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AMBIENTE&SICUREZZA

Aggiornamento giuridico, normativa tecnica e applicazioni

01
ANTINCENDIO
Tabagismo, il doppio rischio
nelle strutture sanitarie

MATERIALI DI RIPORTO
Dal minAmbiente
i nuovi chiarimenti

gennaio 2018
TECNOLOGIE&SOLUZIONI
PROTEGGERE GLI SCAVI
Periodico mensile - Anno 20 - Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L.353/2003, conv. L. 46/2004, art. 1, c. 1 - DCB Milano ISSN 2035-5149

A CIELO APERTO REGISTRI TELEMATICI


Cancerogeni e biologici
le istruzioni dell’Inail

LEGGE EUROPEA 2017


Riflettori puntati
su acque ed emissioni

ESODO E GRANDI EVENTI


Perché sono importanti
i modelli di simulazione

SCIENZA E DIRITTO
Un importante binomio
nei processi per ecoreati

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SOMMARIO
SOMMARIO

PREVENZIONE&PROTEZIONE
Igiene del lavoro
Antincendio e tabagismo:
doppia allerta in ospedale
di Andrea Bocchieri 12

Cancerogeni e biologici, aggiornare i registri


di Mario Gallo 34
Osservatorio Uni
Circuiti di sicurezza: ecco cosa cambia
di Federico Dosio 46

GRANDI RISCHI
Prevenzione
Incendi e grandi eventi, perchè simulare l’esodo?
di Stefano Marsella 54
Sicurezza
Protezione fisica passiva delle materie nucleari
PRIMA LETTURA di Elio Giroletti 60
3 IN SINTESI
5 ULTIME IN GAZZETTA RIFIUTI&BONIFICHE
Terre e rocce
7 ADEMPIMENTI E SCADENZE Sui materiali di riporto
i chiarimenti del minAmb
di Federico Peres e Alessandro Kiniger 64
AMBIENTE&RISORSE

112
Novità
Acque ed emissioni nella legge europea 2017
di Luciano Butti 74
Le attività di scavo
a cielo aperto Appalti verdi
in cantiere spesso I nuovi criteri ambientali per l’edilizia pubblica
hanno bisogno
di opportune di Massimo Mauri 78
cautele. L’adozione
di armature Reati
di protezione
e sostegno
Ambiente e processi penali tra scienza e diritto
può essere di Angelo Merlin 84
la risposta

www.ambientesicurezzaweb.it n.1 - gennaio 2018 1


AMBIENTE&SICUREZZA

MENSILE Anno 20 - n° 1  gennaio 2018  www.ambientesicurezzaweb.it


Tutela
Danno ambientale: novità sul risarcimento Direttore responsabile: Ivo Alfonso Nardella
di Pietro Verna 92 Direttore editoriale: Massimo Cassani
Coordinamento editoriale: Dario De Andrea Tel. +39 02 92984 539
Osservatorio Cei Redazione: Katia Rebucini Tel. +39 02 92984 540
Se efficienza energetica Impaginazione: Walter Tinelli
fa rima con climatizzazione
di Silvia Berri e Annalisa Marra 96 Segreteria di redazione NEW BUSINESS MEDIA:
Anna Alberti, Donatella Cavallo, Paola Melis
RASSEGNE
redazione.as@newbusinessmedia.it
Legislazione
di Marco Fabrizio 101 Immagini: Adobe Stock, Depositphotos, Shutterstock
Progetto grafico: Elisabetta Delfini e Cristina Negri
Giurisprudenza
di Pierguido Soprani 106 PROPRIETARIO ED EDITORE
New Business Media Srl

di Attilio Balestreri 109 SEDE LEGALE E OPERATIVA


Via Eritrea, 21 - 20157 Milano

TECNOLOGIE&SOLUZIONI UFFICIO PUBBLICITÀ E TRAFFICO


Direttore Commerciale
Soluzioni per il cantiere Cesare Gnocchi cesare.gnocchi@tecnichenuove.com
Sistemi di protezione Ufficio Commerciale
degli scavi a cielo aperto Area Manager Divisione Prevenzione e Tutela -
Andrea Crippa andrea.crippa@tecnichenuove.com
di Luca Rossi 112 Anna Boccaletti anna.boccaletti@newbusinessmedia.it
Ufficio Pubblicità
Lorena Villa lorena.villa@newbusinessmedia.it
Tel. +39 02 92984 542
STAMPA
Arti Grafiche Boccia Spa
via Tiberio Claudio Felice, 7 - 84131 Salerno
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Registrazione Tribunale di Milano n. 749 del 9 novembre 1998.


R.O.C. 24344 dell’11 marzo 2014 - ISSN 2035-5149

Responsabilità. La riproduzione delle illustrazioni e articoli pubblicati dalla rivista, nonché la loro traduzione è
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cancellazione, opposizione a particolari trattamenti dei propri dati, esplicitati all’art. 7 D.Lgs. 196/03.

2 n.1 - gennaio 2018


SEZIONE&SEZIONE
PRIMA LETTURA
IN SINTESI

PREVENZIONE&PROTEZIONE
Antincendio e tabagismo: doppia allerta in ospedale
Nelle strutture sanitarie, il fumo costituisce un fattore di rischio aggravato dalla presenza di persone con fragilità e
dal pericolo fuoco. Una situazione delicata da esaminare soprattutto alla luce della recente evoluzione normativa,
con spunti concreti ai fini di prevenzione e salute.
Articolo a pag. 12

Cancerogeni e biologici: aggiornare i registri


Ancora qualche problema sulla loro revisione telematica. E in attesa che il Sinp - per il momento non decollato - entri
a pieno regime, la circolare 12 ottobre 2017, n. 43, ha fornito le istruzioni operative sulle modalità di trasmissione
dei dati. Anche per i settori particolari.
Articolo a pag. 34

Circuiti di sicurezza: ecco cosa cambia


L’emendamento 1 alla norma tecnica ha toccato numerosi punti dell’edizione del 2008, integrando alcuni aspetti
carenti. Una attenta disamina aiuta a orientarsi.
Osservatorio Uni a pag. 46

GRANDI RISCHI
Incendi e grandi eventi: perché simulare l’esodo?
In queste particolari situazioni, il calcolo dei tempi e lo studio delle modalità non possono essere fatti in modo “ma-
nuale”, servono anzi applicativi ad hoc. Un’analisi del problema mette a fuoco i principali punti da considerare.
Articolo a pag. 54

Protezione fisica passiva delle materie nucleari


Quali sono i requisiti che la protezione fisica passiva deve possedere durante le fasi di impiego, stoccaggio e tra-
sporto? Dal minSviluppo anche le procedure per contrastare gli atti di sabotaggio.
Articolo a pag. 60

RIFIUTI&BONIFICHE
Sui materiali di riporto i chiarimenti del minAmb
Bonifiche e costruzioni: la recente nota esplicativa del dicastero di via Cristoforo Colombo analizza alcune novità intro-
dotte dal nuovo decreto sulle terre e rocce da scavo, senza trascurare il quadro normativo che occorre tenere presente.
Articolo a pag. 64

AMBIENTE&RISORSE
Acque ed emissioni nella legge europea 2017
Nel provvedimento sono state inserite anche alcune misure sulla pubblicità delle sostanze o miscele classificate come
pericolose, e in materia di aiuti di Stato a favore dell’energia e dell’ambiente.
Articolo a pag. 74

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PRIMA LETTURA
IN SINTESI

I nuovi criteri ambientali minimi per l’edilizia pubblica


Con il decreto del ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare 11 ottobre 2017 sono stati aggior-
nati i cam di cui al D.M. 11 gennaio 2017 e introdotte alcune deroghe per le ristrutturazioni.
Articolo a pag. 78

Ambiente e processi penali tra scienza e diritto


Un numero sempre più elevato di elementi rilevanti per il dibattimento in aula può essere dimostrato soltanto con tec-
niche sofisticate. I nuovi delitti introdotti dalla legge n. 68/2015 potrebbero diventare terreno fertile per il dialogo
tra i due ambiti.
Articolo a pag. 84

Danno ambientale: novità sul risarcimento


I nuovi criteri di valutazione si applicano non solo ai giudizi in corso, ma anche agli eventi occorsi durante la vigen-
za della legislazione pregressa.
Articolo a pag. 92

Se efficienza energetica fa rima con climatizzazione


La sostituzione di impianti con altri dotati di pompe di calore, elettriche o a gas e che impiegano energia aerotermi-
ca, geotermica o idrotermica rientrano nelle linee finanziabili dal “conto termico”.
Articolo a pag. 96

TECNOLOGIE&SOLUZIONI
Sistemi di protezione degli scavi a cielo aperto
La possibilità di effettuare questi lavori a cielo aperto in cantiere determina molto spesso la necessità di impiegare
idonei sistemi di protezione. La scelta della soluzione da adottare in una specifica realizzazione dipende dai rischi
da eliminare e/o ri-durre, preventivamente individuati nell’attività di valutazione.
Articolo a pag. 112

4 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


SEZIONE&SEZIONE
PRIMA LETTURA
ULTIME IN GAZZETTA

GAZZETTA UFFICIALE REPUBBLICA ITALIANA

Argomento Provvedimento Pubblicato in


Energia Delibera Cipe 10 luglio 2017 Gazzetta Ufficiale del 23 novembre
«Approvazione del programma operativo complementare 2017, n. 274
“Energia e sviluppo dei territori “2014-2020”»
Sintesi a pagina 104
Energia Decreto del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti Gazzetta ufficiale del 15 maggio
3 agosto 2017 2017, n. 111
«Individuazione delle dichiarazioni, attestazioni, asse-
verazioni, nonché degli elaborati tecnici da presenta-
re a corredo della segnalazione certificata di inizio at-
tività per la realizzazione delle infrastrutture di ricarica
dei veicoli elettrici»
Grandi rischi Decreto del presidente del Consiglio dei ministri Gazzetta Ufficiale del 5 dicembre
27 ottobre 2017 2017, n. 284
«Nomina dei componenti della Commissione nazionale per
la previsione e la prevenzione dei grandi rischi»

Rifiuti Decreto del ministero dell’Ambiente e della tutela Gazzetta Ufficiale del 14 dicembre
del territorio e del mare 23 novembre 2017 2017, n. 291
«Approvazione dello statuto del Consorzio nazionale per la
raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica»

Sicurezza sul lavoro Decreto del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti Gazzetta Ufficiale del 2 dicembre
comando generale del corpo delle capitanerie di porto 2017, n. 282
16 novembre 2017
«Istituzione del corso di formazione e addestramento per
il personale marittimo in servizio su navi soggette al Co-
dice IGF. (Decreto n. 875/2017)»
Tutela ambientale Decreto del presidente del Consiglio dei ministri Gazzetta Ufficiale del 23 novembre
10 ottobre 2017 2017, n. 274
«Approvazione del Programma di misure, ai sensi dell’ar-
ticolo 12, comma 3, del decreto legislativo 13 ottobre
2010, n. 190, relative alla definizione di strategie per
l’ambiente marino» Sintesi a pagina 103
Tutela ambientale Legge 20 novembre 2017, n. 167 Gazzetta Ufficiale del 27 novembre
«Disposizioni per l’adempimento degli obblighi 2017, n. 277
derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione euro-
pea - Legge europea 2017»

Sintesi a pagina 74
VIA Comunicato del Ministero degli Esteri e della cooperazione Gazzetta Ufficiale del 21 novembre
internazionale 2017, n. 272
«Entrata in vigore del secondo emendamento alla Conven-
zione sulla valutazione dell’impatto ambientale in un con-
testo transfrontaliero, fatta a Espoo il 25 febbraio 1991,
adottato a Cavtat il 1° - 4 giugno 2004» Sintesi a pagina 104

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PRIMA LETTURA
ULTIME IN GAZZETTA

GAZZETTA UFFICIALE DELLE COMUNITÀ EUROPEE

Argomento Provvedimento Pubblicato in


Aria «Decisione di Esecuzione (UE) della Commissione del 17 G.U.C.E. L del 21 novembre 2017, n.
no-vembre 2017 relativa al riconoscimento del sistema vo- 304
lon-tario “RTRS EU RED” per la dimostrazione del rispetto
dei criteri di sostenibilità di cui alle direttive del Parlamen-
to europeo e del Consiglio 98/70/CE e 2009/28/CE» Sintesi a pagina 101
Ecolabel «Decisione (Ue) 2017/2076 della Commissione del 7 no- G.U.C.E. L del 14 novembre 2017, n.
vembre 2017 che modifica la decisione 2009/607/CE 295
per quanto riguarda il periodo di validità dei criteri ecolo-
gici per l’assegnazione del marchio di qualità ecologica
dell’Unione europea alle coperture dure» Sintesi a pagina 101
Veicoli fuori uso «Direttiva (Ue) 2017/2096 della Commissione del 15 G.U.C.E. L del 16 novembre 2017, n.
no-vembre 2017 recante modifica dell’allegato II della di- 299
rettiva 2000/53/CE del Parlamento europeo e del Con-
siglio relati-va ai veicoli fuori uso»
Sintesi a pagina 101

6 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


SEZIONE&SEZIONE
PRIMA LETTURA
ADEMPIMENTI E SCADENZE

di Marco Fabrizio, avvocato, studio legale Fabrizio

DAL 31 GENNAIO AL 20 FEBBRAIO 2018

31
gennaio 2018
Qualità delle acque destinate al consumo umano. Relazione sui controlli con esito negativo
Ai sensi dell’art. 14 del D.Lgs. n. 31/2001, entro il 31 gennaio 2018 le regioni e le province auto-
nome devono comunicare al mini-stero della Salute e al ministero dell’Ambiente e della tutela del ter-
ritorio e del mare le seguenti informazioni relative ai casi di non conformità dei controlli sulla qualità
delle acque destinate al consumo umano (eccezion fatta per le acque confezionate in bottiglie o con-
tenitori) così come riscontrati nel corso dell’anno precedente: a) il parametro interessato e il relativo
valore, i risultati dei controlli effettuati nel corso degli ultimi dodici mesi, la durata delle situazioni di
non conformità; b) l’area geografica, la quantità d’acqua fornita ogni giorno, la popolazione coinvol-
ta e gli eventuali effetti sulle industrie alimentari interessate; c) una sintesi dell’eventuale piano relativo
all’azione correttiva ritenuta necessaria, compreso un calendario dei lavori, una stima dei costi e la
relativa copertura finanziaria, nonché disposizioni in materia di riesame. Nel caso di utenze inferiori
a 500 abitanti, l’obbligo do-vrà essere assolto attraverso la trasmissione di una relazione contenente
i parametri interessati con i relativi valori e la popolazio-ne coinvolta.
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019

31 gennaio 2018
Assicurazione contro gli infortuni in ambito domestico. Versamento annuale
Ai sensi dell’art. 4, comma 4, del D.M. 15 settembre 2000, il 31 gennaio 2018 scade il termine en-
tro il quale deve essere effettuato il versamento del premio assicurativo per l’assicurazione contro gli
infortuni derivanti dal lavoro svolto in ambito domestico, co-sì come prevista dal capo III della legge
n. 493/1999 e attuata dal D.M. 15 settembre 2000.
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019

31 gennaio 2018
Dichiarazione annuale dei rifiuti conferiti in discarica
Ai sensi dell’art. 3, commi 30 e 31, legge n. 549/1995, il 31 gennaio 2018 scade il termine entro
il quale il gestore dell’impresa di stoccaggio definitivo deve presentare alla regione di appartenenza
la dichiarazione annuale sulle quantità di rifiuti conferiti nell’anno precedente, nonché dei versamenti
effettuati. Per l’omessa o infedele registrazione delle operazioni di conferimento in discarica si applica
la sanzione amministrativa dal 200 al 440% del tributo relativo all’operazione. Per l’omessa o infe-
dele dichia-razione si applica la sanzione da euro 103,29 a euro 516,46. La sanzione è ridotta di
un quarto qualora, entro il termine per ricorrere alle commissioni tributarie, intervenga adesione del
contribuente e contestuale pagamento del tributo, se dovuto, e della sanzione.
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019

31 gennaio 2018
Acque minerali naturali riconosciute. Invio annuale delle analisi
Ai sensi dell’art. 17, comma 3, D.M. 29 dicembre 2003, il 31 gennaio 2018 scade il termine entro il
quale i soggetti titolari di rico-noscimento di acque minerali naturali devono inviare al ministero della
Salute un’autocertificazione per ogni acqua minerale rico-nosciuta, relativa al mantenimento annuale
delle caratteristiche proprie sulle quali si basa il riconoscimento medesimo. L’autodichiarazione dovrà
essere accompagnata da un’analisi chimico-fisica e da un’analisi microbiologica effettuate nel corso
dello stesso anno solare ed eseguite secondo le modalità previste, rispettivamente, dagli articoli 5,
6, 9 e 10, D.M. 29 dicembre 2003. La mancata ricezione entro il termine della documentazione (in
duplice copia) ovvero la presentazione di certificazione ana-litica non conforme al D.M. 29 dicembre
2003, comporterà l’immediata sospensione della validità del decreto di riconoscimento.
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019

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PRIMA LETTURA
ADEMPIMENTI E SCADENZE

DAL 31 GENNAIO AL 20 FEBBRAIO 2018

31 gennaio 2018
Pitture e vernici contenenti solventi e prodotti per la carrozzeria. Comunicazione delle auto-
rizzazioni di acquisto e di utilizzo
Ai sensi dell’art. 3, comma 6, D.Lgs. n. 161/2006, entro il 31 gennaio 2018 le autorità competenti
al rilascio delle autorizzazioni per l’acquisto o utilizzo dei prodotti elencati nell’allegato I al D.Lgs. n.
161/2006 (pitture e vernici e altri prodotti per carrozzeria) devono inviare al ministero dell’Ambiente
e della tutela del territorio e del mare la copia delle autorizzazioni rilasciate nell’anno precedente.
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019

31 gennaio 2018
Biodiesel. Soggetti assegnatari partecipanti al programma pluriennale di agevolazione del
biodiesel: relazione annuale
Ai sensi dell’art. 8, comma 1, D.M. n. 156/2008, entro il 31 gennaio 2018 i soggetti “assegnatari”
aderenti al programma plurienna-le di agevolazione del biodiesel devono presentare la relazione a
consuntivo indicativa della quantità, tipologia e provenienza de-gli oli vegetali utilizzati nonché la
quantità e la destinazione dei sottoprodotti di lavorazione. La relazione è relativa alle quote di as-
segnazione relative all’anno precedente e deve essere presentata, a pena di esclusione dagli anni
successivi del programma, al ministero dell’Economia e delle Finanze – Dipartimento per le politiche
fiscali, al ministero dello Sviluppo economico, al ministe-ro dell’Ambiente e della tutela del territorio
e del mare, al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, all’Agenzia delle dogane e al
Comando generale della Guardia di finanza
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019

31 gennaio 2018
Biocarburanti. Comunicazioni annuali
Ai sensi dell’art. 3, D.Lgs. n. 110/2008, i soggetti tenuti all’obbligo di immissione in consumo nel
territorio nazionale della quota minima di biocarburanti e degli altri carburanti rinnovabili ai sensi
dell’art. 2-quater, commi 3 e 4, del D.L. n. 2/2006, come modi-ficato dall’art. 1, comma 368 della
legge n. 296/2006 (soggetti che immettono in consumo benzina e gasolio, prodotti a partire da fonti
primarie non rinnovabili e destinati a essere impiegati per autotrazione) devono comunicare entro il
31 gennaio 2018 al mi-nistero delle Politiche agricole alimentari e forestali: a) i quantitativi comples-
sivi espressi in Gcal, di benzina e gasolio immessi in consumo nell’anno precedente; b) i quantitativi
di biocarburanti espressi in Gcal, da immettere in consumo nell’anno in corso, calcolati secondo le
modalità di cui al comma 5 dell’art. 3 del D.M. n. 110/2008.
Allo stesso modo, entro la stessa data, i medesimi soggetti dovranno comunicare al ministero delle
Politiche agricole alimentari e forestali i quantitativi di biocarburanti immessi in consumo nell’anno
precedente, differenziati secondo: a1) prodotto, fiscalmente non agevolato, non derivante da con-
tratto quadro, intesa di filiera o contratti a essi equiparati; a2) prodotto, fiscalmente non age-volato,
derivante da contratto quadro, intesa di filiera o contratti a essa equiparati; a3) prodotto, fiscalmente
agevolato, derivante da contratto quadro, intesa di filiera o contratti a essa equiparati; a4) prodotto,
fiscalmente agevolato, derivante da contratto qua-dro, intesa di filiera o contratti a essa equiparati.
Le comunicazioni dovranno essere effettuate secondo la modulistica indicata nell’allegato III al D.M.
n. 110/2008 e avranno valore di autocertificazione ai sensi del D.P.R. n. 445/2000. I soggetti che
cessano l’attività di immissione in consumo di benzina e gasolio sono, comunque, tenuti a garantire il
rispetto dell’obbligo di immissione in consumo di biocarburanti nell’anno in corso.
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019

8 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


SEZIONE&SEZIONE
PRIMA LETTURA
ADEMPIMENTI E SCADENZE

DAL 31 GENNAIO AL 20 FEBBRAIO 2018

31 gennaio 2018
Biocarburanti. Comunicazioni per maggiorazioni
Ai sensi dell’art. 7 del D.M. 14 febbraio 2013 (ministero dello Sviluppo economico), i soggetti tenuti
all’obbligo di immissione in consumo nel territorio nazionale della quota minima di biocarburanti e
degli altri carburanti rinnovabili ai sensi dell’art. 2-quater, commi 3 e 4, del D.L. n. 2/2006, come
modificato dall’art. 1, comma 368 della legge n. 296/2006 (soggetti che immettono in consumo
benzina e gasolio, prodotti a partire da fonti primarie non rinnovabili e destinati a essere impiegati
per autotrazione) devono comunicare entro il 31 gennaio 2018 al ministero dello Sviluppo econo-
mico i quantitativi complessivi espressi in Gcal, di benzina e gasolio ex art. 2, comma 1, D.M. n.
110/2008, destinati all’uso extra rete nei quali, nell’anno precedente, è stata misce-lata una quantità
di biocarburanti pari al 25%. Contestualmente gli stessi soggetti dovranno trasmettere una dichiara-
zione relativa ai soggetti destinatari dei prodotti, all’ubicazione del deposito e all’eventuale codice
ditta rilasciato dall’Agenzia delle dogane (con relative quantità fornite nell’anno precedente).
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019

31 gennaio 2018
Biocarburanti. Istanza di accreditamento
I soggetti titolari di impianti di produzione di biocarburanti ex art. 1, comma 1, lettere a) e b), D.M.
14 febbraio 2013, interessati a ottenere il riconoscimento delle maggiorazioni, devono presentare
entro il 31 gennaio 2018 al ministero dello Sviluppo economi-co l’apposita istanza di accreditamento.
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019

31 gennaio 2018
Biomasse a uso agricolo e a uso energetico. Rapporto annuale
Il 31 gennaio 2018 scade il termine entro il quale le regioni e le province autonome devono inviare
al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, una relazione sul rapporto tra biomasse a
uso agricolo e biomasse a uso energetico. In particolare, la relazione dovrà evidenziare: a) il fabbi-
sogno di biomasse di origine agricola legate a impianti in esercizio; b) il fabbisogno poten-ziale di
biomasse di origine agricola derivante da impianti che potranno entrare in esercizio nel corso dell’anno
seguente; c) la di-sponibilità di biomasse di origine agricola nel bacino regionale; d) la valutazione
dell’equilibrio di approvvigionamento e i pos-sibili effetti economici e fondiari indotti.
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019

31 gennaio 2018
Impianti con produzione di gas a effetto serra. Interruzioni superiori a sei mesi
Il 31 gennaio 2018 scade il termine entro il quale i gestori di impianti ex allegato I al D.Lgs. n.
30/2013, con interruzioni nell’anno per un periodo superiore a sei mesi, devono comunicare al Co-
mitato nazionale per la gestione della direttiva 2003/87/CE (e per il supporto nella gestione delle
attività di progetto del protocollo di Kyoto) ogni interruzione delle attività ex allegato I in atto al primo
gennaio dello stesso anno (art. 23, comma 4).
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019

31 gennaio 2018
Registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di inquinanti. Relazioni istituzionali
Ai sensi dell’art. 3, commi 6 e 7, D.P.R. n. 157/2011, il 31 gennaio 2018 scade il doppio termine
entro il quale l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) deve comunicare al
ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché alle Autorità competenti, i dati
relativi alle comunicazioni ricevute dai gestori ai sensi dell’art. 5, regolamento (Ce) n. 166/2006 [in
relazione ai complessi industriali ex allegato I - al di sopra delle soglie di capacità applicabili, su: a)

www.ambientesicurezzaweb.it n.1 - gennaio 2018 9


PRIMA LETTURA
ADEMPIMENTI E SCADENZE

DAL 31 GENNAIO AL 20 FEBBRAIO 2018

emissioni nell’aria, nell’acqua e nel suolo di ciascuna sostanza inquinante di cui all’allegato II per un
quantitativo superiore al relativo valo-re di soglia di cui all’allegato medesimo; b) trasferimenti fuori
sito di rifiuti pericolosi per oltre 2 tonnellate l’anno o di rifiuti non pericolosi per oltre 2.000 tonnellate
l’anno, per qualsiasi operazione di recupero e di smaltimento, salvo per quanto riguarda le operazioni
di smaltimento, di trattamento dei terreni e di iniezione profonda; c) trasferimenti fuori sito, in acque
reflue destinate al trattamento, di qualsiasi sostanza inquinante indicata nell’allegato II per quantitativi
superiori al valore di soglia di cui al mede-simo allegato II, colonna 1 b), regolamento n. 166/2006].
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019

31 gennaio 2018
Materie fissili speciali, materie grezze, minerali e combustibili nucleari. Aggiornamento delle
giacenze
Ai sensi dell’art. 6, D.M. 28 settembre 2011, il 31 gennaio 2018 scade il termine entro il quale i de-
tentori di materie fissili speciali, materie grezze e minerali di cui all’art. 1, D.M. 28 settembre 2011,
devono trasmettere all’Agenzia per la sicurezza nucleare una si-tuazione delle giacenze delle mate-
rie. Per l’incombente dovranno essere utilizzati i formulari di cui agli allegati IV e V di cui all’art. 13,
regolamento (Euratom) n. 302/2005, considerando che l’inventario fisico di queste materie dovrà
essere effettuato da tutti i detentori almeno una volta l’anno con comunicazione preventiva (di almeno
40 giorni) all’Agenzia per la sicurezza nucleare.
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019

31 gennaio 2018
Sistema quote Ue-Ets. Versamento della tariffa
Il 31 gennaio 2018 scade il termine entro il quale i titolari di attività ex art. 4, comma 4, lettera o-bis),
art. 8, comma 5, art. 9, art. 21, art. 22, comma 4, art. 23, comma 1, e art. 34, comma 3, D.Lgs. n.
30/2013 – operatori aerei o gestori per ciascun impianto autorizzato a emettere gas serra – devono
versare la tariffa di € 250,00. Il pagamento della tariffa deve essere effettuato mediante versamento
su ccp intestato alla Tesoreria provinciale dello Stato territorialmente competenmte, con imputazione al
capitolo 2592, art. 22 – capo 32, causale “Tariffa – rilascio quote e comunicazione delle emissioni,
ai sensi dell’art. 41, D.Lgs. n. 30/2013”.
L’avvenuto pagamento dovrà essere comunicato al ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio
secondo quanto indicato sul sito istituzionale (art. 2, D.M. 25 luglio2016)
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019

31 gennaio 2018
Energia. Consumi annuali
Le imprese che effettuano la fornitura di energia per utenze intestate a una pubblica amministrazio-
ne centrale devono comunicare entro il 31 gennaio 2018 all’Enea, i consumi annuali, suddivisi per
vettore energetico, di ognuna delle suddette utenze e relativi all’anno precedente (art. 5, comma 15,
D.Lgs. n. 102/2014).
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019

10 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


SEZIONE&SEZIONE
PRIMA LETTURA
ADEMPIMENTI E SCADENZE

DAL 31 GENNAIO AL 20 FEBBRAIO 2018

1
febbraio 2018
Impianti nucleari. Piano preliminare di disattivazione
Il 1° febbraio 2018 scade il termine per presentare il piano preliminare delle operazioni di disattiva-
zione di cui all’art. 50, comma 2, D.Lgs. n. 230/1995, da parte dei titolari di licenza di esercizio
ex art. 50, D.Lgs. n. 230/1995, piuttosto che da parte dei titolari di autorizzazione ex artt. 51e 52,
D.Lgs. n. 230/1995, che all’entrata in vigore del D.Lgs. n.137/2017 non avevano già presentato
do-manda di disattivazione (art. 3, comma 1, D.Lgs. n. 137/2017).

15
febbraio 2018
Denuncia degli infortuni del settore estrattivo
Ai sensi dell’art. 25, comma 8, D.Lgs. n. 624/1996, entro il 15 febbraio 2018, il “titolare” ex art. 2,
comma 1, lettera b), D.Lgs. n. 624/1996, deve trasmettere all’autorità di vigilanza un prospetto rias-
suntivo, anche se negativo, degli infortuni verificatisi nel mese precedente e che abbiano comportato
un’assenza dal lavoro di almeno tre giorni.
La successiva analoga scadenza cadrà il 15 marzo 2018

20
febbraio 2018
Denuncia periodica degli imballaggi del mese precedente
Il 20 febbraio 2018 è l’ultimo giorno, per i produttori o gli utilizzatori di imballaggi iscritti al Consor-
zio nazionale imballaggi (Conai) e in regime di dichiarazione mensile, per presentare la denuncia
e calcolare, sulla base delle fatture emesse o dei documenti ricevuti, il contributo prelevato o dovuto
nel mese precedente, distinguendo gli importi relativi a ciascuna tipologia di materiali e indicando il
relativo consorzio di appartenenza.
La successiva analoga scadenza cadrà il 20 marzo 2018

www.ambientesicurezzaweb.it n.1 - gennaio 2018 11


PREVENZIONE&PROTEZIONE
Igiene del lavoro

Notevole l’impatto negativo di accendini, sigari e sigarette

Antincendio e tabagismo
doppia allerta in ospedale
Nelle strutture sanitarie, il fumo costituisce un fattore di rischio
aggravato dalla presenza di persone con fragilità e dal pericolo-fuoco.
Una situazione delicata da esaminare soprattutto alla luce della recente
evoluzione normativa, con spunti concreti ai fini di prevenzione e salute

di Andrea Bocchieri, professionista antincendio, direttore di S.C. “servizio prevenzione protezione e medicina
preventiva del lavoro”, azienda socio sanitaria della Valle Olona (VA), professore a contratto presso l’Università
degli studi di Pavia, corso di laurea in bioingegneria

La tutela della salute umana dei fuma- • adeguata dotazione impiantistica per • il termine previsto dall’articolo 51,
tori e dei non fumatori dagli effetti di- i locali riservati ai fumatori; comma 6, legge 16 gennaio 2003, n.
retti e indiretti del tabagismo è struttu- • procedimento per l’accertamento del- 3, è prorogato fino al 10 gennaio 2005
rata in Italia, nei locali aperti al pubbli- le infrazioni. (decreto legge n. 266/2004, converti-
co, da una serie di norme progressiva- L’articolo 51, ai commi 2 e 6, è stato re- to con legge n. 306/2004).
mente introdotte e parzialmente attuate. sidualmente modificato e integrato con
Si parte dal 1972 con il divieto di pub- la legge 31 ottobre 2003, 306, e con il L’anno 2003 è centrale nella lotta al ta-
blicizzazione dei prodotti per fumato- decreto legge n. 266/2004: bagismo: in quel periodo l’organizza-
ri, nel 1975 è aggiunta la regolamenta- • al comma 2, secondo periodo, dell’ar- zione mondiale della sanità (Oms) ha
zione del divieto di fumo sui mezzi di ticolo 51, legge 16 gennaio 2003, n. 3, emanato una convenzione quadro nel-
trasporto pubblico e nella maggior parte le parole: «con regolamento, da ema- la lotta al tabagismo, documento chia-
dei locali pubblici, adibendo scompar- nare ai sensi dell’articolo 17, comma ve nella esplicitazione di una più chia-
ti e locali per fumatori. All’anno 1991 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, ra presa di posizione delle nazioni nel-
dobbiamo i primi tentativi di informa- e successive modificazioni,» sono so- la tutela della salute dagli effetti del ta-
zione ai consumatori sulla nocività dei stituite dalle seguenti: «con decreto bacco1 (vedere box 2).
prodotti da fumo. Finalmente si arriva del Presidente del Consiglio dei mi- Proseguendo l’analisi temporale, è pos-
al 2003 e al fulcro della lotta al tabagi- nistri di recepimento di un accordo sibile evidenziare ancora che, nell’anno
smo rappresentata, fino al gennaio 2016, tra lo Stato, le regioni e le province 2013, il Consiglio dei ministri ha varato
dalla cosiddetta “legge Sirchia”, ovve- autonome» (legge n. 306/2003); un disegno di legge proposto dall’attua-
ro la legge 16 gennaio 2003, n. 3, che, • al comma 2, terzo periodo, e al com- le ministero della Salute che prevede2:
all’articolo 51, prevede sostanzialmen- ma 6, articolo 51, legge 16 gennaio • divieto di fumo nelle scuole anche
te (vedere box 1): 2003, n. 3, la parola: «regolamento» all’aperto: sarà esteso ai cortili e al-
• divieto di fumo nei locali chiusi (ec- è sostituita dalla seguente: «provve- le altre aree all’aperto di pertinenza
cetto quelli riservati e contrassegnati); dimento» (legge n. 306/2003); degli edifici scolastici;

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1. Per un approfondimento sul te-
ma, vedere, di Oms, Convenzione
quadro dell’Organizzazione Mon-
diale della Sanità per la lotta al ta-
bagismo, 2003.
2. Ministero della Salute, www.sa-
lute.gov.it.
3. Ministero della Salute, www.sa-
lute.gov.it.

BOX 1
Una tutela anche per chi non ha il “vizio”
(articolo 51, legge n. 3/2003)
1. È vietato fumare nei locali chiusi, ad eccezione di:
a) quelli privati non aperti ad utenti o al pubblico;
b) quelli riservati ai fumatori e come tali contrassegnati.
2. Gli esercizi e i luoghi di lavoro di cui al comma 1, lettera b), devono essere
dotati di impianti per la ventilazione ed il ricambio di aria regolarmente fun-
zionanti. Al fine di garantire i livelli essenziali del diritto alla salute, le caratte-
• sigarette elettroniche: sono stabiliti ristiche tecniche degli impianti per la ventilazione ed il ricambio di aria sono
i criteri di etichettatura che obbligano definite, entro centottanta giorni dalla data di pubblicazione della presente
fabbricanti o importatori a indicare con legge nella Gazzetta Ufficiale, con regolamento, da emanare ai sensi dell’ar-
caratteri chiari e leggibili la composi- ticolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive mo-
zione dei liquidi e la concentrazione dificazioni, su proposta del Ministro della salute. Con lo stesso regolamento
sono definiti i locali riservati ai fumatori nonché i modelli dei cartelli connessi
di nicotina, le informazioni relative
all’attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo.
alla composizione qualitativa e quan- 3. Negli esercizi di ristorazione, ai sensi del comma 1, lettera b), devono essere
titativa di tutte le sostanze contenute adibiti ai non fumatori uno o più locali di superficie prevalente rispetto alla
e i sintomi e gli effetti sulla salute. I superficie complessiva di somministrazione dell’esercizio.
proventi delle sanzioni amministrati- 4. Con regolamento da emanare ai sensi dell’articolo 17, comma 1, della legge
ve pecuniarie previste per le violazio- 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, su proposta del Mini-
ni sono successivamente riassegnate stro della salute, possono essere individuati eventuali ulteriori luoghi chiusi nei
quali sia consentito fumare, nel rispetto delle disposizioni di cui ai commi 1,
per il potenziamento dell’attività di
2 e 3. Tale regolamento deve prevedere che in tutte le strutture in cui le per-
monitoraggio sugli effetti derivanti sone sono costrette a soggiornare non volontariamente devono essere previsti
dall’uso di sigarette elettroniche e la locali adibiti ai fumatori.
realizzazione di attività informative fi- 5. Alle infrazioni al divieto previsto dal presente articolo si applicano le sanzioni
nalizzate alla prevenzione del rischio di cui all’articolo 7 della legge 11 novembre 1975, n. 584, come sostituito
di induzione al tabagismo. dall’articolo 52, comma 20, della legge 28 dicembre 2001, n. 448.
Giungendo al 2016, è emanato il decreto 6. Al fine di consentire una adeguata attività di informazione, da attivare d’intesa
con le organizzazioni di categoria più rappresentative, le disposizioni di cui
legislativo 12 gennaio 2016, n. 6, artico-
ai commi 1, 2, primo periodo, 3 e 5 entrano in vigore decorso un anno dalla
lo 24, comma 1, ed è modificato l’arti- data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 2.
colo 51, comma 1-bis, legge 16 genna- 7. Entro centoventi giorni dalla data di pubblicazione della presente legge nella
io 2003, n. 3, introducendo «il divieto Gazzetta Ufficiale, con accordo sancito in sede di Conferenza permanente per
di fumo nelle pertinenze esterne delle i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano,
strutture universitarie ospedaliere, dei su proposta del Ministro della salute di concerto con i Ministri della giustizia
presidi ospedalieri e degli IRCCS pedia- e dell’interno, sono ridefinite le procedure per l’accertamento delle infrazioni,
la relativa modulistica per il rilievo delle sanzioni nonché l’individuazione dei
trici, nonché nelle pertinenze esterne
soggetti legittimati ad elevare i relativi processi verbali, di quelli competenti a
dei reparti di ginecologia e ostetricia, ricevere il rapporto sulle infrazioni accertate ai sensi dell’articolo 17 della legge
neonatologia e pediatria delle strutture 24 novembre 1981, n. 689, e di quelli deputati a irrogare le relative sanzioni.
universitarie ospedaliere e dei presidi 8. Le disposizioni di cui al presente articolo non comportano maggiori oneri a
ospedalieri e degli IRCCS»3. carico del bilancio dello Stato. 9. Rimangono in vigore, in quanto compatibili,
Il decreto prevede che, in caso di viola- le disposizioni di cui agli articoli 3, 5, 6, 8, 9, 10 e 11 della legge 11 no-
zione del divieto, siano applicate le mi- vembre 1975, n. 584. 10. Restano ferme le disposizioni che disciplinano
il divieto di fumo nei locali delle pubbliche amministrazioni.
sure sanzionatorie previste dall’artico-
lo 7, legge 11 novembre 1975, n. 584,

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PREVENZIONE&PROTEZIONE
Igiene del lavoro

BOX 2
Stralcio della convenzione quadro dell’Oms
«1. Ogni persona deve essere informata delle conseguenze per la salute, della
dipendenza e del rischio mortale derivanti dal consumo di tabacco e dall’espo- come modificate dalla legge finanziaria
sizione al fumo del tabacco, e misure legislative, esecutive, amministrative o
del 2005 (a tal proposito vedere l’arti-
altre misure efficaci devono essere previste all’appropriato livello governativo
per proteggere tutte le persone contro l’esposizione al fumo del tabacco. colo 1, comma 189, legge 30 dicembre
2. È necessario un forte impegno politico per elaborare e sostenere, a livello 2004, n. 311) che ha previsto un aumen-
nazionale, regionale e internazionale, misure plurisettoriali complete ed azioni to del 10% dell’importo delle sanzioni
coordinate, tenuto conto della necessità di: amministrative pecuniarie.
a) adottare misure per proteggere tutte le persone contro l’esposizione al La violazione del divieto di fumo può
fumo del tabacco; essere rilevata dalle seguenti figure al-
b) adottare misure per evitare che le persone comincino a fumare, per pro-
le quali competono l’accertamento e la
muovere e sostenere la disintossicazione e per fare diminuire il consumo di
pro-dotti del tabacco sotto tutte le forme; contestazione dell’infrazione:
c) adottare misure per incoraggiare gli autoctoni e le comunità autoctone a • delegati alla vigilanza sull’osservan-
partecipare all’elaborazione, all’attuazione e alla valutazione di programmi za del divieto;
di lotta contro il tabagismo che siano socialmente e culturalmente adeguati • pubblici ufficiali e agenti.
ai loro bisogni e alle loro idee;
d) adottare misure per tenere conto dei rischi specifici per l’uomo e per la don- L’estensione del divieto di fumo alle
na, al momento dell’elaborazione delle strategie di lotta contro il tabagismo.
pertinenze esterne delle strutture ospe-
3. Un importante elemento della Convenzione è la cooperazione internazionale,
ed in particolare il trasferimento di tecnologia, conoscenze e aiuto finanziario e daliere a tutela dei soggetti esposti e a
la fornitura di competenze connesse per stabilire e attuare programmi efficaci partire da quelli più fragili (reparti di
di lotta contro il tabagismo, tenendo conto dei fattori culturali locali nonché dei ginecologia e ostetricia, neonatologia
fattori sociali, economici, politici e giuridici. e pediatria) risulta omogenea, peraltro,
4. Sono essenziali misure e risposte multisettoriali globali per ridurre il consumo con le precedenti emanazioni norma-
di tutti i prodotti del tabacco a livello nazionale, regionale e internazionale per tive sopra tracciate, ovvero il «divieto
prevenire, conformemente ai princìpi della salute pubblica, 1’incidenza delle
di fumo previsto per le aree all’aperto
malattie e l’inabilità ed i decessi prematuri, provocati dal consumo di tabacco
e dall’esposi-zione al fumo del tabacco. di pertinenza delle istituzioni del siste-
5. Le questioni legate alla responsabilità, così come determinate da ogni Parte ma educativo di istruzione e di forma-
nei limiti della sua competenza, sono un elemento importante per una completa zione, finalizzato a consentire al mino-
lotta contro il tabagismo. re di crescere in un ambiente educati-
6. Occorre riconoscere e prendere in considerazione l’importanza di un’assisten- vo salubre».
za tecnica e finanziaria per favorire la riconversione economica dei coltivatori A seguito dell’emanazione del D.Lgs.
di tabacco nonché dei lavoratori i cui mezzi di sussistenza sono gravemente
n. 6/2016, il ministero della Salute ha
compromessi dall’applicazione di programmi di lotta al tabagismo negli Stati
Parte in via di sviluppo e negli Stati Parte ad economia in transizione, nel qua- voluto esplicitare indicazioni interpreta-
dro di strategie di sviluppo sostenibile elaborate a livello nazionale. tive e attuative dei conseguenti divieti,
7. La partecipazione della società civile è essenziale per raggiungere l’o- in particolare, in materia di tutela della
biettivo della Convenzione e dei suoi protocolli.» salute dei minori avverso il consumo di
tabacco; infatti, con un documento indi-

14 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


4. Vedere la circolare del ministero
della Salute 4 febbraio 2016.
5. Vedere la convenzione quadro
dell’Oms.

dagli effetti del fumo, anche per quanto


In Italia, le prime restrizioni al fenomeno concerne esplicitamente gli ospedali, e-
risalgono al 1972 con il divieto ra attesa e, forse, dovuta.
di pubblicizzare prodotti dedicati Infatti, occorre purtroppo ammettere
che ancora oggi:
ai fumatori; nel 2013 la legge Sirchia • una parte importante degli operato-
ri sanitari fuma abitudinariamente e
pubblicamente;
• questa abitudine al fumo di operatori,
rizzato ai prefetti, sono stati rimarcati i ti, come riferimenti a benefici per la pazienti e visitatori è oltre modo tol-
seguenti aspetti innovativi e applicativi4: salute o per lo stile di vita, a un gusto lerata nelle strutture sanitarie.
• introduzione, sulle confezioni di si- o a un odore eccetera;
garette, tabacco da arrotolare e tabac- • divieto di apporre sulle etichette in- Oltre a violare il diritto fondamenta-
co per pipa ad acqua, delle “avver- formazioni relative al contenuto di ca- le dei non fumatori ad ambienti liberi
tenze combinate” relative alla salu- trame, nicotina o monossido di carbo- dal fumo5, l’indifferenza a questo pro-
te: testo, fotografia a colori e nume- nio, ritenute ingannevoli per il con- blema ripropone alla comunità sociale
ro del telefono verde contro il fumo sumatore che, nel confronto tra più messaggi contraddittori e diseducativi,
(800.554.088). Le avvertenze occu- prodotti, tende a preferire quello con sia in termini di influenza che di strut-
peranno il 65% del fronte e del retro minori quantità di queste sostanze, ri- ture e di operatori sanitari, assumono,
delle confezioni e dell’eventuale im- tenendolo meno nocivo; nei fatti, come modelli di stili di vita nel
ballaggio esterno; • divieto di “aromi caratterizzanti” nelle campo della salute, sia in termini di si-
• divieto di additivi che rendono più sigarette e nel tabacco da arrotolare. curezza antincendio.
“attrattivo” e “più nocivo” il prodot- Per “aromi caratterizzanti” si inten- Sottolineando come la principale finalità
to del tabacco (per esempio, caffeina, dono: odori o gusti chiaramente di- del D.Lgs. n. 6/2016 sia quello di «assi-
vitamine, coloranti delle emissioni, stinguibili, dovuti a un additivo o a curare un elevato livello di protezione
nonché additivi che facilitino l’ina- una combinazione di additivi, come: della salute dissuadendo i consumatori
lazione o l’assorbimento di nicotina frutta, spezie, erbe eccetera; e, principalmente, i giovani dal consu-
e che abbiano proprietà cancerogene, • divieto di vendita a distanza transfron- mo di prodotti a base di tabacco o con-
mutageniche o tossiche); taliera (on line) ai consumatori di pro- tenenti nicotina», la circolare del mini-
• abolizione dei pacchetti da 10 sigaret- dotti del tabacco, sigarette elettroni- stero della Salute 4 febbraio 2016 tocca,
te e delle confezioni di tabacco da ar- che e contenitori di liquido di ricari- quindi, una serie di previsioni articolate
rotolare contenenti meno di 30 gram- ca con presenza di nicotina. per le ricadute immediate nell’ambito
mi di tabacco; del fumo nelle strutture sanitarie quali
• divieto di utilizzare nell’etichettatu- L’attenzione del legislatore nella lotta al (in grassetto le previsioni direttamente
ra elementi promozionali e fuorvian- tabagismo e nella protezione della salute riferite al fumo):

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PREVENZIONE&PROTEZIONE
Igiene del lavoro

BOX 3 1. il divieto di fumo nelle pertinenze


Sintesi del rapporto 31 maggio 2016 esterne delle strutture ospedaliere:
«L’articolo 24, comma 1, del decreto
“Tabagismo e servizio sanitario nazionale” legislativo n. 6 del 2016, modifican-
I fumatori in Italia sono 11,5 milioni, il 22,0% della popolazione: 6,9 milioni do l’articolo 51, comma 1-bis della
di uomini (il 27,3%) e 4,6 milioni di donne (17,2%). Gli ex fumatori rappresen- legge 16 gennaio 2003, n. 3, intro-
tano il 13,5% della popolazione (7,1 milioni) i non fumatori sono invece 33,8 duce il divieto di fumo nelle perti-
milioni (il 64,4% della popolazione). Secondo le indagini Doxa condotte tra nenze esterne delle strutture uni-
il 2002 e il 2016, il dato di quest’anno relativo ai fumatori si riporta sui valori
versitarie ospedaliere, dei presidi
registrati nel 2008.
Si osserva inoltre un lieve incremento della prevalenza di fumatori di entrambi ospedalieri e degli IRCCS pediatri-
i sessi: gli uomini passano dal 25,1% del 2015 al 27,3% del 2016, le donne ci, nonché nelle pertinenze esterne
dal 16,9% del 2015 al 17,2% del 2016. dei reparti di ginecologia e ostetri-
L’analisi della prevalenza del fumo di sigarette tra gli uomini e le donne nelle cia, neonatologia e pediatria delle
varie classi di età mostra che la percentuale di fumatori è ancora superiore a strutture universitarie ospedaliere e
quella delle fumatrici in tutte le fasce di età. Nella fascia di età compresa tra i dei presidi ospedalieri e degli IRC-
25 e 44 anni si registra la prevalenza maggiore di fumatori di entrambi i sessi
CS (…) Si ricorda che tale disposi-
(24,1% delle donne e 31,9% degli uomini). Fumano di meno gli ultrasessan-
tacinquenni: il 6,9% delle donne e il 18,2% degli uomini. La distribuzione dei zione si aggiunge all’analogo divieto
fumatori rispetto alle varie aree geografiche mostra che la prevalenza di fuma- di fumo previsto per le aree all’aper-
tori di sesso maschile si registra nelle regioni del centro Italia (30.4%), mentre to di pertinenza delle istituzioni del
la prevalenza di fumatrici nelle regioni del nord (19.9%). sistema educativo di istruzione e di
Il consumo medio di sigarette al giorno si conferma intorno alle 13 sigarette. Il formazione, finalizzato a consentire
45,0% dei fumatori fuma tra le 10 e le 19 sigarette/die. In aumento, rispetto al minore di crescere in un ambien-
allo scorso anno, i fumatori cosiddetti “leggeri” (fino a 9 sigarette/die): sono
te educativo salubre»;
passati dal 16,7% nel 2015 al 23,6% nel 2016. Il 71,1% dei fumatori ha ac-
ceso la prima bionda tra i 15 e i 17 anni: questa fascia d’età si conferma nel 2. il divieto di fumo in auto: «L’articolo
tempo particolarmente critica per l’iniziazione al fumo di tabacco. Il 13,8% dei 24, comma 2, del decreto legislativo
fumatori ha iniziato a fumare addirittura prima dei 15 anni. Gli uomini inizia- n. 6 del 2016, introducendo un com-
no mediamente un anno e mezzo prima delle donne (a 17,4 anni gli uomini, a ma 1-ter all’articolo 51 della legge
18,7 le donne) e il motivo per cui si accende la prima sigaretta è legato all’in- 16 gennaio 2003, n. 3, estende il di-
fluenza dei pari: il 60,7% dei fumatori, infatti, ha iniziato perché influenzato vieto di fumo al conducente di au-
dagli amici o dai compagni di scuola. Rispetto alla tipologia di prodotti del
toveicoli, in sosta o in movimento,
tabacco acquistati si osserva quest’anno una conferma della percentuale di fu-
matori che scelgono prevalentemente od occasionalmente le sigarette fatte a e ai passeggeri a bordo degli stessi
mano (18,6% contro il 17,0% del 2015). I principali consumatori di sigarette in presenza di minori di anni diciot-
fatte a mano sono i giovani e giovanissimi (15-24 anni), soprattutto maschi to e di donne in stato di gravidanza
e residenti al centro Italia. (…) Con l’occasione, si ricorda che
è già previsto (ai sensi dell’articolo

16 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


6. Fra gli eventi registrati è oppor-
tuno ricordare il convegno Tabagi-
smo e Servizio Sanitario Nazionale
dell’Istituto superiore di sanità (Iss).

