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Fino al 1400 la lingua inglese non ha una forma comune, e non l'avrà acquisita
definitivamente ancora per tutto il '500. Dopo la guerra delle due rose il popolo
inglese può tirare il fiato e si rafforza il potere di Stato. Tudor: Enrico VII e poi
Enrico VIII, noi leggiamo la letteratura prodotta sotto Elisabetta I e Giacomo I. La
diffusione culturale è sintomatica della pace politica: la corte opera mecenatismo
(diviene centro culturale in particolare sotto il lungo regno di Elisabetta e di
Giacomo I); cresce il mercato internazionale, soprattutto con la scoperta
dell'America, tra il 1500 e il 1600 la flotta inglese diviene la potenza mondiale e
avvengono le grandi colonizzazioni. Londra vede una fioritura eccezionale grazie
alla corte pacifica dei Tudor, crescono le città, aumenta il fenomeno letterario ed è il
periodo della Riforma protestante. Assume prestigio il possesso di libri e il mercato
librario è meno caro grazie alla diffusione della stampa.
Doctor Faustus, probabilmente rappresentato nel 1592/93, mentre Macbeth nel 1606.
1485: al potere Enrico VII Tudor di Lancaster, che diplomaticamente sposa una
York, riappacificando le famiglie.
Enrico VIII: applica la Riforma protestante (tesi di Lutero: 1517), ottenendo molto
più potere grazie all'espropriazione dei territori della Chiesa cattolica. Il figlio
maschio di Enrico VIII muore molto giovane, ma i suoi tutori che portano avanti il
protestantesimo. Va poi al potere Maria Tudor, figlia di Enrico VIII e Caterina
d'Aragona, che sposa Filippo II e riporta il cattolicesimo.
Successivamente va al potere Elisabetta, figlia di Enrico VIII e Anna Bolena, che
non ha eredi, e nomina successore il figlio di Maria Stuarda (cattolica che Elisabetta
aveva fatto decapitare per cospirazione), Giacomo I, che era stato allevato come
protestante (scozzese, la Scozia è presbiteriana dal 1560), il quale unisce le due
corone di Scozia e Inghilterra. Gli succede Carlo I, che sarà decapitato da Cromwell,
e successivamente si instaura un regime parlamentare puritano, e quando torna al
potere un reale, Carlo II, ormai il potere monarchico è intaccato.
Termini successivi che utilizziamo per definire questo periodo e la sua tendenza in
ambito culturale: Humanism: utilizzato per la prima volta in testi poetici del
diciannovesimo secolo; Renaissance; Early modern: prima età moderna.
L'Umanesimo/Rinascimento inglese arriva successivamente a quello italiano, tra la
prima e la seconda metà del 1500, ed è portato dalla stabilità politica sempre
maggiore Con Enrico VII viene importata la cultura umanistica, che fiorisce sotto
Enrico VIII ed Elisabetta (studia humanitatis: studi considerati formativi e
disinteressati, non strettamente legati ad un'applicazione professionale) Questione
dell'educazione: come entrare nel panorama europeo? Con che lingua?
21 settembre
(1453: caduta di Costantinopoli, arrivo di persone e testi in Europa, tra cui la Bibbia
e la cultura greco-latina) > attenzione filologica ai testi in lingua originale anche in
Inghilterra con l'impulso alla traduzione dei testi sacri, che veicola anche la
conoscenza della cultura classica.
Europa: università di Bologna, poi Parigi, poi Oxford, poi Cambridge, etc. Si
studiano trivio e quadrivio (il Doctor Faustus di Marlowe è un sapiente, e nella
prima scena passa in rassegna queste discipline, che ha studiato ma rifiuta in favore
della negromanzia).
Lingua inglese: non ancora standard, non ha un centro preciso (le varie invasioni di
latini, celti, anglosassoni, normanni hanno prodotto strati linguistici molto
differenti) --> lingua che funziona tramite le radici delle parole per veicolare la
propria semantica, più che attraverso desinenze tanto diverse nelle varie lingue
presenti sul territorio, in modo da inglobare più facilmente le diverse tradizioni. Nel
periodo in cui si stanno creando i diversi Stati nazionali, il fatto di non avere una
lingua forte è un problema; la dinastia Tudor può permettersi di dare spazio alla
cultura e ad un progetto educativo.
Il latino è utilizzato come lingua franca per avere un dialogo con l'Europa; ma il
nazionalismo emergente viene convogliato da una tradizione in lingua inglese. Le
dispute linguistiche del 1500: VS inglese: se la cultura non puntasse sul latino ci
sarebbe un conseguente declino della conoscenza (e di degenerazione morale per la
mancanza delle letture classiche modelli di virtus); forma di snobismo che ci vede
una volgarizzazione della conoscenza; l'inglese è povero di termini “scientifici” e
manca di forza espressiva/capacità retorica; è una lingua instabile (soprattutto dal
punto di vista della scrittura); l'inglese è sconosciuto sul continente; PRO inglese:
stabilire una forma di scambio di conoscenza in inglese permette di non spendere
tempo ed energia nell'apprendimento del latino; allargare la conoscenza ad altri
strati sociali; la mancanza di lessico specifico può essere risolta con prestiti e
neologismi; la traduzione e produzione di testi in inglese ne rafforza lo statuto e il
prestigio; sarebbe troppo artificiale scrivere in un'altra lingua (esattamente come i
latini scrivevano in latino e non in greco).
Nota: Thomas Moore scrive nel giro di 40 anni Utopia in latino e la traduzione in
inglese; Francis Bacon scrive Advancement of Learning nel 1605, che traduce in latino
del 1620; Thomas Hobbes scrive nel 1651 il Leviatano in inglese
Nota: con l'istituzione della Royale Society si punta molto di più sull'inglese come
lingua della conoscenza La Riforma inglese Jerome's Bible: la Bibbia di Gerolamo,
edizione ufficiale della Bibbia in latino, lingua misteriosa e incomprensibile ai fedeli
durante l'officiazione della messa.
22 settembre
Il teatro rinascimentale Teatri stabili costruiti alla fine degli anni '60 del 1500: The
Red Lion ('67), The Theatre ('76), The Curtain ('77), The Globe ('99), prima
bruciato, poi ricostruito e demolito durate la guerra civile del '44 dovuta ai conflitti
tra re Carlo I e parlamento, e ricostruito poi negli anni '90 del 1900. I teatri erano
spesso costruiti fuori dall'amministrazione cittadina in modo da soggiacere meno al
controllo della municipalità, mentre le compagnie itineranti si spostavano
velocemente di luogo in luogo per evitare le persecuzioni delle autorità.
Il regime puritano di Oliver Cromwell, successivo alla guerra civile, considera il
teatro come un luogo di degenerazione (si temeva anche il grande successo che
aveva), quindi tutti i teatri londinesi vengono chiusi dai primi anni '40 fino al
ritorno alla monarchia con Carlo II.
Il teatro in Europa era un fenomeno principalmente itinerante, poi veniva praticato
a corte, nelle università (Oxford, Cambridge) e negli Inns of Court, nelle case
aristocratiche in qualità di teatro privato (molto meno minaccioso perché
facilmente controllabile), nelle strade tramite rappresentazioni pubbliche/popolari,
sempre nelle strade sulle “pageants”.
Si trattava di un teatro di parola con pochissimi oggetti di scena, che presupponeva
molta immaginazione nello spettatore, cosa che ne ha determinato l'innovatività
linguistica.
Tipi di rappresentazioni: Mystery plays: festival annuali che seguivano le festività
religiose con misteri, cicli di rappresentazioni liturgiche stagionali, o altri momenti
topici dell'Antico Testamento, si tratta di tipi di rappresentazione inizialmente mute
e praticate durante la liturgia, ma che mano a mano escono dalle porte delle chiese
e abbandonano il latino, diventando appannaggio delle corporazioni di arti e
mestieri. Questo genere si sviluppa tra il X e il XVI secolo, ed è reso gradualmente
obsoleto dal sorgere di associazioni teatrali professionali. Interludes: potevano essere
presenti all'interno della rappresentazione come pausa, o costituire brevi spettacoli
indipendenti. Morality plays: altro genere complesso come i drammi misterici che
mette in scena allegorie della battaglia tra il Bene e il Male nell'uomo (Everyman, la
più famosa del periodo medievale), impianto che ritroviamo molto più sofisticato
nel Doctor Faustus. Possono essere considerati interludi se particolarmente brevi.
Questo genere accompagna il teatro verso la modernità, dal momento che al centro
di queste rappresentazioni non era più la figura divina ma l'uomo.
Farsa/pantomima: brevi rappresentazioni con o senza parole. Combattimenti tra
animali Musica e danza erano pervasive, si ballava e cantava in scena in tutto il
teatro medievale e rinascimentale Esecuzioni pubbliche di condannati a morte
molto spettacolarizzate. Periodo di esplosione di stampa e giornalismo: fenomeno
delle biografie criminali distribuite sotto il patibolo dell'esecuzione, come un
libretto per seguire lo spettacolo (che poi confluiscono nelle tradizioni letterarie
successive come l'autobiografia e il romanzo).
Le compagnie teatrali di una certa grandezza cercavano sempre la protezione di un
potente (ad esempio a Londra durante il periodo dei teatri stabili), dal momento
che le municipalità li mettevano sempre in pericolo; il mestiere dell'attore era
considerato al limite tra la professione e il vagabondaggio. (Esempio: la compagnia
di Shakespeare è inizialmente sotto la protezione del ciambellano e successivamente
sotto la protezione del re Giacomo I,e sono conosciuti come the King's Men).
Il nucleo centrale degli attori della compagnia investiva nella stessa e quindi la
possedeva “per azioni”; questi attori fondatori ed erano affiancati da altri attori
spesso giovani (per i ruoli femminili) che potevano far parte di più compagnie. Gli
azionisti della compagnia, se non avevano un drammaturgo tra loro,
commissionavano i copioni ad esterni e ne divenivano padroni. C'era sempre
grande domanda di opere nuove, cosa che porta al biforcarsi dei gruppi attoriali tra
compagnie itineranti e povere e compagnie stabili che avevano maggiore successo.
La struttura dei teatri stabili riprende quella delle pageants, alle quali aggiunge i
posti per terra sotto il palco e dei palchetti. Il teatro era un elemento disturbatore
dal punto di vista dell'ordine pubblico, anche dal momento che le rappresentazioni
avvenivano di pomeriggio e distraevano la popolazione dal lavoro, poi per motivi
sanitari (perché aggregavano persone e favorivano contagi), la criminalità
approfittava delle folle tra borseggiatori e prostituzione, il travestimento e il trucco
erano considerati immorali. Il teatro rinascimentale è molto poco illusionistico (a
differenza di come sarà quello ottocentesco) e lascia spazio all'immaginazione,
utilizzando pochi effetti speciali (la musica era quello più importante) ed oggetti di
scena evocativi. Non si cercava realismo nella rappresentazione neanche nei
costumi, le scene erano cambiate davanti allo spettatore, non esisteva il sipario. Era
svelato il carattere fittizio del teatro stesso.
27 settembre ’17
Morality nello spettacolo c’è una lotta tra bene e male per accaparrarsi anima
del protagonista. Diavolo cattivo e angelo buono.
Compagnie: società con pochi componenti, investivano sulla compagnia e
alcuno lavoravano a spettacolo o stagione. La professione dell’attore non era
tanto considerata, erano mendicanti o gente di strada. Piano piano qualcuno
riusciva a raggiungere livelli sociali più alti. Nei palchi c’era sempre un sotto per
l’inferno e un sopra per il paradiso. In mezzo la parte dell’umano. (slides)
“The Globe” tipico teatro, anche di Shakespeare.
Ricostruito di nuovo a Londra, in quanto era bruciato (fatto di legno), ricostruito
identico ai documenti e gli spettacoli li fanno li di gionro. Si può stare in piedi o
sulle balconate: costava poco per chi rimaneva in piedi. Teatro di musica, danza,
della parola, non c’erano grandi meccanismi illusionistici. Tutto avveniva in
scena, nessuna attenzione alla mimesi del periodo, si poteva recitare un periodo
romano con vestiti rinascimentali; se si voleva un re bastava la corna tutto
simbolico. Era fuori dal centro di Londra, perché poteva portare epidemie e
perché spesso raccoglievano gente di strada.
Perché erano contro i teatri? Portavano disordine, traffico ,rumore,
prostituzione, poca salute, stress… le donne non potevano recitare, venivano
interpretati da ragazzini con una voce ancora non maschile, in modo che ben
truccati e vestiti potessero passare come fanciulle.
L’aspetto simbolico del Renaissance Theater, che ha una raffinatezza notevole.
Tutto il teatro era considerato un segno, tutto doveva ricordare al pubblico certe
cose, le scene si cambiavano a mano durante il play.
Passo del Tamburlaine, act II scene 7, vv. 18-19 - la beatitudine dell’ anima
diventa in maniera esplicita il possesso del potere.
28 settembre ’17
Vediamo come funziona la metrica inglese. Spesso i segni che si utilizzano per
contare i piedi della metrica classica vengono utilizzati anche nella metrica
moderna, questo è un retaggio, così come i nomi della successione dei piedi così
come i piedi stessi vengono dalla metrica classica.
Quello italiano è un sistema sillabico (semplice), il blank verse è simile
all’endecasillabo, nel senso che è un decametro, il blank verse è normalmente
costituito da dieci sillabe.
In italiano, però, si contano felicemente le sillabe, mentre in inglese si chiama
metro sillabico accentuativo, perché servono sia le sillabe che gli accenti,
quindi quanto si va a contare un verso ci si basa sulle sillabe toniche (con
accento tonico). Si tratta di trovare le sillabe toniche e contarle. ritmico.
Ci sono stressed syllabes (toniche) e unstressed syllabes (atone).
Il piede è l’unità di misura del verso.
Il pentametro (pentameter) è diviso in cinque piedi . Il pentametro è la misura
del verso che viene utilizzato sia importando il sonetto (anche se in quel caso
sarà un pentametro rimato, quindi con uno schema di rime), sia nei grandi
poemi come Paradise Lost e nelle grandi tragedie come Doctor Faustus e
Macbeth. E’ Il metro più consono alla lunghezza naturale della frase inglese
prima di avere una cesura, così come l’endecasillabo è stato un po’ visto come il
metro più consono nel verso italiano prima di doverlo spezzare o di avere un
verso più breve. La ballata inglese è un alternanza di petrametri e trimetri. Se ho
un esametro o un settenario tendo a fare una cesura, perché è un verso troppo
lungo per esaurire la frase prima di andare a capo. Quindi il pentametro è la
lunghezza del verso che meglio riusciva a seguire la musicalità della lingua
inglese.
