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PSICOLOGIA GENERALE

Disagio e inclusione
scolastica
prof. Anna Maria Schiano
Dirigente Tecnico MIUR
Docente di Psicologia Generale
Famiglia= luogo di sviluppo della vita
emotiva, affettiva, cognitiva

• Dinamiche familiari: Il primo luogo nel quale il bambino


• manifesta il suo disagio

- nucleari
Famiglie - allargate
- unioni civili
TECNICHE
• Modellamento
• Contrattazione contingenze
• Concatenamento
INTEGRATE
• Colloquio clinico
(psicoanalisi) DI
• Analisi transazionale: - Io Bambino
( modello di Berne) - Io Adulto COMUNICAZIONE
- Io Genitore
Interdipendenza positiva
• Sostegno-aiuto dei genitori
• Condivisione di obiettivi/compiti
• Complementarità/alternanza dei ruoli nella
cura del bambino
• Partecipazione del bambino alla vita familiare
secondo: - motivazioni
- interessi
- Potenziali Individuali
(P.I.A. – P.E. – Q.I. – Q.E.)
- stile/ritmo di apprendimento
• Clima sereno e gioioso
Effetti delle interazioni familiari
positive
• Incremento delle abilità comunicative del bambino
• Identificazione col genitore dello stesso sesso
• Costruzione dell’identità di genere
• Diminuzione dei comportamenti/strategie di fuga e/o
di evitamento di situazioni critiche (es. abitudini
igieniche)
• Incremento della responsabilità, dell’impegno, delle
motivazioni, delle curiosità, degli interessi,
dell’attenzione
• Incremento della tensione attualizzante
• Aumento della fiducia in sè
• Atteggiamento positivo verso il mondo
PROBLEMI FAMILIARI

• DISACCORDO DEI GENITORI-


CONFLITTUALITA’
• SEPARAZIONE
• DIVORZIO-FAMIGLIA ALLARGATA-
UNIONI CIVILI
• COMPORTAMENTO DEVIANTE DI UN
GENITORE (USO DI DROGHE)
• VIOLENZA VERSO IL BAMBINO
(FISICA/SESSUALE/PSICOLOGICA)
MALESSERE IN FAMIGLIA
• DISAGIO DEL BAMBINO- SOFFERENZA
NELL’AMBITO DELLE CONFLITTUALITA’ TRA I
GENITORI
• SENSI DI COLPA DI FRONTE A VIOLENZE SUBITE
(FISICHE/SESSUALI)
• SENSO DI INADEGUATEZZA DI FRONTE ALLE
ASPETTATIVE DEI GENITORI
• SENSO-PAURA DELL’ABBANDONO
• CARENZA AFFETTIVA (assenza del padre-
colpevolizzazione della madre lavoratrice)
• RAPPORTO CON AMBIENTI PER ADULTI
(suppellettili, arredi etc.)
MALESSERE A SCUOLA
• DIFFICOLTA’ DI
COMUNICAZIONE/RELAZIONE/INTEGRAZIO
NE
• PAURA/SENSO DI INADEGUATEZZA ALLA
COMUNITA’
• STRATEGIE DI FUGA DALLE RELAZIONI
(ATTIVITA’ DI GIOCO-LAVORO)
• NON APPARTENENZA AL GRUPPO
• LENTEZZA/PATOLOGIE
NELL’APPRENDIMENTO
• ISOLAMENTO- EMARGINAZIONE
INDICATORI DI MALESSERE
• FISSAZIONE DEL MONOLOGO INTERIORE E
RITARDO DEL LINGUAGGIO SOCIALIZZATO
• STRATEGIE DI EVITAMENTO E DI FUGA DA
SITUAZIONI DI GIOCO-LAVORO
• AGGRESSIVITA’
• ISOLAMENTO
• IPERCINESI
• APATIA
• ANOMIA
TECNICHE DI RILEVAZIONE
• Interpretazione del disegno infantile:
- disegno della famiglia
- test delle due case
- uso del colore/tratto/spazio
• Colloquio clinico
• Osservazione sistematica dei
comportamenti- Protocollo quotidiano
• Metodo critico
LA SCUOLA FONTE DI
MALESSERE
• Organizzazione dell’ambiente e degli spazi
per l’ascolto e per l’apprendimento per
ricezione (mediante la lezione frontale
nell’aula 2.0)
• Interrogazioni, comparazione tra gli allievi
• Regole non condivise dagli allievi
• Omologazione dei comportamenti
• Frustrazione derivante dall’insuccesso, dal
confronto con il voto sul quaderno
L’eccezionalità
Ognuno è
diverso singolare
peculiare
originale
 
