Dai sensi un apprendere: Apprendimento, innovazione e didattica all'Università dell'Immagine
By Andrea Ceriani and Valeria Nigro
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Dai sensi un apprendere - Andrea Ceriani
Andrea Ceriani – Valeria Nigro
Dai sensi un apprendere
Apprendimento, innovazione e didattica all’Università dell’Immagine
UnConventional Training
KKIEN Publishing International
info@kkienpublishing.it
www.kkienpublishing.it
Prima edizione digitale: 2020
ISBN 9788833260839
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Table Of Contents
Introduzione
Il senso pedagogico
L’educazione sensoriale
Il materiale di sviluppo: a lezione
da M. Montessori
Il museo didattico: l’invenzione di Rosa Agazzi
Rousseau: l’importanza di educare
Emilio
L’autoeducazione e il rispetto della libertà
Libertà, autoeducazione, armonia
Liberi di educarsi: J. J. Rousseau alla prova dei tempi
Il risveglio degli oppressi: la lezione
di Paulo Freire
Apprendere dalla psicologia
Gestalt e dintorni
Nasce una scuola
L’organizzazione percettiva
La teoria dal campo e l’isomorfismo
Critica all’empirismo
Il costruttivismo: l’irrompere della soggettività
La zona di sviluppo prossimale e lo scaffolding
Rudolf Steiner e la scuola del Bauhaus
L’antroposofia pedagogica steineriana
La rivoluzione
del Bauhaus
I processi sensoriali, la percezione e la sinestesia
La sensazione
L’udito
La vista
Il gusto
L’olfatto
Il tatto
La percezione
Alcune teorie sulla percezione
I fenomeni percettivi
La sinestesia
L’UI: l’immagine è l’armonia definita dal lavoro integrato dei sensi
Da città industriale a città dell’immagine e della creatività: nascita di Fondazione Industria e dell’UI
Il secolo dell’impoverimento sensoriale e l’importanza della rivalutazione del concetto di polisensorialità
La metodologia didattica dell’UI: formazione attraverso l’educazione integrata dei cinque sensi
L’importanza dei sensi nel processo creativo
Organizzazione delle attività didattiche in cinque aree, una per ogni senso
Elenco e descrizione delle materie con i rispettivi docenti dal 1998 al 2004
Docenti chiave dell’UI e le rispettive materie
I laboratori: momenti indispensabili per sperimentare direttamente ciò che si sta apprendendo
Le visite guidate, le mostre e gli interventi di esperti
L’interdisciplinarietà delle lezioni, dei progetti e dei laboratori
L’attivismo e l’educazione degli adulti
Nascita e diffusione della scuola attiva
J. Dewey e il progressismo educativo
Adolphe Ferrière e la scuola attiva
Educazione degli adulti
Tratti caratteristici della didattica dell’UI ripresi dall’attivismo e dall’educazione degli adulti
Il ruolo degli insegnanti
L’autodeterminazione e l’autovalutazione
Il ruolo attivo dello studente e il concetto di cambiamento
L’organizzazione delle classi e l’importanza di crescere nella diversità
L’ammissione alla scuola e gli stage
I criteri di ammissione all’UI
Stage
I passaggi cruciali
I passaggi didattici: da una impostazione verticale del curriculum ad una integrata
Da figure professionali di riferimento convenzionali al tentativo di definire nuovi profili professionali o nuove realtà imprenditoriali
Testimonianze dei protagonisti
dell’Università dell’Immagine
La visione del progetto. Intervista a Fabrizio Ferri
Dai sensi alla sinestetica
Organizzare e gestire una scuola: Tania Silvia Gianesin
Creatività e sinestetica, una ricerca sabbatica: testimonianza di Maria Sebregondi
Appendice
I progetti aziendali
Progetti didattici
Seminari e workshop aziendali
Biografie dei protagonisti
dell’UI
Elenco degli studenti che hanno frequentato l’UI dal 1998 al 2004
Elenco visiting
Dati statistici sugli alunni che hanno frequentato l’UI
Bibliografia
Introduzione
Descrivere ciò che succede in una scuola
dove non s’insegna la creatività ma dove si lavora con
la creatività di ciascuno non è cosa semplice. Da un lato si può correre il rischio di non essere precisi e di banalizzare il senso di un’esperienza significativa. Dall’altra parte si può cadere nell’esaltazione di ciò che si fa perdendo di vista l’oggettività di quello che succede realmente.
