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Delle Merauiglie del Mondo per


– lui vedute. "
CDelcostumedivarij Paefi, &dellofitanioviuer diquli,
De la Deſcrittione de diuerfi Animali. - ."

5 Del trouar dell'Oro, & de l'Argento.


-Delle Pietre precioſe. . . . . \

co/anon menovtile, chebella.


Dinuouoriſtampato,&offeruatol’ordine fuo,
.* - vero nel dire . . .

- ఇలా
In Treuigi, Appreſſo Girolamo Righettini: 164o
aछक्तचालकतान |- 7***-----चा > ·

ஒT |
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鰲醫
ម៉ឹ
Benigno Liter. s.
e Al | , , |

O non hò voluto, diferetto Let


tore, farui leggereil prefente Li
broin lingua più limata, eterfa, dł
quelchefece Ëifteffo Authoresì per
farui vdir le fue paroleifteffe, pro
dutte dalla natia fauella; come per
non voler con altre parole forfe mế
chiare che le fue difturbar l'auttori
tà di Marco Polo Venetiano, ilqua
le nel ſcriueri Paefi per lui veduti, e
nel nartarui finceramente la verità
non hebbe egualeal fuo tempo.
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Rabconda craben porta & fit
ta, & da Perfi, e Medij, & datutti
oltra il miare molto era frequen
tata. In queſtaterra vídi alcuna ,
coſa, che mi piacque molto. Vidi
- vn’huomo, che conduceua feco
più di quaranta milia pernici, ilqual huomo ve
niua per terra e quelle pernici per l'aere volando,
iſqual huomo le conducena da vn castello, che fi
chiama Ganeza da lungi di Trabelonda tre gior
nate. E queſte pernici fi erano di queſta conditio
ne, e proprietà, che quando quell'huomo dormi
ua tutte quelle pernici fi metteua intorno a lui, co
me foflero ſtate puiecini, ò galline, e per queſto
modo le conduceua in Trabelonda al Palazzo
dell'Imperatore, ilquale Imperatore prendeua
A 3 quelle
* V I A G G I D I
蠶 che luivoleua, ele altreil detto huomolere
uceua inlaterra doue lui le haucua pigliate. E que
ftaTrabelonda fi è verſo la porta de la città doue è
il corpo di Sant'Anaftafio de Armenia maggiore,&
è la più alta terra, che fia al mondo. . . .
З СА Р і т. О L o I I. .
Vando ilgran ChanSignor de tuttili Tartari,
e de tuttele fue prouincie, e regione; e Regni,
cioè devna gran parte del mondo hebbe intefo la
conditione deli Chriſtiani, mostrò in vifo, che mol
poli piaceffe. É diffe contra lifuoi Baroni, che lui vo
leua mandar vn ſuo meffo, ouero Ambaſciatoral
Sommo Pontefice de Chriſtiani. E pregò Nicolò, e
Mafio, quali erano fratelli, & erano Venetiani, &
erano ſtati nella Corte delgran Chan molto tempo
che gli piaceffe effere fuoi Ambaſciatori infieme cõ
.vno de ſuoi Baroni. Et quelli riſpoſe ch'elli erano
apparecchiati d'obedire à tutti li ſuoi commanda
menti. Et alhora il gran Chan fece venirinanzi di
fe vno de li ſuoi Baroni, ilquale hauea nome Cogo
bal. E diffe à quello, che lui voleua, che andaffe per
fuo Ambaſciator al Paſtor de Chriſtiani con quelli
doi Latini. E quello riſpoſe, e diffe. Iofon apparec
chiato d'obedır à tutti li voſtri commandamenti.
Allhorail gran Chan fece ſcriuere lettere in lingua
Tartarefcha al Papa fanto, e à quelli tre comandò
etiādio à bocca quello che à lui piacque. Indi le am
balciate fe contenta, che il fanto Pattor mandafle al
gran Chan cento valenti huominiliqualifoffebé di
|- -

V
- fcrcti,
fcreti, efanijin la fede deli Chriſtiani, Echefapeste
bendiſputare perlafede èmoſtrarper ragionà tutte
la fuagente,&à tutti quellicheadoragl'Idoli, come
la legge de Tartarinon è buona. E come gl'Idoliè.
operadiabolica, e che limoſtriperragione come la
fede de Chriſtianièla miglior fede che fia nel mon-,
do, Ancora pregò el gran Chanlidoi fratellichelo
rogliportaffedell'oglio, cheardenelcelendelodiº.
nanzialfepolchro de Christo in Gieruſalem« . . . .
o С A P I т Ο Ι. Q.; III. * ‫و‬.
‫ﺩه‬
Iceuutelelettere,e le ambaſciate ilgran Chan,
fè farvna tauola d'oro nellaqual fece ſcri
uer quello che luiçommandaua a tuttigli ſuoi ſud
diti doue doueua paffar quefti fuoi Ambaſciato-.
ri, che tuttidebba obedir loro ditutte le ſpeſe, che
li faceffe biſognosì deviuande, come anco de Na
uilij, de comitiua degentia pie, e à cauallo, come
à loro bilognafle, ficome farebbe algran Chan, fe
perſonalmente egli paffaffe peril detto viaggio. Et
quando Nicolò, Maffio, e Cogobal furno bene.
apparecchiati de tutte le cofe che à lorobifogna
ua, e tolta licentia dal ſuo Signore montò à caual
lo, & andoffene caualcando ben per ventigiorna
te. Et qui s'infermò Cogobal, e morì, Et gli detti
fratellife n'andò al ſuo viaggio. Et in tutti i lochi
che loro moſtrauano la tauola d’oro loro erano
feruiti, &L honorati de tutte le cofe che a loroha
uean dibiſogno, e diguide. E tanto caualcò che.
gli peruenne advn loco, ilqual è detto la Giaza- .
-- - - - - A 4 Et
13 . . . vir A G ст 'D'‫م‬...
ַ‫مة ז‬
Et dallaterra delgran Chan fin'a la Giázá fertero;
agandaruitre anni. Questo fừpër ſigran fiumi, e
fpesteh'eglitronaua, e permaliterripi;&etiamdiợ :
perligranfanghi:Dafa Giazafepartì, evenne in
Atridelmefe di Aprile del 1272. Et qui intefero, ?
che Papa era mðrtờ, chefü Papa Clemente. Quã
do egiiinteleläinörté déi Paſtor,trouờini vn Lega
to chaueanome mester Thebaldo, ilquale era per
la fanta madre Chięſäin quelle partioitráil mare.
Et a quello អ៊ីវ៉ូ fece l'imbaſciata dei
gran Čhan. Vdita 'åmbaſciata; gli diffe,che loroaſ
pettafetantoihfiú chéfehe faceTevfi'altro; lidui
fratëllife partì, &åndò a Negroponte, e puoià Ve
netiapërfaper nouelle difuagente, e dela donna . '
fua; e quella trouò, ch'era morta. Et hauea laſciato
vnfuo figliuolo,ilqualhaueaa nome Marco, ilqual
fão padre Nicolò non l’haueua veduto, & era del
tempo de quindeci anni. Queſto Marco è quello,
che ſcriſſe queſto Libro. Stette gli dui fratelli circa
annidui, alpettando la eletione del Papa. Et ve
dendoloro che'l paffaua troppo tempo fi partì da
Venetia, & menò via infieme con lui Marco fuo fi
gliuolo,& andò in Gieruſalem per pigliardeľoglio,
ſecondo ch'egli hauea per comandamento delgā
Chan. Epigliato l’oglio eglitornò in Atridal Le
gato. Et pigliata licentia da queſto per ritornar
dalgran Chan. Il Legato fece farlettere, promet
tendo lui de mandar al Papa le fue ambaſciate ,
eſculando etiandio gli dui fratelli , fcriuendo
-------------------
al
M A R C Q : PAO L O 8
algran Chan, com’effihxueuaben fatto quello che,
afpettaua à le file ambaſciate per la ſua pofianza; e,
cofi ſepartì, e venne alla Giaza. . - a
. . it'; } - : , : , : : : : : ::
. : С. А Р І ТО L О IV. . . . . . .
TN queſto mezofù notificato à il Legato ch'era
I ſtato fattovn Papa nouo, ilqualfù Papa Grego
rio da Piaſenza, e ſubito il Legato mą ndò mefia à
luidui fratelli,che ſubito tornaffein Arti. Il Rè d’Ar
menia fece apparecchiar vna Galia, con laquai effi
fe n'andò dal Paſtor:liqualifurono riceuuti con grã
festa. E degli reſponfione delle ambaſciate, e degli
duifrati predicatori, i qualidoueua andar con lidet
ti due fratelli algrã Chan. L'vn fù frà Nicolo da Vi
cenza.L'altrofù vn fra Guglielmo da Tripoli,liqua
lierano molto fauijin diſputare della Santa Fede,
Christiana. Etutti cinque ſe n'andorno infino alla
Giaza. Egiontiche furno, il Soldano di Babilonia
venne in Armenia con grand’effercito digente, e
danneggiarono moltolacontradá. Onde liduifa
telli temendo di nõ poter paffar rimafero col Mae
ítro del Tempio. Etfcriffelettere algran Chan, no
tificandolila conditione del fatto. E li dui fratesti
con Marco ſuo figliuolo,andò âvna Città,laqualha
uena nome Clemenif, e miſe à gran pericolo delle
a perſone: Inlaqualterra ilgran Ghan. Di quelle co
fe ch'eſſitrouò per via, ve farà detto in l'altra parte
dellibro. Eftette à andare dalla Giaza fino à Cleme
niftre annièmezo,perli grandi fiumi,pioze,e fredi,
,, Marco Polo, A 3 che
'#6 V Í A G G Í D Í -

chefono in quelle parte. Quando logran Chanin


tele che Nicolò, e Mafio tornáua, ello g i mandò
grangente incontra ben per 4o giornate con gran
de allegrezza. Etgiontial palazzo delgran Chan ,
elli feingenocchiò dauanti di lui con grandiffima ,
riuerenza. Et ello con allegro vifo li fece farfufo.
Edomandò come elli hauea fatto con lo Paſtort.
er lo carnin: E quelli reſpole de parola in parola
econdo che douea, poigli appreſentò le lettere, e
l’olio. Etello gratioſamente lo riceuèe mostrò ha
uere l'olio molto caro, e fello faluare con grande,
reuerentia, poi dimandò de Marco chi lui era. Et
fer Nicolò reſpoſe, fignore Pèmio figliuolo. Onde
elgran Chann’hebbe grande allegrezza, e cofiſta
uano in corte; & erano honoratigrandefriente ap
prefogli baroni de la corte . ' " *

C A P I T O L O V,
* /

Ar Arco imparò molto ben gli costumi de fi |


. Tartari, e le condition fue, e la lingua fua , !
sì, &_ in tal modo che ello imparờ quattro Hifi
gue, e leggere, & L ſcriuere in ciafchedừna delle. |
ditte quattro lingue, e per le qual coſe ello ven-
ne in grandiffima gratia del gran Chan, piacete,
al gran Chan pronar, come ello fapewa ben farvna
ambaſciada, e fi lo mandò ad vna terra per am
baſciadore, à laquale ello stette ad andar mefi
fie : Marco che fapea che'ſ Sgnor odiua volentie
f3 |
- - ---- - ---- z --****---- --wu-w- – – –

M A R C O P O L'O: ii . .
ra recitar nouelle, quandomeffo alcun vegniua de
alcun viazo Marco confiderando queſto, ſe propo
ne in l'animo defaperben riſpondere, cofi de la am
baſciata, come de la conditione, e stadi dele terrese
dibaroni, e per queſto ello ſcriuea tutto, e notaua .
Etornando che': fù ello feppe fibendire, che ello
venne intanta gratia al gran Chan, che tutti quelli
della corte el chiamaua pur fignor, vedếde l'honor
che'Ifignorgli faceua, e cofiello appellò per no
me queſto libro Signore. E cofiftette mifer Marco
in corte peranni difiſette. Et in tutto queſto tempo
fempre fà imbaſciator delgran Chan pertutte pro
uincie. Per lequalambaſciarie ello era molto inui
diado da tutta la corte, e tutto ciò che ello vedeuas
e cognoſceua,che gli pareua da notar tutto ello no
taua, e ſcriueu.a. E queſta è la cagion de faper reci
tareturte le prouincie de Oriente, per la qual cofa
perfettamentele recitaua al ſuo Sig.
C A P I T O L O VI. « *

S Lando stadili prediti Nicolo, Mafio, e Marco


tanto tempo in la gran corte delgran Chan elli
domandò più fiata licentia di voler tornare à Ve
netia, ma tanto era l'amor che'l Signor gli haueua,
che ello non gli voleua dar licentia. Aduenne che
in quel tempo morì vna Regina de India, laqual
hauea nome Belgoma, el marito hauea nomea
Argon, questa Regina ordinò in lo ſuo teſtamen
toche'lſuo marito non tolefie mai altra mogliers
12 - v. I А G G I D ،
fe non del parentado de Balgoma.Onde il Re Ar
gon mandò tre ſuoi ambaſciatori molto honorata
mențe congrandiffima comittiua à il gran Chan à
pregarlo, ch'effo lidoueffe mandarvna Doazella ,
del parentado di Balgoma, la qual esto voleuatuor
per moglie, vno di queſti tre Baroni haueua nome ,
Tularai. Il ſecondo Apufca. Il terzo Edilla,fatti per
ļoro ambaſciata à il gran Chan effi fù molto hono
rati daļu. Poi fece venir vna Donzella del parenta
, do di Balgoma, laqual haueua nome Cazatin,& era
d’età de anni 17. & era bela, e diffe à l’Imbaſcia
tori, queſta, e le donna che voi dimandate. Onde »
lorfù molto contenti, e diffe à l’imbaſciatori,che la
donna era apparecchiata al fuocommando.Liam
balciatoristando in Corte delgran Chan cognoſce
te Nicolò, Mafio,e Marco,liqualieran venuti d'In
dia effi latini. Et ſapendo che loro defiderauano
ruolto di partirſe, domandandogli in gratia algran
Chan Oird’effogli la fece,ma molto mal volentiera
e più per amºr della donna, che per altro per me
grotfler condutta per mare. " ~ : :: : :

: :: »C A P I TOL O VII.a.:: -
*:。
· :Mur Auutà la gratia il Signorfe daralliduifratelli,
: ‫قﺩر مﺍ قال‬. fa ,teraM der tanole d'oro diçõmandamen -

„to, cheffi affet» franthi per tutte le fue Prouin


cjeedcu ":e hier le pele per effie per la ſua cõ-
pagna, & vrduje napite ambaſciate al fantifiimo
: : & Pattor
M A R C O ; P. O L O; 13
Paſtor, & al Rè de Franza, & de Spagna, e molti
altriSignori Chriſtiani. Poi fece apparecchiarxiv.
naue, le quali haueua ciaſceduna quattro arbori, le
lor marauiglie non ſcriuo, perche’lferia troppolun
go. Erano perſone6oo. ſenza li marinari, e naui
corno per tre mefi, & arriuaro à vna Iſola, laquaľ- .
era verfo el mezo dì,laqualhà nome Laua,in laqual
effitrouò molte cofe marauigliole lequalifcriuerò in
queſto libro.Poife partì â nauichar per il mare d'In
dia per mefi 8.innanzi che effi arriuaffino donde,el
lidouea arriuar. La donnaèlibaroniandando tro
uò molte cofe marauiglioſe,lequalſemanifeſterà in
la preſente operá ordinatamente deterra in terra.
-

|- - - *

C A P I T O L O V I I I.
- , * - A ·
Vando al luoco della donna furono arriua
N-X ti trouò che'l Rè Argon, che dcueua ef
fer ſuomarito era morto, per laqual cola la don
na fù data à vn fuo Figiuolo . E fapete che tut
ti quelli Ioo. che intrò in naue, morì tutti quan
-ți faluo 17. E in loco tenente del Rè Argọn Signo
reggiaua vno, ilquale era chiamato Acatu, Im
percioche il Figliuolo del Rè Argpn era troppo
, piccolo, & à quello fù fattele ambaſciate, etol
fe licentia da Acatu. Acatu gli fe dar quattro
, tauole de commandamento, due de Zirfalchi. La
, terza de huomini. La quarta per le ſpele, e per
e le fcorte come efio foffe proprio in perſona-.
|- A 7 : Et
14 V I A G G I D I
Et cofi gifù fatto, e più fiateha perfcorta 2do. ca
ualli davna terra à l'altra. Et figlifaceaben luoco,
impercioche in moltilochi fitroua affairobatori, &
affaffini.E tanto caualcò questitre fignorich'eſſiar
riuò in Trabefonda, poiin Coſtantinopoli, e poi in
Negroponte,e poi in Venetia,e queſto fù del 1295.
Queſta hiſtoria hauemo ſcritta, accioche ciaſcadun
poſla effer certi che Nicolò. Mafio, e Marco potè al
dire,veder,e faper le hiſtorie chefonofcritte in que
fto libro per loro acopiato. Ma ſe volemo dire de,
quelle coſe lequalinoi vedeffimo, e trouaffino per
diuerſe parte, e per diuerfi regni. E fi comenzare
mo al nome del Padre, del Figlio, e del Spiritofani
to, ch'èterzo configlio. -

Ο Α. Ρ Ι Τ Ο Ι Ο ΙΧ, -

NT Oì comenzaremo in prima da la prouin


IN cia d’Armenia. Sappi che l'è due Armenie,
vnagrande,eľaltra pizola. Inla pizola. Armenia L
trouaffenio vno Rè, lo quale mantegniua ben iu
ftitia, e rafon, & erafettopoſto al Tartaro. In quel
la parte è molte Città, e caſtelli, & gl’ègrande ab-
bondantia detuttelecole da viuere,e fonogente de
grandi folazi;&g’è molti cazadori, e ofeladori di
ognirafone nonè fanacontrada, auzi ella è molto
infirmiza, e foleua efferbuoni huominiperarme-,
mafono fatti vili, e grandiffimi beuadori. Et è in
questa prouincia ſopra el marevna Città,
- - - - --
''མཱཡྻཱཡམ॰
è det
м А R. Gло в о г. о. 15
è dittala Giaza,inlaquale ègrandiffime mercantie,
e tuttelemercantie che vanno in quà, e in là tutte
mette chaud à questa Giaza, e de Venetia, e de Ge
noüa, e de molte altre prouincie, & etiandio tutti
quelliche vuole andarin Oriente.
í , ' ' |

• , ,
с А в 'І то і о .х.
. . . . . . . . .

Iº: narrato dela Armenia piccola. Hor la


Turcomania. In Turcomania fono tre genera
tione degente, vmägente èTurcomani, e queſte a
ádora Macometto, e fiha legge per sì, e habitain
mönti, & ih pianifecondo cheellitrởuan pafcoli
perle fue beſtie, e viue pur de bestie: luifetrouan
finicatialli Turcomani, e boni muli digran precio.
Le altre nationi fi è Armini Egerefi, liquali habita ,
inſembre,e viue de arte, e de mercantie, elauoraffi
lifneglioritápedi, egli più belli del mondo, elauo
rafie drapidelede cremefine, e d'altricolorimol
to ſplendidi,la più nominada Città de la contra- .
da Chirino Cyſerie,Senafto, e lo loco doue
fà martirizado San Biafio, e altrica
ſtelli, de liqualizion farò men
|- tion. Eglièfottolo Tar- |

taro d'Oriente, &


iuimette Ret- -

tori à
ſo piacere.
* * -

*<

A 8 СА
16 c v i A Gabria p г.
• •• ~ --
-? . : – , ; ::
, , C A P I T O L O X I. -

T A grand'Armenia è vna gran Prouincia, el


comenzamento è vna gran Città, laquale fi
chiama Areuiga, in laquale felauora boccarinigli,
meglioriche fi faccia al mondo, & gl’è gli miglior
bagni che fia. Et è ſottopofta al Tartaro, &_gl'è
molte Città, e Caſtelli. La più nobil Città è chia
mata Archidenea, & gl'èvnoVefcouo, &gl'è due
prouincie. L’vna hà nome Argiton, e l'altra Arziri.
D’Inſtate stanno al campo per liboni palcoli, e d'
Inuerno non gli ponno habitare per ilgran freddo
della neue. Le acque g'è grande oltra modo. Onde
le beſtie non gli può viuere. Elor fi partino, e van
no alliluochi caldi, oue ch'effi trouano herba aflai .
erle beſtie. In queſta grand'Armenia èl'Archa de
oèin s’vn gran Monte. Li ſuoi confinifono verfo
ilmezodì con vna grande Prouincia, laqual’è ver
fo Oriente, & è chiamata Moſul, & in quella Pro.
uincia habita i Chriſtiani, li quali fi appella Iaco
bini, e Neftorini, e perciò non fono ben in drit
ta fede: de loro vene conterò in queſto libro. In
verſo la Tramontana confina con Zorziani de*
quali in lo ſeguente capitolo ve ne farà detto. In
quelli confini verſo i Zorziani, e vna fontana, del
la qual elce vn liquore in modo di olio, &_ è in .
tanta abbondanza, che alle volte ſe ne carcaben .
cento naue; quell’olio non è buon da mangiare,
ma da abbruſciare è fino, & è buono peronzergli
- м А R. С О РО І. О. 17
gambelliperla rogna, e per altre infirmità, ę vien
gente da lontan paeſi pertuor di quello, & in que
fţa contrada non ſe nebrufa d'altro. *

- 2 % - * . " , ... . ;* * * !

-. С А Р. I го Lо x I I. . .
I N Zordiana è vno Rè, ilquale hầnome Nanide
Jl. mclich, che in noſtra lingua è à dir Dauid Rè, &
èſotto lo Tartaro, & antichamente fecondo che,
vien detto naſceua tuttili Rè di quella prouincia có
vnſegno infula ſpalla deftra. Elli è belli huomi è
valentidell’armi, e d'archi, efono Chriſtiani Ege
refi inſembre, e porta li capegli à modo de preti.
Queſta è la prouincia laqual non puotè paffar il Rè.
Aleffandro quand'eſlo volle paffarin Occidente,
perche la via è molto ſtretta è dubbioſa, e da vna .
parte è il Mar, e dall'altra parte Montagne altiffi
me, che non ſe può Caualcar per quattro leghe, la
via è tantoftretta che pochi huomini il paſ 蠶
foà tutto il mondo. Vedendo il Rè Aleſſandro che
effo non poteua paffare volfe deuider che neffun.
poteffe andaradofio à lui,e fece farvna torre cógtã
fortezza, allaqualfü meffo nome ia torre dal ferro.
:

С АР І ТО L o x I і I. . .
N la Prouincia de Zorgai è molte Città , &C.
Il Caſtelli, e fi lauorano digran quantità de pan
ni di feta, e d’oro, &_ gl’è i migliori Afto
ri del Mondo, &_ gli è abbondanza ditutte le co
fe da viuere. Li huomini viue di ‫بنگ‬ina
‫ و‬m
de
# 4 -
TĘ v Í A G G r p r . .
de lauorar terre. La prouincia è piena di grandi
monti, e de stretti paffie fontane. Ondeli Tartari
non poteua mai hauer piena fignoria de quella pro
uincia,in quella contrada è vno Monaſterio de Mo
naci diSan Lunardo appfeffoèvno lago, non naſce
peſcefe non de quarefima. E comenzafene à cattar
lo primo dìde Quarefimain grande abbondantia,
e cofife netroua fina al Sabbato fanto. Epaffato
lo Sabbato più vno folo cauo non ſe ne troua al
mondo. Et ha nome queſto lago Geluchelam,e vol
ge intorno 7oo. miglia . Et è longi dal mar d'o
gni parte xii, giornate,&intra in Eufrates,ch’èvho
de li quatro fiumidel Paradilo Terreſtre,&è de mol
ti altri frutti circondatili montièle terre d’India, e
d'Índia, e portada fedż, laqualhầnome gela.
Noi hauenno ditto delle contrade d’Armenia L.
verſo ſeptentrione. Hor ve diremo de li altri confi
niliqualifono frà el mezo dì, & Occidente. *
с А p 1 т о Lо хгv. 2.
Oful è vno Regno grande, iui habita più
VA generation, de gente ; iui è vna gente, li
quali è ditti Arabi, e queſti adorano Macomet
to, egliè vna altra generation, liquali fono Chri
ftiani, ma non fonó perfettifecondo la fede, Ca
tholica, & è Heretici, & è ditti Iacobini, e Nefto=
rini, & hanno vno Patriarcha, loqual è chiamato
Iacolia, e queſto få Arciuefcoui, Veſcoui, Abbati,
Preti, & altricherici, e manda quelli per Oriente a
in India, in Laducata,in Baldach, come fa el Papa
ill
м А R С О Р О Lo. 19
in queste nostre contrade, tuttili Christiani chefo
no in quelle parti Iacobini,e Nestorini ellihanno in
fuo animo bona fede. Iuièloro li panni difeda ch’è
detti Muſolini. Etgliè grandiffime mercantie diſpe
ciarie è d'altre mercantie. . . . .
In limonti di queſte prouincie habita gente, le
quali è dette card",& altrifono Iacobiniè Neſtorini,
altra partefono Saracini, liqualiadora Macômetto,
fono prodhomini per arme, e fono mali huomini, e
robbano volontierilimercadanti. Baſta ciò che ha
uemo detto del regno di Moful. Hor ve dirò de la L
Città grande di Baldach. -

C A P I T O L O X V.

