemi,& di verbi' ſi come appare nella
diffinitione dell’huomo ſecondo che habbiamo detto.Animale ragio
neuole,morrale,la qUale c‘ compoſta di nomi ſenza ver-home afferma,
ne niega alcuna coſa eſl`ere,ma ſolamente ſignifica quello che ſignifica
il nome ſolo,in luogo del quale è poll-1# ha alcune parti cio e‘ inn;
mi che non ſignificanone piu ne meno come ſignifica il nome nel pax
lareael quale internieneil verbo come auiene in quello cſſcmpio. i'
”Mila ma, 3 Mio-pdl quale er ſe ſeperaco ſignifica alcuna coſa. Et
quantungue Ariſtocele volen o rouare chei nomi perle nella diffis
nicione ie è ſenza verbo ſono ignificatiui , doueſſe addurre eſſern
pio di diffinitione ſenza verbo,non dimeno adduce l’eſſeinpio di
quello parlare,doue è il nome èl verbo accioche di moſtri, che ſi co
me il nome è ſignificatin in qu eſ’to parlare perſe,& cio non ha dub:
bio,coſi è ſignificatin nella diffinitione ſenza verbo. Etè da ſapere
che Ariſlotele comprende ſotto il nome di diffinitione non ſolamen
te la diffinitione perfetta ma anchora la ’mperfetta che c‘ domanda ta
deſcrittionm nquis.l-l.oraquantunqiie io liabbia preſa lavoce ”'79
per diffinitione,&per diffinitione fatta ſenza verbo,non dimeno non
mi moſtrero ne duro,ne ſchifo a conſentireclie Life-fi poſſa pri-dere
per .qualunque ragionamento o ſia diflinitione perfetta con verbo o
ſenza verbo 0 ſia imperfetta,o non ſia diffinitione. Et ſporremo coſi
M79- ragionamento è voce compoſta_ di nomi, & di verbi o di nomi
& di verbi,& d’articoli,& di legami, o di nomi 6c d'articoli,& di lega:
mi ſenZa verbo,del quale alcune parti, & non tutte ſignificano quan:
do è compoſlo di nomi & di .VCI'bl.& di legami,&d’articoli.o di ng:
mi 8( di legami,& d’articoli ſenzaverlioPercioche non ogni ragiona
mento di verbi,& di nomi ſolamente ècompoſlo,come ela diffinitio_
ne dell’huomp la quale è compoſta ſolamente diverbo & di nomi.
Hvomo e‘ animale ragioneuole mortale, ma il ragionamento anello:
ra puoxeſſere compoſlo ſenZa verbo,di nomi &di legami &d'articoli.
a- alcuna parte cio c‘il nome ſemprecío è perſe ſignifica comeſigni:
fica 3 mio‘: in queſto ragionamento Miſs ”lot-.Et conuei'ra prende
re ragionamento cOmpoſio ſenza verbi o perla diffinítione quädo è
sëza verbo poflo in luogo d’vn nome ſolo come habbiamo detto”
per vn ragionamëro a cui manchi il verbojlquale fi ſoglia,o poſſa _a
geuolmëte ſupplire.Come Quo telVloeri pedesa'òiPerche ſpargere al
ciel ſi ſpeſsi prieghif’iu ò ah@ .ſixòs. Perche di ſopra s’etfauellaço del
legame,& detto che con tutto clie non ſia voce ſignificatiua è nódime
no atta ad operare che piu voci ſignifica-cme ſiavna,&perclie s’inten
deua di quelle piu voçiſignuìcatiue, dieii domädano al” dellequ“lì
4141M ' “1".“.
lîmilmente s’è fauellato,reſfa che ſi dica come il ragionamento'è vno
o perche è Vno ſenza meno di legame' o perche c vno per- mezzo di
legame quantunque veramente fieno piu ragionamenti aCCÌO'JìG s’in
tenda bene quello che e‘ ſtato detto di ſopraAdunque il iugiOnai-en
to ſi domanda eſſere vno in due modi, o perche ſignifica vna coſa ſo
laperſe ſenza aiuto di le ame come huomo è animale ragioneuole,
mortale,o perche non ignifica vna coſav ſola per ſe non naturalmen:
te ma accidentalmente,&per l’aiuto del legame , come tuttal’lliada
d’Homero è vno ragionamento ſolo, &ſignifica vna coſa ſola per
l’aiuto del legame auegna che veramente ſieno quali innumerabili ra.
gionamenti ignificanti quaſi innumerabili coſe.Hora e da porre men*
teche nell’eſſempio della diffinitione dell`huomo addorro daAriſto:
tele per dimoſh'are come ſia fatto il ra ”namento-che èvno ſenza:
legame pare che la predetta diffinitione ia piu roſto vn ragionamen.
to per aiuto del legame,il quale di neceſsira vi ſi dee ſottontendere
come huomo è animale ragioneuole & mortale non potendo ſidire
le nontper figuradi difetto huomo è animale ragioneuolqmortalell:
cheappare piu chiaramente nella lingua latina , la quale non riceue
due o piu aggiunti in compagnia d'vnſuſtantiuo ſenza legame… ll che
non è vetato nella lingua greca ,o volgare. Di clic ragiona Guolielmo
Budeo ne com-.nentari della lingua greca, & altri altroue.Si c xe pare.
oa che ſi poteſſe dire che il ragionamento foſſe vno nell’vn de tre'
modi,o perche-foſſe vnoperſe- ſenza aiuto di legame come Huomov
è-animale ragioneuoleo perche ſoſſe vno non per ſe ma eonl’aiuta
del legame , come huomo è animale ragioneuole ,. 8t animale
mortale , o perche foſſe vno non per ſe ,i ma con l' aiuto*
to del legame ſottonteſo come huomo è animale ragioneuole,morr
tale.Senza‘che l’eſſempio flell’vnita del ragionamento,la quale ſi fa
per mezzo dellegame da to nell’lliada d’Homero pare eſſere troppo
ſmoderat0,& perauentura non del tutto vero ad ducendo ſpecial:
. mente Ariſtotele medeſimov nella ritOrica per dimoſtrare la moltitus
dine de ragionamenti eſſempioñdi quella medeſima lliacla.Ntreo da;
SimaNireo figlioolod'A laía.Nireo che era ſormoſilëimo. Svípar@
S'c'ÎJ‘u 11': níi: carm- Eſſendo li gia incidentemente di ſopra ſauellato de
nomi compoſti la d0ue ſi deffini il nome,& detto che ne compollzi‘
la parte perſe non ſignificauall che ſa la parte perſe -ñs Aa’m del ragio
namento hora quiſi dice , quante ſpetie di nomi. compofli ci fieno.
Et pereheleparti delle quali fi compone ilnome,ſi polſono eoniidc=
rare in quanto-ſonotìgnificatine 8c‘ in quanto non ſono ſignfficatíë
”fi ſommamamen dinomi
l ì
compoſti” quale fl dourçbbe pos
la**.a È Ã— ÃÎ d.: . ‘e‘
e 2 z
tere diuidere in tre ſpetíezcio èín quelli ,che ſono cöpoſti di parti Îo’
fignificatiue ſole,&in quelli,che ſono cópoſti di parti ſignificatiueſole
&in quelli,che ſono compoſtidi parti ſignificatiue , 8t di parti non
figmficariuc,& non dimeno non ſi diuide ſe non nelle due vltime co:
me ſi dira.Ma perche le parti delle quali ſi componeil nome ſi poſſo
no conſiderare anchora in quanto ſono o due o tre o quattro o piu
fi forma vna maniera di nomi compoſti, la quale ſi diuide ſecondo i]
numero delle parti in tanteſpetie,& alcuni ſi domandano' doppi,al:
cuni tripliciötc.& ſi contrapone coſi l’vna maniera come l’altra a ſim
plici zia-Air@ A570 , ?mi in “and'wa ibm” aio‘: *ui-Io ſoſpetto che in que:
ſte parole non ſia quelloerrore di che che s’è aueduto Pierro Vitto
rio cio è che mimon ſia ſtato traſportato dal luogo ſuo volendo elſe
`Te poſpoſto ad in coſi B’íx mi @palvllmffile parti non ſignificatiue,dellc
quali ſole ſi compone il nome ſono di due maniere ſole.Percioche o
ſono elementi,o ſono ſillabe, elementi come HT ſillaba come nia, ma
non ſi puo cvmporre nome di parti non fignificatiue ſole qualilſono
legame 8t articoloeconcioſia coſa che non riuſcirebbe vn nome com:
poſto ma vn legame compgſtop vno articolo compoſto,& queſta è
la cagione perche non o ono eſſe.1e tre le maniere de nomi com:
oſtl come pareua c ie doveſſono eſſere *, ma due ſolamente,
cio è quella che è compoſta di parte non fignificatiua 8t di parte ſigni
ficatiua,& quella che è compoſta di due o piu parti ſignificatiue, Et
la parte non ſignificatiua in comporre il nOme non ſi verifica ſe non
nellegame,& nell’articolo come in lingua vulgare habbiamo compo
ſto l’articolo 5 col nome xiv , 8t detto Oca, &habbiamo compoſto
l’articolo.Lo col nome Acidus ,8tdetto lazzo. lo dico, che non ſi do:
mandarebbe nome compoſto quello che toſſe compoſto d’vna parte
fignificatiua,& d’vno elemento,o d’vna ſillaba,ma ſi domanderebbe
lìmplice. 8: della maniera di que ſimplici che nella'particella proſsima
ſeguenteAriſtotele nominera {mm-nino' eſſemplificandolo in ”o'mos
”5M05,& in muti-ſtan iran-iîállw, Laonde quanto è a nomi la compagnia è
ſoprauenmre d'elemcnti , o di ſillabe non gli fa diuenire di ſimplici,‘
compoſti,ma eſsi rimangono fimplici come erano prima,& conuie:
ne ſe ſi deono poter nominare veramente compOſtiphe fieno com: -
poſti di due,o di piu nomi ,o che fieno compoſti d’vn nome o piu ,8t ~ñ
d’vno articolo o píu.0 che fieno compoſti d’vn nome o piu &d’vn
legame & piu,o che fieno compoſti d’vn nome o piu,& d’vno artico:
lv o piu & d’vn legame o iu.Le quali compoſirioni rieſcono diCiOt: ~
menti’, ›
to come ſi puo vedere `cäiaramente pergli’nfi-aſcritti
(qu z accompagna:
Nome

f
1
x i Nome 7 Nome u Nome Articolo
Nome Legame Legame
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O

ſul" {e ”ii w ”tîpnùnknmza ’um, alcuni teſti hanno di piu ”Zi ma'
Aeflhoîl’y. ll che non e per auentura da biaſimare , ein‘- -iù unità ns‘- gi
”Aim-Sf. Non s'ha certezza niuna chi foſſero queſti Megaliou. alen
ni dicono che ſono popolo,alcuni che ſono poeti dithirambici, ma
ſenza teffimonianza niuna di ſcrittorep d’altra pruoua. ‘quote-t ”Em
09-,quefio el’eſſempio del nome compoflo di tre nomi che ſi chia:
ma -irlirhoîoi eſſendoſi di tre nomi di fiumi Hei-mo , Caico _6t Xantho
fatto vn nome ſolo. Et ſenza'fallo ha qui meno l’eſſempio del nome
compoſto di quattro nomi. Hora a qual maniera di poeſia , &pt-r:
che conucngono piu i nomi compoſti ,che i [implici ſi dir-a di
ſorto.
',, PAB‘TlCELL’A V'ENijEerA QVlNTA. zz., s :una :51,-: …7,
n gup ,n {Miſa , ri aiflçoçà ,-n rita@- ,Îi gimwuívoy , I Èmmwaívoçi. 'ii jam:
,, “ſup , n iZuManili-oîi- Aiyoj xvçlo‘i a?” i3 ”Bird din-50|, "MS-trap 5 ,ai 'iva
,, çoi. ?s’t Quì-('5‘: I‘m@ ”BJ-:gi , ”Zi xu'ç'íop è? ‘fluid-rà" 750MB’, ai: ”Ts oüu:
,, ”7:5 1d”) tiro-vip 'ita-irpino ”3” lu'glocl, iiqu rh-Îi'r'la. mnçogà P'èsip 31!”;
,, 1@— &Ma-iriu'iîmçqà ii Emi yívovs íiri Eli@- iiîvrì iiJ‘ovs îni piu@- ,il iurà iiJ‘ovS
,, Earl' ut'iallO- ,ii Milton'. Aíyloäàtnà yiious ”In hi Hull@- , ricci, win' ml
.ñ. EJ‘ *fritti 7a} Jena# is-ip 'ts—i‘m rl ;mi :tJ‘louS im‘fivt‘Oz *iP-i ”tiff Bam-mi!
n OM una. ;traumi-.i altri islf ,ainy "zip fi; mmm xfx‘qm ?uffi-PMi”
i 2
îzi 54‘@- . ai” , ;and La): 4100.@ anni!” via-'u 'ci‘ge Xenia‘, Bini?” 7a} ;'74 *‘
.Tric-u wuíiffi 1:': Èwaäf uſer's-u Iqua-- ?non àçtmîſi -ri iSi- ìò‘ iii-'107., u
1270 ,31- gt, Firefox 7);” i* J‘uinfoç mi: P" rtf-?wp , ”Ei 1b 'ſli-[dfſfl‘l ”3-35 Fò 19'- u
'nia, ip? &tri-Fe J‘w-ríçeu-iò-ríwgrop ,li ìfrl fa *rt-raiç'rou "ò-”iiiflfo‘l'fi in'o-rt “
”rail-aid” , 3M *ii hire, M55 7,351, ?ſq-05,0150», Juan-.>5 Exa çla’M rifà: 1M: “
”leg ,mìais ”755 Èigli:. ?gti 'rolW‘lv ”ù da) Ruſh will”, ?gres-,iui W“
’loiAlw &ani-l‘a: d‘la-tiro”. m , lucio: tx' 'iaíga mob: diga“ ,n‘i figa: rifà: ‘-‘
Filati. ?finiva- 13‘1 *cavie-ttt fifa! iifl'içad, ”ü 75 717V!, Imi…: Bien, 'ii'o’amf “
Zan-J‘ÒMS,A‘udm`-s 5/a”. îw’ols J"oiix 'i'st In” aim-.mg 16g &M'AWJKM'ÉJ‘l‘a “
{TT-af &mio; MXN-111”. Joey: r'p xaçarì‘i ”Sii àQl‘Vìl’ GPM"IÒB 1a;- çA/fl Bari *ñ ‘*
‘Lion , àVóVUBBQh Zan' Spoſa” i7@ *Fm 713255 713;: ‘Hop mi:. i‘ @drop ”fix *ci XK" “
uff, ‘iii-Zenu- amipr Moniga@ W570:. 'isià fa'er Tffdfll‘IIROfÉS xgiîòou ,1'324 a
fano: Mariner-ivan“ *n'a &ME-trio:: &mçlilal röf ”init-'tiri, oiop, é-rü &azz/l‘a “
'i'itm PIAN-w ai à'gwd, &MESH-op. ”munich 5 {gip , i Kaos mi item-iuiqu “
Fmi-river* ai’nòs 11’911” 3 Tommi:. Martiri} ’ina Gay *raid-rat , ain‘t, 'ni uifanî s “
miraggi-i169’ itgia ìflfiç‘..l7ríxriìrafliwívöîíll‘ *É 'upgrading *ii Mifiä‘açovíiv-rl “
.:twin-?go .iN-ui"… 0713519," ”ME Maryland!). 1b Zip Loki-pin’ {n u
:où-1714,“ iphflflfl'flw.inerenti…“ ahi , ciuffi# m’Mos MMG-- ”ù *n'a mAuJ‘ov, u
”uhuîál‘zojiflçifliwp
M7542”; 'ſip‘ís‘ipſi'mp-ñ5,0iof , Fò atri, ”Yi
16 AVS-”ù ai*: H‘n'ſül
,a5 …HW , ’3+ , {La ì“_
Biopaſauiiw aíi- mami” anni, oîop‘Îòá‘igiflgoP
”13m ipjivrl 'ñi J‘eìii‘i, ’
CONTENENZA.Che ceſia ſia proprio,lingua,traslatione, fatto,
allungato,accorciate,& tramutate.
VV LGA RlZZAME NTO. Hora ogni nome .èeproprim.
olingua ,o trasla tiene ,o ornamento, o fatto , o allungato” accerz ‘t
dato, o tramutate ,8c chiamo proprio quello che vſa ciaſcunafgen: “
e:
ma(la lingua,
lingua (quello)
e’l proprio
che vſa
puola eſſere
di verſa.
quello
Perche
medeſime
maniſeſta
ma non
coſa aè que
che ‘2

medeſimiPerciocheÎò alzo-vo(- a Cipriani e‘preprio,&a nei e‘lingua. i.


Et traslatione è trasportamente di nome ſtraniere e da general ma a
niera a ſpetie,o da ſpetie a general maniera, e da ſpetíe a ſpengo ſc: ‘5
condo la propertiene.Et dice da general maniera a ſpetie come ”Fs “.
Amifi’îsm percioche ?Marie è ‘eau-m 8t da ſpetiea general ma: “
niera'ii hpdçx’ffiflòiídiòi’effi. percioche pigro“ èmolto che hora in “
cambio di molto vſò. Et da ſpetie a ſpetie come Xmas ha "
JAIXGP ;Tec-'das 15mq. Zire'gtl xfluë. Percioclie diſſe 13 iiçim *u ‘_‘
”TB , 8t 15 TUI?” nigi”, Percioclie l’ vno 33: altro ;LM-ii,
- 4
î
',, Et dico ſecondo’ proportione quando ha_ ſimile 'riguardo il ſecondo
‘,, al primo ,e'l quarto al terzo.Percioche dlra :n iſcambio del ſecondo
,, il quarto,o in luogo del quarto il ſecondo. lfñt alcuna volta aggiungo
., no quello in iſcambio,di che dice a che ha riguardo. Et (llCO come ſi:
,, mile riguardo lia il fiaſco a Bacco,&lo ſcudo a Marte-.Dna adunque
,, 8t lo ſcudo fiaſco di Marte,e’l fiaſco ſcudo di Bacco.flncl10ra ſimile
,, riguardo lia la ſera al giorno , 6c la veccliiezza alla vita. Dira la ſera
o, vecclliezza del giorno,&la vecchie-12.1 ſera della vita.0 ſi come diſſe
,, Empedocle tramontare della vita. Er ad alcune di ,quelle cole non è
,, impoſlo nome che ſono ſecondo proportione. Ma non pertanto ſ.
,, milmente ſi diranno come gittareil ſeme (ſi dice)ſeminare,e’(l’ellère
,, gittata )la luce dal ſole è ſenza nome.Ma ſimile riguardo ha quello al
,, ſole,e’l ſeminare al ſemeLaonde ſu detto ſeminante luce diuinamenn
,. te creata. Et è permeſſo che s’vfi la traslatíone in queſla guiſa,&altra
,a mente colui,il quale hauendo appellato il nome ſtraniero gli negliera
,, alcuna delle ſue proprieta come ſe lo ſcudo dira fiaſco non di Mar:
-, te ma ſenza vino.Fatto c‘ quello (nome)ch non eſſendo maiflato no
,, minato da alcuni eſſo poetaimpone. Percioche alcuni paiono eſſere
,, coſifatti come(dire)le corna îçflíflzs e’l ſacerdote &gníça.lit l’allungato
” è,o l’accorciato quello,ſe vſera vna vocale piu lunga chela propria
o) o vna fillaba trapoſta. Et queſto ſe ſara accorciata alcuna coſa , o
” ſua o trapoſta. Et l’allungato è come quello ”Him , ”Im-@- , Et
n quello muAáJ‘ou ”WT-lho. Et l’accorcia to è_ come quello ”Lac quello .M
z, 8: ai; ”lv/quel ?mea-rip:: ’0'4. Et tramuta to è quando del nOminaro vna
” _arlàe la lÈcia ,8c vna parte crea come quello J.“tÉingap Krràflk *21v in i `cam
10 i .N l .
SPOSlTlWONE. Ariſtotele ha parlato iuñno a qui della ſàuella con,
fiderandola ſecondo che habbiamo veduto come contenuta ſotto vo
ci indiuiſibili,voci diuifibili ,voci non ſignificatiue,& voci ſignifica ci:
ue ,onde ſi ſono formati ifre accoppiamenti, l’vno deìle voci ſignifi
catiue,& diuiſibili comprendente diffinitioue , nome, Vél‘b0,& caſo ,
l'altro delle voci non ſignificatiue,& ciíuiſibili comprendente artico, `
lo,legame,& ſillaba,e’l terzo delle voci non ſignificatiue 8c indiuiſibi:
' li comprendente gli elementi,hora trapallà a parlare drila fina-lla con
fiderandola come contenuta ſotto voci dimoranti nella `uente doue
ſono nate o traſportate ad altra gente,0ndefi forma vno accompia:
mento di parole che ſl poſſono domandare natie 6: foreſtíere. Ariſta
tele appella le natie proprie,& le ſoreſtiere linguep come contenuta
ſotto voci dimorantiſi nella ſua Originale ſignificatione o traſporta:
te ad altre fignificationi , onde ſi forma vn altro accoppiamento di
paro e
- 2
parole,cli‘e ſi dourebbono domandare riſtantifi, a traslateAriſtom
le appella parimente le riſtantiſi proprie , o come contenuta ſotto
voci gia prima formate , o nouellamente ſormatepnde ſi forma vn
altro accoppiamento di parole che ſi pocrebbono domandare attem
ate,& nouelle.Ariſtocele appella l’attempate ſimilmente proprie,&
e nouelle fatte,o cOme contenuta ſorto voci conſeruantiſi nella ſua
forma naturale o non conſèruantiſi, onde ſi forma anchora vn altro
accoppiamento di parole che ſi potrebbouo domandare ſcliiette,&
alterate.Ariſt0tele domanda le ſchietteanchora proprie ,8t l'alterate
diuide in tre maniere in allungate,in accorcia te,& in tramuta te 6c vi-,
ſi potrebbe aggiugnere la quarta che è quella delle compoſte, delle:
quali non parla perche incidentemente ne parlò di ſopra come di:
cemmo.Hora il primo accoppiamento riguarda la gente-,il ſecondo ,
la ſignificatione,il terzo il temp o,e*l quarto la ibrma,Ne diciamo clic‘
la ſauella ſia confideratacome _contenuta ſotto voci ornate.o male
Ornate anchora che Ariſtotele faccia mentione *ñ n’a-u per iſpetie
di parole,concioſia _coſa che egli non habbia detto che coſa s’intenda
per ſimile ſpetiedi parole,ne ſia agcuole coſa lo'ndouinai‘eche coſa ſi
voglia intendere. Di .che per auentura poi diremo il parer noſtro.
che. 53””- îçip’i Hifi" &c,E da ſapere ;che nome in queſto luogo non
ſi prende per nome,in quanto e vna parte principale della ſauella 6;
ſi contrapone al verbo,ma ſi prende per parola 0 ſia nom-,0 verbo
o altra parte della ſauella,& in .queſto ſignificato ſu preſo da Dionigi
, Halicarnaſſeo nel titolo mgidvvîítwſ Zloſh‘mf. & Prilciano ſe bene 'mi
ricorda afferma preqderſi nella lingua latina numen per qualunque
parolanáwä tizio-flip ”xd-m ‘inizi-.Perche Ariſtotele contrapoue nia,
flOçlflOſl ſolo a lingua,ma all’altre maniere di parole ,anchora nomina
te qui ,leguide
ccndo qualiZ inſieme co laiieùlingua
Aim flirt-[at domanda
pil-:pagar- &in-à‘.
”ù him” , _iu-‘icio
”ineſoreſtieredix
iii-Piè iui-;105v
-. u ñ

è da dire che origin, non ſignifica ſolamente que nome che è vſato i da
ciaſcuna gente particolarmente , ma che ſignífica‘ancllora quel nome
che ſi rimane nel ſuo natio ſignificato,& quello che gia ſza fiato fat
to,& quello,clie ſi conſerva nella ſua forma ſenza alteratione niu:L
na.Perche la diffinitióe che Ariſtotele in queſto luo caſſe-gna U war
'ig è particolare,& c‘ ſolamente Per diſtinguerlo ,dalla lingua, 6: non:
dall’altre maniere di parole.I-lora biſogna intendere ſanamenthuel: `
lo che dice Ariſtotele. Proprio è quello nomeil quale-e' ſtato vſato
da ciaſcuno,percioche non ſolamente è da interpretare da ciaſcuno
cio e da ciaſcuno popolo, o da ciaſcuna `gente,myè anchora da ſup;
.R t_ r Puff
“ha. r
r -

plìre o ſia o'non ſia vſato da altro popolo,oda altragèntePercioche


ſono due maniere di nomi propri l’vna è di que nomi che ſono com
muni pogniamo a duegenti agli attici,& a gioni,& coſi ſono i predet
ti nomi in commune vſo appreſſoall’vnagente,&all'altra,&perclieſo
no parimente vſati da amendune ſono propri aciaſcunadi loroJ’alu-a
è dique nemiche ſono particolari di ciaſcüa gëte liauëdo pogniamo
gliAtlienieſi nomi particolarivſatida lorodiquali non ſieno incommu
ne vſo appreſſo i Gioni,&ltauendo iGioni nomi particolari vſa’ti da
loro li quali non ſieno in cómune vſo appreſſo gli Attici. Hera la pn'
-
micra maniera è molto diſierenre dallaſeconda percioche la prima
non puo generare lingua non potendo eſſere traſpOrta ta da gëte a g
-. -
-_-.-_ñ.ſi,-'i.-_ gëte dimorädoſi coſi nell’vna come nell'altra gente. Ma `la ſeconda
"
'-v puo generare lingua quído e` traſportata dalla ſua all’aln-a gëte,Et p
cio è da dire che la lingua è quel nome che e‘ vſato da altr o popolo
l oda altra'gente ſenza eſſere in commune vſo appreſſo quella gente al
laquale è trasportatafiora per piu diſtintamente compréderequello
eheA riſtotele intëda per lingua è da ſapere,che appreſſo i red non
erano ſe nó quattro le lingue principaliAttica, G ionica,Eo ' a &Do
rica ſi come di moſtra apertamëte Strabone in diſcriuëdo la grecia, 6c
ſi coglie daquello clic dicePlutarcho nella vita d'Homero non ſacen
do mëtione ſe non rliqueſle quatn*o,&noi liabbiamo anchora conſci*
mato la coſa ſtar coſi con alcune ragioni nella giüta fatta al primo li:
Ero del Bembo della Volgare‘lingua,allequali principali ſi riducono
I: altre piu particolari lingue come la Beotícada Tlieflàlica,laCi-eteſe
la Cipriana,&fimili,&ſ0no ſotto eſſe compreſcmuegna clie molti ere
dano che le lingue principali de greci ſoſſero cinque aggiugnendo al
le quattro ſopra dettcla quinta nomina ta la commune tra quali èVa
Itrio Maſsimo dicëdo nel capo dello ſtudio,& dall'nduſh‘ia del libro
ottaquam P.Craſſus cum inAſiam ad Ariſtonicum regem debellan
dum conſul veniſſet tanta_ _cura grecç linguç notitiam animo compre
hendít vt ezm in quinque diuiſum genera per omnes partes ac nome
fps Per'de cognoſceret. A: ç res maximum ei ſoclorum amorem c6
caliauit quaquis eorum lingua apud tribunal eius,poſtulauerat,eadem
decreta reddenti , Ct (Liintiliano in alcuno luogo dicendo non_coſa
duet-ſagem aucggendoſì eſsi che la lingua chiamata commune non è
Enguagna m "ouamento de grammatici per potere piu ageuolmen
te inſegnare [e lingue reclie per le ragioni che dicemmo nelle gian:
"è Prc etti-.Hora quei quattro lingue Principali con le loro leona
u ſono tn ſe djffiſcntſ in tre coſe.Percioclie o ſono differenti d aCCÌ
dm5&ſimjlſ di' corpo di Parole-,o ſono differentidi corpi dj palſ’olca
i 0 ono
346
o ſono differenti di ſignifica to in quelle medeſime parole.$onodiff`e
tenti ’accidenti,&ſimili di corpi di parole come per cagioned'eſlèm
pio dicendo l’attica ñ Pim-'w la gionica ninna. l’eolica ”nl-o ,la daria
cal-:ö afruLEt perclie la differenza che conſiſle negli accidenti coſifa t:
ti,è vie piu che manifcſta Ariflotele non neda eſſempio niuno,madeſ
la ſeconda differenza che conſiſte in diuerſita di corpi di paroleda eſ
sëpio in alzano—,ehe è vſato appreſſo i Cipriani,&non èvſa to appreſi
ſo l’altre genti lequali nominerebbono coſiſatta arma con nome di
corpo diuerſo cio è lux-'muffiöidella terza che conſiſte in diuerſitadi fi
gnificato in quella medeſima pamla dara efIL-mpio di ſotto in ENG.
che appreſſo i Creteiì ſignifica volto ſolo,&appreſſo glialtri ſignificlie
rebbe tutto il corpo dicendomi-'i Pg Aim-{Ug- a!, ‘lei‘. …m …a (a…
Ninni-TWR… 15 @IH-Mel 'aioèfgò 70|]- îual'ìi ai‘ xyíus ”url-rom' nua-Ea. Ra:
gioneuolmente adunque la parola , la quale liabbia vna,o due, o tre
delle predette differem quando è trasportata da gentepue e vſata
agente oue non èvſata è omandata lingua perla diffinitione,clie qui
le daAriſiotele,ma non pare gia clic ragioneuolmente ſi doueſſc do:
mandare lingua quando la parola liauente due ſignificati vno piu co
noſciuto# l'altro meno s’vſa perlo ſignificato meno conoſciuto,&
non dimenoAriſtotcle domandcra di ſono coſiſatto vſo anchora lin
gua‘eſſemplificando cio nella parola &PT-5, che in vna medeſima lin
B ua viene direMuli,che è ſi-ſnificato
o cono-ſciutiſisimo,& uardiío elie .
ſignificato meno conoſciuto,&in Èuîa’nçrp che in vna me efima [in ua
viene a dire vino piu uretto Meracius, clieè ſignificato cono ciu.
:iiſsimo & piu ioſto r ie è ſignificato meno conoſciuto." clic eonſer:
ma anchora Winnliano. Ne pare altreſi . clie ſidoueſſe con ragione
poter dOmädar lingua la traslatione trapaſi‘íte di troppo la coſaſigni
ficara nö eſſendo per riſpetto niuno trasp0rtata da gite a genteòmon
dimenoè demandata anchora lingua da Ariſtotele dandone l’ eſſèm
pio in quel verſo d’Eſcliilo.wſh-u :Mll ”lg-ui {MMO-,nel quale Eu:
ripide hauendo mutato mio in 9Mqu che è traslatione trapaſſante
di troppo la coſa figniſicata vuole che _ſia lingua. Ariſtotele adunque
per lingàa'intende quelle cinque maniere di parole , le quali ſpecial,
menceìconcedera al poeta epopeico ſi come Vedremo al ſuo luogo.”
7a‘, Ìo’yuinjaEuſUiatio ſponitore d’Homero nomina queſta maniera
di dardi con ſeſſo neutrale-,6t ſcriue eoſi (marmo (6-01!” & Apollo:
nio Rhodiano lo nomina con ſeſſo maſchile, & ſcriue coſi dlwvoñ,
wp 5' 71311” intende in?, pergli A ttiei,la lingu’a de quali vſauaA iillote:
le; Pàîftçîgä 5 kw, bin-:9 Mat-'or 'ww-l I 3:3 zii”: til 31‘6— &ç
v -ñ- ’ _lì r r i Per

tr‘
Perche Ariſtotele ſa quattro tñaniere di fraslátiOní in quanto la'fla
gnificatione della maniera generale ſl traſporta alla ſpetie,o quella
della ſpetie alla maniera generale , »o della ſpetie alla i`petie,o ſl tras
porta per proportione dall'vna coſa all'altra,non poſſo ſar ſe io uo'
far vedere ſe Ariſtotele ha parlato bene quello,che ha parlato di que:
7 ſia materia,& sen’ha parlato piu, o meno,chc non ſ1 conueniua,che
io non fauelli 'di tutte le figure delle parole in quanto ſignificano,
Due adunque ſono le cagioni principali le quali producono tutte le
figure de ſignificati delle parole, chiarezza, & oſcuritaLa chiarezza
produce le figure de ſignificati cliiáii delle parole per due mezzi che
ſono proprieta 8c vſanza.Et l’uſcurita produce‘ le figure de ſignificaì
ti oſcuri delle parole per due altri mezzi contrari a‘ ſopradetti,li quad
li ſono communita &.diſuſanzaJo domando* proprieta quella perle~
quale la ſignificatíone della parola , è ſolitàrià d’vna coſa , 8c vlànza'
quella, per la quale la fignificatione della parolá ſi riconoſce eſſeré
piu vſitatalìt communita quella , perla quale la ligníficatione della
arola s’accommuna a pin-cole. Et diſuſanza quella perla quale la
Egníficatione fi riconoſce eſſere meno viàta.Horala communita,per
la quale la ſignificatione della parola s’accommuna à piu coſe è dop
pia.Perci0che ola ſignificatione della parola è commune apiu coſe
vgualíp diſuguali: Se la_ ſigniſicatione della parola s’accommuna 'a
lu coſe vguali ſi formano cinque maniere di parole clic ſono le dub?
gioie peregrinathe compera tive-,le traslate, & le’nſingeuoli, Se la ſic
nificatione della parola s’accommuna a piu coſe diſuguali ſi forma.:
no due altre maniere di parole-,che ſono le ſmoderate,`&la partimen
(cuoljSi che la commtînita da ſette maniere di parole,&la diſuſanZa,
perla quale la ſignificatióe della parola ſ1 riconoſce eſſere meno vfita
(a , ne da ſette altre,clie non accommunano la ſignificatione a piu
coſezòl ſono queſte,l_’antidie,le nouellamente formate-,lc foreſtiereJc
ſcompigliate,le paſsxona te,le ſuperfluc,lc manclieuoli,a lle quali quat
tordici maniere altre quattordici contrarie ſono prodotte dalla pro:
“prieta che ſ1 contrapongono alleſettc prodotte dalla communita,&
ſettedall’vſanZa che ſi contrapongono alle ſette prodotte dalla diſu
ſanzajnguiſa clic i] numero compiuto delle figure delle parole quam
to è al ſignificato ſi termina inmanierc principali ventotto. Hora di
chiariamo breuemente ciaſcuna di loro , io dico brevementcffleitió‘o
che ci conuerrebbe ſare vn lungo volume ſe voleſsimo dichiararle
-laraamenteo almenocí converrebbe di nuouo [criuere quello, die
.ziilubbiamo ſcritto neſſcſſamimtionc delle coſe ſcritte ne:qu
. ro
2
libro a Cai0~Hercnnio,al quale rimettiamo il lettore ſe voglia gli ue‘,
niſſe d’hauerne piu piena inſormatiomáiox a le parole dubbie ſono‘
quelle,clie hanno il ſignificato commune a piu c01`e,& poſſono eſſere
ſolitarie come 01'-pr che ſignifica Mulo,& Guardianmöc accópagna te
come,Notte il carro ſtellato in giroméa potèdoquefle parolelignifi'
care che la notte è maneta in girodal carroſlellato oche il carro ſtel
lato e‘ menatoin- girodalla notte.Et ſono differëti dall’altre parole in
queſto,clielacómunitadel ſignificato nó lia coſa in ſeclie l’aiuti a di'fiin
guerla di qual coſa ſi debba intëdere ſi come liäno le altre,& di queſta,
parole non fa qui mentione Ariſtotele.” parole peregrinate ſono
quelle,1e quali riceuono il figniſzcato,clie vſa vn’altra lingua in ſimili
parole-.Si che hanno il ſignificato commune a ſignificare quello , che.
e della lingua loro,~& quello che e‘ della lingua ſh-anad’eſſempiÒ ſiqu
dare nel luogo d’Homero quando parlando di Dolone dice ZIP@an
ma; addotto da Ariſtotele diſotto ſignificádo ELF@- in lingua creteſe
[a forma della fiaccia ſola,& nella lingua attica tutta la ſorma del con
po,della quale maniera di parole pieniſsimamente parlammo riſpon
dendo ad Annibale Caro; Di che parimente non fa parola niuna qui
Ariſtoteche parole comperatiuc non ſono riconoſciute per manie: `
ra di parole da Ariſtotele ,ma non ſolamente ſono maniera,ma ſ0
no anchora ma dridelle traslate, 8: ſenza hater conoſcenza diloro
non ſi puo liauer conoſcenza delle traslate. Adunque le parole com:
peratiue ſono quelle,che ſignificano piu coſe, cio e‘ prima quella che
cſſe ſignificano,& poi vna altra clic ſia ſimile, 8c ſono differenti dalle
traslate in qtieſto,clie le comperatiuehanno i due ſignificati aperti,&
manifeſti,& le traslate hanno naſcoſo & coperto quello della compe
ratione.Et quantunque paia che le comperatiue fieno tro-ate per
far chiarezza,& non oſcurita,non dimeno-nella ſopra detta eſſamina
tione habbiamo dimoſtrato come ſono,& deono eſſh‘e reputate pa:
role oſcure,0`uando adunque vo liamo formare le parole compera:
tiue dobbiamo trouare coſa che ia ſimile alla noſtra , che vogliamo
ſignificarc,in altra coſadjuerſa come non ci partendo dall'eſſempio
propoſto cidella traslatione proportioneuole o vicendeuole datoda
Ai-iflotele,ſe vogliamonominare lo ſcudo di Marte compera tiuamë
te dobbiamo cercare che cola ſia’ſunle allo ſcudo di Marte nel fia
ſco di Bacc0,& troueremo che egli difende l-îacco dalla ſete, ſi come
lo ſcudo difende Marte dalle ſeditefiadunque ſimile in difenderel‘ax
rimente è ſimile in-eſſere arneſe di Bacco. Percim'lie lo ſcudo è ame
ſc di MartaWeſta ſimilitudine genera la c ommunita,& la ſommo:
i ' R rr 3 mt;
ta ſi diſtende can la compera tione compiuta prima in queſti guiſa.
Si come il ñaſco di Bacco difende lui dalla ſete. & èſuo arneſe,c0ſi lo
&udo di Marte difende lui dalle ſeditqöt è ſuo meſe, 8t poi ſi riſtrin
e con la comperatione in vno de due modi eoſi come il fiaſco di
gatto difende lui dalla ſete 6t è ſuo arneſe,coſi Fa lo ſcudo di Marte,
ouero come ſa il fiaſco di Bacco coſi lo ſcudo di Marte difëde lui
dalle fedite,& è ſuo arneſe. Et vltimamente ſi riſh-inge anchora piu
con la comperatione inqueſta guilì,come il fiaſco diBacco èalui coſ)
lo ſtudo di Marte è aluiJ-iora ſe piu ſi riſtringe la communita ſipaſſa_
di comperatione in traslatione,la quale ſi fa ſpetialmente in due m0
di,nell’vno uando ſi pone l’vna & l'altra coſa con legame ,a ſenza,
con legame o ſcudo di Marte e‘il fiaſco di Bacco. Senza le ame. Lo
ſcudo Marte fiaſco di Bacco, del ual modo parlammo di ſamente
riſpondendo ad Annibal Caro,ne l’altro quando ſi poneſolamenre
la coſa diuerſa come il fiaſco di Marte. Et è da ſapere che le parole
comparatiuep traslatiue ſi poſſono diuidere in otto ſpetie haqu
riſpetto al fine,per lo quale s'introducono.La prima ſi puo chiamare_
di neceſsita,o di chiarem , & è quando ſi nifichiamo alcuna coſa
con comperatiom o con traslationeJa qua e non poſsiamo ſignifica
te con parole proprieötchiare come diſſeroi latini per queſta eagioae
Gemma,&noi occhio il nodo della vite/La ſeconda fipuo domanda
re di varieta,& è quando ſignifichiamo alcuna coſa con comperatío:
ne o traslatione non perche ci manchino ie parole proprie,o per
che le traslate fieno piu chiare ma ſolamente per-variare,ii comenon
ci manca parola chiara & propria da ſignificare il timone delia naue
ne da ſignificare il ñ-eno del cauallo,& non dimeno diciamo.Cofi co
me il timone gouerna la naue,cofi il freno regge il cauallo,ouero fi
come il freno regge il cauallo coſi il timone gouerna la nano-&dicia
mo freno della naue per lo timone,& tim one del cauallo perlo freno.
Et in queſta ſpetie è quella traslatione che Ariſtotele chiama fatta
per proportioneda quale è ſcambieuole, percioche vgualmente e‘ co:
noſciuta coſi l'vna come l’aitra.La terza ſi puo appeſiare dell'apparë
21,8: èquandoil poeta vſa certe comparationi o traslationi preſedal
i'arti o dalle ſcienzelontane dalla capacita, «Sc dall’vſo commune del
popolo non per altro ſe non per dimoſtrare d’eſſere dottrinatò, Ct
d'apparere,Nella qualeincappa ſpeſſo Dante nella ſua comedia, &
&- alcuna volta Lucano nella Pharſalia. - La quarta ſi puo no
minare della nobilta,& è quando vogliamo nobilitare alcuna coſaJa
quale {1.1.0 non fia perſe nobile con comperatiOnep con malaria-c
- ~ & non
248
6c no'n guardiamo ad Òlèurita pur clic ottegnlamo il nom-0 intendi:
mento 8( tale è quella compera rione di Vil'g!ll0.0ë,all$ ubilzybernm
Lyciam Xantliiq; fluenta Deſerit ac Delum maternam inuiſitApoi
` lo &c.&quella altra.Qi_1alis in Eurotç ripis aut per iuga Cynthi Exer.
ut ”una clxoros &c. le quali comperationi ſenza tällo‘ſono molto
meno conoſciutc,che non e‘ quello-clic per loro ſi vuole far conoſte
ite,ma ſerche hanno ſoprana nobilta _ſono commendate. La quinta
potra iaucre il nome dall'honeſta,&è quando conucnédoſi dire-coſa
dislioneflac‘kda ſare arroſſare l’aſcoltatore ſe vſaſsimo ivocaboli pro
pri i-icoriiamo acomperationip a traslationi di coſe lione-Re, nella
qual coſa e lodato Virgilio die diſſe nella Georgica Hoc faciunt ni:
mio ne luxu obtuſior vſus ſit genitali aruo,& ſulcos oblimet inertes,
Sed ra piat ſide-ns Venerem,interius 5 reconda t. Et non è da biaſmu
xe Giouanm Boccaccio nelle noue e. La ſeſta porremo dire ellëre
dell’oſcurita , la quale è quando alcuna coſa chiara naſcondiamoſon
to alcuna. comperarione o traslatione oſcura ſi come firmo perlo iu
Sli'namorati iſſecrc ci] degli loro amori. La ſettima potra e ere
intitolata della vilta & è quando vſilno alcuna comperatione o tra:
latione per auilire alcuna coſa nobile, l’ottima 6: l’vltima potra eſſe
rechiamata dal': dishonefla , 8t è quando con comperationip tras,
lationi dislioncfle facciamo apparerc tali le coſe con tutto che fieno
honefleJ-lora io non nicgo che le predette parole liauendo riſpetto
al fine non fi Poteſſono perauentura meglio dividere facendone pi u
o meno ſpetie,che non liabbiamo fatte noi,ma al preſente ci conten:
tiamo di queſta diuiſione qualunque ella ſi fia. Le parole infingeuoli
ſono quelle che hanno il ſignificato commune a due coſe contrarie,
perdoche ſignificano quello propriaméte che ſ niflcano,&anchon
il contrario come per cagione d echmpio five e in quello di Virgi
lio Egregiam vero laudem,&ſpolia am la _refertis Tuc’p pugni; mu.
magnum &memorabile nomenVna do o diuüm fi foemina viaa duo
rum eſt. Et tan to baſh' hauer dettodclle parole che ſi nificanodue
coſe vguali.Hora trapaſsiamo alle parole che dilìigua ente ſignifi
cano piu coſe,& diciamo, che le ſmodei'ate ſignificano piu coſe diſu
guali,pex‘cioclie ſe io dico lo ho patiti diete mile diſaái quando io ve \
ra mente non n’ho patiti ſe nó cí-to ſignifica# cëto 'ſagi,&diece mi
hdi {agi che ſonodue numeridíiugualiflc‘da} fipere che lo ſmoderamë
to confiſte coſi in troppo diminuire come In troppo accreſtereLepa
role pax nmëteuoli löcqucllc che ſignificäo due coſediſuguali,percio.
.glie perle tutto ſi ſignifica la parte , o per la parte ſignificazìl
1 . tutto
o
tutto
etie,&
o perla
ceſi inſpecie
queſtaſi ſignífiea
maniera diil genere,ò
parole auiene
Perla‘c leentre
vna parola
fi ſignifica
ſigm

ca due coſe diſtiguali,perciodie ſe perle tutte,ſi ſignifica la partep


perla parte ſi ſignifica il tutto, e perle genere ſi ſignifica la ſPene, o
rla ſpetie ſiſignifica il genere ſiſignificaneſempre due coſe diſugua
', Et queſta maniera di parole comprende ſetto ſe molte ſpetie
ſeconde le molte diuiſioni che ſi poſſono fare del tutto in parti , a:
del genere in iſpetie.Et è diffèrente dalla maniera delle ſmoderace in
queſte che le ſmederate non hanno vntennine donde ſi muouono,
ó doue peruengone certo 8t fiſſo,come hanno le partimenteuoli, le
quali hanno il tutte,e il genere , che è termine certo fiſſeLt è da
ſapere che Ariſtotele nons’e ricordato delle’nfingeuoli-ne delleiſmos
derate,ne delle partimenteuoli in quanto perle tutto ſi ſionifica la
parte,ouere perla parte ſi ſignifica il tutto,ma ſolamente s è ricorda:
te di queſta maniera in quanto per lo enereſiſigniſaca la ſpetie,oper
la ſpecie il genere. Et ſuperfluamente s e‘ricordato die per vna ſpecie
ſi ſignifica vn altra ſpetie,cencieſia coſa che ſi come meſtreremo cio ñ
fia trasla tiene & quella trasla tiene che egli domanda traslatione pre
portioneuoleflora ſi potrebbe perchi voleſſe per vna altra. via an:
chora fare vedere le ſette ſepradette maniere ”parole-,8c dire coſi.
Alcune parole ſono alle quali s’accreſce vnſignificato,& alcune ſono
alle quali ſi diminuiſcevvn ſignificato, 82 altre ſono alle quali s’accre:
ſce il ſignificato,& altre ſono alle quali ſi diminuiſce il ſignificato. Le
' parole,alle quali s’acereſce vn ſignificato ſono le eregrinate, le com:
peratiueJe traslate,le’nt'ingeueli, quelle alle qu ifidiminuiſce vn ſi:
nificate ſono le dubbie.Le parole alle quali s’accre:`ce il ſignificato
one le ſmoderatc in quante cenſiſteno in accreſcere treppo,& le
partimenteueli in quanto ſignificano per la parte il tutto., o p` rh
ſpetie il genere.0`uelle alle quali ſi diminuiſce il ſignificato ſono pari:
mente le ſmoderate,& le partimenteueli queile m quanto conſiſteno
indlminuire troppo,&~queſte in quanto ſignificano perle tutto lapar
te,o perle genere la ſpetie. Si potrebbe anchera per vna altra via far
vedere le ſepradette ſètte maniere di parole dicendo che o la parola
ſi tira dal ſignificato diſsimile ad vn diſsimile, 01a parola ſi tira dal
ſignificato ſimile ad vn ſimile , o la parola ſi tira da ‘.lel medeſimo
ſignificato a quel medeſimo ſignificato. Se la parelaſi tira dal ſigní:
ſicato diſsimile ad vn diſsimile poſſono naſcere le parole peregrina:
cede dubbie,le'nfingeuoli,ſe ſi tira la parola dal ſignificato ſimile dd
vn ſimile poſſono naſcere le parole comperaciue, 8t le traslate. Se la
c 1 parola
. , 2 9
parola fi tira da quel medeſnno ſignificato a quel medeſimo ſignifi
cato poſſono naſcere le parole ſmoderate,& le partimenteuoli. Per
la communita fi co x e liabbiamo vedurodì ſono formate le ſopradet
te ſette maniere di parole hora ſeguita vche ve iano come le altre
ſette ſi ſieno fomate dalla diſuſanza. La uale nuſanza puo proce:
dere dal tempo o per cſſere troppo vece na 8c tralaſciata,o per eſſe:
re troppo nuoua 8t non ancliora divulgata, & quindi naſcono le pa:
role antiche & le nuoueDelle quali due maniere ſolamente la nuoua
e‘riconoſciuta da Ariſtotele , 8t perche la diſuſanza puo procedere
dalla lótanäza del luogo ſi forma la terza maniera delle ;role-:chiama
te ſorelline-,le quali Ai iſtocele, chiama lingue. Et perc re la diſuſanza
puo procedere da diſordine ponendoſi le parole nella compoſitio:
ne fiiori dell’ordine vſitato ficome ſpetialmentelauiene imît times-'cz
*ms per queſto riſpetto ſi formano le parole nominate da am*: ſcom
pigliate,& non rammemorate qui da AriſlotelçEt perche la diſuſän -
2a anchora procede dalle paſsioni che molte poſſono ricevere le pas
role ſi ſor ma vna maniera di parole, che habbiamo nominata paſsio:
nata,la quale ſi puo diuidere in molte maniere,& ſpetialmente nell’al:
lungatemell’accorciate,nelle tramutate, & nelle compoſte,delle quali
fa mentione An'ſlotele,&ne da gli eſſempilît perche la diſuſanza pro
cede ancliora da ſuperfluita delle parole ſono anchora le Parole ſu:
perflue,tra le quali ſara perauentura J ”Moi-mas. Er-perche vltimamen
tela diſuſanza procede da mancamento di parole habbiamo quelle
arole che domandíamo imperf'ette,lequali fi poſſono eſſemplificare
In que-luoghi di Virgilió Nouimus 8t qui ce &c.& «Ogos ego.. Ne di
quelle due vltime maniere fa memoria niuna,Ariſt0tele. Adunque
per le coſe dette di ſopra altri puo ſapere ottimamente quali figure
di parole habbia Ariſtotele laſciate da `parte`,"cl1e ſi conueniuanoydire
e: quali habbia dette poco perſéttamenreaíwà i”; i'm”: a”: în-l Mg
olop "Us '5 (Mil M' i'smpAlcuni llimano che Ariſtotele ,in quello luogo `
dando l’eſſempio quando ſ1 traſ orta il vſignificato dal genere alla
ſpetie adduca iverlì che ſono ne primo libro dell’ .Odiſſea ma‘: J‘í
mi XJ"iflm în’ìmîí tm” m‘ha@- ?p Aiplu Haga änà ”la äkímr.& non s’aueg:
gono che in quel luogo non è pollo il îenere 'in luogo della ſ etie .
ma epoſlra la diffinitione iniſcambio _de nome,percioche qua caltra
cOſa èvò Jeuäpflze lo Rare della naue-nel-porto dopo il nauigare , ſi
come diremo quale altra colà è il r’ipatriareclze loſflare del cittadino
nella patria dopo vn peregrinaggio fatto; Adungueil genere non è
pollo quiui per ſignificare la @adegua la diffinitione e‘ poſta in luo
' S ſl go del
\

Le; del nome,ole parti riguardäti di fuori che nö ſono alti-ochediffi':


nitione ſono poſte in luogo del tutt0.Et meglio ſtimíocoloroclie cre
i…
dono
Kë'isuxip
clieAriſtotc-le
'ur’ìmi ”'in
citiquel
”JA-@Nelquale
verſo dell’vltimo
ſolamëte
libro
èil dell’Odiſſea
verbo i'an che
Ms è
il genere,&non ha ſeco la diffirëza Ep uniml’ercioche ië'îyëëm immane(
za :mile ſono differëti come nome,&dirlinitíöe,ma :è alii-uh '.s-&v-iöt :è o‘g
pio! ſono differeti come genere &ſpetie. Egli è il veroclie chi guarda
ſottilmëte quädo ſi pone il genere per la ſpetie trouera clie la parte è
' oſta per lo tuttoperciochc il genere cócorre come parte alla ſigqu
;atióe della ſpetie,&percio habbiamoallogata queſta manici-adi paro
le ſotto la partimenteuole. à-aà 't'iJ‘ouiS izri ríVO—,Z/lu nigi' Muto-ils îàià 707,4.
;Queſto eſl`empio è preſo dal ſecondo libro dell'lliada doue camme:
,dado alcüo il fatto d’Vliſl’e,che haucua baſtonato'ſherſite diſſeà~ 7:6
;m 'in …dm-rà: :mi 'Zaffi &c.Et non ſon bë certo che pruoui quello
. che con eſſo crede di prouare Ariſtotele,cio è che la ſpetie ſi poni
' a in iſcà’bio del genere volëdo che diece mila ſpetie di numero ſecon
do lui ſlìálpoſto in luogo di molti ſuo genere. Pei'cioche mçi’a cio è
Diecc ' a appo igreci è prouerbialiní’te detto per qualíiquc nume
ro giíde anchora clic foſſe infinito,&non ſoſſ.: poſsibile a contatſiöt
_è p‘oſta la quätita ditermina ta &certa per la quinta in derminata &in
' certa.$e adíiqda quätita lia ſotto ſe due ſpetie vna diterminata &cerè
ta,come ſono cinq;,dieci, cinquíta,cëto,mila,&diece mila,&l’altra in;
ditcrminata &incerta come, parecchi, pochi,mo_lti,troppi,aſlai,diece
mila che cvn particolare della ſpetie diterminat’a 8t certo,&che ſi po
ne in iſcíbio d’vn particolare dell’altra ſpetie in diterminata & incer
ta cio è di moltifion ſi puo dire che ſia poſto come ſpetiein luogodi
enere,ma o come ſpetie in luogo di ſpetie opiu toſto come vn parti
colare della ſpetie in luogo d’vn particolare dell’altra ſpetie,&è quel
la medeſima traslatione che egli domäda per proportione,perciodie
quella proportione che ha molti alla quätira inditerminata & incerta
uella medeſima ha diece mila alla quítita diterminata & certa.Laon~
3c ſ1 puo ragioneuol mëte porre l'vnoin iſcíbio dell’altroärrà‘t'il‘mî
{ai EMS»- oiop xd@ ;mi lvxip Zçv'da: 14mq; àflſga xümë. Qui ſi da eflempio
quädo il ſignificato d'vna ſpetie ètrasportato advn altra ſpetie,&per
che le parole dell’eſl Epio ſono c0rr0tte,n0n ſi ſa ſe da Homero o da
altro poeta ſiano ſtate preſe , 8: non poſsiamo ſpetialmëte affermare
come ſteſſel’eſsëpioma dalle parole d'Ariſtotele ſi ricoglie bene in
‘generale,cl)e l’attingere,il che è leuare via delle coſe liquide era ſtato
_vſato in iſcíbio deltagliare,il che cleuar via delle coſe dure,& parlo
ççptljlſlo il taglith fra ſtato vſato inìiſcábio dell’attinge'rejilcclie il
ma:
, , . . `— … _ ~ 250
'laun- via è ;UMPCle ha ſotto fi: due ſpetie, _l’vna èla leuatura delle
‘coſe liquideflze li domanda attin ere,ö;l’aln-a è la lçuatura delle co‘:
‘ſe dure,clie ſi domanda tagliare. tſi traſporterebBe il lignificato di
‘vna ſpetie all’altra ſe ſi diccflè.Prëdi quella fillce,&attingi _de ramidel:
l’vliuo,ouer0 Prendi quella ſecchia 6c' taglia dell’acqua del fonte, M3
' erche s’intenda pienamente uefla materia. delle traslationi _ançhdz
ra per queſta via perla quale ci è‘ propoſta da Ariſtotele èda ſaper‘?
'che ci ſono gene_re,ſpetie,& particolare, 8t che il ſignificato dal, ene;
re ſi uo traſportare ad vn altro genere,&ſ1 puo traſportare a a ſpe'
:tie all’ii ſottopoſta:&alla ſpetie alui non `l’ottopoſta 8c l’1 puo anchora
_traſportare ad vñ particolare a lui ſpttqpoſto per mezzo della ſpetie
"Brad vn particolare non ſottopoſto per mezzo di (ua ſpetie. Laondç
‘polſ0no eſſere cinque traſportamëti dal genere,&cto ſono da genere‘
a genere,da genere _a ſpetie ſua,da genere a ſpetie non ſua,da generei.
Particolari? ſuOadagcncre aparticolarenon ſuo,Similmëte ilſignificato
"dcſh [Petit ſ1 P`u,O traſportare al genereſuo,&ſipuo anche traſporta-:f
re al genere ltranoſotto ilquale ella non lia compreſaEr ſ1 puo tra
ſportare advn altra (ſpecie compagna cio cche fia compreſa ſottoquc]
‘lo medeſimo genere-,Celi puotraſportare advn altra ſpetie ſtrana ció
;è che non fia compreſa ſotto quello medeſimo genere. Oltre acio fi
puo traſportare ad vn particolare compreſo ſotto eſſa,&ad vn parti,ſi
colare compreſo ſotto vn’altra ſpetie. Perçlze quindi fi veggono ríuá
ſcire ſei n-M'portamëtiëtcio ſonoclallaſpetie al gener-eſuq,dfllla ſpetiej
al genere flrano,dalla ſpetiç alla ſpetie compagna,dalla ſpetie alla linc
tie ſtrana,dalla ſpecie al particolare ſuo,dalla ſpetie al particolare ſtra_
no. Mcdeſimamëtc ſi puo traſportare il ſignificatodal particolare al_
’genere ſu o,&\i puo traſportare al genere non ſuo,&ſi puo traſporé
tare alla ſpetiç ſua,&advna ſpetie ſtrana,&ſi puo altreſi traſportareacj
› vn particolare compagno cioècompreſo ſotto quella medeſima ſpa-*3
‘tie,&ad vn particolare ſh-íoSiche dal particolare procedono filtra::
` ortamëti Gt cio lono dal particolare_ al genere ſuo, dal particolare;
al genere lìrîo,dal particolaic alla ſpecie ſuatdal particolare alla ſpez`
tie ſtrana,dal particolare al particolare compagno,& dal particolare:
'al articolare lträo.Adüq; i trasportamëti tutti ſono dici ſette &noxi
freſçlamëte come pare chevogliaArifiotecheqUali ſi deono l“ìlt'eduévv
‘ ' parti attribuëdöe'vndici _alla prima parte,&lëi alla ſccò'da. Gli vndíci
della prima parte ſonoqueſtiîraſportamëto da genere; a genere, da' 7
‘genere aſpetieſtría,da genere aparticolarc ſträgfla ſpecie gſpetie'l’crai
'na,da @etieaſpetie'çompagna ,da @eric a genere ſhanoxla ſperie _á'_
Particolare ſtrîo,dá particolare a genere ſtríógla particolare a ſpeue
' . S ſs I ſtranà "
Mangia particolare a particolare compagno , da particolare a pan-l*
ticolare ſtrano.lſei traſportamenti della ſeconda parte ſono queſti
da genere a ſpecie ſua,da genere aparticolare ſuo,da ſpecie a partito
lare ſuo,da particolare a genereſuozda particolaijea-ſpetie ſua.H ora
la traslatione appellata da AriſtOtele proportioncuole contiieneclie
fia 'preſa da vnhd'e :predetti vndici- trasportamenti'- , & ſimilmenz
:e quella che ſimplieemcnte è‘ appellata traslatione da gli
altri ritorici
tioneuole , la quale nonſignifica
AriſtotelieaEt è; altradue
veramente cheſi quella
coſe vguali, proper. M
come conuieue
che quell'a- maiüera‘di parole,cli'e ſignifica due coſe diſuguali Per ca:
ione-‘di‘ genere di ſpetie &di particolare. ſia preſa da‘vn de ſei tras
portamenti della ſeconda parte ſi come altripuo vedere ſe conſide
ſera- gli eſſempi delle traslationi' , & di nelle altre figura-Egli è vero
chela traslatione,che p‘roeede’da livn ’ci‘ trasportamenti della pri
ma parte nó ſicóſideracſie proe ñſë nöcometraſportata da‘partíco
lare a particolare dda ſſaetie a' ſpetie' eſſendo cagione del traspor
tamento da’ particolari a particolare la ſpetie , cio’ è la coſa ,nella
quale i due particolare vgualmente communieano, come Cali ola
appellaua Liuia'ñ Auguſta Vliſſë veſtito da donna, PHCÌOGÎÌG’ Vlil e 8(
& Liuia communicauano vgualm‘ente nell’aſtutia ,Sterano ſottopoſti
l’ vno 8t l’altra alla'ſpetie de li altuti. et eſſendo‘cagione del traspora
tamento da ſpecie a ſpetie i genere', cio è la coſa nella qtiale le-_due
ſpecie vgualmente communicanO‘,e0me chi nominaſſe imtma‘ci-lupi
per la communione‘dcl gen‘ere‘clie lianno‘vgualmente inſieme la ſpe
tie .de monaci,& la ſpetie de lupi eſſendo l. vna & l’altra in ord'a ,8t
inſatiabili.Et per-queſta: ragione dourebbe apparere per ~ ie‘ſèmpre
- in queſti vndíei trasp ortamenti ſi fignificliino due coſe vguali perdo
clie ſe communicano nella ſpetie o nel genere conſiderandogli nella
predetta liſa di neeeſsita ſignificano anchora due vguali coſe, cio è
ciaſcuna iloro quella communita del genere o della ſpetie-.Et queſto
medeſimo è da dire ſe vna lpetie diuerſa ſoſſe traſioortata* ad vn par
ticolarecome traſporto~ il ſignore dicendoDite a queſta volpe eſlènl
do traſportato il 'ſignificato della vol e metiead Herode particolare
communicando ſimo* 8c l’altra' nel aſi-ode, che è genere alle volpi
6t ad Herode non come Herodc particolare , ma come ſrodolente.
Percioclie ſotto il genere deglianimali ſrodolenti ſi comprendono le
ſpetie volp'i,& huomini fatti come Herode. _75 5' Eva'Mro'p‘ A770 ’r'lr’p o'flol
05le *ò J‘ai-neo”. Quando due coſe communicano in vna coſa vguale
mente come liabbiamo detto ſi [molin-mare la traslatione. Perche ſi
puo fare non purela traslatione di‘cſuecoſe che comunicano invnëſ*
~ "` , co a
e j i 2
` colà ma anchora in due altre dipendenti 'da quelle,lè quefle due con);-l
‘ municano in vna coſa, 8c poſcia in due altre pur. dipendenti ſe le due -
altre epmmuicanoin vna] coſa, Laonde aucrra elſe non pure fi
porre laguarta_ coſa in luogo della *feconda come fifa ntll’efièmpio
dato da Arii’cotele-;della~ vita,-& della vecchiezza,& dell’giorno,&dclla
ſera dicen ,oſila fiera della vita , ma ſ1 pori-a la terza in luogo della.
prima anchora_ come nell’eſlèmpio del Petra-rcaLa arbor gentil, che ,
forte mai molti-annillìíentreiòe‘rami non m’liebbero aſdegno Fioxir
faceua il mio debile ingegnoAla ſua ombra.Percioche ci e_ Laura, _ 6: i
ci_ è l’accoglienza lieta,- & ei è l'arborgentile cio è il lauro-,8: l'ombra i
_6t fi tras ortal’arbor che e‘ la: terza coſa. a Laura cheèla prima, 8c ‘ ,
ombra clic è la quarta coſa all’accoglienza che è la_ ſeconda perla Com . > ì -
munita che ha Laura ‘col Lauro, &zperlo nome,&per altro,& perla
communita che ha ?accoglienza con l’ombra tirando quelIailPetrar
ca 8: quefiai affori e’l. befliame. Et potra anchOra auenirecbe la
quarta coſa potrainluogo della primafie la quinta in luogo della
feconda 8c la ſeſta inluogo @elite terza ſicome poſe Dante che diſſe.
Se mai vcontinga che poema ſacro.Al quale ha poſto m‘ämo-l &cielo
8: terra Si-che m’ha fatto per piu‘anni ‘macro Vinca la crudelta che
fuor miſerraDeL belle‘ouile oueio danni agnelloNemicoa lupi che -
' gli danno guerra.P‘ercioche _ciò Firenze,ci e Dante.& ciſono 'rcittas ‘ ' ì
dini maluagi,8t cièl’ouile,&ci èl’agnello,& ci ſono i lupi.0uile per: J I
la co nformita cheh’a‘ c5 Firenze in eſſere ricetto queſta d'huomini', '8c .
quellodi pecore &'d’agnelli è poll'o in -lu ogo’ di Firenzei‘lgnello per t
la conformi”: che lia con Dante in eſſere innocente,è poſtoin luogo
di ~Dante.Et lupi perla: CUDfOÌmlta, che hanno co midua‘gi'~ cittadini `
quelli in dannificareleäccoraöt gli agnelli, 8t queíii i buoni’citradini
. e’l commune ſonopo :in luogo d‘e maluagi cittadini. {gay-;ain-d ,nm
*tigre m': {mp-op ,il &ni-:ì :m'ç'rw H‘iu’flffir. Non èièmpreveno, ,chedoue
ſia la proportione, della quale parla qui‘ Ariſkotelelcío èdoue la ſecon
, ‘ dacoſa ſi— conſaccia con la prima come la quarta fi c‘onſa c0n la ter; ›
’.Za ſi poſſa in luogo della ſecóda porre la_quarta,&inluogodellaquar
ta la ieconda,ín guiſa che la trasl'atione ſiá ſcíbieuole*,percioclle noi
, veggiamo ponendo vccello ,ali, albero, rami,che quella proponi-ione
hanno ali verſo vccello che hanno ramiverſo alberi , 8: non dimeno
arrcbbe coſa ſli-ana ſe ſi diceſſe glivcc'elli ſ1 Hanno ſotto irami dels
lìvçcellofi paſtori fi fläno ſotto Pali dell’alberoEt ſimilmemcveggia
in” ponendo bellezzadnamorarejole llliîmlnál‘ÈClÌè quella prop ortio
ne _ha inamorare verſo bellezza clic l'15 illuminare, .verſo il ſole-,8: nö
ñ ’ ì ~~ “W‘ ëſs, s " …cucire
dimëo parrebbe coſa` ſh-ñaèíì anche la Bellezza m'illumina inluogo -

f
r- *z* .
di dire m'ín'amora',o il ſole inamora iſnofiro hemíſperio in luogo (a
dire illumina il noſtro lie-miſperio. Perche ſi vede che la proportione
non è cagione della buona traslationenVla la traslatione buona [aqua
le lia la communita,nolla quale concorrono vgualmëte'le due coſe diè
uerſe,11a la proportione-,Bce ſcíbieuole,ſi come la ſer-a,&laveccl1iezza
concorrono in vna communita vgualmëte che è da terminare quella
il giorno,&quefla la vita,&quella proportione lia la ſera verſo il gi;
orno,clie ha la veecliiezza verſo la vita. Laonde ſi potra direla ſera
‘della vita,& la vecchiezza del giornoMa perche l'ali ei rami non c6
corrono in vna communita vgualmente , c'lie è pogniamo,di coprire
quelle gli vccellini 8c quelli le greggie co paſtori, coneioſia coſa che
diverſamente ſieno copertele greo ie co paſtori da. rami,& diuerſa:
mente fieno coperti gli vccellini all’ali la traslatione non rieſcei
bella neſcambieuole ſe diciamo Ali d’ albero , Rami d’vccello ſi co:
me altreſi non rieſce bella la traslatione ſe diciamo ,'fil ſole ina’
mora .il noflro liemiſperio , & la bellezza m’illumina , non con
'correndo vgualmente in vna coſa commune lo’namorare della
bellezza , 6t dell’ illuminare del ſole. aim È , *loc: Spoſo: {xs ,réa
”n°55 J‘iſvudo‘i ’où Email ”dsëçflm Il fl'alco è arneſe di Bacco &lo ſcudo
e arneſe di Marte , ma il fiaſco è per ficurare Bacco dalla ſe;
te, 8c lo ſcudo è per ſicurare Marte dalle ſedite. Hora erche
il fiaſco di Bacco, 8t lo ſcudo di Marte concorrono mo to diſc’
ugualmente in una coſa commune come in eſſere arneſe , eſſen.
do lo ſcudo arneſe glorioſo, e’lfialèo arneſe vituperolbo come
inſicurare ſicurando lo ſcudo dal pericolo con gloria , e’lfiaſco
dalla ſete con infamia. ſeguita che gueſta traslatione è rea;o di:
caſi il fiaſco di Marte perlo ſcudo , olo ſcudo diBacco perlo ſi;
aſèo, 8c da vſare ſolamente quando altri voleſſe firride're , 8c‘ -
mordere. Anchora che Ariſtide lodando Bacco dica che eſſo*
Bacco dimoſtri la potenza ſua vigoroſa hauendo la ſerula in luo o
dell’haſta,& la pelle del capriuolo in luogo di quella dellione ,e'l a:
ſcoinluogo dello ſcudo, quali come ſia in’vgual grado di gloria
appreſlo Bacco il combattere e'l bere,ne differenza habbia appre ſſo‘
lui tra la battaglia e'l triompho. :où :vi-fl ”yes-What… M' 03 hire 713055 o* in'.
Acſte parole ſono reputa te oſcme Perche il trasportamento d’una
parola… luogo d’vn’altra potrebbe eſſere oſcura in guiſa che non
:intenderebbe che ſoſſe ſtata traſportata comenon s'intenderebbe
clieil fiaſco 'ſoſſe ſtato traſportato in luogo dello ſcudo ſe altro nonv
fi-d‘°°ff° ‘11“‘ fiîſco Ariſtotele inſegna dueuie, perle quali faremo'
' ñ- ì ’ citano#

I
ñ 2 2.
riconoſcere la parola eſſe-re :flat-’t traſp Ortatfl in luogo dell’altrglxvi
na via,della quale parla qui,che ſi debba a ggiugnere alla parola trasa
portata quello a che la parola rimoſla haueua ri uardo,come lo ſcu:
do e‘la parola rimoſſa , 6; Marte o quello a che iaueua riguardo lo
ſcudo ,e’l fiaſco è la parola traſportata. Adunque diremo non fiaſco
ſimplicementeperdire lo ſcudo , ma fiaſco di Marte,l’altra via della
quale' parlera poi e'quando rimouiamo la'coſa propria dalla coſa traſ
portata in guiſa che appare che habbia mutata natura,& non ſigniſif
chi piu quello che ſignificaua prima ,come ſeſi diceſſe fiaſco non dAVi:
no.Et è da ſapere che non ſolamente s'aggiugnc quello a chela paro
la rimoſſa haueua riſpetto come pogniamo Marte a çhehaueua ri: \
ſpetto lo ſcudo,ma anchora altre proprieta dello ſcudo,&altri riſpet
ti,come ſeſi diceſſeil fiaſco da batta lia,& ſe volendoſi ſignificare lo
ſcudo di Pallade ſi diceſſe il fiaſco deſcapo MeduſeoNe Ie paroled’A
riſtotele rifiutano queſto intelletto anchora.Adunque dichiarando le
parole le quali perauentura hanno alcun difetto diciamo che alcuna
-volta i formatori delle traslationi proportioneuoli aggiungono ha
uendo poſta la parola trasp0rtata in iſcambio di quella,che dice pro
priamente,& maniſeſtamente quello a che ha riſpetto la parola rimoſ
ſa.Si che ſe le parole foſſero compiute perauentura dourebbonoeſſe
[e coſifiltte ”ù trim nycflòiadip ”enim -ñ's Emmi”, Eri' oi; À'lrs 1b rtf-Bs“
3’ imp. 7-1,”: Ji’ 05x Ì'ílp Zvon- Kdmvo‘t ”Sp ìmhíwp &C.Ha detto Ariſto:
tele,che ſe di quattro coſe la ſec onda ha quella proportione verſo la
prima, che ha la quarta verſo la terza che ſi potra iare la traslatione
ponendo la quarta in luogo della ſeconda,&la ſeconda in luogodella
quarta,ma perche aniene alcuna voltache o la ſeconda,o la quarta mi
ca di nome proprio dice che non ſi potra ſare la traslatione ſcäbieuo
le,ma non percio ſi rimarra , che non ſi faccia quella che ſi potra ſare
trasportädo il nome proprio in cui ſi truoua_ alla coſa laquale fi truo
,ua sëza nome proprio,percioche la proportióe coſi ſi truoua nell’v=
na coſa come nell altraötda l’eísèpio nel ſeminatore nello ſpargere il
ſeme nel ſole,&nello ſpargcrei raggipëella rpportióe chehalo ſpar
gere il ſeme il che c6 voce propria iidiceſeminare verſo il ſeminatore
halo ſpargerede raggi,il che nó ſ1 dice c6 vocefflpda verſo ilſole.Adü
que porremo ſola mète direJl ſole ſemina i raggi,ſi the ſono tre gra:
di di traslationi vno diquelle,che Tiäno l nomi propri della ſecondaòt_
della quarta coſa come lavita,&la vecchiezza il giorno,&la ſera,&que
`ſtogrado forma le traslatióiſcäbieuoli come la vecchiezzadel giorno
&la ſera della vita. Il ſecondo grado è—quando la ſec0nda colſla ha
no.:

\
il nome proprí0,& la quarta non I'ha,o la quartal’ha, & la ſeconda
non l'lia,<:ome ſeminatore ſeminarc,ſole ſpargere 1 raggimeue candi
dezza,capelli canutezza.thueſto grado non Forma ſecondoAriſtote
le ſe non vna traslatiOne, come ilſole ſcrrina i—rnggi 8! la canutezza
della neue.Percioche ſe noi diceſsímo il ſemina tore ſpa rge il grano,
e: candidezza de capelli non ſarebbe queſta nçaslatione perpropor
ti0ne,ma ſarebbe quella _traslatione che Arifiotelefldi ſopra appello da
genere alla ſpetie-,61m diede l’eſſempio nel verſo d’Homero dell ’viti,
mo libro dell'Odiflèa vuös d‘la-1D" ?mv-Condoſia coſa che ſpargere
ſia geawefiſeminare ſia ſpetie,& candidezza ſimilmente ſia genere,&
canuzezza ſpetie. Parc nondimeno che fi poſſa incerto modó ſare ri
uſcire la traslarione vicendeuole anchora in queſto grado ſe col ver
bo generale accompagni-:remo vno aduerbio formato dalla coſa on
de ſi trasporta,o ſe col nome generale acco mpagneremo vno aggiun
to formato dalla coſa onde ſi traſporta,come il ſemina tor-e ſparge ra
dialmentep a raggio il grano,&i capelli niuali,o di neue-,il terzo gra.
do e` quando alla ſeconda &alla quarta manca il nome proprio come
neue candidczza ,la tte candidezza,&pare che quello grad’onon poſſa
'formare traslationeniuna non che la vicendeuole,&non dimeno per
la via degli aggiunti come dicemmo ſi potra formal-ela traslationeöt
la traslatione vicendeuole,&porrem0 dire ~Latte niuale,odi neue, Se
neue lattea,0 di lattegstſi ſogliono anchora pori-,ei ſuſtamiui in luo
o degli aggimti,come Quella che haneueil yoltopro i capelliàn'
air-"4'3- Zrîopíuu'ot añxëítqarffinchora che manchi ,la ſeconda o la quarta
coſa di nome proprio,non dimeno non manca perriodi proportio:
ne,& ſaranno le predette coſe ſeconda &quarta-.lette proportiOneuo
li in guiſa che ilmancamento del nome proprio nOn torra loro che
non ſi dicano eſſere proportioneuoli,& che non ſi Faccia l'vna rrasla:
tione ſe nö ſi poträno ſare le due,&tanto viene adire Îaoiwd quäro z…:
1/70: Propordomu olmente.'om'o'nu'os 7)@ 107” ”5255 Per ‘ila-of@ -rò awégg,
'iz-3176;: ”p3p Qui ſenza fàllo lia di &tto di *F ’aprirne & decſi leggere
coſi ”è 15 :msz ”75: 76D- 'aqfl'ura 'ſl-g mgzàf.accioche ogni coſa tra ſe ſi ri
ſponda. Et perche io non credo che ci ſia pei ſona che non ſènga clle
qur-liabbia diſetto,&cl1e non appruoui che ſi poſſa ammendare con
coſa ſimile altro nonne dico.Aià ’Ing-_i da alcun poeta 8c è da ſupplire
J're,il‘quale
ÎAIQ- mſçog eum* .'flç yiha.Q1eſta èvna deſcrittone del razgio ſola
eluce diuinamente creata a differenza della luceſiclieſi ſi
dagli liuomini con candele di cera &di {buop con &celle-,clic non è
diuinamente creata,&ſi potrebbe alti-cſi ſpargere &ſeminarej-lordè
da ſapere che queſta traslatione del ſeminare iraggi per i @agere i.
- raggi
A 25
raggi è ſimilmente preſi da Lucretio nel libre ſecOndo dicendo Sei
etia sümo de vertice diſsipat omnis Arçlorem in partis,&lumine con
ſerit arua,o quindi e altronde _operauentura troua ta da lui.î;i *5' wir!
'91.71 .:iu-ça@ ,gina-'7,912 fino:. Q`ueſta è la ſeconda via per la quale ſe:
condo che dicèino ſrpuo riconoſcere .quando la ſecOnda o la quarta
coſa e traſporta ta laquai ta nel luogo della ſeconda, o la ſeconda nel
luogo della quarta ſe alla traſpOrtata levereme via alcuna roprieta
in guiſa che dimoſtriamo che non ſignifica piu quello _che i nificaua
prima come ſìaſco‘nm; da vine,&ſcudo non da ripararſi ſcia lancia.
Et percioche di ſopra s’e parlate dicie,altre `non dire ſe non che
i0 , 8c gli ,altri che deſideriamo d’intëdere la poetica Ariſteteliça
ci dobbiamo re utare eſſere tenuti non poco alla diligëza di ,Pietro
Vittorie che ci ra con poco mutamëto reſtituita la verace lettura di
queſto_ teſto fac-Edo d'äz-Aè ;nq- &Affini-ap euero Pinè Europ &inſieme il
vcrace intellette di queſte luogo. Qui trala traslatione e'lnomechia
mate Imeluflivof deueua cadere il ra ienamento nigi ñ iii-’pongo al me:
no alcuno eſſempio,acciocl_ie eſſen o la voce molte dubbia &poten
dOſi prendere in cinque modi ſi c Ome moſtrereme 8c per conſegue!!
te petende dare cinque maniere ,di parole ſapeſsimo di quale delle
predette cinque ſi debba intendere ,e ure d'alcuna ,altra ſtperauentu
ra s’intëded’alcüa altra oltre alle predette cinque." quale ragionamë
to o eſsëpie fu tralaſciato daAriſtetele non,…cememanifeſtaccoſa ſi co
me s’imaginano alcuni ma perquella cagione, perla quale nelle prime
memorie ſi tralaſciflno ,molteceſe _operche altri ,non ha le ceſeallho
ra bë digeſte,o pëſate a ſue modo,0 perchea colui,che ſcriuebaſta il
ricordo d'vna voce ſela,opure per altro riſpetto ſi come anchoradel
"nw'a~.e'.x.- tutto in queſte prime memorie ſu tralaſcia_ta _la mëtione delle parole
clziama re (ml-me ,delle quali arlò pei Ariſtotele ſecondo _la teſtimos
niäza di Simplicio nell’vnde ibri della'mpreſadell'arte poetica,o ſe il
ragionamjto :agi-ñ ”ruoí inſieme con l'eſsë ie,&cel ragionamento
"i ſap] ;royal-mpdire
rie cenuiene luultiflwp
che perſiitraſcutaſiggine
_ſcritto daAriſtote e in queſte
degli ſcrittori prime
l’vno memo
3&_Jl’altro
ſi ſia perduto. Primieramíte adñq;tr_ouiame che i' `uſing-,cio è l’oma
mëto puo eſſere vna general maniera _de parole che comprëda ſotto
ſe la linguada_traálatiene,lÎornainente,e lnqme fattoJÎallügatgd'ae:
cerciato,e’l mutato,&ſi contrapone alla maniera de propri, percio:
cheAriſtetele nel terzo librodella ritorica &COÎÎS‘A Finn-{wp xi jim-imp
datíaîìl UG 'ni Kiiçl'cſipii mari iii/mi nutrirſi-f {Biagi Ziſa-'m ?a î'ipi’) 'tv-rod
nq} marmi; cio èi prepriçtra i nomi ei verbi fanno la ſauclla maniſeſta
&tutti gli altri nomi di quíéi s’è parlato ne libr idella ſ oeticaſanno la
'` ' _T t t fauelí;
f ( i*

Buena non `humile 8t oltre aeío orna ta. Se adunque tutte queſte in”
uit-re di parole hannopotere di fare la ſauella ornata conuk ne che~ ſi
ſottopongano advna maniera generale,cl1e ſia chiamata ornamento
,della quale Ariſtotele a niuno partito dei mondo puo intendere qui‘
ſi perche nomina l’oma mento come ſpetiecompagna dell’altre che ſi
poſſono—ſtzttoporre all’ornamento come a genere nell'annouerare
queſte ſpetie,& piu chiaramente poco apprt ſl`0 quando dira mi in::
”et-ip »i 7M51'ſa, ”sù ſi ”traçoça‘t ”it Î xolt‘uO'flj-l Tììhhràçmiu :lh- & :indio:
ra i' "1071 ſtupiti”; (tè: *n‘a 5'16 pub-ch hitac- ”maà'iu n31- &gm‘r'ſa ?Jedi-”tw
:dels ”gli imho” Míifffllgîl Tetaſiſrra *n'a Kvſiftnp ”il “tutçogai *Leti :Jane—.Apprcſſa

ti ouiamo clieä aſti-O puo eſlere vna maniera di parole lodatiue che'
ſi contrapone alle biaſimatiue ,& conſiſte in traslationi,in aggiunti,
& ſenza ſallo in ogni altra maniera, 8t di queſta ſa pur mentione Ari.
ſtotele nel libro tel-zodella ritorica qui-.lo dice ai ;ſim Bot-'im 73414;! dara
m-nſyoo ,Tip 7 ?lvfl,çl‘flf ”gravoçàî-,îàp ñ}in *ami: vip Kofi-apt‘… eſe vuoi
o: nare conuiene prendere la traslatione delle coſe migliori,ch ſie:
no nella maniera ,8t ſe uuoi biaſimare conuiene prenderla delle coſe
piggiorLEt ancliora quando dice pil-r’ inl w :,-én -n iniet’ófl@ è” m‘,
..z-MP1'a oli-{lai oiopmm ”Mo-Sp , :mſm 'im 't’hflp ”il ?IME-QI HV 7:61”.
Mucio e la fanella liaurala conueneuolezza ſe han-ra la proportione
verſo le coſe ſoggettefit la proportione è ſe ad vn nome vile non ſia
ſoprapoſto l’ornamento,altramente parra comedia -ſicome ſaC eo
plionte percioche coſi diceua alcune coſe,& lmurebbe detto Reueren
do fico.t~lora Ariſtotele perſo nome .cka non puo qui intendere di
queſta maniera di parole,percioclie,ſe intendeſſe di lei,n0n haurebbe
taciuta la maniera delle parole,clie ſi contrapone a queſta,cl1e e la bia '
ſimatiuaSenza che la maniera lodatiua non ha perſe potere di ſare
altezza di fauella,concioſìa coſa che l’altezza dellafauelſa poſſa haue
re indifferentemente &la lode-,e’l bia ſimo per ſoggetto# parimente
la baffizza della ſauella la lode e'l biaſimo , & non dimeno Ariſtotele
dice che o‘ Magdi cui parla qui ha perſe queſto poterepercroclze di,
‘e “i ?Tm-'ir irffir'ſ- ”di “Fl-MLB" 3 Kim@- r’an-Tatìzmſmzw.,z5 .3,
,W 1a.:- {qſta-:9:3: oltre acio queſta maniera ſoda tiua non ſi conuicnc
piu a ragionamenti vicendeuoli o auerſi giambici che ad altre gone
di poemi ſi come ſas Hang-,di cui qui ſiparla ſecondo che teſtimonia
Ariſtotele dicendo aſp-{17.1 ra‘. ÈVDBÃTDLI Ft”: ”il ip A570” TU x“t'uá’slà rl
voi-vu ùnéçxoçflsùflflaçqà ”ù uſano. Anchora troviamo che: daneſi
puo
non prendere
opera cheper
eſſavna manierapiudi el‘ſilkn
ſignifichi pal ole, la quale
doui,cl'e poſta
non nellanon
*Lai el‘be ſave-lla
eſsE
doULtra le quali ſono quelle parole che ſi demi.de ;Manzi &ql'cuií
aggiunti

\
254
,aggiunti che ſono da alcuni domandati-perpecui,.&noí fogliame ap
pellare otioſi.›Pet-cioche c1 ſóo dl due maniered ’aggiiitid'vnadellcqua
li concorre,&aiuta la ſignifica tione,l’altra non vi concerre,ne l'aiutj
.ma ſiſta otioſa ſicome poco appreſſo direm0.Et perche queſta ma
niera di parole non è trauata Per ſignificare piu,ma ſolamë te per or
nares’appella ragioneuolmëte ornamëto,Hora non portiamo opia
nione clieArtſto tele poſſa in quello luogo intëdere perla voce alma
K iíiqueſta maniera di parole percioche egli vuole che il ſuo alui@- con
iti-ga a poemi giíbici,pclie maſSimaméte s’vſa ne parlari vicëdeuolida
quale s’vſa mëo in ſimili parlari,&mëo conuiëe a ſimili poemi,clie nó
s’vſa in niüo altro parlare,&che nOn conuiëe a niüo altro poema.Et
ehi nòn ſa che gli aggiíiti otioli ſono cóueneuoliſsimi,&c0me natura
li a poeminarratiui heroici.Poſcia troviamo chea‘ Kira@- poiche (igm'
fiCa ordine ſiporrebbe pri-dere per vna maniera di parole ordinate la
.quale ſi cótrapone aquella delle ſcopigliate,clellequali di ſopra habbia
mo ant hora ſàtta mt‘tione.Ma séza dubbioAriſtotele nonintëde per
.la voce uſino-diquelle nóſolamëte pche nö haurebbe trapaſſate cóſilé
tio le ſue cótrarie cioe‘ le ſcópighate ma perche ichora le parole ordi
nate nó operío altezza,come aller-na egli che opera queſto ſuo ilaria':
ízi le diſordinate 6c le ſcópigliate ſono quelle che operaio ma@ &
l’altezza.\ìltimamëte trouiamo che lit-’mlB-eſsëdo voceatta a `ſignifi
care modcſtia,&temperamëto zii-potrebbe prédere per vna maniera
di parolemoderate&d'vguale ſignificato alle coſe,che intëdono di fi
gnificare,laquale ſi contrapone a quella maniera, di parole,che noi di
ſopra chiamiamo ſmoderate,&ſono quelle che có appellatióe greca fi
chiamäo izqwlDella quale maniera non puo intédereAriſtoteleper
,quelle ragioni medeſimeper lequali s’è detto che non poteua inten:
dere dell’ordinatefloncioſia coſa che non ſolamëte non ſiſarebbono
trapaſſate con filcntio lt: ſmodei ate ſueñcontrarie,ma non ſi direbbe
di l oro che-operaſſono pi main &l’altezza come ſi dice dell'orna:
mento Ariſtotelico .operando mi ”inan &l’altezza nonle moderate
ma le ſmoderate,Adunque non c‘ ageuol coſa a peruenire al vero di
qual maniera di paroleintendtſlè Aiiſtotele per queſta voce I!,an
v ,ma egli è bene agueuol `coſa a peruenire al vero ſi come ſi vede
per le coſe dette che egli non inteſe degli aggiunti ſecondo che
Vuole Pietro Vittorio. item-*amg È :gip a‘ ho: .mi lalw‘flmp îmöt
map i’x-nòr n'oñm 5 mini:. (Lu parla delle parole fatte di nuo
uo , 8t perche queſta nouita puo liauere due riſpet’ti per ca:
gione delle perſone ſecondo che le pa role ſono formate da
piu , o da vna perſona ſola ſi dee dire che fieno due manie:
Ttt a re da
l
niere di parole cio è le communi primamente_ formate da piu, & le
particolari primamentc formate da vn0.Poíì.la l’vna & l’altra di que
{le mantere per cagione del tempo nouello accompagnato dall’vſo
preſuppone due altre maniere di parole l’vna delle moderne con:
tinuamente vſitate,& l’altra dell’antiche gia dileguantiſi dalla bacca
ñ degli huomini,& rade uolte vläte: :Si che ſono tre maniere di paro:
le per cagione del tempo , le antiche ,' le modcrne,& le n0uelle , le
quali n0uelle per c agione deformaton fi ;diuidono in due maniere
in communi n0uelle ſe ſono formate da piu, & in particolari n0uelle
ſe ſono formate da vno ſolo. Arilìotele ne ln quello libro della poe:
tica ne in quello della ritorica non fa mai mendone della’primz ma:
niera diparole , che fi chiamano antiche. Et cio dico perche nella
traslatione latina della ritorica d’Ariſtotele che publicò Danielle
Barbero come traslatione d’Hermolao Barbero ſuo zio o conſor:
te ſe ne fa ſpeſſo mentione. Si parla dunque qui della nouita delle'pa
role ,ma non di tutta la nouita, percioche hauendo due capi l’vno
in quanto le parole ſono formate da piu-8t in quanto ſono forma te
da vno non ñ parla della .nouita ſe nOn in quanto ſono ſormate da
vno ,SZ percio ſpetialmente ſi dice mmmuiup :st 3' 47^”: ai ”An/'uu'
”p ÎRÌTHOQl Ms vida-ul nomi! . Si che dicendofi ai”: -fl‘eem i omnis,
ſl rimuouela maniera dinouita di parole che è farmaca da pini-lora
erche ſono iu vie da far parole nuoue,ne di tutte intende diparla:
Ere Ariſtote e , non perche queſto non lbſſe il luogo conueneuole
z parlarne, ne perche la coſa non valeſſe che~ ſene parlaſſe , ma per:
che baſtò alui in quelfe prime memorie di fare vn cenno delle coſeJe
quali poi fi doueuano rallargare 6c alle quali moltefi doueuano ag
giu nere,ſi dice che alcune parole formate da vno paiono cofifatte
quali dica AriſtoteleJo laſctero al preſente zl’altrevie perle quali s’in
troduce la nouita delleparoleflhe non ſono poche &mí contentero
d’eſſemplificare la nouita in vna via ſola. La quale è quando tiriamo
noudlamcnte da vna parola vſata , vn’altra , non mai piu {kata vſata
8: anchora u’aggiu niamo vn’altro ſi nificato nouello,come, paro
la vſata era 7p@- & ignificaua ramo da quale da alcuno poeta no:
uellamente ſu tirata vn’altra parola cio èîgw'ns non mai tirata da niu
no altro,& ſoprapofiovi vn nuouo ſignificato volendo per quello
ſignificare ilcorno,& come era Zefa} parola vſata & ſignificaua pre:
ghiera pr & contra dalla qualef'ntirata da. Home-ro queſta altra pa
rola ;gung on mai piu ſtata tirata da niuno & ſoprapotto vi vn ſigni
ficato nogcllp vſandola in luogo di ſacerdotehora ſr legge ifſllrzs a;
. - k".
, . ` , ‘ ì 25
îçul7a3 .& pare che s’appruoui piu la lettura d' îçw') a: che d'îgiJ-m EZ
perche Heſicliio interpreta queſta voce per rami conuiene che que
ſta ſignificatione le ſia ſtata data poi & non quando ſu tirata nouella
mente da ?gig—,ne da colui clie primo la tirò altramentc ſe haueſſe ha:
uuta queſta ſignificatione di rami quando da prima ſu tirata non
liaurcbbe liauuta altra no_uita che ilnuouo tiramento ,8t ſe poi le ſoſ
ſe ſtata data la ſignificatÌOne di corna queſta nouita non cadrebbe ſor
to la maniera ñ mminyivw,ma della traslatione ,la quale è ”Perù-:ò liv-{Mx
mi liauendo quella proporti0nei rami verſo l’albero,clielianno le
corna verſo l’animale cornuto, ma perche Ariſtotele non parla ſe
non di queſta via di ſar nOuita io ſimilmente non parlero al reſen:
te dell’altre che come d ico non ſono poche, & richiedere bono
molte parole. Dnna‘l’apllcp Sislpll lie-guai”,- 1t pli- ,Hp Qüìlfl’l’lfiaw
*tng ä ñ mei-a Ktm-ti :ue-wai”. Wi ſiparla delle parole,le quali io
foglio domandare paſſionate ,8t ſi diſtinguono dall’altre per cam:
biare in parte la forma 8t non il ſignificato. Percioche o s’ allun
gano cambiando vna vocale brieue in vna lunga o riceuendo ac:
creſcimento d’vna ſillabap s’aceorciano perdendo alcuna coſa ſua
-propria ,o ſi tramutano perdendo alcuna coſa ſua propria ,& acqui:
ſtando alcuna coſa aueniticcia.Adunque il nome allungato ſeman
do tutte le ſue parti riceue o lunghezza di vocale, o vna ſillaba,l’ ac
corciato perde alcuna coſa ſua ropria.ll tramutato perde del ſuo,&
acquiſta dell’aueniticcnoSi cliel vno guadagna,l'altro perde,e’l terzo
erde,& guadagnaJ-lora l’eſſempio dell’allungatofquando riceue la
unghezza della vocale ſi da in ”GA-©— ſatta di zia-9- tale per liceali-l
poetica eſſendo ſtata tramutata a in a. Etl'eſſempio dell’allungato
qluando riceue ſillabaaneniticcia ſi da in queſta voce mutíùolfercio
c le doue la non accreſciuta era ”WIN-iu vi s'è er licentia poetica tra
oſta la ſillaba a 8t auegna che ſia vna voc e ſola vi ſta non dime
no in forza di ſillaba.Et è da ſapere che non pure in queſta voce m
ail-{ho è l'eflëmpío della ſillaba aggiuntaui , ma anchora l’eſſempió
della lunghezza della v0cale ſoprauenutaui eſſendoſi a ſeperato da a
che nel diplithongo a era ſeco congiunto,& cambiato in a. Si clic ſi
otcua dire che quel nome è allun ato,che riceuelungheaa di voca
,o accreſcimento d’vna ſillaba,o unghezza di vocale &accreſcime
to (l’vna ſillaba inſiemeJ’eſsëpio dell’accorciato ſi doueua poter da:
re ſeperatamëte o nell’abbreuiamento della vocalCIunga,o nel pera
dimento d’vna ſillaba,o nell'abbreuiamento della vocalelunga,& nel
perdimëtodella ſilla ba inſieme.Ma ſida ſolamente quello del perdimë
to della ſillaba in )ſfl eſſendo lo’ntero ,if-‘eu ſecondo alcuni & *rw-op
‘ Ttt z ſccondo_
Mondo alcuni altri# in A8 eſſendo lo’ntero Mn- & in 7+,efl'enda
lo’utero 7+”,li quali fi poſſono accorciare coſi per licentia poetica.
Ne ci laſciamo dare ad intenderqche l’accorciato poſſa eſſere quam
do perde ſolamente alcuna coſa aueniticcia ,che prima liaucſl'e gua
dagnataPercioche o perde tutto l’auemticcio,o parte dell’auemtic:
.eio,ſe perde il tutto rimane intero, & non accorcnaro,\èperde parte
ſolamente dell’aueniticcio rimane pure allungato, poiche ha anello:
ra parte'deil’aucniticcio non perduta,l’eſl`empio del tramurato 'quan
do perdeparte del tutto & guadagna dell'aueniciccio ſi da in l‘é-ugo
ín luogo di .M153 poſto , il quale nome N455 ha perduto os ſua parte
propria 6( guadagnato ng@- aueniticclo per licentia poetica. llquale
cſſempio io ſtimo che non ſia pollo a tëpo 8( che non dimoſtriquello
checrede perluiAriſtotelc dimoſìrarſi.Maio credo che in lui ſi pOteſſe
dare l’eſſempio dell’accorciato quando perde vna ſillaba, ercioclie
eſſendo lo’ntero Nat-inf@- perdéndo o che ſia in ſom di laba e‘ re
,flato ſenza guadagnar nulla J‘zÉi'nr-Qñ Il che apparita eſſere coſi,ſe ci:
- recheremo amente che .ff-Xmas _ſignifica comprendere,& capere,onde
è tirato liti-ls aggiunto che ſignifica comprendeuole o capeuole,&per
eliel'vna &l’altramano,è ſ’tormento colquale l'huomo cóprende che
ehe ſia ragióeuolmëte douena eſſere aggiüto dell’vna &dell’alcra mio
”Edil quale aggiüto ſu nó dimeno ſolamète datoper figura di trasla:
:ione a quella mano cheè piu atta,& ha piu diſpoſitione a comprenx,~
dere 8c a capere,c_he non ha l'altra,&per ſignificare anchora ſenza ſi
ura queſta maggiore ageuolezza,&diſpolitione a coprendereòc a ca3
gere ſi diſſe conferma comperatiua regolata 8c intera .Mya-(ça, 8( poi
per eſſere voce che ſpeſſo cadeua ſula lingua del vulgo'fu accordata t
&detta J‘rÈiríç-,li quali aggiunti per ſe ſoli pofli ſenza ll ſuſìanriuo ,gig
diuennero in proceſſo di tempo anchora ſuſìanriui, 8c ſignificati-ono, .
l’vno &l’altro la mano dellra. _l’oi hauendoſi riſpetto non a .Mx-ma,
&alla ſua fignlficationepndeera deriuato come da fonte JlñÈni :Se J‘- u
’lg- .m a alla fignificatione gia occupata da quelli nomi li diſſe &#4558;
J‘rÈinfflì-m dimoſtrare le coſe che ſono dal lato della mano delli-.2J la:
tini da quello J‘tëſſízn cacciationei diſſero Dexrera,&di nuouo caccia
. to j dgſſero Dextra J á'ms ai Moi-'um, &mirinole nome Fatto di nuouo
e quello che non è mai ſtato nominato da niuno ne di gente ſorclhe:
ra,ne di gëte nol’crale,Ma perche la nouita puo conſiſtere nella ſor-ma
del ſignificatopnella formade li eleméti.o nella Forma del ſignificato
&nella Forma degli elemëti in ieme pareua clxei nomi che liíno la no
_uita nella ſor-ma del ſignificato ſi doueſſóo ſeperareda quelli cliel'hí
no nella formadegli cleméti,&gü vm',&gli altri da quelli che l’ha…
I
co
\- '

. - . -. . . . 256'
’noli nelſigniflcatoſiorhe negli elemët'iJ nomi,clíeliíno la nouita nel '
la forma del ſignificato ſono ſtaticòpreſi in parte ſotto le traslatiom'
d’An’lloteleJ nomidie liíno la nouita nella ſorma degli eleméci ſono
di due‘maniere,percioclie alcuni nomi ſonodel tutto di nuouo forma
ti &alcuni ſolamëte imparte. Velli che ſonodel tutto dinuouo ſor: '
mari ſono quelli ſpetialmëte che rappreſentano il ſuono,& ſono dos' ~'
mädaſi finiti) ſi come Ennio d ſſe‘l’aratátara perlo ſuono della trom
ba.Quelli che ſono in parte di nuouo formati ſonoquelli'flie ſono ti’
tati da parole vſitate ſecondo le regole ordinate 6t vſita’te della lina‘
gua,doue ſ1 fa tale tirament0.Quelli che hanno la nouita dell’Vna 8:’
dell’altra ſor ma inſieme ſono come {gu-'m 6t Erg-rif come s’è gia detto
Ii) DI" îìío ”vñmnaxfm'Ì-o ”xvi-Aim 3-” wifi“.Coſi ſidee leggere quello te'
Ro come habbiamo molli-ato &coſi ſi legge ne libri migliori ſcritti a
manojmmnflnp ”3” donò milita” ”i’m-@wii ì mind-l‘aa maflél‘iu. Hora in
now-@- ſi conſidera i co me vocale piu lunga che non i vocale propria
di ”Silent o di wóhsflflnon fi conſidera o vocale lunga & o v0cale brie
ue. Percioclie quelle non lono l’vna allurrgata,&l'altra abbrcuia taper'
licentia poetica,ma per vſo di lingue,& in quanto ſi diuerlifica l'vna.
dall’altra caggiono ſotto la maniera delle lingue ſi come anchora vi:
cade la diuerſita de fini di mMiJ‘ou &di mhioſá‘mflia rtl-mm ;lapo-rigo* 34,‘
Arc-ſia c‘ la fine cl‘vn verſo d'Empedocle di cuipure perl’accorcia.
mento che s’e‘ fatto nella vnce 34,1: rimanendo ”o-j, t'amentione Strabo
ne la d0ue parla di Meſſene,clie per ſimile accorciamento ſu appellar
ta da Homero uim,&Euſtliatio nel racconto delle nauij'm-íì Fiona-(a:
iii-.u. Quando il petra conſerva parte del nome nominato cio è vſa:
to.&parte ne forma di nuouo ſi fa il tramuta to. Si clic e“ da dire Fiom
mi!” prima dagli altri. ‘
ARTICELLA v F. NTESI—M A s F STA.:TITÌP|310”:!7`U°Î ma :ça-.fi
*ni Ìhihu, 11‘! Sannita', :dë-aaa a”: :da TMW-[ëd: *n‘a ”di g ,uit :fa in ‘ns *ré'f Èçu'.- u’
m..-J,.J)_1nì‘1ùijí51 .Maffi ñl, ,19:42 “mi 52'”: 'u ”Sp (tornio-mp :un 'ni Le" ma
'A ;T v’è: a là ”noir -rëp imnmmiiwp (QI-[,BSí ("petite ”Miu-613'(- :è 'fieno‘.
”ii *rà ;nile-:,16 ~lñ ”ù 16 È "Fm 'is-iffiíó ViTa-'op eiá‘p :vom: reſa-:ìeià È! “
’UTFÌPÀWXJÒ ;31g , ,rlknlmdumlxéflfll,Wimeél 51v‘: u ”im ,MB-:,16 ta'zv, 16"
,JW ,16 Pip-,173 ?91.73 5 piro-Eli in' rai-rapa v , 1,921 d. ì *_‘
CONTP~ .\ hNZA. l n quali tlclnci'iti finil'cano i nomi maſchili ſemiz"
nilj 6c mezzani. v u
VVLG’A Rl .’.7 A M Fl NTO. Et d'eſsi nomi alcuni ſono maſchilifllcu.- u
ni ſen—indi , 61 alcuni r.- eazam. l maichili ſono quelli,clic finiſcono u
in y ,8c g , ‘8c a .- 8t in qrelle lette] e che della r, 81 delle mutole ſi‘
_compongonoEt quelle tono due la + , &la LEtſemínüi q-èelli clse "
~ mi
Q. finiſcono tra le vocali nelle ſcmpre lunghe corde iu n, 8t in o, 8c tra
,, l’allungate in a Iaonde auiene clie ſono .vgua‘li di immero ( gli ele:
,. menti) ne quali finiſcono l maſhlnll ei fcmlnlil, Percmçhe’ la {8: la E,
,, &la ñ]. ſono quelle ſteſſe ,8c in mutola nlun nome finiſce,ne in voca
,, le brieue.Ei in l tre ſoli m’ii,u:’am,ní›rsgi,& nella v cinque :az-WW’…
,, ,Hz-,,L'st-.Et chZÌ-ni in quelle Heſſe# in a, 8c 1,6: ç, 8c e;
SPOS! ſlONE. Prima che ſi metta mano alla ſpoſitione di qucfl;
particella è da ſapere che lo’nſegnarnento contenuto in eſſa non {i
congiugne ne con le coſe proſsxmamente aſſatc,ne çon le COſcdproſs
fimarncnte ſeguenti,ma dourebbe eſſere a legata dopo latlxffimtione
del nome proſsimamente.Percioche poſta la diffim’tione predetta ſi
doueua ſar queſta diuiſione de nomi in maſèhili, in feminih Bin :pez:
zani,li ualiſi riçonoſçeflèro glivni da gli altri perla ditermínatíone
del fine. ?oſcia quello trattato non ha ſuo compimento,perciochc fa
conucniua moſtrare i fini difiinti delle tre ſpetie non pur del prima
caſo,ma delîli altri cafi anchora , 6c ſpetialmemc hauenrlo Ariſtotele
nominato ` caſo per parte ſeperata dal nom:. Et oÎtre acio non ſa.
rebbe _11a to male che haueſl‘e anchora data alcuna diſh'ntíone’de ver
bi,la quale ſ1 ricoglieſſè da fini COſl del caſo diritto çome degli altri
ca'ſi,_c0mç che alcuni verbi foſſero attiui,alcuni palèiui,& alcuni mez
zmhëc _ſimili coſe, Le quali coſe polloche foſſero fia'te inſegnate la do
ue ſi count-pina# come ſi conueuiua nohſartbbono [late digiouamë
to proprio della pocfia,allaquale non one miophi non le ha prima`
imparate nella gramma tiça con tutto c 1c :ion haueſſe intëcione di di:
uenire poeta.Vltimamente non è da ignorare che ſono in queſto te:
ſto alcuni diſetti,ll quali con non molta difficulta o per aiuto di buo
ni teſlip di ragiorie ſi poſſotao ammëdare &ſupplirezl’rima adunque
doue è ſcritto ‘mi ”Sp ëymárflç -n‘x a”: èda ſcriuere n'a-7555515,@er -flì uz”.
Perche coſi hanno i buoni teſh'.Appreſſ0 doue c‘ ſcritto Rſa-tua?” 5'“
Miu-[E E! :i v , ”ü f , ”Fuffa in *Fu *n85 àço'v 10') :and , è da ſcriuerc
Yin”: M170" -nluwä à: v, 'uit ,uit d, m Fd” in *Fu d ”ü 75°] 'zoo’
wffl Girl-1'!! ,' perche è aſſai veriſimile che foſſe ſcritto coſi. Poi do:
’ ue è ſcritto _Sfil’o‘a (ma :i've ”A599 és B’da *rà à'ègm: ”h -ra‘n dim , 75 7a? 4- uh
sò È ”Frà {rica c‘ da ſtriuere 851 Td- doma-'w umida è: In rà 22??”
”li 13 Olii…: 1-) ;eq-'j, iui: mi ñ} ,uh 1t': Z ”In 751‘- dimoſti'îmdo la ne:
ceſsita della ragione _che ſi debba ſcriuere coſi. Vitiinámente dOue‘è
ſcritto u‘ä inn È?- és m7?! ?sù v, xs?” , è da-ſcriucre ul à …ra-Eu' á: {-qu- ”i
a , ”ù v , ndkfioſtringendoci a ſèriu'erècoſi i‘fini dc nomi'mtzzauij
quali ècoſa Liu che manifi-ſta eſſere Hindi-lora vcgniañno alla ſpolìr
,none ,árüvj Sua-'wii :i ai“ ëäſhfläüm *d zur-raga'. DiuiJei nomi
mm
²57
in maſchili in ſeminili,& in mezzani , & noi dobbiamo intendere che
fieno maſchili,o ſeminilip mezzani non ſecondo il ſeſſo naturale, 8t
verace , ma ſecondo il ſeſſo artificiale‘ö; grammaticale. Perche e‘ da
vedere che coſa è ſeſſo grammaticale &Îq uante ſonole ſue ſpetie ac
cioclie intendiamo' bene-quello,che dice Ariſtotele. -Scſſo grammati
cale e‘qualitaihternadel nome n ſoreſliera per laquale ſtcompre nde
ſe la ſulla mia o l'accidemc ſignificato dal name ſia da reputarema
ſchile o ſeminile, o ne maſchile ne-ſeminile. Nealtri ſi dee mao-aui
gliare ſe molte ſuſta nzie & accidéti ſignificati da nomi naturalipñnon
naturali che‘ſieno ſireputano nella lingua greca maſchili oſeminilj,
6: ſia, loro attribuito l':v nn ſeſſo ,o l'altro a nchora che inverita non
lialëbiano ne l'vno., ne l'altro. Conciov ſia cola che il ſeſſo propria
mente parlando .non habbia luogo ſe non neglianimali per ſeni”:
atti a generare. :Periodie la-lingua Hebrea molto piuantica della
greca , & dalla quale veſſa greca inſieme con lealtrev è veriſimile che
-deriuaſſero,& predeſſeroquello,clie hanno in tuttoxoin-partefl cia
ſcu no de ſuoi nomi aſl'egoò o ilſcſſo maſclrile,Q il ſeminile con tutto
che ſignificaſſe ſullamia o accidente molto lontano 'dal ſeſſo , 8t in
eſſo non ._appareſſe ſimile differenzaper natura. ll che alcuni hanno
creduroçcheJia ;ſtato-traſportato nelle linguedi‘ gli Aſtrolaghi , da
Pi) iſici ,-&_ da l apidari , hquali n'epianeti,& ne celçſtiali ſegni 8t ne
Lgli alberi, 8c- nelle pietre PſL‘thſe per certe pro prieta loro 'altri nere
ſ putaro no ma ſchi, 8a altri ſemine ſecondo che per. qUellesÌaccoflaua
;no piu alla natura maſchile o femiuile , marquantobcnezeglino ae’l
vegga no diIcOrrendo molto prima l'uſo compiuto delle-‘lingue tra
popoli , che l’Aſtrologia , ola Phiſica , o lai-conoſcenza 'delle pietre
virtuoſe haueſſono hauuto cominciamento tra ſpeculantí, Hora le
ſpetie gramimticali primieramente ſono due, vna delle quali ſi puo
domandare interna del nome ö( l'altra forefliera,l’int_erna e‘quella
che di moſtra il ſeſſo per la lettera finale del nome ſenza ricorrere ad
aiuto niuno foreſtiero per riconoſcerlo come Piuma-inn n finale ſa ri
conoſcere ſenza altro la ſemindita di :quello nome. La ſorefliera è
quella , che in ſe non ha alcunadimonſtratione di ſeſſo per alcuna
lettera finale propria., ma co auiene prendere la predetta dimoſtra
tione di ſuon' , odall‘ articolo, o dall' aggiunto, c0meoìu^às a finale
non dimoſtra maſchilita,o ſeminilitap neutralita diſtinta 8t certa poi
che ſi truouano nomi di naſconde-.tre ſeſsi chefiniſcono in d. Adun
que ſi «riconoſce per l'articolo c‘è-mir che è nome maſchile, 8; la ri
.conoſcimza-viene ,dati-ori. Di nuouo la’nterna ſi diuide in tre ſpetie,
' Vuu in ſeminile,
...45. ì

in ſemînile,in neutrale,& invm commune alla maſcliile &alla ſemi


iëile, La’nterna ſeminile ſi riconoſce alle vocali ſi nali n,c.›,& a, am ad
allungarſi, lequali ſono-proprie 8: interne dimoſtrarioni del ſeſſo ſe:
minile,la neutrale ſi riconoſce alle vocali fin-iui, mi, a, bi'ieue, [equa li
ſono proprie 6c interne dimoflrarioni del ſeſſo neu: rale. Lx'ntern-I
‘che è commune alla maſchile & alla ſeminile ſi riconoſce alle co nſo’
mnci 4 81 Z lequali ſono proprie & interne dimoſtraeioni che il nome
eo maſflhile 0 ſeminile. La ſore’ſtiera primckame'nreh diuide in due
ſpecie cio è in quella che e‘ commune a due ſeſsi macliile & ſeminileñ,
ñ 6( ha come dicemmo per conſonanti finali + 81;, & in quella che è
cOmmune alla maſchile. alla ſeminile à alla neutrale , G: ha per con
ſommi finaliv, ç, i. Hora quella che e‘ commune a tutte'ttre i ſeſsi ſi
diuide in ſtmplice , &’- in doppia. Simplice chiamo quella ſpecie fore
fiiera de nomi,a quali non ſi puo aſſegnare ſe non Vn ſcſſaöl (onuir—
ne di neceſsira riconoſcerin ſempre o per maſcliili,o per ſeminili, o
per neutrali,come ”'79- ſempre ſi dira i i576; 6: non mai iii-47@- , o
vero 16 WO‘- Et doppia chiamo quella ſpetie de nomi ſoreſhera , a
quali ſi puo aſſegnare o per voloma,o per necelsita hara l'eno ſeſſo,
hora l'altro. S'zſſegm di neceſsiu quando la cola ſignzficaia pic-g:
in quello corale ſeſſo come ſe ſi parlai d'Vn dio ſi dira 3323:; od’vrt
'eaUalloäl'mrQ-,ma ſe ſi parla d'una dea i A”, 81 d’vna cauallaî ?miO-
S'aſſegna di volonta quando il nome non irrutando ſignificano”:
puo indifferentemente coſi riceuere l'Vn ſeſſo come l’altro come
3 MTG-,fl m'flgñ. Hora le coſe detteJnEnoa q‘ui poſſono fare aſſai ma
nifeſto quello che dlCc A rlſtOl‘clc , 1334110 &Hal-e, 1a‘ Ollhuz, *ra‘r J‘} (zu-:2L
Belle parole 1075 flqaÈJ,poſſon`o riceu'ere due intelletti. Sono de no
mi maſchfli,& de nomi ſeminili,& de nomi mezzani,cio è di quelli non
mi,clie nó ſiano ne {implici maſchili,ne ſimplici ſeminffipa compo
fli,o vero di quelli nomi,c]re ſono neutrali,& che non hanno da Fare
nulla co maſchili, o c0 femimli- Er quanto nque come dico qucſte
* parole poſſano riceuere l'vno intelleuo, 6: l'altro non dimeno il ſe
condo e‘ proprio di quello luogo ſecondo che ſi coglie dalle parole
d'Ariſtorele. Adunque egli è vero clie ci ſono de nomi (ìmplicemente
maſchili cOme èä A57@- , 81 de ſimplicemenxe'femi nil. come i 34"@ , &
de ſimplicementc neutrali come è ‘ÉQÃQ',& ce ne ſono de maſchili &
de Feminiîiinſiemexome è á :à 53255,61 de maſchili 8( de neutrali inſi::
me come e‘ 0‘ ”ü 113 (WO. ' Et èda por nre-nre ſe 'peraucntura ci ſier 0
anchora de ſeminiíi & de ncutrali inſieme,& oltre a cio de maſchili
de feminili è; de neutralifl carne pure nt ſono appo Haim dici-Jo ſl
'‘ ſecondo
- 258
ſecondo alcuni ſcnünilmentc ,& neutra]mente lla-.c & hoc Polenta ,E
dicendo ſ1 l.ic,luec 6c hoc felixxongiugnëdoſi il ſeſſo maſchile, ſemi(
-nile, 81 neutrale in vn nome ſolo non che appo i predetti latini lì
congiunge il ſcſſo maſchile B: ſeminile inſieme come èhie &hat;
homo” ll maſchile 8t il neutrale iplìemc come è hic ò: hoc ſal , Hi?”
f 0’;- mev'lë è: 16 mi ”i ”Bic- horſe è detto al quanto imperfettamen
:e quello che pare voler dire Ariſtotcle. Pare volere dire che i nomi
maſchili finilcono in cinque conſonanti ”33,43, delle quali tre ſono
cómuni a fini de neutrali ;cio è ”Ama tutte :5K cinqueſooo cómuni a
fini dc feminiliJ-lt c he i nomi ſemi nili finiſcono nelle predette cinque
eonſo na nti , A in tre proprie vocali che non han no cómunira niuna
co fini de maſchili@ de neutrali,& ſono qcefle e , o, & a, atte ad al- _
lunga”: , 61 che in virtu vguale e‘ il numero delle lettere termi
.neuoli Proprie dc ſeminili alle lettere termineuoli de maſchili com_
muni tutte co fcminili,& parte c0 neutralipercíodxe 4, 5t È, non de- ,
` ono eflcre reputatc altro che la d. Et chei neutralifiniſcono non
, ſolamente nelle tre conſonanti v,ç,d,che ſono commum a maſchili
8K a ſe mimli,ma anchora in tre vocali proprie che non hanno cómu
. nita niu na co maſchili , p co ſeminili, 8a ſono quelle |,u,& a,brieue.
SÌL he ſo no tire le lettere termineuoli _de neutrali proprie,quíte ſono
,le prcpl ie de ſeminili , 8: quante ſono quelle de maſchiîiauegna che v
fieno cómuni a feminili 8t a neutrali. Adunque ſi puo dire che i nomj
.ſeminlh finiſcono in 150,51 gatta ad allungalſifli neutrali in i,v,&in a_ ~
;brieue,ei maſcllüiei ſeminili in g,&+,ei maſchili ei ſeminili, ci neutrali
in 53,51: &2,61 +,non ſono altro che d,ſpno ſolamentetreſchiere dj ‘
lettere termini-ruoli d'vgualc nu mer0,due propric,& vna comune , le
due tppric di irocali,|a cómunc di mezzo vocali,le due proprie moſtra- 7
.no il leſſo grimaticalcinterno,la cómune n01 noſtra. Perche niuno
.nome maſchilequ eſſere riconoſciuto per la terminazione ſua eſſere
-maſchilcffihw'lä és zz 1,.; 1) ”i ma ì'aa in Fc.” r5@- ?ra-"09:, alcuni tra pongo*
. no qui 71,1567”: laquale trapoſitio ne nó mi diſpiace, Egli èvero che
i nomi maſchili finiſconoin quelle mezzpuopali, ma perfimilj fi…"
menti non ſi diſcerng: la loro maſchilita eſſendo anchor-1 communi
a ſeminili 8c a nenti-ali. Laonile non haut-ebbe fatto male Ariſtotele
ſe ,haut-(Te _diſtinti i maſchili da gli altri per lo ſcſſn _foi-cfliero nella , ‘
uiſa che lnbbiamodctto. Hora ſc riceuiamo lc lettere compone per
~ Feſte-’c termineuoli non pure ſariuo cinque le lettere nelle quali ter- ,
minano i nomi maſcluli,ma nouc ccucio ſia coſa che li cöponga non
ſolamente arl, o u,ma anche” 116,6( A d,& mex, i’lçquali poſſono ‘
1 ' ' " ` Vvu z ’ terminare
terminare nome. Delle quali compoſiti0ni nf, & ça , ſo no pro rie
dcfi 'ni maſcmli & l'altra commu ni a fini maſchili 8c feminili , aa '57h
1,." ul.- nì^›,utgm,z'imgi. lo non ſon ben certo ſc i nomi neutrali fini
emi in l n0n fieno ſe non tre-perciochc ci è pure dimm 8: xuíëizi E: ſc
mi ſl diccſſc che queſti due nomi ſono barbari-potrei riſpondercchc
non ſono meno barbari un'ap- & n'xmçì , ma che diremo de neurrali
aggiunti che hannoi loro maſchili finicnri in us , li quali termina no
i n z come divx-gl, &1ò mAh-:Tel s àin 16 v ”ív'ſa -rò 71:51:31': vám ,P ?Ji-0,# d"a-if”,
Îòäsu.Ma doue rimane *Nm-,6: *n‘a flam- d'HOmero 8( tutti gli aggiun
ti ncutrali, li quali ha nno l loro malchili finicntj in us liquali ha nno o.
er fine come -rò O’M'Jò îuçu'. .
fl PARTlCELLA VENT—ESÌMA SEPTlMA. ^²È2©~ èafflàmm
z, “STM-hl”; EL…, fa? s'á-nn a‘? sò‘: islpí îK 1-591 Ivy/mf: Bim-'may , EMA mir‘. razzi:
,, Nim É ”AL-”Bug- nani…, là ;Bardem 621m íÈaAhárÎuc‘x-;ò ſá‘i-.ÎuÈf’i Zîs
7, èwmfis utxzafli m Èwnàv ÌA‘yQſſth’ſ-rſhvj ”qxçaçàffiuà ’Uri-'ſante, ”sù 71;” 7b zaçò 1)
*1 Kc'gmel. SLM’. ì'v?” Zune áfmvîa ni -rolaüra ”mi {gli &in; _una 'Zu-,3; ,e qügifflès. E‘u flip
o, &pin ”ſſanSîlfiuſilb-ymſità‘o Ìíu ?hoffaîſh ”à Baçfaglfpa’s. &vx'flu-{I @- 7a;- ÌJ‘L «57.1.

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” szNJKRTI‘aqMJTI 717mb? A‘iyomffioieffi Tòîì’l‘ſò’ſoiídlì‘ſg' "aMCäocl &xfxu'hl ;cà ixgim'í ov,
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"Imi-[767%] Evauáwpîëglëlà A5701': ?LS M‘ósüfisl ö 'ni wlad’fl! 1b miglappuù aqua: u
pogèrsù üc‘nO. mg… out; rgafflá‘l a:. 79:11:75 ip_ ”yi-Jap malato: ’iso ha?? “
imc-ì 16: èçm‘zva; “
CONTENENZ'A. Vale maniera di' parole faccia la chiarezza,
quale l’humilta,qnalela magnificenza,quale l'enigma,quale i] barba
riſi mo , quale la chiarezza 8: lamag nificenza inſieme.- Vale ſia piu
ingegnoſa,& qua lea'qua' le maniera di poeſia piu conneneuole.
` VVLGARIZZA MENTO.
ra,8t non-*liumilfl-Et Horachiariſsima
veramente I-a virtu della ſauellache
c‘ quella è che ſia chia- "l
c" compoſta "
d‘e nomi propri,ma è-humile: Et I'eſſempio e‘la poeſia di Clenphon- “
rc 8: di—Sthenelo. Et la-magnifica 60 mutatricedell'ídínreſz mo &qurllL "
che vſa i~nomi- ſtraniel i. E: Maniero-chiamo lingua &traslatione, “’
8: allungamento ,8: ogni( nome) fuori“cheil proprio. Ma ſe altri “
Faraadunque
Se inſieme (turti i coli laFatti,
ſormera ( nomi
fauella )di)`traslationi
o enigma riuſcirap barbarilimo.
riuſcera eni ma, ma ſe “
"l
~di li nguebarbarilm-.OP ercioclie la forma dell’enigina è cfie il ſ‘auels “
latore ccngiu rga inſieme coſe preſenti impoſs: bili. Adunque per la “
compoſition” de nomifnon e‘ permeſſo a faſcio, ma ſi conCede che fi “
faccia pen la traslatione come gwá‘ça :4‘010 ”nigi xvi-Gp in" luigi ”Midaſſog ‘ì‘
cio è ‘,.Vidi huomoche incollaua rame con fuoco in" huomo &' ſiínili. “
, -Et delle lingue rieſce il barbaiiſimoz Adùane in certo‘modo ſono “
-da temperal e c0nquclli. Adunque non Far i 'idiotcſimoz nel’ltumil— "'
-ta,come la lingua , & la traslatitme, & l’ornamento,8:l'alt‘re ſpetie “
«(gia)detrefl h'l ‘proprio fara lau-chiarezza.. Et? non-'in-piccíoliſaima “'
parte ſono di pro :ſare che la-ſauella lia chiara 8c ſenza-idioteſimo, “
gli allungamentggh’accorcilmentizci mutamenti de nOmi; Perche in_ “‘
q ua nto lì dicono-fuori'dell’vlanza per-eſſere d’altra forma che- non è "‘l
il proprio non ſaranno-idiotaſimo,& in quanto communicano con "‘
[Mann ſarannochiaria— Lao nde` non dirittame nte biafimauano c0
' V u u- z. loro
\

;, loro clie aceuſauano per ſimile maniera diparlareil poetaìòt ſe ne


n beffano come Euclide l'amico , come ſe ageuol coſa foſſe il poctare
n ſe alcuno concedeſſe , clie altri il quale liaueſſe fatti giambi’gíipoo
,, teſſe allungare quanto voleſſe conqueſta ſauella come in'xuçifil‘oy Fao_
n pars-az tua-(0114 8: In &'9- WÎÉMQ‘ÎÙ‘I iaeinſiiſſëült flagà‘i. Adimque app-«tg
in certo modo degno d'eſſere riſo colui , che vſa queſta mamy"?
Ma la miſura è commune di tutte le parti. Percioclie colui,clie vſaſſa
traslaiioni 6t lingue, &l'altre ſpecie ſconueneuolmente , & in modo
che ſochro ſuffiCienti a far ridere,opererebbe queſto ſteſſo. Et conſia
n deri ſidi quanta dig nita ſia la conueneuolezza ne verſi poſtiinomi ſe
' condo miſura. Et cerco ſe alcuno pori-ai nomi propriiii luogo del.:
la lingua,& delle traslationi,&dell'a|tre ferme conoſcera eſſere veto
n quello che e‘ detto come lia'uendo quello ſteſſo verſo giambico fatto
n Lſf'"10 .& vEuripide, & liauendo ,Euripide mutato vn nome ſolo For '
, nendo la lingua in luogo del proprio vſitato.l'vn0appaiue nobile,
h altro Vile. Perciodie Eſcliilo nel Pniſlotette fcſf çqſí‘aflfl im
o’ríçxel ia;- mJ‘Bs, 8c quelli in luogo d',iònfl poſe Ontani,&‘ i010 I’m'
'my 320'705: ioù ì‘rlaflffli’í uh Lexi:. ſe alcuno dzra ponendo in iſcam
bio l propri iu‘b u' iaip (inf-ſs 1a ”ù &Bui-iii‘ ”dadi-.t , &J‘i'ççcp Zaini'
Auto nati-cieli Mizar-n -rçaimí , J‘iſſ‘pçop paxil@ ”Fl-Oil!, amg-'vſi Tga'mçcp , 6;
quelloiííus Boo'udiin‘ím Ifàç'èfllflf, Et o :re acio Ariphrade ſi beffa
ua de tragici, perche vſano quelle coſe , le quali niuno direbbe in
parlando (Ome quello Jlnuirc‘i lim E( non i”; Ovidio”, _81 quello
“Fiji , 6c quello {7:3 J‘i vlc., &quello lexmíes Nigl , 6t non mçl induca,
di altre coſi fatte coſe. Percioclie per non eſſere queſte coſi fatte
h coſe tra i propri ſanno il non idioieſimo nella ſauella. Et egli
, non ſapeva cio. Hora egli e‘ gran coſa l'vſare` eonueneuolmente
U ciaſcuna delle predette ( maniere de parole) c i nomi doppi, &
a le lingue, ma molto grandiſsnra è l' eſſere traslatiomuole. Pero
n cioclie queſto non ſi dee .prendere da altrui , 8t ſegnale di na—
” cura ingegnoſa , perciodie il traalatare bene {ſimile allo ſpecula
,, re. Et tra i nomi iillíppi ſi cOnſanno a dithirambi , 8t le lingue
M a (pOeml) lieroici, & e traslatio ni a giambici. Et nel_ vero agli lie.
,,roici turte le predette maniere ſono Villi , ma a giambici , per
” clie ſpecialmente :aſſomigliano la ſauella queira nomi ſi contien
n gono , liquali altri vſerebbt’nç ragionari. Hora ſono cotali il
’,, proprio , a traslatione, 6c lornamento. .Adunque della la tra—
”gedia 8t della ratiomglianu che fa _con loperare ci baſtano le
` redeue coſe.
”P - s i› osxó
S P O Sl Tl O N E., Ofelia particella doueua , come ſiabbiam'o
'anchora detto , eſſere congiunta con la particella‘venteſima quinta,
perioche non lla coſa niuna , Per laquale ſi poſſa legare con la parti
cella proſsima paſſata, ſi come altreſi la paſſata nOn haueua coſa niu‘
'n ÎÎer la quale ſi poteſſe legare con la venteſima qninta,nella quale
f… ono diuiſi i nomi,… proprio,in lingua, in traslatione,in ornamí‘
'to, in fitto, in allungato , in accorciato, 61 in mutato,& ſu detto che
foſſe ciaſcu no ſa luo che l'ornamento. Ma percioche commu nemen
te ſi richiede al poeta `ſauella chiara, & magnifica ſeguita che in que
ſia particella ſi vegga quale delle predette maniere o per ſe ſola,o ac
compagnata con altra. maniera operi chiarezza & magnificenza a
appreſſo perche è lode al poeta a ſapere vſare bene-v na maniera piu
che v n' altra c‘ anchOra da vedere per l’vſo di quale ma niera acq uíſti
egli piu gloria. Et percíoche ultimamente pare che vna maniera piu
*che vn’ altra ſia piu conueneuole& quaſi naturale a certa ſpetie di
poeſia, ſi dice medeſimamente quale maniera de nomi ſpetial mente ſi
cOnFaccia con ciaſcuna ſpetie di poeſia- Si che nella preſente parti
cella s'inueſligano tre coſe. La prima da quale ,o da quali maniere
de nomi proceda la chiarezza 8t la magnifisëza- La ſeconda per I’vſo
di qual maniera venga piu commendato ll poeta. La terza qual ma*
niera di parole conuenga aci iſcuna ſpetie di pOeſra.^LÈfl©—5 Zip-'ſi (cui
”a mi mami-i) ("ì-iſo'. l’reſuppone Ariflorele ,che la ſauella ”chi-ſia alla
p‘oel‘” voglia hauere queſle due parti congiunte in ſieme chiarezza
BZ ſehifilta di baſſezza , & auegna che habbia impreſoa parlare della
fauella come d’vna parte di qualita della tragedia, & baſtaſſe che egli
parhfle della ſauella ſolamente in quanto ſiconuiene alla tragedia,
»1’—ó—
.raçg non dimeno ſi vede che ne parla anchora in quanto conuiene a dia
thirambí,& a poemi heroici,le quali tre ma nieredi poeſia concorde
uoſmente pare che richieggano maniera chiara 8t non liumilc , per
eſſer' le perſone , le quali ſono introdotte a ſauellare , & delle quali fi
fauella in det e poche , dimm-,0 reali , 8( le coſe,delle quali ſi ſauella,
gra mſi# non commu ni. Ma noncredo gia io, che quella maniera di
ſauella conſaceuo'e alle tre predette maniere di poeſra , CO-nue niſſe
alla comealia,concio ſia coſa che l’humilta o l’id‘iotelimo nella come
_-Vu—al.”
dia ſia (Lt rappre ’entare quanto ſr poſſa il piu- Laonde alcuni loda
no meno Terentio per Cio, che è giudicato hauere ſehr ſato ll parlare
del vulgo piu,che non doue-uu fare in comedia dando ne la colpa* a
Scipione 81 a l.(ll0 huomini nobili, 8c auezzi a parlare ſimprc nobil
mente , ſquali l'ai-..tarouo , 8t fur-ongli compagnia comporre le ſue
comu-lie
P‘.

