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MACCHINE E IMPIANTI ELETTRICI

Traformatore
Parte 2

Mario Cacciato, Giacomo Scelba


EMPEG (Electrical Machines and Power Electronics Group)
Dipartimento di Ingegneria Elettrica, Elettronica e Informatica

mario.cacciato@dieei.unict.it
giacomo.scelba@dieei.unict.it
Trasformatore Reale
Regime Sinusoidale
Di seguito analizzeremo il modello circuitale del trasformatore in regime sinusoidale,
dato che quest’ultimo è quello in cui di norma opera questa macchina elettrica.
In particolare supponiamo di alimentare il trasformatore con una tensione al primario
pari a:
v1  2V1 coset 
Sullo stesso avvolgimento scorrerà una corrente la cui ampiezza e fase sono legate ai
parametri della macchina ed al tipo di carico applicato al secondario.

i1  2 I1 cose t  1 
Rispetto allo studio precedente adesso consideriamo il verso opposto per la corrente
i2, dato che la corrente è uscente dal secondario quando su quest’ultimo è applicato
un carico.  m
i1 i2
N1i1  N 2i2 N2
 m   m1   m 2  N1
m
Flusso
Magnetizzante
Trasformatore Reale
Regime Sinusoidale
Anche la tensione e corrente sul secondario saranno grandezze sinusoidali con la
stessa pulsazione angolare.

v2  2V2 cose t     : sfasamento tra le tensioni di ingresso e uscita del trasformatore

i2  2 I 2 coset   2   

m2
I1 I2
m1
V1 E1 E2 V2

N1 I1  N 2 I 2
 m   m1   m 2 
m
Trasformatore Reale
Regime Sinusoidale
Le equazioni di tensione e di flusso in regime sinusoidale sono:

V1  R1 I1  je 1
 
1  Ll1 I1  Lm1 I1  L12 I 2
 
V2   R2 I 2  je  2
 
 2   Ll 2 I 2  Lm 2 I 2  L21 I1
Se inseriamo le equazioni dei flussi in quelle delle tensioni otteniamo:


V1  R1 I1  je Ll1 I1  Lm1 I1  L12 I 2
 


V2   R2 I 2  je  Ll 2 I 2  Lm 2 I 2  L21 I1
 


V1  R1 I1  je Ll1 I1  je Lm1 I1  L12 I 2
 


 2
V   R '

2 I 2  je Ll 2 I 2  je L21 I 1  Lm 2 I 2 
Regime Sinusoidale

V1  R1 I1  je Ll1 I1  je Lm1 I1  L12 I 2
 


V2   R2 I 2  je Ll 2 I 2  je L21 I1  Lm 2 I 2
 
Osserviamo che:
N12 N1 N 2  N1 I1  N 2 I 2 
Lm1 I1  L12 I 2  I1  I 2    N1
m m  m 
N1 N 2 N 22  N1 I1  N 2 I 2 
L21 I1  Lm 2 I 2  I1  I 2    N 2
m m  m 
Il termine dentro parentesi rappresenta il flusso magnetizzante del trasformatore:

 N2 
N1  I1  I 2 
m  m1  m 2 
N1 I 1  N 2 I 2
  N1  N1 I1  I 2'
 
N1 I10 
m m m m
Questo è un flusso elementare che moltiplicato per il numero di spire equivalenti di
ciascun avvolgimento fornisce i flussi totali concatenati con gli stessi.
Regime Sinusoidale
 N2 
N1  I1  I 2 
m  m1  m 2   N 1  
N I
1 1  I'
2

N1 I10
m m m

La corrente I10 è una corrente fittizia che scorrendo nell’avvolgimento primario


determina una f.m.m. pari a quella complessiva generata dai due avvolgimenti del
trasformatore.
Regime Sinusoidale
Si può quindi scrivere:

V1  R1 I1  je Ll1 I1  je N1 m




V2   R2 I 2  je Ll 2 I 2  je N 2  m

Flusso che si concatena con il primo avvolgimento: N1 m

Flusso che si concatena con il secondo avvolgimento: N2 m

Fasore della f.e.m. indotta sul primario: je N1 m  E1

Fasore della f.e.m. indotta sul secondario: je N 2  m  E2

Le equazioni del trasformatore possiamo riscriverle come:

V1  R1  je Ll1 I1  E1




 
V2   R2  je Ll 2 I 2  E2

Regime Sinusoidale

V1  R1  je Ll1 I1  E1





V2   R2  je Ll 2 I 2  E2
 
I1 R1 jXl1 X12=X21 jXl2 R2 I2

V1 E1 jXm1 E2 V2
jXm2

E1 e E 2 hanno la stessa direzione e stesso verso e sono ruotate di 90° rispetto al flusso
magnetizzante; differiscono solo nel modulo ed il loro rapporto è pari al rapporto di
trasformazione:

E1 N 1
 t
E2 N 2
Regime Sinusoidale
Funzionamento a vuoto (I2=0)

V1  R1  je Ll1 I10  E1




 
V2   R2  je Ll 2 I 2  E2  E2

I1 R1 jXl1 X12=X21 I2  0

V1 E1 E2 V2
jXm1 jXm2

Dato che non scorre corrente sul secondario la f.m.m. applicata è solo quella del
primario ed il flusso magnetizzante è dato da: NI
 m   m1  1 10
m
Le f.e.m. sono: E1  je N 1 m1
Si nota che la tensione che misuro al
E2  je N 2  m1 secondario a vuoto V20 è pari alla f.e.m. E2 :

E1 e E 2 sono in fase tra di loro V2  V20  E2


Regime Sinusoidale
Funzionamento a vuoto (I2=0)

V1  R1  je Ll1 I10  E1





V20  E2
I1 R1 jXl1 X12=X21 I2  0

V1 E1 jXm1 E2 V20
jXm2

V1 V1
In un trasformatore reale si definisce rapporto di trasformazione: t 
'

V20 E 2
Il parametro t’ viene determinato esclusivamente in condizioni di vuoto. Questo
parametro si avvicina la rapporto spire ed è solitamente indicato nei dati di targa
della macchina.
Regime Sinusoidale
Funzionamento a vuoto (I2=0)

V1  R1  je Ll1 I10  E1


 E2


V20  E2
I10 è in fase con il flusso mentre E1 è V1
sfasato di 90 gradi rispetto al flusso jXl1I10
magnetizzante.
E1 R1I10
La tensione in uscita dal trasformatore
non risulta in fase con quella di ingresso
a causa della caduta di tensione dei
parametri longitudinali del primario.

I10

Regime Sinusoidale
Flusso Magnetizzante

L’espressione del flusso magnetizzante nel trasformatore è data da:

 N2 

N1  I 1  I 2 
m  m1  m 2 
N1 I 1  N 2 I 2
 
N 1 N 
I  I '

  1 1 2  N1 I10
m m m m
A vuoto manca una delle componenti del flusso magnetizzante : I10  I1  I 2'  I1
N 1 I1 N 1 I10
 m   m1  
m m
In linea di principio il flusso magnetizzante dovrebbe quindi cambiare dalla
condizione di vuoto a quella di carico, perché cambia la f.m.m. generata.

