Documente Academic
Documente Profesional
Documente Cultură
COORDINATE MACROSCOPICHE
COORDINATE TERMODINAMICHE , individuano stato del sistema (es. P, V, T)
P e T sono definibili, per il sistema, solo all'equilibrio. Solo in questa condizione esse
individuano lo stato del sistema.
Trasformazioni
Quando un sistema termodinamico cambia stato (cioè quando cambia nel tempo il valore dei
suoi parametri di stato) si dirà che il sistema subisce una trasformazione
Trasformazioni cicliche
Lo stato finale è uguale a quello iniziale.
Trasformazioni spontanee
Un sistema lontano dall’equilibrio lasciato libero di evolversi, si porterà in uno stato di
equilibrio. È una trasformazione irreversibile.
∆L = P·A·∆x = P∆V Pi
Se un corpo con confini rigidi alla temperatura T1 è posto in contatto tramite parete conduttrice
con un altro simile alla temperatura inferiore T2, osserviamo SPERIMENTALMENTE che
dopo un certo tempo essi sono in equilibrio termico e vale la relazione:
C1 (T1-Tf) = C2 (Tf-T2)
con Tf temperatura equilibrio, C costanti rilevate sperimentalmente e chiamate capacità
termiche.
Definiamo allora Q=C·∆t come calore scambiato e calore specifico la capacità termica per
unità di massa m c = C/m
In passato il calore era considerato un fluido, il “calorico” che passava da un corpo ad un altro. Nella
realtà il calore è energia. Ponendo a contatto tramite parete conduttrice due corpi a temperatura
differente questi si scambiano energia modificando la propria energia interna.
Consideriamo un sistema CHIUSO, definito nei suoi costituenti e con massa determinata e costante durante
tutte le operazioni eseguite sul sistema;
Schema dell'esperimento Macchina usata da J.P. Joule per i suoi esperimenti (1840-48)
Ripetiamo l'esperimento per differenti valori di m o h, e misuriamo sempre il L = mgh e Q col calorimetro a
ghiaccio.
Se [L]=Joule e [Q]=Caloria, per ogni coppia di L e rispettivo Q avremo che L/Q = 4.187 COSTANTE.
Operando trasformazioni cicliche, il calore Q ed il lavoro L scambiati tra sistema e ambiente
sono tra loro proporzionali.
Q RISULTATO
Per sistema chiuso e ciclico =A SPERIMENTALE
L
A dipende solo dalle unità di misura utilizzate per
Q ed L. Nel S.I. A = 1
potremo scrivere Q = ∫ δQ e L = ∫ δL
e quindi ( )
∫ δQ − AδL = 0 ; dal punto di vista matematico si può allora dire che la
quantità integranda è un differenziale esatto e che esiste
Esistono particolari trasformazioni nelle quali anche le variazioni differenziali del lavoro e del
calore sono differenziali esatti:
In una trasformazione senza scambi di lavoro con l’esterno (o per un sistema termodinamico
chiuso con confini impervi al lavoro) la variazione infinitesimale del calore è un differenziale
esatto
δL = 0 (assenza di lavoro), quindi δQ = dU
equazione del primo principio di J. H. Keenan e A. H. Shapiro (1947)
L’energia interna di un sistema chiuso isolato non cambia.
Se infatti il sistema è isolato il calore e il lavoro scambiati sono invariabilmente nulli:
Q = 0 e L = 0 e quindi dU=0 e dunque U = costante
È impossibile creare una macchina che produca continuativamente lavoro senza assorbire
un uguale quantitativo di energia dall’esterno.
La “continuatività” dell’effetto utile implica la necessità che la macchina operi secondo un
processo ciclico, nel qual caso Q-L = 0 ovvero Q = L quindi se L≠ ≠0 allora anche Q≠
≠0
Una macchina in grado di produrre lavoro senza una corrispondente somministrazione di
energia è denominata macchina del moto perpetuo del primo tipo. Il primo principio
stabilisce pertanto l’impossibilità del moto perpetuo del primo tipo.
Per una trasformazione aperta, essendo Q ed L il calore e il lavoro effettivamente scambiati,
avremo Q − AL = ∆U
Additività
L'energia interna di un sistema è uguale alla somma delle energie interne delle parti in cui lo si
può immaginare diviso
U è una GRANDEZZA ESTENSIVA in quanto gode della proprietà additiva
P e T invece sono INTENSIVE, non si può ottenere P o T del sistema come somma di quelle di
suoi sottosistemi
Se P , U , T , sono coordinate termodinamiche per trasformazioni reversibili avremo assenza di
attriti, equilibrio delle pressioni e temperature interne ed esterne e quindi potremo scrivere
L = ∫ PdV = m ∫ Pdv
oppure δL = mPdv
Dunque per un sistema a composizione chimica costante, senza fenomeni
elettromagnetici o di superficie e trasformazioni reversibili abbiamo:
δQ = dU + AmPdv
e potremo scrivere nel S.I., per l'additività di U :
δq = du + Pdv
dove i simboli in lettere minuscole stanno ad indicare che le grandezze sono riferite all'unità di
massa
δq
c=
al limite per ∆T tendente a zero, avremo dT
Essendo δq = du + Pdv potremo scrivere una espressione generale del calore specifico:
∂u ∂u dv ∂u
c= + + P ⇒ cv =
∂T v ∂v T dT ∂T v se a volume costante
ESPRESSIONE GENERALE I° PRINCIPIO
Se consideriamo un sistema in moto nello spazio lo scambio di energia ∆E, sotto forma di
lavoro e calore modificherà sia l’energia interna che l’energia cinetica e potenziale del sistema.
