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Gli amplificatori operazionali reali hanno un comportamento chiaramente diverso da quello ideale. In queste brevi note
ci proponiamo di analizzare le principali differenze, spiegandone brevemente lèorigine e definendo i parametri
caratteristici forniti dai costruttori di circuiti integrati.
Le correnti di polarizzazione
Per consentire il corretto funzionamento dei transistori componenti lo stadio dèingresso dellèop-amp, e necessario
polarizzare questi in regione attiva e pertanto e necessario fornire delle piccole correnti continue agli ingressi invertente
(I-) e non invertente (I+), dette correnti di polarizzazione. Nel caso di op-amp realizzati con transistori BJT, le correnti
in questione non sono altro che le correnti di base dei transistori dèingresso.
Tipicamente le correnti di polarizzazione hanno valori molto piccoli, circa 10-100 nA negli op-amp con ingresso a BJT,
10-100 pA negli op-amp con ingresso a JFET , circa 0,1-10 pA negli op-amp con ingresso a MOSFET.
Le correnti di polarizzazione sui due ingressi assumono
spesso valori simili, ma mai perfettamente uguali, il loro
verso dipende dal tipo di transistori utilizzati (entrante
per BJT NPN ed uscente per BJT PNP) e comunque non
e esplicitamente indicato dai costruttori che si limitano a
fornire i seguenti parametri:
• la corrente di bias (input bias current), definita
come la media aritmetica delle correnti di
polarizzazione, ossia:
I +I
IB = + −
2
• la corrente di offset in ingresso (input offset
current), definita come la differenza fra le due
correnti di polarizzazione dèingresso, ossia:
I OS = I + − I −
Questo dato viene normalmente fornito in modulo dai
costruttori.
Fig. 1 - Schematizzazione presenza correnti di La presenza delle correnti di polarizzazione si puo
polarizzazione schematizzare con il circuito di figura 1.
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Appunti di Elettronica - Pasquale Altieri -
Questa tensione e causata dalle inevitabili asimmetrie dei
circuiti interni dellèop-amp e anche da differenze nei
valori della tensioni di alimentazione. Risultando la
tensione di offset dovuta ad imprecisioni di realizzazione,
il suo valore e le sue polarita possono cambiare da
componente a componente, anche nel caso di componenti
nominalmente uguali (con la stessa sigla e dello stesso
costruttore).
Nello studio degli effetti dellèoffset e comodo pensare
invece che essa sia dovuta ad unèipotetica tensione
continua, prodotta da un generatore ideale di tensione,
sempre presente sullèingresso non invertente dellèop-amp,
tale tensione ´ detta tensione di offset in ingresso ed
indicata con Vos (vedi fig.). Nei normali op-amp la Vos
Fig. 2 - Schematizzazione presenza tensione di offset
puo assumere al massimo valori dellèordine delle decine
di mV.
In applicazioni audio la presenza dellèoffset non crea molti problemi, mentre puo essere altamente indesiderata in
applicazioni industriali, quali lèelaborazione di segnali lentamente variabili, si pone pertanto la necessita di eliminare
tale tensione indesiderata.
Un primo metodo puo essere quello di applicare in ingresso una tensione uguale e opposta alla Vos, cosı da avere Vo
zero con ingressi in continua zero.
Questa operazione di eliminazione dellèoffset in alcuni op-amp si puo
effettuare utilizzando appositi piedini, detti di offset null, che fanno capo
ad un apposito circuito interno predisposto dal costruttore.
In fig. si puo vedere uno schema classico, dove il resistore variabile
normalmente ha valore 10 kΩ e serve per procedere alla taratura
manuale, posti gli ingressi a potenziale continuo nullo.
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Appunti di Elettronica - Pasquale Altieri -
Risposta in frequenza
Un op-amp ideale presenta guadagno (differenziale) infinito e
larghezza di banda BW infinita. Un op-amp reale presenta invece
larghezza di banda e guadagno limitati; inoltre la risposta in
frequenza simile a quella di un filtro passa-basso di tipo RC, con
lèovvia differenza che vi ´ unèamplificazione in banda passante. In
figura ´ riportata la tipica risposta in ampiezza di un op-amp reale,
con evidenziati alcuni parametri caratteristici forniti dai costruttori e
che qui riassumiamo:
ft = frequenza di taglio, normalmente molto piccola (10-100Hz);
Fig. 4 - Op-amp ad anello aperto fT = frequenza di transizione, definita come quel valore di
frequenza per il quale il guadagno dellèop-amp assume valore
unitario (0dB);
AOL = guadagno ad anello aperto (open
loop gain), ossia il guadagno di tensione
dellèop-amp in banda passante (in pratica in
corrente continua).
