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Un altro vantaggio di questo “approccio semplice” è che, anziché passare più di un’ora a
preparare gli strumenti per l’astrofotografia, posso iniziare a scattare nel giro
di pochi minuti, riuscendo, comunque, a catturare un’immagine che l’occhio
riuscirebbe a malapena a percepire.
Ovviamente, un altro grandissimo vantaggio è che tutti possono farlo.
Scie di stelle
Dopo avere esaminato tutti gli scorci di cielo e i primi piani terrestri che mi può offrire una
determinata location, di solito scelgo l’inquadratura che più mi è piaciuta in base alle
esposizioni brevi e posiziono la macchina fotografica proprio in quel punto.
Poi apro l’otturatore con un controllo remoto e vado via, lasciando
che le stelle disegnino un sentiero attraverso l’immagine e realizzino forme sorprendenti
nel cielo. È una singola esposizione che può durare pochi minuti o diverse ore.
A seconda della mia stanchezza o della mia voglia di bere qualcosa, potrei anche lasciare
la macchina incustodita durante il tempo di esposizione. Altre notti,
però, rimango vicino, in macchina o in tenda, aspettando pazientemente per assicurarmi
che le condizioni metereologiche restino buone.
Foto di Shona Dutton & Phil Hart, Nikon D7000, 10-20mm lens @10mm
La Luna
Quando sono in “modalità astrofotografia”, non ho molte belle cose da dire sulla Luna. Il
chiaro di luna sbiadisce le galassie e le nebulose lontane, rendendo
impossibile realizzare delle buone immagini di astrofotografia.
Ma per i fotografi del cielo notturno, la Luna potrebbe diventare il soggetto preferito, e può
essere fotografata anche tra le luci della città.
E, mentre l’immagine qui sotto è stata scattata con una reflex digitale pieno formato, nella
maggior parte dei casi, una macchina fotografica con sensore croppato è
lo strumento adatto per avvicinarsi a questo corpo celeste.
Conclusione
Quindi, se ti piace stare all’aperto e scattare immagini di paesaggi naturali o creati
dall’uomo, non pensare di dovere smontare tutto e andare via appena cala il Sole.
Porta con te un maglione o un giaccone e resta per catturare le immagini dei tuoi posti
preferiti come non li hai mai visti prima: sotto le stelle!
Se la fotografia notturna ti appassiona, ho la guida per te. L’ebook A Caccia di Stelle ti spiega
chiaramente tutte le tecniche necessarie e tutti i tipi di foto che puoi fare al cielo notturno.
Di notte si può praticare anche un tipo di fotografia speciale e molto spettacolare: le foto
alle scie delle stelle .
Mi riferisco a foto come queste:
by David Kingham
Per ottenere risultati simili si applicano alcune delle pratiche tipiche della fotografia
notturna, ma bisogna avere qualche cura in più e sarà obbligatoria anche una
fase di post-produzione.
Una cura particolare
C’è un punto cruciale a cui devi porre attenzione, e che influisce pesantemente sulla
procedura per fotografare le scie delle stelle.
Questo tipo di foto richiede esposizioni molto lunghe, dell’ordine delle decine di
minuti o più . Quando si fotografava con la pellicola, il problema non sussisteva:
bastava aprire l’otturatore e lasciare che la fotocamera acquisisse tutto quello che vedeva,
fino a che l’otturatore non veniva chiuso.
Con le fotocamere digitali ciò non è possibile. Il sensore che si trova in ogni fotocamera
digitale e ha il compito di registrare la luce che entra dall’obiettivo,si surriscalda se
rimane attivo per molto tempo. Non preoccuparti, ciò non vuol dire che la tua
fotocamera rischia di esplodere.
Il surriscaldamento del sensore ha comunque una conseguenza molto grave che è
l’aumento del rumore.
Sostanzialmente, effettuando scatti lunghi diversi minuti, anche con l’ISO molto bassa,
ottieni un effetto molto simile a quando invece spingi l’ISO ai valori massimi. Avrai quindi la
foto rovinata da punti colorati, che in inglese si chiamano hot pixel .