.mmedíe, Adunque la perfettíone della ſauella della p0elia,clie cori


ſifle_ inchiarezza,&.in magnificenza ſi dee riſtringere alle tre predette
maniere di poeſia ,,&d'altre‘ſimili.,-& none‘ da accommunare , 6: da
rallargare a tutte lemaniere ſimplicementedi poeſia. Et appreſſo io
.credo ;che ſiañdaintendere ſanamentequello che dice Ariſtotele la
poetica ſauella douereeſſere chiara , concio ſia coſa che perlopiu , 6t
_generalmentedehba eſſere chiara, ma non in ogni partede poemi,ne
.in bocca d’ogni perſona. Et come flarebbe bene ſecondo ſecondi
,tione della perſona ſes'introduceſſe alcun propheta a parlare .chia
ro e’ oil choro a-cantare ca nzoni,le quali nOn haueſſono oſcuritagà
.molto. piu che glialcri ragionamenti ,1* Età da porre mente, che dice
`chelazſauella. liachiara ,E non chiarilsima percioche la chiariſsima
I non, naſce ſe non da propri, liquali eſl'efldo ſoli non poſſono hauere
luogo in quelle maniere di poeſie, mala chiaravi puo hauer luogo,o
ipervna maniera di parole ſole,cio è o per l’allungate , o per l'accor-.
ciate,o,vero per l’altre maniere meſcolate condebita miſura c0 pro
pri. Sarebbe anchoralda conſiderare ſe Ariflotele,qua ndo dice , che
[afauellaſìa non humile habbia parlato coſi priuandola ſolamente
.d’hu milta,-per non‘diterminare qua nço debba eſſere grandeo piccio—
-13 la magnificenza ha—uendoperauentura riguardo alle maniere delle
parole', equali vſare piu 6: meno -v na che-l'altra operano piu 8c me
no magnificenza. Adunque preſuppoſta quale debba eſſere la virtu,&
la ſoprana perfettione della fauella che ſi richiede alla poeſia pro
poflaci , che è chiarezza ſenza humilta inuefliga inquale , `o in quali
maniere de-ſopradettinOmi ſi poſſa trouare 8t la truoua conſideran
do la Vl'í‘" dl CÌRſCuna maniera ſeperatamente, 8: dicendo che non è
,ne propri,percioche quätunque habbia nochiarezza gra ndiſsima ,non
ſono ſenza humilta, ne nelle traslationi , ne nelle _lingue ,.percioche
Aquantunque fieno l’vne & l’altre ſer-za humilta non .hanno percio
chiarezza , a nzi oſcurita in tanto che le traslatio ni `poſſo nogenerare
l'enigmaòt le lingue il barbariſimo,mae` nein allungati,negli accor
ciati,& ne mutati,liq uali hanno chiarezza perche ſonoin parte ſimili
.a propri, 6t_ ſonoſenu humilta perche ſonozin parte diſsxmili a pro
pri. lite‘ da notare-cheè ſtato tralaſciato non ſolamente l'ornameni
.t0,ma anchora il fatto di nuouodayirtu dequali non è_ ſtata conſider
rata ſeperata mente _da Ariſtotele-,ma all’ 0r—na mento nominatamente,
,6t al fatto di nuouo tacitamentein compagnia delle lingue,ldelle tras
_lationi,& degli allungati,degli accorciati; 8c de mutati e ſtatOätinbuiv
to ſolamenteil mancamento dell'humilta. Dithe congedi coſa ml”
’ ſciita
260
ſciata in prime & brieui memorie di coſe ſatteín que Ro volumetto
r'puo trouare Ariſtotele alcuna ſcuſa* Adunque iſpropri hanno chia
rezza ſola,& l'altre maniere tutte di parole ſono ,enza humilra, delle
quali anchora alcune hanno chiarezza, 8: alcune non l’hanno. Per
che chi meſcolera con debita miſura ipropri,& l'altre maniere inſie
me ſarala ſa uella,che ſi cerca , hauente chiarezza ſenzahumilta. Siche
la predetta ſauella ſi truoua non pure ſeperata mente nella maniera'
degliaccorciati, o de mutati, ma anchora nel meſcolamento fatto ſe:
c9 ndo che ſi conuiene de propri,& di tutte le altre maniere, rap-;8m i’
oüp :gigi ma@ xvçr'op Zion-imp RME: Farhi. Poiche Ariſtotele contra pos
ne -zù &mix-l &I; ,xx/gu'… conuiene comprendere ſotto il nome di xvgt'ov
tutte le parole che ſono ,vſitate , famigliari 81 dimeſtiche d’vn popolo
quantun ue foſſero per ,origine d’altra natione,o-tr`aslationi,'0 orm
menri,o atte di nuouo” paſsionate,perci0chelÎvſanza, la ,famiglia
rita,& la dimeflidiezza lediſtinguono dalleforeſliere,& daquclle,che
hanno del ſoreflicro- Et ci debbiamo imaginare ſecódo che dice Ari:
florele nellairitorica, che ci auiene delle parole quello , che ci auiene
degli huomini,li quali ſi diuidono in due partijn quelli,che habitano
continuamente vn paeſe , 8c in quelli che _v’alberga no poco tempo,
quelli ſi ſogliono domandare paeſani 0 cittadini,& quelli ſoreſtieri, o
viandanti. De quali huomini i paeſani 0 cittadini per la ſamigliarita
non ſo no pu nto prezzati, ma i forei’cieri oyia ndanti *dall’altra parte
perla poca ſamigliarita non ſono molto conoſciuti da noi & per quel
la medeſima Poca ſamigliarita ſono non poco prezzari. ,Percioche lo
parole vſitate,& famigliarí,&_ che ſono di continuo ;inſu labocca del
popolo ci ſono co noſciutilsime, ma per queſtaſamigliarita & vſanza
ci paio no anzi da diſprezzare che nò, male parole che ſono traſpor
gate da altre lingue-,0 ſono traſportate dal ſuo ſig nificato , odalla lo
ro forma _in Parte , o ſono ,formate di nuo’uo per non eſſere fa
migliari, ne'piuivditejnquelſi nihcato,o in quella ,forma ,8t per
conſeguente ’pereſlëre o tore iere , 0 quaſi ſorelliere _non ci ſono
molto maniſeſte, ma per queſta poca ſamigliarita o'nouita ci paiono
riguardeuoli,8t daſtimare molto. Hora quantunq ue la ſ0 radetta ſi
militudine paia molto conueneuole,& ſicuramente pere a Ariſtotele
nomini turte la maniere delle parole trattine i propri mi: Emmi , non
dimeno a nie pare che nOn ſi conſaccia ſe non con alcune maniere
di parole , ël perauutura Parra _anchora ad altrui ſe fiandirittamente
riguardata. [ſoreſtieri ci ‘paionoiíguarcleuoli, &,dìſhmare molto
perche non gli habbíamo prima ve'du:i,ne gli conoſéçia mo 8t l’eſlkre
xx uo
"z . , ` . .
’m0 Forell‘iero &nuouo a noî`conſiflè nellrſcnnafl nell'appoſito”:
medeſimamente le parole Foreflicre che lingue ſono domandare ci
paiono riguardano li 6: daſtimar'molto perche non -le-habbiamo pri-
ma vdire., &Îl'eſſer ſuo ſorcſtiero 8t nuouoa nor conſrfle nella-form:
o nell’ apparenza,allc qualipoſſhno & deonoeſſere reputare ſimili le
formate di nuouo,l’antiche diſulateJ'allungntczl’accorciate, 8: le mu
Otate , & le compoſte preſentandoſi tutte quefleall'vdita noſtra con:
forma o con apparenza o del tuttoo in parte nuoua come altreſi
fannoquclle che veramente ſono foreſlierc. Male altre maniere,—` -
come ſono le traslationi Arifloteliche o le mie comparativa, traslati
ua,dubbía,peregri nata,inñngeuole,lmoderata ,Gt-parti menteuole non
hanno ſimilitudine niuna con lc parole-ſorelline, o con gli huomini
foreſtieri.a nzi fond-,ſimili a que cittadini del popolo de quali alcuno è
vſo a- fare vn mefiiero,& conoſciuco per artifiec di quel meflicro & al
euno altro e‘ vſo a farne piu,& è—conoſciuto per artifice di que piu#
auiene-clle l'artefice dell'vn mefiiero conſerua ndolo ne fa anchora
Vno altro, o- popoſto il ſuo vſita to ne fa vn’altro , &' l'artefice de
piu meſticri popofli gli altri ne ſa vn ſolo. Periochele parole-com
paratiue fanno il ſuo vlîtato meſhere ſignificando quello che lìgnilìa`
cano puramente,& ne fanno v-n altro ſignificando vn’alera coſa,& le.
traslate,lc peregrinate,le'nfingenoli , 8t le ſmoderatefl-leñpartimcnv
t'euoli pol'pongono ll proprio vſitato meaiero ,6t ne ſannov-n’altrm
ſignifica ndo vn' altra coſa 8t- le dubbieñ, che figmficano piu coſe , &-‘
parea no ſare piu meſu’eri ſiriſtringono ad Vn ligniſica to,& non fan
no ſe non Vno mcſtiero. Si che le parole,delle quali parla Ariſtoflele
eome di foreſticre , ſono o ſorelliere. , o d'apparenza ſoreſtiera , o
d'vfficio aggiunto , o dÎvfficio cambiato, o d’vft‘icio ſlſtrftlpo Hora.
quello, che dice Ariſlotele de propri raçisáfl ZÌ 3p :le i hrSp mele-:(4 Sum'…
?of 'amd 1nmvi`,ſi dee intenderein riſpetto dell'altre maniere di paro
le,& non per I‘e ſimplicemente- Perçiochede propri in comperatio
ned'altri propri , alcuni ſl potranno dire hauere nobilta , _8t alcuni,
vilta , concio ſia coſa che piu vili fieno i propri, ene vſa la fccda del
popolo,& piu nobili que propri, che vſano i ñpiu ho noreuoh cittadi
ni,liquali poſioiche lieno communi a tutto il popolo non dimeno
non coſi ſpeſſo [i ſentono nelle bocche delle nliperlone come ſi
fanno in quelle delle nobili, li come .dall'altra parte piu di rado li.
ſentono i propri vſati dal popolo nelleñbocche della nobilta- Senza.
ehe la- nobilta de propri ſi diſtingue dalla vilradc propri perle coſe
(giudicate.
.. . ñPflrcioclze.ſaranno
. _ reputati que propri nobili .‘jan'
liquîäñì,
‘ì 262.
_ſignificheranno coſe-nobili , aggradeuoli,& glorioſe‘ , & que ſaranno
reputati vili , liquali ſignificheranno coſe Vili,abomineu0li , 81 vergo
gnoſa-,6: oltre acio ha n no indicio, 8c per poco demoſtrationc d'eſſere
.vili que propri, che mai non ſono paſſati dalla bocca del , vulgo ,alle
ñſcrirture degne , ſi come dall'altra parte' hanno indicio ,a & per poco
dimoflrariOne d’eſſere nobili que propri, liq uali ſo no fiati adoperati
da gli ſcrittori d'autorita , 6c diëſÌdOfMZMÒMÌ i MmQaSle' mámnfi
ñMu. Se Arifloteie pone per e empío biaſimeuole la poeſia di Cleo
phome-.öz di Srlienelo dell-iſa nella vile e‘ di neceſsim che foſſero poe
.ti o tragici , o epopeici . o dirliirambici , .o-uli , a… quali conueniſſe’
fuggire l'humilca , altrimeniiſuori di tempo porrebbe la [Oro poeſu
;per eſſempio bialìmeuole di fauellavile ſe ſommo-fiati poeti comici,
.come ſtima no al-:uni;liquali,ſefurono poeti comic1,& cercaro per le
:parole proprie l'liumilta non ſono da riprendere-,ne da produrre per
-eſſcmpio biaſimeuole di ſauella vile. Ne-fi poſſono diritramente chia
"mare facir0ri di parole, ne la loro coſi latta-ſane"; fattura o :ra-'mr,
.non hauendo eſsi ſortigliatolo’ngegno informarla , ma preſala tale
dal popolo. ll che non auiene di coloro , che formano le traslatio ni,
-öt l'altre maniere contenute ſono la voce 'rl-p çtfllöf- Perche è, da
ñdire , che -ì minus, in quello luogo-ſignifica poeſia, & non formatio
ne o fattura di parole ſecondo che vogliono alcuni che ſignifichi.
*lumi '9" ai ZÈahAaívÎm-rò 'Mah-ii‘: iî @Ts Emi-”Ts ”main-Ogefle parole che
a la ſauella formata delle parole foreſterreggia mi .ſiamagnifica ſi dei):
no intendereperlo piu , &.non ſempre. Percioche non ſempre le
-trulatíoni ,-non ſempre le lingue, non ſempre le parole paſsionate
genera no mag nificenza,o dignira ,anzi le traslationi,che ve ”gono da
-partip da coſe vili , abonineuoli,& vergognoſefanno la-faucllazvile.
ll che ſanno altrcll le lmgue,quído ſeno vſate da perſona,che nó ſa:
prehbe riporre in luogo di quelle le parole ,noſtrali , diche poſſono
fare ſedei libri di molti ſcrittori de noflri tempi. Analiora le parole
paſsio nate ſciema no dig nina quido le paſsnói ſono ſimili alle paſsioni,
che introducono ne nomi in proſerëdogli le bocche de.vili,della._q ua.
le .coſa ſi puo vedere l’e'aépio ma niieſto nella nouella delprete di Var:
Jügo nel Decameron di GiOuíni Boccac. 5m’ iii-?is a’uc ä’aavîa 'rà m‘ha
;mai-i- lo ſono coflreteo a credere che qui habbia diletto di molte paro
- 1e.Percioclie haläëdo di ſopradeno Ariflnzcleflie la fauell:` dee eſſere
—;cliiara , 8t magnifici 8( che vna parle del .e parole è chiara ſenza ma.
nificën cio iouoi 5›ropri,ö~ v ”a parte e' mag mflca uo ſono le parole
. orcſtc reggiäcblçquñh p lamaggior parte ſono l`enzaeliurczza ſeguj
` '- Xxx A MD
nua che inſegnaſſe come fl poteua fatefllie quella parte delle parole,
cheè chiara ſenza,magnificenza ſia anchora magnifica, 5c che quella
parte che è magnifica ſia anchora chiara. ll quale inſegnamento è
diſettuoſo,concio ſia coſa clieſi doueſſe dite in' iimt Xi“ &ſm-'1a‘. ma
quantunque i propri habbiano biſogno di magnificenza ,8t le ſor-:fle
reggianti dichiarezza ſe alcuno non dimeno con debita miſura le
meſcolaſſe tutte inſieme -nì wii-?ni omini le ſara ſenza dubbio riuſcire
tali cio è chiare & magnifiche. Ma ſe vſera ſeperamente ciaſcuna ma:
i niera riuſcira l'idiotelimo,` l'enigma, il barbai'îſimox’l nouelleſimo,
Percioclie da propri riuſcira l’idiotefimo,dalletralslationi l'enigma,v
dalle lingueil barbariſimo,dalle formate di nuouoi n0uelleſim0 Ho
ra cliequi habbia vn ſimile difetto, delle' coſe che habbia mo ſupplire li
puo comprendere non ſolamente dall’ordine delle coſe,che ſenza le
predetteſarebbe imperfetto, ma anchora dalle parole che voléilo pur
noi che ſieno ſenza difetto non liänoflando coſi modo naturale del
la ſauella greca. Hora idioteſimo e‘ quella vilta della ſauella, la quale
procede dall'vſareleparole del commune popolo 8t in quella guiſa
che ſono vſate dal cómune popolo. Enigma èquella oſcurita diſm
te ndeuole della fauella , che naſce dal traſportamento del ſignificato
delle parole. Barbariſimo e‘ quella oſcurita diſintendeuoie della ſa
uella,la quale naſce dall’eſſere le parole di natione flra niera‘. None[
leſimo è quella oſcurita diſintendeuole della ſauella ,v la quale naſce
dall’eſſere nouellamente formate le parole- Manca adunque in que*
ito teſto lo’nſegnamento come ſi poſſa prouedere a propri di' magni
ficenza,& a forefiereggianti di chiarezza,& come li dOma ndi,& onde
proceda l'oſcurita dilintendeuole de fatti di nuouo,le quali coſe non
pare veriſimile,che ſieno ſtate tralaſciare da Arifl0tele,o qui, o altro‘
ne, accioche queſto trattato liaueſſe ſuo cöpimento. Appreſſo A riſto
tele ci dice,che le parole,le quali ha‘ino nobilta,laqu:ile naſce dall’oſcu
rita diſintendeuole alcu na volta non per ſe,ma per accidente cſi ven'
gOno vili,quído ſono vſatein quítitao in luogo ſconueneuole, per—
cioclie muouono gli vditori ariſo,lequali nóglt mouerebbono ſe non
foſſero vili diuenure nOn per ſe,ma per l’vſo ſciocco di chi le mette in
opera. Hora torniamo ad eſſaminare per Vtilita del poeta le coſe,che
dice Ariſtotele. Primiera mente dunque dice, o doueua dire che tutte
le ma niere delle parole meſcolate condebita miſura inſieme ſannola
ſauella cliiara,& magnifica. ll che io no n niego elſere,o potere eſſere
vero,ma dico bene che il ſapere queflo non reca alcun giaiamentoa
chi ha da poetare, ſe altro non ſi dice- Perci'oche non bafla a ſapere
per tare
262. c
per farev na' medicina valeuole alla cctale malatia,clieſaccia biſogno
del ſugo della cotalelierba, 81 della corale meſcolati inſiemecödebita
miſura, ma e‘ biſogno ſapere diſtintamëte ſe la debita miſura del ſugo
deli’vna 8t dell’altralierba debba eſſere vìguale,o diſuguale , 81 ſe dee
eſſerediſuguale in quíto la miſura del ſugo dell’vna lierba debba auan
zare o eſſere auízata dalla miſura delſugo dell’altra. Perclie nó baſta a
dire volendo ci Ariſtotele inſegnare alcuna coſa,chele maniere delle
parole dean no eſſere meſcolate inſieme, o vſarſi con miſura ſi come
dira poi,ma conuiene clie dica maniſeſtamëte 8: diſtintamente inſino
a qual termine ſiſtenda queſta miſura di ciaſcuna maniera, in riſpetto
di quelle , c0n le quali ſi dee meſcolare inſieme- Ma perche dice che
l'enigma ſi fa di traslationi , 8t l’idea dell’enlg ma dee contenere coſe -
contrarie c‘ da ſapere che enigma è oſcurita dilintendeuole di fauella,
la quale ſi di uide in due maniere per le cagio ni, che la producono,
l'vna per comrarieta de ſignüìcati l’altra per incertitudine d’elettio
ne di ſignificati- L’oſcurita che è per contrarieta de ſentimenti di
nuouo ſidiuide in due maniere,nell’t›na che domanderemo per con:
trarieta interna, 8t nell’altra , che domanderemo percentrarìeta ſo
reſtiera. (Ligello enigma è diſintendeuole per contrarieta interna
quando paiono le parole dire coſe contrarie traſe come in quellepa
role del Boccaccio. Meſſere ſe iddio m’liaueſſe dato marito, o non
nie l’haueſſe dato ſorſe mi ſarebbe agevole co voſtri ammaeflramen- .
ti d’entrare nel camino,&in quelle del Petrarca. Etnulla ſtringo 8t
tutto il mondo abbraccio. Ha uere , 8t nOn liabere marito, ſtringere
nulla,& abbracciare tutto il módo ſOno coſe contrarie tra ſe,& ſono
dentro dalle parole dell’enigma. Aiello enigma e` diſintendeuole
per contrarieta foreſtiera che pare ſignificare coſe, le quali conti-adi
cano non alle ſignificare dalle parole dell’enigma , ma alle coſe , che
ſono fuori , come egli è vna coſa , la quale quando naſce o muore è
maggiore che non è nel colmo della ſua vita , la maggioranza della
cola che è in ſu il maſcimento, e’n ſula morte& non in ſu il colmo
della vira, è contraria nOn a coſa detta nelle parole de l’enigma , ma
aglianimaji che naſcono minori , 8t perlo piu muoiono minori che
non ſono nell'era loro perfetta , liquali ſono coſe di fuori. Siche è
difficile coſa adimaginarſi,clie ſia l’Ombra. L’oſcurita per incertitu
dine d’elettione di ſignificati parimente ſi diuide in due maniere ,in
quella,clie èper inceriitudine d'elettione di ſignificato interno , &in
quella clic-è per incertudine d’elettione di ſignificato ſoreſtiero. lo
chiamo oſcurita o enigma per incertitudine d'elct tioneinterna quído
` È‘ x P‘ z let-role
t',— *

.:e parole dell'erìîgma poſſono vguaſmente ſignificare piu coſe, ne


oſsmmo compri-dere per elſe quale ſpetialmète ſig mfiſcliino come
-m quel verſo del Pen-arca- Notte-il carro fiellatoin giro mena , & in
quello famoſo riſpoſo. mido- YM‘: Put-Lt FMI'de Municipal-md”, ne
quali enigmi -ſiamonoi incerti quale de due ſentimenti ſi debba eleg—
,gere,o clieil carro ſtellato ſia menato—ingiro dalla notte,o che la nor
;te ſia menata in giro dal carroflellato , o clie Creſo paſſando Alt'
;fiume díſtrugga ran facolta ſue ,o d’altrui , percioche liwi , 8t gli
altri ſentimentiſëmo ragionevoli. Laondela Pithia par ando del ri—
-ſpoſo dato a meſsi di Creſo nel primo libro appreſſo Herodotodice
ache Creſo ſenza ragione ſi duole d'Apollo che gli liaueua predetto,
*che paſſando Ali,& mouendo guerra a Perſiani diſtrug crebbe gran
.ſacult‘amercioclie conueniua ſe voleua ſare vnaſicura eliberatione,
_che mandaſſe poi a domandare ſe la diſtrurtio nedoueſſe eſſere delle
›ſue gran Faculta , o di quelledi Ciro. Et chiamo oſcurita o enigma
.per incertitudine d'elettione .foi-eſtiera quando le parole della eni
gma non ſignificano ſe non vna coſa , & non dimeno -ci conuiene
'eleggere vn ſignificatod’vna altra coſa , che e` di Fuori , 6t non nell:
.parole dell’enigma,& non ſiamo ben certi quale ſi ſia. Etñq nella viti
ma maniera d’incertitudine d'elettio ne foreſtiera ſi ridim’de in tre
:nanierein quella, nella quale ſi traſporta il ſignificato ſpeciale al ge—
-nerale come in que verſi di Dante. Et ſe ſtati nó foſſero acqua d’Elſa,
'Li penſier va ni intorno alla tua mite, E‘l piacer loro v” Piraino al a
:gelſaflraſponädO il ſignificato ſpetiale del mado di ſare nerezza aue.
.nuto algello al generale,& pOní-do ſi ſimplicemente per modo di ſar
-nerezza ,& in quella, nella quale ſi traſporta il ſignificato generale
allo ſpetiale,& in quella,nel la quale ſi traſporta lo ſpeciale allo ſpetie
Ie,& dell’vnaflz dell’altra di quelle due maniere ſi vede l'eſſempio nel
l'enigma famoſo addOtto da Ariſtotele qui,& nella iitOricafl-J‘ça Toſap
”vgl xaüutàp in' Strip ”Marſa á’qu du) xo'Mos 85- (Ju-m:. mici, cio è, Vidi v no
liuomo con fuoco rame in liuomo incollante coli incollatamente
che il ſangue beueua- ll ſig nificato generale cheè n uomo e‘ traſporta:
to alloſpetiale che è barbiere,& trarne-,ditte` come ſig .uficato ge nei-_a
le è traſportato allaventoſa che e come ſignificato i‘pctiale, eſſendo
m me formato coſi,& lÎv no 81 l’altro ſig nifiCatoſpe-ial c‘ fuori delle
parole dell'euigma,& difficile a comprendere Apprelſo l: llSnfiCſitÙ
iper-ale delln'ncollare c‘ traſportato allo ſpetta e .dell'appiccare la
pentola nella carne liumana .meg na clieil proprio ci .nanclige'lclíev
' .N.13
- 16
«che è ſpetiaſe cſeHe bocche ‘degli’ aninſaliirîrieèue’re coſe liquide ,46.
trai'portato .il tirar che ſa la vëroſa i] ſa ngue,ehe è ſig nificato ſperi-11:
6c quefli due ſig nificati ſpetiali a quali ſono traſportati gli altri due
ſpecialffono fuori delle parole del] enigma. Et al preſente nö mi dlflëi’,
dero piu oltre nella materia dell'enigma parendomízche quello‘, che
n'ho detto,baſti per fare imëdere quello, che Vuole dire Ariſtotele.&
come ſorſe è ver-o che la ſopra na idea dell’cnigma è quella che cótie
ne dëcro da ſe-ia cótraricta, la uale non pare che v-i poſſa eſſere c5
tenuca>ſenza traſportatione di ig nificato,come in quello del Boccac
eio,Meſſere ſe iddio m'haueſſe dato mari to,0 non -me l’hauefle dato;
Marito c‘ traslato 81 proprio prima è malato 6( poflop perſona ſani-u
6c atta a reggere ſe &la moglie,& poi per marito ſi-mplicemente. Ma
quítunq ue queſta idea ſia la ſopra na nó c‘ per cio ſola,cio e‘ puo eſſere
enigma, ne] quale né (ia contrarie-ra, o impoſsibilira come habbiamo
moſtrato , 81 quädo AriſtÒtele dañl’eſſempio nell’enigma in ’a'lJ‘fa Th,
”ad ;ça-cà(- iz’ äníçi mais-v7.: , cel da in parole-,nelle quali non ſicontie-_
neco’ntran'eta alcuna-,oimpoſsibiliu- Et oltre a cio non pare che ſia
vero che ogni enigma ſia cöpoſto di traslationi, 6: ſpetialmëte quello
che ha ia' ncermudínedell'elettione interna, cöcio ſia coſa che la-'nl
'certitudine poſſa naſcere-o dalla varia diflinrione de punti,& dalla ſh
mihtudine de caſi in appare-:12a comequello. Norte il oarrofleſh
to in giro mena , o da mancamemo di parole come ,quì-t@- ZM
JNaCa‘z: 'am-‘Mu Nun-,urp xxîahiidl, cio è Creſo paſſando Ali diſtruggerl
v-u w-ua.fl-ñ «
gran ſlCUitl, alle quali parole manca,ſua. Perlo quale mancamen
toalm fia ſoſpeſo &dubbioſo ſe ſi debba intendere della facolta
di Creſo,odel ſuo nemico. Adunque pare che fipoſſa ſare eni»
gma ſenza traslarione ,8: che ii ſia fattoii predetto, non dimeno
ſi potrebbe anchora affermareche nel predetto enigma haueſſe tra”
latione, cioètralborcamemodal ſignificato enerale allo ſpeciale
dicendo coſi. Gran facolta e‘ come genere al afaculra diCreſo.&
alla facolta del ſuo nemico , lequali ſono come ſpecies( all’vm del
le quali ſi dee traſportare i] genere, 81 riſhingerfi, anche” che
non li ſappia a qualeſhffl‘aës ,if l'J‘iaÃÉvÎn ki ”baila-'fà ſizkxovîa While.
Ha detto Ariſiotele che dalle trasiarioni ſi genera l'enigma , 81 perche
alcuno pnteua dire che pure a nchoea da noinipropri ordinati in certa
maniera ſi puo generire l’enigma diceche qllo eniomaflleha quello, .
che deehauere l'enigma ſecòdo la perfetta idea 8: orma dell’enigma
non puo eſſere generato da nomipropri, ma cöuiene che ſia generato‘
dalla traslationeAduncì liiuëdofi riſpetto all'emigma ſop_ram.›-c11e:anv -
.. ì ~ pino-'
puo eſſere formato ſe non per Ia traslatione, bene s’è detto che l’eni
gma è generato dalla traslatione,quantun ue gli en’ mi men perfetti
[reno generati anchora da propri- Hera ?idea per em .degli enigmi
è the ſi congiungono inſieme in alcune parole coſe tra ſe contra!
(tanti in apparEZa,& impoſsibili.Et di ueſia maniera dÎenigmi Ariſto
tele non ha dato eſſempio niuno, è! a_ erma nominatamente ehe-eſſa
nó ſi puo ſare per ordine ö: per diſpoſitio ne di parole proprie quan
tunque_ ſe ne poſſa ſare alcuna altra dicëdo xiſà i?on rai‘- ;nità-m‘: edi-Ti:
‘If SX ainſi-BZ matita, ma non dice apertamente ~che per ordine,&di
ſpoſitione di parole proprie ſi poſſa fare alcuna altra maniera d’eni
gina quätu nque il preſupponga negando le ſolamente quella ſoprana
maniera,\ta’{à 1a:- HtTaçoçàci iválíxm. Perle pr0prie parole non _fi puo iare
ogni maniera d'enigmi,& perle traslationi ſi puofare non tolanéte
quevlll,ch_el1a ,coſe tra ſe contrarie in apparenzama qualunque altra
manifltóflome quella BFsz *J‘op ’nigi zum-ip in’ Zu'xçi ”Mim a, 61 coſi fatte
differenti da quella ſoprana. Hora non ſarebbe fiato male, cheAri—
flotele in queſto luogo ci haueſſe detto, le mai in alcun caſo ci e lici
eo vſare l’enigma,il quale pare che egli preſupponga chegeneralmëte
fia da ſuggire,come perauentura èllCÌIO'Vſai‘lO in profetie , in riſpoſi
diuini,in biaſimi di perſOne pote nti,in dottrine di ſecreti diuini , o dia'
ſcienze o d’arti, lequali inſegnate apertamente,poteſſon0 prima che
foſſerojinteſeflſſere abominate,& in coſe d’amori ſecreti, & perauen
tura in altro dicendo O`uintiliano , Hero allegoria qux eſt obſeurior,
:enigma dicitur Vitium meo quidem iudicio ſiquidem dicere dilucide,
virtus,quo tamen & Poeta: vtuntur , Dic quibus in terris,& eris mihi
magnus Apollo , Treis pateat coeli ſpatium non amplius vlnas‘f Ma
perche egli non ne parla ne noi ne ſaremo _piu parole. Seguita che ſ1
ragioni del barbariſimo il quale è prodotto dalle linguc,& c‘ da ſapere
prima cheſt dica altro, che Aulo Gellio , o Agellio nel libro quinto al
capo venteſimo delle notti attiche dice dinonhauere trouato an
chora queſta voce &cc-WWE: appo niuno nobile ſcrittore greco. Per
che biſogna dire o che egli non haueſîe letto queſto libretto d'Ariflo
tele,lì _come io credo che non haueſîep ſe l'haucua letto s’era dimen
dicato d’liauerui letta qucfla voce, o che egli intEde che non l’ha tro
uata in niun nobile ſcrittore in q uíto ſi cótra pone a Soleciſimo,diclie
egli ſauella in quel capo venteſimo. Concio ſia ,coſa che Ariflotele
quinon prenda barbariſimo-come prendono i grammatici che ſia vi
tio che ſicommetta in proſercndo,il qualecome dico ,_ſi contra-pone
,al vitio del ſoleciſimo,elie ſi commette in non ſeruare le regole dqlla
(imp ice
265
ſimplice gra mm ricami-*t lo prëde per quella diſintendeuoleoſ'curita,
che procede 'dalle lingue ſoreſtiere, ſi come etiëdio appreſſo Paolo ſi
pre nde fiáffiaf@ per diſinte ridente ſer caginne della lingua ſlra niera .
dicëdo egliíè‘u 3p mld-M -ráì .Ni-ch -nir @mis ?Gem 'ſeal ilde Mec-zo. Et
Wunlranodicédo che barbariſi mo ſi prende in piu modi riconoſce
alueli quello Ariſtorelico in queſte parole, Vnum gente quale ſit, ſi
_ quis dſm m vel Hiſpanum, latina orario ni nomen inſerat,vt ſerrum,
quo rotar 1‘*inciuntur,dici ſolet Canthus,quanquam eo ta nquam rece:
pto vtitur Perſius, Sicut Catullus Ploxonum circa Padum inuenit.&
in oratione Labieni,ſiueilla Cornelij Galli eſt,in Pollionem, Caſnar
aſſedator è Gallia duc‘ìum cſi, nam Maſtrugam quod Sardum ;ſkillu
de ns Cicero ex induſtria dixit. Adu nquç poiche Bait-ignari} è oſcurita `
diſi ntendeuole procedéte _da lle lingue ſtra niere , 6t le lingue ſtraniere
no nzſono tutte d'vn grad0,& d’v na vguale pocenza in oſcurare il ſi
gniſi-;ato della loro ſauella veggiamo di quante maniere di lingue ci
ſono, &’ quali fieno piu o meno diſientendeuoli , 8c per conſeguente
‘quante ſimple manieredebarberiſimi,acciocl1e poſsiamo ſapere quali
reno piu ,o menoda fuggire. Prima c‘ da ſapere che ci è la lingua
r ſtra niera naturale,& la lingua tira niera astificiale.ſ.a lingua ſtraniera
naturalec di due maniere,l’vna delle quali ha la ſuſtantia de vocaboli
diuerſadalla noſtrale , 6( lia-pari mente gliacciden'i diuerſi come ha.
ueua pogniamo l'liebrea ~ſimilediuerſita di ſuſlanzia ö( d'accidenti
verſo l—a greca,la qua lezhebtea non ſolamente liaueua le lettere che ſi
chiamano appo gli ,hebrei radicali & conſtituiſcono il corpo del vo:
cabolo,díuerſe da ,quelle del vocabolo della greca,ma haueua anchora
diuerſi iſìni,gliacccnti,i caſi,i ſeſsi,& ſimili accidenti. Hora da queſta,
lingua procede oſcurita diſintendeuole in ſoprano grado. L’altra
maniera della lingua flranietanaturale ha nOn molti vocaboli diſu
ſtanzia diuer ſa dalla ſufianzia devocaboli dell’altre.lingue,ma ha bene
gliaccidenti diuerſi,percioche perlo piu le lettere radicali ne vocaboli
dell’vna,& dell’ala-e lingue ſono quelle ſteſſe, ma gli accidenti ſono
diuerſi,ſi come auiene perlo piu ne vocaboli della lingua noſtra lta:
lianafla quale per cagione degliaccidenti,& non de cor i de vocaboli
ſi diuide in roma na,in toſcana,in romagniuolafinlom arda , 6t in ſi
mi“,öl ſi come aueniuagia ne vocaboli della lingua greca piu per ca
ione degliaccidenti , che per cagione delle lettere radisali de voca
li ſi ,diuile in attica,gionica,colica,& dnrica. Hora di nuouo queſta
lingua naturale ſtramera per accidenti d. vocaboli ſi diuide in due
maniere in quella che ha ſcrittori degni 8t commendati in ciaſcuna
` Yy y delle
delle ſue lingue come haueua la greca , nell'attica , nellagionica, nel
l’eolica, 8t nella dorica , dt in quella che non ha ſcrittori degni ne
commendati ſe non in vna ſola,come la lingua noſtra Italiana non
ha per ſcrittura approvata niuna ſe non c‘ dettata nella ſola toſcana.
Et di quefia lingua flraniera natUrale per accidenti di vocaboli non
Aiaſce molta oſcurita,percioche il corpo de vocaboliche è'ſimile nelle
lingue diuerſe è di grande aiuto ad intendere il ſig nificato che a’oſcu—
ra ſolamente per la diuerſita degli accidenti. lo non dico perche io do
mandi queſte lingue ſli-a niere naturali parendomi che ognuno il
poſſa comprendere nOn eſſendo per artificio dello ſcrittore diuenute
flra niere,come ſonoquellediclie hora parleremo , ma tali per ſe na
turalmente-*La lingua ſtraníera artificiale è di due maniere,l`vna delle
quali ſi puo domandare artificiale per ſignificato, 6t l'altra artificiale
performatione. L'artificiale per ſignificato è quando lo ſcrittore
prëde il ſig niſicato del vocabolo flraniero, & lo traſporta ad Vn vo—
eabolo ſuo natio,il quale non ha ueua coſi fatto ſignificato prima , 8t
perchein quella guiſafper artificio, &per induflria dello ſcrittore la
ſauella di Viene come oreſtiera ,io chiamo quella maniera di ſauella
lingua ſtraniera artificiale per ſignificato,& l’eſſempio ſi porebbe dare
in çiu'w vocabolo,c'he appo i greci ſignifica anchora eſſere bandito &
ſcacciato ,il quale ſignificato flraniero artificiale Virgilio attribui a
Fugio vocabolo latino quädo diſſe,Nos patriam fugi mus, & Virgilio
ſu ſeguito in cio da Horacio guido diſſe,Teucer Salaminaîpatrómq ue
Cumfugeret. Et queſta maniera produce oſcurita grandiſsima,& ſpe
cialmente quando i ſignificati traſportati ſono di lingue che ci ſono
lontane,& ſconoſciute. Ma l’attificiale per ſormatione è quando noi
fermiamo vna parola, che non liauauamo nella lingua noſtra a ſimi
litudine d'vna formata nella lingua fica niera come hauendo i greci
îwzès,&liauendo formato àvríraÎO, noi ſimilmente,che habbiamo [Prc
fermiamo a queſta ſimilitudine lpſiſsimus; LaBillie parola ſara ſtra.
niera per cagione della (tra niera,per laq ualc è ata formata. Et que.
lla maniera per ſormatione e` aſſai meno oſcura che non è l’artificialc
per ſignificato. Hora qua ndo ſi debba 8t poſſa vſa re ciaſcuna di quee
[le quattro maniere di lingue ſtra niere n’ho ragionato allungo nella
Ragione perche ſe naſsialcuneparole nella canzone Venite al'om
bra de gran gigli 'oro d'Annibal Caro,& perdo qui altro non dico
rimettendoil lettore al predetto luogo ſe voglia haucſſe d’intenderne
' [aim-Pi’ i‘ 3mle 715: miei”. Perche dalle traslationi rieſcono glieni—
gmí,& dalle lingue i barbariſimi,liquali enigmi , 8; barbarillmi gene
l ‘. ſalme me
266 -
talmente per ſe ſono biaſimeuoli , 8: ‘da ſchifare ſono fiati temperati,
G: ſi temperamo con le parole proprie , mln” , adunque ſignifica con
le parole proprie ”guai-danilo a F Map poco prima. detto-Si come
_adunque con l'acqua ſi doma la fumofim n0c iuadel Vino,cofi co pro
pri meſcolídogli con le lingue# con letraslationi fi rimuoue uel
lo che nffe itde dell'oſcurira dell'enigma,& del .barbariſimoflò i? oñpd
lama-tn mile-affil- àraevà‘i ci ”Uſl-,Ra Ripete quello,c.he haueua detta
di ſopra,che tutte .le altre maniere di parole ſono-ſenza idiOſeſimo, a
ſenza …mill-1.6: che le proprie han no clliareZZa ,per paſſare a parla
re di quelle,che han no chiare-123,8: ſono ſenza idiotelìmoJ-:qa ali ſoy
.no pure alcune di quelleflieha detto,che ſono ſenza idioteſi mo , cio
ſono le alfungare,l'aecorciate,& le mutate, .adduce ndone la ragione,
la quale:` che_ umili parole in parte ſono ſimili alle proprie,& in par
te ſono diliîimiîi, in parre ſano ſimili perche non ſonoin tutto cam:
biate,in parte ſono dilsimili perche ſono in parte Cabiate. ln quanto
adunä lonofimili alle propriehäno chiarezza,& in quite ſo no diſsi
mill tono lenza idloteſimo. Ma ſe quella ragio ne è buona cl ſaranno
anchora dell'altre maniere di parole,che hauri no chiaremfi ſari
no ſenzaidioteſimo come ſara" la ſeconda maniera dilingu.-. naturale
flraniera,perciochein vquíto ha i corpi de vocaboli che ſono fatti co
me ſono i natìi nofiräihaura chiarezza , 8: in qu‘a’to haura gliaccidëti
diuerſiſara ſenza idioteſimo- Similmëte la maniera del le parole come
poflepelle quali ſi ric0noſee la figura delle {implici , 6: percio hanno
chiarezza , `8: per la copoſitione ſi partono dall'vſata figura. Bi Percro
ſono lenza idioteſimQ-Medeſimaméze ſaranno di q uefla natura le pa
’;ſi‘B-'T
o
n role della lingua &raniera accidentale per formarione percioche in
e quäto ſeruanoalcuna parte della forma primiera häno chiarezza ö:
ln quíco ricevono ſormatione nuoua ſono ſenza idioteſimo. an in Èçz
_ .ósiíflg’ip 0|‘ Ernia-uffi: w *ratori-r@ ?flag nîs &rulli-Zu. Hauendo Ariſtotele .
r_ouato,che le rre maniere delle pax-oleallügate,acco: ciare,~ 8: mutate
" W"PWÉÎX Eſino chiarezzaſizlono lenza idioteſimo perſe-,cioé che [nino (illa ſom:
ma perfettio ne che poſſono hauere le parole ſoggiugne che attorto è
fiato ripreſo da alcu ni Homero,che l’habbia vſate , tra quali era Eu
cljde l'amico all'cg nido-la ragione della lororiprenſio ne, l aq uale era.
che ſe ſi cöcedcua qucſta _licentia d’vſate coſi fatte parole ſeguiuavvnl
[conue neuolezza gl'idc,C|0 e' che molto agcuoleſarebbe il verſpggia:
”,81 ſperiilméte u fare ll verſo eſſamerro pori-doſi per vigore di que
lla licentia tramutarc` il giambo in i"pondco.Alla quale ragione aper:
camente Ariſtotele nulla riſponde.” tacitamentedice. coli. Il poeta
’ a
` ' , ,Y Ayy a_ dee
. dee vſar quelle parole che facciano chiara la fauella , & ſenza humílta
ſenza hauer confideratione ad ageuolezza 0 a malageuole7za del far
verſi~ Adu nqáe Homero.che ha vſate ſimili parole,attort0 è biaſima:
to di cio quautunque l'ageuolezza del verſeggiarc ſia congiunta con
eſſe. Ma perauentura poteua riſpondere anchora,che non elicito in
differentemente d’allungare , d'accorciare, 8t di mutare Og ni' parola,
ma ſolamente alcune,& in certi caſi, [e quali ſottogiacciono a queſte
paſsioni,ma le altre nò,& che Homero s'è contenuto dentro da ter
mini preſcritti alle paſsioni ſenza vſctrne.`_`l’erche non ſara tanta l'a
geuolezza del verſeggiare quíta preſuppongono i riprenſori d’Ho
mero douerc eſſere anchora che ſi cóceda l’vſo di quelle parole , Ari
flotele adunque porta opinione che il poeta epopeo poſſa vſare
quelle maniere di parole che riprendeua Euclide l’antico in Home—
ro,per che fanno chiarezza 8t magnificenza , ma O`uintiliano noníſi
ſcoſtando in tutto da Euclide crede che ſi permettano al poeta per i
ſcemare la difficulta del verſeggiare ſcuſandonei poeti la doue Eucli
de ne biaſìmaua Homero quando dice , Meminerimus tamen non
per omnia poetas elſe oratori ſequendosmec libertate verborum, nec
Ilcentia figuraru m, tortimq ue illud ſtudiorum genus oſiëtationi com
paratum praeter id quod Petit voluptatem eám ue fingendo n0n faſſa
modo,ſed etiam quzdam ineredibiliaſſeótatur , patrocinio quoque ali
quo iuuari quod alligati ad certam pedum neceſsitatem non ſemper
propri'js vri poſsint , ſed depulſi à ”da vi'a neceſſario ad eloq uendi
quzdam díuerticula confugiant , nec mutare qua-dam modo verba.,
ſed exrendere, corriperc , conuertere , diuidere coga ntnr. Et queſta
puo eſſere vna altra riſpoſla che ſi poteua dare ad Euclide, irc-‘t J‘iaiué
aQPWÎÌÌU ì Min-Ad” lo ho dubitato ſe queſti, liqualt‘ riprendeuano Ho‘
mero per hauere vſata queſta maniera di parole foſſero grammaticip
~ poeti,percioche ſoleuano i poeti della comedia 8t ſpecialmente della ñ
mezza na beffarſi in palco de poeti tragici 8t epopeici , 8t maſsima—
mente d’Homero. Et la parola Vietnamita?” non Oſcuramente ci ſi.
gnifica che foſſero piu toſto poeti che grammatici , ma percheio non
odo ricordare Euclide l’antico per poeta cemico da mimo piu incli
no all’altra parte, 8t eſtimo che foſſero grammatici , 6x‘ di coloro che
tra orammatici ſono chiamati CſſtiCl’, n‘ns fia/la(- mnîp, ln' queſto luogo
mmp non ſignifica ſimplicemente-poetare ma ſi riſlrinoe il tuo ſigni
ficato al far Vet‘ſu ſolamente eſſendo traſportato il ſignificato dal
tutto alla parte. Adunque diceua no i riprenſ0ri d’Homero,il verſili
care,chc e‘ reputato dono chſÌAlC_dile per diffic ulta , diuerrebc vile
- eſſendo
267
eſſendo coſa ageuole a farli ſeſi eoncedeſl'e queſta licenzia. Laonde
Homero ha fatto male ad aprire queſta fineſtra, 22-7” Mad ixnlmp :9' I:
‘403: nu'im Tantum-'Gt ipìinij AiÈfl- cio e‘ ſe altri permettera intendi, U
ſai-Comino’cävùa colui, acuivengono fatti de piedi di' giambi nella ſa
uella d’allungare le ſillabe quanto eſſo ſacitore de piedi giambi vorra,
perverſo
al potere ſare diuenire
eliſiametro- il piede
Et per giambo
caginne ſpondeo
d’eſſempio , il polli
ſono qualedat‘ ricliieſto
predetti
riprenſori due verſi eſſametri , liquali hannoil giambo in luogo dello
ſpondeo , 6c percio ſono biaſimeuoli , la done ſe foſſe ſtata permeſſa
queſta licentia d’allungare quando tornaſſe bene ſi ſarebbono ace
uolmente fattilodeuoli , percioche l’autore d'eſsi , il quale non (iſa
chi ſia liaurebbe allungata la ſillaba brieue. ll primo verſo lia nella
ſconti-i ſedia il giambo im'pr Wap ”agaá‘cflveù M'ſov'ſa , e'l ſecondo
{ha nella ſeſta,oi’ix Zip ”Mau-Oi iui”. 72m Boçày. Adunque prima è da
apere che iaaComiI’d-uin queſto luOgo nOn ſignifica colui, che la verſi
giambici, ma colui, acui, facendo verſi cſſametri vengono fatti piedi
gipmbi qua ndo gli ſarebbe di mefiiere dipiedi ſpo ndei. Et appreſſo è
da porre mente che i verſi , liquali ſono polti' pereſſempio, ſono eſſa
metri,& non giámbici,& ſono interi,& non i ſ ezzati,& ammendat'
ñ a: non contaminatilít è anchora da notare c ie per ageuolezza d
ſare il verſó eſſametro non ſolamente ſarebbe di grandevtilita il p0
' tereper mutatione di ſillaba brieue in lunga ſare d'Vno giambo vno
ſpondeo, ma il potere per quella medeſima mutatione fare anchora
d’vn troclieo,o vero d’vno pirrliichio vno ſpondeo , diche Eficlide
6: glialtri riprenſori non parlano. Vltimamente è da conſiderare
i che verſi che Euclide produceua in mezzo per biaſimeuoli ſono
tolerabili ſenza altro cambiamento di giambi ini ſpondei ,de qua
lP il primo Cllñi‘la il giamb‘o non nell’eſtremita del Verſo ma dentro
ſi domanda Ada-ag@- , e’] ſecondo che l’ha in fine ſi domanda ”Jagg
0 veroitárçO-.De quali due inſieme con quello che ha il giamboin
principio parla Atlieneo nel libro decimoquarto de ſaui cenanti in.
ſieme,& moflra çlie de coſi fatti' verſi ſi truouano nelle poeſie d’Ho—`
mero , *iii i? {l’ip Wi’vtöai 7m! Móflmp 100'163 'tg-"7”; ”1970p- Hauendo Ari*
ſtotele riſpoſto a coloro che attorio mordeuano Homero , perche
vſaua quelle maniere di parole , le qualiegli ha ccmmendate ſopra
tutte torna a inoltrare come eſſe poſſono liauere vn difetto per acci
dente,il quale è parimente Commune a tutte le altre maniere delle
parole ,il quale non procede della maniera delle parole,m.i dalla val
niza di colui,clie le pirevſai-e a llutlio, 8t ricercarle. Si che èda dire,
~ Y 3' y 3 che
che le parole proprie hanno il ſuo vitio naturale, _che èl"idic`>teſiriii‘.t,`
6t le traslationi hanno il ſuo vitio naturale , che e' i'oſcurita doman
data enigma , 6t le lingue hanno il ſuovirio naturale che e l'a-ſcurira
domidata barbariſimo,& queſte medeſime ha no vn vitio acctdenrale
che è commune con l'allungate,con l’accor. iate,con le mutate., con
le formate di nuouo , & con l'ornamenio , che e` l'eſſere vſare ſenza
modo,il quale vitio ſi puo doma ndarelciocchezza poiche porge altrui
cagione diridere- Hora come habbiamoanchnra dettodi ſopra quello
che ſi dice qui di queſto vitio accidentale delle parole procedente dal
l'vſo ſmoderato poiche nó ſi dice come dObbia mo,o poſsiamo cono
ſcere qucſto ſm;.deramëto d'vſo non,_c'i iiſegna nulla, d E tipo-.iuàai
ara:. Non ſo perche alcuni vogliano rimuouere di queſto teſto ”ot
eſſendoci ſtato poſt-o da Ariſtoteleper dimoſtrate che ailliora il gi
tio ſi ſcopre e'l riſo ſi muoue quando ſi comincia in alcun modoa
riconoſcere clieil poeta ha vſata a ſtudio, `8t ricercata _queſta manieiì
di parole. 1t u'irg Kolvip aìmiſloîi ísl 'T #ifdsp. ll motto di Clecſholo
Li ”dio che ſu vno eſerte ſaui della grecia era ?giroc- Hire-p , il quale
’morto Ariſtotele vuole che ſia il rimedio da ceſſare l’eſſere beffati nbi
per vſare ſmoderamente ciaſcuna ma niera di parolefn‘: Zizzi-’110'- IGP -
“topico ‘mi *ri-8p in] Itòçtibo ivùèmívop ”Sp lunari-mp iis-rt .dirmi. S’è* detto
che l'vſare ciaſcuna maniera di parole ſmodcratamente ecoſa degna.
di riſo hora ſi dice cliel'vſarlc con odo fa riuſcire chſſi commen
dabili ſopra glialtr_i,& ,s‘vſa coſi fa a dimoſtrano ne dicendoſi che ſe
altri iimOueta le traslatio ni , ſe lingue, 6: ſimjii maniere di parole-,Ie
quali ſoſſero pÒſte neuerſì ſecond—o miſura , di in loroluogo riporta
nomi propri conoſcera quanto monti la miſura,ove_ro ſe riporta no
mi propri in luogo delle traslaiio nLdellelingue 6t delle ſimili manie
re di parole,lequali foſſero ſtate poſte ne verſi fuori lePIſUra,COnCÌO
ſia coſa ch; il paragone faccia Vedere piu chiaramean Ja differenza.
trail bene e'l male. Coſi adunque nelle preſenti parole ſi contenera
v na conſermationeo’dimoſtraiio ne delle coſe dette pi oſsimamente,
Gt coſi ſi crede che ſia per gliſpoſitori. lo non dimeno ſono d'altro
Parereá‘k giudicoclie qui non ſi contenga COltftl’maflODC , o dimo
ſtratione di coſa detta proſsimamente,ma che ci ſi parli del conuenes
uole che non proceda dalla miſura d’vſare ne troppo ne poco yna
maniera di parole,ſi come s'è parlato proſëimamente, ma che pzoce
da daltronde , & la ra ione ene m’induce ;giudicate coſi e cilieper
glieſſempi,che da Ari( otele ſi comprende manifeſtamente' 'che nun
parla del conaneuOIe precedente' da miſura,pçrciotl)e qual tropp?!
’ o qu
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268 ›
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oqual poco, oqual mezza no puo eſſere nel verſo giambico d’Eſcliiz
lo 8( d'Euripide non eſſendo vi altro clie Vna voce che 'in uello
d’Eſchilo è propria 8: in quel d’Euripide èlingua ’.ì Et ne verſi 'Ho
rnero ſono molte traslationi,& _niun proprio,& nondimeno non ſo
' no biaſimate , anzi ſono comme ndate, 8: pure doueuano eſſere biaſi:
mateſe ſi doueſſe riguardare alla miſura ,8t temperare co propri
Adunque Ariſtotelc non parla in queſto luogo di conueneuo edi
miſura , ma di conueneuole per altro riſpetto, 6: non inſegna per:
cio parlando di queſto conueneuole piu di quello che inſegnaſſe
quando parlo del conueneuole della miſura nOn dicendo in che coſa
conſiſta queſto ſuo nuouo &ça-5170p , 1t‘: 5 &gas-Jap mp , J‘mç'içfl :al di"
in?“ eccidi-‘do Meſſa. è vna pi'opoſiiione d’inſeonamento nuouo
intorno all’vſo delle parole oltre a due altri dati iſopra. L’vno de
quali era, che lelingue ,6t letraslationi ſì d0ueſſono temperare co
*afl#~w.~r-
rore
propri,l'altro,clieCiaſcuna maniera ſi doueſſe vſaremiſurata mente,
6t queſto e’il terzo che ſi debba conſervareil conueneuole, persioche
qneſto monta aſſai- La conueneuolezza precedente daltronde che
da miſura ſi conſidera,& ſi riconoſce ſpetialmcnte in due modi, nel
l'vno quando ſono poſti inomi d'vna maniera miſuratamëte,& con—
ueneuolmente pogniamo o traslationi , o lingue, 8t rimaniamo di
quelle traslationi, olingue à ripogniamo in luogo loro altre tras
lationi , 61 altre lingue meno conueneuoli , nell’altro modo quan
do rimouiamqle
atenëuolmente & traslationi o le lingue
in loro luogo poſte miſuratamente
ripogniamo ,8t com
ſii propri ,percioclie le
ſ ñ"“ `\ì&"—~raó’
parole conueneuoli ,8: le parole ſconueneuoli poſle in para one
ſv ne dell'altre ſi come contrarie auicinate ſcoprono piu la oro
conueneuolezza, 6t la loro ſconueneuolezza che non farebbono
per ſe ſole. Del primo modo non fida eſſempio, ma del ſecon
do ſi da eſſempio in vn verſo giambico d’Eſcliilo , 6: d'Euripide,
&ii-i alcuni verſi d’Homero. Hora perche Arifiotele parla della co n
ueneuolezza delle parole non mi ſeoflando da quello che egli ha in.
ſegnato dico primieramente clie la conueneuolezu ſi puo confide
”reín quanto Vna maniera di parole perſe naturalmente lia cliia-ì
a rezza ö: magnificenza inſieme, ö: poſcia ſi puo conſiderare in quan
(o alcuna maniera di parole è vſata con miſura , & la conueneuo
lezza delle parole ſi puo anchora c0rſiderare in quanto ſicon fa
iu ad vna maniera di poeſia che ad vna altra, ſi come di ſotto
fi dice che le lingue convengono piu all’epopea, 8( i nomicompo
[ki a ditliitambi, Et appreſſo la couueneuolezza delle parole ſi puo
'~. L " ' ' " " conſiderare
conſiderare in vna medeſima maniera di parole eſl'cndOui piu gradi
di parole in quella vna, l’Vn grado delle quali tal nora lara piu con.
ueneuole , 81 tal hora piu ſconueneuole che l'altro, della quale co n
ucneuolezza c’imaginiamo che Ariſtotele parli qui, Anchora ciè
vna altra eonuencnolezza , che ſi cónſidera inſormar bene alcune
ma nicre di parole come informare le traslationi , in ffirmar le parole
nuoue. Et vltimamenteuè Vna altra c0nueneuolezza che ”conſide
ra in no n prédere le rraslatio ni ſer mate da altrui ma conhſte in fc.;
marſeleil poeta dlſua induſtría. ueſte ſonoſci maniere di conne
neuolezza , delle quali Ariflorele parla in queſta particella ,iui F ha‘... .
Nonintende ſolamente de verſi heroici o eſſamerri, ma generalmète e
di tutti i vel‘ſi,ſiívù0uám(e P Sims-mir és 13 p'ngoç. Qaſi dica quantu nquei
nomi di ciaſcuna maniera fieno ſecondo miſura poſh' in V:rſi non
dimeno ſi dee anclrora liauere conſiderario ne ad altro percioche per .
altro anchora potrebbe no (lare bene & male , *.3: non dice il riſpetto
per loquale auegna queſto fiare bene & male ſe non che gli beffa.
dire che mura ndo grado di parole di quella medeſima maniera di pa
role conoſceremo queſto eſſere ver0,xà 70$? ini nÎs ;MJ-15513 Eni Faq-9|
gáfiflqîiſſli 'F Yung 541‘591 ”Jil-’axis 311115 *rà nigi-x Firmen:. Oltre acio ſe altri ri
porra i nomi propri in luogo delle lingue-,delle traslarium,& dell'al
:mandare s'auedra quanto monti la conueneuolezza, 8c ſia da prec ,
giareJaquale per leder te lingue,& traslarioni,&altre maniere ſi troua
ua_ ne verſr,della .q uale ſenza fallo ſen” quefloxiponimento altri coli
pienamente non ſi ſarebbe aueglutoñ Hora perleeoſe dette di ſopra è
coſa manifeſta che i nomi propri hanno chiarezza ſenza magnifi
cenza,& per conſeguente e‘ a nchora coſa maniſeſt,~,cl1ei nomi propri
ripoſti in luogo delle lingue 8c dell’slrre maniere non operera nno,
chela fauella, laquale ne verſi dee eſſere vmagnifica ſm tale. Perche
non ſaceua mefliere aproporre queſto caſo in mezzo,rlel quale niuno
poreua dubitare,ma conueni ua proporre vn caſo,nel quale la lingua
poſta in luogo della traslarione, o perlocomrario la traslatione poſta
in luogo della lingua faceſſe conoſcere queſta conueneuolezza na
ſcente piuda v na maniera di parole , che da Vnaltra in certi luoghi,
vicini 1”’: ;Mil-ns J‘i ”à in} *P ne’ſaçogesî.. Si dice perla lingua in numero
ſingolare forſe per l'cſſempio ſeguente dci verſo giambico , nel quale
è vna voce ſola 90”&13,Che egliappella lingua, 6: fi dice , per le trasla
tioni in numero del piu’ſorſe per l'eſſempio ſeguente de verſi d'Hon
mer0,ne quali ſono molte traslaríoni. Adunque per la lingua, &per
le traslatio ni altri conoſcera a pieno la cóuencuolezza, di cuiſrparh
- Et
269
Et è da porre mente ,che dice Minuti: M: -rì itu'çla Sala-Ta. cio ere altri
riporra nomi propri in luogo d’altre maniere di parole. ll che poi
s’eſſemplifica ne verſi d’Homero , à non dimeno da anchora vno
eſſempio nel verſo giambico ‘d'Eſchilo , nel quale Enripideripone
lingua in ;luogo tli proprio. Perche _conuiene dire che Ariſtotele ſe
haueſſe parlato pienamëte,eome doueua,haurebbe ”rimaſi-:Mil: M:
'là lil'qu ivíyaÎa,i'i 1G: ëör‘ſaffirsü *rd Bim.- Îá‘u inni “P Kvçſu‘v, o coſa ſi migliíte.
Îò ?xv-ò mtíófl@ **analog ;mx-im ai íuçim'llu. Hauëdo fatto quello medeſi
mo giambico Eſchilo,& Euripideft' Zak-9 ’510m icq-ume# hauëdo
Euripide vn nome ſolo in luogo JW] altro ripoſto 2411i xuçt’u &090'19
Hai-Jap , cio e` lingua in luogo di proprio vſitato auenne,che il verſo
d’ Eſchilo,che era coſi ſarto yqiá‘ma Haut-igm:: :Bri- ml‘is foſſeyile , e'l
verſo d’Euripide che era coſifatto anirl‘ava tutti…: ton-713 :iv-ſli: foſſe
nobile. Et quello eſſempio ſerue per lo caſo quando ſi rip0ngono no
mi conueneuolidell'altre maniere in luogo de nomi propri ſconue
neuoli. Et èda porre mente _che Ariſtotele domanda la traslatíone
roprio, percipche 'tdi'- èvoee traslata dagli animali , ehe hanno la
occa,& ſi cibano per quella,alla cancrena, che eòſuma la carne non
altra mente-che ſarebbe vno animale mangiandola. Ma è da ſapere
che non deono ſolamente eſſeFe reputati propri que nomi , liquali
Veramente ſono propri,ma anchora tutti que nomi dell'alrre manie
re,li`q uali ſono in commune vſo degli ſcrittori, à de quali non ſi puo
di moſtrare il primo facitOre 6t adopera tore. Perche ſapendo egli che
Vi'- nella ca ncrena era traslatione 8: volendola nomi nare proprio
per dimoſtrflre la .Vla per laquale ſoſſe diuenuto proprio v'aggiunſe
awaer cio e‘ vſitato,concio ſia coſa che i medi ci ſogliano domandare
ſimili malatie, ’i'm ;miu-uz. Appreſſo è da porre me nte che domanda
la traslatione alquanto ſmoderata lingua , percioclte noi-im non è
propriamente lingua non eſſendo voce ſtraniera o er corpo o per
accidenti, 0 per corpo Cc per accidenti inſiemep per ignificatop per
forma,ma ſolamente è domandata lingua per l’arditezza della tras
latione,laquale trap-aſi’adi molto la coſa ſig mſìcata, diche a nchora di
ſopra facemmo mentio ne. Laonde pare che ſimile traslatione non
debba eſſere meno ſtimata lingua , che la lingua laquale veramente e
li n ua eſſendo veramente ſirano modo di dire, che lacanerena fa vn
ſole-ne conuito della carne del mio piede. Et èda ſapere che ſan Fao:
lo ſorſe non meno arditamertte diſſe u‘ Air@— Wa,- ás rárſgma naſa) ‘igi
Et il parlar loro come cra’ncrena haura paſco attribuendo per trae-—
latione la paüura del beſtiame alla cancrenae Seguirano glieſſempl,
.z z z che
\

*che ſervono per dichiaratione del caſo qua rido i propri Fuori di con
ucneuolczu fi ripongOno in luogo dc traslaticonueneuolmemc al
legati. Et (1 producono tre verſi'd'Homc-ro ,doueſſono in effetto
quattro ”ul-[ioni tre da ſpetie a ſperic,o per proporriorxe,& vm dal
enerc alla ſpetie. Ma prima che ſl mDfll'ino le quanto traslatíoní è
ſapere che il verſo w1- J"- zr‘ íäp öAc'fls-i ”à 5mm”: vsü &anni; , il quale è
nel librai-81a dell’Odlſſca ſilcgge nel fine in u e modi cio c‘hai-'r co
lnshabbíamo ſcrict0,& ‘amis 84 ìdìs,dcllc quali letture rep uriamo ſo
hmëre buona iuris, percioche Bam-336( Bce-DEMO no propri 81 non tra::
[arioni. Ser-:a che-Link che ſignificaſpoſſato & dcbiìc non ſignifiche
rebbe coſa diuerſa da Zuril‘uvàs che per (l'aslatione ſignifica pure ſpoſ:
ſato & debil‘c. E ad'unque veriiimnle che' Poliphemo artribuìſcatre
qualita biaſimcuoli diuerſe ad Víiſſè che lrbaueua accecato poiche
l'haueua auinazzat0,cio èche ſoſſe picciolo, che ſoſiſſc dcbdc , 8( che
foſſe bruno. Hora la prima traslationc che è da ſperica ſpetie o per
roporticne è nella vorcä ^í7@,ìaqualc c‘ne] primo verſo wTu Nn’ ;Je
Aiflfl,& ”dia voceî »Blu-,clic C nel ſecondo verſo hifi-072 mimi-(0. U
quale facendo verſo Enel libro Y pur dell'Odrſſc-a. Perciodzc ha
uendo la quantita due ſperi: ſono ſcvna dzſcrcta,& l'altra centinua
o’è traſportato il ſignificato <1' 37“39— , 8t d'öm'flu che dimoſha pro
priamente qua nrim’dſh fera a ſignificare quantita continua ,di cui il
proprio tra mxfisſhl “imp. lv a ſc-;c cda n‘aslar'rone che è da ſpetie s
ſpetie-c‘ nella voce Bow-vir cſſcndo rraſpomro il ſuo ſignificato che
è proprio nella mercata mi: rea alla perſona dchile , concio ſia coſa
che ſc La roba vendemmia qua mio c‘rca PlOſ‘ſÌ-amenk‘ ſi dica Bow-à,
cio-1': di niunprczzo,& valuta,&ſc la per”. na è debile à ſana forze
per traslaiimn ſl dica Bau-uè:. La :e: za traslaliouc, laqualc è pure da
ſpetie aſpetie e' nella voce Mole-MMCÌJE c‘ nel renzo verſo ,il quale è nei
[doro ?ö dell'iliada eſſendo due ſpetie di ſare romore , l'\'na delle
coſe che hannoſcnſo che fi domanda ”Effiöl vm altra delle coſe in
ſenfate che ſi domanda xfóſap. Hora Ecäp c‘ ſtaxo traſportato dalle coſe
ſenſarea ſignificare il romorc che Far. no [c coſe in [enſure, cio c‘ i liti
dd mare-percoſ‘sitíall'oqda. 'ó'î J‘Înîr’îa’i Maxi” J‘lîzffi@ mnmîo Mg”
5:7‘ uom ”Wii-*loc: Zap! J“r’àxpal ”ÎJſinS Zaha‘. ;fw-7,11;”: &A5; ’l'20, L]

ull‘ſl &vlrima trasianonc che èdai genere alla ſpetie è nella voce
inci-ache è nel primo Verſo,& nella VOTO-à'ffllíhlep! dic è nel ſecondo,
le quali due voci deono cſſcre reputa tavm non la mo per lo ſjunifi'
cato che è vno medeſimo ſisnifiCando l’vna 8; l'alu‘a curpiesdinc
’moro per”: [nano vm medeſima Origin:. Adungue 30m‘: figai.
M

..—<—‘
L.

e ſica turpitudine del corpo, &Scania-@- turpitudine di ſedia per trasla-`


tione da genere _a ſpetie, concio ſia coſa che l'vna 8t l'altra voci
ſignifichiprqpriam'e nte ſconueneuole, o diſaueneuole, il che e ge
nere della turpitu dine del corpo humano , 8c della turpitudine della
ſedia. Perche ſe voleſsimo in certo modo ‘diffinire la turpjtucline
del corpo hu ma no potremmo ,dire efl'ère ſconueneuolezza o diſauea
neuoleZZa di membra,& di colore,& ſe voleſsimo in certo modo dif:
finire la turpitudine della ſedia potremmo dire eſſere ſconueneuo*
lezza o diſitueneuolezza di materia , di forma & d'artificio. Neci la(
ſciamo dare ad intendere che Homero diceſſe N970‘- îzaximp ſedia‘
ſco nue neug’le hauendo riſpetto alValore d'Vliſſe che foſſe degno
di ſedere in ſedia piu honoreuole,& piu ricca come pareche ci voglia
dare ad intendere Pietro Vittorio, percioche ſe coſi S'intendeſſe cio,
non ſarebbe ?enim-(i traslatione , ma proprio. 't'fl Jl‘r ìçaçgáP-s n33
rgaMJh-'ixîxnmfl‘e Euclide l‘antico -riprendeua Homero, che vſaſſo
le parole paſsionate ſi come habbiamo veduto di ſopra per quella
ragione, che ſe lì concede-[Te queſta liceñZa di quelle parole ſarebbe
troppo agevole coſa il verſeggiare. Ma Ariphrade anchora ri pren
deua i pmtitragiciphevſaſſero le parole ſcompigliatc,le parole poe
tiche , 6c le lingue per ucſta ragione, che non s'vſauano ne vicende
*añmaór`-.z
*—-’a:ru:s uoli ragionamenti, al a quale n'prenl’ione riſponde {iriſtotele che
i tragici vſano coſi eſatta maniera di parole , accioclielcíiifino la baſ
ſezza della popolare ſauella, laqual: cagione ſe Ariphrade haueſſe
ſaputa non haurebbe ripreſi di cio .i predetti pacti. .lora prima ſi'
puo dubitare ſe Ariplirade foſſe poeta‘o gra mmatico critico‘ſi come
lì poteua dubitare d’líuclide l'antico , ercioche come è ſtato det
to i comici ~volentieri per dilettareil popolo _col mal dire ſi beffa
uano de li epopei, 8t de tr ici , e'l verbo ehe vſa Ariſtotele qui
" ;e
vr
*“*.L;. ñ Stomia‘- ‘5a alcuno indicio che egli ſoſſe comico, ma perche non
.t'ha mentione niuna di iui , come di comico ſi pocra credere che
foſſe rammarico critiçoköl porremo :ammira ſimplicemente che egli
[i be aua nelle ſue ſcritture de 'poeti trae-ici ſenza metergltin ſaubta
a i n 'comecſia, Appreffo_ ſi puo dubitare da che habbia Ariſtotele pre
ſa _cagione ”funge qui la riprenſione ., che face-.ia Aripliraflea tra-i
gici delle pre_ erre parole,c0nzio ſia coſa che qua-illo pole diſo ra la~
ripiîenſione che ſaccua Euclide l'antico ad hunter-r) delle paro epaſ
ſionate n’haueſſe cagio ne haue rido ,egli pat lati: delle :lette parole , Cc
camentIatele, ma di queſte non ha fata mein-:zia nitma ñ‘O dico fieno
' ` ' ` - F a z- a (comp-girate,
ſcampi liate,& delle poetiche. Perche è da dire ſecondo ehe di ſopra
èflato äimoſttatoxhe la diſtintione delle parole, lequali per oſcuritl
ſi contrapongono alle chiare non fu fatta da Ariſtotele come ſi con*
neniua,ne ſu piena,ne perfetta hauendo egli tralaſciare non ſolamet”
te altre maniere di parole,ma le ſcompiglia te o diſordinate, & le poe
cicheJequali riconoſce qui per parole non proprie, alle quali non dl'
meno volendo dare la lode ſecondo il loro merito,perche qui ſi tra”
taua di commendare le parole ſecondo il loro merito ha voluto libe
rarle dalla'nſamia appoſta loro da Ariphrade,che non poreſſono ha
uer luogo ne parlari vicendeuoli delle tragedie. Hora Atiphrade
peraueutura veggendo che il verſo della tragedia era [la to mutato di
certametro in giambo come di ſopra ſi diſſe, 10’,” pag., :‘x fl'lç-u'uw
lai-:flop Mille , percioche era tra tutti i verſi piu accoſtantcſi al parlate
vicendeuoleÎEt che quelle parole-,lequzli ſono piu proſsime a quelle,
lcquali caggiono ne ragionamenti vicendeuoli ſono reputate piu
conuenire a verſi giambi ſecondo che poco appreſſo dice Ariſtotele
medeſimo in quelle parole, ì, 5 NÎI {paid-u .13 16 Il; eius-a Alby “nubi,
”Fra cigni iſa -T- Stupri-rap , {Gu al ?e Afro” U ”‘63 , 7;: *ri &unì-m 16 edge-9,1@
aſl-MIA rime, non ſenza cagione ſi beffaua de poeti tragici , 6t gli
riprendeua che vſaſſero le parole proprie ſcompigliandole in quella
gu'ſa nella quale niuno in parlando ſuole ſcompigliare come quando
dicono-Mato,- ’m,& ìxmio: ”ladri luogo di dire ſecondo il naturale,
I: vſitato ordine-,Earl »air-410,# mgl hour-5,6( che vſaſſero parole non
vſate da niuno in parlando in proſa comec'tlau , o quelle che ſono
particolari d'vna lingua come è 'lp, che appreſſo i dorieſi ſignifica
eſſo. Alla quale riprenſione riſponde Arifiotele che quelle parole di:
ſtruggono l’idioteſimo, & che eſſo Ariphradc non ſapeua cio. Nella
quale riſpoſta in vittu ſi comprendono due coſe, l'vna che ſimili pa
role fa nno la ſauella nobile,l’altra che i ragionamenti tragici deono
hauere la ſauella nobile. Hora io non ſocome s'auegga Ariſtotele che
Ariphrade ignoraſſe l'Vna di queſte coſe o amendue. Percioche egli
potrebbe riſpo ndere,&:lircoſt. lo cOnſeſſo che ſimili parole fan no la
fauella nobile, ma non ſono gia eſſe ſole chehabbiano queſta peten*
zadi nobilitare la ſauella. Anzicene ſono dell'altre aſlai- Vſiuo adun
que i tragici dell’altre che han no la predetta pere nZa 81 caggiono al*
:una fiata ne parlai-i vicendeuoli , fi coine ſono traslationt 8t orna
mento, lequali ſenza ſare mentiOne di queſte poco appreſſo aſſegna
loro ^r|ſt0tele altreſi,& laſcino d’vlate qucſte che non li ſentono mſi
nelle bocche de parlanti, Oltre atto ſe quelle parole, perche fanno L'
[Anello
ſi 2. l
fauella nobile ſi concedono a tragici perche non ſi concedono …7-
chora loro le altre,che hanno queſta virtu,come ſono le lingue , le
compoſte, le formate di nuouo, le paſsionate ‘ñ‘ Anchora ſe concede
remo che per nobilitare la fauella ſi poſſa tramutare l’ordine vſitato
delleparoleè da temere che non eruegniamo in iſeonueneuolezza.
Percioche porremo porre rtf# ii in principio del parlare ſotto co
lorata cagione di volere ſcniſare l’idioreſimo. Laonde era forſe da
riſpondere ad Ariphrade altramente, clic non fa Ariflotele , 8t prima
quanto alle parole ſcompigliate era da dire che ſi concede il tramu
lamento dell’ordine vſato in quelle parole ſole,perche hanno queſto
riuilegio anchora fuori di tragedia in parlando,& ſono tramuteuo
i conoiunte con alcune parole,a ſomiglianza della uale tramutatio
ne ſi a anchora queſta nuoua , 8t non vſitata per in ufiria del poeta,
come ſi dice ragionando famigliarmcnſe ”qſàu’& 3p ”Hyaſomíglia nza
del quale tramutamento dicono i tragici ana Aofldſvf & dan-’crop YU,
Gt :riçl ÈthM'mS & Amico: nigi. Siche non ſi puo dire che ſimile ſcam
iglia mento veramente non ſia vſato , ne perche s’vſi per nobilitare
fa fauella nelle tragedie ehe ſi poſſa concedere l’vſo di quelle parole
che ha nno vi ore di nobilitare , lequali nOn caggiono ne ragiona
menti,o che ipoſſa concedere l'ordine tramuteuole di quelle parole
lequali non ſi ſogliono tramutare. Poi quanto alle Parole poetiche
come e‘ tica era da dire, clic quantunque non s’vſaſſero ne ragiona
:nenti che allliora ſi teneuano s’vſaua no non di meno anticamente
o fimiliſpure neragionamenti lequali da primi poeti furono preſe , 8t
eſſendo iconſeruaie ne loro poemi,da quali i poetiſeguenti le hanno
preſe cOme vſate gia & c0nfateuoli auice ndeuoli ragionamenti ſi co
me hanno preſe anchora "f 8t ſimili vſate gia , 8: traſportate da altre
li ngue,come e‘ q ue (lo il(- da dorici,& poi tralaſciare, 'i'si 5 ai” fiò'ixo'so'
‘P rigide-op Wind-105 xídfitc. OLeſte parole poſſo no riceuere due ſen
li menti,l’v no è,che quantunque ſia gran coſa l'vſo diritto di ciaſcuna
delle predette maniere di parole, tralequali ſono anche le traslationi,
8( del quale vſo in fino a qui ſi ſonodati inſegnamenti, nOn dimeno
paragonato cOn la formarione delle traslationi è coſa picciola , pera
doctie in queſta fa mefliere di maggiore ſottilita d’ingegno che _non
-fa in quello. L’altrointelletto è, che quantunque ſia gran coſa l vſa
re co nue neuolmente ciaſcu na delle predette ma nie: e di parole , cio e
ſapere ſciegliere ciaſcuna maniera delle parole che torna bene , non
dimeno è coſa da ſtimar piu il ſapere ſciegliere la conueneuole trae
l‘tione percioche quefla non ſi puo pri-dere da gliele-*ima tonuie ne
, Z zz z che
i--'iñ '
*.

che lo ſcritture ſe la formi da ſe flefl'o per l'un ingegno. ll primo ſeni


timento in apparenza pare aſſai adattarſi alle parole , 81 crediamo
non dimeno cheil ſecondo ſia piu vero- Adu nque dice , 6t non ſem'
2a conſideratione che rd Mid-u l'vſare conueneuolmëte ciaſcuna ma*
niera delle predette altre parole è gran coſa , quaſi dica nell'altre ma**
niere non ſi ricerca altro che il co nueneuol'e vſo, & la gra nde27a
’della coſa conſilte nella conueneuolezza dell’vſo,& non nella ſor
matione, ma gra ndiſsima eoſa è 16 (nraçeçutſp’ iii-u , cioè l’eſſere trasla:
tioneuolc, R da tanto che ſappia formare la tr_a`slatione. Perdoclie
dolui,che vſa bene la traslatione non ſolamentcſa quello che fanno
glialtri iu Vſar le maniere delle altre parole , ma ſa anchora v na coſa
maggiore oltre acio, c‘he egli forma la traslatione. ll che nOn fanno
gli altri‘ , liq uali prendono le altre parole formate deglialtri. Hora è
molto bene da tenerſi a mente quello,che pare‘ preſuppone-re quì
Ariſtotele,cio è che le parole conipoſteJe ſoreffifl‘e 1 & ſimili ſi Pm"
dono _da altrui,poi_c.ìie antipone il traSladoneuole a coloro ; che vſa*
no le parole emma-.zie lingue & ſimili pure per quello che eglifa
la traslatione, 8t non la prende da altrui. Laonde~ leguitano alCung
' nomta,lequali potrebbonn generare marauiglia in altrui,ci0 èchîe nn
ſi potranno comporre nomi nlrre i compofli,neintrodurre ne noſh‘i
[critti parole ſorefliere oltre alie’ntrodOtte negliſcſifli deglialtrí- E'
dall’altra parte che non ſi petranno prendere lc traslatloni, form?
te vm volta da alcuno poeta. Ma perauentura le parole d'Aſlſtoke’
le ſono da intendere ſa namenteſecondo che ſi dira p0i.l~lora l’ex-[ſete`
Raro detto che ſeguita ci’ie non ſi potranno compnrre nomi oltiei
Compoſti mi torna a mente,clie Baſilio Za neo flimato POOH 3 "Oaſi
di non reo biaſimaua Marco Antonio Flaminio che haueſſe didue
non” Sylua. 8t Coma, ſattone vn doppio Syluicomus &datolo Pc"
aggiunto a Mons dicend ii che quella compoſitione no n era mai ſta— i
ta tacca `da niuno altrojE’lFlaminioſi diſemleua,& pare-ia alui non
ſolamente di non douere elTere biaſimato di quetto, mi di d .were In'
dictlTereſhflato poiche _liaueuaſeguita la via tenuta da gliaitri CO!
lodein ſimiie compoſitione, come’lì Vedein Auricomus. E'l ZMCU
rephcana che quello perauentura li ſarebbe potuto comportare nel
“mix’ cl“ ‘i‘ Îl-Îgua ,latini viueua cin è ſi parlaua , ma hora clieè '
mort:. direa non poſsiamo -tormare parole oltre alle formate . 5‘ P5"
conſeguente non ne poſsiamo comporre inſieme oltre alle compo
üe. il clic-il Flaminio negaua , & voleua che la lingua latina viurſſc
molto piu lioggidi,clie non haueua fatto a que tempi, neq uali liauídî
laſciato _algo-'into ſua purita li parlaua giudicando clie gli' liuo-_
Mill
ì 272
mini dc] noſtro ſecolo ſcríueun no piu puramëte che non fecero ij che
vrſſero dopo l'etad’A uguſto Ma perche qui incidentcmentt‘ s’è fatta
—`-—-ñ mentione dih'ngua m0rra,&’ dl h ngua viua è da ſapere che nei greci,
ne i latini non conobbero q uciìa differenza di lingcha quale cono
kiamo noi ltalianial preſente con tutte lc altre nationj del mondo
hautndola lin ua greca antica , & la latina antica ſolamente noi ne
libriflre nOn ſigparlano piu,& ſono mente quanto è alle bocche , 6: a]
l'vÎo dc popol!,& hauëdo le vulgari modern-:Je quali ſono viuc & ſi
ſentono ſopra lc h ”guc dc popoli. Et quíru nque lalingua viua hab
bi: moìti rm priuiícggchc non ha [a morrajiqualíhabbnmoraccohí
nellasriüta fat. a da noi-l primo lubro della voloar lingua di meſſcr Pie
tro [ZU-10,13 morta lingua nó dimeno non n' :a coſi pochi come creo ñ
dcua Baſllio Zäco,chc|n eſſa alcun poeta a nofirí di nó poteſſe con
giugnercdt e nomi in vno ſeruädo la norma gia vſitata in cögìugnere
due nomi in vno,ſi come dall'altra parte nó n'ha títí quis': ſi daua ad
intendere Marco Antonio che haveſſe in tito che altri a tìſta flagíóe
poteſſe ſcriuédo in tſſa pàſſare o parago nare gliantichí- Adumî quel
lo,chc potcua ſare vno ſcrittore antico figura ndo per ſua induſtria. le
parole vſitatc dal popolo,cìllo mcdcſimo [yo-.ra fa rc v no ſcritte! e mo
derno ingegnoſamëtc figurando le parole riceuute dalleſcrittureantio
che-Siche per cagione d’cſſcmpio ſe altri vitëdo la lingua latina porc
ua traſportare il ſig nificalo del nome ,ppt io da ſpetiea ſpent-,8t altri
ſimilznéflc al preſente il potra farcintì nomi Equal!“ ſono nelle ſcrituo
re,Et ſe ſi poteua gia comporre Aurü,& Coma# dire Auricomus ra
musfi potra altre-ſl hora co mporrc Sylua 8c Coma# dircSylu'comus
mo ns come diſſe RLA ntonio Flatníniqlì come mcdeſimamèrc potrei
comporre Turris,& Coma# dire Turrrcomj muriJ’u ciodzc non ci
è ragione che permetta,0 meta ſlmnl Lópoſnione dt: nomi ad v no ſcrit
tore piu nella Vit-Lena nella morte della lxngua latina. Adunque è ve
riſimiie che A! :Hotel: quando dice che: l’cſſm* :rashu'oneuole c‘ coſa
grandiſs‘ma pcrcioclxc [a traslatione non ſ1 prendr da altrivo líadí
rc coſi. La traslatione fi puo introdurre ne roflri ſcritti pqr ue vie,
o predendola gia formataoa aitrip formidCla ncifíi nuouo per no
flro ingegno. ht ha gran drffi-rcnu :rale predetcfvre. Percjoche ſq la
trasîacionc {introduce-:onu: gia for mata.& ſ1 prede da altri, nOn Vle
nc allo’ntroducitore altra lode che quella,che gli puo dan:: l'hauerh
vſam a tempo ſc vcro ſara the l'hat bu vſata a ten-po. Se s introduce
come di nuouo ton-mara d'mg'g no dello'ntrowcitore gliene viene
ridiſsima lode non 50h:: Exe y e. chcl’haſhbifl vſata a tëp0,ma anch o.
‘a perche {'133 form-ta fit nuouo dz' ſuo çapoJaqualç formati”: B::
- -’ 1
ll
(i puo ſare ſenza ſottile ſpecularione,& percio ſi dice n‘a 5 “Emy-rd m:
”mi-à‘. &Klequali parole riguardano non l’vſo , ina la formatione
delle traslationi. Ma Il’ntrodortio ne dell’altre ma mere di parole ne
noſtri ſcritti non ha quella differenza. Percioche oprenda altri vm
parola foreſtieraphe habbia vſata prima vn’altro poeta,o prëda nev
na altra che non habbia vſata prima vnaltro poeta nOn ſi vede che ſia
da cömendarc piu nello'ntrodurre ne ſuoi ſcritti per l'vna che per
l'altra eſſendo gli l’v na 8: l'altra preſta,ſenza molta conſiderationefi
come anchora per la'ntrodotrÌOne delle parole doppie o fieno prima
Rate fatte da altri, o non ſieno ſtate fatte,perci0che nó ſa meſtiere dl
grande ſpeculatiOne in farle-,non è da cómendare per poco ſe nè per
quello che appertiene ad vſarle a tempo,m’ny 7050 556 oiin ”aì’itMI 'mi
MQ“ îvç-rfasi, dnuîopîsì , 1d per} *iv pmçíçag *nl 3'”on àwçſid'y 75|. Anſtotele
parla imperfetramëre prima perche vuole chela traslatione ſola non
[i poſſa prëdere da altri con lode, percioche il formatore ſolo ne dee
bauere lalode per la Fatica ingeg noſa durata inconſlderare la ſimilitu
dinein diuerſe coſe, 8: non dimeno ueſto dec- haucr luogo non me
no nelle parole comperatiue,che nel e traslatiue- A nzi la traslatio
ne non ſi puo ſormare,ne ben formare ſe non ſi forma prima 6t bene
la com unione-,della quale non fa mentio ne ninna Ariſtotele, ne la
ricono ce per maniera di parole. Azipreſſo parla imperfertarnenre
PchIÎOChe preſu ppo ne,clie le traslationi dal genere alla ſpetie,o dalla
ſpetie al genere‘del le quali parlò di ſopra ſi poſſano Prendere da altri
poiche in loro non ſi conſidera la ſimilitudine in diuerſe_ coſe. Et qual
c'oſa ha ſimile il genere con la ſpetie-,o la ſpetie col genere per la qual
coſa ſimile l'vno ſi poſſa prëdere per l'altra, o l’altra per l'v no‘." Certo
non altra ſe non quella,che ha la parte col tutto,o il rutto ~con la par
te-Et non dimeno quelle traslationi da genere a ſpetie o da ſpetie a
genere non ſi poſſono formare ſenza ſpeculatione. Perche non ſi
dourebbono alrreli parere prendere da altri- Er accioclie piu ;bian
mëte s'intëda quello che dico.Tutto e‘ cÌllo che co nſiſte delle ſue parti,
di perclieci ſano di due maniere di tutto,parlädo al preſentedi quelle
maniere di tutto,che ci fa mefliere dico,cl1eci ealcun tutto,che è cóſtí
tuiro da Vna ſimilitudine dipiu parciJequali tra ſe hänoanchora diſsimi
litudine.& «ìſto tutto ſl domiîdage nere,& le ſue parti ſpetie, & ci èvn'
altro tutto c'neè Cófliruito di parti che ſono ſimili con altri tutti,& diſsi
mili,& cìſto tutto ſi domäda ſpetie, 8c le ſue partiin quíro ſono ſimili
aglialrri tutti ſi domídano giri”: in quíroſono diſsimjli ſi domidmo
differczc. (Luädo il tutto Che ſi domäda genere fi diuide nelle ſue pmi
~ demandate
. ² 3
demandate ſpetieſi forma vna maniera di parole,che fi puo doman
dare diuilione,& tanto viene a dire pogniamo bruto, quanto, peſce ~
beſtia,vc_ccllo,ne tra qucl'ti modi _di dir e ha altra differenza ſe nonclie
l'vno ti conſidera come vn tutt0,& nominali genere,& [altro ſi conlì
dcra come [iu parti 8c normnaſi diuiſronc. Et perche auiene alcuna
volta-,clic nell’vſare la _diuiſione _altri non pone ſe _non ‘vna ſpetie o
due tralaſciando le altre _ſi come fcceil Petrarca che diſſ'e Etlefere,&
gli vccelli il ſonno affrena non raccontando i peſci ,altrilza creduto
li come Ariſtotele,che la ſ etie,o aEune ſpetie'ſia poſtino fieno po
ſte in luogo del genere il c te non èvero al mio parere,ma la ſpengo i
le ſpetie lono poſte in luogo di ſpetie ſi come ſuonano le voci, con
difetto pero dcll’altrc‘,& quella maniera di parlare ſi puo domanda:
vre diuiſione imperfetta a differenza del racconto di tutte le ſpetie,clie
è la diuiſione perfetta. Ma quando il tutto che li domanda tutto ſpe
tiezſi diuide nelle partiſue che ſono generi 6c differenzefi forma vna
maniera chi-parole che ſi domanda diffinitione,& per ca ione d'eſlìm
pio tanto ignifica huomo quanto animale ragioneuo e,mortale,ne
diflerenza e ti a l’vna 8t l'altra maniera di dire ſe non che l'vna ſi
domanda ſpetie,& fi conſidera come vn tutto,& l'altra ſi domanda
diffinitione 8t ſi conſidera come parti,BI perche in contra alcuna vol
"Ila-ñ—vë ~ñ ta che altri comincia la diffinitflione & pone ſolamente la parte gene:
re ſenza porre le altre parti Ariſtotele lia creduto che il genere che è
vn tutto ſia pollo in luogo della ſpetie il che almio parere non ève
r0,ma il genere è pollo non come genere tutto.ma come genere par
te,cl:e è vna di quelle parti , che ſono ſimili ,ad altri tutti con difetto
delle parti che ſono diſsimilLEt a queſta guiſa imortalí,i viuenti , le
creature ſi dicono per la ſpetie degli huomini con la maniera delle
parole chiamata diffinitione ben che Impcrfetta, la quale per la'irnper
«—`-\ w`—.\-=,e fettione ſi potrebbe nominaremç-'çzam ouero deſcrittione. Adunque
Ariſtotele lia parlato imperfettamente ril‘tringendo la ſpeculatione
meritante lode informare parole ,& credendo conſiſtere ſolamente
nella formatione delle parole traslatiue proportioheuolipercioche
come liabbiamo moſtrato conſiſte ancliora nella formatione delle l
comperatiue,clelle diuiſiue perfette,dellediuiſiue imperfette,delle dif
finitiue perſette,delle diffi nitiue imperfette; _8t non pure conſiſte nel
le predette maniere come dico,rna conſiſte ancliora nella formatione
d’alcune altre maniereflome nelle parole Partimëtetoli na. ſcentí dal
le parti del tuttoçpriſrderato altramenteclie non llabbiamo Conſide
ratii tutti
_ i di ſopra ſſ`6t come nelle'
" parole’' {mods A
rate,&
a a a iufingeuoli*Fili
, le
quali nö híno la ſua debita perſ'ettione sëza ſottilita di pëſiero,&ſono
manieredi paroleche acquiſläo lode al forma tore auegna cliçAriſtote
le non le ricordi,ne paia che lericóoſca p maniere di parole 15‘- 5 inni
mi; TA a”: A‘… &aims-i &graffi-uit &I9ufa’llñOl6-N0n s’aſſegna ragione niüa
perche le parole compoſte conuengano piu al poeta dithirambico
che all’epo eo o al tragico. Ma per auentura ſi potrebbe dire chela
maniera de e parole compofle `contiene piu copia di ſentimenti, a:
ſignifica piu coſe inſieme ſotto vna voce, &percio conuiene piu al di.
thiräbieo che agli altri poeti,ſi come a quello che è ripieno piu di ſpi.
rito di dio,&hai concetti piu ſpeſsi,&piu alti nella mente da paleſare
che nen híino gli altri poeti. Diche ſorſe s’auide C0lUí,CllC ſcriſſe que
libri,li quali vn tëpo ſi ſono letti ſotto il nome di Dionigi l’Ariopagi
ta ,il quale volëdo dare ad intëdere d’hauere la mëte occupatada mol
titudine di concetti diuini non poſsibili a moſtrarſi in ſimplici parole
teſſe i predetti libri di parole compoſte &dithirambeſche ſcoſta ndoſi
in cio dalla ſimplicita,&dalla purita della fauella degli Apoſtolí,& de
ſuoi diſciepoli:H0ra ſe per quella cagione conuëgono le parole dop
pie o compoſle a dithiribici conuerríno anchora a riſpoſi diuini,&
alle prophetíe delle ſibille,& de propheti,&dell’altre perſone,che par
15.0 moſsi dallo ſpirito di dl0.uill"t MSF!” *mi: I‘çolxoit’flilëi m'le ”7! ſul
;Eng-ti ip 1075 tifoſi-'is &vr-mt Nidi”- rà tig-iulmMedeſimamëte non s’aſſe:
gna raìgione qui pche le lingue conuëgäo al verſo heroico,ma diſotto
pare c le ſi dica che gli ſi couëgóo pc ie gli ſi cóuiëe la magnificëza la
quale ragiöe ſe e‘vera pche nó ſi cöuëgöo coſi a verſigiíbici tragici,&a
dithiräbici aquali p ca ióedelle persóelequali parläo,&p cagionedelle
coſe,&delle persöe de equali ſi parla ſia Ee nö mëola gridezzachc a]
l’epopea,&ſe (Ìſtl due oemi tragico &dithiríbeſèo ſi ſono contëtati
ditìlle parole paeſane c ie ſanno grídezza pche né ſe nedoueua altreſi
contenta re l epopea. Hera i0 non credo che queſt’a ra ione di
magnificëza principalmöte habbia indotto Ariſtotele a dire c ie le [in:
gue connëgono al verſo her’oico,ma l’eſsëpio tl’Homero,il quale nel
verſo heroico vſò le lingue,&non hauëdo egli ardire di biaſimarlo di
cio,ſi diede nOn ſolamëte aſcuſarnelo , ma a conſtituire anchora vna
norma non lo conquanta ragione,che le lingue conueiiiſlèro al verſo
heroico,accioche Homero foſſe commëdato quaſi come conſeruato
re della predetta norma.Et ſe altri diceſſe cheHomero vſòtutte le lin
gue perciochc egli s’ando aggirädo per tutte le contrade della grecia
&fii in ciaſcüa peregrino &non dimorò in nitia täto,che poteſſe cſſe
re riconoſciuto alla ſauella per na tio,o almëo habita tore d’Vna com_
trada piu che d’vn'altra,&per conſeguëte che haueſſe àcquiſtata vm
confiiſione dilingue,laquale alui ſoſſe ,ppt-iaöcſamigliare coi” quale
²7
egli pax~laſſc,&componeſiè í ſuoi verſi,ſegli ríſponclerebbgclle queſta
folle ſtata vna coſa particolare inHomero,laquale ſe percio è da com
portare,&da nó biaſimare in lui,non dee eſſere Iodata negli altri,che
ibno nati,alleuati,&climorati in vn paeſe ſolo. Séza che colui,che Eri
, ue dee ſcriuere in lingua che s'vſi in vna contrada,Smon inquella,clie
s'vſi in niuna contrada ſeperata per niun popolo, come nOn s’vſa ln
confuſione di tutte le lingue in niüa regione ſepcrata per niíío popo
lo.Ma di nuouo ſemiſi diceſſe Homero ado erò tutte le lim-ue accio
che ſecondaſſe &accreſccſſe quella opiniöe,c ie portaua il vuîgo di lui
che. foſſe ſtaro genera toda vn dimonio,percioclie il ſapere,&ſapere v
ſare tutte le lingue ècoſa che è attribuita a dimoni,&a figliuoli di di:
monijcpercio ſorſe egli non &ce mai ricordo niíio del padre ſuo, ne
della patria,ne vſò vna lingua ſola per non moſtrare d'efière ſia to ge
neraro da huomo di quella lingua,dalquale egli l’haueſſe imparata‘,di
nuouo ſegli potrebbe rifinöderc checìſta pure flat: ſoſſe coſa ſpetialc
inlui,&che nó foſſe daacoómüare qua licézadellc lingue agli altripoeti
epopeiciJiquali nö ſono figliuolidel dimonio,Ancliora ſe altri midiceſ
{è che Homcro,& gli altri poëti epopei vsäo tutte le linguene loro
poemi,,pche sóo loro dettati dalle muſe,lequali sino tutte le lingue,&
acciochealtri ſi cófermiin tìſta credëza che fiëo_ loro dettatidalle muſe
le chiamíio inaiuto a có orrei loroverſx&con la varieta delle lin uè
dino a‘lcíioſègnale che iëo flatieſsauditijcliora ſi potrebberigpwde
recbc ſimile cüfiiſiöc ”.Unguedourebbe eſſere cócedura parimcte a di
thiräbici poeti,&alle ſibille & aproplieti che söo ripieni di ſpirito di
dio,clie ſa tuttelelingue accioclxecö quello ſi faceſse fedeche eſSi foſſo
no ripiëi dello ſpirito didioikſpecialmëte ſidourebbe c6_cedere a riſpo
ſi diuini,ma fi potrebbe riſpödere ícliora iu duittamëte che egliè ve
to ‘che le muſe sänotu tte le linguezma è 5c lora Vero che eſſe sano che `
l’vſare con vn .popolo tutte lclingue non è ,coſa dadio , neda huo;
’mo ragiöeuoleflada huomo indiſcreto o ſciocco,&che ;illo poema,il
qua‘lciàracópoſtodi
eatoì dalle maligne iltutte le linguedipur
coſipcio
ſartonöpoema
ſara creduto eflcredet
cöpoíitore ſaracredutoeílè
rc flatoaiutatoda l’orozPerclÎeWntíliano diceua [OHMHÌS quoq;~ ap
pellatur quçdam mixta ex varia ratione linguarum oratio,vt‘liatz ñ
ticis,dorica,ioníca , çolica etiam dida ,conſundas ,cui ſimile vitium.
eſt apudñnos ſi quis ſublimia- lxumilibus poetica vuliaribus miſceató
[ducale eſt monſhñ quale HDi-atius in prima parte li ride arte poca
cica-fingitHum-îio ca ir‘i ceruiccir; picth equinam lügereſi velinòccç
tera exdiuerſis nuturë-ſubijrindlora ſhnoconcedute aluerſo epopea
o alpoeta narratiuole lingue che che ſcne fiala çagione, o l’eſs’ëplo
ì i Agna z d H0 i_

(I
_‘d’Homei-op‘ il volere magnificare il verſo, o il Pat- conoſcere chei
,poeta ſia andato attorno per diuerſe contra-.le , o far credere che il
.verſo ſia dettato delle muſe,& in tanto ſono concedute,che alcuni lii
.fior~ici,li quali non ſi ſono molli-ati ſchifi di traponerle nelle loro
hiſtoric per la ſimiglianza che hanno gl'hiſtorici con gli epopeinotl
_vengono biaſiman fi come Herodoro è ſcuſatn da Hermogene nel:
l’idea della dolceua , che llabbia vſata ſimile maniera di lingue con
dl’eſſempio d'Homero ,8t d'HeſiodoEt ragionando Dionigi Halicar
naſſeo dell'iclioma cli ’l’hucitlitle dice che egli vlò queſta maniera di
ñpai-ole per auanzare la’mpreſa ilell’liiſtm-ia ,nel quale vſo non ſu pa:
~ ri a lui Pliiliſto.Wiſ1p0trebbe domandare ſe queſta medeſima con:
ceſsione di lingue che non ènegata a poeti greci epopei,ſi debba ac:
communare a poeti epopei della lingua latina , 8c vulgare, &ſpetial;
mente ,ſe Dante,che nella ſua comedia ,la quale e` poema epopeico,
ha vſati tutti gl’idiOni d’ltaliaſia da lodare,o da biaſimare,o da ſcuſa:
re.Ma perche aſſai al lungo ho ſauella to dicio nella Ragioned’alcune
coſe ſegnate nella canzone d’Annibal Caro rimettendoni a quello,che
la s'c‘ detto qui altro non dicolçi ÌTOTS*ſal.tBáolS «Le -iòi'fl aims-i alè-p m
uäB-i 1451.; &wifi-i "Se. :WLAN-’cl Bce. Se vogliamo ſare l’affegnamento
delle maniere delle parole conueneuolmente alle tre manierede poe
ti dichirambici,epopeici,& tragici dobbiamo conſiderare quale ma:
.ni-:ra di parole vſi quella maniera di perſona la quale è rappreſentata
da ciaſcuna di queſte ſpecie di poeti,& dobbiano pei-lo piu vſare quel:
le,accioche qUanto alle parole in certo modo la perſona rappreſen:
tata,& la perſona rappreſentante fieno riconoſciute caminare per v:
na ſtrada Se coloro adunque che ſono ripieni di ſpirito di dio perla
moltitudine 8: grandezza de concetti non gli poſſono ma niſeſtare
con parole ſimplici &ſono coſtretti per ſare cio a congiugner .piu
parole inſieme,8c a raddoppiarle,& a componerle,i poeti ſecero ot:
timamente ne loro dithirambi,li quali rappreſentauano ſimile manie
ra di perſone quando vſarono le parole compot’chedeſtm-amente
i poeti narratiui.o epopei non ſecero malead vſar le lingue. Se egli è
vero,che vn rappOi-tatore di nouelle & vnraccOntatore dl coſe aue:
. nute,veramente vſi in raccontare le lingue. Perci oche il p 0eta epo
peo quanto è alla ſua perſona rappreſenta la perſona del ſdPPOZ‘fa:
tore,& del raccontatorc ma ſe non è vero,che il rapportatore-,e'lrac
conta toreſarto
habbiano vfi lemale
ljngue,non ſara Hora
vſandole. vero anchora checolaoro
perche di i oetiche
epopei non
parlano

alcuni ſon0.paſ-sionati,come paſsionau' ſenecòloro


._e...….…_“. … . che ſono incro
dotti
l ñ
²7
dotti a fauellare nelle tragedie fi come coloro,acui appereengono i:
coſt-,di cui ſauellano.& non paſsionati ſono i poeti epopei racconx
tanti lecoſe altrui,a quali non appertengono le cole-,di cur ſauellano,
le traslationi piu conue ngono acoloro che ſono paſsionati, ſi come
le comperationi piu conuengono a colero , che non ſono paſsio:
natilitla ragione dicio è euiclcnte. Perciochci paſsiona ti che ſono
occupati da amore,da odio,da ſdegno,& da ſimili turbatioui di men
-te volendo fare vedere il loro concetto con alcuna ſimilitudine non
.arendo loro che le parole proprie ballino a ſeopirlo tutto, non
ianno per le paſsioni che gli ſtimolano tanto agio che poſſano di: .
ſtendere la comperatioue ma l’accorciano 9 8c accorciandola ne rie.
ſce la trasla tione,& quindi perauentura Ariſtotele dice che auerſi gi:
ambici,co quali ragi0nano le perſone tragica paſsionate ſi conuen:
.gano le traslationi,le quali ſimilmente ne veri vicendeuoli ragiona.—
menti in proſa ſi veggono auenire naturalmente perla predetta ra:
gione la doue il pOeta,che non è paſsionato , ſe s’auiene anarratione
di coſa per maniſeſtamento pieno della quale giudichi non baſtare le
paroleproprie ric0rre alle comperatiom , 8c le diſtende ſenza eſſere
punto impedito da ſolicitudine niuna di mëte per intereſſe-,che u’hab
ia.|..aonde Homero che per auentura s’auidc di cio per mollrarfi '
narratore nOn paſsionato vſò non ſolamente molte comperatíoni
ma le rallargo anchora.lVla perche i poeti epopeici vfino ſpeſſo ,le
comperati0ni,ei buoni hiltorici non mai con tutto che gliuni 8t gli
altri ſtcno raccOntatori di coſe auenute o poſsibili ad auenire laſcio
che lo ſpeculatiuo lettore perſe ne cerchi. :uit iw'du@ . lo diſsi di ſopra
che io non mi poteua imaginare quale maniera di parole perla voce
alcu@— voleſſe intendere Ariſtotelemc qui dico altramente, ma perche
alcuni vogliono,come è ſtato detto , che egli iutenda’ degli aggiunti
non laſciero di fare alcune poche parole per dichiarare la natura del*
raggiunto che per auen tura non è pienamente manifflta ad ognuno."
A unque aggiunto nome , che l grect chiammo {mau-op e _ vm
maniera di parole ſuperſlue o almeno non neccſsarcha qual manie
ra nonèin effetto altro chela diuiſione perfetta, , oimrerſetta o la .
diffinitionc perſettao imperfetta,o altra maniera di pat ole partimë:
teu oli,<lelle quali di ſopra habbiamo parlato ſtrettamente ,ma nell'cſ
faminanone delle coſe ſcritte nel quarto libro a Caio H'erennio piena
mente.Egh èvero che l’aggiunto è differente da quelle maniere di
arole in vnl coſa,<he doue le parole diuiſiue peäſettc o imperfetto
{i pongono ſenza il ſuo genere, 6: le dtilirutiue per ett.-,o lmPerſetl‘c
Aaaa z o ſiponz_
F.
l.
' . i
fl pongono sëza la ſua ſpetie,&le partimíteuoli perfette o imperfet
te sí'za il ſuo tutto male diuiſiue in luogodel genere,&lediffinitiuein
luogo della ſpetie.&le partimëteuoli in luogo del tutt0,l'aggiüt`0 non
ſi pone mai séza il ſuo enere,o la ſua ſpetie,o il ſuo tutto,& pcio ſ0:
no come ſpetie di paro e ſeguaci,che meritamëte ſi chiamío aggiunti,
&ſuperfluc o alrnëo non neceſſarie non ſignificädo piu leparti natu
ralmëte che il tutto.Et perche cia ſcíia delle predette maniere di' paro
le ſi puodiuidere in—quattro maniere l’aggiüto al treſi ſi puo diuide”
in quattro,cio è in aggit'ito perpetuo,it_i aggiüto tëporalqina iuuto
operñrc,&in aggiütoièioperato.Aggi u to perpetuo è quello c ie ſigni
fica alcüa parte che è perpetuamëte nel ſuo tutto come. Setigeri‘ſues
percioche le ſete ſono perpetuamente nel porco. Aggiunto
temporale è quello che ſignifica alcuna parte , che non è per
etuamcnte ne ſuo tutto come Giouatie baldanzoſa , perdo:
che la baldiza non è? perpetua parte, in‘ iouanc ma è in alcu: -
na 8t alcuna volta. Aggiüto aperire èquel o che ſi nifica quellapar
te deltutto,laquale poſta pare dare aiuto aquello dic ie ſi fauellacome
pat-lädo Virgilio di virtu che haucſſe alzati alcüi liuomini infino alla
ſpera del fuoco lediede per aggiütoArdëte percioche natura e‘dell’ar
dore delfuoco di ſalire, &di ſalire al luogodoue è ll'ſito del ſuo elemt':
w,&percio diſſc.Pauci quos çquus amauit lupiter, aut ardés euexit
adçthera virtus.A iüto ſcioperato è quello che ſi nifica quella pai
te del tutto,la qua e poſta non da aiuto nit'io aque o diche ſi fauella
comeHoratio pai-lädo a Mecenate,& hauëtlo poſto Macçnas cio è il
tutto aggiugne aggiüti ſcioperati Atauis edite regibus,0 &pr-çſidiíidc
dulcedecus meíliquali non porgono aiuto niüo alle coſe,diche ſi ra
giona &tali ſono quelli d’Homc ro Moſhi! &xmiv‘s,& minimi-@dit
ragionädoſi d’Achille occupato in altra' attione che di correre, 8t di
Gioue occupato in altra attione che di ragunare nuuoli. Hora è da
porremëte che auiëe alcüa volta che quelle medeſime parole potran:
no dſere aggiíiti o vero diniſione perfetta o imperfetta odiffinitione
perfetta o imperfetta o parole partimçÎ-teuoli perfette,o impedì-tte,
&Cio auerra ſpetialmëre quätlo liauräno il viccn0me in compagnia.
Percioclie ſe il viccnome conſtituiſce conoſcëza di coſa non prima
cOnoſciuta ſono vna delle predette maniere di parole diuiſiue,diffi`ni:
tiue,&partimëteuoli,ma ſe il vicenome iinuoua la memoria dellacoſa
conoſciuta o pei-lo nome prima poſto,ola dimoſti‘íoperla preſenza
ſono aggiunti come dicendo Virgilio. Iſle ego qui quonilam gi-acili
modulatus aueiia`Carmenl&`egi-eſſus ſyluis vicina coegi Vt quanuis
auido parorcnt arua colonoGi-atum opus agricolis. Perche a que
ſtè parole è antipoſto il viccnome confli‘tutiuo di conoſcenza dipert
D
l

' , 276
ſona non prima ccnoſcíuta per parole paſſate , ne preſential.
mente non ſono aggiunti , ma vn’ altra maniera delle predette
parole. Simili ſono quelle parole del Petrarca nelle quali vſa i]
vicenomc ſecondo. Glonoſa colonna , in cui s'appo oia Noſlra
ſperanza, e’l gran nome latino,Ch’anclior non torſe da dritto ca:
mino L’ira di Gioue per ventoſa pioggia. Ma tanto ben ſol tronchi,
8t ſai' imperfetto Tu.Et ſimili ſono quelle pure del Petrarca , nelle
quali vſa il terzo vicenome. O`uel che’n Theſlàglia liebbe le man fi
pronte a farla del ciuil ſangue vermiglia.Ma ſe perauentura ſoſſe pre
ſente Virgilio che diceſſe ille ego qui quOndam &c.o foſſe preſente il
cardinale colonna, a cui il Petrarca diiizzandogliil parlare diceſſe
Glorioſa colonna &c. o foſſe preſente Ceſare , del quale il Petrarca
additandolo diceſſe (Del che’n Theſſaglia &ef-oi che i predetti vice
nomi non conflituirebbono conoſcenza di perſone prima ſconoſciu
te,c0nucrrebbe,che queſte parole foſſero aggiunti , li quali aggiunti
non ci ſOnO preſentati ſolamëte ſorto la forma de nomi adietti'uí,ma ñ."
(le ſoſtantiui anchora col verbo come ſi puo vedere in alcuni degli
eſſempi ſoprap oſtiEgli e‘ vero,che gliaggiunti,clii,` conſiſtono in vna
parola ſola ſi ſo liono vſare in diucrſi m0di,&ſpetialmcnteinquattro
nell’vno de quali s’vſa come adiettiuo,& in queſto mododiuerſamen
te percioche ſi puo dire pogniamo Carlo magn0,& ſi puo dire con
l’articolo antipoſto all’adiettiuo Carlo il magno, à ſi puo dire anti,
ponendo l’adiettiuo articolato alſuſtantiuo ll ma no Carlo , 6c ſi
puo dire antiponendo l’adiettiuo articola to al ſu antiuo poſto in
ſecondo caſo comell cnttiuello di Calandri'no. Et queſta vltima ma:
niera di‘ dire pare noſtra propria volgare. Nel ſecondo modo l’aggi*:
unto d’adiettiuo ſi trasforma in ſuſtantiuo, e’l ſuſtantiuo Principalev
ſi pone in ſeCOndo caſov come di Dio benigno , ſi dice Ia beni:
gnita di dio , Gr di Re alto ſi dice Altezza di' re,& cofiìdice Home:
ro iii-9- ’emilio-”Nel terzo modo l’aggiunto ſi trasforma pure l’ad:
icſirtiuo in ſuſhntiuo e’l ſuſtantiuo principale in adiettiuo.come didio
benigno ſi dice Diuina benignita,di realto,reale altezza,&coſi diſſe
Homero piu iiçmnu'u per Hercole sſorzatore,Nel quarto modo l’aggi.
un to ſi trasforma in ſuſtantiuo &ſi pone in ſecondo caſo comedi pa.
drc celeſte ſi dice padre del cielo,&di donna virtuoſa ſi dice donnadí
virtu. Et queſto quarto modo pare eſſere piu proprio della lingua he
brca che dell’altre linguemçl pih veyëi‘iu ”li -nîs'u '(99) ”yi-Jap ,tſunami
7,@ .7qu ſicula' magma-.Pare che queſte parole preſuppongñoclzedriſto
tele habbia parlatodella tragedia,&della comeclia poiche ſidice che le
coſedette intoriÎOaUa tragedfiflalla raſſorr-iàliîz: clicconſiiie matto
c1 wono
Î \‘ *
deono baflarePercîocÎÎe quanhmqne la tragedia fia raſsomiglíam
che fi .rappreſenti in atto non dimeno non e ſola,conci0ſla coſa che
la comedia ſia medeſimarnente raffomíglranza che fi rappreſenta in
atto,ſi che parep che habbia parlato deda comedia , o voglia che 1c
coſe dette della tragedia fieno communi alla comedia,& s'mrendano
eflì—re detto non meno perla comedia che per la tragedia , & forſe
c0n queſte poche parole intende d'approuare quella opinione diPla
tone,che e‘ nel fiue del conuito detta ſotto la perſona di Socrate,
che ma ſola medeſima arte c‘ commune al comporre la tragedia”: al
comporre la comedrada qual coſa poi rallargò in piu parole ſ1 come
dobbiamo credere ne libri dell’ empreſa dell’arte poetica , oucro
dobbiamo dire che queſto brieue ”accoglimento fatto qui per paſſaá
rea ragionare dell'epopea non riguarda le coſe dette nelle due parti
printipali della tragedia,ma riguarda lecoſe dette in queſta terza pax
ce ſolamente-,nella quale ſl tratta della tragedia come fi poſſa con du;- -
:e in palco,!a doue nell’altra ſl trattaua come ſi trou0,& come
hcbbe accreſcimenti,& ſimili coſe,& per-cio hauendo det:
to,fl:i ns.- 1-74115 accioche altri non intendeſſe
delle coſe dette nelle due prime ſani
ñ principali riſtriuſe cio alîe coſe
dette in queſta parte ſog.
giungendo ai 11:5 i“ U
Îr-'rÎ-rwwñ

Finiſce la terza parte principale della pOetíca d'Ariflotele volgari”


zara &ſpofia u'ìulſa in vena' 6c ſette particelle atua,qu
i:
in-
-i-.1.- .--~ fi di dice della tragedia.

ln coinina

_i‘
²77
IN COMlNClA LA OJ'ARTA PARTE PRlN
cipalc della poetica d’Ariſtotele vulgarizzata & ſpofla diuiſa in
quattro particelle, nella quale ſl dice del:
l’epopea.

