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(investimenti immobiliari)
Valutazione economica dei piani e dei progetti
Premesse
2
Dopo avere definito chiaramente i contenuti tecnici
dell’opera e l’orizzonte temporale, le fasi in cui si
articola l’analisi costi-ricavi sono:
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Definizione dell’orizzonte temporale
4
• Due casi base:
• si realizza un’opera (ad es. un immobile) e la si
gestisce;
• si realizza un’opera per venderla.
• Nel secondo caso la vita utile dell’opera è
quasi sempre più ampia dell’orizzonte di
analisi.
• Nel primo caso l’orizzonte è limitato
superiormente:
• dall’obsolescenza tecnica
• dalla vita fisica.
5
• La vita tecnica dipende da quella degli elementi
costitutivi. Ad esempio:
• per le opere civili, 30-40 anni
• per gli impianti tecnici, 10-15 anni.
• (Ricordiamo l’esempio visto tempo fa.)
• Per l’analisi di progetti, l’UE propone i seguenti valori:
Settore Orizzonte temporale medio (anni)
Energia 25
Idraulica e ambiente 30
Infrastrutture ferroviarie 30
Strade 25
Porti e aeroporti 25
Telecomunicazioni 15
Industria 10
Altri servizi 15
6
• Per le opere pubbliche civili si adotta in genere
una durata convenzionale che varia tra 10 e 20
anni a partire dalla data di entrata in esercizio
dell’opera.
• Nel caso di investimenti privati in gestione,
l’arco temporale può essere più lungo e si
ipotizza che alla fine del periodo di gestione
l’immobile sia venduto.
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• Nel caso l’imprenditore avvii un contratto di
locazione, si ricordano le seguenti tipologie di
contratto.
• Contratto concordato:
ha una durata di tre anni e può essere
rinnovato di altri due (il cosiddetto 3+2).
• Il locatore può godere di agevolazioni fiscali.
• Al termine è possibile rinnovarlo ancora
(stesso schema).
• Nel caso di disdetta anticipata, occorrono tre
mesi di preavviso.
8
• Contratto libero:
dura 4 anni e viene rinnovato per altri 4
(formula 4+4).
• È la tipologia più usata per le abitazioni.
• Contratto ad uso lavorativo:
ha una durata minima di 6 anni o 9 nel caso di
attività alberghiere e un limite massimo di 30
anni.
• È obbligatorio dimostrare il carattere lavorativo
dell’attività ivi prestata.
9
• Diventa fondamentale la determinazione del
valore residuo (o di recupero) dell’opera.
• Si sottolinea che maggiore è l’orizzonte
temporale, più incerte divengono le previsioni.
• La scelta di un orizzonte breve è prudenziale: il
peso delle uscite, che sono prevalenti nei primi
anni, è maggiore.
• Gli effetti economici più lontani nel tempo, e più
incerti, sono invece, in questo modo, meno
rilevanti.
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• Per i progetti edilizi privati, l’orizzonte
temporale si sviluppa nelle seguenti fasi:
• una fase preliminare che include l’ideazione del
progetto e la definizione dei suoi contenuti
progettuali, organizzativi, finanziari e amministrativi
• una prima fase di realizzazione che comprende
l’acquisizione dei beni immobili interessati dal
progetto
• una seconda fase di realizzazione delle opere
• una terza fase di messa a reddito e/o vendita del
prodotto realizzato.
• La generazione dei flussi di cassa è legata a
questo sviluppo.
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I fase II fase III fase
500
400
300
200
100
0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
‐100
‐200
‐300
‐400
‐500
‐600
Costi Ricavi
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Tempi di attuazione per macro‐fasi (opere pubbliche)
(Fonte: Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica, 2014)
13
Tempi di attuazione per settore (opere pubbliche)
(Fonte: Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica, 2014)
14
Flussi di cassa
15
• Lo sviluppo dei flussi di cassa si può ottenere
analizzando la programmazione del progetto.
• Per quanto riguarda la fase realizzativa, ci si può
riferire al cronoprogramma per macro-categorie
merceologiche:
I bimestre II bimestre
16
• Nel caso di stima mono-parametrica, la
ripartizione per categorie è fatta in base alla
definizione di percentuali di incidenza delle
singole categorie.
• Il costo della i-esima categoria (Ci) è dato da
• dove:
• Cs, valore di stima complessiva (costo di
costruzione complessivo) ottenuto con criterio
mono-parametrico
• ki, incidenza % della i-esima macro-categoria
17
• Esempio di incidenze percentuali (edificio per
abitazioni a un piano più interrato, tetto piano)
18
• In ogni periodo elementare possono manifestarsi
uscite (o entrate) relative a diverse macro-categorie e
ogni macro-categoria può interessare diversi periodi.
