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BOLLETTINO UFFICIALE
DELLA REGIONE PUGLIA
Anno XL BARI, 4 MAGGIO 2009 N. 66
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SOMMARIO
“Avviso per i redattori e per gli Enti:
Il Bollettino Ufficiale della Regione Puglia si attiene alle regole della Legge 150/2000 per la semplifi-
cazione del linguaggio e per la facilitazione dell'accesso dei cittadini alla comprensione degli atti della
Pubblica Amministrazione. Tutti i redattori e gli Enti inserzionisti sono tenuti ad evitare sigle, acronimi,
abbreviazioni, almeno nei titoli di testa dei provvedimenti”.
PARTE PRIMA
_________________________
Leggi e Regolamenti regionali
Art. 1
Oggetto del regolamento
REGOLAMENTO REGIONALE 28 aprile 2009,
n. 7 1. Oggetto del presente regolamento è l’appli-
cazione di quanto previsto dall’art. 2, comma 1, let-
Requisiti e Procedure per l’insediamento di tera a) della legge regionale n. 11 del 1 agosto 2003,
medie e grandi strutture di vendita. come modificata dalla L.R. 7 maggio 2008, n. 5,
d’ora innanzi, per brevità, citata nel testo come
“legge”.
IL PRESIDENTE
DELLA GIUNTA REGIONALE
2. Le norme contenute nel presente regola-
Visto l’art. 121 della Costituzione, così come mento costituiscono, altresì, il quadro di riferi-
modificato dalla legge costituzionale 22 novembre mento procedurale per l’attuazione del regolamento
1999 n. 1, nella parte in cui attribuisce al Presidente previsto alla lettera b del comma 1 dell’art. 2
della Giunta Regionale l’emanazione dei regola- “Obiettivi di presenza e di sviluppo per le grandi
menti regionali; strutture di vendita” della legge, d’ora innanzi per
brevità, citato come regolamento “b”.
Visto l’art. 42, comma 2, lett. c) L. R. 2 maggio
2004, n. 7 “Statuto della Regione Puglia”;
Art. 2
Visto l’art. 44, comma 2, L. R. 12 maggio 2004, Articolazione delle tipologie
n. 7 “Statuto della Regione Puglia”; delle strutture commerciali
Vista la L.R. 1 agosto 2003 n. 11 che, all’art. 2 1. L’articolazione delle strutture di vendita defi-
comma 1 lett. a), prevede l’adozione di un regola- nite all’art. 5 della legge è specificata nei commi
mento attuativo della legge; seguenti.
d) di interesse provinciale: con una super- - non può includere strutture di tipologia G1
ficie di vendita complessiva superiore a e G2;
10.000 mq. e fino a mq. 25.000 ed in cui - la superficie complessiva occupata dalle
la superficie di vendita di un singolo eser- strutture commerciali non deve essere
cizio non può essere superiore alla cate- superiore a quella complessiva occupata
goria “grandi strutture G2”. dagli impianti e dalle attrezzature stabili
destinate alle attività ludiche, ricreative e
3. In ogni caso, come previsto dall’art. 5, culturali.
comma 4, lett. b) della legge, almeno il 20% della
superficie di vendita dei centri commerciali deve
essere destinato a esercizi di vicinato. Art. 3
Modalità di autorizzazione
4. Aree commerciali integrate: le aree commer- delle diverse tipologie di grandi strutture
ciali integrate di cui al punto c), comma 4, dell’art.
5 della legge sono così classificate: 1. Le tipologie di grandi strutture di vendita
a) Piccole: in un’area con una superficie ter- seguono le seguenti modalità di programmazione.
ritoriale non superiore a 2 Ha. Possono
includere esercizi di vicinato e medie 2. Strutture isolate: gli obiettivi di programma-
strutture, con superficie di vendita com- zione sono fissati dalla Regione nel regolamento b).
plessiva fino a mq. 4.000. L’area commer- Il rilascio della relativa autorizzazione è assogget-
ciale integrata piccola non può contenere tato alle procedure della Conferenza dei servizi di
centri commerciali di vicinato;
cui all’articolo 8, comma 7, della legge.
