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NORMA ITALIANA Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio UNI EN 54-2

Centrale di controllo e segnalazione

MARZO 1999

Fire detection and fire alarm systems


Control and indicating equipment

DESCRITTORI Apparecchiatura antincendio, sistema di rivelazione d’incendio, apparec-


chiatura automatica, dispositivo di sicurezza, dispositivo di segnalazione,

NORMA EUROPEA
dispositivo di controllo, specifica, prova, classificazione, marcatura

CLASSIFICAZIONE ICS 13.220.20

SOMMARIO La norma specifica i requisiti, i metodi di prova e i criteri prestazionali delle


centrali di controllo e segnalazione in uso nei sistemi di rivelazione e di
segnalazione d’incendio installati negli edifici.

RELAZIONI NAZIONALI

RELAZIONI INTERNAZIONALI = EN 54-2:1997


La presente norma è la versione ufficiale in lingua italiana della norma
europea EN 54-2 (edizione ottobre 1997) e tiene conto dell’errata corrige
del febbraio 1999 (AC:1999).

ORGANO COMPETENTE Commissione "Protezione attiva contro gli incendi"

RATIFICA Presidente dell’UNI, delibera del 15 marzo 1999

RICONFERMA

UNI  UNI - Milano 1999


Ente Nazionale Italiano Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento
di Unificazione può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza
Via Battistotti Sassi, 11B il consenso scritto dell’UNI.
20133 Milano, Italia

Gr. 12 Nº di riferimento UNI EN 54-2:1999 Pagina I di VI


PREMESSA NAZIONALE
La presente norma costituisce il recepimento, in lingua italiana, del-
la norma europea EN 54-2 (edizione ottobre 1997 + errata corrige
AC:1999), che assume così lo status di norma nazionale italiana.
La traduzione è stata curata dall’UNI.
La Commissione "Protezione attiva contro gli incendi" dell’UNI, che
segue i lavori europei sull’argomento, per delega della Commissione
Centrale Tecnica, ha approvato il progetto europeo il 9 ottobre 1996
e la versione in lingua italiana della norma il 12 marzo 1999.

Per agevolare gli utenti, viene di seguito indicata la corrispondenza


tra le norme citate al punto "Riferimenti normativi" e le norme italia-
ne vigenti:
EN 54-1:1996 = UNI EN 54-1:1998
EN 54-4:1997 = UNI EN 54-4:1999

Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove


edizioni o di aggiornamenti.
È importante pertanto che gli utenti delle stesse si accertino di essere in possesso
dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.

Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte
in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terrà in considerazione, per l’eventuale revisione della norma stessa.

UNI EN 54-2:1999 Pagina II di VI


INDICE

PREMESSA 2

INTRODUZIONE 3

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE 3

2 RIFERIMENTI NORMATIVI 3

3 DEFINIZIONI E ABBREVIAZIONI 4
3.1 Definizioni...................................................................................................................................................... 4
3.2 Abbreviazioni ............................................................................................................................................... 6

4 REQUISITI GENERALI 6

5 REQUISITI GENERALI PER LE SEGNALAZIONI 6


5.1 Visualizzazione delle condizioni funzionali ................................................................................. 6
5.2 Visualizzazione delle segnalazioni .................................................................................................. 6
5.3 Segnalazioni su display alfanumerici ............................................................................................. 6
5.4 Segnalazione della presenza di tensione di rete ..................................................................... 6
5.5 Segnalazioni acustiche .......................................................................................................................... 6
5.6 Segnalazioni aggiuntive ........................................................................................................................ 6

6 CONDIZIONE DI RIPOSO 7

7 CONDIZIONE DI ALLARME INCENDIO 7


7.1 Ricezione ed elaborazione di segnali d'incendio (vedere anche appendice C) ..... 7
7.2 Segnalazione della condizione di allarme incendio ............................................................... 7
7.3 Segnalazione delle zone in allarme (vedere anche appendice D)................................. 7
7.4 Segnale acustico ....................................................................................................................................... 8
7.5 Altre segnalazioni durante la condizione di allarme incendio ........................................... 8
7.6 Ripristino a seguito della condizione di allarme incendio ................................................... 8
7.7 Uscita in condizione di allarme incendio ...................................................................................... 8
7.8 Uscita verso i dispositivi di allarme incendio [opzione con requisiti - vedere
anche 8.2.5 a) e 9.4.2 a)] ..................................................................................................................... 8
7.9 Uscita verso i dispositivi di trasmissione di allarme incendio [opzione con
requisiti - vedere anche 8.2.5 b) e 9.4.2 b)]................................................................................ 9
7.10 Uscita verso i sistemi automatici antincendio [opzione con requisiti - vedere
anche 8.2.4 f) e 9.4.1 b)]....................................................................................................................... 9
7.11 Ritardi delle uscite [opzione con requisiti - vedere anche 9.4.2 c) e
appendice E]................................................................................................................................................ 9
7.12 Rivelazione con conferma (opzione con requisiti) .................................................................. 9
7.13 Contatore di allarme (opzione con requisiti) .............................................................................. 9

8 CONDIZIONE DI GUASTO (vedere anche appendice F) 10


8.1 Ricezione ed elaborazione dei segnali di guasto ................................................................. 10
8.2 Segnalazioni di guasto di specifiche funzioni ......................................................................... 10
8.3 Segnale di guasto dai punti (opzione con requisiti) ............................................................ 11
8.4 Mancanza totale dell'alimentazione (opzione con requisiti) ........................................... 11
8.5 Guasto del sistema ............................................................................................................................... 11
8.6 Segnale acustico .................................................................................................................................... 12
8.7 Ripristino delle segnalazioni di guasto ....................................................................................... 12
8.8 Uscite corrispondenti alla condizione di guasto .................................................................... 12
8.9 Uscita verso il dispositivo di trasmissione della condizione di guasto
[opzione con requisiti - vedere anche 9.4.1c)] ....................................................................... 12

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9 CONDIZIONE DI FUORI SERVIZIO 12
9.1 Requisiti generali ................................................................................................................................... 12
9.2 Segnalazione della condizione di fuori servizio .................................................................... 12
9.3 Segnalazione di specifici fuori servizio ...................................................................................... 13
9.4 Fuori servizio e relative segnalazioni.......................................................................................... 13
9.5 Fuori servizio dei punti indirizzabili (opzione con requisiti) ............................................. 13

10 CONDIZIONE DI TEST (opzione con requisiti) 14


10.1 Requisiti generali ................................................................................................................................... 14
10.2 Segnalazione della condizione di test ........................................................................................ 14
10.3 Segnalazione delle zone in condizioni di test ........................................................................ 14

11 INTERFACCIA NORMALIZZATA INGRESSO/USCITA


(opzione con requisiti - vedere anche appendice G) 14

12 REQUISITI COSTRUTTIVI 15
12.1 Requisiti generali e dichiarazioni del costruttore .................................................................. 15
12.2 Documentazione .................................................................................................................................... 15
12.3 Requisiti meccanici ............................................................................................................................... 16
12.4 Requisiti elettrici e costruttivi ........................................................................................................... 16
12.5 Integrità dei supporti di trasmissione (vedere anche appendice H) ........................... 17
12.6 Accessibilità alle segnalazioni e ai comandi (vedere anche appendice A)............ 17
12.7 Segnalazioni luminose........................................................................................................................ 17
12.8 Segnalazioni su display alfanumerico ........................................................................................ 18
12.9 Colori delle segnalazioni.................................................................................................................... 18
12.10 Segnali acustici ....................................................................................................................................... 19
12.11 Prova degli indicatori ........................................................................................................................... 19

13 REQUISITI COSTRUTTIVI ADDIZIONALI PER APPARECCHIATURE


DI COMANDO E SEGNALAZIONE CONTROLLATE MEDIANTE
SOFTWARE 19
13.1 Requisiti generali e dichiarazioni del costruttore .................................................................. 19
13.2 Documentazione software ................................................................................................................ 19
13.3 Struttura del software .......................................................................................................................... 20
13.4 Sorveglianza del programma (vedere anche appendice J)............................................ 20
13.5 Memorizzazione dei programmi e dei dati (vedere anche appendice J)................. 20
13.6 Controllo del contenuto delle memorie ...................................................................................... 21
13.7 Funzionamento della c.c.s. nel caso di guasto di sistema .............................................. 21

14 MARCATURA 21

15 PROVE 21
15.1 Generalità .................................................................................................................................................. 21
15.2 Prova funzionale .................................................................................................................................... 22
15.3 Prove ambientali .................................................................................................................................... 23
prospetto 1 Prove ambientali ........................................................................................................................................ 23
15.4 Freddo (prova funzionale)................................................................................................................. 24
15.5 Caldo umido, continuo (prova funzionale) ............................................................................... 24
15.6 Urto (prova funzionale) ....................................................................................................................... 25
15.7 Vibrazioni sinusoidali (prova funzionale) .................................................................................. 26
15.8 Scariche elettrostatiche (prova funzionale) ............................................................................. 27
15.9 Campo elettromagnetico irradiato (prova funzionale) ....................................................... 27
15.10 Transitori veloci (prova funzionale) .............................................................................................. 28
15.11 Transitori lenti ad alta energia (prova funzionale) ............................................................... 29

UNI EN 54-2:1999 Pagina IV di VI


figura 1 Applicazione del transitorio al cavo schermato ............................................................................... 30
15.12 Interruzione e cadute di tensione (prova funzionale) ......................................................... 31
prospetto 2 ......................................................................................................................................................................... 31

15.13 Variazione della tensione di alimentazione (prova funzionale)..................................... 32


15.14 Caldo umido, continuo (prova di durata) ................................................................................... 32
15.15 Vibrazioni sinusoidali (prova di durata) ...................................................................................... 33

APPENDICE A DESCRIZIONE DEI LIVELLI DI ACCESSO 34


(informativa)

APPENDICE B FUNZIONI OPZIONALI - REQUISITI E ALTERNATIVE 35


(informativa)
prospetto B.1 Funzioni opzionali ...................................................................................................................................... 35

APPENDICE C ELABORAZIONE DEI SEGNALI PROVENIENTI DAI RIVELATORI DI


(informativa) INCENDIO 36

APPENDICE D DESCRIZIONE DELLE ZONE E DELLE SEGNALAZIONI DI ALLARME


(informativa) INCENDIO DI ZONA 37

APPENDICE E RITARDO DELLE USCITE 38


(informativa)

APPENDICE F RICONOSCIMENTO E SEGNALAZIONE DEI GUASTI 39


(informativa)

APPENDICE G INTERFACCIA NORMALIZZATA DI INGRESSO/USCITA PER LA


(informativa) CONNESSIONE DI APPARECCHIATURA AUSILIARIA (PER ESEMPIO
COLLEGAMENTO ALLA CENTRALE OPERATIVA DEI VIGILI
DEL FUOCO) 40

APPENDICE H INTEGRITÀ DEI SUPPORTI DI TRASMISSIONE 41


(informativa)

APPENDICE J REQUISITI PER LA PROGETTAZIONE DI CENTRALI DI CONTROLLO


(informativa) E SEGNALAZIONE CONTROLLATE DA SOFTWARE 42

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NORMA EUROPEA Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio EN 54-2
Centrale di controllo e segnalazione

OTTOBRE 1997

EUROPEAN STANDARD Fire detection and fire alarm systems


Control and indicating equipment

NORME EUROPÉENNE Systèmes de détection et d’alarme incendie


Equipement de contrôle et de signalisation

EUROPÄISCHE NORM Brandmeldeanlagen


Brandmelderzentralen

DESCRITTORI Apparecchiatura antincendio, sistema di rivelazione d’incendio, apparecchiatura


automatica, dispositivo di sicurezza, dispositivo di segnalazione, dispositivo di
controllo, specifica, prova, classificazione, marcatura

ICS 13.220.20

La presente norma europea è stata approvata dal CEN il 25 dicembre 1996.


I membri del CEN devono attenersi alle Regole Comuni del CEN/CENELEC
che definiscono le modalità secondo le quali deve essere attribuito lo status di
norma nazionale alla norma europea, senza apportarvi modifiche. Gli elenchi
aggiornati ed i riferimenti bibliografici relativi alle norme nazionali corrisponden-
ti possono essere ottenuti tramite richiesta alla Segreteria Centrale oppure ai
membri del CEN.
La presente norma europea esiste in tre versioni ufficiali (inglese, francese e
tedesca). Una traduzione nella lingua nazionale, fatta sotto la propria respon-
sabilità da un membro del CEN e notificata alla Segreteria Centrale, ha il me-
desimo status delle versioni ufficiali.
I membri del CEN sono gli Organismi nazionali di normazione di Austria,
Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda,
Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito,
Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Svizzera.

CEN
COMITATO EUROPEO DI NORMAZIONE
European Committee for Standardization
Comité Européen de Normalisation
Europäisches Komitee für Normung
Segreteria Centrale: rue de Stassart, 36 - B-1050 Bruxelles

 1997 CEN
Tutti i diritti di riproduzione, in ogni forma, con ogni mezzo e in tutti i Paesi, sono
riservati ai Membri nazionali del CEN.

UNI EN 54-2:1999 Pagina 1 di 44


PREMESSA
La presente norma europea è stata elaborata dal Comitato Tecnico CEN/TC 72 "Sistemi
di rivelazione e di segnalazione d’incendio", la cui segreteria è affidata al BSI.
La presente norma è stata preparata in collaborazione con il CEA (Comitato Europeo del-
le Assicurazioni) e con l’EURALARM (Associazione dei Costruttori Europei di Sistemi di
Allarme Antincendio e Antintrusione).
La EN 54 è pubblicata in una serie di parti. Informazioni sulla relazione della presente norma
europea con le altre parti della serie EN 54 sono riportate nell'appendice A della EN 54-1.
Alla presente norma europea deve essere attribuito lo status di norma nazionale, o me-
diante la pubblicazione di un testo identico o mediante notifica di adozione, entro aprile
1998 e le norme nazionali in contrasto devono essere ritirate entro aprile 1999. Inoltre, nei
successivi 36 mesi, è consentita ai soli fini di certificazione, la conformità delle attrezzatu-
re a tali norme nazionali.*)
In conformità alle Regole Comuni CEN/CENELEC, gli enti nazionali di normazione dei se-
guenti Paesi sono tenuti a recepire la presente norma europea: Austria, Belgio, Danimar-
ca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia,
Paesi bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Svizzera.

*) Nota nazionale - A seguito di decisioni del Bureau Technique del CEN, è ammesso, in casi ben definiti e per un periodo
transitorio fissato dal CEN, di mantenere in vigore norme nazionali contrastanti con norme europee.
Al termine del periodo transitorio, le norme nazionali contrastanti devono essere ritirate.
In relazione alla norma europea per i sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio, il CEN ha fissato, con risolu-
zione BT 54/1995, per la presente norma europea, un periodo transitorio con scadenza aprile 1999 per il ritiro delle
norme nazionali contrastanti e aprile 2002 per l’utilizzo di certificati emessi prima dell’aprile 1999.

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INTRODUZIONE
La presente parte della norma europea EN 54 è redatta sulla base di funzioni obbligatorie
che devono essere fornite dalle centrali di controllo e segnalazione e di funzioni opzionali
(con requisiti) che possono essere fornite. È inteso che le opzioni siano usate per appli-
cazioni specifiche come raccomandato nelle linee guida per l’applicazione.
Ai fini della rispondenza alla presente norma europea delle centrali con differenti combi-
nazioni di funzioni, ciascuna funzione opzionale è contenuta in un’entità separata, con il
proprio gruppo di requisiti.
Anche se non specificate nella presente norma europea, è consentito che siano fornite al-
tre funzioni associate alla rivelazione e segnalazione d’incendi.

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE


La presente norma europea specifica requisiti, metodi di prova e criteri di prestazione per
centrali di controllo e segnalazione (vedere dispositivo B della figura 1 della EN 54-1) per
l’utilizzo in sistemi di rivelazione e allarme incendi installati in edifici.

