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POLITICA INTERNA
Napoleone inaugurò il termine "politica di bonapartismo", che consisteva nel ricercare il consenso popolare,
rimanendo autoritario.
[20-03-2018]
LA II GUERRA D'INDIPENDENZA
Napoleone cadde nel tranello di Cavour, che chiese alle sue truppe dì raggiungere il confine per infastidire le truppe
austriache e provocarli senza mai andare fino in fondo per non risultare un loro attacco. Nel giro di poche settimane
scoppiò la II guerra d'indipendenza (1859): il comando fu affidato al Re di Francia Napoleone, che ne era onorato, e
quindi si ebbe praticamente uno scontro tra Austria e Francia. Grazie ad una sei e di vittorie Emilia e Toscana
vennero annesse al Piemonte.
L'Austria però era affiancata sempre dalla Prussia; Napoleone, avendo timore di essere accerchiato e che il Piemonte
divenisse forte, firmò l'Armistizio di Villafranca. Vennero conquistate Toscana, Emilia, Lombardia, Napoleone chiese
parte dei terreni e ricevette Nizza e la Savoia.
LA PRUSSIA
La Prussia era una grande potenza, dotata di una ricca classe di proletari terrieri conservatori chiamati Junker. Nel
1861 salì al trono Guglielmo I e nel 1862 divenne cancelliere (=presidente del consiglio) Otto Von Bismark,
autoritario e spregiudicato. Secondo lui, la Prussia doveva essere una forza così grande da poter formare la
Germania. Così per unificare la Germania rinforzò l'esercito prussiano sia in difesa che in attacco. L'Austria
presiedeva la Confederazione germanica perciò nel 1866 Bismark si alleò con l'Italia per dichiarare guerra all'Austria
e da questo momento in poi l'Italia cominciò a fare un po' schifo con l'esercito, infatti mentre Bismark vinceva tutte
le guerre l'Italia le perse tutte.
[24-03-2018]
L’Italia fu sconfitta a Custoza e Lissa, ma nonostante ciò, facendo parte dell’alleanza vincente, riuscì ad ottenere il
Veneto. La Germania viene divisa in due confederazioni per volere della Francia: il Nord era presieduta dalla Prussia,
il sud rimase indipendente.
Questo era il periodo della rivoluzione industriale, ma la Prussia mancava di risorse minerarie e naturali, perciò
Bismark individuò le regioni dell’Alsazia e della Lorena, che ne erano ricche, ma erano possedimenti della Francia.
Per conquistarle dichiarò guerra alla Francia, che si era mostrata anche contraria all’unità della Germania, e il 2
settembre 1870 la Francia venne sconfitta pesantemente. 2 giorni dopo i francesi si rivoltarono e proclamarono la III
repubblica, creando la comune di Parigi.
La Germania raggiunse l’unità e Guglielmo I venne nominato imperatore (=kaesar), così nacque il secondo regno
(=reich). [Il primo regno fu il Sacro Romano Impero]
LA COMUNE DI PARIGI
La Francia era diventata una repubblica: moderati e conservatori vinsero le elezioni. Al governo c’era Thiers, che
firmò la pace con la Germania che però impose delle condizioni pesanti, perciò i francesi insorsero di nuovo nel 1871
contro il governo e venne instaurato un consiglio popolare socialista, ovvero la comune popolare di Parigi, i cui
facenti parte si chiamavano comunardi. Ma questa fu una istituzione autonoma, nel senso che si instaurarono solo a
Parigi, ma nel resto della Francia rimase in mano ai conservatori.
Non avevano un progetto politico comune, ma condividevano alcune idee:
Volevano formare uno stato fatto di città e villaggi autonomi fra cui spiccava la comune;
La democrazia diretta;
L’istruzione pubblica;
La laicità;
La lotta alla povertà e all’ingiustizia.
Introdussero il suffragio universale e crearono cooperative di operai per gestire le fabbriche. La comune ‘’finì male’’,
nel senso che Thiers chiese aiuto a Bismark, ricostituì l’esercito e assediò Parigi, facendola cadere. I comunardi
furono uccisi e la Francia tornò ad essere unita.
IL TRASFORMISMO
Nel 1876 con le nuove elezioni vinse la sinistra, chiamata sinistra storica, che avrebbe governato fino al 1896. Era
guidata da Agostino Depretis, il quale innalzò l'obbligo scolastico a 9 anni, abbassò le tasse e di nuovo si presentò il
deficit. Inoltre nel 1882 attuò una riforma elettorale con cui allargò il diritto di voto.
