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Prof. Monica Riva - Prof.

Alberto Guadagnini
Dipartimento di Ingegneria Idraulica, Ambientale e del Rilevamento (DIIAR)
Politecnico di Milano, Piazza Leonardo da Vinci, 32, 20133 Milano- Italy

Strato limite
Portanza e Resistenza Idro-dinamica
Indice argomenti trattati nel corso di Meccanica dei Fluidi
Corso di Laurea in Ingegneria Energetica e Meccanica
- Facoltà di Milano Bovisa

N.B.: Questo indice NON è esaustivo e NON sostituisce il libro di testo


Le immagini riportate sono estratte in parte dai seguenti riferimenti:
Munson, B.R., Young, D.F. and T.H. Okiishi, Fundamentals of Fluid Mechanics, Third Edition, John Wiley and Sons, Inc.,
1998.
Cengel YA, Cimbala JM, Fluid Machanics, McGraw-Hill International Edition.

SI RICORDA CHE IL MATERIALE DIDATTICO FORNITO E' PER USO PERSONALE DEGLI STUDENTI.
NON E' CONSENTITO L'IMPIEGO DI DETTO MATERIALE A FINI DI LUCRO
E' ASSOLUTAMENTE VIETATO UTILIZZARE DATI, INFORMAZIONI ED IMMAGINI
SENZA AGGIUNGERE LA FONTE

FLUSSO ATTORNO A CORPI IMMERSI - INTRODUZIONE

• Forze e i momenti fluido-dinamici entrano in gioco nel caso di corpi e


veicoli in movimento o nel caso di campi di moto intorno ad essi.

• Alcuni esempi sono:


- veivoli: la stabilità e il controllo sono direttamente collegati con le forze
e i momenti aerodinamici
- automobili: il risparmio di carburante, la velocità, l'accelerazione,
l’aderenza sono direttamente collegati alle forze ed ai momenti
idrodinamici.
- progettazione edifici
- imbarcazioni (due fluidi: aria e acqua)
- sottomarini
- turbomacchine
-...

1
FLUSSO ATTORNO A CORPI IMMERSI - INTRODUZIONE
Moti Esterni. L’oggetto è completamente circondato dal fluido.
Moti Interni. L’oggetto circonda completamente il fluido.
Es. Moti nelle condotte in cui l’intero campo di moto è condizionato dalla
presenza della condotta.

Scopo: Analizzare il campo di flusso attorno diversi oggetti. Determinare le


forze agenti su oggetti circondati da fluidi in moto

Approcci di studio:
Modelli numerici.
Modelli sperimentali: galleria del vento,…

CARATTERISTICHE GENERALI DI FLUSSI ESTERNI


• Un corpo immerso in fluido in moto è soggetto ad un sistema di forze (interazione
tra oggetto e fluido)
• È solitamente più comodo utilizzare un sistema di riferimento solidale con il corpo
in movimento e trattare il problema come fluido che fluisce attorno ad un corpo in
quiete con velocità U (sistema di riferimento solidale con il corpo, es. galleria del
vento).
• In prossimità dell’oggetto la velocità è sempre non uniforme (aderenza) e puo’
essere non stazionaria (zone di scia)
• La struttura di un flusso esterno e la facilità con cui questo può essere descritto ed
analizzato dipende spesso dalla natura del corpo immerso ⇒ corpi
affusolati / tozzi.

(a) campo di moto 2-D; (b) assialsimmetrico; (c) 3-D

2
LIFT (PORTANZA) E DRAG (RESISTENZA FLUIDO-DINAMICA)

Le forze fluido-dinamiche sono dovute alle forze di normali e tangenziali che


agiscono sulla superficie del corpo.

sforzi di pressione

Effetti integrali degli sforzi:


DRAG (D) forza risultante nella
direzione della velocità U
sforzi tangenziali LIFT (L) forza risultante in direzione
normale alla velocità U
Caso 3-D forza normale al piano che
contiene D e L
Forze risultanti

Componenti lungo (x, y) della forza sull’elemento di superficie dA:

y p dA
τ dA dFx = (p dA) cos ϑ + (τ dA) sin ϑ
U dA

ϑ x dFy = −(p dA) sin ϑ + (τ dA) cos ϑ

Componenti della forza totale lungo (x, y)

D = ∫ dFx = ∫ p cos ϑ dA + ∫ τ sin ϑ dA L = ∫ dFy = −∫ p sin ϑ dA + ∫ τ cos ϑ dA

Per eseguire l’integrazione è necessario


i. Forma (geometria) del corpo (ϑ(x, y) lungo la superficie)
ii. Distribuzione di τ e p lungo la superficie di contorno

 La pressione può essere misurata abbastanza facilmente (celle di pressione lungo


la superficie del corpo)
• Misure di sforzi tangenziali τ sono di più complessa esecuzione (derivate da
misure di velocità)

