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L’EFFETTO DI PIÙ FORZE SU UN CORPO RIGIDO

Per applicare la condizione di equilibrio F totale = 0 occorre sapere come si sommano due
o più forze. Se esse sono applicate su un punto materiale, la forza risultante è uguale alla
loro somma vettoriale.
Questo è vero anche se le forze sono applicate a un corpo rigido. Tuttavia il problema è più
complesso, perchè le forze possono essere applicate in punti diversi del corpo e il punto di
applicazione è importante nel determinare l’effetto delle forze.
Per semplificare il problema, partiamo da una osservazione: una forza che agisce su un
corpo rigido può sempre essere spostata lungo la sua retta d’azione in un altro punto
dello stesso corpo, senza che l’effetto della forza cambi.
L’effetto di una forza su una canoa non cambia se la forza è spostata lungo la sua retta
d’azione ed è applicata a prua, al centro o a poppa.
La ragione è che, spostando la forza lungo la sua retta di azione, il momento della forza
rispetto a un punto qualsiasi resta lo stesso.
Esaminiamo alcuni casi semplici in cui due sole forze sono applicate a un corpo rigido.

Forze che agiscono sulla stessa retta


Due forze sono applicate a un corpo rigido (per esempio una mazza da baseball) in modo
da avere la stessa retta di azione.
Possiamo spostare una delle due forze lungo la sua retta di azione, fino a quando le due
forze sono applicate nello stesso punto P.
La forza risultante Ftot è la somma vettoriale delle due forze e può essere spostata sulla sua
retta di azione senza cambiare i suoi effetti.

Forze concorrenti
I due bambini esercitano forze concorrenti: le rette di azione delle due forze si intersecano
in P.
Spostiamo le due forze, lungo le loro rette d’azione, fino al punto di intersezione P.
La risultante Ftot è la somma vettoriale delle due forze con la regola del parallelogramma.

Forze parallele
Due forze parallele applicate in punti diversi di un corpo rigido sono:
concordi quando hanno lo stesso verso;
discordi quando hanno versi opposti.
Due persone che spingono un’automobile in panne nella stessa direzione esercitano due
forze parallele e concordi.
Durante un terremoto, la crosta terrestre scorre sui due lati di una faglia per azione di
forze parallele e discordi.
La somma delle forze F1 e F2, è applicata in un punto P individuato dalla proporzione
d1 : d2 = F2 : F1,
dove d1 è la distanza di P dalla forza F1
e d2 è la distanza di P da F2.
In altre parole, le distanze del punto P dalle due forze sono inversamente proporzionali
alle intensità delle forze.
Nel caso di forze concordi:
• il punto P è compreso tra le forze F1 e F2;
• il modulo della forza totale è la somma dei moduli delle due forze che agiscono:
Ftot = F1 + F2;
• se le forze F1 e F2 sono uguali, il punto P ha la stessa distanza da entrambe; altrimenti
la forza totale è più vicina alla maggiore delle due.
Nel caso di forze discordi:
• il punto P e esterno a F1 e F2, dalla parte della forza maggiore;
• il modulo della forza totale e la differenza dei moduli delle due forze che agiscono:
Ftot = F1 - F2.

LE LEVE
Applichiamo le condizioni di equilibrio di un corpo rigido alle leve, che sono dispositivi per
amplificare o ridurre le forze.
Le leve sono costituite da un’asta rigida, che può ruotare attorno a un punto fisso
chiamato fulcro, a cui sono applicate due forze.

Indichiamo con
• FR la forza resistente.
• bR il suo braccio rispetto al fulcro (braccio resistente).
• FM la forza motrice.
• bM il suo braccio rispetto al fulcro (braccio motore).
La leva è in equilibrio quando il momento della forza resistente è uguale al momento della
forza motrice.

Fr br (momento della forza resistente) = Fm bm (momento della forza motrice)

Cosi la somma dei due momenti delle forze FR e FM, che agiscono in versi opposti, è uguale
a zero.
La condizione di equilibrio può essere espressa anche come
FM : FR = bR : bM.
Per vincere una forza resistente maggiore della forza motrice che abbiamo a disposizione,
dobbiamo utilizzare un braccio della forza motrice maggiore dell’altro. Una leva si dice
vantaggiosa se permette di equilibrare una forza più intensa mediante una seconda forza
più debole; in caso contrario la leva si dice svantaggiosa. Le leve di secondo genere (vedi
tabella seguente) sono sempre vantaggiose, quelle di terzo genere sono sempre
svantaggiose; quelle di primo genere possono essere vantaggiose o svantaggiose a
seconda sei casi. La tabella riassume i tipi di leve e le loro caratteristiche.

