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Calibrazione e profilazione monitor con DispcalGUI e Argyll rev 3 23/03/2015

Sommario
1. Premessa .................................................................................................................................................. 1
2. Ringraziamenti e Links ........................................................................................................................... 2
3. Installare dispcalGUI e Argyll ................................................................................................................ 2
3.1 Locazione dei files di Configurazione Log e Storage ....................................................................... 2
4. Creazione di un profilo ICC .................................................................................................................... 2
4.1 Calibrazione ....................................................................................................................................... 2
4.2 Caratterizzazione ............................................................................................................................... 4
4.3 Profilazione........................................................................................................................................ 4
4.4 Verifica .............................................................................................................................................. 4
5. Come settare i parametri di calibrazione e profilazione .......................................................................... 5
5.1 Prima di cominciare ........................................................................................................................... 5
5.2 Cominciamo ...................................................................................................................................... 6
6. Abbiamo finito, verifichiamo il lavoro.................................................................................................. 10
7. Note finali.............................................................................................................................................. 16
8. Glossario ............................................................................................................................................... 17

1. Premessa
Argyll è un sw open source multipiattaforma a riga di comando per calibrare e profilare monitor,
liberamente scaricabile da qui http://www.argyllcms.com/
Si può utilizzare con riga di comando, ma per chi non è molto pratico è preferibile scaricare e
installare la sua GUI (interfaccia grafica utente), dispcalGUI (Open Source Display Calibration and
Characterization powered by Argyll CMS) liberamente scaricabile da qui http://dispcalgui.hoech.net/
DispcalGUI sfrutta tutta la "potenza" di Argyll, e viene aggiornato continuamente seguendo le varie
revisioni dello stesso.
E' dedicato alla sola profilazione del monitor, e quindi presenta i parametri relativi (scartando tutti i
comandi o le opzioni che hanno a che fare con altre possibilità di Argyl, come la profilazione della
stampante).

E' tradotto quasi completamente in italiano (anche se io preferisco usarlo in inglese).

Una volta decisi i vari parametri, può eseguire il ciclo completo di calibrazione-caratterizzazione-
profilazione in modo "unattended", cioè in modo completamente automatico e senza bisogno di
intervento dell'utente.

Può creare dei report di verifica della profilazione molto professionali. Per chi sa l'inglese è
disponibile una comoda guida molto completa, complementare alla documentazione di Argyll
consultabile dal sito http://dispcalgui.hoech.net
Ogni attività del programma produce un log su disco, la finestra di log è comodamente visualizzabile.
Tutte le profilazioni restano in memoria, ed è possibile vederne i parametri iniziali (basta selezionare il
profilo nella combo box "Settings" nella schermata principale del programma.

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Calibrazione e profilazione monitor con DispcalGUI e Argyll rev 3 23/03/2015

2. Ringraziamenti e Links
Si ringraziano Mauro Boscarol, Marco e Andrea Olivotto e Photo Activity per le informazioni ricavate
dai rispettivi siti web a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.
Mauro Boscarol
Marco Olivotto
Andrea Olivotto
Photo Activity
Ringrazio inoltre gli utenti del Juza forum, Wazer (Gabriele) http://www.wazer.eu/ e Raamiel per il
loro prezioso contributo.

3. Installare dispcalGUI e Argyll


Su Mac è molto semplice, basta scaricare la versione stand alone (nella sezione ‘Get dispcalGUI stand
alone’) e montare l’immagine disco, all’interno della stessa troverete tutto quello che vi serve, copiate
tutti i files in una cartella in applicazioni che chiamerete ‘dispcalGUI’. Scaricate anche Argyll (qui per
Mac OSX http://www.argyllcms.com/downloadmac.html) e inserite la cartella con tutti i file nella
stessa cartella dell’applicazione dispcalGUI.
Al primo avvio di dispcallGUI il programma chiederà di indicare l’ubicazione della cartella di Argyll.
Per altri sistemi operativi fate riferimento al sito http://dispcalgui.hoech.net/

3.1 Locazione dei files di Configurazione Log e Storage

Ecco dove il programma salva i vari files, tutti molto piccoli (sono per lo più file di testo e html)

Configuration
 Linux: /home/Your Username/.config/dispcalGUI
 Mac OS X: /Users/Your Username/Library/Preferences/dispcalGUI
 Windows Vista and newer: C:\Users\Your Username\AppData\Roaming\dispcalGUI
 Windows XP: C:\Documents and Settings\Your Username\Application Data\dispcalGUI
Logs
 Linux: /home/Your Username/.local/share/dispcalGUI/logs
 Mac OS X: /Users/Your Username/Library/Logs/dispcalGUI/Users/Your Username/Library/Logs/0install
 Windows Vista and newer: C:\Users\Your Username\AppData\Roaming\dispcalGUI\logs
 Windows XP: C:\Documents and Settings\Your Username\Application Data\dispcalGUI\logs
Storage
 Linux: /home/Your Username/.local/share/dispcalGUI/storage
 Mac OS X: /Users/Your Username/Library/Application Support/dispcalGUI/storage
 Windows Vista and newer: C:\Users\Your Username\AppData\Roaming\dispcalGUI\storage
 Windows XP: C:\Documents and Settings\Your Username\Application Data\dispcalGUI\storage

4. Creazione di un profilo ICC

Nota: per un approfondimento del tema consultare i link segnalati al par.2


La procedura completa per ottenere il profilo ICC di un monitor (ma in generale di qualsiasi
periferica) consiste di quattro passi fondamentali:
1. calibrazione
2. caratterizzazione
3. profilazione
4. verifica
Ovviamente per effettuare i quattro passi, dobbiamo servirci di un colorimetro o, meglio, di uno
spettrofotometro. In commercio ne esistono molti e per tutte le tasche. Io farò riferimento a quello che
uso attualmente, lo Spyder 3 Pro di Datacolor http://spyder.datacolor.com/products/ modello ormai
non più in catalogo ma sempre valido e supportato da Argyll e dispcalGUI.