Aldach fièvna Città grande, e bella, iai habi


Ᏼ ta vn Ajchalifo di Saracini, lo maggior de! Mõ
do, come habita in Roma il nostro Pastore per gli
Chriſtiani, e per mezo la Città gli và vn fiume mol
to grande,e per queło fiume fi può andar in lomar
d’India, & per queſto fiume và, e vien molte naue ,
con molte mercantie, & è longo queſto fiume 18.
giornate, e li mercadanti che vannoin India, air
uano à vna Città c'hà nome Leiffi, e poipaflain lo
mar de India. -

Infra Baldache Leiffi, è vna Città fopra el fiume


laqual ha nome Baſchra. Et attorno in queſta Cit
tâèbofchigrandiffimididatoli, limiglior che fia al
Mondo, - - |

- In
2O V I A G. G I : D I
: : in Bıldach fe lauora drappi d'oro, de diuerfel,
maniere e coff; de feda de nafich. Dena,che de cre
m fi,e fºffi de diuerfi laporieri con bestie,& gliè ab
bondantia de olelli, & altre beſtie. Baldach è la più
be la Città,e la miglior che fia in quelle contrade. E
ſappiche’i fà in Baldac vno Aichalifo de faracini,
alqual fù trou ato maggior teforo de pietre precio
fe, e d'oro,e d'argento, che hausste mai njun Signor
a! mondo, e dico come dal tempo della Incarnariõ
del noſtro Signor meffer Giesù Chriſto in 123o. Il
gran fignor de Tartarichiamato Alau, elqual era–.
fratello del gran fignor, ilqualera nominato Cubili,
congregò grandiſſimo effercito è venne ſcpra Bal
dach è prele la Città per forza,& era allhora in Bal
dachben too. Caualierià ſperon d’oro ſenza li altri
baroni, fi che grande forza fù å pigliar la Città, E
quando Alau hebbe prefa la Città, effo trouò evna
torrepiena d'oro, e d'argento,ęde pietre precioſe,
& era quello theforo fi grande che mai non fù vedu
tovno fi grande in niun loco. E quando Alau vide
tanto theſoro, molto femerauigliò, e mandò per lo
Alçhalifo, e diffe, io mimaraueglio molte de la tua
auariția perche non pendeui de questo theforo in
va'ếti huomini d'arme, che t'hauefie deffefo da me,
che ben fapeui, ch'io era tuo inimico mortale. Se tu
haueffidato del tuo theforo à glituoi Caualieri,for
fi t'haueriano deffefo chetu non haueresti pola tua
„terra.Lo Alchalifo non ſeppe quello chegli doụeffe
reſpondere. Etin quella fiata diffe Alau,poiche tãto
- - - defi
M A R C O P O L (). 2:
defideraui queſto theforo, io voglio che từ te ne fa
tij. Et allhora lo fece ferrar entro la Torre ſenza L
mangiare , e ſenza beuere. Ein cæpo quattro gior
ni fù trouato morto. Da queſto Achaifo innanzili
faracini non hebbe più Alchalifo ; g"huomini di
queſta Città fono molto accostumati, & honetti, ił
dir
peròdelle fue bontare,
ſeguirò & di
della Città coſtamitaria
Totis. troppostungo
- : r

° C A: P I T O L O X V T.
Otis, e vna Città moito grande, & e vna gran
s 1 de prouincia, in laquale, e molte Città, e Ca-
ftelst, & perche Totis, e la più nobił Città,che fix in
tutta la prouincia,to ve conterò de l'effer fuo:Lagẽs
re de Totis viué de mercadantie, & di arte lui fila
uorano molti panni d’oro, e di feta, li qualifono di
gran valore. La Città eben fituada, quà arriua met
cadanti d’india, e di Maldach,e di Molfu,e de Cre
mes, e di molte altre Città, & etiamdio mercadanti
latini. Iui fitrotta pietre precioſe in grande abbon
dantia, e molto gli guadagnanoli mercadanti. Et e
iui gran gente d’Armenij, Iacobini, e Nestoriai, e
Perfiani. Il popolo adora Macometto. Attorno la
Qittà e belliffimigiardini, e pieni di nobili frutti, Li
faracini ſonorij huomini, e gran traditori. '
- » C A P I T O L O , XV l J.
7 Oglio contarui vno grandiffino Miracfi
lo , il quai fù in Baldach , e in Moliti.
Vno Alchalifo , il quale voleua grandiffirmó
male à li Chriſtiani, e penſaus dì, e notte ce
r: - , , me
22 | V | A G G I O Î
moello li poteste deſtruzer tuttife ellinon renegaua
la fede Chriſtana,e come li poteste condurre a mor
te è tutto ei di fi configliaua con li ſuoi fauj Li Sara
cini voie gran mal a li Chriſtiaui. Et imperciò fopra
–diqueſto fatto eran molto folleciti, onde elli diffe a
Îo Alchalifo. Noi hauemo trouato la via che tu vai
cercando. Lo Euangelio de Chriſtiani dice, che chi
haueffe tanta Fede quanto faria vn gran defenau
ro,e dicefiid vn monte partite de quì,e vatene in al
troloco, che quel monte ſe leuaria, & anderia oue li
comandaffe. Onde fa conuocar tutti gli Chriſtianie
domanda ſelo ſuo Euangelio è vero, effi reſponderà
de sì. Comandag'i che li fazza leuar vn delli noſtri
monti. Noi non dubitemo che effi nol porà fare.
Alihora noili prenderemo e diremo ch’elli non hã
no tanta fede come è vngran de lenauro fecondo
che dice lo ſuo Euảngelio. Onde noi potremmo co
ma, darà loro, ò che effifazza leuar vn monte, &L
a idar altroue, ò che elli fe fazza tutti Saracini. Et fe
vna de queſte due cofe ellinon fa, che noilifaremo,
tutti occidere. Di questo configlio lo Alchalifo fù
moito allegro con tutta la ſua gente penfando com
piril ſuo deſiderio per queſto modo, e mandò per
tutti li Chriſtiani ch'era per le fue terre, liquali era
infiniti. E domandò ſe lo ſuo Euangelio era vero, e
fe elli credeua in lui. E tutti riſpoſe ſubito disì. Al
lhora lo Alchałifo dè a loro el partido ſopraſcrit
to e comandolli che infina à 15. dìdebbia hauer fat
toleuar el cotal monte è anɖaraltroue,ſe nó cheel
lo
*
M A R CO P O L Ó. 23 .
loglifaràtutti tagliarà pezzi grandi, e piccolinis
Li Chriſtiani furno in gran paura. Ma pur grań ſpeº
ranza hauean in lo noſtro fignor Giesù Chriſto. Lo
Vefcouo, e li facerdoti comandò che tutri douefle.
}
ftarin oration,pregando Dio che faza leuar lo mõ
se acciò, con li foi Chriſtiani fcampide tanta fen
tentia. Paffando otto dì l'Angelo di Dio venne in
vifional Vefcouo,e diffe, manda per cotal Caligaro
che non ha ſe non vn’occhio, e pregalo che'l debia
dir l'oration di Giesù Chriſto, che per quella oratiő
fe mouerà lo monte fecondo e'l voler de ſuoi con
trarij. Elo Veſcoito mandò per lo Caligaro, e pre
:
f.
gollo che' doneffe far oration à mifer Giesù Chri
ffo che’lfeffe mottere lo monte, e lo boh homo fe.
accuſaua peccatore non degno di dirhandar fi gran
de gratia al ſuo creator eículandoſe con grande hu
miltà come huomo honeſto, e caſto, e de fanta vita
ogni đìaldiuala Meffa, e faceua elemofine fecondo
la fua facultà. Et ello me defirmo fi ſe cauò lo occhio,
per la cagion ch'io vidirò, ello hauena aldito predi
car come diffe nifer Giesù Chriſto in lo Etrangelio »
ferotuo occhio te ſcandaliza canalo fuore, e butalo
via. Questo Calegaro non ſapeua lettere, ma era
homo de buon animo, e credetta che quella parola
fe doueffe intendere come ella ſe leggena per litte
ta. Venne vno dìvna gioitane alla faa ftagion per
vno paro đifcarpe, e lo Caligaro fi fece moſtrar el
piede per vederla forma,&incotinente l'inimicofi
l'hebbe tentato del visio de la carne,ma poco flette
- quello
24 , V I A G G I: D I :
quello glidie combiato,ecc.minciò molto à ripren=
derfidella fua mala cogitation, recordoffi della pa
rola dell'Euangelio detto di ſopra, e diſubito lui
fi cauò l’occhio del capo convna fuaftecca,per con
trition di quel peccato, &c. Li Chriſtiani tantolo
pregò, cheluigi Promiffe far tutta la ſua postanza
di pregar miffer Giesù Chriſto, che gli faceffe quel
la gratia;quamuisil fuffe peccator mortale. E venu
to il dì deltermine tuttili Chriſtiani feleuorno,e an
doffene à le fue Chiefe, e fece eãtar le fue fante Mef
fe.Poi le cõgrego tutti infieme,e huomini,e femine,
e piccioli, e grandi, e fece portarla Croce innanzi,e
li confaloni, e andoffene appresto al monte sùlo
piano. L’Alchalifo venne con grandiffima quanti
tà defaracinitutti armati per vccidere tutti li Chri
ftiani, fe'fmonte non fileuaua. Imperciò ch’effinõ
credeua, che il Dio de Chriſtiani hauefie tanta poſ
fanza, ch’il mõte fi doueste mouer. Et in quella fiata
il Calegaro amico di Dio fimiste å ginocchi nudi in
terra dauantialla Croce,e lenò le mani al Cielo pre
grando Christo dolcemếte, che faccia leuar il mon
te acciò che tanti ſuoi fideli Chriſtiani non moriffe
à fi crudel fentenza. Fatte le fue oratioņi confede,e
• cõ ſperanza, incotinente per la pofianza dell'Onni
potente Giesù Christoil monte fileuò, & andofene
doueg'era ordinato. Quandoglifaracini vide que
fto miracolo tutti fi marauigliorno dicéde molto,e
a grāde,e poffente il Dio de Christiani l'Archalifo cõ
grã moltitudine difaracini fi fece battezar alla fede
|- Chri
м А ќ d o i o 1. о. . . . . . .
ಳ್ಗ Mortolo Alchalifoli Saracini non velfe"
ch: foíle ſepolto in loco ch'eranofpott g'altri
Archalifi, imperciò ch’eglifapeua, chegliera fatto
verace Chriſtiano: Et gli trouò vna Croce fu la ſpal
la.&ompito è queſto miracolo,e raccontarvivogio
della prouincia di Perfia. ' ' , " * * *
“: - C A P I T O L o xv III. ·
| Р Erfiaèvna prouincia nobile.edigran valoregist"
I fù altempo antico &alpreſente è molto destru
ta dalli Tartári. In Perfiaèvna città laqua!hà nome
Saba,della quaife partiglitre Mºgiliquali andórfio
tadorar Gieſu Christo, quando naſcete in Bethełem,
&íh quella città èle fue ſepolture molto belle. Mat
cộfừin quella città,e domādòlagente đíquellerer
re circonuicine della condition dellitre Magi;&tő”
lifepero direcefaakuna đi verità, faluo che quellí
ſtre Rè, che fono ſepoltiin quelle tre arche, e non
diceua, come diffe l'altragente di quelle prouincte:
fecondo che vdirete, e non quello che fi dice.
{ С А Р і т. О Lо хлх.
E Voglio che voi fappiate, che pertre giorna?
L te õltra Saba è vn Caſtelo, ilqual ha nome.
:Calafata per inſta , che vuol dire in lingủa no
eſtra caſtel di quelli che adora il fuoco per vn fho
"Dio, e dirouuila cagione diqueſto. E dice la gen
ktedi quel caſtello, quando li tre Rè di quella ,
contrata andò peradorar vn Profeta, jiquaie era .
(naſciuto in terra di Giudea, e îi porto oro, in
&cenſo, e mirrha à quello, & circa la historiak
- |- fան
23 V II A G
G G. II Ð Í
fùa gli diffe mòlte hufie, eintrale altre falfità glidiſ:
is, che quando lorg venne à partire dal Profetail |
qual era vn putto de pochi giorni, lui gli diede vna
bustola la quale era ferrata, e dipartifie conla detta |
buflola che loro riceuette, caualcando per alcuni |
giorniche mai non l'aprì, e poi aperta trouò den
trovna pietra, laqual lorola diſprezzò, egittolla in :
vn pozzo, e tutte queſte coſe non fù vere, ma 醬
lagente cattiua, che non hà buonafede diffe qu f: :
to,e queſto crede, e fi difiechelvenne vnfoco daf
cielo che infiammò tutt’il pozzo, e quellitre Rèpi- i
gliò di quel foco, e fe ne portò alla ſua terra, e co
siloro adora quelfoco, e fe quello s'ammorzain
vn'altra terra loro van cercando, e non accende- :
rebbe li ſuoi celendeli conaſtrofocoanzilo van à :
pigliar cinque, òdiecigiornate lontano. Etinan- :
zivanno alpozzofelìnontrouafle altro. Ettutte H-:
fie coſe à meller Marco per quellidiquelcaſtelli fù :
dette. Ancoravi voglio narrar de l'altrę città dipfia
CAP I T 9 L o XX. . . .
I: la prouincia de Perfia è otto Regni. Il primo :
e chiamato Cafum. Il fecondo è verſo il mezo 'a
v

dì;&_è chiamato Cundiſtain, il terzo Lor, il quar


to Lienſtan, il quinto Iſtant, ilfeſto Cerazi, il fetti- |
mo Corcata, l'ottauo Trichay. E fifono nell'vici
re della Perfia tutti queſti Regni. Verlo il mezo :
dìfaldoTrinchay, che è dietro l’arbore ſecco. In
queſto Trinchay vifono belli destrieri, e muli ‫ﺩرع و‬
caualli di gran valore, . Egli è de'
|-
m4900
del | |
M A R CO P O IL O. 27
:delmondo, e vale ben vno trenta marche d'argen- . .
uto, egliè ambiąne che corre molto bene. Et de qu -
:fte beſtiefi conduce à Chiffi, e ad Arcomes, e quette
due città èfu la rita del mar d'India. In questo R: -
ugno egl'è crudeli huomini, SL ogni dì s’vccident»
atra loro,e fenolfuffe el Tartaro d'oriente ſuo Signo
i reloro robbariano mercadanti viandanti. Egito
no prodi huomini per arme, e offeruano la legge di
Macometto, iuilauorali drappid’oro, e difeta, &
aſcegli infinitibarbaſtelli, &ềabbondantia de rob.
F da viuere de frutti. lafoi è vna città per fi, moi
:to nobile, e grande, piena dimercantie, e lauora ,
perfe lídrappi d'oro, e difeta, liquali è detti Jaloi,
:oro adora Macometto, & halingua per fi,e quan
:dol'huomo fe parte da queſta città per andareinā
zi,luicaualca per otto giornate per via piana,e non
:roua habitation'alcuna ſe non intrelochi; e trouaſi
de molti boſchi con pernici affai, & con molti afini
eluaggi. In capo di queſte otto giornate ſe troua il
Regno di Crerina. Crerina è vn Regno grande di
Perfi,&al tempo antico teniuano il Regno per he
redità.In queſto Regno ſe troua pietre pretiofe det
te turchefe, & , ingrande abondantia, e trollafi ne’
monti, & etiandio ve n'è d'azuro, e de andanicho e
di accialo. Iuifelauora fornimenti di caualieri, fre
ni,ſelle ſpade,fperoni, archi, carchaſli, & arme d'ar
mare. Le moglie loro non lauora niente.Maledon
zelle lauora con l'aco nobilmente fugli drappi d'orº
è di feta d'ogni color. Inſuliſuoi monti naſce gi
- miglior
28 v T A GG I D I |
mig erfaconi, chefia atmondo. Eefono miglieti,
che non fonogh pelegrini, & volano fi forte. he
nefun vccello può ſcampardaloto. *** |
с АР 1 т о L o x x т.
Vando Phuomo ſe parte da Crerina "uiva ot
to difempre trouando Città,& cafteile,emol- |
te habitationi;e affaibuon andat per quelle contra
de hauendo gran folazzi, epigliafi pernici infinite. :
Quãdo vỏihauete catalcatógiorniſette per quello, :
voitronatevna grande dimờntata, e caủalcafilem :
pre diſmontando, e trovãdə ſempre abondantia de :
frutti. E altếpo artico vierà molte habitationi, e al |
preſente nelluno gli hábita fé non alcuna gente che :
pafcola lebestie.Da la città Crerina fin'a queſta dif
montata
non è fi granviuere
gli poſſono freddol’Interno, che li huomini
effendoben veſtiti, quando :Ü
tù feidiſmontato perdui giornitutroui vngran pia-:
no,e nel cominciamento del piano vi è vna Citra L :
chiamata Edgamad, laqualfù altempo antico no-"
bile, e grande, hora non è così, perche Tartaristra- :
nieri l'hanno deftrutta. Quelpiano è molto caldo,
la prouincia fe chiama Reobarle, li fruttifuoi fono
datoli, e pomi de paradiſo, pistacchi, & altri frut
ti; libout ſono grandi, & con pelo piccolo, e li-
- fcio, ma folto, le corne curte, e groffe acute, &
hanno vngobo in fra due ſpalle rotondo per dusu
fpanne. E quando fi vuol caricar effi s’inginoc
chia come fanno licamelli, & quando fono cari
catificaņo sì, & portano bene il ſuo peſo. Et
qui
|
M A R C, O P O L O. 29
qui fono moltonigrandi come afini, & hanno la co (

da fi grande largă, egroffa, che peſalire trentadue,


&è buonarda mangare; in quel piano vi è caste'leu
lequali hanc li múriditerra alti, e grr fi për difen
derfi da liluoi nemici. Quelli fudinemigifono chia
mati Caraoni, le fue madri fono d’fndia, elifuoi pa
drifono Tartari. E quando quellagente vủoi robba
re effifi per incantelmi de Demonijoſcurar l'aere,
come fe’i fuffe di meza notte, accioche loro non ,
fiano veduti da lungi, e questa oſcurità dutafette di,
& effifanno molto beneli pafiiye vanno vn’appref.
ſo l'altro, e fararno ben dieci milla, e nefuno può
pafiar, che non fia prefi, e morti; li vecchiocciden
do, eigiouenili vendeno per ſchiaui. 1!fud Rechia
mato Negodarse dicouicheio Marcofuiquafi in le
lueman inpericolo diefer preſo, e morto in quel
“la oſcurita, ſe ionen fuffe fuggito ad vn caſtello,che
ha nome Ganofalmi. Ernóiri di miei compagnifù
'prefi e martiquestopianchehodetto duraben per
cinque giornate verſo il mezodì,&in capodexin
que giornate fi troua Decuchuơ, e duri bene per
venti miglia, & è mala via pericoļota per aflafitni,
liquali robba liviandantº Etin capo di queſtiven
limiglia fitrouavn’altre piano molto bello, ilqua
e è lòngo perduegióznate,chiamafiil piano difar
:nofa, lui è molte acque, & datoli. :: -

* * СА Р. Р. То L Оº xх II. -
Vando tufeiin capo di queste due giornate-2
tutroui il mar Oceano, e ſopra la riua del
1IlåI
*
3o º V і А GG I D I і . ||
nare vna Città, làquale è appellåta Cormos, & his
buon porto.liiifi troua mercãti dºdiaparaf) {
*
cie, e pietrepretioſe, e margarite, drappi d'oro, e di:
feta,e déte d'Elefante. IuièCittà degrãdiffimemer
cantie, & hàpiù Città,e Castelliſotto dife, & è cap ]
del Regno, İİRèhà nome Remmeda Nocomoit;v
è gran caldo, & è infermofa Città,ſe alcun mercanten
. foreftiero vi muore egli piglia tutta la ſua robbad:
modo di faccomano. in queſta Città fibeue vind
datoli,e d'altre ſpecie, & è molto buono. Et qllic
non fonovfi dibeuere glifa venir vnfluffo diventrec
e dopò beunto lifa grābene, perche elpurgalà ੇ
fona. Quella gente non víano dellenostre viuande:
quãdo effi mangiano pane de forméro, e carne ſubi
to effis'infermano,&la ſua viuanda fi è datoli, eto
nina falata, e cipole, & agli. La gente di quella con
trata fono tutti negriseadorano Macometto, & el
non habitanonella città l'Eſtate perilgran calore:
effi vannoilifuoi broli; Iui fono le acque, eli អ៊ីរ៉ែ }
ecialchedunoha dell'acqua nel fuohorto, e moi
di bro habitano appresto ad vn diferto da labion
khảè cerca quel piano,perche el vien vngran ီ
chovccide gl'huomini, e come loro fentono ''
caldo ſubito entranoin quell'acqua,e vistannope
infino, che quelgran caldo paffa. Ancora vi dico
che loro feminano il lor formento, e l’orzo de
nieſe de Notiembrio, & raccogliono del mefed
Marzo, e così li frutti fono maturi à quel temp
Pastato il mele di Marzo, l'herba, e le foglie電こ:
-
T - - " , " *f - --

, Ав.coºr & & 0 & . . .


м.:ίiaoidsί
ιείεεεεno οιξεheduiίοήίinaλυg,
gio, L'ètalvlanza in queſtaterra, chemorto ilmari
to la moglie il piange per infin’à quattr’anni ogni
dì vna fiata, e cosìtuttilifuoi amici il piange.
: C A P I T O L O XXIII. .
* T Afcierò queſta città predetta, e non vene con
: terò de l’India niente; e voglio tornar per tra
montana, e conterouuidiquelle prouincie, e fitor
* nerò pervn'altra via alla città di Crerina, laqual è
detta dinanzi,imperochela contrata de laquáliövi
voglio dire percheandar non fi può a questa città di
* Crerina percheil RèReomadanacomarnefun può
fuggirdaluiche non fia morti, e per queſto molti
Rèlirende tributo, etanto è a dir Reumedanaco
i mar, quanto Vecchio de la Montagna. . . . . .
" " СА Р І ТО L. О ХХIV,
º TNA Etto del Vecchio dela Mòntagna, vogliouidi
recomeluifùpreſol'anno del
e quaranta doi. Halau Signor de Tartarid'Oriente
င္ဆိုႏိုင္ငံ
vdendo ciò che faceua questo Vecchio, le mandò
grand'hoſte attorno il caſtello pertre anni. Il Ca
ſtello era forte, e mainon l'haurebbe prelo ſe non
i glifufſemancatala vettouaglia. Onde lui fù preſö,
e fuglitagliatalạtefta, infieme con lifuoi affäffinițe
doppo questo quelcaminofà deltutto figuro.
с А в і т о і о хxv. :
P Artendofid a queſto caſtello fi caualca peryn
ianoconbelecoste, ebe herbaggio, bio
------------------------------------------------------------- --
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$2 v G-G- Í - D Is
‫ﺩنوﯼﭘ‬nif
(co ::ုဟ္grande
ညသ္ငုိႏုိဆ္ငုိႏ့ံှွရ
d'ognicolada viuere, glifiofiliftanno per la gran
destiuitia che gliè. Questa contrata duráben perfei
giornate con molti castelli, e città. Ef effiadörano
Macometto, &hdlalingua për fjalla 醫 fi carnina
benx.miglia chetu noritropiacquả.tivísndanți
ficonuienportarda beredai:päloco:
; c’A p i T o L öxxvf::-*
*
r-i Ometuſeiandato queste feigiornite tütroui
u vna Città, che hầnomesopurgaim, la citta è
bella, ediletteuole, era ábọndantedirobba da vi
uere, tuiſono limiglior melonidel mondo, eve ne
fonogran copia, & anco viföhộ cacciatori, e vccel
,
- 器 niforte.
Р. I т. Ο L. о, " хxyır.
’ ...." : " ‫ہ‬
‫مهلم‬.
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", : , :* |-
* :|
- IP Artite da questa contratatutroửiynaCittà; la:
ီ|ိႏိုင္ငံ၊
ម៉្លេះ
Aleffandro per moglie
Perfia, e questiadoră Macornetto, & haſinġua per
fi,perfin à 醬 città dural:tettée le 蠶
Tirtaro d’Órishte e quidièlicofinidi Peřfia entr
vento greco èOriente:Quando tute partida queſta
* città tucau:hidoidi chetinobtreuihabitationę
alcuna,e queſtdèehtrogrecö;&Oriente,e queſtoè
Ferchéia:fi::af:::::::::::::::de:
malagente. Iuiề đímolte acquíė;eđiniolte caccia
gionidi vccelli,iuifi troua molti Lçoņi, eliviandāti
ficonuiene portarda viuereperloro e pet le luebe
t: Pili.citeducgidຕtct
*** , « - * - "F" ºf 7 * * * * * to
- * * * *ⓛiq,
#crua
ilqua
M A R C O P O L O. 33
ilquale ha nome Titham,iuifi e mercato dibiaua,&
e cittade de grandifolazzi.Lifuoi montifon verſo il
mezo dì belli, e grandi, e quelle contrade circonda
trenta giornate, & eglie molto bello fale,&lagen
te delle contrade non vía altro fale. . . . . . . . .
; ; :, :, cifrirc : ""; i etr, * ; st": " : , , ,, ,
.GFA. P. f. T. O:L: O5. XXVIII. - - ,
V te partida quella cittade,e vai pertre di dé
tro vento grego, e oriente sépretrouãdo bel
le città, e caſtelli,biaua, e frutti ingrande abbondã
tia, e teneno la fede di Macomentto, & hannolrh
gua per fi,efono malagente, egrandibeuidori. Effi
hanno buoni vinicotti, e non portanoniente in ca
poſe non vna cordella lungabendiece ſpane, e que
ftariuolgieno intorno il capo fuo,e nõ portano ve-
ftimento alcunofe non è de cuoro de beſtie ch'effi
pigliano inca,e caccia ſchedun ſenza conzar li fupi
cuori. 3 ... . ... , ** , , , , * , , , : , o
CΑ Ρ Ι ΤΟΙ Ο ΧΧΙ Χ. »

Vnado tufe andato pertre ditutrouivna Cit


; \4 tà laquale è detta Echalem.laquale èin piano,
z& altre fue Città, e Caſtelli, & ein monti, per mezo
quella Città paffa vno fiume grande, e in quella cőt
trada fono molti porchifpini che s'affuma infieme,
egetta le ſpine entrola carne impiaga molte oche
lefiere. Lagente diquesta contrada hanno lingue
perfi. Livillani che ha beſtie per fi habitano in li
monti, & faste degrande habitatione entroli mon
ti con la terra. . . . .
Marco Polo: E СА-
| 34
-* v* * *
v і А :с:: съг в і м
:: :: :: :: :: :: :: :
**

, с А Р і т о і о xxx.
Р Artite diqua tuvai pertre di che non trouiha
bitatione alcuna, ne da mangiare ne da beue
re. Liviändäntiportano corifeco de tutte quelle.
cofe che glifono neceſſarie per quello camino, e in
capo di tre ditutrouila contrada di Balaffia.
* **
. -* * * · *- - - - . :- !. 。ゞ・エー。
C A P I T O Ł. O xxx f. 4.
fỳ Alaffia,èvna prouincia, e contrata laquale hå
| Perfi, e adora Macometto. Il regno de Balaf
fia è grande, e và per heredità, e quelli Rèfono di
fcefi dail Rè Alefiandro, e da il Rè Dario di Perfia,
& quelliè appellandi Recultari, & è à dirin lingua
nostra Aleffandro arnore de Rè Aleffandri grādi.
In qfta prouincia naſce pietrepreciole lequal è dite
Balaffiele belle pietre,e digtā valore. Il Rène fece
cauar per fi entroli monti per cagion che'Ínon cre
deua morire. Et alcuni non poteua condurne fuora
delregnofotto pena del hauer della perſona. Mail
Rène mandò a donare à lifignoridel mõdo per trí
buto, & alcune fiate à vendere,efe non foffe cofine
farebbe gran mercato. Etin queſta contrada fetro |
ua molto argento,&lì fiègran freddo. Tuinaſcono
molti buoni corfieri,e non portano ferro forto li pie
di, efempre vấno per le montagne. Liè molte cac=
ciagioni dibestie, & d'olellieg’ègrāde abbondan
tiade formento, de meio, d'orzo, e d’ogni biaua:
In queſto regno è fortistimi paffi, e per
|-
ಶ್ಗ

- M A R C O ; P O L O 35
effinonteme alcuno. Et loro fon buoniarcieri, e
cacciadori, &è digran monti. La maggior parte di
lorofi veſte dicuordì beſtie. Impercioche il panno
fiè molto caro. Le grande donne portano fotto le
veſtimente altrauerſo reuolte intorno di molto pã
no. Alcune braza cento alcunefettanta,e più,e me
no, ſecondo lofuo stato; lånorato di bombafio,e di
feda ſottile, e queſto fanno per mostrar d'efier grof.
fein centura, e portano brache difeda ſotti’iffima,
con muchio dentoa lor ficioſo. *.* |

СА Р і т. О L О xxxII. .
D Alongida Balaffia per diece diete verfoilme
zodì, e vna prouincia laqual è appellata Bal
fia, & ègente perfi, effiadorano l'Idoli, e lor fono
negri, & fanno delle incantationi d'arte di Demo
nij. Li htiominiporta à lorecchie forcelli d'oro, e
d'argento, e pietre precioſe, e margarite, efono
molto malitiofi, e caldihuomini.e femine. Illuogo
etiamdio è molto caldo,e non viue feriori de carne
è rifi, eſpecie, onde il vitio della lufuria gli regna
per talmodo, ch'io non ſcriuo: * , , , /

C A P I T O L O XXXIII.
i Alongida Baffia verſo il firocco è vna Pro
uincia, laqual fi chiama Caffimur, & ha lin
gua per si, & adoranoli Idoli, efonogrand’incan
tatori de demonij, e fà parlar l'Idoli, e fà matari
tempi, e fa venir grande oſcurità in l'aere. Di qua
fi può andaral mar d'Índia, effifon huomini bru
ni, e magri, e fi viue pur di carne, e dirifi, later“
- # fá
35 KY V I A G G I : D I ? -

ra, e molto tempestada. In quella contrada è città,


e caſteli, molti, & attorno questa contrada ſono di
fertigrandi, e forti paffifi ch'effi non temeno alcu
cuno. Il ſuo Rè fi mantien ben iuſtitia,& gl'e molti
heremitiliqualifanno grande aftinentia in beuere,
& in mangiare, & egrè Abadie, e Monaſterijafſai
in la fede ſua fecondola ſua legge. . -

