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Letteratura spagnola II 8/3/18

L’Italia, come la Spagna, ha un patrimonio di grandi poeti tra cui Petrarca e Boccaccio nel periodo
dell’Umanesimo, si può dire che l’Italia è uno dei motori della letteratura nei secoli seguenti.
La differenza che abbiamo tra le grandi figure italiane e le grandi figure spagnole è che la Spagna è
più lenta rispetto all’Italia e ad altri paesi europei, infatti le correnti letterarie si sviluppano, in
Spagna, sempre dopo gli altri paesi.
Verso la fine del 16esimo e l’inizio del 17esimo secolo, la Spagna si distacca con la sua letteratura,
comincia a trasformare tutta la letteratura, in modo che non possiamo quasi più paragonarla a
quella dei paesi che la circondano. La poesia spagnola deve molto all’Italia mentre la prosa è
totalmente originale.

(Capitolo II del manuale Canavaggio.)


Nel 16esimo secolo abbiamo due grandi forme di poesia:
-tradizionale
-italianista
La differenza tra queste due forme di poesia sta nella metrica corta cioè la scomposizione dei versi
è di arte minore (ARTE MENOR) ovvero versi fino ad otto sillabe e sono versi ad oggi molto rari,
invece per quanto riguarda i versi a partire da dieci sillabe si parla di arte maggiore (ARTE MAYOR).
Quindi abbiamo poeti tradizionalisti che scrivono in arte menor e poeti che si ispirano all’Italia e
quindi scrivono in arte mayor.
Una delle cose importanti da dire è che la poesia spagnola si espande, il popolo si mostra molto
appassionato della poesia, tutto il mondo legge poesia e dato che tutti leggevano poesia ci sono
molti poeti che si cimentavano a scrivere poesie e ad oggi sono sconosciuti di cui abbiamo solo
testimonianze scritte.
In Spagna va di moda anche il (plejosuento?) erano piccoli libri fatti di schemi di otto pagine e in
Spagna ne sono stati venduti un milione. Questa poesia è stata persa, però la parte di questi libri
che sono stati trovati sono tutti conservati in biblioteche straniere. Da qui si formano i Canzonieri
(cancioneros) e i manoscritti. Il primo Canzoniere che studiamo è un canzoniere personale dove si
può conoscere la storia di un cavaliere che dedicò parte della sua vita in Italia, a Roma. (secolo 17).
Juan del Encina (il cavaliere) pubblica un canzoniere a Salamanca (città universitaria molto
importante).
I canzonieri importanti del 16esimo secolo sono canzonieri antologici come appunto il canzoniere
di Juan del Encina che è un canzoniere culto, pubblico e definito arte della poesia castillana
Perché si chiamano canzonieri ?
Il nome è dettato dal fatto che queste poesie erano cantate, era una poesia per cantare. Quindi
sono antologie poetiche destinate al canto.
La poesia popolare dei canzonieri è estranea al mondo nobiliare.

Il primo canzoniere importante che abbiamo in Spagna è il Canzoniere generale nel 1511
(Hernando de Castillo), questo canzoniere è un tesoro unico in tutta Europa, è un volume in quarta
ed è un infolio(?). Hernando de Castillo, stava a servizio di un conte valenciano, creò un modello di
letteratura che si andava perfezionando, lui era un esperto di poesia e voleva dare un ordine ai
temi. La maggior parte dei testi sono canzoni che si aprono con otto sillabe che costituiscono una
sorta di riassunto a ciò che segue, la canzone quindi è formata da 5 versi di 8 sillabe, e altri due
versi alla fine che spiegano ciò che è stato detto nella canzone.
Si tratta sempre di una poesia innovativa e interessante, tutto il discorso di queste poesie è rivolto
in prima o in seconda persona, quindi parliamo di un testo abbastanza diretto e appunto per
questo non veniva visto di buon viso dai nobiliari che in un certo senso non accettavano che anche
i poveri potessero avere una passione e addirittura comincia a coltivarla. Questo uso della persona
diretta arriva fino al 20esimo secolo.

