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INTRODUZIONE
Etnografia à è un metodo interno all’antropologia culturale utilizzato per indagare gli “usi e costumi” locali
dei vari gruppi sociali
è un metodo qualitativo
sfrutta le tecniche dell’osservazione partecipante
Osservazione partecipante
1. Indagine in loco
2. Interazione con i propri informatori
3. Carattere analitico-descrittivo delle riflessioni
1. IL METODO
à La ricerca qualitativa adotta procedure analitiche (concettualizzazione) che non trasformano i
fenomeni studiati in numeri, ma sono informali e si basano sulle capacità e risorse analitiche del
ricercatore.
à Denzin e Lincoln: per ricerca qualitativa si intende quella ricerca che adotta, nei confronti del
proprio oggetto di indagine, un approccio naturalistico, studiando i fenomeni nei loro contesti
naturali e tentando di dare loro un senso, o di interpretarli, nei termini del significato che la gente gli
dà.
2. L’APPROCCIO ALL’OGGETTO
à L’oggetto della ricerca viene visto nella sua unicità e particolarità e analizzato in profondità, solo
DOPO si fanno affermazioni generali o comparative.
à I fenomeni vanno studiato nel loro contesto naturale, senza manipolazioni.
à L’interesse è per i significati che gli attori sociali attribuiscono al mondo in cui vivono.
Conseguenze etiche:
à la divulgazione di informazioni raccolte può creare problemi alle persone identificate
à la questione dei committenti è ancora oggi bruciante (si veda gli etnografi usati come spie)
à è necessaria una costante vigilanza sugli interessi che producono la ricerca e sugli ambienti in cui i
risultati verranno fatti circolare
1. IL PROGETTO
à Il progetto deve essere persuasivo, per convincere l’ente finanziatore o la commissione universitaria
che il tema posto è interessante, ben impostato e realizzabile.
à Un buon progetto non dà nulla per scontato e spiega ogni dettaglio in modo conciso ed efficace.
à Modello base di progetto:
1) Titolo
2) Sommario
3) Introduzione
(includente, in breve, l’attuale stato del dibattito sul tema)
4) Obiettivi
(ovvero la domanda di ricerca)
(i problemi che vorrei affrontare sono x e la loro rilevanza nel dibattito è y)
5) Tecniche
(descrivete il caso scelto e le procedure per la raccolta dei dati, in coerenza con il vostro
orientamento teorico)
6) Questioni etiche
7) Risultati
(risultati attesi e modi della loro comunicazione)
8) Modi e tempi
(indicate le varie fasi e l’intervallo di tempo da dedicare a ciascuna di esse)
9) Budget
(budget d’insieme, con specificazione delle voci di spesa)
2. IL PROCESSO DI RICERCA
à L’indagine etnografica si basa su un’interdipendenza e un continuo aggiustamento fra le singole
parti che la compongono, in seguito a riflessioni che coinvolgono tutti gli stadi del progetto.
à Non tutti gli aspetti dell’indagine sono definibili in anticipo, al contrario ogni stadio può essere
modificato in seguito a cambiamenti o per risolvere eventuali problemi.
Determinati spazi si legano a determinati significati à la gente interpreta in un certo modo gli interessi e
la personalità dei loro frequentatori abituali, marcandone così la posizione sociale.
1. L’OSSERVAZIONE PARTECIPANTE
à L’obiettivo di questa tecnica è ottenere delle informazioni di prima mano.
à È un approccio complessivo all’indagine, che combina anche le altre tecniche.
à Il ricercatore è uno “straniero professionista” che assiste intimamente alla vita e alle attività dei
soggetti indagati.
à La tecnica richiede una qualche conoscenza della lingua locale e la disponibilità a trascorrere una
notevole quantità di tempo nel luogo di osservazione.
à La situazione è modificata dalla presenza dell’osservatore, che partecipa e interagisce.
à FASI:
1) Preliminari:
aver ben definiti lo scopo generale e le domande di ricerca principali.