1, comma 1, lettera a), della legge BOX 4


11 novembre 1975, n. 584) il divieto
di fumare negli autoveicoli di pro-
Sigaretta elettronica (e-cig)
prietà dello Stato, di enti pubblici e Quest’anno si registra, per la prima volta dopo 3 anni, un sensibile in-
di privati concessionari di pubblici cremento dell’uso della sigaretta elettronica: gli utilizzatori di e-cig sono
infatti passati dall’1,1% del 2015 al 3,9% del 2016 (nel 2014 erano
servizi per il trasporto collettivo di
l’1,6%). Coloro che la usano abitualmente nel 2016 sono il 2,3% (nel
persone, nelle metropolitane, nei tre- 2015 erano lo 0.7%), mentre coloro che la usano occasionalmente so-
ni, nelle sale di attesa di aeroporti, no l’1,6% (nel 2015 erano lo 0,4%).
stazioni ferroviarie, auto-filotranvia- Gli utilizzatori di sigaretta elettronica sono soprattutto utilizzatori duali
rie e portuali-marittime»; (sigaretta elettronica + sigaretta tradizionale) e rappresentano il 77,6%
3. il divieto di vendita ai minori dei degli utilizzatori di e-cig: questa percentuale ha subito lievissime va-
prodotti del tabacco: «L’articolo 24, riazioni nel corso degli anni (erano il 73,1% nel 2015 e l’80,7% nel
2014). Tra questi, fumatori che non hanno modificato le loro abitudini
comma 3, del decreto legislativo n. 6
tabagiche (5.6%) o che hanno aumentato (0.5%), ridotto leggermente
del 2016, ribadendo il generale di- (5.6%) o drasticamente (9.5%) il numero di sigarette tradizionali fumate.
vieto di fumo per i minori di diciot- E ancora, tra gli utilizzatori duali, gli ex fumatori che hanno dichiarato di
to anni, introduce in via legislativa aver ricominciato a fumare le sigarette tradizionali assieme alla sigaretta
il divieto di vendita ai minori di si- elettronica (24.9%) o coloro che non fumavano e sono diventati consu-
garette elettroniche e contenitori di matori duali di sigarette tradizionali e sigarette elettroniche (17.8%). Tra
liquido di ricarica con presenza di gli utilizzatori esclusivi di sigaretta elettronica (18,4% degli utilizzatori
di e-cig) fumatori che hanno smesso di fumare (7.7%) e persone che
nicotina, nonché di prodotti del ta-
si sono avvicinate per la prima volta alla sigaretta elettronica ma
bacco di nuova generazione (…) Il non erano fumatori (10.7%).
rispetto del divieto di vendita ai mi-
nori dei prodotti del tabacco viene
garantito anche per le vendite effet-
tuate tramite distributore automa- Pericolosità del fumo tori di rischio quali il consumo dannoso
tico. I distributori automatici, che attivo e passivo di alcool, la dieta non corretta e l’inat-
peraltro sono dotati di sistemi di ri- In sintonia col ministero della Salute, è tività fisica, è un comportamento non
levamento dell’età dell’acquirente, opportuno evidenziare l’evidenza scien- salutare che si instaura spesso già du-
saranno sottoposti periodicamen- tifica che il fumo è un fattore di rischio rante l’infanzia o durante l’adolescen-
te a verifica effettuata dall’Agenzia comune delle malattie cronico-degene- za (vedere box 6).
delle dogane e dei monopoli. rative correlate a comportamenti indivi- Inoltre, in sintonia con Inail, occorre ri-
È oltre modo importante ricordare che duali non salutari, modificabili ma for- cordare che, secondo l’Organizzazione
il 31 maggio 2016 è stata celebrata l’ul- temente condizionati dal contesto eco- mondiale della sanità (Oms) «il con-
tima giornata mondiale senza tabacco6 nomico, sociale e ambientale in cui si trollo del fumo di tabacco è il più im-
(vedere box 3, 4 e 5). vive e si lavora. Il fumo, come altri fat- portante intervento che un paese pos-

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PREVENZIONE&PROTEZIONE
Igiene del lavoro

BOX 5 laringe, esofago, pancreas, vescica u-


Numero verde e centri antifumo rinaria, rene, stomaco, collo dell’ute-
ro e leucemia mieloide acuta;
L’osservatorio fumo, alcol e droga dell’Iss effettua dal 2000 il censimen- • malattie cardiovascolari: infarto del
to dei servizi territoriali per la cessazione dal fumo di tabacco (centri miocardio, malattia coronarica, a-
antifumo). In passato il monitoraggio sulle attività dei centri antifumo
neurisma dell’aorta addominale, ar-
e l’aggiornamento dell’anagrafica e dell’offerta dei servizi avvenivano
mediante contatto telefonico e corrispondenza via mail. A partire dal teriosclerosi, ictus cerebrale e mor-
2015, la raccolta dati avviene utilizzando un sistema di rilevamento bo di Bürger;
informatizzato mediante il quale ciascun centro può aggiornare i dati • malattie respiratorie: broncopneumo-
accedendo a un’area web dedicata. patia cronica ostruttiva (Bpco), ma-
Il censimento del 2016 rileva una lievissima diminuzione nel numero lattie respiratorie acute, polmonite,
dei centri antifumo attivi sul territorio nazionale (363 ad aprile 2016, accelerazione del declino fisiologico
368 nel 2015) con quasi 14.000 utenti in trattamento. In particolare,
della funzionalità polmonare, aggra-
305 Centri antifumo afferiscono al Ssn e 58 alla Lilt e sono localizzati
soprattutto nel nord Italia (57,3%), Nel 2015, l’84,4% dei centri antifu- vamento dell’asma bronchiale;
mo ha preso in carico fino a 100 pazienti/anno. Tra i principali canali • altre patologie: ulcera peptica in per-
di accesso ai centri antifumo, l’invio da parte del telefono verde contro sone con Helicobacter pylori, dimi-
il fumo 800.554088 dell’Iss, che nel 2015 ha raccolto 3600 telefona- nuzione della secrezione e dell’azio-
te (2.274 utenti donne e 1.326 uomini) provenienti soprattutto dal sud ne dell’ormone tiroideo nelle donne
Italia (42,3%), ma anche dal nord (35.3) e dal centro (22.4%). Le affette da ipotiroidismo, aumento di
telefonate hanno riguardato soprattutto utenti di età compresa tra i
oftalmopatia nei soggetti affetti da
46 e i 55 anni.
morbo di Graves, maggiore possibi-
lità di ammalare e maggiore severità
di diabete non insulino dipendente,
aumento del rischio di degenerazione
sa promuovere per migliorare al tempo stanze cancerogene – più precisamente maculare senile e di cataratta, perio-
stesso la salute dei propri cittadini e i «più di 7.000 sostanze chimiche di cui dontopatia e caduta dei denti, ridu-
conti della spesa sanitaria ed è conside- 70 strettamente connesse alle patologie zione della fertilità e nelle donne pre-
rato una priorità a causa dei dati d’inci- neoplastiche»8 - e un numero elevatissi- disposizione alla frattura dell’anca e
denza delle patologie fumo-correlate»7. mo di altre sostanze nocive per la salute alla diminuzione della densità ossea;
Dal 2002 l’International agency for re- (presenti nei vari gruppi di rischio dello • fumatrici in gravidanza: distacco e
search on cancer (Iarc) ha inserito il fu- IARC) - quali la nicotina e l’arsenico. rottura improvvisa della placenta, pla-
mo attivo e passivo fra gli agenti peri- È possibile inquadrare, grazie all’Inail, centa previa, parto pre-termine, basso
colosi di gruppo 1, ovvero cancerogeni le patologie più frequenti correlabili peso alla nascita e diminuzione del-
certi per l’uomo. al fumo attivo: la funzionalità polmonare nei neona-
Il fumo contiene parecchie decine di so- • tumori: polmone, cavità orale, faringe, ti, sindrome di morte improvvisa del

18 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


7. Per maggiori dettagli, vedere,
8. Istituto superiore di sanità, www.
iss.it, 2017.
9. (www.fda.org, 2017)

lattante (Sids); BOX 6


• sinergismo con alcool: aumento di
tumori del cavo orale, della faringe,
I principali rischi
della laringe e dell’esofago; Il fumo costituisce uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di
• sinergismo con infezione da papilloma patologie gravi e spesso mortali, come le patologie cardiovascolari, le
BPCO e le neoplasie. Nonostante alcuni dati ISTAT indichino che nel
virus: neoplasia della cervice uterina;
2012 è in calo la prevalenza dei fumatori nella fascia di età compresa
• sinergismo con agenti di rischio occu- tra i 15 e i 24 anni (20,7% - 25,5% maschi e 15,6% femmine - rispetto
pazionali: patologie da agenti chimici, a 21,4% - 26,5% maschi e 15,9% femmine - nel 2011), i ragazzi con-
polveri, rumore, vibrazioni eccetera. tinuano a fumare. Secondo i dati dello studio HBSC (Health Behaviour
Purtroppo, anche il fumo passivo può in School-aged Children), realizzato in Italia su un campione di circa
determinare patologie a danno dei 70.000 ragazzi nella fascia di età tra gli 11 e i 15 anni, nel 2010 più
soggetti esposti, come ci ricorda sem- del 20% dei ragazzi ha fumato la prima sigaretta prima dei 13 anni
di età” (Ministero della Salute, “Piano nazionale della prevenzione
pre l’Inail:
2014-2018”).
• tumori: polmone;
• malattie cardiovascolari: attacchi co-
ronarici acuti;
• malattie respiratorie: malattie respi-
ratorie con riduzione della funziona- geni e nocivi sono comunque assimi- 6/2016, Allegato I):
lità polmonare e irritazione delle vie lati dall’organismo anche in assenza 1. il fumo causa il 90% dei casi di can-
respiratorie; di combustione. cro ai polmoni;
• patologie in gravidanza e in età in- Per spiegare meglio la fenomenologia 2. il fumo causa il cancro alla bocca e
fantile: l’esposizione a fumo passivo che correla il fumo di tabacco alle pa- alla gola;
durante la gravidanza può provocare tologie neoplastiche per il tramite delle 3. il fumo danneggia i tuoi polmoni;
basso peso alla nascita. I bambini so- sostanze pericolose, si rimanda ai vide- 4. il fumo causa attacchi cardiaci;
no a maggior rischio di sindrome di oclip pubblicati dalla Food and drug 5. il fumo causa ictus e disabilità;
morte improvvisa del lattante (Sids), administration statunitense (Fda) arti- 6. il fumo ostruisce le tue arterie;
infezioni respiratorie acute, aumento colati in tre approfondimenti9: 7. il fumo aumenta il rischio di cecità;
del numero e severità degli attacchi • chemicals in every tobacco plant; 8. il fumo è dannoso per i tuoi denti e
d’asma, otiti. • chemicals in every cigarette; le tue gengive;
Occorre rimarcare, infine, la pericolo- • chemicals in every puff of cigarette 9. il fumo può uccidere il bimbo nel
sità intrinseca del tabacco indipenden- smoke. grembo materno;
temente dalle forme di consumo - siga- Ai fini informativi dei fumatori (e, per- 10. il tuo fumo può nuocere ai tuoi figli,
retta, sigaro, pipa, bidi (Asia), kretek ché no, dei non fumatori) già l’elenco alla tua famiglia e ai tuoi amici;
(Indonesia), narghilè (Medio Oriente, delle avvertenze testuali fornisce ampio 11. i figli dei fumatori hanno più proba-
India) - in quanto gli agenti cancero- e indubbio sprone dissuasivo (D.Lgs. n. bilità di cominciare a fumare;

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PREVENZIONE&PROTEZIONE
Igiene del lavoro

12. smetti di fumare - vivi per i tuoi cari: di sicurezza. resistenti al fuoco;
13. il fumo riduce la fertilità; Occorre evidenziare, fra questi, il primo • installazione e mantenimento in effi-
14. il fumo aumenta il rischio di impo- («minimizzare le cause di incendio») e, cienza dei dispositivi di protezione;
tenza. in sintonia col dettato normativo, appro- • controllo della conformità degli im-
fondire le modalità di raggiungimento pianti elettrici alle normative tecni-
Fumo e incendi di questo obiettivo. che vigenti;
nelle strutture sanitarie Con riferimento alla pericolosità del fu- • controllo relativo alla corretta manu-
Oltre a rappresentare un fattore di ri- mo nella prevenzione incendi, il D.M. tenzione di apparecchiature elettriche
schio per la salute umana, il fumo è un 10 marzo 1998 ha fornito, già dal lonta- e meccaniche;
pericolo per la sicurezza antincendio no 1998, soluzione alla presenza a que- • riparazione o sostituzione delle appa-
nelle strutture sanitarie. Già lo scorre- sto fattore di rischio in quanto ha pre- recchiature danneggiate;
re degli obiettivi di sicurezza statuiti visto, nella logica dei sistemi di buona • pulizia e riparazione dei condotti di
dai ministeri competenti in materia di gestione (Ohsas 18001, Iso 9001) e del ventilazione e canne fumarie;
prevenzione incendi aiuta a inquadrare D.Lgs. n. 81/2008, le seguenti misure • adozione, dove appropriato, di un si-
nella giusta cornice il notevole impatto per ridurre i pericoli causati da sorgenti stema di permessi di lavoro da effet-
della presenza di accendini, sigari, si- di calore (in grassetto le previsioni di- tuarsi a fiamma libera nei confron-
garette eccetera, all’interno degli ospe- rettamente riferite al fumo): ti di addetti alla manutenzione e ap-
dali. Questi obiettivi fondano il sistema • rimozione delle sorgenti di calore non paltatori;
di gestione della sicurezza antincendio, necessarie; • identificazione delle aree dove è
che deve essere attivo e aggiornato in o- • sostituzione delle sorgenti di calore proibito fumare e regolamentazio-
gni struttura sanitaria, e sono (D.M. 10 con altre più sicure; ne sul fumo nelle altre aree;
marzo 1998): • controllo dell’utilizzo dei generato- • divieto dell’uso di fiamme libere nel-
• minimizzare la cause di incendio; ri di calore secondo le istruzioni dei le aree ad alto rischio.
• garantire la stabilità delle strutture costruttori; Inoltre, con riferimento diretto proprio
portanti al fine di assicurare il soc- • schermaggio delle sorgenti di calore alle attività soggette al controllo del Cor-
corso agli occupanti; valutate pericolose tramite elementi po nazionale dei vigili del fuoco di cui
• limitare la produzione e la propagazio-
ne di un incendio all’interno dei locali;
• limitare la propagazione di un incen-
dio a edifici e/o locali contigui;
L’impatto non è soltanto sulla salute,
• assicurare la possibilità che gli occu- ma anche sulla sicurezza antincendio,
panti lascino il locale indenni o che così come è stato definito dal decreto
gli stessi siano soccorsi in altro modo;
• garantire la possibilità per le squadre
ministeriale 10 marzo 1998 in materia
di soccorso di operare in condizioni

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10. D.M. 10 marzo 1998, Allegato
II, «Misure intese a ridurre la pro-
babilità di insorgenza degli incendi.

al D.P.R. n. 151/2011, fra cui le strut-


ture sanitarie (attività n. 68) – il decreto
L’Organizzazione mondiale della sanità
articola le seguenti cause e pericoli di ha emanato una convenzione quadro,
incendio più comuni10 (in grassetto le documento chiave per una più chiara
previsioni direttamente riferite al fumo):
• deposito di sostanze infiammabili o
presa di posizione di tutte le nazioni
facilmente combustibili in luogo non
idoneo o loro manipolazione senza le
dovute cautele;
• accumulo di rifiuti, carta o altro ma- • presenza di fiamme libere in aree do- lavoro, questa presenza determina la
teriale combustibile che può essere ve sono proibite, compreso il divie- necessità di:
incendiato accidentalmente o deli- to di fumo o il mancato utilizzo di • identificare le aree dove il fuma-
beratamente; portacenere; re può costituire pericolo di incen-
• negligenza relativamente all’uso di • negligenze di appaltatori o degli ad- dio e disporne il divieto, in quanto
fiamme libere e di apparecchi gene- detti alla manutenzione; la mancanza di disposizioni a ri-
ratori di calore; • inadeguata formazione professiona- guardo è una delle principali cau-
• inadeguata pulizia delle aree di lavo- le del personale sull’uso di materia- se di incendi;
ro e scarsa manutenzione delle appa- li o attrezzature pericolose ai fini an- • mettere a disposizione portacenere
recchiature; tincendio. nelle aree dove è consentito fuma-
• uso di impianti elettrici difettosi o non Al fine di predisporre le necessarie misu- re. Questi dovranno essere svuota-
adeguatamente protetti; re per prevenire gli incendi, sono ripor- ti regolarmente;
• riparazioni o modifiche di impian- tati di seguito alcuni degli aspetti su cui • porre divieto di svuotare i portace-
ti elettrici effettuate da persone non deve essere posta particolare attenzione: nere in recipienti costituiti da ma-
qualificate; • il deposito e l’utilizzo di materiali in- teriali facilmente combustibili. Il
• presenza di apparecchiature elet- fiammabili e facilmente combustibili; loro contenuto non deve essere ac-
triche sotto tensione anche quando • l’utilizzo di fonti di calore; cumulato con altri rifiuti;
non sono utilizzate (salvo che siano • impianti e apparecchi elettrici; • porre divieto di fumare nei depo-
progettate per essere permanente- • presenza di fumatori. siti e nelle aree contenenti mate-
mente in servizio); riali facilmente combustibili o in-
• utilizzo non corretto di apparecchi di Per il legislatore la presenza di fuma- fiammabili.
riscaldamento portatili; tori risulta un determinante fattore di Nelle strutture sanitarie, fra i fumatori
• ostruzione delle aperture di ventila- rischio aggiuntivo della prevenzione non sono annoverati “solamente” gli o-
zione di apparecchi di riscaldamen- incendi. In particolare, fra i criteri ge- peratori sanitari, i pazienti e gli accom-
to, macchinari, apparecchiature elet- nerali di sicurezza antincendio e per la pagnatori: quotidianamente, centinaia
triche e di ufficio; gestione dell’emergenza nei luoghi di di lavoratori terzi entrano nei noso-

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PREVENZIONE&PROTEZIONE
Igiene del lavoro

BOX 7
Check-list per la valutazione del rischio
rispetto al fumo di tabacco nell’ambiente di lavoro
Nell’ambiente di lavoro attuale si fuma:
negli uffici mai qualche volta spesso
nei reparti presso le postazioni di lavoro mai qualche volta spesso
nella sala fumatori mai qualche volta spesso
all’esterno dell’edificio (entrata, terrazzi, balconi, ecc.) mai qualche volta spesso
nei corridoi/scale mai qualche volta spesso
nella mensa mai qualche volta spesso
negli spogliatoi mai qualche volta spesso
nei bagni mai qualche volta spesso
nelle sale d’attesa mai qualche volta spesso
nelle zone di pausa (caffè/pranzo) mai qualche volta spesso
altro ........................................................................................ mai qualche volta spesso
L’azienda ha adottato provvedimenti contro il fumo? NO SI quali ........................
Controllo della presenza di cartellonistica di divieto
1. Sono presenti in azienda i cartelli regolamentari indicanti il divieto di fumo? NO SI
2. Sono ben localizzati ed evidenti? NO SI
3. L’incaricato del controllo del rispetto della normativa ha elevato qualche NO SI
sanzione?
Verificare la presenza eventuale di:
numero di persone che fumano durante il sopralluogo nessuno n. .................
numero dei posaceneri presenti nessuno n. .................
numero dei mozziconi di sigaretta in terra nessuno n. .................
livello di odore di fumo assente lieve discreto
Zone/locali per fumatori
4. Sono presenti locali per fumatori? NO SI
5. Se si, sono a norma del D.P.C.M. 23/12/2003? NO SI
6. Se si, sono regolarmente funzionanti? NO SI
7. Sono presenti zone esterne per fumatori? NO SI
8. Se si, sono attrezzate contro le intemperie? NO SI
Eventuali osservazioni di rspp, medico competente, rls, lavoratori sul rispetto e l’applicazione della normativa
in oggetto e sulla politica aziendale nei confronti del fumo di tabacco:

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11. D.Lgs. n. 81/2008, art. 26 e Ti-
tolo IV.
12. D.Lgs. n. 81/2008, art. 17 e
correlati.
13. Per un approfondimento vede-
re, di Inail, La sicurezza in ospeda-
le, fascicolo III Antincendio, 2012.

comi in seno a contratti di appalto, lavori a caldo deve essere oggetto di corre prendere idonee precauzioni per
opera e somministrazione11 al fine di preventivo sopralluogo per accertare evitare falsi allarmi durante i lavori
eseguire lavori di manutenzione ordina- che ogni materiale combustibile sia di manutenzione e di ristrutturazione;
ria e straordinaria (fra cui le ristruttura- stato rimosso o protetto contro calore • al termine dei lavori il sistema di ri-
zioni). In tal senso si determinano alcu- e scintille. Occorre mettere a dispo- velazione e di allarme deve essere
ne problematiche da prendere in consi- sizione estintori portatili e informare provato.
derazione in relazione alla presenza di gli addetti al lavoro sul sistema di al- • particolari precauzioni devono esse-
questi lavori: larme antincendio esistente. Ogni a- re adottate nei lavori di manutenzione
a) accumulo di materiali combustibili; rea dove è stato effettuato un lavoro e risistemazione su impianti elettrici
b) ostruzione delle vie di esodo; a caldo deve essere ispezionata dopo e di adduzione del gas combustibile.
c) bloccaggio in apertura delle porte re- l’ultimazione dei lavori medesimi per Peraltro, fumo, accendini e mozziconi
sistenti al fuoco; assicurarsi che non ci siano materiali sono storicamente correlati all’insor-
d) realizzazione di aperture su solai o accesi o braci; genza di incendi nelle strutture sanita-
murature resistenti al fuoco. • le sostanze infiammabili devono esse- rie (per non citare gli alberghi). Come
Alcune sono le prescrizioni generali re depositate in luogo sicuro e venti- ricorda l’Inail13, pur «non consideran-
di sicurezza da applicare, prevedendo- lato. I locali dove queste sostanze so- do l’altissimo numero di incendi le cui
ne l’identificazione già nel documento no utilizzate devono essere ventilati cause sono sconosciute o in via di ac-
di valutazione del rischi incendio12 (in e tenuti liberi da sorgenti di ignizio- certamento, si evidenziano principal-
grassetto le previsioni direttamente ri- ne. Il fumo e l’uso di fiamme libe- mente migliaia di interventi le cui cause
ferite al fumo): re deve essere vietato quando sono sono riconducibili a malfunzionamenti
• all’inizio della giornata lavorativa oc- impiegati questi prodotti; di apparecchiature o impianti elettri-
corre assicurarsi che l’esodo delle per- • le bombole di gas, quando non sono ci, riconducibili a camini o a faville in
sone dal luogo di lavoro sia garantito; utilizzate, non devono essere depo- genere, all’uso improprio di mozziconi
• alla fine della giornata lavorativa de- sitate all’interno del luogo di lavoro; di sigaretta e di fiammiferi, nonché al
ve essere effettuato un controllo per • nei luoghi di lavoro dotati di impianti surriscaldamento di motori e macchi-
assicurarsi che le misure antincendio automatici di rivelazione incendi, oc- ne. Da ciò si può dedurre che partico-
siano state poste in essere e che le at-
trezzature di lavoro, sostanze infiam-
mabili e combustibili, siano messe al
sicuro e che non sussistano condizioni Grazie all’Inail, è possibile inquadrare
per l’innesco di un incendio. le patologie più frequenti legate
• particolare attenzione deve essere pre- al tabagismo attivo, senza dimenticare
stata dove sono effettuati lavori a cal-
do (saldatura o uso di fiamme libere). quanti subiscono quello passivo
Il luogo dove sono effettuati questi

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PREVENZIONE&PROTEZIONE
Igiene del lavoro

TABELLA 1
Divieto di fumo nel D.Lgs. n. 81/2008: principi comuni
Titolo/Allegato, fattore di rischio Previsione di divieto di fumare
Titolo I, Capo III, Sezione I, art. 15, «Misure «Le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei
generali di tutela» luoghi di lavoro sono (…) le misure di emergenza da attuare in caso di primo
soccorso, di lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori e di pericolo gra-
ve e immediato»
Titolo I, Capo III, Sezione I, art. 18, «Obblighi «Il datore di lavoro e i dirigenti, che organizzano e dirigono le stesse attività
del datore di lavoro e del dirigente» secondo le attribuzioni e competenze ad essi conferite, devono (…) designare
preventivamente i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di preven-
zione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso
di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque,
di gestione dell’emergenza»
Titolo I, Capo III, Sezione IV, art. 36, «Infor- «Il datore di lavoro provvede affinché ciascun lavoratore riceva una adeguata
mazione ai lavoratori» informazione:
a) sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro connessi alla attività della im-
presa in generale;
b) sulle procedure che riguardano il primo soccorso, la lotta antincendio, l’eva-
cuazione dei luoghi di lavoro»
Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigente
Arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1.315,20 a 5.699,20 euro
Titolo I, Capo III, Sezione IV, art. 37, «Forma- «I lavoratori incaricati dell’attività di prevenzione incendi e lotta antincendio,
zione dei lavoratori e dei loro rappresentanti» di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato, di
salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell’emergenza devo-
no ricevere un’adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico;
in attesa dell’emanazione delle disposizioni di cui al comma 3 dell’articolo 46,
continuano a trovare applicazione le disposizioni di cui al decreto del Ministro
dell’interno in data 10 marzo 1998»
Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigente
Arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1.315,20 a 5.699,20 euro
Titolo I, Capo III, Sezione VI, art. 43, «Dispo- «Il datore di lavoro:
sizioni generali» a) organizza i necessari rapporti con i servizi pubblici competenti in materia
di primo soccorso, salvataggio, lotta antincendio e gestione dell’emergenza;
b) designa preventivamente i lavoratori di cui all’articolo 18, comma 1, lettera b)»
Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigente
Arresto da due a quattro mesi o ammenda da 822,00 a 4.384,00 euro
Titolo I, Capo III, Sezione VI, art. 46, «Preven- «Nei luoghi di lavoro devono essere adottate idonee misure per prevenire gli
zione incendi» incendi e per tutelare l’incolumità dei lavoratori.
I Ministri dell’interno, del lavoro, della salute e delle politiche sociali (…) adot-
tano uno o più Decreti nei quali sono definiti (…) misure intese ad evitare l’in-
sorgere di un incendio (…)
Fino all’adozione dei suddetti Decreti, continuano ad applicarsi i criteri generali
di sicurezza antincendio e per la gestione delle emergenze nei luoghi di lavoro
di cui al decreto del Ministro dell’interno in data 10 marzo 1998»
Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigente
Arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1.315,20 a 5.699,20 euro

24 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


lare attenzione deve essere riservata al- za e sancisce numerosi richiami ai rischi ri di rischio, la valutazione dei rischi
la corretta installazione e manutenzione correlati al presenza di fonti di innesco e l’individuazione delle misure per la
dell’impianto elettrico, all’uso proprio e al divieto di fumare. All’interno della sicurezza e la salubrità degli ambienti
di tutte le apparecchiature elettriche e/o cornice delle misure generali di tutela di lavoro, nel rispetto della normativa
elettromedicali, nonché alla buona te- di cui al Titolo I, sono poste in eviden- vigente sulla base della specifica cono-
nuta in manutenzione, ma anche ai di- za specifiche prescrizioni, richiamate scenza dell’organizzazione aziendale»
vieti di fumo, alla gestione di manu- nella tabella 1, con indicazione dell’ap- elaborando «per quanto di competenza,
tenzioni o lavorazioni che prevedono parato sanzionatorio, precisando la lo- le misure preventive e protettive e i si-
l’uso di fiamme libere, all’acquisto di ro trasversalità all’interno delle organiz- stemi di controllo di tali misure», si ri-
materiali con bassa reattività al fuoco zazioni sanitarie. manda a un utile strumento operativo di
ed al controllo e manutenzione di tutte I principi comuni di tutela di cui Tito- non comune applicazione nel formato
le macchine». L’INAIL ripropone un e- lo I sono completati con la vigenza del di check-list (vedere box 4) finalizzato
stratto dell’annuario statistico dei vigili divieto di fumare in specifici ambien- alla valutazione del rischio rispetto al
del fuoco dal quale è possibile evincere, ti di lavoro e in caso di esposizione a fumo di tabacco nell’ambiente di la-
sulla scorta degli interventi effettuati in specifici rischi di cui ai successivi ti- voro proposto da Inail (op.cit.).
circa sei anni, le principali cause degli toli del D.Lgs. n. 81/2008 (Titoli da II
incendi in qualsiasi ambiente lavorati- a XIII e Allegati da I a LI). Il D.Lgs. 12 gennaio
vo e non lavorativo: mozziconi di si- Li richiamiamo qui di seguito in forma 2016, n. 6
garetta e fiammiferi rappresentano tabellare, anche qui con indicazione A questo punto è opportuno approfon-
uno dei primi tre fattori causa e, nel dell’apparato sanzionatorio, precisan- dire la struttura e i contenuti innovati-
periodo esaminato, hanno determinato do la loro trasversalità all’interno delle vi del recente D.Lgs. n. 6/2016 con cui
circa 7.500 incendi. organizzazioni sanitarie (vedere box 3). l’Italia ha recepito la direttiva 2014/40/
Nel richiamare gli articoli 28 e 33, D.L- UE sul «ravvicinamento delle disposi-
Il D.Lgs. n. 81/2008 gs. n. 81/2008, che prevedono, a cura zioni legislative, regolamentari e am-
A tutela della salute e sicurezza occu- del servizio prevenzione e protezione ministrative degli Stati membri relati-
pazionale, il D.Lgs. n. 81/2008 indiriz- dai rischi, «l’individuazione dei fatto- ve alla lavorazione, alla presentazione
e alla vendita dei prodotti del tabacco
e dei prodotti correlati». Come preci-
sa il ministero della Salute «la finalità
Innovativi e importanti i contenuti delle nuove norme è assicurare un ele-
del recente decreto legislativo vato livello di protezione della salute
n. 6 del 2016, con il quale l’Italia attraverso l’introduzione di maggiori
restrizioni e avvertenze per dissuadere
ha recepito la direttiva 2014/40/Ue i consumatori e, in particolare, i mino-
ri dal consumo di prodotti a base di ta-

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PREVENZIONE&PROTEZIONE
Igiene del lavoro

a termini di uso comune spesso abusati:


La finalità delle nuove norme è assicurare • prodotti del tabacco: i prodotti che
un elevato livello di protezione possono essere consumati e sono co-
della salute attraverso l’introduzione stituiti, anche parzialmente, da tabac-
co, geneticamente modificato o no;
di restrizioni e avvertenze dissuasive • sigaretta elettronica: un prodotto u-
tilizzabile per il consumo di vapore
contenente nicotina tramite un boc-
chino o qualsiasi componente di ta-
bacco o contenenti nicotina». confezionamento dei prodotti del ta- le prodotto, compresi una cartuccia,
Il decreto si apre con gli obiettivi fissati bacco, comprese le avvertenze rela- un serbatoio e il dispositivo privo di
del legislatore (art. 1, comma 1): tive alla salute che devono figurare cartuccia o di serbatoio. Le sigarette
«a) a garantire un livello elevato di pro- sulle confezioni unitarie dei prodotti elettroniche possono essere usa e get-
tezione della salute umana, soprat- del tabacco e ta o ricaricabili mediante un conteni-
tutto per i giovani e ad adempiere sull’eventuale imballaggio esterno, co- tore di ricarica o un serbatoio oppu-
agli obblighi derivanti dalla legge me pure la tracciabilita’ e gli elemen- re ricaricabili con cartucce monouso;
18 marzo 2008, n. 75, di ratifica ed ti di sicurezza che sono applicati ai • contenitore di liquido di ricarica:
esecuzione della Convenzione qua- prodotti del tabacco; flacone che contiene un liquido con-
dro dell’OMS per la lotta al tabagi- c) le vendite a distanza transfrontalie- tenente nicotina utilizzabile per rica-
smo (FCTC), nonché ad ostacolare re di prodotti del tabacco e dei pro- ricare una sigaretta elettronica;
un eccesso di offerta e la diffusione dotti correlati; • capacità di indurre dipendenza: il
del fumo tra i minori; d) l’obbligo di effettuare una notifica potenziale farmacologico di una so-
b) ad agevolare il buon funzionamen- dei prodotti del tabacco di nuova stanza di indurre dipendenza, condi-
to del mercato interno dei prodotti generazione; zione che incide sulla capacità dell’in-
del tabacco e dei prodotti correlati». e) l’immissione sul mercato e l’etichet- dividuo di controllare il proprio com-
Si intende perseguire questi due obiet- tatura di alcuni prodotti correlati ai portamento, di norma tramite un mec-
tivi tramite la regolamentazione dei se- prodotti del tabacco, ossia le siga- canismo di gratificazione o una ri-
guenti aspetti: rette elettroniche e i contenitori di li- duzione dei sintomi astinenziali, o
«a) gli ingredienti e le emissioni dei quido di ricarica e i prodotti da fu- entrambi;
prodotti del tabacco e i relativi ob- mo a base di erbe; • tossicità: il grado di nocività di u-
blighi di segnalazione, compresi li- f) il divieto di immissione sul mercato na sostanza per l’organismo uma-
velli massimi di emissioni di catra- del tabacco per uso orale». no, intendendo anche gli effetti che
me, nicotina e monossido di carbo- Il testo procede con una lunga elencazio- si manifestano nel tempo, di solito
nio delle sigarette; ne di definizioni (art. 2), tra le quali rile- mediante consumo o esposizione ri-
b) alcuni aspetti dell’etichettatura e del vano, per una voluta riflessione relative petuti o continui;

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TABELLA 2
Divieto di fumo nel D.Lgs. n. 81/2008: rischi specifici
Titolo/Allegato, fattore di rischio Previsione del divieto di fumare
Titolo IV (cantieri temporanei e mobili), «I datori di lavoro, quando è previsto nei contratti di affidamento dei lavori che il
Capo I, art. 104, «Modalità attuative di committente o il responsabile dei lavori organizzi apposito servizio di pronto soc-
particolari obblighi» corso, antincendio ed evacuazione dei lavoratori, sono esonerati da quanto previsto
dall’articolo 18, comma 1, lettera b).»
Titolo IX, Capo I, protezione da agenti «Il datore di lavoro deve in particolare (…) evitare la presenza di fonti di accensio-
cancerogeni e mutageni, art. 225, «Misure ne che potrebbero dar luogo a incendi ed esplosioni, o l’esistenza di condizioni
specifiche di protezione e di prevenzione» avverse che potrebbero provocare effetti fisici dannosi ad opera di sostanze o mi-
scele di sostanze chimicamente instabili»
Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigente
Arresto da tre a sei mesi o ammenda da 2.740,00 a 7.014,40 euro
Sanzioni per il preposto
Arresto sino a due mesi o ammenda da 438,40 a 1.753,60 euro
Titolo IX, Capo II, protezione da agenti «Il Datore di Lavoro (…) limita al minimo possibile il numero dei lavoratori esposti
cancerogeni e mutageni, art. 237, «Misu- o che possono essere esposti ad agenti cancerogeni o mutageni, anche isolando
re tecniche, organizzative, procedurali» le lavorazioni in aree predeterminate provviste di adeguati segnali di avvertimen-
to e di sicurezza, compresi i segnali “vietato fumare”, ed accessibili soltanto ai
lavoratori che debbono recarvisi per motivi connessi con la loro mansione o con
la loro funzione.
In dette aree è fatto divieto di fumare.»
Titolo IX, Capo II, protezione da agenti «Nelle zone di lavoro di cui all’art. 237, comma 1, lettera b, è vietato assumere
cancerogeni e mutageni, art. 238, «Mi- cibi e bevande, fumare, conservare cibi destinati al consumo umano, usare pipette
sure tecniche» a bocca e applicare cosmetici.»
Titolo IX, Capo II, protezione da agenti «Il Datore di Lavoro fornisce ai lavoratori, sulla base delle conoscenze disponibili,
cancerogeni e mutageni, art. 239, «Infor- informazioni ed istruzioni, in particolare per quanto riguarda … gli agenti cance-
mazione e formazione» rogeni o mutageni presenti nei cicli lavorativi, la loro dislocazione, i rischi per la
salute connessi al loro impiego, ivi compresi i rischi supplementari dovuti al fumare.»
Titolo IX, Capo III, protezione dai rischi «Il datore di lavoro adotta le misure appropriate affinché (…) i luoghi in cui si svol-
connessi all’esposizione ad amianto, art. gono tali attività siano:
252, «Misure igieniche» 1) chiaramente delimitati e contrassegnati da appositi cartelli;
2) accessibili esclusivamente ai lavoratori che vi debbano accedere a motivo del
loro lavoro o della loro funzione;
3) oggetto del divieto di fumare»
Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigente
Arresto da tre a sei mesi o ammenda da 2.740,00 a 7.014,40 euro.
Titolo IX, Capo III, protezione dai rischi «Il Datore di Lavoro fornisce ai lavoratori, prima che essi siano adibiti ad attività
connessi all’esposizione ad amianto, art. comportanti esposizione ad amianto, nonché ai loro rappresentanti, informazioni
257, «Informazione dei lavoratori» su (…) le specifiche norme igieniche da osservare, ivi compresa la necessità di
non fumare.»
Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigente
Arresto da tre a sei mesi o ammenda da 2.740,00 a 7.014,40 euro.

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PREVENZIONE&PROTEZIONE
Igiene del lavoro

TABELLA 2 segue

Titolo X, Capo II, esposizione ad agenti «Nelle aree di lavoro in cui c’è rischio di esposizione è vietato assumere cibi e
biologici, art. 273, «Misure igieniche» bevande, fumare, conservare cibi destinati al consumo umano, usare pipette a
bocca e applicare cosmetici.»
Sanzioni concernenti il divieto di assunzione in luoghi esposti
Chiunque viola le disposizioni di cui all’articolo 273, comma 2, è punito con la
sanzione amministrativa pecuniaria da 109.60 a 493,20 euro.
Titolo XI, Capo II, art. 289, «Prevenzione «Se la natura dell’attività non consente di prevenire la formazione di atmosfere
e protezione contro le esplosioni» esplosive, il datore di lavoro deve:
a) evitare l’accensione di atmosfere esplosive;
b) attenuare gli effetti pregiudizievoli di un’esplosione in modo da garantire la sa-
lute e la sicurezza dei lavoratori.»
Sanzioni a carico dei datori di lavoro e dei dirigenti
Arresto da tre a sei mesi o ammenda da 2.740,00 a 7.014,40 euro.
Titolo XI, Capo II, articolo 290, «Valutazio- «Il datore di lavoro valuta i rischi specifici derivanti da atmosfere esplosive, tenen-
ne dei rischi di esplosione» do conto almeno dei seguenti elementi: a) probabilità e durata della presenza di
atmosfere esplosive;
b) probabilità che le fonti di accensione, comprese le scariche elettrostatiche, siano
presenti e divengano attive»
Sanzioni a carico dei datori di lavoro
Arresto da tre a sei mesi o ammenda da 2.740,00 a 7.014,40 euro.
Titolo XI, Capo II, articolo 294-bis, «Infor- «Il datore di lavoro provvede affinché i lavoratori esposti al rischio di esplosione
mazione e formazione dei lavoratori» e i loro rappresentanti vengano informati e formati in relazione al risultato della
valutazione dei rischi, con particolare riguardo:
a) alle misure adottate in applicazione del presente titolo;
b) alla classificazione delle zone;
c) alle modalità operative necessarie a minimizzare la presenza e l’efficacia delle
sorgenti di accensione»
Sanzioni a carico dei datori di lavoro e dei dirigenti
• Art. 294-bis: arresto da tre a sei mesi o ammenda da 2.740,00 a 7.014,40 euro.
Allegato IV, requisiti dei luoghi di lavoro, art. «Nelle aziende o lavorazioni in cui esistono pericoli specifici di incendio (…) è
4, «Misure contro l’incendio e l’esplosione» vietato fumare.»
Allegato XIII, prescrizioni di sicurezza e «Nei locali di riposo e di refezione così come nei locali chiusi di lavoro è vietato
di salute per la logistica di cantiere, art. fumare.»
4, «Locali di riposo, refezione, dormitori»

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• avvertenza relativa alla salute:
un’avvertenza relativa agli effetti no-
Le leggi, però, non bastano,
civi sulla salute umana del prodotto il contributo di tutti per ridurre
o altre conseguenze indesiderate del il fenomeno è fondamentale, soprattutto
suo consumo, tra cui le avvertenze
testuali, le avvertenze combinate re-
a tutela dei bambini e dei ragazzi
lative alla salute, le avvertenze ge-
nerali e i messaggi di informazione,
secondo quanto previsto dal presen-
te decreto; di segnalazione di ingredienti, emis- il legislatore sancisce un altro caposaldo
• avvertenza combinata relativa al- sioni, additivi (artt. 5-8); innovativo, estendendo la protezione
la salute: un’avvertenza relativa al- • disposizioni generali, avvertenze, mes- della salute dei minori dai prodotti da
la salute composta da un’avvertenza saggi informativi, avvertenze combi- fumo (art. 24). In quest’ottica, è richia-
testuale combinata a una fotografia nate relative alla salute, etichettatura mata la finalità di ridurre l’offerta e di
o a un’illustrazione corrispondente, (artt. 9-15); tutelare i minori tramite le previsioni ri-
secondo quanto previsto dal presen- • tracciabilità, caratteristica di sicurez- portate nella tabella 3.
te decreto. za, divieti e notifiche di tabacchi parti- Le modifiche e integrazioni concerno-
Il legislatore procede individuando i colari, fra cui il divieto di immissione no previgenti leggi italiane:
seguenti limiti massimi per sigaretta di tabacco per uso orale (artt. 16-20). • la legge 16 gennaio 2003, n. 3, co-
di alcune sostanze pericolose, (art. 3) Il Titolo III è relativo alle sigarette e- siddetta “legge Sirchia” sul divieto di
pari a mg 10 di catrame, mg 1 di nico- lettroniche e ai prodotti da fumo a base fumare nei locali chiusi, a eccezione
tina, mg 10 di monossido di carbonio, di erbe e alle misure a tutela dei minori. di quelli privati non aperti a utenti o
e fissa sia i metodi di misurazione di Relativamente alla sigaretta elettroni- al pubblico;
questi limiti (art. 4) sia il procedimen- ca (e-cig), l’immissione in commercio • il regio decreto 24 dicembre 1934,
to di autorizzazione dei laboratori di deve essere preceduta da una notifica n. 2316, testo unico delle leggi sulla
analisi che possono effettuare, con va- al ministero della Salute e al ministero protezione e assistenza della mater-
lore di legge, le misure. dell’Economia e delle finanze (art. 21, nità e infanzia;
L’istituto superiore di sanità è deputa- comma 3). Relativamente ai prodotti • la legge 8 agosto 1977, n. 556, relati-
to al rilascio delle autorizzazioni e alla da fumo a base di erbe, il decreto fis- va alla semplificazione delle procedu-
successiva vigilanza. sa analoghe prescrizioni in materia di re dei concorsi di accesso alle carrie-
Seguono numerose disposizioni incen- sicurezza, di etichettatura, di confezio- re e categorie del personale dell’am-
trate sui seguenti aspetti di sicurezza namento e di immissione in commer- ministrazione autonoma dei mono-
nella commercializzazione dei prodot- cio (artt. 22-23). poli di Stato.
ti del tabacco da fumo e non da fumo: A conclusione dell’atto legislativo e pri- Correttamente, il D.Lgs. n. 6/2016 de-
• regolamentazione e relativi obblighi ma della determinazione delle sanzioni, termina le sanzioni per i trasgressori

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PREVENZIONE&PROTEZIONE
Igiene del lavoro

TABELLA 3
Tutela dei minori: modifiche e integrazioni alla “legge Sirchia”
D.Lgs. n. 6/2016, art. 24 Modifiche e integrazioni
Comma 1 «All’articolo 51 della legge 16 gennaio 2003, n. 3, e successive modificazioni, al comma
1-bis dopo la parola “formazione” sono aggiunte le seguenti parole: “, nonche’ alle pertinen-
ze esterne delle strutture universitarie ospedaliere, presidi ospedalieri e IRCCS pediatrici e alle
pertinenze esterne dei reparti di ginecologia e ostetricia, neonatologia e pediatria delle strutture
universitarie ospedaliere e dei presidi ospedalieri e degli IRCCS.”».

Comma 2 «All’articolo 51 della legge 16 gennaio 2003, n. 3, e successive modificazioni, dopo il comma
1-bis, come modificato dal comma 1, e’ inserito il seguente: 1-ter “Il divieto di cui al comma 1
e’ esteso al conducente di autoveicoli, in sosta o in movimento, e ai passeggeri a bordo degli
stessi in presenza di minori di anni diciotto e di donne in stato di gravidanza.».

Comma 3 «L’articolo 25 del testo unico delle leggi sulla protezione ed assistenza della maternità e infanzia,
di cui al Regio decreto 24 dicembre 1934, n. 2316, e successive modificazioni, è sostituito dal
seguente: “Art. 25. - Chiunque vende prodotti del tabacco o sigarette elettroniche o contenitori
di liquido di ricarica, con presenza di nicotina o prodotti del tabacco di nuova generazione ha
l’obbligo di chiedere all’acquirente, all’atto dell’acquisto, l’esibizione di un documento di iden-
tità, tranne nei casi in cui la maggiore età dell’acquirente sia manifesta.
A chiunque vende o somministra ai minori di anni diciotto i prodotti del tabacco o sigarette
elettroniche o contenitori di liquido di ricarica, con presenza di nicotina o prodotti del tabacco
di nuova generazione, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 500,00 a euro
3.000,00 e la sospensione per quindici giorni della licenza all’esercizio dell’attività. Se il fatto è
commesso più di una volta si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 1.000,00
a euro 8.000,00 e la revoca della licenza all’esercizio dell’attività.”».

Comma 4 «4. All’articolo 20 della legge 8 agosto 1977, n. 556, e successive modificazioni, il secondo
comma è sostituito dal seguente: “I distributori automatici per la vendita al pubblico di prodotti
del tabacco ovvero sigarette elettroniche o contenitori di liquido di ricarica contenenti nicotina,
dotati di un sistema automatico di rilevamento dell’eta’ anagrafica dell’acquirente e considerati
idonei per la lettura automatica dei documenti anagrafici rilasciati dalla pubblica amministrazio-
ne, possono essere sottoposti all’atto dell’installazione e, comunque, devono essere sottoposti
periodicamente a verifica effettuata dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli.”».

Comma 5 «Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano a decorrere dalla data di entrata in
vigore del presente decreto.»

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(art. 25) di cui è riportato uno schema infine, in un’ottica di miglioramento, di tabacco da fumo, incluse le siga-
riepilogativo nella tabella 4. Sono fatti la verifica degli scostamenti rispetto rette elettroniche all’interno dei no-
salvi i procedimenti per illeciti penal- agli obiettivi prefissati. socomi (sia nei locali chiusi che nelle
mente rilevanti. Pertanto, appare opportuno fornire al- pertinenze esterne) nonché negli au-
Infine, il legislatore rimanda alla Com- cuni spunti pratici nella stesura di un tomezzi a disposizione del personale;
missione europea, individua quali «Au- documento aziendale che possa riassu- • applicare le misure di prevenzione
torità Competenti» il ministero della mere e contemperare i molteplici aspetti e protezione incendi correlate alla
Salute e il ministero dell’Economia e di rischio da gestire così come correla- presenza di fonti di innesco (sigaret-
delle finanze, fissa alla voce «disposi- bili alla presenza di fumatori all’inter- te, mozziconi, accendini, fiammife-
zioni transitorie e finali» la decorrenza no dell’ospedale: ri eccetera).
dal 20 maggio 2016 regolamentando le
giacenze di prodotti da fumo, abroga il
precedente D.Lgs. 24 giugno 2003, n.
184, determina le tariffe di costo per le
Fissati gli obiettivi, il sistema di gestione
autorizzazioni all’immissione sul mer- deve individuare i soggetti obbligati
cato (a carico dei fabbricanti e degli im- e le relative responsabilità, secondo
portatori dei prodotti da tabacco) e per
le attività dei laboratori di analisi, ap-
quanto previsto dal quadro legislativo
pone la clausola di invarianza sugli o-
neri per la finanza pubblica.

Tabacco e prevenzione incendi: • ridurre il numero di fumatori attivi Fissati gli obiettivi, il sistema di gestio-
coniugare la protezione tramite modelli di riferimento di sti- ne deve individuare i soggetti obbligati
L’applicazione dei principi fin qui e- li di vita più sani che non contempli- e le relative responsabilità. A norma di
sposti nella tutela della salute e sicu- no il fumo; legge, per quanto concerne la preven-
rezza nelle strutture sanitarie rappre- • garantire la tutela della salute dei non zione incendi, riferimenti imprescin-
senta, pur a fronte di fattiva volontà, fumatori (operatori, pazienti, accom- dibili - ma non esaustivi - sono certa-
un compito articolato e complesso che pagnatori, lavoratori terzi eccetera) al mente la direzione sanitaria/medica, il
può essere affrontato e conseguito nel fine di prevenire l’esposizione al fu- servizio prevenzione e protezione dai
tempo tramite i canonici strumenti dei mo passivo; rischi, l’ufficio tecnico e, per le strut-
sistemi di buona gestione. • coinvolgere gli operatori dell’ospedale ture non ancora a norma ai sensi delle
Pertanto, risultano elementi irrinun- al fine del mantenimento in funzione disposizioni del D.M. 18 marzo 2015,
ciabili l’analisi del contesto, la stesu- del sistema di gestione di tutela del- il responsabile tecnico della sicurezza
ra di norme di comportamento, l’ap- la salute e della sicurezza; antincendio (D.M. 18 marzo 2015, Al-
plicazione di procedure e protocolli e, • regolamentare il divieto dei prodotti legato III). Nel coniugare in un unico

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PREVENZIONE&PROTEZIONE
Igiene del lavoro

TABELLA 4 del divieto di fumo e l’individuazione


fisica dei locali e pertinenze a rischio;
Soggetti trasgressori e sanzioni amministrative • effettuare ronde al fine di individua-
re punti a rischio dinamici (presenza
Soggetto trasgressore Sanzione amministrativa
di mozziconi eccetera);
Fabbricante e importatore che produce, da euro 30.000,00 a euro 150.000,00 • vigilare sul rispetto del divieto di fu-
importa o immette sul mercato prodotti in mo, individuando eventuali soggetti
violazione dei requisiti di legge (es. tenore
fumatori che non rispettano le norme
in nicotina superiore al limite ammesso,
presenza di un aroma caratterizzante, di sicurezza;
presenza di additivi o aromi vietati) • curare l’accertamento e la eventuale
conseguente contestazione della vio-
Distributore o rivenditore che immette sul da euro 500,00 ad euro 5.000,00 lazione del divieto di fumo.
mercato i suddetti prodotti, ove sia ad es-
L’individuazione di questi ultimi sog-
so conoscibile la violazione allo specifico
requisito di legge getti può essere differente in base alle
realtà organizzativa della struttura sa-
Nota - all’applicazione delle sanzioni amministrative previste dal D.Lgs. n. 6/2016 si provvede nitaria; l’attribuzione di questi compiti
secondo le modalità previste dalla legge 24 novembre 1981, n. 689.
Il rapporto previsto dall’articolo 17 è presentato al prefetto per l’eventuale determinazione della agli addetti alle emergenze nella pre-
somma dovuta per la violazione e la conseguente ingiunzione di pagamento. venzione degli incendi di cui al D.Lgs.
n. 81/2008, articolo 18, e, dove presenti,
alle guardie particolari giurate (Gpg)
all’interno dei servizi di sicurezza com-
modello organizzativo entrambi gli a- sabile dell’attuazione della normati- plementare di cui al Testo unico delle
spetti (prevenzione incendi e protezio- va del divieto di fumo nelle aree co- leggi di pubblica sicurezza (Tulps), può
ne dal tabagismo) occorre aggiungere le muni dei padiglioni e delle pertinen- rappresentare, previa opportuna rego-
figure responsabili della lotta al taba- ze esterne del nosocomio. lamentazione, una possibile ed efficace
gismo, per i quali è possibile proporre Ai fini dei rilievi delle eventuali vio- coniugazione delle competenze.
la seguente declinazione organizzativa: lazioni del divieto di fumo di cui alle Il documento che regolamenta il divie-
• il dirigente di ogni singola struttura/ disposizioni sanzionatorie di legge, ai to di fumo si completa necessariamen-
servizio dell’ospedale è responsabi- predetti responsabili devono essere af- te di modulistica che, nel caso in esa-
le dell’attuazione della normativa del fiancati i soggetti accertatori che ge- me, va articolata perlomeno tramite al-
divieto di fumo all’interno della strut- stiscono importanti fasi operative della cuni formati comuni (D.Lgs. n. 6/2016,
tura/servizio di competenza; normativa in materia di divieto di fumo. articolo 51):
• il direttore sanitario/medico ovvero, Sono citate alcune rimarchevoli: 1. modulo di cartello per chi accede al-
dove previsto, il responsabile tecnico • realizzare aspetti pratici del sistema di le pertinenze esterne del nosocomio,
della sicurezza antincendio è respon- gestione, quale affissione dei cartelli con indicazione “divieto di fumare”

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esteso anche alle sigarette elettroni- tive sanzioni amministrative, dichia- ruolo oltre modo importante e potenzial-
che, completo dei dati previsti dalla razione spontanea del trasgressore e mente contraddittorio: importante per-
normativa fra cui il pertinente pitto- indicazione del diritto a successive ché in queste organizzazioni ci si prende
gramma; memorie difensive, modalità di pa- cura e carico della fragilità delle perso-
2. modulo di cartello per chi accede al- gamento della sanzione, firme e mo- ne; contraddittorio per i messaggi inco-
le varie aree comuni, strutture/servi- dalità di notifica. erenti che statisticamente fino a oggi si
zi del nosocomio, con indicazione sono esplicitati negli ospedali permet-
“divieto di fumare” esteso anche al- Conclusioni tendo ai fumatori di consumare prodotti
le sigarette elettroniche, completo di Con manifesta e consapevole volontà di da tabacco in vari luoghi e momenti non
dati previsti dalla normativa fra cui determinare una sensibile diminuzione sempre consoni alla tutela della salute e
il pertinente pittogramma, previsio- del numero di fumatori e di conseguire della sicurezza. Rimane emblematica la
ne di applicazione ai trasgressori del- una effettiva e più capillare tutela dei convenzione quadro dell’Organizzazio-
la sanzione amministrativa, nomina- minori, il legislatore ha voluto emana- ne mondiale della sanità (Oms) per la
tivo del responsabile della vigilanza, re un insieme di regole che si spera pos- quale «l’obiettivo della presente Con-
nominativi e recapito telefonico dei sa concretamente ridurre gli sfavorevo- venzione e dei suoi Protocolli è quello
soggetti accertatori; li effetti sociali che i prodotti da tabac- di proteggere le generazioni presenti e
3. modulo di cartello finalizzato alla ri- co ogni anno determinano. Allo stesso future contro gli effetti sanitari, socia-
duzione del numero di fumatori at- tempo, è storia nota che le leggi da so- li, ambientali ed economici devastato-
tivi, completo di consigli su come le non bastano; il contributo di tutti gli ri del consumo di tabacco e dell’espo-
e perché smettere di fumare nonché stakeholders e di ogni singolo cittadino sizione al fumo del tabacco offrendo
dei vari centri di riferimento antifu- è imprescindibile: per citare una meta- un quadro per l’attuazione di misure di
mo localmente attivi; fora d’uso comune, è possibile dire che lotta al tabagismo delle Parti a livello
4. modulo di verbale di accertamento e campagne di informazione, sensibilizza- nazionale, regionale e internazionale,
contestazione della violazione del di- zione e supporto rappresentino il fatto- al fine di ridurre gradatamente e sen-
vieto di fumare, completo di indica- re imprescindibile del successo. Ancora sibilmente la prevalenza del tabagismo
zioni delle possibili violazioni e rela- oggi le strutture sanitarie assumono un e l’esposizione al fumo del tabacco».

Tutto questo insieme di regole ha il fine


di ridurre gli sfavorevoli impatti
sociali della diffusione dei prodotti
da tabacco, registrati ogni anno

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PREVENZIONE&PROTEZIONE
Igiene del lavoro

In questa fase, la comunicazione deve essere inoltrata all’Inail

Cancerogeni e biologici
aggiornare i registri
Ancora qualche problema sulla loro revisione telematica. E in attesa
che il Sinp - per il momento non decollato - entri a pieno regime,
la circolare 12 ottobre 2017, n. 43, ha fornito le istruzioni operative
sulle modalità di trasmissione dei dati. Anche per i settori particolari

di Mario Gallo, professore a contratto di Diritto del lavoro


nell’Università degli studi di Cassino e del Lazio meridionale

Nel complesso quadro del processo Questa norma ha agganciato diretta- rivi finalmente a pieno compimento,
d’informatizzazione di alcuni degli a- mente l’acquisizione telematica dei da- per il momento gli stessi sono acquisiti
dempimenti fondamentali in materia ti contenuti nei registri di esposizione dall’Inail che, con propria circolare del
di salute e di sicurezza sul lavoro pre- ex artt. 243, 260 e 280, del D.Lgs. n. 12 ottobre 2017, n. 43, ha fornito istru-
visto dal D.Lgs. n. 81/2008, basato sul 81/2008, al decreto istitutivo del Sinp, zioni operative sulle modalità telemati-
Sistema informativo nazionale per la ossia il decreto dei ministeri del Lavoro che di trasmissione e di aggiornamento.
prevenzione nei luoghi di lavoro (Sin- e della Salute 25 maggio 2016, n. 183, Alla luce, quindi, di queste recenti in-
p) che, tuttavia, continua ancora a non con il risultato che, a partire dal 12 ot- novazioni appare necessario procede-
decollare definitivamente, uno dei tas- tobre 2017, è entrata definitivamente in re a una ricostruzione sistematica del-
selli più importanti è la telematizzazio- vigore la nuova modalità di trasmissione la disciplina che presenta, in realtà,
ne del registro degli esposti agli agenti e di aggiornamento on line dei registri anche qualche profilo problematico,
cancerogeni o mutageni e di quello de- che, occorre ricordare, sono nati con il richiamando, quindi, anche i principi
gli esposti agli agenti biologici. D.Lgs. n. 626/1994 con l’obiettivo di generali della materia, cosa questa che
L’art. 53 del D.Lgs. n. 81/2008, nel det- garantire un flusso informativo sui da- appare necessaria per avere un quadro
tare le regole di tenuta della documen- ti fondamentali riguardanti gli esposti sufficientemente chiaro degli adempi-
tazione (documento di valutazione dei ad alcuni rischi di particolare rilevan- menti specifici che il datore di lavoro è
rischi, cartelle sanitarie e di rischio ec- za, sia ai fini della prevenzione che del- chiamato ad attuare (vedere la tabella 1).
cetera) prevede, al comma 6, che «Fino la ricerca, in modo da poter ricostruire
ai 12 mesi successivi all’adozione del la storia espositiva di ogni lavoratore. Soggetti obbligati
decreto interministeriale di cui all’ar- L’art. 3 e l’allegato A del D.M. n. Un primo profilo che deve essere ne-
ticolo 8 comma 4, del presente decre- 183/2016 prevedono che, infatti, an- cessariamente puntualizzato è il campo
to restano in vigore le disposizioni re- che i dati contenuti in questi registri applicativo soggettivo dell’obbligo di
lative ai registri degli esposti ad agenti confluiscano nel nascente Sinp, ma in tenuta dei registri degli esposti; rispet-
cancerogeni e biologici». attesa che questa travagliata genesi ar- to al previgente regime, in effetti, nulla

34 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


TABELLA 1
Le indicazioni dell’Istituto (circolare 12 ottobre 2017, n. 43)

Soggetti obbligati Datori di lavoro pubblici e privati, titolari e non di pat presso l’Inail, obbligati alla tenuta:
del registro degli esposti agli agenti cancerogeni o mutageni (artt. 243 e 260, D.Lgs. n. 81/2008);
del registro degli esposti agli agenti biologici (art. 280, D.Lgs. n. 81/2008).

Titolari di pat Il registro deve essere trasmesso esclusivamente per via telematica attraverso il portale Inail
utilizzando l’apposito applicativo.

Non titolari di pat I registri devono essere inviati in formato elettronico tramite pec all’indirizzo dmil@postacert.inail.
it e all’indirizzo pec della Asl territorialmente competente sulla base dell’unità produttiva.
I modelli sono disponibili sul sito istituzionale dell’Inail, nella sezione “Moduli e modelli – Ricer-
ca e Tecnologia”.
A regime anche questi soggetti dovranno procedere alla trasmissione per via telematica dei dati.

Credenziali I datori di lavoro e i loro delegati possono accedere alla piattaforma utilizzando le credenzia-
li già in loro possesso.

Funzioni fondamentali Attraverso l’applicativo è possibile procedere on line a inserire, modificare, visualizzare i dati
ed effettuare la trasmissione dei registri.
Una funzione specifica consente di aggiungere le annotazioni individuali per singolo lavoratore
esposto, prestante servizio per l’unità produttiva selezionata.