: C A P I T O L O , XXXIV,

N On andemo piùinnazi imperoche moi'anda


refſimo in India, io alpreſente non gli voglio
intrar percheio al tornar della noftravia ve conte
rò di tuttele conditioni d’India, & imperciò retor
-neremo alle noſtre prouincie incontra Balaffia,ih
percioche al preſente non poffo far altra via . . . . .
... . . . , C A P I T O L O , XXXV:
Vaudol'huomo fe parte da Balafia effoval,
; per tregiornade dentro grego , & oriente sù
per vn fiumeche'l finde Balạffia. Iuifono caſtelli,
& habitationi molte. Li huominifon prodi per l’ar
me, effiadorano Macometto, & hannolingua per
fi. In capo di queſtitre dì, chefe troua vna prouin
cia, laquale, e tre giornate per ogni quadro,& e ap
pellada Vocam, effi hannolingua perfi, & adora
- ne Macometto, & e ſotto il Re de Balaffia. |

- " C A. P. Is T O L O - XXXVI.
р* di questa contrada è và per tre dì con
tinui trouando monti, e tanto aſcendi che,
tù montifufo yno grande monte, nel quale è vn_,
fiume imolto bello , &C. gi'è li miglieri palcoli
; : 。 del
M A R C O P O L.O. , 37
delạfondo Ogni beſtia magra in dieci dì fe fagraf
fa oltra mifura. Iui è abbondantia de beſtiefaluati«.
che,e de moltoni faluatichi, che hanno licorni lune
ghidieceſpana,altrifei altri quatro.De queſticorni
fahno li paſtori ſcudelle grandiffime,efcolieriperil
pianotu vaiben 12. dì chetunontroui habitation
alcuna, nèherba, & imperciòfàbiſogno alivian
dantiportare confeco vittuaria da viuere.Et dicoue
che per ilgragde freddo ch'èin quelle parte. Il fuo
co non è cofi chiaro, ne de quel całorch'è l'altro, e
non cuoce cofitofto. Pattemoſe di qua conteroui
delle cofe chefitrouz perventogreco, & oriente.
C A P I TO, L - O - X X XV I I. . . . . .
Vandol'huomo è andato pertre dìelfa luo
4. coche’l caualca 11. dì continui per monti,
: e per valle per cofte, entro greco, & oriente
conuien paffar molti fiumi, e luoghi deferti. In
queſti I 1. dì nó fetroua habitationalcuna, ne her
ba. Li viandanti conuien portar con fi vittuaria,
Queſta contrada è chiamata Beffor la gente habi
ta à li monti molto alti elii adorano le Idole, & è
molto feluaggi huomini. Effi viuono de cacciagion
de beſtie, lequal effi pigliano delle fue pelle, & fo
no crudeliffimi huominièpeffimi.
C A P I T O L O XXXVIII,
L Aſciamo ftar queſta prouincia, e conteroui
JL della prouincia de Caſcar, laqual fù già re
gno per sì, ma al preſente l'èſottopoſto algran
} Chan, effi tien la legge di Macometto. In
ーノ ・ В 2 a
38 V I А G G I D I и
la Érouincia è Città, e Caſtellimolto belli, elapiù
uobile è Chaſcar.Queſta Prouincia è détro grego &
oriente. E loro viue d'arte, & di mercadantie, e effi
hanno vigne molto belle, e pofeſſioni è broli; Isi
naſce bombafio affai, In queſta Città arriua molti
mercadantiche vanno perilmốdo con le mercan
ties Quellt della terra fono auari, miferi,e mal man
giano,e pezo beueho, In queſta Città habita alcuni
Chriſtiani Nestorini,& hãnole lue Chiefe per sì. La
gente della prouincia hanno lingua persi, la pro
uincia durap cinque dì. Saurmaratamèvna Città
grāde,& nobile, in laquale habita Chriſtiani, e fara
cini, &èſottopoſta al gran Chan. Maello non è fuo
buõ amico,anzi ftãno infieme. In quella Città fù,&
è vngran miracolo, com’io velo dirò, El non è an
cora grãtempo, che vn fratello del gran Chan, il
quale haueua nome Zigaray, fe fece Chriſtiano, &
era Signor di quella contrata,& diqueftofàgrand |
allegrezza entro gli Chriſtiani. Li Chriſtiani fece far
vna grāChieſain honore di miffer Gio: Battiſta, &
era fatta in qfto modo, ch’vna colonna de marmo
roſofteneua tutta la copertura della Chieſa,e queſta
colonna era in mezo della Chieſa,e ſotto queſta co
lóna mettè li Chriſtianivna pietra de marmoro per
pillastro la qualfù difaracini della Città, & lifaraci
ninonardiua dir niente, pcheilfuo Signor cra Chri
ftiano. Auuếne che'ifuo Signor morì & incontiné-
te lifaracini domandò quetta ſua pietra.Li Chriſtia
nili voleua dar vngran dinaro : perch’egli la la«
- - - ſciaffe,
MTA R C:O: PO E O: 39.
fçiaffe. Lifaracini non yolſe farniente, Il Figliuolo
di Zigaray che rimaſeSignor,commandò cheinfin
à di quindegili Chriſtiani li hauelle datto la ſua ,
pietra. Quandofù Phora yltima del termine, la co
lonnaſeleuò per lefteffa ben trefpanne alta; &u,
stà più ferma che da prima, ein queſto dì preſentę:
ſtafié coficheniente non la tocca, - - -, a-: q
-:
А. С. А. Рыі Т. О І. О, ХХХIХ. „
":rrt t: , , , ; * . . . .. -. . *.* . . . . . . се
Gť: - , ' .. . . . - - -

Omi párto di quà, e fi anderò innanzi, e conte


| rouid'vna Prouincia;laqualè appellata Barcạn,
&adura percinque giornate, e quelli di questa pro
uincia adorano Macometto, & gli èętiandioal
cuni Chriſtiani Neſtorini, effa è ſotto il gran Chan,
&_è piena di gran abbondanza ditutzełę co
viuere, & etiamdio d’altra robba, Pafferò piùolja,
& diremo della Cotá, : si: tº...,',
* * · |-

|- |-
- -
, , .iſ , L’;
|- - - - - |-
- - - - - - - - --

-:ெ : . .. . . . . .
--. C er: C A PT TO, L: O, XL. . . :i ;
* - e sia . . . . . .
- - - - - |- --
': ': ' : , , ,, }
T - A Cota èvna prouincia dentro Grego è Solo»
Llan, &èlonga otto giornate, & è fottoilgran
Chan, e tiene la legge di Macometto, In queſta
prouincia è Città, e Caſtelli affai, la più nobile fiè
Cota. Huifonovigne poffeſioni, e brolibombafio,
vin, olio,formento, & abbondanza di tutte le cole
da viuere, Effi viueno d'arte, e di mercantie, & fo
no buoni huomini d'arme, Dire vivoglio di Poime
' , - , : * · В 4 СА
4o v 1 A G G I D 1:
ь с А Р-1 т осъ о x LIў і
р Oimèvna picciola prouincia, laquaſ è longa
per cinque giornate; &dentro Griego è Orien
te, effièſotto il gran Chan, e tien la legge de Maco
metto, iui ſono Città, e Castelli. La principalhà
nome Poim, lièvn fiume, nel qual fetroua molte
pietre precioſe, cioè diaſpri, e calcidonij, iuièab
bondantia di viuer, effi viue d'arte, e di mercadan
tje. Effi hanno queſtavfanza; che quando Phuomo
fe parte de caſa per ſtar fuora per ventidì, la moglie
fenetroua ſubitovn’altro huomo, ilquale leitienę
perfuo marito infino che l'altro viehe à caſa, &.
queſta èfuavlanza, & lomarito ne può tronartwn
altra, & queſto per la foperchia luffuria sºbr. storii:
• • • } C A , P : I T.O. LIO 3 X LI I:: · , i ,
T Vtté le prouincie , lequali ve hờ, ditte da B
· 1 Chaſcar fin’à questa tutte ſono della gran .
Turchia, &_ è dentro griego èOrientale, la gente
adora Macometto, & hà lingua per fi, & gl’è mol-
te Città, e Caſtelli. La prima Città hà home Ciar
chia, iuifono fiumi che mena pietre precioſe. Mer
cadãtiportano quelle pietre, & fannegrãdeguada
gno, & gl’ègrande abbondantia, &_fono molte.
bone. Queſta prouinciaètutta piena difabbion per
la maggior parte, e da Cata infino à Poim è mol-
tofabion: El'acquefono moltoamare: eintali lo-
ghifono dolci, e la gente diqueſta contrada fugge
perleguerrebé tregiornate longi cõ tuttala lor fa
miglia è conle beſtiefue, e va per lo fabbion longo
:: - tempo
* v
M A R C O P O L O. 41
tempo tanto cheli troua acqua è herba Niuno può
faperla via ch'eglifa,nè che fà la gente d'arme-per
che il vento copre le pedate de' caualli.
C A P I T O L O XL I I J.
Vandotu te parti da Cianchian il ſe va per ·
5. giornate per fabion rrouando etiandio ac
qua molta, & amara,& in alcuniluochidolce,quan
do tu feiandato quelli cinque giorni, tu troui vn.
grandiffimo diferto, & all’intrar di quello diferto,tu
troui vna gran Città, laqual hà nome Iob, & è den
tro greco è Oriente, e queſta Città, vbbediente al
gran Chan, loro hạnno la legge di Macometto,qlli
che vuoi paffar per quel diferto conuienfi ripofarin
queſta Città pervna fettimana èfornirſe per vn me
fe di vito perloro, e perle fue beſtie è poi s'intra in
lo ſuo viaggio. Questo diferto è fi longo che à pena
l’huomo il può paflar in vn anno, e doue l’è più
ftretto,appena fi può paffarin vn meſe,& glie mol
te vallie montiè fabion,e non fi troua da mangiar.
Quando tu fei andato pervna notte è per vn dì tu
trouibõ acqua da beuere. Acque bone fi troua per
xx. giornate, beſtie, ne vccellinon fi troua in quel
diferto,imperoche nõtrouano da mangiar. Et fi ve
dico, che quando l'huomo caualca perquel diferto
dinotte, ſe alcunirimaneffe didietro, òp ſtanchez
za,ò perſonno,ò per altra cagion del corpo, quãdo
effi voleffegionger licõpagnifuoi, effi alde inaered
modo ditamburli,& altri inſtrumenti,alcune fiate fi
accompagnano cõeffiè parà quelliche i fia glifuoi
Marco Polo. B, 5 COfIl
‫حیم‬

42 V I A G G I D I * --

compagni, e figlichiama per nome, e fallivfcir de


via intal parte che li non troua mai li ſuoi compa
gni, e diloro non fe ne fa mai più nouella, e cofi fi
pafía queſto deferto con pericolo, e paura.
|- C A P I T O L O X L I V.
Vandotu hai caualcato per xxx. dìtroui vna
Città laqualhà nome Sancechian, & è ſotto il
gran Chan. La prouincia hà nome Tangur tuttifo
no idolatrifaluo che iui gl’è alcuni Chriſtiani Ne
ftorini, & alcuni hà la legge di Macometto, e quelli
idolatri hà legge perfi, elingua, e fi viue direnditi
dererra. Iui ſon molti monaſterijpieni de idolatri,
e quelli cheha Figliuoli ne mette volentiera í quelli
monáſterijò gli mãda yn monton, òfia caftron al
l'honor delli idoli, & in capo de l'anno gli huomini
menagli Figluoli dinanzi à li idoli, e fagi grande
riuerentia riporta cõ fi degl’animalı,e fi porta bel
le tauole dauanti à li {do'i con carne cotta, e dice à
liidoli, che mangi di quella carne. Fatto queſto effi
toglie quella carne, & póttala à cafa, e fà congregar
tuttili ſuoi parenti è magnala con gran riuerentia,e
gran allegrezza, e ſuoi offi mette in vno ſcrigno.
Sappi che tutti l’idolatri del mondo fanno arder
li corpi de gl'huomini, e delle donne quandofono
mortl. E gli parenti degli mortifanno metter per
la via donde diè effer portatiquellimorticappane
di perteglie coperte di drapi d’oro, e difeta è doue
fon queſte cappane effi fanno metter licorpi in ,
terra, e la eflis'apparecchian da mangiar digando
- - - - chc
М А R С О РО І. О. 43
che cofi, fatto honor quelli corpi riceuerà all’altro
mondo. E gionti al loco doue il corpo fe die bru
far, effi fanno dinari di carta, bombafina, e fainta
gliar di quelle carte huomini, femine, caualli, vc
celli, e gambelli & butta queſte intagliadure nelfo
co è dice ch'effi hauerà tutte quelle cofe in l'altro
mondo tutti viui,e per ſuoi ferui. Et quandogli por
ta li corpi à brular tutti li iſtrumenti della terra va
fonando inaanzi. Quando l'huomo è mortoli ſuoi
parenti manda per gl’aftrologi è diceli il dì è l'ho
ra ch'elnalcete, & gl'aſtrologi fa fue incantation è
dice in quel dì, e in quell'hora effo die eflerbrugia
to. Alle fiate lifanno tenervna fettimana,alla fiata
per vn meſe, alla fiata perſeimefili ſuoi parenti nõ
li laſcian portar fora de cafa fe non quando effili
commanda,fin ch’eſſo è in caſa,ello tiene in queſto
modo. Effi hannovna caffa de affie groffe vna ſpa
na, & è tutta depinta, e metteil corpo dentro, e fer
rala, ben copertade pannibelliſlimi, & infpeciail
corpo, quando la caffa èben ferrata, fi che nefun
fettorpoffa infirfuora,ogni dì li apparecchia lata
uola, & mette ſupan, e vin, e ogni vituaglia, e dice
che il morto mangia di quelle viuande. Et quando
il corpo dè effertratto della casta li aftrologi dice.
alli parenti ſuoi che effinon locaui fuori perilloco,
ond’effo fùmelfo, imperciò ch'effi truoua per le
stelleche'inonè buon, efäromperlacaliain altra
parte, e per quello tra il corpo, e queſto modo
tien li pagani, e idolatri del mondo.
- - B 6 C A
4 V I A G G I D I
- C A P I T O L O XLV:
N: te voglio contar della nobile prouinca_2
de Camul. Camul è vna prouincia in laqua
le è Cittade, e Castelli affai, la più nobil fiè Camul.
La prouincia fi è inuerſo maistro infra duoi dilerti,
da l'altro lato fièvn difertoeh'e lungo per tre gior
nate, e tanto da l’altra parte. La gente delle con
trade adorano liidolièhanno lingua perfe, e vue
dilauorier diterra,c'hà grande abbondantiadi vit
tuaglia. E lor fono huomini di grandi folazzi, effi
non attendino, fe non à fuonar inſtrumenti, &_ à
ballar,e cantar.Se alsun foreftiero va à caſa d'alcun
terriero perfolazzare, effi vengono riceuuti molto
allegramente. E ilSignor della caía commanda alla
moglie,che fia vbbediente al foreftiero in ogni cofa
che li commanda, etiandio fe lui volefie vfar feco. E
incontinente fi parte è vaffene alla villa. Ela don
na iltiene fi come il fuffe ſuo marito, e fa tutto ciò
che'l vuole,e di queſto non fe ne vergogna.Le don
ne è moito belle. Altempo de l'altro gran Chạnfà
mandà di meffi ch’effi non doueffe riceuer niflun .
foreſtiero à modo vlato. Della qual cofa effine fu
ron molto grami, e mandano ſuoi ambaſciadorià
lo Signor che non li doueffe aggrauar di tal com
inandamento,perchelifuoi predeceſſori hauetiano
fatto ſempre cofie che cofi voleuano far loro,e che
i ſuoi idoli l’hauea molto perben. Quando il gran
Chan intefe queſto, com’effi voleua foſtenir la fua–
vergogna, che folteniffi comeli par è piace.
' , C A
M A R C O P O L O 49

C A P I T O L O X L V I,

R Inguitalas è vna prouincia, laquale è appreffò


vn diferto che dentro tramontana, e maiſtro,
quella prouincia,è longa giornate fedice, & è fotto il
gran Chan, iuièCittà, e caſtelli affai, efono trege
neration de gente che rien la legge de Macometto,
e Chriſtiani, Neftorini, e Iacobini. Et al fin di que
fta prouincia è vn ir „nte verfoil Settentrione, nel
qual fono buone vene de accial, & d’andronico, &
in queſto monte ſe treua vna vena de laqualfe ne fa
la Salamandra, e non è beſtia ne Serpente: ma faffi
come io ve dirò. Ilgran Chan manda ſempre ret
torin queſto luogo pertre anni, per hauer la Sala
mandra, e l'azal, e l'andronico. Quando Phuomo
caua quella vena del monte, efla fi ftringe molto, &
vien fi come fili de lana poi la peſta in vno mortaro
de bronzo poi la fa lauar,e rimane filipuri e mondi
La terita fe buttavia,poi fono filadiquefti fili,liquali
non fono bianchi, e faffene mantili, poifono meffi
infuoco, elaffali pervno piccolo tempo, poilica
uano fora, e fono fi come neue bianchi,e ogni fiata
che quelli mantili ha alcuna macula effilimette in
fuoco, e vien bianchi come neue. Il gran Chan mã
dò vn de queſtimãtili al Papa de Roma, acciò che'i
fuffe mesto al Sudario de noſtro Signor Gieſu Chri
fto. Quando l'huomo fi parte di questa prouincia
di Ringujtalasilva perdidentrogreco, e oriente--
" " в 7 СА
48 viAGGI D I
C A P I T O L O XLVII,
Ntutriqueſti dieci dì,non fetroua habitation al
cuna ſe non dapoi che l'huomo è in capo de que
fti diece di ſe troua vna prouincia, laqualè appella
ta Sucur. Iui fono Chriſtiani Idolatri ſottopofti al
gran Chan. Le due prouincie dite dinanzi, cioè Ca-
mul, è Ringuitalas, e nominate Tangur, con la pro-
uincia di Sucur. Per tutti li mõti de queſte prouincie !
fi trouariobarbaro in grande abbondantia.Limer
cadantile porta per tutt'l mondo,elli non fanno la
uorar de nun'arte, ma viue de lauoriero della terra.
C A P I T O L O , X L V I II.
Ampion fi è vna grande Città, e nobile, fi
gnoreggia tutta la prouincia de Tangur dit
ta difopra, e la gente adorano gl'Idoli, e di quelli,
che adorano Macometto, &_g'è di Chriſtiani. Li
Chriſtiani hanno tre Chiefe grande, e belle. In que
fta Città quelli che adora l’Idoli hanno molti Mo
nafterj, e Abbati religiofi . L'Idolatri viuono più
honeſtamente, e più caſtamente, che li altri, &_
è alcana luna, in la qual effi non vccide alcuna be
ftia, ne vcce'li fin'à dì cinque è quelli cinque di vi
uono più honestamente che in tutto l'anno, Que
ft Idolatri postono hauer infino à trenta moglie , e
più, ſe effi hanno ricchezza. Ma la prima fi è la più
giuſta . E s'è gi n'hà alcuna ch’effi non li piac
que loro la caccia via, e poife maridano conlecu
fine,e cóle parēte, e con le madregne, eviue come
fa
МА R С О, Рo Lo. 47
fà le beſtie. Sappiate che Nicolò, Marco, e Mafio,
emo ſtattifette anni in queſta terra facendo i fatti
noftri. , ’ |

С АР I то L o x LIх.
Vando tute parti dalla Città de Campion, tu
| caualchixj. dì,etrouivna Città,laqualhano
me Ecina,& è in capo del deſerta del fabbion verfo
el Settentrion, & è della prouincia de Tangur, effi
adoranoli Idoli, e lihanno gambeli, e beſtie affai,
eſſiviuono dilauorar terre, & dibeſtie. In questa
Città tole liviandani vittuaria perx. dì, per vnde
ferto, ch’è verſo il Settentrion, iniquale non è habi
tion ne herba, e non gli habita gente fe non l'Iſtate
in la valle del deferto. Iui fi troua gente feluaggie ,
affai,e Afeni feluaggì,e moiti pini. In nel fine di que
fto deferto in capo dixl. dì, titruoui vna Città, che
ha nome Catacora, & è verſo il Settentrione, in la
qual Città fà fatto fignor il primo fignore che ha
u, ffi mai Tartari. Li Tartarihabitan verſo la tram õ
tana in contrade che fono belli piani, in liquel non
era habitation di Cittade, ne di Caſtelli, fe non che
gl’era buoni pafcoli, e buone acque, e grandi fiumi.
Iui habita Tartari, e non hanno fignor, ma effi da
uatributo al Prete Ianni, del qual tutto' mondo
parlaua. Auuenne ch'effi multiplicò molto, onde
il Prete lanni temeua molto ch’effi non gli po
tefle nuocer, mandoglili ſuoibaroni, e volfeli torre
de lì, e diſperderli, acciò ch'effi non hauefletanta ,
pofianza. Li Tartarife congregò infieme, e
|- |- Ᏼ 8 ;
PI

v I АG G I D I
fedalla terra, ouer diquella contrada, & andarono |
perli deferti verſo ilSettentrione in tal contrada , !
ch'effinontemeuano ilprete Ianni deliberoffe de.
non dargliil tributo,& in queſtoftetero più anni,&
alla fine effieleffero per fuo Rèvno della fuagente,
ilqùal haueua nome Chinchio,ilqualera fauio,& era
vn prod’huomo è queſto fù l'anno 1287. Quando
Chinchio fù incoronato, tutti li Tartari ch’era in ,
Perfia, e per ogni parte s’aduna infieme, e andò d
lti, e feceſi ſuoi obedienti, & effo li riceuete molto
volentieri,ebenfapètegnir la ſua fignoria. Fatto fi
gnor Chinchio fece fuonar latrombetta, congregò
tutta la fua gente,e acquiſtò Città,e Caſtelli molti,fi
che in pochi dì effo acquiſtò 8. prouincie. Quando
efo pigliaua alcuna prouincia effonon faceua alcu
na iniuria ad alcun, e non litoleua il ſuo faluo, che,
lui voleua ch’effiandaffe con luiin campo, e cofili
faceua bona fignoria, per laqual cofa era molto a
III2CO. -

C A P I T O L O L.
Olendofi Chinchis effer vn gran fignor effo
volle far parentado con il prete Ianni,e man
dò li ſuoi Ambaſciatoridomandando la figliuola ,
fua per moglie. Il prete Iannigli riſpondè villane
fcamente, dicendo ch'eflo l'haueua per gran dis
honore, cheºl feruo domandaffe la figliuola al ſuo
fignor permoglie, che innanzil’vcciderebbe, ch
effo gli la deffe. Aldita la riſpoſta molto s’infiam
mc d'ira, e difuperbia; penfando altutto diven
- di
M A RCO P O L O. 49
dicar la ſua bontà. Eſubito lo mandò a disfidar. If
prete Iannife ne fece beffe digando che li Tartari
non è huominiper arme, nientedimeno il fece ap
parecchiare tuttoi fuo campo per andar adoffo à
Chinchis, e Chinchis andò con tutta la fuagente in
sùvn piano ch’è detto Tangur. Quando il prete =
Ianni inteſe queſto effo, fe moffe virilmente, e vaf
fene contra Chinchis, e fù alle man. La battaglia fù
dura, e grande dentro l'vna parte,e l'altra con gran
mortalità di gente. Alla fine Chinchis fù vincitor
della battaglia, e conquiſtò tutte le terre del prete
Ianni, e regnò dopò la morte del prete Ianni anni
fei, e in queſti fei anni acquistò ntolte prouincie. In
capo di queſti feianni Chinchis andò col campo at
torno ad vn Caſtello, & lui fù feriro d’vna faggetta
d’arcoin loginocchio,ilqualcolpo fù molto morta
le, perilqual colpo morì. Drieto la morte di Chin
chis Chan ilqual fù il primo fignor c'haueffe Tarta
ri. Il ſecondo fignor haueua nome Bathin Chan . Il
terzo Chinchis Chan.Il quarto CublatiChan,ilqual
regna al preſente.Queſto è di maggior poffãza,che
mai fuste alcun difuoi predeceffori. E ſappie per
certo,che tuttili Imperatori di Chriſtiani, e di fara
cini non hanno tanta fignoria,e poflanza entro tut
ti come ha queſto Cublati Chan per fi folo,e queſto
ve farò ſaper apertamente per queſto nostro libro.
Tuttiligrandi Chani ſucceflori di Chinchis Chan
tuttifono fati portati ad vngrande monte à ſepeli
re quandofono morti, ilqual monte ha nome ...Al
chai
5o V I A G G [ D I
chí. Eſei gran Chan morffe cento mig!'a longi .
effo farebbe portato à ſepelirà quilo monte,e quel
li che il compagnano à ſepeliroccideno tutti quegli
cheinçontrano perla via, e dice, andate à feruiral
fignor noſtro à l’altro mondo, & hanno la fede ch'
effigli vadano, e cofi vccide caualli, e gambelli, li
quali haueuailfignor.Quando morì Mongui Chan,
e fu morto trecento milla huomini all'anima fua,li
quali furono in contrati portandolo almonte ·
С А Р і т о L o L I.
I I Tartari ſtanno d'intorno in pian, in luochi ·
caldı, ò che litruoua buoni palcoli. D'insta
te ſtanno à gli monti, & in le valle, & in li boſchi,
Effi fi fanno cale de ligname con perteghe, e co
prele con feltrơ, elle è rotonde, e portale con sì,
oue ch’effi vanno, e lempre mette l’vfcio verſo il
mezo dì, Effi hanno carrete coperte di feltro ne
gro, fi buono che acqua nol paffa mai,li gambelli
mena queſte carrette, e porta'ifuſo le moglie, e li
figliuoli. Le donne de Tartari vende, e compra
quelle cofe che glifa bifogno. Li maritiſuoi non s
impaccia della maffaria di caſa, fe non de cacciare
guerreggiar. Effi mangiano d'ogni carne, e beue
no latte delle caualie, & glie ne alcuni che feguar
dano da giacer con le moglie d’altri quando le fo
no buone, e leati. Le donnelauora molto forte la
terra. LìTartari poffono hauer quante moglie effi
poffono mantenir, li huomini danno la dotta à le ,
madri
|
M A R C O P O L (): 51
madridelle moglie. Malaprima moglie è la piuhɔ
norata,effirogliono le parente proffimane permo
glie, e quando il padre more, il maggior figliuolo
piglia la moglie del padre, pur ch’effa non fia la ſua
madrelegitima, e quando more vno fratello,l’altro
fratello togliela cognata permoglie, e fanno gran
de nozze.
- С АР І ТО L О LI I.
L Rè de gli Tartari è cofi fatto ch'eſſo adora vn
Dio, ilqual ha nome Nachigai, e dice ch’eſſo è
Dio eterno,ilqual hà cura delle moglie de figliuoli,
e delle beſtie,e delle biaue,e fannoii granriuerenza,
e quello Dio ciaſcheduno lo tiene in caſa ſua, estilo
fanno di feltro, e d'altro drapo,&g'ifà vna moglie
re con li figliuoli à queſtofuo Dio fatto di pece. Esti
li mette la moglie dallato finistro, e li figluoii dată.
ti. E quando loro vuole mangiare, trgicno della
carne graffa,e ongie la bocca ai ſuo Dio,e la moglie
è alli figliuoli, e poi ſpande il brode per caſa, e dice
che il Dio fuo, e la famiglia ſua hà la ſua parte. Ela
(ua beuanda è illatte deile caualle, e fi lo conza per
tal modo che’i par vino bianco, & è molo buono,e
chiamafi in lingua ſua chemiuis. Li ricchi huomini
fi veſte de drapi d’oro, e di feta, e vfano belle pelle.
L'arme fue fi è l’arco, la ſpada, e la mazza inferata.
Effiportano indoffo arme di cuoro, di befalo, e
d’altri cuori molto forti, & molto valenti in bat
taglia, e foſtengono grandiffima fame, effi staran
no ben vn meſe che loro non mangierauno ſe non
G4 IIIC
\
5I V ,I A G G I D I
carnefiluestrechepigano, ebeuinolatte de caual
fe. Effiftanno dì, e notte à cauallo armati, palcen
do li cauallimeglio che può, quando alcuno ester
cito paffa per alcuna contrada, effi mette quattro
reguardì dinanzi, e di dietro, e per fianchi, acciò
che'l campo loro non fia affaltato.
Quando loro vanno longi in guerra, effi nõ por
tano neffun ſuo paramento,ſe non vno coperto per
coprirfi quando el pioue, e ciaſcheduno di loro hã
no doi bottazzi di cuoro in liqualicff; portano latte
perbeuer, e vna pignata, in laqualefii cuoce della
carne, & quando purbiſogna fare vna grãde caual
cata, efficaualcheranno ben per diece giornate ch
effi non magianã o de cotto. Et hanno latte feco fa
lado, fi come pafta,e questo latte mette in vna fcu
della con acqua,e tanto lo menano ch'eflo fe diffol
ue,e poi lobene,e alle fiate effi falasta li caualli,e be
uono quel fangue,quãdofono alle man cõli nimici
elli vince in queſto modo, cioè fuggendo, e faggirã
do, e poi lo reguardoglie di dietro cofilipigliano.
Ancora li Tartari hãno queſta, vstanza che fel more
vno figliuolo ad vn’huomo, è ad vn’altro mora vna
gliuola pizola,li padri,loro fanno noze infieme co
me fe'i fuffero viui, e fanno le carte come fono ma
ridati infieme, e fatte le carte, effile brucia, & dice
che il fumo che và in alto,và allifpofi,e ch'effi ſe co
gnolce à l’altro mõdo permatrimonio,e per queſto
fanno le nozze efpãde de quelle nozze per mezola
caſa,e diconoche'l va àquellomatrimonio,e fanno
dipin
\F
м А R со Рo L О. ;; ;
dipinger vn putto, evna putta, à fomiglianza di 4!
liduoi putti morti,fi dipinger dinari, drapi,caualli,
gambelli, e poifan bruſciar quelle dipinture,e dico
no che quello matrimonio ha quelle cofe in l'altra
vita. Efatte queſte cole,lı paréti di queſti duoi mon:
tifichiamano parenti come s’effifuffero viui.
C A P I T O L O L I I I.

