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C: Si tratta di monete d’argento databili al 345-335 a.C. fondamentali per la ricostruzione della
storia passata in quanto meglio di ogni altro documento archeologico riflettono la situazione politica
ed economica della comunità che si assume l’onere della battitura.
La risposta corretta è la C. Queste monete sono stateri in argento di stile classico(...) rinvenute a
Taranto l'antica Taras. Il valore delle monete, come in questo caso è duplice, ovvero oltre al valore
monetale, queste posseggono un valore storico, politico, ed associate ad altre fonti, possono portarci
ulteriori informazioni e conferme. Le monete qui rappresentate attestano una delle fasi storiche
della città di Taranto, unica colonia di Sparta, fondata attorno al 706 a.C. Possiamo confermare
queste informazioni non solo dai ritrovamenti sul luogo, ma anche analizzando l'iconografia, difatti
notiamo subito la caratteristica comune della produzione di stateri tarantini coniati fino al III°
sec., ovvero la rappresentazione di cavalieri da un lato e di un giovane su delfino dall'altro.
Un'attenta analisi iconologica ci da la possibilità di ottenere ulteriori informazioni: l'immagine del
giovane a cavallo simbologggia la rinomata cavalleria tarantina che in questo periodo era la città più
importante della Magna Grecia grazie proprio alla cavalleria, nell'altro lato è rappresentato il mito
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di Taras simbolo della città salvato da un delfino. Come accennato precedentemente se abbiniamo
queste monete ad altre fonti, possiamo dedurre altre informazioni, in questo caso possiamo
approfondire con lo studio di autori classici come Strabone che nella sua Geografia, descrive la
città di Taranto in modo attento e dettagliato(...).
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l’appellativo cabardiacensis. Sostenendo l'ipotesi sull’origine preromana del culto si è proposto l'
identificazione di un luogo naturale a memoria delle antiche tradizione di culti delle vette proprio
nella zona di Caverzago. Ai piedi della sua rupe nella piana di Dorba, una cinquantina di anni fa,
vennero alla luce una stele votiva e delle mura e nel 1976 si identificò in zona del materiale
romano(...). Tra le varie stele alcune sono senza iscrizione e questo ha fatto presupporre l'esistenza
di un’officina di lapicidi attivi sul posto in cui i pellegrini potevano rivolgersi. Con questo esempio
riportato ho voluto mettere in luce di come il ruolo della epigrafe sia di primaria importanza per la
ricostruzione storica del passato.
Bibliografia
- Minerva Medica in Valtrebbia. Scienze storiche e scienze naturali alleate per la scoperta del
luogo di culto, a cura di Associazione “La Minerva” Gruppo di Ricerca Culturale – Travo, in
Quaderni Archeologia dell’Emilia Romagna,2008
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