Vi sono diversi tipi di piede:
1. il giambo (iamb) è formato da un’atona e una tonica più usato
2. trocheo (tonica e atona) difficilmente si trova un verso tutto in trocheo
perché difficilmente si trova l’accento dell’andamento del verso inglese
3. dattilo (tonica, atona e atona)
4. anapesto (atona, atona e tonica)
5. spondeo (tonica e tonica).
Abbiamo le prime due edizioni del Doctor Faustus nel 1604 e nel 1616, che
evidentemente non sono curate da Marlowe, in qauntomorto nel 1593. Sono
persone del circolo di Marlowe a far pubblicare l’opera. L’edizione del 1604 è
stato definito testo A, mentre l’edizione del 1616 è stato definito testo B, quindi
abbiamo due matrici. I due testi sono diversi: il testo B è più lungo di circa
seicento versi. Non è però solo questione di lunghezza. Il Doctor Faustus è un
bellissimo esempio della precarietà del testo rinascimentale: non l’aveva fatto
pubblicare Marlowe, il testo teatrale serviva molto praticamente alla compagnia,
era sua proprietà.
Il testo del Doctor Faustus è estremamente controverso, poiché non esiste un
manoscritto, bisogna basarsi sullo stile, sul lessico, sulla corrispondenza di
diversi termini in diverse scene e tentare di capire quali siano le parti scritte da
Marlowe e quali no. Il testo B è quello più rappresentato nella storia, perché era
un testo più teatrale, più spettacolare, più pensato per l’intrattenimento, più
estroflesso, si scava di meno nell’anima del Doctor Faustus, ci sono più
personaggi e meno introspezione. Il testo A è più apprezzato dai critici perché
permette di scavare nell’anima del Doctor Faustus, soprattutto si crede che sia
più vicino potenzialmente alla produzione originale di Marlowe.
In 1593 Marlowe muore e nello stesso anno Shakespeare aveva già prodotto
le sue prime opere, come The Comedy of Errors, Titus Andronicus, Two Gentlemen
of Verona, Henry VI, forse anche The Taming of the Shrew. Entrambi nati nel
1564 e mentre Marlowe muore, Shakespeare inizia la sua carriera.
Alla fine del secolo XVI, Marlowe era più famoso di Shakespeare, era il
drammaturgo ad aver fatto veramente il salto di qualità nel teatro inglese.
Marlowe e Shakespeare hanno la stessa età, ma Marlowe muore molto prima.
4\10\2017
Prologo.
Linguaggio raffinato e alto, soprattutto nei momenti in cui ci sono personaggi
importanti che parlano, mentre quelli di bassa estrazione sociale sono in prosa.
PROTAGONISTA: Qui si parla di un personaggio di bassa estrazione sociale
ma di alto livello culturale, quindi parla in versi.
Questo linguaggio così raffinato più difficilmente viene dal teatro di strada.
Abbiamo un autore che è stato all’università (tutti gli anni) e che sicuramente ha
ereditato la struttura del teatro medioevale (15\16 secolo) per i testi scritti. Si
hanno però anche altri tipi di teatro, come quelli all’interno delle università.
Quindi anche durante il periodo medioevale, il teatro stabile che si conosce, non
esisteva più, si era persa la tradizione teatrale greco-latina, ma il Teatro era vivo
con anche spettacoli raffinati, con linguaggio aulico in latino, all’interno appunto
di scuole ed università.
Quindi questo prologo raccoglie anche una tradizione di alto valore letterario; in
Inghilterra all’interno sia delle università di Oxford e Cambridge, sia all’ interno
delle Inns of Court (scuole di legge); ma anche in Europa, ad esempio nella
grande attività teatrale dei gesuiti, all’ interno delle scuole e delle università per
i loro studenti, mettendo in scena dei drammi spesso con intento moralistico,
didattico, per far capire la retta via (lotte interiori del personaggio).
I grandi temi folklorici della fine del medioevo e dell’inizio del rinascimento,
come ad esempio il discorso del patto con il diavolo ( tematica non nuova), sono
anche “il Don Giovanni” di Tirso de Molina che però andrà avanti in Italia,
Inghilterra, Francia..mma è un motivo folklorico precedente, non è nato in
Spagna.
Quindi una tematica molto frequente è quella del personaggio che incontra se
stesso, il proprio funerale ( messa in scena della propria morte) che sono un
“topos”, oppure come anche la scena dell’invito a cena, che significa (a livello
antropologico) “condividere”, condividere qualcosa di davvero importante, la
vita, mi lego a qualcosa ( in quel caso alla morte).
Questa premessa per dire che il tipo di linguaggio, alto, che viene da un teatro
chiuso, privato, colto, accoglie una storia che nasce proprio da un motivo
popolare folklorico della storia di Faust (che nasce in Germania).
Frontespizio libro del 1620 “ La strategica storia della vita e la morte del Dr.
Faust” written by Marlowe. (slide)
Faustus nel suo studio, il cerchio magico con cui si può invocare il demonio, si
vedono i caratteri magici presi dai linguaggi criptati, lettere…
Questi testi teatrali venivano venduti allo stampatore, che aveva il possesso
perchè non esistevano i copyright, forme di diritti d’autore, e stampava. Su
quell’opera poteva fare interventi, modifiche , aggiunte e li vendeva in certi
luoghi di Londra come la Saint Paul Cathedral. La corporazione dei librai,
stampatori aveva acquisito quei cortili. Qui siamo però a Newgate, prigione di
Londra nello spiazzo fuori.
“At the sign of the bible” riconoscimento del negozio dello stampatore in
questo caso. (eye catching)
I commentatori di questo testo dicono che questo è il più fedele alle copie, bozze
di Marlowe, la versione A (authorial) è più attenta a personaggio di Faustus,
essendo personaggio a tutto tondo, con una sua psicologia. La versione B è più
lunga ma anche più esteriorizzante, teatrale(la più rappresentata).(theatrical)
(slides)
Le due versioni del dramma tracciano due traiettorie tragiche differenti, il “testo
B” esternalizza ciò che il “testo A” tende a rendere una cosa privata e personale.
Nel “ testo A” le scelte sono sue personali, fatti con la sua testa, nel “testo B”
Faustus esiste più in un mondo diretto dall’ esterno, da queste forze maligne, e
ha una sofferenza visibilmente fisica.
Le scene comiche sono molto meglio percepibili nel “testo B”, in quanto nell’
altro testo risultano più difficili linguisticamente da captare.
Di Diffusione scritta, sono state trovate anche delle ballate, opere di poesia
narrative (di diverse versioni), ci sono menzioni in opere teologiche, menzioni in
lettere e poi delle narrazioni, Fiction, Volkbucherer( libri popolari- etichetta
romantica 800esca). E’ proprio da uno di questi Volkbuch che la storia di Faust
dalla Germania arriva in Inghilterra.
Volkbucherer : Etichetta data nell’800 per definire tutta una serie di
pubblicazioni (anche un foglio solo) , in prosa, di contenuto narrativo che
mirano ad un pubblico di medio livello. Racconti brevi per un pubblico
alfabetizzato( non scontato) e che fosse capace di leggere. Per raggiungere la
dimensione di un libro, queste pagine venivano messe in una raccolta, e
potevano anche essere eterogenee ma spesso con lo stesso titolo. Gli Studi sono
iniziati nel 19esimo secolo, secolo che ha a livello ideologico- filosofico rivalutato
lo spirito intrinseco delle nazioni, e le radici genuine e forti del popolo tedesco
anche attraverso i tipi di letteratura che venivano dal popolo e quindi la poesia
popolare (come le ballate) i racconti in prosa (poesia o fiabe) come quelle dei
Fratelli Grimm.
Non è vero che il primo documento in assoluto nel quale ci viene narrata in
forma narrativa sia questo, ma è la prima narrazione di una certa lunghezza che
ha un inizio ed ha una fine, un andamento narrativo riconoscibile e che sia una
raccolta completa ( non frammenti o riassunti) . Quindi nel 1587 circola in
maniera del tutto anonima uno di questi “volkbucher” che sarebbe dedicato alla
vita e alla morte di questo personaggio ormai già leggendario.
E’ il lavoro di un luterano protestante anonimo, pubblicato da Johanne spis,
editore/stampatore di Francoforte, ma non conosciamo il nome dell’ autore.
Dirà di aver messo insieme la storia prendendola dal racconto dello stesso Faust
circa la propria vita e biografie, per dare veridicità alla storia.
Questo è chiamato “The German Faustbuch”, testo del 1587
Vuole portare il lettore a conoscere il male, la depravazione, per poi
condurlo alla consapevolezza della punizione, della morte
terribile,straziante e particolarmente cruenta di Faust
Ha una forte connotazione per la sua presa di posizione anti-cattolica,
anti-chiesa. Testo prodotto in ambiente protestante.
Faust in questo racconto viaggia, sotto forma di spirito, con il suo “amico”
Mefistofele, andando anche a Roma e inserendosi nella corte papale, facendo
molte critiche, mettendo in cattiva luce il Papa, e proprio per questo non c’è
alcun dubbio che si tratti di un testo protestante.
LIBRO.
Prima ed ultima scena sono le più famose. Si ha già un personaggio molto
diverso da quello di cui si crede abbia dato origine la leggenda. E’ un professore
eccelso dell’ università, che ha concluso tutto il ciclo di studi. Sta a metà della sua
vita e deve decidere cosa fare della sua vita. Nella prima scena c’è una sorta di
crisi, momento in cui si chiede che cosa deve fare dopo tutti i suoi studi della sua
vita.
TRADUZIONE: Sistema i tuoi studi, scegli cosa fare, e comincia a capire che cosa
veramente vuoi fare di tutto questo studio, Essendo laureato, sii/mostrati anche
teologo, ma tuttavia tu comunque mira al fine di ogni arte e vivi e muori nelle
opere di Aristotele.
E’ spesso a inizio battuta, a inizio soliloquio importante che va l’accento tonico
(sulla prima sillaba).
Dolce analitica, sei tu che mi hai rapito?
Bene disserere est finis logices.
Disputare bene è davvero il fine ultimo della logica?
Quest’arte non ci concede un miracolo più grande?
E allora non leggere più perché hai già raggiunto quel fine.
Congeda la filosofia perché ritiene che abbia già avuto il massimo della tecnica
che l’arte del parlare gli ha portato.
Una materia, soggetto più grande vuole l’intelligenza/ingegno di Faust.
Alle speculazioni filosofiche sull’essere o non essere (principi di contraddizione di
Aristotele) addio, vieni Galeno, ti aspetto.
Dal momento in cui lascia il filosofo arriva il medico.
Galeno medico di origine greca che ha operato molto a Roma (secondo secolo
dopo cristo) , sistematizzatore(riprendendo da Ippocrate); Galeno è l’autorità
che passa tutto il medioevo, che approda al rinascimento (anche inglese) quindi
si parla del 16simo secolo: massima autorità nel campo medico. Il latino faceva
comodo, poiché faceva sapiente, erudito.
Sii un medico Faustus, ammucchia denaro,(arti fatte per portare soldi)
E sii reso eterno da qualche cura meravigliosa:
Il fine della medicina è la sanità del corpo.
Come Faustus, non hai già raggiunto quel fine? (sta congedando la medicina)
Il tuo parlar comune non sono già per caso degli aforismi sensati?
Le tue ricette/ le tue prescrizioni, non sono forse appese come monumenti per tutte
le città, attraverso le quali intere città sono riuscite a sfuggire alla peste?
Siamo davanti si ad uno studioso, ma anche ad un praticantore delle varie
discipline. Qualcuno che ha raggiunto il massimo del riconoscimento terreno.
E tuttavia tu sei ancora soltanto un uomo, Faustus. (Lucifero che parla)
(es Ulisse di Dante che vuole superare i confini) Questo è tipico dei personaggi
Marloweiani, ovvero personaggi rinascimentali che esaltano i limiti dell’uomo ed
anelano a superarli, e che però incappano in un problema teologico grave; non
siamo in un mondo ateo, non siamo alla fine del 600/700; siamo in un periodo
che vede il peccato, che vede il non essere dalla parte di Dio, come qualcosa che
non è previsto (la pena è la condanna con la morte eterna) , nel disegno
provvidenziale. Faustus crede di essere al di fuori di un paradigma religioso dal
quale invece è inserito fino in fondo.
La ribellione è considerato un peccato, secondo il paradigma cristiano.
Se tu potessi far si che gli uomini vivano eternamente, o essendo morti tu potessi
riportarli alla vita
Allora questa professione di medico sarebbe da stimare/considerare, (altrimenti
non serve a nulla)
Addio fisica: dov’è Giustiniano? (corpus iuris civilis, dell’ Impero Romano
d’Oriente, grande risistematizzazione del diritto romano)
Ah un caso futile( poco importante) di eredità meschina.
Il padre non può diseredare un figlio a meno che…
Ah questo è l’argomento delle Istituzioni e del corpo universale della legge, ma
questo tutto studio è adatto ad uno sgobbone mercenario,
che non mira a nulla se non della spazzatura, troppo servile e illiberale per me.
Tutto sommato è meglio la teologia.
Contempla bene La bibbia di Girolamo, Faust:
Quella è la versione ufficiale della bibbia (scritta nel quarto secolo) fino al
concilio vaticano secondo (anni 60 del 900).
Lo stipendio/ricompensa del peccato è la morte, questa è dura!
Se neghiamo il peccato, ci sbagliamo/ci inganniamo, e non c’è alcuna verità in noi.
Ma allora noi dobbiamo peccare e di conseguenza dobbiamo morir.
Dobbiamo subire una condanna a morte e morte eterna.
(ragionamento che sembra non possa dare una evoluzione umana)
Che razza di dottrina è questa? Ciò che sarà, sarà:
Addio teologia.
Queste metafisiche dei maghi e dei Libri di negromanzia sono celesti (ossimoro)
Le linee, i cerchi, i segni ed i caratteri di tutti i segni simbolici, sono le cose che
Faustus desidera più di ogni altra.
Attraverso la strada per la conoscenza e attraverso la strada della conquista
militare, tutti questi sono dei titani che tendono a potere.
Oh che mondo di profitto e di delizia,
di potere, onore ed onnipotenza,
è promesso ad un artefice d’ingegno.
Tutte le cose che si muovono tra i poli fermi della terra saranno ai miei ordini.
Imperatori e Re vengono obbediti si, ma soltanto nelle loro province
specifiche/confini del suo regno (Lui pensa di ottnere un potere più universale)
Non possono alzare i venti, o squarciare le nuvole, ma il dominio di colui che
eccelle in quest’ arte si espande tanto quanto si può espandere la mente dell’uomo
Un bravo mago è un semidio.
Devo sforzare la mia mente per guadagnarmi la mia dignità.
(Espansione dell’ ego)
Ha preso una decisione, dopo aver passato in rassegna tutto.
Non sarà mai una decisione tranquilla, anzi, non avrà mai pace, sarà sempre una
lotta ( morality tra bene e male, percepibile da subito). Wagner suo
servitore/allievo; lo serve perché problemi economici.