Partendo, quindi, dal presupposto che il sensore non si può lasciare “acceso” per più di
qualche minuto (la durata massima dipende dal modello di fotocamera), dobbiamo
elaborare una procedura che permette di creare esposizioni lunghe decine di
minuti o persino ore.
by kev lewis
Attrezzatura necessaria
Prima di tutto, come avevamo visto negli altri articoli sulla fotografia notturna, hai bisogno
di una fotocamera che disponga della modalità bulb.
Si tratta di una modalità che permette di aprire l’otturatore alla pressione del pulsante di
scatto e tenerlo aperto fino a una seconda pressione del pulsante. Se non c’è questa
modalità, la fotocamera deve permettere almeno esposizioni lunghe fino a 30 secondi.
by Lazellion
Siccome le stelle sono dei punti molto piccoli nel cielo, aperture troppo strette non danno il
tempo alla fotocamera di catturare abbastanza luce e portano, quindi, a ottenere foto in cui
le stelle sono molto deboli o addirittura invisibili.
Comunque, la profondità di campo non ne risentirà in nessun caso:
se usi una lunghezza focale corta, anche con apertura molto ampia la profondità di campo
risulta elevata,
in ogni caso, le stelle sono così lontane da appartenere approssimativamente tutte allo
stesso piano focale e quindi risultano tutte a fuoco anche con apertura ampia.
Del tempo di esposizione parliamo tra un po’, visto la sua importanza cruciale in questo
ambito.
Per quanto riguarda il bilanciamento del bianco, se scatti in RAW puoi anche non
preoccupartene lo correggerà in post-produzione. Se scatti in JPEG o vuoi risparmiare
qualche passaggio di post-produzione, non usare il bilanciamento del bianco automatico.
Scegli uno dei predefiniti della fotocamera ed esegui uno scatto di prova per verificare se ti
piace.
Non è possibile usare il bilanciamento del bianco personalizzato visto che la luce prodotta
dalle stelle non è sufficiente.
Infine, molte fotocamere hanno una funzione di riduzione del rumore
incorporata. Attivarla o meno non è una decisione ovvia.
Infatti, in alcuni casi, gli algoritmi per la riduzione del rumore incorporati non fanno un
buon lavoro. Inoltre, in generale la procedura di elaborazione è molto lunga, tanto da
eguagliare quasi la durata dell’esposizione.
Durante l’esecuzione della procedura non puoi usare la fotocamera e ciò può essere un
grosso ostacolo.
by – Dave Morrow –
Per il tempo di esposizione totale non c’è un vero limite massimo, ma c’è sicuramente
un limite minimo. Esiste una regola aurea che permette di calcolare il tempo di
esposizione minimo necessario a catturare il movimento delle stelle: devi dividere 600
per la lunghezza focale in uso, ottenendo così il tempo in
secondi .
La lunghezza focale da considerare è quella equivalente a 35 mm. Quindi, se usi una
fotocamera con sensore ridotto, dovrai moltiplicare la lunghezza focale per il crop factor.
by Noelas
Quindi, se vuoi risparmiare tempo, ridurre il surriscaldamento del sensore e fare più foto in
una singola notte, usa lunghezze focali più elevate. Ovviamente, devi tenere in
considerazione come queste influiscono sulla composizione.
Se vuoi creare scie di luce molto lunghe, o cerchi completi, potrebbero servirti esposizioni
molto lunghe, anche della durata di ore. Queste in ogni caso dovranno essere scomposte in
più scatti della durata di pochi minuti.
Una durata perfetta non esiste, penso che combinare diverse esposizioni di
alcuni minuti ciascuna (ad esempio quattro minuti) sia una soluzione sempre
sicura.
Devi quindi dividere la durata totale dell’esposizione per la durata dei singoli scatti e
ottenere così il numero di foto da creare.