PARTICELLA PRlMA. andà rís .l‘umaanù (pain-B ”ſpari-[5,34; ‘*


l‘5Î'À'lw
Erp nl: ,uh
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Mei-:p Ep n75
Îxouo’ap vez-91‘121:
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divo ‘i ,tok TO!M\S,ÉTJ z -nì l'iJ‘n m-ràJlé 7x0‘: AL, {monday-iii W794‘qu- ‘ ii' 7a]- “—
inlá) ,li mnmm'çrhuji Trench) ,3751:0va J‘iÌ è?" , 1193* -n‘z uíçfl Tèoummlfas , ”il "
ill-w: nuràuü ` mgrmrflìp J‘a ,xvù &vinogſgeop , Mnfluthpfz'n rà! alla: “
”in ”ù TU: AíÉlprxflp ”Whois Z710:de Kane@- x'ixl’ſfl ”la @SIG-,uh in voir, a
”ù 7a} ”lu-6p mwyáwp‘uáflçop d’uvísuxeu i pd imès &mu-71_ , @neäu’ſflàffii “
Shia-aa zurhnzpívop, Erayvógms per} J‘iíhou ,ma ifllxí. nyàs 5 *mu-m” Alganù d‘la “
10|'e mill-ras ömçBiBÃÌiKl. ~ v “

CONTENENZA. L’epopea ha la fäuola che ſia vna & tutta,lia le


ſpetie ſimplicé,rauiluppata,coſtumara, & doloroſa ,ha le parti di qua
lira filOlÎl che la viſta,& la melodia,ſecondo che ha la tragedia.
VVLGARlZZAM ENTOlflora colà manifeſta è parlandodella nar “
radua,&`della rappieſentatiua co‘n uerſo miſurato ehe ,biſogna con: “
ſtituire le ſaùole ſecondo che nelle tragedie(ci c'onſtiruiſcono)operan "
ti,& interno ad vna attione tutta 8( perfetta hauentc principio 8t "
mezzo,& fine aceioche non alti-arnente,clxe vno animale tutto,ſaccia “
il proprio ’dilettoflçhe non fieno ſimili ad liiſtoric vſirate nelle quali “
'. ' I ' ~ " Bbbb _non
~
r

;, non fi manifeſta preciſamente v'na ”ſione—,mdqudlafl’vn tempo ma


,,nifeſtandoviſi tutte le coſe che tnqueſto(tepo>iono auemite intorno
. ad vna perſona o a piu,ciaſcua dellequal|,comc la fOrtuna vuole Ein
catenata conl’altre.Perciocl1e ſi come ſecondo”quelli medeſimi tépi
la battaglia che fi fece appreſſo Salamina in mare,& la ba ttagliadeCar
rhagineſi che ſi fece in Cictlia non erío dirizzate ad vn medetirno fine
7 ’ coſi äcliora nc tëpi vegnëti l’vno appreſſo l’altro alcüa ſia ra auiëe l’v

" ua coſa cò l’altra,delle quali niña diuiëe vno Enel-lora molti tra ipoc
” ti,coſi poſſoquali dire,fäno cio poetído. Laonde ſi come habbiamo
”detto(gia)per queſta cagione H omero puo apparere eſſere tliuino 0L
” tte aglialtriche non miſe mio a trattare in poeſia tutta la guerrajclio.
*’ ra che liaueſſe principio &fin-:,pcioclteſarebbe riuſcita troppo gran:
” de,&non da cöprëdere invno ſguardo,o(a trattarla)rauiluppata di.
H varieta
h ſina parteſehavſatj
ſoſſe flat:. modifica
molti ta nella
epiſodi di till!,giidezzalirla ltora ſpiccatane
come il racconto v:
delle naui,&
>1 altri epiſodi co quali diſtinſe la poeſia. Magli altri Fano le loro poeſie
a* intorno ad ſia pſona &intorno ad vntëpo &interi-road una attióe di
*ì molte parti come(ſece)colui che compoſe le’mpreſe Cipriäe,&la pic:
*v ciola llmda.Adüq;dell’lliada &dell’Odiſſea ſi fa vm tragedia per cia:
’o ſcüa o due ſole,ma molte delle’mpreſe Cipriiexèipiu d’otto della pic:
,I çiola Iliada come il giudicio del] ’armi,Pliilottete,Neoptolomo,l-Zuti
ai pilo,lllimoſìnare,Lacena,Diflruſtione d’llio,e’l rinauigamëto &Sino
2* ne &leTi-oiadi. Andiora l’epopea dee liauere @lle medeſime ſpetie,
w clie (lia la tragedia, Percioclte o dee eſſcre ſimplicep rauiiuppata 0
a- coſtumatap doloroſa,&le parti(deono eſſere)c]lle medi-ſime trattane
99 la melodia,&la viiìaPercioche ha biſogno di riuolgimëti &di ricono
” ſcEZe,&d’afflittioni,&olti-e acio dee liauere le sëtentieöda ſaucllade *jli
v coſe Homero äcliora primo vſò bene,&pienamète.Perciocheciaſcüo
v de poemiè conſtituito l’lliada(p0ema)ſimplice &afflitto,& l’Odiſſea
» rauiluppato,Percioche la riconoſcenza (è) per tutto,& coſtumato,&
a* oltre a queſte coſe n-apaſſò ognuno co:: lafauella 8: con la ſententia.
SPOSlTlONE. O`uí comincia laquarta parte principale dellap oetica
d’Ariilotele,nella quale ſi trattadeli’epopea con {ſito ordine,condos
/. ſta coſa che in trattando nella terza parte della tragedia ſi ſollerodet
z te molte coſe,clie ſono communi all epopea prima ſi dice quali c017:
della tragedia,delle quali gia s’c‘ ſauellato Limo communi anclzora il:
l’epopea.Poi lie in alcune diquelle coſe,che ſbno cómuni,l’vſ0 del:
l’epopea è di .ei ëte da quello della tragedia lì dice quale ſia queſh dif'
ſerenza,&perclie.A ppreſſo ſei-clic l'epo ea lia ache coſe propzíeclie
non ſono communi alla tragedia non tace quali ſiëo,&ſimofln in
qui
———ó

- _ 278
qual mod fieno commendabili.Vltimamente ſi raccontío ivitij com
muni da e ie ſi dee guardare l'epopea,&la tragedia moſtrandOſi [avi.
come l’vna &l’altra ne poſſa ſar diuenire _alcuni tolerabiliSi che que
ſta parte ſi puo 6t ſi dee diuidere non ſenza ragione in quattro parti
'celle,ln queſta adunque laquale è la prima ſi contiene che l’epopeaha
qUattro parti di qualita communi con la tragedia, lequali ſono ſauqla, i '
coſtumi,l`e~ntentia,òtfauella &quarti-o ſpetie,le quali'ſonozſunplicegaz
uiluppata,coll:umata,&dolorotà.Ma pche la ſauola della tragedianó è
ſimplicemente cómune all’epop’ea,cóciófia coſa die ſecondo che ſi di
’ra nella particella ſeguente la ſauola della tragedia ſia minore di lun:
_ ghezza di tempo,& minore di larghezza di luogo non potendo tra.
paſſarc in tëpo vn giro del ſole ſopra la terra,ne ſar vedere attioni
fuori del luogo del palco ſi dice m quale coſa maſsimamëte le ſia c6:
r’r.une.ll che e nell’eſſere vna &tutra ſi come citato detto che vuole cf
ſei-e la fauola della tra edia,&ſi ſa ſpecialmëte mëtione di queſta `cÒm
munita,che ha la ſauoñdella tragediacon la favola tlell’epopea,come
-che cene ſiëo ’dell'altre come ſarebbe per cagione d’eſsi‘pio che cOn
gg; attione di perſona diuina o reale,~ peicioehelnon pareua che do:
' e eſſere vna poiche l’hiſtoria narratiua ,nella qua e come in coſa
rappreſenta ta riguarda l'epopea come coſa rappresëtäte commune
métc contiene piu attioni aueriu'te in diuerſi luoghi & tempi, le'quali
non häno legame tra ſe ni_üo,_ſi che poſſa riuſcire vna attione ſola,sé':
za che molti poeti haueuano fatti i ſuoi poemi con ſauola compofl'a
di mo‘lte & diuerſe attioni,ne ſimilmente pareua che doueſleeſſer tut
ta cio e‘ d’vna conueneuole mezzana grandezza poiche alcuni poeti
epopei non s’erano guardati dicomponere vna ſituola d’vna attione
di ſconueneuOIe,& di ſmoderata ndezza. Alle quali autorita Ari:
florele oppone alcune ragioni gia t i ſopra dette,& l'eſſempio d’Hos
mero. llquale preſe ſolamente vna parte d’vna attxone,&non tut:
ta l’attione,~percioche ſe l’haueffi: preſa tutta ſarebbe ſtata di ſcon:
ueneuole lunghezza per ſormarne la ſauola della ſua ii'iada. Si
fa anchora ſpetial mentione delle quattro ſpetie che ſono commuz
ni alla tragedia,& all’epopea,cio ſono ſimplice,rauiluppata,coſtuma'
ta,&doloroſa,& ſi pruoua per eſſempio de poemi d'Homero,che ſo:
nocómäi all’epopea,accroc ie altri nó credeſseclie foſſero tu tteStquat
tro le ſpetie o alcíie proprie della tragedia perche' glialtripoeti nó le
haueuäo vſate tutte,o almëo coine ſi conueniua ſi come :ichora Ho: i,
mero vſòla ſentëtia 8t la Panella. mgifi ris d‘laflfla'rlxlſí. Perche ſi poteua \
intëdere della raſſomi liíza narrativa che ſi fa in proſa,la quale di ſo:
pra nöapprouo ſoggiuſe _oh in. ‘U altri: fluphmîſf moſtrargclie intëde
' ~ B b _b z delli
della raſſomiglianZa narratiua che raſſomiglia col verſo.Ma con'tutz
to cio non pare hauer molli-ato che intenda preciſamente dell’epo
peaPercioche quantunque l’epopea ſia raſſomigllanza narratiua flat:
ta col verſo la dithirambica non dimeno non è menoraſſomigliam
za narratiua fatta col verſo.Perclie conuiene dire che dicendo :p w
duro intenda del verſo lieroico fi come dice-muro di ſopra che aim‘:
riprende alcuna volta perlo verſo heroic‘o, & con quella differenza
del verſo lieroico che è proprio dell’epopea rimuouala ditlrirambia~
ca,o è da ſottontendere m'iqaccioche dicendo: col verſo ſolorimuo:
ua pure Ia ditliirambica , la quale rappreſenta col verſo ,col ball0,&
con l’liarmonia inſieme,Hora-io credo che a ueſta voce I‘m-mini”
ſia da ſupplire amino: voce poco prima po ,ſi come' s’accmppaè
gnano inſieme poco appreſſo- è za‘, -nr ig Em ml alun- J`|$7lMTlW ai':
pri-up WiFI-io. Et anchora ſecondo che leggono alcuni mçifln :où la…
7iiaa1ixäw’andis coſi come fi dice inviamo-rm “ſifilÙS-,BK ?Winlflllullfll di
ſotto ”611g opS mi@ il {mr-”rifiuta 'il imqçá‘mi a; mzídeîip 52m:. La
qual voce marino: credo anchora douerſi ſupplire a mmnnîAlui
ſuppliſconoa a Dimmu-oſs 8c a' piu-mic la voce miſti-mmaſe ci parng
ſupplire quello chenon` è nel tefio per-clic' non piu tolloiuppliaind
quello che ſi ſuole’ ſupplire propriamente a coſi fatti nomi cio è
”ixus la quale fiſuppliſce di ſopra ad vn di quelli nomi. Xii-Yen wai-ig:
:p *int: ?IM-.i5 ”prist i ”la “raid“ 'ifip ‘als , in M ”ls mito-:s mami‘- -nzîs
?Winx rai-155m ”mmm-‘i3 ”ù mçi ui’afl &eWeſto e‘ il ſentimento;Ma=
niſefla c oſa‘ e‘ che le ſauole narratiue nell’epopea deono‘ eſſere con:
[limite ſëcondocl’ieſi cornſtituiſcono' le ffiuole dramatiche orappre
ſentaciue nelle rragedie,& ſi ſoggiugne ſecondo quali coſe ſi deono
eonflituire,& che" ſi rigirino‘ int -no ad vna‘attione tutta 6: perfct:
ta,& che non fieno ſimili all’hiſtorie vfita te.Adunque la voce ”una
nio-'rs non è' d"a congiungerecan .:Jom in- quanto aims ſignifica le far
vole dell’ epopea-,perciodie Ariſtotele irr- queſto luog’onon‘inſegna
che nel modo* narratiuadobbiamo riporreil modo* rappreſentatiuoì
ma' dicc'che ſe ſauole narratiuedeblìanor hauere certe coſe,le quali lií
no le'rappreſentatiue come la fingolaritaJa perfiettione,e’l fuggire
d’eſière ſimili all'liiſtorie'vſitateSe'queſto parlare ſhflè ſtato* pièo ſa
rebbe pauëtura (fato coſiffittojíiop 5'” Fire-JU 10G: ”Jeans fa mi‘: immeſ
ai: duiisèvai J‘myuymnökflüngdzî'nís ”Jom {gr-Ts ?Wien davis-é… J‘çfl
pennelli-Et è da ſapere clievsù che e‘dopo Merini: è otioſo &ſeme p’
ornamento riguardanti!) di ſotto all’altro ”à mi Sao-'as‘ ”gli miv'pi'qi m'
ÙQMWQUÙ Mt REI 'i'xovc‘aîi :inclini ”sù aldo” U“ Till@- iv’ “long (Eat: ho“ miſta'
.ina-n
flrxciapilhovip. Se vogliamo prendere il diletto naturale,& proprio che
7-79
ſi dee prendere riguardando vno animale, egli dee eſſere vno,& ha:
uente tutte le membra cio è ne piu ne menoJe quali tra ſe fieno ſe:
condo pr0p0rtione riſpondenti ,*& fieno poſte nel ſuoſito.Perche
perderemo’ quel diletto naturale 8c proprio ſe altri ci porgera piu al
nimali da riguardare legati inſieme c6 fime o'cöeatë‘a in luogo d’vno
o ſeci porgera’animale che habbia meno il capo o altro membro, o
habbia capo o' altro membro che' non ſi conuen a con le'altre mem
bra,o habbia il capo doue dee hauere il bulio,o a tro membro in luo
g0,d’oue non dourebbeMa poſsiamo bene prendere alcun diletto di
iu animali portici per vno , o anchora altro diletto‘ d’v'n'o‘ che hab
Eia piu membri o meno o tra ſe non Confieeuolip tra'sport'ati,come
ſiprende diletto~ di piu coſi;` in altra maniera che non ſi fa' d’una, o di
, coſa m'oſtruoſa,o contraſatt‘a,che non ſi fa d’vna naturale,&ben com
poſta.Medcſimamente ſe v'ogliamoìprendere il diletto' naturale &pro
rio che ſidee prendere'd’vna ffiuola conui’ene' che ſia Vna' 1a quale
habbia tutte ſe parti.& non piu ne meno, & riſpondenti tra ſe‘pror
portioneuolmente 8c pofle al ſuo‘ debito‘ luo 0.Perche non ci deo,
no eſſere porte piu ſauole pervna,ne vna‘che abbia menop'piu par
_ ci,o tra ſe non‘ conſaceuoli,o moſſe' dal ſuo‘ luogo‘,ſe vogliamo hauù
re il predetto di letto,altramente o‘ liauremo il diletto’ che ſi prende
di piu ſauole,o d’vna favola difettuoſa,o ſuperſ lua,o’ ſproportiona:
ta o tramutata . Hora quantunque q‘ueſta ſimilitudine di prendere i]
diletto che naturalmente ſi dee prendere d'vno animale contenga
maſäimament’e cinque coſe-come habbiam’o detto” , che ſia vno,cl1e `
habbia membri nOn ſuperflui,chehabbia membri non’mancanti’, che
iglihabbia proportiomti,che gli [rabbia nel loro ſito]]a ciaſcunade]
equali cinqt‘ie'coſe viene il proprio & naturale’diletto d’vno anima.
le,Ariſtotele nondimeno nOn cela propone ſe'non per'vno riſpetto
d’vna coſa',cio' e in quanto il dileu‘o ſi prende percli’e e vno, & non
piu volendo dimoſtrare che ſimilmentela_ fa‘uola dee eſſere vna 6c
non piu altramente non prenderemo quel diletto proprio,& natura:
le che li ſuoleprendere d’vna ſauola. Et è da ſapere che di ſopraci
propone l’eſſempio d’vno animale nOn per farci intendereílìe la Paz
uola vuole eſſere Vna come ſa qui,ma per fiirci intendere'chela fauoñ
la vuole hauere tu tte le' ſue parti , cio è ne piu ne meno’,& eſſere ellit
fauola di mezzana grandezza ſi. come ’l’animale‘ dee liauere tutte le
ſue parti,cio è ne piu ne meno,ne moſſe dal ſuo naturale ſito,& egli
dee eſſere di mezzana grandezzaüora di ſopra anchora diſſe che la
B bbb z fauni
fauola voleva eſſere vm,ma non addufl'c l’eſſcmpío dcfl'animalcche
voglia eſſere vno per prouardopc l’cſsépio da non ſeguire degl’ hi:
floricj che ſcriuono piu atdoni ln vm [Mori-1.8i che alle coſe dettedi
ſopra ſano aggiitc qui due colë di nuouo. Ne midaro qui da capo a
tjdire quelîo chç gia hodctto,che la fauola della tragedia,& della co.
mcdia non della
fingolarita dee eſſcrc
fauolavm matragednòzcha
della due-,cio c‘ conccncrcduc attíoni.&cbe
comedlſia cio_ la
c‘la eonrené
:a d’vm attiene è ſtaca introdotta per neccſsita,ma h predetta ſingo
ladra dçîh &uola deU'cpopc-a none’ míga [kata introdotta Lucca-Etra
o ad cſsépio della fauola della tragediao dalla comcdigma pvaghcz
za di glm in del poeta,& per dimoſtra” l’eccdíí'u,&1a fingoxanmdel
lo’ngcgnoSolo diro che i’cläèpxo dcil’ammalc in quello luogo nè è
a tcmp0,}\erciochc all'anjmalc _prodotto dalla natura nonſx poſſono
aggiugncrc membrimc drm.nu1_zc,nc allungare ,nc accorcurcmc tra: _
mutare dc] ſuo luogo. Ma Faraone che: ſl premi’: dal poeta per for
marnc la ſavoia ſ1 diminuiiì‘c ſu com: conſt-iſa Arüìotde,chc Home”)
ha ſarto deli'atdonc (Lila gueì‘ra troianz,&ñ.ſvna action:- fi poſſono
fare piu fauolc come dic-cc ſi ſono fatte dcü'ſhada picciola che conte
neua vna 1K[IOHÈ,& li puo tramuure l'ordine drüc part! ,6: aìcunc ſi
poſſono ſare apparcrcma rrandogüghc &alcrc corte ſc'condocho pin
c al poeti alqualc non mancano vie da far digrçſsiom perichah c6
ghiga diuerſì; artionl inſicmc.S: che lc piu amqnl parrqnno vua ſ.1h
&dlucrríno vn corpo. Il che non ſx puo ſare dx due: o p|u animah Ma
perche il piu,&la diucrlìta delle cole piacéci generano maggiore di
letto che non F411 11113014…: &I; contbrmíud'vna cola piacentc nó
ha dubbio che maggiore fi trarra di veder: piu,&diuerſi animali pia
ecmi,chc non ſ1 n am: da vederne vno , 6: ſnndmcntc non ha dubbio
che non [ì tragga maggiorchctto alcoltído vna Fauola contenente
piu,& diuerſe aniomfhc quell-xche nc connéc vna ſola,ma ſc vna at
donc ſola foſſc cale o p ſc,o ?ingegno del poeta che haueſſc la varie.—
ta dc cafi dir-Säo' l'vno dal! altro nó In n :mi-ru mëo ſpcſsimc in no
vita mëo rari diçuchodìc ſogléono haut)- lc l‘lURLÌÃWſſt‘ action] non
firebbc da dubitare-,che ia fiuola conteni’rc colìtäcra action: non di:
lerraſſc php non foſſe d aácjporre a q-xeil.\,ch~:- ne conuëe piu 8: di’
ucrſcPrrcloch-:c‘ coſa méo vlìuu,&pcria r.” im da ſtima- pini-lx pa
rjmëtr è piu da Cummèdarc dl bellezza vno animale che [abbia torte
quelle and?” di b:iIc_ZZc,che hîno molu ani nali 12axzéd0ncl'vnl’w
m &l'altro l'altra ſi comclàrebbc &ac; da lodarc piu-,àpíu ſi ſarebbe
cópialjuto l'occhio vago ddl'huomo gm-Jjuolb -n mzcar; [ic-;fa dg
di 321,21*: Z-:ulsi ,a cippo-1# Èbſſc Rata donna w’ va uhcnó _haurdgbe
[atto
. . 280
- fritto a mirare le einq5donzelle,lequali ſi ,ppoſe auíti p eſsëpioda foi:
marſa, che tra tutte haueio quella medeſima bCÎlCZZI.A(ll-Ìq;Aſlſt0tcl
le voli-do dare eſsëpio d’vno animale per dimoſtrare chela faquado
ueſſe contëere vna attione ſola non doueua ſimplicemëte dare l’eſsë't
piod’vno animale.Pcrcioche di piu animali ſi puo prëdere piudilctto
che d'vno ſolo,ma doueuadarel cſsëpiod’vno animale che iaueſlètut
te @lle bellezze,che häuo molti animali hauëdonevna l’vno,&vn altra
l'altro,&dire che una fauola d’vna attiene ſola,che ha tutte lecagidni
da porgere tätodilettoquäto puo porgere lafauola che ha molteattiöì
diletta piuòtdee eſlère :'itipoſta,& appreſſo inſegnare come ſi poteſſe
per arte far diuenire coralefi'i’üamç (Jop‘ip 3'740 umida‘: oîxtiatp Dori». lo
hodetto,che ijſte parole ſi tleono‘intëdere c ie la fauola dee conti-ere,
’vna attione intera hauëdo riſpetto a tilla fauola la tile contiée piu at
tioni,&laquale non 1pduce quel diletto che e" rppti'odella fauola conte
nëte vna attióe,&ſono ſtato indotto a dire cio p le parole-ſeguenti',
nelle quali non pare che altra coſa alcña offétladriſtoteleſcnon ilpiu
dell’attioni,ola lt'ighezza dell’attione in guiſa che quella laqualc c‘trop
po lñga nó ſi puodire hauere principio,&mezzo,&fine quädo l’atrio.
ne troppo lüga ſi ricliiude tutta in üa ſauol‘a non dimëo ſe altrivoleſſe
pure che queſte parole s’intëtleſſono che lafauola dee contëere üa ar
tíoue intera,clie liabbía principio mezzo &fine hauëdo riſ etto atÌlle
fauule,le qll häno l’attione diminuita,&le (“gli ha'ino mëo oi principio.
oil mezzo,0il fine delle qli fauole non ſi sëte q'l piacere che èfflpriodel
' l’attione intera ,io n0n contra diroalui,&intèderemo che Q‘ſto ſiavno
inſegnamëtodiuerſodal ſeguëte,ötdiremo,clie la fauoladee hauereduc
.oſi-:,l’ña che ſi rigiri intorno ad ſia attione che non ſia michcuole l’a]
. -ó—-` óz
tra 'che non ſi i-igiri intorno a piu artioni muſt' 11:2- o'ixii-v iJ‘ovirſOloro,
che vogliono che la poeſia ſia trouata principalmëre pgíouarep per
giouare Gip di letrare inſieme veggñoclie non s’oppongano all’auto
rita d’Ariſ’totcle,il quale quiòtaltrouc nö par chele aſſegni altrochedí
letto,&ſe pure le cócede aicüo giouamèto gliele cócede per accidëte
‘Ome è la purgarióe dello ſpauëtoöcdclla cópaſsiöe p mezzodella tra
Sedia-à iu‘- Emi-:x igcçi’at -nis tap-ſeas &FOL-:ſte parole nó @o sëza alcíìo
icciolo errore di ſcrittura douëdo ellereſcrittecoſuà mi 5m?” ſsoçiiu!
wi': duo-ſoit” ;WM dice adüq;,che le fauole ſi deòo aggirare intornoad
v na attione ſola intera,&che nó deono eſſere ſimili all’hiſtorie,le qua
li per lo piu s’aggiräo intorno a piu attioni.Et tanto vic-ne adire mi:
furia-{ip quanto perlo piu,quaſi ſi dica. Poichc è paſſato in commu:
nc vſanza che gl'liiſtorici nat-rino piu &diuerſe attioni,&le porgano
altrui per vna hiſtoria ſola d’ma attiene , anchora che l’ cpqìjeá
. ia
/

il
fin &debba eſſere ſimîle all'hifioria non dee pero ſe uire l'cfl'empio
ſuo in queſto concioſia coſa che queſta maniera d'l ' oria non ſia lo:
deuole,& non habbia ragione che la fauoreggi non ellendo ſoſten
tata ſe non da vna folle 8: vulgare viZmZa. _Delle uali parole ſi poſt
ſono formare due concluſioni d’intendimento d ArjfloreleL’vna è
chela Eauola è ſimile all'hiſtoria, poiche egli dice che la &Hola,non
dee eſſere ſimile all'hiſtoria vſitata cio è non lodeuole preſupponenz
do‘ che debba eſſere ſimile all’hiſtoria lodeuole,& l'altra èçlie l’hiſto
ria,che racconta attioni non dipendenti l’vna dell'altra nonc‘lode:
uole,ma ſi comporta per l'vſanza,& perche le piu dell’hſiſton'e ſon
cofiſatteìç ci: îuífla 05x'- m’us W: umida: J‘ímflgfin’îzìs &cNonci
laſciamo dare ad intendere ſecondo che alcuni vo liono che Ariiìoz
tele voglia con queſte parole dire che l’attione dell epopea ſu diffe:
rente dall’liiſtoria in queſto che l’attíone epopeiea fia vna & che l’hi
fiorica ſia vna &piu ſecondo che vna o più auengonoin quello me:
deſimo tempo & che quello,che è lodeuole nell’hiſtoria,& commen
dato ſia biaſimeuole nell’epopea , 6c vituperato.Ma dice Come hai”
biamo detto che la ſauola dell’epopea dee eſPere vna,& non dee ſegui
re quello ,che s’vſa di ſare communemente nell’hiſtoriemelle quali ſi
congiungono piu atcÌOni diuerſe inſieme,& ſi propongono al lett0re
come ſe foſſero vna ſola,e’lvlegàme';çol quale fi congiungono inſieme
fi è il tempo poiche ſi promette di narrare quello,cl1e èauenuto in vn
corale tempo.Et queflophe dice Ariſtotele d’vp tempo c‘ poflo per
eſſempio non perche nell’hiſtotia ſl conueriga ,n’arrare tutte le coſe
auenute in vn tempo,& ſtea bene a fai-coſi, 0 perche ſolamente nel:
l’hiſtoria ſi narrino piu attiOni in luogo' d’vna ſono _il legame d’vn
tempo`,per_cioche come habbiamo anchora detto di ſopra ci ſOnopiu
legami diannodare piu attioni inſieme pergli quàlile piu paiono eſſe:
re vna.Vn de quali e'l piu lodato è quello della dipendenza dell’artic
ni quando dipende l’vna dall'altraNn’altx-o èquello de tempi del qua
le com'edi poço lodato fa mentione qui Ariſtotele proponendolo
per eſlèmpio da ſuggire.Vn ’altro è quello delle ptouimíemelle quali
ſono
rie,& auenutel’attioni
vn’altro è quellopur poco
delle lodatoyn'aitm
religiói,& èquello delleperſo:
vn’altro è quelloſſdelle 'ſigno
ne ſingolari pur poco Iodato,& queſto fi: adoperato da l’aniafi,clie
ſcriſſe l’Herculea,& per auentura di lui inteſe Ariſtotele quando biaſi
mò que pgeti,cl1e haueuano’ſcxfitta la vira d'Hercole,& di Theſe-o, 8(
foçſen’ptende anchora qui quando dice ol'Jì'är’Mol ’tv-;Hu mio?“. [o non
;ni dificdero_ in raccoglie; e tutti gli altri legami,che ſono ſtati adopt
rati,o fi
328!
rati,0 ſi potrebbono ad operare per queſto effetto,`percioclie queſti
ballano per far comprendere che quel del tempo ricordato da Ari:
flotele e propoſto per eſſempio da ſchifare inſieme con tutti gli altri
da quello della dipendenza in fuori, Adunque non è di neceſsita clie
nell’hiſtm-ie vfitate ſi prendaa paleſare yna .attione ſola come di ne:
ceſsita ii prende a fai-_e nellîepopeaflafi prende a paleſare vn tempo
o ſia vna atuone,o piu.o ſia quella vna attionelungap brieue,o me:
zana,o fieno quelle piu attioni dipendenti l’vna .dall’altra. o non di:
pendenti l’vna dall’altra, o auenute in diuerſi luoglii,o in vn luogo,
o fieno quelle atrioniñdl piu erſone ,o d’vna perſona , im’ ’"55 x7!…
cio è evſanza di ſarſi il p eſamento , 8c la narratione d’vn tempo
ñr’ îslp :xd-up'ch lp ”ha Ernie-4 cio è la narrazionedi quelle coſe, clic
ſono auenute in quello ſpatio -di tempo , al quale ſpa tio di ,tempo
l’liiſtorie vfitate riguardano, 8t finito il tempo è finita l’liiſtoria, 8c
non all'attione,clie vuole eſſer-enell'epopfea vna,&auenuta ,ad vna
perſona ſola 0,_a piu,le cui parti fienoincatenateinfieme per dipen=
denzane ſia oltre a modo lun a,3'1a'tp'ſfliw duri” mgl'hç. (Delli epo:
pei peccano,li quali kriuono ’attioni auenute in vn tempo ad vna
perſona, oa piu quando non hanno dipendenza l’vna dall’altra.
Samçyaìf nrà *rails ahi-rob: levm &C.Ariſtotele riſponde ad vna tacita do:
manda,clie li poteua eſſere ſatta.Poteua alcun dire. .lo veggo che
gli epopei rebe no male ſe imprendeſſono a fare la narratíone
d'vn tempo cio e‘ di quelle coſe,clie ſono auëute ad vno o a piuin vu
medeſimo tempo, percioclie non pare ,veriſnnile cliel'vna dipenda
dall’altra perl’vgualanza del tempo che pare annullare la dipenden
2a,ma perche non potrebbono eſſi imprendere .a narrare il tempo
ſucceſsiuo cio e‘ quelle coſe le quali _ſucceſsmamente auengono ad va
no o a piu,& è veriſimile che perla ſucceſsione del tempo dipendío
lÎvna dall’altra-.ìA queſto riſponde Ariſtotele che COſl come la dipen
denza non procede da vn tempo medeſimo,coſi non procede dal té.
po ſucceſsiuo. Et quantunque communemente la dipendenza dell’at:
tioni ricliiegga ſucceſsione di tempo, non percio tutte le attioni aue:
nute in ſucceſsione di tempo dipendono l’vna dall’altra.Et per inten
dere pienamëte quello,cl1e dice Ariſtotele dico , che 'qllo che egli' dice
15 7x agi: ?Male ita-rà 1t) éxàs i; miſti 15 ;clara-;Topſòl noi diciamo dipenden
za lel’vna coſa dall’altra ſecondo la veriſimilitudine, ola neceſsita
s’intende in due modi ſecondo che le coſe auengono om vn tempo
medeſimo,o in tempo ſucceſsiuo. Se .auengono in vn medeſimo tem
po la dipendenzaflhe llflMOfl‘a loro ‘non‘ puo eſſere perche l’vna lia
t . Cc cc ` prima
ó._._—-n

prima &l’altra poi,&per conſeguente che l’vna ſia ragion-3,8: l’altra


effetto,&l'üa principioözl'alrra fine,ma la loro dipèllèza ſi cóſidera
_ jpriſpetto dìvn ſine,che nó è niüa delle coſe at Ente, come dicëdoBri
Cida appreſſoOuidio.Vidi cóſortes pariter generiſq;neciſq; Tres ce:
cidiſſe,n-ibus quç mihi ma ter,erat. Vidi quätus erat fuſum rellure cm:
enta Fedora iactantëſanguinolenta virum‘moſtra clie le anenitÎZ-ro
iu rec vëture in vn tëpopio è che le ſoſſevo morti a glÎiado tre &a;
telli,&clie le foſlè pure morto a ghiado il marito,le quali ree vëturc
nOn liaueuano dipendenza tra ſe che l’vna ſoſſe cagione,0 principio
effetto 0 fine dell’altra,ma liaueuano dipendenza in quantol'vna &
l’altra era cagione &principio dell’afflittione di Briſudada quale aſ:
flìtrione è vno effetto &fine diuerſo,& vna terza coſa. Et queſta dipë
denza di queſto fineſuole, come dicëmo ,hauer luogo in quelle coſe
ch:- auengono in vn tëpo medeſichoncioſia coſa che anchora ci ſie
no delle coſe,le quali poſſono eſſere principio &fine,cagione,&effet
to l’vna dell’altra,6d’altra dell'ña non oſtante che auégño‘in vn mede
ſimo tëpo,come furono le vic'ëdeuoli morti d’Eteocle &di Polinice
auenute in vn tëpo medeſimo. Percioclic l’vna ſu cagione &effett0,
principio &fine dell’altra,&dall’altra parte l’altra fu cagioneötefferto
principio,&fine dell’vna,F.t di queſta dipendenza che riguarda vu ter
zo ſineparla qui Ariſtotele quando dice ‘r' i‘: dflcfiîll 774-… 'cun-xi'- 13
i {ſi mm ”ſx-d‘uſo,- aíxn **’1qu mi: 1631016 temi-wear ring, Ma ſi: le coſe’
auengono in vn tempo ſucceſsiuo percliel’vna auiene prima & l’ala.
tra poi,& puo eſſere che l’vna ſia cagione,&l'alrra effetto la dipen:
denza cli‘e ianno l’vna dall’altra puo eſſere di cagione &d’effetto,&
di princírí0,&di ſine,& di quella dipendenza parla Ariſtorelc quiquí.
do dice {gup i"; oiJ‘ìp yn'n’) MO'. Ma perche uo auenire che piu coſe a:
uenure in vn tempo ſucceſsiuo non pure ianno come habbiamo det:
to la dipendenza della cagione, & de principio dell'effetto &del fine,
ma hanno anchora oltra alla predetta dipendenza quella che riguar:
da vn terzo effetto o fine,o veramente non hauendo quella dipende.
za che pare loro pi opriadiñnoquella ſolamëte che riguarda vn terzo
effetto &ſine,&pex clieAt iſlotele non fa mëtione di quelle due dll: Edë
Ze delle coſe clze auëgono in tëpo ſucceſsiro ſi come non ſa rrërione
della dipëtìéza della ragione &dell’effetto,del principio,&del fine.clie
puo anenire in quelle coſe clze :Li-gono in vn tëpo medeſimo c` da di
re che egli habbia cio tralaſciato come coſa aſſai maniſeſta,o perche
come piu volte è fiatoderto non è diſleſb in queſto _volumetto tutto
quello che ſi dopeua dilledcre in arte cópiuta. Smeg 9a‘,- mfi nds inn::
' Nim!
282.
14;,… 3;' ;ci lai-”7" :,tvirovzumxvë. Non creda a'cuno che Ariflotelè
p’óga l’eſsëpio di queſte due grídilìime battaglie auëute in vn di per
norai eHerodotoquaſi cheein le habbia raccótate,&congiüte inſieme
pcioclie non lia raccontata ſe nonla battaglia maritima,clie ſutra gre
ci &persiani appreſſo Salamina ancliora che nel libro ſettimo Riccia
métione della battaglia terreſtre che ſu in quel medeſimo giorno in
Cicilia tra Gelone,&1`lierone da ſia parte &Amilcare figliuo lo d'An
no'ne re di Cartagineſi dall’altra,cl1ehaueuaméate ſeco trecèto mila p
ſone portído coſi il filo dell’hiſtoriaPercioche Herodoto narrandu e
le cagioni che liaueuano ritenutoGelone tiríno di Siracuſa che non
liaueſſe dato aiuto a greci in tito biſognodella guerra perſiana,il qua:
le addomídauío per äbaſciatori ſpeciali mädati gli daAthene &daLa
cedemona dice che tra l'altrc fia finche egli era occupato in guerra eſ
sédo venuto in CiciliaAmilcare figliuolo cl’A nnone come diciamo c6
trecëto mila perſone a dino ſuo,&di Therone ſignor d’Agrigento
& perche altri poteſſe giudicare ſe queſta cagione foſſe ceſſata anzi
che i greci foſiero vſciti del pericolo ſi dice che quello ſtcſſo di, che i ‘
greci vinſero i perſiani appreſſo a Salamina,egli in Cicilia con’l’lÎero
ne vinſe iCartagineſi.Adüq; queſte due battaglie auenute in vn di ſ0
no poſte per eſſempio 8: per dimoſtrare che gl’liiſtorici non buo.
ni ſanno ſimili cungiugnimenti d’attionidiuerſe hauendo riſpetto
al~tempo , 8c non perche Herodotooalcuno altro liabbia fitto
queſto in iſpetialta. 0M“; ”yàs *xò u'mö dum'im‘fl ria@- è da ſporre
aî-J‘ìp in queſta luogo per m’- cioè Non, Si come anchora poco ap:
prelſo c‘ da ſporre medeſimamente oöJ‘ìi per oli, cio c‘Non, in
quelle parole ii by ‘is oìJ‘ìp firmi MO, Ancliora che l’vna batta:
glia,&l'altra cio è quella che {ì ſecein Cicilia in terra 8: quella, che ſi
fece ln mare app'reſſo Salamina né foſſono dirizzate ad vn medeſimo
fine,percioclie Amilcare figliuolo d'Annone venne in Cicilia'con tan‘
ta gente per reſtítuirc Terillo figliuolo di Crinippo nella ſignoria
d'lmera , donde tra ſtato cacciato da Tlierone , 8c Xerſefvennein
recia con tanta gente per vendicare le’ngiurie che fi daua ad
intendere d’ liauere iiceuute` da loro, &per fargli ſotto queſto ti‘:
tolo ſudditi non dimeno per accidente erano dirizzate ad vn fine
in' quanto l’ eſſere occupati i ciciliani in difenderſi dagli affiica:
ni operaua che eſsi non poteuano dare aiuto a greci , &l'eſſe
re occupatiigreci in difenderſi da perſiani operaua che eſçi non
potevano ſo‘ccOi-rere 'i cicilian‘. Et ſe igreci perdeuano la battaglia
di quello giorno non ſolamente cſsi diueniuano ſudditi di
Cc c e e Xerſe
r‘

xvi-ſize( tlc ferſiani mai Ciciliani andiora come: teſſimoniazflcrodo.


'to i: . .. ;. i -.-..t.- .2 ſuiziiìizo=di1~i'opi-ia volo-tira.tuègfi'mancanti-our.o
ſia” \ iii-oi ſoli denſa flirt-:glia che ſi ſ`etc:1n:CÃ:.!Èza Vtiſe nlunu nonne
mm“…- ü guai-@che Herodom congiunſe queſte due attioni nel
morſo che ſiabbiamo detto di ſopra ,ſicome quelle,che non riguarda
nano del tutto a ſine diuerſoLaontſepoteua Ariſtotele premiere eſ.
Empio n.igliore,che non. è quefltv,per_ dimoſſrarclaſua intenzione.
língop acid eat-ſign." ſenſo ſm ebbe piu chiaro ſe_ filegefle 0mm; [4mi- Sé
flftpl ,ma ſe ſi legge ‘mi Mſg-.u ci etz-nuerra dire che l'vna cola. ſia in,
ſieme con l’alti a hanrndo riſpetto alla iìmreſsione del tempo ”Dèi-5'
oi mm‘: raSpmm’ItSp *ſm J‘chdt. Sono tre coſe riceuute nell'hiſtoiie per
conſuetudine,dalle qualiv ſi dee guardarel'epopeo, l’ vna eil narrare
piu attioni auenutein vu medeſimo tempo-,le quali non ſolamente
'non di peudano l’vna dall’altra ma non fieno-pure diriuatead vno
fine commune, l’altra e il narrare piu attioni auenute in vn tem.
po ſucceſsiuod’vna delle quali non dipenda dall’altrame l.’vna &l’al=
tra ſieno dirizzate ad vnfine commune, la terza è il narrare piu atrio:
ni auenute in vn medeſimo tempo, om vn tempoſucceſsique quali
riguardino ad vn ſine commune o dipendano l’vna dall’altra in gui:
ſa che le piu poſſano eſſere reputate vna‘ atdoneſolada quale actio
ne non dimeno ſia troppo lunga. Nelle due prime coſe-peccano la
ma ior parte de pOeti,alcuni de quali erano coloro che compoſero
da) »gamlá‘a ſi come la compoſe Panyaſis citato da lginio,&dal com
mentatore d’Ara to trasla to da Germanico, & coloroche compoſe:
ro TAI- Ont’nſá‘a ſecondo che Ariſtotele diſſe di ſopra. La ualTheſeida
non oſtante l’ammOnitione Ariſtotelica ſu por compo ` da-COdro
dicendo Ciioucnale V exatus toties raud Theſeide Codri',\i come nö
oſtante la predetta ammonitione Giouanni'Battiflafl iraldo ha com
poſſa in'ottaua rima l’Hercolea,cio cla vita d’Hercole,& nella terza
coſa peccò colui,che ſcriſſe nl ”7|de vs‘u M iAu'iJ‘a.. Dalle quali tre
coſe ſiguardò Homero , 8t che ſi guardaſſe dalle‘ due prime gia è
ſiato di'ſoprqdetto quando ſi diſſe FP'gmçQ-,Imçlsä 'ni2M- J‘iapäça ai
ñfl-iotxt- …St uN‘: &c.dimoſt`rando ſi,clie egli preſe ſolament quelle
coſe che poſſono conflituire vna atti’one, 8t non piu,& cheſi ouar:
daſſè dalla terza ſi dice qui dimoſtrandofi,che quantunque ſiſoſſe ab
battuto ad'vna-attione ſola,nonódimeno perche era troppo lunga ne
preſe ſolamente quella parte che era' contiene-uole.. AdUnque queſte
parole KW‘- ‘5 oi‘ mMol ‘Pſp-UM‘ ñ” Mil‘ dicono‘ quello che dicono
quelle-poſte di ſopra M ”ohm Family &fuji-'tw Fiori-Sg motor-Sf igm-F':
- . 283'
”ì- -rà *loi-;Fre caiífliara‘mckrñieèi-Ai? Hari!, Tic" .:12“53 ?JW rai-'723 Rai-ſw@ ZT:. ſará”
ha@ ria-;flow ;imc-:quid da ſai* pr.nr0,ö: è dallimaic kllë queſta ſia
ma [a: terepcram dalla ſeguente , la quale riguardi alle cole dette di
tuffa-,Llle dimiìmp-delre ſia artimu , delle quali non li poſſa ſare
vnaſſei cioche ſe facciamo che riguardi alle cole ſeguenti, *Sc voglia:
mo che fieno tum- que-ſi': con leſe-guanti vna parte,& che vengano a
dire. ſolamente clic Home-ro poſſa :ipſe-reſe liuomodiuino perche nö
La pic-ſa intra vnar attiozie lungliilèima quantunque gli. ſr paraſſe da
uamimon potremo dire donde dipenda J‘ià non eſſendoſi detto di ſo
pra dicio nulla perche ſiſia potuto dire J‘ù, la quale è particella che'
dimoſtra le coſe ſeguenti dipendere dalle paſſare-,ne potremo verifi=
care queſte parole ëmçi’muep ’ihconcioſia coſaelie di ſopra' in niun
luogo ſr ſia detto"dl'queſta coſa.A dunque come dicemmo ſono le pre
dette parole da prendere per vna‘parte ſeperata dalle ſeguentidaqua
lc riguardi alle cole ſopradette; _Egli è Vrl’O clic' io deſidereiì,che in'
principio‘ delle parole ſeguenti ſoſſe rsîi coſi FORO-là w iii-P“ &c. Ho:
ra qui naſce vn dubbio;ſe i poeti clia- ſallauano nel prendere diuerſe
”tieni-,clic- non poreuanoper riguardod’vn fine com mune,0 per
dipendenza dell-’vna‘dall’altra ridurſi ad vnaartione'ſolaflrano mol
tizſcguiua‘clie no'n tuttii-poeti foſſero' cofifiitti,& se tutti‘non’crano
c‘oſiſattiscomeſaravero clie H‘omero per non hauere ſallato’in cio
debba app'axere per queſto liuomos diuino- oltre'agli‘altri *.'ÌSi puo ſie
ſponde-re eoſi l poetiche furono* auami-Homerdçuttiſallä'rono in'
eio,& di quelli,,che furono- dopo Homero’alcunizehe. ſeguirono l’efi
sëpio` d’H'omeronon vi fallaronozòzalcuni‘che 'nö lo ſeguirono vi fill!
hronoin-'guiſaéclie ninna-'poeta inanzi‘ad Homero‘nonèZda commë
dan-,8t di-quellizche furono—dopoAHomero anchora che non liabbia
ne‘aleuniéfiillato,& percio non fieno da biaſimaregion dimeno pei-r
che hannoſeguito* l’eſſempio d’HOſDCr0›& Hanno‘ſatto‘co'rne :intimi`
niti &come-diſciepolid’Hom‘ero quello", che fi‘conueniua‘filre" non
deono eſſerepareggiatiin l‘0de,8_t‘in gloria'a‘lui'Hora poſto ancho
ra che alcuno poeta' diquelli; che furono’ inanziad Homero non ha:
deſſe fallatoin cio non perdo-fr potrebbe dire che foſſe da antiporre
ad. Homero 8t agli‘altri per. eſſere ſtato il primo che liaueſſe ſarto be;
ne* o pure* da pareggiare a lui , percioche puo quel‘ço‘tal’e non
hauere fall-to‘ in cio non-per iu dicio ma per auentura & a caſo ſen:
za ſapere‘elie-percio ſi faceſſe gene# me liode liialtri. ll‘clie non ſi
puo dire'dPEIÎomerozll quale in’due’ poeſie Ilia' à‘&:Qdiſſea non li:
punto num,… eleggere quelle attioni delle qualili pote-ua conta:
‘ Cccc z rime
mire vna ſoia per ciaſimna poeſia , & di quelle parti che faceſſero ſe ’
due attioni di conueneuole grandem.Laonde ſi vede che ſimile lo:
deuole poetare d’Homero non gli è venuto ſarto per uentura ata
caſo,& perche non ſapeſſe quello che ſi faceſſe poi che il fece piu d'v
na volta. Perche diſſe di ſopra Ariſtotele {ion ſenza ragione ;d"a-iz@
lam’ ”in và 'JM- J‘iapigq ”ic *Fur* 'ſom mis: 'Map in: .11_91 7'90un W gino, af.
fermído che fece C10 bene Horn ero o ammaellrato da arte app-*ira:
ta,o guidato da bonta di natura & non dalla ventura o dal calo. M
‘blaſi vòp ”brutali ”hang ſxo!” Ky‘a rh@- imxafío‘at ”luci i've-.di ſopra ſi
diſſe riprendendo coloro, che richiudeuano iu attioni diuerſein v:
na fauola,come haueuano fatto quelli,li quali iaueuäo compoſta la vi
ta d’Hercole &diTheſeozchel-lomero haueua richiuſa ſia attione ſola
nella ſauola dell’Odiſſea &üa atti0ne ſola nella ſauola dell’lliada , 8t
che ciaſcüa delle predette attioni haueua principio &mezzo 8c fine 8c
qui ſi dicc,che l'attione richiuſa nella Fauola dell’llia da non ha ſe non -
il mezzo,poiche della guerra troiana che era vna attione intera hauë
le il principio il mezzo,e'l fine H omero non preſe ſe non il mezzo.A:
dunque come ſi riconcilieranno inſieme queſti due luoghi,che in viſta
aiono eſſere contrari,&nemici a' E’da dire che il principio il mezzo
e’l fine ſi puo conſiderare primain vn tutto grande, &poi ſi puo con
ſlderare anchora in alcuna parte di quel tutto conteſequella parte ſoſ
ſe vn’altro tutto ben che minore:Et per eſſempio diremo clieil prin
cipio d'vn corpo humano è il capo,il mezzo il buſto,&le gambcil fi.
nc,& di nuouo conſiderando il capo come vn turco ſepera to diremo
che il principio occupa dalla cimadella teſta infino alla ſi-onte,e’l mez
zo dalla fi-onte infino alla bocca,è l fine dalla bocca infino al mento.
Perche non oſtäte che laguerra troiana che durò dieci äni córinuiliah
bia principio,meuo,&fine come pogniamo lo :degno d'Achille’ con
AgamënonoEt la uerra troiía tutta ſara reputata vna attione per.
ſetta,&çlo ſdegno d Achille che è ſia parte della predetta guerra con:
ſiderato perſe ſara reputato vn altra attione perſerta.Si cheAi-iſtote:
le dicendoqui che la guerra_ troiana era attione,che haueua rincipio
mezzo,&fine,&che Homero n’ha preſa üa parte nó contrariçce a qllo
che ha detto altroueäpcioche quella parte ſi conſidera come üa attiöe
perſettaphe [rabbia treſi principio mezzo &fine.Ma ſi potrebbe do
mädare ſe ijſte arti preſe d'vna attione grîde ſi debbîo di nominare
con nome che dimoſtri dipendere da quella attione,o pure có no:
me che le dimoſtri nó dipëdere da tìlla ma hauere da ſe principio.Nni
veîìgiamo
&cî che l’Odiſſea
0 ricamo è ſia 'partecontiëe il ritorno
dell ’attione d'Vliſſe da Calipſ0
del ritorno'd'Vliſlir adlt-Îü
da Troiaadſi
’ ~ itaca

<7 .
’ i 284
ltacàjl quale ritorno è vna parte della guerra troiand,pcíoc11e non ſi
uodireh guerra troiana hauereil ſuo compiuto fine infino a tanto
che l’hoſte de greci vittorioſa tornata a caſa non è diſſoluta.Ma niüo
di nominato dinomínera mai il ritorno d’Vliſſe daCalipſo ad itaca al
tro che attione d’VliflèAdüq; (ìſtf parti dell’attione della guerra tro:
iana ridottein attioni ſeperate fi deono conſiderare come attioni di
coloro che le fáno,&non come attioni compreſe nella guerra troiana;
Laonde ben diſſe Statio nella ſua Acllilleida moflrädo d'hauererico
noſiiuto che Homero lIaueua citata alcüa attione d’Achille &non alì
cña parte della guerra troiía Magnanimñ Eaciden, formidatamflue
tonäti Progeniem,& patrio verità ſuccedere cçlo Diua refer,quanquaî
aaa vir'i multñ inclyta cñtu Mimmo, ſed plura vacant,nos ire pero:
mnë Sic amor eſt,heroa velis,nec in Hedorc tracto Siſtere,ſed iuuenë
tora deducere’l’miaSicome dall’altra parte mal diſſeHoratio che nö
are riconoſcere altro nell'lliada d’Homero che la guerra troiña dicë
daScriptorE belli troiäi Maxime Lolli Díi tu cleclamas Romç Prçneì
ſte relegj.Hora íclxora che paia che Statio riconoſca l’attione come:
nùta nell’lliada pre-nere adAchille in quätoera alla guerra troiana non
dimëo non riconobbe chel-lomero haueſſe ſarto bene a raccontare ſ0
lame"te @lla attione d’Achille,ma giudicò che foſſe il meglio il narrare
tutte le atriói d’Achille in quäto appartëeuío alla guerra troiana non
auedëdoſi egli del conſigliod’Homero,&nó hauédo letto qllo che qui
diceArifiotele,ſi come non ſi ſono aueduti del conſigliod’Homero ne
letto qllo,che qui dice Ariſtotele tutti coloro degli anticlli,& de mo
derni,the non ſono mica pochi ,ne di poco grido,li quali affermano’
con Horacio Homero laUCl'C cantata tutta Ia guerra troiana,comin
ciando la ſua narratione dal fine della guerra,&per digreſsioni'narrí
do le coſe del principio &del fine,nella qual coſa quanto grauemente
errino non ſi potrebbe eflimare. Et come voglióo coſtoro clic-Home
ro habbia nell’lliada narrata tutta la guerra u-oiäa ſe non ſ1 poſſono
prëdere d’eſſa ſe né íia odue tragedie al piu,la doue dell’lliada piccio
la ſe ne poſſono préclere piu xl’ottoJ nomi delle quali fi raccóríoqui
daAriſtoteleJiquali dimoſh-äo chía riſsimamëte le parti,o l’attiói della
guerra predetta tra laſciate da lui nella ſua lliadafPerchehaurebbe al
tri voluto ſcriuere ditìlle coſt—clic ani-nero auíti lo sdegnod’llcliillein
íjſta guerra pure p Ezſto,clu Homero le liaueua tralaſciare nella ſuallia
dafpche haurebbe altrivolutofcriuered'íjlle coſe-che auënero dopolo
ſdegnodiAcliille in *illa guerra pure p Eſitoclicflomcro lelmzeua rrala
ſcia te nella ſualliada le foſx’euero che ("gli haueſſe ſcritta tutta lag-erre:
crolla auegidze l’hauefle {cima có ordine turbato.l²reſeadſ;q;flame
te e‘ a
B
Ì

della guerra troiana,& ſpiccolla dal rimanente,& formonnc vm ſano


la,che contiene quella parte come _vm aceioneintcraíla quaîe ha pn'n
cipio,& mezzo 8t fine,& ſi domanda lo sdcgno d Achille,& ènarrata
da Homero come sdegno _8t attione d'Achille,& non come parte del
la guerra troianap come‘attione de greci, 8: de troiani inſieme 'per
fit' parer la fauola piu marauiglioſa ' , concioſia coſa che piuma”
piglia prendiamo dell’operatione d'vn_ſolo quando l'operarione _è
degna di marauiglia che non facciamo d vna operatione degna d’y.
ual marauiglia perſe quandoè-operata da piu perſone.Si come altre
ſi Homero 'ſpiccò vna parte del ritorno d Vliſſe da Troia‘ad Itaca,
ö: fotin0nne una fauola clic contiene vna attione, che ha principio,
mem:&,fine.ll quale ritorno d’Vliſſe da Troia ad Itaca perteneua
come parte ,alla guerra troiana,parte .del quale ridotto in vna attione
ſeperata perdene ad Vliſſe,& ſi domanda attione Vliflè ſca Pur per
queſta cagione d’accreſcere la marauiglia di quellacon la ſolitudine
della perſonaaſaf 7a‘, flip it'nu its-‘i oli- ;ved-m@- ?Moio-'1741. Di ſopra A:
riſtotele diſſe chela troppa grandezza della fauola era quello alla me
moi-ia , che era la troppa grandeua d’vno animale all’occhio della
&ontc,& coſi come l’occhio della fronte non poteua in vno ſguardo
comprendere tutto vno animale troppo grande , coſi la memoria
nonpoteua abbracciare vnafauola troppo grande,& hora di nuouo
aſſegna queſta ragione perche Homero non raſlettafle in vna fauola
tutta la guerra troiana dicendo che queſta guerra era troppo grande
dt non poteuaagcuolmentc eſſere adoccliiata,vſando la traslatione
della difficolta della veduta in luogo delcomprendimento della me.
moria’La quale ragione di ſopra rifiutammo,& moſtrammo come al
la diſiiculta del comprendimento della memoria ſi porcua ſouenire
per molte vie,& che altroue _dee riguardare il poeta quando rifiu
ta la grandezza della fauola ſi come altro ue riguardò Homero quan:
do laſciate tante parti della guerra tl‘Olana da parte ne pre@ ſolamen
te vna parte performarne vna fauola cio è lo sdegno d'Achille verſo
Agamcmnone,íl quale c‘ vna attione d’vna perſona di pochi di,& nó
dimeno narrato da Homero memoreuolmente ,8t maeſîreuolmente
riempie tanti libri,&ritiene con tantodiletto 8: ſtupore villettore. Ho
mero atlunque non preſe l’attione della guerra troiana tutta di dicci
anni perſa rne vna {aiuola-,percioclie non ſarebbe ſtata ’marauiglia k
cofifatta fauola liaueſſe porto diletto & marauiglia a lettori contati;
tecoſe nuoue
_tialmentc 6t varie
eſſendo auenute
le_ coſe in coſi
auenute lun o ſpatio di
di tuttaglEuropa tempo
8t di tutta &l`Aſiſia
ſpe:

in guiſa
28
ai" guiſa che hi fauola’perſè. iiaurebbe operare eioflt‘non perlaìmiu’
e lt; ia dei poeta. Ma preſe vm attione di pochi di,& d’vna perſona ſq;
la,ia quale attione non eſſendo altro che vno ſdegno in viſtanoq
doueua parere atta a generare tante nouita per fare vna ſauola-dilet;
teuoliièima,& marauiglioſrſsimafl di conueneuole grandezzajl_ ua
le Homero ſe haueffe preſa a cantare la guerra troiana tutta,& l’ la;
”eſſe cantata nella maniera nella quale canta. queſta particellaſpoig
che quella maniera è lodeuoliſsima , & degna del ſuo miracoloſo in,
fegnop egli ſi ſarebbe Rico prima che ne foſſe peruenuto alfine., o
a vic; non gli-ſarebbe baſtata per mettere a compimento coſi lunga
opera,o coſi lungo poema ſarebbe fiato meno _caro allettore perla
ſua lunghezza,pei-cioche la copia _anchora delle coſe boniſsime non
ſolamente cele faſtimare men buone,ma ſatiandoci alcuna volta ce le
fa <iiſpiacere.$enza che altri,come dicemmo, lmurebbe potuto flimaq
te chela materia di quella guerra tanto famoſa luucſſe piu toſto opea
rato quello diletto,& quella marauiglia neglianimi de lettori che la
non vſàta maniera del poetare vſata da Homero. Weſte adunque
furono le cagioni perle quali s’induſſe Homero a* non narrare tutta
la guerra troiana quando la haueſſe douuta cantare nella manieradw,
ha cantato-lo ſdegno d-’Aehille,& non quella ragione, che dice Ari-fl
ſlotele della difficulta che haurebbe hauuto _il lettore a tenerſela a më
te.Ma ſe H omero preſa ,tutta la guerra -tr‘oiana,& ſattanevna ſano:.
la haueſſe tenuta altra maniera di narrare=clie non lia fatto _nel narra
re lo sdegno d’Achille riſh-ingendo inbreuita le coſe,egli non_ ſareb
be commendato per lo poeta ſoprano come‘ è non-hauendo , uello,
che l’ha fa tto,& fa , 8c fara ſempre ,commendare per tale. Ne e coſi:
narrare ſotto coſifatto riſtringimento brieue moſtrei-ebbono la loro
debita,& conueneuole magnific enza'. Et-quellophe monta piu aſſai,
ſimile fauola non ſarebbe poeticannazhifloricafflerciochel ’attioni rea
li ſommariamente narra te,& percapi delle coſe ſono hiſtoria# veri:
ta ſi come hàbbiamo moſtrato di ſopra,&in ſimili attioni sómamaria
mente narra te & per capi il pOeta non 'sÎafl'atica come poeta non tro
nando nulla di ſuo capo,& per conſeguente non puo acquiſtare glo;
ria niuna,fi come forſe per queſta cagione non dee eſſere cammeo:
dato colui,che compoſe l’lliada picciola , 8: colui che compoſe lç’m.-~
preſe Cipriane.^lle quali ragioni veriſimilmente hehbe riguarc‘lo~ HO; ,
mero non mettendomano _a comporre‘tutta la guerra troiana do: .
uendo la ritirare a certa moderata: grandezza ſenza hauere-riſpetto
niuno a quello,clie diceAriſYotelc ’cio _è‘CllC 1la predettaguerradfgſſç `
- Dd dd ‘ per

er durare reullüpp'ata di troppa varieta di coſe, concioſia coſa che.


E Varieta delle coſe quanto e maggiore ta nto ſoglia rendere piu va:
'lie‘ la ſaudla &l'hiſtmiand ms- ’í'xom! ;tfxvip ”MUD-.Willriſtowlc non
?a m'enti0ne del mezzo come ia quando ragiona del tutto ſorſe per: ,
clic ſtrma che Homero premleſle il mezzo della guerra,& vuole mo:
ſtra re quali parti tralaſciaſſe della guerraJe qua ll furono il principio
e'l flne,con tutto che le haueſſe,&ne preſe lolamète la parte-del mezzo
accioche altri nó credeſſe che la predetta guerra nó haneſſe ſe non ij]
la' parte che preſe Homeromfl‘qòé’nop qur dourebbono ſeguire ue
flevoci il' 'ſul' miîaimamíuuofdc quali riſpondeſſono a quelle ‘H3 m.
’Sta ‘civil-‘0"‘. Homero è diuino anchora perqueſto che non miſe
mano a riducere in poema tutta la guerra anchora che haueſſe prim
eipio &fine o diſleſa nella grandezza,percioclie ſarebbe Rata troppo
grande@ modificata nella andaza peru' pclte ſarebbe ſtata troppo
rauiluppata di varieta. mîr 513 pe'rçflì- Humor: &c. 'Up, ln quello luo o
non ſignifica come ſuole al preſente in dimoſh-atione di quello,c e
hora ſi truova eſſere ſtato Fatto da ”Omero ma ha (br-za auerſatiua fi
come anchora ha Nunc in lingua latina ſpeſſo appoi buoni autOri:
Simile 'ñ "5 &di ſimile ſcrza è anchora poſto di ſotto nella quarta par
eicella- in quelle parole , îmi ”tt và i” &Marti; ho” *ni mçi di ilîlflpl dr ”in
:i i” &vewrà NM ‘ip rivolſe è aſini ’MAO-mimi: natia-,m’ ”in Em: 'try-eaſt
3 mll‘rÌlS mea-F2: :iN-op ’è {von-ph ”ito- dicendo vna parte dimoſtm
chela ſauola non doura eſſere tanto lunga che non ſr poſſa compren
dere 8t tenerea mente 8c intende che queſta vna parte non ſia del
rincipio ne del fine della guerra troiana, ma del. mezzo o il mezzo.
t perche alcuno poteua dire che la fau ola non ſolamente vuole eſſe
re brieue,ma vuole anchora eſſere varia ſe dee diſertare-,8! commune:
mente‘ fi vede clic vna parte ſola non ha molta varietgperche non
pare che Hmnero habbia fatto coſi bene a prendere vna parte ſola.
A queſto riſponde Ariſtotele,clie quella parte preſa da Homero :Luc:
na che perſe non habbia tutta quella va rieta di coſe, che ſi richiede:
rebbe a ſauola ſoprana,&diletteuole è non dimeno finta riempiutaà
adornata da lui di varietadi molte coſe a-ueniticcie preſe dall’altre par
ti principio 8t fine di quella guerra,le quali Homero non haueua Prc:
ſe per ſoggetto,& da altre attioni auenute altroue in altri tempi. si
che nell ’lliada d’Homero la Favola per troppa lunghezza non ſacicli:
ra la memoria dell’aſèoltanteme per poca varieta di coſe gli ſara po:
co piacentefçnammtr -íxncvàwöp mMoTMò ìwóffliguarda arm-i‘,— ”ñ n"
m— di cui poco adietro ha fatta mentione,cio è raccontal-lomero no
l nate

l
286
date alwneopportuniu molte coſe del principio,&de1 fine dellaguer
a-a aut-gna che egli non halobia impreſe a trart are di quelle parti della
-guerra,o per riempiere ”varieta di cole la parte preſa accioche lava
rieta diletti piu,o perche meglio s'intendano le coſe che ſinarrano,le
quali ſenza ſapere le coſe paſlatc di quella medeſuna atrione,&le coſe
Venturenon s’intendono pienamente alcuna volta,ſi.eome per quell::
due cagioni cio e per variare, 6t per manifeſtare s'introduconolnella
narratione non pure delle coſe di quella medeſima attione,rna delle
coſe di diuerſe attioni and10ra,con tutto cheA riflotele non dica Ho
mero hauere fatto cio cio eſe non per l'vna ,cagione cio e‘per varia:
re,&non per manifeſtare dicendo old-l‘i- nana-lu 1G- mimp. Erqueſte pa
role d’Anſtotele ſono da tenerſi amenre peroppnnerel’aurorira di
lui a coloro,clie pure vogliono cheBomero [rabbia cantata la tra
troiía tutta có ordine turbato,ma permeſſo a oeti,perclze alcua vola
ta_ſa métione d’alcüe co ſe del principio dl que la guerra,&alcüavolta
d'alcíie di quelle del ſine,perciocl1e egli chiaramente dice cheHomer-o
le ha introdotte nella ſua narratione con altre d’alttc attiOni p adoe
nare 8c per variare la poeſia & non per narrarle principalmëte come
ſa lo ſdegno d’Achille,o quella parte della guerra che ſu menu-e durò
lo ſdegno d’Achille,&dice bene,altramente il ſoggetto dell’ lliada fa;
rebbe non pure la guerra di Troia ſe foſſe vero quello che coſtorfo di
cono., ma anchora molte altre attioni ſatrebbouo ſoggetto dell’llia da,
le quali per quella medeſima cagione ſono ſiate tirate dal poeta-den
tro delſuo poema,per la anale ſono ſtate tirateui alcüe del principio
&del ſine di quella guerra oiop »6p Indth Ariſtotele da l'eſſempiodel
racconto del e naui,che e nel ſecondo libro deU'lliada ;che poſsiamo
comprëdere come egli intenda quello che-dice che Homerolia uſati
gli epiſodi del principio,&del fine della guerra cio è che lia traſporta:
te alcñe coſe del principio &del fine di álla guerra nella ſua narratióe
per Variarla 8t per adornarla. l l racconto delle naui dunq; è coſa del
principio,&non di quella parte della guerra che Homer-o s'haueua ,p
poſta di narrare,ma per auenturaognnno non vede come il predetto
racconto ſia piu toſtocoſa del principio che della parte do ueÌpoſto.
Laonde diremo coſi. [Sono alcune coſe die ſono coſi tutte d'vna
parte , che non _ſono punto d' vna altra & non dimeno per al:
eum opportunita ſono rar contate dal poeta , o ſono fatte rac.
contare da altra perſona in quella parte delza quale non ſono
come per non dipartirmi dal racconto delle naui , non è in al:
cena maniera della parte , preſa ad elfi-re narra-ta da Homero la
nortediProwfilaAne l’eſſere ſtato laſciatoPl‘xilottctc in Lëno maè _del
Dddd z [ma
.`
X
‘principio della guerra# ’non ’dimenoüpoeta la narra come parte
roſa da lui Preſa cagione dalle genti loro che in quella guerra milita
”mio ſotto altri capitani. Non ſono della parte del ritorno d’Vli'iIè
‘da .Troia. ad itaca preſa a narrare dal poeta gli errori d’Vliſſe che ſu.
tono auanti clie egli ſi partiſſe da Calip ſo,ma ſono del princlpio del
ritorno,8: nondimeno il poeta introduce V liſſe che gli narra a luo
o &'tempo conueneuole inanzi ad'Alcinoo.Sono ancliora alcune
‘ooſede qualivè verifimile che. fieno d-'vn’alti-a parte ancliora che non
s’habbia certeZza che fieno d’vn altra-patte,& ſi narrano come ſe ſoſ
ſono della parte clic ilpoeta ſi prende a narrare-,8t non di quella al:
tra parteDi ſopra -noi dicio demmo l’eſſcmpioin Helena appreſſo
Homero,la quale moſtraua i capitani greci a Priamo ſi come non pri
ma conoſciuti dalui d’in ſu vna torre quaſi che ſia molto veriſimile
che eſſo Priamo in noue anni che haueua liauuta la guerra intorno `
non n'liaueſſe hauuta notitia niuna liauendo trattate con loro tante
coſe nelle tregue piu volte fatte o quaſi che d'in ſu quella medeſima
docrep d’vn altra non gli poteſſono altra volta eſſere ſtati moſti-ati
o da Helena -IÌÎCdCſln‘l3fl1 da altra perſona che n'liaueſſe contezza.So
no ancliora delle coſe che ſono d’vna parte perche auengono la pri:
malvolta in quella parte,& perche ritornano 8c auengono la ſeconda
Volta in maltra ſono anchora di quella altra parte,& ſi poſſono
narrare nella parte nella quale ſono auenute la Èeonda volta. Ma
quantunque eflë ancliora fieno della parte,nella quale ſono auenute
la ſeconda' volta,nondimeno perche prima ſono auenute in altra par
. te,& nonlianno coſa nuoua , 8c paiono quelle ſteſſe fi dicono eſſere
della prima parte,nella quale ſi ſono moſtrate la prima volta 8( ſe‘ ſi
narrano. nella arte d0ue ſi ſono rimoſtracela ſecOnda volta ſi polſo
no dirttdîeſſère ſtate-trasportate da quella pane a quefia.;Et di que:
fia maniera di coſe è il racconto .delle naui fàtto da Homer0.Percio=
che in ſu il principio della guerra cio è'íp U &regni; nella ragunanza
che ſi fece dell’lioſte de reci in Aulide ſi &ce la moſtra , e'l racconto
de capitani,& delle naui, 8t di tutte le genti,& di nuoun ſi riſa nella
parte della guerra clie ſi prende a narrare Homero,il quale ſe liaueſſe
narrata tutta la guerra ſenza fallo liaurebbe fatto queſto coli dili
gente,&-V1ag0 racconto in, ſu‘il principio` 8: narramloz quella parte
quando la molti-aſi fece Lazprimañvolta di tutto l’eſſeizcito. Et ſe l’ha:
ueſſe factoín'qudla parte ſenza tallone:: l'luurebbe fatto in queſta
parte d0ue fi fece la moſtra lai-ſeconda volta, & ſe pure n’liaueſſe ſat
to il raccomoìſene ſarebbe ſpacciare’ con poche parole. Percliefi puo
.’. › ' *2. :.1.; I u:. -Ki‘l-.i)...-í—’.' .1.... i. .,. ,‘ i ...7 dire
‘ [l'31 ,a LL” '.1 >
dire ragionevolmenteflhe Homero habbia trasportato , come calza
28
auenuta in altra parte della guerra cio è in ſu il principio,il racconto
delle naui,nel mezzo doue non ſarebbe fiato narrato coſi diſleſamen
teſe egli haueſle narrata tutta la guerra. Hora di quelle tre maniere
d’epiſodi la prima 8t la terza ſono lodeuoli,& la ſeconda e‘ piu ſOlCra:
bile perche molti poeti l’vſano che perche habbia in ſe alcuna ſcuſa ra
gioneuoleHora non e‘ da laſciare di dire che ſi come Homero ſa mè:
rione nel predetto racconto dellenaui di Proteſilao , & di Philottcte
_ dell’vn morto & dell’altro viuo ma lontano coſi non ſi doueua di:
menricare di Palamede che era fiato vcciſo a torto dall’eſſercito dc
greci come traditore. Del quale c‘da credere che non faceſſe motto
per non hauer cagione ne di lodarlo, ne di biaſimarlo Perciochc ſe
lo lodaua conuemua che macchiaſſe d’infamia di maluagita Vliſſè e:
gli altri ſignori con tutto l’eſſercit0.ll che non voleua fare & ſe lo
biaſimaua,ſarebbe ſia to egli riprouato per falſario dalla ſama,da che
ſi guardaua. Si che eleſſe per meno male di trapaſlarlo ſotto ſilentio
da ndoſi ſorſe ad intendere,che altri, poiche e li nol nomina non ſia
perricordarſene.»iá` ÌíMn mçl 'iva mraödt ”ù mgl m: ,gr-.,- ”it ’ii/ge, "pag“.
mnuuipîAlcuni poeti errauano intorno alla conſtltutione della fauo
la dell’epopea percioche prendeuano tutta la vita , o piu attioni d’v:
na perſona per ſoggetto d’vna fauola,per compone l’epopea,dequa
li Ariſtotele parlò di ſopra moſlrando come s ingannauano creden:
do che piu attioni diuerſe non dipendenti l’vna dall’altra foſſero
vna perche la perſona a ,cui aueniuano foſſe vna.Altri poeti pure er:
rauano intorno alla conſtitutione della predetta ſauola poiche ſeguë: -
do l’vſo dell’hiſiOrie vulgari prendeuano piu attioni auenute in vnv
tempo medeſimo perſoggetto d’vna fauola delle quali ha parlato in
queſta particella moſſi ando cOme s’inga nnauano credendo che di.—
uerſe attioni non guardando ad vn fine ſoſſono vna,perche il tempo
nel quale aueniuano foſſe vno.Et altri poeti pure ſono fiati che ban;
no preſo errore intorno alla conflitutióe della predetta ſauola pren
dendo per ſoggetto della Fauola vna attione troppo lunga auegna
che le parti di lei dipenddſono l’vna dall'altra, de quali parla qui, 8c
l’errore de quali s’intende eſſere moilrato per quello che è fiatodet:
to rendendoſi la ragione perche Homero nOn imprendeſſe a canta:
re tutta la guerra di Troia auegna che foſſe vna attioneſola , le cui
parti dipendeuano l’vna dall’altra.Si che nella conflitutione della ſila.
uola dell ’epopea tutti gli altri poeti hanno peccato, ma alcuni in ri
guardare in componendola ad vna perſona, 8: non nella ſingolarita
f' > D d d tl z d’vna
I
d’vna attíone,& altri in riguardare in vn tempo,&non nella ſingolari
ea d’vna attione,&altri in riguardare {implica-mente nella ſingolarita
dell’attione,&non anchora nella menanitmDaquali errori ſi guardò
Romero ſolo o faceſſe cio per arte o per bonta di natura,&percio ſi
dimoſtra trapaſſare incio gli altrr,&eſl`ere piu che liuomo ”ù pi'a‘a ”fa
U9 una-img; Prendeno alcuni poeti vna attione ſola,&in cio ſanno be
ne,ma la prendontrripiena di piu parti che nun ſarebbe biſogno, &in
cio fanno male ſi come fece colui che ſcriſſe-ii iiitfll,&(0lüi,dltſiîſiſ²
ſc ,az ”nf-.K1 'MU-.Percile io non credo clieArifiotelecreda che vn ſo,
lo autore habbiaſcompoſte n‘ days-ii 71-2- iuü‘.. [o lio detto ,Et colui
che ſcriſſe '(43- nnçà‘i i'm-'J‘- arendomi che ſi doueſſe ripetere i miſta:
coſi ai i 7G pini-lp iui-J‘- mraru. Non nomina gli autori o perche non e:
ſano tali che meritaſſono d'eſſere nominau,o perche non ſi ſapeuadì
certo elii foſſero ſtati i compoſitori di quelle poeſie,come ſi vede per
quello che ne dicono gli ſcrittori antichi quando ſauellío dicio. Et pa
re clic_ ſi debba leggere ra‘ minu &nor-i ”i mafia-im perche ſi ſoggiun
ge 'u 5 rezza-'0p mu.i,& erclie gli altri autori citando queſta poeſia la
nominano cofi.l~lora iſa qua efoſſe quella vna attione di piu parti,
la quale non conueniua per fauola all’epopea contenuta nell’lliada
picciola per le parole ſeguend,ma non ſi ſa gia quale foſſe quella vna
attioneJa quale non ſi conueniua per fauola all epopea clic ſi come:
nelle ímîr "trio“.Ma cipòſsiamo bene ra ioneuolrnente imaginare
che quella attione foſſe la fa moía lire che tra le tre dee Giunone,
Pallade,&Venei-e,dalla quale dipendono molte parti atte a eonſh'm
ir ſene tragedie & tra l’altre quella del ratto d'Helena. Et che la coſa
Rea coſi appare manifeflamète per quello che diceHerodoto nell’Eu
terpe quando dice.Si che &queſh verſid’Hotnero &queſto luogo non
pruouio miga poco anzi aſſai che -rì :rinfr- non ſono d'Homero, ma
d'alcuno altro,ne quali dice, che Aleſſandro menando con eſſo ſeco
Helena daSparta il terzo di peruenne ad llio haqu lÎauuro il vento
ſecondo è l rnar tranquillo, la doue Romero dice nell'lliada che egli
menandoſi ſecoHelena ſu girtato qua &la dalla tempeſta. Et ſimile e:
popea fu intitolata r-l mim- non ſecondo che io m’imagino prendenñ
do il nome da Cipri iſola,ma dave-nere che dalla predetta iſola è‘ap:
pellata Cypris,&CYpria ,alla quale principalmente quella attiene ap:
perteneua.La quale epopea per auentura tiaslatò in latino Neuio,&
nominan
teneſſe (‘ypria
aneliora adllias
llio parendOgli come
perſo giudicio è dalite
della credere
famoſaclie
chel'attione
ſi ſſſece ap
preſo ad llio nelle valli del monte lda.&perlo giudicexhe ſu Paris n*
l‘0 In illo,& puflclcnaflie fil condona ad [1:0.Dellibro primo-…lella
quale
, 288
quale Chariſio cita queflo verſo Collumvmarmoreum torquís gemma
ta c0r0nat,&ſorſe ſi parla diVenere. Et del ſecondo Priſciano cita?
quelìo alti o. Fçcundo penetratperiirus,tl1alamoq; potitur,& ſbrſe ſi
parla di Paris quando la prima volta ſi congiunſe con Helena. id 7a"
ai‘. :x a”, 'iii‘d‘O- ”ù Mani-5 ul'- r-raí'ia midi-nunzio: Rc. Haueua det
to Ariliotele,clie attioneJa quale ſia di molte parti,& per conſegue”
te ſia grande troppo non foſſe da prendere per ſoggetto di ſauola e
popeica ſi come e quella che ſi contiene i‘. ni: wayne-r ouero ſi ii ma
”i MLMa perche altri oteua dire come conoſceroio quella attio
ne che [rabbia piu parti,c ie non biſogna,&per conſeguente ſia trop:
po grande egli inſegna come cio ſi poſſa conoſcere,&dice.o`uella ac
tione ha piu parti che non biſogna della quale ſi poſſono cogliere
molti argomenti di tra edit-,ac quella attione e grande quanto ſi con:
viene de la quale non i poſſono cogliere altri che due argomenti di
tragedie al piudi come noi veggiam0,che dell’lliada & dell'Odiſſel
non ſi poſſono cogliere per ciaſcuna piu che vno,o due argomen
ti,& :a uniti-{op molti & della picciola lliada piu d'otto. lo non ſono bë
certo che queſta pruoua inſegnataci da Ariflotele per conoſcere la 4—‘. —

grandezza della ſ'auola epopeica ſo perchia , o conueneuole ſia buo


na. Percioche è alcuna attione , la quale ha‘ molte parti,niuna delle
quali è ſoggetto conueneuole di ſauola di tragedia, 8c non dimeno
ciaſcuna ha ſua grandezza. Et alcuna altra attione è che han”
poche parti che non ſieno ſoggetto conueneuole di tragedia. Po:
niamo l'attione dell’ lliada in quella parte , nella quale ſi contiene
l attione quando Hettore &Aiace ſi conducono in campo per
cembattere non ha ſoggetto da formarne ſauola di tra edia ,8c
ha debita: grandezza, ne parimente in quella parte , ne a quale
Menelao 8c Paris ſi conducono in campo per combattere non
ha ſoggetto da ſormarne ſauola di tragedia , & ha debita gran
dezza , 8c coſi in quella parte , nella quale Glauco & Diomede
ſi raffiontano inſieme per combattere non ha ſoggetto conueneuo
le di ſauola di tragedia , ne piu ne meno in quella parte, nella quale
Diomedc &Enea combattono inſieme ,o in uella nella quale ”etto
re &Patroclo combattono inſieme, oin ue ,nella quale Rettore
8t Achille combattono inſieme , le qua ' non dimeno non ſono
ſenza certa debita grandezza Etla ragione cche niuno di qui-.rafi
ſrontamenti o combattimenti non ha le perſone tra ‘ice, ne aut-ni,
menti atti a ſare ſpauento &compaſsioneJ ’attioni del apreſa diTro
ia ha molte particlie poſaóoeſſere ſoggetto di tragedia comeSi‘ilaëne
a:
ñcaualloJa marte di Priamo,la morte di Deiphobo,Cafl`andra sfo
zataJa morte di Poliffenada morte d'AlHanatteJe morte di Polido:
ro,la morte di Creuſa,& altre.E.tla ragione e‘ perche le perſone ſono
tragice,& gli auenimenti ſono atti a generare ſpauento 6t compaſsro
ne.Adunque non e‘ miſura giuſta quella che ci’nſegna Ariſtotelc da co
noſcere quale attione ſia mAvaeçIiS, cio è di pil-;parti che non ſi con:
uiene per formare la fauola epopeica o non lia di piu che fi conviene
dicendo clic quella n’ha piu parti che non fi conuiene,delia quale li
poſſono formare piu tragedie,& quella n’ha tante quante ſ1 conuiez
nc,della quale poſsiamo ſolamente Formare vna o due tragedie al
piu non pocendoſi prendere argomento certo delle piu,0 meno par:
ti dalla poſsibilita di ſare piu ,o meno tragedie. Ma pollo che quella
ſoſſe giuſta miſura da conoſcere il ſoperchio ,o il conueneuole delle
parti dell ’attione,perclic ſi da l’eſſempio nell’lliada d’Homero , la
quale e‘ vna parte deU’[liada picciolamella quale ſe ’viſi conteneua tue
* ta la guerra troiana ſenza dubbio viſi conteneua lo ſdegno d’Achille
con Agamemnoneflre e‘ vna parte della detta guerra‘.” Et qual mara:
uiglia è che il tutto liabbia piu parti ,.clie non lia l’vna parte, &clie di
tutta vna attione ſl Foſſano formare piu tragedie che d’vna parte
ſola e’ i: ai: hmo Dell'lliada s’e ſarto il Rheſo da Euripide che liog
gi di ancliora fi n-uoua, & s’e ſarto Ãli‘rft'il‘nge'- ll riſcatto del corpo
morto d’HettoreNcl Rheſo Vlille 8t Uiomede non riſparmiando di
ſporſi a n'ſtliio di pericolo euidente ritornano vittorioſi in tipo, &
per queſto lOro ſpótaneo ſporſi a riácliio l'attione diuiene tragica c0
me ancliora i‘. n.7: At'rçou “'an l’attione diviene tragica per ~l’andare
pericoloſa di Priamo di notte tempo perl’hoflç de nemici a riſcatta:
re il corpo morto del figliuolo ,u‘i mani-s, Si truoua il Ciclope atti-i:
buito ad Euripide,clie pare preſo dallOdiſſea, 8t lorſedi queſta tra:
edia intende Ariſtotele dicendo che ma o due ſi poffono ſare del:
l‘OdiſſeaJfla c‘ da ſapere
tto della fauola che non
del Ciclope ſiapoſsmmo dire veramente che ilque
preſo dallſſOtlifleayercioche ſog
1 a actione non auenne nel tempo che VlilÎè venne da Caliplò in Ita
ca,_ma auennevi la narrarione di quella attiene ſolamente. Hora ſe
nowoglzamo riteuei~e,cl:e dellecolè narrate nell'Odiilèa ſi poſſa com
porre fauola di tragedia , & dire che quella del Ciclope ſia preſa dal:
l'Odiilea non ſolamente potremo Fare vna o due tragedie dcll'OdilÎ
ſea come aflei ma Arifiorele,ma molte,il che niega Ariſtotele poter
fi tare. Per-cioclie laſciando gli errori ſuoi da parte,de quali ſi orſi-b
bono ſare molte tragedie quante ſene potrebbono ſare dell attici::
- ' del
289
delle perſone morte con le quali parla & delle quali ſi: ragiona nel
lo'nfernoc'Adüque daU’Odiſlëa ſi potrebbe prendere vno argome‘to
di tragedia dalla giunta d’Vliſſe in COrphu, 8t vn’altro dall’vcciſione
de dmdifimíç-LA me piacerebbe che ſi leggeſlè ìmíços. Hora dice
dell'tliada 8t dell’Odiſſea vna tra edia ſi fa quinci , 8t quindi, ac
cioche altri non credeſſe che de ’_llia'da 8t dell’Odiſſea inſieme ſi.
faceſſe vna tragedia , in 5 ”7ſin multi' . Scl’ epopea 15g rum’
conteneua la materia che dicemmo poterſi imaginare di ſopra_
poteuano Fare molte tragedie pogniamo vna della .turbatione della
nozzcdi Thetis 6t di Peleo erlo pomo della diſcordia,… altra del
iudicio che diede Paris tra ſe tre dec,vn’altra dc ginochi funerali ce,
ſebrati da Priamo dandoſi ad intendere cheAleſſandro foſſe mcrto,
vn’altra d’Helena o rapita,o indotta di volonta ad andarcon Paris
vn’altra d'Enone abbandonata da Paris 8c ſimili.Et perche in quel:
la de giuochi fiinerali interviene la riconoſcenza di Paris,& pote an:
chora interuenire in quella d'Helena indocta di volonta ad andare
c0n Paris ſe egli ando inGrccia ſconoſciuto è per auentura da imagi
narſi che Diceogene faceſſe in tragedia alcuna di ueſte attioni nomi
nandola Tùlti‘ll’flx dall'epopea,onde haueua preſa‘la predetta attione
& faceſſe vna riconoſcenza di Paris dandone .cagione il pianto perla
veduta d’vna pittura ſi come diſſe di ſopra Ariſtotele ,ſia quale rico:
noſcenza 7p ”Ts ”ny-'iis iſi doueua _fare per altra opportunita. ”lt di
fl': uixçàs :Aid-P@ ”aſavöxm Nomina Ariſtotele dieci tragedie .che fiſo
no preſe dall’ lliaila picciola , ~delle quali hoggi ſolamente due ſi
truouano won-'m di Sophocle , & »in-uè: d' .Euripide , & di Se:
neca.Le altre otto non ſi truouano. Si che non ſi truoua Invii mi”,
che doueua contenere il giudicio , a quale de due tra Aiace o Vliſlì:
ſidoueſſono dare l’armi d’Achille , onde ſegui,che Aiace s’vcciſe
con le ſue Ipprie mani.Non ſi truoua Nadia-u@— ne vſi ſa qual materia
ſpecialmente contencſſe,ma per auentura pOteua contenere la mo rte
di Priamo,della quale fauella Virgilio,0 anchora la morte di Poliſh:
na aucgna che. ſotto altro nome di tra edia ſia compreſa anchora la
morte di Poliſlcna,percio'che l’vna Ct 'altra fu attione di Neoptole:
mo.Non ſi truoua infu'mÌſQ-,öl perche furono due Euripili l’vno figli:
uolo di Thelepho,che fu co troiani, 8t vcciſe Machaone,& ſu vcciſo
da Ncoptolemo, 8c l’altro fu figliuolo d’Euemone,& fu co greci ,il
quale eſſendo meſſa aruba Troia trouatavna arca,doue era vna ſtatua
di Bacco .8( apertaladiuenne fiirioſo non ,ſappiamo di certo di quale
di' due foſſe l’attione contenuta nella tragedia di coſifatto nome . 8t
Eeee tanto
ñ tanto menoquaie foſſe I’attione non dimeno ci poſsiamo laſtiare `cre
dere che piu toſto vi ſi conteneſſe attione d’Eurí ilo figliuolo d’Eue
mone che d’Eui-ipilo figliuolo di Telepho 8c que la attione,perſa qua
le egli diuenne forſennato piu toſto-ehe alcuna altra.“ Non ſi truoua
floxü'a ,ne poſsiamo affermare quale foſſe l'attione in lei rinchiuſà ben
credo che non ereerebbe chi diceſſe che v’era rinchiuſa l ’attiene d’vx
lilſe quando veflito da paltoníere entrò dentro da vTroia per iſpiare,
&fu riconoſciutoda» Helena,di che ſe ben mi ricorda fa mentioneHo
mero .Nonñſi truoua Aia-ua ne altri puo ditermina tamente dire quale
donna ſoſſe quefla Lacena nequaſe attione ſiconteneſſe nella trage:
dia intitolata coſifattamente,Ci poſsiamo bene imaginare che s’inten
da Lacçna per Helena,&clie nella predetta tragedia ſi conteneſſe la
mOrte di Deiphobo,della quale fi parla apprcſlo— a Virgilio operata
per opera ſua,anchora che perauentura viſi poteſſe contenere il ra t:
to d’Helena fatto da Paris.N0n ſi truoua lai-v :Aquì-It queſto è titolo
di tragedia che conteneua quella parte della uerra troiana ſolamgn.
te ſecondo che io auiſo,c~lie pertiene al prenäere Troia. & non tutta
la guerra ächora che Ariſtotele di ſopra-conqueſto titolo ſignificar
ſe dicendo dirmi-(4 à ?da ”if-1:5 n‘a-'w n‘a-p :Uſndflcl &eche qucfia parte della
fuma foſſe troppo ampia materia da riſtringere in vna tragedia ſo
a.Non ſi truona him-u:. La cui contenenza non è piu manifeſta che
che quelle delle ſopradette,anzi non ſi ſadi uale rinauigamentop ri.
torno ſi debba intendere concioſia coſa c112 ſi poſſa intendere,diquelñ
lo,clie fii per eſſere mandato ad eſſecutione quando igreci indottidal
le parole d’Agamcmnone ſe ne voleuano tornare a caſaiDi Clle par:
la Homero nel ſecondo libro dell’lliada,&ſì poſſa anchora intendere
di quello che infintamente i greci mandarono ad eſſeeutione naſcon:
dendoſi nell’lſola Tenedo,& fi poſſa anchora intendere diquello,che
veramëte mädaröo ad eſſecutióe quído mppöo in mare a ea poCaplix
reo,&Aiace figliu010 d’Oileo fii ſulminato (la Pallade. Etauegna che
alcüi vogliano che nó ſi debba iutédere d'altro cliedi c‘jſto terzo ritor.
no nó dimëo gli altri due n'torni poſſóo altreſi Pfiaremateria a trage
dia-Nöſi truoua :imp &có tuttoche nó ſi rruoui poſsiamo imaginarti
quale foſſe la materia di ſimile tragedia er quello che è ſcritto anpreſ
ſo-Virgilio di luiEtè da perremente c ie Ariſtotele non ha ſei-‘uſto
l’ordine del tempodell’attiom auenute in nominare le. tragedie preſe
dalla piceiola Iliadafz'fl 5‘ *ni: 'fia‘- rev-:ù 7x5‘: 76,-‘- immiî-P viſi ?Magna
fia è la ſeconda con—.munita che ha l’epopea con la tragedia,la qualcë
ghe coſi l’ep open ſi diuidc in quattro ſpetie fimplicc,rauiluPPata,C0‘
- &um-‘im
290
ſſ 'Rumata,&doloroſa come fa la ffagedia,&com`e che dicio nons’addu
ca altra pruoua,non dimeno ſi potcua prouare perquella via perla -ñ
"rn-. . 4
-quale ſi prouo clic la tragedia haueua quelle quattro ſpetie,cio è che
poiche la ſauola è ſu-nplice,rauiluppa ta,coſtumata; & doloroſa dell’e: ‘
popea ſicome la ſauola della tragedia conuiene clie l’epopea altreſi
abbia qneſte qualita,&ſì diuida inñquattro ſpente-_Hora quantunque_
`di ſopra liabbiamo parlatodella ſauola ſimplicqrauiluppatapollumn
ta,&doloroſa,perla quale la travedia poteſſe diuenire tale aſſai al lat'
go,&quello perauentura debba baſtare per intendere come ſimilmen
te l’epopea poſſa diuenire tale nondimeno dimoſtriamo anchora 9
~vna altra via queſia qualita a maggiore chiarezza conſiderando la fa:
mola coſi,La ſauola della-tragedia, &dell’epopea ha tre parti ſi come
.a ttione fatta in tempo principio, mezzo,6c fine,nelle quali tre parti o
nuiene in .tutte quello,cl1e.communemente ſuole auenire ſecondo il
-corſo delle coſe-mondanqo nuiene in tutte quello che communemë
te non ſuole auenire ſecondo il corſo delle coſe mondane, o auiene
in alcuna quello,clie ſuole auenire ſecondo il corſo,~&in alcune quello
the non ſuole.auenire,o auiene in alcune quello che ſuole auenire,&
in alcuna quello,clie non ſuole auenireDi queſta diſlintione di quarz
tro capi naſce vn’altra d’otto capi. 'Percioclie o la ſauola lia il princi
.pio,il mezzo,e’l fine ſecondo il corſo delle coſe mondane, o il primi.:
piozil mezzo,e’l-fine contra il corſo delle coſe mondanepil principio
e’l mezzo ſecondo il corſo e'l fine contra il corſo, o lia il principio
c’l -fine ſecondo il corſo e’l mezzo contra il corſo,o lia il principio ſe
condo il corſo,e'l mezzo e’l fine contra il corſo,o lia il principio con
tra il corſo,e’l, mezzo e’l fine ſecondo il corſo,o lia il principio e’lfine
zo contra il corſo e’l mezzol'econdo il corſo,olia il principio e’l mez
contra ,il corſo, e'l fine ſecondo il corſo o ha il principio contra
il c0rſo e’l mezzo e'l fine ſecondo.Et accioche ſi compren:da meglio
la predettadilìintione la proporremocome in figura dinäzi agliocchi,
Principio Secondo P. Contra
l Della ſauola Mezzo Secondo corſo a M. Contra corſo
Fine Secondo F. Contra
P. Secondo P. Secondo P. Secondo "t
3 M.$econdocorſo 4 MContra corſo s M. Centra-carſb
F. Contra F. Secondo F. Centra
P.- Contra q P. Contra l’.Contra
6 M. Secondo corn) 7 M. Conti-a s M. Secódo corſo .'
F. Centra ESecondo F.See0ndo
Eeee a Hora
r

Hora Ldue primi capi ſanno lal’auolavguale poi che conſeruanovno


tenore ſolo,&chiamala Ariſtorele quando ha coſifatto tenore ſimple'
cc“&gli altri ſei la fanno diſuguale poiche non conſervano vn tenore
ſoloJSt chiamala Ariſtotele rauiluppata.Velia ſauola che c‘ d'vn tc
nore ſolo vguale,&ſimplice diletta meno,che non ñ quella che e‘d ’vn
tenore diſuguale&rauiluppata,&delle fiinplicnodell’vguali diletta me
no c'llla che eóſerua vn tenore ſecódo il corſo delle coſe módíe che uó
fa @la che cenſerua vn tenore cótra il corſo delle cose mondane. Er
per-cio ſono piu toſto da eleggere delle fauole ſimplici informare le
tragedie quelle che conſeruano vn tenore contra il corſo delle coſe
mondane.lo credo che appaia per queſta diſtintione che coſa inten:
da Ariſtotele per epopea ſimplice & raniluppata,& che coſa ſia,hora
facciamo per vn altra diſtintione vedere che coſa intenda per epopea
doloroſa & coſlumata,& che coſa ſia. Tnttel’artioni,che ci auengo
no o hanno il fineſecondo il' nofiro deſiderio,o hanno il fine contra
il noſtro deſiderio,ſe hanno il fineſecondo il noſtro deſiderio ci ſan
no &lici,ſe hanno il ſine contra il noſtro deſiderio ci ſanno miſeri. Et
perche noi deſideriamo l’vtile,&n`fiiggiamo il danno auiene che l’atz
tieni che hanno il fine ſecondo il noſtro deſiderio ci rechino vrile , &
quelle che hanno il ſine contra il noſtro deſiderio Cl rechino dannoòt
perche l’vtile,e’l danno puo eflère per ca ione dalla perſona noſtra,
&percagione della perſona de parenti G( gli amici grande &piccior
[0,0
(e in per cagione d’altre coſe
anioaígioneuoli,&in l’attioni
attioni ſi deono
danneuoli diuidere
, ma noninſolamen
anchora attiomſi
gioueuoli perſonali,&1'n attioni gioueuoli parenteuoli o amicheuoli,
&in attibnigioueuoli di coſe di ſuori,&medeſimamente in atrioni* di
noſe perſonalidn attioni dannoſe parenteuolip amicheuoli.&in atrio
ni dannoſe di coſe di fuoriEt perche di nu0uo queſte atrioni che han
no il fine ſecondo il noſtro deſiderio ocontra il deſiderio noſtro l’hí
no tale o` per opera noſtra , lo per ra altrui, oper ſhrruna, fi
deono anchora l’vna &l’altra maniera d attíoni gioueuoli &dannoſe
potere ridiuidere ingioueuoli per noſhaopera ingioueuoli peropera
altmhòdngioueuoli per fortuna,in dannoſe per opera noſtrgindíno
ſe per opera altrui,in dannoſe per fortuna. Bando adunque l'atrio:
ne ha vtile grande o danno grande della perſonanoſha o delle per:
ſone de parenti o degli amici ſi domanda doloroſa,&ſpecialmente ſg
ci auiene il danno per opera noſirap per ſortuna,o per opera diquel
le perſone per opera delle qnali meno ci dourebbe auenire,Ma ſe il
danno è leggierc nella perſona noſtra . o nelleperſone care,o è da;
. ;i ., . no
cu‘. . .-."1
29t
no di roba pare che l’attione'ſi domandi coſh‘imata,&poco appreſſo
ne diremola ragione.Et perche la fauola è quale e l’attione,& l’epo
ſea e‘ quale c‘la ſauola non è da marauigliarſi ſe Ariſtotele ha diuir
ſa l'epopea in iſpetie,l’vna delle quali fi domanda doloroſa,& l'altra
coſtumata.Ma ſe l’attione lia l’vtile della perſona notti-ap delle per:
ſone care-,0 l’vtile grande d’altro dourebbe confiituire vna ſpetie il ’e
popea che ſi eontraponeſſe alla doloroſadtche s’appellaſſe gioioſa,
&ſc l'vtile (lella perſona noſtra o delle perſone care foſſe leggiere ,o
ſoſſe vtile d'altro dourebbe conſtituire medelimamente la coitumata
ma accioclie queſta coſtumata lidiſtinguefle dall'altra coſtumata,quel
la ſi dovrebbe appellare coiìumata doloroſa,&queſta coſtumata gio
ioſa.Et è da marauigliarſi come Ariſtotele liabbia tralaſciata la ſpetie
dell'e opea. gioioſa precedente dall’attione cliecontiene l’vtile gran
de de la perſona noſtra,o delle perſone care,poiclie egli l’a ntiponea
tutte l’attioni,&ſpetialmente ſe quello vtile viene per meizo della ſu:
bitana riconoſcenza ficome fii eſſemplificato nella ſaluezza della vita
d’Or-:Re per mezzo della ſubitana riconoſcenzaSi clie d0ue Ariflote
le fa quattro ſpetie d’epopea, dueliauendo riſpetto alla continuatio
nc d’vno ſtato di perſona,o alla mutatione,&due al dolore maggio:
re o minore della. perſona ne doueu: lai-e dÌÎe altre li‘auendorilìaetto
alla gioia maggiore o minore della perſona.Hora ſi come iam ’ima
gino Ariſtotele d'ómand'a epopea. coſtumata qyellaflieha d‘anno pie
ciolo della perſona-,o il danno delle coſe di ſuori,non perche i coſtuz
mi fieno piu principali inqueſta ſpetie-,cl1enell’altre,o perche la ſauola
ſia preſa per manifeſtare i coſtumi,concioſia coſa,clie queſto diſtrug
gerebbe quello,clie ſi diſſe di ſopra quando ſi concliiuſe,cbc i. collumi
erano preſi perle perſone operanti,&non le perſone operanti'pergli
coſtumi,ma la domanda coſtumata ,percioche la ñuolanon' &ntiene
attione di danno `grande nella perſona noſh-a,o nella perſona de no
flri parenti o amici,ovrile grande,&percio pare quaſi che ſimile attio
ne ſi ſia preſa per paleſare piu toſto i coſtumi delle perſone operanti.
&per principalmente ra [ſomiglia re i cofiumi,clie per paleſare eſſa at:
[ione &raſſomigliare le perſoneoperíti come appare nell’Odiflèa,ne]
la qualecerte perſone come lamo lie ei ſerui,&le ſerue paiono piu to
ſto eſſue inn-odorte perche ſi ra omiglino quali ſono i coſtumi d’üa
moglie buona nella lontananza del marito e: qualiſono i coſtumi de
ſerui,& delle ſerue buoni & rei nella lontananza del ſignOre che per:
che ſi rappreſentino eſsi 0peranti,o le loro operationi ,le quali all’at
tione principale d’Vliſſe non ſono di molta neceſsitap giouamento.
”Inhalt- @aNobii-ma ?mi 1016i. Weſta .è la terza communi!!
E ee e z clic
che ha la epopea con la tragedia do è che ha quattro di quali”
che ſono quelle medeſimc,cl1e lia la tragedia,cio è fauola,cofiumi,ſen
tenda# fauella poiche ha quelle parti .medeſime che ha la tragedic
fuori clic la melodia &la Vit a.Adunque quando dice ”è -nìníçn none
da intendere ſimplícemente delle parti in quanto ſano parti di quali'
ta,& parti di quantita,ma ſolamente in quanto ſono parti di qualita,
Percioche le parti di quantita dell'epopea non ſono quelle medeſi
me della tragedia , 8: non eſſendo quelle medeſime ſene dourebbe
parlare nella particella ſeguente,doue ſi parlera di quello,che lial’epo
pea,& non ha la tragedia al flvqlmſiſüghfifl Emmy-’awe ”h "Mg.
Haueua detto Ariſtotele , che l’epopea haut-ua le quattro ſpetie ſim:
plicc,rauiluppata,coſtumata, & doloroſa communi con la tragedia,
& appreſſo,che haueua anchora communi~ le quattro parti di qualita.
fauola,coſtumi,ſentenza 8t ſauella , liora perche altri poteua dire che
pareua clic l’epopea non doueſſe di neceſsita hauere communi con
la tra edia ſe non le due ſimplice &coflumata non eſſendo pei-aucti
tura! ta trouata per indu: o: nel popolo ſpauento &compaſsionfl
le quali naſcóo dalla doloroſa,&dalla rauiluppata fi come è [kata tro
uatala tragedia,egli riſp onde,che!l’epopea ha cómuni con la tragedia
non ſolamente le due predette, ma la rauüuppata antlioraſhda dolo
roſa percioclie ha di biſogno di riuolgimentifl di riconoſcenze, che
conſticuiſc0no la rauiluppa ta,&di paſsioni che conflituiſcono la do;
loroſa.Ma breuementc per intendere bene quello,che vuole dire Ari:
flotele,è da ſapere che ſimplice ſi contrapone a rauiluppata,&doue è
l’vna non puo liauer luogo l'altra & la coſtumata ſi contrapone alla
doloroſa,&douc e'l'vna non puo hauer luogo l’altraEt ſene poſſo
no fare quattro accoppiamenti]] primo della rauiluppata accompaz
fidata Balla doloroſa]] ſecondo _della rauiluppata accompagnata dal
coſtumata, il terzo della ſimplice accompagnata dalla doloroſa , I!
quartodella ſimplice accompagnata dallacoſtumatafiora l'accoppía
mëto della rauiluppata accompagna tadalla doloroſa pare nella trage
dia eſſere il piu commëdato,ma non ſimplicemëte l’accoppiamëto di
qualüq;rauiluppata,&di qualíiq; dolor—oſanpcioche lì commenda @ll-1
rauiluppata ſopra ogni altra che. lì fa ſubitamëte p mezzo della rico.
noſcí‘za perſonale,& ſi cómëda (illa doloroſa,che naſce dal pericolo
&dall’effettoEt do o (jſto ſi cómëda l’accoppiamëto della ſimplice
accópa nata dalla ilolomſapo' da qualüq; (lolorolAmaQIladolorofi
clic .ua ce dall'effetto,&non dal pericolo. Gli altri due accoppiamE-u'
ſpno meno commëdati,ma l'uno cio è tÌUodella ſimplice aocópagtw
ta dalla colhmata ègffii inch commëdato che non el’altro accop:
' . i ñ ` yiamcnxq
2.92.
pîamëto della rauil‘uppata accompagnata dalla coſiur'nata.Hora nel:
l’epopea pare commëdato l'accoppiamento della ſimplice accompaz
girata dalla doloroſa ſopra ogni altro accoppiamëto pure chela d'o
loroſa naſca dall ’effetto.&non dal pericolo,come ſi puo vedere l’eſ:
s‘è-pio nell’lliada,&dopo quello c‘commëdato‘l’accoppiamëtodellañra
uiluppata accompagnata dalla coſtumata intëdëdodi q‘lla rauiluppaz
ta che non. ſi ia p-mezzo di riconoſcëze pſonali principalkma acceſſo
rie,8tnon ſulritamëte come ſi puo vedere l’eiëëpionell’odiſſea. Gli al
tri due accoppiamëti ſono mëo commëdabili,ma aſſai meno commë:
dabili è c}llo,clie lia la ſimplice accompagnata dallacoſtumataphe nó
è qllo, clic lia la rauiluppata accöpagnata dalla doloroſa-.Si cliel'acp
coppiamento della ſimplice &della doloroſa, clie tiene il primo luo':
o nell’epopea tiene il ſecondo nella tragedia,&l’accoppiamento del
È rauiluppa ta,&della coſtumata che tiene il ſecondo luogo nell’epoi:
pea tiene il terzo—nella- tragedia,&l`accoppiamento della rauiluppatz
&della doloroſa quído ſi-fa ſubitamE-te per rieonoſcëza persöale,clie
tiene ilprimo luogo nella tragedia non tr-uOua luogo-nell’epopea,&
l’aceoppiamëto dellaſimplice coſtumata è vgualmëte ſtimato poco
dalla tragedia &dall’epopea.Adüq;de quattroaccoppiamëti vno èri
fiutato dalla tragedia che è quello della ra uiluppata,&della coſtuma to
&‘-vno è rifiuta to dall’epopea che è quello della r-auilup ata ,ñ 8c
della doloroſa , &vno e‘ rifiutato dal a tragedia, & da l’epopea,
clieèquello della’ ſimplice , 8t della coflumata , 8t vno è commu
ne alla tragedia 8c allñ’ epopea clie è quello dell n ſimplice , 8:
della doloroſa ma c‘on diuerſo lionore percio che nell’ epopea
ha il primo luogo- , 8t nella tragedia- liail ſecondo. Hora per:
le coſe dette adietro appare aſſai chiaramente perche la tragedia
non riceua ſe non i due a'ccoppiamenti,cio è uello della rauiluppatw
6t deiia doloroſà,& quello della ſimplice &de la doloroſa ,8t perche
antiponga l’vno all’altro poiche s'ha per coſa certa cheil fine ſuo ſia—
dimettere neli’aſeoltatore cópaſsione &ſpauëtqma non appare giap
le coſe dette 0 che ſi dicóo pclre l’epopea riceua la rauiluppata accóe'
pa nata dalla coltumata piu toi-’co che la rauiluppataaceompagnat*
darla d010roſa,io dico quella rauilu pata accompagna ta dalladolorO*
ſala quale ſi fa per riuolgimento ſu itano aueñto p riconoſcë2a per:
ſonale. Et perauentura ſi potrebbe dire che l?epopea non ha per fine
di neceſsita il mouimento della compaſsione , & dello ſpauento come:
‘lia la tragediame vn termine brieue, &preſcrittocome ha la tra-'
gedia dentro del quale conuiene che ſia auenuta l’attione,&laqualo
ſiamrmoreuole ,,6: non pare che' _in ſi poco tempo poſſa eſſere'
memoreuolc
memoreuolc ſenza vn ſubito riuolgimento, Adunque l’epopea
"mr-59 W uh Ever-away habiſogno di riuolgimenti,& di rico:
noſcenze per formare la rAuiluppata accompagnata dalla coſtumata
8t ha biſogno ’ram-img di doloroſi auenimenti per formare la ſimpli:
oe accompagnata dalla doloroſa 'c'n 51615 &naval-s Ksîuáì 1-2:“ ſxa‘u ..
ASLPerclie era ſtato detto che l’epopea liaueua le quattro para’ di
qualita communi con la tragedia in generale &in particolare era [la.
ta ſtata fatta mentione d’alcune coſe clieſirichieggono alla ſauola
per moſtrare che non ſolamente l’ epopea haueua la fauola, mala
iauola cofiſatta,hora dice tra laſciando il coſtume del quale non par:
la perche aflai s’e‘ moſtrato effirc nell'epopea poiche vna ſpecie del:
l’epopea fi dinomina da quello , che l’ epopea ha la ſententia,& la fa:
uella ,le quali deono eſſere leggiadre. Adunquc le ragioni de ragio:
namenti prouatiui dell’ epopea deono eſſere leggiadri 8; degni”:
ſimilmentelaſauella clic veſte i ragionamenti prouatiui , Guiana:
tiui deono elſere leggiadri & degni , oîs Ewan FaflfO- ;bg-'ſal ”i
flför@ xy‘i i‘m-S:. Gran lode è quella che è data da Ariſtotele
ad Romero che egli ſia ſtato il primo , che habbia vſate tutte
& quattro le ſpecie dell’ epopea , 6t tutte & quattro le parti di
qualita dell' epopea , & le habbia vläte bene & perfettamente.
Hora non niega Ariſtotele che altri poeti inanzi ad Homero non
baueſſono vſate le quattro ſpecie dell’epopea, & che ſimilmen:
te non liaueflbno vſate le quattro parti di qualita dell’epopeapu
dice che niuno ſolo , Br particolare non era ſtato che liaueſſe v
ſate tutte le ſpetie, ;Sile parti predette,&che niuno era ſtaro clic
liauefſe vſate bene quelle che haueua vſate.$i che Homero lia due ſm:
golarita primiere l'vna che egli ſolo èſtato il primo clic ha vſate tue
te &quattro le ſpetieëtparti predetteJ’alti-a che egli ſolo è ſtato il pri
mo che le lia vſateſenZa mancamento niunousîi pa;- -röp mnuámç‘uimñ
pçimlsmp ’7113” *ma: abrmî- n.3 ndwuìyöipruoua che nOn ſolamëte Ho:
mero havſate le quattro ſpecie ſimplice,doloroſa,rauiluppa ta,&coſtu
matagna che le lia vſate anchora bene hauendo compoſti due volu
mi,nell vno de quali che è l’lliada, ſi contengono due ſpetie la ſimpli
ce &la doloroſa.le quali conuengono bene inſieme,&nell’altro,che è
' l’Odlſſeaſi contëgòo due altre la rauiluppata,&la coſtumata,le quali
conuengono bene inſiemc.L’ordine delle parole puo elſere tale. 'r
miti-animo; i a”: '1MB 4”(st “ad'an TM@- in@ ”ù ”aànrllìp , ÌÎJ‘Î
Maria Canis-nf `Killer-:few ”running ”il ;Olii-'Ip, Et pare che lÎ
debba leggere di neceſsita uom-y 6c non M. ‘ Hora per pruoci:e
293
che l'Odiſſca liabbia la rauíluppata per figura di trapoſitíone ſi dice
che per tutta lei ſono ſparte delle riconoſcenze. Adunque Ariſtotele
ha l'lliada per epopea ſimplice quaſi viſi conſerui ſempre vno (lato
d’vn perpetuo tenore,o di ſelieitap di miſeria,la ual coſa io non di
ſcerno molto bene percioche io xvi riconoſco mo te mutationi , & ri
uolgimenti vincendo hora i Troiani `&hot-a i greci; 8: eſſendo hora
nemici traſe Achille-,8: Agamennone,& lmra amicth'qUalimutationi
conflituiſcono larauiluppata, ſenza che non èſenza riconoſcenze ü
come non e‘ſenzaquella di Glauco,&.di Diomede , 6t alcune altre le
quali rico noſcenze ,concorrono a conflituire la rauiluppata. Ha an:
chera l‘lliada per doloroſa , la qual coſa parimente non vidi-ſcemo
molto bene, perciochequantunq ue viſi contengano molte mdſioni,
niuna pero e di quelle checOnſtituiſcono la doloroſa non eſſendo
auenute perle mani proprie degli vcciſi,o per le ma ni de parenti , o
degliamici come .e‘ ſtato detto di ſopra da Ariſtotele medeſi mo,tlie vo
gliono eſſere q uelle vcciſioni che ſono propria miſe cóflitutrici della
dolomſa- Ma ſe ſimili vcciſioni fatte per le mani de nemici poſſom)
eonſtituire la doloroſa nell'lliada perche non la conflituiranho an.
ehora nell'Odiſſea doue ſono l'vccilìo ni de drudi , ,delle ſanti , 81 de
vcompagni d’Vliſſi: non ſolamente vcciſi , ma liorribilmente mangiati
dal Cic’lope,& vda Leſhigonimçìs .ſe 100'201: iîìa @Mi-10!; ”niffdfimççffixh
Arillotele dice che non ſolamente Homero vlò bene ,tutte le quattro
ſpetie dell’epopea , ma che vſó bene ancliora le quattro parti della
qualita , Bi fa ſpetialmente mentione della ſententia , & della fauella, *
percioche di ſopra haueua ſimilmente fatta mentione ſpetiale di que
fle due parti,che doueuano eſſere leggiadre,& degne , nelle quali due
parti ſuperò qualunque altro pOcta. Ma non dice pero la ragione .
perche Homero ſuperaſſe glialtri, & clic via egli teneſſe , per laquale
trapaſſaſſe glialtri , 8: ne doueſſe eſſere lodato , 6: che via glialtrite: ñ
neſſero Per laquale eſsi foltono trapaſſati , 8t ne doueſibno eſſere ~
biaſimati- Ma ci conuicne ſtare all'affermatione ſua fimplice ſenZa
imparare nulla
PARTlCELLA SECONDA. Air-pîçflä una? flnîs {vs-'ideas -iò nñ'xGii “
immnſaflsü -rò [L'fffflf. F "ſiti né”: Bſiças iuris èiflfllfle'. Nudi {E dir-:fidi “
7L?- Ziçxáaifl 1b r'iAos. Îu A' ap 1053,23 70$“: i? à“Xfllchl MTL-f aiſ dvsídniitqiflrfís *ra “
qb 7Mí|©~ "aj-Qd‘löf 15a és ”ſap &Wai-‘lpîlſhflívvp Legname:. i2@ {In wyài iii “
Kriſtian 16 ahi-à@- :mi ii immda Mama# -iò 'tti p, ‘ſmtp-Pie un to: J‘ixiäz "
*Ty-z ”ruſſian-e ”MA [Liga “l‘aſta, ;MAS rò 771i :is tilt-4171,@ 768‘] Wilde gig@ u
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” ` 7340105 'l'a-Xi’ ”Augou‘î-,me'fiap DT”; 78.* T‘a7M/a5 -rò {"r “{Tfo‘u fíçoixò‘o hihi:
” :meu ?1,5th èÎ-áç'ùs ;el YM@ &vini-fo J‘uflpa‘ùxlu) mami: 'nome ?ſu mhz-T:.
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” ”ù 711-5 xò. ”query-is J"'iXt-rj ,a Mya. mçn'ſnfifuì Nin-…mi n'a-:du 75g
” È’Mup. 13 J“Î ’Maffixìt ?Chiang-‘q xm'àuà, 115m‘, àfx”;hai-,15,5 Mandy. i".
” &gflbl'flçüfl’ è Amii” -m' {WT-‘55m, Xaufífllüfl. Juà MJ; ”mmie ‘GF-my 'ff‘ :MC
²’ mm 'MTB-TB iéghh’ Img Îmaejſſufli è püdlîhl‘a’íxaf &Wa-:ë- innö Mafia.
CO NTEN ENZA. Che l'epopea ſn differente dalla tragedia per le
lunghezza & per lo Verſo. Vanta debba elTere la lunghezza ſua-o
Perche ſia maggiore di quella della tragedia. Perche il Verſo eſſame
tro ſia ſolo ſuo proprio.
' VVl.GARlZZA M ENTO. Hora l'epopeaè differente ( dalla trage
” dia) & per lalunghezza della conflitutione,& perlo v erſo (miſurato.)
v Adunque il terminefufficiente della larghezza è il detto (gia.) Per”
’ cioche biſogna che il principio e'lfine poſſa eſſere inſieme vedute.
n Hora potra eſſere ClO ſe le cóſtiturioni ſar-n no minori dell’a ntiche,
. &perueniſſo no alla moltitudine delle tragedie , lequali foſſono pofle
in vm vdienza. Et l'epopea ha alcuna coſa non PKCÌOh di proprio
a potere Rendere la grandezn per non eſſerepoſsibile nella tragedia.
’ aſſomigliare molte coſe fatte in vn tempo, ma ſolamëte quella parte
” che ſi fa in palco,& è de rappreſentatori,& nell’epopea per eſſere nar
ratióe è licito a fare che molte parti inſieme ſi menino a fi ne per [equa.
” li eſſendo eſſe proprie creſca la gonfiatura del pOtma. Per laqual
” coſa ha queflo che torna bene alla mag nificenza & al traſmuumëto
” dell’aſcoltatore , & allo'ntroducimento di diuerſe digreſsitmi. Per
” cioche il ſimile,che toſto ſatin , opera che le tragedie diſpiaccio no. E’l
” verſo miſurato cio e'l'heroico per l'eſperienza ſi trouo elſere comich
nole. Percioche l’heroico e‘ ſermiſsimo & gonfiatiſsimo tra iverſi.
” Lao nde riceve 6K le lingue , & le traslAtioni mais-manie n te. Concio
” ſia coſa che ſia ſuperflua la raffomiglianza deglialtrialla narrationc.
” E'l fiambico e'l tetrametro fieno di mouimëto, cio è «ìflod-.i bali0,&
'z que lo da ſacëdeJ-lora anchora ſarebbe piu ſconcia cola ſe alcuno gli
' meſcolaſſe inſieme ſi cOme Fece Cheremone. Perche niu no ha fat—
” ta lu ng: cóſtitutione co n altro verſo che con I'he‘r oico,ma mſm-dica
_ ’ m0 la natura ſteſh inſegna di comparare queílo , che ſi conuégs;
ì n SPOS]T[ONE. J‘laçíçs 5 u'ſí n ri: ſus-t'ho: ai”: “mm-f- x‘, ,ATWJKÎ
queſta ſeconda particella fi cOme diceme h tutta della Mama‘,
5
294
che ÎÎ'a l‘epopea 8t .in tragedia in alevnecoſ'e clic erano loro cömuni;&
eſſere quelle corali coſe loro communi è ſtato detto nella particella
precedente. Hora era ſtato detto,cliecoſi l'epopea come la tragedia
doueua hauere la ſauola,che foſſe vna,& che haueſſe principio e miz
zo & ſine , & qui ſidice die quantunque la fauola debba eſſere tale al
l'vna&all'altra nódimeno quella che s'aſſe na all'epopea dee eſſere
differeme ‘da quella,ches'aſlegna alla :rage in in quello, che quelle
dell'epopea dee eſſere piu lunga,che nOn e‘ (illa della tragedia, Et per*
che altri peraiítura non credeſſe,che la lunghezza della favola epo
peica poteſſe eſſer lunga [moderatamëte ſi ditermina q vita debba eſſe
re la cOnueneuole lunghezza. Et poi s'aſſeg na la ragione perche la.
ſauola epopeica ſia piu lunga, laq nale e‘ che il modo narratiuo, che i
cOngiunto con l’epopea , non e‘ riſtretto ne da luogo , ne da tempo
come èil rappreſentaiiuo. A nehora s'era detto,che coſi l’epopea c0;
me ia tragedia d0ueua hauere la fauella, & qui ſi dice che quantunque
*l’v na,& l'altra debba hauere la fauella,l’ep0pea non dimeno non la
dee hauer ſe nó in certa maniera diverſo, cio ;‘- nell verſo hcſſa metro,
-& piu tofl‘o in certe ſpetiedi parole,che in alcune altre cio .e‘ nelle lin
gur.-,6t nelle traslationi,urá1e-rír dns-54…; più” imédif Mdyflárüffiexl che
canto viene a dire quanto della fauola , là -iò aim‘: in quanto non ſola
mente èiompoſto piu d'v na certa miſura di piedi,che d'Vna altra,ma
in quam anchora comprende piu certe ſpetie di parole che alcune al
tre-,ñ fi‘ 3;- m’… B‘ços i‘màs igm-tivo:. cio è fi puo compri'dere qUale debba
eſſere il termine della lunghezza della fauola dell'epopea dalie coſe,
che ſ1 ſo no dette nella particella precedéie riſpondendo ad ,vna tacita
do mandami:: alti i poteua fa re poiche l’epopea tra paſſa la tragedia in
lunghezza di ſauola quanta ſia la predetta lunghezza- S'era dunque
detto che tutta la guerra Troiana non era da prender per ſoggetto
della co-nſtitutione della ſauola epopeica , perche era ti oppo grande
-ne poteua eſſci e compreſa i n v no ſguardo tutta cio è non poteua eſſe
re Compreſa tutta nella memoria del letto”: Dalle qu ali parole ſi rif
coglie che la grídezza della cóflituxione dell’e popea dee arriuate a ij]
iermine,deniro dei quale flandoſi POſſI eſſere conſiderata, 6c veduta
tutta dagñiocclii del Lettore in guiſa che ricordandoſi del principio
non liabbia coſiingombrata la memoria cheſi dinétichi del mer zo o
dei fine,b _deìil’vno & dell’altro” ricordandoſi del mizzo ſi 'dimétichi
del prineipio odel fine,o deii’vno &dell‘ala-0, o I icorciídoſi del fine ‘
ſi diméticiii del PI'ÌMÌPÌOO del mezzo o dell ’v no 8t de ſi’aiiro. Mg bi
ſog na cheli ricordi del principodcl mezzo ö; del 1an i?” diff-cul?
e
e. . E '
Et notiſi che dicendOſi Nun 7a, .n lmçîd; ,o :im/ii‘. i; rho— ſi pre
ſuppo ne che chi vedeil principio e'l fine vegga anchora il mezzo , a
per conſeguente il tutto , o da dire che tutta la conſhtutione della ſa
uola ſi diuida in due parti ſole principio , 8: fine ſi come pera venture
altreſi di ſopra ſi diulſe tutta la guerra Troiana in due parti ſole prin—
cipio & ſine quando ſi diſſe U lil-’l‘1 11"” ”im-p xzfl'mç {xo-'ſa a’:fo **i-1‘
749”; ſi come nella riuelatione di Giouanni ſi dice ;76' inn rà ae ad: 76'- o
inci i@ ria@- , per lo tutto, ’4'” J" Zip ”Uro è ”5p “E" &fx-log ;ai-18” :lieve-á
tar Erg. Queſto termine di lunghezza per laquale poſſa diſcorrerein
Vn ſubitola memoria ſi potra trouare, ſe le conflitutioni delle ſauole
ſaranno minori che non era no quelle degli antichi poetiaddittan
doſi colui,che ſcriſſe -niz Kim-,8c colui ſe ſcriſſe da‘: ”lpr iAüì-.Ma pero
che potrebbono le conflitutioni delle ſauole eſſendo minori di quel
le degliantichi o vguali a quelle delle tragedie , o anchora minorifi
ſoggiugne che qua ntunque debbano eſſere minori di quelle deglia n
ticlii nó deono non dimeno in tanto eſſere minori che non perueo
gano alla miſura di piu tr edie che ſoſſono poſle in vna vdienza
ingniſa che la lunghezza dÈlla conflitutiane dell’epopea dee paſſare
la miſura della conſtitutione della tragedia almeno del doppio- ”3-5:
’ſub ”Aíào-rçaw-llttsffi ?Sp aiuti-p Scarſade ”audi inceſto-ep. Parc che gli
ſ oſitori creda no che Ariſtotele voglia dire :lie la conflitutio ne del
l epopea ſia coſi lunga,& duri ta nto quanto duri la rappreſentatan
di molte tragedie che ſirecita no in contraſto l’una dopo l’altra in
Vn di, 8c breuemente che la confiitutione dell’epopea non ſu tanto
lunga,che non ſi poſſa leggere in vno di. Laquale coſa io non poſſo
credere ſiperche piu tragedie naturalmente non ſi deono porci-e re
citare in vu di- l'Vna dopo l’altra, cöcio ſia coſa che ciaſcuna tragedie
habbia il ſuo termine conueneuole d'vn giro del ſole ſopra la terra,
o in quel torno ſeco rido che di ſopra teſti moniò Ariſtorele,& noi ne
, rendemmo la ragione, come dunque ſe ciaſcuna tragedia occupa tuc
to Vn di ſene poſſano recitare piu in vn di ſucceſsiuamente l'vna.
dopo l'altra!f APprcſſo ſe la lun liezza della conſtrtutione dell'epo
ea non dee paſſare in leggendo a lo ſpatio d'vn di ſecondo Ariſto
tele doue ſarebbe in queſta parte la diuinita d'Homero ta nta ammi
rata &riuerita da lui,che haueſſe ſatti due poemi ;l’epopea , niuno de
nali-ii puo leggere in p0cl1i di: Adunque dobbiamo Vedere ſe q .ie—
e parole poſſono ſigmficarealtro. E alcuna tragedia laquale ha la
materia ſolitaria , ne riguarda ad altra tragedia 0 paſſata,o ventun,
‘Ome ?ogni-mo H‘PPoliwA èalcunu altra tragedia laquale ha la ma
. “ſu
295
keria accompagnata tun'vnaaltra tragedia', & riguarda ad altra tra‘
gedia come .per ragione d'eſſempio- Aga memnone, Cleophori,Eu~
menides d’Eſchilo. La- materia delle quali tre tragedie è come una
attiene lung-a diuiſa in tre brieui, diche ſi ſono formate le tre trage:
die, 8t ſi guardano l'Vna l'altra in guiſa che paiono ordinate 8t poſſe
dal poeta perche ſieno vdite in vna ſola’ volta & vdienZa. Et di ſimili
tragedie perauentura intende Ariſtotele, 6: dice che le con flitntioni
dell'epopea deono eſſere minori di quelle degliantichi, & ma giori
ehe non ſono quelle delle tragedie , & perche altri non credeſ e che
egli voleſſe per-far queſia maggioranza di conflitutioni che congiu
gneſſe coſe diuerſe inſieme ſoggiunge , che cangiugnera attiom di
pendëtil’v na dall’altra come ſe foſſero piu tragedie ordinate ad vnl
vdienza nella guiſa che dicemmo. Non laſciero anchora di dire che
quelle parole ſi petrebbono intendere altramente, cio èche la gran
dezza delle conſhtutioni dell’epopea deeperucnire alla miſura di
piu tragedie ,che foſſero poſſe 8t recitare in Vna vdienza quaſi dica.,
che l'epopea,come ſi dira poco appreſſo, ha priuilegio di porere có
giungere inſiemeattioniauenute in diuerſi luoghi, 6! tempi. ll‘ che
non puo fatela tragedia ,perche ella creſce in tira randezza quan
ta e‘quella di piu tragedie, & dee eſſere tale qualeſare be quella di piu
tragedie ſe in diuerſr palchi ſi recitaſſo’noa ſi vedeſſono , 6t s'vdiſſov
no recitare tutte in vn .tempo. . Ne dice Ariſtotele che queſio -ſr ſia
fatto o ſia perfarſi ma preſuppoſto,- che ſi faceſſe dice che quindiiſi
eonoſcerebbe quale debba eſſere la grandezza della cOnſhtmione
dell'epopea,& perche debba eſſere maggiore di quella della tragedia.
Vuole adunque Ariſtorele che la eóſtitutione dell'epopea non poſſa
eſſere minore,o pure vguale a quella della tragedia, Il che per le ſue
ragioniio non comprendo anchora eſſere vero, percioche cóceden
do gli cheVnaconſiitutione piu lunga di‘ quella della tragedia ſi poſſa
vedere in ‘tv-no ſguardo cio è, comprendere tutta-in vn momëto nella
mente non ſeguita miga che vna piu brieue non ſi poſſa molto me
glio Vedere in vno ſguardo 8c comprendere in vn momento tutta
ì nella mëte,& concedendo glianchOra, che la conflitutione dell’epo
pea habbia piu agida parere diuenire lunga che non ha quella della
tragedia nó miſi moſtra neceſsita ninna per laquale h debbano vſare
ſempre quegllagi,& che quefla lungheZza maggiore ſia ſempre richiee
ſia all’epopeaa Et certo noi veggiamo eſſempio da non iſprrzzare d'e
popea cornmendab‘tle, nella quale la conflitutione e‘minmeche non
è quella d'rna tragedia dell'amore di Leandro 8t d Hero in Muſeo*
. -7 ` ’“ F f z Hora
Hara per intenderepîenamente quello. dit-he fi parla è da ricordarü
the Ariſtotele diſſe di ſopra che erano due niſure della tra :dia
'na ſenſibile &di t‘uon’,hquale egli nonreputaua pei-tenere ali arte.
ù ſi comprendeva per l'nori'uolo,& l‘altra intellettuale,& interna, a
fi co nprendeua con la mente , che era il fine del rrapaſſamcnto di
riſeria infelicita o da feſicita in miſeria. Bel termine che è ſenſi:
bile & fi miſura con l’horiuolo non puo durare piu d'vn giro del
ſole ſopra la ten-a per le ragioni,clie dicemmo di ſopra, il quale ter
mine anchor; che non ſiadell'arte , ſecondo che dice Ariſtotele,
oonuitne non di-neno che ſia infarmato & riseua la ſua miſura
dal tempo dzl termine intellettuale non potendo eſſere diuerſa mio_
ſura in loro per conto del tempo , percodie ficom: diectnmo dl
ſopra tanto ſpatio di tempo ſi ſpendein fa" vedere rappreſenta*
*immune in tragedia vna attiene trapaſi‘ante di miſeria in felicita,
o di ſentita in milena quanto torre nelz'auenimento di quelîa o
remo imagi-uto- Ma l'epopea anchora che habbia l'vn termi
ne 6c l'altro ClO è il ſenſibile a lo'inrellettuale , il ſenſibile non è in:
*farmaco ne riteue miſura dal tempo de’lo'ntelíetualc , ma hora e‘ piu
luigi-zar hora è piu corto che non è quello. Perdoclie aICu na vol
ta una attiene auenuta in iſpatio di‘ breuiſlsimo tempo ſi narrera
ln lungo tempo ſpendendou' il poeta molti verſi, & vna ationc
nuenura in molti anni ii naſſCſi in breiizsimo tempo ſpaccian
doſene con poche parole. Hora ſi come il termine lenlibile della
"‘364" ha “Dual-i la tua miſura d'vngiro del ſole ſopra la terra
“a“ Pflſſdſe Piu oltre pa ceſſare ildiſconcio de veditori 6: la ſpeſa
de rappreſentare-:Roll ;l termine ſenſibile tie-l'epopea lia trouata la
‘UI nta di potere eſſere tirato in lungo per piu giornate , poiche
dedfſaglo d'aſcoltatore , ne danno o lpeſa del reütatore non gliele
*Oglian- Ma queſto termine I‘enſibiie dell'epopeaſe e‘d'epopea che
i r_ecir_a in piazza per d.lerto del popolo non dee eſſere piu brieue
d “quite bare d'v na gina-nata# perauenmra tale e‘ l’amore di Lem
dſo Rd Aero compoiìo da Muſeo”: puuailnngarſi in piu giornate
G con:: Ariſhrcogiudicó clieloiìl.gn0 d'Acnille ſciitto da Home.
to s allungaſſein fiaoautnti 8t quattrogiornate diuidendo il poc
m dello_ (degli: predetto in libri venti 81 quatro & ſundmente il ri
torno d Viiiſeda Caliſpo a caſa pure ſcritw da Homero in fino a
'P Dc' & quattro giornate druidendo il poema del predetto ritorno in
libri venti Cz quattro. Mi il ternu ne in terno o intellettuale deli'cpo'
LP“ d“ dal!“ in fino alla fine dell’anca: laqudc bibbia h nnt”
* ‘ ‘ [h D!
296
'tlone di miſeria in ‘ſeliei'ta o ſidi' Felicita in miſeria ſecondo che durava
quello dell'attione della tragedia,ma in queſto ſono differenti chela
mutatìone epopeica puo tirare con eſſd ſeco moltidj,& molti luoghi)
I: la murarie-ie tragica non puo tirar con eſſo ſeco ſe non vna gior
nata 8: vn luogo Hora ſi come l'attione dee eſſere vna & [ion piu
per le ragioni che ſi ſono dette qui adietro coſi quella attione che
non ſara diuiſa in piu tempi n'e in piu luoghi ſara piu lodevole. Et
la ragione eeuidente,pettioche coſa piu marauiglioſa e`,che ſi faccia
Vna mutatione gra ndiſsima in contrario in vno 61 poco tempo,&in
*v ”0,61 picciolo i'patiodi luogo, che ſi faccia in piu & lunghi tempi R
*in vari) & larghi luoghi. Perche s’ingannano coloro che credono
che Homero habbia nell'Odiffea cantati glierrorid’Vliſl‘e comincian
do dal ritorno di lui da Troia ad ltaca,concio lia coſa, clie non ſareb
be coſa’ marauiglioſa che egli n'liaueſſe ſcritto 'coſi lu rigo poema ha `

tuendoglienepreſhta materia la lunghezza de te'mpi , 8: la varieta de


~luoglii,clie tira no con eſſo loro queilierrori,& co tempi,& c0 luoghi
~moite“& gran nomta , li come anchora s’ingannano coloro che
'credono clic Virgilio habbia voluto narrare gli errori d'Enea , &
tutti’ i caſi che gllauennero dalla ſua partita da Troia in fino alla ſua
orriiíata in italia , nel quale viaggio eorſero ſette anni , 8t piu , 61 vi
o'aecompagnano turte lCPll‘tÌdcl mondo , concia ſia coſa che non
ſarebbe coſa marauiglioſa che egli haueſſe ſcritti dodici libri di
con fatta materia ſenza flancare il lettore. Adunqiie iltermine del .
-l'cpopea di fuori & ſenſibile è differente da quello della tragedia
in ampiezza 6t non in iſtretttzza , percioche il termine piu flretto
dell’epopea truoua fine in vna giornata 0 in alquante hored'vna
- giornata & l’ampio ſi diflende in piu giornate ſenza certezza d'alcuia
numero,ma quello della tragedia truoua fine in alquante hored’v nl
giornata , o al piu in vm giornata intera cio e in dodici liore. Ma il
termine dell'epopea interno, 6t intellettuale ,ſeſi confidera quan
to è al mutamento di miſeria in felicitao di felicita in miſeria è
Pari a quello della tragedia eſſendo quello medeſimo dell’vna a
~dcllſialtra. Et ſe ii conſidera quanto e' allo ſpatio del tempo, nel
‘quale ſi perniene al dem mutamento iil termine dell’epopea [i‘uo
:elſere maggiore che non equello dell~ tragedia conuenendo che il
‘empodeil'attione iramuteuole neila tragedia non paſsipiu di dodici
-hore,come e‘flato dert0,& potendo neli'epopea paſſare Vn meſe, ma
~non dimeno quanto il tempo dell’attione nell'epopea ſara piu ri‘
»aretcoſhz di mmoziqrni tanzoſara piu iodeude. Ltìie ſi conſidera
;.- ñ , ' ' ilcerinine
\
K A n
fl‘e `
il termine dell'attione predetta quando è allo ſpatio del luogo , per
uale eſſa ſi mena a fine non ha dubbio che quello dell'çmpea è
ju ſpazioſo che non èquello della tragedh. percioclie nella tra edia
eriſtretto nOn ſolamente ad vna citta', o villa, oeampagna,o [mile
fito,ma anchora a quella viſta che ſola puo apparere agliocchi d’vna
erſona. La doue nell'epopea il luogo s'in alza in Euojal cielo, a ſi
profonda infino in inferno , non che ſi diffonda perla terra , per 10
mare , 6: per l'aere , ma nondimeno nell’epopea anche” qiianto il
luogoèpiu ſtretto tanto _èpia commendato , & fa riuſcire l epopea
piu bella.Si potrebbe anchora conſiderare il tes-mi ne dell'attione pre
detta quanto èalla perſona,& dire che poſſono eſſere piu ovna per
ſona nell’epopea,& nella tragedia & in cio il termineè vno medeſimo
coſi nell'v na come nell'altra , ma piu lodato è quello termine che è
riſtretto in vna perſona , & percio e‘ da commendare piu la venuta
d’Vliſſe ſolo in Corſu , o in ltaca,che nOn èquella d’Enea accompa
gnata da tante perſone in Africa o in Italia. Pertioclie qual mara—
oiglia c‘che Enea foſſe careggiato 81 ſtimato molto da Didone i nt A
fricaliauendo tanta gente con eſſo lui . o che in Italia altri sîallcgaſſe
~con lui,& lo ſauoraſſe hauendo tanta gente con lui clie di quella ſol;
POtGſſe preſſo che fare beaglürö ip trip 'ri ten-?Ju tu inf-294”; av”
,ag-1753… ”MP-.iz- pini-3x. Dice Ariſtorele che la grandezza dell'epo:
peain comperan'one della tragedia è maggiore perche l'epopea puo
rappreſentare piu coſe menate a fine in' vn tempo in diverſi luoghi.
è: la tragedia non puo rappreſentare ſe non quella coſa che auiene
invn luogo,& fi rappreſenta in palco , & tocca a certi rappreſenta—
tori. Ma tace l’altra via per laquale la grandezza dell'epopea puo di:
penire maggiore di quella della tragediaJaquale è, che non ſolamente
puo rappreſentare piu coſe menatea fine in diuerſiluoglii in vn tem
po, mapuo anchora rappreſentare diuerſe coſe o anchora vna lu n
gaaucnuta in ſuoceſsione d'vn lungo tempoin rno o diuerfi luoghi.
[l che non puo fare la tragedia concio ſia coſa che ella non poſſa
rappreſentare attione auennta ſe non in vn luogo & in terminedi
dodicihorecoipe e‘flatodetto. Et èda intendere ſanamente quello
Fire-dice ArrſtOcele che nella tragedia non è licito a rappreſentare
;polti-.- parti fatte in vntempo in diuetſi l roghi , ma ſolamente quella
che s'introduce- in palco, It è de rappreſentatOri perciOChe per
mezzo de meſsi , & di proplietie ſi poflono anchora rappreſe ntare
coſe fatte in diuerſi luoghi _in vn tempo medeſimo ſecondo che è ibm
detto di ſopra. Ma perche quando {introduce meſſo o prole
th
297
paſſa nel campo dell'epopea , & nel modo narrativo ſorſe percio A
riſtotele non ha fatta mentione di cio,ne egli l’ha percoſa,che natu
ralgwcnte pertenga alla tragedia & al modo rappreſentatin tragico,
Sp' tip *ii-ilo” "er air-Em W muſic-’[9- his-- Si comei cibi buoni ö: pro‘
pri della natura dell'animale lo nutriſcono, & l’augumentano, & lo
ſanno graſſo , ei cibi re|,& ſtrani alla natura dell'animale non lo nu
triſcOno , ne l'a ugumenta no anzi lo diſtruggono, & ſanno macro,
coſi le parti dl varie attioni , che auen ono in diuerſi luoghi in vn
tempo pure che fieno dirizzate ad vn ne riempiono il poema 6c lo
` fanno grande. Ma ſe foſſero dirizzate a fini diuerſi non ſarebbono
queſto effetto. (Lueſta traslatione propoſh qui da Ariſt0tele che noi
habbiamo diſteſa,… ſimilitudine anchora che ſia conueneuole, 8t fi
poſſa Verificare nel caſo nofiro non è pei-cio propoſla a tempo.
’erdodie qui non ſi diſputaua ſe le parti menate a fine in diuerſt
luoghi in vn tempo foſſero’ proprie o non proprie del poema , ma fi
diſputaua ſe la tragedia poreſſe riceuere tanta randezza quanta puo
ricevere l'epopea , 8c ſi diceva che nó,percioc 1ela tragedia non rap
preſenta ſe nonquella parteflhe montain palco, & l’epopea rap re
ſenta quelle parti ancliora che auengono in diuei‘ſi luoghi, & ido
ueua ſoggiungere,che ſi come vno animale che lia piu copia di cibo
ſi nutriſce,& ſi augumentapiu,che non fa vn’altro,a cui ſia limitato
il cibo,& nepatiſca diſagio peralcuniriſpetti,mli l’epopea ſi riempie,
6t .creſce per molte parti , che puo rappreſentare la donc la tragedia
non puo rappreſentare ſe non vna parte ſola , ne puo creſcere tan
to , ne gonfi-aſſi. E” *rav-r'i’xa 1b 57x03': è: awmnflmapxyiiuíſaciímp *rip
'mod-v1“. deſta coſa che l’epopea poſſa rappreſentare diuerſe parti
menate a fine in vn tempo opera due coſe , che non puo operare la
tragedia lequali ſono magnificenza 6( varicta- Percioche per mezzo
della moltitudine delle partiche genera grandezza ſi conflituiſce la
magnifice nza,& parimente per meno della moltitudine che puo ge
nerare la dzſsimilitudine ſi conflituiſcela varieta. Et la ma nificenza
genera nell’aſcoltatore riuerenza, & la varieta genera nell aſcoltato
re diletto. Ma la ſolitudine d’vna parte rappreſentata dalla traòedia.
permezzo della picciolezza, che pare eſſere ſua compagna l puo
cóſlituirel’humilxa , & permezzo della ſimilitudine che pare eſſere ſua
compagna ſi puo conflituire l’vniſormita. Etl’humilta genera nel
l’aſcoltatore diſpre220,& l’vniſormita genera nell’aſcoltatore ſatieta
Siche quelle parole-{ì deo no inte ndere con quello ordine, che cio
ha quello beneflhe ſi puo epiſodiare con epiſodi diſtimilipnde naſce
=' Gggg la magni
[a magnificenza 8t la varieſa coſe atte a tri-'mutare l'aſcoltatoreòt a
co mmuouere in lui riuerenza 61 diletto. Hora ſe quelle ragioni ſono
da riceuere o da no n ricevere per buone perche diſotto doue ſi data
ſentenza quale ſia da a-nriporre l’epopea ola tragedia ci conuerrl
perauentura dirne alcune“parole altro al preſente non dico, 155M
1WD] *iii içoînàv i’m-à Tísmiças Igmfftf. ſl tratta della differenza (hci
nella ſeconda coſa che ſu detto di ſopra eſſere commune all’epopea
Gt alla tragedia,cio è nella Faueila,COnCio ſia coſa chela fauella ridot
ta in verſo non s’adoperi ſotto ogni maniera di verſoncll’epopea
ne ſotto quella maniera di v-crſo ſotto ſa quale s’adopera neſſi tra
gedia,ma ſola mëte ſotto lama niera del verſo lieroico o lzeſſamtro!
ſi come altreſi queſſa maniera di verſo nó vi s'adopera ripienad'ogm
ſpetie di parole,ma di quelle ſpetialmente che fan no grandezza quali
’ ſono ſe lingue-,8: le traslationi. Hora perche poteua domandare al
cuno come foſſe ſtata trouata quella differéia,elie foſſe Rata aſſegna
e:. queſta maniera di verſo all'epopea,81 qlla ne gara all'epopea, riſpori
de Ariſtotele che l’eſperienza è- ſtata cagione-cſie queſta maniera ſi
ſia aſſegnata all’epopea. ll che ſi pru0ua coſi. Se altri ſara vna narra
tione in vn’altra maniera di verſi,o in piu altre maniere eſſa riuſcita
rnale,adunque è da credere che glianriclii veggendo quello reo riu
ſcimento della narrazione fatta- in vnaltrao in piu altre maniere de
verſi laſciate qudle da parte moſsi dall’eſperienza la faceſſero in
heſſameiro, &ñconoſceſſero ſ'lieſſametro eſſere verſo 6c conueneuo
le,& naturale alla narratimJfla AriſtOtelciſ qualeè pliiloſopho non
fi contenta dell'eſperienza ſi come fecero glianticlii , 8t cerca di ren
dere la- r. gione perche quello verſo ſia co nueneuole à naturale alla
narratiua,&~dice coſi. Per coloro clie ballando cantava no ſi trouo
il tetrametro per ſuo coni-eneuole,& naturale verſo,percioclie s'lieb
be riſpet to al ſaltellare del verſo,& al ſaltellare del ballatore,clie s‘ae
cordaua no inlieme,& per cnloro,chevicendeuolmente ragionauano
inſieme ſi' trouo il giambo per contieneuole 81 naturale ſuo verſo,
percioche s’ſiebbe riſpetto che ſpeſſo ſprouedutamente cadeua ſimile
maniera di verſo ſu la lingua loro. Et s’ſiebbe anchor: riſpetto al m0
nimento del verſ0,81 al moſiimento de ragionamenti ,. che haizeua no
certa conſormita inſieme. Perciocſie quantunä il giamdo nonliab=
bia il ſaltellare , che lia il tetrametro ſia non dimeno alcuno moni
mento perla preſlezza del piede giäbo,ſi come coloro che faueſlano
vreendeuolmeute inſieme qua ntunque non ſalteſlino come ſimpoi.
baſſaturl , ſi commuouono non dimeno alquanto per le pasìiotài.:
u - /* ‘ è G
. , l
298 ‘
ehe li conſtringorlo a farcîo. Et pereoioro clie narrano ſi trouo
l’hel ametro per ſuo conueneuole , .6t naturale verſo , percioche
s’hebbe riſpetto alla fermezza del verſo,che naſce ſpetialmente dallo
ſpondeo, 6c alla fermezza di colui, che narra ,il quale non ſi ,dee
commuovere con la perſona tanto quanto coloro, che tra loro ,ten
'gono ragionamento‘, non che quanto coloro , che cantando balla
uano.Er s’liebbe riſpetto anchora alla magnificenza del ver-lo,& alla
magnificenza della materia,clie ſi dee narrare , laquale e‘ heroiea cio _è
o diuina o reale. Et s'liebbe anchora riſpetto alla capacita del veri
7 ſ0, 8c alla grandezza , &alla lunghezza della materia. Siclie il te—
tramerro s'aſſegnò al ballarore cantante ,e'l giamboa ragionato;
-ri, 6: l’heſſametro al narratore ccnſormandolr il muouereo lo lla
re del verſo col muovere , 0 con loliare della perſona, che gli adope
ra. Et olrrea cio il giambo s’aſſegnò a ragionatori cadendo ſpeſſo
'ne ragionamenti piu che altro verſo. ht l‘licſſametro s’aſſegnò
*al narratore confacendoſi la dignita ſua ,55K la .capacita con la dir
'gnita, 8c con la grandezza della materia .che ſi dee narrare, 1“);
l‘é’ſfóçl rà Égwi‘xàp ;mi nîs 'zi-Ages li’gaoflqt è da ſupplire 75} ÉWD'DIÎ'g. Horſe
Porrebbe dire alcuno io non niegoche l’eſperienza non dimoſtlàí
‘o non habbia dimoſtrato,cheilverſohcroxco ſia conueneuole a]
*l'epopea , ma nen ſon-o certo che egli epopci , liquali prima l’vſaro‘z
no foſſero moſsi piu toflo dall’eſperienza a farcio, che dalla ragio ne’,
'concio ſia coſa che paia che foſſe conuenuto dire, che da ,primp
gliepopei haueſſono vſara altra manieradi Verſi ,özppi perche l;
narratiomriuſciua perquella maniera del verſo pococommendaf
'bile liaueſſono fatta pruo ua diqueflo verſo lieſſa metro , 8c l’liaueſſog
no ritrovato molto conueneuole. Adunque è da dire che Arifloz
tele preſupponga ſimile coſa quantunque non la _dica 8: maſsímAf
. mente hauendo detta coſa tale la doue parlò del cambio che ſi fece
del tetrflmetro nel giambo nella tragedia. Et .ci dobbiamo imaginare
che Ariſtotele liaueua opinione clieHomero nOn ſoſſe (lato il primo;
che liaueſſe fatta l’epopea in verſo heſſametro , ſi perche non hau
r'ebbe taciuta vm loda ſua tanto grande ſi come non tace le altre,
ſi perche non haurebbe detto che l’eſperienza foſſe ſtata. cagioz_
ne del trouamento di queſta conſaceuolezza dell’lieffametro con
l'epopea , ma luurebbe detto , che foſſe (hm la ragione, 8: la ſpe
culatione ingegnoſa non hauendo egli Homero per huomo che
operaſſe a caſo , o per eſperienza. Et dico cio perche pareche Ho
racio non Oſcuramente dica che Homero foch il primo,clie cempg
Gg gg z ‘neſſç
”eſſe l'epopea inve'rl'i heſſametri quando dice ,Res gene, regniqu
ducquue & triſtia bella Qu—o ſcribi poſſunt numero monflrauit
Homerus- Hora il verſo lier01coè fermiſaimo tra iuerli ſecondo la
teſtimonianza d’Ariſtotele , laqual fermezza procede dal piede dani
lo,& dallo ſpödeo,de uali e' compoſto hauenti piu fermezza clie non
hanno i giambi,onde ono compofli i verſi gia mbici,o trimerri, o che
non hanno i trochci , onde ſono compoſti i terrametri. Er queſta
fermezza ſua è conſaceuole alla fermezza di colui che recita l’epo
pea, a cui non fa biſogno di mouimenti ſi come ſi dira nell’vliima
parte principale di queſto libretto , o al meno non di tanti,di qua nta'
fa biſogno a co lor0,ehe rappreſentano tragediagj ZylWîa-lîç 1“] il.:
1M: isi. Alcunidicono,che non ſolamëte da piedi dattilo & ſpondco
naſce la fermezza ma anchora la gonfiatura , & l'ampiezza, percio
che piu ampio piede è il danilo a loſpondeo che non e‘ il giambo e’l
trocheo. ll che non ſi puo negare,ma pare cliel’ampiezza,della quale
parli qui Ariſtotele riguardi il ſeno che il verſo heroico ha piu largo
che non hanno le altre maniere di verſi in potere riceuere tutte le
maniere delle parole ſoggiugnëdo M :BM-'ſaid ,eq-"Ar Mq.. mi
n. O`uaſi dica il verſo heroico ſi conuiene all’epopea in quanto eſſo
E ſhbile per cagione de piedi piu che non ſono glialtri verſi, 81 eſſa è
[labile per ragione de mouimenti piu che non ſono le altre poeſie
recitandoſi ſenza mouimenti 6: appreſſo ſiconuiene all’epopea in
quanto eſſo e‘ ampio in riceuere le maniere delle parole piu che non
è il giambicqo il tetrametro,& tra l'altre maſsimamente le lingue,&
‘le traslationi, 8t eſſa è ampia in riceuere la fauola piu lunga , & piu
varia che non fanno [e altre maniere di poeſia. Et e‘ da notare che
Ariflocele dice che il verſo heſſametro c‘ fermiſsimo tra i verſi ſenza
ad durre ragione niuna,& dice medeſimamëte,clie e‘ ampiſsimo & ca
paciſsimo tra i verſi ſenza addurre ragiöe ninna. Et anchora che noi
ci imaginiamo che egli dica,che e‘ fermiſsimo per cagione de piedi, &
che è a_mpiſsimoper cagione delle maniere delle parole, nó dimeno cio
ſola mere Cl moſtra la coſa ſtarcoſi,ma nö ci moſtra perche la coſa deb
ba ſtarcoſi. Hora breuemëte quäto è alla fermezza del verſo lieroioo,
‘Che naſce da piedi e‘ da ſaperejche piu fermezza ha vna ſillaba lunga,
che _non häno due brieui anchora che vna lunga non ſia altro che il
riflringimento didue brieui inſiemc,& piu fermezza ha quello piede
. ‘clic comincia dalla ſillaba lunga,& termina nella brieue o nelle brie
m,che non ha quello che camincia dalla brieue o dalle brieui , 8t tra
P‘ſſ‘ a ° FESTE‘ 9319”?- Pçxçlzç il verſo lietoico che c‘ compoíläìì
- ’*"—""""" dipi

› u, .
299
di piedi dattilo,& ſpondeo ha piu ſet-_mezza per ee ione de piedi,cl›e
non haurebbe per cagione d'altri piedi, che haue ono que medeſimi
tempi liauendo eſsi _eletti tra i cinque piedi che ſi poſſono formare
di quattro tempi idue piu ſtabili, cio è lo ſp0ndeo contenente due
ſillabe lunghe _- e'l dattilo contenente vna lunga 6t due brieui -w,
61 laſciati da parte glia] tri tre cio è il proceleumatico cOntení-te quat
tro brieui ,. . u ..- , & l’a napeflo contenente due brieui & vna lunga
.u- 8t l’amplnbraclto contenente vna brieue,vna lunga,& vna brie
Ue v - …liquali piedi dattilo,& ſpódeo non è da dubitare, che nóſieno
piu ſtabili che non ſono i piedi che ſi formano di' tre tempi , liquali
ſono il giambo contenente vnabrieue , & vna lunga u- e'l trOcheo
eontenëte vna lunga 8t vna brieue -u e’l tribaco contenente tre brie.
ui u o »,de quali piedi ſi compongono i verſi giambici , 8: tetrametri.
. Et appreſſo quanto e‘ all'ampiezza del verſo lieroico è anchora da
ſapere , che quel verſo , col quale ſt dee paleſare Vna ſauola grande
vari-1,: ntica,& magnifica dee eſſere teſſuto con vna catena , che non
ſia ſpezzata, ma continuata 8c atta a riceuere 1M metin@ ”ü da‘: ms!
"Ta-,dl cui parla Hermogene,hauëdo riſpetto alla moltitudine, 8t all-l
varieta delle coſe ,che con eſſo ſi deono narrare,& tale è la catena del
verſo heroico della lingua greca” della latina , ma non è gia tale , la
cate na dell’ottaua rima della lingua volgare trouata come ſi crede da
Giouanni Boccaccio , perche ci foſſe in luogo dell’heroicot Ne il
predetto verſo dee rifiutare le parole antiche poiche con eſſo ſt nar
ra ſauola antica, leq uali parole antiche ſecondo che teſtimonia Plu
tarcho nOn iſchiſò Homero nel comporre i ſuoi poemi epopeici , ne
dee rifiutare le parole ſoreſiiere cio è le lingue poiche con eſſo ſi
narrano gliauenimenti di erſone foreſtiere,0 auc nuti in paeſi ſore
ſtieri,ue ſimilmente dee ri iutare quelle parole, che poſſono preſtare
grandezza 8t dignita al poema come ſono non pure le parole anti
che o le ſoreſtiere, 6t le traslationi , ma tutte quelle che Ariſtotele
chiamò con vn nome generale nigi…) , poiche le coſe,clte con eſſo ſi
narrano ſono grandi & magnifiche. Laonde non e‘ da marauigliarſî
ſe il grembo di queſto verſo quanto éalla varieta delle parole debba
eſſere piu capace,& piu ampio , che non c‘ quello d’alcu no altro. lo
dico della varieta di quelle parole che fanno la grandezza , & la di
gnita ,Jul xsîi M6110:: ma iter-:pod: J‘íxem alture. Di ſopra Arillotele aſ
ſegno‘ le traslationi al verſo giambico,& qui medeſimamente l'atm
giambico
buiſce all’heſſamctro,n0n
con compagnia del
conproprio,öt
diuerſa compagnia,
dell’ornamëto,
attribuendo
Gt attribuen
lc
.G gas z 401
Hole all’hcſſamctro con compagnia delle lingue, & [e att'ríbuiſtc a ki
chora loro c0 ndiucrſo modo attr'ìbue ndolc all'hcſſamctro princi
palmentc,& al giambico ſimpliccmcmczqunſi dica che gran copia ne
dec eſſere nell'hcſſamctrpfi non gran quantita nel giambico , mfn'lì
;if xyz‘: i Play-nyc” xi -înflm :by PAM-“o. Qucſte parole hi no alcUno picciolo
errore di ſcrittura & ma ncamcnto dr i4 doue ndo [hr c017, mçnîi ;eg-E
-r‘ia lenzhí .:f-mm rai-à'mffl- S'c‘ra detto che trauerſi fcrmiſszmo cr:
l'heſſamerro , 8( percio conue ncuoſh alla narrazione, &hora fidi
ce,chc gſhhri VCl'ſi non ſono conucncuolí alla narranoncfflcrcioche
il mouimento loro le ſarebbe ſuperfluo 6t ſconue neue-'3. chudi Pt!
role perche non cr: no inteſe dagli ſpoſirori o dagli ſcritton di que
flo libro,c` fiato da alcuno tramurato m'nm inni):an non ſenza per.
dita del vcracc ſcnrímeno -rò i? Èçst'uìp ſi come anchora ſi diſſr di ſ0’
pra,
air-..113.76 É‘113 7a}
5 ?TNT-"tùit
'ng-35;: TiTçdBíTfí)
Pareche7x51”
Horatio
hà 1bhabbía
dae-rung
detto
?sù ?xml-raid@
altreſi Emileè?
coſa.