2 RIFERIMENTI NORMATIVI
La presente norma europea rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni
contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati
del testo e vengono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive
modifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte
nella presente norma europea come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non da-
tati vale l’ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento.
EN 54 Fire detection and fire alarm systems [Sistemi di rivelazione
e di segnalazione d’incendio]
EN 54-1:1996 Introduction [Introduzione]
EN 54-4:1997 Power supply equipment [Apparecchiatura di alimentazione]
prEN 54-7 Point type smoke detectors - Detectors using scattered light,
transmitted light or ionization [Rivelatori puntiformi di fumo -
Rivelatori funzionanti secondo il principio della diffusione del-
la luce, della trasmissione della luce o della ionizzazione]
ENV 50142:1994 Electromagnetic compatibility - Basic immunity standard -
Surge immunity tests [Compatibilità elettromagnetica - Nor-
mativa di base per l'immunità - Prova di immunità alle so-
vracorrenti]
IEC 68 Basic environmental testing procedures [Prove ambientali]
Parte 1:1998 General and guidance [Requisiti generali e guida di applica-
zione]
Parte 2 Tests [Prove]
IEC 68-2-1:1990 Test A: Cold [Prova A: Freddo]
IEC 68-2-2:1974 Test B: Dry heat [Prova B: Caldo secco]
IEC 68-2-3:1969 + Test Ca: Damp heat, steady state [Prova Ca: Caldo umido
A1:1984 continuo]
IEC 68-2-6:1982 + Test Fc and guidance: Vibration (sinusoidal) [Prova Fc: Vibra-
A1:1983 + A2:1985 zioni (sinusoidali)]
IEC 68-2-47:1982 Specification for mounting of components, equipment and
other articles for dynamic tests [Specifiche per il montaggio
dei componenti ed altri manufatti per le prove dinamiche]
IEC 529:1989 Classification of degrees of protection provided by enclosures
[Gradi di protezione degli involucri]

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IEC 721 Classification of environmental conditions [Classificazione
delle condizioni ambientali]
Parte 3 Classification of groups of environmental parameters and
their severities [Classifcazione dei gruppi dei parametri am-
bientali e loro severità]
IEC 721-3-3:1978 Stationary use and weather protected locations [Uso in po-
sizione fissa e in luoghi protetti dalle intemperie]
IEC 801 Electromagnetic compatibility for industrial-process
measurement and control equipment [Compatibilità elet-
tromagnetica per apparati di misura e comando per proces-
si industriali]
Parte 2:1991 Method of evaluating susceptibility to electrostatic discharge
[Prescrizioni relative alle scariche elettrostatiche]
Parte 3:1984 Radiated electromagnetic field requirements [Prescrizioni
relative ai campi elettromagnetici irradiati
Parte 4:1988 Electrical fast transients/burst requirements [Prescrizioni
relative a transitori elettrici veloci]
IEC 817:1984 Spring-operated impact test apparatus and its calibrations
[Apparati per le prove d'urto e loro calibrazioni]

3 DEFINIZIONI E ABBREVIAZIONI

3.1 Definizioni
Ai fini della presente norma si applicano le definizioni riportate nella EN 54-1 e in aggiunta
le seguenti:

3.1.1 livello di accesso: Uno dei diversi stati della centrale di controllo e segnalazione in cui possono:
- essere effettuati specifici controlli;
- essere effettuate specifiche operazioni manuali;
- essere presenti specifiche segnalazioni;
- essere ottenute specifiche informazioni.
Nota Ulteriori informazioni sui livelli di accesso sono riportate nell’appendice A.

3.1.2 punto indirizzabile: Punto che può essere identificato individualmente dalla centrale (ve-
dere anche la definizione di punto).

3.1.3 display alfanumerico: Indicatore in grado di visualizzare messaggi costituiti da testi e/o ca-
ratteri numerici.

3.1.4 condizione funzionale: Condizione della centrale caratterizzata dalle segnalazioni riportate
sulla centrale stessa.
Le condizioni funzionali riconosciute dalla presente norma europea sono:
- condizione di allarme incendio, quando è segnalato un allarme di incendio;
- condizione di guasto, quando è segnalato un guasto;
- condizione di fuori servizio, quando è segnalato il fuori servizio di funzioni;
- condizione di test, quando è segnalato che è in corso la verifica di una funzione;
- condizione di riposo, quando la centrale è alimentata da un’apparecchiatura di ali-
mentazione conforme alla EN 54-4 e non sono segnalate altre condizioni.

3.1.5 circuito di rivelazione: Supporto di trasmissione che collega i punti alla centrale (vedere
anche la definizione di punto e quella di supporto di trasmissione).

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3.1.6 guasto a seguito di basso isolamento: Connessione anomala tra parti a potenziale di terra
e qualsiasi altra parte della centrale, i supporti di trasmissione e la centrale, oppure i sup-
porti di trasmissione tra le parti della centrale.

3.1.7 campo: Parte di una finestra.

3.1.8 segnalatore: Dispositivo che può cambiare di stato per fornire informazioni.

3.1.9 segnalazione: Informazione fornita da un segnalatore.

3.1.10 obbligatorio: Aggettivo usato per descrivere:


- le funzioni che tutte le centrali devono avere ed i requisiti di queste funzioni;
- i requisiti delle funzioni opzionali che devono essere soddisfatti quando queste funzio-
ni sono previste.

3.1.11 memoria non volatile: Elementi di memoria che non richiedono la presenza di una fonte di
energia per il mantenimento dei dati contenuti.

3.1.12 punto: Componente connesso al circuito di rivelazione e in grado di trasmettere o ricevere in-
formazioni relative alla rivelazione d’incendio (comprende i dispositivi A e D della figura 1 della
EN 54-1).

3.1.13 programma: Applicativo necessario alla centrale per soddisfare almeno i requisiti della
presente norma europea, inclusi inizializzazione di dati, indirizzi di ripristino ed interrupt,
codice operativo e dichiarazioni della struttura del software.

3.1.14 ripristino: Operazione in grado di interrompere una condizione di allarme incendio e/o una
condizione di guasto.

3.1.15 dati di funzionamento: Dati variabili che possono essere modificati temporaneamente du-
rante il funzionamento, sia automaticamente che tramite comandi manuali.

3.1.16 separato: Separazione fisica prevista esclusivamente per gli scopi della presente norma
europea.

3.1.17 tacitazione: Operazione manuale per spegnere i segnali acustici di un dispositivo sonoro
in grado di essere riattivato automaticamente da un nuovo evento.

3.1.18 dati specifici di area: Dati adattabili che sono necessari affinché la centrale possa operare
in una determinata configurazione di sistema.

3.1.19 elementi di connessione: Connessione fisica, esterna all'involucro della centrale, per la tra-
smissione delle informazioni e/o dell'alimentazione
- tra la centrale e le altre parti del sistema di rivelazione e di allarme incendio come de-
finito nella EN 54-1, e/o
- tra parti della centrale contenute in involucri separati.

3.1.20 memoria volatile: Elementi di memoria che richiedono la presenza di una fonte di energia
per il mantenimento dei dati contenuti.

3.1.21 finestra: Tutto il display alfanumerico o parte di esso usato per fornire informazioni relative
a una condizione funzionale in un istante determinato. La suddivisione del display può es-
sere realizzata mediante una separazione meccanica o sotto controllo software.

3.1.22 zona: Suddivisione geografica dei locali sorvegliati in cui uno o più punti sono installati e
per la quale è prevista una segnalazione di zona comune.

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3.2 Abbreviazioni
Ai fini della presente norma europea si applica la seguente abbreviazione:
c.c.s.: centrale di controllo e segnalazione.

4 REQUISITI GENERALI
Se una funzione opzionale con requisiti è inclusa nella c.c.s, tutti i requisiti corrispondenti
devono essere soddisfatti (vedere anche appendice B).
Se altre funzioni oltre a quelle specificate dalla presente norma europea sono previste,
esse non devono compromettere la conformità ai requisiti specificati dalla presente norma
europea.

5 REQUISITI GENERALI PER LE SEGNALAZIONI

5.1 Visualizzazione delle condizioni funzionali

5.1.1 La c.c.s. deve essere in grado di segnalare in modo inequivocabile le condizioni funzionali
seguenti, come descritte da 6 a 10:
- condizione di riposo;
- condizione di allarme incendio;
- condizione di guasto;
- condizione di fuori servizio;
- condizione di test.

5.1.2 La c.c.s. deve essere in grado di porsi simultaneamente in ogni combinazione delle se-
guenti condizioni funzionali:
- condizione di allarme incendio;
- condizione di guasto;
- condizione di fuori servizio;
- condizione di test.

5.2 Visualizzazione delle segnalazioni


Tutte le segnalazioni obbligatorie devono essere chiaramente identificabili se non altri-
menti specificato nella presente norma europea.

5.3 Segnalazioni su display alfanumerici


Dove è utilizzato un display alfanumerico per visualizzare le segnalazioni relative alle di-
verse condizioni funzionali, queste possono essere visualizzate contemporaneamente.
Tuttavia, per ciascuna condizione ci deve essere solo una finestra, in cui sono raggruppati
tutti i campi relativi a quella condizione.

5.4 Segnalazione della presenza di tensione di rete


La presenza della tensione di alimentazione deve essere evidenziata mediante una se-
gnalazione luminosa separata.

5.5 Segnalazioni acustiche


La segnalazione acustica per la condizione di allarme incendio può essere la stessa che
per la condizione di guasto. Se esse sono diverse, la condizione di allarme incendio deve
essere prioritaria.

5.6 Segnalazioni aggiuntive


Dove sono usate segnalazioni aggiuntive rispetto a quelle obbligatorie, esse non devono
causare contraddizioni o confusioni.

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6 CONDIZIONE DI RIPOSO
Qualsiasi tipo di informazione del sistema può essere visualizzata durante la condizione
di riposo. Tuttavia non devono essere fornite segnalazioni che potrebbero essere confuse
con le segnalazioni usate nelle seguenti condizioni:
- condizione di allarme incendio;
- condizione di guasto;
- condizione di fuori servizio;
- condizione di test.

7 CONDIZIONE DI ALLARME INCENDIO

7.1 Ricezione ed elaborazione di segnali d'incendio (vedere anche appendice C)

7.1.1 La c.c.s. deve entrare nella condizione di allarme incendio a seguito della ricezione dei
segnali e dopo che gli stessi siano stati elaborati ed interpretati come allarme incendio.

7.1.2 La c.c.s. deve essere in grado di ricevere, elaborare e visualizzare segnali provenienti da
tutte le zone. Un segnale da una zona non deve falsare l'elaborazione, la memorizzazione
e/o la segnalazione di segnali provenienti da altre zone.

7.1.3 Salvo che si applichi 7.12, il periodo di tempo per la scansione, l’interrogazione, o altra
elaborazione dei segnali provenienti dai rivelatori d'incendio, in aggiunta a quello richiesto
per prendere la decisione di segnalare l’allarme incendio, non deve ritardare la segnala-
zione della condizione di allarme incendio, né quella di una nuova zona in allarme per più
di 10 s.

7.1.4 La centrale deve entrare nella condizione di allarme incendio entro 10 s dall'attivazione di
ogni punto di segnalazione manuale.

7.1.5 Le segnalazioni e/o le uscite obbligatorie non devono essere falsate da più segnali d'in-
cendio ricevuti dagli stessi o da diversi circuiti di rivelazione, risultanti dal funzionamento
simultaneo di due punti e/o del funzionamento di ulteriori punti.

7.2 Segnalazione della condizione di allarme incendio


La condizione di allarme incendio deve essere indicata senza alcun intervento manuale.
La segnalazione sussiste quando sono presenti tutte le seguenti condizioni:
a) una segnalazione visibile, mediante segnalatore luminoso separato (indicatore gene-
rale di allarme incendio);
b) una segnalazione visiva, come specificato in 7.3, delle zone in allarme; detta segna-
lazione può essere omessa nel caso di c.c.s. in grado di ricevere segnali da una sola
zona;
c) un segnale acustico, come specificato in 7.4.

7.3 Segnalazione delle zone in allarme (vedere anche appendice D)

7.3.1 Le zone in allarme devono essere indicate visivamente mediante segnalatori luminosi se-
parati per ciascuna zona e/o display alfanumerico.

7.3.2 Se le segnalazioni di zona sono su display alfanumerico e se a causa della limitata capa-
cità di questo non è possibile indicare contemporaneamente tutte le zone in allarme, come
minimo deve essere disposto che:
a) la prima zona in allarme sia visualizzata in un campo posto nella parte alta del display;
b) l’ultima zona in allarme sia visualizzata in modo permanente in un altro campo;
c) il numero totale delle zone in allarme sia visualizzato in modo permanente;

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d) le zone in allarme non visualizzate in un dato istante devono poter essere visualizzate
con livello di accesso 1. Un’unica azione manuale deve essere effettuata per accedere
alla visualizzazione di informazione di zona, che deve apparire nel campo usato per la
prima zona in allarme o in un altro campo. Nel primo caso il display deve ripristinare la
visualizzazione della prima zona in allarme tra 15 s e 30 s dopo l’ultima interrogazione.

7.4 Segnale acustico

7.4.1 Il segnale acustico deve poter essere tacitato mediante comando manuale separato con
livello di accesso 1 o 2. Questo comando deve essere usato solo per tacitare il segnale
acustico e può essere il medesimo usato per tacitare la condizione di guasto.

7.4.2 Il segnale acustico non deve essere tacitato automaticamente.

7.4.3 Il segnale acustico deve riattivarsi per ogni nuova zona in allarme.

7.5 Altre segnalazioni durante la condizione di allarme incendio


Se le segnalazioni di allarme incendio sono riportate su un display alfanumerico, per le al-
tre informazioni si applica quanto segue:
a) le informazioni che non siano relative alla condizione di allarme incendio devono es-
sere soppresse, a meno che il display abbia più di una finestra, una delle quali sia
esclusivamente riservata per le segnalazioni di allarme incendio;
b) ogni segnalazione soppressa di guasto e di fuori servizio deve poter essere visualiz-
zata in ogni istante mediante operazione manuale con livello di accesso 1 o 2. Queste
operazioni devono essere diverse da, o aggiuntive rispetto a, quella specificata in
7.3.2 d) per la visualizzazione delle zone in allarme. Se la segnalazione avviene nel
campo dove è visualizzata la prima zona in allarme, il display deve ripristinare la vi-
sualizzazione di detta zona tra 15 s e 30 s dopo l’ultima interrogazione.

7.6 Ripristino a seguito della condizione di allarme incendio

7.6.1 La c.c.s. deve poter essere ripristinata dalla condizione di allarme incendio. Ciò deve es-
sere possibile mediante comando manuale separato con livello di accesso 2. Questo co-
mando deve essere usato solo per il ripristino e può coincidere con quello usato per il ri-
pristino dalla condizione di guasto.

7.6.2 A seguito di un'operazione di ripristino, le segnalazioni delle corrette condizioni funzionali


corrispondenti a ciascun segnale ricevuto, devono rimanere o essere ristabilite entro 20 s.

7.7 Uscita in condizione di allarme incendio

7.7.1 Deve essere prevista almeno un’uscita che segnala la condizione di allarme incendio; det-
ta uscita può essere realizzata come specificato in 7.8, 7.9 o 7.10.

7.7.2 Salvo che si applichi quanto previsto in 7.11 e/o 7.12, la c.c.s. deve attivare tutte le uscite
obbligatorie entro 3 s dalla segnalazione di una condizione di allarme incendio.

7.7.3 Salvo che si applichi quanto previsto in 7.11, la c.c.s. deve attivare tutte le uscite obbliga-
torie entro 10 s dall'attivazione di ogni punto di segnalazione manuale.

7.8 Uscita verso i dispositivi di allarme incendio [opzione con requisiti - vedere anche
8.2.5 a) e 9.4.2 a)]
La c.c.s. può essere dotata di trasmissione automatica dei segnali di allarme incendio ai
dispositivi di allarme incendio (dispositivo C della figura 1 della EN 54-1). In questo caso
si applica quanto segue:
a) deve essere possibile tacitare i dispositivi di allarme incendio con livello di accesso 2;
b) successivamente alla tacitazione, deve essere possibile riattivare i dispositivi di allar-
me incendio a livello di accesso 2.

