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Sommario
1. Premessa .................................................................................................................................................. 1
2. Ringraziamenti e Links ........................................................................................................................... 2
3. Installare dispcalGUI e Argyll ................................................................................................................ 2
3.1 Locazione dei files di Configurazione Log e Storage ....................................................................... 2
4. Creazione di un profilo ICC .................................................................................................................... 2
4.1 Calibrazione ....................................................................................................................................... 2
4.2 Caratterizzazione ............................................................................................................................... 4
4.3 Profilazione........................................................................................................................................ 4
4.4 Verifica .............................................................................................................................................. 4
5. Come settare i parametri di calibrazione e profilazione .......................................................................... 5
5.1 Prima di cominciare ........................................................................................................................... 5
5.2 Cominciamo ...................................................................................................................................... 6
6. Abbiamo finito, verifichiamo il lavoro.................................................................................................. 10
7. Note finali.............................................................................................................................................. 16
8. Glossario ............................................................................................................................................... 17
1. Premessa
Argyll è un sw open source multipiattaforma a riga di comando per calibrare e profilare monitor,
liberamente scaricabile da qui http://www.argyllcms.com/
Si può utilizzare con riga di comando, ma per chi non è molto pratico è preferibile scaricare e
installare la sua GUI (interfaccia grafica utente), dispcalGUI (Open Source Display Calibration and
Characterization powered by Argyll CMS) liberamente scaricabile da qui http://dispcalgui.hoech.net/
DispcalGUI sfrutta tutta la "potenza" di Argyll, e viene aggiornato continuamente seguendo le varie
revisioni dello stesso.
E' dedicato alla sola profilazione del monitor, e quindi presenta i parametri relativi (scartando tutti i
comandi o le opzioni che hanno a che fare con altre possibilità di Argyl, come la profilazione della
stampante).
Una volta decisi i vari parametri, può eseguire il ciclo completo di calibrazione-caratterizzazione-
profilazione in modo "unattended", cioè in modo completamente automatico e senza bisogno di
intervento dell'utente.
Può creare dei report di verifica della profilazione molto professionali. Per chi sa l'inglese è
disponibile una comoda guida molto completa, complementare alla documentazione di Argyll
consultabile dal sito http://dispcalgui.hoech.net
Ogni attività del programma produce un log su disco, la finestra di log è comodamente visualizzabile.
Tutte le profilazioni restano in memoria, ed è possibile vederne i parametri iniziali (basta selezionare il
profilo nella combo box "Settings" nella schermata principale del programma.
2. Ringraziamenti e Links
Si ringraziano Mauro Boscarol, Marco e Andrea Olivotto e Photo Activity per le informazioni ricavate
dai rispettivi siti web a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.
Mauro Boscarol
Marco Olivotto
Andrea Olivotto
Photo Activity
Ringrazio inoltre gli utenti del Juza forum, Wazer (Gabriele) http://www.wazer.eu/ e Raamiel per il
loro prezioso contributo.
Ecco dove il programma salva i vari files, tutti molto piccoli (sono per lo più file di testo e html)
Configuration
Linux: /home/Your Username/.config/dispcalGUI
Mac OS X: /Users/Your Username/Library/Preferences/dispcalGUI
Windows Vista and newer: C:\Users\Your Username\AppData\Roaming\dispcalGUI
Windows XP: C:\Documents and Settings\Your Username\Application Data\dispcalGUI
Logs
Linux: /home/Your Username/.local/share/dispcalGUI/logs
Mac OS X: /Users/Your Username/Library/Logs/dispcalGUI/Users/Your Username/Library/Logs/0install
Windows Vista and newer: C:\Users\Your Username\AppData\Roaming\dispcalGUI\logs
Windows XP: C:\Documents and Settings\Your Username\Application Data\dispcalGUI\logs
Storage
Linux: /home/Your Username/.local/share/dispcalGUI/storage
Mac OS X: /Users/Your Username/Library/Application Support/dispcalGUI/storage
Windows Vista and newer: C:\Users\Your Username\AppData\Roaming\dispcalGUI\storage
Windows XP: C:\Documents and Settings\Your Username\Application Data\dispcalGUI\storage
4.1 Calibrazione
In Argyll è compito del comando dispcal, la calibrazione consiste nel portare il monitor e la scheda
video in uno stato iniziale ben definito, da cui partire per la caratterizzazione e profilazione.
