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1
Soluzioni
1
1500 167
mcT 1500 J 167 J T J 1.57 K
2.20 385
7. Consideriamo il sistema formato dal solo blocco, il primo principio si scrive po-
nendo nulle sia la variazione di energia potenziale gravitazionale (la quota non cam-
F bia) sia quella di energia interna (la temperatura non cambia):
25.0 K U E int LE Q
sul blocco compiono lavoro dall’esterno la forza F e l’attrito, mentre esso cede ener-
gia Q per calore.
2
( 1 m v 0) F s cos 25.0 Lattrito Q
2
8. Consideriamo il sistema formato dal solo blocco, il primo principio si scrive po-
nendo nulle sia la variazione di energia potenziale gravitazionale (la quota non cam-
v bia) sia il trasferimento per calore:
K U E int LE Q
sul blocco compie lavoro dall’esterno solo l’attrito, mentre possiamo scrivere la va-
fd
riazione di energia interna come Eint mcT :
2
(0 1 m v ) mcT Lattrito
2
Sostituendo i valori (in tabella leggiamo per il legno c 176J /kgK ):
Lattrito ( 1 2.50 12.02 2.50 176 0.250)J 70.0 J
2
10. Per il sistema composto dal blocco, dalla lastra inclinata e dal pianeta Terra, il
primo principio si scrive tenendo conto che la variazione di energia potenziale gravi-
tazionale e la variazione di energia cinetica riguardano la sola parte mobile, cioè il
m1 v m2 h blocchetto, mentre la variazione di energia interna riguarda blocco e lastra insieme. È
inoltre nullo, in base al testo, il calore scambiato con l’ambiente, e nessuna forza
compie lavoro dall’esterno sul sistema stesso (l’attrito è tutto interno):
K U grav E int LE Q
Sostituendo:
2
(0 1 m1 v ) (m1gh 0) E int 0
2
2
E int 1 m1 v m1gh ( 1 0.250 9.002 0.250 9.81 1.50)J 6.45 J
2 2
e potendo trascurare le dilatazioni la variazione di energia interna si scrive:
E int (m1 m2 )cT
dalla tabella leggiamo per il rame c 386J /kg K , sostituendo si ha:
2
6.45
(m1 m2 )cT 6.45 J T J 1.86 102 K
(0.250 0.650) 386
11. Per far salire la temperatura dell’incudine e del martello di 2.00C , trascurando il
lavoro di dilatazione termica, è necessario incrementarne l’energia interna di:
E int mcT [(1.20 2.00) 448 2.50]J 3.58 103 J
dove 448 J /kgK è il calore specifico del ferro in tabella.
Applicando il primo principio della termodinamica si ottiene il calore ceduto
all’ambiente:
E int Q LE 3.58 103 J Q 4000 J
13. La variazione di energia interna riguarda la sola miscela di acqua e ghiaccio e può
essere calcolata applicando solo ad essa il primo principio, e ricordando che per
fondere una massa m di ghiaccio occorre un’energia mL f , fornita per calore o per
lavoro non fa differenza:
E int Q LE mLf (14.0 103 334 103 )J 4.68 103 J
Consideriamo ora il sistema formato dal dispositivo e dal pianeta Terra. Dal primo
principio della termodinamica nella forma estesa, comprendente anche le variazioni
di energia sulla scala degli oggetti, abbiamo nulli sia il lavoro scambiato con l’esterno
sia il calore:
K U Eint LE Q
2
(2 12 M v 0) (0 2Mgh ) E int 0
Sostituendo:
Eint 4.68 103
