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CODICI

Codice del
Condominio
Edizione Dicembre 2014
Corso di formazione per
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D I CON DOMI NIO
15 incontri, 72 ore in aula + esame finale www.altalexformazione.it

MILANO (Una Hotel Century) 8-9-15-16-22-23 maggio / 5-6-12-13-19-20-26-27 giugno / 3 luglio 2015 // ven 14:00-19:10 / sab 09:00-14:10
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PRESENTAZIONE DEL CORSO RELATORI


La riforma della normativa del settore (legge n. 220/2012, entrata in vigore il 18 giugno 2013) ha Alberto Botti, Alberto Celeste, Augusto Cirla, Antonio
prescritto che, per svolgere l’incarico di amministratore di condominio, è obbligatorio aver Pazonzi, Antonio Scarpa, Maria Grazia Spataro, Luigi Salciari-
frequentato un corso di formazione iniziale in materia di amministrazione condominiale. ni
A sua volta, il successivo D.L. n. 145/2013 ha demandato al Decreto Ministero Giustizia
13.08.2014 n° 140, pubblicato sulla G.U. il 24.09.2014 la determinazione dei requisiti necessari PROGRAMMA SINTETICO
per esercitare tale attività didattica, nonché i criteri, i contenuti e le modalità di svolgimento del I e II incontro
suddetto corso di formazione. I diritti reali - La comunione e il condominio - Il supercondominio La
In linea con il Decreto 140/2014, il presente Corso contiene i moduli didattici attinenti a tutte le proprietà edilizia - La multiproprietà - I contratti nel condominio - Le
materie di interesse della moderna figura dell’amministratore di condominio, con la finalità di tecniche di risoluzione dei conflitti
ottenere un’ottimale organizzazione della propria attività gestionale e per affacciarsi con III e IV incontro
successo alla nuova professione. L’amministratore: le vicende del rapporto - L’amministratore: i compiti e i
All’amministratore di condominio viene oramai richiesta, in ragione della rilevanza sociale poteri
delle sue attribuzioni e dei riflessi sulla vita quotidiana di milioni di cittadini, una preparazione V e VI incontro
multidisciplinare da professionista del terzo millennio, che questo Corso intende fornire L’assemblea di condominio - Il regolamento di condominio - Le tabelle
attraverso un corpo docente di altissima qualità. millesimali
Il Corso si compone di 7 moduli, sviluppati su 2 mezze giornate consecutive (formula VII e VIII incontro
Le spese nel condominio - Le parti comuni e esclusive dell’edificio
week-end) per un totale di 72 ore in aula, a cui si aggiunge un ultimo incontro per l’esame finale.
IX e X incontro
Il Corso include una rilevante componente di esercitazioni pratiche comprendenti, tra l’altro,
La sicurezza statica degli edifici - Risparmio energetico nella conduzione
la gestione della procedura assembleare la ripartizione delle spese, la predisposizione dei
degli impianti - Diagnosi infiltrazioni e condense - Sistemi di riscaldamento
bilanci, l’utilizzo dei dispositivi informatici, la visione della documentazione tecnica, la
e di condizionamento centralizzato - Impianti idrici, elettrici, ascensori e
predisposizione di pratiche amministrative e fiscali, la simulazione di una procedura di montacarichi - Impianti di captazione dell’energia solare per la produzione
mediazione. L’attestato, titolo idoneo per esercitare la professione di amministratore. di acqua calda ed energia elettrica - Rispetto delle distanze minime per canne
fumarie, vedute, fabbricati - Immissione rumorose: valutazione del disturbo
Destinatari del corso XI e XII incontro
Non solo gli amministratori condominiali, ma anche gli agenti immobiliari, la piccola e media Profili urbanistici - Regolarità edilizia del “patrimonio” del condominio -
proprietà e le imprese di investimento immobiliare. Inoltre, a seguito della riforma, anche le Attività soggette al controllo dei Vigili del Fuoco - Ristrutturazioni dello
società possono svolgere l’incarico di amministratore di condominio. stabile - Dipendenti del condominio
Inoltre sono destinatari del corso anche avvocati, dottori commercialisti, ingegneri, ragionieri, XIII e XIV incontro
geometri, e tutti coloro che si occupano, a qualunque titolo, della materia condominiale. Il rapporto di lavoro - La contabilità condominiale - Gli adempimenti fiscali -
L’utilizzo degli strumenti informatici
L a q u o t a di p a rtecip a z ione escluso scon ti è di XV incontro
Esame Finale
€ 980,00 +iva
Compilare e trasmettere il seguente modulo d’iscrizione a mezzo fax: 0572/549901 o email: formazione@altalex.com - seguirà email di conferma con le modalità di pagamento

Dati Intestatario Fattura Dati Partecipante (per iscrizioni di gruppo compilare e trasmettere più moduli)
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Codice Fiscale* Partita Iva
Ordine di appartenenza
Barrare In Caso Di Ente Pubblico Esente Iva Art. 10 Dpr 633/72 E Art.14 L.537/03.
Allegare impegnativa di spesa timbrato e firmato.
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A seguito dell’invio via fax o email del presente modulo di adesione, che costituisce già valida iscrizione all'iniziativa formativa, sarà trasmessa a mezzo email conferma d'ordine entro Il D.lgs. n. 196 del 30 giugno 2003 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") prevede la tutela delle persone e di altri soggetti
2 gg. lavorativi con l’indicazione della quota di partecipazione e le istruzioni di pagamento. A fronte della ricezione della ricevuta del pagamento sarà emessa fattura in formato rispetto al trattamento dei dati personali. Secondo la normativa indicata, tale trattamento sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e
elettronico ed inviata all'indirizzo email indicato nella scheda di registrazione. L’eventuale annullamento dell’iscrizione dovrà esserci comunicato almeno 8 gg. prima dell’evento; qualora trasparenza e di tutela della Sua riservatezza e dei Suoi diritti. Ai sensi dell'articolo 13 del D.lgs. n. 196/2003, pertanto, Le forniamo le seguenti
l'annullamento dell'iscrizione venga comunicato a meno di 8 gg. dalla data di avvio dell'iniziativa, Altalex si riserva il diritto di trattenere la quota versata; è in ogni caso sempre possibile informazioni: 1. I dati da Lei forniti verranno trattati per la fornitura di beni e servizi erogati dal Altalex Consulting srl; 2. Il trattamento sarà
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di almeno 7 gg. trasmesso all'indirizzo email fornito. In caso di annullamento la responsabilità di Altalex Consulting srl si intende limitata al solo rimborso della quota d’iscrizione trattamento preposti alla gestione dei servizi richiesti ed alle attività di marketing connesse; 3. Il conferimento dei dati è obbligatorio per la
versata. Altalex si riserva, per esigenze organizzative o didattiche sopravvenute, di apportare modifiche al contenuto dell'iniziativa e alla composizione del corpo docente comunque fornitura del servizio; 4. Il titolare del trattamento è Altalex Consulting srl - Strada I palazzo F6, 20090 Milanofiori Assago (MI); 5. In ogni
nsi dell'art. 1341 c.c.. momento potrà esercitare i Suoi diritti nei confronti del titolare del trattamento, ai sensi dell'art. 7 del D.lgs.196/2003.

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Codice del Condominio

Sommario
Codice Civile: artt. 1117-1139 ........................................................................................................................... 4
Disposizioni di attuazione del codice civile: artt. 61-72 e art. 155-bis ............................................................. 13
Legge 9 gennaio 1989, n. 13 ........................................................................................................................... 18
Legge 9 gennaio 1991, n. 10 ........................................................................................................................... 21
Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 192 .................................................................................................... 36
Legge 11 dicembre 2012, n. 220 (riforma del condominio) ............................................................................. 67
Decreto Legge 23 dicembre 2013, n. 145: articolo 1 ...................................................................................... 76

Allegato: Tabella oneri accessori ripartizione spese tra proprietari e inquilini …………………………………. 82

-3-
Codice Civile: artt. 1117-1139
Regio decreto 16 marzo 1942 n. 262
Approvazione del testo del codice civile
(G.U. n. 79 e 79-bis, 4 aprile 1942, Serie Generale)

Codice civile

LIBRO III
DELLA PROPRIETA'

TITOLO VII
DELLA COMUNIONE

CAPO II
DEL CONDOMINIO NEGLI EDIFICI

Art. 1117 Parti comuni dell'edificio (1)


[1] Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari delle singole unità immobiliari dell'edificio, anche se
aventi diritto a godimento periodico e se non risulta il contrario dal titolo:
1) tutte le parti dell'edificio necessarie all'uso comune, come il suolo su cui sorge l'edificio, le
fondazioni, i muri maestri, i pilastri e le travi portanti, i tetti e i lastrici solari, le scale, i portoni di ingresso, i
vestiboli, gli anditi, i portici, i cortili e le facciate;
2) le aree destinate a parcheggio nonché i locali per i servizi in comune, come la portineria, incluso
l'alloggio del portiere, la lavanderia, gli stenditoi e i sottotetti destinati, per le caratteristiche strutturali e
funzionali, all'uso comune;
3) le opere, le installazioni, i manufatti di qualunque genere destinati all'uso comune, come gli
ascensori, i pozzi, le cisterne, gli impianti idrici e fognari, i sistemi centralizzati di distribuzione e di
trasmissione per il gas, per l'energia elettrica, per il riscaldamento ed il condizionamento dell'aria, per la
ricezione radiotelevisiva e per l'accesso a qualunque altro genere di flusso informativo, anche da satellite o
via cavo, e i relativi collegamenti fino al punto di diramazione ai locali di proprietà individuale dei singoli
condomini, ovvero, in caso di impianti unitari, fino al punto di utenza, salvo quanto disposto dalle normative
di settore in materia di reti pubbliche.

(1) Articolo così sostituito dall'art. 1, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista dall'art.
32, comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 1117-bis. Ambito di applicabilità (1)


[1] Le disposizioni del presente capo si applicano, in quanto compatibili, in tutti i casi in cui più unità
immobiliari o più edifici ovvero più condominii di unità immobiliari o di edifici abbiano parti comuni ai sensi
dell'articolo 1117.

(1) Articolo inserito dall'art. 2, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista dall'art. 32,
comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 1117-ter. Modificazioni delle destinazioni d'uso (1)


[1] Per soddisfare esigenze di interesse condominiale, l'assemblea, con un numero di voti che
rappresenti i quattro quinti dei partecipanti al condominio e i quattro quinti del valore dell'edificio, può
modificare la destinazione d'uso delle parti comuni.
[2] La convocazione dell'assemblea deve essere affissa per non meno di trenta giorni consecutivi nei
locali di maggior uso comune o negli spazi a tal fine destinati e deve effettuarsi mediante lettera
raccomandata o equipollenti mezzi telematici, in modo da pervenire almeno venti giorni prima della data di
convocazione.

-4-
[3] La convocazione dell'assemblea, a pena di nullità, deve indicare le parti comuni oggetto della
modificazione e la nuova destinazione d'uso.
[4] La deliberazione deve contenere la dichiarazione espressa che sono stati effettuati gli adempimenti
di cui ai precedenti commi.
[5] Sono vietate le modificazioni delle destinazioni d'uso che possono recare pregiudizio alla stabilità o
alla sicurezza del fabbricato o che ne alterano il decoro architettonico.

(1) Articolo inserito dall'art. 2, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista dall'art. 32,
comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 1117-quater. Tutela delle destinazioni d'uso (1)


[1] In caso di attività che incidono negativamente e in modo sostanziale sulle destinazioni d'uso delle
parti comuni, l'amministratore o i condomini, anche singolarmente, possono diffidare l'esecutore e possono
chiedere la convocazione dell'assemblea per far cessare la violazione, anche mediante azioni giudiziarie.
L'assemblea delibera in merito alla cessazione di tali attività con la maggioranza prevista dal secondo
comma dell'articolo 1136.

(1) Articolo inserito dall'art. 2, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista dall'art. 32,
comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 1118 Diritti dei partecipanti sulle parti comuni (1)


[1] Il diritto di ciascun condomino sulle parti comuni, salvo che il titolo non disponga altrimenti, è
proporzionale al valore dell'unità immobiliare che gli appartiene.
[2] Il condomino non può rinunziare al suo diritto sulle parti comuni.
[3] Il condomino non può sottrarsi all'obbligo di contribuire alle spese per la conservazione delle parti
comuni, neanche modificando la destinazione d'uso della propria unità immobiliare, salvo quanto disposto da
leggi speciali.
[4] Il condomino può rinunciare all'utilizzo dell'impianto centralizzato di riscaldamento o di
condizionamento, se dal suo distacco non derivano notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per
gli altri condomini. In tal caso il rinunziante resta tenuto a concorrere al pagamento delle sole spese per la
manutenzione straordinaria dell'impianto e per la sua conservazione e messa a norma.

(1) Articolo così sostituito dall'art. 3, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista dall'art.
32, comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 1119 Indivisibilità - [1] Le parti comuni dell'edificio non sono soggette a divisione, a meno che la
divisione possa farsi senza rendere più incomodo l'uso della cosa a ciascun condomino e con il consenso di
tutti i partecipanti al condominio. (1)

(1) Comma così modificato dall'art. 4, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista dall'art.
32, comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 1120 Innovazioni


[1] I condomini, con la maggioranza indicata dal quinto comma dell'articolo 1136, possono disporre tutte
le innovazioni dirette al miglioramento o all'uso più comodo o al maggior rendimento delle cose comuni.
[2] I condomini, con la maggioranza indicata dal secondo comma dell'articolo 1136, possono disporre le
innovazioni che, nel rispetto della normativa di settore, hanno ad oggetto:
1) le opere e gli interventi volti a migliorare la sicurezza e la salubrità degli edifici e degli impianti;
2) le opere e gli interventi previsti per eliminare le barriere architettoniche, per il contenimento del
consumo energetico degli edifici e per realizzare parcheggi destinati a servizio delle unità immobiliari o
dell'edificio, nonché per la produzione di energia mediante l'utilizzo di impianti di cogenerazione, fonti
eoliche, solari o comunque rinnovabili da parte del condominio o di terzi che conseguano a titolo oneroso un
diritto reale o personale di godimento del lastrico solare o di altra idonea superficie comune; (1)
3) l'installazione di impianti centralizzati per la ricezione radiotelevisiva e per l'accesso a qualunque
altro genere di flusso informativo, anche da satellite o via cavo, e i relativi collegamenti fino alla diramazione
per le singole utenze, ad esclusione degli impianti che non comportano modifiche in grado di alterare la
destinazione della cosa comune e di impedire agli altri condomini di farne uso secondo il loro diritto. (2)

-5-
[3] L'amministratore è tenuto a convocare l'assemblea entro trenta giorni dalla richiesta anche di un solo
condomino interessato all'adozione delle deliberazioni di cui al precedente comma. La richiesta deve
contenere l'indicazione del contenuto specifico e delle modalità di esecuzione degli interventi proposti. In
mancanza, l'amministratore deve invitare senza indugio il condomino proponente a fornire le necessarie
integrazioni. (2)
[4] Sono vietate le innovazioni che possono recare pregiudizio alla stabilità o alla sicurezza del
fabbricato, che ne alterino il decoro architettonico o che rendano talune parti comuni dell'edificio inservibili
all'uso o al godimento anche di un solo condomino (3) (4).

(1) Il presente numero era stato modificato dall'art. 1, comma 9, lett. b), D.L. 23 dicembre 2013, n. 145;
successivamente, tale modifica non è stata confermata dalla legge di conversione (L. 21 febbraio 2014, n.
9).
(2) Comma inserito dall'art. 5, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista dall'art. 32,
comma 1, della medesima L. 220/2012.
(3) Per gli interventi di recupero, vedi l'art. 15, L. 17 febbraio 1992, n. 179.
(4) Per le deliberazioni che hanno per oggetto interventi e innovazioni volti all'uso razionale dell'energia,
vedi l'art. 26, L. 9 gennaio 1991, n. 10.

Art. 1121 Innovazioni gravose o voluttuarie


[1] Qualora l'innovazione importi una spesa molto gravosa o abbia carattere voluttuario rispetto alle
particolari condizioni e all'importanza dell'edificio, e consista in opere, impianti o manufatti suscettibili di
utilizzazione separata, i condomini che non intendono trarne vantaggio sono esonerati da qualsiasi
contributo nella spesa.
[2] Se l'utilizzazione separata non è possibile, l'innovazione non è consentita, salvo che la maggioranza
dei condomini che l'ha deliberata o accettata intenda sopportarne integralmente la spesa.
[3] Nel caso previsto dal primo comma i condomini e i loro eredi o aventi causa possono tuttavia, in
qualunque tempo, partecipare ai vantaggi dell'innovazione, contribuendo nelle spese di esecuzione e di
manutenzione dell'opera.

Art. 1122 Opere su parti di proprietà o uso individuale (1)


[1] Nell'unità immobiliare di sua proprietà ovvero nelle parti normalmente destinate all'uso comune, che
siano state attribuite in proprietà esclusiva o destinate all'uso individuale, il condomino non può eseguire
opere che rechino danno alle parti comuni ovvero determinino pregiudizio alla stabilità, alla sicurezza o al
decoro architettonico dell'edificio.
[2] In ogni caso è data preventiva notizia all'amministratore che ne riferisce all'assemblea.

(1) Articolo così sostituito dall'art. 6, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista dall'art.
32, comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 1122-bis. Impianti non centralizzati di ricezione radiotelevisiva e di produzione di energia da


fonti rinnovabili (1
[1] Le installazioni di impianti non centralizzati per la ricezione radiotelevisiva e per l'accesso a
qualunque altro genere di flusso informativo, anche da satellite o via cavo, e i relativi collegamenti fino al
punto di diramazione per le singole utenze sono realizzati in modo da recare il minor pregiudizio alle parti
comuni e alle unità immobiliari di proprietà individuale, preservando in ogni caso il decoro architettonico
dell'edificio, salvo quanto previsto in materia di reti pubbliche.
[2] E' consentita l'installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili destinati al
servizio di singole unità del condominio sul lastrico solare, su ogni altra idonea superficie comune e sulle
parti di proprietà individuale dell'interessato.
[3] Qualora si rendano necessarie modificazioni delle parti comuni, l'interessato ne dà comunicazione
all'amministratore indicando il contenuto specifico e le modalità di esecuzione degli interventi. L'assemblea
può prescrivere, con la maggioranza di cui al quinto comma dell'articolo 1136, adeguate modalità alternative
di esecuzione o imporre cautele a salvaguardia della stabilità, della sicurezza o del decoro architettonico
dell'edificio e, ai fini dell'installazione degli impianti di cui al secondo comma, provvede, a richiesta degli
interessati, a ripartire l'uso del lastrico solare e delle altre superfici comuni, salvaguardando le diverse forme
di utilizzo previste dal regolamento di condominio o comunque in atto. L'assemblea, con la medesima
maggioranza, può altresì subordinare l'esecuzione alla prestazione, da parte dell'interessato, di idonea
garanzia per i danni eventuali.

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[4] L'accesso alle unità immobiliari di proprietà individuale deve essere consentito ove necessario per la
progettazione e per l'esecuzione delle opere. Non sono soggetti ad autorizzazione gli impianti destinati alle
singole unità abitative.

(1) Articolo inserito dall'art. 7, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista dall'art. 32,
comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 1122-ter. Impianti di videosorveglianza sulle parti comuni (1)


[1] Le deliberazioni concernenti l'installazione sulle parti comuni dell'edificio di impianti volti a consentire
la videosorveglianza su di esse sono approvate dall'assemblea con la maggioranza di cui al secondo comma
dell'articolo 1136.

(1) Articolo inserito dall'art. 7, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista dall'art. 32,
comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 1123 Ripartizione delle spese


[1] Le spese necessarie per la conservazione e per il godimento delle parti comuni dell'edificio, per la
prestazione dei servizi nell'interesse comune e per le innovazioni deliberate dalla maggioranza sono
sostenute dai condomini in misura proporzionale al valore della proprietà di ciascuno, salvo diversa
convenzione.
[2] Se si tratta di cose destinate a servire i condomini in misura diversa, le spese sono ripartite in
proporzione dell'uso che ciascuno può farne.
[3] Qualora un edificio abbia più scale, cortili, lastrici solari, opere o impianti destinati a servire una parte
dell'intero fabbricato, le spese relative alla loro manutenzione sono a carico del gruppo di condomini che ne
trae utilità.

Art. 1124 Manutenzione e sostituzione delle scale e degli ascensori (1)


[1] Le scale e gli ascensori sono mantenuti e sostituiti dai proprietari delle unità immobiliari a cui
servono. La spesa relativa è ripartita tra essi, per metà in ragione del valore delle singole unità immobiliari e
per l'altra metà esclusivamente in misura proporzionale all'altezza di ciascun piano dal suolo. (2)
[2] Al fine del concorso nella metà della spesa, che è ripartita in ragione del valore, si considerano come
piani le cantine, i palchi morti, le soffitte o camere a tetto e i lastrici solari, qualora non siano di proprietà
comune.

(1) Rubrica così sostituita dall'art. 8, comma 1, lett. b), L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza
prevista dall'art. 32, comma 1, della medesima L. 220/2012.
(2) Comma così sostituito dall'art. 8, comma 1, lett. a), L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza
prevista dall'art. 32, comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 1125 Manutenzione e ricostruzione dei soffitti, delle volte e dei solai
[1] Le spese per la manutenzione e ricostruzione dei soffitti, delle volte e dei solai sono sostenute in
parti eguali dai proprietari di due piani l'uno all'altro sovrastanti, restando a carico del proprietario del piano
superiore la copertura del pavimento e a carico del proprietario del piano inferiore l'intonaco, la tinta e la
decorazione del soffitto.

Art. 1126 Lastrici solari di uso esclusivo


[1] Quando l'uso dei lastrici solari o di una parte di essi non è comune a tutti i condomini, quelli che ne
hanno l'uso esclusivo sono tenuti a contribuire per un terzo nella spesa delle riparazioni o ricostruzioni del
lastrico: gli altri due terzi sono a carico di tutti i condomini dell'edificio o della parte di questo a cui il lastrico
solare serve, in proporzione del valore del piano o della porzione di piano di ciascuno.

Art. 1127 Costruzione sopra l'ultimo piano dell'edificio


[1] Il proprietario dell'ultimo piano dell'edificio può elevare nuovi piani o nuove fabbriche, salvo che
risulti altrimenti dal titolo. La stessa facoltà spetta a chi è proprietario esclusivo del lastrico solare.
[2] La sopraelevazione non è ammessa se le condizioni statiche dell'edificio non la consentono.
[3] I condomini possono altresì opporsi alla sopraelevazione, se questa pregiudica l'aspetto
architettonico dell'edificio ovvero diminuisce notevolmente l'aria o la luce dei piani sottostanti.

-7-
[4] Chi fa la sopraelevazione deve corrispondere agli altri condomini un'indennità pari al valore attuale
dell'area da occuparsi con la nuova fabbrica, diviso per il numero dei piani, ivi compreso quello da edificare,
e detratto l'importo della quota a lui spettante. Egli è inoltre tenuto a ricostruire il lastrico solare di cui tutti o
parte dei condomini avevano il diritto di usare.

Art. 1128 Perimento totale o parziale dell'edificio


[1] Se l'edificio perisce interamente o per una parte che rappresenti i tre quarti del suo valore, ciascuno
dei condomini può richiedere la vendita all'asta del suolo e dei materiali, salvo che sia stato diversamente
convenuto.
[2] Nel caso di perimento di una parte minore, l'assemblea dei condomini delibera circa la ricostruzione
delle parti comuni dell'edificio, e ciascuno è tenuto a concorrervi in proporzione dei suoi diritti sulle parti
stesse.
[3] L'indennità corrisposta per l'assicurazione relativa alle parti comuni è destinata alla ricostruzione di
queste.
[4] Il condomino che non intende partecipare alla ricostruzione dell'edificio è tenuto a cedere agli altri
condomini i suoi diritti, anche sulle parti di sua esclusiva proprietà, secondo la stima che ne sarà fatta, salvo
che non preferisca cedere i diritti stessi ad alcuni soltanto dei condomini.

Art. 1129 Nomina, revoca ed obblighi dell'amministratore (1)


[1] Quando i condomini sono più di otto, se l'assemblea non vi provvede, la nomina di un amministratore
è fatta dall'autorità giudiziaria su ricorso di uno o più condomini o dell'amministratore dimissionario.
[2] Contestualmente all'accettazione della nomina e ad ogni rinnovo dell'incarico, l'amministratore
comunica i propri dati anagrafici e professionali, il codice fiscale, o, se si tratta di società, anche la sede
legale e la denominazione, il locale ove si trovano i registri di cui ai numeri 6) e 7) dell'articolo 1130, nonché i
giorni e le ore in cui ogni interessato, previa richiesta all'amministratore, può prenderne gratuitamente
visione e ottenere, previo rimborso della spesa, copia da lui firmata.
[3] L'assemblea può subordinare la nomina dell'amministratore alla presentazione ai condomini di una
polizza individuale di assicurazione per la responsabilità civile per gli atti compiuti nell'esercizio del mandato.
[4] L'amministratore è tenuto altresì ad adeguare i massimali della polizza se nel periodo del suo
incarico l'assemblea deliberi lavori straordinari. Tale adeguamento non deve essere inferiore all'importo di
spesa deliberato e deve essere effettuato contestualmente all'inizio dei lavori. Nel caso in cui
l'amministratore sia coperto da una polizza di assicurazione per la responsabilità civile professionale
generale per l'intera attività da lui svolta, tale polizza deve essere integrata con una dichiarazione
dell'impresa di assicurazione che garantisca le condizioni previste dal periodo precedente per lo specifico
condominio.
[5] Sul luogo di accesso al condominio o di maggior uso comune, accessibile anche ai terzi, è affissa
l'indicazione delle generalità, del domicilio e dei recapiti, anche telefonici, dell'amministratore.
[6] In mancanza dell'amministratore, sul luogo di accesso al condominio o di maggior uso comune,
accessibile anche ai terzi, è affissa l'indicazione delle generalità e dei recapiti, anche telefonici, della persona
che svolge funzioni analoghe a quelle dell'amministratore.
[7] L'amministratore è obbligato a far transitare le somme ricevute a qualunque titolo dai condomini o da
terzi, nonché quelle a qualsiasi titolo erogate per conto del condominio, su uno specifico conto corrente,
postale o bancario, intestato al condominio; ciascun condomino, per il tramite dell'amministratore, può
chiedere di prendere visione ed estrarre copia, a proprie spese, della rendicontazione periodica.
[8] Alla cessazione dell'incarico l'amministratore è tenuto alla consegna di tutta la documentazione in
suo possesso afferente al condominio e ai singoli condomini e ad eseguire le attività urgenti al fine di evitare
pregiudizi agli interessi comuni senza diritto ad ulteriori compensi.
[9] Salvo che sia stato espressamente dispensato dall'assemblea, l'amministratore è tenuto ad agire per
la riscossione forzosa delle somme dovute dagli obbligati entro sei mesi dalla chiusura dell'esercizio nel
quale il credito esigibile è compreso, anche ai sensi dell'articolo 63, primo comma, delle disposizioni per
l'attuazione del presente codice.
[10] L'incarico di amministratore ha durata di un anno e si intende rinnovato per eguale durata.
L'assemblea convocata per la revoca o le dimissioni delibera in ordine alla nomina del nuovo amministratore.
[11] La revoca dell'amministratore può essere deliberata in ogni tempo dall'assemblea, con la
maggioranza prevista per la sua nomina oppure con le modalità previste dal regolamento di condominio. Può
altresì essere disposta dall'autorità giudiziaria, su ricorso di ciascun condomino, nel caso previsto dal quarto
comma dell'articolo 1131, se non rende il conto della gestione, ovvero in caso di gravi irregolarità. Nei casi in
cui siano emerse gravi irregolarità fiscali o di non ottemperanza a quanto disposto dal numero 3) del

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dodicesimo comma del presente articolo, i condomini, anche singolarmente, possono chiedere la
convocazione dell'assemblea per far cessare la violazione e revocare il mandato all'amministratore. In caso
di mancata revoca da parte dell'assemblea, ciascun condomino può rivolgersi all'autorità giudiziaria; in caso
di accoglimento della domanda, il ricorrente, per le spese legali, ha titolo alla rivalsa nei confronti del
condominio, che a sua volta può rivalersi nei confronti dell'amministratore revocato.
[12] Costituiscono, tra le altre, gravi irregolarità:
1) l'omessa convocazione dell'assemblea per l'approvazione del rendiconto condominiale, il ripetuto
rifiuto di convocare l'assemblea per la revoca e per la nomina del nuovo amministratore o negli altri casi
previsti dalla legge;
2) la mancata esecuzione di provvedimenti giudiziari e amministrativi, nonché di deliberazioni
dell'assemblea;
3) la mancata apertura ed utilizzazione del conto di cui al settimo comma;
4) la gestione secondo modalità che possono generare possibilità di confusione tra il patrimonio del
condominio e il patrimonio personale dell'amministratore o di altri condomini;
5) l'aver acconsentito, per un credito insoddisfatto, alla cancellazione delle formalità eseguite nei
registri immobiliari a tutela dei diritti del condominio;
6) qualora sia stata promossa azione giudiziaria per la riscossione delle somme dovute al condominio,
l'aver omesso di curare diligentemente l'azione e la conseguente esecuzione coattiva;
7) l'inottemperanza agli obblighi di cui all'articolo 1130, numeri 6), 7) e 9);
8) l'omessa, incompleta o inesatta comunicazione dei dati di cui al secondo comma del presente
articolo.
[13] In caso di revoca da parte dell'autorità giudiziaria, l'assemblea non può nominare nuovamente
l'amministratore revocato.
[14] L'amministratore, all'atto dell'accettazione della nomina e del suo rinnovo, deve specificare
analiticamente, a pena di nullità della nomina stessa, l'importo dovuto a titolo di compenso per l'attività
svolta.
[15] Per quanto non disciplinato dal presente articolo si applicano le disposizioni di cui alla sezione I del
capo IX del titolo III del libro IV.
[16] Il presente articolo si applica anche agli edifici di alloggi di edilizia popolare ed economica, realizzati
o recuperati da enti pubblici a totale partecipazione pubblica o con il concorso dello Stato, delle regioni, delle
province o dei comuni, nonché a quelli realizzati da enti pubblici non economici o società private senza
scopo di lucro con finalità sociali proprie dell'edilizia residenziale pubblica.

(1) Articolo così sostituito dall'art. 9, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista
dall'art. 32, comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 1130 Attribuzioni dell'amministratore (1)


[1] L'amministratore, oltre a quanto previsto dall'articolo 1129 e dalle vigenti disposizioni di legge, deve:
1) eseguire le deliberazioni dell'assemblea, convocarla annualmente per l'approvazione del rendiconto
condominiale di cui all'articolo 1130-bis e curare l'osservanza del regolamento di condominio;
2) disciplinare l'uso delle cose comuni e la fruizione dei servizi nell'interesse comune, in modo che ne
sia assicurato il miglior godimento a ciascuno dei condomini;
3) riscuotere i contributi ed erogare le spese occorrenti per la manutenzione ordinaria delle parti
comuni dell'edificio e per l'esercizio dei servizi comuni;
4) compiere gli atti conservativi relativi alle parti comuni dell'edificio;
5) eseguire gli adempimenti fiscali;
6) curare la tenuta del registro di anagrafe condominiale contenente le generalità dei singoli proprietari
e dei titolari di diritti reali e di diritti personali di godimento, comprensive del codice fiscale e della residenza o
domicilio, i dati catastali di ciascuna unità immobiliare, nonché ogni dato relativo alle condizioni di sicurezza
delle parti comuni dell'edificio. Ogni variazione dei dati deve essere comunicata all'amministratore in forma
scritta entro sessanta giorni. L'amministratore, in caso di inerzia, mancanza o incompletezza delle
comunicazioni, richiede con lettera raccomandata le informazioni necessarie alla tenuta del registro di
anagrafe. Decorsi trenta giorni, in caso di omessa o incompleta risposta, l'amministratore acquisisce le
informazioni necessarie, addebitandone il costo ai responsabili; (2)
7) curare la tenuta del registro dei verbali delle assemblee, del registro di nomina e revoca
dell'amministratore e del registro di contabilità. Nel registro dei verbali delle assemblee sono altresì annotate:
le eventuali mancate costituzioni dell'assemblea, le deliberazioni nonché le brevi dichiarazioni rese dai
condomini che ne hanno fatto richiesta; allo stesso registro è allegato il regolamento di condominio, ove
adottato. Nel registro di nomina e revoca dell'amministratore sono annotate, in ordine cronologico, le date

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della nomina e della revoca di ciascun amministratore del condominio, nonché gli estremi del decreto in caso
di provvedimento giudiziale. Nel registro di contabilità sono annotati in ordine cronologico, entro trenta giorni
da quello dell'effettuazione, i singoli movimenti in entrata ed in uscita. Tale registro può tenersi anche con
modalità informatizzate;
8) conservare tutta la documentazione inerente alla propria gestione riferibile sia al rapporto con i
condomini sia allo stato tecnico-amministrativo dell'edificio e del condominio;
9) fornire al condomino che ne faccia richiesta attestazione relativa allo stato dei pagamenti degli oneri
condominiali e delle eventuali liti in corso;
10) redigere il rendiconto condominiale annuale della gestione e convocare l'assemblea per la relativa
approvazione entro centottanta giorni.

(1) Articolo così sostituito dall'art. 10, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista
dall'art. 32, comma 1, della medesima L. 220/2012.
(2) Numero così modificato dall'art. 1, comma 9, lett. c), D.L. 23 dicembre 2013, n. 145, convertito, con
modificazioni, dalla L. 21 febbraio 2014, n. 9.

Art. 1130-bis. Rendiconto condominiale (1)


[1] Il rendiconto condominiale contiene le voci di entrata e di uscita ed ogni altro dato inerente alla
situazione patrimoniale del condominio, ai fondi disponibili ed alle eventuali riserve, che devono essere
espressi in modo da consentire l'immediata verifica. Si compone di un registro di contabilità, di un riepilogo
finanziario, nonché di una nota sintetica esplicativa della gestione con l'indicazione anche dei rapporti in
corso e delle questioni pendenti. L'assemblea condominiale può, in qualsiasi momento o per più annualità
specificamente identificate, nominare un revisore che verifichi la contabilità del condominio. La deliberazione
è assunta con la maggioranza prevista per la nomina dell'amministratore e la relativa spesa è ripartita fra
tutti i condomini sulla base dei millesimi di proprietà. I condomini e i titolari di diritti reali o di godimento sulle
unità immobiliari possono prendere visione dei documenti giustificativi di spesa in ogni tempo ed estrarne
copia a proprie spese. Le scritture e i documenti giustificativi devono essere conservati per dieci anni dalla
data della relativa registrazione.
[2] L'assemblea può anche nominare, oltre all'amministratore, un consiglio di condominio composto da
almeno tre condomini negli edifici di almeno dodici unità immobiliari. Il consiglio ha funzioni consultive e di
controllo.

(1) Articolo inserito dall'art. 11, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista dall'art. 32,
comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 1131 Rappresentanza


[1] Nei limiti delle attribuzioni stabilite dall'articolo 1130 o dei maggiori poteri conferitigli dal
regolamento di condominio [1138] o dall'assemblea, l'amministratore ha la rappresentanza dei partecipanti e
può agire in giudizio sia contro i condomini sia contro i terzi. (1)
[2] Può essere convenuto in giudizio per qualunque azione concernente le parti comuni dell'edificio; a lui
sono notificati i provvedimenti dell'autorità amministrativa che si riferiscono allo stesso oggetto.
[3] Qualora la citazione o il provvedimento abbia un contenuto che esorbita dalle attribuzioni
dell'amministratore, questi è tenuto a darne senza indugio notizia all'assemblea dei condomini.
[4] L'amministratore che non adempie a quest'obbligo può essere revocato ed è tenuto al risarcimento
dei danni.

(1) Comma così modificato dall'art. 12, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista
dall'art. 32, comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 1132 Dissenso dei condomini rispetto alle liti


[1] Qualora l'assemblea dei condomini abbia deliberato di promuovere una lite o di resistere a una
domanda, il condomino dissenziente, con atto notificato all'amministratore, può separare la propria
responsabilità in ordine alle conseguenze della lite per il caso di soccombenza. L'atto deve essere notificato
entro trenta giorni da quello in cui il condomino ha avuto notizia della deliberazione.
[2] Il condomino dissenziente ha diritto di rivalsa per ciò che abbia dovuto pagare alla parte vittoriosa.
[3] Se l'esito della lite è stato favorevole al condominio, il condomino dissenziente che ne abbia tratto
vantaggio è tenuto a concorrere nelle spese del giudizio che non sia stato possibile ripetere dalla parte
soccombente.

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Art. 1133 Provvedimenti presi dall'amministratore
[1] I provvedimenti presi dall'amministratore nell'ambito dei suoi poteri sono obbligatori per i condomini.
Contro i provvedimenti dell'amministratore è ammesso ricorso all'assemblea, senza pregiudizio del ricorso
all'autorità giudiziaria nei casi e nel termine previsti dall'articolo 1137.

Art. 1134 Gestione di iniziativa individuale (1)


[1] Il condomino che ha assunto la gestione delle parti comuni senza autorizzazione dell'amministratore
o dell'assemblea non ha diritto al rimborso, salvo che si tratti di spesa urgente.

(1) Articolo così sostituito dall'art. 13, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista dall'art.
32, comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 1135 Attribuzioni dell'assemblea dei condomini


[1] Oltre a quanto è stabilito dagli articoli precedenti, l'assemblea dei condomini provvede:
1) alla conferma dell'amministratore e all'eventuale sua retribuzione;
2) all'approvazione del preventivo delle spese occorrenti durante l'anno e alla relativa ripartizione tra i
condomini;
3) all'approvazione del rendiconto annuale dell'amministratore all'impiego del residuo attivo della
gestione;
4) alle opere di manutenzione straordinaria e alle innovazioni, costituendo obbligatoriamente un fondo
speciale di importo pari all'ammontare dei lavori; se i lavori devono essere eseguiti in base a un contratto
che ne prevede il pagamento graduale in funzione del loro progressivo stato di avanzamento, il fondo può
essere costituito in relazione ai singoli pagamenti dovuti (1).
[2] L'amministratore non può ordinare lavori di manutenzione straordinaria, salvo che rivestano carattere
urgente, ma in questo caso deve riferirne nella prima assemblea.
[3] L'assemblea può autorizzare l'amministratore a partecipare e collaborare a progetti, programmi e
iniziative territoriali promossi dalle istituzioni locali o da soggetti privati qualificati, anche mediante opere di
risanamento di parti comuni degli immobili nonché di demolizione, ricostruzione e messa in sicurezza statica,
al fine di favorire il recupero del patrimonio edilizio esistente, la vivibilità urbana, la sicurezza e la sostenibilità
ambientale della zona in cui il condominio è ubicato. (2)

(1) Numero sostituito dall'art. 13, comma 2, lett. a), L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista
dall'art. 32, comma 1, della medesima L. 220/2012 e, successivamente, così modificato dall'art. 1, comma 9,
lett. d), D.L. 23 dicembre 2013, n. 145, convertito, con modificazioni, dalla L. 21 febbraio 2014, n. 9.
(2) Comma aggiunto dall'art. 13, comma 2, lett. b), L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista
dall'art. 32, comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 1136 Costituzione dell'assemblea e validità delle deliberazioni (1)


[1] L'assemblea in prima convocazione è regolarmente costituita con l'intervento di tanti condomini che
rappresentino i due terzi del valore dell'intero edificio e la maggioranza dei partecipanti al condominio.
[2] Sono valide le deliberazioni approvate con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli
intervenuti e almeno la metà del valore dell'edificio.
[3] Se l'assemblea in prima convocazione non può deliberare per mancanza di numero legale,
l'assemblea in seconda convocazione delibera in un giorno successivo a quello della prima e, in ogni caso,
non oltre dieci giorni dalla medesima. L'assemblea in seconda convocazione è regolarmente costituita con
l'intervento di tanti condomini che rappresentino almeno un terzo del valore dell'intero edificio e un terzo dei
partecipanti al condominio. La deliberazione è valida se approvata dalla maggioranza degli intervenuti con
un numero di voti che rappresenti almeno un terzo del valore dell'edificio.
[4] Le deliberazioni che concernono la nomina e la revoca dell'amministratore o le liti attive e passive
relative a materie che esorbitano dalle attribuzioni dell'amministratore medesimo, le deliberazioni che
concernono la ricostruzione dell'edificio o riparazioni straordinarie di notevole entità e le deliberazioni di cui
agli articoli 1117-quater, 1120, secondo comma, 1122-ter nonché 1135, terzo comma, devono essere
sempre approvate con la maggioranza stabilita dal secondo comma del presente articolo.
[5] Le deliberazioni di cui all'articolo 1120, primo comma, e all'articolo 1122-bis, terzo comma, devono
essere approvate dall'assemblea con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti ed
almeno i due terzi del valore dell'edificio.

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[6] L'assemblea non può deliberare, se non consta che tutti gli aventi diritto sono stati regolarmente
convocati.
[7] Delle riunioni dell'assemblea si redige processo verbale da trascrivere nel registro tenuto
dall'amministratore.

(1) Articolo così sostituito dall'art. 14, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista dall'art.
32, comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 1137 Impugnazione delle deliberazioni dell'assemblea (1)


[1] Le deliberazioni prese dall'assemblea a norma degli articoli precedenti sono obbligatorie per tutti i
condomini.
[2] Contro le deliberazioni contrarie alla legge o al regolamento di condominio ogni condomino assente,
dissenziente o astenuto può adire l'autorità giudiziaria chiedendone l'annullamento nel termine perentorio di
trenta giorni, che decorre dalla data della deliberazione per i dissenzienti o astenuti e dalla data di
comunicazione della deliberazione per gli assenti.
[3] L'azione di annullamento non sospende l'esecuzione della deliberazione, salvo che la sospensione
sia ordinata dall'autorità giudiziaria.
[4] L'istanza per ottenere la sospensione proposta prima dell'inizio della causa di merito non sospende
nè interrompe il termine per la proposizione dell'impugnazione della deliberazione. Per quanto non
espressamente previsto, la sospensione è disciplinata dalle norme di cui al libro IV, titolo I, capo III, sezione
I, con l'esclusione dell'articolo 669-octies, sesto comma, del codice di procedura civile.