Composizione
Nel comporre la foto devi decidere innanzitutto se vuoi che le scie delle stelle formino un
disegno circolare nel cielo oppure linee oblique (dai un’occhiata agli esempi di foto in
questo articolo per farti un’idea).
Nel primo caso, devi individuare la stella polare, quindi il Nord, e puntare dritto
verso di essa. Il movimento circolare della Terra farà il resto.
Nel secondo caso, devi invece puntare verso Est o verso Ovest, a seconda della direzione
che vuoi seguano le stelle (verso sinistra o verso destra).
by *BZd*
Non includere fonti di luce dirette nella foto perché la lunga esposizione le
farebbe sicuramente prevalere sulla luce delle stelle. La stessa cosa vale per la Luna che,
anche se pallida, è molto più luminosa delle stelle, soprattutto in una lunga esposizione.
Fonti di luci lontane, invece, come ad esempio quelle prodotte da una città possono
contribuire positivamente al risultato finale.
Allo stesso modo un bel trucco può essere quello di usare una torcia elettrica per illuminare
un soggetto in primo piano durante l’esposizione evitando così che nella foto se ne veda
solo la sagoma.
by holia
Per evitare di creare un’esposizione lunga un’ora e scoprire alla fine che qualcosa era
sbagliato, ti serve uno scatto di prova.
La tecnica da usare per lo scatto di prova è la stessa che avevo descritto
nell’articolo Fotografia notturna: come calcolare esposizioni mooolto lunghe.
Sostanzialmente, si tratta di alzare al massimo l’ISO, per poter ridurre il tempo di
esposizione, e fare uno scatto veloce per verificare che tutte le impostazioni siano
adeguate. Ti rimando all’articolo appena citato per leggere precisamente come si fa.
Questo scatto di prova, avendo tempo di esposizione breve, non mostra lunghe scie
ma aiuta a verificare:
la composizione,
il bilanciamento del bianco,
l’esposizione complessiva,
la messa a fuoco.
Una volta che tutto è a posto, riporta l’ISO al minimo e alza di conseguenza il tempo di
esposizione (secondo quanto descritto nell’articolo Fotografia notturna: come calcolare
esposizioni mooolto lunghe ).
Poi, procedi in questo modo:
In questo modo, con l’esposizione per i singoli scatti impostata sulla fotocamera, lo scatto a
distanza fa sì che alla fine di ogni foto ne venga scattata un’altra .
Se invece non hai nemmeno lo scatto a distanza, dovrai ricordati di premere il pulsante di
scatto al termine di ogni esposizione.
by c@rljones
Post-produzione
L’ultimo passaggio, in questo caso necessario, richiede di usare il computer.
La procedura da seguire in inglese è detta stacking, che potremmo tradurre con
“impilamento”. Si tratta di prendere tutti gli scatti realizzati, posizionarli uno sopra l’altro e
fonderli. Fondendo opportunamente il movimento delle stelle, in origine spezzettato nelle
singole immagini, si comporrà senza interruzioni.
Questa procedura può essere fatta a mano, in Photoshop, importando ciascuna foto in un
livello e fondendole con l’opportuno metodo di fusione.
by Aitor Agirregabiria
Se la fotografia notturna ti appassiona, ho la guida per te. L’ebook A Caccia di Stelle ti spiega
chiaramente tutte le tecniche necessarie e tutti i tipi di foto che puoi fare al cielo notturno.
Perciò, all’inizio, potrebbe essere un’idea provare con il tempo suggerito dalla macchina e,
se questo non ci soddisfa, aumentare o diminuire di uno stop il tempo di posa,
reiterando finché non otteniamo la foto che desideriamo.
Ci accorgeremo presto, però, che, in alcuni casi, la macchina fotografica non sarà in grado di
suggerirci un tempo di esposizione.
by ohhector
Come usare la modalità bulb
Come già accennato nella Guida alla fotografia notturna, il funzionamento della modalità
bulb è semplice. Quando premiamo il pulsante di scatto l’otturatore si apre e rimane
aperto fino a che non premiamo nuovamente il pulsante di scatto, oppure fino a un
tempo limite, che in molti casi è pari a 30 minuti.