I1  I10  I 2'
Da vuoto a carico la corrente nel primario aumenta a causa della corrente che scorre
sull’avvolgimento secondario.
Regime Sinusoidale
Flusso Magnetizzante a vuoto
Nella realtà la variazione di flusso magnetizzante da vuoto a carico è minima perché
la corrente I10 rimane pressoché costante nelle normali condizioni operative della
macchina. Quest’ultima condizione risulta possibile dato che le cadute di tensione
sui parametri circuitali R1 e Xl1 in un trasformatore di qualità sono normalmente
molto contenute. Quindi:
V1  E1
I1 R1 jXl1 I2  0
X X X12=X21

V1 E1 jXm1 E2 V20
jXm2

Modello Ridotto (T)


I1 R1 jXl1 jX' R2’ I '  0 I2  0
X X I 10
l2 2 N1 : N2= t

V1 E1 jXm1 V20' V20


Regime Sinusoidale
Circuito Equivalente a vuoto

V1  E1

I1 R1 jXl1 I1
X X
V1 E1 jXm1 V1 E1 jXm1
Regime Sinusoidale
Flusso Magnetizzante a carico

V1  E1

I1 X12=X21 jXl2 R2 I2

V1 E1 jXm1 E2 V2
jXm2

I1 jX'l2 R2’ I 2' I2


N1 : N2= t

I 10
V1 E1 jXm1 V2' V2

Se la tensione al primario viene mantenuta costante, il flusso magnetizzante rimarrà


invariato al valore nominale nelle diverse condizioni di carico, permettendo di
ottenere elevati valori di efficienza.
Regime Sinusoidale
Diagramma Vettoriale

I1 R1 jXl1 I 2' N1 : N2= t jXl2 R2 I2


I 10
Ia Im
V1
E1 RFe jXm1 E2 V2

 La corrente I10 è composta da una componente Im necessaria a creare il flusso


magnetizzante ed una quota parte Ia che da luogo alle perdite nella struttura
ferromagnetica della macchina.

 La corrente Ia è in fase con E1 mentre Im è in quadratura con E1 ed in fase con il


flusso magnetizzante m.

 Lo sfasamento tra V2 e I2 è legato alla tipologia di carico collegato al secondario.


Regime Sinusoidale
Diagramma Vettoriale

Tracciamo il diagramma vettoriale del jX l 2 I 2


trasformatore supponendo che a valle di E2
quest’ultimo sia collegato un carico ohmico- R2 I 2
induttivo. V2
Partendo da quest’ultima condizione possiamo
rappresentare graficamente la LKT al
secondario della macchina:


E2  V2  R2  je Ll 2 I 2 
I2
N1 : N2= t
I1 R1 jXl1 I '
2
jXl2 R2 I 2
I 10 
Ia Im
V1 E2
E1 jXm1 V2
RFe
Regime Sinusoidale
Diagramma Vettoriale

Adesso consideriamo il rapporto di


trasformazione t (ipotesi: t<1) per tracciare il
fasore E1 che è in fase con E2:
jX l 2 I 2
E2
E1 N 1
  t  E1  t  E2 R2 I 2
E2 N 2 V2

Conoscendo E1 è possibile determinare le


componenti Ia e Im della corrente I10.
'
I1
Quindi si ricava anche I1: I 2
N E1
I1  I10  I '
2
I  2 I2
'
2
N1
N1 : N2= t
I1 R1 jXl1 I '
2
jXl2 R2 I 2 I2
I 10
Ia Im
V1
E1 jXm1 E2 V2 Ia I10
RFe 
Im
Regime Sinusoidale
Diagramma Vettoriale

Il diagramma vettoriale si completa con la LKT


sulla maglia di ingresso del modello circuitale:

V1  R1  je Ll1 I1  E1

Quindi, rispetto al caso ideale, nel trasformatore


reale il rapporto tra la tensione applicata al jXl1I1
primario e quella in uscita dal secondario risulta I1
V1 '
diverso rispetto a t. Inoltre, tali tensioni R1 I1 I 2
presentano un leggero sfasamento tra di loro, E1
diversamente dalle corrispondenti f.e.m.

jXl1 '
N1 : N2= t
jXl2 R2 I 2
I2
I1 R1 I 2

I 10
Ia Im
V1 I10
E1 jXm1 E2 V2 Ia
RFe 
Im
Regime Sinusoidale
Diagramma Vettoriale

Il diagramma vettoriale si completa con la LKT


sulla maglia di ingresso del modello circuitale:

V1  R1  je Ll1 I1  E1 E2

Quindi, rispetto al caso ideale, nel V2


trasformatore reale il rapporto tra la
tensione applicata al primario e quella in
uscita dal secondario risulta diverso rispetto I1
V1 '
a t. Inoltre, tali tensioni presentano un I 2
leggero sfasamento tra di loro, diversamente E1
dalle corrispondenti f.e.m.

jXl1 '
N1 : N2= t
jXl2 R2 I 2
I2
I1 R1 I 2

I 10
Ia Im
V1 I10
E1 jXm1 E2 V2 Ia
RFe 
Im
Regime Sinusoidale
Circuiti Equivalenti Semplificati

I1 R1 jXl1 jX'l2 R2’ I 2'


I 10
Ia Im
V1
E1 RFe jXm1
V2'

1) Si trascurano le cadute di tensione sul primario (Sn>50kVA):

I1 jX'l2 R2’ I 2'


I 10
Ia Im
V1
E1 RFe jXm1
V2'
Regime Sinusoidale
Circuiti Equivalenti Semplificati

I1 R1 jXl1 jX'l2 R2’ I 2'


I 10
Ia Im
V1
E1 RFe jXm1
V2'

Si trascura la presenza del ramo parallelo (200kVA<Sn<1000kVA). Si ipotizza una


2) corrente magnetizzante nulla.
I1 R1 jXl1 jX'l2 R2’ I 2'

V1
V2'
Regime Sinusoidale
Circuiti Equivalenti Semplificati

I1 R1 jXl1 jX'l2 R2’ I 2'


I 10
Ia Im
V1
E1 RFe jXm1
V2'

3) Si trascurano anche le perdite nel rame (Sn>1000kVA).

I1 jXl1 jX'l2 I 2'

V1
V2'
Regime Sinusoidale
Non linearità – correnti magnetizzanti
La corrente magnetizzante Im che circola nel trasformatore durante il normale
funzionamento (Im  I10) non è perfettamente sinusoidale, normalmente si riscontra la
presenza di altre armoniche (3° armonica). La causa risiede nella non linearità della
curva B-H (fenomeno di saturazione magnetica) del materiale ferromagnetico.

(t), v(t) (t) 


v(t)

t N1Im (µ H)

Im
t
Regime Sinusoidale
Non linearità – correnti magnetizzanti
Sulla macchina è applicata la tensione sinusoidale v(t) a cui corrisponde un flusso
(t), variabile anch’esso sinusoidalmente. A partire dall’andamento temporale del
flusso, la corrente magnetizzante Im si ottiene dalla curva di magnetizzazione del
materiale ferromagnetico.

(t), v(t) (t) 


v(t)

t N1Im (µ H)

Im

t
Regime Sinusoidale
Non linearità – correnti magnetizzanti
Regime Sinusoidale
Non linearità – correnti magnetizzanti
La distorsione armonica della corrente magnetizzante dipende dal tipo di legame  -
Im della curva di magnetizzazione del materiale ferromagnetico.

Isteresi Magnetica
v(t), (t) 

(t) v(t)
(Im)
t Im


2

Im

Im_max
t
Regime Sinusoidale
Dati di Targa del Trasformatore
Regime Sinusoidale
Dati di Targa del Trasformatore

Tensione nominale degli avvolgimenti del primario e del secondario


Le tensioni nominali degli avvolgimenti del primario V1N e del secondario V2N del
trasformatore sono definite nei dati di targa. Per i trasformatori trifase tali tensioni
sono sempre intese come concatenate, qualunque sia il collegamento effettuato fra
gli avvolgimenti. Se è prevista una commutazione di collegamenti, si indicano i
valori nominali delle tensioni nominali relativi a ciascun collegamento.