Quando ci siamo decisi a scrivere questo volume, una ricerca didattica e metodologica sull’Università dell’Immagine (UI), avevamo ben presenti questi rischi, insieme a qualche altro. Infatti, vedevamo bene che ciò che viene insegnato
è frutto di ricerche ed elaborazioni personali, ma difficilmente gli insegnanti
sono in grado di spiegare da dove hanno derivato i loro contenuti. Non certo per imperizia ma perché hanno talmente interiorizzato i contenuti da essere
, in una certa qual forma, ciò che insegnano.
Un primo, importante compito che ci siamo dati è quindi stato quello di ricostruire i fondamenti teorici alla base del metodo educativo e delle discipline
che costituiscono la proposta didattica. Inoltre, ponendo attenzione a metodi e alle filosofie educative, abbiamo potuto entrare nel mood
dell’UI descritto magnificamente da Fabrizio Ferri quando più volte ci ripeteva qual era il suo concetto di immagine
: l’armonia definita dal lavoro integrato dei sensi.
E proprio il lavoro su e con i sensi è la caratteristica centrale dell’UI nella quale si entra e ci si fa sconvolgere un po’ le idee
da questo nuovo modo ci intendere la formazione professionalizzante e si esce pronti ad affrontare la sfera della comunicazione e del mondo dell’immagine ad altissimi livelli.
I creativi a cui questa scuola si rivolge, infatti, sono aperti ad una concezione d’immagine basata sull’integrazione di tutti i sensi e non sulla specializzazione in uno di essi; su una creatività a tutto campo; su una forma mentale aperta ad ogni spunto; su una motivazione etica della creatività e della professionalità attraverso competenze, flessibilità, espressione ed una preparazione culturale diversificata e adeguata alle aspettative del mercato.
Il tipo di formazione che l’UI offre permette di far fronte alla mancanza di un innovativo potenziale che il mercato lamenta. Infatti, il mondo dell’industria ha come priorità quella della ricerca di una nuova creatività e d’innovative strategie di comunicazione.
Nessun settore e nessuna attività aziendale possono permettersi di sottovalutare l’esigenza di una maggiore creatività, poiché questa non può essere considerata come una prerogativa delle sole imprese cosiddette creative (moda, design, editoria, ecc.). Tutte le imprese devono saper anticipare il cambiamento con posizionamenti originali e sostenibili.
La domanda di creatività, fortemente aumentata in questi ultimi anni, ha trovato risposta nella repentina reazione dell’industria e la maggior parte dei prodotti che vengono consumati incorporano l’opera dei creativi.
La metodologia di studio dell’UI, affrontando una tematica complessa quale quella dell’immagine, può fornire un contributo rilevante sulla creazione di competenze particolari che le imprese non sono in grado di sviluppare internamente e che hanno difficoltà a trovare all’esterno.
Inoltre, questa metodologia è in grado di offrire strumenti concreti per affrontare i mestieri dell’immagine, alcuni dei quali sono ancora poco noti ma estremamente validi e stimolanti. Infine, il lavoro sui sensi e sulle percezioni sensoriali permette agli studenti di creare nuovi profili professionali e nuove realtà imprenditoriali in diversi contesti.
Un esempio applicativo di questo tipo di formazione può essere quello del marketing emozionale e polisensoriale. Questi tipi di marketing si fondano su recenti teorie che accantonano la logica bisogno-acquisto-beneficio, mettendo in luce l’aspetto soggettivo e irrazionale del processo d’acquisto. Tali teorie si appoggiano a molteplici studi che ribadiscono l’importanza del fattore emotivo nella decisione del consumatore, fornendo un apporto importante alla ricerca orientata al mercato, in quanto consentono di comprendere meglio le scelte del consumatore e, quindi, anche di mettere a punto una comunicazione più mirata.
Molte sfide imprenditoriali si giocano oggi non solo livello di prodotto - sempre comunque molto importante - ma soprattutto agendo sulle percezioni che ruotano attorno ai prodotti. La comunicazione percettiva, le sensazioni soggettive e irrazionali sembrano quindi dipendere dagli stimoli sensoriali attivati nel consumatore al momento della decisione d’acquisto. Ne consegue, quindi, la necessità di trasmettere stimoli sensoriali più adeguati a convincere i clienti dell’irrinunciabilità del prodotto. Questa comunicazione, di tipo polisensoriale, può avvalersi, anche, di linguaggi sinestetici e dell’utilizzo di stimolazioni sensoriali più concrete
, ad esempio con l’immissione di determinati profumi o musiche nel punto vendita.
