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ABSTRACT
Buckling-Restrained Braces (BRBs) are a relatively recent development in the field of seismic
resistant steel structures. BRBs can be considered a structural system much more efficient
than classic concentric braces (CCBs) to resist earthquakes because they exhibit symmetric
load-deformation behaviour and large energy absorption capacity. Results of an experimental
campaign consisting of full scale tests on two reinforced concrete (RC) buildings equipped
with BRBs are presented and discussed. The experimental activity led to develop a novel ‘all-
steel’ BRB, which has been specifically designed for seismic upgrading of RC buildings,
without interference with functions and aesthetics of the building. Indeed, the main character-
istic of the novel braces is the possibility to hide them within the space between the two pan-
els of masonry infill walls commonly used for claddings of RC buildings.
SOMMARIO
I controventi ad instabilità impedita (BRB) sono un sistema relativamente recente nel pano-
rama delle strutture sismoresistenti di acciaio. I BRB costituiscono un sistema strutturale mol-
to più efficiente dei controventi concentrici classici per resistere alle azioni sismiche, in quan-
to esibiscono una risposta simmetrica in termini di forza-spostamento unita ad una grande ca-
pacità dissipativa. In questa memoria vengono presentati e discussi i risultati di prove speri-
mentali condotte su due edifici reali in c.a. rinforzati con prototipi di uno speciale controvento
ad instabilità impedita (BRB). L’attività sperimentale ha portato alla messa a punto di un tipo
innovativo di BRB interamente di acciaio, progettato specificamente per il consolidamento si-
smico di edifici in c.a., in modo da non interferire con la funzionalità e l’estetica dell’edificio.
Infatti, la principale caratteristica del sistema consiste nella possibilità di essere mascherato
nella camera d’aria tra le due fodere delle usuali tamponature in laterizio.
1 INTRODUZIONE
I controventi ad instabilità impedita, noti come BRB (acronimo inglese di Buckling Restrai-
ned Braces), sono un sistema strutturale molto efficiente per migliorare la capacità sismica di
strutture sia nuove che esistenti [1, 2]. I BRB risolvono la problematica dei controventi con-
centrici tradizionali, l’instabilità in compressione, che comporta una ridotta capacità del si-
stema concentrico classico in termini di assorbimento di energia sismica. Inoltre, rispetto ai
controventi concentrici classici (dove, essendo normalmente fissa la luce della diagonale, la
rigidezza assiale e la resistenza sono entrambe fissate dalla scelta della sezione trasversale) i
BRB consentono una maggiore flessibilità progettuale, perché permettono di disaccoppiare i
tre parametri chiave di progetto: resistenza, rigidezza, duttilità (capacità di assorbimento di
energia). Il principio di base consiste nel vincolare contro l’instabilità dei piatti metallici, la
cui sezione viene dimensionata in modo da consentirne la plasticizzazione e, quindi, l’azione
dissipativa. Il vincolo contro l’instabilità è talvolta costituito da tubi riempiti di calcestruzzo o
malta di cemento; in tal caso, le superfici di interfaccia vengono opportunamente trattate con
un materiale deformabile e antiaderente (da cui la dizione anglosassone “unbonded”), in modo
da consentire le deformazioni assiali e trasversali dei piatti di acciaio. Sono state proposte an-
che varianti tutte in acciaio, con collegamenti bullonati che consentono lo smontaggio in ope-
ra del controvento a scopo di manutenzione e/o identificazione del danno in seguito ad un ter-
remoto [3, 4, 5, 6, 7]. Inoltre, la soluzione interamente di acciaio presenta un peso minore e,
quindi, una maggiore facilità di posa in opera, oltre a costi unitari più contenuti della soluzio-
ne “unbonded”.
In questa memoria sono descritti i risultati di una ricerca sperimentale condotta su prototipi di
BRB innovativi. La ricerca consiste in una serie di prove sperimentali al vero condotte su due
edifici in calcestruzzo armato (c.a.) (Fig. 1a,b) rinforzati con i BRB.