(1) Articolo così sostituito dall'art. 15, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista dall'art.
32, comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 1138 Regolamento di condominio


[1] Quando in un edificio il numero dei condomini è superiore a dieci, deve essere formato un
regolamento, il quale contenga le norme circa l'uso delle cose comuni e la ripartizione delle spese, secondo i
diritti e gli obblighi spettanti a ciascun condomino, nonché le norme per la tutela del decoro dell'edificio e
quelle relative all'amministrazione.
[2] Ciascun condomino può prendere l'iniziativa per la formazione del regolamento di condominio o per
la revisione di quello esistente.
[3] Il regolamento deve essere approvato dall'assemblea con la maggioranza stabilita dal secondo
comma dell'articolo 1136 ed allegato al registro indicato dal numero 7) dell'articolo 1130. Esso può essere
impugnato a norma dell'articolo 1107. (1)
[4] Le norme del regolamento non possono in alcun modo menomare i diritti di ciascun condomino,
quali risultano dagli atti di acquisto e dalle convenzioni, e in nessun caso possono derogare alle disposizioni
degli articoli 1118 secondo comma, 1119, 1120, 1129, 1131, 1132, 1136 e 1137.
[5] Le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali domestici. (2)

(1) Comma così sostituito dall'art. 16, comma 1, lett. a), L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza
prevista dall'art. 32, comma 1, della medesima L. 220/2012.
(2) Comma aggiunto dall'art. 16, comma 1, lett. b), L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista
dall'art. 32, comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 1139 Rinvio alle norme sulla comunione.


[1] Per quanto non è espressamente previsto da questo capo si osservano le norme sulla comunione in
generale.

- 12 -
Disposizioni di attuazione del codice civile: artt. 61-72 e art.
155-bis

Regio decreto 30 marzo 1942 n. 318


Disposizioni per l'attuazione del codice civile e disposizioni transitorie
(G.U. n. 91, 17 aprile 1942, Supplemento Ordinario)

CAPO I
DISPOSIZIONI DI ATTUAZIONE

SEZIONE III
DISPOSIZIONI RELATIVE AL LIBRO III

Art. 61
[1] Qualora un edificio o un gruppo di edifici appartenenti per piani o porzioni di piano a proprietari
diversi si possa dividere in parti che abbiano le caratteristiche di edifici autonomi, il condominio può essere
sciolto e i comproprietari di ciascuna parte possono costituirsi in condominio separato.
[2] Lo scioglimento è deliberato dall'assemblea con la maggioranza prescritta dal secondo comma
dell'articolo 1136 del codice, o è disposto dall'autorità giudiziaria su domanda di almeno un terzo dei
comproprietari di quella parte dell'edificio della quale si chiede la separazione.

Art. 62[1] La disposizione del primo comma dell'articolo precedente si applica anche se restano in
comune con gli originari partecipanti alcune delle cose indicate dall'articolo 1117 del codice.
[2] Qualora la divisione non possa attuarsi senza modificare lo stato delle cose e occorrano opere per la
sistemazione diversa dei locali o delle dipendenze tra i condomini, lo scioglimento del condominio deve
essere deliberato dall'assemblea con la maggioranza prescritta dal quinto comma dell'articolo 1136 del
codice stesso.

Art. 63 (1)
[1] Per la riscossione dei contributi in base allo stato di ripartizione approvato dall'assemblea,
l'amministratore, senza bisogno di autorizzazione di questa, può ottenere un decreto di ingiunzione
immediatamente esecutivo, nonostante opposizione, ed è tenuto a comunicare ai creditori non ancora
soddisfatti che lo interpellino i dati dei condomini morosi.
[2] I creditori non possono agire nei confronti degli obbligati in regola con i pagamenti, se non dopo
l'escussione degli altri condomini.
[3] In caso di mora nel pagamento dei contributi che si sia protratta per un semestre, l'amministratore
può sospendere il condomino moroso dalla fruizione dei servizi comuni suscettibili di godimento separato.
[4] Chi subentra nei diritti di un condomino è obbligato solidalmente con questo al pagamento dei
contributi relativi all'anno in corso e a quello precedente.
[5] Chi cede diritti su unità immobiliari resta obbligato solidalmente con l'avente causa per i contributi
maturati fino al momento in cui è trasmessa all'amministratore copia autentica del titolo che determina il
trasferimento del diritto.

(1) Articolo così sostituito dall'art. 18, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista dall'art.
32, comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 64 (1)
[1] Sulla revoca dell'amministratore, nei casi indicati dall'undicesimo comma dell'articolo 1129 e dal
quarto comma dell'articolo 1131 del codice, il tribunale provvede in camera di consiglio, con decreto
motivato, sentito l'amministratore in contraddittorio con il ricorrente.
[2] Contro il provvedimento del tribunale può essere proposto reclamo alla corte d'appello nel termine di
dieci giorni dalla notificazione o dalla comunicazione.

- 13 -
(1) Articolo così sostituito dall'art. 19, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista
dall'art. 32, comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 65
[1] Quando per qualsiasi causa manca il legale rappresentante dei condomini, chi intende iniziare o
proseguire una lite contro i partecipanti a un condominio può richiedere la nomina di un curatore speciale ai
sensi dell'articolo 80 del codice di procedura civile.
[2] Il curatore speciale deve senza indugio convocare l'assemblea dei condomini per avere istruzioni
sulla condotta della lite.

Art. 66
[1] L'assemblea, oltre che annualmente in via ordinaria per le deliberazioni indicate dall'articolo 1135 del
codice, può essere convocata in via straordinaria dall'amministratore quando questi lo ritiene necessario o
quando ne è fatta richiesta da almeno due condomini che rappresentino un sesto del valore dell'edificio.
Decorsi inutilmente dieci giorni dalla richiesta, i detti condomini possono provvedere direttamente alla
convocazione.
[2] In mancanza dell'amministratore, l'assemblea tanto ordinaria quanto straordinaria può essere
convocata a iniziativa di ciascun condomino.
[3] L'avviso di convocazione, contenente specifica indicazione dell'ordine del giorno, deve essere
comunicato almeno cinque giorni prima della data fissata per l'adunanza in prima convocazione, a mezzo di
posta raccomandata, posta elettronica certificata, fax o tramite consegna a mano, e deve contenere
l'indicazione del luogo e dell'ora della riunione. In caso di omessa, tardiva o incompleta convocazione degli
aventi diritto, la deliberazione assembleare è annullabile ai sensi dell'articolo 1137 del codice su istanza dei
dissenzienti o assenti perché non ritualmente convocati. (1)
[4] L'assemblea in seconda convocazione non può tenersi nel medesimo giorno solare della prima. (2)
[5] L'amministratore ha facoltà di fissare più riunioni consecutive in modo da assicurare lo svolgimento
dell'assemblea in termini brevi, convocando gli aventi diritto con un unico avviso nel quale sono indicate le
ulteriori date ed ore di eventuale prosecuzione dell'assemblea validamente costituitasi. (2)

(1) Comma così sostituito dall'art. 20, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, che ha sostituito l'originario
comma 3 con gli attuali commi 3, 4 e 5, con la decorrenza prevista dall'art. 32, comma 1, della medesima L.
220/2012.
(2) Comma aggiunto dall'art. 20, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, che ha sostituito l'originario comma
3 con gli attuali commi 3, 4 e 5, con la decorrenza prevista dall'art. 32, comma 1, della medesima L.
220/2012.

Art. 67 (1)
[1] Ogni condomino può intervenire all'assemblea anche a mezzo di rappresentante, munito di delega
scritta. Se i condomini sono più di venti, il delegato non può rappresentare più di un quinto dei condomini e
del valore proporzionale.
[2] Qualora un'unità immobiliare appartenga in proprietà indivisa a più persone, queste hanno diritto a
un solo rappresentante nell'assemblea, che è designato dai comproprietari interessati a norma dell'articolo
1106 del codice.
[3] Nei casi di cui all'articolo 1117-bis del codice, quando i partecipanti sono complessivamente più di
sessanta, ciascun condominio deve designare, con la maggioranza di cui all'articolo 1136, quinto comma,
del codice, il proprio rappresentante all'assemblea per la gestione ordinaria delle parti comuni a più
condominii e per la nomina dell'amministratore. In mancanza, ciascun partecipante può chiedere che
l'autorità giudiziaria nomini il rappresentante del proprio condominio. Qualora alcuni dei condominii
interessati non abbiano nominato il proprio rappresentante, l'autorità giudiziaria provvede alla nomina su
ricorso anche di uno solo dei rappresentanti già nominati, previa diffida a provvedervi entro un congruo
termine. La diffida ed il ricorso all'autorità giudiziaria sono notificati al condominio cui si riferiscono in persona
dell'amministratore o, in mancanza, a tutti i condomini.
[4] Ogni limite o condizione al potere di rappresentanza si considera non apposto. Il rappresentante
risponde con le regole del mandato e comunica tempestivamente all'amministratore di ciascun condominio
l'ordine del giorno e le decisioni assunte dall'assemblea dei rappresentanti dei condominii. L'amministratore
riferisce in assemblea.
[5] All'amministratore non possono essere conferite deleghe per la partecipazione a qualunque
assemblea.

- 14 -
[6] L'usufruttuario di un piano o porzione di piano dell'edificio esercita il diritto di voto negli affari che
attengono all'ordinaria amministrazione e al semplice godimento delle cose e dei servizi comuni.
[7] Nelle altre deliberazioni, il diritto di voto spetta ai proprietari, salvi i casi in cui l'usufruttuario intenda
avvalersi del diritto di cui all'articolo 1006 del codice ovvero si tratti di lavori od opere ai sensi degli articoli
985 e 986 del codice. In tutti questi casi l'avviso di convocazione deve essere comunicato sia all'usufruttuario
sia al nudo proprietario.
[8] Il nudo proprietario e l'usufruttuario rispondono solidalmente per il pagamento dei contributi dovuti
all'amministrazione condominiale.

(1) Articolo così sostituito dall'art. 21, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista dall'art.
32, comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 68 (1)
[1] Ove non precisato dal titolo ai sensi dell'articolo 1118, per gli effetti indicati dagli articoli 1123, 1124,
1126 e 1136 del codice, il valore proporzionale di ciascuna unità immobiliare è espresso in millesimi in
apposita tabella allegata al regolamento di condominio.
[2] Nell'accertamento dei valori di cui al primo comma non si tiene conto del canone locatizio, dei
miglioramenti e dello stato di manutenzione di ciascuna unità immobiliare.

(1) Articolo così sostituito dall'art. 22, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista dall'art.
32, comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 69 (1)
[1] I valori proporzionali delle singole unità immobiliari espressi nella tabella millesimale di cui all'articolo
68 possono essere rettificati o modificati all'unanimità. Tali valori possono essere rettificati o modificati,
anche nell'interesse di un solo condomino, con la maggioranza prevista dall'articolo 1136, secondo comma,
del codice, nei seguenti casi:
1) quando risulta che sono conseguenza di un errore;
2) quando, per le mutate condizioni di una parte dell'edificio, in conseguenza di sopraelevazione, di
incremento di superfici o di incremento o diminuzione delle unità immobiliari, è alterato per più di un quinto il
valore proporzionale dell'unità immobiliare anche di un solo condomino. In tal caso il relativo costo è
sostenuto da chi ha dato luogo alla variazione.
[2] Ai soli fini della revisione dei valori proporzionali espressi nella tabella millesimale allegata al
regolamento di condominio ai sensi dell'articolo 68, può essere convenuto in giudizio unicamente il
condominio in persona dell'amministratore. Questi è tenuto a darne senza indugio notizia all'assemblea dei
condomini. L'amministratore che non adempie a quest'obbligo può essere revocato ed è tenuto al
risarcimento degli eventuali danni.
[3] Le norme di cui al presente articolo si applicano per la rettifica o la revisione delle tabelle per la
ripartizione delle spese redatte in applicazione dei criteri legali o convenzionali.

(1) Articolo così sostituito dall'art. 23, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista dall'art.
32, comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 70 (1)
[1] Per le infrazioni al regolamento di condominio può essere stabilito, a titolo di sanzione, il pagamento
di una somma fino ad euro 200 e, in caso di recidiva, fino ad euro 800. La somma è devoluta al fondo di cui
l'amministratore dispone per le spese ordinarie. L'irrogazione della sanzione è deliberata dall'assemblea con
le maggioranze di cui al secondo comma dell'articolo 1136 del Codice.

(1) Articolo sostituito dall'art. 24, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista dall'art. 32,
comma 1, della medesima L. 220/2012 e, successivamente, così modificato, dall'art. 1, comma 9, lett. e),
D.L. 23 dicembre 2013, n. 145, convertito, con modificazioni, dalla L. 21 febbraio 2014, n. 9.

Art. 71
[1] Il registro indicato dal quarto comma dell'articolo 1129 e dal terzo comma dell'articolo 1138 del
codice è tenuto presso l'associazione professionale (1) dei proprietari di fabbricati.

- 15 -
(1) Le associazioni professionali previste dall'ordinamento corporativo sono state soppresse dall'art. 1,
D.Lgs.Lgt. 23 novembre 1944, n. 369.

Art. 71-bis. (1)


[1] Possono svolgere l'incarico di amministratore di condominio coloro:
a) che hanno il godimento dei diritti civili;
b) che non sono stati condannati per delitti contro la pubblica amministrazione, l'amministrazione della
giustizia, la fede pubblica, il patrimonio o per ogni altro delitto non colposo per il quale la legge commina la
pena della reclusione non inferiore, nel minimo, a due anni e, nel massimo, a cinque anni;
c) che non sono stati sottoposti a misure di prevenzione divenute definitive, salvo che non sia
intervenuta la riabilitazione;
d) che non sono interdetti o inabilitati;
e) il cui nome non risulta annotato nell'elenco dei protesti cambiari;
f) che hanno conseguito il diploma di scuola secondaria di secondo grado;
g) che hanno frequentato un corso di formazione iniziale e svolgono attività di formazione periodica
in materia di amministrazione condominiale.
[2] I requisiti di cui alle lettere f) e g) del primo comma non sono necessari qualora l'amministratore sia
nominato tra i condomini dello stabile.
[3] Possono svolgere l'incarico di amministratore di condominio anche società di cui al titolo V del libro V
del codice. In tal caso, i requisiti devono essere posseduti dai soci illimitatamente responsabili, dagli
amministratori e dai dipendenti incaricati di svolgere le funzioni di amministrazione dei condominii a favore
dei quali la società presta i servizi.
[4] La perdita dei requisiti di cui alle lettere a), b), c), d) ed e) del primo comma comporta la cessazione
dall'incarico. In tale evenienza ciascun condomino può convocare senza formalità l'assemblea per la nomina
del nuovo amministratore.
[5] A quanti hanno svolto attività di amministrazione di condominio per almeno un anno, nell'arco dei tre
anni precedenti alla data di entrata in vigore della presente disposizione, è consentito lo svolgimento
dell'attività di amministratore anche in mancanza dei requisiti di cui alle lettere f) e g) del primo comma.
Resta salvo l'obbligo di formazione periodica.

(1) Articolo inserito dall'art. 25, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista dall'art. 32,
comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 71-ter. (1)


[1] Su richiesta dell'assemblea, che delibera con la maggioranza di cui al secondo comma dell'articolo
1136 del codice, l'amministratore è tenuto ad attivare un sito internet del condominio che consenta agli
aventi diritto di consultare ed estrarre copia in formato digitale dei documenti previsti dalla delibera
assembleare. Le spese per l'attivazione e la gestione del sito internet sono poste a carico dei condomini.

(1) Articolo inserito dall'art. 25, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista dall'art. 32,
comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 71-quater. (1)


[1] Per controversie in materia di condominio, ai sensi dell'articolo 5, comma 1, del decreto legislativo 4
marzo 2010, n. 28, si intendono quelle derivanti dalla violazione o dall'errata applicazione delle disposizioni
del libro III, titolo VII, capo II, del codice e degli articoli da 61 a 72 delle presenti disposizioni per l'attuazione
del codice.
[2] La domanda di mediazione deve essere presentata, a pena di inammissibilità, presso un organismo
di mediazione ubicato nella circoscrizione del tribunale nella quale il condominio è situato.
[3] Al procedimento è legittimato a partecipare l'amministratore, previa delibera assembleare da
assumere con la maggioranza di cui all'articolo 1136, secondo comma, del codice.
[4] Se i termini di comparizione davanti al mediatore non consentono di assumere la delibera di cui al
terzo comma, il mediatore dispone, su istanza del condominio, idonea proroga della prima comparizione.
[5] La proposta di mediazione deve essere approvata dall'assemblea con la maggioranza di cui
all'articolo 1136, secondo comma, del codice. Se non si raggiunge la predetta maggioranza, la proposta si
deve intendere non accettata.

- 16 -
[6] Il mediatore fissa il termine per la proposta di conciliazione di cui all'articolo 11 del decreto legislativo
4 marzo 2010, n. 28, tenendo conto della necessità per l'amministratore di munirsi della delibera
assembleare.

(1) Articolo inserito dall'art. 25, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista dall'art. 32,
comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 72
[1] I regolamenti di condominio non possono derogare alle disposizioni dei precedenti articoli 63, 66, 67
e 69.

CAPO II
DISPOSIZIONI TRANSITORIE

SEZIONE III
DISPOSIZIONI RELATIVE AL LIBRO III

Art. 155-bis. (1)


[1] L'assemblea, ai fini dell'adeguamento degli impianti non centralizzati di cui all'articolo 1122-bis,
primo comma, del codice, già esistenti alla data di entrata in vigore del predetto articolo, adotta le necessarie
prescrizioni con le maggioranze di cui all'articolo 1136, commi primo, secondo e terzo, del codice.

(1) Articolo inserito dall'art. 26, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista dall'art. 32,
comma 1, della medesima L. 220/2012.

- 17 -
Legge 9 gennaio 1989, n. 13
Legge 9 gennaio 1989 n. 13
Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici
privati
(G.U. n. 21, 26 gennaio 1989, Serie Generale)

La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Promulga la seguente legge:

Art. 1 (1) 1. I progetti relativi alla costruzione di nuovi edifici, ovvero alla ristrutturazione di interi edifici,
ivi compresi quelli di edilizia residenziale pubblica, sovvenzionata ed agevolata, presentati dopo sei mesi
dall'entrata in vigore della presente legge sono redatti in osservanza delle prescrizioni tecniche previste dal
comma 2.
2. Entro tre mesi dall'entrata in vigore della presente legge, il Ministro dei lavori pubblici fissa con
proprio decreto le prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità degli
edifici privati e di edilizia residenziale pubblica, sovvenzionata ed agevolata.
3. La progettazione deve comunque prevedere:
a) accorgimenti tecnici idonei alla installazione di meccanismi per l'accesso ai piani superiori, ivi
compresi i servoscala;
b) idonei accessi alle parti comuni degli edifici e alle singole unità immobiliari;
c) almeno un accesso in piano, rampe prive di gradini o idonei mezzi di sollevamento;
d) l'installazione, nel caso di immobili con più di tre livelli fuori terra, di un ascensore per ogni scala
principale raggiungibile mediante rampe prive di gradini.
4. E' fatto obbligo di allegare al progetto la dichiarazione del professionista abilitato di conformità degli
elaborati alle disposizioni adottate ai sensi della presente legge.

(1) Per la nuova disciplina in materia di progettazione di nuovi edifici e ristrutturazione di interi edifici, vedi l'art.
77, D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380.

Art. 2 (1) 1. Le deliberazioni che hanno per oggetto le innovazioni da attuare negli edifici privati dirette
ad eliminare le barriere architettoniche di cui all'art. 27, primo comma, della legge 30 marzo 1971, n. 118, ed
all'art. 1, primo comma, del D.P.R. 27 aprile 1978, n. 384, nonché la realizzazione di percorsi attrezzati e
l'installazione di dispositivi di segnalazione atti a favorire la mobilità dei ciechi all'interno degli edifici privati,
sono approvate dall'assemblea del condominio, in prima o in seconda convocazione, con le maggioranze
previste dal secondo comma dell'articolo 1120 del codice civile. (2)
2. Nel caso in cui il condominio rifiuti di assumere, o non assuma entro tre mesi dalla richiesta fatta per
iscritto, le deliberazioni di cui al comma 1, i portatori di handicap, ovvero chi ne esercita la tutela o la potestà
di cui al titolo IX del libro primo del Codice civile, possono installare, a proprie spese, servoscala nonché
strutture mobili e facilmente rimovibili e possono anche modificare l'ampiezza delle porte d'accesso, al fine di
rendere più agevole l'accesso agli edifici, agli ascensori e alle rampe dei garages.
3. Resta fermo quanto disposto dagli artt. 1120, secondo comma, e 1121, terzo comma, del Codice
civile.

(1) Per la nuova disciplina in materia di deliberazioni sull'eliminazione delle barriere architettoniche, vedi
l'art. 78, D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380.
(2) Comma così modificato art. 27, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, con la decorrenza prevista
dall'art. 32, comma 1, della medesima L. 220/2012.

Art. 3 (1) 1. Le opere di cui all'art. 2 possono essere realizzate in deroga alle norme sulle distanze
previste dai regolamenti edilizi, anche per i cortili e le chiostrine interni ai fabbricati o comuni o di uso
comune a più fabbricati (2) .
2. E' fatto salvo l'obbligo di rispetto delle distanze di cui agli artt. 873 e907 del Codice civile nell'ipotesi
in cui tra le opere da realizzare e i fabbricati alieni non sia interposto alcuno spazio o alcuna area di proprietà
o di uso comune.

- 18 -
(1) Per la nuova disciplina in materia di opere finalizzate all'eliminazione della barriere architettoniche
realizzate in deroga ai regolamenti edilizi, vedi l'art. 79 , D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380.
(2) Comma modificato dall'art. 1, comma 1, L. 27 febbraio 1989, n. 62, a decorrere dal 27 febbraio 1989.

Art. 4 1. Per gli interventi di cui all'art. 2, ove l'immobile sia soggetto al vincolo di cui all'art. 1 della legge
29 giugno 1939, n. 1497, le regioni, o le Autorità da esse subdelegate, competenti al rilascio
dell'autorizzazione di cui all'art. 7 della citata legge, provvedono entro il termine perentorio di novanta giorni
dalla presentazione della domanda, anche impartendo, ove necessario, apposite prescrizioni.
2. La mancata pronuncia nel termine di cui al comma 1 equivale ad assenso.
3. In caso di diniego, gli interessati possono, entro i trenta giorni successivi, richiedere l'autorizzazione
al Ministro per i beni culturali e ambientali, che deve pronunciarsi entro centoventi giorni dalla data di
ricevimento della richiesta.
4. L'autorizzazione può essere negata solo ove non sia possibile realizzare le opere senza serio
pregiudizio del bene tutelato.
5. Il diniego deve essere motivato con la specificazione della natura e della serietà del pregiudizio, della
sua rilevanza in rapporto al complesso in cui l'opera si colloca e con riferimento a tutte le alternative
eventualmente prospettate dall'interessato.

Art. 5 1. Nel caso in cui per l'immobile sia stata effettuata la notifica ai sensi dell'art. 2 della legge 1°
giugno 1939, n. 1089, sulla domanda di autorizzazione prevista dall'art. 13 della predetta legge la
competente soprintendenza è tenuta a provvedere entro centoventi giorni dalla presentazione della
domanda, anche impartendo, ove necessario, apposite prescrizioni. Si applicano le disposizioni di cui all'art.
4, commi 2, 4 e 5.

Art. 6 (1) 1. L'esecuzione delle opere edilizie di cui all'art. 2, da realizzare nel rispetto delle norme
antisismiche e di prevenzione degli incendi e degli infortuni, non è soggetta all'autorizzazione di cui all'art. 18
della legge 2 febbraio 1974, n. 64.
2. Resta fermo l'obbligo del preavviso e dell'invio del progetto alle competenti Autorità, a norma dell'art.
17 della stessa legge 2 febbraio 1974, n. 64.

(1) Per la nuova disciplina in materia di rispetto delle norme antisismiche, antincendio e di prevenzione degli
infortuni, vedi l'art. 80, D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380.

Art. 7 (1) 1. L'esecuzione delle opere edilizie di cui all'art. 2 non è soggetta a concessione edilizia o ad
autorizzazione. Per la realizzazione delle opere interne, come definite dall'art. 26 della legge 28 febbraio
1985, n. 47, contestualmente all'inizio dei lavori, in luogo di quella prevista dal predetto art. 26, l'interessato
presenta al sindaco apposita relazione a firma di un professionista abilitato.
2. Qualora le opere di cui al comma 1 consistano in rampe o ascensori esterni ovvero in manufatti che
alterino la sagoma dell'edificio, si applicano le disposizioni relative all'autorizzazione di cui all'art. 48 della
legge 5 agosto 1978, n. 457, e successive modificazioni ed integrazioni.

(1) Per la nuova disciplina in materia di attività edilizia libera, vedi l'art. 6, comma 1, lett. b), D.P.R. 6 giugno
2001, n. 380.

Art. 8 (1) 1. Alle domande ovvero alle comunicazioni al sindaco relative alla realizzazione di interventi
di cui alla presente legge, è allegato certificato medico in carta libera attestante l'handicap e dichiarazione
sostitutiva dell'atto di notorietà, ai sensi dell'art. 4 della legge 4 gennaio 1968, n. 15, dalla quale risultino
l'ubicazione della propria abitazione, nonché le difficoltà di accesso.

(1) Per la nuova disciplina in materia di certificazioni, vedi l'art. 81, D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380.
Art. 9 1. Per la realizzazione di opere direttamente finalizzate al superamento e all'eliminazione di
barriere architettoniche in edifici già esistenti, anche se adibiti a centri o istituti residenziali per l'assistenza ai
soggetti di cui al comma 3, sono concessi contributi a fondo perduto con le modalità di cui al comma 2. Tali
contributi sono cumulabili con quelli concessi a qualsiasi titolo al condominio, al centro o istituto o al
portatore di handicap (1) .
2. Il contributo è concesso in misura pari alla spesa effettivamente sostenuta per costi fino a lire cinque
milioni; è aumentato del venticinque per cento della spesa effettivamente sostenuta per costi da lire cinque

- 19 -
milioni a lire venticinque milioni, e altresì di un ulteriore cinque per cento per costi da lire venticinque milioni a
lire cento milioni.
3. Hanno diritto ai contributi, con le procedure determinate dagliartt. 10 e11, i portatori di menomazioni o
limitazioni funzionali permanenti, ivi compresa la cecità, ovvero quelle relative alla deambulazione e alla
mobilità, coloro i quali abbiano a carico i citati soggetti ai sensi dell'art. 12 del D.P.R. 22 dicembre 1986, n.
917, nonché i condomini ove risiedano le suddette categorie di beneficiari.
4. Nella lettera e) del comma 1 dell'art. 10 del D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917, le parole "mezzi
necessari per la deambulazione e la locomozione", sono sostituite dalle parole "mezzi necessari per la
deambulazione, la locomozione e il sollevamento". La presente disposizione ha effetto dal 1° gennaio 1988.

(1) Comma sostituito, dall'art. 2, comma 1, L. 27 febbraio 1989, n. 62 , a decorrere dal 27 febbraio 1989.

Art. 10 1. E' istituito presso il Ministero dei lavori pubblici il Fondo speciale per l'eliminazione e il
superamento delle barriere architettoniche negli edifici privati.
2. Il fondo è annualmente ripartito tra le regioni richiedenti con decreto del Ministro dei lavori pubblici di
concerto con i Ministri per gli affari sociali, per i problemi delle aree urbane e del tesoro, in proporzione del
fabbisogno indicato dalle regioni ai sensi dell'art. 11, comma 5. Le regioni ripartiscono le somme assegnate
tra i comuni richiedenti.
3. I sindaci, entro trenta giorni dalla comunicazione delle disponibilità attribuite ai comuni, assegnano i
contributi agli interessati che ne abbiano fatto tempestiva richiesta.
4. Nell'ipotesi in cui le somme attribuite al comune non siano sufficienti a coprire l'intero fabbisogno, il
sindaco le ripartisce con precedenza per le domande presentate da portatori di handicap riconosciuti invalidi
totali con difficoltà di deambulazione dalle competenti Unità Sanitarie Locali e, in subordine, tenuto conto
dell'ordine cronologico di presentazione delle domande. Le domande non soddisfatte nell'anno per
insufficienza di fondi restano valide per gli anni successivi.
5. I contributi devono essere erogati entro quindici giorni dalla presentazione delle fatture dei lavori,
debitamente quietanzate.

Art. 11 1. Gli interessati debbono presentare domanda al sindaco del comune in cui è sito l'immobile
con indicazione delle opere da realizzare e della spesa prevista entro il 1° marzo di ciascun anno.
2. Per l'anno 1989 la domanda deve essere presentata entro il 31 luglio (1) .
3. Alla domanda debbono essere allegati il certificato e la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà
di cui all'art. 8.
4. Il sindaco, nel termine di trenta giorni successivi alla scadenza del termine per la presentazione delle
domande, stabilisce il fabbisogno complessivo del comune sulla base delle domande ritenute ammissibili e
le trasmette alla regione.
5. La regione determina il proprio fabbisogno complessivo e trasmette entro trenta giorni dalla scadenza
del termine previsto dal comma 4 al Ministero dei lavori pubblici la richiesta di partecipazione alla ripartizione
del fondo di cui all'art. 10, comma 2.

(1) Comma sostituito dall'art. 3, comma 1, L. 27 febbraio 1989, n. 62, a decorrere dal 27 febbraio 1989.

Art. 12 1. Il fondo di cui all'art. 10 è alimentato con lire 20 miliardi per ciascuno degli anni 1989, 1990 e
1991. Al predetto onere si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del
bilancio triennale 1989-1991, al capitolo 9001 dello stato di previsione del Ministero del tesoro per l'anno
1989 all'uopo utilizzando l'accantonamento "Concorso dello Stato nelle spese dei privati per interventi volti al
superamento delle barriere architettoniche negli edifici" per lire 20 miliardi per ciascuno degli anni 1989,
1990 e 1991.
2. Le somme eventualmente non utilizzate nell'anno di riferimento sono riassegnate al fondo per l'anno
successivo.
3. Il Ministro del tesoro è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sarà inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi
della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge
dello Stato.

- 20 -
Legge 9 gennaio 1991, n. 10

Legge 9 gennaio 1991 n. 10


Norme per l'attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di
risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia.
(G.U. n. 13, 16 gennaio 1991, Serie Generale)

La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Promulga
la seguente legge:

Titolo I
NORME IN MATERIA DI USO RAZIONALE DELL'ENERGIA, DI RISPARMIO ENERGETICO E DI
SVILUPPO DELLE FONTI RINNOVABILI DI ENERGIA

Art. 1 (Finalità ed ambito di applicazione) - 1. Al fine di migliorare i processi di trasformazione


dell'energia, di ridurre i consumi di energia e di migliorare le condizioni di compatibilità ambientale
dell'utilizzo dell'energia a parità di servizio reso e di qualità della vita, le norme del presente titolo favoriscono
ed incentivano, in accordo con la politica energetica della Comunità economica europea, l'uso razionale
dell'energia, il contenimento dei consumi di energia nella produzione e nell'utilizzo di manufatti, l'utilizzazione
delle fonti rinnovabili di energia, la riduzione dei consumi specifici di energia nei processi produttivi, una più
rapida sostituzione degli impianti in particolare nei settori a più elevata intensità energetica, anche attraverso
il coordinamento tra le fasi di ricerca applicata, di sviluppo dimostrativo e di produzione industriale.
2. La politica di uso razionale dell'energia e di uso razionale delle materie prime energetiche definisce
un complesso di azioni organiche dirette alla promozione del risparmio energetico, all'uso appropriato delle
fonti di energia, anche convenzionali, al miglioramento dei processi tecnologici che utilizzano o trasformano
energia, allo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia, alla sostituzione delle materie prime energetiche di
importazione.
3. Ai fini della presente legge sono considerate fonti rinnovabili di energia: il sole, il vento, l'energia
idraulica, le risorse geotermiche, le maree, il moto ondoso e la trasformazione dei rifiuti organici o di prodotti
vegetali. Per i rifiuti organici ed inorganici resta ferma la vigente disciplina ed in particolare la normativa di cui
al decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre 1982, n. 915, e successive modificazioni ed
integrazioni, al decreto-legge 31 agosto 1987, n. 361, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre
1987, n. 441, e al decreto-legge 9 settembre 1988, n. 397, convertito con modificazioni, dalla legge 9
novembre 1988, n. 475. (1)
4. L'utilizzazione delle fonti di energia di cui al comma 3 è considerata di pubblico interesse e di
pubblica utilità e le opere relative sono equiparate alle opere dichiarate indifferibili e urgenti ai fini
dell'applicazione delle leggi sulle opere pubbliche.

(1) Comma così modificato dall'art. 1, comma 1120, lett. d), L. 27 dicembre 2006, n. 296, a decorrere dal 1°
gennaio 2007.

Art. 2 (Coordinamento degli interventi) (1) - 1. Per la coordinata attuazione del piano energetico
nazionale e al fine di raggiungere gli obiettivi di cui all'art. 1, il Comitato interministeriale per la
programmazione economica (CIPE) su proposta del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato,
sentiti il Ministro dell'agricoltura e delle foreste, il Ministro dell'università e della ricerca scientifica e
tecnologica, il Ministro dei lavori pubblici, il Ministro dei trasporti, il Ministro dell'ambiente, il Ministro delle
partecipazioni statali, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, emana, entro centottanta
giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, e successivamente con cadenza almeno triennale,
direttive per il coordinato impiego degli strumenti pubblici di intervento e di incentivazione della promozione,
della ricerca, dello sviluppo tecnologico, nei settori della produzione, del recupero e dell'utilizzo delle fonti
rinnovabili di energia e del contenimento dei consumi energetici.

(1) Vedi, anche, il D.P.R. 9 maggio 1994, n. 608 e le relative tabelle.

- 21 -
Art. 3 (Accordo di programma) - 1. Per lo sviluppo di attività aventi le finalità di cui all'art. 1, il Ministro
dell'industria, del commercio e dell'artigianato provvede a stipulare con l'ENEA un accordo di programma,
con validità triennale, ove sono stabiliti gli obiettivi, i tempi di attuazione e le previsioni di spesa dei progetti
relativi al programma medesimo per un ammontare complessivo non superiore al 10 per cento degli
stanziamenti previsti dalla presente legge.

Art. 4 (Norme attuative e sulle tipologie tecnico-costruttive) - 1. (1)


2. (1)
3. Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del
Presidente della Repubblica, adottato previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del
Consiglio di Stato, su proposta del Ministro dell'agricoltura e delle foreste, di concerto con il Ministro
dell'industria, del commercio e dell'artigianato, sentiti il CNR, l'ENEA, le regioni e le province autonome di
Trento e di Bolzano, sono emanate norme per definire i criteri generali per la costruzione o la ristrutturazione
degli impianti di interesse agricolo, zootecnico e forestale che facilitino il raggiungimento degli obiettivi di cui
all'art. 1.
4. (2)
5. Per le finalità di cui all'art. 1, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente
legge, con decreto del Presidente della Repubblica, adottato previa deliberazione del Consiglio dei ministri,
sentito il parere del Consiglio di Stato, su proposta del Ministro dell'industria, del commercio e
dell'artigianato, d'intesa con il Ministro dei trasporti, sono emanate norme per il contenimento dei consumi
energetici in materia di reti e di infrastrutture relative ai trasporti nonché ai mezzi di trasporto terrestre ed
aereo pubblico e privato.
6. Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, sentiti i Ministri interessati, può emanare
norme specifiche, efficaci anche solo per periodi limitati, dirette ad assicurare il contenimento dei consumi
energetici. (3)
7. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da emanarsi entro centottanta giorni dalla data
di entrata in vigore della presente legge, sono emanate norme idonee a rendere apprezzabile il
conseguimento dell'obiettivo dell'uso razionale dell'energia e dell'utilizzo di fonti rinnovabili di energia nei
criteri di aggiudicazione delle gare di appalto economicamente rilevanti per la fornitura di beni o servizi per
conto della pubblica amministrazione, degli enti territoriali e delle relative aziende, degli istituti di previdenza
e di assicurazione. Tale normativa è inserita di diritto nella normativa che disciplina le gare d'appalto e nei
capitolati relativi.

(1) Comma abrogato dall'art. 16, comma 1, lett. a), D.Lgs. 19 agosto 2005, n. 192.
(2) Comma abrogato dall'art. 16, comma 1, lett. a), D.Lgs. 19 agosto 2005, n. 192, come modificato dall'art.
7, comma 1, D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere dal 2 febbraio 2007.
(3) In attuazione del presente comma, vedi il D.M. 25 gennaio 2006.

Art. 5 (Piani regionali) - 1. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, entro centottanta
giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, d'intesa con l'ENEA, individuano i bacini che in
relazione alle caratteristiche, alle dimensioni, alle esigenze di utenza, alla disponibilità di fonti rinnovabili di
energia, al risparmio energetico realizzabile e alla preesistenza di altri vettori energetici, costituiscono le aree
più idonee ai fini della fattibilità degli interventi di uso razionale dell'energia e di utilizzo delle fonti rinnovabili
di energia. (1)
2. D'intesa con gli enti locali e le loro aziende inseriti nei bacini di cui al comma 1 ed in coordinamento
con l'ENEA, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, entro centottanta giorni dalla data di
entrata in vigore della presente legge, predispongono rispettivamente un piano regionale o provinciale
relativo all'uso delle fonti rinnovabili di energia. (2)
3. I piani di cui al comma 2 contengono in particolare:
a) il bilancio energetico regionale o provinciale;
b) l'individuazione del bacini energetici territoriali;
c) la localizzazione e la realizzazione degli impianti di teleriscaldamento;
d) l'individuazione delle risorse finanziarie da destinare alla realizzazione di nuovi impianti di
produzione di energia;
e) la destinazione delle risorse finanziarie, secondo un ordine di priorità relativo alla quantità
percentuale e assoluta di energia risparmiata, per gli interventi di risparmio energetico;
f) la formulazione di obiettivi secondo priorità di intervento;

- 22 -
g) le procedure per l'individuazione e la localizzazione di impianti per la produzione di energia fino a
dieci megawatt elettrici per impianti installati al servizio dei settori industriale, agricolo, terziario, civile e
residenziale, nonché per gli impianti idroelettrici.
4. In caso di inadempimento delle regioni o delle province autonome di Trento e di Bolzano a quanto
previsto nei commi 1, 2 e 3 nei termini individuati, ad esse si sostituisce il Ministro dell'industria, del
commercio e dell'artigianato, che provvede con proprio decreto su proposta dell'ENEA, sentiti gli enti locali
interessati. (3)
5. I piani regolatori generali di cui alla legge 17 agosto 1942, n. 1150, e successive modificazioni e
integrazioni, dei comuni con popolazione superiore a cinquantamila abitanti, devono prevedere uno specifico
piano a livello comunale relativo all'uso delle fonti rinnovabili di energia.

(1) La Corte costituzionale, con sentenza 18-27 dicembre 1991, n. 483 (Gazz. Uff. 4 gennaio 1992, n. 1 -
Serie speciale), ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente comma nella parte in cui prevede che
le province autonome di Trento e Bolzano individuano i bacini, ivi considerati, "d'intesa con" anziché "sentito"
l'ENEA;
(2) La Corte costituzionale, con sentenza 18-27 dicembre 1991, n. 483 (Gazz. Uff. 4 gennaio 1992, n. 1 -
Serie speciale), ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente comma nella parte in cui prevede che
le province autonome di Trento e di Bolzano predispongono i loro piani "d'intesa con" anziché "sentiti" gli enti
locali e le loro aziende;
(3) La Corte costituzionale, con sentenza 18-27 dicembre 1991, n. 483 (Gazz. Uff. 4 gennaio 1992, n. 1 -
Serie speciale), ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente comma, nella parte in cui non prevede
un congruo preavviso, nei sensi espressi in motivazione, alle province autonome di Trento e di Bolzano, in
ordine all'esercizio dei poteri sostitutivi ivi disciplinati.

Art. 6 (Teleriscaldamento) - 1. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, entro


centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, individuano le aree che risultano
idonee alla realizzazione di impianti e di reti di teleriscaldamento nonché i limiti ed i criteri nel cui ambito le
amministrazioni dello Stato, le aziende autonome, gli enti pubblici nazionali o locali, gli istituti di previdenza e
di assicurazione, devono privilegiare il ricorso all'allaccio a reti di teleriscaldamento qualora propri immobili
rientrino in tali aree.

Art. 7 (Norme per le imprese elettriche minori) - 1. Il limite stabilito dall'art. 4, n. 8), della legge 6
dicembre 1962, n. 1643, modificato dall'art. 18 della legge 29 maggio 1982, n. 308, non si applica alle
imprese produttrici e distributrici a condizione che l'energia elettrica prodotta venga distribuita entro i confini
territoriali dei comuni già serviti dalle medesime imprese produttrici e distributrici alla data di entrata in vigore
della presente legge.
2. La produzione di energia elettrica delle medesime imprese produttrici e distributrici mediante le fonti
rinnovabili di energia di cui all'art. 1, comma 3, resta disciplinata dalle disposizioni legislative vigenti per i
relativi impianti.
3. Il Comitato interministeriale dei prezzi (CIP), su proposta della Cassa conguaglio per il settore
elettrico, stabilisce entro ogni anno, sulla base del bilancio dell'anno precedente delle imprese produttrici e
distributrici di cui al comma 1, l'acconto per l'anno in corso ed il conguaglio per l'anno precedente da
corrispondere a titolo di integrazione tariffaria alle medesime imprese produttrici e distributrici.
4. Il CIP può modificare l'acconto per l'anno in corso rispetto al bilancio dell'anno precedente delle
imprese produttrici e distributrici di cui al comma 1 qualora intervengano variazioni nei costi dei combustibili
e/o del personale che modifichino in modo significativo i costi di esercizio per l'anno in corso delle medesime
imprese produttrici e distributrici.

Art. 8 (Contributi in conto capitale a sostegno delle fonti rinnovabili di energia nell'edilizia) - 1. Al
fine di incentivare la realizzazione di iniziative volte a ridurre il consumo specifico di energia, il miglioramento
dell'efficienza energetica, l'utilizzo delle fonti di energia di cui all'art. 1, nella climatizzazione e nella
illuminazione degli ambienti, anche adibiti ad uso industriale, artigianale, commerciale, turistico, sportivo ed
agricolo, nell'illuminazione stradale, nonché nella produzione di energia elettrica e di acqua calda sanitaria
nelle abitazioni adibite ad uso civile e ad uso industriale, artigianale, commerciale, turistico, sportivo ed
agricolo, possono essere concessi contributi in conto capitale nella misura minima del 20 per cento e nella
misura massima del 40 per cento della spesa di investimento ammissibile documentata per ciascuno dei
seguenti interventi:

- 23 -
a) coibentazione negli edifici esistenti che consenta un risparmio di energia non inferiore al 20 per
cento ed effettuata secondo le regole tecniche di cui all'allegata tabella A;
b) installazione di nuovi generatori di calore ad alto rendimento, che in condizioni di regime presentino
un rendimento, misurato con metodo diretto, non inferiore al 90 per cento, sia negli edifici di nuova
costruzione sia in quelli esistenti;
c) installazione di pompe di calore per riscaldamento ambiente o acqua sanitaria o di impianti per
l'utilizzo di fonti rinnovabili di energia che consentano la copertura almeno del 30 per cento del fabbisogno
termico dell'impianto in cui è attuato l'intervento nell'ambito delle disposizioni del titolo II;
d) installazione di apparecchiature per la produzione combinata di energia elettrica e di calore;
e) installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica; per tali interventi il
contributo può essere elevato fino all'80 per cento;
f) installazione di sistemi di controllo integrati e di contabilizzazione differenziata dei consumi di calore
nonché di calore e acqua sanitaria di ogni singola unità immobiliare, di sistemi telematici per il controllo e la
conduzione degli impianti di climatizzazione nonché trasformazione di impianti centralizzati o autonomi per
conseguire gli obiettivi di cui all'art. 1;
g) trasformazione di impianti centralizzati di riscaldamento in impianti unifamiliari a gas per il
riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria dotati di sistema automatico di regolazione della
temperatura, inseriti in edifici composti da più unità immobiliari, con determinazione dei consumi per le
singole unità immobiliari, escluse quelle situate nelle aree individuate dalle regioni e dalle province
autonome di Trento e di Bolzano ai sensi dell'art. 6 ove siano presenti reti di teleriscaldamento;
h) installazione di sistemi di illuminazione ad alto rendimento anche nelle aree esterne.
2. Nel caso di effettuazione da parte del locatore di immobili urbani di interventi compresi tra quelli di cui
al comma 1 si applica l'art. 23 della legge 27 luglio 1978, n. 392.