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ESEMPI
1) LASTRA PIANA PARALLELA ALLA DIREZIONE DEL FLUSSO DI MONTE
y p = p(x) = 0 Caso limite di corpo
Lift = − ∫ p dA + ∫ p dA = 0
Asup Ainf affusolato: Drag dovuto
unicamente alla
Drag = ∫ τ dA + ∫ τ dA = 2 ∫ τ dA
U
Asup Ainf Asup
distribuzione degli stati
p=0 di sforzo tangenziali
x
(Drag di attrito)

2) LASTRA PIANA NORMALE ALLA DIREZIONE DEL FLUSSO DI MONTE


2
y
 y 
p = a 1 −  Caso limite di corpo
 b 
p=−c Lift = ∫ τ dA − ∫ τ dA = 0 tozzo:
U A front Drag dovuto unicamente
Aback
x alla distribuzione della
p=0
τ(y) = −τ(−y) Drag = ∫ p dA − ∫ p dA pressione (Drag di
A front Aback pressione)

Attualmente, informazioni dettagliate riguardanti azioni tangenziali sono disponibili


soltanto per situazioni semplici
Alternativa: determinazione delle forze di Lift e Drag mediante (a) prove di
laboratorio, (b) analisi semplificate, (c) metodi numerici.

CARATTERISTICHE DEL CAMPO DI MOTO ATTORNO


AD UN OGGETTO (FLUIDO REALE)

E’ una funzione della


- forma dell’oggetto (lamina, sfera, cilindro, forme complesse), dimensione e
caratteristiche
- Caratteristiche cinematiche
- Caratteristiche del fluido Definizione di Strato Limite
- Gravità Ludwing Prandtl (1875 – 1953).
- Posizione Regione prossima alla superficie del corpo
- Tempo all’interno della quale gli effetti viscosi e le
rotazioni sono importanti. All’esterno, il fluido si
Es. spessore di strato limite comporta essenzialmente come ideale e/
irrotazionale. Ovviamente, la viscosità è sempre
( )

δ = f α , l , r,U , ρ , µ ,ε ,g ,t, x la stessa, ma all’interno dello strato limite vi sono
alti gradienti di velocità ⇒ importanza relativa di
Terna di sforzi tangenziali viscosi nelle due regioni
riferimento
( l , ρ ,U ) (interna ed esterna allo strato limite).

δ  r x

= f  α , , Re,Ma,St,Fr,  Reynolds tipici per flussi
l  l l esterni: 10 < Re < 109

4
Analogamente si definiscono dei Coefficienti di Lift e Drag adimensionali

D  r 
CD =
1 = f1  α , , Re,Ma,St,Fr  Coefficiente di Drag
ρU 2 A  l 
2

L  r 
CL =
1 = f 2  α , , Re,Ma,St,Fr  Coefficiente di Lift
ρU 2 A  l 
2

A è un’area caratteristica dell’oggetto, tipicamente


l’area frontale (area proiettata lungo un piano perpendicolare alla direzione
del flusso, corpi tozzi)
pianta (area proiettata lungo un piano parallelo alla direzione del flusso- corpi
affusolati)

N.B.:
è importante definire quale area si utilizza nella definizione di CD e CL

Si distinguono:

DRAG DI ATTRITO Df
È quella quota parte del drag legata agli sforzi tangenziali, τ, sulla superficie del corpo (τ
sin ϑ). Dipende dalla distribuzione delle τ e dalla forma del corpo.
Coefficiente di Drag di attrito:
Df
CD f =
1
ρU 2 A
2
Il Drag di attrito è nullo per una lamina piana normale alla direzione del flusso e massimo
per una lamina piana parallela alla direzione del flusso.
Il Drag di attrito dipende fortemente dalla viscosità del fluido (i.e., è elevato per bassi Re)

Drag di attrito

5
DRAG DI PRESSIONE O DI FORMA Dp
È quella quotaparte del drag legata alla distribuzione delle pressioni p sulla superficie del
corpo. Dipende fortemente dalla forma del corpo.
Flussi irrotazionali: CDp ≡ 0 su ogni corpo (simmetrico o non, vd in seguito) in campo di
moto stazionario. Dp
CD p =
1
ρU 2 A
2
E’ dominante per elevati Re e corpi tozzi (quando avviene la separazione del flusso)

Drag di pressione

Coefficiente di Drag totale

CD = CD f + CD p
Drag di attrito e di pressione

STRATO LIMITE: CORPO AFFUSOLATO (ES. LAMINA)


Re basso: importanti effetti viscosi in tutte le direzioni

Aumento Re: diminuisce l’importanza degli effetti viscosi in tutte le direzioni eccetto
a valle dell’oggetto

6
Alti Re: fenomeno governato da effetti inerziali, gli effetti viscosi sono trascurabili
dovunque eccetto in una regione molto vicina all’oggetto e nella zona di scia.
Esite un sottile strato limite (boundary layer) di spessore δ = δ(x) in prossimità
dell’oggetto in cui la velocità passa dal valore nullo (in prossimità dell’oggetto) a U.
Lo spessore δ aumenta lungo la direzione del flusso.
Il flusso all’interno dello strato limite può essere laminare o turbolento (vd in seguito).