• Sia Ci il costo della i-esima categoria e pi,t la
percentuale del costo di i attribuibile al periodo t, allora
il contributo al flusso in t della categoria i è:
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Distribuzione temporale (sett.) 0 1 2 3 4 5 6 7
Impianto di cantiere 100%
Demolizioni e rimozioni 50% 50%
Scavi e rinterri 20% 40% 40%
Calcestruzzi, ferro e giunti per c.a. 10% 20% 20% 30% 20%
Vespai, sottofondi e massetti 10% 20% 30% 30%
Costi (k€) 0 1 2 3 4 5 6 7
Impianto di cantiere 27.200
Demolizioni e rimozioni 8.160 8.160
Scavi e rinterri 15.776 31.552 31.552
Calcestruzzi, ferro e giunti per c.a. 54.400 108.800 108.800 163.200 108.800
Vespai, sottofondi e massetti 2.271 4.542 6.814 6.814
27.200 8.160 23.936 85.952 142.623 113.342 170.014 115.614
Mensile 145.248 541.593
20
• Ai fini della valutazione dei flussi di cassa, il
livello di dettaglio può naturalmente essere
inferiore.
• Si può ad esempio adottare una distribuzione
temporale dei costi (e dei ricavi) in base alle
classi di costo e ricavo (costo area, costo di
costruzione, oneri concessori ecc.).
• La distribuzione percentuale dei costi e ricavi
dipenderà dai periodi elementari scelti.
21
Esempio A
22
Esempio A
23
Alcune note operative sulle diverse voci di
costo e ricavo
25
• Ricordiamo che gli oneri di urbanizzazione sono
calcolati da tabelle predisposte dai comuni, del tipo:
• Altri esempi:
Comune Urb. primaria Urb. secondaria Contr. costo costr.
Trieste (2015) 45,96 (€/mq) 108,46 (€/mq) 672,00 (€/mq)
Concordia Sg. (2015) 4,00 (€/mc) 8,00 (€/mc) 300,00 (€/mq)
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Esempio B
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Esempio B
Valore area
Dimensione area (mq) 7.500,00
Indice di edificabilità (mc/mq) 0,50
Volume edificabile (mc) 3.750,00
Prezzo (€/mc) 150,00
Totale 562.500,00
28
Esempio B
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Esempio B
Riepilogo costi Importo (€)
Voce
Area 562.500,00
Opere urbanizzazione 185.100,00
Opere edili 1.304.000,00
Oneri urbanizz. non scomputabili 69.660,00
30
• Le spese tecniche possono essere ripartite a priori
oppure la ripartizione può essere ottenuta applicando il
valore dell’incidenza percentuale (5-10%) ai costi di
realizzazione (opere di urbanizzazione e opere edili).
• Anche le spese generali e imprevisti possono essere
ripartite a priori o applicando il valore di incidenza
percentuale (3-5%) alla somma di costi di realizzazione
e spese tecniche.
• Le spese di commercializzazione sono ripartite in base
ai ricavi da vendita: si deve tenere conto se sono
previsti anticipi e saldi.
31
Esempio B
Coefficienti
Spese tecniche 5,0% (del costo opere edili e urb)
Spese generali e imprevisti 3,0% (del costo opere, urb e spese gen)
Spese commercializzazione 2,0% (del ricavo totale da vendite)
Calcolo superficie commerciale
Quantità Coefficiente Quantità
Voce (mq) ponderaz. (mq)
Residenziale 1.290 100% 1.290
Garage 300 70% 210
Terrazzo 115 30% 35
Giardino 6.255 5% 313
TOTALE 1.847
Venduta 1.293
Locata (il 30% di superficie è locata) 554
Ricavo totale da vendite 2.327.535
Ricavo medio annuo da locazione 59.851
32
• È possibile che le quote di pagamento siano correlate
allo stato di avanzamento dei lavori.
