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01
ANTINCENDIO
Tabagismo, il doppio rischio
nelle strutture sanitarie
MATERIALI DI RIPORTO
Dal minAmbiente
i nuovi chiarimenti
gennaio 2018
TECNOLOGIE&SOLUZIONI
PROTEGGERE GLI SCAVI
Periodico mensile - Anno 20 - Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L.353/2003, conv. L. 46/2004, art. 1, c. 1 - DCB Milano ISSN 2035-5149
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SOMMARIO
SOMMARIO
PREVENZIONE&PROTEZIONE
Igiene del lavoro
Antincendio e tabagismo:
doppia allerta in ospedale
di Andrea Bocchieri 12
GRANDI RISCHI
Prevenzione
Incendi e grandi eventi, perchè simulare l’esodo?
di Stefano Marsella 54
Sicurezza
Protezione fisica passiva delle materie nucleari
PRIMA LETTURA di Elio Giroletti 60
3 IN SINTESI
5 ULTIME IN GAZZETTA RIFIUTI&BONIFICHE
Terre e rocce
7 ADEMPIMENTI E SCADENZE Sui materiali di riporto
i chiarimenti del minAmb
di Federico Peres e Alessandro Kiniger 64
AMBIENTE&RISORSE
112
Novità
Acque ed emissioni nella legge europea 2017
di Luciano Butti 74
Le attività di scavo
a cielo aperto Appalti verdi
in cantiere spesso I nuovi criteri ambientali per l’edilizia pubblica
hanno bisogno
di opportune di Massimo Mauri 78
cautele. L’adozione
di armature Reati
di protezione
e sostegno
Ambiente e processi penali tra scienza e diritto
può essere di Angelo Merlin 84
la risposta
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PREVENZIONE&PROTEZIONE
Antincendio e tabagismo: doppia allerta in ospedale
Nelle strutture sanitarie, il fumo costituisce un fattore di rischio aggravato dalla presenza di persone con fragilità e
dal pericolo fuoco. Una situazione delicata da esaminare soprattutto alla luce della recente evoluzione normativa,
con spunti concreti ai fini di prevenzione e salute.
Articolo a pag. 12
GRANDI RISCHI
Incendi e grandi eventi: perché simulare l’esodo?
In queste particolari situazioni, il calcolo dei tempi e lo studio delle modalità non possono essere fatti in modo “ma-
nuale”, servono anzi applicativi ad hoc. Un’analisi del problema mette a fuoco i principali punti da considerare.
Articolo a pag. 54
RIFIUTI&BONIFICHE
Sui materiali di riporto i chiarimenti del minAmb
Bonifiche e costruzioni: la recente nota esplicativa del dicastero di via Cristoforo Colombo analizza alcune novità intro-
dotte dal nuovo decreto sulle terre e rocce da scavo, senza trascurare il quadro normativo che occorre tenere presente.
Articolo a pag. 64
AMBIENTE&RISORSE
Acque ed emissioni nella legge europea 2017
Nel provvedimento sono state inserite anche alcune misure sulla pubblicità delle sostanze o miscele classificate come
pericolose, e in materia di aiuti di Stato a favore dell’energia e dell’ambiente.
Articolo a pag. 74
TECNOLOGIE&SOLUZIONI
Sistemi di protezione degli scavi a cielo aperto
La possibilità di effettuare questi lavori a cielo aperto in cantiere determina molto spesso la necessità di impiegare
idonei sistemi di protezione. La scelta della soluzione da adottare in una specifica realizzazione dipende dai rischi
da eliminare e/o ri-durre, preventivamente individuati nell’attività di valutazione.
Articolo a pag. 112
Rifiuti Decreto del ministero dell’Ambiente e della tutela Gazzetta Ufficiale del 14 dicembre
del territorio e del mare 23 novembre 2017 2017, n. 291
«Approvazione dello statuto del Consorzio nazionale per la
raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica»
Sicurezza sul lavoro Decreto del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti Gazzetta Ufficiale del 2 dicembre
comando generale del corpo delle capitanerie di porto 2017, n. 282
16 novembre 2017
«Istituzione del corso di formazione e addestramento per
il personale marittimo in servizio su navi soggette al Co-
dice IGF. (Decreto n. 875/2017)»
Tutela ambientale Decreto del presidente del Consiglio dei ministri Gazzetta Ufficiale del 23 novembre
10 ottobre 2017 2017, n. 274
«Approvazione del Programma di misure, ai sensi dell’ar-
ticolo 12, comma 3, del decreto legislativo 13 ottobre
2010, n. 190, relative alla definizione di strategie per
l’ambiente marino» Sintesi a pagina 103
Tutela ambientale Legge 20 novembre 2017, n. 167 Gazzetta Ufficiale del 27 novembre
«Disposizioni per l’adempimento degli obblighi 2017, n. 277
derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione euro-
pea - Legge europea 2017»
Sintesi a pagina 74
VIA Comunicato del Ministero degli Esteri e della cooperazione Gazzetta Ufficiale del 21 novembre
internazionale 2017, n. 272
«Entrata in vigore del secondo emendamento alla Conven-
zione sulla valutazione dell’impatto ambientale in un con-
testo transfrontaliero, fatta a Espoo il 25 febbraio 1991,
adottato a Cavtat il 1° - 4 giugno 2004» Sintesi a pagina 104
31
gennaio 2018
Qualità delle acque destinate al consumo umano. Relazione sui controlli con esito negativo
Ai sensi dell’art. 14 del D.Lgs. n. 31/2001, entro il 31 gennaio 2018 le regioni e le province auto-
nome devono comunicare al mini-stero della Salute e al ministero dell’Ambiente e della tutela del ter-
ritorio e del mare le seguenti informazioni relative ai casi di non conformità dei controlli sulla qualità
delle acque destinate al consumo umano (eccezion fatta per le acque confezionate in bottiglie o con-
tenitori) così come riscontrati nel corso dell’anno precedente: a) il parametro interessato e il relativo
valore, i risultati dei controlli effettuati nel corso degli ultimi dodici mesi, la durata delle situazioni di
non conformità; b) l’area geografica, la quantità d’acqua fornita ogni giorno, la popolazione coinvol-
ta e gli eventuali effetti sulle industrie alimentari interessate; c) una sintesi dell’eventuale piano relativo
all’azione correttiva ritenuta necessaria, compreso un calendario dei lavori, una stima dei costi e la
relativa copertura finanziaria, nonché disposizioni in materia di riesame. Nel caso di utenze inferiori
a 500 abitanti, l’obbligo do-vrà essere assolto attraverso la trasmissione di una relazione contenente
i parametri interessati con i relativi valori e la popolazio-ne coinvolta.
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019
31 gennaio 2018
Assicurazione contro gli infortuni in ambito domestico. Versamento annuale
Ai sensi dell’art. 4, comma 4, del D.M. 15 settembre 2000, il 31 gennaio 2018 scade il termine en-
tro il quale deve essere effettuato il versamento del premio assicurativo per l’assicurazione contro gli
infortuni derivanti dal lavoro svolto in ambito domestico, co-sì come prevista dal capo III della legge
n. 493/1999 e attuata dal D.M. 15 settembre 2000.
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019
31 gennaio 2018
Dichiarazione annuale dei rifiuti conferiti in discarica
Ai sensi dell’art. 3, commi 30 e 31, legge n. 549/1995, il 31 gennaio 2018 scade il termine entro
il quale il gestore dell’impresa di stoccaggio definitivo deve presentare alla regione di appartenenza
la dichiarazione annuale sulle quantità di rifiuti conferiti nell’anno precedente, nonché dei versamenti
effettuati. Per l’omessa o infedele registrazione delle operazioni di conferimento in discarica si applica
la sanzione amministrativa dal 200 al 440% del tributo relativo all’operazione. Per l’omessa o infe-
dele dichia-razione si applica la sanzione da euro 103,29 a euro 516,46. La sanzione è ridotta di
un quarto qualora, entro il termine per ricorrere alle commissioni tributarie, intervenga adesione del
contribuente e contestuale pagamento del tributo, se dovuto, e della sanzione.
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019
31 gennaio 2018
Acque minerali naturali riconosciute. Invio annuale delle analisi
Ai sensi dell’art. 17, comma 3, D.M. 29 dicembre 2003, il 31 gennaio 2018 scade il termine entro il
quale i soggetti titolari di rico-noscimento di acque minerali naturali devono inviare al ministero della
Salute un’autocertificazione per ogni acqua minerale rico-nosciuta, relativa al mantenimento annuale
delle caratteristiche proprie sulle quali si basa il riconoscimento medesimo. L’autodichiarazione dovrà
essere accompagnata da un’analisi chimico-fisica e da un’analisi microbiologica effettuate nel corso
dello stesso anno solare ed eseguite secondo le modalità previste, rispettivamente, dagli articoli 5,
6, 9 e 10, D.M. 29 dicembre 2003. La mancata ricezione entro il termine della documentazione (in
duplice copia) ovvero la presentazione di certificazione ana-litica non conforme al D.M. 29 dicembre
2003, comporterà l’immediata sospensione della validità del decreto di riconoscimento.
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019
31 gennaio 2018
Pitture e vernici contenenti solventi e prodotti per la carrozzeria. Comunicazione delle auto-
rizzazioni di acquisto e di utilizzo
Ai sensi dell’art. 3, comma 6, D.Lgs. n. 161/2006, entro il 31 gennaio 2018 le autorità competenti
al rilascio delle autorizzazioni per l’acquisto o utilizzo dei prodotti elencati nell’allegato I al D.Lgs. n.
161/2006 (pitture e vernici e altri prodotti per carrozzeria) devono inviare al ministero dell’Ambiente
e della tutela del territorio e del mare la copia delle autorizzazioni rilasciate nell’anno precedente.
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019
31 gennaio 2018
Biodiesel. Soggetti assegnatari partecipanti al programma pluriennale di agevolazione del
biodiesel: relazione annuale
Ai sensi dell’art. 8, comma 1, D.M. n. 156/2008, entro il 31 gennaio 2018 i soggetti “assegnatari”
aderenti al programma plurienna-le di agevolazione del biodiesel devono presentare la relazione a
consuntivo indicativa della quantità, tipologia e provenienza de-gli oli vegetali utilizzati nonché la
quantità e la destinazione dei sottoprodotti di lavorazione. La relazione è relativa alle quote di as-
segnazione relative all’anno precedente e deve essere presentata, a pena di esclusione dagli anni
successivi del programma, al ministero dell’Economia e delle Finanze – Dipartimento per le politiche
fiscali, al ministero dello Sviluppo economico, al ministe-ro dell’Ambiente e della tutela del territorio
e del mare, al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, all’Agenzia delle dogane e al
Comando generale della Guardia di finanza
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019
31 gennaio 2018
Biocarburanti. Comunicazioni annuali
Ai sensi dell’art. 3, D.Lgs. n. 110/2008, i soggetti tenuti all’obbligo di immissione in consumo nel
territorio nazionale della quota minima di biocarburanti e degli altri carburanti rinnovabili ai sensi
dell’art. 2-quater, commi 3 e 4, del D.L. n. 2/2006, come modi-ficato dall’art. 1, comma 368 della
legge n. 296/2006 (soggetti che immettono in consumo benzina e gasolio, prodotti a partire da fonti
primarie non rinnovabili e destinati a essere impiegati per autotrazione) devono comunicare entro il
31 gennaio 2018 al mi-nistero delle Politiche agricole alimentari e forestali: a) i quantitativi comples-
sivi espressi in Gcal, di benzina e gasolio immessi in consumo nell’anno precedente; b) i quantitativi
di biocarburanti espressi in Gcal, da immettere in consumo nell’anno in corso, calcolati secondo le
modalità di cui al comma 5 dell’art. 3 del D.M. n. 110/2008.
Allo stesso modo, entro la stessa data, i medesimi soggetti dovranno comunicare al ministero delle
Politiche agricole alimentari e forestali i quantitativi di biocarburanti immessi in consumo nell’anno
precedente, differenziati secondo: a1) prodotto, fiscalmente non agevolato, non derivante da con-
tratto quadro, intesa di filiera o contratti a essi equiparati; a2) prodotto, fiscalmente non age-volato,
derivante da contratto quadro, intesa di filiera o contratti a essa equiparati; a3) prodotto, fiscalmente
agevolato, derivante da contratto quadro, intesa di filiera o contratti a essa equiparati; a4) prodotto,
fiscalmente agevolato, derivante da contratto qua-dro, intesa di filiera o contratti a essa equiparati.
Le comunicazioni dovranno essere effettuate secondo la modulistica indicata nell’allegato III al D.M.
n. 110/2008 e avranno valore di autocertificazione ai sensi del D.P.R. n. 445/2000. I soggetti che
cessano l’attività di immissione in consumo di benzina e gasolio sono, comunque, tenuti a garantire il
rispetto dell’obbligo di immissione in consumo di biocarburanti nell’anno in corso.
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019
31 gennaio 2018
Biocarburanti. Comunicazioni per maggiorazioni
Ai sensi dell’art. 7 del D.M. 14 febbraio 2013 (ministero dello Sviluppo economico), i soggetti tenuti
all’obbligo di immissione in consumo nel territorio nazionale della quota minima di biocarburanti e
degli altri carburanti rinnovabili ai sensi dell’art. 2-quater, commi 3 e 4, del D.L. n. 2/2006, come
modificato dall’art. 1, comma 368 della legge n. 296/2006 (soggetti che immettono in consumo
benzina e gasolio, prodotti a partire da fonti primarie non rinnovabili e destinati a essere impiegati
per autotrazione) devono comunicare entro il 31 gennaio 2018 al ministero dello Sviluppo econo-
mico i quantitativi complessivi espressi in Gcal, di benzina e gasolio ex art. 2, comma 1, D.M. n.
110/2008, destinati all’uso extra rete nei quali, nell’anno precedente, è stata misce-lata una quantità
di biocarburanti pari al 25%. Contestualmente gli stessi soggetti dovranno trasmettere una dichiara-
zione relativa ai soggetti destinatari dei prodotti, all’ubicazione del deposito e all’eventuale codice
ditta rilasciato dall’Agenzia delle dogane (con relative quantità fornite nell’anno precedente).
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019
31 gennaio 2018
Biocarburanti. Istanza di accreditamento
I soggetti titolari di impianti di produzione di biocarburanti ex art. 1, comma 1, lettere a) e b), D.M.
14 febbraio 2013, interessati a ottenere il riconoscimento delle maggiorazioni, devono presentare
entro il 31 gennaio 2018 al ministero dello Sviluppo economi-co l’apposita istanza di accreditamento.
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019
31 gennaio 2018
Biomasse a uso agricolo e a uso energetico. Rapporto annuale
Il 31 gennaio 2018 scade il termine entro il quale le regioni e le province autonome devono inviare
al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, una relazione sul rapporto tra biomasse a
uso agricolo e biomasse a uso energetico. In particolare, la relazione dovrà evidenziare: a) il fabbi-
sogno di biomasse di origine agricola legate a impianti in esercizio; b) il fabbisogno poten-ziale di
biomasse di origine agricola derivante da impianti che potranno entrare in esercizio nel corso dell’anno
seguente; c) la di-sponibilità di biomasse di origine agricola nel bacino regionale; d) la valutazione
dell’equilibrio di approvvigionamento e i pos-sibili effetti economici e fondiari indotti.
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019
31 gennaio 2018
Impianti con produzione di gas a effetto serra. Interruzioni superiori a sei mesi
Il 31 gennaio 2018 scade il termine entro il quale i gestori di impianti ex allegato I al D.Lgs. n.
30/2013, con interruzioni nell’anno per un periodo superiore a sei mesi, devono comunicare al Co-
mitato nazionale per la gestione della direttiva 2003/87/CE (e per il supporto nella gestione delle
attività di progetto del protocollo di Kyoto) ogni interruzione delle attività ex allegato I in atto al primo
gennaio dello stesso anno (art. 23, comma 4).
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019
31 gennaio 2018
Registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di inquinanti. Relazioni istituzionali
Ai sensi dell’art. 3, commi 6 e 7, D.P.R. n. 157/2011, il 31 gennaio 2018 scade il doppio termine
entro il quale l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) deve comunicare al
ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché alle Autorità competenti, i dati
relativi alle comunicazioni ricevute dai gestori ai sensi dell’art. 5, regolamento (Ce) n. 166/2006 [in
relazione ai complessi industriali ex allegato I - al di sopra delle soglie di capacità applicabili, su: a)
emissioni nell’aria, nell’acqua e nel suolo di ciascuna sostanza inquinante di cui all’allegato II per un
quantitativo superiore al relativo valo-re di soglia di cui all’allegato medesimo; b) trasferimenti fuori
sito di rifiuti pericolosi per oltre 2 tonnellate l’anno o di rifiuti non pericolosi per oltre 2.000 tonnellate
l’anno, per qualsiasi operazione di recupero e di smaltimento, salvo per quanto riguarda le operazioni
di smaltimento, di trattamento dei terreni e di iniezione profonda; c) trasferimenti fuori sito, in acque
reflue destinate al trattamento, di qualsiasi sostanza inquinante indicata nell’allegato II per quantitativi
superiori al valore di soglia di cui al mede-simo allegato II, colonna 1 b), regolamento n. 166/2006].
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019
31 gennaio 2018
Materie fissili speciali, materie grezze, minerali e combustibili nucleari. Aggiornamento delle
giacenze
Ai sensi dell’art. 6, D.M. 28 settembre 2011, il 31 gennaio 2018 scade il termine entro il quale i de-
tentori di materie fissili speciali, materie grezze e minerali di cui all’art. 1, D.M. 28 settembre 2011,
devono trasmettere all’Agenzia per la sicurezza nucleare una si-tuazione delle giacenze delle mate-
rie. Per l’incombente dovranno essere utilizzati i formulari di cui agli allegati IV e V di cui all’art. 13,
regolamento (Euratom) n. 302/2005, considerando che l’inventario fisico di queste materie dovrà
essere effettuato da tutti i detentori almeno una volta l’anno con comunicazione preventiva (di almeno
40 giorni) all’Agenzia per la sicurezza nucleare.
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019
31 gennaio 2018
Sistema quote Ue-Ets. Versamento della tariffa
Il 31 gennaio 2018 scade il termine entro il quale i titolari di attività ex art. 4, comma 4, lettera o-bis),
art. 8, comma 5, art. 9, art. 21, art. 22, comma 4, art. 23, comma 1, e art. 34, comma 3, D.Lgs. n.
30/2013 – operatori aerei o gestori per ciascun impianto autorizzato a emettere gas serra – devono
versare la tariffa di € 250,00. Il pagamento della tariffa deve essere effettuato mediante versamento
su ccp intestato alla Tesoreria provinciale dello Stato territorialmente competenmte, con imputazione al
capitolo 2592, art. 22 – capo 32, causale “Tariffa – rilascio quote e comunicazione delle emissioni,
ai sensi dell’art. 41, D.Lgs. n. 30/2013”.
L’avvenuto pagamento dovrà essere comunicato al ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio
secondo quanto indicato sul sito istituzionale (art. 2, D.M. 25 luglio2016)
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019
31 gennaio 2018
Energia. Consumi annuali
Le imprese che effettuano la fornitura di energia per utenze intestate a una pubblica amministrazio-
ne centrale devono comunicare entro il 31 gennaio 2018 all’Enea, i consumi annuali, suddivisi per
vettore energetico, di ognuna delle suddette utenze e relativi all’anno precedente (art. 5, comma 15,
D.Lgs. n. 102/2014).
La successiva analoga scadenza cadrà il 31 gennaio 2019
1
febbraio 2018
Impianti nucleari. Piano preliminare di disattivazione
Il 1° febbraio 2018 scade il termine per presentare il piano preliminare delle operazioni di disattiva-
zione di cui all’art. 50, comma 2, D.Lgs. n. 230/1995, da parte dei titolari di licenza di esercizio
ex art. 50, D.Lgs. n. 230/1995, piuttosto che da parte dei titolari di autorizzazione ex artt. 51e 52,
D.Lgs. n. 230/1995, che all’entrata in vigore del D.Lgs. n.137/2017 non avevano già presentato
do-manda di disattivazione (art. 3, comma 1, D.Lgs. n. 137/2017).
15
febbraio 2018
Denuncia degli infortuni del settore estrattivo
Ai sensi dell’art. 25, comma 8, D.Lgs. n. 624/1996, entro il 15 febbraio 2018, il “titolare” ex art. 2,
comma 1, lettera b), D.Lgs. n. 624/1996, deve trasmettere all’autorità di vigilanza un prospetto rias-
suntivo, anche se negativo, degli infortuni verificatisi nel mese precedente e che abbiano comportato
un’assenza dal lavoro di almeno tre giorni.
La successiva analoga scadenza cadrà il 15 marzo 2018
20
febbraio 2018
Denuncia periodica degli imballaggi del mese precedente
Il 20 febbraio 2018 è l’ultimo giorno, per i produttori o gli utilizzatori di imballaggi iscritti al Consor-
zio nazionale imballaggi (Conai) e in regime di dichiarazione mensile, per presentare la denuncia
e calcolare, sulla base delle fatture emesse o dei documenti ricevuti, il contributo prelevato o dovuto
nel mese precedente, distinguendo gli importi relativi a ciascuna tipologia di materiali e indicando il
relativo consorzio di appartenenza.
La successiva analoga scadenza cadrà il 20 marzo 2018
Antincendio e tabagismo
doppia allerta in ospedale
Nelle strutture sanitarie, il fumo costituisce un fattore di rischio
aggravato dalla presenza di persone con fragilità e dal pericolo-fuoco.
Una situazione delicata da esaminare soprattutto alla luce della recente
evoluzione normativa, con spunti concreti ai fini di prevenzione e salute
di Andrea Bocchieri, professionista antincendio, direttore di S.C. “servizio prevenzione protezione e medicina
preventiva del lavoro”, azienda socio sanitaria della Valle Olona (VA), professore a contratto presso l’Università
degli studi di Pavia, corso di laurea in bioingegneria
La tutela della salute umana dei fuma- • adeguata dotazione impiantistica per • il termine previsto dall’articolo 51,
tori e dei non fumatori dagli effetti di- i locali riservati ai fumatori; comma 6, legge 16 gennaio 2003, n.
retti e indiretti del tabagismo è struttu- • procedimento per l’accertamento del- 3, è prorogato fino al 10 gennaio 2005
rata in Italia, nei locali aperti al pubbli- le infrazioni. (decreto legge n. 266/2004, converti-
co, da una serie di norme progressiva- L’articolo 51, ai commi 2 e 6, è stato re- to con legge n. 306/2004).
mente introdotte e parzialmente attuate. sidualmente modificato e integrato con
Si parte dal 1972 con il divieto di pub- la legge 31 ottobre 2003, 306, e con il L’anno 2003 è centrale nella lotta al ta-
blicizzazione dei prodotti per fumato- decreto legge n. 266/2004: bagismo: in quel periodo l’organizza-
ri, nel 1975 è aggiunta la regolamenta- • al comma 2, secondo periodo, dell’ar- zione mondiale della sanità (Oms) ha
zione del divieto di fumo sui mezzi di ticolo 51, legge 16 gennaio 2003, n. 3, emanato una convenzione quadro nel-
trasporto pubblico e nella maggior parte le parole: «con regolamento, da ema- la lotta al tabagismo, documento chia-
dei locali pubblici, adibendo scompar- nare ai sensi dell’articolo 17, comma ve nella esplicitazione di una più chia-
ti e locali per fumatori. All’anno 1991 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, ra presa di posizione delle nazioni nel-
dobbiamo i primi tentativi di informa- e successive modificazioni,» sono so- la tutela della salute dagli effetti del ta-
zione ai consumatori sulla nocività dei stituite dalle seguenti: «con decreto bacco1 (vedere box 2).
prodotti da fumo. Finalmente si arriva del Presidente del Consiglio dei mi- Proseguendo l’analisi temporale, è pos-
al 2003 e al fulcro della lotta al tabagi- nistri di recepimento di un accordo sibile evidenziare ancora che, nell’anno
smo rappresentata, fino al gennaio 2016, tra lo Stato, le regioni e le province 2013, il Consiglio dei ministri ha varato
dalla cosiddetta “legge Sirchia”, ovve- autonome» (legge n. 306/2003); un disegno di legge proposto dall’attua-
ro la legge 16 gennaio 2003, n. 3, che, • al comma 2, terzo periodo, e al com- le ministero della Salute che prevede2:
all’articolo 51, prevede sostanzialmen- ma 6, articolo 51, legge 16 gennaio • divieto di fumo nelle scuole anche
te (vedere box 1): 2003, n. 3, la parola: «regolamento» all’aperto: sarà esteso ai cortili e al-
• divieto di fumo nei locali chiusi (ec- è sostituita dalla seguente: «provve- le altre aree all’aperto di pertinenza
cetto quelli riservati e contrassegnati); dimento» (legge n. 306/2003); degli edifici scolastici;
BOX 1
Una tutela anche per chi non ha il “vizio”
(articolo 51, legge n. 3/2003)
1. È vietato fumare nei locali chiusi, ad eccezione di:
a) quelli privati non aperti ad utenti o al pubblico;
b) quelli riservati ai fumatori e come tali contrassegnati.
2. Gli esercizi e i luoghi di lavoro di cui al comma 1, lettera b), devono essere
dotati di impianti per la ventilazione ed il ricambio di aria regolarmente fun-
zionanti. Al fine di garantire i livelli essenziali del diritto alla salute, le caratte-
• sigarette elettroniche: sono stabiliti ristiche tecniche degli impianti per la ventilazione ed il ricambio di aria sono
i criteri di etichettatura che obbligano definite, entro centottanta giorni dalla data di pubblicazione della presente
fabbricanti o importatori a indicare con legge nella Gazzetta Ufficiale, con regolamento, da emanare ai sensi dell’ar-
caratteri chiari e leggibili la composi- ticolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive mo-
zione dei liquidi e la concentrazione dificazioni, su proposta del Ministro della salute. Con lo stesso regolamento
sono definiti i locali riservati ai fumatori nonché i modelli dei cartelli connessi
di nicotina, le informazioni relative
all’attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo.
alla composizione qualitativa e quan- 3. Negli esercizi di ristorazione, ai sensi del comma 1, lettera b), devono essere
titativa di tutte le sostanze contenute adibiti ai non fumatori uno o più locali di superficie prevalente rispetto alla
e i sintomi e gli effetti sulla salute. I superficie complessiva di somministrazione dell’esercizio.
proventi delle sanzioni amministrati- 4. Con regolamento da emanare ai sensi dell’articolo 17, comma 1, della legge
ve pecuniarie previste per le violazio- 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, su proposta del Mini-
ni sono successivamente riassegnate stro della salute, possono essere individuati eventuali ulteriori luoghi chiusi nei
quali sia consentito fumare, nel rispetto delle disposizioni di cui ai commi 1,
per il potenziamento dell’attività di
2 e 3. Tale regolamento deve prevedere che in tutte le strutture in cui le per-
monitoraggio sugli effetti derivanti sone sono costrette a soggiornare non volontariamente devono essere previsti
dall’uso di sigarette elettroniche e la locali adibiti ai fumatori.
realizzazione di attività informative fi- 5. Alle infrazioni al divieto previsto dal presente articolo si applicano le sanzioni
nalizzate alla prevenzione del rischio di cui all’articolo 7 della legge 11 novembre 1975, n. 584, come sostituito
di induzione al tabagismo. dall’articolo 52, comma 20, della legge 28 dicembre 2001, n. 448.