Due sono i concetti base:
il monitor va impostato in modo che in alcuni suoi parametri (la temperatura del bianco e il
gamma (TRC) in particolare) sia conforme alle condizioni considerate ottimali per la visione e
il trattamento delle immagini;
allo stesso tempo, agendo sugli unici due parametri a disposizione (i controlli del monitor e la
LUT della scheda video) per avvicinarmi al massimo alle condizioni di calibrazione (il resto lo
fa la profilazione, ma meno lavoro ha da fare meglio è).
Per un monitor la calibrazione iniziale consiste nella regolazione di quattro parametri importanti:
1. il gamma o TRC
2. la temperatura del bianco
3. la luminanza massima
4. il livello del nero
Il gamma è un numero che ha a che fare con una curva. Il monitor infatti è un dispositivo che viene
"pilotato" mediante valori RGB provenienti dalla scheda video, che magicamente diventano
"luminanza" e arrivano al nostro occhio: la curva di cui si parla (in inglese viene chiamata "tonal
response curve ", TRC) è la rappresentazione grafica della relazione tra valori RGB in ingresso e
"luminanza" in uscita. Gli estremi di questa curva sono il nero RGB=(0,0,0) e il bianco
RGB=(255,255,255), ed in mezzo ci sono tutti i toni intermedi. Tale curva potrebbe essere molto
complicata, ma solitamente si fa in modo che abbia un andamento simile ad una curva
matematicamente molto semplice, di tipo elevamento a potenza, che è possibile descrivere con un
semplice numeretto: il gamma (vedi le note di approfondimento al par.7).
La temperatura del bianco è... il "colore" del bianco massimo (R=255, G=255, B=255) del monitor,
ed è espressa in Kelvin. La temperatura del bianco è decisa prima della calibrazione ed è sempre
"effettiva", cioè valida anche per le applicazioni al di fuori della gestione del colore.
Il concetto è lo stesso del bilanciamento del bianco ("white balance" in inglese, WB) delle fotocamere
digitali: più il numero è elevato, più il bianco è "freddo". Anche qui c'è una strada maestra, quella dei
6500K, seguita praticamente da tutti. Tra l'altro, 6500K, è anche la temperatura consigliata dagli
standards europei. Un'altra possibilità è 5000 K, che però produce un bianco troppo caldo per i miei
gusti, viene usata per valutare meglio la corrispondenza in stampa. Per ultimo, se avete un monitor
LCD di scarsissima qualità tipo un display di un portatile con una LUT unica per i tre canali dovete
scegliere la temperatura del bianco "nativa", cioè quella propria del monitor che evita una calibrazione
in LUT troppo estrema con fenomeni di irregolarità nei gradienti e con spiacevoli dominanti di colore.
Da quanto si legge in giro, per chi stampa la soluzione ottimale è ritoccare con un monitor calibrato a
6500K e osservare le foto con lampade con temperatura del bianco di 5000K.
La luminanza massima è la misura di quanto è luminoso il bianco massimo (che si porta dietro di
conseguenza tutti i grigi). I valori sono espressi in cd/m2 (candele per metro quadro). Purtroppo i
monitor non professionali hanno un setting di fabbrica con Luminanza attorno ai 300-400 cd/m2,
praticamente delle lampade abbronzanti. I valori consigliati sono invece dai 100 ai 140 cd/m2, quindi
durante il processo di calibrazione dovrete abbassare di molto la luminanza. Molti preferiscono valori
bassi (sui 100-120 cd/m2) perchè ritengono che siano più simili alla visione di una stampa nelle
normali condizioni di luce o perché lavorano in ambienti molto bui. Altri, come me, preferiscono
valori più elevati (fino a 140 cd/m2) per non "castrare" troppo il monitor che, se impostato per
luminanze troppo basse, produce un bianco troppo grigiastro. Inoltre limitare troppo la luminanza
potrebbe portare a effetti collaterali sgradevoli tipo scalini nei gradienti.