non condurre a tutti i costi il soggetto verso i sentieri
accidentati della normalità degli altri ma accompagnarlo
mentre si incammina verso le strade della propria
singolarità
Si tratta di trasformare il disagio in agio; la
fragilità in forza; la paura della solitudine in
coraggio; la noia in desiderio

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TIPOLOGIE DEL DISAGIO
Difficoltà di linguaggio
Difficoltà di relazione / comportamento
Difficoltà di apprendimento
Difficoltà di attenzione
Difficoltà emotivo - motivazionali
Scarsa autostima
Scarsa autonomia

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I segni della violenza

q Cambio improvviso dei normali atteggiamenti


q Tendenza ad isolarsi
q Crollo delle performance
q Difficoltà di concentrazione
q Rabbia ed impulsività
q Scarsa autostima

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per favorire le scelte di benessere
agire su molteplici fattori che influenzano la
modifica dei comportamenti:
Intrapersonali
Interpersonali
Organizzativi
Comunitari
Leggi e politiche pubbliche:
la normativa assume funzione trainante
della cultura
CREARE ALLEANZE PER LA
PREVENZIONE DEL DISAGIO
Comuni Sanità

Scuole
Imprese

Provincia
Sindacato

Regione… Associazioni
Come
aiutare i
giovani
a fare scelte
di benessere?
Costruire una
identità
positiva
Bisogni Educativi
0
Speciali
C.M 27/12/12 C.M.N 8/2013

OSPEDALIZZATO
L.170/10
L.104/92
DISAGIO PERSONALE
SVANTAGGIO SOCIALE
STRANIERO o LINEE GUIDA PER GLI
ADOTTATO
STRANIERI
o ICF DELLE DISABILITA’
o MISURE DISPENSATIVE E
STRUMENTI
COMPENSATIVI(DSA)
La Pedagogia inclusiva
(Convegno mondiale di Salamanca
1994)
• Il Profilo del bambino con Disagio personale è
funzionale al Piano Didattico Personalizzato,
all’interno del curricolo verticale di classe e va a
“fotografare” l’alunno in un’ottica bio-psico-
sociale così come suggerito dall’ICF 5
(Classificazione Internazionale del
Funzionamento, della disabilità e della salute –
Organizzazione Mondiale Sanità 2001).
• Tale documento è dinamico perché segue la
crescita dell’alunno, funzionale perché permette
la costruzione degli interventi;
ABILITA’ VICARIANTI

• Dal profilo funzionale del bambino con Disagio


emergono le capacità cognitive, comunicative
e le potenzialità affettive ed emotive.
• Il bambino, incluso nel gruppo dei pari, svolge
attività differenziate (L. 107/15) secondo il suo
PDP (Piano Didattico Personalizzato) e dà il
proprio contributo ad attività e progetti del
gruppo dei compagni.
Didattica inclusiva:
comune denominatore per tutti i bambini
e che non lasci indietro nessuno!
Processi di :
Individualizzazione e
Personalizzazione

Misure dispensative

Strumenti compensativi.
Organizzazione- metodologie
• I tipi di prassi nelle classi che sostengono
l’inclusione degli allievi con esigenze
“speciali” comprendono: insegnamento
cooperativo, apprendimento cooperativo,
soluzione dei problemi attraverso la
cooperazione, gruppi eterogenei;
monitoraggio e valutazione sistematici,
programmazione e valutazione del
lavoro di ogni allievo nell’ambito della
progettazione del curricolo verticale.
La lezione efficace: suggerimenti
per l’inclusione

• Coinvolgere il bambino in attività risolutive di


problemi di vita quotidiana, condividere scopi e
progetti con i compagni, affidargli una
“consegna”, un ruolo ed una funzione nel
gruppo dei pari
• Accorciare i Tempi di lavoro, spezzettando con
pause brevi un lavoro lungo (motivare attività di
coding)
PROBLEMA