Giungendo al 2016, è emanato il decreto 6. Al fine di consentire una adeguata attività di informazione, da attivare d’intesa
con le organizzazioni di categoria più rappresentative, le disposizioni di cui
legislativo 12 gennaio 2016, n. 6, artico-
ai commi 1, 2, primo periodo, 3 e 5 entrano in vigore decorso un anno dalla
lo 24, comma 1, ed è modificato l’arti- data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 2.
colo 51, comma 1-bis, legge 16 genna- 7. Entro centoventi giorni dalla data di pubblicazione della presente legge nella
io 2003, n. 3, introducendo «il divieto Gazzetta Ufficiale, con accordo sancito in sede di Conferenza permanente per
di fumo nelle pertinenze esterne delle i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano,
strutture universitarie ospedaliere, dei su proposta del Ministro della salute di concerto con i Ministri della giustizia
presidi ospedalieri e degli IRCCS pedia- e dell’interno, sono ridefinite le procedure per l’accertamento delle infrazioni,
la relativa modulistica per il rilievo delle sanzioni nonché l’individuazione dei
trici, nonché nelle pertinenze esterne
soggetti legittimati ad elevare i relativi processi verbali, di quelli competenti a
dei reparti di ginecologia e ostetricia, ricevere il rapporto sulle infrazioni accertate ai sensi dell’articolo 17 della legge
neonatologia e pediatria delle strutture 24 novembre 1981, n. 689, e di quelli deputati a irrogare le relative sanzioni.
universitarie ospedaliere e dei presidi 8. Le disposizioni di cui al presente articolo non comportano maggiori oneri a
ospedalieri e degli IRCCS»3. carico del bilancio dello Stato. 9. Rimangono in vigore, in quanto compatibili,
Il decreto prevede che, in caso di viola- le disposizioni di cui agli articoli 3, 5, 6, 8, 9, 10 e 11 della legge 11 no-
zione del divieto, siano applicate le mi- vembre 1975, n. 584. 10. Restano ferme le disposizioni che disciplinano
il divieto di fumo nei locali delle pubbliche amministrazioni.
sure sanzionatorie previste dall’artico-
lo 7, legge 11 novembre 1975, n. 584,
BOX 2
Stralcio della convenzione quadro dell’Oms
«1. Ogni persona deve essere informata delle conseguenze per la salute, della
dipendenza e del rischio mortale derivanti dal consumo di tabacco e dall’espo- come modificate dalla legge finanziaria
sizione al fumo del tabacco, e misure legislative, esecutive, amministrative o
del 2005 (a tal proposito vedere l’arti-
altre misure efficaci devono essere previste all’appropriato livello governativo
per proteggere tutte le persone contro l’esposizione al fumo del tabacco. colo 1, comma 189, legge 30 dicembre
2. È necessario un forte impegno politico per elaborare e sostenere, a livello 2004, n. 311) che ha previsto un aumen-
nazionale, regionale e internazionale, misure plurisettoriali complete ed azioni to del 10% dell’importo delle sanzioni
coordinate, tenuto conto della necessità di: amministrative pecuniarie.
a) adottare misure per proteggere tutte le persone contro l’esposizione al La violazione del divieto di fumo può
fumo del tabacco; essere rilevata dalle seguenti figure al-
b) adottare misure per evitare che le persone comincino a fumare, per pro-
le quali competono l’accertamento e la
muovere e sostenere la disintossicazione e per fare diminuire il consumo di
pro-dotti del tabacco sotto tutte le forme; contestazione dell’infrazione:
c) adottare misure per incoraggiare gli autoctoni e le comunità autoctone a • delegati alla vigilanza sull’osservan-
partecipare all’elaborazione, all’attuazione e alla valutazione di programmi za del divieto;
di lotta contro il tabagismo che siano socialmente e culturalmente adeguati • pubblici ufficiali e agenti.
ai loro bisogni e alle loro idee;
d) adottare misure per tenere conto dei rischi specifici per l’uomo e per la don- L’estensione del divieto di fumo alle
na, al momento dell’elaborazione delle strategie di lotta contro il tabagismo.
pertinenze esterne delle strutture ospe-
3. Un importante elemento della Convenzione è la cooperazione internazionale,
ed in particolare il trasferimento di tecnologia, conoscenze e aiuto finanziario e daliere a tutela dei soggetti esposti e a
la fornitura di competenze connesse per stabilire e attuare programmi efficaci partire da quelli più fragili (reparti di
di lotta contro il tabagismo, tenendo conto dei fattori culturali locali nonché dei ginecologia e ostetricia, neonatologia
fattori sociali, economici, politici e giuridici. e pediatria) risulta omogenea, peraltro,
4. Sono essenziali misure e risposte multisettoriali globali per ridurre il consumo con le precedenti emanazioni norma-
di tutti i prodotti del tabacco a livello nazionale, regionale e internazionale per tive sopra tracciate, ovvero il «divieto
prevenire, conformemente ai princìpi della salute pubblica, 1’incidenza delle
di fumo previsto per le aree all’aperto
malattie e l’inabilità ed i decessi prematuri, provocati dal consumo di tabacco
e dall’esposi-zione al fumo del tabacco. di pertinenza delle istituzioni del siste-
5. Le questioni legate alla responsabilità, così come determinate da ogni Parte ma educativo di istruzione e di forma-
nei limiti della sua competenza, sono un elemento importante per una completa zione, finalizzato a consentire al mino-
lotta contro il tabagismo. re di crescere in un ambiente educati-
6. Occorre riconoscere e prendere in considerazione l’importanza di un’assisten- vo salubre».
za tecnica e finanziaria per favorire la riconversione economica dei coltivatori A seguito dell’emanazione del D.Lgs.
di tabacco nonché dei lavoratori i cui mezzi di sussistenza sono gravemente
n. 6/2016, il ministero della Salute ha
compromessi dall’applicazione di programmi di lotta al tabagismo negli Stati
Parte in via di sviluppo e negli Stati Parte ad economia in transizione, nel qua- voluto esplicitare indicazioni interpreta-
dro di strategie di sviluppo sostenibile elaborate a livello nazionale. tive e attuative dei conseguenti divieti,
7. La partecipazione della società civile è essenziale per raggiungere l’o- in particolare, in materia di tutela della
biettivo della Convenzione e dei suoi protocolli.» salute dei minori avverso il consumo di
tabacco; infatti, con un documento indi-
12. smetti di fumare - vivi per i tuoi cari: di sicurezza. resistenti al fuoco;
13. il fumo riduce la fertilità; Occorre evidenziare, fra questi, il primo • installazione e mantenimento in effi-
14. il fumo aumenta il rischio di impo- («minimizzare le cause di incendio») e, cienza dei dispositivi di protezione;
tenza. in sintonia col dettato normativo, appro- • controllo della conformità degli im-
fondire le modalità di raggiungimento pianti elettrici alle normative tecni-
Fumo e incendi di questo obiettivo. che vigenti;
nelle strutture sanitarie Con riferimento alla pericolosità del fu- • controllo relativo alla corretta manu-
Oltre a rappresentare un fattore di ri- mo nella prevenzione incendi, il D.M. tenzione di apparecchiature elettriche
schio per la salute umana, il fumo è un 10 marzo 1998 ha fornito, già dal lonta- e meccaniche;
pericolo per la sicurezza antincendio no 1998, soluzione alla presenza a que- • riparazione o sostituzione delle appa-
nelle strutture sanitarie. Già lo scorre- sto fattore di rischio in quanto ha pre- recchiature danneggiate;
re degli obiettivi di sicurezza statuiti visto, nella logica dei sistemi di buona • pulizia e riparazione dei condotti di
dai ministeri competenti in materia di gestione (Ohsas 18001, Iso 9001) e del ventilazione e canne fumarie;
prevenzione incendi aiuta a inquadrare D.Lgs. n. 81/2008, le seguenti misure • adozione, dove appropriato, di un si-
nella giusta cornice il notevole impatto per ridurre i pericoli causati da sorgenti stema di permessi di lavoro da effet-
della presenza di accendini, sigari, si- di calore (in grassetto le previsioni di- tuarsi a fiamma libera nei confron-
garette eccetera, all’interno degli ospe- rettamente riferite al fumo): ti di addetti alla manutenzione e ap-
dali. Questi obiettivi fondano il sistema • rimozione delle sorgenti di calore non paltatori;
di gestione della sicurezza antincendio, necessarie; • identificazione delle aree dove è
che deve essere attivo e aggiornato in o- • sostituzione delle sorgenti di calore proibito fumare e regolamentazio-
gni struttura sanitaria, e sono (D.M. 10 con altre più sicure; ne sul fumo nelle altre aree;
marzo 1998): • controllo dell’utilizzo dei generato- • divieto dell’uso di fiamme libere nel-
• minimizzare la cause di incendio; ri di calore secondo le istruzioni dei le aree ad alto rischio.
• garantire la stabilità delle strutture costruttori; Inoltre, con riferimento diretto proprio
portanti al fine di assicurare il soc- • schermaggio delle sorgenti di calore alle attività soggette al controllo del Cor-
corso agli occupanti; valutate pericolose tramite elementi po nazionale dei vigili del fuoco di cui
• limitare la produzione e la propagazio-
ne di un incendio all’interno dei locali;
• limitare la propagazione di un incen-
dio a edifici e/o locali contigui;
L’impatto non è soltanto sulla salute,
• assicurare la possibilità che gli occu- ma anche sulla sicurezza antincendio,
panti lascino il locale indenni o che così come è stato definito dal decreto
gli stessi siano soccorsi in altro modo;
• garantire la possibilità per le squadre
ministeriale 10 marzo 1998 in materia
di soccorso di operare in condizioni
BOX 7
Check-list per la valutazione del rischio
rispetto al fumo di tabacco nell’ambiente di lavoro
Nell’ambiente di lavoro attuale si fuma:
negli uffici mai qualche volta spesso
nei reparti presso le postazioni di lavoro mai qualche volta spesso
nella sala fumatori mai qualche volta spesso
all’esterno dell’edificio (entrata, terrazzi, balconi, ecc.) mai qualche volta spesso
nei corridoi/scale mai qualche volta spesso
nella mensa mai qualche volta spesso
negli spogliatoi mai qualche volta spesso
nei bagni mai qualche volta spesso
nelle sale d’attesa mai qualche volta spesso
nelle zone di pausa (caffè/pranzo) mai qualche volta spesso
altro ........................................................................................ mai qualche volta spesso
L’azienda ha adottato provvedimenti contro il fumo? NO SI quali ........................
Controllo della presenza di cartellonistica di divieto
1. Sono presenti in azienda i cartelli regolamentari indicanti il divieto di fumo? NO SI
2. Sono ben localizzati ed evidenti? NO SI
3. L’incaricato del controllo del rispetto della normativa ha elevato qualche NO SI
sanzione?
Verificare la presenza eventuale di:
numero di persone che fumano durante il sopralluogo nessuno n. .................
numero dei posaceneri presenti nessuno n. .................
numero dei mozziconi di sigaretta in terra nessuno n. .................
livello di odore di fumo assente lieve discreto
Zone/locali per fumatori
4. Sono presenti locali per fumatori? NO SI
5. Se si, sono a norma del D.P.C.M. 23/12/2003? NO SI
6. Se si, sono regolarmente funzionanti? NO SI
7. Sono presenti zone esterne per fumatori? NO SI
8. Se si, sono attrezzate contro le intemperie? NO SI
Eventuali osservazioni di rspp, medico competente, rls, lavoratori sul rispetto e l’applicazione della normativa
in oggetto e sulla politica aziendale nei confronti del fumo di tabacco:
comi in seno a contratti di appalto, lavori a caldo deve essere oggetto di corre prendere idonee precauzioni per
opera e somministrazione11 al fine di preventivo sopralluogo per accertare evitare falsi allarmi durante i lavori
eseguire lavori di manutenzione ordina- che ogni materiale combustibile sia di manutenzione e di ristrutturazione;
ria e straordinaria (fra cui le ristruttura- stato rimosso o protetto contro calore • al termine dei lavori il sistema di ri-
zioni). In tal senso si determinano alcu- e scintille. Occorre mettere a dispo- velazione e di allarme deve essere
ne problematiche da prendere in consi- sizione estintori portatili e informare provato.
derazione in relazione alla presenza di gli addetti al lavoro sul sistema di al- • particolari precauzioni devono esse-
questi lavori: larme antincendio esistente. Ogni a- re adottate nei lavori di manutenzione
a) accumulo di materiali combustibili; rea dove è stato effettuato un lavoro e risistemazione su impianti elettrici
b) ostruzione delle vie di esodo; a caldo deve essere ispezionata dopo e di adduzione del gas combustibile.
c) bloccaggio in apertura delle porte re- l’ultimazione dei lavori medesimi per Peraltro, fumo, accendini e mozziconi
sistenti al fuoco; assicurarsi che non ci siano materiali sono storicamente correlati all’insor-
d) realizzazione di aperture su solai o accesi o braci; genza di incendi nelle strutture sanita-
murature resistenti al fuoco. • le sostanze infiammabili devono esse- rie (per non citare gli alberghi). Come
Alcune sono le prescrizioni generali re depositate in luogo sicuro e venti- ricorda l’Inail13, pur «non consideran-
di sicurezza da applicare, prevedendo- lato. I locali dove queste sostanze so- do l’altissimo numero di incendi le cui
ne l’identificazione già nel documento no utilizzate devono essere ventilati cause sono sconosciute o in via di ac-
di valutazione del rischi incendio12 (in e tenuti liberi da sorgenti di ignizio- certamento, si evidenziano principal-
grassetto le previsioni direttamente ri- ne. Il fumo e l’uso di fiamme libe- mente migliaia di interventi le cui cause
ferite al fumo): re deve essere vietato quando sono sono riconducibili a malfunzionamenti
• all’inizio della giornata lavorativa oc- impiegati questi prodotti; di apparecchiature o impianti elettri-
corre assicurarsi che l’esodo delle per- • le bombole di gas, quando non sono ci, riconducibili a camini o a faville in
sone dal luogo di lavoro sia garantito; utilizzate, non devono essere depo- genere, all’uso improprio di mozziconi
• alla fine della giornata lavorativa de- sitate all’interno del luogo di lavoro; di sigaretta e di fiammiferi, nonché al
ve essere effettuato un controllo per • nei luoghi di lavoro dotati di impianti surriscaldamento di motori e macchi-
assicurarsi che le misure antincendio automatici di rivelazione incendi, oc- ne. Da ciò si può dedurre che partico-
siano state poste in essere e che le at-
trezzature di lavoro, sostanze infiam-
mabili e combustibili, siano messe al
sicuro e che non sussistano condizioni Grazie all’Inail, è possibile inquadrare
per l’innesco di un incendio. le patologie più frequenti legate
• particolare attenzione deve essere pre- al tabagismo attivo, senza dimenticare
stata dove sono effettuati lavori a cal-
do (saldatura o uso di fiamme libere). quanti subiscono quello passivo
Il luogo dove sono effettuati questi
TABELLA 1
Divieto di fumo nel D.Lgs. n. 81/2008: principi comuni
Titolo/Allegato, fattore di rischio Previsione di divieto di fumare
Titolo I, Capo III, Sezione I, art. 15, «Misure «Le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei
generali di tutela» luoghi di lavoro sono (…) le misure di emergenza da attuare in caso di primo
soccorso, di lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori e di pericolo gra-
ve e immediato»
Titolo I, Capo III, Sezione I, art. 18, «Obblighi «Il datore di lavoro e i dirigenti, che organizzano e dirigono le stesse attività
del datore di lavoro e del dirigente» secondo le attribuzioni e competenze ad essi conferite, devono (…) designare
preventivamente i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di preven-
zione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso
di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque,
di gestione dell’emergenza»
Titolo I, Capo III, Sezione IV, art. 36, «Infor- «Il datore di lavoro provvede affinché ciascun lavoratore riceva una adeguata
mazione ai lavoratori» informazione:
a) sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro connessi alla attività della im-
presa in generale;
b) sulle procedure che riguardano il primo soccorso, la lotta antincendio, l’eva-
cuazione dei luoghi di lavoro»
Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigente
Arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1.315,20 a 5.699,20 euro
Titolo I, Capo III, Sezione IV, art. 37, «Forma- «I lavoratori incaricati dell’attività di prevenzione incendi e lotta antincendio,
zione dei lavoratori e dei loro rappresentanti» di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato, di
salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell’emergenza devo-
no ricevere un’adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico;
in attesa dell’emanazione delle disposizioni di cui al comma 3 dell’articolo 46,
continuano a trovare applicazione le disposizioni di cui al decreto del Ministro
dell’interno in data 10 marzo 1998»
Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigente
Arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1.315,20 a 5.699,20 euro
Titolo I, Capo III, Sezione VI, art. 43, «Dispo- «Il datore di lavoro:
sizioni generali» a) organizza i necessari rapporti con i servizi pubblici competenti in materia
di primo soccorso, salvataggio, lotta antincendio e gestione dell’emergenza;
b) designa preventivamente i lavoratori di cui all’articolo 18, comma 1, lettera b)»
Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigente
Arresto da due a quattro mesi o ammenda da 822,00 a 4.384,00 euro
Titolo I, Capo III, Sezione VI, art. 46, «Preven- «Nei luoghi di lavoro devono essere adottate idonee misure per prevenire gli
zione incendi» incendi e per tutelare l’incolumità dei lavoratori.
I Ministri dell’interno, del lavoro, della salute e delle politiche sociali (…) adot-
tano uno o più Decreti nei quali sono definiti (…) misure intese ad evitare l’in-
sorgere di un incendio (…)
Fino all’adozione dei suddetti Decreti, continuano ad applicarsi i criteri generali
di sicurezza antincendio e per la gestione delle emergenze nei luoghi di lavoro
di cui al decreto del Ministro dell’interno in data 10 marzo 1998»
Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigente
Arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1.315,20 a 5.699,20 euro
TABELLA 2 segue
Titolo X, Capo II, esposizione ad agenti «Nelle aree di lavoro in cui c’è rischio di esposizione è vietato assumere cibi e
biologici, art. 273, «Misure igieniche» bevande, fumare, conservare cibi destinati al consumo umano, usare pipette a
bocca e applicare cosmetici.»
Sanzioni concernenti il divieto di assunzione in luoghi esposti
Chiunque viola le disposizioni di cui all’articolo 273, comma 2, è punito con la
sanzione amministrativa pecuniaria da 109.60 a 493,20 euro.
Titolo XI, Capo II, art. 289, «Prevenzione «Se la natura dell’attività non consente di prevenire la formazione di atmosfere
e protezione contro le esplosioni» esplosive, il datore di lavoro deve:
a) evitare l’accensione di atmosfere esplosive;
b) attenuare gli effetti pregiudizievoli di un’esplosione in modo da garantire la sa-
lute e la sicurezza dei lavoratori.»
Sanzioni a carico dei datori di lavoro e dei dirigenti
Arresto da tre a sei mesi o ammenda da 2.740,00 a 7.014,40 euro.
Titolo XI, Capo II, articolo 290, «Valutazio- «Il datore di lavoro valuta i rischi specifici derivanti da atmosfere esplosive, tenen-
ne dei rischi di esplosione» do conto almeno dei seguenti elementi: a) probabilità e durata della presenza di
atmosfere esplosive;
b) probabilità che le fonti di accensione, comprese le scariche elettrostatiche, siano
presenti e divengano attive»
Sanzioni a carico dei datori di lavoro
Arresto da tre a sei mesi o ammenda da 2.740,00 a 7.014,40 euro.
Titolo XI, Capo II, articolo 294-bis, «Infor- «Il datore di lavoro provvede affinché i lavoratori esposti al rischio di esplosione
mazione e formazione dei lavoratori» e i loro rappresentanti vengano informati e formati in relazione al risultato della
valutazione dei rischi, con particolare riguardo:
a) alle misure adottate in applicazione del presente titolo;
b) alla classificazione delle zone;
c) alle modalità operative necessarie a minimizzare la presenza e l’efficacia delle
sorgenti di accensione»
Sanzioni a carico dei datori di lavoro e dei dirigenti
• Art. 294-bis: arresto da tre a sei mesi o ammenda da 2.740,00 a 7.014,40 euro.
Allegato IV, requisiti dei luoghi di lavoro, art. «Nelle aziende o lavorazioni in cui esistono pericoli specifici di incendio (…) è
4, «Misure contro l’incendio e l’esplosione» vietato fumare.»
Allegato XIII, prescrizioni di sicurezza e «Nei locali di riposo e di refezione così come nei locali chiusi di lavoro è vietato
di salute per la logistica di cantiere, art. fumare.»
4, «Locali di riposo, refezione, dormitori»
TABELLA 3
Tutela dei minori: modifiche e integrazioni alla “legge Sirchia”
D.Lgs. n. 6/2016, art. 24 Modifiche e integrazioni
Comma 1 «All’articolo 51 della legge 16 gennaio 2003, n. 3, e successive modificazioni, al comma
1-bis dopo la parola “formazione” sono aggiunte le seguenti parole: “, nonche’ alle pertinen-
ze esterne delle strutture universitarie ospedaliere, presidi ospedalieri e IRCCS pediatrici e alle
pertinenze esterne dei reparti di ginecologia e ostetricia, neonatologia e pediatria delle strutture
universitarie ospedaliere e dei presidi ospedalieri e degli IRCCS.”».
Comma 2 «All’articolo 51 della legge 16 gennaio 2003, n. 3, e successive modificazioni, dopo il comma
1-bis, come modificato dal comma 1, e’ inserito il seguente: 1-ter “Il divieto di cui al comma 1
e’ esteso al conducente di autoveicoli, in sosta o in movimento, e ai passeggeri a bordo degli
stessi in presenza di minori di anni diciotto e di donne in stato di gravidanza.».
Comma 3 «L’articolo 25 del testo unico delle leggi sulla protezione ed assistenza della maternità e infanzia,
di cui al Regio decreto 24 dicembre 1934, n. 2316, e successive modificazioni, è sostituito dal
seguente: “Art. 25. - Chiunque vende prodotti del tabacco o sigarette elettroniche o contenitori
di liquido di ricarica, con presenza di nicotina o prodotti del tabacco di nuova generazione ha
l’obbligo di chiedere all’acquirente, all’atto dell’acquisto, l’esibizione di un documento di iden-
tità, tranne nei casi in cui la maggiore età dell’acquirente sia manifesta.
A chiunque vende o somministra ai minori di anni diciotto i prodotti del tabacco o sigarette
elettroniche o contenitori di liquido di ricarica, con presenza di nicotina o prodotti del tabacco
di nuova generazione, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 500,00 a euro
3.000,00 e la sospensione per quindici giorni della licenza all’esercizio dell’attività. Se il fatto è
commesso più di una volta si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 1.000,00
a euro 8.000,00 e la revoca della licenza all’esercizio dell’attività.”».
Comma 4 «4. All’articolo 20 della legge 8 agosto 1977, n. 556, e successive modificazioni, il secondo
comma è sostituito dal seguente: “I distributori automatici per la vendita al pubblico di prodotti
del tabacco ovvero sigarette elettroniche o contenitori di liquido di ricarica contenenti nicotina,
dotati di un sistema automatico di rilevamento dell’eta’ anagrafica dell’acquirente e considerati
idonei per la lettura automatica dei documenti anagrafici rilasciati dalla pubblica amministrazio-
ne, possono essere sottoposti all’atto dell’installazione e, comunque, devono essere sottoposti
periodicamente a verifica effettuata dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli.”».
Comma 5 «Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano a decorrere dalla data di entrata in
vigore del presente decreto.»
Tabacco e prevenzione incendi: • ridurre il numero di fumatori attivi Fissati gli obiettivi, il sistema di gestio-
coniugare la protezione tramite modelli di riferimento di sti- ne deve individuare i soggetti obbligati
L’applicazione dei principi fin qui e- li di vita più sani che non contempli- e le relative responsabilità. A norma di
sposti nella tutela della salute e sicu- no il fumo; legge, per quanto concerne la preven-
rezza nelle strutture sanitarie rappre- • garantire la tutela della salute dei non zione incendi, riferimenti imprescin-
senta, pur a fronte di fattiva volontà, fumatori (operatori, pazienti, accom- dibili - ma non esaustivi - sono certa-
un compito articolato e complesso che pagnatori, lavoratori terzi eccetera) al mente la direzione sanitaria/medica, il
può essere affrontato e conseguito nel fine di prevenire l’esposizione al fu- servizio prevenzione e protezione dai
tempo tramite i canonici strumenti dei mo passivo; rischi, l’ufficio tecnico e, per le strut-
sistemi di buona gestione. • coinvolgere gli operatori dell’ospedale ture non ancora a norma ai sensi delle
Pertanto, risultano elementi irrinun- al fine del mantenimento in funzione disposizioni del D.M. 18 marzo 2015,
ciabili l’analisi del contesto, la stesu- del sistema di gestione di tutela del- il responsabile tecnico della sicurezza
ra di norme di comportamento, l’ap- la salute e della sicurezza; antincendio (D.M. 18 marzo 2015, Al-
plicazione di procedure e protocolli e, • regolamentare il divieto dei prodotti legato III). Nel coniugare in un unico
Cancerogeni e biologici
aggiornare i registri
Ancora qualche problema sulla loro revisione telematica. E in attesa
che il Sinp - per il momento non decollato - entri a pieno regime,
la circolare 12 ottobre 2017, n. 43, ha fornito le istruzioni operative
sulle modalità di trasmissione dei dati. Anche per i settori particolari
Nel complesso quadro del processo Questa norma ha agganciato diretta- rivi finalmente a pieno compimento,
d’informatizzazione di alcuni degli a- mente l’acquisizione telematica dei da- per il momento gli stessi sono acquisiti
dempimenti fondamentali in materia ti contenuti nei registri di esposizione dall’Inail che, con propria circolare del
di salute e di sicurezza sul lavoro pre- ex artt. 243, 260 e 280, del D.Lgs. n. 12 ottobre 2017, n. 43, ha fornito istru-
visto dal D.Lgs. n. 81/2008, basato sul 81/2008, al decreto istitutivo del Sinp, zioni operative sulle modalità telemati-
Sistema informativo nazionale per la ossia il decreto dei ministeri del Lavoro che di trasmissione e di aggiornamento.
prevenzione nei luoghi di lavoro (Sin- e della Salute 25 maggio 2016, n. 183, Alla luce, quindi, di queste recenti in-
p) che, tuttavia, continua ancora a non con il risultato che, a partire dal 12 ot- novazioni appare necessario procede-
decollare definitivamente, uno dei tas- tobre 2017, è entrata definitivamente in re a una ricostruzione sistematica del-
selli più importanti è la telematizzazio- vigore la nuova modalità di trasmissione la disciplina che presenta, in realtà,
ne del registro degli esposti agli agenti e di aggiornamento on line dei registri anche qualche profilo problematico,
cancerogeni o mutageni e di quello de- che, occorre ricordare, sono nati con il richiamando, quindi, anche i principi
gli esposti agli agenti biologici. D.Lgs. n. 626/1994 con l’obiettivo di generali della materia, cosa questa che
L’art. 53 del D.Lgs. n. 81/2008, nel det- garantire un flusso informativo sui da- appare necessaria per avere un quadro
tare le regole di tenuta della documen- ti fondamentali riguardanti gli esposti sufficientemente chiaro degli adempi-
tazione (documento di valutazione dei ad alcuni rischi di particolare rilevan- menti specifici che il datore di lavoro è
rischi, cartelle sanitarie e di rischio ec- za, sia ai fini della prevenzione che del- chiamato ad attuare (vedere la tabella 1).
cetera) prevede, al comma 6, che «Fino la ricerca, in modo da poter ricostruire
ai 12 mesi successivi all’adozione del la storia espositiva di ogni lavoratore. Soggetti obbligati
decreto interministeriale di cui all’ar- L’art. 3 e l’allegato A del D.M. n. Un primo profilo che deve essere ne-
ticolo 8 comma 4, del presente decre- 183/2016 prevedono che, infatti, an- cessariamente puntualizzato è il campo
to restano in vigore le disposizioni re- che i dati contenuti in questi registri applicativo soggettivo dell’obbligo di
lative ai registri degli esposti ad agenti confluiscano nel nascente Sinp, ma in tenuta dei registri degli esposti; rispet-
cancerogeni e biologici». attesa che questa travagliata genesi ar- to al previgente regime, in effetti, nulla
Soggetti obbligati Datori di lavoro pubblici e privati, titolari e non di pat presso l’Inail, obbligati alla tenuta:
del registro degli esposti agli agenti cancerogeni o mutageni (artt. 243 e 260, D.Lgs. n. 81/2008);
del registro degli esposti agli agenti biologici (art. 280, D.Lgs. n. 81/2008).
Titolari di pat Il registro deve essere trasmesso esclusivamente per via telematica attraverso il portale Inail
utilizzando l’apposito applicativo.
Non titolari di pat I registri devono essere inviati in formato elettronico tramite pec all’indirizzo dmil@postacert.inail.
it e all’indirizzo pec della Asl territorialmente competente sulla base dell’unità produttiva.
I modelli sono disponibili sul sito istituzionale dell’Inail, nella sezione “Moduli e modelli – Ricer-
ca e Tecnologia”.
A regime anche questi soggetti dovranno procedere alla trasmissione per via telematica dei dati.
Credenziali I datori di lavoro e i loro delegati possono accedere alla piattaforma utilizzando le credenzia-
li già in loro possesso.
Funzioni fondamentali Attraverso l’applicativo è possibile procedere on line a inserire, modificare, visualizzare i dati
ed effettuare la trasmissione dei registri.
Una funzione specifica consente di aggiungere le annotazioni individuali per singolo lavoratore
esposto, prestante servizio per l’unità produttiva selezionata.
Semplificazione Con un unico inserimento telematico i datori di lavoro interessati potranno adempiere agli ob-
blighi di comunicazione previsti dagli artt. 243 e 280 del D.Lgs. n. 81/2008, sia nei confronti
dell’Inail che nei confronti dell’organo di vigilanza.
Medico competente Se abilitato dal datore di lavoro all’utilizzo del nuovo servizio on line, può inserire, modificare
e visualizzare i dati.
Il medico competente non può effettuare la trasmissione del registro che rimane in carico al dato-
re di lavoro stesso e dei suoi delegati.
Registri trasmessi prima È previsto l’inserimento all’interno dell’archivio informatico Inail e resi disponibili on line entro
dell’11 ottobre 2017 il mese di marzo 2018
e via pec
BOX 1
Allegato XLII – D.Lgs. n. 81/2008,
«Elenco di sostanze, preparati e processi»
«1. Produzione di auramina con il metodo Michler.
2. I lavori che espongono agli idrocarburi policiclici aromatici presenti
nella fuliggine, nel catrame o nella pece di carbone.
3. Lavori che espongono alle polveri, fumi e nebbie prodotti durante il raffi-
namento del nichel a temperature elevate.
4. Processo agli acidi forti nella fabbricazione di alcool isopropilico.
5. Il lavoro comportante l’esposizione a polvere di legno duro.»
è innovato, quindi, l’adempimento ri- n. 271/1999, ancora ancorata all’abro- In particolare, occorre sottolineare che
guarda tutti i datori di lavoro privati e gato D.Lgs. n. 626/1994, si applica, se- nel caso degli agenti cancerogeni l’art.
pubblici che rientrano nella definizio- condo quanto stabilisce l’art. 2, ai lavo- 234, comma 1, lettera a), del D.Lgs.
ne dell’art. 2, comma 1, lettera b), del ratori imbarcati a bordo di tutte le navi n. 81/2008, modificato dal D.Lgs. 15
D.Lgs. n. 81/2008, che occupano non o unità mercantili, nuove ed esistenti, febbraio 2016, n. 39 – in vigore dal 29
solo lavoratori subordinati (art. 2094, adibite a navigazione marittima e alla marzo 2016 – fornisce una definizione
codice civile) ma anche quelli equipa- pesca nonché alle navi o unità mercan- particolarmente complessa ricompren-
rati agli stessi dal comma 1, lettera a), tili in regime di sospensione tempora- dendo qualsiasi sostanza o miscela che
dello stesso articolo come, per esempio, nea di bandiera, alle unità veloci e alle corrisponde ai criteri di classificazione
i soci lavoratori, i lavoratori sommini- piattaforme mobili, ferme restando al- come sostanza cancerogena di categoria
strati (artt. 30 e seguenti del D.Lgs. n. cune ipotesi di esclusione previste dal 1 A o 1 B di cui all’allegato I al regola-
81/2015), i lavoratori distaccati (art. 30, successivo art. 3 che rientrano, comun- mento (Ce) del Parlamento europeo e
D.Lgs. n. 276/2003; art. 3, comma 6,
D.Lgs. n. 81/2008), i collaboratori co-
ordinati e continuativi (cosiddetti “co.
co.co.”) che eseguono la prestazione La trasmissione e l’aggiornamento
di lavoro nei luoghi di lavoro del com- dei dati secondo le regole attuali
mittente (art. 409, n. 3, codice di pro-
cedura civile; art. 3, comma 7, D.Lgs. devono essere considerati vigenti
n. 81/2008), i lavoratori che eseguono anche per tutti i settori particolari
prestazioni occasionali di lavoro oc-
cupati da imprese e professionisti (art.
54-bis, D.L. n. 50/2017; art. 3, comma
8, D.Lgs. n. 81/2008).
que, nel campo applicativo generale del del Consiglio n. 1272/2008, nonché u-
Il caso dei marittimi D.Lgs. n. 81/2008 e di altri provvedi- na qualsiasi sostanza, miscela o proce-
L’obbligo della tenuta di questi registri menti speciali1. dimento menzionati nell’allegato XLI-
e di trasmissione secondo le nuove re- I del D.Lgs. n. 81/2008 (si veda il box
gole deve essere ritenuto vigente, quin- Cosa fare 1), nonché sostanza o miscela liberate
di, anche per i settori particolari previsti Per quanto riguarda, invece, il campo nel corso di un processo e menzionate
dall’art. 3, commi 2 e 3, del D.Lgs. n. applicativo oggettivo occorre rilevare nello stesso allegato.