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7.9 Uscita verso i dispositivi di trasmissione di allarme incendio [opzione con requisiti -
vedere anche 8.2.5 b) e 9.4.2 b)]
La c.c.s. può prevedere la trasmissione automatica dei segnali di allarme incendio ai di-
spositivi di trasmissione di allarme incendio (dispositivo E della figura 1 della EN 54-1). In
questo caso, la trasmissione del segnale deve essere segnalata mediante un indicatore
luminoso separato e/o un display alfanumerico. La segnalazione deve permanere fino a
quando non viene ripristinata la condizione di allarme incendio.

7.10 Uscita verso i sistemi automatici antincendio [opzione con requisiti - vedere anche
8.2.4 f) e 9.4.1 b)]
La c.c.s. può effettuare la trasmissione dei segnali di allarme incendio ai comandi dei si-
stemi automatici antincendio (dispositivo G della figura 1 della EN 54-1).

7.11 Ritardi delle uscite [opzione con requisiti - vedere anche 9.4.2 c) e appendice E]
La c.c.s. può essere in grado di ritardare l'azionamento delle uscite verso i dispositivi di al-
larme incendio (dispositivo C della figura 1 della EN 54-1) e/o ai dispositivi di trasmissione
di allarme incendio (dispositivo E della figura 1 della EN 54-1). In questi casi si applicano
come minimo le seguenti prescrizioni:
a) la predisposizione del ritardo delle uscite verso C deve essere effettuata a partire dal
livello di accesso 3, per essere applicata a:
- rivelatori incendio, e/o
- punti di allarme manuale, e/o
- segnali provenienti da zone specifiche;
b) la predisposizione del ritardo delle uscite verso E deve essere effettuata a partire dal
livello di accesso 3, per essere applicata a:
- rivelatori d'incendio, e/o
- segnali provenienti da zone specifiche;
c) i tempi di ritardo devono essere impostati a partire dal livello di accesso 3, con incre-
menti non superiori a 1 min fino a un massimo di 10 min;
d) deve essere possibile escludere i ritardi e azionare immediatamente le uscite di tipo
ritardato mediante operazione manuale a livello di accesso 1 e/o mediante segnale
proveniente da un punto di allarme manuale;
e) il ritardo di un segnale di uscita non deve influenzare l'azionamento di altre uscite.

7.12 Rivelazione con conferma (opzione con requisiti)


A seguito del ricevimento di un segnale da un rivelatore incendio, e fino al ricevimento di
uno o più segnali di conferma provenienti dallo stesso o da altri punti, la c.c.s. può inibire
sia la segnalazione di condizione allarme incendio che il segnale in uscita verso:
- dispositivi di allarme incendio (dispositivo C della figura 1 della EN 54-1), e/o
- dispositivi di trasmissione di allarme incendio (dispositivo E della figura 1 della
EN 54-1), e/o
- sistema automatico di protezione incendio (dispositivo G della figura 1 della EN 54-1).
In questi casi si applica come minimo quanto segue:
a) per ogni zona, deve essere possibile selezionare questa caratteristica con livello di
accesso 3;
b) l'esclusione di un segnale in uscita non deve influenzare il funzionamento di altre uscite.

7.13 Contatore di allarme (opzione con requisiti)


La c.c.s. può essere dotata di un dispositivo per registrare il numero di eventi che portano
la c.c.s. ad entrare nella condizione di allarme incendio. In questo caso si applica come
minimo quanto segue:
a) l’azzeramento del contatore deve essere possibile con livello di accesso 4;
b) l'informazione deve essere disponibile con i livelli di accesso 1 o 2;
c) il contatore deve essere in grado di registrare almeno 999 eventi.

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8 CONDIZIONE DI GUASTO (vedere anche appendice F)

8.1 Ricezione ed elaborazione dei segnali di guasto

8.1.1 La c.c.s. deve entrare nella condizione di guasto a seguito della ricezione dei segnali e
dopo che gli stessi siano stati elaborati ed interpretati come guasto.

8.1.2 La c.c.s. deve essere in grado di riconoscere simultaneamente tutti i guasti specificati in
8.2 e, se del caso, in 8.3, salvo che ciò sia impedito dalla:
- presenza di segnali di allarme incendio provenienti dalla stessa zona, e/o
- disattivazione della corrispondente zona o funzione, e/o
- test della corrispondente zona o funzione.

8.1.3 La c.c.s. deve entrare nella condizione di allarme di guasto entro 100 s dal guasto stesso
o dalla ricezione del segnale di guasto, oppure entro un periodo di tempo differente, spe-
cificato nella presente norma europea o in altre parti della EN 54.

8.2 Segnalazioni di guasto di specifiche funzioni

8.2.1 Il guasto di funzioni specifiche deve essere segnalato senza alcun intervento manuale. La
segnalazione comprende contemporaneamente:
a) un segnale visibile mediante un segnalatore luminoso separato (indicatore generale
di avviso di guasto);
b) un segnale visibile per ciascun guasto riconosciuto, come specificato in 8.2.4, 8.2.5 e
8.2.6;
c) un segnale acustico, come specificato in 8.6.

8.2.2 Se la segnalazione avviene mediante segnalatori luminosi separati, questi possono esse-
re gli stessi che vengono impiegati per segnalare la disattivazione e/o il test delle corri-
spondenti zone o funzioni.

8.2.3 Se la segnalazione è su display alfanumerico e se, a causa della limitata capacità di que-
sto, non è possibile indicare contemporaneamente tutti i guasti, si deve almeno ottempe-
rare a quanto segue:
a) deve essere indicata la presenza di segnali di guasto che sono stati soppressi;
b) i segnali di guasto soppressi devono essere visualizzati mediante un'operazione ma-
nuale con livello di accesso 1 o 2, che evidenzi solo i segnali di guasto.

8.2.4 I guasti seguenti devono essere segnalati mediante segnalatori luminosi separati e/o di-
splay alfanumerici. Tali segnalazioni possono essere soppresse durante la condizione di
allarme incendio:
a) la segnalazione per ciascuna zona in cui la trasmissione dei segnali tra un punto e la
centrale è influenzata da:
- corto circuito o interruzione in un circuito di rivelazione,
- rimozione di un punto;
b) almeno una segnalazione comune per ogni guasto dell’alimentazione elettrica dovuto a:
- cortocircuito o interruzione in un supporto di trasmissione all'alimentazione (di-
spositivo L della figura 1 della EN 54-1), nel caso in cui la sorgente di alimentazio-
ne sia contenuta in un involucro diverso da quello della c.c.s,
- guasti di alimentazione come specificati nella EN 54-4;
c) almeno una segnalazione comune per ogni guasto a terra, tale da influenzare una funzio-
ne obbligatoria, non altrimenti segnalato come guasto di una funzione controllata;
d) almeno una segnalazione comune per ogni guasto di una funzione controllata dovuta
all’interruzione di un fusibile o all’intervento di eventuali dispositivi di protezione, tali
da influenzare una funzione obbligatoria nella condizione di allarme incendio;

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e) almeno una segnalazione comune per ogni corto circuito o interruzione di tutti i sup-
porti di trasmissione tra parti della c.c.s. contenute in diversi involucri meccanici, tali
da influenzare una funzione obbligatoria, non altrimenti segnalato come guasto di una
funzione controllata;
f) almeno una segnalazione comune per ogni corto circuito o interruzione di tutti i sup-
porti di trasmissione tale da influenzare la trasmissione dei segnali ai comandi dei si-
stemi automatici antincendio (dispositivo G della figura 1 della EN 54-1);
g) almeno una segnalazione comune per ogni corto circuito o interruzione di tutti i sup-
porti di trasmissione tale da influenzare la trasmissione dei segnali ai dispositivi di tra-
smissione dei segnali di guasto (dispositivo J della figura 1 della EN 54-1).

8.2.5 I seguenti guasti devono essere segnalati da segnalatori luminosi separati e/o display al-
fanumerici le cui segnalazioni non devono essere soppresse durante la condizione di al-
larme incendio:
a) almeno una segnalazione comune per ogni cortocircuito o interruzione di tutti i sup-
porti di trasmissione tale da influenzare la trasmissione dei segnali ai dispositivi di al-
larme incendio (dispositivo C della figura 1 della EN 54-1);
b) almeno una segnalazione comune per ogni cortocircuito o interruzione di tutti i sup-
porti di trasmissione tale da influenzare la trasmissione dei segnali ai dispositivi di tra-
smissione di allarme incendio (dispositivo E della figura 1 della EN 54-1).

8.2.6 I seguenti guasti devono essere segnalati almeno da un segnalatore generale di avviso di
guasto:
a) ogni corto circuito o interruzione in un supporto di trasmissione tra parti della c.c.s.
contenute in diversi involucri meccanici, quando questo guasto non sia tale da influen-
zare una funzione obbligatoria;
b) ogni corto circuito o interruzione in un circuito di rivelazione quando questo guasto
non sia tale da impedire la trasmissione dei segnali alla c.c.s..

8.3 Segnale di guasto dai punti (opzione con requisiti)


La c.c.s. può essere in grado di ricevere, elaborare e visualizzare segnali di guasto pro-
venienti dai diversi punti. In questo caso i guasti devono essere segnalati almeno come
guasti di zona, come specificato in 8.2.4 a).

8.4 Mancanza totale dell'alimentazione (opzione con requisiti)


Nel caso di mancanza dell'alimentazione principale (come specificato nella EN 54-4) la
c.c.s. può essere dotata di un dispositivo per riconoscere e segnalare il guasto della sor-
gente ausiliaria di emergenza quando questa non è più in grado di svolgere le funzioni ob-
bligatorie della presente norma europea. In questo caso deve essere assicurato un se-
gnale acustico per un periodo di almeno 1 h.

8.5 Guasto del sistema


Nel caso di c.c.s. controllata da software, un guasto del sistema è un guasto come speci-
ficato in 13.4 o 13.6. Un guasto del sistema può essere tale da rendere non più soddisfatti
i requisiti della presente norma europea, salvo quelli specificati in 8.5 e 13.7. Nel caso di
guasto di sistema si deve almeno ottemperare a quanto segue:
a) un guasto di sistema deve essere segnalato visivamente mediante il segnalatore ge-
nerale di avviso di guasto e un segnalatore luminoso separato. Queste segnalazioni
non devono essere soppresse da ogni altra condizione della c.c.s. e devono perma-
nere fino al ripristino manuale e/o altra operazione manuale;
b) un guasto di sistema deve essere segnalato con mezzi acustici. La segnalazione de-
ve poter essere tacitata.

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8.6 Segnale acustico

8.6.1 Il segnale acustico dei guasti di cui in 8.2 deve poter essere tacitato manualmente con li-
vello di accesso 1 o 2. Può essere usata la stessa operazione manuale per tacitare per la
condizione di allarme incendio.

8.6.2 Il segnale acustico deve essere tacitato automaticamente se la c.c.s. è automaticamente


ripristinata dalla condizione di avviso di guasto.

8.6.3 Se precedentemente tacitato, il segnale acustico deve ripetersi per ogni nuovo guasto
identificato.

8.7 Ripristino delle segnalazioni di guasto

8.7.1 Le segnalazioni di guasto specificate in 8.2 devono poter essere ripristinate:


- automaticamente, quando i guasti non sono più riconosciuti, e/o
- mediante operazione manuale con livello di accesso 2, che può essere la stessa uti-
lizzata per il ripristino da una condizione di allarme incendio.

8.7.2 A seguito di un’operazione di ripristino, la segnalazione delle corrette condizioni funziona-


li, corrispondenti a ciascun segnale ricevuto, deve rimanere o essere ristabilita entro 20 s.

8.8 Uscite corrispondenti alla condizione di guasto


La c.c.s. deve avere un’uscita che segnali tutti i guasti specificati in 8. Questa uscita può
essere quella specificata in 8.9. Il segnale in uscita deve essere dato nel caso di interru-
zione dell’alimentazione elettrica alla c.c.s..

8.9 Uscita verso il dispositivo di trasmissione della condizione di guasto [opzione con
requisiti - vedere anche 9.4.1 c)]
La c.c.s. può avere un’uscita per la trasmissione dei segnali di guasto al dispositivo di tra-
smissione della condizione di guasto (dispositivo J della figura 1 della EN 54-1). Essa de-
ve segnalare tutti i guasti specificati in 8. Il segnale in uscita deve essere dato nel caso di
interruzione dell’alimentazione elettrica della c.c.s..

9 CONDIZIONE DI FUORI SERVIZIO

9.1 Requisiti generali

9.1.1 I fuori servizio di cui in 9.4 e 9.5 devono inibire tutte le corrispondenti segnalazioni obbli-
gatorie e/o uscite ad esse corrispondenti, ma non devono impedire altre segnalazioni ob-
bligatorie e/o uscite.

9.1.2 La c.c.s. deve essere in grado di mettere fuori servizio e di riattivare in modo indipendente cia-
scuna delle funzioni specificate in 9.4 mediante operazioni manuali con livello di accesso 2.

9.1.3 La c.c.s. deve essere nella condizione di fuori servizio quando esiste un fuori servizio co-
me indicato in 9.4 e/o in 9.5.

9.1.4 La messa fuori servizio e la riattivazione non devono essere influenzate da un ripristino di
una condizione di allarme incendio o di una condizione di avviso di guasto.

9.2 Segnalazione della condizione di fuori servizio


La condizione di fuori servizio deve essere indicata visivamente mediante:
a) una segnalazione visiva separata (segnalatore di fuori servizio generale);
b) una segnalazione per ciascun fuori servizio, come specificato in 9.3, 9.4 e 9.5.

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9.3 Segnalazione di specifici fuori servizio

9.3.1 I fuori servizio devono essere segnalati entro 2 s dal completamento dell'operazione manuale.

9.3.2 Può essere usato per la segnalazione del fuori servizio lo stesso segnalatore luminoso
usato anche per la segnalazione del corrispondente guasto, a condizione che sia distin-
guibile. Lo stesso indicatore luminoso e la stessa segnalazione possono essere usati per
segnalare una zona in fuori servizio e una zona nello stato di test.

9.3.3 Se la segnalazione è su display alfanumerico e se a causa della sua limitata capacità non
è possibile indicare simultaneamente tutti i fuori servizio, si deve almeno ottemperare a
quanto segue:
a) deve essere segnalata la presenza delle segnalazioni di fuori servizio che sono state
soppresse;
b) le segnalazioni soppresse devono essere visualizzate, indipendentemente da altre
segnalazioni, mediante operazione manuale con livello di accesso 1 o 2.

9.4 Fuori servizio e relative segnalazioni

9.4.1 Le funzioni seguenti devono poter essere poste fuori servizio e riattivate in modo indipen-
dente:
a) ciascuna zona;
b) i segnali di uscita e/o "messaggi codificati" verso i comandi dei sistemi automatici an-
tincendio (dispositivo G della figura 1 della EN 54-1), con almeno controllo e segnala-
zione comune per tutti i dispositivi G;
c) i segnali di uscita e/o "messaggi codificati" dei segnali verso i dispositivi di segnalazio-
ne di guasto (dispositivo J della figura 1 della EN 54-1).
I fuori servizio devono essere segnalati mediante segnalatori luminosi separati e/o display
alfanumerico. Le segnalazioni possono essere soppresse durante la condizione di allar-
me incendio.

9.4.2 Le seguenti funzioni devono poter essere poste fuori servizio e ripristinate in modo indi-
pendente:
a) i segnali in uscita e/o i dispositivi di trasmissione verso i dispositivi di allarme incendio
(dispositivo C della figura 1 della EN 54-1), con almeno il comando manuale e la se-
gnalazione in comune per tutti i dispositivi C;
b) i segnali in uscita e/o i dispositivi di trasmissione verso i dispositivi di trasmissione di
allarme incendio (dispositivo E della figura 1 della EN 54-1);
c) l'immediato azionamento delle uscite, per temporizzare le uscite in caso di allarme in-
cendio, come specificato in 7.11, con almeno il controllo e la segnalazione comuni per
tutte le funzioni specificate in 7.11 (vedere anche appendice E).
I fuori servizio devono essere segnalati mediante segnalatori luminosi separati e/o display
alfanumerico. Le segnalazioni non devono essere soppresse durante la condizione di al-
larme incendio.