DOMANDE FOCALI
Bruner:
• problem
finding,
RISPOSTE • problem
posing,
• problem
CAMPI solving

d’ESPERIENZA-
DISCIPLINE
Matrice
Assegnazioni ai
cognitiva della
Circle time- Progetto di Organizzazione gruppi di
sezione/classe
Brainstorming lavoro in gruppi attività
e di ciascun
differenziate
allievo
CANALE VISIVO- RINFORZO
• Ricorrere spesso a: canale visivo, segnali
concordati verbali, gestuali o visivi (rinforzo di
comportamenti corretti, richiamo dell’attenzione
sostenuta da curiosità, motivazione, interesse, etc)
• Far ripetere al bambino le info rilevanti di testo,
spiegazione, consegna (quando si ritiene che sia
stato motivato e interessato)
• Chiarire i Tempi di lavoro, il grado di difficoltà, i
materiali utili
• Verificare che il setting didattico sia organizzato,
costruttivista
DALL’AULA 2.0 ALL’AULA 3.0

INFORMATION TECNOLOGY
PER L’INCLUSIONE DEI BES
Indicazioni Nazionali 2012 e
PTOF della scuola
Le Indicazioni Nazionali introducono un
nuovo progetto di scuola fondato sulla
didattica di Laboratorio: l’aula diventa lo
spazio da organizzare quale setting
didattico altamente costruttivista.
Lo spazio dell’aula diventa lo spazio dei
significati, delle conoscenze, della vita
quotidiana, di nuove dinamiche di gruppo
ed è lo spazio del movimento.
Lo sfondo integratore
• Lo spazio è sfondo integratore di conoscenze, di
significati e l’organizzazione degli spazi è funzionale
alla qualità dell’offerta formativa e della mediazione
didattica.
• Attività che promuovano conoscenze, abilità,
competenze devono necessariamente prevedere una
nuova organizzazione degli spazi.
• Occorre, infatti, superare la lezione frontale,
unidirezionale, caratterizzata dall’ ascolto passivo
dell’allievo e bisogna attivare, invece, una nuova
mediazione didattica connotata dalla Didattica di
Laboratorio, centrata su problemi condivisi dal gruppo-
classe.
Organizzare lo spazio
• L’aula è lo spazio dove il bambino deve
muoversi liberamente.
• Nell’organizzazione dello spazio, per facilitare
sia il movimento e sia la comunicazione tra i
bambini, si possono organizzare tavolini di
lavoro, intorno ai quali piccoli gruppi di allievi
svolgono attività di ricerca-azione.
• Intorno ai tavolini resta lo spazio per
muoversi, esplorare, comunicare,interagire
L’AULA E’ LUOGO DELLE CONOSCENZE .
NELLO SPAZIO DELL’AULA IL BAMBINO INCONTRA GLI OSA
DISCIPLINARI

LE ATTIVITA’
• Per facilitare gli apprendimenti si organizzano
attività mediante l’utilizzo della LIM (Lavagna
Interattiva Multimediale) .
• L’utilizzo della LIM introduce la didattica 3.0
ovvero un nuovo progetto di scuola che vede
una organizzazione degli spazi per il
movimento.
• I bambini sono attivi e protagonisti
dell’apprendimento e… si muovono.
30
• Gli allievi si muovono nell’aula, utilizzano
la LIM per ricercare conoscenze, per
disegnare, memorizzare moduli e
conservarli in memoria, utilizzano la
ricorsività dei moduli in nuove costruzioni,
interagiscono collegandosi via INTERNET
con compagni di altre scuole, anche in
altre Nazioni, dialogano, scambiano
informazioni, idee, attività, esperienze,
progetti.
• La LIM necessita di una nuova
organizzazione degli spazi, secondo una
nuova progettazione anche in applicazione
delle nuove Linee Guida per l’edilizia
scolastica che prevedono spazi
polifunzionali ed aule con pareti mobili, per
favorire l’organizzazione di dinamiche di
gruppo e la flessibilità delle organizzazioni
funzionali alla qualità dell’offerta formativa
Dall’aula 2.0 all’aula 3.0. Che cosa
cambia?