Il primo principio si scriverà quindi come:
pag. 15-24
Poiché la massa si conserva avremo per i due momenti che la massa totale è uguale e quindi
∫ ρdv − ∫ ρdv = −∆m1 + ∆m2
v τ0 v τ 0 + ∆τ
d dm1 dm2
∫ ρdv = −
dτ v dτ dτ
pag. 16-24
dm1
Definiamo la portata in massa
G1 = = ρ1w1S1 con la densità ρ e la velocità W
dτ
costanti sulla superficie S (FLUSSO MONODIMENSIONALE) ed analogamente G2;
potremo quindi scrivere:
d
∫ ρdv + ρ 2 w2 S 2 − ρ1w1S1 = 0
dτ v
pag. 17-24
SISTEMA APERTO IN REGIME PERMANENTE percorso
da un fluido
termodinamico Q
Prendiamo un volume di controllo e
consideriamo un sistema chiuso,
deformabile che si sposta nel volume L
dalla posizione 1 alla 2.
Per il I° principio nella sua forma
generale:
∆Ec + ∆E p + ∆U = Q − AL'
ed esprimendo le variazioni delle varie
forme di energia:
A(E'C2 + E'P2) - A(E'C1 + E'P1) + U'2 -
U'1 = Q - AL'
considerando ogni termine come dato dall’energia relativa a due sottosistemi (additività)
E'C = ECS + EC ; E'P = EPS + EP ; U' = US + U scriveremo
A(ECS2 + EC2 + EPS2 + EP2- ECS1 - EC1 - EPS1 - EP1) + U2 + US2 - U1 - US1 = Q – AL’
Considerando il lavoro come fornito attraverso le pareti del volume e le sezioni 1 e 2, avremo:
L' = L + L0 L0 = +L2 - L1 = P2A2∆x2 - P1A1∆x1 = P2V2 - P1V1
pag. 18-24
Essendo però le condizioni stazionarie, avremo l’uguaglianza dei termini:
ECS2 = ECS1 ; EPS2 = EPS1 e US2 = US1 quindi:
A(EC2 + EP2 - EC1 - EP1)+ U2 - U1 = Q - A(L + P2V2 - P1V1) e riordinando:
A(EC2 + EP2 + P2V2) + U2 + AL = Q + A(EC1 + EP1 + P1V1) + U1
w2
introducendo ora le espressioni dell’energia cinetica e potenziale EC = m 2 ; E P = mgz
e le grandezze spec. V = mv ; U = mu con le
IPOTESI di uniformità nella sezione per
Velocità ; densità; grandezze termodinamiche
e dividendo poi per il tempo τ necessario per passare da 1 a 2, si ottiene
w22 m2 m2 AL Q w12 m1 m1
A + gz2 + P2v2 + u2 + = + A + gz1 + P1v1 + u1
2 τ τ τ τ 2 τ τ
espressione generale estendibile a più ingressi ed uscite
Quando abbiamo un solo ingresso ed una uscita, in condizioni di regime permanente,
m1 m2
=
τ τ .
pag. 19-24
Per unità di portata in massa si ha perciò:
w22 w12
A + gz2 + P2v2 + u2 + Al = A + gz1 + P1v1 + u1 + q
2 2
I = U + APV ⇒i = u + APv
ed introducendo l’entalpia H h ,
considerato che nel S.I., A = 1 otteniamo:
w22 − w12
+ g ( z 2 − z1 ) + i2 − i1 = q − l
2 h2 − h1
I (o H) funzione entalpia, dipende da U e V, oltre che P, che dipendono dallo
stato del sistema, quindi anch’essa è una funzione di stato. Poiché U e V godono
della proprietà additiva, anche I ne gode e possiamo riferirla all’unità di massa.
pag. 20-24
Essendo l'entalpia funzione di stato, allora il suo differenziale sarà esatto, e per un fluido
termodinamico, assumendo che essa sia funzione di P e T, i(P,T), avremo:
∂i ∂i
di = dT + dP
∂T P ∂P T
dq = di − vdP dq
sarà e ricordando la definizione di calore specifico c = avremo:
dT
∂i ∂i dP ∂i
c= + − v c =
∂T P ∂P T dT ottenendo P
P per trasf. a P costante
∂T
∂u
che fa coppia con c v = che avevamo ottenuto con l’energia interna
∂T v
pag. 21-24
Dalla si ottiene per alcune apparecchiature, quando si possono trascurare i termini legati
ad alcune variazioni di energia:
riduttori di pressione
(valvole, ugelli) i2 = i1
w22 = w12 + 2(i1 − i2 )
pag. 22-24
Non dimenticare tutte le ipotesi fatte per ottenere
queste espressioni !
ipotesi introdotte per ricavare l’espressione del primo principio per un sistema aperto in
condizioni stazionarie e poi per semplificarne l’espressione.
Una precisazione importante riguarda il fatto che in condizioni di regime stazionario, il sistema
aperto, identificato in termini di volume di controllo, non realizza di fatto alcuna
trasformazione, dato che le proprietà in ogni punto si mantengono costanti. Nondimeno, i
singoli elementi di fluido, nell’attraversare il sistema, sono sottoposti ad un processo. In questa
particolare ottica si usa parlare di processi con deflusso, nel caso specifico stazionario. Ci si
può altresì riferire ai processi dei sistemi chiusi come a processi senza deflusso.
Se il regime di deflusso non fosse stazionario, le assunzioni
m1 m2
ESC2 = ESC1 ; ESP2 = ESP1 ; US2 = US1 e τ = non sarebbero vere
τ
pag. 23-24
Avremmo dunque:
w22 m2
A + gz2 + P2v2
w12 m1 m2
− A + gz1 + P1v1 +
m1
u2 − u1 +
( ES 2 − ES1 )
=
2 τ 2 τ τ τ τ
Q AL
= −
τ τ
pag. 24-24