81/2008, stante la natura generale delle che l’obbligo di tenuta dei registri di- Per agente mutageno, invece, secondo
disposizioni in materia; è il caso, per e- scende dal verificarsi di due condizioni; quanto previsto dall’art. 234, comma
sempio, del settore marittimo la cui di- la prima è quella, ovviamente, dell’e- 1, lettera b) – anch’esso modificato dal
sciplina speciale contenuta nel D.Lgs. sposizione a questi fattori di rischio. D.Lgs. n. 39/2016 – s’intende una so-
fatti, stabilisce che i lavoratori addet- priva di logica visto che, trattandosi in minati con decreto del Ministro del la-
ti ad attività comportanti uso di agenti entrambi i casi di dati afferenti diretta- voro, della salute e delle politiche so-
biologici del gruppo 3 ovvero 4 sono mente alla salute dei lavoratori, sareb- ciali sentita la Commissione consulti-
iscritti in un registro in cui sono ripor- be stato più lineare prevedere in tutte va permanente».
tati, per ciascuno di essi, l’attività svol- e due le ipotesi la tenuta attraverso il Questa disposizione, quindi, prevede
ta, l’agente utilizzato e gli eventuali ca- medico competente. espressamente l’emanazione di un ap-
si di esposizione individuale; anche in L’obbligo della tenuta non riguarda, posito decreto del ministero del Lavo-
questo caso l’obbligo dell’istituzione e comunque, tutti i datori di lavoro che ro e di quello della Salute, per altro con
dell’aggiornamento grava sul datore di esercitano attività per le quali la valu- il parere della Commissione consultiva
lavoro, però, stranamente, il comma 2 tazione dei rischi abbia evidenziato l’e- permanente, che al di là delle modalità
prevede che «Il datore di lavoro ne cu- sposizione a un qualsiasi agente biologi- di tenuta dovrebbe prevedere i modelli
ra la tenuta tramite il responsabile del co, ma solo a quelli rientranti nei grup- di registro, quindi, le informazioni spe-
cifiche da riportare; ora si potrebbe o-
biettare che con l’emanazione del de-
creto n. 183/2016 questa previsione de-
Mentre nel caso del registro degli esposti ve essere ritenuta superata, però a ben
agli agenti cancerogeni o mutageni vedere, questo decreto sembra si limi-
la tenuta è in capo al medico competente, ti solo a prevedere all’art. 3, comma 3,
lettera b), e nell’allegato A i dati che
per i biologici è assegnata al rspp confluiranno nella banca nazionale ri-
chiamando solo genericamente i regi-
stri di esposizione.
L’Istituto assicuratore, invece, vista pro-
babilmente anche l’imminente scaden-
servizio di prevenzione e protezione. pi 3 e 4 e, quindi, caratterizzati da una za, si è mosso rapidamente stabilendo
Il medico competente e il rappresen- maggiore pericolosità in termini d’in- la modulistica e la procedura anche per
tante per la sicurezza hanno accesso a fettività (si veda la tabella 2). questo registro, ma da un punto di vi-
detto registro». Nella circolare n. 43/2017, l’Inail pre- sta strettamente tecnico-normativo re-
Pertanto, mentre nel caso del registro vede, anche per questo registro, le re- sta qualche perplessità.
degli esposti agli agenti cancerogeni o gole di modalità telematiche di trasmis-
mutageni la tenuta è tramite il medico sione e di aggiornamento; tuttavia, il Modalità di trasmissione
competente, nel caso, invece, del regi- comma 6, dell’art. 280, stabilisce che e semplificazioni
stro degli esposti agli agenti biologici «I modelli e le modalità di tenuta del Per quanto riguarda, invece, le moda-
la tenuta è attraverso il rspp: si tratta di registro di cui al comma 1 e delle car- lità di trasmissione e di aggiornamen-
una previsione, in effetti, che sembra telle sanitarie e di rischio sono deter- to telematico, nella circolare n. 43/2017
BOX 2
Le faq dell’Inail
Esposti ad agenti cancerogeni o mutageni
1. Chi deve istituire il registro dei lavoratori esposti ad agenti cancerogeni?
Il datore di lavoro, ai sensi dell’art. 243 comma 1 del D.Lgs. 81/2008 e dell’art. 2 comma 1 del
D.M. n. 155/2007, istituisce, aggiorna e cura la tenuta, per il tramite del medico competente, di un
registro dei lavoratori esposti ad agenti cancerogeni conformemente al modello di cui all’ allegato 1
del D.M. 155/2007.
6. Dove si possono reperire i modelli del registro dei lavoratori esposti ad agenti
cancerogeni?
I modelli di tenuta del registro, di cui all’allegato 1 del D.M. 155/2007, sono reperibili e disponibili
per il download all’interno di questa sezione.
8. Come si deve comportare chi ha già redatto ed inviato il registro prima dell’entra-
ta in vigore del D.M. 155/2007?
cifica per consentire di aggiungere le an- rogazione di servizi, dotati di autono- istituto ha anche pubblicato una serie
notazioni individuali per singolo lavora- mia finanziaria e tecnico funzionale». d’interessanti faq che, al di là di qual-
tore esposto, prestante servizio per l’u- A supporto degli utenti, poi, nella circo- che imprecisione, sono di particolare
nità produttiva selezionata che, occorre lare è precisato che per maggiori chiari- aiuto ai datori di lavoro ai fini del cor-
ricordare, dovrebbe coincidere con la menti sarà possibile accedere al servi- retto adempimento degli obblighi in
definizione contenuta nell’art. 2, com- zio di assistenza e usufruire delle gui- questione (si veda il box 2).
ma 1, lettera t), del D.Lgs. n. 81/2008, de operative per la compilazione pre- Molto significativa appare, inoltre, la
ossia di «stabilimento o struttura fina- viste per entrambe le tipologie di regi- semplificazione richiamata nella circo-
lizzati alla produzione di beni o all’e- stri; occorre evidenziare che lo stesso lare n. 43/2017; infatti, l’Inail ha tenu-
9. Nel Modello C 626/2 (dati individuali del lavoratore) cosa si intende per numero
progressivo?
Nella colonna Numero progressivo si intende indicare l’ordine cronologico di inserimento delle va-
rie righe riportanti i dati relativi alle caratteristiche dell’attività svolta ed a quelle dell’esposizione.
10. Nel Modello C 626/2 (dati individuali del lavoratore) cosa si intende per valore
di esposizione?
Nella colonna Valore deve essere riportato il valore (corredato dall’unità di misura) del campiona-
mento personale rappresentativo del livello (intensità) dell’esposizione. Nel caso di concentrazione di
cancerogeni “molto variabili” nel tempo si consiglia di prevedere un numero di campionamenti tali da
poter disporre di una misura media “affidabile”, che può essere ritenuta rappresentativa dell’esposi-
zione (media) del lavoratore.
11. Nel Modello C 626/2 (dati individuali del lavoratore) cosa si intende per metodo
di esposizione?
Per metodo di esposizione si intende il metodo di campionamento e di analisi adottato nella misu-
razione dell’esposizione durante la valutazione del rischio di cui all’art. 236 del D.Lgs. 81/2008.
E’ opportuno specificare se la misurazione effettuata è di tipo personale o ambientale (stazionario).
12. Nel Modello C 626/2 (dati individuali del lavoratore) cosa si intende per tempo
di esposizione?
Nella colonna Tempo si deve indicare (in giorni/anno) quanto tempo in media durante un anno solare
(frequenza) il lavoratore è esposto all’agente cancerogeno (per esempio se un lavoratore è esposto
per 8 ore al giorno per un intero anno solare, indicare 220 g/a).
13. Nel Modello C 626/2 (dati individuali del lavoratore) cosa si intende per data
inizio e data fine?
La data inizio è riferita all’inizio dell’esposizione ovvero il primo giorno in cui il lavoratore ha inizia-
to ad essere esposto ad agenti cancerogeni. La data fine è riferita alla fine dell’esposizione ovvero
il giorno in cui il lavoratore cessa definitivamente di essere esposto ad agenti cancerogeni.In tale
modo viene determinata la durata dell’esposizione.
to a sottolineare che, con un unico in- dei Servizi di prevenzione delle Azien- invio contestuale tramite posta certifica-
serimento telematico, i datori di lavo- de sanitarie locali tramite l’inserimento ta all’Istituto, all’indirizzo dmil@posta-
ro interessati potranno così adempiere delle credenziali in loro possesso nell’a- cert.inail.it e all’indirizzo di posta cer-
agli obblighi di comunicazione previ- rea dei servizi online del portale Inail tificata della Asl territorialmente com-
sti dagli artt. 243-280, sia nei confron- www.inail.it». petente sulla base dell’unità produttiva.
ti dell’Istituto assicuratore che nei con- Analogamente, nel caso di trasmissione
fronti dell’organo di vigilanza in quan- via pec del registro da parte dei sogget- La posizione
to «Il Registro online, infatti, sarà im- ti non titolari di pat, il datore di lavoro del medico competente
mediatamente accessibile ai funzionari interessato potrà procedere a un unico Nella circolare n. 43/2017, alcune in-
15. Quali elenchi di codici ateco si possono utilizzare al fine di identificare l’attività
svolta?
Si possono utilizzare i codici della classificazione Istat delle attività economiche (ateco) seguendo la
compilazione guidata disponibile nell’applicativo Inail e descritta nel manuale utente. L’informazione
è richiesta nei modelli 626/1 e 626/3.
17. Quali elenchi di sigla/numero si posso utilizzare al fine di identificare l’ASL com-
petente per territorio?
Si possono utilizzare gli elenchi ufficiali di identificazione delle Asl seguendo la compilazione guidata di-
sponibile nell’applicativo Inail e descritta nel manuale utente. L’informazione è richiesta nel modello 626/1.
18. Quali elenchi di “Voce tariffa Inail” si possono utilizzare al fine di identificare il
codice relativo alla lavorazione unica o prevalente dell’azienda?
Si possono utilizzare i codici relativi alla stipula della convenzione assicurativa con l’Inail per la lavora-
zione maggiormente correlata con l’esposizione dei lavoratori. In presenza di più lavorazioni inserire i
rimanenti codici nella sezione successiva “Altre lavorazioni correlate all’esposizione”. L’informazione
è richiesta nel modello 626/1.
19. E’ obbligatorio istituire un registro anche per lavoratori esposti ad agenti mutageni?
L’art. 243 del D.Lgs. 81/2008 e successive modificazioni definisce l’obbligo di istituzione del registro
per i lavoratori esposti ad agenti cancerogeni o mutageni.
20. Il datore di lavoro può delegare altre figure alla redazione del registro?
La responsabilità rimane del datore di lavoro che può avvalersi di altre professionalità per gli aspetti tecnici.
teressanti puntualizzazioni sono state si avvale di questa figura onerata solo tiva, il medico competente, se abilitato
fornite anche sulla posizione del me- dal dover fornire il necessario suppor- dal datore di lavoro all’utilizzo del nuo-
dico competente che molto frequente- to tecnico-professionale per la corretta vo servizio on line, può inserire, modi-
mente è ritenuto erroneamente come il compilazione. ficare e visualizzare i dati ma non effet-
soggetto obbligato alla tenuta dei regi- Di conseguenza, sulla base di questo tuare la trasmissione del registro che ri-
stri; invece, questo adempimento gra- principio, l’Inail ha chiarito che, in a- mane in carico al datore di lavoro stes-
va direttamente sul datore di lavoro che desione al ruolo attribuito dalla norma- so e ai suoi delegati.
22. Quali sono gli agenti cancerogeni e/o mutageni per cui istituire il registro?
Gli agenti cancerogeni e/o mutageni per cui istituire il registro sono tutte quelle sostanze e/o preparati
classificate in modo da rispondere ai criteri relativi alla classificazione quali categorie cancerogene 1
o 2, stabiliti ai sensi del decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52 e successive modificazioni (classi-
ficazione Unione europea). La legge (art. 245, D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.) prevede che la Commissione
consultiva tossicologica nazionale (Cctn) individui periodicamente le sostanze cancerogene, mutagene
e tossiche per la riproduzione che, pur non essendo classificate, rispondono ai criteri di classificazione
del decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52.
23. Chi deve istituire il registro per i lavoratori con contratto di “somministrazione di
lavoro” (in precedenza denominati lavoratori interinali)?
Il registro degli esposti a cancerogeni deve essere istituito dalla ditta utilizzatrice a cui è demandata
la sorveglianza sanitaria dei lavoratori con contratto di “somministrazione di lavoro (art. 23 c. 5 del
D.Lgs. 276/2003)”.
Fase transitoria stessa data, saranno inseriti all’interno n. 81/2008, le annotazioni individuali
e obbligo di conservazione dell’archivio informatico e resi dispo- contenute nel registro di esposizione -
L’Istituto ha precisato ancora che i da- nibili nel registro on line entro il mese e le cartelle sanitarie e di rischio – de-
ti contenuti nei registri di esposizione di marzo 2018. vono essere conservate dal datore di la-
cartacei, trasmessi entro l’11 ottobre Occorre tenere presente che, inoltre, se- voro almeno fino a risoluzione del rap-
2017, così come i dati dei registri di e- condo quanto stabiliscono gli artt. 243, porto di lavoro.
sposizione ricevuti tramite pec dopo la comma 6, e 280, comma 4, del D.Lgs. L’Inail, invece, è tenuto alla conserva-
6. Dove si possono reperire i modelli del registro dei lavoratori esposti ad agenti biologici?
I modelli di tenuta del registro sono reperibili e disponibili per il download all’interno di questa sezione.
8. Nel Modello B 626/2 (dati individuali del lavoratore) cosa si intende per numero
progressivo?
Nella colonna numero progressivo si intende indicare l’ordine cronologico di inserimento delle va-
rie righe riportanti i dati relativi alle caratteristiche dell’attività svolta ed a quelle dell’esposizione.
9. Nel Modello B 626/2 (dati individuali del lavoratore) cosa si intende per data ini-
zio e data fine?
La data inizio è riferita all’inizio dell’esposizione ovvero il primo giorno in cui il lavoratore ha iniziato ad
utilizzare agenti biologici. La data fine è riferita alla fine dell’esposizione ovvero il giorno in cui il lavoratore
cessa definitivamente di utilizzare agenti biologici. In tale modo viene determinata la durata dell’esposizione.
zione di questi dati fino a quarant’an- che danno luogo a malattie con recru- l’introduzione di questo nuovo mec-
ni dalla cessazione di ogni attività che descenza periodica per lungo tempo o canismo non incide sul regime sanzio-
espone ad agenti cancerogeni o muta- che possano avere gravi sequele a lun- natorio previsto per la violazione delle
geni, che diventano dieci nel caso di e- go termine. regole di trasmissione dei dati del regi-
sposizione agli agenti biologici elevati, stro degli esposti ad agenti cancerogeni
però, a quarant’anni nel caso di agen- Regime sanzionatorio o mutageni e di quello degli esposti agli
ti per i quali è noto che possano pro- e ravvedimento operoso agenti biologici e relative variazioni pre-
vocare infezioni consistenti o latenti o Infine, rimane solo da osservare che viste dall’art. 243, comma 8, e dall’art.
11. Quali elenchi di codici ateco si possono utilizzare al fine di identificare l’attività
svolta?
Si possono utilizzare i codici della classificazione Istat delle attività economiche (ateco) seguendo la
compilazione guidata disponibile nell’applicativo Inail e descritta nel manuale utente. L’informazione
è richiesta nei modelli 626/1 e 626/3.
14. Il datore di lavoro può delegare altre figure alla redazione del registro?
La responsabilità rimane del datore di lavoro che può avvalersi di altre professionalità per gli aspetti tecnici.
16. Quali sono gli agenti biologici per cui istituire il registro?
Gli agenti biologici per cui istituire il registro sono tutti quelli classificati nel gruppo di rischio 3 o 4
(art. 268 del D.Lgs. 81/2008) contenuti nell’allegato XLVI al D.Lgs. 81/2008, oppure, in assenza di
codifica, classificati dal datore di lavoro nei gruppi 3 o 4 sulla base delle conoscenze disponibili e
seguendo i criteri di cui all’art. 268, commi 1 e 2.
17. Chi deve istituire il registro per i lavoratori con contratto di “somministrazione di
lavoro” (in precedenza denominati lavoratori interinali)?
Il registro degli esposti ad agenti biologici deve essere istituito dalla Ditta utilizzatrice a cui è deman-
data la sorveglianza sanitaria dei lavoratori con contratto di “somministrazione di lavoro (art. 23 c.
5 del D.Lgs. 276/2003)”.
280, comma 3, del D.Lgs. n. 81/2008. all’accertamento dalla violazione e l’ir- 81/2008, in base al quale il trasgresso-
Infatti, in entrambi i casi, l’illecito com- rogazione delle sanzioni sono gli organi re, al fine di estinguere l’illecito, è am-
porta l’applicazione, in capo al datore di vigilanza previsti dall’art. 13 del D.L- messo al pagamento di una somma «pari
di lavoro e al dirigente, della sanzione gs. n. 81/2008 (Asl, Inl eccetera), quin- alla misura minima prevista dalla legge
amministrativa pecuniaria da 548,00 a di, non l’Inail, e che gli autori della vio- qualora provveda a regolarizzare la pro-
1.972,80 euro [art. 262, comma 2, let- lazione potranno beneficiare dell’istitu- pria posizione non oltre il termine asse-
tera d); art. 282, comma 2, lettera c)]. to della regolarizzazione amministrativa gnato dall’organo di vigilanza median-
Occorre evidenziare che competenti regolato dall’art. 301-bis del D.Lgs. n. te verbale di primo accesso ispettivo».
Circuiti di sicurezza
ecco cosa cambia
di Federico Dosio, ingegnere, La norma Uni En Iso 13849-11, insieme richiesta della funzione di sicurezza
coordinatore Uni/Ct042/SC01/GL1 alla norma Cei En 620612, costituisce se verificate determinate condizioni;
Membro Iso/TC199/WG8 e WG5 lo strumento più importante per i co- • l’introduzione di una nuova defini-
struttori di macchine per la realizzazio- zione relativa alla tecnica di “prova-
ne dei circuiti di sicurezza nell’ambito ta in uso”;
della strategia di riduzione del rischio • l’aggiunta di un nuovo metodo di cal-
L’emendamento 1 presente sulle macchine stesse. I circuiti colo del livello di prestazione PL sen-
alla norma tecnica di sicurezza progettati e costruiti con la za uso del parametro MTTFD quan-
norma Uni En Iso 13849-1 devono poi do tale parametro non è disponibile;
ha toccato numerosi essere validati applicando la norma U- • modifiche all’allegato C e all’allega-
punti dell’edizione ni En Iso 13849-23 senza l’applicazio- to I (allegati entrambi informativi).
del 2008, integrando ne della quale questi circuiti non pos-
sono essere utilizzati per lo scopo per Breve storia
alcuni aspetti carenti. cui sono stati ideati. La norma ha una storia che trae le ra-
Una attenta disamina Di seguito è illustrato sinteticamente il dici fin dal 1996 quando venne pubbli-
aiuta a orientarsi recente emendamento 1 della norma U- cata dal Cen (Comitato europeo per la
ni En Iso 13849-1 che ha introdotto in standardizzazione) la norma En 954-14
questa norma alcuni importanti aspet- nella quale per la prima volta si è in-
ti a correzione e completamento della trodotta una metodologia per proget-
stessa, tra le quali: tare e realizzare circuiti di comando e
• la cancellazione della Tabella 1 controllo destinati a espletare funzioni
dall’introduzione; di sicurezza con resistenza ai guasti su-
• l’aggiornamento dei riferimenti nor- periore a quella dei circuiti di comando
mativi; funzionali, sebbene la valutazione per la
• l’aggiornamento delle definizioni “si- resistenza al guasto fosse basata quasi
tuazione pericolosa” e di “elevata do- totalmente sulle architetture dei circu-
manda o modalità continua”; iti di sicurezza (le categorie) piuttosto
• la possibilità di realizzare circuiti in che sulla affidabilità dei singoli compo-
categoria 2 senza richiedere un tasso nenti che le costituivano. Nel 1998 l’I-
di test 100 volte superiore al tasso di so, preso atto dell’esistenza della norma
En 954-1, pubblicò l’edizione 1.0 del- la pubblicazione della seconda edizione norma Iso 13849-1. Nel dicembre 2015
la norma Iso 13849-1 (di fatto identica della norma Iso 13849-1 le strade delle viene quindi pubblicata l’edizione 3.0
alla norma En 954-1) e nel 2003 venne norme Cen e Iso sono tornate a correre della norma Iso 13849-1 quale edizione
pubblicata la norma Iso 13849-2 che in- parallelamente, e quindi le norme En I- consolidata della norma del 2008 com-
dica i requisiti di validazione della cor- so 13849-1 e En Iso 13849-2 non sono prensiva dell’emendamento 1, versione
rispondente parte 1. altro che la versione europea delle nor- 3.0 resa disponibile dall’Uni come Uni
Nel 2006 fu pubblicata l’edizione 2.0 me pubblicate a livello Iso senza cam- En Iso nel gennaio 2016 (ma solo nel
della norma Iso 13849-1 (poi divenu- biamenti tecnici rispetto a queste ultime, gennaio 2017 come versione tradotta in
ta edizione 2008 per tenere conto dei ma comprensive degli allegati Z previsti lingua italiana).
requisiti della nuova direttiva 2006/42/ nelle versioni Cen delle nome (relativi
Ce ed emendata, in modo minore, nel ai requisiti essenziali coperti da queste Le modifiche introdotte
2009) che, analogamente a quanto pre- norme). Le versioni Uni En Iso delle L’emendamento 1 prodotto in questi an-
scritto nella norma Iec 62061 pubbli- norme 13849-1 e 2 altro non sono che ni ha toccato numerosi punti dell’edi-
cata l’anno precedente, introdusse ul- il recepimento nazionale delle rispettive zione 2008 della norma, introducendo
teriori elementi per la valutazione del- norme En senza cambiamenti, ma pub- correzioni significative che hanno te-
la resistenza ai guasti non solo legati blicate (anche se non immediatamente) nuto conto delle osservazioni pervenu-
te dagli utenti della norma e dalla pre-
sa di coscienza delle imprecisioni esi-
stenti da parte dei comitati nazionali e
Sono state introdotte correzioni dal gruppo di lavoro Iso incaricato del
significative, derivate dagli utenti suo mantenimento. È tuttavia doveroso
e dalla presa d’atto, da parte dei comitati precisare che alcuni aspetti introdotti la-
sciano perplessi sia perché sono stati in-
nazionali, di alcune imprecisioni seriti non riuscendo a trovare soluzioni
migliori sia perché talvolta forzati allo
scopo di piegare i requisiti per raggiun-
gere a ogni costo determinati obiettivi
all’architettura dei circuito, ma anche anche nella versione in lingua italiana. pur di rendere competitiva la norma con
all’affidabilità dei singoli componenti Dal 2008 fino al 2015 il gruppo di lavo- la norma Iec 62061.
che li costituiscono e alla eliminazione ro incaricato della revisione delle norme A beneficio del lettore, si ricorda che la
e controllo dei guasti sistematici. Nel Iso 13849 ha continuato a preparare un norma Iso 13849-1, indipendentemente
2013 seguì, infine, la seconda edizione emendamento alla norma frutto dell’e- dalla tecnologia e dalla natura dell’ener-
della norma Iso 13849-2 per allineare sperienza di campo derivante dalla ap- gia usata (sia di natura elettrica sia di
il processo di validazione alla seconda plicazione della norma e della presa di natura non elettrica), detta le prescrizio-
edizione della norma Iso 13849-1. Con coscienza delle lacune esistenti nella ni per la progettazione e la realizzazio-
ne dei circuiti di comando e controllo babilità che ciascun singolo componente Riferimenti normativi,
relativi alla sicurezza (ossia il cui gua- die circuito di sicurezza di ogni canale di definizioni e rapporto
sto può comportare un aumento del ri- sicurezza si possa guastare (quantifica- con la norma Iec 62061
schio di danno alle persone). La norma ta mediante il parametro MTTFD), la ca- Sono stati allineati i riferimenti norma-
Iso 13849-1 si applica quando, in con- pacità del circuito di riconoscere i guasti tivi alle nuove edizioni delle norme ci-
seguenza alla analisi del rischio di una pericolosi operando una appropriata re- tate all’interno della norma Uni En Iso
macchina per cui risulta necessario ri- azione al guasto prima che questo porti 13849-1 e tra questi assume particola-
durre il rischio associato a un determi- ad una situazione pericolosa (copertura re rilevanza il riferimento alla norma
nato pericolo, la scelta della metodo- diagnostica DC) e, per architetture che Iso 12100.
logia di riduzione del rischio prevede prevedono più di un canale di sicurezza, È stata poi definitivamente cancella-
l’adozione di un circuito di comando la capacità di evitare o controllare situa- to, nell’introduzione, il prospetto 1
e controllo. La corretta progettazione e
realizzazione di un circuito di comando
e controllo legato alla sicurezza diven-
ta particolarmente importante poiché il Fra le altre nuove definizioni,
suo guasto potrebbe compromettere la nel testo sono state inserite, ad esempio,
salute e la sicurezza di una persona, da
cui la sua realizzazione deve essere par-
anche quelle di “richiesta di modo
ticolarmente attenta e affrontata in mo- elevato o continuo” e di “provato in uso”
do che la probabilità che questo circui-
to si guasti in modo pericoloso sia tan-
to più bassa quanto più alto è il rischio
che si vuole ridurre. zioni che sulla base di un singolo even- «Applicazione raccomandata della IEC
La resistenza ai guasti di un circuito di to possano portare al guasto contempo- 62061 e della ISO 13849-1» che sinte-
sicurezza viene quantificata in PL (Per- raneo di più canali di sicurezza (guasti tizzava gli scopi e campi di applicazio-
formance Level, ossia Livello di Presta- di modo comune indicati come CCF). ne della norma Iec 62061 e della nor-
zione) espresso in termini di probabilità Di seguito sono sintetizzati i principa- ma Iso 13849-1; questo prospetto è sta-
media di guasti pericolosi/ora (PFHD) ed li cambiamenti introdotti dall’emenda- to sostituito dal semplice riferimento al
è suddiviso in cinque livelli (PL a, PL b, mento alla norma Uni En Iso 13849-1, rapporto tecnico Iso/Tr 23849 (identico
PL c PL d e PL e). La determinazione del la cui illustrazione non può che presu- a Iec/Tr 62061-1).
livello di prestazione PL è quantificata mere che il lettore abbia già la cono- Sono anche state introdotte alcune nuo-
tenendo conto dell’architettura circuita- scenza della norma per la comprensio- ve definizioni tra le quali la definizione
le (struttura con cui i componenti sono ne degli stessi. di «richiesta di modo elevato o conti-
collegati tra loro, ad esempio se a singolo nuo» (ossia richiesta della funzione di
o doppio canale di sicurezza), dalla pro- sicurezza almeno una volta all’anno) e,
TABELLA 1
Determinazione del valore di PL e PFHD
Stima del caso peggiore basato sulla categoria, sulla DCavge sull’utilizzo di componenti ben testati
PL a 2*10-5
PL b 5*10-6 2*
PL c 1,7*10-6 1*
PL d 2,9*10-7 1*
PL e 4,7*10-8 1*
la seconda condizione occorre applica- è possibile altra azione, dare solo una che per i componenti meccanici, idrau-
re anche la norma Uni En Iso 138555 . segnalazione del guasto della funzione lici e pneumatici spesso non è possibile
Valore dell’MTTFD, del canale di test di sicurezza, mentre per valori superio- per il loro costruttore definire il valore
per la categoria 2 e modalità reazione ri a questo valore di PL la sola segnala- del parametro MTTFD, ed è pertanto sta-
del canale di prova. È stato inserito un zione non è più considerata accettabile. to introdotto un possibile metodo per la
ulteriore vincolo sul valore di MTTF- Questa modifica ha un impatto rilevan- determinazione del livello di prestazione
D
,TE del canale di prova per la catego- te sulla progettazione delle funzioni di PL e del relativo calore di PFHD senza
ria 2 in relazione al valore di l’MTTFD sicurezza in categoria 2 PL d in quanto l’uso di questo parametro. La determi-
del canale della funzione di sicurezza; di fatto, tenuto conto di questo elevato nazione del PL si basa, quindi, esclusi-
questo vincolo impone, fermo restando livello di prestazione PL richiesto, vie- vamente sulla combinazione tra cate-
il vincolo che il valore di MTTFD,TE ne imposto di inserire nel circuito di si- gorie e copertura diagnostica Dc, fermo
del canale di prova sia comunque sem- curezza un dispositivo in grado di inter- restando che deve essere sempre consi-
pre maggiore di 10 anni, che l’MTTF- venire fisicamente per portare la parte derata l’analisi della eliminazione del-
D
,TE del canale di prova sia comunque di macchina coperta da quel circuito di le cause di guasto comuni (CCF) per le
maggiore di ½ dell’MTTFD del cana- sicurezza in una stato sicuro quando si categorie dalla 2 a salire. Per il calcolo
le di sicurezza. rileva il guasto in qualsiasi componen- della copertura diagnostica DC del cir-
In merito, invece, alla modalità di re- te del canale di sicurezza dell’SRP/CS. cuito di sicurezza, mancando il valore
azione del canale di prova della fun- Calcolo del livello di prestazione PL di MTTFD utilizzato nella formula per
zione di sicurezza quando ne rileva il senza uso del parametro MTTFD. Con il calcolo di questo parametro, viene in-
malfunzionamento, è stato inserito il la pubblicazione dell’emendamento 1 dicato di operare la pura media aritme-
vincolo che per un circuito in catego- della norma Iso 13849-1 si è preso atto, tica della copertura diagnostica DC dei
ria 2 fino a PL c il dispositivo di uscita considerate soprattutto le informazioni componenti del circuito testati.
del canale di prova (Ote) possa, se non di ritorno dalle applicazioni sul campo, La tabella 1 indica come determinare il
valore di PL (e conseguentemente del lazione del componente sulla macchina i requisiti per il SRESW (ad esempio,
valore di PFHD) in funzione della sola ecc.) prima di affermare che il compo- PLC standard), possono essere utilizzati
categoria fermo restando il rispetto del nente da lui venduto è ben provato per per applicazioni di sicurezza se:
valore del parametro DC da ottenere l’applicazione specifica del suo cliente: • utilizzati per PL a. o b con catego-
secondo il metodo generale e compati- i costruttori di componenti hanno già rie B, 2 o 3;
bile con il PL. classificato come impraticabile questa • utilizzati per PL c. o d. con categorie 2
Nel caso di circuiti da realizzare secon- soluzione che peraltro costringerebbe il o 3 con uso di componenti multipli per
do categoria 1 PL c., (caso indicato in costruttore della macchina a ricontatta- i due canali ma di diversa tecnologia.