Q Vando l'huomo ſe parte della Città di Cata


cora, laquai è detta di ſopra, e di monte Al
chal, ò che fi ſeppeliffe quelli della caſa del gran .
Chan, effo va per vna contrada verfoil Settentrio
ne, & è dritto il pian di Barga, e duraben perdìxl.
lagente di quella contrada vien detti Mecrit, & fon
faluadeghi huomini, e viueno pur dibeſtie, ela_.
maggior parte delle beſtie,ch’effi mangia ſon cerui.
E fi ve dico, ch'effi caualca cerui come fe fanno i
caualli, lorofono ſotto il gran Chan, & han il mo
do deli Tartari, & non hannobiaua ne vino.
C A P I T O L O L I V.
Ndato, che tufei per queſti xl. dì, tù truoụi
il mar Oceano con molti monti. Îui fono
molti falconi pellegrini nell'Iſole, di quello mar
naſce girfalchiin grande abbondantia, &_ in que
fta contrada fono due Iſole delle quali io ve diffidi
(opra, ilqual fono verſo la tramontana, e guarda
vn poco verſo il mezo dì.
C A P I T O L O L V. , !

Itto vehò delle prouincie della tramontatìa ,


Ꭰ Hor vivoglio dire de l'altre prouincie ཥཱིཥྚ བ à
3.
|
4 V I A G G [ D I
la contrada doue habita ilgran Chan è paſſeremo
per la contrada de campion,tu vai pervna contra
da per di 5.& in quella fiata il ſe aldi più fiate parlar
mali ſpiriti in capo di questi 5. diverſo Oriente ſe
rtena vno regno ilquale s’appella Ergiuui, & e del- :
la Signoria del gran Chan, e della prouincia de Tã
gur aquale ha più regni. La genre di quelle cõtrade
iono di tre generation. Iuilon Chriſtiani Neſtorini,
& Idolatri, e di quelli ch'adorano Macometto. Li
fono Cittade, e Caſtelli aflai. La principal Città fi
hà nome Ergiuul da queſta Città verſo firocho ſe
può andar fina al Cataio, & in Cataio fetroua vna
Città laqua! fi è appellata Sirizai, laqual hà Città è
Casteli affa : & e ſotto al gran Chan. La gente fono
idolatri, & gi'e etiandio di Chriſtiani, e di quelliche
fanno la legge di Macornetto. lui ſe troua bouifel
uaggi, & grandi come Elephanti, e fono molto belli
da vedere,effi fono tutti pelofi faluo il dofio,eglifo
nobianchi è negri, & hanno il pelo longo per tre
ſpane. E di queſti cof fattigliene de domesteghi, e
portano gran peſo è fano grā laucrier di terra per la
gran forza ch'elli hanno. Qui fe trona il meglior
muſchio che fia al mondo,l'animalche’i fà è grande
come vna gatta, & hà quattro denti, doi di ſopra, e
doi di ſotto, & fono longhiben per tre dedi, e fono ,
Inolto ſottili, & hanno il pelo longo come hanno li
cerui,e molto groffo,& ha fatti li piedi com’vna gat
tâ, à liquali animali fi trouafottò il corpo apprefſo
lombcſigolo dentro la carne, &_ la pelle vna po
· ftiema
M A R C O P O L O. 53
fliema difangue, quello fe caua fora con tuttala L
pelle,e quello fiè muſchio. Di queſte beſtie fene trơ
ua ingrande abbõdantis. La gente viue d'arte, e de
mercantie, & gl'è abbõdantia d'ogni bizua, la pro
uincia è longa per giorni 26. Iui e fafani grandi per
duoi dellinoſtri, e ha coda lo gº beń purx. 'pane ò
9.ò 7. La gente de la cõtrada ſono graffi, & ha pic
cola fronte,e li capeli negri,gli huomini nó han bar
ba fe non pochi perche e in o mento. Le donne fon
molto belle, ebenfatte,e bianche e molto ſe galde
no, quandofono con li Chriſtiani,perche li ſono in
tegri del membro, e queſta gente adora l'Idoli,e fo
no molto lufuriofi. Li ricchi huominifono poffen
ti, e (pofano e pouere, femine fiando belle, e fi li
danno dotta à le loro madre della mogliere . '
C A P I T O L O L V I.
Vando l'huomo fi parte da Ergiuul, & va ver
fo Oriente per giorni otto,eflo troua vna pro
uincia, la quale fi chiama Egregia, & hanno
molto nobil città, e castelli, & e della prouincia da
Tangur. La principal Città fi chiama Calatia, la ,
gente adoranoli Idoli, & glie tre Cfiieſe de Chriſtia
ni Nestorini, & e ſotto il gran Chan. In queſta Cir
tà fi fà Zambeloti di pelo di gambello li più belii
che fia al mondo, e di lana bianca li mercadantili
porta pertu to il mondo vendando.
C A P I T O L O L V [ I.
(~\ Vando l'huomo fe parte da Ergiuul, effo in
V-4 tra in le terte del prete Ianni, e truea yna.
- prouin
56 V I A G G I D I
prouincia laqualhà nome Tangur. In questa pro
uincia è vn Rè di parentado del prete Ianni il ſuo
proprio nome è Zorzi, &_ effo tien le terre peril
gran Chan, ma non tutte quelle che tenia il prete
Ianni. Sempre il gran Chan tene parentela con li
Rè di que le contrade dapò che'l prete Ianni morì
fù maridati in quelli di quelle contrade. In queſta
prouincia ſe troua illapislazuli. La maggior parte
di loro ſon Chriſtiani, e queſti fignoreggia le terre.
Et egli ne di quelii ch’adorano Macometto, & viue
di bettie,& di terreni. Ancoragl'èvna gente,i quali
hà nome Argaton argoni cioè à dir guafmuli, & è
dettiguaſmuli, percheffifono naſciuti di due gene
rationi di gente, cioè di quelli di Tangur è di quelli
ch’adorano Macometto.Questifon li più belii huo
mini è li più fauijdella contrada. In queſta prouin
cia fi e la ſedia Imperiale del prete Ianni quando
effo fignoreggiaua gli Tartari, & ancora regna di
quelli che diſcende di lui. Questo RèZorzi dapò la
morte del prete Hanni fù Signor, quì è illoco chefe
appella Egemagog, ma lor gli dicono Vngemoguì
Vng, fono gếte Greca, & in Moguì fāno li Tartati.
» C A P I T O L O LV I I I.
Vando l'huom fene è andato per queſta pro
uincia per fette dì per Oriente inuerſo il
Cataio, e lì troua Città è Caſtelli aflai in liqualifo
no Chriſtiani, & idolatri, e di quelli che fanno, la
legge di Macometto, loro viueno di mercadantie,
e d'arte, iui fi lauora drapid'oro, e difeta molto
4. - belli
M A R C O P O L O. 57
belli, &efotto il gran Chan. lui e vna Città che fi
chiama Sindatoy, in laquale fe fà ogni apparecchia
mento, & armelequal fanno biſogno à battaglia. In
li monti diquesta prouincia, evena fina d’argento
c’ha norme Idica. . . - -

< .. . . C., A P I T O L O L LX.


Vando tute partida queſta Città tu vai per tre
giorni,e trouivna Città la quale ha nome Cia
gnorum, inlaqualè vngrande palazzo del gran.
Chan, nelquale luiſtancia, quando effo, e in quella
Città, e ſtagli volontiera, perche lìfono laghi, & ac
que affai, iuife troua anere, e grue, glifono dicin
que manierede grue cioè negre come corui,e mol
to grande. altre fono bianche con lo caporoffo, &
azuro,ebiancho, e negro moltobello, e lucente, &
è maggior che l'altre noſtre altre picciole conleu
penne, e con lo capo vermiglio. Appresto queſta L.
Città è vnagrande valle in laqualil gran Chan fece
far più cafe piccole, in laqual effo fà tenir grãdiffima
quantità di perniſe, & quando effo và à quella con
trada effo ha pernife affai ·
r C A P I T O L O L X.
Vando te ne partì dalla Città predettatu vai
\~Z pertre giornidentrovento grego. e tramon
tana, tu trouivna Città, laqual ha nome.
Ciãdul. In quefla città,e vngrande palazzo di mar
moro, e de pietre viue, le camere, e le falefon tutte
dipente d'oro, e apprefio quellopalazzo, cvn mu
to che volge intorno intorno 20mgiD d?
quel
58 v I А G G I в г.
quel muro fi è fontane è fiumi, e prati affai. Ilgran
Chan tiếbeſtie détro affai,e d'ogni maniera per dar
mangiar à li Zirifalchi, e à li falconi, liquali li tien in
muda, & Liuifono à le fiate pià de ducento Zirifal
chiefpeffe fiatelui gli và a veder. Equando ello ca
ualca per queſti prati, effo porta in groppa del ſuo
cauallo yn Lion pardo alfuo piacer la laſcia andar
ad vn ceruo,ilqualè dato mãgiar à gli grifalchi.Sap
piate che in mezo di queſta prattaria il gran Chan fi
havna gran caſa tutta de canne, &ètutta indorata
depenta è la copertura, e tutta di canne, e fiè forte
inuernicada che acque alcunanõla può paflare,fap
piate che quelle canne cingeingroffezza tre palmi,
&è longhe infi'à dieci in quindecipalmi.Queſta a
caſa è fi bene ordinata, & compunta, ch'ella ſe può
fare, e disfare. Quandola vien drizata, effa vienli
gata ben con 2oo. corde di feda à modo di traba
che òpanione. Ilgran Chan fta iui pertremeficioè
Zugnó, Luglio, Agoſto, imperoche la contrata fiè
molto temperata, e quella caſalì ſtå drizzata quelli
tre mefi. L'altro tempo la fià disfatta. Quando à
quelli 29. d'Agoſto il gran Chan fe partì in quel dì
di quelluoco, evafene in queſto dì allfacrificio di
latte, ſecondo che ordinanlı Maestri igran Chan;
che effo debba far in tal dì, acciò che li dì fuoi falui
tutte le coſe fue. E lui ha grandiffima quantità di Ca
ualli bianchi, & aflaicaualle bianche. Dellatte di
queſte caualle nifſun non beue,ſe non logran Chan,
# quellidella ſua caſa Imperiale. Evnagente la qua
- - - le
- M A R C O P O L O. 19
le fe chiama Orari, & à questi fù conceduto gratia
dibeuere di quellatte per vna vittoria, la qual elli
haueuano contra gl'inimicidi Chiochis Chan
C A P Í T O L O : L X I.
Vando il gran Changiorge à il loco ch'ello die
Q: il ſuo ſacrificio, & iui pande di quellatte in
aere, e in terra. Li Maeſtridice ch’il ſuo Dio, e li
Idoli ſuoi beuètutto quellatte, e per queſto ſacrifi
cio dicono che’lfe conferuale fue Città, e Caſtelli,
e gli Figiuoli, e la famiglia ſua, ele beſtie, e tutti li
beni de campagna. Et queſto fa ogn'anno al dì fc
pradettoà quelle Caualle fe fa gran reuerenza. Il
gran Chan hà ſuoi incantatori, liqualifanno perar
te diabolica che il mal tempo non oſcura mai il ſuo
alazzo eſpeſie fiate le nuuolette intorno il fuopa
lazzo, e di ſopra fi è buon tempo. E loro danno ad
intendere alle perſone che il fanno per fantità,e per
virtù del ſuo Dio. Quelli di quella contrata hanno
queſta víanza che quando l'huomo è giudicato a
effer morto, come l’è morto estilo cuoceno,e man
gialo,e fe'i muore dimorte naturalegli non lo man
gia. Questo vuoleli ſuoi incãtatori, accioche lide
monijhabbia la ſua parte, e fanno perarte, acciò \
che quando il gran Chanè à taucla le cope d'oro cõ
lequäl lui beueftiano in aere poi fi mette ingenoc
chioni dinanzi à il gan Chan quando fifà la feſta.
dell’Idoli p queſte incantationi, loro dimãda algrã
Chan per farfuoi facrifici Mótoni ch'habbia il capo
negroeincélo,e legno aloe,acciochel ſuo aj CHO
|- - - - 13
6ം V I A G G I D '[
É º p à odorífero, & lui fà dar tutte quelle cole pre
dette, accicche l’Idolo debbia conferuar tuttigli
fuci beni detti difepra. Quando hanno queſte coſe
etſi fanno cuocercarne innanzi à l'Idolo, e li da in
cenſo, e il brodo ſpande in aiere, e dice che l’idolo
hì la parte ſuae queſto fa congrard'incâti,e à ciaf.
chedun Idolo fanno la ſua feſta come noi faciamo
ag i nostri sã i. Ciaſchedű ídolo,hà il nome ſuo;effi
hanno molti monaſterijde Idoli,& in queſta cõtra
da è vn monasterio grande come vna Città, &L hà
monaci più de 5oo. e veſte honeſtamếte, e portail
capo,e la barba rafa,& in la feſta ſua fanno grãdelu
minarie,dequellireligiofiglinè alcuni che ha molte
moglie & de quelli che viue cafti,& queſtinon man
giano ſe non femole con acqua calda, e degiana,
molti di per amor de lifuoi Idoli, e veítefi dibiãco,
e negro è biauo,e porta veſtimēti di caneuo,e giace
sú letti afpri è duri. E quelli religiofi che non è della
regola de queſti,dice che queſti,che fanno cofique-|
ſta vita aſpra è dura, ch’elli fono heretici è patarini,
e ch’elli non adorano l'ídoli come fi die far di ra
gione. L'Idoli de queſta hà nome Feminini.
C A P I T O L K) L X I I.
I N quella parte di questo nostro lib. ve ne voglio |
contare tutte le magnificentie , e grandezze.
del gran Chan ilquale regna al preſente, &_
è detto Cublai Chan, che à dire in noſtra lingua.
vuoldir gran Signor di Signori. Equeſto, e perche
le potentiffimo de gente, e de terre, e de thefo
Il
M A R C O P O L (). 6;
ro più che fignor del mondo, ne che mai fuste da ,
Adamo in quà. Sappiate che queſto Cublai Chan,e
deldretto legnaggio Imperiale de Chinchis Chan,
della qual parentela d’effersẽpre colui, ilquale deb
be effere Rè delli Tartari. Sapiate che correndo l'ā
no del 1256. cominciò a regnare qdo Cublai Chã
effo hebbe la fignoria per ſuo grande feno, e forzo,
perche glifratelli, egli paréci ſuoilo voleua ſcacciar
ch'ello non regnaffe,téne modo ch’effo regnò,per
che à luife aſpettaua la fignoria per ragion, e comin
ciò à regnar in lo milefimo ſopraſcritto,e regnò in
fin al 1268. ondeflo regnò anni42. Esto hauệua ,
circa anni86. innanzi che'i fuffe fignor,e ogn'anno
andaus guerrizando, perche lui era caualiero, e ca
pitanio.Ma dopò che’i fù fignor,mai più non andò
in campo fenő vna fiata, ma effo mandaua gi figli
uoli, elibaroni ſuoi,fecõdo ch’à lui piaceua. La ca-
;gion perche l'andò perſonalmête in cāpo fù quetta,
e queſto fù l’āno del 1286. Vno ilquale haueua no
me Nania, ilqual fù auo de Cubjai Chan, ilqual era
giouine de anni4o. e fignordi molte terre,e digen
te, e diprouincie,e poteua metterà campoinfinita
quantità digente. Li ſuoi antecefforifà sếpre ſotto
la fignoria digrandi Chani, e lui etiamdio vedendo
la postanza ſua,& effergiouine,pensò di nő ester più
fuggetto adaltri. Effo appellò vno nieuo delgrãChā
ilqual haueua nome Caidu, ilqual poteua far ben ,
6o. milla cauallieri,& haueuano odio grandiffimo à
loro, &era fuoribello, questo Caidu diffe, chegli
- |-
‫میر‬ place
62 V I A G G I D I -

piaceuaben: &ordina d'effer infieme con tutta la


Íua poflanza, è andar ſopra le terre del gran Chan,e
ordinò il dì ch'effi voleua cominciar, e fe grande ap
parecchiamếto quando il gran Chan intefe queſta
nouella, lui non temè niente come fignor poffen
te, ſubito apparecchiò l'hofte ſuo per andar contra
gli ſuoi nimici, e giurò ch'effo non porterebbe mai
corona inteftafe lui non gliconduceua à morteria
come traditori, e non fece perciò fuo sforzo accio
ch'egli non s'accorgeffero, the ſe lui haueffe fatto
tutto fuosforzo, il faria cofa incredibile à dir come
farir ſtato grande.Effotolfe per ſuoi cortefani,e fal
conieri, & altri ſuoi caualieri della Città.Fatto l'ap
parecchiamento il fece vedere à gli ſuoi Astrologi
che fine haueria qlla guerra. Elorriſpoſero che l'ha
ueria vittoria. Et effo allhora fe miſle in viaggio cõ
tutta la fuagéte, e tãto andò che lui arriuò ad vngrã
piano, in nel qualera Nania con la ſua gente,liquali :
eranobế 3oo. milla,& erafi accampati peraſpettar :
Caidu cõ la fuagēte, per ãdarfu le terre delgrã Chã.
LiCapitanidegrã Čhan mettea à li paffide 41 piã
gente, acciò che neffuno poteste andar ne vegnir
che nốfuffe prefi.Nania fentiniếte qfto, e ripoſofie
per quella notte. La matina à bon’hora gli Tartari
andò contra il cấpo de Nania e fermoffifu vn pog
gio appreſſo Nania. Lagente di Nania non era ar-|
mara,perche lor non fentiua la ventura delli ſuoi ni-|
mici. E quandogli fentì,effi haueanogran paura.Il
gran Chan era insà vn gran edificio fatto ſopra L
elefan
м А R C o p o I. о. 63
élefanti, & iui era il ſuo confalon grande, e la gen
te era tutta apparecchiata con archi,e ſpade, & al
tr'arme à ſchiera, àſchiera da i 5. thilla per ſchiera,
e circondò molto presto il campo di Nania. All'ho
radormiua Nania, e lifuoi il fuegliò; e ſubitöfè fuo
narele trombette, e montorno à cauallo,& frontoſ
fi 'vna parte con l’altra; e quì fù la battaglia dura.
e forte fi che in tal modo parea che le faette piouef,
fedal Cielo, e molti ſonomiorti d'ogni parte. La ,
bartaglia durò dalla mattina allafera. E allhora la
gente di Nania cominciò a fuggire, Nania fù préfo
con tuttiifuoibaroni, l'altragente fi rende algran
Chan. Quando il leppe che Nania era prefo, lui cõ
mandò che'l fuffe morto in questo modo. Che’lfus
fe ligato ben ſtretto in vn tapedo ; e che'l fuffel,
tanto menato in qua, e in la ch'effo moriffe, e que
ftofece, percheilfuo fangue regale non cadeste in
terra; ne che’i Sole, ne l'aria vedeffe nefuno della
cata ſua miorire di mala morte:Morto Nania tutti li
baroni, & li altri ch'erano prefigiurò fideltà a ilgrã
Chan. Queſti fono li nomi delle prouincie lequal
obediua a Nania. La prima ha nome Forzorcia. La
feconda ha nome Cauli Laterza ha nome Barfcor:
La quarta ha nome Sincingigui. Detto vi ho come
il gran Chan andò al campo. Hora vi voglio dire »
delle conditioni, e dell’effer delle perſone delgran
Chan, ilqualha nome Cublai Chan, e delle moglie
fue; & delli figliuoli, & d'altri áffai fuoi fatti:
|- СА
64 V I A G G I D I
-C A P I T O L O LXIII,
L grande fignor, ilquale è detto Cubalişe dita
le ſtatura come io ve dirò. Ello è di meza ſtatu
ra,& è carnofo, ebé compleſſionado delli membri,
&ècolorito in volto, & hầgl'occhi negri, ebelli,eil
nafo ben fatto, effo ha quattro mogliere,lequal effo
ticne per fue mogliere. El maggior figliolo ch’effo
hà della prima di queſte quattro mogliere, effo tie
ne in corte per fi, e non è alcuna di queſte quattro
Regine ch’ella non habbia in la ſua corte 3oo.don
zelle molto belle,e cialcuna di qfte quattro Regine
à molti donzelli, e amici, e molti altri huomini, e fe
mine, fi che ciaſcuna di queſte quattro Regine han
no in ſua corte più di quattro milla perſone intra ,
huomini, e donne. Ancora à logran Chan molte
amichein Tartaria, & èvna gente,liqualife chiama
Origiach, & è gente ben coſtumata, di quella gen
te ne ha il fignor ſempre dõzelle Ioo.e le tien guar
date in vn palazzo da donne antiche, lequal hanno
gran cura de quelle donzelle conuiene che queſte,
donne fappia dirfe le ſono poncelle, ò fi, ò nò.e
queſte donzelle ne vien per ogni tre dì fie à guardar
la carnera del fignor,& à metterlo à letto,& in capo
d’altri tre dìnè vien altre fie, cofi ſe và mutando
fempre ogni capo ditre dì.Eflo hauède queſte quat
tro fue moglie figliuoli 22. El ſuo primo hebbe no- i
me Chinchis Chan per amor de Chinchis, eeuefto
douea efter fignor drietola, morte del padre, ma
queſto Chinchis morì, e rimaſe vn ſuo figliuolo,
- ilqual
м А R С О РО І. о. 6; *
ilqualhaueua nome Temur, e queſto Temur deb
b'effer Signor dietro la morte di Cublai Chan-per
che fù Figliuolo del ſuo primo Figliuolo, queſto
Temutèfauio è valente, e fece molte prodezzein
battaglie, & hebbe molte vittorie. -
7 СА Р і т. О L. О Lх I rI. . . .
TL granChanhebbe 25. Figliuolide fue amiche,
–l liqualifuronobuoni è valenti per arme, e cia
ſchedun diloro fù gran baron. E fi ve dico che de
quelli a 5. Figliuoli ch'effo hebbe có quelle quattro
fue moglie,el ne fù7. diloro Rè de corona,e ciaſcū
manteneua béil ſuo reame iniuſtitia,ein ragione.Il
gran Chan fta continuo per tre mefi à l'anno in la
Città maiſtra de Cambul,laqual è in la prouícia del
Cataio,cioè Decembrio, Genaro, Febraro.In que
fra Città è vngrande palazzo,e ve dirò come le fat
to,esto è circondato d'vn muro quadro; e fielongo
vn migliaro,onde il palazzo voglie quatro miglia. Il
muro è molto grofio,e tutto depinto di fuori de co
lor biancho, e vermiglio, & è alto diece paffi. In
mezo diciaſcuna fazada è vn palazzo, & allicãtoni
per ognicanton fièvn'altro palazzo, e tutti à vna
fomiglianza. Quattro de queſti palazzitono pieni
de fornimenti de andarin hofte. In la fazzada del
muro verſo elmezo di ſon cinque porte. La por
ta ch'èin mezo fie molto, grande, e queſta non
s'apre, fe non quando il Signorcfcie ò entra, ap-
| preffo questa fièvna picciola porta, e per laqual
entra efcie l'altra gente. Dentro da questo muro
Marco Polo, C èvn'al
sổ v I AGG I D I . . ..
èvn’altro muro poco longidal primo, fopra ilqual
fono palazzinuoui, fatti come quelliche ſono detti
diſopra. In queſti palazzifono iparamenti delgran
Chan. Da l'altrolato del murofono altre 5. porte
comele preditte. In mezo diquesto ſpacio dentro
dellidoi muri fi è il palazzo delgran ម្ល៉េះ
, ilqualè
fattò in questo modo. Effo nonhà alcuno ſolaro.lo
pauiméro è più alto che la terra de fuora duoibraz
za è mezo. La copertura è altiffima, muri,camiere,e
fale tutte fono coperte d'oro,e d'argento, e dipente
di figure straniffime molto belle,& à hiſtorie dibat
taglie.La fala è tanto grande che à vno paſto (e può
affentar feimilla perſone, il palazzo hà molte pórte
conbrolliègiardini,inliqualifono diuerfi animali, !
e diuerlegenerationi, e fi nè fon di quelliche fail
muſchio dallilati del palazzo verfo'i maſtro fièvn,
lago molto bello è grande;&egi'è peſce affaiè bon,
& perqueſto lago paffa vn fiume molto grande. In
queſtofono ferrate diferro, perilqualifpefce non
pờintrarne infir. Dicoue che verſo la tramontana
longi dal palazzò per vn miglio fièvn monticelló
alto per 3oo. paſſiquello monticello è pieno d'ar
boriliquali è ſempre con la verde foglia, emainő la
pde nel colore, & è ſempre coperto, & dibella her
berta freſca,&hà nome monte verde.In 4to mõte
èvn palazzo dipếto tutto di verde fin,in ilqualilgrã
Chan hà grandifolazzi con tutta la fuagente. Appf
foquefoglie vn'altrofomigliante, nel qual habita_ |
Temurfuo nipote, ilqual debbe regnaredopò la L
-/
- - - - . morte
м А к с о Рo Lo. 67
morte delgran Chan, e mantien gran corte perfi
|- C A P I T O L O L X V. *