4.1 Calibrazione

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In Argyll è compito del comando dispcal, la calibrazione consiste nel portare il monitor e la scheda
video in uno stato iniziale ben definito, da cui partire per la caratterizzazione e profilazione.
Due sono i concetti base:
 il monitor va impostato in modo che in alcuni suoi parametri (la temperatura del bianco e il
gamma (TRC) in particolare) sia conforme alle condizioni considerate ottimali per la visione e
il trattamento delle immagini;
 allo stesso tempo, agendo sugli unici due parametri a disposizione (i controlli del monitor e la
LUT della scheda video) per avvicinarmi al massimo alle condizioni di calibrazione (il resto lo
fa la profilazione, ma meno lavoro ha da fare meglio è).

Per un monitor la calibrazione iniziale consiste nella regolazione di quattro parametri importanti:

1. il gamma o TRC
2. la temperatura del bianco
3. la luminanza massima
4. il livello del nero

Il gamma è un numero che ha a che fare con una curva. Il monitor infatti è un dispositivo che viene
"pilotato" mediante valori RGB provenienti dalla scheda video, che magicamente diventano
"luminanza" e arrivano al nostro occhio: la curva di cui si parla (in inglese viene chiamata "tonal
response curve ", TRC) è la rappresentazione grafica della relazione tra valori RGB in ingresso e
"luminanza" in uscita. Gli estremi di questa curva sono il nero RGB=(0,0,0) e il bianco
RGB=(255,255,255), ed in mezzo ci sono tutti i toni intermedi. Tale curva potrebbe essere molto
complicata, ma solitamente si fa in modo che abbia un andamento simile ad una curva
matematicamente molto semplice, di tipo elevamento a potenza, che è possibile descrivere con un
semplice numeretto: il gamma (vedi le note di approfondimento al par.7).

La temperatura del bianco è... il "colore" del bianco massimo (R=255, G=255, B=255) del monitor,
ed è espressa in Kelvin. La temperatura del bianco è decisa prima della calibrazione ed è sempre
"effettiva", cioè valida anche per le applicazioni al di fuori della gestione del colore.

Il concetto è lo stesso del bilanciamento del bianco ("white balance" in inglese, WB) delle fotocamere
digitali: più il numero è elevato, più il bianco è "freddo". Anche qui c'è una strada maestra, quella dei
6500K, seguita praticamente da tutti. Tra l'altro, 6500K, è anche la temperatura consigliata dagli
standards europei. Un'altra possibilità è 5000 K, che però produce un bianco troppo caldo per i miei
gusti, viene usata per valutare meglio la corrispondenza in stampa. Per ultimo, se avete un monitor
LCD di scarsissima qualità tipo un display di un portatile con una LUT unica per i tre canali dovete
scegliere la temperatura del bianco "nativa", cioè quella propria del monitor che evita una calibrazione
in LUT troppo estrema con fenomeni di irregolarità nei gradienti e con spiacevoli dominanti di colore.
Da quanto si legge in giro, per chi stampa la soluzione ottimale è ritoccare con un monitor calibrato a
6500K e osservare le foto con lampade con temperatura del bianco di 5000K.

La luminanza massima è la misura di quanto è luminoso il bianco massimo (che si porta dietro di
conseguenza tutti i grigi). I valori sono espressi in cd/m2 (candele per metro quadro). Purtroppo i
monitor non professionali hanno un setting di fabbrica con Luminanza attorno ai 300-400 cd/m2,
praticamente delle lampade abbronzanti. I valori consigliati sono invece dai 100 ai 140 cd/m2, quindi
durante il processo di calibrazione dovrete abbassare di molto la luminanza. Molti preferiscono valori
bassi (sui 100-120 cd/m2) perchè ritengono che siano più simili alla visione di una stampa nelle
normali condizioni di luce o perché lavorano in ambienti molto bui. Altri, come me, preferiscono
valori più elevati (fino a 140 cd/m2) per non "castrare" troppo il monitor che, se impostato per
luminanze troppo basse, produce un bianco troppo grigiastro. Inoltre limitare troppo la luminanza
potrebbe portare a effetti collaterali sgradevoli tipo scalini nei gradienti.
Io, che sto davanti al computer troppo tempo, non ho intenzione di rovinarmi gli occhi con le
indicazioni ISO per la prestampa, cioè al "quasi buio" con un monitor calibrato sulle 80-85cd/m2, ma
mi rendo conto che è una scelta personale, quindi ognuno si regoli di conseguenza.

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Il livello del nero è appunto il livello del nero massimo (R=0, G=0, B=0), solitamente espresso come
"luminanza minima", sempre in cd/m2. Sarebbe molto bello che fosse 0, in realtà è qualcosa di più a
causa dei difetti degli LCD reali.
I monitor LCD più economici hanno difficoltà con la calibrazione in nero neutrale a causa della
mancanza di LUT hw, in questo caso è preferibile lasciare il livello del nero "nativo".
Il valore di nero nativo non è l'unica e migliore opzione per i monitor LCD; questa influenza la
neutralità dell'asse L*.
Il nero nativo consente valori di contrasto superiori, il nero neutrale consente un andamento di L* più
preciso nei livelli bassi.

4.2 Caratterizzazione

La caratterizzazione consiste nella misurazione effettiva delle prestazioni del monitor, in Argyll è
compito del comando dispread il programma visualizza una serie di colori, e lo strumento li misura. In
generale, più misurazioni vengono effettuate (quindi chart con più tacche o patch), più la successiva
fase di profilazione avrà dati su cui lavorare per produrre un buon profilo. Si tratta di una fase lunga,
in cui bisogna solo aspettare che si esaurisca il ciclo di letture delle tacche.