Abbandonerà in seguito Valdes (storicamente uno scrittore religioso
importante)e Cornelius (figura paracensiana, umanista, medico alchimista che
veniva associato con pratiche magiche) sono due maghi inventati (non figure
storiche) che in seguito lui abbandonerà in quanto li supera di livello.
Sceglie quindi due nomi che hanno corrispettivi storici, così che potessero
essere riconosciuti dagli eruditi a teatro.
05/10/2017
Pag 66 Gli spiega a livello tecnico come stanno le cose. Quando sentiamo
abiurare Cristo o le sacre scritture noi accorriamo perché ci sono delle
possibilità di “vittoria”. La scorciatoia quindi per evocare gli spiriti è abiurare e
pregare il demonio. Gli ricorda che l’atto di rinuncia della propria anima deve
essere formale. C’è una parte ironica in quanto si utilizzano le parole della legge,
di giurisprudenza, scrivendolo e firmandolo con il suo sangue. Faustus non sta
prendendo per niente seriamente la rinuncia della propria anima, non sta
rifiutando Dio e scegliendo l’inferno in maniera così consapevole. Vuole spostare
il paradigma, sostenendo che non sia vero l’inferno e la dannazione eterna. Lui
vede la morte come una sorta di riposo ( campi elisi) come nella tradizione
greca, pagana.
Difronte alla curiosità di Faustus(fa domande in maniera provocatoria), che non
trova nelle sacre scritture, Mefistofele non fa altro che ripetere tutto quello che
già sa.
Lo stesso Mefistofele è “annoiato” da quello che dice, in quanto sembra una
spiegazione catechistica.
Pag 68-69 Faustus cerca di incastrarlo dal punto di vista teologico, vuole che
gli dica qualcosa che le scritture non dicono.
E’ lo stesso demonio ad essere terrorizzato dalla situazione in cui si trova e da
quello che ha dentro (inferno che dura per sempre, un tormento psicologico)
Faustus si fa beffe di questo demonio terrorizzato.
Soliloquio di Faustus Iperbole di anime che si moltiplicano, che donerebbe
tutte. Adesso vi è una espansione e poi una concentrazione e gli ultimi minuti
prima della narrazione vorrebbe non esistere più, vuole scomparire ed essere
senza anima.
11/10/17
Testo p. 70:
Wagner, collocato a metà tra sfera alta e bassa, in quanto studente di alto livello,
serve anche per introdurre scene comiche. Faust vuole un servitore, e lui vuole
seguire le orme di Faust, vuole acquisire le doti della magia nera.
Sirra senso dispregiativo per dire Sir.
Zounds esclamazione, vuol dire for gods wounds, Per le ferite di cristo.
Imprecazione, bestemmia.
Vv 345Wagner inizia a giocare un po’sul fattore economico, dicendo che dato
che non ha entrate può stare a suo servizio.
Nella maniera più educata mostrerà i suoi indumenti con i buchi, per indicare
che le cose entrano, ed escono, i soldi ad esempio, o fa altre mosse comiche. In
questo modo la platea ride.
Jests scherzare, prendersi gioco di lui scherza di se stesso
Villain( vv.4 348) inteso non come cattivo ma come villano, zotico.
Vv 350 si introduce una sorta di vendita al diavolo dell’anima (metaforica, non
letterale) vinee riproposto a livello bassa il dramma del vendere o meno
l’anima al diavolo.
Siamo nella posizione dove il Clown, personaggio basso che non dovrebbe dare
l’esempio, e invece è quello che è capace di valutare : se devo vendere qualcosa
di così caro, almeno la carne deve essere ben arrostita e con una buona salsa.
Nello scherzo si ha però una reale saggezza del clown, che però fa riflettere
l’Audience sul tipo di azioni che sta portando avanti il personaggio più alto
(Faust) che però dovrebbe avere anche più capacità ed argomenti per fare scelte
e prendere decisioni.
Vv 355 uso del latino vuole ricordare all’ audience che è la lingua di coloro che
sanno, che studiano. L’altro in questo caso non ha i mezzi per capire e infatti
risponderà “come in versi?”, come se non capisse che quello è latino, ma pensa
che sia poesia. Audience ride, tutti sanno che è latino.
Vv 357 Stafisaria, pianta i cui semi sembrava tenessero lontani pulci e
pidocchi; insetticida che si metteva nei vestiti. (soprattutto anche nelle
parrucche, nel 700)
Vv 358-359 Ribalta la frittata : se io vi servo vuol dire che sarò pidocchioso.
Nel testo A è più difficile, in quanto fa molte più allusioni (come ad esempio ad
una strada di Londra) e son presenti più giochi di parole.
vv. 361 “seven” numero simbolico, biblico.
Familiars diavoletti, demoni che attaccano nelle situazioni quotidiane.
“…tare thee in peeces” grafia arcaica
vv. 364 gioco di parole: ha cambiato “familiars” inteso come diavoletti con
“familiars” inteso come familiari, parenti.
A livello retorico è particolarmente “witty”, ingegnoso utilizzando questi giochi
di parole, a cui l’audience era particolarmente abituata.
Questa scena risulta più curata nel testo A che nel testo B , in quanto risulta più
accorciata del testo B, dove invece sono state aggiunte più parti, e nella A è
semplificata, dato che evidentemente il pubblico non riusciva a stare a dietro a
tutti i giochi di parole.
Vv 371 gli rilancia i soldi indietro, perché se legarsi a lui vuol dire essere
minacciato dai diavoli allora non va bene.
Vv 377 I= ay=si
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Guardata pagina 202 con l’estratto del testo A,(più lunga e complessa)
Vv 59 ci sono due aspetti di questa risposta: uno teologico- filosofico e l’altro
più basso-comico.
Un cristiano mutato in un gatto, topo, ecc…? No grazie. Di nuovo una catena degli
esseri che era uno dei modi in cui le persone si rappresentavano la vita nel
rinascimento, e che ci fosse un senso all’ ordinamento delle cose nel mondo, per
cui si passasse da cose inanimate a quelle che avevano sensazione e nutrimento
ma non movimento (piante), e poi uomini che si distinguono dagli animali per
avere la ragione ( dono di Dio).
Tutte le trasformazioni sono degradazioni per l’essere umano, dal momento che
non può trasformarsi in un angelo. Quindi qui il personaggio più basso (Clown)
dice che non soltanto bisogna mantenere il nostro posto nel mondo ma bisogna
anche mantenere la nostra dignità, la bellezza di essere “esseri umani”, cosa che
Faust non sta assolutamente facendo; se non lo faccio, come Faust, vendo la mia
anima, la parte più divina.
Pretie piccola pulce
Plackets gonne con lo spacco
Wenche Ragazza, giovincella
Audience ride perché immaginava che la pulce potesse entrare nello spacco del
vestito spacco inteso anche al genitale femminile
Combinate comicità bassa e aspetti teologici.
Scena V (p.74)
E’ un soliloquio, si ha l’idea che Faustus discuta con se stesso ; dibattito tra bene
e male ( esteriorizzate nella morality), e in questo gli si da uno spessore
interiore. Per incarare la dose, perché avevano gli attori per farlo, perché
sapevano che avrebbe fatto apprezzare il testo a più fasce di pubblico,
entreranno in scena il diavolo buono e il diavolo cattivo.
Questa tragedia ci fa capire come elementi di teatro che si stavano perdendo si
possono anche mantenere e possono convivere con un tipo di teatro che sta
dando sempre più importanza anche all’interiorità del personaggio principale.
Vv 389 ora Faust devi essere per forza dannato idea fatalistica, non ci sono vie
di scampo, non puoi essere salvato (predestinazione).
(Ci sono forme di pensiero che tendono di più al protestante che al cattolico.)
Bootes sprono del cavallo: cosa sprona, cosa giova pensare a Dio?
Vv 392 la disperazione è il peccato più grave del credente, perché dimostra
mancanza di fiducia (es. togliersi la vita), sfiduciare Dio.
vv. 397 sembra che ci sia l’idea di tornare a Dio, quindi a pentirsi
vv 399 Frase in cui Faust riconosce.
Appetito (qualcuno che mangiava troppo, stava male, di negromanzia)
Appetite appetito a tutti i livelli
vv. 401-2 esteriorizzazione; a livello semplice il protestantesimo, si è portato
dietro diverse forme di iconoclastia. Il fatto di ricostruirsi forme e divinità
visibili è per qualcosa che rimane a livello spirituale. Questo libro parla in
maniera ortodossa, a livello morale, ed è questo il messaggio di questo libro, non
è univoco.
Possiamo dire che vogliamo ricondurre questo personaggio a una coerenza
psicologica: Faust (elemento testuale) crede a paradiso/inferno ma che si
autoinganni inconsciamente, in cui si autoconvinca che l’inferno sia
corrispondente ai campi elisi. Spesso Faust non è coerente a livello psicologico
(forse all’epoca non era richiesta questa coerenza).
vv. 409 La parte dell’arricchirsi dell’ avidità terrena non è mai dimenticata, e
Faust ci fa anche una battuta nel verso 411 in poi.
Embden porto molto importante per anche le telecomunicazioni. Si augura una
forma di ricchezza molto terrena dicendo che lo possiederà.
Errore tipico di Faust immagina di poter combattere, di avere un alleato che
può contrastare Dio, cosa che non è. Ricondotto nello stesso paradigma
teologico.
vv. 422 Faust si sta ingannando, perché pensa di aver già fatto, di essersi già
impegnato con il demonio avendo messo a rischio la sua fede in Dio.
Bequeath lasciare in eredità (linguaggio legale, tipico per un contratto)
Deed of gift atto di donazione
Solamen miseris socios habuisse doloris è confortante avere compagnia nel
dolore
Il fatto di soffrire all’inferno è stata già manifestata da Mefistofele nelle scene
precedenti ma Faust sembra non voler capire.
Vv 443 E’ un po’ la stessa tentazione che aveva avuto l’uomo nel paradiso
terrestre , fai un atto per ottenere la grandezza nel mondo
Congeales coaugula. Siamo nel mondo del sangue, Mefistofele è immerso nel
fuoco, uno dei quattro elementi.
vv. 454 Faust si fa qualche domanda. Che cosa può far presagire il fatto che il
sangue si sia fermato? Perché non scorre? C’è una forma di rifiuto nel fatto di
cedere l’anima al demonio. C’è qualcosa che vede innaturale questo fatto di
staccare l’anima da sé.
Chafer of fire braciere di fuoco
Consummatum est parole di Cristo in croce pronunce queste parole “è tutto
finito”, quindi doppia bestemmia., atto contro quello compiuto da Cristo, il
contrario.
Vv 473 occasione di intrattenimento per il pubblico, per una scena difficile.
Scena distensiva che distende l’ audience forse un po’ scossa, perché ormai il
danno irreparabile è stato fatto.
12/10/17
Verosimiglianza non importante, deve essere comico, quindi basta una bassa
forma di potere su quello che non è controllabile dagli uomini. Fa riflettere che
però la brama di potere non è solo dei grandi, ma anche dei più “piccoli”, che a
loro modo cercano di ottenerla (vedi Wagner).
“Paradise Lost”
Satana di John Milton, pubblicata 50-60 anni dopo. Satana che si interroga
sul peccato, sulla possibilità di pentirsi, e sul significato e senso di pentimento. Si
interroga anche sulla gerarchia Satana è alla base di tutto ciò, dei peccati, come
l’ambizione, l’orgoglio, il voler superare Dio e i limiti dell’umano e naturalmente
parte dell’ interrogarsi è proprio quella sul “ero in una posizione alta? Ero
l’angelo più splendido del paradiso? E’ stata la mia posizione elevata a farmi
cadere?” La risposta è no, avrei potuto essere un angelo di schiere più modeste e
tuttavia peccare anche individualmente e farmi traviare da qualcuno più grande
di me. E’ vero che l’esempio dei grandi dovrebbe essere di virtù, moralità, di
rettitudine, e qui entriamo anche in questa aura protestante che parte già dal
Faustbuch, testo riformato, luterano, che critica il papato cattolico, che non
perde occasione per smantellare quella forma di corruzione del potere
temporale di Roma, ma certamente quello che è il protestantesimo: che tu sia
grande, piccolo, buono o cattivo, tu sei responsabile delle tue azioni, non vale il
fatto di mandare la propria assoluzione di peccati a qualcuno al di fuori di te; il
rapporto è individuale tra soggetto e Dio, ci si confessa a Dio, si confida sulla
grazia divina. Era tipico della commedia riprodurre argomenti alti in modo
basso, perché comunque anche le persone basse devono avere consapevolezza e
responsabilità per le proprie azioni.
(registrazione)
Scena V
vv 510 struttura a chiasmo
vv.533 Mefistofele non inganna mai Faust dal punto di vista della dannazione.
Nel testo A è ancora più sincero, dicendo che non può procurare una moglie
(matrimonio sacramento ), ma può solo procurare cortigiane. Lui però insiste su
una moglie e per questo gli procura dei diavoli travestiti. In questo testo, per
essere più spettacolare per l’audience arriva direttamente un diavolo travestito
(ridicolo che diverte)
scena VI
Clima culturale umanista Pone attenzione sull’ individuo, sull’ uomo, sulla
bellezza fisica e intellettuale ( si pensi all’arte del 400/500).
Mefistofele sta cercando di continuare a mantenere Faust legato a se stesso, in
quanto per la teologia cristiana ci si può pentire fino all’ ultimo; per evitarlo
quindi c’è l’esaltazione. (teoria predestinazione: essere umano tendente ad ogni
modo al pentimento)
Dost does
vv. 646 e alla sua signora sempre presente la battutina comica
vv 655 gli offrono qualcosa per sviarlo dalla salvazione. Gli fanno vedere i sette
peccati capitali (sempre in forma comica), che parleranno di se.
N.B. Nell’ Inghilterra del 500. All’ epoca non esisteva il razzismo come lo si
conosce oggi. Vi era il sospetto del diverso, ed era temuta la minaccia sociale ed
economica (ebrei)
18/10/17
(lettura dal verso 800) si parla di Roma. Questo testo è molto più stringato, ci
racconta tante cose.
Si trovano nella residenza del papa. Il demonio abita già felicemente all’interno
di San Pietro.
Mefistofele fa da guida turistica, e racconta anche al pubblico com’è fatta Roma e
quali sono le sue bellezze: Tevere con sponde sinuose, sopra il Tevere 4 ponti
che si appoggiano così da rendere il passaggio sicuro in ogni parte di Londra.
Sta dando un’idea complessiva, standard, perché tanto in pochi vi erano stati.
vv. 826 Faust ha imparato a bestemmiare, invocando anche luoghi della
letteratura classica (Acheronte, Flegetonte…)
vv.830 siamo nel pieno delle lotte tra Papa e imperatore (guarda note). Le note
spiegano che di fatto il Papa non poteva essere al seggio pontificio ecc.. per il
fatto che non c’era interesse per l’accuratezza, ci sono passaggi non plausibili.
