La retorica è l’arte di parlar bene (in greco antico, “arte del dire”). Essa è la disciplina che studia il metodo di composizione dei discorsi, ovvero come organizzare la lingua naturale secondo un criterio. Nel mondo classico era così chiamata quella disciplina che elaborava “regole” e “leggi”, ricavandole dallo studio degli scrittori più famosi, allo scopo di diffondere il gusto per la bellezza stilistica. In seguito, nel mondo greco e romano, se ne avvalsero oratori e avvocati, uomini di potere e politici, insomma coloro che dovevano avvincere e convincere un uditorio. In particolare si consigliava l’uso di “ornamenti” denominati “figure”, ossia di particolari forme espressive considerate belle in quanto non comuni, strane, eleganti e originali. Queste possono essere utilizzate, anche, per semplificare concetti difficili da comprendere. Le varie “figure” sono state catalogate e classificate. Tali classificazioni, seppure con continui aggiornamenti, mantengono a tutt’oggi (fin dal mondo classico) la loro validità. Il complesso delle figure retoriche viene suddiviso in tre grandi gruppi:
figure del significato o semantiche, relative al significato;
figure di suono o fonetiche, relative appunto ai suoni; figure dell’ordine o sintattiche, relative all’ordine delle parole nelle frasi.
LE FIGURE RETORICHE DEL SIGNIFICATO O
SEMANTICHE Che cos’è il linguaggio figurativo? Il linguaggio figurativo consiste nell’usare accorgimenti tecnici nella costruzione della proposizione o espressioni linguistiche improprie dal punto di vista della grammatica o immagini che solo per analogia sono riconducibili al fatto al soggetto di cui si parla o si scrive. L’uso del linguaggio figurativo è facoltà istintiva nell’uomo ed è in stretto rapporto con il gusto di chi parla o scrive. Le principali figure retoriche del significato La similitudine è una relazione di somiglianza tra due termini legati dal nesso logico come, oppure da aggettivi, verbi, o avverbi del tipo simile, quale, pare, sembra, assomiglia. È una figura retorica di significato che instaura un paragone con il mondo della natura, del lavoro, del mare, della guerra, ecc; La metafora è una similitudine abbreviata, privata del nesso logico. È una figura retorica di significato che instaura un paragone indirettamente con il mondo della natura, del lavoro, del mare, della guerra, ecc; L’analogia, affine alla metafora ma assai più sintetica, è una figura in cui il secondo termine “veicolo” del paragone prende il posto del primo, del tutto omesso. È basata sulle intuizioni del poeta. È una figura retorica di significato che instaura un paragone molto implicito con il mondo della natura, del lavoro, del mare, della guerra, ecc; L’ossimoro è l’accostamento di termini dal significato opposto. La sineddoche, come la metonimia, attua uno spostamento di senso da un termine a un altro, ma essa opera essenzialmente in base alla logica della quantità. Nella sineddoche possono avvenire le seguenti situazioni a. la parte per il tutto, e viceversa: es. vela per imbarcazione b. il genere per la specie e viceversa: es. lirica per poesia, mortale per uomo. c. il singolare per il plurale: es. l’alunno per la scolaresca. La sinestesia è una forma di metafora in cui vengono accostati, per associazione, termini appartenenti ad aree sensoriali diverse. È una figura ricorrente nella poesia simbolista. Come la metonimia, opera uno scambio. L’eufemismo è un enunciato o una breve espressione che vuol mitigare e addolcire concetti troppo drammatici, realistici o scabrosi; ad esempio: “Non è più con noi, ci ha lasciati, ha cessati di soffrire” sostituiscono “è morto”. L’iperbole è una metafora esasperata; nasce dall’uso di termini esageratamente in eccesso o in difetto, con i quali si vuol sottolineare una situazione che superi il limite della verosimiglianza. Altre volte l’iperbole imprime ai versi una particolare sfumatura ironica o satirica, che sottolinea il sorriso di distacco con cui il poeta guarda la materia cantata. La metonimia è la sostituzione di un termine con un altro, in base a relazioni logiche di vario tipo: a. La causa per l’effetto o viceversa: es. pianto per dolore b. il contenente per il contenuto: es. bicchiere per vino c. la materia per l’oggetto: es. ferro per spada d. il concreto per l’astratto e viceversa: es. olivo per pace e. l’autore per l’opera: es. Ho letto tutto Dante f. il lugo per le persone: es. Il Cremlino ha diramato un comunicato.