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L’obiettivo è valutare il numero di piatti, che in questo caso, avviene ipotizzando in un primo momento,
idealità tra le fasi di contatto, dopo di che, rimuoveremo tale ipotesi ed entreremo nel dettaglio del progetto
del “rettore”, cioè il piatto, cercando di ottenere un’efficienza quasi unitaria per questo stadio di contatto.
Per le miscele binarie abbiamo visto prima un metodo numerico rigoroso, che consente, risolvendo piatto a
piatto i bilanci, di completare il progetto della colonna; dopo abbiamo studiato il metodo di Mc Cabe grafico,
ma non rigoroso (approssimato), che con delle ipotesi semplificative, ci ha consentito di raggiungere
l’obiettivo (il numero di stadi) sul piano xy.
In questa lezione vedremo un altro metodo grafico e rigoroso: il metodo di Ponchon-Savarit. Eviteremo di
risolvere il sistema di 5 equazioni in 5 incognite piatto per piatto con un’applicazione grafica.
Tale metodo utilizza il piano H-concentrazione.
Le curve in celeste sono le isoterme. Attraverso la linea coniugata (l’obliqua), noto il liquido, determiniamo il
corrispondente vapore all’equilibrio alla T fissata dall’isoterma.
Il diagramma di equilibrio utilizzato nel metodo di McCabe non presentava alcuna linea coniugata, ma vedeva
un punto che dava x, y e T (legge di Rault); al punto in McCabe corrisponde una linea a Ponchon-Savarit.
𝑷𝒐𝒏𝒄𝒉𝒐𝒏 − 𝑺𝒂𝒗𝒂𝒓𝒊𝒕 ∶ 𝒍𝒊𝒏𝒆𝒂
𝑴𝒄𝑪𝒂𝒃𝒆 ∶ 𝒑𝒖𝒏𝒕𝒐
La curva rosa, cioè la distanza tra la curva di vapore e quella di liquido, alle diverse composizioni rappresenta
il lambda di vaporizzazione.
I diagrammi H-concentrazione possono presentare due diverse metodologie per determinare la linea
coniugata:
1. Sono disegnate una serie di rette oblique e parallele rappresentative delle isoterme a certe T;
2. Sono presenti delle curve ausiliarie alle varie pressioni, che consentono tirando delle verticali o delle
orizzontali fino ad intersecare le curve di L o V, di ottenere le composizioni all’equilibrio (grafico in
esame).
Supponiamo di avere liquido con composizione 0.5; conosco anche la T e la pressione operative. A partire dal
punto sulla curva di liquido di interesse, salgo verticalmente fino ad intersecare la curva ausiliaria (gialla)
corrispondente alla mia P, dopo di che mi sposto orizzontalmente, fino ad intersecare la curva di ebollizzione:
così determino il vapore che fa equilibrio al mio liquido e posso tracciare la linea coniugata.
Al momento non mi interessa se il condensatore è totale o parziale, perché comunque esce un distillato, che
è liquido di composizione xD se ho condensatore totale, mentre è un vapore se ho un condensatore parziale.
Ricordiamo che se il condensatore è totale la composizione di V1, L0 e D è la stessa; se invece è parziale, la
composizione di D è quella d’equilibrio al liquido che viene reflussato in colonna. Dal punto di vista del volume
di controllo non ci interessa del tipo di condensatore! Ci interessano del flusso di calore che prendo in
considerazione e la materia che esce.
Allora tagliando la colonna al piatto n, scrivo i bilanci in tale sezione. Attenzione, nel caso del bilancio parzale
il pedice, per esempio n+1, si riferisce sia alla composizione che alla portata poiché non ho più portate
costanti come invece accadeva nel metodo di McCabe. Le portate cambiano piatto a piatto.
Scriviamo anche il bilancio di energia (quarta equazione) attribuendo il termine di calore alla portata D,
poiché è l’unica costante (discorso iniziale del sistema non adiabatico).
Dai tre bilanci ottengo tre punti, in particolare il punto P è detto POLO, è un punto fisso sia se ho un
condensatore totale che parziale. Ogni piatto di quasta sezione vedrà una linea di lavoro passante per P.
Parallelismo: 𝑷𝒐𝒏𝒄𝒉𝒐𝒏 − 𝑺𝒂𝒗𝒂𝒓𝒊𝒕 ∶ 𝒇𝒂𝒔𝒄𝒊𝒐 𝒅𝒊 𝒓𝒆𝒕𝒕𝒆 𝒑𝒂𝒔𝒔𝒂𝒏𝒕𝒊 𝒑𝒆𝒓 𝒖𝒏 𝒑𝒐𝒍𝒐
𝑴𝒄𝑪𝒂𝒃𝒆 ∶ 𝒓𝒆𝒕𝒕𝒂 𝒅𝒊 𝒍𝒂𝒗𝒐𝒓𝒐
Analogo discorso per la parte bassa della
colonna.
Il calore è da fornire al sistema, quindi è un
termine di ingresso, portandolo a destra del
bilancio diventa negativo.
La portata B è costante quindi influenza il
secondo polo P’.
Avrò un fascio di rette passanti per il polo P’
per la parte bassa della colonna.
Bilancio globale, attribuendo Qc al distillato e
Qb a B.
I punti F, P e P’ sono allineati e consentono il
collegamento tra la retta rappresentativa della
parte alta e quella della parte bassa.
La nostra alimentazione in un problema di
progetto è nota in tutte le variabili, pertanto
posso posizionarla nel piano H-z. Nel caso in
figura F è una miscela liquido-vapore.
Se fosse stata sulla curva del liquido, sarebbe
stato liquido in ebollizione.
Nel metodo di McCabe introduciamo una
variabile q che tiene conto dell’entalpia
dell’alimentazione, in questo metodo invece
non ce n’è bisogno perché è il piano stesso che
ci consente di conoscere la termicità
dell’alimentazione.