Io, che sto davanti al computer troppo tempo, non ho intenzione di rovinarmi gli occhi con le
indicazioni ISO per la prestampa, cioè al "quasi buio" con un monitor calibrato sulle 80-85cd/m2, ma
mi rendo conto che è una scelta personale, quindi ognuno si regoli di conseguenza.
Il livello del nero è appunto il livello del nero massimo (R=0, G=0, B=0), solitamente espresso come
"luminanza minima", sempre in cd/m2. Sarebbe molto bello che fosse 0, in realtà è qualcosa di più a
causa dei difetti degli LCD reali.
I monitor LCD più economici hanno difficoltà con la calibrazione in nero neutrale a causa della
mancanza di LUT hw, in questo caso è preferibile lasciare il livello del nero "nativo".
Il valore di nero nativo non è l'unica e migliore opzione per i monitor LCD; questa influenza la
neutralità dell'asse L*.
Il nero nativo consente valori di contrasto superiori, il nero neutrale consente un andamento di L* più
preciso nei livelli bassi.
4.2 Caratterizzazione
La caratterizzazione consiste nella misurazione effettiva delle prestazioni del monitor, in Argyll è
compito del comando dispread il programma visualizza una serie di colori, e lo strumento li misura. In
generale, più misurazioni vengono effettuate (quindi chart con più tacche o patch), più la successiva
fase di profilazione avrà dati su cui lavorare per produrre un buon profilo. Si tratta di una fase lunga,
in cui bisogna solo aspettare che si esaurisca il ciclo di letture delle tacche.
In Argyll in realtà le misurazioni sono due: una per ottenere i dati calibrazione da scrivere nella LUT
della scheda video, e una per ottenere effettivamente i dati per la profilazione.
4.3 Profilazione
Anche la profilazione, in Argyll è compito del comando colprof, è una fase trasparente all’utente: il
programma leggerà i dati di calibrazione e i dati di caratterizzazione e da questi magicamente produrrà
un profilo ICC. La cosa importante è impostarlo correttamente, indicando le caratteristiche del profilo
desiderate.
4.4 Verifica
Una volta creato e applicato il profilo dobbiamo verificarne la sua bontà, cioè quanto bene il profilo
descrive la nostra periferica, per farlo abbiamo due strade:
Un indice strumentale della qualità del profilo creato è il deltaE. Il dE esprime la qualità del profilo
appena generato cioè si controlla quanto bene il profilo descrive il monitor. Non si controlla la qualità
del monitor, che è un’altra cosa. Questo è un equivoco comune. Il monitor è il territorio, il profilo del
monitor è la mappa del territorio. Viene valutato quanto la mappa è accurata, non viene valutato il
territorio.
La stessa cosa vale per il monitor e il profilo del monitor. Prendiamo un monitor pessimo (gamut
molto ristretto, asse dei grigi non lineare, punto bianco nativo 4000 K, gamma nativo 2.5) e lo
profiliamo. Se il profilo descrive accuratamente questo monitor (cioè descrive accuratamente quel
gamut ridotto, quell’asse dei grigi sbilenco, quel bianco e quel gamma per strani che siano), il profilo è
ottimo ma il monitor rimane pessimo.
Il colorimetro effettua varie misure e vengono confrontate con le “previsioni” fatte dal profilo del
monitor. Idealmente, cioè se il profilo è di qualità eccezionalmente elevata, la differenza dovrebbe
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Calibrazione e profilazione monitor con DispcalGUI e Argyll rev 3 23/03/2015
essere zero. Siccome niente a questo mondo è perfetto ci sarà sempre una differenza tra i valori
predetti dal profilo e le misurazioni reali.
Questa differenza viene misurata in deltaE 2000 (o deltaE 00) (una delle varie formule per la
differenza di colori). La media dei vari deltaE viene calcolata e presentata nel report.