tabella 1 con 2*), ferma restando la pre- re il costruttore dei componenti per o- L’inserimento di questa nuova prescri-
scrizione di utilizzare componenti ben gni minima variazione delle condizioni zione per il SRESW lascia peraltro per-
provati e principi di sicurezza ben col- dichiarate al costruttore del componen- plessi in quanto non si tiene conto che
laudati, il valore del parametro T10D te che lo ha dichiarato ben provato, per molti dei guasti interni dei componen-
può essere determinato dal costruttore non parlare del problema della impos- ti elettronici non di sicurezza non sono
della macchina mediante la tecnica del sibilità di contattare direttamente il co- rilevabili nemmeno utilizzando dispo-
provato in uso, mentre nel caso dei cir- struttore del componente avendo a che sitivi esterni a essi, per non parlare del
cuiti di categoria 2, 3 e 4 (casi indicati fare solo con il suo rivenditore. Anche fatto che il software destinato alla ge-
in tabella 1 con 1*), ferma restando la per l’uso della tecnica del provato in u- stione di funzioni di sicurezza ha pre-
prescrizione di utilizzare principi di si- so risulta poco sensato chiedere al co- cisi vincoli di tempo che non possono
curezza ben collaudati, si deve fare u- struttore della macchina che, sulla base essere gestiti dai componenti non di si-
so di componenti ben provati dichiara- di dati storici consistenti che sicuramen- curezza. Da un punto di vista puramen-
ti come tali dal costruttore del compo- te il costruttore della macchina non ha te normativo, questa modifica alla nor-
nente per la specifica applicazione del poiché sta introducendo nella sua mac- ma consente all’utilizzatore della nor-
costruttore della macchina oppure fare china in quel momento il componente ma l’applicazione di elettronica comu-
uso del metodo provato in uso. per usarlo nella applicazione di sicurez- ne per applicazioni di sicurezza anche
Peraltro, è evidente la difficoltà di appli- za, dichiari che il componente idraulico in doppio canale fino a PL d., ma è fa-
cazione di questo approccio nel caso del o pneumatico possa essere utilizzato in cile pronosticare che pochi costrutto-
componenti ben provati per la specifica quel circuito di sicurezza. ri sfrutteranno questa possibilità, sia
applicazione del costruttore di macchina perché alla fine, a conti fatti (e tenuto
che viene chiesto al costruttore del com- Uso del software incorporato (SRESW). conto di tutti gli aspetti dello sviluppo
ponente; quest’ultimo deve analizzare In merito all’uso del software incorpo- del progetto), costerebbe di più rispet-
l’applicazione del suo cliente (frequen- rato (in pratica, sistema operativo o fir- to all’uso di elettronica di sicurezza, sia
ze di commutazione, correnti di carico, mware) nell’articolo della norma che lo perché la progettazione e realizzazione
condizioni ambientali, tipo di fluido uti- tratta è stato aggiunto un requisito per del software e dell’hardware in tal sen-
lizzato, sistema di filtraggio, temperature il quale i componenti che contengono so comporta una grossa competenza e
massime e minime, condizioni di instal- software e non soddisfano pienamente soprattutto responsabilità nell’esegui-
FIGURA 1
Combinazione di più circuiti
Realizzati secondo la norma Iso 13849-1
re correttamente la progettazione e la po di esposizione accumulato non superi gli elementi dei diversi circuiti che con-
realizzazione senza commettere errori 1/20 del tempo operativo complessivo; corrono a ridurre il rischio legato ai pe-
sistematici o di progetto alla luce del- • l’introduzione per la valutazione del ricoli presenti nel calcolo dei parametri
la complessità realizzativa dei circuiti. PL necessario alla riduzione del rischio per la definizione del PL del circuito di
Combinazione di più SRP/CS per otte- di un nuovo parametro (che è possibile sicurezza. Come conseguenza, il proget-
nere un determinato PL. Al tradiziona- identificare come parametro “O” sebbe- tista - al fine di scongiurare il rischio di
le approccio per il calcolo di un livello ne non apertamente classificato) legato non raggiungere il PL valutato necessa-
di prestazione PL di un circuito di si- alla probabilità di accadimento dell’e- rio (PLr) dalla valutazione del rischio
curezza realizzato mediante la serie di vento pericoloso, per il quale se è pos- - è vincolato alla scelta di componenti
più SRP/CS, l’emendamento 1 ha intro- sibile giustificare come bassa la proba- maggiormente affidabili e coperti dia-
dotto la possibilità di utilizzare (vedere bilità di accadimento dell’evento peri- gnosticamente in modo più elevato per
figura 1) un approccio determinando il coloso, il PL risultante dalla valutazione non ridurre troppo il valore di PL fina-
valore del PFHD mediante somma dei
valori di PFHD di ciascun singolo SRP/
CS (in modo analogo a quanto fatto dal-
la norma Iec 62061 per i sottosistemi). Il progettista è vincolato alla scelta
dei componenti maggiormente affidabili
Allegato A relativo alla metodologia di
determinazione del PL per lo specifico
e coperti dal punto di vista
rischio da ridurre. L’allegato A rima- diagnostico, in modo più elevato
ne informativo, ma è stato riscritto per
renderlo più preciso introducendo an-
che importanti cambiamenti tra i quali:
• l’introduzione per la prima volta di può essere ridotto di un livello; le del circuito di sicurezza.
un criterio per valutare l’assegnazione • l’introduzione del concetto di sovrap-
del parametro frequenza (F) di accesso posizione dei pericoli, ossia, fermo re- Tabella C.1 relativa alle norme interna-
alla zona pericolosa precisando che, se stando che per la valutazione del rischio zionali che trattano i parametri MTTFD
non vi sono ulteriori giustificazioni, il ogni pericolo può essere quantificato se- e B10D dei componenti.
parametro F2 (alta frequenza di acces- paratamente, quando è invece evidente È stata modificata la tabella C.1 dell’al-
so) può essere scelto se l’accesso alla la combinazione diretta di rischi diretta- legato C operando su essa i seguenti
zona pericolosa è maggiore di uno ogni mente collegati che sono presenti sem- cambiamenti:
15 minuti e che il parametro F1 (bassa pre contemporaneamente, allora devo- • l’aggiornamento dei pertinenti riferi-
frequenza di accesso) può essere scelto no essere sempre combinati durante la menti normativi delle norme cambiate
se l’accesso alla zona pericolosa è mi- stima del rischio; ciò equivale a dover in questi ultimi anni, ossia i nuovi rife-
nore di uno ogni 15 minuti e se il tem- considerare contemporaneamente tutti rimenti alle norme tecniche Iso 4413, I-
Più cresce l’interazione tra gli individui più è complesso valutare la sicurezza
FIGURA 1
Modelli di esodo meccanici e comportamentali
di fatto, a rendere più o meno adeguato
un applicativo alle esigenze di proget-
tazione o di verifica.
BOX 2
Alcuni
elementi fisici
utilizzabili
per definire
lo spazio
in cui avviene ti a quelli attesi nella realtà. gi di questo modello è quello di poter
la simulazione • Movimento condizionale. Questi mo- differenziare il comportamento in fun-
delli non presuppongono un compor- zione della conoscenza dell’edificio:
• Boundary: le persone cercano di tamento della popolazione ma un’in- un dato percorso, quindi, presenterà
evitarlo se possibile, se non è pos-
fluenza della distribuzione spaziale potenziali diversi a seconda della co-
sibile evitarlo, camminano a velo-
cità ridotta; degli elementi costruttivi sul flusso noscenza da parte delle persone delle
• free space: movimento non vin- delle persone. vie di esodo alternative.
colato - terreno orizzontale libero • Correlazione di densità. E’ uno dei
da ostacoli; modelli più diffusi per l’esodo negli Elementi di casualità
• seat: rappresenta sia il posto a edifici. La velocità e il flusso dipen- nel comportamento
sedere che un elemento che limita dono dalla densità delle persone, se- Dalla breve esposizione di alcune delle
il movimento ed obbliga a scaval-
condo le curve sperimentali che iden- caratteristiche che connotano gli appli-
care un ostacolo;
• internal exit: rappresenta una usci- tificano per ogni gruppo di condizioni cativi di simulazione emerge che quel-
ta in un edificio, che non conduce specifiche la densità a cui corrispon- li comportamentali (che, cioè, imitano
immediatamente all’uscita interna;
• attractor: modifica localmente la
mappa del potenziale e controlla
il flusso delle persone; Un determinato percorso può presentare
• direction: sono usati per control- potenziali diversi a seconda
lare la direzione di movimento at-
traverso un nodo; della conoscenza da parte delle persone
• redirection: punti di decisione che delle vie di esodo alternative
permettono l’inclusione di itinerari
secondari durante la simulazione;
• stair: rappresentano una scala e
obbligano le persone a ridurre la de il flusso maggiore. il comportamento umano piuttosto che
velocità secondo la direzione del
• Mappe di potenziale. Il termine “po- assimilarlo a processi meccanici) sono
percorso, seguendo regole com-
portamentali specifiche. tenziale”, in questo caso, è riferito più evoluti. Una caratteristica rilevan-
all’attitudine delle persone a seguire te di cui tenere conto nella simulazione
il percorso che li conduce più rapida- del comportamento umano, però, è an-
mente al luogo sicuro. Al muoversi che la casualità delle scelte. Alcuni ap-
secondo il percorso riconosciuto co- plicativi sono realizzati per introdurre
me ottimale dall’individuo, quindi, piccole differenze di comportamento a
diminuisce in modo corrispondente il pari condizioni iniziali. Queste differen-
potenziale, che raggiunge lo zero con ze conducono a risultati diversi per o-
l’uscita di sicurezza. Uno dei vantag- gni simulazione. Sotto questo punto di
FIGURA 3
L’importanza dell’iterazione
0.02
0.005
0
3280 3380 3480 3580
Tempo totale di evacuazione (secondi)
Note: il grafico, relativo a un esempio di variabilità del 95° percentile del tempo totale di evacuazione tra un gruppo di 50 e uno di 500 simulazioni, mostra la necessità di
eseguire diverse centinaia di simulazioni per ottenere un risultato attendibile. La necessità di ripetere le simulazioni è dovuta alla presenza di una componente casuale nella
rappresentazione del comportamento umano in emergenza.
Fonte: vedere la nota 4.
vista, la presenza dell’elemento di ca- effettive capacità. Di conseguenza, una dall’agenzia dell’Onu Imo - International
sualità sposta gli applicativi che la pos- prima considerazione sull’uso di questo maritime organization, in un documento
seggono dal dominio deterministico a software riguarda l’importanza di un per- sulla verifica della sicurezza dell’esodo
quello probabilistico, con conseguenze corso di auto-apprendimento sulla mo- delle navi passeggeri che al momento è
che devono essere tenute in considera- dellazione del comportamento umano. l’unico riferimento normativo a livello
zione in fase di valutazione dei risultati. Un secondo aspetto di rilievo riguarda internazionale su questo specifico aspet-
l’uso di codici al cui interno è prevista to; vedere la figura 3). Appare evidente
Conclusioni la casualità del comportamento. In par- che un impegno di questo tipo rende-
Gli applicativi realizzati e aggiornati sul- ticolare, se le simulazioni generano - a rebbe eccessivamente onerosi i calcoli
la base di attività di validazione rispet- pari condizioni iniziali - differenti tempi nella maggior parte delle applicazioni.
to a casi realmente accaduti forniscono di esodo, quale valore prendere come ri- A questo proposito, compare l’ipotesi
risultati più aderenti alla realtà. Anche ferimento tra quelli prodotti dalle simu- di dotare gli strumenti di simulazione
alla base del loro uso, però, il professio- lazioni? A questa domanda è stata data di prossima generazione della capacità
nista deve essere consapevole dei pre- una risposta4 indicando in 250 il nume- di effettuare automaticamente le centi-
supposti del modello adottato, in quanto ro minimo di simulazioni da effettuare naia di sequenze di calcolo necessarie
il prodotto delle simulazioni dovrà es- per arrivare a un risultato convergente per fornire al professionista il valore di
sere sempre valutato alla luce delle sue verso il 95° percentile (valore imposto convergenza dei tempi di esodo5.
Stabiliti i contenuti del piano che deve essere allegato alla richiesta di nulla osta
TABELLA 1
I contenuti della classificazione in base all’allegato I
al decreto del ministero dello Sviluppo economico 8 settembre 2017
Materie Forma Categoria I Categoria II Categoria IIIc
Meno di 2 kg 500 g o meno
Plutonioa Non irraggiatob 2 kg o più
ma più di 500 g ma più di 15 g
Non irraggiatob
Meno di 5 kg 1 kg o meno
Uranio - 235 (Uranio arricchito in 5 kg o più
ma più di 1 kg ma più di 15 g
235U • 20%)
Non irraggiatob
Uranio arricchito Meno di 10 kg
Non applicabile 10 kg o più
in 235U compreso ma più di 1 kg
tra il 10% e il 20%
Non irraggiatob
Uranio arricchito in
Non applicabile Non applicabile 10 kg o più
235U tra il valore
naturale e il 10%
Meno di 2 kg 500 g o meno
Uranio - 233 Non irraggiatob 2 kg o più
ma più di 500 g ma più di 15 g
Combustibile a basso
Combustibile arricchimento (< 10%),
irraggiato Non applicabile Non applicabile con uranio depleto Non applicabile
o naturale, oppure
Toriod/e
Legenda:
a) Tutto il plutonio eccetto quello con concentrazione isotopica superiore all’80% in plutonio -238
b) Materie non irraggiate in reattore o materie irraggiate ma con un livello di radiazioni inferiore a 1
Gy/h (100 rad/h) ad un metro di distanza senza schermatura
c) Quantità che non ricadono in Categoria III e l’uranio naturale debbono essere protette adottando
prudenti modalità di gestione
d) In relazione a particolari circostanze può essere attribuita una differente categoria
e) Altro combustibile che in ragione del suo contenuto di materie fissili è classificato in Categoria I e II
può essere ridotto di una categoria qualora la dose da irraggiamento sia superiore a 1 Gy/h (100
rad/h) ad un metro di distanza senza schermatura.
ti rilevanti per la sicurezza nucleare, sporto prevedibili; che due “importanti” trasporti di materie
la protezione fisica e la tenuta della • continua sorveglianza assicurata; nucleari italiane previsti da istallazioni
contabilità; • gestione con procedure scritte del- italiane verso paesi esteri.
• movimentazione delle materie, all’in- le chiavi dei mezzi e dei contenito-
terno di un’installazione, regolata da ri di trasporto; Il piano di protezione fisica
procedure scritte. • prima del trasporto, sottoscrizione di Il decreto stabilisce i contenuti minimi
I requisiti per la protezione fisica passi- accordi scritti tra speditore, traspor- del piano di protezione fisica che deve
va durante il trasporto sono: tatore e destinatario; essere allegato alla richiesta di nulla o-
• ottimizzazione del trasporto: mini- • adozione di contenitori con caratte- sta per la protezione fisica passiva di cui
mizzazione del tempo, del numero e ristiche adeguate alla categoria delle all’art. 6 della legge n. 58/2015 (vede-
della durata dei trasferimenti anche e- materie nucleari trasportate. re box 2). Per gli impianti in funzione
vitando di adottare programmi di tra- Presumibilmente, il decreto riguarda an- (e in Italia sono presenti) il decreto pre-
Da diversi anni, nel settore delle mesi dopo (ottobre 2012) il D.M. n. rocce e talvolta altri residui di diversa
costruzioni e delle bonifiche è ben nota 161/2012 (terre e rocce da scavo) propose provenienza) fu presa in considerazione
la situazione critica che si determina un’ulteriore definizione molto articolata. sul piano giuridico-ambientale, per la
in casi di rinvenimento, nel corso dei Nel giugno 2013, con il decreto legge n. prima volta, con il D.M. 5 febbraio
lavori, di materiali di riporto vale a dire 69, la definizione fu ancora modificata 1998 sul recupero semplificato dei
di materiali antropici frammisti al terreno e, nel maggio 2014, intervenne il primo rifiuti non pericolosi. Il decreto, pur non
la cui presenza, in quel punto preciso, va chiarimento ministeriale. L’ultima occupandosi direttamente di materiali
ricondotta a chi, anni prima, aveva così variazione è stata inserita nel D.P.R. n. di riporto, stabiliva (e lo fa ancora oggi,
disposto di quei materiali. In alcuni casi 120/20171 (sempre in materia di terre e essendo vigente) che alcuni rifiuti non
i materiali di riporto hanno carattere rocce da scavo) dove i materiali di riporto pericolosi potessero essere, a determinate
storico, in altri recente; possono essere sono affrontati con riferimento sia alle condizioni, riutilizzati per realizzare,
inquinanti o inerti, consistere in residui terre/sottoprodotti (art. 4 comma 3), sia per esempio, sottofondi stradali,
di produzione da lavorazioni industriali, alle terre escluse dalla normativa rifiuti riempimenti, rilevati, rimodellamenti
così come da demolizione, possedere, (art. 24 comma 1). A distanza di pochi morfologici eccetera. Si tratta, dunque,
a monte, una regolare autorizzazione o mesi da quest’ultimo decreto, il ministero di rifiuti che, per effetto di un recupero
risultare, viceversa, del tutto abusivi. Una dell’Ambiente è intervenuto con la nota di autorizzato (il lecito riporto nel suolo),
varietà di situazioni, insomma, nella quale chiarimento 10 novembre 2017, n. 15786, hanno cessato di essere tali.
il legislatore cerca, da tempo, di mettere con l’obiettivo di uniformare l’azione Un anno più tardi, il D.M. n. 471/1999
ordine. Partendo dal D.M. n. 471/1999 (la amministrativa e risolvere alcuni aspetti (bonifica dei siti contaminati) menzionò
prima disciplina in materia di bonifica) di dubbia interpretazione. espressamente i materiali di riporto
che, semplicemente, considerava i quale matrice affiancata al suolo,
materiali di riporto alla stessa stregua I riferimenti legislativi sottosuolo e acque sotterranee, matrici
delle altre matrici, il primo intervento e regolamentari queste che dovevano essere analizzate e,
normativo specifico risale al D.L. n. Il complesso delle attività successive allo in caso di superamento dei valori limite
2/2012, contenente l’interpretazione sfruttamento di un’area (consolidamento di concentrazione, sottoposte a bonifica
autentica del termine «suolo» di cui del terreno, livellamento, riempimento dei (vedere il box 1).
all’art. 185, D.Lgs. n. 152/2006. Pochi vuoti e rimodellamento utilizzando terra, L’equiparazione tout court, frutto di
BOX 3
D.L. n. 2/2012 convertito
nella legge n. 28/2012
3. «Fino alla data di entrata in vigore del decreto di cui al comma 2 del pre-
sente articolo, le matrici materiali di riporto, eventualmente presenti nel suolo
di cui all›articolo 185, commi 1, lettere b) e c), e 4, del decreto legislativo 3
aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, sono considerate sottopro-
dotti solo se ricorrono le condizioni di cui all’articolo 184-bis del citato decre-
to legislativo n. 152 del 2006».
BOX 6
Commi dell’art. 3. D.L. n. 2/2012
modificati dall’art. 41, D.L. n. 69/2013
Comma 1 «Ferma restando la disciplina in materia di bonifica dei suoli con-
taminati, i riferimenti al “suolo” contenuti all›articolo 185, commi 1, lettere b)
e c), e 4, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, si interpretano come
riferiti anche alle matrici materiali di riporto di cui all’allegato 2 alla parte IV
del medesimo decreto legislativo, costituite da una miscela eterogenea di ma-
teriale di origine antropica, quali residui e scarti di produzione e di consumo,
e di terreno, che compone un orizzonte stratigrafico specifico rispetto alle ca-
ratteristiche geologiche e stratigrafiche naturali del terreno in un determinato
sito, e utilizzate per la realizzazione di riempimenti, di rilevati e di reinterri»;
comma 2 «Fatti salvi gli accordi di programma per la bonifica sottoscritti sul piano interpretativo era già stata
prima della data di entrata in vigore della presente disposizione che rispetta- rimarcata dalla giurisprudenza (Tar
no le norme in materia di bonifica vigenti al tempo della sottoscrizione, ai fini Brescia n. 1161/2016) – è stato
dell’applicazione dell’articolo 185, comma 1, lettere b) e c), del decreto legi- recentemente modificato dal D.P.R.
slativo n. 152 del 200, le matrici materiali di riporto devono essere sottoposte n. 120/2017 che ha abrogato il D.M. n.
a test di cessione effettuato sui materiali granulari ai sensi dell’articolo 9 del
161/2012 riscrivendo la disciplina per
decreto del Ministro dell’ambiente 5 febbraio 1998, pubblicato nel supplemen-
to ordinario alla Gazzetta Ufficiale 16 aprile 1998, n. 88, ai fini delle meto- le terre e rocce da scavo, sia riutilizzate
diche da utilizzare per escludere rischi di contaminazione delle acque sotter- extra situ come sottoprodotti che
ranee e, ove conformi ai limiti del test di cessione, devono rispettare quanto riutilizzate in situ come non rifiuti e
previsto dalla legislazione vigente in materia di bonifica dei siti contaminati»; ha compiuto una sorta sintesi delle
disposizioni allora vigenti in materia di
comma 3 «Le matrici materiali di riporto che non siano risultate conformi ai riporti. Ciò risulta già dalle definizione
limiti del test di cessione sono fonti di contaminazione e come tali devono es-
di suolo inteso come «lo strato più
sere rimosse o devono essere rese conformi ai limiti del test di cessione trami-
te operazioni di trattamento che rimuovano i contaminanti o devono essere superficiale della crosta terrestre situato
sottoposte a messa in sicurezza permanente utilizzando le migliori tecniche tra il substrato roccioso e la superficie.
disponibili e a costi sostenibili che consentano di utilizzare l’area secon- Il suolo è costituito da componenti
do la destinazione urbanistica senza rischi per la salute». minerali, materia organica, acqua,
aria e organismi viventi, comprese le
matrici materiali di riporto ai sensi
gestiti come rifiuti e lo stesso valeva in Il Ministero riteneva, infine, necessaria, dell’articolo 3, comma 1, del decreto-
caso di discarica abusiva intendendosi considerata l’estrema eterogeneità dei legge 25 gennaio 2012, n. 2, convertito,
come tale, a titolo di esempio, materiali di riporto, una valutazione con modificazioni, dalla legge 24 marzo
«l’irreversibile trasformazione dello tecnica preliminare da parte di Arpa in 2012, n. 284». Per le terre/sottoprodotti è
stato dei luoghi e l’ingente quantitativo merito alle procedure da adottare per la fondamentale l’art. 4 comma 3 (vedere
di rifiuti oggetto di ripetuti e sistematici preparazione dei campioni. il box 7).
abbandoni». Questo scenario – la cui complessità Oltre che dall’allegato 10 contenente,
per la prima volta, la metodologia
per calcolare la quantità massima di
materiale antropico ammissibile, i
Il complesso delle attività successive riporti sono presi in considerazione
allo sfruttamento di un’area fu presa anche (vedere il box 8) dall’allegato 2
in considerazione, per la prima volta, (procedure di campionamento in fase di
progettazione) e dall’allegato 5 (piano
con il D.M. 5 febbraio del 1998 di utilizzo).
A distanza di pochi mesi dalla
BOX 9
Art. 26, D.P.R.
n. 120/2017
«a) le concentrazioni soglia di ri-
schio, all’esito dell›analisi di rischio,
sono preventivamente approvate
dall’autorità ordinariamente compe-
tente, nell’ambito del procedimento
di cui agli articoli 242 o 252 del
decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152, mediante convocazione
di apposita conferenza di servizi.
Le terre e rocce da scavo confor-
mi alle concentrazioni soglia di ri- suolo [questo è il riferimento ai “re- 2. Quadro normativo di riferimento
schio sono riutilizzate nella mede- quisiti di qualità ambientale” di cu- in materia di gestione
sima area assoggettata all’analisi i al comma 2, lettera d)]; Il secondo paragrafo della nota, dopo
di rischio e nel rispetto del modello • le matrici materiali di riporto devono aver trascritto i commi 2 e 3 dell’art.
concettuale preso come riferimento essere sottoposte al test di cessione se- 3, D.L. n. 2/2012 per la gestione del
per l’elaborazione dell’analisi di ri-
condo le metodiche di cui all’allegato suolo (scavato e non scavato) escluso
schio. Non è consentito l’impiego
di terre e rocce da scavo confor- 3 al D.M. 5 febbraio 1998 per accer- dalla disciplina rifiuti ex art. 185 comma
mi alle concentrazioni soglia di ri- tare le csc delle acque sotterranee (ta- 1, lettere b) e c), entra nel tema del
schio in sub-aree nelle quali è stato bella 2, allegato 5, titolo 5 parte IV). riutilizzo in situ delle terre scavate
accertato il rispetto delle concen- Sino a questo punto, il Ministero riprende in un sito in bonifica come disciplinato
trazioni soglia di contaminazione; i concetti che aveva già chiarito nel dall’art. 26, D.P.R. n. 120/2017. Per la
b) qualora ai fini del calcolo del- 2014 rispondendo a Ispra e che oggi verità, in questo punto, la circolare si
le concentrazioni soglia di rischio
trovano, però, espressa previsione nel limita a sinteticamente richiamare quanto
non sia stato preso in considera-
zione il percorso di lisciviazione D.P.R. n. 120/2017. Quanto, infine, alle previsto dal citato art. 26 (anche con
in falda, l’utilizzo delle terre e roc- terre e rocce da scavo riutilizzate in situ riferimento al caso in cui siano superate
ce da scavo è consentito solo nel ed escluse dalla qualifica di rifiuto, il le csc ma rispettate le csr; vedere il
rispetto delle condizioni e delle li- Dicastero ricorda che l’art. 24, D.P.R. n. box 9) con una sola precisazione che
mitazioni d’uso indicate all’atto 120/2017 dispone che, fermo il rispetto riguarda l’iter autorizzativo, laddove
dell’approvazione dell’analisi dei requisiti previsti dall’art. 185, comma ricorda che «nel caso in cui l’utilizzo
di rischio da parte dell’auto-
1, lettera c) (riutilizzo in situ e assenza di delle terre e rocce da scavo sia inserito
rità competente».
contaminazione) e dall’art. 3, comma 2, all’interno di un progetto di bonifica
D.L. n. 2/2012 (in caso di riporti, test di approvato, si applica quanto previsto
cessione e assenza di contaminazione), dall’art. 242, comma 7, del decreto
scavo extra situ come sottoprodotti. In «la non contaminazione è verificata ai legislativo 3 aprile 2006 n. 152». In
questo passaggio, la circolare ricorda sensi dell’allegato 4 dello stesso DPR». buona sostanza, la nota rammenta
– per la verità in modo poco lineare – Come detto, in questo primo paragrafo che «l’autorizzazione […] sostituisce
i requisiti che debbono sussistere per non ci sono novità significative e a tutti gli effetti le autorizzazioni, le
gestire extra situ, come sottoprodotti, particolari chiarimenti rispetto al concessioni, i concerti, le intese, i
le terre e rocce contenenti materiali di quadro già noto e oggi vigente. Ci si nulla osta, i pareri e gli assensi previsti
riporto, ovvero: attendeva, invece, qualche parola in più, dalla legislazione vigente compresi,
• la componente dei materiali di ori- sui temi affrontati dalla giurisprudenza, in particolare, quelli relativi […], ove
gine antropica frammisti ai materiali chiarendo meglio il concetto di “miscela necessaria, alla gestione delle terre
di origine naturale non può superare eterogenea” (Tar Veneto n. 313/2017) e rocce da scavo allinterno dell’area
la quantità massima del 20% in peso; o il carattere “storico” di alcuni riporti oggetto dell’intervento […]»; di fatto,
• devono essere rispettate le csc per il (Tar Milano n. 1222/2016). nessuna particolare novità.
La circolare aggiunge poi una a prescindere dall’esistenza di un prevede solo il rispetto delle condizioni
considerazione, ovvero che l’art. 26 è “in procedimento di bonifica, si occupa e delle limitazioni d’uso indicate all’atto
linea” con quanto disposto dall’art. 34, dei terreni non conformi alle csc, ma dell’approvazione dell’analisi di rischio.
comma 9, D.L. n. 133/2014, convertito conformi alle csr. Nello specifico,
in legge n. 164/2014 (il ministero preso atto di un conflitto tra norme che 3. Gestione delle terre e rocce
dell’Ambiente indica erroneamente la regolano in modo diverso situazioni da scavo contenenti matrici
legge n. 98/2013) secondo il quale «il sostanzialmente identiche6, il Ministero materiali di riporto
riutilizzo in situ dei materiali prodotti avrebbe dovuto provare a chiarire se la Nell’ultimo paragrafo la nota si occupa
dagli scavi è sempre consentito se lettera a) dell’art. 34, comma 10, nella della gestione delle terre e rocce da scavo
ne è garantita la conformità alle parte in cui richiede l’analisi di rischio, contenenti matrici materiali di riporto.
In realtà, questa terza sezione della
circolare sembra “tirare le fila” di tutto
il ragionamento8 e lo fa distinguendo tre
Nell’ultimo paragrafo, la circolare situazioni (le prime due chiare, la terza
si occupa della gestione delle terre di difficile comprensione):
• gestione come sottoprodotti (riutiliz-
e rocce da scavo contenenti le cosiddette zo extra situ): ammissibile per le terre
“matrici materiali di riporto” e rocce «contenenti matrici materiali
di riporto nei limiti di cui all’artico-
lo 4, comma 3, del DPR n. 120/2017,
che risultino conformi al test di ces-
sione e non risultino contaminate».
concentrazioni soglia di contaminazione/ imponga, implicitamente, l’apertura di L’affermazione è corretta e conforme
valori di fondo». In realtà, la norma più un procedimento di bonifica, il che al dato normativo-regolamentare che,
recente non è proprio “in linea” con il sarebbe contrario alla ratio legis7. come visto, prevede tre condizioni:
comma 9 dell’art. 34, dal momento che La circolare avrebbe, inoltre, dovuto - limite 20% materiale antropico;
quest’ultimo parlava solo di csc/valori chiarire le ragioni della differenza tra - rispetto del test di cessione;
di fondo, mentre l’art. 26, D.P.R. n. la lettera b) del comma 10 dell’art. 34 - rispetto delle csc.
120/2017 parla anche di csr. Tuttavia, e la lettera b) del comma 2 dell’art. Unica osservazione: nel quadro
il punto sul quale la circolare si sarebbe 26 che, pur muovendo dalla stessa andava richiamato anche l’art. 185,
dovuta soffermare è l’allineamento, premessa (un’analisi di rischio che non comma 4, vale a dire la norma di rango
oggi mancante, tra l’art. 26, D.P.R. n. ha considerato la lisciviazione in falda), primario alla quale ci si deve riferire.
120/2017 (terre e rocce da scavo scavate concludono, inspiegabilmente, in modo • gestione come non rifiuti (riutiliz-
in un sito in bonifica) e il comma 10 diverso: mentre l’art. 34 richiede un zo in situ): ammissibile per le terre
dell’art. 34, D.L. n. 133/2014, che, barrieramento fisico o idraulico, l’art. 26 e rocce «contenenti matrici materiali
di riporto non contaminate e confor- più delicata, vale a dire le terre e rocce direzione (perché di questo si occupa),
mi al test di cessione ai sensi dell’ar- da scavo contenenti matrici materiali di ma l’articolo 34 – come visto – no o,
ticolo 3, comma 2, del decreto-leg- riporto contaminate e (più correttamente quantomeno, non in modo chiaro ed
ge n. 2 del 2012 […] in conformità a e/o) non conformi al test di cessione. esplicito.
quanto previsto dall’articolo 24 del In questo caso – lo dice la norma di A ogni modo, il collegamento con il
DPR n. 120/2017». Anche questa af- interpretazione autentica – questi procedimento di bonifica emerge anche
fermazione è corretta, ferma sempre matrici sono fonti di contaminazione. nel passaggio successivo, nel quale la
la necessità di richiamare la norma La circolare avrebbe dovuto però circolare ricorda le tre opzioni previste
di rango primario [art. 185, comma ricordare anche il limite del 20% [di sempre dalla norma di interpretazione
1, lettera c)]; cui aveva dato conto alla lettera a)] e autentica:
• nel terzo punto, la circolare precisa: avrebbe dovuto chiarire se, in caso di • rimozione;
«le terre e rocce da scavo contenenti superamento del limite, oltre a venir • messa in sicurezza permanente;
• trattamento per raggiungere la con-
formità al test di cessione.