• In questo caso, gli acquirenti del periodo (t)
pagheranno una rata iniziale più alta di quella pagata
dagli acquirenti del periodo (t-1):
• sia QVt la quota percentuale di vendite previste in t;
• sia QPt la rata percentuale da pagare, fissata per il periodo t;
• sia Vt il volume (€) venduto in t (Vt=RV x QVt);
• il ricavo nel periodo t è
33
Esempio
Prezzo totale Periodi 1 2 3 4 5 6 7
2.000.000 QV 0,0% 0,0% 0,0% 10,0% 10,0% 5,0% 5,0%
Vendite ‐ ‐ ‐ 200.000 200.000 100.000 100.000
Progressivo vendite ‐ ‐ ‐ 200.000 400.000 500.000 600.000
QP 0,0% 0,0% 0,0% 10,0% 10,0% 10,0% 10,0%
Progressivo Rate 0,0% 0,0% 0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0%
Ricavi 20.000 60.000 70.000 90.000
Si applica QPt sull’accumulo delle vendite fino a t‐1 e
l’accumulo delle rate fino a t alle nuove vendite in t.
34
• Nel caso degli investimenti immobiliari, i due
tipi principali di ricavi derivano da
• vendita
• locazione.
• La distribuzione temporale dei ricavi sarà sviluppata in
base alle previsioni di collocazione sul mercato
• Si dovrà tenere conto della domanda relativa alle
tipologie di unità vendibili o locabili (ad es. abitativo,
commerciale ecc.)
• Nel caso di locazione, si devono valutare i costi di
gestione da sostenere.
35
• Osserviamo che nel caso di infrastrutture, i
ricavi sono funzione della domanda d’uso e
delle tariffe applicate dal gestore.
• I trasferimenti o i sussidi da parte del governo
o enti territoriali di solito non sono inclusi nel
calcolo della redditività perché sono ricavi non
strettamente generati dal progetto.
36
Valore residuo
37
• Il valore residuo di un progetto può essere
calcolato:
• considerando il valore residuo di mercato dell’opera
e di altre passività nette rimanenti;
• calcolando il valore residuo di tutte le attività e
passività, seguendo le opportune formule di
deprezzamento di contabilità economica (caso degli
investimenti produttivi);
• calcolando il valore attuale netto dei flussi di cassa
nei restanti anni di vita del progetto (ipotizzando un
profilo dell’investimento futuro).
38
• Per il principio di cassa, il valore residuo è
conteggiato solo se è incassato concretamente
alla fine dell’orizzonte di analisi.
• Per gli investimenti immobiliari si tratta di
elaborare una stima dell’immobile, basata sulla
sua condizione prevedibile a fine orizzonte.
• Ad esempio, si può pensare di stimare il prezzo di
mercato dell’immobile o della quota parte non ancora
venduta (ad es. locata).
39
• In generale, il valore residuo può essere stimato, con
buona approssimazione, moltiplicando i costi
d’investimento totali del progetto per la percentuale
della sua vita residua al termine dell’orizzonte di
riferimento.
• Esempio
Si è stimato che la vita utile di un edificio ristrutturato è
di 40 anni (costo d’investimento = 4M€), dopo i quali
necessiterà di un nuovo intervento conservativo.
Il promotore dell’investimento ha definito un orizzonte
di 15 anni in cui gli spazi sono dati in locazione.
• Il valore residuo può essere così approssimato:
40
Valorizzazione dei costi e ricavi
41
• Il criterio dei valori costanti adotta un’unità
monetaria di conto omogenea in tutto l’orizzonte
temporale di analisi.
• Tale unità è spesso quella dell’anno iniziale
dell’orizzonte, che molte volte coincide con la
data di stima.
• Con questo criterio, si assume un tasso di inflazione
nullo. Eventuali differenze di prezzo, in periodi diversi,
relative alla stessa voce di input o output, saranno
motivate da variazioni reali di valore.
42
• Il criterio dei valori correnti adotta un’unità
monetaria di conto specifica in ogni anno.
• Essa dipende dall’aumento generalizzato dei
prezzi.
• In questo caso si prenderanno come riferimento i
prezzi nominali previsti nei diversi anni.
• I valori costanti possono comunque essere
trasformati in valori correnti, applicando l’indice di
variazione dei prezzi previsto nell’orizzonte.
43
• Esempio: si abbia il seguente investimento e sia stimata
una variazione dei prezzi annua del 2%
(costanti) (correnti)
Anno numeri indice costi ricavi flusso netto costi ricavi flusso netto
0 100,00 4.000 ‐ 4.000 4.000 ‐ ‐ 4.000
1 102,00 110 720 610 112 734 622
2 104,04 110 720 610 114 749 635
3 106,12 110 720 610 117 764 647
4 108,24 110 720 610 119 779 660
5 110,41 110 720 610 121 795 673
6 112,62 110 720 610 124 811 687
7 114,87 110 720 610 126 827 701
8 117,17 110 720 610 129 844 715
9 119,51 110 720 610 131 860 729
10 121,90 110 720 610 134 878 744
45
Costo opportunità e rendimento atteso
46
• Il MARR può essere sinteticamente espresso
come:
MARR = i +
dove:
• i è il costo del capitale per l’impresa
• è il differenziale tra i e il rendimento obiettivo
• Si noti che spesso i è un fattore esogeno su cui
l’imprenditore ha scarso controllo (o nullo) .