b) intermedie: composte da esercizi di qual-
siasi dimensione con esclusione delle
3. Centri commerciali:
strutture di tipo G2 del settore alimentare,
a) Vicinato: programmati dai comuni all’in-
in un’area con una superficie territoriale
terno degli strumenti di programmazione
compresa tra 2 e 5 Ha con superficie di
comunale delle medie strutture di vendita;
vendita complessiva fino a mq. 10.000;
b) Interesse locale: programmati dai comuni
c) di interesse provinciale: composte da eser-
con un numero di abitanti superiore a
cizi di qualsiasi dimensione e centri com-
25.000, ai sensi dell’articolo 5, comma 6
merciali che occupano più di 5 Ha di
quinquies, lett. a) della legge; per i
superficie territoriale.
comuni con un numero di abitanti infe-
5. Strutture isolate: le strutture isolate sono riore a 25.000 sono programmati dalla
definite dall’articolo 5, comma 4, lett. a) della legge Regione attraverso il regolamento b);
e possono avere una superficie di vendita massima c) Intermedi: programmati dalla Regione
di mq. 20.000. attraverso il regolamento b);
d) Provinciali: programmati dalla Regione
6. Il Parco permanente attrezzato, definito dal- attraverso il regolamento b).
l’articolo 5, comma 4, lettera c-bis) della legge:
- deve sorgere su di un’area con superficie 4. Il rilascio dell’autorizzazione per i centri
superiore a 20 ettari; commerciali di cui alle precedenti lettere b), c) e d)
- deve comprendere, oltre ad attività com- è assoggettato alle procedure della Conferenza dei
merciali, attività complementari per il servizi di cui all’articolo 8, comma 7, della legge.
tempo libero, ludiche, ricreative, culturali
per le quali deve presentare strutture stabili 5. Aree commerciali integrate.
ed inamovibili; a) piccole: programmate dal comune, all’in-
- le strutture commerciali incluse nel parco terno degli strumenti di programmazione
possono essere organizzate con modalità comunale delle medie strutture di vendita;
insediativa di centro commerciale e area b) intermedie: programmate dalla Regione
commerciale integrata; attraverso il regolamento b);
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regolamento. _________________________
Beni persona 0.5 mq 0.8 mq. 1 mq
Altri beni
8. Le piccole aree commerciali integrate sono e beni a basso
valutate dalla conferenza dei servizi di cui all’art. 8
della legge, che verifica: la congruenza con gli stru- _________________________
impatto 0.4 mq. 0.5 mq. 0.8 mq.
6. Nel caso di medie strutture di vendita i par- comma 1 dell’articolo 16 della legge o in
cheggi pertinenziali potranno essere realizzati, fatto aree che per collocazione e tipologia del-
salvo quanto potranno prevedere le disposizioni l’utenza possano fare prevedere consi-
comunali, entro un raggio di 300 metri dalla strut- stenti quote di accessibilità pedonale o
tura. comunque non automobilistica ovvero nel
caso di presenza di funzioni che facciano
7. Nel caso di ampliamento e/o trasformazione presumere sinergie nell’utilizzo dei par-
di medie strutture esistenti il rispetto degli standard cheggi, la convenzione può prevedere la
deve essere verificato rispetto alla sola superficie di seguente riduzione:
vendita ampliata o modificata. - fino ad un massimo del 15% per le strut-
ture alimentari - miste;
8. Ai fini del calcolo degli standard, nel caso in - fino ad un massimo del 50% delle strut-
cui un esercizio possa mettere in vendita beni di più ture non alimentari.
settori merceologici, si applica su tutta la superficie c) Interventi da realizzare in locali già dotati
di vendita lo standard di parcheggio più elevato. di destinazione d’uso commerciale alla
data di entrata in vigore del presente rego-
9. Le aree destinate a standard urbanistici di cui lamento: in tal caso la superficie a par-
al D.M. 1444/68 possono essere affidate in conces- cheggio oggetto di convenzione può
sione mediante apposita convenzione che ne garan- essere calcolata con riferimento alla sola
tisca l’uso pubblico al servizio della struttura e la superficie di vendita eccedente l’esercizio
sistemazione e/o manutenzione da parte del conces- di vicinato.
sionario. d) Ampliamenti di medie strutture esistenti
ubicate all’interno di centri storici: in tal
caso può essere prevista la monetizza-
Art. 5 zione anche totale del maggior numero di
Deroghe agli standard parcheggi dovuti per l’ampliamento di
superficie.