L’intervento del minAmbiente, in ultima Questo è ciò che prevede, sia pure in
analisi, ha aumentato le perplessità, un ordine diverso, l’art. 3, comma 3,
soprattutto se si prende in considerazione D.L. n. 2/2012, che, però, non parla
di bonifica, bensì – evidentemente –
la recente produzione giurisprudenziale di rifiuti9 sui quali intervenire con le
tre opzioni di cui sopra. Al riguardo la
giurisprudenza aveva già rilevato che
«a fronte di una disciplina speciale e
matrici materiali di riporto contami- meno la qualifica di sottoprodotto (lo peculiare, quale quella relativa alle
nate e non conformi al test di cessio- dice il D.P.R. n. 120/2017), si dovesse matrici materiali di riporto, non può
ne ai sensi del comma 3 dell’artico- porre anche il tema della possibile farsi luogo all’applicazione di altre
lo 3 del decreto-legge n. 2 del 2012, fonte di contaminazione. Inoltre, non è regole, quali quelle relative ai siti
in relazione ai successivi interventi chiara la ragione per la quale il Ministero contaminati, che hanno un carattere
normativi rappresentati dall’artico- richiami, a questo punto, anche gli più generale, tenuto conto che comunque
lo 34, commi 9 e 10, del decreto-leg- articoli 34 e 26 già trattati al secondo le differenze si giustificano in ragione
ge n. 133 del 2014 e dall’articolo 26 paragrafo. Anche qualora il richiamo di una non perfetta equiparabilità del
del DPR n. 120/2017 sono fonti di volesse sostenere che, in presenza di materiale di riporto al suolo, quale
contaminazione». riporti/fonte di contaminazione, si ordinaria matrice ambientale» (Tar
È chiaro come la circolare intenda debba aprire la bonifica, il richiamo Milano n. 2586/2015; nello stesso senso
affrontare, nella terza situazione, quella all’articolo 26 potrebbe andare in questa si veda anche la sentenza del Tar Milano
Acque ed emissioni
nella legge europea 2017
di Luciano Butti – B&P Avvocati Importanti modifiche al testo che definisce i requisiti minimi di
unico ambientale sono contenute prestazione per i metodi di analisi
nell’ultima legge europea n. 167/20171, delle acque4. Precedentemente, questa
finalizzata all’adeguamento periodico disposizione si limitava ad attribuire alle
Nel provvedimento dell’ordinamento nazionale a quello regioni, attraverso le agenzie ambientali
sono state inserite dell’Unione europea; in particolare: regionali e provinciali, la facoltà di scelta
• l’articoli 16 e 18 della legge si delle migliori tecniche disponibili per il
anche alcune misure occupano, rispettivamente, di tutela monitoraggio delle sostanze chimiche,
sulla pubblicità delle acque ed emissioni industriali; qualora non vi fossero standard di qualità
delle sostanze • l’articolo 17 riguarda gli scarichi idrici. ambientali per un dato parametro o di un
Mentre quest’ultima disposizione attua metodo di analisi che rispettasse i requisiti
o miscele classificate la direttiva 91/271/Cee in materia minimi di prestazione di cui al comma 1.
come pericolose, di acque reflue urbane, le prime due La legge n. 167/2017, al fine di
e in materia di aiuti mirano a superare le contestazioni mosse garantire l’intercomparabilità dei
all’Italia nell’ambito di due casi Eu- dati di monitoraggio delle sostanze
di Stato a favore Pilot, ossia un sistema di comunicazione chimiche e, di conseguenza, dello stato
dell’energia tra Commissione e Stati membri che ecologico e chimico dei corpi idrici
e dell’ambiente permette la condivisione informale di superficiali, prevede che le autorità di
informazioni2. bacino distrettuali promuovano intese
con le ragioni e le province autonome
Il contenuto dell’articolo 16... ricadenti nel distretto idrografico di
L’articolo 16 della legge europea competenza; così facendo, si mira
(caso Eu Pilot 7304/15/envi) riguarda a garantire l’uniformità nei metodi
l’applicazione a livello nazionale della utilizzati e l’intercomparabilità dei dati
direttiva 2009/90/Ce, in tema di tecniche di monitoraggio, anche mediante la
per l’analisi chimica e il monitoraggio previsione per l’Ispra dell’obbligo di
delle acque. La Commissione aveva rendere disponibile l’elenco dei laboratori
sollevato dubbi sull’esistenza di un del sistema agenziale presso i quali le
adeguato meccanismo di coordinamento regioni e le province autonome dovranno
affinché gli obiettivi della direttiva fossero far analizzare i dati del monitoraggio
perseguiti in modo omogeneo nell’intero delle sostanze prioritarie conformi ai
distretto idrografico, anche se comune a requisiti stabiliti.
più regioni.
A questo fine, l’art. 16 modifica l’art. ...dell’articolo 17...
78-sexies, comma 2, D.Lgs. n. 152/20063 L’art. 17, legge n. 167/2017 modifica la
disciplina relativa ai limiti di emissione dall’applicazione delle disposizioni di cui stabilimenti che producono biossido
per gli impianti di acque reflue urbane al comma1 non devono derivare effetti di titanio e solfati di calcio (parte V-
recapitanti in aree sensibili, stabilendo sulle materie disciplinate ai sensi dell’art. bis del D.Lgs. n. 152/2006).
che gli stessi limiti (riferiti al contenuto 92, D.Lgs. n. 152/20066, né conseguenze Nella tabella 1 sono riportati i principali
di fosforo e azoto) devono essere sull’applicazione del medesimo articolo interventi operati dall’art. 18 sul D.Lgs.
monitorati e rispettati non in relazione in relazione ai limiti di utilizzo di n. 152/2006.
alla potenzialità dell’impianto ma, più materie agricole contenenti azoto, in In materia di impianti di incenerimento
in generale, al carico inquinante generato particolare degli effluenti zootecnici e e coincenerimento dei rifiuti, l’art.18
dall’agglomerato urbano. L’intervento dei fertilizzanti, nelle zone vulnerabili apporta modifiche anche alle norme
normativo opera con riferimento alla da nitrati di origine agricola. tecniche contenute negli allegati 1 e 2 alla
tabella 2 dell’allegato 5 alla parte 3 del parte IV del D.Lgs. n. 152/2006. In questa
D.Lgs. n. 152/2006. Il fine è garantire ... e dell’articolo 18 sede si ritiene sufficiente rilevare che, a
la corretta attuazione della direttiva L’art. 18 della legge europea apporta seguito di questo intervento normativo:
91/271/Cee, che, all’art. 5, paragrafo molteplici modifiche alla disciplina • le misurazioni relative alla determi-
2, stabilisce come, per gli impianti di dettata dal D.Lgs. n. 152/2006 in materia nazione delle concentrazioni di inqui-
acque reflue urbane recapitanti in aree di emissioni industriali e di autorizzazione nanti nell’atmosfera e nell’acqua de-
sensibili, l’elemento discriminante per integrata ambientale (Aia). Con questo vono essere eseguite «in modo rap-
l’applicazione dei limiti di emissione articolo si è cercato di recepire in modo presentativo»;
previsti non sia la potenzialità completo la direttiva 2010/75/Ue e, • il campionamento e l’analisi di tutte
dell’impianto, bensì il carico inquinante così, superare le contestazioni di non le sostanze inquinanti presenti in
generato dall’agglomerato, espresso in conformità mosse dalla Commissione atmosfera devono essere eseguite in
abitanti equivalenti (a.e.). europea nell’ambito del caso Eu Pilot conformità con le norme Cen o, in loro
La tabella faceva riferimento, ai fini 8978/16/envi7. Le modifiche operate assenza, con le norme Iso nazionali
dell’applicazione dcei valori massimi di hanno a oggetto: o internazionali che assicurino la
emissione, alla «potenzialità impianto in • la disciplina dell’Aia (parte II del disponibilità di dati di qualità scientifica
a.e.» ; in particolare i limiti si applicavano D.Lgs. n. 152/2006); equivalente8;
soltanto agli impianti di depurazione • le disposizioni sugli impianti di • i sistemi automatici di misurazione
aventi una potenzialità a partire da 10.000 incenerimento e coincenerimento dei devono essere sottoposti «a controllo
a.e., comportando così una non corretta rifiuti (parte IV del D.Lgs. n. 152/2006 per mezzo di misurazioni parallele
applicazione della direttiva sopra citata5. e relativi allegati 1 e 2); in base ai metodi di misurazione
L’art. 17, pertanto, interviene sostituendo • la disciplina delle emissioni di composti di riferimento almeno una volta
il riferimento alle «potenzialità organici volatili (cov) e di grandi all’anno»9.
impianto in a.e.» con le parole «carico impianti di combustione (parte V del Inoltre, mediante l’articolo in esame,
generato dall’agglomerato in a.e.». D.Lgs. n. 152/2006); si recepisce la disciplina europea in
Inoltre, al comma 3 viene stabilito che • le norme in materia di installazioni e materia di determinazione dei valori
TABELLA 1
Interventi dell’art. 18 sul D.Lgs. n. 152/2006
Articolo del D.Lgs. Materia Disciplina ante legge Disciplina post legge europea
n. 152/2006 trattata europea 2017 2017
Art. 5, comma 1, Aia - definizione di Riferimento agli effetti negativi e signifi- Riferimento agli effetti negativi e significativi
lettera l-bis modifica sostanziale cativi sull’ambiente per qualificare la mo- sull’ambiente “o” sulla salute umana per qua-
di progetto, opera o difica come sostanziale. lificare la modifica come sostanziale.
impianto
Art. 29-ter, comma 2 Domanda di Aia La sintesi non tecnica dei dati non include i La sintesi non tecnica dei dati include i dati ri-
dati riguardanti la relazione di riferimento. guardanti la relazione di riferimento.
Art. 29-quater, comma 2 Procedura per il rila- La consultazione del pubblico è garantita La consultazione del pubblico è garantita me-
scio di Aia mediante la pubblicazione del contenuto diante la pubblicazione, sul sito internet dell’au-
della decisione sul sito internet dell’auto- torità competente, sia del contenuto della deci-
rità competente. sione che del progetto di decisione (compreso
il verbale conclusivo della conferenza di ser-
vizi), nonché, infine, delle proposte di riesa-
me formulate dalle autorità competenti in ma-
teria ambientale.
Art. 29-decies, comma Inosservanza del- Diffida e contestuale sospensione dell’at- Diffida e contestuale sospensione dell’attivi-
9, lettera b) le prescrizioni Aia o tività «ove si manifestino situazioni», o tà in caso di «pericolo immediato per la salu-
esercizio in assenza in caso di violazioni reiterate più di due te umana o per l’ambiente», o in caso di vio-
di Aia volte l’anno. lazioni reiterate più di due volte in un anno.
Art. 237-ter Incenerimento e Nella definizione di “impianto di inceneri- In entrambe le definizioni di “impianto di in-
coincenerimento di mento” non sono comprese le installazioni cenerimento” e “impianto di coincenerimento”
rifiuti – definizioni di trattamento degli scarichi gassosi; nel- sono comprese le “installazioni di trattamento
la definizione di “impianto di coinceneri- degli scarichi gassosi.”
mento” sono comprese le “apparecchiatu-
re di trattamento degli scarichi gassosi.”
Art. 237-sexies, Coincenerimento dei Adozione di tecniche tali da assicurare il Adozione di tecniche tali da assicurare il ri-
comma 3 rifiuti nel luogo di rispetto dei valori limite di emissione fis- spetto dei valori limite di emissione fissati
produzione - indu- sati nell'allegato 2. nell'allegato 1.
strie della pasta di
legno e della carta
Art. 237-nonies, Impianti di coincene- Deve essere assicurato il rispetto dei valori li-
comma 1-bis (nuovo) rimento dei rifiuti au- mite di emissione di carbonio organico totale
torizzati a modifica- e monossido di carbonio fissati nell'Allegato
re le condizioni di 1, paragrafo A2.
esercizio
Art. 237-terdecies, Scarico di acque Verifica dell’osservanza dei valori limite Verifica dell’osservanza dei valori limite di
comma 8 reflue di emissione, stabiliti per il flusso di ac- emissione, stabiliti per il flusso di acque reflue
que reflue provenienti dal processo di de- provenienti dal processo di depurazione degli
purazione degli effluenti gassosi, per gli effluenti gassosi, per gli impianti sia di incene-
impianti di coincenerimento. rimento che di coincenerimento.
Art. 237-octiesdecies, Condizioni anomale Non appena si verificano condizioni ano- Non appena si verificano condizioni anoma-
comma 5 di funzionamento male, così come non appena è ripristina- le, così come non appena è ripristinata la com-
ta la completa funzionalità dell’impianto, pleta funzionalità dell’impianto, il gestore ne
il gestore ne dà comunicazione all’auto- dà comunicazione all’autorità competente e
rità di controllo. all’autorità di controllo.
Art. 275, comma 6 Emissioni di cov L’autorizzazione per l’esercizio dello stabi- L’autorizzazione per l’esercizio dello stabili-
limento, ai fini della valutazione dell’emis- mento, ai fini della valutazione dell’emissione
sione totale annua di solvente, deve fare totale annua di solvente, deve fare riferimento
riferimento al consumo massimo teorico. alle emissioni effettive.
Art. 298-bis, comma Installazioni e stabi- Il gestore dell’installazione deve informare im-
1-bis (nuovo) limenti che produ- mediatamente l’autorità competente in caso di
cono biossido di ti- violazione delle condizioni di autorizzazione,
tanio adottando le misure necessarie a ripristinare
la conformità.
Art. 298-bis, comma Installazioni e stabi- L’autorità competente impone al gestore di adot-
1-ter (nuovo) limenti che produ- tare ogni misura complementare necessaria per
cono biossido di ti- ripristinare la conformità. Inoltre dispone la so-
tanio spensione dell’esercizio della parte interessata
qualora vi sia pericolo immediato per la salu-
te umana o di ripercussioni serie ed immedia-
te sull’ambiente.
Art. 298-bis, comma 3 Installazioni e stabi- Le autorità competenti possono effettuare Le autorità competenti effettuano (obbligo) ispe-
limenti che produ- (facoltà) ispezioni e prelievi di campioni zioni e prelievi di campioni relativamente alle
cono biossido di ti- relativamente alle emissioni nelle acque, emissioni nelle acque, alle emissioni nell’atmo-
tanio alle emissioni nell’atmosfera, agli stoccag- sfera, agli stoccaggi ed alle lavorazioni pres-
gi ed alle lavorazioni presso le installa- so le installazioni e gli stabilimenti
zioni e gli stabilimenti.
limite di emissione dei grandi impianti 1272/2008, relativo alla classificazione, per gli anni 2014-2020, sono compatibili
di combustione. etichettatura e imballaggio di sostanze e con il mercato interno ex art. 107 del
miscele. Questa violazione potrà essere trattato sul funzionamento dell’unione
Altre disposizioni punita con una sanzione amministrativa europea. Questi articoli disciplinano,
È, infine, doveroso considerare, almeno pecuniaria da euro 10.000 a euro 60.000, rispettivamente:
sommariamente, altre disposizioni «salvo che il fatto costituisca reato» • le agevolazioni per le imprese a forte
della legge europea aventi rilievo sul (clausola di riserva penale). Obiettivo consumo di energia elettrica, al fine di
piano ambientale. Ci si riferisce, in della norma è quella di garantire la ridurne gli oneri tariffari sul consumo;
particolare, agli articoli 15, 19, 20 e 21. sicurezza dei consumatori e la tutela • il sostegno alla produzione di energia
L’articolo 15, apportando modifiche al della salute in conformità al principio di da fonti rinnovabili mediante incentivi;
D.Lgs. n. 186/2011, introduce una nuova precauzione. Con gli articoli 19, 20 e 21, • i corripettivi - a copertura degli one-
fattispecie di illecito amministrativo invece, si adegua la normativa nazionale ri generali del sistema del gas - che le
per la violazione delle prescrizioni in alla comunicazione 2014/C 200/01 con imprese a forte consumo di gas natu-
materia di pubblicità delle sostanze o la quale la Commissione illustra le rale devono versare e che sono desti-
miscele classificate come pericolose, condizioni alle quali gli aiuti di Stato nati a finanziare misure di decarbo-
di cui all’art. 48, regolamento (Ce) n. a favore dell’energia e dell’ambiente, nizzazione..
comprensive degli interventi di demo- In particolare, nel nuovo cam sono sta- Si segnala poi che, per alcuni crite-
lizione e ricostruzione di edifici, nel- ti stralciati i criteri: ri (2.4.2.1 «Calcestruzzi confezionati
le zone territoriali omogenee (ZTO) • 1.4 «Riferimenti normativi»; in cantiere e preconfezionati»; 2.4.2.2
“A” e “B”, di cui al decreto intermini- • 2.4.1.3 «Sostanze dannose per «Elementi prefabbricati in calcestruz-
steriale 2 aprile 1968, n. 1444 (box 1). l’ozono»; zo»; 2.4.2.3 «Laterizi»; 2.4.2.5 «Ghisa,
• 2.4.1.4 «Sostanze ad alto potenziale ferro, acciaio»; 2.4.2.6 «Componen-
La flessibilità potrà essere applicata, di riscaldamento globale (GWP)». ti in materie plastiche»; 2.4.2.7 «Tra-
motivandone le ragioni, per le prescri- mezzature e controsoffitti»; 2.4.2.9 «I-
zioni previste dai criteri:
• 2.2.3 «Riduzione del consumo di suo-
lo e mantenimento della permeabili- Le esenzioni si potranno applicare
tà dei suoli», relativamente alla su-
per le ristrutturazioni effettuate
perficie territoriale permeabile della
superficie di progetto e alla superfi- nelle zone territoriali omogenee
cie da destinare a verde; “A” e “B” ex D.M. n. 1444/1968
• 2.3.5.1 «Illuminazione naturale».
Il legislatore ha quindi deciso di limita-
re il perimetro d’azione delle deroghe
a due soli aspetti. In compenso, nel nuovo cam sono stati solanti termici ed acustici»), in sosti-
aggiunti i criteri: tuzione alle certificazioni indicate nel
Modifiche strutturali • 2.4.2.2 «Elementi prefabbricati in cam, sarà possibile presentare un rap-
Si riportano di seguito le novità inter- calcestruzzo» (precedentemente in- porto di ispezione rilasciato da un or-
venute con il D.M. 11 ottobre 2017, in cluso nel criterio 2.4.2.1, ora amplia- ganismo di ispezione, in conformità al-
primis quelle di tipo strutturale, poi se- to e reso autonomo); la Iso/Iec 17020:2012. In questo caso è
guite da elementi più puntuali. • 2.6.6 «Bilancio materico» (come nel previsto che la stazione appaltante pro-
L’impianto del documento ha subito recente cam “Illuminazione pubblica” ceda a un’attività ispettiva durante l’e-
modifiche molto contenute, mantenen- di cui al D.M. 27 settembre 20172, si secuzione delle opere.
do quindi una struttura che fornisce in- prevede un meccanismo di valoriz-
dicazioni per gruppi di edifici (criterio zazione delle soluzioni coerenti con Modifiche puntuali
2.2), per poi concentrarsi sul singolo il concetto di economia circolare); Il D.M. 11 ottobre 2017 in analisi inter-
edificio (criterio 2.3) e infine analiz- • 2.7.3 «Garanzie» e 2.7.4 «Verifiche viene su di un criterio ambientale mi-
zare gli aspetti ambientali dei singoli ispettive», che vanno a declinare alcu- nimo aggiornato da meno di un anno.
componenti (criterio 2.4) e indicare ni aspetti rilevanti per la fase post-af- Le modifiche puntuali sono prevalen-
prescrizioni per le attività di cantiere fidamento. temente orientate a declinare con mag-
(criterio 2.5). giore precisione le indicazioni fornite,
TABELLA 1
Esempi di protocolli di certificazione dell’edificio
Protocollo *Building
Breeam* Casaclima Leed Well research
Itaca establishment
environmental
assessment
method
piuttosto che a incrementare i livelli di stati inseriti degli esempi di protocolli Per questi casi, la diagnosi deve esse-
prestazione ambientale e ridurre conse- di certificazione dell’edificio, riporta- re condotta o acquisita [oltre all’ at-
guentemente i fattori di pressione am- ti in tabella 1. testato di prestazione energetica (a-
bientale connessi a queste tipologie di pe) dell’edificio ex legge n. 90/2013
affidamento. 2.2.5 Approvvigionamento ove richiesta dalle leggi vigenti] una
Si riportano di seguito i criteri ogget- energetico diagnosi energetica per individuare la
to di modifica con l’indicazione delle Nell’elenco dei possibili interventi per prestazione energetica dell’edificio e
principali novità. coprire almeno parzialmente il fabbiso- le azioni da intraprendere per la ri-
gno energetico, sono aggiunti «instal- duzione del fabbisogno energetico
1.1 Oggetto e struttura del lazione di sistemi a pompa di calore» e dell’edificio. Questa diagnosi dovrà
documento «installazione di impianti a biomassa». includere la valutazione dei consumi
Nel paragrafo, ove si specifica che per effettivi dei singoli servizi energeti-
«organismi di valutazione della con- 2.2.8.5 Impianto di illuminazione ci degli edifici oggetto di intervento
formità» si intendono i soggetti accre- pubblica ricavabili dalle bollette energetiche
ditati a norma del regolamento (Ce) n. In questo criterio si menziona il cri- riferite ad almeno i tre anni prece-
765/2008 del Parlamento europeo e del terio minimo ambientale per l’illumi- denti o agli ultimi tre esercizi ade-
Consiglio, è stato aggiunto un riferimen- nazione pubblica; il riferimento è al guatamente documentati. In caso di
to agli “accordi internazionali di mutuo più recente cam emanato, ovvero il utilizzo dell’edificio da meno di tre
riconoscimento Ea/Iaf Mla”, che garan- D.M. 27 settembre 2007 2017 «Criteri anni o di indisponibilità di bollette
tiscono il riconoscimento dell’equiva- Ambientali Minimi per l’acquisizione dei tre anni precedenti o riferite agli
lenza delle attività di accreditamento sorgenti luminose per l’illuminazione ultimi tre esercizi, la diagnosi ener-
svolte da tutti i membri firmatari all’in- pubblica, apparecchi per illuminazione getica può essere redatta sulla base di
terno del sistema di accreditamento, ge- pubblica, affidamento del servizio una stima dei consumi dalle bollette
stito da Iaf-Ilac a livello internazionale di progettazione di impianti per energetiche riferite all’ultimo anno
e da Ea a livello regionale (europeo)3. l’illuminazione pubblica»4. (per il riscaldamento in base ai gra-
di giorno). Questi consumi devono
1.2 Indicazioni generali per la 2.3.1 Diagnosi energetica essere normalizzati per tenere conto
stazione appaltante Le previsioni del criterio sono state sud- dell’andamento climatico dell’ulti-
In questo paragrafo sono indicati i re- divise in due casistiche: mo anno. In caso di inutilizzo della
quisiti degli operatori incaricati di ef- • progetti di ristrutturazione importante struttura per oltre 5 anni, la diagno-
fettuare le diagnosi energetiche, ovve- di primo livello e progetti di ristrut- si energetica può essere redatta sulla
ro la loro certificazione di parte terza turazione importante di secondo li- base di una stima dei consumi;
(ai sensi delle norme Uni 11339 o U- vello di edifici con superficie utile di • per i progetti di ristrutturazione im-
ni 11352, o Uni En Iso 16247-5) e, per pavimento uguale o superiore a 2500 portante di secondo livello di edifi-
agevolare le stazioni appaltanti, sono (duemilacinquecento) metri quadrati. ci con superficie utile di pavimento
TABELLA 2
Isolanti termici e acustici
ro conservativo per i quali è prevista la ci (rating systems) di livello nazionale legislativo 3 aprile 2006, n. 152, Nor-
conservazione dei caratteri tipologici o internazionale, la conformità al pre- me in materia ambientale».
e di prospetto degli edifici esistenti per sente criterio può essere dimostrata se Inoltre, è stata aggiunta la seguente pre-
effetto di norme di tutela dei beni archi- nella certificazione risultano soddisfatti visione per la verifica ai criteri «2.4.2.3
tettonici (decreto legislativo 42/2004) o tutti i requisiti riferibili alle prestazio- (Laterizi)» e «2.4.2.5 (Ghisa, ferro, ac-
per effetto di specifiche indicazioni da ni ambientali richiamate dal presente ciaio)»: «una certificazione di prodotto
parte delle Soprintendenze». criterio», è aggiunta la seguente speci- rilasciata da un organismo di valutazio-
fica «In tali casi il progettista é esone- ne della conformità che attesti il conte-
2.3.5.3 Dispositivi di protezione rato dalla presentazione della ulterio- nuto di riciclato attraverso l’esplicita-
solare re documentazione sopra indicata, ma zione del bilancio di massa che consi-
In questo criterio è ora specificato che é richiesta la presentazione degli ela- ste nella verifica di una dichiarazione
è possibile soddisfare il requisito anche borati e/o dei documenti previsti dal- ambientale autodichiarata, conforme
«attraverso le sole e specifiche caratte- lo specifico protocollo di certificazione alla norma ISO 14021».
ristiche della componente vetrata (ad e- di edilizia sostenibile perseguita, fermo
sempio i vetri selettivi e a controllo so- restando l’esecuzione del collaudo». 2.4.2.2 Elementi prefabbricati
lare)» ed è, quindi, derogabile il posi- in calcestruzzo
zionamento di «sistemi di schermatura 2.4 Specifiche tecniche Il criterio 2.4.2.1 «Calcestruzzi confezio-
e/o ombreggiamento fissi o mobili ver- dei componenti edilizi nati in cantiere, preconfezionati e pre-
so l’esterno e con esposizione da sud- Questo paragrafo intende orientare la fabbricati», di cui alla precedente ver-
sud est (SSE) a sud-sud ovest (SSO)». scelta dei componenti edilizi nell’ottica sione del cam, è stato suddiviso in due:
di aumentare l’uso di materiali riciclati. • il 2.4.2.1 riferito ai «Calcestruzzi
2.3.5.6 Comfort acustico La revisione ha mantenuto il riferimen- confezionati in cantiere e precon-
In questo criterio, alla previsione ori- to al D.Lgs. n. 152/2006 e ha aggiunto fezionati»;
ginaria «Qualora il progetto sia sotto- la seguente specifica «Ove nei singo- • il 2.4.2.2 dedicato agli «Elementi pre-
posto ad una fase di verifica valida per li criteri si citano materie provenienti fabbricati in calcestruzzo»,
la successiva certificazione dell’edificio da riciclo, recupero, o sottoprodotti o che, secondo il criterio ambientale mi-
secondo uno dei protocolli di sostenibi- terre e rocce da scavo si fa riferimen- nimo, «devono avere un contenuto to-
lità energetico-ambientale degli edifi- to alle definizioni previste dal decreto tale di almeno il 5% in peso di mate-
rie riciclate, e/o recuperate, e/o di sot- • 4.2. consumo e uso di acqua; 2.7.4 Verifiche ispettive
toprodotti». • 4.3.b emissioni nell’aria (per i para- Il criterio è inserito ex novo e prevede
metri particolato e fluoruri); che si svolga un’attività ispettiva «con-
2.4.2.3 Laterizi • 4.4. emissioni nell’acqua; dotta secondo la norma Uni Cei En I-
Nuove indicazioni per i laterizi per co- • 5.2. recupero dei rifiuti. so/Iec 17020:2012 da un organismo di
perture, pavimenti e muratura faccia vi- valutazione della conformità al fine di
sta, i quali «devono avere un contenuto 2.6.6 Bilancio materico accertare, durante l’esecuzione delle o-
di materie riciclate e/o recuperate (sul Il criterio è inserito ex novo, come nel pere, il rispetto delle specifiche tecniche
secco) di almeno il 5% sul peso del pro- recente cam “Illuminazione pubblica” di edificio, dei componenti edilizi e di
dotto. Qualora i laterizi contengano, ol- ex D.M. 27 settembre 20175, e introduce cantiere definite nel progetto. In meri-
tre a materie riciclate e/o recuperate, un meccanismo di valorizzazione del- to al contenuto di materia recuperata o
anche sottoprodotti e/o terre e rocce da le soluzioni coerenti con il concetto di riciclata (criterio “Materia recuperata
scavo, la percentuale deve essere di al- economia circolare, da ottenersi attra- o riciclata”), se in fase di offerta è sta-
meno il 7,5% sul peso del prodotto». verso l’assegnazione di un punteggio to consegnato il risultato di un’attività
premiante pari a “5” per la redazione ispettiva (in sostituzione di una certi-
2.4.2.9 Isolanti termici e acustici di un bilancio materico relativo all’uso ficazione) l’attività ispettiva in fase di
Si riscontra l’aggiunta di due nuove ti- efficiente delle risorse impiegate per la esecuzione è obbligatoria. Il risultato
pologie, come da tabella 2, ovvero ag- realizzazione e manutenzione dei ma- dell’attività ispettiva deve essere comu-
glomerato di poliuretano e agglomera- nufatti e/o impiegati nel servizio og- nicato direttamente alla stazione appal-
ti di gomma. getto del bando. tante. L’onere economico dell’attività
ispettiva è a carico dell’appaltatore».