Entrambi gli edifici si trovavano nell’area dell’ex-complesso industriale ILVA di Bagnoli
(Napoli) e furono destinati alla demolizione a seguito dei lavori di bonifica dell’area indu-
striale.
a) b)
Fig.1: Gli edifici oggetto di sperimentazione.
Il primo edificio (Fig. 1a) fu preliminarmente suddiviso in sei sottostrutture indipendenti, ri-
muovendo tutti gli elementi non-strutturali e tagliando gli impalcati. In seguito, ciascuna sot-
tostruttura è stata rinforzata con sistemi di consolidamento sismico diversi, provati sperimen-
talmente uno per volta. L’intera campagna sperimentale è descritta in [7]. In questa memoria
sono riportati i risultati ottenuti per la sottostruttura equipaggiata con i BRB.
Precedentemente alle prove sperimentali descritte in questa memoria, il secondo edificio (Fig.
1b) era già stato sottoposto a due prove di carico ciclico: (i) nelle sue condizioni originali; (ii)
dopo alcune riparazioni delle parti di calcestruzzo danneggiate e la ricostruzione e rinforzo
delle tamponature di perimetro. In seguito, la struttura è stata rinforzata con tre differenti pro-
totipi di BRB, ciascuno provato fino al collasso. I prototipi di BRB impiegati nella seconda
serie di prove sperimentali si differenziano da quelli della prima. I sistemi progettati e speri-
mentati in questa fase sono caratterizzati dalla peculiarità di potere essere mascherati
all’interno della camera d’aria delle tamponature in muratura usualmente impiegate negli edi-
fici esistenti in c.a..
In definitiva, sono state effettuate cinque prove su strutture reali in c.a. equipaggiate con con-
troventi BRB. L’articolo descrive lo schema e l’attrezzatura di prova, i dettagli geometrici e
meccanici dei BRB provati e illustra i risultati ottenuti. Maggiori informazioni sui criteri di
progetto dei BRB sono fornite altrove [6].
a) b) c)
Fig. 3: Set-up della prima serie di prove sperimentali.
2.2 Descrizione dei BRB sperimentati
I controventi sono stati ottenuti inserendo un piatto di acciaio di sezione rettangolare (25 mm
x 10 mm) tra due profili tubolari (100 mm x 50 mm x 5 mm) (Fig. 4). Il rapporto tra il carico
critico euleriano dei due tubi (NE) e la resistenza assiale allo snervamento (Ny) del piatto in-
terno è pari a NE/Ny = 2.1. Il rapporto tra la lunghezza della parte dissipativa del piatto interno
e la lunghezza totale del controvento è pari a Lc/L = 0.85, per il tipo 1, e Lc/L = 0.70, per il ti-
po 2. L’acciaio che costituisce il piatto interno è il tipo S 275 (con un valore medio della ten-
sione di snervamento misurata pari a 319 MPa). Come evidenziato in Figura 4, i due prototipi
di BRB (da qui in poi chiamati tipo 1 e tipo 2) differiscono in alcuni dettagli. Infatti, mentre il
tipo 1 (Fig. 4a) è caratterizzato da collegamenti saldati tra i due tubi che costituiscono la ca-
micia esterna stabilizzante il piatto interno, nel tipo 2 (Fig. 4b) tali collegamenti sono stati
realizzati con collari bullonati, in numero discreto a passo costante. Il tipo 2 è, quindi, smon-
tabile, il che consente di ispezionare il piatto interno per verificarne lo stato di danneggiamen-
to. Inoltre, mentre nel tipo 1 il gioco tra piatto interno e manicotto è pari a 0.5 mm per lato,
nel tipo 2 tale gioco è stato portato al valore di 1 mm per lato. Infine, nel tipo 2 il piatto inter-
no è stato rastremato in modo più graduale rispetto al caso precedente. Quest’ultima variante
è stata introdotta per garantire una maggiore rigidezza flessionale alle estremità, eliminando
fenomeni di instabilità locali agli estremi, come descritto nel seguito.
a)
Sez. A-A Sez. B-B
b)
Fig. 4: Geometria e sezione trasversale dei BRB tipo 1 (a) e tipo 2 (b).
d) -200
-300
-400 Frattura del piatto interno
-500
-1.5 -1 -0.5 0 0.5 1 1.5 2
c) Spostamento relativo di interpiano ∆ /h (%)
Fig. 5: Danni evidenziati dal prototipo 1. Fig. 6: Cicli di carico relativi al prototipo 1.