Art. 9 (Competenza delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano) (1) - 1. La
concessione e la erogazione dei contributi previsti dagli artt. 8, 10 e 13 è delegata alle regioni e alle province
autonome di Trento e di Bolzano .
2. Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, sentito il Ministro del tesoro, emana, con
proprio decreto, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, le direttive per
uniformare i criteri di valutazione delle domande, le procedure e le modalità di concessione e di erogazione
dei contributi da parte delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano. Le regioni e le
province autonome di Trento e di Bolzano tengono conto nell'istruttoria di propria competenza dei tempi di
realizzazione delle singole iniziative, dei consumi di energia preesistenti, dei benefici energetici attesi, della
quantità di energia primaria risparmiata per unità di capitale investito, nonché: per gli interventi di cui all'art.
8, della tipologia degli edifici e dei soggetti beneficiari dei contributi con priorità per gli interventi integrati; per
gli interventi di cui all'art. 10, dell'obsolescenza degli impianti e dell'utilizzo energetico dei rifiuti; per gli
interventi di cui all'art. 13, della tipologia delle unità produttive e delle potenziali risorse energetiche del
territorio.
3. Entro il 31 marzo di ciascun anno le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano inoltrano
al Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato apposita richiesta di fondi documentata sulla base
delle domande effettivamente pervenute e favorevolmente istruite.
4. Tenuto conto delle richieste delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano pervenute
entro il termine di cui al comma 3, il Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato propone entro
trenta giorni al CIPE, che provvede entro i successivi trenta giorni, la ripartizione tra le regioni e le province
autonome di Trento e di Bolzano dei fondi in relazione a ciascuno degli interventi di cui agli artt. 8, 10 e 13.
(2)
5. I fondi assegnati alle singole regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano sono
improrogabilmente impegnati mediante appositi atti di concessione dei contributi entro centoventi giorni dalla
ripartizione dei fondi. I fondi residui, per i quali le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano non
hanno fornito la documentazione relativa agli atti di impegno entro i trenta giorni successivi, vengono
destinati dal Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato con proprio provvedimento ad iniziative
inevase dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano sulla base delle percentuali di
ripartizione già adottate dal CIPE ai sensi del comma 4.
6. Per il primo anno di applicazione della presente legge il termine di cui al comma 3 è fissato al
novantesimo giorno dalla data di entrata in vigore della stessa e la nuova ripartizione dei fondi residui di cui
al comma 5 riguarda anche eventuali fondi residui trasferiti alle regioni e alle province autonome di Trento e
di Bolzano per le medesime finalità sulla base della normativa previgente la presente legge e non impegnati
entro il termine di centoventi giorni di cui al medesimo comma 5.

- 24 -
7. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, avvalendosi anche dell'ENEA ai sensi
dell'art. 16, comma 3, provvedono ad accertare l'effettivo conseguimento del risparmio energetico, attraverso
idonei strumenti di verifica con metodo a campione e/o secondo criteri di priorità. In caso di esito negativo
delle verifiche le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano ne danno informazione immediata al
Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato e provvedono all'immediata revoca totale o parziale
dei contributi concessi ed al recupero degli importi già erogati, maggiorati di un interesse pari al tasso
ufficiale di sconto vigente alla data dell'ordinativo di pagamento, con le modalità di cui all'art. 2 del testo
unico delle disposizioni di legge relative alla procedura coattiva per la riscossione delle entrate patrimoniali
dello Stato e degli altri enti pubblici, dei proventi di Demanio pubblico e di pubblici servizi e delle tasse sugli
affari, approvato con regio decreto 14 aprile 1910, n. 639. Le somme recuperate sono annualmente ripartite
tra le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano con le modalità di cui al comma 4.
8. Per i pareri delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano previsti dalla presente
legge, decorso il termine per l'emanazione dell'atto cui il parere è preordinato, l'autorità competente può
provvedere anche in assenza dello stesso.

(1) La Corte costituzionale, con sentenza 18-27 dicembre 1991, n. 483 (Gazz. Uff. 4 gennaio 1992, n. 1 -
Serie speciale), ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente articolo nella parte in cui, includendo le
province autonome di Trento e di Bolzano nella delega legislativa relativa alla concessione di contributi di
spettanza provinciale, non prevedono per queste le modalità di finanziamento secondo le norme statutarie.
(2) Per l'attribuzione al Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato delle funzioni già spettanti al
CIPE di cui al presente comma, vedi l'art. 3, Deliberazione 6 agosto 1999.

Art. 10 (Contributi per il contenimento dei consumi energetici nei settori industriale, artigianale e
terziario) - 1. Al fine di conseguire gli obiettivi di cui all'art. 1 nei settori industriale, artigianale e terziario e
nella movimentazione dei prodotti possono essere concessi contributi in conto capitale fino al 30 per cento
della spesa ammissibile preventivata, per realizzare o modificare impianti fissi, sistemi o componenti, nonché
mezzi per il trasporto fluviale di merci.
2. Possono essere ammessi a contributo interventi riguardanti impianti con potenza fino a dieci
megawatt termici o fino a tre megawatt elettrici relativi ai servizi generali e/o al ciclo produttivo che
conseguano risparmio di energia attraverso l'utilizzo di fonti rinnovabili di energia e/o un migliore rendimento
di macchine e apparecchiature e/o la sostituzione di idrocarburi con altri combustibili.

Art. 11 (Norme per il risparmio di energia e l'utilizzazione di fonti rinnovabili di energia ) (1) - 1.
Alle regioni, alle province autonome di Trento e di Bolzano, alle province ed ai comuni e loro consorzi e
associazioni, sia direttamente sia tramite loro aziende e società, nonché alle imprese di cui all'art. 4, n. 8),
della legge 6 dicembre 1962, n. 1643, modificato dall'art. 18 della legge 29 maggio 1982, n. 308, ad imprese
e a consorzi tra imprese costituiti ai sensi degli artt. 2602 e seguenti del codice civile, a consorzi costituiti tra
imprese ed Ente nazionale per l'energia elettrica (ENEL) e/o altri enti pubblici, possono essere concessi
contributi in conto capitale per studi di fattibilità tecnico-economica per progetti esecutivi di impianti civili,
industriali o misti di produzione, di recupero, di trasporto e di distribuzione dell'energia derivante dalla
cogenerazione, nonché per iniziative aventi le finalità di cui all'art. 1 e le caratteristiche di cui ai commi 2 o 3
del presente articolo, escluse le iniziative di cui agli artt. 12 e 14 (2) .
2. Il contributo di cui al comma 1 è concesso con decreto del Ministro dell'industria, del commercio e
dell'artigianato, sentiti i Ministri dell'ambiente, per le aree urbane e dei trasporti, nel limite massimo del 50
per cento della spesa ammissibile prevista sino ad un massimo di lire cinquanta milioni per gli studi di
fattibilità tecnico-economica e di lire trecento milioni per i progetti esecutivi purché lo studio sia effettuato
secondo le prescrizioni del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato e l'impianto abbia le
seguenti caratteristiche minime:
a) potenza superiore a dieci megawatt termici o a tre megawatt elettrici;
b) potenza elettrica installata per la cogenerazione pari ad almeno il 10 per cento della potenza
termica erogata all'utenza.
3. Ai soggetti di cui al comma 1 possono altresì essere concessi contributi in conto capitale per la
realizzazione o la modifica di impianti con potenza uguale o superiore a dieci megawatt termici o a tre
megawatt elettrici relativi a servizi generali e/o al ciclo produttivo che conseguano risparmio di energia
attraverso l'utilizzo di fonti rinnovabili di energia e/o un migliore rendimento di macchine e apparecchiature
e/o la sostituzione di idrocarburi con altri combustibili. Il limite suddetto non si applica nel caso di
realizzazione di nuovi impianti, quando ciò deriva da progetti di intervento unitari e coordinati a livello di polo
industriale, di consorzi e forme associative di impresa.

- 25 -
4. Il contributo di cui al comma 3 è concesso e liquidato con decreto del Ministro dell'industria, del
commercio e dell'artigianato nel limite massimo del 30 per cento della spesa totale ammessa al contributo
preventiva e documenta, elevabile al 40 per cento nel caso di impianti di cogenerazione e per gli impianti di
cui all'art. 6.
5. La domanda di contributo di cui al comma 3 deve essere corredata del progetto esecutivo.
6. L'ENEL, salvo documentate ragioni di carattere tecnico ed economico che ostino, deve includere nei
progetti per la costruzione di nuove centrali elettriche e nelle centrali esistenti sistemi per la cessione, il
trasporto e la vendita del calore prodotto anche al di fuori dell'area dell'impianto fino al punto di collegamento
con la rete di distribuzione del calore.
7. La realizzazione degli impianti di teleriscaldamento, ammissibili ai sensi dell'art. 6, da parte di
aziende municipalizzate, di enti pubblici, di consorzi tra enti pubblici, tra enti pubblici ed imprese private
ovvero tra imprese private che utilizzano il calore dei cicli di produzione di energia delle centrali
termoelettriche nonché il calore recuperabile da processi industriali possono usufruire di contributi in conto
capitale fino al 50 per cento del relativo costo. L'ENEL è tenuto a fornire la necessaria assistenza per la
realizzazione degli impianti ammessi ai contributi con diritto di rimborso degli oneri sostenuti.
8. I contributi di cui al comma 7 sono erogati dal Ministero dell'industria, del commercio e
dell'artigianato.

(1) Rubrica modificata dall'art. 1, comma 1120, lett. d), L. 27 dicembre 2006, n. 296, a decorrere dal 1°
gennaio 2007.
(2) Per le modalità di erogazione dei contributi di cui al presente articolo, vedi il D.M. 7 giugno 1991, il D.M.
17 luglio 1991 ed il D.M. 7 maggio 1992.

Art. 12 (Progetti dimostrativi) (1) - 1. Alle aziende pubbliche e private e loro consorzi, ed a consorzi di
imprese ed enti pubblici possono essere concessi contributi in conto capitale per la progettazione e la
realizzazione di impianti con caratteristiche innovative per aspetti tecnici e/o gestionali e/o organizzativi, che
utilizzino fonti rinnovabili di energia e/o combustibili non tradizionali ovvero sviluppino prototipi a basso
consumo specifico ovvero nuove tecnologie di combustione, di gassificazione, di liquefazione del carbone e
di smaltimento delle ceneri, nonché iniziative utilizzanti combustibili non fossili la cui tecnologia non abbia
raggiunto la maturità commerciale e di esercizio. Sono ammessi altresì ai contributi sistemi utilizzanti le fonti
rinnovabili di energia di origine solare finalizzati a migliorare la qualità dell'ambiente e, in particolare, la
potabilizzazione dell'acqua. (2)
2. Il contributo di cui al comma 1 è concesso, nel limite del 50 per cento della spesa ammissibile
preventivata, con decreto del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, su delibera del CIPE.

(1) Vedi, anche, l'art. 30, D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 112.


(2) Per le modalità di erogazione dei contributi di cui al presente comma, vedi il D.M. 17 luglio 1991 ed il
D.M. 7 maggio 1992.

Art. 13 (Incentivi alla produzione di energia da fonti rinnovabili di energia nel settore agricolo) -
1. Al fine di raggiungere gli obiettivi di cui all'art. 1 nel settore agricolo, possono essere concessi alle imprese
agricole singole o associate, a consorzi di imprese agricole, ovvero a società che offrono e gestiscono il
servizio-calore, che prevedano la partecipazione dell'ENEL e/o di aziende municipalizzate e/o di altri enti
pubblici, contributi in conto capitale per la realizzazione di impianti con potenza fino a dieci megawatt termici
o fino a tre megawatt elettrici per la produzione o il recupero di energia termica, elettrica e meccanica da
fonti rinnovabili di energia, nella misura massima del 55 per cento della spesa ammessa, elevabile al 65 per
cento per le cooperative.
2. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano promuovono con le associazioni di
categoria degli imprenditori agricoli e dei coltivatori accordi tesi all'individuazione di soggetti e strumenti per
la realizzazione di interventi di uso razionale dell'energia nel settore agricolo. (1)

(1) La Corte costituzionale, con sentenza 18-27 dicembre 1991, n. 483 (Gazz. Uff. 4 gennaio 1992, n. 1 - Serie
speciale), ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente comma, nella parte in cui prevede che anche
la provincia autonoma di Bolzano promuova accordi con le categorie professionali ivi indicate.

Art. 14 (Derivazioni di acqua - Contributi per la riattivazione e per la costruzione di nuovi


impianti) (1) - 1. Ai soggetti che producono energia elettrica per destinarla ad usi propri o per cederla in tutto
o in parte all'ENEL e/o alle imprese produttrici e distributrici di cui all'art. 4, n. 8), della legge 6 dicembre

- 26 -
1962, n. 1643, modificato dall'art. 18 della legge 29 maggio 1982, n. 308, alle condizioni previste dalla
vigente normativa, nonché alle predette imprese produttrici e distributrici, possono essere concessi contributi
in conto capitale per iniziative:
a) di riattivazione di impianti idroelettrici che utilizzino concessioni rinunciate o il cui esercizio sia stato
dismesso prima della data di entrata in vigore della presente legge;
b) di costruzione di nuovi impianti nonché di potenziamento di impianti esistenti, che utilizzino
concessioni di derivazioni di acqua. (2)
2. L'art. 5 della legge 27 giugno 1964, n. 452, non si applica quando l'energia elettrica acquistata
proviene dalle fonti rinnovabili di energia di cui all'art. 1, comma 3.
3. La domanda di ammissione al contributo di cui al comma 1, corredata dagli elementi
tecnico-economici, dal piano finanziario, dal piano di manutenzione e di esercizio, nonché da ogni elemento
relativo agli eventuali atti di competenza regionale o delle province autonome di Trento e di Bolzano, ivi
comprese le valutazioni ambientali, è presentata al Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato,
alla regione o alla provincia autonoma di Trento o di Bolzano a seconda della competenza dell'impianto.
4. I contributi di cui al comma 1, per gli impianti di propria competenza, previa istruttoria
tecnico-economica espletata dall'ENEL, sono concessi ed erogati con decreto del Ministro dell'industria, del
commercio e dell'artigianato, nella misura massima del 30 per cento della spesa ammissibile documentata.

(1) Vedi, anche, l'art. 30, D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 112.


(2) Per le modalità di erogazione dei contributi di cui al presente comma, vedi il D.M. 17 luglio 1991 ed il
D.M. 7 maggio 1992.

Art. 15 (Locazione finanziaria) (1) - 1. I contributi di cui agli artt. 8, 10, 11, 12, 13 e 14 sono concessi
anche per iniziative oggetto di locazione finanziaria, effettuate da società iscritte nell'albo istituito presso il
Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato, ai sensi dell'art. 1 del decreto del Ministro per gli
interventi straordinari nel Mezzogiorno del 12 novembre 1986, in attuazione dell'art. 9, comma 13, della
legge 1° marzo 1986, n. 64.
2. Le procedure e le modalità di concessione ed erogazione dei contributi di cui al comma 1, nonché le
modalità di controllo del regolare esercizio degli impianti incentivati, saranno determinate in apposita
convenzione da stipularsi tra il Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato e le società di cui al
comma 1.

(1) Con D.M. 3 agosto 1995 è stata approvata la convenzione tipo per la concessione dei contributi per iniziative
oggetto di locazione finanziaria.

Art. 16 (Attuazione della legge - Competenza delle regioni e delle province autonome di Trento e
di Bolzano) - 1. Le regioni emanano, ai sensi dell'art. 117, terzo comma, della Costituzione, norme per
l'attuazione della presente legge.
2. Resta ferma la potestà delle province autonome di Trento e di Bolzano di emanare norme legislative
sul contenimento dei consumi energetici e sullo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia nell'ambito delle
materie di loro competenza, escluse le prescrizioni tecniche rispondenti ad esigenze di carattere nazionale
contenute nella presente legge e nelle direttive del CIPE.
3. Su richiesta delle regioni o delle province autonome di Trento e di Bolzano l'ENEL, l'Ente nazionale
idrocarburi (ENI), l'ENEA, il CNR e le università degli studi, in base ad apposite convenzioni e nell'ambito dei
rispettivi compiti istituzionali, assistono le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano
nell'attuazione della presente legge. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e i comuni,
singoli o associati, possono dotarsi di appositi servizi per l'attuazione degli adempimenti di loro competenza
previsti dalla presente legge.

Art. 17 (Cumulo di contributi e casi di revoca) - 1. I contributi di cui agli artt. 8, 10, 11, 12, 13 e 14,
sono cumulabili con altre incentivazioni eventualmente previste da altre leggi a carico del bilancio dello
Stato, fino al 75 per cento dell'investimento complessivo.
2. Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, di intesa con il Ministro del tesoro può
promuovere, senza oneri a carico del bilancio dello Stato, apposite convenzioni con istituti di credito, istituti e
società finanziari al fine di facilitare l'accesso al credito per la realizzazione delle iniziative agevolate ai sensi
della presente legge.
3. Nell'ambito delle proprie competenze e su richiesta del Ministero dell'industria, del commercio e
dell'artigianato, l'ENEA effettua verifiche a campione e/o secondo criteri di priorità, circa l'effettiva e completa

- 27 -
realizzazione delle iniziative di risparmio energetico agevolate ai sensi degli artt. 11, 12 e 14. In caso di esito
negativo delle verifiche l'ENEA dà immediata comunicazione al Ministro dell'industria, del commercio e
dell'artigianato che provvede alla revoca parziale o totale dei contributi ed al recupero degli importi già
erogati, maggiorati di un interesse pari al tasso ufficiale di sconto vigente alla data dell'ordinativo di
pagamento, con le modalità di cui all'art. 2 del testo unico delle disposizioni di legge relative alla procedura
coattiva per la riscossione delle entrate patrimoniali dello Stato e degli altri enti pubblici, dei proventi di
Demanio pubblico e di pubblici servizi e delle tasse sugli affari, approvato dal regio decreto 14 aprile 1910, n.
639.

Art. 18 (Modalità di concessione ed erogazione dei contributi) - 1. Per i contributi di cui agli artt. 11,
12 e 14 le modalità di concessione ed erogazione, le prescrizioni tecniche richieste per la stesura degli studi
di fattibilità e dei progetti esecutivi, le prescrizioni circa le garanzie di regolare esercizio e di corretta
manutenzione degli impianti incentivati, nonché i criteri di valutazione delle domande di finanziamento sono
fissati con apposito decreto del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, da emanarsi entro
sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
2. Ai fini dell'acquisizione dei contributi di cui al comma 1, le spese sostenute possono essere
documentate nelle forme previste dall'art. 18, quinto comma, della legge 26 aprile 1983, n. 130. Agli
adempimenti necessari per consentire l'utilizzo di tali facoltà, si provvede in conformità a quanto disposto
dall'art. 18, sesto comma, della legge 26 aprile 1983, n. 130, a cura del Ministero dell'industria, del
commercio e dell'artigianato.
3. Su tutti i contributi previsti dalla presente legge possono essere concesse anticipazioni in corso
d'opera garantite da polizze fidejussorie bancarie ed assicurative emesse da istituti all'uopo autorizzati, con
le modalità ed entro i limiti fissati con decreto del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato di
concerto con il Ministro del tesoro, da emanarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della
presente legge.

Art. 19 (Responsabile per la conservazione e l'uso razionale dell'energia) - 1. Entro il 30 aprile di


ogni anno i soggetti operanti nei settori industriale, civile, terziario e dei trasporti che nell'anno precedente
hanno avuto un consumo di energia rispettivamente superiore a 10.000 tonnellate equivalenti di petrolio per
il settore industriale ovvero a 1.000 tonnellate equivalenti di petrolio per tutti gli altri settori, debbono
comunicare al Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato il nominativo del tecnico responsabile
per la conservazione e l'uso razionale dell'energia.
2. La mancanza della comunicazione di cui al comma 1 esclude i soggetti dagli incentivi di cui alla
presente legge. Su richiesta del Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato i soggetti beneficiari
dei contributi della presente legge sono tenuti a comunicare i dati energetici relativi alle proprie strutture e
imprese.
3. I responsabili per la conservazione e l'uso razionale dell'energia individuano le azioni, gli interventi, le
procedure e quanto altro necessario per promuovere l'uso razionale dell'energia, assicurano la
predisposizione di bilanci energetici in funzione anche dei parametri economici e degli usi energetici finali,
predispongono i dati energetici di cui al comma 2.
4. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge l'ENEA provvede a definire
apposite schede informative di diagnosi energetica e di uso delle risorse, diversamente articolate in relazione
ai tipi d'impresa e di soggetti e ai settori di appartenenza.
5. Nell'ambito delle proprie competenze l'ENEA provvede sulla base di apposite convenzioni con le
regioni e con le province autonome di Trento e di Bolzano a realizzare idonee campagne promozionali sulle
finalità della presente legge, all'aggiornamento dei tecnici di cui al comma 1 e a realizzare direttamente ed
indirettamente programmi di diagnosi energetica.

Art. 20 (Relazione annuale al Parlamento) - 1. Il Ministro dell'industria, del commercio e


dell'artigianato, entro il 30 aprile di ogni anno, riferisce al Parlamento sullo stato di attuazione della presente
legge, tenendo conto delle relazioni che le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano debbono
inviare al Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato entro il mese di febbraio del medesimo
anno, sugli adempimenti di rispettiva competenza, in modo particolare con riferimento agli obiettivi e ai
programmi contenuti nei rispettivi piani energetici.
2. Un apposito capitolo della relazione di cui al comma 1 illustra i risultati conseguiti e i programmi
predisposti dall'ENEA per l'attuazione dell'art. 3.

- 28 -
Art. 21 (Disposizioni transitorie) - 1. Alla possibilità di fruire delle agevolazioni previste dalla presente
legge sono ammesse anche le istanze presentate ai sensi della legge 29 maggio 1982, n. 308, e successive
modificazioni, e del decreto-legge 31 agosto 1987, n. 364, convertito, con modificazioni, dalla legge 29
ottobre 1987, n. 445, per iniziative rientranti fra quelle previste dagli artt. 8, 10, 11, 12, 13 e 14 che non siano
ancora state oggetto di apposito provvedimento di accoglimento o di rigetto.
2. Per le istanze di finanziamento di cui al comma 1 la concessione delle agevolazioni resta di
competenza dell'amministrazione cui sono state presentate ai sensi della legge 29 maggio 1982, n. 308, e
successive modificazioni, e del decreto-legge 31 agosto 1987, n. 364, convertito, con modificazioni, dalla
legge 29 ottobre 1987, n. 445.

Art. 22 (Riorganizzazione della Direzione generale delle fonti di energia e delle industrie di base)
(1) - 1. Con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il
parere del Consiglio di Stato che deve esprimersi entro trenta giorni dalla richiesta, su proposta del Ministro
dell'industria, del commercio e dell'artigianato, di concerto con il Ministro del tesoro e con il Ministro per la
funzione pubblica, si provvede alla ristrutturazione ed al potenziamento della Direzione generale delle fonti di
energia e delle industrie di base del Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato. Si applicano,
salvo quanto espressamente previsto dalla presente disposizione, le norme di cui all'art. 17, comma 1, della
legge 23 agosto 1988, n. 400, anche per le successive modifiche dell'ordinamento della medesima Direzione
generale. A tal fine le relative dotazioni organiche sono aumentate, per quanto riguarda le qualifiche
dirigenziali di non più di undici unità con specifica professionalità tecnica nel settore energetico, e per il
restante personale di non più di novanta unità, secondo la seguente articolazione:
a) n. 1 posto di dirigente superiore di cui alla tabella XIV, quadro C, allegata al decreto del Presidente
della Repubblica 30 giugno 1972, n. 748;
b) n. 10 posti di primo dirigente di cui alla tabella XIV, quadro C, allegata al decreto del Presidente
della Repubblica 30 giugno 1972, n. 748;
c) n. 10 posti di VIII livello;
d) n. 20 posti di VII livello;
e) n. 20 posti di VI livello;
f) n. 10 posti di V livello;
g) n. 10 posti di IV livello;
h) n. 10 posti di III livello;
i) n. 10 posti di II livello.
2. Con il decreto di cui al comma 1 può essere altresì prevista presso la Direzione generale delle fonti di
energia e delle industrie di base la costituzione di un'apposita segreteria tecnico-operativa, costituita da non
più di dieci esperti con incarico quinquennale rinnovabile scelti fra docenti universitari, ricercatori e tecnici di
società di capitale - con esclusione delle imprese private - specificamente operanti nel settore energetico, di
enti pubblici e di pubbliche amministrazioni, con esclusione del personale del Ministero dell'industria, del
commercio e dell'artigianato. Il trattamento economico degli esperti di cui al presente comma è determinato
con decreto del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato di intesa con il Ministro del tesoro, in
misura non inferiore a quello spettante presso l'ente o l'amministrazione o l'impresa di appartenenza. I
dipendenti pubblici sono collocati fuori ruolo per l'intera durata dell'incarico o nell'analoga posizione prevista
dai rispettivi ordinamenti. (2) (3)
3. Limitatamente al personale delle qualifiche non dirigenziali, alle assunzioni conseguenti all'aumento
delle dotazioni organiche di cui al comma 1 può procedersi a decorrere dal 1° gennaio 1991, e solo dopo
aver attuato le procedure di mobilità di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 agosto 1988,
n. 325, e successive modificazioni, ed alla legge 29 dicembre 1988, n. 554, e successive modificazioni e
integrazioni, o comunque dopo novanta giorni dall'avvio di dette procedure. Nel biennio 1991-1992 può
procedersi a tali assunzioni esclusivamente nel limite annuo del 25 per cento e complessivo del 33 per cento
dei relativi posti, restando comunque i posti residui riservati per l'intero biennio alla copertura mediante le
predette procedure di mobilità.
4. All'onere derivante dall'attuazione del presente articolo, valutato in lire 200 milioni per l'anno 1990, in
lire 1.000 milioni per l'anno 1991 e in lire 1.800 milioni per l'anno 1992, si provvede mediante corrispondente
riduzione dello stanziamento iscritto ai fini del bilancio triennale 1990-1992 al capitolo 6856 dello stato di
previsione del Ministero del tesoro per l'anno 1990, all'uopo parzialmente utilizzando quanto a lire 400 milioni
per ciascuno degli anni 1991 e 1992 le proiezioni dell'accantonamento "Riordinamento del Ministero ed
incentivazioni al personale" e, quanto a lire 200 milioni per l'anno 1990, a lire 600 milioni per l'anno 1991 e a
lire 1.400 milioni per l'anno 1992, l'accantonamento "Automazione del Ministero dell'industria".

- 29 -
(1) Il regolamento di attuazione del presente articolo è stato emanato con D.P.R. 23 luglio 1991, n. 241.
(2) Comma così modificato dall'art. 1, comma 113, L. 23 agosto 2004, n. 239.
(3) Vedi, anche, l'art. 1, comma 22-bis, D.L. 18 maggio 2006, n. 181, convertito, con modificazioni, dalla L.
17 luglio 2006, n. 233, come modificato dall'art. 1, comma 424, L. 27 dicembre 2006, n. 296.

Art. 23 (Abrogazione espressa di norme e utilizzazione di fondi residui) - 1. Gli articoli 1, 2, 3, 5, 6,


7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 18, 19, 22, 24 e 26 della legge 29 maggio 1982, n. 308, sono abrogati.
2. Le somme destinate ad incentivare gli interventi di cui alla legge 29 maggio 1982, n. 308, e
successive modificazioni, ivi comprese quelle di cui al decreto-legge 31 agosto 1987, n. 364, convertito, con
modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1987, n. 445, nonché quelle di cui all'art. 15, comma 37, della legge 11
marzo 1988, n. 67, e successive modificazioni, che alla data di entrata in vigore della presente legge non
sono state ancora trasferite alle regioni o alle province autonome di Trento e di Bolzano o non sono state
ancora formalmente impegnate dal Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato per gli interventi
di propria competenza, possono essere utilizzate rispettivamente per le finalità di cui agli articoli 8, 10 e 13 e
per quelle di cui agli articoli 11, 12 e 14.
3. Alla ripartizione delle somme di cui al comma 2 spettanti alle regioni o alle province autonome di
Trento e di Bolzano si provvede con le procedure e le modalità di cui all'art. 9. Alla ripartizione delle restanti
somme fra i vari interventi si provvede, tenendo conto delle proporzioni fissate al comma 2 dell'art. 38, con le
modalità di cui ai commi 6 e 7 del medesimo art. 38.

Art. 24 (Disposizioni concernenti la metanizzazione) - 1. Il contributo previsto a carico del Fondo


europeo di sviluppo regionale (FESR) per la realizzazione dei progetti indicati nel programma generale di
metanizzazione del Mezzogiorno approvato dal CIPE con deliberazione dell'11 febbraio 1988 è sostituito o
integrato per la percentuale soppressa o ridotta per effetto dei regolamenti del Consiglio delle Comunità
europee n. 2052 del 24 giugno 1988, n. 4253 del 19 dicembre 1988 e n. 4254 del 19 dicembre 1988 con un
contributo dello Stato a carico degli stanziamenti di cui al comma 3 pari alla differenza tra il 50 per cento
della spesa ammessa per ogni singola iniziativa alle agevolazioni di cui all'art. 11 della legge 28 novembre
1980, n. 784, e successive modificazioni e integrazioni, e il contributo concesso a carico del FESR.
2. Il Ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno, d'intesa con il Ministro del tesoro nonché
con la Cassa depositi e prestiti per la concessione ed erogazione dei finanziamenti, provvede a disciplinare
con decreto la procedura per l'applicazione delle agevolazioni nazionali e comunitarie agli interventi di cui al
comma 1.
3. All'avvio del programma generale di metanizzazione del Mezzogiorno relativo al primo triennio,
approvato dal CIPE con deliberazione dell'11 febbraio 1988, si fa fronte con lo stanziamento di lire 50
miliardi autorizzato dall'art. 19 della legge 26 aprile 1983, n. 130, e con lo stanziamento di lire 730 miliardi
autorizzato dal decreto-legge 31 agosto 1987, n. 364, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre
1987, n. 445, integrato di lire 300 miliardi con l'art. 15, comma 36, della legge 11 marzo 1988, n. 67, e
successive modificazioni.
4. Il programma di cui al comma 3 si intende ridotto nella misura corrispondente al maggior onere a
carico del bilancio dello Stato derivante dal contributo di cui al comma 1.
5. A parziale modifica dell'art. 4 del decreto-legge 31 agosto 1987, n. 364, convertito, con modificazioni,
dalla legge 29 ottobre 1987, n. 445, il CIPE, definendo il programma per la metanizzazione del territorio della
Sardegna, provvede ad individuare anche il sistema di approvvigionamento del gas metano.
6. Previa deliberazione del programma per la metanizzazione del territorio della Sardegna di cui all'art.
4 del decreto-legge 31 agosto 1987, n. 364, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1987, n.
445, nonché del sistema di approvvigionamento del gas metano di cui al comma 5, il CIPE stabilisce una
prima fase stralcio in conformità al programma deliberato, per la realizzazione di reti di distribuzione che
potranno essere provvisoriamente esercitate mediante gas diversi dal metano, nelle more della esecuzione
delle opere necessarie per l'approvvigionamento del gas metano.

Titolo II
NORME PER IL CONTENIMENTO DEL CONSUMO DI ENERGIA NEGLI EDIFICI

Art. 25 (Ambito di applicazione) (1) - 1. Sono regolati dalle norme del presente titolo i consumi di
energia negli edifici pubblici e privati, qualunque ne sia la destinazione d'uso, nonché, mediante il disposto
dell'art. 31, l'esercizio e la manutenzione degli impianti esistenti.
2. Nei casi di recupero del patrimonio edilizio esistente, l'applicazione del presente titolo è graduata in
relazione al tipo di intervento, secondo la tipologia individuata dall'art. 31 della legge 5 agosto 1978, n. 457.

- 30 -
(1) Per la nuova disciplina in materia di ambito di applicazione, vedi l'art. 122, D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380.

Art. 26 (Progettazione, messa in opera ed esercizio di edifici e di impianti) (1) - 1. Ai nuovi impianti,
lavori, opere, modifiche, installazioni, relativi alle fonti rinnovabili di energia, alla conservazione, al risparmio
e all'uso razionale dell'energia, si applicano le disposizioni di cui all'art. 9 della legge 28 gennaio 1977, n. 10,
nel rispetto delle norme urbanistiche, di tutela artistico-storica e ambientale. Gli interventi di utilizzo delle fonti
di energia di cui all'art. 1 in edifici ed impianti industriali non sono soggetti ad autorizzazione specifica e sono
assimilati a tutti gli effetti alla manutenzione straordinaria di cui agli artt. 31 e 48 della legge 5 agosto 1978,
n. 457. L'installazione di impianti solari e di pompe di calore da parte di installatori qualificati, destinati
unicamente alla produzione di acqua calda e di aria negli edifici esistenti e negli spazi liberi privati annessi, è
considerata estensione dell'impianto idrico-sanitario già in opera.
2. Per gli interventi sugli edifici e sugli impianti volti al contenimento del consumo energetico ed
all'utilizzazione delle fonti di energia di cui all'articolo 1, individuati attraverso un attestato di prestazione
energetica o una diagnosi energetica realizzata da un tecnico abilitato, le pertinenti decisioni condominiali
sono valide se adottate con la maggioranza degli intervenuti, con un numero di voti che rappresenti almeno
un terzo del valore dell'edificio. (2)
3. Gli edifici pubblici e privati, qualunque ne sia la destinazione d'uso, e gli impianti non di processo ad
essi associati devono essere progettati e messi in opera in modo tale da contenere al massimo, in relazione
al progresso della tecnica, i consumi di energia termica ed elettrica.
4. Ai fini di cui al comma 3 e secondo quanto previsto dal comma 1 dell'art. 4, sono regolate, con
riguardo ai momenti della progettazione, della messa in opera e dell'esercizio, le caratteristiche energetiche
degli edifici e degli impianti non di processo ad essi associati, nonché dei componenti degli edifici e degli
impianti.
5. Per le innovazioni relative all'adozione di sistemi di termoregolazione e di contabilizzazione del calore
e per il conseguente riparto degli oneri di riscaldamento in base al consumo effettivamente registrato,
l'assemblea di condominio delibera con le maggioranze previste dal secondo comma dell'articolo 1120 del
codice civile. (3)
6. Gli impianti di riscaldamento al servizio di edifici di nuova costruzione, la cui concessione edilizia sia
rilasciata dopo la data di entrata in vigore della presente legge, devono essere progettati e realizzati in modo
tale da consentire l'adozione di sistemi di termoregolazione e di contabilizzazione del calore per ogni singola
unità immobiliare.
7. Negli edifici di proprietà pubblica o adibiti ad uso pubblico è fatto obbligo di soddisfare il fabbisogno
energetico degli stessi favorendo il ricorso a fonti rinnovabili di energia salvo impedimenti di natura tecnica
od economica. (4)
8. La progettazione di nuovi edifici pubblici deve prevedere la realizzazione di ogni impianto, opera ed
installazione utili alla conservazione, al risparmio e all'uso razionale dell'energia.

(1) Per la nuova disciplina in materia progettazione, messa in opera ed esercizio di edifici e di impianti, vedi
gli artt. 17, comma 3, lett. e) e 123, D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380.
(2) Comma sostituto dall'art. 16, comma 1-bis, D.Lgs. 19 agosto 2005, n. 192, come inserito dall'art. 7,
comma 1, D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere dal 2 febbraio 2007 e, successivamente, così
modificato dall'art. 27, comma 22, L. 23 luglio 2009, n. 99, dal predetto art. 16, comma 1-bis, D.Lgs.
192/2005, come modificato dall'art. 18, comma 3, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni,
dalla L. 3 agosto 2013, n. 90 ed infine, dall'art. 28, comma 1, L. 11 dicembre 2012, n. 220, a decorrere dal 18
giugno 2013, ai sensi di quanto disposto dall'art. 32, comma 1, della medesima L. 220/2012.
(3) Comma così modificato dall'art. 28, comma 2, L. 11 dicembre 2012, n. 220, a decorrere dal 18 giugno
2013, ai sensi di quanto disposto dall'art. 32, comma 1, della medesima L. 220/2012.
(4) Comma così modificato dall'art. 1, comma 1120, lett. d), L. 27 dicembre 2006, n. 296, a decorrere dal 1°
gennaio 2007.

Art. 27 (Limiti ai consumi di energia) (1) - 1. I consumi di energia termica ed elettrica ammessi per
gli edifici sono limitati secondo quanto previsto dai decreti di cui all'art. 4, in particolare in relazione alla
destinazione d'uso degli edifici stessi, agli impianti di cui sono dotati e alla zona climatica di appartenenza.

(1) Per la nuova disciplina in materia di limiti ai consumi di energia, vedi l'art. 124, D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380.

- 31 -
Art. 28 (Relazione tecnica sul rispetto delle prescrizioni) (1) - 1. Il proprietario dell'edificio, o chi ne
ha titolo, deve depositare in comune, in doppia copia, insieme alla denuncia dell'inizio dei lavori relativi alle
opere di cui agli artt. 25 e 26, il progetto delle opere stesse corredate da una relazione tecnica, sottoscritta
dal progettista o dai progettisti, che ne attesti la rispondenza alle prescrizioni della presente legge.
2. Nel caso in cui la denuncia e la documentazione di cui al comma 1 non sono state presentate al
comune prima dell'inizio dei lavori, il sindaco, fatta salva la sanzione amministrativa di cui all'art. 34, ordina la
sospensione dei lavori sino al compimento del suddetto adempimento.
3. (2)
4. (2)
5. La seconda copia della documentazione di cui al comma 1, restituita dal comune con l'attestazione
dell'avvenuto deposito, deve essere consegnata a cura del proprietario dell'edificio, o di chi ne ha titolo, al
direttore dei lavori ovvero, nel caso l'esistenza di questi non sia prevista dalla legislazione vigente,
all'esecutore dei lavori. Il direttore ovvero l'esecutore dei lavori sono responsabili della conservazione di tale
documentazione in cantiere.

(1) Con D.M. 13 dicembre 1993, sono stati approvati i modelli tipo per la compilazione della relazione tecnica
di cui al presente articolo, attestante la rispondenza alle prescrizioni in materia di contenimento del consumo
energetico degli edifici. Per la nuova disciplina in materia di denuncia dei lavori, relazione tecnica e
progettazione degli impianti e delle opere relativi alle fonti rinnovabili di energia, al risparmio e all'uso
razionale dell'energia, vedi l'art. 125, D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380.
(2) Comma abrogato dall'art. 16, comma 1, lett. a), D.Lgs. 19 agosto 2005, n. 192.

Art. 29 (Certificazione delle opere e collaudo) (1) -


(1) Articolo abrogato dall'art. 16, comma 1, lett. a), D.Lgs. 19 agosto 2005, n. 192.

Art. 30 (Certificazione energetica degli edifici) (1)


(1) Articolo abrogato dall'art. 16, comma 1, lett. a), D.Lgs. 19 agosto 2005, n. 192.

Art. 31 (Esercizio e manutenzione degli impianti) (1) - 1. Durante l'esercizio degli impianti il
proprietario, o per esso un terzo, che se ne assume la responsabilità, deve adottare misure necessarie per
contenere i consumi di energia, entro i limiti di rendimento previsti dalla normativa vigente in materia.
2. (2)
3. I comuni con più di quarantamila abitanti e le province per la restante parte del territorio effettuano i
controlli necessari e verificano con cadenza almeno biennale l'osservanza delle norme relative al rendimento
di combustione, anche avvalendosi di organismi esterni aventi specifica competenza tecnica, con onere a
carico degli utenti. (3)
4. I contratti relativi alla fornitura di energia e alla conduzione degli impianti di cui alla presente legge,
contenenti clausole in contrasto con essa, sono nulli. Ai contratti che contengono clausole difformi si applica
l'art. 1339 del codice civile.

(1) Per la nuova disciplina in materia di esercizio e manutenzione degli impianti, vedi l'art. 129, D.P.R. 6
giugno 2001, n. 380.
(2) Comma abrogato dall'art. 16, comma 1, lett. a), D.Lgs. 19 agosto 2005, n. 192, come modificato dall'art.
7, comma 1, D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere dal 2 febbraio 2007.
(3) Vedi, anche, l'art. 19, D.P.R. 21 dicembre 1999, n. 551.

Art. 32 (Certificazioni e informazioni ai consumatori) (1) - 1. Ai fini della commercializzazione, le


caratteristiche e le prestazioni energetiche dei componenti degli edifici e degli impianti devono essere
certificate secondo le modalità stabilite con proprio decreto dal Ministro dell'industria, del commercio e
dell'artigianato, di concerto con il Ministro dei lavori pubblici, entro centoventi giorni dalla data di entrata in
vigore della presente legge. (2)
2. Le imprese che producono o commercializzano i componenti di cui al comma 1 sono obbligate a
riportare su di essi gli estremi dell'avvenuta certificazione.

(1) Per la nuova disciplina in materia di certificazioni e informazioni ai consumatori, vedi l'art. 130, D.P.R. 6
giugno 2001, n. 380.
(2) Per le modalità di certificazione, vedi il D.M. 2 aprile 1998.

- 32 -
Art. 33 (Controlli e verifiche) (1) - 1. (2)
2. (2)
3. In caso di accertamento di difformità in corso d'opera, il sindaco ordina la sospensione dei lavori.
4. In caso di accertamento di difformità su opere terminate il sindaco ordina, a carico del proprietario, le
modifiche necessarie per adeguare l'edificio alle caratteristiche previste dalla presente legge.
5. Nei casi previsti dai commi 3 e 4 il sindaco informa il prefetto per l'irrogazione delle sanzioni di cui
all'art. 34.

(1) Per la nuova disciplina in materia di controlli e verifiche, vedi l'art. 131, D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380.
(2) Comma abrogato dall'art. 16, comma 1, lett. a), D.Lgs. 19 agosto 2005, n. 192.