Quello che interessa è l’ottica con la quale le cose vengono viste: il papato come
sede di ogni male, mentre si cerca di salvare la figura dell’imperatore, il tedesco
Carlo V, cattolico. Non è mai diventato protestante. Invece qui attraverso la faida
tra Papa e imperatore , al di sotto di tutto questo, c’è un papa che si considera
legittimo, e che invece ha accanto questo Bruno, che è un anti-papa, nominato da
Carlo V, quindi c’è la parte germanica vista a maggior favore e la parte romana a
minor favore. Faust e Mefistofele si mettono dalla parte dell’imperatore contro il
papa. (tutto questo è nel testo B, poiché qualcuno pensava che fosse necessario
descrivere il contesto, e mettersi con qualcuno contro il Papa). Il testo A vuole
sol presentarci un papato corrotto, che si dedica ai vizi.
Cloyd essere saziato in eccesso, sinonimo di Self-eated, uno che mangia fino a
non riuscire più, fino al limite, strafogato.
Ogni tanto c’è la rima baciata. Noi parliamo di Blank Verse, ma ci sono dei
momenti in cui viene data enfasi e si utilizza il couplet. Questo serve anche
presto quando si suggeriscono insegnamenti morali che vogliono essere passati
immediatamente all’audience messi in rima baciata. Fanno parte del retaggio
della morality, sottolineare come se fosse la sentenza di quello che si vuole dire.
(p.110) Faust vuole non solo guardare, ma chiede di poter essere un attore.
Siamo alla fine della prima battuta.
Sarà sempre così, quando parleremo anche del teatro di Shakespeare (e di quello
seicentesco), considerare il teatro come “il teatro del mondo”, luogo in cui si
mette in scena lo spettacolo del mondo. Si sottolinea quindi l’antefatto, non ci
sono grandi strategie mimetiche ma ci si Vuole sempre ricordare che quella è
una rappresentazione.
ES. Quando si parla di politica, bisogna tare attenti a parlare di religione, anche
se le gandi tragedie ne parlano sempre. Bisogna sempre fare un po’ la tara di
quello che si mette sul palco, anche perché è chiaro che in un teatro non
mimetico, catalizza l’attenzione dello spettatore sullo spettacolo, gli intighi, gli
inganni che riescono a capire il pubblico( e non ancora i personaggi) è tutto un
coinvolgere, ovvero il portare lo spettatore all’ interno di una scena.
L’attore Faust, vuole essere attore anche nella vicenda interessante
Sembrerebbe che però Faust voglia dirci che vuole essere l’attore nella storia.
Salva l’anti-papa dalle grinfie del Papa, che voleva condannarlo. Faust lo porta in
salvo in Germania, e lo porta alla corte di Carlo V. Però in reltà quello che
succede , che vediamo e che fa in scena Faust sono di bassissimo conto: fa
sparire delle portate, il vino, è invisibile a tutti i cardinali, da una sberla al Papa…
sono scherzi in cui si diverte moltissimo, ma di fatto non vi è alcuna azione
incisiva. magia e azione di basso profilo, che ricorda molto il sotto testo
comico. Ridicolizza le pratiche della chiesa cattolica e della scomunica, perché ad
un certo punto alla fine c’è un rituale (in parte recitato in latino) in cui si
scomunicano le persone e questo viene ridicolizzato.
(Gli scherzetti di Faust sono riportati anche sul testo A.) azione frivola. Perché
frivole?
Il FaustBuch ci porta la tradizione di un Faust di estrazione sociale medio-bassa,
considerato ciarlatano ,anche un disturbator sociale, qualcuno che non era
nemmeno affidabile come insegnante… questa tradizione di un Faust storico
come un ciarlatano e non di gande importanza. Quello che non fa questa tragedia
è darci una versione unica, e quindi ci da un po’ una frammentazione. Di fatto ci
troviamo di fronte la figura di Faust che sa essere sublime nel desiderio della
lotta per raggiungere il massimo, per arrivare al confine del possibile, per
l’impegno, per la bravura, per l ‘intelligenza e la cultura; un Faust sublime anche
nell’autoanalizzarsi e riconoscere il male, ma anche figura di Faust come una
marionetta guidata dal demonio, figura di poco conto, che viene dal basso.
Ci sono tante scene di frivolezza che fanno contrasto con l’inizio e la fine, scene
molto potenti.
Scena X altra scena comica con il clown, e un altro personaggio basso, Dick.
(Non sono scelti a caso) che ruba una cassa ad un oste. Mefistofele dice che lo
hanno disturbato (lui era in Turchia con Faust) e si vendica trasformandoli in un
cane e una scimmia, quindi degradandoli.
Com’è possibile che due personaggi così “stupidi” possano evocare il diavolo?
Uno studio non è stato fatto.
Scena XI Ci sono diversi personaggi della corte, anche comici, che discutono la
grande fama di Faust. L’imperatore è molto grato a Faust per aver liberato Bruno
dal Papa, che gli augura di diventare presto papa (suo alleato, quindi
conveniente). Chiede poi a Faust di invocare Alessandro Magno e la sua amata,
come aveva promesso. Lui evoca la sua ombra (tutto quello che può fare) , e
chiede all’ imperatore di essere solo uno spettatore, quindi di non toccarlo, di
non fare domande ecc… Durante tutta la scena, c’è una sorta di contrappunto
basso, in quanto vi sono personaggi comici (come quelli che all’inizio avevano
introdotto la vicenda) che la commentano. C’è questo Benvolio , molto scettico e
critico, che non crede alla grandezza di questo mago, Faust, e mentre sta
invocando l’ombra, da dietro la finestra lui commenta negativamente. Ad un
certo punto afferma di non vedere niente di magico in tutto ciò, facendo
infuriare Faust, che ovviamente si vendica e gli fa crescere le corna sulla testa
(attinto dal racconto di Ovidio Diana). Naturalmente queste corna hanno i
significato dell’incapacità dell’uomo di tenersi la sua donna ecc.
Faust, che per un momento evoca l’immagine di uno dei più grandi uomini della
storia, è presente in una scena con poche parole rispetto ad altre parti.
Ovviamente poi si dedica ad altre frivolezze come far crescere le corna a
Benvolio.
vv.1311-1320
Finita la scena Benvolio ha le sue corna che poi Faust toglierà, a richiesta
dell’imperatore.
Battuta del perdente (Benvolio) vv.1315 commento del perdente se tutto
quello che fa il sapiente è punire(frivolezza) allora non bisogna onorarli
Critica solo ai sapienti, a Faust, che utilizzano il loro potere (non politico come
l’imperatore) ma culturale per fare il male (corna) e non il bene.
19/10/17
Scena XII Benvolio, al quale sono state messe le corna, vuole vendicarsi
vendetta contro il sapiente e vuole uccidere Faust mentre esce dal castello (di
notte) dell’imperatore pieno di doni e onori. Faust indossa una “testa finta”: i
cospiratori credono di avergliela staccata ma non è così. Faust poi si vendica
evocando una serie di demoni tutto questo per vendicarsi di poveracci non
contribuisce all’onore di Faust, vendette esagerate.
Scena XIII Cospiratori ancora vivi, ma li lascia in condizioni igieniche pessime
e con le corna sulla testa. scena grottesca e di comicità un po’ crassa che
sicuramente era funzionale.
Scena XIV Scena del mercante di cavalli. Faust inganna un mercante: lui vuole
comprargli il cavallo, lui vuole un certo prezzo ma il mercante ne offre di meno.
Alla fine Faust glielo vende ad un prezzo basso (40 denari) però dice a questo di
non portare mai il cavallo in acqua. Ovviamente il mercante pensa che ci sia
sotto una sorta di magia, e che quindi se lo porta in acqua immagina che
succedano cose meravigliose, quindi non fidandosi di Faust lo porta in acqua e il
cavallo si decompone in un mucchio di paglia. Quindi ha pagato 40 denari per
nulla. Sono tutti scherzetti che fa Faust, ha venduto un incantesimo.
tradizione del sapiente ciarlatano povero di spirito: raccoglie quindi la
tradizione del ciarlatano e del grande mago.
Scena XV Robin, Dick e il mercante di cavalli si uniscono alla schiera di
personaggi ingannati e vogliono rubare la magia a Faust. Si raccontano le loro
esperienze con Faust, che li ha ingannati e puniti, e vogliono la vendetta. Queste
scene di mezzo sono scene in cui il popolo, i poveracci ingannati da Faust
cercano di vendicarsi.
Scena XVI Si hanno personaggi altolocati scena che mette insieme il basso
mondo e l’alto mondo. (Nel castello) Duca chiede di costruire un castello in aria,
una cosa quindi inconsistente, aerea, che sparisce dopo poco tempo. Lo
costruisce e chiede che cosa può fare per la Duchessa incinta ha le voglie e gli
chiede di poter mangiare dell’uva matura (gennaio). Faust fa quindi andare
Mefistofele dall’altro capo della terra per procurarsi dell’ uva per la compagna
incinta. A quel punto irrompono i personaggi clawneschi della scena precedente
(Robin, Dick e il mercante) che vogliono vendicarsi su Faust. Ordinano della
birra (trasformano il palazzo del duca in un osteria) e se la prendono con Faust.
Lui li punisce facendoli diventare tutti muti toglie la parole e spiega al Duca e
alla duchessa che aveva accettato di fare entrare questa gente per farli mangiare
e bere per poi punirli davanti a loro per fare divertire. Scena che parte come
altolocata, finisce in modo basso.
Dalla scena XVII ci si avvicina alla fine di questi 24 anni di godimento che tutto
sommato non valevano la pena di dannarsi). Si ritrova Wagner, da solo, e spiega
che Faust gli ha lasciato in eredità praticamente tutto e quindi si immagina che
Faust sa che deve morire. Faust in quel momento è ad un banchetto, con i suoi
colleghi di università, sta mangiando e bevendo a crepapelle di nuovo
permane il tema dell’ingozzarsi, del mangiare e bere senza ritegno, metafora
della ricerca dei piaceri bassi, del ventre, che non hanno nulla a che vedere con
l’anelito alla massima conoscenza. Nel banchetto i sapienti gli chiedono di
invocare Elena di Troia, figura mitica, emblema della donna più bella del mondo.
Entra in scena e tutti la ammirano ( un po’ come è successo con Alessandro
Magno).
In questa scena rientra un personaggio con le funzioni del personaggio della
morality old man, un eremita, un saggio, che conosce la retta via e le vie del
signore viene in un ultimo momento per salvare l’anima di Faust. Figura
amorevole, di padre buono (forse un po’ meno della morality, ma sicuramente
un personaggio del teatro moderno, con una personalità a tutto tondo). Faust si
dispera, è diviso tra bene e male, Mefistofele quindi gli offre un pugnale,
preferendo che si suicidi (la sua anima andrebbe così all’inferno). Faust all’inizio
sembra dare ascolto all’eremita, sembra cedere alle forze del bene, ma quando si
allontana ha la meglio Mefistofele. Addirittura Faust chiede di vendicarsi sul
vecchio, di tormentarlo, ma Mefistofele non può toccarlo, perché la sua anima è
ormai nella grazia di Dio. Può solo tormentare il suo corpo ma non servirebbe a
nulla: una volta entrati nella sfera della grazie il dolore del corpo non ha nessun
effetto.
Elena torna in scena sazia le voglie di Faust.
Nella fonte inglese (Faustbuch) Faust invocava Elena, riusciva a farla sua
compagna, avendo addirittura un figlio, ma essi avevano la consistenza degli
spiriti, e alla morte di Faust si dissolvono. Qui Elena ritorna (anche per la
curiosità del pubblico) interpretata da un bel giovanotto. Le note ricordano che
Elena costituisce, in se stessa , per il fatto di essere evocata, una sorta di
licotomia: da un lato è la forma, la gioia dell’umanista, che incarna una bellezza
che trascende quella umana, è la perfezione: bellezza non solo fisica, ma di
un’intera tradizione, di una cultura. Allo stesso tema la sua figura era stata
stigmatizzata (da parte della Chiesa) come colei che porta l’uomo al peccato e la
perdizioneuna sorta di prostituta; Elena in scena si porta dietro quindi
entrambe le tradizioni.
Scena XVIII Il testo “A” è molto più tragico. Tornano i demoni (nel testo A non
tornano) e la dannazione di Faust è preparata da una serie di cose, interventi, tra
cui altro episodio di morality (angelo buono e cattivo) serviva per inculcare
l’insegnamento morale, che non si sa se sia voluta da Marlowe o se abbiano
voluto esplicitarlo coloro che hanno preparato la versione del 1616. <e’ possibile
cha abbiano giudicato il testo A troppo poco esplicito, pericoloso, ortodosso:
troppo ambiguo per gli spettatori dell’epoca.
p.190 rientra Mefistofele (nel testo A non accade), il diavolo si gloria della
propria azione e di quello che è riuscito a fare. E’ stato lui ad ostacolare il suo
desiderio di guardare verso i cielo. Responsabilità che Faust rivendica per se,
perché altrimenti sarebbe una figura meno bella e meno interessante; resta li il
dubbio se sia esterno, se sia deciso da forze esterne o se sia all’interno
dell’uomo libero arbitrio, responsabilità.
Gli ultimi due versi sono una sentenza, un proverbio. E’ tardi ormai piangere: chi
ride in terra piange all’inferno. Insegnamento morale, trasmesso in maniera
breve, aforistica, ed enfatizzato da una rima baciata. Lo si trova anche a pagina
191, dove entrano Good and Bad angels. Couplet, in rima baciata, tono della
sentenza, molto facile da capire.
p.194. Ultimo soliloquio, lungo. (nel testo A arriva subito dopo il banchetto con i
colleghi). Insieme alla prima parte, dove nomina tutte le discipline, è la più
famosa.
The clock segna le 11, probabilmente verrà dannato dopo un ‘ora. Suonerà
dopo mezz’ ora e poi a mezzanotte grande trovata scenica, per creare ansia
tra gli spettatori. Molti studiosi, storici, che hanno studiato la società del tempo,
hanno fatto delle considerazioni sul cambiamento della concezione della misura
del tempo. E’ tra la fine del 16esimo secolo e inizio 17esimo nel quale sia per le
innovazioni tecnologiche che rendono gli orologi sempre più precisi e se ne
vedono circolare di più prima si utilizzavano le campane per scandire il tempo
e l’idea dell’ orologio privato, che potesse essere di una casa privata, che potesse
essere a disposizione non della comunità ma del singolo signore, era un po’
difficile da immaginare. In questo periodo però stanno un po’ cambiando
appunto gli apparecchi che segnano le ore anche la percezione del tempo, delle
attività umane durante il giorno, l’orologio umano che cambia anche a seconda
del paese cattolico o protestante: l’ultimo con l’enfasi sulle attività diurne,
sull’approfittare del tempo del giorno per riuscire a fare tutto quello che si può
fare, hanno un attenzione maggiore al rispetto dell’ ora fai della tua
permanenza in terra una cosa utile, per glorificare Dio anche attraverso le
attività umili. L’attenzione a ottimizzare il tempo è proprio una cosa che
attualmente, in quel periodo, sta cambiando. Per questo non sentiamo delle
campane, ma un orologio, forse pubblico, o forse anche privato, ma comunque
qualcosa di moto preciso.