Corrente nominale degli avvolgimenti del primario e del secondario


Le correnti nominali degli avvolgimenti del primario I1N e del secondario I2N del
trasformatore sono definite nei dati di targa. Per i trasformatori trifase esse sono
sempre intese come correnti di linea, qualunque sia il collegamento effettuato fra gli
avvolgimenti. se è prevista una commutazione di collegamenti, si indicano i valori
nominali relativi a ciascun collegamento.
Regime Sinusoidale
Dati di Targa del Trasformatore

Potenza Nominale
Con potenza nominale del trasformatore si indica la potenza apparente nominale resa
al secondario. Tale grandezza si calcola:

Monofase: A2n  V2n I 2n Trifase: A2n  3V2 LLn I 2n

Frequenza nominale
È la frequenza della terna di tensione applicata al trasformatore.
fn = 50 Hz in Europa.
fn = 60 Hz negli USA.

Rapporto di trasformazione
V1n
Coincide con il rapporto tra le tensioni nominali degli avvolgimenti del
primario e quelle nominali degli avvolgimenti di secondario, con
t
V20
quest’ultimo a vuoto.
Regime Sinusoidale
Dati di Targa del Trasformatore

Tensione di cortocircuito Vccn


Coincide con la tensione che bisogna applicare al trasformatore con i terminali del
secondario cortocircuitati per far scorrere la corrente nominale sugli avvolgimenti di
primario e secondario. Sebbene il valore della tensione di cortocircuito cambia se la
riferiamo al lato primario oppure a quello secondario, il suo valore percentuale vcc è
indipendente dal lato del trasformatore che si considera.
Z cc I n2
vcc %  
Vccn Z cc I n Accn
Z cc 100  100  100  100
R2’
Vn Vn Vn I n An
I1 R1 jXl1 jX'l2

Pccn Qccn
V1

   
Accn  R1  R2' I12n  j X l1  X l' 2 I12n
Z cc  Z12  Z 2'2
Regime Sinusoidale
Dati di Targa del Trasformatore

Servizio
Servizio continuo (S1): Funzionamento a carico costante di durata sufficiente al
raggiungimento dell’equilibrio termico.

Si prevede che la macchina rimanga in funzione continuativamente per un tempo


uguale o superiore a quello richiesto per raggiungere il proprio equilibrio termico,
quando cioè la temperatura nei diversi punti della macchina ed in particolare negli
avvolgimenti ha raggiunto un valore di temperatura costante (senza superare i limiti
previsti per gli isolanti scelti).
t

Tr

riscaldamento


T t   Tr 1  e t t 
t
Regime Sinusoidale
Dati di Targa del Trasformatore

Servizio
Servizio di durata limitata (S2): Funzionamento a carico costante per un periodo di
tempo determinato, inferiore a quello richiesto per raggiungere l’equilibrio termico,
seguito da un periodo di riposo sufficiente a ristabilire l’uguaglianza fra la
temperatura della macchina e quella del fluido di raffreddamento.
T
Tr

Tmax

t t1 t
Regime Sinusoidale
Dati di Targa del Trasformatore
Servizio
Servizio di durata limitata (S2): In questo caso la temperatura della macchina non raggiunge
mai un valore stazionario, ma si mantiene sempre al di sotto del valore di regime termico. Se ad
una macchina costruita per funzionare in servizio S1, si applicano le condizioni del servizio S2
con uno stesso carico, la macchina raggiungerà certamente una temperatura inferiore a quella di
regime prevista nel servizio S1, in base a cui sono stati scelti i suoi isolanti; essa risulterà
pertanto sottoutilizzata. In questo caso è possibile attribuire a questa stessa macchina una
potenza nominale superiore, limitatamente al servizio S2; essa cioè, nel funzionamento di
durata limitata, sarà in grado di alimentare carichi superiori a quelli previsti per il servizio
continuo, senza danneggiare il suo sistema di isolamento.
T
Tr

Tmax

t t1 t
Regime Sinusoidale
Dati di Targa del Trasformatore

Servizio
Servizio intermittente (S3): Sequenza di cicli di funzionamento identici, ciascuno
comprendente un periodo di funzionamento a carico costante e un periodo di riposo.
In questo servizio il ciclo è tale che la corrente di avviamento non influenza la
sovratemperatura in maniera significativa.

t1 t2
t
tc = t1 + t2
Regime Sinusoidale
Dati di Targa del Trasformatore
Servizio
Servizio intermittente (S3): Anche in questo caso la macchina non funziona in modo
continuativo. A differenza del caso precedente, l’intermittenza fa sì che non
necessariamente la temperatura scenda durante la fase di riposo al valore della temperatura
dei refrigeranti. Valgono inoltre le stesse considerazioni del caso precedente per quanto
riguarda un possibile incremento di potenza rispetto al caso S1.

Rapporto di intermittenza

t1 t1
Rint   100   100
t1 t2 t1  t 2 tc
t
tc = t1 + t2
Trasformatore Trifase
COLLEGAMENTI DELLE FASI

Il collegamento delle fasi (primarie o secondarie) in un trasformatore trifase può


essere realizzate secondo gli schemi seguenti:

Collegamento Collegamento
a stella a triangolo
Collegamento a Stella: gli avvolgimenti Collegamento a Triangolo: la fine di un
hanno un morsetto in comune O (centro avvolgimento è connesso con l'inizio del
stella). Si rendono così disponibili due successivo. Il collegamento a triangolo rende
valori di tensione: La tensione disponibile un solo valore di tensione, quello
concatenata, tra due morsetti (ad es. A-B), della tensione concatenata.
e la tensione di fase tra uno dei morsetti ed
il centro stella (ad es. A-O).
Trasformatore Trifase
COLLEGAMENTI DELLE FASI

P1 P1 P1
P1

F1
P2 P2 P2 P2

F2
Collegamento
a zig-zag

Collegamento a zig-zag: ciascun avvolgimento secondario è diviso in due parti uguali


avvolte su colonne differenti. Ciascun semi avvolgimento di fase è collegato in serie con l’altra
metà disposta sulla colonna contigua invertendone il principio e la fine; i due
semiavvolgimenti risultano cioè avvolti in senso discorde. È usato solo per il collegamento
delle fasi del secondario.

Nonostante che il collegamento a zig-zag a parità di tensione richieda un maggior numero di


spire e quindi un maggiore costo, questo viene compensato dal vantaggio di rendere il
trasformatore meglio adatto a sopportare i carichi squilibrati.
Trasformatore Trifase
COLLEGAMENTI DELLE FASI

Tipo di collegamento:
Nel caso di trasformatore trifase bisogna specificare il collegamento delle due terne di
avvolgimenti, cioè se gli avvolgimenti sono collegati a stella, a triangolo oppure a zigzag.
Normalmente si indicano con le lettere maiuscole, Y, D e Z, i collegamenti a stella , a
triangolo e zig-zag per il primario, mentre con le lettere minuscole, d, y, z, per il
secondario.
A queste due lettere segue un numero intero (gruppo o indice orario) che indica
convenzionalmente lo [sfasamento in gradi / 30°] della tensione concatenata secondaria
rispetto alla corrispondente primaria. Quest’ultimo valore è legato ai collegamenti degli
avvolgimenti ed assume solo numeri interi compresi tra 0 e 11.
Il rapporto di trasformazione di un trasformatore trifase (t′) viene definito come il
rapporto tra il valore efficace delle tensioni concatenate corrispondenti alle coppie di
morsetti omologhi primari e secondari, relativo al funzionamento a vuoto del
trasformatore:
VAB
t 
'

Vab
Il rapporto di trasformazione dipende dal collegamento delle fasi primarie e secondarie
Trasformatore Trifase
GRUPPO E INDICE ORARIO