Archiloch um proprio rabies armauít iambo. Hunc ſoccí :epcre pc


dcmgrädc'ſque corhur nì,Altcrnis amptum ſermonibus,& popular”
;Vincëtcm flrepitus, 6: natum rebus age ndis. E! è da porre mëtc che
`:Ariflzoçclc mqſtra per quella parte , laqualc appertíenc alla fermezza;
che igiambicí, ei tçtramctrí non iſhmno b_an all’epopça , ma noti
moſtra për quella partc,[.1qualc Apperticnc alla gonfiatura , che nor,
iflcano bene ſorſe perch:- 11 gonfiatura per cagionc dc":- parolc era
aueníticcía nell'hcſſamctro,& non COngìunta cOn {ui náruralmëte
‘come c‘la ſen-mezza. _Laquale go nfiatura per quella ragione di paro
le ſi porrebbe m'ed-:ſimamcmc ſe altri v‘oleſſe porgere al giámbico fl:
'al terra metro, i"; ’5 ìëuírffly é my”;- Sum} Swap-7151499:. Haueua detto di
ſopra Ariſtotele che era coſa ſconucncuole ſe alt” faccſſc la raſſomí!
glíanza nar'ratìu'aìin vm altra ,o in piu altre ma nierc di verſi laſciati
‘da parte gli heffi mm , 61 poi per oppofluníra Laueua ſoggíu mc al*
cunç altre’coſc ,hora ritorna a quello che prima haucua detto mo
flrando che nella ſconucneuolezza predetta ſono gradi , percioche
minore ſc'onu-cncuolczza è rclTerc l’epopea'con tcrrametri ſolí,o con
giambici ſoli,& maggiore ſconucne‘uolezza con ertrametri 8L con gio
ambíci meſcolati in lie-me. Ma perche di ſopra diſſe , che Chcremone
ha ueua compo R0 n( 1']qu gvnüLÎ-@J‘r'xffl nella quale haut-ua meſco
'late tutte [e maniere dcvrrſi , 8: qui adducc in pruoua da quello che
,dice purcl'cſſcmpio del predetto Chcremune pare, che queſte parole
`~[i debbano intendere altamente , cio e‘ , perche era ſtato detto c0
. m:
300
me-dieemmo, tlie era‘eoſ'a ſconuentuole ſe altri ‘faceſſe iz‘raſſo
miglianza narrativa in vn altra , oin piu altre maniere diverſi la
ſciati da parte gli lieſl’ametri , hora dice che piu ſc0nueneuole eo-`
ſa ſarebbe ſe altri meſcolaſſe gli' lieſſametri conglialtri verſi , ſi
come fece Clieremone in ſare la raſſomiglianza- narrariua. Et tre,
do che queſto intelletto ſia piu vero. Ma dee parere tirano clio
\
ſia’maggiore‘ſconueneuolezza , d0ue e minore fallo, & ſia mi- -
note ſconueneuolczza tloue è maggiore fallo. Hora non pare clie ~
ſia da dubitare’ ciie ſia maggiore fallo aſcofiarſí del tutto dal ſegno.
TB: clie ſia minorea toccate in parteil ſegno. Si ſcoſtano del tut- -
-to dal ſegno coloro, che ſanno la narratitIa raſſomiglianza ,la
ſciatii verſi lieſiameti-i da parte , che ſono il ſegno propoſto,…
vn'altra ,o in piu maniere diVei-ſi , 8t toccano in parteil ſegno co
loro , che la ſanno’ncgli lieſſametri meſcolati con altre manie- ì
re di Fſſi. Perche dourebbe parere maggiore ſconueneuolezza ~
il ſare a predetta raſſomiglianza in altri verſi , tlie in lieſſamei
_tri meſcolati con glialtri , 6t non dimeno Ariſtotele ſeiiza addor
re ragione niuna ditetmina il contrario. Ma perauentura è da
dire che il paragone del verſo lieſlametio, cliee proprio dell'epo
pea meſcolato con gli altri verſi fa piu apparire la ſconueneuolezt ‘
za deglialtri , laquale meno ſi riconoſcerebbe ſe eſsi non liaueſſoñ
no quaſi vn lume preſente , che paleſaſſe piu la ſtonueneuolez
za d'liauere vſurpato il luogo non ſuo. Clieremone adunque ſe
ee la i-aſſomiglianza mrratiua in tutte le maniere de verſi , & non
raſſomiglianza rappreſentati!” in vn poema , per lo quale è bia
ſimato qui da Ariſiotele, cio è ſece vna epopea‘, & non Vna tra
edia come crede alcuno, percioclie qui non ſi ſauclla del ver
ſo della tragedia ſe nOn accelſoriamente , ma ſi ſauella del ver: .
ſo dell’epopea principalmente , M and; fl‘lfàel t'vlchdlel ‘In‘ ſima
Ilmſlltç: , 'i w ſiſi-id. Poiclie riuſciva coſa ſconueneuole laſciati gli
-lieſſamctri da parte il fare la raſſomiglianza narratiua in vn'aiz
tra o in piu maniere di verſi , & piu ſconueneuole il ſar la ne:
gli lieſſametri meſcolati con gli altri niuno poi laſece in altro -
verſo Clie nell'lieſſametro ſolo R maſsimamentc ſe la conflitti:
(ione deile coſe era lunga. Concede vadunque Ariſtotele 0 al
meno non biaſima che vm conflitutione brieue delle coſe cio è
vna ſauola brieue , ſi pOtrebbe narrarev con altra maniera de
,verſi ,che con hcſſametri , ma non concede miga che la rape =
pi‘eſentattone di ſauola brieue ‘ipoteſſe fate ten altra_ maniera
' ' ` diverſi
k
'~.

di verſi che giambiclquantunque noi biaſimi. Ma perche quella per.


meſsione d'altro verſo che d'liefl‘ametro,clie ſi fa alla narratiua in fa.
uola brieue , ſi dee fare d’altro verſo the di giambico alla rappreſen
tatiua in fauola brieue pocremo dire che Tlieocritoòt Virgilio non
habbiano fallato ad vſate ilverſo heſſametro nella rappreſenmiua
in ſauola brieue. ` _, .
ì’ PARTlC ELLA T ERZA. :alçë' J‘t YM- fl mm Uè@- ixmflkpi’i J‘a
ai ai Fi'ri 10"@- *iñgi mmöp 05a ‘armi, ?Tri ?ſville ‘fiu‘lèf' ` E‘? ?Ile
i’ ilá-;dçcìiíyoç ísi ma‘: Tñ‘rufliaîh'rſ-Ol p. 05‘; ?bimbi-:i n Qi eni-7mi
i’ (oiſaimoiñnaí '3 fm"- ”Ìi :Imi-i5. 39‘ in!” @mailingliqu , î-iji‘is iui”: :We-,1
”flueînfi HM”; MQ'. d‘l iii “f-’X'ÙU’- '1M' :Xu-ſc ian, J‘Î É 03‘. i‘. *ms mà
l Non! :MIE dhvms‘p. "LAMP il" {Mixer-u ip 'til ìmmtſiiaìilì Erin-rep. &i;- in“:
a, {zi/m aims-*n‘a *cun-;Top Wflníäçëpéî *iiizi ’iz-4779.7:. {ni -rè nigi “HG'
’-' l‘io-Lig nl ‘M5 Ziſa, ”wie Ep çem'iipi‘ i? 155755,@ Oli Fil-inciſi!! , ii ö, ’ ?d'imp
ì’ lp N1075 ’Minimi-eq:. *iii Owners-5p EN. (unì-(i i‘: ”Ai-ns nfosieíms La”:
n ,lune i‘is xaçifa'ntm. Mighty 5 ,uéliisa J'ai-g@- rásëuoi‘is +rsd`l17líìflffi és J‘I
i! 'ig'i .ſi 13;” mazza-rità!. am‘ſ-u ,if {vagoni :up rouí‘i '0'179- *ch‘i í,ii finali”,
U ”Dl Tllll‘I-I , é -iò "zie-'p îsi , ”lt-iii @511W 23',; find. ”ZZ J‘i {Fl L’I-l‘9'
” di' :Piè-i i‘ ?tg-Gi” {AWG-,hf GN mini! 7”@- ìnîyn è? ll fldbwl rif-BLS”.
U 7a}- -iò èJ‘ívau fliíë EMI-‘tr '5p Meemi?” i115‘. 540)@ ”ii *iii ”335391 ,hl-f 3p.
CONTEN ENZA. Che il poeta non dee parlare di ſua perſona, che
l'epopea e‘capace di marauiglia piu _che non c‘ la tragedia. Che coſa è
paralogiſimo.
v V VLG ARlZZA M ENTO. Come che Hamero meriti d'eſſere com
” menda to in molte altre coſein queſta maſaimamente (è degno di lo
I’ de) che (egli) gia ſolo tra poeti non ignOra quello che cſſo( poeta)
n dee ſare. Percioche dee eſſo poeta dire pocliiſsime coſe, concio ſia
I) coſa che non ſia in quelle raſſomi'gliatore. Glialtri adunque per le
I’ fleſsi per tutto tenzonano,& raſſomiglia no poche coſe,& poche vol
a* te,& egli prologando poche coſe in contanente introduce duomo,
a» o donna@ alcuno altro coſtume,& niuno ſenu coſtume, ma con co
a: fiume. Adunqueſi dee nelle tragedie fare la marauiglia ma piu è li
” cita nell'epopea la proportiozie, per laquale aui'ene maſsíma mentela
a› marauiglia per non liauerſi riguardo alla perſona pofla in atto, con
” cio ſia coſa che le coſe auenute intorno alla caccia d’Hettore poiie
n in palco parrebbono rideuoli (come) che quelli ſteſſero ſermi,& non
n cacciaſſero , & quefii accen naſſe che nó, ma ne verſi epici ſi celano
ai Hora la marauiglia e diletteuole. Et(ſe ne vede )il ſegnale, che tutti
p queuçclie raccontano per diletta” accreſcono (le cole.) Et maſs-'ma'
Drake’
30!
mente Homcro inſegnò anchora agli-[tri udire [e coſe ſalſe come [i i‘
dec. Homqucfloàparalpgifimoyflche gli huominí penſano quando “
cſiemlo quello egli &qurfiop ,eſſendo ſmo quello ,queſto ſi ſ3 . ſe h “
puma wink, la ſecóda eſſere-,o eſſere fatta,ma quello è falſo. Laon- “
de Veramente la primaxoſa puo eſſi-cefalſa ,Bi non c‘ neceſsita che “
[11,0 ſu fax” , o vi s'agglunga. ~Pcreíoche lÎa nima noflra ſillogiz- ‘f‘
:a falſamenxecome l’a prima coſaÌoſſe perche ſa que'ſtoçſſer vero.
SPOSlTlONE. &McQ-5' 'ÉMN'ÌÌ'UW’RlO- îvrauíd à JÌÎ-”ü Z’fl, &c
Duc cole ha,l‘cpbpea che non ha la tragcduJÎv na s'è il modo .Mſn
tore pie nq,dci.qualc è fiato Homcto lo‘nuemorc,& l'altra s'i- lam”
rauigha ~molto maggiore che _non puo hauere la tragedja,pcrche ,non
è n'ſtreua a çerxo.dncrminato.luo o come è vn palco. Et parlando
della primanoi non cidobbíamo. are a crederc,che glialtripqui, li
‘lt'ali nanna no, non jntroduccſſero le perſone afauellarc , condo
ha coſa che lo faccſſero,ma lo faccuanoyradc.vohe,&qua ndo loh
ccuano la faudla-dc-gli’mrodmti a faucllarccra,bricue,pcrcìochc.qui
\ [i dice ml É‘ Todi/ma ha)? J‘ÎÎÉ” duff-'09441571513 bui-”À &UMLQLFÎÎÌ lo
de adunquwdichc è degno Homero non è perche :Pillola-5‘_ gi* e
gran tempo ha fiato' mucmore che le pedone,s'irurqducdſono a
taucllare neu’cpopca,ma è perche s'mtroduco no .piu ſpeſſo 'Buon
ſauclle piu lunghe che non ſ1 ſacwa apprcſſo ,glíalmflf di cio-nach?
ra inteſe di ſopra , qua ndo dxſſeſe‘a nîs ìuéîs ‘xtràjzwà ”mas-n' inf!” ”e
h‘ſſülsqa’îuînfffif 7| 7171.5442”: Bury 'FANS-.U451 51 quindo diff?, WWW ‘N
”ù rà guitar": ”annoiata-rà: img@- íy dv@ èxë’n L in’ 11| ”ù plui-1a:
&Km-ſs {mf-mia 05m ”à -rà-rñ': :Mafia: ”uan- ”yärg- {mi-Nuit(- i 4570’
W“ mmc» Mnmmuíhs. E t quefla introdotrionc dipcrſonc a ſaud
larc è demandata da Anflordc çon voci,chc rc ndono alquanto oſcu
r0 quello che egli intende di duedrcendo Manor-Ms Will-p, BK J‘çmm
nmun'ms,& pngunîí,& am'im. Conciofia coſa che comc dic‘ mmo dl ſ0
pra lo’ntrudun-c le perlone {fauçlhre nell’epopca nonſia modo ve
ramente rappreſtntuìuo 8! »gammüfla ſimlhtudinario, & pcr- In E
fimilrmlinarjo E( ha apparenza dl ra]` preſentati uo ſx domanda da di 7
ſlfìotcle umani; ö; rapprrſcmanuo ſl con-e anchora _ſ1 domanda
qulſolo [anomigliaſill0,000 peru-.c anchora quando i] porta narra
[enza introduun-cmo di ſtrſont a faullalje non raſſomigli,ma ſier
che le parole du' ne poſtc in 1| ,cgodi p; l'okdl rin: figo: an0,r_appreo
ſentann,& :,aflomngjal-OMtghù _le ”cole-,che h: parole pepe‘… luo
` godi cole noufigmano J, non rappcc'e; j.; no,non raſſomghano [e
:uſe m guiſa che‘m certo modo lt puo dire che il r-Îſ‘P‘T'ſfllſ-Î" [N°33
. R 1. h h › -çon
"' con parole ſia raſſomigliareſi, e'l rappreſentare coſe tan Parole nö ſu
‘ talÎOmlgliare paragonido l'v n raffomtgliare con l'a-tm ö: non ſimpli
' ceméte. Perciocne ſe l’epopeo non ſuſſc ralìomigha ore quid" rap.
preſenta coſe con parole ſegutrel be the |I modo narratiuo 0 Vr'o
{zz ‘rí! 'ax-EW": nó foſſe modo r;ſſ0m.gll3tl o in d.ſ`truggi~~ e'to un cib
lo,cbe è ſtam dettoquaadietto 6t i'attáóe raiſomigiuu ”nunc-HI: ſen
Za modo col quale falſe raſſomigliatadduncì ſi Vede ene quello m0'
do che in nocnmofimihtudmario in n: pet o del mrratiuo ſimpli` e ſ7
domida da Anſtoreleralſomgiunuoxh n.-rra~~ mo ſimplm in riſpet—
to dei ſimil'tudlnario nó raffon igliatioo per eſſere quel oplu raſſhmí'
gluuufl di q elio-Perche ſeguiti › q. eſt.- reg-.ione ſcſeian o dire,che
b modo Veramère rappreſenuiuu 8K J‘çcp: bh ln atto 81 in palco (ò
pcranumo con ellalm due medi ſimilitudinano & DJſíflUO ſia ſolo
t.-.ſſort.igliauu0pou.he raſÌbu-iglia ph veratcmí’ce che non ſmi-o gli
aitn.& gnam-un riſpetto ſuo nen lien taſſomig'iatiui. A m hrra ſe
guédo qua-ſta ragione poſstñ. mo due che quello ſtorméto per mezzo
del quale ſi raſſomielia meglio l'attione ſia ….0 ſall‘OſTlgll’dſlLO imó
` peraxione & in rupcito di queliiſtortréti per mezzo thql‘flll ſi raſſoe
miglia pegg|0,& the e.” II'I Lóprſanouc 61m ”ſpetto di lui no fieno
ſalſom bum-.Lan nde cl ſicureremo di dire chela fauclla c‘ſlormëto
ſolo ra omigllauuo llm.éd0rlgluſd01‘b.\“0,& alla melodia,liquaii in
riſpetto dilet ſi potra no chia mare flormëd non raſſumigliatiur p01che
per loro non ſi ralîomigja LOſl pienamente come ſi ſa per la ſaueila.
A nchou non abbandona'do queſta ragione potremo dire che quella.
matt-”1,clie fi-raiîomiglia meglio lia ſola raſſomiglieuole,& l'altra che
ſi ”aſſomiglia peggio non ſia raſſomig-.íeuoleie [C conñ onteremo _im
ſie-ne. Perche pm…: la materia deil'attione particolareggiata nen i*
do ii poeta ſi raſſomtglna piu pienamente,clie non fa l’vniuerſalrggiac
ta ,ſeguita chela materia dtll’attiOne particolar cgguta ſi poſſa ſenap
,ellarc raſſomigiieuole ſe la pugni-amo aiato all ’vnit.erſalegg|aia,la:
quae h puo appcliare nó ralſomiglieuole. Per”: qualico'ſe pan edi: ſi
poſſa ”chiudere-,c lit Homzro ll quale introduce :pt-iſo le Fer ſ0 ne l~
faueclare,& flîſſlbU|ſLt .pro le ſ.. uellelu agli-:,61 via la materia d: li'az.
nóe parncojaregguta ſia raſſomigliatou , 8: per co nſeguéie z* ceta,&
che Vlrglllu muodmétlo poche volte pei ſone a ſauellate, ö: aſieguie
dç. loro ſaueiia bricue piuaſiìu Lhc nóſa Romero, C‘ mando mater”
d'attionevntucrſaieggiata ſia non rallomigllatorc & per conſeguente
non Poe-HS: Il poeta in qua partedell'epopmmella quale na! ra ſ0
hmeme raccoma l'artiOr e , G- non …und-.:ce pera na a ſeneſi-irc
- non(~ mio-…344m e ſeculo Arduim , &per temi-;Lite uó epoc
ta,
302
”Axe diremo noî del pòcta in i": parte dell'épop” nella quale tg"
ne narraanioneme introduce Perſona a &udine-,ma giudica le coſe
narrare o rip‘rëdcndolcp lo da ndoleo tirídolc ad v rilita cómunc 8t ad
inſegnamenti cíuili,ö< del bzn viuere’? Certo non altro ſe non che chi
non è raſſomiglíatorc , ne per cagionc del modo non introducendo'
pe: ſom ninna a faucllarcjo dico perſona niuna di quelle che inter
uëgono nella fauola,ne per ragione della materia della fauola eſſené
do queſta materia ſcperara dalla fauola,ñ& naſcente dall'affcttionc dc!
porta verſo l'atrio nc Houſe-egli nó è raſſomiglíatore ne per cagione
del modo ne per cagionc della materia ſeguita che andmra nonſiain
(ìſta parte poeta-ll che nó ècrrore da flimare poco prima ?Lilla parte",
j poi p l'altra parti a nchora nelleq ualiè raſſomiglìarnrc & pocczcócio
Ì—ſia coſa che giudiCíd<)lc,&parlído”emme che lìa,fimoſtri p’ſona paſn;
ſno nat-,8: laqualcv’ha bb”. ìntereſſc,& pcio ſitogüa a ſeſtcſſolafcdq,
{81 Uri-da ſoſpetto a ktcori d’eſſere poco vcrírlcrc narratore. Séza che"
nó ſ1 ſa poco odioſoahrtákoprëdo certa ſuperbia 6: cófidízndì bóu
quidd poſpoſh) l'vfficío di narratorc,che ch fixo,,pprí0 impréda I’vf;
'fido d; fadiuçorgöz dicOrrcg gitorc dc coſtumi fuori di tëpomelqua
lt: errore nó cade mai Homero,mafi \'irg.alcüa volrafi come la doué,
'dice-,Form nanábo fl gd "mea carmine poſsüc Nulla dicsvnä memorì
vos cximetñçuo Dü'doffi’tfl neçxcapù’olicj; îmobih ſam} Acxoletflmpe
flüc'z; parer Roma n’.‘h.tbt:b1t.& la donc due-,Neſcia mës homínü fatid
ſornsc'yfutu rç Er ſex-vare modü reb.ſu blata lècódisîurno tëpuscrit.
mag no cñ opraueu't emptñ [madri Palläm,& cü ſpolia iſta,díécj;0de
" ”‘58: la doue dice,Hc-u vatñ ignarç nzëtcs Q-ídxvota ſurcntcmf Aid
dclubra iuuírfEt piu {pflſſn'di lui vi cagiu no ci… poetixhe ſono meno
buoni di luiiòz maſsímamètc Lùcanoquuale ln ſui] comincialhéro del
la (ua Pharſaglia ſa vm lunga predica, vis furor o ciues‘IQÎç ta nu
licèt ia ferri,&c.& piu ſpcſſo di tutti LodomAríoſto nel ſuo Orlando
Furioſo.Del quale errore s'auide anchora GiouBocc-in cìíle parole,
Vaghe dóne ſenza alcü Fallo Philomcna in cio che dell'amiſta dice,
racconta il vero , 8c con ragione-'nd, fine dellc'ſueparolc ſ1 dolfc [ci
hoggicoſi poco da mort-11| elſa-e- gradita, &ſe noi'qui perdouer cor—
regge-rei diſc-ni móda ni cpu/r per riprédcrgli ſoſsxmoſio ſeguirci con
diffuſo ſtrmom: lc ſue parole.- Et perche ”mile giudicamcuro 8( ra
gionamento pertcrrçbcal churoJe-.qucila'àltione foſſe compreſa in
v na tragedm,& perrícnc,porchc quella attinge-è compreſa nell’epo
Pca,al popolo,& _alla molutudmc; aiſhora @ſente-,UU po'cti cpopciJi-n
q ua” nc prxuang u popolo,& la moiritudinç aflhora Pſx-me# l'apgz
’na no alle L‘oro pſ0 ne nó poſſono nó elle-re rrputati v ſurpacori'dclfa
~ ' Hhhh 1. parte
parte altruí,laqnaleſ~lómero conſci-valore ſecondo che fi co nuîene
qva ndo vſa, tali maniere di dire,quale è quella che è nel ſecondo libro
del l'lliadanloicheyſiſſe lia baſtonate Therſite. 3h Nm inn-‘i :’4‘qu
szſop {me Zi ”ſim ÌJ‘ii 51in ?l‘a-anti: {dal 'inptfflle- funge-5 {ma n uva-‘À
:Riq- inn-Emi. Homero è degno di comme ndatione per molte coſe o
trouare da lui ,eſatte-meglio che non ſono [late Fatte daglialrri nel
comporre l'lliada,l’0diſſez, e’l Margite,parte delle quali ſono ſiate
ricordate diſopra,& parte ſi ricorderanno di ſotto , ma édegno a n—
cliora- di commendstio ne d’liauere vſato ſpeſſo il modo ſimilnudina
rio o rappreſentatiuo quanto èad introdurre le perſo-ne a ſaueilare,
del la quale coſa nö dimeno gia di ſopra s'era breuemëre fatta meno
ne in due luoghi,liquali ſono fiati citati da noiLaquale cómendatio
ne procede ſolamëreſeeondo che-pare ſentire Ariſtorele d'acio,che il
modo narratiuo ſia in quella’ dell’epopea,nelſa quale ſono i'mrodoue
le perſone a ſauellare trasformato‘ nel’ rappreſentatiuo, che modo è
onente dinanzi aſenſi iìu vigoroſamente ſe coſe , che per lui ſono
nſſomioliate che non a il narratíuo quellegche ſOnoda lu'r raſl'omi
gliate. K’la queſta medeſima ſecondo me ,puo anchor-a procedere da
vn altra cagioneflaquale è che maggiore induflria è & maggiore agu
me d’ingegno in ſare faoellare le perſone ſpeſſo 8t allungo ſenza
rincreſcimmo dell'aſcoltat'ore, che non ſi fa in narrare le attioni a:
le deliberat'ioni ſenza ragio namen‘tiperſonali. Percioche a ncliora la
predetta cómendatione d’Homero dee eſſere grande per queſto
che egli s'è meſſo a q_uella,clie era piu difficile,le doue glialtri ſi ſono
attenutia quello che era meno difficile. Hora pare che queſta' eómena
dati0ne data ad Homero tantopregna debba eſſere reputa” minore
per quello , che hadettoAriſtotele di ſopraAdumj di ſopra ha detto
che l'epopea o la raſſomiglia nza narratiua ſr dee ſare col verſo heſſz
metro,cl1e è tra verſi ſermiſsimo,accioche la ſermezzzr della perſona
dieolui,cl1e narra,& che mena a Hnel'opera ſua ſenza mauimëto hab
bia il verſo conſaceuolefi come a coloro,elie ragionano vice ndeuol
mente ſi conuieneil verſo iambico , che èmobileòz ſiconſa c0 mo
uimëti di corali ragioníti. a ſe la coſa (la coſi quíto piu ſpeſſo s’in
troducono perſone a ragionare nell'epopea,ta nto meno il v erſo heſ
ſametro (i cöuiene all’epopea poiche muta quaſi natura trasforma nr
doſi in rappreſematiua. Perche pare clreo irr quella parte l'epopea
doueſſe rieeuere il verſo giambico ochela cómendatióe data ad H0
mero nö debba eſſere‘creduca tira poiche con lei cóuiene che lia ac
cópagnato il biaſimo delgoaſhméto del buono 8t leggirtimo vfiidcl
verſo
n H..
303
- verſo heſſametrolît laſcio il trOuare la ſolutiòne a queflo dubbio al‘
lettereſpeculatiuo. E ;è îsa …a 123” animi:- (bando il poeta narra
di ſua perſona le coſe auenute nOn è‘raſſomigiiatore rappreſentatiuo
- come è'q‘uído introduce alcuno a ſauellare,mz è bene raſſonügliatore
narratin come habbiamo detto,o|' i‘ Buena-:Zi J‘r’ 5’” hai-{ovalialtri
poeti’. narrído di ſua perſona le atrio ni , 6c le deliberationi di tutte le
perſone ſanno non airramëte che ſarebbe Vn rappreſentatoredi tra—
gedia , che ſenZa mutare lxabito 81 perſona ſaceſſei’a ſua , & [e parti di
tutte iealt‘re perſone. Siche ſe Homero raccótaſſe comev Chriſa prego
i greci’che gli doueſſono rëdere la ſua figli'uoſa , 6: offerſe [oro di dare
gen q’uíti‘ta d'oro perriſcatt‘o, 8: appreſſo di pregareA pollo che deſſe
ro vittoria ſopra Troia' 8: Proſpero ritorno a caſa ſenza introdurre
Chriſa a ſauelhre rappreſentativamente eo li ſi direbbe ſare la parte di
Chriſa,& eſſere infiſta partein attidne,& ſi'direbbe la ſua perſona ceſ
ſare' dall'attionequído introduceſſe Chriſa a ſauellare come ſa.Siche
poiche A riſtoteie ha detto che i] poeta non' è aſſomiglia tore rappre
ſentatiuo narrído di ſua perſona filieparti,che toccano alla ſua perſo
'm coſt nó èraſſomigliatore rappreſentatiuo' narrädo diſua‘ perſona
'lle partiehe tocca noalle perſone dcgiiàlrrizma in quelle , 6: in que
3..- ſi truoua tutta via in attiene con la ſua perſona-,laquale nOn è atto
a raſſomígiiare per modo rappreſentativo ſe nza introduciméto d’al
tre perſone ſauellítidduncì glialtri poeti di ſua perſone narra ndo’J‘Î
ha qùaſi per tutto Zero-fl'lom continua no d’eſſere' in attioneoccupído
le parti altrui,amvou‘zfl à ?on-'7a percioche introducono perſone a ſaud
lare poche coſe, ;à Blu-,Ms percioìche le'ntroducono a ſaueligre poche
ſiate} Biani—,a WoW-tim”: mi: ‘the ì'vJ‘ça 'á WWF”. Homero la doue gli
aitri narrano di ſua perſona quaſi continu0,& introducono perſone
z faueilare brieue & radeuolte, narra di ſua perſona poco,& pareche
nzrri quel poca piu tofio per prolago 8( per trouare eagione d’intro:
dui-re le perſone a ſauellare,che per narrare principalmente.$`icome
.dunque il prolago o il principio d’vna diceria o d’vna tragedia-,oca
media è brieue, & ſi fa perche ſerua al rimanente diqueilo che e‘pin
[u :130,8: principalmëte s'ha da dire,& _nOn ſi dice il rimanëte perche
ſerua al prolago,coſi pare chela narratióe fatta di perſona d Homero
ſerva alla’ntrodouio ne delle perſone a Fauel iare,& non dall'altra par
te che la'ntrodouione ſerva alla narratiöcju'àis puo ſignificare incon
tanëte depo la nlrrationt,dlc è i” luogo di prohemiozinduce huomo
’o donna,&c. E: puo anchora ſig nifitareacc iorhe io dice quei che mi
ſi para auantip ſenza cereare cſsèfio lontano, ſecondo ll quale ſigni’
Hh h h z fiuto
,-
1 \ .
fiuto è Rata vſm qneſh boe-e La); gia due ſiate da Ariſtoteîe in quì
(lo llbſCZÎOf’k'árfl :1A:- Î Hu’u , 'É ÉAUI WiFi-3 …il '1M' :xl '-7- ‘rn‘ ;ih-'o'

ho opinione che qub~flo reſto ſi debba leggere ooſi, Rerciochc mi ſi ſa


aſſai vcriſi-filechc ia:: aggiüzo a @le parole "Yu-n il” ſia Vna chioſa
poſh odia margine da alcuno poco intendente , la qmic ſia poſcia
entrata nel :clio-Er che qucflo ſu ilſcmiméto Homero dopo la nar
ratióc bricue ſam di ſu: perſo na per trouarcñh cagione d'introdur—
rc le perſhm;` a ſauëlíach mmd ucc o huompdonmp alcuna altra
coſa comprëdcndo ſono queſta voc: neutrale :M dmn dec,& ani
mali# cio che induce a ſaudiare, diche di ſopra parlimo pienamen—
te. Lc perch:- aim nan crcdcſſc che ſolaméte gh huomini & ic donne
ſoffero introdani coſtumati da Homero cócioſn coſa che propria
mét: parlando nó ſi poſſa dire che altri coſa ſu coſtumata che i'hno
mo & h d-Sna lì ſoggiugnfflhc non introduce 0 le,O animalcp al
`tra coſa ſenza coflum: ma con coſtumi. Perciodic è coſa ragione
nol:,:hc com: s’atnbuiſcc a clicchc ſu faucllz human: s'artrlbuiſca
anchor: inhch ia ragione humana,& i'affemoni,ei coflumi,dc quali
ſono datati glihuominis M1 ſepurc vorre'mo ritencrç In lcuura fatta
come dl: c1 c‘ porta in anzi (51-174' ;Mr-,‘1' mzÎ-ſíà'zzsl if@- ciconucrra
dire che Anfiozflc co nhdcra lzusmoin queſto luogoin riſpetto della
donna in q ;amo pognumoè pm force, & conſidera la donna in ri
ſpmo dîii h {amo pogniamo i n quím è piu puſillmima , & ſoggiu nu
gendo'í ?mi DC} che intenda dd miluagiofld buon0,der ſdégno:
ſo,& di ſirmh , ma come cio ſia dura maniera diparlare, & non vſata
ognuno ſe. Vede , & parrebbe che principalmente s’introduccſſrro la
perſone a ſaudhrepcrdxmoſtrarc i coſtumi,& nOn perſe-mira: alla ſa
uola ſcnu :h: i e parole ſeguérifiu’ W 'zai‘ìs ovcro DAW-‘tlc Luſi-,inf
’)uf *È: ;ho vero ’af-K’ :7517-1 :à ſarçbbono ſupera” J‘Î‘É ;ai i3 n75 :gx-,gs
{fa {am-Zi i: On-uçìaWi ſi fam-lla dtſh maggiore manuigiu che puo_
bau:r:,& d:: l'epopcajaqualc non puo hauere i: tragedia,& perche
`flat-.mo pote n damiJ ;rc qui a det eſere qudh marauigii: maggiore
d:ii'epcpc3,chr nnn è qurih da“; rrsgsdufi riſpo nd: chde eſſere
ámnnggìorc quíro piuvie ha da palerla introdurre, che non ha h
u‘agfliumguſſa che &cor-do la meOÉ-:ioncdcl piu chc vic intro
dom' e ſu nggiorc L1 msrauigli ;. Ezèda Eliſa-c ch:- in q-Kſtoiuogo
Amiche n.›n mean-Jc d: parlarmi tutte-‘cm per le quah ſi puo fuſe
naſczr: ILmLÎAuszIa maggiore- ”elſe-pop:: o preſuppone-”doit P61'
m z nik“:éìc p…- .ecoſc dette .h ſopra@ craiaſuäJ-aîc per altro riparo,
& ü ”ſiringa-01.1312…: ad vm inq m': è ch; l’epopea non c' L‘: wu i
Udc:: l: pci-ſon: occupare 0:21: facanc,ço_n;~ c‘ [a angelu- Porcia
;cube
\ 3O
perche altr'rpóteoa dom: ndarc per‘ qual cagíom- fi ricllícdcſſc la m‘a
' raplgfl'a nella tragedia, 61 per proporu’ócſi richkdcſſe maggiore nel
-l'cpopeafi rlſponue. che il fine della pot-fia ſecondo che è ſtato detto
*è il dilett0,& cl:: la marauiglia opera diletto,adunc'j la marauiglía non
-ſenza ragione ſi ”chiede nella tragedii,& nell’epopea acciochc lla' poe
fia one-”ga il dñbiro fine ſuo in qucſte ma mel-ed] poeſie, N13 Se. i‘. -st
' "WMF-as Wläſl ”mms-l‘affihauëdo ri! petto, & rimettëdoſi a quello,cl1cc`
‘ ſ “fiato
-eſſcredetto dl ſopra,quädo
marau1gl|0ſa,le fi diſlcdzc
doue-ua la favola
cſſrre bella ll Cl edella tragedia
era v na doueua
dell’orto coſe
‘ n'- hieſh- alla Ffluola per douerla fare nuſcir :bc-lla, uan-M"; ívl‘lxoîco
**ig ;mami-,15 ’ogváhoyoolm a lc ll (‘óulenc ſare la marauiglia nella tragedia,
~moho piu h cóuicne & è [uno: farla nell’epopea ſecödo pornone
-quail dlca-ſc- in vna anionc ”Rn-tra alt. rmino d’vn giornfà allo ſpa
*au d'vn palco lì fa marziglia,chc fia d'Vn grad0,ſi dour ſare in at!
rione-,cnc ſia rogn'nmo dl cremaſcrte gnoml & auenuta inxmarc 8c in'
-tcrra quale è l'am- ne comp” nell,’Od1ſſea,cſſcrc ſecondo rpporrionc
da rréta R ſelle gradl , R 16 am”,- c‘dctroauerbialmentc come ſe foſſe
-ìvahhus-Sëza che l'epopea olrruglzauizaggi del rëpoòzdcl luogo piu
- ſpamſi n’ha anchora deglultri,l.quali tum ſi tacclono, come dicup
Come ma niſcſti ,oper altri riſpetti da @Ho in Fuori,chc ſeguitaſtaò dua
hlnl mm;- 1-b envpasìy dLà 1b…) .FX-?ip è: Fnarjovîa_ Laonde vna del lc- vie per
-Lquali ſl puo fare marauxgha grädllsima nell'epopca , la quale non ſi
puo ſa rc nella njagedla c'” porcrc naſcondere lc parti della ſauola,chc
apparëdo ſ.cmexcbb0noa Fano la maraulgljachuali non ſi poſſano
naſcóderc nella tragedia-Adumj l'epopea puo ”attende-rc del tutto le
part] della Fauclla,chc ſccmrrc bbo no,& Le v-erebbcno la marauiglia,&
«px 0 farle apparcrc ſorto parole ;comu-s: sómaríamëlr,& le puofa
n; appurare particolarmëtc,& con parole; ha* raccomino ogmcoſa a
pí'uo come c`& è aucnula Dc quall tre mod! u tcrzo è piu ſlmllt: al rap
P] cſcntatiuo,cl1e non [ono gllalm due-,8K percio qLädo le parti della
fimola ſono ouolèp-nociucalla maraulglla raccólate con (iſte tc: zo
modo lciemano,o leua no la marauiglla,ma cìílc parti della lauola,che
in d'uconoo acu eſcono la maraujgha nö ſl dcono naſcödtre o mu r”
re somarlaméu: ma ll deono narrare pamcolarmërc col terzo modo.
lit è da ‘apc che l'epopea puo raccörar p.-.r(ic01armèrcle-partidcllafa
uola,che inducono 8: accreſcono ln ma rauiglia,& ppcco le fa vedere?
co-uc ſala [rapcdna rapfflènmtiuamèzqma p topa ngmgncſul marmi
gna puo raccöcínlo fa”: fiche” vfl-dcrc I pina-1361”: colclnniſib.l|,n5
che lc coſe lñmnç 8K paſll tc,& future:. Il ch: drſua} natura nö puo farla.
fiügçdla rapéſcmádvfimffi flìäl‘ſáfl 'luëgosd l'agliîmínhfi FT[- moîfl ’dig-1th..
. -UÌÈ
l

A me pare clie ſia da ſare vm diſtintíone coſi Fatta* ſe vogliamo ln


tëdere bene 8t giudicar quello che dice Ariflotele- Sono alCu ne atiioni
lequali li poſſono rappreſentai e in palco _tali apunto quali veramen
te auengono come ſono pognia mo iragionamgmj _viçédçuoh' di due
o di tre perſone,& ſono alcune attioni, :quaſi non ſi poſſonoìrappre
ſentare in palco veriſimilmente rie tali _apunto uali,'auengoiio per
alcuni riſpetti, liquali al preſente .vogliamo ~clieſitno quattio dorſo
no o per eſſere disllOllcſtt,0 per eſſere difficili' a rappreſentare, o per
eſſere lontane per luogo o per tempo” per _eſſere inuſibili. L'attioni' `
dislio neſic come ſo no congiugnimenti carnali,o baſti amoroſi, o al*
tri atti laſciui nó ſono da rappreſentare in palco. Percioclic _convie
neliauere nOn ſolaméte riſpetto al roſſore del popolo, nel quale ſono
ſa nciu lle,& don ne ſcliiſe,ma a ncliora e‘ da liauere riguardo; rappre
ſentatori, liq uali malageuolmíte ſi _ott-Inno indurre a ſare atto VG"
gngnoſo in conſpetto del poppolo,c ie paia veriſimile. Appreſſo l'at
tioni difficili‘ da rappreſentare non ſono da menare in palco `colui!
ſ0 novCCldffi.CrUCifiggere,impictare,collare, martoriare,trasformare
& ſimili. Perciocliequeſte ſono attioni , lequali ſe nÒn ſono operaie
da douero rieſcono ſreddiſsime,& danno a Vedixoriil piu delle volte
da ridere): d0ue ſono introdotte per ſar piangere ſi come diiëmo di
ſopra,cli_e aueniua nella rappreſentano” della paſs-one ,del ,Signore
in quelle contrade d0ue ſi coliumaua di ſare con poca edificatione
del popolo, Oltre acio l'attioni,leq uali auengono di lun eda] luogo
cioè dal palco,doue fi rappreſenta la tragedia non ſi p uno indurre
in palco , ne fare ,vedere,& di quefla maniera d'atiioni ſono anchor]
quelle,clie tira no con eſſe loro títe geriti,& tanta inoltitudi ne di coſe
che non potrebbono capei-e nel luogo troppo ſiretto _6! corto. A n
cliora l'attioni clie auí'gono in altrotempo chein quellomel qual ſi
rappreſenta la tragedia nOn ſi poſſono introdurre in palco o auen
i ga no in tëpo paſſato o in tépo futuro. Vltimaméte ci ſono l'attioni
inviſibili, lequali non ,ſi cóprendono ſe no” con la n Ere, come ſono
le viſionij ſogni l’apparitioiii de moriij penſamenri del cuore, à ſl*
miſi. Leq uall non ſi poſſono ſare vedere come ſi conuiene di fuori
agliocchi & agliorecihi,& percio non ſi deono tirare in palco. Hora
ſe la caccia che diede Achille ad Hettore raccontata nel l.bro x del
l'lliflda ſoſſe auenuta veramente tale ſenza dubbio l'eſTc rciro de greci
haurcbbe circóilato Achille caccia nte,& Hettore cacciatn,& ſi ſai-c bi*:
fiato otioſo &ſcioperato,& ſi come” ſuole dire con le mani a cintula
lenza ſar nulla 8t ſolamente vedit0te per non diſubi dit e ad dſl-{lle
clic
30)'
:the col capo accennaiia loro che”non ſediſſono *Rettore accioche
egliſolo liaueſſe la gloria d’haüel‘lO-'VCCl-ſoi'si ll'liauer vendicato Pa
tmtlo con le ſue proprie mani, 6t lo ſiate dell’eſſemito ſenza perſe
guit: re , Ct ſenza-ſedare Hi ttore iiö liaurcbbe moſſo punto ariſo chi
l'hai-cſi?,-ailhora-veduto. Medeſimamente ſets’i ntrodiiceſſein palco
qucfla attione non mi polſo imaginare-come l’eſſercito flameſi 8t
vbidienre ad Achille moueſſeariſo. lo credo bene,che queſta attio
ne non li dOiirebbe o porrebbe introdurre in palco non perla ragio
nezclie dice Ariflotele perche --ſoſſe da ridere il.vedere vno eſſercito
non cor-battere .q~iand0 non combat-teſſe per ,vbidire ad vn ſuo
maggiore, ma pei-che non ſi potrebbe farevu palco coſi grande, che
capelli: v '1a citi-.i come Troia,&vna liofle , quale era-quella dc greci.,
6t app: effo iiaiieſſe-vn campo tanto ſpazioſo che per eſſo pOteſſe i'v
na perſona cacciare , 8t l'altra eſſere cacciata, & breuemente non lì
Petra-bbc .i ”tradurre in palco per lo teizo riſpettozdi cuihabbiamo
parlato di ſopra. Ma alcuno dira ſe non e‘ coſa-da ridere ..che lîhoſte
ſiſteſſe lola mèe aucdere quella caccia,perclie HOmero non diſſe che
.fi liaua auedcre ſenza-ſar nulla,ma naſcondendo uefio diſſe ſolaméte
,ii-aſti J“ án'mut wgn’aà .Nos &Nanni; , «71"74 ‘int-ai iari fliëçi mari Lilian-”iu
KM@- h'çoië isùhòw‘ Zia-int@- ho“. Et i0 dico che aſſai chiaramète ſenza
naſcmiderio lia-(lettolqielio dicendo che Achille non permetteva :I
.pop :li che la nciaſſerodardi mortiferiin Hcttoite , 6t poflo che non
rl’iiaueſſe detto chiaramente-3t l'haueſſe naſcoſto gia sÎe` prouato che
non ſarebbe coſa da ridere quantunque ſi diceſſe quello che auenne
Veramente. Et certo partie non coſa da ridere il dirlo chiaramente a
Virgilio in ſimile caſ0,Ergoamensdiuerſa fiigapeiit çquora Tur nu:.
El’ iiunc.huc,inde litic incertos implicat OI’ch Vndiq ue eiiim denſa
Te ucrii ncluſei'e corOna Acque liinchaita palus liinc ardua meniai
cingunt. Etñveggaii Arifiotele che non attribuiſca troppo ad Home
ro poiche Vuole che cieche-egli ha tralaſciato non li polſa dire per
v n’aliro o rappreſentaisein palco ſenza-muouere riſo, 6; per conſe
guente,clie egli habbia dettotuttoq uello che fi poteua dire con gra
vita ſenza volere,clie ad altrui ſia rdlata coſa niuna da (lire, clic ſita.
bene oltre alle det-te da xl…,oi' “F-“5481” al oil &toner-.las 5J" iuavedoſhl popoli
i-n quíto ſi ſtaiianome perſeguitauam Hettore ſono naſcoli ne verſi.
mari'atiui d'Hometo nella guiſa che liabbiamo moſtrato. Ma Achille
in quanto accennaua loro col capo non e-punto naſcoſo ne piedtiti
.Ver ii,& reitio pare the 55 rapid
?eum-int-
do Home ro Aao`ri Jlſiìvi-ñave Nasin à-XHMÌJ-
.quello luogo ſia ſuperfluo
Periioclieſe dicë
Achille in
[al pale acwiiiiando dii.ò , nigi-dſc a .riſo dee miiolufre anchora_ _a
U] ‘ U J
rífö ne verſi d’Homem-, ne quali il’ predetto decentramento non è"
naſcoſo. Hora perche Ariſtotele ha fermata quella concluſione che
l'epopea poteua fatela marauiglia moltomggiore; che non Porcu.
‘ fare la tragedia potendo eſſa naſcondere‘coi mod'o narratiua quello
chela poteſſe ſcemurep leuare,laqual coſa non pote-ua fare la trage
gedia col modo rappreſentatiuo ſi d'oucua dire‘che la caccia data d_
Achille ad Hett‘ore ſarebbe piu marauiglioſa ſe` ſi foſſe moſtrato che
Achille ſoloſenza hauere il caldo-dell'eſſercíto de greci‘, o*c|1el’aiu~
taſſep che foſſe preſente a fargli animo haueſí’e cacciato H'ettore,poi
che Hettore era ſolo ſenza l'effercit'o de Troia ahaha l'auiraffe , o che
foſſe preſente a fargli animo,& percio Homero mſcoſe ne ſuoi verſi
la preſenti; dell'cſſercito de greci, ne narrò come Foſſe próto &preſto
perfedire Hettore in tito che ad Achille conueniſſe fargli cenno col
capo che nol faceſſe accioehe la caccia data glìdaA chille foſſe piu ma
rauiglioſa,& foſſe congiüta'con mlggioreſua lode-.llche nó ſi potreb*
be fare in palco nella tragedia rappreſentädo. Et ſe altri in palco &
in tragedia rappreſentaffc la predetta caccia &- credeſſe che la* preſen
za del campo de greci,laqu.tle in rappreſe mído n0n ſipuo celare n6
le ſcemaſſe la marauiglia s'ingannerebbe 6c pche s’ingannerebbe perr
auentura darebbe da ridere, di per conſeguente coſi fatta hofle ſta n
reſi a nchora,& no‘n perſeguita nre Hettore farebbe-ridere non-per ſe,
m1 per le’ntrod‘ucitoreche l’haueffeinrrodòtt'a’ in dimi nuímëco'della.
meraviglia variamente‘. Et per queſta via perauenturarli potrebbono;
verificare-le parole d’AriſtoccleJml ‘I’Èmç‘l‘ü 'fx-rng— Next(- aan-”Ms ’0’11
ffloîc Hp Pub”; ΑÌs'ö'rulj oÌJ‘IÉnrÎU e' 'nudi-7p- cio è che altri ſi beffe-rt
del po-;t'a che voglia fare rappreſentare la fuga d’Hettore marauiglio
ſa &lodeuole per Achille ſe con'Achilleaccópagm-ra 1-'eſſcrcito fano-
reggiantelo 8: fara Hetrore ſolo. LaondeVirgnio lrauédo in penſier@
di fare vna caccia ſimile che deſſe Enea'a Turno marauiglioſa ö: lo
devole per Enea nOn fa che Enea-llabbia- l'effiercito che lo~fauereggi:
83 Turno no n l’habbìa,ma fa che ciaſcuno di loro habbia il ſuo eſſer
eitoJam vero & Rumlicertatim & Troesñ, 8(omnes conuerrere ocu
los Itali,& a nchora Exclamant Troestrepidiq; latini Arredato:: am
borum acies- 8! anchora, …e :ſi mul ſugiens Rutulos- ſimul increpn
om ms‘. Nomine quenque vocans~ nommtì; efflagim enſem, [Eneas
mom-m contra` , pra-eſensáue minatur Exitium lr quiſquam adeat,
terretcjue trementesr Egli c‘ vero- che Virgilio non lì pare ben bene
concordare con ſeco ſtcſſo dicendo ,. Vndiqçue enim denſa Teucri in*
clulere coronaquaſi Turno non luueſſc il ſuo eſſercico‘preſcnte. E!
per intendere pienamente perche Ariflotele habbìa là caccia dm dar
' ’ ‘ ' Aim“:
306
Achille ad Hettoreper rideuole veggaſi qllo che ſi dire di ſdtto nelle
ſolutioni la doueſi ſa mëtione di nuouo di quefla caccia cOme inotc:
dtbile ſecondolui in qua nto l’eſſercito:`Per cenno d'Achille ſi rcſtaſſc
di ſedireHettore,-qòà Oeupîî'açl Mo'. ll fine della poeſia come e‘ fiato det
to piu volte e‘ il diletto ,& la marauiglia ſpecialmente opera il diletto
aduntj il poeta tragico dee il piu che puo procacciare la marauiglia.
.e'l poetaepopeico per l’agio che n'ha la dee Bmcacciare molto mag
giore.. La marauigliaaduncj e` diletteuole ma ‘perche non pare che h
marauiglia ſta ſempre accompagnata daldilettopnzi dall’altra parte
molto ſpeſſo dal diſpiacerecome egli e‘v no auenimento marauiglio:
ſtſsimo,che Edipo per ignoranza vcciſoilpadregiaceſſe con la ma
dre ,il quale è accompagnato da diſpiaceregrandtſsimo non pure
d’ Edipo,& di Giocaſta,ma noflro anchora , liquali dopo tanti ſecoli
lo'ntendiamo,è da dire, che in noi ſono quattro coſe, la prima s’cil
piacere .cheprendiamo di ſapere tutte le coſe, .& ſpetialmente quelle,
leq uali non credauamo potere auenire , la ſeco nda s'è il piacere che
‘prendiamo degli auenimëti che auengono ſecondo la volonta noſtra
cio e‘ ſecódo che deſideriamo , la terza s'.e` il diſpiacere cheprendiamo
.degli aue ni mitivſitati, percioche nó impariamo coſa ninna,& -quefloì
,diſpia cere ſi puo domandare ſatieta- Laquarta s'è il diſpiacereche
prendiamodt‘gli aueniméti-che auengono contra la volonta noſtra
.cio è *contracìllo che .deſideriamo. Se adunquzc l’auenimento &mara
uigltoſo 8c auieneſeqondo la volonta noflra,come è cheOreſte ſia li
beta to per _la riconoſcenza ſproueduta dalla ſopraſtante morte noi
pre ſlle mo .due piaceri livno Perche impariamo quello clic non cre
da uamo potereauenire,& quefloè proprio piacere naſcentedalla ma.
ra uiglia ,-Bt l'altropcrche auiene ‘illo che dcſiderauamorcheaueniſſe.
Di quelli due piaceri~e’auide il Boccaccio nominído ñq uello della ma
ra uiglia del modo,& quello del deſiderio dell’effetto quido parlandov
di Pmuccioö’ d’Adiia no chein marauiglioſo modo erano giaciuto
l'v no con la Nicoloſa, & l'altro con la madre della Nicoloſa diſſe.
Rimontati a cauallo ſene vennero a Firenze non meno .contenti del
modo in chela coſa anenuta era,chedell'cffetto fieſſo della coſa. Et
ſe l’a uenimí-toc' marauiglioſo 8c auiene còtra la noſlra .volonta pren:
.diamo .piacereà diſpiacere,~prendia mo piacere percheimpariamo tÌllo
che nó credauamo pooereauenire come .èche y n figliuolo per ig no
ranza prenda la madre per moglie nella ma nic-ra che fece Edipo,&
prendiamo diſpiacere perche auiene quello che abominiamo, 6t non
Vorremmo che au tmſſe. Se l'auenimento è Vſitato 8c per conſe
guente non mara uiglicſo 6t auiene ſecondo la volonta noſtra ren
l ii a 'amo
L

dlamopiàcere 8% diſpiacere prendiamo piacere-perche auîehe qùello.


che deſiderauamo che aueniſſe,& prendiamo diſpiacere perche è vſi
tato, 8; ſe auien—e cóti a la volóta noflra noi prëdiamo due diſpiace-ri,
l’v no perche
-miniamo è vlitato
8t non & ſaticuol'e,
vorëmoclic l’altro percheauiene
aueniſſe.Sicl1e (Ìllo,cl1c
di' queſti quattro abo
aueni-v
-mëti il primo ha due piacerizil ſecódoha v~n piacere ù vn diſpiacere,
il terzo ha vn diſpiacere & vn piacerqe'l quarto lia due diſpiaceri- E:
è vero (illo che dice ArlſtOtth chela-marauiglia e‘ coſa diletceuole nó
:oóliderara per ſe, ma accópagnata con l'auenimëto contra la volonta`
noſtra c‘dxletreuole
:im-,yſhsurip inſiemeLa“Sl-amara
á: Xaçlîjm'fllfl , 16 cómu
marauiglia Ocvues-èpíJlii,
nementcc dupìoç
dilcncuole‘

nella tragedia, &'ln 0g ni altra maniera dc poemi,ma ſpetialmétc nel


l'epopea della quale Ariſtoteleal preſente ha impreſo a parlar-:,81 ne*
da vn ſegnale manifcfio, il quale ècliuutticoloro,liquali raccotanov
alcuna coſa per dilettare l’aſcoltatore r’aggiungono la maiauiglix
moſsi tacitamente dalla natura a riuoglerſrallo ſtormenm (lcl duet
to,il qualeè la marauiglia auegnaclle non ſappiano il perche. Vali
dica non ſi puo negare che-{amarauigljanon habbia con eſſo ſeco xl—
dilctto , laqualc è-ntll'cpopea -, &chc non ſi rimnoſca per Meda”:
‘natura poiche coloro , liqualivoglionodileflarc narrando ſuoridcl=
l’epopea ricci-reno nó lcueauedèdo a meſcolare la marauiglia nella,
loro narra-lione. (hic-lle paroleanchora poſſono -riceuerc Vn’altl o
jmclieno cio è chela mara …glia ſpetialmente nell`rpopea è—dilctte
uole,& n‘habbía mo v~n ſegnale manifeſtojl-q ualc ècherunique narr
rano c0n «Meno dell’aſcolmorc , liqaali aggiungono la marauiäliafl
alla narrano ne oper demone o acalo. Adunque dopo 743-05133 vſuè dla‘
ſono i "tendere-ò @nun-rip- W".- àmrſzA-'L-Ne Cl laſciamo dare aci-intende
re che Voglia Ariſtorcle che tutti coloro,liquali narra no alcu na coſa
” fa‘. cia no alcune-giunſe per renderla piu marauigiioſa accioclie dl
lettino ghudiwri. Humour-non c‘vero che tutti colmo, liquali naro
ra no facci: no geſue-,ne che tutti coloro, liquali narrano, nan-ino per
dilettare glluduori , ne- è ſempre vero che-la marauiglia ſ} procacci
con giunto Anzi p'ei'lo contrario ſi procaciia con diminuim: mi ſi
come s'è Vedñ-.to nella -caccia dna da Aclnlle ad Henoreclie il Cela: e
lîeſſcrclio preſente 6: ccſſa nredal combattere- procacci: maggiore
marauiglia.- Senza che ſe-ſoſſe vero cheaucu' ‘colon o , liquali narrano
aggiu ngriſi… alCuna coſa per procaccinre la ~maraui51ia accuoche
dimmflono ?i’vdkorc non ſaceua di mcſtiere conformi-e l‘epopcoa
riempie: e il ſuo poema ill-”maniglia poiche egli è narrſhore , &in
qyamof nari'axormpxr-lc-cwuc ;hai-m muratori aggiLg-.u icx‘be*
- ì .lo unì
30
(l‘eiina‘coſa alla narratione‘, per laquale ſi procaccialſe la marauiguz
piacenteall’v ditore. Adunque dobbiamo dire che l'epopeo volendo;
dilettare dee meſcolare la maraniglia nella ſua narrationepoielie ſt,
vede che coloro che narrano fuori di poema per dilettare natural
mente meſcolano la marauiglia nella narratione,0 poiche ſi vede che:
coloro liquali meſcolano la marauiglia nella loro narratione,oflu_~
dioſiimente o acaſo dilettano gliudirori, d‘ad‘llJÎatXI P'- fla’mea gang@- xslt .
n‘u ?ma +lud`çó5 l‘5. Perche Ariſtotele liaueua piu volte commendato-r
Homero di~ſ0pra & ſpetlalmeirte poiche era-entrato aſauellare del:
l'epopea-in qu*ſta quarta parte principale nomina ndo lo diuino ſo:
pra glialtri & perche liaucua eletta vna attione , 81 perche llIUCU-l
.eletta vna attione di non iſmoderata gra ndczza , 8: dicendo che egli
haueua vſate tutte 8t quattro le ſorme dell’epopea ſimplice, rauilup-.
para ,doloroſa, 8: coſtumata , 8( che liaueua ſuperati glialuinellañ
fauella 81 nellaſcntentia , 81 che lmueua introdotto ll modo rappre-ì
'ſentatiuo nell’epopea poteua dire alcuno inſieme con Platone'
nel lecondo libro del commune ,che Homero con tutto che ſia da
Wmmendarein molte coſe 8t da ſeguire e‘ non dimeno da biaſimare;
in alcune 8c da fuggire, ſicome è quando fa che Gioue dice la bu*v
gia mandando il ſogno ad Agamemnonc , 6: facendo gli dire clie
;rmi il campo the allliora liaura vittoria ſopra i Troiani. Laqual
eoſa non ſolamente non ſu vera ma i Troianiallliora menarono ma
le il campo de greci. Hora Ariſtotele il quale riſpondendo acio do-z
ueua contra-.iure a Platone ſuo maeliro ö( riprouarlo, perla riue"
tenza öt per l’lionor che gli porta non fa motto niuno che egli di»
ca cio ma ſenza nomi nar niuno non ſolamente ſcuſa dicio Homero,…
ma lo Commenda anchora in cio dicendo che liabbia con l’cſſema
pio ſuo inſegnato a glialtripoeti come ſi deono ſar dire le bugieañ
gl'iddi'y cio edire quelle cole, che lzabbiano faccia di menzugnn`
apprelſo agli liuomini , & non dimeno non fieno menzogne ſe
bene , Gt dirittamente fieno riguardare. Percioche dio_ non dice
bugia , ne Homero, il quale ſu perſona diuota ſt ſarebbe laſciato
indurre a ſcriuere cliedio liaueſſedetta la bugia ,Bi col ſuo eſſempioñ
ad inſegnare ad altri che-ſaceſſero in poeſia che dio diceſſe la bm
gia. Ne percio dicecome egli inſegnalſe a glialtri poeti a ſare che
glt'ddij diccſſero coſe , che haueſſono faccia di menzogna , 6L vez‘
ramente non ſoſſono menzogne ſorſe perche nel libro degli elenchi
elie riprouamenti nella lingua noflra ſi poſſono domandare ha ueua
arlalo di quello luogo d'Homero , 8( di ſotto nella ſclurione che ſi
Foyer-tx ‘.ortamenzod'accentonctoi-nera a parlaretAdu nque Ho
e l-iii 3. mero2
nero inſegnò a glíaltripoeti come ’iddii poteſſonoîrî apparëza diie
le bugie ſenza potergli altri `di .cio iafimare facendo che Gioue vfi
l'opera del ſogno cioè d'vn meſſo,a cui altri non gli dee preflare fe
de,come de;- prefiare a Mercurio 8t ad lrLliquali meſsi nó rapper-tano
u'ni la. ſal [ita in luogo della ven'ta come fa il ſogno il piu delle volte,il `
qual ſogno parlò di ſua perſona quello, che parlò ad Ag: memnonc,
8: non diperſona di Gioue, percioclie Gioue dicendogli ?eg-’fa :fm
”giupím‘ſ-s 'ax-lei: »rc-(d‘la) gli haueua cömeſſo che diceſſe ogni coſa
come ſogno,perciocl1e egli non affermaua nulla. Hora ſe parola al
cuna della cómiſsione di Giouehabbia o non liabbia faccia di pro
miſsionqche poi non fia fiala adempiuta ſi vedra di ſotto nella ſulu!
tio ne che ſi ſa per lfflraſportamento dell'acce nto- Et quello artificio
d’vſare per nie-220 a dire la ſalſita ſenza biaſimo uelli ſtorméti,a quali
altri non dee preſtare ſede-,potrebbe anchora e ere mclîo in opera da
gli hu0mini , comepogníamo , che vn re affidsſſe Vna ſua rocca all!
guardia d'vno ſuo capita no,& reſtaſſe in concordia con lui, che non
la doueſſe dare a niuno che la domädaſſe da pal-tel‘ua ſorto pena del
la vita ſe eglinon gli mídaſſe il corale ſeruitore ad domandarla, & poi
perſar pruoua della dzligenza del guardiano diceſſe ad vn de ſuoi piu
can' baroni che andaſſe a doma ndare la rocca come ſe foſſe mandato
da lui,e'l baro nc v'andaſſe,e’l guardzano gliele deſſe , ſe il re il ſaceſſe
morire egli nó haurrbbr dfttc le bugie,ne li potrebbebiaſimare come
bugiardo. Percioche il guardiano ſi dOueua imaginare cheil re non
voleſſe _che la rocca ſi deſſead altrui, clic a colui che prima glihaueua
detto quantuncì queſto altro ſalſe da piu,& piucam al re-Au:hora lì
Poſſono (jſle parole,clie Homero lia inſegnato agli altri come ſi dem
no dire le bugic,intédere della diceria (ſagami-none, nella quale có
fortai greci a laſciare l’aſſedio di Troiaka tornarſenea caſaPercio
che Egll dice la bugia moflrando di portare opinione , che per lui &
per l'eſſercito ſia meglio l’andarſene,cl1eloflare,& non dimcno tutte
le ragioni che ,adducepruouano il córrario , cioè ch:- e‘ meglio perliì
E! per l’eſſercito lo ſtare che l'a ndare. Siche dice la bugia, ma la bugia
non gli ſi puo imputare a bugia dice ndola intorniata di ragioni , che
Prontano in contrario- Laonde egli non puo eſſere biaſimaro per
bugiardo- Del quale artificio è molto comandato Homero da mae Rri
in ritoriCa,& in cio è ſtato ſeguito da valenti dicirori , 8: ſpecialmente
da EuſebioCeſarieſein quel libro,cl1e ſcriſſe dell'apprc‘ſta mëto cuan
gelico per dimoſtr.: re la verita della religione Chrilliana.Hora perche
nel ſogno d'AgaménOne,& eſſo Agamènone & Nrſtore & glialrria
pitani greci preſero errOre,& fecero vn paralogiſimodicendo ilbgniñ
~ che
308
ehe ſanno le príuate perſone alcuna volta ſono víſi0ni , &quelli che
fan noi re molte volte ſono viſioni,Agamëno ne e‘ re 6c ha fa [to cÌflo
ſogno adunque queſto ſogno è viſione,perciocſie quantunque molte
volte i ſogni de re fieno viſioni non ſeguita di neceſsira,cl1e ſempre
fieno viſioni,ne che poſta la ſeconda coſa, che è il ſog rio ſalto dal re
ſia anch ora la prima che ſuole eſſere il piu delle volte cio è la volonta
di Gioue conforme al ſogno, Ariflorele ſi da adire che coſa ſia para
logiſimo ſi perſodisſare al lettore-‘in (ìſtofi' per ſodisſargli piename
te in ällo diche parlòdi ſopra molto breuemëte quädo ragionò della
riconoſcenza cópofla del` paralogiſimo,& ne diede l'eſſempio del meſ
ſo del Falſo rapporto d'Vliſſe che riconobbe l’arco., Dice add nque ’ſs-i
5' Fë ”afcwyldflàí &oPrima quite èalpa’ralogiſi'mo,diche parla AſiflO:
tele in queſto luogo e' da ſapere che fi :lee diuide-re in due maniere in
quella,che lia- la ſecó‘da coſa vera,& in @laghi: lia la ſecóda coſa falſa
Wella maniera di paralogiſimo,cl1eha la fecóda‘coſa vera ſi cómene
perche gli huomini s'ingannano c‘red'endo che anchora la prima ſi*
Vera,come ſi vede nell’eſſempio del ſogno‘ d’Agamemnone, nel quale‘
la ſecóda coſa è v‘era cio e‘ che il re ha fatto eoſi ſano ſogno,& perche"
e‘ vera‘i ſignori greci s'ingannano credendo anchora che la prima fia.
vera cio e‘. che la volonta di Gioue fia cóſorme al ſogno. LLuella ma
» nie'ra di paralogiſi'rno che ha la ſeco'nda- coſa falſa ſl cómetce, perche“
gli huomini s'ingîna nocredëdoanchora che la prima ‘ſia ſalſa come
li— puo dare l’eſſempio nella nouella d'Arriguccio, &di moana Sigiz
ſmóda appreſſo il Boccaccio-La prima ſuole eſſere‘ch’e il marito truoì
u’i- la moglieappareccliiatfa far fallo,& la ſeconda,clie la baita,& che'
gli ſtracci i capellledu nq i fratelli di :nonna SigiſmOnda trouído la
feconda coſa falſa cio è che Arriguccio non l’liauea battuta,neſlrac
ciarile i capelli,ſi co'me diceua‘ egli d’hauer farfoing‘annandoſi credere:`
teroanchora che la prima ſoſſe ſalſa cio è che egli ha’ueſſe trouara.
mo-nna-Sigifmonda apparecchiar’a a ſar fallo , laquale non dimeno
era v'erad’oſcia e` da- ſapere che le coſe per leq‘uali ſi conflituiſce il pax
ralo‘giſimo ſono di-tre maniere-,percioche odipendo no l’vna‘ dall'al
tra come effetto di cagio ne,o come principale 8: compagnop come;
vguale & vguale. Della prima poſsiamo dare l’eſſempio nella nouelle
di lancofiore, & di Salabaetco appreſſo il Boccaccio, la prima coſa e.
che il pericolo di perdere la vita il fratello genera come cagione la"
ſecóda coſa,che èla malinconia nella ſorella come effexto. Veggëdo
adunÉÌSalabaerto la' malinconia d’la'ncofiore affermare che ‘illa pro
cedeua in lei dal pericolo della Vit-,nelqual'e ſi truouaua ſuo fratello‘
ingiunzio- poiche vedeua la ſeconda coſa credette che la prima an::
' Cliorai
,.

olxora ſell'c vara Cio è che il Frai’cllo d’lmcofiorc ſoſſc in pericolo ai


perda-rc la rcſh. Della ſeconda maniera ſi puo darci'cſi’cmpio nella
[mu-;lia di Don Felice ù difrarePuccio pure appreſſo il Boccaccio.
La pri-na coſa c'il non cenare clic è come principale, &'l.i ſeconda è
.tura notte ll dimenarſi, che è come cOmpagno. Senſe-mio :dunque
' hate Puccio alcun dimenamcnto del palco della caſa "ffffmlndO la
mñglie procedere cio da lci,che ſi dimcnaua pera-he nó har-cu.; cena
to inga nmto credette anchOra la prima coſa tſſcl‘chſl :cio c‘c hcclla
pun ha ncſſe cenato. Della terza maniera ſi puodarel’cſſrmpio nel!!
nouella dl B:rnal›o da Genoua,& d'Ambroguiolo da ?lag-rzapure
apprcſſo ll Boccaccio. L'vna coſa c“, che vm donna faccia d ſc copia
*ad vn huomo come vgualc , & l'altra èchelc parti ſecrcte drl corpo
della dOnnl fieno-vedute da vno huomo come vguale. Haucndo a
dunq-ie Bernabo per coſa certa che Ambrogiuolo haucua Vedute le
parti ſecrets del corpo della ſua don na ing: n .vu to crcdctrt a nclzorl
che ſi Foſſe c1rn3lmcntc giaciuro con lei. Vhimamëreéda ſapere Llie
il paraloglſimo non ſolamente è lìmplice,ma c‘ doppio anchorasims
plicc clnamo‘ que'lo paralvg limo nel quale pofla la ſeconda {0ſt
peru-ra ingannanduſi altri c-*cdc chela pri ma altreſifi: vera come-ſr
puo vederc- negli cchmpi dati di ſopra. Doppio chis mo quellopu
tal-‘gifimo nel quale Fofla l'vitima Coſa , o la tem ”cr vera altri in
g: n na n-Juſi :rc-de: a nchora ‘la ſeconda 6( la prirm cſſcrc vera , leq ualí
ſecond.; 6: prima ſono ſalſe ,come lì potrrbbe dare l'eſſcmpio nella
nom-ll: d’Andrcuccio da Perugia appreſſo il Boccaccio. la prima
coſa} no” hauer commeſſo alcun mjlcfiClO, la ſccOnda è l’hauer dor
mito proſe ndamcnte, la terza èshsdigharqòi ſtroppicciarſi g iocdli.
Scarabnne Buttafuoco sbadagëmua 8.' ſtroppicciauaſi `gliocchi." che
.veggëdo alcuno inga n mto lume-bb‘: creduto che ſoffi: vero che egli
foſſe fluod ~llo da vn ſonno rpl'onnlo dzl piflchiarc Forte d' A ndrcua
cio,& che nó (ohm-Et: cìſto foſſc v—ro che è il primo ;Îaralogiſimo ma
~cream-hora ſoſſeinnocèce,& nó Foſſc colpcuolc del danno farro ad
A ndrcucu'o cheè il ſecódo pn ”20311sz lo eli-:o che 9 porrebbe dare
l'echmpio nella pre-detta nouella ſc foſſc Vero ſecondo clic afferma.
Pic-tro Vittorio ,che-_i vicini haueſlbno crulutiingannaii dalla sbadi
gilarc , &dalloſtroppicciarſi gliocchi clu- quello Scarabone Butta*
ſuo coſi lcuaſſe da alroſonno, pcrtioclze haurcbbono anchora cr::
duro che ſoſſc flatoinnocmie, ma cſsi non ſca-eroi] primo parzia
giſimo,& ta mo meno il ſecondo R non crcdfltiero che egli ſl leo…“fîf
da alto ſonno perche sbadigriaſſeö; ſtroppiccialîcſi gliocchi &ſfl'
conſeguente che egli folli: innocente (ì come lì puo compra-uk!?
dale
309
dalle parole ‘del Beccaccío. Alcuni de vicini.che meglio conolèeuano
la condiri‘one di colui humilmente parlando ad Andreuccio diflèro,
Per dio buono huomo va tti con dio, non volere lla notte eſſere vcci
ſo coſü,uattene per lo tuo migliore] quali vicini non ſi fecero alle lì '
nellre co lumi,pcr gli quali lumi vedeſſero chiaramente lo sbadigliare
& la flroppicciarſl gli occhi di quello ſcelerato huomo ſecondo che
afferma medeſimamente ilVittorio. Anzi ilBoccaocio,il quale per ro
more ſentito nella contrada di notte fa leuare o farſi fuori i vicini in
ſette delle ſue nouelle N. z | a 1.N.4o,ìa. zz.N-x ;mb 13.N-146.a
;0.N. n çs.b. 3 uN. | 8:-b 14- N. |89.b :9.non fa maicheeſsi ſl [cui:
no o ſl facciano fi10ri columi ſe non vna volta perlo romorc della
:uffa che ſu in Faenza tra Giannole 6c Minghino per cagione della
giouane amata,li quali vlciro ,di caſa con anni , & con lu'mi accioche
non ſediſſono cui non voleuano. Laonde daremo l’eſſem- -
pio nel meſſo del rapporto falſo d’Vliſſe,di cui di ſopra fece men
rione Arillotele,& per lo quale noi ellimiamo che principalmente A:
riſtotele habbia ſcritte qui quelle parole del paralogiſimo. _Horajla
prima coſa …era che Vliſſe ſoffe morto,la lìconda che il meſſo ſoſſe ſer
uitore d’Vliſſe,la terza che egli riconoſceſſe l’arco d’Vliſſe. ll meſſo ri
conoſce l’arco d'Vliſſe,& da queſta riconoſcenza Euclia madre d'V
[iſſe ingannata crede che fia ſervitore d'Vliflè,&queflo è il primo pa
ralogilìmo & appreſlo (red endo che ſia ſup ſ`eruitore ingannata cre
de anchora.chc fia vero il ſuo rapporto che Vliſſe ſia morto cheè il
ſècondo paralogiſimoHora le parole d’A riſtotcle accoltandoci noi
alle coſe dette ſono da dichiarare coſi ‘s'yi 5 fino nefahffldyiaílHällëdOdÎ
ſopra detto che quella riconoſcenza dell’arco d'Vliſſe era ſtata fatta
perlo paralogiſimo hora dichiara che coſa ſia paralogiſimo, frog FN
Uſe-.quando eſſendo la prima coſa come principale o come vguale
”J‘îj la_ſeconda è come compagna o come vguale'i mani-ou *rin-m o
eſſendo la prima coſa come cagione la ſeconda è come effetto é 16 il”
,5d 151,1” Mineo‘: è? ’i ,iu-.dm è da dire che 33' ſignifica principalita &
vgualitaflñwà 75-: MM:. Qui ſi parla della ſeconda maniera del para:
logiſimo quando la ſeconda coſa è ſalſa, &perche è ſalſa gli huomini
ingannandoſi credono anchora chela prima ſia filſa ,8t commetto.
no parologifimo ſ1 come habbiamo eſſemplificato nella nouella
d"ArrigucciofiMÎoW 1”in 0-71@- . Ragione-perche altri s’inganni cre:
dcndo che pei-_che la ,ſeconda coſa "Ò_\_’El‘a,ſia anchora vera la prima
Hora conueniua‘clieanchora [i folle ſoggiunta la cagione perche al:
tri S'ingamçcçdcndo che perche la ſeconda coſa è falſa fia anchor:
- Kkkk _ . Lpd”
l“'~

[a prima falſa,la quale ragione è da erederecheſia Rata tralaſciata d'a


Ariſtotclc ſi come maniſeſta_
- PAR’l‘lC ELLA Amman-más.: ñ mmm-,73a .iz-'fl MV‘:
” ”iz-iii: ”ii hihi-,rails fl iii-,cus m‘ mis-à; tunes;- Wwflva‘ nl'ms'c n21- al
” P‘qi't'xaîi ’a'Mraf, i ,mi , ’3,0 774 …Oda-19- , Sar-'ag **i-HMS, i mi &Jaris i
” NM@- ìzíèeu‘i- bollini îi J‘çáaan, Zeme ip *indi-ire ai‘ -rùmi‘uänfi'hknm, 'a'
h i! mois.: You@- îx *lyrics étjdì fl'ſildpi L03. 55 -mò‘ Pli-,ep í'ri ’at-Z5!” {pf ai"
” ;9, , Mia”. ii, Miky-Ep ai”: (iii-s‘an *ma—.:1”:. :(4 5 ef, ’dsçzzii ) :Miri-ing,
” îr ”il Lume. Wuü ;Mania Pli-37:. mei exe-xi‘. ò! ori. z’r’îî i,
’i ìtmi‘z, Nin(- 'aiprívam , à &ri-i‘: azÎAQ- UDHTÈ! UKNGLÎHÎÒ m7; &Mtls ’nemi- l
a’ :iaia-rh WHÎG WIUÎJ‘IÙMP. *iii 5 ME- J‘tt-íizmraip'ffl -ioi's ìpñs [tirannia
" Fin {Zia-Ts Mannini:. àwxp'ñs ,if due: iti-q.- 7.251173 A'igis n'- n'íàa, ad.
l* -n‘xfl‘icui'd- _
v CONTENENZA. Che è da antiporre la'mpoſsibilita credibile al:
la poſsibilita incredibile.Che nOn c‘ da ſare coſa non ragioneuole, o è
da Fare fuori della fiuolaChe coſa ſconueneuole ſi tolti-i per altri be
_ ni.Q`u_a.li parti habbiío o nó habbiano biſhgnodi iplédoredi Fauella
v VVLGARlZZAM E NTO. Et fi dee eleggere coſe impoflibili veriſi:
r mili piu tofloche poſsibili incredibili', &non conſhruire i i-agior-amë’
” ti di parti che fieno non ragioneuoli,& ſe no,ſuori della fauolaJì co
” meflia)Edipo il non ſapere come Laio ſia morto non nel rappreſeiio
» tainëto come inHelettra i raccontatori de giuochi Pitliiip-ne Miſta:
2’ ni.Colui ehe mutolo da Tegea in Miſta vienelzaonde il dire che la fa
a’ uola fi difimggercbbe ècoſa da ridere-Percioche da prima nonbiſo;~
2’ gna conſtituirlecoſiiatte,&ſe(altri le)haura comìituite ichora doura
a: ap rere che ſia piu ragioneuole ilriceuere lo ſconueneuole. Poiche
’ai ora lecoſe nó ra ioneuoiicheſono nell’Odiſſeaintorno alloſpqz
ai re di naue,non ſareb ono tolerabili, ſecondoche ſarebbe-via piu che
’i manifeſto,ſe vn poeta ſtolto le fac-eſſe nta hora con altri ‘tieni il poeta
a rendendo diletteuole la ſconueneuolena ( la) ſa ſparire.- Et bií ogun
*nelle parti otioſe fiiticarſi nella ſauella ,3: non neile parti colin
” mate ne ſententieuoli. Percioche la ſauella troppo chiara di nu0uo
a: oſcura i coſtumi,& le ſementie,
SPOSlTlON EJn quella particella ſono poſh' i' vitii,da qualisi dee
rdarel’epopeo o ícliora iltragico, *St le vie perle quali ſi poſſorio
ar diuenire toìeraliili,come la’mpoſsibih’ra che e vitioglal quale ſi dso
no guardarci' poeti epopei,-St tragici, diuiëe tolerabile ſe s'accompa:
na con eſſo ſeco la credibilita,&in tito è to!erabiîe,clxe ſi dee piu to:
eleggere la’mpoſsibiíira accompagnata dalla credzbii‘ita , che la
POBÌbllltffil] quale tepiitata virtu accópagnaca dali-incredibili”. lit
‘ come.
. ñ ;to
come il non-ragionevole o ſëonueneuole che è vitio,dal quale fi deo
no guardare ipeeri -diuiene tolerabile ſe nella tra 'edia ſicommette.
.fuori della rappreſentationefinella tragcdia,&:neil epopea diuiëe to
lerabile ſe ſi puo compenſare COUHÌOit] altri beni,cl1e reca con ſeco.,
li quali poliono riſtorare—il danno,che Cſiij reua potzr dat-e.Et_CO=,
me l’oti0,e’l riempimëto nio, che è vitio da fuggire da poeti dimette
tolerabile,quíd0 è accompagna to &illuminato da ſpiëdore dl nobil?
{meſſa-Hora prima che fi proceda piu oltre eda ſapere,che nel fine
della particella proſsimamante paflàta -ſi truouano in alcüi teſü que:
fire paroleîzaçái‘ama 5 ñ” ouero ”im ;u ras-p u'rilçop. Lc quali ſenza dub
bio ſono vnachioſa poſtada alcüo nella margineJe quali poi ſono 1h
te per ignoranza traſportate nel teſto.Et colui,che le poſe-.nella mar.
Fine volle ſe io non m’inganno allegare il verſo tl'liomero Cilc emel.
'Odiſſea in ~Tnel lauamento és Èéèiçu,m\ls 5 Karikefl 702d vir-’dormiqu
verſo callegato daAriſtotele nellibro terzodcli a ritorica perprouare
che le coſe ièguëti fannoil parlareverilimiie Et forſe il chioſatorevol
le coníſſto verſo confermare (illo che diceva Ariſtotcléſche veggen:
…do l’anima noſtra quello che ſegue eſſere vero ingannädoſi crede an
ch ora che ſia verOtÌllo che precede cio ela prima coſa ſ1 fa veriſxmile
la ſeconda,&pcio~qlla chioſa èſtata congiü‘ta con le coſe di ſopra:
Et forse ächora il chioſatore volle con cÌſto verſo confermare qllo,
che fi dice qui,che ſl dee ſeguire il vcriſimile ſi come ícllora faAriſto
tele alleäído ilpredetto verſo nella ritorica. Et percio cÌſta chioſàdou
rebbe e ere congiüta c6 le coſe presëti,Sono adüq5quattro coſe’Poſi
ſibili ta,lmpoiëibilita,Credibilira,&ſncreclibili tabelle quali due ſono
ſodeuoli,&due biaſimeuolí al poeta conſiderate perſhLodeuoliſona
la poſsilwilita,Sdacredibilitazbiaſimeuoli ſono la’mpoſsibilita,&lañ’ncre
dibilita,l)elle quali uatcro cose ſi formano quattro accoppiamenti
Poſsibilita 8c Credi ilita , P—oſsibilita 6c incredibilita,lmpoſsibilira6:
eredibilitailmpoſsibilita & lncredibilita. De quali accoppiamenti due
ſ0n0.lodeuoli,& due ſono biaſimeuoli. Lodeuoli ſono la poſsibilitz
& la credibilita ,la’mpoſsibilita ~& la credibilita. Biaſimeuoli ſonolz
la’mpoſsibillta,&la’ncredibiiita , la poſsibilitaiflcla’ncreclibilita.\ Et
perche la credibilita accompagnata con la— poſsibilita &con la’mpoſì
ſibiiita fa che l’vnoñòz l’altro accoppiamento è lodeuole,& la poſsibi
lira accompagnata con la creclibilita 8c con la’ncredibilita non‘ puo*
fare ſe non che l’vno accoppialíiëtoſia lodevole-,cio ela poſsibilitaòc
credibilita,ſeguita che la credibilita ſiadi maggiore grado inpoeſiaahc
nó è ia poſsibilita,& che la incredibili” ſia di minoregrado che non
è h’mpoſsſhiütaflora nó appare plc paroled’ririſtotele che coſa egli
’ ’ ` "` ` K kkk e s’inten"
**intenda in queſto luogo’ per poſèibilejmpoſsibilexredib üe,incredi
bile-Et perche non appare alcuno degli ſpoſitori [10an hauuto ar
dire d’eſſem lifica rgli contentandoſi di ridirglicon quelle medeſime
parole,con e quali gli haueua detti Ariſtotele.Alcunt› altro ha detto
che intende per impoſsibile,& credibile quelle coſe che erano credute
nel paganeſimo cioè le narrationi ſauoloſe de loro dij,& delle loro
operationide quali erano impoſsibili 8t falſe, 8t erano riceuute 8t cre
dute dal vulgo ignorante. Si che in quanto erano ſalſe erano impoſsi
bili,& in quanto erano riceuute dal vu o erano credibili# che ape
preſſo intende per poſsibile 8: incredi ile le coſe naturali che ſono
vere,&non ſono credute dal vulgo come è che il ſole non ſiacaldo.
La qual coſaè vera,& percio poſsibile , ma nun è creduta dalla gente
groſſa 8( percio è incredibile. Ma quel corale ſ onitore ſi doueua aue
dere che Ariſtotele in queſta poetica come ha biamo ancliora detto
di ſopra non ſeguita l’opinioni delle ſette de Philoſophi intorno alla
4 credenza degl’ iddij , 8t dell’operationi loro,ma parladegl’ iddi) 8t
dell’operati‘oni loro ſecondo la credenza del popoiocommune ſe
condo la quale dee regolare il oeta iſuoi poemi. Oltre a eio qucſto
inſegnamento Ariſfotelico ſare be del tutto vano. Percioclie qual
'poeta è cliepecchi in queſkop habbia mai~ peccato z' Anziin tanto i
poeti ſi ſonocontenuti dentro da termini del pagátaneiimo che per
poco tutti quelli che ſono vinuti al tempo del Chrii ' nCſim0,&lÎane
no volù‘fo che fi creda cheſieno- Chriſîiani non n’hanno voluto o ſa
puto vſcire,& in cio hanno non le iermente ſallato. Medeſimamen
te quello ſpoſitoreſì doneua; auetſeëe che Ariſtotele non parlaua in
quello luogo del vero & del falſo ma parla del poſsibile,& del credi:
bile ,& che quelle coſe le quali ſono vere 8t credute ſalſe della natura
_ ſono poclie,& non è ſoggetto nel quale conſiſta la poeſia & nelle
uali commetta errore niuno. Anchora alcuno altro ſponitore ha
to che Ariſlotele intende per impolsibilita quello,che non ſ1 vede
cſſerepoſèibile alla natura dellecoſe , come c‘ impoſsibile alla na tura
dell'hu'omo o— del caualloJi quali ſono animali terreſtri che volino, &
per credibilita. la dispoſitionea quella attione ;la quale e‘ veramente
ìmpoſsibile come ſe l’huomo o il cauallo liaueſſono le penne ſarebbo
no diſpoſti 8( atti a volare anchora che veramente foſſe impoſsibile
che volaſſero,& Percheſarebbono diſpofli ſarebbe anchora credibi:
le che volaſſero,& coſi ſi crede di Dedalo & di Pegaſo che volaſſero
&fierede d’Achille che cori-eſſe tan-to velocemente quanto non è
poſsrbile percioche come liuomo era diſpofio 6c atto al corſoJlla è
da dire
. zu
da dire che Arífiotelc nOn parla qui di cliſpoſitione o d’indiſjaoſitio.
ne naturaledelle coſe atte ad operare alcuna coſa,ma parla della pol;
fibilita o della’mpolèibilita,della credibilita o della’ncredibilita,& che
la diſpoſitione ha i ſuoi termini, oltre a quali non puo, ne dec paſſa.
re,& quando altri vuole che ſi paſsi oltre a quelli non fi truoua credi:
bilita,&ſeſicrede che Achille corrcſſe piu velocemente che non fi
corre perglíaltri huomini naturalmente ſi crede perche s’lia il teſtimo
nio dell’liiſtoria o’della ſama,& ſe ſi crede che Dedalo volaſſe o Pe
gaſo ſi crede perche s’ha il reflimonio dell’hiſtoria o della fama, 8:
non per cagione della diſpoſitione che nOn puo operare queſta cre.
dibilita.La quale fama [il poeta è tenuto aſeguitare,&è inluogo di
poflìbilita,& di credibilita:.` Ma non potrebbe mi a alcun oeta ſor:
mare vno , altro cavallo che volaſſe o vn’al tro iuomo - le volaſſe
da ſe ſenza l’aiuto della teflimofflanza dall’liiſtoria , o della fama. Si
che Arifl’otelc ſe arlaſſe di coſifarte poſîsibilita &credibilitajmpolî
fibilita,& incredi ilita non haurebbe donato inſegnamento neceſiä:
rio,perci oche tutti i poeti fanno queſto,cio c‘ che nelle coſe miracolo.
ſe ſe itanol’hiſtoria o la fama a ci conuerrebbe riſtringere queſto
.ſuo inſegnamento a poche coſe,la`d0ue è generale & ſi dee intende:
re generalmente d’ogni coſa.Adunque a noi ci pare che ſi debba in,
tendere per poísibilita quella pote-mia nell’artione che non truoua
impedimento alcuno,perlo quale eſſa attione fia Rata vetata di veni
re all’atto.Come ſe Medea fuggendo di Colco mëò c6 eſſo ſeco‘ſuo
fratello,&l’l1aueua nelle ſue mani fii poſsibile,che l’vccideile, ne ſi ve:
de impedimento lniuno clie vetaflè a queſta attionelavenuta all’at
to.Ec ci pare che ſi debba intendere per credibilita quella conuencuo
lezza nell’attione perla quale altri fi puo indurre a credere,cl1e quella
attione ſi ſia condotta all'atto,come non ci partendo dall’efièm in
pro olio-Poiclie Medea poteua hauendolo nelle ſue forze veci e
Ab irto ſuo fratello è veriſimile 8t credibile chel’vccideffe ſe confida -
kiamo Ia ſua fiera 8t crudele natura e’l pericolo, nel qualeſi trouaua
non eſſendo altro ſcampo alla ſua vita & a quella di Giaſone tanto
amato all hora da lei,clie la morte d’Abſu-to ſuo fratello.Et queſto ef ,
ſempio ci baſtera ancliora per dicliiaratiom dell’accop iamento
quando la poſsibilita è congiunta con la credibilita. Et dell accoppia
mento quando la poſsibilita e‘ con iunta con la’ncredibilira daremo
l’eſſempio nella trasformatione (le a figura d’Amore in quella d’Aſca
nio che ſa per conſiglio di Venere appreſſo Virgilio nel primo libro
dell’En eida.Percioclchmore, ſicomedio,poteua ageuolmente ſar
~ Kk z ` quella
queſta trasſonnatíohe,concioſia coſa clÎe‘agli dii ſia poſsibile far que
fl'a‘ò: altra piu miracoloſa coſa, ma non doueua gia fare queſta tras
'ñforma rione , ne Venerelo doueua pregare &co-uſi liarlo a farla non ‘
eſi‘endoul credibilita niuna perche qucſti la doue e fare , & quella
cOnſigliarlo-a farla. Concioſia coſa clic Amore ſenza trasſigurarz.
'ſi In altre forma poteſſe fare innamorare DidOne d’ Enea col
ſaettarla con la ſaetta dell’oro per la via `vſit.ita, per la quale
fa innamorare liuoznini 8c dei. Senza clic altri reſta con deſiderio
di ſapere in quale luogo la mattina ſeguente foſſe traſportato Aſca:
nio da Venere da ltlalio potendo eſſere ſtato traſportato alle nani,
Bea Cartagine,Se fu traſportato alle naui , onde fu tolto addor
mentato que troiani , & quelle troiane che reſtarono alle nauì
'ſi douctrono marauigliar‘e come foſſe quiui eſſendo andato ſecon
do che parue loro la l‘era auanti a -Cartagine,& eglipoiandando a
Cartagine d0uette dar ſègno,& dir parole,onde ſi poteua compren
dere che prima non u'era ſtato Se fu traſportato aCar—tagíue ſenza.
dubbio douerrc dire, Ari come venni , o quandof 8( fare dimoſtraa
(ione per la quale ſi conoſceſſe che quiui non ſoſſe mai o prima vei
nuto co ſuoi piediAppreſſo che &ceua di meſtiere clieVenere lo traſë
portaſſe addormentare in ldalio,doue conuenne che lie-lle poco ha:
tiendoſra ſare -coſr lungo camino in vna notte 8c doue con tutte le
morbidezze del luogo Aicanio poiche era di notte, 8: dormiuafiſa
mente non ſenndilettoniuno maggiore che s'lraurebbefat-toin ſu .il
lito diſerro di Barberiaf ‘Del terzo accoppiamento quando la’mpos:
ſibilita e congiunta con la credibilita ſi potrebbono dare molti eſſeri!
pi,ma ci contenteremo di tre, il primo ſara nell'accoglienze che fece
Didone ad Enea,le quali ſono impoſsíbili non eſſendo uiuuro Enea
8t Didone in vn tempo medeſimo,& ſOnO credibili,percioclie pollo
che ſrëo poſsibili ſono condotte in atto pervie molto veritimili. E'llè
condo ſara ſignor
íni clſſVliſſe nella riconoſcenza cheſeconth
ſuo,pereioclie fece nell’Odiſſea il canealcñi
che teflimoniío dopo vëti
impoſ
ſibile cche la vira del cane s’allügliiinfino al venteſimo anno nö oſbî:
.ee elÎeAr-iſtorele nel capo vëteſimo Clcl ſeſto libro dell 'hiſtoria degli::
nimaii affermixlic la vita de cani fuori che-quella de cani Laconici s’al
lunghi imino al venteſimo anno , 8c che per-cio non viene biaſimato
Homero clic non faccia morire il cane d’Vlillè infino al predetto ter
mine-Vla concedendoſi, clic vi s’allungafle ècredibile che il cane da:
po quantunque tempo'riCOHOſita il ſignor ſuo E’l terzo ſara appreſi—
ſo Dante nella primaìandata di Virgilio dal Limbo alla giudecta
~ eſIEm
3!:
eſſendo impoſsibile ſimile andata' , percioclie‘ Dante fa che ſoffi: nel
eempo nel quale Ceſare 8c Pompeo in Tlieſſalia erano per combatte ,
re quando Virgilio-non era anchora mort0,ma ſe preſuppone-ma
che ſoſſe morto è credibile che vi ſoffi: andato 8c dimora to tanto"
tempofluanto l’anima di colui,che era—richiamata al corpo mortoda.
Erichthone ſteflè fuori accioclie la giuſtitia diuina nOn ſhſſe frodata
della debita‘pena,che quella anima era tenuta a pagare o-per ſe ,.0
per altra anima nel tempo della ſua lontananza. Del quarto ae:
coppiamento quando`la’mpoſsibilita è congiunta con la’ncredjbjz..
lira poſsiamo darel’eſlempio nella trasformatione'delle naui d’Enea.
in nimphe,della quale di ſopra parlammo, percioclie e‘ impoſsibilgſe
èvero que—[lo che dicono alcuni che non ſi poſſa trasformare coſa
inſenſata in deita,& e‘ incredibile per quelle ragionile quali di ſopra
adducemmoflo‘ra ſe io non m’ínganno queſta materia ſi ſarebbe in:
teſa megliqöz ſi ſarebbe data maggiore luce alle-coſe ,che s’liäno da
dir-,eſe ſ1 ioflero fatti tre ca i-in ciaſcuno-de quali foſſe la virtu,che ſi
doueſſe ſeguire-,e’l vitio che fi doueſſe Fuggíre. E’l primo ſoſſe quello
della poſsibilita 8c della’mpoſsibilita,e’l ſecondo ſoſſe quello della
credibilita 8c della’ncredibilita, de quali due capi in fino a qui s’e‘ Pal‘:
latqe’l terzo foſſe quello del gioua-mento della conſtitutione della.
fauola , 8t del non giouamento dicendoſxcheſi come c‘ lodeuole
la poſsibilita ccnſulerata perſe ,' 8c ſi. come è biaſimeuole la’mpoſsí:
bilita conſiderata perſe,& coſi come è lodeuole la credibilita confida
ra ta per ſe,& coſi come è biaſimeu Ole la’neredibilita cOnſiderata per
ſe , coli è lodevole il giouamento della conſtitutione della fauola
conſidera—to perſe,& coſi è biaſimeuole- il non giouamento conſide:
rato perſeEt perche que-(ii tre capi fi truouano ſempremn l’vna del
le loro particongiumi inſieme ci conuiene fare otto-.groppi,de quali
il primo-ſara PolSibilita Credibilita 6c Giouamento. ll ſecondo ſara
Poſsibili-ta ,Credibilita 8c non Gio namento. llterzo ſara.l²oſsibilita
Incredibili” 6: Giouamento ll quarto ſara. Poſsibilita ,a incredibili,
l-ita, 8K non Giouamento. ll quinto ſara. Impoſsibilira., incredibili”,
ël Non giouamentoJl ſeſto ſara. lmpoſsibilita, incredibilita 6c Gio:
namento. Il ſettimo ſara lmpoſsibilita , Credibilita-öl Giouainento;
L’ octauo ſara lmpoſsibilita , Credibilíta ., & NongiouamentoHo:
ra perche il capo del giOuamento della conſtitutione della Fauola
o del non giovamento pertiem propriamente all’arte del poeta.
&gli altridue non vi pertengono- propriamente , ma pertengo:
,10 o alla. natura o alla, ragione ciuile 6( bum-ina o, ad_ ,alcuna
r › I) “Wu‘
'arte die non è quella deſpo'eta 'ehi pecca nel terzo capo pecca pl”
che non pecca colui,che nel ſecondo o nel primo ſecondo che èflato
detto da Ariſtotele.Et queſta puo eſſere la ragione,che quanto e piu
lontano il peccato ,dall'arte del oeta tanto ſi dee reputare minore
peccato,& quantoe‘ iu vicino a l'arte o è nell'arte del eta ſi dee
reputare maggiore. t accioclte s’intenda ,bene quello c leio dico eſi
ſemplifichcro alcuni de grop i ſoprapoſti. Medea perche ltaueua in
suo potere Abſirto ſuo frate o il poteuavccidere,& era credibile an
chora che l’vccideſſe perche M edea non ſolamente era ſpietata, ma
era anchora condotta a tale, che non poteua ſaluarela ſua vita , 8t
uella di Giaſone ſe non con la morte d'Abſirto,& è di iouamento
alla conflitutioue della fauola che ella l'vccideſſe percheìaueſſelaſo
lutione nella liberatione di Medea per vna nouita tanto horribile.
Appreſſo. Poſsibile è che il Saladino liaueſſe appo ſe vn negroman:
tech:- poteſſe ſecondo l’opinione del vulgo traſportare in vna notte
vno huomo d’Aleſſandria in Pauia. Laonde fi dice appreſſo il Boc
eaccio.Mefl`er Torello dando ſede alle parole del Saladino,& hauen
do molte volte vdito dire che cio era poſsibile,& fatto s’era aſſai vol
te s’incominciòa confortare. Et e credibile che il Saladino amando
meſſer Torello come faceva. gli comandaſſe,che lo vi traſportaſſe,ma
ueſto traſportamento non gioua a tutte le parti della conſtitutione
della fauola,percioclte fa men veriſimile & diſtrugge l’andata ſcono:
ſciuta del Saladino veſtito a guiſa di mercatante perlo ponente-Per
cioche Potrebbe dire alcuno ſe egli haueua appo ſe tal negro
mante potente a traſportare gli huomini da luogo aluogo tanto
lontano in coſi brieueſpatio di_tempo,per qual cagione egli laſciato
Czregno
il ſuoeuidente
con coſi ſenza la ſua perſona
pericolo lunoamente
a coſiclungo ,fi miſepotendo
camino contantaandare
Fatica,

ſenza diſagioniuno ſuo in vna nottelin qUalunque paeſe piu gli pia
eeſfe & vedere cio che gli piaceſſe , 8c temarſcne la notte Lgue nte a
caſa z' Parimente fa meno veriſimile ,8: diſtru e uelle,che con tan
ta affettione ilSaladinodomanda a meſièr'l’ore] o c tedopo alcü tëpo
prima che egli muoia lo tOrni a vedere al meno vna volta. Percioche
pure potrebbe dire alcuno.Se egli liaueua appo ſe coſi valente negro
mance nol poteua egli ſar tornare piu volte, & quante voleua ſenla
ErauezZa niuna di melÎer Torello :’Appreſſo. Poſsibile è,c|1e Mene
o &uoraſlè piu Tindaro ſuo ſuocero inuendicare la morte di Cli
temneſtra che Oreſte ſuo nipotein fuggire dalle mani di Tindaromu
nOn èCſCdlbüc,Cilc lo doueſli: fare, 8t come coſa che non ſteſſc baie
‘- ñ ’ diſopra
- 3
di ſopra è Rata notata da Aríflotele, & di ſotto fi rinotera. Ma que:
ſto fauore di Menelao maggiore verſo il ſuocero che il nipote, con
tutto che fia poco credibile è di giouamento alla conflitutione della
ſauola,percioche,ſe Menelao haueffi* tauorato Orefic,come era cre
dibile che d0ueſſe fare,non fi ſarebbe potuto comp orre la fauola . Ap
'preſſo c‘impoſsibileclxe legni fi‘acidi lioramai & puri-eſatti quali era:
no le naui d’Enea ſi poteſſono trasformare in nimphe ſecondo l’opí
níone d'alcuni,rna. è credibile,che Cibele p oiche erano fiati alberi c6
ſecrati a lei nel monte lcla,voleſſe loro fare queſto honore,laqual tra:
ſormatione non dimeno non gioua nulla alla confiitutione della ſa:
a
uola.Pereioche ne lega ne ſolue la fauola,ne opera coſa niuna come
_ dicemmo di ſopra. Appreſſo Impoſsibile è appo Dante che Virgilio
andaſſe dal Limbo ne cerchio di Giuda al tempo che fu la guerra tra
Ceſare & Pompeo, non eſſme allliora morto,& per couſeguente
non eſſendo allliora nel Limbogna bene c‘ credibile accioche la giuſti:
tia diuina nó reſtaſiè di riſcuotere ladebita pena quel tempo che l’aní
ma del ſoldato di quel cerchio Fu richiamata al corpo ſuo da Erich:
(110,6: cio fu di giouamento alla conflitutione della ſauola accioclxe
` eſſo Virgilio come guida bene informata per eſperienza della via la.
{Lpeſſe moſtrare a Dante.lo non i ſpendere piu parole in dare li eſ
ſempi degli altri groppi,percioche altri perſe perle cole dette g i po,
tra ſenza difficulta trouare=Solo diro che il non giouamëto fidiuidc
in due parti,in vna che ſl puo domandare nocumento,& in quella,
ehe ſi puo domandare vanita. ll nocumento fi 'puo eſſempliflcare
nella nouella di meſſer Torello poiche l’eſſere in vna notte traſpor,
tato per incanteſimo d’Aleſſandria in Paula nuoce alla conflitutios
ne d’alcune parti
eſſempljficare nelladella fauola come delle
trasformatſip’ne è fia to dett0.Et
naui d’Enea lainva nita ſi puo
nimphe , la
quale ne gioua ne nuoce alla conflitutiòne della ſauola,& nella tras
formation:: della forma d’Amore in quella d'Aſcanio,la quale non
gioua ne nuoce alla conl’t‘itutione della fauola come di ſopra è itato
moſtſatOJmiJ fl ;li-,aus aims-&a- î- age-fa": Wrc-‘ça, ìnèaáusa n91- mJùp la
xflp ?moti ,è JIL. mi, ’Siofis ;Militare-.Vino è che le fauole ſl conflitulſca
no di parti non ragioneuoli,il che pare cheAriſtotele intenda di pro:
nare coſi.Le fauole ſ1 nominano 157@- adunque non deono hauere le
parti -Îù nigi Han-.Perdoche ſi congiugnerebbono due contrari in vu
ſoggetro ah@- &hqe—.Et coſi ſarebb ono ragionamenti non ragione
uo i.Hora le ſauole non ſolamëce non deono eſſere conflituite di tue
te,o di piu parti non ragioneuoli o liane”: tutte,opiu parti nó ragio:
neuoli,ma non deono pure lrauere ſia parte nó ragionevole ſe egli è
polsibilepa ſe pure auiëe che n’liabbiano üa deono liauere qu:- vn a
L l ll fuori
filari della ſanola,o della rappreſentationeSi che ſono due viti-j , o
vno ſi diuide in due da quali ſi dec guardare il- poeta tragico o ancho
ra epopeo nel conſtituirc la ſauola del ſuo poema,ch_e ſono le parti
non ragioneuoliJe quali ſono o piu,o vnafle ſeno piu non pare clie
ci ſia via da poterle fare diuenire tolerabili, ma ſe è vna ſola,ci è vna
via da farla diuenire tolerabile,la quale è che qudla parte non ragio
neuole ſia fuori della rappreſentazione. Adunque‘Ariflotcle appella
col nome di A31@- quelio che poco appreſſo appelia col n0me di pì.
W dicendo Sse 15 Ã’i7flf‘g‘l’l ;mijn ro 5"' Mia@- Tab?” ?Amfäp "lìóyüpl 0 tutte_
o piu.Et queſtc parti delle quali ſi parla quilficomprendono. ſorto-l
tre groppi,di che liabbiamo parlato@ ſe tono (digli Binar- conuiene che
fieno tali 0' perche ſono irupoſsrbilip perche ſono incredibili” per:
che ſono nun gioueuoli alla conflitutione dalla fauola Sarà mm.
Non ſolamente le ſauole non ſi tl-:ono conſtltuilf di tutte o piu Par:
ti non ragioneuoli’ , ma ſi dee anrlzora fare oz ni sforzo perche non
liabbiano pure vna parte non ragionevole , Zini, ?Eu *ſu ”Quinn-@3
Qui è da ſar punto.Poi è da ſeguire am, Mim: ( *ſu quam@ T7@ 'iii
dig@- L'Aura@ )16 mi Mim ”85 o‘m'@ Lula-m9* , KM} ( i7” mi :p w ;Pf-Ta“
fl. ?Samy i‘: i Aim-gg ai 'rà ”56m iraniani?“ 'im mi ip Jìfaiflan )É.\q …ma
3 ’dpi-”©- &127'an és article 'nile-dp (‘5"- w; 7 J‘ç‘áflflfl-CÌO è- Ma ſc non fi
fa queſto ,8: auiene che le favole lxabîiianoalcuna parte non ragione:
uole la deono liauere Fuori della rnppreſentatione,ſi come Edipo (di
Sophocle lia alcuna parte‘ non ragioneuole cio c)il non ſapere come
Laio moriſſema (l'ha) non nella rappreſentationeói come nell'He:
letra coloro che’ rapportano nouelle de giuochi Piili'n' ( ſono fuori
della rappreſentatione ) o ne Miſiani quello mutulovegnente di Te:
gea in Milia@ fuori della rappi~eſentationemora con tre eſsempi ci è
dimoſtrato come-la parte non ragiogeuole diuieue tolerabjlc quan: '
do non è nella fauolap nella rappre &manome- Il primo eſTempio è
nell' Edipo il tiranno di Soplioclcmcl quale è queſta parte 1:0” ragio
:renale-,che chi quando fu promoſſo al regno di Tliebe,& preſe per
moglie Giocaſta l imatà vedoua perla morte di Laio re diî liebe non
domandaſſe da prima come folle mai-to inguiſa che indugiaſſe a d0
ma'mlarne &ad intenderne infino a quel di che egli riconobbe che
Lato era' fiato ſuo padre,& che ein l’haueua vccií'o,& che riconobbe
che Giocal’ta era ſua madre-,Gt che haueua commeſſo con lei abomine
hole inceſtoJe quali riconoſcenze furono dopo molti anni. La qual
parte non ragioneuoleflo è che Edipo non d0mandaſſe,& non in
tendtfle comchaio ſuo predeceſſore nel regno folle morto e‘ comr
POP‘
, zi4
p orteuole percioclie non è` nella rappreſèntatíone,ma tacitamente
e preſupp ofla dal lettore o dal uedit0re auedutO. Ma ſe nella rappre:
fentatione s’introduceſſe Edipo da prima quando giunſe a Tliebe,il
quale non ſapeſſe come 'Laio foſſe itato morto 8c douendogli ſucce
dere nel regno 8t nel letto matrimoniale nonne domandaſſe appar:
rebbe maggiormente che cio ſoſſe nOn ra ioneuole che non appare
non eſſendo quella parte introdotta in paño. Hora dobbiamo ben
conſiderareclie Ariſtotele non appone a Sopliocle,come coſa ſcon
ueneu ole chei tliebani non haiieſſero preſa cura niuna della morte di
Laio loro re,ne inueſtigato degli vcciditori per farne debita vendet:
ta,ne ſolue queſta ſconueneuolczza con dire che ſia ſcuſeuole & tole
reuole poiche c` commeſſa fuori della ſauola ſecondo che Pietro Vit
torio ti-aſcu tamente afferma nel capo"xvi.del libro terzo delle ſue va
rie lettioni.Concioſia coſa che Ariſtotele non biaſimi nell’Edípo' di
Sopliocle per iſconueneuoleſe non queſto che Edipo non liaueſſe
prima ſaputo come Laio foſſe ſtato vcciſo,& nonn haueſſe doman: i
dato prima,& lo ſcuſi poi che cio è fatto fuori della fauola. Laonde
quello,clie dice Pietro Vittorio _come di mente di Sophocle ſcuſans
do i tliebani che non fecero inquiſitione ne vendetta della morte di
Laio loro re nel tempo che fu morto per eſſere eſsi molto tribolatí
dalla Sphinge non diminuiſce punto la ſconueneuolezza appoſta da
Arit‘cotelea Sophoclell ſecondo eſſempio è nell’Helettra di Sopho
cle,doue è vna parte non ragionevole, la quale è,che coloro , liquali
prima vennero da giuoclii l’ithij , & narrarono come erano paſſate
le coſe non diſſero nulla in Argo della morte d`0reſte:ſi come ſi pre
ſuppone perla dimoſtratione che ſa Helettra & Clitemneſtra nella
venuta del Pedagogo, d’Oijeſte , 8t di Pilade,che moſtrano di' recare
le ceneri del corpo morto & arſo d’OreſteJi quali ſenza Fallo non fu:
tono i primi che recaſſei-o le nouelle` de giuochi Pitliii,Ma quella par
te non ragioneuolqio la chiamo non ragioneuole perche rende que:
ſta della venuta del Pedagogo,d’0reſte,& di Piiade non ragioneuos
le,è fuori della rappreſentatione,&Jerclie ſi tace è tolerabilell terzo
eſſempio è preſo d’vna tragedia ~ ie doueua contenere come Tele:
pho ſu per ignoranza vicino a prendere la madre per moglie 8t accio
ehe s’intenda bene quale ſia la parte non ragioneuole raccontero l’ar
gomento della tragedia ſecondo cheio mi poſſo imaginare che po:
teſle eſſere.Au e figliuola d’Aleo ingrauidata da Hercole partoriſce
Teleplio,& lo aſcia in abbandono .nel monte Parthenio,& per tema
del padre li fugge in Miſia a Teutrante,ilquale n’era re,&eſſendo ſen
. Llll z za figlv
za figlíuoli ſe la fa figliuola adottiua- venuto Telepho grande in eta
B: valoroſo in anne capita da Teutrante,a cui in quel tempo Ida figli:
dolo d’Apliareo haueua moſſa guerra,& gli voleua torre il re no,&è.
aſſo'ldato da luicon patto didouergli darela figliuola per moglie e’lre
gno in dora dopo la morte ſua ſe lo liberaua da lda.Teleplio vince l
guerra 8c ſi celebrano le nozze,nelle quali prima che ſi congiunge”
inſieme Teleple riconoſce per madre Auge,& Auge riconoſce Tele
plzo per figliuolo,& ſecondo che appare qui dalle parole d'Ariſtote:
le i Hem@— îx mio:: és miſe” iixop,in queſta vicendeuole riconoſcenza ſi
diſſero parole,per le quali ſi preſupponeua che 'ſeutrante nOnliaueſ
fe prima domandato ne inteſe onde foſſeTelepho,nó altramente che
ſe Teleplio vegnente da Tegea in Miſta foſſe ſtato del tutto muto:
lo, ſi che non haueſſe potuto riſpondere parola. La qual parte non
ragioneuole è tolerabile poiche non e introdotta nella rappreſenta:
tione,ſi come non ſono introdotte quelle non ragionevoli degli altri
due eſſempi. Ma accioche s’intenda pienamente quello di che ſi ra:
giona qui,è da ſapere che ſono alcune attioni, le quali ſi fanno nel té
po,nel quale ſi deono fare, 8: ſi fanno anchora nel tempo nel quale
non ſ1 degno ſare,come pogniamo Edipo quando firpromoſſo alla
dignita del regno 8( del letto reale domandò come Laio foſſe morto
3t ne domandò nel tempo nel quale ne doueua domandare:&poi di
nuouo ſorſe dopo venti anni ne domandò,&in quel tempo,nel quale
ſi] per riconoſcere Laio eſſere fiato ſuo padre 8c Giocaſta eſſere ſu:
madre,cio è inquel tëpo nel quale nonne doueua domandare.Et per
ehe ne domanda nel temp0,nel quale nonne doueua domand are que
ſia ſeconda attione pecca in eſſer fatta in tempo non opportuno,&
eſche n’è fiato domandato gia la prima volta pecca anchora in ſu:
perfluita.Si che l’attione rifatta hadue errori.Anchora ci ſono alcüe
attioni, le quali non ſ1 fanno nel tempo nel quale-ſr deono ſare,&ſi fan
no nel tempo nel quale non ſi deono fare,come pogniamo Edipo
quando fu creato a re di Tliebe 8c fatto marito di Giocaſta non do:
mandò come Laio foſſe morto 8c ſe n'haueſſe domandato,n'haureb.—
be domandato nel tempo,nel quale ne doueua domandare. Poſcia
do o molti anni all hora che fu per riconoſcere ſe eſſere ſtato ſigh'.
uo o diLaio,&eſſere di Giocaſta ne domandò,& ne domandò nel r‘e'z
po,nel quale nonne doueua domandare. Et erche non ne domandò
nel tempo nel quale ne d0ueua domandare a prima attione pecca in
hauere tralaſciare due coſe nel tralaſciamento della domanda & nel
tralaſciamento del tempo opportuno. E t perche ne domandò nel tr'
po,nel quale nonne _do ueua domandarcla ſeconda attione pecca in
` hauere
I
ñ ‘ 37$
hauere vm coſa che non dourcbbehauerc cio è tempo non opporru
nuóiclic la prima attione ha due ſconuencnolezzc,&la ſeconda n’lit
vna.^ppreſſo ſono alcune attioni): quali ſi ſanno nel tempo nel qua
le ſi deono ſare,&ſi fanno veraccmcntc,&ſi rifanno nel tempo nelqua
le non ſi deono rifare# fi ſanno inganncuolmcnte. Come pogniamo
i primi venuti da giuochi Pitll'rj in Argo raccontarono come la erano
paflàte le coſc,& raccontarono vcraccmente come erano paſſa tc, a
raccontarono nel tcmpo,nclquale doucuio raccontare,&come doue
uano raccontare. Poi altri dopo alcuni di cio è il Pedago o Piladc 8c
Orcflc moſtrando d’eſſere quelli che non erano,& ſacen o viſtadi vc
nirc da giuochì Pitlu'i raccontarono di nuouo come le coſe la erano
paſſate,& raccontarono Falſamentc come erano paſſate rapportanz
«lo come Orcſtc u’era morto.Et raccontarono nel tcmpo,ncl quale
non doucuío,&comc non doueuanolù perche raccontarono fuori
di tempo debito queſta ſeconda attione pecca m prendere il tempo
non opportuno,& perche raccontarono attione raccontata pecca
inchora in ſuperfluita,&perche raccontarono attione riprouata per
fllſa dalla prima vcracc pecca ächora in Falſi”. Si che qucſta ſeconda
attione ha tre ſconueneuolezze l’üa di tëpo non opportuno,la ſecon
da di ſuperſluita,& la terza di ſalfita.$ono ancliora alcune attioni, le
quali non ſi fanno nel tcmpo,nel quale ſi dourÎÎbono farc,& ſe ſi ſa
eeſſero ſi ſarebbono veraccmente , 8c ſi ſanno nel tempo,ncl quale
non ſi deono farc,& ſi fanno inganneuolmentc.Come iprimi venuti
in Argo da giuoclii Pithii,li quali (loucuano raccontare come Ia foſ
ſero paſſate lecoſe non raccontarono,& er conſeguente tacquero la
verita Etperchc non raccontarcnoflra aſciarono la narra tionc,c]1e
doueuano raccontare,& inſicme l’opportunita del tempo 8: appreſ:
ſola teſtimonianza della verita. Si che quefia prima attione o ceſſa.
ment‘h della prima attione contiene tre 1'conuene‘uolczze,la prima è
il tralaſciamento dcll'attione che ſi tira clic-tro la ſeconda che è il tralz
ſciamcnto dell’opportunita del tcmp0,&la terza che è il tralaſciamcn
to della tcſtimonianza della verita. Poſcia gli altri venuti dopo al:
cun di raccontarono come le coſe la erano paſſate , & racconta
rono falſamente , 8: perche r'accontarono quando non doueua
no quella ſeconda attione non pecca fè non in prendere il tem:
o che non èſuo proprio,& non è ſuperflua non ellèndo ſtata fatta
a prima & non puo eſſere riprouata per falſa non apparendo la tc
ſtimoniíza della prima vera che la rifiuti. Se adüq; nella rappresëtav
tiene ſi faceſſero le prime attioni nel tcmp0,ncl quale ſidoueſſono.
fircflle ſeconde nel tcmpopel quale non ſi douelſono ſache quali
’ , I.. l ll z ſollono
b -