Faust vorrebbe rendere questa ora infinita, e rendere l’infinito niente. Gioco tra
macro e micro, tra una visione eterna macroscopica del tempo, e quindi dove si
annulla, e una visione in cui il tempo assume sempre più importanza al punto
tale da essere reso una eternità.
I primi due versi di apertura mettono in dialogo l’eternità con la singola ora, con
il tempo umano, cronologico, finito, il tempo del peccato.
vv.1931 Preferisce appellarsi a madre natura, si rifugia nella terra diverse
volte (poi in seguito al mare e alle nuvole, i 4 elementi) cerca a livello
letterario di cercare rifugio nella terra, in una forma quasi pagana, che possa
salvarlo dal Dio vendicativo che si percepisce in questa tragedia, che è però
anche allo stesso tempo un Dio giusto.
Faust in qualche modo (nonostante l’ortodossia cristiana dica che basta un
attimo per pentirsi veramente) cerca salvezza da un'altra parte o in un altro
modo, espandendo il tempo a disposizione, come se potesse cambiare qualcosa,
ma non ha nessun effetto. non è in grado di pentirsi.
vv.1935 “Amores” di Ovidio, dove però il poeta invoca il ritardo del giorno per
giacere di più con la sua amata Utilizzandolo Faust rende tragico un verso che
era inserito in un contesto amoroso.
Recitato bene era un vero e proprio thriller, che riesce a comunicare l’angoscia,
l’ansia dell’ essere, il grande subbio sulla sua dissoluzione, che però non è una
dissoluzione totale. Alla fine Faust dirà “ se la terra non mi accoglie, se non mi
accolgono gli elementi e se non c’è niente in cui io possa trovare salvezza, perché
mi hai dato un’anima immortale? Perchè essere immortale se alla fine la mia
anima deve essere dannata in eterno?”
Alla fine grida che avrebbe preferito non aver avuto l’anima immortale grido
(forte e umano) dell’uomo davanti a un decreto che non appare giusto, si sente.
In questo monologo gli Elementi della morality ben visibili ora dentro Faust. Si
ha l’Anelito a Cristo, di nominare a Cristo, e qualcosa che allo stesso tempo gli
strappa il cuore dall’ interno (senza bisogno di angelo buono o cattivo) e lo
punisce per il solo fatto di stare nominando Cristo. Il demonio quindi in quel
momento ha paura che Faust si penta, e quindi lo strazia, intervenendo in
maniera non presente ma silenziosa, “psicologica”.
vv. 1944 E’ come se lui vedesse Dio che lo guarda irato dall’altro se lo
immagina arrabbiato, non disposto a perdonarlo.
vv.1946 Si appella agli elementi, in particolare alla terra. Vorrebbe che la terra
lo finisse in maniera molto più naturale, meno crudele. Vuole che la terra si
spalanchi per precipitare in mezzo. La terra e le montagne lo rifiutano, non gli
cadono addosso, non vogliono nasconderlo. E’ tutto molto umano, ma secondo
l’ortodossia cristiana però non sta facendo la cosa giusta, non si sta pentendo.
vv. 1950 Visione molto poetica, non realisitca Ha cercato rifugio nella terra,
ma non gliel’ha dato, ora cerca rifugio nell’aria, negli elementi.
Predestinato dagli astri alla morte e alla dannazione? In qualche modo c’è stato
un decreto divino attraverso il decreto astrologico.
Chiede al firmamento e alle costellazioni di salvarlo. Vorrebbe essere risucchiato
tra le nuvole sotto forma di nebbia. sublimato dallo stato solido a quello
gassoso. Vuole che le sue membra mortali vengano espulse insieme alla
tempesta rilasciata dalle nuvole, ma che la sua anima, di aria inconsistente all’
interno della nuvola così che possa tramite l’evaporazione, salire al cielo. Quindi
una sorta di ascesa del tutto naturale che comporta anche una forma di
trasmigrazione dell’anima in una forma diversa. Passa quindi da
terraariaacqua.
vv. 1966 Quasi una bestemmia, ma del tutto normale, umana, di disperazione,
come se maledicesse dio per quello che n realtà la teologia cristiana considera il
dono più grande, ovvero l’anima immortale. Questo perché anche la sofferenza
di conseguenza è immortale.
Arriva al concetto della trasmigrazione delle anime. Desidera la dissoluzione
rispetto al permanere dell’anima.
Orologio batte l’ora, mezzanotte vuole che il suo corpo e la sua anima si
trasformino in acqua o in aria, chiede di nuovo rifugio alla natura, con un
desiderio di dissoluzione, ma anche di riduzione al minimo, al minimo, a tante
piccole gocce d’acqua, il contrario dell’inizio, quando ancora prima di essere
dannato diceva “se avessi mille anime, le dannerei tutte per Mefistofele” una
sorte di moltiplicazione, di iperbole di anime. Qui si ha il movimento inverso.
p.198 entrano anche i diavoli. Si apre qualcosa, non la terra per proteggerlo,
ma l’inferno per accoglierlo e chiede a Lucifero di non venire e pronuncia di
bruciare i suoi libri (negromanzia) censura applicata dalla chiesa e dalla
società. Frase generica, come se l’essere sapiente, cercare, di volere sempre di
più, si pone un pericolo. (FINE TESTO A)
Coro IV Alla fine esce Wagner e ci da la morale (un classico del racconto
didattico), che lascia però perplessi. “Tagliato il ramo che avrebbe potuto
crescere dritto(…)”.
Metafora del ramo associata all’anima di Faust, storto perché deviato dalla retta
via. (sometime precedentemente)
Rima baciata (couplet) che conclude tutta la tragedia.
25/10/17
WILLIAM SHAKESPEARE
Nato a Stratford- Upon- Avon nel 1564 (stesso anno di Marlowe, Cervantes e
Galileo). Suo padre era un uomo della classe media, e aveva una carica in
comune, a contatto con il sindaco, commerciante di guanti e prestava denaro. La
famiglia ha però in seguito una serie di problemi economici. Non aveva grandi
vantaggi ma non era nemmeno un poveretto, infatti ha avuto la possibilità di
studiare alla scuola più importante del suo paese: in una sorta di liceo classico
con molta enfasi sul latino. Non conosceva il greco in quanto veniva destinato a
studi universitari, che lui non ha frequentato a differenza di Marlowe e di molti
altri drammaturghi del secolo. Conosceva il latino, molte figure retoriche. Nel
1582 sposa Anne Hathaway, con tre figli, abbandonata in quanto lui va a Londra.
Gli lascerà in testamento un letto. Va a Londra. Si sa da lettere e comunicazioni
che lui ha iniziato come attore nei primi anni ’90, quindi quando Marlowe sta per
finire, Shakespeare inizia, nei King’s man. Grande protezione dal punto di vista
politico, ma fondamentale per essere protetti d tutto quello di cui potevano
essere preda, come eventuali furti, disturbi di censura…Nel ’99 si sono costruiti
il loro teatro a Londra, The globe, l’occhio attraverso la quale guardare il mondo.
Shakespeare è stato anche poeta: ha iniziato nei primi anni ’90 e ha scritto due
poemi narrativi, di tradizione e mitologia non li ha pubblicati, sono stati
pubblicati nel 1609. La maggior parte dei sonetti sarà stata composta nei primi
anni in cui faceva teatro (prima metà anni ’90). Il sonetto arriva dall’ Italia nella
prima metà del ‘500, accolto, ammirato e rielaborato. Sonetto tosto da imitare
perché suddiviso in due terzine e due quartine, e il gioco è quello tematico, c’è
un’antitesi e una sintesi di due argomenti. Era più difficile da indicare come
forma, quindi l’hanno trasformato in due terzine e un distico, sempre 14 versi
ma in modo più narrativo. Avere il distico finale e una couplet con la rima
baciata da un tocco finale e un’enfasi (come detto anche nel dt. Faust).
Non si hanno manoscritti, quindi bisogna lavorare sulle varie edizioni per
ottenere informazioni pratiche. Sappiamo che soni stati pubblicati 18 plays, in
cui il foglio A3, può essere piegato una sola volta (8 pagine in un foglio). Nel
1623 è stata pubblicata la prima collezione di drammi Shakesperiani. Macbeth
appare per la prima volta su carta nel 1623, quindi non si hanno edizioni
precedenti (postuma alla sua morte 1616).
Nel 1616 ben Jonson ha fatto pubblicare le proprie opere: le ha raccolte e ha
fatto un edizione autorizzata, rispetto ad altri drammaturghi che volevano
evitare che le opere venissero messe in scena da altre compagnie o che venisse
manipolato il testo, come Shakespeare.
I problemi di attribuzione in termini di teatro, e di misura, erano numerosi.
26/10/17
DRAMMI STORICI
Cronache delle Isole Britanniche:
Edward Hall, The union of the two Nobles and Illustre Families of Lancaster
and Yorke, 1547 si occupa in particolare della guerra delle due rose,
quindi nel periodo dal quale Shakespeare trae moltissimo.
Raphael Holinshed, Chronicles of England, Scotland and Ireland, 1577
(Macbeth)
Infarciti di fatti storici e interpretazioni più o meno probabili, ma con anche
elementi fantastici, come ad esempio le streghe, demonio e aldilà.
“MACBETH”
FONTI:
Raphael Holinshed (1529-1580)
George Buchanan storico scozzese
Trama veloce
Siamo nella Scozia di metà anno 1000, la quale è invasa ad intervalli regolari
dalla popolazioni scandinave. In particolare quando si apre la tragedia, si
apre proprio durante una battaglia contro il re di Norvegia, che ha invaso la
Scozia e corrotto, ha reso traditori alcuni dei fedelissimi del re scozzese,
Duncan. Il re Duncan ci viene presentato come un re anziano, molto pacato,
buono, mite, che tende ad unire, “fair”( parola importante in quanto significa
buono, giusto, corretto). E’ il re padre che si porta dietro la concezione del
diritto divino del re: è posto sul trono per essere non solo sovrano ma anche
come padre confessore del suo popolo. Immagine mitizzata che però nella
realtà era molto meno. Si vede subito che ci sono dei traditori all’interno del
regno di Duncan; al contrario invece, Macbeth è un grande guerriero che
combatte per il suo re, molto violento ed efferato contro i suoi nemici, ed è
uno dei campioni di Duncan. Sarà lui a sconfiggere il traditore che stava
lavorando per introdurre il re norvegese all’interno del regno scozzese. Alla
fine della battaglia (vinta), riceve delle onorificenze, che gli erano però già
state predette. Incontra infatti per caso nella brughiera scozzese tre streghe,
che gli predicono che diventerà Conte e poi re di scozia. La predizione è
l’impulso narrativo, ciò che da impulso ad una narrazione. Quando c’è una
profezia si catalizzano gli interessi degli spettatori e del personaggio e si
struttura una trama che risponda alla profezia. Questa profezia lavora
nell’anima di Macbeth. Lui spera che si avveri anche la seconda profezia, (dal
momento che anche la prima ha avuto modo di avverarsi) ovvero di
diventare re. I germi della brama di potere massimo cominciano a lavorare
all’interno dell’ animo umano. Si vede come Macbeth lotterà tra rimanere un
suddito fedele e giusto e tra l’impulso a prendere in mano le armi e
liberarsene. C’è anche l’incontro con la moglie, ovvero quando lui torna al
castello e racconta del premio, lei lo incita a prendersi prima che succeda
qualcos’altro il posto di re; lo incita quindi ad aiutare la profezia. Lotta tra
prendere in mano la propria vita, responsabilizzarsi o essere in balia di un
destino cieco e irresponsabile. Di fatto Macbeth ucciderà re Duncan, e lo fa nel
suo castello, e da li parte una serie lunga di delitti, come ad esempio Banquo,
testimone dell’incontro con le streghe, potrebbe parlare. Cerca di uccidere
anche altre persone. Finisce tragicamente.
Weird, adj.
Having the power to control the fate or destiny of human beings, etc;
later, claiming the supernatural power of dealing with fate or destiny.
2/11/17
Scena I
Streghe che parlano in metrica, versi. Sono TRE: trinità cristiana, e cultura
orientale delle moire greche e parche latine che erano appunto tre.
richiami tutti legati alla natura.
Gatto e rospo immagini legate alle streghe.
Hurly-burly tumulto, baraonda
Fair vocabolo polisemico: bello, chiaro, giusto, corretto (sfera semantica del
bene)
Foul brutto, putrido...(sfera semantica del male).
anafora del “When”
allitterazione della “f” soprattutto negli ultimi due versi (anche chiasmo,) è
come se fosse una sorta di conclusione aforistica dell’intera battuta collettiva.
ritmo cantilenante all’inizio e alla fine
In “Faust” c’era il pentametro giambico. Qui ci sono versi più brevi, con una
irregolarità metrica accentuata. Potrebbe essere un tetrametro.
Questa prima parte sconfina, ma non è detto che tutto il dramma sia cos’. Infatti
anche Shakespeare usava il blank verse, il pentametro giambico non rimato.
Scena II
Sembra più una scena introduttiva: Duncan con i suoi figli e i pari del regno. Si
parla di cosa sia successo e quali siano le conseguenze di questa battaglia.
Malcom (figlio maggiore di Duncan) ringrazia qualcuno di avergli salvato la
vita. Si piò immaginare che sia un ragazzo giovane, che abbia avuto bisogno di
aiuto sul campo di battaglia.
Doubtful sorti della battaglia, che messa in questa posizione da una situazione
dubbia appunto, come la scena delle tre streghe.
il fato sembrava essere dalla parte del ribelle. Ma il valoroso Macbeth non era
interessato il fato, lo sfida. indicazione del legame tra lui e la fortuna. Anche
ironico: sembra di poter non dar retta ai segni del destino, mentre poi invece
verrà sconfitto dall’incarnazione del fato ovvero delle “weird sisters” ne è
soggiogato
“Fortune” nominata due volte all’interno del rimo racconto: una è legata al
ribelle e una al nome di Macbeth. Nessuna delle due è però completamente nel
giusto.