Spostamento angolare g: angolo (in gradi) di sfasamento tra una tensione


concatenata o stellata primaria e la tensione secondaria omologa. Quindi, cambiando
il tipo di collegamento e la numerazione dei morsetti corrispondenti primari e
secondari, è possibile realizzare dodici diversi valori dell’angolo di rotazione della
terna di tensioni secondarie, rispetto alla terna primaria.
0
11 1 30°
VA
10 Va
2

I dodici valori di g possono essere disegnati g


come le ore sul quadrante di un orologio. 9 3

8 4

7 5
6
Trasformatore Trifase
GRUPPO E INDICE ORARIO

 Si definiscono gruppi omonimi i gruppi caratterizzati dalla stessa lettera per


primario e secondario (ad esempio Yy, Dd). Il rapporto di trasformazione
corrisponde al rapporto delle spire tra la bobina primaria (N1)e la bobina
secondaria (N2).
 I gruppi eteronomi sono caratterizzati da lettere diverse per primario e secondario
(ad esempio Yd, Dy). Il rapporto di trasformazione di un trasformatore non
corrisponde al rapporto delle spire tra la bobina primaria e la bobina secondaria.
 I gruppi omonimi danno origine esclusivamente a indici pari, mentre i gruppi
eteronimi danno origine esclusivamente ad indici dispari. 0
30°
11 1
VA
10 Va
2

9 g 3

8 4

7 5
6
Trasformatore Trifase
GRUPPO E INDICE ORARIO

Gruppo Yy0: 
j
V AB  3V Ae 6
C B A
Primario 
j
Vab  3Va e 6
A
VA
a
VA g 0

c b a Va
VAB N1
Secondario 
Vab N 2
Va c b
C B
Trasformatore Trifase
GRUPPO E INDICE ORARIO

Gruppo Yy6:

C B A
g  180
Primario

A
VA
VA VAB N1

b c 180° Vab N 2

-Va
Va
C a B
Secondario
Inversione principio e fine
c b a dell’avvolgimento secondario.
Trasformatore Trifase
GRUPPO E INDICE ORARIO

C B A Gruppo Yd11:
Primario
A
Va
VA 120°
VA -Vb 60° Vb
a
330°
c b Vab a Vc
Secondario
-Va b

C
c
B g  330
 
j j 
V AB 3V A e 6 3V A e 6 N1 j
  
 3 e 6
V ab  Vb j N2
Va e 3
Trasformatore Trifase
GRUPPO E INDICE ORARIO
Trasformatore Trifase
GRUPPO E INDICE ORARIO
Regime Sinusoidale
TRASFORMATORE
Lo sfasamento tra la tensione primaria e quella secondaria del trasformatore
può essere modificata cambiando principio e fine degli avvolgimenti:

Sfasamento nullo
p
P
e2
e1
f
F

Sfasamento di 180º
f
P
e2
e1
p
F
Regime Sinusoidale
Circuito per identificare le polarità nel
trasformatore monofase
Per identificare i morsetti omonimi del trasformatore monofase si può adottare il test
riportato in figura. Si alimenta il circuito primario a vuoto dopo aver collegano in comune i
terminali Bb. Con un voltmetro si misura la tensione ai capi degli altri due terminali del
trasformatore Aa.

A a A a

V1 V2 V1 V2

B b B b

VAa V1 V2 VAa V1 V2


Regime Sinusoidale
Circuito per identificare le polarità nel
trasformatore monofase
Se la tensione misurata con il voltmetro è maggiore di quella misurata ai terminali
dell’avvolgimento primario i terminali del secondario devono essere invertiti per riallineare i
fasori delle due tensioni.
VAa  V1 VAa  V1

A a A a

V1 V2 V1 V2

B b B b

VAa V1 V2 VAa V1 V2


Regime Sinusoidale
Dati di Targa del Trasformatore

Targa del Trasformatore:

Le principali grandezze nominali:


Potenza nominale (kVA)
Tensione primaria nominale (kV)
Tensione secondaria nominale (V)
Corrente primaria nominale (A);
Corrente secondaria nominale (A);
Tensione di cortocircuito (%);
Collegamenti degli avvolgimenti e gruppo di appartenenza;
Tipo di raffreddamento;
Massa totale di olio (kg) Nel riquadro Cni sono riportate le tensioni massime a cui può essere
sottoposto il sistema: rispettivamente 24 e 3,6 kV. Accanto a queste è
indicato il livello d’isolamento: per il primario la tenuta alla tensione di
prova a frequenza industriale è di 50kV mentre ad impulso atmosferico è
di 125 kV. Per il secondario la sola tenuta alla tensione di prova a
frequenza industriale è di 8 kV.
Regime Sinusoidale
Identificazione dei Parametri in un Trasformatore

Rapporto di Trasformazione:
La macchina si alimenta a tensione nominale e si misura il rapporto tra la
tensione di fase o concatenata al primario e la corrispondente tensione
misurata al secondario, con quest’ultimo a vuoto.

I1 R1 jXl1 I 2' N1 : N2= t jXl2 R2 I2


I 10
Ia Im
V1
E1 RFe jXm1 E2 V2

V1n
t  '

V20
Regime Sinusoidale
Identificazione dei Parametri in un Trasformatore
Prova a vuoto:
Ha lo scopo di permettere la determinazione delle perdite nel ferro, il valore
della corrente a vuoto ed i parametri trasversali del circuito equivalente.

Si alimenta il primario del trasformatore, lasciando aperti i terminali del


secondario. In genere è preferibile alimentare gli avvolgimenti di bassa tensione
quando i valori da misurare non rientrano nell’intervallo di misura degli
strumenti.

I1 R1 jXl1 I 2'  0 N1 : N2= t jXl2 R2 I2  0


I 10
Ia Im
V1
E1 RFe jXm1 E2 V20
Regime Sinusoidale
Identificazione dei Parametri in un Trasformatore
Prova a vuoto:
La corrente che assorbe la macchina in queste condizioni operative (tensione di
alimentazione nominale) è normalmente inferiore al 5% della corrente nominale
della macchina (condizioni di progetto).

Nella Prova a vuoto occorre misurare la tensione di ingresso V1, la tensione di


uscita V20, la corrente assorbita dalla macchina I10 e la potenza trasferita dalla
sorgente di alimentazione al trasformatore.

I1 R1 jXl1 I 2'  0 N1 : N2= t jXl2 R2 I2  0


I 10
Ia Im
V1
E1 RFe jXm1 E2 V20
Regime Sinusoidale
Identificazione dei Parametri in un Trasformatore
Prova a vuoto:
Quando la macchina opera in condizioni di tensione nominale (condizioni di
progetto) il flusso che si stabilisce nel nucleo è anch’esso nominale ed è
prossimo al ginocchio della curva di saturazione della macchina. In queste
condizioni si determinano i parametri trasversali della macchina.

Praticamente, la parte di circuito interessata da questo tipo di test è quella


evidenziata sotto, poiché a valle I2=0.