ſoſſono d’vna medeſima natura le &conde haurebbono due difetti


vno di tempo non opportuno,& l’altro di ſuperfluita.Ma ſe le pri*
me non fi fanno,& in rappreſentatione appare che non ſi facciano cſ
ſe hanno due diretti tralaſciamento di tempo debito 8t tralaſciamen:
to della ſteſſa artione,&le ſeconde vno chee‘ il prendere il tempo non
debito.Et ſe le prime attioni vei‘aci ſi faceſſero nella rappreſentando
ne nel tempo,nel quale ſi conueniſſe farle, 8t le ſeconde inganneuoli ſi
ñceſſero nel tempo ,nel quale non ſi conueniſſe farle,le ſeconde bau
rebbono tre difetti, vno di tempo ſconueneuoleJ’altro di ſuper-ſlm':
ta,e’l terzo di falfita.Ma ſe le prime artioni veraci non ſi faceſſero ,8c
appareſſe nella rappreſentatione che non ſi faceſſero eſſe haut-elabo
no tre difetti tralaſciamento di tempo op ortuno,tra laſciamento
dell'attioni,& tralaſciamento della teſhmomanza della verita &le ſe:
tonde vno ſolamente,che e il prendere ll tempo,el1e non ſi dee prenñ
dere-.Ma ſe le prime atti0ni conformi , o non conſbrmi in verita alle
ſeconde ſi tralaſciano di fa re,ne appare nella rappreſentatione che ſi
tralaſeinoJe ſeconde non hanno ſe non vno difetto che è il prendere
il tempo non debito 8( niuno de difetti delle prime appare. Perche e
coſa maniſeſta quanto ſia piu tolerabilc la parte non ragionevole che
non ſ1 rappreſenta in alco che quella che ſi rappreſenta dichiarando
li eſſempi dati da ;fiſiotde come habbiamo dichiaratoflora quel:
E) che ſi dice della virtu del rappreſentare in fare apparere la ſeonue.
nenolezzap del non rappreſentare in ricoprire la ſconueneuolezza
nella tragedia ha medeſimamente luogo nell'epopea nel ſare ,o non
nel fare mentione della ſconueneuolezza,percioche col farne mentio
ne ſi ſcopre,& col non farne ſi copre-Come per eagione d'eſſempio
ſe Homero haueſſe fatta mentione che Priamo la prima volta che i
greci vennero ſopra Trora 8t s’accoſtarono alle mura foſſe fiato in
ſu quella torre,dalla quale dopo noue anni Helena gli moſtrò,& no:
minòicapitani greci, 8t non n’haueſſe domandato apparerebbono
chiaramenteidiſetti di uella prima attione , i quali perche Homero
nonn’ha detta parola ſi ſtanno celati.Hora c‘ da pon-emente ,che al:
l’eſſempio dell’Helettra addotto da Ariſtotele s’oppone non pure
ehe-altri prima che il Pedagogo,Oreſte,& Pila de veriſimilmentehab:
biano raccontato in Argo come fieno paſſatele coſe ne iuochi Pi:
thii,& d’altra maniera,che eſsi non raccontarono,ma an lora che eſi
ſi raccontaronocoſe impoſsibili,& coſe le quali ſi ſapeuano eſſere im
POÈlbllj,(îl0 cche_ Oreſte nella tenzone del corſo delle carrette ſia
morto cancioſia coſa che a quel tempo ne giuochi Pithii non folſè
anchor!
ſ6
anchora nata ordinata la tenzone del corſo delle carrettha :Hive
[fa oppofirione non parla Ariſtotcle ,- ma dell'altra come habbiamo
moſh-aco, la quale tenzone perche era in vſanza nc giuoclu' 'Piclu’i al
tempo Cl] Sophocle egli perauentura fi diede ad intendere che li for
ſe liciro ll potere fingere che folle anchora a quel temp0,nelqua e fi ſa
per lnlìoria,cl1e non erall che non credo io che ſia licito a ſare ſi co:
me' non credo io,cl1e ſimile fallo ſi poſſa @uſare per figura chiamata
ìvmomaàs di che al preſt'nte poiche Ariſtoccle nonne parla altronon
dia)ng -zò A47” , o‘fl &riga-:o 5 Ma@ , 70…" . Haueua di ſopra'dctco Ari:
flotclc,cl.c non bilognaua conſhtuireTe fauolc di parti non ragione:
uoh,ma che con ogm ſtudio era da guardarefhe non doueſſono ha:
uere pure vna parte non ragioneuole. Et perche erano de poeti, li
quall componeuano delle' fauole con parti non l'agioneuoli,& ſi ſcu
ſauano,che ſe lehaueſſono voluto rimuouere la ſauola tutta fiſareb:
bc guaſta ,nc lxaurebbe llauato ſtato,egli riſponde a quella ſcuſa di:
cenclo che non è da r`iceuere,an2i c` degna di riſo ſi comeſciocca.Con
cioíìa coſa Chen-inno da prima,quando ipocti compongono le ſauo
le gli coſhingfl a comporle cofi ſatte,r'na eſsilc poſſono 8: deono con
fliruii-c ſenza parte ninna non ragioneuole, 3:9» 5 9-] ma palm”) iuhoyáîtçap
ìmá‘íxüfl ”ù Promo-.Di qucſtc parole fi poſſono tran e due ſentimè.
ti.L’vn0 èche ſe alcuno poeta da prima confiituiralcfauolc con par
ti non ra ionenoli,& apparira che cio ſia coſa piu ragioneuole che il
tralaſciarîe non dec inſieme riceuerc la ſconucncuolezz’a,& è da dire
2p 5 9|" ma ſe alcuno comporra ”Mas-romina Fauoleche‘liabbiáno alcu
na ſconueneuolezu ”ù @alme- Moflíngep , 8: apparira clic coſa piu ra
gioneu ol*: fia nel… ram-Inns compone coſxfatte fauole,che laſciarle da
parte-,8: eda ſupplire oña‘eîìowízqàanuù Eno-own” biſo na riceuo-e
anchora la ſconueneuolczza,cio c' biſogna fare ſparire a ſconucnes
uolezza con la cOnditura delle vaghe’zze de ſentimenti,& della ſauella
ſ1 come Fece HomcroJ’ altro 1m!o è,lc al( uno poeta 'conflituira le fa
mole coſifaue cio c‘ con parti non ragioneuol! ”a falſi-ra” :um-76;qu a:
má‘íxsdflñuapparira‘ che coſa piu ragioneuole ſia ritenerle corali, che
rifiutarle mi; '3mm‘- anchora. ui ſara la ſi OnueneuoleuaJa quale (con
ueneuolezza da buoni poeti ſ1 copre-,8: ſi co mpenſacon altri beni, fi
come fece Homero.Vuolc aclunquc dire Ariſtorele che ci ſono di due
maniera di fauole che hanno parti non ragionevoli.l’vna è di quelle,
k quali non hanno altra i-agione,per la quale lì poſſa tolerare la ſcon
oe-neuolezza ,ſe non perche le eſſa ſl leuaffe via la fauola ſl diſtrugge:
ſebbe,& l’altra è di quelle,che hanno alueragioni perle quali ſiploſſî'
_ to eu;
tolerare la ſconueneuolezza,lè non perche ſe ella fileuaſl‘e via la ſano
la ſi difiruggerebbe , & l’altra è di quelle,el1e hanno altre ragioni per
le quali ſi poſſa tolera re la ſconueneuolezza, oltre a quella,cl1e ſe eſſa
ſi leuaflè via,la lauola ſi dìſh‘uggerebbe. Et che ſi come danno da ri:
dere que poeti li quali vogliono ritenere le fauole della prima manie
ra,coſi que,li quali ritengono le ſau ole della ſeconda maniera non vi
no aſſoluti della ſconueneuolezza ſe non la 'coprono col mantello
d’altri beni,corne ha fa tto Homero.Hora Ariſtotele parla qui di quel
le ſconueneuolezze,le quali ſi contengono nella’mpoſsibilita,& nel.
la’ncredibilita & non nel nocumento della conſtitutione della fauola
ſ ,concioſiacoſa
la conſtitutioneche la ſconueneuolezza
della contenuta
ſauola non ſia tolerabile ne nel nocumento
ſi poffii del:
ſar diucnìre
tolerabile per via niuna poiche è peccato dell’arte propria del poeta
& le ſconueneuolezze della’mpoſsibilita,& della’ncredibilita poſſano
divenire tolerabili per piu viel &ſpetialmenteſe la fiuola ha molte
parti lodeuoli, 8c ſe la parte ſconueneuole è accompagnata da altri
' ſcnſi,&da fauella di tanta luce che poſſa tirare inſe laviſta da riguardi
ti &rimuouerla da riguardare nella ſconueneuolezza, fi come ſi da
l’eſſempio appo Homero nel traſportamento che fecero que di Cor:
ſu d’Vliſſe addormentato di naue in ſu illito d'ltaca,il quale trospon
tamento non ſarebbe tolerabile ſe non foſſe adornat0.& condito,co
me e‘,di molti altri beni.Sicome dall’altra parte la ſconueneuolezza
che commiſe Virgilio nella’ncredibilita o nella’mpoſsibilita del ſare
l’armata di venti 'naui d’Enea ſotto Antandro a pie della montagna
d’lda in Plirigia nel tempo,chei greci erano anchora in ſu il troiano
non èpunto tolerabile,concíolia coſa che non habbía alcuna con
ditura d'altri ſenſi diletteuolip di ſauella vaga che faccia sparire o
addolciſca l’amaritudine della ſèonueneuolezza dicendoſi ſimplice:
mente i!! ſolamente. Claſlèmrjue ſub ipſa Antandro,& Plirygiç moli:
mur collibus ldç. Hora queſto appreſtamento dell’armata d’Enea e
gioueuole alla conflitutíone della tavola , ne ſe nza quella poteua lia:
uerluogo la conſtitutione la quale ha molte parti lodeuoli oltre al
predetto appreſtament0,ma eſſo a pprel‘tamento non è pun to credi.—
ilile o piu toſto non è punto poſsrbile , percioche come pote Enea
in luogo tanto vicino a Troia,doue era l’eſſercito de nemici vittorio
ſo,poiente,&innumerabile,& che liaueua naui infinite 'fare venti na:
ui grandi capaci 8t atte a condurre vna moltitudine tale ſapendo i
greci,clie le ſaceſſeflcome di neceſsita conuiëe che lo ſapeſſono: Ap:
preſſo ſe Troia era llata preſà,&'meſſa a ruba 6L arſä , & morti ipiu
degli huomínifl inſieme c0 fanciulli , 6c con le dorme fatti prigorä,
' ou e
377
onde liebbe egli tanti maefiri clieîpoteſlè edificare le predette, name.,
Et ſe liebbe pure copia -di maeſtri doue .erano gli ſtormenti ſcuri, ſe '
ghe,manaie.& altri ſet ra.nenti,~ſenza i quali naui non ſi poſſono edifi- _
care :' Ma pollo an‘t hora che non foſſero mancati 'n'e maeſtri,ne ſtò[- j
mëti,clii
altro chegli diede-la-mAteria biſogneuole, percioche‘iaſar-mui civuole `
lìmpliCe legname,cio è cliioui,pecezſtoppa`-&ſi alttoiAnclto;`
ra non ſi vede da’ qual parte poteſſe eſſer proVedu to 'd'arneſi da arl(
mare le naui , come di funi di vele 8c- d’ ancliorcì’ ,\ 8t d’ altre,
eoſe,Et queſta impoſsibilita come i0 '- dico o incredibilít'a non è con:
dita di coſa-ninna che la poſſa ſar tolerabile- ma perauentura ſi pote:.
ua tramùtare incredibilita o poſsibilita"ſe ſi foſſèdettoxlie Enea im
ſieme con quella-'gente fuggita 6t ſcampata dallo’nccndioìdi Troia Ce
delle mani 'de greci ſi ſoſſe ſtato muſcolo-6c: tacitoínelleſpilunche , 8c
nelle cauerne delmonte- lda~inſin0 a tanto 'che lîliofle de greci ſene
foſſe andata,& che poi l’armata‘ ſi - foſſe ‘fatta o "conaiuto "diuino o
con human'o. :iii ”ù rà i‘. Saw-nigi bwin-ì nigi-‘ra i'xwiçi‘nt Hp ip &rin-l J‘í:
ai‘. Egg-{vom &c.Pr`uoua-Ariſtotele con l’eflèmpio:d’Homero clie la
ſconueneuolezzaxlíe è vna parte della ſemola -reſta, &l'apptire eſſa-re
ſconueneu’olezza qùantünque l’altre parti-fièano ‘bene ‘ dicendo, 'che
le ſèonueneuolezzele quali- ſonoin qüclſal parteklell’OLüſiea doue
Vliſſe è traſportato donnendo - di 'naue‘in ſuillito d’ltaca reſterebbe;
n‘o 8c appa rrebbono eſſereſcontieneuoli;& non toleralzili ſe ſoſſerò
flateíatte da vn altro poeta clic-ſoflè_ ſtato meno aueduto d’I—lomes`
r0,cio è ſeñnon ſofièro ſtate accompagnatezda molte-'altre coſèjelle.
Hot-ale coſe ſconucneuoli,le quali ſono in quella' parte ſono CllcV:
liſſeſia portato-di naue da que-di Corſo ;8t ſpoſto in ſu illíto addorñ
menta to ſenza della'rſi non oflante Clic' in ſu‘ il ‘partire da Corſi: s’ad.
dormentafle,&dormiſſe tutto-quel--viaggio fiſamente.Si che non ſi ~
pluo dire` che-non' ſi deſìafle in‘qùel traspor-tat’nento perche foſſe in ſu '
ib primo ſonno,&` clie quelli ’di Corſi] , -li quali l'liaueuano condott'o ’
non doueuano hauertanta fi'etta di tornare a caſa,cl1e non potèſſo:
n‘oëadimora re ’vn quarto d’~ hora v nel- porto . d" liaca , ñ tra‘ lo:
quale ſpatio '~picciolo di tempo 'eſſendoſi ' deſio ì Vliſſe gli liaueſi
ſono potuto dire ad:o,í`apendo‘eſsi ‘che’er-aflato' oltrea modo hono
rato:da Alcin'oo loro re,& da tutta la corte; 8c ‘cheverſo lui haueua:
mo vſata coſi gran magnificenza 'donando gli pretioli doni.Et che
qttelli cloni ſi pretiolî non erano da laſciare ſenza guardia in abbatte*
;dónoflc in arbitrio della'ſortuna dormendo lui.` L1 quali quantum-que `
riponeflèro in luogo ſuOi-i di ſtradaznon dimeno conuiene chchlſſe î
‘ . * M-m m in - gli‘
zii poteſſe dello ſubitamente vedere , o no'n gli‘ poteſſe deſio ſubita
niente vedere.Se come prima' era deſto gli -poteua ſubitamente veder'
re perche non gli haurebbe altreſi potutovedere vn viandante che
foſſe paſſato per uindi,mentre egli 'dormiua, 6c pOrtargli via,& ſe
n'on gli poteua ſu itamente vedere egli non gli veggendo ſt ſarebbe
imaginaro ragioneuolmente che que-di Corſi: ſe gli haueſſono ripor
t‘ati con eſſo lor-0,8( ritenuti per loro apportando al re 8c alla corte"
èhe gli haueuano inſieme con lui laſciati in Itaca ſi come anchora ſi
ſarebbe potuto imaginare ſe alcUn viandante ſegli haneſſe porta-e
fi'via ,& coſi ſenza altramente cercarne andare in altra parte Se
perdergliAlcuni dicono ſcuſando Homero che perdo ſa Vlifle dor
migliorie, &‘ſpoflo ſenza ſentimento in ſu il lito della patria per
`I'nolt'i degni ri ſpetti” quali ſOno che quelli di Cerſu ſe Vliſle foſſe ſia:
ì‘o deſto quando giunsea cala doueuano eſlère corteſemente rirei
’nuti , 6t menati a caſa , 6: non laſciati andare ſenza che ſoſſe:
’ro ’r‘ingr‘aciari 8c premiati pienamente 8t‘ quanto ſi connen'xua Le
ëuali coſe non ſi potevano ſare ſe Vliſſe non e‘ra publicamente rico;
'noſciute da ſuoi 8c da drudi anchora. Et ſe ~foſſe ſtato ricono
'ſciuto 0 non' ſi ſarebbe potuto vendièare delle’ngiurie che ha;
'ù'eua riceuute da loro ,'ne vccidergli , o ſe ſi ſoſſe vendicato non
"ſi ſarebbe vendicato contanta ſua gloria con qlranta fl' vendicò effiÎn:
Ho ſolo o accompagnato da pochi , 6t nel tempo quando eſsi meno
“cio aſpettavano. Perche Homero fece meno male a fare queſta ſcon
ueneuolezzaxhe tralaſciandola a diminuire la bellezza della conſtim
tib‘ne’della fauola. deſta ‘ſcuſa ſi come ſi vede maniſeſtamente non è
` indicata valeuolc da Ariſtotele poiche vuole che queſta ſconueneuo
ezza non ſia to'lèr'abile a niuno partito fiiorí che perla compagnia
"di molte altre'c'oſe buone ,--le quali ſono la diſtrittione della bellezza
"del porto”: della famoſa ſpilunca,& del nalèimento della ſtella luci':
‘faro 8t altre 'coſi fatte coſe. Et altri potrebbe riſpondere a coloro, li
=quali ſcuſano Homero nella predetta guiſa , che non ſr niega che la
ìcbnſtitutiOne della fauola 'non rieſca piu bella ſe Vliſſe ‘ giugnc in
"Itaca ſconoſciuto , &ſe ſolo eſſendo fivendica de ſuoi neinici , che
‘ſe vi ’foſſe, giunto 'conoſciuto , ‘& ſe accompagnato cflëndo ſi foſſe
`i’enclíçatopa Hamer-0 poteua & doueua perauentura ~non laſciar
ìli ſardo-,ì 8c ceſſare la- ſconueneuoleuaſèhaueſſe fatto pogniamo
"che ad Vliſſefoſlè fiato dato vu beueraggio per ordine d’Àlcinoo
"o d’Aret’e da Far dormire accioche ſ1 foſſe veriſimilmentepotuta
;portare dinauc in terra , 8c lakiaruclo addo rmentaro ſecondo che
a {al ~` e, ..A~ 7
318
il-Boccaccio ſa die ilSaladíno ne ſa dare vno a meſſèr Torello ‘achp
çhe addormentatoñſia portato -,da Aleſſandria in Pauia., & quiùj
nella `chieſa .di ſan Pietro ſin cielo d"orolaſbiato pure addormenta;
co con molti pretiofi doni. Ma accioclie s’intenda bene quello che
dice Ariſtotele commendando Homero che liabbia ſaputo far ſi,`
chela predetta ſconueneuolezza ſia tolerabile,&ſi comprenda-ſc
Homero è degnamente commendato da lui è da conoſcere la ſom
bene a dentro di tre traslationj , le quali egli vſa per dimoffiare cio.
Lequali ſono cſedal lume , dalla conditura , & dal carico. Et
cominciando quella del lume dico che il lume quanto è al propoe
ſito noſtro lia quattro virtu , perdoclie apparendo o caccia le rene-a
bre,o apparendu in maggiore lucidezza fa ſpan’re oſcicma la luci:
clezza del lume che l’ha minore, p apparendo ſprouedutamem
{e , & di ſubito per vn poco trahe a se gliocclii dc riguardan
ti, ſi che non attendendo all’altre coſe meno luminoſe , o p ure ans,
:hora oſcure non le veggono o apparendo ſa uedere piu l’oſcuq
rita de corpi denſi , & accreſce loro maggiore oſcurita per la come
peratione della cliiarita.Quale adunque di queſte quattro virtu aſſe:.
gneremo noi al lume dell’altre coſe belle,clie ha accompagnato Ho_
mero ſecondo Ariſtotele all’oſcurita dellaſconueneuolezza di quel;
lapartedell’ Odiſſea nella quale ſi ſpone Vliſſe in Itaca -.' Certo
non gli ſi puo aſſegnare quella] , c ie caccia le tenebre, percioa
clic .con tutta la luce dell’altre coſe &molte & belle reſta anche:
rn, &dural'oſcurita delle-predette ſconueneuolezze. Ne arimemè
gli poſsiamo _aſſegnare quella virtu per la quale eſſendo il ume mag:
giore ſa rilucere meno,o ſparire il lume minore enncio ſia coſa che,
cio non poſſa ballet-luogo ſe non d0ue foſſero conueneuolezza ma?
~ore & conuencuolezza minore congiunte o auicinate l’vna a n:
?altra , la _quale minore per comperatione della maggiore Pia'
reſſeanchora 'minore, 8t non d0ue ſono conueneuolezza 8c ſconues,
neuolczza congiunte o auicinate l’vna all’altra come ſono nel luogo,
d’Homero.Ma ſorſe gli aſſegneremo quella virtu ,che tralie gliocs
chi de ri uardantidíſubito &ſprouedutamente a le, 6c gli diſuia
dall’affiäärſi in lumi minori, o anchora nell’oſcurita Î'Sel’Odiſ-~
ſea d’Homero ſoſſe vn poema, che s’liaueſſe da leggere ſolamente va
na volta velociſsimamente io iudico che poteſſe auenire che il lume.
delle molte & belle coſe pol o in quella parte dell’Odiſſea tirando_
a ſe lementi de lettori , & occupando le‘ per vn poco non per:
metterebbe che ſi potcflöo auedere dell’oſcurita delle ſcóueneuolezze
‘ . Mmmm z 'quiui
r, "
i

q’uíuí poſte,ma perche _è poema' ,cfleofi legge molte volte,& con moi!”
attentione 8c conſidetflöpnc ſeguita clie queſta virtu non civieta clic
che non veggiamo‘la pccdetta'olèurita , 8t la ſperienZa cel dimoſtra
poiche è (kata veduta non ſolamente da Ariſtotelc,ma da gli altri an:
choraReſta adun ucche gli rimanga quellavirtu che faqedere lÎoiìru
rita dc corpi den l perlo paragone molto maggiormente-,concim
fia coſa clicil lume delle molte è: belle coſe‘auicinate all'oſcurita del:
le ſconueneuolezzeJe quali ſono nel predetto luogo la çendano mol
[I
to piu oſcurayclie non app ati-rebbe ſe non vi foſſe. Perche Aril’cotclc
con queſta traslationc preſa dallalucediccndo vi’- 5 .flîrëmisìpaoîs
I mini): ;guiſa ñN-oçràà'flmpnon ci lia dimoſtrato quelloclie volcua
molto acconciamente.Appreſſ0 paſſando alla traslatione preſa dalla
conditura de cibi dicoclieè coſa manifella che i cibii qualiſuno per
fenomeno ſaporiti al palatop meno gioqcuoli alla ſa‘nita per condi
tiiija diuengono piuſdeſidersſbili ,8x piu profitteuoli,ma la conditura
non e‘ cibo ſeperato da ſe anzi è coſa accidentale-,clic da vna nuoua &
aueniticcia diſpoſitione al cibo lazqualc non liaueua da ſe,o cotto,0
_apparecchiato ſenza artificiodel cuocaMedefimamente _i ſentimenti
‘liquali ſonoìmenodiletteuoli , o .meno gioueuoli alla conſtìtutionc
‘ della @aiuola per certi adornamentiJi quali ſono in luogo di conditu:
ta,diuengono piu vaglii, & non paiono ,tanto ‘nociui‘. alla ’confli
tutione della fauola.Ma queſti adomamenti ,non ſono ſentimenti ſe;
pera-ti,anzi ſono~coſc_accidentali,li qqali pci-gonoa que coſifatti ſen
timentiyna nuoua qualita. 6( teinpera no qliella loro’natural malitia,
Et quelle ſono le maniere delle par ole,la diſpoſitionedelle paroler
diſpoſitione de ſentimenti,le maniere delle figure de legami,le ma nic
re delle figure dellÎaffettioni'öc ſimili. Ma perche/X riſtotelenon com
menda Homero in queſtoluogo di coſiſatta conditura, che fia [kata
ſoprapoſta alla konuèncuolezza del 'ſonno da ebbro o da letargieo
attribuito ad ‘Vliflè,ma lo commenda perche inſiemecon queſto ſen:
dmento diſsipíto ci ha meſsi dauanti éltn` ſentimenti ſaporiti appare
aſſai chiaramente che quella traslatione preſa dalla condimra non è
piu a tempo che ſi foſſe quella della luce dicendo iN'OF'äTOWffl.Vlfl-ma
mente io dico che la traslatiOnc preſa dalcarico non {adatta meglio
a quello çlieintende di ſa rci Vedere Ariſtotele neíla ſconueneuolezza
d’HomeÎ-o che vi s’adattino ſecondo che liabbiamo veduto l’altre
due traslationi , concioſia 'zoſaìchc il carico ſi Faccia ñcomporteuole
qiiando non è comporre-uole per troppo grauezza , o ‘diminuendo
gh fi la Srauezzffio diſponendolo_Gt-raſſettandolo in maniera piu a0'
- - - - i - ‘ con,
319
eoncia,o aecreſ'cendoſr forza al portatore,Niuna della quali co‘ſeſi fa
cr Homer-o nel carico non ſopporteuole della ſconueneuolezza del
ſonno V liiSeico- Percroclie non gd ſi diminuiſce la ſconueneuolezza
perla conueneuolezza di molte altre._coſe. _aggiunteuime gli ſi da nno_—
ua diſpoſitionene illettoreye gendolabonta dellÎaltrecoſì-giudlea
che percioclie quelle ſono; none :queflajgſia ,da .eſſere :reputata
buona anzi perla vicinanza Leggendo piu “chiaramenteladiflenew
za che e tra il.b,ene e'lzmale la-rèputa ;maggiormente rea "&_ non [op:
porteuole.Adunque Ariſtotelemqn doxieua -,vſ`are queſta traslarione
di carico dicegdojn queſito luogohiflu'ſi rl: ip Num-'e HM” và mjl di
'a'er :Italia ZipîpLhnràſhîho‘iëe;7tioirp,Ma doueua vſare_ altre~ traslauoz
ni,o ſimilitudini piuacconcie ~a quellorche voleua ’dire,come perim
, neo nonziaſciamo dicommendare vn ViſOLCllC per altro ſiatutto_ bel:
lo,ne rifiuti-amorvn gran uadagno perche habbia .congiunta-,con lui
vna picciola ſpeſa,& ſimi . Et coſi came negli alberghi publicid'Ala-o
magna
ma nonalle tauole
foſſero da prima ſiporrebbono
mangiati,ſi pongono meſsi
imeſsipcſsimi
ottimi,linequali
mai fit'iſet'
ſapri: ſi

uano alla ſine del mangiarePerclie altri mangia i peſsimí pen man 'a
re anchora gli ottimi coſi altri non dee ſcliifarequella viuanda pe si‘s
ma leggendo i quell.: ;ſconucneuolezza ſonnoccluoſa .dFHornero per
aſſa giare lemolteyiuandeeottime :leggendo le conueneuo'lezze piu
che defleflelle quali quella ſconueneuolezza èintorniatai Hora non
è da dubita reñchezqu‘el poetache fi men .falli iu poeſia òmenqda bias
fimare che non ,è quello. clic-nefa piu,& che quello poeta epiu_ da c6:
mendare cheriempie il ſuo poema .di piu-coſe lodeuoli che non _è
quello -chqjl riempie di meno , ;8c che ;Romero è ,meno da biaſimare
per vn fallo po niamo che egli liabbia fatto die non ſarebbevno al
tro poetarche n,haueſſe_fatti,molti ,dz perche Homero ha ripieno il
ſuo poema-dicpſe piu lodeuolnche non ha fatto niunoraltro poeta è
da commendar ſopra-ogni altro ,‘ma `non èpercio da commendare
inlquello vno Fallmclw preſuppoguiamo lui-hauer. commeſſo,&jl)auz
rebbe fatto molto meglio :mon-farlo ſi come-non ſono da lodare gli
hoſö d’Alamagna che çoſtringonoi viandanti azmangiarele peſsime
viuande ſe vogliono mangiare lîottimc anchora zclw'ioffWoFiu ;da
biaſimare ſe non appreſta ſſero ſea-ion -i ,meſsi-pefsimini} àaíèa M ,119- m
”ip ;p ”Ts &n°7; ”igm rs‘: flínitinoît ai” Pino-nubi;- 'Perche -di ſopra A riſto
tele liaueua detto che il verſo heroico gonfiatiſsimo tra tutti gli altri
verſi ſi conueniua'all’epopea , &clie per mantenerſi queiia ſoprana
gonfiatura riceueualPeualmc-nte le lingue _. 81 le traslatíuni qui dite‘
.- . v Mm m m 3 td”

O
ehe non dee conſeruare vn perpetuo tenore ‘ne -ſtare ſempre in ſum ñ.
alte”: ,ma è bene che s’abbaſsi alcuna volta,& che rimetta al quanto
di quella gOnfiatura,la quale procede dalle figure magnifiche &arqu
cioſe della fauella,& accioche ſi ſappia diſtintamente in quali parti fi`
debba attendere_a tale artificio di fauclla , 6K ſaticaruiſiintomo,& in
quali dell’epopea ſi debba rimettere lo ſtudio,& penarui meno dice
dle biſogna ſaticarfi intorno alla tormatione della fan-;lla artificioſc
nelle parti 0ti0ſt,&n0n faticaruiſitanto nelle partiLle quali nonſono
etioſe come ſono quelle le quali hanno i coſtumi &le ſententieflora`
Erice-rca quali fieno le parti otioſe nell’epopea,& pare che gli ſpoſt
tori intendano eſſere quelle le quali contengono coſe humili o vili o
non marauiglioſe & ſimili,le quali perſe non ſarcbbono atte a deſtare_
il lettore,& a farlo ſtare attento ſe l’artificio della ſauella ſoprapoſh:
oi nonoperaſſe cio-A quali è da riſpondere che le parti humili,o vili,
o non marauiglioſe 8c ſimili non ſono otioſe nell’epopea,anzi opera
no 6t concorrono alla conflitutíone della fauola per la ſua parte non
meno che operano & concorrono le magnifiche,le nobili,8: le mara
uiglioſe perla [Oro. Et percio non intende Ariſtotele di queſte in quei
flo luogo-Senza clieper vn altra ragione anchora nonne puo intens.
dereJa quale è che Ariſtotele diſtingue & ſepera le parti otioſe dalle
Parti le quali hanno i coſtumi# le ſententiegna i eoſtumi,&le ſente”.
tie poſſono eſſere alcuna volta humili 8c vili,& non marauiglioſi, 8K
alcuna volta magnifichi,& nobili &marauiglioſi,fi comealtrcſi poſſo
no eſſere l'altre parti-Adunque non ſi poſſono nominare quelle piu
otioſe,che quellelòc per conſeguente non ci poſsiamo indurre a crede
re che egli intenda di ſimili parti ſi come medeſimamente non ci poſ:
ſiamo indurre a credere che qui ſi debba intendere di quelle parti o:
tioſe le quali non giouano ne nocciono alla COnſtitutione della ſaun
la,delle quali liabbiamo parlato di ſopra , 8( ſi poſſono eſſemplificare
nella diſcrittione del monte Atlante, che_ ſa Virgilio nellibro quarto
dell’Eneida 8c nella trasfi uratiOne della forma d'Amore in quella
d_^ſcanio clic fa nel primo 'bro, & nella trasformatione delle naui
d. Enea in nimphe, che fa nel libro nono alcune delle quali come ne…
gioumo ne necciano alla conflitutione della fauola ma ſic—no orioſè
Jgia 'è ſtato detto, Percioclie i coſlumi &le ſentcntie poſſono eſſere
parimente o tioſi ne fiouaremc nuocere alla conſtitutione della‘ſauo
a non punto meno c reſi ſieno o poſſano eſſere le altre parti. Madob
biennio riguardare altroue &intendere per parti otioſe quelle nelle
‘1‘“… ‘l P0“ll Parla di'ſua perſona# con fauelſa ſua ci ſà vedere quglz‘.,
.a ;,.,,P, ` lo,ce
32.0
lo' che ſl fa,le quali percío ſi domandano “içtl &nà'che non ſono in
atto,& operanti come ſono quelle le quali ſono rappreſentare in pal:
co,& quelle,nelle quali pergli pOeti epopei ſono introdottele perſo:
ne a ſauellare,le quali parti perche paiono preſſo che montare in pal
eo & operare ſi contrapongono a e parti otioſe,&contengono prin
cipalmente le ſententie & acceſſOriamente i coſtumi. Semmai-37a} ”due
MG,- ;iqiagà A’iÈis -rán 'ita ”E 7a; cigni-15. Quando il poeta'epopeo ‘ narra’
di ſua perſona,percioehe le parti,le quali ſono otioſe, 8t non ſi veggo -*
noin atto ſe non per quella finefira della fauella,per la quale egli ce
le fa vedere,dee vſare tutto l’artificio di parole poſsibile=ma quando
fil ſauellare altrui vegga che {i come alla perſona introdotta a ſauella:
re ſi poſſono attribuire argomenti non cOnueneuoli, 6c per molti le ì‘
‘ſono attribuiti,nella quale coſa e‘ biaſimato Euripide 8t non è lodato
Giouanni Boccaccio nella nouella di Gliiſmonda come dicemmo da*
ſopra,non vſr fauella artificioſa 8c gonfiata come ſa quando parla di
ſua perſona,perci0che auerra , ſe uſera coſifà tta fauella,bene ſpeſſo -
che quella non s’adattera ne a coſtumi della perſona parlante ne alla _'
ſententia,&pche non vi s’adattera ricoprira la bellezza de coſtumi 8t
della ſenti-tialiquali ſidimoſtrío pienamëte quädo tralucöo agliocchi
della mente noſtra perla ſua naturale 8t conueneuoleſauellafit in
cio ho veduti molti moderni ſallare 8t ſpetialmente France.
ſco Mariaintroduceua
dalla Molzapafi0ri a ſauellare.e
in alcuni ſonetti, ne quali '

g, -ìaſi ._ _. . 'f

.Finiſce la quarta parte principale della poetica d’Arillotele vulgarizi i


:ata &ſpoſta diuiſa in quattro particelle nella quale ſi di:
ce dell’epopea.

- A‘. . ..MPL
- .uni. 1 \ ‘W‘IJOu-ñ [N “
i‘
”Î
l
`

[KN CO.“lNCIA LA' (LVINTA PARTE PRlNCl


pale della poetica d'Aruìotele vulgarimta & ſpoſta, di.`
uſando-loc panini-e , nella qualcſidicedel:
l’accuie 6: delle hſe de
poeti..
ñ PARTÎCELLA PRlSÎqulàxsa-:Ézönffiníh'flef:jimny—l a':
” 99,73 ,Tu ZAR-fin 7410.1" ’a', "WEP. írzífaſif is( alpî'Je'onnlſſífl-mf
” E'. 'n {mas-,01_15 :Li-e- èofmzì! , 'cina p'pflBi’. 713,71”, Îòfämëb
”d‘.,v..›~.
u-n n, i 79 m If, I m3, *‘-
l :up-ls,*.
”al-nn**t-.34-.1
, I ”x e” J'u 1:11!“ fido);_
" 1-- A'-";-. ’È .a 7157-!, ”in .:UVM-T:. ”E mah-d v 1-25 l‘é-’18': :5| .Khan-fi
" 1-5” 1-73…- qìzán'nuóxí inſiígänsîfl-áuum-ís ”ll-ninna
" 1m': ,zi-N'ímsíxm, d :SN-mu“;- ian-'5 ‘a *linfa-?nic l'i-Îíí &mezzi-:ì
” ù 7a}- 'JM-l‘5 kili-”MJ j!- ,if Wlan-Meî’- Mid-,ke
’z áf’íîíèîfllf‘hic, ;È i WD” p'àgus mit-meaáüuá z‘- ?nq-’inci
’9 hÈx} ?ISU-in: i ”d"a-'zip 1'735 ,da inni ;rtl-U; ”Kw
’ , :MT-7c mio ,761' n:.- :Bela—:u La‘ ` ‘mi-‘1. -
o
8
D
CONTENENZA Cbeil poeta rafl‘omigha leeoſetomeeranop ſo:
:10,0 fi diconop appaiono,o deono :Hei-ecco lingue-,con trai-tio
ni,c0n parole pal-Sion: l’a-Che a’ ſono peccaà d’altrañ arre,&della poe
tica perſe,& ſer :cade-me.
e VVLGARmA M ENTOHora k altri conſxdereça-in quello modo
”porta hauer maniftſta notitia` ddl’oppofiáom’,& dcile 1`olucioni,&
fl di quam”: di quali ſpete iieno-Pefcioche eſſendo il poeta ralì'omiz
,a gharorc come anchora c‘ o il drpinrore , o rn altro formatore d’imat
,, gini,egl.i è di nereſsita (lt-e raſſomigli ſemprevnaſecondo numero
z, dell: rrecoſePercioche o (rappreſenta le coſeYzL-ali erano o ſono,o
,, quali dXCCDO (dſc-*00 paionop quali donrcbbono eſſere.Et raccoÙ
z tanſi quelle coſe con fauellaocero vcon « lingue &` con n-aslaáoni. Et
,, (Ono molte paſsioni deÎia :Mia-Peer conca-diamo_ queſte coſe
,, a poeti Et olo-e acio non e ella medeſima dirinuradeéia poetica,
,, a dell'arte cittadmeſtapcd’vn’alm arte,'& della poetica Hera dop
v pio e‘il peccato della poeticafleflä,pe1tioche l’uno cficondo ſe flclî
,, ſa,`& l’altro e‘ ſecondo acudeme. Pmioclre l’rno prende a reſſomix
,, gliare oltre al Foto-edo e‘ il peccatoſecondo ſefleſiîa,& l'altro il free
,, dere non din'rtamenreè peccato ſecondo accidenti: x ome il prendere
,, il cauan mon-me amenduneC-e ſareizdeflrep il peccato è ſecondo
"ciaſcuna arte come è il peccato ſecondo la medieinap vm altra :ne
,, o coſeimpvſsíbüi ſono ſtateformate. Qeffiçpzcau’) ;dunque gta
,,lmquethl (i fieno non ſono ſecondo ſe ſteſſa. ñ v o
. SP n
32.!
SPOSlTlONE. ogm.- è la quinta parte principale centenuta i! ſſ
quello libretto della poetica d’Aiiflotele,nella quale ſl tratta dell’01)?
poſitioni ,le quali ii lànno a poeti per non liauere oſſeruata l’arte In
comporre le tim—0190 preſo .errore in prendere alcune coſe per riem
piere la ſauola,& delle ſolutioni,le quali ſi poſſono dare allepredette
oppoſitioni in difeſa de poeti Hora eda credere che Ariſtotele hab
bia voluto ſare ‘queſta pane ſeperata di queſta materia perche di `ſo
pra in piu luoghi' haueua fatta mentione dell'oppoſitioni,che ſi face
uano a poeti,& alcuna volta d'alcune ſolutioni o ſcuſe.o difeſi-:,accio:
clic s'liaueſſe il tutto in vn luogo ordinatoEgli è vero ,che qui non
ſi ragiona ſe non dell'oppoſitioniclie pertengono alla fauola,& a co
ſlumi,& delle ſolutioni loro ma non-ſi ragiona dell'oppoſitioni .clic
ſi potrebbono ſare alla ſementia,& alla fauella quantunque di ſopra ſi
fia ragionato d'alcune oppoſitioni che pei-tengono alla fauella,&del:
le loro lolu‘tioni.Pei-clie 1eAriſlotele per lzauere di ſopra fattamëtio
ned'alcune …oppoſitioui ö: ſolu tioni toccanti la ſauola , o i coſtumi
ha fatto queſto trattato poiche llaueua anchora di ſopra fatta men:
(ione d'alcune oppoſitioni ö( ſolutioni toccanti la ſauella non ſi dol
ueua dimenticare di raccogliere qui tutte l'oppoſitioni .8c tutte le ſo
lutioni toccanti la ſauella.Ma la vera ſoluzione di queſta,& d'ogni al:
tra imperfettione che ſi truoua in quello libretto è‘ quella che piu
volte è (lara ridetta ,cio èclre egli contienecerti principi 6c ricordi
ſolamente da Compilar l'arte, 8c non lÎarte compilata .6c compiuta.
Hora tutta queſta quinta parte principaleſi puo ragioneuolmente
diuidere in cinque Particelle-,utili prima delle quali ſi contengono tre
capi,da quali procedono tutte le ſolutioni,]:er le qualii oetirimam
gono aſſoluti da diſertiper ignoranza o per malitia deg i oppoſitori
appoſti loro morto-ll rimo .è che ſi puo raſſomigliare vna coſa in
piu modi,e’l ſecondo-r. :ela-,coſa raſſomigliata ſi puo raccontarecon
parole dl vai-ij ſignificatiffiltetzo è che altri ſimo i peccati che per:
tengono alla poefia,& altrii peccati, .che non pertengono alla poe;
[ia.Si che dalla varieta del rappreſentare ,dalla varieta del ſignificare,
61 dalla varieta del peccare ſi puo prendere argomento da riſponde:
re a tuttele oppoſizioni ſalſe Nella ſeconda particella ſi parla di nuo
uo del terzo capo,& fi moſti-al’vſo ſuo,& nella terza fi parla di nuo
no glel primo capo 81 ſi molli a l`vi`o ſuo , &.nella-quárta-ſi *farla di
nuouo del ſecondo capo &.ſi meſh-a l'uſo ſuo.l:` tjnell‘a quinta ,8c le
tima ſi mollra a qual parte del primo capo pertengano ala ne raſſo:
miglianzc &qu-.m fieno ;un oppoſicgnj, e; (lranft fieno - Adanue.
-ñ ' : " t . Nana … in
in queſta prima particella fl contenoono come dicemm'o tre capi I’m'
no della varieta del rappreſentareſ altro della varieta del ſignificare ’
‘è l terzo della varieta del peccare. Le quali varieta quanto ſono ri,
'Piede di piu numero tanto le_ ſolutioni piu agueuolmente ſi preſenta
no a c'olui,cl1e difende il poeta,& lo ficurauo dabiaſimo. Ma prima
theſiproceda piu oltre mi pare che non ſia da tacere come eſſendo
l’oppofitio‘ni prima di natura che non ſono le ſolurioni,& hauendo
Ariſtotele antipoſtele nella propoſitione alle folutioni dicendo mi 5
’WebMail'va ”i Aim-ap. perauentura-doue” anchora prima parlaredel
l’oppofiti0i1Ì,&ſare certi capi ne quali eſle ſi comprende-[ſono che ſol`
ſero -piu diſtinti & piu conueneuoliclie non ſono quelli,li quali di ſo‘t
to ha' polli ſi come apparira per quellozclte quiui diremo. Et liora mi
baſtera hauere ammonito il lettore comel’ordine ragionevole del:
lo’nſegnare è riuolto incótrario.Varie a.lñq; ſöo le vic-&tuttelodeuo`
ii plequ’ali ſi puo i-aſſomigliareîporèdoſi raſſomigliare alcüa coſa p ca
gióedellayerita accöpagnatadal tépo paſſato romeera,odal tí'po pre
ſente come è,o per cagione della fama rallbmigljando alcuna coſa c0
me ſi dice che ep per cagione del .parer delle perſone raſſomigliando
alcuna coſa ſeeondo che e‘ flimata tale,o per cagione del doue} e raſſo
migliando alcuna coſa ſecondo che dourebbe eſſere rale. Et ſi pruoua
la coſa-&ar cofiper l’a-{Tempio del dipintorep` di qualunque alti-o for
matore d'imaginifhele faccia di bronzo,o di lame,o di ſerr0,o di
marmo,0 ch’ creta,o d’auorio,o di legno,o di cet-ap d'altra materia.
Percioche eſſendo il poeta raíſomigliatore come ſono quelli artefici
&non pori-.ndo elèi eſſercitare il loro meſtiere che non taſſomiglino
alcuna delle predette coſe o vera paſſata ;o vera preſente-,0 famoſa”
pal-rientep dicéuole ſeguita che il poeta altreſìinon poſſa eſſercitare
il ſuo ufficio ſe non rappreſenta alcuna delle Predette co ſeHora qui
almioparereſono dire-.coſedequa'li hanno-biſogno di conſiu'emtione
LìvnaèclxeAiiſtotele'nanìxa perauentura poſta vna diuiſione piena
delle coſe ralſomiglieuoli,clte poſſono_ cadere ſotto l’arte de predetti
maeflri,lÎaltra èclie non par parlare bene volëdo clie quanto c‘ al ſ0
getto raſſomiglieuole ſia pari 8c ſimile 'la-poeſia alla pittura,& all’al
tre arti formatrici dell’imaginhconcjoſia coſa che piu piena diſtintio'
ne delle coſeraſſomiglieuoli `ſarebbe 'flata ſe liaueflè detto che della
{offi'raſſonuglieuoll alcüneſono vere,&alcune imaginate Le vere ſi
”unione in tre manierezpercioclie alcune coſe ſono vere appreſſo i
dipinto” quandole rappreſenta ,Suppreſſo noi che le riguardiamo
;app-eſìmatexo me vero eraCarlo ,QLL-ito imperatore appreſſo
_Titiano da Cadore famoſo dipinto” ne noſtri tempi , quando l’eſ
` figiò
322.
'figíò,& veroíè appreſſo uniche il predetto Carlo fia ſia to coſi fatto
quando riguardiamo la ſua effigie. Et alcune coſt~ non ſono vere ap:
preſſo il dipintore quando le rappreſenta,le quali appo noi ſono ve;
re,lc quali riguardiamo rappreſentate‘. Come non era vera appreſſo
il dipintore la ſchiuma della bocca del cauailo,anzi non hebbeîimagiz,
ne niuna di ſchiuma nella mente quando lìlegnato ſeco ſteſſo ,81 con
l’arte gittò la ſpugna pci-guaſtarei'operala quale pei-cio non gliaſtò.
ma acconciò 8( le diede perſcmone raſſomigliando in miracoloſa-ma
niera la ſchiuma'da quale mentre I ignardiamo riconoſciamo rappre:
ſcutare ſchiuma vera. Et alcune cole ſo no,le quali ſono vere appreſſo
il dipintorè mentre le raſlbmiglia, le quali appo non nó ſono vere më
tre le ”guardiamo raſſomigliate come ſe alcuno dipinto”: rapprelen
taſſe alcun moflro preſentato lgli dauanti,il quale ,noi poſcia percio:
che non ſene veggono di coſiſa tti riguarclandolo rifugiato, repmaſsio
mo eſſere cola imaginata. Le coſe imaginateJqqualr ſono ſoggetto
della Plttura,& dicofiſatte arti ſi diuulono in due maniere. perda.:
che” ſono flateimaginate da altr1,& Preſi: tali dal dipintore o ſono
`{late imaginate dal tllſmſOi‘C , 8a non preſe' da akuno altro. Se ſono
ima'gmace da altri o hanno il ſu'o :ſli-re fondato in ſula fama piu,- che ì
‘in ſu aln o come hanno la Chimera,la .Sc-illa,- 8c ſimili, mpſtri mit-acqs
loſi 8c famoſi” hanno il ſuo eſſçre ſor-dato in ſu il parere della gente
piu che in ſu la fama Qin ſu altroparendozalla gente-.la coſa flare coſi
comele pare cliedio padie liabbm forma liumana , Se faccia di neue
renda 8c autoreu ole maellra &clie ſia anzi attempato , che nò. Le, co
ſe—imagjnate dal dipinture ſono di due maniere percíoclle o ſono
preſe da vna ſpetie delle coſe,& non da vn paeticolare certo &-diter '
minato come pogniamo v—no huomo incerto [ema-riguardare :quer ›
flo huomo o a quello,o ſono preſe da ,piu ſpetie prendendonezvna
parte da üa ſpetie,&vn'altra parte da vna altra come e preſo il mo:
flro propoſio da Horatio_ Humano capiti cornice-m pidor equinam
lungi-:reſi velit,&varias induce-re plumasVndique collatis membris vr
turpirer atrum Deſinatin ſiſcem mulier tmmola ſupernelononpar
lo delle coſe-,lc quali ſono ſenza corpo 8c ſono inuiſibiliJequaliilzdi:
pintore raſſomiglia come ſe lianeſſono corpo. 8c ſoſſono viſibili,pers
cioclie egli ſe le imagina ſecomlo la forma delle corporee,&delle_ve=
deuoli & ſl riducono alla diſtintione di ſopra poſta , la quale_ ſi
come ſi vede è piu’ copioſa di quella d'Ariſtotele. Hora ſec ondoAri.
flotele la pOeſia raſſomiglia ſempi e l’ vna delle tre coſe pro:
poſte da lui‘pclie la di pintura. 8c .l’altre arti ſormatrici delle imagini
. N n nn a raſſomíz
-..

nflbmi-rliano ſ ſſ i-e l’una delle tre predette cole." che non ci re


vero ſiräplicemecîtî parlando concioſìa coſa che la poeſia ſi pîſſa
conſiderare in tre modi o in quanto prende ſ0 eum-cale da ſaſſo
migliarep in quanto prende quelle coſe le quali riempiono il prede”
to ſoggetto reale,o in quanto prende ſoggetto v1le,& le coſe le qua:
liriempiono il predettonon
taſſo ſi liarelapOeſìa ſoggetto vile. Se ſtende
puo raffomrgliare il ſoggetto
ſecondo reale
il terzo da
capo
di: Ati-fior” domanda?- oîc A? aſa’ r ma conuiene che ella prenda il
ſoggetto tale,quale era,o è,o è fama , o pare alla gente che ſia,& è ſi:
ſtretta dentro da queſti termini,ne lo puo dirlZZare ſecondo la rego:
la del douero,Et la ragione ia è flata detta di ſopra perche l'attioni
reali non ſi poſſano ne ſi deb io formare di nuouo dal poeta o le ri:
ceuute per hiſtoria , o per fama,o per commune parere dal vulgoaL
terare o cambiar-:Le quali attioni reali non ſono tutte eonueneuole
ſoggetto dipoeſiagna quelle ſolamente ſono conueneuole ſoggetto
ole per
qualifama
ſi ſanno ſommariamente
accioche ilſi poeta non8t ſi-patta
non particolarmente
dall’liiſiſtoria oper lufloria
dalla fama
nelle coſe pertinenti a re in quanto ſeguita quello che ſeneſa , &egli
habbia campo da eſſereitare i ſuo viticio inquanto finge le panico:
larita ſecondo chegli torna bene poiche non ci e teſbmonianza ne
dell'hiſtoria,rie della fama contraria‘. o diuerſa che lo poſſa riprouare
per ſalſario. Hpra nell’attioni reali ripongo anchora qu elle degl’ld
dij &voglio che ſotto eſſe fieno compreſe. Lequali non dimeno ſono
di due maniereJ’vna delle quali chiameremo principale,&.l’alera di:
pendente.L’attioni diuine principali hannola natura che hanno le at
:ioni reali cio è connrene clic. ſieno conoſciute per hifloria oper fa:
ma ſommariamente , & non particolarmente ſe deono eſſere conue
neuole ſoggetto di poeſia,ne il poeta puo formare nuoue attioni mi
racoloſe principali .ne contradire alle-riceuute per hiſloda o per fa:
ma o Cambiarlein alcuna parte. Ma l'attioni'diuine miracoîole di:
pendenti poſſono eſſere di nuouo forma te dal poeta,& ordinare dal
poeta in quella maniera ,che torna meglio. Et accioclie clziaramen
te s'intenth quello che io _tlicoJ'o nomino miracolo-ja opcratlonc di:
nina quella eſſere principale” quale fi ſa per hiſtoríap per fama elſe:
re fatta da dio principa mente 6( maniſiſſamente ſi come fiſa per fà:
madre Bacco tramuiò i noccliieri toſcani‘ in del fini,& nommo mira'
coloſa operationi* dipendente qizella,l'effetto della quale appare , a
crapaſſa l’attioni communi dtsllì lxuomiri ma non li ſa clic dio pr'nñ'
upalmente & mutare-'mente ne ſiafiato-l'autoregna-“mamo -. ‘ uo
wron
32
”conſiderando la grand-:zz: dell'effetto indica che dipenda &proz
ceda da dio,& da quel dio clic puo eſſere 1 ato veriſimilmente moſſo *
a farcio da lionore o da dislionore clic gli ſia fiato fatto o lia da ſare
da alcuna perſona-come altri conſiderando la venuta d’Enea da
Troia in italia ſcacciare di caſa ſua con poca gente,& non atta a ſare
impreſa grande-,8c veggendo clic gli è offerta moglie reale, 8c in dota
vna parte del regno d’ltal'ra,& che i piu degl'italiani s’allegano con
lui adanno 8t ad abbaſſamcnto degl’italiani ſteſsi,& a pro 8( ad cffiil:
tamento diluigiudica clic cio non poſſa procedere,& dipendere al:
tronde che da dio,& da quel dioclie per adietro è ſtato honorato a
tiuerito da lui-,o daſuoi maggiorip ſara per inanzi'lionorato ö( riue
rito da lui,oda ſuoi diſcendenti:. Perche Virgilio rimirando a queſto
ſegno* in duce gl’lddij ad liauer cura d’Enea, 6L ad defenderlo da gli
altririd’diſdi quali per alcuni riſpetti gli voleuano‘nuocerc,& vetar li
la' venuta in Italia e’l conquiſto d'eſſa,& ordina 8t narrale miraco o
ſeoperationi loro- fi c0me gli pare che deono lkare anchora che non
n’appaiſnulla ne per [uſim-lame per fama. Medeſimamente Dante
veggendo che lo'mperio romano era ſtata cagion‘e' proſsima della
magnifica lìgnorirdel Papa s’imagina che dio; cui egli reputaua go:
dere &compiacerſi nella grandezza 8( nell’cſſaltatione del papa, ia:
nere per meſl'oquaſi piegandoſialquáto dalla' ſua’ſèuera giuſhtia per
maggiore ſua lionoranza procede-me dal papato eſſaltato,clie la lio
betta del commune‘ diRoma ſoffi- occupata dallo'mperatore acci‘o:
che tanta-potenza- poteſie piu ageuolmente paflàre nel papa non ſi
potcmlofare a credere clxe il commune di ſpontanea volonta lì ſoſſe
mai indotto a ſprezzare tanto la liberta che ſi ſoffi- fatto ſet-uo‘ d'vn
`prete-.Perche appare che moltipoeti hanno lallato informa re :leone
miracoloſe operan'oni diuine principalidelle ?nali non s’liaueua niu»
n'a memoria per hiſtox ia o per ſàma Et'accioc ie ne diamo alcunO‘eſi
ſempio non poſsiamo ſe non credere clic la trasſórmatione delle na
uj'd’lînea in nímplie fia di queſtc ,- che non i ſtann‘o bene eſſendo in:
Menzione ſola di Virgilio non peru-muta a‘ ſua notitia per lo bando
dellhiſtoria@ della Fama. Ne ſimilmente poſsiamo credere che i Salici
di Gia( opoda'nnazza. o,ne qualiper ſua lola inuentione ſurono tra:
ſOſÈY‘afl' certe nimplie ſia' miracolo da approuare in poeſia. Ne me
d'cfimum'snte poſsiamo credere clic il Carnione di Giro-amo Fracar
fica-amd quale vn-Îeácatoredel l'ago* di G'ardada Saturno ſu tr as:
ſhrm: tc- per ſua ſola inz-enuonc* ſia pure-_miracolo da approvare in
.po "5:. . lit è da ſaſ ere clic il [oz-ta nella vcrira o mi… fama dell'attiä
N .in n 3 tra**
m!í,& dell’attioní miracoloſc diuine principali non è rafl'omigliatoi
re,& per cOnſegucnte in quella parte non cpoeta li corna nOn e poet
ta quando ſcriue in verſo alcuna luſtoria , ſecondo che s’e Vedute di
ſopra,ma è bene raſſomigliatore nell'atrio… miraçolou* tliuinc dipen ,
denti rrouate da lui ,Cipe-r conſeguente epoeta in queſta parte ſi c0.
me anchora è raſſomigliatore nelle particolarita , ö: nc mezzi che
prende per riempicre 8: per rallargarei manca menti, ö( le [beam:
delle coſe porte ſommariamente dall‘lnſton'a o dalla fama li come
alti-el] e" pecca & ralſhmigliatore nell’acuoni vili o fieno trouare
ſommariamente & ſtrettamenth fieno crOuacc con ruttele ſue par:
ticolarita 6: largamentc,percioclie ll pet-ca di ſua inuennone :mona
l'amorii miracoloſe diuine dipendenti , & le particolari” dell’at
(ioni reali ,8c le cole generali & particolari dell' attioni Vili. Et.
quello ſuo crouamento , del quale parliamo non pertienc punto
a due primi capi pozü da Ariſtotele cio e‘ che le coſe li rallbmgliano
come erano,o ſono,o come ſi dicono , o paiono ma ſolamente pc”
tengono al :eno capo cio e che le coſe li aſſomigliano come dec:
no eſſcre Et quelìodouero li conſidera per riſpetto della COnfllfl-ì:
lione della ſauola , &accioclzela ſauola rieſca piu bella , & piu m‘ ua:
uiglioſa: Egli è vero,che per riempiere quello trouamento rall'cz
migliariuo o poetico ci conuiene per neceſsita ma acCeſſoriamei.
te prendere molte coſe , le quali caggiono ſoccoi due primi capi,
ù le quali il poeta non puo alterare , ma quelle non ſi ccnſm x
:mcccme raſſomighate ne toccano all'arte del poe:a principal
mente , ma ſono adoperare dal poeta quali gli ſono porte per ri:
empiere la forma imagxnata da lui del ſuo poema ſi come l'e-Jiſi `a:
tore d'vna caſa prende la calcina , i mattoni , ei ..gm da altre ar:
ti per Farc la caſa , & gli adopera quali gli ſono porti , 8: riem- .
piela ſhrma imaginara da lui della caſa1 & non è arnñcediCalcma,
dl mattoni ,& di legni , ma della ca ſa ſolamente , 8c percio chiamati
edzficatore , & non calciniere , o mattOnicre, o legiiaiuolo. Ma il
porca in quello è differente dell‘edificatore che non ſolamente tr'uo:
ua tutta la Fauola , cio c’ la forma , & la diſpoſitione , ma truoua'am
elzora alcune coſe da i-iempierequeſta forma & diſpoſitmne ne Pren
de alti-onde rotte le boſe riempientile , ſi come Fa l’edificarore che
prende tutta la materia per riempiere la ſOrma 8c la diſp olio one del:
caſa alti-onde. Et acaoclic ſappiamo quali coſe ſiamo tenuti a pre-n
dere come erano o ſono,o come ſi dicono o P3101!), 8: quali [30:31::
nio prendere come deono cſſcre cio è quali poſsiamo imaginarci’ co.
me &b
f .

. ’ , 32
mk debbono 'eſſere dobbiamo dire che ci ſono alcune coſe natur‘alig
perpetue come ſono,Mari, Monti,lſble.Fiumi&altre naturali,&quaſi i
perpetue come ſono certeiſole,che ſono ſtate ſommerſe dal mare ,8c
alcuni monti che ſono fiati inghiottiti dalla terra,&alcune naturali 8:
mutabili come alberi &animali,&pietre. Et ci ſono le’coſe accidentali
delle quali alcune ſono quaſi perpetue come ſono le citta,le religioni
6t alcune mutabili come ſono le caſe, le famiglie , l’attioni degli [tuo,
mini . Hora delle coſe accidentali,o quaſi perpetue,o murabili alcune
ſonoJe quali per hiſtoria o per fama ſono conſacrate all’eternita, ſi
come ſono anchora alcune delle naturali,che ſono quasi perpetua, o
a'nchora mobili , & perche ſono conſacrare all’eternita ſi deono re:v
utare eſſere perpetue 6c ſiamo tenuti a prenderle tali quali ciſono
porte dall’hiſtoria ,o dalla fama coſi come ſiamo tenuti a prendere
tali quali le perpetue ci ſono porte dalla natura,ne le poſsiamo alte:
vó~ì
u‘u
‘á
'fi’l‘ì
In...“
Ta". rare omutare &.ci dobbiamo guardare di non commettere in que,
ſte ſimili coſe errore quale commiſe Lodouico Aoriſto nelle reli:
gioni , il quale fa nel ſuo Orlando Furioſo che Ricciardetto di
religione Chriſliana da ad intendere a Fiordiſpina di religione
Machomettana d’ eſſcre fiato trasformato di ſemina in maſchio
da vna Fata in premio d’ hauerla liberata da vn laccio , al qua:.
le era fiato preſa da vn Fauno che viua laſi voleua mangiare,~
concioſia coſa che la religione Chriſtiana o la Machomettana non
riceua per credenza ne ſimili fate , ne ſimili Fauni , ne la pa:
gana pure ſimili Fate , o che iFauni ſi mangino donne o dee
viue , 0 morte. Senza che è poco veriſimile , che liuomo mor:
tale poſſa ſciogliere vn laccio teſo 8L fatto da vn dio , il qua.
'n’
‘A'
E.\.ÌL
"-L
le nOn poſla ſciorre ne liber-ar ſe ne vna Fata,che puo tramu-`
tare perſona di ſemina in maſchilo_ ll che è coſa tanto mira
coloſa , & di potenza ſopra humana. Egli è adunque vero,
che la' di pintura , 8c l’ altre arti ſormatrici d’imagini raſſomi:.
-gliano l’vna delle tre coſe , o la vera , o la non vera. Ma la
non vera ſi diuide inclue in quella che è famoſa, o paruente ,.
’ù
8c in quella , che e“conueneuole. Ma in quanto raſlbmiglianor.
-laîcoſa vera ſono ſimili all'lziſloria , 8c non alla poeſia. La;
”I
cui raſſomiglianza non puo llauer luogo nella verita, ne paris,
mente in quanto raſſomigliano coſa Famoſa, o paruente ſono ſimili
alla poeſiaPercioche la poeſia non raſſomiglia quelle coſe altramett
‘e, che ſi faccia le vere prendendole daltronde , 8: _non- prog,
ducendole dale-Etnulla monta che ſieno vere ononvcre ,q ppi
. . c ie
kefl'a non dim piu fatica” pie in rafl'ouig'rìare quefie
eoſifatte non -eie cheſt l‘acci- le vere. Ma nella terza coſa che c la
connette-*40a: puo cſſae alcuna ſima-Koei”: tra la pirati-a 6: la poeſia
ſe inzendiamo ian-1mm” quella raiſomiglunu u"d conueneuolepd.
la quale amenduneconmirono_ Perna”: ia pittura i': pogniamo
vola-,07:20 di ſanta vita quale dee c‘ÃLre, 8c non quiet-n o e,o altrui
che dourſiè eſſere , A’ la porta_ fa vm i:u0h,& aſſomiglia
ma atti onehumznapsn quie ſup c,o ii dice che è,o altris'imflgina
che ſtagna quakdec eſſere, Et e' da porre mente che qxila cola, la
qualke‘ :iaia poeſia la 6t Jaſmin-:pieno c ii ratÎomtglia:
”cominciai-matti…: homme i vlnmaneüa pitmra,&da non
iflimarc punto cio e que-lia che ſin-Ole domandare lu‘tloria appo i di:
pintorifit quelli di pinroadëe ſono connpeooj dei loro poco valo
re ſo :22030 ”tenere l ved-:ori con la '.'aglzcaa delihiitotia:ma a VC:
lena :iiſlnſOTl baſh il .iipirigeiebene 8: namralinentequeilo che ci.
pzngono 6: ritengono ll vetiitoreconi'am’ficio apparente anchor:
in un picciolo m.r.~.'…ro iolocom: in ma mano o tn m piedeLtqnel
la coſa ch: e riſi-.:tata dada paeſi; (io e Il aſſomigliare lacoſa vera.
o la Porta :iti-onde e‘ non lolamrnte non rifiutata dalla pittura , ma
commendata & Intl-"Olii alia :Lmofa , aliaparuente,& aila conueoe.
noie. Di che di ſopra n: rendeinmo la ragione. Ma perauentura non
ſarebbe
dell'ortoma.c ſe ci facceſsanoa
di queL'A credere
razìſiomighanh’ dice‘ di: quellidella
propria tre capi non s'inten
poeſia,& con la
quale ſi conſtituiice la fauola , 6: ſi aſſomiglia ma amone laumana
poſs Liie ad auenire ma cl’zes'intendeiiono della raſſomiglianza non
propria della poeſia ma accidentale, che confifle nel prendere Ze coſe
per ricmpierc la raſſomiglianza poetica, della quale di ſoy-ra habbia:
mo parlat0,le qieaîi li poſto-10 prendere ocome furono, p ſcoop
come fi dicono o paiono eſſe-rep come deono cflëneJ-:t che iiconee
da al poeta qu eflo pfliuìegio di prendere le coſe da riempie-re la ſua
raſſomighanza poetiea,& inſieme , ſcgii pare.” poterle trasformare
in quei” modo,che dourebbono eſſere Er queſio dico percioche nel
la terza varieta,tiie e‘ quella dd peecare ncil’ai te poeticao nell'alta
arti fi Parla deila raſſomigîiariza che propriamente-,8: principalmente
tocca al poet-1,8: in @la prima varieta della nllomiglianz.; che non
pei-tiene propriamenxcnc pnt-cipalnenre al poeta ſe non per :eci:
dente come ſi vaſta-Et c' da dire co-ne di tutto a qudta ſ rima varie
ta {aggiunga-anno due aki-i :aſili-no tlc quali Ariſton-ie doman!!
ill ?Weber-'altro Eros Tim-.cio c‘ a caſo ii ianomigliano 1c car: co m:
i’oiio
’ ' 3²5
ſono.& neu-t pittura ſign? queflo capo effernplificare nello sdcgm
del pittore che ittò la [puglia pergmſhre l’opera,& formò la ſchiu
ma conue edi-*lla .bocca del.cauallo,di cui dicemmo di ſopra, 8c
nella poefiaſi puo eflëmplificare nella Medea .di Seneca quando in:
duceildloro a direNenientarmis Secula ſeris,quibus Oceanus Vin
aula rerum laxet Se _ingens Pateat tellus, ’Tipliysque nouos Detegef
_.orbes necſit ,terris Vltima Tule,& a .caſo ſcopre lo ſcoprimento del
mondo _nu0uo come a punto e‘flato fatto all’eta nolìrapuero ſ1 raf
forni liano le coſe come ſicofiumauano prendendo argomento c'lie
eofi li coſtumaſiono dalcoſtume che foſſea noſtri di anchora in al: ‘
cun lu ogo,come ſe diceſsimo che la cappa la qualeſi domanda fatta
alla ſpagniuolafli che s’e‘ vſata gia ſono molti,anni,& s’vla anchora
irritaliaſofle {tata in vſanza =anchora appo iñ romani quando erano
alla guerra non eri-crebbe prendendone argomento dall ’vſanza no:
lira-Senza _chealtri _ſene potrebbe certiſieare perle flatue de ſoldati
con cofiñtte cappe effigiare nell’arco triomphalc di marmo di SCUE:
ro imperatore in Roma . ,rain P'ìÈai—ſmfl') ?très ,il m‘i ”irqoçal's’ÌJñ mihi
-…"ì-Ì`\L-È<n`-Vl\t>
:i: Mim ;en-(Mello e11 ſecondo capo da trouare le ſolutioni aU’op:
pofitioni ingiuſte fatte a poeti che contiene la varieta dellfignificare
della-fiuellafflercioche, gli. oppoſitori alcuna volta prendono quello
ſigmfieato della fauella,perlo quale naſca_ ſconucneuolezza,& come
ſe elſa ſauella non poteſſe hauere altro ſignificato oppongono-al ,poe
ta che liabbia ſallato,& non dimeno ſe ſi prende vn’altro ſignificato,
che ſimil-mente puo riceuere, ceflà ogni ſconueneuolezza _8t ogni ſal:v
lmBiſognaadunquedie a ſqluere lecoſe ſconueneuoli app oſte apoe
ti per quella via,clze nonſi poſſa intendere dicendoſi nv… J"íían'sMD
alè“ le non delle maniere delle parole, le quali liabbiano piu ſignifica:
tì,le quali Ariſtotele diuide in tre in lingue,… traslationi & in parole
paſsionate Percth` di neceſsita che ſpogniamo frodi-ra &'íèm'üm’) ).íëflt
‘g’in fla'r'[us&c.Cio è le coſe varie raſſomigliate ſi raccontano con ſa.
uella cio e‘con lingue &C.lu guiſa che ’Ein …queſto luogo c` dichiarati:
uo 6c riſtringe la ſauella generaleſolamente .alle maniere ſeguenti con
cioſia coſa che le ſolutioni non pofl'ano procedere dalla ſauella ſim:
plicementeöcin quantolnon lia ſe non -vn ſignificato. Conueniua
dunque raccogliere qui tutte lc maniere delle paroledi piu ſignifica:
ti,delle quali noi di `ſopra facemmomentionetöz Ariſtotele compren
dele ſotto tre ſolamente cio ſono le lingueJe-tizaslationi 8: le parole
aſsionate,& di ſotto v'aggiungera vn’altra maniera che ſara quella
delle
'4…- Parole' dUbbich
i ,quali ,di ſopra
' come dicemmo
O 0 0lì0dim enrico.,qui
ne
If*
r

iuîóòîe lî vede ſette rîcordóSíche ſono quattro maniere di parole


di figlìifìcatolvario. Et quello (fico-percioche ſaranno meſſeìfla conto
quattro maniere di ſolutione per riempíere il numero delle dodici
conflituito da lui perle coſedette inquefio mento. Hora è darſape
re che lingua in queſtoluo non è da prëdere per quella parola che
's’vſa apſaſſo üa gita-,la qua parola ſtadiuerſa-dicorpo o d’accidente
da quella d’üa altra gëte,ma ſrdee prëdere per quella parola# qua
le ſia confaceuole dicci-po &d’accidëti con quella d’vn altra- gente,
&habbia il ſignificato diuerſocome eſſo Anſtotele ne (lara l’eſſépio
in luuflsffihe appreſſo i Creteſi fignificaſolamëre bell-a di ſaccia,& ape
Preſſo li altripopoli. belra di pſona,&ſi comeappreſſoi Lombardi
Butta ignifica fanciullahoneſtaflappreſſoi toſcäi ſemina di mondo \
&dishoneſta .&ſi dee prendere anclmra per quella parola d’vna
gente medeſima,la qnale habbia piu ſignificad, mal’ño molto vſato
&l’altro-poco vſato comeAriſtotele ne clara l'eſsëpio in (qb-gap che
ſignifica communementepiu Pur-etto Meratíus, &aleum volta piu
toſto,& ficome appoi latini S cure cornmunemente ſignifica atten
dimento di bene, & alcuna vo ta attendimenro di mali. Et è di ne
ceſsita a riſtringerela voce AST-u poſta qui a quelle due maniere
di lingue ſolamente. Perdochc quellache e’vſa appreſſo üa gente dt
è diverſa d’accid’ente o di corpo (ſa quella d’vna altra gente ha ſola
mente vnfignificatozòz non liauendo le non vn ſignificato non puo
preſtare via :i pervenire alla ſolutione che è fondata in ſula varietà
de ſignifica-LH come anchorzè fondata l’opp‘ofirione'. Egli è veroſe
condo che diceme Ariſtotele par riconoſcere per linguañanchora
la traslatione ardita nominandolingua ema') poflo inluo d'îàlq
& perche ſignifica piu coſe potrebbe ſimile traslatione e `ere come
reſa ſotto il nome delle lingue nominate qui da Ariſtocele. Ma per:
che ſono da lui quì nominate anchora le traslationi , & eſſaè ve;
tamente traslatione dee eſſere compreſa ſotto il nomedelle tras
lationi. Hora ſe Ariſtotele haueffi: riconoſciute le parole , che
mi di ſopra nominammo Peregrimte ragionevolmente orreb:
bc intendere ſotto il nome di lingue anchora di queſte , e quali
hanno piu ſignificati , delle quali poiche di ſopra , &nella riſpo
íla fatta da noi ad Annibale Caro habbiamo* a ſufficienza parla:
'to altro qui non diremo. Per lingue adunque intende di due manie:
re di parole ſolamente ,-85 potrebbe ancllora intendere della tras
laxione ardita , &delle parole peregrinate che ſarebbono quattro.
”ù amyoxaîs. Tutte le traslacio’ni di neceſsica ì conuengono ha??e
32.6
due ſigdlfiCífl,0 fieno fatte per traſportamento di fignificato dal ge:
nere alla ſpetie o dalla ſpetie al genere,o dalla ſpetie alla ſpetie , o da‘
unaeola particolare ad vn'altra particolare ſecondo proportiozxe
delle quali Ariſtotele parlò diſopra,&perche ltänodue ſignificati poſ _
ſeno preſtare cagione all’op onente con l'vno di riprendere alcuna
volta ilpoeta di ſc0nueneu ma , 8t al difenſore con l’altro di ſolu:
tiene li .come egli poco appreſſo ne dara molti eſſempi. al mm ml”~
e:: alta': dmNaſconoancltoravarieta di ſignificati per paſsionidelle pa
role l'üo de quali ſignificati patra .produrre ſconueneuolezza, & l’al:
tro ſolutione.Horaeſſemplifid1era le paſsioni nell’acci-to,&nel püto_
Percioche vna parola accëtata ad vn modo come erírw ſignifica
Dlamo,&á"llla’mp ſignifica Dare. Et medefimamente il püto poſto in
vn luogo del parlare potra fare riuſcire vn ſentimëto ſconueneuole,
&poſto ln vn’altro potra fare riuſcire vn lèntimëto ragioneu ole.H0
ra della varieta de ſentimën' riuſcenti per lo porre il punto piu in vn
luogo chein ño altro del parlareAriltotele ci moſtrera alcño eſſépio
ih certi verſid’Empedocle,ma nc ſono tutto pienoin tutti ilibri di cia
ſeuna lin ua,&ſpetialmëte è aſſai famoſo ’quello raccontato da Gio:
nanni V ano nel libro ſettimo al capo trèteſrmo terzo della ſua Cro
naca,nel quale per noncſière fatto il pñto doue ſi doueua meſſerl’ro
uenzano Saluani ſignore 8t guidatore dell’lioſte de Saneſi ſu preſo,
&tagliatogli il capo &per rutto il campo portato fitto ſuſo vna lia:
lla dilancia,&s’adiempie bene la proſetia,&la riuclatione alui fattadal
diauolo cio è che il detto meſſer Pronenzano con ſuoi incantatnenti
hauea fatto ſtringere il dimom’o per ſapere a clte,&come capitercbbe
nella detta bolle-,il quale mendacemente riſpoſe,& diſse.Andrai,com
batterai,vincerai no ſarai preſo ,8t la tua tetta ſara la piu alta del cam
po.Onde egli credendo liauer la vittoria per quelle parole,&creden
do rimanere ſignore ſopra tutti &gui la’mpreſa.Ma non ſece pñto al
la ſallace oue diſſe,Vincerai non ſarai preſo &C.Hora è da ſapere che
ci ſono delle aſsioni delle parole , le quali non ſi ſegnano COHlſCſll':
tura,& di quelie che {i ſegnano con iſcrittura, o almeno ſi poſſono ſe:
gnareſhz l’vne &l'altre poſſono produrre varieta di ſignificati-Opel:
le clie non ſi ſegnano con iſcrittura perla maggior parte ſono quelle
ehe ſuróo’ chiamate daAriſtOtt‘lc di ſopradxíaua alçmscome Zar; puo
riceuere la figura del parlante in modo pregatin o in modo corni:
datiu0,& puo ſignificare che ſi prie a che tu canti, & puo ſignificare
che ſi comanda che tu tanti.Ma il econdo ſignifica to nel primo ver
ſo d'Homero .un-[i EMMA e‘ ſconueneuole , ,Be diede cagione a
` ` O o o o a’ Pro
ñ

Protago'ra di riprende’rne Homero , e"l-ſtcondo &commit-ole- l’à


diſsi perla maggior parte percioclie alcune ſono le qualiſi poſſono
ſcriuere come e la figura del parlante in modo domandatiuo coſts-&
la figura del parlante in modo cliiamatiuo coſi {iConcioſia coſa
che c0ncorrendo in ſimilitudine il caſo domandato cliiamatiuo col
caſo domandato.nominatiuo-perlo piu , ſix (lato trouatocoſiſatto
ſegno of.pcr ceſſare alcuna ſconueneuoleuache poteua talhora na:.
ſcere ſe foſſe fiato preſoil caſo nominativo ’in luogo del cliiamatiuo.
ſi come ſu ſdſo-Amore come ſe foſſe primo` caſo da Pietro Bebo-in ql;
li verſi. del PetrarcaNe credo gia‘ ch’Amore in Cipro liaueſsi, O inn
altrariua ſi ſoaui nidi-.Et perciO'giudicò che e` lihaueſſedetto Haueſ.
ſi in luogo d’HAueſſe fuori d’ogni` regola-6c icentioſamente-La do:
ue ſe ſopra Amore foſſe fiato ſegnato il ſegno cliiamatiuo ſeconda'
che ſi doueua ſegnare ne verſì.Ne credo 'a ch’AmoreinCiprohaueſ
fi O in altra riua ſiſoaui nidi,,non liaureb edetto che coſi módo poe
ta liaueſſe detto Haneſsi inluOgo d’Haueſſe ñiori- d’ogni regola, &‘
licentio‘ſamente; Wella paſsnoni- le quali. ſi- ſegnano, o almeno ſi.
poſſono ſegnare ſono. come. l’accento, chequando è aguto ſi ſegna
coſi ›- quando è grane ſióſegna'coſi. v quando-è pie ato coſi. ", &
come èloſpirito che quando è magro ſiſegna- coſi. & quando è
raſſ'o ſi ſegna coſi ‘ & comeèla (Fantin temporale che quando è
'uuga ſi ſegna coſi. ñ" 8: quandoc rieue‘ ſnſegna'coſnw &come ò'
ladiilintione: cheſuole* ſecondo alcuni: riceuere quattro-ſegniícoſi:
, 5- :-.& come‘ è la cliſſolutione'che ſiñſegna coſi . .& come il congiu::
gnimento che ſi ſuole ſottoporre alle. parole congiunte coſi -n-,Ct
ſè altre ci ſono di coſi ſa tte. Et di queſte paſsioni intende qui'Ariſlote:
lezperle quali‘puornaſcere. varietadié ſignificati', li quali poſſono dar
materia da fare oppoſitiom 8t‘ ſol'utioni; Hora altre parole anchora'
oiſono le qualì’poſlbnomrodurre varieta di ſignificati ord’e ſi poſſo
no› formare oppoſitioni &.ſolUtioni’, ma laîpredetta’varieta non ſi.
riconoſce ne per díuei'ſita di ſignificati che ſia inîdiuerſelingue', ne?
- per traſportamento di ſignificato-,che ſi-facciaz da enere a ſpecie , o'
da ſpecie a genere o da ſpecie a ſpetie- Oda-partito are. a; particolare‘
per proportione opel-la diuerſira (lellepaſsioniſegnate o nonìſegna
te,ma ſi riconoſce o dalla forza naturale delle parole-ſhe da ſe ſono
atce a iiguiſicarepiu coſe,& queſic propriamente ſichiam‘anoparole
dubbie,& lì riconoſce dallÎac-cidëte pogniamoîche liab’biío alcüicaſi
tra ſe ſimili o ſimili c6 altre parole-,o concaſ‘id'al'tre parole@` clie ſ'oo
oi dinate &poſle in modo nel parlare the poſsóo ſignificare piucoſíi.
x E( i
z .
E: di quem varie” di-fignificati ;bed è‘portl da *cofiſattepazroze
non parlazqui Aziſtotçle ma di;_ſotto_.ponſe le dunciiticliera. HDi-ip
fi Tüfa7üífllliìdÎ-Î.NOP ci laſcxamo indurrefl din: che le Paſsion‘i del;
la fauella,delle quali parla q'ui Ariflotel'e ſieno concedo-te per pr‘iùile‘é
gio a poeti ,Grnegate a' proſa tori,percioche ſono non meno concedo
te a proſatoá che a poeti,ma intende delle lingue & ch’vſopiu-ſpcfí
ſo delle tra slationi. Le qUaii lingue“ 8c traslationi ſono concedugëçg
poeti. L’vne delle quali cio ſemo le lingueſono negate c0mmuncnì`eç
te a proſatori & l’airre,cio ſono ie .erasiationi ſono negate o coſi ar;
dite o coſi ſpeſſo a roſatori. arçìs 5700,70” dvx-i oòmi 5,051” îsi -flîs am…,
ma@ flîs mmmísſivä 2;…: 1270”: ”ù UlllTlKIÎS.~WCſt0è il terzo capo che
contiene la» variera dei peccato ,ñ perla qual varicta s'hanno freſa#
Iurioni‘.Percioche non? ogni peccato che commette_ il poera- poſto
di: manifeflamente ſia peccato non' è dai attribuire per peccato non‘
iſcuſeuole al poeta. Et prima non gliv è da attribuire a peccato” non
iſcuíeuoic qudlop‘t cca to , che ſ1- commette in altra árte che: nella ,ſan
. eio' è in poeſia’, &: appreſſo non` glie attribuito nello che ſi² comé.
mette per. accidents ,. & vltimam‘ente non gli attribuito quella
' che ſi commette nella {lc-{Ta arte di‘ poeſia non per accidente quando
non ſi diffrugge il fine della poeſia, ma_— fi flabiliſce.3i che le ſolutioni—
che procedono delle cinque vie dei primo capo,& dalle quattro‘ del
ſecondo hanno la l'oro‘ eflènza nella negarione‘ che ſi fia commeſſcj*
ccat0,& ſi difende quello che s’è co…:flb‘ come ben fatto’.&~lici,ñ’
to: Et ſe ſolutioniclic procedono` dalle tre vie di queflo‘ capo‘ non?
liann‘o ſa loro eſſenza` nella‘ negatione che ſi fia‘ commeſſo'peccato,`,~
anziſi conſcſſa ches’è con-.meſſo peccato , mahmnol’éſſcnza loro"
nel traſpOrram'entop nella' fortuna‘ ,. o‘ nella comperationcfigl [ras-ff
portamento moſh‘andofi che ii peccato pertiege ad altra arte",- che'
alla, poetica'meiia fortuna moſtrandofi che ilche
peccato è cOmmeſſopcx‘:
ic'ci‘d‘entemeila comperatione moſtrandofi è- menom‘ale l’haneiîì
commeſſo-ſimile peccato che non l’hauere commeſſo poiclie l'haùei'
Io commeſſo‘ opera che la]` poeſia ottenga il ſuo fine,il quale al'tramen
te non' offers-Ebbe» Hora ſono fiati molti’ nc; tcmpi'paſsati & ſono*
mol'ri'anrlio‘ra n'c tempi preſenti forniçi‘dimolte Ierc‘ere,& chiìa‘ri per'
ſame-,li quali portano opinione che il Foefa debba’eflèrc'otcimam’eq
te inſegnato di rum: [vicinanze-,St di (Uffa l’arti,& che ſenz'àpíena- c'o:
noſcenza d'eſse egli non poſſa eſſex-c' veramente( poetas- Dal' parere‘
de quali'Ariſt'otelc quanto’ poſsiamo‘ ritrarre d'alle- parole ſcritte qui
lalui; èmolto lontano,pcrcioclxe ſe egli vuole che altra ſia la dirin uſa
’ ’ O00o z della*
‘ - I
. -

della peetica &altra la dirittura di ciaſìuna alti-'a arte,&appreſl`o vuci


le che altro ſia il torto e’l peccato della poetieaötaltro il tono e’l pee
cato di ciaſcuna altra arte,&:clie perdo la poetica debba andare impu_
nita dc peccati commeſsi nell’al tre arti' ſeguita che egli credeſſe chela
poeſia poſſa eſſere lodeuoleötperſetta ſenza la notitia iſquiſita o iclio
ramezzana delle ſcienze o dell’arti. ari: 5 nv‘msiix i a… kia'… ;el nî:
iui-mis ”ù ri‘: minuíi.Adunque é la dirittura della poetica altra, &al
Me la dirittura della cittadinanza, Et pare dieAn'ſtotele conqueRe
arole intendeſſe di pugnere col0r0,clie ſi dauano ad intendere che
E poteſſe imparare la dottrina del reggimento delle citta nella poeſia
de quali ſe ben miricorda fi beffa Socrate nell’lone appreſſo _Pi-*ito:
ne.Horala dirittura del reggimëtodelle citta conſiſte in rimuouereda
loro il nOçumento di fu0ri,e’l nocumëto dëtro,&inſare che i cittadi
ni habbiío di fuori pace &dëtro concordia con tutte le coſe neceſſà:
rie alla vita lieta,coſtumata,&lioöreuole. Ma ladirittura della poetica
tonſiſtc in raſſomigliare con parole liarmonizzate ſia attione liumía
E: sibile ad auenire diletteuole perla nOuita dell’accidëte.Anchora il
e del reggimëto della citta è diuerſo dal fine della poetica. Perdo
clie il fine del reggimëto della citta rilguarda al viuere concordeuole
inſieme per maggiore a ioötvtíle de corpo &dell’animo,e’l fine del:
la oetica riguarda il di etto fimplice,&la ricreatione degli aſcoltati:
tiäon niego percio Clic la poetica non ſia arte , clic ſia ſottordinata
al re imëto publico della citta come ad arte principale,alla’quale ne
ſono ottordinate inſieme con la poetica molte altre-.Poiche altra èla
dirittura dell’arte cittadineſèa , 8t altra la dirittura della p0etica,
&poiche la dirittura di niiia altra arte non è (ì la della poetica è aſſai
coſa ragioneuole che il peccato commeſſo nella dirittura dell’arte cie.
ta dineſca o d’alcüa dell’ala-e arti non ſi debba imputare alla poetica
ſi come dall’altra parte non ſi dourebbe il peccato commeſſo nella di
_rittura della poetica imputare ad alcüa dell’altre ani-Mi non dimëo
in quíto l’arte poetica è ſottordinata all’arte del reggimëco cittadine
ſ`co,&è ado erata da leii peccati della poetica s’imputío al predetto
i'cggimëto. aonde imagiſtrati publisi della citta ſi prëdono curaclie
non ſi rappresëtino tragedie o comediepnon ſi recitino epopee, le
quali non ſolamëfe per islioneſta o per altro poſſano cori-omperei
ſanti &ſèueri coſiumi,o ſieno ingiurioſe m i nOn liabbiano äcliOracÌlla
dirittura dell'arte poetica,clie loro ſi conuiëe per ottenere il ,ppoſto
fine.Et quaſi come non poco appertëga alla citradinäza clic (liſa arte
di odia ſia ben fatta. 6c conueneuolmëte eſſercitata ſono propoſiſ
pu lici premiſiçu'toli di' grícifhonorç a biiOn poeti, Et quindi‘ſono
intro
introdotte le corone della Laurea, le quali con 2.8
í ſolënîta ne tezmpi
moderni ſogliöo dare ;l’ImperatOrifl papi ad 5:1] poeta in reſtimo
niíza d’liauere eſſercirata l’arte ſua dirittaméte.Perche non dee Pare
re coſa non ragioneuole ne ltría ſe ipeccati commeſsi in qll-.- coſe o
arti,o ſciëze,séza le quali la poetica non puo ſormare,ne forma la fa.
uola.&non ſi puo ſare o non ſi ſa vdire 0 vedere deono ſtcondo che
io giudico eſſere attribuiti al poeta,&egli a grí ragionene puo eſſere
bialìma to,n0n oſtíte che vcramëre non ſi poſſano nominare pecca:
ti principali dell’arte ſua,poiche pure ſono peccati pertenëti a (illa ſe
condariamëte.Et percliei peccati commeſsi inſimili coſe o arti o ſci:
enze non fi deono reputare vgualmëte biaſuneuolçötalcüi perauentu
ra per alcüi riſpetti ſono degni di perdono, percioche quíto le coſe,
o l’arti,o le ſciéze ſono piu ageuoli ab liauernc noritia,&piu nel com:
mune vſo,&ſapure dalla gente groſſa tito l’errore è piu graue,&quí
to le coſe o l’arti,o le ſciëze ſono piu lontäe dall’eſperiëza degli liuo
mini,&piu n’è oſcura la conoſci-221,8: mëo ne ſono le ëti capaci,tana
to l’errore èpiu leggiereJara bene che facciamo fia diñintione di cin'
que maniere ſottopofle alla poetica in ciaſcüadelle quali puo ſeconda
riamëte peccare ilpoeta bëche in íia mëo &in vn altra piu La prima
maniera che noi ſottomettiamo alla poetica ſono (ille coſe del mon
do,diclie ciaſcüo huomo idiora è capace,&le quali ſe altri non inrëde
t‘: detto ſentire dello lciemo,&non hauere ſenſo commune. Er come
che ſi poſſano dare molti eſsëpi,ne quali alcüi autori häno peccato ci
baſtera didarne ño ſolo nelle nouelle di Giovanni Boccaccio. Dice
Dioneo appolui in quel libro. Di ſpetial gratia vi cliieggio vndonojl
quale voglio che mi fia conſei mato infino a täro che la noſtra
compa nia durera il quale è quello , che io a queſta legge non
fia co retto di douere dire nouella ſecondo la propoſtaſ data
ſe io non vorro,ma qual piu di dire mi piacera, &accioche alcun non
creda-,clieio quella gratía voglia ſi come huomo che delle nouelle
‘nonhabbia alla mani in fin da hora ſon contento d’eſſere ſempre
l’vltimo che ragioni. Et moſtra in quelle vltime parole di non
ſapere quello , che ſa ogn’ huomo rozzo , & per conſeguente
di non hauere lenſo commune poiche non s’auede che l'eſſere vlri:
mo a ragionarep l’eſſere il primo non fa fede niuna che altri habbia
o non liabbia delle noudle alle mani,quando non è coſtretto* alla leg:
e di douere dire nouella ſecondo la propoſta data ,concioſia colà
chela nouclla che èquri della propoſta data non poſſa eſſere pri
ma detta da niuno uantunque fofl’ci‘o milleli quali nouellaſſeroyri:
ma,percioche n0ue ädo eſsi dëtro della ,ppoſta data baſta che colllui
‘' c e
I: a ,

.die novelli fiiori n‘habbia ina' [bla cla-’dire- quando a lui'irîene la vd


tallon perche la materia della vqual parliamo è vie piu che maniſie:
(la ad ogni maniera di per one qualunque picciolo errore ſi commet
ta in eſſa dee eſſere eſtimato grandiſsimoLa ſeconda materia,la qua:
le vogliamo che ſia ſottopoſta alla poetica ſaranno quelle arti,ſenza
le quali la poetica non -puo conſiſtere ne compare”.- al.coſpetto,& in
udienza degli huomini ,quali ſono la grammatica# l’arte del verſilia
care. Et perche `la grammatica .delle lingue che uiuono nelle bocche
'degli huomini {naturale a _tutti coloro che le parlano,gli errori com
meſsi in eſſa danno aſſai da ridere,fi come quelli li quali altri non cre:
derebbe o _douerſì opoterſi commettere. Et di queſta maniera e quel
lo di Lodouico Arioſto, quando diſſc nel ſuo Orlando Furio_ſo.O`ue
_Ra ſentenza in perſi liauefa ridoxta. ,Clic foſſe _culta in ſuo linguaggio
io penſo. Etera ne là noſtta- tale il ſenſo-Percioclie L 'e lanoſtra non
non s’accOrda in ſeſſo con Linguaggio, &per conſeguente s'è pec
líato'in grammatica. ll qual peccato nel predetto luogo e‘piu toſto
ecca to di dimenticanza dell’Arioſtofli'e d'ignoranza di grin-anca.
llqualeliauendo prima ſcritti queſti verſi coſi.Qucſta ſentenza in ver
ſiliauea ridotta Che foſſe culta in ñ la ſua lingua io penſo Et era nela
’noſtra tale il ſenſo. E_t poi parendogli che lNLA foſſe poco vſato nel
vul' are gentile 8t oflendend’oſene mutò quel ‘verſo, 6t ſi dimentico
[eli’e'gliconueniua mutare l’altro poi percagionedel ſeſſo. Alcuni di
co’no che fi potrebbe anchorardare ~lñeſſempio dell’errore'commeſſo
in quella partedi grammatica,è che ſi domanda trim-Zu ne primi verſi
di Lucano-Bella per Ematliios plusquam ciuilia campos. iusque da:
tum ſceleri ca nimus. ’Percioclie ſeaondo ,il naturale ordine di gram
matica ſi dee dire Canimus ‘. er'_Emathios campo-s bella pluſquam ci:
nilia inguiſa clicconiterra c e intendiamo che Lucano andaſſe can
tando er le contrade di Tlieſſaglia le guerre piu che cittadines che,
8c non che dimoraſſe in Roma quando le ſcriueua in verfi. Ma perche
- ſimile errore fu fatto prima da Ouidio,il quale nel duodecímo libro
delle trasſbrmatio’ni diſlèflçc inter Lapitlias , &ſemihomines Cen
tauros PrçÎia T-lepolemus Pylío refizrente dolorem Prçteriti Alcidç
tacito non pertulit ore, pare che gli ſi poſſaperdonare poiche non
È'ſatto ſenza effimpio-Concioſia’ coſa che paia Ouidio dire ſecondo
~ ’che richiede-l’ordine naturale di grammatica che Neſtore eflendo
tra i Lapitlii’e‘i
dire,clie NelìoreCentauri raccontaſſe
eſſendo nell’lioſte .queſtachebattaglie
de greci volendo
era ſopra egli
Troia raſic:
_conto queſte battaglie auenutc trai Lapitlii e’i CentauriL'eſſempia
' ' - dealer:
19
dell’errore commeſſo nell’arte del verſificare ſe il daremo pognizmo l
ne. la lingua vulgare puo dimoſtrax li per piu viecome perche in quel:
la meat-lima canzone o in quel medclimo capitolo e reiterata la rima_
ſi come e‘ reiterata appo il Perraxca nella canzone della Vergine _ 8c
nel capitolo dea Calma. Et come perclieè reiterata la voce della ſia
ma,ſi come ſai ebbe Torna appoDáte in que verſi.Ne pero qui ſi pen
te,ma ſi title Non della colpa che amente non torna. Ma del valor
ch'ordinò & PI ouide- CL… li rimira nel’arte ch’adorna C0n tanto alè‘
ſetto 8t diſcerneſi il bene. Perche al mondo di ſu quel di giu torna,ſe
sileggefl'e 'i 0rna la ſccOnda vmta come e ſcritto & inteſe commune"
menu-,ma cda leggere T 'orna Te ornat,Et come perche ſi fa vna vo
ec di meno ſillabe che non dourebbe ellere come le altri ficeſſe Fia:
te di due ſillabe lolamente ſecondo `die hanno fatto alcuni poeti mo:
demi inSannati ſerauentu ra. dall 'eſſefflpi'o d'vn verſo di Dante, nel .y
quale Fiatee‘ di due ſillabe ltando clio lcritto ,_come,Al ſuo ,Leon _cin
que cento cinjquantaEt trenta fiate venne quello foco .A rinfiammar
lì ſotto la ſua pianta,ma il verlo è corrotto , & deeſi leggere coli Et
tre fiate venne quellofoco ſecondo che altroue n’liabbiamo renduta
[a‘ragione.Ne _(lll’o altre vie,per le quali ſi puo `commettere errore in '
queſta arte del vçrl‘eggiare nel noſtro volgare liauendole _io .iimoſtra
cc pienamente nella giunta‘ſatta al ſecondo libro della lin ua vulgai
re di meſſer ~Pietro bembo. La terza ~materia ,ſoggetta al a poetica,
nella quale li puo commettere errore clic non par'e potere accattare
perdono s’e’ llnlloria# chiamo lnſtoria non pure la vera,o la ſcritta
ma anclzora la ‘fauolola o ſia , o non ſia ricevuta per vera,o la vera 0
'la ſal-010m lia _o non _lia paſſata in i-.crittura- Commette errore in lil:
floria Dante quando dice introducendo Virgilio aparlare. Nacqui _
ſub lulio anchor clxe ſolle tardch‘l’docllc‘ Vii gilio nacque molto pri
ma che Giulio C‘elaie _liaucſſe occupata la liberta del commune di
Roma ne nacque lOth il conſolato di `Giulio Ceſare per lo quale in:
-—-~‘_‘~v—g—-zu—.'-
certo modo ſi porellono ltillenere, 81 Verificate quelle parole Nac a
qui ſub luliu. Comment ,errore in liiſtoria Virgilio-facendo viuere,&_
concorrere in un temi-_o _medeſimo .Enea 8t done ſecondo che
molti hanno notato'. `Laomle il Petrarca medeſimo ,,auetlutolene
non ſi potecontenerecliehaventh prima detto Et veggío ad vn lac
ciuol Giunone í_& Dido ~Ch'atror ] io `dell-"uo ſpoſoa morte ſÎinſe
Non quel allinea com'è publico 'gi idnlnon lipdlcíclli': poi in quel mer’
deſimo ca jtolo.Poi vidi na lc donne ſeregrine. QLella , che perla
ſuo diletto .6t fido 83:0;0 lio” per Ei.” \ Olic ire ai fine. Taccia ll vul:
Pp pp go igm:
ñ`

'go ignarítc ío díc0,Dído,Cuílludío d'lzonefiare'a morte @ha: N52‘


väo amor com è publico grido." qual grido ſparto dal valgo,inlui,.p;
cedette da verſi diVirgilio.’Et e da notare che l’errore che ficommet
te in hiſtoria puo eſſere di due maniere. ‘Percioclze o l’errore è come—
meſſo dal poeta credendo egli di dire la verita comeperamëtura ”Sql--è
lo che dicemmo eſſere commçſſo daDante nel tëpo del naſcimëto di’
Virgilio ſotto Giulio Ceſare,o l’errOre è commeſſo dal poeta rape-n
do egli (ll dire la bugia come è qÈellophe fu cómeſſo da Virgilio nel
concorſo del tëpo d’Enea,&di idone,De quali il ſecondo a rne pa:
re piu graue errore conciofiacoìſa che ſi'poſſa quaſi domídare errore
dell’arte poetica,la quale nó dee ne poofalſificare l’ltiſtmia ſi `tgaltro
ſi perche la’nuentione del pacca ſia verífimile &per poco reputatave
ra preſentando quello che fi ſa eſhr vero come apumo ſta Laquarta'
materia che ſi ſottopone alla poetica ſaríno le artiJna nun tÌlle arti
delle quali habbiamo parlato di ſopra,&ſenza le quali la poetica non'
uo conſiſtere,ma cìle arti,le quali ſono lontäe &ſeperate dalla poeti
ca,&non ſl meſtolano con lei ſe‘ non per accidente &in-paſſandoqua
li'ſono
d’errorela commeſſo
medicina l’aſtrolo ia &ſimiliEt
in aſtrolg0gia poſsiamo dare
nel Petrarcajlquale l’eſſempío
volendoci ad.—
tſitare il di ſeſto d'Aprile dice. Nel tempoche rinuoua imiei ſoſpiri
Perla dolce memoria di quel iorno che ſu principioa ſi lüghi marti
ri Scaldaua il ſol gia l'üo &l’aſtro corn‘o DelTauroPercioclie il ſole
nö è Strato nc Etra inTauroadi ſei d’Aprile.Et volëdoci ſignificare i]
principio della prima vera cio è la Ragione delle tartuſole dice. Wan
do il piíeta che diſtingue l'horeAd albergarcolTauro ſi ritornaCadc
virtu dale'nfiämate coma,cl1evel’te il mondo di nouel colore Et non -
pur @Lche s'aprea noi di ſuore Le riue ei colli difioretti adorna, Ma
dëtro doue ia mainnn s'a giornaGrauido ſadi ſe il terreflrolmmo
re.Onde tal utto,&ſunile 1c0lga.Perciochcla flagióe delle tartufo:
le ein ſu il ricipio della primavera,&nó nel mezzo over-ſo la fine qui
do il ſole Etrato in tauro.Ma ſorſe egli ſi diede a-d incidere che Vir;
gilio voleſſe ſignificareil pricipio della prima vera cóquc verſi del pri
mo libro dell’agricoltura.Tüc te quoq; medica putres Accipiät ſulci
&milio venir inua curaCädidusauratis aperit cñ corníb.annüTaurus
&aduerſo ceclës canis occidit altro 8: lo ſeguitò nö aueggemloſi che
Viroilio nö volle ſignificare il principio. Ùora cìflo difetto cömeſſo
dal Petrarca in aſtrologia almio parere è doppio pcioche nö ſolamë
te è difettopclie nó mo-llra di ſapere a qual tëpo étri il ſole in tauro.
Il che è diſetroffiprio &prenE-re all’arte dell’aſtrologia,8tp- cólègucm
gccídc'tala
i della poeſia,ma5c110ra ſi puo dire che ſia difetto pertencn
,pprio 8(
33°
p'ertenëte alla oeſta in quíto il poeta nö dee meſcolare le cole d’a
flrologia od’a tra arte lotía dalla capacita del vulgo ne ſuoi oemí
aëza neceſsita.Laóde ſl vede che Homero nö dimoſtra mai nell Iliad*
onell' Odiſſea il ti-po dell'äno o del di p naſciméto opcadimëtodi ſtel
' le nó conoſciute dalvulgo li come altreſi nö feceVirgilio nell’Eneidà.
Dall’eísépio de quali ſi ſono ſcoſtati con poca lode Ouidio alcüavol
ta,&Lucä.o benetìzeſſo, & piu ſpeſſo d’ogni altro poetaDalnte nella
_ flxa comedia rèdèdo la maſsimamëte pcìſta via difficile ad`.intëderedlc
méo piacëte agli huomini idioti,pgl| quali principalmëte ſifáno i poe
miLa quinta &vltima materia ſono alcäc ſciéze,o íchora la notitia
d’alcñe coſe n.a`tu_rali,nelle .quali ſe altri ptëde errore dec eſſere ſcuſa
ſato Perciochecìlle ſcií'ze p eſſere molto ſottili &malageuoli &cÌſte c0
ſenaturali pla lótaníza del paeſe,dpue ſono o naſcono g non eflèrci
molto famigliari &conokiutgnó háno sépre luogo ne poemi c'ó (illa
luce di verita che duet-rebbe. ,Si come pare che debba eſſere ſcuſato
Static che diſſeAchille eſſere ſtato nutrito di midolle d'oſſa di lioni.
ll che dopo lui diſſe ächoraHet-mogée ne li eſlëtcitamëti ritorici,non
eſsëdo vero che l’oſſa dellione ſecondo c xe teſtimoniaAz-iſtotele hab
ñ biano midan o tito poca che ſi puo dir che non l’habbiano. llqua.
le ettore ſu ſeguito ächpra da Lodouico Arioflo ina {ſegnare ll _nu tri:
tri-to di ſimili‘midolle ,al ſuoRuggiero.Et ſi come ,deöo eſſere ſcuſati
coloro _clic gia non credeuà'o che ſoſſono gli ätipodificome ſu ian:
t'Agoſtino,o ne dubitauío come ilPetrilrca quädo dim-.Nek ſta ion
che il ciel rapido inclina Verſo occidente & che il di noſtro vo a A
Scu-,che di la ſorſe l’aſpetta concíoſia coſa che nel tëpo presëte per
lo ritrouamento drl mondo nuouo ſia rimoſſà via ogni dubitatione.
Gli errori adunqueliquali ſ1 commettono in queſte cinque maniere
di materie non ſono propri dell’arte peetica , ma non ſono pei-cio
tu tti, degni di ſcuſa,ma gli erro|~i,li quali ſl commettono nell’arte del
la poetica,&non ſono degni di ſcuſa fi poſſono commettere in cmq;
modi oin eleggere materia non poetica, ſecondo che fanno coloro,
liquali trattano le ſcienze,o l’arti,o l'liillorie in verſi,o puſtoche eleg
gio materia poetica non formano la fauola come ſi dec-,il che ſi ſa o
in ſoprapomi coſa ſuperflua,oin priuarla di coſa biſo neuole oin tra
[portar le parti dal ſuo luogo cöueneuole 0 in introci‘urui coſa noci;
”allora `gia s'è eſsëplificato comeVirgilio ſoprapoſe alla fauola ſua
coſa ſupcrflua ſopra pone-”doni la n asſprmationedella figurad’Amo
re in quella d'Aſcanio 8( ſimilmente la trasſOrmatione dell’arma”
d’Enea in nimplìe;Et_s'e` eſsëplificato come la priuò di coſa biſogne
nale quando fa die Didone dum-n‘ tica taſi delle donne ‘che
PppP e erano
erano in ſu la ſpiaggia d‘Africa non le'nuita nella eitta,ne prouede
lOro ne d’albergo'ne d'altro.Et ſi porrebbe eſſemplificare il traspor
tamento delle parti dal ſuo luogo conueneuule nella narratione di:
ſteſa clie fa Virgilio nella diſceſa di M:rcurio dirtelo a Cartagine nel
libro quarto dell'Eneida doue-mio eſſere nel prima libro dell Eneiz
da,& nella narratione riflretta della diſceſa di Mercurio di cielo a
Cartagin:,clie enel libi o primo douédo eſſere nel quarto. Pertini. lie
conueniua molto piu che ſi ſoſle narrato diſleſamente la prima duce
ſa di cielo a Cartagine che la ſeconda.Et ſi pori ebbe eſſetnplitirure
lo’ntioducimento di coſa nociua nelle Troiadi d’Exuiride, quando
egli introduce Menelao liauer diliberato .id inflanza tlc-Le donne tro:
iane di volerF-ir morir per giuſlitia Helen-1.11 che iciema la c- impaísio
ne in parte che naſceua ne veditori della miſeria delle donne [I oiane
quando ſi d0ueua cercare d’accreſcerla Si potrebbe anchom eſſems
plificare nel ſoldato vanagIOrioſo di Plauto doue egli fa che il ſold:
to trouato tollazzarſi con vna honoreuo‘le cittadina ſi come egli ere
deua,la quale era ſemina viliſsima, dopo l’eſſere ſtato battuto,& l’ita
nci- pagata certa quantita di denari per non eſſere caſlrato e‘laſciato
*nd-tre con quella credenza d’liauer goduto di donna che il vale-[ſe,
antunque ſuentura l’liaueſſe colto.” che non gli laſcia [Entire ne il
3:10” delle battiturefle il danno de denari,ne la beffa ha il ſuo de:
bito fine Non Fece coſi Giouanni Boccaccio nella nouella dello’m:
pronto propoſto di Fieſole-,a cui dandoſi eglrd’intendere d'eſſere
in letto con l’amata vedOua , Fu Fatto vedere con quale ſemina gia
ceſſe cio è can la Ciutazza.H ora ſi commette eri ore in arte poetica
non purequando ſi pecca nella ſauola per vn de cinque modi ſopra:
deu-,im quando ſi pecca anchora ne collumi,nelle lemma-,8t nella
faut-lla Ne coſtumi ſe nel comporre la tragedia s'eleggeſſe perſona
di C0ſtl mi maluagiſsimi volendo altri commouere compaſstone &
ſpauentoſecondo che gia e fiato detto,nelle ſentenze ſe la'nuentione
de ragionamenti foſſe o ſupet flua, o lecttUOla,0 [l‘aiPOſlal‘a 0 non':
ua a quello che s’intende-ſie di pr0uare. Di che appc i maeſtti di rito:
rica,a quali in cio mi rimetto , fi parla pienamente. Nella Fam- la ſe
s'eleggeſſe vna maniera diuerſi non conceduta,& non conueiieuo'e ,
come ſe vna tragedia ſi Pacelli- in verſi eſſa metrip vna epopea in ver
ſi giambici ,o ſe s’vsaſſe alcuna maniera di parole di ſignificato no
ciuo a quello,che s‘intende di paleſare, corre volendo il Petrarca di:
re che non gli rincreſcerebbe il laſciare queſta vita ina nzi tempo per
pqterc andare a vedere in paradiſo cole ſimili in. bellezza agliouhi
' ' di Lam-l
I
di Laura vſ‘a'la tran-rione di* prigioneJa quale col ſuo ſignificava
nuoce a quel-0,1.he egli intendeva di paleſaie non eſſendo niuno che
nun deſideii vſcirc di prigione anchora che vſcendone non foſſe
per andare in paradiſo.Si che egli non lia detto con, tutto quel conſì:
glio die ſi poteva quelle pai tile-lor enſo ſe la ſuſo Onde il motore e*
terno dele ſlclie L egnò moſlrar del ſuo lancio interra Son l’altre
opie ſi belle A praſi la pi lëlonf ou io ſ0n chiuſo. Ma liaurebbe con
piu ſorza dett0,clie to” ebbe di ſtare lungamente in 1 rig‘ione, 8t a
diſagio pi… rclie pot-:ſli: contemplare Emili bellezze ſi come diſſe altro
ue,o’i`l dilsnio [piaccia a quella the io ſOl'rtl S ol chiuſo in ſoſca cel
la Dal di che la mammella laíciai , finche ſi ſuella Da me l'alma,ado.
rain'onírà iis mmuíí {111;- aÉfl-pi’d , ii idi- W uſa-M:- ii ii --ra‘r capitani-‘ii‘.
Gia Ai-iſtmele ha ſeperata la dirittura dell’altre arti dalla dirittura
della poetica, 8t per conſeguente preſuppoſlo che altro ſia l’errore
A dell'altre arti,& alti-o l’errore della poetica. Hora ſepera gli errori
che ſono nella poetica l’vno dall’altro,& dice primieramente che ſo,
no due,l'vno de quali een-Ore perſe fieſſo , 8t l’altro è errore che è
per accidente , & perche ſi riconoſca bene l’vno dall’altro dice che
’errore che è perſi' fieſſo è quando non ſi ſa raſſomigliare *quello che
s’è preſo a raſſomigliare,& che l’errore the e per ac' idente è quando
ſi ſa raſſomígliareqiello che s’è preſo a raſſomigliare ma s’è preſo al
tramëte che nóiſta.Ancliora ci e vn altro en-ore che nó epſe fieſſo p
cioclie iió ſi la ralſomigliare ijllo che ſi prëde a raſſomi liare ne p tutv
to cio attidéte pcioclie nó ſi raſlìwmigliaaltramëte qſlo che ſi preti
de a ia li“)mlgllal'c‘,ma èertore percioclie è impoſsibile 8t finto ale
dal poe-ta.di the-l’errore che è perſe fieſſo ſi diſlingue da tre errori '
cio e da quello,clie è d’vn altra ara-,da quello clie è per accidente,&
da quello t'Le e impoſsibiie 8t finto da] poeta.Et tra quello che è per
ſe ſieſſo,& g‘i altri lia anchora quella differenza che quello non truos
ua ſruſa,& t" biaſ.me1:olt*,& quelli ſono meno bialì-meuoli , & truoua:
noin cei-to modo ſcuſa. Hora quantunque dica Ariſtotele clìe la di:
rittui-a dell’arte cittadine-ſca 8t dell’arte pOetica non èquella Relſa.&
che l'errore commeſſo in ciaſcuna altra arte non è en ore della poe
tica per ſe fieſſo non dice miga die l’errore com meſſo nell’altrearxi
ſia degno di ſcuſa apei tamente o ſia min0re peccato,ma noi ci poſ:
fia” o bene imaginai e ele egli l‘abbia coſiFatta opinione altramente
non ſaceua medici-e clit- egli {epc-taſſe la dirittrra e’l torto dell'altre
arti dalla dirittura & dal torto tlcli’arte poetica ſe non voleua far mi
nOl‘C quello t'l‘l’Oſt,Clle q' eſto . ſenza clic ſe noi nol prendiamo per!
minore,&in certo modo per iſcul'euole non troueremo il numerq
Pppp z com
x.
compiuto delle dodici ſolutionidcllfi quali _di ſotto parlaAriflotele,&
'delle quali (ìſta è ña. Ma potrebbe dire alcuo ſe ſi chiama errOre della
tica &eſſa l’errore che ſi cómette ſolaméte nell'elettione della co:
ſa che @pri-de a raſſomigliarecpurche non s'erri nella raſſomiglianza
p-:lre non ſi dee íchora poter ”amare errore della poetica Rella qllo
che ſl cómette nell'elettione delle co ſed’vn’altra arte che ſi prendono
a raſſomigliarc pure che nOn s'erri nella raſſomiglliza, come perche
non poſsiamo chiamare errore della poetica ſteſſaajllo,che commiſt- il
Petrarca in aſtrologia in diſcriuere il principio di primauera ſecondo
che habbiamodetto poiche nó lia errato in raflbmigliare bè: la'ntra:
(á del ſole in tauro.AtÌſto ſi puodire cheAriflotele intende di quelli er
rori dell’altre arti,liquali ſono fiati commeſsi dagli artefici lor0,&ſo
no preſi tali, 8c ſeguiti da poeti,liquali non ſono da imputare a oe:
ti,&alla poeſia,ma agli artefici di (ille arti,o uero c‘ da dire,che l ele-t:
rione-,nella quale pecca il poeta per non ſapere prendere bene le coſe
dell'altre arti non pertiene tanto alla poeſia &al poeta quanto perde
ne l’elettione di ſapere prendere bene le coſe che ſono propriamente
ſoggetto della poeſia quali ſono quelle che conſiſtono nel ſenſo com
mune &L'aggiono ſottoi ſenſi noſtn' tutta via. Adunque la poeſia ha
due parti la prima è l’elettiua,che è di ſapere eleggere ò: riconoſcere
le coſe quali ſono,& l’altra,s’è la raſſomigliatíua che è di ſapere raſ
ſomigliare bëe le coſe tali,quali ſono l’catePorte dall’elettiua. Et per:
che il fine &la parte principale della poetica s’è raſſomigliann,&buo
na raſſoigliäza,l'errore commeſſo nella raſſOmiglianza è en'ore per
‘è &principale; &non per accidente o acceſſorio pcioche ſimile errore
c‘ comeſſo nel fine &nella parte principale,&non in coſa che ſia pre
ſa per ſeruire al fine-,ma l’errore commeſſo nell'elettiua ſi domanda
errore per accidente,percioche ſimile errore è commeſſo in colà che
è lontana dal fine ne impediſce che non appaia la vertu della raflbmi
gliatiuaHora ſi come ſono alcüi liuominiJi quali per inſcrmita lxäno
:Orrotta la parte elettiua,& non la raîlionatiiia,cio è eleggono male
&diſcorrono conla ragione intorno a ecoſe bene,&altri li uali hi
no ſana l’elettiua &corrotta la ragionatiua cio è eleggono ?)ene , &
diſcorrono con la ragione intorno alle coſe male,&alcuni altri ſono
li qnalitlianno corretta l’elettiua &la ragionatiuamio è eleggono ma
le &diſcorrono con la ragione intorno alle coſèmale,coſi ſono de
poeti li quali peccano in eleggere le coſe,& non peccano in ſaperle
aſſomigliare-Altri ſono che non peceano in eleggere le coſc,peſſio:
che dirittamcnte l'eleggono , ma non le ſanno degnamente raſſomi.
glia: e,&peccano nella i'aflbmiglianza,&altri ſono li quali peccîo ad:
l'vna
33²
l'vna parte_ &nell’altraxio è non eleggono le coſe come ſono,ne le sà'.
no raſſomigliare come ſi cOnuerrcbbc-,Hora appare aſſai cliiaramëte"
perle parole d’Ariſtotele quale c‘- il pecca to che e' p accidëte &clxe con
lìſte nella mala elettionc poiche egli ne da l’eſsëpionell'ailègnamE-to
delle corna alla cerua non liauendo la cerua naturalmente corna , ö:.
nel mouimñto d’amëdüi i piedi delli-i del caualloin Vn tëpo mouëdo
il cau’allo il ſiniſtro uädo muoue il deſtro piede,ma perche non da eſ
sëpio del peccato c ie è perſe. &conſiſte nella raſſomigliíza ſe non in
quíto dice che è minore peccato il non ſapere che la cerua non fiacor
nuta che i] non ſapere raſſomigliarela cerua. ſiamo coſtretti a dire
che in @ſto luogo egli non oicuramí‘te vogliache ladirittura dell’arte
poetica conſiſta nel ſapere bè raſſomigliare cio è prcsëtare chiaramë:
te agliocchi della méte con parole harmonizzate tìllo,clie ci c‘ lontäo
o per diſtanza di luogo,o per diſtanza di tempo,&ſarcelo vedere non
altramente che ſe ci foſſe dinanzi agliocclii della ſronte,& clic in cio
habbia la poeſia la ſua perfettione,poiclie chi pecca in cio commette
il peccato che echiamato peccato per ſe,e’l ma giore peccato e’l piu
principale che (i poſſa commettere in poeſia. el quale parere ſono
ſtati perlo paſſato molti dottori di queſta arte,& ſono al preſente aſl
w.—ç—~—-_—
ſaiſsimi. Ma è da porre mente, clic queſta ſarebbe coſa molto diuer:
ſa da quella che è Rata inſegnata adictro quando in poeſia s’e‘ attri:
buito il primo luogo alla conflitutione della ſauola cio è alla taſſo:
migli'anza d’vna attione liumana poſsibile ad auenire, 8: non alla
raſſomi lianza euidente delle coſe lontane , & non preſenti a noi.
Percioc ie ſe in queſta euidente raffomiglianza foſſe il colmo' della
poeſia ſeguirebbe anchora che nulla meriterebbe clic ſi raſſomiſi
`gliaſſe liiſtoria o fauola cio è o vno accidente vero , 8t auenuto
o vno accidente imaginato & poiëibile ad auenire,ſi come nella
pittura nella quale ſta il colmo della ſua perfettione nell’euidente
raſſomiglianza che ſi fa in iano con colori nulla monta che ſi
raſſomigli pogniamo o vn huomo particolare ,certo,& conoſciu
to , o vn’huomo generale ,incerto , 8t ſconoſciuto. Perche io bau:.
rei deſiderato che Ariſtotele haueſſe fatti alcuni gradi di Pecca
ti , li quali fi commettono in poeſia , di piu in numero , & di
migliore diſtintione ,tra quali foſſe il primo quello,clie comprëdcſſe
ipeccati li quali rendcſſono _debileo guaſtaflbno la conſtitutione
della Favola in parte ,o in tutto, & cl-e quelli prccati ſi domandaſſo
no ſe coſi gli piaceffe peccati perſe# appreſſo clic il ſecondo grado
foſſecjllqnel quale foſſono ripofli i peccati,clie rëdeſſonodebile ogua,
flaſſono l’euidente raſſcmiglianza.
ì ll qual grado ſi diuidcſſe
ì intar“.
tre_
r n
\