(la prof fa scrivere una poesia)

La canzone è formata da un ‘lema’ e una ‘cifra’(vuol dire brevissima composizione), in modo che le
poesie cantate avendo queste regole possono essere tramandate e tutti possono scriverle, le
poesie cantate d’amore sono sempre le più diffuse come in quasi ogni letteratura. Quindi parliamo
sempre di testi brevissimi che andavano di moda e venivano elaborati secondo la musa amata
dall’autore. Questo concetto di dedicare all’amata arriva anche nel rinascimento e che vedremo
con la Celestina che è una tragicomedia, molto lunga e umanistica dove si rappresenta l’amore
casuale di lui(Calisto) e il suicidio di lei (Melibea).
Jorge Manrique anticipa quello di cui parliamo nella Celestina.
Nella metà del secolo vediamo nascere anche i Romanceros che sono cancioneros de romance.
Finora abbiamo parlato di canzonieri con differenti tipi di composizioni, questi romanceros sono
fatti solo di romances che sono la composizione più popolare della letteratura spagnola e che
tutt’oggi si compone ancora, anche molte canzoni sono dei romances. I romances sono
composizioni poetiche di otto sillabe che rimano e possono rimare, non hanno un numero definito
di versi. I romances sono normalmente poesie narrative, cioè devono avere un testo con un senso,
un racconto che però alla fine non ha conclusione e resta incompiuto, e si dice che questo è il
bello. I temi principali sono storici ma possono essere anche attuali infatti c’è molta varietà,
possiamo avere romances della Riconquista, della storia greca o romana, abbiamo romances di
ogni tipo nelle antiche biblioteche spagnole, incontriamo anche romances fronterizos ovvero testi
d’amore di frontiera e questa frontiera era l’Islam e abbiamo anche romances della guerra di
Granada (re cattolici prima di conquistare la città).
Invece i romances riferiti al periodo subito dopo la guerra di Granada sono visti come romances
epicos.
A volte i romances possono essere di quattro sillabe (casi molto rari) e si chiamano tronchi.