* Ora ve dirò della nobiliffima è grandiffima L


Città di Cambul, laqual è in la prouincia–,
del Cataio. Effa volge 24. miglia, & è quadra à filo
ogni quadro è longo 6. miglia, & è murato diter
ra, il muro è alto benxx.paffi, e grofío paffi 5. la ,
Città hàxij, porte, e ſopra ciaſcuna porra fièvn.
| bel palazzo, e cofi hanno licantoni del muro. In ,
questi palazzi habita quelli che guarda le porte_
Le ſtrade della Città è molto longhe è dritte, fi che
vedere ſe può da vn capo all’altro. In la Città è af
, faifiimibellipầlazzi, e cofe molto belle. In mezo
della Città è vn pallazzo molto alto è bello, e gran
de, nel qualèvna grande campanna, e come è fena
la ſuona tre fiate, e all'hora neflun non ardiffe an
dar più per la terra, da poi li tre fuoni, fe non per
cagion di infirmitàò di putti che nafceffe, ò di tro
uar medici, e non vfano andar fenza lume. A cia
| fcuna porta fanno mille huomini in guarda de
notte, e non pertema d’altri ma folamente per la
droni, e per robbatori. Il Signor få farbuona guar
dia, accioche neffun fia tobato. Di fora delli muri
della Città fonoxij. borghi come fono lexij, portę.
In queſti borghi alberga mercadanti foreftieri, e
viandanti. Per la grandiffima quantità di Signori
* che vien alla corte, e per mercadanti, e perterrieri,
foreftieri, e li habita in li borghi più dixxi milla_L
puttafe, e nifuna di queſte non ''སm॰
2
habia
V і А G. G I D I.
laċittà ſottopena d'eligrare. Sappiate che ogni
di entra nella Citta più dimilie carrette di feta. E ::
fappi, che per dignità, e per poflanza, e non per . |
pauta, il gran Chan få far la guardia ognidi à 12. |
milla Caualieri à cauąłło, & queſti Caualicri fono :
dettiquifitani, cioè dir Caualieri fideli.
. : СА Р і Т. О L О І. ХV I. |
"

Vando l'e drizatala tauola ſua permangiar: |

elfe tien queſti modi. La tauola ſua è alta più


che tutte le altre,e ſenta à fetcentrion, eguarda ver
foi mezo dì. La prima ſua moglie gliſenta dallato
finiſtro, & dal deſtro latoli Figliuoli, e gli nepoti.
Quelli che ſono della caſa ſua imperiale ſentano à
vna tauola più baſſa. Poi li baroni è l'altragentel,
hanno tauole più baste,per il ſimil modo fono meſ
fele tauole delle altre fue moglie, e regine, e le mo
glie di Figliuoli del gran Chan. Ad altre tauole fen -
tano le moglie de li baroni, e de li altri gentili, onde
ciaſcuno è affentato fecondo il ſuo grado. La tauola
delgrã Chanè meſſa fu lafalain tal modo che'l può
veder tutti qlliè quelle chefono affentati. Alla fiata
s'era aflentati più de 4. milla plone. In mezo della
fala è vn vafo d'oro fin, ilqual tien più de vna am
phora de vino pieno ſempre di perfetta beuanda . '
Apprefſo qtto vaſo fono quattro altri vafi maggiori :
è de qltiquattro vafi ſe mette in altri vafi d'orofat
tià modo de boccali, & ciaſcun di queſtitien tanto
vin quanto bafta à quattro perſone,e qftife mette in
tauola à due pone, e per ciaſcuna vna coppa d'oro
- - - - fino :
м А R С О РО L О. 69.
fino; e cofi alle donne, e quelli che fà credenza alfi
gnor conuien hauerle bocche infastädecen drappi
d'oro, e di feta, acciò che'] fiato nő vada in fu levi
uande. Quando ilfignor vuole betiere tutti gli in
ftrumentidella corte fəna. Et quando effo ha la L.
coppain mã tuttiquelli che lo ferueſi ingenocchia
con gran riuerentia, e tutti libaroni,e caualieriche"
mangia alla corte conduce le fue moglie con fi, e
quandola corte fi e aſentata molti,&infinitigiocu
latori, viene à farinfinitifollazzi. Leuate le tauole
tuttivannod farli fatti ſuoi. . . . .. .
- G A P I T O L O EL XVII." "
Accionifaperchetuttili Tartarifannograndiſ.
* fima festa il dì che naſcete ilgtā Chan,ilqualhà
nome Cublai, effo naſcete à 48, di Settembrio. In
qsto di fefa la maggior feſta chefe facciain tutto Pã
no. Il dì della ſua natiuità lui fi veſte delle più nobi
liffimevestiméta che lui habbia d'orobattudo.Ebē
i 2 milla baroni fi veſte con lui di vn coloreànic do };
delle veste delgran Chan,ma nonfono cofiricché,
& ha vnágrande centura d'oro. Et queſte veſtimen
te preditte dôna ilgran Chan à lrbaroni ſopraſcrit
ti. Elui đồna tal vestimente d'oro che valle bendie-
ci milla bifanti d'oro. E di queſte cofi fatte robbe il
ne dona più parte. Il veste 12. fiate questi fuoi 12.
milla Baroni, e Caualieri, e lui medefino infieme ,
con loro. Horquipoffiamo noi coprendere la fua_.
grandiffima postanza. Il giorno dellafua natiuita
te di tuttili Tartari del mondo, tutti quelli che ha
- С 3 figno
- 7o V I A G G I D I ;;
fignoria da lui, liconuien preſentare di quello chi è
l’ordine,e ciaſcunofecondola ſua faculta.Eſe aicu
ni vuole domandar alcuna gratia, il conuiene appre
fentar digrandiſſimi doni, e tutti quei che fono fud
diti ſuoi cõuien far grandę oratione alfuo Dio,chri
ftianitartari giudei,aracini, e tutta l’altragente cõ-
uien pregarlı ſuoi dijche gli dia vita, & allegrezza.
LiTartarifannoilfuo capo d'anno del mele di Fe
braro congran feſte. Il Rècon tutta la ſua gente u
maſcoli, e femine tuttife vefte pur dibianco, e dice
che il ſuo fignore èben fortunato. Et inquesto dì tut
ti chefono ſottopoſtia lui conuien preſentare gran
diffimidoni d'oro e d'argento, e di perle, e di pie- :
tre precioſe, e di drappi bianchi molto ricchi, & af- :
tre cofebiãche,e cofifanno l’allegrezza tutto l’ānos.
In queſto dì vien preſentando al grã Chan più dix,
milla cauallibianchie caualle,& elephantibé 5.mil- :
la coperti de drappibiāchid1feda,e ciaſcú elephāte.
ha doi coffaniadoffo pieni di quelle cole che fanno |
dibiſogno alla corte del fignor, e grandiffima quan
tità digambellitutti coperti per il modo detto di fo
pra, e tutti pastano per dinanzialgran Chan. Il dì
della fetta pertếpo Innanzi che le tauole fiano met
tute tutti li Rè, e duchi, e baroni, e caualieri, aſtro
logi, e medici, e falconieri delgrāChan; capitani, e
rettori delle terre tutti vengono alla grã fala innan |
zialgran fignor, e quelli, che non può stare in fala |
ſtanno in altre parti, che il gran Chan gli può tutti
vedere, e tuttiinfuọgrado fanno davanti di lui.
Quan-
M А, RАС О. Р. О, L O. - 7 Įs:
Grando tuttifono in ordine, il feleua
|- - -
vnhu
ua vn huomo in
mrzo di lorofil yngran poggio, &alfopergolo, e
cřiga adalta voce. Inclina, e adora.Etincontinen-3
të tuttife mettọno inginocchioni adadorar, e pre
garil Cublai, çomefelfuße vn Þio, Equesto falli.
១ថ្ញៃ „Fatto queſto ciaſcunova aſentar,poi.
vanno ad vn'Àltate,i qualè al mezzo della fala. Su :
l'Altare e vna tauola in laqualë e fcritto il nome.
delgran Chan di littere digrandidimo valore, &
eglie Turibuidorofincon fuoco, & incenſo,e cia
ក្ញុំ
céſar la fauola ad honor delgrã Chã; e poi ciaſcuno,
torna afilóloco; e çiaſcuno fala offertaſuain pre
fentia delgran Chan. Lidonifono grandie ricchi,
e Poifiſentatura la corte à mangiar. Ilgran Chant
xj. fiate veste de gli ſuoibaroni,e caualieri,efucifi
deli,e queſtofalið perxí feste chefe fa l'anno;&in
ognifesta mudalerobedecolore,e questi veſtiméti:
fono fornidifecondo igradi, qualcõperle qualcon
oro, qualcon feda, &c. Ét etiandio vna centura per
huomodigrandiffimivalori, Etancoragida caize,
de camozza laugrate d'argento. Il gran Chan șếpre
fe veſte con loro ad vno intaglio, e d’vn colore, ma
egli più precioſe, e queste robe in ſumma per anno.
156. mille para di robe,e queſto fallo per honorare
piùlafua festa.Equando ille fa alcuna festa il fi pre
ſenta al fignor vn Leon grande, ilqual ſe mette à.
giacerí ãzí alli ſuoi piedifignificando ch’effo, e fuo
fignor come farebbe vn cagnuolo. Ilgran Chan
C· 4 · ha
7* v 1:A G G I D I -
habitain Cãbalu di Decēbrio,e Zenaro, e Febrard.
Ilva vnbädo pertuttele parte che ciaſcheduna ģ-
fona debbia vccellare cacciare conuienfi appreſën?
taralla corte tuttala prefachelifanno,etuttelebe:
fie groffe come fono cerui,dainiorfi,porci,e caprio
li equeſta caccia cốuien fartuttigliche habitaap.
preſſo à Cambalua 3e. giornate, eqüelli chefonó"
più lontan, manda purle pelle per conzar l'arme.
: A P I :OL O L: III:
L gran Chan ha duoibaroni fratelli carnali, l’vn
ha nome Baxam. L’altro ha nome Mitigan,e fo-
no appelladi Ciuitri, cioè quelli che tien licani, eli
maffini. Ciaſcheduno di questi doi fratelli hanno
fotto de sì diece milla huomini, etutti fono veſtiti
dibiauo, & deroffo. E quando effi vanno alla cit-
tade grande, li conuiene portare quelle veſte indof ·
foin queſtidieci milla hominigliene continuamen
tein caccia, questi duoibaroni difopta detti fi con
duconoglifuoi huominitutti quanticon lifuoicani,
e il gran Chan con lifuoi baroni fife mette al me
zo della campagna, oue fidebbe cacciare, da vn di
lati, e vn di duoibaroni con gli ſuoix. milla huomi
ni. Et da l’altro lato l'altro baron con gli ſuoi cani,
e ilgran Chan con lifuojbaroni fife mette al mezo
della campagna,ouefe debbe cacciare.Davn dilati
e vn di duoi baron con gli ſuoix. milla huomini.
Et dal'altrolato, l'altro baron con glifuoi, e tuttile
mette à ſchiera longi vn da l'altro tanto che le fue
ſchiere, e longiben per due giornate, e poiſe met
- tÇ
|
- - - м А Rло о р о і о 73
:tealla caccia e trouano molte, e diuerſebestiefalùa
ideghe, e nefluna puòfcamparche non fia preſa. ,,
. , sa C A P I T O L O L XIX, .....….',
- Q Vando ilgrã Chan ſe parte de Cambalu il pri
< mo dìde Marzo ello va verfoil mezo dì fina à
il mar Occano, ilqualè per due giornate longida
Cambalu, e conduce con fi falconi ben diece milla,
e ben cinque milla grifalchie falconi pellegrini in
gran quantità, e aftori infiniti, e ciò che s'ha prefe»
vien appreſentado al fignore. E quando ilgtan Chã
và cacciando el và coniui ben diece milla huomi
ni, iqualifon’ordinati perfua compagnia, e questi
fono appelladi Taftori cioè gtardie, questimette à
mente à lifalcoñiquando i vola, & hanno ciaſcuno
vnrechamo,e vn capello di quelli vccelli,e nęfluno
non fe può perdere, imperciò che ciaſcuno ha vn
ſcudetto d'oro a li zeti con il ſegno di colui che tien
1 vccello, eche’ſ gouerna. - :..«
",
his, 3 i::: р
k. i 2v - C:A P I T Ο Ι. Ο L ХХ си - мі»
ෆ Vando il gran Chan fa lafarli ſuoi vccelli
- non biſogna che nefluno vada dietro, im
perciò che quelli foņo deputadi à questo,
loro n'hanno buona çura. Il gran Chan ſempre.»
va in caccia fu quattro Elefanti, con l'quali: fie
vna molto bella camera di legname molto ben a
edificata, e dentrofi è tuttalauorata à ora, fin, e
coperta de, caori di Leoni. In quella camera tien
il gran Chan dodeci grifalchi, e ftangli alcuni
degli fuoi baroni per dargli dietro. Interno à
. . Marco Polo. " C 5 que:
74 . У 1 А с сs I D I
questi Elephãticaualca moltibaroni. E quando effi
vede paffargrue ò vccelli, lofan faper al ſignore li
fignore fa laſciar ligrifalchi, e cofi vide la caccia.
Quando ilgranChan arriua in vna cãpagna laquale
hầnome Caciamordin, luitruoua apparechiate le
fue téde, e pauioni per sì,e per le moglie per li figli
uoli, e per l’altri baroni. Queſtetrabache, e pauioni
fon più dex, milla.La trabacha delgran Chanè fat
rain queſto modo. Il loco doue che'l tiene la corte
figrande che’ltienſpacio per più dedoi milla caua
lieri, questa tenda ha la porta verſo il mezo dì. In q-
statendaftãnoli baroniècaualieri. ln vn'altraten- :
daftà il fignorverſoOccidente, & quando il vuolele :
parlar adalcun baron. Luilifa andar in vna bella
camera doue dorme il fignor, & glie due camere c6
falefatte come io ve dirò.Ciaſcuna samera à 3. co
lõne molto bélauorate, e coperte di pelle di Leoni
quellicuorifono, vergoladi de più colori,cioè bian
chi,e negri, & roffi,fono colorinaturali,fiche vento
ne pioggia non li può paffare: imperciò che le pelle
hanno quella virtù. Dentro lefono fodrate di pellė |
di Armelini di Zebelini. Sappichevna ruba da ca
ualiero fatta di Zebelini,valbédoismillabilanti d'o
ro. Le corde che tien queſtetende fono tutte di feta
fina. Letretende dei gran Chan è di tanto valor
che vn Rènon le poraue pagare. Intorno queſte
tende fono altretende moltobelle, & affaifiime, e
propriamente il parevna Città tantagente fono in
quellstendeditutte parte, e corregente à talfolaz
- - - ZO •
- М А R c:О РО І. О. 7;
zo. Ilgran Chan conduce con fi tutta la ſua famił
gia come il tien nella ſua Città de Cambalu. In que
ftoloco stail fignor fina alla nostra paſqua, & in tut
to queſto tempo non ceffa dicacciar, vccellar ſopra
i laghi, òfopra i fiumi, '. . r . . » .”
-
| 3
* :

- СА Р І Т О L. О LXXI, 'r

S Appiche nefſun mercadante,ne vccellatorảfus


poſta non offa vccellar ne cacciar|appresto xx.
giornate ogni huomo può far comeli piace. Ancor
lappi che ne Re, ne alcun'altro Signore, ne piccio
lo negrande non offa pigliare alcunabestia feluade
ga di i’ntrada dimarzo perinfinadottobrio. Echi
contrafaceſſe ferian punidi duramente. Et imper
ciò creſce beſtie intanta quantità ch'e ſenza fine. »
Quãdo al fignor piace,il ferirorna à Cambalufem
i pre cacciando, & vccellando. E quando effoegion
to in Cambalu,lui fà tre dì grãdiffimafefta. In que
ºfta terra nonſe alberga alcun forestiero ne anchefe
ſeppelifle alcun morto. Li foreſtieri alberganoinii
* borghi, e figlifepeliffenotuttiglimorti. In la Città
di Cambalu filiportano cofinobile mercantie,pie
tre precioſe, e d'oro, e difeta, che terra non e alcu
i na almondo doue tante ne fia portade. Queſtes
|
merchantie viene d'India, e dal Cataiu,e di Mangi,
|
e d'altre stranie parte. Equefto e folamente per la e
-

grán corte ch’e í Cambala,e perla moltitudine del


|
lagente, che gionge in la Città, e la città e in mezo
di molte prouincie . -- --- <. \,
тт“ - с в СА
76 , - V I A GyG, I D Hg |
.ing: rG A P I To Q. L.Q. LXXII: ...; |
預黜 Chan få farmoneta peril modo ch'io ye
dirò. Effofa tuorlaſcorza de limoreri, cioè la
驚 , laqualè dentrolaſcorzagroffa, eillegno di
queſta ſcorza fene fà carta ſottile, e negra, e può
vientagliata à modo di denarialtri piccoli,altrigrã
di,altri val mezaronza,altrivna onza, altri 1 o. groſ
fi, altri 3e. altri vn bilante, &c. e cofimonta fina à
ro.bifanti, Questi danarifono figiilati delfigillo del
fignore, Questamoneta ſe ſpende per tutte le pro
uincie è regni,liqualifonoſottopoſtià ilgran Chan,
e nefuno ardiffe à refudar ſotto pena della teſta, et
chila contrafacefle,faria deftrutti finaal terzogra- :
do. Alcune fiate vien mercanti, liquali preſentaal- !
la corte tanto oro, perle, e pietre pretioſe che vale,
yn grandiffimotheforo,eil Rèli paga della moneta
Preditta, allę fiate gli da altra mercantia, & più fia
te à l’anno il gran Chan fà commandar, chechi hà
oro, è pietre precioſe,ò altra nobile mercantia,ch'-|
cílila preſentiàliſuoitheforieri. Il fignor è molto
ybbedito è falį pagare della ſua moneta:e tuttilato
glie voloptiera, & à queſto postete cognoſcereil
gran chefordiqueſto Signor,impçrcioche la mone
ta nonஇ. coſtaniente. . . . .. ł. , : ,
-- : A P I T O L O LXXI I I. i
Q Veftogran Chan hà x, baroni liquali hanno
^>4 cura di tutte le coſe che afpetra alla ſua Si
gnoria di 34. prouincie ch'efloha, e queſti ſempre
ftanno fu il Palazzo grande di Cabalu, queſti bat
*- - - o X \ roni
. . . м Ак со во и од 77
roñiin ogni prouincia hannovn giudice con mol:
ti nodari chế ſtanno del continuo al palazzo, e.,
ciaſcuno hà la ſua fantia da perfi. Queſtigiudici è
nodari ſono alla obbedienza di quelli xi baroni,
Quando questibaronicambia Rettori, effi il no
tificaalSignor; & lúigli conferma, e faglidarta
uole d'oro è d'argento, ſecondoľvfänza della cor:
te, efecondo ilgrado della prouincia. E questibá
roni ordina l'hoſte, le cauaicade, e le guerre tutta
fiata di confentimento del Signor. Questi bareni
fono dettisinech cioè corte maggior. Questa Città
di Cambaliifihầmolte porte, e portelli, e per la--
quale ſe puòandarih molte prouincie. Quandotu ,
e partì di Cambalu,evảià i Cataio,tutruọuiadvñ
montevna vena dipietre, lequal fono negre, & ar-,
de come faillegno è tiene buon fuoco, quando le,
fonoben apprele davndì finall'altro, e queſte pie
tre fibrula pertutta la prouincia, bencheinla pro
uincia fia legne affai de boſco, ma le pietre costa.
meno. Ilgran Chanyolle ch'io Marco andastein-,
vna Ambaſciaria verlo Occidente, e cofime partì,
de Cambalu è fiandai per Occidente per meſi 14-,
& imperciò vivogliocótardelle cole ch'iotruouai,
e ch'io vidi con l'occhio andando è ritornando. "
C A P I T O L O LXXIV. . .
Vando l'huom fe parte di Cambalu, kuiva:
Q:::::; ben per mefi x. Poi il truouz
vn gran fiume , ilqual hà nome Paluiſan-*
guis, ilqual va fin alınar Oceano, e ſopra questo*
- ** * - - - C 7 , fiume
ஆங்கி
/
78. V I А G G I D 1: -
fiume fièvn ponte più bello che fia al mondo, &}
è longo per 3oo. paffi, e largo paffi 8. ello fiha vol
ti24. liquali ſono de marmoro tuttilauorati. In
capo del ponte fièvna colonna de marmoro • In
cima della colonna fièvn Leone di marmoro, e
ſotto la colonna fi è vn’altro leone molto bello è
grande, da longida quella colonnavn pafioème
zo fi è vn'altra colonna fimile alla preditta, e tra
vna colonna è l'altraèvn morelo de marmoro bi
fello, e cofièfatto pertutto'ſ ponte.
C A P I T O L O LXXV. .
- Р Artite da queſto ponte;vai per xxx. miglia tro
uando tutte belle cafe, ebelli palazzi, e vigne,
egiardini.În capo dexxx.miglia, tutrouivna Città:
laqualhầnome Giogugrande è bella, iuifiè abadie
de idoli, lagente viuono d'arte di mercantie, iuife
lauora pannid'oro è difeta, e figlie molte hoftarie
belle buone. Quando tute parti da quefta Città, tu
vai per vnmiglio, e troui due vie, ľvnava per Occi
dente, e l'altra p firocho: quella da Occidente va al
Cataio, qlla da firochovaverſo ilmaralla prouīcia
de Mangi, e tu caualchi per la prouincia del Cataio
P 16 giornatetutta fiatatrouando Città,e Castelli.
C: A P I T O L O LXXVI.
Q Vando tufeiandato per diece giornate, dopò
che tuti parti da Giogu, tu truoni vn Rè il
quale fichiama Tarafu, & è capo della prouincia,
ºnde ſono grandiffirme mercantie: Juife hauerà
|
|- =
**
- gra?:
---*
м А R C o p o L О: 72
grandiffima quantità d'arme per ilgtāChan,Iuilo:
no vini in grande abondanza. In tutta la promincia
del Catalo nõ naſce vin,fe non in qſta contrada, &
qita contrada fornifle tutta la prouícia del Cataio.
C A P I T O L O LXXVII. -4
|- P Artite di qua, tu vai otto giornate per Occi:
dente, e vai per vna bella contrada trouando
città, ecastelli,inliqualiſefagrandemercantie,
C A P I T O L O LXXVIII.
Ndato che tufei per 8. dì, tu truoui vna Cic
tà, la qual ha nome Painfu, laqual è molto.
bella,e grande. Partite da Painfue vai per due gior
nate, e tutruoui vnbel Caſtello, ilqual ha nomas
Chaicu, ilqual fece far vn Rè, ilqual haueua nome
Dor. Queſto Rèhaueua guerra con il Prete Hanni,
il Prete Ianni non gli poteua nuocere, & alla fine
effo l’haue per tradimento, queſto tradimento fe
ce fette giouenivenne alla corte di queſto Rè Dor,
per modo di donzelli , digando noi fiamo fore
ftieri, e ch’effilo voleua feruir, ſe à lui li piaceua .
E il Rè Dor li riceuette per ſuoi donzelli, Paflati,
duoi anniil Rè Dorcaualcò longi dal Caftello per
doi miglia con questi donzelli, effi cacciò manalle
ſpade,e per forza pigliolloc cônduflelo al Pretelã
nie dettelo per pregion.Il Prete Ianni fimiffeil Rè
Dor à pafcolar con le peccore perduoianni, e poi
lolicentiò, e degli Caualli, e compagnia, e cofife
ne tornò al ſuo regno per yn peccorario, -

*- - --- » C $ C A:
sa · V f'A G G I D I
-- c A P I T o L o Lxx Ix. -
"\Vandotute partì da queſto caſtello, tu vai per »
Occidente per 2o.miglia, e truoui vn fiume,
ilqual hà nome Carmoro, & è fi largo, che'i non fe :
può paffarà ponto, & è molto profondo, e va infi
na almar Oceano. Sopra queſto fiume fonomoire
Çittae Caſtelli,in liqualife fanno digran mercan
監 naſceglizenzero, e feta affai lui fitruouatre
t1
fa äni pertrefoldide piccoli. -

P: quefto fiume, tu vai per duoi dì per Oc,


, , СА Р. І т о L o Lxxx,
|
cidente, e trouivna nobiliffima Città, laquałhà
nome Cancianfi. Lagente della terra adora li Idoli:
e quellidella prouincia del Cataio. Iui fiè molta fe
ta, e drappi d'oro è perle. : , ' ’
s : C A P I T O L O LXXXI,
Artito da Cancianfu,tuvai per diete 8. per Oc-
cidente, tutta via trouando Città è Caſtelli, e
belligiardini. La gente fon idolatri, e cacciadoriº
dibeſtie, e d'vccelli: in capo di quelle 8. diete, tu
trouila nobile, e grande Città di Guemgumifu; &
è in tapo del regno. In queſta Citra fièvn RèFigli
uolo del gran Chan, ilqual ha nome Magala, lá ,
genteèidolatri, & in queſta Città fiè abbondan- ,
za d’ognicofa, e di fiora della Città fièil palazzo
del Rè, e volge intorno benx. miglia. E dentro dał
muro fièvn lagho con fontane, il muro fi èļtutto
merlato. In mezo di queſto muro fi è ilpalazzo, il
- *
δειπο tuttolauoratoà
- & -4
orobattuto. Eattor
{Ꭵ©