l’organizzazione Didattica di
dello spazio fisico: si Laboratorio e
punta su arredi dinamiche di
funzionali ad una
didattica di gruppo per
Laboratorio ex L. l’inclusione di tutti
107/15 e di ciascuno

l’uso delle nuove l’applicazione di


tecnologie della metodologie
comunicazione: innovative di
problem posing e di
TIC o meglio TSI problem solving.
Dall’aula 2.0 all’aula 3.0
• Avanguardia Educativa (INDIRE) propone nuove
dimensioni della didattica con le TIC e TSI:
• l’aula 2.0 pone le tecnologie integrate nell’ambito
di un setting didattico e di metodologie digitali in
una conduzione della classe e adozione di
metodologie tradizionali. In tal senso le tecnologie
sono solo facilitatori ed amplificatori di
apprendimento e non sostengono
individualizzazione e personalizzazione di attività
e percorsi per l’inclusione di ciascun allievo.
L’aula 3.0
• L’aula 3.0 va oltre e vuole una diversa efficacia ed
utilizzo delle tecnologie di rete. Esse, in
un’organizzazione ed in una conduzione
innovativa della classe, centrata sulla didattica di
laboratorio e su metodologie di ricerca-azione,
diventano, con internet, ambienti di apprendimento
nei quali gli allievi possono navigare in piena
autonomia, secondo capacità, curiosità,
motivazioni ed interessi di ciascuno, per costruire
competenze e risolvere problemi.
• Nasce l’impegno che va a potenziare l’attenzione
Aula spazio per la mente
• Il setting didattico si riconfigura sia come
ambiente di apprendimento e sia come
spazio. L’aula si fa “luogo narrante”,
sfondo integratore di esperienze, di
significati, altamente costruttivista di
conoscenze e di idee nuove. Tale
ambiente si avvale anche di co-docenza
(organico di potenziamento) e di CLIL
(trasversalità di una lingua/cultura
straniera)
Come cambia l’aula
• Nell’aula 3.0 si passa dallo spazio “non luogo”
dell’aula tradizionale (INDIRE) allo spazio
percepito dal bambino come luogo accogliente ed
inclusivo, “spazio luogo” di attività, di emozioni, di
significati: si potenzia la comunicazione e la
relazione. Si sostiene l’attenzione e si contiene il
disagio derivante dal Disturbo dell’apprendimento.
• La mediazione didattica fin dalla scuola
dell’infanzia, già fondata sul gioco-lavoro, si avvale
di risorse per attività divertenti, con tecnologie
quali la LIM che vanno a configurarsi non solo
come facilitatori di apprendimento ma soprattutto
come ambienti di apprendimento costruttivisti.
Dal laboratorio alla laboratorietà
• Anche nei segmenti scolastici successivi al 1°
ciclo l’apprendimento deve fondarsi sulla
didattica di laboratorio.
• E’ da dire che se non cambia sostanzialmente la
mediazione didattica e, invece di essere
centrata sull’azione del docente che spiega la
lezione, si trasforma nell’abile regia del docente
che, animatore di dinamiche di gruppo, guida e
sostiene l’autonomia degli allievi nello scoprire
come funzionano fatti e fenomeni della realtà,
anche la LIM appare di “parziale utilità”
nell’efficacia della lezione per l’inclusione di tutti
gli allievi.
La laboratorietà
• L’apprendimento nell’aula 3.0 è centrato sul
lavoro, ovvero nasce da un elemento
discrepante rispetto ad esperienze consuete,
nasce, cioè, da un problema da cui
scaturiscono “domande focali”. Queste
sollecitano nei bambini tensioni attualizzanti:
essi si impegnano a progettare soluzioni al
problema considerato, a programmare
itinerari, attivare procedure operative e
sviluppare capacità di coding e di pensiero
computazionale (L.107/15).
L’utilizzo della LIM
• In un modello di scuola centrato sull’azione
del docente (aula 2.0) la LIM non può
rompere l’elemento critico strutturale della
didattica tradizionale, ovvero la frontalità
dell’approccio educativo e didattico.
• Diversamente, in una aula 3.0, con una
didattica centrata su fatti e fenomeni naturali ed
artificiali, resi problematici da una serie di
domande: che cosa è? come funziona? dove,
come, quando, perche? la LIM diventa spazio
per la mente, luogo di ricerca delle risposte alle
domande dei bambini, che promuove
autonomia e capacità di imparare ad imparare.
• Un siffatto clima favorisce anche il
coinvolgimento del bambino portatore di
Disagio.
Bambini nativi digitali e Le
TIC-TSI
L’aula 3.0 ( descritta da
Avanguardie Educative di
INDIRE) rappresenta una vera
e propria “rivoluzione
copernicana”se inserita nel
quadro dell’innovazione
( didattica di laboratorio,
PNSD Piano Nazionale
Scuola Digitale): cambia sia il
ruolo dei docenti e sia quello
degli allievi “Nativi Digitali”.
Il setting didattico
Allievo e ambiente
• L’allievo è attivo.
• L’ambiente stesso è flessibile
e dinamico, promuove lo
scambio e la relazione tra pari.
• I banchi sono tavoli di lavoro,
la cattedra non c’e’ ed il
docente gira dispensando
pareri, aiuti, consigli
(compensando il Digital
Divide)- Il docente diviene il
“facilitatore” di apprendimenti
che media tra gli allievi ed i
saperi.
Avanguardie Educative di INDIRE