v 2gh 2 9.81 12.0 m/s 1.20 m/s
M 20.0
14. La variazione di energia interna riguarda la sola acqua e può essere calcolata
applicando ad essa il primo principio. Per innalzare di T la temperatura di una
massa d’acqua occorre un’energia mcT , fornita per calore o per lavoro non fa
differenza:
Eint Q LE mcT mc(T2 T1 )
Consideriamo ora il sistema formato dal dispositivo di Joule e dal pianeta Terra. Dal
primo principio della termodinamica nella forma estesa, comprendente anche le
3
variazioni di energia sulla scala degli oggetti, abbiamo nulli sia il lavoro scambiato
con l’esterno sia il calore:
K U Eint LE Q
moltiplicando per 200 le variazioni di energia potenziale e cinetica che si hanno in
una sola corsa delle due masse, abbiamo:
2
200 [(2 21 M v 0) (0 2Mgh )] E int 0
sostituendo:
2
E int 200M (gh v ) 200 3.50 (9.81 4.00 2.402 ) J 2.35 10 4 J
uguagliano all’espressione in funzione della temperatura, trasformata in kelvin:
T1 (273 25)K 298K
E int mc(T2 T1 ) 3.00 4186 (T2 298K) 2.35 104 J
E int mc(T2 T1 ) 3.00 4186 (T2 298K) 2.35 104 J
2.35 104
T2 298K K 300K
3.00 4186
2E int 2 2000
v m/s 1440 m/s
nN Am 0.241 6.02 1023 13.36 1027
M Nm nN Am (0.241 6.02 1023 13.36 1027 ) kg 1.94 g
21. Dopo aver trasformato la temperatura in kelvin, calcoliamo i volumi inziale e fi-
nale usando l’equazione di stato:
nRT 5.00 8.31 (273 200) 3
VA m 0.0328 m 3
PA 5
2.00 10
nRT 5.00 8.31 (273 200) 3
VB m 0.0983 m 3
PB 5
2.00 10
4
Calcoliamo il lavoro durante la trasformazione,
V 0.0983
LAB nRT ln B (5.00 8.31 473 ln )J 5.89 104 J
VA 0.0328
Calcoliamo la variazione di energia interna. Trattandosi di un gas perfetto, l’energia
interna dipende solo dalla temperatura, e poiché la temperatura non cambia durante
un’isoterma, abbiamo E int AB 0J , come si verifica facilmente tentando di calcola-
re con la formula ad esempio per il gas monoatomico :
E int 3 nRTfin 3 nRTin 0 .
2 2
Applicando il primo principio si trova subito il calore scambiato dal gas:
E int AB QAB LAB 0 QAB LAB 5.89 10 4 J
3
6.00 8.31 (500 400)J 7.48 103 J
2
Ed applicando il primo principio calcoliamo il calore scambiato:
E int AB QAB LAB 0
QAB LAB E int AB (4.98 7.48) 103 J 12.46 103 J
23. Il lavoro svolto dal gas è nullo essendo nulla la variazione di volume. La varia-
zione di energia interna per un gas biatomico si scrive:
E int AB 5 PBVB 5 PAVA [ 5 (6.00 3.00) 40.0] atm 300 atm
2 2 2
3
6.00 8.31 (500 400)J 7.48 103 J
2
Applicando il primo principio abbiamo il calore scambiato:
E intAB QAB LAB QAB E int AB 7.48 103 J
21. a) Il lavoro viene svolto solo nei due tratti isotermi, positivo nell’espansione AB ,
negativo nella compressione CD . Trasformando in kelvin le temperature date si ha:
V V
L LAB LCD nRTA ln B nRTB ln D
VA VC
8.00 4.00
2R 373 ln 293 ln atm 9.10 atm 919 J
4.00 8.00
Nel tratto AB si ha chiaramente E int 23 NkB T 0 essendo T 0 .
b) Applicando il primo principio al tratto AB otteniamo:
8.00
E int Q L 0 QAB LAB nRTA ln 4.30 103 J
4.00
un calore positivo, quindi entrante.