400
300
a) b) 200
100
0
-100
-200
-300
c) d) -400
instabilità all'estremità di
uno dei controventi
-500
-2 -1 0 1 2 3 4 5 6
Spostamento relativo di interpiano ∆ /h (%)
e) f)
Fig. 7: Danni evidenziati dal prototipo 2. Fig. 8: Cicli di carico relativi al prototipo 2.
La parte scura del piatto visibile in Figura 7a,b evidenzia lo spostamento relativo (rispettiva-
mente in trazione ed in compressione) tra il piatto interno e i tubi. La Figura 7c mostra con
chiarezza il comportamento del piatto interno vincolato tra i due tubi esterni: si attiva un mo-
do critico di ordine superiore che dipende dalla resistenza e rigidezza del piatto interno [6]. Al
crescere dello spostamento imposto si verifica una concentrazione di deformazione nelle zone
terminali del piatto interno (Fig. 7d,e), in conseguenza dell’attrito inevitabile del piatto con i
tubi. Per un solo controvento su quattro si è verificato un fenomeno di instabilità locale in cor-
rispondenza della zona terminale del collegamento inferiore (Fig. 7f). Quest’ultimo fenomeno
è da attribuirsi ad un danneggiamento pregresso apportato al collegamento durante le fasi di
montaggio dei dispositivi. Infatti, in detta circostanza, i due fazzoletti del collegamento furo-
no forzati per introdurre il piatto del controvento, producendo così una riduzione del grado di
vincolo nei riguardi della flessione fuori piano e incrementando, conseguentemente, la lun-
ghezza di libera inflessione delle zone terminali. E’ importante sottolineare che le altre tre
diagonali hanno evidenziato un comportamento stabile consentendo di raggiungere in com-
pressione uno spostamento di interpiano massimo pari a circa il 5.6% dell’altezza di interpia-
no. Corrispondentemente, la duttilità globale del sistema (µ) è stata pari a 19. Come eviden-
ziato dalle curve di risposta per i due livelli, riportate in Figura 8, la struttura ha esibito un
comportamento simmetrico, con cicli stabili e compatti. Anche in questo caso, non sono state
riscontrate apprezzabili rotazioni torsionali di piano, dimostrando così, indirettamente, che i
BRB hanno esibito una risposta in compressione sostanzialmente uguale a quella in trazione.
4,35
3,75
0,60
12,00
4,60
4,00
6,00
Y
X 4,00 3,45 2,00 2,70 4,55
a) 18,50 b)
Fig. 9: L’edificio No. 2 con i BRB: a) pianta; b) sezione verticale.
a) b) c) d)
Fig. 10: Il controvento inserito all’interno della camera d’aria delle tamponature perimetrali.
La Figura 11a mostra la struttura di contrasto, realizzata in acciaio, sulla quale è stato montato
un sistema di sei martinetti a doppio effetto. La forza esercitata dai martinetti è stata distribui-
ta sui due impalcati in modo da applicare alla struttura una distribuzione di forze laterali ap-
prossimativamente lineare. I martinetti idraulici impiegati hanno una capacità di 496 kN in
compressione e 264 kN in trazione, con una capacità di spostamento di +/-30 cm. Gli sposta-
menti sono stati misurati a mezzo di un teodolite digitale Zeiss-Trimble S10 con letture su sei
prismi riflettenti in numero di tre per ciascun impalcato (Fig. 11b).
a) b)
Fig. 11: Struttura di contrasto (a); stazione topografica totale e posizione dei prismi riflettenti (b).