1. Al fine di agevolare le iniziative tendenti e) Ampliamenti di medie strutture esistenti
all’ammodernamento e alla qualificazione della ubicate all’interno di aree densamente
rete distributiva, fermo restando il rispetto degli urbanizzate (zone B): in tal caso può
standard urbanistici di cui al D.M. 1444/68, in caso essere prevista la monetizzazione fino ad
di accertata carenza della disponibilità dei par- un massimo del 50%.
cheggi pertinenziali, è possibile derogare agli stan-
dard di cui al precedente articolo 4, comma 2, 2. La convenzione deve essere vincolata
mediante apposita convenzione con l’amministra- affinché gli introiti recuperati con la monetizza-
zione comunale interessata, nei seguenti casi: zione vengano utilizzati per migliorare la dotazione
a) interventi da realizzare all’interno di pro- di parcheggi dell’area, la sua accessibilità, la sua
getti di valorizzazione commerciale di cui riqualificazione nonché per la realizzazione di
all’art. 16 della legge e che siano com- opere di arredo urbano.
presi o meno in programmi di rigenera-
zione urbana, comunque denominati. In
tale caso la convenzione per gli interventi Art. 6
previsti nelle zone A) (centri storici) e B) Requisiti di accessibilità delle strutture
(zone urbanizzate), può prevedere la
monetizzazione parziale o totale degli 1) La localizzazione delle strutture in relazione
standard pertinenziali. alla viabilità deve rispondere ai seguenti requisiti:
b) Interventi realizzati all’interno delle aree a. Per grandi strutture di livello provinciale
urbane: nel caso di interventi previsti nei o G2 alimentare: ingresso principale con
distretti urbani del commercio di cui al corsie di decelerazione della viabilità di
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riferimento e corsie di accumulo di lun- cui all’art. 12 della legge, individua, all’interno
ghezza adeguata ai flussi attesi. degli strumenti urbanistici generali, le aree idonee
b. Per grandi strutture di livello intermedio, per l’insediamento di medie e grandi strutture di
G1 alimentare, G2 non alimentari: vendita, tenendo conto delle condizioni di accessi-
ingresso ad uso esclusivo della struttura bilità e degli standard di parcheggio previsti dal
con corsie di accelerazione e decelera- presente regolamento.
zione e di accumulo con lunghezza ade-
guata ai flussi attesi. 2. La Regione, in sede di esame degli strumenti
c. Per centri commerciali di interesse locale, urbanistici generali e relative varianti valuta la con-
aree commerciali integrate “piccole”, gruità delle previsioni dei comuni rispetto a:
strutture G1 non alimentari: struttura rag- a) dimensionamento delle aree per medie e
giungibile direttamente, ingresso con pro- grandi strutture di vendita rispetto alle
prie corsie di accelerazione e decelera- aree urbanizzate;
zione ad uso esclusivo della struttura. b) distribuzione delle aree idonee per l’inse-
d. Per strutture di vicinato, M1 e M2 non diamento di medie e grandi strutture di
sono previsti requisiti. vendita nonché nelle aree che, per dimen-
sioni e capacità insediative, siano realiz-
2) In caso di domande concorrenti l’accessibi- zabili aree commerciali integrate;
lità da una strada con carreggiate a doppia corsia c) rispondenza delle aree ai requisiti previsti
con svincolo (tipi A, B e D comma 2, art. 2, D.L.vo dalla presente normativa.
n. 285 del 30/04/92 e successive modificazioni,
codice della strada) verrà considerata titolo prefe-
renziale per l’attivazione o l’ampliamento di strut- Art. 8
ture di cui alla lettera a) e b) del primo comma del Idoneità urbanistica delle aree in comuni
presente articolo. che non abbiano provveduto all’adeguamento
degli strumenti urbanistici
3) Per le medie strutture M3 i comuni preve-
dono i requisiti di accessibilità negli strumenti di 1. Fino a quando i comuni non abbiano prov-
pianificazione commerciale di cui agli artt. 15, 16 e veduto all’adeguamento degli strumenti urbanistici
17 della legge, tenuto conto del grado di urbanizza- di cui all’art. 12 della legge sono comunque da
zione dell’area di insediamento, della raggiungibi- considerare compatibili urbanisticamente le aree
lità pedonale, della popolazione residente nell’area aventi i seguenti requisiti:
primaria di gravitazione. a) Per medie strutture di vendita di tipo M1 e
M2: aree in cui sia comunque prevista
4) In assenza di programmazione comunale le negli strumenti urbanistici comunali, una
medie strutture M3 alimentari rispettano i requisiti di destinazione d’uso commerciale, con
accessibilità di cui al precedente comma 1, lett. c). esclusione di aree che, per dimensioni e
capacità insediative, si possano configu-
rare come aree commerciali integrate.