Si noti che il termine ” anello aperto„ sta
semplicemente a ricordare lèassenza di
qualunque tipo di retroazione, ossia che si sta
considerando solo lèop-amp senza lèaggiunta
di componenti esterni.
Una prima osservazione che sorge spontanea
´ lèapparente impossibilitadi utilizzare lèop-
amp per amplificare segnali audio o con
frequenza superiore. In pratica cio ´ vero
solo se si utilizza lèop-amp ” da solo„ , ma se
si inserisce lèop-amp in uno dei circuiti
amplificatori studiati (invertente, non
invertente, etc..) le cose fortunatamente
Fig. 5 Risposta in ampiezza di un op-amp ad anello aperto vanno meglio, infatti la curva di risposta si
modifica come in figura.
A vf 100
Si vede come riducendo il guadagno, si ottiene una banda passante via via piu elevata, consentendo di ottenere
amplificatori per audiofrequenze e per videofrequenze.
Velocitadi
variazione
crescenti
Si definisce slew-rate SR di un op-amp, la massima velocitadi variazione della sua tensione di uscita.
dVo
Eq. 1 SR = K V om ax = = Vo′ ( t ) def. di slew-rate
max
dt max
Tipicamente lo slew-rate assume valori compresi tra 0.5 V/µs (op-amp lenti) e 500 V/µs (op-amp ad altissima velocita).
Quando applico ad un op-amp un segnale che in uscita ha una velocitadi variazione maggiore dello SR, il segnale non ´
riprodotto correttamente, ossia ´ distorto. Questo tipo di distorsione ´ detta distorsione dinamica o distorsione da
slew-rate. Lèeffetto di tale distorsione si evidenzia molto bene nel caso di un segnale quadro.
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Nel caso di segnali con frequenza ed ampiezza variabile, si dovranno considerare la frequenza ed il valore di picco
massimo.
Alcuni costruttori, sfruttando tale risultato, preferiscono fornire al posto dello slew-rate, risposta a piena potenza fp
(full-power response), definito come la massima frequenza di un segnale sinusoidale con ampiezza pari alla massima
consentita (in pratica Vop=Vcc) che puo essere riprodotto senza distorsione dinamica dallèop-amp. In sostanza:
SR
Eq. 3 fp = risposta a piena potenza
2πVop
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Resistenza d uscita
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vd
vd = v+ − v− v + = + vc
( v + + v − ) e si ottiene
2 sostituiamo nellèespressione della tensione di uscita:
v c = v = − vd + v
2 − 2
c
v v v
v o = A + v + − A − v − = A + ( d + v c ) − A − ( − d + v c ) = ( A + + A − ) d + ( A + − A − )v c
2 2 2
A+ + A−
definiamo ora il guadagno differenziale A d = ed il guadagno di modo comune A c = A + − A − , allora la
2
tensione di uscita si puo esprimere come: v o = A d v d + A c v c ossia, la tensione di uscita di un op-amp reale e
proporzionale sia alla differenza delle tensioni in ingresso ma anche alla loro media aritmetica, risulta chiaro che la
quantitadesiderata e A d v d mentre la quantita indesiderata e A c v c , il parametro quantitativo cercato si puo definire
A
come: ρ = d e viene chiamato rapporto di reiezione di modo comune o semplicemente CMRR (da common mode
Ac
rejection ratio).
Il rapporto di reiezione di modo comune ´ un numero puro, e viene espresso normalmente in dB, come segue:
A
ρ ( dB) = 20 log ρ = 20 log( d )
Ac
Valori tipici del CMRR, vanno da 60 dB per op-amp scarsi (comportamento lontano da quello di un amplificatore
differenziale) fino a 120 dB per op-amp ottimi (amplificatori differenziali quasi ideali) o amplificatori per
strumentazione.
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