A B
10
10 10
10 10
30
100
202
202
122
122
63
83
240 1518 46
21 10 10
35
94 94
1886 2390
a)
added sleeve unit
A B Sez. A-A Sez. B-B
35
A B
30
202
202
122
122
63
83
240 1668 46
21 10 10
35
94 94
2036 2050
b)
A B C
50 50
30
30
69 85
224
224
224
130
130
135
135
135
63
285 1380
10
10 10
525 1260 40 20
1820 2490 92 92 92
c)
Fig. 12: Geometria e sezioni trasversali dei BRB tipo 3 (a), tipo 4 (b) e tipo 5 (c).
Le principali differenze con il tipo 2 sono direttamente deducibili confrontando la Figura 4
con la Figura 12. In particolare, in precedenza sono stati adottati due tubi rettangolari di accia-
io collegati da cravatte discontinue bullonate, mentre in questi prototipi sono stati utilizzati
due elementi in composizione saldata, di forma ad omega, con due guide longitudinali, in
grado di fornire un adeguato vincolo flessionale al controvento. In questo modo l’ingombro
della sezione trasversale si è ridotto notevolmente (dai 130 mm dei tipi 1 e 2, ai 94 mm dei ti-
pi 3 e 4, fino ai 92 mm del tipo 5). Il manicotto è stato progettato con un rapporto tra il suo ca-
rico critico (NE) e lo sforzo normale plastico del cuore (Ny) pari a 2.06. In aggiunta, l’asta di
controvento è stata sagomata in modo da garantire un rapporto tra la lunghezza del tratto in-
terno che plasticizza (Lc) e la lunghezza totale del dispositivo (L) pari a 0.39 nel tipo 3, 0.33
nel tipo 4 e 0.40 nel tipo 5. Infine, il gioco tra il piatto interno ed il manicotto è di 1 mm per
lato nel tipo 3, mentre è stato portato a 2 mm per lato per il tipo 4 ed il tipo 5.
Bisogna, altresì, notare che, nell’ultima prova, l’edificio è stato equipaggiato sia con i BRB
tipo 5, disposti in una delle due campate, che con controventi concentrici tradizionali, disposti
nell’altra campata. In tal modo, è stato possibile confrontare direttamente i benefici prestazio-
nali dei BRB rispetto ai controventi classici. Quest’ultimi sono stati progettati per avere una
resistenza in trazione prossima a quella dei BRB, con una snellezza normalizzata inferiore a 2.
In definitiva, le diagonali scelte hanno sezione circolare (101.6 mm x 2 mm) di classe 2 [9] e
snellezza normalizzata pari a 1.8.
3.3 Risultati sperimentali: prototipo 3
La sperimentazione ha evidenziato che il dispositivo tipo 3 ha funzionato in modo soddisfa-
cente fino ad un valore dello spostamento relativo d’interpiano pari a 1.25% dell’altezza di in-
terpiano. A tale livello di spostamento, è sopraggiunto un fenomeno di instabilità locale-
distorsionale, concentrato nelle zone terminali del controvento non confinato dal manicotto.
2000
Forza di taglio alla base (kN)
1500
1000
500
0
a) b)
-500
-1000
-1500
-2000
-2.5 -2 -1.5 -1 -0.5 0 0.5 1 1.5 2 2.5
c) d) Spostamento relativo di interpiano ∆ /h (%)
Fig. 13: Danni evidenziati dal prototipo 3. Fig. 14: Inviluppo dei cicli di carico del prototipo 3.
La Figura 13 mostra il danneggiamento esibito durante la prova sperimentale dal prototipo 3.
La Figura 13a mostra l’allungamento in trazione del controvento. La Figura 13b mostra il col-
lasso delle tamponature causato dall’instabilità locale-distorsionale delle parti terminali
dell’asta di controvento. La Figura 13c illustra la configurazione deformata dopo l’insorgenza
del fenomeno instabile. A fine prova, si è potuto constatare che il manicotto non ha subito al-
cun danno, rimanendo perfettamente intatto (Fig. 13d).
La Figura 14 mostra i cicli di carico, evidenziando il picco di resistenza (non precisamente
misurato) seguito da degrado dovuto all’instabilità mostrata in Figura 13b e 13c.