Art. 34 (Sanzioni) (1) - 1. L'inosservanza dell'obbligo di cui al comma 1 dell'art. 28 è punita con la
sanzione amministrativa non inferiore a lire un milione e non superiore a lire cinque milioni.
2. Il proprietario dell'edificio del quale sono eseguite opere difformi dalla documentazione depositata ai
sensi dell'art. 28 e che non osserva le disposizioni degli artt. 26 e 27 è punito con la sanzione amministrativa
in misura non inferiore al 5 per cento e non superiore al 25 per cento del valore delle opere.
3. (2)
4. Il collaudatore che non ottempera a quanto stabilito dall'art. 29 è punito con la sanzione
amministrativa pari al 50 per cento della parcella calcolata secondo la vigente tariffa professionale.
5. Il proprietario o l'amministratore del condominio, o l'eventuale terzo che se ne è assunta la
responsabilità, che non ottempera a quanto stabilito dall'art. 31, commi 1 e 2, è punito con la sanzione
amministrativa non inferiore a lire un milione e non superiore a lire cinque milioni. Nel caso in cui venga
sottoscritto un contratto nullo ai sensi del comma 4 del medesimo art. 31, le parti sono punite ognuna con la
sanzione amministrativa pari a un terzo dell'importo del contratto sottoscritto, fatta salva la nullità dello
stesso.
6. L'inosservanza delle prescrizioni di cui all'art. 32 è punita con la sanzione amministrativa non inferiore
a lire cinque milioni e non superiore a lire cinquanta milioni, fatti salvi i casi di responsabilità penale.
7. Qualora soggetto della sanzione amministrativa sia un professionista, l'autorità che applica la
sanzione deve darne comunicazione all'ordine professionale di appartenenza per i provvedimenti disciplinari
conseguenti.
8. L'inosservanza della disposizione che impone la nomina, ai sensi dell'art. 19, del tecnico
responsabile per la conservazione e l'uso razionale dell'energia, è punita con la sanzione amministrativa non
inferiore a lire dieci milioni e non superiore a lire cento milioni.

(1) Per la nuova disciplina in materia di sanzioni, vedi l'art. 132, D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380.
(2) Comma abrogato dall'art. 16, comma 1, lett. a), D.Lgs. 19 agosto 2005, n. 192.

Art. 35 (Provvedimenti di sospensione dei lavori) (1) - 1. Il sindaco, con il provvedimento mediante il
quale ordina la sospensione dei lavori, ovvero le modifiche necessarie per l'adeguamento dell'edificio, deve
fissare il termine per la regolarizzazione. L'inosservanza del termine comporta la comunicazione al prefetto,
l'ulteriore irrogazione della sanzione amministrativa e l'esecuzione forzata delle opere con spese a carico del
proprietario.

(1) Per la nuova disciplina in materia di provvedimenti di sospensione dei lavori, vedi l'art. 133, D.P.R. 6 giugno
2001, n. 380.

Art. 36 (Irregolarità rilevate dall'acquirente o dal conduttore) (1) - 1. Qualora l'acquirente o il


conduttore dell'immobile riscontra difformità dalle norme della presente legge, anche non emerse da
eventuali precedenti verifiche, deve farne denuncia al comune entro un anno dalla constatazione, a pena di
decadenza dal diritto di risarcimento del danno da parte del committente o del proprietario.

(1) Per la nuova disciplina in materia di irregolarità rilevate dall'acquirente o dal conduttore, vedi l'art. 134,
D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380.

Art. 37 (Entrata in vigore delle norme del titolo II e dei relativi decreti ministeriali) (1) - 1. Le
disposizioni del presente titolo entrano in vigore centottanta giorni dopo la data di pubblicazione della

- 33 -
presente legge nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e si applicano alle denunce di inizio lavori
presentate ai comuni dopo tale termine di entrata in vigore.
2. I decreti ministeriali di cui al presente titolo entrano in vigore centottanta giorni dopo la data della loro
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e si applicano alle denunce di inizio lavori
presentate ai comuni dopo tale termine di entrata in vigore.
3. La legge 30 aprile 1976, n. 373, e la legge 18 novembre 1983, n. 645, sono abrogate. Il decreto del
Presidente della Repubblica 28 giugno 1977, n. 1052, si applica, in quanto compatibile con la presente
legge, fino all'adozione dei decreti di cui ai commi 1, 2 e 4 dell'art. 4, al comma 1 dell'art. 30 e al comma 1
dell'art. 32.

(1) Per la nuova disciplina in materia di applicazione, vedi l'art. 135, D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380.

Titolo III
DISPOSIZIONI FINALI

Art. 38 (Ripartizione fondi e copertura finanziaria) (1) - 1. Per le finalità della presente legge è
autorizzata la spesa di lire 427 miliardi per il 1991, 992 miliardi per il 1992 e 1.192 miliardi per il 1993. Il dieci
per cento delle suddette somme è destinato alle finalità di cui all'art. 3 della presente legge.
2. Per le finalità di cui agli artt. 11, 12 e 14 è autorizzata la spesa di lire 267,5 miliardi per il 1991, di lire
621,6 miliardi per il 1992 e di lire 746,4 miliardi per il 1993, secondo la seguente ripartizione:
a) per l'art. 11, lire 220 miliardi per il 1991, lire 510 miliardi per il 1992 e lire 614 miliardi per il 1993;
b) per l'art. 12, lire 33 miliardi per il 1991, lire 75 miliardi per il 1992 e lire 92 miliardi per il 1993;
c) per l'art. 14, lire 14,5 miliardi per il 1991, lire 36,6 miliardi per il 1992 e lire 40,4 miliardi per il 1993.
3. All'onere derivante dall'attuazione dei commi 1, secondo periodo, e 2 si provvede mediante
corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 1991-1993, al capitolo 9001
dello stato di previsione del Ministero del tesoro per l'anno 1991, all'uopo parzialmente utilizzando le
proiezioni dell'accantonamento "Rifinanziamento della legge n. 308 del 1982 in materia di fonti rinnovabili di
energia e di risparmio dei consumi energetici, nonché dell'art. 17, comma 16, della legge n. 67 del 1988".
4. Per le finalità di cui agli artt. 8, 10 e 13 è autorizzata la spesa di lire 116,8 miliardi per il 1991, di lire
271,2 miliardi per il 1992 e di lire 326,4 miliardi per il 1993.
5. All'onere derivante dall'attuazione del comma 4 si provvede mediante corrispondente riduzione dello
stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 1991-1993, al capitolo 9001 dello stato di previsione del
Ministero del tesoro per l'anno 1991, all'uopo parzialmente utilizzando le proiezioni dell'accantonamento
"Rifinanziamento della legge n. 308 del 1982 in materia di fonti rinnovabili di energia e di risparmio dei
consumi energetici, nonché dell'art. 17, comma 16, della legge n. 67 del 1988".
6. All'eventuale modifica della ripartizione tra i vari interventi delle somme di cui al comma 2, si
provvede con decreto motivato del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, di concerto con il
Ministro del tesoro, tenuto conto degli indirizzi governativi in materia di politica energetica.
7. Alle ripartizioni degli stanziamenti di cui al comma 2 del presente articolo, lettera a) tra gli interventi
previsti dall'art. 11 della presente legge si provvede con decreti del Ministro dell'industria, del commercio e
dell'artigianato. (2)
8. Il Ministro del tesoro è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

(1) La Corte costituzionale, con sentenza 18-27 dicembre 1991, n. 483 (Gazz. Uff. 4 gennaio 1992, n. 1 -
Serie speciale), ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente articolo, nella parte in cui, includendo le
province autonome di Trento e di Bolzano nella delega relativa alla concessione di contributi di spettanza
provinciale, non prevedono per queste le modalità di finanziamento secondo le norme statutarie.
(2) Per l'anno 1991 le modalità per la ripartizione dei fondi sono state stabilite dal D.M. 25 marzo 1991.

Art. 39 (Entrata in vigore) - 1. La presente legge entra in vigore, salvo quanto previsto dall'art. 37, il
giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

Tabella A
(Articolo 8)
Regole tecniche per gli interventi di cui all'art. 8 nel caso di edifici esistenti

- 34 -
Strutture da coibentare L'intervento deve comportare un aumento della
resistenza termica della superficie trattata almeno
pari a R = a• (m °C h/kcal), dove  è il salto
2

termico di progetto definito dall'art. 21 del decreto


del Presidente della Repubblica n. 1052 del 28
giugno 1977, e <a> è il coefficiente indicato di
seguito per i diversi interventi.
Sottotetti a = 0,1
Terrazzi e porticati a = 0,04
Pareti d'ambito isolate dall'esterno a = 0,04
Pareti d'ambito isolate nell'intercapedine Senza limitazione.
Pareti d'ambito isolate dall'interno a = 0,04
Doppi vetri Ammessi all'incentivo solo nelle zone climatiche D,
E ed F, del territorio nazionale come definite dal
decreto del Ministro dell'industria, del commercio e
dell'artigianato 10 marzo 1977 e purché sia
assicurata una tenuta all'aria dei serramenti
corrispondente almeno ad una permeabilità all'aria
inferiore a 6 mc/ora per ml (metro lineare) di giunto
apribile e di 20 mc/ora per mq di superficie apribile
in corrispondenza di una differenza di pressione di
100 Pascal.
Tabulazione di adduzione dell'acqua calda Ammessa all'incentivo solo la spesa di fornitura e
posa del materiale isolante (non le eventuali opere
murarie).

- 35 -
Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 192
Decreto legislativo 19 agosto 2005 n. 192
Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia.
(G.U. n. 222, 23 settembre 2005, Supplemento Ordinario)

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA


Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione;
Vista la legge 31 ottobre 2003, n. 306, ed in particolare l'articolo 1, commi 1 e 5 e l'allegato "A";
Vista la direttiva 2002/91/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2002, sul
rendimento energetico nell'edilizia;
Vista la legge 9 gennaio 1991, n. 10, ed in particolare il titolo II, recante norme per il contenimento dei
consumi di energia negli edifici;
Visto il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112;
Visto il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42;
Vista la legge 1° giugno 2002, n. 120;
Vista la legge 23 agosto 2004, n. 239;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, di attuazione della legge 9
gennaio 1991, n. 10;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 15 novembre 1996, n. 660;
Vista la delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica n. 1233 del 19
dicembre 2002, recante revisione delle linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle
emissioni dei gas serra, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - serie generale - n. 68
del 22 marzo 2003;
Considerato che l'articolo 1, comma 1, della legge 23 agosto 2004, n. 239, stabilisce che gli obiettivi e le
linee della politica energetica nazionale, nonché i criteri generali per la sua attuazione, sono elaborati e
definiti dallo Stato che si avvale anche dei meccanismi esistenti di raccordo e di cooperazione con le
autonomie regionali;
Considerato che le norme concernenti l'efficienza energetica degli edifici integrano esigenze di
diversificazione delle fonti, flessibilità e sicurezza degli approvvigionamenti, sviluppo e qualificazione dei
servizi energetici, concorrenza tra imprese, incolumità delle persone e delle cose, sicurezza pubblica e tutela
dell'ambiente;
Considerato che la legge 9 gennaio 1991, n. 10, ed il decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto
1993, n. 412, attuano, per una parte, la direttiva 2002/91/CE;
Ritenuto di dover procedere, ai fini dell'attuazione della direttiva 2002/91/CE a introdurre modifiche,
integrazioni e aggiornamenti alla disciplina vigente in materia, al fine di evitare disarmonie con le nuove
normative, fatte salve le materie oggetto di delegificazione ovvero i procedimenti oggetto di semplificazione
amministrativa;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 27 maggio 2005;
Acquisito il parere della Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997,
n. 281, reso nella seduta del 30 giugno 2005;
Acquisito il parere delle competenti Commissioni della Camera dei deputati e del Senato della
Repubblica;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 29 luglio 2005;
Sulla proposta del Ministro per le politiche comunitarie e del Ministro delle attività produttive, di concerto
con i Ministri degli affari esteri, della giustizia, dell'economia e delle finanze, dell'ambiente e della tutela del
territorio, delle infrastrutture e dei trasporti e per gli affari regionali;
Emana
il seguente decreto legislativo:

Titolo I
PRINCIPI GENERALI

Art. 1. Finalità (1) - 1. Il presente decreto promuove il miglioramento della prestazione energetica degli
edifici tenendo conto delle condizioni locali e climatiche esterne, nonché delle prescrizioni relative al clima
degli ambienti interni e all'efficacia sotto il profilo dei costi.
2. Il presente decreto definisce e integra criteri, condizioni e modalità per:
a) migliorare le prestazioni energetiche degli edifici;
b) favorire lo sviluppo, la valorizzazione e l'integrazione delle fonti rinnovabili negli edifici;

- 36 -
b-bis) determinare i criteri generali per la certificazione della prestazione energetica degli edifici e per il
trasferimento delle relative informazioni in sede di compravendita e locazione;
b-ter) effettuare le ispezioni periodiche degli impianti per la climatizzazione invernale ed estiva al fine
di ridurre il consumo energetico e le emissioni di biossido di carbonio;
c) sostenere la diversificazione energetica;
d) promuovere la competitività dell'industria nazionale attraverso lo sviluppo tecnologico;
e) coniugare le opportunità offerte dagli obiettivi di efficienza energetica con lo sviluppo di materiali, di
tecniche di costruzione, di apparecchiature e di tecnologie sostenibili nel settore delle costruzioni e con
l'occupazione;
f) conseguire gli obiettivi nazionali in materia energetica e ambientale;
g) razionalizzare le procedure nazionali e territoriali per l'attuazione delle normative energetiche al fine
di ridurre i costi complessivi, per la pubblica amministrazione e per i cittadini e per le imprese;
h) applicare in modo omogeneo e integrato la normativa su tutto il territorio nazionale;
h-bis) assicurare l'attuazione e la vigilanza sulle norme in materia di prestazione energetica degli
edifici, anche attraverso la raccolta e l'elaborazione di informazioni e dati;
h-ter) promuovere l'uso razionale dell'energia anche attraverso l'informazione e la sensibilizzazione
degli utenti finali.

(1) Articolo modificato dall'art. 13, comma 1, lett. a), D.Lgs. 3 marzo 2011, n. 28, a decorrere dal 29 marzo 2011,
ai sensi di quanto disposto dall'art. 47, comma 1, del medesimo D.Lgs. 28/2011 e, successivamente, così
sostituito dall'art. 1, comma 1, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla L. 3 agosto
2013, n. 90.

Art. 2. Definizioni - 1. Ai fini del presente decreto si definisce:


a) "edificio" è un sistema costituito dalle strutture edilizie esterne che delimitano uno spazio di volume
definito, dalle strutture interne che ripartiscono detto volume e da tutti gli impianti e dispositivi tecnologici che
si trovano stabilmente al suo interno; la superficie esterna che delimita un edificio può confinare con tutti o
alcuni di questi elementi: l'ambiente esterno, il terreno, altri edifici; il termine può riferirsi a un intero edificio
ovvero a parti di edificio progettate o ristrutturate per essere utilizzate come unità immobiliari a sé stanti;
b) "edificio di nuova costruzione" è un edificio per il quale la richiesta di permesso di costruire o
denuncia di inizio attività, comunque denominato, sia stata presentata successivamente alla data di entrata
in vigore del presente decreto;
c) "prestazione energetica di un edificio": quantità annua di energia primaria effettivamente consumata
o che si prevede possa essere necessaria per soddisfare, con un uso standard dell'immobile, i vari bisogni
energetici dell'edificio, la climatizzazione invernale e estiva, la preparazione dell'acqua calda per usi igienici
sanitari, la ventilazione e, per il settore terziario, l'illuminazione, gli impianti ascensori e scale mobili. Tale
quantità viene espressa da uno o più descrittori che tengono conto del livello di isolamento dell'edificio e
delle caratteristiche tecniche e di installazione degli impianti tecnici. La prestazione energetica può essere
espressa in energia primaria non rinnovabile, rinnovabile, o totale come somma delle precedenti; (1)
d) (2)
e) (2)
f) (2)
g) "generatore di calore o caldaia" è il complesso bruciatore-caldaia che permette di trasferire al fluido
termovettore il calore prodotto dalla combustione;
h) "potenza termica utile di un generatore di calore" è la quantità di calore trasferita nell'unità di tempo
al fluido termovettore; l'unità di misura utilizzata è il kW;
i) "pompa di calore" è un dispositivo o un impianto che sottrae calore dall'ambiente esterno o da una
sorgente di calore a bassa temperatura e lo trasferisce all'ambiente a temperatura controllata;
l) "valori nominali delle potenze e dei rendimenti" sono i valori di potenza massima e di rendimento di
un apparecchio specificati e garantiti dal costruttore per il regime di funzionamento continuo;
l-bis) "attestato di prestazione energetica dell'edificio": documento, redatto nel rispetto delle norme
contenute nel presente decreto e rilasciato da esperti qualificati e indipendenti che attesta la prestazione
energetica di un edificio attraverso l'utilizzo di specifici descrittori e fornisce raccomandazioni per il
miglioramento dell'efficienza energetica; (3)
l-ter) "attestato di qualificazione energetica": il documento predisposto ed asseverato da un
professionista abilitato, non necessariamente estraneo alla proprietà, alla progettazione o alla realizzazione
dell'edificio, nel quale sono riportati i fabbisogni di energia primaria di calcolo, la classe di appartenenza
dell'edificio, o dell'unità immobiliare, in relazione al sistema di certificazione energetica in vigore, ed i

- 37 -
corrispondenti valori massimi ammissibili fissati dalla normativa in vigore per il caso specifico o, ove non
siano fissati tali limiti, per un identico edificio di nuova costruzione; (3)
l-quater) "cogenerazione": produzione simultanea, nell'ambito di un unico processo, di energia
termica e di energia elettrica e/o meccanica rispondente ai requisiti di cui al decreto del Ministro dello
sviluppo economico 4 agosto 2011, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 218 del 19 settembre 2011; (3)
l-quinquies) "confine del sistema" o "confine energetico dell'edificio": confine che include tutte le aree
di pertinenza dell'edificio, sia all'interno che all'esterno dello stesso, dove l'energia è consumata o prodotta;
(3)
l-sexies) "edificio adibito ad uso pubblico": edificio nel quale si svolge, in tutto o in parte, l'attività
istituzionale di enti pubblici; (3)
l-septies) "edificio di proprietà pubblica": edificio di proprietà dello Stato, delle regioni o degli enti
locali, nonché di altri enti pubblici, anche economici ed occupati dai predetti soggetti; (3)
l-octies) "edificio a energia quasi zero": edificio ad altissima prestazione energetica, calcolata
conformemente alle disposizioni del presente decreto, che rispetta i requisiti definiti al decreto di cui
all'articolo 4, comma 1. Il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo è coperto in misura significativa
da energia da fonti rinnovabili, prodotta in situ; (3)
l-novies) "edificio di riferimento" o "target" per un edificio sottoposto a verifica progettuale, diagnosi, o
altra valutazione energetica: edificio identico in termini di geometria (sagoma, volumi, superficie calpestabile,
superfici degli elementi costruttivi e dei componenti), orientamento, ubicazione territoriale, destinazione d'uso
e situazione al contorno, e avente caratteristiche termiche e parametri energetici predeterminati; (3)
l-decies) "elemento edilizio": sistema tecnico per l'edilizia o componente dell'involucro di un edificio;
(3)
l-undecies) "energia consegnata o fornita": energia espressa per vettore energetico finale, fornita al
confine dell'edificio agli impianti tecnici per produrre energia termica o elettrica per i servizi energetici
dell'edificio; (3)
l-duodecies) "energia da fonti rinnovabili": energia proveniente da fonti rinnovabili non fossili, vale a
dire energia eolica, solare, aerotermica, geotermica, idrotermica e oceanica, idraulica, biomassa, gas di
discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas; (3)
l-ter decies) "energia esportata": quantità di energia, relativa a un dato vettore energetico, generata
all'interno del confine del sistema e ceduta per l'utilizzo all'esterno dello stesso confine; (3)
l-quater decies) "energia primaria": energia, da fonti rinnovabili e non, che non ha subito alcun
processo di conversione o trasformazione; (3)
l-quinquies decies) "energia prodotta in situ": energia prodotta o captata o prelevata all'interno del
confine del sistema; (3)
l-sexies decies) "fabbisogno annuale globale di energia primaria": quantità di energia primaria
relativa a tutti i servizi erogati dai sistemi tecnici presenti all'interno del confine del sistema, calcolata su un
intervallo temporale di un anno; (3)
l-septies decies) "fabbricato": quantità di energia primaria relativa a tutti i servizi considerati nella
determinazione della prestazione energetica, erogata dai sistemi tecnici presenti all'interno del confine del
sistema, calcolata su un intervallo temporale di un anno; (3)
l-octies decies) "fattore di conversione in energia primaria": rapporto adimensionale che indica la
quantità di energia primaria impiegata per produrre un'unità di energia fornita, per un dato vettore energetico;
tiene conto dell'energia necessaria per l'estrazione, il processamento, lo stoccaggio, il trasporto e, nel caso
dell'energia elettrica, del rendimento medio del sistema di generazione e delle perdite medie di trasmissione
del sistema elettrico nazionale e nel caso del teleriscaldamento, delle perdite medie di distribuzione della
rete. Questo fattore può riferirsi all'energia primaria non rinnovabile, all'energia primaria rinnovabile o
all'energia primaria totale come somma delle precedenti; (3)
l-novies decies) "involucro di un edificio": elementi e componenti integrati di un edificio che ne
separano gli ambienti interni dall'ambiente esterno; (3)
l-vicies) "livello ottimale in funzione dei costi": livello di prestazione energetica che comporta il costo
più basso durante il ciclo di vita economico stimato, dove:
1) il costo più basso è determinato tenendo conto dei costi di investimento legati all'energia, dei costi
di manutenzione e di funzionamento e, se del caso, degli eventuali costi di smaltimento;
2) il ciclo di vita economico stimato si riferisce al ciclo di vita economico stimato rimanente di un
edificio nel caso in cui siano stabiliti requisiti di prestazione energetica per l'edificio nel suo complesso
oppure al ciclo di vita economico stimato di un elemento edilizio nel caso in cui siano stabiliti requisiti di
prestazione energetica per gli elementi edilizi;
3) il livello ottimale in funzione dei costi si situa all'interno della scala di livelli di prestazione in cui
l'analisi costi-benefici calcolata sul ciclo di vita economico è positiva; (3)

- 38 -
l-vicies semel) "norma tecnica europea": norma adottata dal Comitato europeo di normazione, dal
Comitato europeo di normalizzazione elettrotecnica o dall'Istituto europeo per le norme di telecomunicazione
e resa disponibile per uso pubblico; (3)
l-vicies bis) (4)
l-vicies ter) "riqualificazione energetica di un edificio": un edificio esistente è sottoposto a
riqualificazione energetica quando i lavori in qualunque modo denominati, a titolo indicativo e non esaustivo:
manutenzione ordinaria o straordinaria, ristrutturazione e risanamento conservativo, ricadono in tipologie
diverse da quelle indicate alla lettera l-vicies quater); (3)
l-vicies quater) "ristrutturazione importante di un edificio": un edificio esistente è sottoposto a
ristrutturazione importante quando i lavori in qualunque modo denominati (a titolo indicativo e non esaustivo:
manutenzione ordinaria o straordinaria, ristrutturazione e risanamento conservativo) insistono su oltre il 25
per cento della superficie dell'involucro dell'intero edificio, comprensivo di tutte le unità immobiliari che lo
costituiscono, e consistono, a titolo esemplificativo e non esaustivo, nel rifacimento di pareti esterne, di
intonaci esterni, del tetto o dell'impermeabilizzazione delle coperture; (3)
l-vicies quinquies) "sistema di climatizzazione estiva" o "impianto di condizionamento d'aria":
complesso di tutti i componenti necessari a un sistema di trattamento dell'aria, attraverso il quale la
temperatura è controllata o può essere abbassata; (3)
l-vicies sexies) "sistema tecnico, per l'edilizia": impianto tecnologico dedicato a un servizio
energetico o a una combinazione dei servizi energetici o ad assolvere a una o più funzioni connesse con i
servizi energetici dell'edificio. Un sistema tecnico è suddiviso in più sottosistemi; (3)
l-vicies septies) "teleriscaldamento" o "teleraffrescamento": distribuzione di energia termica in forma
di vapore, acqua calda o liquidi refrigerati da una o più fonti di produzione verso una pluralità di edifici o siti
tramite una rete, per il riscaldamento o il raffrescamento di spazi, per processi di lavorazione e per la
fornitura di acqua calda sanitaria; (3)
l-duodetricies) "unità immobiliare": parte, piano o appartamento di un edificio progettati o modificati per
essere usati separatamente; (3)
l-undetricies) "vettore energetico": sostanza o energia fornite dall'esterno del confine del sistema per
il soddisfacimento dei fabbisogni energetici dell'edificio; (3)
l-tricies) "impianto termico": impianto tecnologico destinato ai servizi di climatizzazione invernale o
estiva degli ambienti, con o senza produzione di acqua calda sanitaria, indipendentemente dal vettore
energetico utilizzato, comprendente eventuali sistemi di produzione, distribuzione e utilizzazione del calore
nonché gli organi di regolarizzazione e controllo. Sono compresi negli impianti termici gli impianti individuali
di riscaldamento. Non sono considerati impianti termici apparecchi quali: stufe, caminetti, apparecchi di
riscaldamento localizzato ad energia radiante; tali apparecchi, se fissi, sono tuttavia assimilati agli impianti
termici quando la somma delle potenze nominali del focolare degli apparecchi al servizio della singola unità
immobiliare è maggiore o uguale a 5 kW. Non sono considerati impianti termici i sistemi dedicati
esclusivamente alla produzione di acqua calda sanitaria al servizio di singole unità immobiliari ad uso
residenziale ed assimilate (3).
2. Ai fini del presente decreto si applicano, inoltre, le definizioni dell'allegato A.

(1) Lettera così sostituita dall'art. 2, comma 01, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla
L. 3 agosto 2013, n. 90.
(2) Lettera abrogata dall'art. 18, comma 1, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla L. 3
agosto 2013, n. 90.
(3) Lettera aggiunta dall'art. 2, comma 1, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla L. 3
agosto 2013, n. 90.
(4) La presente lettera era stata aggiunta dall'art. 2, comma 1, D.L. 4 giugno 2013, n. 63; successivamente
tale modifica non è stata confermata dalla legge di conversione (L. 3 agosto 2013, n. 90).

Art. 3. Ambito di intervento - 1. Salve le esclusioni di cui al comma 3, il presente decreto si applica,
ai fini del contenimento dei consumi energetici:
a) alla progettazione e realizzazione di edifici di nuova costruzione e degli impianti in essi installati, di
nuovi impianti installati in edifici esistenti, delle opere di ristrutturazione degli edifici e degli impianti esistenti
con le modalità e le eccezioni previste ai commi 2 e 3;
b) all'esercizio, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici degli edifici, anche
preesistenti, secondo quanto previsto agli articoli 7 e 9; (1)
c) alla certificazione energetica degli edifici, secondo quanto previsto all'articolo 6. (2) (3)

- 39 -
2. Nel caso di ristrutturazione di edifici esistenti, e per quanto riguarda i requisiti minimi prestazionali di
cui all'articolo 4, è prevista un'applicazione graduale in relazione al tipo di intervento. A tale fine, sono
previsti diversi gradi di applicazione:
a) una applicazione integrale a tutto l'edificio nel caso di:
1) ristrutturazione integrale degli elementi edilizi costituenti l'involucro di edifici esistenti di superficie
utile superiore a 1000 metri quadrati;
2) demolizione e ricostruzione in manutenzione straordinaria di edifici esistenti di superficie utile
superiore a 1000 metri quadrati;
b) una applicazione integrale, ma limitata al solo ampliamento dell'edificio nel caso che lo stesso
ampliamento risulti volumetricamente superiore al 20 per cento dell'intero edificio esistente; (4)
c) una applicazione limitata al rispetto di specifici parametri, livelli prestazionali e prescrizioni, nel caso
di interventi su edifici esistenti, quali:
1) ristrutturazioni totali o parziali, manutenzione straordinaria dell'involucro edilizio e ampliamenti
volumetrici all'infuori di quanto già previsto alle lettere a) e b); (5)
2) nuova installazione di impianti termici in edifici esistenti o ristrutturazione degli stessi impianti;
3) sostituzione di generatori di calore. (3)
2-bis. Il presente decreto si applica all'edilizia pubblica e privata. (6)
2-ter. Il presente decreto disciplina in particolare:
a) la metodologia per il calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici;
b) le prescrizioni e i requisiti minimi in materia di prestazioni energetiche degli edifici quando sono
oggetto di:
1) nuova costruzione;
2) ristrutturazioni importanti;
3) riqualificazione energetica;
c) la definizione di un Piano di azione per la promozione degli edifici a "energia quasi zero";
d) l'attestazione della prestazione energetica degli edifici e delle unità immobiliari;
e) lo sviluppo di strumenti finanziari e la rimozione di barriere di mercato per la promozione
dell'efficienza energetica degli edifici;
f) l'utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili negli edifici;
g) la realizzazione di un sistema coordinato di ispezione periodica degli impianti termici negli edifici;
h) i requisiti professionali e di indipendenza degli esperti o degli organismi cui affidare l'attestazione
della prestazione energetica degli edifici e l'ispezione degli impianti di climatizzazione;
i) la realizzazione e l'adozione di strumenti comuni allo Stato e alle regioni e province autonome per la
gestione degli adempimenti a loro carico;
l) la promozione dell'uso razionale dell'energia anche attraverso l'informazione e la sensibilizzazione
degli utenti finali, la formazione e l'aggiornamento degli operatori del settore;
m) la raccolta delle informazioni e delle esperienze, delle elaborazioni e degli studi necessari
all'orientamento della politica energetica del settore. (6)
3. Sono escluse dall'applicazione del presente decreto le seguenti categorie di edifici:
a) gli edifici ricadenti nell'ambito della disciplina della parte seconda e dell'articolo 136, comma 1,
lettere b) e c), del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante il codice dei beni culturali e del
paesaggio, fatto salvo quanto disposto al comma 3-bis;
b) gli edifici industriali e artigianali quando gli ambienti sono riscaldati per esigenze del processo
produttivo o utilizzando reflui energetici del processo produttivo non altrimenti utilizzabili;
c) edifici rurali non residenziali sprovvisti di impianti di climatizzazione;
d) i fabbricati isolati con una superficie utile totale inferiore a 50 metri quadrati;
e) gli edifici che risultano non compresi nelle categorie di edifici classificati sulla base della
destinazione d'uso di cui all'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, il
cui utilizzo standard non prevede l'installazione e l'impiego di sistemi tecnici di climatizzazione, quali box,
cantine, autorimesse, parcheggi multipiano, depositi, strutture stagionali a protezione degli impianti sportivi,
fatto salvo quanto disposto dal comma 3-ter;
f) gli edifici adibiti a luoghi di culto e allo svolgimento di attività religiose. (7)
3-bis. Per gli edifici di cui al comma 3, lettera a), il presente decreto si applica limitatamente alle
disposizioni concernenti:
a) l'attestazione della prestazione energetica degli edifici, di cui all'articolo 6;
b) l'esercizio, la manutenzione e le ispezioni degli impianti tecnici, di cui all'articolo 7. (8)
3-bis.1. Gli edifici di cui al comma 3, lettera a), sono esclusi dall'applicazione del presente decreto ai
sensi del comma 3-bis, solo nel caso in cui, previo giudizio dell'autorità competente al rilascio
dell'autorizzazione ai sensi del codice di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, il rispetto delle

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prescrizioni implichi un'alterazione sostanziale del loro carattere o aspetto, con particolare riferimento ai
profili storici, artistici e paesaggistici. (8)
3-ter. Per gli edifici di cui al comma 3, lettera d), il presente decreto si applica limitatamente alle porzioni
eventualmente adibite ad uffici e assimilabili, purché scorporabili ai fini della valutazione di efficienza
energetica. (8)

(1) Lettera così modificata dall'art. 3, comma 1, lett. a), D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con
modificazioni, dalla L. 3 agosto 2013, n. 90.
(2) Comma sostituito dall'art. 1, comma 1, lett. a), D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere dal 2
febbraio 2007.
(3) Per l'abrogazione del presente comma, vedi l'art. 18, comma 2, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con
modificazioni, dalla L. 3 agosto 2013, n. 90.
(4) Lettera modificata dall'art. 1, comma 1, lett. b), D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere dal 2
febbraio 2007.
(5) Numero sostituito dall'art. 1, comma 1, lett. c), D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere dal 2
febbraio 2007.
(6) Comma inserito dall'art. 3, comma 1, lett. b), D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni,
dalla L. 3 agosto 2013, n. 90.
(7) Comma modificato dall'art. 1, comma 1, lett. d), e) ed f), D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere
dal 2 febbraio 2007 e, successivamente, così sostituito dall'art. 3, comma 1, lett. c), D.L. 4 giugno 2013, n.
63, convertito, con modificazioni, dalla L. 3 agosto 2013, n. 90.
(8) Comma aggiunto dall'art. 3, comma 1, lett. d), D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni,
dalla L. 3 agosto 2013, n. 90.

Art. 4. Adozione di criteri generali, di una metodologia di calcolo e requisiti della prestazione
energetica - 1. Con uno o più decreti del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e, per i profili
di competenza, con il Ministro della salute e con il Ministro della difesa, acquisita l'intesa con la Conferenza
unificata, sono definiti:
a) le modalità di applicazione della metodologia di calcolo delle prestazioni energetiche e l'utilizzo
delle fonti rinnovabili negli edifici, in relazione ai paragrafi 1 e 2 dell'allegato I della direttiva 2010/31/UE del
Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell'edilizia, tenendo
conto dei seguenti criteri generali:
1) la prestazione energetica degli edifici è determinata in conformità alla normativa tecnica UNI e CTI,
allineate con le norme predisposte dal CEN a supporto della direttiva 2010/31/UE, su specifico mandato
della Commissione europea;
2) il fabbisogno energetico annuale globale si calcola per singolo servizio energetico, espresso in
energia primaria, su base mensile. Con le stesse modalità si determina l'energia rinnovabile prodotta
all'interno del confine del sistema;
3) si opera la compensazione mensile tra i fabbisogni energetici e l'energia rinnovabile prodotta
all'interno del confine del sistema, per vettore energetico e fino a copertura totale del corrispondente vettore
energetico consumato;
4) ai fini della compensazione di cui al numero 3, è consentito utilizzare l'energia elettrica prodotta da
fonti rinnovabili all'interno del confine del sistema ed esportata, secondo le modalità definite dai decreti di cui
al presente comma;
b) l'applicazione di prescrizioni e requisiti minimi, aggiornati ogni cinque anni, in materia di prestazioni
energetiche degli edifici e unità immobiliari, siano essi di nuova costruzione, oggetto di ristrutturazioni
importanti o di riqualificazioni energetiche, sulla base dell'applicazione della metodologia comparativa di cui
all'articolo 5 della direttiva 2010/31/UE, secondo i seguenti criteri generali:
1) i requisiti minimi rispettano le valutazioni tecniche ed economiche di convenienza, fondate
sull'analisi costi-benefici del ciclo di vita economico degli edifici;
2) in caso di nuova costruzione e di ristrutturazione importante, i requisiti sono determinati con
l'utilizzo dell'"edificio di riferimento", in funzione della tipologia edilizia e delle fasce climatiche;
3) per le verifiche necessarie a garantire il rispetto della qualità energetica prescritta, sono previsti dei
parametri specifici del fabbricato, in termini di indici di prestazione termica e di trasmittanze, e parametri
complessivi, in termini di indici di prestazione energetica globale, espressi sia in energia primaria totale che
in energia primaria non rinnovabile. (1)
1-bis. Con uno o più decreti del Presidente della Repubblica sono aggiornateai sensi dell'articolo 17,
comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, in relazione all'articolo 8 e agli articoli da 14 a 17 della

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direttiva 2010/31/UE, le modalità di progettazione, installazione, esercizio, manutenzione e ispezione degli
impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici, nonché i requisiti professionali e i
criteri di accreditamento per assicurare la qualificazione e l'indipendenza degli esperti e degli organismi a cui
affidare l'attestazione della prestazione energetica degli edifici e l'ispezione degli impianti di climatizzazione
e la realizzazione di un sistema informativo coordinato per la gestione dei rapporti tecnici di ispezione e degli
attestati di prestazione energetica. Per le attività propedeutiche all'emanazione dei decreti di cui al primo
periodo, di competenza del Ministero dello sviluppo economico, quest'ultimo può avvalersi delle competenze
dell'ENEA. Con gli stessi decreti, sono individuate modalità di progettazione, installazione e manutenzione di
sistemi di controllo attivo, come i sistemi di automazione, controllo e monitoraggio, finalizzati al risparmio
energetico. (2)
2. I decreti di cui al comma 1-bis sono adottati su proposta del Ministro delle attività produttive, di
concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e con il Ministro dell'ambiente e della tutela del
territorio e, per i profili di competenza, con il Ministro della difesa, acquisita l'intesa con la Conferenza
unificata, sentiti il Consiglio nazionale delle ricerche, di seguito denominato CNR, l'Ente per le nuove
tecnologie, l'energia e l'ambiente, di seguito denominato ENEA, il Consiglio nazionale consumatori e utenti,
di seguito denominato CNCU. (3)

(1) Comma così sostituito dall'art. 4, comma 1, lett. a), D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con
modificazioni, dalla L. 3 agosto 2013, n. 90.
(2) Comma inserito dall'art. 4, comma 1, lett. b), D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni,
dalla L. 3 agosto 2013, n. 90.
(3) Comma così modificato dall'art. 4, comma 1, lett. c), D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con
modificazioni, dalla L. 3 agosto 2013, n. 90.

Art. 4-bis Edifici ad energia quasi zero (1) - 1. A partire dal 31 dicembre 2018, gli edifici di nuova
costruzione occupati da pubbliche amministrazioni e di proprietà di queste ultime, ivi compresi gli edifici
scolastici, devono essere edifici a energia quasi zero. Dal 1° gennaio 2021 la predetta disposizione è estesa
a tutti gli edifici di nuova costruzione.
2. Entro il 30 giugno 2014, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con i Ministri
per la pubblica amministrazione e la semplificazione, della coesione territoriale, dell'economia e delle
finanze, delle infrastrutture e dei trasporti, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e con il
Ministro della salute e il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ognuno per i profili di
competenza, sentita la conferenza unificata è definito il Piano d'azione destinato ad aumentare il numero di
edifici a energia quasi zero. Tale Piano, che può includere obiettivi differenziati per tipologia edilizia, è
trasmesso alla Commissione europea.
3. Il Piano d'azione di cui al comma 2 comprende, tra l'altro, i seguenti elementi:
a) l'applicazione della definizione di edifici a energia quasi zero alle diverse tipologie di edifici e
indicatori numerici del consumo di energia primaria, espresso in kWh/m² anno;
b) le politiche e le misure finanziarie o di altro tipo previste per promuovere gli edifici a energia quasi
zero, comprese le informazioni relative alle misure nazionali previste per l'integrazione delle fonti rinnovabili
negli edifici, in attuazione della direttiva 2009/28/CE, tenendo conto dell'esigenza prioritaria di contenere il
consumo del territorio;
c) l'individuazione, sulla base dell'analisi costi-benefici sul costo di vita economico, di casi specifici per
i quali non si applica quanto disposto al comma 1;
d) gli obiettivi intermedi di miglioramento della prestazione energetica degli edifici di nuova costruzione
entro il 2015, in funzione dell'attuazione del comma 1.

(1) Articolo inserito dall'art. 5, comma 1, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla L. 3
agosto 2013, n. 90.

Art. 4-ter Strumenti finanziari e superamento delle barriere di mercato (1) - 1. Gli incentivi adottati
dallo Stato, dalle regioni e dagli enti locali per promuovere l'efficienza energetica degli edifici, a qualsiasi
titolo previsti, sono concessi nel rispetto di requisiti di efficienza commisurati alla tipologia, al tipo di utilizzo e
contesto in cui è inserito l'immobile, nonché all'entità dell'intervento.
2. Al fine di promuovere la realizzazione di servizi energetici e di misure di incremento dell'efficienza
energetica degli edifici di proprietà pubblica, con particolare attenzione agli edifici scolastici e agli ospedali,
anche attraverso le ESCO, il ricorso a forme di partenariato tra pubblico e privato, società private
appositamente costituite o lo strumento del finanziamento tramite terzi, il fondo di garanzia cui all'articolo 22,

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comma 4, del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, è utilizzato anche per il sostegno della realizzazione di
progetti di miglioramento dell'efficienza energetica nell'edilizia pubblica, ivi inclusa l'attestazione della
prestazione energetica dell'intervento successiva a tale realizzazione, entro i limiti delle risorse del fondo
stesso. La dotazione del fondo è incrementata attraverso i proventi delle aste delle quote di emissione di
CO2 di cui all'articolo 19 del decreto legislativo 13 marzo 2013, n. 30, destinati ai progetti
energetico-ambientali, con le modalità e nei limiti di cui ai commi 3 e 6 dello stesso articolo 19. Con il decreto
di cui all'articolo 22, comma 5, del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, sono definite le modalità di
gestione e accesso del fondo stesso.
3. L'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile - ENEA,
entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, mette a disposizione un
contratto-tipo per il miglioramento del rendimento energetico dell'edificio, analogo al contratto di rendimento
energetico europeo EPC, che individui e misuri gli elementi a garanzia del risultato e che promuova la
finanziabilità delle iniziative, sulla base del modello contrattuale previsto all'articolo 7, comma 12, del decreto
del Ministro dello sviluppo economico 28 dicembre 2012, recante disposizioni in materia di incentivazione
della produzione di energia termica da fonti rinnovabili ed interventi di efficienza energetica di piccole
dimensioni, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 1 del 2 gennaio 2013.
4. Entro il 31 dicembre 2013 il Ministero dello sviluppo economico, sentito il Ministero dell'ambiente e
della tutela del territorio e del mare e la Conferenza unificata, redige un elenco delle misure finanziarie atte a
favorire l'efficienza energetica negli edifici e la transizione verso gli edifici a energia quasi zero. Tale elenco è
aggiornato ogni tre anni e inviato alla Commissione nell'ambito del Piano d'azione nazionale per l'efficienza
energetica di cui all'articolo 24, paragrafo 2, della direttiva 2012/27/UE.".

(1) Articolo inserito dall'art. 5, comma 1, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla L. 3
agosto 2013, n. 90.

Art. 5. Meccanismi di cooperazione (1)


(1) Articolo abrogato dall'art. 18, comma 1, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla L. 3
agosto 2013, n. 90.