Battuta Captain battuta interessante dal punto di vista linguistico e della
caratterizzazione di Macbeth. (Fa paragone con il prologo del Faust): anche lui
presentato come valoroso per le sue capacità intellettuali, ma allo sesso tempo
soggetto con passioni basse che lo sovrastavano; così anche Macbeth è
presentato come colui che non ha paura, un eroe, ma con delle parole che
connotano un Macbeth, qualcuno che è violento, truce. Conoscendo l’opera si sa
che la violenza ci sarà ancora (infatti diventerà l’acerrimo nemico di Duncan: chi
è il traditore?).
E’ possibile riconoscere il male dalle azioni di una persona, dal suo nome?
In Macbeth viene recuperata all’interno del suo NOME, elemento profondamente
ambiguo. Lui cambierà nome, e questo lo fa sia avanzando nella scala sociale
(riconoscimento del suo valore) e sia come perdita progressiva d’identità che
muta in una maniera irrecuperabile.
08/11/17
Introduzione composta da due attori di Shakespeare (lui era morto).
Evidentemente a memoria nelle recitazioni, piuttosto che consultare il copione
hanno deciso di renderlo in questo modo manipolazione dell’ in folio a livello
metrico, giustificata, perché le edizioni successive stanno “manipolando la
manipolazione”.
(es. poco improbabile che tutte e tre le streghe si rivolgano al rospo/rana,
questo perché ogni strega ha il proprio animale). Fino all’anno mille “anon”
voleva dire “insieme”; quindi potrebbe essere parte di una battuta comune,
peccato però che nel significato etimologico attuale ci sia scritto che è attestato
dall’anno mille, ma appena scritto si era già oltre il mille, e quindi c’è il caso che
il significato fosse sconosciuto, e cambiato con “subito”. Oppure come hanno
deciso i commentatori, si prendeva in considerazione la terza accezione di
“anon”, ovvero “tra un momento” (inglese moderno).
Questo se vuol dire “tra un momento” vuole dire che è una strega che risponde, e
in seguito tutte insieme diranno “fair is foul and foul is fair”
Tutto ipotetico non si può conoscere e comprendere al cento per centro la
filologia shakesperiana (ipotetica) dal momento che non abbiamo i manoscritti o
indicazione di parte di Shakespeare stesso.
Per voler lavorare sul ritmo, bisogna basarsi sul ritmo del detto, perché non
sappiamo con certezza le scelte fini: sappiamo che c’è il pentametro giambico,
sappiamo che è un metro più breve e un ritmo più breve vuole riprendere una
versificazione più popolare, una ballata, che in qualche modo è più breve, ritmica
e più legata alle ballate e ai racconti popolari (ritmo frammentato e metro
breve).
Atto I, Scena II
Capitano sanguinante che arriva dal re e dai suoi figli e ai Lord l’esito della
battaglia. C’è stata una sorta di rivincita da parte del re di Norvegia.
Vv 36 similitudine per dire che Macbeth e Banquo non sono stati affatto
spaventati da questo conflitto.
Vv 39 battuta che ci aiuta di nuovo a vedere come ci sia una forma di
“ritornello”, parole che ritornano, catena lessicale di eccesso, iperbole,
esagerazione, quando ci si riferisce a Macbeth, e in questo caso anche a Banquo.
“Overcharged” qualcosa che non si contiene. Indica un eroe con eccesso di
forza, energia, violenza.
I tessuto linguistico ci dice che non soltanto il Golgotha è legato a una immagine
di Cristo, e quindi in qualche modo ci suggerisce che questa violenza possa
essere eccessiva; è quasi come se il nemico fosse visto come una vittima. Ma
soprattutto ci da l’idea di un Macbeth traditore, uno che si avventa contro i
nemici come se si stesse rivoltando contro Cristo? Se si vede il re Duncan come
figura divina, è quasi una prolessi, anticipazione: andrà a tradire il suo re, tradirà
qualcosa di sacro. A livello d tessuto linguistica già anticipa qualcosa di
disturbante rispetto alla violenza di Macbeth. Questa non è una tragedia che poi
mette a posto: pone tanti problemi.
-entra Ross-
Si ha l’informazione che c’è un traditore, il barone di Cawdor, che ha preso le
parti dei norvegesi.
Alla fine della scena Re di Norvegia chiede l’armistizio.
Vv 66 Couplet, distico, rima baciata. Sottolineato il fatto che il titolo di barone
di Cawdor passa da lui a Macbeth (Thane of Cawdor). Molto importante, perché
è un nome che passa da uno all’altra. Quando tu dai un titolo a qualcuno, veniva
a livello formale chiamata con quel titolo. Prende il titolo ma anche il nome del
traditore, viene riconosciuto con il nome di un traditore altra prolessi.
vv.70Paradosso. E’ quasi come se fosse un morbo linguistico che inizia con le
streghe, che dilaga. Il re stesso sta ripetendo la battuta delle streghe, anche se
non è dannato. Perché è in bocca al re la stessa parole delle streghe? Si vuole
sottolineare che Macbeth dove vince perde? Ovvero guadagna un titolo ma poi
perde la sua identità? Si anche. Il re sta usando le parole delle streghe
importante a livello connotativo. La tragedia ci da anticipazioni “occulte”.
ATTO I, SCENA III
Dopo versi più estesi abbiamo il verso breve incantatorio, tipico delle streghe.
Nel seicento, nei movimenti ereticali, si pensava che le vecchie o le persone
senza protezione sociale, potessero diventare molto vendicative, e prendersela
anche solo per uno sguardo o parola di troppo.
Vv 10 indefinito, che lascia suspance in mezzo al pubblico, fa effetto, li lascia a
bocca aperta. Fa parte del tessuto indeterminato, ambiguo, indecidibile, difficile
da interpretare (a volte anche oracolare).
C’è sempre alternanza di pentametro (4 accenti tonici) e trimetri (3 accenti
tonici).
Vv 16 prolessi, anticipazione. Il marito non riuscirà mai più a dormire e
diventerà un uomo dannato. Non lo distrugge a livello fisico, ma gli rovina la sua
costituzione di uomo: mangiare, bere, e anche dormire è importante. Anticipa
perché anche Macbeth dirà di non poter più godere del beneficio del sonno.
Macbeth ha combattuto la battaglia e tra poco andrà verso casa è li che decide
il suo destino, o il suo destino è deciso (dilemma, domanda ancora aperta). Si
potrebbe pensare che questa scena possa essere non originaria di Shakespeare,
ma all’interno del tessuto linguistico e metaforico, è perfettamente sua, e
anticipatoria di punizioni che vengono assegnate in maniera incomprensibile,
perché questo uomo è costretto a punizioni senza sapere che sono a causa della
moglie che ha rifiutato di dare una castagna a una strega quasi come
accanimento di un fato provvidenziale del quale l’uomo non è consapevole e non
capisce. Macbeth può esser qualcuno che ha in mano un destino che decide, o
può essere letto in chiave “greca” ovvero come qualcuno in balia di un destino
che non può decidere, gestire, cambiare, comprendere.
9/11/17
Banquo serve come specchio. Battaglia che si svolge solo ora con Macbeth, nel
primo atto, quando si parlano, sono amici, specchio reciproco. Solo nel primo
atto perché dopo Macbeth si allontanerà da tutti, si isola.
Banquo descrive ciò che sta facendo Macbeth; è un tramite per gli spettatori e
aiuta a decodificare il modo, l’atteggiamento con le quali Macbeth le dice (al
pubblico). Macbeth è rapito in un altro posto, come se fosse altrove, nelle sue
orribili immaginazioni. Non sarà ai felice: ne quando progetta il crimine, ne
quando ottiene il potere; non sarà mai sereno.
Vv 143Si immagina già l’orrore che potrebbe fare, e parla di caso, non di Dio e
del demonio, ma di un destino cieco, che se vuole portarlo alla corona lo farà. Il
dramma di Macbeth è che poi prende in mano (o pensa) il suo destino. Pensa di
prendere in mano il proprio destino e di scegliere, oppure si può vedere come
tragedia in stile greco con profezia oracolare, che sembra avere vie di scelta
mentre in realtà è intercambiabile dall’ inizio. Entrambe le ipotesi da sole non
sarebbero così forti, ma il testo ci permette di tenerle unite (Interpretazione
aberrante di Umberto eco) la tragedia ci permette di tenerle insieme perché il
testo parla di demonio, di caso, di desiderio, volontà , di prendere in mano la
situazione ma alla fine parla poi del niente. Nessuna delle due cose alla fine ha
valore.
Vv 144 Banquo usa il linguaggio delle vesti. Gli è stato conferito un titolo
(Thane of Cawdor) che non si aspettava e a cui di deve abituarsi Banquo
dicendo così ancora lo giustifica. Leggendolo metaforicamente vediamo
qualcuno a cui è stata conferita una identità che non è la propria, sopra alla sua,
e a cui deve adattarsi. Questi “nuovi abiti” vogliono dire sia un titolo nobiliare,
sia un passo avanti nella profezia. e una sia nuova identità, di traditore, prima
nell’ anima poi nei fatti. Questo sforzo di pensare a se stesso come traditore e
non come campione del re, è quello che gli sconquassa l’anima, l’immaginazione,
dato che è uomo fino in fondo.
A fronte di una battaglia sanguinosa, in cui il figlio Malcom sembra non aver
fatto nulla in battaglia, alla fine a questo figlio giovane viene conferito il titolo di
principe di Cumberland, ovvero titolo previo a quello di re. La linea non era così
discendente: il figlio doveva raggiungere la maggiore età, altrimenti erano i
congiunti più vicini a prendere la reggenza.
Duncan ha quindi sorpassato la discendenza, promettendogli il trono prima del
tempo dovuto, che avrebbe anche potuto non acquisire. Questo fa reagire
Macbeth, che era quello più vicino alla successione risentimento nel Macbeth
storico, almeno.
Duncan si autoinvita nel castello di Macbeth in quanto di strada per un altro
luogo (come tutti i re feudali).
Vv 48 Riconosce la potenza e la sua incapacità di contenere il potere, che inizia
a diventare prepotente. Lui stesso cerca di censurare con il “buio”, utilizzando
metafore. “l’occhio si chiuda difronte alla mano” qualunque mezzo per
raggiungere il fine. Forma di antitesi che gioca però sull’apparenza e non sulla
sostanza. L’adattamento all’idea di crimine dovrà essere formale; è troppo eroe
per capire che quello che sente è sbagliato. L’unico modo è non guardare mentre
sta compiendo l’atto. Sta lavorando con se stesso per mettere da parte la sua
qualità di visionario (occhio chiuso davanti alla mano). Se non avesse questa
capacità di immaginario non dovrebbe guardare altrove.
Vv 55-> ironia drammatica fortissima; è il modo in cui Duncan giudica colui che
da li a poco lo farà a pezzi Immagine di un re che non si prende il tempo di
valutare chi ha davanti, che si fida ciecamente. E’ un banchetto lodare
MacbethMetafora del banchetto. Sarà una scena importante del terzo atto in
cui Banquo arriva sotto forma di spirito. Gioco di parole: Banquo-Banchett.
ATTO I, SCENA V
Dialogo tra Macbeth e moglie interpretata da un giovanotto. Il fatto di dare
importanza alla psicologia della Lady, è stato frutto i una serie di alcune rivolte
femministe. Da li ci sono stati recuperi nei testi, valorizzazione di autrici. Sono
stati scritti in seguito libri anche solo su Lady Macbeth.
Importante il suo ruolo figura che sostituisce un po’ Banquo: prima di avere
un Macbeth solo, la moglie è per lui lo sprone all’assassinio, ma anche lo
specchio e il traduttore di Macbeth presso il pubblico, dando un immagine ddi
lui, per caratterizzarlo.
Macbeth prima manda una lettera, un messo che lo porta alla Lady. Lui arri verrà
subito dopo, seguito da Banquo e dalla corte.
Tutti a cavallo verso il castello, che sarà quello della morte.
Nella scena lei commenta la lettera che lui le ha scritto. Si ha un personaggio che
mette in parole chiarissime tutto quello che sta ribollendo in maniera molto
meno diretta nell’animo del protagonista, che però nel mentre ci da
un’immagine di Macbeth come un uomo dolce, gentile, eroe complesso e duplice.
Eroe positivo che eccede, non è capace di contenersi Teme quindi che non sia
capace di agire (Ricorda la figura di Amleto).
Linguaggio più articolato Sta iniziando ad utilizzare anche lei un linguaggio da
streghe, quando precedentemente era invece lucidissimo: sta facendo uscire la
sua pulsione aggressiva, la corruzione, il morbo che piano piano si espande.
All’inizio molto diretta, inizialmente lucida e dice di fare ciò che deve fare.
Dopo diventa contorta linguisticamente.
Vv 25 richiamo all’Amleto e all’avvelenamento attraverso l’orecchio.
Vv28 da un lato può essere il destino cieco, o provvidenza, che si interessa e
interagisce con l’umano: in questo sta la visione cristiana ma anche demonio.
15/11/17
SCENA VI
Arrivo di Duncan al castello di Macbeth.
Ironia drammatica Duncan non vede l’aspetto minaccioso del castello di
Macbeth; è un leggere un po’ al contrario i segni. Forse un sovrano più accorto se
ne sarebbe potuto accorgere. giudizio di nuovo lanciato con troppa fretta. Il
pubblico capisce che è un po’ in balia del destino, e c’è la possibilità di
interpretarlo come re non molto attento.
Vv 15 linguaggio molto fiorito, da cerimonia, che però nell’ essere sottile
ricorda questa iperbole, duplicazione del capitano quando descriveva il
raddoppiare delle forze che Macbeth e Banquo ci avevano messo nella violenza.
Progressione geometrica. Retorica della cerimonia, un eccesso, una maschera
che si indossa, che si ammanta dell’eccesso per portare avanti il doppio gioco.
SCENA VII
Monologo secondo di Macbeth.
E’ conscio che se vuole finirla deve mettere in atto un’ azione. Dopo aver saputo
che il re ha promesso la successione al figlio maggiore si è reso conto della
necessità dell’azione, non può farlo il destino. lui è un immaginativo, metaforico,
immagina e concretizza a livello visivo l’orrore e la tragedia; proprio per questa
sua capacità di trasferire un significato è anche più consapevole.
Vv 7 immagine di una vita estremamente precaria; non è una visione moderna
del tempo, molto ampio, visto anche eterno. Secca, punto molto temuto.
Percezione già di una vita breve, precaria
Vv 8 ci giochiamo l’eternità. Se in questa vita terrena breve, riesco a
terminare un atto, e che non ci siano cattive conseguenze, al limite mi sono
giocato la vita successiva. Ma il dubbio è che mi goda male anche questa vita.
L’idea del jump. Lui stesso nel primo monologo parlava di un cavaliera che
saltava oltre, più in là. Questa opinione è supportata dal resto della tragedia.
Che Macbeth possa essere interessato dopo la morte, dei legami umani, di una
società, tutto questo è chiarissimo. Si può mettere in relazione con Faust, che si è
giocato la vita terna. L’unica differenza è che non era neanche troppo
consapevole, non ci credeva tentativo di ingannare se stesso.