TITOLO III b) Per medie strutture di vendita di tipo M3:
INDICAZIONI AI COMUNI aree in cui sia comunque prevista negli
strumenti urbanistici comunali, una desti-
nazione d’uso commerciale e siano pre-
Art. 7 viste dai criteri per il rilascio di medie
Indicazioni ai comuni per l’assunzione strutture di vendita di cui all’art. 15 lettere
delle previsioni commerciali all’interno a) e b) della legge. Sono escluse le aree
degli strumenti urbanistici che, per dimensioni e capacità insediative,
si possano configurare come aree com-
1. Il comune, nell’ambito dei provvedimenti di merciali integrate.
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c) Per grandi strutture di vendita: aree in cui commerciali, nella valutazione delle aree e dei pro-
sia comunque prevista, negli strumenti getti, il comune tiene conto dei seguenti criteri:
urbanistici comunali, una destinazione a. favorire la realizzazione di parcheggi
d’uso commerciale non diffusivo. multi- piano o interrati, nonché di par-
cheggi a raso che garantiscano la permea-
2. Fino all’adeguamento degli strumenti urba-
bilità;
nistici, le strutture commerciali esistenti legittima-
b. favorire l’insediamento di strutture che
mente insediate, sono considerate urbanisticamente
comportino l’uso di territorio urbanizzato
idonee entro i limiti della tipologia dimensionale e
utilizzando ad esempio gli ambiti di
dei settori merceologici autorizzati.
riqualificazione urbana;
3. Le aree comunque individuate come idonee c. nei centri storici e nelle aree di riqualifi-
ai sensi dei commi precedenti dovranno comunque cazione urbana destinare l’eventuale
essere in possesso dei requisiti di cui agli artt. 4 e 6 scomputo di oneri di urbanizzazione a
del presente regolamento. fronte di realizzazione di opere di riquali-
ficazione dell’area.
Art. 9
Indicazioni per la previsione Art. 11
degli insediamenti commerciali sul territorio Valutazione della programmazione
1. I comuni, nella predisposizione degli stru- delle medie strutture sovracomunali
menti di pianificazione territoriale e urbanistica degli
insediamenti commerciali previsti al titolo III della 1. La valutazione, prevista dall’art. 15 della
legge, tengono conto delle seguenti indicazioni: legge, degli effetti sovracomunali delle medie strut-
a) il commercio di vicinato non richiede par- ture di vendita di tipo M3, dei centri commerciali e
ticolari requisiti di insediamento, anche se altre grandi strutture di interesse locale e, limitata-
vanno valutate attentamente le previsioni mente ai comuni con popolazione inferiore ai
all’interno di aree produttive; 10.000 abitanti, di tipo M2, viene realizzata dai
b) le medie strutture di tipo M1 e M2 devono comuni all’interno dei propri criteri per il rilascio
essere di norma localizzate, oltre che in delle medie strutture di vendita attraverso una valu-
complessi commerciali più articolati, tazione della localizzazione dell’intervento
all’interno nel tessuto urbano esistente. (distanza dai confini comunali, accessibilità), dei
La loro localizzazione nelle aree produt- settori di vendita e del bacino d’utenza previsto
tive extraurbane è normalmente compati- (capacità di attrazione dei diversi tipi di utenza).
bile solo limitatamente ai settori non ali-
mentare altri beni o a basso impatto. 2. I criteri devono essere trasmessi ai comuni
c) Le aree per insediamento di medie strut- confinanti almeno 30 giorni prima della loro appro-
ture di tipo M3 e le grandi strutture di vazione, al fine della espressione di eventuali osser-
vendita, devono essere urbanisticamente vazioni circa gli effetti della localizzazione prevista
idonee e presentare i requisiti di cui sulla propria rete commerciale. Le osservazioni
all’art. 6 del presente regolamento devono essere basate su quanto previsto dai propri
riguardo all’accessibilità e alla possibilità strumenti di programmazione di cui all’art. 15, lett.
di garantire adeguati standard urbanistici.
a) e b) della legge e devono essere inviate all’Os-
servatorio regionale sul commercio.
Art. 10
3. Nel caso di centri commerciali e altre strut-
Misure per la riduzione dell’impatto
ture di interesse locale, così come definite dall’art.
delle strutture di vendita
2 del presente regolamento, tali osservazioni
1. Ai fini del contenimento dell’uso del terri- saranno considerate nella conferenza dei servizi di
torio e della limitazione dell’impatto delle strutture cui all’art. 8 della legge.