Art. 6. Attestato di prestazione energetica, rilascio e affissione (1) - 1. A decorrere dalla data di
entrata in vigore della presente disposizione, l'attestato di prestazione energetica degli edifici è rilasciato per
gli edifici o le unità immobiliari costruiti, venduti o locati ad un nuovo locatario e per gli edifici indicati al
comma 6. Gli edifici di nuova costruzione e quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti, sono dotati di un
attestato di prestazione energetica prima del rilascio del certificato di agibilità. Nel caso di nuovo edificio,
l'attestato è prodotto a cura del costruttore, sia esso committente della costruzione o società di costruzione
che opera direttamente. Nel caso di attestazione della prestazione degli edifici esistenti, ove previsto dal
presente decreto, l'attestato è prodotto a cura del proprietario dell'immobile.
2. Nel caso di vendita, di trasferimento di immobili a titolo gratuito o di nuova locazione di edifici o unità
immobiliari, ove l'edificio o l'unità non ne sia già dotato, il proprietario è tenuto a produrre l'attestato di
prestazione energetica di cui al comma 1. In tutti i casi, il proprietario deve rendere disponibile l'attestato di
prestazione energetica al potenziale acquirente o al nuovo locatario all'avvio delle rispettive trattative e
consegnarlo alla fine delle medesime; in caso di vendita o locazione di un edificio prima della sua
costruzione, il venditore o locatario fornisce evidenza della futura prestazione energetica dell'edificio e
produce l'attestato di prestazione energetica entro quindici giorni dalla richiesta di rilascio del certificato di
agibilità.
3. Nei contratti di compravendita immobiliare, negli atti di trasferimento di immobili a titolo oneroso e nei
nuovi contratti di locazione di edifici o di singole unità immobiliari soggetti a registrazione è inserita apposita
clausola con la quale l'acquirente o il conduttore dichiarano di aver ricevuto le informazioni e la
documentazione, comprensiva dell'attestato, in ordine alla attestazione della prestazione energetica degli
edifici; copia dell'attestato di prestazione energetica deve essere altresì allegata al contratto, tranne che nei
casi di locazione di singole unità immobiliari. In caso di omessa dichiarazione o allegazione, se dovuta, le
parti sono soggette al pagamento, in solido e in parti uguali, della sanzione amministrativa pecuniaria da
euro 3.000 a euro 18.000; la sanzione è da euro 1.000 a euro 4.000 per i contratti di locazione di singole
unità immobiliari e, se la durata della locazione non eccede i tre anni, essa è ridotta alla metà. Il pagamento
della sanzione amministrativa non esenta comunque dall'obbligo di presentare la dichiarazione o la copia
dell'attestato di prestazione energetica entro quarantacinque giorni. L'accertamento e la contestazione della
violazione sono svolti dalla Guardia di Finanza o, all'atto della registrazione di uno dei contratti previsti dal

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presente comma, dall'Agenzia delle Entrate, ai fini dell'ulteriore corso del procedimento sanzionatorio ai
sensi dell'articolo 17 della legge 24 novembre 1981, n. 689. (2)
3-bis. (3)
4. L'attestazione della prestazione energetica può riferirsi a una o più unità immobiliari facenti parte di
un medesimo edificio. L'attestazione di prestazione energetica riferita a più unità immobiliari può essere
prodotta solo qualora esse abbiano la medesima destinazione d'uso, la medesima situazione al contorno, il
medesimo orientamento e la medesima geometria e siano servite, qualora presente, dal medesimo impianto
termico destinato alla climatizzazione invernale e, qualora presente, dal medesimo sistema di
climatizzazione estiva.
5. L'attestato di prestazione energetica di cui al comma 1 ha una validità temporale massima di dieci
anni a partire dal suo rilascio ed è aggiornato a ogni intervento di ristrutturazione o riqualificazione che
modifichi la classe energetica dell'edificio o dell'unità immobiliare. La validità temporale massima è
subordinata al rispetto delle prescrizioni per le operazioni di controllo di efficienza energetica dei sistemi
tecnici dell'edificio, in particolare per gli impianti termici, comprese le eventuali necessità di adeguamento,
previste dai regolamenti di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 74, e al decreto
del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 75. Nel caso di mancato rispetto di dette disposizioni,
l'attestato di prestazione energetica decade il 31 dicembre dell'anno successivo a quello in cui è prevista la
prima scadenza non rispettata per le predette operazioni di controllo di efficienza energetica. A tali fini, i
libretti di impianto previsti dai decreti di cui all'articolo 4, comma 1, lettera b), sono allegati, in originale o in
copia, all'attestato di prestazione energetica.
6. Nel caso di edifici utilizzati da pubbliche amministrazioni e aperti al pubblico con superficie utile totale
2
superiore a 500 m , ove l'edificio non ne sia già dotato, è fatto obbligo al proprietario o al soggetto
responsabile della gestione, di produrre l'attestato di prestazione energetica entro centottanta giorni dalla
data di entrata in vigore della presente disposizione e di affiggere l'attestato di prestazione energetica con
evidenza all'ingresso dell'edificio stesso o in altro luogo chiaramente visibile al pubblico. A partire dal 9 luglio
2 2
2015, la soglia di 500 m di cui sopra, è abbassata a 250 m . Per gli edifici scolastici tali obblighi ricadono
sugli enti proprietari di cui all'articolo 3 della legge 11 gennaio 1996, n. 23.
6-bis. Il fondo di garanzia di cui all'articolo 22, comma 4, del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, è
utilizzato entro i limiti delle risorse del fondo stesso anche per la copertura delle spese relative alla
certificazione energetica e agli adeguamenti di cui al comma 6 del presente articolo.
7. Per gli edifici aperti al pubblico, con superficie utile totale superiore a 500 m², per i quali sia stato
rilasciato l'attestato di prestazione energetica di cui ai commi 1 e 2, è fatto obbligo, al proprietario o al
soggetto responsabile della gestione dell'edificio stesso, di affiggere con evidenza tale attestato all'ingresso
dell'edificio o in altro luogo chiaramente visibile al pubblico.
8. Nel caso di offerta di vendita o di locazione, ad eccezione delle locazioni degli edifici residenziali
utilizzati meno di quattro mesi all'anno, i corrispondenti annunci tramite tutti i mezzi di comunicazione
commerciali riportano gli indici di prestazione energetica dell'involucro e globale dell'edificio o dell'unità
immobiliare e la classe energetica corrispondente. (4)
9. Tutti i contratti, nuovi o rinnovati, relativi alla gestione degli impianti termici o di climatizzazione degli
edifici pubblici, o nei quali figura come committente un soggetto pubblico, devono prevedere la
predisposizione dell'attestato di prestazione energetica dell'edificio o dell'unità immobiliare interessati.
10. L'obbligo di dotare l'edificio di un attestato di prestazione energetica viene meno ove sia già
disponibile un attestato in corso di validità, rilasciato conformemente alla direttiva 2002/91/CE.
11. L'attestato di qualificazione energetica, al di fuori di quanto previsto all'articolo 8, comma 2, è
facoltativo ed è predisposto al fine di semplificare il successivo rilascio dell'attestato di prestazione
energetica. A tale fine, l'attestato di qualificazione energetica comprende anche l'indicazione di possibili
interventi migliorativi delle prestazioni energetiche e la classe di appartenenza dell'edificio, o dell'unità
immobiliare, in relazione al sistema di certificazione energetica in vigore, nonché i possibili passaggi di
classe a seguito della eventuale realizzazione degli interventi stessi. L'estensore provvede ad evidenziare
opportunamente sul frontespizio del documento che il medesimo non costituisce attestato di prestazione
energetica dell'edificio, ai sensi del presente decreto, nonché, nel sottoscriverlo, quale è od è stato il suo
ruolo con riferimento all'edificio medesimo.
12. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con i Ministri dell'ambiente e della
tutela del territorio e del mare, delle infrastrutture e dei trasporti e per la pubblica amministrazione e la
semplificazione, d'intesa con la Conferenza unificata, sentito il CNCU, avvalendosi delle metodologie di
calcolo definite con i decreti di cui all'articolo 4, è predisposto l'adeguamento del decreto del Ministro dello
sviluppo economico 26 giugno 2009, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 158 del 10 luglio 2009, nel
rispetto dei seguenti criteri e contenuti:

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a) la previsione di metodologie di calcolo semplificate, da rendere disponibili per gli edifici
caratterizzati da ridotte dimensioni e prestazioni energetiche di modesta qualità, finalizzate a ridurre i costi a
carico dei cittadini;
b) la definizione di un attestato di prestazione energetica che comprende tutti i dati relativi all'efficienza
energetica dell'edificio che consentano ai cittadini di valutare e confrontare edifici diversi. Tra tali dati sono
obbligatori:
1) la prestazione energetica globale dell'edificio sia in termini di energia primaria totale che di energia
primaria non rinnovabile, attraverso i rispettivi indici;
2) la classe energetica determinata attraverso l'indice di prestazione energetica globale dell'edificio,
espresso in energia primaria non rinnovabile;
3) la qualità energetica del fabbricato a contenere i consumi energetici per il riscaldamento e il
raffrescamento, attraverso gli indici di prestazione termica utile per la climatizzazione invernale ed estiva
dell'edificio;
4) i valori di riferimento, quali i requisiti minimi di efficienza energetica vigenti a norma di legge;
5) le emissioni di anidride carbonica;
6) l'energia esportata;
7) le raccomandazioni per il miglioramento dell'efficienza energetica dell'edificio con le proposte degli
interventi più significativi ed economicamente convenienti, separando la previsione di interventi di
ristrutturazione importanti da quelli di riqualificazione energetica;
8) le informazioni correlate al miglioramento della prestazione energetica, quali diagnosi e incentivi di
carattere finanziario;
c) la definizione di uno schema di annuncio di vendita o locazione, per esposizione nelle agenzie
immobiliari, che renda uniformi le informazioni sulla qualità energetica degli edifici fornite ai cittadini;
d) la definizione di un sistema informativo comune per tutto il territorio nazionale, di utilizzo
obbligatorio per le regioni e le province autonome, che comprenda la gestione di un catasto degli edifici,
degli attestati di prestazione energetica e dei relativi controlli pubblici.

(1) Articolo modificato art. 2, commi da 1 a 3, D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere dal 2 febbraio
2007, dall'art. 35, comma 2-bis, D.L. 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla L. 6 agosto
2008, n. 133, dall'art. 13, comma 1, lett. b) e c), D.Lgs. 3 marzo 2011, n. 28 e, successivamente, così
sostituito dall'art. 6, comma 1, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla L. 3 agosto
2013, n. 90.
(2) Comma così sostituito dall'art. 1, comma 7, D.L. 23 dicembre 2013, n. 145, convertito, con modificazioni,
dalla L. 21 febbraio 2014, n. 9, che ha sostituito i commi 3 e 3-bis, con l'attuale comma 3.
(3) Comma soppresso dall'art. 1, comma 7, D.L. 23 dicembre 2013, n. 145, convertito, con modificazioni,
dalla L. 21 febbraio 2014, n. 9, che ha sostituito i commi 3 e 3-bis, con l'attuale comma 3. Successivamente,
il presente comma era stato modificato dall'art. 1, comma 139, lett. a), L. 27 dicembre 2013, n. 147, a sua
volta abrogato dall'art. 1, comma 7-ter, D.L. 23 dicembre 2013, n. 145, convertito, con modificazioni, dalla L.
21 febbraio 2014, n. 9.
(4) Comma così modificato dall'art. 1, comma 8-quater, D.L. 23 dicembre 2013, n. 145, convertito, con
modificazioni, dalla L. 21 febbraio 2014, n. 9.

Art. 7. Esercizio e manutenzione degli impianti termici per la climatizzazione invernale e estiva -
1. Il proprietario, il conduttore, l'amministratore di condominio, o per essi un terzo, che se ne assume la
responsabilità, mantiene in esercizio gli impianti e provvede affinché siano eseguite le operazioni di controllo
e di manutenzione secondo le prescrizioni della normativa vigente.
2. L'operatore incaricato del controllo e della manutenzione degli impianti per la climatizzazione
invernale ed estiva, esegue dette attività a regola d'arte, nel rispetto della normativa vigente. L'operatore, al
termine delle medesime operazioni, ha l'obbligo di redigere e sottoscrivere un rapporto di controllo tecnico
conformemente ai modelli previsti dalle norme del presente decreto e dalle norme di attuazione, in relazione
alle tipologie e potenzialità dell'impianto, da rilasciare al soggetto di cui al comma 1 che ne sottoscrive copia
per ricevuta e presa visione.

Art. 8. Relazione tecnica, accertamenti e ispezioni - 1. Il progettista o i progettisti, nell'ambito delle


rispettive competenze edili, impiantistiche termotecniche, elettriche e illuminotecniche, devono inserire i
calcoli e le verifiche previste dal presente decreto nella relazione tecnica di progetto attestante la
rispondenza alle prescrizioni per il contenimento del consumo di energia degli edifici e dei relativi impianti
termici, che il proprietario dell'edificio, o chi ne ha titolo, deve depositare presso le amministrazioni

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competenti, in doppia copia, contestualmente alla dichiarazione di inizio dei lavori complessivi o degli
specifici interventi proposti, o alla domanda di concessione edilizia. Tali adempimenti, compresa la relazione,
non sono dovuti in caso di installazione di pompa di calore avente potenza termica non superiore a 15 kW e
di sostituzione del generatore di calore dell'impianto di climatizzazione avente potenza inferiore alla soglia
prevista dall'articolo 5, comma 2, lettera g), regolamento di cui al decreto del Ministro dello sviluppo
economico 22 gennaio 2008, n. 37. Gli schemi e le modalità di riferimento per la compilazione della relazione
tecnica di progetto sono definiti con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro
delle infrastrutture e dei trasporti e per la pubblica amministrazione e la semplificazione, sentita la
Conferenza unificata, in funzione delle diverse tipologie di lavori: nuove costruzioni, ristrutturazioni
importanti, interventi di riqualificazione energetica. Ai fini della più estesa applicazione dell'articolo 26,
comma 7, della legge 9 gennaio 1991, n. 10, per gli enti soggetti all'obbligo di cui all'articolo 19 della stessa
legge, la relazione tecnica di progetto è integrata attraverso attestazione di verifica sulla applicazione del
predetto articolo 26, comma 7, redatta dal Responsabile per la conservazione e l'uso razionale dell'energia
nominato. (1)
1-bis. In attuazione dell'articolo 6, paragrafi 1 e 2, della direttiva 2010/31/UE, in caso di edifici di nuova
costruzione, e dell'articolo 7, in caso di edifici soggetti a ristrutturazione importante, nell'ambito della
relazione di cui al comma 1 è prevista una valutazione della fattibilità tecnica, ambientale ed economica per
l'inserimento di sistemi alternativi ad alta efficienza, tra i quali sistemi di fornitura di energia rinnovabile,
cogenerazione, teleriscaldamento e teleraffrescamento, pompe di calore e sistemi di monitoraggio e
controllo attivo dei consumi. La valutazione della fattibilità tecnica di sistemi alternativi deve essere
documentata e disponibile a fini di verifica. (2)
2. La conformità delle opere realizzate rispetto al progetto e alle sue eventuali varianti ed alla relazione
tecnica di cui al comma 1, nonché l'attestato di qualificazione energetica dell'edificio come realizzato, devono
essere asseverati dal direttore dei lavori e presentati al comune di competenza contestualmente alla
dichiarazione di fine lavori senza alcun onere aggiuntivo per il committente. La dichiarazione di fine lavori è
inefficace a qualsiasi titolo se la stessa non è accompagnata da tale documentazione asseverata. (3)
3. Una copia della documentazione di cui ai commi 1 e 2 è conservata dal comune, anche ai fini degli
accertamenti di cui al comma 4. A tale scopo, il comune può richiedere la consegna della documentazione
anche in forma informatica. (3)
4. Il Comune, anche avvalendosi di esperti o di organismi esterni, qualificati e indipendenti, definisce le
modalità di controllo, ai fini del rispetto delle prescrizioni del presente decreto, accertamenti e ispezioni in
corso d'opera, ovvero entro cinque anni dalla data di fine lavori dichiarata dal committente, volti a verificare
la conformità alla documentazione progettuale di cui al comma 1.
5. I Comuni effettuano le operazioni di cui al comma 4 anche su richiesta del committente,
dell'acquirente o del conduttore dell'immobile. Il costo degli accertamenti ed ispezioni di cui al presente
comma è posto a carico dei richiedenti.

(1) Comma sostituito dall'art. 7, comma 1, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla L. 3
agosto 2013, n. 90 e, successivamente, così modificato dall'art. 30, comma 2-quinquies, D.L. 24 giugno
2014, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla L. 11 agosto 2014, n. 116.
(2) Comma inserito dall'art. 7, comma 2, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla L. 3
agosto 2013, n. 90.
(3) Comma sostituito dall'art. 3, comma 1, D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere dal 2 febbraio 2007.

Art. 9. Funzioni delle regioni e degli enti locali - 1. Le regioni e le province autonome di Trento e di
Bolzano provvedono all'attuazione del presente decreto.
2. Le autorità competenti realizzano, con cadenza periodica, privilegiando accordi tra gli enti locali o
anche attraverso altri organismi pubblici o privati di cui sia garantita la qualificazione e l'indipendenza, gli
accertamenti e le ispezioni necessarie all'osservanza delle norme relative al contenimento dei consumi di
energia nell'esercizio e manutenzione degli impianti di climatizzazione e assicurano che la copertura dei
costi avvenga con una equa ripartizione tra tutti gli utenti finali e l'integrazione di questa attività nel sistema
delle ispezioni degli impianti all'interno degli edifici previsto all'articolo 1, comma 44, della legge 23 agosto
2004, n. 239, così da garantire il minor onere e il minor impatto possibile a carico dei cittadini; tali attività, le
cui metodologie e requisiti degli operatori sono previsti dai decreti di cui all'articolo 4, comma 1, sono svolte
secondo principi di imparzialità, trasparenza, pubblicità, omogeneità territoriale e sono finalizzate a:
a) ridurre il consumo di energia e i livelli di emissioni inquinanti;
b) correggere le situazioni non conformi alle prescrizioni del presente decreto;
c) rispettare quanto prescritto all'articolo 7;
d) monitorare l'efficacia delle politiche pubbliche.

- 46 -
3. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, allo scopo di facilitare e omogeneizzare
territorialmente l'impegno degli enti o organismi preposti agli accertamenti e alle ispezioni sugli edifici e sugli
impianti, nonché per adempiere in modo più efficace agli obblighi previsti al comma 2, possono promuovere
la realizzazione di programmi informatici per la costituzione dei catasti degli impianti di climatizzazione
presso le autorità competenti, senza nuovi o maggiori oneri per gli enti interessati. A tali fini:
a) i soggetti di cui all'articolo 7, comma 1, comunicano entro centoventi giorni all'ente competente in
materia di controlli sugli impianti termici l'ubicazione e le principali caratteristiche degli impianti di proprietà o
dai medesimi gestiti nonché le eventuali successive modifiche significative;
b) le società di distribuzione dei diversi tipi di combustibile, a uso degli impianti termici, comunicano
all'ente competente in materia di controlli sugli impianti termici l'ubicazione e la titolarità delle utenze da esse
rifornite al 31 dicembre di ogni anno;
c) l'ente competente in materia di controlli sugli impianti termici trasmette annualmente alle regioni e
alle province autonome i dati di cui alle lettere a) e b) per via informatica, avvalendosi del sistema informativo
di cui all'articolo 4, comma 1-bis. (1)
3-bis. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano in accordo con gli enti locali,
predispongono entro il 31 dicembre 2008 un programma di sensibilizzazione e riqualificazione energetica del
parco immobiliare territoriale, sviluppando in particolare alcuni dei seguenti aspetti: (2)
a) la realizzazione di campagne di informazione e sensibilizzazione dei cittadini, anche in
collaborazione con le imprese distributrici di energia elettrica e gas, in attuazione dei decreti del Ministro
delle attività produttive 20 luglio 2004 concernenti l'efficienza energetica negli usi finali;
b) l'attivazione di accordi con le parti sociali interessate alla materia;
c) l'applicazione di un sistema di certificazione energetica coerente con i principi generali del presente
decreto legislativo;
d) la realizzazione di diagnosi energetiche a partire dagli edifici presumibilmente a più bassa
efficienza;
e) la definizione di regole coerenti con i principi generali del presente decreto legislativo per eventuali
sistemi di incentivazione locali;
f) la facoltà di promuovere, con istituti di credito, di strumenti di finanziamento agevolato destinati alla
realizzazione degli interventi di miglioramento individuati con le diagnosi energetiche nell'attestato di
prestazione energetica, o in occasione delle attività ispettive di cui all'allegato L, comma 16 (3). (4)
3-ter. Ai fini della predisposizione del programma di cui al comma 3-bis, i comuni possono richiedere ai
proprietari e agli amministratori degli immobili nel territorio di competenza di fornire gli elementi essenziali,
complementari a quelli previsti per il catasto degli impianti di climatizzazione di cui al comma 3, per la
costituzione di un sistema informativo relativo agli usi energetici degli edifici. A titolo esemplificativo, tra detti
elementi, si segnalano: il volume lordo climatizzato, la superficie utile corrispondente e i relativi consumi di
combustibile e di energia elettrica. (4)
3-quater. Su richiesta delle regioni e dei comuni, le aziende di distribuzione dell'energia rendono
disponibili i dati che le predette amministrazioni ritengono utili per i riscontri e le elaborazioni necessarie alla
migliore costituzione del sistema informativo di cui al comma 3-ter. (4)
3-quinquies. I dati di cui ai commi 3, 3-ter e 3-quater possono essere utilizzati dalla pubblica
amministrazione esclusivamente ai fini dell'applicazione del presente decreto legislativo. (4)
4. Per gli impianti che sono dotati di generatori di calore di età superiore a quindici anni, le autorità
competenti effettuano, con le stesse modalità previste al comma 2, ispezioni dell'impianto termico nel suo
complesso comprendendo una valutazione del rendimento medio stagionale del generatore e una
consulenza su interventi migliorativi che possono essere correlati.
5. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano riferiscono periodicamente alla Conferenza
unificata e ai Ministeri delle attività produttive, dell'ambiente e della tutela del territorio e delle infrastrutture e
dei trasporti, sullo stato di attuazione del presente decreto.
5-bis. Le regioni, le province autonome di Trento e di Bolzano e gli enti locali considerano, nelle
normative e negli strumenti di pianificazione ed urbanistici di competenza, le norme contenute nel presente
decreto, ponendo particolare attenzione alle soluzioni tipologiche e tecnologiche volte all'uso razionale
dell'energia e all'uso di fonti energetiche rinnovabili, con indicazioni anche in ordine all'orientamento e alla
conformazione degli edifici da realizzare per massimizzare lo sfruttamento della radiazione solare e con
particolare cura nel non penalizzare, in termini di volume edificabile, le scelte conseguenti. (5)
5-ter. In tale contesto, fermo restando il divieto di aggravamento degli oneri e degli adempimenti
amministrativi previsti dal presente decreto in conformità alla direttiva 2010/31/UE, le regioni e le province
autonome possono adottare provvedimenti migliorativi di quelli disposti dal presente decreto, in termini di:

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a) flessibilità applicativa dei requisiti minimi, anche con l'utilizzo di soluzioni alternative, in relazione a
specifiche situazioni di impossibilità o di elevata onerosità, che comunque garantiscano un equivalente
risultato sul bilancio energetico regionale;
b) semplificazioni amministrative in materia di esercizio, manutenzione, controllo e ispezione degli
impianti termici, soprattutto in relazione all'integrazione dei controlli di efficienza energetica con quelli in tema
di qualità dell'aria. (6)
5-quater. I provvedimenti di cui al comma 5-ter devono essere compatibili con il Trattato sul
funzionamento dell'Unione europea, con la direttiva 2010/31/UE, con il presente decreto legislativo e devono
essere notificati alla Commissione europea. (6)
5-quinquies. Le regioni e le province autonome, in conformità a quanto previsto dai regolamenti di cui
ai decreti del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 74, e 16 aprile 2013, n. 75, provvedono inoltre
a:
a) istituire un sistema di riconoscimento degli organismi e dei soggetti cui affidare le attività di
ispezione sugli impianti termici e di attestazione della prestazione energetica degli edifici, promuovendo
programmi per la loro qualificazione, formazione e aggiornamento professionale, tenendo conto dei requisiti
previsti dalle norme nazionali e nel rispetto delle norme comunitarie in materia di libera circolazione dei
servizi;
b) avviare programmi di verifica annuale della conformità dei rapporti di ispezione e degli attestati
emessi. (6)
5-sexies. Le regioni e le province autonome, anche attraverso propri enti o agenzie, collaborano con il
Ministero dello sviluppo economico e, per la sola lettera c) anche con il Ministero per la pubblica
amministrazione e la semplificazione, per la definizione congiunta:
a) di metodologie di calcolo della prestazione energetica degli edifici;
b) di metodologie per la determinazione dei requisiti minimi di edifici e impianti;
c) di sistemi di classificazione energetica degli edifici, compresa la definizione del sistema informativo
comune di cui all'articolo 6, comma 12, lettera d);
d) del Piano d'azione destinato ad aumentare il numero di edifici a energia quasi zero, di cui all'articolo
4-bis, comma 2;
e) dell'azione di monitoraggio, analisi, valutazione e adeguamento della normativa energetica
nazionale e regionale di cui agli articoli 10 e 13. (6)

(1) Comma così modificato dall'art. 8, comma 1, lett. a), D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con
modificazioni, dalla L. 3 agosto 2013, n. 90.
(2) Alinea così modificato dall'art. 8, comma 1, lett. a-bis), D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con
modificazioni, dalla L. 3 agosto 2013, n. 90.
(3) Lettera così modificata dall'art. 18, comma 3, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni,
dalla L. 3 agosto 2013, n. 90.
(4) Comma inserito dall'art. 4, comma 1, D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere dal 2 febbraio 2007.
(5) Comma aggiunto dall'art. 4, comma 2, D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere dal 2 febbraio 2007.
(6) Comma inserito dall'art. 8, comma 1, lett. b), D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni,
dalla L. 3 agosto 2013, n. 90.

Art. 10. Monitoraggio, analisi, valutazione e adeguamento della normativa energetica nazionale e
regionale - 1. Il Ministero delle attività produttive, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, le
regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, per quanto di rispettiva competenza ed anche
avvalendosi di accordi con enti tecnico-scientifici e agenzie, pubblici e privati, provvedono a rilevare il grado
di attuazione del presente decreto, valutando i risultati conseguiti e proponendo eventuali interventi di
adeguamento normativo.
2. In particolare, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano provvedono alle seguenti
attività:
a) raccolta e aggiornamento dei dati e delle informazioni relativi agli usi finali dell'energia in edilizia e
la loro elaborazione su scala regionale per una conoscenza del patrimonio immobiliare esistente nei suoi
livelli prestazionali di riferimento;
b) monitoraggio dell'attuazione della legislazione regionale e nazionale vigente, del raggiungimento
degli obiettivi e delle problematiche inerenti;
c) valutazione dell'impatto sugli utenti finali dell'attuazione della legislazione di settore in termini di
adempimenti burocratici, oneri posti a loro carico e servizi resi;

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d) valutazione dell'impatto del presente decreto e della legislazione di settore sul mercato immobiliare
regionale, sulle imprese di costruzione, di materiali e componenti per l'edilizia e su quelle di produzione e di
installazione e manutenzione di impianti di climatizzazione;
e) studio per lo sviluppo e l'evoluzione del quadro legislativo e regolamentare che superi gli ostacoli
normativi e di altra natura che impediscono il conseguimento degli obiettivi del presente decreto;
f) studio di scenari evolutivi in relazione alla domanda e all'offerta di energia del settore civile;
g) analisi e valutazione degli aspetti energetici e ambientali dell'intero processo edilizio, con
particolare attenzione alle nuove tecnologie e ai processi di produzione, trasporto, smaltimento e
demolizione;
h) proposta di provvedimenti e misure necessarie a uno sviluppo organico della normativa energetica
nazionale per l'uso efficiente dell'energia nel settore civile.
3. I risultati delle attività di cui al comma 2 sono trasmessi al Ministero delle attività produttive ed al
Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, che provvedono a riunirli, elaborarli ed integrarli con i
risultati di analoghe attività autonome a livello nazionale, al fine di pervenire ad un quadro conoscitivo
unitario da trasmettere annualmente al Parlamento ad integrazione della relazione prevista ai sensi
dell'articolo 20 della legge 9 gennaio 1991, n. 10, nonché alla Conferenza unificata. Il Ministero delle attività
produttive ed il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio provvedono altresì al monitoraggio della
legislazione negli Stati membri dell'Unione europea, per lo sviluppo di azioni in un contesto di metodologie
ed esperienze il più possibile coordinato, riferendone al Parlamento ed alla Conferenza unificata nell'ambito
del quadro conoscitivo di cui al periodo precedente.

Titolo II
NORME TRANSITORIE

Art. 11. Norme transitorie (1) - 1. Nelle more dell'aggiornamento delle specifiche norme europee di
riferimento per l'attuazione della direttiva 2010/31/UE, le metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche
degli edifici, di cui all'articolo 3, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 2 aprile 2009, n. 59,
predisposte in conformità alle norme EN a supporto delle direttive 2002/91/CE e 2010/31/UE, sono quelle di
seguito elencate:
a) raccomandazione CTI 14/2013 "Prestazioni energetiche degli edifici - Determinazione dell'energia
primaria e della prestazione energetica EP per la classificazione dell'edificio", o normativa UNI equivalente e
successive norme tecniche che ne conseguono;
b) UNI/TS 11300 - 1 Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 1: Determinazione del fabbisogno di
energia termica dell'edificio per la climatizzazione estiva e invernale;
c) UNI/TS 11300 - 2 Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 2: Determinazione del fabbisogno di
energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale, per la produzione di acqua calda sanitaria,
la ventilazione e l'illuminazione;
d) UNI/TS 11300 - 3 Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 3: Determinazione del fabbisogno di
energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione estiva;
e) UNI/TS 11300 - 4 Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 4: Utilizzo di energie rinnovabili e di
altri metodi di generazione per riscaldamento di ambienti e preparazione acqua calda sanitaria;
e-bis) UNI EN 15193 - Prestazione energetica degli edifici - Requisiti energetici per illuminazione.

(1) Articolo così sostituito dall'art. 9, comma 1, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla L. 3
agosto 2013, n. 90.

Art. 12. Esercizio, manutenzione e ispezione degli impianti termici (1) -


(1) Articolo abrogato dall'art. 18, comma 1, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla L. 3
agosto 2013, n. 90.

Titolo III
DISPOSIZIONI FINALI

Art. 13. Misure di accompagnamento - 1. Il Ministero delle attività produttive predispone programmi,
progetti e strumenti di informazione, educazione e formazione al risparmio energetico.

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2. I programmi e i progetti di cui sopra privilegiano le sinergie di competenza e di risorse dei pertinenti
settori delle amministrazioni regionali e possono essere realizzati anche avvalendosi di accordi con enti
tecnico-scientifici e agenzie, pubblici e privati. Gli stessi programmi e progetti hanno come obiettivo:
a) la piena attuazione del presente decreto attraverso nuove e incisive forme di comunicazione rivolte
ai cittadini e agli operatori del settore tecnico e del mercato immobiliare;
b) la sensibilizzazione degli utenti finali e della scuola con particolare attenzione alla presa di
coscienza che porti a modifiche dei comportamenti dei cittadini anche attraverso la diffusione di indicatori
che esprimono l'impatto energetico e ambientale a livello individuale e collettivo. Tra questi indicatori, per
immediatezza ed elevato contenuto comunicativo, si segnala l'impronta ecologica;
c) l'aggiornamento del circuito professionale e la formazione di nuovi operatori per lo sviluppo e la
qualificazione di servizi, anche innovativi, nelle diverse fasi del processo edilizio con particolare attenzione
all'efficienza energetica e alla installazione e manutenzione degli impianti di climatizzazione e illuminazione;
d) la formazione di esperti qualificati e indipendenti a cui affidare il sistema degli accertamenti e delle
ispezioni edili ed impiantistiche.
3. Le attività di cui al comma 2, lettere a) e b), sono condotte in sinergia con le misure di
accompagnamento previste dall'articolo 16 del decreto del Ministro dello sviluppo economico 28 dicembre
2012, recante disposizioni in materia di incentivazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili
ed interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni, e all'articolo 15 del decreto del Ministro dello
sviluppo economico 28 dicembre 2012, recante disposizioni in materia di determinazione degli obiettivi
quantitativi nazionali di risparmio energetico che devono essere perseguiti dalle imprese di distribuzione
dell'energia elettrica e il gas per gli anni dal 2013 al 2016 e per il potenziamento del meccanismo dei
certificati bianchi, pubblicati nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 1
del 2 gennaio 2013. (1)
4. Le attività per il raggiungimento degli obiettivi di cui al comma 2, lettere c) e d) competono alle regioni
e alle province autonome di Trento e Bolzano, che possono provvedervi nell'ambito delle risorse umane,
finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.

(1) Comma così sostituito dall'art. 11, comma 1, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni,
dalla L. 3 agosto 2013, n. 90.
Art. 14. Copertura finanziaria (1) - 1. All'attuazione del presente decreto, fatta salva l'implementazione
degli strumenti finanziari di cui all'articolo 4-ter, si provvede con le risorse umane, finanziarie e strumentali
disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

(1) Articolo così sostituito dall'art. 10, comma 1, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla L.
3 agosto 2013, n. 90.

Art. 15. Sanzioni (1) - 1. L'attestato di prestazione energetica di cui all'articolo 6, il rapporto di controllo
tecnico di cui all'articolo 7, la relazione tecnica, l'asseverazione di conformità e l'attestato di qualificazione
energetica di cui all'articolo 8, sono resi in forma di dichiarazione sostitutiva di atto notorio ai sensi
dell'articolo 47, del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione
amministrativa, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445.
2. Le autorità competenti che ricevono i documenti di cui al comma 1 eseguono i controlli periodici e
diffusi con le modalità di cui all'articolo 71 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n.
445, e applicano le sanzioni amministrative di cui ai commi da 3 a 6. Inoltre, qualora ricorrano le ipotesi di
reato di cui all'articolo 76, del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, si
applicano le sanzioni previste dal medesimo articolo.
3. Il professionista qualificato che rilascia la relazione tecnica di cui all'articolo 8, compilata senza il
rispetto degli schemi e delle modalità stabilite nel decreto di cui all'articolo 8, commi 1 e 1-bis, o un attestato
di prestazione energetica degli edifici senza il rispetto dei criteri e delle metodologie di cui all'articolo 6, è
punito con una sanzione amministrativa non inferiore a 700 euro e non superiore a 4200 euro. L'ente locale
e la regione o la provincia autonoma, che applicano le sanzioni secondo le rispettive competenze, danno
comunicazione ai relativi ordini o collegi professionali per i provvedimenti disciplinari conseguenti.
4. Il direttore dei lavori che omette di presentare al comune l'asseverazione di conformità delle opere e
l'attestato di qualificazione energetica, di cui all'articolo 8, comma 2, prima del rilascio del certificato di
agibilità, è punito con la sanzione amministrativa non inferiore a 1000 euro e non superiore a 6000 euro. Il
comune che applica la sanzione deve darne comunicazione all'ordine o al collegio professionale competente
per i provvedimenti disciplinari conseguenti.

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5. Il proprietario o il conduttore dell'unità immobiliare, l'amministratore del condominio, o l'eventuale
terzo che se ne è assunta la responsabilità, qualora non provveda alle operazioni di controllo e
manutenzione degli impianti di climatizzazione secondo quanto stabilito dall'articolo 7, comma 1, è punito
con la sanzione amministrativa non inferiore a 500 euro e non superiore a 3000 euro.
6. L'operatore incaricato del controllo e manutenzione, che non provvede a redigere e sottoscrivere il
rapporto di controllo tecnico di cui all'articolo 7, comma 2, è punito con la sanzione amministrativa non
inferiore a 1000 euro e non superiore a 6000 euro. L'ente locale, o la regione competente in materia di
controlli, che applica la sanzione comunica alla camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di
appartenenza per i provvedimenti disciplinari conseguenti.
7. In caso di violazione dell'obbligo di dotare di un attestato di prestazione energetica gli edifici di nuova
costruzione e quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti, come previsto dall'articolo 6, comma 1, il
costruttore o il proprietario è punito con la sanzione amministrativa non inferiore a 3000 euro e non superiore
a 18000 euro.
8. In caso di violazione dell'obbligo di dotare di un attestato di prestazione energetica gli edifici o le unità
immobiliari nel caso di vendita, come previsto dall'articolo 6, comma 2, il proprietario è punito con la
sanzione amministrativa non inferiore a 3000 euro e non superiore a 18000 euro.
9. In caso di violazione dell'obbligo di dotare di un attestato di prestazione energetica gli edifici o le unità
immobiliari nel caso di nuovo contratto di locazione, come previsto dall'articolo 6, comma 2, il proprietario è
punito con la sanzione amministrativa non inferiore a 300 euro e non superiore a 1800 euro.
10. In caso di violazione dell'obbligo di riportare i parametri energetici nell'annuncio di offerta di vendita
o locazione, come previsto dall'articolo 6, comma 8, il responsabile dell'annuncio è punito con la sanzione
amministrativa non inferiore a 500 euro e non superiore a 3000 euro.

(1) Articolo modificato dall'art. 6, comma 1, lett. da a) a d), D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere dal 2
febbraio 2007, dall'art. 35, comma 2-bis, D.L. 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla L. 6
agosto 2008, n. 133 e, successivamente, così sostituito dall'art. 12, comma 1, D.L. 4 giugno 2013, n. 63,
convertito, con modificazioni, dalla L. 3 agosto 2013, n. 90.

Art. 16. Abrogazioni e disposizioni finali - 1. Sono abrogate le seguenti norme della legge 9
gennaio 1991, n. 10:
a) l'articolo 4, commi 1, 2 e 4; l'articolo 28, commi 3 e 4; l'articolo 29; l'articolo 30; l'articolo 31, comma
2; l'articolo 33, commi 1 e 2; l'articolo 34, comma 3. (1)
1-bis. Il comma 2 dell'articolo 26 della legge 9 gennaio 1991, n. 10, è sostituito dal seguente:
"2. Per gli interventi sugli edifici e sugli impianti volti al contenimento del consumo energetico ed
all'utilizzazione delle fonti di energia di cui all'articolo 1, individuati attraverso un attestato di prestazione
energetica o una diagnosi energetica realizzata da un tecnico abilitato, le pertinenti decisioni condominiali
sono valide se adottate con la maggioranza semplice delle quote millesimali.". (2)
2. Il decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, si applica, in quanto compatibile
con il presente decreto legislativo, e può essere modificato o abrogato con i decreti di cui all'articolo 4. Di
tale decreto sono abrogate le seguenti norme:
a) l'articolo 5, commi 1, 2, 3 e 4; l'articolo 7, comma 7; l'articolo 8; l'articolo 11, commi 4, 12, 14, 15,
16, 18, 19, 20. (3)
3. E' abrogato l'articolo 1 del decreto del Ministro dell'industria, commercio e artigianato in data 6 agosto
1994, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 197 del 24 agosto 1994, recante recepimento delle norme UNI
attuative del decreto del Presidente della Repubblica del 26 agosto 1993, n. 412, recante il regolamento per
il contenimento dei consumi di energia degli impianti termici degli edifici, e rettifica del valore limite del
fabbisogno energetico normalizzato.
4. Gli allegati, che costituiscono parte integrante del presente decreto, sono modificati con decreto del
Ministro delle attività produttive, di concerto con i Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e delle
infrastrutture e trasporti, sentita la Conferenza unificata, in conformità alle modifiche tecniche rese
necessarie dal progresso ovvero a quelle introdotte a livello comunitario a norma dell'articolo 13 della legge
4 febbraio 2005, n. 11.
4-bis. Dalla data di entrata in vigore dei decreti di cui all'articolo 4, comma 1, è abrogato il decreto del
Presidente della Repubblica 2 aprile 2009, n. 59. (4)

(1) Comma sostituito dall'art. 7, comma 1, D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere dal 2 febbraio 2007.

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(2) Comma inserito dall'art. 7, comma 1, D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere dal 2 febbraio 2007 e,
successivamente, così modificato, dall'art. 18, comma 3, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con
modificazioni, dalla L. 3 agosto 2013, n. 90.
(3) Comma sostituito dall'art. 7, comma 2, D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere dal 2 febbraio 2007.
(4) Comma aggiunto dall'art. 13, comma 1, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla L. 3
agosto 2013, n. 90.

Art. 17. Clausola di cedevolezza (1) - 1. In relazione a quanto disposto dall'articolo 117, quinto
comma, della Costituzione, le disposizioni di cui al presente decreto si applicano alle regioni e alle province
autonome che non abbiano ancora provveduto al recepimento della direttiva 2010/31/UE fino alla data di
entrata in vigore della normativa di attuazione adottata da ciascuna regione e provincia autonoma. Nel
dettare la normativa di attuazione le regioni e le province autonome sono tenute al rispetto dei vincoli
derivanti dall'ordinamento europeo e dei principi fondamentali desumibili dal presente decreto. Sono fatte
salve, in ogni caso, le norme di attuazione delle regioni e delle province autonome che, alla data di entrata in
vigore della normativa statale di attuazione, abbiano già provveduto al recepimento. Il presente decreto,
munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica
italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

(1) Articolo così sostituito dall'art. 13-bis, comma 1, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni,
dalla L. 3 agosto 2013, n. 90

Allegato A
(Articolo 2) (1)

(1) Allegato sostituito dall'art. 8, comma 1, D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere dal 2 febbraio 2007,
modificato dall'art. 7, comma 1, lett. a) e b), D.M. 26 giugno 2009 e dall'art. 35, comma 1, lett. a) e b), L. 23
luglio 2009, n. 99. Successivamente, il presente allegato è stato così sostituito dall'art. 1, comma 1, D.M. 22
novembre 2012.
Punto abrogato dall'art. 18, comma 1, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla L. 3
agosto 2013, n. 90.
Punto così modificato dall'art. 18, commi 2-bis e 3, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni,
dalla L. 3 agosto 2013, n. 90.
Punto così sostituito dall'art. 2, comma 1-bis, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla
L. 3 agosto 2013, n. 90.
Punto così modificato dall'art. 1, comma 7-bis, D.L. 23 dicembre 2013, n. 145, convertito, con modificazioni,
dalla L. 21 febbraio 2014, n. 9.