9.5 Fuori servizio dei punti indirizzabili (opzione con requisiti)


La c.c.s. può essere dotata di dispositivi per mettere fuori servizio e riattivare i segnali pro-
venienti dai punti indirizzabili mediante operazione manuale con livello di accesso 2, sia
individualmente sia in gruppi, che non comprendano una zona completa. In questo caso
si deve almeno ottemperare a quanto segue:
a) deve essere possibile mettere fuori servizio individualmente ciascun punto indirizzabile;
b) deve essere possibile identificare tutti i fuori servizio mediante interrogazione manua-
le con livello di accesso 1 o 2;
c) i fuori servizio dei punti indirizzabili non devono essere segnalati come fuori servizio di
zona, a meno che tutti i punti indirizzabili della zona siano stati messi fuori servizio.

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10 CONDIZIONE DI TEST (opzione con requisiti)

10.1 Requisiti generali


La c.c.s. può essere dotata della funzione di test per la verifica del trattamento e delle se-
gnalazioni degli allarmi incendio provenienti dalle zone. Questa funzione può inibire la
funzionalità del sistema durante una condizione di allarme incendio relativo ad una certa
zona. In questo caso devono essere soddisfatte almeno le seguenti condizioni:
a) la c.c.s. deve segnalare la condizione di test quando una o più zone si trovano in con-
dizione di test;
b) per generare una condizione di test o annullarla deve essere necessaria una opera-
zione manuale con livello di accesso 2 o 3;
c) deve essere possibile effettuare singolarmente il test di ciascuna zona;
d) le zone in condizione di test non devono influire sulle segnalazioni e/o le uscite obbli-
gatorie relative alle zone che non si trovano nella condizione di test;
e) i segnali generati da zone in condizione di test non devono attivare le uscite verso:
- i dispositivi di allarme incendio (dispositivo C della figura 1 della EN 54-1), salvo
che per il temporaneo controllo della funzionalità della zona corrispondente;
- i dispositivi di trasmissione allarme incendio (dispositivo E della figura 1 della EN 54-1);
- i dispositivi di controllo per i sistemi automatici antincendio (dispositivo G della fi-
gura 1 della EN 54-1);
- i dispositivi di trasmissione del segnale di guasto (dispositivo J della figura 1 della
EN 54-1).

10.2 Segnalazione della condizione di test


La condizione di test deve essere segnalata visivamente con le seguenti modalità:
a) un segnalatore luminoso separato (indicatore di test generale);
b) un indicatore per ogni zona, come specificato in 10.3.

10.3 Segnalazione delle zone in condizioni di test


Le zone che si trovano nella condizione di test devono essere segnalate visivamente per
mezzo di un segnalatore luminoso associato ad ogni zona e/o mediante display alfanu-
merico. Lo stesso segnalatore luminoso e la stessa segnalazione possono essere impie-
gati per segnalare una zona in condizione di test e una zona esclusa. Per la segnalazione
su display alfanumerico, si devono ottemperare i requisiti in 9.3.3.

11 INTERFACCIA NORMALIZZATA INGRESSO/USCITA (opzione con requisiti - vedere


anche appendice G)
La c.c.s. può essere provvista di un’interfaccia normalizzata ingresso/uscita, idonea alla
trasmissione e ricezione di segnali verso e da un’apparecchiatura ausiliaria (per esempio
pannello dei Vigili del Fuoco). In questo caso deve ottemperare a quanto segue:
a) l'interfaccia deve essere in grado di trasmettere almeno i seguenti eventi:
- la condizione di allarme incendio;
- la condizione di allarme di ogni zona;
- l'invio di segnali al dispositivo di trasmissione di allarme incendio (dispositivo E
della figura 1 della EN 54-1);
- l'invio di segnali ai dispositivi di controllo per i sistemi di protezione incendio (di-
spositivo G della figura 1 della EN 54-1);
- la condizione di segnalazione di guasto;
- il guasto di ogni zona;
- il fuori servizio e il ripristino di ogni zona;
- il fuori servizio e il ripristino dell'uscita per i dispositivi di allarme incendio (dispo-
sitivo C della figura 1 della EN 54-1);
- il fuori servizio e il ripristino dell'uscita per il dispositivo di trasmissione allarme in-
cendio (dispositivo E della figura 1 della EN 54-1);

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b) l'interfaccia deve essere in grado di ricevere almeno le seguenti informazioni e di atti-
vare le corrispondenti funzioni sulla c.c.s.:
- la tacitazione del segnale acustico;
- il ripristino della condizione di allarme incendio;
- la tacitazione ed il ripristino dei dispositivi di allarme incendio (dispositivo C della
figura 1 della EN 54-1);
- il fuori servizio ed il ripristino delle zone;
- il fuori servizio ed il ripristino dell'uscita per i dispositivi di allarme incendio (dispo-
sitivo C della figura 1 della EN 54-1);
- il fuori servizio e il ripristino dell'uscita per il dispositivo di trasmissione allarme in-
cendio (dispositivo E della figura 1 della EN 54-1).

12 REQUISITI COSTRUTTIVI

12.1 Requisiti generali e dichiarazioni del costruttore


La c.c.s. deve essere conforme ai requisiti costruttivi indicati in 12, relativamente alla tec-
nologia impiegata. Alcuni requisiti possono essere verificati mediante prove. Altri possono
essere verificati solo mediante verifica del progetto e della documentazione relativa, a
causa della difficoltà di verificare tutte le possibili combinazioni di funzioni, e di stabilire
l'affidabilità nel tempo della c.c.s..
Al fine di facilitare la procedura di controllo dei criteri costruttivi, il costruttore deve dichia-
rare per iscritto quanto segue:
a) che la costruzione è stata realizzata applicando un sistema di controllo della qualità,
che comprende una serie di regole riguardanti la costruzione di tutti i componenti della
c.c.s.;
b) che i componenti dalla c.c.s. sono stati selezionati in relazione allo scopo previsto e
che sono idonei ad operare in accordo alle specifiche tecniche quando le condizioni
ambientali all'esterno dell’involucro della c.c.s. corrispondono a quelle della classe
3k5 della IEC 721-3-3:1978.

12.2 Documentazione

12.2.1 ll costruttore deve approntare la documentazione per l'installazione e per l'uso, da sotto-
porre all’organismo incaricato della prova unitamente alla c.c.s..
La documentazione deve comprendere almeno quanto segue:
a) una descrizione generale dell'apparecchiatura che includa un elenco di:
- funzioni opzionali con requisiti, indicate dalla presente norma europea;
- funzioni relative ad altre parti della EN 54;
- funzioni accessorie non richieste dalla presente norma europea;
b) specifiche tecniche sufficientemente dettagliate degli ingressi e delle uscite della
c.c.s. sufficienti per consentire una valutazione della compatibilità meccanica, elettri-
ca e logica con altri componenti del sistema (come descritto nella EN 54-1), includen-
do, se del caso, quanto segue:
- i requisiti di alimentazione per il funzionamento indicato dal costruttore;
- il massimo numero di zone, punti e/o punti indirizzabili dal circuito di rivelazione;
- il massimo numero di zone, punti, punti indirizzabili e/o dispositivi di allarme in-
cendio per la centrale;
- i limiti elettrici massimi e minimi di ogni ingresso e uscita;
- le informazioni sui parametri di comunicazione utilizzati in ogni supporto di tra-
smissione;
- le caratteristiche dei cavi raccomandati per ogni supporto di trasmissione;
- le caratteristiche dei fusibili;

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c) le informazioni sulle modalità d’installazione, includendo:
- l'idoneità all'impiego in vari ambienti;
- la possibilità di soddisfare i requisiti di cui in 12.5.2, quando più di 32 rivelatori e/o
punti di segnalazione manuale possono essere configurati su una linea di rivela-
zione;
- la possibilità di soddisfare i requisiti di cui in 12.3.2 e 12.5.3 se la c.c.s. è assem-
blata in più di un involucro;
- le istruzioni di montaggio;
- le istruzioni per il collegamento di ingressi e uscite;
d) le istruzioni per la configurazione e la messa in servizio;
e) le istruzioni operative;
f) le informazioni sulla manutenzione.

12.2.2 Il costruttore deve predisporre una documentazione di progetto che deve essere sottopo-
sta al laboratorio di prova unitamente alla c.c.s..
Questa documentazione deve includere disegni, elenco delle parti, schemi a blocchi,
schemi elettrici e descrizione funzionale, tali da consentire la verifica di rispondenza della
c.c.s. alla presente norma europea e la valutazione generale sulla sua costruzione elettri-
ca e meccanica.

12.3 Requisiti meccanici

12.3.1 L’involucro della c.c.s. deve essere robusto e realizzato in accordo con le previste condi-
zioni di installazione riportate nella documentazione. Deve possedere almeno il grado di
protezione IP30 secondo la IEC 529:1989.

12.3.2 La c.c.s. può essere contenuta in più involucri. Se la documentazione prevede che gli in-
volucri possono essere installati in differenti postazioni distribuite all'interno dei siti protetti,
tutti i segnalatori e comandi manuali obbligatori devono trovarsi sullo stesso pannello, o
su pannelli dichiarati idonei ad essere montati uno di fianco all'altro.

12.3.3 Tutti i segnalatori luminosi e i comandi manuali obbligatori devono essere chiaramente eti-
chettati per segnalare la loro funzione. L'informazione deve essere leggibile ad una di-
stanza di 0,8 m con intensità luminosa ambientale compresa tra 100 lux e 500 lux.

12.3.4 I terminali dei supporti di trasmissione e i fusibili devono essere chiaramente etichettati.

12.4 Requisiti elettrici e costruttivi

12.4.1 La centrale deve essere in grado di raggruppare i segnali provenienti dai diversi punti per
consentire segnalazioni di zona.

12.4.2 ll trattamento dei segnali deve dare la massima priorità alle segnalazioni di allarme incendio.

12.4.3 Il passaggio dall’alimentazione principale a quella di emergenza non deve causare alcun
cambiamento nelle segnalazioni e/o nello stato delle uscite, ad eccezione di quelle relati-
ve alle alimentazioni.

12.4.4 Se la centrale è dotata di dispositivo di disconnessione o regolazione dell'alimentazione


principale o di quella di emergenza, l’operazione deve essere possibile solo al livello di
accesso 3 o 4.

UNI EN 54-2:1999 Pagina 16 di 44


12.5 Integrità dei supporti di trasmissione (vedere anche appendice H)

12.5.1 Un guasto in un qualsiasi supporto di trasmissione tra la c.c.s. e altri componenti del si-
stema di rivelazione incendi (come definito nella EN 54-1) non deve influenzare il corretto
funzionamento della c.c.s. o di altri supporti di trasmissione.

12.5.2 Se la documentazione del costruttore prevede che ad una linea di rivelazione possono es-
sere collegati più di 32 rivelatori e/o punti di segnalazione manuali, si devono prevedere
mezzi che assicurino che un corto circuito o un’interruzione della stessa linea non impe-
discano la segnalazione di un allarme incendio per più di 32 rivelatori e/o punti di segna-
lazione manuali.

12.5.3 Se la documentazione del costruttore prevede che una centrale assemblata in più di un
involucro può essere installata in diverse postazioni distribuite all'interno del sito protetto,
devono essere previsti mezzi che assicurino che un corto circuito o un’interruzione in qual-
siasi supporto di trasmissione tra gli involucri non impediscono la segnalazione di un al-
larme incendio proveniente da più di 32 rivelatori e/o punti di segnalazione manuali.

12.5.4 Se la centrale è prevista per l'impiego con un alimentatore (dispositivo L della figura 1 del-
la EN 54-1) assemblato in un involucro separato, si deve prevedere un’interfaccia con al-
meno 2 supporti di trasmissione, in modo che un corto circuito o un’interruzione in un sup-
porto di trasmissione non comprometta la trasmissione nell’altro.

12.6 Accessibilità alle segnalazioni e ai comandi (vedere anche appendice A)

12.6.1 Nella c.c.s. devono essere previsti quattro livelli di accesso, dal livello 1 (più accessibile) al li-
vello 4 (meno accessibile). I comandi manuali e le altre funzioni devono essere raggruppati
secondo approppriati livelli di accesso, come specificato nella presente norma europea.

12.6.2 Tutte le segnalazioni obbligatorie devono essere visibili con livello di accesso 1 senza alcun
intervento manuale (per esempio la necessità di aprire una porta).

12.6.3 I comandi manuali con livello di accesso 1 devono essere accessibili senza l'ausilio di proce-
dure speciali.

12.6.4 Le segnalazioni e i comandi manuali che sono obbligatori con livello di accesso 1 devono es-
sere visibili anche con livello di accesso 2.

12.6.5 Il passaggio al livello di accesso 2 deve essere limitato da una procedura particolare.

12.6.6 Il passaggio al livello di accesso 3 deve essere limitato da una procedura particolare diversa
da quella per l'accesso al livello 2.

12.6.7 Il passaggio al livello di accesso 4 deve essere limitato da mezzi speciali che non apparten-
gono alla c.c.s..

12.7 Segnalazioni luminose

12.7.1 Le segnalazioni luminose obbligatorie devono essere visibili con luminosità ambientale si-
no a 500 lux, da ogni angolazione sino a 22,5% rispetto alla perpendicolare alla sua su-
perficie di montaggio passante attraverso il dispositivo di segnalazione:
- a 3 m di distanza per segnalazioni di condizioni generali;
- a 3 m di distanza per la segnalazione di presenza alimentazione;
- a 0,8 m di distanza per le altre segnalazioni.

12.7.2 Se si utilizzano segnalazioni lampeggianti, i periodi di accensione e/o spegnimento non


devono essere minori di 0,25 s, e le frequenze di lampeggio non devono essere minori di
- 1 Hz per segnalazioni di allarme incendio;
- 0,2 Hz per segnalazioni di guasto.

UNI EN 54-2:1999 Pagina 17 di 44


12.7.3 Se gli stessi segnalatori luminosi sono usati per la segnalazione di guasti specifici e fuori
servizio, le segnalazioni di guasto devono essere lampeggianti e le segnalazioni di fuori
servizio devono essere continue.

12.8 Segnalazioni su display alfanumerico

12.8.1 Se il display alfanumerico è costituito da elementi o segmenti, il guasto di uno di questi


non deve compromettere l’interpretazione dell’informazione visualizzata.

12.8.2 I display alfanumerici utilizzati per segnalazioni obbligatorie devono avere almeno una fi-
nestra chiaramente distinguibile ed essere costituiti da almeno due campi chiaramente
identificabili.

12.8.3 Se non incluso nell’informazione visualizzata, lo scopo di ogni campo deve essere chia-
ramente etichettato.

12.8.4 Un campo deve essere in grado di contenere almeno quanto segue:


a) 16 caratteri, quando la visualizzazione di un allarme incendio adotta anche un riferi-
mento incrociato ad altre informazioni per identificare la provenienza;
b) 40 caratteri, quando la visualizzazione include una completa informazione sulla pro-
venienza di un allarme incendio.

12.8.5 Le segnalazioni obbligatorie su un display alfanumerico devono essere leggibili ad una di-
stanza di 0,8 m, con intensità luminosa ambientale compresa tra 5 lux e 500 lux, da ogni
angolazione in senso verticale e orizzontale rispetto al display sino a:
- 22,5° se visto dai lati;
- 15° se visto dall'alto e dal basso.