In questa condizione valgono le eq. di strato limite

N.B.: Il bordo dello strato limite non è una linea di corrente

STRATO LIMITE: CORPO TOZZO (ES. CILINDRO)

Re bassi (< 1) : stesse considerazioni viste in precenza per i corpo affusolati. Gli
effetti viscosi si sentono per distanze >> D.
Es: moti di corpi in fluidi ad elevata viscosità,
moti di corpi di piccole dimensioni (particelle
di inquinanti). Le linee di corrente sono
simmetriche rispetto al centro del cilindro
(flusso di Stokes)

Aumento Re: diminuisce l’importanza degli effetti viscosi in tutte le direzioni eccetto a
valle dell’oggetto. Il flusso perde la sua simmetria. Per effetto dei termini inerziali si forma
una zona di separazione (l’inerzia del fluido è tale da non poter seguire la curvatura
dell’oggetto) Separazione: Generalmente avviene quando
l’oggetto è di forma tozza (ad esempio, una
sfera, un cilindro, …). All’aumentare di Re gli
effetti inerziali diventano sempre più importanti
e in qualche localizzazione sul corpo (posizione
della separazione) l’inerzia del fluido è tale che
questo non riesce più a seguire la superficie
curva del solido nella regione posteriore. Il
risultato è una regione di scia, a valle
dell’oggetto, in cui si ha flusso sia verso valle
che verso monte.

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Alti Re: l’area affetta dagli sforzi viscosi è spinta a valle e coinvolge solo una
piccola regione (δ << D) a monte dell’ostacolo. A valle dell’oggetto si forma una
zona di scia irregolare.

I gradienti di velocità all’interno dello strato limite e delle zone di scia sono molto
piu’ elevati di quelli nelle zone rimanenti. Poiché gli effetti viscosi dipendono dal
gradiente di velocità ne consegue che tali effetti sono confinati nello strato limite e
nella zona di scia.
In generale, maggiore è Re, minore è l’ampiezza della regione in cui gli effetti
viscosi sono importanti (strato limite).

Strato Limite su Lastra Piana Infinita


in Flusso Uniforme – Struttura del campo di moto

Spessore dello strato limite: δ = y per cui u = 0.99 U

Rex: ρU x / µ No. di Reynolds della piastra

Per comprendere meglio la struttura del campo di moto nello strato limite, consideriamo la
deformazione di una particella che vi entra
a. All’esterno, una particella rettangolare rimane tale (fluido ideale irrotazionale)
b. Non appena entra nello strato limite, la particella iniza a deformarsi a causa dei gradienti
di velocità (la velocità in alto è maggiore della velocità in basso)
c. Dopo una certa distanza dall’inizio della lastra, lo strato limite diviene turbolento e la
particella iniza a subire distorsioni.(Moto 3D)
La forma dello strato limite puo’ essere ottenuta sperimentalmente

8
Lo spessore di strato limite non coincide con una linea di corrente (le linee di corrente
intersecano lo strato limite).

Transizione tra flusso laminare e turbolento all’interno dello strato limite avviene per Re ≈
105 − 3×106 (per lamina liscia, in realtà dipende dalla scabrezza della lamina).

Il numero di Reynolds critico viene solitamente preso pari a Rexcr ≈ 5×105

Equazione integrale dei flussi di quantità di moto


(Strato limite su lastra piana)
y Linea di corrente U Pressione costante in
U
tutto il campo di moto.
h δ(x) u
x
(1) τ(x) (2)

Obiettivo: determinazione della forza di Drag causata dagli sforzi tangenziali


sul corpo
l
D = ∫ τ dA = b ∫ τ dx b = larghezza
( A) 0

La forza netta causata dalla distribuzione uniforme di pressione non contribuisce


al drag (Drag di attrito)
Metodo:
i. Integrazione diretta equazioni differenziali (di strato limite) del moto
(Soluzione di Blasius)
ii. Approccio integrale

9
y
π3

M1 M2
h δ(x)
π1 π2
D x
L
L
D

Equazione di equilibrio globale dinamico in direzione x

M1 + π1 + π 3x = D + M 2 + π 2

D = M1 − M 2 + π1 + π 3x − π 2 = M1 − M 2

Nel passaggio dalla sezione 1 alla sezione 2 varia (diminuisce) il flusso di


quantità di moto ed insorge un drag, D.
δ
D = ρU 2bh − ρb ∫ u 2 dy
0 δ
h è incognito, ma, per conservazione della massa deve essere Uh = ∫ u dy
0