In Argyll in realtà le misurazioni sono due: una per ottenere i dati calibrazione da scrivere nella LUT
della scheda video, e una per ottenere effettivamente i dati per la profilazione.

4.3 Profilazione

Anche la profilazione, in Argyll è compito del comando colprof, è una fase trasparente all’utente: il
programma leggerà i dati di calibrazione e i dati di caratterizzazione e da questi magicamente produrrà
un profilo ICC. La cosa importante è impostarlo correttamente, indicando le caratteristiche del profilo
desiderate.

4.4 Verifica

Una volta creato e applicato il profilo dobbiamo verificarne la sua bontà, cioè quanto bene il profilo
descrive la nostra periferica, per farlo abbiamo due strade:

1. La verifica visiva mediante immagini di test


2. Un’ulteriore misurazione mediante strumento (in Argyll è compito del comando profcheck)

Una non esclude l'altra, anzi, sono entrambe importanti.


La verifica visiva mediante immagini di test è fondamentale, significa non avere sorprese quando si
guardano le immagini (ad esempio non avere ombre troppo o poco definite, oppure alte luci bruciate),
ne quando si "confrontano" le immagini con le stampe delle stesse.
Fidarsi solo della verifica strumentale può portare infatti ad avere un profilo con delle verifiche
strumentali perfette, costruito benissimo... ma su basi errate.
Per questo motivo il giudizio soggettivo sul profilo creato è fondamentale.

Un indice strumentale della qualità del profilo creato è il deltaE. Il dE esprime la qualità del profilo
appena generato cioè si controlla quanto bene il profilo descrive il monitor. Non si controlla la qualità
del monitor, che è un’altra cosa. Questo è un equivoco comune. Il monitor è il territorio, il profilo del
monitor è la mappa del territorio. Viene valutato quanto la mappa è accurata, non viene valutato il
territorio.
La stessa cosa vale per il monitor e il profilo del monitor. Prendiamo un monitor pessimo (gamut
molto ristretto, asse dei grigi non lineare, punto bianco nativo 4000 K, gamma nativo 2.5) e lo
profiliamo. Se il profilo descrive accuratamente questo monitor (cioè descrive accuratamente quel
gamut ridotto, quell’asse dei grigi sbilenco, quel bianco e quel gamma per strani che siano), il profilo è
ottimo ma il monitor rimane pessimo.
Il colorimetro effettua varie misure e vengono confrontate con le “previsioni” fatte dal profilo del
monitor. Idealmente, cioè se il profilo è di qualità eccezionalmente elevata, la differenza dovrebbe
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essere zero. Siccome niente a questo mondo è perfetto ci sarà sempre una differenza tra i valori
predetti dal profilo e le misurazioni reali.
Questa differenza viene misurata in deltaE 2000 (o deltaE 00) (una delle varie formule per la
differenza di colori). La media dei vari deltaE viene calcolata e presentata nel report.
È molto buona quando è minore di 1, buona quando è minore di 2, accettabile quando è minore di 3.
Con un deltaE superiore a 3 il profilo andrebbe rifatto perché non descrive sufficientemente bene la
periferica.

5. Come settare i parametri di calibrazione e profilazione


Premetto che le indicazioni che seguono sono riferite al mio attuale setup su monitor iMac 24” del
2008, un monitor CCFL piuttosto anzianotto ma ancora in grado di svolgere egregiamente il suo
lavoro anche se occorre venire a patti con alcune limitazioni, prima fra tutte la luminanza che,
negli iMac, é un problema. Il mio anche al minimo ‘spara’ 190-200 cd/m2 se avessi un Eizo imposterei
110/120cd/mq (non amo lavorare in ambienti troppo bui) ma dalle mie prove sull'iMac ho visto che
sotto i 140cd/mq il profilo genera una scarsa definizione e neutralità delle ombre. Poco male, 140 è
ancora un valore accettabile.

5.1 Prima di cominciare

 La procedura completa vi richiederà varie ore: organizzatevi, magari predisponete le misure


(durante le quali il PC non deve essere toccato) all'ora di pranzo o cena. I tempi si allungano
se ci accorgiamo di errori o se vogliamo migliorare il profilo ottenuto cambiando qualche
parametro. Io generalmente lo faccio di notte, imposto il programma e lo lancio prima di
andare a dormire… ;=)
 Pulite per bene la superficie del monitor per eliminare polvere e macchie. Usate un panno con
un prodotto corretto, non usate alcool o altri prodotti che potrebbero rovinare per sempre il
monitor.
 Accendete il PC ed il monitor almeno 1 ora prima delle misure, meglio di più per i monitor
CCFL che ci mettono molto ad andare a regime (a causa della retroilluminazione a lampade,
quella a LED è più stabile e veloce). Il mio iMac ci mette oltre 1 ora per andare a regime.
 Regolate l'illuminazione della stanza come nella condizione in cui utilizzerete più
frequentemente il monitor. L’importante è che non vi siano fonti di luce che colpiscono
direttamente il monitor.
 Anche se lo Spyder3 ha una ventosa, vi consiglio piuttosto di inclinare verso l'alto il monitor e
di appoggiare lo strumento.
 Eliminate qualsiasi immagine di sfondo, e metteteci un bel nero/grigio tinta unita. Se avete
troppe icone, eliminatele o spostate via dal centro, in cui si troverà il quadrato di misurazione.
 Disabilitate il salvaschermo (screensaver), il powersaving e qualsiasi programma che si sogni
di far comparire improvvisamente finestre (antivirus, operazioni pianificate, aggiornamenti
automatici, client per messaging, ...).
 Prima di cominciare la calibrazione, aprite il menù OSD (quello che vi serve per modificare
Luminanza, contrasto, ...) del monitor (se lo avete). Sicuramente ci sarà la possibilità di
impostare almeno Luminanza e forse il contrasto. Per quanto riguarda la temperatura di colore,
solitamente ci sono tre predisposizioni (9300 K, 6500 K, sRGB) e una modificabile (Custom
color) in cui è possibile modificare direttamente i valori dei canali RGB: quest'ultima è la
scelta ottimale, in modo da avere il controllo completo. Verificate anche se potete spostare il
menù OSD in posizione laterale, per lasciare il centro del monitor al quadrato di misurazione.
I Mac non hanno niente di tutto questo, pertanto l’unico parametro su cui si può intervenire è
il cursore della Luminanza. Non è un grosso problema come vedremo più avanti.
 Meglio cominciare da parametri resettati del monitor, ai valori di fabbrica: cercate l'apposita
voce nel menù OSD. In questo modo scartiamo tutte le regolazioni che abbiamo fatto in
precedenza.
 Per quanto riguarda il contrasto, per i monitor LCD viene consigliato spesso di lasciarlo al
valore di fabbrica, e di non aumentarlo o diminuirlo. Questo non vale per i Mac che non hanno
questa regolazione.