Qui si ha un eroe vero e proprio, ha già raggiunto una consapevolezza, e sa cosa
vuol dire tradire il suo mondo. Faust se la gioca molto tra quello che lo fa
diventare Marlowe e il fatto che ci sia tutta questa parte meschina, di un
personaggio che raggiunge un altro grado di consapevolezza.
Vv 10 noi avveleniamo il calice pensando di somministrarlo ad altrui, ma in
realtà le conseguenze malvagie si ritorgono contro di noi, ci avveleniamo noi.
(simile ad Amleto)
Dante mette nel 33esimo canto del nono girone i traditori, degli amici, degli
ospiti e della patria coloro per la quale tu hai un dovere e un forte legame
(traditori peggiori)
vv. 16 non solo non dovrei comportarmi così per i doveri che ho verso questa
persona, ma anche perché appartiene alla sponda del bene. E’ compito contro
qualcuno onesto e puro inizio della proliferazioni delle immagini virtù
come angeli che abbiano però anche voci che denunciano.
Immagini molto inserite in tutto un immaginario cristiano angeli e pietà.
Vv 21 immagini di assoluta innocenza e purezza (neonato senza peccato e il
cherubino) e inoltre in una situazione di totale invulnerabilità, sono anche
nudi nudità: simbolo potentissimo, onesto, chiaro e pulito, non mi copro con
dei veli che possono ostacolare la vista. Se sono nudo sono ancora più
vulnerabile. Il fatto che Macbeth si stia comportando da violento, tiranno,
omicida nei confronti della giustizia universale; ha trasportato, attraverso la sua
immaginazione, il suo stesso crimine da essere così spietato da vedere la rottura
del legame umano. La seconda chiarisce che Duncan è nelle sue mani come un
neonato nudo: sa dove sarà a dormire… c’è d dire che questa metafora del
neonato nudo totalmente alla mercè, è anche una metafora di potere estremo
neonato nudo è come il Bambino Gesù, il più potente della terra, il figlio di Dio.
L’immagine del bambino nudo nel paradigma cristiano è quindi molto potente,
polisemico, e in questo momento è estremamente adatta: Macbeth compie l’atto
come se avesse tutto il potere, ma poi lui stesso non potrà averlo. Si troverà
anche in un’altra visione suggerita dalle streghe Macbeth ha una potenza tale
di immaginazione che arriva sempre infondo e sa trasmettere tutte le
implicazioni. Denuncia, ma allo stesso tempo è una metafora, quella neonato
nudo, molto più potente di Macbeth, guerriero adulto ambiguità,
indecidibilità.
Vv 27 si parla di eccesso. Si condanna da solo a causa della sua eccessiva
voglia di potere. Sconterà tutte le conseguenze di ciò che ha fatto.
Nelle battute successive entra Lady Macbeth e lui le dice che ha deciso di non
voler compiere l’assassinio. Non vuole tradire
Vv 30 metafora degli abiti: mi hanno rivestito di onori e se compio assassinio
è come se io mi denudassi.
In seguito lei fa un’opera di convincimento.
Vv 44 questa forma di riflessione è antitetica. In una tragedia che esplora i
desideri umani, ma anche fedeltà e amicizia, cosa sia o no umano è tutta una
domanda. Macbeth sembra voler dar voce a quelli che si ritengono i limiti
dell’umano. Oso fare tutto ciò che è adeguato per un uomo: chi osa fare di più
non lo è.
C’è una sorta di gioco sul linguaggio per dare un immagine epica e letteraria ed
eroica di un uomo, iperbolica, che vede l’individuo e non il tessuto sociale. Prima
eri uomo per aver pensato di fare assassinio, se ora lo compi sei ancora più
uomo di prima, che tiene fede ai propri propositi. Cos’è uomo? Cos’è eroe? Cos’è
codardo?
Dal vv 50 gioco di parole, linguaggio equivocation, qualcosa che fa e disfa allo
stesso tempo, è un modo di esprimersi, un gioco di parole, per sottolineare la
retorica che si veste di retorica giusta, corretta che in realtà è persuasiva. Si fa
passare per un’affermazione ovvia, per un dato di fatto, qualche cosa che è una
interpretazione della realtà. Riveste la propria retorica di artificio, che dal
momento che è forte, funziona, è automaticamente persuasivo.
Vv 54 Sta facendo colpo sull’immaginazione di Macbeth, utilizzando una
similitudine. Che sia un immagine congruente a quello del bambino nudo si. E’
una provocazione: io sono più uomo di te nonostante sia donna.
Lei è il regista dell’omicidio, colei che architetta.
Da quando hanno pianificato il delitto, non sono più in pace. Il destino ti porta a
soffrire delle tue azioni.
Da Vv 11 in poi battute brevi e concitate per dare suspance.
Vv 20 il sangue inizia ad avere una presenza fisica, anche simbolica. Prima
c’era il sangue della battaglia, con immagini eccessive, di dolore, di crudeltà, ma
stava nella retorica della fedeltà e lealtà (tipiche di una battaglia). E’ comunque
una retorica che viene accettata sangue sparso per difendere la patria. Il
tradimento invece non lo è, è un sangue che non si lava via, poiché quello che
non si lava è sangue di tradimento, vergogna, orrore.
La lady cerca di ridurre l’azione alla lettera, alla metafora. A livello letterale “si
lava le mani” dal sangue. E’ referenziale, rifiuta tutti i significati retorici e
connotativi.
Vv 23 le due guardie (che moriranno per mano di Macbeth per non farle
parlare), si svegliano, dicono le loro preghiere e si riaddormentano. Assassinio
meno importante ma c’è anche quello.
Vv 28 Macbeth è nel peccato e non riesce a pronunciare parole sacre come
“Amen”.
Vv 34 Prolessi: non bisogna riflettere u queste azioni, perché ci fanno
diventare matti. E’ quello che di fatto accadrà
Macbeth non perde ancora il sonno ma lo perderà. Sonno importante, poiché
è il momento in cui io mi affido. Non riuscire più a dormire vuol dire che avrà un
giudizio forte sulle sue azioni e non avrà controllo di sé. non vivere più.
Contrappasso dantesco: lui ha messo a dormire qualcuno fuori dal corso della
natura, e la natura prima ancora di Dio lo punisce allo stesso modo, negandogli il
sonno.
Vv 42 nomi della colpa: Glamis, campione del re diventa traditore uccide il
sonno, quindi Cawdor/Macbeth non dormirà più.
Proliferare di nomi, di identità sovrapposte con il quale Macbeth si batte ancora,
con una coscienza che grida “cos hai fatto”.
Vv 50 occhio non vuole vedere ciò che la mano ha fatto. Coscienza che cerca di
proteggersi dallo stesso crimine che la mano ha compiuto.
Morte e sonno: sorelle. morti e dormienti sono solo immagini. E’ l’occhio
dell’infanzia, del bambino, che teme un diavolo dipinto. Riduce il tutto alla sua
dimensione superficiale e infantile gli sta dando del bambino perché Macbeth
ha questa qualità di immaginare, di capire le conseguenze delle cose, di
immaginare, e quindi si fa del male. Non impazzisce però, perchè la sua
coscienza aveva già accolto e compreso il crimine dentro di se. Lady Macbeth
invece impazzisce.
Periodo tra 1600- 1608 in cui Shakespeare sta lavorando sulla psicologia dell’uomo.
Coscienza da un lato e azione dall’altro.
Il fatto che noi riflettiamo sulle nostre azioni, rende la spinta nativa debole, indebolisce la
forza del nostro impeto e conseguentemente deviano le loro correnti (quello che
accade ad Amleto).
Si ha questo gioco tra occhio e mano: Shakespeare voleva parlare per figure,
metafore, e ci da questo concetto facendo si che l’occhio si giri rispetto alla
mano, perché l’uomo d’azione, che voglia strappare al destino la propria tirannia
e prendere il destino tra le mani, deve scollegare il proprio auto giudizio da
quello che fa.
C’è tutto un discorso proiettato nell’aldilà: la coscienza ci ferma, ma nella prima
parte noi non prendiamo risoluzioni per quale notte, quale sogni possono
capitarci dopo la morte. Amleto si può vedere come un Macbeth giovane, che
filtri le proprie azioni. Giovane nel senso che in questo modo si proietta su
qualcosa che è al di fuori di noi…
il giudizio sulla propria mancanza morale se lo dà da solo e quello che teme sono
le conseguenze terrene. Lo si vede come un personaggio che ha già passato
molte fasi della vita. ha paura della sua posizione nel mondo, dal momento che si
è giocato la sua vita già sulla terra.
SCENA III
Scena considerata spuria, che rompe il ritmo tragico del dramma. Non c’è mai
stata una scena superflua. Questo è l’unico momento che si poteva non mettere.
E’ stata anche definita originale, perché il tipico personaggio di bassa estrazione
sociale, estremamente “witty” che pur parlando in volgare, e rivolgendosi a
pensieri bassi, dice grandi verità. Porter parla con le parole del dramma, e anche
con le parole del demonio.
Teatro nel teatro: il Porter sta mettendo in scena qualcosa che non c’è si
finge portiere dell’inferno, immaginando quali potrebbero essere i personaggi
che entrano (dantesco). Dice delle verità per il dramma attraverso il teatro del
teatro. Non è una scena superflua, in quanto gli altri attori devono avere tempo
per cambiarsi, per poi uscire e fare la parte di coloro che sono stati a dormire. Ci
deve quindi essere tempo, e se aprisse la porta dovrebbe innescare già la scena
successiva.
Farmer calcolatore a livello macchiavellico. Il destino però gli ha cambiato le
carte.
22/11/17
SCENA II
Dialogo tra Macbeth e Lady Macbeth (non letto)
Ci sono diversi simboli; l’immaginario diventa sempre più cupo: bui nel mondo
ma anche nella coppia. Non parlano veramente l’uno con l’altro. Lui sta per
uccidere Banquo ma non la mette in mezzo ai suoi piani, vuole che non sappia.
Inizia a tenerla fuori dai suoi piani.
Macbeth sta diventando il sovrano sempre più insensibile e macchiavellico,
preda delle sue visioni e immaginazioni. Sta riuscendo a mettere a tacere questa
parte. Ha una forma di fiducia sulle sue azioni sul destino: crede di poter fare
tutto per raggiungere uno scopo, una situazione.
SCENA III
Sicari che fanno fuori Banquo. Scena molto d’azione.
SCENA IV
Scena del banchetto. Quando qualcuno non c’è ma dovrebbe esserci, o si parla di
qualcuno in particolare fantasma di Banquo.
La scena si apre con delle formalità, rendono tutti onori a Macbeth, anche se non
c’è tutto questo entusiasmo. Il re finge delle forme di umiltà e i condensali delle
forme di fedeltà.
Arrivano i sicari che gli dicono del loro atto. lo turbano.
Vv 39 entra il fantasma di Banquo. Mette le mani avanti calcolando cosa dire.
Così però osa troppo, perché è ancora un novellino nella politica macchiavellico.
Vv 43 “The table is full” è già preda all’allucinazione, alle visioni. Vede
occupato dal fantasma di Banquo ed è come se volesse dire che non c’è posto per
lui, non più umano, ma una sorta di mostro, che non può più far parte del mondo
umano e non può sedersi ad un tavolo, dove lo scopo è condividere. Questo
banchetto è per coloro che partecipano nell’umano.
Vv 56 Are you a man? leitmotive. Domandarsi cosa voglia dire veramente
essere un uomo. In altri momenti con altri personaggi la tragedia si interroga
molto su cosa voglia dire essere uomo e su quale sia il destino dell’uomo nel
mondo, se ci sia un ciclicità della storia che sempre i porta verso quella parte
animalesca e senechiana dell’uomo.
Lei non vede questo fantasma, lo vede solo Macbeth, che è la sua paura dipinta.
Momento in cui lui diventa solo. Lei capisce cosa sta facendo ma continua a
giudicarlo.
Vv 74 Battuta di Macbeth che spiega il perché non regga queste visioni. E’
nostalgico di tempi (mai esistiti) nel quale l’azione si concludeva in se stessa.
Vv 99 lei continua a dire che lui non è abbastanza uomo.
Questo insistere su cosa viene considerato uomo o meno si vede dall’ inizio della
tragedia. A un certo punto escono tutti e c’è un dialogo tra i due.
Film- Il tavolo che hanno in mezzo li divide in tutti i sensi, si vede che non sono
più insieme. Polanski fa vedere che lei propone di andare a dormire, lui accetta
porgendole la mano per andare insieme, ma lei rifiuta. Inizio di solitudine per lui
ma anche per lei.
Si chiede anche perché Mcduff non sia venuto al banchetto. Ha un servo pagato
in ognuno di quei baroni. Dice inoltre che andrà a trovare le streghe.
Metafora: ormai è in mezzo, dovunque voglia andare ormai il suo destino è
segnato, quindi l’unico senso è andare avanti.
Vv 139-138 versi in rima baciata. Sentenza dove dice una verità, che
effettivamente è la sua: io ho strane cose nella testa che devono passare alla
mano, dal pensiero all’azione, da quello che io posso immaginare, all’atto. Prima
che la coscienza capisce ciò che si vuole fare. La testa e la mano non devono
dialogare, la coscienza deve starne fuori, altrimenti si arriva alla pazzia.
SCENA film scena dell’orso che non c’è nella tragedia. Prima del banchetto
quando si fanno i festeggiamenti. Siamo nell’Europa dell’età moderna e i
divertimenti sono di qualsiasi genere. Ci sono anche le lotte tra orsi e cani, o altri
animali. Questa è un aggiunta di Polanski, non c’è nella tragedia. Si parla di orsi
adesso e si parlerà di orsi alla fine.
SCENA VI
Di per sé, è una scena secondaria.
Scena in cui si raccontano delle cose cerniera tra una scena e l’altra per far
capire cosa sta succedendo.
Si lavora a livello di ambiguità del senso, si suggerisce sempre un significato
diverso da quello del testo.
Scena analizzata all’insegna dell’ironia.
Lennox racconta quello che è successo, racconta i fatti, e li racconta con ironia. E’
la prima volta che viene fatto un giudizio negativo su Macbeth esplicitamente.
Viene resa ambigua dall’ ironia, quindi si ha di nuovo una “Equivocation”.
Vv 3 parola strange: utilizzata parecchie volte.
Lennox racconta tutto in chiave ironica.
Questo Lord risponde utilizzando un registro della bontà, della santità, della
giustezza, della giustizia che è la prima volta che sentiamo e che verrà reiterato
sempre più. Si aveva un re buono all’inizio, poi c’è un precipitare in una
situazione infernale/demoniaca nella quale il bene sembra non apparire, fino a
quando i baroni iniziano a rendersi conto che Macbeth è un tiranno, e allora
inizierà a tornare verso la superficie tutta la parte del fair.