• I linguaggi degli alunni e le pratiche degli insegnanti


stanno conoscendo un allontanamento - che Giovanni
Biondi chiama digital disconnect - tale da «mettere in
crisi un modello trasmissivo, basato
sull’insegnamento, che non sembra più corrispondere
né alla mentalità degli studenti e neppure al sistema di
rappresentazione e di diffusione delle conoscenze
adottato dall’umanità intera”
Gli attrezzi da lavoro: software informatici

Lo sviluppo di capacità di coding (L.


107/15) risale al matematico S.
Papert, inventore del linguaggio
Logo, della tartaruga meccanica
telecomandata, che traccia percorsi
e disegna al computer forme che il
bambino mette in memoria ed utilizza
più volte (scoperta della ricorsività)
per disegnare in ambiente LOGO.
Mediatori plurimi- Compiti di realtà

• Usare mediatori Il processo di


diversi significa
tenere conto delle apprendimento,
esigenze plurime quindi, deve
degli alunni, degli avvenire attraverso
stili di esperienze di vita
apprendimento e
delle intelligenze quotidiana e compiti
multiple di realtà da parte di
(Gardner). bambini “nativi
digitali”


Il Programma PAINT
Windows
consente al bambino di
colorare forme e disegni.
Paint.net è un programma
di grafica immediato e
ricco di opzioni.
ARTEFATTI TECNOLOGICI
risorsa educativa
Con l’ape robot il gioco diventa
coinvolgente…….ed i bambini sono
protagonisti attivi
IL PROBLEMA
(coinvolgimento del bambino ex L. 107/15)
I bambini hanno incontrato su INTERNET il gattino di SCRATCH
JR., Si pongono domande: chi è, che cosa fa? Dove vive? Perché
segue percorsi? Conosciamo la storia del GATTINO DI
SCRATCH…..
SCRATCT
SCRATCH
• Scratch é una programma realizzato dal Mit di
Boston per fare "coding" cioè programmazione,
utilizzando blocchi testuali.
I ragazzi allenano la logica, necessaria per
programmare le sequenze degli script e scoprono
ciò che sta dietro i videogiochi e le animazioni.
• Si può raggiungere l'armonia tramite l'equilibrio dei
rapporti fra linee, colori e superfici. Solo in modo
più nitido e più forte. Si cattura l’attenzione del
bambino in condizione di disagio di DSA che,
gradualmente, in attività di gioco-lavoro, di
cooperative learning supera criticità ed acquisisce
autostima.
L’utilizzo del PC
• Il PC è strumento privilegiato per la ricerca di
informazioni e notizie: gli allievi selezionano
parole chiave da inserire nel motore di ricerca
google
• Essi imparano a leggere testi nel rapporto
significante-significato, a comprendere e
selezionare i vari tipi di testo, a stampare e ad
elaborare in maniera personale (anche
parafrasando) le informazioni.
• Imparano a cercare, selezionare conoscenze ed
a scaricare immagini
• Sono sostenuti nell’impegno, nell’attenzione e
nell’autocontrollo: confrontano e comunicano
esperienze
LA LIM