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 Per i monitor, come iMac o Macbook che non hanno nessuna regolazione oltre la luminanza,
la fase della calibrazione in cui il programma chiede di regolare bianco, nero, TRC tramite i
comandi OSD del monitor si può anche evitare, questi monitor hanno solo lo slide della
luminanza quindi potete al massimo regolare quella per centrarla sul valore impostato. Se,
come nel caso dell’iMac, anche il valore minimo eccede i canonici 100-140 cd/m2, non resta
che lasciarla al minimo, sarà poi il profilo che interverrà sulle Lut della scheda video per
ridurre la luminanza al valore desiderato.

5.2 Cominciamo

Aprite dispcalGUI, la schermata che vi appare se non avete attivato ‘Show advanced calibration
options’ dal menù options, è questa:

 Dal combo setting potete richiamare un setting pre impostato oppure un vostro vecchio
setting, da utilizzare come base di partenza. Nell’immagine vi sono i parametri standard per
creare un profilo a tabella.
 Collegate il colorimetro e premete per farlo riconoscere ad Argyll.
 I box white level e black level drift compensation, servono per compensare eventuali
scostamenti durante la calibrazione dovuti al riscaldamento del monitor o della sonda (se non
termicamente compensata), a questo scopo, patch di prova bianche e nere sono misurate
periodicamente, ciò aumenta il tempo complessivo necessario per le misurazioni, ma
garantisce maggior precisione. Nel caso dell’iMac che è un all in one, e quindi il monitor
tende a scaldarsi, è indispensabile.

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 Correction. Utile se esistono delle correzioni colorimetriche per il vostro monitor. Premete il
mappamondo per fare una ricerca o caricate direttamente da una cartella. Per l’iMac non ho
trovato nulla, quindi è vuoto. Qui potete trovare alcuni file di correzione, i file possono avere
estensione CCSS o CCMX:
http://dispcalgui.hoech.net/colorimetercorrections/
http://www.argyllcms.com/doc/ccmxs.html

 Interactive display adjustment se si lascia deselezionato si salta direttamente alla calibrazione


e profilatura invece di dare la possibilità di modificare i controlli OSD del monitor prima.
Normalmente è preferibile lasciarla selezionata, per essere in grado di utilizzare i comandi
OSD del monitor, in pratica si impostano luminanza e cromaticità del bianco e del nero con i
comandi del monitor (manuali e/o OSD, On Screen Display), se ci sono per avvicinarsi a
quelli di target, con una procedura guidata. Dopo aver eventualmente regolato a mano questi
parametri, si prosegue con ‘Continue on to calibration’. L’intero menù si può saltare se non ci
sono parametri da regolare manualmente sul monitor, tipo iMac (salvo la luminanza).
 White Point per impostare il punto di bianco desiderato, normalmente 6500K e reference
daylight, vedi considerazioni fatte al par. 4.1
 White level da impostare tra 100 e 140 cd/m2 - vedi considerazioni fatte al par. 4.1
 Tone cuve o Gamma, vedi considerazioni fatte al par. 4.1 nelle Note al par.7
 Calibration speed, più è lenta e più è accurata, ma, ovviamente, lunga; se state facendo delle
prove lasciatela su medium, per i profili definitivi meglio Low.
 Profile quality, come sopra, scegliete High per i vostri profili definitivi. Il tempo aumenta
insieme alla qualità del profilo finale.
 Black Point Compensation, questa opzione non ha effetto se si effettua solo la calibrazione e
la creazione di un profilo di simple curves + matrix direttamente dai dati di taratura, senza
misure aggiuntive di profilazione.
Previene efficacemente la compressione del nero quando si utilizza il profilo, ma a scapito
della precisione. In genere è meglio usare questa opzione solo con il tipo di profilo ‘curves +
matrix’.
 Profile type, qui si apre un mondo! Utilizzando un profilo a matrice e una (o più) curve
gamma (nel gergo di Argyll "independent gamma curves + matrix", nel gergo ICC
"shaper/matrix") si utilizza ua strategia che funziona decentemente solo per i monitor, dove il
comportamento è abbastanza simile ad un modello teorico molto semplificato basato appunto
su una matrice e una curva gamma per ogni canale. In pratica, una formula matematica,
neanche tanto complicata. Il profilo gamma+matrix dovrebbe essere il profilo a matrice e
TRC definita da curve esponenziali, mentre il profilo curves+matrix dovrebbe essere il profilo
a matrice a TRC definita da punti indipendenti. La seconda opzione dovrebbe essere più
precisa, al prezzo di una calibrazione più lunga. I vantaggi del profilo a matrice sono le
dimensioni del file creato (qualche kB rispetto a qualche centinaio di quelli a tabella) ed è raro
che questo tipo di profilo introduca banding o irregolarità nei gradienti, lo svantaggio è che
non funziona per periferiche "complesse" tipo le stampanti inkjet o nei monitor nelle zone
problematiche. Un profilo di questo tipo, ad esempio, pretenderebbe che un monitor pilotato
con RGB=(0,0,0) produca un nero perfetto, cosa che invece non succede mai a causa della
retroilluminazione che comunque filtra attraverso il pannello LCD (provate a spegnere ogni
luce e guardare lo schermo con sfondo completamente nero).
Utilizzando profili a tabella (nel gergo di Argyll "cLUT", nel gergo ICC "shaper/multi-
functional-table"). Il profilo contiene una tabella di conversione da numeri RGB a coordinate
colorimetriche (in realtà le tabelle sono di più, a causa dei diversi intenti di rendering). Il
problema è che per descrivere completamente il dispositivo avrei bisogno di svariate milioni
di righe (!), e ci vorrebbero anni per ottenere tutte le misure: impossibile. Purtroppo le tabelle
sono limitate a qualche migliaio di righe. Le combinazioni di numeri-coordinate non
esplicitamente indicate nella tabella sono ottenute per interpolazione (compito del motore di
gestione del colore CMM, che determina in che modo i dispositivi, i sistemi operativi e le
applicazioni comunicano per garantire che i colori restino coerenti con l'originale), uno
strumento matematico per "stimare" gli elementi mancanti. Teoricamente, più elementi ci sono
(e quindi più misure ho effettuato) meglio dovrebbe risultare il profilo, però non è detto. I

