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elementi oggettivi:
danno ingiusto (lesione di un interesse giuridicamente protetto)
nesso di causalità adeguata tra fatto e danno
elementi soggettivi:
imputabilità (capacità naturale)
colpevolezza (negligenza, imprudenza o imperizia) o dolo
Mentre nel 2044 c’è una aggressione ingiusta, nel 2045 non essendoci alcuna
aggressione è giustificabile il pagamento di un’ indennità (somma disposta per
eliminare i danni procurati da fatti non considerati illeciti)
Art. 2049. Responsabilità dei padroni e dei committenti (si tratta della responsabilità
del datore di lavoro)
[1] I padroni e i committenti sono responsabili per i danni arrecati dal fatto illecito dei
loro domestici e commessi nell'esercizio delle incombenze a cui sono adibiti.
Mentre la regola generale contemplata nel 2043 fonda il risarcimento sul principio
della colpevolezza del danneggiante, da dimostrare, la responsabilità oggettiva,
invece, si fonda sul solo nesso di causalità tra il fatto e il danno, la colpa è presunta
salvo prova liberatoria. Nelle ipotesi di responsabilità oggettiva il criterio di
imputazione del danno si fonda sul rischio connesso all’ esercizio di un’attività
pericolosa (2050 e 2054) o connesso alla proprietà di animali o di edifici (2052 e
2053) oppure connesso alla custodia di cose (2051) oppure per i genitori e i tutori la
responsabilità si fonda sulla potestà (2048 c 1), così come per chi è tenuto alla
sorveglianza la responsabilità si fonda sulla vigilanza (2047 e 2048 c 2). In tutti
questi casi, comunque, la colpa è presunta perciò si deve risarcire il danno se non si è
in grado di fornire una prova liberatoria.
Poiché il 2056 non richiama il 1225 si deve ritenere che nel caso di fatto illecito
vengano risarciti sia i danni prevedibili che quelli imprevedibili, a differenza di
quanto accade in caso di inadempimento laddove i danni imprevedibili sono risarciti
solo in caso di inadempimento doloso (infatti ex art 1225 “Se l'inadempimento o il
ritardo non dipende da dolo del debitore, il risarcimento è limitato al danno che
poteva prevedersi nel tempo in cui è sorta l'obbligazione”).
Art. 2059. Danni non patrimoniali (intesi come violazione di valori inerenti alla
persona e costituzionalmente garantiti)
[1] Il danno non patrimoniale deve essere risarcito solo nei casi determinati dalla
legge.
Una volta che il danno viene liquidato dal giudice, il debito nascente dal fatto illecito,
ed avente come oggetto la riparazione del danno, si trasforma da debito di valore in
debito di valuta e, trattandosi di un debito in denaro, è soggetto alla prescrizione
ordinaria decennale (e non a quella più breve prescritta per la pretesa al risarcimento).