Ulteriori definizioni

1. accertamento è l'insieme delle attività di controllo pubblico diretto ad accertare in via esclusivamente
documentale che il progetto delle opere e gli impianti siano conformi alle norme vigenti e che rispettino le
prescrizioni e gli obblighi stabiliti;
2. (2)
3. autorità competente l'autorità responsabile dei controlli, degli accertamenti e delle ispezioni o la
diversa autorità indicata dalla legge regionale, come indicato all'art. 283, comma 1, lettera i) del decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152;
4. certificazione energetica dell'edificio il complesso delle operazioni svolte dai soggetti di cui all'art. 4,
comma 1-bis per il rilascio dell'attestato di prestazione energetica e delle raccomandazioni per il
miglioramento della prestazione energetica dell'edificio; (3)
5. combustione: processo mediante il quale l'energia chimica contenuta in sostanze combustibili viene
convertita in energia termica utile in generatori di calore (combustione a fiamma) o in energia meccanica in
motori endotermici;
6. conduttore di impianto termico: operatore, dotato di idoneo patentino nei casi prescritti dalla
legislazione vigente, che esegue le operazioni di conduzione di un impianto termico;
7. conduzione di impianto termico: insieme delle operazioni necessarie per il normale funzionamento
dell'impianto termico, che non richiedono l'uso di utensili né di strumentazione al di fuori di quella installata
sull'impianto;

- 52 -
8. contratto servizio energia: è un contratto che nell'osservanza dei requisiti e delle prestazioni di cui al
paragrafo 4 del D.Lgs. 30 maggio 2008, n. 115, disciplina l'erogazione dei beni e servizi necessari alla
gestione ottimale e al miglioramento del processo di trasformazione e di utilizzo dell'energia;
9. controllo: verifica del grado di funzionalità ed efficienza di un apparecchio o di un impianto termico
eseguita da operatore abilitato ad operare sul mercato, sia al fine dell'attuazione di eventuali operazioni di
manutenzione e/o riparazione sia per valutare i risultati conseguiti con dette operazioni;
10. diagnosi energetica: elaborato tecnico che individua e quantifica le opportunità di risparmio
energetico sotto il profilo dei costi-benefici dell'intervento, individua gli interventi per la riduzione della spesa
energetica e i relativi tempi di ritorno degli investimenti nonché i possibili miglioramenti di classe dell'edificio
nel sistema di certificazione energetica e la motivazione delle scelte impiantistiche che si vanno a realizzare.
La diagnosi deve riguardare sia l'edificio che l'impianto;
11. (2)
12. (2)
13. esercizio: attività che dispone e coordina, nel rispetto delle prescrizioni relative alla sicurezza, al
contenimento dei consumi energetici e alla salvaguardia dell'ambiente, le attività relative all'impianto termico,
come la conduzione, la manutenzione e il controllo, e altre operazioni per specifici componenti d'impianto;
14. fabbisogno annuo di energia primaria per la Climatizzazione invernale è la quantità di energia
primaria globalmente richiesta, nel corso di un anno, per mantenere negli ambienti riscaldati la temperatura
di progetto. (4)
15. fluido termovettore: fluido mediante il quale l'energia termica viene trasportata all'interno dell'edificio,
fornita al confine energetico dell'edificio oppure esportata all'esterno;
16. fonti energetiche rinnovabili sono quelle definite all'art. 2, comma 1, lettera a) , del decreto
legislativo del 28 marzo 2011, n. 28;
17. gradi giorno di una località è il parametro convenzionale rappresentativo delle condizioni climatiche
locali, utilizzato per stimare al meglio il fabbisogno energetico necessario per mantenere gli ambienti ad una
temperatura prefissata; l'unità di misura utilizzata è il grado giorno, GG;
18. (2)
19. impianto termico di nuova installazione è un impianto termico installato in un edificio di nuova
costruzione o in un edificio o porzione di edificio antecedentemente privo di impianto termico;
20. indice di prestazione energetica EP parziale esprime il fabbisogno di energia primaria parziale
riferito ad un singolo uso energetico dell'edificio (a titolo d'esempio: alla sola climatizzazione invernale e/o
alla climatizzazione estiva e/o produzione di acqua calda per usi sanitari e/o illuminazione artificiale) riferito
2 3
all'unità di superficie utile o di volume lordo, espresso rispettivamente in kWh/m anno o kWh/m anno;
21. indice di prestazione energetica EP esprime il fabbisogno di energia primaria globale riferito all'unità
2 3
di superficie utile o di volume lordo riscaldato, espresso rispettivamente in kWh/m anno o kWh/ m anno;
22. (2)
23. ispezioni sugli impianti termici: interventi di controllo tecnico e documentale in sito, svolti da esperti
qualificati incaricati dalle autorità pubbliche competenti, mirato a verificare che gli impianti rispettino le
prescrizioni del presente decreto;
24. locale tecnico: ambiente utilizzato per l'allocazione di caldaie e macchine frigorifere a servizio di
impianti di climatizzazione estivi e invernali con i relativi complementi impiantistici elettrici e idraulici,
accessibile solo al responsabile dell'impianto o al soggetto delegato;
25. macchina frigorifera: nell'ambito del sottosistema di generazione di un impianto termico, è qualsiasi
tipo di dispositivo (o insieme di dispositivi) che permette di sottrarre calore al fluido termovettore o
direttamente all'aria dell'ambiente interno climatizzato anche mediante utilizzo di fonti energetiche rinnovabili;
26. manutenzione: insieme degli interventi necessari, svolte da tecnici abilitati operanti sul mercato, per
garantire nel tempo la sicurezza e la funzionalità e conservare le prestazioni dell'impianto entro i limiti
prescritti;
27. manutenzione ordinaria dell'impianto termico sono le operazioni previste nei libretti d'uso e
manutenzione degli apparecchi e componenti che possono essere effettuate in luogo con strumenti ed
attrezzature di corredo agli apparecchi e componenti stessi e che comportino l'impiego di attrezzature e di
materiali di consumo d'uso corrente;
28. manutenzione straordinaria dell'impianto termico sono gli interventi atti a ricondurre il funzionamento
dell'impianto a quello previsto dal progetto e/o dalla normativa vigente mediante il ricorso, in tutto o in parte,
a mezzi, attrezzature, strumentazioni, riparazioni, ricambi di parti, ripristini, revisione o sostituzione di
apparecchi o componenti dell'impianto termico;
29. massa superficiale è la massa per unità di superficie della parete opaca compresa la malta dei
2
giunti esclusi gli intonaci, l'unità di misura utilizzata è il kg/m ;

- 53 -
30. occupante è chiunque, pur non essendone proprietario, ha la disponibilità, a qualsiasi titolo, di un
edificio e dei relativi impianti tecnologici;
31. parete fittizia è la parete schematizzata in figura;
<graphic filename="nazionale/2005/08/d_lgs_/36615967/22eb71f01.tif">
32. ponte termico è la discontinuità di isolamento termico che si può verificare in corrispondenza agli
innesti di elementi strutturali (solai e pareti verticali o pareti verticali tra loro);
33. ponte termico corretto è quando la trasmittanza termica della parete fittizia (il tratto di parete esterna
in corrispondenza del ponte termico) non supera per più del 15% la trasmittanza termica della parete
corrente;
34. potenza termica convenzionale di un generatore di calore è la potenza termica del focolare
diminuita della potenza termica persa al camino in regime di funzionamento continuo; l'unità di misura
utilizzata è il kW;
35. potenza termica del focolare di un generatore di calore è il prodotto del potere calorifico inferiore del
combustibile impiegato e della portata di combustibile bruciato; l'unità di misura utilizzata è il kW;
36. potenza termica utile nominale: potenza termica utile a pieno carico dichiarata dal fabbricante che il
generatore di calore può fornire in condizioni nominali di riferimento;
37. proprietario dell'impianto termico è il soggetto che, in tutto o in parte, è proprietario dell'impianto
termico; nel caso di edifici dotati di impianti termici centralizzati amministrati in condominio e nel caso di
soggetti diversi dalle persone fisiche gli obblighi e le responsabilità posti a carico del proprietario dal
presente regolamento sono da intendersi riferiti agli amministratori;
38. rendimento di combustione o rendimento termico convenzionale di un generatore di calore è il
rapporto tra la potenza termica convenzionale e la potenza termica del focolare;
39. rendimento globale medio stagionale dell'impianto termico è il rapporto tra il fabbisogno di energia
termica utile per la climatizzazione invernale e l'energia primaria delle fonti energetiche, ivi compresa
l'energia elettrica dei dispositivi ausiliari, calcolato con riferimento al periodo annuale di esercizio. Ai fini della
conversione dell'energia elettrica in energia primaria si considera il valore di riferimento per la conversione
tra kWh elettrici e MJ definito con provvedimento dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, al fine di tener
conto dell'efficienza media di produzione del parco termoelettrico, e i suoi successivi aggiornamenti;
40. rendimento di produzione medio stagionale è il rapporto tra l'energia termica utile generata ed
immessa nella rete di distribuzione e l'energia primaria delle fonti energetiche, compresa l'energia elettrica,
calcolato con riferimento al periodo annuale di esercizio. Ai fini della conversione dell'energia elettrica in
energia primaria si considera il valore di riferimento per la conversione tra kWh elettrici e MJ definito con
provvedimento dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, al fine di tener conto dell'efficienza media di
produzione del parco termoelettrico, e i suoi successivi aggiornamenti;
41. rendimento termico utile di un generatore di calore è il rapporto tra la potenza termica utile e la
potenza termica del focolare;
42. responsabile dell'impianto termico: l'occupante, a qualsiasi titolo, in caso di singole unità immobiliari
residenziali; il proprietario, in caso di singole unità immobiliari residenziali non locate; l'amministratore, in
caso di edifici dotati di impianti termici centralizzati amministrati in condominio; il proprietario o
l'amministratore delegato in caso di edifici di proprietà di soggetti diversi dalle persone fisiche;
43. ristrutturazione di un impianto termico è un insieme di opere che comportano la modifica sostanziale
sia dei sistemi di produzione che di distribuzione ed emissione del calore; rientrano in questa categoria
anche la trasformazione di un impianto termico centralizzato in impianti termici individuali nonché la
risistemazione impiantistica nelle singole unità immobiliari, o parti di edificio, in caso di installazione di un
impianto termico individuale previo distacco dall'impianto termico centralizzato;
44. SCOP: coefficiente di prestazione medio stagionale delle pompe di calore determinato in condizioni
di riferimento secondo la EN 14825 per la climatizzazione invernale;
45. schermature solari esterne sistemi che, applicati all'esterno di una superficie vetrata trasparente
permettono una modulazione variabile e controllata dei parametri energetici e ottico luminosi in risposta alle
sollecitazioni solari;
46. SEER: coefficiente di prestazione medio stagionale delle macchine frigorifere determinato in
condizioni di riferimento secondo la EN 14825 per la climatizzazione estiva;
47. servizi energetici degli edifici:
a) climatizzazione invernale: fornitura di energia termica utile agli ambienti dell'edificio per mantenere
condizioni prefissate di temperatura ed eventualmente, entro limiti prefissati, di umidità relativa;
b) produzione di acqua calda sanitaria: fornitura, per usi igienico-sanitari, di acqua calda a temperatura
prefissata ai terminali di erogazione degli edifici;

- 54 -
c) climatizzazione estiva: compensazione degli apporti di energia termica sensibile e latente per
mantenere all'interno degli ambienti condizioni di temperatura a bulbo secco e umidità relativa idonee ad
assicurare condizioni di benessere per gli occupanti;
d) illuminazione: fornitura di luce artificiale quando l'illuminazione naturale risulti insufficiente per gli
ambienti interni e per gli spazi esterni di pertinenza dell'edificio;
48. sostituzione di un generatore di calore è la rimozione di un vecchio generatore e l'installazione di un
altro nuovo, di potenza termica non superiore di più del 10% della potenza del generatore sostituito,
destinato a erogare energia termica alle medesime utenze;
49. sottosistema di generazione: apparecchio o insieme di più apparecchi o dispositivi che permette di
trasferire, al fluido termovettore o direttamente all'aria dell'ambiente interno climatizzato o all'acqua sanitaria,
il calore derivante da una o più delle seguenti modalità:
a) prodotto dalla combustione;
b) ricavato dalla conversione di qualsiasi altra forma di energia (elettrica, meccanica, chimica, derivata
da fenomeni naturali quali ad esempio l'energia solare, etc.);
c) contenuto in una sorgente a bassa temperatura e riqualificato a più alta temperatura;
d) contenuto in una sorgente ad alta temperatura e trasferito al fluido termovettore;
50. superficie utile è la superficie netta calpestabile dei volumi interessati dalla climatizzazione ove
l'altezza sia non minore di 1,50 m e delle proiezioni sul piano orizzontale delle rampe relative ad ogni piano
nel caso di scale interne comprese nell'unità immobiliare, tale superficie è utilizzata per la determinazione
degli specifici indici di prestazione energetica;
51. temperatura dell'aria in un ambiente: la temperatura dell'aria misurata secondo le modalità prescritte
dalla norma tecnica UNI 8364-1;
52. terzo responsabile dell'impianto termico: l'impresa che, essendo in possesso dei requisiti previsti
dalle normative vigenti e comunque di capacità tecnica, economica e organizzativa adeguata al numero, alla
potenza e alla complessità degli impianti gestiti, è delegata dal responsabile ad assumere la responsabilità
dell'esercizio, della conduzione, del controllo, della manutenzione e dell'adozione delle misure necessarie al
contenimento dei consumi energetici; (5)
2
53. trasmittanza termica flusso di calore che passa attraverso una parete per m di superficie della
parete e per grado K di differenza tra la temperatura interna ad un locale e la temperatura esterna o del
locale contiguo;
54. unità cogenerativa: unità comprendente tutti i dispositivi per realizzare la produzione simultanea di
energia termica ed elettrica, rispondente ai requisiti di cui al decreto 4 agosto 2011;
55. unità di micro-cogenerazione: unità di cogenerazione con potenza elettrica nominale inferiore a 50
kW rispondente ai requisiti di cui al decreto 4 agosto 2011.
56. (2)

Allegato B
(Articolo 4) (6)

(6) Allegato abrogato dall'art. 18, comma 1, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla L.
3 agosto 2013, n. 90.

Allegato C
(Allegato I, commi 1, 2, 3) (7)

(7) Allegato sostituito dall'art. 8, comma 1, D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere dal 2 febbraio 2007
e, successivamente, così modificato dall'art. 7, comma 1, D.Lgs. 29 marzo 2010, n. 56.
REQUISITI ENERGETICI DEGLI EDIFICI
1. Indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale
1.1 Edifici residenziali della Classe E1, esclusi collegi, conventi, case di pena e caserme

Tabella 1.1 Valori limite dell'indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale, espresso in
kWh/m² anno
Rapporto di Zona climatica
forma
dell'edificio
S/V

- 55 -
A B C D E F
fino a a a a a a a a a oltre
600 601 900 901 1400 1401 2100 2101 3000 3000
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG
0,2 10 10 15 15 25 25 40 40 55 55
0,9 45 45 60 60 85 85 110 110 145 145

Tabella 1.2 Valori limite, applicabili dal 1 gennaio 2008, dell'indice di prestazione energetica per la
climatizzazione invernale, espresso in kWh/m² anno
Rapporto di Zona climatica
forma
dell'edificio
S/V
A B C D E F
fino a a a a a a a a a oltre
600 601 900 901 1400 1401 2100 2101 3000 3000
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG
0,2 9,5 9,5 14 14 23 23 37 37 52 52
0,9 41 41 55 55 78 78 100 100 133 133

Tabella 1.3 Valori limite, applicabili dal 1 gennaio 2010, dell'indice di prestazione energetica per la
climatizzazione invernale, espresso in kWh/m² anno
Rapporto di Zona climatica
forma
dell'edificio
S/V
A B C D E F
fino a a a a a a a a a oltre
600 601 900 901 1400 1401 2100 2101 3000 3000
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG
0,2 8,5 8,5 12,8 12,8 21,3 21,3 34 34 46,8 46,8
0,9 36 36 48 48 68 68 88 88 116 116

1.2 Tutti gli altri edifici

Tabella 2.1 Valori limite dell'indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale, espresso in
kWh/m³ anno
Rapporto di Zona climatica
forma
dell'edificio
S/V
A B C D E F
fino a a a a a a a a a oltre
600 601 900 901 1400 1401 2100 2101 3000 3000
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG
0,2 2,5 2,5 4,5 4,5 7,5 7,5 12 12 16 16
0,9 11 11 17 17 23 23 30 30 41 41

Tabella 2.2 Valori limite, applicabili dal 1 gennaio 2008, dell'indice di prestazione energetica per la
climatizzazione invernale, espresso in kWh/m³ anno
Rapporto di Zona climatica
forma
dell'edificio
S/V

- 56 -
A B C D E F
fino a a a a a a a a a oltre
600 601 900 901 1400 1401 2100 2101 3000 3000
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG
0,2 2,5 2,5 4,5 4,5 6,5 6,5 10,5 10,5 14,5 14,5
0,9 9 9 14 14 20 20 26 26 36 36

Tabella 2.3 Valori limite, applicabili dal 1 gennaio 2010, dell'indice di prestazione energetica per la
climatizzazione invernale, espresso in kWh/m³ anno
Rapporto di Zona climatica
forma
dell'edificio
S/V
A B C D E F
fino a a a a a a a a a oltre
600 601 900 901 1400 1401 2100 2101 3000 3000
GG GG GG GG GG GG GG GG GG GG
0,2 2,0 2,0 3,6 3,6 6 6 9,6 9,6 12,7 12,7
0,9 8,2 8,2 12,8 12,8 17,3 17,3 22,5 22,5 31 31

I valori limite riportati nelle tabelle sono espressi in funzione della zona climatica, così come individuata
all'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, e del rapporto di forma
dell'edificio S/V, dove;
a) S, espressa in metri quadrati, è la superficie che delimita verso l'esterno (ovvero verso ambienti non dotati
di impianto di riscaldamento), il volume riscaldato V;
b) V è il volume lordo, espresso in metri cubi, delle parti di edificio riscaldate, definito dalle superfici che lo
delimitano.
Per valori di S/V compresi nell'intervallo 0,2 - 0,9 e, analogamente, per gradi giorno (GG) intermedi ai limiti
delle zone climatiche riportati in tabella si procede mediante interpolazione lineare.
Per località caratterizzate da un numero di gradi giorno superiori a 3001 i valori limite sono determinati per
estrapolazione lineare, sulla base dei valori fissati per la zona climatica E, con riferimento al numero di GG
proprio della località in esame.
2. Trasmittanza termica delle strutture opache verticali

Tabella 2.1 Valori limite della trasmittanza termica U delle strutture opache verticali espressa in
W/m²K
Zona Dall'1 gennaio 2006 Dall'1 gennaio 2008 Dall'1 gennaio 2010
climatica U (W/m²K) U (W/m²K) U (W/m²K)
A 0,85 0,72 0,62
B 0,64 0,54 0,48
C 0,57 0,46 0,40
D 0,50 0,40 0,36
E 0,46 0,37 0,34
F 0,44 0,35 0,33

3. Trasmittanza termica delle strutture opache orizzontali o inclinate


3.1 Coperture

Tabella 3.1 Valori limite della trasmittanza termica U delle strutture opache orizzontali o inclinate
di copertura espressa in W/m²K
Zona Dall'1 gennaio 2006 Dall'1 gennaio 2008 Dall'1 gennaio 2010
climatica U (W/m²K) U (W/m²K) U (W/m²K)
A 0,80 0,42 0,38
B 0,60 0,42 0,38
C 0,55 0,42 0,38
D 0,46 0,35 0,32

- 57 -
E 0,43 0,32 0,30
F 0,41 0,31 0,29

3.2 Pavimenti verso locali non riscaldati o verso l'esterno

Tabella 3.2 Valori limite della trasmittanza termica U delle strutture opache orizzontali di
pavimento espressa in W/m²K
Zona Dall'1 gennaio 2006 Dall'1 gennaio 2008 Dall'1 gennaio 2010
climatica U (W/m²K) U (W/m²K) U (W/m²K)
A 0,80 0,74 0,65
B 0,60 0,55 0,49
C 0,55 0,49 0,42
D 0,46 0,41 0,36
E 0,43 0,38 0,33
F 0,41 0,36 0,32

4. Trasmittanza termica delle chiusure trasparenti

Tabella 4a. Valori limite della trasmittanza termica U delle chiusure trasparenti comprensive
degli infissi espressa in W/m²K
Zona Dall'1 gennaio 2006 Dall'1 gennaio 2008 Dall'1 gennaio 2010
climatica U (W/m²K) U (W/m²K) U (W/m²K)
A 5,5 5,0 4,6
B 4,0 3,6 3,0
C 3,3 3,0 2,6
D 3,1 2,8 2,4
E 2,8 2,4 2,2
F 2,4 2,2 2,0

Tabella 4b. Valori limite della trasmittanza centrale termica U dei vetri espressa in W/m²K
Zona Dall'1 gennaio 2006 Dall'1 luglio 2008 Dal 1° luglio 2010
climatica U (W/m²K) U (W/m²K) U (W/m²K)
A 5,0 4,5 3,7
B 4,0 3,4 2,7
C 3,0 2,3 2,1
D 2,6 2,1 1,9
E 2,4 1,9 1,7
F 2,3 1,7 1,3

5. Rendimento globale medio stagionale dell'impianto termico


g=(75 + 3 log Pn)%
dove log Pn è il logaritmo in base 10 della potenza utile nominale del generatore o dei generatori di calore al
servizio del singolo impianto termico, espressa in kW.
Per valori di Pn superiori a 1000 kW la formula precedente non si applica, e la soglia minima per il
rendimento globale medio stagionale è pari a 84%.

Allegato D (8)

(8) Allegato abrogato dall'art. 8, comma 2, D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere dal 2 febbraio 2007.

Allegato E
(Allegato I, comma 15) (9)

(9) Allegato sostituito dall'art. 8, comma 1, D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere dal 2 febbraio 2007.

- 58 -
RELAZIONE TECNICA DI CUI ALL'ARTICOLO 28 DELLA LEGGE 9 GENNAIO 1991, N. 10,
ATTESTANTE LA RISPONDENZA ALLE PRESCRIZIONI IN MATERIA DI CONTENIMENTO DEL
CONSUMO ENERGETICO DEGLI EDIFICI

Lo schema di relazione tecnica proposto nel seguito contiene le informazioni minime necessarie per
accertare l'osservanza delle norme vigenti da parte degli organismi pubblici competenti. Lo schema di
relazione tecnica si riferisce all'applicazione integrale del decreto legislativo. Nel caso di applicazione
parziale e/o limitata al rispetto di specifici parametri, livelli prestazionali e prescrizioni le informazione e i
documenti relativi ai paragrafi 5, 6, 7, 8 e 9 devono essere predisposti in modo congruente con il livello di
applicazione.
1. INFORMAZIONI GENERALI
Comune di ......................................................................... Provincia ...................................
Progetto per la realizzazione di (specificare il tipo di opere)
Sito in (specificare l'ubicazione o, in alternativa indicare che è da edificare nel terreno di cui si riportano
gli estremi del censimento al Nuovo Catasto Territoriale).
Concessione edilizia n. .................................................................. del .........................
Classificazione dell'edificio (o del complesso di edifici) in base alla categoria di cui all'articolo 3 del
decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412 ; per edifici costituiti da parti appartenenti a
categorie differenti, specificare le diverse categorie)
Numero delle unità abitative
Committente(i)
Progettista(i) degli impianti termici e dell'isolamento termico dell'edificio
Direttore(i) degli Impianti termici e dell'isolamento termica dell'edificio
[ ] L'edificio (o il complesso di edifici) rientra tra quelli di proprietà pubblica o adibiti ad uso pubblico ai
fini dell'articolo 5, comma 15, del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412 (utilizzo
delle fonti rinnovabili di energia) e dell'allegato I, comma 14 del decreto legislativo
2. FATTORI TIPOLOGICI DELL'EDIFICIO (O DEL COMPLESSO DI EDIFICI)
Gli elementi tipologici forniti, al solo scopo di supportare la presente relazione tecnica, sono i seguenti:
[ ] Piante di ciascun piano degli edifici con orientamento e indicazione d'uso prevalente dei singoli locali
[ ] Prospetti e sezioni degli edifici con evidenziazione dei sistemi di proiezione solare
[ ] Elaborati grafici relativi ad eventuali sistemi solari passivi specificatamente progettati per favorire lo
sfruttamento degli apporti solari
3. PARAMETRI CLIMATICI DELLA LOCALITA'
Gradi giorno (della zona d'insediamento, determinati in base al DPR 412/93) GG
Temperatura minima di progetto (dell'aria esterna secondo norma UNI 5364 e successivi
aggiornamenti) °C
4. DATI TECNICI E COSTRUTTIVI DELL'EDIFICIO (O DEL COMPLESSO DI EDIFICI) E DELLE
RELATIVE STRUTTURE
Volume delle parti di edificio abitabili o agibili al lordo delle strutture che li delimitano (V)
...................................... m³
Superficie esterna che delimita il volume (S) .................................................. m³
Rapporto .................................................. I/m
Superficie utile dell'edificio .................................................. m³
Valore di progetto della temperatura interna .................................................. °C
Valore di progetto dell'umidità relativa interna .................................................. %
5. DATI RELATIVI AGLI IMPIANTI
5.1 Impianti termici
a) Descrizione impianto
Tipologia
Sistemi di generazione
Sistemi di termoregolazione
Sistemi di contabilizzazione dell'energia termica
Sistemi di distribuzione del vettore termico
Sistemi di ventilazione forzata: tipologie
Sistemi di accumulo termico: tipologie
Sistemi di produzione e di distribuzione dell'acqua calda sanitaria
Durezza dell'acqua di alimentazione dei generatori di calore per potenza installata maggiore o uguale a
350 kW
gradi francesi

- 59 -
b) Specifiche dei generatori di energia
Fluido termovettore
Valore nominale della potenza termica utile .................................................. kW
Rendimento termico utile (o di combustione per generatori ad aria calda) al 100% Pn
Valore di progetto .................................................. %
Valore minimo prescritto dal regolamento .................................................. %
.................................................. (se necessario)
Rendimento termico utile al 30% Pn
Valore di progetto .................................................. %
Valore minimo prescritto dal regolamento .................................................. .%
.................................................. (se necessario)
Combustibile utilizzato
Nel caso di generatori che utilizzino più di un combustibile indicare il tipo e le percentuali di utilizzo dei
singoli combustibili
Per gli impianti termici con o senza produzione di acqua calda sanitaria, che utilizzano, in tutto o in
parte, macchine diverse dai generatori di calore convenzionali, quali ad esempio: macchine frigorifere,
pompe di calore, gruppi di cogenerazione di energia termica ed elettrica, le prestazioni delle macchine
diverse dai generatori di calore sono fornite indicando le caratteristiche normalmente utilizzate per le
specifiche apparecchiature, applicando, ove esistenti, le vigenti norme tecniche.
c) Specifiche relative ai sistemi di regolazione dell'impianto termico
Tipo di conduzione prevista ( ) continua con attenuazione notturna ( ) intermittente
Sistema di telegestione dell'impianto termico, se esistente
Descrizione sintetica delle funzioni
Sistema di regolazione climatica in centrale termica (solo per impianti centralizzati)
Centralina climatica
Descrizione sintetica delle funzioni
Numero dei livelli di programmazione della temperatura nelle 24 ore
Organi di attuazione
Descrizione sintetica delle funzioni
Regolatori climatici delle singole zone o unità immobiliari
Numero di apparecchi
Descrizione sintetica delle funzioni
Numero dei livelli di programmazione della temperatura nelle 24 ore
Dispositivi per la regolazione automatica della temperatura ambiente nei singoli locali o nelle singole
zone, ciascuna avente caratteristiche di uso ed esposizioni uniformi
Numero di apparecchi
Descrizione sintetica dei dispositivi
d) Dispositivi per la contabilizzazione del calore nelle singole unità immobiliari (solo per impianti
centralizzati)
Numero di apparecchi
Descrizione sintetica del dispositivo
e) Terminali di erogazione dell'energia termica
Numero di apparecchi (quando applicabile)
Tipo
Potenza termica nominale (quando applicabile)
f) Condotti di evacuazione dei prodotti della combustione
Descrizione e caratteristiche principali
(Indicare con quale norma è stato eseguito il dimensionamento)
g) Sistemi di trattamento dell'acqua (tipo di trattamento)
h) Specifiche dell'isolamento termico della rete di distribuzione
(tipologia, conduttività termica, spessore)
i) Specifiche della/e pompa/e di circolazione
(portata, prevalenza, velocità, pressione, assorbimenti elettrici)
j) Impianti solari termici
Descrizione e caratteristiche tecniche
k) Schemi funzionali degli impianti termici
5.2 Impianti fotovoltaici
Descrizione e caratteristiche tecniche e schemi funzionali
5.3 Altri impianti

- 60 -
Descrizione e caratteristiche tecniche di apparecchiature, sistemi e impianti di rilevante importanza
funzionali
6. PRINCIPALI RISULTATI DEI CALCOLI
a) Involucro edilizio e ricambi d'aria
Caratteristiche termiche, igrometriche e di massa superficiale dei componenti opachi dell'involucro
edilizio
Confronto con i valori limite riportati all'allegato C del decreto legislativo
Vedi allegati alla presente relazione
Caratteristiche termiche dei componenti finestrati dell'involucro edilizio
Confronto con i valori limite riportati all'allegato C del decreto legislativo
Classe di permeabilità all'aria dei serramenti esterni
Vedi allegati alla presente relazione
Valutazione dell'efficacia dei sistemi schermanti delle superfici vetrate
Attenuazione dei ponti termici (provvedimenti e calcoli)
Trasmittanza termica (U) degli elementi divisori tra alloggi o unità immobiliari confinanti (distinguendo
pareti verticali e solai)
Confronto con il valore limite riportato al comma 10 dell'allegato I al decreto legislativo
Verifica termoigrometrica
Vedi allegati alla presente relazione
Numeri di ricambi d'aria (media nelle 24 ore) - specificare per le diverse zone
Portata d'aria di ricambio (G) solo nei casi di ventilazione meccanica controllata m3/h
Portata dell'aria circolante attraverso apparecchiature di recupero del calore disperso (solo se previste
dal progetto) m3/h
Rendimento termico delle apparecchiature di recupero del calore disperso (solo se previste dal
progetto)
b) Valore dei rendimenti medi stagionali di progetto
Rendimento di produzione (%)
Rendimento di regolazione (%)
Rendimento di distribuzione (%)
Rendimento di emissione (%)
Rendimento globale
c) Indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale
Metodo di calcolo utilizzato (indicazione obbligatoria)
Valore di progetto .................................................... kWh/m².anno/kWh/ m³.anno
Confronto con il valore limite riportato all'allegato C del decreto legislativo
.................................................... kWh/m².anno/kWh/ m³.anno
Fabbisogno di combustibile .................................................... kg o Nm³
Fabbisogno di energia elettrica da rete .................................................... kWhe
Fabbisogno di energia elettrica da produzione locale .................................................... kWh e
d) Indice di prestazione energetica normalizzato per la climatizzazione invernale
Valore di progetto (trasformazione del corrispondente dato calcolalo al punto c)) kJ/m³GG
e) Indice di prestazione energetica per la produzione di acqua calda sanitaria
Fabbisogno combustibile ....................................................
Fabbisogno di energia elettrica da rete kWhe
Fabbisogno di energia elettrica da produzione locale .................................................... kWh e
f) Impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria
percentuale di copertura del fabbisogno annuo
g) Impianti fotovoltaici
percentuale di copertura del fabbisogno annuo
7. ELEMENTI SPECIFICI CHE MOTIVANO EVENTUALI DEROGHE A NORME FISSATE DALLA
NORMATIVA VIGENTE
Nei casi in cui la normativa vigente consente di derogare ad obblighi generalmente validi in questa
sezione vanno adeguatamente illustrati i motivi che giustificano la deroga nel caso specifico.
8. VALUTAZONI SPECIFICHE PER L'UTILIZZO DELLE FONTI RINNOVABILI DI ENERGIA
Indicare le tecnologie che, in sede di progetto, sono state valutate ai fini del soddisfacimento del
fabbisogno energetico mediante ricorso a fonti rinnovabili di energia a assimilate
9. DOCUMENTAZIONE ALLEGATA (elenco indicativo)
N. piante di ciascun piano degli edifici con orientamento e indicazione d'uso prevalente dei singoli locali.

- 61 -
N. prospetti e sezioni degli edifici con evidenziazione di eventuali sistemi di protezione solare (completi
di documentazione relativa alla marcatura CE).
N. elaborati grafici relativi ad eventuali sistemi solari passivi specificatamente progettati per favorire lo
sfruttamento degli apporti solari.
N. schemi funzionali degli impianti contenenti gli elementi di cui all'analoga voce del paragrafo 'Dati
relativi agli impianti'.
N. tabelle con indicazione delle caratteristiche termiche, termoigrometriche e massa efficace dei
componenti opachi dell'involucro edilizio.
N. tabelle con indicazione delle caratteristiche termiche dei componenti finestrati dell'involucro edilizio e
loro permeabilità all'aria.
Altri eventuali allegati
10. DICHIARAZIONE DI RISPONDENZA
Il sottoscritto, iscritto a (indicare albo, ordine o collegio professionale di appartenenza, nonché
provincia, numero dell'iscrizione) essendo a conoscenza delle sanzioni previste dall'articolo 15, commi 1 e 2,
del decreto legislativo di attuazione della direttiva 2002/91/CE
Dichiara sotto la propria personale responsabilità che:
a) il progetto relativo alle opere di cui sopra è rispondente alle prescrizioni contenute del decreto
attuativo dalla direttiva 2002/91/CE;
b) i dati e le informazioni contenuti nella relazione tecnica sono conformi a quanto contenuto o
desumibile dagli elaborati progettuali.

Allegato F (10)

(10) Allegato sostituito dall'art. 8, comma 1, D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere dal 2 febbraio
2007. Per la sostituzione del presente allegato, a decorrere dall'8 marzo 2014, vedi l'art. 4, comma 2, D.M.
10 febbraio 2014.

OMISSIS

Allegato G (11)

(11) Allegato sostituito dall'art. 8, comma 1, D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere dal 2 febbraio
2007. Per la sostituzione del presente allegato, a decorrere dall'8 marzo 2014, vedi l'art. 4, comma 2, D.M.
10 febbraio 2014.

OMISSIS

Allegato H
(Allegato L, commi 9, 10, 11) (12)

(12) Allegato sostituito dall'art. 8, comma 1, D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere dal 2 febbraio
2007 e, successivamente, così modificato dall'art. 7, comma 3, D.M. 26 giugno 2009.

VALORE MINIMO DEL RENDIMENTO DI COMBUSTIONE DEI GENERATORI DI CALORE RILEVATO


NEL CORSO DEI CONTROLLI

Il rendimento di combustione, rilevato nel corso dei controlli di cui ai comma 5 dell'allegato L, misurato
alla massima potenza termica effettiva del focolare nelle condizioni di normale funzionamento, in conformità
alle norme tecniche UNI, deve risultare non inferiore ai valori limite riportati di seguito:
1) Generatori di calore ad acqua calda
a) per i generatori di calore installati antecedentemente al 29 ottobre 1993, non inferiore di due punti
percentuali rispetto al valore minimo dei rendimento termico utile alla potenza nominale previsto ai sensi
dell'articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, e successive modifiche,
per caldaie standard della medesima potenza;

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b) per i generatori di calore installati a partire dal 29 ottobre 1993 e fino al 31 dicembre 1997, non
inferiore al valore minimo del rendimento termico utile alla potenza nominale previsto ai sensi dell'articolo 6
del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, e successive modifiche per caldaie
standard della medesima potenza;
c) per i generatori di calore installati a partire dal 1 gennaio 1998, non inferiore al valore minimo del
rendimento termico utile alla potenza nominale previsto ai sensi dell'articolo 6 del decreto del Presidente
della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, e successive modifiche per caldaie della medesima potenza
coerentemente con il tipo di caldaia installato: caldaie standard, caldaie a bassa temperatura e caldaie a
condensazione.
d) per i generatori di calore installati a partire dall'8 ottobre 2005, non inferiore di un punto percentuale
rispetto al valore minimo del rendimento termico utile alla potenza nominale definito con la formula: X + 2 log
Pn; dove log Pn è il logaritmo in base 10 della potenza utile nominale del singolo generatore, espressa in
kW, ed X vale 90 per le caldaie a condensazione, e vale 88 per tutte le altre tipologie di caldaie. Per valori di
Pn maggiori di 400 kW si applica il limite massimo corrispondente a 400 kW;
2) Generatori di calore ad aria calda (inclusi convettori e ventilconvettori)
a) per i generatori di calore installati antecedentemente al 29 ottobre 1993, non inferiore a sei punti
percentuali rispetto al valore minimo del rendimento di combustione alla potenza nominale indicato
all'allegato E del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, e successive modifiche;
b) per i generatori di calore installati a partire dal 29 ottobre 1993, non inferiore a tre punti percentuali
rispetto al valore minimo del rendimento di combustione alla potenza nominale indicato all'allegato E del
decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993. n. 412, e successive modifiche.

Allegato I
(Articolo 11) (13)

(13) Allegato abrogato dall'art. 18, comma 1, D.L. 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla L.
3 agosto 2013, n. 90.

Allegato L
(Articolo 12) (14)

(14) Allegato sostituito dall'art. 8, comma 1, D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere dal 2 febbraio
2007.

REGIME TRANSITORIO PER ESERCIZIO E MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI TERMICI

1. Le operazioni di controllo ed eventuale manutenzione dell'impianto termico devono essere eseguite


conformemente alle istruzioni tecniche per la regolazione, l'uso e la manutenzione rese disponibili
dall'impresa installatrice dell'impianto ai sensi della normativa vigente.
2. Qualora l'impresa installatrice non abbia ritenuto necessario predisporre sue istruzioni specifiche, o
queste non siano più disponibili, le operazioni di controllo ed eventuale manutenzione degli apparecchi e dei
dispositivi facenti parte dell'impianto termico devono essere eseguite conformemente alle istruzioni tecniche
relative allo specifico modello elaborate dal fabbricante ai sensi della normativa vigente.
3. Le operazioni di controllo e manutenzione delle restanti parti dell'impianto termico e degli apparecchi
e dispositivi per i quali non siano disponibili né reperibili neppure le istruzioni del fabbricante, devono essere
eseguite secondo le prescrizioni e con la periodicità prevista dalle normative UNI e CEI per lo specifico
elemento o tipo di apparecchio o dispositivo.
4. Nel caso in cui, per qualsiasi motivo, il proprietario, il conduttore, l'amministratore o il terzo
responsabile di un impianto, non disponga delle istruzioni dell'impresa installatrice dell'impianto né del
fabbricante del generatore di calore o di altri apparecchi fondamentali, i predetti soggetti devono farsi parte
attiva per reperire copia delle istruzione tecniche relative allo specifico modello di apparecchio.
5. I controlli di efficienza energetica, di cui all'allegato F al presente decreto per gli impianti di potenza
nominale del focolare maggiori o uguali a 35 kW e all'allegato G per quelli di potenza nominale del focolare
inferiore a 35 kW, devono essere effettuati almeno con le seguenti scadenze temporali:
a) ogni anno, normalmente all'inizio del periodo di riscaldamento, per gli impianti alimentati a
combustibile liquido o solido, indipendentemente dalla potenza, ovvero alimentati a gas di potenza nominale
del focolare maggiore o uguale a 35 kW;

- 63 -
b) ogni due anni per gli impianti, diversi da quelli individuati al punto a), di potenza nominale del focolare
inferiore a 35 kW dotati di generatore di calore con una anzianità di installazione superiore a otto anni e per
gli impianti dotati di generatore di calore ad acqua calda a focolare aperto installati all'interno di locali abitati,
in considerazione del maggior sporcamento delle superfici di scambio dovuto ad un'aria comburente che
risente delle normali attività che sono svolte all'interno delle abitazioni;
c) ogni quattro anni per tutti gli altri impianti di potenza nominale del focolare inferiore a 35 kW.
6. In occasione di interventi, che non rientrino tra quelli periodici previsti al comma precedente ma tali
da poter modificare le modalità di combustione, la buona regola dell'arte della manutenzione prevede che
debbano essere effettuati opportuni controlli avvalendosi di apposite apparecchiature di misura per verificare
la funzionalità e l'efficienza energetica del medesimo sistema. In presenza di tali controlli, le date in cui
questi sono stati eseguiti sono riferimenti per le successive scadenze.
7. Nel caso di centrali termiche di potenza termica nominale complessiva maggiore o uguale a 350 kW,
è inoltre prescritto un ulteriore controllo del rendimento di combustione, da effettuarsi normalmente alla metà
del periodo di riscaldamento annuale.
8. Al termine delle operazioni di controllo di cui ai commi 5, 6 e 7 ed eventuale manutenzione
dell'impianto, l'operatore provvede a redigere e sottoscrivere un rapporto, conformemente all'art. 7, comma
2, decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, da rilasciare al responsabile dell'impianto. L'originale del
rapporto sarà da questi conservato ed allegato ai libretti di cui all'art. 11, comma 9 del decreto del Presidente
della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412. Nel caso di impianti di riscaldamento di potenza nominale del
focolare superiore o uguale a 35 kW, il rapporto di controllo e manutenzione dovrà essere conforme al
modello di cui all'allegato F al presente decreto. Nel caso di impianti di riscaldamento di potenza nominale
del focolare inferiore a 35 kW, il rapporto di controllo e manutenzione dovrà essere conforme al modello di
cui all'allegato G al presente decreto.
9. Il rendimento di combustione, rilevato nel corso dei controlli di cui ai commi 5, 6 e 7, misurato alla
massima potenza termica effettiva del focolare nelle condizioni di normale funzionamento, in conformità alle
norme tecniche UNI in vigore, deve risultare non inferiore ai valori limite riportati nell'allegato H al presente
decreto.
10. I generatori di calore per i quali, durante le operazioni di controllo, siano stati rilevati rendimenti di
combustione inferiori ai limiti fissati all'allegato H al presente decreto, non riconducibili a tali valori mediante
operazioni di manutenzione, devono essere sostituiti entro 300 giorni solari a partire dalla data del controllo.
Ove il cittadino si avvalga della facoltà di richiedere, a sue spese, una ulteriore verifica da parte dell'autorità
competente di cui al successivo comma 14, tale scadenza viene sospesa fino all'ottenimento delle definitive
risultanze della ispezione effettuata da parte della autorità medesima.
11. I generatori di calore per i quali, durante le operazioni di controllo, siano stati rilevati rendimenti di
combustione inferiori a quelli indicati all'allegato H al presente decreto, sono comunque esclusi dalla
conduzione in esercizio continuo prevista alle lettere e), f), g) ed h), dell'art. 9, comma 6 del decreto del
Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, e successive modifiche.
12. Ai sensi dell'art. 9, commi 1, 2, 3 e 4, decreto 19 agosto 2005, n. 192, le regioni e le province
autonome di Trento e Bolzano e le autorità competenti, nell'ambito delle proprie competenze territoriali, in un
quadro di azioni che promuova la tutela degli interessi degli utenti e dei consumatori, ivi comprese
informazione, sensibilizzazione ed assistenza all'utenza, effettuano gli accertamenti e le ispezioni necessarie
all'osservanza delle norme relative al contenimento dei consumi di energia nell'esercizio e manutenzione
degli impianti termici.
I risultati delle ispezioni eseguite sugli impianti termici sono allegati al libretto di centrale o al libretto di
impianto di cui all'art. 11, comma 9, del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412,
annotando i riferimenti negli spazi appositamente previsti.
13. In caso di affidamento ad organismi esterni delle attività di cui al comma 12, le amministrazioni
pubbliche affidanti stipulano con detti organismi apposite convenzioni, previo accertamento che gli stessi
soddisfino, con riferimento alla specifica attività prevista, i requisiti minimi di cui all'allegato I al decreto del
Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, e successive modifiche. Requisito essenziale degli
organismi esterni è la qualificazione individuale dei tecnici che opereranno direttamente presso gli impianti
dei cittadini.
14. Le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano e le autorità competenti, nell'ambito delle
proprie competenze territoriali, ed eventualmente attraverso gli enti e gli organismi da esse delegati,
provvedono ai compiti di cui al precedente comma 12, accertano la rispondenza alle norme di legge degli
impianti termici presenti nel territorio di competenza e, nell'ambito della propria autonomia, con
provvedimento reso noto alle popolazioni interessate, stabiliscono le modalità per l'acquisizione dei dati
necessari alla costituzione di un sistema informativo relativo agli impianti termici e allo svolgimento dei propri
compiti. A tal proposito è resa obbligatoria la trasmissione, da parte dei manutentori degli impianti termici o di

- 64 -
altri soggetti ritenuti pertinenti, con le modalità ed entro i termini stabiliti dal predetto provvedimento, del più
recente rapporto di controllo e manutenzione di cui al comma 8.
15. La trasmissione di detto rapporto di controllo tecnico deve pervenire all'amministrazione
competente, o all'organismo incaricato, con timbro e firma dell'operatore e con connessa assunzione di
responsabilità, almeno con le seguenti scadenze temporali:
a) ogni due anni nel caso di impianti di potenza nominale del focolare maggiore o uguale a 35 kW;
b) ogni quattro anni nel caso di impianti di potenza nominale del focolare minore di 35 kW.
16. L'amministrazione competente o l'organismo incaricato provvedono all'accertamento di tutti i
rapporti di controllo tecnico pervenuti e, qualora ne rilevino la necessità, ad attivarsi presso gli utenti finali
affinché questi ultimi procedano agli adeguamenti che si rendono necessari. I medesimi soggetti provvedono
annualmente ad ispezioni da effettuarsi presso gli utenti finali, ai fini del riscontro del rispondenza alle norme
di legge e della veridicità dei rapporti di controllo tecnico trasmessi, per almeno il 5% degli impianti presenti
nel territorio di competenza, a partire da quelli per i quali non sia pervenuta alcun rapporto di controllo
tecnico. Nel condurre la fase ispettiva presso gli utenti finali l'amministrazione competente o l'organismo
incaricato pongono attenzione ai casi in cui si evidenzino situazioni di non conformità alle norme vigenti e
possono programmare le ispezioni a campione dando priorità agli impianti più vecchi o per i quali si abbia
una indicazione di maggiore criticità, avendo cura di predisporre il campione in modo da evitare distorsioni di
mercato.
17. Nell'ambito della fase ispettiva di cui al precedente comma 12, nel caso di impianti termici dotati di
generatori di calore di età superiore a quindici anni, le autorità competenti effettuano le ispezioni all'impianto
termico nel suo complesso, conformemente al comma 4, articolo 9, decreto 19 agosto 2005, n. 192. In
aggiunta a quanto già previsto ai commi 12, 13, 14, 15 e 16, l'azione di ispezione e consulenza nei confronti
dei cittadini si esplica:
a) per gli impianti di potenza nominale del focolare maggiori o uguali a 350 kW, con la determinazione
del rendimento medio stagionale dell'impianto e con la realizzazione di una diagnosi energetica dell'impianto
che individui gli interventi di riduzione della spesa energetica, i relativi tempi di ritorno degli investimenti, e i
possibili miglioramenti di classe nel sistema di certificazione energetica in vigore;
b) per gli impianti di potenza nominale del focolare inferiore a 350 kW, con la determinazione del
rendimento di produzione medio stagionale del generatore e con una relazione che evidenzi l'eventuale
convenienza della sostituzione del generatore stesso e di altri possibili interventi impiantistici ed edilizi in
materia di energia;
c) con la consegna al proprietario, al conduttore, all'amministratore o al terzo responsabile, dei
documenti di diagnosi energetica o della relazione predisposte in funzione delle potenze nominali del
focolare precedentemente dette.
18. La consegna della documentazione di diagnosi di cui alla lettera c) del comma precedente
costituisce titolo abilitativo per la realizzazione, fermo restando quanto previsto dal decreto legislativo 22
gennaio 2004, n. 42, e salvo eventuali diverse indicazioni contenute nella documentazione medesima.
19. Entro il 31 dicembre 2007 le amministrazione competenti, o gli organismi incaricati di cui sopra,
inviano alla regione o provincia autonoma di appartenenza, una relazione sulle caratteristiche e sullo stato di
efficienza e manutenzione degli impianti termici nel territorio di propria competenza, con particolare
riferimento alle risultanze delle ispezioni effettuati nell'ultimo biennio. La relazione è aggiornata con
frequenza biennale.
20. Le attività di accertamento e ispezione avviate dagli enti locali ai sensi dell'art. 31, comma 3, della
legge 9 gennaio 1991, n. 10, prima della data di entrata in vigore del decreto legislativo 19 agosto 2005, n.
192, conservano la loro validità e possono essere portate a compimento secondo la normativa preesistente
per un biennio a partire dalla predetta data di entrata in vigore. Nell'ambito dell'accertamento si comprende
l'acquisizione dei dati necessari alla costituzione di un sistema informativo relativo agli impianti termici
presenti sul territorio e la dichiarazione di avvenuto controllo e manutenzione degli stessi. Quest'ultima deve
essere redatta nel rispetto di quanto previsto ai precedenti commi 14 e 15.