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vantaggi di questo tipo di profilo sono che riesco a descrivere periferiche "irregolari" come le
stampanti, oppure i monitor nei punti critici. Gli svantaggi: il profilo è molto grande (anche
qualche MB), e può essere più soggetto a banding nei gradienti.
L'algoritmo che dalle misure di caratterizzazione produce i profili è uno degli elementi più
importanti di un software di profilazione, perchè dalla sua "intelligenza" e dalla possibilità
per l'utente di parametrizzarlo secondo le sue esigenze, si ottiene un profilo più o meno
buono. E' anche qui che si vede la differenza tra un programma mediocre e uno di fascia alta.

Potenzialmente un profilo LUT, se basato su molte letture, è più preciso di un matrix. Un


profilo a matrice per forza di cose esemplifica la realtà della periferica.

Un profilo ICC descrive un algoritmo per convertire i colori dallo spazio usato dal dispositivo
(es. il monitor) ad un ‘profile connection space’ (PCS) di riferimento e viceversa, due possibili
PCS: XYZ o Lab
Un profilo può definire diverse mappature, secondo l'intento di rendering. Queste mappature
permettono di scegliere la corrispondenza migliore possibile del colore e la rimappatura
dell'intero campo di colore per permettere una migliore corrispondenza tra gamut differenti.
Il PCS di un profilo a tabella può essere Lab o XYZ, mentre un profilo a matrice deve per
forza usare il PCS XYZ.

Il PCS XYZ è preferibile per due motivi; primo perché un wide gamut potrebbe avere clipping
in LAB e secondo perché il PCS degli spazi teorici come AdobeRGB o ProPhoto è sempre
XYZ. In questo modo la compensazione a schermo di Photoshop, ad esempio, ha un solo
passaggio al PCS.

Un profilo a tabella può contenere tutti e 4 gli intenti previsti dallo standard ICC.
I primi due sono gli intenti colorimetrici:
1. Colorimetrico assoluto
2. Colorimetrico relativo
E poi i due intenti non colorimetrici:
3. Percettivo
4. Saturazione
Di norma un profilo matrix contiene solo il relativo, da cui il CMS, se necessario, ricava
l'assoluto. Ma non può contenere gli altri intenti perché il profilo a matrice non si adatta a
intenti non colorimetrici mentre, come già detto, un profilo a tabella li può contenere tutti.

Gli intenti non colorimetrici sono di difficile gestione, per via di alcune lacune dello standard
ICC; e si portano dietro questioni piuttosto complesse come il mapping del gamut.
Problematiche a cui il modello colore CIECAM02 tenta di dare risposte. Però diventerebbe
complesso parlarne.

Ci potrebbero essere alcuni problemi con alcuni programmi di visualizzazione/elaborazione


delle immagini utilizzando profili a tabella, ad esempio Lightroom è programmato per
compensare a monitor con intento percettivo, mentre Photoshop con intento relativo.
Se il profilo del monitor è matrix allora entrambi i programmi compensano in intento relativo,
perché in un profilo a matrice non è implementabile l'intento percettivo non colorimetrico.
Se invece il profilo è a tabella e contiene entrambi gli intenti allora Photoshop e Lightroom si
comportano in modo differente. Questo potrebbe tradursi in lievi differenze di visione
passando da un programma all’altro.
Considerate anche che, mentre PS e Lr utilizzano un proprio motore CMS (ACE), gli altri
programmi utilizzano altri CMS, (in OS-X ‘ColorSync’, in Windows 7/Vista WCS ‘Microsoft
Windows Color System’)
nota rev.3
Dopo varie prove fatte, per il mio sistema, avevo deciso di utilizzare un profilo a tabella,
precisamente XYZ LUT+matrix, ma mi creava i problemi di visualizzazione descritti sopra,
specie con Tone Curve L* anche forzandolo sul solo intento relativo (1) (clic sul piccolo
ingranaggio a destra del combo box profile type, vedi immagine sotto).
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(1)Se c'è più di un intento è possibile indicare quello di default; le opzioni alternative
sostituiscono le tabelle. In questo modo si inganna il sw.