/
M A'R C. O P O L O. 8E
no il palazzo fiègrandiletto dicacciar, e vccellar.”
: : C A P I T O L O LXXX II. · " ?
Vando tute partì da questo palazzo; tu vai p
3.giornate peřOccidentep vnbei piano tro
uãdo Città è Caſtelli,in capo di tregiornate tu truo
ui montigrandiè valli, liqualifi è della prouincia di
Chinchis per le valliè pér fi monti tu truoui Città è s
Caſtelli,lagente fondidolatri, e viueno dilauoriero
della terra,e dicaccie.Per qfta via va l'huomo p 2o
giornate,plimontifi troua leoni, & altre beſtie fel
uaggie,e pil piano,e plibolchitrouãdo Città è ca
ftelli, e moltibuonialberghi,ebeuute,cioètauerne.
t : C A P I T O L O - LXXX I I I. ,
|- Q Vandotu leiandato qfte zo giornatestu truo
\-4 ui vna Città,laquala nome Acinelech,Mangi. "
Iui ſi è Città è caſtelli molti, & verfo Occidente effi
adôrano liidoli,e viue d'arte,edi mercantie.In que
fta prouincia naſcezenzero affaire vien portato per
tutta là prouincia del Cataio. Li fi è abbondantia di
formēto,e d'ognibiaus:Lamaestra Città haueano
me Činelech Mangi. Questo pian dura p2.giornate
pořtrouigrandi monti vallièboſchieva l'huomo
xx.giornate poccidēte trouãdo Città è cafte lièbo
fchi. La gente adoragl'idoli, e viue dilauorarterre,
e di cacciagió,iuifonleoni,orfiè beſtie feluaggie af.
fai, e digran moltitudine dibeſtie che fàilmuſchio.
... * C: A P I T O L O - LXXXIV.
Ndato che tufeiqueflexx.giornate preditte,
tu troui yn piano con vna prouincia, laqua: *
* · * }g:
42 V I A G G I D I
le à nomº Sindirifà. Queſta terra volge miglia xx.
e fi è dnia in tre parte, il Rè partì àtre ſuoi Figliuoli
Innanzila morte ſua fi che quellę tre partì fono mu
rate attorno attorno di forte muro, queſta Città ac
quiſtò il gră Chan,p mezo queſtaterra paffa vngran
fiumeilqual hà nome Quamfu, & è largo mezo mi
glia glifono peſci affai, eboni, e ſopra queſto fiume
fono Città,e Caſtelli affai. Lifono fi grã moltitudine
dinaue,e mercadantiche vanno per qllo fiume che
dirrófe potria. Efloèlorgo per 7o.giornate,etiam
finalmar oceano.In la Città di Sindirifa ſopra qfto
fiume è vn ponte di pietra,ilqual è longo vi, miglia
ro, & è largo 8. paffa, & è coperto di legname,tutta
la copertura è conbelle dipenture. Su queſto ponte,
fè molte ſtanze, & glievna camera doue iła colui”
chefcode il rendito del Sigilqual fiè bé mille bifanti
d'oro aldì,e lagente della terra fon tutte ide latre.
C A P I T O L O L XXXV.
P Artito da queſta Città tu vai per 5 giornate per:
vn piano trouãdo Città, e caſtelli,e poi trouiv
na prouincia,laqual fi è molto guafta pilgran Chan
la prouincia hà nome Chelet. In questa prouincia fi
fono cannebreganege longhe circa pafi 15.e volge.
intorno palmi x, vn gropo è longi da l'altro più di
tre palmi. Di quelle canne fannoliviandantigran
stico, e come lefonftate vn poco in foco le fanno
digranſchioppi, etorzile è lifuoifchioppifiſentino
dinotte per più miglia. Queſto fàliviandanti per
fonesterdanneggiatidalliļeeni, nèda altre
* , , Բյ
i
-r ;
M A R C O P O L O. 89
filuefire. Impercioche tuttifcampano da queiru
more. I Caualliche non vfi dialdir qnellifchioppi,
effi hanno tanta pura che rompino le brene è le ca
uezze è ſcampano,&imperciò molti ne fono già p
dutidelicaualliche ſonovfi, però gli ligano li piedi
di notte. Queſta contrada dura perxx.giornate che
non fi troua da mangiar,nèda beuere,nèhabitation
alcuna,e per queſto conuien liviandanti portarvit
tuaria con fi,&ègrã timora paflar per quelle partì.
In capo diqueſtexx. giornate, tu troui Città è Ca
| ſtelli,&iui è tale víanza ch’effi non pigliarebbe mo
glie vergine fe lei non fuffe cercada da più homini,
e quando i foreftieri paffa percamin le donne c'hā
no Figliuole vergine da maritolor li pregano ch'effi
le toccha.Efond di quelle che menano le fue figlio
le io.ò 2 o. giorni longià farle toccare. E cofih fo
reſtieri fi galdeledőzellettetenerelle alſuo piacere.
Quãdogliforeſtierife voglió partir da effe, glicon
uien laſciaralle ſpõcellette qualche fignale òboría,
, ò cortellino, ò altra cofa pinſegna ch'ellefon fpon
cellate, e qllidoniefe portano apichadi alcollo :e
quella che hà più fignali, più presto fimarita,e ſono
tenute le più care moglie da fuọimariti. Quettifono
idolatri,e malagente è crudeli,e grandi rubatori.In
ɖlla contrada lifono molti di qlli beſtioliche fanno
il muſchio. Lagente diġllecótrade fi veſte dipelle
dibestie feluagie, lequal loro pigliano cacciãdo,e di
caneuazo,e de bocarano.La prouīcia hänome Te
| bethecófinacó la prouincia de Mangáltaproaia
---------- C13
".......................P‫سمیوه انسه سم‬-- - - ------------------------------
84 - v T AG G H D I . . . ..
cia de Mangiquesta prouincia è molto grāde:&hả
regni 8. liquali nanno Citt de; e Caſtelli, e montiè
laghi, e fiuni doue fi troua molt’oro de paiola. In
queſta prouincia ſependecorado permoneta, & .
molto charo, imperciò le dõne il portano al collo,e
mettenea li ſuoi Idoli. In qita prouincia fe fa molti
zambeloti,e moitialtri drappi d'oro è difeta, e naſ
cegli molte ſpecie,in questa prouincia fono moltia
ftrologije moltiincantatorididemonij.Li huomini
, fono rei,e male accostumati. Huifono maſtinigran
dicome afini, la prouincia èfotto al gran Chan. t
, C A; P; I T O L Or: L XXXVI.: ; : ::
Aindu è vna prouincia di Occidente, la qual à
7. regniſotto de fi, &èſotto algran Chami La
gente fon idolatri,Hui è molte Città è Caſtelli,& gl'è
vn luoco oue fitrouan molte pietre precioſe,e mol
te perle, mail gran Chan non liłafla torre, e fetut
ti ne poteffetorre;le non faria appreciateniente. In
li monti di queſta prouincia fi troua molte pietre
precioſe turchefe, il Signor che regge per ilgranu,
Chan non laffa cauare ſenza licenza del Signor. In
queſta contrada è talvfanza,quando alcun foreftier
paffa per la cõtrada, e va à caſa d'alcun huomo per
albergar incontinente il Signor della cafa efcie de
fuora è cómanda alla moglie,&alli Figliuoli, chegli
debba vbbedircome à lui proprio, & allifuoi com
pagni. Il patron della caſa non retorna maiin caſa
infino che Iforeſtiero non è partito. Et quãdoilfo
zeſtiero ſeparte, lafiavn ſegno à fignificanza ch'ef:
- -- O
м А R с о гр. О І. о. 85
fo fiè pártito. Et quando il Sig. deſa cafa vede il ſes
gno.lutritorna à caſa,Queſta vlanza è ptutta la pro
uincia,enő Phäno per dishonore,imperciò che loro
fanno à honor de ſuoi Dei, e dicono che per queſto
effiabõda lifuoibeni.Lagête diqueſta contrita vía
vna moneta d'oro grāde,e vn dinaroche pela vnía
zo d'oro. Iui fi e abendanzatia de muſchio. Iuilono
pefci affai de lago,& abondātia de ſpecie,e de perle.
C A P I TO LO LXXXVII. . . .
Vando l'huomo fe parte da Caindu effo va ,
për x, giornate, trouando città caſteli, e ville
Equeſtagente fiha 'víanza di quelli de ੇ
capo di queſte giornate fi troua vngran fiume:
ha nome Brius, hełqual finiffe la prouincia de Ca
indu. In queſto fiume fe troua oro affai, ſopra que
fto fiume naſcezenzaro affai. Queſto fiume va nel
mar Ocezno,quando l'huomo ha pastato queſto fiu
me, lui trouả vna prouincia; laqual ha nome Ea
rata,in laqualfono 7. Regni,&èverſo Occidente,&
èfottopoſta al gran Chan. Iui e Rèvn figliuolo dei
gran Chan,ilqual ha nome Henſentemur,&e valen
te e fauio, e tien la terra con graniuſtitia, queļlidel
la terra fono idolatri. E quando tu te partidà quel
fiume,tuvai per 5.giornate trouando città estaffel?
li,Iuinafcon buoni caualli. In capo di queſte 5 gior
nate,tu trouila Maigra città d’vna prouincia aquai
ha nome Lazi,la qual fie molto grande:Lagente sỡ
Idolatri, &gle alcuni Chriſtiani Neftorini. Lá me
neta ſua fi e di porciole bianche, lequalfierotiain.
f:: 1:3 iz ፱፻፳፫
鶯% V I A G G I D I |

mar c val 8o porciole vnfazo d'argento cheval 2:


groffi 8. fazi d'argento fièvna onza d'argento, e vai
fazovn d'oro, &_ inifefa fale de pozziin grande.
quantità,in queſta città non cura li huomini ſegl’al
tri huomini dorme con le moglie fue. In queſta cő- .
trada fi è vn lago ilqual volge cento miglia, nelqual
fetroua peſce molto buono. Lagente delle contra
de limangia la carne cruda com'io ve dirò. Effi ta-
glia la carne in pezzipiccoli, e mettela in fauor d'a
glio, e di ſpecie, e poi fila mangia • |

C A P I T O L O LXXXVIII.
Vando te parti da Lazitu vaix.giorna te,etro:
Q uila prouincia de Cariāperche la maiſtra Cit :
tahanome Cariã. Lagente fono idolatri,e fonofot
to algrã Chã. In queſta prouincia fiè Revn figliuol
delgran Chan, ilqualha nome Cocagio. In queſta
prouincia ſe troua molto oro, il fazo de l'orofi e da
perfie d'argento, & questa prouincia ſe ſpende etiã
dio porciole e vien adutte d'India, í queſta prouin
cia fetrouagrandiffimiferpenti, e longhi paffix.eil
fiele è molto caro in medicina. Se vn'homofoffs.a
morfegato da canerabioſo,metteglifuotanto quã
to pestavnbagattino incontinente luiè guarito.E q
ftofielefa partorirle donne dipreſente, ilqual non
pò partorire, ſubitoli paffalidolori. Etancora fi fa
na yna poſtiema ſubito quandoloro li mette fuſo.
Lagente della contrada fono rei, e maluaggi,quan
doeffivedevn viandante fauio, e bello, lorolioc
cidelanottedigandoche quellabellezza,elaaiezza
----------------
- м А R с о р о L О. 37
riman in loro,e is cafa ſua, e non pertorgli la ua ,
robba. Dapoi ch'effi furonofotto algran Chan,non
ofano più fºr fi fatte colèdal 1296, anni in quà, &
ſono fatti mi fior huomini.
C A P I T O L O LXXX IX.
D Artito che tu feida Cariantu vai giornate 5 per
arcidente,e trouivna prouincia,la quale ha no
me Caridi. La Città maiſtra ha nome Nocian, & è
forto al gran Chan. Li huomini di queſta contrada
hanno tuttili denti coperti d’oro, ma le femine nò.
Li huominifono guerrierie non fanno miſtier alcu
no. Le dõne fono quelle che fanno tutta la ſua maf,
faria, & ha ſuoi ſchiaui, liqualifanno i fuoi fatti. In
q'la prouincia è tale vsãza che come la femina ha
parturito, effa laua, efalcia il figliuolo filo : & al più
tofto ch'ella mai può effa fi leua di letto, e fa li ſuoi
feruitij di cala, &infina à 4o.dì effa nő fà altro fe nõ
dar latetta alfuo figliuolo,& il marito fi mette à gia
cerin letto à couaril citello in fina à li 4o. dì. Liami
ci,& li parãti filo vifita come fe lui hauefle effo par
turito qllo citel'o,e la moglie fi gli fa le pape,e por
tale alletto. La géte diquella côtrada nő hãno ido
li,ma ciaſcuno della famiglia adora il maggior della
cala effinő sánc leggiere,nèfcriuere,perch’effi habi
te in luoghi feluagi, & grãdibofchi, e fi hãno monti
molto corrotti dicatiuo aere. In questa prouincia e
in l'altre due preditte nõè alcun medico, quãdo effi
fono infermifanno andar à caſa ſua li incantatori,
che tiene gli Idoli, e dice la infirmitade ſua: eli in
- – - - -------- CâIl{3
&& &º v і А с с ги р I
cantatori fuona ſuoiiftromenti, e balla, e canta ad
honor de liluoi Idoli, e queſtofannotanto che l'in
travn demonioin corpo à vn di quelii Idoli, ò di ől
li incantatori, e queſto giace interra come s’effo fuf
fe merto. In questa fiata li altri maiſtri incantatori
domanda à quello indemoniato, per qual cagion.
quelloinfermofi einfermo. Et lui riſponde, perche
lui fece ingiuria al cotalidolo. Et liincantatori, noi
ti preghemo, chetu preghi lui, chegli perdoni, & .
effoglifà ſacrificio delfuo fangne. E fe il demonio
crede che luidebba morir, il dice queſto infermo
hà tanto offefol'Idolo che nongli vuole perdonar,
innanzi vuol che muora. E fe il demonio credeben
che'l debba guarire, dice, il conuien ch'effo dagha
tantimontoni col collo negro, e che faccia tante,
beuande di ſpecie,e daga ſacrificio,à l’idolo. E con
uien hauere cotantiincantatori, e cotante donne,
di quelle cheferue à li Idoli. Tutto queſto fie ope
ra deliincantatori. Fatto questo fi e ordinato à li
parenti dell'infermo, che faccia tutto quello che di
- cono liincantatori. Et allhora fon'inuidati limae
ſtri delliidoli, e le donne, cinnanzi che loro vada à
:
mangiare, egli incenía la caſa, e pande delbrodo
per la caſa,e balla,e canta à l’honor dell'Idolose fi
domanda felui ha ancora perdonato all'infermø.
Eldemonio riſponde tatfiata anchoraglimanca la
talcoſa, e incontinenteloro la fanno . Et quan
do lui ha perdonato, loro fi fentano à mangiare,
*abcdere diquelleſpecie, poiretorna à cafacon.
- · * * * gran
м А к со po i o s»
granđeletitia,l'infermo guariffefel può ſe nõfe mo
| reòstenta.Seguariffe,effi crede,che l'idolo l'habbia
| guarito e cofigiinganna il demonio dell’inferno.
СА Р fт О L О Х С.
Vando te partidella prouincia de Cariam, tu
troui vna grande deſmontada, per laqual tu
vai due giornate pur deſcendendo, nelqual non,e
habitatione alcuna,ma g”evnloco,nelqualſe fa fe
fta tre dì alla fettimana. Iui fe da vnfazo d'oro per
cinque d'argento. E quando tufei andato quelles
| cinque giornate, tutruotila prouincia de Michai :
laqualcoňfina con l'India, & e verſo ilmezo dì, tu
vai ben 15, giornate perfaluadeghi paeſi. Iui fetro-
ua miolti elephanti, e vnicorni, e molte beſtie falua
| tiche, e non gl’eniuna habitatione., , ',

* СА Р І ТО L О xс г.
Vando tufeiandato25.giornate tu troui vna
4. Città, laqual ha nome Mien, &Le nobile, e
grande, & è capo del regno. La gente fi è Idolatra, *
&e ſotto algran Chan.In queſta città fù vn Rè mol
to ricco, e lui ordinò alla ſua morte, che glifuffe fat
to vn nobile monumento, e coperto tutto d’oro fi
no groffovn dito có campanelle d'oro leggiere,che
fonaua per ogni vento, &_vn’altro fimile fece far
d’argento, acciò che di lui fuffe fatto memoria do
pò la morreſua, e per la ſua anima.
| C A P I T O L O X C II. -

,
Vando questa prouincia fà acquiſtata per il
gran Chan,efſafà acquistata per Zugoleri per
111C3I1
|
9o , . V I A G G I . D I : ;
incantadori. E come effi haueano acquiſtata effi
mandò à dire al gran Chan s’eflo voleua ch'egli
mandaffe quellicoperchi,&lüịripole che poich-,
effogli hauea laffati per l'animáfia.La cagion,per
ch'effo non li volſe fù che ello dictua: il non è ragó,
di retrarfi quello che l'huom felaffa per l’animaſ e}
non è vfanza tartarefcha: „ ," . **:.
С А Р і т. О L О СхIII. . . . . . ;
Orvivoglio narrar,à che modo ordina ilgran :
- Chan il fuo hofte. Effo, fa affirtutta la ſua . "
gente, per defena e ciaſcuna delena ha il ſuo capo,
poifa à cento defene vn capo poi fa à cếto capivn.
Capitanio, poifa Capitanio de mille e Capitanio di
x. milla,e Capitanio di cento miſſa. Quando il vuol
far vngran campo,effo facõmmandarà li capitani di
cento milla ch'effi apparecchinocotantagente. Et
queſticommanda à li capitani di diece milla.E c
deſgradando,&c. Et à queſto modo lui ordina laſua,
gente, e fa grangente in pochi dì. Ligran capitrií .
hanno tauole d'oro dalgran Chan di commandar {

come a loro pare, e piace. Se alenno Capitanio del


qualgrado voglia effer fe fia, hanno vittoria alcu
na egli è indoptado il ſuo grado,e il ſuo foldo,&egli *

e dato tauola d'oro di poter commandare. |

Ο Α Ρ Ι Τ Ο L. Ο ΟΧΙV.
Or dire voglio della prouincia di Bangala,la
qual e nelli confini d’India.La fie vna prouin
cia, laquale nõl'haurua acquiſtata tutta ilgrã Chan
quando io Marco věne in la corte ſua, mala ‫رع‬tneg
. - , fua
M A R C O P O L O. 9f ,
|
fua eraben à campo per conquiftarla. La gente fo
no idolatri. Iui fièzuccheroe bombafo affai, e fono
bouigrandi come clephanti, iuifono molti huomi
ni, e putti caſtrati,liquali vien portatià vender per
| il mondo àligran Signori per guardar le fue donne.
Cargingufi e vna prouincia verſo Oriente, laquile
hà Rèèlingua da per fi,e rende tributo à ilgtāChã,
Il Rèhà ben cento moglie. In queſta prouincia fe
| troua molto oro,e pietre preciole, li mercadanti nõ
vãnola perche è longi dalla marina Li huomini, e le
| donne fe fanno depinture futo il viſo,e lui collo,e fu .
le mane,e inful corpo,e ſul papafigoroffo,e fu legã
be, e quelli, e quelle che hanno più dipinture, e più
belle ſono reputade,e queſte depinture fanno con ,
gu'elle ſottile, in tale modo che mai non fe parte.
: , C A P I T O L O X C V.
i s Niuèvna prouincia verſo l'Oriente, &èſotto
M. il gran Chan,iui ſi e abbondantia d'ognibia-s.
ua, & di ogni altra cofa da viuer, iui fi è li più belli
caualli, e boui, aleni che fia al mondo, e vien con-.
duttiin India per mercadanti. Le donne portabra-,
ghe con ibragulilongilauorate d’oro, e di argento,
con ſpacie odorifere, alla natura- : , * * *

. . ., C A P I T O L O XCV. I. -

L': da Aniugiornate 8. fièvna prouincia di


Toloman. La gente fi eidolatra, &_ è ſotto
il gran Chan, la ſua gente, e bella, ma non íoco
bianchi anzi fono bruni. Íui fi è Città Castelii. Li
huominiső valēti perarme. Effifanno ardere i çor
- * pi
92 , v I А G G It D I
pi ſuoi quandofono morti,e metteliofii in caffe di
legno, e poi gli porta alle cauerne à gli monti à fe
peilire. In queſta prouincia fetruoua molt’oro. Iui
fiípende porciole d'India per moneda. -

C A P I T O L O X C V I I.
Vigui fièvna pouincia verſo Oriente, laqualfi
L troua quãdo te parti da Toloman, tuvaitu per
vn fiume perx jgiornate trouando Città,e Caſtelli,
e trouila Città di Similgugrande, e nobile ſottopo
fta al gran Chan, la gête fiè idolatra quà fi fà drapi
defcorze d’arboriche ſe portano d'eſtate,&belliar
bòri,& e belli drappi. Li huominifono buoni per ar
me. In questa prouincia fi è molti leoni, onde li ho
mini non vfano albergar di fora dele cafe. Elima- . .
rinari che vãno fu per il fiume predetto,nő offa aui- : |
cinaralle riue perpaura dileoni,tantigliene. In qfta |
cốtrada,fie cani fi grandi,e fi forti,che vn cané a
glieria ben vn leone, ma pur vien ch'effifia 2. cani
evn’huomo à voler occider vn leon, vn cane và a :
morderlo,e l'altro và dauāti tanto che'l leon fe và a
pogiarad vn arbore,licani nõ ofla andar ad effo. Et
all’bota l'huomo iffaetta,il leone mette mête à lica
ni, e nõà l'huomo,e l’huomo tãtol feriffe cőlefaet
te che lo conduce à morte,e perqueſto modo ſe oc
cide il leon: in queſta prouincia, e affai oro, e feta. *
С А Р І Т О І. О хС V I I I. -й.
Vando l’huom fi parte da Çuigui per quattro
dì il và trouando Città Caſtelli. In capo diff
'te 4: giornate, fi troua la grāde città de Cacafue fi
* C Vct
M A R C .O P O Ł (): 93
e verſo il mezo dì fie dei Cataio. Iui ſe lauora mo'
ti drapi d’oro, e di feta, da queſta Città tu vai veto
il mezo dì cinque giornate, e troui la Città de ,
Cianglu laqual è nobile, º grande verſo il mezodì
& è del Cataio. Queſta terra fi affaifal. Longida
Ciangu cinque giornate fi è la Città Geth, per il
mezo de laqual paffa vn fiume, per ilqual van mol
te Naui con mercantie.

C A P I T O L O X C IX.
L Ongi de Ciãglu diete fi è verſo il mezo dì fi tro
ua Candtafa grande è bella Città, laqual haue
ua ſotto fe xj. Città innanzi che ilgran Chan la cõ
quiſtaffe. Efla fi hà belligiardini, e biana affaiè feta.
Longi da Candrafa giornate tre verſo il mezo dì fe
troua vna nobiliffima Città de Singuimatu,e s'è ver
foił mezo dì, e anche tu truoni yn fiume grande. La
gére della terra,la partì in due parte,fece andar vna
parte verſo l'oriente, e l’altra verſo occidente per il
cataio: In qfta Città fiè grandiffimo nauilio, p que
fto fiume va tanta mercantia, che non fi può dire.
' , C A P I T O L O C. -

Q Vando te partida Singuimatu, tu vai per me


zo di per 17. giornate trouando Città è Ca
ſtelli affai, in lequal fie molte mercantie. Lagen
te adorano l’Idoli, e hanno lingua per fi, e fotte, a!
gran Chan. Quando tufeiandato p quelli 17. gior
nate troui vn fiume grande che vien delle terre del
Prete lãni ilqual à nome Caromaran, e largo 1. mi
- . . . . . glio
94 V I A G G I D I
glio, & hà tanto loco ch’ogni gran naue li va piene
di mercantie. Il gran Chantien in quello fiumena
ue 1 5 grande per traghettar fue gente alle fue Iſole
dei mar, ciaſcuna di quelle naui vuole I 5. marinari
è porta ben 15. ò 16. cauzli con gli huomini,e con
la vittuaria,eſopra queſto fiume fono due Città vna
davnlato del fiume, e l'altra da Paltrovna èpicco
la,e l'altra grande, ľvna hänome coigangui,el'altra
caicui, e fonovna giornata appreſſo ilmar ocean.
.* C A P I T O L O C I. -

Vando tu paffiqueſto fiume,tuintrinella pro


uincia di Mangi. In la prouincia di Mangiera
vn Rè, ilqualhauea nome Fucfur, il qualè poffente
è ricco è non era al mondo neflun più potente, ſe u
non il gran Chan lui non era huomo perarne, nè in
lo ſuo regno non era caualli, nè huomini per la bat
taglia,impercioche la prouincia fi è in forte loco,&
gliè molte acque. Le fue Città hanno grande foffe
piene d'acque. Queſta gente viue delicatamente,
s’effi fuste huomini d’arme, tutto il mondo non pi
gliaria quella prouincia de Māgi.Queſto Rèeraluf
furiofo, ma effo haueua in fi due bone cole, l'vna
che’lmanteneuaben il ſuo regno in pace,&in iuſti
tia,e tutta notte ftauano le ſtanze aperte, e di notte
andaua l'huő ſecuro,ficome de di.L'altra che luiera
molto mifericordiofo alli poueri, e faceua nutricar
ogniannobéxx, milla putti piccoli,e qsti putti effo
lidaua p figliuolià ligrand'huominichenőhausua
delli ſuoi Queſto Rèhaueua bé mille 52ಿ। liquali
ՇIԱIա
~
м А к с о р о г. о. . gs
| feruiua alla ſua corte. Auuenne, cortendo l'anno
| del mille 268. il gran Chan pigliò per forza tutta la
| prouincia di Mangie il Rèfcampò ben mille naui à
| l’Iſole fortiffime,lequal era in lo mar (ceano,elaffờ
| la principal terra di Gainfaí í guardſ della Regina
ſua moglie quando la Regina intele che'l capitanio
| delcấpo deigran Chan ilqual haueua nome Baiam
cincam í tartarefco, & in lingua nofira fi è à dir cế
| tö chiella mandò per effo, e rendeffi con tutta la li
gnoria ſua renduta che la fi fù tutte le Città fet éde,
| faluovna Città,laqualhà nome Saintu,laqualeſeté
me ben ptre anni. La Regina fù condotta alla corte
* del grã Chan in laqualesta eraſeruità,& honorata.tl
º RèFucfur nőſt partì dall'Iſole fina che'i morì. Hor
vi voglio cốtar delle prouincie di Mangi è delle fue
conditione. La prima Città la qual fi è ai'intrar della
prouícia, hà nome Coigangui, la verfoilfirocho è fi
ègrãde è nobile. La gente adora li idoli,& hãnolin
gua per fi, efāno arder gli ſuoi corpi morti. Queſta
* prouincia hà affai femenafion è naue, e ſopra il fiu
me de Caromorà. In questa Città fe få molto fale,e
tanto ne få che quarấtá Città ne haueria abbódan
* tia, onde ilgran Chan hà grande vtilità di quel fale.
са р і т о l о с і i.
E Quando tu partì di Coigangui, tu ten vai ver
# La fo firocho per vña giornata pervna ftrada, la
i qual fi è tutta falizada di belle pietre, e queſta via
fiè l'intrata di Mangi, e da ciaſcuno lato della via
fi ſono grandi acque. In quella prouincia
- C
·
p6 , V I ΑοG D, I - ,
fepuò intrare non per quella via.In capo diquesta
giornata fi troua vna Città, laqual hânome Fanchi
laquale fièmolto bella è grande per quella prouin-
cia fe ſpende moneta de Tartaridiquella delgran ,
Chan,e qua fiè buona diuitia d'ogni cofa di viuere.
In capo di vn’altra giornata verſo firocho fi è la L
nobiliſſima Città di Zapin molto bella è grandet.
Effi fono idolatri, & glie peſce affai ingrande ab
bondantia, e grande cazze de beſtie, e d’vccelli, iui
tuhaitre falani per vn groffo venetiano . . .
СА Р І ТО L О С I I I.
Ometu te partida Cain tuyai in vna giornata
trouando sẽpre belle ville, e terreni ben lauo-
ratipoitrouila grāde Città di Tingi Tlaqual fi è ab-
bõdantia del viuere,e fièverfofirocho, loro adora-
no gl'idoli. In qfta terra fi è digran nauilij. Da parte
finiſtra di qtta Città tre giornate da longi nel mar
oceano eglė molte faline,& nel mezo fièvna Città
c'hà nome Tingui. Quãdo tuti partida Tīguitu vai
pfirochop vna bella cõtrada,e poi trouila Città de
Nāguibella è grāde,elliadorano l'Idoli& hãnolin
guap fi,e átta Città di Nāguiha 27 Città ſotto dife,
СА Р І то L О сі і і І.
E: io Marco haue à reggere queſta Città per
tre anniapoſto de il gran Chan.verlo occiden
te fièvna prouincia in Mangi,la qual hà nome Nàí-
guibella è grande, e faſegli bellilauorieri d'oro è di :
feta,iui è gran abondantia de biaua, e d'altre cole,
da viuere, & anchora tu troui la Città de Sainfu
" ‫ إن‬: , ', - - - -- : laquai
, , M A R C O P O L O: , 9; .
Iaqualcittadeneha 12. ſotto de fi, e queſta Città fà
quella che ſe tenne 3. anni. · · * * -