2) Entrata in campo:
familiarizzare col contesto e con le persone
gate-keeper à è un individuo noto e ben visto dai locali, di cui il ricercatore usa la legittimità e
la credibilità per accrescere le proprie.
a volte in casi di aperta ostilità o resistenza si è costretti a lavorare sotto copertura, a volte
bisogna studiare un gruppo vicino per avvicinarsi al gruppo che davvero interessa
3) Raccolta dati:
spesso in questa fase si usano degli informatori-chiave, persone particolarmente informate, il cui
ruolo a volte deve essere mantenuto segreto.
questa tecnica consiste in un vero e proprio hanging around (bighellonare) con i propri
interlocutori
à 3 momenti:
a) rilevazione descrittiva
serve ad elaborare un quadro complessivo del campo studiato
fornisce descrizioni generiche e superficiali
una buona descrizione deve riguardare lo spazio, il tempo, gli attori e le attività principali
b) rilevazione focalizzata
la prospettiva si restringe sempre più sui processi e i problemi essenziali per la domanda di
ricerca
c) rilevazione selettiva
è condotta verso la fine della raccolta dati
l’osservatore vi ricorre quando le domande di ricerca possono trovare risposta solo
attraverso un rigoroso approfondimento delle procedure di rilevazione
in questa fase, l’osservatore può escludersi dalla partecipazione e interrogare gli
interlocutori con una lista di domande focalizzate
4) Fase conclusiva:
interpretazione e verifica/smentita dei concetti delle categorie elaborate nelle prime fasi
dell’osservazione
uso dei field-notes (note di campo) e di registrazioni audio e video
2. L’OSSERVAZIONE A DISTANZA
à è detta anche naturalistica
à richiede una prospettiva “esterna”: il ricercatore osserva i fenomeni così come si manifestano
spontaneamente, nel modo più possibile neutro; l’osservatore non deve entrare a fare parte degli
eventi osservati, ma deve rimanere in disparte.
à il ricercatore si propone come scopo l’accurata descrizione empirica o la verifica di concetti teorici
relativi a determinati fenomeni
à FASI:
1) selezione del contesto in cui osservare i processi e le persone che interessano
2) definizione di tutto ciò che deve essere documentato nell’osservazione (addestramento degli
osservatori nel caso s’intendano standardizzare le rilevazioni)
3) osservazioni descrittive per fornire una presentazione generale del campo
4) osservazioni focalizzate sugli aspetti rilevanti alla domanda di ricerca
5) conclusione delle osservazioni, una volta raggiunta la saturazione teorica.
3. L’INTERVISTA
à FASI:
1) Scegliere la forma di intervista più appropriata
2) Incontrare o contattare i propri interlocutori, valutando le modalità di approccio appropriate
3) Nel caso di interviste formali, ottenere il consenso alla partecipazione, che a volte richiede molta
negoziazione (anonimato, concludere l’intervista in qualsiasi momento)
4) Decidere se registrare o meno l’intervista (è utile per non perdere dati, ma l’intervistato può
sentirsi a disagio)
à L’intervistatore deve costruire un’atmosfera nella quale il soggetto si senta sufficientemente sicuro da
parlare liberamente
i) Domande interpretative
“vuole dire che …”
“è corretto dire che si è sentito …”
Consigli utili:
à non avere fretta: dare all’intervistato il tempo di completare la risposta
à porre una domanda alla volta
à usare interventi minimi (“potrebbe dirmi qualcos’altro”) anche se a volte sono necessarie domande
più specifiche (“come si è sentito?”)
à controllare l’effetto dell’intervista sull’intervistato: se l’intervistato è a disagio bisogna tornare indietro
e usare più gentilezza, o rinunciare del tutto ad affrontare un certo argomento.
specificità (quali aspetti specifici degli eventi o dei materiali stimolo sono rilevanti e che
significato hanno per l’intervistato), ampiezza dei contenuti (garantire che tutti gli aspetti e gli
argomenti rilevanti per la ricerca siano trattati durante l’intervista) e profondità del contesto
personale (necessità di ottenere informazioni approfondite sui sentimenti e le reazioni
dell’intervistato nei confronti degli eventi o dei materiali stimolo)
4. I FOCUS GROUP
Quando si studiano opinioni e atteggiamenti su argomenti “caldi” e delicati, è utile indagare anche le
dinamiche di gruppo che emergono durante la discussione su tali elementi.
Pur non costituendo un’alternativa all’intervista individuale, risulta un’alternativa interessante.