Si ottiene quindi il drag in termini di deficit del flusso di quantità di moto attraverso la
superficie di uscita del volume di controllo
δ
D = ρb ∫ u (U − u ) dy
0

2
δu  u
D = ρ bU ∫  1 −  dy
0U  U
↑x⇒↑δ⇒ ↑D⇒ ↓M
Il fenomeno è opposto a quanto avviene all’interno delle condotte a sezione costante in cui M è
costante e l’azione di trascinamento nasce per una diminuzione del termine di pressione.
Fluido non-viscoso ⇒ D ≡ 0 (perchè u = U; anche consistente con il fatto che τ = 0 quando
µ = 0)
Si definisce:
δ u  u
Θ=∫ 1 − U  dy
0U

Temine che dipende esclusivamente dal profilo di velocità all’interno dello strato limite,
dalla velocità U e dall’estensione δ dello strato limite (viene anche detto spessore della
quantità di moto)
D = ρ b U2 Θ
(valida sia per moto laminare che turbolento)

10
D = ρ b U2 Θ

Differenziando rispetto ad x si ottiene la distribuzione di τ

dD dΘ
= ρbU 2
dx dx
l
D = b ∫ τ dx dD
dD = bτ dx = bτ
0 dx


τ = ρU 2
dx
La conoscenza del profilo di velocità (e quindi dello spessore della quantità di
moto) nello strato limite consente di risalire alla distribuzione di τ(x)

Esempio y
u=U per y > δ Profilo di velocità
δ lineare nello strato
limite
u=Uy/δ per 0 ≤ y ≤ δ

δ δ δ
u  u y  y  y2 y3  δ
Θ=∫ 1 −  dy = ∫ 1 −  dy =  − 2  =
0
U  U  0
δ  δ   2δ 3δ o 6

d Θ ρU 2 dδ
Azioni tangenziali: τ = ρU 2 =
dx 6 dx
In generale: si misura il profilo di velocità (e quindi δ) e dall’eq. precedente determina τ.
Supponiamo di essere in condizioni laminari in parete. Lo stato di sforzo tangenziale in
parete è pari a:
∂u U µU ρU 2 dδ δ dδ =

τ =µ =µ = dx
∂y δ δ 6 dx ρU
y =0

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δ dδ =
dx
ρU
Integrando tra x = 0 (δ = 0) e la generica ascissa x a cui lo spessore dello strato limite è δ:
δ 2 6µ µx δ 3.464
= x δ = 3.46 =
2 ρU ρU x Rex

Lo stato di sforzo tangenziale:


τ 0.289
U 3/ 2 ρµ =
τ =µ τ = 0.289 U ρU 2
Re x
δ x

Si definisce il coeff. di attrito Locale: τ 0.577


Cf = Cf =
1 Rex
ρU 2
La forza di Drag: 2
δ 3.46 µx
D 0.577
D = ρ b U2 Θ = ρ b U2 = ρ b U2 =
6 6 ρU ρ b U 2x Rex
Il coeff. Di Drag:
D 1.153
CD =
1 = CD =
ρU 2 A Re x
2

CONSIDERIAMO UN GENERICO PROFILO DI


VELOCITA’
u
y = g (Y ) per 0 ≤ Y ≤ 1
u=U per y > δ U
u
=1 per Y > 1
δ U
u/U = g( y / δ) = g (Y) per 0 ≤ y ≤ δ
con le condizioni:
g(Y = 0) = 0
y g(Y = 1) = 1
Y= δ dY = dy
δ
1
δu  u 1 u
 u
Θ=∫ 1 −
 U  dy = δ ∫ 1 −
 U  dY = δ ∫ g (Y ) 1 − g (Y )  dY = δ C1
0U 0U  0

1
C1 = ∫ g (Y )[1 − g (Y )] dY
0

D = ρ bU 2 Θ D = ρbU 2 δ C1

Dove C1 dipende solo dalla forma del profilo di velocità (es: per profilo di velocità lineare
C1 = 1/6)

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dΘ dδ
Lo sforzo τ = ρU 2 = ρU 2 C1
dx dx
Supponiamo di essere in condizioni laminari in parete, lo stato di sforzo in parete è:
u = U g (Y )
∂u ∂u dY µU dg µU
τ =µ =µ = = C ∂u
=U
dg
∂y y =0
∂Y Y = 0 dy δ dY Y =0 δ 2 ∂Y dY

con dg
C2 =
dY Y =0

Combinando le due equazioni si ottiene


d δ µU µC2
ρU 2 C1 = C δ dδ = dx
dx δ 2 ρUC1

2 µ C2 x δ 2C2 / C1
Integrando δ= =
ρUC1 x Re x

Per qualunque profilo di velocità lo spessore di strato limite (laminare) aumenta con x ed è
inversamente proporzionale alla radice quadrata del numero di Reynolds.