È molto buona quando è minore di 1, buona quando è minore di 2, accettabile quando è minore di 3.
Con un deltaE superiore a 3 il profilo andrebbe rifatto perché non descrive sufficientemente bene la
periferica.
Per i monitor, come iMac o Macbook che non hanno nessuna regolazione oltre la luminanza,
la fase della calibrazione in cui il programma chiede di regolare bianco, nero, TRC tramite i
comandi OSD del monitor si può anche evitare, questi monitor hanno solo lo slide della
luminanza quindi potete al massimo regolare quella per centrarla sul valore impostato. Se,
come nel caso dell’iMac, anche il valore minimo eccede i canonici 100-140 cd/m2, non resta
che lasciarla al minimo, sarà poi il profilo che interverrà sulle Lut della scheda video per
ridurre la luminanza al valore desiderato.
5.2 Cominciamo
Aprite dispcalGUI, la schermata che vi appare se non avete attivato ‘Show advanced calibration
options’ dal menù options, è questa:
Dal combo setting potete richiamare un setting pre impostato oppure un vostro vecchio
setting, da utilizzare come base di partenza. Nell’immagine vi sono i parametri standard per
creare un profilo a tabella.
Collegate il colorimetro e premete per farlo riconoscere ad Argyll.
I box white level e black level drift compensation, servono per compensare eventuali
scostamenti durante la calibrazione dovuti al riscaldamento del monitor o della sonda (se non
termicamente compensata), a questo scopo, patch di prova bianche e nere sono misurate
periodicamente, ciò aumenta il tempo complessivo necessario per le misurazioni, ma
garantisce maggior precisione. Nel caso dell’iMac che è un all in one, e quindi il monitor
tende a scaldarsi, è indispensabile.
Correction. Utile se esistono delle correzioni colorimetriche per il vostro monitor. Premete il
mappamondo per fare una ricerca o caricate direttamente da una cartella. Per l’iMac non ho
trovato nulla, quindi è vuoto. Qui potete trovare alcuni file di correzione, i file possono avere
estensione CCSS o CCMX:
http://dispcalgui.hoech.net/colorimetercorrections/
http://www.argyllcms.com/doc/ccmxs.html
vantaggi di questo tipo di profilo sono che riesco a descrivere periferiche "irregolari" come le
stampanti, oppure i monitor nei punti critici. Gli svantaggi: il profilo è molto grande (anche
qualche MB), e può essere più soggetto a banding nei gradienti.
L'algoritmo che dalle misure di caratterizzazione produce i profili è uno degli elementi più
importanti di un software di profilazione, perchè dalla sua "intelligenza" e dalla possibilità
per l'utente di parametrizzarlo secondo le sue esigenze, si ottiene un profilo più o meno
buono. E' anche qui che si vede la differenza tra un programma mediocre e uno di fascia alta.
Un profilo ICC descrive un algoritmo per convertire i colori dallo spazio usato dal dispositivo
(es. il monitor) ad un ‘profile connection space’ (PCS) di riferimento e viceversa, due possibili
PCS: XYZ o Lab
Un profilo può definire diverse mappature, secondo l'intento di rendering. Queste mappature
permettono di scegliere la corrispondenza migliore possibile del colore e la rimappatura
dell'intero campo di colore per permettere una migliore corrispondenza tra gamut differenti.
Il PCS di un profilo a tabella può essere Lab o XYZ, mentre un profilo a matrice deve per
forza usare il PCS XYZ.
Il PCS XYZ è preferibile per due motivi; primo perché un wide gamut potrebbe avere clipping
in LAB e secondo perché il PCS degli spazi teorici come AdobeRGB o ProPhoto è sempre
XYZ. In questo modo la compensazione a schermo di Photoshop, ad esempio, ha un solo
passaggio al PCS.
Un profilo a tabella può contenere tutti e 4 gli intenti previsti dallo standard ICC.