Semplificazione Con un unico inserimento telematico i datori di lavoro interessati potranno adempiere agli ob-
blighi di comunicazione previsti dagli artt. 243 e 280 del D.Lgs. n. 81/2008, sia nei confronti
dell’Inail che nei confronti dell’organo di vigilanza.

Medico competente Se abilitato dal datore di lavoro all’utilizzo del nuovo servizio on line, può inserire, modificare
e visualizzare i dati.
Il medico competente non può effettuare la trasmissione del registro che rimane in carico al dato-
re di lavoro stesso e dei suoi delegati.

Modulistica registro Modello C 626/1 - Dati generali


degli esposti ad agenti Modello C 626/2 - Dati individuali lavoratore esposto
cancerogeni o mutageni Modello C 626/3 - Dati generali, comunicazione variazioni
Modello C 626/4 - Richiesta copia annotazioni individuali e cartelle sanitarie
Specifiche per la compilazione dei modelli C 626
Manuale utente

Modulistica registro Modello B 626/1 - Dati generali


degli esposti agli agenti Modello B 626/2 - Dati individuali lavoratore esposto
biologici Modello B 626/3 - Dati generali, comunicazione variazioni
Modello B 626/4 - Richiesta copia annotazioni individuali e cartelle sanitarie
Specifiche per la compilazione dei modelli B 626
Manuale utente

Registri trasmessi prima È previsto l’inserimento all’interno dell’archivio informatico Inail e resi disponibili on line entro
dell’11 ottobre 2017 il mese di marzo 2018
e via pec

Entrata in vigore 12 ottobre 2017

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PREVENZIONE&PROTEZIONE
Igiene del lavoro

BOX 1
Allegato XLII – D.Lgs. n. 81/2008,
«Elenco di sostanze, preparati e processi»
«1. Produzione di auramina con il metodo Michler.
2. I lavori che espongono agli idrocarburi policiclici aromatici presenti
nella fuliggine, nel catrame o nella pece di carbone.
3. Lavori che espongono alle polveri, fumi e nebbie prodotti durante il raffi-
namento del nichel a temperature elevate.
4. Processo agli acidi forti nella fabbricazione di alcool isopropilico.
5. Il lavoro comportante l’esposizione a polvere di legno duro.»

è innovato, quindi, l’adempimento ri- n. 271/1999, ancora ancorata all’abro- In particolare, occorre sottolineare che
guarda tutti i datori di lavoro privati e gato D.Lgs. n. 626/1994, si applica, se- nel caso degli agenti cancerogeni l’art.
pubblici che rientrano nella definizio- condo quanto stabilisce l’art. 2, ai lavo- 234, comma 1, lettera a), del D.Lgs.
ne dell’art. 2, comma 1, lettera b), del ratori imbarcati a bordo di tutte le navi n. 81/2008, modificato dal D.Lgs. 15
D.Lgs. n. 81/2008, che occupano non o unità mercantili, nuove ed esistenti, febbraio 2016, n. 39 – in vigore dal 29
solo lavoratori subordinati (art. 2094, adibite a navigazione marittima e alla marzo 2016 – fornisce una definizione
codice civile) ma anche quelli equipa- pesca nonché alle navi o unità mercan- particolarmente complessa ricompren-
rati agli stessi dal comma 1, lettera a), tili in regime di sospensione tempora- dendo qualsiasi sostanza o miscela che
dello stesso articolo come, per esempio, nea di bandiera, alle unità veloci e alle corrisponde ai criteri di classificazione
i soci lavoratori, i lavoratori sommini- piattaforme mobili, ferme restando al- come sostanza cancerogena di categoria
strati (artt. 30 e seguenti del D.Lgs. n. cune ipotesi di esclusione previste dal 1 A o 1 B di cui all’allegato I al regola-
81/2015), i lavoratori distaccati (art. 30, successivo art. 3 che rientrano, comun- mento (Ce) del Parlamento europeo e
D.Lgs. n. 276/2003; art. 3, comma 6,
D.Lgs. n. 81/2008), i collaboratori co-
ordinati e continuativi (cosiddetti “co.
co.co.”) che eseguono la prestazione La trasmissione e l’aggiornamento
di lavoro nei luoghi di lavoro del com- dei dati secondo le regole attuali
mittente (art. 409, n. 3, codice di pro-
cedura civile; art. 3, comma 7, D.Lgs. devono essere considerati vigenti
n. 81/2008), i lavoratori che eseguono anche per tutti i settori particolari
prestazioni occasionali di lavoro oc-
cupati da imprese e professionisti (art.
54-bis, D.L. n. 50/2017; art. 3, comma
8, D.Lgs. n. 81/2008).
que, nel campo applicativo generale del del Consiglio n. 1272/2008, nonché u-
Il caso dei marittimi D.Lgs. n. 81/2008 e di altri provvedi- na qualsiasi sostanza, miscela o proce-
L’obbligo della tenuta di questi registri menti speciali1. dimento menzionati nell’allegato XLI-
e di trasmissione secondo le nuove re- I del D.Lgs. n. 81/2008 (si veda il box
gole deve essere ritenuto vigente, quin- Cosa fare 1), nonché sostanza o miscela liberate
di, anche per i settori particolari previsti Per quanto riguarda, invece, il campo nel corso di un processo e menzionate
dall’art. 3, commi 2 e 3, del D.Lgs. n. applicativo oggettivo occorre rilevare nello stesso allegato.
81/2008, stante la natura generale delle che l’obbligo di tenuta dei registri di- Per agente mutageno, invece, secondo
disposizioni in materia; è il caso, per e- scende dal verificarsi di due condizioni; quanto previsto dall’art. 234, comma
sempio, del settore marittimo la cui di- la prima è quella, ovviamente, dell’e- 1, lettera b) – anch’esso modificato dal
sciplina speciale contenuta nel D.Lgs. sposizione a questi fattori di rischio. D.Lgs. n. 39/2016 – s’intende una so-

36 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


1. Sono escluse dal campo applica-
tivo del D.Lgs. n.271/1999: a) navi
o unità appartenenti alle Ammini-
strazioni militari, doganali, di po-
lizia ed al Corpo dei vigili del fuo-
co, o da essi direttamente eserci-
tate, ai servizi di protezione civile
ed alle navi adibite al trasporto di
truppe; b) navi da diporto che non
sono impiegate in attività di traffi-
co commerciale ; c) navi in cui la
TABELLA 2
vela costituisce il principale mez-
zo di propulsione, anche se dotate
Classificazione degli agenti biologici
di motore ausiliario.
2. Per un approfondimento si veda
e obbligo di tenuta del registro degli esposti
anche dello stesso Autore, Guida
alla valutazione dei rischi, Tecni-
(artt. 268 e 280, D.Lgs. n. 81/2008)
che Nuove Editore, Milano, 2015.
Gruppo Proprietà Obbligo di tenuta
del registro
degli esposti
1 • agente che presenta poche probabili- NO
tà di causare malattie in soggetti umani;

2 • agente che può causare malattie in NO


stanza o miscela corrispondente ai cri- soggetti umani e costituire un rischio
teri di classificazione come agente mu- per i lavoratori;
tageno di cellule germinali di categoria • è poco probabile che si propaghi
nella comunità;
1 A o 1 B di cui all’allegato I al rego-
sono di norma disponibili efficaci misu-
lamento (Ce) n. 1272/2008. re profilattiche o terapeutiche..
L’elemento centrale rimane sempre la
valutazione dei rischi, che si basa sui 3 • agente che può causare malattie gra- SI
cardini dell’art. 236, dai cui esiti di- vi in soggetti umani e costituisce un se-
penderà l’assoggettamento o meno al- rio rischio per i lavoratori;
• l’agente biologico può propagarsi
la sorveglianza sanitaria a cura del me-
nella comunità, ma di norma sono di-
dico competente dei lavoratori esposti2 sponibili efficaci misure profilattiche o
e, quindi, anche l’obbligo di tenere il terapeutiche.
registro: questa è la seconda condizio-
ne prevista dal legislatore. 4 • agente biologico che può provocare SI
L’art. 243 del D.Lgs. n. 81/2008, infatti, malattie gravi in soggetti umani e costi-
tuisce un serio rischio per i lavoratori
riprendendo in modo pedissequo i con-
e può presentare un elevato rischio
tenuti del D.Lgs. n. 626/1994, stabilisce di propagazione nella comunità;
che i lavoratori esposti ad agenti cance- • non sono disponibili, di norma, effi-
rogeni o mutageni e, quindi, sottoposti caci misure profilattiche o terapeutiche.
a sorveglianza sanitaria devono essere Nota: l’art. 268 del D.Lgs. n. 81/2008, ai commi 2 e 3, stabilisce che nel caso in cui l’agente biologico oggetto
iscritti nel registro nel quale è riporta- di classificazione non può essere attribuito in modo inequivocabile a uno fra i due gruppi sopraindicati, lo stesso
ta, per ciascuno di essi, l’attività svolta, deve essere classificato nel gruppo di rischio più elevato tra le due possibilità. L’allegato XLVI riporta l’elenco degli
agenti biologici classificati nei gruppi 2, 3 e 4.
l’agente cancerogeno o mutageno uti-
lizzato e, se noto, il valore dell’espo-
sizione a questo agente. gistro – che deve essere istituito anche Le novità al debutto
Il registro è istituito e aggiornato dal per gli esposti ad amianto (art. 260) – e tra luci e qualche ombra
datore di lavoro, che ne cura la tenuta delle cartelle sanitarie e di rischio sono Altro registro previsto dal D.Lgs. n.
per il tramite del medico competente e stati stabiliti dal decreto del ministero 81/2008 è quello degli esposti agli a-
nel rispetto del D.Lgs. n. 196/2003 in della Salute 12 luglio 2007, n. 155; a genti biologici; si tratta, in effetti, di
materia di protezione dei dati persona- partire dal 12 ottobre 2017 è entrato in un registro anch’esso previsto origi-
li (art. 243, comma 1), e hanno acces- vigore l’obbligo di trasmettere in mo- nariamente dall’art. 87 del D.Lgs. n.
so a questo documento sia il responsa- dalità telematica all’Inail questo regi- 626/1994, ma fino a oggi mai entrato
bile del servizio di prevenzione (rspp) stro, sia pure con qualche eccezione, e in vigore per mancanza della necessa-
che i rappresentanti per la sicurezza. con alcune importanti semplificazioni ria disciplina regolamentare attuativa.
I modelli e le modalità di tenuta del re- per i datori di lavoro. L’art. 280 del D.Lgs. n. 81/2008, in-

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PREVENZIONE&PROTEZIONE
Igiene del lavoro 3. Vedere all’indi-
rizzo https://www.
inail.it/cs/internet/
atti-e-documenti/
moduli-e-modelli/
prevenzione.html.

fatti, stabilisce che i lavoratori addet- priva di logica visto che, trattandosi in minati con decreto del Ministro del la-
ti ad attività comportanti uso di agenti entrambi i casi di dati afferenti diretta- voro, della salute e delle politiche so-
biologici del gruppo 3 ovvero 4 sono mente alla salute dei lavoratori, sareb- ciali sentita la Commissione consulti-
iscritti in un registro in cui sono ripor- be stato più lineare prevedere in tutte va permanente».
tati, per ciascuno di essi, l’attività svol- e due le ipotesi la tenuta attraverso il Questa disposizione, quindi, prevede
ta, l’agente utilizzato e gli eventuali ca- medico competente. espressamente l’emanazione di un ap-
si di esposizione individuale; anche in L’obbligo della tenuta non riguarda, posito decreto del ministero del Lavo-
questo caso l’obbligo dell’istituzione e comunque, tutti i datori di lavoro che ro e di quello della Salute, per altro con
dell’aggiornamento grava sul datore di esercitano attività per le quali la valu- il parere della Commissione consultiva
lavoro, però, stranamente, il comma 2 tazione dei rischi abbia evidenziato l’e- permanente, che al di là delle modalità
prevede che «Il datore di lavoro ne cu- sposizione a un qualsiasi agente biologi- di tenuta dovrebbe prevedere i modelli
ra la tenuta tramite il responsabile del co, ma solo a quelli rientranti nei grup- di registro, quindi, le informazioni spe-
cifiche da riportare; ora si potrebbe o-
biettare che con l’emanazione del de-
creto n. 183/2016 questa previsione de-
Mentre nel caso del registro degli esposti ve essere ritenuta superata, però a ben
agli agenti cancerogeni o mutageni vedere, questo decreto sembra si limi-
la tenuta è in capo al medico competente, ti solo a prevedere all’art. 3, comma 3,
lettera b), e nell’allegato A i dati che
per i biologici è assegnata al rspp confluiranno nella banca nazionale ri-
chiamando solo genericamente i regi-
stri di esposizione.
L’Istituto assicuratore, invece, vista pro-
babilmente anche l’imminente scaden-
servizio di prevenzione e protezione. pi 3 e 4 e, quindi, caratterizzati da una za, si è mosso rapidamente stabilendo
Il medico competente e il rappresen- maggiore pericolosità in termini d’in- la modulistica e la procedura anche per
tante per la sicurezza hanno accesso a fettività (si veda la tabella 2). questo registro, ma da un punto di vi-
detto registro». Nella circolare n. 43/2017, l’Inail pre- sta strettamente tecnico-normativo re-
Pertanto, mentre nel caso del registro vede, anche per questo registro, le re- sta qualche perplessità.
degli esposti agli agenti cancerogeni o gole di modalità telematiche di trasmis-
mutageni la tenuta è tramite il medico sione e di aggiornamento; tuttavia, il Modalità di trasmissione
competente, nel caso, invece, del regi- comma 6, dell’art. 280, stabilisce che e semplificazioni
stro degli esposti agli agenti biologici «I modelli e le modalità di tenuta del Per quanto riguarda, invece, le moda-
la tenuta è attraverso il rspp: si tratta di registro di cui al comma 1 e delle car- lità di trasmissione e di aggiornamen-
una previsione, in effetti, che sembra telle sanitarie e di rischio sono deter- to telematico, nella circolare n. 43/2017

38 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


l’Inail ha precisato che la compilazio- cerca e Tecnologia”3. tendo di preimpostare i dati anagrafi-
ne on line sarà utilizzabile in una pri- I titolari di pat non dovranno richiede- ci delle aziende e delle unità produt-
ma fase solo da parte dei datori di la- re, però, nuove credenziali ma dovran- tive, al fine di agevolare i datori di la-
voro titolari di posizione assicurativa no utilizzare quelle già in loro posses- voro nel processo di compilazione e di
territoriale (pat), mentre gli altri datori so; grazie, quindi, all’applicativo mes- trasmissione del registro; inoltre, sono
di lavoro pubblici e privati, comunque so a disposizione, il datore di lavoro e state inserite funzioni di facilitazione
assoggettati al medesimo obbligo, do- i suoi delegati possono inserire, modi- nella selezione per il settore economi-
vranno provvedere all’inoltro dei dati ficare, visualizzare i dati e trasmette- co (Ateco) e per la scelta e inserimen-
afferenti al registro di esposizione tra- re il registro. to della professione e mansione del la-
mite pec, utilizzando la modulistica di- Come precisa ancora l’Inail, il servi- voratore esposto, dati essenziali per le
sponibile sul sito istituzionale dell’Inail, zio è stato integrato con il sistema di finalità della procedura.
nella sezione “Moduli e modelli – Ri- anagrafica unica dell’Istituto, consen- È stata anche prevista una funzione spe-

BOX 2
Le faq dell’Inail
Esposti ad agenti cancerogeni o mutageni
1. Chi deve istituire il registro dei lavoratori esposti ad agenti cancerogeni?
Il datore di lavoro, ai sensi dell’art. 243 comma 1 del D.Lgs. 81/2008 e dell’art. 2 comma 1 del
D.M. n. 155/2007, istituisce, aggiorna e cura la tenuta, per il tramite del medico competente, di un
registro dei lavoratori esposti ad agenti cancerogeni conformemente al modello di cui all’ allegato 1
del D.M. 155/2007.

2. Quali lavoratori devono essere iscritti nel registro?


Tutti i lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria, come previsto dall’art. 242, comma 1, del D.Lgs.
81/2008, sono iscritti nel registro. I lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria sono tutti quelli per
i quali la valutazione di cui all’ art. 236, D.Lgs. n. 81/2008 ha evidenziato un rischio per la salute.

3. Quali sono le modalità di istituzione del registro?


Il registro deve essere compilato conformemente al modello di cui all’allegato 1 del D.M. n. 155/2007.
Esso è costituito da fogli legati e numerati progressivamente e sulla prima pagina del registro stesso,
il datore di lavoro appone la propria sottoscrizione.

4. Quali sono le modalità di invio del registro?


A seguito dell’entrata in vigore del decreto interministeriale n. 183 del 25 maggio 2016 recante le

www.ambientesicurezzaweb.it n.1 - gennaio 2018 39


PREVENZIONE&PROTEZIONE
Igiene del lavoro

Esposti ad agenti cancerogeni o mutageni


regole tecniche per il funzionamento del Sinp, dal 12 ottobre 2017 è previsto che la trasmissione dei
registri di esposizione a cancerogeni avvenga esclusivamente per via telematica. A questo scopo l’Isti-
tuto ha predisposto un applicativo disponibile nella sezione del portale Inail dedicata ai servizi on line,
che sarà immediatamente disponibile per i titolari di posizione assicurativa. L’utilizzo di tale applica-
tivo consente ai datori di lavoro di assolvere l’obbligo di invio dei registri verso Inail e Asl competenti
con un’unica procedura. Per i soggetti destinatari dell’obbligo non titolari di posizione assicurativa
presso l’Istituto, in attesa di poter accedere all’applicativo, è consentito l’invio dei registri in formato
elettronico tramite Pec all’indirizzo dmil@postacert.inail.it e all’indirizzo di posta certificata della Asl
territorialmente competente sulla base dell’unità produttiva.

5. Quali sono i modelli da utilizzare?


Il registro è composto da quattro modelli:
Mod. C 626/1- deve riportare le informazioni generali del datore di lavoro, del tipo di lavorazione
effettuata e degli agenti cancerogeni utilizzati nel corso dell’attività lavorativa e rappresenta di fatto
il frontespizio del registro;
Mod. C 626/2 - deve riportare i dati relativi ai lavoratori esposti (attività svolta, tipo di agente cancero-
geno utilizzato, l’intensità, la frequenza e la durata dell’esposizione); una pagina per ogni lavoratore;
Mod. C 626/3 - deve essere utilizzato per riportare le variazioni intervenute nelle informazioni che
caratterizzano l’azienda (modifica Ragione Sociale, Sede territoriale, attività produttiva, ecc.);
Mod. C 626/4 - deve essere utilizzato in caso di richiesta di copia delle annotazioni individuali all’I-
nail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, in caso di assunzione
di lavoratori che dichiarino di essere stati esposti presso precedenti datori di lavoro ad agenti can-
cerogeni. Tale richiesta può essere fatta non prima che sia trascorso un anno dalla data di entrata in
vigore del D.M. 155/2007, e va effettuata solo nel caso che il lavoratore dichiari di avere avuto in
precedenza una esposizione ad agenti cancerogeni.

6. Dove si possono reperire i modelli del registro dei lavoratori esposti ad agenti
cancerogeni?
I modelli di tenuta del registro, di cui all’allegato 1 del D.M. 155/2007, sono reperibili e disponibili
per il download all’interno di questa sezione.

7. Si possono utilizzare strumenti informatizzati per la compilazione e l’invio dei mo-


delli dell’allegato 1 del D.M. 155/2007?
L’art. 10 del D.M. 155/2007 prevede la possibilità dell’impiego di sistemi di elaborazione auto-
matica dei dati per la tenuta informatizzata dei registri; la stampa del registro deve rispondere allo
standard fissato dal D.M. 155/2007 includendo i dati e le informazioni riportate nell’allegato 1.
Dal 12 ottobre 2017, in ragione delle disposizioni di cui al decreto interministeriale n. 183 del 25
maggio 2016 recante le regole tecniche per il funzionamento del Sinp, l’invio dei registri all’Inail deve
avvenire esclusivamente per via telematica (vedi punto 4).

8. Come si deve comportare chi ha già redatto ed inviato il registro prima dell’entra-
ta in vigore del D.M. 155/2007?

cifica per consentire di aggiungere le an- rogazione di servizi, dotati di autono- istituto ha anche pubblicato una serie
notazioni individuali per singolo lavora- mia finanziaria e tecnico funzionale». d’interessanti faq che, al di là di qual-
tore esposto, prestante servizio per l’u- A supporto degli utenti, poi, nella circo- che imprecisione, sono di particolare
nità produttiva selezionata che, occorre lare è precisato che per maggiori chiari- aiuto ai datori di lavoro ai fini del cor-
ricordare, dovrebbe coincidere con la menti sarà possibile accedere al servi- retto adempimento degli obblighi in
definizione contenuta nell’art. 2, com- zio di assistenza e usufruire delle gui- questione (si veda il box 2).
ma 1, lettera t), del D.Lgs. n. 81/2008, de operative per la compilazione pre- Molto significativa appare, inoltre, la
ossia di «stabilimento o struttura fina- viste per entrambe le tipologie di regi- semplificazione richiamata nella circo-
lizzati alla produzione di beni o all’e- stri; occorre evidenziare che lo stesso lare n. 43/2017; infatti, l’Inail ha tenu-

40 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


Esposti ad agenti cancerogeni o mutageni
L’entrata in vigore del D.M. 155/2007 apre un nuovo capitolo normativo e quindi anche i datori di
lavoro che si erano già “notificati” presso l’Inail devono attivare di nuovo la procedura dell’invio del re-
gistro come se fosse la prima volta utilizzando i modelli e le procedure previste dalla legge in questione.

9. Nel Modello C 626/2 (dati individuali del lavoratore) cosa si intende per numero
progressivo?
Nella colonna Numero progressivo si intende indicare l’ordine cronologico di inserimento delle va-
rie righe riportanti i dati relativi alle caratteristiche dell’attività svolta ed a quelle dell’esposizione.

10. Nel Modello C 626/2 (dati individuali del lavoratore) cosa si intende per valore
di esposizione?
Nella colonna Valore deve essere riportato il valore (corredato dall’unità di misura) del campiona-
mento personale rappresentativo del livello (intensità) dell’esposizione. Nel caso di concentrazione di
cancerogeni “molto variabili” nel tempo si consiglia di prevedere un numero di campionamenti tali da
poter disporre di una misura media “affidabile”, che può essere ritenuta rappresentativa dell’esposi-
zione (media) del lavoratore.

11. Nel Modello C 626/2 (dati individuali del lavoratore) cosa si intende per metodo
di esposizione?
Per metodo di esposizione si intende il metodo di campionamento e di analisi adottato nella misu-
razione dell’esposizione durante la valutazione del rischio di cui all’art. 236 del D.Lgs. 81/2008.
E’ opportuno specificare se la misurazione effettuata è di tipo personale o ambientale (stazionario).

12. Nel Modello C 626/2 (dati individuali del lavoratore) cosa si intende per tempo
di esposizione?
Nella colonna Tempo si deve indicare (in giorni/anno) quanto tempo in media durante un anno solare
(frequenza) il lavoratore è esposto all’agente cancerogeno (per esempio se un lavoratore è esposto
per 8 ore al giorno per un intero anno solare, indicare 220 g/a).

13. Nel Modello C 626/2 (dati individuali del lavoratore) cosa si intende per data
inizio e data fine?
La data inizio è riferita all’inizio dell’esposizione ovvero il primo giorno in cui il lavoratore ha inizia-
to ad essere esposto ad agenti cancerogeni. La data fine è riferita alla fine dell’esposizione ovvero
il giorno in cui il lavoratore cessa definitivamente di essere esposto ad agenti cancerogeni.In tale
modo viene determinata la durata dell’esposizione.

14. Quando deve essere aggiornato il registro?


In occasioni di modifiche del processo produttivo significative ai fini della sicurezza e salute sul lavoro e, in
ogni caso, trascorsi tre anni dall’ultima valutazione effettuata. Eventuali variazioni intervenute nel registro
devono essere comunicate all’Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale
e all’organo di vigilanza competente per territorio ogni tre anni e comunque ogni qualvolta i medesimi ne

to a sottolineare che, con un unico in- dei Servizi di prevenzione delle Azien- invio contestuale tramite posta certifica-
serimento telematico, i datori di lavo- de sanitarie locali tramite l’inserimento ta all’Istituto, all’indirizzo dmil@posta-
ro interessati potranno così adempiere delle credenziali in loro possesso nell’a- cert.inail.it e all’indirizzo di posta cer-
agli obblighi di comunicazione previ- rea dei servizi online del portale Inail tificata della Asl territorialmente com-
sti dagli artt. 243-280, sia nei confron- www.inail.it». petente sulla base dell’unità produttiva.
ti dell’Istituto assicuratore che nei con- Analogamente, nel caso di trasmissione
fronti dell’organo di vigilanza in quan- via pec del registro da parte dei sogget- La posizione
to «Il Registro online, infatti, sarà im- ti non titolari di pat, il datore di lavoro del medico competente
mediatamente accessibile ai funzionari interessato potrà procedere a un unico Nella circolare n. 43/2017, alcune in-

www.ambientesicurezzaweb.it n.1 - gennaio 2018 41


PREVENZIONE&PROTEZIONE
Igiene del lavoro

Esposti ad agenti cancerogeni o mutageni


facciano richiesta (art. 243, comma 8 del D.Lgs. 81/2008). Le variazioni inerenti i dati individuali dei
lavoratori sono comunicate tramite invio della copia, in busta chiusa siglata dal medico competente, della
corrispondente pagina del registro (modello C 626/2) contenente le modifiche dei dati espositivi dei lavoratori.
Le variazioni inerenti i dati generali sono comunicate utilizzando il modello C 626/3 compilato solo per
le parti interessate dalle variazioni.Entro 30 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro, il datore di
lavoro deve inviare all’Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, le
variazioni delle annotazioni individuali contenute nel registro e le cartelle sanitarie e di rischio dei lavoratori.
In caso di cessazione dell’attività dell’azienda, il datore di lavoro deve inviare all’Inail, Dipartimento di medicina,
wepidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, il registro e le cartelle sanitarie e di rischio di tutti i lavoratori.

15. Quali elenchi di codici ateco si possono utilizzare al fine di identificare l’attività
svolta?
Si possono utilizzare i codici della classificazione Istat delle attività economiche (ateco) seguendo la
compilazione guidata disponibile nell’applicativo Inail e descritta nel manuale utente. L’informazione
è richiesta nei modelli 626/1 e 626/3.

16. Quali elenchi di codici professione si possono utilizzare al fine di identificare la


mansione svolta dal lavoratore?
Si possono utilizzare i codici della classificazione Istat delle professioni seguendo la compilazione
guidata disponibile nell’applicativo Inail e descritta nel manuale utente. L’informazione è richiesta nel
modello 626/2.

17. Quali elenchi di sigla/numero si posso utilizzare al fine di identificare l’ASL com-
petente per territorio?
Si possono utilizzare gli elenchi ufficiali di identificazione delle Asl seguendo la compilazione guidata di-
sponibile nell’applicativo Inail e descritta nel manuale utente. L’informazione è richiesta nel modello 626/1.

18. Quali elenchi di “Voce tariffa Inail” si possono utilizzare al fine di identificare il
codice relativo alla lavorazione unica o prevalente dell’azienda?
Si possono utilizzare i codici relativi alla stipula della convenzione assicurativa con l’Inail per la lavora-
zione maggiormente correlata con l’esposizione dei lavoratori. In presenza di più lavorazioni inserire i
rimanenti codici nella sezione successiva “Altre lavorazioni correlate all’esposizione”. L’informazione
è richiesta nel modello 626/1.

19. E’ obbligatorio istituire un registro anche per lavoratori esposti ad agenti mutageni?
L’art. 243 del D.Lgs. 81/2008 e successive modificazioni definisce l’obbligo di istituzione del registro
per i lavoratori esposti ad agenti cancerogeni o mutageni.

20. Il datore di lavoro può delegare altre figure alla redazione del registro?
La responsabilità rimane del datore di lavoro che può avvalersi di altre professionalità per gli aspetti tecnici.

21. Nel caso in cui si verifichi la necessità di effettuare delle correzioni/modifiche


all’interno dei registri, sono necessarie delle particolari procedure?
Modifiche del ciclo produttivo o sostanziali variazioni dell’esposizione devono essere annotate nel re-

teressanti puntualizzazioni sono state si avvale di questa figura onerata solo tiva, il medico competente, se abilitato
fornite anche sulla posizione del me- dal dover fornire il necessario suppor- dal datore di lavoro all’utilizzo del nuo-
dico competente che molto frequente- to tecnico-professionale per la corretta vo servizio on line, può inserire, modi-
mente è ritenuto erroneamente come il compilazione. ficare e visualizzare i dati ma non effet-
soggetto obbligato alla tenuta dei regi- Di conseguenza, sulla base di questo tuare la trasmissione del registro che ri-
stri; invece, questo adempimento gra- principio, l’Inail ha chiarito che, in a- mane in carico al datore di lavoro stes-
va direttamente sul datore di lavoro che desione al ruolo attribuito dalla norma- so e ai suoi delegati.

42 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


Esposti ad agenti cancerogeni o mutageni
gistro e comunicate all’Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale,
ogni tre anni. Tale comunicazione deve riguardare solo le pagine contenenti le modifiche intervenute.
Ogni correzione o rettifica delle informazioni deve mantenere traccia delle informazioni pregresse.
Qualora si rendesse necessario stampare un nuovo foglio per le informazioni individuali (modello C
626/2), tale foglio deve essere allegato alla fine del registro incrementando il numero delle pagine to-
tali, indifferentemente dalla posizione in cui si trova il foglio precedente collegato allo stesso lavoratore.
È necessario ripetere i dati identificativi del lavoratore e dell’azienda e continuare la numerazione
progressiva delle esposizioni (colonna Num.Prog. del modello 626/2).

22. Quali sono gli agenti cancerogeni e/o mutageni per cui istituire il registro?
Gli agenti cancerogeni e/o mutageni per cui istituire il registro sono tutte quelle sostanze e/o preparati
classificate in modo da rispondere ai criteri relativi alla classificazione quali categorie cancerogene 1
o 2, stabiliti ai sensi del decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52 e successive modificazioni (classi-
ficazione Unione europea). La legge (art. 245, D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.) prevede che la Commissione
consultiva tossicologica nazionale (Cctn) individui periodicamente le sostanze cancerogene, mutagene
e tossiche per la riproduzione che, pur non essendo classificate, rispondono ai criteri di classificazione
del decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52.

23. Chi deve istituire il registro per i lavoratori con contratto di “somministrazione di
lavoro” (in precedenza denominati lavoratori interinali)?
Il registro degli esposti a cancerogeni deve essere istituito dalla ditta utilizzatrice a cui è demandata
la sorveglianza sanitaria dei lavoratori con contratto di “somministrazione di lavoro (art. 23 c. 5 del
D.Lgs. 276/2003)”.

Esposti agli agenti biologici


1. Chi deve istituire il registro dei lavoratori esposti ad agenti biologici?
Il datore di lavoro, ai sensi dell’art. 280 comma 1 del D.Lgs. 81/2008, istituisce, aggiorna e cu-
ra la tenuta, per il tramite del medico competente, di un registro dei lavoratori esposti ad agenti.

2. Quali lavoratori devono essere iscritti nel Registro?


Tutti i lavoratori addetti ad attività comportanti uso di agenti biologici del gruppo 3 ovvero 4, so-
no iscritti nel registro. I lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria sono tutti quelli per i qua-
li la valutazione di cui all’ art. 236 del D.Lgs. 81/2008 ha evidenziato un rischio per la salute.

3. Quali sono le modalità di istituzione del registro?


Il registro deve essere possibilmente compilato conformemente ai modelli proposti dall’Istituto. Esso è
costituito da fogli legati e numerati progressivamente e sulla prima pagina del registro stesso, il datore
di lavoro appone la propria sottoscrizione.

4. Quali sono le modalità di invio del registro?


A seguito dell’entrata in vigore del decreto interministeriale n. 183 del 25 maggio 2016 recante le
regole tecniche per il funzionamento del Sinp, dal 12 ottobre 2017 è previsto che la trasmissione dei
registri di esposizione ad agenti biologici avvenga esclusivamente per via telematica.

Fase transitoria stessa data, saranno inseriti all’interno n. 81/2008, le annotazioni individuali
e obbligo di conservazione dell’archivio informatico e resi dispo- contenute nel registro di esposizione -
L’Istituto ha precisato ancora che i da- nibili nel registro on line entro il mese e le cartelle sanitarie e di rischio – de-
ti contenuti nei registri di esposizione di marzo 2018. vono essere conservate dal datore di la-
cartacei, trasmessi entro l’11 ottobre Occorre tenere presente che, inoltre, se- voro almeno fino a risoluzione del rap-
2017, così come i dati dei registri di e- condo quanto stabiliscono gli artt. 243, porto di lavoro.
sposizione ricevuti tramite pec dopo la comma 6, e 280, comma 4, del D.Lgs. L’Inail, invece, è tenuto alla conserva-

www.ambientesicurezzaweb.it n.1 - gennaio 2018 43


PREVENZIONE&PROTEZIONE
Igiene del lavoro

Esposti agli agenti biologici


A questo scopo l’Istituto ha predisposto un applicativo disponibile nella sezione del portale Inail de-
dicata ai servizi on line, che sarà immediatamente disponibile per i titolari di posizione assicurativa.
L’utilizzo di tale applicativo consente ai datori di lavoro di assolvere l’obbligo di invio dei registri verso
Inail e Asl competenti con un’unica procedura.
Per i soggetti destinatari dell’obbligo non titolari di posizione assicurativa presso l’Istituto, in attesa di poter acce-
dere all’applicativo, è consentito l’invio dei registri in formato elettronico tramite Pec all’indirizzo dmil@postacert.
inail.it e all’indirizzo di posta certificata della ASL territorialmente competente sulla base dell’unità produttiva.

5. Quali sono i modelli da utilizzare?


Il registro è composto da quattro modelli:
Mod. B 626/1 - deve riportare le informazioni generali del datore di lavoro, del tipo di lavorazione
effettuata e degli agenti biologici utilizzati, suddivisi per gruppo di rischio, nel corso dell’attività lavo-
rativa e rappresenta di fatto il frontespizio del registro;
Mod. B 626/2 - deve riportare i dati relativi ai lavoratori esposti (attività svolta, agente biologico uti-
lizzato e la durata dell’esposizione); una pagina per ogni lavoratore;
Mod. B 626/3 - deve essere utilizzato per riportare le variazioni intervenute nelle informazioni che
caratterizzano l’azienda (modifica Ragione Sociale, Sede territoriale, attività produttiva, ecc.);
Mod. BC 626/4 - deve essere utilizzato in caso di richiesta di copia delle annotazioni individuali all’I-
nail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, in caso di assunzione
di lavoratori che dichiarino di essere stati esposti presso precedenti datori di lavoro ad agenti biolo-
gici. Tale richiesta va effettuata solo nel caso che il lavoratore dichiari di avere avuto in precedenza
una esposizione ad agenti biologici.

6. Dove si possono reperire i modelli del registro dei lavoratori esposti ad agenti biologici?
I modelli di tenuta del registro sono reperibili e disponibili per il download all’interno di questa sezione.

7. Si possono utilizzare strumenti informatizzati per la compilazione e l’invio dei mo-


delli di registrazione dell’esposizione ad agenti biologici?
Dal 12 ottobre 2017, in ragione delle disposizioni di cui al decreto interministeriale n. 183 del 25
maggio 2016 recante le regole tecniche per il funzionamento del Sinp, l’invio dei registri di espo-
sizione ad agenti biologici all’Inail deve avvenire esclusivamente per via telematica (vedi punto 4).

8. Nel Modello B 626/2 (dati individuali del lavoratore) cosa si intende per numero
progressivo?
Nella colonna numero progressivo si intende indicare l’ordine cronologico di inserimento delle va-
rie righe riportanti i dati relativi alle caratteristiche dell’attività svolta ed a quelle dell’esposizione.

9. Nel Modello B 626/2 (dati individuali del lavoratore) cosa si intende per data ini-
zio e data fine?
La data inizio è riferita all’inizio dell’esposizione ovvero il primo giorno in cui il lavoratore ha iniziato ad
utilizzare agenti biologici. La data fine è riferita alla fine dell’esposizione ovvero il giorno in cui il lavoratore
cessa definitivamente di utilizzare agenti biologici. In tale modo viene determinata la durata dell’esposizione.

10. Quando deve essere aggiornato il registro?


In occasioni di modifiche del processo produttivo significative ai fini della sicurezza e salute sul lavo-
ro e, in ogni caso, trascorsi tre anni dall’ultima valutazione effettuata.Eventuali variazioni intervenute
nel registro devono essere comunicate all’Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del

zione di questi dati fino a quarant’an- che danno luogo a malattie con recru- l’introduzione di questo nuovo mec-
ni dalla cessazione di ogni attività che descenza periodica per lungo tempo o canismo non incide sul regime sanzio-
espone ad agenti cancerogeni o muta- che possano avere gravi sequele a lun- natorio previsto per la violazione delle
geni, che diventano dieci nel caso di e- go termine. regole di trasmissione dei dati del regi-
sposizione agli agenti biologici elevati, stro degli esposti ad agenti cancerogeni
però, a quarant’anni nel caso di agen- Regime sanzionatorio o mutageni e di quello degli esposti agli
ti per i quali è noto che possano pro- e ravvedimento operoso agenti biologici e relative variazioni pre-
vocare infezioni consistenti o latenti o Infine, rimane solo da osservare che viste dall’art. 243, comma 8, e dall’art.

44 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


Esposti agli agenti biologici
lavoro e ambientale e all’organo di vigilanza competente per territorio ogni tre anni e comunque
ogni qualvolta i medesimi ne facciano richiesta (art. 280, comma 3 lettera a del D.Lgs. 81/2008).
Il datore di lavoro comunica la cessazione del rapporto di lavoro inviando all’Inail, Dipartimento di
medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, le variazioni delle annotazioni individuali
contenute nel registro e le cartelle sanitarie e di rischio dei lavoratori. In caso di cessazione dell’atti-
vità dell’azienda, il datore di lavoro deve inviare all’Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia,
igiene del lavoro e ambientale, copia del registro e le cartelle sanitarie e di rischio di tutti i lavoratori.

11. Quali elenchi di codici ateco si possono utilizzare al fine di identificare l’attività
svolta?
Si possono utilizzare i codici della classificazione Istat delle attività economiche (ateco) seguendo la
compilazione guidata disponibile nell’applicativo Inail e descritta nel manuale utente. L’informazione
è richiesta nei modelli 626/1 e 626/3.

12. Quali elenchi di codici professione si possono utilizzare al fine di identificare la


mansione svolta dal lavoratore?
Si possono utilizzare i codici della classificazione Istat delle professioni seguendo la compilazione guidata
disponibile nell’applicativo Inail e descritta nel manuale utente. L’informazione è richiesta nel modello 626/2.

13. Quali elenchi di sigla/numero si posso utilizzare al fine di identificare l’ASL di


competente per territorio?
Si possono utilizzare gli elenchi ufficiali di identificazione delle Asl seguendo la compilazione guidata di-
sponibile nell’applicativo Inail e descritta nel manuale utente. L’informazione è richiesta nel modello 626/1.

14. Il datore di lavoro può delegare altre figure alla redazione del registro?
La responsabilità rimane del datore di lavoro che può avvalersi di altre professionalità per gli aspetti tecnici.

15. Nel caso in cui si verifichi la necessità di effettuare delle correzioni/modifiche


all’interno dei registri, sono necessarie delle particolari procedure?
Modifiche del ciclo produttivo o sostanziali variazioni sull’uso di agenti biologici devono essere an-
notate nel registro e comunicate all’Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro
e ambientale, ogni tre anni. Tale comunicazione deve riguardare solo le pagine contenenti le modi-
fiche intervenute.

16. Quali sono gli agenti biologici per cui istituire il registro?
Gli agenti biologici per cui istituire il registro sono tutti quelli classificati nel gruppo di rischio 3 o 4
(art. 268 del D.Lgs. 81/2008) contenuti nell’allegato XLVI al D.Lgs. 81/2008, oppure, in assenza di
codifica, classificati dal datore di lavoro nei gruppi 3 o 4 sulla base delle conoscenze disponibili e
seguendo i criteri di cui all’art. 268, commi 1 e 2.

17. Chi deve istituire il registro per i lavoratori con contratto di “somministrazione di
lavoro” (in precedenza denominati lavoratori interinali)?
Il registro degli esposti ad agenti biologici deve essere istituito dalla Ditta utilizzatrice a cui è deman-
data la sorveglianza sanitaria dei lavoratori con contratto di “somministrazione di lavoro (art. 23 c.
5 del D.Lgs. 276/2003)”.

280, comma 3, del D.Lgs. n. 81/2008. all’accertamento dalla violazione e l’ir- 81/2008, in base al quale il trasgresso-
Infatti, in entrambi i casi, l’illecito com- rogazione delle sanzioni sono gli organi re, al fine di estinguere l’illecito, è am-
porta l’applicazione, in capo al datore di vigilanza previsti dall’art. 13 del D.L- messo al pagamento di una somma «pari
di lavoro e al dirigente, della sanzione gs. n. 81/2008 (Asl, Inl eccetera), quin- alla misura minima prevista dalla legge
amministrativa pecuniaria da 548,00 a di, non l’Inail, e che gli autori della vio- qualora provveda a regolarizzare la pro-
1.972,80 euro [art. 262, comma 2, let- lazione potranno beneficiare dell’istitu- pria posizione non oltre il termine asse-
tera d); art. 282, comma 2, lettera c)]. to della regolarizzazione amministrativa gnato dall’organo di vigilanza median-
Occorre evidenziare che competenti regolato dall’art. 301-bis del D.Lgs. n. te verbale di primo accesso ispettivo».

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PREVENZIONE&PROTEZIONE
Osservatorio Uni
in collaborazione con

Macchine: le novità della Uni En Iso 13849-1

Circuiti di sicurezza
ecco cosa cambia
di Federico Dosio, ingegnere, La norma Uni En Iso 13849-11, insieme richiesta della funzione di sicurezza
coordinatore Uni/Ct042/SC01/GL1 alla norma Cei En 620612, costituisce se verificate determinate condizioni;
Membro Iso/TC199/WG8 e WG5 lo strumento più importante per i co- • l’introduzione di una nuova defini-
struttori di macchine per la realizzazio- zione relativa alla tecnica di “prova-
ne dei circuiti di sicurezza nell’ambito ta in uso”;
della strategia di riduzione del rischio • l’aggiunta di un nuovo metodo di cal-
L’emendamento 1 presente sulle macchine stesse. I circuiti colo del livello di prestazione PL sen-
alla norma tecnica di sicurezza progettati e costruiti con la za uso del parametro MTTFD quan-
norma Uni En Iso 13849-1 devono poi do tale parametro non è disponibile;
ha toccato numerosi essere validati applicando la norma U- • modifiche all’allegato C e all’allega-
punti dell’edizione ni En Iso 13849-23 senza l’applicazio- to I (allegati entrambi informativi).
del 2008, integrando ne della quale questi circuiti non pos-
sono essere utilizzati per lo scopo per Breve storia
alcuni aspetti carenti. cui sono stati ideati. La norma ha una storia che trae le ra-
Una attenta disamina Di seguito è illustrato sinteticamente il dici fin dal 1996 quando venne pubbli-
aiuta a orientarsi recente emendamento 1 della norma U- cata dal Cen (Comitato europeo per la
ni En Iso 13849-1 che ha introdotto in standardizzazione) la norma En 954-14
questa norma alcuni importanti aspet- nella quale per la prima volta si è in-
ti a correzione e completamento della trodotta una metodologia per proget-
stessa, tra le quali: tare e realizzare circuiti di comando e
• la cancellazione della Tabella 1 controllo destinati a espletare funzioni
dall’introduzione; di sicurezza con resistenza ai guasti su-
• l’aggiornamento dei riferimenti nor- periore a quella dei circuiti di comando
mativi; funzionali, sebbene la valutazione per la
• l’aggiornamento delle definizioni “si- resistenza al guasto fosse basata quasi
tuazione pericolosa” e di “elevata do- totalmente sulle architetture dei circu-
manda o modalità continua”; iti di sicurezza (le categorie) piuttosto
• la possibilità di realizzare circuiti in che sulla affidabilità dei singoli compo-
categoria 2 senza richiedere un tasso nenti che le costituivano. Nel 1998 l’I-
di test 100 volte superiore al tasso di so, preso atto dell’esistenza della norma

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1. «Sicurezza del macchinario - Parti dei sistemi di comando legate alla sicurezza - Parte 1:
Principi generali per la progettazione»
2. «Sicurezza del macchinario - Sicurezza funzionale dei sistemi di comando e controllo e-
lettrici, elettronici ed elettronici programmabili correlati alla sicurezza»
3. «Sicurezza del macchinario - Parti dei sistemi di comando legate alla sicurezza - Parte 2:
Validazione»
4. «Sicurezza del macchinario - Parti dei sistemi di comando legate alla sicurezza - Principi
generali per la progettazione»

En 954-1, pubblicò l’edizione 1.0 del- la pubblicazione della seconda edizione norma Iso 13849-1. Nel dicembre 2015
la norma Iso 13849-1 (di fatto identica della norma Iso 13849-1 le strade delle viene quindi pubblicata l’edizione 3.0
alla norma En 954-1) e nel 2003 venne norme Cen e Iso sono tornate a correre della norma Iso 13849-1 quale edizione
pubblicata la norma Iso 13849-2 che in- parallelamente, e quindi le norme En I- consolidata della norma del 2008 com-
dica i requisiti di validazione della cor- so 13849-1 e En Iso 13849-2 non sono prensiva dell’emendamento 1, versione
rispondente parte 1. altro che la versione europea delle nor- 3.0 resa disponibile dall’Uni come Uni
Nel 2006 fu pubblicata l’edizione 2.0 me pubblicate a livello Iso senza cam- En Iso nel gennaio 2016 (ma solo nel
della norma Iso 13849-1 (poi divenu- biamenti tecnici rispetto a queste ultime, gennaio 2017 come versione tradotta in
ta edizione 2008 per tenere conto dei ma comprensive degli allegati Z previsti lingua italiana).
requisiti della nuova direttiva 2006/42/ nelle versioni Cen delle nome (relativi
Ce ed emendata, in modo minore, nel ai requisiti essenziali coperti da queste Le modifiche introdotte
2009) che, analogamente a quanto pre- norme). Le versioni Uni En Iso delle L’emendamento 1 prodotto in questi an-
scritto nella norma Iec 62061 pubbli- norme 13849-1 e 2 altro non sono che ni ha toccato numerosi punti dell’edi-
cata l’anno precedente, introdusse ul- il recepimento nazionale delle rispettive zione 2008 della norma, introducendo
teriori elementi per la valutazione del- norme En senza cambiamenti, ma pub- correzioni significative che hanno te-
la resistenza ai guasti non solo legati blicate (anche se non immediatamente) nuto conto delle osservazioni pervenu-
te dagli utenti della norma e dalla pre-
sa di coscienza delle imprecisioni esi-
stenti da parte dei comitati nazionali e
Sono state introdotte correzioni dal gruppo di lavoro Iso incaricato del
significative, derivate dagli utenti suo mantenimento. È tuttavia doveroso
e dalla presa d’atto, da parte dei comitati precisare che alcuni aspetti introdotti la-
sciano perplessi sia perché sono stati in-
nazionali, di alcune imprecisioni seriti non riuscendo a trovare soluzioni
migliori sia perché talvolta forzati allo
scopo di piegare i requisiti per raggiun-
gere a ogni costo determinati obiettivi
all’architettura dei circuito, ma anche anche nella versione in lingua italiana. pur di rendere competitiva la norma con
all’affidabilità dei singoli componenti Dal 2008 fino al 2015 il gruppo di lavo- la norma Iec 62061.
che li costituiscono e alla eliminazione ro incaricato della revisione delle norme A beneficio del lettore, si ricorda che la
e controllo dei guasti sistematici. Nel Iso 13849 ha continuato a preparare un norma Iso 13849-1, indipendentemente
2013 seguì, infine, la seconda edizione emendamento alla norma frutto dell’e- dalla tecnologia e dalla natura dell’ener-
della norma Iso 13849-2 per allineare sperienza di campo derivante dalla ap- gia usata (sia di natura elettrica sia di
il processo di validazione alla seconda plicazione della norma e della presa di natura non elettrica), detta le prescrizio-
edizione della norma Iso 13849-1. Con coscienza delle lacune esistenti nella ni per la progettazione e la realizzazio-

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PREVENZIONE&PROTEZIONE
Osservatorio Uni

ne dei circuiti di comando e controllo babilità che ciascun singolo componente Riferimenti normativi,
relativi alla sicurezza (ossia il cui gua- die circuito di sicurezza di ogni canale di definizioni e rapporto
sto può comportare un aumento del ri- sicurezza si possa guastare (quantifica- con la norma Iec 62061
schio di danno alle persone). La norma ta mediante il parametro MTTFD), la ca- Sono stati allineati i riferimenti norma-
Iso 13849-1 si applica quando, in con- pacità del circuito di riconoscere i guasti tivi alle nuove edizioni delle norme ci-
seguenza alla analisi del rischio di una pericolosi operando una appropriata re- tate all’interno della norma Uni En Iso
macchina per cui risulta necessario ri- azione al guasto prima che questo porti 13849-1 e tra questi assume particola-
durre il rischio associato a un determi- ad una situazione pericolosa (copertura re rilevanza il riferimento alla norma
nato pericolo, la scelta della metodo- diagnostica DC) e, per architetture che Iso 12100.
logia di riduzione del rischio prevede prevedono più di un canale di sicurezza, È stata poi definitivamente cancella-
l’adozione di un circuito di comando la capacità di evitare o controllare situa- to, nell’introduzione, il prospetto 1
e controllo. La corretta progettazione e
realizzazione di un circuito di comando
e controllo legato alla sicurezza diven-
ta particolarmente importante poiché il Fra le altre nuove definizioni,
suo guasto potrebbe compromettere la nel testo sono state inserite, ad esempio,
salute e la sicurezza di una persona, da
cui la sua realizzazione deve essere par-
anche quelle di “richiesta di modo
ticolarmente attenta e affrontata in mo- elevato o continuo” e di “provato in uso”
do che la probabilità che questo circui-
to si guasti in modo pericoloso sia tan-
to più bassa quanto più alto è il rischio
che si vuole ridurre. zioni che sulla base di un singolo even- «Applicazione raccomandata della IEC
La resistenza ai guasti di un circuito di to possano portare al guasto contempo- 62061 e della ISO 13849-1» che sinte-
sicurezza viene quantificata in PL (Per- raneo di più canali di sicurezza (guasti tizzava gli scopi e campi di applicazio-
formance Level, ossia Livello di Presta- di modo comune indicati come CCF). ne della norma Iec 62061 e della nor-
zione) espresso in termini di probabilità Di seguito sono sintetizzati i principa- ma Iso 13849-1; questo prospetto è sta-
media di guasti pericolosi/ora (PFHD) ed li cambiamenti introdotti dall’emenda- to sostituito dal semplice riferimento al
è suddiviso in cinque livelli (PL a, PL b, mento alla norma Uni En Iso 13849-1, rapporto tecnico Iso/Tr 23849 (identico
PL c PL d e PL e). La determinazione del la cui illustrazione non può che presu- a Iec/Tr 62061-1).
livello di prestazione PL è quantificata mere che il lettore abbia già la cono- Sono anche state introdotte alcune nuo-
tenendo conto dell’architettura circuita- scenza della norma per la comprensio- ve definizioni tra le quali la definizione
le (struttura con cui i componenti sono ne degli stessi. di «richiesta di modo elevato o conti-
collegati tra loro, ad esempio se a singolo nuo» (ossia richiesta della funzione di
o doppio canale di sicurezza), dalla pro- sicurezza almeno una volta all’anno) e,

48 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


soprattutto, quella di «provato in uso», lo per applicazioni di sicurezza di tipo norma che indica il valore numerico di
quest’ultima tecnica citata all’interno complesso (ad esempio, come i dispo- PFHD in funzione del PL, MTTFD, ca-
dell’emendamento e che ha scatenato sitivi elettronici programmabili), può tegorie e DC è stata esteso fino a 2.500
le maggiori critiche tra i comitati na- essere più pertinente l’applicazione di anni per la categoria 4 e PL e.
zionali in quanto di difficile applica- altre norme quali ad esempio la norma
zione poiché presuppone che chi la ap- Iec 61508 o la norma Iec 61496, quasi Tasso di prova per la categoria 2 ri-
plica abbia il pieno controllo di compo- a confermare in tono minore che siste- chiesto rispetto al tasso di richiesta
nenti immessi sul mercato in modo che mi complessi sono difficilmente gesti- della funzione di sicurezza. Com’è no-
possa sapere esattamente di tutti questi bili con la norma Iso 13849-1. È stato, to la norma Uni Iso 13849-1 prima della
componenti (nessuno escluso) quanti e inoltre, precisato che una funzione le- pubblicazione della nuova edizione in-
quali guasti tali componenti hanno avu- gata alla sicurezza può essere progetta- tegrata con l’emendamento 1 chiedeva
to nell’arco di un determinato numero ta utilizzando uno o più Srp/Cs, ma che che il test effettuato dal dispositivo di
di anni (non pochi). ciascuna di questa parti poi combinate prova (Te) del canale di sicurezza per la
tra loro deve essere realizzata sia utiliz- categoria 2 fosse eseguito almeno 100
Campo di applicazione zando la norma Iso 13849-1 sia la norma volte rispetto alla richiesta della funzio-
Nel campo di applicazione è stato spe- Iec 62061 sia la norma Iec 61508; ciò a ne di sicurezza; questo è attuabile sen-
cificato che la norma si applica solo al- sottintendere che una SRP/CS non può za particolari limiti con l’uso di com-
le parti del sistema di controllo relative essere realizzata mischiando i requisiti ponenti elettronici mentre risulta scar-
alla sicurezza (definite SRP/CS) che so- delle norme sopra citate. samente applicabile per dispositivi e-
no destinate a essere utilizzate in moda- lettromeccanici.
lità elevata o continua; in base, quindi, Tasso medio di un guasto pericoloso di Con l’approvazione dell’emendamen-
alla nuova definizione di modalità ele- ogni canale (MTTFD). E’ stata ammes- to 1 questo requisito è stato integrato
vata o continua, la norma è applicabile sa la possibilità di utilizzare per circu- con una ulteriore possibilità, ossia se:
solo se il Srp/Cs è chiamato a eseguire iti di sicurezza realizzati di categoria 4 • la prova effettuata del dispositivo Te
la sua funzione in modo continuativo o e PL e (e solo per questo caso) il valore è effettuata al momento della richie-
con tasso di richiesta della funzione di di MTTFD di ogni singolo canale fino a sta della funzione di sicurezza;
sicurezza non inferiore a uno per anno. 2.500 anni nel calcolo della formula di • il tempo totale per il rilevamento del
Quest’ultimo aspetto ha un impatto ri- simmetrizzazione, e ciò per evitare che, guasto della funzione di sicurezza e
levante sull’applicazione dei circuiti di applicando la limitazione dell’MTTFD la messa in sicurezza (mediante la re-
sicurezza delle macchine. a 100 anni di ogni canale (come avvie- azione del dispositivo Ote) della zona
ne per la categoria 3), con la serie di un pericolosa avviene prima che la zona
Valutazione del raggiungimento del numero superiore a 3 SRP/CS in catego- pericolosa sia raggiunta dalla persona,
PL e rapporto con il SIL. È stato fatto ria 4 e PL e fosse difficile ottenere an- allora in tal caso non esiste più nessun
presente in una nota che, per la progetta- cora un sistema con categoria 4 e PL e; vincolo sul tasso di prova.
zione dei sistemi di comando e control- come conseguenza, l’allegato K della Ovviamente per la realizzazione del-

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PREVENZIONE&PROTEZIONE
Osservatorio Uni

TABELLA 1
Determinazione del valore di PL e PFHD
Stima del caso peggiore basato sulla categoria, sulla DCavge sull’utilizzo di componenti ben testati