I1 R1 jXl1 I 2'  0 N1 : N2= t jXl2 R2 I2  0


I 10
Ia Im
V1
E1 RFe jXm1 E2 V20
Regime Sinusoidale
Identificazione dei Parametri in un Trasformatore
Prova a vuoto:
Ipotizzando che le cadute di tensione sui parametri longitudinali
dell’avvolgimento primario siano trascurabili, è possibile determinare i
parametri trasversali del circuito equivalente RFe e Xm1 utilizzando le seguenti
relazioni:
V12n V12n V12n V12n
P0  RFe  Q0  X m1 
RFe P0 X m1 Q0

I1 R1 jXl1 I 2'  0 N1 : N2= t jXl2 R2 I2  0


I 10
Ia Im
V1
E1 RFe jXm1 E2 V20
Regime Sinusoidale
Identificazione dei Parametri in un Trasformatore
Prova a vuoto:
Includendo le cadute di tensione sui parametri longitudinali (questi parametri si
determinano dalla prova in corto circuito), i parametri trasversali del circuito
equivalente RFe e Xm1 si determinano mediante le equazioni:
E12n
P0  V1n I10 cos10    R1 I10
2
 
V1n  R1  jX l1 I10 
2
RFe RFe 
P0  R1 I10
2

1
RFe

V1n  R1  jX l1 I10 2  R1I102
I1 R1 jXl1 I 2'  0 N1 : N2= t jXl2 R2 I2  0
I 10
Ia Im
V1
E1 RFe jXm1 E2 V20
Regime Sinusoidale
Identificazione dei Parametri in un Trasformatore
Prova a vuoto:
Includendo le cadute di tensione sui parametri longitudinali (questi parametri si
determinano dalla prova in corto circuito), i parametri trasversali del circuito
equivalente RFe e Xm1 si determinano mediante le equazioni:
E12n
Q0  V1n I10 sin 10    X l1 I10 

V1n  R1  jX l1 I10 
2
2
X m1 X m1 
Q0  X l1 I10
2

1
X m1

V1n  R1  jX l1 I10 
2
 X l1 I10
2

I1 R1 jXl1 I 2'  0 N1 : N2= t jXl2 R2 I2  0


I 10
Ia Im
V1
E1 RFe jXm1 E2 V20
Regime Sinusoidale
Identificazione dei Parametri in un Trasformatore
Prova in cortocircuito:
Lo scopo della prova è quello di determinare le perdite globali nel rame
(legate alla corrente di carico), il valore della tensione di corto circuito ed i
parametri longitudinali del circuito equivalente monofase della macchina.

In questa configurazione bisogna assolutamente evitare di alimentare il


trasformatore a tensione nominale perché le correnti sugli avvolgimenti
potrebbero raggiungere valori eccessivamente elevati (10÷40 volte la corrente
nominale) e quindi danneggiare la macchina.

I1 R1 jXl1 I 2' N1 : N2= t jXl2 R2 I2


I 10
Ia Im
V1
E1 RFe jXm1 E2 V20  0
Regime Sinusoidale
Identificazione dei Parametri in un Trasformatore
Prova in cortocircuito:
Infatti, l’impedenza associata ai parametri longitudinali relativi all’avvolgimento
secondario è molto più piccola rispetto a quella dei parametri trasversali ed è in
parallelo con quest’ultima. Quindi, l’impedenza vista ai terminali del primario
assume valori molto bassi.

I1 R1 jXl1 I 2' N1 : N2= t jXl2 R2 I2


I 10
Ia Im
V1
E1 RFe jXm1 E2 V20  0
Regime Sinusoidale
Identificazione dei Parametri in un Trasformatore
Prova in cortocircuito:
Per eseguire questa prova occorre avere una sorgente di tensione sinusoidale la
cui ampiezza deve essere regolabile a partire da valori molto bassi.
La tensione V1 viene quindi regolata fino a far scorrere sugli avvolgimenti della
macchina la corrente nominale I1n (valori di progetto). Il valore di tensione per
cui si verifica la precedente condizione si indica con tensione di cortocircuito
V1cc. Le misure che si eseguono in questa prova sono le stesse della prova a
vuoto:
la tensione di ingresso V1, la corrente assorbita dalla macchina I1 e la potenza
trasferita dalla sorgente di alimentazione al trasformatore.

I1 R1 jXl1 I 2' N1 : N2= t jXl2 R2 I2


I 10
Ia Im
V1
E1 RFe jXm1 E2 V2  0
Regime Sinusoidale
Identificazione dei Parametri in un Trasformatore
Prova in cortocircuito:
La tensione V1cc assume praticamente valori molto modesti, V1cc= 4÷8%V1n
Di conseguenza anche la f.e.m. E1 e quindi anche la Im assumono valori
trascurabili. Quindi si può trascurare il ramo parallelo Rfe // jXm1.
I 1n R1 jXl1 jX’l2 R’2

V1cc V2'  0

I 1n Rcc jXcc

R1cc  R1  R2' Resistenza di corto circuito V2'  0


V1cc

X 1cc  X l1  X l' 2 Reattanza di corto circuito


Regime Sinusoidale
Identificazione dei Parametri in un Trasformatore
Prova in cortocircuito:
A partire dalla potenza misurata dal wattmetro Pcc  V1cc I1n cos cc 
Pcc
Si può determinare la R1cc come: R1cc 
I12n
La resistenza degli avvolgimenti si può misurare con i metodi volt-
amperometrici in continua.

Dalla misura della potenza Pcc, della tensione V1cc e della corrente I1n è possibile
determinare cc e quindi calcolare la potenza reattiva Qcc scambiata tra la
macchina e la sorgente di alimentazione.
I 1n R1cc jX1cc
Qcc  V1cc I1n sin cc 
e quindi Xcc : V2'  0
V1cc
Qcc
X 1cc  2
I1n
Regime Sinusoidale
Identificazione dei Parametri in un Trasformatore
Prova in cortocircuito:
Per convenzione si suppone che le due reattanza di dispersione siano uguali:

X 1cc  X l1  X l' 2 X 1cc


X l1  X  '
l2
2

Ovviamente le induttanze di dispersione Ll1 e Ll2 saranno diverse perché


ricordiamoci che l’induttanza di dispersione del secondario è riportata al
primario, quindi:

2
X l' 21
Ll 2   
2f e  t 
Regime Sinusoidale
Identificazione dei Parametri in un Trasformatore
Prova in cortocircuito:
Se definiamo Z1cc l’impedenza vista dal primario con il secondario in
cortocircuito:
   
Z1cc  R1  R2'  j X 1  X 2'  R1cc  jX1cc

Tale impedenza è legata alla corrispondente impendenza di cortocircuito vista


dal secondario con il primario in cortocircuito dalla relazione:

       
Z1cc  R1  R2'  j X 1  X 2'  R1  t 2 R2  j X 1  t 2 X 2 
21  2 1 
 t  2 R1  R2   jt  2 X 1  X 2   t 2 R  R  jt X
"
1 2
2 "
1 
 X 2  t 2 Z 2 cc
t  t 
Regime Sinusoidale
Identificazione dei Parametri in un Trasformatore
Prova in cortocircuito:
       
Z1cc  R1  R2'  j X 1  X 2'  R1  t 2 R2  j X 1  t 2 X 2 
1
2  2 1 
 t  2 R1  R2   jt  2 X 1  X 2   t 2 R  R  jt X
"
1 2
2 "
1 
 X 2  t 2 Z 2 cc
t  t 

Z 1cc Z 2 cc
I 1n R1cc jX1cc I 2n R2cc jX2cc

V1cc V2'  0 V2 cc V1"  0


Regime Sinusoidale
Identificazione dei Parametri in un Trasformatore
Prova in cortocircuito:
Si ottiene anche che il valore relativo della tensione di cortocircuito v1cc coincide
con il valore relativo della tensione di cortocircuito vista dal secondario v2cc :
V1cc Z1cc I1n V2 cc Z 2 cc I 2n
v1cc   v2cc  
V1n V1n V2 n V2 n
Z1cc
I1n
V2 cc Z 2 cc I 2 n Z 2 cctI1n Z 2 cc I1n 2 2 Z I
v2 cc     t  t t 2  1cc 1n  v1cc
V2 n V2 n V1n V1n V1n V1n
t Z 2 cc
Z 1cc
I 1n R1cc jX1cc I 2n R2cc jX2cc

V1cc V2'  0 V2 cc V1"  0


Strumenti per la Progettazione

Analisi mediante Metodi agli Elementi Finiti


Metodi per la risoluzione numerica di equazioni differenziali, sia essa alle derivate
totali o parziali. Si tratta di metodi per approssimare una equazione differenziale con
un sistema di equazioni algebriche.
Possibile verificare il comportamento
T delle grandezze elettriche/magnetiche in
ogni istante e per ogni punto del
sistema.
Regime Sinusoidale
Bilancio Energetico (Teorema di Boucherot )
La potenza attiva entrante in un trasformatore monofase è pari a: Pe  V1 I1 cos1 
La potenza attiva uscente invece è data da: Pu  V2 I 2 cos 2 

con Pe  Pu  PJ 1  PJ 2  PFe
Le perdite di potenza attiva sono legate alle resistenze degli avvolgimenti (PJ) e alle
perdite nel ferro (PFe).