I primi due sono gli intenti colorimetrici:
1. Colorimetrico assoluto
2. Colorimetrico relativo
E poi i due intenti non colorimetrici:
3. Percettivo
4. Saturazione
Di norma un profilo matrix contiene solo il relativo, da cui il CMS, se necessario, ricava
l'assoluto. Ma non può contenere gli altri intenti perché il profilo a matrice non si adatta a
intenti non colorimetrici mentre, come già detto, un profilo a tabella li può contenere tutti.
Gli intenti non colorimetrici sono di difficile gestione, per via di alcune lacune dello standard
ICC; e si portano dietro questioni piuttosto complesse come il mapping del gamut.
Problematiche a cui il modello colore CIECAM02 tenta di dare risposte. Però diventerebbe
complesso parlarne.
(1)Se c'è più di un intento è possibile indicare quello di default; le opzioni alternative
sostituiscono le tabelle. In questo modo si inganna il sw.
In pratica ho scelto di fare un profilo a tabella solo con l'intento colorimetrico relativo, anche
se poteva contenerli tutti. Il risultato non è però cambiato molto, in Photoshop, se utilizzo
profili a tabella creati con L* (rispetto a gamma 2.2 e profili curves+Matrix) vedo una leggera
differenza sulle ombre, le vedo più aperte, rispetto a Lightroom, anteprima e Photmechanic,
questi ultimi 3 sono sostanzialmente identici. Questo con Mac (utilizzo Snow Leopard,
lightroom 4 e PS CS6).
Per questo, alla fine, ho deciso di utilizzare un profilo Curves+Matrix e TRC = gamma 2.2.
Nel mio caso volevo ottenere che Lr e PS lavorassero in ‘armonia’, come si può apprezzare
dall’immagine sotto (a destra PS)
Concludendo, ognuna delle due tipologie di profili ha i suoi vantaggi ma anche le sue
problematiche, il color management è un mondo difficile. Fare un buon profilo costa fatica,
conoscenza, esperienza, tentativi falliti, costanza e precisione.
Non vi resta che fare delle prove e scegliere il profilo migliore per voi, considerando anche
gli errori di dE finali e le considerazioni sopra espresse.
Test chart file , consente di scegliere la serie di patch o tacche colorate che il programma
utilizza nelle fasi di caratterizzazione e profilazione. Anche qui bisogna saggiamente scegliere
tra qualità e tempo, maggiore è il numero delle letture, più lunga sarà la fase. Tenete conto che
stiamo parlando di ore e non di minuti, se scegliete di utilizzare test chart molto ampie
potreste metterci anche sei sette ore… io ho scelto quella predefinita per i profili LUT con 271
tacche. Potete anche creare o importare una vostra test chart.
Profile name, serve per comporre il nome che automaticamente verrà dato al profilo. Io ho
creato un modello abbastanza esplicativo, ad esempio
indica un profilo creato il 22/3/2015 con livello del bianco a 140 cd/m2, 6500K, gamma 2,2
profilo curves + matrix, in modalità lenta, utilizzando lo Spyder 3 e 73 tacche.
N.B. Se avete cliccato su “Calibrate only” or “Calibrate & profile” e avete deselezionato “Interactive
display adjustment”, vi verrà presentata la finestra di regolazione display interattivo che contiene
diverse opzioni per aiutare a portare il monitor, tramite i comandi OSD, vicino ai valori di target, con
una procedura guidata. Diversamente la procedura inizia direttamente.
Il dE mostrato è il ‘vecchio’ CIE 1976, con una media di 0,11, un massimo di 0,58. Il valore RMS è di
interesse perché dà più peso agli errori più grandi. La copertura del gamut restituisce un ottimo 96%
sRGB e il volume del gamut va oltre il 100%. Se spuntate Show profile information (ma potete
vederlo anche dopo) vi mostrerà subito le info sul profilo creato con i relativi grafici. Potete inoltre
decidere se installare il profilo solo per l’utente corrente o per tutti gli utenti della macchina. Su Mac
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Calibrazione e profilazione monitor con DispcalGUI e Argyll rev 3 23/03/2015
l’installazione del profilo è semplicissima, non dovete fare niente! Per gli altri sistemi operativi vi
rimando alla documentazione di dispcalGUI.