C A P I T O L O C V.
Ꭰ Apoicheilgran Chanacquistò la prouincia-,
de Mangi,certamente la fù prefa perindustria
di Nicolò, Mafio, e Marcocome vi conterò. Il Ca- -
pitano de l'hofte fcriffe al gran Chan chela Città
non fi pottua pigliar, onde lui fiturbò moltoforte.
Onde loro difiero al Signor che non fiturbaffe, che
npiteniremo modo che la Città farà nostra. Marco
fece farà maeſtri Venetiani,che eran in quelle par
titre manganigrandi, liqualibuttaua ben mille lire
dipeſo perciaſcuno, efono portatial campo,e co
me li haueano tratto la prima pietra, effife maraui
gliaus molto e haueuano gran timore è per iltimor
grande, loro ferende ſubito,vedendo fi fatti edifici,
che non haueuano mai veduto fifatte cole.
C A P I T O L O C V I.
Vando tute partì da Chianfu, tu vagiornate
15. perfirocho, e poi trouila Città de Ingui,
nelquale grandiffiminauilij, & e ſopra il maggior
fiume che fia almondo ilqualha nome Guyan, &
e longo cento giornate, e non e al mondo fiume,
nelqual fiantante Naui con tante mercantie. Io
Marco vidi à queſta Città di Singui Naui cinque-a
milla in vn fol punto nauigar per queſto fiume a
ſenza l'altre ch’erano periporti, ôl-alleriue. Sap
piatiche 16. prouincie paffa per queſto fiume, efo--
era questofiume ſono 29. Città maggior diquests
Marco Polos D ‫سه‬e‫مع‬ ‫سم‬-- |
.‫الس‬
28.
; : ::: ? .
| . v. . . і. .л . с. . е. . . •1t р и, ги --;
| -, :, :
сАР то *
о сvи. ،
Aíngui è vna piccola Città in questo fiume3
C verſo firocho, in la qual firaccoglie grańdif4
fima quantità di biaua, e dirifo, & è portato al
gran Chan alla Città grande di Cambalu, e vanno:
r perfiumi, e non permare,il gran Chan fece far
in più luochi foffe grandiſſime per poder nauigar
alla ſua Città, accioche vn fiume intraffe in l'altro,ờ
fiain laghi. Piangianfuèvna Città di Mangi, in la
qual fifono 2. Chiefe de Chriſtiani Neſtorini,'equal
fece far Marfarchonester, ilqualfù Signor in quella
Città per ilgran Chan, e queſto fù del 1279. Quan
dotute partì da Piangianfu tu vai 3.giornate per fi
rochotrouando Città,e Caſtelli, in liqualièdigran
d'arte, e dimercantie. In capo ditre giornate fi è la
Città de Tingingui, laqualfi è nobile, grande, e ric
ca Città. Iui fiè abbondantia di tutte le cole da vi
uere,e vino ingrande abbondantia.El fù vntempo
nelqual vna gente de Chriſtiani, liquali haueua no
me Alanipigliò quella Città, e quelli Alanibeuè in
quella fera tanto di quelvino che effi furonotanto
imbriachi ch’effidormiua tutta la notte.Et la matti
|
nagliterrierili vccife tutti, e il Rè Bayam ch'era,Rè
di queſti Alani hauuta la nouella, il Rèfece grande:
hoftese venne ſopra quella, e pigliola per forza,efe-.
ce vecider tuttiliterrazıni huomini èfemine, pic- i
coliègrandiper vendetta delliChristiani. :
- ' ’ С A, P, I Т Ο Ι. O CVIII. **・。
Ingui fi è vna Città nobiliffima molto bella, e
grande, laquale volgeben 4o. miglia. Iui habita
gentetanta ch'èiunumerabile. Efe tutta lagente de
Mangi foffeno huomini perarme,effi acquiſtariano
tutto il mondo-Effi forio mercadanti,e ſottili in ogni
artę. Iui ſono dimiolti philoſophi, e molti medici: in
queſta Città ſono ponti de pietrafette milla ben la
uorati, e perfotto ciaſcuno pasteria largamentevha
galera, e per tali due galere. Nellimónti di questa
Città naſce il riobarbaro, e zenzero in grande ab
bondantia, e fi troua cinque lire dizenzaro pervn
groflo Venetiano,queſta Città hà ſotto il ſuo domi
nio 17 Città buone ègrande:n queſta Città filauo
ra molti drappi difeda,per cagione che literrieride
Singuife diletta di molte belle veftinenta difeta de
più colori. . . *2 он
Ο Α Ρ Ι Τ Ο Ι Ο Ο ΙΧ.
|- QYcinque
j :tute partì da Singui, tu vai giornatę
trouando Città, e molti Caſtelli, e
, poi trouila nobile Città de Guinfai,&èla maggior
Città, e la più nobile che fia al mondo . . . .
- С А Р і т. О L. О С Х. . . . .
O Marco fui in questa Città, e fi domandai dell
A fue conditione, Effa volge Ioo. miglia per milu
ra,& hàpontidipietrexij, milla fialticheperſotto
paffavnagran naue. Li pontifono tanti, perche la
Città, fiètuttain acqua come è Venetia. In queſta
Città, perbello statuto cialcun conuienfar 喘 de
ੋਂ - -- - 2. t:10
roš V I A G G I D I |

ſuo padre è delifuoi predeceffori. In questa città fi


è vn lago che volge miglia 3o. attornoquestolago
fonoli più belli palazzi che fia al mondo. In mezo
queſtolago fono 2. palazzibelli. Tutti quelliche.
vuolefar nozze vanno a queſti palazzi, e lì tu troui
tuttilifornimenti che fa bilogno per le nozze. In q
sta città è molte terre piccole, per tutta queſta con
trada ſe ſpếde moneta Tartareſca de morariLagête
adora l'idoli.& hannolingua perfi. A ciaſcun di qlli
xij, milla pontiftannox.guardie,accioche alcun ma
le non fe faccia,e che la Città non ribelaffe. In la cit-
tà fie vn gran monteful quale fie vn'altra torro, e
fulatorre fi evna tauola grande, laqual vienfonata
perfuoco, òperaltra cagion, ele ſtradefono, tutte
falizade. Il gran Chan la fa moltobenguardar. In
questa città ſono ben 14. milla ſtuue, lihuominifo:
nograndi galli, e cofile donne. -

Ο Α Ρ Ι Τ Ο Ι Ο . Ο ΧΙ,
Ongida Guinfai fi e 15. miglia fina à il mars 2
JL, Oceano entro greco, e oriente,&egl'e vna cit
tà ch'à nome Ganſu, ella fi hà baon porto, e viene
de le naue affaid'India,dalla città almare figl'e vn
fiume, perilquale vien le nauiqueſto fiume paffa L
per più contrade. La prouincia de Mangi e diuiſa
per ilgran Chan in otto regni. In queſta città lifta
vn Rè di continuo, & hà ſotto di fi città 14. dicoue
certų nepte che la prouincia de Mangi, e 12 ooster
re, e tutte (onoguardate peril gran Chan,&accio
chela prouincianon tibelaffe, tutti che naſce inla
pro
---- M: A R C O P O LO. Toĩ
i prouincia de Mangièſcritto, eldì, e l'ora della fud
natiuitade perfapere ſotto che pianetto, e quando
z alcuno vuoľandarin viaggio loro dimanda confi
, glioà li Astrologie tienfialfuo configlio. Quando
alcun muorein queſtaçõtradagliparentifuoi five
; stedicaneuazza,&ardelifuoicorpiçó causilię di
; nari come òdetto dinanzi. In queſta Gittà fi è il pas
º lazzo de Scrifogi, ilqualera fignorditutta la prouin
; ciadiMangiilqualefatto inquestomodo.Ilprimo
muro volge benx. miglia, & molto alto, e quadro,
drentefonobelligiardini,e buoni frutti,e fontane,
lagoniconbuoni peſci. Nelmezo fi e vn palazzo
molto bello cö 2o.fale fi grande chex.milla huomi
a nis'affenta advn paſto, Horpoffeticóprendere la
magnitudine dellaterra,& gl'evna Chieſa de Nefto
rini. In queſta Città cõuien hauer ciaſcunil ſuono".
meſcrittofula portadella moglie, e delli figliuoli, e
dellifamegli. Et quando alcun fi parte perandarł
far altroue, conuien portaril nome fuoconfi, Sal
cun veniffe aftarin quella cala infuoluoco, il con
uien che'i facciaſcriuerilfuo nome, econ quantics
ualli.Tuttilihofieri della terra côuien dar perferit.
to tuttiglifuoihosti, eldìeſimeſe, quandoligion
; gere quãdolivanno,e quantoliſtanno nelalbergo !
} :: C A P I T O L O CXII. ....
Etto vi ho della Città de Guinfai, dir vivo
| glio del tributo del gran Chan. Ditutta la s
| prouincia de Guinfai, effo ha pur del tale toma:
ni d'oro 9, milla, e cialcun toman e fazi 9. milla-3
| D $ d'oro ..
IO2 V: I A G G I H D f .
d'oro, e ciaſcun fazo d'oro valpià de 7, ducati di
oro, e dell'altre cole ſenza, lofa ha tomani2o, mil
la d'oro. - * * * · * * * * * --. " " "* -
с" ... с Ар н т о teо схнг.: : .
*) Vãdotute part da Guinfai, tu vai perfirocho.
Ĝvngiorno trouãdo Città,e Casteliřébelligiar
dini, e poitu trouila città di Tampinguiche inol
to bellą,e grandë. Huièabondantia d'ognicoſa da vi
merețeffi fon idolatti, &èfɔtto il gran Chan, e poi
vai indiete: etrouila città di Vgui,e vaix:dì per fi
routro trouando Città; e Castelli p#ffiéhe” par che
vaditutta fiata per Città con grande åbbondantia
da viuete, iuifi trouacannebreġagne groffe pan
ಶ4clógbeicpಶ್ವಕ್ಡdaುತ್ತಿ htrona Greui
gránde, e nobile città, aliqua fie brotividere effi
fono idolâtri, &èföttbálgrán Chen. * * * *
s tio: C A Pºr Tºo L Or C X Iv. i : ;
ÉYVándo cute párti da Greui;tu waitre di per fi
rocho,trouandöeħtie casteliastai. In queſta
citrših la cóctada fitŘtià isohiaffait fifậsto modo
l'inomo occide il leone cömeve dirò giornofi vâ'
díſcalzo vestito dicaneuażża con vnfalĉiờdi þezze
addestoj& vncortelle dafchena in mane vaffene al
locợdoüe ch'estihabita, e come i leorſvá inuerſoà
l’homo effo 醬 falcio di pezzeinhãzi,& {
illeon ſe crede hauer Phuemo, & alhora "homóil
feriſce í le coſte. Illeonfièvilbestia comeľèferito;
chitocca la piaga alleőfubito il more,& à qsto mo
dol'huomo l'occide.Queſta città è vna ancora del:
la prouincia de Mangi, ‫ي‬AC
|
м А к с о р о L. о. *,
** :: C A P.I.T. O L O : CXV. ***
Vando tufeiandato per tre 器
tu troui ,
la E ta di Eiangiraila qual fie grandese bella,
e fiefu vnmonte,e parte vnfiumein due parte;wną
parte và infue l'altra våing à Poi vaigiorni quat
tröj& trouila città de Engiu, & e della fignoria de
Quiriſai. Partite da quinai, tuentri ಶ್ಗ
Fugitijevaígiornate&perfirochoperinenterepek
pianitrơuando Città, è Casteli con grandiaitiedº
viuere, e conbelle ciceiagione abbondanza đizat
charojedifpecie. Tubaueraî4o.liređizucharoperº
vh grosto. iuifie vn fråtto che parzafatå, &èbuo:
noda operar. Lagente diqueſte contrademangia
d’ogni carne, e carnehumána pur cheła nonfia
shorta dimorte naturale. Quando queſti huońi
vanno in battaglia, lorofe fannovn ſegno fillisi
con ferrocalđo, e tuttivanno à piedi falub ćhe 1st:
ghér che và a cauállo. Effi fone crudelliſſimi huo
míti, & vſa pur ſpade, e lanze. Egli vccide gli
| htiömini, ebeueilstofangue, emangiảia cárne. In
miezo di quelle6.giørnate, tutuouiła Città di Gue
limfu, laqualha pönti 4 di pietri marmorina con ,
bellecolóne dimarmoro, Éciafeun pontefie longo
vn miglio, e largo paffi9.iuifi èſpècie ih grafide ſi
quantità. Iui fiè bellihacmini, e più belle donne.
Iuffon galline negre,e non hanno piuma, efonofi
neda inangiar,e figl'e moltilconi,e molte altre be-3
ftiefilưestre,ėrie;&gtãpericolo à pastar quella cö
"ναι",capodiql'e6.diete fetrouala città di ver
---- - - 4
韃 v I A G G 1 D. r . . .
Îuife fägran quantità de zucharo,e vien portato il
gran Chan. . e
СА Р і т. О L О СхVI. .
Q Vando tute partida Vgueu, tu vai miglia 15.
\-Z e trouila Città de Frigui, & è capo del regno
de Tonza ch'evn regno di 9. regni de Mangi. In
queſta Città stil’effercito delgran Chan perguar
dia della contrata,per mezo di queſta Cittafi va vn
fiume ch’e largo 7.miglia e qua fifan molte Naui p
nauigarin quel fiumejuifonograndiffime mercan
tie ditutte ſpecie, e di perle, e di pietre precioſe, le
qual vien d’ľndia. La Città fi e vicina almar Ocea
no, & glie grande diuitia di robba da viuere.
C A P I T O L O CXVII.
Vando tute parti da Frigui, tu paffiil fiume, e
- vaidiete 5.perfirocho trouando,Città,e Ca
ſtelli, e Ville. Iui e diuitia di tutte cofe da viuere, .
Quando tute partida Frigui, e queſta contrada tu
trouila città de Iaitonibella, e grande, & ha buon
porto.Qui arriua naue d’India con molte mercan
tie, & evno dellimiglior porti che fia al mondo. E
pervna naue che arriua in Aleffandria, ne viene à
questo Ieo. Ilgran Chan ha gran tributo di queſto
porto. Ciaſcuna naue pagade pietrepretioſex per
centenarse di mercantia perfottilexx.percentenar
deſpiciaria 44. percentenar. Onde li mercadanti
pags intrailnolo de naue, e d'intrada, &infida de
datiilamità d'ogni mercantia. Quifie grande ab
bondantia de robba da viuer.
*
C Αε
M A R C,O : PA O L O: Ioş ,
... -:: - ; ; C. A P I T O L O, , CXIX. : , , ,
*T* Acer voglio di queſte contrate, e diroui di
- A quelle d’India,inHequali,io Marcofui per grã
de tempo, e voglioui dir dellemarauiglioſe cole del
mondo. Comincierò prima de l'Iſola de Cimpagu.
Çimpaguèvn'Iſola ch’ène l'altro marverſo Orien
telongidaterra 15oo miglia;&èvna grande Iſola,
lagense è bella,e debella statura, & adorano l’Ido
li.Loro hanno vn Rèche non rende niun tributoad
altri, & hanno perfi, lui fi trøua oro affaifiimo, e
niuno non fioffa porțarne fuori dell'Iſola,& imper
ciò gli và poche naui, epoche mercantie: Il figuor
della terra hà vn; palazzo molto maruiglioſo, e
grande, i qual fi è tutto coperto d'oro fino;egrosto,
l’oro ben perdue dedi, e cofile fineſtrefono d'oro
fin. In queſta fi è abõdantia di pietre precioſe.Grã
distima coſa è le ricchezze di queſta Ilola. Vdendo il
gran Chanla ricchezza di queſts Iſola, mandò due
fuoibaronià pigliarla congrandiffima quantità de
nauiche portò caualieri e pedonie vittuaria aflai.
L’vno di quelli haueua nome. Abatam,e l'altro Võ
fainci, effi ſe partì dal porto de Caicon, e de Gun
fai, e andorno à Cimpagu, &iuidefontorno inter
ra, efecero vngran danno per pianie per valli, tra
quelli due baroni fù vn'inuidia; che quello çhe vple
ua l'vno l'altro non voleua, e cofi non pigliorno.
ne Città, ne Caſtelloſe nonvno, e perche effinon
fi vollero rendere tutti furono tagliati, e mºrti,
falu08. huomini, cheferronongipuoteragliarę, ír.
Marco Polo D 5 percio
*
166 v I А є є I D I .
perciò checiaſcundiloro hauea vna pietra precio:
fa ſopra de fiincantata, & haueuanlaalbrazzó de
firo entro carne e pelle. Quãdoliduoi baroni:inte
fe queſta nouella, effigli fece ammazzar cõ mazze
dilegno,e libaroni haue quelle pietre. Auuenne vn
giorno che verſo la tramontana venne vn vento fi
forte,che per paura che la naue nő fe ſpezzafle tutti
introrno in naue, e nauigò ad vn’Iſola,laqual'era-,
apprefoàx. miglia. Ilvento fi sforzò tanto che’lfe
rompè molte di quelle naui, e li huominicamporno
interra,e l’altrenauitornò à caſa fua, quelliche fug
giin terra furno béxx.milla,liqualife teneua morti.
Tornato il mare in bonazza il Rè dell’Iſola andò
con molte nauiadoffo à questi per pigliarli, il Rè
deſmontointerra con tutta la fuagente. Li Tartari
fonofcaltridi,e fi die vna volta, e corſe alle naue del
Rè, Onde il Rè rimafe interra contutta la fuagen
te gli Tartariandò’à l’Iſola del Rè, deſmontò in .
terra con li confaloniil Rè, e vedendo li confaloni
del Rè, effiaperfelaporta della Città. Li Tartari
entrorno dentro, e meffela terra èle donne à fac
connano come fù Verona. Et incontinente il Rè
arma nauilij, e fece gente noua tanto ch'effo affe
diò la terra. Li Tartari non habbiando niuno ſoc
corſo, &L habbiando tenuta la terra 7. mefi, fi fe
rendè à pattifaluo fhauere e le perſone, e queſto
fù del 1 2 69. In quefa Iſola fon idoliche hanno
il capo de louo, alcuni de porco, alcuni de mol
ton » alcuni de Chan, alcuni hanno vn capo e,
' quat:
- м А к с о ро Lо то7
quattrofazze, alcuniha tre capil’vno ſotto il collo,
l’altro ſotto la ſpalla, e l'altrofotto l'altra, & alcuni
Hià quattro mane,e alcunix. quel Idolo ch’ètenuto
il più bello,fiè quello che hà più mane,echi li dimã
da, perche fannotanti Idoli, e fi peruerfi è diuerfi.
Effi riſponde,che cofi fecelifuoi predeceffori.Quã
do quellide queſta Iſola piglia alcun huomo hò fe
mina che non fia de ſua gente sello non fe può ref
cuoter perdinari,gl'occide èbeue il ſuosãgue,e poi
lo mãgia.Questa fiè circondata dal Ocean.Efecő
do che dicono lifauj poeti, e marinari che vſa per
quel mare,eifole 747 lequalperla magiorparte fo
no habitate. Ein tutte queste iſole non è arbore che
non fia odorifero,e fruttifero, e de grãde vtilità,egli
naſce peueré bianco affai,e ſe fàvn'anno andar da
|
la prouincia de Mangi fina in India.La cagiõè che't
regna 2. vếti l'vn regna d'inuerno, l'altro d'inftate.
C A P H T O L O C X X.
Vandotu partì da Zaitoi, ch’è ſotto algran.
Chan, e fi nauega verſo occidente, & al
quantoverſo il garbin 5. diete, e ſe trona v
na contrata, laqual ha nome Ciariban, e fi è ric
cha è grande terra,& hanno lingua perfi, & hanno
il fuo Rè Nell'anno del 1 z 49. ilgran Chan man
dò vn fuobaron, ilqual haueua nome Sagatu con
grandiffimagente perconquistarqueſta prouincia,e
niente gli potea far faluo ch'ellidannizò molto il
paeſe. Et accioche più rõnguaftaffeil Rèdella cő
tratafe obligò à dare tributo il gran Chan 12-ele
· D 6 , , fanti
#હ8 V I, A G G I T D H =
fanti ogn'anno. Etio Marcofui in queſta contrạta
l'anno del 1275. e fi troua quello Rè molto vec
chio, & haueua grande quantità di moglie,& haue
ua 325. intro figliuoli, e figliuole, trajequali gliene
yintiſei valenti huomini perarme,e qua fi fono Ele
phantiaflaifimi,e legno aloe,eboſchigrandide he
banonegro. . . , , , , , , , , ,
. : : СА Р. I Т. О L О С ХХ Г. -

- Vando tute parti da Ciamban, e nauighien


N-4 tro mezo dì, e firocho 14oo-miglia, tu truo
uivna grand’Iſola, laqual ha nome Laua,laqual vol
ge 3oo-milla miglia. In queſta contratalon lette Rè
liquali non rende tributo ad alcun. In queſte Ifols
fonogrande diuitie, e figlie peuere,e galanga affai,
e de tutte l'altre buone ſpecie affai,&adorano li Ido
li. Ilgran Channon puote mai hauerliin fignoria.
。“.;い ° : : ".3 ・・が: ….: 。T ;: ;"?"
: : :: : :
:く、 、 。2、"。
C A P I TO L O CXXII.
» Artite da Laua, e naueghi 18. miglia entrome
L zodì, ìgarbino tntruoui due Iſole, l’vna ha ;
nomeSondur, e l’altra Condur, & èlonga da que
fte iſole forfiducento miglia vna prouincia, laqual
ha nomę Lochachlaquale fi è grande prouincia, e
riccha, effi hanno lingua perfi,& adorano gl'idolie
non rende tributo ad alcuno, perche nefinn non .
gipuò dannizar, iui è oro in gran quantità e Ele
fanți, iuifetrouale portiole chefe ſpende per mo
nºta. In le prouincie ditte perinnanzi pocagentse
vannº àquella prouinçia, percheffifi èfora devia
: ? - - * CA
M A R C O PO'LO. 169
а с А Рі і т. О в о сxxтї І. ،
"Y Vando tute partida Lochachenaueghi 5.mi=
gia permezo dì, tutrnoui viia Iſola, laquale J
ha nome Pentara, e quella fi è molto feluagia, e per
dritto de quest'Iſola circa 4e, miglia non è più di
quatropaffi d'acqua, & imperciòde naui conuien i
Ieuaritimoni. · · · · · , ·:
%

С. А Р і т. О L О Сxх IV. -2
^ Vando tufe andato quelli 5. miglia permezo
, dì tutruoui vn regno, i'quale ha nome Mao
| nir, la Città e l’Iſola fi hà nome Peperam, qua fiè
ſpeciarieaffai. Partitida Peperam, e va perfirocho
cento miglia, e fi trouil’Iſola de Hauamener, laqua!
volge miglia 2oo.in questa Iſola fono 8. Rè, e ciaº
| fcunhà il fuoregno. Effiha inolingua perfi;&ado
rano l'idoli, e fi à granderata d'ogni cofa da viuer:
Da queſta iſola non ſe può vederla tramontana, he
tantone quanto per cafone di mercadantifaráćeñÊ
liqualivía inolto nelregnó đi Ferlach. La gente di
quel Rètuttiadorano Macỏmetto quellicheħą5it
à li montinon hanno legge, ma viueno come fale2
| beſtie. La prima coſa cheioro vede la máttina esti
ľadoranoperynfuo Dio,loro mãgiano d'ognicar
nebuona, eria, e non ſe cura come fe fia mortae
non cura come la fe fia,e fi mângiancarnehumana,
. CA P S T O L O CXXV. -- :
Vando te parti da Ferlech, tu triioui il re
\-4 glio de Batma, e la gente di questa contra-"
| , -- ta non hannolegge, ma viueno à modo di
-, ' , D 7 beſtie
Ι ΙΟ V I A G G I : D: I - : -

beftie,il Rè chiama per ilgran Chan,ma perciò non


glirende alcun tributofaluo ch'effigli manda alcu
ne fiate cofe firanie - In queſto regno fono fimie a
di diuerſemaniere, e vnicorni poco minoride Ele
phátiil capofi è come capodiporco, e portail ca
po ſempre inchinato à terra, e ſtaffi volentiera nel
fango, & havn fol cornoin la fronte,&imperciò gli
detti fono chiamativnicorni. Il corno fi è longo e
negro, & ha la lingua afpra, e ſpinoſa diſpine groffi,
e longhi. Le fimie di queſta contrata fono piccole,
& hãno il vifo come d’wn puto,e gli altri membrifi
milifatti. Quando loro pigliano queſte fimie, le pe
lano,enóglilaſcia pello ſe non come hannoli putti,
e poi fi ſe mette alfuoco,e cuocele conſpecie accio
che le non puzza, efalle ſeccare,puoi lemanda per
il mondo à vendere,& faano crederadaltruich'est
ſa fia mumia. In qfta prouincia ſono moltiaftorine
gricome corbi,e ſono grãdi come ofelle moltoboni
C A P I T O L O CXXV I.
Vando tute partida Baſma, tutruoui il regno
diSamara, che in queſta medefima Iſola, in .
laqualio Marcoftettimefix. perfortuna ditempo,
in laqual nois'allogiaffemo,etiandio per timordel
la mala gente che regna in quella contrada che vi
ueno pur di carne humana-In queſta contrada non
ſe vedela tramontana, e nófi vede la ſtella del mai
stro, e ſono moltofaluadeghi, e doranof'idoli, iui fi
èilmiglior peſce delmondo Enon hannoii vin, fe
noninquestomodo. Effihannoarbori, liqualifo
- miglia
M A R C O P O L O III
migliano palmi effitaglianoliramide quelliarbori,
e di quelle effi le cuoce, & eſcene vn liquore, come.
eſce l'acqne della vite, e questo fie bianco, e vera
miglio, & e molto buono da beuere, e ne hannoaf.
fai, e par pur vino, Quiuie affai noce d'India. L’al
tro regno de quella Iſola fe chiama Deragola. La =
gente fono faluadeghi, e fi adorano l'idoli, & han
no Rèperfi,& hanno cotaleyfanza, che quando al
cunfe infermano li parentifuoi, mãdano per lifuoi
maeſtri, e domanda fel die guarir fi ò nò. Effifan
no incantatione didemoni.E figlidice che’ldebba
guarir effiillaffa ftar. E felidiconoche'l debba mo
morir loromanda per quello, che fa officio di vcci
dere come faciamo noi,quando mandiamonoi per
ilbeccaro à far ammazzaril porco. Effigli mette a
in sà la bocca alcuna coſa, e il foffega,poiil cuoce,e
fi fa congregar tutti liftrettiparenti, e fi ilmangia,
e lioffiſerrain vna caffa, e queſto fanno perchelo
rodice che ſe'l faceste vermi, moriria difame,e ľa
nima ſua ne porteria gran pena à l'altro mondo. E
la caffa de li offi la portano in le cauerne à li monti,
accioche neffuna cofa non lipoffa toccare, feloro
pigliano, vn’huomo che non fi poffa riſcuoterper
dinari, effi lo mangiano.
C A P I T O L O CXXV II.
L Ambri fi e vn'altro regno di queſta prouin
cia, e in questa Iſola fi è molte ſpecie, efo
no idolatri . In queſta contrata fono molti huo
mini, liquali hanno coſe grande come hanno leº
---- D 8 oche
ттz V I А G 8 tº D 1 . .
oche longhe, e groffe. Il feſto regno di quest'Iſola
de Iaua,hanome Fanfur. In questo regno fetróuæ
la miglior camphora chefetrouaalmondo, effafe
vende à peſo d'oro: Iuifebeue dellabeuanda det
ta di ſopra. In queſta prouincia fiè vna maniera =
d'arborigrandi, e grofii, e ha la ſcorza molto fottile,
& fono pienide farina, e di quella farina ſe fa dimof
te viuande dipafta, e ſono molto buone, & io Mar
co ne mangetti aflaifiate. . ; ;: : ,