I1 R1 jXl1 I 2' N1 : N2= t jXl2 R2 I2


I 10
Ia Im
V1 PJ 2
PJ 1 E1 RFe jXm1 E2 V2

PFe
Pe Pu
Regime Sinusoidale
Bilancio Energetico
Perdite: PJ 1  R1 I12 - perdite per effetto Joule al primario

PJ 2  R2 I 22 - perdite per effetto Joule al secondario


2
E
PFe  RFe I a2  1 - perdite nel ferro per isteresi e correnti parassite
RFe

I1 R1 jXl1 I 2' N1 : N2= t jXl2 R2 I2


I 10
Ia Im
V1 PJ 2
PJ 1 E1 RFe jXm1 E2 V2

PFe
Pe Pu
Regime Sinusoidale
Bilancio Energetico
La potenza reattiva entrante nel trasformatore monofase è : Qe  V1 I1 sin1 
La potenza reattiva uscente invece è data da: Qu  V2 I 2 sin 2 
con Qe  Qu  Ql1  Ql 2  Qm
Anche in questo caso avremo una quota di potenza reattiva associata al flusso
disperso (jXl1 e jXl2) e una quota più importante associata al flusso magnetizzante
(jXm1 , jXm2 , jXl12 , jXl21).

I1 R1 jXl1 I 2' N1 : N2= t jXl2 R2 I2


I 10
Ia Im
V1 Ql1 Ql 2
E1 RFe jXm1 E2 V2
Qm

Qe Qu
Regime Sinusoidale
Bilancio Energetico

Ql1  X l1 I12 - potenza reattiva associata ai flussi dispersi al primario

Ql1  X l 2 I 22 - potenza reattiva associata ai flussi dispersi al secondario

E12
Qm  X I  2
m1 m
- potenza magnetizzante richiesta per creare il flusso principale
X m1

I1 R1 jXl1 I 2' N1 : N2= t jXl2 R2 I2


I 10
Ia Im
V1 Ql1 Ql 2
E1 RFe jXm1 E2 V2
Qm

Qe Qu
Regime Sinusoidale
Rendimento del Trasformatore

Il rendimento del trasformatore () è definito come il rapporto tra la potenza


attiva erogata a secondario (Pu) e la potenza attiva assorbita a primario (Pe).

Pu

Pe

La determinazione sperimentale di tale grandezza risulta difficoltosa:


● E’ necessario poter disporre in laboratorio di un carico in grado di assorbire
la potenza nominale del trasformatore che può risultare anche di parecchi
MW.
● Non essendo presenti parti rotanti nel trasformatore, il rendimento dello
stesso è molto elevato (può essere superiore al 99.5) e piccoli errori nella
misura delle potenze assorbite ed erogate possono produrre un errore
notevole nelle determinazione del rendimento.
Regime Sinusoidale
Rendimento del Trasformatore
Quindi si considera il rendimento convenzionale del trasformatore, definito come:

Pu Pu V2 I 2 cos 2 
c   
Pe Pu  PFe  PCu V2 I 2 cos 2   PFe  PCu

Le perdite per isteresi e correnti parassite PFe si possono considerare con buona
approssimazione indipendenti dalle condizioni di carico e quindi da I2, I1.

Cos(2) =1
Cos(2) =0.8
c Cos(2) =0.6

I2 I2n
Regime Sinusoidale
Rendimento del Trasformatore
Graficando il rendimento c in funzione delle condizioni di carico e quindi di I2 (che
potrebbe non essere quella nominale) si nota che il massimo rendimento non
corrisponde alle condizioni operative nominali.

Per determinare approssimativamente quale sia la migliore condizione di


funzionamento per questa macchina elettrica definiamo il fattore di carico i:
I2
i
I 2n
dove I2n è la corrente nominale al secondario. Mediante opportune manipolazioni
matematiche sull’espressione del rendimento convenzionale si ottiene:

V2 I 2ni cos 2 
c 
V2 I 2ni cos 2   PFen  PCun i 2
Con PCun si definiscono le perdite di tipo Joule complessive in condizioni nominali
che coincidono con la potenza attiva assorbita dalla macchina nella prova in corto
circuito:
Pccn  Rcc I 2n
2
Regime Sinusoidale
Rendimento del Trasformatore
Se il rendimento viene valutato a tensione nominale V2=V2n si ha:

An cos 2 
c 
An cos 2   PFen  PCun i
1
i
An è la potenza apparente nominale del trasformatore, che è indicata sui dati di
targa del trasformatore stesso.

Per determinare il massimo rendimento per un prefissato fattore di potenza


cos(2) bisogna calcolare il minimo del denominatore di c:

1 PFen
 P  PCun  0  i 
2 Fen
i PCun
Regime Sinusoidale
Rendimento del Trasformatore
Perdite Addizionali:

Le perdite addizionali sono tutte quelle perdite che si verificano nel


funzionamento di una macchina in aggiunta a quelle principali, cioè a quelle
ohmiche, nel ferro e meccaniche. Sono di difficile valutazione analitica e vengono
determinate sperimentalmente, come differenza tra la potenza totale perduta e la
somma delle perdite principali. La maggior parte delle perdite addizionali è
dovuta all’azione dei flussi magnetici variabili nel tempo su parti metalliche
conduttrici, come le parti strutturali delle macchine, gli alberi meccanici, e così
via. Questi flussi determinano delle correnti parassite e, se la parte interessata
ha anche un comportamento magnetico, dei cicli di isteresi, con conseguente
perdita di potenza attiva.
Regime Sinusoidale
Rendimento del Trasformatore
La commissione Europea ha regolamentato la progettazione ecocompatibile dei
trasformatori. Uno degli indici significativi che caratterizzano la qualità del
trasformatore è l’indice di efficienza di picco (PEI), dato dal valore massimo del
rapporto tra la potenza apparente trasmessa da un trasformatore meno le perdite
elettriche e la potenza apparente trasmessa dal trasformatore.

PEI 
An  P erdite

An
Inoltre vengono definite:
«perdita a carico» (Pk): la potenza attiva relativa ad una coppia di avvolgimenti,
assorbita alla frequenza nominale e alla temperatura di riferimento, quando la
corrente nominale (corrente di presa) passa attraverso un terminale o terminali di
linea di uno degli avvolgimenti e i terminali dell'altro avvolgimento sono in
cortocircuito, mentre gli altri avvolgimenti, se esistenti, sono a circuito aperto;
Regime Sinusoidale
Rendimento del Trasformatore

Inoltre vengono definite:


«perdita a vuoto» (Po): la potenza attiva assorbita ad una frequenza nominale
quando il trasformatore è alimentato e il circuito secondario è aperto; la tensione
applicata è la tensione nominale.
Regime Sinusoidale
Rendimento del Trasformatore
Regime Sinusoidale
Regime Sinusoidale
Rendimento del Trasformatore
PEI:
Regime Sinusoidale
Rendimento del Trasformatore
PEI:
Regime Sinusoidale
Variazione di tensione da vuoto a carico:
Caduta di Tensione Industriale
Uno dei parametri caratteristici incluso tra i dati di targa dei trasformatori è la caduta
di tensione tra le condizioni di vuoto e quelle di carico nominale.
Quando al secondario è applicato un carico la I20, la tensione in uscita dalla
macchina V2 sarà diversa da quella a vuoto V20 perché le cadute di tensione su R’1, X’l1,
X’l2 e R2 non sono più trascurabili.