Nelle nuove elezioni la sinistra storica conquistò la maggioranza ma nonostante ciò la destra aveva avuto molti voti,
perciò si allearono e la sinistra invitò la destra a entrare nella maggioranza (trasformismo). La maggioranza quindi è
di centro, rimane fuori la destra estrema e la sinistra estrema. Tutto ciò sfociò nella corruzione.
[07-04-2018]
LA TRIPLICE ALLEANZA
Nel 1890 sia l'agricoltura che l'industria entrarono in crisi perciò vennero aumentate le tasse sulla dogana per
proteggere la produzione nazionale. Questo innalzamento ebbe un esito positivo per l'industria, ma negativo per
l'agricoltura (quindi ne risentì soprattutto il sud). Inoltre tutti i prodotti deperivano perché non c'erano grandi
metodi di conservazione, e le tasse venivano aumentate "all'ultimo" quindi le merci venivano prodotte per essere
vendute ma poi non venivano vendute.
Essendoci grandi problemi di povertà crebbe l'emigrazione e aumentarono i conflitti sociali. Per uscire
dall'isolamento l'Italia fece un trattato nel 1882 col quale si alleò con Germania e Austria formando la triplice
Alleanza.
Ma l'alleanza con l'Austria creò un notevole malcontento, non solo per il passato ma anche perché l'Austria era
ancora presente in Italia nel Friuli Venezia Giulia e nel Trentino e perciò era ancora visto come un invasore. Queste
terre furono chiamate terre irredente (che non erano state liberate dagli Austriaci e tutti coloro che erano a favore
della liberazione venivano chiamati irredentisti. L'Alleanza con la Germania rappresentava qualcosa di positivo,
perché la Germania era ricca e stabile e l'alleanza e così facendo si consentì l'influsso di capitali tedeschi. Ciò
determinò un'impennata dell'industria.
Contemporaneamente cominciò il colonialismo, gli europei colonizzatori i territori francesi, e l'unico territorio
disponibile per l'Italia era l'Etiopia, dove vennero sconfitti.
IL GOVERNO DI CRISPI
Dopo Depretis divenne capo del governo (dal 1887 al 1896) Crispi. In gioventù era mazziniano e democratico, però
dopo l'unità d'Italia divenne monarchico.
Decido lui era necessario in Italia creare uno stato forte perciò:
-costituisce un apparato burocratico centralizzato (per controllare la popolazione con il censimento);
-apre una guerra doganale contro la Francia
-abolisce la pena di morte.
Riconobbe ai cittadini il diritto di scioperare, però per evitare che i cittadini siano troppo violenti, toglie potete al
sindacato per darlo alla polizia.
IL GOVERNO DI GIOLITTI
Crispi cerco di rilanciare la politica coloniale ma la maggioranza del governo non li appoggiò perché non c'erano
abbastanza soldi. Crispi si sentì offeso fa questo rifiuto e si dimise.
La presidenza del consiglio passò prima a di Rudinì e poi a Giovanni Giolitti, il quale si trovò a dover gestire una
situazione particolare: la questione dei Fasci siciliani, un moto popolare che aveva coinvolto classi di lavoratori
contro le troppe tasse e i latifondisti.
Giolitti è un personaggio molo discusso perché durante il suo governo era tipica la corruzione, infatti fu accusato di
non aver avuto polso duro coi Fasci perché decise di non reprimerle, inoltre fu accusato di aver ricoperto un ruolo
nello scandalo della banca romana. Nel 1893 si dimise e tornò al governo Crispi.
IL RITORNO DI CRISPI
Crispi decise di fare tutti ciò che Giolitti non aveva fatto (e per questo era stato accusato) quindi represse i Fasci e
attaccò l'Abissinia, regione dell'Etiopia, dove persero e furono sconfitti ad Adua.
Crispi si dimise ancora una volta e così terminò l'età della sinistra storica e si aprì un periodo di crisi istituzionale per
l'Italia.
[10-04-2018]
IL RITORNO DI DI ROUDINÌ
Divenne presidente del consiglio di Rudinì che notando che l’esercito italiano non riusciva a vincere mai, decise di
concludere con Moderi, imperatore d’Etiopia, un accordo, col quale l’Italia rinunciava all’Etiopia ma restava in Eritrea
e in Somalia.