12.9 Colori delle segnalazioni

12.9.1 I colori delle segnalazioni visive generali e specifiche provenienti dai segnalatori luminosi
devono essere:
a) rosso, per le segnalazioni di:
- allarmi incendio,
- trasmissione di segnali ai dispositivi di trasmissione di allarme incendio (dispositi-
vo E della figura 1 della EN 54-1),
- trasmissione di segnali ai dispositivi di controllo per i sistemi automatici incendio
(dispositivo G della figura 1 della EN 54-1);
b) giallo, per la segnalazione di:
- avvisi di guasto,
- fuori servizio,
- zone in stato di test,
- trasmissione di segnali ai dispositivi di trasmissione di guasti (dispositivo J della fi-
gura 1 della EN 54-1);
c) verde, per segnalare la presenza di alimentazione alla c.c.s..

12.9.2 L’utilizzo di colori differenti non è necessario nel caso di segnalazioni su display alfanu-
merici, tuttavia se vengono impiegati colori differenti per diverse segnalazioni, i colori im-
piegati devono essere quelli specificati in 12.9.1.

UNI EN 54-2:1999 Pagina 18 di 44


12.10 Segnali acustici

12.10.1 I segnalatori acustici devono fare parte della c.c.s.. Lo stesso dispositivo può essere im-
piegato per le segnalazioni sia di allarme incendio che di guasto.

12.10.2 Il minimo livello sonoro, misurato in condizioni anecoiche alla distanza di 1 m e con ogni
portello di accesso alla c.c.s. chiuso, deve essere:
- 60 dB(A) per le segnalazioni di allarme acustico;
- 50 dB(A) per le segnalazioni di guasto.

12.11 Prova degli indicatori


Tutti gli indicatori visibili e acustici obbligatori devono essere controllabili mediante una
operazione manuale con livello di accesso 1 o 2.

13 REQUISITI COSTRUTTIVI ADDIZIONALI PER APPARECCHIATURE DI COMANDO E


SEGNALAZIONE CONTROLLATE MEDIANTE SOFTWARE

13.1 Requisiti generali e dichiarazioni del costruttore


La c.c.s. può contenere elementi controllati mediante software allo scopo di soddisfare i
requisiti della presente norma europea. In questo caso la c.c.s. deve essere conforme ai
requisiti indicati in 13 e, quando relativi alla tecnologia impiegata, in 12.

13.2 Documentazione software

13.2.1 Il costruttore deve predisporre una documentazione che fornisca una visione generale
della struttura del software, da sottoporre all’organismo incaricato della prova unitamente
alla c.c.s. Questa documentazione deve essere sufficientemente dettagliata e deve com-
prendere almeno quanto segue:
a) una descrizione funzionale dello schema di flusso del programma principale, che in-
cluda:
- una breve descrizione di ogni modulo e delle operazioni svolte;
- la modalità con la quale i moduli interagiscono;
- la modalità con la quale i moduli sono richiamati, includendo ogni gestione delle
interruzioni;
- la struttura gerarchica del programma;
- la descrizione deve utilizzare rappresentazioni grafiche del progetto del sistema e
del flusso dati, o una equivalente e chiara documentazione di software;
b) una descrizione di quali aree di memoria sono utilizzate per i vari scopi (per esempio
il programma, dati specifici di impianto e dati di elaborazione);
c) una descrizione di come il software interagisce con i componenti hardware della centrale.

13.2.2 Il costruttore deve predisporre e tenere aggiornata una dettagliata documentazione co-
struttiva. Questa non deve essere sottoposta all’organismo incaricato della prova ma deve
essere a disposizione per eventuali ispezioni anche in una forma tale da consentire il ri-
spetto dei diritti di riservatezza del costruttore.
Questa documentazione deve comprendere almeno quanto segue:
a) una descrizione di ogni modulo del programma, contenente:
- il nome del modulo;
- l'identificazione dell'/degli autore/i;
- la data e/o la versione di riferimento;
- una descrizione delle funzioni realizzate;
- una descrizione delle interfacce, includendo la tipologia del trasferimento dati, il
campo di validità dei dati, e i controlli di validità.

UNI EN 54-2:1999 Pagina 19 di 44


b) il listato dei codici sorgente, includendo tutte le variabili, costanti, etichette locali e glo-
bali utilizzate ed un esauriente commento per seguire lo sviluppo del programma;
c) la descrizione dettagliata su ogni strumento software utilizzato nella preparazione del
programma (per esempio strumenti di progettazione ad alto livello, compilatori, as-
semblatori, ecc.).

13.3 Struttura del software


Al fine di assicurare l’affidabilità della c.c.s. devono essere rispettati i seguenti requisiti di
realizzazione del software:
a) il software deve avere una struttura modulare;
b) la progettazione delle interfacce per la generazione manuale e automatica dei dati
non deve consentire che l’introduzione di dati non validi possano causare un errore
nell’esecuzione del programma;
c) devono essere incluse nel programma misure tali da prevenire il verificarsi di uno sta-
to di blocco del sistema.

13.4 Sorveglianza del programma (vedere anche appendice J)

13.4.1 Lo svolgimento del programma deve essere tenuto sotto controllo. Il dispositivo di control-
lo deve segnalare un guasto del sistema se le procedure associate alle funzioni principali
del programma non vengono eseguite entro il tempo limite di 100 s.

13.4.2 Il funzionamento del dispositivo di controllo e la segnalazione di guasto non devono esse-
re prevenuti da un errore nello svolgimento del programma del sistema sorvegliato.

13.4.3 Se viene rilevato un errore nell’esecuzione come indicato in 13.4.1, la c.c.s. deve porsi in
una condizione di sicurezza entro 100 s. Questa condizione di sicurezza deve essere de-
finita dal costruttore.

13.4.4 Per accedere alla condizione di sicurezza di cui in 13.4.3 (per esempio l'interruzione non
mascherabile con massima priorità), il dispositivo di sorveglianza deve utilizzare la mas-
sima priorità prevista.

13.5 Memorizzazione dei programmi e dei dati (vedere anche appendice J)

13.5.1 Tutti i codici eseguibili e i dati necessari per soddisfare la presente norma europea devono
essere registrati in una memoria in grado di assicurare un funzionamento continuo, senza
manutenzione e affidabile per un periodo di almeno 10 anni.

13.5.2 Il programma deve essere registrato in una memoria non volatile, la cui scrittura sia ac-
cessibile solo con livello di accesso 4. Ogni dispositivo di memoria deve essere identifica-
bile in modo tale che il suo contenuto possa essere messo in relazione unicamente con
la propria documentazione del software.

13.5.3 Per i dati specifici di impianto, deve ottemperare a quanto segue:


a) al livello di accesso 1 o 2 non deve essere possibile effettuare cambiamenti;
b) il cambiamento dei dati specifici di impianto non deve influenzare la struttura del pro-
gramma;
c) se i dati sono memorizzati in memoria volatile, i dati specifici di impianto devono es-
sere protetti contro la mancanza di alimentazione mediante una sorgente di energia di
riserva, che può essere separata dalla memoria soltanto con livello di accesso 4 e che
è in grado di conservare il contenuto della memoria per almeno 2 settimane;
d) se i dati sono registrati in una memoria di lettura/scrittura, deve essere previsto un dispo-
sitivo che impedisca la scrittura sulla memoria durante l’esecuzione del programma, al fi-
ne di proteggere il contenuto della memoria stessa nel caso di un errore nell’esecuzione
del programma.

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13.6 Controllo del contenuto delle memorie
Il contenuto delle memorie di registrazione del programma e i dati specifici di impianto devono
essere automaticamente controllati ad intervalli di tempo non maggiori di 1 h. Il dispositivo di
controllo deve segnalare un guasto del sistema non appena viene rilevata un’alterazione nel
contenuto della memoria.

13.7 Funzionamento della c.c.s. nel caso di guasto di sistema


Se la documentazione del costruttore dichiara che si possono collegare alla c.c.s. più di
512 rivelatori di incendio e/o punti di segnalazione manuali, nel caso di guasto di sistema,
come specificato in 13.4 o 13.6, devono essere rispettate una o entrambe le seguenti
condizioni:
a) non più di 512 rivelatori di incendio e/o punti di segnalazione manuali e le loro funzioni
obbbligatorie devono essere influenzate;
b) devono essere previste almeno le seguenti funzioni a seguito di segnali di allarme in-
cendio provenienti da qualsiasi rivelatore di incendio e/o punto di segnalazione me-
nuale:
- la segnalazione di allarme incendio mediante il segnalatore generale di allarmi in-
cendio;
- l'attivazione di un’uscita, come specificato in 7.7.1;
- l'invio di segnali al dispositivo di trasmissione allarme incendio (se previsto) come
specificato in 7.9.

14 MARCATURA
La c.c.s. deve essere marcata con le seguenti informazioni, che devono essere leggibili
con livello di accesso 1:
a) il numero della presente norma europea (EN 54-2:1997);
b) il nome o il marchio del costruttore o del fornitore;
c) il numero di tipo o altra designazione del modello della c.c.s.;
d) il codice o il numero che identifichi il periodo di costruzione della c.c.s..

15 PROVE

15.1 Generalità

15.1.1 Condizioni atmosferiche normali di prova


Se non diversamente specificato in una procedura di prova, la prova deve essere effet-
tuata dopo che il campione è stato fatto stabilizzare nelle condizioni atmosferiche norma-
lizzate descritte nella IEC 68-1:1988 e qui di seguito riportate:
a) temperatura : 15 °C - 35 °C;
b) umidità relativa : 25% - 75%;
c) pressione atmosferica : 86 kPa - 106 kPa.
La temperatura e l’umidità devono essere mantenute sostanzialmente costanti durante
ciascuna prova condotta in condizioni atmosferiche normalizzate.

15.1.2 Configurazione del campione


La configurazione del campione deve includere almeno un tipo di ciascun circuito di rive-
lazione, di ciascun supporto di trasmissione e di ciascun circuito interno.
Devono essere forniti almeno due circuiti di rivelazione per ciascun tipo, a meno che la
c.c.s. non sia stata progettata per un solo circuito di rivelazione.

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15.1.3 Montaggio ed orientamento
Se non diversamente specificato in una procedura di prova, il campione da sottoporre a
prova deve essere installato nella sua posizione normale di funzionamento mediante i
mezzi di fissaggio previsti dal costruttore. L’apparecchiatura deve trovarsi nella condizio-
ne di livello di accesso 1, se non diversamente richiesto per le prove funzionali.

15.1.4 Connessioni elettriche


Se il procedimento di prova richiede che il campione sia nella condizione di funzionamen-
to, esso deve essere collegato a un’apparecchiatura di alimentazione conforme ai requi-
siti della EN 54-4.
Se non diversamente specificato, l'apparecchiatura di alimentazione deve essere nelle
condizioni nominali di funzionamento.
Tutti i circuiti di rivelazione e i supporti di trasmissione devono essere connessi mediante
cavi ad apparecchiature o a carichi fittizi. Almeno un circuito di rivelazione di ciascun tipo
deve essere sottoposto al carico massimo in accordo con le indicazioni del costruttore.
Durante le prove, le apparecchiature diverse dalla c.c.s. possono essere tenute in condi-
zioni atmosferiche normalizzate.

15.2 Prova funzionale

15.2.1 Scopo della prova


Lo scopo della prova funzionale è quello di dimostrare il funzionamento dell'apparecchio
prima, durante e/o dopo il condizionamento ambientale.

15.2.2 Programma di prova


Al fine di assicurare la corretta prestazione di ciascun tipo di funzione di ingresso e uscita,
durante la prova funzionale, deve essere redatto un adeguato programma di prova.
Detto programma deve includere almeno le prove relative alle condizioni di allarme incen-
dio, di allarme guasto e di fuori servizio.

15.2.2.1 Condizione di allarme incendio


Avviare e ripristinare un allarme incendio da almeno due zone (a meno che non sia stata
prevista una sola zona).
Verificare che sia data una corretta segnalazione e che siano correttamente attivate le
uscite verso C, E e G (se previsto).

15.2.2.2 Condizione di allarme guasto


Avviare e ripristinare un allarme guasto corrispondente ad almeno
a) la perdita di una delle sorgenti di alimentazione;
b) il cortocircuito di un circuito di rivelazione;
c) l’interruzione di un circuito di rivelazione;
d) l’interruzione di un supporto di trasmissione verso C, E e G, se previsti.
Verificare che sia data la corretta segnalazione e che venga attivata correttamente l'uscita
verso J (se prevista).

15.2.2.3 Condizione di fuori servizio


a) Mettere fuori servizio e ripristinare una zona.
b) Mettere fuori servizio e ripristinare un supporto di trasmissione verso C, E e G, se previsti.
Verificare che le operazioni di fuori servizio risultino correttamente segnalate sulla c.c.s.,
che unicamente le parti interessate del sistema siano state poste fuori servizio e che il loro
successivo ripristino sia effettivamente avvenuto.

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15.3 Prove ambientali

15.3.1 Generalità
Possono essere sottoposti alle prove ambientali uno, due o tre campioni. Le prove am-
bientali devono essere eseguite come specificato nel prospetto 1.
prospetto 1 Prove ambientali

Prova Prova funzionale o di durata Punto


Freddo Funzionale 15.4
Caldo umido, continuo Funzionale 15.5
Urto Funzionale 15.6
Vibrazioni sinusoidali Funzionale 15.7
Scariche elettrostatiche Funzionale 15.81)
Campo elettromagnetico irradiato Funzionale 15.9
Transitori veloci Funzionale 15.101)
Transitori lenti ad alta energia Funzionale 15.111)
Interruzioni e cadute di tensione Funzionale 15.121)
Variazione della tensione di alimentazione Funzionale 15.13
Caldo umido, continuo Durata 15.14
Vibrazioni sinusoidali Durata 15.15
1) Durante la prova sono accettabili segnalazioni visibili e acustiche di natura puramente transitoria.

15.3.2 Prove su un unico campione


Se viene fornito un unico campione per le prove ambientali, questo deve essere sottopo-
sto a tutte le prove funzionali, che possono essere effettuate in qualunque ordine. Dopo le
prove funzionali, le prove di durata devono essere condotte sullo stesso campione in qua-
lunque ordine. Prima e dopo ciascuna prova ambientale deve essere eseguita una prova
funzionale.
Nota La prova funzionale effettuata dopo una prova ambientale può essere considerata come prova funzionale pri-
ma della successiva prova ambientale.

15.3.3 Prove su due campioni


Se vengono forniti due campioni per le prove ambientali, il primo deve essere sottoposto
a tutte le prove funzionali che possono essere effettuate in qualunque ordine, seguite da
una delle prove di durata; il secondo deve essere sottoposto all’altra prova di durata.
Prima e dopo ciascuna prova ambientale deve essere eseguita una prova funzionale.
Nota Per il primo campione la prova funzionale effettuata dopo una prova ambientale può essere considerata come
prova funzionale prima della successiva prova ambientale.

15.3.4 Prove per tre campioni


Se vengono forniti tre campioni per le prove ambientali, il primo deve essere sottoposto a
tutte le prove funzionali, che possono essere effettuate in qualunque ordine. Il secondo
campione deve essere sottoposto ad una delle prove di durata e il terzo all’altra. Prima e
dopo ciascuna singola prova ambientale deve essere eseguita una prova funzionale.
Nota Per il primo campione la prova funzionale effettuata dopo una prova ambientale può essere considerata come
prova funzionale per la successiva prova ambientale.

15.3.5 Requisiti
Il campione non deve cambiare di stato durante le prove funzionali specificate da 15.4 a
15.13 eccetto quando il cambiamento di stato è richiesto dal procedimento di prova oppu-
re quando è il risultato di una prova funzionale.

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Nota Durante le prove di cui in 15.8, 15.10, 15.11 e 15.12 sono accettabili segnalazioni visibili e acustiche di carat-
tere puramente transitorio che si verificano durante l’applicazione del condizionamento.
Quando sottoposto alla prova funzionale ciascun campione deve funzionare correttamen-
te (vedere 15.2).

15.4 Freddo (prova funzionale)

15.4.1 Scopo della prova


Lo scopo della prova è quello di verificare la capacità dell'apparecchiatura di funzionare
correttamente alle basse temperature ambiente, alle quali ne è previsto l’impiego.