Sostituendo: C1C2 3 / 2 ρµ
τ= U
2 x

In definitiva, le dipendenze funzionali di δ e τ dalle grandezze fisiche ρ, µ, U e x sono


sempre le stesse. Le costanti variano in funzione del profilo di velocità assunto.
δ 2C2 / C1
= (in cui Rex = ρUx/µ)
x Re x
2C2C1
D = ρbU 2δ C1 = ρ bU x
2

Re x

2C2C1
ρbU 2 x
D Re x 8C1C2 K Coefficiente di Drag
CD = = = =
1 1 Re x Re x
ρU 2bx 2
ρU bx
2 2

C1C2 3/ 2 ρµ Coefficiente di Drag locale (o


U
Cf =
τ
= 2 x = 2C1C2 =
K coefficiente di attrito locale)
1 1 Rex 2 Rex
ρU 2 ρU 2
2 2

Il coefficiente di Drag per lamina piana in assenza di gradiente di pressione e strato


limite laminare è sempre inversamente proporzionale alla radice quadrata del numero di
Reynolds per qualunque profilo di velocità.
La costante K cambia col profilo di velocità.

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Tipici profili
approssimati di
strato limite Lineare:
u/U=y/δ
Parabolico:
u / U = 2y / δ − ( y / δ)2
Cubico:
u / U = 3(y / δ)/2 − ( y / δ)3 / 2
Sinusoidale:
u / U = sin [π (y / δ)/2]

La costante K cambia col profilo di velocità.


Es: profilo di velocità:
- lineare K = 1.153
- parabolico K = 1.330
- di Blasius, (soluzione ottenuta integrando le equazioni differenziali di strato limite), K =
1.328

TRANSIZIONE DA FLUSSO LAMINARE A TURBOLENTO

Per lastre sufficientemente lunghe, ad un certo punto il moto nello strato limite
diviene turbolento (il parametro che governa tale transizione è il Numero di
Reynolds Rex)
Rexcr è una funzione complessa di: scabrezza superficiale, curvatura della
superficie (lastra o sfera), disturbi nella corrente esterna, ...
Transizione tra flusso laminare e turbolento all’interno dello strato limite avviene
per Rexcr ≈ 5 × 105 (dipende dalla scabrezza) per corpi affusolati
Transizione non limitata ad un punto, ma generalmente coinvolge una regione del
corpo
Moto non-stazionario.

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STRATO LIMITE TURBOLENTO

Struttura molto complessa, random ed irregolare (strutture simili a quelle viste nello
studio delle condotte).

Non esiste soluzione esatta al problema dello strato limite turbolento dal momento
che non c’è una espressione analitica non approssimata per τ turbolenti; τturbolento = ρ u 'v'
Soluzioni numeriche: integrazione diretta delle equazioni di Navier-Stokes, modelli
di turbolenza
Modelli sperimentali.

STRATO LIMITE TURBOLENTO


Cambia il profilo di velocità (media temporale) nello strato limite. I profili turbolenti sono piu’
piatti, presentano elevati gradienti in prossimità della parete e coinvolgono un piu’ elevato
spessore di strato limite rispetto ai profili laminari

Tipici profili di velocità su


lastra piana per moto
laminare, di transizione e
turbolento

Lo spessore di strato
limite turbolento è
maggiore dello
spessore di strato
limite laminare

E’ possibile applicare l’equazione globale di equilibrio dinamico per la determinazione


di δ and CD, dove u rappresenta la media temporale del profilo di velocità + relazioni
semi-empiriche per la definizione dello stato di sforzo turbolento (modello di chiusura)

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SOLUZIONE EMPIRICA
1/ n
u  y
≅  y ≤δ
U δ 

Dove n dipende da Re (aumenta con Re). n = 7 utilizzato per Re più comuni (106 – 108)

δ 0.16 δ 2C2 / C1
Strato limite turbolento: ≅ (Strato limite laminare: = )
x Re x1/ 7 x Re x

Coeff di Attrito locale:

0.027 2C1C2
Strato limite turbolento: C f = (Strato limite laminare: C f = )
Re x1/ 7 Rex

SOLUZIONE SEMI-EMPIRICA:
u 1 y ρu *
≅ ln +B y ≤δ
u* k µ
τ
u* = k ≅ 0.40 B ≅ 5.0; 5.5
ρ y =0

Valida anche per strato limite completamente sviluppato (es condotte)