Nel 1898 l’Italia fu colpita da una crisi a causa della quale il prezzo del pane salì e perciò scoppiarono rivolte a
Milano. Il re ordinò al generale Bava Beccaris di reprimerle e lui cannoneggiò la folla (sparò con i cannoni), per
questo il re gli dette una medaglia. Di conseguenza la libertà di stampa fu limitata, molti socialisti furono catturati e
di Rudinì si dimise.
LA PRIMA INTERNAZIONALE
Con l'introduzione delle macchine agricole gli agricoltori diventarono disoccupati, perciò lasciavano le campagne per
trasferirsi in città, dove però gli operai erano troppi. Quindi non trovavano lavoro ed erano costretti a migrare (fino
al XIX secolo si tendeva a migrare verso gli Stati uniti).
Nel 1864 nacque la Prima Internazionale, con l'obiettivo di mettere insieme tutti i lavoratori contro lo sfruttamento
dei capitalisti.
Il papa maledisse la tecnologia con una enciclica e attraverso Il Sillabo condannò:
La morale laica,
Il liberalismo,
Il socialismo,
Il comunismo,
La separazione tra chiesa e stato,
La libertà di culto, di pensiero e di stampa.
[17-04-2018]
LA FRANCIA DELLA TERZA REPUBBLICA
Nel 1870 la Francia proclamò la III repubblica.
La Francia aveva perso la guerra contro le Prussiani, perciò le regole dell'armistizio furono dettate da quest'ultimi e
furono costretti a rimborsare i tedeschi, per i quali avevano un senso di vendetta (=revanscismo).
Anche se c'era la Repubblica qualcuno continuava a preferire la monarchia quindi c'erano scontri fra monarchici e
repubblicani. Fino al 1912 il governo rimase in mano ai repubblicani, i quali attuarono la laicizzazione dello Stato. I
monarchici cercarono di rovesciare la Repubblica con Mac Mahon e in seguito col generale Boulanger. Si diffuse
l'antisemitismo e intenzioni antidemocratiche, si susseguirono tumulti e i socialisti estremizzarono le loro posizioni.
Perciò i conservatori andarono al potere con Poincaré, revanscista e militarista; finché nel 1914 i radicali ritornarono
al governo.
[21-04-2018]
LA GERMANIA DI BISMARK
La Germania in questo periodo è una delle più grandi potenze militari dell'Europa. Con la Costituzione del 1871 la
Germania divenne federale, il potere era in mano della cancelleria, che aveva instaurato un regime politico
autoritario, che doveva rispondere solo al Kaiser, ovvero l'imperatore. Invece il presidente del governo, cioè della
cancelleria, era il cancelliere, più importante del kaiser, nonostante potesse essere redarguito da quest'ultimo.
Nel 1890 fu eletto cancelliere Otto Von Bismarck, un moderato. Per quanto riguarda la politica estera, cercò di dare
un nome forte allo stato. Invece come politica interna la costituì uno stato centralista e attuò il protezionismo, tentò
di realizzare uno Stato laico e di eliminare il cattolicesimo. Combattè il socialismo attraverso la repressione, anche se
proposte riforme per l'emanazione di uno Stato sociale. Inoltre attuò un processo di modernizzazione della
Germania, chiamato kulturkampf.
Bismarck riuscì a far rifiorire la Germania economicamente, finché nel 1888 salì al trono Guglielmo II, Bismarck si
dimise, perché il Kaiser voleva intraprendere una politica estera aggressiva e coloniale, che avrebbe creato uno
squilibrio in Europa.
L'INGHILTERRA
Il regno della regina Vittoria è stato uno dei più longevi (dal 1837 al 1901), questo periodo fu chiamato età vittoriana.
Si verificò un ottimo tenore di vita, superiore a quello degli altri Stati europei, caratterizzato da una stabilità politica.
Le fazioni si distinguevano tra:
Whings, progressisti guidati da Gladstone,
Tories, conservatori il cui leader era Disraeli.
Queste due fazioni si alternavano al potere, andavano molto d'accordo, proposero varie riforme e furono fautrici di
un periodo di pace.
Si rafforzarono i movimenti operai e il Labour party, partito socialista divenne molto forte, tanto da diventare il terzo
partito più importante d' Inghilterra.
L'IRLANDA
L'Irlanda da secoli lottava contro l'Inghilterra per l'indipendenza, combattevano i cattolici contro protestanti. La lotta
finì con l’Home Rule, con la quale l'Irlanda sarebbe restata legata all'Inghilterra, mantenendo le proprie regole.
Questa però non fu mai realizzata perché scoppiò la prima guerra mondiale.