Per attivare la modalità bulb dobbiamo mettere la macchina fotografica in modalità
manuale e abbassare il tempo di esposizione fino a raggiungere il valore massimo
consentito (ad esempio 30 secondi).
Lo scatto successivo sulla ghiera di regolazione ci porterà appunto nella modalità bulb.
Perciò, come abbiamo visto nella Guida alla fotografia notturna, più che in altri casi è
necessario usare il valore ISO più basso possibile.
Sappiamo però (come visto nell’articolo sul triangolo dell’esposizione) che quando si
abbassa l’ISO, per avere la stessa esposizione, è necessario aumentare il tempo di
esposizione.
Quindi, come avrai intuito, se vogliamo abbassare il tempo di esposizione dobbiamo
aumentare l’ISO. Sempre per le regole che governano il triangolo dell’esposizione, al fine di
ottenere lo stesso risultato, possiamo diminuire l’apertura.
by davidyuweb
Mettendo insieme questi elementi, possiamo comprendere la tecnica che ci permette di
calcolare esposizioni maggiori del tempo massimo consentito.
Il concetto fondamentale è che quando si diminuisce di un certo numero di stop uno degli
elementi del triangolo dell’esposizione (apertura, tempo di esposizione e ISO), si
può aumentare dello stesso numero di stop un altro degli elementi per
ottenere la stessa esposizione.
Nel nostro caso, misuriamo l’esposizione con un valore ISO sufficientemente alto da
visualizzare un tempo di esposizione. Poi, riportiamo indietro l’ISO sottraendo un
certo numero di stop.
Aumentando dello stesso numero di stop il tempo di esposizione, otterremo la medesima
esposizione, avendo però minimizzato l’ISO e quindi ridotto al minimo rumore.
Scopriamo, quindi, che il tempo di esposizione calcolato con ISO pari a 3200 deve
essere aumentato di cinque stop per ottenere la stessa esposizione con ISO
pari a 100.
Supponiamo che il tempo di esposizione a 3200 fosse di 15 secondi. Dobbiamo aumentarlo
di cinque stop, ovvero moltiplicarlo per 2 cinque volte.
La scala che otteniamo sarà quindi: 15, 30, 60, 120, 240, 480. Quindi, dovremo tenere
l’otturatore aperto per otto minuti (480 secondi equivalgono ad otto minuti).
by Davide D’Amico
E se volessi una maggiore profondità di campo?
Finora abbiamo ragionato tenendo fissa l’apertura, e, in particolare, tenendola al valore più
basso possibile.
Se hai letto l’articolo sull’apertura, sai che un valore basso per l’apertura porta a
una minore profondità di campo e quindi a una foto meno nitida.
Se stiamo fotografando un paesaggio, probabilmente vogliamo che la porzione
dell’inquadratura perfettamente a fuoco sia grande, perciò dobbiamo aumentare il
valore dell’apertura.
Per le regole derivanti dal triangolo dell’esposizione che abbiamo citato sopra, dovremo
allora aumentare dello stesso numero di stop anche il tempo di
posa, per mantenere costante l’esposizione.
Conclusione
Calcolare esposizioni che vanno oltre il valore massimo calcolato dalla fotocamera è
abbastanza laborioso, anche se i singoli passi sono piuttosto semplici.
Inoltre, siccome saremo noi a chiudere l’otturatore alla fine del tempo di esposizione
calcolato, non saremo precisissimi. Probabilmente, soprattutto nei primi tempi, ci
troveremo a ottenere foto con l’esposizione sbagliata per aver sbagliato il calcolo o per aver
premuto troppo presto o troppo tardi il pulsante di scatto.
Come sempre, però, una pratica metodica, in cui impareremo dai nostri errori, ci farà
ridurre di molto il numero di foto scartate.
Spero che sia tutto chiaro. Se hai dei dubbi, se non mi sono spiegato bene, poni le
tue domande con un commento qui in basso.