Allegato M
(Allegato I, comma 16, ultimo periodo) (15)

(15) Allegato implicitamente aggiunto dall'Allegato I del presente provvedimento, come sostituito dall'art. 8,
comma 1, D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311, a decorrere dal 2 febbraio 2007. Successivamente il presente
Allegato è stato così sostituito dall'art. 7, comma 2, D.M. 26 giugno 2009.
(1) Sono in corso di elaborazione le seguenti parti:parte 3: Determinazione del fabbisogno di energia
primaria e dei rendimenti per la climatizzazione estiva

- 65 -
parte 4: Utilizzo di energie rinnovabili e di altri metodi di generazione per riscaldamento di ambienti e
preparazione acqua calda sanitaria
La metodologia di calcolo adottata dovrà garantire risultati conformi alle migliori regole tecniche, a tale
requisito rispondono le normative UNI e CEN vigenti in tale settore.
Gli aggiornamenti delle norme tecniche riportate nel presente allegato o le eventuali norme sostitutive
subentrano direttamente alle corrispondenti norme dell'elenco che segue.
Norme quadro di riferimento nazionale
UNI/TS 11300 - 1 Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 1: Determinazione del fabbisogno di
energia termica dell'edificio per la climatizzazione estiva ed invernale;
UNI/TS 11300 - 2 Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 2: Determinazione del fabbisogno di
energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda
sanitaria;
e successive integrazioni (1)
Norme per la determinazione della prestazione energetica del sistema edificio-impianto
UNI EN ISO 13790 Prestazione energetica degli edifici - Calcolo del fabbisogno di energia per il
riscaldamento e il raffrescamento
Norme per la caratterizzazione dell'involucro
UNI EN ISO 6946 Componenti ed elementi per l'edilizia - Resistenza termica e trasmittanza termica -
Metodo di calcolo
UNI EN ISO 10077-1 Prestazione termica di finestre, porte e chiusure oscuranti - Calcolo della
trasmittanza termica - Parte 1: Generalità
UNI EN ISO 10077-2 Prestazione termica di finestre, porte e chiusure - Calcolo della trasmittanza
termica - Metodo numerico per i telai
UNI EN ISO 13786 Prestazione termica dei componenti per edilizia - Caratteristiche termiche dinamiche
- Metodi di calcolo
UNI EN ISO 13789 Prestazione termica degli edifici - Coefficienti di trasferimento del calore per
trasmissione e ventilazione - Metodo di calcolo
UNI EN ISO 13370 Prestazione termica degli edifici - Trasferimento di calore attraverso il terreno -
Metodi di calcolo
UNI EN ISO 10211 Ponti termici in edilizia - Flussi termici e temperature superficiali - Calcoli dettagliati
UNI EN ISO 14683 Ponti termici in edilizia - Coefficiente di trasmissione termica lineica - Metodi
semplificati e valori di riferimento
UNI EN ISO 13788 Prestazione igrotermica dei componenti e degli elementi per edilizia - Temperatura
superficiale interna per evitare l'umidità superficiale critica e condensazione interstiziale - Metodo di calcolo
UNI EN 13363-1 Dispositivi di protezione solare in combinazione con vetrate - Calcolo della
trasmittanza solare e luminosa - Parte 1: Metodo semplificato
UNI EN 13363-2 Dispositivi di protezione solare in combinazione con vetrate - Calcolo della
trasmittanza solare e luminosa - Parte 2: Metodo di calcolo dettagliato
UNI 11235 Istruzioni per la progettazione, l'esecuzione, il controllo e la manutenzione di coperture a
verde.
Norme per la ventilazione
UNI 10339 Impianti aeraulici a fini di benessere - Generalità, classificazione e requisiti - Regole per la
richiesta d'offerta, l'offerta, l'ordine e la fornitura
UNI EN 13779 Ventilazione degli edifici non residenziali - Requisiti di prestazione per i sistemi di
ventilazione e di climatizzazione
UNI EN 15242 Ventilazione degli edifici - Metodi di calcolo per la determinazione delle portate d'aria
negli edifici, comprese le infiltrazioni
Banche dati e norme di supporto
UNI 10349 Riscaldamento e raffrescamento degli edifici - Dati climatici
UNI 10351 Materiali da costruzione - Conduttività termica e permeabilità al vapore
UNI 10355 Murature e solai - Valori di resistenza termica e metodo di calcolo
UNI EN 410 Vetro per edilizia - Determinazione delle caratteristiche luminose e solari delle vetrate
UNI EN 673 Vetro per edilizia - Determinazione della trasmittanza termica (valore U) - Metodo di calcolo
UNI EN ISO 7345 Isolamento termico - Grandezze fisiche e definizioni
UNI 8065 Trattamento dell'acqua negli impianti termici ad uso civile
UNI EN 303-5 Caldaie per riscaldamento - Caldaie per combustibili solidi, con alimentazione manuale e
automatica, con una potenza termica nominale fino a 300 kW - Parte 5: Terminologia, requisiti, prove e
marcatura.

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Legge 11 dicembre 2012, n. 220 (riforma del condominio)
Legge 11 dicembre 2012 n. 220
Modifiche alla disciplina del condominio negli edifici.
(G.U. n. 293, 17 dicembre 2012, Serie Generale)

La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Promulga
la seguente legge:

Art. 1
1. L'articolo 1117 del codice civile è sostituito dal seguente:"Art. 1117. - (Parti comuni dell'edificio). -
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari delle singole unità immobiliari dell'edificio, anche se aventi
diritto a godimento periodico e se non risulta il contrario dal titolo:1) tutte le parti dell'edificio necessarie
all'uso comune, come il suolo su cui sorge l'edificio, le fondazioni, i muri maestri, i pilastri e le travi portanti, i
tetti e i lastrici solari, le scale, i portoni di ingresso, i vestiboli, gli anditi, i portici, i cortili e le facciate;2) le aree
destinate a parcheggio nonché i locali per i servizi in comune, come la portineria, incluso l'alloggio del
portiere, la lavanderia, gli stenditoi e i sottotetti destinati, per le caratteristiche strutturali e funzionali, all'uso
comune;3) le opere, le installazioni, i manufatti di qualunque genere destinati all'uso comune, come gli
ascensori, i pozzi, le cisterne, gli impianti idrici e fognari, i sistemi centralizzati di distribuzione e di
trasmissione per il gas, per l'energia elettrica, per il riscaldamento ed il condizionamento dell'aria, per la
ricezione radiotelevisiva e per l'accesso a qualunque altro genere di flusso informativo, anche da satellite o
via cavo, e i relativi collegamenti fino al punto di diramazione ai locali di proprietà individuale dei singoli
condomini, ovvero, in caso di impianti unitari, fino al punto di utenza, salvo quanto disposto dalle normative
di settore in materia di reti pubbliche.".

Art. 2
1. Dopo l'articolo 1117 del codice civile sono inseriti i seguenti:"Art. 1117-bis. - (Ambito di applicabilità).
- Le disposizioni del presente capo si applicano, in quanto compatibili, in tutti i casi in cui più unità immobiliari
o più edifici ovvero più condominii di unità immobiliari o di edifici abbiano parti comuni ai sensi dell'articolo
1117.Art. 1117-ter. - (Modificazioni delle destinazioni d'uso). - Per soddisfare esigenze di interesse
condominiale, l'assemblea, con un numero di voti che rappresenti i quattro quinti dei partecipanti al
condominio e i quattro quinti del valore dell'edificio, può modificare la destinazione d'uso delle parti
comuni.La convocazione dell'assemblea deve essere affissa per non meno di trenta giorni consecutivi nei
locali di maggior uso comune o negli spazi a tal fine destinati e deve effettuarsi mediante lettera
raccomandata o equipollenti mezzi telematici, in modo da pervenire almeno venti giorni prima della data di
convocazione.La convocazione dell'assemblea, a pena di nullità, deve indicare le parti comuni oggetto della
modificazione e la nuova destinazione d'uso.La deliberazione deve contenere la dichiarazione espressa che
sono stati effettuati gli adempimenti di cui ai precedenti commi.Sono vietate le modificazioni delle
destinazioni d'uso che possono recare pregiudizio alla stabilità o alla sicurezza del fabbricato o che ne
alterano il decoro architettonico.Art. 1117-quater. - (Tutela delle destinazioni d'uso). - In caso di attività che
incidono negativamente e in modo sostanziale sulle destinazioni d'uso delle parti comuni, l'amministratore o i
condomini, anche singolarmente, possono diffidare l'esecutore e possono chiedere la convocazione
dell'assemblea per far cessare la violazione, anche mediante azioni giudiziarie. L'assemblea delibera in
merito alla cessazione di tali attività con la maggioranza prevista dal secondo comma dell'articolo 1136.".

Art. 3
1. L'articolo 1118 del codice civile è sostituito dal seguente:"Art. 1118. - (Diritti dei partecipanti sulle parti
comuni). - Il diritto di ciascun condomino sulle parti comuni, salvo che il titolo non disponga altrimenti, è
proporzionale al valore dell'unità immobiliare che gli appartiene.Il condomino non può rinunziare al suo diritto
sulle parti comuni.Il condomino non può sottrarsi all'obbligo di contribuire alle spese per la conservazione
delle parti comuni, neanche modificando la destinazione d'uso della propria unità immobiliare, salvo quanto
disposto da leggi speciali.Il condomino può rinunciare all'utilizzo dell'impianto centralizzato di riscaldamento
o di condizionamento, se dal suo distacco non derivano notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di
spesa per gli altri condomini. In tal caso il rinunziante resta tenuto a concorrere al pagamento delle sole
spese per la manutenzione straordinaria dell'impianto e per la sua conservazione e messa a norma.".

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Art. 4
1. Al primo comma dell'articolo 1119 del codice civile sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: "e con il
consenso di tutti i partecipanti al condominio".

Art. 5
1. Dopo il primo comma dell'articolo 1120 del codice civile sono inseriti i seguenti:"I condomini, con la
maggioranza indicata dal secondo comma dell'articolo 1136, possono disporre le innovazioni che, nel
rispetto della normativa di settore, hanno ad oggetto:1) le opere e gli interventi volti a migliorare la sicurezza
e la salubrità degli edifici e degli impianti;2) le opere e gli interventi previsti per eliminare le barriere
architettoniche, per il contenimento del consumo energetico degli edifici e per realizzare parcheggi destinati
a servizio delle unità immobiliari o dell'edificio, nonché per la produzione di energia mediante l'utilizzo di
impianti di cogenerazione, fonti eoliche, solari o comunque rinnovabili da parte del condominio o di terzi che
conseguano a titolo oneroso un diritto reale o personale di godimento del lastrico solare o di altra idonea
superficie comune;3) l'installazione di impianti centralizzati per la ricezione radiotelevisiva e per l'accesso a
qualunque altro genere di flusso informativo, anche da satellite o via cavo, e i relativi collegamenti fino alla
diramazione per le singole utenze, ad esclusione degli impianti che non comportano modifiche in grado di
alterare la destinazione della cosa comune e di impedire agli altri condomini di farne uso secondo il loro
diritto.L'amministratore è tenuto a convocare l'assemblea entro trenta giorni dalla richiesta anche di un solo
condomino interessato all'adozione delle deliberazioni di cui al precedente comma. La richiesta deve
contenere l'indicazione del contenuto specifico e delle modalità di esecuzione degli interventi proposti. In
mancanza, l'amministratore deve invitare senza indugio il condomino proponente a fornire le necessarie
integrazioni.".

Art. 6
1. L'articolo 1122 del codice civile è sostituito dal seguente:"Art. 1122. - (Opere su parti di proprietà o
uso individuale). - Nell'unità immobiliare di sua proprietà ovvero nelle parti normalmente destinate all'uso
comune, che siano state attribuite in proprietà esclusiva o destinate all'uso individuale, il condomino non può
eseguire opere che rechino danno alle parti comuni ovvero determinino pregiudizio alla stabilità, alla
sicurezza o al decoro architettonico dell'edificio.In ogni caso è data preventiva notizia all'amministratore che
ne riferisce all'assemblea.".

Art. 7
1. Dopo l'articolo 1122 del codice civile sono inseriti i seguenti:"Art. 1122-bis. - (Impianti non
centralizzati di ricezione radiotelevisiva e di produzione di energia da fonti rinnovabili). - Le installazioni di
impianti non centralizzati per la ricezione radiotelevisiva e per l'accesso a qualunque altro genere di flusso
informativo, anche da satellite o via cavo, e i relativi collegamenti fino al punto di diramazione per le singole
utenze sono realizzati in modo da recare il minor pregiudizio alle parti comuni e alle unità immobiliari di
proprietà individuale, preservando in ogni caso il decoro architettonico dell'edificio, salvo quanto previsto in
materia di reti pubbliche.E' consentita l'installazione di impianti per la produzione di energia da fonti
rinnovabili destinati al servizio di singole unità del condominio sul lastrico solare, su ogni altra idonea
superficie comune e sulle parti di proprietà individuale dell'interessato.Qualora si rendano necessarie
modificazioni delle parti comuni, l'interessato ne dà comunicazione all'amministratore indicando il contenuto
specifico e le modalità di esecuzione degli interventi. L'assemblea può prescrivere, con la maggioranza di cui
al quinto comma dell'articolo 1136, adeguate modalità alternative di esecuzione o imporre cautele a
salvaguardia della stabilità, della sicurezza o del decoro architettonico dell'edificio e, ai fini dell'installazione
degli impianti di cui al secondo comma, provvede, a richiesta degli interessati, a ripartire l'uso del lastrico
solare e delle altre superfici comuni, salvaguardando le diverse forme di utilizzo previste dal regolamento di
condominio o comunque in atto. L'assemblea, con la medesima maggioranza, può altresì subordinare
l'esecuzione alla prestazione, da parte dell'interessato, di idonea garanzia per i danni eventuali.L'accesso
alle unità immobiliari di proprietà individuale deve essere consentito ove necessario per la progettazione e
per l'esecuzione delle opere. Non sono soggetti ad autorizzazione gli impianti destinati alle singole unità
abitative.Art. 1122-ter. - (Impianti di videosorveglianza sulle parti comuni). - Le deliberazioni concernenti
l'installazione sulle parti comuni dell'edificio di impianti volti a consentire la videosorveglianza su di esse
sono approvate dall'assemblea con la maggioranza di cui al secondo comma dell'articolo 1136.".

Art. 8
1. All'articolo 1124 del codice civile sono apportate le seguenti modificazioni:

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a) il primo comma è sostituito dal seguente:"Le scale e gli ascensori sono mantenuti e sostituiti dai
proprietari delle unità immobiliari a cui servono. La spesa relativa è ripartita tra essi, per metà in ragione del
valore delle singole unità immobiliari e per l'altra metà esclusivamente in misura proporzionale all'altezza di
ciascun piano dal suolo.";
b) la rubrica è sostituita dalla seguente: "Manutenzione e sostituzione delle scale e degli ascensori".

Art. 9
1. L'articolo 1129 del codice civile è sostituito dal seguente:"Art. 1129. - (Nomina, revoca ed obblighi
dell'amministratore). - Quando i condomini sono più di otto, se l'assemblea non vi provvede, la nomina di un
amministratore è fatta dall'autorità giudiziaria su ricorso di uno o più condomini o dell'amministratore
dimissionario.Contestualmente all'accettazione della nomina e ad ogni rinnovo dell'incarico, l'amministratore
comunica i propri dati anagrafici e professionali, il codice fiscale, o, se si tratta di società, anche la sede
legale e la denominazione, il locale ove si trovano i registri di cui ai numeri 6) e 7) dell'articolo 1130, nonché i
giorni e le ore in cui ogni interessato, previa richiesta all'amministratore, può prenderne gratuitamente
visione e ottenere, previo rimborso della spesa, copia da lui firmata.L'assemblea può subordinare la nomina
dell'amministratore alla presentazione ai condomini di una polizza individuale di assicurazione per la
responsabilità civile per gli atti compiuti nell'esercizio del mandato.L'amministratore è tenuto altresì ad
adeguare i massimali della polizza se nel periodo del suo incarico l'assemblea deliberi lavori straordinari.
Tale adeguamento non deve essere inferiore all'importo di spesa deliberato e deve essere effettuato
contestualmente all'inizio dei lavori. Nel caso in cui l'amministratore sia coperto da una polizza di
assicurazione per la responsabilità civile professionale generale per l'intera attività da lui svolta, tale polizza
deve essere integrata con una dichiarazione dell'impresa di assicurazione che garantisca le condizioni
previste dal periodo precedente per lo specifico condominio.Sul luogo di accesso al condominio o di maggior
uso comune, accessibile anche ai terzi, è affissa l'indicazione delle generalità, del domicilio e dei recapiti,
anche telefonici, dell'amministratore.In mancanza dell'amministratore, sul luogo di accesso al condominio o
di maggior uso comune, accessibile anche ai terzi, è affissa l'indicazione delle generalità e dei recapiti,
anche telefonici, della persona che svolge funzioni analoghe a quelle dell'amministratore.L'amministratore è
obbligato a far transitare le somme ricevute a qualunque titolo dai condomini o da terzi, nonché quelle a
qualsiasi titolo erogate per conto del condominio, su uno specifico conto corrente, postale o bancario,
intestato al condominio; ciascun condomino, per il tramite dell'amministratore, può chiedere di prendere
visione ed estrarre copia, a proprie spese, della rendicontazione periodica.Alla cessazione dell'incarico
l'amministratore è tenuto alla consegna di tutta la documentazione in suo possesso afferente al condominio
e ai singoli condomini e ad eseguire le attività urgenti al fine di evitare pregiudizi agli interessi comuni senza
diritto ad ulteriori compensi.Salvo che sia stato espressamente dispensato dall'assemblea, l'amministratore è
tenuto ad agire per la riscossione forzosa delle somme dovute dagli obbligati entro sei mesi dalla chiusura
dell'esercizio nel quale il credito esigibile è compreso, anche ai sensi dell'articolo 63, primo comma, delle
disposizioni per l'attuazione del presente codice.L'incarico di amministratore ha durata di un anno e si
intende rinnovato per eguale durata. L'assemblea convocata per la revoca o le dimissioni delibera in ordine
alla nomina del nuovo amministratore.La revoca dell'amministratore può essere deliberata in ogni tempo
dall'assemblea, con la maggioranza prevista per la sua nomina oppure con le modalità previste dal
regolamento di condominio. Può altresì essere disposta dall'autorità giudiziaria, su ricorso di ciascun
condomino, nel caso previsto dal quarto comma dell'articolo 1131, se non rende il conto della gestione,
ovvero in caso di gravi irregolarità. Nei casi in cui siano emerse gravi irregolarità fiscali o di non
ottemperanza a quanto disposto dal numero 3) del dodicesimo comma del presente articolo, i condomini,
anche singolarmente, possono chiedere la convocazione dell'assemblea per far cessare la violazione e
revocare il mandato all'amministratore. In caso di mancata revoca da parte dell'assemblea, ciascun
condomino può rivolgersi all'autorità giudiziaria; in caso di accoglimento della domanda, il ricorrente, per le
spese legali, ha titolo alla rivalsa nei confronti del condominio, che a sua volta può rivalersi nei confronti
dell'amministratore revocato.Costituiscono, tra le altre, gravi irregolarità:1) l'omessa convocazione
dell'assemblea per l'approvazione del rendiconto condominiale, il ripetuto rifiuto di convocare l'assemblea
per la revoca e per la nomina del nuovo amministratore o negli altri casi previsti dalla legge;2) la mancata
esecuzione di provvedimenti giudiziari e amministrativi, nonché di deliberazioni dell'assemblea;3) la mancata
apertura ed utilizzazione del conto di cui al settimo comma;4) la gestione secondo modalità che possono
generare possibilità di confusione tra il patrimonio del condominio e il patrimonio personale
dell'amministratore o di altri condomini;5) l'aver acconsentito, per un credito insoddisfatto, alla cancellazione
delle formalità eseguite nei registri immobiliari a tutela dei diritti del condominio;6) qualora sia stata
promossa azione giudiziaria per la riscossione delle somme dovute al condominio, l'aver omesso di curare
diligentemente l'azione e la conseguente esecuzione coattiva;7) l'inottemperanza agli obblighi di cui
all'articolo 1130, numeri 6), 7) e 9);8) l'omessa, incompleta o inesatta comunicazione dei dati di cui al

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secondo comma del presente articolo.In caso di revoca da parte dell'autorità giudiziaria, l'assemblea non
può nominare nuovamente l'amministratore revocato.L'amministratore, all'atto dell'accettazione della nomina
e del suo rinnovo, deve specificare analiticamente, a pena di nullità della nomina stessa, l'importo dovuto a
titolo di compenso per l'attività svolta.Per quanto non disciplinato dal presente articolo si applicano le
disposizioni di cui alla sezione I del capo IX del titolo III del libro IV.Il presente articolo si applica anche agli
edifici di alloggi di edilizia popolare ed economica, realizzati o recuperati da enti pubblici a totale
partecipazione pubblica o con il concorso dello Stato, delle regioni, delle province o dei comuni, nonché a
quelli realizzati da enti pubblici non economici o società private senza scopo di lucro con finalità sociali
proprie dell'edilizia residenziale pubblica.".

Art. 10
1. L'articolo 1130 del codice civile è sostituito dal seguente:"Art. 1130. - (Attribuzioni
dell'amministratore). - L'amministratore, oltre a quanto previsto dall'articolo 1129 e dalle vigenti disposizioni
di legge, deve:1) eseguire le deliberazioni dell'assemblea, convocarla annualmente per l'approvazione del
rendiconto condominiale di cui all'articolo 1130-bis e curare l'osservanza del regolamento di condominio;2)
disciplinare l'uso delle cose comuni e la fruizione dei servizi nell'interesse comune, in modo che ne sia
assicurato il miglior godimento a ciascuno dei condomini;3) riscuotere i contributi ed erogare le spese
occorrenti per la manutenzione ordinaria delle parti comuni dell'edificio e per l'esercizio dei servizi comuni;4)
compiere gli atti conservativi relativi alle parti comuni dell'edificio;5) eseguire gli adempimenti fiscali;6) curare
la tenuta del registro di anagrafe condominiale contenente le generalità dei singoli proprietari e dei titolari di
diritti reali e di diritti personali di godimento, comprensive del codice fiscale e della residenza o domicilio, i
dati catastali di ciascuna unità immobiliare, nonché ogni dato relativo alle condizioni di sicurezza. Ogni
variazione dei dati deve essere comunicata all'amministratore in forma scritta entro sessanta giorni.
L'amministratore, in caso di inerzia, mancanza o incompletezza delle comunicazioni, richiede con lettera
raccomandata le informazioni necessarie alla tenuta del registro di anagrafe. Decorsi trenta giorni, in caso di
omessa o incompleta risposta, l'amministratore acquisisce le informazioni necessarie, addebitandone il costo
ai responsabili;7) curare la tenuta del registro dei verbali delle assemblee, del registro di nomina e revoca
dell'amministratore e del registro di contabilità. Nel registro dei verbali delle assemblee sono altresì annotate:
le eventuali mancate costituzioni dell'assemblea, le deliberazioni nonché le brevi dichiarazioni rese dai
condomini che ne hanno fatto richiesta; allo stesso registro è allegato il regolamento di condominio, ove
adottato. Nel registro di nomina e revoca dell'amministratore sono annotate, in ordine cronologico, le date
della nomina e della revoca di ciascun amministratore del condominio, nonché gli estremi del decreto in caso
di provvedimento giudiziale. Nel registro di contabilità sono annotati in ordine cronologico, entro trenta giorni
da quello dell'effettuazione, i singoli movimenti in entrata ed in uscita. Tale registro può tenersi anche con
modalità informatizzate;8) conservare tutta la documentazione inerente alla propria gestione riferibile sia al
rapporto con i condomini sia allo stato tecnico-amministrativo dell'edificio e del condominio;9) fornire al
condomino che ne faccia richiesta attestazione relativa allo stato dei pagamenti degli oneri condominiali e
delle eventuali liti in corso;10) redigere il rendiconto condominiale annuale della gestione e convocare
l'assemblea per la relativa approvazione entro centottanta giorni.".

Art. 11
1. Dopo l'articolo 1130 del codice civile è inserito il seguente:"Art. 1130-bis. - (Rendiconto
condominiale). - Il rendiconto condominiale contiene le voci di entrata e di uscita ed ogni altro dato inerente
alla situazione patrimoniale del condominio, ai fondi disponibili ed alle eventuali riserve, che devono essere
espressi in modo da consentire l'immediata verifica. Si compone di un registro di contabilità, di un riepilogo
finanziario, nonché di una nota sintetica esplicativa della gestione con l'indicazione anche dei rapporti in
corso e delle questioni pendenti. L'assemblea condominiale può, in qualsiasi momento o per più annualità
specificamente identificate, nominare un revisore che verifichi la contabilità del condominio. La deliberazione
è assunta con la maggioranza prevista per la nomina dell'amministratore e la relativa spesa è ripartita fra
tutti i condomini sulla base dei millesimi di proprietà. I condomini e i titolari di diritti reali o di godimento sulle
unità immobiliari possono prendere visione dei documenti giustificativi di spesa in ogni tempo ed estrarne
copia a proprie spese. Le scritture e i documenti giustificativi devono essere conservati per dieci anni dalla
data della relativa registrazione.L'assemblea può anche nominare, oltre all'amministratore, un consiglio di
condominio composto da almeno tre condomini negli edifici di almeno dodici unità immobiliari. Il consiglio ha
funzioni consultive e di controllo.".

Art. 12

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1. Al primo comma dell'articolo 1131 del codice civile, le parole: "dall'articolo precedente" sono sostituite
dalle seguenti: "dall'articolo 1130".

Art. 13
1. L'articolo 1134 del codice civile è sostituito dal seguente:"Art. 1134. - (Gestione di iniziativa
individuale). - Il condomino che ha assunto la gestione delle parti comuni senza autorizzazione
dell'amministratore o dell'assemblea non ha diritto al rimborso, salvo che si tratti di spesa urgente.".
2. All'articolo 1135 del codice civile sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al primo comma, il numero 4) è sostituito dal seguente:"4) alle opere di manutenzione straordinaria
e alle innovazioni, costituendo obbligatoriamente un fondo speciale di importo pari all'ammontare dei lavori";
b) è aggiunto, in fine, il seguente comma:"L'assemblea può autorizzare l'amministratore a partecipare
e collaborare a progetti, programmi e iniziative territoriali promossi dalle istituzioni locali o da soggetti privati
qualificati, anche mediante opere di risanamento di parti comuni degli immobili nonché di demolizione,
ricostruzione e messa in sicurezza statica, al fine di favorire il recupero del patrimonio edilizio esistente, la
vivibilità urbana, la sicurezza e la sostenibilità ambientale della zona in cui il condominio è ubicato.".

Art. 14
1. L'articolo 1136 del codice civile è sostituito dal seguente:"Art. 1136. - (Costituzione dell'assemblea e
validità delle deliberazioni). - L'assemblea in prima convocazione è regolarmente costituita con l'intervento di
tanti condomini che rappresentino i due terzi del valore dell'intero edificio e la maggioranza dei partecipanti
al condominio.Sono valide le deliberazioni approvate con un numero di voti che rappresenti la maggioranza
degli intervenuti e almeno la metà del valore dell'edificio.Se l'assemblea in prima convocazione non può
deliberare per mancanza di numero legale, l'assemblea in seconda convocazione delibera in un giorno
successivo a quello della prima e, in ogni caso, non oltre dieci giorni dalla medesima. L'assemblea in
seconda convocazione è regolarmente costituita con l'intervento di tanti condomini che rappresentino
almeno un terzo del valore dell'intero edificio e un terzo dei partecipanti al condominio. La deliberazione è
valida se approvata dalla maggioranza degli intervenuti con un numero di voti che rappresenti almeno un
terzo del valore dell'edificio.Le deliberazioni che concernono la nomina e la revoca dell'amministratore o le liti
attive e passive relative a materie che esorbitano dalle attribuzioni dell'amministratore medesimo, le
deliberazioni che concernono la ricostruzione dell'edificio o riparazioni straordinarie di notevole entità e le
deliberazioni di cui agli articoli 1117-quater, 1120, secondo comma, 1122-ter nonché 1135, terzo comma,
devono essere sempre approvate con la maggioranza stabilita dal secondo comma del presente articolo.Le
deliberazioni di cui all'articolo 1120, primo comma, e all'articolo 1122-bis, terzo comma, devono essere
approvate dall'assemblea con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti ed almeno i
due terzi del valore dell'edificio.L'assemblea non può deliberare, se non consta che tutti gli aventi diritto sono
stati regolarmente convocati.Delle riunioni dell'assemblea si redige processo verbale da trascrivere nel
registro tenuto dall'amministratore.".

Art. 15
1. L'articolo 1137 del codice civile è sostituito dal seguente:"Art. 1137. - (Impugnazione delle
deliberazioni dell'assemblea). - Le deliberazioni prese dall'assemblea a norma degli articoli precedenti sono
obbligatorie per tutti i condomini.Contro le deliberazioni contrarie alla legge o al regolamento di condominio
ogni condomino assente, dissenziente o astenuto può adire l'autorità giudiziaria chiedendone l'annullamento
nel termine perentorio di trenta giorni, che decorre dalla data della deliberazione per i dissenzienti o astenuti
e dalla data di comunicazione della deliberazione per gli assenti.L'azione di annullamento non sospende
l'esecuzione della deliberazione, salvo che la sospensione sia ordinata dall'autorità giudiziaria.L'istanza per
ottenere la sospensione proposta prima dell'inizio della causa di merito non sospende nè interrompe il
termine per la proposizione dell'impugnazione della deliberazione. Per quanto non espressamente previsto,
la sospensione è disciplinata dalle norme di cui al libro IV, titolo I, capo III, sezione I, con l'esclusione
dell'articolo 669-octies, sesto comma, del codice di procedura civile.".

Art. 16
1. All'articolo 1138 del codice civile sono apportate le seguenti modificazioni:
a) il terzo comma è sostituito dal seguente:"Il regolamento deve essere approvato dall'assemblea con
la maggioranza stabilita dal secondo comma dell'articolo 1136 ed allegato al registro indicato dal numero 7)
dell'articolo 1130. Esso può essere impugnato a norma dell'articolo 1107.";

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b) è aggiunto, in fine, il seguente comma:"Le norme del regolamento non possono vietare di
possedere o detenere animali domestici.".

Art. 17
1. Al numero 1) del primo comma dell'articolo 2659 del codice civile sono aggiunte, in fine, le seguenti
parole: ". Per i condominii devono essere indicati l'eventuale denominazione, l'ubicazione e il codice fiscale".

Art. 18
1. L'articolo 63 delle disposizioni per l'attuazione del codice civile e disposizioni transitorie, di cui al regio
decreto 30 marzo 1942, n. 318, è sostituito dal seguente:"Art. 63. - Per la riscossione dei contributi in base
allo stato di ripartizione approvato dall'assemblea, l'amministratore, senza bisogno di autorizzazione di
questa, può ottenere un decreto di ingiunzione immediatamente esecutivo, nonostante opposizione, ed è
tenuto a comunicare ai creditori non ancora soddisfatti che lo interpellino i dati dei condomini morosi.I
creditori non possono agire nei confronti degli obbligati in regola con i pagamenti, se non dopo l'escussione
degli altri condomini.In caso di mora nel pagamento dei contributi che si sia protratta per un semestre,
l'amministratore può sospendere il condomino moroso dalla fruizione dei servizi comuni suscettibili di
godimento separato.Chi subentra nei diritti di un condomino è obbligato solidalmente con questo al
pagamento dei contributi relativi all'anno in corso e a quello precedente.Chi cede diritti su unità immobiliari
resta obbligato solidalmente con l'avente causa per i contributi maturati fino al momento in cui è trasmessa
all'amministratore copia autentica del titolo che determina il trasferimento del diritto.".

Art. 19
1. L'articolo 64 delle disposizioni per l'attuazione del codice civile e disposizioni transitorie è sostituito
dal seguente:"Art. 64. - Sulla revoca dell'amministratore, nei casi indicati dall'undicesimo comma dell'articolo
1129 e dal quarto comma dell'articolo 1131 del codice, il tribunale provvede in camera di consiglio, con
decreto motivato, sentito l'amministratore in contraddittorio con il ricorrente.Contro il provvedimento del
tribunale può essere proposto reclamo alla corte d'appello nel termine di dieci giorni dalla notificazione o
dalla comunicazione.".

Art. 20
1. All'articolo 66 delle disposizioni per l'attuazione del codice civile e disposizioni transitorie, il terzo
comma è sostituito dai seguenti:"L'avviso di convocazione, contenente specifica indicazione dell'ordine del
giorno, deve essere comunicato almeno cinque giorni prima della data fissata per l'adunanza in prima
convocazione, a mezzo di posta raccomandata, posta elettronica certificata, fax o tramite consegna a mano,
e deve contenere l'indicazione del luogo e dell'ora della riunione. In caso di omessa, tardiva o incompleta
convocazione degli aventi diritto, la deliberazione assembleare è annullabile ai sensi dell'articolo 1137 del
codice su istanza dei dissenzienti o assenti perché non ritualmente convocati.L'assemblea in seconda
convocazione non può tenersi nel medesimo giorno solare della prima.L'amministratore ha facoltà di fissare
più riunioni consecutive in modo da assicurare lo svolgimento dell'assemblea in termini brevi, convocando gli
aventi diritto con un unico avviso nel quale sono indicate le ulteriori date ed ore di eventuale prosecuzione
dell'assemblea validamente costituitasi.".

Art. 21
1. L'articolo 67 delle disposizioni per l'attuazione del codice civile e disposizioni transitorie è sostituito
dal seguente:"Art. 67. - Ogni condomino può intervenire all'assemblea anche a mezzo di rappresentante,
munito di delega scritta. Se i condomini sono più di venti, il delegato non può rappresentare più di un quinto
dei condomini e del valore proporzionale.Qualora un'unità immobiliare appartenga in proprietà indivisa a più
persone, queste hanno diritto a un solo rappresentante nell'assemblea, che è designato dai comproprietari
interessati a norma dell'articolo 1106 del codice.Nei casi di cui all'articolo 1117-bis del codice, quando i
partecipanti sono complessivamente più di sessanta, ciascun condominio deve designare, con la
maggioranza di cui all'articolo 1136, quinto comma, del codice, il proprio rappresentante all'assemblea per la
gestione ordinaria delle parti comuni a più condominii e per la nomina dell'amministratore. In mancanza,
ciascun partecipante può chiedere che l'autorità giudiziaria nomini il rappresentante del proprio condominio.
Qualora alcuni dei condominii interessati non abbiano nominato il proprio rappresentante, l'autorità
giudiziaria provvede alla nomina su ricorso anche di uno solo dei rappresentanti già nominati, previa diffida a
provvedervi entro un congruo termine. La diffida ed il ricorso all'autorità giudiziaria sono notificati al
condominio cui si riferiscono in persona dell'amministratore o, in mancanza, a tutti i condomini.Ogni limite o

- 72 -
condizione al potere di rappresentanza si considera non apposto. Il rappresentante risponde con le regole
del mandato e comunica tempestivamente all'amministratore di ciascun condominio l'ordine del giorno e le
decisioni assunte dall'assemblea dei rappresentanti dei condominii. L'amministratore riferisce in
assemblea.All'amministratore non possono essere conferite deleghe per la partecipazione a qualunque
assemblea.L'usufruttuario di un piano o porzione di piano dell'edificio esercita il diritto di voto negli affari che
attengono all'ordinaria amministrazione e al semplice godimento delle cose e dei servizi comuni.Nelle altre
deliberazioni, il diritto di voto spetta ai proprietari, salvi i casi in cui l'usufruttuario intenda avvalersi del diritto
di cui all'articolo 1006 del codice ovvero si tratti di lavori od opere ai sensi degli articoli 985 e 986 del codice.
In tutti questi casi l'avviso di convocazione deve essere comunicato sia all'usufruttuario sia al nudo
proprietario.Il nudo proprietario e l'usufruttuario rispondono solidalmente per il pagamento dei contributi
dovuti all'amministrazione condominiale.".

Art. 22
1. L'articolo 68 delle disposizioni per l'attuazione del codice civile e disposizioni transitorie è sostituito
dal seguente:"Art. 68. - Ove non precisato dal titolo ai sensi dell'articolo 1118, per gli effetti indicati dagli
articoli 1123, 1124, 1126 e 1136 del codice, il valore proporzionale di ciascuna unità immobiliare è espresso
in millesimi in apposita tabella allegata al regolamento di condominio.Nell'accertamento dei valori di cui al
primo comma non si tiene conto del canone locatizio, dei miglioramenti e dello stato di manutenzione di
ciascuna unità immobiliare.".

Art. 23
1. L'articolo 69 delle disposizioni per l'attuazione del codice civile e disposizioni transitorie è sostituito
dal seguente:"Art. 69. - I valori proporzionali delle singole unità immobiliari espressi nella tabella millesimale
di cui all'articolo 68 possono essere rettificati o modificati all'unanimità. Tali valori possono essere rettificati o
modificati, anche nell'interesse di un solo condomino, con la maggioranza prevista dall'articolo 1136,
secondo comma, del codice, nei seguenti casi:1) quando risulta che sono conseguenza di un errore;2)
quando, per le mutate condizioni di una parte dell'edificio, in conseguenza di sopraelevazione, di incremento
di superfici o di incremento o diminuzione delle unità immobiliari, è alterato per più di un quinto il valore
proporzionale dell'unità immobiliare anche di un solo condomino. In tal caso il relativo costo è sostenuto da
chi ha dato luogo alla variazione.Ai soli fini della revisione dei valori proporzionali espressi nella tabella
millesimale allegata al regolamento di condominio ai sensi dell'articolo 68, può essere convenuto in giudizio
unicamente il condominio in persona dell'amministratore. Questi è tenuto a darne senza indugio notizia
all'assemblea dei condomini. L'amministratore che non adempie a quest'obbligo può essere revocato ed è
tenuto al risarcimento degli eventuali danni.Le norme di cui al presente articolo si applicano per la rettifica o
la revisione delle tabelle per la ripartizione delle spese redatte in applicazione dei criteri legali o
convenzionali.".