partì, ſecondo chela ra ſſomiglianza evidente raſſomíglía montíflm


mi,cirta,liuomini,bel‘tie,tempeſta, 6t ſimili coſezo ſecondo che raffo
miglia i coſtu mi,0 ſecondo che raſſoxnfglia le lentenne Et po: il ſe::
:o grado ſoſſe quello,che conprendelle _i peccati,che rendellòno de—
bile oguaſtaſſono la ſauella,& appreſſo il quarto grado ſoſſe quello,
nel quale foſſono ricolti i peccati , pergli quali altri o s'imagina cole
poco veriſimili o impoſsibili per riempiere la conffitutimie della tà:
uula.Et_vldmamenre il quinto foſſe quello,.che abbracciallè I ſecca.
ti,clie ſi coznmettono nell’elettione di prëdere le coſe in altra ;una _i
che non isranno nella natura,o nel commune vſo,o nelle lulìorie , o
nelle arti , o nelle ſcienze pur per riempie-re la conllitutione della fa:
uola,il quale grado ſi diuide in piu parti,& ſorſe in quelle cinque par
ti delle quali di ſopra noi habbiamoparlatop in altre piu o meno le:
condo che foſſe tÒrnato meglio ad inſegnare , 6t ſar maniſeſta quella.
preſente ma teria-Ii i134: per} m‘ c516 »‘175 mai domandaHa detto ,Ai ile-nce
cliel'errore della poetica e` (li due tnaniçreJxora dichiara come lia
di due maniereJ’vno è errore perſe , St l’altro è errore per _accidenre
cio e _l’vno è errore perſe della poetica percioclie e‘ ſta to commeſſo
dal poeta in quella partedoue egli èartcfice , 8,( l'altro e errore della
poetica per accidente,percioclie è fiato commeſſo dal poeta _in quel
a parte ,doue egli non earrefice, & trapaſſa ne confini degli altri ar
tefici..Et’ ella pîorremenre che letre manici ed'ei'r0i1' , (lt‘ quali parla
qui Axiſtotelecio è dell'eleriione di prender male _le coſe dell'alrre
arri,& 'dell’elertione di prendere le coſe che non perrengono all'al. -
tre arti _altramente che non ſono,& dell’elettione ,di prendere le co.
ſeimpoſsibili imaginateſi ſono 'tutti errori per-accidente porche ſono
commeſsi dal poeta non in quíto e‘ poeta,& rallbmigliatore reo,ma
in quanto è elettore-&ñprendirore reo delle predette cole. ll che e‘co
ſa accidentale all’arte poetica , & ſecondaria , _6t non ſuſtantiale nc
principale. à a!” za) flight-ro urp-?tada- ;rhum-'ap Alcuni leggono col]
quello teſto,&`alrri eoſi. M;- ”if flyoiAm &c. lo ci edo (lie *li pofla
ſoſteiiereo legali nell'vno modo.0 ’nell'altro , concicſia coſa che
contorniquello' medeſimo ſenſo perl’vna come pei-l’altra lettura.
Se leggeremo in!” jayòtcdujemo, ‘Se la poetica eleggera di iaſſomù
gliare oltre alle forze ſue l’errore}l perſe _della p OttwaJVlſil ſe legge:
rcmo ip!” ` &c,diremo.~Bc-llo errore che ele era di raſſomiLÌiaz
re oltre allffirze della poetiea,_è ~errore per le de la poetica mia-5522*
Unioni-p Pare duramente ,eletto 'dum-'ef Per le coſe le quali non liëo
arte ad elſere aſſomigliare bene per poca ſufficr enza del poeta L”
onde
333
onde io crederci che &hvanſql ſoſſc poſto quaſi come aduerbio , 6t
vi mancaſſe mi coſi ma &him-'ap aim'ng c‘ ſecondo la poca ſuffici
enza d'elſa poetica-Airis Sia-grîgalcuni leggono .Hi &nerd-.ma po
co monta percioche è quello medeſimo ſentimento o leggaſi iuris o
‘SMEin è vero cheſe ſl legge &mi; ſ1 conuicne repetere uo' «GM-.cioè
Et l'errore d’eſſa poetica perſe,ma ſe ſi legge &un‘- non ſi conuicne rc
petere niuna coſa ſignificando iunî quello che ſignifica of iwaa , 8c
accompagnandofi con i &mg-n’a ,la doue &uríss’accompagna con mia
flxís. HMA vòp ?nolo '4490 1E NL”: ?lp-Manna Z 1d mf "nas-ip 1230”“ Eat-im”:
&QA—elio èvn raccoglimcnto dl due coſe dette di lbpra,alle‘quali
sen’aggivgne vna tcrza,& a tutte ö( tre ſi ſopraggiugnc che niuna
d'eſſe e peccato perſo-?era detto di ſopra tacitaméte chei] peccato,i|
quale ſi commette neU’altrc arti non era peccato della poctica,&che
il peccato il quale ſl commette nell ’eletnone di prendere le coſè altra
mente chenon ſono era peccato per accidente hora raccogliendo
quefli due peccati inſieme u'aggíugne il terzo,che conſiſte nel fingere
coſe impoſsibili, 6: conchiudendo ſopraggiugne a tutti & tre ciſti
peccati the niuno di loro è peccato perſe-,o pecchiſì in prëdere altra,
mëtc le coſe,che non ſono,opecchiſ1 nell’altre arti,o pecchiſi nel fin:
gere coſe impoſsibilí. Et c'jſte parole ſi continuano con le paflate 8:
s‘ordinano lèco Heſſe in cìſta guiſa.S’è detto che l’elettione del pren
dere le c012: altramente che non ſono è peccato per accidente,&hora
ſidice,che il predetto peccato e’l peccato dell'altre arti , e’l peccato
della fittione di coſe impoſsibili non ſono peccato perſe.Adunque è
da repeterc qò 113-0171130:: caſcina dmn-23*” ñmerop 'Uma 13 NE:- 113-0515”
:in: 07” (hip &auf-n'a ) ”Nate-:(41‘- E dia-'Ima- uffnísnp T'txup (071075? img:
n'a mi‘ iau-du) '6 ämraouî: Mivar” mmi'n') tim (îrlp duafrx'aWC ‘uv-rd. I oichc
il peccato della poetica che è perſe conſiſte nel raſſomíglíare malecon
parole harmonizzate quello,che ſ1 pri-de a :aſſomigliare adunque ſe:
guita,che il peccato il quale ſl commette in prendere altramentc lcco
ſe che non ſono o in altre arti o in fittioni di coſe impoſsibili non è
peccato perſe-,poiche non è commeſſo nel aſſomigliare. Et poiche
non è commeſſo nel raſſomigliare non ètanto bia imeuole alla poe
ſia,quant0 è quello del raflomígliare male che è proprio della poeſia
exe peccato perſeJ-Iora ci dobbiamOricordare cheArifio tele di ſopra
ha parlato di tre materie,che ſ1 presëtano al poeta la materia dell’hi: a
floria,la materia delle ſcienze &delle attl,&la materia dell'imagínatio
nc leconcede
ne o del trouamëto
al poetadelprincipahnentggccíoche
poeta,&cheha rifiutate le
di due prime
poeta nonma ſerie
diucſi‘ga
Qq qq hiROrico.
(
liillorico o philol‘ophop dottore d’alcuna arte ma non gliele nlega
miga accidëtalmète meſcola ndoſi .di neceſsita _ale-Cia volta certe parti
d’luſt0ria,&cerre parti di ſciëze o d’articol trouamento del poeta. A:
düq; parla qui degli errori clie ſi poſſono commettere in ciaſcuna di
(lſte tre materie in quíto c‘ licito al poeta a prcderle &ad adoperarle,
&al riponerle nel ſuo poemaEt pche ci e‘l’hiſtoria degli accidèri liuma
ni,clie ſonoſortñali &ci e l’liiſtoria delle nature come delle piíte,d:=
gli animali terreſtri,acquidoſi,&aeroſi , le quali ſono (ìllCllîclſC sépre
ùſtabili non puo il poeta prendere vna lziſtoria d’vno accrdète huma
no certo &auenuto,&alterarlo ſi come medeſimamëte non puo préz
dere l’hiſto’ria della natura d’alcuno animale &alterarla. Perche non
potrebbe prendere l'andamento del cauallo, 8: alterarlo facendogli
muouere amenduni i piedi deliri in vn tempo medeſimo veggendo
che egli naturalmente muoue il piede ſiniſtro quando muoue iltleſtro.
HoraArifiotele non dañeſſempio ne fa mentione dell’errore commeſ
ſo'nell'alterationc dell’hiltoria dell’accidente humano fortuna-[gomi
che gli pare che per quello clic è ſtato detto di ſopra n'e‘ ſia detto a
ſufficienza, o perche altro puo- per l’eſſempio dell’errore del. a naru:
ra del cauallo alterata comprendere che non c‘ da alterare l’liiſtoria
degli accidenti liumani ſortunoſi auenuti. Ancliora Ariſtotele non da
effempio,ne ſa mentione dell’errore che ſi commette nelle ſcienze v0
kndo che intendiamo che quella ragione,clie ſi fa dell’errOre dell’artí
ſi debba ;'ichora ſare dcll'errore delle ſcienze anzi molto mgüorePcr
' cioclie ſcſi perdona l’errore commeſſo nell'altre arti molto piu lì
dee perdonare l’errore commeſſo nelle ſcienzeLequal i ſono piu lon
lane dalla capacita del vulgo clie non ſonole arti. Vltimamentc dice,
che l’err0re che ſi commette nella fittione delle cole impoſsibili non
è peccato perſe-,ötquindi lì vedethiaramentente come habbiamo an:
eliora detto di ſopra che Ariſtotele ſi parte in quello inego dalla dot
trina inlègna ta a dietroPercioche ſe e coſa ſuſtantienole della poeſia
chela ñuola ſia poſsibile ſeguita chela fittione delle coſe impoſsibili
diſtruggala-ſullantia della poeſia 8t per conſeguente ſia peccato per
ſe.Ma perche nella particella proſsima ſeguente fi conuerra parlarne
, altro nonne diro al preſente. ‘
a, PARTICELl-A SECONDA.$;\ 1‘; ‘iſtimflm'wtfl ip 1'675 IYWHAÙ‘A {I
n ”imp inin‘xomu‘bu mi”. *in-drop ”Sii zu) :ti ”ì ”73! imita" n’a? ríxialo ?iN-gn m
” mr’a’), Éuífruofim' &pì-55 't‘xoi ,ti 107744… ñ rho-ii F Emir. -rà ;eſp *hO-,Îipuh
’I aio“,á .Fmi ?Munn-«inps, 'ii tim-rà. ’il ?ina ?ma Mq@- ”efal‘enu ii *hi-10,9
” .finì-5,?! ”Il fl! 'il til@- z FHM-@WLM îzi *Pinto _Metz-zi, ”ù ”nè ri[- nel
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Fou'rtlp 7:70!” tin-:gu ſ’) .I'll MSc-1|“; a' b’ſx’) TAD! mhp!? oil-lapide[- in m— “
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{h , ’fl ſup@- 05^” K'ifaTñ aim ?'qu ulìfllfláTſ-ſiſ Try-4. I. ‘1
CONTEN ENZA. (Dando la fittione delle;th impoſsibili è tole: ’
rabilcfche minore e il peccato per accidente che per ſe.
VVLGARJZZA MENTO. Perche biſogna clie'aſtri conſiderando t*
attentamente ſolua le accuſe meſſe auanti. Percioche primieramente *‘
ſe quelle cnſe,le qua-li ſono ſecondo l' arte ſteſſa ſaranno ſtate finte im “
potsibilgſi ſara errato. Ma la coſa paſſa bene ù ſi tocca il fine di quel: W
` la'Certo ll. fine cſtato detto,come ſe piu ſpauenteuole ſl fa o eſſo , o K
Vn altra parteIeſIèmpio<puo eſſere-fia caccia(data)ad HcttOre,Se ae “
dunque è licito clic ci ſia il fine o aſſai , o poco ancliora non diritta, *‘
mente ſi ſara peccato ſeconth l’arte di quelle coſe.Perciocl1e biſogna t‘
ſe egli è p0ſsnbíle a niuno partito del 'mondo peccare.Oltre a cio e‘ i‘
iu [conueneuole trai peccati,quello che è ſecondo l’arte che Qquelg a
o)clie è per accidenteJ’ereio che minore (peccato) è ſe (altri) nó ſap ‘i
pia chela cerua ſemina non ha corna, che ſe çla) diſcriueſſe con rea *f
raſſomiglianza. , ’
SPOSlTlONEHauc-ndo Ariſtotele di ſopra poſti tre capi üo di va
rieta di coſe raſſomigliate,&Vi1 altro di varieta di ſignificati di parole
con le quali li raflomiglia,e:l`terzo di varie-ta di ptccati,hora dice,cl1è
co‘nſiderando altri attentamente le oppoſitioni fatte a poeti potra
per le varie-ta contenute in que tre predetti capi trouarele loro oppo
ſitioni debilíEt diſcëtle particolarmente in fitta particella a dimoſtra
rel'vso delle dette varieta 8: come di loro ſi traggono le ſolutioní
& come ?adattano all'oppoſitioni. Et è da porre mente che egli
non ſeguita l’01 dine propoſto,percioche nOn comincia ,dal capo del
~la varieta delle coſe ralſomigliate , o pure dal capo della varieta de
ſignificati delle parole, ma dall’vltimo capo,che era quello della va
rieta del peccarc, cio c‘ da quello clic vſiamo quando conſeſsiamo
'l'errore eſſere errore-,ne lo negliiamo .,ma lo difendiamo o per com:
peratione dicendo che èſtata coſa piu vtile a commetterlo,clie a non
commette-rio” per trasportamento dicendo che è ſtato errore d’al
tra arte,o di fortuna. Et è ancliora da porre mente , che Ariſtotele
-nella propoſitione de tre predetti capi ha ſeguiti gli’nſegnamenti dc
maeſtri m ritorica , li quali vogliono che prima ncghiamo d’hauer
commeſſç il peccato , & poi ſe non lo poſsiamo negare che cer.
citiamo di ſcuſarlo per comperatione,por traſportamèt0,& per ſimi
li vie,ma nella dichiara tióe come ſi midino ad eflccutióe,&come ſiridu
_cio in atto per aſſegnare opp ortunamète le ſolutiói all’oppoſitiói nö
Q q q ‘1 a ſeguita
kguíta quelli medeſimi inſegnamenti cominciando ſecondo che dicëa
mo da quel capo al quale è da porre mano quído non poſsiamo ne:
ñ' gare il peccatoficſiamo coſtretti a confeſſarlo.Et è ancliora da porre
mente clic Ariſtotele non dice parola del trasportamentodell’errore
clic ſi poſſa fax-elneil‘altre a‘rti,diclic prima parlò,&propoſe nel capo
della varieta del peccare, 6t perle ſue parole non poſsiamo ditcrmia
nare veramente 8c manifeſtamente ſe egli liabbia queſta ſolutione per
buona,& che egli l’liabbia tralaſciata da parte , ſi come qu ella,deUa
quale era meno da dubita re,che dell’altre due.Percioclielſecondoclie
ancliora è ſtato detto il peccato è tanto piu degno diſcuſa quanto la
materia,nella quale s’è pecca to è piu difiicile 8t piu pericoloſa &diſpo
ſta che altri vi pecclii,c’l peccato dali’altra parte è tito méo degno di
Ruſa qnanto la materia,nella quale ſi pecca è mëo cliſtìicile &peric0:
[oſa &diſpoſta che altri vi pecclii. Adunquei peccati commeſsi nelle
ſcienze,&nell’arti che hanno perla malageuolezza delle loro materie
` " piu agevolem al peccare deono- eſſere piu degni di ſcuſa, che non
( deono efiëre quelli,li quali ſi commettono nelle coſe, che hanno per i
l'ageuolezza delle loro materie piu malageuolezza al peccare. Sen:
za che ſecondoche anchora liabbiamo detto ſe non diciamo clie e:
*gli habbia ſimile ſolutione per buona non troueremo il numero com
piuto deliledodici ſolutioni , di cui-di ſotto fara mentione' Ancliora
è da conſiderare che con. tutto che Ariſtorele non parli del peccato
che ſi commetteneli’altre arti qui come per auentura doueua ſare,
.non percio comincia a parlare del peccato che ſi commette per ac.
cidente,clie era il ſecondo clie era ſtato propoſto ma parla prima di
.quello che ſi commette perfittione di cose impoſsibili,il quale era l’vl
timo che era ſta to propoſto 8t poi parlera di quello,chc lì commette
per accidente &ahi-n‘: EMTUL‘MQTR ît ”Ts ”you-immy h 'rìm‘u ;mſn-mhr:
ati-(4.Prima biſogna conſiderare diligentemente l’oppoſitioni pro:
poſte contra’ i poeti , & poi ſoluerle, con moſtrare che caggiano
m vno di predetti capi,& per ſapere ſpetialmente in quale caggiano
biſogna vſare molto attenta conſideracione , non per auentura ſi
dea loro quella ſolutione , clie non ſi conuiene dare 6t porgiamo il
rimedio a quella parte,clie non è ſtata offeſa,ſi come poco conſiderò
.Annibale Caro l’oppoſitione che io gli ſetti dicendo che male haueua
formata la traslatione quando chiamò le muſe a riconerarſi ſotto
l'Ombra de gigli in quelli verſi. Venite a l’ombra de grangigli d’ono
Care muſe deuote a miei giacinti ,non hauendo il iglio ombra ,ſore
to la quale ſogliono ricouerare animali in luogo e quali po teflbno
, - \ calli-ſc
"ñ-ir"
entrare le muſèPercíoche egli mattamente mi reſentò tutte le follie
tioni,di clic ſauella Ariſlotele qui,le quali non c ie mi foſſe ro preſet):
tate a tempo,ma non ſono ſolutioni che ſiëo ordinate da farſi all’op
` poſitioni clic ſi poſſono Pare alla ſauella, della maniera delle quali era
la mia oppoſitione ”305109 ”fix yu‘, à" -ril ”gli ìwü TÌXUH‘A &JR-'vm mami-‘ſai
iii-'imita, Meſſe parole paiono contradire a quelle che ſono ſtate det
te poco prima ’il &Nm-ra armi-1a- Sumo-ü; al m‘ ‘imáì. Pe rcioclie l’erro:
re che ſi ſa perfittione di coſe impoſsibili non e‘ errore che ſi dica eſi—
ſere fatto o per ſe,o ſecondo l’arte della poetica,clie tanto viene a di
re peccato per ſe quanto peccato ſecondo l’arte poetica appreſſo A:
riſtorelell che ſi vede eſſere vero ſe ſi conſiderano le parole poſte 'di
ſopra ‘au -rís 'Iris munari': J‘nſilii ímflſqi ”Il HUF liv-AJ”; ur) Guaſti-K5!.
thuelle clie di ſotto ſono poſte in ueſla medeſima particella 'In 3m
mínglp ísi 16 &#a'ſſlflfl ”Sp mò T‘Ipl'l‘x'llp u m'è'Mo drawn-35. Perche c` da
dire per difendere Ariſtotele da contrarieta, che le parole nl nçàs ;un
tri-Z- "ſx'lltl Mim- non fi deono prendere per quelle coſe impoſsibili
che fin endoſi tali ſono errore clic c‘ ſecondo l arte poetica,6tſi pec
cain e a arte.l’ercioclie gia liabbiamo detto che l’arte poetica pare
lido propriamëte ſecondo clieArifiotele dice qui non oſcuramente
conſiſte,&lia la ſua eſſenZa nell’euidcnte raſſomiglianza di quello,clie
ñ—_«- ` -ÉPÎ~…—-nó
prende a raſlbmigliare, ſi come altreſi lia la pi ttura, 8t non nella’m:
poſsibilita,o nella poſsibilita delle coſe, che ſi raſſomigliano. Ma le
predette parole ſono da prendere in vno di tre modi Cio è o perquel
ecoſe impoſsibili che fingendoſi tali ſono etrOri ſecondo l’arte ſteſſa
del fingere coſe impoſsibili 8t ſi peccain eſſa arte. Maſi dica Ariſto
tele ſono due arti tra ſe diuerſe l’arte del raſſomigliarc euídentemëte
&l’artc del fingere,&l’vna 8t l’altra pertiene all’arte della p0etica,ma
quella del raſſomigliare cuidentemëte vi pertiene perſe 8t principal:
mente non dimeno ſe fi pecca in eſſa arte del fingere viſi pecca graue
mente quando vi ſi pecca otioſamente &ſenza operare quello fineper
lo quale è ſtata conceduta queſta arte delfingere al poeta,cio è per po
tere rendere piu marauiglioſa &piu piena di ſpauento l'atti'One narra
ta.Adunque l’arte del fin ere dec ſeguitare il veriſimileſ. t quädo fin:
ge alcuna di quelle coſe c ie auëgono communemëte in qllo mondo
non dee paſſare nella’mpoſsibilita ſenza apparerne la cagionepl’aiu:
to miracoloſo di dio,nella quale parte di queſta arte ſi pecca quando
ſi ſa altramente &ſe vorremo intendere in queſto modo quelle paro
le non ſara male per auentura che ſi legga ul zràs Riſſa@ 1d;- iíxii‘i ;mio
”ve-O è da dire che le predette parole ſono daprendeic per quelle
CL<1<1<1 s “>5‘
n n
l

joſe impoſsíbilí,che ſono finte tdi 6c pet-tengono all'arte poetica cio


èſono flat: per ſcruirc alla pocſia ,perciochc ſi poſſono fingere mol:
ec coſe impoſsibili,lc quali pcrauemura non pgrte‘ngono all’arte dc[
poctarc, come peraucntura ſono uellc,chc 11 fingono pcfcompor
rc delle fauolc,quali ſono le compo c da Eſopo & da ſimíhle quali
di ſopra diccmmo pet-tenere alla ritorica 9 alla dottrina de buon co
flumi,&comc ſono peraucntura quelle-,che fi fingono nelle leggifld
[c qua” Per ”gione d’cſſcmpío ſ1 finge che colui,il quale è ſtar'o preſo
da nemici & è dimorato appo loro , ſc ritorna alla patria ſu ſempre
fiato nella patria,&ſimili altre fittioni di coſcimpolàibíüfl ſe le prE
dcrcmo in qucſto modo in 11‘! ”fina-‘- Senda‘- :bg-p flyàs non ſara peſto
in luogó di mi o di contra ſignificando rapportàmcmoa quella ar
”.0 anchora ſ1 puo dire chclc predette parole ſono da prender-:per
quelle coſe impoſsibìli che ſono finte tali,&n0n dimeno ſono taſſo_
miglíatc ſccOndo che ſi conuiene cuidcntcmcmc ſc noi lxabbiamo ri*
guìrdo all'arte ſtcſſa della poctica.Q`tL2ſi dica quanmnquc lc coſe im!
oſsibìlj non pecchino nell’arte flcflà della poeticama fiëo raſſomià
líatc çuidëtcmëte ſecondo che ſl richiede rfl'erc ſecondo l'arte non
äímëo il peccatodclla’mpofèibilím c‘biaſimcuolc &nó cola-abile ſe ”ó
opaállo che è il fineddla poeſia &coſi ſiſporränolc parole 74-575: Bua-:ü
v6- ÎZXWM ma. Ch: I: coſe impoſsiblli ben che s’accoſh'no all’arte'
della poe-fia quanto è aU’cuidëtc raſſomigliíza ſono non dimëo blaſi
:neuoli in quite ſono impoſsſhílí ſe non operío che il fine della poe:
ſu fia piu marauiglíoſOU‘Ju-ra ’nm-'mix da pprrcmëtc chela coſcim
oſsxbiii,dcllc quali parla quíAriſtorelc non ſono ſolamëtc: impoſsibí
Eſecondo cìlla impoſsibilita ſecondo la quale a níüo modo nOn po"
fono eſſcre,ma ſono ichora impofsibili ſcconlo LÌHB impoſsſhilírafl:
condo la quale poſſono in alcü modo cſlère, ma non è veriſimile che
fièo &communcmëtc non ſ0 liono cſſerc.Et che in (ill-o luogo p coſe
impoſsibili ſi prëdäo ächora e coſe non veriſimìlinSL-;hc commñcmëx
_te non auëgono appare maniſeſiamëte dall'eſsëpiodato daAnſtorele
nella caccia data daAchiHc ad Hettocha quale non è di neceſ‘sita im‘:
poſsibilqma èdcrta pia pocaveriſimìfitudinflòcpcrche non é coſach'e
fia in commüe vſo,imp0ſsibilc,c0ncioſia coſa che paia co Ta poco vc
riſimile adAriſtotclc che üo cflèrciro vittorioſqche luucſſc ricevuto
poco prima tanto danno da Hetrorc, nel quale erano tanti capitani
d’vgualc autoritap maggíore d’Achíllc per cenno d'Aclxüle ſi doucſ:
ſe rcſtarc da ſedu-c Het torc,&ffl}cffe ſciopcram a vedere a chè n‘a.
ſcíffi: quella impreſa. Adunquc ſonorofc imgoſsjbili di din-:ſſa -Tz
nicrc l‘ex-cieche ſono alcune coſci mpofsxbdi,chc ſono reputa:: im
- ` you:
- 3.26
poſsibili nö pure agli huomini,ma Scliora a dio,ce›me èímpoſsibileclie
;illo che è ſtato fatto nö ſia Raro tutto# che ſccódoalcül vu corpo na
turale,clie ha le ſu: miſure l-iuglirzu, largliezza,& profondita ſia in
vn tempo medeſimo in'piu luoghiDi che a tempi noſtri s`e coſi acer
bamentc tenzonato per cagione della diſPuta d ella pi'eſenZa del cor"
po del noſtro ſignore nella cena ,8t ſimili altre coli-.Et ſono alcune (0
ſe,le quali non ſono impoſsibili a dio ſi come ſono quelleplie noi
chiamiamo miracoli 6c non dimeno ſi deono 8t ſi pollogo reputare
impoſsibili quando non ſi ſa che diole voglia ſare,0 non appare ra.
gione perche le debba volere ſare. Et ſono alcune coſeJe quali ſono `
impoſsibili agli huomini , come ſono quelle le quali non ſono i‘m:
poſsibili adio come ſono i .miracoli. Et ſono alcune coſele quali fi
poſſono”: ſi debbono reputare impoſsibili agli huomini non perche
di neceſsita, eſſe ſiëo impoſsibili,ma pelle pla pocaveriſimilitudine pa
ionoimpoſsibili non auenendone di tali commune-mente, ne appa
rendoci la ca gione che cele dimoſtri poſsibili.Della maniera delle qua
li ſOno la caccia data da Achille ad HettOre,e’l trasportamento che
fanno que di Corſu d’Vliſſe addormentato di naue in ſu il li to d’Itaca
appreſſo Homero .Hora di queſte quattro maniere d’impoſsibilita,
la prima che habbiamo detta eſſere di dio a( degli huomini# la terza
che liabbiamo detto eſſere degli huomini ſono del tutto lontane dal:
la fittione del poeta,ne ſono da riçeuere a niuno partito del mondo.
Mala ſecöda manierad'impoſsibilita che :liabbiamo detta eſſere di
dio,& la quarta,clie habbiamo detta eſſere degli liuomini,lianno luo
go nella fittione del poeta, & ſi deono riceuere quando n’appare la
ragiOne anchora che veriſimilmente pareſſono coſe impoſsibiliad a:
uenire,& non ſoſſono vſate di ſpeſſo auenire.Et è coſa aſſai manife:
{fa perche la fittione poetica poſſa 8c debba riceuere queſte due ma:
niere d’impoſsibilita coſifatte,& informate di ragione cercádo il poe
ta di commouere il lettore o l’aſcoltatore a marauiglia,la quale pro
cede maſsimamente dall’operationi miracoloſe & da quelle operano
ni,clie auengono radiſsime fiate.Ma quando le predette due maniere
d’impoſsibilita non ſono informate di ragione,ne appare coſa perla
quale dio liabbia voluto ſar queſta impoſsibilita` 8t miracoleggiare,
ne appare coſa per la quale ſia auenuto quella impoſsibilita negli
linomini,la quale veriſimilmente pareua impoſsibile ad auenire , non
ſono biaſimeuoli ſecondo Ariſtotele ſe operano il fine della poetica.
Et accioche s’intenda" chiaramente 'quello che vuole dire Ari e
üotele , è da ſapere clic queſte due maniere d’ impoſsibilita che
\, , ‘ poſſono
poſſono eſſere finte dal poeta quando ſono informate di ragione, o
ſe non ſono informate di ragioue operano il fine della poetica, ſono
quelle parti che di ſopra nominímo poſsibilita. Et la’nſormationedel
la ragione ſono (ille parti che nominammo credibilita,Bd’operati one
delfine ſono ouelle arti clie nominammo giouamento della conſtitu
rione della fadola. tla prima &la terza maniera d’impoſsíbilita che
habbiamo detto non potere eſſere finte dal poeta ſono quelle parti' le
quali nominämo impoſsibilita, e’l mancamento d'inſormatione di ra
gi0ne ſono quelle parti,elie nominitnoincredibilita,e’l mancamcnra
dell'operatione delfine ſono quelle parti che—nominîmo nongiova.
mento della conſtitutione della fituolaAdunque la ſeconda ola quar: .
ta maniera d’impoſsibilita ſi puo fingere perlo poeta qualüq; volta ſia
congiunta con la credibilita cio è ſia inſormaradi ragione.Pei-cioche
la’mpoſsibilita coſiſatta d’impoſsibilita per la ragione accompagnan
tela diuiene poſsibilita.Appreſſo la pred‘etta ſeconda oquarta manie
ra d’impoſeibilita ſi puo fingere pei-lo poeta con tutto che non ſia in
formata di ragione qualunque volta c‘accompagnata da molti beni
cio è intorniata da altre coſe diletteuoli 8( vagamente dette, ſi come
diede Ariſtotele di ſopra l'eliëmpio nel traſportamento che ſu Fatto
d'Vliſſe addormentato di naue in ſu il lito d'ltaca.Oltre acuo la pre.
detta ſeconda o quarta maniera d'impoſsibilita ſi puo fingere per lo
poeta con tutto che non ſia informata di ragione o accompagnata
da molti beni quando èricoperta da vna ſcuſabile ignoranza quale di
cëmo eſſere la’mpoſsibilita che il ſole entri nel ſegno delTauro il di ſe
ſto d’Aprile preſa dal Petrarca per ſe nare il di ſeſto d’Aprilc.&qua2
[e dicemmo eſſere la’mpoſsibilita che 'oſſa dellione liabbia-no midol
la preſa da Static per nutrire fuori del commune vſoAchille,& quale
ſarebbe quella impoſsibilita ſe altri faceſſe che il cauallo andante mo
ueſſe amëdi'ii i piedi deſtri in vn tëpo,o faceſſe,clie la cerua liaueſſe le
corna,diclie parla Ariſtotele qui-Vltimamente la predetta ſeconda o
quarta maniera d’impoſsibilita ſi puo fingere perlo poeta con tutto
clic non ſia inſbimata di ragione,ne accompagnata da molti beni ne
ricoperta da ignoranza degna di ſèuſa quando opera il ſine della poe
tica cio è gioua alla conſtitutione della ſauola. Diclie poſsiamo dare
l’eſlempio nell’Oreſte d’Euri ide che ſa Menelao fauor eggiare piu
il ſuocero Tindaro attorto eſſe il nipote Oreſte a ragione.Percioclic
queſta o ſconucneuolezza o impoſ‘sibilita gioua alla conſticutionedel
la fauola.Et Ariſtotele qui ne da l’eſſempio nella caccia data daAcliil
le ad Rettore. parendogli o ſconueneuole o impoſsibile , che l'eſ
ſèrcito
33
Mo dc grecínon ſedíſſe Hcttore,& fi ſtcflè :ſegno per eënídëZ
chill-:da .qüaleegli ,vuolgchc ſia comporteuole perche gioua alla con
ſli tutione della ſauola rendendo piu marauiglioſa la predetta caccia.
Hora pare clic ‘illa ,ſia la dottrina dÎAi’iſtotclc ,intorno a cÌfla impoſ.
ſibilita finta dal poetajnſegnata indiuei'ſi luoghinna non ci pare che’
v{1.1 da dianenticarſiquelloplic di ſopradicemmo della poflsibilira c5:
giunta con la credibili” cio è,chc non ci pareua che ſenede ueſſe per
mettere la finzione al poeta quando ſimilepoſsibilita,&credibilira con
giunta inſieme non giova puntoalla conflituti one della fauola ſi co:
‘me ne fu dato l'eſſempio nella trasformatione delle nauid’Enea in
nimphelìt parimente non ci pare che ſia da dimenticarſi quello,che
pure ’di ſopra dicemmo della poſsibilita congiunta jnſicineeon la’n:
credibilitaflintorniata ,di molti beni cio c‘ che la fittione di coſif'atta
poſsibilita ödnçredibjlita cangiunce inſieme con tutto lo ’ntorm'amë:
to di molti beni nondec eſſer permeſſa al poeta,nc potcmmoçommé
‘ .dare l’eflëmpio ‘dato _del traſporxamentoñçlie ſu ſacro d’Vliflèiaddor
mentato di naue in ſu il litod’ltaca appreſſo Homero. Ne ci parezme
deſimameme _che ſia da ’dimenticarti, che la'mpoſsibilita ricopertada
'gi-oramai degna .di ſcuſa non ſi debba indifferentemente perdonare
al poeta~,Percioch-e eſſa non eda perdonarglí quando ili-poeta `;ſcan
neceſsita mette mano nell’arte altrui ,onelle coſe,dellcqualiznon›s’,lu
nel ſuo paeſe piena`noticia,& maſsimamente quando fa cio perappa '
rere,& per molli-are dÎcflère quegli ,che _eîl‘iínon e‘flio èhu omo ſor*
nico di conoſcenza di molte arti &ſcie-md, mendenteſi di molte co
_ſe,ſi.come il Petrarca yolendo fare ,vedere altrui ,che egli-era tinto
d’aſtrolosia giudicò'coſa ben ſaga che ciſignificgflë il di ſeſto d’Aprí
le per l’entrata del ſole nel ſegno del Zodiaco,& pere-io dicendo ſen:
za neceſsita Scalda uail ſol gia l'üo a l’altro _cornoDelxtauroxNe pa.
rimète ci pare che la fitti‘onc della poſsibilita ,congiunta cana’ncredí
bilita con tutto che gioui .alla coniìitun'one della fluola_ _ſiada-pei-met
tere al poetadicacio che i} vo lia Ariſtotele.Percioclie non è da p:
mettere il malCipchlle auengaal bcnc.E_t ſe Homero o‘altri l’ln‘inofat
to,hann0 fatto .quello che c‘ parutoz loro di ſarezma infinofl tantoclie
ì non mi ſi mofiri chel'habbiano kfatto ragioneyolmentenon ſaranno
ì inqſto dame cömend—aciNcperchc eſsi ottengano per queſtazvia (il:
~ lo che è _il fine della poetica. cio` è il ſare la narra :ione piu amarauiglio
ſa &commuouere pinzgagliardameme il lettore ,01"akolntore, che
non farebbonoſe tralaſciaſſOno_ da partequpllajncredibiliu gli dol)
_biamo aſſolve-_re da colpa,eſſendo .eſsi entry… noprerla perudella
mandia perla quale entra il pallore,e’lcanezguardimo,ma per quella'
Rx r r pm:
parte,de quale entra il l'uro e’l lupo-cio è eſsi non ſono pervenuti ›
a quella maggiore marauiglia , & a quello piu gagliardo comrpoui- ~
m ento perla porta dalla vcrifimilitudine,perla quale entrando il poe
ta e’l buon rall‘omigliatOre vi perviene., ma p c'llla parte della’ncrediü
lita,perla quale entrando vi perviene lo ſciocco,e’l vulgo ignorante'
ha’ëçìass ?xs {i *nma’ñ ñ 1h… Emi: 1E 7a;- 1h@- ZiçíſflNnn creda alcio‘
che Ariſtote e vo lia dire che e li habbia detto quale ſia il fine dell'ar
te,della quale par a qui.Percioc Îe in niuno luogo di [op: a c‘ſtata der
ta pure una parola di queflo fineMa bene è fiato detto,clie fine c‘cjlz
lo per cagione del quale fi prendono l'altre parti.Laöde ſi conchiuſe
che il fineche
ſia coſa trai coſtumi
tutte c-ra,coſa grandiſsima
la ſententÎſia &che percio
, la ſauella,la la fauola,conc`ro~
vilìaiòd'harmonia ſi
prendano per lei,&noneſſa perloro,era~ da flimarc piu che le cinque
predette parti della tragediaEt medefimamëte quidobbiamodin: che
quello c‘ il fine per cagione del quale ſi prendono l'altre coſe nellapre
lente materia,della ualc parliamo,& annporre quello a tutte le altre
coſt-,örcomentarci c quello Rea bene quantunque le altre coſe non
ifleſſono coſi bene-Hora non lì parla qui della ſ2 ”ola-che ſia fine in
riſpetto deli'altre cinque parti della tragediaſi come ſi parlò di ſopra
ne ſi parla della fauola che ſia fine in riſpetto de coflumi &della ſen:
temia &della ſauella dell’epopea,ma E parla dellecoíe poſsibili &imr
poſsibili cio è come interprete delle coſe credibili,o incredibili finte
dal poeta, le quali ſi prendono per l’vno de due fini o per raſſomi:
gliarle euidentementeo per fare che la narratione fia piu marauiglio
n.5- adüq; ſignal-diamo il fine del aſſomigliare le coſe euidëtcméte
m'lia monta che le coſe,cbc s'lianno da raffomigliare fieno credibili o
incredibili potendoſi coli raſſomigliarc evidentemente vna ceruacon
le corna come ſenza ben che la cerua con le coma ſia coſa incredibi
le_& ia tex-ua ſenza fia coſa credibile. Et ſe riguardilmo il fine di fire
piu marauiglioſa la narratione ſe le coſe incredibili operano meglio
queſto fine che le credib:li c-i dobbiamo contentare delle’ncredibili
laſciando da parte le Cſkdſhili , clic non hanno pozere d'accreſcere
la marauiglia nella narratione. Si come piu marauiglioſa rieſce la
caccia data da Acclnlle ad Hettore che l’eſſercito greco fi llel
ſenza fedir lo percenni d’Achille,anchora the paia coſa inci edibile,
che non riuſcirebbe ſe lo l'ediſſe , & ſe non vbidifl‘e acenni d'Achil
[eliche non dimeno ſarebbe coſa credibile. Adunque arte in quello
teflo e pr eſa diverſa-men te Pci-cieche ſi ;vende arte per ſapere vſaie
la fittionc delle cole credibili 6t …iii.,ddla quale il fine ſia l‘aa
cui LI
creſeimento della‘ mai-miglia nella narrationeEt ſiprende artcz-p'er , ;8
ſapere prendere le coſe vere,o falliticate,della quale il fine lia l'euideu
te raſſomiglianza Hora ſi parla prima dell'arte clie ha il ſuo fine nel:
l'aecrelëimsnto della marauiglia nella narratione. Percioclie queſta
epiu propria del poeta , 6t poi fi parla di quella clie lia il ſuo fine
nell’euidente raſſomi lianza clie è piu propria del dipintore.Et lì di:
ce che ſi permette la tittione delle coſe incredibili al oeta ſe le coſe
incredibili operano il fine piu marauiglioſo,clie non anno le credibiñ
lil-'Lt io dico che le coſe incredibili non poſſono Operare nurauiglia
come per cagione d’eſſempio ſe io lio per coſa incredibile clieDeda
lo volaſſe nó mi poſſo mai-auigliare clic volaſſe non credendo io che
‘ volaſſe,&ſimilmenteſe io lio per coſa incredibile cliel'eſl'ercito de gre
— ci vbidendo i cenni d'Acliille ceffiiſſe da fedire Hettore non mi'
poſſo mai-ani liare,o che egli ccſſaſſe da fcdire HettOre,o clieAcliille
ſolo il caccia e. Perche famelltiere -di coſe credibili ſela marauigliadee
ñ~—-`v<-~`—- ñ—
naſcere-Ma qual coſa coſi poco credibile auenne cacciando Achille
Hettore,clie Ariltotele due fiate ne debba fare mentione per elſcin:
pio di co ſa incredibile *f Certo poiche Achille vedeua che Hettore
fuggiua fece molto veriſimilmente a far cenni ,che non foſſe feditoda
niuno accioclie altri non gli toglieſſe l'honore d’lia uerlo vcciſo ris
ma ſi come Homero teſtimonia. Et gli altri capitani fecero credibil
mente a non fedirlo accioclie non pareſſe che piu comba tteſſonocon e
vno ſolo.ll che fu ſempre rcputata coſa poco lionorata,& indegnadi
ñ ualoroficaualieri.Et parimente il rimaſo dell'eſſercito fece credibil
niente a ſtarſi oriolo auedere vbi dendo ad vn coſi gran'bai-one co:
me era Achille,& maſsimamente conoſcendo eſsi che egli non pote:
ua fuggire delle mini d’Achillc, *ki {i i'm-is iszitiqiiui’nw ii ?ii-ml, ii ZIA:
~ ., a. miiiaífoz Haura l’arteil ſuo finelèil poeta fara quella parte con
tenente coſe incredibili piu commouitiua a marauiglia per quelle co
ſe incredibili o vn’altra parte che non contenga coſe incredibi
li ma la faccia piu commouitiuaa a marauiglia per quelle coſe
incredibili , le quali ſono contenute nell’altra. Hora non ſi zda
eſſetnpio ſe non della parte contenente coſe incredibili , che per
quelle coſe incredibili diuiene piu commOuitiua a marauiglia
non fi facendo mentione ſe non della 'caccia data ad HettO:
re.- La qual parte contiene coſe incredibili, 8t diuiene per quel:
le medeſime coſe piu commouitiua a marauiglia. Ma ſi po:
,teua anchora dare l’ eſſempio nel trasportamento , che fli
ſarto d’ Vliflè addOrmentato da que di Corfu di naue in ſu
~
'
, Rrrr a ' illi
illito d'Itaea,eheèvna parte la quale contiene coſe ineredíbili , .k
per quelleeſſa parte non diuiene piu commouitiuaa marauiglia ,.
ma vn altra parte cio e‘ l’vcciſione dc drudidi Penelope per quelle.
coſe ‘incredibili diuiene piu eommouitiua a marauiglia ſecondo
cheèſtato detto di ſopra. îi p!)- m 7t 74^@- , ’ii pälhop ti' :TT-p tuo
NX… i'máçxap ”ii mat da‘: mgi mia-UL‘ rîxvlp tina’çrum_ atx 3M:. Ha:
ucua Ariſtotele detto,cl1e la fittione delle coſe impolsibili , o
incredibili ſl peimetteua al poeta come coſa dirittamente fatta
quando per quelle coſe incredibili diueniíſe o la~ parte ehe le
conteneua , o vn’ altra parte iu marauiglioſa & commouiti:
ua. Hora interpreta come eg' intendaqueſto accrekimento,
mirauiglioſo , & quando ſi debba vſare. Percioclie_ egli' non
vuole,che ſi ſopraponga a quelle parti‘ l le quali haan per ſe
alcuno marauiglioto commouimento ſenza, queſto aueniticcio '
delle coſe incredibili , concioſra coſa~ che ſe l‘hanno da ſe , o
il poſſono hauere da coſe credibili ant-hora che-non ſia molto
grande , non* Faccia meſtiere che ſi rícOrra percio alle coſe in:
credibili, 6c eſſe non fieno da permettere ie non én-vn caſo quanz`
do altra mente la marauiglia della narratione ceſſerebbe ſenza elſe.
Hora perche di- ſopra lio detto intorno* acio il parer mio altro
non dico. Et ſono da notare queſte parole ’6 “Way e’ riff-(au le‘
quali ſignificano quello che ſignifica nella lingua notti-a o tanto
o quanto cio è il fine ſciemo o pieno pure che ſia fine. Et. pa:
re che queſte parole usü ma rai‘- myt- ”0'109 qíxnp. s’ intendano del.
l’ arte del fingere le coſe incredibili , le quali non ſono- rolex-az,
bili ſe non s’vſano in caſo di neceſsita quando il marauiglioſo
eommouimento non ſi puo procacciare altronde , 8t dine:
ceſsna ſi foniliene ricorrere a loro. MT -ML îi ip &xi-m FAO-”m
&Mina-grub”. Paread Ariſtotele che non ſia coſa biaſimeuole
il non laſciare la fitti'one delle coſe incredibili ſtare dall’vno de
lati quando non ſi puo ottenere il fine della marauiglia nella
narratione altronde , che da lei , dt percio dice :i tg NX"… cio
è ſe egli e‘ poſsibile , che ſi. poſſa hauere il fine altronde non ſi
dee permettere queſto errore ,ì ma ſe non. ſi puo hauerefi dee
permettere. 'in ’enmínçſ îz‘t *n'a ”Miei-ma ed‘: xard 1di- rixniç :m’h
amuatwàs. (Qi ſi- parl‘x degli errori che ii commettono contra
lÎ arte , che ha il ſuo fine nell’ evidente raſſomiglianza o~ per ſe,
o per accidente. Et non ha dubbio che maggiore' difetto epc::
care
‘ raſſomigliando
‘ meno euidcntemente quello ehe ſi S
339
lia , che peccare aſſegnando alcuna parte alla coſa raſſomigliata
È quale naturalmente non liablzia, *Percioclie l’evidente raſſon-i;
glianza coli ha la ſua p'erfettione e’l ſuo fine in far vedere che che ſia..
di moſttuoſo , &d’imperfetto come in ſar vedere che clic ſia di
’ naturale , & di per—ſetto. Et come ho detto, queſto e’il fine proprio
dell'arte della pittura ,' ma‘ non è gia proprio della poetica. Percio:
che coſi ſiriconoſce l’arte del buon dipintore in vna cerua con lc'
corna come per vna eerua ſenza corna ancliora chela cerua 'con le
coma ſia moſh-uoſa. Et queſto difetto che è domandato qui 6c di
ſopra da Ariſtotele per accidente è molto differente da quello che
èdomandato fittione di coſe impoſsibili. Percioche queſto proce:
de daignoranza degna di ſcuſa & quello procede da 'conſiglio per.
accreſcere marauiglia , & commouimento alla narratione. (Lueſto
fi puo nomare errore di fatto , 8: quello di ragione. Et perche
queſtoè errore di fatto è degnedi ſcuſa 8t di perdono quando il fitto .
per alCuna cagione non ci puo eſſere pienamente ‘manifeſto , come
ne paeſi ne quali non naſcono , ononſi ve gono communemente
cerui,&cerue agli huomini di cotali paei nonè coſa chiara ſe i.
le cerue fieno differenti da cerui in non liauerecorna.Hora c’eri-o: p
re il non ſapere che la cerua non liabbia corna , & perche agli
huomini de paeſi , doue non ſono ne cerui, ne- cerue l'errore ,
è degno di ſcuſa & di perdono , 6t errore accidentale & non eſſi-no
ciale dell’arte della raſſomiglianza euidente. Et è da ſapere che quei:
lo,clie dice Ariſtotel'e qui cio cche la ceru- non ha' corna èda intcna"
dere ſanamente,& che communemente 8t perlo piu lecer'ue non han
no corna ma che alcune cerue-ſi truouano le qualipèr n`at1`1ra hanno ì
le corna ſi come ſene truoua alcuna, la quale le "ha permiracolo. '
Per natura hanno corna quelle cerue, le quali Pietro Andrea Mat
tliiuoló nel ſuo ‘commento ſopra Dioſcoride affermail duca di‘
Bauiera hauere appoſe‘, & quelle , le quali pure afferma‘ hauere' i"
Fuccheri ricchiſsimi mercatanti in-Auguſta d’Alamagna ap o ſe,
&quella,la quale Giulio' Ceſare ’dalla Scala racconta neſlibro
terzo al capo quarto della ſua poetica eſſere {ſata Vedutth ‘p‘reſa o'
ſuoi tempi in Francia, Per miracolo ha corna quella Cerua , la
quale per comandamento d’Euriſteo 'Hercole cacciö' 6c preſe, &
era fama chele corna foſſero d'oro. Diche ſe ben’ miricorda
parla Diodoro Ciciliano: Alla qual eerua liebbe riſpetto il Petrars‘
ca quando diſſe. Vna candidav cerua ſopra l'h'crba Verde m’a a'
parue con due corna d’oro, per dínwfl'rare che_ non era mÌnOreſa
~ ' ` Rrrr 3 ſua
\
s .

ſua fatica in ièguire l’ amore di Lay” , che quella d'Hercole in l


cacciare la ccrua dalle corna d'oro. Laonde non poſſo ſai-c che ai
quanto non mi marauigli di Pietro Vittorio, 8c d’ alcuni altri, che dl
cono che Pindaro ,il quale fa mentione della cerua cacciata daHen
sole che com: dicemmo miracoloſamente era cornuta ,aſſegni le cor
m alla ceruap che Callimaclxo,il ualc ſi-nil mente ſa mentione della
predetta cei-ua cornuta gliele a egm' luuendola eſsi pres: con coſi
fatte corna,c0n quali la fama luueua loro porcaJa quale eſisi non po
xeuano alterare ſenza moſtrarſi ignonnti dell’anti chica ,& dell'arte
loro.
*’PÒRI’ISELLA TEST-APRI' ”Jr-13,5“ {Email-el, 71:] *ju ;th-NI', 'di
”ſola A! ,affiuh 0‘090an con. Mt al" _ſi-us &gomiti; Èuçim'M 5,070" ádiJiì m
n 1! ?mio ,5' 'o' HIPlf‘ffl-Ìî,’u 03m ’ad', che vi :nzi Mei. NDS )fl`f «7p Bid-my *Uſl
‘1‘175‘, ,un _3mm ?n'eer .lang Èiloféllîo Eu' 017 pas': ríù-Îdoſä ov Bíhrup [ng
"wir’ îxíulſh,
in'o‘íms ‘mg ”ù”ìmi:
dxflpioío ”Sf i'Mveul , mg] ñ
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:Wi-ph“) ”Us 155 When, :1 Minſk-,1175; l‘45 :'113 F74) ,Î :E JW“,JM ,J
”Miei-©- 5171097,' a 741m”, ”455‘019- nuuíì ,Tu &any-im” .
CONTENEL ZA. Come per la va ricca delle coſe aſſomigliare ſi
ſoluono l’oppoſicioni ,come ſi confidare il facto o il detto ſelle: be:
.nc o male.
»YVLGARIZZAMENTO. Et oltre acio ſe ſara biaſimato,che le
”coſe non ſon vere,ma(ſono)quali deono eſſcrefi come anchora So:
*v phocle diccua,chc egli ſaceua(le perſone)qunli doueuaño cil'erc,&Eu
” ripide quali erano-Laonde con cilh via è da ſoluere.M-1 ſe non ſono
”,ne all'vno modo ne all’altro ( è da dire) che coſi dicono come(ſono_)
v le coſe(cl1e ſi dicon0)degliddìj. Et ſorſe è da dire che ne meglio, ne
”.vere ſono,ma ſu ventura ſecondo chediccua Xenophane ,ma non
”.dicono corali coſe# ſorſe nel vero non e meglio ,ma coſi s'vſaua, ſi
i* come quelle coſe che ſi dicono dell'armiJ-{ora le lancie loro (hanno
” diritta nel calzo Pcrciochc coſi all hora coltumauanofi come anch!)
”,ñn al preſente gl'Illù-ici. Hora per ſapere quello , che fia bene o non
o’ bene ſtato detto o fatto da alcuno non è da riguardare in eſſo fitto
" o detto perla riguardante ſolamente, ſe c‘ lodeuoleo biaſimeuole,
” ma anchora nel ñcciente(lo)& nel dicente( lo)a clu’,o quando ocome
”._o per cagione diche come o di maggiore bene eccioche ſ1 &ccſſc odi
v minore male acçiqche non ,fi faceſſe.

SPO:
3 o
"SPOS]’I'IONE.HauetÌdo Ariíloteleparlato dell’vſo dëlle ſolntîoù’
che fi conte neuano nel terzo capo p1 OſofloJe quali ſi danno all’Op
' ,Oſllleni-,dit ſi conteſſano eſſere errori, parla izora dell’uſo delle io:
liitioniffilu; ſi contenevano nel timo capo prop oflo,le quali-fi dino
ail’oppoſitioni che ſi nie ano e ere errori,coneioſia coſa the le coſe
raflemiglia te poſſono ei ere di cinque manierep come erío 0 ſono,
unefle fi comprendono ſotto la veritap come fi dicono eſſere &pa
iti-9,0 come dec. no eſſere,& queite ſi ccmprendono ſotto il meglio,
Et è da per: emente che di ſopra non furono propoer ſe non queflc
tre maniere,alle quali qui s’aggiurgono due altre,o come peramntu
ra‘furonop come fi coſh mauano. Poi perche nel raſſomigliare le
eoſe come deono flarc 0 come ſarebbe il meglio che fleſſono fa biſo=
gno d’alcuno inſegnamento perlo quale ſi poſſa reruenire a que-fia
aîodtia An'ſtotele inſe na come poſaiamo ſapere c :e quello che è det
to 0 ſarto da alcuno äea bene 0 male cio è Rea come deep non dee,
manina-13'” aim Exa-M. (Dando è fatta alcuna orroſitione al poeta
o niamo perche ha raflbmigliata alcuna coſa e 1c non e‘,& perdo è
falla,ſe il deſenſore non puo riſp ondere,clze è ven-1,8( che 02,0 era con
uiene che non potendo egli adoperare quefla ſolutione della verita
alsi ad altre,& dica perauentura che è quale dec efl`ere,& ſe queſh ſo
{Rione non è conueneu ole dee paſſare all’altrc.H ora in quanto dice
îòçîmrîua’m 0’” cin( ha”. Si preſrpronefllìc ſe ſ1 puo ſoluerc per quer
fia via dicendo che 'a coſa raſſomigliata dal poeta e‘,o era.la ſolutio
ne è buona,& non fa mefliere paſſa] e ad altra ſolutione in uiſa che
ſe altri haueſſe oppoflo a Sophocle, che haueſſe fatto nel ’Helettra
{lie nc giuodÎi Piilzij ſi tenzonaſſe a con-ere con le carrette al tem:
po d’Orefle,nel quale in verita non era anclxora Rata introdotta fi:
mile tenzona ſ1 ſarebbe retuto riſpondere che vera coſa era che viſi
tenzonaua al tempo di Sopltode qbando ſcriſſe quella tragedia , a:
`che quefla doueua eſſere ſolutiom- aceetteuoleper la figuraflie do
mandano Ì'cxçmîtîf cio èper dir coſi traſtéforamentoLa ualeſos
lutionc i0 diſsi di ſopra dicio non fotena commendare,& lora di
nuouo torno a dire che i0 non ccmmendo r-:putandociovv eſſere erro
re d’hiflox ia, nella quale non dee fallare il poeta,come ächora lzabliia
mo detto di ſopra.Ma quäto appertenga alla figura del traſportamëe
to del tëpo ſecódo che ioauiſo lia luogo ſoiamëte nella dinominatiöe
delle coſe.Percioclie plei è licito ad attribuire i nomi moderni alle eo
‘ſt iticlzc che a]] hora né gli haueuío,ei nomi ítidii alle coſe model nc
Che hora liínoaltrinomiccmcDätediflLJflbatternò l’orgogliodegli
ñ › ì Arabix
e ‘1
_Arabi ,che dit-erro adAnnibal paſſare l‘alpeſlre rocce Poafiche full!
biE’l Petrarca diſſe. Et da mandeſtra liauca queligran romano Che
fe in Germania e'nFrancia tal ruinalìt non dimeno gliArabi nó liab
bitauano l’Africa al tempo* d’Annibale,negli affricani ſi domandaua:
no all horaArabi,ne la Francia ſi domandaua al tempo _di Ceſare al:
troehe Gallia,ne iFi-anchi allliora l’haueuano_ occupata ne dinami
nata Francia,ma perla detta figura ſi ſalua ſimile dinominatióe, '8c ſi
potrebhe ächora appellare traslatione_ poiche ,(ìl nome che èd'vn po
. poloo d’vn paeſe in vn tëpo ſi traſparra ad vn `altro. Ma accioclic ſi
comprenda piu, chiaramente quello che io dico è da ſapere che ſe noi
riceviamo che alcüa coſa o alcüa perſona ſtata in vn tëpo ſi poſſa ſot
to coperta di (ìſta figura ,che è chiamata :nanni-más sëza biaſimo trai'
Berta”: ad vn altro come ſe faremo _ſecondo che ha fattoVirgilioche
idone &Enea fieno fiati dimmi &viuuti ad vna ſtagione,ſe uitera
ehe ſaremo tenuti idiota a riceuere che una hiſtoria 'oaltrod vn ſuo
‘ goſi— poſſaſotxo:copertad’vn altra-figura,cli_e perauëturaſi chiamera
ivi-”madr- sëzabiaſimo tra sportare adm'altro luogocome ſeſarmo
. che inAFrica naſcano,&ſiëo cerui in tilla parte doue ca itò Enea ſècö
ñdo che ha fattoVirgiljo,ſe .vero èſecódo che teſtimoniano alcſii, che
nonvene naſcono &non vene ſiëo-Et _ſaremo medeſimamëte tenuti
a riceuere clic ſia hiſtor ia o alcuna coſa ,auenuta ad vſia perſona ſi pol'
{a ſotto coperta d’vna ſi ra la _quale pera uentnra ſi potra chiama- ñ
re Licenza-dammi: ſenza Maſtian traſportare ad vna ,iltra perſona ſi co:
me vogliono alcuni ..che Virgilio traſportaſlè tilla attione che auëne
a Scilla figliuola diPliorci a Lilla. che era figliuola di Niſo quido diſſe
uid loquar aut Scyllä Niſi,quí ſama ſecuta eſt Dulichias vexaſſe ra
tes,-&gurñgite inalto Ah timidos .nautas canibns'lacei-_aſſe marinis f
Et come ſimilmente vogliono .che traſportaflè l'ufficio che era di
Caſtore a Polluce quando diflè Talis `Amyclaei domitus Pol-lucis ha:
benis Cyllarus.. Benche ‘eſsi s’ingannino 8: attribuiſcano a Virgilio
quello cheegli non ha fatto ſi comemoſtreremo in ~altro luogo. Et
co ſiſi potrebbono ſcuſàre tutti cÌlli autori,8_c ſcuſate ſotto lo ſcudodi
fiſh figura iiquali hanno involate le fauole intere .ol’hiſìorieplepar
› ti riconoſceuoli,&trasportatele ne .ſuoi libri ſotto nome d’altra pſ0
- mDequali furti di ſopra dEmo-. l’çſſcmpio ſpetialmëte nelle noudlt
del Boccaccio &nell’Orlando furioſo di Lodouico ArioſtoEtſare:
-mo ícliora tenuti a riceuere clic ſia atticîe auenuta in vn modo ſi po
teſſe racçötare eſſere aueüta in vn’altro sëza_ biaſimo ſo tto_ coptad‘ñl
' figurache ſorſe ſicliiatnerebbe pclii voleſſe ìiernidaìsdicomepc‘argiöf
d’c mi’
d'eſl'empio il modo della morte di' Cato raccontato da Virgilio nel
l'Eneida non è quei medeſimo che è raccontato da quel medeſimo
Virgiliopppreflo Da nte la doue ſi dice, Lo mio maeſtro dilſe,quegli è
Caro che ſotto il ſaſſi~ di monte Auëtino Di ſangue fece moltevolte
lato .\'o n va co ſum frate per v n camino, Per lo furar ſrodolëte che
ci fece Del grande armemo clieegli liebbe-vicino Onde ceſſar le ſue
opere biece Sotto la mazzad'Hercole,clic forſe Gliene die cento,&
nóſenti le diece.llqual mododella morte non ſi conſa con qlloche
è nell' Eneida Non tulit Alcides animis, ſeq; ipſe perig nem Przci
piti iecit ſaltu,qu‘:`i plurimus vndam Fumus agit,nebulaq; ing'ene ſpe
CLS .tſtuatatra. Hic Cacum in tenebris incendia vana mouentem
Corripitin nodum complexus ,6t angit inliarens Eliſos oculos,&
ſit-cum ſangui ne guttur.ſecondo che ſi doucua, Gt perauëtura ſi con
fa con quello che racconta Ouidio nel libro primo de Fafli col qua‘
le non ſi dovrebbe con ſare quando dice,Prima mouet Cacus collata
prçlia dextra Remq; Ferox ſaxis ſtipitibiìsngerit.Qieís vbi nil a gituſ' .
patria: male ſortie ad artes C0 nſiigit 8t flammas ore ſomnte vomit
A” quories perflat, ſpirareTyphoea credas. Et rap du 'n Arienzo
fingurab ig neiaci , Occupat Alcide: , addudìs '; claua ti-inodis Ter
quater ad verſi ſedit in ore viri.llle cadit,mixtasq; vomit cſi ſa nguine
flamas Et lato moriës pedore pla ngit liumü.Et breuemëte ſe noi ri
ceueretno per buono ſimile traſportamí‘to d'vn tf-po ad v n altro tëpo
ſaièmo coſtretti anchora a riceuere per buoni non ſolamente glialtri
ſopradetti traſportamenti ma deglialtii inguiſa clie non ſi potra fare
. errate niu no che nOn truoui ſt uſa, 6t perdono 6; alla fine nOn ciſara
preſſato luogo da poter peccare,& ſe nö ci ſara Pſtatoluogo da pecca
ſe nó ci ſai-.i ſimilmëte preſiato luogo da meritare. Apídſſo anchora
che lialibiamo detto che la figura detta ?ivan-aid”: poſſa hauer luogo
nella dinominatione traſportata da vn tempo :id vn’altro ſic0me
s’è eſſempli'ficato ne popoli d'Africa chiamati da Dante Arabi nel
tempod‘A nnibale quando non era no anchora ſtati appellati coſi, 8t
nel paeſe della Francia chiamata Francia dal Petrarcaaitempo di
Giulio Ceſareq -ando non era anchora ſtato appellato coſi,non di:
meno e‘ da porre mente che queſta coſa non e‘ ſiempre vera. Peſcia:
che pare clie per potere vſare l'aiñpellatione antica in luogo della;
moderna,0 la modeina …luogo dell'a ittica ſi iicliiegga che la Perſo
“ na clie l’vſa poſſa hauer nomi. deli’Vna 8t dell'altra appellatione , o
che nella lingua nella quale s’v’a, non ſia in vſo l'appellatione che ſi
tralaſciap che nó ſia per iiaſttreloſpeitione per l'appdhti-*ne vſur
.'-v `
' ' - ‘" Ss” ~ 'p.tta
, ,

para d'aſcuna opinione mencſie diritta di_dio`& offenſiva degliorec’í


,ehi diuoti. HoraFli eſſempi ſaranno chiaro quello che perauemura -
parepropoſto o curamente-Hebbe notitia Dante 0 colui che intro
duce a parlare che i popoli d’Africa erano fiati domandati antici
‘menti Aſri,& che modernamente ſi domandauano Arabi , & perche
n'hebbe notitìa domandò gli-antichi AFricarii ſicuramente con l'ap
pellatione moderna , & nomine gli perla ſopradetta figura lodevol
mente Arabi.Ma ſe non liaueſſe hauuta norma ſe non d'vna appel
'latíone pog niamo dell’antica non gli haurebbe poi uto nominare a
non con quelli appellatione della quale haueſſe hauum notith altra
mente biſognerebbe credere che egli foſſe fiato ind0u`mo. Ma’ ſe al*
tri non puo nö eſſendo i’ndouino vſare l’appellatiOne, cui-e’liigno
ra in luogo di quella, cui egli ſa,non dee pa rimente potere al `egnare
ad alcu naperſona- introdotta a ſauellare laqual‘e non lia ind0uina,a
nominare che che ſia con l'appellatione ignoraca da lei. Nella quale
ſconueneuolezza è fiato norato da alcuno eſſere caduto `Virgilio
quando fece parlare Palinuro coſi,^ut tu miiii ten-am- lnijce (nanq;
potes) portusq; require Velinos ,-& nominare i porti Velini che
tempo di Palinuro non erano ancliora coli cognominati Er è da,
notare che in queſta medeſima ſconueneuolezza è caduto Plau10il
il quale nell'A mphitrione introduce Sofia ö: A‘mphitrionc a chiama:
re l’aiuto diui no 8: a giurare ſorto il nome d'Hercole prima che foſſe‘
nato , & prima che eſsi ſoſpettaſſono che d0ueſſe naſcere non (he il
nome ſuo allliora s’vſaſſe in forma di giuramentop dichia mata d’a
iuto diuine. Ne ſi guardò di cadere nella p'redetta ſco ”ueneuolem
Lodouico Arioſto quando induce altrui a dir viilania a Fcrau, 8c per
che era ſpagniuolo a nomi narloñ Marano -laquale appellatíonc di
villaniaznOn ſu trouata ſe non dopo alcuni‘ſecoiicio è ſe non quan
do i iudei habbitîti in ſſpagna’furono coſlretri dalla forza realea
c‘ótra oro volöta- a moſtrarſi di ſarChriſtiani,o-andartapinädo per lo‘
módo. Adu ntì; chi vuole vſare l'una appella‘vionep l'altra dee haucr
’ notitiadell’vnaö: dell’altra,0‘ſe nö ha notitia del’l’vna-achllatione
di dell'altra, non dimeno ſegli‘cócedera l’vſo dell’appellatione'igno*
rata quando `a‘introduceſſe aſtrizſa Îparlare in vm lingua nella quale
non ii foſſe riceuut-a ſe no n›l’appellari0ne ignorata, ne altra s'vſaſſe
come per cagione d’cſſempio ſein lingua vulgare altri introduceſſe
- Giulio Ceſare a fauellare, & a nominare il paeſe della FranCianon
Otrelîbeſarglicle nominare con altro nome che col moderno cio"
cancia,de nó era trouaioaſugi tempizfli egli no] porcini_ſaper‘
~ a M
342
’ .eff‘eneloindouînm Percîoche lei-Gallia che era il nome vſate)
aſuoi di nun e fiato ricevuto nella noſer lingua# cóuiene che prenſ
_diamoil noſtro moderno o parli vn moderno o parli vnoantico
poiche-altro non n'lmlwbiamo. Perche mcnóe da mai-aliigliarſi “che
il l-Îetrarcadiccſſe , Dalaman ddlra liauea quel gra n Romano .che ſe
in .fiei‘maniae'n Francia tal urina. Amhora ci conuiene prendere `_
füardiaclie n’on vſiamo quella appellatione posniamo l’antica in
uogo della moderna per laquale ,potefl'e naſcere offeſade deuoií
orecc hi moſtrandoſi a lti‘i d’altra religione clic non vuolezeſſere creÎ
…du .o. Dache non li guardò il Petrarca quanëi volendo ſigflficar‘e
fimpiiccmentc la morte diſſe. Me riponete 01 'acer ſi ſorba,Siche
i0 non tema del necdiiet diStige Se la preghi. mia non è ſuperba.
Percioclie il Chriſtiano ll .quale 'vuole eſſere tenuto Clu‘iſtianofi co
me-doueua eolerein quel ſo netto il Petrarca,& per la materia di che
ſtring-Bi per laperſona a cui ſcriue,non puo ſciTza ſcandalo dcſctlue'- ñ
le la morte,con Charontee'lſuo paſſ re che ſecondo la -cretlëza pa} ~-, l’

;una erano coſe- ſeguaci alla morte, ſi come anchora nOn puo il
~ Clicil’tia no .clic vuole eſſcre tenuto Chriſtiane ſenza ſcídalo pridere
Jc forme de giurame riti .1 miglieffilpaganc 0 delle chiamate del diuinó
ſoccorſo quando gli ſi preſenta ragione da giurare o da chiamare
dio in aiuto,quali ſono Hercle,me lierculcs, Mcdius fidius Per’deok ~
immortalespitlhs placet,& ſimili. lcquali,ſe ben mi ricorda,riprende
Oi'igcne ne Cliriltiani ſcrivendo contra Celſo epicureo. Et lequaü
quan’tunq-ueſicn'o ſcädaloſe come tlico 8c ripreſe da Origcne,& ſchi
tate da ſaui Cliriſliani ſono non dimeno vſurpatc da certi che al ten”
po noflro Vogliono eſſcteten uti nö meno i ſolleg ni della gIOria della e1.
i ngua’laxina che _della pmita' della religi0nc Clirifliana'conie ſono .—
L01180“) Sadolctti 6: ſimili` Al quale ſcandalo il Petrarca alc una 'fiata .
aggiunſe alcun rimetlio',«&‘ tëperòl’ofiſieſa che potenti *rjuſci re di coſi
fatteappcllatiöi.Laonde~v0lí*do nominareApòllo ínluogo 'di Chriſto
"a iunſe [mmortale per difllnguglodal favoloſo dicëd‘o. Et che IÎ
noffieingegnó che d :l tizlo- Per_ gratia_tien de lo'mmortaleApollo’,
B: voli-do nomi nare Giove in luogo di dio verace v’aggiunſe Viuo
diſhnguerlo
ſiſi daGioue
vcd’eua inCreti figliuolo_
clitëUnLO viuó‘diGioue
Saturno',cl1e
Mida mori 81 la
priego cui ſepoltura,
il mio ip prima. ~
che il ſuo fi ne,’an›.’ 07a ,fili Jap xi (Et-amis ?ci &ur-t E‘ oì'us á‘iîmiîyjuçmatas 5 di]
` in". Nó fi procede ieco ndo l'ordi ne di ſopra poſto, percioche poiche
l'era Oppoſto che la coſa preſa nö e‘ quaíe era,0 c",ſi doueuariſpódlere`
prima ſecondol'ordinc
, giápoſto ſe la coſa
d' s s snona e‘ p'rcſa c'pcraucntur'l
qualt- eſa o è _ ſi

4-“
ſi?? ` .
'-
;a per-neuen” come _ñ dice , 8t come Pare all'agente, &‘ñ‘- ſi Foſſe-'ti
`nuouo oppoſto che la coſa nOn è preſa eome ſi diego pa're allagenſl
:fi doue!” poi riſpondere è'ñpereuentura quale doue-ua eſſere. Ma co*
me dico ſr 'riſponde , 8: ſi ſolue con ordine tramutato ſaltandofl
dal primo capo al terzo." che non dimeno non‘ monta molto.
Adu nque quando alcun poeta non ha preſe le coſe' tali quali ſono,
o erano, il poeta' ſi puo ſalvare riſponden chei uo preſe tali,
quali dourebbo no eſſere. Et peru e l’oppoſirioneè ſarta,ch_ele coſe
,non ſono vere cio Home io interprete che-non ſono‘qualiergo
‘no o ſono , conci, ,ſia coſa che il poeta le habbía alterate ,ñ & concíe
come gli e‘ parutàí) ’imaginateſen, delle nuoue biſo na, cenſideu
'rare ſe le eoſe predette non vere ſono di cìlla maniera dr coſeJequali
,non ſi poſſono alterare nc imaginarfi di nuouo , o ſe ſono di quelle,
che ſi poſſono altera-e,&imaginarſi di nuouo. 'Perdoche ſe ſonodi
`quelle che nOnſi poſſono alterare ne imaginzrñ di‘nuouo non veg
go come ſi poſlà riſpondere volendo riſpo bene, che ſono il”
_ te preſe non quali ſono cerano ma quali dourebbono eſſere. Elſe
_eondo che mi pare veramente di comprendere egli intende di que
ſta maniera
ſaceua- di coſe,
le perſone qualip doueua
e e ſoggiuu
no eſſe-Eree ,che Sophoclequali
& Euripide dieeua che
erano
' :eſſendo le perſone delle tra edie conoſciute per hifioria o per fama,
"i le nature loro. Et ſe ſo e vero che Euripide haueſſe facce le per
ſone tragice uali erano per hiſtoría o per fama lxaurebbe fatto bc
ie,& ſarebbe a commendflre. Et ſe Sophocle [e haueſſe fatte quali
doueuano eſſere ſprezzata l’autorita dell’hifloría 0 della fama lun
rebbe ſarto male, 8c ſarebbe da bia mare. Ma Ariſtotele di ſopra ha
detto , 8: di ſotto tornera :dirlo che Euripide no fece Menelao
quale era , ne quale doueua eſſere per eſſere vna perſona lodevole,
‘ma, quale doueua eſſere per fare che la eonflituk-ione della- ſmi
cltìamata l’Orefle líaueſſe il camino non interrotto in fi-no alfine‘,
'& oltre aeio pare che Euripide venga ripreſo, 8:‘ molto ra gioneuol
:menſe perche aſſegna alcu na volta alle perſo ne ſimplici etagl’ldioci
ragionamemí conueríeuoli aphiloſóplm mi , 6: grandi 8c ſortili ſa
"udlatori piu toſto che a loro inguiſa che pare coſa falſa , che eſſo ſa
eeſſe le perſone quali erano anchora che perauenrura non ſ'e faceſſe
p uall do veſſono eſſerc.Percioche poſsiamo dire che fieno tre gradi
di perſone preſe da p0eti vno di quelle , che ſono tali quali ſono
l ,parte per híſtoria
'pali , quali o per ſama,&
deprebbono vn'altroladlcondicioneloro
eſſere ſecondo quelle , che ſo no
6: vformate
n terzo
di quelle
\
. ' 343
'diquelle clic trauiano dalla qualita dell'eſſere pom dell'itiſtoria `o
'dal ;i fama,& dalla qualita della conditione della quale dourebbono
’ eſſere. Perche pei-aventura cda dire che quello che dice Ariſtotele,
‘à quello che diceua Sopliocle è da intendere altramente clie infi no
a qui non habbiamo dEltO , cio e‘ che Euripide alteraua a ſormaua
di nuouo le coſe , lequali ſecondo arte riceuono alteratione o nuoua
formatione accoltandoſi ali’vſo,& all’eſſere delle coſe come ſono , 6t
Sophocle alteraua 8t Formaua di nuouole coſe lequali ſecondo arte
rieeuono aſkeratione o ,nuoua formatione accoſtandoſi all'vſo 8t
all'eſſere delle coſe come doueuano eſſere hauendo riſpetto alla di
gnita & alla grandezza delle perſone reali, &"diuine che s'introdu—
cono nelle tragedie,ä J": uuhrîçotjn 0‘510 Qatle oſop 'rd mg] My. Sono al
cune coſe preſe dal poca-,delle quali non poſsiamo hauere certezza,
-—~ `.—- —vñó
à ſapere quali eran0,o ſono,ne percio ſono tali, quali ſarebbe il do
‘uero,clie ſoſſero,ma ſono preſe tali,quali ſi dicono eſſere,come ſono
le'coſe degl'ldd'r). Hora baſta per difeſa del poeta ,clic ſi poſſa dire,
clieegli in prenderle coſi fatte liabbia ſeguita la fama, à quello , che
ſerie diue— Adunque delle coſe didio alcune ſono quali fi dicono
eſſere, cio e‘ hanno il ſuo eſſere nonin ſu la verita,nc in ſu ildouero,
ma in ſu il publico grido , &in ſu la ſama,& tali ſono l'attioni mira
toloſe di dio appo i paga ni che di ſopra chiamímo principali, 6t di
queſteintende qui Ariſtotele. Et alcune ſono quali deono eſſere cio
'è hanno il ſuo cſſerenon in ſu la verita ,oin ſula fama, ma in ſu il
douero,& ſono quelle-,lequali di ſopra cliiamammo attioni miracolo
ſe ſecondarie o acceſſorie, & dl queſte non parla qui Ariſtotele. Per
cíoche queſte di neceſsita conuiene che [ieno tali quali deono eſſere,
8t ſe non ſono taliquali deono eſſere,non ſi puo , ne ſi dee ricorrere
per iſcuſarle al capo ſecondo, 6: dire che ſono quali ſi dico no eſſeri:
do eſſe ſtate imaginate dal poeta 8t non dette prima da niuno altro.
Perche veggaſi Virgilio preſuppoſto che ſia vero quello che afferma
no alcuni , cio è che egli primo a’imaginaſſe la trasformatione del‘
le naui d'Enea in nimphe marine , quanto bene faceſſe nella pre
detta trasformatione a ricorrere per volerla ſcuſate a qUeſto ſecondo
capoöt a dire,Tempore quo primü Phrygia ſormabat in lda Enea.
elaſſem 6t pelagi petere alta parabat lpſa deum ſertur genitrix Bere
cyntliia magnum Vocibus his affata louem. Coloro adunque che o
rimi s'lianno imaginate le coſe , o eſſendone certificatiſa nno come
ſe coſe ſono non poſſono dire per iſcuſarſi, o per altro riſpetto dire,
'che ſi dicono eſſere tali. Percioclie gli vni ſaranno riprouati come
` › Ss ss a bugiardi
bugiardi ſi come dee eſſere riprouato per bugiardo Virgilio nel ſopra
detto luogo,& glialtii ſaríno biaſimati comeinuidioſi naſcondendo
la certezza delle coſe mamſeſta a loro ſenza neceſsita ſotto la copcr:
la incerta della ſama.Del la ſchiera de quali vogliamo che fieno gl'ida
di) penati o famigliari d'Enea appariti gli in log no, liquaiiſapendo
come l'ltaſia foſſe ſtata nomznata eſſendo lddn ricarro no alia fama
non hauendone cagione—niuna da farlo in q-iel luogo_ Eſt lOCLS l—la
ſperiam Gra'n cogoomine dicu nt Terra antiqua peter” armis aiqw
vbere gîebr Oenotrij coluere viri , Nunc fama mlnortí lullam di
nſſe ducis de nomine gentem. Et parimente vogliamo , che ſia He*
leno,il quale, non oſtante clie foſſe ripieno di ſpirito diuino 8( AM‘
lineo ricorre alla fama quaſi non ſapeſſe certo ſe l'ira ia anticamente
foſſe congiunta can la Cicilia o no quando dice , Hzc loca viquon!
dam .Bi vaſta conuulſa ruina (Tantum Rui longion Valct mutare
vetuſtas) Diſtiluiſſe ſeru nt. Et per intendere bene la materia dtlll
ſ1m; , alla quale ricorre il poeta nondobbiamo laſciare di dire , che
queflo ricorſo viſi fa tal lio” per confermare maggionnffllc 9113""
che ſi racconta , & tal hora per disfermare quello che fi raccoma à
ſpeſſefiate per iſcuſa diſc per dire le coſe, ci-.e paiono Paſſare o la vcf
rita o il douere-Si prende talliora la teſtimonia nu di quelloclzrſf
dice o è ſcritto per lo pozta a conſermatione dclh cola l'aCC01‘iUll,U
Come ſi preſe perlo Petrarca quando diſſe. Et c‘ qLeſtu del ſeine l’cr
piu dolor del popol ſenza legge Al qual come ſi legge ‘Mario :perſe
ſi’l fianco Che memoria del'opr‘a anclio non langue (Lido .ill-ta
to & fianco Non piu beuue del fiume acqua , che ſangue- Quafi di‘
ceſſe ueſto c‘veriſsimo,& viene cóſermaro per l'luſloiia.Et ſi come
fi pre eper Dante quido diſſe, Se s’adunaſſe anchor tutta la gif-ae clic
gia in ſu la fortunata terra Di puglia ſu delſuo ſangue doiente Per
li Troiani,& per la lunga guerra,Clie de Panella ſcſi .dreſpoglie come
Liuio ſcriue che non erra Canudla Rc. Si préde talliora q uello che
ſi dice per riprovarlo , & per moflrare che c‘ ſalſoſr come ſete Virgi
lio quando diſſe, (Liid loquar aut Scyllam Niſiíquam fama ſecuta eſl,
Candida ſuccincîlam lattantibus ingui na monſtris Dulichias chaſſc
rates & gdrgite tu alto Ali timidos nautascambxis l-ceralſe mai i'nir,
intendendo egli di dimoſtrare che ſimile fama foſſe falſa ,6: clic non
le ſi do- ’cſſc pi eſtare ſed: ſi come al largo 8c chiaramente Cgihilmo’
(Ira in Cui dicendo , lmpia prodigi); vtquondam'citterruit ampli!
Sclea , nouosqi awum ſublimis in aere ccer‘us \-"idcrrt,&renwtoü!
ſcendcnç fidera penna Czruleis ſua tech ſuper volataucnt abs-Ha”;
: ~ i“
N_

~ ?qpbfpüfeóſpemni ſe'eleratx capillo *Fred; fiati-’is‘ Tolmùsexeifi


ZH?
u nditus'wbe. Complures illám -meg ni Mcſſala poeta Nam vel-um
ſqteamur ,ama‘c Polyhymnia verum Longe alta perhibent muma‘fl
`membra figura Scylla—um monflra in ſnxum conuerſa vocari. …am
etiam a'rumms'qua _pc legam‘us Vliſsis Cmdifla- fliceinéhm la”
trantibus inguina monſtris Duliclzias vexaſſc ratesqòzgurgite in alto
Deprehenſos nautas canibus [acei'aſſe marinisSed neq; Mçoniar pati
tìuntur credere carta. Sípreſe ſimilmente quello , che ſi dice per rìd
provarlo 8: per molli-are che era falſo per Pi ndaro nella prima ode
de giuoclii Olimpij quädo nó vuole che ſi creda alla fauola di' Pelo’
7 i): i‘ecódo che ſconcia era flata porta d’allà fama antica,& riprouat:
egli-la racconta alrráme'nteSi preſe anchora cjllo , che ſl dice per
riprouarlo,& per moſtrarlo falſo pei-lo Petrarca quando diſſe Ceſm
poiche il traditore d' Egitto Li ſete il do n del'honorata teſta Celído ~ ~
l'alegrezza-ma niſefla Piíſe per gliocclii ſuor ſi come c‘ ſcritto-Co n‘
'cio fia c'oſa che egli credeſſe che Ceſa-re pia noctſe da douerc &dëtro;
&Flle ſen tiſſevera mëte degli; della morte di‘Î’öpeo.Ma egli preſe cio
come coſa falſa per ſolamëte adop erarla in cöperat'pne." che ſi xò"
prëde‘dz tÌllo,che‘diee altroue.0`uel che'n-Theſſaglía hebbe le ma fl
ſi pronte A farla del çiuil ſangue ver-miglia Piäſe morto il 'marito di.
ſua flolia R’nffigurato ale fattezze conte. Et ſimil mëte ſi'preſeq nella ñ`- `
che idíce per riprouarld,& per moſtrarlo falſo p lo Petrarca quída
díſſe- Et veggio ad Vn lacciud Giunoneä Dido Ch'amor'pío del ſuo
ſpoſo a morreſpinſe,’nö q] d’Enea come c‘publim grido 61 anchora',
Poi vidi fra le donne peregrine Vella che perla ſuo diletto de fido
Spoſo nonper Enea vols'ire alflne‘ 'faccia il vulgo ignoräte i0 dico
Dido Cui ſtudio d’honeftatea morteſpinſe Non Vano a-mor come E -‘
ñ publico grido. Sìmiliſouo queglialtri luoghi' del Petrírca quando
parla di Pliebo Che s’ió veggio d’uno` arco 8: d’vuo ſtrale Phe'bo -
percoſſo e’l giovane d’Abido L’v n detto- dio,l'alrro boom-puromoi-
tale 8: quído parla- d’A more Ei nacque d’otio, 6c di laſciuia huma ns_
Nutrito di penſier dolci ſoaui Fatto fignore & dio da ente va-na,&,
` Materia da coxhurnià nö da ſocelii \/ eder’ñſo’ éolui c ee‘ Fattodeo
Da eardñngegnirintuzzati &ſciocèhi- 8t Tri’Òmp‘har Volfe til cliei} *
Îvulgo :giura-Si predetìllo che ſi dice p lo poeta nó percò'fermar con‘
'l lo la Cofarac‘eéta'tgàp ac uiſtarle credenza,ne per riJpuarl‘o 6: ma
flra’rlo ſalſò,mç\ pñn- motto a lettore,&pſarlo a‘ccorto‘che la cofane
~eòtata _è tale che uffa nö pare credibile p trapaſiarc di trappola verita‘ ; ' '
o il‘ douerc. Hora fi t‘rapaſſa laverita dt troppo quádoîì parla di coſe,
delle quali nófi~ puoliauer
ñ ` çertcza
ſi per alti‘ayie _clic per yçlmſh come
' Pc! _
..`

?e
x,
‘Ll
'w
Ig. h

ñ).
per eagione d'cſſempîo non ſi puo liauer certezza pei_- altra via che
per vdita delle coſe delle ſtanze celeſtiali, & infernali, o quando ſi
parla di coſe,delle quali quantunque ſi poſſa hauer certezza per altra
via,ehe per vdita , & ſene poſſa ſapere la verita,non dimeno ſono pos
eo Cſcdlbili 61 hanno faccia di menzogna non ſeguendo il corſo
wſitato delle coſe monda ne. Hora non creda alcuno per le parole
ui ſcritte da Ariſtotele, che fia licito al poeta in quanto egli racconta
di ſua perſ0na & principalmente 'di prender qucilo che ſi dice per
ammonire il lettore , 8: fare ſcuſa cîîe a coſa raccontata ſia poco ve
~ rilimile,o poco cOnue neuole , concio ſia coſa che Ariſtotele conceda
queſtl ſcuſa non al poeta in quanto racconta, ma gliele concede in
quanto poiche ha raccontato & n'è accuſato,ſi difende. Egli è vero
ehe egli ha le forme daſ‘cuſarſi . lequali puo & deevſare quando rac
conta coſe poco veriſimili, opoco conueneuoli, [equal] non ſono
quelle,ma ſono quefle.Mirabilediflu- Eloquaffan ſileam e & ſimij.
Et come diſſeil Petrarca,Vero dirò ſorſe e‘ parra menzogna. & come
diſſe Da nte.Sempre a quel ver c’ ha facci.; di menzogna Dee l'huom
Chiuder le labbra quíco ei puote Percioche ſenza colpa fa vergogna
Ma ui tacer noi poſſo Percioche come ſu detto di ſopra il ricorrei e
eheila il oeta quando narra di ſua per"ona , 61 prmcipalmentealcu
no acci ente,alla fama,& a uello che ſene dice,non è altro che vno
ſcemarc la credenza alle co e che ſi raccontano. Egli è vero che
fimile ricorſo ii concede agl’hiſtor ici accioche con coſi ſano ſegnale
poſſano diſtinguere le coſe , lequali eſai narrano per vere , & ſanno
eſſere vere,da quelle-,che eſsi propongono ma nó s'obliga no a man
tenere per vere. Perche è da dire che Virgilio non e` molto da com
mendare in quel luo o,l)i)` quibus imperium cſt animarum vmme
ſilentea. lit chaos &Zhlegethon [oca noae ſilentia late‘, Sit mllil fa:
audita loqui,& in moltiaitriſimiii- i'm: ` main-‘niro KTW-77’512…
“JAM' :1|:th lame Eszánsfitn’oſſ ’ati-rai . I’oſti tre modi dl ſolutioni
per tre maniere di coſe raſſomigliate, percioche o ſi raſſomigliano le
coſe quali erano o ſono,o quali deono eſſere,o quali ſi dicono elſe: e,
fi ſoggiugne la quarta, laquale e` ſolutionefche ſi Fa perla maniera
delle coſe raſſomigliate, lequali nOn ſappiamo eſſere ſiate , o eſſere
coſi fatte veramente , & lequali non i flarebbono meglio ſe ſtcſſcno
eoſi,&lequali non ſi dicono eſſere coli fatte, ma perauentura eſſe ſi
ſono raflomigliate fatte come ſono , e’l caſo ſenza liauer riſpetto a
niuna delle ſopradette , coſe, celelia porte come ſono non eſſen—
do percio noi certiche le cole fieno coſi auegna che fieno coi:. Et
quell!.
34$
queſta ſolutio neè preſa da Xenoplianejl quale haueua opinione che
niu no poteſſe ſapere coſa niuna veramente,& ſpetialmëte delle coſe
di dio. Et ſe aueniua che altri alcuna volta ne diceſſe alcuna coſa di
vero quanto e‘ a ſui era per accidente,&a caſo, 6t non perche ſapeſſe
di dire la verita. Etbreuemente egli voleua, che l’huomo foſſe quído
l'abbatteua a dire la verita delle coſe,eome ſi dicono eſſere gli'ndoui
ni, 8t propheti pagani , & quale èCaipha appreſſo ſan Giouanni l’e
[la ngeſiſta,liquali dicono la veritaſi, ma non intendono quello che ſi
dicono, ne ſanno di dirla.Et .è da tenerſi a mente chequeſta ſolutione
come e‘ arichOra ſtato detto di ſopra non ſu propoſta, & è aggiunta
ſi come la ſeguente anchora non ſu propoſta , ma c‘aggiunta .qui da
Ariſtotele in guiſa che quello capo delle coſe raſſomigliate dat-a cina
que ſolutioni- Hora le parole ſono da interpretare coſi ſupplendo
di' 8t dicendo. Et perauentura non‘ſi deedire aim-p ciro. che le coſe
paſsino meglio coſi,cio e‘ cliele coſeſteano comedeono ſiare,& tan
to viene a dire ;inſup- quando da 4‘133‘, ne ſi dee perauentura dire che
lecoſe ſiçnçvere cio e‘ quaſi erano o ſono, a tanto viene a dire ìmi
quanto ſſa i‘, 'i &dit; ma è da dire che fieno ſiate dette a caſo quali ſo
no-ſecondo che diceua Xenophane,& non .èperaumtura .da 'dire che
ſieno quali ſi dicono eſſere. Et queſlc parole LM’ oſpiti nil‘a ſono po
ſpofle a quelle im’ Fiumi douendo naturalmente eſſere antipofle , &
accompagnate per coſa terza alle prime due ‘In aim-op dim 071' ita-oi‘,
poiche ſi reitera no le tre ſolutioni per aggiungerui la quarta. Aduncì
ſe non ſi potra direche le coſe fleano meglio Coſi,ne c ie ſieno vere,
ne ſieno quali ſi dicOno eſſere ſi potra dire che ſieno acaſo vere , ma
non ſi poſſono dire eſſere veramente ex propoſito vere. Percioche
colui’, che le dice non ſa di dire la verita.- Siche ſono due maniere di
coſe vere,|'vne di quelle che per ſe ſono vere,& inteſe da colui, che
le dice,& riconoſcjute per vere,& queſte ſi contengono ſotto la pri
ma ſolutione lia l’tp ’il àdip. Et l'altre di quelle che perſe ſono vere, ma
non ſono inteſe per vere,ne riconoſciute per tali da colui,che ledice,
& quefic ſono contenute ſotto la quarta ſoluti0ne, M’ Enix-'zu Hora
egli è vero che il detto del poeta il quale non ſu vero appo luin‘e
fondatoin ſuil douero,ne in ſu la fama, ſe poi al tempo del lettore ſi
truoua eſſere vero ſi puo ſaluare ſi come di ſopra ne ſu dato l'eſſcm
pio nella prophetía di Seneca dello ſcoprimento del mondo nu0uo
fatto al tempo
il`quale vnon deenoflro
dire omaſarnon
direſeiie
coſadee gia lo
ſenza dareperche
ſapere il poetaſeo laſaluare,
dica o
la faccia dire-,6t ſenzz fondamento o di vcritap di" douero,o di fama:
Tttt Perche
Perche di ſopra dicemmo clic il Boccaccio non era da :ammenda
re che fece the il re Amplioſo di Spagna fece mettere due ſorzíerí
l’vuo pieno di terra 8t l'altro pieno d'vn ran teſoro; ſerrati dinanzi
al caualiere Fiorentino accioche elege e l’vno quaſi che egli foſſe
ſicuro che il :caualiere doueſſe eleggere quello che erapieno di terra
in dimoflratione che il non eſſere e li ſtato premiato come ſi comic:
niua della ſua ſeruitu vſata infino alſliora verſo il re ſoſſe proceduto
non dalla poca magnificenza del re , ma dalla ſua ſucntura- Laqual
matta ſicurta del re non era fondata ne in ſu la verita,ne inſu il dae
uero,ne in ſu la ſama. Et quantunqñue poiil caſo ap rouaſſe quello,
che intendeua di dimoflrare il re eleggendo il caualiere il forziere
pieno di terra,non dimeno non eſe non temerariamente il reintro
' - _dotto a ſar coſa per laquale poteua rimanere conſuſo 8t ſcornato ſe
_perauentura,quegli eleggeua il ſorzierepieno del gran teſoro. Si co
me ancliOra diſsi che il predetto Boccaccio nó doueua ſare che l’a
bate non doueua ſar predire. a Feröd0,che della ſua donna liaurebbe
en figliuolo maſchio ,il quale doueſſe nominare Benedetto ad ho
nore di ſan Benedetto, percioclie per l'orationi del l’abate 6t della
dóna & per amor di ſan Benedetto dio gli ſaceua queſta gra tia con.
cio ſia roſa che la certezza della proſetia che doueſſe naſcere piu to*
Ro Vn figliuolo maſchio, che vna figliuola ſemina, quantunquepoi
naſceſſe vn figliuolo maſchio non ſoſſe fondata ne in ſu la verita , ne
ne in ſu il douero , tie in ſu la ſama. Perche ſe aueniua che naſceſſe
Yna ſemina ſarebbe la proſetia ſtata ſalſa ,,& ſarebeno ſeguite coſe
altre ſconueneuolifims 5 oi tim-p É‘AM’ .iii-05 Fix-p Jap 13 md ‘F :allopòta
Aieſtae‘ la .quinta ſOlutionc,che ſi ſa perle coſe :aſſomiglia te. Per
eioclie ſi raſſomiglia no non ſolamente le coſe', che il poeta ſa eſſere
vere,& inſieme illettorep le coſe che il poeta ignora eſſerevere e'l.
lettore le ſa eſſere vere , ma ſi raſſomi imc-anchora quelle coſe l e
quali il poeta ſa eſſere vere,e'l lettore e ignora eſſere vere. Siclieſo-.
oo tre ſpetie di coſe vere raſſomigliate. L’v na delle quali lia il ſonda;
mëto ſuo i n ſu la ſciëza del. pnt-tam del lettore inſiemed’altra lia il ſuo.
fondamento in ſu la ſtièza del-lettore,& in ſu la ignoríza del poeta,
Gt la terza lia il ſondamento ſuo iti-ſu la ſcienza del-poeta , 8t in ſu
la ignoranza del lettore ,i ſi come ha quella coſa che dice Homero
delle lancie de ſoldati di Diomede dormenti inſieme col loro capi:
tano ſuori del campo , lequali erano dirizzate, & piantate col calzo
in v`n cerclii'etto di ferro fitto in terra inguiſa che ſe inemici li ha».
nello-no aſſaliti prima ſarebbono peruenuu' loro ad doſſo c ic eó’si
_ - 2 . . ' haueſſono
- - 3+5
› haudi’ono hauuto tempo,& pÒtuto abbaſſare ie [ancie‘ Perches'via
v—-Ìr‘nmfl ‘ nel coſpetto de nemici o nel ſoſpetto di tenere le punte delle lan'
eie chinate verſo quella parte onde vengonoi nemici , o ſi ſoſpet
ta. Concio ſiacoſa clic ſimile dirittura di iancíein ſimile erica.
lo non ſia ſecondo [a buona maeſtria di guerra , della qua e è ve
riſimile che foſſe fornito vn coſi Valente capitano come era Dio
mede. O`ui non poſſo fare che non dica che io mi marauiglio non
poco d'Hadriano Tornebo reputato huomo di buon giudleio che
voglia‘- che Virgilio riguardaſſe a queſta vſanza tocca da Home:
'ro,& ſcoperta da Ariſtotele di tenere le lancie piantare in terra con
laÎpunta diritta verſo il cielo quando diſſe nel libro ſeflo dell'E*
neida,Arma procul,currusc']ue vir-ſim miratur inanes. Stantter
rae defixae lmſtae , paſsimque ſoluti Per campos paſcuntur equí.
Concio ſia coſa che Homero 8t Ariſtotele parlino deil‘vſanza che
ſi teneua nel tempo pericoloſo , & Virgili—0 parli dell’vſanza che
ſi tiene nel tempo della pace, della quale altri non ſi puo ragione
uolmente marauigliare. Et queſta quinta ſolutione come habbiaö
mo detto non ſu di ſopra propoſta , main queſto luogo è ſtata ag—
giunta da Ariſtoteîe ſi eomeanchora è ſtata la quarta cio ela ſolu
tione che ſi ſa per le coſe raſſomigliat’e che hanno il ſuo ſonda-ì
mentoin ſu la ſcienza del lettore 8: in ſu la ignaranza del poeta;
Hora quando la ſcienza del poeta della verita della coſa raſſomi:
gliata e accompagnata con la ignoranza del lettore , il quale per‘
la ſua ignoranza non puo ſtimare che il poeta liaueſie ſcienza
della predetta verita miſurando il ſapere del poeta con l‘ä‘miſura
del ſuo iguonre ſi ſcopre la predetta ſcienza perargomenti _81 per
alcuni veſtigireſtati anchora dell’vſanza antica , ſi come cr ſi ſco-ì -
re dice Ariſtotele ,che ſoſſe vero che anticamente foſſe vſanza che g
fe guardie de ſoldati fleſſono con le lance diritte iantatein terra
anchora nel maggiore ſoſpetto di douere eſſerea aiiti, della quale g
'ſanza Homero haueſſe ſcienza 8t la raſſomigiiaſſe nella poſtura del- a.
le lancie de compagni ‘di Diomede poi che ſivede che ſimile vſand
za di tenerle lancie piantate in terra diritte con la punta verſo‘ il
Cielo in tempo ſimile &anchor-a reſtata,& fi mantiene fra gl’llirngen‘
te guerriera. Lao nde non dobbiamo rifiutare ſimile coſa come non
vera anchora che la poſsiamo biafimare come coſa fatta contra
il douero della guerra , 6t anchora che non la poſsiamo appmuare
come coſa vera , della uale n’habbiamo certezza che s’vſaſſe a que]
tempo z à lnchora c ie non la poſsiamo approuare come coſa
Ttt t a Ch*
elie ſia peruenuta a noflra notitia per fama , i'm: 5-th 3?. Non ſi
one ſe non Vna ſolutioneLaquale non puo hauer luogo nelluogo
d'Homero della poſtura ſconueneuole delle lancie,& ſe nc douea no
porre quattro,& ſl doucua dire.Ma ſorſe la poſtura delle lancie raffo
migliata da Homero non e vera quanto è alla ſcienza del poeta,& del
lettore,ne è vera quanto e‘ alla ſcienza del lettore ſolo, ne è co nuene
uole,ne èſamoſa , ma èvera quanto e‘ alla ſcienza del poeta ſolo-Si
pone adunque vna ſolutione ſola,laquale non puo hauer luogo nel
luogo d’Homero,in luogo di tutte 8t quattro quelle che non vi poſ
ſono llauer luogo per breuita, 8: per non replicare di nuouo le coſe
dette. Hora quello , che dice qui Arifiotele delle coſevere raſſomi
gliate che ſi diuidono in tre ſpetie in quella che ha il ſuo fondamen
to in ſu- la ſcienza del poeta & del lettore inſieme 6t in quella,che
ha il ſuo fondamëtoin ſu la ſcienza del lettore ſol0,& in quella che
ha il ſuo fondamento in ſu la ſcienza del poeta ſolo ſipuo medeſi
mamente dire delle coſe nOn vere raſſomigliate ſecondo il douero,&
parimente ſipuo dire delle coſe non vere raſſ0migliate ſecondo la fa
ma,c0ncio ſia coſa,clie coſi l’v nc cio è le coſe raſſomigliate ſecondo
il douero (i poſſano diuidere in tre ſpetie come l’altre cio è le coſe
:aſſomigliare ſecondo lafama,lequali ſimilmente ſi poſſono diuidere
in tre ſpetie. Adunque le coſe non vere raſſomigliate ſecondo il do
uero ſono tli tre ſpetie , l’vna delle quali ha ilſuo fondamento in ſu
quelle coſe,leq uali ſono dqucroal poeta 8L al lettoreinſiemqut l’al
tra ha il ſuo fondamento in ſu quelle coſe lequali ſono douero al
‘ poeta,&~non ſono doueroal lettore. Etla terza ha il ſuo fondame
to in ſu quelle coſclequali non ſono douero al poeta,& ſono douero
al lettore. Ma li come di ſopra non lodai la aſſomiglia nza delle coſe
vere che haueuano ſuo fondamento in ſula ſcienza del lettore ſolo,
_ R non in ſu la ſcienza del poeta ,coſi non poſſo ſe non bialimare
quella
i ha ſuo raſſomiglia nza delle
fondamentoin coſe non Vere non
ſu quellecoſe,clie ſecondo
ſonoil d0uero , laquale
douere al poeta
quantunque lie-no douero al lettore come non era douero al Boe
" eaccio che raccontando le coſe degne di miſericordia di nuouo .ue
nute nel tempo della piſtolenzioſa mortalita taceſſe che perſone tra!,
paſſaſſero della Pſente vita ſenza hauere chi vdiſſe le loro co nſeſsio
ni,o clii gli communicach,o deſſe loro l’eſtrema ”rione-8! non di:
meno ad alcuna parte de lettori de tempi preſenti parrebbe doue:
ro che ſi ſoſſero taeiute ſimilicoſe non le reputando'atte a muouere
. compaſsiom perl'opinionc ſuprauenuta clic non fieno coſe neceſ
ſari:
\
347
ſarie in ſimili caſL AppreſTo le eoſe non vere raſſomigliare ſecondo
la fama ſono altreſi di tre ſpetie, l'v na delle quali ha ſuo fonda men
to in ſu (ille coſe,lequali ſono famoſe al poeta , & al lettore inſieme,
61 l'altra ha ſuo fondamento in ſu quelle coſe , lequali ſono famoſe
al poeta,& non al lettore, & la terza ha ſuo fondamento in ſu quelle
coſe, lequali non ſono famoſe al poeta , à ſonofamoſe allertore.
Delle quali queſta terza dz vltima ſpetie non è lodeuole ſi come per
cagione d'eſſempio non è lodeuole la morte di Didone aſſegnatalc
da Virgilio per diſperatione amoroſa per la partita d’Enea coneioſin
coſa che ſimile morte non foſſe famoſa a Virgilio liauendoſela egli
imaginata non ragiorieuolmente,pcrche era attiene di perſona reale*
Laquale morte al preſente è & per lo poema di Virgilio , 61 per gli
poemi di molti altri poeti famoſa al lettore. Ma non e‘da biaſimare
nella ſpetic,chc ha ſuo fondamento in ſu le coſe,lequalierano famo
c al poeta quantunque non fieno famoſe al lettore, come ſono al:
cune fauole,dellc quali e‘ fatta ſolamente mentione appreſſo alcuno
octa, ma la fama chiara non è paſſata a noſtra notitia. Della quale
ſpetie s’auide Pietro Vittorio , & ne fece vn capo nel ſuo volume
intitolato delle varie letrio ni anchora che il meno col quale ſi sfor
zadi prouare la ſua intentione ſia falſo ſi come liabbiamo moſtrato
"` alU'OUCfiflç‘ſ 5 ñ Mds" ai ”AL-'sà c. Perche prima s’e‘ detto di ſopra che
baſh che il poeta raſſomigli le coſe come deono flare auegna che
non le raſſomigli came ſono o era n0,o come ſi dicono eſſere, & poi
**è interpretato queſto come deono ſhre come è il meglio che fica
no,ſeguita,clie colui,il quale vuole ſoluere l'oppoſitioni er queſto
capo del dOuero habbia certi luoghi da rincorrere, ne qua i cercando
oſſa trouare gliargnmenti da prouare chela coſa ſia debita , & ſica
' meglio coſi,ehe alrraméte, ne qualiluoglxi fleſsi parimente ſi poſſo
no trouare gliargomenti da prouare che la coſa non ſia debita. ne
'flea meÈliocoſiJiqualiargomenti vſa colui,che oppone. Hera que
Ri luog ipreflano argomenti n0n ſolamente a prouare ſe la coſa
fica come dee , o non dee flare , ma pre-fiano anchora argomenti a
prouare ſe la coſa ſia,o ſia ſtata,o ſe non ſia o non ſia ſtata , & oltre
acio preſtano argomenti a prOuare ſe la coſa ſi dica o non ſi dica eſſe
re. Perche non doueua Ariflotele ſolamente pro onere quelli luo
ghi per prouare il douero o il nó douero , 'ma gli ou'eua proponcre
er prouare anchora il vero & il nö vero, e lfamoſo e l non famoſo.
one adunque ſei luoghi , de quali il primo e` quello del fatto o del
detto per ſe conſiderato, ilſecondo è quello della perſona , the fa o
'l' tt t 3 dic;
*.

dicejl terzoèqtiello deÎla perſonaverſo laquale ſi ſa o ſi díeejl quae


ao equello del quando , il quinto è quello del come ,il ſeſto è quello
del percheſi ſa,0 ſi dice-Ma doue ſi laſcia il doue che e il luogo del
luugo che paella argomenti aſſai‘f o perche nOn ci rimetteua piu toſto
alla dattrina commune de luoghi inſcg nata da lui coſi allungo pet`
crouarc argomento da prouare 6t ogni altracoſaf Breuemente que:
.tte parole ſono poſte qui anzi otioſamentc che n0,& per cio altro
nonne diciamo. ~
n PARTICELLA MARTA. T3 J“a ”3-3: -rü- ÌtſÈlcl îçöau N Malika.,
” aiopM'AſiÎIE. cicli-U' ſi‘ im: 7a;- oi: mis ſtatiſta” , hire, 'CME 'rìs @JAM ”il
fl 163 Nilo-a. è’: ?Mi D@- Î Zap nità: , ai ii dia: 'admin-(op , EMA rt Mom!
a» m'ha-ip. 75 per} ius-I‘d ai ”int ivirfo’domp and“. ”ù 13 (Of‘flçffl J"I al:
n giu” , 0':: ‘xò Îa'xyaöp 5: *ſiſmi-Zip , ma *nik-Gimp ‘xò d"a un‘: mnçtgìp
ai îptm, 'M‘Jpl , {Ami ai‘: è) Om'fl, im‘ ìiíçn‘ iö-l‘ap ’tantixlol , ”Può , 735( ;‘1'
. O’ {S :HW-’9| 15 ROM‘: Wide”, ”ü &uit-'3p, dogs'rſmr' a‘uah’p. ‘ñ ;if mitra!,
o» Suri ZE mi”: , tara‘ tiempoçàîi îgarat 1b yz} ”Ep miu-'ù , ”c‘e nt oi'n J" Hum
a’ W; , uffi‘: IMTRQÒÎAÌP *nt flip-wgmámëf, 50'109, mi J‘i ”fodçffltſſat‘a , 3m;
n 'ia-nat Nucci Lada@- -ri , J‘iJ‘om‘iBoi. ”tirò (Itp , iii unaiflflm Spiga. *ni
a* J“í ”Miſa , city , iam-Poul?” :7+0: J“i Own‘: içu'orë “rà nylp ”due Haim‘
v *nr è?? (cui n ”rip iíyiö. 1:‘: J\`i ìuQiCn-'g', ”4479” J‘i mic(- vv'E- 15 ”Pza-.op
’* Lupi'fichóp tsi. 'nile ”tri 1t "QQ- rís A2250: , aîop zip auf-tubo‘. 0M” ‘9561“
’1543‘. 5'929 art-”lun , iti-licia ”miſura wai-rigato. vsü xfluiaírìſñp ”MN
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’ì *n xilmp Lx@- , w fair! ‘afflitta-7m. 1t 5 m/èchs ivſ‘ixtrn, Mint-*5. w’p
" Ala" tir?” imhóîa nrà -ráì rar' &vìxpii , ’ii iis Haiti-ip hir— , :à 'ina iti-'70:‘
” ”iii namflhm, uh Hvël Kzſehçtdaiumi depllíenj, ”la o‘: ixus-ns, 3'); Jimi.
"ifiriuädip , 3p ömramſop a 'ii &076‘; oia'áfl. *ñië ”tram rà ”agi ſlifloe.
’1 aio-73 ?tth Aci-ama e53:. :roma Îp 1t”; il *rupr *flip tahiti-Xote &tm; I*:
" taxi-l‘amore. Mim. i* Nilo.; 7x* , 81mq ai‘ req-Atina 9m. mi} ana, 7a"
i’ yímu ;ſiro-di :bp ”varia , ”i è? indugi , LM' v’x i'xaíçiop J‘mu'gnaa.

CONTENENZA- Come per la varieta de ſignificati delle parole


ſi ſolua no l’oppoſitioni,& come altri preſuppoſto. vna coſa falſa op
pone poi quello che non dec.
,,VVLGARLZZAMENTO. Hora biſogna clic altri riguardando
n alla-*fauella
.- ſolua
5. queſte
a 4 coſe come per lingua *ig-ius ſu.“ N510’.a
348
cieche ſorſe non i muli dice , ma igoardiani, 8t (non dice the) Do- “
ione foſſe di corpo non debitamente proportionato , ma ſozzo di“
faccia. Percioclie i Creteſi chiama noia bella faccia ire-JW: , Et(di- “'
ce) quello (urli-ça” :riga-;i ( meſci ) .non vino piu puro, ma piu "
toſto. Ma quello e‘ detto ſecondo traslatione-come ſam i‘? ?A tiix'p"
fl ”ù Ferie” iii-Pop mami)qu , ‘im 37’ îs Mint; rà -rçoiabç Reeſe-rip 8( Sao"
ASP ”minor-r' tipa-115'” Per-cieche adr-ru in iſcambio di ”mi è“
Raſo detto ſecondo traslatione ( cio e‘ tutti in iſcambio di mole“
ti ) concio ſia coſa che ”ip ſia UVM-iſt. < cio e tutto ſia vn ccp"
to molto ,) ù quello oi- J" äHNOYG ( è detto ) ſecOndo trav“
lationc- Percioclie quella coſa clieè conoſciutiſsima è ſola. Et ſe* “
condo l’accento ſi corne Hippia il Tliaſiano ſolueua quello P43“
“o-trp J‘i ai,& quello 15 É ai- uti-ranieri] ?peggio Et ueſle coſe ( ſi ſol- “
nono) con a diviſione , come Empedocle [+1 5 tiír’ Epiſoth il"
cry-;i giá-top ico-im' è? {ag-i fl :ſup-w. Et queſte con dubbio máxri"
Il 'g‘ mio‘: mi. percioche quel ”Ai-‘i è dubbio. Et queſte ſecondo“
l’vſanza della fauella come dicono -meſcerſ-ì il vino, onde s'è ſata "
oo ”im Milite” nam-riga:: , 6t Wind-s coloro che lauorano di ſeri“
ro , Onde è detto Ganimede civoxmiflç a Gioue , non beuendo"
{eſsid'ri ) vino. Etforſe queſto ſarebbe ſecondo traslarione. H06“
ra biſogna ancliora quando il nome moſtra ſignificare alcuna ra» "
cita contrarieta- conſiderare quanti modi di ſignificati poſſa eſſo "
hauere nelle coſe detto come quello , riſi-l* :(743 xáAxupiyxe—,per ‘*
ſoiuere per queſta via. Et ſi ricorre a tr0uate quanti modi di ſi: “
gnificati liabbia quando altri maſsimamente per via ditittamenu‘*
te contraria vi s'appiglia , o come dice Glaucone quando preſupi"
ponendoſi alcune coſe ſconueneuolmente, &approuandole ( al-"
:uni ) per buone ſillogiuano, à come ſe ( i poeti) liane-iſer"
detto quello , che pare loro lo riprendono ſe è contrario al pen: “
ſamento loro. It quelle coſe, clic ſi dicono d’ieario hanno pa:. “
tito cio. Percioclie penſano che ſia Laeedemonio. Adunque"
( dicono) ſconueneuole coſa e‘ che Telemaclionon s'abbateſſe"
in lui quando venne a Lacedemona. Ma la coſa perauentura ſia“
come affermano que di Ccplialonia, percioche dicono che Vliſſe"
preſe moglieappoloro,& che l’eſſere ( nominato ) l cadio,& nun.“
I :ario è errore. ñ“,
SPOSlTlONE..
J
r

SPOSlTlONE. Ogi fi parla dell’vſodelleſſſolutioni che ſiſannó per


[.1 varieta de ſig nificati delle parole,laquale di ſopra fu propoſta per
lo ſecondo capo delle ſolmioni,& quantu nque non foſſe propoſta la
varieta de ſigmficati ſe nö di tre ma niere di parole, cio è dclle lingUfi
Gi delle traslationi,& delle parole paſsionate, non dimeno qui ſi parla
della varieta de ſignificati di quattro maniere di parole, percioche in
dichiarando l'vſo della predetta varieta propofla vi s'aggiunge la
quarta ma niera,ehe è quella delle parole dubbie,conci0 ſia coſa che
le parole du bbie habbia’no ſignificativarij,& preſtino cagione dipo
tere oppore echi n'lia voglia ap igliandoſi ad vn ſig nificato per lo
ì quale il ſenſo rieſca ſconueneuo e o contrario, 6t preflino dall‘altra
te cagione di potere ſoluere aclii n'ha voglia appigliandoſi ad vn
ignificato per lo quale il ſenſo rieſca cOnueneuole o confaceuolc_
con glialtri ſenſi.Si comincia dunque dalle lingue, 81 perche nó ogm
maniera di lingua ha va rietadi ſignificati nö s'eſſemplifica l'vſodcllc
ſolutioni per le lingue ſe non indue maniere di lingue,lequali ſecon'
do che preſuppone Ariſtotele ſole hanno varie-ta di ſignificati L'vna
delle quali è quella , che in vna medeſima lingua ha due ſignificati,
l’vno meno ,V itato,& meno manifeſto,l`altro iu viitato 8: manife
ſto come appo i greciäçfl‘fls ſignifica menoſpe 0 & piu oſcuramenre
Guardia :10,6: piu ſpeſſo & piu chiaramëte Mulo,& come pure appo
i predetti greci {of-’12W ſignifica meno ſpeſſo & piu oſcuramëtc piu
puretto. Hora in quanto le parole in vna medeſima lingua ſignifica*
no meno ſpeſſo, 8t meno chiaramente alcuna coſa ſi domandxntl
qui da Ariſtotele lingue, &da Wintiliano nella'nſormarione del du
citoreil uale dice in v’n luogo Circa gloiſemata etiam, id eſt,v0cel
minus v itatas non vltima eius proſeſsionis diligentia eſt. & inv n'al*
tr0,Protinus enim potefl interpretationem linguas ſecretioris,quas
gracinóaas vocant dum aliud agit ediſcere-ll quale ſignificato meno
vſitato 8: piu ſecreto e‘ in luogo di lingua ſoreffiera :i coloro,cheſo
no auezzi ad vdire tutta via il piu ma niſeflo.L'altra ma niera dilingua
è quella cherin vna voce hai ſignificati diuerſi ſecondo le narioni
come ha in W@- cheſignifica communemente appo glialtri la ſor
m( di tutto il corpo & appo iCrcteſi ſignifica ſolamente la ferma
del volto. ll che ſi: altri ne dubitaſſe ſi pruoua coſifi-io- in com oſi*
tione cio c‘ivd‘lt ſignifica bellaſaccia appo i Creteſi , adunque ai@
appo loro ſiFnifica la forma deluolto. Hora quella ſeco nda maniera
di ingua,& a prima ſono tra ſe conſormi,cheil ſignificato dell’vn-h
e'l ſignificato dell'altra che cóſtituiſeono appo ma nation: lelipgvä
an
. 349
ſo no meno vſitatí 8: meno inteſi,maſonofldifférentí,ehe il noneſſerd
,il ſignificato vſato 6t non inteſo procede-nella prima da tëpo,& nell*
ſecOnda da luogo parendo perauenturanuouo 5c forefliero (il ſigni
ficato che per antidiita s'era preſſo cliecliinenticatofie parendo nuo
uo,& ſoreſtiero quel ,ſig nificato,clierè auenticcio , &che è fiato tra
ſportato almöde. Et e‘ da ricordarſi che Adſtocele laſcia da parte v na
altra manieradi parole clic ſi poſſono & deonochiamarc lingue le- '
quali lia n no due ſignificati,& poſſonolimilimnte por .ere cazione e
chi n’haueſſe voglia. da ſare oppoſitioni ,,81 `da dare olutiOni, della
quale maniera diſopra facemmo mentione. Ere uandopogniamo
ad v na parola della noſtra lingua traſportiamo il igmficato partico
lare d'vna altra linguaplequali non dimeno habbianovn ‘ſignificato
.u-_ _—ñ-a
eömu necome dem mo l'eſſempio in puiw :ü- n—rzſh. 11 che appreſſo
i greci oltre il ſignificato commune, che ha con le parolelatine Fu
gio patriam , ſig nifica particolarmente appreſſo 10m ſon bandito
dalla patria,& leacciatone'laqua’lefig nifieatione attri‘buirono Virgi
lio 6: Hora tio aileparoleiatine, &,perclie ſimile ſignificato e‘ Preſo
da lingua foreſtiera ragioneuolmentecliiamiamo ſimiliparole alle
quali è &atotraſñçortatOJingue &parole pere rinate. Anchoraè da
ſapere,clie ci èv na altra maniera di parole . cñelia piu ‘ſignificati , 6c
puo preſtare cagione di ſare oppoſitioni 6c di dare ſolutioni nóper*
che habbia l'vn ſig nificaeo che lia meno vſitaio o per .tempo opci
luogo,ma perche ha vn ſignificato nuouo,ehe e‘piaceiutoal parlami-e
’da aſſegnare loro aecoftandofi all'origine dellepa'mie, Riace mio
riuſcirev n ſig nificato acuto , 3t non aſpettatogſi .come-diſſe Salluſtio,
Supplicia per-ſupp'licationi 8c diſſe .Dante Ragiomne per peruenire
per argomentialla-verita,&comeſe altridioeſſe,che vna don na ſoſſe
Wal-igm@- perpoco hondh,.dd|a.quale maniera habbiamo _parlato
nella riſpofla data “Annibale Caro largamëte--Et di queſta ma nie
ra non fa mentione qui Ariſtotele ,Îaquale o ſi doueua comprendere
ſotto il nome delle lingue o ſotto il nome delle traslatiOni, -r-i ö aſia
.as AiElſa kim .M ,Nd-Jap aio‘: wii!! igíes E WMV. O`ueſtc parole ſi
poſſono intendere del primo libro dell'lliada à riguardera nno quel
verſoflgíasî man@ ím’xflo if mi”: i'm:. Et fi poflonoimendere del
libro dcrimodell’[liada,& riguanderanno queverſim’s a* oÎlw n'a-i -í-a
m gettò;- :Don oi@- ”im-'Pi' invaſi” in o‘aſJ‘m ”053 Slam film* igwç l‘1:
' {ÉuMO-flffii'înſçeg. Se s'intendono del primo libro dell'lliada , 6t li
uardano quel verſo, Fei-s i' 1‘755[- &e. diremo che perche o}
ignifica piu ſpeſſo 6: piu chiaramente Mulo*l'oppoſit0re ‘pplglgsé
vuu
ç .
doſi a quella fignifimíone diceua che Homero luueui’ fatto mie x
dire che Apollo con le ſaeue della pilëolenza luueſſe aſſaliti primi
muli,clie ſono animali ſorti Si atti piu d'og ni altro a farle reſiflenza.
Alla quale op oſitionc è da riſpondere 81 da darle la ſolutions appi
gliídoſi alla (anìficarìone meno vſitata,& meno ‘conoſciuta, Perdo
oîgu'” non ſolamente ſignifica mulo come dicemmo vſieaume me, ma
anchora guardiano meno vſnatamemc, &Homero intende nel P! c
dflto verſo de uardia‘ni & non de Muli- Reputa :dunque Arifloule
lîoppoſitione atta ad Homero quando egli intendeſſe de muli con—
ueneuole nó per altro ſi come ci poſsiamo imaginare ſe non perche
ſono animali ſorti,& induriri nelle fatiche, Bi potenti piu che glialn's
animali a reſiſtere alla pefiilenza-Laonde poſsiamo vedere clic quella`
ragiom non c‘da riceuere cheadducono Euſtathio &glialtri,elie per;
cio Homero habbia ſa no che prima imuli che glialiri animaliſxc n0
atterratidalla peſlilenza, percioche ſono generati di due ſpecie d'ani
mali d’afino & dicaualla, & percio piu ſoggetti alla diſſolutióe & alla`
cormitio ne. Ma altri potrebbefi perauentura darſi ad intendere che_
con tutto che Homero intenda de mulil’oppoſitione ſare-131i non“
ſia da ſtima‘rc tanto quanto è eflimaia da Arifiotcle riſpondendo
altrameme , Cz ſenza ricorrere ad altra ſiçnificatione dicendo che
Homero ha poilc due ſpecie d'animali, l vna ?tile che èquella cle
muli,& l’altra di letteuole che è quella de cani in iſcambio di tutti gli
animali non ragionevolime qualiprimzſi ſcopre. la peſtilëzaflic nc',
]i› huomini-ſecondo che ſuole auenire cor'nmunemcme nelle pe',
äilcnze , 8: ſecondo che ſperialmente -ſi puo vedere eſſere auenu
eo in quella , che c‘ narrata da Virgilio ne libri degli”nſegnamenr
ri della villa , & in quella che è. narrata da Ouidio nelle trasforma
[ío ni. Et ha nominali piu toſto i muli, cheica-ualüp i- buoimi—
mli men ſorti qua-ſ1 diceſſe che contre la ſerocila della-pcflilenzo
la lom fortezza niente non giouaſſe loro rſusome la velocita pun
to contra la predetta peſtilenza non gionaua a cani. liquali pur per.
queflo ha piu toflo nominati che altri animali men veloci. Senzar
cheeſſendo
Komſceſſeroqueſta
il loromortalica mandata
fallo# ſene da dio, per
pentcſſono Rare che i greciriv
ragionevolme me `co-ſi
minria daglignima‘lfl bruti,acci0 cheeſsi habbiano nell':- beflièeffime
[S70 ‘ì, &atlete-iper c ,di vnoflimolo -nel danno della mcr-te- delle br-L
ſu: z"clfe' Pióeuemnop'nde ammenda-h, & ricorre-rca dic prima ;lia
ñ mal-,'-
pure con* maggiore da ‘Homero
nohvogſimno'çhe nno peruem'ſſe
imédaalle
de loro per ſone. J’ mhe
mgſhcomqpflre_ alfiirîì

" “ - 1 gione-uo e
~ i . o ._ . . , . 35°
gimme-'lc che non debba îmëdere,ma 'Ogliamo clìc lniëdà d(- guar- _
diam come Vuole Arrſtotelc che :gli intendamon dubbi-meme pol’:
‘ſumo dm: per la ragiOnc prede-tra che intenda (k‘ guardia ni hun
'mini cio è dc ſoldati, che: di di , odi notte facciano leguardic perche
i _nemici ſprouçdutamcme ſopraueaendo non aſſahſcane il ca mp0,
6: molto menoil dobbiamo opoſsiamo dire per lo verſo ſeguente,
_ncl quale chiaramemc ſ1 dicnche poi chela pcfiilt nza perucnne agli
huomini preſupponendoſi che prima ſoffi: peruenura alle bcſh'e 4'0
lamente ch‘ſ'ùf hm’ìuëîm 3h@- ëxmm‘fls àçu’u Bin'. lo laſcio di dire,
'che queſta pcſhlcnu mandata da dio , 8c balcürata dalla nuuolcdfl
, ‘Apoîlo ncll’cſſcrciro dc greci come diccmmo perſarc dxecſsi ſi ra:
"Cdeſſonodell'errorc loro non era recata dalxuomini dl fuori . fi
che ſoffi: di mcd'sitmchc i ſoldati che fleſſono a ſar la guardia o alle
,porre dclçampo o fuori foſſcro i primi ad dTrre tocchi dalla pelli
lenza# a morire. Et queſto ſpetiai mente diciamo perche alcuni v0
güono che s'intenda _Ìjíd dc ſoldati , che ſaceuano le guardie ma
poco ragioneuolmcntc come fivcdc. Ma intenderemo di neccſsita
dc Cini guardiani concio ſia coſa che de cani alcuni fieno buoni da
guardi-1,8: queſti ſono meno veloci, 6c alcuni {ic-no buoni da caccia,
6t queſti ſono Corridoi”: percio Homcro dlſſe äçías i? -msëp Exa;er
iu‘uv'ms EV”. Ma ſc qucſtc parole vizi-5 É ”751W s'intendono dal
'décimo libro dell'Iljada , & riguardano que vcrſi n': J“ .-710 mi
.li-3 ìvfisçmòg Scr, Giçonuerra dire che É ”ya-oe- ſiano parole d'A
rifloccle , & non d'Hocpcro , 6c che Ariſtoteledlca Prima veramenf
è; biſogna/ſolue” per via di llngua ma; detto da Homcro nel li
z "0K d‘è‘ll'lliadà, BZ che non intenda Homcro quiuidc muli, ma
a*** SUBÎdianí , Concio ſia coſa ſichc eſſendo andato Agamemnoneì`
dinette tempo a trouare Ncſtorè alla ſua nave-,8: al ſuo padiglione,
il quale non dormiua, ma vcduto lo venire & riconoſciuto lo gli
diff? , 'iis P'oîlw ”15! via: ’an'- s‘guöp Îgxm al@ nirm J‘l' ifpvalîw S’nó'
{HDMI ma} ÉÃMI im' figlio” Adam@- ii'mv' “rmçop non poſſa In:
tendere .Verlag di muli altramcntc biſognerebbe’ dire ,dic Nçflot
ſe non ſolamente non lia-Jeſſe riconoſciuto Agamcmnonc pei- Aga
`meml10nc,ma anchora l’haueſſc preſo in iſcambio (ſvn ni'ulaticrç.
dom-1 ”da ndolo di (Riello, dichc veríſimil-nemc ſi'domandçrcbbc v.”
mulatie'rc chcandallc di notre per lo cip3.l’c`rcio che gli’ h domídes
ſclábeſc andaſſe cercalo alcuno dc ſuoi muli'ſmarritip alcu none ſuoi
fópagni,_col quale la Pagina‘? tempo doveſſe.- ſa’rxfiqggloma biſogna
luxëçkrc tlc-guardiani) o delle~ pigptrcbclxc ſe' vcde’mmo vn cal"_taflfì
` Vvuu a pri-nc”
principale dell'eſſercito andare ſolo di notte noi penſeremmo el1e
andaſſe ariuedere le guardie o che an daſſe a trouare alcuno per mî
elarlo ſecret: mente aſpiare, o che andaſſe a parlare con alcuno altro
capitano per configliarſi *o perimponergli alcuna impreſa ſecret:
Perche Neſtore domanda al Agamemnone poiche lo vede ſolo anda
re per lo campo di notte ſe ctrca alcuno per fargli Er uardia,o er
ma ndarlo a ſpiarep alcuno' perche poſſa conſiglia-add? ſeco deli e
rare d'alcu naimpreſap perche gli ſia compagnoin alcuna impreſa
Et qua nrunq ue queſte parole Pg?” É‘ flröäp come-dico ſi poſſanoim
tendere del libro K, non dimeno io credo _dieffdebba nointendere
del libro A,percioclie quelle medeſime parole , tig-Tu i? xché‘: che ſ0
no nel predetto libro A, cípaiono mofirare cio ,. 6t la difficulla cheè
Rata moſſa da molti parendo coſa nuoua che Homero in quel libro
A,liabbia fatto che imuli ſienoi primi percoſsi dalla peſlilentioſain*v
ſermira,cel’accen na non oſcuramentepià u‘vp »hu-a, 33‘@ ,‘2 l'ira mi!, .i
dream- &Itiflfltrgop , Kiwi ai @Home .1045p. Perche Elle- commune
mente appo i greci viene adire la ſattezzalſiòt la forma di tutto ilcOtr‘
$59.81 Homero haueua detto che Dolone [d‘o- fi‘ 't'ha mir,cio èera di
corpo mal fatto# nonproponíonato attenendoſr al trialla ſignifi
eatione commune opponeua ad Homero che contradicendo eque
ſto-ſoggiungeſſe W mi‘u’nt ,cio è matt-*a veloce, & gran corridore .
eoncio ſia coſache nó poſſa eſſere gran corridore 6t preſto,cliiè m
fitto della perſona,& non proportioneto.Ma è‘ da ſoluere l'oppoſi
eione peruiadi lingua dicendo che Homero per quelle arole DGÎ
'ſu mi: non inteſe della fattezza,& della propertione iturto il’cor
po,ma della fattezze &della proportione del volto ſolo. La reita del
quale non impediſce la velocita del corpo traſportandola ſignifi
“rione della lingua creteſe alla voce ’UD-,Iaquale appo loro lignifi
ca volto. Hora le parole ſouodà ordinare coſi-,xl flip Allieve intendi
ai” fm@- eîx {finiti-rw 1d “TBC“, ;Marx-'zi 76 ”fiducioſi , &xflò mir:
W ſono trapofle l'e parole d'Home-ro checonflituiſeono l'a diff”
`eulta &.59- É 'l'h- ,yi-Sa, che ſono parte del verſo che e nel libro IL
dell’lliadanuîo'i.
:nu-'move 3': dé”-O`ueſlſia
iiJ‘O- èE‘la7“‘ mltr,àuímeu,1ò
pruoua ;cirie-Ns
che ZUC- ſecondo *i :piro
vna ſignifica!
rione vſataappo i creteſi s'intende del Volto* Hera e da ſapere che lì
poteva ſoluere znclëota l’oppofitiorne fatta ad Homero per un’altra
via elieperlingua cio è per la via della traalatione; Percioche ſe di
ſotto ſi di” che l‘Orſa tra le {Pelle ſola non tramonta ma': nonpd
altroſe non poiche lute piufl è piu `eonoſciuta,che l’aſtre augur
.
oi
-
i
.
o
* mo
357
[ramo ſimilmente dire,che *ng-Humor è detto EJ@ per traslatione . per
cioche 33‘9- ehe èvoee detta da vedere,appare piu , 8t piu ſi Vede in
'quella parte del cor o doue è il volto che in ninna altra parte,ſi per
che è piu eleuata & poſta agliocchi de riguardäti,ſi perche èpiu ſco—
perta. Laond’e anchora appo noi vulgari ffmpliccmí-te dicendo fac
cia s'intendedel volto,che ropriamente ſignifica ualunque appa=
”nn di qualunque parte el corpo 0d'altr0,”li 1510ng Ìlifltgt, .i
ni ämëç ris oiio’çhuÈipjiMÃ *iN-713@- Eſſendo fiati ma ”dati Aiace,Vliſſe,
a Phenice perſone tutte 'autoreuoli & Vliſſe attempato-, a Phenice
_ yecdiiſsimo, 81 per cöſeguente anchora modeſle,& temperaſc da A
gamemno neper ambaſciatori ad Achille per trouar modo di talm-`
miliarlo , 82 di pacificarlo Homero nen fece conueneuolmente che
diceſſe a Patroclo Achille poiche furono giunti alui ſoft-rw n'- "hſe
,cOndo che opponendo ad Homero diceva Zoilo, percjoche ?ot-‘rigo
commuuemente ſignifica piu puramente Meracius parendo che eg i
volcflè trattare coſi fatti huomi’ni da vbbriatlii & da gran bcuitori,
eò'mandando che loro ſi meſcelle del vino piu puro che vi ſoſſe.Alla
quale oppoſitione Arifl'otele inſegna di riſpondere 8t di ſoluerla per
via di lingua appigliandoſi alla ſi nificatione di (0,0'qu meno izſitatz
& meno conoſciutaflhe èpiuto o ‘mguila che Homero nó fece che
Achille diceſſe a Patroclo che meſceſſe vino piu purett’o,ma che mel
,fccſſc piu toflo 8t fiſolicitaffe. Hora' noi non cidobbiamo imaginare
che Arifloteſelìaueſſe l‘oppoſitione fa tra dai Zoilo ad Homero pollo
ehe Homero haucſſc inteſo (vg-'12205 del mel'cere vino piu puretto pei
fzgginimafl per valida,.& che per ſaluare Homero ſofſe di neceſsite
,a ricorrere ad‘vna‘ altraſi nificatio ne meno vſuata ,i & menO‘conor
ſtiuta,o che eglicrcdcffe c e il ricorſo allav ſigoificatione piu toſto [i:
betaſſe Ho mero da colpa,ſe colpa- haueua commeſſa- in po‘nere (agi.
nW-in ſi’gnificatione dì melìerc piu ”rette-Ma egli!” propoflo per'
effempio
flato A eſloluOgo-chc
meflguin queſtione-,82nel libro “Sw dell’lliad'a
communemcnte ñ dana,perci0che era. gi:
ſimileſolutione
alla predetta oppoſitione,& perauentuta dalla piu' gente era riceuu:
n per buona 8t apprOuata- Ma per parlare piu chiaramente ſe pre
—--2—_.ñ"—‘-.-`_-—,`
fuppogniamo che ſia coſa poco ccnueneuole che Achille dica a Pa
troclo meſci del vino piu puro a Coſi l’attiambaſciatori ſi per l’a per'
ſona d'Achille che è nemico in. tanto del bere , Zi dell'ebbrezza che
per ſomma inſa mia rinfaccia cio ad Agamemnone , l-î per la perſona
lor0,clie eſſendo attëpati, 8t ſig nori ſan non doueuano eſſere tra t
ntì,comc ſi trattano iſolenni beuitori , 8t in certo modo accuſati
V v u u 3, d'cſſere
e' .