2.4.2.10 Pavimenti e rivestimenti 2.7.3 Garanzie
Nel criterio sono mantenuti i riferimen- Il criterio è inserito ex novo e preve- Conclusioni
ti «ai criteri ecologici e prestazionali de che l’appaltatore specifichi durata L’intervento del legislatore sull’articolo
previsti dalle decisioni 2010/18/CE, e caratteristiche delle garanzie forni- 34 del codice appalti ha reso necessario
2009/607/CE e 2009/967/CE e loro mo- te, anche in relazione alla posa in ope- apportare delle modifiche al cam edili-
difiche ed integrazioni, relative all’as- ra, in conformità ai disposti legislativi zia, che, a distanza di meno di un anno
segnazione del marchio comunitario di vigenti in materia in relazione al con- dalla precedente revisione, ha dovuto
qualità ecologica». tratto in essere. Il cam specifica, inoltre, concentrarsi nell’articolazione di mag-
Invece, per le piastrelle di ceramica è che «la garanzia deve essere accompa- gior dettaglio delle casistiche in cui ap-
stato preferito far riferimento a parte gnata dalle condizioni di applicabilità e plicare le previsioni, nonché nell’appro-
dei criteri di cui ai criteri ecologici per da eventuali prescrizioni del produtto- fondimento di alcuni paragrafi.
l’assegnazione del marchio comunita- re circa le procedure di manutenzione
rio di qualità ecologica alle coperture e posa che assicurino il rispetto delle
dure (decisione 2009/607/Ce), ovvero: prestazioni dichiarate del componente».
punito, nella forma colposa, dall’art. 452 saperi scientifici pertinenti. ti, è il sapere che ha precise basi episte-
del codice penale) la cui valutazione ri- mologiche e, come tale, prodotto di un
chiede conoscenze tossicologiche pecu- La prova scientifica metodo razionale e soggetto al controllo
liari di uno specifico sapere scientifico. nel processo per ecoreati della comunità scientifica di riferimento
Verificare se nell’acqua siano state im- L’esigenza di ricorrere all’ausilio del sa- che di quel sapere è artefice e custode.
messe sostanze che per qualità e/o quan- pere scientifico all’interno del processo Nei processi per reati ambientali le prove
tità, ovvero per altre circostanze presen- penale emerge al momento di procedere scientifiche si possono, schematicamen-
ti nel caso concreto, siano “velenose”, alla ricostruzione probatoria dei fat- te, suddividere nelle seguenti categorie:
significa appurare, sulla base di leggi ti di reato a struttura complessa (come • le cosiddette “tradizionali” che com-
scientifiche di copertura (ricorrendo al- i reati in materia di alterazioni ambien- prendono tutti quegli accertamenti
la tossicologia, alla chimica, alla fisica, tali), il cui accertamento diventa più a- condotti sulla base di un sapere spe-
alla batteriologia e alla microbiologia), gevole mediante le cosiddette “prove cialistico comunemente condiviso do-
che l’acqua abbia l’attitudine, se ingeri- scientifiche”. In particolare, per queste ve la problematicità dell’accertamen-
ta nell’organismo umano, a provocare, si fa riferimento a quelle «operazio- to probatorio si concentra non sulla
con elevata probabilità, effetti avversi ni probatorie per le quali, nei momen- premessa nomologica ma sul suo cor-
per la salute.
Pertanto, il solido ancoraggio al meto-
do scientifico svolge un fondamentale
ruolo di garanzia, consentendo di sod- Il metodo fornisce le garanzie
disfare le esigenze di verificabilità - e per soddisfare le esigenze di verificabilità
quindi di controllabilità - del giudizio di
pericolo insito nella formulazione del- del giudizio di pericolo insito
la norma4, che, diversamente, sarebbe nella formulazione della norma
di fatto svuotato di contenuto, in spre-
gio al rispetto dei principi di tassatività
e determinatezza5.
Proprio perché la voce della scienza van- ti dell’ammissione, dell’assunzione e retto impiego pratico. Fanno parte
ta una credibilità esplicativa ben mag- della valutazione, si usano strumenti di questa categoria, ad esempio, tut-
giore di quella offerta dal senso comu- di conoscenza attinti alla scienza e al- te quelle indagini che conducono alla
ne, una sorta di primazia scientista ten- la tecnica, cioè a dire principi e meto- determinazione di un parametro chi-
de oggi a occupare il proscenio del pro- dologie scientifiche, apparati tecnici il mico per definirne la sua quantità in
cesso penale6 e, tra i tanti problemi che cui uso richiede competenze esperte»7. una matrice ambientale. Per fare que-
ciò comporta, vi sono anche quelli atti- Quello che, quindi, caratterizza la scien- sto in modo corretto e scientificamente
nenti ai modi con cui il diritto cerca di tificità della prova è la natura del sape- inattaccabile è necessario conoscere:
riconoscere, selezionare e valutare i re che essa sottende; scientifico, infat- -i meccanismi, i principi e le leggi che
concorrono a determinare i fenomeni per ricostruire un qualsiasi elemento u- ti sarebbero stati oggetto di complesse
che porteranno alla misura della gran- tile all’accertamento della responsabili- dispute tecnico-scientifiche in relazio-
dezza desiderata; tà dell’imputato, ma anche per fondare ne sia all’accertamento degli “eventi”
- i parametri di accuratezza e precisio- in termini di certezza positive conclu- sia alla ricostruzione dell’eziologia del
ne, i limiti di rilevabilità, il range di sioni fattuali sugli elementi della fatti- fatto14, hanno già trovato una puntuale
misura e come le condizioni esterne specie penale a giudizio. conferma nelle sentenze a oggi emesse
possono influenzare la misurazione8 ; Ad esempio, l’accertamento del peri- dalla Cassazione.
• quelle che utilizzano tecniche cosid- colo per la vita o per l’integrità fisica Nel primo caso sottoposto alla supre-
dette “moderne” anche se ampia- di un numero indeterminato di perso- ma Corte15 (nel quale si discuteva della
mente collaudate nella metodologia ne (fondamentale per definire, sul pia- legittimità del sequestro di un cantiere
di base come, ad esempio, le indagi- no della proiezione offensiva le carat- e di una porzione del fondale nel gol-
ni che consentono, attraverso la co- teristiche del disastro ambientale inno- fo di La Spezia dove si stavano effet-
noscenza delle proprietà geochimi- minato, art. 434 del codice penale11) è tuando operazioni di dragaggio), è stata
che e isotopiche di alcuni composti spesso condotto dalla pubblica accusa annullata l’ordinanza del tribunale del
(cosiddette “chemical fingerprinting attraverso l’espletamento di indagini e- riesame che disponeva il dissequestro
methods”), di individuare la sorgente pidemiologiche che hanno lo scopo di imponendo al giudice, al fine di inter-
dell’inquinamento, l’età del rilascio fornire la base scientifica per provare la pretare correttamente l’evento di dete-
e/o i processi, in particolare biode- sussistenza in concreto di un pericolo at- rioramento di cui all’art. 452-bis («In-
gradativi, che ha subito il plume in- tuale per la salute pubblica12 (e questo quinamento ambientale») del codice
quinante nel tempo9; attraverso lo strumento della statistica penale una valutazione globale dei dati
• quelle decisamente nuove e non an- che permette di indagare se all’aumen- acquisiti (giudizio esteso alla struttura
cora consolidate presso la comunità to del livello di esposizione a quei de- e alla funzionalità delle sostanze tossi-
scientifica come, per esempio, i siste- terminati inquinanti emessi dallo sta- che, cancerogene e mutagene disperse
mi di investigazione integrata del sot- bilimento industriale corrisponda una illegittimamente nelle acque).
tosuolo in grado di acquisire (in tem- crescita proporzionale dell’incidenza di Valutazione particolarmente complessa,
po reale e direttamente “sul campo”) alcune malattie tipicamente correlate a basata prima sul sapere scientifico, e
presenza di composti volatili e valori quel tipo di inquinamento, nonché dei poi su un conseguente giudizio di tipo
parametrici di caratterizzazione delle decessi di queste derivanti13). giuridico, al fine di verificare se siano
formazioni geologiche e che vengono Ma saranno i nuovi delitti introdotti dal- effettivamente “inquinanti” gli effetti
utilizzati per approfondire le modali- la legge n. 68/2015 a essere terreno fer- di una condotta, quella del dragaggio,
tà di migrazione di alcuni inquinanti tile per un continuo e rinnovato dialogo che, se svolta in violazione delle rego-
tramite prospezioni che rappresenta- tra scienza e diritto. le di contenimento, disperde in un’area
no l’area oggetto di investigazione10. A oggi si riscontra come le previsioni più vasta e in superficie sostanze prima
dei primi commentatori della norma, che contenute nel fondale, con conseguente
Prove che possono essere utilizzate sia avevano preannunciato che i nuovi rea- intorbidimento16.
BOX 2
Scienza e diritto nei processi penali
per reati ambientali
Criteri di affidabilità delle teorie scientifiche:
• verificabilità: il primo carattere che la conoscenza scientifica deve possedere
è quello della verificabilità: una teoria è scientifi-ca se può essere controllata me-
diante esperimenti;
• falsificabilità: il secondo criterio richiede che la teoria scientifica sia sottopo-
sta a tentativi di falsificazione, i quali, se hanno esito negativo, la confermano nel-
la sua credibilità;
• conoscenza del tasso di errore: occorre che al giudice sia resa nota, per
ogni metodo proposto, la percentuale di errore accertato o potenziale che que-
sto comporta.
Fonte: Daubert et ux., Individually and as guardians and litem for Daubert, et al. v. Merrell Dow Pharma-
ceuticals, inc. certiora-ri to the United states court of appeals for the ninth circuit no. 92-102. argued march
30, 1993 - decided June 28, 1993
qualificazione professionale è indispen-
Sulla verifica critica delle informazioni scientifiche utilizzate ai fini della spiegazio- sabile, anche se di particolare difficoltà
ne del fatto: «esaminare gli studi che sor-reggono la teoria. Le basi fattuali sui qua- pratica, uno scrutinio, come afferma la
li essi sono condotti. L’ampiezza, la rigorosità, l’oggettività della ricerca. Il grado suprema Corte, sulla «indipendenza di
di sostegno che i fatti accordano alla tesi. La discussione critica che ha accompa- giudizio dell’esperto» che deve essere
gnato l’elaborazione dello studio, focalizzata sia sui fatti che mettono in discus-
svolto «sulla base di indici estrinseci di
sione l’ipotesi sia sulle diverse opinioni che nel corso della discussione si sono for-
mate. L’attitudine esplicativa alla elaborazione teorica. Ancora, rileva il grado di sicura efficacia dimostrativa»24.
consenso che la tesi raccoglie nella comunità scientifica» Ma l’attendibilità della prova non può
Fonte: Cassazione penale, sez. IV, 17 settembre 2010 (dep. 13. dicembre 2010), n. 43786, pres. Mar- essere fondata, esclusivamente o pre-
zano, rel. Blaiotta, imp. Coz-zini e altri
valentemente, sull’attendibilità o pre-
stigio scientifico dell’esperto, anche
perché, come è stato efficacemente
in larga misura nelle mani degli esperti ziaria quotidiana, l’esperto basa, di so- osservato di recente per i consulenti
(periti e consulenti tecnici delle parti); vente, la sua credibilità scientifica an- delle parti (accusa e difesa), vi è il ri-
saranno pur sempre questi ultimi, nei che (e qualche volta principalmente) sul schio che questi introducono nel pro-
processi relativi ai casi «decisamente fatto di «aver svolto tante perizie nella cesso «scienza parziale, cioè scienza
complessi» a predisporre i giudizi tec- sua vita professionale»; perizie e/o con- incompleta (monca della parte inutile
nici per poter poi far ragionare i giudi- sulenze che spesso vengono assegnate o dannosa per l’interesse della parte)
ci secondo i canoni dell’ «oltre ogni ra- dalle procure sempre allo stesso esperto e scienza faziosa (contenente solo la
gionevole dubbio», e dell’ «alta proba- con il rischio che la prospettiva di uno parte utile all’interesse della parte»25.
bilità logica o razionale»21. stabile vincolo economico e il reitera- In linea generale, tuttavia, la strada da
to legame con la pubblica accusa pos- seguire è quella di aumentare al mas-
L’attendibilità dell’esperto sa andare a scapito di una obbiettività simo grado le dosi di «contraddittorio
e la fase dell’esame incrociato e serenità di giudizio23. sulla prova», facendo sì che il giudice
Se, quindi, l’appello alle conoscenze Quali, allora, le difese contro questa possa comprendere appieno le questio-
scientifiche è spesso inevitabile nei pro- insidia? ni tecniche sulle quali si appuntano le
cessi per reati ambientali uno dei pri- Preliminarmente è indispensabile accer- opposte tesi; solo lo scontro dialettico
mi problemi da affrontare è quello di tare e verificare le competenze e capa- fra le diverse tesi permette di vagliare
garantire l’affidabilità e l’attendibili- cità scientifiche dell’esperto deducen- il grado di affidabilità e di attendibili-
tà del contributo degli esperti in quan- dole dalle esperienze pregresse di na- tà delle stesse.
to «la qualità del dato in uscita è stret- tura professionale, didattica, giudizia- L’esperto (consulente o perito che sia26)
tamente correlata alla qualità del da- ria eccetera, dalle sue pubblicazioni su è attendibile solo in quanto la sua rico-
to immesso»22. riviste autorevoli nonché dalle citazio- struzione abbia resistito all’urto del con-
Si tratta di un tema molto complesso, ni dei suoi scritti in studi qualificati del tradditorio; e non è solo un problema di
dal momento che, nella pratica giudi- settore di competenza. In più, oltre alla trovare un linguaggio che sia il più pos-
Le basi fattuali sui quali essi sono con- rato a una preventiva dialettica tra Il giudice deve, pertanto, diventare sem-
dotti. L’ampiezza, la rigorosità, l’og- le diverse opinioni scientifiche river- pre più il consapevole, selettivo e criti-
gettività della ricerca. Il grado di so- sate in atti: nota dell’Istituto superiore co fruitore del sapere degli esperti, pur
stegno che i fatti accordano alla tesi. di sanità (con la opportuna precisazio- non dovendo essere fornito di una cul-
La discussione critica che ha accom- ne che questa istituzione compie valu- tura scientifica “di merito”, ma come
pagnato l’elaborazione dello studio, tazioni del rischio, proprie del risk as- autorevole dottrina ha sottolineato, di
focalizzata sia sui fatti che mettono in sessment, che «si basano sul principio di una «cultura di criteri, consistente in
discussione l’ipotesi sia sulle diverse o- precauzione e cioè su una condizione di schemi concettuali intesi a scrutinare la
pinioni che nel corso della discussione rischio non scientificamente suffragata, validità delle leggi scientifiche e delle
si sono formate. L’attitudine esplicati- e non su una legge scientifica certa tecnologie usate dall’esperto e la loro
va alla elaborazione teorica. Ancora, che sia in grado di stabilire l’effettiva corretta applicazione»38; cosa, quest’ul-
rileva il grado di consenso che la tesi dannosità del CVM per esposizioni brevi tima che richiede principalmente l’esi-
raccoglie nella comunità scientifica»34. ma intense»), consulenze tecniche del- genza di una formazione professionale
Un buon esempio di correttezza meto- la difesa, rapporto dell’european Cen- mirata e specifica che, negli Stati uniti,
dologica dell’approccio del giudice al tre for ecotoxicology and toxicology of viene soddisfatta anche da specifici te-
sapere tecnico-scientifico si trova in u- chemicals sul cvm, modelli matemati- sti (come ad esempio il reference ma-
na recentissima sentenza della corte di ci utilizzati per analizzare i livelli me- nual on scientific evidence redatto dal
appello di Venezia che si è occupata del di di concentrazione della sostanza ri- federal judicial center e dalla natio-
delitto, contestato ad alcuni dirigenti di lasciata in atmosfera nell’arco dell’e- nal academy of sciences) che hanno lo
una società chimica, di omissione dolo- vento eccetera. scopo di esplicitare i temi della scien-
sa di cautele antinfortunistiche aggrava- La corte, a fronte dei limiti e delle in- za utilizzati nei processi (in riferimento
to dalla verificazione del disastro (art. sufficienze in campo scientifico («non alla materia ambientale ci sono capito-
437, comma 2, c.p.) in relazione al rila- vi è certezza alcuna che la fuoriuscita li, oltre a quello generale di come fun-
scio in atmosfera di circa tre tonnellate di CVM abbia determinato un concreto ziona la scienza, sulla epidemiologia,
di cvm (cloruro di vinile monomero) e pericolo per la pubblica incolumità e sulla tossicologia e sulla scienza dell’e-
alcuni chilogrammi di percloroetilene la salute pubblica») ha, correttamen- sposizione) per implementare il livello
da uno dei camini dello stabilimento35. te, fatto un “passo indietro” evitando culturale dei giudici (e auspicabilmen-
I giudici dell’impugnazione hanno ne- di applicare la surreale massima della te di tutti gli operatori del processo) su
gato, diversamente dal collega mono- “causalità ad ogni costo”36, che qual- queste importanti tematiche39.
cratico di primo grado, che l’evento che volta viene utilizzata nei processi Il sapere scientifico è, quindi, una pre-
oggetto di contestazione abbia deter- ambientali dalle corti di merito per tro- ziosa risorsa che il giudice deve utiliz-
minato un effettivo pericolo per la vita vare, comunque, un colpevole che per- zare con il vaglio critico indicato dalla
e l’integrità fisica di un numero inde- metta di dare risposte all’opinione pub- giurisprudenza di legittimità senza però
terminato di persone, sulla base di un blica quando quest’ultima ha percepito dimenticare i principi di garanzia e la
ragionamento epistemologico anco- un “rischio”37. regola del giudizio secondo la quale la
colpevolezza deve essere affermata ol- de il passo alla regola di giudizio che zia, sfruttabile dalla difesa se riesce a
tre ogni ragionevole dubbio. risolve il dubbio a favore della perso- scalfire la credibilità della tesi (scienti-
In assenza di evidenze idonee a far pro- na indagata o imputata. fica) accusatoria «oltre ogni ragionevole
pendere per una delle tesi in conflitto, L’applicazione di questo standard pro- dubbio»40.
l’impossibilità della spiegazione scien- batorio (che costituisce un imperativo
tifica in termini di certezza razionale ce- legale) ha un’evidente ratio di garan-
Danno ambientale
novità sul risarcimento
di Pietro Verna, esperto Il quadro normativo pensativa» contemplate dalla direttiva
di ambiente e sicurezza La materia, inizialmente disciplinata 2004/35/Ce3 («Responsabilità ambien-
dall’articolo 18, legge 8 luglio 1986, n. tale in materia di prevenzione e ripa-
349 «Istituzione del Ministero dell’am- razione del danno ambientale»), preve-
biente e norme in materia di danno am- dendo il risarcimento per equivalente
bientale» 1, ha registrato una serie di mo- pecuniario esclusivamente nel caso in
I nuovi criteri difiche, in primis l’articolo 311 («Azio- cui le misure di riparazione del danno
di valutazione ne risarcitoria in forma specifica e per siano state in tutto o in parte omesse o
equivalente patrimoniale») del D.Lgs. attuate in modo incompleto o difforme
si applicano non solo n. 152/2006, che sanciva la priorità del- rispetto a quelle prescritte ovvero risul-
ai giudizi in corso, le misure di riparazione rispetto al ri- tate impossibili o eccessivamente one-
ma anche agli eventi sarcimento per equivalente pecuniario, rose (vedere il box 1).
quale conseguenza della peculiarità del Successivamente è subentrata la rivisi-
occorsi durante danno all’ambiente2. Successivamente, tazione della disciplina a opera dell’ar-
la vigenza il D.L. n. 135/2009 («Disposizioni ur- ticolo 25 («Modifiche alla parte sesta
della legislazione genti per l’attuazione di obblighi co- del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.
munitari e per l’esecuzione di sentenze 152, recante norme in materia di tutela
pregressa della Corte di giustizia delle Comuni- risarcitoria contro i danni all’ambien-
tà europee»), convertito dalla legge n. te. Procedura di infrazione 2007/4679»)
166/2009, all’articolo 5-bis, ha precisa- della legge europea 20134; disposizio-
to che il danno all’ambiente deve esse- ne, quest’ultima, che elimina dal D.L-
re risarcito con le misure di riparazione gs. n. 152/2006 qualsiasi riferimento al
«primaria», «complementare» e «com- risarcimento per “equivalente patrimo-
BOX 1
D.Lgs. n. 152/2006 - articolo 311
(testo previgente)
Quando l’effettivo ripristino o l’adozione di misure di riparazione complemen-
tare o compensativa risultino in tutto o in parte omessi, impossibili o eccessi-
vamente onerosi ai sensi dell’art. 2058 c.c. o comunque attuati in modo in-
completo o difforme ri-spetto a quelli prescritti, il danneggiante è obbligato
in via sostitutiva al risarcimento per equivalente patrimoniale.
niale”5, che introduce un regime di re- adottare e all’ accertamento delle re- manda di risarcimento pendente indivi-
sponsabilità oggettiva per le attività pe- sponsabilità risarcitorie11 (comma 3, duando le misure di riparazione prima-
ricolose elencate nell’allegato 5 alla par- primo periodo); ria, complementare e compensativa e,
te sesta del D.Lgs. n. 152/2006 (opera- • con decreto del ministero dell’Am- per il caso di loro omessa o imperfet-
zioni di gestione dei rifiuti, trasporti di biente e della tutela del territorio e ta esecuzione, determinarne il costo da
merci pericolose, impianti assoggettati del mare, sentito il ministero dello rendere oggetto di condanna nei con-
ad autorizzazione integrata ambienta- Sviluppo economico, sono definiti, in fronti dei soggetti obbligati.
le eccetera)6 e che riformula l’ articolo conformità a quanto previsto dal pun-
3117 nei seguenti termini: to 1.2.3 dell’allegato 3 alla parte se- La vicenda processuale
• quando si verifica un danno ambien- sta del D.Lgs. n. 152/200612, i criteri La sentenza della Corte di Cassazione
tale gli operatori le cui attività sono e i metodi per determinare la portata pone fine a una vicenda iniziata nel 2003;
elencate nell’allegato 5 alla parte se- delle misure di riparazione comple- in particolare, la provincia di Treviso si
sta del testo unico ambientale sono mentare e compensativa (comma 3, costituiva parte civile nel procedimento
obbligati all’adozione delle misure di secondo periodo) e che «trovano ap- penale a carico di un imprenditore, trat-
riparazione di cui all’allegato 3 alla plicazione anche ai giudizi pendenti to a giudizio dinanzi al tribunale della
medesima parte sesta8 in base ai cri- non ancora definiti con sentenza pas- stessa città perché imputato del reato di
teri ivi previsti (vedere il box 2), fer- sata in giudicato alla data di entrata attività di gestione di rifiuti non auto-
mo restando che, nel caso in cui que- in vigore del predetto decreto mini- rizzata di cui all’articolo 51, commi 3
ste misure risultino in tutto o in par- steriale» (comma 3, terzo periodo). e 4, del previgente decreto legislativo
te omesse o comunque realizzate in 5 febbraio 1997, n. 22, per aver proce-
modo incompleto o difforme dai ter- La sentenza della Cassazione duto allo smaltimento di rifiuti speciali
mini e modalità prescritti, il ministro n. 21936/2017 tossici e nocivi e altri non rispondenti
dell’Ambiente e della tutela del terri- Al contesto legislativo di cui sopra si alla definizione di rifiuto inerte, senza
torio e del mare determina i costi del- riferisce la sentenza della corte di Cas- neanche delimitare la zona adibita allo
le attività necessarie a conseguirne la sazione, sezione III civile, 21 settembre stoccaggio di rifiuti contenenti amian-
completa e corretta attuazione e agi- 2017, n. 21936, che ha sancito come to. Giudizio che, in grado d’appello, si
sce nei confronti del soggetto obbli- l’esclusione della valutazione del dan- concludeva con la condanna dell’im-
gato per ottenere il pagamento delle no ambientale per equivalente pecunia- putato al risarcimento del danno, pre-
somme corrispondenti (comma 2); rio prevista dall’articolo 25, n. 97/2013 via corresponsione alla provincia di u-
• il ministro dell’Ambiente e della tutela (legge europea 2013) trovi applicazione na provvisionale di euro 200.000 in re-
del territorio e del mare provvede, in nei giudizi pendenti, anche se riferiti a lazione alle spese che la stessa avrebbe
applicazione dei criteri enunciati ne- fatti anteriori al 4 settembre 2013, data dovuto sostenere per la bonifica. Di qui
gli allegati 39 e 410 alla parte sesta del di entrata in vigore dell’articolo 311 del i successivi sviluppi processuali:
D.Lgs. n. 152/2006, alla determina- D.Lgs. n. 152/2006. Di conseguenza, il • la decisione del supremo collegio13 di
zione delle misure di riparazione da giudice può ancora conoscere della do- annullare la sentenza della corte terri-
Se efficienza energetica
fa rima con climatizzazione
di Silvia Berri e Annalisa Marra, Il D.M. 28 dicembre 2012: tizzazione invernale con impianti a
Cei – Comitato elettrotecnico italiano incentivi e cambiamenti più alta efficienza;
Con la pubblicazione del D.M. 28 di- • alcuni particolari interventi mirati
cembre 2012 (“conto termico”) ha pre- alla nuova installazione di impianti
so il via l’attuazione del regime di so- alimentanti tramite energia da fonti
stegno introdotto dal precedente decre- rinnovabili.
La sostituzione to legislativo 3 marzo 2011, n. 28, che
di impianti con altri ha promosso l’incentivazione di inter- All’interno del documento, inoltre, so-
venti di piccole dimensioni finalizzati no contenuti anche incentivi specifici e-
dotati di pompe all’incremento dell’efficienza energeti- rogabili per la diagnosi energetica e la
di calore, elettriche ca e alla produzione di energia termica certificazione energetica, qualora sia-
o a gas e che da fonti rinnovabili. In altri termini, si no abbinate agli interventi di cui sopra.
tratta di un meccanismo di implementa- Un incentivo è individuato sulla base
impiegano energia zione con l’obiettivo di fornire un sup- della tipologia di intervento e in funzio-
aerotermica, porto significativo allo sviluppo delle e- ne dell’incremento dell’efficientamento
geotermica nergie rinnovabili termiche (biomassa, energetico che riscuoterebbe mediante
pompe di calore, pannelli solari termici, il miglioramento delle prestazioni ener-
o idrotermica condizionamento a energia solare) e a- getiche dell’immobile e/o in funzione
rientrano nelle linee gli interventi di miglioramento dell’ef- dell’energia producibile con gli impianti
finanziabili ficienza energetica. alimentati da fonti rinnovabili.
Il gestore dei servizi energetici (Gse) è L’incentivo stesso, a questo punto, viene
dal “conto termico” il soggetto responsabile sia dell’attua- erogato in rate annuali, come contribu-
zione sia della gestione di questo mec- to per le spese sostenute, per una dura-
canismo, il quale include l’erogazione ta variabile (fra due e cinque anni) cal-
degli incentivi ai soggetti beneficiari. colata in funzione degli interventi con-
All’interno del decreto si ritrovano i cri- cretamente realizzati.
teri che definiscono un intervento “in- Il decreto prevede lo stanziamento di
centivabile”, ossia: fondi per una spesa annua cumulata
• ogni intervento concernente l’efficien- massima di euro 200 milioni, destina-
tamento dell’involucro edilizio di e- ti agli interventi realizzati o in previ-
difici esistenti (coibentazione pareti sione di essere realizzati dalle ammi-
e coperture, sostituzione serramenti nistrazioni pubbliche; il fondo di spesa
e installazione schermature solari); annua cumulata per gli interventi por-
• ogni intervento legato alla sostituzio- tati a compimento da parte dei sogget-
ne di impianti esistenti per la clima- ti privati, invece, ammonta a circa eu-
Norma Cei En Cei 61-192 Sicurezza degli apparecchi elettrici d’uso domestico e similare - parte 2: Norme parti-
60335-2-30 colari per apparecchi elettrici di riscaldamento per locali.
Norma Cei En Cei 61-203 Sicurezza degli apparecchi elettrici d’uso domestico e similare - parte 2: norme partico-
60335-2-40 lari per le pompe di calore elettriche, per i condizionatori d’aria e per i deumidificatori.
Norma Cei En Cei 61-205 Sicurezza degli apparecchi elettrici d’uso domestico e similare - parte 2: norme parti-
60335-2-88 colari per umidificatori da utilizzarsi in sistemi di riscaldamento, ventilazione o di con-
dizionamento dell’aria.
Norma Cei En Cei 107-57 Apparecchi elettrici per uso domestico e similare - Codice di prova per la determina-
60704-2-2 zione del rumore acustico aereo emesso - parte 2: norme particolari per apparecchi di
riscaldamento a ventilazione.
ro 700 milioni. Il quadro di riferimento generali sia traversali per ogni cate-
Nel computo degli interventi ammessi Il comitato tecnico 59/61 ha il compi- goria di prodotti che rientrano nel suo
agli incentivi previsti dal D.M. 28 di- to di coordinare i lavori dei sottoco- campo d’applicazione. Il comitato tec-
cembre 2012 sono considerati anche mitati e dei gruppi di lavoro incaricati nico 59/61 possiede una struttura par-
quelli di piccole dimensioni relativi a di preparare norme che riguardano le ticolare che consiste nella sola attività
impianti per la produzione di energia prescrizioni di sicurezza e di prestazio- di coordinamento dei lavori dei propri
termica da fonti rinnovabili e sistemi ne per gli elettrodomestici in partico- sottocomitati, tra cui il sottocomitato
ad alta efficienza quali, per esempio, la lare nell’ambito domestico, ma anche tecnico, il cui compito è occuparsi dei
sostituzione di impianti di climatizza- per apparecchi elettrici da impiegare prodotti per la climatizzazione, ossia
zione invernale esistenti con impianti in ambienti similari e che non ricado- il sc 59/61D «Condizionatori, pompe
di climatizzazione invernale dotati di no nelle competenze di altri comitati. di calore e deumidificatori».
pompe di calore, elettriche o a gas, che Questo comitato si occupa delle pro-
impiegano energia aerotermica, geoter- blematiche normative generali riguar- Lo scopo del sc 59/61D è quello di pre-
mica o idrotermica. danti in modo trasversale tutti gli e- parare norme che riguardano lo studio e
A questo proposito, di seguito è analiz- lettrodomestici e, più in generale, gli la formulazione della posizione italiana
zato l’ambito normativo inerente ai sud- apparecchi utilizzatori elettrici; rien- in relazione ai documenti di sicurezza e
detti prodotti di competenza del Cei – tra fra le sue responsabilità, perciò, la prestazioni per pompe di calore, condi-
comitato elettrotecnico italiano; in par- gestione della norma base (norma Cei zionatori d’aria, deumidificatori e umi-
ticolare, il comitato tecnico del Cei che En 60335-1), come quella di tutte le dificatori speciali.
si occupa della normativa riguardante gli altre norme di sicurezza e di presta- Una sintesi delle principali norme Cei
«Apparecchi utilizzatori elettrici per u- zione degli apparecchi utilizzatori e- disponibili per questi apparecchi è ri-
so domestico e similare» è il ct 59/61. lettrici che riguardano gli aspetti sia portata nella tabella 1.