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stessi e dei livelli di servizio previsti dai comuni e dettagliato alle caratteristiche dell’iniziativa, ai
dalle province per le strade di rispettiva compe- contenuti ed alle prescrizioni degli strumenti urba-
tenza; le soluzioni progettuali che rendono ammis- nistici generali ed attuativi vigenti in riferimento
sibile l’insediamento commerciale garantendone la alla zona di piano ed all’area interessata dall’inizia-
sicurezza. tiva commerciale, attestando la conformità urbani-
stica dell’intervento. La valutazione deve precisare
2. Le domande vengono spedite, a cura dell’interes- la localizzazione, la viabilità, la dotazione dei par-
sato, al Comune competente per territorio, alla Pro- cheggi, le eventuali difformità riscontrate; l’esi-
vincia e alla Regione. Per la spedizione alla stenza di vincoli, limiti posti a tutela di zone, aree o
Regione della domanda e di ogni altra documenta- edifici aventi valore storico, archeologico, artistico,
zione inerente il procedimento viene inviata una ambientale; l’esito delle procedure di V.I.A. in
copia al Servizio Commercio ed una al Servizio applicazione delle L.R. 12 aprile 2001, n. 11 e L.R.
Urbanistica. Per il calcolo dei termini di cui all’art. 14 giugno 2007, n. 17.
8, comma 9, lettera d) della legge fa fede la data di 5. Qualora il comune si pronunci per l’assoggetta-
arrivo della domanda al Servizio regionale Com- mento del progetto alla procedura di VIA i termini
mercio. del procedimento di rilascio dell’autorizzazione
commerciale rimangono sospesi per 90 giorni tra-
3. L’Osservatorio sul commercio, di cui all’art. 21 scorsi i quali il Comune si esprime sulle condizioni
della legge, può definire metodologie e indicatori per la elaborazione del progetto e dello studio di
per la redazione della relazione di cui al comma e) impatto ambientale nella Conferenza di cui all’arti-
per orientare la predisposizione della relazione di colo 8, comma 7 della legge.
impatto. 6. Qualora il Comune ritardi ingiustificatamente
l’espletamento delle procedure di VIA, si applicano
le procedure di potere sostitutivo previste dall’arti-
Art. 14 colo 29 della L.R. 12 aprile 2001, n. 11 sue modi-
Compiti dei comuni fiche ed integrazioni.
tenza, la Conferenza di Servizi può, senza modifica 5. La Conferenza si svolge in seduta pubblica,
dei termini di legge, richiedere eventuali precisa- ma partecipano ai lavori, oltre agli Enti con diritto
zioni e chiarimenti. di voto, soltanto i soggetti di cui al precedente
comma 4.
4. Se il Comune non invia le valutazioni di cui
al comma 4 dell’art. 14, la Regione convoca 6. Le funzioni di Segretario sono svolte da un
comunque la conferenza di servizi richiedendo al funzionario del Servizio regionale Commercio.
Comune di esprimersi in tale sede.
7. La conferenza di servizi verifica, alla luce
5. Ai fini dell’espressione del proprio parere, della documentazione presentata dal richiedente e
nella conferenza di servizi il Servizio regionale al verificata dal comune competente per territorio, la
commercio acquisisce, per iscritto preliminar- compatibilità urbanistica ed ambientale dell’inse-
mente, senza modifica dei termini di legge, il parere diamento proposto nonché, ove richiesta, la rispon-
del Servizio regionale all’Urbanistica. denza alla programmazione regionale.
contiene inoltre, la superficie di vendita delle sin- tivazione delle autorizzazioni già rilasciate alla data
gole medie e grandi strutture di vendita e la super- di pubblicazione del presente regolamento sono cal-
ficie complessivamente destinata agli esercizi di colati a partire dalla data di rilascio dell’autorizza-
vicinato. Restano ferme le norme vigenti in materia zione.
di attività edilizia ai fini del rilascio del permesso di
costruire o di altro titolo abilitativo. 7. In caso di attivazione non completa dell’au-
torizzazione entro il termine previsto dall’art. 8
della legge, la superficie di vendita autorizzata
Art. 17 viene ridotta dal comune a quella effettivamente
Procedure di monitoraggio e controllo esercitata.
Il presente Regolamento è pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia ai sensi e per gli effetti
dell’art. 53 comma 1della L.R. 12/05/2004, n. 7 “Statuto della Regione Puglia”. E’ fatto obbligo a chiunque
spetti di osservarlo e farlo osservare come Regolamento della Regione Puglia.
INTRONA
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DELLA REGIONE PUGLIA