Tipi di leve
Leve di primo genere
Il fulcro è posto tra le due forze.
Sono vantaggiose (FM minore di FR) se bM maggiore di bR. Se bM minore bR sono svantaggiose.
Leve di secondo genere
La forza resistente è tra il fulcro e la forza motrice.
Sono vantaggiose, cioè amplificano le forze.
Leve di terzo genere
La forza motrice è tra il fulcro e la forza resistente.
Sono svantaggiose, cioè riducono le forze (consentono di controllarle).

IL BARICENTRO
Un corpo rigido può essere pensato come l’insieme di tanti volumetti che lo compongono.
La forza-peso totale che si esercita su un corpo rigido può essere immaginata come la
somma vettoriale delle piccole forze-peso che agiscono su ciascuno di questi volumetti.
Questi vettori forza-peso sono tutti paralleli e concordi tra loro, e possono essere sommati
con il metodo descritto nel paragrafo. Cosi facendo si ottiene il vettore che rappresenta la
forzapeso totale del corpo rigido. Questo vettore e applicato in un punto speciale, che
prende il nome di baricentro o centro di gravità del corpo.
Si chiama baricentro o centro di gravità di un corpo rigido il punto di applicazione della
forza-peso del corpo.

Per quanto riguarda l’equilibrio, un corpo rigido si comporta come se tutto il suo peso fosse
applicato nel suo baricentro.
Dove si trova il baricentro
Consideriamo una pallina e un parallelepipedo di legno. Hanno entrambi un centro di
simmetria e sono corpi omogenei, cioè hanno la stessa densità in ogni punto.
Se un corpo omogeneo ha un centro di simmetria, il baricentro si trova in tale punto.
Per oggetti di forma irregolare e disomogenei non è facile individuare a prima vista il
baricentro. Spesso, questo punto si trova dove la massa è più concentrata.
Per esempio, il baricentro di un coltello di acciaio non è nel mezzo, ma è spostato verso il
manico.
Il baricentro di una persona che sta in piedi si trova vicino all’ombelico.
Non sempre, però, il baricentro di un corpo rigido si trova in un punto del corpo stesso. Per
esempio, quando una persona si flette, il suo baricentro si sposta fuori dal corpo. Il
baricentro di una ciambella è nel suo centro, dove non c’è materia.

L’equilibrio di un corpo appeso


Un corpo appeso per un punto P è in equilibrio se il suo baricentro G si trova sulla retta
verticale che passa per P.
In questo caso la forza risultante è contrastata dal vincolo e il momento della forzapeso
risultante, che è applicata in G, è nullo rispetto al punto fisso P.
Un quadro può stare in equilibrio in molti modi diversi: basta che il punto al quale è appeso
stia sulla verticale che passa per il baricentro.
Se è appeso dall’alto, è in equilibrio stabile: se lo si sposta di poco, ritorna nella
precedente posizione di equilibrio.
Se è appeso dal basso, è in equilibrio instabile: se lo si sposta di poco, non ritorna nella
precedente posizione di equilibrio.
Se è appeso nel baricentro, è in equilibrio indifferente: se lo si sposta, rimane in una nuova
posizione di equilibrio.

L’equilibrio di un corpo appoggiato


Un corpo appoggiato su un piano è in equilibrio se la retta verticale che passa per il suo
baricentro interseca la base di appoggio.
Per esempio, un carrello della spesa pieno è in equilibrio perchè la verticale dal baricentro
complessivo cade all’interno della base d’appoggio, delimitata dalle quattro ruote del
carrello.
Però, appendendo un oggetto pesante all’esterno del carrello stesso, se ne provoca il
ribaltamento, perchè la verticale dal baricentro cade ora all’esterno della base d’appoggio.

I CONCETTI E LE LEGGI
LA MISURA DELLE FORZE
Una forza non equilibrata cambia la velocità del corpo al quale viene applicata. Le forze
possono essere di contatto(vento che gonfia una vela e spinge un’imbarcazione) o a
distanza (un magnete che attrae un oggetto di ferro).
La forza-peso è un esempio di forza a distanza; le forze di attrito e la forza elastica sono
esempi di forze di contatto.

La misura delle forze


Le forze sono vettori applicati: oltre alla direzione, al verso e all’intensità, quando si considerano gli
effetti di una forza è importante il punto di applicazione.
• Le forze si misurano con un dinamometro.
• L’unità di misUra della forza è il newton (N): un newton è l’intensità della forza-peso con cui la Terra
attira una massa di 102 g.

