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Appunti di Elettronica - Pasquale Altieri -

Caratteristiche dell,amplificatore operazionale reale


Sommario argomenti trattati
Caratteristiche dellèamplificatore operazionale reale .......................................................................................................... 1
Caratteristiche elettriche in corrente continua................................................................................................................. 1
Le correnti di polarizzazione ...................................................................................................................................... 1
La tensione di offset o di fuorizero ............................................................................................................................. 1
Caratteristiche in corrente alternata ................................................................................................................................ 3
Risposta in frequenza .................................................................................................................................................. 3
Problemi in presenza di grandi segnali: lo SLEW RATE ........................................................................................... 4
Resistenza dèuscita...................................................................................................................................................... 6
Resistenze dèingresso.................................................................................................................................................. 6
Rapporto di reiezione di modo comune o CMRR ....................................................................................................... 6

Gli amplificatori operazionali reali hanno un comportamento chiaramente diverso da quello ideale. In queste brevi note
ci proponiamo di analizzare le principali differenze, spiegandone brevemente lèorigine e definendo i parametri
caratteristici forniti dai costruttori di circuiti integrati.

Caratteristiche elettriche in corrente continua


Consideriamo ora il funzionamento dellèop-amp in presenza di sole tensioni dèingresso continue.

Le correnti di polarizzazione
Per consentire il corretto funzionamento dei transistori componenti lo stadio dèingresso dellèop-amp, e necessario
polarizzare questi in regione attiva e pertanto e necessario fornire delle piccole correnti continue agli ingressi invertente
(I-) e non invertente (I+), dette correnti di polarizzazione. Nel caso di op-amp realizzati con transistori BJT, le correnti
in questione non sono altro che le correnti di base dei transistori dèingresso.
Tipicamente le correnti di polarizzazione hanno valori molto piccoli, circa 10-100 nA negli op-amp con ingresso a BJT,
10-100 pA negli op-amp con ingresso a JFET , circa 0,1-10 pA negli op-amp con ingresso a MOSFET.
Le correnti di polarizzazione sui due ingressi assumono
spesso valori simili, ma mai perfettamente uguali, il loro
verso dipende dal tipo di transistori utilizzati (entrante
per BJT NPN ed uscente per BJT PNP) e comunque non
e esplicitamente indicato dai costruttori che si limitano a
fornire i seguenti parametri:
• la corrente di bias (input bias current), definita
come la media aritmetica delle correnti di
polarizzazione, ossia:
I +I
IB = + −
2
• la corrente di offset in ingresso (input offset
current), definita come la differenza fra le due
correnti di polarizzazione dèingresso, ossia:
I OS = I + − I −
Questo dato viene normalmente fornito in modulo dai
costruttori.
Fig. 1 - Schematizzazione presenza correnti di La presenza delle correnti di polarizzazione si puo
polarizzazione schematizzare con il circuito di figura 1.

La tensione di offset o di fuorizero


Se colleghiamo entrambi gli ingressi di un op-amp a potenziale in continua zero, la tensione di uscita continua non e
zero come idealmente si prevederebbe, ma risulta diversa da zero, tale tensione continua viene chiamata tensione di
offset in uscita o semplicemente offset in uscita.

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Questa tensione e causata dalle inevitabili asimmetrie dei
circuiti interni dellèop-amp e anche da differenze nei
valori della tensioni di alimentazione. Risultando la
tensione di offset dovuta ad imprecisioni di realizzazione,
il suo valore e le sue polarita possono cambiare da
componente a componente, anche nel caso di componenti
nominalmente uguali (con la stessa sigla e dello stesso
costruttore).
Nello studio degli effetti dellèoffset e comodo pensare
invece che essa sia dovuta ad unèipotetica tensione
continua, prodotta da un generatore ideale di tensione,
sempre presente sullèingresso non invertente dellèop-amp,
tale tensione ´ detta tensione di offset in ingresso ed
indicata con Vos (vedi fig.). Nei normali op-amp la Vos
Fig. 2 - Schematizzazione presenza tensione di offset
puo assumere al massimo valori dellèordine delle decine
di mV.
In applicazioni audio la presenza dellèoffset non crea molti problemi, mentre puo essere altamente indesiderata in
applicazioni industriali, quali lèelaborazione di segnali lentamente variabili, si pone pertanto la necessita di eliminare
tale tensione indesiderata.
Un primo metodo puo essere quello di applicare in ingresso una tensione uguale e opposta alla Vos, cosı da avere Vo
zero con ingressi in continua zero.
Questa operazione di eliminazione dellèoffset in alcuni op-amp si puo
effettuare utilizzando appositi piedini, detti di offset null, che fanno capo
ad un apposito circuito interno predisposto dal costruttore.
In fig. si puo vedere uno schema classico, dove il resistore variabile
normalmente ha valore 10 kΩ e serve per procedere alla taratura
manuale, posti gli ingressi a potenziale continuo nullo.