‘ t

d'eſſere inclinati piu ehe non ſi ccnueniua al vino,` ſenza fallo noli
ſara coſa piu conuencuole, che Achille dica a Patroclo che ſi ſtudi di
meſciere piu collo-non eſſendo minore ſtcmperanza in bere piu toſlö
che in bere piu puro , ne meno ſi rinfaccia la’nchinatinne altrùl al
bere in dargli toflo dabere , che indargliele puro , ſe egli t‘- Vero che
Wii ſi rinſaccia in dargliele puro. Della qual coſa auedutoſi Piu'—
clio nel libro quinto de_ ragionamenti tenuti atauola al capo
quarto per iſcuſare la ſconueneuolezu che gli pareua porrareſecg
‘ugo'nçop o' ſpongaſi Per meſciere piu puramente, o ſpengaſi per me_
ſciete piu toſto, racconta come altri con altre ſigniſicatíoni ſiſo
no sforzazi'di ſcoſtarſi da_ ſimili ſconueneuolezze, & dicechevna
certa perſona di Macedonia fornita octimamente diletrcre linueua
opinione che {og-'raw in quel luogo haueſſe ‘riſpetto non alla purira
del vino , ma al caldo nel quale conſiſte la vira , 8: che tanto veniſſe
a dire 'ſogíflçop rifare quanto meſci del vino che ſia tale che colcalf
do ſuo poſſa aiutare la vira , & rinuigorire gli ſpiritivitali. Dice ati;
‘chOra che Soſicle poeta s’era imaginato perche haueua letto in
Empedocle che ſógep ſicontraponc ad {xp-delç (age‘qu nel pre:- ~
detSp luogo d'Homero ſignificaſſc temperato 8: veniſſe a dire qua n
to linear-p , &ſì contraponeſſea non temperato cioe‘ a uro, &chr-l
percio conueneuolmente ſi coma ndalſe p'er Achille a _atroclohay
ue'ndo’riſpetto alla ſua natura ,8t all’eta d'Vltſſe 6t di Phenice,&
alla loro dignita che meſeeſſe loro temperato. Et dice oltre aria,
cheAntipadre conſideraua altranrente la voce {ozo'flgap &che; giu*
dicaua che veniſſe a dire vino piu attempato o dl piu anni volendo
che foſſe compoſta di (al particella accreſcitiua, 6( d' Sg” che ſignifica
anni ,81 voleua che Achille lxaueſíe ingiuntoa Patrocloche me
ſceſſe vino piu attemparo fi come piu pretioſo agli ambaſciatori per
honorargli ma ggiormente-Ma eſſo Plutarcho porta opinione chefi
debba ritenere la ſignificationc commune, &vſitata di (açínçqi nel
'predetto luogo’, che è, di meſciere piu puramente & che Achille fi
come valente medico , ſi come colui , che haue‘ut imparata ottima
mente la medicina da Chiro ne ſapeua che il vino puro era da dare
agliattempati come erano Vliſſc 51 Pheníce,& non perche glivoleſſè
trattare da ebbri,& da vaglxi di buon vino. Hora in tanta varietadl_
pareri intorno al predetto luogo non ſara forſe difficile coſa Iſo'
uare quale ſia ll vero ſe riguarderemo quale foſſe la’ntentione d A‘
chill: quando diſſe a Patroclo {’Qflnfníl nîçnçz, laqualeſenza Fallo
fu _d’honorare gliambaſciatorifl come quegli liuomini,chc il Mtv:.
. A . _ n
I

t. 5] r
Îzo, & glierano ſopra glialtri cariſsimi , percioehe egli diſſe loro pri- .
ma,poiche gli videJ-t ſi ſu loro leugto in contro da ſedere per racto=
glierc-li Wi'grëpj ?i'm ’a’vd‘pt i‘m'1in ih ”ahaxüai’al‘uol ”uſuário mg’ àxzzé‘g ~
@ſa-m2! Îsap- & appreſſo gli ſeceſedere. Et vſanza è d'honorar gliamiti,
ö; le perſone valoroſe venutici a caſa con atti 8t con parole , 8t ſp:.
tialmentecol dar loro bere del migliore vino che ſia in caſa. Et que
ſto coſi fatto honore non _e‘ reputato a malea colui,che il ſa,nea co
loro,che il riceuono,quaſi che egli cio facendo ſi dimoſtri beuitore,o
vbriaco,o che rimproueri la vaghezza del bere o l'ebbrezza a gli ho
fli,che cio ricevono. Perche non debbiamo ne poſsiamo penſare.-~
che Romero intendeſſe altro per (ogo'flgep che per meſcíere piu pura-4
mente commanda ndo Achille a Patroclo ad attingere del migliore
vino, che v’haueſſe , il quale vino puo eſſere miglioreo per riſpetto(
che ſia piu puro ſe voglia mo che ſogo’ngoci ſignifichi piu puro eſſendo’
il-vino piu puroöt migliore 8: piu caldo , dal qual caldo (myſflço ha,
"-ñ.-ñn-—_uñ.-—`u ſpa origine@ per riſpetto che ſia piu vigoroſo,& PIU’ riſtoratiuo degli,
ſpiritivitali ſe vogliamo che (op’qu ſignifichi il caldo della vita , o,
er riſpetto che ſia piu attcmpato , & di piu anni ſe v0 iamo che_
oça'flw poſſa ſignificare piu attempatu ‘& di piu anni. ’la non in-î
[eſe gia per (udan piu toſto con tutto che lo poſſa ſignificare. Per.l
cieche ſe Achille haueſſe voluto ſolicitare Patroclo haurt bbc prima,
detto non
come ſugo'nçop
inteſecioperqſOçaſinçap
e‘ uando diſſe
benuáſm J‘l mn? a ercioche
temperato. adſenſe” [ſinon
m". , ſi.
c’ho”,
n’orario i ſoreſtieri con temperar ben loro il vino.e'l cómandare cheè
fa‘Achillca Patroclo che ammanni xpmi'ga miſe”. moſtra che non fi‘—
ricordn di quella tempera nza iſ uiſita. Ne cilaſciamo dare ad interi-s
dere che per {uglflqop intende e del meſcíere piu puramente perlrifl
ſpetto di medicina,che ſapeſſe Achille , 81 p laquale conoſceſſe che il'`
vino piu puro foſſe piu ,pfitteuolea vecchi come erano Vliſſe &Plie
Dice.Pçrci0the nö ſi medicano eol0r0,che ſono ſani, ne ſi medicano‘
fuori di tempo,&, ſenza che eſsi ric hieggano d'eſſere medicati. Ne Ao,
cliilleJe era—quei buon medico,che ſi preſuppone,doucua per dar da
bere ſecödo la medicina _ad Vliſſe 8t a Phenice _vecchi dtl vino purofl
dare dazberc adAiaceöl a ſe giouani cötra la medicina di til medeſimo
vino puro inguiſa che per riguardare alla ſanita di due vecchi & mea_
aoyproſsiminuceſſe alla ſanita di ,due giquani, & molto piu prcſsifi
mi. Ma io non ſo vederg, onde ſi. raccolganq coſtoro che l-`lxenì-,~
ce,Vi,iſſ_e,& _Aiace foſſonohuor'nini ſpbri & tempo-ati, o haueſſo nq;
ceia'fllglla loro [anita. , “quali @error-.O dal Pediëîitàeîî d"^8~"~ menta
a]an ſubitat‘nente poiche hanno cenato hauendo egli r'ealrnénäe
ñ me a
anefl'a tauola,&m,engono’al padiglione .d'Acliillc . che non era guari‘
Ionra no,& di nuouo ce nano. Il che non ſarebbono pure i piu vili 8K
ſeoſtumati,& flemperaîi huominildel módo n5 che i baroni 8c prin
cipali ſignori dellzgreciaflîc ſemidei. Er non diconovna parola pure
co mebi no cenato v n'altra .volta per vetare l’apperecchio della cena
& per nó hauere cagione dior-'nare di nuouo. Et perche eſsi liaueoa
no-eenatofir l'hora deueua eſſere alqmnwurda è veriſimile che A*
chill: altreſi haucſſe cenato, R maſsimamente eſſendo ſcioperato. il
che il dimoſtrauail citarizzare che ſaceua e'l amare-.Ne perdo con
tutta la cura che egli haueua ſecódo Plutarcho della ſanita d'Vlich,
a di Phenice gli domanda ſe habbiamo cenato , ne egli con tutta la
ſua temperanza reſta di farloro compagnia a tauola a bere 6t a man
giare. Hora ſe Zoilo liaueſſe oppoflo ad Homero che poco conue—
neuolmëte haucſſc facto che coſi nobili huomini 8t ſem-'dei haueſſo
no cenato due volte ſucceſsiuameme ſenza traporre ſpatio di tempo
debito tra l'v na cena & l’altra haurebbe perauentura oppoſta gli coſa
che piu difficilmente ſi ſarebbe pocuta ſoluere,che non [i fa l'oppoſi
rione del meſciere piu puramente. Egli è vero che ſhua bene perfare
riuſcire la negatione , laquale doueua fare Achille dl .Volerſi riconcio
iiarc con Agamennone piu dui-1,8: piu marauiglioſa che (i mofiraſſe
che quefli ambaſciatori ſoſſono cariſsimi alui , & che egli honoraſſe
con com-ito &con ogni maniera di carezza,ma non per tanto ſl p0*
tra a nnularep ricoprire la predetta ſconucncuolezu. Hora {015m
ha dueorifiniflalle quali procedono tutte le ſopradctte ſig nificaeio*
ni,p,ercioc ie o {origina da 13,8( da ig” , &quindi procedela ſig nifi—
carióne d'attempato & di molti anni o s'origina dal ſcruore & dal
ealdo,&quindi procedcia ſignificatione del vino piu purqpercioclie
qua mod piu puro tanto è piu caldo,& fervente in far bollire il ſan.
gue, & quindi anchora procedela ſig nificatione di piu toſto. Pci-cio
che quanto piu calda mente 5L fernentememc ii fa alcuna coſa tanto
ſi fa piu (Oſio . anzi Toflo nella lingua .vulgare viene adire veloce à
preſto non per altro ſe non perche'diſcendcda Tonco Ten-cor T0
ſtua cio è ”ſo 8: inſocato. Et quindi a nchora procede la ſignificano
nedi piu vitale percioche la vita confiſtc nel caidofi come la morte
nel freddo , 6t quindi Ultimamente procede la _ſignfficflíone di ben
meſcolato a: di temperato. Perciodxe le coſe calde & fcruëtis‘amca
cano à t'appiccano infiemeöt diuengonovna ſi come fi vede per
eſperienza ne metalli infocati,& in molte altri: coſe "ib" 'min-WM*
*ing . 2M* fi) *dm &aPoflo fine alla ſolutioncflxe ſi fa per ie
o
poſſa Ariſtorele a ragionare della ſolutione,chefſi;ſa;per la traslatio
:053
ne. Hora ii come a coloro , che opponeua no a poetigöciopponendo
s’appigliauano al ſignificatoîdella parola piu vſitato 8t piumaniſetlo
,ſi riſpondeva per colorozche diſendeuano il poeta,& ſi ſólueua l’op
poſitione appiglia ndoſi al-ſignificato menovſitato, &.menmmaniſe
*flo,elie;~ſi domandaiinguaJ-'cofi .acoloro ,~ che oppongono alzpoeta
‘à opponeudoſi,s’appigliano al ;ſignificato proprio ,della parola :ſi
riſponde per coloro.chedifendonoilzpoetafl ſoluono l‘oppoſitione
.appigliädoſi al ſignificato :traslato- Pereioclieperîlo-.fignificato pro
.rprio della parola naſce la ſcöueneuolezza-delſenſo,’& per lo ſig nifi
.cato traslato naſce la conueneuolezza del ſenſo.Ariſtotele.adunque
:pone alcuni-eſſcmpi , ne-quali per lo ſignificato proprio naſeeua'no
.iconueneuolezze che erano appo’ſte ad Homero, icq ualiper lozſig ni
,ficato crociato ceſſa no. Et-,è da notare iche non -poncglieſſcmpi in .
:Hutch ma nierezditraslationi .delle-quali parlò di ſopraiöcche ne pone
.alcuno in alcuna ma niera,della quale non parlò di ſopra. Non pone
:eſſempio niuno della maniera della traslationc quando la ſpecieñè
,poſta in lUOgo del generc,dellañquale parlòdi ſopra ,81 pone l'eſſem-.
-P’io nella maniera ;qua ndo-il tuttoè poſtoztaerla’parte,dellañquale di ,
.ſopra non parlo‘. Percíoc‘lie -nell'eſſempio del ſecondo librodell'lflñ,
linda , ?JAM i? id OtoI'n ‘ &vige; ſnouoçvsxi ,.t'ilJ‘ppvr-zvvvixlal ’nel-_q uale altri
.attenendoſi al ſignificato propriodi navi-buoi ,opponeua ad Homero
.che liaueſſe detto che glialt-ri iddij, 8c glialtri liuomini guerrieridor
miſſono tutta la notte, laq uale ecoſa falſa negli liuomini guerrieri,
*non che negl‘lildij, riſpondendo ſi ſolue l’oppoſltÌOneche per tras
latione il tutto della notte e‘poſto per la-parte cio èper buona parte
della notte. Egli e‘ vero che alcuni ſono di parere,che Ariſtotele non
proponga il predetto eſſempio perche s’opponcſſe ad ;Homero la
*ſco nueneuolezza naſcente dal ſig nificato proprimdi J'ſllVi‘Vflol,ma che
lo proponga percliezs’opponeſſe .-adHomem ,che haueſſe detto che
;gl’lddn dormiſſono eſſendo .coſa ſconueneuole clie:vna natura ſim
:pliciſsima .‘& ſenza corpo quale e‘ quella degl'idd-'rj dorma , ö; dol-ma
;tutta la notte, alla quale oppoſitionefi doueſſeriſpondere,che zöl‘qp
vcio è dormire negli huomíni,& neglialtri animali mortalilig nifica il
,contrario di veggliiate,ma.ñdormire traslatiuamente iiegliddniignifica
non ,il contra-rio di Avcgghiare,ma,il cótrario d’operare , cio è il ceſſa
re dall’operatione,p erciocliein loro :il ceſſare dall’operatione è quel
lo che e‘ ne glihuomini , 81 ne glialtri animali mortali il dormire in
guiſa che qnefla ſarebbe traslatione _proportiomuole , az non trasla
X xxx :ione
rione, nella quale il tutto ſi po nell'e- in luogo della parte. Il qual pa
rere al mio parere è molto lolita no dal parere d'Ariflotele,ſi perche
le ſcóueneuolene,che paiono naſcere intorno a quello,che degl’lde_
dij raccontano ipoeti hanno la loro particolare ſolutione dettadt
ſopra da lui che è Bs pan,cio‘,e` coli di loro ſi dice,ſi perche egli paren
dogli ſorſe che ſi peteſſe dubitare in qual voce co nſifleſſe l'oppOſim
ne,& come conſiſteſſe preſuppone che conſiſta in zaivu'xioi, à cóſiſla
perche e coſa ſconueneuole che glialtri iddij 8: glialtriliuomini guer
rieri dormono tutta la notte poi riguardando a quel’co eſſcmpio dic#
1d 70?,- ”ìzi Earl ñ mn'- xafliepmmqu Tempi 7a} ad“ mlt-FLP” [equali'parolc
comprendiamo anchora che Aritlotele non porta opinione, che nel
ſopradetto eſſempio ſia la traalatione , nella quale come habbiamc
detto il tutto ſia poſto in luogo della parte,ma ſia la traslatióemella
quale la ſpetie fia lpoll-'i in luogo del genere, & ſtando la coſa coſi ſen_
guirebbe che que o non foſſe eſſempio di traalatio ne , della quale dt
ſopra non haueſſe parlatoconcio ſia coſa dice egli clre il tutto ſia vn
certo molto,ci0 è clie il tutto ſia ſpetie,e’l molto ſia genere. Laqual
coſa quäto ſia vera li puo ſapere,ſe diremo cofi‘. La notte e‘ vn tutto
co mpofio di molte hore notturne, cio è di dodici liore nottumc,ne
queſte molte horepoſſono eſſere piu di dodici per cöſtituire il tutto
della notte. Et tanto ſpatio di tempo è il tutto della notte quanto
ſono dodiciliOre notturne,& in quella guiſa il tutto è vguale al molo
ao,e’l tutto e‘ vn certo molt0,& anchora il tutto c‘ ſperic,c'l molto 8*
nere percioclie dodici hore hanno ſotto le ſpecie ſue cio èdodíci ho'
re del di,8t dodici liore della notte- Appreſſo cio è un'altro molto
minore 6: diſuguale al tutto pogniamo otto hore notturne ,lequali
conſideratein ſe ſo no vn molto , 8! non dimeno il tutto della notre
che è dodici hore non è quello molto,ne è ſua ſpetíe. Del qual molto
minore del tutto,& diſuguale al tutto intende Homero nel predetto
eſſempio ”miſmo-,8t quiviè pollo il tutto della notte per lo molto
pogniamo dell’orto liore, ne èvero che iltutto ſia il molto o poſſa
eſſere in quello caſo. l’ercioclie il tutto ſarebbe vguale alla parte, 8c
l'a parte ſteſſa- Perche è* da concludere che la ttaslatione nel predet
to eſſempio conſiſle nel tutto che è pollo in luogo della parte,& non
nella ſpe'tie che ſia poſta in luogo del genere, 8c che Artſtoxele parlò
in Quello luogo poco a tempo dicendo 'nl za) ml;- D'UMlìpU‘a -nì, ’iëi l'1' it'
aid-ing Tuir-wlan; &guidati; ,iti &vAcSp ÌVQÎ'TÌÒ'T'O-flîá‘ìíl. (Aiello è il ſecódo eſile-ì’
pio di traslatione propoſto da‘- Arillotele 8: è preſo dal libro chl
Fili-aida, dk non e‘poflo intero o perche alui baſtò diſegnare illuooa
[dame-nce con alcune parole@ perche altri ſcriuèdo c1110 librogiu-'Ìf
co
_ 354
cò coſa ſuperffm ſsríuerln tutto. L'e'sëpio :du mÎ inteſo èqueſtoſíëo
71’ io" ”Noci 16 ?ft i439 ìáçñcìla” Gavi” Iulm@ MULTE: ‘ír’hu'oi ”yi &oa-Sei, w’
g-'rſm-r' i-ozáàjaifla'n’ lui/WO”. Ma con tutto che ;toſſe fiato ſerirto inte:
- r0 da Ai'iſtotCle-,o dallo ſcrittorep ſia da mc nó ſi cöprendendcrebbe
` percio ne ſi cöprende diliinumétedi qua le parola appiglia ndoſi altri
~al ſig nificaro proprio poteſſe opporre Coſa ſc‘o’ueneuole ad Homero,
' laq ualeappigliídoſi alcuno altro al ſignificato traslaro poteſſe ſolue~
` te. Perche alcuni dicono che la ſcóueneuolczza c'o’ſiſte nel lignificas
j to proprio della parola &sfide-1,6( che ſconueneuolezza è che Agamë
none vedeſſe il ſuono de fiuti, & delle zampoguejc lo ſtrepito degli
huominichuali nö ſano coſe che ſi veggono,ma s'odo no,alla quale
oppoſirione lia da riſpódere Cllt‘lzflfídlml traslatiuamí’te lia (la to poſto
da Homero per vdire traſporta ndo til lo clle e‘ della Viſta all’vdita. E!
coſi voglio no che queſta ſia :raslationeda ſpecie a ſpetie,o pure proñ_
porrioneuolc. ll che noi n0n poſsiamo approuarc nö ci porëdo ſare
a credere che Ariſtotele haueſſe duo eſsépio di traslacione [ito diuul
gna come e‘ gli; che il vedere ſi- ponga per l’udire. Poiclie plc ſpeſſo
vſo li puo domídare anzi proprieta che traslatione,& veggendo noi
chiaramëte che EMC!” nó riguarda 'ami‘- dvçlrſávr’ívozáfll ’yaNI r'àvsgósraç,
ma e‘ Oxdmſu ſolo che riguarda il ſuono degli ſtormëti mulicl,e'l romo
re degli huomini. Siche Homero nó ha poſto il vedere per l’vdire,ne
dice che Agamënone vedeſſe il ſuono e'l rom0rc,ma dice che quando
egli riguardava verlo la pianura troia na ſi marauigliaua de molti ſuo*
chi,& del ſuono degli ſtorméii muſicali,& dello ſtrepito deglihuomini
il imëdi veggëdo egli ci…,ëz vdédo «ìſti, ſenza che ſe cöcedeſsináo an
chora clic 'zìguſſdlov riguardaſſc mf}- ”Miljuhög’duç'rſáv r' ímráxl341an 7'?”
ogíwîa nö li potrebbe dire che ciſl: foſſe piena traslatiöe poiche il ver.
bovederc lnurebbe propriaméce luogo ne molti legnai acceſi,&per
conſeguëte riſplëdemi,& vedcuoli,& ſperialméte dl notre-Ma altri e:
Rimani) cllela ſconueneuoleZZa. naſcëze dalla proprieta cöſifla nella.
parola &url-5,3 quali ci accoſhamo, pcioche la fauellaè propria degli
huominiſoli,& nó c5 mune a fiuti o alampogne,& tico pare la ſcó—
oeneuolezzz maggiore q ñíro piu ſubiramëre ll ſoggiug ne .fa-;Mv -r'azv
M do uëdoſl eſſere del to &MSc; dnf'rl'di O' Jaar-l‘3‘: ironia) r’ ;WMOQJ’qUî
fi ſi faccia la traslariöe proportiu ne .-ole attribuëdoſi ällo,cheè,ppn o
de li huóini cio è la fauella ag” ſturmèzi m*:lrci,& «illo clieè deglifloe
meri muſici cio e‘ lo ſtrepim .~gl1 huomini auegm che lo ſtrcpico lis a n
cliora degli huomini. Laq--alt ſnöuencuolezza li ſolue P traslatiöe di*
_cíìilu cheivoml ſi [3nd: L ſuono muſualc. Ma nel tcſto d Anſt.ſo:\o ma
ho parole,… P-uÎl—la :3111.5 lſCl‘lſſe. l’erci0:hehauëdo egliſcritfo
' i Xxx x z l';ffi"n}‘l.)
ll"cſſempio come è da credere-coſii'íä u,
dr" ,.i ”Wing óſi-rçüîxflp 'flag-{deep 8:2…

per ſignificarci la parola dòuefoſſe lxtraslatione, della quale c1 pro


poneua l’eſſempio ſoggiunſ'c O'queffe u ſimili parole 1b 74‘; ìvhóp tw
{Hop w’îvonáù im} ñ îuaá‘àp ?fam-um‘: nnçogèp. Lequali al preſente non`
ſono altre che quefle ”Zi .z Map.— dog-(7'761 11 , Judi-V 4. Hora ſeguitano
alcune parole,delle quali gialiabbiamo ra ionaco 1670:} mimi ?mi *ñ
mm‘: mi: ai‘mçoçàp îçflnflòyetfnàp UVMU'ÎL. cfu o ſono ſtate traſportate*
dal ſuo luogo in queſto- douendo eſſcre congiunte con l’cſſempm*
della traslatione della:v parola di ”av-dx,… o ue' fm‘ç‘cagi‘i ſono ſtate
poſte qui, ma 0 ſia ſtaro errore delloſcrittore, o giudicío dell'autore
cagio ne che qui ſienoell'ogate ;riguardano come habbia mo detto`
l'eſſempio della `traslauionedella parola di . nméxionòz ſecondo che c1
pare ſono un poco contaminata volendo eſſere ſcritte coſi, -nl 7a‘,- Wie*
:H11 ñ confini; ’rif, .Tu 3‘.” Ema-79;, mizar-mondeo, ,è 'rita’lybl’fflg‘i “mr“
O`ueſto è il terzo cſſcmpio della traslatione pollo da Ariſtorelc &
preſo del libro-E ddl'Odiſſèap del libro 2 dell’lliada, percioche nel
WHO-'8‘ -ntll'áltro ‘lùogo è il verſo; del principio del' quale fa men
tionequi Ariflotele. -î’u J" 2mm îsrñm'rgöp. Bim-Ta, ma nell'Odiſſew
parlandoſi -d’V-liſſi.- chenauigaua dí~notte , &'era intento al‘ temonc‘
della naue ſi dice, M’ÎN ol' Fair@- 'url Mapíçompì'mñi , ”Ani-&J‘ád T’is .ça-’VE, mi.
34:3 Jlu'lev‘m- 3051-1”, Sly-sël} J" gp ”gli &rn-Eko! Enix-Ridley Wim‘: 31'? M fili”:
vs‘u 1’ ö‘çl'ma Jloxuh, oTu JB’ ì'ymç‘s îsi mvçöp &it-:vaio,.&ncll’lliada'P-Tr‘
l'andoſi di .Vulcano che haueua-fl fab‘ricato lo ſcudo d’Acliille & l’lm'
ueua adornato dirmolte figure ſi dice i‘: fini-;471mb , in!" "filàîl , 7M"
îc'haargpjl-Uav‘r' ?Klimt-ra‘, dedotti-m naflfluäpJv-l‘l ”igm mirri: , *rà 1’ "ij-m‘: in!"
'oralflèjÎÉ-J‘d o 5M” 111Ù,fl3'(1@' 553019-,à'çm-9'- {può guai-'ep :Am-new
Ìlísdlp_ , ir' Tzu-Fu sçlqdan , U‘: r’ &giova-Panella 5 oil J" Zap-agi: ’rs-i .Muffin öxtavſh.
Hora s'opponeua ad Homero;chellaueſſedetto che l’Orſaſola ſnſſe‘
ſenzaparte de bagni 'dell'OCeanO', .concío ſìzl‘coſa~ che alcune altre.
flelle mcdeſima mente ne fieno ſenza-parteJequali non tramontano*
mai ſi come ellà altreſi non-tramonta. Perchenon è. veroche eſſa!
ſola ne ſia ſenza parte.A queſt'a oppoſitionerifponde A'nflotelc che
ſono due ſOlitudini v-na propria, 82 l’altra traslata, ſe prendiamo l"
propria nel dlre chel’Or-ſa ſola non tramonn maishaura luogo ll’
ſconueneuolezzaoppoſta ad’Homero, .prroiochccome- ècoſamani
ſella eſſa non e‘ſola che:noutramonti,ma ſe prendiamo la ſolitudine'
traslata nel dire che FOrſa ſola non tramótacelſſra la ſconuencuo"
lezza. Per-cieche le altre ſtelle lequali ſimilmente non tramonunO‘
non. ſono` conoſciute. non . tramontare. come è-l'Orſa alla qualcglfl
lmomw"
fluo‘mini riguardano- piu che'no‘n‘ſanno a niuna‘alſitra Rella per la ne—'
57
oeſsita ſpetialmëte del nauigare, à percio quanto dalla Iotitia com
mu ne degli liuomini-eſſa ſola non tramonta,& le altre fi poſſono di
re in certo modo tramontare- Sicliela ſolitudine ehepercio &ſolitu
dine perche veramente e‘ ſenza-compagnia ſi traſporta‘anchora a'
quelle atfioni' lequali‘- non ſi fanno ſenza compagnia quando s'ha
riſpetto ad alcuna'coſa per laquale ſia‘ſolitudine ancliora che per ſe
- veramente non ſia come il non tramontare è- ſolo nell’O‘rſa hauen
döſi'riſpctto alla-commune notitia degli l1'uominif,.che eſsi hanno
poca- del non* tramontare dell’alrre ſtelle,.& molta del’rramontare
d'ell'Orſa. Et' come anchora il non tramontare è ſolo‘ dell'Orſa
. hauendoſi: riſpetto* a quelle ſtelle delle quali* ne- due ſopradetti
luoghi fa menti0ne Homero lequali tutto tramont‘ano &‘-efl'a ſo
…là— non tramonta;- Laonde' Euflatliio? commentatore d' Homero
.con queſta_ ſeco nda ſolutione riſpettiuaìſolueua l'oppoſirione pre.
dètta,&~perauenthra non'male vſandofla'via dellatraslatione non‘
alti-'a me nre-ì che. vſa Ariflotele. per! ſoluerla.- Percioclie e‘: da con
ffituirc vna- ſolitudinecomegenerezſotro laquale. ſi‘co‘mprendanO‘
piu ſpetie-,cio e quella,che è ſolitudine ;trauma q'uella,che e‘ ſolitur
dine riſpettiua. P-oi la riſpettiimſi dee‘diuidere in quella cheè ſolitu-~
dine per riſpetto della notitla commune degli huomini, 6t in quella).
che è-;ſolirudine per certo numero di coſe.0`uando adunque la ſoli‘—
tudine aſſoluta ſi pone in luogo della riſpettiva , come s’e‘ fatto nel"
verſo d’Homero oil! .4’?qu i” Marzi-*p Zum-oioa’vſa la traslatione‘ehef
Ariſtotele diſſe farſi da ſpetie a ſpetie, ſi co ‘me-ancií'ora ſi fece in que*
“Eſſi di Lucano nel’rerzo libro della Pliarſaglia , M'ouit 8t Eoos‘ bel‘
lorumfama` receſſusao`uà~colitur Ganges* toto quijſolus'ìin orbe‘
Oſtia" naſcenti contrariaſoluere Plurbo Audet‘ö‘t aduerſum fludueë
iinpellit in Eurumçnon eſſendo vero per ſolitudine, aſſoluta‘clie il›
Gange ſolotr'a tu ii fiumi-del'mond‘o corra' verſo'ilſole oriente;
percioche cene ſon degli altri'che vi corronogna perche’ è _verocio
per-ſolitudine‘ riſpettiva* cio èñper- riſpetto ‘della~uotitia ì, che s'lia piu‘
di lui 'per la ſua-ſmoderata grídezza che non s'lra deglialtri s’è poſta'
.penrraslationela ſolitudi ne aſſoluta in-luogo della riſpettiua 8c detto’
che egliiſolo corre verſo il ſole oriente.-Altri altram‘ente ſoluono
queſta oppoſiiióe , & dicono che. Homero parla dell'Orſa maggiore
laqual‘e òcognominata il carro come di ſegno 8: di ‘cóſt-ellatione, che‘
ſ‘ólaî non ſi bagna nell’Oceano‘, 8g non tramonta, 61' non come dil
Relleitrqpantunque al tempo Pi eſente l’Orſa'che c‘ cognominat-az '
>1 >r :z x: z Cinoſurax
`
Cino’ura e'ldragone, & la mano del biſolco, & le parti di Ce'th dal
belico inſi no a piedi come flelle, 6: conſtcllatiooi non ſi bagnino nel
l'Oceano nettamenan ſi come cópreſe dentro dal cerchio artico
nó dime no non era no al tépo d’Home-ro conoſciute per ccflcllaio
ni,& ridotte in ſegni come ſo no ſtate poi,&per ptuoua di cio ſi ſa che
Tales da Mileto l'vno de ſette ſaui ſu il primo clic moſtrò l’Orſa mi!
{lore-Lao nde dilſe bene Homero,chc l'Orſa ſola intendëdo dell'Or
ſa come d'vna cOnflellatione non haneua parte ne bagni dell'Ocea
no non eſſendo a ſuoi di altra conſlellatione che luueſſe quello pri
uile io auegna che vi ſolſero le fielle coli priuilegiate,0ndepoiſi ſ0‘
no ormate le altre conſtellationi,lequali al preſente ſimilmEte ſono
ſe nza parte de bagni dell'Otea no. Non laſciero a nchora di dire che
Strabone nel lib.i.della Geographia ſchi fa queſta oppoſitione per vn
altra via dicendo che l’Orſa e pofia da Homero per tutto il cerchio
artico ſi come la poſe anchora Heraclito non gli parendo verilìmilc
che Homero ignoraſſe che dëtro dal cerchio artico ſolſero :iltre ſlelle
che non ſi bagnaſſero nell'Ocea no.Perche ſe la coſa {la coſi diremo
che la parte lia poſta per lo tutto per la figura chiamata commune;
mëte (atuaxip per la traslatione che e dalla parte al tutto di che di
ſopra habbiamo parlato.` Egli e vero che io non mipoſſo indurrea
,credere che la coſa ſtea coſi,cio e‘ che Homero voglia ſignificareper
l'Orſa furto il cerchio artico,percioche hauëdo detto nel librai dd
Îl'lliada che Vulca no nello ſcudo d'Acliille liaueua figurata la terrà].
e'l cielo,il Sole-,8t la Lu na dice 'generalmétefip 5' -nìz nifu min-ari 7' *"
;avis îsiçávtmflio è figuiò a ncliora tmtii ſegni,de quali il cielo è coro*
nato,& poi parla ndo Particolarmente,& eſſcmplificando de qualiſe
gni intéda nomina alCU ni de principali come ſono le Pleiadi,l'Hyl‘
di,0rione,& l'Orſa non per ſignificare certe parti del cielo , ma elſe
conſtellationi. Medeſimamente nel libro F, dell’Odiſſea dicendo che
Vliſſe reggendo il temone della naue mcſtrcuolmemcriguardaua
ſe nza addormentarſi le Plciadi , e'l bifolco , & l’Orſa che guata O
rione non puo intendere per l’Orſa che della conſtellationc.& "o"
del cerchio artico tutto. Perche non poſsiamo approuar la ſolutio
ne data da Strabone-Hora ſeguirebbc che ſi doueſſo ne dare glieſsZ-pi
di quelletraslationi,clie egli nominera figure di fauella ſecondo l'v
ſa nza,ma ſono ſtate o da lui,o ila altri poſte dopo gl elsëpi delle pa_
rolr Päſsionatc in luogo poco COnLcntuolc in qncflu llbÎClſOJWÎÎ
”fedelicp'ógrginmseſi 0m@- ANNA” H cl"lè 16 É; ”Tam-Jan? E“ ”QUE
"“9 S“fflcmpi ddl'i’ſo dele parole patsionate,tl1e di ſupra furono
propdl’.
356
propone per vna delle vie della fauella per la uale ſi ſolueuano le
oppoſitioni fatte a pOeti .Hora quito è al propo ito noſtro ſi doman
dano quelle parole paſrionate , le quali di ſua natura poſſono rice-
uere diuerſe paſsioni,& perl’vna paſsio ne dimoſlrano vn ſentimenr.
to ſconueneuole, 8: per l’altra dimoſtrano vn ſentimento conue ne
uole.Ma quella diuerſita di paſsioni,& per conſeguente di ſentimen
ti nOn ſi truoua nella ſauella del parlare, pcrcioclic il parlante ſem-`
pre aſſegna quella paſsione alla ſauclla,per laquale rieſcail ſentimen
to conueneuole,ma ſitruoua nella fauella ſcritta,laqualeanticaméte
non ſi paſsionaua cio è non ſt ſcriueua conſegni degli accenti,& delle‘
diuiſioni, ſi come clliaraméte ſi puo cornpréderepcrgli eſſcmpi polli
qui da Ariſlotele . 81 molto piu & per alcuni pure diqueſli medeſimi
eflèmpi poſti da lui nel libro de riprouamenti,& per le ſue parole p0- i
[le intorno ad cſsi,lequali ſono queſte , ”af-7:5 1D Wwi'affif ſi‘ 'roſs Him
1 agi-'5 Whixlnois ci: ?alfieri mrícät H”on ip Z75 yiyqaufl'ivm tft-”mandi aälwp
eroffixj ì Snow Jlloçàou‘in) ”çàs rà; iAiyxoflns ai ’ari-c’ero: cigni-ritmi i‘? 3 Un'uloi‘rj
ÎflCfQ- Mim 'atufſſît ”riſcoſſe A470…: *rà oîöîu‘ngopflà *n‘a mgl -rò in}an ñ 3:70:
l
…mom )XL Bit Scu-1555 ns Hem aJ‘i'á‘olm 3 ei {É X053( i'un 1 ;tutti -räiw'nvſu
. . inule ,›
cio è non è coſa ageuole ne parlari ſenza ſcrittura commettere errori -
d'accëti,ma è coſa piu ageuole negli ſcritti, 8c ne poemi come alcuni
difendo no Homero da col oro che lo riprendeuano come ha ucſſg
detto ſcóueneuol mëte 1% É‘ of“; milan; mio percioche ſoluono cio per
meno dell'accëto che ci' dee eſſere accétato agutamëte. lit quello del
ſogno d’A gaménone che nö eſſo Gioue diſſeJ‘i'J‘omn ‘Sn‘ ;Dx-s Zig-'oz, m.
ingiñſe al ſogno J‘iá‘o’m, Et l’op oſiti0ni,che ſi fa nno per la via delle
paſsiOni maſsimamëte ſono diffîrenti dall’oppoſltioni, che ſ1 fanno
perla via delle lingue,o delle traslationi o delle parole dubbie in cio,
Ch@ qſte ſi poſſono fare alla parlatura,&alla ſcrittura,& quelle nó ſi
poſſono fare ſe nö alla ſcrittura , 8: ſono ſimilia quella oppoſnione
che ſaceua Protagora ad Homero che cóma ndaſſc alla Muſa dici-do
nliötplz'ſh odguamlo la doue-ua pregare-.Pertiodle recitando o profe—
rcndo Homero iſnoi verſi non gli ſi ſarebbe poſato opp0rre coſa
niuna di ſcóueneuolc,la dove auerſi ſcrittipore Protagora opporre
quello,cheoppoſe,auegna chela figura,& l’attione del comma ndare' -‘
BZ del pregare non ſi ſegnino come li ſegnano gliaccenti, 8t lediui -
ſio ni nelle ſcritture perchi vuole-,8t ſpetialmente a nr ſtri di. Et per- ‘
cio i0 crederei,cl1e tìſtc parole paſsìo nate irſieme con quelle figurare
come è quellapnde nacque l’oppoſizione di l’rorago: a ſi Dott-iſom
domandare mezzane tra le certe,& le dubbit’, perciotht q* :ſulu ſi pro
ſeriſcono ſono certe concic ſia coſa che uo lie:.bn-,;ìczt`et1i3 un ſig ni
fiuto‘,
*freako,‘6:cquel ſignìficato è quello ,.che Pantene da loro ſecondo che
-vuole che ſi riconoſca perda' ;proferenz:,maflq uando ſonoſcr‘me ſo
no dubbie,percioch_cipo_ſſono vgualmère &indiffere ntemente-q ua n- ì
to ènlla ſcrittura hauere piu ſignificati ſ1 come altreſi poſſo no haue
re ledubbieintereo prof-erre , o ſcritte, Erzquefie parolepaſsro nare
quído ſonoin iſcrittura‘ſo no vna parola che ha forza-dlpiu parole,
;tra ,lequali fi conuieneiſare elettio ne d'v [13,81 quando ſono in parla
;tura ſo no ’vna parolaxchc non ha forza ſe non d’vna parola,& d'vna
parola d'vnzfig nificnto ſolo,& perche non ha forza ſe non .d'vna pa:
rola,& dîvn ſzgnjficato ſolo nö vi puo cadereelettione. Perche co n
cludiamo che queſte parole paſsionare ſcritte ſienoanchoradifferëü
dàllc'parolc dubbicjn cioche la parola paſsiomta ſcritta .è jn .virtu
.odoppiaoa nchora triplice 8t per conſeguente ſono piu par-Ole , cia=
`ſauna delle quali ha Vn ſig nìſicato ſolo,ma la dubbia nö è ſie non vna
;parola ſola,& quella Vna parola ha piu ſignificati, traguaä cade l’e
'lectione ſecondo che ſ1 dira. Hora ”da l'eſſempio della paſsionc .del
l’accento in due guiſe in vna quando l‘accento conſeruando la ſu‘:
natura (i tramuta d’vna ſillaba in ſu vna altra come l’accento aguto
.che era nella terza ſillabainá‘Moaa” conſeruando la natura aguta tra
pafl'a *in ſu laſeconda -jl’ljffiá‘hlfflfiöì in v n’Îaltra quando l'accento no n
ſ1 mouendo della ſillabazdow _era tramuta nature, come l’accéro pie—
gato cheera in ,qÎ fi muta ,in accento aguto m 07. ,thua mu nqne il
muramèto .,dîv na altra paſsionecne è dello ſpiritozaſpro ;in pian-uo:
'le vi ſia tramutandoſi of." in 07 , 81 poſſa aucníre che la paſsionc ,della
ſpirito poſſa operare quello, _che opera la paſsione dell'accento non
[dimeno Ariſtotele non ,ne fa ,mën’onq fi come nó fa mërione d-altrfl'
mutame mi d’accemi,chc poſſono-pure operare che la parola haura
diuerſx ſignificati. Della quale maniera di :parole alcuni grammaticj
han no ſattoraccolta , 6: ordinatelc per vhauerle preſte per ordine ſc
condo l’Abjci. Ma egli ha voluto che gſieſſcmpj poſti qui baſtino per
tutte .q uclle ſolurionich uali ſi pprcflbno face per le vje .delle paſsio:
ni. Anello eſſempío J‘i'J‘amu J‘í 0|‘ Mx@ &gian-,che ſeg na qui Ariſtotele;
à che diſtcnde al quanto nel libro di riprouamenti era preſo dal Ii
bro B dell’llíadafl da quella parte doue firm” del ſogno mandato
da Gíouead Agamemno neperche faceſſe armare l’efl'ercjto ,de gra.
ci.“ qual mezîp .verſo v_con l’altro mezzo a] tempo noflro non (i
ritruoua ne teſti d’HomeroEgh’ c‘ vero chcſi ritruouaynfimile mez
zo verſo ge] libro” dell‘Uiada M"Îxëg: ams‘- Zaroágas Ninì-»ſas ?gonfi
.MMI ‘a' BMX@- &531,111; quiui non puo naſcere ſconue neuolezza per
conſeruamcnto
357
’e'onſeruſia mento deli'acrento in ſu Ta terza filla‘ba, ne di qua-Ho intëde
iAriſtorefc ma intende di quello che lioggi di è meno nel ſogno d’A
~gamemn0ne. Er quaniunque non poſmmo affermare che ſoſſei-n
'-ìvn luogo' certo,& che il principio del verſo ſoſſe d'vna corale ſam,
'-non dimeno è aſſai veriſimile, che il verſo intero non ſoſſe (liſsimile
:da qucſto. Nîç-aç' ísaíuan-,í‘l'á‘ma 5 ci‘ 3X@— àçlbx, 8( che ſoffe il quar
`~to verſo della commiſsione che Gioue fa al ſogno fluida’ i” EMF-cip ad:
'Fai &xx-tes?). Wai): è: Mir‘i'lu &un'emuO- &Tflièüflfltíffl ”éh'àrçuios 31)“
'mim- óí imr'ww Nm( :zaino-@flam- J‘i u‘ 26x@- ieg‘eàau’. Hora è aſſai
‘verliimile che quello ſoſſe il luogo del predetto verib per quello che
`² dice il ſogno ad Agamemnone li q uaie prima che‘gli dica che Gioue
‘gli cócnanda che faccia armare l'echrcito quaſi ſponédo cìfie parole
;fm-uan) oi Jim@- irçíá'k dire N1555 &lì-'á Ai.; éiu, ?ma Xmas‘: iaip [4'172 ”WD i6"
'vez-’ga l’arueadunque alle perſone diuote , & che portauano queiit
‘opinione di le che ſi det-,che non conucniſſe che Gioue diceſſe, Noi
~— -. —`ñ-_.e diamo ad Agame-m none che di quello armare l'effercito acquiſti glo
tia douendone acquiſtare vergogna,& riceuere danno,& eſſo Gioue
appare”: bugiardo. Ma Hippia il Tlmſiano vole-ua che ſi poteſſe rite
‘- nere ſenza pregiudicio della religione 8c ſenza attribuirea Gioue bu=
gia dicendo che J‘ld‘îflipl non era prima perſona del modo indicatiuo,
' ma infinito 8: che l'accento era da porre ſopra la ſeconda filluba
-hauendo detto Homero NNW, in luogo di J‘ih‘uunfi come nel *ver
ſo precedente 2mm,… in luogo d'ìyoçz-.éuemDal qualeinfinito poſ
ſono nalcere due intelletti, ciaſcuno de quali e ragioneuole. L’vno è
che .dl-PER@ inh nico habbia valore dl có ma ndatiuo,&clie Gioue com
mandi~ al logno dicendo da *Sc concedi ad Agamemnone che acqui
fli gloria. Wai] dica Fa che acquiſti quella gloria vana, che tu ſogno
‘vano,& dinoſo ſuoli,& puoi dare. PerCÌOChe anchOra ſi dice in pro—
uer-bioche non e‘ ſogno piggiore di quello, nel quale ci ſog niamo di
guadagnare. concio ſia coſa che ci troviamo po: hauer nulla.L'altro
intellerto è che q ucfl’o Malfa@ infi nico liabbia valore d infinito,& che
‘{ia retto da &raçiviy®,& che Gioue c5 ma ndi al ſogno che racco mi ad
AgamemnOnc, eſſo Gioue dargli, 8: concede-r*in che acquiſti gloria.
(Luſi dica raccontaglitu quello,clie è ſalio come ſe Foſſe vero, 8c me
douerin dare quello che non ſono p:r dargli-Ma perauentura'Ho
mero conſeruandoſi l’accento aguco in ſula pri ma ſiliaha di i‘m-ua
ſi poteua deſendereſſe diciamo che poiche gia haueua aperta la 'mëte
di Gi0uc che era con ingan no d’indurrc AgamemnOne & l'eſſercito
reco in tribolaiione per honOrare Achille nó puo naſcere ſconueo
modella per bugia diedica eſſo Gioue, nedec eſſere reputato bu
Y y y'y giardo .
giardo. ll quale inganna non meno il ſog noche ſi Faccia Agamen
none dicendo quello che non èvero all'vno , & volendo che eglilo
ſltlíca all’altro. A nzi ingnn na piu il ſogno accioclie piu ingannare in
ga n ni piu ſolicitame nte Agamemnone.[)ice adunque che vada a tro
uare Agamem no ne,& che gli racconti fermamente tutte le coſe che
gli’ngiunge trasſormandoſrin Neſlore,& accioclie non metta a non
calere il ſuo cómandamento dice che è coſa che mont-i molto ad A*
gamemno ne douendo gli eglidare acquiſto di gloria,&appreſſo dice
che Agamemnone prendera allhora Troia, 8t che gl'ldtln nonſono
piu tra loro diſcordanti per priegliidi Giunone- Lequali coſt: Gioue
da ad intendere eſſere vere non meno al ſogno,cli›.~ egli voglia clleil
.ſogno le dea ad inte-.ſere eſſere-vere ad' Aga :TE-ionedìla ſc tn nto of:
ſen<leua le perſone religioſe,clie Gioue diceſſe alſogno reo ATI-:l‘arte: i“t
oil-3x@- &{le non-per altro ſe nó perche erano falſe, per qual cagio
ne non le do ueiu no offendere quelle-altre,qu :E xqu im ”iure- ;vga-‘7M
quia@ ,ti per} 'il’, &HDi-f ;Mi-Alma Mm’ì'xum &iaiva "aſtra {rifiuta-+01 gna!
‘ſas :gli Aiawín,clie ſono pure di Giove &'- dctte al ſogno , & dette per»
che ſieno ridette ad Agamcmnouc , ne ſono Piu vere di qzzellc altre..
.Et perche ſi truoua n0~ di tìlii,clie dicono, clie la pro-nen': di Gioue
fatta ad Agamemnone
vpercioclie cheſetta
s’intende eſſere allliora
ſottoprenderebbe Troia,
conditione ſe non armate
eſſo ſara è ſalſa,
tutto l’effircito, laq—ual conditione non fu adempiuta non elſendoſi
.armato Achille co ſuor ſoltlati,poſsi:tmo noi medeſimamtnte dire che
quello che dice Giant: al ſogno .Mona J‘ì oi* {3x9- Bq'tàz, lia detto ſotto
quella medeſima conditio ne,ſe Agamemnone fa ra armare tutto l'eL
l'ercito,& oltre acio ſorto v n'altm cunditione ſei! ſogno gli raccótera
fedelmente tutte le coſe ingiunte gli ſenza aegiugnerui nulla. Il che
non fece dicendo moltepiu cuſeslie non gli liaueua ( ömeſln Gioue
come altri potra vedere paragonando ſa commiſsione con l'elTecu
rione della commil`sio ne. `Siche queſte parole J‘I’J‘om‘i J“'i u‘ Sx@- &fida
nonppſſono ragxoneuolmente eſſere rep urate ſalle. Ma nOn ſ0” gia
_dette ſOtto co nditione alcuna 'lle al rt‘ ’t'r’ 'ruoli Blu-”mic J‘a’gutt'ixorns Uil#
Zi ççóíam izi'fiznſhl-ev per} Ken-m ”ìllhlatflivgsi per conſegue“: non ſono
,ſenza lîalſita` nt_- ptrCio ſono Gate rimoſſe dal tello d'Homt-ro, n91‘: I",
n. ’Wildtgxuîfî- Aglio eiiempio è preſo dal libro Y deli’lltada a do—
.pe ſi dice 25"!! Eri”;- atiiflpjóir’öffllſ öz'tf ati-.t , 'É 4055,: mihi-.t 115 ”Il tifo-mn"
.0D ?uCçQSi dice adu nt] che ſtaua diritto Vn legno ſecco, 6t di mitui e di
due braccia ſopra la terra,o di querciap di Feet-,il qua.e(flaua)la dove
.è macerata dalla pioua- le ſ1 legge àcon lo into aſp: o, G con l’ac
tcento pitgamfli con.: .leggeuano coloro , the opponeuam adHO‘
( . '-

, f l . [mio
mro,cliel1aueſſe parlato coſe contrarie 'dicédo che il legno ſoſl'cza'ln8 '
cio c‘ lecco,& non atto a marcire , 61 poi ſoggiungeſſe che ſleſſe cola
.doue ſi putrefaceſſe per la pioua, ma Ariſlorele dice che l'oppoſizio
ne ſi ſolue per ca mbiamëto (l'accento & anchora di ſpirito riponen
do lo ſpirito piaceuole in luogo dell'aſpro & l’accëto aguto in luo
gs) del piegato , & doue ai; ſig nificaua prima la doue hora 01'/ ſignifica
on,& coli Homero non parle-ra coſe co ntrarie, ma coſeſtanti bene
inſieme. Percioclieſe il leg no e‘ſecco 8: arido ſeguita che non ſi pu
treſara ne ſi marcira per pioua. Ete‘ da perre inf-te clie ſe perauen—
tura ſi ſoſſe letto o} cio e‘l-a dOue ſi con ueniua ripetere il Ve‘l bo prima
poflo‘mmcofi 75 {Ns-im ?lumi-’tim 'Intera, ma ſe ſi legge oi' come ſi dee
leggere nó ſa meſtiere di ripetirione di verbo niuno. Hora 0-3 quando è
principio del parlare è voce diſaccentata ma qua ndo non e principio
del parlaretc-omc none‘ nel predetto eſTempio riceue l'accento aguto
ſecondola teſtimonianza d’Ariſtotele nel libro de riprouamenti. Et.
nella noſlradingua vulgare la negatiua Non che è voce diſaccentata
-qua ndo è poſta in finedelparlare perde l'vltima N,81 riceve-l'accen
to aguto.Non ſon mio nò,ſ`e io muoro i] danno e‘voſlro. C’lior ſi,
hor nò,s°intendon le parole, *rà à .ſtagiſta dazi ?HwMania-ha 59"71’ italia-8
--n‘r mçlp uáàop ita-iva?” è?“ {48gg -rùvipip L'apimá‘iaMáÈav-ru MedeasCoſi ſi deo
no ſcriuere i VC! ſi d‘Empedocle , che ſono addetti qui da Ariſlotele
per eſſempio della ſolutiOneche fl ſa per ladiuiſiOne cio è per la di:
flintione de punti,& coſi ſi tru0uano addotti da Simplicio nel com
mente della Pliiſìca d'Ariſtotele concio ſia coſa che er appuntargla'
in vna guiſa poſſa riuſcire vn ſentimëto ſmnueneuolç, 8c perappunr
targli in vna altra guiſa poſſa riuſcire Vn ſentimento conueneuole.
Perciocheſes’appunteräno le voci -rùflyip che ſOnO nel ſecondo ver
ſo come s’appunta no le voci Ta‘- @ip che ſono nel primo verſo Em
edocle parlera Cole co ntrarie , ma ſe s'appunterannn altra mí‘te par
era coſe che conuerranno bene inſiemeJ’arla adunque Empedocle
-`"-— -—` _ ſeco ndo la ſua opinionexlie per la lite le coſe diuentaua no mortali,
1equali prima per l’amicítia liaueua inteſe eſſere immortaliEr perche
le coſe immortali ſono meſcolate operido l'amiciria il meſcolamem
to,& le mortali ſonoſimplici &diſcrete opera ndola lite la ſimplicita
.6t la diſcretione ſeguita che :A *az-ip nel ſecódo'verſo non ſi debba c5
giugnere con ilo-m cio è co n le coſeſimplici &diſcrete eſſendoſi det:
to nel primo verſo che haueua inteſo le coſe prima eſſere immortali,
8t p conſegcéte le meſcolatc.La doue in quello ſi direbbe il contra—
rio cio è che liaueſſe inteſo le coſe mortali &le ſimplici , à diſcrete
eſſere prima-Perche alcuno appunta rido coſi quelle parole,& face n-v
Y y vy a da
I*

do riuſcit‘e la. predetta contrarie” oppo'neua ad Empedocle ſimile


ſcöueneuole,alla quale oppoſitione ſi riſponde che -nl mi, del ſecon
do verſo è da cógiugnere con (ana & e‘ da appuntare coſi (is,- 5 13 mi’,
Ma perauentura l'oppofitione fatta ad Empedocle non è pollo
che rà :iz-lp li congiugneſſo no con ’al-pm da ſtimare tanto quanto
altri ſi crede , ne è vero che Empedocle parli coſe contrarie inguiſa
elle faccia meſtiere a ricorrere :i diflintione di punti nuoua,& :icon
giugnere duramente *nl ?ile con {Ig-z. Percioclie egli parla della vicen
deuole mutatione delle coſe,lequali hora ſono mortali , 8t diſcrete,
per la lite, 8c hora ſono meſcolate 8t immortali per l'amicitía. Et in
contenente di vengono mortali quelle coſe,cl.ie prima era no immm
tali,& dall’altra parte diuengono immortali , cio e‘ meſcolate quelle
coſe che prima erano mortali cio e‘ diſcrete. Et che quello ſia il ſen
timento il dimoſtrano quelle parole J‘W’n ”Meugpercioclie non
ſarebbe mutatione vicendeuole di vie ſe le coſe immortali diueniſſe
ro ſolamëte mortali,& le mortali nOn diueniſſero immortali ancho
ra , 70‘: &portati-,2 ”agi-home àäfllíüp 'iL-xò”) Mio‘: &Leif-Alp i5!. All ſi da
eſſempio della ſolutione che ſi fa per le parole dubbie , & c‘- vna delle
quattro vie della ſauella,per la quale ſi‘ſoluono l’oppofitioni.Laquale
nó dimeno di ſopra non fupropdla.l²ercioche nOnne ſur0n0 pro
poſte ſe non tre quella delle lingue,que|la delle traslationi , & quella
delle paſsioni delle parole,alle quali hora s’aggiugne ejlla della dub
bia fignificatione,& ſe ne da l’eſſempio. Et quelta maniera di parole e‘
molto differente dalle paſſate. Percioclie la (lluCl‘ſlKl de ſignificati fi
truoua nelle lingue per l’vſanza diuerſa de paeſi , 6t de popoli Et la
divertita de ſignificati ſi truona ne traslati per la diuerſita del genere
verſo la ſpecie o della ſpetie Verſo il genere, 0 della ſpecie verſo la
ſpetie , 81 la diuerſita de ſignificati ſi truoua nelle parole paſsionate
per la diuerlita della ſcrittura ſolamente. Et la diuerſita de ſignificati
ſi truoua nelle parole dubbie nella ſcrittura 81 nella preferenza ſen
za hauere riſpetto a ſpetíea genere, o a paeſe ſoreſtiere. Senza che il
paeſe ſoreflierep il genere-,o la ſpetie , o la proſerenZa o la ſcrittura
nell'altra maniere di parole porge aiuro a trouare la ſignificatione
töueneuole, iquali aiuti in queſta mancano,& perdo le chiamo non
ſenza ragione parole dubbie.Delle quali alcune ſOno dubbie,& han—
no diuerſi ſig nificati perche p ſe ſono tali o perche concorrono con
tutti gli elementi,& tutte le paſsioni con altre parcle,o perche ſono
pelle nel parlare in guiſa ehe rieſcono tali. Sono-per ſe tali qui-lle
clie ſignificano perle piu coſe non perche concorrano con Emili
paiole, nc per la poflura nella quale littuouano nel parlare ,come
Vago
55’
Vego;cbe ſignifica Errante, Deſideroſo,Bello,& Huomo amato,có
corrono con tuttigli elemëti,_& con tutti le paſsioni con vn altra pa,
:ola cOme Luce Lux con Luce Lucet, 81 comeè Amore primo caſo
con Amore quinto caſo. Laonde prëdendoſi Amore per quinto caſo
in ci verſi, Ne credo oia che Amore in Cipro haueſsi O in altra riua
ſi ſoaui nidi fi diſemÎe il Petrarca di nó lnuerepoſto Hautſsi in luo-Î
go,d'HauLſl`e contra regola, che prendendoſi per primo non ſi puo
difendere-.Belleflhe ſono tali er pcſtura,& non per {4.38: non per
concorſo d’altrivoci o d’altri caxſo no come quelle , Aio te Aiacida
Roma nos vincere poſſe,& come quelle d’Ho mero nel libro K,dcll'l—
lladl,7M2D’XHKav mio‘: w'È *T-J‘u'oaatfàop , rçl’z’ám &Wii; …ſia ?linear-73 , lequaJí‘
adduce qui Ariſtotele per eſſempio di queſta maniera di parole v0:
lédo che baſti p cffimpio d’ogni altra maniera di parole dubbie.$’op
poneua adunſ ad Homero che parlaſſe coſe contrariedicí‘do ſt come
Je parole p0 ono ſignificare che la notte era paſſata piu delle due
parti,& ſoggiung-î'do che le ne reſtaua anchora la terza parte da paſ—
"Éñ.w-o—.ñ’v
ſare lequali coſe ſono conírarie- Percioche ſe e due parti e: ano gia
trapaſſate con alcuna parte della terza nö puo eſſere Vero chela ter
za reſlaſſe intera ſecödo che li preſupponc-,laquale oppoſitionc li lol
1
ue riſp‘ódendoſi che quella voce ”Mep puo ſignificare in (11 luogo nö
ſolamente che la notte foſſe paſſata oltre alle due parti, ma anchora
che foſſe paſſato il piu delle due parti della nottein guiſa che della
notte refiaſſe nó pure la terza parte intera,ma anchora alquäto della
ſecóda parte,Sicl1e acccflandoſi noi alſprimo ſignificato diremo che
”aloe flea verſo ‘F J‘u'o ”olçáwp cöperatiuamente 61 che ſignifichi piu che
le due parti 8c accoſlädoci al ſecondo diremo che mio(- nó iſtea verſo
‘i ala'- {celtic-7p cóperatiuamE-te ma partitiuamëte. Percioche le due parti
ſi partonoin piu, 8t in meno la parte del piu ſara pogniamo tutta la
parte prima,& la meta della ſeconda,& la parte del meno ſara l'ala ra
meta della ſecöda,& dicëdo che la notte era paſſata piu delle due par
ti s'intende che era paſſata la prima parte , & la meta della ſeconda.
Qutflidue intelletti a parebbonoancllorapiu manifeflamente ſe iu
luogo di ”Air-cp ſi legeflî :mio come legge anchora Euflathio ouero mio
come filegge qui nel teſto d'Ariſlotcle. Ne laſcieremo di dire che l
poſſono anchora tirare le predetreparole ad vn terzo intelletto , 81
dire w'ë "r‘ J‘u‘o (Lolgáop [a notte delle dL-e parti era paſſata io dico la notte
appoſitiue mio‘: cio è il piu della notte era paſſato.Non laſciero an
chora di din e che altri ſoluono altramëte quella oppolltione, 6: dico
no chein quelli VCſll,’ol5‘çar ’já‘l nfoflfinxe‘mgéxám 5 ”Aloe vy'à 'i‘ Jlu'o nezçáoç
*rgmlzu J" 'ia uoì‘ga Aim-.ila- le pax Ole à's ;a 5 Jxñ ;Tçl'ÌiC-u ſi doo no cógivg nere
fl i Y YYY 3 con
con quelle 133 No ”flop & perche le co nſlellatíoni liaueuano ſartoil
viaggio delle due parti della notte era paſſato il piu della nette, 6t
percio ſi dice per trapoſitione naçáxuni Snia“, w'ç. A ncliora per alcuni
ſi ricorre ad vn'altra ſolutione,& ſi dice, che ſi ſcriſſe ”eéxm'j ”Ali »uk
‘reSp J‘Je noiçácp cio è che la notte piena delle due parti era paſſata in
guiſa chereſhua ancliora la telza intera. Sono vltimamente di que,
liquali per ſoluere queſta oppoſirione dicono che non e‘ necrſsica a
dire chela terza parte rimaſa ſoſſe intera ſi come non è neceſsita che
l'an no ſia intero quando ſi dice :req-mms?" Nip-euri: z'sèas ?Hz-211'115”:
che il giorno ſu intero quando li dice ?zip ;l'inerzia-:igrsz ‘5.5 torio ”i
mp 'i,co ncio ſia coſa chela donna dopo la concertione non xfleavno
anno intero a partorire, ne ſi ſpendeſſe il giorno intero nella batta
glia clie ſu ſotto la porta Scea di Troia. Maqueſti ſono parlari meſco
lari con la figura in (oa-l ne quali il tutto ſi prende per la parte ,flì‘ì
”mi Mao ni: A’tëzosnop i auf-amino: 07Vde Qdílpl Sono alcune paroche
quali hanno due ſignificati vn proprio , & vn’altro traslato ma il
trasla to e‘ ta nto in vſa nza che nOn pare meno proprio alla coſa doue
è traſportato che ſi ſia proprio alla coſa , onde e‘ traſportato , 8: per
que-ſia cagione Ariſtotele nun lu ſimili traslationi,lequali ſono (ille,
dclle quali parla in quello lU‘Îgo,perpurc,& per veraci Et perche il
lu ngo vſo le ha introdotte le ſepera dalle traslationi poſte di ſopra,
8t le chiama maniera di parole ſecondo l’vſänza.Et coſi alcune op po
ſitíoni ſi ſan no appigliandoſl altri al ſignificato proprio , [equal] ſi
ſol uono per lo coſtume della ſauella , cio è r1c0rrendo al ſig mfimo
che per coſtume-,8: per lungo tempo eſo pra venuto alla parola, coli
C°_me nelletraslationi quando altri appigliandoſi al ſig niflcato pro
prio ſi faceuano oppoſitioni per ſoluerle ſi ricorreua a’l ſignificato
traslato. Et è tra loro queſta differenza , che la traslatione` verac: è
formata dal poeta per agutezza d'ingeg no,non per neceſsita,ma per
vagina-1,8: la traslatione che ſi fa per vſanza non e‘ formata da Ctl"
lo aurore,& è per neceſsita ò: non per vaghczza nö hauendo allliora
clic.- comminciò ad eſſere la coſa, a cui èrraſportatamome propria,
‘l‘aqualcalcuna Volta è poi ſoprauenutoil nome proprio, 8.' alcu
na volta non eſoprauenuto. Wella coſa alla quale non èſoPr-ff
uenuro nome proprio non puo preſtare cagio ne di fare oppoſt
tione valida, ma quella a cui il nome proprio e‘ ſoprauenuro puo
preſtare cagione di fare oppoſitione valida ſi come glieſſemplſi di
moſtrera nno. Adunque ci dobbiamo imaginare che glianticllì ü
come perſone ſobrie, 8: piu temperate, che nonſono Reticolo”
“1° ſeSUH'OHO appreſſo, meſcolarono acqua colui no, 8t q ua ndo dî'
mandami“)
360
mandauano da bere ricordauano al miniſer che meſcolaſſe l'acqua
.coluino,& con queſto ricordo di meſcolamentu come di c0ſa prece
dente per figura s’intendeua anchora che egli douelſe porgere lei-o
da bere. Por coloro che ſeguirono l0ro appreſſo ſi come piu vaglia'
della purita del vino 8t piu ſlemperati comminciarono a bere del
vino ſenz.: meſcolarui gocciolo d'acqua , 8t continuarono a doman:
dare col motto ſlelſo da bere , col quale ne doma ndaua no gli-intichi
ſobri nOn hauendo nt‘. me niuno proprio che ſignificaſſe la'nſuſiunc
del vino puro nel brechiete come liaueua la'nſuſione del vino me;
ſcoiato 8c temperato cun l’acqua che è Meſci. Ne perauentura cer
carono di trouarne alcuno proprio 81 ſignificatin di queſta coſa
Volendo almeno in parole apparere ſob” qua munque veramente
~non foſſero. Et tanto è paſſato in vſa nza queſto modo di doman
ñdare da bere che non ſolamente s’e‘ mantenuto appreſſo i greci
quando altri vuole che gli ſia porto vino puro,ma èancliora paſſato
nella lingua latina ,6t nella lingua Vulgare. Et per: lie come diciamo
non ci e parola niuna propria ,diſtinta , trouata prima o poi da rl
coi dare al miniflrocheinfonda il vino puro nel bicchiere 6t per con
figuentc debba porgere da bere, ma ſempre è fiato vſato Meſtiere
per infondere il vino meſcolato infinoa tanto che s'vſò di meſto
lare il vino con l’acqua , 8t per infondere il vino puro quando non
' dpi” di meſtolarui acqua, non ll puo ſare oppcfitxonc a quel
;Zeta—clic vſera coſi ſarto modo per ſig nificare la'nfuſìone del Vino
,puro,laquale ſia da filmare. Bello medeſimo ſi puo Vedere in ;gan
-.v._~..ó_ .:ci:. l’ercioche da prima adoperandoſi il'ramel'arteffce che il lauorar
ua ſu dal rame, che Wuz; lr chiama ,detto ”ml-3;‘ oſtia eſſendoſi
cominciato ad adoperare il Ferro l'artefice che il_ auoraua fu ſi'
milmente detto* ’cal-Xii” , e’l nutre di colui che launraua il rame ſu
-traſportato a colui , clle lauoraua il ſaro, neal‘trò poi piu proprio
gli è ſtato aſſegnato. Perche non puo formarſi quindi contra al
4-— ` cun poeta (lle Vll ſimil ncme per l'artefice che lauori il ferro oppo
.ſi-ion* di vaio-e. Ma l’eſpoſitionc non è gia dl pocovalore, quant
.do eſoprauencto if nome prc prio alla coſa ,che alcun tempo ha
.uſato Il traslato come è ſlam …un-5 Var-rigore'. Per( icche anticamen
-Icgliarneſr 0 l'eliintlneii li fate-nano di flagtio ,Si pm ſi ſono fat
vtixli ſcuro, 6: non dimeno HOlTflO domanda lo ſcliincliieio che
»èrotliclic‘
ferro aſſe-- e di ſtagno , 61 pci t ſu vl imamente quello ſchint hic
era di ferro s’è tlc—;m clſ ic kli ſu ro qumtli puo na’ſicescops
poſitione netiqu ”ebbi-.mo dute the le. …51- ;aac veracc unq
. e
le hauere certo autore, &vagltèlh ſenza neceſeita & che la traslav
donc , che ſi ſa per vſanza ha autore incerto,& introdotta ècon ne
ceſsita ma auiene alcuna volta , che la traslatione ha autore certo,
& è introdotta con neceſsita come èchc Gmimede oi’uxm'e a Gioue,
Iaquale traslatione ſi crede hauere Homero perautore, 8t è ſacra per
neceſsita poiche lo'nfondere il nettare nella coppa per'd.” bere a
Gioue manca di proprio Verbo come ſarebbe "KTWJXOWG. Perche
Ariſtotele dubita clic queſta nOn ſu tras-Îarionc pura hauen-Jo 0Pi
nione che ſi debba ann0uerare con quelle traslatio ni, lequsliſoó
no ſecondo l'vſanzí hauendo con ſeco la neceſsua che c'commu
ne a lei con loro , 15:5’ un‘. 75 ?09- 7í5 iiètet. Le traslationi vſate cora:
- munemente da tuttorl popolo,o da tutti gli ſcrittori non ſono piene
trasëationi & altri vſandole non acquiſta loda ſe non quella che ac
quiſh vſa ndoi propri,& di quelletraslationi, che io chiamo non pie
ne cene ſono di quattro maniere- La prima è di quelle traslationí,
[equali non hanno certo autore, Gt ſono ſtate introdorte ſenza neñ'
ccſsita hau:ndo le coſe-,doue ſono ſiate traportate i ſuoi propri co
me fuoco per amore,giacere con alcuna donna per conoſcere alcuna
donna camaîmente. La ſeconda è di quelle traslatio ni, lequali non
hanno certo autore, &ſono {late lnîrOJotſe con nrceſsua cOme
appo i lacinl Gemma & appo iVulgari occhio per lo nodo della
vue. La terza e‘ di quelle traslationi , il proprio delle quali fu pria
mi gran tempo in vſo che la coſa foſſe trouata , a cui poi è ſia*
to traſponato ö: quella ſi diuide in due maniere , cio e' in quella di
quelle traslmoni ll proprio delle quali è Raro traſportato a coſa
che non lia mai hauuto nome proprio come ,Leinì-5 che fu traſpor
liîo Il libro . '51 "Mraz-1 che ſu traſportato allo'iiſ0nd:revino pu
rO, & ?digli-(cio che e‘ fiato traſportato a manicheretto di ſan
guedi porco fatto ſenza rügliqlequalieoſe non hanno mai luuuto
nome proprio, & in quella di quelle traslattOni , il nome proprio
deJe quali è ſlam traſportato a coſa ,che lu hauuto non” proprio,
condo ſia coſa che ſi poſſa coſi nOminare mi:: uan-'igm come mai!
…NWI-- l’erchequeſiapaniera non ha certo autore- , 8t e' [lara in
ti adotta nclprimo capo con neceſsita ,à nel ſecondo capo ſenza
next-tuta La quarta maniera e‘ di quelle traslationi, lequali hanno
certo autore & ſorto Rate introdorte con nCCtſfltl come é :Tv-l
;çbszñíd traſportato da ,Homero dalla’nſuſione ‘Jel vino alla'nſufior
ne del nettare- Laqualeinfuſione non have-ua', ne poi li: hauuto
nomeproprio quaie ſarebbe comeèflato detto ”max-;gr Jtd
36!
”mutu-poinz: ”ha 33'. Wfle parole Poſſono ricevere due intellcrti
l’vno è che ſecondo vſanza gli huomini chiamano ilvino temperato
con tutto che ſia puro,l’altro è che ſecondo vſanza gli huomini chia:
mano il vino 16‘: Walt-g fimplicemente il temperato intendendo
non dimeno del vino puro.Et queſto ſecondo inrelletto pare piu c6
farli con le parole del teſto. ”i ?ſlmll'rql mnl; anxm maníÎMWe
flo eſſempio èpreſo dall’libro "Y dell'lliada ìgçi’ 544i‘. ”Nuit uom-'Km
”antigelo dmçJla-ütg amis-m , ”Au-a’ in”; ;amis Bpm Bdmíiau oM’iaíçflo’r.
Hora ſe prenderemo Ragno propriamente in queſto luogo ſara p0
co veriſimile chela lancia ben puntata non paſſaflè lo ſchmchiero di
Ragno d’Achille,& meno affini veriſimile che riſaltaſlè in dietro come
fa colà dura che pci-cuore in coſa dura-Perche è da ſolucre quella op
pofitione dicendo che ſecondo l'vſmza Ragno c‘ poſto inluogo di
ferro-Ma perauentura queſta oppoſitione ſi poteua ſoluere per vna
altra via,& dire che Homero ha detto lo ièlÎincliiero aſſere di ſtagno
non perche ſoſſe di Ragno che era o diſerro,o d'altro metallo duro.
ma perche era [bagnato B: imbruni to in guiſa che pareua eſſere di [ho
Eno# ſara traslatione dalla parte al tutto, & non quella che è fatta
econdo l'vſanza,di che intende qui Ariflotele. Figc. ’ftp-1m' yamaha:
l‘i‘ioivoxmlay oil ”iv-'vm‘uiuoîi-Wſto eſſexnpio è preſo dal libro xix.dell'í
liada parlando Enea di Ganimede 8c dicédo 3‘: J‘i dimm {tm-o Ome-Ti
Ziflfuſſamçl rà;- ”‘Qàmçìflmffoflàl J‘îi o’woxom‘e .Hora poteua parere cola ſci
ueneuole che Homero dica ſec0ndo c le ſuona la voce oiloxow'eei , che
Ganimede dea da bere del vino a Gioue non beuendo gl'iddìj vino.
~ſi’—_ "—-‘"\ñ-n’—
ma nettare propria loro beuandaAlla quale oppoſitione ,è da riſpon
dere che olwx-zu'a ſecondo l’vſanza ſignifica dai-e bere anchor-a altro
che vln0.Ma ſegl'idd'rj non beono vino non mangiano ſimilmente
pane,& non dimeno Archeſtrato poeta in quella opera che in titolo.
”5' omnia dice ig Aids@ Mavi; le?” ”qixu'uon nas-Zi Mandy* Wii@- Digi“
Dèi ”mg ?MW ’aíhçlr' ;Ki-.The iaia‘flçui‘: ìu-roi's bufala: Et filegge nel libro
de giudici al capo ix. chela vite dice Poſſo io laſciare Il umo mio
che ralegra dio 8! gli huomini fPerche non dourelſhe perauentura
parere coſiërande ſconueneuolezza , che a GlOUC 11 deſſe a bere Vi:
no ſcegli in ieme congli altri dei mangia pane,&ſe laſcrittura dice che
il vino ralegra dio 'Zu Jl’àëp J ñrart urina-:papa I"areua che quello eſ
iempio d'Hom:ro che Ganimede oi-oxpuía a C-ioue douefl'e eſlere re
patata traslatione @condo l’vſanza , 8c fatta come ſono quelle, delle
quali ha dati gli eſſempi Ariſtotele,& ſono ſenza certo autore,&non
dimeno egli dice,clxe anchor: quella non è traslatione verace , m 1 ſi
1 Z z zz (ll-'B
dee accompagnare con quelle clic e’appellano ſecondo l'vſanZa. Et
ben clic egli non aſſegni ragione niuua dicio iioi ci poſsumo imagina
re,clie la neccſsitaſenza la quale non è @ſia traslationeè ſufficiente ra
giane adimoſtrarci che la traslatione non c‘ pura, ne ver-ace ſecondo
che anchora liabbiamo detto. Jlëz ”il 71cc ſia“,fl incurſioni-.1Man m
’uſuſh’mldflsnüf &c.Perclie di ſopraAriflorele haueua parlato delle pa
role-dubbie molto ſtrettamente ne torna di nuouo a parlare ſi perda
re alquanto iu di luce a quello,clie erañſtato dett0,ſi per prender ca
ione di par are degli oppoſitori , che fódandoſì non in ſu le parole
äel p0eta,ma in ſu quello che eſsi s’lianno imaginato eſſere contrada
a quello che dice il poeta lo riprendono. Adunque quädo da alcuna
parola poſſa nella ſcrittura del oetaſi puo trarre alci'i ſentimëtoclie
fia comrario al ſentimëto d’alcue altre parole fi dee confiçlcrareſieqi
la parola dal ſentimento della quale naſceilcontrario poſſa hauere
' altro ſentiméto,il quale non conti-aſſi al ſentiméto clcll’altre piu-och
ſtimare clie il poetaliabbia inteſo di' qlio, 8c nOn di (illo ſi come ſerie
dara l'eſsépio, Et dobbiamo ſapere che ſono alcííc parole-.i ſenſi delle
quali paiono contrariaire a senſi d’altre parole pofie in (il medeſimo
luogo del poemap a sëfi che ſono nella ſola imaginatiöedell’opponë
te,Se i séſi delle parole paiono comrariarea sëſi d’altre parole pofle
in fil medeſimo luogo del poema conui Z'e conſiderare ſe le’parole ,p.—
ducëti il contrario poſſano J-pduri-c altro sé-ſo non contrariñte,&ſelo
Hſſono ,pdurre dobbiamo appi-èclëdoci a cjllo ſoluere l’oppoſitióe.
a ſe i séſi delle parole paiono contrariai-e a ſenſi,clie conſìfllononel
la ſola imaginatione dell’opponëte,non ſameſhere di ricorrere *con
fideratione per tremare altro ſenſo per ſoluere ſimile op olìtione ,la
quale ſi come nó meriteuole di riſpoſta eda ſpezzare-MB ”è Fmi?”
[miſt] Sarei-i’lx’uudgi J‘oxu dupxllflflf. Sono ſenſi li quali ſono apertamente
contrari ad altri ſenſi,&iono ſenſi,liquali ſono copertamëtc contrari
e.-,eñ."
e’…
ad altri ſenſilo domando eſſere que ſenſi apertamente contrari,elie
da ognuno nella prima conſiderazione ſono riconoſciuti eſſere con:
trari,8cdomando que ſenſi eſſere copertamente contrari ,che non ſo:
no da ogniño,iienella prima cóſideratióe ricöoſciuti eſſere cótrari.Et
pare clic Ariſtorelc parli ſolamente di quelli ſecondi ſenſi contrari:
anti ad altri ſenſi,ma non c‘ percio cl-ie la conſiderazione de diuei ſi
ſignificati non ſia atta a far ceſſare ancliora la contrarieta degli altri
ſcnflAnzi quello inſegnamento lia luogo 6c ſi dee mettere in opera
quando alcuna parola non ſolamente pare ſignificare alcuna contra
rieta manifcſta o naſcoſa,m.i ancimra quando pare ſignificare alcuna
coſa ſconucnfliol; o poco veriſimile acCiodie col trouamemo d’i-no
altro
362
` altro ſen ſo ſcliifiamo loſcöueneuo‘lefl il paco veriſimile.Et piu dico,
.che con tutto,clie la parola per alcun ſignifica-to non generi contra:
:it-ta maniſeſta,o naſcoſa ne ſconueneuolezzame poca verilimilitudiñ
ne,non cmal niuno a conſiderare le poſſa per mezzo d’alcño altro
‘ſignificato generare altro ſenſo, accioche ci poſsiamo appigliare a q]
ſignificato che produca il ſenſo piu conueneuole come per cagione
d'eſſempio dicendo il Petrarca Vergognando talhor cli'anchor ſi
faccia Dorina Per me uoſtra bellezza in rima Ricorro al tempo
:lievi vidi prima , ſi poſſono cogliere di quella parola, Prima tre
ſenſi , o perche la prima volta Laura gli parue piu bella,clie l’altre o
perche egli voleua raccontare tutte le bellezze ſecondoclie cominci:
ando dalla prima volta che l’liaueua vedute erano venute crcſtcn:
do di di in di,o pei-chela prima volta che la vide egli non era ancho
ra inamorato, 8: come liiſtorico che raccontera quello che vide
quando non era paſsionato trouera credenza appo coloro cliel’v:
diranno. Li quali tre ſenſi non ſono contrari a niuno altro ſenſo,ne
ſconueneuoli ,ne poco veriſimili ,ma perche l’vltimo t'- piu vago ci
dobbiamo attenere a quello laſciando gli altri da parte, ll quale ſen:
za fallo liebbe egli in mente riguardme in îuel luogo d'Horatio
Brachia & vultum , tcreteſq; ſuras Integer audo fuge ſuiPicari
Cuius oékauum trepidauit :ktas Claudcre luſh-um. Senza che pare
che il Boccaccio lo’ntendeſſe coſi inducendo Fiímetta a parlare
delle bellezze del ſuo Pampliilo, 6t facendola dire Dico ſecondo
ilmio giudicio ,il quale non era anchora da amore occupato,clze
egli era di forma belliſsimo , negli atti piaceuoliſèimo . & lioneſtiſsi:
mo nell’liabito ſuo_ Adunque quello , che dice Ariſtotele della con
trarieta naſcoſa dobbiamo credere ‘eſſere detto , & hauere luogo
anchora nella contrarieta maniſefla , 6t nello ſconueneuole, 6c
nel poco veriiimile , 8c nel meno conuencuole , 8t nel meno
VCl‘lſimllC. UCRXASS ’del “l‘utile-'IE '5510 épfly'ivg, dee con,

fiderare in quanti modi queflo nome poſſa ſignificare , cio è


quante diuerſe ſignificationi poſſa riceuere queſto nome, il qua:
le per l’vna ſignificatione generav il contrario' celato accioclie
appigliandoci- nor~ ad vn’altra ſigníficatione poſsiamo ſchiſare il
eo'ntrario.- Sipotrebbe anchora dire clic fi dee conſiderare in
uanti modi il nome ſignifichi queſto contrariocelato cioc‘dobs
biamo conſiderare quante fieno le ſignificationi del nome . che
generino il contrario celatoaccioclie le poſsiamo ichiſare, &pa
”che queſto ſecondo intelletto ſi confaccia aſſai ,conleparole del
' Z zzz z teflo
Mapei-cieche's'era detto ?their-.ampi Fmvzwſflhágü‘mî cup-i'm‘: ma 3
primo ſuon fa piu con la dirittuiadcl ſentimentojv ’M "iPAQ-Sono
alcu-ne parole,le quali perſe ſono dublnzpereiochc di ſua natura ſigni
ficano piu coli: come di ſopra ne ſudato l'eilempio in Vago nella
lingua volgare che ſignifica Errante,Voglioſo,Beilo,& huomo :ma:
to. Et alcune parole ſono,le quali per ſe non ſono dubbic,ma perla
poliuraflfl' per la compagnia d altre parole cOn le quali ſono poſte
cliucngono dubbie & poſſono ſignificare piu coſe come di ſopra ſu
dato l‘cſſc mpioin quel verſo d’Ennio Aio tcAi-açida Romanos vin
cere 1*oil`e.Ec pare che dicendoſi möaXÒS a' ”mſi-ae -ñm ;pl Magui
w ſi debba intendere di que-Ha ſecondalptctie di parole ſolamenteflla
pei-clic la prima ſpetie è atta a generare il contrario non meno che
ſi ſia queſta ſeconda, & ſi dee cenſiderare quanti ſignificati poſſa lia
nere le prima fi come fi dee conſiderare quanti ſignificati poſſa ha:
uere la ſecomla per trovare la via da fuggire il contrario,dobbiamo
accatran: altro ſenſo per qucſte parole ;è M aqui-për è da dire che
il ſentimento i-iuſcente da alcuna parola alcuna volta è contrario al
ſentimento-,che rieſce da altre parole pofle vicine a quella a: dette in
quel medeſimo luogo dal poeta , &ñalcuna volta-è contrario non a!
ſentimento che rieſce dalle parole dette dal poeta in quel medeſimo
luogo,ma è contraiio al ſentimento chel’opponente s’lia propoſto
nell’imagínatione.%j adunque s’intende di quel ſentimento della pa,
tola che in apparenza è contrario al ſentimento d’altre parole dette
dal roeta in quel medeſimo luogo &non di quel ſentimento di p aro
la che è contrario al ſentimento che l'opponcnte s’liabbià imaginato
per vero.Et che quefia ſia la vera ſpofitione di quefio luogo appare
naniſeſtamente per l’eſſempio ſeg uente,elie ſi dara d’Homero,&pcr
quello che fi dai-a dell’imaginarione dell’opponente. Ne laſciero di
dire che queſta diuiſione fatta qui da Ariflotele dici ſenſi fieno con:
_ travi aſenfi di parole dette dal poeta in vn medeſimo luogo” com
traiiaſcnſi imaginati dall’opponente perveriécorta,concioſia co:
fa che il ſenſo d'vna parola poſſa anchora, contrariare aſenſi di pa:
role dette dal-poeta in altra parte di quello fiefl'o poema , o in altro
p oema di quelmedefimo poetafl a ſenſi di parole dette da altri poe:
ugdi che parlammo di ſopra,o a ſenſi Veri,& non imaginati dall’oppo
nente per veriLi quali contrari tutti ſimilmente ſi fuggono, &iì poſa
ſono ſuggire conle diuerſita de ſignificati_ della parola,la quale con
l‘vna de ſignificati` genera il contrario. Qiq- -ñj è’ '{Jxm ’chino‘. 'ſmo,
Quello eſſc mpio èpreſo dal libro Y ”all’Hi-1M: perintenaerlo pie
i, , ma”
GI
namente vogliono eſſere pollo otto verſi qui, li quali ſono qäefli;
55 ci’: ?nf-ſii isi été‘: içileíe Jeff».- vaçaſt‘t .Venier J‘apímvm @D'ivrea-imp oi-J‘i
-rl-r’eiiei” J‘aſqçoz-G 3,‘ {wap 77x@- ?iîìt Foti” ,xe-1655 ;cip iti-"item ;Wen Owîajnà
“Jo gif :I‘M (La fl )Lfls aſd‘ſi E'? *in 'rçtis Èe’ap îml nimzſi'lv'yas i) Mete Kuàílamd‘ſdp
73$ d‘io Norcia: , l‘url" ?Wait Maritime “rl-ir ‘ul-fi xçvóif Ji’ Tlx!” ”Amy
?me-.Si dice adi nque tlie lo ſcudo ſabricato da Vulcano ad Achille
nOn poteua eſſere torato per huomo mortale, 6t che eracompofio
di cinque lamine vna (l’oro che era di fuori due di flagno che erano
in mezzo tra quella d’oro,& lc due di rame-,8c due di rame che erano
denim# ſi dice clic la lancia d'Enea auegna clic non paſſaſſe lo ſcu
domon dimeno :tieniti ?za-n iñi-'xas , cio è come quelle parole paiono
ſonar: ſecondo Vn ſignificato paſſò due laminePerclie ſe paffò due
lamine paſſo cli neceisua quella la quale era la prima,perciuche era
eli ſunri Et ſe ſi dice clic paſlò quella dell’oro ſi dice coſa contraria a
quelle pax ole *zii è ;Oca-o xmiocr {menelle quali ſi dice che la lancia fit
- ritenuta dalla lamina d’oro. Laontle c‘ da conſiderare ſe quelle parole
J‘uſio ;cipria-ari ”FX-5 i* oſono ſignificare altro che il paſſamentnflpers
che ſi truoua che poſſono ſignificare anchora ſchiacciamento ſenza
paſſamento è da dire che la lancia ſeliiacciò & piegò due lamine cio è
quella dell’0ro,& la prima dello Ragno ma non paffò gia niuna cſſcn
do ilata ritenuta & i intuzzata da quella dell’oro, 8t coſi ceſſa la con.
trarjeta w Toni-r! lit-‘Aniſton .deſlo teſto perauentura lia errore percio
che in luogo di nom-tim vorrebbe eſſere ſcritto ita‘iiivtiîun Si dee adü:
que conſiderare quanti altri ſignificati habbia la parola quando per
Vn ſignificato genera contrario accioclie anchora ſolniamo l’oppo
ſitione per quella via della diuerſita de ſignificati concioſia coſa clic
il contrario ſi poſſa fuggire non pure per 'quella ſola via di diucrſita
di fignificatiflia per altre vie anc lora,delle quali ſi parlera poco ap
preſlb-Et-;îä ?Mila vale quanto 1-5: ÌlVGIÎVea Ma ſe pure altri non voleſ
te mutare la ſcrittura ,ne laſciarſi dare ad intender.e,clie ci liaueſſe er:
tore potrebbe conicruando la ſcrittura come fia dire,clie quelle pa:
role fcfl‘ero vna chioſa fatta cla eſſo Arit‘lotele,o pure da alcuno al,
ro,la quale ſoſſc entrata nel teflo per dicltiaratione di uelle 'iii k’ i?”
fl , la quale lancia ſu ritenuta da queiia lamina d’oro , zeri-n,- nomi?”
con l’eſſere vetata da queſta la lancia paſiare piu oltre. i5 mdaxóí 'in
“bom &Nam; ”bits- Zz't 'ris ;omini SIC. Dl ſopra ſu detto quando VII‘
nome genera per l'vn ſignificato contrarieta che ſi debba ricorrere
alla diuerſita de ſignificati per ſar ceſſare la contrarieta,o uero ſeen:
meu olezza.Egli è vero,clie la diuerſita da conſiderare nelle parole
Z z zz z con
i .
conſiſteua ne‘ſignificáti,& la clitici-ſita‘ da confiderare'nelle coſe' non i
.dette dal poeta & preſuppoſte dall'oponente come dette .confiſtono ‘
?nell’opinionifiora ſ1 come la parola ha diuerſi ſignificati, l’vno de
.quali genera il contrario , & l’altro il fa ceffare,coſi l’auenimento lu -
.diuerſe opinioni l’vna delle quali genera ilcOMrarioplo ſconueneuo
‘le,&l’alt:ra gli ſaceſſarefercioche coſi come conucnjua conſiderare
la diuerſita de ſignifica ti delle parolea colui,che voleua ſoluere ilcon
mario generato dall’unde ſignificati,coſi conuiene conſiderare la di:
uerſita dell’0pini0n-, che ſonojd’vno auenimento a colui, che vuole
~ſoluere il contrario enerato da vna opinione, 8t preſuppoſia per
l’opponente che fia i ata ſeguita dal poeta.Si che maxx-Ss cio è la di
uerſita è come maniera generale che lia ſotto ſe. due ſpetie . L’vna e"
lavarieta de ſignificati d’vna parola,& l’altra c‘ [a varieta dell’opinio:
ni che ſono intorno ad vno auenimento,come è che Vliſſe prendeſſe
- moglie in Lacedemona ſecondo vna opinione, & ſecondo vn’aitra
che prendeſſe moglie appreſſo i Ceplia leni , 8c come è che il ſuocero
d’Vliffe ſecondo vna opinione ſi dinominaſſc Icadio,&ſecondo vn’al
tra ſi dinominaffi: Icario:0pponeua adunque alcuno adHomero pre
ſupponendo che egli liaueſſe per coſtanti-,0 haueffi* detto,che V…ſe
ſi foſſe ammogliaro in Lacedemonaözche liaueſſe peccato in iſcóucne
nolezza facendo cheTelemacho capitato a Lacedemona non cercadi
vedere l’auolo materno,ne egli lui concioſia coſa che non iſtea pſico
bene che üo auolo non Jpcacci di vedere vn ſuo nipote che nOn liab:
bia ſorſe prima veduto hauëdone l’agio—o cheil nipote non procacci
‘ di vederel’auolo capitädo in terra foreſtiera doue egli liabiti.Et Ari:
flotele dice che fi ſolue quefia oppoſitione col confiderare la diuerſi:
ta dell’opinioni che ſono intorno alprëder moglie d’Vlili`e,& dicëdo
fi elieHomero ha ſeguitata qlla 0pini0ne,che vuole che egli s‘ímogli
aſſe appreſſo i Cephaleni ceſſa la ſconueneuolezza ſi come ceſſal’op:
poſitione di coloro,che diceuio clic-H omero non haueua nominato
il ſu0Cero d’Vliſſe come conueniua clnamidololcario preſupponcw
do che ſi chiamaſſe Icadio,ſe ſi dira che era opinione commune,clie lì
chiamaſſe pure Icari0,laquale opinione Homero ha ſe uita, & non l:
“diocome eſsi oppoſitori inſieme con alcuni altri s' Iannoimagina
to,Hora dicendoſi ”L’Alía ’oi-ris Tomaia” ſi preſuppone quella vtilita in
conſiderare la diuerſita dell 'opinioni che io diſsi di ſopra’doucrfipre
ſupporre in conſiderare la diuerfita de ſignificati, pei-cioclie ſi come
la cnnſideratione de diuerſi ſignificati è vrile per ſàr ceſſare il contra:
rio,o lo ſconuencuolc,0 il nonvcrifimilep per eleggere il piu comic
-y— ~ Ì ~ ncuole,
neuole,oíl iu veríſimíle,coſi la confideratíone delle diuerſcopinion?
è vtile per are celläre il contrario o loſconueneuole 0 il non veriſiz
mile,o per eleggere il piu conueneuole o il piu veríſi ' :Egli è vero*
che pare che la cOnſicleratíone di queſte diuerſita ſia piu vtile anzi nc, "
ccſſaria nel farceſſarc il contrario olo ſconueneuole,percioclic que
ai due dffitl’tl ſono maſsímamente nociui ne poemi, &fa biſogno piu `
toſto di ſcliiſare i viti) che di cercare le virtu,L’elcggere il piu comm:l
neuole,o il piu veriſimile trai conueneuoli ei veriſimili è eleggere il ’
meglio tra i beni,ma il ceſſare il contrario, olo ſconueneuole è fuggi:
i re il male. Perche ragioneuolmente ſi dice 1d ÌWaxäsh-Nxemóh'ms ai
”ulivi-m finta-'an Ste. Adunque ſi conoſcera quella vtilitaſe alcuno
opponente ſoſpettera alcune coſe eſſere dette dal poeta perla via*
contraria.Et èda ſapere che flmhábot in quello luogo dimoſtra che
l’opponente s’induce e credere alcune coſe eſſere contrarie eflèndoz
gliene porta cagione dall’opinioní,che vanno attorno,o dalle parole"
. dette dal poeta,&ſi diſtingue da zrovmnmsámfl Zell-'704 che è poco ap,
preſſo hauendo quelle parolcluogo in quelli opponenti,li quali moſ‘
fi da ſoſpettione ninna ſi fermano nella mente ſconueneuolmente al_
cune coſe,& come ſe il poeta le liaueſſe dette argomentano contra
lui-Si che è licito d’adoperare 16 ”Mcxós in altn' caſi,ma ſpetialmente
in queſto ſe altri ſoſpette-ra 'ina che e‘ di ſorto mA du‘- xxravflxçdsio è²
alcune coſe ſecondo la via contraria, cio è alcune coſe che montano‘
le coſe dette dal poeta cſſerc ſoggette a contrarieta.Et è da ſottonx_
tëdere 8M‘: coſi ma‘ 1a;- UN@ ”mq-pó ſaluo ſe non ci pareſſe didireche
,ü foſſe errato,8tclie in luÒgo di da} voleſſe eſſere -rá coíì un': 'nl ma!"
”WM ó: rho'u Ai” 3'” l'u- Mya” Wço'v'mlmba‘veufl. Diſopra Ariſtoteè
le quando par ò della diuerſita de ſignificati della parola non fece
mentione ſe non dell'vtilitaclie ſene u aliena in tar ceſſare il contrario
6c qui parlando dell’wilita che ſi trahe della conſidcrationc della di.
~<-F"'~ñn— '~’ uerſita dell’opinioni dice che non ſolamente è vtile a ſarceſſare il ’
contrario , ma anchora lo ſconueneuole, & che gli' opponenti ſono’
tanto calunniatori che non ſolamente prendono cagione d’opporre
o il contrario olo ſconueneuole al poeta da coſe dette dal poeta , o"
preſe alti-onde che paiono preſta re argomento da inducer li a com*v
trarieta,o a ſconueneuoltzzagna la prendono anchora da qlle coſe,~
che non poſſono preſtare argomento niüo non eſſendo vere, o non '
dette dal poeta. ma imaginate ſolamí-te da loro,& ?ſuppoſte pdette, ‘
&cófeſſate dalpoc ta,Etp<.lie nó pareſſe cheArifiotele ealñniaſſei calü ‘_
”aforíflapponeſſc 19mqllo che nó è veroadduce lateſtimoniäu di*
ñ _ v ` Glauco
Glaucoma: [o conferma con l'eſſempío dell'op oficíone fatta ad
Homero perche faceſſe che Telemaclao andato a Eacedemona non
vedeſſe l’auolo materno,& perche nominaſſe leario colui che doue:
ua nominare lembo-Sono adunque due maniere d’opponenti l’una
di quelli ,li quali efi'en-.lo moſsi da alcuna ſoſpettione di contrarie”,
che n’è data loro oppongono-Et l'altra di quelli,li quali quantunque
non fieno moſsi da ninna ſoſpettione, oppongono lmagínandoſi
quello che non è,& attribuendolo falſamente al poeta per poter co
glier cagionc d’argomentare contra lui,& tirarlo a contrarieta,& a
ltonueneuolezza. 0*” 'i'm Balzo: qüzyohaffimflgl’reſuppongono ſen
za ragione alcune coſe per vere,& per dette dal poeta ”ù un} mh
Wáuw dumyz'foma. Eſsi oppofitori hauendo gia condennati i poeti
argomentano contra loro cio èhauendo prima data la ſementi: clic
fatto il proceſſol’ercioclie hauendo preſuppoſte coſe ſalle per vere
dc perdette da poeti,dellc quali ſi conueniua prima diſputare le foſſo
no vere 6c dette dalpoeti vengono ad hauerglí condennatí quando fi
danno ad argomentare ”Ms éflíns ä'fl Poni ;mrmb'o‘a pare che ſi dg:
ueſſe leggere 65 Eng-xl”: ſupplendo mnu’ſás alcuni vorrebbono che‘ fi
legge ſſe è: &wilſo- ſupplendo m|n701,ma›crederei che ſl poreſſe anello
ra (ottenere la lettura come ſta,dicendo:Et come eílsi poeti haueſſo:
no detto quello che pare agli opponcnti , eſsi opponenti gli biaſima:
no ſe coſa ſi truoua ne poemi che ſia contraria al parere degli oppo
' nenti preſupponendo eſsi che ſia contraria alle'coſc dette dal poeta
È- ämxm'ag} *iii aims” ofl'ío‘aln quefio luogo inn-”(4 non ſignifica ſola
mente contrario ma anchora Èonueneuole coneioſia coſa che l’eſ
ſempio ſeguente che Telcmacllo nOn vedeſſe Icario ſuo auolo mater
no quando ando a Lacedemona non ſia di contrarieta ma di lìonue
neuolezzafl come non ècontrarieta che egli fi nomimſſe lario per
Homero preſupponendoſi che ſi nominaſiè 1cadio pergli altri.
ñ” 512mm) mg'- [xáçlo .O`ueſto c'l’eſſempio della ſconueneuolczza
oppoſta ad Homero (la coloro . che preſuppongono le coſe eſſere
vere,& eſſere dette dal poeta ſecondo che eſsi s’hanno imaginatofi
come s'haueuano imaginata per coſa vera, &'. che Homero la diceſſe
che Icario foſſe in Laccdemona quando Telemaclio u’ando, & che
Ieario ſi domandaffi: non Icario , ma Icatlio. Perche contludeua no
che Homero [Buena peccato non facendo che Icario 8c Telemacho
ſi vedeſſonoin Lacedemona, 6C nomíuando egli Icario colui,cui do
ueua nominare Icadio. Et perche la ſconueneuolezza oppoſta ad
Homero c‘ doppia ſi riſponde alla priina con queſte parole :i J" iſo!
l
xp
355
’ZX-31m; eſſi-menſili ’riſi- & ſi dice `che Homero lia ſèguita l’opinione
che Gipi-;'13 da deplialeni cio è che appoſoro-m Acamia fiction in
Laceilemona VliſlÎe prendeſſe .Penelope a moglie' Et per intendere
_l’oppoſicioiieçliefi faceua adHomeroJaqualt* _era fondata in ſuilluo
go doue Vtiſlî.: preſe moglie hauendo la preſa ſecondo vna opinione
in Lacedemona ,8t parimentc la ſolutione,la quale è_medefiniame_nte
fondata in ſu il luogo doue egli preſe moglie ſecondo vn’alti-a opinio
,nc-,clieèmolto diuerſo da quello cio è in Aeariiia ,appreſſo i Ceplie
lcni,è da ſapere ſecondo che racconta Pauſaniamelle coſeLaconiclle
,che hauendo lcariotliabitante in Lacedemona ‘propoflotdi dare Per
.nelope ſuaerano
ercioche figliuola perche
molti mogliea
v,fac-eliacolui' die vinceſlè
no inſtanza gli altri~
d’liauerla pera moglie,
correre
litl‘e nella tenzona del corſo gli ſupcròtutti,& celebrò lenozze con
lei,& volendola menare ad .Itaca ,lcarioclie aocompagnaua il genero
3t la figliuola per alquanto ſpatiodi ..via prego Uliſſe .cliejnſìemecon
la moglie voleſſe tornare 8t habitarein_Laccdcmona.H che non *pos
tendo impetrare _ſi diede a pregare la ſi `uola `che non l'abba ndonaſ:
ſe,La quale_,cpncedendole Vliſſeche eſſe qual piu ,leipiaceſſe tra '
lelduecoſe o ritornare col padre in dietro o andare con lui ananti g
oopertafi la faccia con vn velo ſlaua ,dammi al padre ſenza far mat
—ñ-_:\u.-“—-~u
to niuno. Perche il padre conoſciuta la ſtia volonra ,Gr inſieme la
ſua modeſtia le diede licentia che andaſſe col marito# in quel luogo
nel quale Penelope ſi velò la faccia ,Ica rio conſa ró vna ſtatua alla ~
vergognaJn ſu quella opinione è fondata l’oppo rione ,fattaad Ho:
merolAppreſſo e da ſa ereſecondo ,che racconta Strabone nel libro v
decimo fa, magi-:SM ie è coſa aſſai manifeſta .che non poeſie per:
ſone inſieme
ecdernona con Icario,il
andarono quale fiidel
in ,Aearnia, padre di Penelope
quale lcario .a dl: artitiſi
fi-a celli didiLa:
lei, '
fi come di perſone che .yiucſſono fil ;mentione Homero nell’Odiſſea
dicendo [ieri-*ſei: L‘ira is elup’amëëiradi átfifl Tutti” ,Unit &in-Bs Miriam W'
7irrçe BI di: fratelli :All ;eſpèàarçrl‘çu Vdſrllfllfl xímnai îupini'ixe fluida! . Ne
èſicoſa verifimile ,che eſsi habitaſſOno in‘Lacedemona-Percioche Te_
lemacho peruenuto `quiui ;non ſarebbe ſmontato _a caſa di Menelao,
ne habbiamo inteſo che eſsi haueſſono altra lia-bicarione.Ma dicono
Tindareo 8t Icario ſuo fratello cacciati dicaſà «loro da Hippocoon:
,te eſſere venuti a trouare Theſtio ſi ore de Pleuroni, 8c hader con
niſlato gran paeſe oltre all’Aclie‘ oo ciaſcunoper-parte ſua , 8t'
ä’indareo :preſa per moglie Leda figliuola di 'ſhell-io eſſerſi ritornato
.a caſa,ma lcario efiersi rimaſo quiui poſſedenîo parte dell'Acarnia,
aa a a i cui
í cui opòli allliora li domandauano C'eplialeni, 8: liauer‘generata‘
Pene ope di Policaſta- figliuola di Ligeo,eifratelli dini-Perche non
è marauiglia ſei Cephaleni d'Acarnia ſeguendo quella altra opinio
ne dicono che Vliſſe preſe moglie appo loro,&ſe altri giudica cheHo
mero la ſeguiſſe per riſpondere all’oppoſitione fatta glia-‘Num iulm:
o“. ha’ ein ſii-if” ria-Amm. quella è la riſpofia che ſi da alla ſi-condañ
oppofitíone c e ſi faceva adHomero, che lmueſſe nominato [cario
6( non Icadio il ſuocero d’Vliſſe dicendoſi-che non s’ è cammello!
peccato in nominarlo Icario anziche ſiſarebbc commeſſo ſe fi foſſe
nominato Icadio. Et perche quello teſto era mal diiönto,&traſporta.
to ha turbati aſſai gli ſpoſitori,il quale è fiato diliinto,&alloga to con.
me fi conueniua da Franc eſco Porto Creteſe il cui nome non tac:
cio accioche altri ſappia,alla cui diligenza diqueſto debba eſſerc vbli
gato.Si che è?
peccato,ma nonll‘ld‘lop
volerevolere
che siache
& ſia,& si uomini
fi nomiui IcarioIcadio è Jllanáfflya
c‘ “lewis-rn!” pecca: ſi
-to come ha fattoHOmero;
PARTlCELLA WINTAJÙS' ”flamini ä-às îsip. FAQs-515 Mirinoan
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’7’ (2-72” ire-40v ,EMA ”la ”yi-5 1-‘: 1. ‘im-può 3a]- ”afK'MBK J‘iî Szingflp ”ris à' ça”
7ìA|7a.n'-l10 -r'i IU‘L Fu mn o’u Èz'mw‘îi infäuàs pun-‘f ”In :ragà i* M! ji'näkflflà-i‘We
”varie-’55 éçm (if ,aim duonzîíiflaniç OI i! -roi's-Ìu‘yais Tanz-ij 'ò'imònwù i’m':
70355.1@ hàſhn 'vi-ris iii’ Seu-pò: Aí7a,vſſi E' Zip çfti'lfig- HDi-'fai .Bgoii binaria-1015,@
bui-,mix ”miaçfmî'upflí àvá‘ru! .Vhs mi@ xçiídufli Ubi” Banqjuçlm'á‘iis
, ?tiyaínu mmçiqé 5m” i‘: igís! ñ Amadori *MF-m ai o iniziai-ave in ”im
z; ”JU ſapone.; 7a‘, ai: Mivar”; 435 Zia-57:5 ó: panni-35;". 55 wmv-”Mia mini 7a.
:I’M-ram 16D ma zízwp ai' Ìlw'dfls ii m‘: èçmim &eni-,55 dmflfiaijfli JJ‘áiu.
* CON TEN.ENZA.Qu—ando lo’inpoſsib' 6,10 ſconucneuochl contra
rio non fieno biaſimeuoli. Ogando- lo thoaueneuolc,& la maluagita,
fieno biaſimeuoliflxe cinque ſonole riprenſio ni ö( dodici. le ſoluz
~ [10m. .
”'VVLGARJZZAMENTO. Ma l’oppoſitione è‘ coſi veriſimile , 6c’
” breuementeIO’m oſsibile ſi‘dee riducere o alla poeſia,o al me lio,o
*ì al parere,perci0 quarto appertiene alla poeſia è piu toſto a eleg
*7 gere il credibile impdffiileflhe lo’ncredibile &poſsibile Et(impoiëi:~
7’ bile c‘)cliealglimeglio,percioche
n‘anchora huonuni‘fierio-tali, uali Zeuſsi
l'eilſempio deedipingeua,ma
auanzare.Et leſiſconuene
riguarda:
’1 uolezze fi-riducono alle coſe che {i dicono=Et cofi(è da dire;che alcu
v na volta non c‘ ſconueneuolezzaJ’e-reioehe il-verifimile ancliora èfiio
.n ri del verifimiieLt le coſe contrarie come dette ſono da confi-..ìciaſle
\ ` t m «ſee a
365
in quella guiſa clic-(ſi-conſideranofi rîprouament'i nelle &ceri-:Se è (il “
'-11 'coſa melleſima,&(ſèlia riſpetto) a quella medeſima &in quella me_- “
deſinia guiſain tanto che quelli medeſimo ſàuelli di quella medeſima “
*perſona &riguardando a quelle medeſime coſe di che farrellapdiquel “
ia colà che vn ſauio proporrebbe, Hora la diritta riprenlione c' la "
{contieneuolezza , à la ice-ſera rezza quando ſenza-neceſsita inuano “
‘s’atlopera' lo ſc0nueneuole come(ſa)Euripide quello ñd'Egeo,&(s’ad “
operai la ſceleratezza come(ſa)nell’0reîc-quelladiMenelao.Si reca “
no adunque queſte* riprenfioni di cinque maniere,Percioclae (ſono)o “
come impoſflbilip come ſconueneuoli,o come nociuep com: con- “
trade ocome Fuori della dirittura,che è ſecondo l'arte-.Et le ſolutio= “
SPOSſſIONEÎ-iò 5 ”Fſm-iu
.ni ſono da conſiderare perglialzò: :eip.Se
numeri queſte parole s’accompagna
ſopradetti,&ſono dodici. . '

no con le paſſate come perauentura ſono da accompagna” queſto


{laura eſſere il ſenſo. Volere clic il ſìiocero il’Vlille ſi nomini ſtadio
è errore,& l’oppoſitione che contiene clie foſſe nominato Icario è
‘coſa ragioneuolefitcoſa che ſia bene Et an; è cótrapoſto a d‘lafldffliliſk
&ió vir-'mati- vale tanto quanto 16 è? inizi-p. Ma ſe ſi scompagnano
dalle paſſa-te c‘ da direde ſia una concluſione generale come l’oppo:
ſiti-_me pei-lo piu è coſa ragioneuole cio c‘contiene coſa ragioneuos
~'le in guiſa clic è ſallace 8t percio truoua molte ſolutiOni come s’è vea‘
{lutoJ'z quale in quanto è ſallace ſi puo domandare eſſerecoſa ”gio
q neuole cio è Fallaci-L* percagione dell’opponenſe:&ragioneuole P ca:
gione del poeta ,o che ſia vna ;ppoſitione generale riguardante le co
ſe che s’lianno da dire come l'oppoſìtione è coſa ragioneuole cio è
oppone coſa che non dee opporre'nonatt-a ad eſſere ripreſa eſſendo
»ragioneuolmMa o ſia concluſione delle coſe dette,o ſia propoſitio:
ne`delle coſe che ſono da dirſi èda intëderſi ſanamëte cio è che pei-lo
piu l'oppoiitione è coſa ragioneuole quíto èal paeta ,pcioclie non ?è
:è re vero che l'oppoſitioni fatte al poeta pla parte dell’opponète
fico ſallaci eſsëdo alcüa volta leali ſi come Ariſtotele con r'cſl’e ra nella
ſconueneuoleua,&nella ſcelera rezza quädo s’adoperío sëza neceſsi:
tape ilnegliei-a nel nocumento , 8t in quel peccato che ſi eomm:tte
contra la dirittura dell'arte-.Ne mi rinarro di dire ,che qiieſta conclu.
ſione” propoſiti'one èllerta aſſai tluramente,&perci'o non ſono da
biaſimare coloro,li quali hanno ſoſpettione che ſia 0 guflſtamento
di parole , o mincamznto in quello tefloz Z‘Aot- à-n‘z &Nd-»top ai@
Î flyàs da‘: mind-p Ste. Aſcioclie ſi vegga eſlìi-e vero quello clie è
~[Jk-ito propoſto pure che Ai-iſtocele argomentixoſi. Da cinqua't
<7.. J ' Aaaaa z ' fonti
fbntí ſorgono l’oppoſitíoni, li quali ſono impolìibilefionueneuole;
eontrariopocumemofle trauiamento dalla dirittura dell’arte,& do
dici ſono i fonti, ne quali l’opPOſitioni ſi poſſono purgare inguiſa
che ciaſcuna oppoſitione puoliauere piu ſolutioní.Adunquel’0ppo
fitiooe per lo piuè fallace Se atta ad eſſere rifiutataJ-Iora biſogna in,
tendere bene prima che fi proceda piu oltre come quelli cinque ſon
ti onde ſorgono tutte l’oppoſitioni ſono tra ſe differenti ,accioehe
non naſca confuſione paſſando altri per ignoranza dall’uno all’altror
ll primo adunqe è ul WW cio e‘ lmpolsibilita,della quale habbiamo
parlato di ſopra,& alla' quale habbiamo aſſeinate nelle coſe,clie ſo
no impoſsibili agl'iddij o agli huomini,o anc ora a a natura-ll ſecös
' po è *al ?moti cio è non ragionevole, o vogliamo dire ſconueneuolc
a cui s’aflegnano quelle coſe,le quali non e‘ ragione veriſimile che fi
debbano fare anchora che fieno poſsibili opure agevoli a ſarfiJl ter
zo e‘ ai Titor-Urlo",clo è il contrariogl quale aſſegni-m0 quelle coſe del
le quali s’affii ma o fi mega vna coſa medeflma o-a ertamente o ta
citamente come di ſopra ſu eflemplificato appreſſo ante in Bin-ito,
di cui dice in vn- luogo,clie eſſendo peflo da denti di Lueiſero non
ſa motto,& in vno altro,clie Iam,& l’vna Gt l’altra parte del contra.;
rio non è impoſsibilegie ſconueneuole.La quarta è 16' Mate-bdc è il
nociuo,a cui ſono ſottop ofle tutto quelle eoſe,le quali piggiorano 0*
;milano la conflitntione della ſauola, ne piggíoranop uaſtanola.
detta conflitutione o perche fieno impoſsibili,o perche eno ſenza
ragioni-,o perche fieno contraríegna perch, ſolamente ſono nociue
o cmrnttiue della conflitutione, di che di ſopra s’è parlato allungo.
La quinta,& vltima è al ’ragà 1B- 3‘011… m3 'là *ſix-up. cio è iltrauiare
della dirittura dell’arte,alla quale ſi ſ0th ongOno tutte quelle coſe,
le' quali poſſono ſare rappreſentare meno evidentemente tutto queb
lo,clie’ſi prende il poeta a rappreſenta-e# forſe che in quella quinta?
ſono da riporre i ſalli,clie ſi commettononella ſauella anclìo‘ra,poisc
y the per ſimili ſalli ſi rappreſenta, & fi aſſomiglia aſſaí meno euidenr
tementeNe le predette coſe ſanno raf preſentare meno euidentemen‘
te quello che ſi prende il poeta a rar-preſenta] e o perche fieno im:
poſsibili” non ragionetolip (onu aiie,o nccice 8( guaſlatrici della
confliiutione,rr.ña perche non dimoflrano evidentemente quello che‘
il poeta fi prende a raffomigliai ezDa quelli cinque fonti ſorgono’ co:
me dicemmo tutte l'opſcſzticni t ma per che alcune oppoÉtfoni Ì-re
gono alcuna Hara da vn fonte ſolo , 8t alcuna da piu è da conſiderare
(lie cene ſono di quelle ,clic per la compagnia di due ſantipnde ſur.
. gono
6
gonoJono valide, le quali perla ſolitudine d'vn fonte non ſareèboz
no da flimare molto,eome la’mpoſsibilita non produce oppoſitione
da flimare molto ſe non eprodotta. inſieme dalla ’ncredibilita Et ap
preſſo è da conſiderare che molte oppoſitioni paiono ſorgere in ap:
parenza da prec-letti fonti,le quali ſe fieno riguardate bene ſi vedran
no ſurgere da altri fonti,& percio non ſono da flimare,come el'op:
poſitióeclie pare ſorgere dalla'mpoſsibilita quido ſi puo dire,che le
coſa detta dal poetadaqualcèimpoisibile veramëte nóe‘impoſsibile,p
che par-:che ſia poſsibile ſecódo il cómñe credere del popolo,o che
dourebbe eſſere coſrſittta ,:& ſe ſoſse coſiſatta ſtarebbe meglio. t co
me èl’oppoſitione che pare ſorgere dallo ſconueneuole quando con:
tiene coſa la quale auiene alcuna fiata anchora che non auegna come
perlo piu ſuole auenire non è da flimareme veramente ſurge dal ſon
te puro della ſconueneuolezza,ouero quando l’oppoſitíoneſurgem
te dallo ſconueneuole reca con eſſo ſeco vtilita alla cOnſtitutione del:
la ſ'auolaEtcome e l'oppoſttione che pare ſorgere dal contrarioquan
do contiene coſe-,le quali veramente non ſono contrarie perche non
ſOnO oppoſte l’un a all’altra per tutti que modi de quali parla Arifio
teleEt è da n0tare che Ariſtotele inſegna ö! non inſegna qui dOflTía
na nuouaJnſegna dortrína nuova in quanto racco lie tutte l’oppoſu
eioní che ſi poſſono ſare a poeti in cinque capi." c ren0n era anche:
xd fiato inſegnatomon inſegna' dottrina nuoua in quanto moſtra co,
me ſi poſſa riſpondere loro per `ali capi gia inſegnati‘ delle ſolurioní.
Ne ſi creda altri che all’oppoſitioni fatte al poeta per la via della’m
poſsibilita ſia chiuſa la po: ta da recare ſolutioni er altre vie di ſo:
pra pofle alcuna volta perche ui ſi dica 77m Stò Jump Mannini”
”ſtenoſi ”3-3: firme! , 'i ”yi-5 du‘- ”sè-‘i, cio e che loimpoſsibile accioche ci:
cella la debita riſpoſta è da ridurre o alla poeticap al meglio,o al pa
rere popoleſcoNe parimenre creda che l'oppoſitione fatta al oeta
perla via dello ſeonueneuole non ſi poſſa ſoluere per altra vta che
per quella vna,0 due che accenna qui AriflotcleNe pure ſi credaclie
- ’oppoſitiom ſatra al poeta Èer la via del contrario non ſi ſolua alcu
na volta per le vie gia dette. c medeſimamente altri non dee credere
’ che l’oppoſitio ni fatte al poeta perle vie del nociuo & del guaflatiuo
o del trauiamcnto dell’arte non ſi poſſano ſoltzere alcuna fiata perle
dette vie auegna che Ariſtotele nol dica volendo che noi prendiamo
quello,che egli dicelper eſſcmpio,& non per compiuto diſtendimen:
so di tutto quello c 2c ſi potrebbe dire. ho: '5‘* "J‘J'aToí-l al‘: i ”735 da}
Iulm‘: &c.Perche Ariflotele era peruenuto lromai alla fine di queſta
-~ a Aaaaa z parte
a

parte,dice'i'^o t perla qual voce alcuna volta fi ſign’fica ten-nine Alla


-fine la'mpoſsrbilvta ſe viene oppolh al po:ta,&le vogliamo Jared::`
bita riſpoſta per ſaluare il poeta la dobbiamo tirare allapoetica, 8c
dire che l’arte della poeſia la colera quando elſa non è congiunta con
‘ lu’ncredibilitaflom di ſopra nel trattato dell'epopea ſi drſſe queſto
medeſimo che ſi ridice qui cio è che in poeſia era piu toſto da elegge
re lo’mpoſsibile congiunto col credibile,elie lo'ncredibile congiunrç
coi po ſsibile,il che come era da intendere la dicemmo,&apprell`oquel
‘lo che cene pareua.Percl1e qui non diremo altro ſe non che quella lo
lutione ſi dee ridurre al terzo capo delle ſolutioni di ſopra polloche
't‘ della varie-ta de pacca ti. Percio che ſi comprende nella ſolutione che
:ſ1 fa perlo peccato che è per accidentali qual peccato d’impoſsibiii ta
ſi tolera,&non è reputato per peccato quando opera il fine della por
ſia come è ſtato dertodaAriſtoteli-,Bc datone l'eſſempio nella caccia
ì clara daAcliille adHettore appreſſoHomerop quídoè intorniato '8c