La norma Cei En 60335-2-34 (Cei 61- nelle condizioni più severe possibili che La norma non si applica alle seguenti ti-
168) «Sicurezza degli apparecchi elet- si possano prevedere durante l’impiego pologie di dispositivi:
trici d’uso domestico e similare. Parte normale. Per questi motocompressori la • apparecchi riscaldanti per esclusivo
2: Norme particolari per motocompres- tensione nominale non supera i 250 V per impiego industriale;
sori» è catalogata all’interno della serie i monofase e i 480 V per tutti gli altri. • apparecchi incassati nei condiziona-
internazionale En/Iec 60335, la quale si tori d’aria;
occupa della sicurezza degli apparecchi La norma Cei En 60335-2-30 (Cei 61- • apparecchi per l’asciugatura dei tes-
elettrici d’uso domestico e similare e, in 192) «Sicurezza degli apparecchi elet- suti e asciuga salviette;
particolare, riguarda i motocompresso- trici d’uso domestico e similare. Parte • riscaldatori per sauna;
ri sigillati (che siano di natura ermetica 2: Norme particolari per apparecchi e- • apparecchi di riscaldamento ad ac-
o semiermetica), compresi i loro even- lettrici di riscaldamento per locali» e- cumulo;
tuali sistemi di protezione. stende la propria applicazione agli ap- • apparecchi per l’allevamento e il rico-
vero di animali;
• elementi riscaldanti flessibili;
• tappeti riscaldanti;
Al “conto” sono stati ammessi • sistemi di riscaldamento centralizzato;
anche piccoli interventi relativi • cavi scaldanti.
a impianti per la produzione
La norma si occupa della sicurezza de-
di energia termica da rinnovabili gli apparecchi elettrici per riscaldamen-
to dei locali e copre anche i pericoli co-
munemente incontrati nell’uso domesti-
co, esclusi quelli a cui potrebbero andare
I motocompressori citati sono destina- parecchi elettrici per il riscaldamento incontro bambini e persone con capaci-
ti a essere impiegati su apparecchi per dei locali per uso domestico e simila- tà fisiche, sensoriali e mentali ridotte o
uso domestico e similare e devono es- re la cui tensione nominale non superi i con mancanza di esperienza, condizio-
sere conformi alle norme previste per 250 V per i monofase e i 480 V per gli ni che chiaramente impediscono di uti-
questi apparecchi; esempi di queste ap- altri. Fra gli apparecchi considerati dal- lizzare l’apparecchio in sicurezza, senza
parecchiature sono frigoriferi, congela- la norma si annoverano gli apparecchi a sorveglianza e senza istruzioni.
tori, produttori di ghiaccio, condiziona- radiazione, i termoventilatori, i termo- Il campo d’applicazione della norma Cei
tori, pompe di calore, deumidificatori e convettori, i riscaldatori per serre, i ra- En 60335-2-88 (Cei 61-205) «Sicurezza
distributori automatici di cibi e bevande. diatori a circolazione di liquido, i radia- degli apparecchi elettrici d’uso domesti-
La norma prevede un campo d’applica- tori a pannelli radianti, i riscaldatori tu- co e similare. Parte 2: Norme particolari
zione che coinvolge i motocompressori bolari e gli apparecchi di riscaldamento per umidificatori da utilizzarsi in sistemi
provati separatamente dagli apparecchi con lampade a soffitto. di riscaldamento, ventilazione o di con-
cessario che siano effettuate su un uni- contrassegnati con quanto sottoelencato: ti, la formula chimica di ciascuno dei
co apparecchio il quale, ovviamente, le • la tensione nominale o il campo di ten- componenti, i numeri del refrigeran-
deve soddisfare. sione nominale (in Volt); te di ciascuno dei componenti o il nu-
La norma, inoltre, specifica che gli ap- • il simbolo della natura della corren- mero del refrigerante della miscela re-
parecchi: te, incluso il numero delle fasi, a me- frigerante;
• devono essere di una delle classi se- no che non sia destinato al funziona- • la sovrappressione di esercizio per-
guenti in rapporto alla protezione con- mento monofase; messa per il serbatoio di immagazzi-
tro le scosse elettriche: classe I, classe • la potenza nominale (in Watt) o la cor- namento (per le pompe di calore per
II o classe III; rente nominale (in Ampere); l’acqua calda sanitaria);
• devono essere classificati in base al gra- • il nome e il marchio di fabbrica o di • per il circuito refrigerante si richiede
do di protezione contro i pericoli delle identificazione del costruttore o del un’indicazione separata qualora le so-
infiltrazioni dell’acqua, secondo quanto venditore responsabile; vrappressioni di servizio permesse sia
riportato nella pubblicazione Iec 60529: • il riferimento del modello o del tipo; dal lato aspirazione sia dal lato scarico
- gli apparecchi o parti di essi de- • il simbolo 5172 della norma Iec 60417 dovessero risultare differenti;
stinati all’utilizzo in ambienti e- (2003-2), richiesto solamente per gli • il numero IP in base al grado di pro-
sterni (esclusi i locali di lavande- apparecchi di classe II; tezione dall’ingresso di acqua, diver-
ria) devono essere almeno IPX4; • il codice IP, conforme al grado di pro- so da IPX0.
- gli apparecchi destinati solo all’u- tezione contro gli effetti dannosi ricol-
tilizzo in ambienti interni (sem- legabili alla penetrazione di acqua, di- Gli apparecchi devono essere contrasse-
pre escludendo i locali di la- verso da IPX0; gnati da tutte le designazioni e le poten-
vanderia) devono essere IPX0; • il simbolo 5180 della norma Iec 60417 ze nominali dei riscaldatori supplemen-
- gli apparecchi destinati all’utilizzo (2003-2), richiesto solamente per gli tari per cui essi sono stati previsti, oltre
nei locali di lavanderia devono esse- apparecchi di classe III; a riportare le indicazioni per identificare
re almeno IPX1; • la frequenza nominale; il riscaldatore che è stato effettivamente
• devono essere classificati, secondo • la massa del refrigerante o di ciascun montato sul luogo.
l’accessibilità, o come apparecchi ac- refrigerante nel caso di miscela dif- A meno che non risulti evidente dal pro-
cessibili al pubblico o come apparec- ferente da quelle di tipo azeotropico; getto, l’involucro dell’apparecchio de-
chi non accessibili al pubblico. • l’identificazione del refrigerante: ve riportare l’indicazione relativa al-
- per un refrigerante a compo- la direzione del fluido mediante paro-
La conformità deve essere verificata at- nente singolo è richiesto alme- le o simboli.
traverso esame a vista e relative prove. no un dato fra la formula chimi- Questa marcatura, comunque, non ri-
ca o il numero del refrigerante; sulta necessaria per gli apparecchi che
Per quanto riguarda la marcatura e le i- - per una miscela di refrigeranti è ri- vengono fatti funzionare solo a batterie
struzioni, in aggiunta, le prescrizioni ri- chiesto almeno un dato fra il nome (primarie o secondarie, che vengono ri-
chiedono che gli apparecchi vengano chimico di ciascuno dei componen- caricate esternamente all’apparecchio).
EUROPA
La decisione afferma la conformità ai criteri di sostenibilità di cui all’articolo 7-ter, paragrafi 3, 4 e 5, diret-
tiva 98/70/CE e all’art. 17, paragrafi 3, 4 e 5, della direttiva 2009/28/CE del sistema volontario “rtrs
Eu red”, presentato alla Commissione a fini di riconoscimento il 14 giugno 2017 e relativo alla produzione
di partite di biocarburanti o di bioliquidi prodotte in conformità alle norme di settore.
La decisione prosegue affermando, inoltre, l’accuratezza del sistema anche ai fini dell’articolo 17, pa-
ragrafo 2, direttiva 2009/28/Ce (assenza di modifica o di eliminazione intenzionale delle materie per
rispettare i criteri di cui all’allegato IX, direttiva 2009/28/Ce citata) dell’art, 7-ter, paragrafo 2, direttiva
98/70/Ce (modalità di verifica di conformità dei criteri).
La decisione, indirizzata a tutti gli Stati membri dell’Unione, proroga fino al 30 giugno 2021 i criteri di
validità dei criteri ecologici già fissati dalla Decisione 2009/607/CE per la classe di prodotti “coperture
dure”.A
ITALIA
Tra le varie deleghe inserite nella legge, annuale, in oggetto si evidenzia quanto previsto all’articolo 6 in
ordine alla delega al Governo per adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge,
uno o più decreti legislativi per l’adeguamento della normativa nazionale al regolamento (Ue) del Parla-
mento europeo e del Consiglio 9 marzo 2016, n. 2016/425, sui dispositivi di protezione individuale e
che abroga la direttiva 89/686/Cee del Consiglio.
I decreti legislativi in questione dovranno essere adottati su proposta del presidente del Consiglio dei mini-
stri e dei ministri dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con i ministri
della Giustizia, degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, dell’Economia e delle finanze e
dell’interno, e dovranno essere resi conformi ai seguenti principi e criteri direttivi: a) aggiornamento delle
disposizioni del decreto legislativo 4 dicembre 1992, n. 475, per l’adeguamento alle disposizioni del re-
golamento (Ue) 2016/425 e alle altre innovazioni intervenute nella normativa nazionale, con abrogazione
espressa delle disposizioni incompatibili con il medesimo regolamento (Ue) 2016/425 e coordinamento
delle residue disposizioni; b) salvaguardia della possibilità di adeguare la normativa nazionale alle dispo-
sizioni del regolamento (Ue) 2016/425 e agli atti delegati e di esecuzione del medesimo regolamento
europeo con successivo regolamento, ai sensi dell’art. 17, comma 3, legge n. 400/1988 nelle materie
non riservate alla legge e già eventualmente disciplinate mediante analoghi regolamenti; c) individuazione
del ministero dello Sviluppo economico quale autorità notificante ai sensi dell’articolo 21 del regolamen-
to (Ue) 2016/425; d) fissazione dei criteri e delle procedure necessari per la valutazione, la notifica e il
controllo degli organismi da autorizzare per svolgere compiti di parte terza nel processo di valutazione e
verifica della conformità dei dispositivi di protezione individuale ai requisiti essenziali di salute e sicurezza
di cui agli articoli 5 e 19 del regolamento (Ue) n. 2016/425, anche al fine di prevedere che tali compiti
di valutazione e di controllo degli organismi siano affidati mediante apposite convenzioni non onerose
all’organismo unico nazionale di accreditamento ai sensi dell’articolo 4, legge n.99/2009; e) previsione
di disposizioni in tema di proventi e tariffe per le attività connesse all’attuazione del regolamento (Ue) n.
2016/425; f) previsione di sanzioni penali o amministrative pecuniarie efficaci, dissuasive e proporzionate
alla gravità delle violazioni degli obblighi derivanti dal regolamento (Ue) n. 2016/425, conformemente
alle previsioni dell’articolo 32, comma 1, lettera d), e articolo 33, commi 2 e 3, legge n. 234/2012, e in-
dividuazione delle procedure per la vigilanza sul mercato dei dispositivi di protezione individuale ai sensi
del capo VI del regolamento (Ue) n. 2016/425; g) abrogazione espressa delle disposizioni di legge o di
regolamento incompatibili con i decreti legislativi di cui al comma 1.
Si segnala, altresì, l’ulteriore delega al Governo contenuta all’art.7 del medesimo regolamento per l’ado-
zione, entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge, di uno o più decreti legislativi per l’adeguamento
della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (Ue) del Parlamento europeo e del Consiglio
9 marzo 2016, n. n. 2016/426, sugli apparecchi che bruciano carburanti gassosi e che abroga la di-
rettiva 2009/142/Ce.
Tra le disposizioni inserite nella nuova “legge europea” in materia di sicurezza si segnala il capo VIII, dedi-
cato ad «Altre disposizioni», della nuova legge europea introduce, tra l’altro, una revisione della disciplina
sugli ascensori e relativi componenti di sicurezza, in particolare relativamente al certificato di abilitazione
per i manutentori previsto dall’art. 15, comma 1, D.P.R. n. 162/1999, e relativa efficacia, nonché alle
modalità di svolgimento del correlato esame.
Sui provvedimenti ambientali contenuti nella legge europea 2017 si veda l’approfondimento a pagina 74.
Il decreto si inserisce nella previsione di cui all’art. 10, D.Lgs. n. 190/2010, quanto all’elaborazione, da
parte del ministero dell’Ambiente di programmi di misure finalizzati a conseguire o mantenere un buon stato
ambientale dell’ambiente marino, con descrizione delle misure medesime in allegato al decreto. L’allegato,
costituito da 187 pagine con svariate misure di intervento e target ambientali in funzione di diverse zone
di mare e relative specie ittiche è scaricabile dal sito istituzionale www.minambiente.it sezione “Bandi e
Avvisi” , dove è reperibile con la data di pubblicazione del 24 novembre 2017.
Il comunicato rende noto l’avvenuto raggiungimento del numero di ratifiche necessario per l’entrata in vi-
gore del secondo emendamento alla convenzione sulla valutazione dell’impatto ambientale in un contesto
transfrontaliero, fatta ed Espoo il 25 febbraio 1991, adottato a Cavtat il 1° - 4 giugno 2004, efficace a
far data dallo scorso 23 ottobre 2017. La ratifica italiana risulta autorizzata con legge 3 maggio 2016,
n. 79 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 25 maggio 2016, n. 121).
La delibera reca approvazione del programma operativo complementare «Energia e sviluppo dei territori
2014-2020», con contestuale assegnazione di risorse per un valore complessivo del programma pari a
euro 72,5 milioni.
Il decreto designa quali zone speciali di conservazione (zsc) della regione biogeografica mediterranea
nuovi 11 siti insistenti nel territorio della regione Lazio, già proposti alla Commissione europea quali Siti
di importanza comunitaria (sic) ai sensi dell’articolo 4, paragrafo 1, direttiva 92/43/Cee. Ne consegue
l’assoggettabilità al regime conservazionistico di cui all’allegato A e delle specie di cui all’allegato B al
decreto del presidente della Repubblica n. 357/1997 presenti nei siti, nonché le misure necessarie già
individuate dalla giunta regionale del Lazio con determina n. 256/2017 per evitare il degrado degli ha-
bitat naturali e degli habitat di specie e la perturbazione delle specie per cui le zone sono designate, nella
misura in cui tale perturbazione potrebbe avere conseguenze significative per quanto riguarda gli obiettivi
di cui al citato D.P.R. relative alle zsc in questione.
Il decreto designa un nuovo sito insistente nel territorio della regione Basilicata, già proposto alla Commissione
europea quale Sito di importanza comunitaria (sic) ai sensi dell’art. 4, paragrafo 1, direttiva 92/43/Cee.
In attuazione, tra l’altro, dell’art.9 della Costituzione sulla tutela del paesaggio, la legge riconosce i “do-
mini collettivi” come ordinamento giuridico primario delle comunità originarie, in particolare: a) soggetto
alla Costituzione; b) dotato di capacità di autonormazione, sia per l’amministrazione soggettiva e ogget-
tiva, sia per l’amministrazione vincolata e discrezionale; c) dotato di capacità di gestione del patrimonio
naturale, economico e culturale, che fa capo alla base territoriale della proprietà collettiva, considerato
come comproprietà inter-generazionale (evidente eco dell’istituto di sviluppo sostenibile); d) caratterizzato
dall’esistenza di una collettività i cui membri hanno in proprietà terreni e insieme esercitano più o meno
estesi diritti di godimento, individualmente o collettivamente, su terreni che il comune amministra o la co-
munità da esso distinta ha in proprietà pubblica o collettiva (articolo 1, comma 1).
L’art. 3 della legge considera espressamente “Beni collettivi”: a) le terre di originaria proprietà collettiva
della generalità degli abitanti del territorio di un comune o di una frazione, imputate o possedute da co-
muni, frazioni o associazioni agrarie comunque denominate; b) le terre, con le costruzioni di pertinenza,
assegnate in proprietà collettiva agli abitanti di un comune o di una frazione, a seguito della liquidazione
dei diritti di uso civico e di qualsiasi altro diritto di promiscuo godimento esercitato su terre di soggetti pub-
blici e privati; c) le terre derivanti: da scioglimento delle promiscuità di cui all’art. 8, legge n. 1766/1927;
da conciliazioni nelle materie regolate dalla predetta legge n. 1766/1927; dallo scioglimento di asso-
ciazioni agrarie; dall’acquisto di terre ai sensi dell’art. 22 della medesima legge citata; da operazioni e
provvedimenti di liquidazione o da estinzione di usi civici; da permuta o da donazione; d) le terre di pro-
prietà di soggetti pubblici o privati, sulle quali i residenti del comune o della frazione esercitano usi civici
non ancora liquidati; e) le terre collettive comunque denominate, appartenenti a famiglie discendenti dagli
antichi originari del luogo, nonché le terre collettive disciplinate dagli articoli 34 della legge n. 991/1952,
e articoli 10 e 11 della legge n. 1102/1971, e 3 della legge n. 97/1994; f) i corpi idrici sui quali i re-
sidenti del comune o della frazione esercitano usi civici.
Il regime giuridico di tali beni resta quello dell’inalienabilità, dell’indivisibilità, dell’inusucapibilità e della
perpetua destinazione agro-silvo-pastorale.
Sicurezza sul lavoro – Delega di funzioni – Obbligo giorno prima del sinistro dal titolare della ditta di costruzio-
di vigilanza in capo al delegante – Sussiste – Fisio- ni, che con un calcio aveva prodotto l’apertura attraverso
nomia – Trattasi di “alta” vigilanza – Nozione la quale era poi passata la vittima; sicché, era stato quel
L’obbligo del datore di lavoro di valutare tutti i rischi pre- comportamento a porsi quale causa esclusiva dell’evento in-
senti nei luoghi di lavoro in cui sono chiamati a operare fortunistico. Secondo i giudici di merito, invece, si sarebbero
i dipendenti e il correlato obbligo di formare i lavoratori, dovuti apporre «cartelli segnalatori del divieto di accesso,
in particolare in ordine ai rischi connessi alle mansio- barriere sicure ed idonee a costituire efficace remora alla
ni, sussiste ovunque il luogo di lavoro sia situato, indi- riapertura del vano».
pendentemente dalla circostanza che esso rientri nella Gli imputati avevano contestato anche che il pericolo insi-
definizione di “cantiere” edile ai sensi della normativa to nell’accedere a un luogo del tutto buio dovesse essere
prevenzionistica vigente [art. 89, comma 1, lettera a), oggetto di formazione professionale e che l’assenza di un
del D.Lgs. n. 81/2008]. La restrittiva nozione di “luogo minimo gesto di auto protezione della lavoratrice nell’impat-
di lavoro” rinvenibile nell’art. 62 del D.Lgs. n. 81/2008 to con il suolo potesse essere messa in relazione con una
non contraddice il fatto che ogni tipologia di spazio può supposta carenza di formazione [tanto più che, secondo le
assumere la qualità di “luogo di lavoro”; a condizione informazioni in loro possesso, il luogo oggetto del sopralluo-
che ivi sia ospitato almeno un posto di lavoro o esso sia go non era un “cantiere” secondo la nozione posta dall’art.
accessibile al lavoratore nell’ambito del proprio lavoro. 89, comma 1, lettera a), del D.Lgs. n. 81/2008].
L’obbligo della valutazione dei rischi professionali e quel- In conclusione, secondo i ricorrenti era stato il titolare della
lo di formare i dipendenti in merito agli stessi, pur non ditta di costruzioni ad aver attuato un’azione di assoluta
presupponendo la conoscenza di ogni specifica sorgente anomala eccezionalità e imprevedibilità, sola causa del
di rischio, deve tendere all’individuazione della condot- sinistro.
ta attesa, vietando al contempo quella da non tenere, in La Cassazione ha ritenuto che il luogo ove era avvenuto
ogni caso senza lasciare al dipendente la possibilità di l’infortunio era riconducibile stricto iure alla nozione di “can-
determinare autonomamente il comportamento cautelare tiere” edile, atteso che nello stesso erano già stati eseguiti
a fini di propria tutela. dei lavori preliminari e che, in ogni caso, anche le attività
da eseguirsi “in esterno” presso un luogo non classificabile
NOTA La dipendente di uno studio di progettazione si era recata, come cantiere temporaneo o mobile richiedono una preli-
per un sopralluogo, presso un edificio a uso commerciale, minare attività di valutazione dei rischi ai quali sono espo-
composto da tre piani (interrato, terra e primo), che doveva sti i dipendenti. Dunque, gli imputati avevano l’obbligo di
essere adibito a supermercato. Incaricata di effettuare alcuni valutare i rischi di caduta dall’alto, dovuti alla presenza di
rilievi metrici al piano terra, per permettere di valutare lo aperture nel vuoto, indipendentemente dalla conoscenza
spessore del muro e l’ingombro del vano scala, la donna di ogni specifica sorgente di rischio (nel caso di specie:
si era introdotta all’interno di quest’ultimo, per fare una va- quell’apertura del vano scala al piano terra), e di formare
lutazione del locale, attraverso il varco nella pannellatura la lavoratrice in merito agli stessi, enucleando la condotta
in cartongesso, che era stato praticato il giorno precedente attesa e vietando al contempo quella da non tenere, ma
da uno degli imputati (titolare di una ditta individuale), ma senza lasciare alla dipendente medesima la possibilità di
era poi precipitata al piano interrato attraverso l’apertura determinare autonomamente il comportamento cautelare a
per il transito dell’ascensore lasciata vuota, aperta e non fini di propria tutela.
protetta. Nondimeno, i giudici di legittimità hanno ritenuto fondato
Ai titolari dello studio di progettazione era stato contestato il ricorso, avendo la Corte di appello omesso di valutare se
di aver omesso di valutare lo specifico rischio insito nello il rischio di caduta dall’alto (per l’esistenza di aperture sul
svolgimento dei sopralluoghi all’esterno e all’interno dei vuoto) che era stato all’origine dell’infortunio, si era verificato
cantieri e, conseguentemente, di non aver adottato le misure in tempi successivi a una valutazione dei rischi comunque
atte a prevenire quei rischi, nonchè di non aver formato la eseguita - sebbene manchevole della considerazione dello
lavoratrice in relazione ai medesimi. Al titolare della ditta specifico rischio, in quanto dello stesso gli imputati erano
di costruzioni era stato imputato di non aver ripristinato la rimasti incolpevolmente all’oscuro: essendo a questo specifico
chiusura del vano scala, dopo aver praticato nello stesso riguardo indubitabile che non si sarebbe potuto ascrivere
un varco di accesso. agli imputati di non aver preso in considerazione un rischio
Con il ricorso per Cassazione i titolari dello studio di pro- che essi non avevano possibilità di conoscere.
gettazione avevano dedotto che il vano scala era protetto Di qui, l’annullamento con rinvio per un nuovo esame di
in origine da lastre di gesso rivestito su orditura metallica questo profilo di merito, rilevante ai fini dell’affermazione
(cartongesso) e che lo stesso era stato reso accessibile il della responsabilità colposa degli imputati.
Sicurezza sul lavoro – Cantiere edile – Coordinatore risolve in un ulteriore livello di controllo per prevenire i re-
per l’esecuzione – Statuto funzionale – Valutazione ati propri del datore di lavoro, dei dirigenti e dei preposti,
– E’ il titolare di una funzione di “alta” vigilanza – È come era avvenuto nel caso di specie.
il gestore del rischio “interferenziale”. La Corte di Cassazione, dopo avere affermato il principio di
Il coordinatore per l’esecuzione (cse) riveste un ruolo di diritto secondo il quale la presenza di un piano di sicurezza
vigilanza che riguarda la generale configurazione delle e coordinamento con relativa nomina di un coordinatore per
lavorazioni e non la puntuale e stringente vigilanza, mo- l’esecuzione (cse) è indice sintomatico della scelta e della
mento per momento, demandata alle figure operative, ossia necessità di attribuire a un soggetto diverso dai datori di la-
al datore di lavoro, al dirigente, al preposto. voro, dirigenti e preposti la predisposizione di un programma
La presenza di un piano di sicurezza e coordinamento prevenzionistico tendente a regolare il rischio interferenziale
con relativa nomina di un coordinatore per l’esecuzione (anche in relazione al susseguirsi di pluralità di lavorazioni
è indice sintomatico della scelta e della necessità di attri- affidate a imprese che non operino contemporaneamente
buire a un soggetto diverso dai datori di lavoro, dirigenti nel cantiere), nondimeno, con riguardo al caso di specie,
e preposti la predisposizione di un programma preven- ha dovuto dichiarare l’inammissibilità del ricorso, atteso che
zionistico tendente a regolare il rischio interferenziale, la questione giuridica non era stata proposta dal difensore
anche in relazione al susseguirsi di pluralità di lavorazioni in grado di appello (fase che, questa, secondo il principio
affidate a imprese che non operino contemporaneamente cosiddetto “devolutivo”, copre “il dedotto e il deducibile”),
nel cantiere. quindi, essa non poteva essere introdotta per la prima volta
in sede di legittimità.
La pronuncia della Suprema Corte è in linea con un orien-
NOTA Il coordinatore di un cantiere edile per l’esecuzione di la- tamento ormai consolidato (ex aliis, Cassazione penale,
vori di ristrutturazione di un centro residenziale era stato sezione IV, 4 luglio 2016, n. 27165; Cassazione penale,
condannato in relazione a un grave infortunio sul lavoro. sezione IV, 17 luglio 2017, n. 34869), secondo il quale
Il lavoratore stava eseguendo lavori di pittura sulle pareti il presupposto di fatto, la cui ricorrenza è essenziale per
esterne del vano ascensore presenti sulla copertura del potere addebitare al cse un difetto di verifica, di coordina-
condominio, già iniziati nei giorni precedenti anche con mento e di adeguamento del pos e un difetto di prescrizioni
la rasatura; mentre lo stesso si stava spostando su uno dei e di vigilanza sull’esecuzione delle lavorazioni, è costituito
lucernari adiacenti alle coppie del vano ascensore, era dalla presenza di un rischio interferenziale e dall’esigenza
precipitato da un’altezza di circa cinque metri attraverso di gestire le criticità connesse alla presenza di più ditte nel
il vetro, riportando gravi lesioni; per eseguire questo lavo- cantiere, le cui lavorazioni siano suscettibili di interferenza
ro sul lucernario lungo circa tre metri e largo un metro e o di sovrapposizione.
mezzo, il datore di lavoro gli aveva portato una tavola da La posizione riconosciuta al coordinatore per la progetta-
mettere sul vetro ma il lavoratore, avendo in mano il rullo, zione e per l’esecuzione è solo quella della cosiddetta “al-
il pennello e il secchio del colore, aveva perso l’equilibrio ta” vigilanza delle lavorazioni, sottesa a gestire il rischio
e aveva messo il piede sul vetro, rompendolo. interferenziale e non già a sovraintendere momento per
Era stato rimproverato al csp/cse la violazione dell’art. 91, momento alla corretta applicazione delle prescrizioni e
comma 1, lettera a), e dell’art. 92, comma 1, lettere a) e b), delle metodiche risultanti dal pos come integrate dal datore
del D.Lgs. n. 81/2008, sia per aver omesso di corredare il di lavoro e filtrate nel psc; nondimeno, la figura del coordi-
piano di sicurezza e di coordinamento di tavole e disegni natore rileva nel caso in cui i lavori contemplino l’opera di
esplicativi delle lavorazioni da effettuare sul tetto, sia per non più imprese o lavoratori autonomi, anche in successione tra
avere adeguato il psc in relazione all’evoluzione dei lavori, di loro e non necessariamente in concomitanza, laddove i
né verificato l’applicazione da parte dell’impresa esecutrice piani organizzativi e lavorativi siano comunque in grado
delle disposizioni del psc medesimo, e neppure verificato la di interferire tra loro.
coerenza del pos predisposto dall’impresa esecutrice con il L’ambito di intervento e di controllo del coordinatore per
piano di sicurezza e coordinamento. l’esecuzione, delineato nell’art. 92 del D.Lgs. n. 81/2008,
Con il ricorso per Cassazione, l’imputato aveva dedotto che non può prescindere dalla sussistenza di un rischio di in-
la funzione di cse presuppone la presenza nel cantiere di terferenza tra ditte, proprio perché in questa ipotesi, ove
più imprese esecutrici e di lavoratori autonomi, e che a que- risulta accresciuto il pericolo di eventi infortunistici, si rende
sta figura deve essere attribuita una posizione di garanzia necessaria la presenza di una posizione di garanzia ulte-
inerente al rischio interferenziale, la quale, dunque, non si riore in fase di esecuzione.
Prevenzione degli infortuni sul lavoro – Organizza- ancora posta in sicurezza, doveva essere precluso l’accesso.
zione di lavoro aziendale - Criterio della ripartizione La Cassazione ha rigettato il ricorso, atteso che la decisione
delle competenze – Nozione – Obblighi del datore di proseguire i lavori in una parte di cantiere non ancora
di lavoro e del preposto – Valutazione di fisionomia messa in sicurezza non era stata oggetto di una preventiva
e di contenuti programmazione, sebbene dettata dall’urgenza del momento
Allorché la verificazione di un infortunio sul lavoro sia (giornata di sabato) e decisa con modalità del tutto estem-
derivata non da scelte gestionali di fondo o da difetti poranee dalle persone presenti in quel momento in cantiere.
strutturali conosciuti o conoscibili dal datore di lavoro, ma Così, quanto al cse, atteso che i giudici di legittimità hanno
da una decisione estemporanea assunta nello svolgimento escluso la necessità di una sua presenza quotidiana in can-
dei lavori del cantiere e dunque di carattere meramente tiere e considerato che lo stesso aveva correttamente predi-
occasionale: la gestione del rischio è riconducibile alla sposto il piano di sicurezza e coordinamento, è stato escluso
sfera di responsabilità del preposto. l’addebito di non aver modificato il psc, aggiornandolo e
integrandolo in relazione allo sviluppo dei lavori, essendo
NOTA Il coordinatore per l’esecuzione, il titolare e il preposto dell’im- risultato che di questo sviluppo non era a conoscenza.
presa affidataria e il subappaltatore erano stati condannati Quanto al titolare dell’impresa affidataria, era stato valuta-
in relazione all’infortunio sul lavoro occorso a un dipenden- to che, nel caso di specie, la verificazione dell’infortunio sul
te di quest’ultimo il quale, durante l’esecuzione di lavori di lavoro era derivata, non da scelte gestionali di fondo o da
carpenteria in un cantiere per la realizzazione di parcheggi difetti strutturali conosciuti o conoscibili dal datore di lavoro,
interrati a servizio di una struttura medica privata, era caduto ma da una decisione estemporanea assunta nello svolgimen-
da un tavolame in quota, sprovvisto di idonea protezione to dei lavori del cantiere e, dunque, di carattere meramente
(parapetto mancante del corrente superiore e della tavola occasionale: pertanto, la gestione del rischio doveva essere
fermapiede). Il contenuto delle contestazioni atteneva in linea ricondotta alla sfera di responsabilità del preposto. Diver-
generale alla violazione dell’obbligo di vigilanza (e per il samente, opinando si finirebbe con l’addebitare all’organo
cse, all’omesso adeguamento del psc e del pos in relazione di vertice una sorta di responsabilità oggettiva rispetto a si-
all’evoluzione dei lavori). tuazioni ragionevolmente non controllabili, perchè devolute
La Corte di appello aveva assolto il cse e il titolare dell’im- alla cura e alla conseguente responsabilità di livelli più bassi
presa affidataria, poiché dall’istruttoria dibattimentale era (intermedi e finali) dell’organizzazione aziendale.
emerso che il subappaltatore, mosso dalla fretta di terminare D’altro canto, la Cassazione ha già avuto modo di affermare
il lavoro dell’armatura in ferro entro il weekend, in quanto (sezione IV penale, 14 giugno 2017, n. 29732; sezione IV
la settimana dopo era programmata la gettata di cemento, penale, 19 marzo 2012, n. 10702) che l’obbligo di vigilan-
aveva fatto la scelta operativa, all’insaputa sia del coordina- za che fa capo al datore di lavoro, quale che ne sia l’esatta
tore per l’esecuzione sia dal titolare dell’impresa affidataria, estensione, di certo non può identificarsi con un’azione di
di proseguire i lavori in una parte di cantiere non ancora vigilanza sulla concreta, minuta conformazione delle singo-
messa in sicurezza. Avverso la pronuncia assolutoria ha pro- le lavorazioni, occorrendo sempre apprezzare in concreto
posto ricorso per Cassazione il procuratore generale presso l’apparato organizzativo aziendale, così da poter risalire,
la Corte di appello, deducendo che se vi era una zona non all’interno di questo, al responsabile di settore.