Art. 24
1. L'articolo 70 delle disposizioni per l'attuazione del codice civile e disposizioni transitorie è sostituito
dal seguente:"Art. 70. - Per le infrazioni al regolamento di condominio può essere stabilito, a titolo di
sanzione, il pagamento di una somma fino ad euro 200 e, in caso di recidiva, fino ad euro 800. La somma è
devoluta al fondo di cui l'amministratore dispone per le spese ordinarie.".

Art. 25
1. Dopo l'articolo 71 delle disposizioni per l'attuazione del codice civile e disposizioni transitorie sono
inseriti i seguenti:"Art. 71-bis. - Possono svolgere l'incarico di amministratore di condominio coloro:a) che
hanno il godimento dei diritti civili;b) che non sono stati condannati per delitti contro la pubblica
amministrazione, l'amministrazione della giustizia, la fede pubblica, il patrimonio o per ogni altro delitto non
colposo per il quale la legge commina la pena della reclusione non inferiore, nel minimo, a due anni e, nel
massimo, a cinque anni;c) che non sono stati sottoposti a misure di prevenzione divenute definitive, salvo
che non sia intervenuta la riabilitazione;d) che non sono interdetti o inabilitati;e) il cui nome non risulta
annotato nell'elenco dei protesti cambiari;f) che hanno conseguito il diploma di scuola secondaria di secondo
grado;g) che hanno frequentato un corso di formazione iniziale e svolgono attività di formazione periodica in
materia di amministrazione condominiale.I requisiti di cui alle lettere f) e g) del primo comma non sono
necessari qualora l'amministratore sia nominato tra i condomini dello stabile.Possono svolgere l'incarico di
amministratore di condominio anche società di cui al titolo V del libro V del codice. In tal caso, i requisiti
devono essere posseduti dai soci illimitatamente responsabili, dagli amministratori e dai dipendenti incaricati

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di svolgere le funzioni di amministrazione dei condominii a favore dei quali la società presta i servizi.La
perdita dei requisiti di cui alle lettere a), b), c), d) ed e) del primo comma comporta la cessazione
dall'incarico. In tale evenienza ciascun condomino può convocare senza formalità l'assemblea per la nomina
del nuovo amministratore.A quanti hanno svolto attività di amministrazione di condominio per almeno un
anno, nell'arco dei tre anni precedenti alla data di entrata in vigore della presente disposizione, è consentito
lo svolgimento dell'attività di amministratore anche in mancanza dei requisiti di cui alle lettere f) e g) del
primo comma. Resta salvo l'obbligo di formazione periodica. Art. 71-ter. - Su richiesta dell'assemblea, che
delibera con la maggioranza di cui al secondo comma dell'articolo 1136 del codice, l'amministratore è tenuto
ad attivare un sito internet del condominio che consenta agli aventi diritto di consultare ed estrarre copia in
formato digitale dei documenti previsti dalla delibera assembleare. Le spese per l'attivazione e la gestione
del sito internet sono poste a carico dei condomini.Art. 71-quater - Per controversie in materia di condominio,
ai sensi dell'articolo 5, comma 1, del decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28, si intendono quelle derivanti
dalla violazione o dall'errata applicazione delle disposizioni del libro III, titolo VII, capo II, del codice e degli
articoli da 61 a 72 delle presenti disposizioni per l'attuazione del codice.La domanda di mediazione deve
essere presentata, a pena di inammissibilità, presso un organismo di mediazione ubicato nella circoscrizione
del tribunale nella quale il condominio è situato.Al procedimento è legittimato a partecipare l'amministratore,
previa delibera assembleare da assumere con la maggioranza di cui all'articolo 1136, secondo comma, del
codice.Se i termini di comparizione davanti al mediatore non consentono di assumere la delibera di cui al
terzo comma, il mediatore dispone, su istanza del condominio, idonea proroga della prima comparizione.La
proposta di mediazione deve essere approvata dall'assemblea con la maggioranza di cui all'articolo 1136,
secondo comma, del codice. Se non si raggiunge la predetta maggioranza, la proposta si deve intendere
non accettata.Il mediatore fissa il termine per la proposta di conciliazione di cui all'articolo 11 del decreto
legislativo 4 marzo 2010, n. 28, tenendo conto della necessità per l'amministratore di munirsi della delibera
assembleare.".

Art. 26
1. Dopo l'articolo 155 delle disposizioni per l'attuazione del codice civile e disposizioni transitorie è inserito il
seguente:"Art. 155-bis. - L'assemblea, ai fini dell'adeguamento degli impianti non centralizzati di cui
all'articolo 1122-bis, primo comma, del codice, già esistenti alla data di entrata in vigore del predetto articolo,
adotta le necessarie prescrizioni con le maggioranze di cui all'articolo 1136, commi primo, secondo e terzo,
del codice.".

Art. 27
1. All'articolo 2, comma 1, della legge 9 gennaio 1989, n. 13, le parole: "con le maggioranze previste
dall'articolo 1136, secondo e terzo comma, del codice civile" sono sostituite dalle seguenti: "con le
maggioranze previste dal secondo comma dell'articolo 1120 del codice civile".

Art. 28
1. All'articolo 26, comma 2, della legge 9 gennaio 1991, n. 10, le parole: "semplice delle quote
millesimali rappresentate dagli intervenuti in assemblea" sono sostituite dalle seguenti: "degli intervenuti, con
un numero di voti che rappresenti almeno un terzo del valore dell'edificio".
2. All'articolo 26, comma 5, della legge 9 gennaio 1991, n. 10, le parole: "l'assemblea di condominio
decide a maggioranza, in deroga agli articoli 1120 e 1136 del codice civile" sono sostituite dalle seguenti:
"l'assemblea di condominio delibera con le maggioranze previste dal secondo comma dell'articolo 1120 del
codice civile".

Art. 29
1. All'articolo 2-bis, comma 13, del decreto-legge 23 gennaio 2001, n. 5, convertito, con modificazioni,
dalla legge 20 marzo 2001, n. 66, le parole: "l'articolo 1136, terzo comma, dello stesso codice" sono
sostituite dalle seguenti: "l'articolo 1120, secondo comma, dello stesso codice".

Art. 30
1. I contributi per le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria nonché per le innovazioni sono
prededucibili ai sensi dell'articolo 111 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, e successive modificazioni,
se divenute esigibili ai sensi dell'articolo 63, primo comma, delle disposizioni per l'attuazione del codice civile
e disposizioni transitorie, come sostituito dall'articolo 18 della presente legge, durante le procedure
concorsuali.

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Art. 31
1. All'articolo 23, primo comma, del codice di procedura civile, dopo le parole: "per le cause tra
condomini" sono inserite le seguenti: ", ovvero tra condomini e condominio,".

Art. 32
1. Le disposizioni di cui alla presente legge entrano in vigore dopo sei mesi dalla data di pubblicazione
della medesima nella Gazzetta Ufficiale.La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sarà inserita nella
Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla
e di farla osservare come legge dello Stato.

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Decreto Legge 23 dicembre 2013, n. 145: articolo 1
Decreto legge 23 dicembre 2013 n. 145 (n3) Convertito
Interventi urgenti di avvio del piano "Destinazione Italia", per il contenimento delle tariffe elettriche e
del gas, per l'internazionalizzazione, lo sviluppo e la digitalizzazione delle imprese, nonché misure
per la realizzazione di opere pubbliche ed EXPO 2015. (n4)
(G.U. n. 300, 23 dicembre 2013, Serie Generale)

Art. 1 Disposizioni per la riduzione dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, per gli indirizzi
strategici dell'energia geotermica, in materia di certificazione energetica degli edifici e di
condominio, e per lo sviluppo di tecnologie di maggior tutela ambientale - 1. L'Autorità per l'energia
elettrica e il gas aggiorna entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto i criteri per la
determinazione dei prezzi di riferimento per le forniture destinate ai clienti finali non riforniti sul mercato
libero, tenendo conto delle mutazioni intervenute nell'effettivo andamento orario dei prezzi dell'energia
elettrica sul mercato.
2. A decorrere dal 1° gennaio 2014, i prezzi minimi garantiti, definiti dall'Autorità per l'energia elettrica e
il gas ai fini dell'applicazione dell'articolo 13, commi 3 e 4, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, e
dell'articolo 1, comma 41, della legge 23 agosto 2004, n. 239, sono pari, per ciascun impianto, al prezzo
zonale orario nel caso in cui l'energia ritirata sia prodotta da impianti che accedono a incentivazioni a carico
delle tariffe elettriche sull'energia prodotta, ad eccezione dell'energia elettrica immessa da impianti
fotovoltaici di potenza nominale fino a 100 kW e da impianti idroelettrici di potenza elettrica fino a 500 kW.
(1)
3. Al fine di contenere l'onere annuo sui prezzi e sulle tariffe elettriche degli incentivi alle energie
rinnovabili e massimizzare l'apporto produttivo nel medio-lungo termine dagli esistenti impianti, i produttori di
energia elettrica da fonti rinnovabili titolari di impianti che beneficiano di incentivi sotto la forma di certificati
verdi, tariffe omnicomprensive ovvero tariffe premio possono, per i medesimi impianti, in misura alternativa:
a) continuare a godere del regime incentivante spettante per il periodo di diritto residuo. In tal caso,
per un periodo di dieci anni decorrenti dal termine del periodo di diritto al regime incentivante, interventi di
qualunque tipo realizzati sullo stesso sito non hanno diritto di accesso ad ulteriori strumenti incentivanti,
incluso ritiro dedicato e scambio sul posto, a carico dei prezzi o delle tariffe dell'energia elettrica;
b) optare per una rimodulazione dell'incentivo spettante, volta a valorizzare l'intera vita utile
dell'impianto. In tal caso, a decorrere dal primo giorno del mese successivo al termine di cui al comma 5, il
produttore accede a un incentivo ridotto di una percentuale specifica per ciascuna tipologia di impianto,
definita con decreto del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell'ambiente e della
tutela del territorio e del mare, con parere dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, entro 60 giorni
dall'entrata in vigore del presente decreto, da applicarsi per un periodo rinnovato di incentivazione pari al
periodo residuo dell'incentivazione spettante alla medesima data incrementato di 7 anni. La specifica
percentuale di riduzione è applicata:
1) per gli impianti a certificati verdi, al coefficiente moltiplicativo di cui alla tabella 2 allegata alla legge
24 dicembre 2007, n. 244;
2) per gli impianti a tariffa onnicomprensiva, al valore della tariffa spettante al netto del prezzo di
cessione dell'energia elettrica definito dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas in attuazione dell'articolo 13,
comma 3, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, registrato nell'anno precedente;
3) per gli impianti a tariffa premio, alla medesima tariffa premio.
4. La riduzione di cui al comma 3, lettera b), viene differenziata in ragione del residuo periodo di
incentivazione, del tipo di fonte rinnovabile e dell'istituto incentivante, ed è determinata tenendo conto dei
costi indotti dall'operazione di rimodulazione degli incentivi, incluso un premio adeguatamente maggiorato
per gli impianti per i quali non sono previsti, per il periodo successivo a quello di diritto al regime
incentivante, incentivi diversi dallo scambio sul posto e dal ritiro dedicato per interventi realizzati sullo stesso
sito. Il decreto di cui al comma 3, lettera b), deve prevedere il periodo residuo di incentivazione, entro il quale
non si applica la penalizzazione di cui al comma 3, lettera a). Allo scopo di salvaguardare gli investimenti in
corso, tale periodo residuo non può comunque scadere prima del 31 dicembre 2014 e può essere
differenziato per ciascuna fonte, per tenere conto della diversa complessità degli interventi medesimi. (1)
5. L'opzione di cui al comma 3, lettera b), deve essere esercitata entro 90 giorni dalla data di entrata in
vigore del decreto di cui al medesimo comma 3, lettera b), mediante richiesta al Gestore dei servizi
energetici (Gse) resa con modalità definite dallo stesso Gse entro 15 giorni dalla medesima data.
6. Le disposizioni di cui ai commi 3, 4 e 5 non si applicano:

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a) agli impianti incentivati ai sensi del provvedimento del Comitato interministeriale dei prezzi n. 6 del
29 aprile 1992;
b) ai nuovi impianti incentivati ai sensi del decreto del Ministro dello sviluppo economico 6 luglio
2012, pubblicato nel supplemento ordinario n. 143 alla Gazzetta Ufficiale n. 159 del 10 luglio 2012, fatta
eccezione per gli impianti ricadenti nel regime transitorio di cui all'articolo 30 dello stesso decreto (2).
6-bis. Al fine di promuovere la competitività delle imprese industriali, i corrispettivi a copertura degli
oneri generali di sistema applicati al consumo di gas e i criteri di ripartizione dei medesimi oneri a carico dei
clienti finali sono rideterminati dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas entro sessanta giorni dalla data di
entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. La suddetta rideterminazione deve
avvenire in modo da tenere conto della definizione di imprese a forte consumo di energia, nel rispetto dei
decreti e dei vincoli di cui all'articolo 39, commi 1 e 2, del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito,
con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, secondo gli indirizzi emanati dal Ministro dello sviluppo
economico. (3)
6-ter. L'Autorità per l'energia elettrica e il gas, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di
conversione del presente decreto, al fine di rendere più facilmente confrontabili le offerte contrattuali rivolte
ai clienti finali per l'acquisto di gas o energia elettrica, identifica le componenti di base di costo da esplicitare
obbligatoriamente nelle stesse offerte e determina le sanzioni a carico dei soggetti venditori in caso di
inottemperanza. (3)
6-quater. L'Autorità per l'energia elettrica e il gas promuove, attraverso la regolazione, l'installazione dei
contatori elettronici e provvede affinché i dati di lettura dei contatori stessi siano resi disponibili ai clienti in
forma aggregata e puntuale, secondo modalità tali da consentire la facile lettura da parte del cliente dei
propri dati di consumo e garantendo nel massimo grado e tempestivamente la corrispondenza tra i consumi
fatturati e quelli effettivi con lettura effettiva dei valori di consumo ogni volta che siano installati sistemi di
telelettura e determinando un intervallo di tempo massimo per il conguaglio nei casi di lettura stimata. (3)
6-quinquies. L'Autorità per l'energia elettrica e il gas provvede all'attuazione dei commi 6-ter e 6-quater
nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali previste a legislazione vigente e, comunque, senza
nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. (3)
6-sexies. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente
decreto, il Ministero dello sviluppo economico avvia una ricognizione dei regolamenti al fine di prevedere i
requisiti di terzietà, di imparzialità, di integrità e di indipendenza rispetto al produttore, distributore, venditore
e gestore di rete, per l'esecuzione dei controlli metrologici sui dispositivi di cui all'articolo 1 del decreto
legislativo 2 febbraio 2007, n. 22. (3)
6-septies. Con i regolamenti di cui ai decreti del Ministro dello sviluppo economico adottati ai sensi
dell'articolo 19, comma 2, del decreto legislativo 2 febbraio 2007, n. 22, ovvero con successivi decreti
adottati secondo la medesima procedura, sono disciplinati, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza
pubblica, anche i controlli successivi, relativamente agli strumenti di misura già messi in servizio ai sensi
delle disposizioni transitorie di cui all'articolo 22 del medesimo decreto legislativo. (3)
6-octies. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, sentita l'Autorità per l'energia elettrica e il
gas, sono individuate le disposizioni per un processo di progressiva copertura del fabbisogno delle isole
minori non interconnesse attraverso energia da fonti rinnovabili, gli obiettivi temporali e le modalità di
sostegno degli investimenti, anche attraverso la componente tariffaria UC4. (3)
7. All'articolo 6 del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, i commi 3 e 3-bis sono sostituiti dal
seguente:"3. Nei contratti di compravendita immobiliare, negli atti di trasferimento di immobili a titolo oneroso
e nei nuovi contratti di locazione di edifici o di singole unità immobiliari soggetti a registrazione è inserita
apposita clausola con la quale l'acquirente o il conduttore dichiarano di aver ricevuto le informazioni e la
documentazione, comprensiva dell'attestato, in ordine alla attestazione della prestazione energetica degli
edifici; copia dell'attestato di prestazione energetica deve essere altresì allegata al contratto, tranne che nei
casi di locazione di singole unità immobiliari. In caso di omessa dichiarazione o allegazione, se dovuta, le
parti sono soggette al pagamento, in solido e in parti uguali, della sanzione amministrativa pecuniaria da
euro 3.000 a euro 18.000; la sanzione è da euro 1.000 a euro 4.000 per i contratti di locazione di singole
unità immobiliari e, se la durata della locazione non eccede i tre anni, essa è ridotta alla metà. Il pagamento
della sanzione amministrativa non esenta comunque dall'obbligo di presentare la dichiarazione o la copia
dell'attestato di prestazione energetica entro quarantacinque giorni. L'accertamento e la contestazione della
violazione sono svolti dalla Guardia di Finanza o, all'atto della registrazione di uno dei contratti previsti dal
presente comma, dall'Agenzia delle Entrate, ai fini dell'ulteriore corso del procedimento sanzionatorio ai
sensi dell'articolo 17 della legge 24 novembre 1981, n. 689.". (1)
7-bis. Al numero 52 dell'allegato A del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e successive
modificazioni, le parole: "la persona giuridica" sono sostituite dalle seguenti: "l'impresa". (3)
7-ter. All'articolo 1, comma 139, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, la lettera a) è abrogata. (3)

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8. Su richiesta di almeno una delle parti o di un suo avente causa, la stessa sanzione amministrativa di
cui al comma 3 dell'articolo 6 del decreto legislativo n. 192 del 2005 si applica altresì ai richiedenti, in luogo
di quella della nullità del contratto anteriormente prevista, per le violazioni del previgente comma 3-bis dello
stesso articolo 6 commesse anteriormente all'entrata in vigore del presente decreto, purché la nullità del
contratto non sia già stata dichiarata con sentenza passata in giudicato.
8-bis. Ai fini del rilascio dell'attestato di prestazione energetica degli edifici, di cui all'articolo 6 del
decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e successive modificazioni, si tiene conto del raffrescamento
derivante dalle schermature solari mobili, a condizione che la prestazione energetica delle predette
schermature sia di classe 2, come definita nella norma europea EN 14501:2006, o superiore. (3)
8-ter. Al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 75, sono
apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 2, comma 3, lettera a), le parole da: "LM-4" a: "LM-73" sono sostituite dalle seguenti:
"LM-4, da LM-20 a LM-35, LM-48, LM-53, LM-69, LM-71, LM-73" e le parole da: "4/S" a: "77/S" sono
sostituite dalle seguenti: "4/S, da 25/S a 38/S, 54/S, 61/S, 74/S, 77/S, 81/S";
b) all'articolo 2, comma 3, lettera c), dopo la parola: "termotecnica," sono inserite le seguenti:
"aeronautica, energia nucleare, metallurgia, navalmeccanica, metalmeccanica,";
c) all'articolo 2, comma 4, lettera b), le parole da: "LM-17" a: "LM-79" sono sostituite dalle seguenti:
"LM-17, LM-40, LM-44, LM-54, LM-60, LM-74, LM-75, LM-79" e le parole da: "20/S" a: "86/S" sono sostituite
dalle seguenti: "20/S, 45/S, 50/S, 62/S, 68/S, 82/S, 85/S, 86/S";
d) all'articolo 3, dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:
1-bis. Qualora il tecnico abilitato sia dipendente e operi per conto di enti pubblici ovvero di organismi di
diritto pubblico operanti nel settore dell'energia e dell'edilizia, il requisito di indipendenza di cui al comma 1 si
intende superato dalle finalità istituzionali di perseguimento di obiettivi di interesse pubblico proprie di tali enti
e organismi";
e) all'articolo 4, comma 2, dopo la lettera a) è inserita la seguente:
a-bis) riconoscere, quali soggetti certificatori, i soggetti che dimostrino di essere in possesso di un
attestato di frequenza, con superamento dell'esame finale, di specifico corso di formazione per la
certificazione energetica degli edifici, attivato precedentemente alla data di entrata in vigore del presente
decreto e comunque conforme ai contenuti minimi definiti nell'allegato 1";
f) all'articolo 6, dopo il comma 2 è aggiunto il seguente:
2-bis. Le disposizioni del presente decreto si applicano anche ai fini della redazione dell'attestazione
di prestazione energetica di cui alla direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19
maggio 2010";
g) all'allegato 1, le parole: "64 ore" sono sostituite dalle seguenti: "80 ore". (3)
8-quater. All'articolo 6, comma 8, del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e successive
modificazioni, dopo la parola: "locazione," sono inserite le seguenti: "ad eccezione delle locazioni degli edifici
residenziali utilizzati meno di quattro mesi all'anno,". (3)
9. La riforma della disciplina del condominio negli edifici, di cui alla legge 11 dicembre 2012, n. 220, è
così integrata:
a) con Regolamento del Ministro della giustizia, emanato ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della
legge 23 agosto 1988, n. 400, sono determinati i requisiti necessari per esercitare l'attività di formazione
degli amministratori di condominio nonché i criteri, i contenuti e le modalità di svolgimento dei corsi della
formazione iniziale e periodica prevista dall'articolo 71-bis, primo comma, lettera g), delle disposizioni per
l'attuazione del Codice civile, per come modificato dalla legge 11 dicembre 2012, n. 220;
b) (4)
c) all'articolo 1130, primo comma, n. 6, del Codice civile, per come modificato dalla legge 11 dicembre
2012, n. 220, dopo le parole: "nonché ogni dato relativo alle condizioni di sicurezza" sono inserite le
seguenti: "delle parti comuni dell'edificio";
d) all'articolo 1135, primo comma, n. 4, del Codice civile, per come modificato dalla legge 11 dicembre
2012, n. 220, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: "; se i lavori devono essere eseguiti in base a un
contratto che ne prevede il pagamento graduale in funzione del loro progressivo stato di avanzamento, il
fondo può essere costituito in relazione ai singoli pagamenti dovuti";
e) all'articolo 70 delle disposizioni per l'attuazione del Codice civile, per come modificato dalla legge
11 dicembre 2012, n. 220, dopo le parole: "spese ordinarie" sono aggiunte le seguenti: "L'irrogazione della
sanzione è deliberata dall'assemblea con le maggioranze di cui al secondo comma dell'articolo 1136 del
Codice".
10. All'articolo 1 del decreto legislativo 11 febbraio 2010, n. 22, e successive modificazioni, sono
apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 3-bis, dopo la parola: "emissioni" sono inserite le seguenti: "di processo";

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b) al comma 3-bis.1, dopo le parole: "immessa nel sistema elettrico" sono aggiunte le seguenti: ", che
non può in nessun caso essere superiore a 40.000 MWh elettrici annui";
c) dopo il comma 7 è inserito il seguente:
"7-bis. Lo Stato esercita le funzioni di cui all'articolo 1, comma 7, lettera i), della legge 23 agosto 2004,
n. 239, e all'articolo 57, comma 1, lettera f-bis), del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con
modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35, nell'ambito della determinazione degli indirizzi della politica
energetica nazionale, al fine di sostenere lo sviluppo delle risorse geotermiche". (5)
11. L'articolo 11, comma 14, del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla
legge 14 maggio 2005, n. 80, e successive modificazioni, è abrogato e cessa l'efficacia delle disposizioni di
cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 gennaio 1994, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana 9 marzo 1994, n. 56, relativamente alla concessione integrata per la gestione della
miniera di carbone del Sulcis e produzione di energia elettrica e cogenerazione di fluidi caldi mediante
gassificazione e ai relativi meccanismi di incentivazione.
12. La Regione Autonoma della Sardegna, entro il 30 giugno 2016, ha la facoltà di bandire una gara per
realizzare una centrale termoelettrica a carbone, dotata di apposita sezione di impianto per la cattura e lo
stoccaggio dell'anidride carbonica prodotta, da realizzare sul territorio del Sulcis Iglesiente, in prossimità del
giacimento carbonifero, assicurando la disponibilità delle aree e delle infrastrutture necessarie. Al vincitore
della gara è assicurato l'acquisto da parte del Gestore dei servizi energetici S.p.a. dell'energia elettrica
prodotta e immessa in rete dall'impianto, dal primo al ventesimo anno di esercizio, al prezzo di mercato
maggiorato di un incentivo fino a 30 Euro/MWh sulla base della produzione di energia elettrica con
funzionamento a piena capacità di cattura della CO2 e del funzionamento del relativo stoccaggio nonché
rivalutato sulla base dell'inflazione calcolata sull'indice Istat, per un massimo di 2100 GWh/anno. Tale
incentivo è concesso esclusivamente per la quantità di energia prodotta con la cattura e lo stoccaggio
dell'anidride carbonica. Il rapporto tra l'ammontare complessivo di tale incentivo e il costo totale di
investimento sostenuto dal vincitore della gara non deve superare le proporzioni consentite dalle norme
comunitarie sugli aiuti di Stato e nessun incentivo può essere concesso prima della approvazione da parte
della Commissione europea. In caso di funzionamento della centrale termoelettrica in assenza di cattura e
stoccaggio della CO2, le emissioni di gas serra attribuite all'impianto sono incrementate del 30%. (1)
13. Gli oneri derivanti dall'attuazione del comma 12 sono a carico del sistema elettrico italiano e ad essi
si provvede mediante corrispondente prelievo sulle tariffe elettriche, con modalità di esazione della relativa
componente tariffaria basate su parametri tecnici rappresentanti i punti di connessione alle reti di
distribuzione, definite dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas con provvedimento da adottare entro
novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge.
14. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, da emanare entro novanta giorni dalla data di
entrata in vigore del presente decreto, sono stabiliti gli elementi e i criteri per la valutazione delle offerte della
gara di cui al comma 12 nonché le modalità dell'audit esterno cui il vincitore della gara è tenuto sottoporsi
per evitare sovra compensazioni. L'Autorità per l'energia elettrica e il gas stabilisce le modalità con cui le
risorse di cui al comma 13 sono erogate dalla Cassa conguaglio per il settore elettrico a copertura del
fabbisogno derivante dal pagamento dell'incentivo sull'energia acquistata dal Gestore dei servizi energetici
S.p.a.
15. Al secondo periodo del comma 2 dell'articolo 33 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, la
parola: "2014" è sostituita dalla seguente: "2015". Al terzo periodo del comma 2 dell'articolo 33 del decreto
legislativo 3 marzo 2011, n. 28, la parola: "2014" è sostituita dalla seguente: "2020" e le parole: "e può
essere rideterminato l'obiettivo di cui al periodo precedente" sono soppresse. A decorrere dal 1° gennaio
2015 la quota minima di cui all'articolo 2-quater, comma 1, del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2,
convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, e successive modificazioni, è determinata in
una quota percentuale di tutto il carburante, benzina e gasolio, immesso in consumo nello stesso anno
solare, calcolata sulla base del tenore energetico. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del presente
decreto, con decreto di natura non regolamentare del Ministro dello sviluppo economico, sentito il Comitato
tecnico consultivo biocarburanti di cui all'articolo 33, comma 5-sexies, del decreto legislativo 3 marzo 2011,
n. 28, si provvede ad aggiornare le condizioni, i criteri e le modalità di attuazione dell'obbligo, ai sensi del
comma 3 dell'articolo 2-quater del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla
legge 11 marzo 2006, n. 81, e successive modificazioni. All'articolo 33, comma 4, del decreto legislativo 3
marzo 2011, n. 28, e successive modificazioni, le parole: "fino al 31 dicembre 2014" sono sostituite dalle
seguenti: "fino al 31 marzo 2014". Al comma 5-ter dell'articolo 33 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28,
sono apportate le seguenti modificazioni: al secondo punto dell'elenco, le parole: ", condotta all'interno degli
stabilimenti di produzione del biodiesel (nella misura massima del 5% in peso della relativa produzione di
biodiesel)" sono soppresse; al terzo punto dell'elenco, le parole: "durante il processo di produzione del
biodiesel (nella misura massima del 5% in peso della relativa produzione di biodiesel)" sono soppresse; al

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quarto punto dell'elenco, le parole: "(nella misura massima del 5% in peso della relativa produzione di acidi
grassi distillati)" e le parole: "(nella misura massima del 5% in peso della relativa produzione di Glicerina
distillata) condotta nelle aziende oleochimiche" sono soppresse; al settimo punto dell'elenco, dopo le parole:
"grassi animali di categoria 1" sono inserite le seguenti: "e di categoria 2". Al comma 5-quater dell'articolo 33
del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, e successive modificazioni, le parole: "e stabilite variazioni della
misura massima percentuale prevista dal comma 5-quinquies" sono soppresse. Il comma 5-quinquies
dell'articolo 33 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, è abrogato. All'articolo 33, comma 5, del decreto
legislativo 3 marzo 2011, n. 28, e successive modificazioni, le parole: "entrambi prodotti e trasformati in
biocarburanti nel territorio Comunitario, che non presentino altra utilità produttiva o commerciale al di fuori
del loro impiego per la produzione di carburanti o a fini energetici," sono soppresse. I commi 4, 5 e 6
dell'articolo 34 del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto
2012, n. 134, sono abrogati. (5)
16. All'articolo 15, comma 5, del decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 164, le parole: ", con i criteri di
cui alle lettere a) e b) dell'articolo 24 del Regio decreto 15 ottobre 1925, n. 2578" sono sostituite dalle
seguenti: "nonché per gli aspetti non disciplinati dalle medesime convenzioni o contratti, in base alle linee
guida su criteri e modalità operative per la valutazione del valore di rimborso di cui all'articolo 4, comma 6,
del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98. In
ogni caso, dal rimborso di cui al presente comma sono detratti i contributi privati relativi ai cespiti di località,
valutati secondo la metodologia della regolazione tariffaria vigente. Qualora il valore di rimborso risulti
maggiore del 10 per cento del valore delle immobilizzazioni nette di località calcolate nella regolazione
tariffaria, al netto dei contributi pubblici in conto capitale e dei contributi privati relativi ai cespiti di località,
l'ente locale concedente trasmette le relative valutazioni di dettaglio del valore di rimborso all'Autorità per
l'energia elettrica, il gas ed il sistema idrico per la verifica prima della pubblicazione del bando di gara. La
stazione appaltante tiene conto delle eventuali osservazioni dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas ed il
sistema idrico ai fini della determinazione del valore di rimborso da inserire nel bando di gara. I termini di
scadenza previsti dal comma 3 dell'articolo 4 del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con
modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, sono prorogati di ulteriori quattro mesi. Le date limite di cui
all'allegato 1 al regolamento di cui al decreto del Ministro dello sviluppo economico 12 novembre 2011, n.
226, relative agli ambiti ricadenti nel terzo raggruppamento dello stesso allegato 1, nonché i rispettivi termini
di cui all'articolo 3 del medesimo regolamento, sono prorogati di quattro mesi". (5)
16-bis. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente
decreto, i soggetti investitori indicati all'articolo 5, comma 1, lettera b), numeri 1) e 3), del decreto legislativo
13 agosto 2010, n. 130, confermano al Ministero dello sviluppo economico la loro volontà di mantenere la
partecipazione nello sviluppo delle nuove capacità di stoccaggio, ancora da realizzare da parte dei soggetti
di cui all'articolo 5 dello stesso decreto. La procedura di cui al medesimo articolo 5, comma 1, lettera b),
numero 2), è indetta entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del
presente decreto e il prezzo a base d'asta è determinato dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas in misura
pari al costo medio di realizzazione e gestione delle infrastrutture di stoccaggio. Il soggetto di cui allo stesso
articolo 5, comma 1, è tenuto a realizzare unicamente la capacità di stoccaggio derivante dai quantitativi
confermati o richiesti ai sensi del presente comma, fermo restando che da tale obbligo non devono derivare
oneri per il sistema del gas naturale. L'attestazione della quota di mercato all'ingrosso di cui all'articolo 3,
comma 1, del citato decreto legislativo n. 130 del 2010 è effettuata qualora il suo valore superi il 10 per
cento. Con i decreti del Ministero dello sviluppo economico di cui all'articolo 14 del decreto-legge 24 gennaio
2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, e successive modificazioni, può
essere indicata la parte di spazio di stoccaggio di gas naturale da allocare per periodi superiori a un anno.
All'articolo 34, comma 19, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla
legge 17 dicembre 2012, n. 221, dopo le parole: "dalla legge 29 novembre 2007, n. 222," sono inserite le
seguenti: "di cui all'articolo 11 del decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 164,". (6)
16-ter. Il comma 2 dell'articolo 11 del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7, convertito, con modificazioni,
dalla legge 2 aprile 2007, n. 40, è sostituito dal seguente:
"2. Ciascun soggetto che immette gas naturale nella rete nazionale di gasdotti e la cui quota di
mercato all'ingrosso, calcolata ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 130, supera il
valore del 10 per cento, è soggetto, a decorrere dal 1° gennaio 2014 e per un periodo di tre anni, all'obbligo
di offerta di vendita, nel mercato a termine del gas naturale gestito dal Gestore dei mercati energetici, di un
volume di gas naturale corrispondente al 5 per cento del totale annuo immesso dal medesimo soggetto nei
punti di entrata della rete nazionale di trasporto connessi con gasdotti provenienti da altri Stati o da terminali
di rigassificazione di gas naturale liquefatto (GNL), con contestuale offerta di acquisto sul medesimo mercato
per un pari quantitativo, con una differenza tra il prezzo di vendita e il prezzo di acquisto offerti non superiore
a un valore definito con decreto del Ministro dello sviluppo economico, su proposta dell'Autorità per l'energia

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elettrica, il gas ed il sistema idrico, la quale definisce altresì le modalità per l'adempimento del suddetto
obbligo. Il Gestore dei mercati energetici trasmette i relativi dati all'Autorità garante della concorrenza e del
mercato". (6)
16-quater. Al fine di dare impulso all'indizione delle gare d'ambito per l'affidamento del servizio di
distribuzione del gas naturale previste dal regolamento di cui al decreto del Ministro dello sviluppo
economico 12 novembre 2011, n. 226, i gestori uscenti anticipano alla stazione appaltante l'importo
equivalente al corrispettivo una tantum per la copertura degli oneri di gara, come riconosciuto dall'Autorità
per l'energia elettrica e il gas con le delibere n. 407/2012/R/gas dell'11 ottobre 2012 e 230/2013/R/gas del 30
maggio 2013. Nel caso di due o più gestori, l'anticipazione è proporzionale ai punti di riconsegna serviti nei
comuni dell'ambito territoriale di riferimento, come risultanti dai dati di riferimento per la formazione degli
ambiti, pubblicati nel sito internet del Ministero dello sviluppo economico. La corresponsione dell'importo è
effettuata a titolo di anticipo alla stazione appaltante di cui all'articolo 2 del citato regolamento di cui al
decreto del Ministro dello sviluppo economico n. 226 del 2011 ed è rimborsata, comprensiva di interessi, dal
concessionario subentrante all'atto dell'avvenuta aggiudicazione del servizio, con modalità definite
dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas. (6)

(1) Comma così modificato dalla legge di conversione 21 febbraio 2014, n. 9.


(2) Lettera così sostituita dalla legge di conversione 21 febbraio 2014, n. 9.
(3) Comma inserito dalla legge di conversione 21 febbraio 2014, n. 9.
(4) Lettera soppressa dalla legge di conversione 21 febbraio 2014, n. 9.
(5) Comma così sostituito dalla legge di conversione 21 febbraio 2014, n. 9.
(6) Comma aggiunto dalla legge di conversione 21 febbraio 2014, n. 9.

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TABELLA ONERI ACCESSORI
RIPARTIZIONE FRA LOCATORE E CONDUTTORE
CONCORDATA TRA CONFEDILIZIA E SUNIA-SICET-UNIAT
REGISTRATA IL 30 APRILE 2014 A ROMA
(Agenzia Entrate, Ufficio territoriale Roma 2, n.8455/3)

ASCENSORE
Manutenzione ordinaria e piccole riparazioni C
Installazione e manutenzione straordinaria degli impianti L
Adeguamento alle nuove disposizioni di legge L
Consumi energia elettrica per forza motrice e illuminazione C
Ispezioni e collaudi C

AUTOCLAVE
Installazione e sostituzione integrale dell’impianto o di componenti primari L
(pompa, serbatoio, elemento rotante, avvolgimento elettrico ecc.)
Manutenzione ordinaria C
Imposte e tasse di impianto L
Forza motrice C
Ricarico pressione del serbatoio C
Ispezioni, collaudi e lettura contatori C

IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE, DI VIDEOCITOFONO,


DI VIDEOSORVEGLIANZA E SPECIALI
Installazione e sostituzione dell’impianto comune di illuminazione L
Manutenzione ordinaria dell’impianto comune di illuminazione C
Installazione e sostituzione degli impianti di suoneria e allarme L
Manutenzione ordinaria degli impianti di suoneria e allarme C
Installazione e sostituzione dei citofoni e videocitofoni L
Manutenzione ordinaria dei citofoni e videocitofoni C
Installazione e sostituzione di impianti speciali di allarme, sicurezza e simili L
Manutenzione ordinaria di impianti speciali di allarme, sicurezza e simili C
Installazione e sostituzione di impianti di videosorveglianza L
Manutenzione ordinaria di impianti di videosorveglianza C

IMPIANTI DI RISCALDAMENTO, CONDIZIONAMENTO,


PRODUZIONE ACQUA CALDA, ADDOLCIMENTO ACQUA,
PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI
Installazione e sostituzione degli impianti L
Adeguamento degli impianti a leggi e regolamenti L
Manutenzione ordinaria degli impianti, compreso il rivestimento refrattario C
Pulizia annuale degli impianti e dei filtri e messa a riposo stagionale C
Lettura dei contatori C
Acquisto combustibile, consumi di forza motrice, energia elettrica e acqua C

1
IMPIANTI SPORTIVI
Installazione e manutenzione straordinaria L
Addetti (bagnini, pulitori, manutentori ordinari ecc.) C
Consumo di acqua per pulizia e depurazione; acquisto di materiale C
per la manutenzione ordinaria

IMPIANTO ANTINCENDIO
Installazione e sostituzione dell’impianto L
Acquisti degli estintori L
Manutenzione ordinaria C
Ricarica degli estintori, ispezioni e collaudi C

IMPIANTO CENTRALIZZATO DI RICEZIONE RADIOTELEVISIVA E


DI FLUSSI INFORMATIVI
Installazione, sostituzione o potenziamento dell’impianto centralizzato L
per la ricezione radiotelevisiva e per l’accesso a qualunque altro genere
di flusso informativo anche da satellite o via cavo
Manutenzione ordinaria dell’impianto centralizzato per la ricezione C
radiotelevisiva e per l’accesso a qualunque altro genere di flusso informativo
anche da satellite o via cavo

PARTI COMUNI
Sostituzione di grondaie, sifoni e colonne di scarico L
Manutenzione ordinaria grondaie, sifoni e colonne di scarico C
Manutenzione straordinaria di tetti e lastrici solari L
Manutenzione ordinaria di tetti e lastrici solari C
Manutenzione straordinaria della rete di fognatura L
Manutenzione ordinaria della rete di fognatura, compresa la disostruzione C
dei condotti e pozzetti
Sostituzione di marmi, corrimano, ringhiere L
Manutenzione ordinaria di pareti, corrimano, ringhiere di scale e locali comuni C
Consumo di acqua ed energia elettrica per le parti comuni C
Installazione e sostituzione di serrature L
Manutenzione delle aree verdi, compresa la riparazione degli attrezzi utilizzati C
Installazione di attrezzature quali caselle postali, cartelli segnalatori, bidoni, L
armadietti per contatori, zerbini, tappeti, guide e altro materiale di arredo
Manutenzione ordinaria di attrezzature quali caselle postali, cartelli C
segnalatori, bidoni, armadietti per contatori, zerbini, tappeti, guide
e altro materiale di arredo
Tassa occupazione suolo pubblico per passo carrabile C
Tassa occupazione suolo pubblico per lavori condominiali L

PARTI INTERNE ALL’APPARTAMENTO LOCATO


Sostituzione integrale di pavimenti e rivestimenti L
Manutenzione ordinaria di pavimenti e rivestimenti C
Manutenzione ordinaria di infissi, serrande e dell’impianto sanitario C
Rifacimento di chiavi e serrature C
Tinteggiatura di pareti C

2
Sostituzione di vetri C
Manutenzione ordinaria di apparecchi e condutture di elettricità, dei cavi, C
degli impianti citofonico, videocitofonico e degli impianti individuali di videosorveglianza,
per la ricezione radiotelevisiva e per l’accesso a qualunque altro genere di flusso
informativo anche da satellite o via cavo
Verniciatura di opere in legno e metallo C
Manutenzione ordinaria dell’impianto di riscaldamento e condizionamento C
Manutenzione straordinaria dell’impianto di riscaldamento e condizionamento L

PORTIERATO
Trattamento economico del portiere e del sostituto, compresi contributi L 10% C 90%
previdenziali e assicurativi, accantonamento liquidazione, tredicesima,
premi, ferie e indennità varie, anche locali, come da c.c.n.l.
Materiale per le pulizie C
Indennità sostitutiva alloggio portiere prevista nel c.c.n.l. L10% C90%
Manutenzione ordinaria della guardiola L10% C90%
Manutenzione straordinaria della guardiola L

PULIZIA
Spese per l’assunzione dell’addetto L
Trattamento economico dell’addetto, compresi contributi previdenziali C
e assicurativi, accantonamento liquidazione, tredicesima, premi,
ferie e indennità varie, anche locali, come da c.c.n.l.
Spese per il conferimento dell’appalto a ditta L
Spese per le pulizie appaltate a ditta C
Materiale per le pulizie C
Acquisto e sostituzione macchinari per la pulizia L
Manutenzione ordinaria dei macchinari per la pulizia C
Derattizzazione e disinfestazione dei locali legati alla raccolta delle immondizie C
Disinfestazione di bidoni e contenitori di rifiuti C
Tassa rifiuti o tariffa sostitutiva C
Acquisto di bidoni, trespoli e contenitori L
Sacchi per la preraccolta dei rifiuti C

SGOMBERO NEVE
Spese relative al servizio, compresi i materiali d’uso C

PER LE VOCI NON PREVISTE DALLA PRESENTE TABELLA


SI RINVIA ALLE NORME DI LEGGE E AGLI USI LOCALI

LEGENDA

L = locatore
C = conduttore

3
Abbonamento multidisciplinare Docenti
40 seminari di un’ora Avv. Antonino Ciavola
1 credito formativo per ogni ora di partecipazione ai sensi dell’art. 2 - Regolamento per la formazione continua
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La lista dei corsi è in costante aggiornamento per cui si rimanda alla pagina online del corso per maggiori dettagli (vedasi sotto)

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