c) Dobbiamo applicare la relazione
E int 3 NkB T 3 nRT 3 nR TA TD
2 2 2
5
3
2 R 100°C 20.0°C 160R 1.33 103 J
2
25. Il lavoro svolto lungo AC è l’area del rettangolo compreso fra il segmento AC e
l’asse delle ascisse:
A C
PAPC LAC PA(VC VA ) 2.0 105 (6.0 2.0)J 8.0 105 J
Il lavoro svolto lungo il camino ABC è dato dall’area sotto alla spezzata ABC, evi-
al lavoro L
denziata. Questa si ottiene sottraendo l’area del triangolo ABC già
AC
PB
B
trovato. Anche se il non è noto il volume V , l’area del triangolo ABC è comunque
B
26. La conoscenza del coefficiente angolare m PA /VA della retta permette di rica-
vare la pressione finale:
P P
m A B PB 2PA 2.0 atm
VA 2VA
Per la variazione di energia interna si ha:
E int 3
2
2PA 2VA 23 PAVA 29 PAVA 18 atm 1.8 103 J
L’area sottesa dal segmento AB fornisce il lavoro eseguito dal gas.
Trattandola come un trapezio di basi PA e PB ed altezza 2VA VA si ha:
LAB 1 (PA PB )(2VA VA ) 1 3.0 atm 4.0 6.0 atm 6.0 102 J
2 2
mentre dal primo principio si ha il calore scambiato:
QAB E intAB LAB 1.8 103 J 6.0 102 J 2.4 103 J
27. Il lavoro eseguito durante l’intero ciclo è nullo per la simmetria del percorso. Du-
rante le due isocore EA e CD non viene compiuto lavoro, mentre il lavoro positivo
svolto nel tratto di espansione AC, è uguale e contrario al lavoro subito, negativo,
nella contrazione DE. Risulta quindi:
E int(ciclo) Qciclo Lciclo Qciclo
6
VA VD 20.0 30.0
VB 25.0
2 2
PA PE 5.00 3.00
PB atm 4.00 atm
2 2
Per cui dall’equazione di stato:
PV 4.00 25.0
TB B B K 406 K
nR 3 0.0821
28. Raddoppio della lunghezza del cilindro significa raddoppio del volume occupa-
to, visto che la superficie di base non cambia. Osserviamo che, se indichiamo lo stato
1
iniziale con P0 , V0 e T0 , quello finale sarà P , 2V0 e Tf . Dalla formula per
2 0
l’energia interna di un gas perfetto mono-atomico si vede che il contenuto energetico
non è cambiato:
3
PV
2 0 0
3 1
P
2 2 0
2V0
Ed il risultato è analogo se si tratta di gas bi-atomico o poli-atomico. Dall’equazione
di stato si ricava inoltre che la temperatura finale è uguale a quella iniziale:
P0V0 1
P0 2V0
T0 Tf 2 T0
nR nR
Dal primo principio otteniamo che il calore scambiato è pari al lavoro compiuto
E int Q L 0 Q L P0 (2V0 V0 ) P0V0
7
E int Q L
Per un gas biatomico abbiamo E int (5/2)PV da cui:
L E int 5 PV
2 2
5 PV
1 1
5 V (P2 P1 )
2 2 2
5
[48.0 103 (3.03 2.83) 105 ]J 2.40 103 J
2
31. Una trasformazione irreversibile non è rappresentabile sul piano P-V se non per
gli stati iniziale e finale. Il lavoro sarà calcolabile grazie alla pressione dall’esterno.
Risulta quindi L Pe V . Durante la trasformazione, date le turbolenze, non esiste
un valore di pressione interna, tuttavia negli stati di equilibrio iniziale e finale la
pressione interna si sarà stabilizzata attorno al valore esterno quindi possiamo appli-
care l’equazione dei gas perfetti:
PV
e i
nRTi PVe f
Pe 2Vi nRTf
Sottraendo membro a membro:
Pe 2Vi PV
e i
PV
e i
nR Tf Ti nRT
E ricordando che è pure PV
e i
nRTi si trova:
nRTi nR T T Ti 300 K Tf Ti T 600 K
Il lavoro compiuto sarà:
L Pe V Pe Vf Vi PV
e i
nRTi (7.00 8.31 300)J 1.75 105 J
la variazione di energia interna:
E int 5 nRT ( 5 7.00 8.31 300)J 4.36 105 J
2 2
da cui si ricava subito il calore scambiato dal gas:
E int Q L Q E int L (4.36 1.75) 105 J 6.11 105 J
calore positivo in quanto ricevuto dal gas.