Altri circuiti per lèeliminazione dellèoffset utilizzabili per le varie


configurazioni amplificatrici, si possono vedere nelle figure seguenti.

Fig. 3 - Circuito per l'eliminazione


dell'offset

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Caratteristiche in corrente alternata

Risposta in frequenza
Un op-amp ideale presenta guadagno (differenziale) infinito e
larghezza di banda BW infinita. Un op-amp reale presenta invece
larghezza di banda e guadagno limitati; inoltre la risposta in
frequenza simile a quella di un filtro passa-basso di tipo RC, con
lèovvia differenza che vi ´ unèamplificazione in banda passante. In
figura ´ riportata la tipica risposta in ampiezza di un op-amp reale,
con evidenziati alcuni parametri caratteristici forniti dai costruttori e
che qui riassumiamo:
ft = frequenza di taglio, normalmente molto piccola (10-100Hz);
Fig. 4 - Op-amp ad anello aperto fT = frequenza di transizione, definita come quel valore di
frequenza per il quale il guadagno dellèop-amp assume valore
unitario (0dB);
AOL = guadagno ad anello aperto (open
loop gain), ossia il guadagno di tensione
dellèop-amp in banda passante (in pratica in
corrente continua).
Si noti che il termine ” anello aperto„ sta
semplicemente a ricordare lèassenza di
qualunque tipo di retroazione, ossia che si sta
considerando solo lèop-amp senza lèaggiunta
di componenti esterni.
Una prima osservazione che sorge spontanea
´ lèapparente impossibilitadi utilizzare lèop-
amp per amplificare segnali audio o con
frequenza superiore. In pratica cio ´ vero
solo se si utilizza lèop-amp ” da solo„ , ma se
si inserisce lèop-amp in uno dei circuiti
amplificatori studiati (invertente, non
invertente, etc..) le cose fortunatamente
Fig. 5 Risposta in ampiezza di un op-amp ad anello aperto vanno meglio, infatti la curva di risposta si
modifica come in figura.

In pratica al diminuire del guadagno del circuito


amplificatore si nota un aumento della frequenza di
taglio, ossia della larghezza di banda. Il valore
della frequenza di taglio in corrispondenza ai vari
valori di guadagno si puo determinare scrivendo la
relazione che esprime lèandamento della curva di
risposta nella zona in cui il guadagno diminuisce di
20 dB/dec.
Ricordato che la funzione di trasferimento di un
filtro passa basso con amplificazione ´ del tipo :
A
Av ( s ) = OL
1 + sτ
la risposta in frequenza risultera del tipo:
A OL 1
A v ( jω ) = con ω t = pulsazione di
1 + jωτ τ
taglio.
Nella zona in cui il guadagno cala di 20 dB/dec, ´ :
1
ω >> ω t ⇒ ω >> ⇒ ωτ >> 1 da cui segue:
τ
Fig. 6 Risposta in ampiezza per vari valori del guadagno ad A ( jω ) ≈ A OL e considerando il modulo del
v
anello chiuso jωτ
guadagno
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A OL A OL 1 A OL A OL A OL
A v = A v ( jω ) ≈ ⇒ ⇒ ωt ⇒ ft 2πf t ⇒
ωτ ω τ ω 2πf f
A v f = A OL f t = cos tan te
In conclusione possiamo affermare che nella zona in cui il guadagno cala di 20 dB/dec, il prodotto del guadagno per la
frequenza ´ una costante, questa costante ´ chiomata prodotto guadagno-larghezza di banda o semplicemente GBW
dal termine inglese gain bandwidth product.
Questo parametro ´ spesso fornito dai costruttori o comunque determinabile noto A OL e ft.
Noto GBW ´ possibile determinare molto facilmente il valore della frequenza di taglio che si ottiene per un certo valore
del guadagno del circuito amplificatore in cui ´ inserito lèop-amp.
Esempio: se GBW= 1MHz (caso del 741) ed il guadagno dell èamplificatore ´ Avf =100, la frequenza di taglio risulta:
6
GBW 1 ⋅ 10
ft = = = 10 = 10 kHz
4

