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Informazioni Generali
1.1 ANATOMIA
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Figura 1: anatomia normale dell’anca.
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Durante il movimento, la cartilagine permette lo
scivolamento delle due superfici l’una sull’altra, i
muscoli imprimono forza al movimento, i
legamenti e i tendini sono di supporto ai muscoli
e il liquido sinoviale rende fluido il movimento.
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1.2 PATOLOGIE DELL’ANCA
ARTROSI
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ARTRITE REUM ATOIDE
L’artrite reumatoide è unaq patologia
infiammatoria cronica che può colpire
l’articolazione dell’anca. E’ una patologia
sistemica che può colpire tutte le articolazioni del
corpo ma anche altri organi quali cuore, polmoni,
sistema nervoso e circolatorio.
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importante, con sovvertimento della normale
anatomia dell’anca (vedi figura 5).
OSTEONECROSI
Un’altra patologia che porta ad usura
dell’articolazione dell’anca è la necrosi
avascolare del femore. Questa malattia è
causata da un in sufficiente apporto ematico alla
testa del femore, causando quindi necrosi
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dell’osso e frammentazione dello stesso.
Generalmente colpisce soggetti tra i 25 e i 45
anni. In molti casi la necrosi della testa femorale
è legata ad abuso di alcool, terapia con alte dosi
di farmaci steroidei, patologie del sangue,
radioterapia o particolari tipi di fratture, ma in un
numero consistente di casi la causa rimane
ignota (vedi figura 6).
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1.3 CLINICA
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scelta della protesi fatta inizialmente sulla base
delle radiografie.
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PROTESI CEM ENTATA
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PROTESI NON CEM ENTATA
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PROTESI CUSTOM -M ADE (“su misura”)
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L’intervento di protesizzazione dell’anca è un
intervento di successo: in tutti i pazienti si ha
infatti una riduzione del dolore e un
miglioramento dell’autonomia dovuto alla ripresa
funzionale dell’arto.
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3. L’Intervento
3.1 PRIMA
DELL’INTERVENTO
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strumentali che verranno eventualmente richiesti
dal medico di famiglia.
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3.2 RISCHI
DELL’INTERVENTO
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TROM BOSI
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INFEZ IONI
LUSSAZ IONE
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ALLERGIE
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3.3 L’INTERVENTO
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3.4 DOPO L’INTERVENTO
IN OSPEDALE
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Il paziente verrà messo a sedere fuori dal letto in
2°-3° giornata. Generalmente è possibile
assumere la posizione eretta caricando sull’arto
operato dalla 4°-5° giornata se le condizioni del
paziente lo permettono. La mobilizzazione viene
iniziata il primo o il secondo giorno dopo
l’intervento. Tale mobilizzazione viene effettuata
sotto la guida di un fisioterapista. Si tratta
sempre di una mobilizzazione attiva, con esercizi
isometrici di contrattura del muscolo quadricipite
e dei glutei. La flessione del ginocchio deve
essere assistita e grauduale fino ai 90°.
In casi particolari (es. revisioni o interventi
complicati) si daranno indicazioni specifiche.
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A CASA
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- Utilizzare sedie con braccioli che vi aiutino ad
alzarvi.
Posizionate dei cuscini sulla sedia per evitare
che l’anca si fletta oltre 90°.
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Non accavallare le gambe.
- Usare un alzawater
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4. Esercizi utili prima e
dopo l’intervento
Posizione di partenza:
supino, con un rullo
sotto i talloni.
Spingere le ginocchia
verso il basso
contraendo i quadricipiti.
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Posizione di partenza: supino, gamba destra
piegata, gamba sinistra dritta.
Sollevare di una spanna la gamba sinistra tesa
e contare fino a 10.
Appoggiare la gamba sinistra piegata e
sollevare la gamba destra tesa. Ripetere
l’esercizio alternando il movimento delle
gambe.
(eseguire questo esercizio dopo almeno 15
giorni dall’intervento)
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4. Rinforzo della muscolatura glutea
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