PFHD (1/h) Cat. B Cat. 1 Cat. 2 Cat. 3 Cat. 4

PL a 2*10-5

PL b 5*10-6 2*
PL c 1,7*10-6 1*
PL d 2,9*10-7 1*
PL e 4,7*10-8 1*

La categoria applicata è raccomandata La categoria applicata è opzionale Categoria non permessa

la seconda condizione occorre applica- è possibile altra azione, dare solo una che per i componenti meccanici, idrau-
re anche la norma Uni En Iso 138555 . segnalazione del guasto della funzione lici e pneumatici spesso non è possibile
Valore dell’MTTFD, del canale di test di sicurezza, mentre per valori superio- per il loro costruttore definire il valore
per la categoria 2 e modalità reazione ri a questo valore di PL la sola segnala- del parametro MTTFD, ed è pertanto sta-
del canale di prova. È stato inserito un zione non è più considerata accettabile. to introdotto un possibile metodo per la
ulteriore vincolo sul valore di MTTF- Questa modifica ha un impatto rilevan- determinazione del livello di prestazione
D
,TE del canale di prova per la catego- te sulla progettazione delle funzioni di PL e del relativo calore di PFHD senza
ria 2 in relazione al valore di l’MTTFD sicurezza in categoria 2 PL d in quanto l’uso di questo parametro. La determi-
del canale della funzione di sicurezza; di fatto, tenuto conto di questo elevato nazione del PL si basa, quindi, esclusi-
questo vincolo impone, fermo restando livello di prestazione PL richiesto, vie- vamente sulla combinazione tra cate-
il vincolo che il valore di MTTFD,TE ne imposto di inserire nel circuito di si- gorie e copertura diagnostica Dc, fermo
del canale di prova sia comunque sem- curezza un dispositivo in grado di inter- restando che deve essere sempre consi-
pre maggiore di 10 anni, che l’MTTF- venire fisicamente per portare la parte derata l’analisi della eliminazione del-
D
,TE del canale di prova sia comunque di macchina coperta da quel circuito di le cause di guasto comuni (CCF) per le
maggiore di ½ dell’MTTFD del cana- sicurezza in una stato sicuro quando si categorie dalla 2 a salire. Per il calcolo
le di sicurezza. rileva il guasto in qualsiasi componen- della copertura diagnostica DC del cir-
In merito, invece, alla modalità di re- te del canale di sicurezza dell’SRP/CS. cuito di sicurezza, mancando il valore
azione del canale di prova della fun- Calcolo del livello di prestazione PL di MTTFD utilizzato nella formula per
zione di sicurezza quando ne rileva il senza uso del parametro MTTFD. Con il calcolo di questo parametro, viene in-
malfunzionamento, è stato inserito il la pubblicazione dell’emendamento 1 dicato di operare la pura media aritme-
vincolo che per un circuito in catego- della norma Iso 13849-1 si è preso atto, tica della copertura diagnostica DC dei
ria 2 fino a PL c il dispositivo di uscita considerate soprattutto le informazioni componenti del circuito testati.
del canale di prova (Ote) possa, se non di ritorno dalle applicazioni sul campo, La tabella 1 indica come determinare il

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5. «Sicurezza del macchinario - Po-
sizionamento dei mezzi di protezio-
ne in funzione delle velocità di avvi-
cinamento di parti del corpo umano»

valore di PL (e conseguentemente del lazione del componente sulla macchina i requisiti per il SRESW (ad esempio,
valore di PFHD) in funzione della sola ecc.) prima di affermare che il compo- PLC standard), possono essere utilizzati
categoria fermo restando il rispetto del nente da lui venduto è ben provato per per applicazioni di sicurezza se:
valore del parametro DC da ottenere l’applicazione specifica del suo cliente: • utilizzati per PL a. o b con catego-
secondo il metodo generale e compati- i costruttori di componenti hanno già rie B, 2 o 3;
bile con il PL. classificato come impraticabile questa • utilizzati per PL c. o d. con categorie 2
Nel caso di circuiti da realizzare secon- soluzione che peraltro costringerebbe il o 3 con uso di componenti multipli per
do categoria 1 PL c., (caso indicato in costruttore della macchina a ricontatta- i due canali ma di diversa tecnologia.
tabella 1 con 2*), ferma restando la pre- re il costruttore dei componenti per o- L’inserimento di questa nuova prescri-
scrizione di utilizzare componenti ben gni minima variazione delle condizioni zione per il SRESW lascia peraltro per-
provati e principi di sicurezza ben col- dichiarate al costruttore del componen- plessi in quanto non si tiene conto che
laudati, il valore del parametro T10D te che lo ha dichiarato ben provato, per molti dei guasti interni dei componen-
può essere determinato dal costruttore non parlare del problema della impos- ti elettronici non di sicurezza non sono
della macchina mediante la tecnica del sibilità di contattare direttamente il co- rilevabili nemmeno utilizzando dispo-
provato in uso, mentre nel caso dei cir- struttore del componente avendo a che sitivi esterni a essi, per non parlare del
cuiti di categoria 2, 3 e 4 (casi indicati fare solo con il suo rivenditore. Anche fatto che il software destinato alla ge-
in tabella 1 con 1*), ferma restando la per l’uso della tecnica del provato in u- stione di funzioni di sicurezza ha pre-
prescrizione di utilizzare principi di si- so risulta poco sensato chiedere al co- cisi vincoli di tempo che non possono
curezza ben collaudati, si deve fare u- struttore della macchina che, sulla base essere gestiti dai componenti non di si-
so di componenti ben provati dichiara- di dati storici consistenti che sicuramen- curezza. Da un punto di vista puramen-
ti come tali dal costruttore del compo- te il costruttore della macchina non ha te normativo, questa modifica alla nor-
nente per la specifica applicazione del poiché sta introducendo nella sua mac- ma consente all’utilizzatore della nor-
costruttore della macchina oppure fare china in quel momento il componente ma l’applicazione di elettronica comu-
uso del metodo provato in uso. per usarlo nella applicazione di sicurez- ne per applicazioni di sicurezza anche
Peraltro, è evidente la difficoltà di appli- za, dichiari che il componente idraulico in doppio canale fino a PL d., ma è fa-
cazione di questo approccio nel caso del o pneumatico possa essere utilizzato in cile pronosticare che pochi costrutto-
componenti ben provati per la specifica quel circuito di sicurezza. ri sfrutteranno questa possibilità, sia
applicazione del costruttore di macchina perché alla fine, a conti fatti (e tenuto
che viene chiesto al costruttore del com- Uso del software incorporato (SRESW). conto di tutti gli aspetti dello sviluppo
ponente; quest’ultimo deve analizzare In merito all’uso del software incorpo- del progetto), costerebbe di più rispet-
l’applicazione del suo cliente (frequen- rato (in pratica, sistema operativo o fir- to all’uso di elettronica di sicurezza, sia
ze di commutazione, correnti di carico, mware) nell’articolo della norma che lo perché la progettazione e realizzazione
condizioni ambientali, tipo di fluido uti- tratta è stato aggiunto un requisito per del software e dell’hardware in tal sen-
lizzato, sistema di filtraggio, temperature il quale i componenti che contengono so comporta una grossa competenza e
massime e minime, condizioni di instal- software e non soddisfano pienamente soprattutto responsabilità nell’esegui-

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PREVENZIONE&PROTEZIONE
Osservatorio Uni

FIGURA 1
Combinazione di più circuiti
Realizzati secondo la norma Iso 13849-1

SRP/CS1 SRP/CS2 SRP/CSN SRP/CS


PL
PL1 PL2 PLN
PFHD = PFHD1 + PFHD2 +...+ PFHDN
DFHD1 DFHD2 DFHDN

re correttamente la progettazione e la po di esposizione accumulato non superi gli elementi dei diversi circuiti che con-
realizzazione senza commettere errori 1/20 del tempo operativo complessivo; corrono a ridurre il rischio legato ai pe-
sistematici o di progetto alla luce del- • l’introduzione per la valutazione del ricoli presenti nel calcolo dei parametri
la complessità realizzativa dei circuiti. PL necessario alla riduzione del rischio per la definizione del PL del circuito di
Combinazione di più SRP/CS per otte- di un nuovo parametro (che è possibile sicurezza. Come conseguenza, il proget-
nere un determinato PL. Al tradiziona- identificare come parametro “O” sebbe- tista - al fine di scongiurare il rischio di
le approccio per il calcolo di un livello ne non apertamente classificato) legato non raggiungere il PL valutato necessa-
di prestazione PL di un circuito di si- alla probabilità di accadimento dell’e- rio (PLr) dalla valutazione del rischio
curezza realizzato mediante la serie di vento pericoloso, per il quale se è pos- - è vincolato alla scelta di componenti
più SRP/CS, l’emendamento 1 ha intro- sibile giustificare come bassa la proba- maggiormente affidabili e coperti dia-
dotto la possibilità di utilizzare (vedere bilità di accadimento dell’evento peri- gnosticamente in modo più elevato per
figura 1) un approccio determinando il coloso, il PL risultante dalla valutazione non ridurre troppo il valore di PL fina-
valore del PFHD mediante somma dei
valori di PFHD di ciascun singolo SRP/
CS (in modo analogo a quanto fatto dal-
la norma Iec 62061 per i sottosistemi). Il progettista è vincolato alla scelta
dei componenti maggiormente affidabili
Allegato A relativo alla metodologia di
determinazione del PL per lo specifico
e coperti dal punto di vista
rischio da ridurre. L’allegato A rima- diagnostico, in modo più elevato
ne informativo, ma è stato riscritto per
renderlo più preciso introducendo an-
che importanti cambiamenti tra i quali:
• l’introduzione per la prima volta di può essere ridotto di un livello; le del circuito di sicurezza.
un criterio per valutare l’assegnazione • l’introduzione del concetto di sovrap-
del parametro frequenza (F) di accesso posizione dei pericoli, ossia, fermo re- Tabella C.1 relativa alle norme interna-
alla zona pericolosa precisando che, se stando che per la valutazione del rischio zionali che trattano i parametri MTTFD
non vi sono ulteriori giustificazioni, il ogni pericolo può essere quantificato se- e B10D dei componenti.
parametro F2 (alta frequenza di acces- paratamente, quando è invece evidente È stata modificata la tabella C.1 dell’al-
so) può essere scelto se l’accesso alla la combinazione diretta di rischi diretta- legato C operando su essa i seguenti
zona pericolosa è maggiore di uno ogni mente collegati che sono presenti sem- cambiamenti:
15 minuti e che il parametro F1 (bassa pre contemporaneamente, allora devo- • l’aggiornamento dei pertinenti riferi-
frequenza di accesso) può essere scelto no essere sempre combinati durante la menti normativi delle norme cambiate
se l’accesso alla zona pericolosa è mi- stima del rischio; ciò equivale a dover in questi ultimi anni, ossia i nuovi rife-
nore di uno ogni 15 minuti e se il tem- considerare contemporaneamente tutti rimenti alle norme tecniche Iso 4413, I-

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so 4414, e alla norma tecnica Iso 14119; citando come esempio di norma da se- vori di preparazione dell’edizione 4.0
• la suddivisione dei componenti idrau- guire la norma Iec 61326-3-1 (specifica perché il tentativo iniziato nel 2011 di
lici in quattro fasce di numero di opera- per i requisiti di immunità per i sistemi avere un’unica norma Iso/Iec 17305 sui
zioni assegnando a ciascuna di queste di sicurezza e per equipaggiamenti de- circuiti di sicurezza delle macchine de-
un diverso valore di MTTFD crescente stinati a svolgere funzioni di sicurezza). stinata a sostituire le norme Iso 13849-
al decrescere del numero di operazioni; Ulteriori cambiamenti introdotti. Ul- 1 e Iec 62061 è stato interrotto a causa
• la modifica dei valori di MTTFD e B10D teriori cambiamenti introdotti nell’e- della sospensione dei lavori di questa
di alcune voci della tabella C.1; mendamento 1 alla Norma Uni En Iso nuova norma per ragioni tecnico-po-
• il raggruppamento della due voci relati- 13849-1 riguardano gli esempi riportati litiche. A causa della suddetta sospen-
ve ai dispositivi di arresto emergenza in nell’allegato I, dove soprattutto il secon- sione anche la norma Iec 62061 ha ini-
un’unica voce, fermo restando che il va- do esempio è stato rivisto con il malce- ziato la preparazione della sua seconda
lore di B10D indicato è relativo solo alla lato intento (sempre legato a ragioni di edizione, prendendo come base per la
parte meccanica del dispositivo che usa competizione con la norma Iec 62061) nuova edizione il lavoro svolto duran-
un contatto ad apertura positiva (valore di evidenziare come l’uso di elettroni- te la prima fase di sviluppo della Nor-
da considerare solo se viene superato il ca standard possa portare al raggiungi- ma Iso/Iec 17305 sospesa.
valore di B10D indicato in tabella C.1). mento di un circuito di sicurezza anche Al di là della dichiarata intenzione della
in PL d., tutto questo, però, ignorando norma Iso/Iec 17305 di produrre un’u-
Tabella F.1 relativa al metodo a punteg- totalmente il contributo dei guasti in- nica norma per i circuiti di sicurezza
gio per la quantificazione delle misure terni dell’elettronica standard che non delle macchine, il futuro sicuramente
contro le cause di guasto comune (CCF). sono controllati e spesso non controlla- porterà alla fusione delle due norme I-
Sono state ampliate e migliorate le de- bili nemmeno con azioni esterne (con- so 13849-1 e Iec 62061, e ciò non tan-
scrizioni all’interno dei punti da consi- trollo interno invece garantito nell’elet- to per la volontà dei gruppi di lavoro I-
derare per l’analisi delle cause di guasto tronica conforme alle norme Iec 61508 so e Iec che le gestiscono, quanto per-
comune, soprattutto per quanto concer- o Iec 62061). ché molti membri dei rispettivi gruppi
ne le modalità di separazione fisica dei di lavoro sono presenti in entrambi i
percorsi dei segnali (ad esempio, citan- Evoluzione normativa gruppi e, inevitabilmente con il tempo,
do la possibilità di rilevare l’apertura o Com’è noto, le norme non sono stati- le due norme finiranno per convergere;
il cortocircuito di un cavo mediante un che, ma hanno un ciclo periodico di ma- il tempo perché questo avvenga non è
test dinamico) e per quanto scritto a pro- nutenzione che le portano a nuove edi- comunque breve ed è presumibile che
posito delle differenti tecnologie o prin- zioni per consentire loro di fotografare la fusione non avverrà prima dei pros-
cipi utilizzati per applicare il principio lo stato dell’arte in continua evoluzio- simi dieci anni: fino ad allora i costrut-
della diversità. Per la voce relativa agli ne. Anche la norma Uni En Iso 13849- tori di macchine dovranno scegliere tra
aspetti ambientali è stato dato inoltre 1 non fa eccezione e, a poca distanza la norma Iec 62061 e la norma Uni En
maggior risalto all’importanza della pre- di tempo dalla pubblicazione del suo Iso 13849-1 quella più gradita o perti-
venzione dei fenomeni elettromagnetici emendamento 1, sono già iniziati i la- nente alla loro specifica applicazione.

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GRANDI RISCHI
Antincendio

Più cresce l’interazione tra gli individui più è complesso valutare la sicurezza

Incendi e grandi eventi


perché simulare l’esodo?
di Stefano Marsella, dirigente del Eventi che determinano l’esodo di gran- il tempo di esodo non è mai stato consi-
Corpo nazionale dei vigili del fuoco di quantità di persone avvengono con derato in modo esplicito e, quindi, non
una certa frequenza. L’eruzione di un è stato oggetto di calcolo.
vulcano, il danneggiamento di una di- Nell’approccio introdotto dall’ingegne-
ga, un qualsiasi evento scambiato per ria della sicurezza antincendio1 e poi ri-
atto terroristico in una via affollata di preso anche dal nuovo codice di pre-
In queste particolari una capitale o durante uno spettacolo venzione incendi2, il procedimento per
situazioni, il calcolo sportivo sono fatti che hanno costretto, giustificare le scelte progettuali è stato
negli ultimi mesi, a ripensare la capaci- ribaltato. Il professionista deve dimo-
dei tempi e lo studio tà di gestire il movimento delle perso- strare che la soluzione di sicurezza ipo-
delle modalità ne e, possibilmente, pianificarne la re- tizzata nel progetto consenta, alle per-
non possono essere alizzazione in sicurezza. Per raggiun- sone presenti in un edificio (cosiddetti
gere questi due obiettivi è necessario “occupanti”), di allontanarsi prima che
fatti in modo partire dalla capacità di comprendere le condizioni non siano più sostenibili.
“manuale”, servono il comportamento in caso di incendio Pertanto, deve essere calcolato quanto
anzi applicativi del sistema uomo-edificio in modo og- tempo è necessario affinché i prodot-
gettivo per arrivare alla comprensione ti della combustione (fumo, gas, tem-
ad hoc. Un’analisi dei contesti più complessi. A differen- peratura) rendano insostenibili le con-
del problema za degli edifici ordinari, però, per le si- dizioni in un ambiente. Questo tempo
mette a fuoco tuazioni più complesse, a partire dagli deve essere confrontato con quello ne-
eventi di massa come i grandi concerti cessario per l’esodo che, nella maggior
i principali punti fino alle panificazione di protezione ci- parte dei casi, può non essere calcola-
da considerare vile, il calcolo dei tempi e delle modali- to con applicativi, dato che si tratta di
tà in cui avviene l’esodo non può essere sommare intervalli di tempo (tempo di
manuale, ma deve fare uso di applica- allarme, tempo di pre-movimento, tem-
tivi specifici. Perché questo tipo di ve- po di movimento) che, singolarmente,
rifica necessita di strumenti automatici possono essere valutati manualmente.
che la ricerca ha ormai reso disponibili Sebbene per l’esodo di massa il criterio
anche ai professionisti? di fondo sia uguale (confrontare i tempi
Per capire cosa accade, è necessario par- necessari per l’esodo con quello che la
tire dal fatto che la necessità di calco- minaccia incombente – un’onda di tsu-
lare il tempo di esodo in caso di emer- nami, un tornado, un incendio boschivo -
genza è stato introdotto dalla diffusione rende disponibile), è molto più comples-
dell’approccio prestazionale alla sicu- so valutare la sicurezza quando cresce
rezza. Nelle norme tradizionali, infatti, il numero delle interazioni tra persone.

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1. Si veda il D.M. 9 maggio 2007, «Direttive per l’attuazione dell’approccio ingegneristico
alla sicurezza antincendio», in Gazzetta ufficiale del 22 maggio 207, n. 117.
2. Si veda il decreto del ministero dell’Interno 3 agosto 2015, «Approvazione di norme tec-
niche di prevenzione incendi, ai sensi dell’articolo 15 del decreto legislativo 8 marzo 2006,
n. 139», nel S.O. n. 51 alla Gazzetta ufficiale del 20 agosto 2015 n. 192.
3. Per un approfondimento sul tema si veda, di S. Gwynne, E. Galea, M. Owen, P.J. Lawrence
e L. Filippidis, A review of the methodologies used in the computer simulation of evacuation
from the built environment, Building and environment; sul punto si veda anche, di S. Gwyn-
ne, E. Galea, M. Owen, P.J. Lawrence, L. Filippidis, et al., Journal of Fire Protection Engi- BOX 1
neering. Si veda anche, di Erica Kuligowski, Review of 28 Egress Models, Nist, all’indirizzo
http://fire.nist.gov/bfrlpubs/fire05/PDF/f05008.pdf. Alcuni
attributi fisici
e psicologici
dei singoli individui
configurabili
nei programmi
più completi
• Agilità;
• volume respiratorio di aria;
• drive (è una misura dell’asserti-
vità di una persona. È usato come
Gli aspetti da considerare in entrambi i meno elevato di aderenza alla realtà. La base per la risoluzione dei conflitti);
casi partono dalla valutazione del movi- necessità di ricorrere a modelli automa- • pazienza [è una misura della
mento fisico delle persone, ma le reazio- tici è legata, quindi, al numero elevato di quantità di tempo (in secondi) che
ni personali, le interazioni tra i singoli calcoli da sviluppare, geometricamente un occupante è disposto ad atten-
o i gruppi assumono un ruolo determi- proporzionale al numero di persone og- dere prima di considerare o tentare
un’azione alternativa, per esempio,
nante nei risultati a grande scala. Que- getto della simulazione.
allontanarsi dalla coda, tentare di
sto accade perché, quando pochi singoli Per descrivere in breve i principali a- saltare su una fila di sedili eccetera];
fuggono, il movimento può essere ap- spetti di questi applicativi occorre tene- • tempo di risposta (misura del tem-
prossimato, senza compromettere i ri- re conto di un’altra caratteristica fonda- po di movimento pre-evacuazione
sultati, a quello di particelle in grado di mentale: a differenza della simulazione della persona);
muoversi con una velocità che dipende della propagazione dell’incendio, i mo- • genere;
dall’età e da qualsiasi altro fattore fisi- delli di esodo non possono essere basati • età;
• leader (rappresenta l’anzianità di
co la condizioni (attribuendo, per rispet- su prove di laboratorio. A meno che non
ruolo della persona nel gruppo e,
tare quanto emerge dalle osservazioni, si metta effettivamente a rischio della quindi, influenza l’importanza del-
un ritardo nell’avvio del movimento), vita le persone coinvolte, la particolare le informazioni condi-vise nel grup-
senza però che il movimento, una volta natura del comportamento umano ren- po con quelle fornite dal leader);
• mobilità (rappresenta il fattore in-
validante e l’impatto dell’incendio);
• velocità;
La necessità di modelli automatici • gene (è usato per determinare la
“identità” dell’individuo; specifica-
è legata al numero elevato di calcoli mente in relazione alla capacità
da sviluppare, proporzionale al numero degli occupanti di comu-nicare
informazioni).
di persone oggetto della simulazione

larmente ben documentato, cioè in casi


molto rari (come, per esempio, il tragi-
avviato, subisca particolari variazioni. de praticamente inutile organizzare dei co evento della ”Love parade” a Dui-
Nel caso di una folla, invece, i compor- test e considerarli come elementi atten- sburg del 2010).
tamenti dei singoli dipendono dalle con- dibili di riproduzione di ciò che avviene Per quanto riguarda la letteratura sui
tinue interazioni con le persone intorno. nelle emergenze reali. Al massimo, un modelli di simulazione dell’esodo, è
I ricercatori hanno sviluppato i modelli applicativo potrà essere “validato” at- necessario aggiungere che quella dispo-
che descrivono i meccanismi che inter- traverso confronti con eventi avvenuti, nibile è limitata e non particolarmente
vengono quando una persona si muove ma questo tipo di controllo può avere aggiornata3. Nel contesto descritto, per
nei luoghi affollati, con un grado più o luogo solo quando un evento è partico- dare un’idea del problema legato all’u-

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GRANDI RISCHI
Antincendio

FIGURA 1
Modelli di esodo meccanici e comportamentali
di fatto, a rendere più o meno adeguato
un applicativo alle esigenze di proget-
tazione o di verifica.

Definizione degli spazi


La pianta del o dei piani su cui si svi-
luppa l’esodo possono essere importa-
bili (normalmente, da cad) o essere de-
finiti nell’applicativo (vedere la figura
1). Una volta definito l’ambiente, la sua
definizione può essere di tipo reticolare
- le persone percorrono i tratti che con-
netto i nodi, o a celle - che a loro volta
possono essere grossolane o fini (vede-
Note: nei modelli di calcolo lo spazio può essere definito attraverso una griglia di nodi che comunicano attraverso re la figura 2). Diversamente dalla strut-
delle aste oppure con un reticolo in cui ogni riquadro permette la presenza di una sola persona. Il primo tipo di
modello non consente di riprodurre molti dei comportamenti umani che la ricerca ha individuato in quanto deve
tura reticolare, l’uso di una definizione
assimilare le persone a elementi che si spostano solo secondo le leggi della meccanica. dell’ambiente a celle consente di seguire
il percorso delle persone nello spazio.

so degli applicativi, possono essere for- po di risultato che è generato. Un se-


nite alcune informazioni sugli elementi condo tipo di applicativo è destinato a Esposizione al rischio
che caratterizzano i singoli applicativi. supportare l’analisi del rischio. Quindi, Alcuni applicativi sono in grado di im-
aiuterà a capire quali sono gli scena- portare la diffusione degli effetti della
Come simulare ri che determinano un rischio maggio- combustione (gas, fumi e loro tempera-
re per le persone, per cui, permette di tura) e determinare, di conseguenza, un
Scopo dell’applicativo minimizzare questo parametro. Infine, effetto sulle decisioni delle persone di
Non tutti gli applicativi utilizzabili per consentendo di descrivere il contesto e cui è simulato il comportamento. Que-
la simulazione dell’esodo nascono per la popolazione, gli applicativi di simu- sta funzionalità deriva, quindi, da una
questa funzione. Alcuni sono deriva- lazione del comportamento in emergen- integrazione tra il software di simula-
ti da strumenti di ottimizzazione, cioè za possono fornire un’idea più accurata zione dell’incendio e quello di simula-
destinati a rendere più efficiente la di- dei tempi e delle caratteristiche dell’e- zione dell’esodo.
stribuzione dei percorsi e dei flussi di sodo. A questo scopo, il gruppo di in-
persone in condizioni ordinarie. In que- formazioni che più condiziona i calcoli Popolazione
sto caso, il loro uso non può prescinde- è quello relativo al comportamento. È Come accennato, la caratterizzazione
re da un’elevata consapevolezza del ti- la disponibilità di queste informazioni, della popolazione e dei relativi compor-

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FIGURA 2
Differenti condotte in funzione
della conoscenza delle vie di esodo

tamenti costituisce l’aspetto essenziale


per la rispondenza dei risultati alle esi-
genze dei professionisti. Non esiste un
gruppo di parametri comunemente ri-
Note: la differenza tra modelli meccanici e modelli comportamentali risiede nella possibilità di simulare, anche
chiesti in fase di introduzione dei dati, nelle scelte del percorso, il comportamento delle persone. In un modello meccanico non sarebbe possibile, per
poiché il tipo di modello adottato impli- esempio, simulare la fuga di persone che, non conoscendo l’ambiente (e non vedendo la cartellonista di sicurezza),
proseguono la fuga sul corridoio senza entrare nella scala centrale. In un caso come questo un modello meccanico
ca anche l’inserimento di informazioni potrebbe solo misurare il tempo necessario affinché le persone compiano il percorso più breve.
specifiche (vedere il box 1). A scopo di
esempio, un elenco di parametri che de-
vono essere definiti per ogni persona di considerare: la correlazione tra direzio- • Automata cellulare. Questo model-
cui è simulato l’esodo è: ne di esodo e densità della folla, il po- lo, che è utilizzato da anni in campi
• età; tenziale della persona (che può esse- estremamente diversificati della scien-
• altezza; re definito come l’intensità con cui la za, si basa sull’applicazione di rego-
• peso; persona cerca di raggiungere l’uscita) le alle singole celle della griglia che
• mobilità; e l’analogia funzionale (vedere box 2). descrive lo spazio. Le celle possono
• agilità; rappresentare porte, scale o spazi non
• autorità; La definizione del comportamento percorribili. Le celle libere possono
• relazioni con un gruppo; Gli applicativi che considerano gli aspet- essere occupate da unità che si spo-
• conoscenza dell’ambiente; ti comportamentali sono tra i più evoluti stano da quelle adiacenti. Eventuali
• velocità massima. e anche tra i più complessi. Il dato com- conflitti sono risolti con regole uguali
Ovviamente, nei casi più complessi, in portamentale, come accennato, non può su tutto il modello ma, rispetto al mo-
cui sono presenti centinaia o migliaia di essere dedotto da prove di esodo ma so- dello precedente, i conflitti riguarda-
persone, non sarebbe efficiente un inse- lo dallo studio di quanto avviene duran- no solo singole celle piuttosto che i
rimento manuale per ogni singola per- te le emergenze reali. Data la rilevan- gruppi di persone.
sona. A questo scopo è prevista la defi- za degli investimenti necessari per im- • Analogia funzionale. Questo tipo di
nizione di gruppi di persone che posso- plementare questo aspetto, solo pochi modello cerca di collegare il compor-
no essere mescolati nella folla o trovar- applicativi sono in grado di riprodurre tamento e il movimento delle perso-
si insieme all’inizio della simulazione. il comportamento umano. In generale, ne a un modello fisico esistente co-
l’architettura logica dei modelli di simu- me, per esempio, quello del campo
Criteri di movimento lazione può considerare l’aspetto com- magnetico.
La popolazione può muoversi dal pun- portamentale con i seguenti approcci. • Modello implicito. Attribuisce alla
to di origine a quello di uscita seguen- • Basato su regole. Movimenti e rea- popolazione alcune caratteristiche che
do criteri diversi. Anche in questo ca- zioni sono governati da un insieme di ne condizionano il comportamento,
so ogni applicativo segue un’imposta- regole stabilite in fase di realizzazio- semplificando il processo di calcolo
zione diversa. Per esempio, è possibile ne dell’applicativo. ma rendendo i risultati meno aderen-

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GRANDI RISCHI
Antincendio

BOX 2
Alcuni
elementi fisici
utilizzabili
per definire
lo spazio
in cui avviene ti a quelli attesi nella realtà. gi di questo modello è quello di poter
la simulazione • Movimento condizionale. Questi mo- differenziare il comportamento in fun-
delli non presuppongono un compor- zione della conoscenza dell’edificio:
• Boundary: le persone cercano di tamento della popolazione ma un’in- un dato percorso, quindi, presenterà
evitarlo se possibile, se non è pos-
fluenza della distribuzione spaziale potenziali diversi a seconda della co-
sibile evitarlo, camminano a velo-
cità ridotta; degli elementi costruttivi sul flusso noscenza da parte delle persone delle
• free space: movimento non vin- delle persone. vie di esodo alternative.
colato - terreno orizzontale libero • Correlazione di densità. E’ uno dei
da ostacoli; modelli più diffusi per l’esodo negli Elementi di casualità
• seat: rappresenta sia il posto a edifici. La velocità e il flusso dipen- nel comportamento
sedere che un elemento che limita dono dalla densità delle persone, se- Dalla breve esposizione di alcune delle
il movimento ed obbliga a scaval-
condo le curve sperimentali che iden- caratteristiche che connotano gli appli-
care un ostacolo;
• internal exit: rappresenta una usci- tificano per ogni gruppo di condizioni cativi di simulazione emerge che quel-
ta in un edificio, che non conduce specifiche la densità a cui corrispon- li comportamentali (che, cioè, imitano
immediatamente all’uscita interna;
• attractor: modifica localmente la
mappa del potenziale e controlla
il flusso delle persone; Un determinato percorso può presentare
• direction: sono usati per control- potenziali diversi a seconda
lare la direzione di movimento at-
traverso un nodo; della conoscenza da parte delle persone
• redirection: punti di decisione che delle vie di esodo alternative
permettono l’inclusione di itinerari
secondari durante la simulazione;
• stair: rappresentano una scala e
obbligano le persone a ridurre la de il flusso maggiore. il comportamento umano piuttosto che
velocità secondo la direzione del
• Mappe di potenziale. Il termine “po- assimilarlo a processi meccanici) sono
percorso, seguendo regole com-
portamentali specifiche. tenziale”, in questo caso, è riferito più evoluti. Una caratteristica rilevan-
all’attitudine delle persone a seguire te di cui tenere conto nella simulazione
il percorso che li conduce più rapida- del comportamento umano, però, è an-
mente al luogo sicuro. Al muoversi che la casualità delle scelte. Alcuni ap-
secondo il percorso riconosciuto co- plicativi sono realizzati per introdurre
me ottimale dall’individuo, quindi, piccole differenze di comportamento a
diminuisce in modo corrispondente il pari condizioni iniziali. Queste differen-
potenziale, che raggiunge lo zero con ze conducono a risultati diversi per o-
l’uscita di sicurezza. Uno dei vantag- gni simulazione. Sotto questo punto di

58 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


4. Per maggiori dettagli si veda, di Angus
Grandison, Steven Deere, Peter Lawren-
ce, Edwin Richard Galea, The use of con-
fidence intervals to determine convergen-
ce of the total evacuation time for stocha-
stic evacuation models.
5. Vedere la nota 4.

FIGURA 3
L’importanza dell’iterazione
0.02

Ditribuzione dei 95° percentile


Frequenza normalizzata

0.015 (500 simulazioni)

Distribuzione dei 95° percentile


0.01
(50 simulazioni)

0.005

0
3280 3380 3480 3580
Tempo totale di evacuazione (secondi)

Note: il grafico, relativo a un esempio di variabilità del 95° percentile del tempo totale di evacuazione tra un gruppo di 50 e uno di 500 simulazioni, mostra la necessità di
eseguire diverse centinaia di simulazioni per ottenere un risultato attendibile. La necessità di ripetere le simulazioni è dovuta alla presenza di una componente casuale nella
rappresentazione del comportamento umano in emergenza.
Fonte: vedere la nota 4.

vista, la presenza dell’elemento di ca- effettive capacità. Di conseguenza, una dall’agenzia dell’Onu Imo - International
sualità sposta gli applicativi che la pos- prima considerazione sull’uso di questo maritime organization, in un documento
seggono dal dominio deterministico a software riguarda l’importanza di un per- sulla verifica della sicurezza dell’esodo
quello probabilistico, con conseguenze corso di auto-apprendimento sulla mo- delle navi passeggeri che al momento è
che devono essere tenute in considera- dellazione del comportamento umano. l’unico riferimento normativo a livello
zione in fase di valutazione dei risultati. Un secondo aspetto di rilievo riguarda internazionale su questo specifico aspet-
l’uso di codici al cui interno è prevista to; vedere la figura 3). Appare evidente
Conclusioni la casualità del comportamento. In par- che un impegno di questo tipo rende-
Gli applicativi realizzati e aggiornati sul- ticolare, se le simulazioni generano - a rebbe eccessivamente onerosi i calcoli
la base di attività di validazione rispet- pari condizioni iniziali - differenti tempi nella maggior parte delle applicazioni.
to a casi realmente accaduti forniscono di esodo, quale valore prendere come ri- A questo proposito, compare l’ipotesi
risultati più aderenti alla realtà. Anche ferimento tra quelli prodotti dalle simu- di dotare gli strumenti di simulazione
alla base del loro uso, però, il professio- lazioni? A questa domanda è stata data di prossima generazione della capacità
nista deve essere consapevole dei pre- una risposta4 indicando in 250 il nume- di effettuare automaticamente le centi-
supposti del modello adottato, in quanto ro minimo di simulazioni da effettuare naia di sequenze di calcolo necessarie
il prodotto delle simulazioni dovrà es- per arrivare a un risultato convergente per fornire al professionista il valore di
sere sempre valutato alla luce delle sue verso il 95° percentile (valore imposto convergenza dei tempi di esodo5.

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GRANDI RISCHI
Sicurezza nucleare

Stabiliti i contenuti del piano che deve essere allegato alla richiesta di nulla osta

Protezione fisica passiva


delle materie nucleari
di Elio Giroletti, Università di Pavia, A livello internazionale è posta sempre L’oggetto
esperto qualificato nella protezione più attenzione alla gestione (detenzione, Gli aspetti di sicurezza fisica e di an-
dalle radiazioni ionizzanti e ricercatore utilizzo e trasporto) delle materie nucle- tifurto (security) rivestono sempre più
e docente del dipartimento di fisica ari, sotto qualsiasi forma esse si presenti- importanza e in questa direzione va an-
no. Infatti, l’evoluzione che, purtroppo, che il decreto del ministero dello Svi-
ha avuto il terrorismo internazionale, a luppo economico 8 settembre 20171. Il
Quali sono i requisiti partire dalla distruzione delle torri ge- decreto ministeriale stabilisce i requisi-
che deve possedere melle a New York (11 settembre 2001), ti per la protezione fisica passiva delle
rende possibili scenari che fino a ieri non materie nucleari durante il loro impie-
durante le fasi erano ipotizzabili. Basti pensare, per e- go, lo stoccaggio e il trasporto, nonché
di impiego, sempio, al danno che deriverebbe per la i requisiti per la protezione fisica pas-
stoccaggio popolazione che vive nei pressi di un im- siva delle materie e delle installazioni
pianto qualora fosse fatto esplodere (con nucleari da atti di sabotaggio, di cui
e trasporto? esplosivi convenzionali) un deposito di all’art. 5 della legge n. 58/20152 (ve-
Dal minSviluppo materie nucleari. La dispersione di ma- dere box 1). Inoltre, il provvedimen-
anche le procedure teriale radioattivo comporterebbe l’eva- to prescrive le procedure e i contenuti
cuazione della zona circostante con danni del piano di protezione fisica da pre-
per contrastare gli atti economici di rilievo, anche se il rischio sentare per il rilascio del nulla osta per
di sabotaggio radiologico risultasse basso. Il timore, i- la protezione fisica passiva delle in-
noltre, è legato anche al possibile furto di stallazioni nucleari e degli attestati di
materie nucleari, da un lato, per la poten- protezione fisica passiva per le attività
ziale pericolosità che deriverebbe dall’u- di trasporto. Le materie per cui deve
so improprio delle medesime, dall’altro, essere garantita la security sono pro-
per la possibilità di costruire una bomba priamente quelle nucleari, contenenti
“sporca” (dirty bomb), che non è una ve- plutonio e/o uranio in diverse concen-
ra e propria arma nucleare e nemmeno ha trazioni isotopiche, essendo escluse le
lo stesso potenziale distruttivo. Con una sorgenti radioattive ad alta attività. Su
dirty bomb sono usati esplosivi conven- queste sorgenti, infatti, era già interve-
zionali per spargere materiale radioatti- nuto il D.Lgs. n. 52/20073 che ha de-
vo, come, per esempio, scorie radioattive finito i requisiti di sicurezza da adot-
delle centrali nucleari o rifiuti radioatti- tare ai fini della richiesta di autorizza-
vi di origine industriale od ospedaliera zione alla detenzione e all’impiego di
o sorgenti in uso ma di rilevante attivi- sostanze radioattive (nullaosta di cate-
tà (per esempio, sorgenti per radiografia goria B o A, rispettivamente, ex D.L-
industriale o radioterapia). gs. n. 230/1995).

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1. Decreto del ministero dello Sviluppo economico 8 settembre 2017, «Requisiti di protezio-
ne fisica passiva e modalità di redazione dei piani di protezione fisica», in Gazzetta ufficia-
le del 9 ottobre 2017, n. 236.
2. Legge 28 aprile 2015, n. 58, «Ratifica ed esecuzione degli emendamenti alla Convenzio-
ne sulla protezione fisica dei materiali nucleari del 3 marzo 1980, adottati a Vienna l’8 lu-
glio 2005, e norme di adeguamento dell’ordinamento interno», in Gazzetta ufficiale del 13
maggio 2015, n. 109.
3. Decreto legislativo 6 febbraio 2017, n. 52, «Attuazione della direttiva 2003/122/CE Eura-
tom sul controllo delle sorgenti radioattive sigillate ad alta attività e delle sorgenti orfane», in
Gazzetta ufficiale del 24 aprile 2007, n. 95.

Definizioni e requisiti devono essere adottati dai detentori di BOX 1


Tra le prime definizioni fornite dal de-
creto, è presente quella di «sabotaggio»:
queste materie per la protezione fisica
durante l’impiego e lo stoccaggio, in
Art. 5 - Scenari di
qualsiasi atto commesso deliberatamen- funzione della categoria, possono es- riferimento e piani
te e tale da causare, direttamente o indi- sere riassunti in: di protezione fisica
rettamente, un danno ai lavoratori, al- • sistema di protezione fisica;
la popolazione o all’ambiente a seguito • impiego e custodia delle materie nu-
1. Il Ministero dell’interno definisce
dell’esposizione alle radiazioni o al rila- cleari in aree ad accesso limitato; gli scenari di riferimento per la
scio di sostanze radioattive. Tra le altre, • misure per rilevare tentativi di intru- predisposizione dei piani di pro-
fanno seguito le definizioni di «misure sione o rimozione illecita alle quali si tezione fisica dandone comunica-
di protezione fisica», intese come le bar- aggiunge un piano di risposta; zione al Ministero dello sviluppo
riere fisiche, il personale, le procedure • misure per assicurare il controllo de- economico, al Ministero dell’am-
e le apparecchiature che concorrono al- gli accessi alle aree di custodia delle biente e della tutela del territo-
la protezione fisica passiva, e di «siste- suddette materie; rio e del mare e dell’autori-
ta’ di cui all’articolo 4, comma 2.
ma di protezione fisica»: insieme inte- • misure idonee a individuare pronta- 2. I requisiti di protezione fisica
grato di misure di protezione fisica atte mente gli ammanchi e per la imme- passiva e le modalita’ di reda-
zione dei relativi piani sono stabiliti
con decreto del Ministro dello svi-
luppo economico, di concerto con
Le sostanze per cui deve essere il Ministro dell’interno e con il Mini-
garantita la security sono propriamente stro dell’ambiente e della tutela del
territorio e del mare, da adottare
quelle contenenti plutonio e/o uranio entro sei mesi dalla data di en-
in diverse concentrazioni isotopiche trata in vigore della presente leg-
ge, ai sensi dell’articolo 17, comma
3, della legge 23 agosto 1988,
n. 400, su proposta dell’autori-
ta’ di cui all’articolo 4, comma
a prevenire un atto di rimozione illeci- diata notifica all’Autorità competen- 2, della presente legge.
ta di materie nucleari o di sabotaggio. te e a quella di pubblica sicurezza;
Ai fini della definizione dei requisiti di • valutare periodicamente gli aspetti
protezione fisica passiva per la deten- d’interfaccia tra le misure di prote-
zione e il trasporto delle materie nucle- zione fisica, di sicurezza nucleare e di
ari, le medesime sono classificate in tre tenuta della contabilità delle materie
categorie come specificato nell’allega- nucleari per escludere interferenze;
to I (vedere tabella 1). I requisiti che • protezione dei sistemi computerizza-

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GRANDI RISCHI
Sicurezza nucleare

TABELLA 1
I contenuti della classificazione in base all’allegato I
al decreto del ministero dello Sviluppo economico 8 settembre 2017
Materie Forma Categoria I Categoria II Categoria IIIc
Meno di 2 kg 500 g o meno
Plutonioa Non irraggiatob 2 kg o più
ma più di 500 g ma più di 15 g
Non irraggiatob
Meno di 5 kg 1 kg o meno
Uranio - 235 (Uranio arricchito in 5 kg o più
ma più di 1 kg ma più di 15 g
235U • 20%)
Non irraggiatob
Uranio arricchito Meno di 10 kg
Non applicabile 10 kg o più
in 235U compreso ma più di 1 kg
tra il 10% e il 20%
Non irraggiatob
Uranio arricchito in
Non applicabile Non applicabile 10 kg o più
235U tra il valore
naturale e il 10%
Meno di 2 kg 500 g o meno
Uranio - 233 Non irraggiatob 2 kg o più
ma più di 500 g ma più di 15 g
Combustibile a basso
Combustibile arricchimento (< 10%),
irraggiato Non applicabile Non applicabile con uranio depleto Non applicabile
o naturale, oppure
Toriod/e

Legenda:
a) Tutto il plutonio eccetto quello con concentrazione isotopica superiore all’80% in plutonio -238
b) Materie non irraggiate in reattore o materie irraggiate ma con un livello di radiazioni inferiore a 1
Gy/h (100 rad/h) ad un metro di distanza senza schermatura
c) Quantità che non ricadono in Categoria III e l’uranio naturale debbono essere protette adottando
prudenti modalità di gestione
d) In relazione a particolari circostanze può essere attribuita una differente categoria
e) Altro combustibile che in ragione del suo contenuto di materie fissili è classificato in Categoria I e II
può essere ridotto di una categoria qualora la dose da irraggiamento sia superiore a 1 Gy/h (100
rad/h) ad un metro di distanza senza schermatura.

ti rilevanti per la sicurezza nucleare, sporto prevedibili; che due “importanti” trasporti di materie
la protezione fisica e la tenuta della • continua sorveglianza assicurata; nucleari italiane previsti da istallazioni
contabilità; • gestione con procedure scritte del- italiane verso paesi esteri.
• movimentazione delle materie, all’in- le chiavi dei mezzi e dei contenito-
terno di un’installazione, regolata da ri di trasporto; Il piano di protezione fisica
procedure scritte. • prima del trasporto, sottoscrizione di Il decreto stabilisce i contenuti minimi
I requisiti per la protezione fisica passi- accordi scritti tra speditore, traspor- del piano di protezione fisica che deve
va durante il trasporto sono: tatore e destinatario; essere allegato alla richiesta di nulla o-
• ottimizzazione del trasporto: mini- • adozione di contenitori con caratte- sta per la protezione fisica passiva di cui
mizzazione del tempo, del numero e ristiche adeguate alla categoria delle all’art. 6 della legge n. 58/2015 (vede-
della durata dei trasferimenti anche e- materie nucleari trasportate. re box 2). Per gli impianti in funzione
vitando di adottare programmi di tra- Presumibilmente, il decreto riguarda an- (e in Italia sono presenti) il decreto pre-

62 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


4. Per un approfondimento si veda,
Di Elio Giroletti e Sergio Manera,
Le novità comunitarie sulla sicu-
rezza nucleare, in Ambiente&Sicu-
rezza n. 10/2017, pag. 72.
BOX 2
Art. 6 - Protezione
fisica delle materie
e delle installazioni
nucleari
«1. L’esercente di un’installazione
nucleare deve essere munito di nul-
la osta per la protezione fisica pas-
siva, rilasciato dal Ministero dello
sviluppo economico, previo parere
del Ministero dell’interno, del Mi-
nistero dell’ambiente e della tutela
del territorio e del mare e dell’au-
vede tempi stretti per la presentazione tivamente da come l’Autorità naziona- torita’ di cui all’articolo 4, com-
del piano di sicurezza: entro 90 gior- le intende applicare l’art. 10. Un dub- ma 2, che formulano eventuali
ni dal 10 ottobre 2017. Occorre tene- bio in proposito è se il neonato organo prescrizioni.
2. Ai fini del rilascio del nulla
re presente che l’art. 5 prevede che per di controllo italiano abbia le risorse per osta di cui al comma 1, l’eser-
predisporre/aggiornare i piani di pro- seguire da vicino queste comunicazio- cente presenta al Ministero dello
tezione è necessaria la valutazione di ni e per poterle valutare propriamente sviluppo economico un piano di
rischio radiologico (sottoscritta anche di volta in volta. L’organo preposto di protezione fisica.
dall’esperto qualificato dell’impianto recente costituzione è l’Ispettorato na- 3. Nel caso di trasporto di ma-
interessato) per atti di terrorismo senza zionale per la sicurezza nucleare e la ra- terie nucleari, il vettore autoriz-
tenere in considerazione le misure pas- dioprotezione, Isin4. zato deve essere munito di un atte-
stato di protezione fisica passiva
sive o di mitigazione. Gli scenari pos- rilasciato dal Ministero dello svi-
sibili per ciascun impianto sono definiti Conclusioni luppo economico, previo pare-
dal ministero dell’Interno. Se da questi Infine, il decreto richiede coerentemente re obbligatorio dell’autorita’ di cui
scenari dovesse emergere che possono una maggior sicurezza fisica con riferi- all’articolo 4, comma 2. Copia
essere superati 10 mSv di dose efficace mento alle materie nucleari, agli impian- dell’attestato e’ trasmessa al Mi-
alla popolazione (il che non è così dif- ti dove sono utilizzate o sono custodite nistero dell’interno, al Ministero
ficile) allora devono essere soddisfatti i e al trasporto delle medesime. Infatti, delle infrastrutture e dei traspor-
ti e al Ministero dell’ambiente e
requisiti di cui all’allegato IV, altrimen- la norma ridefinisce i requisiti di appli- della tutela del territorio e del mare.
ti le misure di protezione devono essere cabilità e soggezione, così come i con- Ai fini del rilascio dell’attestato, il
dimensionate all’importanza dell’instal- tenuti del documento di protezione fi- trasportatore autorizzato presen-
lazione o del trasporto. sica, che sarà emanato con decreto del ta un piano di protezione fisica.
ministero degli Interni per ciascuna in- 4. Sulla base del piano di pro-
Manutenzione e modifiche stallazione o trasporto. L’applicazione tezione fisica, il Ministero dell’in-
L’art. 10 della nuova norma prevede farà comprendere quanto questo decre- terno stabilisce il livello di prote-
zione fisica attiva necessario e, in
ulteriori obblighi per gli interventi di to avrà contribuito a una maggiore si- caso di trasporto, autorizza il re-
manutenzione o modifica sui sistemi di curezza delle materie nucleari a fronte lativo programma di trasporto.»
protezione fisica delle installazioni. O- di un ulteriore meccanismo burocratico
gni manutenzione deve essere segnala- che potrà rallentare le attività in corso,
ta preventivamente all’Autorità e quelle comprese quelle di smantellamento delle
di maggior rilievo devono essere auto- centrali nucleari, a cui questo decreto si
rizzate, il che potrebbe risultare oltre- rivolge indirettamente. Attività in corso
modo restrittivo. Ogni guasto deve es- da decenni e delle quali si ritarda ogni
sere segnalato come se fosse pronta no- volta la data di definitivo rilascio delle
tifica incidente. Ovviamente l’impatto aree interessate (decommissioning), con
di questo obbligo dipenderà significa- costi a carico della collettività.

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RIFIUTI&BONIFICHE
Materiali di riporto

La circolare 10 novembre 2017, n. 15786, segue il D.P.R. n. 120/2017

Sui materiali di riporto


i chiarimenti del minAmb
Bonifiche e costruzioni: la recente nota esplicativa
del dicastero di via Cristoforo Colombo analizza alcune novità
introdotte dal nuovo decreto sulle terre e rocce da scavo,
senza trascurare il quadro normativo che occorre tenere presente
di Federico Peres e Alessandro Kiniger – B&P Avvocati

Da diversi anni, nel settore delle mesi dopo (ottobre 2012) il D.M. n. rocce e talvolta altri residui di diversa
costruzioni e delle bonifiche è ben nota 161/2012 (terre e rocce da scavo) propose provenienza) fu presa in considerazione
la situazione critica che si determina un’ulteriore definizione molto articolata. sul piano giuridico-ambientale, per la
in casi di rinvenimento, nel corso dei Nel giugno 2013, con il decreto legge n. prima volta, con il D.M. 5 febbraio
lavori, di materiali di riporto vale a dire 69, la definizione fu ancora modificata 1998 sul recupero semplificato dei
di materiali antropici frammisti al terreno e, nel maggio 2014, intervenne il primo rifiuti non pericolosi. Il decreto, pur non
la cui presenza, in quel punto preciso, va chiarimento ministeriale. L’ultima occupandosi direttamente di materiali
ricondotta a chi, anni prima, aveva così variazione è stata inserita nel D.P.R. n. di riporto, stabiliva (e lo fa ancora oggi,
disposto di quei materiali. In alcuni casi 120/20171 (sempre in materia di terre e essendo vigente) che alcuni rifiuti non
i materiali di riporto hanno carattere rocce da scavo) dove i materiali di riporto pericolosi potessero essere, a determinate
storico, in altri recente; possono essere sono affrontati con riferimento sia alle condizioni, riutilizzati per realizzare,
inquinanti o inerti, consistere in residui terre/sottoprodotti (art. 4 comma 3), sia per esempio, sottofondi stradali,
di produzione da lavorazioni industriali, alle terre escluse dalla normativa rifiuti riempimenti, rilevati, rimodellamenti
così come da demolizione, possedere, (art. 24 comma 1). A distanza di pochi morfologici eccetera. Si tratta, dunque,
a monte, una regolare autorizzazione o mesi da quest’ultimo decreto, il ministero di rifiuti che, per effetto di un recupero
risultare, viceversa, del tutto abusivi. Una dell’Ambiente è intervenuto con la nota di autorizzato (il lecito riporto nel suolo),
varietà di situazioni, insomma, nella quale chiarimento 10 novembre 2017, n. 15786, hanno cessato di essere tali.
il legislatore cerca, da tempo, di mettere con l’obiettivo di uniformare l’azione Un anno più tardi, il D.M. n. 471/1999
ordine. Partendo dal D.M. n. 471/1999 (la amministrativa e risolvere alcuni aspetti (bonifica dei siti contaminati) menzionò
prima disciplina in materia di bonifica) di dubbia interpretazione. espressamente i materiali di riporto
che, semplicemente, considerava i quale matrice affiancata al suolo,
materiali di riporto alla stessa stregua I riferimenti legislativi sottosuolo e acque sotterranee, matrici
delle altre matrici, il primo intervento e regolamentari queste che dovevano essere analizzate e,
normativo specifico risale al D.L. n. Il complesso delle attività successive allo in caso di superamento dei valori limite
2/2012, contenente l’interpretazione sfruttamento di un’area (consolidamento di concentrazione, sottoposte a bonifica
autentica del termine «suolo» di cui del terreno, livellamento, riempimento dei (vedere il box 1).
all’art. 185, D.Lgs. n. 152/2006. Pochi vuoti e rimodellamento utilizzando terra, L’equiparazione tout court, frutto di

64 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


1. Si veda il commento di F. Peres su Ambiente&Sicurezza n. 9/2017.
2. D.L. 25 gennaio 2012 n. 2, in Gazzetta Ufficiale del 25 genna-
io 2012, n. 20.
3. Proprio per questa ragione, l’art. 3 comma 2 del d.l. 2/2012, inter-
venendo sull’articolo 39, comma 4, del d.lg. n. 205/2010, aggiungeva
che l’allora emanando decreto di riordino della disciplina sulle terre
e rocce da scavo avrebbe dovuto stabilire anche «le condizioni alle
quali le matrici materiali di riporto, di cui all’articolo 185, comma
4, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modifi-
cazioni, possono essere considerati sottoprodotti».
BOX 1
D.M. n. 471/1999
Art. 4 (Obbligo di bonifica e ri-
pristino ambientale), comma 4:
«Gli interventi di bonifica e ripristi-
no ambientale di un sito inquinato
devono privilegiare il ricorso a tec-
niche che favoriscano la riduzione
della movimentazione, il trattamen-
to nel sito e il riutilizzo del suolo,
del sottosuolo e dei materiali di ri-
porto sottoposti a bonifica».
una scelta precisa (ma poco meditata, c), e 4, del decreto legislativo 3 aprile
se si considera la discussione degli 2006, n. 152, e successive modificazioni, Art. 5 (Bonifica con misure di si-
anni seguenti), non fu ripresa dal si intendono come riferiti anche alle curezza e ripristino ambientale),
comma 4: «Gli interventi di bo-
D.Lgs. n. 152/2006; o meglio, matrici materiali di riporto di cui
nifica con misure di sicurezza e ri-
l’allegato 2 continuava a menzionarli all’allegato 2 alla parte IV del predetto pristino ambientale di un sito inqui-
come matrice, ma nessuna norma ne decreto legislativo». nato devono privilegiare il ricorso
imponeva la bonifica, come era invece Con poche parole, per garantire la ripresa a tecniche che favoriscano la ridu-
in passato. Non è dato sapere se ciò del processo d’infrastrutturazione del zione della movimentazione, il trat-
avvenne per scelta o per errore, sta di Paese, non solo si ritornava esplicitamente tamento nel sito e il riutilizzo del
fatto che, da quel momento, la presenza all’equiparazione del D.M. n. 471/1999, suolo, del sottosuolo e dei mate-
riali di riporto sottoposti a bo-
nel suolo di materiali di riporto non ma la si estendeva anche agli interventi
nifica».
passò certo inosservata. Infatti, tanto edilizi che prevedevano il riutilizzo
nei procedimenti di bonifica, quanto come sottoprodotti, di terre, rocce e
nella realizzazione di opere che materiali di riporto3. Questo deciso passo
prevedevano il riutilizzo di terre e rocce in avanti venne stoppato dalla legge di
da scavo, i materiali di riporto presero conversione n. 28/2012 con la quale
a essere qualificati come rifiuti e, in si preferì affidare tutta la disciplina
alcuni contesti specifici, dove erano dei riporti al decreto di riordino sulla
in atto importanti interventi edilizi, la gestione dei materiali di scavo (si veda
controversa qualificazione giuridica la nota 3), limitandosi a proporre al
paralizzò opere e procedimenti, tanto comma 2 una confusa definizione
da indurre l’allora governo a inserirla
tra i quattro temi ambientali che BOX 2
necessitavano di misure straordinarie e
urgenti. L’art. 3, D.L. n. 2/20122 fornì, Art. 185, D.Lgs. n. 152/2006
dunque, l’interpretazione autentica «1. Non rientrano nel campo di applicazione della parte quarta del presente
dell’articolo 185, D.Lgs. n. 152/2006 decreto: a) (…); b) il terreno (in situ), inclusi il suolo contaminato non scavato e
(vedere il box 2), in questi termini: gli edifici collegati permanentemente al terreno, fermo restando quanto previ-
«Considerata la necessità di favorire, sto dagli artt. 239 e ss. relativamente alla bonifica di siti contaminati; c) il suolo
nel rispetto dell’ambiente, la ripresa non contaminato e altro materiale allo stato naturale escavato nel corso di atti-
del processo di infrastrutturazione del vità di costruzione, ove sia certo che esso verrà riutilizzato a fini di costruzio-
Paese, ferma restando la disciplina in ne allo stato naturale e nello stesso sito in cui è stato escavato; (…) 4. Il suolo
escavato non contaminato e altro materiale allo stato naturale, utilizzati in si-
materia di bonifica dei suoli contaminati, ti diversi da quelli in cui sono stati escavati, devono essere valutati ai sensi,
i riferimenti al “suolo” contenuti nell›ordine, degli articoli 183, comma 1, lettera a), 184-bis e 184-ter».
all’articolo 185, commi 1, lettere b) e

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RIFIUTI&BONIFICHE
Materiali di riporto

BOX 3
D.L. n. 2/2012 convertito
nella legge n. 28/2012
3. «Fino alla data di entrata in vigore del decreto di cui al comma 2 del pre-
sente articolo, le matrici materiali di riporto, eventualmente presenti nel suolo
di cui all›articolo 185, commi 1, lettere b) e c), e 4, del decreto legislativo 3
aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, sono considerate sottopro-
dotti solo se ricorrono le condizioni di cui all’articolo 184-bis del citato decre-
to legislativo n. 152 del 2006».