V  V20  V2

I1 N2 : N1= 1/t I'1 R'1 jX'l1 jXl2 R2 I2

V1 V‘1 E1' RFe jXm2 E2 V2


Regime Sinusoidale
Variazione di tensione da vuoto a carico:
Caduta di Tensione Industriale
Per determinare la caduta di tensione sul trasformatore occorre valutare le cadute di
tensione del circuito equivalente.
Nell’analisi che segue si ignorano gli effetti sulla caduta di tensione degli elementi
circuitali del rampo trasversale RFe e Xm (quindi quelli legati all’eccitazione della
macchina), posizionando questi ultimi in parallelo alla tensione di alimentazione
dell’avvolgimento primario.
In questo nuovo modello circuitale la f.e.m. E2 risulta uguale alla tensione di
alimentazione dell’avvolgimento primario V’’1, indipendentemente dalle condizioni di
carico.
Z 2 cc
I1 N2 : N1= 1/t I''1 R''1 jX''l1 jXl2 R2 I2

V1 V''1 RFe jXm2 E2 V2


Regime Sinusoidale
Variazione di tensione da vuoto a carico:
Caduta di Tensione Industriale
La tensione V20 è legata a quella in condizioni di carico dalla relazione:

V  V20  V2 V20  V2  R2 cc I 2  jX 2 cc I 2

Z 2 cc Carico
ohmico-
I1 N2 : N1= 1/t I''1 R''1 jX''l1 jXl2 R2 I 2 induttivo

V1 V''1 RFe jXm2 E2 V2 ZL


Regime Sinusoidale
Variazione di tensione da vuoto a carico:
Caduta di Tensione Industriale
La tensione V20 è legata a quella in condizioni di carico dalla relazione:

V  V20  V2 V20  V2  R2 cc I 2  jX 2 cc I 2

Il diagramma fasoriale della relazione sopra risulta:


V20

jX2ccI2
V2
2
I2 R2cc I 2
Nella rappresentazione grafica che vedete sono state volutamente amplificate le cadute
di tensione sulla Z2cc per migliorare la leggibilità del grafico.
Regime Sinusoidale
Variazione di tensione da vuoto a carico:
Caduta di Tensione Industriale
Il triangolo che vede coinvolte le cadute di tensione dei parametri longitudinali della
macchina viene identificato come triangolo delle impedenze.

Z 2 cc I 2  R2 cc I 2  jX 2 cc I 2 V20
Z2cc I 2 jX2ccI2
jX2ccI2
V2
2 R2cc I 2
I2 R2cc I 2

Z2ccI2n
Se in particolare I2=I2n ottengo un triangolo caratteristico
cc jX2cc I2n
del trasformatore detto triangolo di Kapp.
R2cc I2n
Regime Sinusoidale
Variazione di tensione da vuoto a carico:
Caduta di Tensione Industriale
Il triangolo ricavato in queste condizioni operative permette
Z2ccI2n
di relazionare anche le cadute di tensione dei diversi
elementi circuitali rispetto alla v2cc:
cc jX2cc I2n
R2cc I2n
Z 2 cc I 2 n R2 cc I 2 n X 2 cc I 2 n
 j La tensione nominale al secondario V2n
V20 V20 V20 coincide con quella a vuoto V20.

v2cc  v1cc  vcc  vrcc  jv xcc


dove:

R2 cc I 2 n vcc
v rcc  Componente resistiva della tensione di cortocircuito
V20 cc v
xcc
v xcc 
X 2 cc I 2 n Componente reattiva della tensione di cortocircuito vrcc
V20
Regime Sinusoidale
Variazione di tensione da vuoto a carico:
Caduta di Tensione Industriale
Per valutare V correttamente consideriamo il triangolo OAB ed esprimiamo la V20 in
funzione di V2 e I2:

OA  OB  AB  V2 cos 2   R2 cc I 2 n   V2 sin 2   X 2 cc I 2 n 


2 2 2 2 2

V20
OB  OH  HB  V2 cos 2   R2 cc I 2 n A

AB  BK  KA  V2 sin 2   X 2 cc I 2 n
V2 jX2ccI2
O
2
R2cc I 2 K
I2
V
cos

2

2  H
B

V2 sin2 
Regime Sinusoidale
Variazione di tensione da vuoto a carico:
Caduta di Tensione Industriale
Per valutare V correttamente consideriamo il triangolo OAB ed esprimiamo la V20 in
funzione di V2 e I2:

OA  OB  AB  V2 cos 2   R2 cc I 2 n   V2 sin 2   X 2 cc I 2 n 


2 2 2 2 2

V20
OB  OH  HB  V2 cos 2   R2 cc I 2 n A

AB  BK  KA  V2 sin 2   X 2 cc I 2 n
V20  V2 cos 2   R2cc I 2n 
O
2
 V2 sinV22  X 2 cc I cc 2
jX2
2I
2n
2
R2cc I 2 K
I2
V
cos

2

2  H
B

V2 sin2 
Regime Sinusoidale
Variazione di tensione da vuoto a carico:
Caduta di Tensione Industriale
Il precedente risultato consente di valutare V con buona precisione per qualunque
condizione di carico.

Le norme invece richiedono di valutare la caduta di tensione da vuoto a condizioni di


carico nominale approssimando il risultato precedente con la differenza tra i moduli
dei due vettori.

caduta di tensione Industriale


V20  V2
V  V20  V2 v 
V20
Regime Sinusoidale
Variazione di tensione da vuoto a carico:
Caduta di Tensione Industriale
Si riporti con un compasso il vettore V20 sul prolungamento del vettore V2, ottenendo
il punto K. Si tracci inoltre la proiezione di V20 sul prolungamento del vettore V2,
ottenendo il punto H.
Per piccoli valori dell’angolo f  V20  V2 , il segmento HK è trascurabile rispetto
al segmento OH (cosa quasi sempre verificata nella pratica).

Quindi:
V20
V  V20  V2  OK  OB  BH

jX2ccI2 2

O
f V2 B F
2 HK

I2 R2cc I 2
C
Regime Sinusoidale
Variazione di tensione da vuoto a carico:
Caduta di Tensione Industriale
ma V  BH  BF  FH  R2cc I 2 cos2   X 2cc I 2 sin2 
proiezione di BC su V2 proiezione di FH su V2

I2
Si introduca il fattore di carico i: i
I 2n

R2cc I 2n cos 2   X 2cc I 2n sin 2  V20


v  i
V20
jX2ccI2 2

O
f V2 B F
2 HK

I2 R2cc I 2
C
Regime Sinusoidale
Variazione di tensione da vuoto a carico:
Caduta di Tensione Industriale

R2cc I 2n cos 2   X 2cc I 2n sin 2 


v  i   i  vrcc cos 2   v xcc sin 2 
V20
La variazione di tensione dipende quindi:
dalla potenza assorbita dal carico, espressa dal fattore di carico i, variabile tra 0 e
1, o superiore a 1 in caso di sovraccarico (di durata limitata);
dalla natura del carico (ohmico, ohmico–induttivo, ohmico–capacitivo), espressa dal
fattore di potenza cos(2);
 dalle caratteristiche del trasformatore, espresse mediante la resistenza e la
reattanza serie o le componenti ohmica e reattiva della tensione di corto circuito.

