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Analisi FTIR
Nelle Figure 1 e 2 Si mostrano rispettivamente gli spettri ATR-FTIR degli estratti a 30°C e a 60°C
liofilizzati.
Smoothing
100
%T
95
90
85
80
75
70
65
4000 3500 3000 2500 2000 1750 1500 1250 1000 750
cm-1
Smoothing
100.0
%T
97.5
95.0
92.5
90.0
87.5
85.0
82.5
4000 3500 3000 2500 2000 1750 1500 1250 1000 750
cm-1
asym S=O
sym S=O
piranosio
Skeletal stretcing
C-O ; δ C-O-H
C-O-C 3,6-anidro-Gal
C-O 3,6-anidro-Gal
Deformazione C-H1
C6-O-SO3
piranosio
Skeletal bendings
Carragenano
Chopin:
1240
930
820
Carragenano
Matsuhiro:
4000-1250
1100-1000
1250
930
820
772
Carragenano
Volery:
1220
928
Agar
Sekkal:
1070-1040
1250
1381
1070
930
891
Agar
Proiboon:
930
819
Si può notare che i valori di numero d’onda per alcuni segnali riportati in Tabella 1 sono simili a
quelli riportati in letteratura (Tabella 2) [Andrina] [Chopin] [Matsuhiro] [Volery] [Sekkal]
[Proiboon]. Dal confronto dei segnali con quelli riportati in letteratura si propone la seguente
assegnazione (Tabella 3):
Tabella 3: Assegnazione segnali IR
Si notano distintamente due aree che caratterizzano la frazione proteica e quella polisaccaridica. La
zona dei segnali proteici va da 1740 a 1500 cm-1 e contiene due segnali dei quali, quello a numero
d’onda maggiore (1644,32 cm-1), è sicuramente sovrapposto con il segnale del bending dei legami O-
H contenuti nell’acqua. La zona dei segnali polisaccaridici invece va da 1200 a 950 cm-1, e comprende
i segnali di tutti gli anelli galattosidici sia quelli anidri, sia quelli idrati, sia quelli solforati. Per
distinguere le due principali tipologie di unità galattosidiche, quelle solforate e quelle anidre, si
utilizzano invece rispettivamente i segnali a 1221,91 cm-1 e 932,59 cm-1. Infatti, il segnale a 1221,91
cm-1 è collegato allo stretching asimmetrico del legame O=S=O sulla posizione C6 (Il corrispondente
modo simmetrico risuona tra 1100 e 1000 cm-1 e si sovrappone quindi all’intenso segnale
polisaccaridico a circa 1060 cm-1 [Matsuhiro]) e non si sovrappone con alcun segnale. Questo segnale
è quindi collegato ai residui galattosidici solforati, legati alla presenza di catene strutturalmente simili
ad un carragenano. Il segnale a 932,59 cm-1 è invece collegato allo stretching del legame C3-O-C6
delle strutture anidre ed è anche assegnabile alla deformazione del legame C-H relativo alla posizione
anomerica di una struttura [Matsuhiro]. Le strutture -Gal, sono tendenzialmente collegate alla
presenza delle catene 3,6-anidro--Gal. Le unità galattosidiche anidre sono invece legate alla
presenza di catene strutturalmente simili agli agar.
Gli spettri degli estratti a 30°C e 60°C sono molto simili tra di loro, non si nota quindi una sostanziale
differenza per quanto riguarda la composizione degli estratti. Tuttavia, si possono notare delle piccole
differenze per quanto riguarda l’intensità e l’area dei segnali. Valutando i rapporti tra le aree o le
intensità dei segnali è possibile fare una valutazione semiquantitativa per quanto riguarda la
concentrazione relativa di due componenti. In spettrofotometria infrarossa l’analisi quantitativa
risulta avere numerose criticità. Infatti, spesso due segnali contigui possono sovrapporsi a vicenda e
questa sovrapposizione ha come conseguenza l’aumento dell’intensità di entrambi i segnali. Inoltre,
la sovrapposizione rende difficile la valutazione delle aree dei segnali in quanto è difficile la scelta
della linea di base e la visualizzazione dell’area effettiva, che non si sovrappone al secondo segnale.