L’articolo 3, comma 4, D.L. n. 2/2012, convertito, con modificazioni, dalla


legge n. 28/2012 ha così cambiato l’articolo 240, comma 1, lettera a), D.L-
gs. n. 152/2006: «Ai fini dell’applicazione del presente titolo, si definiscono:
a) sito: l’area o porzione di territorio, geograficamente definita e determina- doveva presentare un rapporto di 80
ta, intesa nelle diverse matrici ambientali (suolo, materiali di riporto, sotto- (terreno) a 20 (materiali di origine
suolo e acque sotterranee) e comprensiva delle eventuali strutture edilizie antropica). Se la proporzione si
e impiantistiche presenti» sbilanciava a favore dei materiali di
origine antropica, la miscela diventava
rifiuto e, di conseguenza, non poteva
BOX 4 essere reimpiegata come sottoprodotto.
Definizioni ex D.M. n. 161/2012 Poiché il D.M. n. 161/2012 si occupava
solo del riutilizzo di terre e rocce
«b. “materiali da scavo”: il suolo o sottosuolo, con eventuali presenze di ripor- (con gli eventuali riporti) extra situ,
to, derivanti dalla realizzazione di un’opera quali, a titolo esemplificativo (…); emerse evidente il limite della legge
c. “riporto”: orizzonte stratigrafico costituito da una miscela eterogenea di ma- di conversione che aveva solo in parte
teriali di origine antropica e suolo/sottosuolo come definito nell’allegato 9 del risolto il problema.
presente Regolamento; Si rese necessaria una nuova modifica
d. “materiale inerte di origine antropica”: i materiali di cui all’Allegato 9. Le
dell’interpretazione autentica dell’art.
tipologie che si riscontrano più comunemente sono riportate in Allegato 9»
185 fornita dall’art. 3 del D.L. n. 2/2012,
che intervenne con l’art. 41, D.L. n.
69/2013, convertito, con modificazioni,
(«materiali eterogenei […] utilizzati per materiali di scavo, che fu emanato sette dalla legge n. 98/2013; in particolare,
la realizzazione di riempimenti e rilevati, mesi dopo. i tre commi dell’art. 3, D.L. n. 2/2012
non assimilabili per caratteristiche Con il D.M. n. 161/2012 i materiali di vennero modificati come riportato nel
geologiche e stratigrafiche al terreno in riporto ricevettero grande attenzione, box 6.
situ, all’interno dei quali possono trovarsi a partire dalle definizioni di cui all’art. 1 In buona sostanza, restava ferma
materiali estranei»), introducendo al (vedere il box 4) e dagli allegati (vedere la disciplina speciale del D.M. n.
comma 3 un inutile regime transitorio il box 5). 161/2012 per il riutilizzo dei riporti,
che, in modo pleonastico, ricordava Si è, quindi, di fronte a una definizione come sottoprodotti, extra situ (art. 185,
che i materiali di riporto (così come molto articolata che, risalendo addirittura comma 4) e si dettava una disciplina
qualunque altro materiale, si potrebbe nei secoli, imponeva di accertare se la diversa per verificare l’eventuale
aggiungere) potevano dirsi sottoprodotti collocazione di un determinato materiale contaminazione legata alla presenza di
solo in presenza delle condizioni di in un determinato punto del terreno fosse riporti nel terreno [art. 185, comma 1,
cui all’art. 184-bis e modificando la il frutto di una precisa scelta di reimpiego; lettera b)] e per riutilizzarli, come non
definizione di sito di cui all’art. 240, il tutto con richiami evidenti al D.M. 5 rifiuti, in situ [art. 185, comma 1, lettera
D.Lgs. n. 152/2006 per renderla coerente febbraio 1998. L’allegato 9 introdusse, c)]. Il coordinamento tra le due discipline
con l’allegato 2 (vedere il box 3). Tutto tuttavia, un limite quantitativo: la apparve immediatamente critico:
rinviato, quindi, al regolamento sui miscela eterogenea terreno-materiali • per il D.M. n. 161/2012 (riutilizzo ex-

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BOX 5
Allegati al D.M. n. 161/2012 (stralci)
Allegato 2 (procedure di campionamento in fase di progettazione): «Qualo-
ra si riscontri la presenza di riporto, non essendo nota l’origine dei materiali
inerti che lo costituiscono, la caratterizzazione ambientale, dovrà prevedere:
- l’ubicazione dei campionamenti in modo tale da poter caratterizzare ogni
porzione di suolo interessata dai riporti, data la possibile eterogeneità verti-
cale e orizzontale degli stessi; - la valutazione della percentuale in massa de-
gli elementi di origine antropica»

Allegato 4 (procedure di caratterizzazione chimico-fisiche e accertamento del-


le qualità ambientali): «Le procedure di caratterizzazione ambientale dei mate-
riali di scavo di cui all’art. 1, comma 1, lett. b) del presente Regolamento, in-
tra situ) rilevava la quantità (20%) e cluso - in caso di riporti - il materiale di origine antropica fino alla percentuale
le concentrazioni soglia di contami- massima del 20% in massa, sono riportate di seguito».
nazione (csc);
Allegato 9 (materiali di riporto di origine antropica): «I riporti di cui all’ar-
• per la nuova interpretazione autenti- ticolo 1 del presente Regolamento si configurano come orizzonti stratigrafici
ca dell’art. 185 (bonifica e riutilizzo costituiti da materiali di origine antropica, ossia derivanti da attività quali at-
in situ), ferma la necessità di rispet- tività di scavo, di demolizione edilizia, ecc. che si possono presentare varia-
tare le csc si trattava di compiere, a mente frammisti al suolo e al sottosuolo. In particolare, i riporti sono per lo più
ritroso, il percorso del D.M. 5 febbra- una miscela eterogenea di terreno naturale e di materiali di origine antropi-
io 1998, effettuando il test di cessione ca, anche di derivazione edilizio-urbanistica pregressa che, utilizzati nel cor-
so dei secoli per successivi riempimenti e livellamenti del terreno, si sono stra-
sui materiali, con la precisazione che,
tificati e sedimentati nel suolo fino a profondità variabili e che, compattandosi
in caso di positività al test stesso, gli con il terreno naturale, si sono assestati determinando un nuovo orizzonte stra-
stessi, essendo fonte di contaminazio- tigrafico. I materiali da riporto sono stati impiegati per attività quali rimodel-
ne, avrebbero dovuto essere rimossi lamento morfologico, recupero ambientale, formazione di rilevati e sottofondi
o trattati fino al raggiungimento del stradali, realizzazione di massicciate ferroviarie e aeroportuali, riempimenti
limite del test o messi in sicurezza. e colmate, nonché formazione di terrapieni. Ai fini del presente regolamento,
Stanti le criticità, il Ministero i materiali di origine antropica che si possono riscontrare nei riporti, qualora
frammisti al terreno naturale nella quantità massima del 20%, sono indicati-
dell’Ambiente inviò all’Ispra la nota
vamente identificabili con le seguenti tipologie di materiali: materiali litoidi,
14 maggio 2014, n. 13338/tri, nella pietrisco tolto d’opera, calcestruzzi, laterizi, prodotti ceramici, intonaci».
quale confermò, innanzitutto, che
l’equiparazione dei riporti al suolo (come
prevista dall’art. 3, D.L. n. 2/2012) non
era incondizionata, ma subordinata agli da rispettare con il test di cessione non Il Ministero aggiunse che, pur mancando
esiti del test di cessione (ai fini della erano quelli previsti dal D.M. 5 febbraio nella norma di interpretazione autentica
permanenza in situ) come anche al 1998, ma le csc per le acque sotterranee un limite quantitativo, «si ritiene
rispetto delle csc (ai fini del riutilizzo in di cui alla tabella 2 dell’allegato 5 del opportuno indicare come limite
situ). La nota chiarì, inoltre, che i limiti D.Lgs. n. 152/2006. massimo, riferibile unicamente ai
rifiuti non pericolosi, quello riportato
nell’Allegato 9 del d.m. 161/2012, pari
al 20%, che nella letteratura tecnica di
La nota del ministero dell’Ambiente settore, distingue i riporti dai cosiddetti
ha l’obiettivo di uniformare l’azione “tecnosuoli” (terreni contenenti
amministrativa sul tema e risolvere materiali eterogenei entro il limite del
20%)». Eventuali rifiuti pericolosi
alcuni aspetti di dubbia interpretazione rilevati in sede di caratterizzazione –
precisava ancora la nota – andavano

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RIFIUTI&BONIFICHE
Materiali di riporto

BOX 6
Commi dell’art. 3. D.L. n. 2/2012
modificati dall’art. 41, D.L. n. 69/2013
Comma 1 «Ferma restando la disciplina in materia di bonifica dei suoli con-
taminati, i riferimenti al “suolo” contenuti all›articolo 185, commi 1, lettere b)
e c), e 4, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, si interpretano come
riferiti anche alle matrici materiali di riporto di cui all’allegato 2 alla parte IV
del medesimo decreto legislativo, costituite da una miscela eterogenea di ma-
teriale di origine antropica, quali residui e scarti di produzione e di consumo,
e di terreno, che compone un orizzonte stratigrafico specifico rispetto alle ca-
ratteristiche geologiche e stratigrafiche naturali del terreno in un determinato
sito, e utilizzate per la realizzazione di riempimenti, di rilevati e di reinterri»;

comma 2 «Fatti salvi gli accordi di programma per la bonifica sottoscritti sul piano interpretativo era già stata
prima della data di entrata in vigore della presente disposizione che rispetta- rimarcata dalla giurisprudenza (Tar
no le norme in materia di bonifica vigenti al tempo della sottoscrizione, ai fini Brescia n. 1161/2016) – è stato
dell’applicazione dell’articolo 185, comma 1, lettere b) e c), del decreto legi- recentemente modificato dal D.P.R.
slativo n. 152 del 200, le matrici materiali di riporto devono essere sottoposte n. 120/2017 che ha abrogato il D.M. n.
a test di cessione effettuato sui materiali granulari ai sensi dell’articolo 9 del
161/2012 riscrivendo la disciplina per
decreto del Ministro dell’ambiente 5 febbraio 1998, pubblicato nel supplemen-
to ordinario alla Gazzetta Ufficiale 16 aprile 1998, n. 88, ai fini delle meto- le terre e rocce da scavo, sia riutilizzate
diche da utilizzare per escludere rischi di contaminazione delle acque sotter- extra situ come sottoprodotti che
ranee e, ove conformi ai limiti del test di cessione, devono rispettare quanto riutilizzate in situ come non rifiuti e
previsto dalla legislazione vigente in materia di bonifica dei siti contaminati»; ha compiuto una sorta sintesi delle
disposizioni allora vigenti in materia di
comma 3 «Le matrici materiali di riporto che non siano risultate conformi ai riporti. Ciò risulta già dalle definizione
limiti del test di cessione sono fonti di contaminazione e come tali devono es-
di suolo inteso come «lo strato più
sere rimosse o devono essere rese conformi ai limiti del test di cessione trami-
te operazioni di trattamento che rimuovano i contaminanti o devono essere superficiale della crosta terrestre situato
sottoposte a messa in sicurezza permanente utilizzando le migliori tecniche tra il substrato roccioso e la superficie.
disponibili e a costi sostenibili che consentano di utilizzare l’area secon- Il suolo è costituito da componenti
do la destinazione urbanistica senza rischi per la salute». minerali, materia organica, acqua,
aria e organismi viventi, comprese le
matrici materiali di riporto ai sensi
gestiti come rifiuti e lo stesso valeva in Il Ministero riteneva, infine, necessaria, dell’articolo 3, comma 1, del decreto-
caso di discarica abusiva intendendosi considerata l’estrema eterogeneità dei legge 25 gennaio 2012, n. 2, convertito,
come tale, a titolo di esempio, materiali di riporto, una valutazione con modificazioni, dalla legge 24 marzo
«l’irreversibile trasformazione dello tecnica preliminare da parte di Arpa in 2012, n. 284». Per le terre/sottoprodotti è
stato dei luoghi e l’ingente quantitativo merito alle procedure da adottare per la fondamentale l’art. 4 comma 3 (vedere
di rifiuti oggetto di ripetuti e sistematici preparazione dei campioni. il box 7).
abbandoni». Questo scenario – la cui complessità Oltre che dall’allegato 10 contenente,
per la prima volta, la metodologia
per calcolare la quantità massima di
materiale antropico ammissibile, i
Il complesso delle attività successive riporti sono presi in considerazione
allo sfruttamento di un’area fu presa anche (vedere il box 8) dall’allegato 2
in considerazione, per la prima volta, (procedure di campionamento in fase di
progettazione) e dall’allegato 5 (piano
con il D.M. 5 febbraio del 1998 di utilizzo).
A distanza di pochi mesi dalla

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4. Identico richiamo lo si trova
all’art. 24 comma 1 sul riutilizzo
in situ: «Ai fini dell’esclusione
dall’ambito di applicazione della
normativa sui rifiuti, le terre e roc-
ce da scavo devono essere con-
formi ai requisiti di cui all’articolo
185, comma 1, lettera c), del de-
creto legislativo 3 aprile 2006, n.
152, e in particolare devono esse- BOX 7
re utilizzate nel sito di produzio-
ne. Fermo restando quanto previ-
sto dall’articolo 3, comma 2, del Articolo 4, comma 3, D.P.R. n. 120/2017
decreto-legge 25 gennaio 2012, n.
2, convertito, con modificazioni, «Nei casi in cui le terre e rocce da scavo contengano materiali di riporto, la
dalla legge 24 marzo 2012, n. 28,
la non contaminazione è verifica-
componente di materiali di origine antropica frammisti ai materiali di origine
ta ai sensi dell’allegato 4 del pre- naturale non può superare la quantità massima del 20% in peso, da quantifi-
sente regolamento». carsi secondo la metodologia di cui all’allegato 10. Oltre al rispetto dei requi-
5. Sarebbe stato opportuno inserire
anche il comma 4, considerato che
siti di qualità ambientale di cui al comma 2, lettera d), le matrici materiali di ri-
riguarda sempre lo stesso argomento. porto sono sottoposte al test di cessione, effettuato secondo le metodiche di cui
al decreto del Ministro dell’ambiente del 5 febbraio 1998, recante «Individua-
zione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupe-
ro», pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 88 del 16
aprile 1998, per i parametri pertinenti, a esclusione del parametro amianto, al
fine di accertare il rispetto delle concentrazioni soglia di contaminazione del-
pubblicazione del D.P.R. n. 120/2017, le acque sotterranee, di cui alla Tabella 2, Allegato 5, al Titolo 5, della Parte
con la nota 10 novembre 2017, n. 15786, IV, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, o, comunque, dei valori
di fondo naturale stabiliti per il sito e approvati dagli enti di controllo».
il ministero dell’Ambiente offre nuovi
chiarimenti non del tutto soddisfacenti,
come si vedrà nel prosieguo. La nota si
articola in tre paragrafi: determinate condizioni, «i materiali comma 1 dell’art. 185, richiamato
• definizione e qualificazione giuridi- di riporto al suolo con conseguente dal Ministero, ma anche al comma 4,
ca delle matrici materiali di ripor- applicazione dell’art. 185, comma 1, ovverosia alle ipotesi di suolo escavato
to. Le novità introdotte dal D.P.R. n. del decreto legislativo 152/2006». In e riutilizzato in un sito diverso da quello
120/2017; realtà, deve essere precisato che tanto di produzione (vedere anche la nota
• quadro normativo di riferimento in l’interpretazione autentica del concetto 5). In realtà, il riferimento implicito
materia di gestione; di suolo quanto la definizione di matrici al comma 4 dell’art. 185 appare poche
• gestione delle terre e rocce da sca- materiali di riporto, di cui all’art. 3, righe dopo, quando la circolare richiama
vo contenenti matrici materiali di comma 1, D.L. n. 2/2012, si riferiscono l’art. 4, comma 3, D.P.R. n. 120/2017,
riporto. entrambe espressamente non solo al in tema di gestione di terre e rocce da

La circolare ministeriale 10 BOX 8


novembre 2017, n. 15786 D.P.R. n. 120/2017
1. Le matrici materiali di riporto Allegato 2
e le novità del D.P.R. n. 120/2017 «(…) Qualora si riscontri la presenza di materiale di riporto, non essendo no-
Il Ministero, dopo aver ricordato che il ta l’origine dei materiali inerti che lo costituiscono, la caratterizzazione am-
problema interpretativo ha costretto il bientale, prevede: - l’ubicazione dei campionamenti in modo tale da poter ca-
legislatore a intervenire in molteplici ratterizzare ogni porzione di suolo interessata dai materiali di riporto, data la
possibile eterogeneità verticale e orizzontale degli stessi; - la valutazione del-
occasioni, inserisce il testo dell’art.
la percentuale in peso degli elementi di origine antropica (…)».
185, comma 1, lettere b) e c), D.Lgs.
n. 152/20065 e l’interpretazione autentica Allegato 5
di suolo di cui all’art. 3, comma 1 (i «(…) Al fine di esplicitare quanto richiesto, il piano di utilizzo indica, altresì,
commi 2 e 3, senza i quali non è anche in riferimento alla caratterizzazione delle terre e rocce da scavo, i se-
possibile comprendere il significato guenti elementi per tutti i siti interessati dalla produzione alla destinazione, ivi
del comma 1, sono però nel secondo compresi i siti di deposito intermedio e la viabilità: (…). 1.8 schema/tabella
riportante i volumi di sterro e di riporto. (…) 3.2 ricostruzione stratigrafica
paragrafo della circolare) del D.L.
del suolo, mediante l’utilizzo dei risultati di eventuali indagini geognostiche
n. 2/2012. Precisa la circolare che e geofisiche già attuate. I materiali di riporto, se presenti, sono evidenziati
la definizione di matrici materiali nella ricostruzione stratigrafica del suolo (…)»
di riporto permette di equiparare, a

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RIFIUTI&BONIFICHE
Materiali di riporto

BOX 9
Art. 26, D.P.R.
n. 120/2017
«a) le concentrazioni soglia di ri-
schio, all’esito dell›analisi di rischio,
sono preventivamente approvate
dall’autorità ordinariamente compe-
tente, nell’ambito del procedimento
di cui agli articoli 242 o 252 del
decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, mediante convocazione
di apposita conferenza di servizi.
Le terre e rocce da scavo confor-
mi alle concentrazioni soglia di ri- suolo [questo è il riferimento ai “re- 2. Quadro normativo di riferimento
schio sono riutilizzate nella mede- quisiti di qualità ambientale” di cu- in materia di gestione
sima area assoggettata all’analisi i al comma 2, lettera d)]; Il secondo paragrafo della nota, dopo
di rischio e nel rispetto del modello • le matrici materiali di riporto devono aver trascritto i commi 2 e 3 dell’art.
concettuale preso come riferimento essere sottoposte al test di cessione se- 3, D.L. n. 2/2012 per la gestione del
per l’elaborazione dell’analisi di ri-
condo le metodiche di cui all’allegato suolo (scavato e non scavato) escluso
schio. Non è consentito l’impiego
di terre e rocce da scavo confor- 3 al D.M. 5 febbraio 1998 per accer- dalla disciplina rifiuti ex art. 185 comma
mi alle concentrazioni soglia di ri- tare le csc delle acque sotterranee (ta- 1, lettere b) e c), entra nel tema del
schio in sub-aree nelle quali è stato bella 2, allegato 5, titolo 5 parte IV). riutilizzo in situ delle terre scavate
accertato il rispetto delle concen- Sino a questo punto, il Ministero riprende in un sito in bonifica come disciplinato
trazioni soglia di contaminazione; i concetti che aveva già chiarito nel dall’art. 26, D.P.R. n. 120/2017. Per la
b) qualora ai fini del calcolo del- 2014 rispondendo a Ispra e che oggi verità, in questo punto, la circolare si
le concentrazioni soglia di rischio
trovano, però, espressa previsione nel limita a sinteticamente richiamare quanto
non sia stato preso in considera-
zione il percorso di lisciviazione D.P.R. n. 120/2017. Quanto, infine, alle previsto dal citato art. 26 (anche con
in falda, l’utilizzo delle terre e roc- terre e rocce da scavo riutilizzate in situ riferimento al caso in cui siano superate
ce da scavo è consentito solo nel ed escluse dalla qualifica di rifiuto, il le csc ma rispettate le csr; vedere il
rispetto delle condizioni e delle li- Dicastero ricorda che l’art. 24, D.P.R. n. box 9) con una sola precisazione che
mitazioni d’uso indicate all’atto 120/2017 dispone che, fermo il rispetto riguarda l’iter autorizzativo, laddove
dell’approvazione dell’analisi dei requisiti previsti dall’art. 185, comma ricorda che «nel caso in cui l’utilizzo
di rischio da parte dell’auto-
1, lettera c) (riutilizzo in situ e assenza di delle terre e rocce da scavo sia inserito
rità competente».
contaminazione) e dall’art. 3, comma 2, all’interno di un progetto di bonifica
D.L. n. 2/2012 (in caso di riporti, test di approvato, si applica quanto previsto
cessione e assenza di contaminazione), dall’art. 242, comma 7, del decreto
scavo extra situ come sottoprodotti. In «la non contaminazione è verificata ai legislativo 3 aprile 2006 n. 152». In
questo passaggio, la circolare ricorda sensi dell’allegato 4 dello stesso DPR». buona sostanza, la nota rammenta
– per la verità in modo poco lineare – Come detto, in questo primo paragrafo che «l’autorizzazione […] sostituisce
i requisiti che debbono sussistere per non ci sono novità significative e a tutti gli effetti le autorizzazioni, le
gestire extra situ, come sottoprodotti, particolari chiarimenti rispetto al concessioni, i concerti, le intese, i
le terre e rocce contenenti materiali di quadro già noto e oggi vigente. Ci si nulla osta, i pareri e gli assensi previsti
riporto, ovvero: attendeva, invece, qualche parola in più, dalla legislazione vigente compresi,
• la componente dei materiali di ori- sui temi affrontati dalla giurisprudenza, in particolare, quelli relativi […], ove
gine antropica frammisti ai materiali chiarendo meglio il concetto di “miscela necessaria, alla gestione delle terre
di origine naturale non può superare eterogenea” (Tar Veneto n. 313/2017) e rocce da scavo allinterno dell’area
la quantità massima del 20% in peso; o il carattere “storico” di alcuni riporti oggetto dell’intervento […]»; di fatto,
• devono essere rispettate le csc per il (Tar Milano n. 1222/2016). nessuna particolare novità.

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6. L’art. 34, comma 10 non risulta espressamente abrogato dal D.P.R. n. 120/2017 e si ritiene
non si possa configurare un’ipotesi di abrogazione implicita, posto che il D.P.R., pur se succes-
sivo al D.L. n. 133/2014, costituisce fonte di rango inferiore ed avrebbe potuto procedere con
un’abrogazione solo in termini espressi. L’art. 8, comma 1, lettera b), D.L. n. 133/2014 (co-
siddetto “sblocca Italia”), nell’individuare i principi ispiratori del recente D.P.R. n. 120/2017,
prevedeva tra i principi e criteri direttivi delle disposizioni di riordino e di semplificazione del-
la materia la «indicazione esplicita delle norme abrogate, fatta salva l’applicazione dell’arti-
colo 15 delle disposizioni sulla legge in generale premesse al codice civile».
7. Si tratta del decreto cosiddetto Sblocca Italia che ha introdotto «Misure urgenti per l’aper-
tura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la sem-
plificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attivi-
tà produttive». Imporre l’apertura di un procedimento di bonifica in caso di terre oltre le csc
che dovevano essere scavate e riutilizzate per scopi edilizi in situ sarebbe stato in netto con-
trasto con le finalità del decreto.
8. «(…) dall’esame del quadro normativo descritto, si evince, chiaramente che (…)».

La circolare aggiunge poi una a prescindere dall’esistenza di un prevede solo il rispetto delle condizioni
considerazione, ovvero che l’art. 26 è “in procedimento di bonifica, si occupa e delle limitazioni d’uso indicate all’atto
linea” con quanto disposto dall’art. 34, dei terreni non conformi alle csc, ma dell’approvazione dell’analisi di rischio.
comma 9, D.L. n. 133/2014, convertito conformi alle csr. Nello specifico,
in legge n. 164/2014 (il ministero preso atto di un conflitto tra norme che 3. Gestione delle terre e rocce
dell’Ambiente indica erroneamente la regolano in modo diverso situazioni da scavo contenenti matrici
legge n. 98/2013) secondo il quale «il sostanzialmente identiche6, il Ministero materiali di riporto
riutilizzo in situ dei materiali prodotti avrebbe dovuto provare a chiarire se la Nell’ultimo paragrafo la nota si occupa
dagli scavi è sempre consentito se lettera a) dell’art. 34, comma 10, nella della gestione delle terre e rocce da scavo
ne è garantita la conformità alle parte in cui richiede l’analisi di rischio, contenenti matrici materiali di riporto.
In realtà, questa terza sezione della
circolare sembra “tirare le fila” di tutto
il ragionamento8 e lo fa distinguendo tre
Nell’ultimo paragrafo, la circolare situazioni (le prime due chiare, la terza
si occupa della gestione delle terre di difficile comprensione):
• gestione come sottoprodotti (riutiliz-
e rocce da scavo contenenti le cosiddette zo extra situ): ammissibile per le terre
“matrici materiali di riporto” e rocce «contenenti matrici materiali
di riporto nei limiti di cui all’artico-
lo 4, comma 3, del DPR n. 120/2017,
che risultino conformi al test di ces-
sione e non risultino contaminate».
concentrazioni soglia di contaminazione/ imponga, implicitamente, l’apertura di L’affermazione è corretta e conforme
valori di fondo». In realtà, la norma più un procedimento di bonifica, il che al dato normativo-regolamentare che,
recente non è proprio “in linea” con il sarebbe contrario alla ratio legis7. come visto, prevede tre condizioni:
comma 9 dell’art. 34, dal momento che La circolare avrebbe, inoltre, dovuto - limite 20% materiale antropico;
quest’ultimo parlava solo di csc/valori chiarire le ragioni della differenza tra - rispetto del test di cessione;
di fondo, mentre l’art. 26, D.P.R. n. la lettera b) del comma 10 dell’art. 34 - rispetto delle csc.
120/2017 parla anche di csr. Tuttavia, e la lettera b) del comma 2 dell’art. Unica osservazione: nel quadro
il punto sul quale la circolare si sarebbe 26 che, pur muovendo dalla stessa andava richiamato anche l’art. 185,
dovuta soffermare è l’allineamento, premessa (un’analisi di rischio che non comma 4, vale a dire la norma di rango
oggi mancante, tra l’art. 26, D.P.R. n. ha considerato la lisciviazione in falda), primario alla quale ci si deve riferire.
120/2017 (terre e rocce da scavo scavate concludono, inspiegabilmente, in modo • gestione come non rifiuti (riutiliz-
in un sito in bonifica) e il comma 10 diverso: mentre l’art. 34 richiede un zo in situ): ammissibile per le terre
dell’art. 34, D.L. n. 133/2014, che, barrieramento fisico o idraulico, l’art. 26 e rocce «contenenti matrici materiali

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RIFIUTI&BONIFICHE
Materiali di riporto 9. Così la giurisprudenza: «la matrice suolo non può comun-
que riferirsi al terreno scavato contaminato, ormai non ap-
partenente più all’orizzonte stratigrafico del luogo. Anche il
successivo comma 4 – “il suolo escavato non contaminato e
altro materiale allo stato naturale, utilizzati in siti diversi da
quelli in cui sono stati escavati, devono essere valutati ai sen-
si, nell’ordine, degli articoli 183, comma 1, lettera a), 184-bis
e 184-ter” – sembra confortare una tale conclusione e quindi
ritenere assimilabile ai rifiuti il suolo scavato risultato conta-
minato […] Tutto ciò che rimane sul sito all’esito dello smal-
timento dei riporti qualificati come rifiuti, sarà soggetto all’ap-
plicazione della normativa in materia di bonifica dei siti inqui-
nati (art. 3, comma 3, del decreto legge n. 2 cit., come modifi-
cato dalla legge n. 98 del 2013)» (Tar Milano n. 1222/2016).

di riporto non contaminate e confor- più delicata, vale a dire le terre e rocce direzione (perché di questo si occupa),
mi al test di cessione ai sensi dell’ar- da scavo contenenti matrici materiali di ma l’articolo 34 – come visto – no o,
ticolo 3, comma 2, del decreto-leg- riporto contaminate e (più correttamente quantomeno, non in modo chiaro ed
ge n. 2 del 2012 […] in conformità a e/o) non conformi al test di cessione. esplicito.
quanto previsto dall’articolo 24 del In questo caso – lo dice la norma di A ogni modo, il collegamento con il
DPR n. 120/2017». Anche questa af- interpretazione autentica – questi procedimento di bonifica emerge anche
fermazione è corretta, ferma sempre matrici sono fonti di contaminazione. nel passaggio successivo, nel quale la
la necessità di richiamare la norma La circolare avrebbe dovuto però circolare ricorda le tre opzioni previste
di rango primario [art. 185, comma ricordare anche il limite del 20% [di sempre dalla norma di interpretazione
1, lettera c)]; cui aveva dato conto alla lettera a)] e autentica:
• nel terzo punto, la circolare precisa: avrebbe dovuto chiarire se, in caso di • rimozione;
«le terre e rocce da scavo contenenti superamento del limite, oltre a venir • messa in sicurezza permanente;
• trattamento per raggiungere la con-
formità al test di cessione.
L’intervento del minAmbiente, in ultima Questo è ciò che prevede, sia pure in
analisi, ha aumentato le perplessità, un ordine diverso, l’art. 3, comma 3,
soprattutto se si prende in considerazione D.L. n. 2/2012, che, però, non parla
di bonifica, bensì – evidentemente –
la recente produzione giurisprudenziale di rifiuti9 sui quali intervenire con le
tre opzioni di cui sopra. Al riguardo la
giurisprudenza aveva già rilevato che
«a fronte di una disciplina speciale e
matrici materiali di riporto contami- meno la qualifica di sottoprodotto (lo peculiare, quale quella relativa alle
nate e non conformi al test di cessio- dice il D.P.R. n. 120/2017), si dovesse matrici materiali di riporto, non può
ne ai sensi del comma 3 dell’artico- porre anche il tema della possibile farsi luogo all’applicazione di altre
lo 3 del decreto-legge n. 2 del 2012, fonte di contaminazione. Inoltre, non è regole, quali quelle relative ai siti
in relazione ai successivi interventi chiara la ragione per la quale il Ministero contaminati, che hanno un carattere
normativi rappresentati dall’artico- richiami, a questo punto, anche gli più generale, tenuto conto che comunque
lo 34, commi 9 e 10, del decreto-leg- articoli 34 e 26 già trattati al secondo le differenze si giustificano in ragione
ge n. 133 del 2014 e dall’articolo 26 paragrafo. Anche qualora il richiamo di una non perfetta equiparabilità del
del DPR n. 120/2017 sono fonti di volesse sostenere che, in presenza di materiale di riporto al suolo, quale
contaminazione». riporti/fonte di contaminazione, si ordinaria matrice ambientale» (Tar
È chiaro come la circolare intenda debba aprire la bonifica, il richiamo Milano n. 2586/2015; nello stesso senso
affrontare, nella terza situazione, quella all’articolo 26 potrebbe andare in questa si veda anche la sentenza del Tar Milano

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n. 2638/2015 che richiama la pronuncia il Ministero, può applicarsi al materiale valori di fondo, e pertanto non risultino
del Tar Toscana n. 558/2015 secondo la scavato): essere contaminate, è sempre consentito
quale «la qualificazione dei materiali di • se le terre non vengono scavate si par- il riutilizzo in situ. Nel caso in cui nelle
riporto come «fonti di contaminazione» la di bonifica e, dunque, di rimozio- matrici materiali di riporto sia presente
prevale sulla qualificazione di «matrici ne o di messa in sicurezza operativa una fonte di contaminazione è necessario
ambientali» e impone di intervenire su o di messa in sicurezza permanente, procedere alla eliminazione di tale fonte
tali materiali con le specifiche modalità • se, invece, si intenda scavare il suo- di contaminazione e non dell’intera
previste dal citato art. 3 comma 3 (norma lo ai fini del riutilizzo in situ o extra matrice materiale di riporto prima di
speciale), anziché con le procedure ex situ, non si ragiona più di rimozione, poter riutilizzare in situ il materiale
artt. 242 ss. del Codice dell’ambiente»). né di messa in sicurezza permanente, di riporto stesso». Nella prima frase
La circolare sembra, però, di diverso bensì solo di trattamento. la circolare si dimentica del test di
avviso e si proietta verso il procedimento Che questo sia quanto stabilito dal cessione, nella seconda introduce una
di bonifica affermando che la rimozione ministero dell’Ambiente nella circolare nuova distinzione all’interno della stessa
«avviene attraverso la bonifica» (è lo si ricava dalla seguente frase: «Le matrice materiale di riporto.
corretto, ma se si stesse parlando di attività richiamate al punto 3)» (il In ultima analisi, la circolare ha
rifiuti, si userebbe sempre la parola trattamento per renderle conformi aumentato le perplessità, soprattutto se si
rimozione) e poiché il comma 1 dell’art. al test di cessione) «invece, vanno tiene presente la recente giurisprudenza
3, D.L. n. 2/2012 «mantiene ferma la intraprese nel caso in cui il suolo viene (peraltro, del tutto ignorata dalla
normativa delle bonifiche, è applicabile, escavato e ai fini del suo eventuale circolare) secondo la quale, in caso
nel caso di specie, anche la messa in successivo utilizzo, non ricorrano le di mancato superamento del test di
sicurezza operativa ricorrendone le condizioni per la gestione in qualità di cessione, la matrice materiali di riporto
condizioni di legge». Questa parte del sottoprodotto o per il riutilizzo in situ, deve essere gestita secondo un ordine
ragionamento non convince del tutto; ai sensi, rispettivamente». In assenza preferenziale che vede, al primo posto,
è vero che la normativa sulle bonifiche di motivazione, non resta, a questo la rimozione, al secondo il trattamento e,
resta ferma, ma il comma 1 dell’art. 3 punto, che prendere atto dell’opinione infine, la messa in sicurezza permanente
si riferisce, con questo inciso, al suolo del Ministero secondo il quale, in caso (Tar Veneto n. 313/2017).
non scavato inteso come matrice, cioè di riutilizzo, sarebbe possibile solo il
alla lettera b), comma 1 dell’art. 185, non trattamento che consiste – ricorda la
alle attività di scavo che – come visto – circolare – in «operazioni di recupero o
coinvolgono la normativa sui rifiuti e, smaltimento». Data questa affermazione,
solo eventualmente (art. 26, D.P.R. n. la circolare chiude il ragionamento
120/2017), quella sulle bonifiche. Forse sostenendo che «In estrema sintesi
però la circolare intende dire proprio dunque, nel caso le matrici materiali
questo (lo si ricava dall’ultima pagina di riporto rispettino la conformità alle
in cui l’opzione 3 è la sola che, secondo concentrazioni soglia di contaminazione/

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AMBIENTE&RISORSE
Legge europea

Tra gli obiettivi: superare le contestazioni mosse all’Italia

Acque ed emissioni
nella legge europea 2017
di Luciano Butti – B&P Avvocati Importanti modifiche al testo che definisce i requisiti minimi di
unico ambientale sono contenute prestazione per i metodi di analisi
nell’ultima legge europea n. 167/20171, delle acque4. Precedentemente, questa
finalizzata all’adeguamento periodico disposizione si limitava ad attribuire alle
Nel provvedimento dell’ordinamento nazionale a quello regioni, attraverso le agenzie ambientali
sono state inserite dell’Unione europea; in particolare: regionali e provinciali, la facoltà di scelta
• l’articoli 16 e 18 della legge si delle migliori tecniche disponibili per il
anche alcune misure occupano, rispettivamente, di tutela monitoraggio delle sostanze chimiche,
sulla pubblicità delle acque ed emissioni industriali; qualora non vi fossero standard di qualità
delle sostanze • l’articolo 17 riguarda gli scarichi idrici. ambientali per un dato parametro o di un
Mentre quest’ultima disposizione attua metodo di analisi che rispettasse i requisiti
o miscele classificate la direttiva 91/271/Cee in materia minimi di prestazione di cui al comma 1.
come pericolose, di acque reflue urbane, le prime due La legge n. 167/2017, al fine di
e in materia di aiuti mirano a superare le contestazioni mosse garantire l’intercomparabilità dei
all’Italia nell’ambito di due casi Eu- dati di monitoraggio delle sostanze
di Stato a favore Pilot, ossia un sistema di comunicazione chimiche e, di conseguenza, dello stato
dell’energia tra Commissione e Stati membri che ecologico e chimico dei corpi idrici
e dell’ambiente permette la condivisione informale di superficiali, prevede che le autorità di
informazioni2. bacino distrettuali promuovano intese
con le ragioni e le province autonome
Il contenuto dell’articolo 16... ricadenti nel distretto idrografico di
L’articolo 16 della legge europea competenza; così facendo, si mira
(caso Eu Pilot 7304/15/envi) riguarda a garantire l’uniformità nei metodi
l’applicazione a livello nazionale della utilizzati e l’intercomparabilità dei dati
direttiva 2009/90/Ce, in tema di tecniche di monitoraggio, anche mediante la
per l’analisi chimica e il monitoraggio previsione per l’Ispra dell’obbligo di
delle acque. La Commissione aveva rendere disponibile l’elenco dei laboratori
sollevato dubbi sull’esistenza di un del sistema agenziale presso i quali le
adeguato meccanismo di coordinamento regioni e le province autonome dovranno
affinché gli obiettivi della direttiva fossero far analizzare i dati del monitoraggio
perseguiti in modo omogeneo nell’intero delle sostanze prioritarie conformi ai
distretto idrografico, anche se comune a requisiti stabiliti.
più regioni.
A questo fine, l’art. 16 modifica l’art. ...dell’articolo 17...
78-sexies, comma 2, D.Lgs. n. 152/20063 L’art. 17, legge n. 167/2017 modifica la

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1. In Gazzetta ufficiale del 27 novembre 2017, n. 277.
2. Lo scopo delle procedure Eu Pilot è quello di risolvere eventuali infrazioni del diritto euro-
peo senza ricorrere alla procedura formale di contestazione. Solo nel caso in cui la Commis-
sione non sia soddisfatta del risultato del dialogo nel quadro dell’EU Pilot, essa può decidere
di avviare una procedura di infrazione.
3. Introdotto dal D.Lgs. n. 219/2010.
4. L’art. 78-sexies, D.Lgs. n. 152/2006, al comma 1 attribuisce all’Istituto superiore per la
protezione e la ricerca ambientale (Ispra) il compito di verificare che questi requisiti minimi
siano basati su un’incertezza di misura definita conformemente a determinati criteri tecnici.
5. La Commissione europea aveva, seppur solo informalmente, contestato tale riferimento
nelle procedure di infrazione nn. 2004/2034, 2009/2034 e 2014/2059.
6. L’art. 92, D.Lgs. n. 152/2006, disciplina l’individuazione delle zone vulnerabili da nitra-
ti di origine agricola, secondo i criteri previsti nell’allegato 7/A-I alla parte terza del mede-
simo testo unico ambientale.
7. Infatti, questa direttiva era già stata recepita con il D.Lgs. 46/2014, ma, a parere della Com-
missione, numerose disposizioni erano state recepite in modo incompleto, scorretto o ambiguo.
8. Si noti che, mentre la norma in esame ha a oggetto le sole emissioni in atmosfera, la nor-
ma europea che si intende recepire fa riferimento anche alle emissioni nelle acque. Andrebbe,
pertanto, valutata la possibilità di applicare la medesima disciplina alle emissioni nelle acque,
al fine di recepire in modo completo la direttiva 2010/75/Ue.
9. Si noti che, mentre la norma in esame ha a oggetto le sole emissioni in atmosfera, la nor-
ma europea che si intende recepire fa riferimento anche alle emissioni nelle acque. Andrebbe,
pertanto, anche qui valutata la possibilità di applicare la medesima disciplina alle emissioni
nelle acque, al fine di recepire in modo completo la direttiva 2010/75/Ue.

disciplina relativa ai limiti di emissione dall’applicazione delle disposizioni di cui stabilimenti che producono biossido
per gli impianti di acque reflue urbane al comma1 non devono derivare effetti di titanio e solfati di calcio (parte V-
recapitanti in aree sensibili, stabilendo sulle materie disciplinate ai sensi dell’art. bis del D.Lgs. n. 152/2006).
che gli stessi limiti (riferiti al contenuto 92, D.Lgs. n. 152/20066, né conseguenze Nella tabella 1 sono riportati i principali
di fosforo e azoto) devono essere sull’applicazione del medesimo articolo interventi operati dall’art. 18 sul D.Lgs.
monitorati e rispettati non in relazione in relazione ai limiti di utilizzo di n. 152/2006.
alla potenzialità dell’impianto ma, più materie agricole contenenti azoto, in In materia di impianti di incenerimento
in generale, al carico inquinante generato particolare degli effluenti zootecnici e e coincenerimento dei rifiuti, l’art.18
dall’agglomerato urbano. L’intervento dei fertilizzanti, nelle zone vulnerabili apporta modifiche anche alle norme
normativo opera con riferimento alla da nitrati di origine agricola. tecniche contenute negli allegati 1 e 2 alla
tabella 2 dell’allegato 5 alla parte 3 del parte IV del D.Lgs. n. 152/2006. In questa
D.Lgs. n. 152/2006. Il fine è garantire ... e dell’articolo 18 sede si ritiene sufficiente rilevare che, a
la corretta attuazione della direttiva L’art. 18 della legge europea apporta seguito di questo intervento normativo:
91/271/Cee, che, all’art. 5, paragrafo molteplici modifiche alla disciplina • le misurazioni relative alla determi-
2, stabilisce come, per gli impianti di dettata dal D.Lgs. n. 152/2006 in materia nazione delle concentrazioni di inqui-
acque reflue urbane recapitanti in aree di emissioni industriali e di autorizzazione nanti nell’atmosfera e nell’acqua de-
sensibili, l’elemento discriminante per integrata ambientale (Aia). Con questo vono essere eseguite «in modo rap-
l’applicazione dei limiti di emissione articolo si è cercato di recepire in modo presentativo»;
previsti non sia la potenzialità completo la direttiva 2010/75/Ue e, • il campionamento e l’analisi di tutte
dell’impianto, bensì il carico inquinante così, superare le contestazioni di non le sostanze inquinanti presenti in
generato dall’agglomerato, espresso in conformità mosse dalla Commissione atmosfera devono essere eseguite in
abitanti equivalenti (a.e.). europea nell’ambito del caso Eu Pilot conformità con le norme Cen o, in loro
La tabella faceva riferimento, ai fini 8978/16/envi7. Le modifiche operate assenza, con le norme Iso nazionali
dell’applicazione dcei valori massimi di hanno a oggetto: o internazionali che assicurino la
emissione, alla «potenzialità impianto in • la disciplina dell’Aia (parte II del disponibilità di dati di qualità scientifica
a.e.» ; in particolare i limiti si applicavano D.Lgs. n. 152/2006); equivalente8;
soltanto agli impianti di depurazione • le disposizioni sugli impianti di • i sistemi automatici di misurazione
aventi una potenzialità a partire da 10.000 incenerimento e coincenerimento dei devono essere sottoposti «a controllo
a.e., comportando così una non corretta rifiuti (parte IV del D.Lgs. n. 152/2006 per mezzo di misurazioni parallele
applicazione della direttiva sopra citata5. e relativi allegati 1 e 2); in base ai metodi di misurazione
L’art. 17, pertanto, interviene sostituendo • la disciplina delle emissioni di composti di riferimento almeno una volta
il riferimento alle «potenzialità organici volatili (cov) e di grandi all’anno»9.
impianto in a.e.» con le parole «carico impianti di combustione (parte V del Inoltre, mediante l’articolo in esame,
generato dall’agglomerato in a.e.». D.Lgs. n. 152/2006); si recepisce la disciplina europea in
Inoltre, al comma 3 viene stabilito che • le norme in materia di installazioni e materia di determinazione dei valori

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AMBIENTE&RISORSE
Legge europea

TABELLA 1
Interventi dell’art. 18 sul D.Lgs. n. 152/2006
Articolo del D.Lgs. Materia Disciplina ante legge Disciplina post legge europea
n. 152/2006 trattata europea 2017 2017
Art. 5, comma 1, Aia - definizione di Riferimento agli effetti negativi e signifi- Riferimento agli effetti negativi e significativi
lettera l-bis modifica sostanziale cativi sull’ambiente per qualificare la mo- sull’ambiente “o” sulla salute umana per qua-
di progetto, opera o difica come sostanziale. lificare la modifica come sostanziale.
impianto

Art. 29-ter, comma 2 Domanda di Aia La sintesi non tecnica dei dati non include i La sintesi non tecnica dei dati include i dati ri-
dati riguardanti la relazione di riferimento. guardanti la relazione di riferimento.

Art. 29-quater, comma 2 Procedura per il rila- La consultazione del pubblico è garantita La consultazione del pubblico è garantita me-
scio di Aia mediante la pubblicazione del contenuto diante la pubblicazione, sul sito internet dell’au-
della decisione sul sito internet dell’auto- torità competente, sia del contenuto della deci-
rità competente. sione che del progetto di decisione (compreso
il verbale conclusivo della conferenza di ser-
vizi), nonché, infine, delle proposte di riesa-
me formulate dalle autorità competenti in ma-
teria ambientale.

Art. 29-decies, comma Inosservanza del- Diffida e contestuale sospensione dell’at- Diffida e contestuale sospensione dell’attivi-
9, lettera b) le prescrizioni Aia o tività «ove si manifestino situazioni», o tà in caso di «pericolo immediato per la salu-
esercizio in assenza in caso di violazioni reiterate più di due te umana o per l’ambiente», o in caso di vio-
di Aia volte l’anno. lazioni reiterate più di due volte in un anno.

Art. 237-ter Incenerimento e Nella definizione di “impianto di inceneri- In entrambe le definizioni di “impianto di in-
coincenerimento di mento” non sono comprese le installazioni cenerimento” e “impianto di coincenerimento”
rifiuti – definizioni di trattamento degli scarichi gassosi; nel- sono comprese le “installazioni di trattamento
la definizione di “impianto di coinceneri- degli scarichi gassosi.”
mento” sono comprese le “apparecchiatu-
re di trattamento degli scarichi gassosi.”

Art. 237-sexies, Coincenerimento dei Adozione di tecniche tali da assicurare il Adozione di tecniche tali da assicurare il ri-
comma 3 rifiuti nel luogo di rispetto dei valori limite di emissione fis- spetto dei valori limite di emissione fissati
produzione - indu- sati nell'allegato 2. nell'allegato 1.
strie della pasta di
legno e della carta

Art. 237-sexies, Autorizzazione alla L’autorità competente deve provvedere al riesa-


comma 3-bis (nuovo) realizzazione ed eser- me periodico ed all’aggiornamento, ove neces-
cizio degli impianti di sario, delle condizioni di autorizzazione (pri-
incenerimento e coin- ma tale riesame era garantito, ex art. 29-octies
cenerimento comma 1, solo per gli impianti soggetti ad Aia)

Art. 237-nonies, Impianti di coincene- Deve essere assicurato il rispetto dei valori li-
comma 1-bis (nuovo) rimento dei rifiuti au- mite di emissione di carbonio organico totale
torizzati a modifica- e monossido di carbonio fissati nell'Allegato
re le condizioni di 1, paragrafo A2.
esercizio

Art. 237-terdecies, Scarico di acque Verifica dell’osservanza dei valori limite Verifica dell’osservanza dei valori limite di
comma 8 reflue di emissione, stabiliti per il flusso di ac- emissione, stabiliti per il flusso di acque reflue
que reflue provenienti dal processo di de- provenienti dal processo di depurazione degli
purazione degli effluenti gassosi, per gli effluenti gassosi, per gli impianti sia di incene-
impianti di coincenerimento. rimento che di coincenerimento.

Art. 237-octiesdecies, Condizioni anomale Non appena si verificano condizioni ano- Non appena si verificano condizioni anoma-
comma 5 di funzionamento male, così come non appena è ripristina- le, così come non appena è ripristinata la com-
ta la completa funzionalità dell’impianto, pleta funzionalità dell’impianto, il gestore ne
il gestore ne dà comunicazione all’auto- dà comunicazione all’autorità competente e
rità di controllo. all’autorità di controllo.

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Articolo del D.Lgs. Materia Disciplina ante legge Disciplina post legge europea
n. 152/2006 trattata europea 2017 2017
Art. 275, comma 5-bis Emissioni di cov Il gestore deve informare tempestivamente l'au-
(nuovo) torità competente di qualsiasi violazione delle
prescrizioni autorizzative.

Art. 275, comma 6 Emissioni di cov L’autorizzazione per l’esercizio dello stabi- L’autorizzazione per l’esercizio dello stabili-
limento, ai fini della valutazione dell’emis- mento, ai fini della valutazione dell’emissione
sione totale annua di solvente, deve fare totale annua di solvente, deve fare riferimento
riferimento al consumo massimo teorico. alle emissioni effettive.

Art. 298-bis, comma Installazioni e stabi- Il gestore dell’installazione deve informare im-
1-bis (nuovo) limenti che produ- mediatamente l’autorità competente in caso di
cono biossido di ti- violazione delle condizioni di autorizzazione,
tanio adottando le misure necessarie a ripristinare
la conformità.

Art. 298-bis, comma Installazioni e stabi- L’autorità competente impone al gestore di adot-
1-ter (nuovo) limenti che produ- tare ogni misura complementare necessaria per
cono biossido di ti- ripristinare la conformità. Inoltre dispone la so-
tanio spensione dell’esercizio della parte interessata
qualora vi sia pericolo immediato per la salu-
te umana o di ripercussioni serie ed immedia-
te sull’ambiente.

Art. 298-bis, comma 3 Installazioni e stabi- Le autorità competenti possono effettuare Le autorità competenti effettuano (obbligo) ispe-
limenti che produ- (facoltà) ispezioni e prelievi di campioni zioni e prelievi di campioni relativamente alle
cono biossido di ti- relativamente alle emissioni nelle acque, emissioni nelle acque, alle emissioni nell’atmo-
tanio alle emissioni nell’atmosfera, agli stoccag- sfera, agli stoccaggi ed alle lavorazioni pres-
gi ed alle lavorazioni presso le installa- so le installazioni e gli stabilimenti
zioni e gli stabilimenti.

Art. 298-bis, comma Installazioni e stabi- A queste installazioni e stabilimenti si applica-


3-bis (nuovo) limenti che produ- no le disposizioni dell’art. 29-undecies, D.Lgs.
cono biossido di ti- n. 152/2006 che disciplina gli adempimen-
tanio ti a carico del gestore in caso di incidenti o
eventi imprevisti incidenti in modo significati-
vo sull’ambiente.

limite di emissione dei grandi impianti 1272/2008, relativo alla classificazione, per gli anni 2014-2020, sono compatibili
di combustione. etichettatura e imballaggio di sostanze e con il mercato interno ex art. 107 del
miscele. Questa violazione potrà essere trattato sul funzionamento dell’unione
Altre disposizioni punita con una sanzione amministrativa europea. Questi articoli disciplinano,
È, infine, doveroso considerare, almeno pecuniaria da euro 10.000 a euro 60.000, rispettivamente:
sommariamente, altre disposizioni «salvo che il fatto costituisca reato» • le agevolazioni per le imprese a forte
della legge europea aventi rilievo sul (clausola di riserva penale). Obiettivo consumo di energia elettrica, al fine di
piano ambientale. Ci si riferisce, in della norma è quella di garantire la ridurne gli oneri tariffari sul consumo;
particolare, agli articoli 15, 19, 20 e 21. sicurezza dei consumatori e la tutela • il sostegno alla produzione di energia
L’articolo 15, apportando modifiche al della salute in conformità al principio di da fonti rinnovabili mediante incentivi;
D.Lgs. n. 186/2011, introduce una nuova precauzione. Con gli articoli 19, 20 e 21, • i corripettivi - a copertura degli one-
fattispecie di illecito amministrativo invece, si adegua la normativa nazionale ri generali del sistema del gas - che le
per la violazione delle prescrizioni in alla comunicazione 2014/C 200/01 con imprese a forte consumo di gas natu-
materia di pubblicità delle sostanze o la quale la Commissione illustra le rale devono versare e che sono desti-
miscele classificate come pericolose, condizioni alle quali gli aiuti di Stato nati a finanziare misure di decarbo-
di cui all’art. 48, regolamento (Ce) n. a favore dell’energia e dell’ambiente, nizzazione..

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AMBIENTE&RISORSE
Appalti verdi

La misura a fronte della modifica dell’art. 34 del codice appalti

I nuovi criteri ambientali


per l’edilizia pubblica
di Massimo Mauri, Tra le modifiche apportate al codice ap- gato 2 al decreto del Ministro dell’am-
Arpa Lombardia palti dal recente D.M. 19 aprile 2017, biente e della tutela del territorio e del
n. 56, all’art. 34 è stato stabilito che, mare 11 gennaio 2017 recante «Adozio-
per le categorie d’appalto riferite a- ne dei criteri ambientali minimi per gli
gli interventi di ristrutturazione, inclu- arredi per interni, per l’edilizia e per i
si quelli comportanti demolizione e ri- prodotti tessili»1 per quel che riguarda
Le variazioni costruzione, il ministero dell’Ambiente nello specifico l’«Affidamento di servizi
puntuali introdotte e della tutela del territorio e del mare di progettazione e lavori per la nuova
indichi criteri per rendere più flessibi- costruzione, ristrutturazione e manu-
dal decreto le l’obbligo di applicazione dei criteri tenzione di edifici pubblici».
11 ottobre 2017 minimi ambientali, in relazione alla ti-
all’allegato 2 pologia e alla localizzazione dell’inter- Deroghe
vento da realizzare. Il D.M. 11 ottobre In sintesi, le deroghe si potranno ap-
al D.M. 11 2017 è intervenuto, quindi, sull’alle- plicare per le ristrutturazioni edilizie,
gennaio 2017 sono
prevalentemente BOX 1
orientate a declinare Decreto interministeriale 2 aprile 1968, n. 1444
con maggiore
«Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati e
precisione rapporti massimi tra gli spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi
le precedenti e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, al verde pubblico o a parcheg-
gi, da osservare ai fini della formazione dei nuovi strumenti urbanistici o della
indicazioni revisione di quelli esistenti, ai sensi dell’art. 17 della legge n. 765 del 1967».