A vf 100
Si vede come riducendo il guadagno, si ottiene una banda passante via via piu elevata, consentendo di ottenere
amplificatori per audiofrequenze e per videofrequenze.

Problemi in presenza di grandi segnali: lo SLEW RATE


Si definisce velocita di variazione di un segnale, il rapporto tra la variazione di ampiezza del segnale e lèintervallo di
tempo in cui tale variazione si produce, in formule:
∆V
Kv = lèunitadi misura ´ il V/s o piu comunemente il V/µs= 106 V/s, oppure il kV/s o il MV/s.
∆t
Da un punto di vista matematico piu rigoroso la velocitadi variazione si deve definire ricorrendo al concetto di derivata,
dV
ossia: K v = = V′( t ).
dt
La velocita di variazione di un segnale dipende dallèampiezza (valore picco-picco), dalla frequenza e dalla forma
dèonda.
V

Velocitadi
variazione
crescenti

Fig. 7 Esempi di segnali sinusoidali con velocita di variazione crescente

Si definisce slew-rate SR di un op-amp, la massima velocitadi variazione della sua tensione di uscita.
dVo
Eq. 1 SR = K V om ax = = Vo′ ( t ) def. di slew-rate
max
dt max

Tipicamente lo slew-rate assume valori compresi tra 0.5 V/µs (op-amp lenti) e 500 V/µs (op-amp ad altissima velocita).
Quando applico ad un op-amp un segnale che in uscita ha una velocitadi variazione maggiore dello SR, il segnale non ´
riprodotto correttamente, ossia ´ distorto. Questo tipo di distorsione ´ detta distorsione dinamica o distorsione da
slew-rate. Lèeffetto di tale distorsione si evidenzia molto bene nel caso di un segnale quadro.

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In presenza di segnale sinusoidale lèeffetto dello


slew-rate si evidenzia in modo meno evidente, ed a
grandi linee si puo schematizzare con la tendenza del
segnale di uscita ad assumere forma triangolare.

Per amplificatori di tipo audio o che trattano segnali


sinusoidali, ´ possibile individuare una relazione
matematica che esprime lo slew-rate minimo
richiesto allèop-amp per garantire una riproduzione
fedele, ossia non distorta, del segnale stesso.
Basta scrivere lèespressione matematica di un
generico segnale sinusoidale di valore di picco Vop:
Vo ( t ) = Vop sin (ωt )
determinare la sua massima velocitadi variazione, in
base alla definizione sopra riportata:
dVo d ( Vop sin (ωt ))
K V om ax = = = ωVop cos(ωt )
dt max dt max
max

ricordato che il valore massimo del coseno ´ 1, si ha:


K V om ax = ωVop = 2πfVop
Affinch´ non si abbia distorsione dinamica o da
Fig. 8 Distorsione da slew-rate con segnale quadro slew-rate ´ necessario che lèop-amp abbia slew-rate
SR che soddisfi alla seguente relazione:

Fig. 9 Distorsione da slew-rate per segnali sinusoidali

Eq. 2 SR ≥ 2πfVop condizione di assenza distorsione dinamica

Nel caso di segnali con frequenza ed ampiezza variabile, si dovranno considerare la frequenza ed il valore di picco
massimo.
Alcuni costruttori, sfruttando tale risultato, preferiscono fornire al posto dello slew-rate, risposta a piena potenza fp
(full-power response), definito come la massima frequenza di un segnale sinusoidale con ampiezza pari alla massima
consentita (in pratica Vop=Vcc) che puo essere riprodotto senza distorsione dinamica dallèop-amp. In sostanza:
SR
Eq. 3 fp = risposta a piena potenza
2πVop

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Resistenza d uscita

Un op-amp reale presenta una resistenza di uscita non nulla, il


cui valore ´ normalmente fornito dal costruttore.
Tipicamente la Ro di un op-amp ´ di valore abbastanza piccolo
e si aggira intorno ai 50-600 Ω.
Lèeffetto della Ro puo essere schematizzato ipotizzando lèop-
amp reale costituito da un op-amp ideale con posto in serie
allèuscita un resistenza di valore pari a Ro.