Un’altra criticità deriva dal fatto che l’intensità dei segnali non dipende solo dalla concentrazione,
ma dipende anche dalla natura del gruppo funzionale risuonante. In particolare, i gruppi funzionali
con un momento dipolare particolarmente spiccato daranno dei segnali più intensi. Per queste ragioni,
l’analisi quantitativa viene svolta di rado mediante analisi IR, e, laddove si rende necessaria viene
effettuata con il metodo dello standard interno. Si aggiunge una sostanza che dia un segnale ben
definito in una zona isolata dello spettro (che quindi non si sovrappone ad altri segnali) e si valutano
i rapporti di intensità o di area rispetto al segnale dello standard. Nel presente studio, si è voluto
giustificare numericamente le leggere differenze di intensità e area dei segnali che si possono notare
negli spettri. Questa valutazione che prende in considerazione i rapporti in area o rapporti in intensità
tra due segnali è esclusivamente semiquantitativa nel senso che mira ad associare le differenze tra le
aree o le intensità dei segnali a differenti concentrazioni dei gruppi funzionali corrispondenti negli
estratti senza tuttavia voler arrivare a esprimere tali concentrazioni attraverso un numero. Si può
quindi solo valutare come le concentrazioni dei vari gruppi funzionali siano maggiori o minori nei
due estratti e fare valutazioni comparative relative.
Per indagare la diversa concentrazione della frazione polisaccaridica e della frazione proteica
vengono scelti due segnali rappresentativi. Come segnale rappresentativo per la frazione
polisaccaridica si scegli il segnale a 1063,75 cm-1. E’ da notare però che tale segnale appare come la
convoluzione di tre componenti a circa 1060, 1030 e 1000 cm-1, tutte assegnate alla componente
polisaccaridica, e quindi risulta avere un’area elevata. Come segnale rappresentativo per la frazione
proteica invece si sceglie il segnale a 1557,52 cm-1. Tale segnale è in generale meno intenso dell’altro
segnale proteico a 1644,32 cm-1 tuttavia è noto che quest’ultimo si sovrappone al segnale di bending
dei legami O-H contenuti nell’acqua e quindi non è ritenuto rappresentativo esclusivamente della
frazione proteica.
Estratto a 30°C
𝐼1557,52 0,057 𝐴1557,52 0,330
= = 0,277 = = 0,030
𝐼1063,75 0,206 𝐴1063,75 10,822
Estratto a 60°C
𝐼1557,52 0,018 𝐴1557,52 0,338
= = 0,202 = = 0,072
𝐼1063,75 0,089 𝐴1063,75 4,716
Si evince quindi che la valutazione dei rapporti in area o dei rapporti in intensità porta a dei risultati
diametralmente opposti.
Per indagare invece la diversa concentrazione delle unità galattosidiche anidre e solforate, viene
scelto di rapportare i segnali caratteristici di tali unità con il segnale a 1063,75 cm-1 che invece
comprende i segnali di tutti gli anelli galattosidici (solforati, non solforati, anidri, idrati). Il segnale
rappresentativo per le unità solforate è quello a 1221,91 cm-1, particolarmente utile perché è molto
intenso e non si sovrappone ad alcun altro segnale. Il segnale rappresentativo per le unità anidre è
invece quello a 932,59 cm-1 assegnabile, secondo la letteratura, allo stretching del ponte C3-O-C6 delle
strutture anidre e anche alla deformazione del legame C-H1 di unità in forma anomerica
(generalmente le strutture sono tutte 3,6-anidro--Gal).
Estratto a 30°C
𝐼1221,91 0,142 𝐴1221,91 13,673
= = 0,689 = = 1,263
𝐼1063,75 0,206 𝐴1063,75 10,822
𝐼932,59 0,086 𝐴932,59 2,870
= = 0,417 = = 0,265
𝐼1063,75 0,206 𝐴1063,75 10,822
Estratto a 60°C
𝐼1221,91 0,053 𝐴1221,91 5,253
= = 0,600 = = 1,114
𝐼1063,75 0,089 𝐴1063,75 4,716
𝐼932,59 0,041 𝐴932,59 1,380
= = 0,461 = = 0,293
𝐼1063,75 0,089 𝐴1063,75 4,716
𝐼932,59 𝐴932,59
𝛥 = +0,044 𝛥 = +0,028
𝐼1063,75 𝐴1063,75
In questo caso la valutazione sulle aree e sulle intensità è concorde e si evince che all’aumento della
temperatura si favorisce di più l’estrazione di catene con un alto contenuto di unità galattosidiche
anidre (strutturalmente simili ad un agar) rispetto all’estrazione di catene con un alto contenuto di
unità solforate (strutturalmente simili ad un carragenano). E’ da notare che le differenze di intensità
o aree relative sono estremamente basse e quindi la valutazione risulta essere difficile e soggetta ad
errori. Tuttavia, tali valori così bassi rispecchiano effettivamente i due spettri le cui differenze sono
lievi e spesso praticamente non rilevabili tramite osservazione visiva.