Art. 2. - Zone territoriali omogenee


A) le parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestano carat-
tere storico, artistico e di particolare pregio ambienta-le o da porzioni di essi,
comprese le aree circostanti, che possono considerarsi parte integrante, per
tali caratteristiche, degli ag-glomerati stessi;
B) le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate, diverse dalle zone
A): si considerano parzialmente edificate le zone in cui la superficie coperta de-
gli edifici esistenti non sia inferiore al 12,5% (un ottavo) della superficie fondia-
ria della zona e nelle quali la densità territoriale sia superiore a 1,5 mc/mq.

78 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


1. Si veda il commento dello stesso
autore pubblicato su Ambiente&Si-
curezza n. 3/2017.
2. Si veda il commento dello stesso
autore pubblicato su Ambiente&Si-
curezza n. 11/2017.

comprensive degli interventi di demo- In particolare, nel nuovo cam sono sta- Si segnala poi che, per alcuni crite-
lizione e ricostruzione di edifici, nel- ti stralciati i criteri: ri (2.4.2.1 «Calcestruzzi confezionati
le zone territoriali omogenee (ZTO) • 1.4 «Riferimenti normativi»; in cantiere e preconfezionati»; 2.4.2.2
“A” e “B”, di cui al decreto intermini- • 2.4.1.3 «Sostanze dannose per «Elementi prefabbricati in calcestruz-
steriale 2 aprile 1968, n. 1444 (box 1). l’ozono»; zo»; 2.4.2.3 «Laterizi»; 2.4.2.5 «Ghisa,
• 2.4.1.4 «Sostanze ad alto potenziale ferro, acciaio»; 2.4.2.6 «Componen-
La flessibilità potrà essere applicata, di riscaldamento globale (GWP)». ti in materie plastiche»; 2.4.2.7 «Tra-
motivandone le ragioni, per le prescri- mezzature e controsoffitti»; 2.4.2.9 «I-
zioni previste dai criteri:
• 2.2.3 «Riduzione del consumo di suo-
lo e mantenimento della permeabili- Le esenzioni si potranno applicare
tà dei suoli», relativamente alla su-
per le ristrutturazioni effettuate
perficie territoriale permeabile della
superficie di progetto e alla superfi- nelle zone territoriali omogenee
cie da destinare a verde; “A” e “B” ex D.M. n. 1444/1968
• 2.3.5.1 «Illuminazione naturale».
Il legislatore ha quindi deciso di limita-
re il perimetro d’azione delle deroghe
a due soli aspetti. In compenso, nel nuovo cam sono stati solanti termici ed acustici»), in sosti-
aggiunti i criteri: tuzione alle certificazioni indicate nel
Modifiche strutturali • 2.4.2.2 «Elementi prefabbricati in cam, sarà possibile presentare un rap-
Si riportano di seguito le novità inter- calcestruzzo» (precedentemente in- porto di ispezione rilasciato da un or-
venute con il D.M. 11 ottobre 2017, in cluso nel criterio 2.4.2.1, ora amplia- ganismo di ispezione, in conformità al-
primis quelle di tipo strutturale, poi se- to e reso autonomo); la Iso/Iec 17020:2012. In questo caso è
guite da elementi più puntuali. • 2.6.6 «Bilancio materico» (come nel previsto che la stazione appaltante pro-
L’impianto del documento ha subito recente cam “Illuminazione pubblica” ceda a un’attività ispettiva durante l’e-
modifiche molto contenute, mantenen- di cui al D.M. 27 settembre 20172, si secuzione delle opere.
do quindi una struttura che fornisce in- prevede un meccanismo di valoriz-
dicazioni per gruppi di edifici (criterio zazione delle soluzioni coerenti con Modifiche puntuali
2.2), per poi concentrarsi sul singolo il concetto di economia circolare); Il D.M. 11 ottobre 2017 in analisi inter-
edificio (criterio 2.3) e infine analiz- • 2.7.3 «Garanzie» e 2.7.4 «Verifiche viene su di un criterio ambientale mi-
zare gli aspetti ambientali dei singoli ispettive», che vanno a declinare alcu- nimo aggiornato da meno di un anno.
componenti (criterio 2.4) e indicare ni aspetti rilevanti per la fase post-af- Le modifiche puntuali sono prevalen-
prescrizioni per le attività di cantiere fidamento. temente orientate a declinare con mag-
(criterio 2.5). giore precisione le indicazioni fornite,

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AMBIENTE&RISORSE
Appalti verdi

TABELLA 1
Esempi di protocolli di certificazione dell’edificio
Protocollo *Building
Breeam* Casaclima Leed Well research
Itaca establishment
environmental
assessment
method

piuttosto che a incrementare i livelli di stati inseriti degli esempi di protocolli Per questi casi, la diagnosi deve esse-
prestazione ambientale e ridurre conse- di certificazione dell’edificio, riporta- re condotta o acquisita [oltre all’ at-
guentemente i fattori di pressione am- ti in tabella 1. testato di prestazione energetica (a-
bientale connessi a queste tipologie di pe) dell’edificio ex legge n. 90/2013
affidamento. 2.2.5 Approvvigionamento ove richiesta dalle leggi vigenti] una
Si riportano di seguito i criteri ogget- energetico diagnosi energetica per individuare la
to di modifica con l’indicazione delle Nell’elenco dei possibili interventi per prestazione energetica dell’edificio e
principali novità. coprire almeno parzialmente il fabbiso- le azioni da intraprendere per la ri-
gno energetico, sono aggiunti «instal- duzione del fabbisogno energetico
1.1 Oggetto e struttura del lazione di sistemi a pompa di calore» e dell’edificio. Questa diagnosi dovrà
documento «installazione di impianti a biomassa». includere la valutazione dei consumi
Nel paragrafo, ove si specifica che per effettivi dei singoli servizi energeti-
«organismi di valutazione della con- 2.2.8.5 Impianto di illuminazione ci degli edifici oggetto di intervento
formità» si intendono i soggetti accre- pubblica ricavabili dalle bollette energetiche
ditati a norma del regolamento (Ce) n. In questo criterio si menziona il cri- riferite ad almeno i tre anni prece-
765/2008 del Parlamento europeo e del terio minimo ambientale per l’illumi- denti o agli ultimi tre esercizi ade-
Consiglio, è stato aggiunto un riferimen- nazione pubblica; il riferimento è al guatamente documentati. In caso di
to agli “accordi internazionali di mutuo più recente cam emanato, ovvero il utilizzo dell’edificio da meno di tre
riconoscimento Ea/Iaf Mla”, che garan- D.M. 27 settembre 2007 2017 «Criteri anni o di indisponibilità di bollette
tiscono il riconoscimento dell’equiva- Ambientali Minimi per l’acquisizione dei tre anni precedenti o riferite agli
lenza delle attività di accreditamento sorgenti luminose per l’illuminazione ultimi tre esercizi, la diagnosi ener-
svolte da tutti i membri firmatari all’in- pubblica, apparecchi per illuminazione getica può essere redatta sulla base di
terno del sistema di accreditamento, ge- pubblica, affidamento del servizio una stima dei consumi dalle bollette
stito da Iaf-Ilac a livello internazionale di progettazione di impianti per energetiche riferite all’ultimo anno
e da Ea a livello regionale (europeo)3. l’illuminazione pubblica»4. (per il riscaldamento in base ai gra-
di giorno). Questi consumi devono
1.2 Indicazioni generali per la 2.3.1 Diagnosi energetica essere normalizzati per tenere conto
stazione appaltante Le previsioni del criterio sono state sud- dell’andamento climatico dell’ulti-
In questo paragrafo sono indicati i re- divise in due casistiche: mo anno. In caso di inutilizzo della
quisiti degli operatori incaricati di ef- • progetti di ristrutturazione importante struttura per oltre 5 anni, la diagno-
fettuare le diagnosi energetiche, ovve- di primo livello e progetti di ristrut- si energetica può essere redatta sulla
ro la loro certificazione di parte terza turazione importante di secondo li- base di una stima dei consumi;
(ai sensi delle norme Uni 11339 o U- vello di edifici con superficie utile di • per i progetti di ristrutturazione im-
ni 11352, o Uni En Iso 16247-5) e, per pavimento uguale o superiore a 2500 portante di secondo livello di edifi-
agevolare le stazioni appaltanti, sono (duemilacinquecento) metri quadrati. ci con superficie utile di pavimento

80 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


3. Si veda https://
services.accredia.
it/context.jsp?ID_
LINK=66&area=6
4. Si veda la nota 2.
BOX 2

Criterio 2.3.2 - Prestazione energetica


1. il rispetto delle condizioni di cui all’allegato 1 par. 3.3 punto 2 lett. b) del
decreto ministeriale 26 giugno 2015 prevedendo, fin d’ora, l’applicazione
degli indici che tale decreto prevede, per gli edifici pubblici, soltanto a parti-
re dall’anno 2019.
2. adeguate condizioni di comfort termico negli ambienti interni, attraverso
una progettazione che preveda una capacità termica areica interna periodi-
ca (Cip) riferita a ogni singola struttura opaca dell’involucro esterno, calcola-
ta secondo la UNI EN ISO 13786:2008, di almeno 40 kJ/m²K oppure calco-
lando la temperatura operante estiva e lo scarto in valore assoluto valutato in
ac-cordo con la norma UNI EN 15251.
I progetti degli interventi di ristrutturazione importante di secondo livello e di ri-
qualificazione energetica riguardanti l’involucro edilizio devono rispettare i va-
lori minimi di trasmittanza termica contenuti nelle tabelle 1-4 di cui all’appendi-
inferiore a 2500 (duemilacinquecen- ce B del decreto ministeriale 26 giugno 2015 e s.m.i., relativamente all’anno
to) metri quadrati e per i progetti di 2019 per gli edifici pubblici.
riqualificazione energetica, gli inter- I valori di trasmittanza delle precedenti tabelle si considerano non comprensi-
venti devono essere supportati da u- vi dell’effetto dei ponti termici. In caso di interventi che prevedano l’isolamen-
na valutazione costi/benefici e deve to termico dall’interno o l’isolamento termico in intercapedine, indipendente-
mente dall’entità della su-perficie coinvolta, deve essere mantenuta la capacità
essere in ogni caso presentato l’ape.
termica areica interna periodica dell’involucro esterno precedente all’inter-ven-
to o in alternativa va calcolata la temperatura operante estiva in accordo con
2.3.2 Prestazione energetica la UNI 10375 e lo scarto in valore assoluto valu-tato in accordo con la norma
Il criterio è stato rimaneggiato, ma co- UNI EN 15251 rispetto a una temperatura di riferimento (verificare in paralle-
munque si applica a: lo il rispetto di quanto prescritto dai criteri 2.3.5.2 e 2.3.5.7).
• interventi di nuova costruzione, in- Verifica: per dimostrare la conformità al presente criterio, il progettista deve
clusi gli interventi di demolizione e presentare la relazione tecnica di cui al decreto mini-steriale 26 giugno 2015
e l’Attestato di prestazione energetica (APE) dell’edificio ante e post operam,
ricostruzione e quelli di ampliamen-
gli interventi previsti, i conseguenti risultati raggiungibili. La temperatura ope-
to di edifici esistenti che abbiano un rante estiva ( o,t) si calcola secondo la procedura descritta dalla UNI 10375,
volume lordo climatizzato superiore con riferimento al giorno più caldo della stagione estiva (secondo UNI 10349
al 15% di quello esistente o comun- parte 2) e per l’ambiente dell’edificio destinato alla permanenza di persone ri-
que superiore a 500 m³; tenuto più sfavorevole (14) Lo scarto in valore assoluto (∆Ti), che corrisponde
• interventi di ristrutturazione impor- al livello mini-mo di comfort da garantire nell’ambiente più sfavorevole, si va-
tante di primo livello. luta con la seguente formula:

Le prestazioni da garantire e i metodi


di prova sono stati modificati come ri-
portato nel box 2.

2.3.5.1 Illuminazione naturale


Per questo criterio minimo è stata in-
Qualora il progetto sia sottoposto a una fase di verifica valida per la successiva
trodotta la possibilità di effettuare de-
certificazione dell’edificio secondo uno dei pro-tocolli di sostenibilità energeti-
roghe e, dopo aver indicato che «Nei co-ambientale degli edifici (rating systems) di livello nazionale o internazionale,
locali regolarmente occupati deve es- la conformità al presente criterio può essere dimostrata se nella certificazione
sere garantito un fattore medio di luce risultano soddisfatti tutti i requisiti riferibili alle prestazioni am-bientali richia-
diurna maggiore del 2% facendo salvo mate dal presente criterio. In tali casi il progettista è esonerato dalla presen-
quanto previsto dalle norme vigenti su tazione della documentazione sopra indicata, ma è richiesta la presentazio-
specifiche tipologie edilizie» è inserita ne degli elaborati e/o dei documenti previsti dallo specifico protocollo di
certificazione di edilizia sostenibile perseguita.
la dicitura «e facendo salvi gli interven-
ti di ristrutturazione edilizia o restau-

www.ambientesicurezzaweb.it n.1 - gennaio 2018 81


AMBIENTE&RISORSE
Appalti verdi

TABELLA 2
Isolanti termici e acustici

ro conservativo per i quali è prevista la ci (rating systems) di livello nazionale legislativo 3 aprile 2006, n. 152, Nor-
conservazione dei caratteri tipologici o internazionale, la conformità al pre- me in materia ambientale».
e di prospetto degli edifici esistenti per sente criterio può essere dimostrata se Inoltre, è stata aggiunta la seguente pre-
effetto di norme di tutela dei beni archi- nella certificazione risultano soddisfatti visione per la verifica ai criteri «2.4.2.3
tettonici (decreto legislativo 42/2004) o tutti i requisiti riferibili alle prestazio- (Laterizi)» e «2.4.2.5 (Ghisa, ferro, ac-
per effetto di specifiche indicazioni da ni ambientali richiamate dal presente ciaio)»: «una certificazione di prodotto
parte delle Soprintendenze». criterio», è aggiunta la seguente speci- rilasciata da un organismo di valutazio-
fica «In tali casi il progettista é esone- ne della conformità che attesti il conte-
2.3.5.3 Dispositivi di protezione rato dalla presentazione della ulterio- nuto di riciclato attraverso l’esplicita-
solare re documentazione sopra indicata, ma zione del bilancio di massa che consi-
In questo criterio è ora specificato che é richiesta la presentazione degli ela- ste nella verifica di una dichiarazione
è possibile soddisfare il requisito anche borati e/o dei documenti previsti dal- ambientale autodichiarata, conforme
«attraverso le sole e specifiche caratte- lo specifico protocollo di certificazione alla norma ISO 14021».
ristiche della componente vetrata (ad e- di edilizia sostenibile perseguita, fermo
sempio i vetri selettivi e a controllo so- restando l’esecuzione del collaudo». 2.4.2.2 Elementi prefabbricati
lare)» ed è, quindi, derogabile il posi- in calcestruzzo
zionamento di «sistemi di schermatura 2.4 Specifiche tecniche Il criterio 2.4.2.1 «Calcestruzzi confezio-
e/o ombreggiamento fissi o mobili ver- dei componenti edilizi nati in cantiere, preconfezionati e pre-
so l’esterno e con esposizione da sud- Questo paragrafo intende orientare la fabbricati», di cui alla precedente ver-
sud est (SSE) a sud-sud ovest (SSO)». scelta dei componenti edilizi nell’ottica sione del cam, è stato suddiviso in due:
di aumentare l’uso di materiali riciclati. • il 2.4.2.1 riferito ai «Calcestruzzi
2.3.5.6 Comfort acustico La revisione ha mantenuto il riferimen- confezionati in cantiere e precon-
In questo criterio, alla previsione ori- to al D.Lgs. n. 152/2006 e ha aggiunto fezionati»;
ginaria «Qualora il progetto sia sotto- la seguente specifica «Ove nei singo- • il 2.4.2.2 dedicato agli «Elementi pre-
posto ad una fase di verifica valida per li criteri si citano materie provenienti fabbricati in calcestruzzo»,
la successiva certificazione dell’edificio da riciclo, recupero, o sottoprodotti o che, secondo il criterio ambientale mi-
secondo uno dei protocolli di sostenibi- terre e rocce da scavo si fa riferimen- nimo, «devono avere un contenuto to-
lità energetico-ambientale degli edifi- to alle definizioni previste dal decreto tale di almeno il 5% in peso di mate-

82 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


5. Si veda la nota 2.

rie riciclate, e/o recuperate, e/o di sot- • 4.2. consumo e uso di acqua; 2.7.4 Verifiche ispettive
toprodotti». • 4.3.b emissioni nell’aria (per i para- Il criterio è inserito ex novo e prevede
metri particolato e fluoruri); che si svolga un’attività ispettiva «con-
2.4.2.3 Laterizi • 4.4. emissioni nell’acqua; dotta secondo la norma Uni Cei En I-
Nuove indicazioni per i laterizi per co- • 5.2. recupero dei rifiuti. so/Iec 17020:2012 da un organismo di
perture, pavimenti e muratura faccia vi- valutazione della conformità al fine di
sta, i quali «devono avere un contenuto 2.6.6 Bilancio materico accertare, durante l’esecuzione delle o-
di materie riciclate e/o recuperate (sul Il criterio è inserito ex novo, come nel pere, il rispetto delle specifiche tecniche
secco) di almeno il 5% sul peso del pro- recente cam “Illuminazione pubblica” di edificio, dei componenti edilizi e di
dotto. Qualora i laterizi contengano, ol- ex D.M. 27 settembre 20175, e introduce cantiere definite nel progetto. In meri-
tre a materie riciclate e/o recuperate, un meccanismo di valorizzazione del- to al contenuto di materia recuperata o
anche sottoprodotti e/o terre e rocce da le soluzioni coerenti con il concetto di riciclata (criterio “Materia recuperata
scavo, la percentuale deve essere di al- economia circolare, da ottenersi attra- o riciclata”), se in fase di offerta è sta-
meno il 7,5% sul peso del prodotto». verso l’assegnazione di un punteggio to consegnato il risultato di un’attività
premiante pari a “5” per la redazione ispettiva (in sostituzione di una certi-
2.4.2.9 Isolanti termici e acustici di un bilancio materico relativo all’uso ficazione) l’attività ispettiva in fase di
Si riscontra l’aggiunta di due nuove ti- efficiente delle risorse impiegate per la esecuzione è obbligatoria. Il risultato
pologie, come da tabella 2, ovvero ag- realizzazione e manutenzione dei ma- dell’attività ispettiva deve essere comu-
glomerato di poliuretano e agglomera- nufatti e/o impiegati nel servizio og- nicato direttamente alla stazione appal-
ti di gomma. getto del bando. tante. L’onere economico dell’attività
ispettiva è a carico dell’appaltatore».
2.4.2.10 Pavimenti e rivestimenti 2.7.3 Garanzie
Nel criterio sono mantenuti i riferimen- Il criterio è inserito ex novo e preve- Conclusioni
ti «ai criteri ecologici e prestazionali de che l’appaltatore specifichi durata L’intervento del legislatore sull’articolo
previsti dalle decisioni 2010/18/CE, e caratteristiche delle garanzie forni- 34 del codice appalti ha reso necessario
2009/607/CE e 2009/967/CE e loro mo- te, anche in relazione alla posa in ope- apportare delle modifiche al cam edili-
difiche ed integrazioni, relative all’as- ra, in conformità ai disposti legislativi zia, che, a distanza di meno di un anno
segnazione del marchio comunitario di vigenti in materia in relazione al con- dalla precedente revisione, ha dovuto
qualità ecologica». tratto in essere. Il cam specifica, inoltre, concentrarsi nell’articolazione di mag-
Invece, per le piastrelle di ceramica è che «la garanzia deve essere accompa- gior dettaglio delle casistiche in cui ap-
stato preferito far riferimento a parte gnata dalle condizioni di applicabilità e plicare le previsioni, nonché nell’appro-
dei criteri di cui ai criteri ecologici per da eventuali prescrizioni del produtto- fondimento di alcuni paragrafi.
l’assegnazione del marchio comunita- re circa le procedure di manutenzione
rio di qualità ecologica alle coperture e posa che assicurino il rispetto delle
dure (decisione 2009/607/Ce), ovvero: prestazioni dichiarate del componente».

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AMBIENTE&RISORSE
Reati

Un punto critico è riconoscere, selezionare e valutare le conoscenze pertinenti

Ambiente e processi penali


tra scienza e diritto
di Angelo Merlin, La questione del rapporto tra scienza e bis del codice penale, i delitti di evento
Merlin & Tonellotto - avvocati diritto è oggetto di un dibattito interna- contro l’ambiente.
penalisti per l’impresa, zionale che è tanto più ampio quanto Per provare la sussistenza di questi de-
vice-presidente Assoreca maggiore è l’accelerazione dello svilup- litti non è più possibile utilizzare sola-
po scientifico negli ultimi anni. mente prove “agevolate” come nel “re-
Nel settore ambientale questo rapporto gime contravvenzionale” (ad esempio
Un numero sempre si presta a essere esaminato da diverse attraverso la dimostrazione del mero
più elevato angolazioni, tutte di notevole interesse. superamento formale di valori-soglia
La più evidente riguarda il ruolo del sa- predeterminati), ma è necessario af-
di elementi rilevanti pere scientifico nella formulazione del- frontare l’accertamento della causalità
per il dibattimento le normative dal contenuto prettamente tra singola condotta, o la convergenza
in aula può essere tecnico, che fissano standard o obietti- di diverse condotte, e il deterioramen-
vi di qualità degli elementi ambientali, to dell’ambiente.
dimostrato soltanto limiti di concentrazione1 o di emissio- Dalle vicende narrate nel film “Erin
con tecniche ne di sostanze chimiche nell’ambiente, Brockovich – Forte come la verità”3 ai
sofisticate. caratteristiche tecniche dei prodotti e processi legati a importanti emergenze
degli impianti eccetera ambientali italiane (Porto Marghera,
I nuovi delitti Norme tecniche che assumono un ruo- Bussi, Taranto, solo per citarne alcuni)
introdotti dalla lo preminente nella disciplina a tutela anche l’opinione pubblica ha ben com-
legge n. 68/2015 dell’ambiente rappresentando, in ulti- preso come i modelli scientifici per in-
ma analisi, il cuore della sua prescritti- dagare fenomeni di contaminazione, in-
potrebbero diventare vità nei confronti delle attività private quinamento e/o disastro abbiano assunto
terreno fertile e delle politiche pubbliche e che sono una rilevanza sempre maggiore nei tri-
per il dialogo la sede in cui si esercita la tipica attivi- bunali penali, in quanto consentono di
tà discrezionale attraverso cui si realiz- colmare e integrare l’insufficienza del
tra i due ambiti za la tutela dell’ambiente2. sapere comune direttamente disponibi-
Interessante, pertanto, concentrare l’at- le dal giudice; risulta, infatti estraneo
tenzione esclusivamente sul delicato alla formazione professionale del giu-
rapporto tra scienza e diritto all’inter- rista comprendere metodologie scienti-
no dei processi penali nei quali si discu- fiche e/o tecnologiche che richiedono
tono imputazioni per fatti commessi in competenze sulla natura del sapere che
violazione della normativa ambientale. queste sottendono.
Argomento di accresciuto interesse dal Così, per fare un primo esempio, si pen-
momento in cui nell’ordinamento ita- si alla prova concernente l’evento di av-
liano sono stati introdotti, al titolo VI- velenamento delle acque di falda (reato

84 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


1. I limiti di concentrazione, o valori-soglia, sono fissati normalmente da agenzie regolamentatrici che, come primo passo, effettuano una
ricognizione di tutti gli studi scientifici condotti sulla nocività di una determinata sostanza, rispetto alla quale sussista il sospetto che possa
essere idonea a provocare effetti avversi, quando sia presente nelle matrici ambientali; basandosi poi su questi studi, di tipo sia epidemiolo-
gico sia sperimentale (attraverso test su animali, condotti in vivo o in vitro), le agenzie individuano il livello di esposizione al quale non si
osserva nessun effetto avverso per la salute (cosiddetto livello “noel”, acronimo dell’espressione no observed effect level). Questo “livello
sicuro” non è ancora il limite soglia poiché, per determinare quest’ultimo, gli organismi politici applicano, in via ulteriormente cautelativa,
un fattore di sicurezza (normalmente pari a 10, 100, 1000 o più volte) che consente di fissare il valore-limite a un livello notevolmente più
basso rispetto a quello che già può ritenersi innocuo per la salute (si veda la voce [1] nella bibliografia).
2. Anche se mancando (o, nei casi miglio.ri, essendo inadeguato) il procedimento decisionale dove si rapportano valutazioni scientifiche
e politiche vi è sempre il concreto rischio che l’elemento politico possa “inquinare” l’apparente asetticità e imparzialità della sperimenta-
zione e valutazione scientifica.
3. Anche la realtà italiana non è poi così lontana dalla rappresentazione scenografica americana; si veda, ad esempio, il caso riguardante
l’inquinamento da cromo esavalente (sostanza oggetto del disastro ambientale citato nel film) delle falde acquifere dell’alta pianura padana
riportato nel volume di [2] e la relativa sentenza del tribunale ordinario di Padova, sezione distaccata di Cittadella, n. 140/2006, scaricabile
all’indirizzo http://digidownload.libero.it/salute.tezze/sentenza%20140-06.pdf
4. «Il reato di avvelenamento delle acque è un reato di pericolo presunto nel quale, però, è necessario che un “avvelenamento” vi sia comun-
que stato», si veda la sentenza della Cassazione penale, sez. I, 29 ottobre 2014 – ud. 19 settembre 2014 – n. 45001.
5. Si veda [3].
6. Si veda, ad esempio, l’ampio ricorso alle prove scientifiche utilizzate per ricostruire i fatti avvenuti del cosiddetto “omicidio di Garla-
sco” (camminata, tracce genetiche sui pedali della bicicletta e sul dispenser del sapone) nella sentenza della Cassazione penale, sez. V, 21
giugno 2016 (ud. 12 dicembre 2015) n. 25799 in Cassazione penale, n. 6/2017, pag. 2322 e seguenti.
7. Si veda [4].

punito, nella forma colposa, dall’art. 452 saperi scientifici pertinenti. ti, è il sapere che ha precise basi episte-
del codice penale) la cui valutazione ri- mologiche e, come tale, prodotto di un
chiede conoscenze tossicologiche pecu- La prova scientifica metodo razionale e soggetto al controllo
liari di uno specifico sapere scientifico. nel processo per ecoreati della comunità scientifica di riferimento
Verificare se nell’acqua siano state im- L’esigenza di ricorrere all’ausilio del sa- che di quel sapere è artefice e custode.
messe sostanze che per qualità e/o quan- pere scientifico all’interno del processo Nei processi per reati ambientali le prove
tità, ovvero per altre circostanze presen- penale emerge al momento di procedere scientifiche si possono, schematicamen-
ti nel caso concreto, siano “velenose”, alla ricostruzione probatoria dei fat- te, suddividere nelle seguenti categorie:
significa appurare, sulla base di leggi ti di reato a struttura complessa (come • le cosiddette “tradizionali” che com-
scientifiche di copertura (ricorrendo al- i reati in materia di alterazioni ambien- prendono tutti quegli accertamenti
la tossicologia, alla chimica, alla fisica, tali), il cui accertamento diventa più a- condotti sulla base di un sapere spe-
alla batteriologia e alla microbiologia), gevole mediante le cosiddette “prove cialistico comunemente condiviso do-
che l’acqua abbia l’attitudine, se ingeri- scientifiche”. In particolare, per queste ve la problematicità dell’accertamen-
ta nell’organismo umano, a provocare, si fa riferimento a quelle «operazio- to probatorio si concentra non sulla
con elevata probabilità, effetti avversi ni probatorie per le quali, nei momen- premessa nomologica ma sul suo cor-
per la salute.
Pertanto, il solido ancoraggio al meto-
do scientifico svolge un fondamentale
ruolo di garanzia, consentendo di sod- Il metodo fornisce le garanzie
disfare le esigenze di verificabilità - e per soddisfare le esigenze di verificabilità
quindi di controllabilità - del giudizio di
pericolo insito nella formulazione del- del giudizio di pericolo insito
la norma4, che, diversamente, sarebbe nella formulazione della norma
di fatto svuotato di contenuto, in spre-
gio al rispetto dei principi di tassatività
e determinatezza5.
Proprio perché la voce della scienza van- ti dell’ammissione, dell’assunzione e retto impiego pratico. Fanno parte
ta una credibilità esplicativa ben mag- della valutazione, si usano strumenti di questa categoria, ad esempio, tut-
giore di quella offerta dal senso comu- di conoscenza attinti alla scienza e al- te quelle indagini che conducono alla
ne, una sorta di primazia scientista ten- la tecnica, cioè a dire principi e meto- determinazione di un parametro chi-
de oggi a occupare il proscenio del pro- dologie scientifiche, apparati tecnici il mico per definirne la sua quantità in
cesso penale6 e, tra i tanti problemi che cui uso richiede competenze esperte»7. una matrice ambientale. Per fare que-
ciò comporta, vi sono anche quelli atti- Quello che, quindi, caratterizza la scien- sto in modo corretto e scientificamente
nenti ai modi con cui il diritto cerca di tificità della prova è la natura del sape- inattaccabile è necessario conoscere:
riconoscere, selezionare e valutare i re che essa sottende; scientifico, infat- -i meccanismi, i principi e le leggi che

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AMBIENTE&RISORSE
8. Si vedano Bacco Scotto Poluzzi V., [5] i quali opportunamente precisano che «anche nel caso
Reati di misure la cui prassi sia consolidata, spesso di assiste a miglioramenti continui nelle metodi-
che utilizzate, ed è pertanto opportuno rideterminare di conseguenza l’incertezza della misura».
9. Si veda [6].
10. Si veda http://geoprobe.com/probing-times/probing-times-spring-2016#page/p12
11. Che, in base alla clausola di riserva prevista dall’incipit dell’art. 452-quater del codice pe-
nale è tutt’ora applicabile, seppur in maniera residuale, quando il pericolo è derivato da un e-
vento distruttivo che non abbia causato un danno all’ambiente; si veda [7].
12. Il leading case di questo indirizzo è senza dubbio il procedimento celebrato in relazione
al cosiddetto “Caso Eternit”, si vedano le motivazioni della sentenza della Corte di Cassazio-
ne, sezione I, 23 febbraio 2015 – ud. 19 novembre 2014 – n. 7941 in www.dirittopenalecon-
temporaneo.it, 25 febbraio 2015 con commento di Zirulia. Si veda, inoltre, il provvedimen-
to di sequestro degli impianti industriali per la produzione dell’energia elettrica nel Savone-
se laddove il gip ha ravvisato il fumus di un disastro sia ambientale che sanitario sulla base
di una consulenza ambientale e di una consulenza epidemiologica (decreto del Tribunale di
Savona 11 marzo 2014, Gip Giorgi in www.dirittopenalecontemporaneo.it, 8 maggio 2014
sempre con commento di Zirulia).
13. Si veda [8] in Cassazione penale n. 6/2017, pag. 2457 la quale opportunamente precisa
come l’epidemiologia sia caratterizzata da una serie di carenze per ciò che concerne l’anali-
si dei contenuti e il rinvenimento spazio-temporale delle cause dei singoli eventi lesivi e non
può essere da sola utilizzata nel campo della causalità per spiegare un singolo caso di malattia.
In un’inedita pronuncia di merito (Tribunale di Paola, 19 dicembre 2014 – deposito 18 marzo
2015 – n. 907) riferita alla contestazione di disastro cosiddetto “innominato” si è affermato, in
punto di accertamento della pericolosità per l’incolumità pubblica, che l’epidemiologia indi-
vidua (solo) un danno subito da una determinata popolazione di soggetti, «riscontrando che

concorrono a determinare i fenomeni per ricostruire un qualsiasi elemento u- ti sarebbero stati oggetto di complesse
che porteranno alla misura della gran- tile all’accertamento della responsabili- dispute tecnico-scientifiche in relazio-
dezza desiderata; tà dell’imputato, ma anche per fondare ne sia all’accertamento degli “eventi”
- i parametri di accuratezza e precisio- in termini di certezza positive conclu- sia alla ricostruzione dell’eziologia del
ne, i limiti di rilevabilità, il range di sioni fattuali sugli elementi della fatti- fatto14, hanno già trovato una puntuale
misura e come le condizioni esterne specie penale a giudizio. conferma nelle sentenze a oggi emesse
possono influenzare la misurazione8 ; Ad esempio, l’accertamento del peri- dalla Cassazione.
• quelle che utilizzano tecniche cosid- colo per la vita o per l’integrità fisica Nel primo caso sottoposto alla supre-
dette “moderne” anche se ampia- di un numero indeterminato di perso- ma Corte15 (nel quale si discuteva della
mente collaudate nella metodologia ne (fondamentale per definire, sul pia- legittimità del sequestro di un cantiere
di base come, ad esempio, le indagi- no della proiezione offensiva le carat- e di una porzione del fondale nel gol-
ni che consentono, attraverso la co- teristiche del disastro ambientale inno- fo di La Spezia dove si stavano effet-
noscenza delle proprietà geochimi- minato, art. 434 del codice penale11) è tuando operazioni di dragaggio), è stata
che e isotopiche di alcuni composti spesso condotto dalla pubblica accusa annullata l’ordinanza del tribunale del
(cosiddette “chemical fingerprinting attraverso l’espletamento di indagini e- riesame che disponeva il dissequestro
methods”), di individuare la sorgente pidemiologiche che hanno lo scopo di imponendo al giudice, al fine di inter-
dell’inquinamento, l’età del rilascio fornire la base scientifica per provare la pretare correttamente l’evento di dete-
e/o i processi, in particolare biode- sussistenza in concreto di un pericolo at- rioramento di cui all’art. 452-bis («In-
gradativi, che ha subito il plume in- tuale per la salute pubblica12 (e questo quinamento ambientale») del codice
quinante nel tempo9; attraverso lo strumento della statistica penale una valutazione globale dei dati
• quelle decisamente nuove e non an- che permette di indagare se all’aumen- acquisiti (giudizio esteso alla struttura
cora consolidate presso la comunità to del livello di esposizione a quei de- e alla funzionalità delle sostanze tossi-
scientifica come, per esempio, i siste- terminati inquinanti emessi dallo sta- che, cancerogene e mutagene disperse
mi di investigazione integrata del sot- bilimento industriale corrisponda una illegittimamente nelle acque).
tosuolo in grado di acquisire (in tem- crescita proporzionale dell’incidenza di Valutazione particolarmente complessa,
po reale e direttamente “sul campo”) alcune malattie tipicamente correlate a basata prima sul sapere scientifico, e
presenza di composti volatili e valori quel tipo di inquinamento, nonché dei poi su un conseguente giudizio di tipo
parametrici di caratterizzazione delle decessi di queste derivanti13). giuridico, al fine di verificare se siano
formazioni geologiche e che vengono Ma saranno i nuovi delitti introdotti dal- effettivamente “inquinanti” gli effetti
utilizzati per approfondire le modali- la legge n. 68/2015 a essere terreno fer- di una condotta, quella del dragaggio,
tà di migrazione di alcuni inquinanti tile per un continuo e rinnovato dialogo che, se svolta in violazione delle rego-
tramite prospezioni che rappresenta- tra scienza e diritto. le di contenimento, disperde in un’area
no l’area oggetto di investigazione10. A oggi si riscontra come le previsioni più vasta e in superficie sostanze prima
dei primi commentatori della norma, che contenute nel fondale, con conseguente
Prove che possono essere utilizzate sia avevano preannunciato che i nuovi rea- intorbidimento16.

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il numero si soggetti che sono morti o che si sono ammalati
in ragione dell’esposizione», ma senza possibilità di offerta
di una «valutazione prognostica di pericolosità, limitandosi
al riscontro ex post che un danno si è verificato». L’ecces-
so di mortalità esprime, insomma, un «pericolo per la futura
salute degli esposti, ma ciò non significa che sia impossibile
concettualmente distinguere tra l’aspetto prognostico di ta- BOX 1
le evidenza (da valorizzare nel giudizio di pericolo) e quello
retrospettivo (il fenomeno epidemico)».
14. Si vedano nella bibliografia [9], [10] e [11]. La teoria
15. Cassazione penale, sez. III, 21 settembre 2016 (deposito
3 novembre 2016), n. 46170.
della sussunzione
16. Si vedano nella bibliografia [12] e [13].
17. Cassazione penale, sez. III, 15 marzo 2017 (deposito 20
sotto leggi
aprile 2017), n. 18934.
18. Si veda nella bibliografia [14].
scientifiche
19. Dal lavoro di raccolta ed elaborazione dati promosso dal
ministero della Giustizia, in particolare dall’Ufficio dati sta- Per individuare il rapporto di causa-
tistici e monitoraggio della direzione generale della giustizia lità nei casi dubbi o al fine di esclu-
penale, risulta che nel 2016 secondo i dati raccolti da 87 pro-
cure (su un totale di 165 uffici, cioè con una copertura pari a
derlo nei casi in cui il nesso condi-
circa il 53% del totale), si sono registrati in totale 265 proce- zionalistico finirebbe per dilatare
dimenti aperti in applicazione della legge n. 68/2015 con 446 eccessivamente l’ambito dei fatti pe-
persone denunciate; si veda [15]. nalmente rilevanti è stata elaborata
20. Si veda [16].
la teoria della sussunzione sotto leggi
scienti-fiche. Secondo questa teoria
sussiste un rapporto di causalità pe-
In una successiva e recentissima decisio- Accertamenti ricostruttivi della “cau- nalmente rilevante tra la condotta e
ne della Cassazione17 (anch’essa emessa sa” dell’inquinamento o del disastro che l’evento ogni qual volta essa costitui-
sca, secondo la migliore scienza del
in sede di riesame di provvedimenti di potranno risultare “semplificati” quan-
momento storico, causa dell’evento
sequestro) le acquisizioni scientifiche do quest’ultima si incentra su condotte, medesimo nel senso che, escluden-
richieste dal pubblico ministero in se- seppur seriali e reiterate nel tempo, ma do la medesima condotta, verrebbe
de di indagini preliminari hanno avuto provenienti da un’unica sorgente inqui- meno, con alto grado di probabili-
un peso determinante ai fini della valu- nante oppure «decisamente complessi» tà, in applicazione delle leggi della
tazione del fumus del reato di inquina- allorquando, ad esempio, la causa non migliore scienza del momento, an-
mento ambientale, in quanto dalla rela- sia identificabile in una precisa condot- che l’e-vento di reato. La teoria del-
la sussunzione sotto leggi scientifi-
zione predisposta dal Cnr - istituto per ta contenuta in un determinato segmen-
che, dunque, al fine di individuare
l’ambiente marino costiero di Taranto to spazio/temporale, ma risulti essere la un rapporto di causalità tra con-dot-
era emerso che le oloturie, comunemen- sommatoria di una pluralità di contri- ta ed evento, va alla ricerca, di vol-
te note come “cetrioli di mare”, oggetto buti causali distruttivi, ripetuti e conso- ta in volta, della legge di copertura;
di pesca abusiva mediante asportazione lidati negli anni20 in condizioni, magari, tale legge di copertura non deve sta-
totale dai fondali marini, svolgono un di “inquinamento storico”. bilire, con certezza, il nesso tra con-
ruolo essenziale nell’ecosistema consi- In questi ultimi casi, solo la scienza po- dotta ed evento, essendo possibile
il ricorso a parametri statistici che
stente nella «depurazione degli inqui- trà fornire quell’apporto necessario al
garantiscano, con alto grado di
nanti batterici presenti nell’ambiente giudice per conoscere le eventuali in- probabilità, la sussistenza di
marino». Pertanto, la pesca indiscrimi- terazioni tra le diverse sostanze inqui- un rapporto di causali-
nata di queste specie, con conseguente nanti e isolare nella rete causale multi-
estinzione di una o più generi di oloturie pla (se possibile) le condizioni neces-
presenti in una data zona, ha come con- sarie dell’evento al fine di determinarne
seguenza la diminuzione della diversi- quella “significatività” quanti/qualitativa
tà biologica, con perdita dell’indispen- richiesta dall’art. 452-bis del c.p. (ov-
sabile apporto offerto da queste ultime vero, nel caso di disastro, quella conno-
all’ambiente marino, compromettendo tazione dimensionale di gravissima al-
la funzionalità dell’ecosistema18. terazione/distruzione dell’equilibrio di
Tuttavia, sarà sull’accertamento del nes- un ecosistema).
so causale tra condotte ed eventi di in- Infatti, se l’elaborazione del modello
quinamento e/o disastro che la prova di causalità giuridica della «sussunzio-
scientifica giocherà un ruolo fondamen- ne sotto leggi scientifiche» (si veda il
tale nei processi penali dei prossimi anni box 1) è, nelle sue coordinate generali,
che, quanto meno stando ai dati ufficial- frutto dell’elaborazione dottrinale e del-
mente raccolti recentemente da diverse la giurisprudenza di legittimità, la sua
procure, potrebbero essere numerosi19. concreta gestione operativa è, di fatto,

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AMBIENTE&RISORSE
Reati

BOX 2
Scienza e diritto nei processi penali
per reati ambientali
Criteri di affidabilità delle teorie scientifiche:
• verificabilità: il primo carattere che la conoscenza scientifica deve possedere
è quello della verificabilità: una teoria è scientifi-ca se può essere controllata me-
diante esperimenti;
• falsificabilità: il secondo criterio richiede che la teoria scientifica sia sottopo-
sta a tentativi di falsificazione, i quali, se hanno esito negativo, la confermano nel-
la sua credibilità;
• conoscenza del tasso di errore: occorre che al giudice sia resa nota, per
ogni metodo proposto, la percentuale di errore accertato o potenziale che que-
sto comporta.
Fonte: Daubert et ux., Individually and as guardians and litem for Daubert, et al. v. Merrell Dow Pharma-
ceuticals, inc. certiora-ri to the United states court of appeals for the ninth circuit no. 92-102. argued march
30, 1993 - decided June 28, 1993
qualificazione professionale è indispen-
Sulla verifica critica delle informazioni scientifiche utilizzate ai fini della spiegazio- sabile, anche se di particolare difficoltà
ne del fatto: «esaminare gli studi che sor-reggono la teoria. Le basi fattuali sui qua- pratica, uno scrutinio, come afferma la
li essi sono condotti. L’ampiezza, la rigorosità, l’oggettività della ricerca. Il grado suprema Corte, sulla «indipendenza di
di sostegno che i fatti accordano alla tesi. La discussione critica che ha accompa- giudizio dell’esperto» che deve essere
gnato l’elaborazione dello studio, focalizzata sia sui fatti che mettono in discus-
svolto «sulla base di indici estrinseci di
sione l’ipotesi sia sulle diverse opinioni che nel corso della discussione si sono for-
mate. L’attitudine esplicativa alla elaborazione teorica. Ancora, rileva il grado di sicura efficacia dimostrativa»24.
consenso che la tesi raccoglie nella comunità scientifica» Ma l’attendibilità della prova non può
Fonte: Cassazione penale, sez. IV, 17 settembre 2010 (dep. 13. dicembre 2010), n. 43786, pres. Mar- essere fondata, esclusivamente o pre-
zano, rel. Blaiotta, imp. Coz-zini e altri
valentemente, sull’attendibilità o pre-
stigio scientifico dell’esperto, anche
perché, come è stato efficacemente
in larga misura nelle mani degli esperti ziaria quotidiana, l’esperto basa, di so- osservato di recente per i consulenti
(periti e consulenti tecnici delle parti); vente, la sua credibilità scientifica an- delle parti (accusa e difesa), vi è il ri-
saranno pur sempre questi ultimi, nei che (e qualche volta principalmente) sul schio che questi introducono nel pro-
processi relativi ai casi «decisamente fatto di «aver svolto tante perizie nella cesso «scienza parziale, cioè scienza
complessi» a predisporre i giudizi tec- sua vita professionale»; perizie e/o con- incompleta (monca della parte inutile
nici per poter poi far ragionare i giudi- sulenze che spesso vengono assegnate o dannosa per l’interesse della parte)
ci secondo i canoni dell’ «oltre ogni ra- dalle procure sempre allo stesso esperto e scienza faziosa (contenente solo la
gionevole dubbio», e dell’ «alta proba- con il rischio che la prospettiva di uno parte utile all’interesse della parte»25.
bilità logica o razionale»21. stabile vincolo economico e il reitera- In linea generale, tuttavia, la strada da
to legame con la pubblica accusa pos- seguire è quella di aumentare al mas-
L’attendibilità dell’esperto sa andare a scapito di una obbiettività simo grado le dosi di «contraddittorio
e la fase dell’esame incrociato e serenità di giudizio23. sulla prova», facendo sì che il giudice
Se, quindi, l’appello alle conoscenze Quali, allora, le difese contro questa possa comprendere appieno le questio-
scientifiche è spesso inevitabile nei pro- insidia? ni tecniche sulle quali si appuntano le
cessi per reati ambientali uno dei pri- Preliminarmente è indispensabile accer- opposte tesi; solo lo scontro dialettico
mi problemi da affrontare è quello di tare e verificare le competenze e capa- fra le diverse tesi permette di vagliare
garantire l’affidabilità e l’attendibili- cità scientifiche dell’esperto deducen- il grado di affidabilità e di attendibili-
tà del contributo degli esperti in quan- dole dalle esperienze pregresse di na- tà delle stesse.
to «la qualità del dato in uscita è stret- tura professionale, didattica, giudizia- L’esperto (consulente o perito che sia26)
tamente correlata alla qualità del da- ria eccetera, dalle sue pubblicazioni su è attendibile solo in quanto la sua rico-
to immesso»22. riviste autorevoli nonché dalle citazio- struzione abbia resistito all’urto del con-
Si tratta di un tema molto complesso, ni dei suoi scritti in studi qualificati del tradditorio; e non è solo un problema di
dal momento che, nella pratica giudi- settore di competenza. In più, oltre alla trovare un linguaggio che sia il più pos-

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21. Secondo la decisione delle sezioni unite penali della corte di Cassazione 11 settembre
2002, n. 30328, laddove disponibile, si deve utilizzare, una legge scientifica universale sotto
cui sussumere l’evento; qualora non vi fossero leggi universali, si devono usare quelle stati-
stiche, ma in modo oculato. Infatti, la probabilità rilevante non è solo quella statistica, dice
la Corte, ma anche quella logica consistente nel “grado di credibilità razionale” dell’ipotesi.
22. Si veda [17].
23. Si veda [18].
24. Si veda la sentenza della Cassazione penale, sez. IV, 14 marzo 2017 – ud. 3 novembre
2016 – n. 12175, in www.giurisprudenzapenale.com 17.4.2017.
25. Si veda [19].
26. In un sistema come quello italiano dove vige il principio del libero convincimento del
giudice appare illogico riconoscere al perito in quanto tale un qualcosa in più in termini di
affidabilità a pena di un ritorno alla prova legale; si veda [20].
27. Si veda Caprioli L. [21] per il quale «Esiste un problema che riguarda la difficoltà per
lo scienziato di intendere il linguaggio del giurista, e quello del giudice in particolare. Ne
nasce un “dibattito kafkiano tra giuristi e scienziati, in cui ognuno si aspetta dall›altro defi-
nizioni certe di fenomeni complessi”: il contraddittorio ne esce inevitabilmente ridimensio-
nato, se non totalmente vanificato».
28. Per un esempio di controesame svolto correttamente e idoneo a mettere in crisi la rico-
struzione di un esperto solo apparentemente tale, si veda [22].
29. Si veda [23].
30. Si veda la sentenza della Cassazione penale, sez. III, 6 marzo 2014 – ud. 16 gennaio
2014 – n. 10808 che si limita ad affermare (senza alcuna motivazione) il principio secondo
il quale «il consulente tecnico, prima del proprio esame, non può assistere all’attività istrut-
toria dibattimentale, in quanto la sua natura processuale è del tutto assimilabile a quella
del testimone, e quindi vale quanto dispone per il teste l’art. 149 delle norme di attuazione
del codice di rito» mentre, in maniera più motivata e ancorando saldamente il principio op-
posto al diritto di difesa si veda la sentenza della Cassazione penale, sez. III, 9 giugno 2009,
Raso, in ced, rv. 24423.
31. Si veda [24]. mito della certezza assoluta, in quanto,
32. Si può prendere come esempio paradigmatico la questione, nel settore delle malattie pro-
fessionali, dell’eziologia delle cosiddette morti da amianto. Secondo un primo orientamento a causa dell’irruzione di un’eziologia
l’inalazione delle fibre di amianto, da cui scaturisce il processo causale, funzionerebbe co- per sua natura multifattoriale, sinergi-
me dose “killer”, nel senso che essa attiverebbe un decorso patologico sul cui sviluppo sa-
rebbe del tutto ininfluente l’esposizione successiva al medesimo fattore di rischio. A conclu- ca, non esistono leggi causali infallibi-
sione opposte giunge invece la tesi delle cosiddette “dosi correlate” in base alla quale la du- li, ma solo criteri di tipo probabilistico
rata delle esposizioni alle inalazioni di amianto inciderebbe, comunque, sui tempi di laten-
za della malattia, accelerando il sopraggiungere del decesso. L’opzione per la prima o per la (basti pensare alla differenza che esiste
seconda impostazione è decisiva ai fini della disciplina della successione nelle posizioni di tra l’effettiva distribuzione di sostan-
garanzia dei soggetti tenuti al debito di sicurezza, ossia al fine di attrarre nell’area della re-
sponsabilità penale non solo il datore di lavoro alle cui dipendenze è avvenuto l’innesco del- ze inquinanti in un mezzo anisotropo
la malattia, ma anche quello alle cui dipendenze il lavoratore ha continuato successivamen- ed eterogeno rispetto alla modellazio-
te a essere esposto all’amianto.
33. Si veda la sentenza della Cassazione penale, sez. V, 21 giugno 2016 (ud. 12 dicembre ne schematica, effettuata dagli esperti,
2015), n. 25799, cit., pag. 2350. che si basa su un approccio statistico
deterministico)
La causalità è, quindi, soggetta alle in-
sibile comune ai soggetti del processo e tero iter processuale affiancando il di- certezze di spiegazioni scientifiche non
all’esperto27, ma, soprattutto, di adde- fensore o il pubblico ministero al fine di dotate di univocità.
strare le parti a fare bene il loro lavoro, permettergli di svolgere efficacemente Se questo è lo scenario complessivo, i
perché il ruolo dell’accusa e della dife- il controesame. giudici si troveranno sempre più spes-
sa nel contribuire al processo di deci- La funzione svolta dal consulente tec- so nella condizione di dovere scegliere
sion-making è fondamentale28. nico è fondamentale durante tutto l’iter tra orientamenti scientifici in concorren-
Per migliorare le performance di esame processuale e non può pertanto, se non za32, non di rado, senza che sia neppure
e controesame degli esperti nei processi violando il diritto di difesa, essere ini- chiaro se esista, con riferimento all’am-
in materia di ambiente è, anzitutto, ne- bita durante l’escussione testimoniale bito disciplinare che viene in questio-
cessario che avvocati e magistrati siano o l’esame di un altro consulente. Anzi, ne, una corrente di pensiero dominante.
formati quanto meno sui principi cardi- proprio in questo momento la presenza Non è, però, compito del giudice dare
ne del sapere scientifico utilizzato29 (per del consulente potrebbe fare la differen- patenti di fondatezza a questa piuttosto
esempio, conoscere, nel caso di escus- za, avendo solo lui le conoscenze indi- che a quella teoria, ma di esaltare la fa-
sione di un epidemiologo, quali siano i spensabili per suggerire, al difensore, se della cross-examination in un’ottica
criteri generali per valutare uno studio domande pertinenti e reagire in modo non solo giuridica, ma anche scientifi-
epidemiologico e i relativi “falsi posi- opportuno alle sollecitazioni provenienti ca, con riferimento al caso in giudizio.
tivi” e “falsi negativi”) e sia concessa dalle dichiarazioni rese dall’esaminato31. Per la giurisprudenza di legittimità, spet-
sempre la possibilità, nonostante la laco- ta, infatti, al giudice verificare critica-
nica disciplina di cui all’art. 501 c.p.p. e Considerazioni finali mente l’affidabilità delle informazioni
un ondivago indirizzo giurisprudenzia- Nella materia dei “danni all’ambiente” utilizzate ai fini della spiegazione del
le30, ai consulenti di parte di partecipa- è evidente come anche gli scienziati si- fatto33 e per fare questo dovrà «esami-
re (anche prima del loro esame) all’in- ano spesso ben lontani dal coltivare il nare gli studi che sorreggono la teoria.

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AMBIENTE&RISORSE 34. Si veda la sentenza della Cassazione penale, sez. IV, 13 dicembre 2010 (ud. 17 settembre
Reati 2010), n. 43786, in www.penalecontemporaneo.it 12 gennaio 2011, ripresa dalla più recen-
te sentenza cosiddetta “Montefibre-bis” ovvero Cassazione penale, sez. IV, 14 marzo 2017 –
ud. 3 novembre 2016 – n. 12175, cit..
35. Si veda la sentenza della Corte di Appello di Venezia, sez. III, 1° febbraio 2017 – ud. 6
ottobre 2016 – n. 3417 in www.penalecontemporaneo.it 27 giugno 2017.
36. Si veda, diversamente, la sentenza della Corte di appello di Brescia che ha sostanzialmen-
te confermato, seppur in parziale riforma, le condanne dei dieci dirigenti della Montedison
per il delitto di omicidio colposo plurimo, in relazione alla morte di undici operai dello stabi-
limento petrolchimico di Mantova con commento di Carriero M.F in [8].
37. «Le conquiste garantiste debbono fare i conti con la strisciante inclinazione a risolvere
la partita della responsabilità sul piano di un multiforme dover essere, non necessariamen-
te riferibile ad uno schema legale fondato solo sul fatto commesso e sulle alternative moda-
lità dell’imputazione soggettiva del suo autore, le cui chiavi appartengono a officianti inve-
stiti del compito di svolgere giudizi sull’atteggiamento del reo rispetto alla moralità di pre-
tese comportamentali e della condivisione dei valori chiave» [riferimento bibliografico: 25].
38. Si veda [4].
39. Si veda [19]. Il manuale può essere scaricato dal sito http://www.nationalacademies.org/.
Del relativo indice esiste una traduzione italiana, in allegato a una documentata informazione
bibliografica sulla storia dell’opera in [26]; a questa prima parte è seguita una seconda in [27].
40. Si veda [28].