L’analisi a posteriori dei risultati sperimentali ha posto in luce che l’inatteso meccanismo in-
stabile è scaturito da una sinergia di cause concomitanti: (i) il valore della tensione di snerva-
mento dell’acciaio del piatto interno è risultato più grande di quanto richiesto dal progetto; (ii)
le saldature degli irrigidimenti nelle zone terminali non vincolate dal manicotto furono realiz-
zate impropriamente, con tratti discontinui, contrariamente all’indicazione di progetto. In ag-
giunta, una ulteriore difformità rispetto al progetto iniziale si è riscontrata a seguito dello
smontaggio dei dispositivi dopo la prova: lo spazio misurato tra il piatto interno ed il manicot-
to è stato inferiore rispetto a quello di progetto (0.5 mm anziché 1 mm per lato).
3.4 Risultati sperimentali: prototipo 4
Il tipo 4 ha mostrato un’ottima risposta globale nell’intervallo ±1.5% di spostamenti relativi
d’interpiano. Infatti, in tale intervallo, il piatto interno ha subito deformazioni plastiche sia in
trazione che in compressione (Fig. 15a,b). Per spostamenti maggiori della capacità di progetto
del dispositivo, si sono verificati due diversi meccanismi di crisi secondaria: 1) deformazione
plastica dei piatti che costituiscono il manicotto (Fig. 15c); 2) instabilità globale, di una sola
diagonale su quattro, dovuta alla trasmissione della forza di compressione dalla diagonale al
manicotto (Fig. 15d). La Figura 16 mostra i cicli di carico, stabili e compatti nell’intervallo
±1.5%. La duttilità massima registrata è stata pari a 9.5.
1500
Forza di taglio alla base (kN)
1000
500
a) b)
0
-500
-1000
-1500
-3 -2 -1 0 1 2 3
c) d) Spostamento relativo di interpiano ∆ /h (%)
Fig. 15: Danni evidenziati dal prototipo 4. Fig. 16: Cicli di carico relativi al prototipo 4.
1200
Forza di taglio alla base (kN)
800
400
a) b) 0
-400
-800
-1200
-3.5 -2.5 -1.5 -0.5 0.5 1.5 2.5 3.5
c) d) Spostamento relativo di interpiano ∆ /h (%)
Fig. 17: Danni evidenziati dal prototipo 5. Fig. 18: Cicli di carico del prototipo 5.
5 CONCLUSIONI
Due tipologie di controventi ad instabilità impedita, interamente di acciaio, sono stati proget-
tati e sperimentati. La seconda tipologia è caratterizzata dalla possibilità di essere mascherata
nella camera d’aria delle tamponature. Sulla base delle esperienze sperimentali si possono
trarre le seguenti conclusioni: 1) i dettagli costruttivi dei collegamenti e delle parti terminali
giocano un ruolo importante sul funzionamento del dispositivo; 2) se progettati e realizzati
adeguatamente, tali dispositivi esibiscono una prestazione eccellente; 3) anche nel caso di
comportamento non ottimale, gli edifici rinforzati con tali sistemi hanno mostrato una risposta
decisamente migliore dei controventi concentrici tradizionali.
RINGRAZIAMENTI
Il contributo finanziario alla ricerca è stato ottenuto attraverso i seguenti progetti di ricerca:
1. DPC-RELUIS – Linea 5 “Sviluppo di approcci innovativi per il progetto di strutture in ac-
ciaio e e composte acciaio-calcestruzzo”, finanziato dalla Protezione Civile;
2. PRIN 2005-2007 “Controventi speciali di acciaio con disaccoppiamento dei parametri di
progetto”, finanziato dal MIUR;
3. PROHITECH (Earthquake PROtection of HIstorical buildings by reversible mixed TECH-
nologies), finanziato dalla Comunità Europea.
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for seismic upgrading of existing reinforced concrete buildings, Atti dell’XIII Convegno
Nazionale L’Ingegneria Sismica in Italia (ANIDIS 2009), Bologna, 28 giugno – 2 lug-
lio, paper No. S12_11, 2009.
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PAROLE CHIAVE
Controventi, consolidamento, duttilità, stabilità, sperimentazione.