15.4.2 Procedimento di prova

15.4.2.1 Generalità
Devono essere utilizzati i procedimenti di prova con graduale variazione della temperatu-
ra come descritto nella IEC 68-2-1:1990. Per i campioni che dissipano calore (come defi-
nito nella IEC 68-2-1:1990) deve essere utilizzata la prova Ad, mentre per quelli che non
dissipano calore la prova Ab.

15.4.2.2 Esame iniziale


Prima del condizionamento, il campione deve essere sottoposto alla prova funzionale.

15.4.2.3 Stato del campione durante il condizionamento


Il campione deve essere montato come specificato in 15.1.3 e collegato ad una idonea
sorgente di alimentazione, al sistema di monitoraggio e al carico (vedere 15.1.4).
Il campione deve essere nella condizione di riposo.

15.4.2.4 Condizionamento
Si applicano le seguenti condizioni:
temperatura : - 5 °C ± 3 °C;
durata : 16 h.

15.4.2.5 Misurazioni durante il condizionamento


Durante il condizionamento, il campione deve essere controllato al fine di evidenziare
ogni cambiamento di stato. Durante l'ultima ora del periodo di condizionamento, sottopor-
re il campione alla prova funzionale.

15.4.2.6 Misurazioni finali


Dopo il periodo di riassestamento, sottoporre il campione alla prova funzionale e all’esa-
me visivo per verificare l’assenza di danni meccanici sia internamente che esternamente.

15.5 Caldo umido, continuo (prova funzionale)

15.5.1 Scopo della prova


Lo scopo della prova è quello di verificare la capacità dell'apparecchiatura di funzionare
correttamente per brevi periodi nelle condizioni di elevata umidità relativa (senza conden-
sazione), previste negli ambienti di impiego.

15.5.2 Procedimento di prova

15.5.2.1 Generalità
Utilizzare il procedimento di prova descritto nella IEC 68-2-3:1969.

15.5.2.2 Esame iniziale


Prima del condizionamento, sottoporre il campione alla prova funzionale.

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15.5.2.3 Stato del campione durante il condizionamento
Montare il campione come specificato in 15.1.3 e collegarlo ad idonea sorgente di alimen-
tazione, al sistema di monitoraggio e al carico (vedere 15.1.4).
Il campione deve essere nella condizione di riposo.

15.5.2.4 Condizionamento
Si applica il seguente condizionamento:
a) temperatura : 40 °C ± 2 °C;
+2
b) umidità relativa : (93 )%;
-3
c) durata : 4 giorni.
Il campione deve essere portato gradualmente alla temperatura di condizionamento
(40 °C ± 2 °C), prevenendo la formazione di condensa.

15.5.2.5 Misurazioni durante il condizionamento


Durante il condizionamento, controllare il campione al fine di evidenziare ogni cambia-
mento di stato. Durante l'ultima ora del periodo di condizionamento, sottoporre il campio-
ne alla prova funzionale.

15.5.2.6 Misurazioni finali


Dopo il periodo di riassestamento, sottoporre il campione alla prova funzionale e all’esa-
me visivo per verificare l’assenza di danni meccanici sia internamente che esternamente.

15.6 Urto (prova funzionale)

15.6.1 Scopo della prova


Lo scopo della prova è quello di verificare la robustezza meccanica dell'apparecchio sot-
toponendo la superficie dello stesso a urti tali da simulare quelli prevedibili nelle condizio-
ni di impiego, o quelli ragionevolmente sopportabili.

15.6.2 Procedimento di prova

15.6.2.1 Generalità
Utilizzare il procedimento e l’apparecchiatura di prova descritti nella IEC 817:1984.

15.6.2.2 Esame iniziale


Prima del condizionamento, sottoporre il campione alla prova funzionale.

15.6.2.3 Stato del campione durante il condizionamento


Montare il campione come specificato in 15.1.3 e collegarlo ad idonea sorgente di alimen-
tazione, al sistema di monitoraggio ed al carico (vedere 15.1.4).
Il campione deve essere nella condizione di riposo.

15.6.2.4 Condizionamento
Dirigere gli urti su tutte le superfici del campione accessibili con livello di accesso 1.
Devono essere inferti tre colpi per ogni punto della superficie che è considerato suscetti-
bile di provocare danneggiamenti o malfunzionamenti del campione.
Ci si dovrebbe assicurare che i risultati di una serie di tre colpi non influenzino le serie suc-
cessive.
In caso di dubbio, il difetto non deve essere considerato e deve essere applicata una nuo-
va serie di tre colpi ad un altro campione nella stessa posizione.
Applicare il condizionamento seguente:
energia d’urto : (0,5 ± 0,04) J;
numeri di urti per punto : 3.

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15.6.2.5 Misurazioni durante il condizionamento
Controllare il campione durante i periodi di condizionamento al fine di evidenziare ogni cam-
biamento di stato, assicurando che i risultati dei tre colpi non influenzino le serie successive.

15.6.2.6 Misurazioni finali


Dopo il condizionamento, sottoporre il campione alla prova funzionale e visiva per verifi-
care l’assenza di danni meccanici sia internamente che esternamente.

15.7 Vibrazioni sinusoidali (prova funzionale)

15.7.1 Scopo della prova


Lo scopo della prova è quello di verificare l'immunità dell'apparecchiatura al livello di vi-
brazioni prevedibile nell’ambiente di impiego.

15.7.2 Procedimento di prova

15.7.2.1 Generalità
Utilizzare il procedimento di prova descritto nella IEC 68-2-6:1982.
Nota La prova di vibrazioni funzionale può essere combinata con la prova di vibrazioni di durata, in modo che il
campione sia sottoposto alla prova funzionale seguita dalla prova di durata per ogni asse.

15.7.2.2 Esame iniziale


Prima del condizionamento, sottoporre il campione alla prova funzionale.

15.7.2.3 Stato del campione durante il condizionamento


Montare il campione come specificato in 15.1.3 e secondo la IEC 68-2-47:1982 e colle-
garlo ad idonea sorgente di alimentazione, al sistema di monitoraggio e al carico (vedere
15.1.4).
Il campione deve essere sottoposto a prova in ciascuna delle seguenti condizioni di fun-
zionamento:
a) condizione di riposo;
b) condizione di allarme incendio, proveniente da una zona;
c) condizione di fuori servizio, a seguito di fuori servizio di una zona e di un’uscita come
definita nella EN 54-1.

15.7.2.4 Condizionamento
Sottoporre il campione, a turno, alla prova di vibrazioni su ciascuno dei tre assi perpendi-
colari, uno dei quali è perpendicolare al piano di montaggio del campione.
Applicare il condizionamento seguente:
a) gamma di frequenza : da 10 Hz a 150 Hz;
b) accelerazione : 0,981 ms-2 (0,1 gn);
c) numero degli assi : 3;
d) numero di cicli per asse : 1 per ciascuna condizione di funzionamento.

15.7.2.5 Misurazioni durante il condizionamento


Durante i periodi di condizionamento, controllare il campione al fine di evidenziare ogni
cambiamento di stato.

15.7.2.6 Misurazioni finali


Dopo il condizionamento, sottoporre il campione alla prova funzionale e visiva per verifi-
care l’assenza di danni meccanici sia internamente che esternamente.

UNI EN 54-2:1999 Pagina 26 di 44


15.8 Scariche elettrostatiche (prova funzionale)

15.8.1 Scopo della prova


Lo scopo della prova è quello di verificare l'immunità dell'apparecchiatura alle scariche
elettrostatiche provocate o dalle persone che, cariche elettrostaticamente, toccano l'ap-
parecchio, o da apparecchi vicini.

15.8.2 Procedimento di prova

15.8.2.1 Generalità
Per le prove di tipo eseguite in laboratorio, deve essere usato il procedimento prova de-
scritto nella IEC 801-2:1991.
Le prove comprendono:
a) scariche elettrostatiche dirette sulle parti dell'apparecchiatura accessibili con livello di
accesso 2;
b) scariche elettrostatiche indirette su un piano di accoppiamento adiacente all'apparec-
chiatura.

15.8.2.2 Esame iniziale


Prima del condizionamento, sottoporre il campione alla prova funzionale.

15.8.2.3 Stato del campione durante il condizionamento


Montare il campione come specificato in 15.1.3 e collegarlo ad idonea sorgente di alimen-
tazione, al sistema di monitoraggio e al carico (vedere 15.1.4).
Il campione deve essere sottoposto a prova in ciascuna delle seguenti condizioni di fun-
zionamento:
a) condizione di riposo;
b) condizione di allarme incendio, proveniente da una zona;
c) condizione di fuori servizio, a seguito di fuori servizio di una zona e di un’uscita come
definita nella EN 54-1.

15.8.2.4 Condizionamento
Applicare il seguente condizionamento:
a) tensione di prova : 2 kV, 4 kV e 8 kV per scariche in aria e superfici isolanti,
: 2 kV, 4 kV e 6 kV per le scariche a contatto su superfici
conduttive e piani di accoppiamento;
b) polarità : positiva e negativa;
c) numero di scariche : 10 per ogni punto preselezionato;
d) intervallo tra le scariche : almeno 1 s.

15.8.2.5 Misurazioni durante il condizionamento


Durante il periodo di condizionamento, controllare il campione al fine di evidenziare ogni
cambiamento delle condizioni di funzionalità diverse da quelle di natura transitoria.

15.8.2.6 Misurazioni finali


Dopo il condizionamento, sottoporre il campione alla prova funzionale.

15.9 Campo elettromagnetico irradiato (prova funzionale)

15.9.1 Scopo della prova


Lo scopo della prova è quello di verificare l'immunità dell'apparecchio ai campi elettroma-
gnetici come quelli prodotti da trasmettitori radio portatili, ecc.

UNI EN 54-2:1999 Pagina 27 di 44


15.9.2 Procedimento di prova

15.9.2.1 Generalità
Utilizzare il procedimento di prova di tipo descritto nella IEC 801-3:1984.

15.9.2.2 Esame iniziale


Prima del condizionamento, sottoporre il campione alla prova funzionale.

15.9.2.3 Stato del campione durante il condizionamento


Montare il campione come specificato in 15.1.3 a livello di accesso 2 e collegarlo ad ido-
nea sorgente di alimentazione, al sistema di monitoraggio e al carico (vedere 15.1.4).
Il campione deve essere sottoposto a prova in ciascuna delle seguenti condizioni di fun-
zionamento:
a) condizione di riposo;
b) condizione di allarme incendio, proveniente da una zona;
c) condizione di disabilitazione, a seguito di disabilitazione di una zona e di un’uscita co-
me definita nella EN 54-1.

15.9.2.4 Condizionamento
Applicare il condizionamento seguente:
a) gamma di frequenza : da 1 MHz a 1 GHz;
b) intensità di campo : 10 V/m;
c) modulazione : 80% a 1 kHz.

15.9.2.5 Misurazioni durante il condizionamento


Durante il condizionamento, controllare il campione al fine di evidenziare ogni cambia-
mento di stato funzionale.

15.9.2.6 Misurazioni finali


Dopo il condizionamento, sottoporre il campione alla prova funzionale.

15.10 Transitori veloci (prova funzionale)

15.10.1 Scopo della prova


Lo scopo della prova è quello di verificare l'immunità dell'apparecchiatura alle scariche di
transitori veloci a bassa energia che possono essere provocati da relé, contattori, carichi
induttivi, ecc. e indotti nei circuiti di segnale e di dati.

15.10.2 Procedimento di prova

15.10.2.1 Generalità
Utilizzare il procedimento di prova descritto nella IEC 801-4:1988.
Devono essere utilizzati i procedimenti di prova per le prove di tipo eseguite in laboratorio.

15.10.2.2 Esame iniziale


Dopo il condizionamento, sottoporre il campione alla prova funzionale.

15.10.2.3 Stato del campione durante il condizionamento


Montare il campione come specificato in 15.1.3 e collegarlo ad idonea sorgente di alimen-
tazione, al sistema di monitoraggio e al carico (vedere 15.1.4).
Il campione deve essere sottoposto a prova in ciascuna delle seguenti condizioni di fun-
zionamento:
a) condizione di riposo;
b) condizione di allarme incendio, proveniente da una zona;
c) condizione di disabilitazione, a seguito di disabilitazione di una zona e di un’uscita co-
me definita nella EN 54-1.

UNI EN 54-2:1999 Pagina 28 di 44


15.10.2.4 Condizionamento
Applicare il condizionamento seguente:
a) 2 kV ai terminali dell’alimentazione di rete dell’apparecchiatura di alimentazione asso-
ciata e al conduttore della terra di protezione attraverso una rete di accoppiamento/di-
saccoppiamento;
b) 1 kV a ciascuna tipologia di morsetti in corrente continua a bassissima tensione e agli altri
morsetti di ingressi/segnali/dati/comandi attraverso una pinza di accoppiamento capacitivo.

15.10.2.5 Misurazione durante il condizionamento


Durante il periodo di condizionamento, controllare il campione al fine di evidenziare ogni
cambiamento delle condizioni di funzionalità diverse da quelle di natura transitoria.

15.10.2.6 Misurazioni finali


Dopo il condizionamento, sottoporre il campione alla prova funzionale.

15.11 Transitori lenti ad alta energia (prova funzionale)

15.11.1 Scopo della prova


Lo scopo della prova è quello di verificare l'immunità dell'apparecchiatura ai transitori lenti
ad alta energia che possono essere generati da fulminazioni, manovre negli impianti e
nelle reti di distribuzione dell’energia, incluse le inserzioni di batterie di condensatori, nei
conduttori di potenza e di segnale.

15.11.2 Procedimento di prova

15.11.2.1 Generalità
L’apparecchiatura di prova ed il procedimento devono essere in generale come descritto
nella ENV 50142:1994*) e qui di seguito.
Le linee di alimentazione in c.a., dovranno essere sottoposte a transitori iniettati nei modi
sia linea-linea che linea-terra. Con l’accoppiamento linea-terra, i transitori devono essere
iniettati tramite un resistore di 10 Ω. La lunghezza delle linee di alimentazione tra il cam-
pione e la rete di accoppiamento/disaccoppiamento deve essere ≤ a 2 m. Almeno 20 im-
pulsi per ogni polarità devono essere applicati per ciascuno dei livelli di tensione mostrati
per l’appropriata severità. Questi impulsi devono essere sincronizzati con l’onda di tensio-
ne di alimentazione in modo che almeno 5 impulsi vengano applicati per ciascuno dei
punti di passaggio per lo zero e nei punti di massimo e di minimo. Gli impulsi possono es-
sere applicati ad una velocità massima di 1 ogni 5 s, assicurandosi che qualunque guasto
non sia dovuto all’applicazione di impulsi troppo frequenti; se questo non fosse chiaro, i
dispositivi guasti dovrebbero essere rimpiazzati e la prova ripetuta con gli impulsi applicati
ad una velocità minore di 1 al minuto.
Le linee di alimentazione extra basse e le linee di segnale devono essere sottoposte a transitori
iniettati soltanto nel modo di accoppiamento linea-terra, tramite un resistore di 40 Ω. Se l’appa-
recchiatura ha un gran numero di ingressi/uscite identici (per esempio, i loop di risollevamento),
allora si possono selezionare i campioni rappresentativi di ciascun tipo di ingresso/uscita per la
prova. La lunghezza delle linee di segnale tra la c.c.s. e le reti di accoppiamento/disaccop-
piamento deve essere ≤ a 2 m; se specificato che certe linee di segnale devono essere
collegate soltanto con cavi schermati, i transitori devono essere applicati allo schermo di
un cavo schermato di lunghezza pari a 20 m come mostrato nella figura 1. Almeno 5 im-
pulsi per ciascuna polarità devono essere applicati per ciascuno dei livelli di tensione mo-
strati per l’appropriata severità. Gli impulsi possono essere applicati ad una velocità mas-
sima di 1 ogni 5 s, assicurandosi che qualunque guasto non sia dovuto all’applicazione di
impulsi troppo frequenti; se questo non fosse chiaro, i dispositivi guasti dovrebbero esse-
re rimpiazzati e la prova ripetuta con gli impulsi applicati ad una velocità minore di 1 al mi-
nuto.

