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L’Italia, come la Spagna, ha un patrimonio di grandi poeti tra cui Petrarca e Boccaccio nel periodo
dell’Umanesimo, si può dire che l’Italia è uno dei motori della letteratura nei secoli seguenti.
La differenza che abbiamo tra le grandi figure italiane e le grandi figure spagnole è che la Spagna è
più lenta rispetto all’Italia e ad altri paesi europei, infatti le correnti letterarie si sviluppano, in
Spagna, sempre dopo gli altri paesi.
Verso la fine del 16esimo e l’inizio del 17esimo secolo, la Spagna si distacca con la sua letteratura,
comincia a trasformare tutta la letteratura, in modo che non possiamo quasi più paragonarla a
quella dei paesi che la circondano. La poesia spagnola deve molto all’Italia mentre la prosa è
totalmente originale.
Il primo canzoniere importante che abbiamo in Spagna è il Canzoniere generale nel 1511
(Hernando de Castillo), questo canzoniere è un tesoro unico in tutta Europa, è un volume in quarta
ed è un infolio(?). Hernando de Castillo, stava a servizio di un conte valenciano, creò un modello di
letteratura che si andava perfezionando, lui era un esperto di poesia e voleva dare un ordine ai
temi. La maggior parte dei testi sono canzoni che si aprono con otto sillabe che costituiscono una
sorta di riassunto a ciò che segue, la canzone quindi è formata da 5 versi di 8 sillabe, e altri due
versi alla fine che spiegano ciò che è stato detto nella canzone.
Si tratta sempre di una poesia innovativa e interessante, tutto il discorso di queste poesie è rivolto
in prima o in seconda persona, quindi parliamo di un testo abbastanza diretto e appunto per
questo non veniva visto di buon viso dai nobiliari che in un certo senso non accettavano che anche
i poveri potessero avere una passione e addirittura comincia a coltivarla. Questo uso della persona
diretta arriva fino al 20esimo secolo.
La canzone è formata da un ‘lema’ e una ‘cifra’(vuol dire brevissima composizione), in modo che le
poesie cantate avendo queste regole possono essere tramandate e tutti possono scriverle, le
poesie cantate d’amore sono sempre le più diffuse come in quasi ogni letteratura. Quindi parliamo
sempre di testi brevissimi che andavano di moda e venivano elaborati secondo la musa amata
dall’autore. Questo concetto di dedicare all’amata arriva anche nel rinascimento e che vedremo
con la Celestina che è una tragicomedia, molto lunga e umanistica dove si rappresenta l’amore
casuale di lui(Calisto) e il suicidio di lei (Melibea).
Jorge Manrique anticipa quello di cui parliamo nella Celestina.
Nella metà del secolo vediamo nascere anche i Romanceros che sono cancioneros de romance.
Finora abbiamo parlato di canzonieri con differenti tipi di composizioni, questi romanceros sono
fatti solo di romances che sono la composizione più popolare della letteratura spagnola e che
tutt’oggi si compone ancora, anche molte canzoni sono dei romances. I romances sono
composizioni poetiche di otto sillabe che rimano e possono rimare, non hanno un numero definito
di versi. I romances sono normalmente poesie narrative, cioè devono avere un testo con un senso,
un racconto che però alla fine non ha conclusione e resta incompiuto, e si dice che questo è il
bello. I temi principali sono storici ma possono essere anche attuali infatti c’è molta varietà,
possiamo avere romances della Riconquista, della storia greca o romana, abbiamo romances di
ogni tipo nelle antiche biblioteche spagnole, incontriamo anche romances fronterizos ovvero testi
d’amore di frontiera e questa frontiera era l’Islam e abbiamo anche romances della guerra di
Granada (re cattolici prima di conquistare la città).
Invece i romances riferiti al periodo subito dopo la guerra di Granada sono visti come romances
epicos.
A volte i romances possono essere di quattro sillabe (casi molto rari) e si chiamano tronchi.