Fig. 10 - Schematizzazione presenza resistenza di


uscita in un op-amp reale
Resistenze d ingresso
Lèingresso di un op-amp si puo schematizzare con un circuito
detto a pi-greco, in cui appaiono due resistenze dèingresso cosı
definite:
• resistenza d ingresso differenziale Rid definita come la
resistenza che si misura fra i due ingressi dellèop-amp in
presenza di un segnale sinusoidale;
• resistenza d ingresso di modo comune Ricm definita come la
resistenza che si misura fra i due ingressi dellèop-amp
cortocircuitati insieme e la massa in presenza di un segnale
sinusoidale.
Normalmente risulta Ricm >>Rid (tipicamente Ricm = 10-100 Rid )

Fig. 11 Schematizzazione ingresso di un op-amp


reale.

Rapporto di reiezione di modo comune o CMRR


In un op-amp reale la tensione di uscita non risulta piu proporzionale solo alla differenza delle tensioni dèingresso ossia:
v o ≠ A d ( v + − v − ) pertanto lèop-amp non si comporta esattamente come un amplificatore differenziale.
Questo comportamento in numerose applicazioni in campo industriale e altamente indesiderato, si e presentata percio la
necessita di individuare un parametro quantitativo che definisca quanto lèop-amp in questione si avvicina alla
condizione di ideale (condizione detta a volte ” di perfetto bilanciamento„ ).
Al fine di definire un tale parametro cerchiamo di esprimere la tensione di uscita di un op-amp reale in modo da
evidenziare una quantita corrispondente al comportamento desiderato ed una quantita dovuta al comportamento non
ideale dellèop-amp stesso. Risulteracosı naturale esprimere il parametro quantitativo cercato come rapporto tra quantita
desiderata e quantitaindesiderata.
Scriviamo la tensione di uscita di un op-amp reale: v o = A + v + − A − v − con A+ ≠ A-, in pratica la tensione di uscita non
´ piu proporzionale alla differenza dei segnali dèingresso, ma ´ semplicemente proporzionale alle tensioni presenti sui
due ingressi;
(v + v− )
definiamo ora segnale differenziale la quantitav d = v + − v − e segnale di modo comune v c = +
2
ed esprimiamo le tensioni v+ e v- in termini delle due grandezze cosıdefinite, in pratica risolviamo il sistema:

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 vd
 vd = v+ − v−  v + = + vc

 ( v + + v − ) e si ottiene
 2 sostituiamo nellèespressione della tensione di uscita:
 v c = v = − vd + v
2  − 2
c

v v v
v o = A + v + − A − v − = A + ( d + v c ) − A − ( − d + v c ) = ( A + + A − ) d + ( A + − A − )v c
2 2 2
A+ + A−
definiamo ora il guadagno differenziale A d = ed il guadagno di modo comune A c = A + − A − , allora la
2
tensione di uscita si puo esprimere come: v o = A d v d + A c v c ossia, la tensione di uscita di un op-amp reale e
proporzionale sia alla differenza delle tensioni in ingresso ma anche alla loro media aritmetica, risulta chiaro che la
quantitadesiderata e A d v d mentre la quantita indesiderata e A c v c , il parametro quantitativo cercato si puo definire
A
come: ρ = d e viene chiamato rapporto di reiezione di modo comune o semplicemente CMRR (da common mode
Ac
rejection ratio).
Il rapporto di reiezione di modo comune ´ un numero puro, e viene espresso normalmente in dB, come segue:
A
ρ ( dB) = 20 log ρ = 20 log( d )
Ac
Valori tipici del CMRR, vanno da 60 dB per op-amp scarsi (comportamento lontano da quello di un amplificatore
differenziale) fino a 120 dB per op-amp ottimi (amplificatori differenziali quasi ideali) o amplificatori per
strumentazione.

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