PAROLE EVIDENZIATE PAG 98 Termini che sembrano creare un’antinomia tra
regno del male-regno del bene, regno della perdizione-regno della rinascita, che
in qualche modo è legato a Malcom (legittimo erede al trono) e poi c’è questo vv
27“pious Edward”, che storicamente è un confessore, uno degli ultimissimi re
anglosassoni inglesi, contemporaneo a Macbeth, perché nasce nel 1009. Muore
nel 1066 di morte naturale. Viene chiamato confessore perché era un re molto
religioso, molto pio, ed era uno dei re inglesi che riusciva a curare i suoi sudditi
di diverse malattie. Re di Francia e re d’Inghilterra tra l’anno 100 e l’anno 1000..
venivano chiamati re taumaturgici. Ecco perché chiamati Re santi. Questo serve
a Shakespeare soprattutto a creare un inizio di polo del bene, che sembrava
morto con la morte di Duncan, ma riaffiora per poi arrivare fino alla fine, anche
se lascerà comunque qualche zona d’ombra.
Vv 44 ultimo verso di Lennox. Tutti termini in cui il figlio del re di Scozia,
legato al confessore d’Inghilterra, legato all’Inghilterra, riportano la luce.
SCENA III
Malcom nel frattempo si è messo in contatto con Re Edward (vissuto a metà
dell’anno mille). Edward il confessore era l’ultimo dei re anglosassoni, morto
non a causa dei normanni, ma di morte naturale. Inizia con lui l‘epoca dei re
guaritori. Re molto pio, vivace; ma a Shakespeare serviva l’9mmagine del bene
,della purezza, perché in quel momento la Scozia è nera e l’Inghilterra è bianca,
dove c’è un re santo che scaccia gli spiriti demoniaci (tubercolosi polmonare) dai
suoi sudditi.
Malcom cerca aiuto da lui, che gli concede aiuti armati. Alcuni baroni lo
raggiungono, in quanto re diretto. Arriva un Mcduff che vuole riprenderselo,
come tutti gli altri baroni, perché re legittimo, contro Macbeth. Scena molto
lunga, che fa tenere il piano sospeso, dialogo lungo, che dura parecchio. Scena
che toglie Malcom da una figura bidimensionale, facendola diventare a tre
dimensioni, e si rivela per contrasto. Dialogo che ci dice molto sulla natura del
nuovo potere. Non è in re tale e quale a suo padre, ma è un re molto iù attento
alla politica, a fondare il suo potere su basi politiche che reggono. Quindi là dove
c’era un re vendicativo, di morte, era anche un re superficiale dal punto di vista
di organizzazione del potere, tanto che si è fidato di un traditore e di Macbeth, e
superficiale anche quando ha affidato il potere successivo al figlio, senza
preoccuparsi delle conseguenze della società. Malcom invece non si fida di
Mcduff, perché dalla Scozia continuano ad arrivare persone, e alcune di loro
potrebbero essere mandate da Macbeth per ucciderlo o fare la spia. Ancora non
si sa della tragedia della famiglia di Mcduff; Malcom vuole conoscerlo, poiché
non si può conoscere una persona solo dal volto, infatti lo mette alla prova. All’
inizio Malcom di definisce un “povero innocente agnello”, si pone dalla parte del
bianco e del bene contro il nero, il male (Macbeth). Gli chiede perché ha
abbandonato moglie e figlio, del perché si è fidato nel lasciare tutti soli in mano
di Macbeth (sospetta, magari è sicuro che non succederà nulla). Capisce che però
non gli porta a nulla dipingersi come un puro. Cambia strategia e dal verso 50
mette in piedi un discorso con una retorica che mette in luce se stesso come
peggiore rispetto a Macbeth. Vuole vedere le reazioni di Mcduff davanti a questa
sua equivocation mettere una maschera, teatro nel teatro, fa l’attore che
cambia maschera. Indossa anche abiti che non sono suoi (dialoga tutto con il
resto della tragedia). E’ un re che per mettere alla prova è capace anche di
mentire.
Vv 50 battuta significativa. Ribalta tutto l’immaginario che la tragedia aveva
portato avanti fin ora. Il bianco diventa nero e il nero diventa bianco (fair is foul
and foul is fair).
Vv 57 Catalogo di vizi di Macbeth. Si ha di nuovo un’iperbole, una
esagerazione. Uno che fino a prima era totalmente normale, e ora si dipinge
come un peccatore.
Vv 76 vizio della morality. Shakespeare si diverte a mettergli in bocca la parola
del vizio, gli stessi del dottor Faustus.
Vv 90 uomo privo di virtù. Simile alla visione che Macbeth si era augurato in
caso il suo futuro non fosse sicuro. Visione atomistica. Minuto 1.01.08
Iperbole ben studiata da Malcom. Peggio di un Tiranno che desidera il male, è
peggio qualcuno che non desidera niente.
Malcom in seguito si riprende, vede che è fedele.
Vv125 inizia a ridipingersi come agnello, segno di forza e bene, bianco. Di
nuovo Macbeth torna nero. Questa alternanza che c’è dall’ inizio della scena
indica una sorta relatività del tutto. E’ così evidente nel tessuto linguistico, e nei
suggerimenti connotativi, suggeriscono maschere, una ginnastica continua.
Dice di non essere lussurioso come dice, ma che ancora non conosce donna, non
è mai stato con nessuna. La sua prima menzogna è stata quella che ha appena
detto su di sé, dicendo di essere cattivo. Minuto 1.07.00
Che valore di verità hanno le parole pronunciate tutta a scena ci aiuta a
leggere la tragedia con una forma di scetticismo verso quello che potrebbe
essere il vero.
giungerà poi la notizia della sua famiglia e Mcduff giurerà di ucciderlo.
ATTO V, SCENA I
Scena in prosa. Si apre con la follia di Lady Macbeth, che non dorme tranquilla, è
sonnambula e gira nuda, dicendo ciò che non dovrebbe dire. Si lava sempre le
ma i cercando di lavar via la sua complicità nell’assassinio. Diventa impossibile
ciò che prima per lei era un atto così superficiale. E’ investita incoscientemente
di tutto ciò che lei ha negato o rimosso. Il dottore e una donna vengono a sapere
ciò che non dovevano conoscere. Pericoloso il fatto che vengano a saperlo due
personaggi bassi, cassa di ridondanza di tutto il regno.
Non vede più nulla, vede solo le forme terribili che ha nella sua mente.
Contrappasso dantesco prima negava tutto, non voleva vedere le mie azioni, e
ora vede solo quelle. Macbeth non riesce più a dormire e lei invece non si sveglia
più, vive di immaginazione. Si sono violate le “regole” secondo cui di giorno si
agisce e di notte c’è “il balsamo del riposo”. Turbamento della natura.
Vv 41 si può leggere anche come una sorta di lullaby, cantilenante. Qui fa
rifermento all’eccidio più gratuito di tutta la tragedia. Importantissimo però. Filo
rosso che lega tutte donne fragili, anche se non sono tutti personaggi importanti,
ma fanno vedere tutta le loro debolezza e fragilità.
In Polanski Lady Macbeth paragonata alle streghe. A livello di immagini sono
legate da un filo, tutte donne vittime, senza voce in capitolo. Entrambe sono
state motore dell’azione, ma poi non le dirigono, le subiscono e basta.
Shakespeare non è un femminista, semplicemente analista della figura umana.
30/11/17 ultima lezione.
SCENA III
Scene sempre più brevi e concitate.
Monologo di Macbeth sempre più nichilismo e totale sfiducia della presenza
umana nel mondo. È sempre più solo e la moglie vive sempre più nel lavoro della
mente, che è quella entro la quale viveva Macbeth all’inizio del dramma e che lei
con contrappassi rimproverava.
Stanno arrivando tantissimi soldati.
Bianco colore della paura che attribuisce al messaggero. L’eroe è colui che
vince la paura, mentre Macbeth arriva a una situazione di totale indifferenza nei
confronti della sua sorte.
Vv 20 preludio all’ultimo soliloquio in cui dice di aver vissuto abbastanza. È
arrivato al momento dell’autunno (metafora alberi con foglie che cadono).
Si rende conto di avere il vuoto accanto a se.
Battuta che restituisce un Macbeth tutt’altro che inumano: a Macbeth non
interessa rimanere re, ha raggiunto una consapevolezza più profonda. Questa
malattia è costitutiva della tradizione medievale, del rapporto del re con la sua
terra. La comunità umana prospera quando il leader di questa è in sintonia.
Quando Artù si ammala, dal momento che non si cura più della sua terra, anche
questa si ammala. Collegamento a livello antropologico. Legami tra il re e la
terra, con il ciclo delle stagioni. Questa corrispondenza tra il re e il suo stato, è
molto presente e cosa combatte Macbeth a livello simbolico? Alla foresta, è la
terra, la Scozia che si rivolta. Laddove si ha l’elemento faustiano dello stesso
corpo di Macbeth che non vuole più vivere, da momento che qui si tratta di un
re, si parla della stessa terra che non vuole più un re.
P 148 idea dell’oblio.
Vv 47 battuta faustiana 30 min.
C’è sempre il tema del doppio, il linguaggio si raddoppia.
Vv 59 couplet, rime baciate. Da un lato eroico-malvagio Macbeth che dice di
non avere paura. Dall’altro il dottore fuga desiderata, tutti stanno fuggendo.
SCENA V
Culmine, che raccoglie le fila di tutto il dramma dal punto di vista linguistico e di
immagini con il soliloquio di Macbeth.
Vv 9 ricorda di aver avuto paura ricordi di quando era un eroe sano. Min
38.
Essere uomo è avere paura, e soffrire con gli altri uomini reagendo a ciò che è
male nei loro confronti.
“mi sono saziato di orrori” riempirsi troppo ,andare oltre i limiti, che essendo
negativa come cosa, viene utilizzata con un immagine bassa come quella del
cibo.
Vv 16 regina muore. Ecco perché l’urlo inziale. Polanski la fa vedere suicida,
caduta. Si può capire anche dalla tragedia che si sia tolta la vita peccato
mortale e ancora più demoniaca per come lo dice Malcom stridente nei
confronti dell’umanità che si prova nei confronti della tragedia. Con questo la
tragedia può non considerarsi completamente finita “bene”, con un re sano che
sanifica il regno. Rec
Vv 17 doveva morire più avanti (hereafter) non era il suo momento. Per
questo si può parlare di suicidio, e si può capire che era una donna giovane.
Il domani è come se arrivasse con un passo di poca importanza, giorno dopo
giorno fino all’ultima sillaba del tempo di cui ci sia traccia (tempo della storia,
della scrittura del tempo, tempo umano). Questo tempo, che mette insieme
presente, passato e futuro, futuro che improvvisamente diventa qualcosa senza
senso, che striscia pancia per terra, che con un passo “petty”, misero
promessa di un futuro insignificante.
Si ha qualcuno, l’artefice, che dice che il futuro è un inganno, causa delle
ambiguità di questo dramma. Il futuro ha portato avanti il tempo fino a quando
gli uomini si dibattono.
“Yesterday” , il passato non ha più senso nel guidare gli uomini del presente per
arrivare a un futuro nichilismo profondo , del posto dell’uomo nel mondo
stesso. Crediamo di imparare dal passato, ma in realtà ci porta solo alla morte.
“candle” metafora vita umana, accesa con un piccolo fuoco che può essere
spenta col vento. La vita non è altro che un’ombra che cammina realtà e verità
non saltano mai fuori. meta-teatralità: teatro della vita, teatro come
fondamentale proprio perché metafora della vita; allo stesso tempo la vita è
effimera come una rappresentazione a teatro. Una cosa da luce all’altra, si
illuminano di senso o non-senso. Immagine di un attore che ha messo tutta la
sua formazione per diventare un bravo attore, e alla fine nessuno lo ascolta più.
Come Macbeth: è salito sul teatro della politica, ha ucciso, urlando come un
povero attore ma finendo per non essere ascoltato da nessuno. Racconto pieno
di rumore e furia che non significa nulla da un lato la vita come racconto, da
un lato la storia come racconto, ma sono tutti raccontati da sciocchi pieni di
regalità, potere, brutalità, ma queste parole non significano nulla.
“signifiyng nothing! tutti i nothing incontrati in questa tragedia. Progresso da
un nulla. Accettazione del vuoto, della propria morte, del percorso del regno di
Scozia e della vita umana.
Vv 27 E’ anche questa tragedia che nega se stessa, piena di tutto quello che i
nostri attori, che non significa niente di nuovo un far vedere che la vita si
rispecchia nel teatro.
Vv 41 “i care not” piano piano non gli importa più di nulla.
Vv 47 iniziano le couplet , sono tre. Inizia ad essere stanco del sole, della vita,
e vorrebbe che il mondo fosse disfatto nichilismo totale. Ultima couplet
eroe tragico che davanti alla caduta delle ultime certezze, è coraggioso, e
affronta il suo destino come ha sempre fatto, anche da eroe.
SCENA VI
Immagine dell’orso utilizzata da Polanski. Prolessi
Arriva Seyword, figlio di un generale inglese, che muore combattendo contro
Macbeth.
Vv 16 dice il suo nome, unico nome che si sente di pronunciare, la sua unica
identità che riconosce come corrispondente a se stesso, non pronuncia titoli.
Arriva Mcduff
CONCLUSIONI
Il dramma è pervaso da:
Ambiguità- doppiezza
Antitesi, paradosso, “equivocation” che si nutre del paradosso
discorso doppio che diventa paradossale, assurdo, che viene sciolto
solo alla fine
Il tessuto linguistico del dramma incarna dall’inizio alla fine la grande ambiguità
della tragedia.
Significato del dramma non univoco.
Si può leggere come
Parabola morale: frattura di un ordine per colpa di un individuo e sua
ricomposizione finale. Brama di potere del “villain” e del “mostro” che
esercita la propria libera volontà e viene punito.
Insensata azione di forze incontrollabili: sconvolgono gli uomini e
ripropongono ciclicamente gli stessi eventi.
1. Imperscrutabili forze di un destino inconoscibile e inesorabile = il
fato indifferente ( e quindi amorale) che usa l’individuo come suo
strumento
2. Forze provvidenziali ( cristiane e quindi “morali”) ma di stampo
calvinista: predestinazione della sorte dell’individuo che sceglie ma
non sceglie.
Rec
Tragedie che non si chiudono con unico messaggio. Noi entriamo nel “buco nero”
dell’animo umano. Ci regalano qualcosa di grande valore, ovvero la possibilità di
cogliere la complessità , ci danno questa visione dell’uomo e del mondo. uno dei
grossi pericoli in assoluto è la semplificazione dei motivi, anziché andare fino in
fondo e di affrontare, come Macbeth, la vita, la battaglia, e non pensando sempre
di semplificare le cose.