47
• Per calcolare il MARR è in primo luogo
necessario individuare le alternative di
investimento.
• Il progetto analizzato sarà conveniente se
renderà più di ogni alternativa.
• Si noti che, in questo caso, un investimento
«sicuro» (in genere a basso rendimento)
costituisce un’alternativa, ma il cui rendimento
ha valore di soglia minima.
48
• Un ulteriore aspetto da considerare è il costo
del capitale.
• Se l’imprenditore non può disporre di
sufficiente capitale proprio, dovrà ricorrere a
prestiti.
• Il rendimento del progetto dovrà quindi
ripagare il debito e gli interessi.
• Nel caso di capitale dell’impresa (vedi poi) si
dovrà remunerare gli investitori.
49
• Nel caso in cui siano possibili diversi
investimenti, è possibile ordinarli per redditività
decrescente.
• Si possono allora analizzare due situazioni:
• assenza di limiti sul budget per investimenti
• presenza di limitazioni sul budget investimenti.
• Il costo del capitale aumenta solitamente al
crescere del valore dell’investimento, in quanto
si dovrà accedere a fonti sempre più onerose.
• Consideriamo ad esempio la seguente
situazione.
50
rendimenti decrescenti
costo del capitale
MARR = 18%
51
• Nella parte sinistra del grafico si hanno i
progetti più redditizi la cui realizzazione
richiede il ricorso a fonti meno onerose.
• Il punto di intersezione individua il MARR:
• i progetti alla destra del punto (curva continua)
danno luogo a investimenti con rendimento minore
(minore costo opportunità)
• tali progetti richiederebbero inoltre il ricorso a fonti
più onerose per reperire il capitale necessario
(funzione a gradini).
52
• Nel caso di limiti di budget, si può ancora
procedere sulla scorta degli investimenti
prevedibili.
• Per ogni investimento potenziale, si determinano:
• ammontare dell’investimento
• rendimento atteso (ad es. tasso di rendimento).
e si ordinano in base al tasso di rendimento
atteso, fino a individuare il tasso del primo
investimento scartato (perché superiore al
budget).
53
54
• Il concetto di rendimento atteso suggerisce di
utilizzare come tasso il rendimento che
l’investitore ritiene ragionevole in base alla natura
e al rischio dell’investimento.
• Si può ritenere che il tasso sia dato dalla somma
di tre componenti:
• il tasso di rendimento di un investimento privo di
rischio (rf)
• il premio per il rischio del settore in cui si opera (ps)
• il premio per il rischio specifico del progetto (pp).
55
• Per rf si può utilizzare il rendimento medio di titoli di stato
a medio termine (oggi in Italia*, BTP decennali 3%).
• ps dipende dal paese (il valore medio per l’Italia è oggi
stimato al 2,8%) e dal settore (immobiliare, 1-3%).
• pp può essere assunto tra 0 e 5% in base al rischio.
(*www.dt.tesoro.it/it/debito_pubblico/dati_statistici/principali_tassi_di_int
eresse/)
56
Esempio B
Composizione tasso
Rendimento titoli risk‐free 4,0%
Rischio illiquidità* 1,0%
Rischio mercato 3,0%
Rischio urbanistico 2,0%
Tasso nominale 10,0%
57
• Fattori che influiscono sulla scelta del tasso (o
del MARR):
• il costo del danaro
• l’inflazione
• la rischiosità dell’operazione
• l’indebitamento
• le garanzie offerte
• le prospettive del settore
58
Costo medio ponderato del capitale
59
• Si tratta del costo medio ponderato del debito
finanziario (debito a interesse esplicito) e del
capitale di rischio (capitale netto).
• Il costo del capitale tiene conto non tanto del
rischio del singolo progetto ma di quello legato
all’intera azienda.
• Si reputa che il rischio specifico non sia in
grado di modificare il rischio medio aziendale
(attività e progetti in portafoglio).
• In certi casi (ad es., progetti di innovazione a largo
impatto) il tasso di attualizzazione sarà pari al WACC +
5-10%.