*) Nota nazionale - Al momento della pubblicazione della presente norma la ENV 50142:1994 non è più in vigore. Si
informa che è stata pubblicata in ottobre 1996 la EN 50130-4 "Alarm Systems - Electromagnetic compatibility - Product
family standard: Immunity requirements for components of fire, intruder and social alarm system" [Sistemi d’allarme -
Compatibilità elettromagnetica - Norme per famiglia di prodotto: Requisiti di immunità per componenti di sistemi antin-
cendio, antintrusione e di allarme personale].

UNI EN 54-2:1999 Pagina 29 di 44


figura 1 Applicazione del transitorio al cavo schermato
Legenda
A Generatore di prova
B Apparecchiatura di protezione
C Condensatore da 10 nF (incluso se lo schermo non è collegato all'apparecchiatura sottoposta
a prova o se l'apparecchiatura sottoposta a prova non è collegata a terra)
D Cavo schermato di 20 m, avvolto in modo antinduttivo
E Riferimento di terra
F Apparecchiatura sottoposta a prova
G Collegamenti a terra secondo le istruzioni del costruttore
L Induttore da 20 mH

15.11.2.2 Esame iniziale


Prima del condizionamento, sottoporre il campione alla prova funzionale.

15.11.2.3 Stato del campione durante il condizionamento


Montare il campione come specificato in 15.1.3 e collegarlo ad idonea sorgente di alimen-
tazione, al sistema di monitoraggio ed al carico (vedere 15.1.4) in accordo alle istruzioni
di installazione fornite dal costruttore.
Indipendentemente dalle istruzioni del costruttore relative alla messa a terra, il campione
e i conduttori di interconnessione devono essere isolati dalla terra di riferimento.
Il campione deve essere sottoposto a prova in ciascuna delle seguenti condizioni di fun-
zionamento:
a) condizione di riposo;
b) condizione di allarme incendio, proveniente da una zona;
c) condizione di fuori servizio, a seguito di fuori servizio di una zona e di un’uscita come
definita nella EN 54-1.

15.11.2.4 Condizionamento
Applicare per ciascuna delle condizioni funzionali specificate in 15.11.2.3 il seguente con-
dizionamento:
a) per le linee in c.a.:
fase-fase: 500 V e 1 kV,
fase-terra: 500 V, 1 kV e 2 kV attraverso una resistenza in serie da 10 Ohm;
Nota Le tensioni di cui sopra sono tensioni a vuoto.
b) per le linee in c.c. a bassa tensione e le linee di segnale:
fase-terra: 500 V e 1 kV attraverso una resistenza in serie da 40 Ohm.
Nota Le tensioni di cui sopra sono tensioni a vuoto.

UNI EN 54-2:1999 Pagina 30 di 44


15.11.2.5 Misurazioni durante il condizionamento
Durante il periodo di condizionamento, controllare il campione al fine di evidenziare ogni
cambiamento delle condizioni di funzionalità diverse da quelle di natura transitoria.

15.11.2.6 Misurazioni finali


Dopo il condizionamento, sottoporre il campione alla prova funzionale.

15.12 Interruzione e cadute di tensione (prova funzionale)

15.12.1 Scopo della prova


Lo scopo della prova è quello di verificare l'immunità dell'apparecchio a riduzioni di ten-
sione e a brevi interruzioni di tensione, che possono essere causate da inserimenti di ca-
rico e dall'intervento di dispositivi di protezione sulla rete di distribuzione di energia.

15.12.2 Procedimento di prova

15.12.2.1 Generalità
Al momento non può essere fatto alcun riferimento a norme accettate a livello internazionale.
Deve essere utilizzato un generatore di prova che sia in grado di ridurre l’ampiezza della
tensione per una o più semionde ai passaggi per lo zero.
Il campione deve essere nella condizione di funzionamento e deve essere controllato du-
rante il condizionamento.
La tensione di alimentazione deve essere ridotta dal valore nominale della percentuale
stabilita per il periodo specificato.
Ogni riduzione dovrà essere applicata dieci volte con un intervallo non minore di 1 s e non
maggiore di 1,5 s.

15.12.2.2 Esame iniziale


Prima del condizionamento, sottoporre il campione alla prova funzionale.

15.12.2.3 Stato del campione durante il condizionamento


Montare il campione come specificato in 15.1.3 e collegarlo ad idonea sorgente di alimen-
tazione, al sistema di monitoraggio e al carico (vedere 15.1.4). Il campione deve essere
sottoposto a prova in ciascuna delle seguenti condizioni di funzionamento:
a) condizione di riposo;
b) condizione di allarme incendio, proveniente da una zona;
c) condizione di fuori servizio, a seguito di fuori servizio di una zona e di un’uscita come
definita nella EN 54-1.

15.12.2.4 Condizionamento
Applicare il condizionamento prescritto nel prospetto 2.
prospetto 2

Riduzione della tensione Durata della riduzione in


semi periodi
50% 20
100% 10

15.12.2.5 Misurazioni durante il condizionamento


Durante il periodo di condizionamento, controllare il campione al fine di evidenziare ogni
cambiamento delle condizioni di funzionalità diverse da quelle di natura transitoria.

15.12.2.6 Misurazioni finali


Dopo il condizionamento, sottoporre il campione alla prova funzionale.

UNI EN 54-2:1999 Pagina 31 di 44


15.13 Variazione della tensione di alimentazione (prova funzionale)

15.13.1 Scopo della prova


Lo scopo della prova è quello di verificare la capacità dell’apparecchio di funzionare cor-
rettamente al di fuori della gamma di tensioni prevista.

15.13.2 Procedimento di prova

15.13.2.1 Generalità
Al momento non può essere fatto alcun riferimento a norme internazionali.
Il campione deve essere sottoposto a ciascuna delle condizioni di alimentazione specifi-
cate fino al raggiungimento della temperatura di regime e al completamento della prova
funzionale.

15.13.2.2 Esame iniziale


Prima del condizionamento, sottoporre il campione alla prova funzionale.

15.13.2.3 Stato del campione durante il condizionamento


Montare il campione come specificato in 15.1.3 e collegarlo ad idonea sorgente di alimen-
tazione, al sistema di monitoraggio e al carico (vedere 15.1.4).
Il campione deve essere in condizione di riposo.

15.13.2.4 Condizionamento
Applicare le seguenti condizioni:
a) alimentazione alla massima tensione come specificato dal costruttore;
b) alimentazione alla minima tensione come specificato dal costruttore.
Nota Per garantire la compatibilità tra la c.c.s. e ciascun specifico tipo di apparecchiatura di alimentazione, la gam-
ma delle tensioni di alimentazione della c.c.s. deve comprendere quella registrata per l’apparecchiatura di ali-
mentazione nelle prove della EN 54-4:1997.

15.13.2.5 Misurazioni durante il condizionamento


Controllare il campione nelle condizioni di funzione di alimentazione fino al raggiungimen-
to della stabilità termica e sottoporre il campione alla prova funzionale per ciascuna delle
tensioni.

15.13.2.6 Misurazioni finali


Dopo il condizionamento sottoporre il campione alla prova funzionale.

15.14 Caldo umido, continuo (prova di durata)

15.14.1 Scopo della prova


Lo scopo della prova è quello di verificare la capacità dell'apparecchio di sopportare gli ef-
fetti dell’umidità per lungo tempo nell’ambiente di utilizzo (per esempio, cambiamenti delle
proprietà elettriche dovute ad adsorbimento, reazioni chimiche in presenza di umidità,
corrosione galvanica, ecc.).

15.14.2 Procedimento di prova

15.14.2.1 Generalità
Utilizzare il procedimento di prova descritto nella IEC 68-2-3:1969.

15.14.2.2 Esame iniziale


Prima del condizionamento sottoporre il campione alla prova funzionale.

UNI EN 54-2:1999 Pagina 32 di 44


15.14.2.3 Stato del campione durante il condizionamento
Montare il campione come specificato in 15.1.3 e collegarlo ad idonea sorgente di alimen-
tazione, al sistema di monitoraggio e al carico (vedere 15.1.4). Durante il condizionamen-
to il campione non deve essere alimentato.

15.14.2.4 Condizionamento
Applicare il seguente condizionamento:
a) temperatura : 40 °C ± 2 °C;
+2
b) umidità relativa : (93 )%;
-3
c) durata : 21 giorni.
Il campione deve essere portato gradualmente alla temperatura di condizionamento
(40 °C ± 2 °C), prevenendo la formazione di condensa.

15.14.2.5 Misurazioni finali


Dopo il periodo di riassestamento, sottoporre il campione alla prova funzionale e all’esa-
me visivo per verificare l’assenza di danni meccanici interni ed esterni.

15.15 Vibrazioni sinusoidali (prova di durata)

15.15.1 Scopo della prova


Lo scopo della prova è quello di verificare la capacità dell'apparecchiatura di sopportare
gli effetti di lungo periodo delle vibrazioni tipiche dell’ambiente di servizio.

15.15.2 Procedimento di prova

15.15.2.1 Generalità
Deve essere usata la procedura di prova descritta nella IEC 68-2-6:1982.
Nota La prova di vibrazioni di durata può essere combinata con la prova di vibrazioni funzionale, in modo che il
campione sia sottoposto alla prova funzionale seguita dalla prova di durata per ogni asse.

15.15.2.2 Esame iniziale


Prima del condizionamento, sottoporre il campione alla prova funzionale.

15.15.2.3 Stato del campione durante il condizionamento


Montare il campione come specificato in 15.1.3 ed in accordo con la IEC 68-2-47:1982 e col-
legarlo ad idonea sorgente di alimentazione, al sistema di monitoraggio ed al carico (vedere
15.1.4). Durante il condizionamento, l’apparecchio deve essere collegato ma non alimentato.

15.15.2.4 Condizionamento
Sottoporre il campione alla prova di vibrazioni, a turno, su ciascuno dei tre assi perpendi-
colari, uno dei quali deve essere perpendicolare al piano di montaggio del campione.
Applicare il seguente condizionamento:
a) gamma di frequenza : da 10 Hz a 150 Hz;
b) accelerazione : 4,905 ms-2 (0,5 gn);
c) numero degli assi : 3;
d) numero di cicli per asse : 20.

15.15.2.5 Misurazioni finali


Dopo il condizionamento, sottoporre il campione alla prova funzionale e visiva per verifi-
care l’assenza di danni meccanici sia internamente che esternamente.

UNI EN 54-2:1999 Pagina 33 di 44


APPENDICE A DESCRIZIONE DEI LIVELLI DI ACCESSO
(informativa)
La presente norma definisce i livelli di accesso per la segnalazione e il controllo relativo
alle funzioni obbligatorie. In alcuni casi vengono proposte alternative (per esempio livello
di accesso 1 o 2). Ciò dipende dal fatto che l’uno o l’altro può essere più appropriato in cir-
costanze operative differenti. Lo scopo dei differenti livelli di accesso non è definito dalla
presente norma. In generale, tuttavia, essi vengono usati come segue:

Livello di accesso 1:
Utilizzabile dal pubblico o da persone che hanno una responsabilità generale di sorve-
glianza di sicurezza e che quindi, si presume, possano per primi investigare su un allarme
incendio o un avviso di guasto e rispondere.

Livello di accesso 2:
Utilizzabile da persone che hanno una specifica responsabilità in materia di sicurezza e
che sono istruite e autorizzate ad operare sulla c.c.s. nelle seguenti condizioni:
- condizione di riposo;
- condizione di allarme incendio;
- condizione di guasto;
- condizione di fuori servizio;
- condizione di test.

Livello di accesso 3:
Utilizzabile da persone che sono istruite e autorizzate a:
- riconfigurare i dati specifici del sito inseriti nella c.c.s. o da essa controllati (per esem-
pio etichettatura, zonizzazione, organizzazione dell'allarme);
- assicurare che la c.c.s. sia in conformità alle istruzioni ed alle informazioni date dal co-
struttore.

Livello di accesso 4:
Utilizzabile da persone che sono istruite e autorizzate dal costruttore, sia a riparare la
c.c.s. che a modificare la sua configurazione in modo da cambiare il suo modo originale di
funzionamento.
Il punto 12.6 definisce le prescrizioni minime per l'accessibilità. Solo i livelli di accesso 1
e 2 hanno una gerarchia rigorosa. Per esempio, come procedure speciali per l'ingresso al
livello di accesso 2 e/o al livello di accesso 3, possono essere utilizzati:
- chiavi meccaniche;
- tastiera e codici;
- carte di accesso.
A titolo di esempio, i mezzi speciali per l'ingresso al livello di accesso 4, possono essere:
- chiavi meccaniche;
- utensili;
- dispositivo di programmazione esterno.
Può essere accettabile che l'ingresso al livello di accesso 4 preveda solo un semplice
utensile, come un cacciavite, purché in precedenza si debba passare per il livello di ac-
cesso 2 o 3. Per esempio, il costruttore può dichiarare nella documentazione quali parti
della c.c.s. non sono manutenibili dall'utente; l'ingresso al livello di accesso 4 può in tale
caso essere controllato dall'utente. Si considera altresì accettabile l'utilizzo di mezzi ester-
ni per eseguire determinate funzioni al livello di accesso 3, come per esempio la program-
mazione dei dati specifici del sito.
Può essere opportuno in certe situazioni che la c.c.s. abbia livelli di accesso aggiuntivi
nell’ambito dei livelli di accesso 2 o 3 (per esempio 2A e 2B), che possano consentire a di-
verse categorie di utenti autorizzati ad avere accesso a un gruppo selezionato di comandi o
funzioni. Ciò non è escluso dalla presente norma europea. L'esatta configurazione dipen-
derà dal tipo di installazione, dalle modalità di impiego della c.c.s. e dalla complessità del-
le funzioni previste.

UNI EN 54-2:1999 Pagina 34 di 44


APPENDICE B FUNZIONI OPZIONALI - REQUISITI E ALTERNATIVE
(informativa)
La presente norma europea specifica le funzioni obbligatorie e le opzioni con requisiti.
Una c.c.s. conforme alla presente norma europea dovrà soddisfare le prescrizioni relative
a tutte le funzioni obbligatorie oltre ai requisiti delle funzioni opzionali previste per essa. Le
opzioni descritte nella presente norma europea sono quelle attualmente in uso nei paesi ade-
renti al CEN e sono state qui inserite al fine di soddisfare le linee guida applicative. Esse po-
tranno anche essere richiamate nelle normative nazionali. Le funzioni opzionali e la relativa
numerazione sono indicate nel prospetto B.1.
prospetto B.1 Funzioni opzionali

Opzione Vedere punto


SEGNALAZIONI:
Segnali di guasto dai punti 8.3
Mancanza totale di alimentazione elettrica 8.4
Registrazione della quantità di ingressi in condizione di allarme 7.13
incendio
CONTROLLI:
Coincidenza di rivelazione 7.12
Ritardo di azionamento delle uscite 7.11
Fuori servizio di ciascun punto indirizzato 9.5
Condizione di test 10
USCITE:
Dispositivi di allarme incendio 7.8
Dispositivi di trasmissione di allarme incendio 7.9
Sistemi automatici di protezione incendio 7.10
Dispositivi di segnalazione guasti 8.9
Interfacce normalizzate di Entrata/Uscita 11

In aggiunta, la presente norma europea offre delle alternative. Per esempio:


- ripristino manuale o automatico della condizione di segnalazione dei guasti;
- segnalazioni mediante segnalatori a emissione di luce separati o su schermo alfanu-
merico;
- livello di accesso 1 o 2 per determinate funzioni.
La scelta di un'alternativa è interamente lasciata al costruttore. Si tratta infatti di soluzioni
equivalenti e non dovrebbero essere richiamate necessariamente nelle regolamentazioni
nazionali.