Scopi:
à esplorativo: può far emergere una serie di ipotesi, da sottoporre, poi, a controllo empirico (anche
con sondaggi a questionari)
à strumentale: può facilitare la costruzione di una guida di intervista
à FASI:
1) Individuazione dell’obiettivo della ricerca
esplorativo, studio-pilota, valutazione risultati della ricerca, etc
2) La scelta di uno più moderatori per la conduzione del focus group
3) La stesura della traccia di intervista del focus group
serve a dirigere la discussione
contiene poche domande che non prevedono risposta rigida
4) Individuazione del gruppo di riferimento
secondo il modello standard i partecipanti NON dovrebbero preventivamente conoscersi tra
loro né conoscere il moderatore (inibizione)
l’omogeneità del gruppo (rispetto al tema e allo status socio-economico) è indispensabile
(parità = agio)
d) Domande chiave
guidano la discussione
richiedono più attenzione nell’analisi dei dati
e) Domande finali
conducono alla conclusione della discussione
scopo: chiarire le posizioni alla fine del focus group
f) Domande riassuntive
durante la discussione, riassumono le idee emerse fino a quel momento
1. ORDINARE I MATERIALI
Le informazioni possono essere sottoposte a una pluralità di elaborazioni. In primo luogo si ha la partizione e
riorganizzazione dei dati in unità e categorie più semplici in modi e forme orientati dalle teorie, dai criteri
interpretativi di riferimento.
1. Descrizione iniziale dei dati
2. Loro scomposizione in unità più semplici
3. Esame delle interrelazioni fra queste unità.
a. la prima fase consiste nell’articolazione di descrizioni ampie e dettagliate del
fenomeno studiato. La descrizione riguarda non solo un certo evento ma anche lo
sfondo socio-culturale in cui l’evento ha luogo.
b. la seconda fase consiste nella classificazione: l’interpretazione dei dati è
responsabilità del ricercatore. Il compito del ricercatore è individuare delle
categorie che organizzino i dati sulla base di caratteristiche e qualità rilevanti.
Questo processo implica la rilevazione di regolarità nei dati relativi alle azioni, al
contesto e alle persone. Nell’individuazione di tali elementi significativi il ricercatore
può usare tipologie indigene (concetti creati dai partecipanti) e tipologie costruite
dall’analista.
c. la terza fase dell’analisi consiste nella creazione di connessioni: indagare come i
concetti possano interagire tra loro e dar vita alla struttura complessiva. Le
connessioni fra gli elementi individuati possono essere sia formali (riferite a relazioni di
somiglianza/differenza) che sostanziali (relative a legami di causalità). Alla fine si
ritorna ai dati con un movimento circolare per verificare se l’individuazione di
regolarità non possa aiutare una loro parziale reinterpretazione.
d. In conclusione si tratta di un processo di valutazione della plausibilità delle ipotesi
sviluppate e di verifica attraverso i dati. Occorre anche ricercare spiegazioni
alternative per i dati ed esplorare i legami esistenti tra loro. Le spiegazioni alternative
esistono sempre e il ricercatore deve identificarle e descriverle per poter dimostrare
che la spiegazione offerta è la più plausibile.
2. STRUTTURARE LE INFORMAZIONI
L’etnografia è una ricerca che si caratterizza per una struttura a imbuto: si focalizza progressivamente nel
corso del suo svolgimento. La messa a fuoco progressiva possiede due componenti analiticamente distinte:
1. il problema di ricerca viene sviluppato e trasformato nel tempo;
2. solo alla fine il suo scopo si chiarisce e si delimita e si può passare ad analizzare la struttura
interna. L’analisi nel suo insieme può essere utilmente sviluppata in base a una sequenza in tre
fasi:
a. leggere i materiali numerose volte annotando tutto ciò che appare interessante o
significativo
b. annotare e documentare i titoli dei temi emergenti su un altro margine usando parole
chiave per sintetizzare gli elementi essenziali del testo
c. su un foglio separato elencare i temi emersi ed esaminare le relazioni reciproche. Si può
scoprire che alcuni temi si raggruppano assieme. Nel corso dell’analisi possono emergere
anche temi nuovi.
Ora resta da elaborare un qualche tipo di restituzione testuale del lavoro svolto. Gli aspetti principali legati
alla chiusura di una ricerca etnografica concernono:
1. le modalità con le quali si presentano i risultati della ricerca
2. la necessità che questi si conformino ai criteri convenzionali di qualità della ricerca scientifica.
sia troppo indulgente o esibizionistico: il rischio principale di questo tipo di scrittura è il solipsismo. Può inoltre
portare a perdere di vista i più ampi aspetti socio-culturali implicati nell’interazione sul campo sia a
trascurare un’accurata esposizione dei materiali raccolti. 4) la forma di racconto impressionistico: non si
concentra esclusivamente sugli eventi o sul ricercatore, ma tenta di collegare i racconti realisti a quelli
confessionali intrecciando vari tipi di risorse espositive per mediare la comprensione delle realtà sociali
indagate. In questo modo il mondo del ricercatore è oggetto di altrettanta attenzione di quello del gruppo
sociale studiato. Questo tipo di scrittura è piuttosto lunga.