60
• La ponderazione è fatta in base all’incidenza relativa di
ogni fonte sul totale delle fonti onerose.
• Se è l’incidenza del capitale di debito (D) sul capitale
totale, e Kd e Ke sono rispettivamente il costo del
capitale di debito e di rischio (E) :
61
• In questo modello, si ipotizza che il rendimento di un
investimento dipenda dal suo rischio in relazione a
quello di mercato.
• Rf è il rendimento di un investimento privo di rischio
(ad es. titoli di stato).
• Rm-Rf è il premio di rendimento che gli investitori si
attendono per l’investimento con rischio superiore a
quello risk-free (Rm è il tasso medio di mercato per il
settore).
62
• la misura del rischio sistematico del capitale netto
dell’impresa rispetto al mercato:
• =1, indica che l’impresa è in linea con il mercato di
riferimento
• <1, indica che l’impresa è più stabile del mercato (le sue
fluttuazioni sono più contenute di quelle del mercato)
• >1, indica che l’impresa è più volatile del mercato (le sue
fluttuazioni sono più ampie di quelle del mercato).
• Sebbene questo valore dipenda dalla specifica
impresa, si possono trovare dei valori medi di settore*
comparati con indici del mercato dei titoli (ad es.
S&P500).
(* cfr. http://pages.stern.nyu.edu/~adamodar/)
63
• Il costo del debito finanziario va rettificato per
tenere conto dei benefici fiscali derivanti dagli
interessi.
• Infatti, se alq è l’aliquota fiscale, 1€ di interessi
passivi implica un risparmio fiscale di (1alq)€.
• Quindi, il costo del debito va computato al
netto del risparmio fiscale.
64
• In definitiva:
65
Esempio
• Una società di investimenti immobiliari ha i seguenti
dati:
• Capitale di rischio, 270 M€
• Debito finanziario, 270 M€
• Inoltre i dati di settore ed esogeni sono:
• rendimento titoli privi di rischio, 3%
• premio per rischio di mercato, 6%
• rischio sistematico (beta), 0,8
• aliquota fiscale, 31%
• costo medio del capitale di debito, 4,2%
66
Esempio (continuazione)
• Si ottengono i seguenti valori:
67
• Si sottolinea che il WACC costituisce
tipicamente un limite inferiore per il MARR.
• Infatti, ogni progetto che offre un VAN>0 (con
r=WACC) produce un valore economico
aggiuntivo rispetto al costo del capitale usato
per la sua realizzazione.
• WACC dovrebbe infatti risultare dal mix
ottimale tra capitale proprio e di terzi della
impresa.
68
• Si sottolinea che il WACC costituisce
tipicamente un limite inferiore per il MARR.
• Infatti, ogni progetto che offre un VAN>0 (con
r=WACC) produce un valore economico aggiuntivo
rispetto al costo del capitale usato per la sua
realizzazione.
• WACC dovrebbe infatti risultare dal mix ottimale tra
capitale proprio e di terzi della impresa.
• La scelta di un MARR > WACC può derivare
dall’obiettivo di selezionare progetti a redditività
più alta (costo opportunità) o più rischiosi.
69
Aspetti legati al rischio
70
• In ambito industriale, si possono stabilire
diversi livelli del MARR in relazione a diverse
categorie di rischio.
• Ad esempio:
• rischio elevato (MARR = 40%): nuovi business,
nuovi prodotti ecc.
• rischio moderato (MARR = 25%): nuove tecnologie
produttive
• rischio basso (MARR = 15%): aumenti di capacità
produttiva per incrementi attesi di domanda.
71
Effetti dell’inflazione
• Nel caso i flussi di cassa siano espressi in
valori correnti, si utilizzerà il tasso al lordo
dell’inflazione.
• Se i flussi sono espressi in valori costanti, il
tasso dovrà essere al netto dell’inflazione.
• Ottenuto il tasso lordo o nominale (rc) con uno dei
metodi visti, il tasso reale (rr) si ottiene, avendo il tasso
di inflazione medio (f), come:
72
Esempio B
73
• Se l’anno è diviso in n periodi (ad es. 4 trimestri), il
tasso annuale reale ra produce lo stesso montante del
tasso del periodo (rp) capitalizzato n volte:
74
Esempio A
tasso risk free 3%
rischio di mercato 2% (1+0,05)^(1/4)‐1
rischio di progetto ‐
tasso annuo 5%
tasso trimestrale 1,2%
75
Osservazione
76