Si fa notare che hanno influenza sia l’impedenza serie dell’avvolgimento primario che
quella del secondario: il loro contributo è circa uguale. E’ differente, invece, il
contributo della resistenza da quello della reattanza.
Regime Sinusoidale
Variazione di tensione da vuoto a carico:
Caduta di Tensione Industriale
v  i  vrcc cos 2   v xcc sin2 


Carico ohmico-induttivo: 0  2  3

2 vcc (%)
 2
Carico ohmico-capacitivo:   2  0 vrcc (%)
2 1

0
vxcc (%)

Si nota che nel caso in cui il carico -1


sia di tipo ohmico-capacitivo la
secondario la tensione a carico
-2
risulta maggiore della tensione a
vuoto (Effetto Ferranti).
-3
-90 -75 -60 -45 -30 -15 0 15 30 45 60 75 90
2 (°)
Regime Sinusoidale
Funzionamento in Parallelo di Trasformatori

Due o più trasformatori funzionano in parallelo quando sono alimentati dalla stessa
rete primaria ed erogano potenza sullo stesso carico.
Nell’utilizzo dell’energia elettrica può spesso accadere che si debbano disporre in
parallelo più trasformatori per alimentare l’utenza elettrica. Questa esigenza può avere
diverse origini:

• Necessità di affiancare ad un trasformatore esistente un secondo trasformatore per


sopperire alle aumentate richieste di potenza da parte dell’utenza;

• Necessità di frazionare la richiesta di potenza del carico attraverso più trasformatori,


in modo da garantire una continuità di servizio anche in caso di guasto di una
macchina;

• Opportunità di migliorare il rendimento della trasformazione adeguando di volta in


volta al carico richiesto il numero di trasformatori in servizio.
Regime Sinusoidale
Funzionamento in Parallelo di Trasformatori

Il parallelo di due o più trasformatori si può realizzare rispettando alcune condizioni.


Nel caso di parallelo tra due trasformatori monofase, gli avvolgimenti primari e quelli
secondari sono collegati alla stessa linea primaria e trasferiscono potenza elettrica ad
una stessa linea secondaria.

Le prime due condizioni che si debbono verificare sono:

1) V1nA  V1nB Stesse tensioni nominali al primario

2) V20 A  V20 B Stesse tensioni a vuoto sul secondario

Queste condizioni implicano che i


trasformatori hanno lo stesso rapporto Linea di
di trasformazione: Uscita

t A'  t B' A B
Linea di
Ovviamente non vale il viceversa: in Ingresso
quanto i due rapporti di trasformazione
possono essere uguali ma per valori di
tensioni di ingresso/uscita diversi.
Regime Sinusoidale
Funzionamento in Parallelo di Trasformatori

La terza condizione imposta dalle norme prevede che i due trasformatori siano collegati
attraverso i loro morsetti omologhi. Nel caso in cui questa condizione non viene
rispettata, ai secondari dei trasformatori avremo un’elevata corrente di ricircolo che
può danneggiare le macchine se non opportunamente protette.

3) Trasformatori monofase collegati attraverso i loro morsetti omologhi: V20 A  V20 B


I fasori corrispondenti alle tensioni a
vuoto delle macchine sono in fase.

a1 b1 b2 a2 Tra i due trasformatori


circola una corrente elevata

Polarità errata

A1 B1 A2 B2
Regime Sinusoidale
Funzionamento in Parallelo di Trasformatori

Le norme prevedono una quarta condizioni da soddisfare: le potenze erogate al carico


devono essere proporzionali alle massime potenze che i trasformatori possono erogare.
Questo equivale a dire che per avere il minimo carico sui trasformatori collegati in
parallelo, a parità di corrente complessiva, le correnti che fuoriescono dai secondari dei
trasformatori devono essere in fase tra loro.

La ripartizione delle potenze equivale ad imporre la stessa tensione di cortocircuito:

Ripartizione delle potenze proporzionale


4)
alla massima potenza erogabile: VccA  VccB
Regime Sinusoidale
Funzionamento in Parallelo di Trasformatori

Nel caso di trasformatori trifase, questi devono avere lo stesso


gruppo di appartenenza.

Se i due trasformatori trifase, pur verificando le precedenti


condizioni, avessero diversi gruppi di appartenenza, sarebbe
comunque presente, nel funzionamento a vuoto, una circolazione di
corrente nei secondari dei trasformatori, dovuta alla differenza di
fase delle f.e.m. indotte nei due avvolgimenti secondari in parallelo.
Regime Sinusoidale
TA e TV
In sistemi ad alta tensione a corrente alternata, per evitare difficoltà di ordine
costruttivo e garantire, allo stesso tempo, la sicurezza del personale, si adotta
sempre la soluzione di inserire, voltmetri e amperometri non direttamente sulla linea
ad alta tensione ma indirettamente attraverso piccoli trasformatori di tensione (TV) e
di corrente (TA)
I trasformatori di misura TV vanno collegati in derivazione (in parallelo) alla linea in
modo da sottoporre l’avvolgimento primario alla tensione che si vuole misurare. I
trasformatori di corrente TA vanno collegati in serie al conduttore su cui scorre la
corrente da misurare.
I trasformatori di corrente hanno due funzioni essenziali:
Adattare il valore di corrente MT del primario alle caratteristiche delle
apparecchiature di misura o di protezione connesse, fornendo una corrente
secondaria d'intensità proporzionalmente ridotta.
Isolare il circuito di potenza dal circuito di misura e/o protezione.
In un TA l'avvolgimento secondario non deve mai essere un circuito aperto

Analogamente, i trasformatori di tensione hanno due funzioni essenziali:


Adattare il valore della tensione MT del primario alle caratteristiche delle
apparecchiature di misura o di protezione connesse, fornendo una tensione
secondaria d'intensità proporzionalmente ridotta
Isolare il circuito di potenza dal circuito di misura e/o protezione
In un TV l'avvolgimento secondario non deve mai essere cortocircuitato.
Regime Sinusoidale
TA e TV
Regime Sinusoidale
TA e TV

Collegamento TA
Primario

Secondario

Strumento con
impedenza interna
molto bassa Z0.

Caratteristiche Nominali:
La corrente primaria nominale è quella a cui sono riferiti gli errori di rapporto
e di fase e i limiti di sovratemperatura ammessi. Si assegnano normalmente
valori interi (ad esempio 10A, 20A, 100A, 500A, 1000A, 5000A).
La corrente secondaria nominale viene scelta in relazione alle caratteristiche
delle apparecchiature da alimentare e sono normalizzati i valori di 5A, 2A, 1A (il
valore piu frequentemente usato è 5 A).
Regime Sinusoidale
TA e TV

Collegamento TV

Secondario

Primario
Strumento con
impedenza interna
molto alta Z.

Caratteristiche Nominali:
La tensione primaria nominale è quella a cui sono riferiti gli errori di rapporto
e di fase e i limiti di sovratemperatura ammessi. Si assegnano normalmente
valori interi, corrispondenti alle tensioni nominali delle reti, divisi per √3,
quando i TV sono progettati per essere inseriti tra fase e terra (ad esempio,
1000V, 20000V, 100000/√3V, 400000/√ 3V.)
La tensione secondaria nominale viene scelta in relazione alle caratteristiche
delle apparecchiature da alimentare e sono normalizzati i valori di 100V, 100/√
3V, 100/3V a seconda del tipo di applicazione.
Regime Sinusoidale
TA
Regime Sinusoidale
TA
Regime Sinusoidale
TV
Regime Sinusoidale
TV
High-frequency transformers
•They are generally low power transformers (<1kW), inserted in
switched circuits. Operate at very high frequencies (100-500 kHz)
with square wave voltages. The core is not made​ by laminated
and packed sheets, but by solid blocks of ferrite.
•For the same power are much smaller than conventional
transformers.

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