32. Il sistema segue una trasformazione reversibile, quindi è sempre in equilibrio du-
rante il processo, il quale consiste di una espansione isoterma. Il pistone non varia la
propria energia cinetica essendo fermo in equilibrio sia all’inizio che alla fine, quindi
deve essere nullo il lavoro complessivamente svolto su di esso. Calcoliamo il lavoro
complessivo sul pistone esplicitando i segni negativi dei lavori resistenti, quelli cioè
in cui le forze contrastano lo spostamento del punto di applicazione dovuto al mo-
vimento del pistone:
Lgas Lfilo Lpeso LPatm 0 Lfilo Lpeso LPatm Lgas
Per il lavoro del gas si può far uso della formula per l’isoterma reversibile:
Lgas nRT ln(Vf /Vi ) (8.00 8.31 300 ln 2)J 1.38 10 4 J
Indicando con m la massa del pistone, con A la sua superficie e con h lo spostamen-
to verticale, il lavoro della forza peso e quello della forza dovuta alla pressione atmo-
sferica si scrivono complessivamente:
Lpeso LPatm mgh Patm Ah mg Patm A h
Tenendo conto che il pistone è inizialmente in equilibrio, la forza risultante esercitata
su di esso deve essere nulla:
Pgas A mg Patm A 0 Pgas A mg Patm A
8
33. In una trasformazione irreversibile, non rappresentabile sul piano P-V, non è leci-
to usare l’equazione dell’isoterma reversibile, ma il lavoro sarà calcolabile grazie alla
conoscenza della pressione dall’esterno. La pressione è dovuta solo al peso della
massa sul pistone quindi sempre uguale a mg /A durante la trasformazione. Risulta:
mg
L Pe V
A f
V Vi
Per trovare V f Vi osserviamo che sebbene durante la trasformazione, date le tur-
bolenze, non esista un valore di pressione interna, negli stati di equilibrio iniziale e
finale la pressione interna si sarà stabilizzata attorno al valore esterno quindi pos-
siamo applicare l’equazione dei gas perfetti:
PVi i
nRTi nRTf PfVf
Riguardo alle pressioni iniziale e finale , si ha:
2mg mg 1
Pi Pf Pi
A A 2
Pi
da cui si ricava Vf Vi 2Vi . Il lavoro compiuto vale dunque:
Pf
mg mg
L Pe Vf Vi A
Vi Ah mgh 25.0 kg 9.81 m/s2 0.400 m 98.1J
A
Allo stesso risultato si perviene applicando il teorema dell’energia cinetica ed osser-
vando che il lavoro sul pistone deve essere uguale e contrario a quello mgh svolto
dalla gravità, visto che il corpo non varia la sua energia cinetica nel processo, essen-
do fermo all’inizio ed alla fine.
36. Si tratta di una trasformazione a volume costante, che fa salire la temperatura del
gas di T 10.0C 10.0 K (le differenze di temperatura sono uguali in kelvin o
in gradi centigradi). L’espressione del calore specifico a volume costante per un gas
monoatomico cV (3/2)R permette di calcolare il calore Q da fornire ed eguagliar-
lo a 14.0 J :
Q ncV T n 3 RT 14.0 J
2
14.0 J 14.0
n mol 0.112 mol
(3 / 2)RT (3 / 2) 8.31 10.0
37. Si tratta di una trasformazione a volume costante V 12.0 12.0 103 m 3 , che
fa salire la temperatura del gas di:
T 38.0C 27.0C 11.0C 11.0 K .
