Documente Academic
Documente Profesional
Documente Cultură
DISPENSE DI
G E O T E C N I C A
iii
Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale – Sezione Geotecnica
J. Facciorusso, C. Madiai, G. Vannucchi – Dispense di Geotecnica (Rev. Settembre 2011)
PREMESSA
Cap. Argomento
0 Introduzione
2 Costipamento
5 Modelli reologici
10 Terreni insaturi
12 Indagini in sito
14 Opere di sostegno
iv
Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale – Sezione Geotecnica
J. Facciorusso, C. Madiai, G. Vannucchi – Dispense di Geotecnica (Rev. Settembre 2011)
INTRODUZIONE
INTRODUZIONE
La Geotecnica è una disciplina che tratta la meccanica dei terreni e delle rocce, e le sue
applicazioni nell’ambito dei problemi di ingegneria civile e ambientale (fondazioni, opere
di sostegno, stabilità dei pendii, miglioramento e rinforzo dei terreni, etc..).
Poiché ogni opera di ingegneria civile è fondata e/o è realizzata con il terreno, la proget-
tazione geotecnica esiste da quando esiste l’ingegneria civile. Tuttavia fino a non molti
decenni fa le regole di progettazione geotecnica sono state sostanzialmente empiriche, ba-
sate sull’osservazione dei fenomeni naturali e del comportamento delle opere costruite.
Oggi non sarebbe più possibile progettare su base empirica, per molti motivi, fra cui:
- riduzione dei tempi di esecuzione (il comportamento del terreno è fortemente influen-
zato dalla velocità di applicazione dei carichi);
- necessità di operare in contesti ambientali diversi, spesso residuali e non conosciuti,
- minore tolleranza di effetti indesiderati, come i cedimenti assoluti e differenziali.
La qualità del progetto geotecnico, in termini di sicurezza, funzionalità, durabilità, realiz-
zabilità ed economicità, è determinata da una molteplicità di elementi. L’evento della
progettazione può essere infatti scomposto concettualmente nelle seguenti fasi: (1) analisi
e comprensione della realtà fisica, ovverosia individuazione dei fattori che influiscono sui
fenomeni in studio; (2) gerarchizzazione di tali fattori in base alla loro influenza nel con-
testo dell’oggetto della progettazione; (3) schematizzazione del problema secondo le prio-
rità delineate; (4) formulazione di – o ricorso ad – un modello adeguato al fine ed al con-
testo progettuale, ovverosia in relazione all’obiettivo ed alla quantità e qualità dei dati di-
sponibili e/o acquisibili; (5) caratterizzazione geotecnica specifica e finalizzata alla solu-
zione del problema in esame, previa valutazione della significatività e dell’affidabilità dei
dati di progetto; (6) implementazione del modello; (7) valutazione critica dei risultati in
termini di affidabilità e in relazione all’obiettivo da raggiungere; (8) definizione e descri-
zione delle modalità tecnologiche di realizzazione.
Tutte le fasi della progettazione richiedono “cultura” (geo)tecnica. In quest’ultima si indi-
viduano due componenti: “scienza” ed ”esperienza”. “Scienza” intesa come comprensio-
ne dei fenomeni fisici e capacità di modellazione matematica. ”Esperienza” intesa come
valutazione della verosimiglianza dei dati e dei risultati sulla base dell’analisi critica delle
evidenze sperimentali di fenomeni analoghi, o parzialmente analoghi, a quello in studio.
L’uso combinato di “scienza” ed “esperienza”, teorizzato e formalizzato nei cosiddetti
“sistemi esperti”, ma comunque pratica corrente di ogni buon progettista, può richiedere
un processo iterativo di ottimizzazione.
Dunque, condizioni fondamentali per una progettazione di qualità sono la scelta di un
modello adeguato, la corretta valutazione dell’affidabilità dei parametri numerici di in-
gresso al modello stesso, e la capacità di valutazione critica dell’affidabilità dei parametri
di uscita.
Nel contesto della disciplina geotecnica, la scelta di un modello adeguato può tradursi in
una molteplicità di conoscenze inerenti, ad esempio, i modelli costitutivi dei terreni, le te-
orie sulla capacità portante e sulla spinta delle terre, le indagini in sito ed in laboratorio.
La seconda condizione può tradursi in una corretta valutazione dell’affidabilità dei risulta-
Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale – Sezione Geotecnica
J. Facciorusso, C. Madiai, G. Vannucchi – Dispense di Geotecnica (Rev. Settembre 2011)
INTRODUZIONE
Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale – Sezione Geotecnica
J. Facciorusso, C. Madiai, G. Vannucchi – Dispense di Geotecnica (Rev. Settembre 2011)
INTRODUZIONE
Nel seguito, ci occuperemo in particolare di terreni o rocce sciolte, cioè di materiali che
possono essere schematizzati come mezzi polifase, costituiti da uno scheletro solido, for-
mato dall’insieme di tutti i granuli, o meglio, di tutte le particelle1, da una fase liquida
(generalmente acqua) e da una fase gassosa (generalmente aria e/o vapor d’acqua).
Se ci riferiamo ai terreni naturali, ai nostri climi e alle profondità che in genere interessa-
no l’ingegneria civile, non commettiamo un grosso errore se consideriamo in prima ap-
prossimazione le terre come mezzi a due fasi, essendo quasi tutti i vuoti tra granulo e gra-
nulo riempiti d’acqua.
1
Il termine “granulo” per alcuni tipi di terreno, come ad esempio una ghiaia o una sabbia, non dà problemi
di comprensione; per altri, ad esempio per un terreno argilloso, può essere molto meno comprensibile, nel
senso che il granulo non è neppure visibile a occhio nudo ed è una struttura molto più complessa di quella
di un granulo di sabbia
3
Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale – Sezione Geotecnica
J. Facciorusso, C. Madiai, G. Vannucchi – Dispense di Geotecnica (Rev. Settembre 2011)