Soluzione di Spalding’s (1961):


  k ( u / u *)   k ( u / u *)  
2 3

+ e− kB  e ( ) − 1 − k ( u / u *) − 
u
yu* =
− k u / u*
− 
u*  2 6 
 
u/u*

yu*ρ/µ

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CORPI TOZZI: EFFETTI DEL GRADIENTE DI PRESSIONE

Quando il flusso incontra un oggetto tozzo il campo di pressione non è più


uniforme. Causa della variazione di pressione (lungo la direzione x tangente
localmente alla superficie), è la variazione nella velocità della corrente al bordo
dello strato limite (vd. Equazioni di Strato limite)

I gradienti di pressione lungo la normale locale alla superficie sono invece


trascurabili (vd Eq. di Strato Limite)

Esempio:
flusso attorno ad un cilindro in
condizioni di moto irrotazionale
(e fluido ideale). Linee di
corrente simmetriche.

Pressione Velocità

Ramo A-C viene chiamato di


gradiente di pressione favorevole
Ramo CF: viene chiamato di
gradiente di pressione avversa

In assenza di viscosità (µ = 0) lo sforzo tangenziale è nullo (τ = 0 ) e quindi la forza di Drag di


attrito è nulla. Si annulla anche la forza di Drag legata a gradienti di pressione essendo la
distribuzione di pressione simmetrica.
Il Drag prodotto da un flusso non viscoso in condizione di moto irrotazionale
che investe un oggetto cilindrico è nullo.
Risultato sperimentale: Diminuendo la viscosità, non importa quanto µ sia piccolo si
registra sempre una forza di Drag non nulla che è indipendente da µ.
Paradosso di D’Alambert: la forza di Drag su un oggetto investito da un fluido non
viscoso (in condizioni di moto irrotazionale) è nulla ma la forza di Drag su un oggetto
investito da un fluido con piccola (infinitesima) viscosità non è nulla.

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Ragione fisica paradosso di D’Alambert:
Per elevati Re gli effetti viscosi sono confinati in un sottile strato limite. L’idea su
cui si basa la teoria dello strato limite è che lo strato limite sia abbastanza sottile da
non influenzare il flusso esterno allo strato limite stesso (soluzione di moto in
fluidi ideali). Basandosi su questa idea per elevati Re il flusso, nella maggior parte
del campo di moto, coincide con quello sotto riportato (flusso non viscoso).

Analogamente la distribuzione di pressione ottenuta per flussi ideali è imposta attraverso


lo strato limite (variazioni di pressione trascurabili attraverso il sottile strato limite, così
che la pressione è praticamente quella del fluido ideale esterno)
Questa distribuzione di pressione lungo il cilindro è tale che il fluido subisce una
accelerazione dal fronte (U = 0, θ = 0) alla sommità (U = Umax, θ = 90°) una decelerazione
sino a zero (U = 0, θ = 180°). Per fluidi non viscosi (µ = 0) questo è realizzato da un bilancio
tra effetti di pressione e di inerzia.
Fisicamente, per un fluido ideale, una particella scivola giù (gradiente favorevole di
pressione) da θ = 0°° a θ = 90°° e poi risale in condizioni di gradiente avverso di pressione
da θ = 90°° a θ = 180°° senza perdita di energia.

Si consideri ora il flusso di una particella all’interno dello strato limite.


Nel passaggio dal A a F la particella è soggetta
alla medesima distribuzione di pressione della
corrente esterna (i.e. gradiente di pressione in
direzione normale allo strato limite trascurabile
per elevati Re), ma stavolta, a causa della
viscosità, ci sono perdite di energia ⇒ la
particella non ha energia sufficiente per vincere
tutto il gradiente avverso di pressione e risalire
sino al punto F sul retro dell’oggetto.

A causa dell’attrito, una particella non riesce a


Profili di velocità viaggiare dal fronte al retro rimanendo attaccata al
Distribuzioni di pressione corpo. Esempio del ciclista che scende in una
valle e poi tenta di risalire, pedalando.
Il fluido avanza nella zona di gradiente avverso
fin che può, poi si stacca dalla superficie
(separazione, punto D). Se il flusso è
sufficientemente veloce (alto Re) il fluido si
stacca dalla superficie dell’oggetto. Il punto di
separazione dipende da diversi fattori (Re,
scabrezza, forma)

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Nel punto di separazione (D) il gradiente di
velocità alla parete è nullo (zero τ). Oltre
tale punto, il flusso si inverte nello strato
limite.

A causa della separazione, la pressione media


nella parte posteriore del cilindro è minore di
quella nella parte anteriore.Questo causa un drag
di pressione, che esiste anche per fluidi con
viscosità tendente a zero (sforzi tangenziali
viscosi tendenti a zero): Paradosso di
D’Alambert. Non importa quanto la viscosità
sia piccola, per effetto della separazione dello
strato limite nasce un Drag (di pressione)
∂u
∂y
<0
∂u
indipendente da µ.
>0
∂y
Maggiore è l’ampiezza della zona di separazione
maggiore è il Drag di pressione.