L’espressione del calore specifico a volume costante per un gas poliatomico
cV 3R permette di calcolare il calore Q1 da fornire al gas per ottenere questo salto
di temperatura:
Q1 ncV T n 3RT
Ad esso dobbiamo aggiungere il calore Q2 assorbito dal recipiente di capacità termi-
ca C per produrre in esso il medesimo salto T :
Q2 C T
La somma Q1 Q2 deve essere uguale ai 120 J forniti dalla resistenza elettrica:
Q1 Q2 n 3RT C T 120 J
120 J C 120 6.00
n mol 0.197 mol
3RT 3R 3 8.31 11.0 3 8.31
Per la pressione iniziale e finale applichiamo l’equazione di stato:
9
nRTi 0.197 8.31 (27.0 273)
Pi Pa 3.78 10 4 Pa 0.374 atm
V 13.0 103
nRTf 0.197 8.31 (38.0 273)
Pf Pa 3.92 104 Pa 0.387 atm
V 3
13.0 10
38. Si tratta di una trasformazione a volume costante, che fa salire la temperatura del
gas di T 16.0C 16.0 K . Due gas perfetti miscelati sono ancora un gas perfet-
to, quindi, dette n1 le moli del monoatomico ed n2 le moli del biatomico abbiamo
che il calore complessivamente ricevuto si può scrivere:
100 J Q1 Q2 n1 ( 3 R)T n2 ( 5 R)T
2 2
100
n1 ( 32 3 52 )RT 100 J n1 mol 0.0836 mol
9 8.31 16.0
n2 3n1 0.251 mol
39. Il primo esperimento consiste nel sottoporre il gas una trasformazione a volume
costante. L’espressione del calore specifico a volume costante per un gas biatomico
cV (5/ 2)R permette di calcolare le moli di gas presenti:
Q Q 2400
n mol 2.31 mol
cV T 5 RT 5 8.31 50.0
2 2
Il secondo esperimento consiste nel sottoporre il gas una trasformazione a pressione
costante, che, potendo trascurare la massa del pistone, è pari a quella atmosferica.
L’espressione del calore specifico a pressione costante per un gas biatomico
cP (7 /2)R permette di calcolare il nuovo incremento di temperatura:
Q Q 2400
T °C 35.7 °C
ncP n 72 R 2.31 72 8.31
Se invece vogliamo che l’incremento di temperatura sia ancora T 50.0C do-
vremo fornire un’energia:
Q Q 2400
T °C 35.7 °C
ncP n R 2.31 7 8.31
7
2 2
Q ncP T n 7 RT (2.31 7 8.31 50.0)J 3360J
2 2
10
42. Calcoliamo il valore della temperatura finale applicando l’equazione dell’adiabatica
reversibile nella forma P11T1 P21T2 con 5/ 3 essendo il gas monoatomico:
P115 / 3T15 / 3 P215 / 3T25 / 3 P12 / 3T15 / 3 P22 / 3T25 / 3
2 / 3 3 / 5 P 2 / 5 0.800 105 2 / 5
P1
T2 T1 T1 700
2 K 313 K
P 5
2
P
1 6.00 10
Per il calcolo del lavoro utilizziamo il primo principio lungo l’adiabatica, che per un
gas monoatomico è:
L Q E int 3 nR(T2 T1 ) 3 4.00 8.31 (313 700)J 1.93 104 J
2 2
43. Calcoliamo il valore della pressione finale applicando l’equazione dell’adiabatica re-
versibile nella forma PV
1 1
P2V2 con 4 / 3 essendo il gas poliatomico:
V 4 / 3 0.0800 4 / 3
PV 4/3
P2V24 / 3 P2 P1 1 3.00 105 Pa 19.0 105 Pa
1 1
V2 0.0200
La variazione di energia interna per un gas poliatomico è:
E int 3P2V2 3PV
1 1
3(19.0 0.0200 3.00 0.0800) 105 J 1.40 104 J
11
5 5
P 7 7
1.40 105 1.26V 1.26 102 m 3
VC VA B VA
A
PA 1.01 105
PAVC 1.01 105 1.26 102
TC K 393 K
nR 0.390 8.31
Il lavoro complessivo L viene svolto solo durante l’espansione adiabatica reversibi-
le. Per essa il primo principio fornisce:
E int QBC LBC LBC
Per un gas biatomico abbiamo:
5 5
LBC E int nR TC TB 0.390 8.31 (433 393)J 324 J
2 2
12