Rifiuto - Deposito temporaneo - Requisiti - Onere della che l’art. 183, comma 1, lettera bb) disponeva alla data
prova - Produttore del rifiuto dei fatti affinchè si potesse qualificare il deposito di rifiuti
L’onere della prova in ordine al verificarsi delle condizioni effettuato dal produttore nel luogo di produzione come
per la sussistenza e la liceità del deposito temporaneo grava «deposito temporaneo», con ciò sottraendolo dagli ordi-
sul produttore del rifiuto. La disciplina sul deposito tempo- nari regimi autorizzativi per la gestione di rifiuti; vengono
raneo, non prevedendo autorizzazioni per la gestione dei in particolare richiamati il termine per l’avvio a recupero
rifiuti, ha, infatti, carattere eccezionale e derogatorio e la o smaltimento (trimestrale, indipendentemente dalle quan-
prova delle condizioni per la deroga deve essere fornita dal tità, o annuale nel rispetto di specifici limiti quantitativi),
soggetto che di quest’ultima fruisce, vale a dire il produttore. la necessaria collocazione per categorie omogenee nel
rispetto delle normative tecniche di settore (anche, e so-
NOTA La vertenza processuale trae origine dalla contestazione, prattutto, per rifiuti e sostanze pericolosi), il rispetto delle
in capo al titolare di un’impresa individuale, del reato di norme su imballaggio ed etichettatura ed eventuali ulteriori
cui all’art. 256, comma 1, D.Lgs. n. 152/2006 (gestione disposizioni di dettaglio contenute in normative di settore.
di rifiuti non autorizzata) in relazione al deposito di rifiuti Su queste premesse, i giudici richiamano un consolidato
da demolizione e costruzione in luogo diverso da quello orientamento giurisprudenziale ai sensi del quale «l’onere
di produzione in assenza del relativo titolo abilitativo. Con della prova in ordine al verificarsi delle condizioni fissate
ricorso per Cassazione, il titolare dell’impresa ha imper- per la liceità del deposito temporaneo grava sul produttore
niato la propria difesa sull’erronea valutazione circa la dei rifiuti in considerazione della natura eccezionale e de-
sussistenza di un deposito incontrollato, che avrebbe in- rogatoria del deposito temporaneo rispetto alla disciplina
vece dovuto qualificarsi come deposito temporaneo e che ordinaria in tema di rifiuti». Nel caso di specie, i giudici
pertanto, ai sensi di legge, non avrebbe richiesto preven- ravvisano sia l’insussistenza del presupposto fondamenta-
tiva autorizzazione. I fatti risalgono al 2014, vale a dire le per la qualifica di deposito temporaneo (vale a dire il
nel vigore della precedente versione dell’art. 183, comma deposito nel luogo di produzione) sia quella degli ulteriori
1, lettera bb), D.Lgs. n. 152/2006 (modificato, da ultimo, requisiti previsti per legge, evidenziando peraltro l’assenza
dalla legge n. 125/2015); a ogni modo, la modifica nor- di qualsivoglia deduzione sul rispetto di questi requisiti da
mativa intervenuta nel caso di specie non avrebbe assunto parte del produttore, in capo al quale grava il relativo onere
sostanziale rilevanza. Nel decidere sul ricorso presentato probatorio. Ne consegue, la conferma della condanna in
dall’impresa, la Corte ripercorre, in primo luogo, i requisiti capo al ricorrente.
Cava – Riempimento – Discarica - Rifiuti inerti – D.M. D.Lgs. n. 152/2006) per il recupero ambientale della
5 febbraio 1998 – D.Lgs. n. 117/2008 – Recupero – cava mediante l’utilizzo di rifiuti inerti previsti dal D.M. 5
Procedure semplificate febbraio 1998. Già in primo grado, la società aveva otte-
L’attività di riempimento di cava non è sottoposta alla nor- nuto un pronunciamento favorevole, nondimeno appellato
mativa prevista per le discariche di rifiuti ove questa attività, dall’autorità resistente. In appello, il Consiglio di Stato ha
sebbene svolta con rifiuti diversi da quelli di estrazione, sia ritenuto di dover primariamente sospendere il giudizio, con
preordinata al recupero ambientale e condotta secondo le ordinanza del 17 marzo 2015, n. 1382, per formulare
condizioni e con l’utilizzo dei rifiuti inerti previsti dal D.M. questione pregiudiziale alla Corte di giustizia europea,
5 febbraio 1998, potendo in questo caso fruire del relativo chiedendo in particolare se l’attività di riempimento di
regime autorizzativo semplificato. vuoti di cava - in caso di utilizzo di rifiuti diversi da quelli
di estrazione - andasse ricondotta nell’alveo dell’attività di
NOTA La vicenda giudiziaria che ha portato all’emanazione della smaltimento dei rifiuti (discarica), sebbene preordinata a
sentenza in commento è articolata ed è, peraltro, passata recupero ambientale. Le conseguenze di questa interpreta-
attraverso un pronunciamento pregiudiziale della corte zione sarebbero state, infatti, di fondamentale rilevanza sia
di Giustizia europea. I fatti hanno avuto luogo negli anni sul piano autorizzativo (la qualifica di discarica avrebbe
scorsi in Puglia, laddove il gestore di una cava – dopo un escluso di fatto l’applicabilità della procedura semplificata)
complesso procedimento autorizzativo - aveva visto archi- sia sul piano normativo (aprendo la strada all’applicazio-
viata la procedura in forma semplificata (artt. 214 e 216, ne della peculiare disciplina in materia di discariche). Nel
2016, con la pronuncia della IV sezione in data 28 luglio (art. 5 D.M. 5 febbraio 1998 e relativo allegato 1);
2016, la corte di Giustizia ha in primo luogo indicato che • questa attività di recupero ambientale, al ricorrere dei
«i rifiuti diversi dai rifiuti di estrazione possono ricadere citati presupposti, è peraltro ammessa a fruire di proce-
nell’ambito di applicazione della direttiva 1999/31» in dure autorizzative semplificate (artt. 214 e 216, D.Lgs.
materia di discariche «soltanto nel caso in cui essi vengano n. 152/2006);
messi in discarica in vista del loro smaltimento, e non qualo- • la previsione dell’attività di recupero R10, espressamente
ra essi costituiscano l’oggetto di un recupero», precisando codificata, è orientata in questo senso;
poi che «incombe al giudice del rinvio verificare se, da un • simili conclusioni sono state raggiunte negli anni in tavoli
lato la (omissis) procederebbe al riempimento dei vuoti di tecnici ministeriali, pareri della Commissione europea, di-
miniera della cava che le appartiene anche nel caso in cui sposizioni normative regionali e ulteriori atti di indirizzo
essa dovesse rinunciare ad utilizzare a questo scopo rifiuti espressamente richiamati in sentenza.
diversi dai rifiuti di estrazione e se, da un altro lato, i rifiuti Calando queste valutazioni nel caso di specie, il consiglio
che si prevede di utilizzare siano appropriati ai fini di tale di Stato – rigettando l’appello formulato dall’amministrazio-
operazione di riempimento». ne resistente – ritiene inapplicabile la normativa in tema
Su queste basi, il consiglio di Stato affronta il tema sotto- di discariche e smaltimento di rifiuti e riscontra le verifiche
posto affermando, in sintesi, che: indicate dalla Corte di giustizia precisando che il gestore
• la lettura sistematica delle disposizioni in materia di rifiuti ha garantito, nel proprio progetto di riempimento della di-
e di recupero di cava comporta che l’attività di riempimen- scarica, l’utilizzo di rifiuti conformi a quelli previsti dal D.M.
to di cava con rifiuti diversi da quelli di estrazione non 5 febbraio 1998 secondo le relative disposizioni tecniche
costituisca attività di discarica laddove i rifiuti utilizzati e e ha, peraltro, previsto possibili alternative progettuali nel
le relative condizioni tecniche e operative di utilizzo sia- caso in cui, per qualsiasi ragione, l’utilizzo di rifiuti diversi
no conformi a quanto previsto dalla specifica normativa da quelli di estrazione fosse venuto meno.
Autorizzazioni ambientali – Via – Aia - Art. 208, su questo rilievo - e a prescindere da ogni valutazione
D.Lgs. n. 152/2006 – Art. 15, D.P.R. n. 380/2001 sulla effettiva applicabilità nel caso specifico del D.P.R.
– Termine inizio lavori – Mancata indicazione - n. 380/2001 (tema sul quale il Tar non interviene, rite-
Non applicabile nendo dirimenti le ulteriori questioni) - i giudici ammini-
La mancanza nel provvedimento autorizzativo ambientale strativi accolgono le tesi della ricorrente, enfatizzando
dell’esplicita indicazione del termine annuale di inizio la rilevanza della mancanza di specifiche prescrizioni
lavori previsto dall’art. 15, D.P.R. 6 giugno 2001, n. autorizzative e – peraltro – la presenza nel caso di spe-
380, comporta l’inapplicabilità di quest’ultimo - e della cie di una convenzione da sottoscrivere con il comune
correlata sanzione - al caso di specie prima dell’inizio dei lavori, elemento che ulteriormente
conferma l’irrilevanza del termine annuale. A prescin-
NOTA Il Tar Puglia (sezione di Lecce) interviene sul tema della dere dalle peculiarità del caso di specie, e dal fatto
rilevanza delle prescrizioni, contenute nei provvedimenti che il tribunale amministrativo non entri nel merito della
autorizzativi ambientali, relative all’avvio e all’esecu- rilevanza del termine annuale in materia ambientale, il
zione dei lavori progettati. Sul punto l’art. 15, D.P.R. messaggio che si può cogliere dalla sentenza è chiaro:
6 giugno 2001 n. 380 (cosiddetto testo unico dell’edi- il provvedimento autorizzativo è il riferimento principale
lizia) prevede «Nel permesso di costruire sono indicati sia per i soggetti pubblici (le pubbliche amministrazio-
i termini di inizio e di ultimazione dei lavori. Il termine ni che partecipano al provvedimento autorizzativo ed
per l’inizio dei lavori non può essere superiore ad un effettuano i controlli) sia per i privati (soggetti gestori,
anno dal rilascio del titolo (…) Decorsi tali termini il per- per i quali l’autorizzazione è la “guida operativa” per
messe decade di diritto per la parte non eseguita tranne la gestione dell’impianto). E’, dunque, fondamentale
che, anteriormente alla scadenza, venga richiesta una che l’autorizzazione dettagli le prescrizioni operative
proroga (…)». Nel caso oggetto di decisione, l’azien- essenziali per l’esercizio dell’impianto, tra le quali ri-
da ricorrente - titolare per voltura di un’autorizzazio- levano certamente quelle che collegano la validità del
ne ambientale (Via e Aia per impianto di trattamento provvedimento al rispetto di termini perentori.
rifiuti) - ha impugnato i provvedimenti con i quali, sul Un ultimo rilievo di carattere processuale. Nel caso di
presupposto dell’infruttuoso decorso del termine annuale specie, i giudici del Tar Lecce rigettano l’istanza risar-
previsto dall’art. 15, D.P.R. n. 380/2001, per l’avvio citoria avanzata dalla ricorrente in quanto «formulata
dei lavori, è stato sospeso l’avvio dei lavori per la rea- del tutto genericamente e rimasta, comunque, sfornita
lizzazione dell’impianto e, conseguentemente dichiarata di qualsiasi elemento di prova del danno patrimoniale
la decadenza del titolo autorizzativo; nel provvedimento asseritamente subito», con ciò confermando la rilevan-
autorizzativo rilasciato all’azienda non vi era, infatti, za della prova e del dettaglio del danno subito per la
alcuna menzione al predetto termine annuale. Proprio richiesta risarcitoria anche in sede amministrativa.
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prodotti ed insediamenti antropici” di Inail
Il D.Lgs. n. 81/2008, agli artt. 118 e 119, nali da sempre utlizzati nei cantieri; so- no i “sistemi di puntellazione per sca-
prevede che negli scavi di splateamen- no costituiti da tavole orizzontali affian- vi” oggetto della norma Uni En 13331-
to o sbancamento e in quelli di pozzi e cate, disposte sulle pareti dello scavo, 1: 2004; questi assicurano la stabilità
trincee effettuati a una profondità supe- sostenute da montanti a tutt’altezza con delle pareti verticali e sono costituiti
riore a 1,50 metri debbano essere impe- interasse compreso tra 1,5 e 2 metri af- da componenti prefabbricati e assem-
diti i franamenti. fiancati e vincolati fra loro al piede e alla blati fra loro.
Questo può essere essere conseguito at- sommità attraverso puntelli orizzontali. I componenti strutturali principali del
traverso l’applicazione di armature di I sistemi realizzati con puntelli di me- blindaggio formano un modulo e com-
protezione e sostegno; queste devono tallo sono formati da tavole e montanti prendono i seguenti elementi: pannel-
essere applicate man mano che si pro- sui quali agiscono i puntelli; i montan- li, componenti di sostegno (puntelli fissi
cede con l’avanzamento dello scavo e ti debbono sopportare i carichi trasmes- e regolabili, barre di prolunga, telai di
possono essere rimosse con il progre- si dai puntelli. sostegno), armature pannello, rotaie di
dire delle lavorazioni. Nella famiglia dei “blindaggi” rientra- scorrimento, collegamenti dei puntelli
I sistemi di protezione sono distinti in:
• sistemi realizzati in cantiere;
• sistemi realizzati totalmente di legno;
• sistemi realizzati con puntoni di me-
tallo; I componenti strutturali principali
• sistemi realizzati con componenti pre- del blindaggio formano un modulo
fabbricati; e comprendono, per esempio: pannelli,
• sistemi realizzati mediante blindaggi;
• sistemi realizzati mediante palancole. componenti di sostegno, barre
I sistemi di legno sono quelli tradizio- di prolunga, rotaie di scorrimento
con i pannelli o con le rotaie di scorri- palancole, di attraversarli senza inter- terra. Le condizioni del luogo di lavoro,
mento, combinazioni integrate di arma- romperli ed evitando di indebolire l’in- la presenza di falde d’acqua e l’applica-
ture/pannelli. tero sistema. bilità della procedura o delle istruzio-
I sistemi di puntellazione per scavi so- I sistemi costruiti in conformità alle ni di smontaggio devono essere esami-
no di quattro tipi: norme tecniche devono essere marcati nate prima di effettuare lo smontaggio.
• sistema di puntellazione per scavi sup- in maniera tale che l’utilizzatore pos- Inoltre, è necessario controllare l’inte-
portato al centro (tipo cs); sa desumere le informazioni principali grità di tutti i componenti, l’assenza di
• sistema di puntellazione per scavi sup- necessarie per la scelta e l’utilizzo. Nel danni ai materiali di legno, ai materiali
portato ai bordi (tipo es); caso dei blindaggi o delle palancole la metallici e di deformazioni o ammacca-
• sistema di puntellazione per scavi su marcatura deve essere effettuata secon- ture prima di stabilire se il sistema pos-
rotaia di scorrimento (tipo r), singola do le modalità previste, per esempio, sa essere riutilizzato.
(rs), doppia (rd) o tripla (rt); dalla norma tecnica Uni En 13331-1: Infine, la manutenzione deve essere ef-
• sistema di puntellazione per scavi sup- 2004, «Sistemi di puntellazione per sca- fettuata da parte di personale qualificato,
portato ai bordi da trascinare orizzontal- vi», parte 1, «Specifiche di prodotto», a intervalli raccomandati dal fabbrican-
mente: cassa a trascinamento (tipo db). o nella Uni En 10249-1: 1997, «Palan- te, verificando, prima di ogni impiego,
I sistemi realizzati mediante palancole cole profilate a freddo di acciai non le- l’integrità di tutti i componenti, distin-
sono costituiti da elementi di acciaio (le gati. Condizioni tecniche di fornitura». guendo quelli metallici (che possono
palancole, appunto), di opportuno profi- Riguardo l’utilizzo, particolare impor- presentare, per esempio, problematiche
lo, provvisto di incastri (guida metallica tanza rivestono anche le fasi antecedenti di usura, eccessive deformazioni, cor-
o gargame) maschio-femmina che, col- al montaggio e allo smontaggio. rosione, stato delle saldature, serraggio
legati fra loro e infissi nel suolo, forma- Prima del montaggio è necessario ve- dei bulloni) da quelli di legno (che, per
no un pannello continuo resistente alla rificare le caratteristiche del terreno, esempio, possono essere danneggiati
spinta laterale del terreno. la sua morfologia, la presenza di falde a causa di abrasioni, del calore e del-
Sono utilizzati in scavi attraversati da d’acqua, di impianti interrati (energia e- le sostanze aggressive o deteriorati dai
sottoservizi e consentono, con un op- lettrica, gas, acqua, telecomunicazioni) raggi del sole).
portuno posizionamento di una o più e di opere e/o strutture interrate o fuori
IT EN FR AL RO
FIGURA 01
IT Sistema realizzato con componenti di legno
EN Wood shoring
FR Étayage en bois
IT EN FR AL RO
FIGURA 02
IT Sistema realizzato con componenti prefabbricati
metallici. Sistema di puntellazione per scavi
supportato ai bordi con puntelli con regolazione
variabile della lunghezza (Uni En 13331-1)
IT EN FR AL RO
FIGURA 03
IT Sistema realizzato con componenti prefabbricati
metallici. Sistema di puntellazione per scavi su rotaia
di scorrimento singola con puntelli fissi. Particolare
di estremità con palancole (Uni En 13331-1)
IT EN FR AL RO
FIGURA 04
IT Sistema realizzato con componenti prefabbricati
metallici. Palancole (Uni En 10248-1/2). Scala per
effettuare la discesa
IT EN FR AL RO
FIGURA 05
IT Sistema realizzato con componenti prefabbricati
metallici. Sistema di puntellazione per scavi
supportato ai bordi con puntelli non regolabili (Uni
En 13331-1). Montaggio
IT EN FR AL RO
FIGURA 06
IT Sistema realizzato con componenti prefabbricati
metallici. Sistema di puntellazione per scavi su rotaia
di scorrimento singola con puntelli non regolabili
(Uni En 13331-1)
IT EN FR AL RO
FIGURA 07
IT Sistema realizzato con componenti prefabbricati
metallici. Sistema di puntellazione per scavi su
rotaia di scorrimento doppia con puntelli non
regolabili (Uni En 13331-1)
IT EN FR AL RO
FIGURA 08
IT Sistema realizzato con componenti prefabbricati
metallici. Sistema di puntellazione per scavi con
puntelli non regolabili (Uni En 13331-1)
IT EN FR AL RO
FIGURA 09
IT Sistema realizzato con componenti prefabbricati
metallici. Sistema di puntellazione per scavi con
puntelli non regolabili (Uni En 13331-1)
IT EN FR AL RO
FIGURA 10
IT Sistema realizzato con componenti prefabbricati
metallici. Sistema di puntellazione per scavi su
rotaia di scorrimento singola con puntelli non
regolabili (Uni En 13331-1)
IT
EN FR AL RO
EN Excavation protective systems are made in the construction série des “Cahiers techniques
system sites or produced in a factory. pour les chantiers temporaries ou
Inail Department of Technological Pay attention to information included mobiles” avec le but de contribuer
Innovations and Safety of Plants, in the instruction manual when using à accroître le niveau de sécurité
Products and Anthropic Settlements prefabricated systems. dans les chantiers et fournir des
has recently realized the library Systems produced in the renseignements pour l’amélioration
“Technical Books for mobile or construction site are less complex. des mesures de prévention con-tre
temporary building sites” in order to Nevertheless, these systems should les risques professionnels.
increase safety at work in the building be maintained and visually checked Les systèmes de protection
sites. The se-ries also provides before installation, in order to d’excavation à sont utilisés dans les
information – based on laws, preserve their original performances. chantiers temporaires ou mobiles
circulars, specific technical rules and comme, par exemple, ceux relatifs
guidelines – to improve prevention à la construction ou au maintien
measures against occupational risks. FR Dispositifs des réseaux infrastructurels, de
Excavation protective system are de protection fondations et, plus en général,
used in some kinds of temporary d’excavation d’artefacts interrés. Ces sys-tèmes
or mobile construction sites, as the Le Département pour les de protection sont réalisés dans le
construction or mainte-nance of innovations technologiques et chantier ou bien fabriqués en usine.
infrastructural networks, foundations sécurité des installations, produits Dans l’utilisation des systèmes
and, generally, underground et établissements anthropiques préfabriqués une attention tout
constructions. These protection de l’Inail a réalisé récemment la particulière doit être portée aux
indications contenues dans les in- hapura përdoren në kantieret e intenția de a contribui la creșterea
structions de fonctionnement et përkohshme ose të lëvizshme si, nivelului de siguranță în șantiere și de
d’entretien du producteur. për shembull, ato që bëhen për a furniza informații - bazate pe legi,
Les systèmes realisés dans les ndërtimin e mirëmbajtjen e rrjteve të reguli, norme tehnice specifice și linii
chantiers sont apparemment infrastrukturës, të themeleve dhe, më directoare utile pentru identificarea
moins complexes. Néanmoins, il në përgjithësi, të punimeve nëntokë. și perfecționarea metodologiei
convient que ces systèmes aussi Sisteme të tilla mbrojtjeje realizohen operaționale – cu scopul de a
soient entretenus et contrôlés në kantier ose prodhohen në fabrikë. îmbunătăți măsurile de prevenire a
régulièrement avant leur mise en Vërmendje e veçantë duhet kushtuar riscurilor pro-fesionale.
œuvre, de façon à préserver au fil du në përdorimin e sistemeve të Sistemele de protecție pentru
temps leur performance origi-nale. parafabrikuara lidhur me udhëzimet excavaţii sunt utilizate în şantiere
që përmban manuali i përdorimit temporare sau mobile, ca de
dhe mirëmbajtjes i fabrikuesit. exemplu cele referitoare la
AL Sistem mbrojtës të Sistemet e realizuara në kantier janë, construcţia sau întreţinerea reţelelor
gërmimeve të hapura në dukje, më pak të ndërlikuara. de infrastructură, a fundaţiilor şi,
Së fundi, Departamenti Inail i Është e udhës që, edhe këto, të jenë în general pentru lucrările săpate.
risive teknologjike dhe sigurisë subjekt i mirëmbajtjes dhe kontrollit Aceste sisteme de protecție sunt
së fabrikave, produkteve dhe viziv të rregullt, përpara vënies në reali-zate in santiere sau produse în
vendbanimeve, ka realizuar serinë punë, në mënyrë që të ruhen në fabrică.
e “Fletoreve Teknike për ksntieret kohë performancat fillestare. O atenţie deosebită ar trebui
e përkohshme ose të lëvizshme” acordată la utilizarea de sisteme
me qëllim që të ndihmojë në rritjen prefabricate în ceea ce privește
e nivelit të sigurisë në kantiere RO Sistemele de protecție informaţiile conţinute în manualul de
dhe të ofrojë informacione - të a excavaţiilor la utilizare.
bazuara në ligje, qarkore, norma exterior Sistemele realizate in șantier sunt
teknike specifike dhe udhëzime të Departamentul de inovații in aparență de o complexitate mai
përgjithshme të dobishme për të tehnologice și de siguranță a mica. Este recomandabil ca și acestea
dalluar e përsosur metodat operative instalațiilor, a produselor și a sa fie supuse periodic la o întreţinere
- për përmirësimin e masave të așezărilor umane din cadrul Inail regulată şi la o inspecţie vizuală,
parandalimit kundër rreziqeve a realizat recent o serie de lucrări înainte de instalare, pentru a putea
profesionale. intitulate “Informații tehnice pentru conserva în timp performanţele
Sistem mbrojtës të gërmimeve të șantierele temporare sau mobile” cu originale.
IT
La collana
Quaderni per immagini nasce dall’esigenza di sperimen- utilizzo di dispositivi di prote-zione, opere provvisionali
tare una tipologia di comunicazione che si possa esprime- e attrezzature di lavoro.
re esclusivamente attraverso le immagini. Nei cantieri edili si verifica, purtroppo, il
Gli opuscoli sono tratti dai “Quaderni Tecnici per i can- più alto numero di infortuni gravi e mortali.
tieri temporanei o mobili”, collana già edita dall’Inail, ri- La cospicua presenza di lavoratori stranieri, inoltre, ren-
guardante i dispositivi di protezione, le opere provvisio- de necessaria una comunicazione particolarmente effi-
nali e le attrezzature utilizzate dai lavoratori. cace che superi le barriere linguistiche permettendo loro
I testi sono stati eliminati e alle immagini originali ne so- di acquisire velocemente gli elementi base indispensa-
no state aggiunte delle altre disegnate approfondendo al bili per tutelare la propria sicurezza e quella degli altri
massimo il dettaglio di ogni particolare così da fornire il nel comune sforzo di prevenire il più possibile gli in-
maggior numero possibile di indicazioni per il corretto fortuni sul lavoro.
EN FR AL RO
EN The series which overcomes linguistic obstacles ont été ajoutées, qui soulignent les
Images books try out a type and provides workers with safety at détails de chaque caracté-ristique
of communication expressed only by work ru-diments in order to prevent de manière à donner le plus haut
images. accidents as much as possible. nombre d’indications pour l’utilisation
Booklets are taken from the meilleure des équipements de
“Technical Books for temporary protection, équipements temporaires
or mobile construction sites”, a FR La série de chantiers et équipements de
series - already published by Inail – Cahiers par images naît chantiers.
concerning protective equipment, de l’exigence d’expérimenter une Malheureusement dans les chantiers
temporary works equipment and typolopgie de communication qui ne de construction se produit le plus
works equipment used by workers. puisse s’exprimer que par images. haut nombre d’accidents graves
Texts have been deleted and Les brochures sont tirées des et mortels. En plus, la pré-sence
drawings have been added to “Cahiers techniques pour les importante de travailleurs étrangers
original images in order to provide chantiers temporaries ou mobiles”, appelle à une communication tout à
more information for the correct use une série déjà publiée par l’Inail fait efficace qui surmonte les barrières
of protective equipment, temporary concernant les équipements linguistiques et leur permette
works equipment and works de protection, les équipements d’acquérir au plus vite les éléments
equipment. Unfortunately, the highest temporaires de chantiers et les indispensables pour protéger leur
rate of serious and fatal accidents équipements de chantiers utilisés par propre sécurité et celle des autres,
occur in building sites. Besides, the les travailleurs. dans l’effort de prévenir au maximum
prominent number of foreign workers Les textes ont été éliminés et aux les accidents de travail.
requires an effective communication, images originales d’autres images
INAIL
Dipartimento innovazioni tecnologiche
AL Seria RO Colecția de volume e sicurezza degli impianti,
Librat me imazhe lindin nga Lucrarea Caiete cu prodotti e insediamenti antropici
nevoja për të eksperimentuar një lloj imagini s-a născut din nevoia de Direzione centrale pianificazione e
komunikimi që mund të shprehet a experimenta un anumit tip de comunicazione
vetëm përmes imazheve. comunicare exclusiv cu ajutorul Responsabile scientifico
Broshurat bazohen në “Fletoret imaginilor. Luca Rossi, Dipartimento innovazioni
teknike për kantieret e përkohshme Broşurile conțin informații extrase din tecnologiche e sicurezza degli
ose të lëvizshme”, seri e botuar lucrarea intitulată “Informații tehnice impianti, prodotti e insediamenti
tashmë nga Inail, që trajton pajisjet e pentru șantierele temporare sau antropici
mbrojtjes, strukturat e përkohshme mobile”, publicată anterior de către Immagini a cura di
dhe mjetet e përdorura nga Inail și care se referă la dispozitivele și Luca Rossi, Luigi Cortis, Francesca
punonjësit. echipamentul de protecţie, precum și Maria Fabiani, Davide Geoffrey
Tekstet janë zhdukur dhe imazheve la lucrările provizorii. Svampaa
origjinale u janë shtuar të tjera me Textele au fost eliminate şi, pe lângă Collaborazioni
maksimumin e hollësive të çdo imaginile originale, au fost adăugate Ivano Bevilacqua, Carlo Ratti,
detaji në mënyrë që të ofrojnë altele desenate în detaliu, astfel încât Calogero Vitale
numrin më të madh të mundshëm të să fie cât mai suge-stive și să ajute
Disegni
udhëzimeve për përdorimin e saktë lucrătorul să utilizeze în mod corect Massimo Stasi, Eurolit
të pajisjeve mbrojtëse, strukturave të dispozitivele și echipamentul de
përkohshme dhe mjeteve të punës. protecţie și să execute corect lucrările Traduzioni a cura di
Fatkeqësisht, në kantieret e provi-zorii. Inail, ambasciata romena in Italia,
Stranieri in Italia
ndërtimit verifikohet numri më i Pe şantiere se înregistrează, din
lartë i fatkeqësive të rënda dhe păcate, un mare număr de accidente Progetto editoriale
vdekjeprurëse. Për më tepër, numri de muncă grave sau mortale. Toni Saracino, Direzione centrale
i lartë i punonjësve të huaj në sektor Numărul mare al lucrătorilor străini pianificazione e comunicazione
kërkon një komunikim veçanërisht a impus nevoia de eficientizare a
efikas që të kapërcejë pengesat comunicării, astfel încât să fie posibilă Info
INAIL
gjuhësore duke u lejuar atyre të depășirea barierelor lingvistice, iar Dipartimento innovazioni tecnologiche
marrin shpejt elementet bazë të muncitorii să își însușească rapid e sicurezza degli impianti, prodotti e
domosdoshme për mbrojtjen e vetes elementele de bază indispensabile insediamenti antropici
dhe të të tjerëve, në përpjekjen e pentru protecția propriei siguranțe Via di Fontana Candida, 1
përbashkët për të parandaluar sa më și a celor din jur, în efortul comun 00040 Monte Porzio Catone (Roma)
iqt@inail.it | www.inail.it
shumë fatkeqësi në vendin e punës. de a preveni pe cât de mult posibil,
producerea accidentelor de muncă.
dati
Utilizzala! BANCA completa
accessi
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ABBONATI
AGGIORNAMENTI COSTANTI
normativa 1. Accedi
approfondimenti 2. Cerchi
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