Le basi fattuali sui quali essi sono con- rato a una preventiva dialettica tra Il giudice deve, pertanto, diventare sem-
dotti. L’ampiezza, la rigorosità, l’og- le diverse opinioni scientifiche river- pre più il consapevole, selettivo e criti-
gettività della ricerca. Il grado di so- sate in atti: nota dell’Istituto superiore co fruitore del sapere degli esperti, pur
stegno che i fatti accordano alla tesi. di sanità (con la opportuna precisazio- non dovendo essere fornito di una cul-
La discussione critica che ha accom- ne che questa istituzione compie valu- tura scientifica “di merito”, ma come
pagnato l’elaborazione dello studio, tazioni del rischio, proprie del risk as- autorevole dottrina ha sottolineato, di
focalizzata sia sui fatti che mettono in sessment, che «si basano sul principio di una «cultura di criteri, consistente in
discussione l’ipotesi sia sulle diverse o- precauzione e cioè su una condizione di schemi concettuali intesi a scrutinare la
pinioni che nel corso della discussione rischio non scientificamente suffragata, validità delle leggi scientifiche e delle
si sono formate. L’attitudine esplicati- e non su una legge scientifica certa tecnologie usate dall’esperto e la loro
va alla elaborazione teorica. Ancora, che sia in grado di stabilire l’effettiva corretta applicazione»38; cosa, quest’ul-
rileva il grado di consenso che la tesi dannosità del CVM per esposizioni brevi tima che richiede principalmente l’esi-
raccoglie nella comunità scientifica»34. ma intense»), consulenze tecniche del- genza di una formazione professionale
Un buon esempio di correttezza meto- la difesa, rapporto dell’european Cen- mirata e specifica che, negli Stati uniti,
dologica dell’approccio del giudice al tre for ecotoxicology and toxicology of viene soddisfatta anche da specifici te-
sapere tecnico-scientifico si trova in u- chemicals sul cvm, modelli matemati- sti (come ad esempio il reference ma-
na recentissima sentenza della corte di ci utilizzati per analizzare i livelli me- nual on scientific evidence redatto dal
appello di Venezia che si è occupata del di di concentrazione della sostanza ri- federal judicial center e dalla natio-
delitto, contestato ad alcuni dirigenti di lasciata in atmosfera nell’arco dell’e- nal academy of sciences) che hanno lo
una società chimica, di omissione dolo- vento eccetera. scopo di esplicitare i temi della scien-
sa di cautele antinfortunistiche aggrava- La corte, a fronte dei limiti e delle in- za utilizzati nei processi (in riferimento
to dalla verificazione del disastro (art. sufficienze in campo scientifico («non alla materia ambientale ci sono capito-
437, comma 2, c.p.) in relazione al rila- vi è certezza alcuna che la fuoriuscita li, oltre a quello generale di come fun-
scio in atmosfera di circa tre tonnellate di CVM abbia determinato un concreto ziona la scienza, sulla epidemiologia,
di cvm (cloruro di vinile monomero) e pericolo per la pubblica incolumità e sulla tossicologia e sulla scienza dell’e-
alcuni chilogrammi di percloroetilene la salute pubblica») ha, correttamen- sposizione) per implementare il livello
da uno dei camini dello stabilimento35. te, fatto un “passo indietro” evitando culturale dei giudici (e auspicabilmen-
I giudici dell’impugnazione hanno ne- di applicare la surreale massima della te di tutti gli operatori del processo) su
gato, diversamente dal collega mono- “causalità ad ogni costo”36, che qual- queste importanti tematiche39.
cratico di primo grado, che l’evento che volta viene utilizzata nei processi Il sapere scientifico è, quindi, una pre-
oggetto di contestazione abbia deter- ambientali dalle corti di merito per tro- ziosa risorsa che il giudice deve utiliz-
minato un effettivo pericolo per la vita vare, comunque, un colpevole che per- zare con il vaglio critico indicato dalla
e l’integrità fisica di un numero inde- metta di dare risposte all’opinione pub- giurisprudenza di legittimità senza però
terminato di persone, sulla base di un blica quando quest’ultima ha percepito dimenticare i principi di garanzia e la
ragionamento epistemologico anco- un “rischio”37. regola del giudizio secondo la quale la

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BOX 3
Bibliografia
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ralismi.it, 22 marzo 2017, pag. 15. categorie sostanziali e regole di giudizio, Criminalia, 2014,
[14] Storti, Tutela della biodiversità e reati ambientali. Il caso p. 561 e seg.

colpevolezza deve essere affermata ol- de il passo alla regola di giudizio che zia, sfruttabile dalla difesa se riesce a
tre ogni ragionevole dubbio. risolve il dubbio a favore della perso- scalfire la credibilità della tesi (scienti-
In assenza di evidenze idonee a far pro- na indagata o imputata. fica) accusatoria «oltre ogni ragionevole
pendere per una delle tesi in conflitto, L’applicazione di questo standard pro- dubbio»40.
l’impossibilità della spiegazione scien- batorio (che costituisce un imperativo
tifica in termini di certezza razionale ce- legale) ha un’evidente ratio di garan-

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AMBIENTE&RISORSE
Danno

La suprema Corte è intervenuta con la sentenza n. 21936/2017

Danno ambientale
novità sul risarcimento
di Pietro Verna, esperto Il quadro normativo pensativa» contemplate dalla direttiva
di ambiente e sicurezza La materia, inizialmente disciplinata 2004/35/Ce3 («Responsabilità ambien-
dall’articolo 18, legge 8 luglio 1986, n. tale in materia di prevenzione e ripa-
349 «Istituzione del Ministero dell’am- razione del danno ambientale»), preve-
biente e norme in materia di danno am- dendo il risarcimento per equivalente
bientale» 1, ha registrato una serie di mo- pecuniario esclusivamente nel caso in
I nuovi criteri difiche, in primis l’articolo 311 («Azio- cui le misure di riparazione del danno
di valutazione ne risarcitoria in forma specifica e per siano state in tutto o in parte omesse o
equivalente patrimoniale») del D.Lgs. attuate in modo incompleto o difforme
si applicano non solo n. 152/2006, che sanciva la priorità del- rispetto a quelle prescritte ovvero risul-
ai giudizi in corso, le misure di riparazione rispetto al ri- tate impossibili o eccessivamente one-
ma anche agli eventi sarcimento per equivalente pecuniario, rose (vedere il box 1).
quale conseguenza della peculiarità del Successivamente è subentrata la rivisi-
occorsi durante danno all’ambiente2. Successivamente, tazione della disciplina a opera dell’ar-
la vigenza il D.L. n. 135/2009 («Disposizioni ur- ticolo 25 («Modifiche alla parte sesta
della legislazione genti per l’attuazione di obblighi co- del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.
munitari e per l’esecuzione di sentenze 152, recante norme in materia di tutela
pregressa della Corte di giustizia delle Comuni- risarcitoria contro i danni all’ambien-
tà europee»), convertito dalla legge n. te. Procedura di infrazione 2007/4679»)
166/2009, all’articolo 5-bis, ha precisa- della legge europea 20134; disposizio-
to che il danno all’ambiente deve esse- ne, quest’ultima, che elimina dal D.L-
re risarcito con le misure di riparazione gs. n. 152/2006 qualsiasi riferimento al
«primaria», «complementare» e «com- risarcimento per “equivalente patrimo-

BOX 1
D.Lgs. n. 152/2006 - articolo 311
(testo previgente)
Quando l’effettivo ripristino o l’adozione di misure di riparazione complemen-
tare o compensativa risultino in tutto o in parte omessi, impossibili o eccessi-
vamente onerosi ai sensi dell’art. 2058 c.c. o comunque attuati in modo in-
completo o difforme ri-spetto a quelli prescritti, il danneggiante è obbligato
in via sostitutiva al risarcimento per equivalente patrimoniale.

92 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


1. L’articolo 18, comma 1, legge n. 349/1986 recitava: «Qualunque fatto doloso o colposo in violazione di disposizioni
di legge o di provvedimenti adottati in base a legge che comprometta l›ambiente, ad esso arrecando danno, alterandolo,
deteriorandolo o distruggendolo in tutto o in parte, obbliga l›autore del fatto al risarcimento nei confronti dello Stato».
2. La definizione di “danno ambientale” è contenuta nell’articolo 300 del D.Lgs. n. 152/2006: «È danno ambienta-
le qualsiasi deterioramento significativo e misurabile, diretto o indiretto, di una risorsa naturale o dell’utilità assi-
curata da quest’ultima».
3. Le misure di riparazione sono indicate nell’allegato 3 alla parte sesta del D.Lgs. n. 152/2006.
4. Legge 6 agosto 2013, n. 97
5. Il riferimento al «risarcimento per equivalente patrimoniale» è stato eliminato dall’articolo 311 (ora rubricato «A-
zione risarcitoria in forma specifica») e dagli articoli 299 («Competenze ministeriali»), 303 («Esclusioni»), 313 («Or-
dinanza»); 314 («Contenuto dell’ordinanza») e 317 («Riscossione dei crediti e fondo di rotazione»).
6. Articolo 298-bis, D.Lgs. n. 152/2006.
7. Ora rubricato «Azione risarcitoria in forma specifica».
8. L’allegato 3 stabilisce un quadro comune da rispettare per scegliere le misure più appropriate cui attenersi per ga-
rantire la riparazione del danno ambientale.
9. Si veda il punto 6.
10. L’allegato 4 individua i criteri per determinare gli effetti negativi del danno ambientale rispetto alle condizioni o-
riginarie del sito tenendo conto di una serie di elementi quali: a) numero degli individui, loro densità o area coper-
ta; b) ruolo di determinati individui o dell’area danneggiata in relazione alla specie o alla conservazione dell’habitat,
alla rarità della specie o dell’habitat; c) capacita di propagazione della specie, sua vitalità o capacità di rigenerazio-
ne naturale dell’habitat; d) capacità della specie o dell’habitat, dopo che il danno si è verificato, di ripristinarsi in
breve tempo, senza interventi diversi da misure di protezione rafforzate, in uno stato che, unicamente in virtù della
dinamica della specie o dell’habitat, conduca a condizioni ritenute equivalenti o superiori alle condizioni originarie.
11. Articoli 311-318, D.Lgs. n. 152/2006.
12. Il punto 1.2.3 dell’allegato 3 individua le misure per la riparazione all’acqua o alle specie e agli habitat naturali protetti.

niale”5, che introduce un regime di re- adottare e all’ accertamento delle re- manda di risarcimento pendente indivi-
sponsabilità oggettiva per le attività pe- sponsabilità risarcitorie11 (comma 3, duando le misure di riparazione prima-
ricolose elencate nell’allegato 5 alla par- primo periodo); ria, complementare e compensativa e,
te sesta del D.Lgs. n. 152/2006 (opera- • con decreto del ministero dell’Am- per il caso di loro omessa o imperfet-
zioni di gestione dei rifiuti, trasporti di biente e della tutela del territorio e ta esecuzione, determinarne il costo da
merci pericolose, impianti assoggettati del mare, sentito il ministero dello rendere oggetto di condanna nei con-
ad autorizzazione integrata ambienta- Sviluppo economico, sono definiti, in fronti dei soggetti obbligati.
le eccetera)6 e che riformula l’ articolo conformità a quanto previsto dal pun-
3117 nei seguenti termini: to 1.2.3 dell’allegato 3 alla parte se- La vicenda processuale
• quando si verifica un danno ambien- sta del D.Lgs. n. 152/200612, i criteri La sentenza della Corte di Cassazione
tale gli operatori le cui attività sono e i metodi per determinare la portata pone fine a una vicenda iniziata nel 2003;
elencate nell’allegato 5 alla parte se- delle misure di riparazione comple- in particolare, la provincia di Treviso si
sta del testo unico ambientale sono mentare e compensativa (comma 3, costituiva parte civile nel procedimento
obbligati all’adozione delle misure di secondo periodo) e che «trovano ap- penale a carico di un imprenditore, trat-
riparazione di cui all’allegato 3 alla plicazione anche ai giudizi pendenti to a giudizio dinanzi al tribunale della
medesima parte sesta8 in base ai cri- non ancora definiti con sentenza pas- stessa città perché imputato del reato di
teri ivi previsti (vedere il box 2), fer- sata in giudicato alla data di entrata attività di gestione di rifiuti non auto-
mo restando che, nel caso in cui que- in vigore del predetto decreto mini- rizzata di cui all’articolo 51, commi 3
ste misure risultino in tutto o in par- steriale» (comma 3, terzo periodo). e 4, del previgente decreto legislativo
te omesse o comunque realizzate in 5 febbraio 1997, n. 22, per aver proce-
modo incompleto o difforme dai ter- La sentenza della Cassazione duto allo smaltimento di rifiuti speciali
mini e modalità prescritti, il ministro n. 21936/2017 tossici e nocivi e altri non rispondenti
dell’Ambiente e della tutela del terri- Al contesto legislativo di cui sopra si alla definizione di rifiuto inerte, senza
torio e del mare determina i costi del- riferisce la sentenza della corte di Cas- neanche delimitare la zona adibita allo
le attività necessarie a conseguirne la sazione, sezione III civile, 21 settembre stoccaggio di rifiuti contenenti amian-
completa e corretta attuazione e agi- 2017, n. 21936, che ha sancito come to. Giudizio che, in grado d’appello, si
sce nei confronti del soggetto obbli- l’esclusione della valutazione del dan- concludeva con la condanna dell’im-
gato per ottenere il pagamento delle no ambientale per equivalente pecunia- putato al risarcimento del danno, pre-
somme corrispondenti (comma 2); rio prevista dall’articolo 25, n. 97/2013 via corresponsione alla provincia di u-
• il ministro dell’Ambiente e della tutela (legge europea 2013) trovi applicazione na provvisionale di euro 200.000 in re-
del territorio e del mare provvede, in nei giudizi pendenti, anche se riferiti a lazione alle spese che la stessa avrebbe
applicazione dei criteri enunciati ne- fatti anteriori al 4 settembre 2013, data dovuto sostenere per la bonifica. Di qui
gli allegati 39 e 410 alla parte sesta del di entrata in vigore dell’articolo 311 del i successivi sviluppi processuali:
D.Lgs. n. 152/2006, alla determina- D.Lgs. n. 152/2006. Di conseguenza, il • la decisione del supremo collegio13 di
zione delle misure di riparazione da giudice può ancora conoscere della do- annullare la sentenza della corte terri-

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AMBIENTE&RISORSE
Danno 13. Sentenza n. 3618/2011
14. Sentenza n. 2970/2013.
15. In senso conforme si vedano la
sentenza della Cassazione, sezione
III, 4 aprile 2017, n. 8862 e l’ or-
BOX 2 dinanza del tribunale di Livorno, 13
aprile 2015, n. 5261.
16. Cassazione, Sezione III, 6 mag-
Misure gio 2015, n. 9013; Cassazione, se-

di riparazione zione III, 13 agosto 2015, n. 16806

• Riparazione primaria: qual-


siasi misura di riparazione che ri-
porta le risorse e/o i servizi naturali
danneggiati alle o verso le condi-
zioni originarie.
• Riparazione complementa-
re: qualsiasi misura di riparazio-
ne intrapresa in relazione a risorse
e/o servizi naturali per compensa-
re il mancato ripristino completo
delle risorse e/o dei servizi natu- Per determinare la responsabilità
rali danneggiati. Scopo della ri- dell’agente, occorre fare riferimento
parazione è ottenere, se del caso
anche in un sito alternativo, un li- al sistema legislativo vigente al momento
vello di risorse naturali e/o di ser- in cui si sono verificati i fatti
vizi analogo a quello che si sareb-
be ottenuto se il sito danneggiato
fosse tornato alle condizioni origi-
narie, tenendo conto laddove pos-
sibile il sito alternativo dovrebbe es-
sere geografi-camente collegato al
sito danneggiato. di un progetto di messa in sicurezza L’indirizzo giurisprudenziale
• Riparazione compensati- permanente della discarica che» a- La pronuncia conferma l’indirizzo giu-
va: qualsiasi azione intrapresa per
vrebbe impedito la maturazione dei risprudenziale della Corte di legittimità
compensare la perdita temporanea
di risorse e/o servizi naturali dalla presupposti per procedere a una con- secondo cui in materia di risarcimento
data del verificarsi del danno fino danna al risarcimento del danno»14; di danno ambientale occorre fare rife-
a quando la riparazione primaria • infine, il ricorso per cassazione contro rimento alla norma vigente al momen-
non abbia prodotto un effetto com- questa pronuncia proposto dalla pro- to in cui si sono verificati i fatti per de-
pleto. Consiste, infatti, in ulteriori mi- vincia di Treviso. Ricorso che il su- terminare la responsabilità dell’agente
glioramenti alle specie e agli habi- premo Collegio ha accolto muovendo e applicare, invece, la disciplina intro-
tat naturali protetti o alle acque nel
dal presupposto che i nuovi criteri di dotta dall’ articolo 311, comma 3, D.L-
sito danneggiato o in un sito alter-
nativo, fer-mo restando che «non valutazione del danno ambientale si gs. n. 152/2006 per la liquidazione del
è una compensazione finanzia- applicano anche per i giudizi in corso danno, nel rispetto di quanto stabilito
ria al pubblico» e per eventi occorsi durante la vigen- dall’articolo 5 del codice di procedu-
za della normativa pregressa, dispo- ra («La giurisdizione e la competenza
nendo il rinvio della causa alla Corte si determinano con riguardo alla leg-
territoriale «affinché operi in base» ge vigente e allo stato di fatto esisten-
toriale limitatamente al capo di con- all’articolo 315, comma 3, D.Lgs. n. te al momento della proposizione della
cessione della provvisionale, per in- 152/2006 «quelle previe valutazioni domanda»)15. Con la conseguenza che
sufficienza della motivazione sui cri- […] sull’individuazione delle misu- spetterà al giudice ordinario, investito
teri della determinazione del danno, re di riparazione primaria, comple- dalla domanda di risarcimento per equi-
con rinvio al giudice civile competen- mentare e compensativa e sulla va- valente, dare concreta attuazione alla
te in grado di appello (Corte d’appel- lutazione monetaria delle medesime nuova disciplina sia perché «la norma
lo di Venezia); […] per poi determinare il costo o il è chiara nell’imporre l’applicazione dei
• quindi, la pronuncia della corte ter- rimborso delle misure stesse per il nuovi criteri risarcitori anche i giudizi
ritoriale lagunare che negava la ri- caso e a condizione che esse non si- in corso, sia perché soltanto in tal mo-
chiesta di condanna al pagamento di ano in tutto o in parte puntualmente do si eviterebbe» una nuova «procedu-
una provvisionale «per la pendenza eseguite dall’obbligato». ra di infrazione»16.

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EFFICIENZA ENERGETICA
Osservatorio Cei

Fondamentale il ruolo della normativa tecnica

Se efficienza energetica
fa rima con climatizzazione
di Silvia Berri e Annalisa Marra, Il D.M. 28 dicembre 2012: tizzazione invernale con impianti a
Cei – Comitato elettrotecnico italiano incentivi e cambiamenti più alta efficienza;
Con la pubblicazione del D.M. 28 di- • alcuni particolari interventi mirati
cembre 2012 (“conto termico”) ha pre- alla nuova installazione di impianti
so il via l’attuazione del regime di so- alimentanti tramite energia da fonti
stegno introdotto dal precedente decre- rinnovabili.
La sostituzione to legislativo 3 marzo 2011, n. 28, che
di impianti con altri ha promosso l’incentivazione di inter- All’interno del documento, inoltre, so-
venti di piccole dimensioni finalizzati no contenuti anche incentivi specifici e-
dotati di pompe all’incremento dell’efficienza energeti- rogabili per la diagnosi energetica e la
di calore, elettriche ca e alla produzione di energia termica certificazione energetica, qualora sia-
o a gas e che da fonti rinnovabili. In altri termini, si no abbinate agli interventi di cui sopra.
tratta di un meccanismo di implementa- Un incentivo è individuato sulla base
impiegano energia zione con l’obiettivo di fornire un sup- della tipologia di intervento e in funzio-
aerotermica, porto significativo allo sviluppo delle e- ne dell’incremento dell’efficientamento
geotermica nergie rinnovabili termiche (biomassa, energetico che riscuoterebbe mediante
pompe di calore, pannelli solari termici, il miglioramento delle prestazioni ener-
o idrotermica condizionamento a energia solare) e a- getiche dell’immobile e/o in funzione
rientrano nelle linee gli interventi di miglioramento dell’ef- dell’energia producibile con gli impianti
finanziabili ficienza energetica. alimentati da fonti rinnovabili.
Il gestore dei servizi energetici (Gse) è L’incentivo stesso, a questo punto, viene
dal “conto termico” il soggetto responsabile sia dell’attua- erogato in rate annuali, come contribu-
zione sia della gestione di questo mec- to per le spese sostenute, per una dura-
canismo, il quale include l’erogazione ta variabile (fra due e cinque anni) cal-
degli incentivi ai soggetti beneficiari. colata in funzione degli interventi con-
All’interno del decreto si ritrovano i cri- cretamente realizzati.
teri che definiscono un intervento “in- Il decreto prevede lo stanziamento di
centivabile”, ossia: fondi per una spesa annua cumulata
• ogni intervento concernente l’efficien- massima di euro 200 milioni, destina-
tamento dell’involucro edilizio di e- ti agli interventi realizzati o in previ-
difici esistenti (coibentazione pareti sione di essere realizzati dalle ammi-
e coperture, sostituzione serramenti nistrazioni pubbliche; il fondo di spesa
e installazione schermature solari); annua cumulata per gli interventi por-
• ogni intervento legato alla sostituzio- tati a compimento da parte dei sogget-
ne di impianti esistenti per la clima- ti privati, invece, ammonta a circa eu-

96 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


TABELLA 1

Principali norme Cei di settore


Norma Classificazione Titolo
Italiana Cei
Norma Cei En Cei 61-168 Sicurezza degli apparecchi elettrici d’uso domestico e similare - parte 2: Norme parti-
60335-2-34 colari per motocompressori;

Norma Cei En Cei 61-192 Sicurezza degli apparecchi elettrici d’uso domestico e similare - parte 2: Norme parti-
60335-2-30 colari per apparecchi elettrici di riscaldamento per locali.

Norma Cei En Cei 61-203 Sicurezza degli apparecchi elettrici d’uso domestico e similare - parte 2: norme partico-
60335-2-40 lari per le pompe di calore elettriche, per i condizionatori d’aria e per i deumidificatori.

Norma Cei En Cei 61-205 Sicurezza degli apparecchi elettrici d’uso domestico e similare - parte 2: norme parti-
60335-2-88 colari per umidificatori da utilizzarsi in sistemi di riscaldamento, ventilazione o di con-
dizionamento dell’aria.

Norma Cei En Cei 107-57 Apparecchi elettrici per uso domestico e similare - Codice di prova per la determina-
60704-2-2 zione del rumore acustico aereo emesso - parte 2: norme particolari per apparecchi di
riscaldamento a ventilazione.

ro 700 milioni. Il quadro di riferimento generali sia traversali per ogni cate-
Nel computo degli interventi ammessi Il comitato tecnico 59/61 ha il compi- goria di prodotti che rientrano nel suo
agli incentivi previsti dal D.M. 28 di- to di coordinare i lavori dei sottoco- campo d’applicazione. Il comitato tec-
cembre 2012 sono considerati anche mitati e dei gruppi di lavoro incaricati nico 59/61 possiede una struttura par-
quelli di piccole dimensioni relativi a di preparare norme che riguardano le ticolare che consiste nella sola attività
impianti per la produzione di energia prescrizioni di sicurezza e di prestazio- di coordinamento dei lavori dei propri
termica da fonti rinnovabili e sistemi ne per gli elettrodomestici in partico- sottocomitati, tra cui il sottocomitato
ad alta efficienza quali, per esempio, la lare nell’ambito domestico, ma anche tecnico, il cui compito è occuparsi dei
sostituzione di impianti di climatizza- per apparecchi elettrici da impiegare prodotti per la climatizzazione, ossia
zione invernale esistenti con impianti in ambienti similari e che non ricado- il sc 59/61D «Condizionatori, pompe
di climatizzazione invernale dotati di no nelle competenze di altri comitati. di calore e deumidificatori».
pompe di calore, elettriche o a gas, che Questo comitato si occupa delle pro-
impiegano energia aerotermica, geoter- blematiche normative generali riguar- Lo scopo del sc 59/61D è quello di pre-
mica o idrotermica. danti in modo trasversale tutti gli e- parare norme che riguardano lo studio e
A questo proposito, di seguito è analiz- lettrodomestici e, più in generale, gli la formulazione della posizione italiana
zato l’ambito normativo inerente ai sud- apparecchi utilizzatori elettrici; rien- in relazione ai documenti di sicurezza e
detti prodotti di competenza del Cei – tra fra le sue responsabilità, perciò, la prestazioni per pompe di calore, condi-
comitato elettrotecnico italiano; in par- gestione della norma base (norma Cei zionatori d’aria, deumidificatori e umi-
ticolare, il comitato tecnico del Cei che En 60335-1), come quella di tutte le dificatori speciali.
si occupa della normativa riguardante gli altre norme di sicurezza e di presta- Una sintesi delle principali norme Cei
«Apparecchi utilizzatori elettrici per u- zione degli apparecchi utilizzatori e- disponibili per questi apparecchi è ri-
so domestico e similare» è il ct 59/61. lettrici che riguardano gli aspetti sia portata nella tabella 1.

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EFFICIENZA ENERGETICA
Osservatorio Cei

La norma Cei En 60335-2-34 (Cei 61- nelle condizioni più severe possibili che La norma non si applica alle seguenti ti-
168) «Sicurezza degli apparecchi elet- si possano prevedere durante l’impiego pologie di dispositivi:
trici d’uso domestico e similare. Parte normale. Per questi motocompressori la • apparecchi riscaldanti per esclusivo
2: Norme particolari per motocompres- tensione nominale non supera i 250 V per impiego industriale;
sori» è catalogata all’interno della serie i monofase e i 480 V per tutti gli altri. • apparecchi incassati nei condiziona-
internazionale En/Iec 60335, la quale si tori d’aria;
occupa della sicurezza degli apparecchi La norma Cei En 60335-2-30 (Cei 61- • apparecchi per l’asciugatura dei tes-
elettrici d’uso domestico e similare e, in 192) «Sicurezza degli apparecchi elet- suti e asciuga salviette;
particolare, riguarda i motocompresso- trici d’uso domestico e similare. Parte • riscaldatori per sauna;
ri sigillati (che siano di natura ermetica 2: Norme particolari per apparecchi e- • apparecchi di riscaldamento ad ac-
o semiermetica), compresi i loro even- lettrici di riscaldamento per locali» e- cumulo;
tuali sistemi di protezione. stende la propria applicazione agli ap- • apparecchi per l’allevamento e il rico-
vero di animali;
• elementi riscaldanti flessibili;
• tappeti riscaldanti;
Al “conto” sono stati ammessi • sistemi di riscaldamento centralizzato;
anche piccoli interventi relativi • cavi scaldanti.
a impianti per la produzione
La norma si occupa della sicurezza de-
di energia termica da rinnovabili gli apparecchi elettrici per riscaldamen-
to dei locali e copre anche i pericoli co-
munemente incontrati nell’uso domesti-
co, esclusi quelli a cui potrebbero andare
I motocompressori citati sono destina- parecchi elettrici per il riscaldamento incontro bambini e persone con capaci-
ti a essere impiegati su apparecchi per dei locali per uso domestico e simila- tà fisiche, sensoriali e mentali ridotte o
uso domestico e similare e devono es- re la cui tensione nominale non superi i con mancanza di esperienza, condizio-
sere conformi alle norme previste per 250 V per i monofase e i 480 V per gli ni che chiaramente impediscono di uti-
questi apparecchi; esempi di queste ap- altri. Fra gli apparecchi considerati dal- lizzare l’apparecchio in sicurezza, senza
parecchiature sono frigoriferi, congela- la norma si annoverano gli apparecchi a sorveglianza e senza istruzioni.
tori, produttori di ghiaccio, condiziona- radiazione, i termoventilatori, i termo- Il campo d’applicazione della norma Cei
tori, pompe di calore, deumidificatori e convettori, i riscaldatori per serre, i ra- En 60335-2-88 (Cei 61-205) «Sicurezza
distributori automatici di cibi e bevande. diatori a circolazione di liquido, i radia- degli apparecchi elettrici d’uso domesti-
La norma prevede un campo d’applica- tori a pannelli radianti, i riscaldatori tu- co e similare. Parte 2: Norme particolari
zione che coinvolge i motocompressori bolari e gli apparecchi di riscaldamento per umidificatori da utilizzarsi in sistemi
provati separatamente dagli apparecchi con lampade a soffitto. di riscaldamento, ventilazione o di con-

98 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


dizionamento dell’aria» interessa gli u- • ai riscaldatori per solo utilizzo indu- ti relativi a:
midificatori elettrici per sistemi di ri- striale. • accesso alle parti in tensione;
scaldamento, ventilazione o di condizio- • potenza assorbita;
namento dell’aria che operano secondo Le pompe di calore: la norma • riscaldamento;
un sistema di evaporazione o ad atomiz- Cei En 60335-2-40 • resistenza all’umidità;
zazione, a iniezione d’acqua, a vapore o Tra le norme di particolare interesse, è • stabilità e pericoli meccanici vari;
similari. La norma non si applica agli u- doveroso evidenziare la norma Cei En • resistenza meccanica;
midificatori senza apparecchiature per il 60335-2-40 (Cei 61-203) «Sicurezza de- • resistenza al calore;
riscaldamento dei locali, per ventilazio- gli apparecchi elettrici d’uso domestico • costruzione;
ne o condizionamento d’aria. e similare. Parte 2: Norme particolari • corrente di dispersione;
per le pompe di calore elettriche, per i • funzionamento anormale;
La norma Cei En 60704-2-2 (Cei 107- condizionatori d’aria e per i deumidifi- • accumulo di brina;
57) «Apparecchi elettrici per uso dome- catori», della quale si riportano nel segui- • marcatura.
stico e similare - Codice di prova per la to alcuni tra gli aspetti principali trattati.
determinazione del rumore acustico ae- La norma Cei En 60335-2-40 è una nor- In accordo con quanto riportato dalla
reo emesso. Parte 2: Norme particolari ma di livello internazionale che concer- norma, è necessario che gli apparecchi
per apparecchi di riscaldamento a ven- ne la sicurezza delle pompe di calore e- siano costruiti in maniera tale che, du-
tilazione» è annoverata all’interno del- lettriche (comprendendo anche le pom- rante l’utilizzo normale, il loro funzio-
la serie En/Iec 60704 sulla determina- pe di calore per l’acqua calda potabile namento sia sicuro e protetto, di modo
zione del rumore acustico aereo per gli e/o sanitaria), i condizionatori d’aria e i da non poter causare danni alle persone
apparecchi elettrici riscaldamento con deumidificatori che incorporano moto- o all’ambiente circostante. Questa ga-
ventilazione per uso domestico e simi- compressori sigillati. ranzia deve sussistere anche qualora si
lare. Nello specifico, questa norma, che Rientrano all’interno del campo d’appli- verifichi un utilizzo negligente durante
si occupa della valutazione del rumore cazione della norma in questione i riscal- l’impiego normale.
acustico emesso dagli, prevede un cam- datori supplementari e quanto previsto In generale, comunque, questo principio
po d’applicazione in cui sono compresi per loro installazione separata, ma sola- è da considerarsi raggiunto nel momen-
gli apparecchi elettrici di riscaldamen- mente per i riscaldatori progettati quali to in cui vengono soddisfatte le prescri-
to a ventilazione con appoggio a terra, parte dell’apparecchio nel suo comples- zioni relative specificate nella norma;
su tavolo o, altrimenti, montati a muro. so, ossia con i dispositivi di comando per quanto riguarda la conformità, inve-
La norma non si applica, invece: incorporati nell’apparecchiatura stessa. ce, essa viene verificata attraverso l’ese-
• agli apparecchi di riscaldamento elet- Nella norma vengono identificati e trat- cuzione di tutte le prove indicate dalla
trico ad accumulo; tati i pericoli che, comunemente, posso- norma stessa.
• agli umidificatori o deumidificato- no verificarsi utilizzando gli apparecchi Proprio le prove contenute all’interno
ri di locali; sopramenzionati in ambienti domestici. della norma sono “prove di tipo” e, a e-
• ai depuratori d’aria; Sono considerati in particolare gli aspet- sclusione di alcune particolarità, è ne-

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EFFICIENZA ENERGETICA
Osservatorio Cei

cessario che siano effettuate su un uni- contrassegnati con quanto sottoelencato: ti, la formula chimica di ciascuno dei
co apparecchio il quale, ovviamente, le • la tensione nominale o il campo di ten- componenti, i numeri del refrigeran-
deve soddisfare. sione nominale (in Volt); te di ciascuno dei componenti o il nu-
La norma, inoltre, specifica che gli ap- • il simbolo della natura della corren- mero del refrigerante della miscela re-
parecchi: te, incluso il numero delle fasi, a me- frigerante;
• devono essere di una delle classi se- no che non sia destinato al funziona- • la sovrappressione di esercizio per-
guenti in rapporto alla protezione con- mento monofase; messa per il serbatoio di immagazzi-
tro le scosse elettriche: classe I, classe • la potenza nominale (in Watt) o la cor- namento (per le pompe di calore per
II o classe III; rente nominale (in Ampere); l’acqua calda sanitaria);
• devono essere classificati in base al gra- • il nome e il marchio di fabbrica o di • per il circuito refrigerante si richiede
do di protezione contro i pericoli delle identificazione del costruttore o del un’indicazione separata qualora le so-
infiltrazioni dell’acqua, secondo quanto venditore responsabile; vrappressioni di servizio permesse sia
riportato nella pubblicazione Iec 60529: • il riferimento del modello o del tipo; dal lato aspirazione sia dal lato scarico
- gli apparecchi o parti di essi de- • il simbolo 5172 della norma Iec 60417 dovessero risultare differenti;
stinati all’utilizzo in ambienti e- (2003-2), richiesto solamente per gli • il numero IP in base al grado di pro-
sterni (esclusi i locali di lavande- apparecchi di classe II; tezione dall’ingresso di acqua, diver-
ria) devono essere almeno IPX4; • il codice IP, conforme al grado di pro- so da IPX0.
- gli apparecchi destinati solo all’u- tezione contro gli effetti dannosi ricol-
tilizzo in ambienti interni (sem- legabili alla penetrazione di acqua, di- Gli apparecchi devono essere contrasse-
pre escludendo i locali di la- verso da IPX0; gnati da tutte le designazioni e le poten-
vanderia) devono essere IPX0; • il simbolo 5180 della norma Iec 60417 ze nominali dei riscaldatori supplemen-
- gli apparecchi destinati all’utilizzo (2003-2), richiesto solamente per gli tari per cui essi sono stati previsti, oltre
nei locali di lavanderia devono esse- apparecchi di classe III; a riportare le indicazioni per identificare
re almeno IPX1; • la frequenza nominale; il riscaldatore che è stato effettivamente
• devono essere classificati, secondo • la massa del refrigerante o di ciascun montato sul luogo.
l’accessibilità, o come apparecchi ac- refrigerante nel caso di miscela dif- A meno che non risulti evidente dal pro-
cessibili al pubblico o come apparec- ferente da quelle di tipo azeotropico; getto, l’involucro dell’apparecchio de-
chi non accessibili al pubblico. • l’identificazione del refrigerante: ve riportare l’indicazione relativa al-
- per un refrigerante a compo- la direzione del fluido mediante paro-
La conformità deve essere verificata at- nente singolo è richiesto alme- le o simboli.
traverso esame a vista e relative prove. no un dato fra la formula chimi- Questa marcatura, comunque, non ri-
ca o il numero del refrigerante; sulta necessaria per gli apparecchi che
Per quanto riguarda la marcatura e le i- - per una miscela di refrigeranti è ri- vengono fatti funzionare solo a batterie
struzioni, in aggiunta, le prescrizioni ri- chiesto almeno un dato fra il nome (primarie o secondarie, che vengono ri-
chiedono che gli apparecchi vengano chimico di ciascuno dei componen- caricate esternamente all’apparecchio).

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SEZIONE&SEZIONE
RASSEGNA
LEGISLAZIONE

di Marco Fabrizio, avvocato, studio legale Fabrizio

EUROPA

VEICOLI FUORI USO. PIOMBO


Direttiva (Ue) della Commissione 15 novembre 2017, n. 2017/2096
«Direttiva (Ue) 2017/2096 della Commissione del 15 novembre 2017 recante modifica dell’allegato II della direttiva
2000/53/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai veicoli fuori uso»
(G.U.C.E. L del 16 novembre 2017, n. 299)

La direttiva modifica l’allegato II della direttiva 2000/53/CE, sostanzialmente esentando il piombo, ad


alcune condizioni, dal divieto generale di utilizzo nei materiali e nei componenti dei veicoli immessi sul
mercato dopo il primo luglio 2003, di cui all’art. 4, paragrafo 2, lettera a), direttiva medesima (concentra-
zione massima dello 0,1 %, in peso e per materiale omogeneo). La deroga si rende necessario in conside-
razione della corrente impossibilità a sostituire l’utilizzo di piombo per i materiali e componenti interessati
dall’esenzione n. 3, piuttosto che a fronte della inevitabilità dell’utilizzo del medesimo per i materiali di
esenzione n. 5 (terzo e quinto considerando).

BIOCARBURANTI. CRITERI DI SOSTENIBILITÀ


Decisione di esecuzione (Ue) della Commissione del 17 novembre 2017
«Decisione di Esecuzione (UE) della Commissione del 17 novembre 2017 relativa al riconoscimento del sistema vo-
lontario “RTRS EU RED” per la dimostrazione del rispetto dei criteri di sostenibilità di cui alle direttive del Parlamento
europeo e del Consiglio 98/70/CE e 2009/28/CE»
(G.U.C.E. serie L del 21 novembre 2017, n. 304)

La decisione afferma la conformità ai criteri di sostenibilità di cui all’articolo 7-ter, paragrafi 3, 4 e 5, diret-
tiva 98/70/CE e all’art. 17, paragrafi 3, 4 e 5, della direttiva 2009/28/CE del sistema volontario “rtrs
Eu red”, presentato alla Commissione a fini di riconoscimento il 14 giugno 2017 e relativo alla produzione
di partite di biocarburanti o di bioliquidi prodotte in conformità alle norme di settore.
La decisione prosegue affermando, inoltre, l’accuratezza del sistema anche ai fini dell’articolo 17, pa-
ragrafo 2, direttiva 2009/28/Ce (assenza di modifica o di eliminazione intenzionale delle materie per
rispettare i criteri di cui all’allegato IX, direttiva 2009/28/Ce citata) dell’art, 7-ter, paragrafo 2, direttiva
98/70/Ce (modalità di verifica di conformità dei criteri).

MARCHIO DI QUALITÀ ECOLOGICA. COPERTURE DURE


Decisione (Ue) della Commissione 7 novembre 2017, n. 2017/2076
«Decisione (Ue) 2017/2076 della Commissione del 7 novembre 2017 che modifica la decisione 2009/607/CE per
quanto riguarda il periodo di validità dei criteri ecologici per l’assegnazione del marchio di qualità ecologica dell’U-
nione europea alle coperture dure»
(G.U.C.E. L del 14 novembre 2017, n. 295)

La decisione, indirizzata a tutti gli Stati membri dell’Unione, proroga fino al 30 giugno 2021 i criteri di
validità dei criteri ecologici già fissati dalla Decisione 2009/607/CE per la classe di prodotti “coperture
dure”.A

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RASSEGNA
LEGISLAZIONE

ITALIA

LEGGE DI DELEGAZIONE EUROPEA. DPI


Legge 25 ottobre 2017, n. 163
«Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea - Legge
di delegazione europea 2016-2017»
(G.U. del 6 novembre 2017, n. 259)

Tra le varie deleghe inserite nella legge, annuale, in oggetto si evidenzia quanto previsto all’articolo 6 in
ordine alla delega al Governo per adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge,
uno o più decreti legislativi per l’adeguamento della normativa nazionale al regolamento (Ue) del Parla-
mento europeo e del Consiglio 9 marzo 2016, n. 2016/425, sui dispositivi di protezione individuale e
che abroga la direttiva 89/686/Cee del Consiglio.
I decreti legislativi in questione dovranno essere adottati su proposta del presidente del Consiglio dei mini-
stri e dei ministri dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con i ministri
della Giustizia, degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, dell’Economia e delle finanze e
dell’interno, e dovranno essere resi conformi ai seguenti principi e criteri direttivi: a) aggiornamento delle
disposizioni del decreto legislativo 4 dicembre 1992, n. 475, per l’adeguamento alle disposizioni del re-
golamento (Ue) 2016/425 e alle altre innovazioni intervenute nella normativa nazionale, con abrogazione
espressa delle disposizioni incompatibili con il medesimo regolamento (Ue) 2016/425 e coordinamento
delle residue disposizioni; b) salvaguardia della possibilità di adeguare la normativa nazionale alle dispo-
sizioni del regolamento (Ue) 2016/425 e agli atti delegati e di esecuzione del medesimo regolamento
europeo con successivo regolamento, ai sensi dell’art. 17, comma 3, legge n. 400/1988 nelle materie
non riservate alla legge e già eventualmente disciplinate mediante analoghi regolamenti; c) individuazione
del ministero dello Sviluppo economico quale autorità notificante ai sensi dell’articolo 21 del regolamen-
to (Ue) 2016/425; d) fissazione dei criteri e delle procedure necessari per la valutazione, la notifica e il
controllo degli organismi da autorizzare per svolgere compiti di parte terza nel processo di valutazione e
verifica della conformità dei dispositivi di protezione individuale ai requisiti essenziali di salute e sicurezza
di cui agli articoli 5 e 19 del regolamento (Ue) n. 2016/425, anche al fine di prevedere che tali compiti
di valutazione e di controllo degli organismi siano affidati mediante apposite convenzioni non onerose
all’organismo unico nazionale di accreditamento ai sensi dell’articolo 4, legge n.99/2009; e) previsione
di disposizioni in tema di proventi e tariffe per le attività connesse all’attuazione del regolamento (Ue) n.
2016/425; f) previsione di sanzioni penali o amministrative pecuniarie efficaci, dissuasive e proporzionate
alla gravità delle violazioni degli obblighi derivanti dal regolamento (Ue) n. 2016/425, conformemente
alle previsioni dell’articolo 32, comma 1, lettera d), e articolo 33, commi 2 e 3, legge n. 234/2012, e in-
dividuazione delle procedure per la vigilanza sul mercato dei dispositivi di protezione individuale ai sensi
del capo VI del regolamento (Ue) n. 2016/425; g) abrogazione espressa delle disposizioni di legge o di
regolamento incompatibili con i decreti legislativi di cui al comma 1.
Si segnala, altresì, l’ulteriore delega al Governo contenuta all’art.7 del medesimo regolamento per l’ado-
zione, entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge, di uno o più decreti legislativi per l’adeguamento
della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (Ue) del Parlamento europeo e del Consiglio
9 marzo 2016, n. n. 2016/426, sugli apparecchi che bruciano carburanti gassosi e che abroga la di-
rettiva 2009/142/Ce.

LEGGE EUROPEA. ASCENSORI


Legge 20 novembre 2017, n.167
«Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge eu-
ropea 2017»
(G.U. del 27 novembre 2017, n. 277)

Tra le disposizioni inserite nella nuova “legge europea” in materia di sicurezza si segnala il capo VIII, dedi-
cato ad «Altre disposizioni», della nuova legge europea introduce, tra l’altro, una revisione della disciplina
sugli ascensori e relativi componenti di sicurezza, in particolare relativamente al certificato di abilitazione
per i manutentori previsto dall’art. 15, comma 1, D.P.R. n. 162/1999, e relativa efficacia, nonché alle
modalità di svolgimento del correlato esame.
Sui provvedimenti ambientali contenuti nella legge europea 2017 si veda l’approfondimento a pagina 74.

102 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


SEZIONE&SEZIONE
RASSEGNA
LEGISLAZIONE

RIFIUTI. CONSORZIO OLI MINERALI USATI. STATUTO


Decreto del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare di concerto
con il Ministero dello Sviluppo economico 7 novembre 2017
«Approvazione dello statuto del Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati»
(G.U. del 18 novembre 2017, n. 270)
Il decreto reca approvazione, ai fini dell’art. 236, comma 2, D.Lgs. n. 81/2008, dello statuto del consor-
zio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati (Conou), riportato in Allegato
I al decreto medesimo, quale consorzio istituito al fine di: a) promuovere la sensibilizzazione dell’opinio-
ne pubblica sulle tematiche della raccolta attraverso campagne di comunicazione per il conseguimento
dell’oggetto consortile; b) assicurare e incentivare la raccolta degli oli usati ritirandoli dai detentori e dal-
le imprese autorizzate; c) espletare direttamente l’attività di raccolta degli oli usati dai detentori che ne
facciano richiesta nelle aree in cui la raccolta risulti difficoltosa o economicamente svantaggiosa ovvero
nel caso in cui nessuna impresa di rigenerazione ne faccia richiesta; d) selezionare gli oli usati raccolti ai
fini della loro corretta eliminazione tramite rigenerazione combustione o smaltimento; e) nel rispetto del
c. 2 dell’art. 236, D.Lgs. n. 152/2006, provvedere affinché gli oli usati raccolti siano destinati: 1) in via
prioritaria, alla rigenerazione tesa alla produzione di oli base; 2) in caso ostino effettivi vincoli di caratte-
re tecnico economico e organizzativo, alla combustione o coincenerimento; 3) in difetto dei requisiti per
l’avvio agli usi di cui ai punti precedenti, allo smaltimento tramite incenerimento o deposito permanente; f)
perseguire e incentivare lo studio, la sperimentazione e la realizzazione di nuovi processi di trattamento
e di impiego alternativi, conducendo studi, attività di ricerca e analisi finalizzati a ottimizzare e a rendere
più efficiente il ciclo delle attività di gestione degli oli usati; g) svolgere attività di formazione, attraverso
corsi, seminari, convegni, su tutti gli aspetti concernenti la gestione degli oli usati; h) operare nel rispetto
dei principi di concorrenza, di libera circolazione dei beni, di economicità della gestione, nonché della
tutela della salute e dell’ambiente da ogni inquinamento dell’aria, delle acque del suolo; i) annotare ed ela-
borare tutti i dati tecnici relativi alla raccolta e all’eliminazione degli oli usati, comunicandoli annualmente
al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e al Ministero dello sviluppo economico
corredati da una relazione illustrativa; l) trasmette entro il 31 maggio di ogni anno al Ministero dell’am-
biente e della tutela del territorio e del mare e al Ministero dello sviluppo economico una relazione tecnica
sull’attività complessiva sviluppata dal Consorzio e dai suoi singoli aderenti nell’anno solare precedente;
m) concordare con le imprese che svolgono attività di rigenerazione i parametri tecnici per la selezione
degli oli usati idonei per l’avvio alla rigenerazione; n) incentivare la raccolta degli oli usati rigenerabili; o)
cedere gli oli usati rigenerabili, raccolti direttamente ai sensi della lettera c), alle imprese di rigenerazione
che ne facciano richiesta, in ragione del rapporto fra quantità raccolte e richieste, delle capacità produtti-
ve degli impianti previste dalle relative autorizzazioni e, per gli impianti già in funzione, della pregressa
produzione di basi lubrificanti rigenerate di qualità idonea per il consumo; p) corrispondere alle imprese
di rigenerazione un corrispettivo a fronte del trattamento determinato in funzione della situazione corrente
del mercato delle basi lubrificanti rigenerate, dei costi di raffinazione e del prezzo ricavabile dall’avvio
degli oli usati al riutilizzo tramite combustione; q) assicurare l’avvio alla combustione dell’olio usato non
rigenerabile e lo smaltimento dell’olio usato non riutilizzabile nel rispetto delle disposizioni contro l’inqui-
namento; r) ottemperare agli obblighi di adesione, comunicazione e informazione alle autorità competenti
previsti dalla legislazione vigente (articolo 3, statuto).

ACQUA. TUTELA DEL MARE


Decreto del presidente del Consiglio dei ministri 10 ottobre 2017
«Approvazione del Programma di misure, ai sensi dell’articolo 12, comma 3, del decreto legislativo 13 ottobre 2010,
n. 190, relative alla definizione di strategie per l’ambiente marino»
(G.U. del 23 novembre 2017, n. 274)

Il decreto si inserisce nella previsione di cui all’art. 10, D.Lgs. n. 190/2010, quanto all’elaborazione, da
parte del ministero dell’Ambiente di programmi di misure finalizzati a conseguire o mantenere un buon stato
ambientale dell’ambiente marino, con descrizione delle misure medesime in allegato al decreto. L’allegato,
costituito da 187 pagine con svariate misure di intervento e target ambientali in funzione di diverse zone
di mare e relative specie ittiche è scaricabile dal sito istituzionale www.minambiente.it sezione “Bandi e
Avvisi” , dove è reperibile con la data di pubblicazione del 24 novembre 2017.

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RASSEGNA
LEGISLAZIONE

VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE. CONTESTO TRASFRONTALIERO


Comunicato del Ministero degli Esteri e della cooperazione internazionale
«Entrata in vigore del secondo emendamento alla Convenzione sulla valutazione dell’impatto ambientale in un contesto
transfrontaliero, fatta a Espoo il 25 febbraio 1991, adottato a Cavtat il 1° - 4 giugno 2004»
(G.U. del 21 novembre 2017, n. 272)

Il comunicato rende noto l’avvenuto raggiungimento del numero di ratifiche necessario per l’entrata in vi-
gore del secondo emendamento alla convenzione sulla valutazione dell’impatto ambientale in un contesto
transfrontaliero, fatta ed Espoo il 25 febbraio 1991, adottato a Cavtat il 1° - 4 giugno 2004, efficace a
far data dallo scorso 23 ottobre 2017. La ratifica italiana risulta autorizzata con legge 3 maggio 2016,
n. 79 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 25 maggio 2016, n. 121).

ENERGIA. CONTRIBUTI E FINANZIAMENTI


Delibera Cipe 10 luglio 2017
«Approvazione del programma operativo complementare “Energia e sviluppo dei territori “2014-2020”»
(G.U. del 9 novembre 2017, n. 262)

La delibera reca approvazione del programma operativo complementare «Energia e sviluppo dei territori
2014-2020», con contestuale assegnazione di risorse per un valore complessivo del programma pari a
euro 72,5 milioni.

CONSERVAZIONE DELLA NATURA. ZSC. REGIONE LAZIO


Decreto del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare 11 ottobre 2017
«Designazione di 11 zone speciali di conservazione (ZSC) della regione biogeografica mediterranea insistenti nel
territorio della Regione Lazio»
(G.U. del 23 novembre 2017, n. 274)

Il decreto designa quali zone speciali di conservazione (zsc) della regione biogeografica mediterranea
nuovi 11 siti insistenti nel territorio della regione Lazio, già proposti alla Commissione europea quali Siti
di importanza comunitaria (sic) ai sensi dell’articolo 4, paragrafo 1, direttiva 92/43/Cee. Ne consegue
l’assoggettabilità al regime conservazionistico di cui all’allegato A e delle specie di cui all’allegato B al
decreto del presidente della Repubblica n. 357/1997 presenti nei siti, nonché le misure necessarie già
individuate dalla giunta regionale del Lazio con determina n. 256/2017 per evitare il degrado degli ha-
bitat naturali e degli habitat di specie e la perturbazione delle specie per cui le zone sono designate, nella
misura in cui tale perturbazione potrebbe avere conseguenze significative per quanto riguarda gli obiettivi
di cui al citato D.P.R. relative alle zsc in questione.

CONSERVAZIONE DELLA NATURA. ZSC. REGIONE BASILICATA


Decreto del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare 22 novembre 2017
«Designazione di una zona speciale di conservazione (ZSC) della regione biogeografica mediterranea insistente nel
territorio della Regione Basilicata»
(G.U. del 2 dicembre 2017, n. 282)

Il decreto designa un nuovo sito insistente nel territorio della regione Basilicata, già proposto alla Commissione
europea quale Sito di importanza comunitaria (sic) ai sensi dell’art. 4, paragrafo 1, direttiva 92/43/Cee.

104 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


SEZIONE&SEZIONE
RASSEGNA
LEGISLAZIONE

BENI PUBBLICI. DOMINI COLLETTIVI


Legge 20 novembre 2017, n.168
«Norme in materia di domini collettivi»
(G.U. del 28 novembre 2017, n. 278)

In attuazione, tra l’altro, dell’art.9 della Costituzione sulla tutela del paesaggio, la legge riconosce i “do-
mini collettivi” come ordinamento giuridico primario delle comunità originarie, in particolare: a) soggetto
alla Costituzione; b) dotato di capacità di autonormazione, sia per l’amministrazione soggettiva e ogget-
tiva, sia per l’amministrazione vincolata e discrezionale; c) dotato di capacità di gestione del patrimonio
naturale, economico e culturale, che fa capo alla base territoriale della proprietà collettiva, considerato
come comproprietà inter-generazionale (evidente eco dell’istituto di sviluppo sostenibile); d) caratterizzato
dall’esistenza di una collettività i cui membri hanno in proprietà terreni e insieme esercitano più o meno
estesi diritti di godimento, individualmente o collettivamente, su terreni che il comune amministra o la co-
munità da esso distinta ha in proprietà pubblica o collettiva (articolo 1, comma 1).
L’art. 3 della legge considera espressamente “Beni collettivi”: a) le terre di originaria proprietà collettiva
della generalità degli abitanti del territorio di un comune o di una frazione, imputate o possedute da co-
muni, frazioni o associazioni agrarie comunque denominate; b) le terre, con le costruzioni di pertinenza,
assegnate in proprietà collettiva agli abitanti di un comune o di una frazione, a seguito della liquidazione
dei diritti di uso civico e di qualsiasi altro diritto di promiscuo godimento esercitato su terre di soggetti pub-
blici e privati; c) le terre derivanti: da scioglimento delle promiscuità di cui all’art. 8, legge n. 1766/1927;
da conciliazioni nelle materie regolate dalla predetta legge n. 1766/1927; dallo scioglimento di asso-
ciazioni agrarie; dall’acquisto di terre ai sensi dell’art. 22 della medesima legge citata; da operazioni e
provvedimenti di liquidazione o da estinzione di usi civici; da permuta o da donazione; d) le terre di pro-
prietà di soggetti pubblici o privati, sulle quali i residenti del comune o della frazione esercitano usi civici
non ancora liquidati; e) le terre collettive comunque denominate, appartenenti a famiglie discendenti dagli
antichi originari del luogo, nonché le terre collettive disciplinate dagli articoli 34 della legge n. 991/1952,
e articoli 10 e 11 della legge n. 1102/1971, e 3 della legge n. 97/1994; f) i corpi idrici sui quali i re-
sidenti del comune o della frazione esercitano usi civici.
Il regime giuridico di tali beni resta quello dell’inalienabilità, dell’indivisibilità, dell’inusucapibilità e della
perpetua destinazione agro-silvo-pastorale.