Come potete vedere il monitor dell’iMac ha una buona copertura del gamut sRGB, 96% e il profilo ha
un ottima qualità con valori di dE sotto l’unità.
Significa che le LUT della scheda video sono state usate per abbassare la luminanza dello schermo,
inevitabile nel caso di monitor molto luminosi nativamente, come l’iMac, che al minimo della
luminanza impostata spara 190 cd/m2.
L'unico inconveniente di usare le LUT in questo modo è che tagli risoluzione per definire la TRC.
Potrebbero esserci anche problemi di compressione del gamut.
Ma se è l'unica strada c'è poco da fare. L’alternativa è usare i valori nativi, ma ritrovarsi una luminanza
eccessiva per il fotoritocco.
Per la verifica strumentale potete utilizzare il programma profcheck di Argyll selezionabile dal menù
Tools di dispcalGUI “Verify calibration”.
Per ottenere un report, sempre dal menù Tools, selezionate “Measurement report” che, dopo ulteriori
letture colorimetriche, genera un report in formato html molto completo.
Questo serve ad esempio per valutare la catena (profilo ICC - scheda video e le curve di calibrazione
nella sua tabella di gamma - monitor). Selezionate un file testchart CGATS contenente i valori dei
dispositivi (RGB). I valori misurati vengono poi confrontati con i valori ottenuti alimentando Numeri
di RGB attraverso il profilo di visualizzazione (misurati vs valori previsti). Il grafico di verifica
predefinita contiene 26 patch e può essere utilizzato, ad esempio, per verificare se un monitor deve
essere ri-profilato. Io utilizzo un grafico con 325 patch, la misura è più lunga ma il risultato più
affidabile.
Esempio di un report a 26 tacche, in questo caso è un profilo ‘curves+matrix’. Ricordo che la verifica
non ci dice se il nostro monitor è ottimo o pessimo, ma solo se il profilo creato lo descrive bene:
Come si può vedere nel riquadro i valori di dE00 sono tutti molto buoni. Accanto al massimo errore di
dE è mostrato il numero e colore della patch che lo ha generato, in questo caso la #4. Per ogni tacca o
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Calibrazione e profilazione monitor con DispcalGUI e Argyll rev 3 23/03/2015
patch è possibile vedere il relativo errore di dE, molto utile per vedere quali sono gli eventuali ‘colori
problematici’:
Dal menù ‘Tools’ è possibile con rapide letture della sonda, fare una stima piuttosto attendibile dei
valori del vostro monitor non calibrato. La voce è ‘Report on uncalibrated display device’
Questo è quello del mio iMac
Uncalibrated response:
Come vedete la Luminanza, con il cursore al minimo, è di ben 207.94 cd/m2 , il gamma 2,09;
dividendo 208 per il livello di nero ottenete un rapporto di contrasto di 540:1
Infine la cromaticità del bianco è ben distante dal canonico 6500K, ma leggermente più calda, come
tutti i mac.
Allo stesso modo si può effettuare una rapida lettura del monitor calibrato tramite ‘Report on
calibrated display device’
Questi sono I valori del mio iMac dopo una rapida calibrazione impostando i seguenti valori:
2.2 di gamma, 6500K e livello del bianco impostato a 130 cd/m2
Come vedete il monitor è stato riportato su binari più consoni al fotoritocco e vicinissimi al target.
Ovviamente questi sono solo test veloci per fotografare lo stato del monitor.
7. Note finali
Aggiungo alcune note e appunti su argomenti inerenti alla gestione del colore che potrebbero essere
utili alla comprensione del tutorial.
Spazio sRGB
Si noti che lo standard di qualsiasi dispositivo che non ha una gestione del colore è di fatto lo spazio
colore sRGB, il che vuol dire approssimativamente temperatura del bianco 6500°K e gamma 2.2.