L’etnografia è stata per lungo tempo bersaglio di critiche, viene valutata alla luce dei tradizionali criteri
seguiti nell’ambito del paradigma positivista: la validità interna, esterna e l’attendibilità. Sin dalla metà degli
anni ‘80 numerosi ricercatori hanno evidenziato l’inadeguatezza dei criteri tipici delle ricerche quantitative
per valutare gli esiti di studi etnografici. Da qui si è cominciato a rivendicare il ruolo autonomo e significativo
della ricerca etnografica elaborando contestualmente criteri di validità specifici per le ricerche qualitative.
Elementi di valutazione: a) densità della base empirica (accuratezza descrittiva); b) credibilità delle
procedure; c) attenzione per gli aspetti riflessivi; d) la capacità di far avanzare la teorizzazione. Per quanto
riguarda l’esposizione dei risultati occorre che siano presentate evidenze empiriche sufficienti a consentire
al lettore di valutare in modo obiettivo l’interpretazione fornita dal ricercatore. È importante mettere in
evidenza il ruolo svolto dal ricercatore. In un’ottica etnografica la soggettività non costituisce un limite. È
utile controllare la qualità della documentazione e le modalità di intervista e osservazione. È utile usare la
tecnica della triangolazione: accertare la credibilità di una certa rilevazione combinando differenti
modalità di raccolta dati. Dal punto di vista delle analisi e delle interpretazioni può essere importante
escludere eventuali ipotesi alternative ad esempio mediante l’analisi dei casi negativi che aiutano a
definire i limiti di applicabilità. Oppure si può scegliere di condurre un’operazione di verifica (audit) esterna,
sottoponendo la documentazione a un ricercatore che non abbia preso parte alla ricerca. Una verifica
importante può essere svolta raccogliendo i giudizi dei partecipanti che hanno contribuito alla produzione
dei dati (la cosiddetta member validation o member check). Il problema della trasferibilità (o
generizzabilità) dei dati è uno dei nodi più spinosi della ricerca etnografica. Rende quasi impossibile stabilire
se i risultati siano validi indipendentemente dal contesto in cui sono stati raccolti. Si suggerisce descrivere
con la maggiore accuratezza possibile le caratteristiche della ricerca in modo da specificare le condizioni
particolari in cui i dati possono essere generalizzabili. Risulta essenziale nella fase di scrittura di una ricerca lo
sforzo di esplicitare e documentare il processo di analisi. Solo in questo modo è possibile offrire al lettore un
resoconto trasparente della ricerca consentendogli di formarsi a riguardo un’opinione precisa.
CONCLUSIONI
Ci sono 4 aspetti che caratterizzano l’etnografia come tipo specifico di ricerca qualitativa: 1) la strategia di
ricerca viene definita in base al tipo di informazioni ricercate e all’uso dell’osservazione partecipante come
strumento per reperire tali informazioni. 2) la peculiarità del suo processo di ricerca è molto diverso dal
modello lineare e sequenziale tipico dell’approccio quantitativo. La ricerca etnografica si basa su una
logica circolare la quale implica una forte interdipendenza fra le diverse fasi di raccolta e analisi dei dati e
di teorizzazione. 3) tecnica di raccolta dei dati: si cerca di ricorrere a tecniche chiuse strutturate, tese a
ricercare selettivamente informazioni particolari. 4) aspetto relativo ai metodi di analisi dei dati: capacità di
individuare temi, analisi e interpretazioni ad hoc comparando costantemente teorie, esperienze sul campo
e riflessioni a posteriori. Il lavoro etnografico presenta vari punti di forza: aiuta a rilevare aspetti invisibili ai
metodi di ricerca quantitativi, permette di porre domande di ricerche nuove, costringe il ricercatore a
riflettere costantemente sul processo di ricerca valutando di volta in volta l’appropriatezza dei metodi,
delle categorie e delle teorie rispetto ai dati. L’etnografia resta una metodologia di strada adattabile ai
contesti locali e alle occasioni particolari del suo esercizio.