AMBIENTE LA LIM nell’aula 3.0


STRUMENTO
PER FACILITATORE
DI DI
APPRENDIMENTO LA
(Avanguardie educative INDIRE)APPRENDIMENTO
MENTE
Scelte didattiche e metodologiche

Brainstorming

Ddattica di
Circle-time laboratorio Learning by doing
i

Cooperative
learning
Attività:
Ricerca-azione:
I bambini cercano e visualizzano, con la LIM,
rappresentazioni di fatti e fenomeni, eventi
storici, opere d’arte tecnologiche, significati
contestualizzati nella temperie culturale della
postmodernità
Inclusione degli allievi con bisogni
educativi speciali (D. M. 27/12/2012)
• Ciascun allievo • Individualizzazione
concorre al progetto delle strategie didattiche
comune svolgendo e personalizzazione dei
attività e prestazioni percorsi delle attività
secondo curiosità, sono proposte adeguate
motivazioni, interessi ai differenziati e
personali. specifici bisogni degli
allievi
Tecnologie informatizzate e
computerizzate
L’uso della LIM (Lavagna Interattiva Multimediale)
supportata dal web 3.0 è contestualizzato
nell’innovazione della Buona Scuola
• Quest’ultima va a potenziare una didattica di
Laboratorio e necessita di un nuovo progetto di
scuola che vede la centralità dell’allievo protagonista
e interattivo, reso responsabile della consegna
ricevuta, sicuro di sé, rafforzato nell’identità e
nell’autostima.
Conduzione della classe per l’utilizzo della LIM
• Nell’ambito di una DIDATTICA DI
LABORATORIO si prevede l’organizzazione di
Gruppi di lavoro:
• Es. n. 4 gruppi che sviluppano, ciascuno, un
modulo di progetto
• Si formano coppie di dialogo (peer tutoring)
DINAMICHE DI GRUPPO
• Si attivano dinamiche di gruppo: es.
modellamento, contrattazione delle
contingenze, concatenamento (cfr. La
conduzione della classe di Paolo Meazzini)
• Nell’ambito di ciascun gruppo ogni allievo
svolge un compito secondo la consegna.
• I bambini referenti di gruppo, a turno, cercano
le informazioni necessarie al Progetto da
realizzare con la LIM
METODOLOGIE- STRUMENTI
AULA 3.0 descritta da Avanguardie Educative di INDIRE
adotta metodologie di:
• BRAIN STORMING ( tempesta di cervelli)
• COOPERATIVE LEARNING (apprendimento cooperativo)
• PEER TUTORING (tutoraggio tra pari)
• RICERCA-AZIONE
• SPERIMENTAZIONE
• UTILIZZO DELLE T.I.C.
• DIDATTICA 3.0 ( Utilizzo della LIM per una didattica
multimediale interattiva: questa corrisponde ad un nuovo
Progetto di scuola che vede l’allievo protagonista e
interattivo. Questo Progetto avanzato prevede anche una
diversa organizzazione degli spazi: es .Linee Guida per
l’edilizia scolastica.)
ATTIVITA’ per un:
LABORATORIO DI RICERCA INTERDISCIPLINARE
(Aldo Visalberghi)