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RASSEGNA
GIURISPRUDENZA

di Pierguido Soprani, avvocato

NOZIONE DI LUOGO DI LAVORO E FORMAZIONE DEI LAVORATORI


Cassazione penale, sezione IV, 5 ottobre 2017, n. 45808acci

Sicurezza sul lavoro – Delega di funzioni – Obbligo giorno prima del sinistro dal titolare della ditta di costruzio-
di vigilanza in capo al delegante – Sussiste – Fisio- ni, che con un calcio aveva prodotto l’apertura attraverso
nomia – Trattasi di “alta” vigilanza – Nozione la quale era poi passata la vittima; sicché, era stato quel
L’obbligo del datore di lavoro di valutare tutti i rischi pre- comportamento a porsi quale causa esclusiva dell’evento in-
senti nei luoghi di lavoro in cui sono chiamati a operare fortunistico. Secondo i giudici di merito, invece, si sarebbero
i dipendenti e il correlato obbligo di formare i lavoratori, dovuti apporre «cartelli segnalatori del divieto di accesso,
in particolare in ordine ai rischi connessi alle mansio- barriere sicure ed idonee a costituire efficace remora alla
ni, sussiste ovunque il luogo di lavoro sia situato, indi- riapertura del vano».
pendentemente dalla circostanza che esso rientri nella Gli imputati avevano contestato anche che il pericolo insi-
definizione di “cantiere” edile ai sensi della normativa to nell’accedere a un luogo del tutto buio dovesse essere
prevenzionistica vigente [art. 89, comma 1, lettera a), oggetto di formazione professionale e che l’assenza di un
del D.Lgs. n. 81/2008]. La restrittiva nozione di “luogo minimo gesto di auto protezione della lavoratrice nell’impat-
di lavoro” rinvenibile nell’art. 62 del D.Lgs. n. 81/2008 to con il suolo potesse essere messa in relazione con una
non contraddice il fatto che ogni tipologia di spazio può supposta carenza di formazione [tanto più che, secondo le
assumere la qualità di “luogo di lavoro”; a condizione informazioni in loro possesso, il luogo oggetto del sopralluo-
che ivi sia ospitato almeno un posto di lavoro o esso sia go non era un “cantiere” secondo la nozione posta dall’art.
accessibile al lavoratore nell’ambito del proprio lavoro. 89, comma 1, lettera a), del D.Lgs. n. 81/2008].
L’obbligo della valutazione dei rischi professionali e quel- In conclusione, secondo i ricorrenti era stato il titolare della
lo di formare i dipendenti in merito agli stessi, pur non ditta di costruzioni ad aver attuato un’azione di assoluta
presupponendo la conoscenza di ogni specifica sorgente anomala eccezionalità e imprevedibilità, sola causa del
di rischio, deve tendere all’individuazione della condot- sinistro.
ta attesa, vietando al contempo quella da non tenere, in La Cassazione ha ritenuto che il luogo ove era avvenuto
ogni caso senza lasciare al dipendente la possibilità di l’infortunio era riconducibile stricto iure alla nozione di “can-
determinare autonomamente il comportamento cautelare tiere” edile, atteso che nello stesso erano già stati eseguiti
a fini di propria tutela. dei lavori preliminari e che, in ogni caso, anche le attività
da eseguirsi “in esterno” presso un luogo non classificabile
NOTA La dipendente di uno studio di progettazione si era recata, come cantiere temporaneo o mobile richiedono una preli-
per un sopralluogo, presso un edificio a uso commerciale, minare attività di valutazione dei rischi ai quali sono espo-
composto da tre piani (interrato, terra e primo), che doveva sti i dipendenti. Dunque, gli imputati avevano l’obbligo di
essere adibito a supermercato. Incaricata di effettuare alcuni valutare i rischi di caduta dall’alto, dovuti alla presenza di
rilievi metrici al piano terra, per permettere di valutare lo aperture nel vuoto, indipendentemente dalla conoscenza
spessore del muro e l’ingombro del vano scala, la donna di ogni specifica sorgente di rischio (nel caso di specie:
si era introdotta all’interno di quest’ultimo, per fare una va- quell’apertura del vano scala al piano terra), e di formare
lutazione del locale, attraverso il varco nella pannellatura la lavoratrice in merito agli stessi, enucleando la condotta
in cartongesso, che era stato praticato il giorno precedente attesa e vietando al contempo quella da non tenere, ma
da uno degli imputati (titolare di una ditta individuale), ma senza lasciare alla dipendente medesima la possibilità di
era poi precipitata al piano interrato attraverso l’apertura determinare autonomamente il comportamento cautelare a
per il transito dell’ascensore lasciata vuota, aperta e non fini di propria tutela.
protetta. Nondimeno, i giudici di legittimità hanno ritenuto fondato
Ai titolari dello studio di progettazione era stato contestato il ricorso, avendo la Corte di appello omesso di valutare se
di aver omesso di valutare lo specifico rischio insito nello il rischio di caduta dall’alto (per l’esistenza di aperture sul
svolgimento dei sopralluoghi all’esterno e all’interno dei vuoto) che era stato all’origine dell’infortunio, si era verificato
cantieri e, conseguentemente, di non aver adottato le misure in tempi successivi a una valutazione dei rischi comunque
atte a prevenire quei rischi, nonchè di non aver formato la eseguita - sebbene manchevole della considerazione dello
lavoratrice in relazione ai medesimi. Al titolare della ditta specifico rischio, in quanto dello stesso gli imputati erano
di costruzioni era stato imputato di non aver ripristinato la rimasti incolpevolmente all’oscuro: essendo a questo specifico
chiusura del vano scala, dopo aver praticato nello stesso riguardo indubitabile che non si sarebbe potuto ascrivere
un varco di accesso. agli imputati di non aver preso in considerazione un rischio
Con il ricorso per Cassazione i titolari dello studio di pro- che essi non avevano possibilità di conoscere.
gettazione avevano dedotto che il vano scala era protetto Di qui, l’annullamento con rinvio per un nuovo esame di
in origine da lastre di gesso rivestito su orditura metallica questo profilo di merito, rilevante ai fini dell’affermazione
(cartongesso) e che lo stesso era stato reso accessibile il della responsabilità colposa degli imputati.

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SEZIONE&SEZIONE
RASSEGNA
GIURISPRUDENZA

CSE: GESTORE DEL RISCHIO INTERFERENZIALE


Cassazione penale, sezione IV, 5 ottobre 2017, n. 45862

Sicurezza sul lavoro – Cantiere edile – Coordinatore risolve in un ulteriore livello di controllo per prevenire i re-
per l’esecuzione – Statuto funzionale – Valutazione ati propri del datore di lavoro, dei dirigenti e dei preposti,
– E’ il titolare di una funzione di “alta” vigilanza – È come era avvenuto nel caso di specie.
il gestore del rischio “interferenziale”. La Corte di Cassazione, dopo avere affermato il principio di
Il coordinatore per l’esecuzione (cse) riveste un ruolo di diritto secondo il quale la presenza di un piano di sicurezza
vigilanza che riguarda la generale configurazione delle e coordinamento con relativa nomina di un coordinatore per
lavorazioni e non la puntuale e stringente vigilanza, mo- l’esecuzione (cse) è indice sintomatico della scelta e della
mento per momento, demandata alle figure operative, ossia necessità di attribuire a un soggetto diverso dai datori di la-
al datore di lavoro, al dirigente, al preposto. voro, dirigenti e preposti la predisposizione di un programma
La presenza di un piano di sicurezza e coordinamento prevenzionistico tendente a regolare il rischio interferenziale
con relativa nomina di un coordinatore per l’esecuzione (anche in relazione al susseguirsi di pluralità di lavorazioni
è indice sintomatico della scelta e della necessità di attri- affidate a imprese che non operino contemporaneamente
buire a un soggetto diverso dai datori di lavoro, dirigenti nel cantiere), nondimeno, con riguardo al caso di specie,
e preposti la predisposizione di un programma preven- ha dovuto dichiarare l’inammissibilità del ricorso, atteso che
zionistico tendente a regolare il rischio interferenziale, la questione giuridica non era stata proposta dal difensore
anche in relazione al susseguirsi di pluralità di lavorazioni in grado di appello (fase che, questa, secondo il principio
affidate a imprese che non operino contemporaneamente cosiddetto “devolutivo”, copre “il dedotto e il deducibile”),
nel cantiere. quindi, essa non poteva essere introdotta per la prima volta
in sede di legittimità.
La pronuncia della Suprema Corte è in linea con un orien-
NOTA Il coordinatore di un cantiere edile per l’esecuzione di la- tamento ormai consolidato (ex aliis, Cassazione penale,
vori di ristrutturazione di un centro residenziale era stato sezione IV, 4 luglio 2016, n. 27165; Cassazione penale,
condannato in relazione a un grave infortunio sul lavoro. sezione IV, 17 luglio 2017, n. 34869), secondo il quale
Il lavoratore stava eseguendo lavori di pittura sulle pareti il presupposto di fatto, la cui ricorrenza è essenziale per
esterne del vano ascensore presenti sulla copertura del potere addebitare al cse un difetto di verifica, di coordina-
condominio, già iniziati nei giorni precedenti anche con mento e di adeguamento del pos e un difetto di prescrizioni
la rasatura; mentre lo stesso si stava spostando su uno dei e di vigilanza sull’esecuzione delle lavorazioni, è costituito
lucernari adiacenti alle coppie del vano ascensore, era dalla presenza di un rischio interferenziale e dall’esigenza
precipitato da un’altezza di circa cinque metri attraverso di gestire le criticità connesse alla presenza di più ditte nel
il vetro, riportando gravi lesioni; per eseguire questo lavo- cantiere, le cui lavorazioni siano suscettibili di interferenza
ro sul lucernario lungo circa tre metri e largo un metro e o di sovrapposizione.
mezzo, il datore di lavoro gli aveva portato una tavola da La posizione riconosciuta al coordinatore per la progetta-
mettere sul vetro ma il lavoratore, avendo in mano il rullo, zione e per l’esecuzione è solo quella della cosiddetta “al-
il pennello e il secchio del colore, aveva perso l’equilibrio ta” vigilanza delle lavorazioni, sottesa a gestire il rischio
e aveva messo il piede sul vetro, rompendolo. interferenziale e non già a sovraintendere momento per
Era stato rimproverato al csp/cse la violazione dell’art. 91, momento alla corretta applicazione delle prescrizioni e
comma 1, lettera a), e dell’art. 92, comma 1, lettere a) e b), delle metodiche risultanti dal pos come integrate dal datore
del D.Lgs. n. 81/2008, sia per aver omesso di corredare il di lavoro e filtrate nel psc; nondimeno, la figura del coordi-
piano di sicurezza e di coordinamento di tavole e disegni natore rileva nel caso in cui i lavori contemplino l’opera di
esplicativi delle lavorazioni da effettuare sul tetto, sia per non più imprese o lavoratori autonomi, anche in successione tra
avere adeguato il psc in relazione all’evoluzione dei lavori, di loro e non necessariamente in concomitanza, laddove i
né verificato l’applicazione da parte dell’impresa esecutrice piani organizzativi e lavorativi siano comunque in grado
delle disposizioni del psc medesimo, e neppure verificato la di interferire tra loro.
coerenza del pos predisposto dall’impresa esecutrice con il L’ambito di intervento e di controllo del coordinatore per
piano di sicurezza e coordinamento. l’esecuzione, delineato nell’art. 92 del D.Lgs. n. 81/2008,
Con il ricorso per Cassazione, l’imputato aveva dedotto che non può prescindere dalla sussistenza di un rischio di in-
la funzione di cse presuppone la presenza nel cantiere di terferenza tra ditte, proprio perché in questa ipotesi, ove
più imprese esecutrici e di lavoratori autonomi, e che a que- risulta accresciuto il pericolo di eventi infortunistici, si rende
sta figura deve essere attribuita una posizione di garanzia necessaria la presenza di una posizione di garanzia ulte-
inerente al rischio interferenziale, la quale, dunque, non si riore in fase di esecuzione.

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RASSEGNA
GIURISPRUDENZA

DATORE DI LAVORO E PREPOSTO


Cassazione penale, Sezione IV, 25 ottobre 2017, n. 4896

Prevenzione degli infortuni sul lavoro – Organizza- ancora posta in sicurezza, doveva essere precluso l’accesso.
zione di lavoro aziendale - Criterio della ripartizione La Cassazione ha rigettato il ricorso, atteso che la decisione
delle competenze – Nozione – Obblighi del datore di proseguire i lavori in una parte di cantiere non ancora
di lavoro e del preposto – Valutazione di fisionomia messa in sicurezza non era stata oggetto di una preventiva
e di contenuti programmazione, sebbene dettata dall’urgenza del momento
Allorché la verificazione di un infortunio sul lavoro sia (giornata di sabato) e decisa con modalità del tutto estem-
derivata non da scelte gestionali di fondo o da difetti poranee dalle persone presenti in quel momento in cantiere.
strutturali conosciuti o conoscibili dal datore di lavoro, ma Così, quanto al cse, atteso che i giudici di legittimità hanno
da una decisione estemporanea assunta nello svolgimento escluso la necessità di una sua presenza quotidiana in can-
dei lavori del cantiere e dunque di carattere meramente tiere e considerato che lo stesso aveva correttamente predi-
occasionale: la gestione del rischio è riconducibile alla sposto il piano di sicurezza e coordinamento, è stato escluso
sfera di responsabilità del preposto. l’addebito di non aver modificato il psc, aggiornandolo e
integrandolo in relazione allo sviluppo dei lavori, essendo
NOTA Il coordinatore per l’esecuzione, il titolare e il preposto dell’im- risultato che di questo sviluppo non era a conoscenza.
presa affidataria e il subappaltatore erano stati condannati Quanto al titolare dell’impresa affidataria, era stato valuta-
in relazione all’infortunio sul lavoro occorso a un dipenden- to che, nel caso di specie, la verificazione dell’infortunio sul
te di quest’ultimo il quale, durante l’esecuzione di lavori di lavoro era derivata, non da scelte gestionali di fondo o da
carpenteria in un cantiere per la realizzazione di parcheggi difetti strutturali conosciuti o conoscibili dal datore di lavoro,
interrati a servizio di una struttura medica privata, era caduto ma da una decisione estemporanea assunta nello svolgimen-
da un tavolame in quota, sprovvisto di idonea protezione to dei lavori del cantiere e, dunque, di carattere meramente
(parapetto mancante del corrente superiore e della tavola occasionale: pertanto, la gestione del rischio doveva essere
fermapiede). Il contenuto delle contestazioni atteneva in linea ricondotta alla sfera di responsabilità del preposto. Diver-
generale alla violazione dell’obbligo di vigilanza (e per il samente, opinando si finirebbe con l’addebitare all’organo
cse, all’omesso adeguamento del psc e del pos in relazione di vertice una sorta di responsabilità oggettiva rispetto a si-
all’evoluzione dei lavori). tuazioni ragionevolmente non controllabili, perchè devolute
La Corte di appello aveva assolto il cse e il titolare dell’im- alla cura e alla conseguente responsabilità di livelli più bassi
presa affidataria, poiché dall’istruttoria dibattimentale era (intermedi e finali) dell’organizzazione aziendale.
emerso che il subappaltatore, mosso dalla fretta di terminare D’altro canto, la Cassazione ha già avuto modo di affermare
il lavoro dell’armatura in ferro entro il weekend, in quanto (sezione IV penale, 14 giugno 2017, n. 29732; sezione IV
la settimana dopo era programmata la gettata di cemento, penale, 19 marzo 2012, n. 10702) che l’obbligo di vigilan-
aveva fatto la scelta operativa, all’insaputa sia del coordina- za che fa capo al datore di lavoro, quale che ne sia l’esatta
tore per l’esecuzione sia dal titolare dell’impresa affidataria, estensione, di certo non può identificarsi con un’azione di
di proseguire i lavori in una parte di cantiere non ancora vigilanza sulla concreta, minuta conformazione delle singo-
messa in sicurezza. Avverso la pronuncia assolutoria ha pro- le lavorazioni, occorrendo sempre apprezzare in concreto
posto ricorso per Cassazione il procuratore generale presso l’apparato organizzativo aziendale, così da poter risalire,
la Corte di appello, deducendo che se vi era una zona non all’interno di questo, al responsabile di settore.

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SEZIONE&SEZIONE
RASSEGNA
GIURISPRUDENZA

di Attilio Balestreri, B&P Avvocati

DEPOSITO TEMPORANEO: ONERE DELLA PROVA IN CAPO AL PRODUTTORE PER I REQUISITI


Corte di Cassazione, sez. III penale, 20 ottobre 2017 (ud. 28 giugno 2017), n. 48334

Rifiuto - Deposito temporaneo - Requisiti - Onere della che l’art. 183, comma 1, lettera bb) disponeva alla data
prova - Produttore del rifiuto dei fatti affinchè si potesse qualificare il deposito di rifiuti
L’onere della prova in ordine al verificarsi delle condizioni effettuato dal produttore nel luogo di produzione come
per la sussistenza e la liceità del deposito temporaneo grava «deposito temporaneo», con ciò sottraendolo dagli ordi-
sul produttore del rifiuto. La disciplina sul deposito tempo- nari regimi autorizzativi per la gestione di rifiuti; vengono
raneo, non prevedendo autorizzazioni per la gestione dei in particolare richiamati il termine per l’avvio a recupero
rifiuti, ha, infatti, carattere eccezionale e derogatorio e la o smaltimento (trimestrale, indipendentemente dalle quan-
prova delle condizioni per la deroga deve essere fornita dal tità, o annuale nel rispetto di specifici limiti quantitativi),
soggetto che di quest’ultima fruisce, vale a dire il produttore. la necessaria collocazione per categorie omogenee nel
rispetto delle normative tecniche di settore (anche, e so-
NOTA La vertenza processuale trae origine dalla contestazione, prattutto, per rifiuti e sostanze pericolosi), il rispetto delle
in capo al titolare di un’impresa individuale, del reato di norme su imballaggio ed etichettatura ed eventuali ulteriori
cui all’art. 256, comma 1, D.Lgs. n. 152/2006 (gestione disposizioni di dettaglio contenute in normative di settore.
di rifiuti non autorizzata) in relazione al deposito di rifiuti Su queste premesse, i giudici richiamano un consolidato
da demolizione e costruzione in luogo diverso da quello orientamento giurisprudenziale ai sensi del quale «l’onere
di produzione in assenza del relativo titolo abilitativo. Con della prova in ordine al verificarsi delle condizioni fissate
ricorso per Cassazione, il titolare dell’impresa ha imper- per la liceità del deposito temporaneo grava sul produttore
niato la propria difesa sull’erronea valutazione circa la dei rifiuti in considerazione della natura eccezionale e de-
sussistenza di un deposito incontrollato, che avrebbe in- rogatoria del deposito temporaneo rispetto alla disciplina
vece dovuto qualificarsi come deposito temporaneo e che ordinaria in tema di rifiuti». Nel caso di specie, i giudici
pertanto, ai sensi di legge, non avrebbe richiesto preven- ravvisano sia l’insussistenza del presupposto fondamenta-
tiva autorizzazione. I fatti risalgono al 2014, vale a dire le per la qualifica di deposito temporaneo (vale a dire il
nel vigore della precedente versione dell’art. 183, comma deposito nel luogo di produzione) sia quella degli ulteriori
1, lettera bb), D.Lgs. n. 152/2006 (modificato, da ultimo, requisiti previsti per legge, evidenziando peraltro l’assenza
dalla legge n. 125/2015); a ogni modo, la modifica nor- di qualsivoglia deduzione sul rispetto di questi requisiti da
mativa intervenuta nel caso di specie non avrebbe assunto parte del produttore, in capo al quale grava il relativo onere
sostanziale rilevanza. Nel decidere sul ricorso presentato probatorio. Ne consegue, la conferma della condanna in
dall’impresa, la Corte ripercorre, in primo luogo, i requisiti capo al ricorrente.

IL RAPPORTO TRA RIEMPIMENTO DI CAVA E DISCARICA


Consiglio di Stato, sez. V, 10 ottobre 2017 (ud. 21 settembre 2017), n. 4690

Cava – Riempimento – Discarica - Rifiuti inerti – D.M. D.Lgs. n. 152/2006) per il recupero ambientale della
5 febbraio 1998 – D.Lgs. n. 117/2008 – Recupero – cava mediante l’utilizzo di rifiuti inerti previsti dal D.M. 5
Procedure semplificate febbraio 1998. Già in primo grado, la società aveva otte-
L’attività di riempimento di cava non è sottoposta alla nor- nuto un pronunciamento favorevole, nondimeno appellato
mativa prevista per le discariche di rifiuti ove questa attività, dall’autorità resistente. In appello, il Consiglio di Stato ha
sebbene svolta con rifiuti diversi da quelli di estrazione, sia ritenuto di dover primariamente sospendere il giudizio, con
preordinata al recupero ambientale e condotta secondo le ordinanza del 17 marzo 2015, n. 1382, per formulare
condizioni e con l’utilizzo dei rifiuti inerti previsti dal D.M. questione pregiudiziale alla Corte di giustizia europea,
5 febbraio 1998, potendo in questo caso fruire del relativo chiedendo in particolare se l’attività di riempimento di
regime autorizzativo semplificato. vuoti di cava - in caso di utilizzo di rifiuti diversi da quelli
di estrazione - andasse ricondotta nell’alveo dell’attività di
NOTA La vicenda giudiziaria che ha portato all’emanazione della smaltimento dei rifiuti (discarica), sebbene preordinata a
sentenza in commento è articolata ed è, peraltro, passata recupero ambientale. Le conseguenze di questa interpreta-
attraverso un pronunciamento pregiudiziale della corte zione sarebbero state, infatti, di fondamentale rilevanza sia
di Giustizia europea. I fatti hanno avuto luogo negli anni sul piano autorizzativo (la qualifica di discarica avrebbe
scorsi in Puglia, laddove il gestore di una cava – dopo un escluso di fatto l’applicabilità della procedura semplificata)
complesso procedimento autorizzativo - aveva visto archi- sia sul piano normativo (aprendo la strada all’applicazio-
viata la procedura in forma semplificata (artt. 214 e 216, ne della peculiare disciplina in materia di discariche). Nel

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RASSEGNA
GIURISPRUDENZA

2016, con la pronuncia della IV sezione in data 28 luglio (art. 5 D.M. 5 febbraio 1998 e relativo allegato 1);
2016, la corte di Giustizia ha in primo luogo indicato che • questa attività di recupero ambientale, al ricorrere dei
«i rifiuti diversi dai rifiuti di estrazione possono ricadere citati presupposti, è peraltro ammessa a fruire di proce-
nell’ambito di applicazione della direttiva 1999/31» in dure autorizzative semplificate (artt. 214 e 216, D.Lgs.
materia di discariche «soltanto nel caso in cui essi vengano n. 152/2006);
messi in discarica in vista del loro smaltimento, e non qualo- • la previsione dell’attività di recupero R10, espressamente
ra essi costituiscano l’oggetto di un recupero», precisando codificata, è orientata in questo senso;
poi che «incombe al giudice del rinvio verificare se, da un • simili conclusioni sono state raggiunte negli anni in tavoli
lato la (omissis) procederebbe al riempimento dei vuoti di tecnici ministeriali, pareri della Commissione europea, di-
miniera della cava che le appartiene anche nel caso in cui sposizioni normative regionali e ulteriori atti di indirizzo
essa dovesse rinunciare ad utilizzare a questo scopo rifiuti espressamente richiamati in sentenza.
diversi dai rifiuti di estrazione e se, da un altro lato, i rifiuti Calando queste valutazioni nel caso di specie, il consiglio
che si prevede di utilizzare siano appropriati ai fini di tale di Stato – rigettando l’appello formulato dall’amministrazio-
operazione di riempimento». ne resistente – ritiene inapplicabile la normativa in tema
Su queste basi, il consiglio di Stato affronta il tema sotto- di discariche e smaltimento di rifiuti e riscontra le verifiche
posto affermando, in sintesi, che: indicate dalla Corte di giustizia precisando che il gestore
• la lettura sistematica delle disposizioni in materia di rifiuti ha garantito, nel proprio progetto di riempimento della di-
e di recupero di cava comporta che l’attività di riempimen- scarica, l’utilizzo di rifiuti conformi a quelli previsti dal D.M.
to di cava con rifiuti diversi da quelli di estrazione non 5 febbraio 1998 secondo le relative disposizioni tecniche
costituisca attività di discarica laddove i rifiuti utilizzati e e ha, peraltro, previsto possibili alternative progettuali nel
le relative condizioni tecniche e operative di utilizzo sia- caso in cui, per qualsiasi ragione, l’utilizzo di rifiuti diversi
no conformi a quanto previsto dalla specifica normativa da quelli di estrazione fosse venuto meno.

AUTORIZZAZIONI AMBIENTALI: LA PREVISIONE DELLA DATA DI INIZIO LAVORI


Tar Puglia, sez. Lecce, 20 ottobre 2017 (ud. 18 ottobre 2017), n. 1642

Autorizzazioni ambientali – Via – Aia - Art. 208, su questo rilievo - e a prescindere da ogni valutazione
D.Lgs. n. 152/2006 – Art. 15, D.P.R. n. 380/2001 sulla effettiva applicabilità nel caso specifico del D.P.R.
– Termine inizio lavori – Mancata indicazione - n. 380/2001 (tema sul quale il Tar non interviene, rite-
Non applicabile nendo dirimenti le ulteriori questioni) - i giudici ammini-
La mancanza nel provvedimento autorizzativo ambientale strativi accolgono le tesi della ricorrente, enfatizzando
dell’esplicita indicazione del termine annuale di inizio la rilevanza della mancanza di specifiche prescrizioni
lavori previsto dall’art. 15, D.P.R. 6 giugno 2001, n. autorizzative e – peraltro – la presenza nel caso di spe-
380, comporta l’inapplicabilità di quest’ultimo - e della cie di una convenzione da sottoscrivere con il comune
correlata sanzione - al caso di specie prima dell’inizio dei lavori, elemento che ulteriormente
conferma l’irrilevanza del termine annuale. A prescin-
NOTA Il Tar Puglia (sezione di Lecce) interviene sul tema della dere dalle peculiarità del caso di specie, e dal fatto
rilevanza delle prescrizioni, contenute nei provvedimenti che il tribunale amministrativo non entri nel merito della
autorizzativi ambientali, relative all’avvio e all’esecu- rilevanza del termine annuale in materia ambientale, il
zione dei lavori progettati. Sul punto l’art. 15, D.P.R. messaggio che si può cogliere dalla sentenza è chiaro:
6 giugno 2001 n. 380 (cosiddetto testo unico dell’edi- il provvedimento autorizzativo è il riferimento principale
lizia) prevede «Nel permesso di costruire sono indicati sia per i soggetti pubblici (le pubbliche amministrazio-
i termini di inizio e di ultimazione dei lavori. Il termine ni che partecipano al provvedimento autorizzativo ed
per l’inizio dei lavori non può essere superiore ad un effettuano i controlli) sia per i privati (soggetti gestori,
anno dal rilascio del titolo (…) Decorsi tali termini il per- per i quali l’autorizzazione è la “guida operativa” per
messe decade di diritto per la parte non eseguita tranne la gestione dell’impianto). E’, dunque, fondamentale
che, anteriormente alla scadenza, venga richiesta una che l’autorizzazione dettagli le prescrizioni operative
proroga (…)». Nel caso oggetto di decisione, l’azien- essenziali per l’esercizio dell’impianto, tra le quali ri-
da ricorrente - titolare per voltura di un’autorizzazio- levano certamente quelle che collegano la validità del
ne ambientale (Via e Aia per impianto di trattamento provvedimento al rispetto di termini perentori.
rifiuti) - ha impugnato i provvedimenti con i quali, sul Un ultimo rilievo di carattere processuale. Nel caso di
presupposto dell’infruttuoso decorso del termine annuale specie, i giudici del Tar Lecce rigettano l’istanza risar-
previsto dall’art. 15, D.P.R. n. 380/2001, per l’avvio citoria avanzata dalla ricorrente in quanto «formulata
dei lavori, è stato sospeso l’avvio dei lavori per la rea- del tutto genericamente e rimasta, comunque, sfornita
lizzazione dell’impianto e, conseguentemente dichiarata di qualsiasi elemento di prova del danno patrimoniale
la decadenza del titolo autorizzativo; nel provvedimento asseritamente subito», con ciò confermando la rilevan-
autorizzativo rilasciato all’azienda non vi era, infatti, za della prova e del dettaglio del danno subito per la
alcuna menzione al predetto termine annuale. Proprio richiesta risarcitoria anche in sede amministrativa.

110 n.1 - gennaio 2018 www.ambientesicurezzaweb.it


SOLUZIONIPERILCANTIERE
I quaderni tecnici dell’Inail

Sistemi
di protezione
degli scavi
a cielo aperto
112 n.1 - gennaio 2018 TECNOLOGIE&SOLUZIONI www.ambientesicurezzaweb.it
SOLUZIONIPERILCANTIERE
I quaderni tecnici dell’Inail

Excavation protective system • Dispositifs de protection d’excavation


• Sistem mbrojtës të gërmimeve të hapura
• Sistemul de protecție excavare

di Luca Rossi, ricercatore del “Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti,
prodotti ed insediamenti antropici” di Inail

La possibilità di effettuare questi lavori in cantiere determina


la necessità di adottare idonee cautele.
La scelta della soluzione da impiegare in una specifica
realizzazione dipende dai rischi da eliminare e/o ridurre,
preventivamente individuati nell’attività di valutazione dei rischi

Il D.Lgs. n. 81/2008, agli artt. 118 e 119, nali da sempre utlizzati nei cantieri; so- no i “sistemi di puntellazione per sca-
prevede che negli scavi di splateamen- no costituiti da tavole orizzontali affian- vi” oggetto della norma Uni En 13331-
to o sbancamento e in quelli di pozzi e cate, disposte sulle pareti dello scavo, 1: 2004; questi assicurano la stabilità
trincee effettuati a una profondità supe- sostenute da montanti a tutt’altezza con delle pareti verticali e sono costituiti
riore a 1,50 metri debbano essere impe- interasse compreso tra 1,5 e 2 metri af- da componenti prefabbricati e assem-
diti i franamenti. fiancati e vincolati fra loro al piede e alla blati fra loro.
Questo può essere essere conseguito at- sommità attraverso puntelli orizzontali. I componenti strutturali principali del
traverso l’applicazione di armature di I sistemi realizzati con puntelli di me- blindaggio formano un modulo e com-
protezione e sostegno; queste devono tallo sono formati da tavole e montanti prendono i seguenti elementi: pannel-
essere applicate man mano che si pro- sui quali agiscono i puntelli; i montan- li, componenti di sostegno (puntelli fissi
cede con l’avanzamento dello scavo e ti debbono sopportare i carichi trasmes- e regolabili, barre di prolunga, telai di
possono essere rimosse con il progre- si dai puntelli. sostegno), armature pannello, rotaie di
dire delle lavorazioni. Nella famiglia dei “blindaggi” rientra- scorrimento, collegamenti dei puntelli
I sistemi di protezione sono distinti in:
• sistemi realizzati in cantiere;
• sistemi realizzati totalmente di legno;
• sistemi realizzati con puntoni di me-
tallo; I componenti strutturali principali
• sistemi realizzati con componenti pre- del blindaggio formano un modulo
fabbricati; e comprendono, per esempio: pannelli,
• sistemi realizzati mediante blindaggi;
• sistemi realizzati mediante palancole. componenti di sostegno, barre
I sistemi di legno sono quelli tradizio- di prolunga, rotaie di scorrimento

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Excavation protective system • Dispositifs de protection d’excavation


• Sistem mbrojtës të gërmimeve të hapura
• Sistemul de protecție excavare

Il quadro legislativo e normativo tecnico


D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 - Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 a- Uni En 1993-5:2007, Eurocodice 3 - Progettazione delle strutture di ac-
gosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei ciaio, parte 5, Pali e palancole
luoghi di lavoro Uni En 13331-1:2004 - Sistemi di puntellazione per scavi, parte 1, Spe-
D.Lgs. n. 206/2005 - Codice del consumo, a norma dell’articolo 7 della cifiche di prodotto
legge 29 luglio 2003, n. 229 Uni En 13331-2:2004 - Sistemi di puntellazione per scavi, parte 2, Veri-
D.Lgs. 4 dicembre 1992, n. 475 - Attuazione della direttiva 89/686/CEE del fiche mediante calcoli e prove
Consiglio del 21 Dicembre 1989, in materia di ravvicinamento delle legi- Uni En 10248-1:1997 - Palancole laminate a caldo di acciai non legati –
slazioni degli Stati membri relative ai Dispositivi di protezione individuale Condizioni tecniche di fornitura
Decreto del ministero dei Lavori pubblici 11 marzo 1988 e circolare del Uni En 10248-2:1997 - Palancole laminate a caldo di acciai non legati.
ministero dei Lavori pubblici 24 settembre 1988 n. 30483 Tolleranze dimensionali e di forma
Legge 2 febbraio 1974 n. 64, art. 1 - D.M. 11 marzo 1988. Norme tecni- Uni En 10249-1:1997 - Palancole profilate a freddo di acciai non legati.
che riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii Condizioni tecniche di fornitura
naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la proget- Uni En 10249-2:1997 - Palancole profilate a freddo di acciai non legati.
tazione, l’esecuzione e il collau-do delle opere di sostegno delle terre e Tolleranze dimensionali e di forma
delle opere di fondazione. Istruzioni per l’applicazione

con i pannelli o con le rotaie di scorri- palancole, di attraversarli senza inter- terra. Le condizioni del luogo di lavoro,
mento, combinazioni integrate di arma- romperli ed evitando di indebolire l’in- la presenza di falde d’acqua e l’applica-
ture/pannelli. tero sistema. bilità della procedura o delle istruzio-
I sistemi di puntellazione per scavi so- I sistemi costruiti in conformità alle ni di smontaggio devono essere esami-
no di quattro tipi: norme tecniche devono essere marcati nate prima di effettuare lo smontaggio.
• sistema di puntellazione per scavi sup- in maniera tale che l’utilizzatore pos- Inoltre, è necessario controllare l’inte-
portato al centro (tipo cs); sa desumere le informazioni principali grità di tutti i componenti, l’assenza di
• sistema di puntellazione per scavi sup- necessarie per la scelta e l’utilizzo. Nel danni ai materiali di legno, ai materiali
portato ai bordi (tipo es); caso dei blindaggi o delle palancole la metallici e di deformazioni o ammacca-
• sistema di puntellazione per scavi su marcatura deve essere effettuata secon- ture prima di stabilire se il sistema pos-
rotaia di scorrimento (tipo r), singola do le modalità previste, per esempio, sa essere riutilizzato.
(rs), doppia (rd) o tripla (rt); dalla norma tecnica Uni En 13331-1: Infine, la manutenzione deve essere ef-
• sistema di puntellazione per scavi sup- 2004, «Sistemi di puntellazione per sca- fettuata da parte di personale qualificato,
portato ai bordi da trascinare orizzontal- vi», parte 1, «Specifiche di prodotto», a intervalli raccomandati dal fabbrican-
mente: cassa a trascinamento (tipo db). o nella Uni En 10249-1: 1997, «Palan- te, verificando, prima di ogni impiego,
I sistemi realizzati mediante palancole cole profilate a freddo di acciai non le- l’integrità di tutti i componenti, distin-
sono costituiti da elementi di acciaio (le gati. Condizioni tecniche di fornitura». guendo quelli metallici (che possono
palancole, appunto), di opportuno profi- Riguardo l’utilizzo, particolare impor- presentare, per esempio, problematiche
lo, provvisto di incastri (guida metallica tanza rivestono anche le fasi antecedenti di usura, eccessive deformazioni, cor-
o gargame) maschio-femmina che, col- al montaggio e allo smontaggio. rosione, stato delle saldature, serraggio
legati fra loro e infissi nel suolo, forma- Prima del montaggio è necessario ve- dei bulloni) da quelli di legno (che, per
no un pannello continuo resistente alla rificare le caratteristiche del terreno, esempio, possono essere danneggiati
spinta laterale del terreno. la sua morfologia, la presenza di falde a causa di abrasioni, del calore e del-
Sono utilizzati in scavi attraversati da d’acqua, di impianti interrati (energia e- le sostanze aggressive o deteriorati dai
sottoservizi e consentono, con un op- lettrica, gas, acqua, telecomunicazioni) raggi del sole).
portuno posizionamento di una o più e di opere e/o strutture interrate o fuori

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Excavation protective system • Dispositifs de protection d’excavation


• Sistem mbrojtës të gërmimeve të hapura
• Sistemul de protecție excavare

IT EN FR AL RO

FIGURA 01
IT Sistema realizzato con componenti di legno

EN Wood shoring

FR Étayage en bois

AL Sistem i realizuar me komponentë druri

RO Sistem realizat cu componente in lemn

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Excavation protective system • Dispositifs de protection d’excavation


• Sistem mbrojtës të gërmimeve të hapura
• Sistemul de protecție excavare

IT EN FR AL RO

FIGURA 02
IT Sistema realizzato con componenti prefabbricati
metallici. Sistema di puntellazione per scavi
supportato ai bordi con puntelli con regolazione
variabile della lunghezza (Uni En 13331-1)

EN System made of metallic prefabricated components.


Trench lining system endsupported with adjustable
struts (Uni En 13331-1)

FR Système à composants préfabriqués metalliques.


Sistem mbrojtës gërmimesh, me puntela me giatësi
të ndryshueshme të mbështura pareteve anësore
(Uni En 13331-1)

AL Sistem i realizuar me komponentë të prefabrikuar


metalikë. Sistem de sprijin pentru excavații sprijinit
pe margini cu popi cu măsuri reglabile în lungime
(Uni En 13331-1)

RO Sistem realizat cu componente prefabricate


metalice. Sistem de sprijin pentru excavații sprijinit
pe margini cu popi cu măsuri reglabile în lungime
(Uni En 13331-1)

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Excavation protective system • Dispositifs de protection d’excavation


• Sistem mbrojtës të gërmimeve të hapura
• Sistemul de protecție excavare

IT EN FR AL RO

FIGURA 03
IT Sistema realizzato con componenti prefabbricati
metallici. Sistema di puntellazione per scavi su rotaia
di scorrimento singola con puntelli fissi. Particolare
di estremità con palancole (Uni En 13331-1)

EN System made of metallic prefabricated components.


Trench lining system. Single slide rail with not
adjustable struts. Head shoring with sheet piles (Uni
En 13331-1)

FR Système à composants préfabriqués metalliques.


Dispositifs de blindage de tranchées. Systéme
coulissant double linéaire. Blindage de fermeture
avec palplanches (Uni En 13331-1)

AL Sistem i realizuar me komponentë të prefabrikuar


metalikë. Sistem mbrojtës mbi shina njëshe me
puntela fikse. Detaj i ekstremitetit me rrasa (Uni En
13331-1)

RO Sistem realizat cu componente prefabricate metalice


- Sistem cu popi de sprijin pentru excavații pe șina
de parcugere singulara cu popi ficși - închidere cu
stâlpi la extremități (Uni En 13331-1)

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Excavation protective system • Dispositifs de protection d’excavation


• Sistem mbrojtës të gërmimeve të hapura
• Sistemul de protecție excavare

IT EN FR AL RO

FIGURA 04
IT Sistema realizzato con componenti prefabbricati
metallici. Palancole (Uni En 10248-1/2). Scala per
effettuare la discesa

EN System made of metallic prefabricated components.


Sheet piles (Uni En 10248-1/2). Descending ladder

FR Système à composants préfabriqués metalliques.


Palplanches (Uni En 10248-1/2). Échelle pour
descendre

AL Sistem i realizuar me komponentë të prefabrikuar


metalikë. Rrasa (Uni En 10248-1/2). Shkallë për
zbritje

RO Sistem realizat cu componente prefabricate


metalice. Stâlpi (Uni En 10248-1/2). Scara pentru
coborâre

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• Sistem mbrojtës të gërmimeve të hapura
• Sistemul de protecție excavare

IT EN FR AL RO

FIGURA 05
IT Sistema realizzato con componenti prefabbricati
metallici. Sistema di puntellazione per scavi
supportato ai bordi con puntelli non regolabili (Uni
En 13331-1). Montaggio

EN System made of metallic prefabricated components.


Trench lining endsupported system with not
adjustable struts (Uni En 13331-1). Assembly

FR Système à composants préfabriqués metalliques.


Dispositifs de blindage de tranchées à étaiement
lateral avec etrésil-lons non réglables (Uni En 13331-
1). Montage

AL Sistem i realizuar me komponentë të prefabrikuar


metalikë. Sistem mbrojtës gërmimesh, me puntela
me gjatësi të pan-dryshueshme të mbështetura
pareteve anësore. (Uni En 13331-1) Montim

RO Sistem realizat cu componente prefabricate


metalice. Sistem cu popi de sprijin pentru excavații
cu popi cu margini ne-reglabile (Uni En 13331-1).
Montaj

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• Sistem mbrojtës të gërmimeve të hapura
• Sistemul de protecție excavare

IT EN FR AL RO

FIGURA 06
IT Sistema realizzato con componenti prefabbricati
metallici. Sistema di puntellazione per scavi su rotaia
di scorrimento singola con puntelli non regolabili
(Uni En 13331-1)

EN System made of metallic prefabricated components.


Trench lining system single slide rail with not
adjustable struts (Uni En 13331-1)

FR Système à composants préfabriqués metalliques.


Dispositifs de blindage de tranchées. Systéme
coulissant simple linéaire avec etrésillons non
réglables (Uni En 13331-1)

AL Sistem i realizuar me komponentë të prefabrikuar


metalikë. Sistem mbrojtës mbi shina njëshe me
puntela të pandry-shueshme. (Uni En 13331-1)

RO Sistem realizat cu componente prefabricate


metalice. Sistem cu popi de sprijin a excavațiilor pe
șină de alunecare singu-lară cu popi nereglabili (Uni
En 13331-1)

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• Sistem mbrojtës të gërmimeve të hapura
• Sistemul de protecție excavare

IT EN FR AL RO

FIGURA 07
IT Sistema realizzato con componenti prefabbricati
metallici. Sistema di puntellazione per scavi su
rotaia di scorrimento doppia con puntelli non
regolabili (Uni En 13331-1)

EN System made of metallic prefabricated components.


Trench lining system – double slide rail with not
adjustable struts (Uni En 13331-1)

FR Système à composants préfabriqués metalliques.


Dispositifs de blindage de tranchées – systéme
coulissant simple li-neare avec etrésillons non
réglables (Uni En 13331-1)

AL Sistem i realizuar me komponentë të prefabrikuar


metalikë. Sistem mbrojtës mbi shina dyshe me
puntela të pandry-shueshme. (Uni En 13331-1)

RO Sistem realizat cu componente prefabricate metalice


- Sistem cu popi de sprijin a excavațiilor pe sina de
alunecare dubla cu popi nereglabili (Uni En 13331-
1)

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• Sistemul de protecție excavare

IT EN FR AL RO

FIGURA 08
IT Sistema realizzato con componenti prefabbricati
metallici. Sistema di puntellazione per scavi con
puntelli non regolabili (Uni En 13331-1)

EN System made of metallic prefabricated components.


Trench lining system with not adjustable struts (UNI
EN 13331-1)

FR Système à composants préfabriqués metalliques.


Dispositifs de blindage de tranchées avec etrésillons
non réglables (Uni En 13331-1)

AL Sistem i realizuar me komponentë të prefabrikuar


metalikë. Sistem mbrojtës gërmimesh, me puntela të
pandryshueshme (Uni En 13331-1)

RO Sistem realizat cu componente prefabricate


metalice. Sistem cu popi de sprijin a excavațiilor pe
șină de alunecare singu-lară cu popi nereglabili (Uni
En 13331-1)

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• Sistem mbrojtës të gërmimeve të hapura
• Sistemul de protecție excavare

IT EN FR AL RO

FIGURA 09
IT Sistema realizzato con componenti prefabbricati
metallici. Sistema di puntellazione per scavi con
puntelli non regolabili (Uni En 13331-1)

EN System made of metallic prefabricated components.


Trench lining system with not adjustable struts (Uni
En 13331-1)

FR Système à composants préfabriqués metalliques.


Dispositifs de blindage de tranchées avec etrésillons
non réglables (Uni En 13331-1)

AL Sistem i realizuar me komponentë të prefabrikuar


metalikë. Sistem mbrojtës gërmimesh, me puntela të
pandryshueshme (Uni En 13331-1)

RO Sistem realizat cu componente prefabricate


metalice. Sistem cu popi de sprijin a excavațiilor pe
șină de alunecare singu-lară cu popi nereglabili (Uni
En 13331-1)

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IT EN FR AL RO

FIGURA 10
IT Sistema realizzato con componenti prefabbricati
metallici. Sistema di puntellazione per scavi su
rotaia di scorrimento singola con puntelli non
regolabili (Uni En 13331-1)

EN System made of metallic prefabricated components.


Trench lining system – single slide rail with not
adjustable struts (Uni En 13331-1)

FR Système à composants préfabriqués metalliques.


Dispositifs de blindage de tranchées – systéme
coulissant simple lineare avec etrésillons non
réglables (Uni En 13331-1)

AL Sistem i realizuar me komponentë të prefabrikuar


metalikë. Sistem mbrojtës mbi shina niëshe me
puntela të pandry-shueshme (Uni En 13331-1)

RO Sistem realizat cu componente prefabricate


metalice. Sistem cu popi de sprijin a excavațiilor pe
sina de alunecare sin-gulară cu popi nereglabili (Uni
En 13331-1)

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• Sistem mbrojtës të gërmimeve të hapura
• Sistemul de protecție excavare

IT

Sistemi di protezione degli scavi a cielo aperto


Il Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza de- delle reti infrastrutturali, di fondazioni e, più in genera-
gli impianti, prodotti e insediamenti antropici dell’Inail le, di manufatti interrati. Tali sistemi di protezione sono
ha di recente realizzato la collana dei ‘Quaderni Tecnici realizzati in cantiere o prodotti in fabbrica.
per i cantieri temporanei o mobili’ con l’intento di con- Particolare attenzione deve essere posta nell’utilizzo dei
tribuire ad accrescere il livello di sicurezza nei cantieri sistemi prefabbricati riguardo alle indicazioni contenute
e fornire informative - basate su leggi, circolari, norme nel libretto di uso e manutenzione del fabbricante.
tecniche specifiche e linee guida utili a individuare e per- I sistemi realizzati in cantiere sono apparentemente di
fezionare metodologie operative - per il miglioramento minore complessità.
delle misure di prevenzione contro i rischi professionali. È opportuno che, anche questi, siano soggetti a regola-
I sistemi di protezione degli scavi a cielo aperto vengo- re manutenzione e controllo visivo, prima della messa
no utilizzati nei cantieri temporanei o mobili come, ad in opera, in maniera tale da conservare nel tempo
esempio, quelli relativi alla costruzione o manutenzione le prestazionali originali.

EN FR AL RO

EN Excavation protective systems are made in the construction série des “Cahiers techniques
system sites or produced in a factory. pour les chantiers temporaries ou
Inail Department of Technological Pay attention to information included mobiles” avec le but de contribuer
Innovations and Safety of Plants, in the instruction manual when using à accroître le niveau de sécurité
Products and Anthropic Settlements prefabricated systems. dans les chantiers et fournir des
has recently realized the library Systems produced in the renseignements pour l’amélioration
“Technical Books for mobile or construction site are less complex. des mesures de prévention con-tre
temporary building sites” in order to Nevertheless, these systems should les risques professionnels.
increase safety at work in the building be maintained and visually checked Les systèmes de protection
sites. The se-ries also provides before installation, in order to d’excavation à sont utilisés dans les
information – based on laws, preserve their original performances. chantiers temporaires ou mobiles
circulars, specific technical rules and comme, par exemple, ceux relatifs
guidelines – to improve prevention à la construction ou au maintien
measures against occupational risks. FR Dispositifs des réseaux infrastructurels, de
Excavation protective system are de protection fondations et, plus en général,
used in some kinds of temporary d’excavation d’artefacts interrés. Ces sys-tèmes
or mobile construction sites, as the Le Département pour les de protection sont réalisés dans le
construction or mainte-nance of innovations technologiques et chantier ou bien fabriqués en usine.
infrastructural networks, foundations sécurité des installations, produits Dans l’utilisation des systèmes
and, generally, underground et établissements anthropiques préfabriqués une attention tout
constructions. These protection de l’Inail a réalisé récemment la particulière doit être portée aux

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• Sistem mbrojtës të gërmimeve të hapura
• Sistemul de protecție excavare

indications contenues dans les in- hapura përdoren në kantieret e intenția de a contribui la creșterea
structions de fonctionnement et përkohshme ose të lëvizshme si, nivelului de siguranță în șantiere și de
d’entretien du producteur. për shembull, ato që bëhen për a furniza informații - bazate pe legi,
Les systèmes realisés dans les ndërtimin e mirëmbajtjen e rrjteve të reguli, norme tehnice specifice și linii
chantiers sont apparemment infrastrukturës, të themeleve dhe, më directoare utile pentru identificarea
moins complexes. Néanmoins, il në përgjithësi, të punimeve nëntokë. și perfecționarea metodologiei
convient que ces systèmes aussi Sisteme të tilla mbrojtjeje realizohen operaționale – cu scopul de a
soient entretenus et contrôlés në kantier ose prodhohen në fabrikë. îmbunătăți măsurile de prevenire a
régulièrement avant leur mise en Vërmendje e veçantë duhet kushtuar riscurilor pro-fesionale.
œuvre, de façon à préserver au fil du në përdorimin e sistemeve të Sistemele de protecție pentru
temps leur performance origi-nale. parafabrikuara lidhur me udhëzimet excavaţii sunt utilizate în şantiere
që përmban manuali i përdorimit temporare sau mobile, ca de
dhe mirëmbajtjes i fabrikuesit. exemplu cele referitoare la
AL Sistem mbrojtës të Sistemet e realizuara në kantier janë, construcţia sau întreţinerea reţelelor
gërmimeve të hapura në dukje, më pak të ndërlikuara. de infrastructură, a fundaţiilor şi,
Së fundi, Departamenti Inail i Është e udhës që, edhe këto, të jenë în general pentru lucrările săpate.
risive teknologjike dhe sigurisë subjekt i mirëmbajtjes dhe kontrollit Aceste sisteme de protecție sunt
së fabrikave, produkteve dhe viziv të rregullt, përpara vënies në reali-zate in santiere sau produse în
vendbanimeve, ka realizuar serinë punë, në mënyrë që të ruhen në fabrică.
e “Fletoreve Teknike për ksntieret kohë performancat fillestare. O atenţie deosebită ar trebui
e përkohshme ose të lëvizshme” acordată la utilizarea de sisteme
me qëllim që të ndihmojë në rritjen prefabricate în ceea ce privește
e nivelit të sigurisë në kantiere RO Sistemele de protecție informaţiile conţinute în manualul de
dhe të ofrojë informacione - të a excavaţiilor la utilizare.
bazuara në ligje, qarkore, norma exterior Sistemele realizate in șantier sunt
teknike specifike dhe udhëzime të Departamentul de inovații in aparență de o complexitate mai
përgjithshme të dobishme për të tehnologice și de siguranță a mica. Este recomandabil ca și acestea
dalluar e përsosur metodat operative instalațiilor, a produselor și a sa fie supuse periodic la o întreţinere
- për përmirësimin e masave të așezărilor umane din cadrul Inail regulată şi la o inspecţie vizuală,
parandalimit kundër rreziqeve a realizat recent o serie de lucrări înainte de instalare, pentru a putea
profesionale. intitulate “Informații tehnice pentru conserva în timp performanţele
Sistem mbrojtës të gërmimeve të șantierele temporare sau mobile” cu originale.

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IT
La collana
Quaderni per immagini nasce dall’esigenza di sperimen- utilizzo di dispositivi di prote-zione, opere provvisionali
tare una tipologia di comunicazione che si possa esprime- e attrezzature di lavoro.
re esclusivamente attraverso le immagini. Nei cantieri edili si verifica, purtroppo, il
Gli opuscoli sono tratti dai “Quaderni Tecnici per i can- più alto numero di infortuni gravi e mortali.
tieri temporanei o mobili”, collana già edita dall’Inail, ri- La cospicua presenza di lavoratori stranieri, inoltre, ren-
guardante i dispositivi di protezione, le opere provvisio- de necessaria una comunicazione particolarmente effi-
nali e le attrezzature utilizzate dai lavoratori. cace che superi le barriere linguistiche permettendo loro
I testi sono stati eliminati e alle immagini originali ne so- di acquisire velocemente gli elementi base indispensa-
no state aggiunte delle altre disegnate approfondendo al bili per tutelare la propria sicurezza e quella degli altri
massimo il dettaglio di ogni particolare così da fornire il nel comune sforzo di prevenire il più possibile gli in-
maggior numero possibile di indicazioni per il corretto fortuni sul lavoro.

EN FR AL RO

EN The series which overcomes linguistic obstacles ont été ajoutées, qui soulignent les
Images books try out a type and provides workers with safety at détails de chaque caracté-ristique
of communication expressed only by work ru-diments in order to prevent de manière à donner le plus haut
images. accidents as much as possible. nombre d’indications pour l’utilisation
Booklets are taken from the meilleure des équipements de
“Technical Books for temporary protection, équipements temporaires
or mobile construction sites”, a FR La série de chantiers et équipements de
series - already published by Inail – Cahiers par images naît chantiers.
concerning protective equipment, de l’exigence d’expérimenter une Malheureusement dans les chantiers
temporary works equipment and typolopgie de communication qui ne de construction se produit le plus
works equipment used by workers. puisse s’exprimer que par images. haut nombre d’accidents graves
Texts have been deleted and Les brochures sont tirées des et mortels. En plus, la pré-sence
drawings have been added to “Cahiers techniques pour les importante de travailleurs étrangers
original images in order to provide chantiers temporaries ou mobiles”, appelle à une communication tout à
more information for the correct use une série déjà publiée par l’Inail fait efficace qui surmonte les barrières
of protective equipment, temporary concernant les équipements linguistiques et leur permette
works equipment and works de protection, les équipements d’acquérir au plus vite les éléments
equipment. Unfortunately, the highest temporaires de chantiers et les indispensables pour protéger leur
rate of serious and fatal accidents équipements de chantiers utilisés par propre sécurité et celle des autres,
occur in building sites. Besides, the les travailleurs. dans l’effort de prévenir au maximum
prominent number of foreign workers Les textes ont été éliminés et aux les accidents de travail.
requires an effective communication, images originales d’autres images

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SOLUZIONIPERILCANTIERE
I quaderni tecnici dell’Inail

Excavation protective system • Dispositifs de protection d’excavation


• Sistem mbrojtës të gërmimeve të hapura
• Sistemul de protecție excavare

Nell’articolo sono contenuti stralci tratti


dall’opuscolo dal titolo “Sistemi di protezioni
degli scavi a cielo aperto” della collana
“Quaderni per immagini” (Luca Rossi et
al., edizioni Inail, 2016). La collana,
composta di otto opuscoli (“Ancoraggi”,
“Parapetti provvisori”, “Ponteggi fissi”, “Reti
di sicurezza”, Scale portatili”, “Sistemi
di protezione degli scavi a cielo aperto”,
“Sistemi di protezione individuale delle
cadute”, “Trabattelli”) è stata realizzata da:

INAIL
Dipartimento innovazioni tecnologiche
AL Seria RO Colecția de volume e sicurezza degli impianti,
Librat me imazhe lindin nga Lucrarea Caiete cu prodotti e insediamenti antropici
nevoja për të eksperimentuar një lloj imagini s-a născut din nevoia de Direzione centrale pianificazione e
komunikimi që mund të shprehet a experimenta un anumit tip de comunicazione
vetëm përmes imazheve. comunicare exclusiv cu ajutorul Responsabile scientifico
Broshurat bazohen në “Fletoret imaginilor. Luca Rossi, Dipartimento innovazioni
teknike për kantieret e përkohshme Broşurile conțin informații extrase din tecnologiche e sicurezza degli
ose të lëvizshme”, seri e botuar lucrarea intitulată “Informații tehnice impianti, prodotti e insediamenti
tashmë nga Inail, që trajton pajisjet e pentru șantierele temporare sau antropici
mbrojtjes, strukturat e përkohshme mobile”, publicată anterior de către Immagini a cura di
dhe mjetet e përdorura nga Inail și care se referă la dispozitivele și Luca Rossi, Luigi Cortis, Francesca
punonjësit. echipamentul de protecţie, precum și Maria Fabiani, Davide Geoffrey
Tekstet janë zhdukur dhe imazheve la lucrările provizorii. Svampaa
origjinale u janë shtuar të tjera me Textele au fost eliminate şi, pe lângă Collaborazioni
maksimumin e hollësive të çdo imaginile originale, au fost adăugate Ivano Bevilacqua, Carlo Ratti,
detaji në mënyrë që të ofrojnë altele desenate în detaliu, astfel încât Calogero Vitale
numrin më të madh të mundshëm të să fie cât mai suge-stive și să ajute
Disegni
udhëzimeve për përdorimin e saktë lucrătorul să utilizeze în mod corect Massimo Stasi, Eurolit
të pajisjeve mbrojtëse, strukturave të dispozitivele și echipamentul de
përkohshme dhe mjeteve të punës. protecţie și să execute corect lucrările Traduzioni a cura di
Fatkeqësisht, në kantieret e provi-zorii. Inail, ambasciata romena in Italia,
Stranieri in Italia
ndërtimit verifikohet numri më i Pe şantiere se înregistrează, din
lartë i fatkeqësive të rënda dhe păcate, un mare număr de accidente Progetto editoriale
vdekjeprurëse. Për më tepër, numri de muncă grave sau mortale. Toni Saracino, Direzione centrale
i lartë i punonjësve të huaj në sektor Numărul mare al lucrătorilor străini pianificazione e comunicazione
kërkon një komunikim veçanërisht a impus nevoia de eficientizare a
efikas që të kapërcejë pengesat comunicării, astfel încât să fie posibilă Info
INAIL
gjuhësore duke u lejuar atyre të depășirea barierelor lingvistice, iar Dipartimento innovazioni tecnologiche
marrin shpejt elementet bazë të muncitorii să își însușească rapid e sicurezza degli impianti, prodotti e
domosdoshme për mbrojtjen e vetes elementele de bază indispensabile insediamenti antropici
dhe të të tjerëve, në përpjekjen e pentru protecția propriei siguranțe Via di Fontana Candida, 1
përbashkët për të parandaluar sa më și a celor din jur, în efortul comun 00040 Monte Porzio Catone (Roma)
iqt@inail.it | www.inail.it
shumë fatkeqësi në vendin e punës. de a preveni pe cât de mult posibil,
producerea accidentelor de muncă.

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