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APPENDICE C ELABORAZIONE DEI SEGNALI PROVENIENTI DAI RIVELATORI DI INCENDIO
(informativa)
Le funzioni associate ad altre parti della EN 54 possono essere integrate nel progetto del-
la c.c.s. Ciò può includere l’elaborazione dei segnali, a partire dai rivelatori di incendio fino
al punto in cui vengono gestite le decisioni relative all’allarme incendio. La documentazio-
ne di progetto deve indicare le modalità di gestione delle decisioni suddette al fine di ve-
rificare i tempi di intervento. In generale questo è il caso delle c.c.s. controllate da software.
Ai fini della presente norma europea, l’elaborazione dei segnali di allarme incendio non è
specificatamente considerata come funzione della c.c.s. in quanto coperta da altra norma
specifica (per esempio EN 54-7 nel caso di rivelatori di fumo). Le funzioni specifiche della
c.c.s. comprendono:
- la scansione e l’acquisizione di segnali provenienti dai punti;
- il comando o la programmazione delle elaborazioni dei segnali provenienti dai punti,
quando previsto dall’architettura software della c.c.s.;
- qualsiasi altra elaborazione richiesta per l’indicazione e/o l’azionamento delle uscite
conseguenti all’allarme incendio.
Lo scopo in 7.1.3 e 7.1.4 è quello di verificare che i tempi di intervento associati alle fun-
zioni sopra descritte non siano tali da aggiungere un ritardo superiore a 10 s rispetto ai
tempi di elaborazione dei rivelatori, ciò ai fini dell’indicazione di una condizione di allarme
incendio o di una nuova zona in allarme. La conformità può essere dimostrata mediante
verifica della documentazione di progetto e/o esecuzione di prove, anche con l’impiego di
mezzi adeguati, quale una simulazione del rivelatore.

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APPENDICE D DESCRIZIONE DELLE ZONE E DELLE SEGNALAZIONI DI ALLARME INCENDIO DI
(informativa) ZONA
Una zona comprende uno o più rivelatori di incendio o punti di allarme, installati entro
un’area localizzata dell’ambiente protetto. I requisiti per il raggruppamento in zone dei
suddetti dispositivi sono meglio dettagliati nelle guide applicative. In generale, gli ambienti
protetti sono divisi in zone al fine di assicurare:
- la rapida localizzazione dell’origine di un allarme incendio;
- la valutazione dell’entità dell’incendio e della sua evoluzione;
- la suddivisione del sistema installato, al fine dell’organizzazione delle misure antin-
cendio.
Il numero di rivelatori e/o punti di chiamata manuale in una zona può variare in funzione
delle circostanze. Non si prevede più di una zona per ogni singolo volume, salvo che que-
sto sia molto grande. Si prevede che una zona possa contenere più di 32 rivelatori e/o
punti di chiamata manuale, in quanto il superamento di tale numero potrebbe corrispon-
dere a un’area eccessivamente estesa.
Nella presente norma europea, le zone rappresentano l’unità obbligatoria ai fini della in-
dicazione minima di allarme incendio. Lo scopo è quello di fornire indicazioni univoche re-
lative alle zone in cui l’allarme incendio viene generato e di evitare che molteplici segna-
lazioni di allarme possano saturare il display alfanumerico, con la conseguenza di ritarda-
re la rapida individuazione di una nuova zona in allarme.
In aggiunta all’indicazione relativa alla zona interessata, possono essere previste ulteriori
suddivisioni in modo che i segnali provenienti dai singoli punti o gruppi, possano essere
identificati dalla c.c.s. al fine di fornire informazioni più dettagliate sulla localizzazione
dell’evento.

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APPENDICE E RITARDO DELLE USCITE
(informativa)
Il punto 7.11 che tratta i ritardi dei segnali di uscita, consente che una c.c.s. possa essere
configurata in modo tale da verificare la presenza effettiva di un incendio a seguito di un
allarme prima che vengono avviate azioni automatizzate o l’evacuazione controllata delle
persone.
Se il costruttore dichiara che i rivelatori e i punti di allarme manuale possono essere pre-
senti nella stessa zona e che può essere operativo il ritardo delle uscite, la c.c.s. deve es-
sere in grado di distinguere i segnali a seconda che provengano dai punti di allarme ma-
nuale o dai rivelatori al fine di soddisfare i requisiti in 7.11 a) e 7.11 b).
Il massimo ritardo indicato rappresenta il limite superiore dei tempi correntemente adottati
nei paesi membri del CEN e non costituisce raccomandazione. I tempi raccomandati sono
invece contenuti nelle guide applicative. Il ritardo conseguente ai segnali provenienti dai
punti di allarme manuale dovrebbe essere utilizzato solo in circostanze eccezionali.
I ritardi possono essere programmati in modo tale che un breve periodo di ritardo iniziale
possa essere esteso mediante comando manuale, ma il tempo totale di ritardo non deve
superare quello massimo specificato. Potrebbe essere opportuno che l’azionamento di un
punto di allarme manuale determini l’azzeramento del ritardo, in quanto l’azionamento a
cura del personale presuppone l’effettiva presenza di un incendio.
Si deve prendere nota del fatto che il 9.4.2 c) è relativo all’abilitazione e disabilitazione
delle funzioni trattate in 7.11.
Cioè, un’indicazione deve essere fornita se il funzionamento istantaneo delle uscite è di-
sabilitato, per esempio quando sono impostati i ritardi.

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APPENDICE F RICONOSCIMENTO E SEGNALAZIONE DEI GUASTI
(informativa)
Il punto 8 prescrive che i guasti, che possono verificarsi più frequentemente in un sistema
di allarme incendio, devono essere riconosciuti e indicati affiché possano essere tempe-
stivamente rimossi. Questi guasti comprendono:
- alcuni guasti interni alla c.c.s. stessa e nei supporti di trasmissione fra parti della c.c.s.
nel caso in cui esse siano contenute in involucri separati;
- guasti nei supporti di trasmissione ad altri componenti di un sistema installato, quando
questi siano installati in involucri diversi da quello della c.c.s.;
- guasti in altri componenti del sistema come definito nella EN 54-1.
I guasti sono classificati in 3 classi, descritte nei relativi paragrafi:
- 8.2 e 8.3, guasti nelle funzioni specificate;
- 8.4, perdita totale di alimentazione (opzione con requisiti);
- 8.5, guasto di sistema.
Le diverse classi sono da riferire alle differenti implicazioni dei guasti.
I guasti di cui in 8.2 e 8.3 hanno effetto solo su funzioni specifiche, mentre il resto della
c.c.s. e il sistema ad essa interconnesso rimangono pienamente operativi. I guasti di cui
in 8.4 e 8.5 possono determinare una parziale o totale perdita di tutte le funzioni della
c.c.s..
La presente norma europea non definisce i mezzi tecnici utilizzati per il riconoscimento
dei guasti. Essa definisce i guasti che devono essere riconosciuti e le modalità di segna-
lazione degli stessi. Per esempio, il controllo di cortocircuiti o interruzioni nei supporti di
trasmissione può essere eseguito dalla c.c.s. o da altri componenti del sistema intercon-
nesso. Tuttavia, tutti i guasti riconosciuti devono essere indicati sulla c.c.s..
Il controllo dei guasti in altri componenti del sistema può essere eseguito ad intervalli non
superiori a 100 s. La c.c.s. deve indicare entro 100 s un guasto proveniente da un com-
ponente.
È possibile il ripristino manuale o automatico sulla stessa c.c.s., poiché è opportuno che
alcune segnalazioni di guasto siano rimosse automaticamente, mentre altre siano memo-
rizzate fino alla loro rimozione manuale. Nel caso di guasto del sistema, è autorizzato solo
il ripristino manuale, ciò per le implicazioni del caso.

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APPENDICE G INTERFACCIA NORMALIZZATA DI INGRESSO/USCITA PER LA CONNESSIONE DI
(informativa) APPARECCHIATURA AUSILIARIA (PER ESEMPIO COLLEGAMENTO ALLA CENTRALE
OPERATIVA DEI VIGILI DEL FUOCO)
L’interfaccia ingresso/uscita è una parte opzionale della c.c.s. che trasmette informazioni
relative allo stato della c.c.s. all’apparecchiatura ausiliaria. È anche in grado di ricevere
segnali e di azionare le funzioni della c.c.s.. Ai fini della presente norma europea, sebbe-
ne l’apparecchiatura ausiliaria possa essere contenuta nell’involucro della c.c.s., essa
non è considerata come facente parte della stessa.
Il punto 11 specifica le funzioni che devono essere incluse nell’interfaccia. Se il costruttore
dichiara la conformità con la presente opzione, tutte le funzioni specificate devono essere
incluse. Le prescrizioni per il collegamento alle centrali operative dei Vigili del Fuoco dif-
feriscono da paese a paese. Piuttosto che tentare di armonizzare le centrali operative dei
Vigili del Fuoco a livello europeo, è stata specificata una interfaccia la quale contiene le
funzioni più comuni usate nei Paesi membri del CEN. Conseguentemente sono state spe-
cificate più funzioni di ingresso/uscita di quelle necessarie per una data apparecchiatura.
Il richiamo alla presente opzione per la connessione dell’apparecchiatura ausiliaria, non è
necessario nel caso in cui essa sia conforme a specifiche guide applicative o regolamen-
tazioni locali. A tale fine, come opzione senza requisiti, può essere fornito un estratto delle
funzioni elencate.
La presente norma europea non contiene prescrizioni elettriche per l’interfaccia. Il 12.2.1 b) ri-
chiede che la documentazione tecnica del costruttore fornisca informazioni sufficienti per con-
sentire l’individuazione dell’apparecchiatura ausiliaria compatibile.

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APPENDICE H INTEGRITÀ DEI SUPPORTI DI TRASMISSIONE
(informativa)
Se la documentazione del costruttore indica che possono essere collegati ad un circuito
di rivelazione più di 32 rivelatori incendio e/o punti di allarme manuale, il 12.5.2 prescrive
che siano specificati e forniti adeguati mezzi per assicurare che un corto circuito o una in-
terruzione in un circuito di rivelazione non impedisca la segnalazione di un allarme incen-
dio proveniente da più di 32 rivelatori incendio e/o punti di allarme manuale.
Infatti, il numero massimo di zone o punti che possono essere messi fuori servizio da un
guasto in un circuito di rivelazione è definito nelle guide di installazione. Nel caso in cui il
costruttore faccia tale dichiarazione, ai fini della conformità alla presente norma europea,
il costruttore deve dimostrare la capacità di limitare le conseguenze del guasto. Per esem-
pio si può:
- specificare che i circuiti di rivelazione dovrebbero essere del tipo ad anello;
- prevedere interfacce dei circuiti di rivelazione sulla c.c.s. che siano in grado di fornire
e ricevere in modo indipendente i segnali che provengono da ciascuna terminazione
dell’anello;
- prevedere dispositivi per l’installazione sui circuiti di rivelazione che siano in grado di
isolare automaticamente i corto circuiti.
Considerazioni simili si applicano in 12.5.3 riguardante la protezione dei supporti di tra-
smissione tra le diverse parti di una c.c.s. contenute in più di un involucro.

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APPENDICE J REQUISITI PER LA PROGETTAZIONE DI CENTRALI DI CONTROLLO
(informativa) E SEGNALAZIONE CONTROLLATE DA SOFTWARE
Il 13.4 richiede che, qualora si verifichi un guasto nell’esecuzione del programma, la c.c.s. si
ponga in condizione di sicurezza. La condizione di sicurezza è definita dal costruttore, ma ci
si aspetta che essa non porti né ad un falso azionamento delle uscite obbligatorie, né a dare
la falsa impressione che la c.c.s. sia funzionante mentre invece non lo è.
In pratica, può essere accettabile sia l’interruzione che l’avvio automatico del programma.
Se vi è il rischio che la memoria sia stata alterata, la procedura di riavvio del programma deve
comportare la verifica del contenuto delle memorie e, se necessario, la reinizializzazione dei
dati di funzionamento per assicurare che la c.c.s. si ponga in condizioni di sicurezza.
Anche se l’esecuzione del programma è ripresa correttamente, è importante che l’utente
sia a conoscenza dell’evento. A tale scopo può essere utile che la c.c.s. sia in grado di re-
gistrare automaticamente i dettagli del riavviamento. In ogni caso, è richiesto in 8.5 che
l’indicazione di sistema guasto sia memorizzata fino all’intervento manuale.
Il 13.5.1 richiede che tutti i codici eseguibili e dati necessari a soddisfare la presente nor-
ma europea siano mantenuti in una memoria in grado di garantire un funzionamento con-
tinuo ed affidabile per un periodo di almeno 10 anni. Allo stato dell’arte esistente, la me-
moria con parti meccaniche in movimento non è considerata sufficientemente affidabile.
L’uso di nastri, o dischi, magnetici o ottici, per la conservazione dei programmi e dei dati
non è pertanto accettabile, al momento della redazione della presente norma europea.

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PUNTI DI INFORMAZIONE E DIFFUSIONE UNI

Milano (sede) Via Battistotti Sassi, 11B - 20133 Milano - Tel. 0270024200 - Fax 0270105992
Internet: www.unicei.it - Email: diffusione@uni.unicei.it

Roma Via delle Colonnelle, 18 - 00186 Roma - Tel. 0669923074 - Fax 066991604
Email: uni.roma@uni1.inet.it

Bari c/o Tecnopolis CSATA Novus Ortus


Strada Provinciale Casamassima - 70010 Valenzano (BA) - Tel. 0804670301 - Fax 0804670553

Bologna c/o CERMET


Via A. Moro, 22 - 40068 San Lazzaro di Savena (BO) - Tel. 0516250260 - Fax 0516257650

Brescia c/o AQM


Via Lithos, 53 - 25086 Rezzato (BS) - Tel. 0302590656 - Fax 0302590659

Cagliari c/o Centro Servizi Promozionali per le Imprese


Viale Diaz, 221 - 09126 Cagliari - Tel. 070349961 - Fax 07034996306

Catania c/o C.F.T. SICILIA


Piazza Buonarroti, 22 - 95126 Catania - Tel. 095445977 - Fax 095446707

Firenze c/o Associazione Industriali Provincia di Firenze


Via Valfonda, 9 - 50123 Firenze - Tel. 0552707268 - Fax 0552707204

Genova c/o CLP Centro Ligure per la Produttività


Via Garibaldi, 6 - 16124 Genova - Tel. 0102476389 - Fax 0102704436

La Spezia c/o La Spezia Euroinformazione, Promozione e Sviluppo


Piazza Europa, 16 - 19124 La Spezia - Tel. 0187728225 - Fax 0187777961

Napoli c/o Consorzio Napoli Ricerche


Corso Meridionale, 58 - 80143 Napoli - Tel. 0815537106 - Fax 0815537112

Pescara c/o Azienda Speciale Innovazione Promozione ASIP


Via Conte di Ruvo, 2 - 65127 Pescara - Tel. 08561207 - Fax 08561487

Reggio Calabria c/o IN.FORM.A. Azienda Speciale della Camera di Commercio


Via T. Campanella, 12 - 89125 Reggio Calabria - Tel. 096527769 - Fax 0965332373

Torino c/o Centro Estero Camere Commercio Piemontesi


Via Ventimiglia, 165 - 10127 Torino - Tel. 0116700511 - Fax 0116965456

Treviso c/o Treviso Tecnologia


Via Roma, 4/D - 31020 Lancenigo di Villorba (TV) - Tel. 0422608858 - Fax 0422608866

Udine c/o CATAS


Via Antica, 14 - 33048 S. Giovanni al Natisone (UD) - Tel. 0432747211 - Fax 0432747250

Vicenza c/o Associazione Industriali Provincia di Vicenza


Piazza Castello, 2/A - 36100 Vicenza - Tel. 0444232794 - Fax 0444545573

UNI
Ente Nazionale Italiano La pubblicazione della presente norma avviene con la partecipazione volontaria dei Soci,
di Unificazione dell’Industria e dei Ministeri.
Via Battistotti Sassi, 11B Riproduzione vietata - Legge 22 aprile 1941 Nº 633 e successivi aggiornamenti.
20133 Milano, Italia

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