La localizzazione della separazione, l’ampiezza della regione disturbata a valle dell’oggetto


e la distribuzione delle pressioni nello strato limite dipendono dalla natura dello strato
limite. Lo strato limite turbolento ha maggior energia cinetica rispetto allo strato limite
laminare (profilo di velocità media piu’ piatto, energia cinetica turbolenta). Strato limite
turbolento si stacca dopo rispetto ad un laminare

Strato limite laminare (Re = 15000) Strato limite turbolento (Re = 30000)

≈80°
≈140°

19
La sepazione si puo’ avere anche su corpi affusolati aumentando l’angolo di
attacco ( > 15°, angolo formato dalla direzione media di flusso e dalla corda
dell’oggetto).

All’aumentare dell’angolo di attacco si arriva alla condizione di


stallo: riduzione della forza di Lift e aumento della forza di Drag

 r 
CD = f  α , , Re,Ma,St ,Fr 
 l 

RISULTATI
SPERIMENTALI

20
DIPENDENZA DI CD DALLA FORMA α, OGGETTO LISCIO

Coefficiente di drag per un’ellisse


con area caratteristica A = b D oppure
A=bl
 Più tozzo è il corpo (minore l/D),
maggiore è CD
 l/D = 0 ⇒ lastra piana normale al
flusso ⇒ CD = 1.9 (Re = 105)
 l/D = 1 ⇒ cilindro circolare
 ↑ l/D ⇒ ↓ CD
 l/D → ∞ ⇒ lastra piana parallela
al flusso ⇒ drag di attrito (drag di
pressione trascurabile). In questi
casi si utilizza come area di
riferimento la superficie planare
A = b l (curva tratteggiata)
(CD = 0.0042)
La forza di drag, ottenuta utilizzando questi diversi coefficienti è, ovviamente, sempre
la stessa ⇒ rappresentano solo modi diversi si presentare le stesse informazioni.
Il fatto che il corpo sia più o meno affusolato (streamlined) gioca moltissimo sulla forza
di drag.

In realtà su un oggetto scabro rendere il corpo piu’ o meno affusolato ha un effetto opposto sul Drag di
Pressione e sul Drag di Attrito.
Il minimo totale si ottiene per D / L ≅ 0.25 (ma varia anche con Re)

Cf

Cp
L/D
D/L

In figura: due oggetti di diverse dimensioni (in scala) che sono soggetti allo stesso Drag, (a) cilindro
circolare CD = 1.2; (b) CD = 0.12

(a) (b)
La zona di scia a valle del corpo (b) è piccola e paragonabile al caso del corpo (a)

21
DIPENDENZA DI CD DA Re

1. Re molto bassi (Re < 1) (vd Flussi di Stokes, Creeping flow)


Effetti inerziali trascurabili e 1 fluido ⇒ D = f (U, l, µ)
Da considerazioni dimensionali ⇒ D = C µ l U
In cui: C dipende dalla forma del corpo
D 2CµlU 2C Re = ρ U l / µ
CD = = =
1 ρU 2l 2 Re
ρU l
2 2

2
CD = D/(ρU2A/2)
Oggetto
U
Disco circolare normale al flusso D 20.4 / Re

U
Disco circolare parallelo al flusso
D 13.6 / Re

U
Sfera D

24.0 / Re
Il drag sul disco normale al flusso è soltanto 1.5 volte maggiore di quello su disco parallelo.
Per elevati Re questo rapporto aumenta. Per bassi numeri di Re l’effetto della forma non è
dominante (per elevati Re utilizzare un corpo affusolati fa diminuire notevolmente CD rispetto
an un oggetto tozzo).

2. Re moderati, Re < 105 (struttura di strato limite laminare)


Corpi affusolati CD ∝ Re –1/2 (es. Lamina, vd sopra)
Corpi tozzi CD ≈ costante

CD dipende fortemente dall'orientamento del corpo e dalla forma


Nota come per la forma rettangolare CD diminuisce fortemente (si
dimezza) smussando gli spigoli

22
3. Re elevati (strato limite turbolento).
Corpi affusolati: CD cresce quando lo strato limite diviene turbolento ⇒ la maggior parte del drag è
dovuta ad azioni tangenziali, che sono più alte in moto turbolento che in laminare.

Corpi tozzi (cilindro, sfera, etc.): CD decresce bruscamente quando lo strato limite diviene turbolento
⇒ lo strato limite può penetrare molto di più nella zona a gradiente avverso di pressione prima della
separazione dello strato limite. Ne risulta una più sottile regione di scia a valle, con riduzione non solo
di CD ma anche della forza di Drag (di pressione). In questa regione del campo di moto risulta essere
molto difficile mantenere una velocità uniforme (equilibrio instabile: se si aumenta leggermente la
velocità aumenta Re, diminuisce la forza di Drag e quindi aumenta di nuovo V). In tutte le altre regioni
del campo di modo se aumenta V (i.e. aumenta Re) diminuisce CD ma aumenta D (equilibrio stabile).