La frontiera della sinestetica rappresenta, per ora, il punto di riflessione più avanzato dell’UI che, pur in presenza di alcune difficoltà che hanno fatto mettere l’insegnamento in un periodo sabbatico
, costituisce una naturale evoluzione e un sicuro punto di ripartenza.
Il lavoro con i sensi è iniziato. I campi di applicazione sono vasti. Manteniamo la percezione sensoriale elevata.
Andrea Ceriani - Valeria Nigro
Il senso pedagogico
L’immagine è un linguaggio globale, un’armonia definita dal lavoro integrato di tutti i nostri sensi e non, come spesso si pensa, la specializzazione di uno solo.
I sensi sono il punto di partenza di questa armonia e tornare sensibili significa operare una rieducazione di tutti e cinque.
Per questo motivo l’UI basa la sua attività di formazione su un programma costruito attorno a cinque aree, una per ogni senso, in cui sono suddivise le materie di studio, le esercitazioni e i laboratori{i}.
Diversi pedagogisti hanno considerato l’importanza di questa metodologia didattica, utilizzandola in maniera personale per favorire lo sviluppo del primo momento dei processi d’apprendimento, quello dei sensi, attraverso i quali il soggetto conoscente si costruisce nella mente le immagini del mondo.
Nihil est in intellectu quod non fuerit prius in sensu
Tutte le immagini degli oggetti che si trovano nella nostra mente sono passate attraverso i sensi: l’udito, l’olfatto, il tatto, il gusto e la vista.
Nel nostro percorso di ricostruzione della mappa concettuale dell’educazione sensoriale prendiamo in considerazione le opere di Maria Montessori, che grande spazio ha dato all’educazione sensoriale, ma non possiamo certo trascurare quelle di Rosa Agazzi e di J. J. Rousseau.
L’educazione sensoriale
Il materiale di sviluppo: a lezione
da M. Montessori
Maria Montessori dà notevole rilievo all’educazione sensoriale e nella sua costruzione pedagogica lo sviluppo dei sensi precede quello delle attività intellettuali di tipo superiore. Da questa considerazione parte l’esigenza di percorrere un itinerario educativo che, per raggiungere la pienezza della personalità intellettuale e morale, passa necessariamente attraverso una fase sensoriale altrettanto importante di quelle successive.
In questo senso si può ritenere che l’educazione fisiologica è preparatoria di quella psichica e che tanto più quest’ultima sarà completa quanto più quella sarà stata intrapresa per tempo e con criteri adeguati.
La Montessori sostiene che due sono gli scopi dell’educazione generale uno biologico, che consiste nell’aiutare il naturale sviluppo dell’individuo; l’altro sociale, che prepara l’individuo all’interazione con l’ambiente.
L’educazione sensoriale è fondamentale per entrambi. Il bambino dai 3 ai 7 anni è nel periodo della sua formazione. È in questa fase che si può aiutare lo sviluppo dei sensi, graduando e adattando gli stimoli, così come è opportuno aiutare la formazione del linguaggio, prima che esso si sia completamente sviluppato{ii}.
"Tutta l’educazione della prima infanzia deve essere informata a questo principio: aiutare il naturale sviluppo psicofisico del bambino.
Gli stimoli e non ancora le ragioni delle cose attraggono la sua attenzione; è perciò l’epoca di dirigere metodicamente gli stimoli sensoriali, affinché le sensazioni si svolgano razionalmente e preparino così la base ordinata a costruire una mentalità positiva".
Ma non sarà possibile adattare l’individuo all’ambiente se prima non si saranno perfezionati gli strumenti essenziali più idonei all’inserimento del bambino nell’ambiente stesso. Tale inserimento si realizza principalmente mediante un concreto processo d’osservazione: la necessità dell’osservazione comporta a sua volta, un vero e proprio addestramento sensoriale.
Quindi, anche l’altra parte dell’educazione, ossia quella che riguarda l’adattamento dell’individuo all’ambiente viene toccata. Poiché noi prepariamo così l’infanzia dei nostri tempi. Gli uomini della presente civiltà sono eminentemente osservatori dell’ambiente, perché debbono utilizzare al massimo grado tutte le loro ricchezze.
Secondo la Montessori è importante preparare le nuove generazioni a questa attitudine, perché preparando all’osservazione si prepara l’individuo alle vie che conducono alle scoperte spirituali. L’educazione ai sensi, quindi, non conduce solo all’adattamento, ma prepara alla vita pratica.