In pratica ho scelto di fare un profilo a tabella solo con l'intento colorimetrico relativo, anche
se poteva contenerli tutti. Il risultato non è però cambiato molto, in Photoshop, se utilizzo
profili a tabella creati con L* (rispetto a gamma 2.2 e profili curves+Matrix) vedo una leggera
differenza sulle ombre, le vedo più aperte, rispetto a Lightroom, anteprima e Photmechanic,
questi ultimi 3 sono sostanzialmente identici. Questo con Mac (utilizzo Snow Leopard,
lightroom 4 e PS CS6).
Per questo, alla fine, ho deciso di utilizzare un profilo Curves+Matrix e TRC = gamma 2.2.
Nel mio caso volevo ottenere che Lr e PS lavorassero in ‘armonia’, come si può apprezzare
dall’immagine sotto (a destra PS)

Concludendo, ognuna delle due tipologie di profili ha i suoi vantaggi ma anche le sue
problematiche, il color management è un mondo difficile. Fare un buon profilo costa fatica,
conoscenza, esperienza, tentativi falliti, costanza e precisione.
Non vi resta che fare delle prove e scegliere il profilo migliore per voi, considerando anche
gli errori di dE finali e le considerazioni sopra espresse.

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 Test chart file , consente di scegliere la serie di patch o tacche colorate che il programma
utilizza nelle fasi di caratterizzazione e profilazione. Anche qui bisogna saggiamente scegliere
tra qualità e tempo, maggiore è il numero delle letture, più lunga sarà la fase. Tenete conto che
stiamo parlando di ore e non di minuti, se scegliete di utilizzare test chart molto ampie
potreste metterci anche sei sette ore… io ho scelto quella predefinita per i profili LUT con 271
tacche. Potete anche creare o importare una vostra test chart.
 Profile name, serve per comporre il nome che automaticamente verrà dato al profilo. Io ho
creato un modello abbastanza esplicativo, ad esempio

indica un profilo creato il 22/3/2015 con livello del bianco a 140 cd/m2, 6500K, gamma 2,2
profilo curves + matrix, in modalità lenta, utilizzando lo Spyder 3 e 73 tacche.

A questo punto potete partire con le fasi


successive che saranno del tutto
automatiche. Premete Calibrate & profile e
quindi, a vostra scelta, potete: andare a
mangiare fuori in collina o al lago, uscire per una lunga passeggiata con il cane, andare a lavorare
oppure, come faccio io, andare a dormire.
A secondo delle scelte fatte in precedenza il processo potrà durare da 1 ora a svariate ore (anche 7/8),
la velocità non è una prerogativa di Argyll, questo va detto e sottolineato.
Gli altri due pulsanti sono intuitivi, servono se volete solo profilare utilizzando i parametri di
calibrazione precedenti, oppure solo calibrare senza profilare.

N.B. Se avete cliccato su “Calibrate only” or “Calibrate & profile” e avete deselezionato “Interactive
display adjustment”, vi verrà presentata la finestra di regolazione display interattivo che contiene
diverse opzioni per aiutare a portare il monitor, tramite i comandi OSD, vicino ai valori di target, con
una procedura guidata. Diversamente la procedura inizia direttamente.

6. Abbiamo finito, verifichiamo il lavoro


Alla fine il programma vi mostrerà un pop up come questo:

Il dE mostrato è il ‘vecchio’ CIE 1976, con una media di 0,11, un massimo di 0,58. Il valore RMS è di
interesse perché dà più peso agli errori più grandi. La copertura del gamut restituisce un ottimo 96%
sRGB e il volume del gamut va oltre il 100%. Se spuntate Show profile information (ma potete
vederlo anche dopo) vi mostrerà subito le info sul profilo creato con i relativi grafici. Potete inoltre
decidere se installare il profilo solo per l’utente corrente o per tutti gli utenti della macchina. Su Mac
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Calibrazione e profilazione monitor con DispcalGUI e Argyll rev 3 23/03/2015

l’installazione del profilo è semplicissima, non dovete fare niente! Per gli altri sistemi operativi vi
rimando alla documentazione di dispcalGUI.
Come potete vedere il monitor dell’iMac ha una buona copertura del gamut sRGB, 96% e il profilo ha
un ottima qualità con valori di dE sotto l’unità.

Guardando le curve potreste trovarvi un risultato come questo:

Significa che le LUT della scheda video sono state usate per abbassare la luminanza dello schermo,
inevitabile nel caso di monitor molto luminosi nativamente, come l’iMac, che al minimo della
luminanza impostata spara 190 cd/m2.
L'unico inconveniente di usare le LUT in questo modo è che tagli risoluzione per definire la TRC.
Potrebbero esserci anche problemi di compressione del gamut.
Ma se è l'unica strada c'è poco da fare. L’alternativa è usare i valori nativi, ma ritrovarsi una luminanza
eccessiva per il fotoritocco.

Per la verifica strumentale potete utilizzare il programma profcheck di Argyll selezionabile dal menù
Tools di dispcalGUI “Verify calibration”.

Per ottenere un report, sempre dal menù Tools, selezionate “Measurement report” che, dopo ulteriori
letture colorimetriche, genera un report in formato html molto completo.

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Calibrazione e profilazione monitor con DispcalGUI e Argyll rev 3 23/03/2015

Questo serve ad esempio per valutare la catena (profilo ICC - scheda video e le curve di calibrazione
nella sua tabella di gamma - monitor). Selezionate un file testchart CGATS contenente i valori dei
dispositivi (RGB). I valori misurati vengono poi confrontati con i valori ottenuti alimentando Numeri
di RGB attraverso il profilo di visualizzazione (misurati vs valori previsti). Il grafico di verifica
predefinita contiene 26 patch e può essere utilizzato, ad esempio, per verificare se un monitor deve
essere ri-profilato. Io utilizzo un grafico con 325 patch, la misura è più lunga ma il risultato più
affidabile.