Il risultato qui ottenuto, cioè che con l’estrazione ad alta temperatura si favorisca di più il
discioglimento di catene ad alto contenuto di unità anidre e si favorisca di meno il discioglimento di
catene ad alto contenuto di unità solforate è conforme con i risultati ottenuti dall’analisi reologica
(paragrafo….). Gli estratti a 60°C infatti risultano essere più viscosi degli estratti a 30°C. Questo
potrebbe essere anche dovuto al fatto che per l’estratto a 30°C, le catene sono costrette a stare ad una
certa distanza le une dalle altre a causa dell’elevato numero di gruppi solfato che si respingono per
repulsione sterica ed elettrostatica, determinano una minore viscosità. Per l’estratto a 60°C invece, il
minor numero di gruppi solfato permette alle catene di stare più vicine tra di loro e di instaurare un
maggior numero di legami intermolecolari determinando una maggiore viscosità. Oltre a questo, va
tenuto presente che sicuramente ad alta temperatura si favorisce in generale il discioglimento di tutte
le componenti, e questo è giustificato anche dal leggero aumento della resa di estrazione
all’aumentare della temperatura. In particolare, l’aumento della temperatura favorirà sicuramente il
discioglimento di catene più lunghe, dal peso molecolare maggiore e più insolubili rispetto alle catene
più corte. L’estrazione di catene dal peso molecolare maggiore porta quindi ad uno spettro solo
leggermente diverso ma porta a delle proprietà chimico-fisiche (come la viscosità) largamente
differenti.
Riguardo alla possibilità di utilizzare i rapporti in area o i rapporti in intensità è da notare che spesso
i segnali sono sovrapposti e quindi, come detto precedentemente, tale sovrapposizione porta un
incremento falsato sia delle aree che delle intensità. Tuttavia, nella valutazione delle intensità viene,
di volta in volta, scelta l’intensità di un singolo segnale, che sicuramente sarà alterata dai segnali
sovrapposti ad esso, mentre nella valutazione delle aree, laddove i segnali siano molto ravvicinati e
quindi sovrapposti (come nel caso del segnale a 1063,75 cm-1), è possibile prendere in considerazione
l’area dell’intera convoluzione dei segnali e non l’area del singolo segnale che sarebbe
eccessivamente falsata. Questo è possibile sono nel caso in cui i segnali sovrapposti siano assegnabili
tutti alla stessa frazione di componenti chimici. Questo approccio rende la valutazione delle aree
meno falsata dalla sovrapposizione dei segnali. A seguito di questa riflessione si sceglie la valutazione
dei rapporti in area come metodo meno affetto da errori. Per la quantificazione relativa di unità anidre
e solforate la valutazione dei rapporti in area e dei rapporti in intensità porta a risultati paralleli.
Mentre per la quantificazione relativa della frazione proteica rispetto a quella polisaccaridica le due
valutazioni portano a risultati opposti. Avendo però scelto di utilizzare la valutazione basata sulle
aree si riporta di seguito la variazione di rapporto tra le aree del segnale proteico e del segnale
polisaccaridico passando dall’estratto a 30°C a quello a 60°C:
𝐴1557,52
𝛥 = +0,042
𝐴1063,75
Il segnale intenso e definito a 1.923 ppm, assieme a gli altri tre segnali deboli a circa 2.24, 1.30 e 0.96
ppm potrebbero essere dovuti alla parte proteica, agli idrogeni metilenici di una catena alifatica, ad
un solvente oppure ad un’impurezza presente nel campione. Oltre a questi segnali, è presente un
intenso segnale a circa 4.66 ppm con due segnali satelliti, dovuti all’acqua fortemente legata rimasta
dopo la liofilizzazione.