Un’adeguata educazione sensoriale si traduce in una migliorata capacità di rispondere alle stimolazioni ambientali. Per questo motivo essa deve precedere l’educazione intellettuale propriamente detta.
L’ovvio valore dell’educazione e del raffinamento dei sensi, allargando la percezione, offre una sempre più solida e ricca base allo sviluppo dell’intelligenza. Per mezzo del contatto e dell’esplorazione dell’ambiente l’intelligenza innalza quel patrimonio di idee operanti, senza le quali il suo funzionamento astratto mancherebbe di fondamento e di precisione, di esattezza e di ispirazione
.
Maria Montessori sostiene, inoltre, che anche l’educazione estetica e morale non possono prescindere da quella sensoriale. «Moltiplicando le sensazioni e sviluppando la capacità di apprezzare le minime quantità differenziali tra gli stimoli, si affina la sensibilità e si moltiplicano i godimenti. La bellezza è nell’armonia, non nei contrasti, e l’armonia è affinità, onde occorre finezza sensoriale a percepirla»{iii}.
Una volta sostenuta l’importanza, ai fini dello sviluppo, di un adeguato esercizio di abilità senso-motorie, la Montessori passa a precisare quale debba essere il procedimento da utilizzarsi.
Il principio fondamentale su cui questo deve basarsi è la progressione dal semplice al complesso, per evitare risposte casuali e approssimative. Il bambino affronta, quindi, le attività in modo graduale.
Questa procedura trova le condizioni migliori di realizzazione attraverso l’utilizzazione dei materiali di sviluppo, che sono il risultato di una selezione operata dalla Montessori sulla base di accurate sperimentazioni dei materiali ideati da Itard e Seguin{iv} nei loro esperimenti di educazione sui soggetti mentalmente ritardati. Osservando il modo in cui i bambini, posti di fronte al materiale, lo utilizzavano, rilevando le reazioni che esso provocava, la frequenza con cui veniva usato e, infine, verificando i risultati d’apprendimento che esso produceva, la Montessori scelse quello più idoneo ad organizzare l’ambiente educativo{v}.
Questo lavoro le garantì di stabilire l’esatta dosatura dei mezzi di sviluppo realizzando un requisito fondamentale: l’esatta corrispondenza con i bisogni del bambino{vi}.
"Il materiale sensoriale è costituito da un sistema di oggetti che sono raggruppati secondo una determinata qualità fisica dei corpi, come colore, forma, dimensione, suono, stato di ruvidezza, peso, temperatura, ecc. Così, per esempio: un gruppo di campane che riproducono i toni musicali, un insieme di tavolette che hanno differenti colori in gradazione, un gruppo di cose di differente peso e della medesima grandezza, ecc.
Ogni singolo gruppo rappresenta la medesima qualità, ma in gradi diversi: si tratta quindi di una graduazione dove la differenza tra oggetto e oggetto varia regolarmente ed è, quanto possibile, matematicamente stabilita"{vii}.
Naturalmente per ogni gruppo di oggetti presentati si possono individuare due limiti estremi, un massimo ed uno minimo. Messi a confronto questi termini estremi ne risulta il massimo contrasto percepibile all’interno della stessa serie.
Le fasi intermedie costituiscono le differenze graduali e rappresentano importanti elementi di differenziazione che sono estremamente utili per affinare lo sviluppo delle percezioni sensoriali. Se la prima tappa, in tale processo di educazione sensoriale, è rappresentata dalla percezione del massimo contrasto, il traguardo successivo è costituito dalla capacità di avvertire e di percepire differenze sempre più lievi, ciò che porta gradatamente alla formazione dello spirito di osservazione e di analisi critica.
Isolamento di una qualità unica nel materiale.
Un criterio molto importante nell’utilizzo dei materiali montessoriani è quello di procedere all’isolamento di una qualità nell’ambito dello stesso materiale. Per ottenere questo risultato è necessario preparare gli oggetti del tutto uguali fra loro, tranne che in una variante, cioè nella qualità che si vuole individuare specificamente. Se, per esempio, si vuole indirizzare l’attenzione sul colore, gli oggetti saranno costruiti in modo identico (stessa forma, stessa dimensione, ecc.), ma varieranno soltanto per i diversi colori, o gradazioni di colore, che saranno presentati. È lo stesso criterio, in fondo, che viene seguito quando si cerca di procedere all’isolamento dei singoli sensi. In altre parole, I materiali montessoriani presentano una sola caratteristica per volta, in funzione specifica dell’apprendimento