Esempio di un report a 26 tacche, in questo caso è un profilo ‘curves+matrix’. Ricordo che la verifica
non ci dice se il nostro monitor è ottimo o pessimo, ma solo se il profilo creato lo descrive bene:

Come si può vedere nel riquadro i valori di dE00 sono tutti molto buoni. Accanto al massimo errore di
dE è mostrato il numero e colore della patch che lo ha generato, in questo caso la #4. Per ogni tacca o
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Calibrazione e profilazione monitor con DispcalGUI e Argyll rev 3 23/03/2015

patch è possibile vedere il relativo errore di dE, molto utile per vedere quali sono gli eventuali ‘colori
problematici’:

Il report genera anche una serie di grafici utili:

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Calibrazione e profilazione monitor con DispcalGUI e Argyll rev 3 23/03/2015

E una rappresentazione del gamut

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Calibrazione e profilazione monitor con DispcalGUI e Argyll rev 3 23/03/2015

Per approfondire vi rimando al sito dispcalGUI alla voce HowTo—Common scenarios.

Dal menù ‘Tools’ è possibile con rapide letture della sonda, fare una stima piuttosto attendibile dei
valori del vostro monitor non calibrato. La voce è ‘Report on uncalibrated display device’
Questo è quello del mio iMac

Uncalibrated response:

Black level = 0.3853 cd/m^2


50% level = 48.85 cd/m^2
White level = 207.94 cd/m^2
Aprox. gamma = 2.09
Contrast ratio = 540:1
White chromaticity coordinates 0.3230, 0.3350
White Correlated Color Temperature = 5943K, DE 2K to locus = 1.9
White Correlated Daylight Temperature = 5945K, DE 2K to locus = 3.1
White Visual Color Temperature = 5891K, DE 2K to locus = 1.8
White Visual Daylight Temperature = 6034K, DE 2K to locus = 2.9
Effective LUT entry depth seems to be 10 bits

Come vedete la Luminanza, con il cursore al minimo, è di ben 207.94 cd/m2 , il gamma 2,09;
dividendo 208 per il livello di nero ottenete un rapporto di contrasto di 540:1
Infine la cromaticità del bianco è ben distante dal canonico 6500K, ma leggermente più calda, come
tutti i mac.

Allo stesso modo si può effettuare una rapida lettura del monitor calibrato tramite ‘Report on
calibrated display device’
Questi sono I valori del mio iMac dopo una rapida calibrazione impostando i seguenti valori:
2.2 di gamma, 6500K e livello del bianco impostato a 130 cd/m2

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Calibrazione e profilazione monitor con DispcalGUI e Argyll rev 3 23/03/2015

Current calibration response:

Black level = 0.3860 cd/m^2


50% level = 28.22 cd/m^2
White level = 128.69 cd/m^2
Aprox. gamma = 2.19
Contrast ratio = 333:1
White chromaticity coordinates 0.3138, 0.3300
White Correlated Color Temperature = 6437K, DE 2K to locus = 4.6
White Correlated Daylight Temperature = 6437K, DE 2K to locus = 0.1
White Visual Color Temperature = 6278K, DE 2K to locus = 4.4
White Visual Daylight Temperature = 6439K, DE 2K to locus = 0.1

Come vedete il monitor è stato riportato su binari più consoni al fotoritocco e vicinissimi al target.
Ovviamente questi sono solo test veloci per fotografare lo stato del monitor.

7. Note finali
Aggiungo alcune note e appunti su argomenti inerenti alla gestione del colore che potrebbero essere
utili alla comprensione del tutorial.

Spazio sRGB
Si noti che lo standard di qualsiasi dispositivo che non ha una gestione del colore è di fatto lo spazio
colore sRGB, il che vuol dire approssimativamente temperatura del bianco 6500°K e gamma 2.2.
Windows e tutti i gli applicativi, web compreso, senza color management assumono che abbiate un
monitor che si comporti in questo modo, e i produttori di monitor progettano i display in modo che
siano vicini a sRGB, in modo da non creare strani effetti collaterali. Anche i produttori di monitor a
gamut esteso hanno sempre delle pre impostazioni per simulare un sRGB. Lo stesso dicasi per il web e
i browser: tutto e sempre sRGB. Anche quasi tutti i minilab di stampa vogliono solamente sRGB.
Quindi, anche noi si vorrebbe essere conformi alla massa e ci uniformiamo, anche per evitare che le
foto da noi ritoccate (su monitor profilati) siano viste da altri in modo troppo diverso (su monitor non
profilati ma simil-sRGB).
Gamma
Le gamma in gioco nel sistema ICC sono tre; la prima è la gamma dello spazio colore teorico
associato al file, la seconda è la gamma di calibrazione dello schermo e la terza la gamma hardware
del pannello.
Il motore CMS esegue la conversione tra la prima e la seconda gamma.
Quando ad esempio photoshop deve compensare a monitor un AdobeRGB il CMS ACE esegue una
conversione in colorimetrico relativo cpn da una gamma 2,2 alla gamma del profilo monitor.
Gamma che non è 2,2 e nemmeno 1,8; è una curva di correzione che sommata alla gamma nativa del
monitor produce la gamma target di calibrazione.
Nel caso di AdobeRGB si applica, alla fine, una gamma decodificante uguale e contraria alla gamma
codificante.
Ma non è sempre così, ad esempio il ProPhoto ha gamma 1,8 e il RIMM ha gamma 1.
La cosa importante è che la gamma visualizzata a monitor sia quanto di più possibile vicino a L*, di
cui 2,2 rappresenta la curva esponenziale più prossima.