Forze di attrito
Radente
Si esercita tra due superfici.
Esempio: fra la scarpa e il terreno.
Volvente
Compare quando un corpo rotola su una superficie.
Esempio: una ruota rotola sulla strada.
Viscoso
Si ha quando un corpo si muove in un fluido.
Esempio: un’auto e l’aria.
Le forze di attrito hanno senso contrario al moto.

Attrito radente statico


Fs = MI CON S F PERPENDICOLARE
forza al distacco = coefficiente di attrito statico PER forza premente
• La forza al distacco è la minima forza necessaria per mettere in moto un oggetto fermo, in modo da
farlo scivolare su un piano.
• La forza di attrito statico è direttamente proporzionale al modulo della forza premente, non dipende
dall’area di contatto fra le superfici, è parallela alla superficie di contatto.
• Il coefficiente MI CON S è un numero puro.

Attrito radente dinamico


FD = ndFPERPENDICOLARE
forza di attrito radente dinamico = coefficiente di attrito dinamico PER forza premente
• La forza di attrito radente dinamico agisce su un corpo che si muove scivolando su un piano. Entra in
gioco quando l’attrito statico non riesce più a trattenere il corpo fermo.
• La costante di proporzionalità MI CON D è un numero puro che dipende dai materiali di cui sono fatti
l’oggetto che scivola e la superficie.
• MI CON D è minore di MI CON S che corrisponde alla stessa situazione.

Forza elastica
Fv = - ks
forza = - costante k PER spostamento
• La forza elastica è direttamente proporzionale allo spostamento dalla posizione di equilibrio: questa
relazione sperimentale
è chiamata legge di Hooke.
• La legge di Hooke descrive il comportamento delle molle quando le deformazioni sono piccole rispetto
alla lunghezza.
• Il segno «meno» indica che il verso della forza elastica è sempre opposto a quello dello spostamento.
• La costante elastica k della molla si misura in N/m: più k è grande, più la molla è dura.

L’EQUILIBRIO DI UN PUNTO MATERIALE E DI UN


CORPO RIGIDO
Un punto materiale fermo rimane in equilibrio quando è nulla la risultante delle forze che
agiscono su di esso. Un corpo rigido fermo rimane in equilibrio quando sia la somma
vettoriale delle forze applicate sia la somma vettoriale dei momenti delle forze, calcolate
rispetto a un punto qualsiasi, sono uguali a zero.

Momento di una forza


M = Fb
momento di una forza = intensità della forza PER braccio
• Esprime l’effetto di rotazione di una forza che agisce su un corpo rigido.
• È un vettore con direzione perpendicolare al piano che contiene la forza F e il punto O.
Equilibrio su un piano inclinato
FE = FP PER H FRATTO L
forza equilibrante = forza-peso PER altezza FRATTO lunghezza
• Il valore della forza equilibrante, necessaria per mantenere fermo un oggetto su un piano inclinato, è
direttamente proporzionale al peso dell’oggetto e all’altezza del piano inclinato, e inversamente
proporzionale alla sua lunghezza.

Momento di una coppia di forze


M = Fd
momento di una coppia = forza PER distanza
• è dato dalla somma dei momenti delle forze rispetto al punto medio O.
• Una coppia di forze è data da due forze uguali e opposte, applicate in punti diversi di un corpo rigido.

La leva
È un’asta rigida che può ruotare attorno a un punto fisso detto fulcro.
• FR è la forza resistente e bR è il suo braccio rispetto al fulcro (braccio resistente); FM è la forza motrice e
bM il suo braccio rispetto al fulcro (braccio motore)
Condizioni di equilibrio di una leva
F2bR = FMbM
La leva è in equilibrio quando il momento della forza resistente è uguale al momento della forza motrice.

Tipi di leve
Leve di primo genere
Il fulcro è posto tra le due forze.
• Sono vantaggiose se bM è maggiore di bR.
• Esempio: forbici.
Leve di secondo genere
• La forza resistente è tra il fulcro e la forza motrice.
• Sono vantaggiose, cioè amplificano le forze.
• Esempio: schiaccianoci.
Leve di terzo genere
La forza motrice è tra il fulcro e la forza resistente.
• Sono svantaggiose, cioè riducono le forze.
• Esempio: pinzette.

Il baricentro
È il punto di applicazione della forza-peso di un oggetto.
• Dal punto di vista dell’equilibrio, un corpo rigido si comporta come se tutto il suo peso fosse applicato
nel suo baricentro.
Tipi di equilibrio
• Un corpo appeso è in equilibrio quando il suo baricentro si trova sulla verticale che passa per il punto a
cui il corpo
è appeso: può essere stabile, instabile o indifferente.
• Un corpo appoggiato è in equilibrio quando la retta verticale che passa per il baricentro interseca la
base di appoggio.

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