с А Р і т. О Lо сxхуд II. .
Ometute parti da Lambrituvai4o:miglia per
tramontana,e trouidoi iſole. La prima ha no
me Necumera, e l'altra Nangama. Lagente de Ne
cumera viue come beſtie, e vanno tutti nudi, huo
minie femine,e non ſe conuien d'alcuna coſa,egia
ce l’vn con l'altro come che fetroua fecondo il vo
lere; e potere, e non hannó legge, & hanno boſchi
de fandali rofidinoſe d'India, e di Gargamoni, e
molte altreſpeciebone Namgama, evn’altra iſola
bona egrande,lorofonoidolatrieviuono comebe
ftie, e mangiano carne humana, e fono crudeliſſimi
huomini. Lihuominidiqueſta contrata hanno il ca
po à modo de capide mastini;&hanno glidentico
me cani, e le femine hanno gli capi come le cagne.
: C A P I T O L O. CXX IX.
Q: tute partida Namgama vai per Oc
cidente per mille mie,declinando verſo ilgar
bin, tutrouil'Iſola de Silam, laqualglie delle,
- ", miglior
- M A R C O " P O L O. nr.3
miglior Iſole che fia almondo, effa volge jo. mille,
e 5oo. miglia. In questa Iſola fièvn Rè ricchiffimo,
ela gente idolatra. Tutti della Iſola vanno nudi tal
uo che liportanovna pezzagriſa dananti à li parec
hi. Iui è abbondantia de rifi, e di beſtie, e di vino, e
di arboricome è ditto dinanzi. In queſta iſola fetro
ua fini rubini, e non altro, truouafi molt'altre pietre
pretioſe, topacij, & amarifti, e molte altre pietre
pretiofe. Queſto Rè hà vn rubino il più bello che ,
fiaal mondo,effo è longo vna ſpanna,& è groflo co
m'è vn brazo, & è ſplendidiffimofenza alcuna ma
cula,èroffo come foco. Li huomini di quella contra
ta nő valeniente per arme, ma fon moito lufuriofi
с А в 1 т о Lо Сххх.
D Oi tu vai per Occidente 4o. miglia, e truoui
I la grande prouincia de Nachabar, laquale è
chiamata India maggior, questa è la maggior In
dia che fia almondo, e la migliore, &èinterra fer
ma. In queſto Regno fe trouano margarite große
e fine. In queſta prouincia fono 5.Rè fratelli carna
li. Nel cominciamento di queſta prouincia è vnp
Rè, ilquale ha nome Sendebar, & è appellato Rè
de Vor. Il Rè ha la decima parte delle margarites
chefe truoua in quel Regno, queſte margarite fel,
troua pur d'Aprile fin à mezo Maggio da lipeſca
tori che peſca nel colfo del mare, nelqual fièabbon»
dantia de Margarite, queſte perle fetrona nelle te
ste dipeſce, cioè oſtreghe.Li huomini, ele donne di
*. - |- que
114 V I А G G I D I
queſta prouincia vanno tutti nudi,faluo ch’effife co
pre le fue vergogne. Il Rè etiandio va tutto nudo,
ma efio porta al collo vn cordon tutto de pietre.
precioſe, cioè carbonculi,zaphiri, ſmeraldi, & altre
cofe precioſe,lequalifono per numero céto,e quat
tro. Et imperciò conuiene che'l dica per numero
cento, e quattro oration da matina, e difera à l’ho
nor delli ldoli E porta à liduoibrazzi, & à le gam
befrifi coperti di pietre pretiofe, & à li piedi,&à li
denti porta pietre pretiofe chex.cittadenonglipo
tria pagar. Efappiche quello Rehaben centomo
glie, e fine tolfe vna à ſuo fratello, e queſte donne
fi addorna, e fa cofi bella la fua natura come fà le
donne nostre il fuo vifo. Il Re ha molti compagni
che ſempre l'accompagnano, e quando effo muore
cioè il Re, effibrufano il ſuo corpo,e queſtiſuoi cõ
pagnifi gettano nel foco quandoilfe brufa,elaffaffe
brufar có lui in cõpagnia, e cofi dicono che cofi effi
ſerãno in ſua cõpagnia alla vita dilà, com’effifono
stati alla vita di qua.Queſto Re ficõpra ben 1 o.mil
la caualli à l’anno nella contrata de Cormose vndi
questicauallife vendeben 5. fazi d'oro. Li merca
dantida Guinlai, e di Sofur, e di Eden fili vende à
mercadāti diqueſta Iſola, & in capo dell'anno tut
rifono morti, e cofi conſuma questo Re tutto il ſuo
theforo in queſticaualli.La cagion fie queſta chein
quest’Iſola nõ viue maicauallo più de vn'anno. In
questa contrata fietale vfanzan che quãdovnhuo
ſnoeiudicato à morte, lor dimãdagratiaal Reche
M A R C O P O L O. *r3 -
felaffa occidere feifteflo à l'honor del ſuo Dio,&ef
foglifa la gratia. Allhora ſe apparecchia tuttilifuoi
parenti,& effo fi mettexij cortellialcollo poie me
nato alloco dellaiuſtitia, il malfattor crida ad alta
voce, e dice. Io me vccido à l'honor del cotal dio, e
tole vn coltello, e daffe vn colpo poituole l’altro,e
daffe,e cofifa finche l'e morto. Liparētiſuoi poilo
brufa con gran riuerentia, e cõgranfeſta,e ciaſche
duno può tuortante moglie quãte il può mātener,e
quãdo il maritomore molte delle moglie febutta í
foco, e brufafi con effo perche la víanza fie cofifat
ta che tuttiche muore e brulati. Quelle che fi brufa
colmarito,fon molto laudate da lifuoi paréti. Tut
tifonoidolarri, e molto adorano liboui, e dicono,
cheilbò e fanta cofa. Effinó mangiaria carne dibò
per cofa del mõdo e nő ne occideria alcunọ pertut
to l'oro del mondo. Quando il ne muore alcuno,
effitole il fuofeuo,e ongie le fue cafe dentro.Queſta
géte diſcefe da quelliche vccife San Thomaſo Apo
ftolo, e neffundi loro nõ può intrarin la ſua Chiefa
ch'effofece in la ſua contrada,e s'alcunogli vuole,
intrar, effi cafczno morti, ò quafi morti, diece altri
huomininõli può condur nefundelli ſuoi contrarij
in quella Chieſa di S.Tomafo, ne viuo, ne motto. Il
Rècon tuttiquellidella prouincia mangianosẽpre
in terra,e dicono ch'effifonovſcitiditerra, e diter
ra die retornare, e ch'effinon potriano troppó ho
norare la terra. In queſta terra nonnaſce alcunabia
ua, ſe non rifi. Quando questihuomini war'] = 'མཱཡ
- att4

|
п ч6. V I A G G [; D I #
battaglia, loro vanno tutti nudi, e non portanöfŁs:
non lo ſcudo, e la lanza, effi non occide alcuno ani
nGale, narfagliocciderad altri che non fono della a
ſua prouincia. Tutti i homini, e femine di questa =
prouinc a fe cốuien lanar due volte a dì da mattina,
e da fera in altro modo esti non olarianio mangiar,
ne bere. Chi rõ oferuaffe qu:fto keria tenutipatāri
ni intra loro.Elfi felaua in queſto modo:Lì fono sé
pre nudi come v'ho detto effi vanno alli fiumi,egiet
tafi dell'acqua oltra il capo, e poife fregal’vno, e
l'altro,& alla fiata nell'acqua fe cógionge ſenza al
cuna vergogna. Loro fono vili per arme, pochỉfo
no che beuano vino; e qlliche ne beuenófonotolti
per teitimonij, e cofi quelli che vanno permare,
perche li dice che ſono deſperati, & anche hanno
che il lufuriar nó fia peccato ne vergogna. Anzi di
cono che'l piace à gli ſuoi dij. In queſto paeſe è cal
do intollerabile, & impercio vanno tutti nudi, e:fo
no cofiluffuriofi. Iui non pioue mai fe non in Zugno |

Luglio,& Agoſto. Et egli ne moltiche fanno philo


tophia,e negromantia molto ben,& attendeno à in
diuinar. fui ſono aftori negri come cerbie grandi,e
fieri, ſuifonobarbastrelli grādi come galline,e tutta
notte vola, e magnale. Molti huomini offeriſce i ſuoi:
figliuoli à l’idoliin liquali ha maggior riuerenza qlli
monachỉ quãdo effi vuolefar feſta à il ſuoidolo, for
näda per tutti i putti,e putte,che glifono ſtati offer
ti, e ba la, e cãta,e portano da mãngiar al fo idolo,el
dice chc’i mangila fostāza diquella carne,e poi loro.
- Iſlan
་བཟང་། །ཁ་

| - М А R. С О РО L О.
mangia la carne con gran riuerentia, queſto modo
т17,
tien li dongeli, e le dongeile fin che lorofi marita.
Ο Α Ρ Ι Τ Ο Ι. Ο Ο ΧΧΧΙ. . ..
1A A Vuis vifi è gran Regno, chefe truoua quan
do tute parti da Maobar, etu vai per tra
montana circa mille miglia, loro adorano gli Idoli,
infuli monti diqueſto Regno,fetruoua glidiaman
ti fini quando pioue forte li huomini fittà à cercar
inleriue dimonti. In quellimontiquando fiè li grã
caldi fitroua ſerpentigrandiffimi, & afpriffimi; ne
in altra parte del mondonon fetroua più diamanti,
in questa contrata fièlimaggior moltoni che fia al
mondo. Il corpo di San Thomaſo Apoſtolo fi è nel
la prouincia de Moabarin vna piccola città, nella
qual vanno pochi mercadanti, perch’effa fi è fuora
deman. Iui habita molti Chriſtiani è molti Sarraci
ni, fiqualivannoalcorpo de San Thomaſo. Lisar
racinihanno gran fede, e gran riuerentia al corpo
di San Thomaſo. Eloro dicono che'l fùSarracino è
gran Propheta, e chiamalo San Thomaſo da van
na, ch’è à dir in noftra lingua Santo huomo. Li
pellegrini Christiani che vanno à queſto fantotale
della terra, dou’effo fù morto. E quando alcuni fe
inferma, effi gli da à beuere di quella terra con vi
no è con acqua, e di preſente loro guariffe, l'anno
del 1297, fifù vngran Miracolo. Fù vnbaron del
paeſe che haueua tanto rifo, che'l non hauea da lo
garlo, ond'effo ne fece impir tutte le cafe del loco
de
1 rg- V I A G G I D I
de S. Tomaſo. Li pelegrinilo pregaua ch'ello non
doueffe impazzar il loco di S. Thomaſo doue effi
doueua dormire, e non volſe farniente,e la notte fi
gli apparſe in vifion S. Thomaſo,e mettegli vna for
cha de ferro fu lagola, e diffe,ſe tu non leui via quel
lo rifo, per certoio te affogherò. E ſubito quelba
ron fi defedò, & incontinente lo fece tuor via. On
de gli Christiani pelegrini ne referì grandiffima ri
uerentia à S.Tomaſo. E queſto miracolo recitò qľ
baron medefimo con ſua lingua.Esto fa affaigratie
alli Chriſtiani che fi racomanda à lui. Li huomini di
questa contratafono tuttinegri, ma effinon nafce
negri, ma ľaere lifano negri, & fi onge conolio de
fifamo,pervenire più negri. E quantofono più ne
gritanto magiormente fono tenuti più belli. Effi
fanno li ſuoi Idolinegri,e dipinge lidiauolibianchi
e dice che Dio fiè negro con tuttili ſuoi. E lidemo
njfono tuttibianchi Quando qsti di questa contra
ta vanno imbattaglia, ciaſcuno porta con fi pelo di
bo faluatico,e liga di quel pelo à le crine del fuoca
tiallo:i'qual metteful ſcudo è dicono ch'ella fi è co
ía fanta, e quelli che hanno di quel peloſopra dife,
non gli può incorreralcii male ne pericolo alcuno.
C A P I T O L O CXXXI].
Q Vando te partì dał loco di San Tomafo, tu
& vaiverſo occidente, e trouivna prouincia-,
la quaļhà nome Lache. In questa prouincia fono
kragmami, liqualifono più veridiciħuominiche fia
al mondo, effinon dirian vna bugja, e nő affenteria
- àvna
Μ Α R Ο Ο Ρ Ο Ι. Ο. 1I9
à vna falfità pertutto l'oro del mondo. Effi fono
caftiffimi huomini,e ciaſcunfe contenta pervna fo
la moglie.Effinon beue vino,e non vuole quel d'al
tri per nefun modo, effinon mangia carne, e non
occideria nefuno animalperalcuna coſa.Liadora
no liidoli,e attende molto adindiuinar. Effinon fa
ria mercato alcunoſe effinon vede prima la ſua vm
bra alfole. Effi mangiano temperatamente, e mai
non ſe fàtrar fangue, & e fauij huomini, in queſta
contrata e molti religiofi, e fono detti Cugini effi vi
ueno ben 15o. anni per la grande aftinentia che lor
fanno. Et egl'altri religiofi che vanno tutti nudi, e
nonfe coprino, e nő hanno vergogna,digando ch'
effifono ſenza peccato. Effiadorano liboui,e porta
vnbo piccolo de brõzo ſopra il fronte, e ongefi de
olio fatto dioffidibo congran riuerentiae nonmá
giano inícudelle neinfutaglieri, mangiano fu le fo
glie di pomari del paradiſo, òfia in altre foglie fec
che e non verde palcun modo.E dicono che le coſe
verde fi hà anima, e che le dorme fu la terra nude.
C A P I T O L O CXXXIII.
Rbai è vn regno che ſe troua verſo garbinL,
quando l’huomo è lontan da Maabar 5. mi
glia, iui fono Chriſtiani, faracini, e giudei. Il
Rè de Orbai non rende tributo ad alcun, ini na
ſce più peuere che in luogo del mondo, iui fi è
endegoaffai, efaffe d’herba gran cofa, & ſtanno
fani per il gran calor, che chi metreffe in vno di
quelli fiumi vnouo incontinente faria cotto. : que,
t^
12o . V I A G G I D I
ſta contratavfa molto limercatanti peril grande,
guadagno ch’effi fanno. In queſta contrata fono
molte bestie faluatiche, e ſtranie, qui non naſcebia
uale non rifo. Juifono molti medici, & aftrologi.
Li hominiele donnefono tuttenegre, e vannotut
tį nudi ſe non ch'effife copre il ſuo vituperio cõvna
pezza de grilo. Loro fitoglie per moglie cufine, e
matregne, e ogni parente, e cofi fanno per tutta
l'Índia. . . . . . . -

C A P I T O L O CXXXVI. ., ,
Tv Omati fièvna contrada d'India, laqual fi può
C veder alcuna coſa de la tramontana,laqualnő
fi vede de l'Iſola de Haua qai, quando l'huomo fe
parte di queſtoluoco, e va in mare perxxx.miglia,
tu vediben la tramontana per apparentia 7. paffi fo
pra acqua, ſtrania gente è in queſta contrata, etro
uafi bettie molto ſtrante ſpecialmente fimię, lequal
parono fi come huomini, Equando l'huomo ſe par
te de Comatie và verſo occidente 3oo.miglia,fi ve
dela tramontana,e trouailregno di Eli, & effiado
ranogl'Idoli, e hanno vn Rè, ilqualèmoltoriccho
de theloro, ma non digente, quella cạntrata, e tan
to forte cheneffuso non lipuò andareadosto quan
do alcuna naue piglia porto in queſto regno effi li
roba: Et dicono che gli ſuoi Idoli gl'hà mandati,
perche sfiivoleuano andarin vn'altra cotrata. e li
ſuoi Dei non liha laſciatiandare, e credeno ferma
mente che queſto non fia peccato. E cofi fanno
pertutta la contrata, eiuifonoleoniallai.
- СА-
|

м А к с о Рo Lo. 121
C A P I T O L O CXXXV.
- Eibar fie vn regno graade d'India verfo oc
cidente, ilfuo Rènon rende tributo ad alcu
no, e fi adorano l’idoliin queſto regno, & in quello
de Gefurach, Molte naue eſcono di quà perandar
robbare quellicorſari, e menano con file moglie,
e li figliuoli, e tutta la Eſtà ſtanno à cancioe in cor
fo. E cento naue facendo ſcala tien ben cento mi
glia. Effi toglie tutta la robba ch'elli trous, ma non
offende la perſona, e dicono, andate à guadagnar
de l’altra robba, che perauentura voine venirete,
vn'altra fiata per le mane, quifie abódantia dipe
uere, e dizenzero, e de cubiti, de le contrade di
queforegno non vene voglio dir più, perçhe’lfe
ria troppo longo recreſcimento à contarlo« ...
C A P I T O L O CXXXV I. t. t.
G Elura che fie vn'altro regno che ha il fie re
gno perfi, & e verſo Occidente,e fi adora l'i.
dolide qua, fi vede la tramontana ben perfette bra
zi più sù. Qui ſonoli peggiori corſari che fian? al
mondo Effi piglianali mercanti, e fi li tormentſ, e
metteglitaglia, e faglifolution fi grande che molti
ne more s'effi non paga la taglia à tempo. Qua fi
lauora meglio licoriche in parte del mondo. -
C A P I T O L O CXXXVII.
Vando tute partida Gefurach,e vai permare
verſo occidente tu truoui il regno di Rorna.,
e quello diSebelach. In queſti regni ſono grande
- ITER
122 V · I A G G H . D II. ?."
mercantie e ciaſcuno hàilfuo regno per fi,e hanno
linguaggio perfi, & adoranoli Idoli. Eſſinon han
noformento biaua fenon rifo, e queftifono ega
d'India maggior. Sappiate ch'io veho detto ſofa
merite delle prouincie che fono ſopra il mar. Di
quelle che ſono infra terra non hơdetto niente ché
troppo ferialongoragionar- - - f * ::::::
---- at: . ; * : .. : : *'orii . . . .
arri e C A P I T O L'Os CXXXVIII. * , ,
1 .. . . '. -t, és: ti : * x. . . . t :
^ Vando l'huomofoparibda Refmaceran, eva
\ A per l'alto mar perias: thiglia verfø mezo dì
trouidue Iſoleľvna appreſſo l'altra per $d. miglia.
Invma habita huoministenza femine, e queſta ha
nome Iſola malcolinai!?ti Valtra habita feminefen
za huomini, e queſta hà home Iſola Ferhinina. Effi
fono perciò vna medefima coſa, li huomininon.
varířib mai dalle femine, nele femine dallihhófni
fiilé fíon tre mefi de l'anno, cioè: Agosto, Settem
brio, e Ottobrio. Queftitre mefiftanno continua
mente infieme, poi ritonano à l’Iſole fue, efannoi
fattìſuoi. Liputi maſcolistanno con lamadre fina
à 7 anni,poi vanno con lipadri.In questa contrata
fie grande abbondáhtia d'ambre, e diperle, e per
le molte balene che vien prefe. Huiſono perfettipe
ſcatori,lifeccha lopelce, e fanne gran merchante,
e viue purdicarne; didatte, e di rifi, e díſpecié, ?
non d'altro. Effihanno pertio fignore vnvecơ.
uo, &ëſottol'Arciùekouo descorfia, :
- СА
I
м А R С О Рo 1. о. rasi
| , :C A P I T O L O CXXXIX.
| ,
Vando tutº parti đá queſte Iſoletu vai verſo il
mezo di circa 4o. niglia tu:ruouivna Iſola .
}
ch’è detta Scurfia. Queſtifono Chriſtiani, & hanno .
:
Arciuefcouo, e Veſcouo, qui fie grande abbondan
|
tia d'ºmbre. Quistlauora drapidibambafo,&fono
molto belli. Tutti vannonudie non fe copreniente
i nebaldachino: Queſto loco fiecala de corſari.
Isi Christianicópera volontiera da lor,perche lirob
bàpurgente pagana, efeticinie non Chriſtiani.Se
vñanaủe andasteà velaçõfin tiffimo vétoestifaria
perincant: mé o venirilvēto contrario pincanta
tion di demonijeffi fantrarqu lvēto ch’effi vuole.
-- C Ар і т о і о схL. -

M Ardeigaſcar fi è vna ifo'a verſo il mezodi,


VIL&e longida Sc rfia circa mille miglia, iui
forio 4 faracini, che fon fignori dell'iſola. Que-
fta fola volge 4oo. miglia, in queſta Iſola e gran .
mërcantie didentidielephanti, e qui non ſeman
giá ſe honearne d'elephảnti di gambelli. Iui fono
moleibofchi di fandalirofi: e trouaffi molte am--
bfè. Iu fie molte cacci: di bestia e di vccelli àque
sta Iſola defcende melte Na'i con merchantie. Di ">

questa iſolafù purtatu al gran Chan vn dente di


pörchofaluadego zilqual pelaua 17. lire, iuifetro
ua à certo tempo de l’anno vccelliche à nome Ni
chi, liqualifono figrandiche le penne delle ale fo
no longhe benxj, paffiſecondo ilgrado. E questo
vccelopiglia: e vccide elefantipicolieportaliinal
- - - ------- |- EQ
1,24 v I А G G + p 1 ..
to, elaffalicadere e poi fi affa venir ſopra, e man:
gianc quelche vuole al ſuo talento. |

c a P 1 T o Lo cxli.
, ':' : '.'

T Angibarèvn’Iſola nobiliſſima, laqual volge


ben mille miglia. Lagente diqueſta contrata
adoragl'Idoli, efonogroſſihuominide membri. Et
pareno purgiganti, vndiqueftihuominiporteria »:
cargo per 5. dellinostri. E lor ſon negri, e vanno,
tuttinudi, & affomigliano propio ddiauoli.Effihã
no grandela bocca, e il nafogrande, e roffo l'oreo
chie grandi, egl'occhigrofi, terribile cola fono à
vederli. Le femine etiandiofon brutte coſe da ves
dere, peggio da toccare per lafuagran larghezza,
fie gran mercantia. Li huominifono finicombat
titori, perche nonteme la morte. Lebefie di quel
la contrada fi è moito ſtranie dell’altre contrade e
prouincie. Faccioui fapere come vi hò detto delle
più nobil prouincie d'India, & di quelle del mare:
Non credo che mai fuffe huomo, che tantovedeſ-
fe delle parte di Leuante, ne Chriſtiano,ne Pagano,
quanto vidi, ecognoſceti io Marco Polo, e finon,
credo che da Dio ingiuſo podeffe mai vedere, nea
cognoſcere in tutti due l'Indie, cioè la maggior, &
la minor, & la moltitudine delle prouincie, e delf
Ilole chefono, conciofia che la vita de duoi huomi
ninonbaltarebbeàcercadatuttạińſomma.
СА
‫ه‬------------
г |

M A R C O P o L o, 12;
C A P I T O L O CXL I I. -

Q Va ve voglio contar de l'India mezana, la


^4 quale Città Abafaia • Abafaia fièvna grande
prouincia,laqualè detta India mezana il Rèmagior
di questa prouincia fièChriſtiáno, e tuttili altri Rè
di queſta prouincia fonòfotto dilui, e fono 6. Rè,
deliqualitre fone Chriſtiani, e tre faracini. Li Chri
ftiani hanno ſul volto vnſegno d'oro à modo d'vna
croce, e queftofi è per moſtraril ſuo battefimo. In
«ļuesta prouincia è giudici, che porta ful, volto doi
ſegnifatti con ferro caldo,l'vno fu vna galta l'altro
fu l'altra. Li faracini fi n'ha vno che tien dal vifo fin
fu la ponta del nafo. Il gran Rè Chriſtiano ſtain.
mezo di questa prouincia. Li Saracini habita verſo
la prouincia de Caden,in questa prouincia San To
malo Apoſtolo conuertì moltagente, poi ſe partì è
andò nella prouincia de Mochabar, onde fù marti
rizato, in queſta prouincia fiè moltivalent huomi
ni per arme, e buoni Caualieri. Effi hanno ſempre
guerra con il Soldano de Aden,e con quelli de Ner
bia, e con molta altragente. E vefaccio faper che
l'anno del 1287 il Rè delli Christiani haue vna grã- ,
de vittoria ſopra il Soldan de Aden. La gente de a
Abafaia viue de rifi, e de latte, e de carne, e non d'
altro. Livfano moltoolio de filamo. In queſta pro
uincia è molte Città,e Castelli. La prouincia đế A
den havn Rèche hà nome Soldan de Adem.luifo
noSaraciniche hannogrande inuidia aliChristia
ai : Effi hanno molte Città, Caſtelli, porto
|- ‫س‬-------- ------ - - -
qua fi è
- -- - - - - - - -- - - - - - -- -- - - - -

-
- ------------------------
126 , v I A G GHI : D f :
porto doue molte naui de mercadanti arriuano :
Quelii della prouincia de Aden,viue folamente dę
rifi, pche effihanno poca carneè poco latte, in tute
va queſta contrata nõ nafce, herba, anziè la più fec
ca contrata che fia al mondo « Le beſtie de quelle
contrate non magna fe non pefcefalato è crudo. .
C A P I T O L O CXLIV. "
Etto ve hò della contrata d'India mezana ;
hor'vi conterò delle contrade lequale fond
verſo la trathontana, laqual hà vn fuo Rè della L
caſa Imperiale delgran Chan. Quella gerite ado
ra vn ſuo dio come fanno gli Tartari, ilquale e
detto Nagigai.Queſtagente ſtáin piano,& in mon
ti. Loro non hanno biaua alcuna. Et vitie de car
ne e de larte folamente. Et non hannoguerra con
alcuno. Iui ſono molti gambellie vari, liquali fo
no molto cari. Sappi che ſotto la Signoria de co
ftui fi è vna contrara per laqual non ptiò andar al
cunagraue beſtia ne perſona per li retti paffi, e
laghi, e fontane, e per ilgrande freddo ch'èin quel
la contrata . Iui ſempre egiaza, e fanghi, e perle
giaze non può andare naue in quella contrata, e
dura questa contrataben perx'jgiornate.
СА Р І Т О L О СXLV. . . . . .
N On ne voglio dir come in queste kjº gior
N nate ſe piglia bestiole perfarpelefine. Main
ciaſcuna di queſte 12, giornate fono habitation2
nellequalfono canipoco minoride afini, e questi
|- canı
М А R С О Р О L О. 127 .
| cani tiravn edificio, ilquale hà nome sliozola, etis
ralo à modo di caretta, e non hanno rede, e duoi
huomini può andar fu, vna di quelle fliozole oue
to carrette, e le non fe fica fenon vri pocoinfang8s
ciaſcuna di queſte carrette, òfia fliozola, ſe mette
quattro cani, ò feiàtirarle come fannolicauali, e
con queſte ſliozole fi va vn huomo pergouernarli
cani, &à ogni pofta femuda licani. In iconfihi di
quefto regno de Tartari: fièvna contrata,laqualſe
appella da Schuricha, perche fempre è la ſcuro co
me è qua da noi la prima hora di notte. Iui mai non
fi vede il Sole. La gente di queſta contrata non hà
Rè, ma viue come fà le beſtie. La gente è molto
bella in quelle contrate, ma effi non hanno colorin
vifo, anzifono pallidi. Li Tartari che confina con
loro,lirobba fortemente. Quandoli Tartarivan
no à robbare in quelle partì, cioè in quella valle, effi
vanno con caualle c'habbia pcledri piccoli, e quã
do li fono appreſſo illuoco ch’effi vuole robbar,lo
roligano li poiledriàliarbori in quella valle ofcara,
e vanno à far la rubbaria, e come loro hanno rub
bato,laſciano venirle caualle, perche lor fanno ben
la via douefonlifuoi poledri. Li huomini della of
curità pigliano beftioli,delliquali ne fanno grágua
dagno,cioè dipelle d'armelini, e divarini. La gran
de Roffia hà confinicon queſti della oſcurità davn
capo « -

С А
was v1a se1 D1
с А Р і т о і о сxt.vi:
-Offía fi è vna gran Prouincia verſo la Tri:
montana . Quelli de Roffia fono Chriſtia
ni, e tien il modo griego in lifattidella Chieſa–, º
Effi ſono molto fimplici, e ſono molto belli huo
niini, e belle femine. Iuifono forti paffi, e non-2
danro tributo ad alcunofe non al Rè di Tartarid
Occidente. In Roffia è molto argento, in Roffia
è gran freddo, in Roffia è grande mercato delle
pelefine ditte de ſopra. La prouincia fi è grande
ch'effa arriua infin'a il mar Oceano. Nell'Iſole.
di quel mar nafcon molti buonigrifalchi, e li me
gliori falconi pellegriní che naſca per tutto il
. mondo á -

4 г. в 1 N Е: -
* . . 2 DE 67
*

N.

L'Opeta è fogli 8.
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