Il passaggio da strato limite laminare a


strato limite turbolento dipende dalla
forma dell’oggetto.
Per corpi molto tozzi (come la lastra
piana normale al flusso) si ha una
separazione indipendentemente dal
fatto che lo strato limite sia laminare o
turbolento ⇒ CD dipende molto poco
da Re

CD in funzione di Re per
cilindro circolare e sfera lisci

CD varia bruscamente quando lo strato limite diventa turbolento


105 < Re < 106

(A) Re < 1
(B) 1 < Re < 50
(C) 50 < Re < 103
(D) 103 < Re < 2×105
(E) Re > 2×105

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DIPENDENZA DI CD DALLA SCABREZZA SUPERFICIALE

Entra in gioco quando il moto nello strato limite è turbolento


Scabrezza altera gli sforzi tangenziali alla parete (τ) e Re a cui avviene la transizione

1. Corpi affusolati: il Drag aumenta con la scabrezza superficiale (ali degli aereoplani il più liscie
possibile, es: grafico lamina piana)
Lamina piana:
Condizione di flusso

CDf = 1.328 / (Rel)0.5 Laminare (profilo di


velocità di Blasius)
CDf = 0.455 / (log Rel)2.58 – 1700 / Rel Zona di transizione
( Rexcr ≈ 5×105)
CDf = 0.455 / (log Rel)2.58 Turbolento (lastra
liscia)
CDf = [1.89 – 1.62 log(ε/l)]−2.5 Puramente turbolento
(Re > 106)

I risultati sono molto simili a quanto evidenziato nello studio delle perdite nelle condotte (abaco di Moody)
nonostante la diversità del meccanismo fisico che governa il fenomeno. Il flusso che si sviluppa nelle
condotte è governato da un bilancio di forze di pressione e di attrito mentre l’inerzia rimane costante. Il
flusso all’interno dello strato limite per una lamina piana è governato da un bilancio di termini inerziali e
viscosi mentre la pressione rimane costante.

2. Corpi tozzi (cilindro, sfera, etc.): un aumento della scabrezza superficiale può anche causare una
diminuzione del Drag.

Quando lo strato limite diviene turbolento, la regione di scia a valle è più stretta di quanto accade in
condizioni laminari. Il risultato è una diminuzione del drag di pressione, con un leggero aumento
del drag di attrito, ed una globale diminuzione della forza di drag.
Lo strato limite può essere reso turbolento con un incremento della scabrezza superficiale.

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Esempio
Pallina da golf: D = 4.3 cm, peso P = 0.44 N, U = 60 m/s
Pallina da ping pong: D = 3.8 cm, peso P = 0.025 N, U = 20 m/s
Determinare: Drag per palla da golf liscia e scabra e palla da ping-pong

1 π
D = ρU 2 D 2C D
2 4

Palla da golf Re = ρUD/µ ≈ 1.8 × 105


Palla da ping pong Re = ρUD/µ ≈ 4.8 × 104
Palla da golf scabra: CD = 0.25 D = 0.83 N
Palla da golf liscia: CD = 0.51 D = 1.68 N
Palla da ping pong: CD = 0.50 D = 0.12 N

La forza di Drag su una pallina da golf standard è circa la metà di quella che si otterrebbe su
un’analoga pallina liscia.
D D
Per ottenere la decelerazione: D=ma a= =
m P/ g
a a
Palla da golf scabra: = 1.86 Palla da golf liscia: = 3.81
g g
Palla da ping pong: a
= 4.77 Elevata decelerazione della pallina da ping pong.
g

DIPENDENZA DI CD DALLA COMPRIMIBILITÀ


All’aumentare della velocità del corpo, la comprimibilità del fluido non è più trascurabile
Ma e Re giocano contemporaneamente (entrambi sono direttamente proporzionali alla velocità della
corrente a monte). Variazioni di CD dovute a variazioni in U sono dovute sia a Ma che a Re.
Bassi valori di Ma ⇒ comprimibilità poco importante
Alti valori di Ma ⇒ comprimibilità molto importante (solo effetti secondari di Re)

Esistenza di onde di shock


per Ma vicino ad 1

Per molti oggetti CD aumenta enormemente quando Ma ≅ 1 (flusso sonico)


Le caratteristiche di CD al variare di Ma per Ma > 1 dipende dalla forma (di monte) dell’oggetto.
Per oggetti appunti CD raggiunge un massimo per Ma ≅ 1 per poi diminure per Ma > 1
Per oggetti squadrati CD continua ad aumentare con Ma.

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