Confrontando i segnali presenti negli spettri dei due estratti non si notano sostanziali differenze. Si
più quindi confermare, come già notato durante l’analisi IR, che l’estrazione a temperatura diversa
non porta all’ottenimento di un blend polimerico dalle caratteristiche chimiche sostanzialmente
diverse per quanto riguarda la natura dei costituenti. La diversità delle caratteristiche chimico-fisiche
dei due estratti (prima tra tutte la viscosità) potrebbe quindi essere dovuta alla presenza di catene
polimeriche dalla stessa natura chimica ma con diverso grado di polimerizzazione, diverso peso
molecolare o diversa lunghezza.
Nelle Figure 6 e 7 si mostrano gli spettri 13C-NMR dell’estratto a 30°C (Figura 6)e a 60°C (Figura
7). I dati relativi agli spettri sono invece riportati nella Tabelle 7.
Funori 30°C bis 13set 13C NMR
Si riportano nella Tabella 8 alcuni valori per i segnali dei vari carboni contenuti all’interno di catene
polimeriche modello, riportati in letteratura [Concurrence] [Funoran from red seaweeds]:
Tabella 8: Segnali 13C-NMR per polimeri modello [Concurrence] [Funoran from]
C1 C2 C3 C4 C5 C6
→ 3)-6-SO -β-D-Gal-(1→
3-
102.10 70.10 82.10 68.40 72.90 67.40
→ 3)-β-D-Gal-(1→ 102.26 70.07 82.04 68.59 75.29 61.24
→ 4)-3,6-anidro--L-Gal-(1→ 98.14 69.69 79.95 77.21 75.46 69.26
→ 3) -L-Gal-(1→ 101.09 69.90 70.87 78.910 69.96 67.55
Si nota che i due spettri sono molto simili tra loro e sono consistenti con quelli già riportati in
letteratura [Concurrence] [Funoran from red seaweeds]. Tutti i segnali che sono nella zona tra 110 e
60 ppm sono i tipici segnali dei monosaccaridi all’intero di un polisaccaride. Il segnale a 102.106 -
101.997 ppm è dovuto ai C1 delle unità galattosidiche che recano il gruppo solforico sul C6 (FG6S),
come si può vedere confrontando i valori con quelli riportati in Tabella 10. Il segnale a 98.015 –
98.104 ppm è invece dovuto ai C1 delle unità galattosidiche anidre FA. La zona dei segnali che vanno
da 85 a 65 ppm è dovuta ai vari C2-C6 e, anche in questo caso, l’assegnazione è complessa e poco
sicura. Confrontando i valori ottenuti con quelli riportati in letteratura si propone la seguente
assegnazione (Tabella 9):
Tabella 9: Assegnazione segnali 13C-NMR
Oltre ai segnali della zona polisaccaridica è presente un segnale a 23 ppm. Esso potrebbe essere
dovuto ad un pendaglio alifatico oppure alla componente proteica.
Osservando le intensità dei segnali nei due spettri si può notare che alcuni segnali cambiano la loro
intensità relativa. Questo può significare una variazione relativa della concentrazione di alcune
componenti.
Dalla valutazione degli spettri IR e NMR si può evincere che l’estrazione a diversa temperatura non
porta ad una variazione sostanziale della composizione. Tuttavia, a causa del fatto che i segnali
(soprattutto quelli del 13C-NMR) variano leggermente in intensità, al variare della temperatura, si può
capire che l’estrazione a temperatura più alta favorisce la solubilizzazione di alcune componenti
rispetto che altre. E’ chiaro che l’aumento di temperatura porti ad un maggior discioglimento di tutte
le catene, tuttavia, la stessa variazione dell’intensità relativa negli spettri esclude la possibilità che
l’incremento di temperatura abbia come effetto l’aumento parallelo della solubilità di tutti i
componenti. Si può quindi evincere che a temperatura più alta vengono estratte maggiormente delle
componenti che sono solo leggermente diverse dal punto di vista chimico rispetto a quelle estratte a
bassa temperatura. E’ stato visto dall’analisi IR che all’aumento della temperatura diminuisce il
contenuto relativo di catene solforate e si incrementa il contenuto relativo di catene anidre. Oltre a
questo, è stato notato dall’analisi IR che ad alta temperatura viene incrementato anche il contenuto
relativo della frazione proteica. Inoltre, è possibile che, ad alta temperatura, si possa causare il
discioglimento di catene polimeriche con un peso molecolare maggiore, che sono più insolubili. Esse
fornirebbero dei segnali solo leggermente diversi e giustificherebbero l’aumento di viscosità del quale
si parlerà nel paragrafo…...