Il gamma ha un effetto diretto e drammatico su tutte le applicazioni che non gestiscono il colore.
Se scegliamo un gamma troppo distante dalla curva "nativa" del monitor, allora la LUT conterrà delle
correzioni molto potenti, il che corrisponde a far lavorare "male" il sistema con rischi enormi di
gradienti pieni di discontinuità. Il motivo è che purtroppo queste correzioni vivono generalmente in
una LUT a 8 bit/canale, e ogni correzione corrisponde ad un degrado, ad una perdita di informazioni.
La curva nativa del monitor è determinata in gran parte da chi l’ha progettato: poiché nessuno fa le
cose a caso, in generale tale curva è in modo approssimato qualcosa che assomiglia alla curva di sRGB
(il quale assomiglia ad una curva con un gamma 2.2), che è considerato lo standard implicito per tutto
il mondo del "non gestisco il colore" (da Word al DVD sotto al televisore al cellulare). Il tutto deriva
da ragioni storiche: i monitor a tubo catodico (CRT) avevano per loro natura fisica una curva di questo
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tipo. Gli LCD invece non avrebbero niente in comune con questa legge matematica, ma i costruttori di
questi dispositivi in un mercato allora dominato dai CRT, e hanno dovuto implementare un'elettronica
interna che simulasse la curva nativa di questi. Quindi, gamma 2.2 mi pare la scelta ovvia da
effettuare.
Altre possibilità da esplorare? il gamma di sRGB (in realtà leggermente diversa dal gamma 2.2) e con
L-star (indicato anche con "L*"), la curva dell'asse L dello spazio LAB.
Boscarol consiglia se possibile di utilizzare L*, se è nelle opzioni del programma. Se dovete utilizzare
la LUT della scheda video (come il sottoscritto), probabilmente L-star è troppo distante da gamma 2.2,
però non ho fatto prove in merito.

Ogni quanto profilare


Argyll fa penare notevolmente per quanto riguarda il tempo totale per calibrare e profilare il
monitor… siamo nell’ordine delle tre quattro ore quando va bene contro la mezz'ora scarsa registrata
con altri sw. Va ricordato però che la calibrazione può essere ritenuta valida anche più a lungo della
profilatura. Il procedimento, infatti, può essere effettuato anche ogni due/tre mesi mentre è
consigliabile profilare il monitor mensilmente.

8. Glossario

 Calibrazione = l’operazione di portare un dispositivo, come un monitor, in uno stato noto e


coerente con alcuni parametri scelti dall’operatore.
 Caratterizzazione = l’operazione di misura dei valori cromatici riprodotti da un monitor e la
loro organizzazione in una tabella.
 Profilazione = la creazione di un profilo colore in base a una caratterizzazione e per
determinati parametri di calibrazione.
 Profilo colore = è un file che contiene i dati necessari all’interpretazione corretta dei numeri
che vengono inviati a un dispositivo, ad esempio il monitor.
 CMS/CMM = Color Management System (CMS) e Color Management Module (CMM),
sono software che gestiscono I profili ICC, I programmi Adobe utilizzano ACE, OS-X
ColorSync e Windows 7 e Vista WCS Microsoft Windows Color System. Hanno il compito di
effettuare la gestione del colore, ovvero di garantire la correttezza dei numeri che lo
rappresentano sui vari dispositivi.
 Cromaticità = il colore di una sorgente luminosa, svincolato dalla luminanza.
 Luminanza = l’intensità luminosa per unità di superficie prodotta da una sorgente luminosa si
misura in cd/m2.
 TRC = (o Gamma) tone response curve, vedi http://www.boscarol.com/blog/?p=11576
la curva che descrive il comportamento della luminosità di un monitor. Può essere espressa
tramite un esponente denominato gamma, che può assumere diversi valori ma che
comunemente vale circa 2,2.
 PCS = Un profilo ICC descrive un algoritmo per convertire i colori dallo spazio usato dal
dispositivo (es. il monitor) ad un ‘profile connection space’ (PCS) di riferimento e viceversa,
due possibili PCS: XYZ o Lab
 ICC = International Color Consortium Consorzio formato nel 1993 da 8 industrie con
l’obiettivo di sviluppare e promuovere un sistema di color management che consenta
l’interoperabilità tra diversi dispositivi, applicazioni e sistemi operativi. Pubblica le specifiche
per un formato di file standard che descrive le proprietà colorimetriche di un dispositivo:
Profilo ICC. Basato sul formato dei profili ColorSync di Apple Lo standard è attualmente alla
versione 4.2.0.0 (ISO15076-1:2005), ma molti software implementano soltanto la versione 2.
 LUT = Look-Up Table, vedi http://www.boscarol.com/blog/?tag=lut
 Intento di rendering = Quando un colore cade al di fuori del gamut dello spazio colore gli
intenti di rendering ci danno dei metodi per rappresentare dei colori che altrimenti sarebbero
tagliati fuori dallo spazio colore. Dobbiamo tenere presente che il cervello umano è migliore
nel valutare i rapporti tra i colori che non il loro valore assoluto. Per cui, se il rapporto tra i
colori rimane costante, l’immagine finale sembrerà molto simile all’originale e non ci

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Calibrazione e profilazione monitor con DispcalGUI e Argyll rev 3 23/03/2015

renderemo conto di cosa si è perso. Gli intenti di rendering dicono al sistema in che modo
gestire le relazioni tra i colori. Quattro gli intenti previsti dallo standard ICC.
I primi due sono intenti colorimetrici:
1. Colorimetrico assoluto
2. Colorimetrico relativo
E poi i due intenti non colorimetrici:
3. Percettivo
4. Saturazione

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