' adornaro di molte bellezze di ſenſi &di parole ſi come ne ſu datol'eſ


ſempio pur daAriſtotele del traſportamento che &ci-ro que diCOrfu
d’ Vliſſe addormenta to di mu: in ſu illito d 'Itaca apprelib H omero,
. o quando ècongiunro col credibile comes’è detto di ſopra,&ſi ridr
ce qui,&nor n’habbiamo dato l’eſſempio nel trasportamento di meſ:
ſer Torello,clre ſu fatto d'Aleſſandria in Pauia in üa notte per negro
,mantia appreſſo il Boccacciofil ”3-3: 7b hihi-aszieſta ſolutione ſi com
prende ſotto il primo capo delle_ ſolutioni di ſopra poſto élle è delle
ñ raſſomiglianze la doue ſi dice-.ii 07- &TALPercioclre quando le coſe ſi
raſſomigliano come deono eſſere ſi raſſomigliano anchor: migliori
che non ſono'i a”; A): .flag-y pare che queſta ſolutione ſi comprenda
ſotto il primo capo delle ſolutioni,cl1e è come dicemmo dellavarieta
delle raſſomiglimze lo doue ſi diceashllmî. Et c` da intendere comedí
cemmo del parere del vulgo row-inn: .l'é’ſſfl‘ É'nvs WE” ì')\-a+tv,haà xs‘: Mit
d eíirmp-VuoleAriſtotele moilrare con l'eſſempio diZeuſsi di pintorc
clic-e licito al poeta ildire coſe-:impoſsibili purche ſiëo migliori,che nó
Emo le coſe poſsrbilicomeimpoſsibile èper naturaüa dóna,clre lrabbia
inſe tutte lebellezze ra :coltequali hebbe la figurad'Heléadipíta daZeuſ
{i ad inſtantia de Crotoniari , li quali la poſono per ornamento nel
tempio di Giunone.Laonde ſi comeſcriue Cicerone eſſo Zeuſsi non
putauit omnia,quóe quaerere-t ad venuſtarë vno in corpore ſe require
.re poſſe,ideo quod nihil ſimpliei in genere omni ex parte perſe-&um
natura expoliuitltaq; tanqnam creteris non ſit lrabitura quid largia-a
nur iivm cunc’la conceſſerit aliud alij commodi alio adiuncto incom
. ‘ , _. ñ A modo
'368
‘ modo muneraturJ-Zt non dimeno quella pittura pei-ene era quale do
ueua eſſere cio è belliſsima,& per conſeguente migliore delpoſsibile
è eommendata afläi,&non punto biaſimata per eſſere impoſsibilqcio
è raſſomigliatiua di coſa impoſsibdeAdunque colui che opponeſſe a,
Zeuſsi direbbe Udiflòviriſhnpoſsibile e‘ per natura , che tali fieno lo
perſone quali di perfetta bellezza dipingeua Zeuſsi,& colui,clie loſal
uaſſe riſponderebbe ſecondo Ariſtorele ma ”il mi: 1B líhiiongli eve
ro clic per natura non è poſsibile che fieno tali, ma Zeuſsi le dee di:.
ingere tali pei-die meglio ſarebbe ſe foſſero tali,ſi come il poeta ſara
bene ſe raſſomigliera le coſe come Reano meglio ancliora che ſia im:
pofiibile che ſi truouino tali-16”} ”Meme .ſiiäniçixe‘o.Alcuni voglio
rio che queſta ſia la ragione perche i poeti ei dipintOri raſſomiglino
le coſe come deono eſſere , & le facciano piu eccellenti che in verita
non ſono o non poſſono eſſere cio èclie eſsi le raſſomiglino tali per
che fieno eſſempio,nel quale gli huomini riguardandoötproponendo
ſelo nellamente debbano operando ſecondo quello dirizzare le lo.
ro attionip riguardando lo poſſano riconoſcere quale ſia la ſopra:
na bellezza.Hora quantunque non negliiamo clie quefle parole i* 7x)
”Là-ſlam- N‘v'mçîxa‘a poſſano riceuere queflo ſenſo,& dire cio non
dimeno perche Ariſtotele di ſopra parlò dell’eſſempio eliei dipinte”
ri delle perſone belle hanno appo loro in caſa o nella mente della ſos.
rana bellezza,nel quale riguardano quando effigiano alcuna perſo
na bella,&la ſanno ſimile,&appreſſo conſigliaua i buoni poeti tragici
clic ſimilmente ſi doueſſono formare vno effimpio pſetto di ſdegno
o di manſuetudine,od’ altro coflume,nel quale teneſl‘ono la mëte fiſſa
quando alliegnaflòno i collumi alle pſoneg-ioi crediamo cheAriſiote:
le in tìſto luogo pai li di tjſti coſiſatti eſſempi,&che dica che non c‘ ma
rauiglia ſe Zeuſsi figuraua le pſone piu bel-le che non ſono o non poſ
ſono eſſere naturalmëte poiche non riguardaua alle perſone naturali
ne raſſomigliaua quali erano ma riguardaua nell’eſièmpiodella pſètta
bellezza. che egli haueua in caſa o nellamente, il quale dee paſſare la
communale bellezza degliìliuomini altramente non ſarebbe neceſſario
potendoſi raſſomigliare gli liu omini uali erano.Et credo che vera:
mëte qucſta ſia la ’ntentione d’Ariſtote e incìfie parole auegna che ap
paia per l’liiſioria raccontata da Cicerone nel 1plago del ſecondo li:
bro della’nuentione ritorica clieZeuſsi non haueſſe eſſempio di ſopra
na bellezza niuno nella mente o in caſa prima che egli dipingeſie la fi
ura d’Heléna
ſ’zliaueſſe liauutoadnóinflanza de Crotoniati , gli
haurebbedomádatoclie concioſìa coſa che ſe egli
si ſoflcrofattevederelc
: . -, . dom ~
danzelle della citta,ne di loro haurebbe elette le cinque piu foi-more
per prendere quello fiore di bellezza che foſſe piu eccellente in cia-—
ſcuna,& riponerlo tutto nell'efftgie d'Helena. Hora ſe lia veriſimile
ehe i poeti oi dipintori habbiano ſimile elſempio in caſa,& nella mè:
te 8: torni bene cio a quelli a portare,& a quelli a dipingere, o ſe fi;
verifimile che eläí facciano l'opere loro perche le loro opere fieno
eſſempio agli altri per operare vrrtuoſamente , o per riconoſcere la
perfetta bellezza altro qui non dico hauendone detto a ſufficienza di
ſopra , ”ph {parte r’iz'mre ,7mm ”i Fri mihi-dn” imp ,i151 rif ”it nf!
darò; mld-a Wella ‘enſecondo capo,nel quale ſi contengono l'op
pofitioni,che ſi domandano ?non perche hanno in ſe coſe non ra
gioneuoli,& :piantunque ſi polline ſoluere per piu vie non dimeno
Ariſtotele come per ellèmpio ſecondo che anchora liabbiano detto
non li moſtra che li poſſano ſoluere ſe non per due. Le quali ſono
compreſe nel primo capo delle ſolutioni di ſopra pollo della varieta
delle raſſomiglianze. i} ola perſi“. li da is?". Adunque quando pogniamo
il poeta pare dire alcuna coſa ſconueneuole degl’lddi'j, & che cio gli
venga oppoſto bal’ca per ſua ſcuſa con verita dire coli ſi dice. Et di
ſopra Ariſtotele diſſe che queſto ‘Ibaſta in quelle parole In .$10 nel!
.Top nlmçl hapAppreſſo quando pogniamo il poeta are dire col'.
[conueneuolefflercioclxe quello, che egli dice ècoſa c e auiene rade
volte,di che Ariſtotele di ſopra diede l’eſſempio nell’huorno auedu
to &ſcelerato che ſia ingannare come ſarebbe SlſiPllD,0 nell'huo:
mo poſſente ma ingiuflo clic foſſeſuperato 8t vinto,& che cio gli foſ
ſe oppoſto potra riſpondere pure che ſia coſa che auenga alcuna vol
ta colmotto d’Agathone èuls za;- fl'nmxi ”MA ”ù meg; ròáüſ. Et per:
che di ſopra ſi par ò pienamente del motto d’Agatlxone , di che qui
liſa ricordo anchora ci rimettíamo a quello che e lla to detto. E adun
que da orrcmcnte che qui ſono due ſolutioni vna che ſi ſa parla via
che ſi egizi na Ja çai‘ip & ſi contiene in _quelle parole nel: 7x' pm r‘ìw
7a 6t l‘altra fi Fa perla via,clie lì chiama .iris-VR fi contiene nell'altre
parole ſeguenti. *ila-on ”ù 1mm} &oEt coſi anchora ſi potra ſoluere
dicendo che quello che è &Onueneuole non è alcuna volta ſconuene:
uole perche ſecondo il motto d’Agathone egli è coſa veriſimile che
.nel-[gono di molte coſe fuori dal veriſimile.nlJ\'-‘mum'a és ‘éláu Jr.
Amii‘. etc. WHO èil terzo capo che contiene l'oppofitioni doman:
date ”i fini-gm': perclies’oppone a] poetaclie dica o faccia di! e ad al ›
cuna perſona coſe che paiono tra ſe contrarie, Ma perche di ſopra
fi diſſe delleſolutiOrii , che ſi danno all’oppoſitioni contenenti coſe
contra
' ' 369
contrarie le quali ſolutionî eríp di due manie ſeCOndo che'l’oppoſì
tioni ſimilmente erano didue manierePercioäre ſe l’opponente s‘ap
- pigliaua ad vna ſignificaríone della parola dubbia 8t in quella ſi ferma
ua perla quale fignificatione naſceſſe ii contrario,lo ſcuſante il poeta
s’appigliaua ad vn altra ſignificatione,& in quella ſi ſermaua , ’perla
quale ſignificadoneñſi dileguaua il contrario.Et.ſe l’opponente s’aps.
pigliana ad vna opinione,clie foſſe intorno ad alcuno accidente,&lañ
proponeua perdetta 8c per approvata dal poeta per la quale opinio:
ne naſceſſe contrarieta in quello che diceria il poetado ſcuſante il poe
ta s’appigliaua ad vn’altra opinione che ſoffi: intorno a quel medeſi=
mo accidente 8L affermaua che era ſtata ſeguita dal Poeta perla quale
Opinione ceſiàua la contrarieta,qui ſ1 tratta come le contrarieta , [e -
quali non naſcono da varieta di ſignificati di parole dubbie,neda di:
uerfita d’opinioni , che fieno intorno a quello medeſimo a 'dente
ma naſconodalle coſe veramente dette dal poeta,& per parole he
. lrabhianoatno ſolo flgnificataſi poſſo-no ſoluere per altre vie,Leqqa
livie ſi_ contengopo nel primo capo delle ſol'utionizòc ſono queſte —
tre Ja ip, ’óſflf, I nie @trip ſecondo che moſtreremo-:ù J"ímvz 'a a‘: è"
"mſi dice-So' était-'iu cio e come veramente dette dal poeta ſecondo
che ltabbiamo dett0,& non preſuppoſte dall’opponente come ſe iſ—
poeta le ~haut-:ſli: dette-,0 perche l’vna ſignificatione della parola dub-`
ia gliene liaueflè data (ragione-,o n’lraueſſe preſa cagione di ſuon' da
alcuna opinione diuerſà che andaſſe attorno intorno'ä quello acci
- dente ,di cheparlaſſe ilpoeta. 55mq ci‘ îv flîs A570” ’L'Arma-Bi come i ri:
prouamëti conſiderano i contrari nelle proſe cosí ſi conſiderano ne
verſi,& ipîoTS-Atiyoſs è contrapoſto a verſi. Et diceArifiotele che ii per
oiene alla ſolutione quando s’oppone ad alcun poeta che [rabbia det
te coſe contrarie per quella medeſima via perla’quale ſi peruiene alla
ſolutione de contrari nelle proſe,o diſputando o ſermonando , o al;
' namente,& 'i'm-x015 ’nificano in queſto luogo le ſolutioni,che ſi dan
no a contrari.Hora a via per Ia quale ſ1 peruiene alle ſolutioni coſi
fatte è principalmente doppia. Pci-cioche prima ſi conſidera la coſa
contraria detta,& poi fi‘conſtdera'la perſona che dice ia predetta co:
fit contraria,Primaſì conſidera ſe è quella medeſimacoſà contraria ,
ercioclte
t 'poſtoſecheſta
non foſſe uella
quèiìla medeſima
medeſima queſta
coſa ſarebbefi‘ vna
contraria ſolu rioneſe
conſidera
quella medeſima coſa riguarda a quello , a che riguardaua nell’altro
luogo,percioche ſe non riguardaſſe a quello medeſimo a che riguar:
. i . B bbb _ dana
v a
u
dana ma ad aim-o non ſarebbe coſa contraria 8:' quefia'ſarelibe vu:
altra ſoluti-one.AppreÌ`o poſto che la coſa contraria ſia veramente
quella medeſima,& riguardi a quello medeſimo cda conſiderare an:
diora ſe è detta in quel medeſimo modo.Et queſta è vn’altra lolutio
ne ſe per auentura non è detta in quel medeſimo mod0.PoR:ia fi con
fidera ſe la perſona che dice le coſe contrarie d'vna coſa medeſime
riguardanti ad vna coſa medeſimain quelmedeümo modo ſia quella
medeſima perſona.Perciochc ſe è vna altra erſona , noi liabbiamo
vna altra ſolutione,& oltre acio—poſto che (El quella medeſima perſo
na ſi conſidera ſe eſià riguarda a. quelle medeſime coſe-,delle quali par
laua,percioche ſe riguardaflè altrove liauremmo vn altra ſolutione,
&` vltimamente quando c` quella medeſima perſona, 8c riguardante a
quelle medeſime coſe ſi puo conſiderare ſe ſeguita l’opinione ſua o
quella d’vn altro,pcrcioche ſe ſeguita l’opinione d’vn altro lxaurems
mo vna altra lolurione.Et quefio è quello che pare voler dire Ariſto
tele nelle preſenti parole. Ma perauentura piu brevemente ſi poteua
diliberar dicio dicendo che nelle coſccontraric dette ſi conſidera ſe
le coſe dette ſono uelle medeſime per ſuſtantia o per accidenti 8:
parimente ſe colui,c ele dice èquello medeſimo per ſuſtanria o per;
accidenti-,concioſia coſa che la variatíone della ſuſtantia o l’alteratio
ne degli accidenti preſti cagione da ſoluerc le concrarieta in appaitn
za,& a queſta diuiſione fi riduce cio che qui diceAriflotele,& tutto
quello che s’è detto di ſopra,& tutto quello che ſi puo dire per ſare
o ceſſare-le contrariera, é 16 ’mò ,ſe la coſa detta ,che ha contrariera in ſe
c‘ quella medeſima ,81 s’in tende della -ſuflamiafluh ”FB-rà MAR: riguar
da a quella medeſima coſa,& s’intende dell’accidente clic ſi domanda
riguardo o màs- …où A radio: quello s’intende d'vna altro accidenre,
fe quella medeſima coſa con quel medeſimo riguardo e‘ detta o pura:
mente,o conditionalmentep ſimile-‘m ”il ‘au-n39 Baſi dica in tanto
conviene clrcla coſa detta ſia quella medeſima con quel medeſimo
riguardo 6c modo,che ſeguita che colui, chela dice ſia quello. med::
fimo quanto èalla ſuſtantia 8: agli accidenti. ’ii ”$53 Eni-rà! hi7aii 3" Zip
"hmO- 'Smeñ'l Siche biſogna conſiderare ſe colui, che dice ſia non
ſolamente quellomedefimo uanto è alla ſulìantia,ma anchora ſee
quello medeſimo quanto è all opinione rigo-urlando alla ſua opinio;
ne ſecondo la quale dice,o ſecondo l’opinione d’alcuno ſauio Hora
quatunque lo’nrelletto che io lióſeguito infino a qm iniſporre quello
leſto non ſia punto ſcliiſato dagli ſpofitori , i0 dubito aſſai che non
Mquello,cl1e.l\cbhe Ariflo Lele. Percioclle non pare che per trovare
N°11"
3 O
i contrari voglia ſare vm diſlintione che ſi debba conſiderare Pl'l7ml
Iacoſa detta ö: poi la perſona che la dice.Perch-: con 351 ìuiòp, Ste. ſi
dimoſtra una coſa che naſce dalle coſe dette, & non ſi ſignifica dim;
fione.Appreſſo per dimoſtrare che ſi conuiene conſiderare ſe il poe:.
ta parli in vn luogo di ſua perſona , & in un altro di perſona altrui,
che ſa meſtiere a due che conuiene riguardare a quello, che il poeta
dice o a quello che preſuppone l'huomo ſauio i’ Dunqueil poeta
ſempi-eèſtolto i’ Dunque le coſe dette d’intentioned'altrui ſono
ſempre d’intendere di perſonaſſauia ‘.ì Et anchora che ſia molto piu
ageuole a dimoſtrare che lo’ntelletto predetto non ſi confii con que;
ſte paroleflxe inueſligare & trouare quale' ſia il conſaceuole èl’vez
r0,non:dimeno crediamo che {i poſſa dir coſi.Prim'a Ariſtotelejvum
.le che nellccontrarieta ſi conſiderino ſolamente tre coſe ,cio c" ſe ſia
.quella medeſima coſa,ſe pollo che ſia quella medeſima coſa riguarda
a (illa medeſima coſa,&ſe è,&riguarda (illa in quel medeſimo modo.
Poi quindi ne tralie vna concluſione che è che conuiene che eſſo op: \
ponente o riguardi aquello che eglidice dicendo che n'è contrarieta
in a pparëza a quello che vn ſauio preſuppone quale e‘ il poeta,ilqua
le preſuppone che non viſia contrarieta ſapendo che quella non è
quella medeſima coſa,o che non riguarda quella medeſima coſa, o
che non è,o non riguarda cÌlla medeſima coſa in ql medeſimo modo.
(Luſi dica dunque ſe l'opponente non conſiderera nella contrarieta
quelli tre capi opporra ſ‘toltamen te quello che opporra,& ſe gli con
[iderera,opporra quello,che ſara da opporre ſauiamente,& la ripren
ſione ſara diritta,& ſi rimarra ſenza ſolutionc.Et parendo adArnio=
,tele d’hauere inſegnato qualeſia la riprenſione diritta che ſi fa alpoe
ta per via di contrarieta piena,moſtra colta quindi cagionc quale ſia
la diritta riprenſione che ſi puo ſai-e al poeta perla via dello ſcon
ueneuole , & dice , öçai int-limits ”24 :Muſa ”it (toxànp‘a {mp pi
ìiáfl-s oZ-'dus Wi(- xgn'xmi. Si puo dubitare ſe àlloriet ſi a come
genere 8t mxäip'e come ſpetie , o pure È Zam—l'a 8c ”07.9.1551 ſlC=
no come due due ſpetie ”Ti :mimi-teo: loro genere. Percioche la
ſconueneuolezza cio è ;mole ſi puo coſi commettere in attribui:
re bonta ad vn reo* , come in attribuire reita ad vn buono; Cc .
~non ſolamente in attribuire bonta o reita a chi non cnnuiene,ma in
_attribuire attioni,o altro a chi non conuiene.Perche pare da conclu:
dere che ſpetie di ſconueneuolezza ſia aoxaiçi'z o ovini-:della quale' ſi
come di ſconueneuolezza notabilc habbia fatta mentione parendo.-_
gli_ coſa ſii-ana' che’ vn poeta ponga vno cſſempío di ſcelera:
Bbbbb a. ttzza
aezzaſèonueneuole,&ſenza ſcuſa niu'na pecc5d0.Dall’aln-`a partepare
che ſia ſpetie di riprëſione ſeparata come è &Mq-l'a ſi pcheAriſtotelene
da gli ëlſempi ſeperati,ſi perche pare che voglia clic altra ſia ſcon
ueneuolezza che ſi commette `ne coſtumi “, & altra quella :che .ſi
commette nella ſauola.Et accioche s’intenda pienamente quelloglxn
pare voler dire Ariſtotele , o quello che voglio dire io,& quello an:
.,liora che ſ1 dira poco appreſſo è da ſapere che veramente ci ſono
di quattro maniere d’errori principali,&d’altre quattro maniere d'et
rori non principalidi quali ſi poſſono domandare minori,o per acci:
dente.La prima maniera degli errori principai è quella,che contiene
quelli errori ,li quali diſtrnggouo o guaſlano la ſauoladi quali ſi com
mettono quandohon ſi ſeruanoñle leggi che ſono ſtate ſtabilite per:
la ſua conſlitutione Et poiche a ſar bella la ſauola ſi mnſtrò di ſopra
clie ſi ritliiedeuan'o otto coſe ſi ſotrebbono gli errori della conſtitu
tione,o l’oppoſitioni fatte alla conſtitutione diuiderſi in otto ſpetie,
&Zricliiudei ſi in queſta maniera generale principale 8t prima.Etla pri
ma maniera degli err0ri non princidali,cl1etninori o per accidtnte
diciauamo poterſi appellare,è quella , clic contiene gli errori Cllc di:
ſtruggono o uaſtano le coſe particolari, clic ſono preſe per riempi:
mento della auola,li quali paiono eſſere ſtati ridorti da Ariſtotele a
tre ſpetie ad impoſsibilita a ſconueneuolczza 8t a contrarieta,didic
altro"non dico.La ſeconda maniera de li errori principali è di quelli,
che ſi commettono nell’aſſegnare i co umi alle perſone tragice.co
me ſe conuiene che la perſona tragica ſia di coſtumi mezza… Euripi
de non doueua Farc Menelao di coſtumi rei nell’oreſte non potem
dola reita de coſtumi commuouere compaſsione,ne ſpauento,perlo
quale commouimento ſi prendonoi coſtumi tali,o tali.Et que-ſli ero
r0ri ſecondo che vedemmo di ſopra Ariſtotele diſtinſe in uattro
ſpetie.Et la ſeconda maniera degli errori non principali è que che
contiene li errori commeſsi ne coſtumi per accidente o perche non
ſono veri nnili,o contrari ſi come ſono quelli aſſegnati da Euripide
a Menelao nel predetto Oreſte , percioche non è veriſimile che vn
zio ſia dotato di cotali coſtumi verſo vn nipote come era Oreſte,&
ſono contrari agli altri ſuoi coſtumi. Si che l’affegnamento de coſlu:
mi rei ſarto da Euripide a Menelao pecca nella ſeconda maniera del
gli errori principali,& nella ſtconda maniera degli errOri non princi
pali E’l peccato della ſeconda maniera degli errori principali nuoce
all'effetto,che l coflumi deono produrre in tragedige’l peccato del,
la ſecone,
x

37l
"ue-. uns
la ſeconda
gioua maniera deglidella
alla ccnſtitutione errofi non principali
fauolalſi’ei cioclie ſe èMenelao
in ſe peccato ma
ſoſſe [la:

to formato di coſtumi buoni la ſauola no'n liaurebbc hauuta dignita,


ne caſo memoreuole.Pert-lie dicendo Ariſtotele che Euripide vsò
ſenza necelîsita ſceleratezza (le coſtumi formando tale Menelao nel:
l’Orelle,e` vero quanto all’efietto de coſtumi,ma quanto e‘ alla confli
turione della ſauola,non è ſenza neceſsita anzi era di neceſsita a ſar
coſi-La terza maniera degli errori principali èquella che contiene
gli errori che ſi commettono nell'aſſegnare le ſententic alle perſone
nella quale coſa c‘ biaſimato Eur ipide,& di ſopra ne dicemmo alcuna
coſa.La terza maniera degli errOri non principali e‘ quella che contie
ne gli errori intorno alle ſententieJi quali ſono conſiderati 8c moſtra
ti da maeſtri dell'arteritorica.La quarta 8c vltima maniera degli er
rori principalièquella che contiene gli errori che si commettono
nell’euidente rallbmiglianza della coſa clie ſl prende a raſſomiglia:
‘Ì“`~ÎHL-fl`ù'~ëk‘.\n-—
reEt Ariſtotele gli domanda falli contra la dirittura dell’arte.Li qua
li noi pensiamo confiflere nella ſauellain quanto è adoperata bene
0 male a raſſomigliarc alcuna coſa,Er la quarta & vltima maniera dc
gli errori non principali è quella che contiene gli errori della Fauella
come di grammatica,di verlificatoia .8c del figurare le parole , 6t di
ſimili Hora pare che Ariflotele voglia o poſſa comprendere lotto i]
nome di Nicky-‘l le tre prime maniere degli errori principali,& ſotto
quelle parole -nir ”rifà-:U- Ego-'rum mal-MD *ſiva la quarta maniera de:
li errori principali,& ſotto quelle altre 1a ìa‘óvmfl Ham, -ràîmm'u
Fa ſeconda maniera degli errori non principali. Si che tacco:
glie tutti i ſalli .in cinque maniere la doue gli dovrebbe racco
liere in otto ſecondo che habbiamo latto noi , & gli raccoglie
m quelle cinque , nellequali non intende di raccogliergli. ` Con.
L4\"`k'à eioſia coſa che egli diuidendo la ſeconda maniera de non prin,
eipali errori in tre, & riſh-ingendo le tre de principali m vna fi
creda che le tre ,che è vna fieno tre ,8t che l’vna che ſono tre
ſia vna. äçol ‘5' :zu-'mm &c. (Hello teſto ſenza ſallo lza` fallo nel
primo eſſempio ma
gedia intenda, d’Euripide
infino a .tanto
n poſsiamo affermare'
che trouiamo di quale
eſlſicmpio tra
d’vna
ì—-u altra tragedia che ſ1 conſaccia al preſente luogo piu che nonſi
conſa quello poſsiamo credere che intenda della ſcioccliezza ,az
della traſcuraggine d'Egeo introdotto nella Medea d’- Euripide
&poſsiamo prelupponendo clieArillotele cità-kill:: ellempio raſ
3 ſet
rt
ſettare
ina-,ns coli
o‘u'rus 'il…JPY
teſto.Man…,
31a; :mr/rum
ni e‘ da”Eiſarhar-'e
punto”la, mxäiçl’a 31”‘:
8c da ſupplire

i ovinth rîi horſe; 'il uoijgi'g. Hora diritta c` la riprenſione la ſcio


cliezza , 6: la ſceleratezza quando ſenza neceſsita il poeta vſera
la ſcliiochezza o la ſcclerntezza. Poi ſeguita il teſto Milia’er ll
weçîugim'á‘u: ip -rîr pri-Na; w inizia). Et qui eda ſar punto Io dico
che il poeta viera ſenza neceſsita niuna la ſciocchezza ſi come Eur-i:
pide vſò la ſciocchezza d’Egeo nella Medea. Poi ſeguita il lello
vîtmvflçiç Se”; ipigísl} firmando". Io dico che ilpoeta vlcra la malua:
gita ſenza necciîsita niuna ſi come pure 'Euripide nell’Oreſte vsò la
maluagita di Menelao‘. Et e‘da porremente clie ſe 317W!" s’eſſempli:
_fica in Egeo della Medea ci conuiene prendere ÈÃ671'«,& Yann‘: per
tra ſcutaggine & per iſcioccliezza ,8: per poco per iſtoltitia , & non
per iſconueneuolezza come s’è preſo &'Koyeg infiuo a qui,& riguarde:
raſsi a coſtumi ſi come viſi riguarda perle_ voci flaxaigi'a 6t mufl‘l,&
,_non alla conflitutione della fauola.Et quale maggiore traſcutaggine
puoeſſere di quella d’Egeo , il quale giunto a Coranto doue era
`Giaſone fatto nouello ſpoſo tanto ſuo amico , & Creonte re grande
ſenZa far loro mo tto s’induce a fimplici parole di Medea a crederle
cio che gli dice in pregiudicio di due coſi gra ndi liuomini , & matta:
mentele promette di ſicurarla accioclie poſſa ſenza tema di pena com
mettere quello liorribile malificio,che liaueua in animo di commette:
re.Reputa adunque Ariſtotele peccato degno di riprenſione,ne pun
to ſcuſeuole quando s’attribuilcono coſtumi &maſsimamente rei a
perſone ,acui nö conuengono quando n'a' producono effetto tale,
,quale deono produrre icoſtuminel poema, ſi come laſcioccliezza
non conuiene ad vn duca d’Athena quale era Egeo,ne la maluagita
conumiua a Menelao quantunque l’vna &l'altra gioui alla conffiru:
,rione della ſauola. 712'510: ”lp c3‘: bin-[minare (it ”im éJ‘Zî‘: Qigoudlp, WC}
ſto c‘ il racconto di tutte le coſe dette in queſta quinta parte principa
le.Gli opponenti adunque recano addolſo a poeti queſteriprenſio.:
ni da cinque ſperieJe quali annouera Ariſtotele. al Said-u Ex ns‘: iflpl'
mc: ìflflycspſuflañxl èrl MJ‘WüoCÌO e ctñne liabbiamo moſtrato di ſopra
dodici ſono le ſoíutioni compreſe in tre capi. Il primo delle quali
contiene le ſulutioniclieſi ſanno perla diuerſita del raſſomigliarc
che ſono cinque, e’l ſecondo contiene le ſolutioni , clieſiſanuo
perla varieta de ſignificati delle parole,che ſono quattro , e’lter.:
. zo con
v

ì Z
zocontíene le ſolutioni che ſi ſanno perla varieta de peccati dël@
no tre, le quali coſi come chiaramente dimoſtrate di ſo: `
pra non repetiamo `qui di '
nuouo,
i ñ

Finiſce la quinta parte principale della poetica d'Ariflotele vulgaríz.`


` zara,& [poſta diuiſa in cinque articelle,nella qualefi dice "
dell’accuſe 8c elle ſcuſe de
poeti.

' iNCoe
I N COMIN C I'A LA SESTA ET VLTIMA
parte principale della poetica d’Ariſtotele vulgarizzata 8t ſp o:
ſta ,diuiſa in quattro particelle,nella quale ſi dice
quale ſia piu da prezzare tra l’epopea
’0 la tragedia.
'"I’ARJI'ICEPL-A’` PRU” L‘atánptp BlÌſrllwpl'l‘ "mmiüfltui “l'auſisz'l'l‘ ir”
”ypſiu,al‘iat7iogiiíaîuítirit, á 7a} I luſſo‘: pegno &Mir-ip- rotatori i) ”rſs inno-:53…
fltîsi ,d‘iſMcl ari Il anzi-n! aluminiu- ”fruit-ai; 7a‘, ai” &iàximím‘; Zip mſm):
”yo-Ii] mania} aſiatici KNOW.). oiipgſ qaüMi ;camini KVMQ’HÉLH , He. Home: Mg ai:
näàaiflà '{Autiits 15‘; ”gup-Top, iii Juliana! iamüo‘ipj ”ip of!” -rfqol‘i'a Tonini
ígqiſiis ”sù Aſl'ÌUÎ'rfflal *uit &Siro-15 ittier i: am IÎMKfI'IùLÉÎS Aia: ’eſp «Tripla-'A3071'
”limitata :ni-'liſting' "n'a“ xs'tMiirari'J‘iipiinla.1-oiatJ-rii AJÎNJÌL mgi ”iiJ‘a'çov ai. u‘j
”J'airal 2x11” mi": Magia?” :‘4va ”gif 16}- ſmo-ati” txafllàg‘i‘u oſſei mi! 1-33:
”dazi-AS‘ igiexagoafip :25” ,J‘io O‘JJÌlſJ mu -röp Exmzroíigáò Z irain vipix qn
”Mvs a ou Qofîlall xuçoía J‘nilovm Z5! till.. _‘ '
CON EN EN LA. Per quali ragioni l’epopea ſia da antiporre al:
la tragedia.
VVLGARIZZAMENTO-Hora altri potrebbe dubitare quale ſoſ:
n ſe migliore tral’epopeica raſſdniiglianza , 0 la tragica. Perdoche ſe_
v quella ,che è non grauoſa c‘ migliore , & totale ha riſpetto a veditori
a migliOri manifeſta coſa ſi che la raſſomigli-ante tutte le coſe è grano:
bſa,percioche non _altramete che ſe ſoſſono inſenſibili, ſe egli non aggiu
n neſſe gran mouimento ſi muouono comei rei ſonatori di fiuti ri:
,,uolgendoſiſſe ſi dec raſſomigliare il diſco , 8t trahenclo(a ſe)il Cori:
n pheo ſie ſuonano col fiuto la Scilla.Adunque la tragedia? coſiſa tra,
ei maggiori hanno in ue] conto i minori rappreſentatoi-i tra loro.
, Percioche Minniſco c iiamaua Callip ide ſimia,ſi come colui,che tra
,,paſſaua di troppo il termine. Et cota e opinione anchora era di Pin‘.
”dai-oſui—ale proportiOne hanno quelli tra loro , cotale è tutta l’arte
”verſo l’epopea.Adunque dicono queſta pertenere aueditori diſcreti_
”Laonde nOn hanno biſogno di figure,Adunque maniſeſta coſa è,che
”la grauoſä ſia piggiore.
SPOSITIONE.QLc-ſta è la ſeſta,& ultima parte principale di quello
libretto della poetica d'Ariſtotele,nella quale ii tratta uale tra la tra
gedia o l’epopea ſia di maggiore ſtima ,la qual parte ſi puo diuldeſle
in quattro particelle non molto lunghe, delle quali queſta è la prima,
& contiene le ragioni,per le quali l’epopea pare douere eſſere antipo
ſta alla tragedia 8c la ſeconda contiene la riſpoſta data alle ragioni
C
del:
373
dell’epopea,& le ragioni‘perlé quali la tragedia auanza l’epopea. l:`.tñ
la terza contiene la ſentenza come l’epopea (lee eſſere ſtimata da me
no che la tragediaEtla quarta 8t vltima contiene il racconto delle
coſe dette-.Hora hauendo Ariſtotele parlato in particolare della tra
gedia,& in particolare (lell’epopea , 8t moſtrato in commune come
amendune ſi poſſono ditenderc dall’oppoſttioni ſalſe che liaueſſoa
no faccia di verita inueltiga quale di loro ſia piu degna.La quale que
ſtione ſi propone in mezzo o per ſare che piu pienamente ſi compré:
da la natura 8t la forza dell’vna 8c dell’altra poeſia ,percioche non fi
comprende mai pienamente la natura e'l valore d’vna coſa ſe non
ſene ſa comperatrone con l’altre,o per fare che ſi ſappia quale ſia piu
da commend are per honorare piu quella , che merita piu d’eſſere
eommendatap per appigliarſi aquella quando altri voleſſe eſſere poe
ta,clie ſia piu lodeuole.Er chi ſa che Ariſtotele perla diterminatione
diqueſta queſtione non intenda tacitamente di biaſimare il ſuo mac:
ſtro Platone.che del ſuo commune habbia ſcacciata la tragedia piu
degna,& ritenutaui l’epopea meno degna. Wónjo Samſopñ :mm-”M
Î1ça79d`tullá`lamgzlretf iz"…- Altra è la materia c ie pre ſta Lagione da
da inueſtigare quali delle due coſe auanîj l’altra,& altro e" il fine per
che s’inueſtighi cio. La materia che ci preſta cagione da inueſtigare
queſto auanzamento e la parita del valore delle ragioni che ſono in
ciaſcuna di loro inguiſa che altri reſta dubbio ſo quale debba autipoi*
re o poſporre all’altra-Ma il fine pelle s’ inueltighi cio è l’vtilita che
ſi lia per trarre di cÌſlo paragone, tli che quanto è alla preſente que:
ſtione liabbiamo parlato poco prima.Hora il dubbio che poteua na.
ſcere in altrui quale delle doc raſſomiglianze epopeica o tragica foſſe
migliore poteua eſſere per cagione della materia , 8c per cagione del
fine-,ma dobbiamo credere che le parole del preſente teſto s’intendo
no per cagione della materiaöc perche poſſono hauere riſpetto alle
coſe paſſate 8t dette,concioſia coſa che molte coſe degne ſi fieno der
te eſſere nell’epopea,& molte degne eſſere nella tragedia,& puo me:
deſimameme la materia liauer riſp etto alle coſe venture,& che s’lian.
no da dire,noi Crediamo che riguardi no le coſc,clre s’hanno da dire
& non le coſe che ſiſono dette,percioche ſubitamente ſi ſoggiugne
la particella 71.}- CllC rende ragione 6702p i 3770p &C.In queſta prima par:
ticella come dicemmo ſi contengono le ra groni, per e quali l’epopea
dee eſſere antipoſta alla tragedia.Le quali poſſono eſſere due l vna è
perche l’epopea c" meno granoſi! che non ela tragedia,& l’altra è per
che l'epopea pertlene aueditori piu intenclentixhe non pertiene la
C cccc trage:
tragedia-Le quali poſſono eſſere due,l'vna &pei-ehe l'epopea è mEo
grauoſa che non c‘ la tragedia,&l’altra c‘ perche l’epopea pertiene a
ucditori piu intendèti,che non pertiene la tragediaHm-a non ha dub
bio niuno che c'zlla coſa,la quale ſi facon minore grauezza è da ſtima
re piu,clie nö ècìlla che ſi ſa c6 maggiore grauezza purclie l’ñaöcl’altra
fifaccia vgualmëte bene.Et perche ſi dice chela epopea ha minoregra
uezza,&che la tragedia ha maggiore ärauczza noi cerchiamo quale
fia queſta piu,&meno grauezza coſi. noi conſideriamo l’epopea 6:
la tragedia in quanto ſi ſanno vedere,&ſì conduce l'vna in panca, 6: 1

l’altra in palco,o le conſideriamo in quanto ſeno vedute cio è l’vna


è aſcoltataöz l’altra aſcoltata &veduta dal popolo.Se noi le conſide- -
riamo in quite-ſi ſanno vedere non c‘ dubbio che piu grauoſa è la tra
gediafla quale oltre alla ſpeſaJaquale ſpeſa non òmigada patrimonio
priuato c` piu grati-oſa perlo tlieatro ,parlo palco, gli lmbiti,ple ma:
ſcheregle 1Pſone Pglimouimenti,&perglireggimenu del corpoëx'per
la ,pſerenZH della voce. Io laſcio da parte il 1u0no.il canto,il ballo,&
le perſone ſonanti,cantanti,&ballami , la douel’epopea ſenza ſpeſa
niuna ſi fa vedere per vna perſona ſola narrante ſimplicemente ſenza
tliea tro o palco,o habitop maſchera,&t`enza molto artificio de mo:
uimenti del corpo,o della Jpſerenza. della vcc:.Ma ſe le conſideriamo
in quanto ſono vedute perche ſono vedute da due maniere di pſonc‘
ſ‘vna delle qualiè intendenre &ſciennata,&l’altra èignorante &idiota
non puo eſſere chela tragedia non ſia moleſta 8c graue alla maniera
delle perſone intëdente &ſcientiata aſſai piu che non &l’epopea,perr
‘cioclie non puo ſimileFgente tolerare che ſi Facci-ano tanti atti,&fi dir
cano tante parole per ar Vedere coſi-,le quali ſr potrebbono narrare
con poche PQTOÎE‘PU‘CÌK appare che la tragedia è molto piu grauo~
ſa,&in ſe,&vcrſo le perſone intendenti,che non èl'epopea.Et ſe ſi di:
teſſe che qua ntoè all’eſſere vedutaìla tragedia e‘ meno grauoſa alleper
ſone ignoranti che non c‘ l'epopea,poici1e pergli molti aiuti che lia ia
tragedia pcreſſere inteſa,è atta ad eſſere ſenza difficolta veduta dalla
gente groſſa la doue l’epopea non puo eſſere veduta ſenza gra uezza
&difficulta , fi riſponde che fi tiene piu conto della granezza della
gente ſcientiata, che non ſr tiene della grauezza della genteignoran:
tePare adunque che Ariſtoi ele voglia prouare che piu grauoſa fiala
tragedia che l’epopea per due mezzi,& perche reca conſeco piu ſpe
ſa,& piu Fatica in Farſi vedere ,Srperclxe reca piu noia a veditori accio
che dell'liauere egli prouato che ſia piu grauoſa ſeguitiícliorache ſia
da meno
'374
da meno,clie nOn èl’epopea. Ma prima che procediamo piu cine
veggiamo come è ben vero quello che prelupponeAriſtote-le per vc
ro-(Liella coſa èmeno grauota,c-iie ſl fa per natura,&quella coſa c‘piu
grauola che ſi fa per arte-.Apprello (illa coſa èmeno grauoſa clie'iiſa
perle perſone groſlc,&quella coſa è piu grauolà che li fa perle perſo:
,ne intendenti.Ancliora quella coſa e meno grauola che li ſa per ma:
-teria piu ſimile alla ſua materia , 8c quella coſa piu grauoſa che ſi fa
per materia meno fimilfalla ſua materia_ Ma ſe veggiamo clic la raf:
ſomiglianza rappreſentatiua quale s’vla nelle tragedie,c" naturale &
propria delle perſone rozze,& per materia ſimile alla materia della
coſa rappreſentata.laonde ifanciulli,i mutoli;&le genti groſſe, {è
_Vogliono manifeſtare altrui alcuno auenimento il dimoſh-ano con
parole con atti con ſegni con mouimenti 8c con coſe ſimili ali’aue:
nute. ladoue le perſone_induflrioſe,& che fanno l'arte del raccdnra:
:e nol maniſeſtnnole non con parole ſole chi porta negare che la
raſiomiglianza tra ica non ſia meno grauoſa che l’epopeica in quiin:
;o fifa vedere f Lt oltre acio quella coſii , che fatica meno lo’nfl
;elletto in quanto è veduta dee eſſere reputata meno faticoſa clic
nOn è quella che fatica piu lo’ ntelletto. Perche la raſlonii *liane
2a tragica ,la quale in quanto è veduta non ſatica punto lo ntel
ietto apparendo ogni coſa _nella ſua propria forma c‘ meno gra
nola che non è la raſſomiglianza epopeica. La quale in quanto è
veduta fatica lo’ntelletto non adopt-nando altro, che parole lole
in dimoſh-are il tutt0.Pc-r le quali lo'ntelletto non ſenza molta pena
peruiene alla conoſcenza delle coſe. E’ atlunque meno grauol‘a la
raſſomiglianza tragica, 8t per colui,clie la ſa, 8( per colui, clie la ve:
dc, clic non è l’_epopeica,ne la ſpeſa del theatre, & del palco , 8c di
tutto l’altro arneſi-,Sc la Fatica degliatti, 6c della preferenza clic ſi ſa
in dimoſtrarla dec eſſure in coniideratione niuna quanto c‘ alla gra.
uczza percioclie non appercengçno o all’ arte ,o alla borſa del poe:
ta ſe nonper accidente , come gia liabbiamo dimoſtrato di ſopra‘
Hora non è vero che nelle raſſomiglianze poetiche ſi debba cenere
piu conto della noia dc veditori intenclenti,ehe della gioia de vedi:
tori ignOranti , percioclie‘come liabbiamo dimoſtrato di ſopra la
poeſia ſu trouata per diletto della moltitudine ignOrante , &
del popolo commune ,8t non per diletto degli ſcientiati, & appreſſo
non e‘ vero che le perſone intëdenti ſentano diſpiacere de li atti,& de
mouimenti,clie s'vſano piu nelſare vedere la tragedia , c 1el’epopea
quando ſono tali qualiſiconuengono,anzi eſsi gliammirano , 6:
i ` C c ccc a com- _
commendano &riguardamo con ſommo piacere wing-@S zur-'opi
:mm-null ;i urti-i‘m‘ Raſſomiglianza e‘l’epopta 8c raſſomiglianzae
la t_ragedia,& quanto è al genere l’epopea 8: la tragedia ſono vna co:
ſa medeſima ,ma quanto c‘ alla ſpetie ſono diuerſe coſe-.Et perche ſie
no coſe diuerſe di ſopra è Prato detto in guiſa che alcuna volta la race
contatiua cio è la raſſomiglianza epopeica in riſpetto della rappreſen
tatiua,cio è della raſſomiglianza tragica c‘ detta eſſere non raſſOmii
glianzaflmuln à nyìr miſe-n ora-1a; lsijAppella veditori non purei vedi:
tori della tragedla,ma gli aſcoltatori anchora dell'epopea,& gli ap:
pella veditori migliori,percioche colui c‘ detto vedere meglio,clie ve!
de le coſe che ſono dimoſlrate ſotto velame 8: ſi dourebbono vede:
re peggio,ſi come c‘- la raſſomiglianza epopeica le coſe della quale ſi
dimoſtrano ſotto velame delle parole,& non ſono bene compreſe da
ognuno come ſonocìlle dellaraſlbmiglianza tragicaJe quali non häno
velame di parole riponendoſi coſe in luogo dicoſe. AíAop In :nt-rl
ptpounlnçeçmi La tragedia raſſomiglia tutte le coſe con coſe ſimili,&
l’epopea non raſſomiglia ſe non parole con parole ſimili percioclie
raſſomiglia le coſe con parole le quali ſono materia diſssmile , & in
quanto raſſomiglia con materia diſsin-ile nOn ſi domanda propria:
mente raſſomigliare.Laonde ſi dee dire che eſſa non raſſomiglia tutte
le coſe hauendo riſpetto alla materia ,con che ſi raſſomigliaflhe è
ſimile alle coſe raſſomigliatejs pdf-iii albumi-op "ci mi 'ci-ris Ir.“ muli[
- ”lvllflpl ”ia-'aim Qxeſte parole communemente ſono reputate dagl’in:
terpreticnrrotte,li quali tra ſe non s’accOrdano come ſi debba no
correggere Perche altri non ſi ma rauigliera,ſ`e io,il quale inſieme
gli altri le reputo corrotte non m'accOrdero con alcuno altro a cor
reggerleDi ſopra s’era detto,clie ch'fla raſſomiglianza che era me
no granata di mouimenti,& di ſimili nouelle perſeneua a veditOri piu
intendenti,& poi s’era detto,che quella,che è piu grana ta raſſomiglia
ogni coſa 8( per conſeguente pertiene a veditori piu groſsLR corale
i la tragediaHora ſi vuole prouare the poiche la tragedia vſa moni
menti aſſai,& raſſomiglia ogni coſa preſuppone d hauere i vedirori
inſenſa ti,& ſi dice,Manifi:fla coſa è che la tragedia la quale' raſſomi
lia ogni coſa è grauoſa come veramente ſei veditori foſſero mſm:
äbill,& ſenza ſentimento ſe nOn foſſero eſsi moſsi per gran mouimen
to altrui.Et mi parrebbe che ſi doueſſe leggere PLUM-;[5 mg” &c. A:
dunque ai… dammi-ap ha riſpetto a trai-'maurizi- oſop o' pm… ?zia-n‘: n:
115mm ?ip -i-'luop ai‘… “1515)“ un‘. {umts *flip “Of "Top îz'o C’Ìu'ÀÃCf Haas-if.. Ar
riflutele con vno eſſempio dimo‘ſtra piu chiaramente quello che“
- ſtato
75
nato detto,& qual differenza ſia tra l’epopea, 81 [a tragedia nella ſuf:
ficienza,& nella ſupcrfluita de movimenti- Et l’eſſem}~ io c` preſo da
buoni,& da rti ſenatori di fiuto. che fi come i buoni ionatori di fiu:
to oltre il ſuono non ſanno ſegno 0 mouimento alcuno, 8c per io
ſuono ſolo ſi comprende quello,che ſuonano,c0ſi l’epopea-perla nar
rationeiola di parole ſenza ſare atto , o altro dimoſtra quello, che
narra,& ſi come i rei ſonatori di fiuto oltre il ſuono ſanno ſegno o
mouimento o altro per fare intendere quello che ſuonano,coſr la tra
gedia oltre alla ſauella ha biſogno di movimenti , d’atti,& di moite
coſe per dimoſtrare quello che rappreſenta . Hora è da porn-mente
che l’eſſempio prepeſto da Ariſtotele de ſenatori buoni,& rei del fiu
to nen riſponde all’epo ea 8: alla tragedia ſe non a dimoſh-are che
l’epopea non vſa altro c le parole per farſi vedere & che la tragedia
vſa altre che parole per farſi vedere,& non riſponde alla bonta , 8:
alla reita loro-Percieche la tragedia ſenza mouimenti non ſarebbe
lodeuole come c‘ lodeuole il ſona tore di fiuto ſenza mouirnentoB :’n
ñ"óucn—ñó-.ót -ñ—
l’epopea è‘ lodcuol.- ſenza mouimento.Percioche tale èia ſua natura
ſi come tale è la nam-a dell’arte del fiuto che-rifiuta i mouimenti. A:
dunque i ſonatOri i ci del fiuto quando raſſomigliano ſonando alcu
na coſa che ſi raggiri eſsi medeſimamente fi raggirano ſi come ſanno
quando raffomigiiano il diſco,& non è da dire che num-'puoi in queſto
luogo ſignifichi che eſsi ſonateri ſi riuoltino col corpo per terra. ma
che fiandoin piede ,& ſonando tutta via ſiripiegano facendo atto
coſterpo per dimoſìrare il giro del diſco , 8c quando raſſomigiiano
ſonando alcuna coſa che rapiſca a ſe che che ſia eſsi rapiſcono le co
ſe proîsímedì come Fanno quando raſſomigliano la Scilla-che rapiſce
6( inghiottiſce le naui,ei marinai,& ponendo le mani addoſſo a] ceri:
pheo lo tira no a ſe in dimoſtratione del rapimento della Scilla. ll
quale corirheo è quelli,che guida il ballo,& che è prolsimo al ſonato
re,Et è da pormen te che Arrſtorcle non dice qui biaſimand‘o i rei ſo:
’natorí del fiuto quello che gli oppone Pietro Vittorio nei Capoxiij.
del libro xxx².dellc ſue varie lettioni cio é che egli biafimi i ſenatori
del finto perche non ſ1 contentino in ſar ſentire quelche ſuonano,
del* ſuono ſolamente,ma floiramente u'aggiungonn anchora gli atti
del corpo ma glibiaſima in quanto non ſapendo come rei ſonarori
col ſuono ſar ſcnrire quello che ſuonano ricorrono a farlo vedere
con gli atti del cor}~ 0`.A dunque falſamente la dice Pietro Vitrcrio.Si
come Cicerone inſegna che i (Iicitorí errano , li quali s’accoſtano
troppo agli atti-der appreſentateii 8c diuengono come tappi-dem.
~ ñ Ccccc z tatorl
tatori,coſi i recitatori delle fauole,che trapaſsîo negli atti lagiufla m‘
ſura de rapsëtatoii erräo , 8L c" coſa manifeſſa che Ariſtotele accu:
ſa i ſonatori del fiuto li quali nó contentandoſt del ſuono delfiuto ſi
:Forzano :ichora col mouimëto del corpo ſtoltamëte di farvedere
quello che ſuona no. i gip .zi-[i ire-75.11'. toi-Jr- is'ip. QLeſte parole poſ:
ſono hauere riſpetto alle, coſe dette di ſopra cio e‘ che la tragedia
è grauol'a eſſendo ſlde a ſonatori rei di fiuto,& poſſono hauere ri.
ſpetto alle coſe che s’hanno da dire , cio é chela tragedia verſo l ’e:
popea è fatta come ſono i rappreſentatori rei verſo i buoni, Non è
adunque baſtato ad Ariſtotele per dimoſtrare la differenza che è tra
:la tragedia &l’epopea l’eſſempio de buoni, 8: de rei ſonatori di fiuto,
ma la dimOſtra anchOra per eflèmpio de buoni,&de rei rappreſenta:
tori volendo che l'epopea ſia ſimile a buoni rappreſentatori, li quali
vſano ſolamentequelli atti,&mouimenti,che ſi richieggono,&che la
tragedla ſia ſimile a rei rappreſentatori, li quali vſano piu atti 8t piu
mouimenti che non ſi ricchieggono, ſi come fa la ſimia. Il quale eſ:
ſempio anchora che dimoſtri ipochi,o i molti mouimenti 8t atti nel
l’epopca:& nella tragedia,non dimoſtra miga la reita nella tragedia.
cnncioſia coſa che come habbiamo detto la perſettione della trage:
dia iicliiegga di natura coſiſarta moltitudine di mouimenti. 8c d’atti.
ásmîui ?ff/:’Ttçop 75v! öslçws ici-'ſup ò' ”m &oemi-i5. Pareua che eſſendoſi
detto i ”[th ?jay-oh" "mi" ai p d‘uffidouere ſeguire Elder! ”ü ol' Míflçopîoſif
Îs'ſſsfoud 21.7.71» Lion”) bmw-1615.00 è adunque la tragedia è coliſatta,come i
maggiori rappreſentatori penſano che ſieno fattii minori,ma poiche
non ”abbiamo 0’100: ,ma és diciamo che qui comincia l’cſſempio,il qua
le non ha ſuo compimento 8t rimane imperfetto per alcunccoſe,che
vi ſi trapongono.Laonde di nuouo ſi ripiglia.& ſi ri comincia la do:
ue ſi dice ó: oli-w 7x00” nçìs am: &C.ln quel conto adunque chei pri
mi rappreſentatmiio dico primi per temp0,o per eccellenza tengo:
no i ſe co ndi o per tempo o per eccellenza ,in quello dee l'epopea te:
nere la tragedia. Hora ſe intendiamo de primi ‘rappreſentatori per
tempobiſognera preſupporre chei primi ſi contentauano di meno
atti,& mouimenti che non fi contentauano i ſecondi,&ſe intendiamo
de primi per eccellenza biſogna preſupporre che i primi ſeruauano
il termineconueneuole degli atti,& de mouim:ntí,il quale poi foſſe
trapaſſato da ſecOndi,ma perche il termine conueneuole conſiſte nel
mezzo cio c‘ ne in ſare troppi atti, ne in Erre pochi atti ſeguita che i
ſecondi poterono ſeccare coſi in farne pochi come in farne troppi.
Laonde non parlandoſi in queſto luogo ſe non del farne troppi que
`
i. ._ ., ſto
6
&o'eſſem’pió eſſem'pio non è del tutto ac'concio alla 'coſa clie ſe zo‘
leua dimoſtrare. Et ſorſe perche s’era detto oi' ”yJTtçop non ſarebbe‘
ſtato male ſeſi foſſe detto ml: Tram!. a‘: Ala-p za‘f iÎmçBoÎMqu …buoy o'r
ain't-@- *top ”Min-Mu(- Braſile, rete-im ÌJ‘lÈe ”it mçi ”llJlRfópl ip. Hora di.
chiara in qual conto i primi rappreſentatori haueſſono gli vltimi 8c.
quali foſſero i primi,& quali gli vltimil primi rappreſentato” [lima.~v
uano ſe eſſere liuomini,&ſtimauano gli vltimi eſſere ſimie,& che tra
loro foſſe quella differenza ne mouimenti che è tragli atti degli huo:
mini,& delle ſimie. Perche ſi conchiude che la tragedia ſia ta nto da
meno dell’epopca quanto la ſimia eda meno dell’huomoEt vno de
parimi rappreſentatori era Minniſc0,&degli vltimi era Callippide , 8:
indaro &intendi di' Pindaro rappreſentatOre 8c non di Pindaro ì
poeta Liricoós 05101 exam ”Pas ici-Tous ”Fmi 74x” fiyſírüimml‘ldp “ſka. ‘
Qualiadunque ſono gli ultimi rappreſentatori uerſo i primicio è
come ſono gli vltimi ſimie ,ei primi liuomini tale èla tragedia verſo
l’epopea,& e‘ da ſupplire oli-ml i iii-7:70” &c. Et ſi nomina H2.- ríxvl
la tragedia ,percioche nella rappreſentatione della tragedia ſi com:‘ ‘
prende cioche puo capere nell’arte poetica cio èſauola coſtumidſien: ‘
tentia,f`auella,viſta,& liarmonia,ladoue nella rappreſentatione dell’e:
opea non cape ſe non la ſauola,il coſtume ,la ſententia,& la Panel:
. Etſorſe ſi 'nominai ?mi n'xui la tragedia per altro riſpetto cio è
perche raſſomiglia ogni coſa ſi come ſi diſſe di ſopra ”tuo ö'fl ñ 52:7…
n …mmm-Wifi. Et di ſopra dicemmo _come la tragedia mſſomi;
gliaua ogni coſa,&l’epopea non raſſomigliaua ogni coſa.F.tè da no
tare che meno è lodeuole il tutto dell'arte p0etica,che la parte dell’ar
te poetica & coſi in queſto caſo ſi verifica quel detto antico che la ‘*
meta è dapiu del tutto. da‘: al“ Jia mçi -rois Own-à: inferi-io' Qato'lp è‘? 8a:. ,
Qpeſta ela ſeconda ragione per a quale l’epopea c“da antiporre al:
la tragedia ,8: cio è perche l’epopea richiede i vedi tori piu intenden.
ti , 8: perche ſono piu intendenti ſeguita che non faccia meſtiere di
tanti mouimenti, & nouclle per intenderla come ſa meſtiere ave‘
ditori della tragedia che gli richiede meno intendentiJo confeſſoche
iveditori cio è gli aſcoltatori dell’epopea ſiëo piu intëdëtimia nö c6:
feſſo gia che pche ella habbia gli aſcoltatori piu intendentiche non
vſi i mouimenti anzi perche non vſa i mouimenti conuiene che gli a.
ſcoltatori ſieno piu intendenti,& rifiuti_ gl’ignoranti-Etconleflb che
gli aſcoltatori piu intendenri non hanno biſogno dimouimëti,ma nö
vſeguita percio che l’epopea ſia da piu,che la tragedia@ chei veditori'
' intende-mi non veggäo volentieri coſi la tragedia comel’epopeame
ſeguita
ſeguita che quella maniera di vediton' tanto intendenti che intendo:
no l’epopea ſieno atti anchora generalmëte ad intendere la tragedia
ſpogliata de ſuoi-'mouimentiNe ci laſciamo dare ad intedereche per:
che i veditori intendcnti dell’epopea non hanno biſogno dimouimë:
ti che percio l’epopea non vſi m0uimenti anzi perche non via mo:
uimenti richiede colìſatta maniera di veditorill che dimoſtra il dite::
to ſuo,& non l’auantaggio. p j ‘
” PARTlCELLA SECÒND A. ”çömp ad): Oöpl ou‘ſiit commit i tai-Irap"
”ma -nir 5m›cçmnît.íná îsi ”rpm-;LM uit o‘mu'oit, mi èz~l®d`otü1fflfflmîifl6m
”g'llfſàèG‘ÎSìTóWfl’Q-;îiffl :DN xi'urit &mia- ?io-v Kuranyi”, ’irmç yii ?Venus-’m'
”i Qudlwp, 5'211( ”ù uanmm'á‘g imſiuëro,x9ù iu‘ì Klimt, n‘a’ Bn iìeuiiçz-s' mai-35 ai:
”urgiiou 'tſſn i iran-aſia: Uil. Bim Rivideo! mutu-à &uriîiflamg Zimmlajjjz ;cip ñ
”avariiuvixei\i,oavrgì Sonia 11,5 içl. ä 0.33 ìsl TGM:: lçzirlopffiirífl ci; inquina 31011]
” "jr-'imac, L'ira”: J‘irirr ”né-r’ì’xriſi’ſamçi imam-la ”ghz-o? Main-922,;- xçiiai, ”il _
”JT-al" urxçày u'vç@ rà}- mo‘mèui,uü ráL ?Li-ici :xd-l‘1‘ iii' ‘rito' íPovds :mè-:Ding:
” ;un .ii-tu x021 *rà Evan‘” ’ixu ,NJ-[S *r'ij &iayrofiíil,x9ù izirrsp 'ip—och in *xò ip hai-r
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”ut Peyo-l‘1'… yi'itvÙÃS-z iàp ,uipſiiva ”Jeep muSo‘rſhìm'ymii ;sf-:Xin Jourdan-Miu':
” mi oaſi” 3‘,,ii &Misàiuîny -ñz ”in-au 'mixer, Magi Up ”mioqu ?17-0 ,07310,
ma‘, in ”ÀUB’VOLI rrçlÈwpi duflzmívu, aii nie *Jan-{ii {Aids ?Xu Guilia‘: ma’an (Liga,va
”ri :iPaq-rulez. EZ iena uſim-rà 'ixu níyii@-~ xaiſiroi Tail”: *rà notiziari: iuris-”p :35 'n
Pixma Tips—apud ?'11 …ius-ar mi:: ”faſèzos aria-iti] inci.
CON TEN EN .Riſp oſtealle ragiöi dell ’epopeaRagiöi delletragedia.
,’ VVLGARIZZA M EN TO.l-’rimieramente adunque l’accuſa non è
a’ della poetica,ma della rappreſentatiua,poiche anchor-a il recitaredel
;l’epopea puo ſuperfluamente vſare i ſegni,il che faceua Soſiſtrato, &
a’ cautare,il che ſaceua Mnaſitheo Opontio. Appreſſo non ogni moui:
›’ mento e‘ da riprouarefi come non è ogni ballo,m:i quello de rei,llche
i’ era attribuito a biaſimo a Callippide 8c horaf ad altri fi come a que,li
‘ a’ qualinon raſſomigliano ledonne lioneſte.Oltre aciola tragedia ſipuo
a’ anchor-a ſare ſenza il mouimëto ſuo ſecondo che ſl puo l’epopea.Per
a’ cioche per la lettura è maniſeſta quale ſia-Se adunque nell'altre coſe è
,, mi *liore queſtoin verita non c‘ neceſſario,che vi ſia. Poi perche ha tut
,, te le coſe,le quali ha l’epopea,percioche l’è licito vſare il verſoeſſame
,, tro,&pche ha nó üa picciola parte(cio è)la muſica,&la viſta,perla qua
,. le ſi comprendono ſenſibilmentei piaceri.Appreſſo ächora ha la tizia
,, rezza nella lettura,&nell’operationiOltre acio il fine della raſſomi Ii
”anza ein minore lunghezza.Percioche il piu riſtretto e‘ piu diletteuqlc
ie
che non è il meſcolato di molto tëpo Et dico ſe alcuno componefle “
l’Edipo di Sophode in quíti verſi e‘ compoſta l’lliada.Oltre acio da “ -
mëo c’ di qual ſi voglia fia raſſomigliñza degli epopei. Et ci e‘ tìſto ar: “
gomëto che di qualüque raſſomigliíza ſi fanno piu tra edie.Percio- “
che ſe Fanno üa fauola e‘ di neceſsita o che dimoflrädoſi rieue appaia “
fia coda di topo,o che ſecondädo la lüghezza del verſo(appaia)acqui “
doſagna ſeme ſanno)piu,&dico come ſe di piu attioni foſſe compo: “
Ramon ſara üa,ſi come l’lliada ha molte coſiſa tte parti, 8d ’Odiſſeade “
quali perſe hanno grandezza anchora che quelli poemi quíto èpoſsi "
bile ſic-no ottimi,& raſſomiglianza maſsimamcnte d’üa attione. ì
SPOSITION Emyörof liv ci» *ris mmmís nneyoçi'ffiſiami n': 5mm” Kill”
(‘íſta particella ſi contengono le riſpoſte che ſi danno alle ragioni , le
quali ſurono addotte nella particella precedente per antiporre l’eñ
popea alla tragedia,&inſieme le ragioni,per le quali la tra`gedia ſi dee
antiporre all’epopea.Et perche le ragioni della maggioräza dell’epo
pea ſopra la tragedia erío due-,cio è la mEo grauezza,&la richiefia de
veditori piu intendëti,ſi riſponde alla prima ragione primieramente
conleſſando che piu grauezza èälla della tragedia quíto èamouimen
ti,ma perche cio c‘ peccato della rappresëtatiuaflnon della poetica fi
’ dice che nondee eſſere conſiderata come piu grauezza della tragedia
Poi dimoſtrando che queſta grauezza è commune alla tragcdia,& al:
l'epopea,ſi dice che non ſi puo addurre per pruoua che l’vna ſia da
antiporre o da poſporre all'altra,&vltimamente negando che la gra:
uezza conueneuole ſia grauezza ſi dice che non dee eſſere rcpurata
maggiore Eaueüa nella tragedia che ſi reputa nell’epopeaPoſda ſi
riſpondea ſeconda ragione,&ſi dice che alla tragedia ſi richieggóo
iveditori non mëo intëdenti,che all’epopea potendoſi la tragedia leg
_gere ſenza niuno mouimento,o altro arneſe ne piu ne meno come ll
`ſa l’epopealfla accioche bene s’intendano quelle riſpoſte è da ſapere
chela tragedia pun eſſere granata per cagione dell’arte rapprcsëtati:
ua in due modi o perche eſſa richiede per; ſua perſertione la predetta
arte,la quale comprendela Villa 8( l’harmonia anchora che nella pra
detta arte nOn ſi commetta errore niuno,o perche puo eſſere grana:
ta non ſolamente perche eſſa richiede la predetta arte,ma perche nel
la predetta arte li commettono errori.Se nell’arte rappreſtntatiua ſi
commettono errori non ſi deono attribuire alla_ tragedia,ma alla rap
preſentatiua,&di quella `erauezza ſi parla nella prima &nella ſeconda
riſpofla,ma ſe la tragedia è granata pche richiede l’arte rappreſentati‘
ua qucſta grauezza non ſi puo domandare accuſa della rappreſen:
D dd tatiua
tatiuamia èaccuſa della tragedia , & perche la tragedia è ſpetie della
pOctica-ſi dee domandare acCuſa propria della pocricaAlla quale ac
cuſa ſ1 riipond: nella terZa riſpoſtainegädo che ſia graueZZa citta ri:
chicſtafiora è da porremente clic di ibpraAriſtorcle quido parlòdd
la maggiore grauczza della tragedia per cagionc della richieſta della
rapprclèntatiua non parcua intendere le non della graueua che ha
la tragedia per cagionc della ricliieſla della rappreſenta-nua, la quale
non c‘ ricliicſta dall’ep opea,&non per cagionc anchora degli error-1,_
li quali ſi poſſono commettere nella rappreſentatiua.Et qui non dimc.
no lì riſponde quaſi ſoffi: detto che la tragedia r'oſſc grauata dell'üa
&dell’altra coiaJ’ercioclie :gli giudica the la tragedia non ſolainéte,
ſia da alleuiarc della principale gramma che cra,chc cſſa foſſe.- caricata`
ta dell’arte rappreſentativa,ma anchora di @lia dic l’è accidentale 8c
per accidëtc la poteua aggnrauarsflhe c‘ il cómcttcre errore nella rap
Preſcntatiua,înti is: mpeg-,á ;arm flîs ray-z’… ”ù ;SW-chain img. ìn‘a dan’.
"ng-,uh .ll-all‘01" img ìmn’u mari'Ì-Q-ömiim'Î-F. Wella è la ièconda
riſpoſta,che ſl da alla maggiore grauczza clic part-11a poſsibile ad aue
nirc alla tragedia pergli errori che ſi poſſono commettere nella rap:.
preſentariuada quale non lc puo elìèrc attribuita a maggiore grana-2
za eſſendo l’epopea ſottopoſta a queſta medeſima grant-71a concioq
fiacoſa ehei recitatori dell'epopca commettono altrcſi errori nella
rappreſentati” facendo alcuni atti 8( mouimcnti che non ſi comic-nr_
;ono ſi come ſaceua Sofiſtrato, 8c cantando alcuno altro li come ſa;
ccua Mnaſitheo Opunteſe Nella quale riſpoſta Ariſtotele preluppo
nc chiaramente che l’epopea liabbia la viſta 8c l’llarmonia poiche- fi
poſſono commettere Errori negli atti,& nel canto di colui che rcci:.
:51,8: la poſsibilita del comxrctterglilìtarica la tragedia del peſo dc:
li errori commune nella viſta , 8: nell’lxarmonial’cnza hauer riguar:
o a quello,chc infino a qui ha inſegnatoxlic l'epopea non ha viſta,
nc liarmOnia,& a quello clic poco apprcſſo ſi dura. Hora-c" da due,
che perche nel recitare l’epopea la rappreſentatiua non ha luogo ſe
nonleggierm-:ntc s’è detto di ſopra che l’epopea non èaccompaç
gnata dalla viſta 8: dell’hamionia come c‘ la tragedia , nel rtcitarq
della quale la rappreſentanti-alia pienamente luogo# che il recitare
dcll’cpopca nOn moſtra altro che nullo ,che noflrano lc parole , 8c
lc parole ſono la dimollrationc dc la favola# d'ogni altra coſa, ma
la viſta k i’ll-armonia nella tragedia dimoèh ano altro che non dimo:
ſh‘ano le parole nel rappreſentare la tragedia. Hora ſe la rappre
ſcntatìua neli’cyopea è coſa tanto leggiera , &ſcperau da lei che
non
o
.
non ſanetcnga conto quanto èall’cſſcnfl'a dell'epopca perche vuZlc
z 8
Ariſtotele che gli errori comma-ſei incſſa ſirno pari di grauczza a
quelli,che ſi commettono nclia rapprcſt-ntatiua richicſta alla (rage:
dia f Et è da pen-:mente che il Farc troppi atti,e’l cantar:- ſono c017:
bidimcuoli nel recitare alcll’cpopca ſecondo che dice Ariſtotclc dan
donc l’cſſcmpio dclſare troppi atti in Sofifirato# del cantare m
Mnafithco Opuntcſe.
non lì conuiene, Et è da aggiungermi,
c’l profſicrtre che il Fare meno at(i,c]1::
”eno harmonicamcnteche non ſi
conuiene
uoîi ſarrbbono
*îITC Zulfl Farimcntc
Iſt'l'uflî :vida nel redatto
@l‘aula-aes". recita
'l'lflìf M’ 7mm: tore coſePurim::
EMF? biaſimc:
&C
Qx—ſta ("la riſpuſta che ſi da alla gra uczza , che ſi diceua eſſere nella
tragedia pci-che richicdcua l’arte rappreſentatiua nel recitarliJa qiia:
[enon richjcdcua l’epopea nel recitarſi, la quale: è queſtaflxci’artq
rappreſentativa nonci]decballo
clu nell'arte-,ſl co.. eſſerenon
reputata Qrauezza
dee clk-“cic- pm che
rcputato nongrauc
coſa ſi ptc:
ſe
non quando fi pecca nell’arte del ballo. Hora io mi credo che ognu:
no vegga quanto que-fia riſpoſta ſia poco a tempo,percioche ii pun:
to della diſputa non è ſe'a rappreſentatiua ſiafimplicemcntc grauc
o non graue in guiſh che ſi poſſa riſpondere-,che è grauc quando vi ſi
commette :non: &non è grauc quando li Fa bene non haucndo ri:
guardo che ad cſſa artc.Ma il punto della diſputa è ſe la tragedia, che
nchicdcl'artc rappreſentatiua,il che non Fa l'epopea,per queſta ri:
chicſta ſia piu granata ,che non è l’epopea. Et Fare che nOn ſl poſſa
negare che non ſia piu granata poiche ha quel a arte per ſoprape:
ſo & ſi puo non dimeno dirc,che non è piu grauata perciochc la tra:
gedia non manifì—ſta con parole quella parte di leiJa quale ſi manife
fla con la rappreſentatiu a,la doue l'epopea manifeſtato” parole cia
ſcuna parte di [ci. Non ha adunque la [tragedia la rappreſentatiz'
ua per ſoprapeſo, ma l’ha come parte ſua neceſſaria , la quale ſi
conti-ripone a quella parte ilcll'cpopca, nella quale con pal-ol‘: firma‘:
niſcſta la favola ,&pcrchc la rappreſentatiua la n aniſrſta piu Chia
tamente ſeguita che non tolamcnte non debba cſſere giudicata gra;
uma malcggierczza dçlla tragedia in riſpetto dell’epopeaLtcÌſta è
la diritta riſpoflaJB-l‘e mms &nat-?xmſhuuasíffi Intèdidefla rappreſen
tatíua , che cade ſono la villa , la quale è non ſolamente propria
della tragedia ma parte della tragedia come habbiamo detto ,
6: [a ſepera dal ballo , il quale quantunque ſi poſſa compren:
dCſcſOth l’arte rappreſentativa non dimeno non èproprio , ne
A ddd d a par:
arte della tragediaLaonde a noſtri‘ di ſi recitano le tragedie ſenza
allo.llballo adunque per ſe non è grave ſe non ſi commette errore
nell'arte del ballo,& vi ſi commette errore quando ſi balla raſſomi:
gliandoſi le ſemine dislioneſte ouili,& non le nobili 8: le lioneflc.M.-L
pOnmente che l’argomentare dalla viſta al ballo,o dal ballo alla viſta
per dimoſtrare la grauezza ola leggerezza della tragedia non èvgua
le nelodeuole- Percioclie la viſta quando è conveneuole non c‘di
ſoprapeſo alla tragedia ,ma parte neceſſaria , & anzi leggerezza clic
nò,ma il ballo quantunque ſia conueneuole è ſempre di ſoprapeſo
alla tragedia ,8c parte ſuperflua , 8: di grauezzalìt ſorſe queſte pa:
role rsù vui- Lirio” a; aim ihtuà'ich Wuz-*m ”won't-o‘: vogliono eſſes
re ſcritte coſi ”ù di; 2mm és oi’m iMuOiçxſ 7nd”; plyouyiwlí. Tg”
WM?! Wi Zinio xiid'o’ws :ma -rù ’dv-{Fd Zar-tgii immila 473?: ñ Ici-7|.
"o'pr qiaviçì Sani'- n's îsig. Weſta c‘ la riſpoſia clie ſi da alla ſc:
conda ragione addetta per l’epopea , la quale era clie l’epopea
era oggetto de veditori piu intendenti , percioclie ſi recitaua
ſenza viſta , 8c ſenza liarmonia , ö: ſi dice clie la. tragedia altreſi
ſenza movimento cioè ſenza viſta 8t liarmonia ſi fa vedere non
meno cheſi faccia l’epopea potendoſi leggere , & per conſeguen
te c‘ oggetto de veditori intendenti. Ma è da conſiderare che
non è vero che la tragedia operi quello , che e ſuo proprio ,
perla lettura ſenza la viſta ei movimenti , come fa l' epopea ,
cOncioſia coſa che eſſa ſia ſtata ordinata per dilettare 8t eſſere com:
preſa daglintendenti , 8c daglignoranti. Il che fa con molta agevo
lezza quando è rappreſentata con tuttoil ſuo arneſe ma rappreſen:
tata con la lettura ſola non diletta ie non poco gli'ntendentj ſecon:
(Lo clie anchora teſtimonia Wntiliano al capo terzo del libro vnde:
cimo della’nſormatione del dicitorc dicendo. Documento ſunt vel
ſceniciaóioresgui & optimis poetarum tantum adijciunt gratis!, vt.
nos infinite magis eadem illa audita quam leda deleölentwt viliſsimis
etiam quibusdam impetrent aures ., vt quibus nullus eſt in bibliotlie:
cis locvs,fit etiam frequens in tlieatris , ne diletta punto gl'ignoran
ti non eſſendo inteſa. Etcome vogliamo che con la lettura ſola ſil
inteſa dagl’ignoranti ſe- nella ſcrittura nen ſi contengono ſe non ccr:
te parti della tragedia,clie ſono la ſententia, il coflume , & la faueſh
mancandoui la parte principale cheèla favola , la quale conviene
eſſere ſupplita 8t imaginata dallo'ngegno del lettore & per conſe:
gucnte conviene che lo'ngegno ſia aguto. 8d`pſeculatiuoc`Ma l’epopea
orecitiſi oleggafi 'ſempre preſenta con leparole allo’ntelletto deli::
. ſc j
379
ſeoltatorep del lettore la ſauola,la ſentenzía,il coſtume,8c la Eine-lla,
cio è tutta l’epopea intera,ne conuiene che l’aſcoltatore,o il lettore
s’aſſottígli per imaginarſi 8c per trouare quello che non v'e‘.La onde_
gl’lgnoranti ſono partefici dell’epopea,&la'ntendöo quäu'iq; perauë:
tura `gli'ntendenci ne fieno piu partefici,&piu la’ntendano conuenen
doſi comprendere l’attione,& la favola per mezzo della ſauella li co
me ſi comprendono anchora l’altre parti dell’epopea. .Si chela tra:
gedía non faquello che èſuo proprio con la lettura come fa l’epopea`
6c non c` vero che richieda per eſſere inteſa (illa maniera di letto
ri intendcmi che richiede l’epopea. Percioclie gli richiede molto piu
irnendenti,&perche glirichiede piu intendëti in cio è piu grauoſa dal
la partedc "editori-La quale e concluſione dirittamére contraria a
quella che di ſopra pareua ſtabílireAriſtorele cio èclie quä to la poeſia
richiedeiveditori piu intendenti tanto foſſe meno grauoſa è 0719 ;5|
:LAM np'fluſhñrm oîzx &vwîop ämîi Èwìgxup. Wella e‘ vn’altra riſpoſta
data alla ſeconda ragione , 8: vno appreſtamcnro a dire le ragioni,
Perle quali la trag.dia ſoperchia l’epopea. La riſpoſta è colifarra…
o niamo che ſia uero , chela tragedia ſia piu granata di mouimen
ti,c ie non el’epopea,& che non poteſſe ſar quello,c]1e é proprio ſuo
ſenza mouimenti,& in cio foſſe da meno dell’epopea non percio la:
rebbe da poſporre all’epopea,poiclieſoyercllia l'epopea nell’altre c0
ſe delle quali ſi parlera Si clie ſe èda meo in vna coſa c‘da piu in mol_ ì
te,&ſe eda piu in molte non è neceſſario cliehabbia anchora qlla vna
&che l’auanzi ancliorajn quella vna per eſſere Ioprapoſta all’epo:
pea.Adunque ñroyeoòx’xvaflçîffl ‘4077] &Ira'eçxtqu- s’intende chela tragedia
fäccia quel‘lo che è ſuo proprio ſenza mouimenri non l’è neceſſario. i
La quale riſpoſta non è di molto valore ſe altro non fi dice. Percio,
clic cìſta üa]coſa,nella quale latragedia è da mëo che l’epopea puo eſs
ſere di maggiore peſo che non ſono tutte l'altre,nelle quali l’epopea
è da mëo clic non è la tragedia Hora s'apre la via a dire le ragiom P:
la tragedia dicendoſì. Se adunque eſſa tragedia e‘ migliore nell’altra.
coſe,perciocl1e con qua opportunira ſi diranno le coſt-,nelle quali è
migliore.ì’”x|1a J‘io’ri mln’qu ?rami ?mami-e ”ù Wuízçç ?Em xçíáîfl.
Puo la tragedia eſſere migliore dell’epopeain due modi, o perche
habbia quelle coſe,clie ha parimente l'epopea,migliori o perche liab:
bia altre coſe,che non ha l'epopea.Prima adüq; che ſi dica qUaliſieno `
quelle coſe,che ha la tragedia migliori che non lia l’epopea ſi dicequa
li ſonoqlle,clxe ella [121,81 non lia l’epopea, 8: a moſh-arleſi procede
per'qucſta via, La tragedia ha la fauolaicoſhmiJa ſentenzia, 8( le
Ddddd z ſauelx
r

fauclla,che ſono tutte le coſe, clic parimente ha'l’epopea, & oltre a‘


cio la tragedialm l’harmonia,8t lavrlhde quali coſe non ha l’epopea.
Appreſſe la tragedia ſi puo manifeſtare per due vie,l’vna delle quali
s’è la lettura,& l'altra s’e‘ la rappreſenta-tina La d0ue l’epopea ‘non
' fi puo rappreſentare ſe non per vna cio è perla lettura. Adunque
la trage dia-ha altre coſe,che non ha l'epopea,P0i ſi dice quali ſonole
coſe chela tragedia ha migliori che non lmJ'epopea. Et quelle ſono
tred’vna s’e‘ la conflitutione piu brieuc della fauola , l'altra s'e‘l'unita`
della fauola piu vence-,Sila terza s’è la pur atione delle paſsioni piu
vigoroſa,ma quella vltima coſa ſi riſerba a a particella` ſe ucnte. Se:
no adunque cinque le coſe, nelle quali la tragedia trapafla l'epopea,
& perle quali dee eſſete antipoſta a quella , ciaſcuna delle quali
eſlamineremo ì partitamente. Hora hauendo detto Ariflotele, che
la tragedia ha quelle coſe,che lia l’epopea perpetere dimoſtrare quel:
le che ha di piu poteua dire alcuno,che auegna che [rabbia quelle c0:
[e enon dimeno eſſa da meno perche n’hauna la quale ha l'epopea
di maggiore magnificmza cio è la ſauella non vſando eſſa il verſo eſ:
ſametro come vſa l’epopea. A che riſponde Ariſtotele che anchora
che la tra ed ia non vſi il verſo eſſametro lo potrebbe vſare,&non l'è
negato. a altri potrebbe di nuouo direJo concedo che la tragedia
otrebbe uſare il verſo eſſametro , 8c che non l’è negato,anzi ſo che
f’vſa in alcun luogo come nell'Edi zo di Seneca. Mitia Cadmxis reme
abunt ſidera Tlrebis Si proſugus iecen Ismenida liqueris lioſpes
Orc &ancliora Effuſam redimite comam nutante cnrymbo Mollia
Niſſ‘xis armatus brachia Thyrſrs &c. Et nella Medea pur di Seneca
Candida Thyrſrgeri proleslëeneroſa Lyxi. Meltifidam iam tempus
;rat ſUCCendere pinum dec. ’la quelli luoghi hanno alcuna ragione
[pedale per la quale vi s’vſano,cio è o per raſſomigliare il riſpoſe del
- la Pithia d’Apoilo,clie lo daua inuerſo eſſametro perle piu, concio:
ſia coſa che ſecondo che tellimoniaAriſtide nella lode di Serapidelo
deſſe anchora altuna fiata in proſap per raſlomigliare il choro a cui
è permeſſo
ceſſando percagione del canto
vnella ogni maniera
non de ver-ſideoperare
quali ragno
ni eneralmentc tragedia poſſono che
s'vſino .i ue ieſſamen-i con lode neglialtri luoghiſſi come per tutto
s'vſane nel.'epopea Et quantunque s’introduca vn meſſo o altra per
lena in tragediaaraccontare vn fatto auenuto,& pareſſe che ſimi:
le parte per eſſere narrativa d0ueſſe ricevere il verſo eſſametro atto
alla narratione non dimeno nel riccuc, ma vi s'vſa il giambo.Si clic
DOD
80
non è vero che nella magnificenza della fauola quanto è alla maiëiei-z v
del verſo la tragedia ſia da tanto da quanto e l’epopea con tuttoclic ,
lc ſia licito alcuna volta vſarlo ”ù o‘fl al ”.leàîi uíços nmflxîp ”ù vü 74”.
Î)@.Qllchìfl è la prima coſa,clic liala tra edia di piu che non lia l'é-po;
pea la quale e‘ l’hauerc la muſica,&la vi a , le quali non ſono vna più;
ciola parte,…f da ilimare poco.Et non fi puo negare che la tragedia
non habbia la muſica di piu,la quale non è parte vilc,&di poca (lima
ſe vogliamo chela muſica concorra di neceſsita a rappreſentarelatra
gedia,ma ſe è' auenicicciaöznon naturaleme ffipria della rapprcsëtatio
ne della tragediaflcſi potrebbe nó dimëo accóciamëtc accópagnarccó
la recitatióc dcll'ep opea ſc altri vole-ſiì-,nó dec nö ſolamète eſſere fli
ma ra parte di non picciola ſtima äzi dee eſſere ſtimata parte di non
niüa ſtima.Ne ſi puo ſimilmëce negarc,cl1c la tragedia nö habbia la vi:
fia,la quale nó èparre picciola nc di poca ſtima , ma ii puo ben ne=›'
gare che l’habbia di piu. Pci-cieche come liabbiamo detto la villa è
arteclella tragedîa,&dím0ſtra ſperialmère la fauola.La qual parte nel
?epopea è moſhma có parole ſole.N'ó lia düquela tragedia p hauere
la viſta coſa di piu,ma coſa diueria cio e palco,pſone,&attioni inluo
go di parole,le quali ha l’epopea. Hora chiama la muſica fliQQ‘ cio è
parte della tragedia ſi come chiamò anchora di ſopra &la viſta , di
intendi parte di qualiraJ‘iäcaf Eau..? (uv-'sawal in {is-ara. Se leggiamo
”ù -rèi Nusîxu come ſi legge in alcuni teſtifluelîe parole J‘o’ Tu &c-llan
no riſpetto ſola mente alla muſica,Bce pruoua clic eſſa muſica fia non~
picciola parte cio c‘ di nö poca filma poiclicper eſſamanifeflamëtco
efficaciſsimamentc ſi conilituiſce il diletto , ma ſeleggíamoxsù 1147-*
?+49 ’e'xu come lìleggein alcuni teſti lc predette parole liauranno ri:
ſpetto alla viſta,&c0ntcneranno la commendatione d’elſa viſta, per
la quale {i conflituiſceil diletto piu manifeſtamentc , 8c piu efficace:
mente,clÎc non ſi ſa per le parole dell’epopca. Et'dico maniſeſtiſsiz
mamenre perche alcuni teſti leggono Magris-mf, 8: dico efficaciisima
mente perche alcuni teſh leggono îiqrífara, im: ”ù 1B han‘fl 7x” ”sù h
1E &my-;6121, ”iii-ri 15V ?9091. Wella c‘lalèconda cola.(hc la tragedia
»ha di piu, che non lia l’epopea , la quale è,cl1e fi puo maniſcſtai'e 8c
per lex-lettura , & per l’attione rappreſentativa , la doue l’epopea
non ſl manifcfla lì: non per la lettura , opel* una attione,cl1e non
c‘punto o almeno poco differente dalla lettura. Et eda leggere f‘.
i4 Sua-ſmi!… 8c non i@ ?ſi àlnwgidu , non facendo mt ſtiei’e qui di
riconoſcenza ma di lettura ſccondo che ácliora s’èveduto diſopra. El:
, ci dob
\
ci dobbiamo ricordare di quello che gia è ſtato detto,cîo è chequeſtoñ
;vantaggio della tragedia che ſi poſſa manifeſtare per lettura ,Saper at
‘rione non l'è di molto auantaggio,percioche la tragedia perla lettura
non ſi manifeſta tutta &pienamente come fi fa l’epopea perla lettura,
neſi maniffſta piu chiaramente che non ſi fa l'epopea perla lettura
perle ragioni che ſono ſtate dette di ſopra. ’t'ri :ci w wifi-aims'… 16 1(
Ag- -nîi muſt-ius è‘ZÎWeſta è la prima coſa,la quale hamigliore la tra:
gedia che non ha l’epopea cio è che eſſa lia-la ſauola piu brieue , 8:
liauendo la fauola piu brieue , il cui termino di neceiàitaè riſtretto
dentro dallo ſpatio di dodici hore , il diletto è maggiore , che non
ſarebbe ſe foſſe diffuſo in molto piu largo tem po,come apparrebbe
per l’eſſempio dell’Edipo di Sophocle,ilquale riſtretto in poche ho:
re diletta oltra a miſura,ma ſe ſi diffondeſie in:tanti verſi quanti ſono
quelli dell’Iliada non diletterebbe ſe non pocoHora preſuppone A
riſtotele per coſa ſimplicemente vera quella che non è coſi cio e che
il termino della ſauola quanto è riſtretto in minore tempo tanto ge:
neri il diletto maggioreJl che non è ſempre ver0.Perci0che ſe ſi ri:
ſtringeſſe tutta l'Îliada nella ſauola d’vna tragedia non ſi generebbe
quel diletto,che ſi ſente (lell'lliada diffuſa in molti verſi,&di,&laragío
ne èeuidëte che l’animo liumano non puo intëdere in vn pſico di té:
po a molte coſe pienamëte,ne le 'coſe ſi 'poſſono rallargare,&manife- '
ſtare come ſi conuiene,doue è ſtrettezza di tépo ſi che ſi poſſa pren
derne il debito diletto.Perche altri puo vedere comeè poco lodeuole
laThebaida riſtretta in ſia ſauola di tragedia pla moltitudine delle co
ſe,ſenza che è poco veriſimile che cite attioni auëgano in Ea giorna:
ra.Appreſſo ächora che ſia vero qllo che dice Ariſtoxele,che ſe altri
componeſſe l’Edipo diSopliocle in riti verſi in quiti è cópoſta l’Iliaz
da non ſene prëderebbe (il diletto,che ſene prëde eſſendo riſtretto in
möo verſi ,non dimeno la tragedia non è percio da eſſere antipoſta al
l'epopea.Perciocl1e l’epopea non commette (ìſtO errore che diffonda
&iparga il poco diletto in moltiverfi come pare preſupponereAriſto
tele-,ma il molto diletto della ſauola ſua lſiga diſlëde come fi conuiene
nella quantita di verſi.li quali a proportione dellalunghczza della fa
urla non ſono ne piu ne meno clieſi ſiano que della tragedia a pro,
poi-rione della brenita della ſua fauola.Perche biſognaua clieAriſtote
le ſe voleua Jpuareche in qſta parte la tragedia foſſe da ſopraporre al
l'epopea,moſtraſſe che il poco diletto d’ vnabcoſa picciola ſoſle da
ſtimare piu che il molto d'vna COſa grande , il quale non ſia mi
' nare
381
”ore hauendo riſpetto alle parti, come ſarebbe ſe haueſſe prouato,
che foſſe da ſtimar piu quello diletto, che h ſente d'vn bicchiero d'vñ
no ottimo vino,che quel diletto che ſi ſente d'vn fiaſco di vino non
meno ottimo. ll che non ſo come ſe l'haneſſe powto prouare , vò ,ap
Wwf niro-ii mMZ} &c. e‘ da leggere -iò ”affidi-:ep :Drop ’i armi; &C. ll
che altrianchora haueduto , 7M a‘. oiJ‘ſmup oil- 'IÒQIGQGMÉUÒ intende
d'Edipo il tiranno 6: propone queſlo eſſempio ſi comeſopranoſi
come habbiamo veduto di ſopra, 77; Îrëp .aſa inni-@ñ- iu'nurisí ”Sp in”
”in O`ueſta è la ſeconda coſa che ha migliore la tragedia dell'epoñ
pea,laquale è,che eſſa ha la fauola,che èvna ſi come è fiato detto che
Vuole eſſere vna,& diſteſa in quanto ſpatio ſ1 conviene, la doue l'ex
popea l'ha non veramente vna ſe noi la Patagonia mo a quella della
tragedia poiche di qualunque fauola d'epopea ſi poſſo no formare'
piu fauole di trafgedieſe vogliamo che la fauola ſia conueneuole al
'epopea. Ma ſe oſſe tale,che non ſene poteſſo no formare piu fiuole,
& Foſſe veramente vna quale e` quella della tragedia conuerebbe che
foſſe o troppo brieue & non conſaceuole alverſo dell' opea,& al
la lunghezza ſua,o conuerebbe diſtendendo la quanto iconueniſſe
all’epopea,che foſſe come èil p0co vino miſchiato con molta acqua
accioehe poteſſe riempiere il vaſo grande ma ſenza il buono ſapore
priſtino. Et poiche Ariſtotele di ſopra chiamò la ſauola anima della
tragedia faccia mo chiaro c0n queſta traslatióe quello, che in quello
luogo Vuole dire. La ſauola della tragedia è nó ſ0 amëre comev na ani
maad vo corpo di tragedia,ſi come vn corpo nö dee eſTcre ſoſienuto
ſe nö da vna anima,maè anchora cöe'vni a nima,che è atta a riëpiere
il corpo eſsèdo d’vguale miſura,ma la ſauola dell'epopea pche il cor
po dell'epopea edi miſura vie piu grande, 81 piu capaCe,clie nó è vna
anima ſola,cio e‘ Vna favola ſolaxóuiene ſe vogliamo che (illo corpo
ſla ſoſtenuto & riempiuto , o che piu anime cio è piu ſauole faccia no
Vna epopea o che vna anima ſi faccia rada , & perda la ſua naturale
ſpcffezza per potere occupare tutto quel gran corpo,o che il corpo ſi
tronchi,& s’accorei` & s'adatti alla picciolezza dell'a nima. Lequali
ſono tre ſco nueneuo'ezze molto biaſimeuoli , niuna delle quali cade
nella tragedia. Adunque ella ha queſta parte della fauola molto mi:
gliore che nOn ha l'epopea. Hora qui Ariſtorde preſuppone chela
fauola della tragedia ſia v na cio e‘ compoſta d’vna attione ſola. ll che
molto chiaramente diſſe di ſopra,ma ci dobbia mo ricordare che hab
bia mo montato che non ſi puo ſar tragedia ojcomedia, che ſia lode
vole-,laquale non habbia due attioni cioe‘ due fauole quantunque
Eee ee l’vna
l'vna ſia principale,& l'altra aeeeſlbria. Et appreſſo nOn è da tace
re che per eſſere il corpo della tragedia brieue in tempo 6c flretto in
luogo nOn puo riceuere fauola grande per tempo cio èſauola che
paſsi le ſpatio di dodici hore,nella quale coſa hanno peccato Euri
pide 8t Plauto 8( altri,ne puo riceuere fauola grande pe; moltitudi—
ne di coſe.ln che hanno peccato coloro che hanno riſtretta la guer
ra Thebana in vna tragedia,& ſimili materie percioche non èminore
errore aſſegnare vna anima grande ad Vn corpo picciolo cheaſſe*
re vna anima picciola ad vn corpo grande,concio ſia coſa,che ſi con
uenga appiciolare l’anima 8K florpiarla , o aggrandíre il corpo oltre
alla naturale ſua miſura. ll che auiene nelle predette tragedie. An
chora Ariſtotele vuole che il corpo dell"epopea ſia tanto ſmiſurato
che non ſi tru0ui vna anima ſola , che lo poſſa informare tutto , &
percio vuole elica fare vna epopea ſi richieggano piu fauoleLaqual
coſa èdirittamente contraua a quello , che noi veggiamo ne carpi
deglianimali naturali,… ciaſcuno de quali e` vna anima ſola, o ſia ba
lena,o lionfante,o gigi-te, o na no, 0 moſchi no. Perche diciamo che
queſto non è vero, ma ci ſono dell'anime cio e‘ delle ſauole randi
coſi come ci ſono de corpi grandi, 8L dell’anime mezzane,& picciole
coſi come ci ſono de corpi mezza ni &- piccioli. Ne perche d'v na ſp
uola epopeica ſi poſſano formare piu fauole tragjce ſeguita che tìlla
fauola nOn ſia vna ſi come ciaſcuna di quelle tragico Formare è vm
perquelle ragioni che di ſopra furono dette,anzi l’lliadaJa quale ſe.
condo Ariſtotele è informata d'v na fauola , della quale ſl poſſono
far piu ſauole rragice non èveramente vna fauola intera , ma vol
parte eſſendo vna parte d’vna attione troppo [figa cio è della guerr
Troia na ſi come di ſopra ſi diſſe. Hora i0 veggo,cl1eil corpo della
|ragedia,.& della comed'u dee eſſere di certa ditermi’nata grandezza,
percioche douendo monta re in 'palco ,.& dimoſtratſi al popolo rz.
gunato nó vuole eſſere d’vna hora o di dueme paſſare la duodecimz
per la ra iene detta altra volta,& per conſeguente la fauola parimëte
Vuole ere d’vna certa diterminata miſuraffionſaceuole al predetto
eorpo,ma non veggo gia che il corpo dell'epopea,alla quale Ariſto
teleaſſegnala let-tura ſola per moſtrarſx,& non è neceſſario il venire
in pa nca in piazza dina nzi al popolo,debba eſſere d'v na diterminata
miſura,& tanto meno d’vna coſi grande che vna fauola ſola non la
poſſa riempiere.So no adunc'; delle ſauole picciolo , delle ſauole mez
:ant-,Gt delle ſauolegrandip anchora grandilhimedequaliſo no ſog
getto cóueneuole all’epopea ma le picciole non poflbno comparire
m
, . _ - . , . _ 381
ln piana colcorpo ſuo proportíonato , & ſe altri vela voleſſe ſai—e
comparire,cóuerrcbbe diſſoluere la Fauola,& farla grande tanto che
` poteſſe riempierevn corpo mezzan0,ma ſe c` grandiſsíma no n con:
uiene riſtringerla , percioclie per diviſione de libri ſipuo tagliare in
parti,'& recitarne vna parte perdi,ma delle ſauole della tragedia non
luiefle coſi,cócio ſia coſa che le ſauole della tragedia vogliano eſſere
nepiccioleme andiſsime,ma mezzane, 6: tanto gra ndi~ che occupi
no il corpo del a miſura d’vn giorno. Lequali ſauole non veggo ra
gione in contrario perche non poſſano eſſere ſimilmente ſog etto
eonueneuole a verſi dell’epopea, l'0 dico di quella epopea che i dee
recitare in piazza al popolo ſenza cadere in quella ſcOnue neuolezza
nella qua le preſuppone Ariſtotele che debba cadere.La raffomigliíza -
Che-e propria dell'epopea e‘ meno vm , che qual ſi voglia raſſomir
-àlianza che è propria de tragici. Percioche non ha l’vnita perfetta 5c
abile,ſe d'v na ſi‘poſſono ſare piu faut-le tragice,ciaſmna delle quali
èVna,& di ciaſcuna tragica non ſene poſſo no far piu. Età da ſuppli
re. Elſe vna quale e la tragica non ſi conuiene alla lunghezza epo—
pcicap ſi conuiene guaſtarla perfaruela conuenirefluîayà in za‘,- **om-5
OuÎl mit-'dm ”AJ-s -rmgá‘i'n fl'vov'ſau. Perche della ſauola dell'epopea, io
dico di quella che ègrídiſsima ſi poſſono formare piu fauolc di tra‘
gedie prende argomento Ariſtotele che la ſat-ola epopeica non
[ia vm , [l quale argomento non è miga dimoſtratiuo , percioche
quella parte della ſauola epopeica , della quale ſi ſin-ma la fauola tra
gica non illa in detta ſauola come ſauola , 6t comevna ſauola , ma
vi ſia come vna parte della fauola epopcica , laquale non è ſe non
vna , 8: ſi come veggiamo che l'ira d'Achille , che e‘vm Fauola epo
'eica, è non dimeno parte deila guerra Troiana, laquaie ſarebbe
auola meggiorc Vna epopeica , öz in lei , non iſla come vna ſa
uola , ma come vna parte , & di queſta parte Homero formò la fa—
uola della ſua lliada come teſtimonia Ariſtotclc. Se adunque vm
ſtatua di cera d'Vn gigante è formata non reſta d'eſſere vna per
che d’vna coſcia , o d’vn braccio ſi poſſa formare vna ſtatua d’vn
commun‘ale huomo’, & ſara coſi vna fiatua quella del gigante co
me quella del cominunale huomo perche non ſara coſi vna ſauola
quella dell'epopea come è quella della tragedia quantunque quel
la della tragedia ſia formata da Vna parte dell’epopeicaf Ma dira
alcuno pure la ſauola della tragedia epiu veramenteVna perche di
lei non ſi poſſono formare piu fauolc minori, coſi come ſi form”
no della fauola epopeica piu fauole minori quali' ſono le traghe
ñ ' Eeeee z . A che
\
A clÎe fi riſpöde, che parimente delle parti di quella o degli epiſodi fi
potrebbono formare altre favole , ciaſcuna delle quali ſarebbe vna,
ma perche ſarebbe brieue non porrebbe mótare i n palco o venire in
piana per la ſua brevita,& nó perche non_ ſi poteſſe formare, Bi 'non
foſſe vnaflse {Gru É 'lia #7309 :midiçi ’maria ;Cgax'u Pentium? :demi "ma.
Sei poeti prédono vno fauola conueneuole alla grande”; del veri
ſo epopeico la prenderanno compoſta di piu favole , ma ſe ne pren
dera nnOv na ſimplice conuerra che Faccia no l'Vna delle due coſe,o
che accorcino la lunghezza del verſo epico accioche la miſura ſi con
faccia con la bremta della. ſauola, laquale dimoſtra ndoli ſotto quella
catena accorciata parra fuori di miſura brieue , & come vna coda di
topo,o chela facciano lunga cOme è la miſura debita della catena del
verſo epico accioclie la poſſa riempiergöt riiiſcira ſenza ſapore buo
no naturale come ſa vnaouantita di buon vino ma minore,che non
è la capacita del vaſo, i] quale vino ſe viſi meſcola acqua , perche ſia
vguale alla capacita del vaſo perde il vigore ſuo natia. Hora è da
porre mente che è da prendere HU‘BQO‘J in queſto luogo ſimplicc mére
per picciolo, & pei‘ brieue, percioclze la codadel topo non e' brieue
in riſpetto del corpo del topo anzi è lunga , ma è ſottile & perche è
ſottile vna maniera _di verſi eſſametri , che nell vltima ſedia hanno il
pirrliicliio in luogo dello ſpondeo ſi domanda ping@- , quaſi ſi dica
verſo di coda ſOttile, il quale con altro nome ſi domanda anchora
Mag@- cio è verſo di coda diminuita , 8t alcuni neda nno eſſempio in
quel verſo di Virgilio, Wanquam animus meminiſſeliorret luduc’la
reſugit. E anchora da porre mente , chela traslatione del vino in
acquato non ſerue molto a quello che vuole ſig nificare Ariflotele,
percioclie ſe non habbiamo tanta quantita di quel medeſimo vino
per riempicre il vaſello,noi vi meſcoliamo altro vino, 8K queſto me
ſcolamento ſi puo domandare meſcolamemo di due ſauole diverſe,
leq‘uali ſieno pogniamo tragice accioclie poſſano eſſere vguali alla
miſura epopeica, o vi meſcoliamo acqua , 81 queſto meſcola me nto fi
puo domandare meſcola mëto di' due ſa uole,l’v na delle qu «li ſia po
giiiamo tragica, & l’altra comica accioclie ſieno vguali alla miſura
dell'epopeica,ancliora che non fieno manczti di quelliliquali hanno
fano delle tragic omedie cio è liíno meſcolara acqua,& vino inſieme
ſenza eſſere coſh'etti da miſura dell'epopea. Ma conueniua in trasla
tióe prëder coſa laqunle riflretta inſieme foſſe vii-tuoſa,& di cei ta na
tura,& di certa poca (luitltafille diſſoluta mutaſſe natura,& creſccſſe
per ſe ſenza giunta d altra materia ſe voleua egli pridere ti-aslationa
ñ . conueneuoi'c,
i
38;
conueneuole , come ſarebbe fiata,vna quantita di terra,clie díſſoluta
fa gran quantita d'acqua , o vna quantita d’acqua ,che diſſoluta fa
gran quantita d’aere,o vna quätita d'aere clie diſſoluta fa gran quan
tita di fuoco, & ciaſcuna delle predette coſe diſſoluta cambia natura
6t perde il ſuo na_tvrale vigore. Diche parla Platone nel Timeo,
îip Miſa!, M70 aio‘: 'dei iii_ Medio“ m‘áëwp i d’uyxepiiiipi’i ai'… Sei poeti
prendono piu Favole traoice, ciaſcuna delle quali ſeperatamentc per
la ſua brevita non conviene alla miſura del verſo epopeſco per ag
guagliar gliele ſeguita che non ſieno Vna favola , ma piu ſauole 8: ſe
ſono piu favole eſ$i peccano ſecondo clie s'e‘ dimoſtrato di ſopra. ’
Poiclie adunq ue gliepopei .non poſſono prendere vna fa uol a di
quella forma 6c miſura ,,clie ſi moſtra perſetta,ne parimente piu ſa
uole èda concludere clieeſsi in queſta parte ſieno da meno che non
ſono i tragici. Ma perclie di ſopra ſi diſſe che Homero preſe vna ſai
”ola ſola,0 lapiutrailſie
allungarla toltodivna
ſua parted’vna actione 8t nó piu
forma perſormarel’lliada , 8:favole, ne per
preſe vna fa
uola ſola perſormare l'Odiſſea , delle parti di ciaſcuna delle quali ſi
Poſſono formare piu favole di tragedie ſi concliiude di neceſsita che ’
nó ſia vero clic l'lliada liabbia ſoitopofla vna ſauola ſola,o l’Odiſſea
ſi riſp0iide,clie quantunque veramente nOn liabbiamo l’vnira per
fetta della fauolamon dimeno l’hanno quanto è poſsibile , 8c le piu
favole ſono inguiſa compoſte inſieme clic paiono vna come per da
re vno eſſempio le colonne del marmo clie ſono ſmiſurate nel porti
co della ritonda o del Pantheon a Roma tempio edificato da Marco
Agrippa auegna che ſieno di piu pezzi ciaſcuna di marmo, i pezzi vi
ſonoingmſa commeſsi inſieme clie niuno le givdiclierebbe eſſere
d’altro clie d’vn pezzo ſolo ciaſcuna. Della qualcoſa perclie di ſo
pra s’è parlato aſſai altro piu non dico.
PA RTlCELLA TERZA- E'i ;ip wii-iui: n J‘iaqa’içi ”Ea ”ü T71. w 7F: r'ix.- ì
m ’igm, NEW}- fli wa'ii’àu &J‘ai-(u) UIF—1°] Seu-rà: , 'EMI ridi- e’ipfl’iilw ?allfaf 7?; “
”fé‘ſîüf Zip ’iii ”Emy 'ñ’i Tini/J ”xi-ir@ -n'i's immane:. “
CONT ENENZA. Sentenza per la tragedia ſi per le coſeſopradeite
[i perche ſaquello clie è proprio della poetica.
VVLGARlZZAMENTO. Se adunque c' da piu per tutte ueflc “
coſe,& anchora per opera dell'arte percioclie eſſe non dCOno are il “
diletto comunque ſia,ma il predetto,ma mfeſta coſa è.clie quella che “
piu toccai'l fine ſara migliore dell‘epopea., l*
SPOSlTIONE. Raccontare prima le rngio ni,,clie parevano mettere `
l’epopea auanti alla tragedia , 8t poi le loro riſpoſte, & vliiim mente
` Eeeee z f raccontate
l

raccontate le ragione che paiono mettere la tragedia auantí all'epoì


pea,& quaſi formato vn proceſſo Ariſtotele come giudice da la ſen—
‘ tenza per la partedella tragedia antiponëdola all’epopea perle coſe
dette di ſopra,& per vna ragione che egli di nuouo adduce. Laq uale
è chela tragedia opera quel diletto che è piu proprio dell’arte della
poetica che nö fa l’epopea. Et perche il diletto è il fine della poeſia,
ma non ogni diletto,eſſendo quel diletto che e‘ ſuo proprio, al quale
line e‘ piu indirizzata la tragedia che l'epopea , ſeguita che la tragedia
. "\
come membro della pocfia piu partcfice di queſto fi ne ſia da antiporre
all‘epopea come a membro meno partefice. Hora Ariſtotele né dice
qui uale ſia l'opera finale dell'arte della paeſia , nella quale ſia que
llo giletto piu proprio dell'arte della poeſia , Ma ci dobbiamo ricor:
darediquello,clie è ſtato detto diſopra che il fine della poeſia èil di
letto & che il diletto ſidiuide in due parti , l'Vna e‘ diletto oblico , &
l’altra è diletto diritto. ll diletto oblico e‘ proprio della tragedia , il
quale ſi ſente quido in tragedia ſi rappreſenta vno auenimenro ſor
tu noſozper. loquale Vna perſona da benc- cade di ſelicita in miſeria,&
pare eſſer generato dalla compaſsione , 81 dallo ſpauentn nella guiſa
che dicemmo di ſopra. ll diletto diritto di nuouo ſi diuide in due pr.”
ti,l'vna è di quello che ſi prende dall’auenimento delle due diuerſe
erſone buone & ree felice per le buone,& infelice per le ree , 8: l'al
tra è di quelle , che ſi prende dall'auenimento felice per l'vne , 8: per
l‘altre perſone diuerſe. Di quefle la prima parte è propria dell’epo
pea,& la ſeconda e` propria della comedia , ne il diletto diritto puo
eſſere generato da ſpauento o da có'paſsione. Hora queſte due parti
principali di diletto oblico 81 diritto ſono proprio dell’arte poetica
generalmente parlando ne vna è propria , o meno propria che'
l altra qua munque conſiderate le ſPL ie l’v na ſia piu propria all’una
‘ ſpetie che all'altra. Perche pareclie riſtotele non parli molto pro.
pria mente dicendo che il diletto generato dall'epopea , 6! Proprio di
' nella non ſia diletto proprio dell'ar e poetica,& ſia meno il fine,cho‘
non é il diletto generato dalla tra e ’a. Ma doueua dire che la tra
gedia liauendo per fine il diletto o licodi neceſsita generaua lo ſpa
O
ue nto,& la cópaſsione,& generando ſimili paſsioni era di maggiore
vrilira,percioche purgaua glianimi da ſimili paſsioni nella guiſa che
diſſe dl ſopra,ſ`e pure per contradire a Platone ſuo maeſtro tanto gli
'premeua queſta pur atione delle paſsi0ni. Et c` da porre mente che
nomina p v na coſa eſſapò -nîs rixvas ?mp 8t ü ”WM-‘c3 Morſe-3,8: -nì 106-.
L’effetto dell’arte poetica, e'l fine dell’arte,clie non è altro alici] di
: . ñ . letto
384
letto non qualunque diletto ma il diletto oblico. Ma perahentu'ra ſi ,`
potrebbe no conſiderare le ragioni della tragedia,& dell’epopea per
altra via che non ſono flate confiderate da Ariflotele , & ſi potrebbe
dire che la tragedia e‘ da mettere auanti all'epepea per due ragioni
ſpetialmente,8t perche diletta piu , 8c perche in farla viſirichiede piu
ingegno. La tragedia menata in palco & accompagnata dalla villa
conueneuole diletta iveditori ignoranti 8t intendenti molto piu ſe—
condo la propertione della ſua miſura che non fa l’epopea,& a ſarſi
richiede maggiore ingegno del poeta che non richiede l’epopea
Percioclre gran diſficulta è introdurre perſone varie che ſauellino
continuamente ſecendo che co nuiene al grado loro 8t fauellino in
guiſa chei ragionamenti loro ſieno aſcoltati d'olontieri,& q uindi H0
mero ha vna delle randiſsime ſue lodi ſecondo Ariſtorele come hab
biamo veduto,che iauellando egli poco di ſua perſona introduce al
trui a fauellare cenſeruando il coſtume della perſona introdotta. Et
appreſſo ègran difficolta a conflituire v na ſauola le cui parti tutte
ſecondo i] veriſimile auengano non ſolamente in picciolo termine
di tempo come ſono dodici hore,ma auengano anchora in picciolo
termino di luogo come vna caſa,o v na citta , 8t fra certe poche per
ſonoMa dall'altra parte l'epopea,percioclie non è riflretta ne a cere
to di terminato luogo 8t tempo come è la tragediaſil puo liauere gli
epiſodi piulunglii,piu vai ij,& piu di numero, puo anchora porgere
diletto piu largo,ma non piu intenſe ſecondo la proportione, ſenza
che ha vn'altro aua ntaggio,clre tratta dell’attioni non ſolamente de
glihuo mini,& degl’lddi) ſceſi di cielo in terra,come ſa la tragedia,ma
e;n‘'ñ-’a.—.nìu degl’lddij anchora dimoranti in cielo ſenza condurgli in queſto
mondo quando le piace. Et non pur tratta i'attioni degliliuomini &
degl’lddi) apparenti, ma tratta anchera quelle, che non ſono appa-~
renti come ſono i penſicri ſecreti che fi volgone per lo petto loro,&
l’attioni fatte,& le parole dette ſenza teflimoni. Ma lqua …nq queſti
priuilegi dell’epopea ſieno gridi,& atti a dilettare a ai non dimeno
_ñ—`~`Ì-— perche ſi mandano ad eſſecutione con minore fatica d'ingegno del
poeta che non ſl fa nno le parti della tragedia conuiene dire chela
tragedia ſia da reputare poema di maggiore ſtima. l
PA RTlC ELLA QVABTA. ”tçi i? o'Îip rçawd‘ias ”Pi {mutui-15m‘: ìu‘röf, u
”il 143d èl‘üp ”ù ns" “tg-Sp èurrSp,”`u 7156,” ?i J‘txçigipuù 'Fd (il); fill”ſllüſ ai‘luu A"
”li mi {mid-Lde rob. Mida-1p, ripido ”GE-nt. fl
CON I ENENZA. Racconto d'alcune coſe dette‘. '
VVLGARIZZAMEN TO. Adunque della tragedia, 8: delläpäp?” i
’el e, `
/
J, & d'cſſe,& delle ſpetie & delle parti loro,&quante( ſieno,) 8: in elſe
,, fieno differenti,& quali (fieno) lecagioni del bene 81 del nOn bene,&
ñ,, dell‘oppoſitioni,& delle ſolutioni baſti hauerne detto tanto.
SPOSlTlON E. ln queſta quarta & vltima particella ſi contiene i]
racconto non di tutte le coſe dettein queſto libretto,percioche non
vi ſì fa mentione di coſa che ſi ſia detta nella prima,nella ſeconda,&
nella ſeſta parte principale; ma ſolamente ſi fa mentione delle coſe
dette nella tem-,nella quarta,& nella quinta parte principale-Lacu
de pare che cÌſto racconto non ſia poſto al ſuo luogo douendo eſſere
Poſto alla fine della quinta parte principale. Ma per ſoluere ſimile
oppoſitione ſi puo dire in vn de due modi, o che hauendo Ariſtorele
trattate le predette ſei parti ha voluto con queſto racconto ammo
nire il lettore qualidelle coſe dette fieno quelle , clte ſono ſpetial
mente dell'arte; 8t da fermarſi nella memoria per cumporre poemi,
o giudicarei fatti accioche non credeſſe che tutte vgualmente per
teneſſono all’artificio poetico , o vero che hauendo egli trattate le
predette ſei parti ha voluto con queſto racconto ammonire il lettore
quali fieno quelle coſe ,che ſono ſtate pienamente trattate,& delle
quali eſſu ſi compiace,ne vuole che altro piu oltre ſene cerchi’, quaſi
c0 nceda che dell'altre parti principali prima ſeconda 8t ſeſta ſi poſſa
trattare piu diligentemente,mgl E‘ Èpflqal‘ies xsù immniu, ”Pair-:ip , ſi*
gnifica Ariſtotele dicendo uh Europ d'hauere parlato della maniera
generale della tragedia. ll che manifeſtamente ha fatto difſiniendo
la tragedia eſſere raſſomiglía nza d'attio ne magnifica , 8: d‘lmuer par
lato della maniera generale dell’epopea. Il che non ha fatto ſe non
in quíto ha detto che eſſa raſſomigliai migliori come fa la tragedia,
uè èJ‘Zîp- intende maſsima mente delle quattro ſpetie della tragedia Cc
dell’epopea ſimplice,rauiluppata,coflumara, & doloroſa. Percioehe
della tragedia ci ſono altre ſpetie cOme quelle che ſono conflituite
per cagione del fine feliceöt infelice , o come uelle che ſono confli
tuite per eagione delle perſone ſimili,o dilèimiii,uü 15‘.: ma, Poma‘. ln
tende maſsimamente delle parti di qualita , lequali alcuna volta lu
nominate :cme ſpetie che nella tragedia ſOno ſei Favola, Coſtume,
Sententia, Fauella,Viſta , 8: Harmonia , 6t nell’epopea ſono quattro
Fauola,Coſtume,Sententia 8t Fauella- Et puo intendere inſieme an
che delle parti di quantita , clte nella tragedia ſono cinque’ Prolago,
Entrata del choro, Canti due coreſchi,& l’Vſcita ,ouero due Lega
me 8: SolutiOne,delle quali parti di quantita non lu fatta mentione
nell'epopea- Male due parti legame, &ſolutione hanno non meno
luogo
385
'luogo nell'epopea che nella tragedia ,teli ml@ ”ha ali Prima le
-parti ſono di due maniere cio e‘ parti di qualita , 6t parti di qua ntita.
Poi quelle di qualita ſono di piu maniere ſi come dicemmo facëdonc
ſpelialmtnte tre maniere, 81 quelle di quantita poſſono eſſere di due
maniere nella tragedia ,~& ciaſcuna maniera ha il ſuo numero delle
parti,lequali tra ſe ſono differe nti come s’è VCdU(O,VJ`-L ñ (3)@ a", -ri'vil
aida. G ran differenza è tra l'arte,& la rallbmigliíza.Percioclie l'arte
fa bene quello,clie fa perche ſa di ſar bene , ma non puo ſaper di ſar
bene ſe non ſa le cagioni del ſar benefit del ſar male. Et laraſſomi
glia nza ſa bene riguarda ndo ncll‘eſſempio altrui propoſto le per 0t
,limo ſenza ſapere le cagioni del ſar bene & del ſar male. Et. uindi
auiene che chiſa arte,& lei ſegue mai nó falla nell'operare, 8c c ie chi
non ſa l'arteauegna clic s’attenga alla raſſomigli'anza non ſempre
opera bene. Adunque nonſe nza cagione Ariſtotele come di coſa.
che monta molto fa ſpetiale ricordo in queſto brieue racconto d'lia
uere inſegnate le eagio ni per lequali ſieno formate bene o male la
tragedia & l'epopea,& le loro ſpetie,& tacitamentecómenda ſe d‘ha—
uere inſegnata queſta arte poetica lntomo a queſte parti come ſi deer
Perche altri. non ſi doura marauigliare -ſe noi altrefi ci ſaremo diſteſî
in alqua nte piu parole i n queſta ſpoſitione che non parebbono coit
;venire a COlUſ,Clle‘ſl cótentaſſe di ſtare dentro da termini dello ſpo
.ſìtore per manifeſtarezbene le cagionizínueſligate‘da Arifiotcle
del bene 6t del centrario di queſta arie, o per-trouarne
di nuouo delle traslaſciate da .lui o
per iſtudio o per altro
.riſpetto. -
e

‘1 Finiſce la /efla (a‘ »Itim parte principale della poetica d'jriflatrſe


' ìulgarizzamp- [polleſhuiſa in quattro particelle-,nella
qualefi dream-.:1c fia piu davpzrzzm
mi l'epopea ola tra
’Sedia,

THE" DELLA
DELLA POETICA D'ARI
STOTELE VVLGARlZZATA , ET SPOSTA,
dual-ì inſei pmi principali. La prima fi ridmide in noue particelle,
ì nella quale fi dite cbe cofix fia poeſia nigeria-ile
(a‘ m iſpetiale.
CON'I'ENEN’ZAv DELLA

'T P R l M A P A R Tl CE L L A. Titolo,& Propoſitione. i-I’


q S E C O N D A. Come maniera‘generale di poeſia è raſſomi‘
glia nza , &come le prime ſpetie ſono tre tra ſe differenti per
flormento, 6: per materia,& per modo. 6b'
T T ER’Z A. Eſſempio d’arti, nelle quali la raſſomiglianza ſi fq ~
per matcria,per modo,& per iſtormemo. s-b
T (LVA RTA. Alcuna poeſia vſa le parole ſole , come l'epo
' pea, ne ſi puo farein proſa, ne ſi diuerſifica per diuerſira di
Wrſo. ’ . io-z
q
ſ OJ"
mentiN verſoJrarmoni
T A. Wahpoeſie1,8( braſſomiglinoper
illo. tutti 8c tregliſior:
i :.6
(i` S E S T A. Come la poeſia ſi diuide in tre ſpetie. [9.1
T S E T T l M‘ A. Come ciaſcuna ſpezie di raſſomigliäza ſtormen
tale riceue diuiiione per le ſpetic della raſſomiglianza mate
fiale. i :gob’

T O T T A V A. Come la poeſia per ca 'one del‘modo ſi diuide im


tre ſpetie, 6: come ciaſcunaſpetieldeffa raſſomighíza materiale,
81 ſtormentale riceue diviſione per le tre ſpecg: della raſſOmi;
glia nza del modo. ~ zeb
1 N O N A. Chi ſieno ſiatii trouatori dellatragedia,;& della co
media. _ z a#

LA 'SECONDA PARTE PRÎNCiPALE


[iridiuide in ſette particelle-,nella quale fi .lire dell'origine
della poefia ingenerale; o* i” (ſpende

CONTENEN-ZA DELLA..
T P Rl M A P A R Ti C E L L A. Per laquale maniera d'huOi
mini ſu trovata la poeſia in generale”: come. 34b
Cl SECON
1 SE C O ND A, Per laquale maniera d'huominiſu tr0uate le
Î- p0efia in iſpetiale,& come. ’ 41 .a
q T E R Z A. Chealtroue è da dire ſe la tragedia ha le ſpetie b'aa
Ì ſteuoli,& ha quel valore leg endola che ha recita ndola. 45b
q Qy A R T A. Onde riceue lono alcuni accreſcimenti la trage
‘ dia , & la comedia, 8( perchi riceueſse la tragedia altri accreſci
menti, & alcuni mutamenti, 6t che certi altri ſenza ſaperſi
perchi. 46.;
T QV l N T A. Che il vitío in quanto muoue riſo èſoggetto della
raſſomiglianza comica. ;mb
‘I S E S TA. Che non ſi ſa ñperehi riceueſſe la comedia glialtri ac
creſcimëti a nchora che ſi ſappia p chi riceueſſe le ſauole. ”na
H S E T T l M A. -Wale conformita,& quale differenza habbiano
tra ſe l'epopea,& la tragedia. ;9.1
LA TERZA PARTE PRINClPALÈ
[i ridimde in Denti 0' lette particelle, nella quale
fi dice della tragedia*

CONTENENZA DELLA.
C P R l M A P AR TIC E L L A. Diſfinitíone della trageſi
ì dia. 6: b
'T S E C O N D A. Come fieno-ſei parti diqualita della tragediadöz
quali', &aqual maniera di raſſomiglianza pertenga ciaſcuna
fl t delle predette ſei parti. * öd-b
q T E R Z A. Della dignita di ciaſcuna delle ſei parti di ‘?qualita
della tragedia , 8t in qual grado ciaſcuna di loro ſi debba ;ri
- . porre, 74.:
il O`V A R T A. Da ragionareèprima della fanali-1,8: prima fi ra
giona cheſia perfetta ,o tutta. Biz-a`
T QVI N T A. Che la fauola debba eſſere grande-,Gt quäto. 89.3
T SESTA. Che laſauola debba eſſere vna , 8: quale ſia o non ſia
parte del tutto. 96.3
Qi S E T T l M A. Che la fauola debba eſſere poſsibile,chei nomi &
. le coſe poſſa no eſſere imaginati parte o tutti dal poeta. I0 l .b
fil O T T A V A. Chela fauola no'n debba hauere digreſSioní ſcon
ueneuoli V ` ‘ i: I .a.
T NO NA' Chela fauola debba eſſere marauiglioſa- l zz-b
Fffff z TDEClMAt
I D E C I M A. Che la ſauola debba eſſere rauiluppata-Che coſ’a
ſia Ìn’íçlfll’rfla cio è il riuolgimëto,& che ſia riconoſcenu. i; t.:
T V N D E CI M A. Che la ſauola debba eſſere doloroſa. 14 i.:
T D V O D E C l MA. Lui-fili fieno le parti di quantita della
tragedia. [43.:
Î D EC] M A T E R Z A. Wale perſona ſia da ſciegliere per
generare per riuolgemento ſpauento, &compaſsione , 8: qual
riuolgimento,& qUal cagione di riuolgemento ſia da ſciegliere
per ſar cio, Che lo ſpauento , & lacOmpaſsione poſſono eſſere
. - generati dalla viſta. - l 47@
E D EC l M A Q`YA R T A. Come ſieno-gliaccidenti horribili
& compaſsioneuolí piu 6t meno per amiſta, o per nemifla , per
.ignoranza o.periſcienza,pcr ſare o per eſſere per fare. [6 7.a
T D E C l M A QV l NT A. Chei coſtuiniſieno buoni,c0nue
uoli,ſimili,& Vguali. [77 b
T D EC] MAS ES T’A. Wanda ſi conceda la ſoliitionc della
fauola per ordigno,Che il poeta dee hauere appo ſe vno eſſcma
pio perfetto di coſtumi. Che la viſta 8( l’harmonia. non ſono
da ſprezzare. ”4 b'
fil D E C [M A S E T T l M A. Stormenti-della= riconoſcenza.v
Valore,Vſo,& Opportunita de predetti flormenti - 19:.a
*1; D E C l M A O T T A VA. Come-il poeta prëdendo la perſona
del veditore truoua il diceuole 8t ſchifa la contrarieta & come
prendendo la perſona del paſaionflto rappreſenti bene il paſ
fiomto, 6t come vniuerſaleggiando la fauola faccia bene le di
greſsionii aos. a
q D EC I M A N O N A. Che la tragedia ſi partein Iegame,&in
ſolutione,& che coſa fleno,che quattro ſono le ſpetie delle tra
gedie Rauiluppata , Doloroſa , Coſtumata , 8t Simplice , Cheil
poeta dec hauere tutte l’eccellenzedclla poeſia , ola maggior
parte.. a :3.1
T V E N T E SI M A‘. La confiitutione rappreſentatiua non dee
eſſere lunga quanto l'epopeica.Come il choro poſſa laſciata la
ſua prenderela perſona d’vn rappreſentatore 61 come non dee
cantare coſe ſeperate, Che il marauiglioſodeeeſſerc nella muſ
tatio ne 8t nella ſimplicita., z |9-a
1] V E N T E Sl M A P R l M A. Comedclla ſententia s’e‘ parlato
altroue,quali ſieno le ſ`ue parti,çhe la figurata profarenza non
pertcnga alla poetica-ñ z z ;.b
e T VENTI-lc—
I VENTESÎMASECONDA. Walíſienole parti della‘
ñ— fauella,che ſia element0,& quali le parti ſue. z amb
T V E N T E S l M'A-T E-R-Z A. Che coſa ſia ſillaba , che ſia le
game,checoſa ſia articolo- z ;4. b
Î V E N T ESL] M A (LV A R TA. Che coſaſia n0me,Che coſa
ſia verbo. Oglali ſieno le ſpetie del caſo, Che coſa ſia diſfinin’o:
ne,& quante e ſue ſpetie, come de nomi alcuno ſia ſimplice al:
cuno doppio- :za-a
T V E N T ES l M A QV l N TA. Che coſa ſia proprio ,lingua,
traslatione,fatto,allungat0,accorciato & tramutato 1441
Î VEN T E Sl M A S ESTA. ln quali elementi finiſcano i
, nomi maſchili feminíli & mezzani. :ça-a
T V E NT ES] M AS E TT i M A. Vale maniera di parole
faccia la chiarezza,quale l’humilta,quale la magnificenza,quale
l’enigma,quale il barbariſimo , quale la chiarezza & la magnifi
cenza inſieme,quale ſia piu ingegnoſa,& quale a quale maniera
di' poeſia ſia piu conueneuole, 159.8
[ZA (LVARTA PARTE PRINClPALE
[i ridini'de in quattro particelle , nella qualefi
dice ñ deſſe-pop”. -

CONTENENZA' DELLA";

T P Rl M A P A R TIC E L LA. - L'epopea ha la ſauola che ſia‘


vna‘ & tutta,ha leſpetie ſimpliee,raui|uppata, coſtumata, & do
Ioroſa,ha le parti‘ di qualita ſuori'ehe la villa, 8: la melodia , ſe
condo che ha la tra edia: , 277.;
T S E C O N D A.- C ie l'epopea ſia differente dalla tragedia per
la lunghezza,& per lo verſo, O`uanta debba eſſere la lunghezza
ſua. Perche ſia maggiore di quella della tr‘agedia,percheil verſo -
heſſametro ſia ſolo ſuo propriog _ 29; b
il T E R Z A. Che il- poeta vnen’dee parlare in ſua perſona , Che
l'epopea ècapace di ,marauiglia- piu che non è la tragedia , che ì
coſa eparalogiſimo- _ ;coib
1L (LV A R '11A, Che è da antiporre la’impoſèibilita-credibile alla
poſsibilita incredibile ,che non è'da ſar coſa nOn ragioneunle,
o eda ſar fuori della ſauola, che coſa' ſconueneuole fi toleri per
altri beni. O`uali parti habbiano o non habbiano biſogno d?
ſplendore di ſauella. - ` - 309, b
` Fffff z ñ L A~
LA Oli/[N TA PARTE›PR1NCIPALE
ſi‘ n'diuidcin cinque particelle , nella quale fi dice del
(“amigo- delle [caſe de poeti.
CONTENENZA DELLA.
Î PRIMAPARTÌCELL A. Clie il poeta raſſomigii'a ſe
coſe come erano o ſono , o ſi dicono ,o appaiono, o de0no
eſſere con lingue,con traslatio ni,con parole paſsionate,chc ci
ſono peccati d'altra arte, 6t della poetica per ſe, & per acci
- dente, i ‘ z :o b
T S E C O,N D A. (Luando li fittione delle coſe impoſsibili ſia
tolerabil:,ciie minore è il peccato per accidente che il peccato
Per ſe* z ;o-b
T T E R Z A. .Come per la varieta delle coſe raſſomigliate ſi ſol:
uono l’oppoſitioni. Come ſi cófidera il fatto o il detto k tica
i T beneA oR male.
T A. Come pervarieta di ſig nificatidelle parole zli;9.b
ſolo
ueno l'oppoiîtioni , 8: come altripreſuppoflavm coſa falſa
oppone poi quello che non dee. ;47”
\
U O`V1N T A. ndolo’mpoſsſhiledo ſconiieneuole,il contra
rio non fieno biaſimeuoli. (Mando lo ſconueneuoie, 8c la mai
uagita ſieno biaſimeuolifliie cinque ſonolo riprenſioni,8< do
dici leſolutioni. ;ag-a
f .1 `

`LA SESTA ET VLT|MA PARTE


principale ſi‘ ridiuide in quattro particelle , nella qualefl dice
quale /îa da prezzi-re piu tra l’epope
' o I.: tragedia.
CONTENENZA DELLA.
T PRlMA PARTLCELLA. Perquali ragioni l'epopea
ſia da antiporre alla tragedia. — , z a 7b
.
1 S EC O N D A, Riſpoflo alle ragioni dell'epopea , Ragioni del
l’epopea. ;76.5
1 T E R Z A. Sentenza per la tragedia ſiper le coſe ſopradette , fi
perche ſa quello,clie è proprio della poetica. _, a 8 ;oa
7 FLV AR T A. Raccontod’alcunc coſe dette. - ;34.1
Gli and
GLìerroriſcorſi nel bulgara c9- fammcndatiani; _ñ
s b i9 trouate,trouato. 9 a z;- greet, greci. iz a ;8 bia’si'mo, biaſìa
m0. n. b ;a arri,arti. 14. a i., chiamare,clxiamare- 14 b 7 co nfu
gere,congiungere. ida 8 alcuna,al‘cune. :o b 6 dalle,dalla. a I b 4
di quella,quella, :6 a ;altri,altre. 4t a 36 quali, quale. 44 a- 7
ſcluoc-,ſcioc-. 47 a 2 ſignificateflgnificare. ;i b' z r poſsiniofflroſ
ſimo. ça a ;7 non non è,nonn’è. oi a is- Patir,partir. 6: a ;Bebe
ha la,ebe la. 6; b ;9 ſeconda,ſecondo. 6,; b 9Cambiaffl,cambiare`
5;‘ b ;par,per. 67b :7 lequale,laquale. 78 a z z potel-befflotrebbe‘
78 b tz ſata,ſara 73 b i4 il è,èil. So b ;zcoſi,coſe. 8| a ;e truo:
ua,truouala- ' 8| b u vna, d'vna. 84 b : della, dalla. 84 b'ó delia,
delle. 86a ;e ma ha liora,ma- hora. 90 b :9 queſiagueſla- 95 b a
Homero,d’Homero. 97 b t mezzo le, mezzo delle. io: a 28 aue
nire,ad auenire, lo: b :Gfarmarſifermarſh io ;a 28 hiſtoria,poc
ſia. lo; a 1.9 poeſia,…flofla. ioe b-;s peramentr, perauentñ. [06
a ;9 verſific—,verific:. 105 b I ſeguire‘,ſ`eguita. toga zz momí, no
mi. u z a l z la,lo. ”8a lo Rodono,Rod-Îno. t ns b i clic-,non
ſapendo che, l -9 b' zi liebne,hebbe. I :o a 4 ſonamëtefi namëtc.
l :z a ;z di,de- l ;i b ;4. nella,nelle. [54 a i 6 rappreſentíte, rap
preſentata.
noſcenza. 154 1;;bbi4lqſecondafecondo.
caduco,caduto. [66 140 b zo ricoſeenza,rico:
a ;adello,da.llo. 174 b i
[aqueſte,queſto. 176 b a; dalla,della: iloa i; mezzanixmezZa.
no. l 80 b zçMelaníppc-,Nlenalippe. 181 a z e p’erguitarefflerſeguio
tare. i8; b za. Giouanni,Gia-nni. l86 a zo tiraiiflirato. :86 a ;9
fcannati,ſ`cannati i. 183 a ç ſappiamoſiappiano. [90b 4 ſarabbe,
ſarebbe. |9l a :s inſegnate,inſegnare. 19: b‘l l che nel,che è nel.
199 b i; nol,nel. |95 a l] ſapere clic-,ſapere :ox a 37cere,ceri
zoi a. ;7 medeſimo, medeſimi. ”z a 2 fliíìnaſſe,ſtimaſſe. :os b I
fa,ſa. :17 b |9la,lea zi 9 a ;4 rliada,lliada, zu a-t9 neſi , neſe'
ne zz; a [9 con traggconla tragu :za b 9 queſte,qucſto. 333
b ;z sforza,ſorza. :4: b :7 todel,del, a4; b :9 teffimon—,teſli
mona. 2473 e maneta,menata. 249 a4 veggianoyeggiamo. :yob
1 7 particolari, particolare. a” b ióapparira, apparira. a” b ;e
caccationc,cacciatone. :96a 7mandaſi, mandati. :5-8 a iz atte,
at-ta. :59 b‘ 16 fere,fece. zaoa 8 FalUO,ſaluo. :ei b 18 Perioclie,
Percioclie. :a: a :I abon'rnzabominn 26 e b 8 ſeperamente,l`epe
raramente. 167 a as della,dalla. 16 7 b tzdimofirate,dzmoſtrare.
:8; a i; deſiderei,delìdcrerei. a” bço della,delle. :94 b a Oda,
oe‘ da» ;o g a xs fauellaſiauola- ;09 a ó‘öclafit lo» 3:4 a zz ma
ſchiloy
'ſcltilo,maſchio. ;ezb M che eglí,che gli. ;66 a [9 de ſtaglia-'ſin,
;7; b I lequali poſſono eſſere &c. ln fino,la Wapedia. ſono da can
cellare. 370 a ;z due due,due- ;79 a 39 8t le,& a.
Gli errori ſcorſi nelgrero (a' ſerramenti-tieni.
S b ze Matiáouvts,ëmexaíſovns. 9 b 9 41g: Axe-,afg- zz a 4 ANIMA-Hp.
zz a 4 ëdéîtfidëis. gt a 2.7 &(0,4‘15. ”4; al.; &repevitusfiraçguidnn 4g
b ;4 ?Tagadxítitſſe’fiaçidkfliaíh ?I b37roivëp,ëtîö. 83 a g Magi-'tà ,ri-PMP"
mp. szbs imWi-rùsfiovxfnùt. 9; a ”Zac-MB”, 9qazätyòyjnap. [Olb
:6 rairopfrou'TOp. 10532.6 ſschàs,is-ogixàs. toeaupimwíflçawweçfli
regno:. 1 zz a [6 ”flçlml'i'la’mgmiîém [67”: èd‘ixaî,ëdio'mſ. 1 ”bs dusá
tti-,ruçádir ici a e Hugh'. ts l a 7’unchurata.nflmírqgc. ts z b ;6 in:
sidiyusádi. t 84 a z t 93X31“. l 84 b e miiíílſflií’ñ’íds. 1 96b ;4 ”Corr-L.
M0139]. :00b zz :riga-,Bpm :oz a z @ide-.:miao:- zo; a a iiiá‘uhos,
EMA”. 207 b [z yamîflaux’í. 217 b [7707]@,7IUYI'GL :3.1. b tz
&çálw’MMſh 238 a7 AEE‘ JÎQ—,éffi ÀÉÎO‘- 2:8 a 8 deÈidflö,dutJíîyd,
“a a l I MÌXBUWÎÒGW gg; a :8 dum’vmaflvo'wm. 3.53 a ;8 'really‘.
uni-ai). zs'z b za aida@- T'Jídflg‘ its-hr'. a” ai! ;neuv-tmflméua,
.Gli erroriſcorſi nel numero delle carte (-1' ſammendationi.
47-1“ 35',"- .87.8$'* ”JT 89›37- 9‘533- 95:93* 95294:
97,95'. 98,96. :60,261 .

Lo'ntendente <7- difireto lettore per /èemmendem gli altri errori.


minori o cofifatti perdonandogli a campofitori che per effere
”de/cbr’ (a' non ”pere la lingue con tutta la loro
diligenza non gli hanno potuta
[chi/47e

’ Non ſenza licenza deſuperiori.


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