Se la fotografia notturna ti appassiona, ho la guida per te. L’ebook A Caccia di Stelle ti spiega
chiaramente tutte le tecniche necessarie e tutti i tipi di foto che puoi fare al cielo notturno.
Mimmo • 6 anni fa
Condivido pienamente con Lorenzo! Le tue spiegazioni sono semplici e dirette, un
grandissimo aiuto per chi inizia a cimentarsi con il mondo della fotografia. Un grazie di cuore
da parte mia e da tutti quelli che come me "principianti", con il tuo sito, riescono ad
apprendere subito ciò che in pratica ci vorrebbero anni.
Alberto Cabas Vidani Mod Mimmo • 6 anni fa
Io ringrazio te delle tue parole, invece. Spero di continuare ad essere all\'altezza.
Rinux • 6 anni fa
<<un valore basso per l’apertura porta ad una minore profondità di campo e quindi ad una
foto meno nitida.>>
Qua hai detto una grossa... ti risparmio il termine perchè non è mia intenzione offendere
nessuno; dimostrando di aver molto nebuloso il concetto di nitidezza di un'immagine.
Che nulla la lega alla profondità di campo. Una foto nitida è caratterizzata da una alta
definizione dei dettagli dipendente da una buona messa a fuoco nonchè da
un'adeguata risoluzione dell'elemento sensibile della fotocamera, esaltata -
ovviamente - da un'ottica di grande qualità.
Il tutto circoscritto alla parte dell'immagine a fuoco. Il resto - magari volutamente
sfuocato - dell'immagine stessa non può in nessun modo concorrere alla maggiore o
minore nitidezza della (intera) immagine.
mettici per cortesia il LINK al tuo sito, cosi almeno potremo imparare anche dai tuoi articoli
che senz'altreo saranno molto professionali.
grazie
ciao
salca • 5 anni fa
ma come faccio a calcolare il numero di stop che separano il valore massimo e il valore
minimo dell’ISO, se la mia macchine non ha iso di questo tipo: 100, 200, 400, 800, 1600,
3200 ...ma di questo tipo: 100, 125,
160,200,250,320,400,500,640,800,1000,1250,1600,2000,2500,3200,400,5000,6400?????
giacomo • 5 anni fa
Ciao! Grazie mille per i tuoi articoli! Ma con le Lomo?! Come posso calcolare se la mia
macchina (ovviamente) non mi suggerisce alcun tipo di dato? Devo per forza munirmi di un
esposimetro?
Grazie
Giacomo
Mtt_sold • 5 anni fa
Ciao, vorrei chiederti una spiegazione riguardo le foto in notturna..Come ho già scritto in un
altro commento ad un altro articolo, sono alle prime armi e mi sto dilettando ad usare solo la
modalità manuale da quando ho preso la reflex..La mia domanda è questa: ho provato a fare
delle foto in notturna e le fonti di luce (luna, lampioni etc.) sono sempre venute "a stella" per
intenderci, come avessero dei raggi..Non riesco a capire che cosa ho sbagliato e volevo
chiederti appunto un consiglio..Ti ringrazio per la disponibilità!
luca • 4 anni fa
ciao alberto,mi aggiungo agl altri facendoti i complimenti per l'accuratezza e la semplicità
con cui spieghi e aiuti i principianti e non a capire i meccanismi della fotografia... io ti
chiederei un grosso favore.. notando che non ne parli... accorgimenti,modalità,segreti,e
impostazioni manuali per il time-lapse...
e' una pratica che va sempre piu di moda...credo che molti troverebbero utilissima una tua
pagina su questa tecnica... a presto!
monica • 4 anni fa
ciao Alberto! grazie mille per le tue spiegazioni, sempre molto chiare ed utili....volevo
chiedere una cosa: se invece di fare il calcolo dei secondi partendo da F 2.8 e poi farne
un'altro per portare tutto ad f 8 non posso fare direttamente con f 8 per evitare un
passaggio?
grazie mille!