DIVISIONE IN DINAMICHE DI GRUPPO


GRUPPI COOPERATIVE LEARNING
PEER TUTORING

 MODULARITA’ OGNI GRUPPO SVILUPPA UN


DEL PROGETTO MODULO DI PROGETTO

CONSEGNE AL INDIVIDUALIZZAZIONE E
SINGOLO PERSONALIZZAZIONE
COMPONENTE DEI PROCESSI PER
IL GRUPPO L’INCLUSIONE

RICERCA- RICERCA DI
AZIONE INFORMAZIONI
CON LA LIM-
DINAMICHE DI GRUPPO
• Ciascun allievo concorre al Progetto comune
svolgendo attività e prestazioni secondo curiosità,
motivazioni, interessi personali.
• Egli sviluppa processi di apprendimento secondo i
potenziali individuali di apprendimento, secondo
ritmi e stili cognitivi, secondo risorse individuali.
• Si realizza, così, di fatto, la personalizzazione dei
processi di sviluppo: cognitivi, affettivi, relazionali.
• VIENE SOSTENUTA E POTENZIATA LA
PARTECIPAZIONE ATTIVA AL LAVORO
COMUNE, LA COMUNICAZIONE, LA
RELAZIONE
SETTING DIDATTICO
• Il setting didattico si riconfigura sia
come ambiente di apprendimento e
sia come spazio. Esso si avvale
anche di co-docenza (organico di
potenziamento) e di CLIL
(trasversalità di una lingua/cultura
straniera)
Le TIC- TSI
• Le richieste rivolte agli insegnanti sono sempre più
impegnative: essi operano con gruppi di allievi molto
più eterogenei rispetto a prima (diversità di lingua
materna, genere, etnia, confessione religiosa,
capacità etc.);
• gli insegnanti sono tenuti ad avvalersi delle
opportunità offerte dalle nuove tecnologie (es. LIM), a
rispondere alla domanda di insegnamento
personalizzato e ad assistere gli alunni affinché
diventino autonomi nell’apprendimento permanente.
• Didattica 3.0: interattività, ambiente di apprendimento
CURRICULUM IMPLICITO
Lo sfondo integratore

• L’aula non deve essere il “NON LUOGO”(Avanguardie Educative


INDIRE) ma il “LUOGO NARRANTE” .
• E’ sfondo integratore delle conoscenze del bambino.
• Essa deve essere un ambiente altamente costruttivista e ricco di
stimoli: sussidi strutturati e non, cartelloni raffiguranti ambienti reali
e fantastici,
• con angoli dedicati alle TIC (LIM,computer).
• L’aula deve diventare un laboratorio di ricerca interdisciplinare (Aldo
Visalberghi): il setting didattico deve essere ricco di materiali.
• Aula è spazio fisico e MENTALE.
L’allievo è attivo. Gioca e si
diverte nella relazione con i
compagni. Anche la routine della
scuola dell’infanzia si colora di
sorprese e di curiosità.
L’ambiente stesso è flessibile e
dinamico, promuove lo scambio e
la relazione tra pari.
I banchi sono tavoli di lavoro, la
cattedra non c’e’ ed il docente gira
dispensando pareri, aiuti, consigli:
diviene il”facilitatore” degli
apprendimenti, che media tra gli
allievi ed i saperi dei diversi campi
di esperienza e delle discipline.
Attività
Differenziate
(L.107/15)

 DIVISIONE IN
GRUPPI DI
LAVORO.

 CONSEGNA AL
SINGOLO
COMPONENTE
IL GRUPPO.
Ogni bambino darà il proprio contributo personale al lavoro
di gruppo come sa e come può fare!
La conduzione della classe
• la funzione principale dell’insegnante non potrà
più essere la diffusione di conoscenze, ormai
assicurata più efficacemente da altri mezzi.
• La sua competenza deve spostarsi e
trasformarsi in una provocazione
all’apprendimento e al pensiero.
• L’insegnante diventa l’animatore
dell’intelligenza collettiva dei gruppi di cui è
responsabile.
L’utilizzo della LIM
• In un modello di scuola centrato sull’azione del
docente la LIM non può rompere l’elemento critico
strutturale della didattica tradizionale, ovvero la
frontalità dell’approccio educativo e didattico.
• Diversamente, in una scuola centrata su fatti e
fenomeni naturali ed artificiali, resi problematici da
una serie di domande: che cosa è? Come
funziona? Dove, come, quando perche? La LIM
diventa spazio per la mente, luogo di ricerca delle
risposte alle domande dei bambini, che promuove
autonomia e capacità di imparare ad imparare.
Individualizzazione e
Personalizzazione
• Una didattica di laboratorio consente
l’individualizzazione dei trattamenti rivolti a
singoli allievi per il raggiungimento degli
obiettivi comuni alla classe.
• Nel gruppo dei pari la personalizzazione dei
processi di crescita consente sia la
compensazione delle fragilità e sia lo
sviluppo dei talenti e di eventuali
eccellenze…..
anche dei bambini in stato di disagio

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