(legge una poesia) por la muerte de su cara amiga


è un romances di cinque versi.
Mentre i cancioneros si vendono molto, sui romances possiamo dire che sono di stampo popolare,
sono così popolari che si diffondono in Spagna e nei paesi ad essa vicini, infatti questa è una cosa
che dobbiamo ricordare ovvero che alla fine del 16esimo e all’inizio del 17esimo secolo la
letteratura spagnola diventa una letteratura un po’ europea perché si parlava un po’ di spagnolo
anche nelle altre nazioni, infatti si chiama lingua cortesana, internazionale.
Nel 1547/48 appare ad Anversa, che era territorio spagnolo, il primo romancero e si chiama de
Martin Nuncio che era un editore, ed erano romances per cantare (cancioneros de romances). E
queste canzoni erano destinate ai soldati spagnoli che stavano nei Paesi Bassi che compravano i
libri per distrarsi ed inoltre erano pubblicati per essere comprati solo da loro, pubblicati per quel
tipo di pubblico che avevano problemi politici, di nostalgia, di adattarsi alla loro posizione, quindi
questi libri aiutavano loro a vivere meglio nella loro posizione militare. Sono 156 romances
contenuti nel cancioneros romances, 36 sono del cancionero general, 20 non sono identificati, 10
della tradizione orale.
Il tema principale dei romances di Martin Nuncio è la perdita di Spagna, che è stata oggetto anche
di poemi epici (invasioni e perdite): el siglo de la perdida de Espana, si riferisce alla perdita con i
visigoti entrano i musulmani, dopo abbiamo el siglo de Fernando che è un poema dove si parla
della guerra dei Pireni, poi abbiamo il Cid, e la Reconquista, la perdita di Granada, cantares, la
tristeza ( de Menalo ), c’è anche un gruppo di romances su Roma.
questi romances diffondono la storia medievale, le conquiste e i temi storici e mitici, tutto questo
può diventare tema di romances.
le strofe sono rimate ABBA.
queste forme di cancioneros che abbiamo visto finora le possiamo ritrovare anche in poeti come
Cristobal de Castillejo, lui sostiene che la letteratura più autentica deve avere un verso corto, non
hanno importanza i numeri delle strofe ma i versi devono obbligatoriamente essere corti. Egli
sostiene anche che c’è una polemica tra un gruppo di poeti capitanati da lui che difendono l’uso
del verso breve, e dall’altro lato un gruppo di poeti che sostiene che la letteratura spagnola deve
italianizzarsi, avere contatti con i poemi e quindi con la metrica e le varie strutture che vengono
dall’Italia e che abbiamo appunto chiamato italianismi, importare le tradizioni italiane (ovvero
verso endecasillabo). Questi due gruppi antagonisti hanno anche composto versi l’uno contro
l’altro. Questa polemica tra questi due gruppi ha come risultato il viaggiare e consolidarsi in altre
lingue dell’endecasillabo, in Spagna i poeti vengono invitati o quasi costretti a scrivere in
endecasillabi.
Dopo un po’, verso la metà del secolo, vengono in un certo senso ‘censurate’ i poemi spagnoli che
seguivano temi o metriche italiani, quindi Cristobal de Castillejo decide di cambiare la sua linea e
cominciare a scrivere in otto sillabe.
Garcilaso de la Vega , nasce a Toledo nel 1501 , è una delle figure più importanti della letteratura
spagnola. Egli è un poeta e militare spagnolo, appartiene ad una famiglia nobile e c’è da dire che
membri della sua famiglia parteciparono ad una guerra mentre Garcilaso era tenuto alla corte
dell’imperatore e doveva viaggiare con lui. Perde la vita a 35 anni in una campagna nel sud della
Francia mentre scalava una muraglia, cade un enorme pietra dalla quale lui non è uscito vivo. Nel
1526 Garcilaso comincia, anche lui, a scrivere poesie in endecasillabi. Lui è un soldato poeta,
soldati gentiluomo, una figura che sembrava strana all’epoca. Garcilaso si sposa con la sorella di
Carlo V, Elena, ma si innamora di una dama, Isabel. L’imperatore lo manda in esilio perché è
contrario alla sua presenza ad un matrimonio segreto, e dopo vari viaggi da esiliato, cominciando
da una isola del Danubio, Garcilaso si stabilisce a Napoli nel 1532.
La poesia di Garcilaso si trasforma quando si trasferisce a Napoli, si muoveva da Napoli solo
quando aveva ordini e chiamate militari. Garcilaso non pubblicò niente nella sua vita, le sue opere
sono manoscritti. Quando muore, il suo amico, pensa che Garcilaso debba vivere tra il popolo
quindi pubblica le opere di Garcilaso con le sue. (1543).
Nel 1569 a Salamanca si pubblicano le opere di Garcilaso da solo, le pubblica un professore
dell’università di Salamanca, questo professore sostiene che l’opera poetica di Garcilaso deve
essere pubblicata come classico, quindi la pubblica con le note(commentata). La opera poetica di
Garcilaso è composta da 40 sonetti, 5 canciones, un’ode, una lirica, due elegie, un’epistola, una
poesia lirica, sette distici castillani e tre odi latine. Un altro poeta importante è Fernando de
Herrera che, nel 1580 pubblica a Sevilla, un’altra edizione dell’opera poetica di Garcilaso con
annotazioni molto più ampliate. Quindi Garcilaso si trasforma da poeta Cortesano a un poeta
studiato nelle grandi università. Abbiamo edizioni in tutta Europa dell’opera di Garcilaso. La sua
poesia è in prima persona e non tutti i suoi versi sono endecasillabi.

(finisce la lezione leggendo il sonetto 13 di Garcilaso)

Celestina: scritta da Fernando de Rojas

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