Memì • 4 anni fa
Bravo Alberto,ho appena scovato il tuo sito e trovo che sia il più ricco ed entusiasmante, in
termini di contenuti sul tema,tra quelli che ho visitato sino ad ora.Parola di principiante.
1
alessandro • 3 anni fa
Ciao, ottima spiegazione davvero precisa e puntuale. Avevo sentito dire che c'è un limite di
tempo massimo oltre il quale il sensore non dovrebbe essere tenuto in funzione per evitare
un surriscaldamento di quest'ultimo. In quell'occasione di parlava di macchine a medio-
formato e volevo sapere se esiste questo limite anche sulle reflex e dove poterlo trovare,
grazie.
2. Sì
Il ragionamento è corretto.
Marcello • 3 anni fa
Ciao Alberto,
Domanda 1
può essere applicato ugualmente anche per le lunghe esposizioni (es un filtro ND1000) ?!?
Domanda 2
senza fare conti, sugli smartphone girano un po di app per fare i calcoli sulla esposizione
corretta partendo dai parametri del triangolo,
https://play.google.com/sto...
è corretto? cosa ne pensi? agevola il lavoro?
ciao e grazie
francesco • 2 anni fa
ma come sei bravo Alberto ! ! le tue delucidazioni per noi principianti sono manna dal
cielo,m ti prego continua, credo a nome di tutti
Penso che meritino una attenzione particolare i tempi di esposizione molto lunghi, quelli
che sono nell’ordine dei minuti. In particolare si applicano spesso
alla fotografia notturna. Usando esposizioni lunghe diversi minuti è possibile
ottenere foto molto spettacolari di paesaggi naturali ma anche delle luci della città di notte.
Per questo tipo di foto però, è necessario avere particolari attenzioni, che discuteremo in
un altro momento.
I tempi di esposizione che non rientrano in nessuna delle categorie che appena elencato,
sono tempi generici che funzioneranno nelle situazioni più consuete e che probabilmente
non introdurranno effetti particolari nelle nostre foto.
Come sempre, con questo post ho voluto condividere quelle che secondo me sono le cose
importanti da conoscere riguardo al tempo di esposizione, anche se sarebbe possibile
andare molto più in dettaglio. Un esercizio molto divertente da fare è, muniti di treppiede,
raggiungere un luogo in cui trovare molti oggetti in movimento e per un po’ di tempo
giocare con tempi di esposizione più o meno lunghi per “vedere l’effetto che fa”.
Spero che abbiate tratto vantaggio dalla lettura di questo post. Fatemi sapere cosa ne
pensate nella sezione dei commenti.
by melody.gates
by martijndevalk.nl
I parametri che regolano l’esposizione sono tre:
by tataata
Quindi, per esempio, se volessimo scattare una foto all’aperto di sera, o di notte, potremmo
pensare di aumentare il valore della sensibilità, in maniera da
ridurre il tempo di esposizione (che in una tale situazione potrebbe diventare
molto alto) ed evitare così una foto mossa (argomento trattato nell’articolo su come evitare
foto mosse).
Conclusione
Mi soffermerò in dettaglio sui tre elementi del triangolo dell’esposizione all’interno di altri
articoli. Su Internet, comunque, è possibile trovare molte risorse a riguardo, semplicemente
cercando su Google.
Penso però che la migliore risorsa per dominare il triangolo dell’esposizione sia il libro di
Bryan Peterson Understanding Exposure. Temo, purtroppo, che non sia disponibile in
lingua italiana. Si tratta, comunque, di un libro scritto in maniera molto colloquiale, che al
contempo insegna concetti piuttosto avanzati, coadiuvato da numerosissime foto scattate
dall’autore. Inoltre, è un libro generalmente consigliato da tutti come la “bibbia”
dell’esposizione.
Come già accennato, nei prossimi post vedremo in dettaglio apertura, tempo di esposizione
e ISO. Per il momento spero che almeno il concetto di triangolo dell’esposizione sia chiaro.
Come sempre, se hai dubbi, critiche, opinioni, condividili pure nella sezione dei
commenti qui sotto.