Windows e tutti i gli applicativi, web compreso, senza color management assumono che abbiate un
monitor che si comporti in questo modo, e i produttori di monitor progettano i display in modo che
siano vicini a sRGB, in modo da non creare strani effetti collaterali. Anche i produttori di monitor a
gamut esteso hanno sempre delle pre impostazioni per simulare un sRGB. Lo stesso dicasi per il web e
i browser: tutto e sempre sRGB. Anche quasi tutti i minilab di stampa vogliono solamente sRGB.
Quindi, anche noi si vorrebbe essere conformi alla massa e ci uniformiamo, anche per evitare che le
foto da noi ritoccate (su monitor profilati) siano viste da altri in modo troppo diverso (su monitor non
profilati ma simil-sRGB).
Gamma
Le gamma in gioco nel sistema ICC sono tre; la prima è la gamma dello spazio colore teorico
associato al file, la seconda è la gamma di calibrazione dello schermo e la terza la gamma hardware
del pannello.
Il motore CMS esegue la conversione tra la prima e la seconda gamma.
Quando ad esempio photoshop deve compensare a monitor un AdobeRGB il CMS ACE esegue una
conversione in colorimetrico relativo cpn da una gamma 2,2 alla gamma del profilo monitor.
Gamma che non è 2,2 e nemmeno 1,8; è una curva di correzione che sommata alla gamma nativa del
monitor produce la gamma target di calibrazione.
Nel caso di AdobeRGB si applica, alla fine, una gamma decodificante uguale e contraria alla gamma
codificante.
Ma non è sempre così, ad esempio il ProPhoto ha gamma 1,8 e il RIMM ha gamma 1.
La cosa importante è che la gamma visualizzata a monitor sia quanto di più possibile vicino a L*, di
cui 2,2 rappresenta la curva esponenziale più prossima.
Il gamma ha un effetto diretto e drammatico su tutte le applicazioni che non gestiscono il colore.
Se scegliamo un gamma troppo distante dalla curva "nativa" del monitor, allora la LUT conterrà delle
correzioni molto potenti, il che corrisponde a far lavorare "male" il sistema con rischi enormi di
gradienti pieni di discontinuità. Il motivo è che purtroppo queste correzioni vivono generalmente in
una LUT a 8 bit/canale, e ogni correzione corrisponde ad un degrado, ad una perdita di informazioni.
La curva nativa del monitor è determinata in gran parte da chi l’ha progettato: poiché nessuno fa le
cose a caso, in generale tale curva è in modo approssimato qualcosa che assomiglia alla curva di sRGB
(il quale assomiglia ad una curva con un gamma 2.2), che è considerato lo standard implicito per tutto
il mondo del "non gestisco il colore" (da Word al DVD sotto al televisore al cellulare). Il tutto deriva
da ragioni storiche: i monitor a tubo catodico (CRT) avevano per loro natura fisica una curva di questo
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Calibrazione e profilazione monitor con DispcalGUI e Argyll rev 3 23/03/2015
tipo. Gli LCD invece non avrebbero niente in comune con questa legge matematica, ma i costruttori di
questi dispositivi in un mercato allora dominato dai CRT, e hanno dovuto implementare un'elettronica
interna che simulasse la curva nativa di questi. Quindi, gamma 2.2 mi pare la scelta ovvia da
effettuare.
Altre possibilità da esplorare? il gamma di sRGB (in realtà leggermente diversa dal gamma 2.2) e con
L-star (indicato anche con "L*"), la curva dell'asse L dello spazio LAB.
Boscarol consiglia se possibile di utilizzare L*, se è nelle opzioni del programma. Se dovete utilizzare
la LUT della scheda video (come il sottoscritto), probabilmente L-star è troppo distante da gamma 2.2,
però non ho fatto prove in merito.
8. Glossario
renderemo conto di cosa si è perso. Gli intenti di rendering dicono al sistema in che modo
gestire le relazioni tra i colori. Quattro gli intenti previsti dallo standard ICC.
I primi due sono intenti colorimetrici:
1. Colorimetrico assoluto
2. Colorimetrico relativo
E poi i due intenti non colorimetrici:
3. Percettivo
4. Saturazione